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Dettaglio seduta n.246 del 01/08/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 15.04 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1694 presentata da Campo, inerente a "Terreni sul territorio del Comune di Fossano di proprietà IRIS Srl da destinare all'ASL CN1"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1694, presentata dal Consigliere Campo, che la illustra.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Su questo tema, in realtà, sono già state presentate nei mesi scorsi delle interrogazioni a risposta immediata (non da questa parte politica) che hanno suscitato la mia curiosità ad approfondire la questione. Risulta evidente che sono stati spesi soldi pubblici in maniera abbastanza copiosa e da quasi dieci anni la situazione risulta essere in stallo. Pertanto, i soldi che sono stati teoricamente investiti su dei terreni, attualmente non hanno dato alcun frutto (se non quello di essere stati spesi!).
Abbiamo provato ad analizzare la situazione sotto vari punti di vista e saltano all'occhio alcuni aspetti.
Questa vicenda prevedeva, originariamente, che un privato, in accordo con il Comune (che si fa anticipare, a titolo gratuito, un terreno del valore di 350 milioni di lire: siamo alla fine degli anni Novanta) utilizzasse quell'area per fare una piscina comunale. Successivamente seguendo le lusinghe dell'Amministrazione regionale e dell'ASL, che vogliono sfruttare quell'area per fare un centro di riabilitazione invece che per far realizzare al privato delle villette e una RSA (questo perch la programmazione dell'epoca, almeno con una delibera, aveva individuato in Fossano il luogo di realizzazione di un polo sanitario di riabilitazione) vengono presi una serie di accordi: si convince il privato, che voleva realizzare la sua opera in accordo con il Comune, a cambiare indirizzo alla propria progettazione e, addirittura, a investire ulteriori fondi per garantire la disponibilità di uno spazio maggiore per la realizzazione della struttura riabilitativa. Tutto questo a seguito di una delibera regionale del 2001 e, successivamente, di una serie di accordi che culminano con un rogito notarile con cui dovrebbe essere compiuta la cessione dei terreni acquisiti dal privato all'ASL CN1 per la cifra di due milioni e mezzo circa, più una serie di altri costi che sono intervenuti successivamente.
Questa vicenda, ovviamente, finisce lì: stiamo parlando sostanzialmente, di uno di quegli "ospedali di carta" della Giunta Bresso (siamo al 2008).
La delibera viene successivamente sospesa e dal 2012 in avanti partono una serie di contenziosi, perché l'ASL vuole entrare in possesso dei terreni, ma nel rogito notarile il passaggio di proprietà veniva condizionato alla realizzazione di un accordo di programma che garantisse la realizzazione dell'opera.
Arriviamo al 2016: il Tribunale ordinario, con una sentenza, blocca tutte le iniziative dell'ASL volte a entrare in possesso dei terreni, a discapito di quanto contestato dal privato. E le blocca proprio con la motivazione per cui o si dà luogo all'accordo programmatico previsto oppure non si può procedere al perfezionamento dell'affare.
Sentite tutte le varie parti, è evidente che nella programmazione sanitaria attuale non c'è spazio per la realizzazione di una struttura sanitaria a Fossano; nel piano direttorio presentato dall'ASL CN1, con tutti gli investimenti per le migliorie infrastrutturali delle strutture sanitarie del Cuneese, sono previste ristrutturazioni ma non è previsto di dar luogo a questa cosa. Il tutto dipende da una precisa responsabilità regionale, ossia da una delibera che continua, a oggi, ad essere sospesa e a bloccare, di fatto, un cospicuo investimento di soldi pubblici (oramai per spese varie, anche legali, siamo arrivati a circa tre milioni), ma anche l'attività del privato, che originariamente voleva realizzare un investimento di altro genere.
Quello che chiediamo oggi all'Assessorato è di assumersi la responsabilità che gli è propria e di decidere, finalmente, se e quando voglia ritirare questa delibera per far sì che venga conclusa questa faccenda.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho ricevuto questa dettagliata interrogazione del Consigliere soltanto nella giornata di ieri e ho iniziato questa mattina a rivolgermi alle strutture competenti per ricevere le dovute informazioni (non ho avuto modo di dedicarmi prima a questo tema). Una parte le ho ricevute, però non sono in grado di fornire un'opinione compiuta, vista la cospicua documentazione che sicuramente il collega ha avuto modo di esaminare (parliamo di delibere del 2001, se non erro, e di successivi atti del Comune di Fossano).
Come ho detto, non sono in grado di esprimere un'opinione completa perché bisogna avere, evidentemente, il tempo per analizzare tutta la documentazione. È chiaro che in una mezza giornata qui in Consiglio discutendo anche di altro, diventa complesso raccogliere tutti gli elementi per fornire un'adeguata risposta.



(Commenti del Consigliere Campo)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, ma verteva su un'altra questione e su quello posso ripetere la medesima opinione.



(Commenti del Consigliere Campo)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho verificato le questioni sollevate dal Consigliere Graglia, che trattavano di altro tema, pur con le medesime finalità.
Oggi mi riservo di esprimere un'opinione in relazione al quesito puntuale che è stato posto sulla base della ricostruzione di questo lungo percorso (parliamo di 16 anni, se non erro).
In ogni caso, se lei fa riferimento al tema specifico dei rapporti fra l'IRIS e l'ASL, continuo a essere dell'opinione (perlomeno finché non avr svolto un'attenta valutazione della documentazione) che forse, in questo momento, così come ho detto al collega Graglia non molto tempo fa, sarebbe bene concludere questo contenzioso, per evitare che volontariamente direttamente o indirettamente, si rischi di svolgere un'azione a favore di un privato col quale l'ASL ha un contenzioso, con motivazioni che hanno una sua logica. È vero che il Tribunale si è espresso in quella maniera, ma mi pare che sia stato presentato anche ricorso in Cassazione.
In termini complessivi questa è la mia opinione, così come ho già avuto modo di esprimere al collega Graglia. Bisogna stare attenti, in questa fase, ad assumere delle posizioni che in qualche maniera possano favorire la controparte dell'Amministrazione pubblica.
Detto questo - è un'opinione più basata sugli elementi che ho raccolto la volta scorsa - mi riservo di fornire una risposta compiuta nel corso della prossima seduta, dopo aver letto tutta la documentazione e dopo aver chiesto un'opinione anche ai nostri tecnici.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1689 presentata da Ruffino, inerente a "Consorzio Canavesano Ambiente e ripartizione costi di gestione del servizio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1689, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che la illustra in qualità di Consigliera regionale.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Rispetto al Consorzio Canavesano Ambiente e alla ripartizione dei costi di gestione del servizio, con una propria lettera il Sindaco di Ozegna ha sollecitato l'intervento dell'Assessore regionale in merito alla situazione che si è venuta a creare all'interno del Consorzio Bacino 17 circa la questione della ripartizione dei costi per la gestione del servizio.
Tutto questo determina una situazione dagli sviluppi imprevedibili: alcuni Sindaci hanno dichiarato la volontà di recedere dall'appalto per l'eccessiva onerosità; altri, come il Comune di Ozegna, hanno formalizzato il proprio intendimento a recedere anche dal Consorzio.
La motivazione che è stata riportata per questa clamorosa iniziativa è legata alla contestazione dell'obbligatorietà dell'adesione alla forma associativa prevista dal Piano regionale. In particolare, un Sindaco adduce quale motivazione l'illegittimità dello strumento consortile per il fatto che tutti i Comuni aderenti al CCA sono anche aderenti al Consorzio socio ssistenziale, per cui la partecipazione ai due Consorzi di fatto rappresenterebbe una palese violazione del sesto comma dell'articolo 31 del testo unico degli Enti Locali, che recita tassativamente che "tra gli stessi Enti locali non può essere costituito più di un consorzio".
Ritengo che la questione sia rilevante non solo con riguardo alla presente situazione dei Consorzi di bacino, ma soprattutto in merito al riassetto previsto dal DDL 217 in corso di approvazione, dal momento che quasi tutti i Comuni sono consorziati anche per la gestione dei servizi sociali.
Le chiedo quindi, Assessore, se si intenda confermare la scelta del ricorso ai Consorzi per il riassetto del servizio rifiuti, nonostante questa formale eccezione, anche in considerazione del fatto che, in mancanza di una definizione dei contratti in essere, potrebbero essere i Comuni dissenzienti a eccepire tale situazione al competente Ministero degli Affari regionali per sollecitare l'impugnativa avanti alla Consulta.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Le due questioni poste dalla Consigliera Ruffino erano già giunte anche all'Amministrazione regionale dal Comune di Ozegna, Comune consorziato del Consorzio Canavesano Ambiente.
Sulla prima questione, cioè sul fatto dell'obbligatorietà dei Consorzi confermo che si tratta di un dato di legge. La Regione eserciterà nei confronti dei Consorzi di bacino le funzioni di controllo previste dagli artt. 7 e 8 della l.r. 7/2012. Dicevo che, quello dell'obbligatorietà del consorziamento da parte dei Comuni per l'esercizio associato delle funzioni di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani è un principio definito all'articolo 10, comma 1, della l.r. 24/2002. Peraltro, l'obbligatorietà discende da una norma nazionale, l'articolo 3 bis del D.Lgs. 138 del 2011.
Sul secondo punto, cioè sui dubbi di legittimità dell'approvando DDL nella parte in cui indica il Consorzio di Comuni quale ente deputato alla governance, in particolare sul divieto per un Comune di aderire a più consorzi, va precisato che la soluzione adottata nel disegno di legge peraltro, a seguito di approfondimento condiviso con la competente Commissione consiliare - di procedere alla riorganizzazione dei Consorzi di bacino porta a Consorzi di bacino di area vasta (quindi di dimensione provinciale), come stabilito dalla norma nazionale, con un processo di fusione per incorporazione, e si pone in condizione di assoluta continuità con la situazione preesistente.
Pertanto. non si possono rilevare questioni di legittimità che non derivino dal passato.
Nel merito della questione, si precisa che l'articolo 31 del D.Lgs. 267 recita: "Tra gli stessi Enti locali non può essere costituito più di un consorzio". Ciò significa che il divieto posto opera unicamente se sussiste identità degli Enti locali consorziati: c'é differenza, quindi, tra il livello del Consorzio per i rifiuti e quello del Consorzio socio assistenziale.
In chiusura, ricordo che in Regione Piemonte l'esercizio associato obbligatorio di funzioni tra Enti locali sussiste fin dal 1995 e l'utilizzo della forma consortile per la gestione dei servizi socio-assistenziali comunque di carattere meno direttivo, risale ai primi anni 2000. Preciso questo per dire che non vengono riscontrate né sulla prima questione n sulla seconda delle problematiche operative.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1692 presentata da Andrissi inerente a "Posizione della Regione Piemonte sul ricorso al Capo dello Stato contro il Decreto trivelle - disciplinare tipo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1692, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente questa è una storia che abbraccia tutto il nostro mandato. Nel 2014 presentammo un ordine del giorno in cui chiedevamo alla Regione di impugnare gli artt. 3.8 e 35 dello "Sblocca Italia" e la maggioranza PD che governa questa Regione si rifiutò. Crediamo che abbiate perso una grande occasione di fare una bella figura, perché le sei Regioni che hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale hanno vinto ed è stato ritenuto illegittimo parte dell'articolo 38 (due commi), con la sentenza n.
170 del 12 luglio 2017, proprio perché lo Stato non può legiferare senza alcun coinvolgimento delle Regioni.
Quello che quindi noi invochiamo, Assessore, è che lei vada ai confronti Stato-Regioni e picchi un po' i pugni sul tavolo, perch effettivamente questo ricorso non è stato fatto e abbiamo perso una grand'occasione che noi chiedevamo a viva voce.
Poi sono arrivati un ulteriore ricorso e un'ulteriore sentenza: l'impugnazione del "decreto trivelle" in attuazione dello "Sblocca Italia" del 2015. E anche lì, di nuovo, le Regioni hanno vinto; però effettivamente dalla Regione Piemonte non si sente proprio nulla: Regione, se ci sei batti un colpo! Poi è arrivato il decreto di compatibilità dell'attività estrattiva in provincia di Novara. Gli attivisti - noi - abbiamo chiesto a viva voce: "Regione, fai un ricorso al TAR in quanto, in presenza di compatibilità ambientale con prescrizioni, hai sempre detto 'no' a questo tipo di attività esplorativa e successivamente estrattiva". Ma anche su questo addirittura Chiamparino - e finalmente abbiamo sentito la voce del Presidente della Regione - ha detto: "No, se c'è la compatibilità ambientale, sebbene con prescrizioni, vuol dire che questo pozzo esplorativo si deve fare".
Quindi arriviamo a oggi per chiedere, visto che è apparso anche un articolo su La Stampa dove lei, Assessore, ha dichiarato che stavate valutando la possibilità di ricorrere, se la Regione Piemonte presenterà ricorso al Capo dello Stato contro il decreto trivelle - disciplinare tipo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con riferimento al cosiddetto "decreto trivelle", la Regione Piemonte ha a suo tempo non ritenuto di presentare ricorso alla Corte costituzionale come ha ricordato anche prima il Consigliere Andrissi - avverso l'art.
38, commi 7 e 10 del DL 133 del 2014, il cosiddetto "Sblocca Italia"; né la Regione Piemonte ha ritenuto di presentare ricorso nei confronti del successivo decreto trivelle del 2015 di aggiornamento del disciplinare tipo, di cui all'articolo 38.
Quindi, in linea con le valutazioni a suo tempo effettuate, attinenti anche agli aspetti legati ai rapporti tra Stato e Regioni, non è intenzione della Regione, mantenendo la linea attuata nel passato, procedere all'impugnazione del provvedimento in questione.
Per quanto attiene, invece, agli aspetti di merito, con riguardo al procedimento relativo al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi (pozzo esplorativo Carpignano Sesia 1), la Regione Piemonte, per quanto di competenza, ha espresso parere negativo con la DGR 2728 del 29 dicembre 2015, nell'ambito del procedimento di VIA di competenza nazionale evidenziando, in particolare, le potenziali ricadute conseguenti alla realizzazione del progetto sull'assetto socio-economico del territorio nonché le criticità attinenti agli aspetti di salvaguardia e di tutela delle risorse idriche sotterranee.
Si conferma pertanto nel merito questo parere a suo tempo esplicitato il 29 dicembre 2015.


Argomento: Trasporti aerei - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1693 presentata da Bono, inerente a "Gravi danni agli edifici nei comuni dell'intorno aeroportuale, in particolare Caselle Torinese, per le problematiche derivanti dal sorvolo dell'abitato da parte di aerei in avvicinamento all'aeroporto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1693.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho inteso presentare quest'interrogazione a risposta immediata alla Giunta regionale, in quanto personalmente mi sono recato a Caselle Torinese, in particolar modo nel centro abitato di Caselle Torinese proprio nel cono di atterraggio, e in parte anche di decollo, degli aerei di linea commerciali e passeggeri dell'aeroporto di Caselle. Un'esperienza che sinceramente consiglio un po' a tutti coloro i quali, magari abitando a Torino o comunque non abitando nel comune di Caselle o nei Comuni dell'intorno aeroportuale, prendono gli aerei e non si rendono conto delle ricadute negative che hanno sulle persone che abitano nei comuni dell'intorno aeroportuale.
Scelte infauste di localizzazioni di aeroporti ne sono state fatte tante negli anni passati. Essendo l'aeroporto della Città di Torino, ma essendo fuori Torino, forse negli anni passati si poteva identificare una realtà migliore, che magari non insistesse su un centro abitato o che comunque non venisse poi permesso di costruire successivamente molto vicino.
Cosa succede? Succede che, in alcune condizioni atmosferiche, su alcune manovre degli aerei non perfettamente allineate rispetto alla pista o con una discesa più precoce rispetto a quanto è prescritto dagli accordi presi con la torre di controllo dell'aeroporto, oltre a un forte rumore sul centro abitato, si creano dei vortici - chiamati in inglese vortex - che provocano il danneggiamento delle coperture dei tetti delle case del centro abitato di Caselle.
Quindi, sostanzialmente, le tegole volano via e non si tratta solo di tegole di tetti vecchi, ammalorati e non fissati adeguatamente alla copertura. Si tratta spesso di tetti nuovi, messi a norma, con un pericolo costante e continuo per la popolazione. Abbiamo visto, infatti, nel centro storico di Caselle che, essendosi staccate delle tegole dal tetto di un edificio, erano atterrate proprio davanti al dehor, a pochi passi dalle sedie dove stavano degli astanti. Quindi, la situazione è abbastanza seria.
L'aeroporto SAGAT S.p.A. al momento non vede, se non sbaglio, una partecipazione della Regione Piemonte, perché vede una partecipazione della Città metropolitana di Torino e della Città di Torino per il tramite della sua finanziaria, oltre che alla partecipazione del principale gruppo privato, che è la 2i Aeroporti.
Però la Regione ha delle competenti per quanto riguarda la sicurezza e il trasporto. Pertanto, chiediamo che la Regione ci dia delle risposte e dia delle risposte ai cittadini, in merito a due cose: in primis, la norma regionale che abbiamo approvato nella legge di bilancio previsionale del 2107 (la legge n. 6), in cui è stata introdotta, a larga maggioranza l'imposta sulle emissioni sonore degli aeromobili. È un'imposta che pu essere utilizzata per una redistribuzione verso i Comuni dell'intorno aeroportuale.
Secondariamente, la Regione sta, da alcuni anni, predisponendo una convenzione con il Comune di Caselle, per cui è stato firmato il 10 aprile 2017 un protocollo d'intesa, per cui dovrebbero essere stanziati 70.000 euro.
Avevo già chiesto al Vicepresidente Reschigna, che oggi non c'è, quindi immagino che mi risponderà l'Assessore Balocco, di poterci dire se ci sono avanzamenti in merito a queste richieste, nel senso che avanzamenti su questo tema permetteranno alla Regione di dare delle risposte concrete ai cittadini sul territorio ed iniziare dei lavori concreti, magari anche di intervento sull'aeroporto stesso per diminuire i disagi causati anche da manovre magari errate da parte dei piloti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Questo fenomeno cui lei fa riferimento, il cosiddetto "vortex strike" è un fenomeno fortunatamente piuttosto raro, ma che, in effetti, succede e ha questo effetto di risucchio, in particolare rispetto ai tetti e alle tegole delle abitazioni nelle vicinanze dell'aeroporto.
La questione è seguita dalla Regione da tempo, insieme al Comune di Caselle, e ha portato a un nuovo protocollo d'intesa che vede come soggetti la Regione Piemonte, il Comune di Caselle, SAGAT ed Alenia, oggi Leonardo.
Non la Città metropolitana né la Città di Torino, però forse sarebbe interessante seguire il suo suggerimento di aggregare anche queste istituzioni al protocollo d'intesa.
Il protocollo d'intesa è già stato definito, si sta chiudendo e credo che manchi solo la firma dell'Alenia. Prevede 70.000 mila euro all'anno di risorse, quindi non stiamo parlando di cifre incredibili che possono essere destinate in base a delle richieste raccolte dal Comune di Caselle stesso per opere di fissaggio delle tegole e dei coppi stessi, in modo da evitare questo fenomeno pericoloso, perché evidentemente questi frammenti vanno a finire nelle strade.
Il Comune di Caselle si è altresì impegnato a modificare il piano regolatore, con l'introduzione di una norma che comporti l'obbligo, in caso di realizzazione di nuovi fabbricati o di opere di manutenzione straordinaria della copertura degli edifici esistenti, del fissaggio delle tegole, secondo le modalità di cui si diceva.
Per quanto riguarda, invece, l'istituto della cosiddetta legge tassa IRESA, questa dovrà partire il 1° gennaio 2018, quindi i tempi sono decisamente brevi. Stanno lavorando i settori interessati, cioè il Settore Politiche fiscali e Contenzioso amministrativo, quello ambientale e anche quello della Direzione dell'Assessorato Trasporti, insieme ovviamente all'aeroporto di Caselle, per definire, per quanto riguarda l'IRESA, quanto potrebbe essere destinato agli interventi sull'aeroporto stesso.
Però, come si sa, ci sono delle questioni da analizzare piuttosto complesse, che riguardano in particolare: il costo del sistema da attivare per incassare dalle società aeroportuali quanto dovuto; la tempestività circa il controllo degli aeromobili in atterraggio; l'entità dell'introito e l'eventuale incidenza in termini di ridimensionamento dei voli da e per l'aeroporto di Caselle.
Sono questioni che si stanno valutando in queste settimane e in questi giorni e che ovviamente saranno portate a conoscenza della Commissione competente e del Consiglio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1690 presentata da Grimaldi inerente a "Situazione critica dei lavoratori ANASTE"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1690.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'Assessore conoscerà bene la vicenda, ma la ridescrivo per i colleghi.
A marzo di quest'anno, si è svolto lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici delle strutture ANASTE, l'Associazione Nazionale Strutture della Terza Età: una giornata di attenzione proclamata per respingere la proposta avanzata sul tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Tale contratto coinvolge in Italia più o meno 20.000 addetti.
Lo sciopero è stato convocato a seguito dell'esito negativo del tentativo di conciliazione fra l'associazione ANASTE presso la Commissione nazionale di garanzia. ANASTE chiedeva l'aumento dell'orario da 38 a 40 ore settimanali, la riduzione fino all'azzeramento dei permessi retribuiti l'azzeramento del pagamento dei primi tre giorni di malattia, l'aumento medio lordo di 19 euro dopo otto anni di mancato rinnovo.
La piattaforma sindacale unitaria conteneva richieste molto distanti cioè aumenti economici per 110 euro, l'adeguamento al sistema di classificazione, l'estensione delle tutele ovviamente a partire da malattia, maternità, formazione e il rafforzamento delle relazioni sindacali al fine di valorizzare le professioni e dare il giusto riconoscimento a tutti i lavoratori del settore. Tra l'altro, quello sciopero anche in Piemonte è andato molto bene: si sono registrate punte dell'80%.
L'Assessora al lavoro, Pentenero, ha incontrato una delegazione sindacale alla presenza dei funzionari dell'ASCOM di Confcommercio Torino e ha garantito di portare queste rivendicazioni nella Conferenza Stato Regioni. Tuttavia l'ANASTE, dopo otto anni di mancato rinnovo contrattuale ha sottoscritto un nuovo contratto con soggetti sindacali non rappresentativi nel settore socio-sanitario. Il contratto stipulato peggiora la normativa e le tutele per questi lavoratori e lavoratrici.
Insomma, di fatto si dà la facoltà al datore di lavoro di programmare settimanalmente fino alle 40 ore senza che siano considerati gli orari di straordinario.
Il 21 aprile, i Segretari della funzione pubblica di CGIL-CISL-UIL hanno scritto al Ministero del lavoro, al Presidente della Conferenza Stato Regioni e a tutti i Presidenti di Regione per chiedere incontri urgenti e attivare le iniziative necessarie al rispetto delle regole che garantiscano qualità dei servizi e qualità del lavoro nel settore.
Cosa chiediamo? Chiediamo se la Giunta intenda attivarsi presso l'ANASTE rendendo esigibile che cosa? La nostra DGR n. 13 del 2016 e il relativo accordo sottoscritto tra l'altro fra Regione Piemonte e CGIL-CISL UIL in tema di costo del lavoro in base ai contratti collettivi nazionali siglati con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
Questo è quello che chiediamo. Mi pare che il contesto sia chiaro, ne abbiamo parlato non più della scorsa settimana, eravamo in un altro ambito ma il tema è sempre lo stesso; di sicuro non possiamo accettare condizioni peggiorative dei lavoratori in settori così delicati come quello della terza età e dei servizi sociali, soprattutto davanti a dei contratti collettivi nazionali non rinnovati e sottoscritti da organizzazioni non maggiormente rappresentative, com'è successo nel caso dell'ANASTE.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
In ordine all'interrogazione in oggetto, direi che sia necessario innanzitutto precisare che, per quanto riguarda la normativa regionale, noi dobbiamo fare riferimento innanzitutto ad una DGR regionale del 2012, cioè quella che presiede in qualche modo alle regole sull'accreditamento delle strutture private che esercitano un servizio pubblico in cui c'è anche un passaggio di risorse pubbliche. Come anche in altre normative regionali, in quella DGR si fa riferimento esplicito alla necessità che all'accreditamento sia vincolato anche il rispetto dei contratti nazionali sottoscritti con le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative.
Quindi, sulla base di questo, il collega Antonio Saitta, la collega Gianna Pentenero e il sottoscritto hanno già incontrato la settimana scorsa le organizzazioni sindacali su questa specifica vicenda e in quella sede hanno concordato intanto di tenere aperto il confronto e, in secondo luogo di esercitare, insieme ad altre Regioni che già hanno affrontato la questione, una pressione rispetto al Ministero affinché su questo punto ci si avvii verso una chiarezza definitiva; nello stesso tempo, monitorare le situazioni presenti nella nostra Regione, in modo tale che quella norma contenuta nella DGR del 2012 venga rispettata.
È chiaro che qui abbiamo un punto, se cioè il non rispetto deve produrre automaticamente la revoca o meno dell'accreditamento, sapendo che questo è un elemento delicato, perché non possiamo nemmeno lasciare scoperto il servizio. Però è chiaro che in questa fase eserciteremo la pressione giusta e doverosa affinché su questo punto si faccia chiarezza.
L'altro elemento è relativo alla DGR a cui lei fa riferimento, la n. 13 del 2016, che riguarda il protocollo sottoscritto con le organizzazioni sindacali per la gestione degli appalti pubblici e della concessione di lavori, forniture e servizi.
Ora, sotto questo profilo la questione delle RSA non è direttamente e formalmente coinvolta, perché lì si parla di strutture accreditate, okay? Qui si parla di appalti. Tuttavia, non dobbiamo non escludere totalmente questo aspetto, perché laddove ci sono dei servizi gestiti direttamente dalle ASL e poi dati in appalto a soggetti, noi faremo in modo che coinvolgendo i Direttori generali, ci sia il rispetto della normativa proprio in ordine ai contratti di lavoro. Quindi su questo punto stiamo cercando di essere "sul pezzo".


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 1691 presentata da Porchietto inerente a "Nomina del Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
1691.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Credo che la mia interrogazione sia abbastanza semplice, senza dover scendere in tutti i dettagli che la Giunta regionale ha potuto leggere nelle premesse.
Sappiamo che in questo momento la Finpiemonte sta affrontando dei cambiamenti significativi; tra l'altro, sulla Finpiemonte S.p.A. questa Giunta ha fatto una scommessa importante, che nei mesi scorsi ha dato anche adito a tutta una serie di riflessioni fatte sia nelle Commissioni sia nell'Aula del Consiglio regionale.
Proprio per questo motivo e per queste premesse, mi è parso abbastanza irrituale ritrovarmi nel dover leggere un comunicato stampa che riportava la data del 27 luglio, quando in realtà il bando regionale aperto per tre volte portava come data ultima per presentare le candidature il 28 luglio.
Dopodiché - ci mancherebbe ! - ci sono tanti motivi di natura tecnica di cui sicuramente la Giunta ci porterà a conoscenza.
Sta di fatto che credo che il più importante ente strumentale che in questo momento è sotto l'occhio vigili e attento di Banca d'Italia, perch stiamo procedendo ad una serie di interventi e di trasformazioni significative, che dovrà gestire centinaia di milioni di euro. Vedere che la Regione non si accorge neanche che c'è un termine non corretto e credo che l'Assessore spiegherà le motivazioni (faccio finta di non saperlo mettiamola così), quindi, è costretta a chiudere il bando un giorno prima rispetto alla data di pubblicazione del bando per presentare le candidature, ci sembra quantomeno surreale.
Mi permetto di dirlo: è chiaro che in questo momento non posso che rivolgere all'Assessore la domanda, sapendo che questo non è un tema chiedo scusa, con rispetto - da Assessore, cioè da rappresentanza politica ma da strutture tecniche, perché dietro a ogni Assessore, ma soprattutto dietro a ogni Giunta ci dovrebbero essere delle strutture tecniche competenti che sanno conteggiare molto bene i giorni e sanno il motivo per cui bisogna chiudere i bandi e le nomine entro una certa data, altrimenti si va incontro ad una serie di problematiche, magari legate soltanto a una svista rispetto a 24 ore prima anziché dopo. Sta di fatto che non penso che ci siamo fatti una bella figura, perché non solo possiamo essere soggetti a ricorso, perché magari qualcuno voleva presentare la sua domanda l'ultimo giorno e noi invece abbiamo chiuso il 27, anche se il bando scadeva il 28 e il 27 abbiamo fatto le nomine.
Ma c'è anche da dire che se noi abbiamo dato questo mandato alla Finpiemonte di essere l'ente strumentale più importante della Regione, che nei prossimi anni governerà centinaia di milioni di euro e poi non sappiamo neanche far bene un bando per la nomina dei vertici, sinceramente, prima da cittadina piemontese, ma poi anche da Consigliera regionale, mi preoccupo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola all'Assessora De Santis, per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Posso semplicemente ricostruire una serIe di passaggi amministrativi che ci hanno indotto a formalizzare le nomine nella data del 27 luglio.
Il 18 maggio 2017 è stato pubblicato sul BUR il comunicato per la presentazione delle candidature ad Amministratore in Finpiemonte con scadenza fissata per il 5 giugno, prorogata poi al 19 giugno.
All'esito di questo bando si è visto che le candidature pervenute di genere femminile erano state soltanto quattro, di cui una irricevibile e una per la quale mancavano alcuni requisiti; si è provveduto a riaprire il bando il 13 luglio, con scadenza 28 luglio, proprio per avere la possibilità di avere delle candidature femminili che avessero i requisiti adeguati.
In realtà, la durata fissata dalla norma per la prorogatio degli Organi è di 45 giorni e questo dato è stato espressamente confermato dall'ultima versione della legge Madia (decreto del 2106, che è stato confermato dalla legge 2107) per le società in house.
Dunque, ci si è resi conto che la prorogatio del Consiglio d'Amministrazione, appunto 45 giorni dopo l'approvazione del bilancio terminava il 27 luglio, un giorno prima della chiusura del bando.
Di fatto, il decreto legge che a suo tempo fissava la regola dei 45 giorni di prorogatio identificava anche una serie di conseguenze nel caso questi 45 giorni fossero stati lasciati passare inutilmente, quali decadenza degli Organi amministrativi, nullità degli atti adottati dagli Organi decaduti e anche responsabilità per i danni conseguenti alla decadenza a carico del Presidente dell'Organo collegiale. Perché negli ultimi tre giorni prima della prorogatio la competenza alle nomine non è dell'Organo collegiale, bensì è dell'organo monocratico, quindi passa dalla Giunta al Presidente.
È evidente che conseguenze di questo genere sarebbero state ben più gravi, infatti - lei stessa ricordava la rilevanza di Finpiemonte e il fatto che è un soggetto vigilato da Banca d'Italia - di quelle di un potenziale ricorso amministrativo-giurisdizionale che potesse derivare dall'abbreviazione di 24 ore del termine di scadenza della procedura di bando, abbreviazione annunciata 24 prima, tenuto conto che comunque è rimasto aperto molto a lungo.
In effetti, questa procedura non si configura né come concorso pubblico, né come appalto, bensì da parte - in questo caso - della Giunta come scelta discrezionale motivatamente assunta.
Il riallineamento temporale della scadenza del bando si configura quindi, come un atto dovuto, ai sensi e per gli effetti della legge 241 del 1990, in quanto risponde anche a esigenze di operatività della società.
L'insieme di queste considerazioni, che sono state approfonditamente vagliate dagli Uffici regionali competenti, ha portato gli Uffici medesimi a individuare questa soluzione, cioè quella di anticipazione di 24 ore della chiusura del bando e nomine il 27 come quella complessivamente più corretta.
Questa soluzione individuata dagli Uffici è stata condivisa dalla Giunta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.50 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.53)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto X) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Benvenuto, Conticelli, Ferraris Reschigna e Valetti.


Argomento:

b) Informativa Decreto di nomina della Presidenza della Giunta regionale


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito al Decreto di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a due deliberazioni di nomina della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione dell'Ufficio Aula.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Obblighi vaccinali"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana odierna, l'Assessore Saitta ha svolto la comunicazione sugli obblighi vaccinali, come richiesto dal Consigliere Bono. Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Bono e Grimaldi e della Consigliera Gancia.
Sono iscritti a intervenire Frediani, Monaco, Batzella e Andrissi.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi spiace un po' vedere che non c'è l'Assessora Pentenero. Non so se sia nei paraggi o se questo pomeriggio non sia presente.



PRESIDENTE

L'Assessora Pentenero non c'è.



FREDIANI Francesca

Immaginavo.
Intanto vorrei chiarire una cosa all'Assessore Saitta, perché ho letto un'ANSA con un virgolettato. Se l'Assessore mi ascoltasse...
Abbia pazienza, ma vorrei avere una conferma da lei. Ogni tanto sbircio l'ANSA e ho letto una notizia con un suo virgolettato che dice che il Movimento 5 Stelle è contrario ai vaccini. Quindi, le suggerirei, se questo non è il suo pensiero, di chiedere una rettifica e se invece questo fosse il suo pensiero glielo rettifico io. Nel senso che, mi pare che dagli interventi dei colleghi di questa mattina, del collega Bono in particolare perché è stato l'unico finora a intervenire, ma successivamente interverranno anche altri miei colleghi, nessuno ha detto di essere contrario ai vaccini e noi non siamo contrari ai vaccini. Noi siamo per la libertà di scelta.
Quindi, se veramente questo virgolettato corrisponde a un suo pensiero sappia che è un pensiero sbagliato e fuorviante e anche poco rispettoso nei confronti di quanto enunciato questa mattina in aula.
Detto ciò, io non sono un medico, il collega Bono sì, quindi avrà svolto un intervento con un taglio diverso rispetto al mio. Speravo nella presenza dell'Assessora Pentenero, perché credo che questa vicenda richieda una particolare attenzione soprattutto dal punto di vista dell'impatto che ci sarà nelle scuole, quindi quello che le famiglie dovranno affrontare per poter iscrivere i loro figli a scuola.
Purtroppo il tutto capita in un momento in cui le famiglie si trovano per lo più in vacanza o, comunque, lontane dall'ambiente scolastico, quindi non hanno neanche modo di confrontarsi con le altre famiglie o con le istituzioni scolastiche. Il tutto si svolge sicuramente nell'incertezza incertezza che è anche alimentata da qualche informazione scorretta, che abbiamo visto riportata sul sito della Regione, con delle indicazioni rispetto a vaccini che, in realtà, non sono stati resi obbligatori, ed anche rispetto alle tempistiche.
È vero che essere pronti non è grave, però è anche vero che se io genitore - so di avere qualche giorno in più per adeguarmi e mettermi in regola, quel tempo in più lo sfrutto, considerando soprattutto - come dicevo - che in questo momento molte famiglie sono via per le ferie giustamente.
Pertanto, se io so che ho un margine di tempo a disposizione che mi consente di fare le cose con maggiore tranquillità e comprendere meglio soprattutto tutti i passaggi che devo fare, sicuramente vivo anche questa imposizione in modo un pochino più sereno. Le assicuro che il fatto di dover iniziare la scuola è un momento di estrema ansia per le famiglie soprattutto quando parliamo di dover lasciare i figli molto piccoli nelle scuole materne: c'è tutto il discorso dell'inserimento a scuola, di capire come funziona, c'è l'accompagnamento, il fatto di iniziare anche il ciclo delle elementari e delle medie.
Ogni nuovo inizio di anno scolastico comporta tutta una serie di problemi, magari anche legati al fatto che molto spesso non si hanno i soldi per comprare i libri, non si trovano i libri usati, quindi situazioni che mettono in difficoltà le famiglie.
Questa è una difficoltà in più, quindi il fatto di avere qualche giorno in più dà un po' più di serenità alle famiglie.
Purtroppo - ripeto - non c'è l'Assessora Pentenero e questo mi spiace.
Mi è spiaciuto anche non sentire un suo intervento questa mattina, perch questo è un tema che - è vero - interessa l'aspetto legato alle ASL, quindi alla gestione da parte dell'ASL, però non dimentichiamo che anche le scuole sono coinvolte pesantemente.
Sappiamo che c'è una diversità di trattamento per la fascia zero-sei rispetto alla fascia sei-16. La fascia sei-16 rientra nell'obbligo di istruzione, quindi viene trattata in modo diverso; sempre molto confuso però diverso.
Relativamente alla fascia zero-sei, vorrei chiedere all'Assessora Pentenero (spero che in qualche modo le arrivi la mia domanda) se si siano valutate le ripercussioni sul numero di iscritti alle scuole materne private, paritarie, pubbliche - e l'impatto che questa norma avrà sulle iscrizioni. Infatti, nonostante - come ricordava l'Assessore questa mattina le famiglie piemontesi siano propense a vaccinare (non si oppongano alle vaccinazioni e abbiamo una buona percentuale di copertura in Piemonte), ci sarà una percentuale di famiglie che deciderà di non vaccinare i propri figli.
Parliamo della fascia zero-sei, quindi se non vaccino mio figlio, non lo posso iscrivere alla scuola materna. Cosa ne faccio di questo bambino?



(Commenti dell'Assessore Saitta)



FREDIANI Francesca

Poi mi dirà. Mi dirà poi.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Quindi, lei mi dice che io posso iscrivere a scuola, nella fascia zero sei, un bambino non vaccinato? zero-sei: lei mi dice che io posso iscrivere un bimbo della fascia zero-sei non vaccinato. Se mi conferma questo, già una buona percentuale di famiglie piemontesi viene sollevata, perché io penso alle mamme e ai papà che lavorano e che non sanno - giustamente cosa fare di questi bambini che avevano pensato di poter iscrivere al nido. Ma se lei, adesso, mi sta rassicurando e mi dice che anche i bimbi nella fascia zero-sei non vaccinati si possono iscrivere, allora questo è un messaggio che va diffuso nell'immediato a tutto il Piemonte. Se me lo dice lei, io ci credo e mi farò anche portatrice di questa informazione.
Perfetto.
Allora, zero-sei li abbiamo sistemati e siamo a posto.
Sulla fascia sei-16 anni - quindi parliamo di obbligo scolastico - la faccenda si fa ancora più complicata, perché abbiamo detto che arriverà questa comunicazione dalle ASL, io dovrò poi portare una copia di questa sorta di prenotazione di vaccino (chiamiamola così) alla scuola e questo attesterà la mia volontà di vaccinare l'iscritto a scuola. Se decido di non vaccinare, pago una sanzione e posso comunque iscrivere mio figlio a scuola, anche perché, essendoci obbligo di istruzione, non vedo come si possa impedire l'iscrizione a scuola. Quindi, basta pagare una sanzione per andare a colmare quel gap di percentuale di copertura. La sanzione praticamente, fa da copertura vaccinale, mettiamola così. Se io pago, mi compro la copertura vaccinale. Possiamo metterla così. Diciamo così.
Pertanto, chi ha più soldi, come sempre, nel nostro Paese, si compra anche la copertura vaccinale. Questo in barba al fatto delle percentuali di copertura e tutti i discorsi sul fatto che bisogna proteggere i più deboli.
Sulla protezione dei soggetti più deboli, degli immunodepressi ovviamente siamo tutti concordi sul fatto che vanno tutelati e che dobbiamo pensare assolutamente alla loro salute. Però, nel caso in cui avessimo nella stessa classe (su questo vorrei chiarimenti) un soggetto che non si può vaccinare e un soggetto i cui genitori non hanno voluto effettuare la vaccinazione e hanno pagato la sanzione, in quel caso si tratta di due persone nella stessa classe, che hanno entrambe il diritto costituzionalmente, a seguire il percorso scolastico.
Quale dei due viene allontanato dalla classe? Con che modalità? Chi se ne fa carico? Avviene un prelievo forzoso (il dirigente scolastico che entra in classe e identifica il bambino, lo porta fuori)? Come avviene tutto questo e come viene rispettata la privacy del bambino non vaccinato e anche, soprattutto, quella del bambino che presenta problemi di salute e non si può vaccinare? Questi sono tutti aspetti che non sono stati chiariti e che incideranno pesantemente sulla situazione di questi bambini in primis. Sono aspetti che generano ansia nelle famiglie, perché - ripeto - già solo il percorso scolastico di per sé suscita ansia nelle famiglie che spesso non hanno le risorse per affrontare il percorso, hanno incertezza anche sui buoni scuola, non sanno come gestire gli orari per andare a prendere i bambini.
Noi aggiungiamo questo carico dando informazioni confuse, poco chiare e soprattutto non dando informazioni sulla gestione all'interno dell'ambiente scolastico, rischiando di incidere pesantemente sulla condizione degli iscritti e degli studenti all'interno di quello che dovrebbe essere un ambiente tutelato, per garantire serenità ai nostri ragazzi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Dall'Assessorato dell'Assessora Pentenero ci comunicano che l'Assessora è impegnata in una vertenza con 70 dipendenti di un'azienda. Credo che si possa continuare così: la Giunta è assolutamente rappresentata.
Ha chiesto parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ancora una volta si torna sulla questione della libertà o meno di sottoporre la popolazione a prevenzione di malattie gravi e importanti come quelle infettive, per le quali la scienza ha posto un rimedio attraverso i vaccini.
Fino a qualche mese fa si sentivano lunghe disquisizioni per cui addirittura, l'obbligatorietà dei vaccini fosse opera di qualche lobby segreta (e nemmeno tanto segreta) al servizio delle multinazionali che li producevano e li vendevano, poi, a quelle popolazioni che, invece, non ne avevano assolutamente bisogno: infatti, basta andare in giro per il mondo e osservare quei Paesi dove non esistono azioni vaccinali, per esempio, nei confronti della poliomelite; ma non esistono nemmeno accorgimenti per ci che accade dopo, quando, cioè, si contrae la poliomelite: quanti bambini abbandonati agli angoli delle strade con la poliomelite! Ma queste, forse saranno leggende metropolitane brasiliane, raccontate negli angoli delle favelas! Abbiamo sentito, dunque, che le aziende farmaceutiche e i commercianti (il collega alla mia destra, forse, ne è un rappresentante) guadagnerebbero da questo millantato beneficio sui vaccini. In realtà, mi viene da immaginare che, forse, guadagnerebbero di più se non ci fossero i vaccini: la cura di una malattia è più vantaggiosa rispetto alla produzione e alla vendita di un vaccino che la previene. Perché la cura è decisamente più costosa e, quindi, più fruttuosa, per chi ha degli interessi.
Sono rattristato nel sentire che oggi il Parlamento ha dovuto impegnarsi nel promuovere una serie di interventi medici e renderli obbligatori. Sono d'accordo sul fatto che l'obbligatorietà imposta per legge rappresenti un elemento di tristezza.
Non me ne voglia il Presidente Chiamparino: ha detto bene - ma semplificando - che è un atto di civiltà. Io direi, piuttosto, che ogni volta che bisogna imporre per legge qualcosa che è utile alla collettività ahimè, vuol dire che bisogna imporre la civiltà all'ignoranza.
Di fronte all'ignoranza dilagante, rispetto al tema del "guidare da non ubriachi", non esiste campagna di prevenzione che poi, in casa, non si trasformi nel fatto di dire ai giovani: "Mi raccomando, non bere perché ti ritirano la patente!". Quello è l'esito del bere in auto! Non il fatto di provocare a sé stessi e ad altri danni pericolosi per la salute! Non si dice che il non mettere la cintura di sicurezza è pericoloso per se stessi oltre che per coloro che sono in macchina, ma si dice anche qui: "Perché ti tolgono i punti della patente!". A questi atti di ignoranza, bisogna contrapporvi la civiltà. No, è un contrasto alla inciviltà dell'ignoranza.
Civile sarebbe poter abolire queste leggi, perché sarebbe implicito ed automatico essere garantiti nell'utilizzare tutti gli strumenti che io definisco "le nostre polizze assicurative" rispetto ad incidenti, ai danni da incidenti o a malattie; sono le polizze assicurative che la tecnologia e la scienza hanno messo a nostra disposizione.
Assessore, ho sentito che forse l'Assessorato ha commesso qualche errore, inserendo la scadenza di settembre. Sarebbe stato grave se il decreto avesse detto "30 agosto"! Sarebbe come dire "Abbiamo messo una data con una proroga". Se è così, va bene.
Ho sentito qualche mugugno nelle nostre Aziende: alcuni Direttori lamentano che qualche risparmio che sono riusciti a ottenere dovranno investirlo nella campagna vaccinale, quindi nella campagna preventiva, per la quale tutti i nostri Direttori si sono impegnati a lavorare. Ma dai dati che ci ha fornito, mi sembra che siamo già intorno al 92% o 93% di popolazione che accoglie con favore la vaccinazione. Allo stesso tempo però, significa che c'è ancora una quota marginale importante da raggiungere. Ma non credo che questo possa mandare in rovina i conti della nostra sanità.
È buona l'operazione - mi permetto di riconoscerlo - di suggerire che la comunicazione sia esattamente come una prenotazione. Visto che si parla molto di ansia, guadagneranno di nuovo le case farmaceutiche con gli ansiolitici che venderanno! Mi verrebbe da pensare "ecco che ricompaiono di nuovo le lobby che, grazie ai vaccini, tornano a guadagnare anche indirettamente con gli ansiolitici!".
Credo che questa sia la strada da perseguire. Probabilmente, è stato corretto il decreto a suggerire fortemente il vaccino da meningococco visti i 200 casi annui in Italia fra i due ceppi principali (di fatto, 70 sono concentrati in una specifica area, peraltro particolarmente resistente non solo ai farmaci, ma anche alle vaccinazioni).
E i casi residui, cioè coloro che non possono vaccinarsi? C'è la possibilità di certificare la non vaccinabilità o il rischio di contrarre gravi conseguenze, va da sé.
Ho sentito parlare anche di un altro aspetto: l'attenzione sul tema della obbligatorietà vaccinale si è spostata sul tema della scuola, per cui spiace che non sia presente l'Assessora Pentenero; peraltro, nessuno ha mai chiesto la sua presenza in queste circostanze, ma oggi diventa una figura ineludibile! Peccato che nessuno chieda mai cosa succede nella scuola quando arrivano moltissimi bambini certificati che, per vari motivi, devono seguire percorsi particolare e individualizzati! Lì nessuno di preoccupa di dare più fondi, come risorse o come personale, alle scuole? Le scuole devono uscire dal proprio guscio e prendere contatti con i servizi di psicologia delle ASL; le scuole devono riuscire a raccogliere queste certificazioni; le scuole devono attrezzarsi per ogni singolo bisogno individuale che l'istanza sociale ci richiede. E non ha mai protestato più di tanto! Peraltro, mi sembra che non lo stia facendo nemmeno oggi, che sa di dover raccogliere le certificazioni (non si sa quale sarà la modalità).
Ben vengano le sanzioni, perché le leggi si rispettano. Fosse per me suggerirei che la libertà di un individuo di non vaccinare sé stesso o i propri figli consiste nel fatto di "coprire la polizza assicurativa" delle terapie di coloro che potrebbero essere danneggiati.
Una volta, quando eravamo molto più giovani - forse l'Assessore lo ricorderà - se si contraevano malattie della durata superiore a "x" giorni per tornare a scuola ci voleva un certificato medico che attestasse la guarigione, e c'era l'obbligatorietà di denuncia per tante malattie, per cui bisognava dire che si era guariti. Oggi, abbiamo tanti genitori che appena il bambino è più o meno in quadro lo mandano a scuola! Perché è emerso anche questo aspetto in Aula: che cosa ne fanno del bambino? Lo domando a qualunque genitore che si pone il problema e che si chiede: "Che me ne faccio del figlio?".
Mi spiace, perché la scuola non deve più svolgere dei compiti nobili ma viene vista come "area di parcheggio". Perché non sapendo cosa farne del bambino, e non volendo vaccinarlo, dobbiamo mandarlo da qualche parte: quindi? A scuola! Ho sentito bene, e dai verbali emergerà questo aspetto per cui le famiglie non sanno che farne del bambino! Sfido qualunque genitore a seguire questo atteggiamento culturale. Mi verrebbe semplicemente da rispondere: "Facciano vaccinare i figlie se non sanno cosa farne", così li mandano alla scuola materna! Oppure pagheranno la sanzione quando entreranno nella scuola dell'obbligo, così copriranno anche un pezzo dell'assicurazione degli altri.
Concludo, Assessore, perché ho consumato il mio tempo. Mi spiace perch avrei voluto raccontare qualcosa in più in ordine alla triste storia di inciviltà e di incivile ignoranza che ha colpito il nostro Paese in tanti settori, anche in quello vaccinale, al punto che abbiamo dovuto porvi rimedio. Per me è triste dover pensare che esistano delle leggi che obbligano le persone a curare se stesse e a curare coloro che gli stanno a fianco. Io auspico che la civiltà ci porti ad abrogare queste leggi! Ben venga il piano che avete messo in opera: è chiaro che si sta anche correndo, per necessità, a fare delle cose. Lungo il percorso probabilmente, delle cose, se non sono fatte in modo perfetto, sono comunque giuste: sono - credo - perfettibili, ma mi sembra che la strada sia quella corretta.
Ci continui a tenere informati e ci porti la lieta novella che il 99,9 della popolazione obbligata a vaccinarsi l'ha fatto. E per quanto riguarda chi non può farlo per motivi di salute, certamente la scienza non obbliga a fare qualcosa contro se stessi; né, tanto meno, credo che la legge possa intervenire in questo settore.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Mah, io vorrei essere subito molto chiaro. Non mi sarei mai aspettato che il centrosinistra battezzasse questo autoritarismo sanitario sui vaccini, anche perché - voglio rincuorare il Consigliere Monaco l'Organizzazione mondiale della sanità dice chiaramente che la raccomandazione è la strategia migliore per avere una copertura vaccinale maggiore. E noi ci siamo attenuti a quello che dice l'OMS. Se poi vogliamo dire che l'OMS è per l'oscurantismo scientifico, per l'ignoranza collettiva e per l'inciviltà, allora d'accordo: accettiamo questo, ma lo dite voi. Noi ci siamo attenuti a quanto più volte ribadito dall'OMS e io non riesco veramente a capire.
Questa mattina, infatti, si è sentito parlare del morbillo. Nel 2012 gli infettati dal virus del morbillo erano il doppio di quelli dell'ultimo anno. Allora, nel 2012 non si è scatenato alcun putiferio. Però sappiamo che dagli Stati Uniti è partita una campagna; basta vedere i TG della CNN: "Ha starnutito un bambino a Disneyland, che aveva il morbillo. Attenzione è partita un'epidemia di morbillo!" Ecco, allora noi vediamo purtroppo il potere delle multinazionali, che ci impone di avere un insieme di vaccini tutti insieme - l'esavalente e il tetravalente - quando, per fortuna, almeno in questo il Decreto è stato migliorato, grazie al Movimento 5 Stelle: ovviamente gli "oscurantisti" chiedono le cose di buon senso, ovvero che ci siano vaccini per il singolo patogeno e non per un multiplo di patogeni. Questa miglioria l'abbiamo ottenuta noi in Parlamento, perché quel Decreto era un provvedimento che faceva paura da tutti i punti di vista, con delle sanzioni assurde: addirittura veniva messa in dubbio la potestà genitoriale.
E intervengo anche su questo aspetto degli zero-sei anni: ma come? Parliamo di compatibilità tra lavoro e gestione dei figli e poi vogliamo impedire l'accesso a scuola ai figli di alcuni genitori? Se infatti andiamo a vedere i dati del Se.REMI, che sono a disposizione di tutti (è un servizio regionale ben fatto, che possiamo tutti consultare), si legge che le persone che non vaccinano in Piemonte sono poche, come lo stesso Assessore stamattina ha detto ("In Piemonte abbiamo un'ottima copertura vaccinale"). E allora perché cambiare strategia? Perché presentare due proposte di legge? Per quale motivo, se il sistema funziona? Non si capisce proprio. Solo il 2,5% della popolazione realmente non vuole vaccinarsi.
Allora, noi siamo sicuri - perché ce lo dice l'OMS - che con l'imposizione si aumentano le teorie complottistiche e le tesi per cui "se me lo vogliono imporre, c'è qualcosa che non va". Si può fare questa scelta, infatti, senza bisogno di alcuna imposizione. E questa è psicologia sociale, che viene riportata nei manuali sanitari! Ma è possibile?! Sinceramente io non so. Sento anche dei medici esprimersi con delle frasi che sono veramente fuori luogo, perché l'OMS dovrebbe essere un bene comune, no? Ma non è così.
Io dico anche delle altre cose. In Piemonte avete convocato le famiglie per la vaccinazione sul meningococco. Ma il meningococco è stato tolto. Ci hanno chiamato delle famiglie dicendoci "Ci hanno chiamato per il meningococco", quando il Parlamento è passato oltre. Avete quindi dimostrato proprio - come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto - di aver fatto dei gravi errori, perché non avete aspettato neanche la discussione parlamentare per partire con le convocazioni, presentandole come obbligatorie: in questo modo, infatti, vengono convocate le famiglie.
Io sinceramente non posso neanche accettare quest'accusa di ignoranza e di oscurantismo scientifico, anche perché sui vaccini mi sembra che si sia fatta un'operazione che è tutt'altro che quella della chiarezza. E qua vorrei aprire un fronte importante, che è quello dalla farmaco-vigilanza.
Se noi infatti guardiamo alla farmaco-vigilanza in Italia, da Regione a Regione e in Piemonte da ASL ad ASL si vede che vi sono delle differenze di eventi avversi segnalati (gravi e meno gravi) che sono abissali - abissali! a testimonianza che sulla farmaco-vigilanza bisogna fare passi in avanti.
Noi ricordiamo che nel 2014 vennero ritirati due lotti del Fluad, il vaccino antinfluenzale, dopo la quarta segnalazione di morte; morti sulle quali non è stato riconosciuto il nesso di causalità. In quell'anno intorno alla vaccinazione antinfluenzale furono segnalate in totale 66 morti e si creò effettivamente una situazione quasi di panico: così dice l'AIFA e così viene riportato nei documenti ufficiali.
Però effettivamente noi notiamo una grande differenza tra quando c'è una segnalazione di eventi avversi spontanea e quando c'è una segnalazione attiva: i dati passano da 50-200 casi segnalati ogni 100.000 vaccinazioni al 20%. Sono differenze abissali, Assessore - abissali! -, anche di eventi avversi gravi che poi, certo, devono essere valutati con un algoritmo dell'OMS. Però ciò non toglie che la differenza tra le segnalazioni è veramente abissale. Dei vaccini, infatti, sebbene voi diciate che non fanno nulla, sono stati ritirati dal mercato e in Italia abbiamo vissuto il ritiro di due lotti di un vaccino anti influenzale.
La situazione, quindi, va tenuta sotto attento controllo, perch essendo farmaci biologici, bastano piccole differenze per creare grandi problematiche. E questo non avviene. Addirittura un grande ricercatore del CDC, il principale organo di vigilanza degli Stati Uniti, ha accusato di un'alterazione dei dati relativi agli eventi avversi. Vi sono studi osservazionali importanti, ma anche su questo fronte, se parte del mondo scientifico fa delle ipotesi scientifiche, queste vanno valutate. E noi abbiamo la possibilità di valutarle con dei semplici studi epidemiologici caso-controllo; si prende la parte della popolazione che ha fatto la copertura vaccinale e la parte della popolazione che non ha alcuna copertura e si valuta la prevalenza di una determinata patologia nei due gruppi. Oltre tutto sono studi che non costano più di tanto, ma che consentono di fare chiarezza.
Se vi sono alcuni dubbi, alcune ipotesi scientifiche che riportano anche un'ipotesi eziopatogenica, queste cose vanno verificate, ma senza alcun tipo di caccia alle streghe. Credo che una comunità scientifica debba potersi parlare senza il problema di incorrere in qualche grave atto perché non credo che ci siano medici che non riconoscano l'efficacia vaccinale in determinati casi. Quella che non viene riconosciuta è l'emergenza epidemiologica di cui voi parlate, altrimenti significa che nel 2012 qualcuno ha fatto delle omissioni, in quanto i casi di morbillo erano il doppio di oggi.
Quindi, i rappresentanti della sanità di allora o sono stati complici di non si sa quale progetto di azione epidemiologica collettiva, di infezione collettiva con il morbillo, oppure non so, perché i casi erano il doppio di oggi. Quindi, le possibilità di contagio erano il doppio di quelle di oggi. I dati relativi ai casi di morbillo hanno un comportamento sinusoidale, hanno degli anni di picco e poi scendono e sono in continuo calo.
E se guardiamo l'età delle persone che sono state infettate dal morbillo, vediamo che l'età mediana è 27 anni. Quindi, la copertura già in adolescenza scende al 70%, sopra l'adolescenza scende al 50%.
Se veramente volevate debellare il morbillo, vaccinavate tutti contro il morbillo, e potevate farlo, ma non l'avete voluto fare. Avete voluto utilizzare il morbillo per imporre a tutti vaccinazioni ogni giorno.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Presidente, di cosa stiamo parlando?



ANDRISSI Gianpaolo

Ma come di cosa stiamo parlando? Ma come si permette di intervenire? Questi sono dati ufficiali dell'AIFA, sto parlando di quello. Le coperture vaccinali sono un patrimonio pubblico.
Avete parlato di patologie, in ogni intervento che avete fatto avete parlato di patologia. Io ho parlato pochissimo di patologia e vi dà fastidio? Ma siete dei personaggi singolari! Scusate, ma i dati dell'AIFA li avete visti? Ma che cosa guardate? Che cosa leggete? I dati dell'AIFA sono pubblici per tutti, sono a disposizione.
Consigliere Allemano, legga lei i dati, io sto riportando solo i dati!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Andrissi, continui!



ANDRISSI Gianpaolo

No, concludo qui, lascio parlare quelli del PD che sanno tutto!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Dopo di lei, aveva chiesto la parola il Presidente Ravello.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Le hanno dato la possibilità, perché rientra nella facoltà del Presidente garantire un'alternanza, e la collega Batzella in modo garbato ha chiesto se volessi garantire l'alternanza. Io ho detto "sì", potevo dire "no".



RAVELLO Roberto Sergio

Io avrei potuto dire di "no"?



PRESIDENTE

No, lei no.



RAVELLO Roberto Sergio

Cioè io sarei stato comunque uno spettatore, vittima delle vostre decisioni, sue e della Consigliera Batzella!



PRESIDENTE

Prego, Presidente Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Io, da un lato, sono un po' dispiaciuto, perché inaugurare quest'esperienza in quest'Aula, esprimendo un apprezzamento nei confronti della Giunta, non era proprio il massimo delle mie ambizioni. Esiste, per un obbligo morale e un dovere di coscienza che mi impone comunque di esprimere una posizione in merito alla relazione dell'Assessore Saitta, il quale credo abbia agito, seguendo un approccio assolutamente condivisibile.
Quindi, un approccio più che apprezzabile, un approccio decisamente razionale, non ideologico, che ha tratto la sua forza dai numeri e dalle statistiche che sono stati enunciati e che mi hanno portato a pensare che non sia strettamente necessario aderire al positivismo logico più bieco per decidere dove schierarsi in un dibattito di questo tipo, ma che forse è sufficiente essere padre di due bambini, fieri possessori dell'attestato di "bambino coraggioso" che viene rilasciato al momento della vaccinazione nella nostra regione. Viene rilasciato un foglio con il disegnino di Spider Man, non so se l'ho visto solo io o se l'ha visto anche qualche altro padre che ha accompagnato suo figlio.



(Commenti fuori microfono)



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Consigliere Gallo, perché mi guardavano tutti come un alieno! L'hanno dato anche a lei! E anche a qualche madre.
Io ritenevo talmente scontato schierarmi in questo dibattito che me ne sfuggiva il senso. E il senso mi è sfuggito almeno fino a quando non ho avuto modo di ascoltare un chiarimento importante della collega Frediani in merito alla posizione del suo Gruppo. Ed è proprio il passaggio sulla libertà di scelta a spaventarmi su queste tematiche. Ed è stato proprio quel passaggio - quello con cui, appunto, è stata descritta e rappresentata la posizione del Movimento 5 Stelle - a preoccuparmi, financo a sconcertarmi, e a farmi apprezzare ancora di più l'intervento e la posizione della Giunta, poiché ho sempre ritenuto che la libertà di scelta fosse un diritto da tutelare con forza, almeno fino a quando quel diritto e quella libertà non mettesse in discussione o non rischiasse di compromettere la tutela e l'incolumità di una comunità. Di questo stiamo parlando.
E se ho una preoccupazione, e ne ho davvero solo una - che poi fa parte di un dibattito che credo e spero di avere la possibilità di approfondire nei confronti della Giunta rispetto alle politiche sanitarie adottate in questa Regione, ma è quello, se non ricordo male, già anticipato dal collega Grimaldi - da condividere con qualcuno e da rappresentare alla Giunta è quella rispetto alla reale capacità strutturale del nostro servizio sanitario di assolvere nei modi e nei tempi a quanto previsto dalla norma e a quanto pianificato.
Quindi, la lascio con questa preoccupazione, unita ad una richiesta. Io le chiedo, Assessore, dalla sua posizione privilegiata di mettere a conoscenza quest'Aula, se succederà, quando finalmente verrà brevettato un vaccino contro la stupidità e contro l'ignoranza di chi è in malafede, o quanto meno contro l'ingenuità di chi è in buona fede. Perché su quel vaccino il discorso sull'eventuale obbligatorietà credo non sia davvero neanche il caso di affrontarlo, ma su quello penso che un'ampia maggioranza non possa che trovarsi d'accordo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare il mio discorso, volevo solo ricordare all'Assessore Saitta il quale, quando ha iniziato le comunicazioni relative all'informativa sulle vaccinazioni nella nostra Regione, ha esordito dicendo: "Abbiamo trattato il tema delle vaccinazioni a lungo nella Commissione competente e anche qui in Aula. A me non risulta affatto che nell'ambito della Commissione competente si sia discusso e trattato così a lungo il tema sulle vaccinazioni, anche perché l'Assessore è da un po' di tempo che non lo si vede in Commissione. È un po' latitante...



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

È un po' latitante. Quindi non mi risulta, ma neanche ai miei colleghi iscritti alla Commissione competente. Noi siamo sempre presenti in Commissione e non mi risulta che ci sia stato questo ampio dibattito sulle vaccinazioni.
Detto questo, inizio a esprimere le mie considerazioni in merito.
Tutti siamo a conoscenza che il Decreto Lorenzin sulle vaccinazioni è stato convertito in legge quattro giorni fa, il 28 luglio. È un testo di legge impositivo di trattamenti sanitari obbligatori che è stato approvato con una decretazione d'urgenza, però in assenza dei presupposti dell'urgenza, perché in realtà non c'è stata nessuna urgenza per poter approvare e decretare un decreto d'urgenza! Persone più autorevoli e sicuramente anche più competenti della sottoscritta ritengono che questo testo normativo sia un'imposizione autoritaria, non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista sanitario. In effetti, così è stato e così si è svolto.
Questo testo normativo viene definito - sinceramente, condivido pienamente questo tipo di pensiero - come un'imposizione autoritaria politica e sanitaria, perché in realtà non c'è stato nessun confronto o perlomeno il confronto con i cittadini, in particolar modo con i genitori i quali - ricordo - sono responsabili dei loro figli, che sono i destinatari dei trattamenti sanitari obbligatori, quindi delle 10 vaccinazioni obbligatorie, che inizialmente erano 12. Ringraziando il Cielo, grazie all'opposizione, grazie al passaggio in Aula di questo decreto, grazie agli emendamenti presentati in Parlamento dalle varie opposizioni sono state ridotte. Anche il nostro Movimento 5 Stelle si è tanto battuto: si discuteva sul fatto che eravamo l'unica Nazione in Europa ad avere i 12 trattamenti sanitari obbligatori sulle vaccinazioni, e poi siamo scesi a 10.
Dicevo, questo è un testo normativo che ha fatto discutere, che fa discutere e che continuerà a far discutere, perché non è finita qui! Quando l'Assessore dice che finora non abbiamo avuto problemi e che riceviamo delle telefonate che chiedono informazioni e che tutto procede per il meglio, sinceramente, non prendiamoci in giro, Assessore, e non diciamo che tutto funziona bene e che non ci sono stati problemi, perché o io vivo in un altro Mondo, ma mi pare di essere parte attiva della cittadinanza perché tantissimi sono i genitori fortemente preoccupati per il loro figli che sicuramente hanno espresso e continuano a esprimere delle perplessità in merito.
Entro nel merito.
Sia ben chiaro che qui non si sta mettendo in dubbio la vaccinazione quindi sfatiamo ancora una volta il mito che dice che il Movimento 5 Stelle è contrario alla vaccinazione. No! Il Movimento 5 Stelle non è contrario alla vaccinazione! Il Movimento 5 Stelle è a favore della raccomandazione ed è stato spiegato il motivo per il quale siamo a favore alla raccomandazione, perch attraverso la raccomandazione si ha una maggiore copertura vaccinale...



(Commenti dei Consiglieri Gariglio e Ravetti)



BATZELLA Stefania

Chiedo al Consigliere Gariglio, per favore, di tacere e di fare silenzio, perché quando lui parla gli altri Consiglieri non interrompono.



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

Presidente! Presidente!



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consiglieri, scusate.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi! Prego.



BATZELLA Stefania

Dicevo - perché sono stata interrotta - quello che mettiamo in evidenza è che noi siamo contrari all'obbligatorietà: quando l'Assessore Saitta esordisce dicendo che il Presidente Chiamparino, il Presidente della nostra Regione, dice che l'introduzione della vaccinazione obbligatoria è un atto di civiltà, come se la vaccinazione obbligatoria fosse entrata in vigore grazie al PD. La vaccinazione era già obbligatoria, peccato che i vaccini obbligatori erano quattro e non dieci! Capite quali sono i motivi per i quali i genitori sono preoccupati, sono in ansia e sono spaventati!



(Commenti del Consigliere Gariglio)



BATZELLA Stefania

Perché evidentemente, Consigliere Gariglio, a lei non interessa il parere di tutti i genitori! Voi tenete conto soltanto di una sola parte dei genitori! Io vi dico che questo è altamente discriminatorio! È discriminatorio, perché dobbiamo rispettare...



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

Dobbiamo rispettare...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi!



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, per cortesia.



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

Ma perché il PD si agita in questo modo?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Di fatti, lo sto dicendo! Consigliere Gariglio, faccia la cortesia di lasciar parlare la Consigliera.



BATZELLA Stefania

Dal momento in cui interrompete, parlate sopra, mancate di rispetto a una vostra collega! Consigliere Gariglio, si prenoti e parli dopo di me! Non mi interrompa! Se vuole intervenire, è libero di poter intervenire ed esprimere la sua opinione.
Dicevo, visto che la vaccinazione è un atto di civiltà, vorrei ricordare che l'atto di civiltà non esiste soltanto da adesso, ma da tantissimi anni! Vorrei dire che anche la libertà di scelta è anche preservare la discriminazione nei confronti di bambini e di genitori, è un atto di civiltà in un Paese democratico. Perché finora l'Italia è una Repubblica democratica, di conseguenza non possiamo imporre la dittatura.
Ecco perché ci sono delle criticità su questo testo normativo e ci sono delle preoccupazioni nell'ambito della nostra Regione. Perché non stiamo parlando a livello nazionale, ma stiamo parlando della nostra Regione.
Per quanto riguarda la nostra Regione, vorrei chiedere all'Assessore quali sono i costi delle vaccinazioni, dal momento che la fascia di età va da zero a sedici anni, quindi, dobbiamo partire dal 2001 per arrivare al 2017, per coprire la fascia d'età fino a 16 anni. Chiedo come possiamo fare i conti sui costi delle vaccinazioni, perché non possiamo farlo preventivamente sui costi delle vaccinazioni che copriranno i nati dal 2001.
Inoltre, vorrei sapere dall'Assessore quale sarà l'organizzazione complessiva che riguarda le vaccinazioni, anche perché, facendo delle valutazioni, siamo venuti a conoscenza... A parte che tutti sappiamo benissimo che c'è carenza cronica di personale medico e di personale infermieristico, quindi le vaccinazioni comporteranno e richiederanno un incremento di personale sia infermieristico, oppure assistenti sanitari e di medici. Mi chiedo se verranno assunte nuove figure professionali o se verranno utilizzate le figure professionali che già operano nel campo ospedaliero e nel campo territoriale. Però, ricordatevi che già questi professionisti fanno fatica a coprire i turni e hanno già grosse problematiche per il sovraccarico di lavoro e ne siamo tutti a conoscenza se poi impieghiamo anche il personale sanitario, che è già carente, per le vaccinazioni, non so cosa potrà succedere. Magari, togliamo da una parte per mettere da un'altra parte, però lasciamo scoperti i servizi.
Vorrei sapere se sono previste delle nuove assunzioni anche a tempo determinato. Non so, chiedo a lei, Assessore, di darci maggiori informazioni, considerato che il personale è carente e sappiamo benissimo in che condizioni opera e lavora".
Volevo ancora chiedere qual è la disponibilità dei vaccini, se abbiamo la disponibilità di tutti i vaccini necessari alla copertura di tutti i bambini e i ragazzi che dovranno essere sottoposti a vaccinazione.
Infine, volevo fare un cenno - e poi concludo - alla copertura vaccinale della nostra regione. La nostra regione ha già una copertura vaccinale del 95%, soglia che viene indicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, per cui mi sembra che non abbiamo grosse problematiche sulla vaccinazione.
Se il 95% della popolazione piemontese si è sottoposta a vaccinazione non capiamo il motivo dell'obbligatorietà: prima c'era la raccomandazione adesso abbiamo l'obbligo su dieci vaccini e la raccomandazione sul meningococco di tipo B e C, il pneumococco e il famoso rotavirus che ha un costo elevato (è il vaccino più costoso).
Ci chiediamo come mai l'obbligatorietà, se già la Regione Piemonte aveva una copertura del 95%; tra l'altro, la nostra è una regione più virtuosa rispetto ad altre che raggiungono il 92% e il 93%. Quindi noi.



PRESIDENTE

I tempi, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Sì, mi accingo a concludere e la ringrazio, Presidente.
Allora, se il Partito Democratico e il Consigliere Gariglio si agitano in questa maniera, noi continuiamo a ribadire che qui non stiamo discutendo se vaccinare o non vaccinare, ma stiamo discutendo sulla raccomandazione e sulla libertà di scelta, perché crediamo che nessun individuo debba essere discriminato, a partire dai genitori fino ad arrivare ai più piccoli.
E ancora vorrei ricordare all'Assessore Saitta che dove passa lui non cresce più l'erba; lei, Assessore, ha le mani di forbice...



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

Avete chiuso dei punti nascita e avete anche lì discriminato donne e bambini, e continuate a discriminare donne e bambini.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, la spenga, per favore!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ero già intervenuto in un'altra sede di comunicazione, esprimendo appunto le perplessità rispetto al percorso che ha portato il Parlamento italiano a questa legge, ma ricordiamoci che in Consiglio regionale sono pendenti due proposte di legge della maggioranza che hanno anticipato il decreto e che dovevano essere messe in discussione qualora il decreto non fosse stato approvato. Quindi, in realtà, non subiamo qualcosa che il Parlamento nazionale ha approvato, ma il centrosinistra è assolutamente in linea con quello che è stato approvato.
Allora, per evitare le situazioni che abbiamo visto in questi giorni non soltanto in quest'Aula, ovvero che ormai il tema vaccini è diventato un tema come, io devo dire, nella mia lunga attività politica, ho solo visto sul fascismo e antifascismo, cioè ci sono alcuni temi che non possono essere messi in discussione, nessuno può dichiararsi fascista all'interno della.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Stiamo registrando.



VIGNALE Gian Luca

Ma non sto mica dicendo.
E sul tema dei vaccini è esattamente la stessa cosa. Devo dire la verità: non mi vengono in mente altri esempi in cui, per partito preso, si è a favore di una tesi piuttosto che di un'altra, anche su tesi in cui vi sono aspetti di sensibilità comuni, perché questo è un tema che attiene anche alle coscienze, oltre che ovviamente alla copertura scientifica.
Vi leggerò quello che il Vicedirettore della sanità della Regione Piemonte, Vittorio Demicheli, ha scritto nel 2015, ospitato da Il Sole 24 Ore, in modo tale che certamente non possono essere parole che vengono attribuite all'oscurantismo del movimento nazionale. Come voi sapete, il Vicedirettore De Micheli è anche uno degli epidemiologi più importanti a livello nazionale. Il titolo del suo articolo è: "Piano nazionale vaccini cura di trasparenza contro la teoria del complotto".
Leggo testualmente: "Nella speranza di dare un contributo alla discussione sulla prevenzione vaccinale, usufruisco dello spazio offerto da Sanità24 per riportare alcune riflessioni.
Fermo restando la prevenzione e il benessere dei nostri cittadini presupposti civici irrinunciabili, c'è da interpellarsi sul motivo per il quale la Conferenza Stato-Regioni non ha ancora deciso di approvare il Piano nazionale vaccini 2016-2018. Troppo spesso chi è vicino alle luci delle telecamere o dispone di taccuini arguti, non è in grado di spiegare che il Piano presentato dal Ministero della Salute presuppone l'introduzione di vaccini che va ben al di là di quanto previsto negli attuali calendari di vaccinazione.
Dico ciò perché in questi giorni si fa un gran dibattere di vaccini, ma pochi sanno che il nuovo Piano vorrebbe avviare forme di vaccinazione obbligatoria per malattie ulteriori rispetto ai cicli vaccinali 'di base' ma non risolve il nodo di come raggiungere le coperture necessarie a trasformare in salute questo ponteziamento di offerta".
Poi parla del Piemonte: "In Piemonte, servizio sanitario in cui opero i cosiddetti casi di 'rifiuti vaccinali' per questi particolari tipi di trattamento hanno un'incidenza sui nuovi nati pari al 2%. Quindi, sebbene si tratti di dati da non sottovalutare, riguardano una percentuale ben al di sotto del 5%, quota per la quale scatta l'allarme per il mancato raggiungimento delle coperture".
Il dottor Demicheli dice ancora: "Ma evidentemente, l'esperienza indicata non è stata sufficiente e anche nel caso del nuovo calendario dei vaccini si corre il rischio di alimentare quella che viene definita la 'teoria del complotto'. D'altronde non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il calendario riportato all'interno del Piano nazionale di vaccinazione è la copia fedele del 'calendario per la vita' sponsorizzato dalle industrie del farmaco".
Il dottor Demicheli opera ancora in Regione Piemonte: è il Vicedirettore della Sanità. Credo che intanto sarebbe interessante ascoltarlo - cosa che non abbiamo mai fatto - non soltanto per ciò che potrebbe dirci, ma per l'esperienza che ha maturato in sede di IV Commissione. Ma poi è assolutamente evidente che o questa Giunta regionale ha assunto prima, con l'esperienza di centrosinistra di Mercedes Bresso come Direttore generale della sanità e poi come Vicedirettore della Sanità con l'Assessore Saitta, un pericoloso oscurantista, oppure all'interno della scelta fatta dal Governo vi è in qualche modo un attacco alla libera scelta delle famiglie non giustificato da un pericolo che stiamo correndo.
Non lo dico io, ma lo dice il dottor De Micheli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Veniamo un attimo alle varie questioni.
Una delle principali critiche che farei alle comunicazioni dell'Assessore Saitta riguarda il fatto che, con questo intervento - per quanto si possa mettere delle pezze organizzative sopra - si va a sconvolgere, in breve tempo (perché lo si fa in breve tempo), un sistema che era stato costruito per permettere alle famiglie di rapportarsi correttamente con una delle attività che, in parte obbligatoriamente e in parte per libera scelta, venivano svolte per la profilassi dei propri figli. Perché, quando nasce un figlio, viene consegnato un libricino, sul quale è ben spiegato quello che sarà il percorso di salute del figlio anche in relazione alle vaccinazioni. Poi, arrivano le lettere delle ASL che, al crescere del figlio, lo accompagnano nelle varie fasi vaccinali.
Io queste cose le ho seguite tutte nell'ambito della mia famiglia. È evidente che oggi quello che si sta facendo, per quanto si stia cercando di organizzarlo al meglio, andrà a cambiare profondamente il funzionamento di questo sistema.
La prima cosa che si fa è ingenerare confusione, perché - a mio modestissimo parere - la prima operazione da fare, semmai, sarebbe quella di mandare una lettera a tutte le famiglie spiegando chiaramente cosa s'intendeva fare e come si sarebbe andato sviluppando nel tempo.
Non basta mandare la letterina, dicendo "ti abbiamo prenotato le vaccinazioni per il giorno X", e finisce lì, anche perché a me è capitato (penso sia capitato a tanti altri piemontesi) che ogni tanto la posta non arriva. Quindi, o ci mandate le raccomandate oppure uno potrebbe anche non ricevere la prenotazione. Io, almeno un paio di volte ho verificato con la mia pediatra e poi ho telefonato all'ASL per chiedere come mai non era arrivato il richiamo sui vaccini.
Questa è una delle prime cose.
Uno degli elementi di dubbio è che io non mi fido tanto del sistema già quando funziona a regime. Qua non è a regime: si sta costruendo un sistema diverso, che abbiamo cercato di rappezzare in modo che assomigli a quello preesistente, ma così non è, perché manca la parte di base, cioè il fatto che tutti (chi riceverà la lettera adesso e chi adesso non la riceverà) non avranno lo stesso livello di informazione.
Questo è grave e va a collegarsi a quella sfiducia di base legata al discorso che è stato impostato, che io ho già contestato in Commissione perché - facciamo attenzione - gli italiani sono stati trattati come un gregge di pecore ignoranti, cui la politica benevola ha imposto quello che loro non erano in grado di capire fosse necessario. Questo è l'atteggiamento che è stato tenuto, così come il fatto di dire, anche oggi in Aula, che quelli che hanno dei dubbi sui vaccini sono del Movimento 5 Stelle.
Guardate che chi ha dubbi sull'obbligatorietà di dieci (prima erano 12 le vaccinazioni che si ritenevano obbligatorie) appartiene a tutte le parti sociali. C'è chi è proprio contrario ai vaccini, ma c'è anche chi riconosce la validità dei vaccini ma è profondamente (perché magari persona informata) infastidito dal modo in cui viene trattato l'argomento, dal modo in cui vengono non dico distorte, ma somministrate - a seconda della parte da cui si schierano - le verità scientifiche.
Non possiamo dire che le vaccinazioni sono una grande conquista e hanno ridotto drasticamente l'incidenza di patologie molto gravi, salvato vite ecc. (sacrosanto), ma negare che ci sono problemi sulla farmacovigilanza.
Non possiamo negare che lo Stato indennizza chi ha effetti collaterali dalle vaccinazioni; non possiamo negare che si è sviluppato un discorso vergognoso di settarizzazione, cioè se tu contesti questa cosa, allora sei uno contro i vaccini. Ma non è vero! Siamo contro un autoritarismo irragionevole, una fretta irragionevole. Non c'è nessuna epidemia. Non c'è in Italia.
Allora, perché ricorrere al decreto? Perché ricorrere a una corsa folle di questo genere, come se questa fosse un'emergenza sanitaria, quando ci sono tante altre emergenze che non riconosciamo, che ci stanno benone come il fatto che c'è la gente in fila d'attesa per un'assistenza. Quanti sono gli anziani non autosufficienti? Quella non è un'emergenza! Quella non è un'emergenza! Per quello non ci saranno mai i fondi, stanno attaccati a un palo incatenati, non andranno da nessuna parte. Invece, per una questione su cui non c'è un'emergenza, si fa un decreto, si fa una campagna terroristica, si paventa la rimozione della potestà genitoriale, multe allucinanti, si dice non si possono mandare i figli a scuola. Poi, con la stessa credibilità e razionalità, perché la vittima di tutta questa situazione è la credibilità della medicina, del sistema sanitario nazionale e della politica, abbiamo un Ministro che annuncia il "fertility day" e che viene smentito dal suo stesso Governo, che tira fuori una campagna allucinante sui vaccini e una proposta di decreto allucinante, che viene poi ridimensionata profondamente in Parlamento, però le trasmissioni televisive, per giorni e giorni, sul terrorismo sono state fatte.
E poi, cosa diciamo? Diciamo: "Ma no, abbiamo un pochino scherzato, i vaccini non saranno più 12, ma saranno dieci. Quattro ve li regaliamo, se poi volete aggiungerli". Ma vi sembra che questo sia un approccio serio? O abbiamo un problema serio, e facciamo un decreto, oppure non abbiamo un problema serio e allora non c'è da fare un decreto. Io me li sono letti magari sono un cretino, va bene, però so ancora leggere e capire l'italiano, così come conosco l'inglese.
È normale che, se si riduce il pericolo di contagio di determinate patologie, si riduca il ricorso alle vaccinazioni. Ma come si risolve? Questo, come hanno già detto i miei colleghi, lo dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità: attraverso l'informazione, la raccomandazione.
Quando l'ASL, il mio pediatra, il mio medico di famiglia mi dice che sarebbe meglio fare in un certo modo, io solitamente l'ascolto, nonostante alcuni pesanti colpi che ha avuto la mia fiducia nel sistema sanitario riguardo, ad esempio, al discorso della viaria o delle vaccinazioni antinfluenzali.
Quindi, smettiamola di prenderci in giro, per favore! E anche rispetto all'organizzazione qui, in Piemonte, prendiamoci il tempo giusto. Non basta la letterina, Assessore, io devo sapere cosa succede. Io voglio sapere cosa vuol dire se per caso non rispetto l'appuntamento e mi chiama l'ASL per un colloquio, cosa fa la scuola? Me lo dite per bene? Cosa vuol dire? Pago la multa di 100 euro e posso stare tranquillo un altro anno a non vaccinarmi? Qual è la situazione vera? Raccontate le cose come stanno, non dite: "Che figo (la favolettina)! L'ASL manderà la lettera a chi ne ha bisogno e gli altri vuol dire che non ne hanno bisogno e compileranno un modulo che è comodamente scaricabile". Ma io sono preoccupato dal modulo comodamente scaricabile, perché poi avrò a che fare con la scuola, avrò a che fare con l'ASL e ogni tanto c'è qualche burocrate non particolare brillante che interpreta le cose a modo suo.
Pertanto, vorrei avere una chiara informazione, non per sentire la mancanza del buon Berlusconi, che a suo tempo almeno mandava i depliant informativi a tutti dicendo che avrebbe aumentato la pensione a tutti gli italiani! Invece, per le cose importanti noi non siamo capaci di formare tutti coloro che saranno sottoposti al nuovo regime. Non siamo capaci! Assessore, non è capace! Questo è il dubbio e la sfiducia che nutriamo nei suoi confronti.



(Commenti fuori microfono)



CAMPO Mauro

La collega esagera un po' nel chiamarla "Attila", ma lei è stato capacissimo...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Campo, ha terminato il tempo a sua disposizione!



CAMPO Mauro

Io penso che l'erba torni a crescere perché, fortunatamente, la vita è resiliente. Però di danni ne fa parecchi, e non mi spiega! Perché io continuo a dire che la sua riforma del territorio - 17 paginette! - non l'ha mai compiuta! Non è stato capace di spiegare quello...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La discussione generale è terminata.
La parola all'Assessore Saitta, per una replica conclusiva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Silenzio, colleghi! Prego, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Com'era immaginabile, la comunicazione che mi è stata richiesta è servita, evidentemente, al Movimento 5 Stelle per riproporre questioni arcinote, illudendosi che un dibattito in un Consiglio regionale potesse modificare una norma nazionale. Il tempo passa, le leggi esistono.
È apprezzabile il vostro impegno; non sempre, per la verità, è molto coordinato, ma non è che questo contribuisca a modificare una legge nazionale. Avete sicuramente grandi doti, ma per adesso mi pare che dobbiate tenere conto della situazione attuale: le leggi si rispettano.
Veniamo alla seconda considerazione. Le posizioni che sono emerse in modo variegato hanno indicato chiaramente qual è la vostra opinione, oltre ad un integralismo teso a difendere una piccola minoranza, a discapito di una grande maggioranza - il 95% - che vogliamo difendere noi. Questa posizione minoritaria è molto chiara ed evidente; ciò che emerge nei vostri interventi ci obbliga sicuramente a dire che i vostri abbondanti suggerimenti non ci interessano, perché è evidente che sono finalizzati a non consentire l'applicazione della legge e ad aumentare la preoccupazione e l'allarmismo nei nostri cittadini. Quindi vi ringrazio per tutti i suggerimenti, ma...



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Per la verità, era abbastanza scontato. Però vorrei aggiungere una considerazione: siccome le parole hanno un senso - ricordo che parliamo di sanità - avendo la responsabilità della sanità, difenderò le scelte compiute anche dalle azioni finalizzate a creare allarmismo nelle persone.
Badate che questa non è una semplicità: l'allarmismo non fondato è un aspetto grave! Sono state dette delle cose prive di senso! La collega Batzella, poi, è stata un campionario straordinario di cose prive di senso, di non lettura dei documenti e di scarsità completa di informazione.
Voi avete utilizzato nei miei confronti delle parole pesanti: io sono stanco di questa modalità e vi invito ad essere corretti nei giudizi e nei comportamenti, perché c'è un limite a tutto! Non è vero quello che è stato detto. Per quanto concerne il sito, è stata corretta la data del 31 ottobre, per cui ne sono stati tutti informati. Ma non cambiamo opinione: collega Bono, se vogliamo essere precisi...



(Commenti del Consigliere Bono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Collega Bono, se vogliamo essere precisi...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Bono! Scusate, lasciate parlare l'Assessore!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Se vogliamo essere precisi, se vogliamo fare i legulei come fa il Movimento 5 Stelle, se vogliamo fare questa esercitazione a fare i Pubblici Ministeri per cui tutti gli altri sbagliano e la verità sta soltanto in poche persone, allora bisogna avere il senso del limite! Bisogna avere il senso del limite! Bisogna avere il senso del limite, che voi non avete. C'è poi un ulteriore elemento importante, che va citato. Il collega Ravello nel suo intervento ha richiamato una questione importante, che io ripeterò, perch è indicativa, ma non per il giudizio positivo che è stato dato; la cito esclusivamente perché ha fatto riferimento ad un concetto che fa parte della cultura politica. E siccome noi facciamo politica, ogni tanto dobbiamo fare qualche riferimento perlomeno ai grandi movimenti di carattere politico, alle grandi idee che motivano la scelta politica, per forza di cose.
Il collega Ravello ha parlato di libertà. Il Movimento 5 Stelle utilizza questo concetto in democrazia che, a mio avviso, è contrario ai principi liberali: "Scelgo io che cosa fare di mio figlio". Questo non è un concetto liberale! Non è il concetto sul quale si fondano le nostre democrazie. Ed è un indice pericoloso.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, no, no...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Silenzio! Silenzio!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Silenzio! Espello il Gruppo intero che m'importuna quando parlo! Espello il Gruppo intero, fosse anche per un mese! Colleghi, quando parla il Presidente del Consiglio, parla a nome di tutti! Quando dico "silenzio", è silenzio! Non parla Laus, parla il vostro rappresentante.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Vi ho già tutelato! Sto tutelando tutti quanti.
L'Assessore è stato offeso e non sono intervenuto. Poi i giudizi di valore sono relativi: ciò che può essere offesa per uno può non esserlo per qualcun altro.
In questo momento, vi chiedo, per cortesia e gentilmente, di far parlare la Giunta - l'Assessore - che ne ha facoltà. Gentilmente! Deciderà poi l'Assessore quello che è concreto e quello che non lo è.
Prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Riprendo questo concetto di cultura politica, perché mi pare che pian piano stia emergendo, con molta chiarezza, il posizionamento di alcune forze politiche.
Parlavamo del concetto di libertà: nelle democrazie occidentali è il presupposto sul quale si fondano le democrazie, e vuol dire una cosa molto semplice. Non mi pare che da voi questo emerga, perché avete una concezione fondamentalista della vostre posizioni. Il concetto che emerge - basta vedere il dibattito che ci fu sulla Costituzione, che io considero importante - è che la libertà è collegata ai doveri ed è collegata anche al limite.
Quando è stato fissato questo concetto c'era sempre una preoccupazione da parte di tutti i costituenti (di tutti, anche di qualcuno che citate a sproposito); la concezione era praticamente la seguente: c'è un limite, se si determina un danno a qualcun altro. E se una mia scelta determina un danno a qualcuno, io ho il dovere, come Stato, di poter intervenire.
Guardate che questo aspetto è fondamentale, altrimenti il significato stesso di Stato e di regolazione non esiste più.
Io noto, nelle posizioni che ho sentito fino a poco fa, una posizione che non risponde certamente a questi concetti di democrazia e di tolleranza. Guardate che non è banale! Ha ragione il collega Ravello: questo è il punto di differenza che c'è tra le culture politiche, che non vuole dire destra o sinistra; non vuol dire questo. Vuol dire avere un concetto dello Stato che regola i problemi.
Se dovesse valere questo principio, potrebbero anche decidere i più forti! Decidere i più forti! E siccome in democrazia abbiamo il dovere credo - di far prevalere le esigenze della comunità e non dell'individuo anche dell'individuo, ma coerentemente con la comunità - se non c'è questa preoccupazione, è chiaro che non ci capiremo mai. E mi pare che questo solco di incomprensione sia abbastanza evidente nel contenuto, ma anche nel linguaggio. C'è sempre un collegamento molto forte fra questi due elementi: quando il linguaggio è questo, siamo di fronte ad un'opinione che pretende di avere la verità e tutti gli altri sbagliano. Non è il concetto della democrazia.
Venendo, poi, alle questioni puntuali, con la collega Pentenero abbiamo deciso questo percorso che rivendichiamo per la semplicità nel dare attuazione alla norma e lo abbiamo fatto attraverso un'azione di consultazione con la Direzione regionale del Ministero della Pubblica Istruzione qui in Piemonte, insieme all'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Abbiamo concordato quella modalità con tutti i soggetti interessati. Mancava il Movimento 5 Stelle, ma quando sarà, lo potrà fare indipendentemente dal ruolo che svolge oggi.
Per quanto concerne la considerazione secondo cui la lettera andava inviata per raccomandata, detta dal collega Campo, che ogni tanto ci fa lezioni di informatica...
Bisogna che ci sia la raccomandata? Lo facciamo con i mezzi che abbiamo oggi! Molto spesso su questo lei ci fa delle lezioni; e vuole la raccomandata? Il Movimento 5 Stelle, forza politica che utilizza i social network, dice "dovete fare la raccomandata con ricevuta di ritorno"?! CAMPO Mauro (fuori microfono) Ho detto un'altra cosa.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Questo per dire le contraddizioni che molto spesso esistono, anche da un punto di vista strumentale.
CAMPO Mauro (fuori microfono) Io ho detto che dovete fare un'altra cosa: lei distorce.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Certo, io distorco sempre. Questa è la mia abitudine, mentre da parte vostra questo non esiste.
Allora, in conclusione, io so perfettamente che il tema che abbiamo di fronte è quello dell'applicazione della norma. Dicevo che i consigli che sono stati dati sono stati tutti rivolti a creare un contenzioso e favorire chi vuole ricorrere: io non ho dubbi su questo. Probabilmente ho un pregiudizio ma, conoscendo e avendo sentito il dibattito qui e quello a livello nazionale, so perfettamente che il Movimento 5 Stelle si sta attrezzando per ricorrere e creare dei problemi all'applicazione di questa norma.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma cosa sta dicendo?!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sto dicendo che su questa norma questo è abbastanza evidente: leggetevi cosa hanno dichiarato i "vostri" a livello nazionale. E so perfettamente che si stanno organizzando alcuni movimenti di consumatori per fare quest'operazione.
BONO Davide (fuori microfono) L'ha fatta il Veneto: mica noi.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, sì: lo so perfettamente.
Adesso, che la vostra posizione sia a favore di questo Decreto non mi pare. Che la vostra posizione esprima dei dubbi mi sembra abbastanza evidente. Che i vostri suggerimenti non siano finalizzati ad applicare la legge per l'obbligatorietà mi sembra chiaro.



(Proteste fuori microfono dei Consiglieri Bono e Andrissi, e della Consigliera Frediani)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

.Altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di fare questi interventi, che sono partiti dall'assistenza territoriale per arrivare ad altro.
In sostanza, quindi, riguardo ai temi dell'applicazione noi saremo sicuramente impegnati. Nella distrazione di oggi ho detto che i servizi vaccinali della Regione Piemonte si ritroveranno ogni 15 giorni, guidati e coordinati dal Dott. Demicheli - poi dirò qualcosa su di lui -, per verificare l'applicazione della norma, anche in modo da favorire il più possibile dei miglioramenti (perché ci possono essere) al processo che abbiamo in corso.
Dopodiché, il collega Vignale aveva correttamente utilizzato un suo intervento - stiamo parlando, mi pare, di un anno fa -, facendo riferimento al piano vaccinale, dove c'era la definizione di una proposta di piano vaccinale del Governo, che poi nella Conferenza Stato-Regioni abbiamo in qualche modo rivisto e concordato, tenendo conto anche di alcuni suggerimenti che sono stati dati, proprio per le sue capacità, da parte del Dott. Demicheli.
In conclusione, non abbiamo nulla di cui lamentarci per l'azione che abbiamo fatto. Eventualmente la miglioreremo, ma sicuramente - ve lo dico con molta franchezza, perché stiamo parlando delle paure e delle angosce delle persone - qualora, sulla base di un'informazione che corrisponde all'applicazione di un Decreto, ci fosse l'affermazione che diciamo cose false, abbiamo il dovere - il dovere! -, sul piano della responsabilità, di difendere le scelte di una legge nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni della Giunta regionale.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) L'Assessore non ha risposto a nessuna domanda, però.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 250 "Decadenza del Signor Silvio Viviani dalla carica di membro supplente del Comitato Misto paritetico Regione Autorità Militari sulla nuova Regolamentazione delle Servitù Militari per inottemperanza agli obblighi di cui alla legge regionale 27 dicembre 2012 n. 17 'Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di Governo della Regione e del Sistema Informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti, controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione'"


PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 250, di cui al punto 5) all'o.d.g. il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 251 "Decadenza della Signora Claudia Palestrini dalla carica di membro del Comitato Scientifico del Museo regionale di Scienze Naturali per inottemperanza agli obblighi di cui alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 17 'Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di Governo della Regione e del Sistema Informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione'"


PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 251, di cui al punto 6) all'o.d.g. il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 252 "Decadenza del Signor Guido Rosina dalla carica di rappresentante del Comitato di gestione del Museo Regionale dell'Emigrazione dei Piemontesi del Mondo per inottemperanza agli obblighi di cui alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 17 'Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di Governo della Regione e del Sistema Informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti, controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione'"


PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 252, di cui al punto 7) all'o.d.g. il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 253 "Decadenza del Signor Bartolomeo Vigna dalla carica di rappresentante della Commissione tecnico consultiva per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Piemonte per inottemperanza agli obblighi di cui alla legge regionale 27 dicembre 2012 n. 17 'Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di Governo della Regione e del Sistema Informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti, controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione'"


PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 253, di cui al punto 8) all'o.d.g. il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiederei, come concordato nell'ultima riunione dei Capigruppo, di mettere in votazione - o, per lo meno, di arrivare alla loro votazione gli atti di indirizzo relativi al CETA.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Tutela del consumatore

Proseguimento ordine del giorno n. 1140: "Sollecitare il Governo e il Parlamento ad impedire l'entrata in vigore nel nostro Paese del Trattato CETA, arrestando il processo di ratifica dell'Accordo e adottando ogni iniziativa necessaria ad ostacolare l'applicazione dello stesso anche in via provvisoria" presentato da Gariglio, Allemano, Appiano, Caputo Ferrentino, Gallo, Motta, Ravetti, Rostagno, Valle; ordine del giorno n. 1137 "CETA (Comprehensive Economic and Trade Agremeent)" presentato da Gancia, Benvenuto; ordine del giorno n. 1141 "Contrarietà al trattato internazionale CETA" presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.


PRESIDENTE

Prima di trattare il punto 10) all'o.d.g., sospendiamo i lavori per un minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 17.20 riprende alle ore 17.22)



PRESIDENTE

Nella seduta pomeridiana del 18 luglio la discussione generale è proseguita con gli interventi dei colleghi Marrone e Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente su questo tema, che ha già avuto una discussione in quest'Aula, anche per motivare la nostra posizione o almeno quella di gran parte di noi.
Su questo trattato di libero scambio, che ha avuto un dibattito notevole nel Paese, la posizione che è emersa è stata anche quella di collegarlo al precedente, che vedeva coinvolti anche gli Stati Uniti e che poi non è stato ratificato perché è venuta meno la disponibilità degli Stati Uniti, più che dell'Unione Europea. Vorrei ricordare che sul precedente il nostro Gruppo aveva una posizione molto critica, anche perch l'accordo con gli Stati Uniti prevedeva automaticamente l'allargamento ad una serie di Paesi che hanno convenzioni con gli Stati Uniti. Questo trattato, invece, che prevede il libero scambio con il Canada, contempla una serie di condizioni di reciprocità tra i due Paesi, la tutela di una serie di prodotti - attualmente la maggior parte (il 90%) del nostro export è nei confronti degli Stati Uniti - e il controllo tramite il principio della precauzione. Noi riteniamo - e personalmente ne sono convinto - che questo costituisca un'opportunità per il nostro Paese. Infatti - vorrei ricordare il momento in cui abbiamo discusso del riso -, se riserve le abbiamo verso quei Paesi molto più poveri che quindi possono esercitare un dumping economico - e in alcuni Paesi, in particolare dell'Asia, il dumping è di Stato o con il contributo dello Stato -, in questo caso parliamo di un Paese che ha la caratteristica di essere un Paese ricco, che ha un'alta capacità di consumo dei nostri prodotti e quindi questa può essere una vera opportunità per l'Italia, anche già per i prodotti che attualmente compongono il 92% della nostra esportazione su quelle destinazioni: riguarda fin d'ora vino, latte e prodotti che hanno l'IGP.
Al di là del fatto singolo e delle singole motivazioni, che sono state oggetto del dibattito parlamentare e che quindi non dobbiamo decidere in quest'Aula, però, io ritengo che qui si scontrino due posizioni e due visioni del rapporto che il nostro Paese deve avere con l'estero. La prima.
Io credo che il nostro benessere, l'occupazione nel nostro paese sia legata ad un quarto dei rapporti con il mondo. Un quarto del nostro prodotto interno lordo è dato dai rapporti con il mondo e, naturalmente, questo quarto del nostro prodotto interno lordo è più facile produrlo nei confronti dei paesi ricchi, più facile esportarlo nei paesi ricchi che non nei paesi poveri. Poi, le valutazioni in ordine sociale sono altre, ma certamente la valutazione economica è di questo tipo.
Pertanto, le condizioni di sviluppo di un paese come l'Italia non possono prescindere da un'apertura sui mercati internazionali, con riferimento fondamentalmente ai paesi ricchi. L'Italia, dall'apertura verso l'Europa, dal mercato comune, ha avuto dei benefici, a partire dal Mercato Comune Europeo, a partire dalla CECA del 1951. Poi, dal 1958 al Trattato di Roma in avanti, sempre più aumentando. E non può essere diversamente.
Pertanto, questa è la visione che ho io, personalmente, ed ha il mio Gruppo, almeno prevalentemente, lasciando libertà di coscienza, perch anche tra di noi c'è un dibattito. Certamente, se andiamo nei particolari possono esserci parti del trattato che possono anche non convincerci, ma sostanzialmente la scelta e l'indirizzo sono giusti. È un'altra impostazione, che è stata sostenuta anche da grandi organizzazioni agricole, che però ha una visione di chiusura, una visione - permettetemi assistenziale, una difesa che è una difesa dello status quo. E la difesa dello status quo non dà nuove opportunità.
L'eccezione che viene portata è che, su 250 prodotti, solo 41 al momento vengono tutelati, ma i 41 prodotti tutelati sono più del 90% di ci che esportiamo ed è l'opportunità anche per gli altri 250.
Ci si dice: "Ma ci copieranno, verranno in Italia a venderci le copie." Va beh, voglio vedere, se vengono a vendere la copia del Barolo canadese se il consumatore italiano lo comprerà. Può darsi, c'è anche quello: se sono capaci a venderlo, può anche darsi. Ma io credo che non sia questa la concorrenza che devono temere i nostri produttori, quindi condivido la scelta - e condivido le posizioni espresse anche sui giornali dai Ministri Martina e Calenda - del Governo italiano di sostenere ed approvare il CETA che prevede il libero scambio con il Canada, perché è una scelta di sviluppo, di favore verso il nostro paese e verso i nostri produttori, che ci apre a molte opportunità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ci tengo a dire due cose su questo ordine del giorno, anche se è già stato illustrato dal mio Gruppo consiliare, perché poi si è scritto e si è discusso e anche un po' ironizzato sul fatto che noi che siamo un Gruppo consiliare che fa riferimento a un partito - che è in questo momento è il partito principale, la forza politica principale che sostiene il Governo nazionale - ha posto questa questione. Noi l'abbiamo posta in maniera ponderata, in maniera non emozionale, in maniera seria, in maniera costruttiva e anche un po' critica. Nessuno di noi - a differenza di altre parti, in questa Assemblea - è pregiudizialmente contrario al trattato CETA.
Nessuno di noi si ispira a criteri di protezionismo e di ritorno agli Stati chiusi.
Condivido, personalmente, le affermazioni fatte poc'anzi dal Consigliere Pichetto, che ricollegano ai trattati istitutivi della Comunità Economica Europea (ha citato persino il trattato CECA) un periodo di crescita e di benessere, di integrazione per l'economia europea. È vero noi proveniamo da forze politiche che sono state artefici e motori di questi accordi e vogliamo andare avanti in questa direzione. Il nostro ordine del giorno, contrariamente a quanto è stato scritto, in una visione un po' superficiale, non è pregiudizialmente contrario al trattato.
Riconosciamo che nel trattato ci sono molti aspetti positivi e per brevità li elenco, ma li ha già indicati il collega Pichetto.
È la prima volta che si apre la possibilità per le imprese dell'Unione Europea di partecipare alle gare d'appalto persino bandite a livello dei Comuni del Canada, quindi non solo le grandi gare statali. C'è una grande apertura sul mercato di mezzo continente. C'è il riconoscimento reciproco delle professioni che, in un mondo sempre più interconnesso, rappresenta un'opportunità che si apre oltre i confini dell'Unione Europea. Ci sono norme positive sulla tutela delle proprietà intellettuali e dei diritti d'autore, di cui rivendichiamo la positività. E ci sono anche dei passi in avanti sui temi agricoli e agro-alimentari, su cui invece noi rileviamo delle criticità.
Il problema è che il Nord America ha una legislazione molto diversa dalla nostra: noi siamo abituati, abbiamo fatto crescere negli anni una cultura di marchi collettivi. Ad esempio, il parmigiano reggiano. Marchi che sono collegati non ad una azienda, ad un brand, ma che definiscono delle caratteristiche di produzione, delle caratteristiche delle modalità e delle caratteristiche geografiche e territoriali.
Questi marchi non sono riconosciuti nel diritto nordamericano, sia quello statunitense sia quello canadese.
Quindi, noi, oggi, con questo trattato introduciamo, per la prima volta nella storia, anche una tutela di questi marchi. Certo, limitata a 41 prodotti, certo dovranno coesistere con delle imitazioni, perché non possiamo pensare che i sistemi vengano stravolti, ma tutto questo rappresenta indubbiamente un fatto positivo.
E allora, perché fare delle osservazioni. Facciamo delle osservazioni perché ci pare che dentro questo percorso ci sia ancora un pezzo da fare ed è per questo che noi chiediamo che il Governo non consenta l'entrata in vigore del trattato, anche in via provvisoria, perché sappiamo che, essendo un trattato complesso, entrerà in vigore quando l'ultimo degli Stati membri dell'Unione Europea, a livello statuale, lo ratificherà. Ma chiediamo che, anche in via provvisoria, non venga anticipata l'entrata in vigore nel nostro paese, affinché non si risolvano alcune questioni che attengono agli aspetti in particolare dell'agroalimentare.
Questo lo diciamo dopo l'evento estremamente positivo, che è avvenuto nelle ultime due settimane. Come sappiamo, ciò che era già vigente per il latte e i formaggi oggi è stato introdotto dal Governo, seppure sotto forma di sperimentazione, per il riso e per il grano duro. Cioè l'obbligo di etichettatura, con l'indicazione dell'origine delle materie prime utilizzate e del luogo di lavorazione e di confezionamento.
Questo non è un dato poco significativo: è frutto di un'azione del Governo, dei Ministri Calenda e Martina. È un'azione congiunta nata anche dopo che, proprio per l'iter del CETA, sono stati posti nel nostro Paese tutta una serie di problemi, di questioni e di richieste di soluzione.
Con questo atto governativo, quanto mai opportuno, noi introduciamo per due anni una sperimentazione, che entro sei mesi dalla notifica dovrà essere approvata dalla Commissione Europea, su cui la Commissione Europea dovrà esprimersi.
Ci collochiamo come il Paese all'avanguardia nell'Unione Europea sull'etichettazione. Perché questo? Questo è un problema che si innesta sul trattato CETA, ed è un problema che va affrontato ed esteso anche ad altri alimenti e prodotti agroindustriali, anche se obiettivamente quello del grano duro è il problema principale che dobbiamo affrontare.
L'Italia è il primo produttore europeo di grano duro ed il secondo produttore mondiale: produciamo cinque milioni di tonnellate di grano duro.
Però non bastano per la nostra pasta: 2,3 milioni di tonnellate arrivano dall'estero, la metà dei quali arriva dal Canada. E c'è un problema (lo sappiamo, è stato scritto): in quel paese vengono utilizzate delle sostanze particolari - il grifosato - nella fase di pre-raccolta. Peraltro, un uso determinato dalle situazioni climatiche particolari di quel territorio, su cui c'è molto dibattito in dottrina, di cui in Italia è stato vietato l'uso per il sospetto che sia cancerogeno e su cui nell'Unione Europea si è aperto un dibattito con la decisione del Parlamento europeo, che consente ancora una proroga per l'utilizzo di questa sostanza, mi pare, a sette anni.
Noi crediamo che, se ha senso andare verso un progressivo aumento degli interscambi anche in materia agricola e agro-industriale, ciò debba essere fatto avendo a tutela la salute dei nostri cittadini e la capacità di sopravvivere delle nostre imprese agricole. Perché è chiaro che, se andiamo in una situazione che prevede, con l'abolizione dei dazi, l'aumento degli interscambi e del commercio, dobbiamo anche calcolare che questo porterà nella nostra tavola un incremento notevole di sostanze che provengono da altri paesi.
Alcune stime prevedono più di un raddoppio dell'importazione di grano dal Canada. Pertanto, abbiamo la necessità che ci siano delle norme che tutelino la salute o che, perlomeno, fintanto che in modo scientifico non venga appurata la nocività di certi elementi, permettano al consumatore di conoscere la provenienza del cibo che consuma, il luogo di lavorazioni del cibo che consuma e il luogo di manipolazione del cibo che consuma.
Ecco perché chiediamo che, prima di procedere all'entrata in vigore di questo trattato, per la parte relativa ai prodotti agricoli, ci sia un'ulteriore interlocuzione tra il Governo e le parti sociali, in particolare le organizzazioni rappresentative del mondo agricolo, e ci sia ancora una spinta in avanti - come è avvenuta con l'etichettatura per il riso e per il grano duro, grande risultato tra l'altro per le nostre produzioni, anche piemontesi, specie per quanto riguarda il riso - per tutelare i nostri prodotti, la qualità dei nostri prodotti e le nostre imprese agricole, anche perché un sistema di differenza di regolamentazione tra un paese e l'altro crea un sistema di costi diversi di produzione.
Questo sistema di costi di produzione diversa rischia di mettere fuori mercato le imprese agricole del nostro territorio.
Pertanto, non siamo lobbisti di nessuno, non siamo acriticamente sostenitori di una parte contro l'altra, vediamo una prospettiva nello sviluppo dei mercati e nell'interscambio mondiale tra sistemi economici, ma chiediamo che le cose vengano fatte con la salvaguardia dei diritti delle persone, della salute delle persone e della possibilità delle nostre imprese agricole di stare sul mercato a condizioni competitive con quelle di altri territori. Per farlo, occorre in qualche modo che si armonizzino anche i sistemi di produzione e le norme di salvaguardia produttiva.
Ecco perché abbiamo presentato questo ordine del giorno.
Non condividiamo le prese di posizioni degli altri due ordini del giorno, che puntano drasticamente al blocco integrale del trattato, di cui riconosciamo gli aspetti positivi, ma chiediamo che la Giunta si attivi affinché il Governo faccia di più rispetto a quanto fatto finora, per andare a salvaguardare i diritti dei cittadini e delle imprese.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo l'intervento del Consigliere Gariglio, il motivo per cui il Partito Democratico ha dovuto fare tutta questa melina prima di arrivare all'approvazione di questi atti d'indirizzo. Tre settimane di melina! A me era già chiaro da subito: ora sarà chiaro anche a tutti quanti.
Ovviamente, nel frattempo doveva anche difendere la democrazia dai pericolosi esponenti del Movimento 5 Stelle, perché l'abbiamo sentito dall'Assessore Saitta che chiunque non sia d'accordo con quello che dice il Governo nazionale è antidemocratico, è un sabotatore, vuole far fallire tutto e vuole creare disordine e disagio.
Io non ho mai sentito un intervento del genere da parte di un Assessore, che dovrebbe avere un profilo istituzionale diverso, soprattutto trattandosi di persona che ha una lunga esperienza politica. Gravissimo.
Comunque, per tornare al Partito Democratico e alla sua melina, ora è chiaro a tutti perché c'è stato questo gioco a rimandare per tre settimane: perché si doveva riuscire a trovare una nuova versione dell'ordine del giorno 1140, che è quello del Partito Democratico.
L'atto di indirizzo che è caricato sul supporto d'Aula, quindi lo dico per chi non accede all'Intranet (lo vediamo solo noi Consiglieri), è una specie di Frankenstein, ma la versione comica di Frankenstein, non quella horror, ovviamente, perché c'è tutto quello che c'era scritto prima, per con delle severe cancellature.
Il titolo, "Sollecitare il Governo e il Parlamento ad impedire l'entrata in vigore nel nostro Paese del Trattato CETA, arrestando il processo di ratifica", è diventato sospensione dell'entrata in vigore nel nostro Paese del trattato CETA. Insomma, non è più impedire, ma sospendere.
Aspettiamo un attimo: stand by.
Poi, sono state cancellate delle parti con le quali noi, invece, siamo fortemente d'accordo.
C'era una fase che diceva che il CETA non giova alla causa del libero commercio e pregiudica in modo significativo la competitività e l'identità del sistema agroalimentare nazionale (l'aveva scritto il PD). Noi siamo d'accordo. È vero. L'hanno cancellato.
Scrivevano: "I vantaggi in termini di crescita degli scambi e dell'occupazione conseguenti all'applicazione dell'accordo risultano infatti dubbi o assai limitati e comunque non tali da giustificare i rischi insiti nell'accordo stesso". Siamo d'accordo, Consigliere Grimaldi. È vero avete ragione, ma l'avete cancellato.
Per arrivare, poi - e tralascio altre autocensure rispetto alla versione originale dell'atto di indirizzo - a dire che semplicemente si chiede sommessamente di sospendere un attimo l'entrata in vigore del CETA in attesa di poter fare una chiacchierata col Ministro, per farsi dire che magari si è già troppo avanti.
Io vorrei fosse chiara la nostra posizione: il Movimento 5 Stelle non è per una posizione "stand by CETA", "aspetta un attimo CETA" o "forse CETA" o "parliamone ancora CETA". Noi siamo per lo "stop CETA", perché è un trattato inutile per la nostra regione, dannoso potenzialmente anche per la salute.
C'erano e ci sono dei riferimenti chiari nel nostro atto di indirizzo sul principio di precauzione che nei paesi extraeuropei non è applicato.
Non ci sono garanzie anche riguardo alla tutela dei lavoratori, riguardo all'utilizzo di sostanze chimiche come il glifosato, che da noi sono ritenute pericolose, ecc. ecc. ecc.
Quindi, noi chiedevamo e chiediamo che il Piemonte si esprima contro il CETA, non che dica: "Aspettiamo un attimo". Che si esprima in senso contrario, perché vogliamo che tutta l'Italia (il paese Italia) si esprima in senso contrario al CETA, perché basta che un solo paese si opponga all'entrata in vigore del Trattato, che il trattato non c'è più.
Quindi, sapevamo da subito, da prima - anche prima che a Gariglio arrivasse la telefonata da Roma - che il Partito Democratico è a favore del CETA, perché è a favore del TTIP. Avevamo sentito anche il Presidente Chiamparino, due anni fa, dire che il TTIP è una cosa bellissima, quindi io stesso mi stupivo di come il Partito Democratico potesse avere un atteggiamento così coraggioso sul CETA, così coraggiosamente contrario al CETA.
Evidentemente, poi - ripeto - o ci sono stati dei conciliaboli per cercare di conciliare quelle quattro o cinque posizioni diverse che ci sono nel Partito Democratico, oppure semplicemente è arrivata la telefonata da Roma e l'atto di indirizzo è cambiato, però ripeto, è simpatica la versione che è rimasta caricata online, perché è un vero "Frankestein" ripeto, la versione comica di Frankestein.
Ribadisco, la nostra posizione di voto relativamente al nostro atto di indirizzo per lo stop al CETA; comunico anche che siamo favorevoli a votare sì anche all'ordine del giorno della Lega Nord e comunico che non parteciperemo al voto dell'atto di indirizzo del PD.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Non pensavo che fosse già il mio turno.
A me dispiace che questa sessione pre-estiva sia così aspra.
Direi che non sia il caso di sorridere...



BONO Davide, (fuori microfono)

Senza offesa.



ALLEMANO Paolo

Le posizioni si stanno ribaltando, nel senso che voi esprimete dubbi e perplessità su un livello dove, secondo noi, le evidenze scientifiche sono tali da far sì che l'azione debba essere decisa. Ovviamente, mi riferisco ai vaccini, perché discutere dell'opportunità o meno è come discutere della bontà o meno di sottoporre i guidatori all'alcolemia o di sanzionarli quando mandano messaggi al telefonino mentre guidano, cinture di sicurezza e quant'altro.
Rispetto le vostre perplessità, dico solo che noi ci siamo attestati su un piano dove le evidenze, anche quelle future e vorrei fare un richiamo all'intervento della Consigliera Gancia (secondo me, il più centrato) quando ha aperto alla dimensione della prevenzione dei tumori il capitolo delle vaccinazioni. Nessuno ci era arrivato, quindi le sono grato, perch ha fatto capire che mentre noi ci accaniamo sul morbillo, "aspettiamo l'epidemia", lei ha posto una frontiera che è molto più avanzata rispetto a quella che si è tenuta mediamente in questo dibattito.
Voi siete perplessi, noi siamo certi che vada adottata una certa condotta sul piano delle vaccinazioni, ma le posizioni si ribaltano sul piano del CETA, dove a mio avviso non c'è una evidenza della bontà aprioristica di questo o di quel trattato, nella misura in cui è talmente magmatica la situazione a livello mondiale, pensiamo al protezionismo di Trump, pensiamo all'Egitto che sta svalutando paurosamente la moneta pensiamo alle sanzioni alla Russia. Ho personalmente passato qualche serata a parlare con i responsabili delle OP agricole; insomma, loro le pesche piccole non le venderanno, ma neanche regalandole, insomma c'è un contesto dove questi signori si chiedono a chi vendiamo e come. Le situazioni cambiano in modo repentino e non è un caso che ci siano dei fondi europei che vanno proprio a investire per prevenire e per trattare queste situazioni di crisi sul mercato internazionale.
Dunque, se noi diciamo che il CETA non ci convince, ma intanto, visto che comunque il protezionismo non ha mai portato bene e di questo sono inizio e principio - d'accordo con il Consigliere Pichetto, che legittimamente ha delle riserve sull'utilità di alzare dei muri, penso sia meglio competere sulla qualità, però è un'opinione. Ma siamo sul piano delle opinioni! Non si può dire che il mercato irreggimentato, bisogna alzare dei muri o dire l'opposto. Siamo su un piano opzionale: nessuna ricerca scientifica ha dimostrato con evidenza che un trattamento rigido serve e soprattutto serve a chi deve vivere degli scambi commerciali, non tanto a noi piuttosto che invece una situazione dove si compete solo sulla qualità.
Allora, noi diciamo e non in ossequio al partito romano, ma in ossequio al fatto che siamo sul terreno assolutamente opinabile, situazione opposta a quella di prima, dove secondo me di opinabile non c'è nulla! Qui, invece siamo sull'opinabile. Noi diciamo, se CETA ha da essere - può darsi che sia il contesto più utile per le nostre associazioni di produttori sicuramente, lo è per alcuni settori come la meccanica, i settori avanzati sicuramente non oggi per quello agricolo - valutiamo le opportunità che porta un tipo di trattato commerciale di questo tipo. Quindi, nuovi mercati vuol dire essere più capaci a occuparli con qualità, con certificazione di filiera, con una serie di accorgimenti che rendono i nostri prodotti in grado di competere con qualsiasi tipo di contraffazione.
Dunque, noi non siamo né schiavi, né stupidi: sappiamo leggere.
Sappiamo anche capire dove bisogna essere decisi e fermi, dove c'è una situazione tale per cui è meglio essere prudenti e comunque attestarci nella situazione che potrebbe essere determinata da ragione di politica nazionale o europea, perché noi crediamo nell'Europa, nonostante tutto e non crediamo certamente negli Stati sovrani. In questo contesto pensiamo che sia da fare, hic et nunc, un'operazione di certificazione dei nostri prodotti.
Vorrei capire, ma magari lo spiegherà l'Assessore, che sicuramente è espero, come mai, ad esempio, solo 41 indicazioni di provenienza geografica sono riconosciute a livello europeo, mentre tutti noi, dal paesino alla grande città, pensiamo che sia tutto marcato, tutto certificato. Facciamo magari uno sforzo per portare a livello di competizione mondiale quello che merita, lasciando indietro, o facendo operazioni di addensamento per tutto ciò che oggi ha un marchio, ma ce l'ha soltanto nella nostra testa, perch se penso alla Toma di Rifreddo, che mi piace molto, ma molto probabilmente i canadesi non la conoscono.
Se facciamo uno sforzo per portare i prodotti caseari a un livello alto, probabilmente questo fa meno paura che non il protezionismo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
La parola alla Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ovviamente la Lega Nord non partecipa al voto.
Crediamo che comunque l'Europa, così come costituita, non stia rispondendo alla volontà dei Padri fondatori e sostanzialmente alla gente quindi era opportuno valutare meglio sicuramente la validazione di questo trattato.
Pertanto, non parteciperemo al voto, dando presenza. Ci sarà un nostro ordine del giorno in cui spiegheremo meglio le nostre perplessità.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Il tuo ordine del giorno c'è già.



(Commenti della Consigliera Gancia)



PRESIDENTE

Consigliera Gancia, vuole aggiungere ancora qualcosa?



GANCIA Gianna

Credevo non ci fosse ancora la presentazione del nostro ordine del giorno.
Prima ribadivo che non ci sono le stesse regole né all'interno dell'Europa stessa e nemmeno all'interno di altri Stati, come in Canada.
Vorrei far presente - io in Canada ho vissuto - che se in Canada vigessero le stesse regole che ci sono in Italia, il 90 per cento dei locali pubblici e dei ristoranti chiuderebbe. Tutte le sostanze che possono essere utilizzate, a partire dai coloranti e tutto quello che è stato elencato dai miei colleghi, è completamente legale a differenza di quanto avviene in Italia.
Il Piemonte, da una prima stima, potrebbe guadagnare dal fatto che comunque l'importo... Siamo in Piemonte e parliamo del Piemonte, il fatto di mettere dei dazi, per quel che riguarda il vino è un aspetto che potremmo definire positivo, ma sicuramente ripercussioni fortissime si avranno sulle esportazioni canadesi della carne e ci sono delle stime e degli studi fatti in modo molto preciso: l'esportazione della carne potrebbe costituire un grave problema all'economia perché non si è alla pari con le regole.
Noi siamo contro i dazi, assolutamente, però le regole sono completamente diverse; io ho un'estrazione liberale, però non si può in nessun modo avallare un tale accordo con delle regole così diverse tra i vari Paesi.
Sarebbe molto interesse fare uno studio, anzi lo studio c'è già, a proposito di Europa, perché è l'Europa che ha fatto questo trattato e l'Italia l'ha avallato. L'hanno detto i colleghi prima: era sufficiente un nostro no.
Ma riprendo il discorso: sarebbe molto importante vedere come sono state estromesse dall'Europa - questa, così come è costituita - le nostre piccole aziende che producono i sanitari. Se voi guardate tutti i sanitari di nuova costruzione, sono tutti a marca Geberit e c'è uno studio che dimostra come, a colpi di regolamenti europei, siano stati mandati fuori standard, proprio dall'Europa, le nostre aziende, i distretti che producevano sanitari, soprattutto per quanto riguarda le toilette e i bagni.
Pertanto, la storia di Geberit, che fa scuola (sarebbe veramente interessante studiarla), in questo momento ci fa non essere attendisti, ma pronunciare un fermo no, nonostante il convinto spirito liberale che ci contraddistingue, soprattutto in questo momento storico di grande confusione e dove non si vede neanche un assestamento vicino.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1140, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 23 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1137, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 22 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1141, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 10 Consiglieri hanno votato NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Convoco i Presidenti dei Gruppi consiliari in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.59)



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