Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.243 del 27/07/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Boeti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Baricco, Cerutti Chiamparino, Ferraris, Gancia, Pentenero, Valetti.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Presentazione proposte di legge


PRESIDENTE

L'elenco delle proposte di legge presentate sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso. Tali proposte sono state discusse durante la 19.ma edizione di "Ragazzi in Aula" e fatti propri dall'Ufficio di Presidenza


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Comunicazioni Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico inoltre che nel corso della seduta antimeridiana il Vicepresidente Reschigna svolgerà la comunicazione in merito al "Finanziamento del Sistema Neve del Piemonte" richiesta nel corso della scorsa seduta consiliare.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 258, inerente a "Sostituzione del Consigliere Maurizio Raffaello Marrone a seguito della sentenza n. 18227/2017 della Prima Sezione civile della Suprema Corte di Cassazione"


PRESIDENTE

Come concordato in Conferenza dei Capigruppo del 25 luglio, propongo di integrare l'o.d.g. della seduta odierna con la trattazione della proposta di deliberazione n. 258, relativa a "Sostituzione del Consigliere Maurizio Raffaello Marrone a seguito della sentenza n. 18227/2017 della Prima Sezione civile della Suprema Corte di Cassazione", predisposta dalla Giunta per le Elezioni in data odierna e di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Mighetti in qualità di Presidente della Giunta per le elezioni.



MIGHETTI Paolo, Presidente Giunta per le elezioni

Grazie, Presidente.
Sono a relazionare in merito ai lavori della Giunta per le elezioni.
La Giunta per le elezioni si è riunita in data 27 luglio 2017 per gli adempimenti conseguenti alla sentenza n. 18227 della Corte di Cassazione notificata in data 24 luglio 2017, con la quale è stato rigettato il ricorso nei confronti della sentenza della Corte di Appello di Torino n.
1870 del 2016.
La citata sentenza della Corte di Appello di Torino aveva confermato l'ordinanza del Tribunale di Torino del 22 settembre 2014, di accertamento dell'ineleggibilità del Consigliere Maurizio Raffaello Marrone, correggendo il risultato delle elezioni del Consiglio regionale del Piemonte del 25 maggio 2014 e sostituendo al Consigliere Marrone il successivo candidato avente diritto.
L'articolo 36, secondo Comma dello Statuto prevede che la Giunta per le elezioni riferisca al Consiglio regionale sulle operazioni elettorali e sui titoli di ammissione.
Ai sensi dell'articolo 16, comma primo della legge n. 108/68, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che, nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Sulla scorta del verbale dell'Ufficio Circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, la Giunta per le elezioni ha verificato che il Consigliere Maurizio Raffaello Marrone era stato eletto nella quota proporzionale e nella lista Crosetto-Fratelli d'Italia nella Circoscrizione elettorale di Torino. Ha altresì verificato che in tale lista, all'ultimo eletto, segue immediatamente il signor Roberto Ravello.
Pertanto la Giunta per le elezioni ha formulato, all'unanimità, la proposta di deliberazione al Consiglio regionale di sostituzione del Consigliere Maurizio Raffello Marrone con il signor Roberto Ravello.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Sarò velocissimo e non entrerò nel merito della questione, perch questa mattina abbiamo preso atto di una sentenza di Corte di Cassazione non potevamo fare altrimenti - e ora andiamo a ratificare con il subentro del primo escluso, come l'ordinamento prevede.
Intervengo perché credo che, comunque, per un osservatore esterno questa pagina che abbiamo rappresentato non è una pagina ineccepibile. Nel senso che, a differenza del Parlamento, è noto che in questo consesso la Giunta per le elezioni non può dire la parola definitiva e deve esaminare le cause eventuali di ineleggibilità, incompatibilità e formulare delle proposte all'Aula, ben sapendo che è possibile esperire all'esterno un'azione popolare e la parola finale, in termini di efficacia, ce l'ha la Magistratura, e non quest'Aula. Ripeto, a differenza di quanto è in Parlamento.
Noi, sostanzialmente, nelle more degli approfondimenti di tre anni abbiamo letto l'ordinanza che sopravvenne e dichiarò l'ineleggibilità e a quel punto, nella sostanza, decidemmo di non decidere, cioè di sospendere la nostra attività fin tanto che non fosse passato in giudicato il provvedimento della Magistratura, cosa che è avvenuta in questi giorni.
Formulo una proposta all'Aula. Se questo che, comunque, costituisce un precedente, e se il fatto che l'azione popolare sia esperibile non è un precedente nostro, ma è un fatto dell'ordinamento, propongo che si valuti una modifica alle regole del gioco. Che magari si affermi che laddove prima del giudizio delle valutazioni della Giunta per le Elezioni dell'Aula, venga esperito un'azione popolare, ci si sospenda e lo si dichiari esplicitamente.
A questo punto, il procedimento diventa molto più lineare, ben sapendo che la parola che conta alla fine non è la nostra, ma quella della Magistratura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Premessa la relazione del Presidente Giunta per le Elezioni, pongo in votazione in forma palesa la proposta di deliberazione n. 258 2017 del 27 luglio 2017, della Giunta per le Elezioni, di sostituzione del Consigliere Maurizio Raffaello Marrone con il signor Roberto Ravello.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 258, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
In esito alla votazione effettuata, proclamo eletto Consigliere il signor Roberto Ravello e lo invito a prendere posto in aula, qualora dovesse trovarsi nei pressi.
Prego, collega Ravello.



(Il neo eletto Consigliere Ravello prende posto in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.19 riprende alle ore 10.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per quanto riguarda la convalida del Consigliere Ravello, l'articolo 17 della legge n. 108 del 1978 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida delle elezioni dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno".
A tal fine, l'articolo 18 del Regolamento interno chiarisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta per le elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Proseguimento esame disegno di legge n. 193, inerente a "Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" - Atti d' indirizzo collegati


PRESIDENTE

La seduta prosegue con l'esame del disegno di legge n. 193, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 25 luglio scorso, è terminato l'esame dell'articolato e degli emendamenti a esso proposti. Oggi abbiamo la trattazione degli atti di indirizzo collegati: si tratta di quattro ordini del giorno.
. Ordine del giorno n. 1150 "Individuare le modalità più idonee ed efficaci a consentire che i Comuni sedi di IPAB trasformate in persone giuridiche di diritto privato siano pienamente coinvolti nell'ambito della programmazione e indirizzo delle attività di tali nuovi soggetti" presentato da Ravetti, Appiano, Allemano, Baricco, Caputo Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Rossi.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente su questo punto all'o.d.g.
È una puntualizzazione, un impegno per la Giunta, cui abbiamo demandato l'onere di attivare le procedure per la trasformazione delle IPAB.
Questo ordine del giorno, in particolare, interessa e impegna la Giunta nella trasformazione delle IPAB in persone giuridiche di diritto privato.
Ciò è già definito bene in legge anche per quanto riguarda le ASL, ma in questo caso e per questo ordine del giorno, relativamente alle associazioni e alle fondazioni, è evidente per tutti noi, anche a seguito del confronto avvenuto con ANCI e i Comuni del territorio piemontese, l'importanza di coinvolgere le Amministrazioni comunali sedi di IPAB, ma anche quelle del distretto della coesione sociale in cui ha sede l'IPAB da trasformare coinvolgere non soltanto nel processo di trasformazione, ma anche nell'ambito della programmazione e negli indirizzi negli anni a seguire.
Questo per noi è fondamentale e su questo chiediamo all'Aula di esprimersi.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1151 "Attivare un immediato tavolo di confronto tra Assessorato competente e parti sindacali al fine di tutelare i dipendenti coinvolti nella trasformazione delle IPAB in persone giuridiche di diritto privato" presentato da Ravetti, Appiano Allemano, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo Rossi.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda questo ordine del giorno, così come specificato nell'oggetto, riteniamo altrettanto fondamentale il coinvolgimento dei sindacati maggiormente rappresentativi per consentire ai lavoratori delle IPAB (tutte le IPAB) di essere tutelati (anche i lavoratori dipendenti delle IPAB che verranno trasformate in ASP in un articolo del disegno di legge hanno un comma che richiama le tutele).
Martedì scorso abbiamo votato un emendamento, anzi due, sull'articolo 29, dove abbiamo aggiunto delle specifiche per rafforzare la tutela dei diritti dei lavoratori nelle trasformazioni che riguardano le IPAB inferiori al milione e mezzo di produzione media nei tre anni (anche eventualmente per la fascia tra i due milioni e il milione e mezzo) abbiamo inserito due emendamenti che, in qualche modo, vanno a tutelare i diritti di quei lavoratori e con questo ordine del giorno rafforziamo quel concetto.
Le dico, Presidente, che questo ordine del giorno in larga misura, non soltanto nella cornice, è simile a quello presentato dal Capogruppo Ottria dopo la presentazione del collega Ottria, siamo anche disponibili a ritirare questo, trovando le giuste convergenze.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1152 "Monitoraggio regionale nella fase di trasformazione delle IPAB e garanzia di tutela dei lavoratori delle stesse" presentato da Ottria, Accossato, Appiano, Grimaldi.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie Presidente.
Soltanto due osservazioni.
Com'è già stato detto nella presentazione dell'ordine del giorno del Gruppo PD, anche questo ordine del giorno riguarda la tutela dei lavoratori delle IPAB nelle fasi future, tema che è stato oggetto di grande confronto in questi mesi in lunghe sedute di IV Commissione sull'argomento.
In particolare, si richiede in modo formale, come impegno del Consiglio regionale e come indirizzo a tutta la Giunta: di mantenere attivo il tavolo regionale con le organizzazioni sindacali; di garantire la possibilità di scelta ai lavoratori nel caso in cui valutino più utile al loro percorso lavorativo quello di rimanere dipendenti pubblici; un monitoraggio delle persone prossime alla pensione; una gestione attenta e coordinata del personale affinché non vi sia nessun soggetto che possa trarne delle conseguenze negative.
Colgo con soddisfazione la disponibilità del Gruppo PD di convergere su questa mozione e nel corso della discussione potremo ragionare insieme.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1155 "Pubblicazione sul sito dell'Assessorato degli atti riguardanti il patrimonio e i bilanci delle IPAB trasformate in Fondazioni o Associazioni" presentato da Bono Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Molto semplicemente, in relazione anche a quanto discusso nell'ultima seduta di Consiglio martedì scorso, vista la pesante trasformazione delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (sostanzialmente quasi nell'85 per cento dei casi) in fondazioni e associazioni, ci preoccupa il dato della trasparenza, nel senso che ci dovrà essere comunque un controllo e una vigilanza da parte del Settore competente della Regione.
Rispetto agli obblighi di pubblicazione e trasparenza degli atti che si possono estendere ovviamente a un'azienda pubblica di servizi alle persone temiamo che le fondazioni e le associazioni abbiano meno obblighi e meno vincoli, quindi chiediamo che l'Assessorato si faccia parte diligente nella sua Struttura competente per predisporre un'area della propria pagina web dedicata alle IPAB trasformate in fondazioni e associazioni in cui reperire i documenti di vigilanza e di controllo, gli atti di modifica, di dismissione e di alienazione del patrimonio, che sono oggetto di vigilanza da parte della Regione, la quale ha un tempo per fare la proprie valutazioni di congruità con le finalità statutarie e istitutive delle ex IPAB ed eventualmente segnalarle all'autorità competente per le indagini del caso.
Tuttavia, crediamo che sia importante poter avere trasparenza su questi atti e anche sugli atti di vigilanza da parte della Regione, nonché sulla pubblicazione dei bilanci delle IPAB trasformate in fondazioni e associazioni, in modo che, essendo comunque beni comuni, beni collettivi accumulati in oltre cent'anni di storia, con lasciti testamentari e quant'altro, possono ancora essere considerati tali e quindi ci possa essere una sorta di controllo e vigilanza allargati, estesi e collettivi da parte dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Suggerirei di aprire la discussione generale, per chi vuole intervenire su tutti gli atti di indirizzo, che voteremo alla fine. Decidete voi.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo per comunicare, Presidente, che ritiriamo l'ordine del giorno n.
1151, poiché nella sostanza coincide con quello presentato dai colleghi Ottria, Accossato e Appiano, che, quindi, voteremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Siamo stati, come Gruppo, attenti e silenziosi nell'ambito dell'Aula perché credo che ciò che avevamo da dire l'abbiamo detto in modo compiuto in questi mesi nella Commissione di competenza.
Rispetto agli ordini del giorno presentati dai colleghi, compreso quello che il collega Ravetti ha appena ritirato, ma soltanto perch coincidente con quello di altri colleghi, tengo a sottolineare come una serie di affermazioni emerse durante il mio intervento in qualità di relatore di minoranza, sul fatto che tra i vari punti, secondo noi assolutamente critici, che ci ponevano in questa condizione di sospensione del giudizio sul disegno di legge in oggetto, vi fosse il tema della mancanza di rapporto con le rappresentanze sindacali, così come da loro manifestato, con lettera ufficiale presentata a tutti noi Consiglieri quando si è aperta la discussione su questo disegno di legge.
A più riprese, sia la maggioranza che l'Assessore hanno ribadito come invece ritenevano che ci fosse stata una larga condivisione con la rappresentanza dei lavoratori ed è questa la ragione che mi porta a chiedere il motivo per cui bisogna presentare un ordine del giorno, se in realtà le rassicurazioni in Aula erano già state fatte all'avvio delle discussioni.
Dico questo perché ribadisco ancora quella che è la nostra posizione: sia gli ordini del giorno che il testo sono frutto di un lavoro che riteniamo non sia già stato fatto così come doveva essere fatto. Anche rispetto agli ordini del giorno, pur condividendoli, perché già in fase di discussione generale abbiamo ritenuto che ci fossero questi problemi, non parteciperemo al voto, perché riteniamo che dovremmo cominciare da capo perché il disegno di legge in questo caso è inemendabile.
Inoltre, sugli ordini del giorno presentati su alcune posizioni che sono state ribadite sia dalla maggioranza e dalla Giunta, che erano assolutamente superate, mi pare alquanto irrituale presentare un ordine del giorno che chiede invece questo impegno alla Giunta e all'Assessore. Delle due l'una: o le rappresentanze sindacali non sono state coinvolte, non è stato fatto il tavolo prima quando si discuteva il disegno di legge, oppure facciamo gli ordini del giorno senza ascoltare quanto è stato detto dall'Assessore.
Avrei piacere di sapere successivamente, quindi, ciò che è accaduto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non vuole essere un botta e risposta, ma l'Aula è fatta per interloquire, quindi ritengo utile fornire alcune precisazioni.
Intanto, siamo arrivati alla conclusione di un lungo iter, prima in Commissione, anzi direi soprattutto in Commissione, e poi in Aula nel corso di alcune sedute.
Ritengo e riteniamo che questo lungo percorso sia stato molto proficuo in quanto non abbiamo recitato delle parti, abbiamo radicalmente approfondito e anche modificato alcuni aspetti importanti del disegno di legge. Queste modifiche sono avvenute sia per un approfondimento fatto da tutti noi, autonomamente e come Gruppi, sia per le interlocuzioni che ci sono state nel frattempo con le altre parti.
Ora, perché un ordine del giorno, anzi più ordini del giorno, che in questa fase sollecitano l'importanza di aprire dei tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali, in particolare? Perché questa legge, intanto va attuata. Il percorso di trasformazione inizia all'indomani dell'approvazione della legge e un punto importante sta proprio nella tutela della posizione dei lavoratori, su cui siamo intervenuti in via emendativa, prevedendo dei termini congrui entro i quali il personale attuale mantiene prerogative, status, possibilità di mobilità, oltre i quali bisognerà dare un assetto definitivo che tuteli concretamente e sostanzialmente i lavoratori e il servizio nel suo complesso.
Quindi, personalmente, non trovo una contraddizione nel lungo iter e negli ordini del giorno, e peraltro torno a sottolineare che noi stiamo dando concretezza e attuazione a una legge nazionale che risale a 16 anni fa (17 anni fa il decreto legislativo, 16 anni fa la legge). Da allora sono passate più legislature. Se fosse stato così semplice trattare la materia avremmo adempiuto nei termini corretti rispetto alle prescrizioni di legge nazionale; la materia è tutt'altro che semplice ed è molto delicata, ma ritengo che sia stato un lavoro davvero importante quello di assumersi delle responsabilità e dare finalmente un quadro in prospettiva stabile a un settore importante del welfare della nostra comunità piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa discussione generale sugli ordini del giorno copre un ruolo che è difficile per quanto mi riguarda, nel senso di considerare le significative, importanti e ragionevoli tesi e propose portate da entrambi i colleghi che mi hanno preceduto.
Ha ragione la collega Porchietto, ma l'abbiamo segnalato anche noi: stranamente, dico stranamente, in questo disegno di legge c'è stato un'evidente mancanza da parte della Giunta (che non ascrivo ovviamente alla maggioranza, almeno per quanto ne sappiamo) di una carenza del confronto con le parti sociali.
I maggiori sindacati sono arrivati a parlare anche a noi. Visto che come sapete, non c'è un grande feeling dei sindacati italiani più rappresentativi con il Movimento 5 Stelle, è un segno abbastanza evidente che qualcosa non ha funzionato nel rapporto sia con la maggioranza che con la Giunta.
A differenza del Gruppo di Forza Italia, voteremo a favore degli ordini del giorno, perché ci sembrano di buonsenso; di solito, si dice che un ordine del giorno non si nega quasi a nessuno. Speriamo che possa avere qualche utilità e che la Giunta tenga conto di un ordine del giorno proposto dalla maggioranza, quindi forse è un po' più forte rispetto a un ordine del giorno proposto dalle opposizioni, e votato dal Consiglio.
Inoltre, speriamo che la Giunta si faccia parte diligente per evitare l'ennesimo disastro lavorativo della nostra regione.
Come sappiamo, la nostra è una regione in crisi economica, una delle regioni o, meglio, la regione peggiore del Nord Italia, come performance occupazionale, posti di lavoro, creazione d'aziende e quant'altro.
Pertanto, sarebbe auspicabile evitare un ulteriore disastro occupazionale creato dal Consiglio regionale stesso, perché la legge è votata dal Consiglio regionale e non dall'Assessore, che la propone, in Consiglio regionale, ed è stata oggetto di emendamenti in Commissione e in Aula.
Ritengo non sia il caso di provocare ulteriori disoccupati nella nostra regione.
La questione lavorativa ci premeva moltissimo ed era collegata al tema della trasformazione maggioritaria in fondazioni e associazioni. I contratti saranno di tipo privatistico, che soggiacciono cioè alle regole del privato, quindi sarà più facile licenziare, qualora ci dovesse essere una riduzione degli anziani ricoverati nelle strutture IPAB destinate a tale assistenza, e quindi con minori tutele.
Pertanto, il tema della mobilità è il tema fondamentale, nel senso che se oggi sono dipendenti con un contratto pubblico, devono avere il tempo necessario per fare le loro valutazioni in merito al loro destino lavorativo e avere, dunque, la possibilità di accedere in maniera prioritaria alla mobilità rispetto a enti pubblici: se sono personale sanitario, immagino le ASL; se sono personale amministrativo, immagino i Comuni. Fermo restando che ci sono dei tetti di assunzione del personale anche se nella sanità sembrerebbe essersi finalmente sbloccato il turnover ma rimane sempre il tetto della spesa storica al 2004, quindi non ci sono grandi spazi di manovra.
Pertanto, nella legge noi diamo mandato alle organizzazioni sindacali di valutare il tempo congruo per garantire ai lavoratori di usufruire di un loro diritto, perché tuttora sono dipendenti pubblici, quindi hanno il diritto, ai sensi del contratto collettivo nazionale, nelle norme sul contratto pubblico, a esperire procedure di mobilità, avere almeno 12 mesi ovviamente lasciando molto aperta questa indicazione, nel senso che minimo è 12 mesi (noi auspichiamo che sia di più) per sistemare le persone affinché possano andare incontro a un destino lavorativo che possa garantire loro di arrivare alla pensione che è un traguardo, un miraggio che si sposta sempre più in là negli anni, seguendo i diktat della troika o dell'Unione Europea, sui costi pensionistici.
Potevamo fare di meglio? Probabilmente sì. Nelle sedute di Commissione la Commissione si è concentrata di più sul dato dimensionale delle aziende delle IPAB e delle istituzioni, e ha tralasciato un po' il dato del personale. Quindi, sicuramente, è una nostra responsabilità, soprattutto della Giunta, perché è ovvio che chi ha steso il testo è stata la Giunta e chi l'ha portato avanti è la Giunta, insieme alla maggioranza che l'ha votato e l'ha licenziato per l'Aula.
Con il voto dell'ordine del giorno termina l'azione sostanziale del Consiglio e soprattutto dei Gruppi di opposizione, quindi la Giunta mette in atto realmente tutte le strategie per tutelare i lavoratori, perché gli ordini del giorno si votano, tendenzialmente si votano anche abbastanza a cuor leggero, ma poi sappiamo che molti non vengono applicati.
Anche su questo, chiederemo conto all'Assessore Ferrari in Commissione rispetto allo svolgimento delle trattative con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Se nella lunga discussione che vi è stata anche in Aula qualche persona collegata al sito internet del Consiglio avesse seguito la discussione che ha avuto luogo quando abbiamo discusso il rapporto di tutele dei lavoratori, quando abbiamo discusso di relazioni con le Amministrazioni comunali, e poi ascoltasse e leggesse gli ordini del giorno di oggi, non capirebbe qual è il senso degli ordini del giorno stessi, perché nella discussione, quando abbiamo affrontato per esempio l'articolo relativo al personale, o quello relativo alla cessazione delle IPAB e al trasferimento ai Comuni o anche al coinvolgimento delle Amministrazioni comunali rispetto ad alcuni emendamenti presentati, molti dei quali non da parte del mio Gruppo, l'Assessore e la stessa maggioranza hanno dato tutta una serie di rassicurazioni che stavano all'interno della legge.
È singolare che una legge dia rassicurazioni, ma che poi servano atti di indirizzo per garantire le rassicurazioni stesse. E badate, le rassicurazioni che i colleghi di maggioranza scrivono non sono banali.
Sarebbe sufficiente ripeterli: rassicurazioni nelle relazioni con le Amministrazioni comunali, rassicurazioni rispetto al percorso lavorativo dei dipendenti che oggi operano all'interno delle IPAB, proprio in virtù si scrive sull'ordine del giorno - della trasformazione delle IPAB in persone giuridiche di diritto privato.
Allora, gli ordini del giorno sono l'esatta dimostrazione che questa è una legge che - come abbiamo avuto modo di dire nella discussione generale sottrae diritti. Sottrae diritti ai lavoratori e sottrae diritti collettivi ai cittadini piemontesi, perché altrimenti non avremmo gli ordini del giorno.
E allora, da questo punto di vista - perché è un errore votare questa norma - l'attività di verifica di attuazione della norma sarà la vera chiave di volta rispetto a quelle che sono le intenzioni che la Giunta e la maggioranza hanno con l'approvazione di questa legge.
Vede, collega Appiano, lei ha ragione nel dire che erano tanti anni che la legge mancava, ma rispetto a una cattiva legge è meglio non farla.



PRESIDENTE

Invito il Consiglieri ad avere rispetto per il collega che sta intervenendo e il rispetto lo si ha soltanto se si abbassa il volume della voce.
Continui pure, Consigliere.



VIGNALE Gian Luca

Ritengo che noi ci troviamo di fronte a una situazione simile, perch ci troviamo di fronte a una legge che sottrarrà patrimonio pubblico ai cittadini piemontesi e questo patrimonio sottratto non verrà ceduto alle Amministrazioni comunali. Una parte di questo patrimonio sottratto direttamente o indirettamente, perché vi sarà una gestione di carattere privatistico e non più pubblicistico, sarà a beneficio di qualche soggetto.
Beninteso, il soggetto privato ha assolutamente titolo a ottenere dei bisogni: occorre, quando si fa una norma, tenere bene in equilibrio il conto di ciò che è il beneficio pubblico con quello che è il beneficio del privato e certamente anche rispetto al tema dei lavoratori.
Per questo, gli ordini del giorno mi sembrano delle scuse non richieste. Sono una sorta di "taccone" che si cerca di mettere su una legge malfatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ho seguito la Commissione e poi la discussione in Aula. Devo dire che effettivamente è stata una discussione un po' "strabica", nel senso che ci siamo concentrati sui paletti per trasformare questi benedetti istituti di beneficenza in azioni o fondazioni o aziende pubbliche.
Noi abbiamo fatto una gran battaglia, sia in Commissione sia in Aula per cercare di strappare il più possibile gli enti di beneficenza - che sono una donazione al sistema pubblico - a una gestione di tipo privatistico. Qualcosina abbiamo ottenuto, qualcosa l'Assessore Ferrari ci ha concesso, però fin dall'inizio il tema forte era quello dei lavoratori.
Lo dico sinceramente: io non posso accettare che, se vi è un risanamento aziendale, questo risanamento vada a gravare completamente sui lavoratori e su una precarizzazione degli stessi.
Da un lato, ho anche il timore che andiamo a cercare di proteggere quella che è una riserva indiana, perché se avessimo i numeri precisi potremmo dirlo, ma da quello che ci hanno fatto capire le organizzazioni sindacali, già oggi, all'interno delle IPAB, i lavoratori con contratto pubblico sono una riserva indiana rispetto a quelli che, invece, sono precarizzati all'interno di un sistema di cooperative di servizi.
Ritengo che questo discorso della precarizzazione del lavoro, che ci è imposta da una globalizzazione sempre più selvaggia, ma ci è imposta magari anche da gestioni poco avvedute del patrimonio pubblico, debba essere affrontato da questo Consiglio regionale, perché io non posso accettare di approvare una legge che, come conseguenza, ha un aumento della precarizzazione. Se noi, di fatto, espelliamo i lavoratori pubblici dal sistema delle IPAB, è ovvio che questi lavoratori verranno sostituiti da lavoratori provenienti da sistema delle cooperative, con contratti che non hanno nulla a che fare con il contratto nazionale della categoria.
Quello che chiedo all'Assessore è che su questo tema venga creato un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, in modo tale da monitorare e cercare delle situazioni che innalzino i livelli di sicurezza sociale per questi lavoratori di un sistema che era nato come pubblico.
Come si dice, di ordini del giorno se ne fanno tanti, ma quello che voglio dire nel mio intervento è che la preoccupazione è forte. Fin dall'inizio dalla sua prima presentazione, che ho già citato, erano presenti i lavoratori IPAB con tutte le loro preoccupazioni, ma quei lavoratori erano quelli che hanno più "tutele". Il sistema IPAB già oggi, in buona parte dalla fotografia che c'è stata fatta, è un sistema con lavoratori molto precarizzato e provenienti da cooperative.
Spererei che una legge non porti a un'espulsione di quella categoria di lavoratori, con contratti pubblico, nel sistema pubblico, quindi che si mantengano una serie di garanzia per non essere sostituiti da lavoratori che, effettivamente, questa garanzie non ce l'hanno. Questa è la mia preoccupazione. Se con questa legge, di fatto, alla fine, arriviamo a questo risultato, sinceramente non lo vedo come un gran risultato.
Facciamoci un esame di coscienza, se questo è il risultato. Come tutelare, dal punto di vista del lavoro, migliaia di lavoratori che saranno presenti nel sistema della beneficenza pubblica?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Intanto mi scuso per il ritardo di prima, ma la Consigliera Accossato ha rappresentato il mio ordine del giorno in maniera egregia.
Ovviamente non sono molto d'accordo con gli ultimi interventi e con quello del Consigliere Vignale. Come sapete, avevo espresso negli interventi precedenti delle forti preoccupazioni in merito al tema del personale, tant'è che anche sull'articolo 4, che è quello che individuava i metodi di trasformazioni delle IPAB, avevo annunciato la nostra non partecipazione al voto, proprio perché, secondo me, il metodo con cui si individuava le IPAB da trasformare in enti privati è poco efficace. Avremmo preferito un metodo più selettivo, che poteva anche prevedere un numero maggiore di IPAB che rimanevano nel settore pubblico.
Tuttavia, credo che siano stati fatti dei sensibili miglioramenti in questo senso, non solo attraverso gli ordini del giorno che devono essere efficaci, altrimenti mi chiedo per cosa vengono approvati. È vero che un ordine del giorno non si nega a nessuno, ma ci sono ordini del giorno e ordini del giorno. Credo che sia anche nostro compito vigilare che gli ordini del giorno vengano attuati.
Credo molto anche nell'azione di questi documenti. C'è stato anche l'emendamento presentato dal relatore del PD - lo ringrazio per aver aderito all'ordine del giorno che abbiamo presentato noi - che introduce una fase di transizione perché, come ha detto il Consigliere Appiano l'applicazione di questa legge avverrà in una fase relativamente lunga. Non è che da domani c'è una trasformazione di fatto e cambia tutto il sistema.
Ci sarà una lunga fase di monitoraggio, in cui la Giunta avrà un grosso lavoro da fare per sorvegliare e per attuare tutte le azioni. In questo senso ci sta il monitoraggio e il confronto con le organizzazioni sindacali.
Rivolgendomi al Consigliere Andrissi, il mio ordine del giorno prevede che venga mantenuto un tavolo di monitoraggio e di confronto per poter individuare i percorsi migliori di tutela del personale. Concordo anch'io sul fatto che spesso è un personale precarizzato e che, tra l'altro, svolge mansioni molto delicate, perché si parla di cura alle persone, ma spesso i lavoratori lavorano in condizioni un po' stressanti sia dal punto di vista degli orari sia dal punto di vista dell'impegno, visto il tipo di lavoro specifico che fanno e i contratti cui sono sottoposti.
Credo fortemente che questi correttivi siano migliorativi. Tra l'altro devo dire che è vero che, per certi versi, questo tema è stato non dico sottovalutato, ma probabilmente in Commissione ci siamo concentrati molto su altri temi. Devo dire che anche gli stessi sindacati hanno sollecitato alcuni interventi migliorativi anche nell'ultima fase, mentre nei mesi precedenti, a dire la verità, non sono stati così propositivi.
Concludo dicendo che ho avuto delle perplessità. Credo che si potesse fare ancora meglio sull'aspetto della trasformazione, che ha anche ripercussioni rispetto al personale. Credo che con questi ordini del giorno e con l'emendamento presentato sia stato fatto un buon lavoro. Per questo il nostro voto sarà favorevole non solo a questi ordini del giorno, ma all'intero testo.
Credo di poter ringraziare tutti quanti hanno contribuito alla stesura del testo, anche il contributo che è venuto dalle opposizioni. In alcuni casi è stato utile per la definizione di un testo che, tutto sommato migliora una legge che era molto datata e che sicuramente c'era bisogno di rinfrescare, di rendere più attuale alle nuove esigenze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Intervengo con l'esigenza e l'obiettivo di esprimere una posizione, da parte della Giunta, su tutti gli ordini del giorno presentati. Ritengo che tutti gli ordini del giorno presentati siano coerenti con quello che ci attende dopo l'approvazione della legge, quindi posso dire che, a nome della Giunta, c'è una posizione di adesione favorevole a tutti gli ordini del giorno presentati.
Nello specifico, quanto presentato dal Gruppo del Movimento 5 Stelle sul tema della trasparenza, soprattutto in ordine agli atti che riguardano le IPAB che si trasformano in soggetti di diritto privato, era già oggetto di un emendamento presentato dal Gruppo del Movimento 5 Stelle, cui non avevo dato parere favorevole, semplicemente per una ragione: avevo la necessità di fare una verifica di natura tecnico-operativa per fare in modo che possa essere effettivamente applicato.
Assumo seriamente l'impegno in ordine a questo indirizzo che viene dato alla Giunta, affinché si possa da subito fare tutto quello che è necessario affinché questo tipo di indirizzo venga effettivamente realizzato.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dal Gruppo del Partito Democratico a prima firma del Consigliere Ravetti, che ha che vedere con il ruolo dei Comuni nella fase di trasformazione delle IPAB in fondazioni o associazioni, anche questo rientra coerentemente in un problema che dobbiamo affrontare. Non abbiamo le condizioni tecnico giuridiche per dirlo in legge, ma certamente la Giunta ne deve tenere conto: "Guarda che, nel momento in cui tu fai la delibera quadro, entro sei mesi, in cui definisci nel concreto quali sono le modalità e i termini con cui avvii la procedura della trasformazione, mentre fai questo devi tener conto del fatto che ci deve essere comunque un rapporto organico tra l'IPAB che si trasforma in soggetto privato e il Comune, l'Ente locale in cui l'IPAB ha sede".
Mi pare che sia un indirizzo di cui dobbiamo tenere conto e che guarda quello che deve essere fatto.
Certamente la legge, una volta approvata, non chiude il problema con un automatismo astratto: la legge apre un ulteriore processo che dobbiamo gestire, governare e accompagnare. Mi pare che quest'elemento, che il Partito Democratico mette in evidenza su questo punto, tocchi un tassello importante di cui dovremo assolutamente tenere conto in quel testo della delibera di Giunta che richiederà un passaggio in Commissione.
L'altro aspetto legato all'ordine del giorno presentato dal Gruppo MDP che era sostanzialmente identico a quello presentato dal Gruppo del Partito Democratico, al di là dell'impegno che viene dato alla Giunta, pone una questione: quella del rapporto che si è costruito nei mesi che abbiamo alle spalle con le organizzazioni sindacali. Su questo voglio esprimere con estrema chiarezza alcune valutazioni.
Prima che il disegno di legge andasse in Giunta e prima che il disegno di legge, una volta adottato dalla Giunta, andasse in Commissione, quindi nella fase di prima gestazione del testo del disegno di legge, noi abbiamo avuto confronti con i sindacati. L'Assessorato ha costruito momenti di confronto con le organizzazioni sindacali e chiesto loro di fornire osservazioni per iscritto, nel momento in cui il disegno di legge doveva essere ancora definito.
In quel momento, i sindacati hanno formulato osservazioni scritte all'Assessorato e l'Assessorato ha raccolto in gran parte quelle osservazioni, prima che il disegno di legge venisse adottato dalla Giunta.
Ci tengo a precisare che i sindacati avevano indicato il tema del patrimonio come elemento qualificante delle loro osservazioni, come elemento che entrasse nella valutazione dei parametri per la trasformazione. Ricordo che proprio su questo punto indicato dai sindacati c'è stata una lunga, lunghissima discussione all'interno della Commissione che ci ha portato all'esito che tutti abbiamo visto: la scelta che abbiamo poi compiuto.
Quindi dire che la Giunta ha operato senza aprire preliminarmente un confronto con i sindacati non è corretto, perché questo è stato fatto in maniera molto chiara, formale, ufficiale: vi sono osservazioni scritte. I sindacati sono stati auditi in Commissione, esattamente come tanti altri soggetti, quindi mi pare che tutto quello che doveva essere fatto nella fase preliminare della discussione sulla legge sia stato compiuto.
Certo, nel momento in cui si arriva - ma ciò non succede solo su questo provvedimento: succede su quasi tutti i provvedimenti che si portano allo stadio conclusivo - alla fase in cui si deve prendere una decisione probabilmente - com'è accaduto in maniera effettiva - alcuni problemi che prima non emergevano con così tale chiarezza, alla fine, in zona Cesarini vengono fuori, e ne prendiamo atto.
Le responsabilità possono essere di tutti e di ciascuno, ma l'importante è aver provato, anche su questo punto, a trovare le soluzioni che fossero più adeguate per dare tutte le garanzie che si potevano effettivamente dare.
Perché l'ordine del giorno ha senso? E perché noi diamo un'adesione favorevole a questo documento? Perché ci offre l'indirizzo rispetto a come gestire la fase successiva all'approvazione della legge, ci dice con quale strumento operativo è possibile affrontare questa fase successiva all'approvazione della legge, che comporta anche un governo di tutto quello che riguarda la tutela dei lavoratori.
Noi siamo d'accordo - ma l'ho detto anche all'apertura della discussione in Aula - a fare in modo che, nel momento in cui si apre la fase effettiva delle procedure di trasformazione, si apra contestualmente un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, per affrontare il tema della tutela dei lavoratori.
Uno può crederci o no, però c'è un elemento che io pongo a mio favore e scusate se lo dico. Nel momento in cui un'operazione diversa, ma analoga l'abbiamo fatta con le ATC, quel tavolo c'è stato. La cabina di regia regionale sulla gestione relativa alle questioni sulla tutela dei lavoratori l'abbiamo fatta. E guardate che la questione che noi abbiamo dovuto affrontare sui dipendenti delle partecipate di ATC del Piemonte centrale era molto più problematica, perché avevamo a che fare con lavoratori che già avevano diversi contratti di lavoro di natura privatistica, per cui più facilmente potevano andare incontro ai problemi e ai rischi che voi avete sottolineato. In quel caso, la cabina di regia ha fatto in modo che, laddove sono stati indicati degli esuberi che correvano il rischio di essere lasciati a casa, si creassero delle condizioni per fare in modo che quegli esuberi venissero riassorbiti.
Allora, di fronte a questo precedente, che comunque abbiamo cercato di costruire, mi sembra di poter dire che, anche da questo punto di vista abbiamo messo in legge quello che effettivamente si poteva scrivere, magari anche forzando un po' la forma della legge; nella sostanza, certamente noi metteremo tutte le energie per fare in modo che, attraverso gli strumenti che l'ordine del giorno ci indica e che noi approviamo, vi possa essere effettivamente una garanzia per i lavoratori, perché anche noi siamo preoccupati che questa cosa venga gestita bene, non è che facciamo le cose così tanto per farle.
Consigliere Andrissi, l'esempio dell'IPAB a cui lei fa riferimento (eravamo a parlarne una sera di ormai quasi due anni fa) è l'esempio di un'IPAB che si è già privatizzata secondo le regole della legge del 1990 si è già privatizzata, ma in quel caso s'è messo in campo tutto quello che era necessario per fare in modo che i lavoratori venissero garantiti (quella è già un'IPAB che, da pubblica, è diventata fondazione, mi pare però sicuramente si è privatizzata). Quindi mi sembra che, da questo punto di vista, l'ordine del giorno ci dice con quale strumento provare a lavorare.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di riprendere posto: siamo in fase di votazione degli atti d'indirizzo collegati.
Il parere della Giunta su questi ordini del giorno?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Parere favorevole per tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1150, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno n. 1151 è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1152, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1155, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ci teniamo a intervenire con dichiarazione di voto sul provvedimento proprio per giustificare il nostro voto contrario al provvedimento che come abbiamo avuto modo di dire, ha avuto una lunga gestazione in Commissione, ma che evidentemente non siamo riusciti a influenzare in maniera sufficiente per far sì che diventasse un provvedimento votabile dal nostro punto di vista.
È vero che la normativa nazionale richiedeva una revisione della personalità giuridica delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, un loro superamento, perché erano un unicum nel panorama normativo italiano, andando verso l'azienda pubblica dei servizi alla persona e/o verso la fondazione o associazione.
Lo ripeto per l'ultima volta, l'ho detto almeno un centinaio di volte e chiedo scusa in anticipo ai colleghi, ma il tema è importante: la normativa nazionale prevedeva come modello di riferimento aziendale l'Azienda pubblica di servizi alla persona, mentre la trasformazione in fondazione o associazione doveva essere una scelta re-si-dua-le, quindi minoritaria relativamente a IPAB che non avessero requisiti dimensionali e di bilancio tali da garantire una sopravvivenza dell'azienda stessa.
Se a oggi o, meglio, da domani, su un patrimonio di IPAB attive superiori al centinaio avremo una dozzina o una quindicina di aziende pubbliche ai servizi alla persona sarà già molto, e in parte sarà dovuto grazie all'azione del Movimento 5 Stelle, che con un emendamento è riuscito ad abbassare la soglia del valore medio della produzione degli ultimi tre anni da 2.500.000 a 2.000.000 per l'obbligo di trasformazione in azienda pubblica di servizi. Quindi, un po' più di IPAB diventeranno aziende pubbliche e un po' diventeranno fondazioni o associazioni. Però è poco. Noi ritenevamo davvero che si potesse fare di più.
C'è una fascia intermedia tra un milione e mezzo e due milioni in cui ci sarà facoltà di scelta; vedremo presto se avremo indovinato dicendo che la quasi totalità di queste aziende che avranno questa facoltà si trasformeranno in fondazioni e associazioni private e quali ricadute ci saranno sui lavoratori. Come ha detto il Consigliere Andrissi, vanno bene gli ordini del giorno, va bene l'impegno che crediamo che sarà assiduo e consistente da parte dell'Assessore Ferrari, ma nel momento in cui si trasformeranno in privato la stragrande maggioranza delle IPAB potremmo fare tutti gli ordini del giorno e tutti gli interventi politici che vorremo, ma il destino dei lavoratori sarà semplicemente quello di trasformarsi in dipendenti di cooperative.
Quindi, avremo ulteriori cooperative e anche ulteriori difficoltà, non solo di tutela dei lavoratori. Si potrebbe dire che la cooperativa ovviamente è uno strumento che serve per garantire in maniera snella il lavoro nei soggetti privati, ma la cooperativa doveva nascere anche come uno strumento di cooperazione e di collegialità nell'intervento, cioè i lavoratori dovrebbero essere soci-lavoratori delle cooperative e dovrebbero decidere...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono.
Colleghi! Non ci siamo. Come dice il Presidente Laus, la "barcaccia" non è una sezione delegata degli Uffici del PD, i quali non ascoltano nemmeno quello che dico. Non è una sezione delegata degli Uffici del PD. Vi prego di riprendere il vostro posto e di consentire al Consigliere di intervenire senza questo frastuono.
Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo, le cooperative dovrebbero avere i lavoratori come soci lavoratori che decidono delle sorti della cooperativa stessa. Molte volte abbiamo visto nei casi piemontesi e anche di altre regioni che non è così.
Quindi, tendenzialmente diventano strumenti e veicoli societari che permettono di abbassare il reddito dei lavoratori. L'abbiamo visto in diverse trasformazioni nell'ambito sanitario piemontese, in cui aziende che avevano una loro storia nel panorama della sanità piemontese si sono trasformate in cooperative, o sono state subappaltate come cooperative di servizi, e si è visto lo scadimento non solo delle garanzie lavorative, ma anche e soprattutto del reddito. In un momento di difficoltà economica ridurre il reddito del 20 o del 30 per cento, magari di famiglie monoreddito, diventa molto significativo e molto impegnativo.
Sì, ovviamente, avremmo potuto fare meglio. Per questo noi voteremo contro questo provvedimento e crediamo che si sarebbe veramente potuto intervenire nel lungo tempo in cui abbiamo discusso. Noi abbiamo provato a far ragionare la maggioranza e l'Assessore su questo tema, per trasformare maggiormente IPAB in aziende pubbliche: più garanzie per i lavoratori, più garanzie per i patrimoni, più trasparenza e più possibilità di controlli da parte dei Consiglieri stessi.
Così non è stato. Forse, si è seguito l'interesse presente sul territorio di andare verso forme più snelle, verso le fondazioni e le associazioni, che appunto sono più snelle ma comportano, ovviamente, come al solito, anche delle contropartite negative, come ho avuto modo di dire sulla trasparenza e sui lavoratori.
Abbiamo fatto il possibile, abbiamo presentato centinaia di emendamenti in Commissione e decine di emendamenti in Aula, ma è ovvio che la decisione spetta sempre alla maggioranza. Quindi, oneri e onori; non vorrei dire disonori, perché potrebbe essere offensivo, ma le ricadute ovviamente si ascriveranno alla maggioranza che vota i provvedimenti.
Non ho altro da aggiungere. Speriamo di esserci sbagliati e di poter andare verso il mantenimento di quella istituzioni di assistenza e beneficenza che hanno una storia ormai secolare, funzioni importanti e riconosciute nell'ambito del socio-sanitario e del socio-assistenziale, con un patrimonio accumulato che non venga dismesso rapidamente e vada così perduta quest'importante funzione nella nostra regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Assessore, arrivando da studi economici e non avendo alla base studi filosofici, per me uno più uno fa sempre due, quindi questo è un altro colpo di scena. Immaginavo che i colleghi del Movimento 5 Stelle, in funzione degli emendamenti presentati, votassero a favore.
Prendo atto, invece, della posizione del Movimento 5 Stelle.



(Commenti del Consigliere Bono)



PORCHIETTO Claudia

Ero preoccupata, ero molto preoccupata.
Invece mi avete dato soddisfazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (fuori microfono)

Rimangono all'opposizione!



PORCHIETTO Claudia

Rimangono all'opposizione.
A parte le battute, sono contenta di vedere che le affermazioni fatte in più e più Commissioni hanno avuto non soltanto la condivisione del nostro Gruppo e del centrodestra, ma una valutazione attenta su posizioni magari anche diverse, ma che sono state condivise anche con il resto dell'opposizione.
Assessore, come abbiamo fatto ed abbiamo già annunciato, noi non parteciperemo al voto. L'abbiamo detto prima, lo ribadiamo e mi permetto solo di sottolineare ancora due punti, molto velocemente, perché non ritengo si debba andare oltre, stante le tante riflessioni e affermazioni che abbiamo fatto in questi mesi.
Noi riteniamo che questo disegno di legge non sia condivisibile, perch in realtà - continuiamo a dire che imponiamo un sistema laddove, a oggi non abbiamo ancora, in primis, una mappatura completa. Ricordo che dopo grandi e grandi fatiche in Commissione sono arrivati dei dati anche di natura economico-patrimoniale, ma riguardavano solo una parte delle IPAB.
Ancora oggi, Assessore (lo ribadisco e l'ho detto già dieci giorni or sono in Aula), molte delle strutture che operano sul territorio non hanno capito, non hanno condiviso, non sono state contattate (mi dispiace dirglielo, ma così è) da parte della struttura regionale, per capire quali fossero le loro caratteristiche e la loro struttura.
Ribadiamo che c'è una legge nazionale: potevamo tranquillamente raccordarci solo con quella legge, senza stravolgere un sistema. Ribadiamo anche, Assessore, che lei ha perfettamente ragione nel prendere una posizione rispetto ai documenti ufficiali che i sindacati hanno posto ai Consiglieri. Mi permetto solo di risottolineare che c'è una lettera agli atti, datata 4 luglio, mandata a tutti quanti, in cui le tre principali sigle sindacali esprimono un disappunto rispetto al fatto di non essere state coinvolte dopo il 2015.
Io lo prendo solo come esempio, Assessore, non torno sulla questione "sindacati sì, sindacati no, tutela dei lavoratori": sono tutte cose che abbiamo detto nel corso delle sedute precedenti in Aula e anche all'interno della Commissione.
C'è, però, un tema dirimente, che ci porta nuovamente a ribadire la nostra posizione: noi riteniamo che questo impianto normativo non sia corretto. Noi riteniamo che questo impianto normativo - tra l'altro - lasci troppa carta bianca, successivamente, all'esecutivo, nell'andare magari a mettere delle toppe su un impianto che non prevede tutto l'iter procedurale.
Io non sono mai stata quella che dice: "Cavilli e cavillini all'interno delle norme". Le norme devono essere semplici e chiare, ma devono ricomprendere ciò che serve affinché un sistema possa lavorare. E questo impianto normativo non lo prevede, tant'è che stiamo continuando, anzi abbiamo concluso, perché adesso siamo agli atti finali, ma numerosi emendamenti anche correttivi di parti sostanziali di questo testo sono stati approvati in Aula. Siamo dovuti ricorrere a ordini del giorno della maggioranza, così come ha ribadito anche il collega Vignale, perch qualcosa non ha funzionato.
Pertanto, questo è un sistema che si basa prettamente su un impegno di natura volontaristica di centinaia di persone sul territorio, che vanno anch'esse tutelate, così come tuteliamo i lavoratori.
All'interno dei Consigli di Amministrazione delle IPAB, o comunque della struttura gestore delle IPAB, molto spesso troviamo persone che passano le loro ore senza alcuna remunerazione economica, per cercare di dare un servizio importante e puntuale al territorio, e non credo che questo impianto normativo risponda alle esigenze che hanno queste strutture.
Pertanto, Assessore, noi ribadiamo la nostra posizione, non l'abbiamo cambiata, siamo a disposizione nel caso in cui si voglia ribadire anche all'esterno che la Regione vuol compiere un passo in avanti, ma non con questa struttura. Lo spero per il territorio (non mi piace mai tifare contro il territorio), perché credo sia importante ribadire laddove ci sono dei principi che non condividiamo.
Auspico che non ci si debba ritrovare fra qualche anno, se non fra qualche mese, a rimettere mano a un impianto che non è stato attentamente valutato in tutta la sua pericolosità, perché ricordo che questo è un impianto che permetterà delle ingerenze da parte di un sistema che non sempre è trasparente nella gestione di patrimoni importanti che devono essere al servizio dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, sono state utilizzate molte parole e tante, tante ore per arrivare al punto in cui siamo.
Sento parlare di IPAB come se il sistema piemontese e non soltanto piemontese delle IPAB funzionasse, come se non ci fosse nulla da cambiare come se nel 2001 una legge nazionale non avesse impegnato le Regioni a modificare quel sistema, come - appunto - se non fossero passati inutilmente 16 anni, come se nel 2015 non avessimo votato all'unanimità un ordine del giorno in questo Consiglio per impegnare la Giunta a depositare un disegno di legge di riordino delle IPAB.
Sento parlare di questo disegno di legge come se qualche Gruppo, e non lo dico in punto di polemica, avesse presentato un'alternativa a questo disegno di legge.
Io non voglio utilizzare molta enfasi nel dire che abbiamo fatto quello che dovevamo fare, poi si può sempre fare meglio. Abbiamo avviato un confronto in Commissione per tempo, abbiamo fatto il possibile per mettere in campo una soluzione alternativa ad una esistente, che è stata costruita più di un secolo e mezzo fa. È stato un sistema, il primo sistema probabilmente di welfare organizzato soprattutto nel Nord Italia, su base volontaristica, allora - sì - ma in particolare filantropica, ma se vogliamo molto legata alla Chiesa, con caratteristiche religiose ben precise. Un sistema che - questo è stato il giudizio di tutti in quest'Aula non era più in grado di reggere la sfida dell'innovazione, di una società che è mutata radicalmente, di un welfare che abbiamo definito nella fase di presentazione di questo disegno di legge, non più inclusivo, ma esclusivo soltanto per alcune fragilità del nostro Piemonte.
In particolare, in merito all'articolo 4, abbiamo trascorso molto tempo in Commissione per definire quelle tre fasce. In Aula abbiamo accettato un emendamento del Movimento 5 Stelle, che ha tenuto in considerazione la possibilità di inserire nelle trasformazioni in APSP anche di IPAB con un valore medio di produzione che ha come soglia i due milioni. Voglio ricordare a tutti noi che, prima del procedimento di trasformazione, c'è l'opportunità, e lo ricordo al tutto il Piemonte, di aprire una fase di fusione fra le IPAB per superare quella soglia e per programmare la trasformazione in azienda speciale di servizi alla persona.
Per essere chiari, noi abbiamo costruito una cornice normativa che permette ai territori, nei prossimi mesi, comunque, di essere protagonisti di decidere le sorti delle attuali IPAB. Ed è esattamente quello che noi dovevamo fare: mettere le Amministrazioni comunali e anche gli enti gestori delle politiche sociali, da qui ai prossimi mesi, nelle condizioni di essere protagonisti delle trasformazioni nelle modalità che anche i territori riterranno più opportune.
Gli ordini del giorno presentati questa mattina consentono, in ogni caso, di avere un ruolo per le istituzioni e le amministrazioni comunali in particolare, anche dopo la trasformazione in associazioni e in fondazioni.
Cogliamo anche noi del Partito Democratico tutte le preoccupazioni che sono state esternate non soltanto oggi in Aula dai colleghi rispetto al futuro del personale. Domandiamoci però, comunque e in ogni caso e a prescindere da questa riforma, che non potrà essere risolutiva, cosa ne sarebbe stato del personale all'interno di strutture non in salute. È un domanda che lascio sullo sfondo.
C'è una questione che noi dobbiamo tenere in considerazione da qui al periodo delle trasformazioni: che questi strumenti - lo abbiamo detto anche durante la presentazione del disegno di legge - devono per forza essere i protagonisti del nuovo sistema di welfare dei distretti della coesione sociale. Questo è fondamentale, e lo dico in particolare all'Assessore, che è il primo fra noi che si impegna in questo senso, da un punto di vista politico: davvero tornare a essere, come un tempo, la prima risposta alle grandi esigenze delle tante difficoltà della nostra società. Una delle tante risposte, in un sistema integrato di servizi socio-sanitari territoriali.
Mi avvio alla conclusione dicendo questo, con una metafora, ma con un fatto concreto. Abbiamo alle spalle 150 anni di storia delle IPAB, una storia importante e significativa, una storia che ha permesso al nostro Paese e alla nostra regione di crescere con molti diritti sociali. Oggi stiamo prendendo in mano una pagina di quella storia e stiamo scrivendo la parola fine. Girando quella pagina ne scriveremo un'altra di storia, daremo continuità e futuro a quelle strutture.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
A parte essere in perfetta sintonia con la Consigliera Porchietto volevo aggiungere qualche contributo.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Berutti, ma nella dichiarazione di voto c'è un intervento per Gruppo.



BERUTTI Massimo

Nel momento in cui si fanno riforme più o meno condivisibili - nel nostro caso non sono condivisibili e credo sia chiaro - a volte si auspica che, in qualche modo, quello che viene strutturato possa definire una funzionalità. Le visioni possono essere diverse, ma questo la politica ce lo insegna.
In questo caso, mi riferisco al Capo III, all'articolo 10; parliamo di azienda, dove i Consiglieri del Movimento 5 Stelle anche loro hanno sostenuto il discorso legato all'azienda, ma nel momento in cui tutti sappiamo quanto sia difficile fare azienda in un contesto pubblico, si evidenzia il fatto che l'azienda non ha fini di lucro, ha personalità giuridica di diritto pubblico, dispone di autonomia statutaria e patrimoniale, opera con criteri imprenditoriali.
Voi mi dovete spiegare come si può fare azienda con personalità giuridica di diritto pubblico senza fini di lucro. Non sono un esperto di economia, ma come può funzionare un discorso di questo tipo? Visto che qualcuno diceva che vedremo in futuro questa grande rivoluzione, la mia considerazione è un'altra. Spero veramente che in futuro si possa vedere che queste strutture possono funzionare con tutti i crismi.
Se questa è l'impostazione di chi è abituato a fare uno più uno, questo tipo di impostazione mi lascia molto preoccupato. Visto che amministratori di situazioni pubbliche, di aziende o di società con questo tipo di approccio ne abbiamo già visti, alla fine il rischio è di trovarci tra qualche anno con dei disastri assoluti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il Consigliere Ravetti faceva riferimento alla storia delle IPAB. È interessante sapere che le IPAB nacquero come donazioni a soggetti che divennero a gestione privata. Da 21.000, nell'arco di pochi decenni, se ne censirono solo più 10.000. Una legge dello Stato regio trasformò le IPAB da soggetti a diritto privato a diritto pubblico. Non è singolare che questo avvenne. Avvenne perché, in quel caso, il legislatore dello Stato riteneva che dare alle IPAB un diritto pubblico significasse metterle a tutela rispetto a quelle che potevano essere, ed erano state, speculazioni per cui nel nostro Paese, nell'arco di qualche decennio, più di 10.000 IPAB si erano allontanate dalla loro vocazione iniziale, contrariamente alle intenzioni di chi aveva donato un bene per metterlo a servizio della collettività.
Da questo siamo partiti. Nel momento in cui, per la prima volta, si inizia a legiferare in merito alle IPAB, all'interno della nostra regione abbiamo ancora due strumenti o due modalità di proprietà pubblica, che non sono proprietà degli Enti locali né proprietà della Regione. Queste due modalità di proprietà pubblica sono le IPAB e gli usi civici, secondo un concetto di proprietà pubblica non in capo ad un ente che precede anche la storia del Regno d'Italia. Tant'è che qualunque normativa non ha mai messo in capo a un ente le IPAB stesse, ma ha dato in capo agli enti il diritto e il dovere di esercitare tutta una serie di funzioni, che sono anche quelle che la legge oggi esercita.
Qual è l'unico dato inoppugnabile, l'unico aspetto su cui nessun collega può dire che ciò non sia vero? Che oggi il sistema delle IPAB piemontesi, con tutti i suoi limiti, come molti altri sistemi, è di fatto un sistema interamente di diritto pubblico.
All'interno dei sistemi di diritto pubblico, ci possono essere delle violazioni di norme, delle cattive gestioni, tutto quello che crediamo, ma questo avviene anche all'interno delle Amministrazioni pubbliche, degli Enti locali piuttosto che delle Regioni o dello Stato. Tuttavia, nel momento in cui il Consiglio regionale oggi voterà la legge e soprattutto nel tempo che la legge prevede di trasformazione del patrimonio pubblico quindi di proprietà dei cittadini piemontesi anche se non ne beneficiano direttamente, noi avremo una norma che farà sì che rimarranno una ventina di IPAB; IPAB che, a tutti gli effetti, rimarranno di diritto pubblico salvo che poi alcune si associno, ma guardando i numeri di oggi e tutte le altre, diventeranno di diritto privato.
Ora, la questione non attiene al fatto che il pubblico sia meglio del privato, perché io non credo che sia così, come non credo il contrario ovvero che il privato sia meglio del pubblico: è solo un aspetto che attiene alla tutela di un bene che è diventato della collettività perché vi è stato un benefattore che l'ha donato. Guardate, non avviene solo nelle IPAB: per esempio, avviene molto nel patrimonio sanitario. Voi sapete, e i colleghi di Giunta sanno, che una parte del patrimonio sanitario oggetto di donazioni non è cedibile perché deve continuare a svolgere una funzione che è quella per cui è nato. L'Ospedale Oftalmico, per fare un esempio senza alcun tipo di valutazione - nasce da questo: nasce da una sottoscrizione di cittadini piemontesi grazie alla quale viene realizzato.
E molte altre strutture sanitarie vi sono, alcune delle quali oggi anche chiuse.
Allora il dato certo è questo: chi vota questa norma, oggi trasforma la quasi totalità del sistema pubblico delle IPAB piemontesi in un sistema privato. Questo è un bene? No, io credo sia un male. Significa che, dal momento in cui si avrà una gestione di carattere privatistico, le IPAB saranno gestite meglio? Io non penso. Infatti, se andiamo a vedere ciò che accade in alcune strutture private, ancorché ovviamente regolamentate dalle leggi regionali in termini di socio-assistenza o di sanità, vi sono degli esempi che ci dimostrano che il privato, in quanto tale, non è un principio di miglior gestione e di miglior servizio per i piemontesi, perché poi è a questo che dobbiamo badare, no? In troppi casi, in troppi passaggi, sia in Commissione che in Aula, ho sentito parlare di bilancio, ed è sacrosanto perché, quando parliamo di risorse pubbliche e di beni pubblici, il fare attenzione ai bilanci è un aspetto doveroso, ma c'è anche un altro tema: quello che afferisce ai pazienti e ai lavoratori.
È assolutamente evidente che, trasformando un sistema pubblico in un sistema privato e potendo il sistema privato accedere a una serie di contrattualistica che costa decisamente meno rispetto a quella attuale, le IPAB spenderanno meno per erogare i servizi, ma non credo che un lavoratore che avrà uno stipendio decurtato garantirà lo stesso tipo di servizio; è evidente che nessuno è lieto, a parità di lavoro svolto, avere uno stipendio decurtato, salvo ovviamente qualche caso di pura passione personale.
Allora questa, come ho detto anche nella discussione generale, è certamente una legge che sottrae diritti ai lavoratori e a chi beneficia delle IPAB, è una legge che sottrae patrimonio pubblico donato da cittadini piemontesi alla collettività piemontese ed è una legge da cui potrà trarre beneficio, chi? I soggetti privati. Guardate, da qui a due anni, vedremo quali saranno questi benefattori, chi ha preso un'IPAB che aveva una difficoltà di gestione e immediatamente, miracolosamente, l'ha trasformata in un soggetto che avrà invece una grande capacità nella tenuta dei bilanci.
Però io temo che tutto ciò rischi di andare a scapito di chi poi beneficerà di quei servizi, perché se noi oggi avessimo un sistema ingessato, che dice che all'interno delle IPAB non può essere utilizzato alcun tipo di servizio da parte di terzi, cioè da parte del privato, allora ci sarebbe la necessità di aggiornare una norma, ma oggi ciò non avviene: oggi le IPAB, ancorché di diritto pubblico, possono avvalersi di soggetti di diritto privato, si avvalgono di cooperative, si avvalgono di imprese.
Dunque, qual è la differenza rispetto a prima o dopo? La differenza è che noi non avremo più sostanzialmente il controllo - e lo vedremo - nelle centinaia di IPAB che oggi sono nella totale disponibilità dell'Amministrazione regionale, non fosse altro in tutti gli atti che devono svolgere e che alla fine di questa legge, a legge approvata, non avremo più, salvo rispetto ad alcune dichiarazioni di carattere generale. E io vorrò vedere, per esempio, come saremo in grado di svolgere l'attività di vigilanza - poiché abbiamo già molte difficoltà a svolgere questo servizio essenziale - anche all'interno di queste nuove strutture nel momento in cui avremo di fatto molto meno potere di interdizione rispetto a prima.
In definitiva - e ho concluso - è una legge che leva diritti. Ciò non stupisce, perché il centrosinistra piemontese fa quello che fa il centrosinistra nazionale: leva diritti alla collettività, leva diritti ai lavoratori per privilegiare grandi gruppi privati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Comunicazione della Giunta regionale inerenti a "Finanziamento del Sistema Neve del Piemonte"


PRESIDENTE

Comunico che il Vicepresidente Reschigna svolgerà testé una comunicazione in merito a "Finanziamento del Sistema Neve del Piemonte" richiesta nel corso della precedente seduta consiliare.
Diamo quindi la parola al Vicepresidente della Giunta regionale; prego.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Mi pare sostanzialmente che nella seduta precedente il Consigliere Vignale e il Consigliere Graglia abbiano chiesto da dove sono emerse le risorse che sono state annunciate relativamente a questo intervento. Io mi limiterò, pertanto, a rappresentare questa situazione, demandando magari a settembre in sede di Commissione con l'Assessora Parigi la discussione di merito.
Ricordo che, nella discussione di qualche mese fa sulla legge di bilancio, da parte di molti Gruppi consiliari è stata posta la necessità di un intervento forte da parte dell'Amministrazione regionale, che avesse come obiettivo quello del rafforzamento del turismo montano, invernale e non. Questo accompagnato a una sollecitazione, che peraltro abbiamo anche riscontrato l'altro giorno nella discussione sul rendiconto, a spostare risorse dalla dimensione della spesa corrente alla dimensione degli investimenti.
In questo contesto, nella legge di bilancio del 2017 avevamo individuato cinque milioni di euro, che erano stati definiti dall'Assessore Parigi come due milioni di euro destinati al bando sulla legge regionale 2 se non ricordo male, che mi sembra sia uscito in questi giorni o stia uscendo in questi giorni, e tre milioni di euro per incominciare ad accantonare delle risorse relativamente a un progetto che coinvolga la montagna piemontese eccezion fatta per le valli olimpiche, perché queste hanno già consistenti risorse dedicate dalla Fondazione 20 Marzo, quindi dalle risorse che derivano dalle Olimpiadi 2006.
Poiché non è possibile recuperare risorse di queste dimensioni all'interno del bilancio regionale, si è chiesto alle Direzioni e a Finpiemonte di compiere un'operazione straordinaria di verifica se presso la finanziaria regionale, in relazione alla gestione di leggi regionali esistevano delle risorse o derivanti da economie rispetto a interventi o derivanti da revoche di finanziamenti concessi nel passato e non utilizzati. Non utilizzati, perché non sono partiti o perché non ci sono le condizioni per poterlo farli partire. E più in generale di verificare fatta salva la salvaguardia delle risorse che erano state definite con l'articolo della legge di bilancio di due anni fa, quella sul 2016, per la ricapitalizzazione di Finpiemonte, se era pensabile avere ulteriori risorse a disposizione.
In questa operazione, più o meno, le risorse che si rendono disponibili sono circa 20 milioni di euro, assommate ai tre milioni di euro iscritti sulla legge di bilancio 2017. Si è pensato, proprio in relazione anche alle sollecitazioni emerse nella discussione sulla legge di bilancio, di destinare queste risorse ad accordi di programma relativamente alla montagna torinese e al turismo montano.
Voglio precisare questo aspetto in modo particolare, perché qui non si tratta solamente di finanziare eventualmente bacini di accumulo innevamento artificiale, interventi sugli impianti di risalita: si tratta di mettere a disposizione delle risorse che, attraverso lo strumento dell'accordo di programma, creino delle condizioni non solamente sull'innevamento o sull'impiantistica per uno sviluppo strategico del turismo montagna, che non è solamente invernale, ma che assume sempre più una caratteristica e un ruolo potenzialmente importanti sotto il profilo estivo. Si pensa che di questi 23 milioni almeno 20 euro possano essere destinati a questo importo.
Per quanto riguarda i residui tre milioni di euro, intenderemmo accantonarli presso la finanziaria regionale con la costituzione di un fondo di garanzia da destinare come intervento di ottenimento di finanziamenti da parte soprattutto delle imprese private, sempre legate al turismo montano, nell'ottenimento di finanziamenti e quindi nell'abbattimento dei tassi di interesse.
Quindi 20 milioni - più o meno, queste sono le cifre in ballo relativamente a investimenti di accordi di programma e tre milioni per la costituzione di un fondo di garanzia a sostegno di investimenti privati sul turismo montano.
La vicenda di Cuneo si colloca in questo contesto, perché da un anno a questa parte era aperto un confronto tra la Provincia di Cuneo Confindustria di Cuneo, i Comuni del sistema neve di Cuneo e le imprese del sistema neve di Cuneo, che aveva portato alla presentazione di un Piano complessivo di interventi di notevole dimensioni sotto il profilo dell'impegno economico. Parlavamo complessivamente di investimenti sui 56 milioni di euro e relativamente a una richiesta di intervento regionale attorno ai 35-36 milioni di euro.
Si è ritenuto, proprio in relazione a questo pregresso, di discussione e di confronto che dura ormai da oltre un anno e rispetto al quale il sottoscritto è intervenuto solamente nelle ultime fasi, per le caratteristiche del sistema neve e montano della provincia di Cuneo, perch indubitabilmente è una realtà in difficoltà, dove c'è compresenza di grandi stazioni sciistiche e microstazioni invernali, di destinare 14-15 milioni a finanziamenti di questo tipo. Anche questo con lo strumento dell'accordo di programma.
Che cosa verrà finanziato? Questo a oggi nessuno all'interno dell'Amministrazione regionale è in grado di poterlo rappresentare, perch nel recente incontro che si è svolto a Cuneo un paio di settimane fa, è stata proposta una metodologia che partirà da settembre, dove ci sarà un confronto a tre tra Direzione Turismo e Sport della Regione Piemonte Finpiemonte, che ha anche alle spalle le competenze legate all'intervento e all'operazione sul Monterosa Ski, e la Provincia di Cuneo, relativamente al sistema neve nel suo complesso, quindi comprese le imprese private di Cuneo. All'interno di questi confronti verranno individuati quali sono gli interventi che vengono considerati prioritari e verranno predisposti i relativi accordi di programma, che però, ripeto, devono avere una caratteristica tale da non finanziare unicamente un puntuale intervento, ma devono servire come occasione di rilancio e di sviluppo di questo pezzo di montagna.
Quindi, sul merito dell'utilizzo delle risorse e dei contenuti di questi accordi di programma, demanderei a un confronto in sede di Commissione con l'Assessora Parigi a partire dal mese di settembre, perch abbiamo proposto questo tipo di metodologia che prenderà le mosse con il coordinamento della Provincia di Cuneo a partire dal mese di settembre.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto, nel sottolineare il fatto che riteniamo molto positivo l'intervento che la Giunta regionale ha inteso fare, non le nascondo (lei lo sa bene, avendo fatto anche il Consigliere di minoranza e, comunque anche il Consigliere regionale, oltre che l'Assessore) che spiace apprendere notizie così significative esclusivamente dai giornali, anche se le notizie sono buone. Pur comprendendo le necessità di comunicazione che una Giunta ha, perché è un aspetto va sempre ricordato (l'Assessore Reschigna, che ha anche la delega ai rapporti con il Consiglio regionale sa bene che il Consiglio regionale detiene pur sempre le attività di programmazione, che non incidono relativamente alla sottoscrizione degli accordi di programma), è evidente che questo è importante.
Pertanto, riteniamo estremamente positivo lo stanziamento sotto due punti di vista: anzitutto, perché lo stanziamento è significativo; in secondo luogo, perché è uno stanziamento che, come il Vicepresidente ricordava, non riguarda esclusivamente la parte invernale, anche se va ricordavo che è pur sempre lo strumento che attrae maggiormente il turismo che è la ricchezza all'interno della nostra regione, ma si inserisce in un ragionamento di carattere più complessivo.
Il modello creato sulla provincia di Cuneo, di cui parlava il Vicepresidente, cioè creare una sorta di tavolo tra la Regione Finpiemonte, la Provincia e i Comuni è certamente un modello positivo che come alcuni colleghi ricordano, avvenne, per esempio, sulle opere di compensazione delle Olimpiadi del 2006. Lo ricorda certamente la Consigliera Accossato, perché faceva quel lavoro come Assessore al turismo della Provincia di Torino.
Noi crediamo, nelle valutazioni positive, che vi sia un aspetto da sottolineare: il Piemonte non è composto solo dagli impianti che beneficiano della Fondazione 20 Marzo, perché sono tre grandi aree (due grandi aree e una media stazione, Via Lattea, Bardonecchia e Chiomonte, non è rappresentato solo da Monterosa Ski) che, essendo di proprietà della Regione, evidentemente non hanno questo tipo di intervento, ma vi sono tutta un'altra serie di realtà piemontesi (e il Vicepresidente lo sa bene perché le otto realtà della Provincia in cui vive certamente sono un pezzo significativo dello sci piemontese), ci sono certamente i due impianti della Provincia di Biella, il piccolo impianto della provincia di Alessandria e ci sono tutti gli impianti della provincia di Torino, che non possono avere la sfortuna di non essere né cuneesi né territori olimpici.
Pertanto, ritengo - ed è ciò che chiederemo anche con degli atti di indirizzo, perché non sempre interveniamo nelle politiche di bilancio, come è questo il caso, perché in realtà è Finpiemonte che eroga le risorse - che occorra fare quel piccolo sforzo in più per far sì che ci sia un grande progetto di rilancio della montagna piemontese tutta. Altrimenti, sarebbe davvero singolare che una parte di Piemonte venga dimenticata da qualunque tipo di misura si individui ed anche i cinque milioni di euro residuali tra i 15 della Provincia di Cuneo e i 20 complessivi di Finpiemonte, non credo siano sufficienti.
Noi sottolineiamo il fatto, proprio per non apparire in contraddizione con quello che abbiamo sempre detto. Il sottoscritto, e non solo, ha sempre reputato, a partire dalla stesura della prima legge n. 2 del 2009 in poi che l'investimento sull'impiantistica di risalita piemontese e anche sugli aggiornamenti che abbiamo recentemente fatto alla legge 2, che estendevano questo tipo di attività non solo al momento invernale, ma anche a quello estivo, sia il più grande motore di sviluppo che la montagna piemontese ha quindi non possiamo che condividere.
Faccio solo una raccomandazione, riguardante Limone Piemonte.
Evidentemente, all'interno dei 15 milioni dei fondi per il Cuneese, una parte sarà inevitabilmente - immagino - anche legata a Limone Piemonte. Noi vorremmo chiedere che queste risorse servano per investimenti all'interno della società e non per coperture di passività, perché è evidente che se noi stanziamo delle risorse per coprire dei debiti, non facciamo il bene della nostra terra e neanche delle valli cuneesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo già apprezzato in Commissione la presentazione dell'iniziativa sui microimpianti. Si tratta di un sistema soprattutto pubblico, che - devo sottolineare - consente alle famiglie un approccio alla pratica sciistica con minori spese rispetto alle grandi giostre dei grandi impianti, che spesso sono insostenibili dal punto di vista dei costi delle famiglie.
Riteniamo, quindi, che questa strada sui microimpianti sia una buona strada. Ci sono delle criticità, un po' come abbiamo visto sui beni confiscati alle mafie, perché il cofinanziamento per dei piccoli Comuni è sicuramente impegnativo.
Pertanto, aspettiamo gli Accordi di Programma. Abbiamo capito che riguardano anche il turismo estivo. Devo dire che sul turismo estivo il Piemonte paga soprattutto una cosa: ha delle montagne bellissime, ma non ha percorsi di trekking attrezzati come altre regioni (mi riferisco alla Lombardia e al Trentino, in primis).
Cioè, se si vogliono fare le alte vie (parlo di trekking, non di roccia, ovviamente, perché roccia è un altro discorso), questo amplia sicuramente le categorie che vi possono accedere, perché una famiglia con dei ragazzini può percorrere un'alta via, che è sicuramente molto attrattiva dal punto di vista turistico e consente la vita dei nostri rifugi. Se non vi fossero dei rifugi attrezzati che consentono un'unica tappa, si potrebbe pensare ad un sistema di bivacchi ben attrezzato.
Bisogna, cioè, evolversi e ritengo che abbiamo delle aree come la Val Grande, che, con un sistema di bivacchi, consentirebbe delle fruizioni maggiori, però è una valle molto difficile. Lo dico perché dovrebbe essere molto ben attrezzata e dovrebbero essere molto ben segnalati i sentieri.
Comunque, si potrebbe pensare a un sistema che consenta anche alle famiglie di percorrere queste aree veramente molto selvagge.
Aspettiamo l'Accordo di Programma. Ci fa piacere che la Giunta pensi allo sviluppo del turismo montano e speriamo che non sia limitato all'area torinese e cuneese, ma sia a 360 gradi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

Mi stavo aggiornando appunto su questo, essendo la nostra (insieme al Consigliere Pichetto) la provincia "Calimero"! Sono contento per Cuneo e per Torino, ci mancherebbe altro, poi abbiamo il senso dei numeri e sappiamo che siamo piccolini. Siamo piccolini, per per il turismo, sia Oropa sia, ad esempio, Bielmonte, le funivie rappresentano una realtà importante.
Concordo con il collega Vignale: foraggiare laddove si sono fatti grandi debiti non è sicuramente una buona cosa e può essere anche pericoloso per il futuro. Soprattutto in epoca come questa, dove la Giunta ha dato un grande esempio virtuoso e di estremo rigore, occorre stare attenti a non fagocitare queste situazioni, che rischiano di non portare a risultati produttivi.
Quindi, ben vengano questi Accordi di Programma e queste disponibilità però che ci sia equità. Lo chiedo non per fare una rivendicazione campanilistica, però - effettivamente - qualche territorio è mancato e ricordo che ci sono persone che vivono di questo. Il Consigliere Andrissi ha richiamato anche gli impianti estivi: a Oropa, soprattutto d'estate, la funivia andava in utile, perché era particolarmente utilizzata (l'altra domenica, qualcuno ha persino dovuto rinunciare a prenderla).
Pertanto, cerchiamo di non dimenticare alcuni territori, perché diventa veramente una lotta tra poveri. Biella "tira": l'ospedale per un terzo se l'è finanziato, il Palasport se l'è finanziato, le funivie continua a finanziarle ed è stata fatta una raccolta di denaro, però credo abbia tutte le carte in regola (due stazioni importanti come questa, doppia) per riuscire a entrare nell'Accordo di Programma e non prendere semplicemente le briciole, per quanto riguarda le revisioni. Diversamente, la nostra parte in chiave sabauda, in chiave di Quintino Sella l'abbiamo fatta, per è chiaro che quando io e il mio amico Gilberto torniamo a casa, non ci faranno sicuramente gli applausi! Questo lo voglio dire perché il programma grida un po' vendetta: mancano queste citazioni importanti e i Consiglieri che mi hanno preceduto l'hanno richiamato in toto.
Siamo in un momento di estrema difficoltà: facciamo la nostra parte. Il privato lo fa, lo fanno il pubblico e i cittadini di Biella, che hanno finanziato la funivia del Camino. Non credo che nelle altre zone questo sia successo, non credo ci sia stata una sensibilità di questo tipo, per chiediamo di essere messi al pari, poter partecipare insieme a tutti gli altri e avere tutte le carte in regola.
Scusate, non avrei voluto fare questo intervento perché detesto fare interventi meramente campanilistici, però c'è un passaggio oltre il quale si rischia di passare veramente per.



(Commenti del Consigliere Mighetti)



BARAZZOTTO Vittorio

Non l'ho detto, ma ci siamo capiti.
Quindi, vigileremo molto, ma sono certo, dopo questo mio appello riuscirete a rivedere. Anche se l'annuncio è stato fatto e Biella, sotto questo aspetto non l'ho vista presente. Credo che venga corretto riportando tutto su una logica di mera equità. Così anche il Consigliere Andrissi e il Consigliere Vignale, ma tutti noi, possiamo condividere con gioia questo slancio importante che la Regione si appresta a fare, e non andremo certamente a discutere con Torino e Cuneo.
In caso contrario, ne saremmo molto dispiaciuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Al di là del fatto che, come ha già avuto modo di accennare l'Assessore Reschigna, è inusuale svolgere in Aula un dibattito rispetto a una questione che, forse, tecnicamente doveva essere molto più approfondita in Commissione, di fatto, verrebbe naturale anche porre, prima di tutto, una serie di domande, che seguono anche un ragionamento.
Il sottoscritto vuole solo svolgere una considerazione. La partecipazione pubblica ha un investimento, è un fatto importante, va analizzato, e poi è una scelta politica. Se la Giunta Chiamparino ritiene di intervenire con un investimento su un'iniziativa, in una determinata realtà, come opposizione posso dire che ne avrei fatta un'altra, che bisognava farla meglio, ma è una scelta politica (se è un investimento).
Ciò, se è un investimento.
Quello che non mi è chiaro, Vicepresidente Reschigna e Assessora al turismo, è che forse, in questo caso, non siamo in presenza di un investimento. Non mi è chiaro qual è la parte di investimento e qual è la parte di ripiano del debito. Se è vero che in quella realtà c'è una decina o poco più di milioni di debito (non so la cifra, ma ne è a conoscenza certamente l'Assessora Parigi), di fatto la partecipazione non è un investimento. Quindi non è da paragonare neanche al Monterosa Ski.
In Monterosa Ski la Regione partecipò con le Giunte di destra e di sinistra, con i fondi strutturali. La valutazione è stata fatta bene o male, possiamo discuterne, ma Monterosa Ski è stata un'operazione di investimento. Si è fatta la scelta di collegare Alagna a Gressoney, con un costo notevole, con la partecipazione delle Regioni Valle d'Aosta e Piemonte, ma qui mi pare che siamo su tutta un'altra dimensione. Non è neanche richiamabile (guardo il Consigliere, Vignale che ha sollevato per primo la questione): addirittura è molto peggio.
Non capisco qual è il passo in avanti. Sul passo in avanti dell'investimento noi possiamo anche essere d'accordo; al limite valgono la discriminante e le valutazioni svolte dal Consigliere Vittorio Barazzotto perché un ragionamento del genere - e lo dico all'Assessora Parigi andrebbe fatto sul Piemonte. Lei non è l'Assessore spot, per cui "vado di qua, intervengo"; "vado di là, decido cosa fare". Capisco che probabilmente, questa sia l'abitudine nel settore della cultura: non è l'abitudine, ma è una necessità quella di valutare. Giustamente, deve esserci una valutazione di discrezionalità sulle iniziative, perché gran parte delle iniziative sono soft, non sono hard. Quindi devono avere un giudizio, che è anche una soggettività (in questo caso, un giudizio soggettivo politico).
Qui abbiamo una rete, che è stata elencata dai colleghi, che riguarda tutto il Piemonte. Viene dunque naturale dirle: "Primo. Venga a spiegarci qual è il ragionamento che intende fare complessivamente sul Piemonte secondo, sull'operazione specifica, ci spieghi solo se si decide di andare a ripianare un debito". Quindi, se c'è un buco da coprire, non investo nulla sul futuro, vado a chiudere un buco, aspettando, se è vero che quell'impianto perde due milioni all'anno ogni anno, di aggiungere due milioni ogni anno.
Ci dica com'è la situazione; poi la Giunta se ne assuma la responsabilità. Però voglio sapere con chiarezza di che cosa parliamo!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Ovviamente intervengo a sostegno della Giunta e apprezzandone l'intervento, perché riporta centralità e importanza a un comparto economico che ha una parte importantissima nello sviluppo economico sociale, e non soltanto, delle nostre montagne. Rimette al centro il discorso della montagna, ma lo abbiamo detto tante volte che alcune parti del nostro territorio rischiano di risultare periferiche rispetto alle nostre politiche.
Abbiamo detto tante volte che la montagna non può essere interpretata come qualcosa da conservare sotto una teca, ma ci interessa una montagna viva, dove la gente possa avere un lavoro, possa sviluppare la propria vita in un contesto economico positivo. Gli impianti di risalita e il turismo della neve sono essenziali, ma anche il turismo che collega agli impianti e che si sviluppa d'estate, ovviamente, è centrale da questo punto di vista e lo dimostrano tutti i posti dove gli impianti ci sono e funzionano o dove sono stati riportati in funzione, e tutti quei posti dove invece questo non accade.
Non volevo lasciare da solo il Consigliere Barazzotto in un ragionamento di insieme, perché, è vero, noi non possiamo trattare tutti allo stesso modo. Non c'è nulla di più sbagliato che trattare allo stesso modo situazioni differente. Ci sono posti dove noi abbiamo fatto altri tipi di investimenti con degli impianti di nostra proprietà, com'è il caso di Monterosa e di Alagna. Ci sono però altre porzioni del nostro territorio che sono sostenute da altri tipi di intervento. Penso a tutti quelli finanziati dal posto olimpico, e poi ci sono tutti gli altri che sono esclusi da questo, com'è il caso delle valli del Cuneese, ma anche il caso di altri valli del territorio, non ultimo anche alcune della provincia di Torino: pensate alle Valli di Lanzo, si pensi alla provincia di Biella e ad altri parti del territorio.
Ed è per questo che sono sicuro che l'intervento di cui discutiamo oggi è soltanto il primo di una serie di interventi che la Regione vorrà fare avendo riaffermato politicamente la centralità dell'investimento sull'impiantistica legata allo sviluppo degli impianti sciistici, da qui ai prossimi anni Ne approfitto per collegare questo ragionamento con un altro tema che è di attualità evidente e che è sicuramente collegato. Al di là dello sviluppo dell'impiantistica e dei servizi collegati al tema dello sci, c'è anche tutto il tema su cui la Regione si è già mossa con uno studio che è stato realizzato in collaborazione con ARPA e UNCEM, legato al tema degli invasi. È di attualità, perché è il tema che in questi giorni possiamo leggere su tutti i giornali.
Il tema degli invasi in montagna è collegato sicuramente al tema dell'innovamento per una piccolissima parte, ma è sicuramente risolutivo per molte tematiche relative alla carenza idrica, al cambio climatico, alle questioni dell'agricoltura. Meriterebbe attenzione, anche perché questo è qualcosa di, purtroppo, unificante nel nostro sistema della neve. È una carenza di infrastrutture che caratterizza un po' tutte le nostre province e stazioni e non solo.
Vengo al caso Limone Piemonte. Ne abbiamo già parlato in Commissione penso che avremo ancora occasione di tornare sul tema. Ribadisco, ancora una volta, come abbiamo gia fatto durante l'informativa, che è emersa, non più tardi di un mese fa, una forte preoccupazione per un intervento che vada a ripianare un buco e che non veda, dall'altra parte, una forte compartecipazione convinta da parte dell'imprenditorialità e della comunità locale della stazione di Limone. Dico questo perché quando la Regione l'ha fatto - prendo l'esempio di Alagna - erano altri tempi e vi erano altre disponibilità, ma sicuramente i privati hanno potuto apprezzare e verificare con mano la differenza che c'è nell'avere una stazione che funziona e una stazione che non funziona, una stazione partecipata e una stazione non partecipata.
È evidente che non possiamo pensare di caricarci da soli la responsabilità per i danni che hanno costruito altri e che quindi dobbiamo necessariamente chiamare alla partecipazione non solo chi in quel contesto ha avuto un ruolo, ma anche tutti quelli che da un impianto che invece funziona, rilanciato e sul quale magari potranno atterrare nuovi investimenti, verranno necessariamente a una convergenza di interessi con noi, perché proprietari di immobili o di attività commerciali e ricettive che beneficiano inevitabilmente di un'impostazione funzionante.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Mi unisco all'inizio dell'intervento del collega Vignale, in quanto da cuneese mi dispiace aver appreso queste notizie dagli organi di stampa.
Capisco anche il mio ruolo di minoranza e quindi tutto ci sta.
Siamo Consiglieri regionali e pertanto - lo dice la parola rappresentiamo tutta la Regione, ma è anche vero che siamo eletti e rappresentiamo la nostra terra. Quindi capisco benissimo le esternazioni di altri colleghi, perché non posso mica dire di non capirle; però non posso neanche dire di non essere contento e soddisfatto di queste risorse che arriveranno nella provincia di Cuneo, perché effettivamente sono necessarie e perché c'era un discorso nato non solo un anno fa, ma molto tempo prima: qualche mese fa c'era stato anche un intervento dell'Assessora Parigi, in cui erano anche state esposte delle cifre, pure maggiori. Si trattava dunque solo di definire poi bene quale fosse l'entità dell'intervento e pertanto, ribadisco la mia estrema soddisfazione.
Capisco che il trattamento privilegiato possa lasciare scontente le altre province e quindi comprendo che questo possa essere considerato un precedente pericoloso. Se poi sia un precedente non lo so e non lo posso dire. Avevo presentato ad aprile la mozione che, appunto, chiedeva risorse a favore di quelle stazioni non olimpiche e l'atto era stato votato all'unanimità. Questa, quindi, è anche una conseguenza di quell'intervento.
Mi collego anche con la vicenda di Limone Piemonte. Quindici giorni fa avevo presentato un'interrogazione a cui il Vicepresidente aveva risposto.
Adesso ho sentito anche l'intervento del collega Valle e probabilmente lui è più informato di me.
È ovvio che io auspico che la situazione di Limone Piemonte venga risolta, ma è anche ovvio che debba essere risolta in modo definitivo, cioè che poi garantisca un futuro alla stazione sciistica. Questa notizia effettivamente, nel Cuneese ha creato molto entusiasmo e molta soddisfazione e io - ripeto - non posso che unirmi nell'esprimere questa soddisfazione, sperando che a questo proclama su questi 15 milioni effettivamente poi ci sia la correlazione di un autentico impegno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Ci metto 30 secondi per dire due cose.
La prima è che, fatte salve le Valli olimpiche e Monterosa Ski, tutto il resto del Piemonte è coinvolgibile nell'utilizzo di queste risorse: questo è il primo elemento.
Il secondo elemento è che non un euro di questi 23 milioni sarà destinato a ripianare perdite o a sottoscrizioni di quote di capitale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Ha chiesto la parola l'Assessora Parigi; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
Aggiungo a quanto già detto dal Vicepresidente Reschigna che noi abbiamo fatto un'attentissima ricognizione di quelli che oggi sono i bisogni a livello di investimento sul nostro arco montano. Naturalmente questo parte dal presupposto che l'economia montana abbia una valenza fondamentale per il nostro turismo e abbiamo un panorama abbastanza precisa dei bisogni in investimento di ogni singola stazione.
Quello che ci apprestiamo a fare è una programmazione per il futuro che ci porti ad essere competitivi e questa è una prima parte di investimenti.
Allo stesso modo stiamo lavorando col Ministero. Ancora ieri è stato ribadito dal Piemonte che sui progetti strategici del Ministero del Turismo noi intendiamo portare avanti questo progetto e quindi anche il finanziamento delle due leggi, che sono quelle relative all'innevamento e allo sicurezza dello sci dello Stato.
Richiamo questo per dire che noi da settembre costruiremo una programmazione, che probabilmente non esaudirà questo investimento, ma che dovrà guardare anche al reperimento di altre risorse.



PRESIDENTE

Con l'intervento dell'Assessora, che ringraziamo, è terminata la trattazione dell'informativa della Giunta regionale.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame disegno di legge n. 203, inerente a "Disciplina delle strutture ricettive extralberghiere"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 203, inerente a "Disciplina delle strutture ricettive extralberghiere", di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno, che ha facoltà di intervenire.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Grazie, Presidente.
Questo è un disegno di legge, se vogliamo, molto tecnico e molto condiviso all'interno della Commissione: mi sembra che il lavoro che si è svolto sia stato di ottima collaborazione fra Assessorato e Consiglieri e direi, anche all'interno dei vari Gruppi consiliari.
Partirei però da un dato. Forse dico delle cose scontate, però mi sembra che l'elemento che noi dobbiamo sottolineare sia che, per quanto concerne il turismo, le presenze sulla nostra Regione sono in crescita dal 2007: una crescita interessante, che tocca dei settori collaterali pensiamo all'aspetto dell'agroalimentare e delle proposte culturali. Si è iniziato a vedere le cose non più solo in verticale, ma - lo dico così, in modo semplice - in orizzontale, cioè a integrare quegli aspetti connaturati a un sistema con quelli in relazione a dei sistemi collegati: il turismo che si collega con l'aspetto agroalimentare e con quello artistico; poi c'è anche l'aspetto ambientale.
Ovviamente, però, nel tempo sono cambiate anche le esigenze e le modalità con cui si propone la nostra offerta. E quindi la legge 31 del 1995, quella che maggiormente andava a normare l'elemento extralberghiero in questi anni si è dimostrata deficitaria per alcune incongruenze dell'apparato normativo ma anche per alcune carenze, perché non è più rappresentativa di modelli di offerta che, nel frattempo, sono cambiati.
Pensiamo alle case sugli alberi o al fenomeno dell'affitto breve di unità che prima erano residenziali e che adesso, con le piattaforme, vengono proposte e messe sul mercato quasi in concorrenza con tutto il sistema alberghiero.
Su questo ultimo aspetto a livello nazionale la norma, che - se vogliamo - ha più una ragione fiscale, è andata a coprire un vuoto normativo, ma di fatto ci dà un indirizzo molto forte che a livello regionale noi non vogliamo andare ad alterare: semplicemente, in questa proposta di legge si vanno a circoscrivere alcuni elementi di questa tipologia di offerta.
Il turismo è cambiato, molti turisti preferiscono soggiornare in unità abitative anziché in alberghi. Quindi, non dobbiamo andare a circoscrivere troppo, ma dobbiamo creare i presupposti perché l'offerta sia la più ampia possibile.
La norma che andiamo a proporre, di fatto, non è contro l'uno o contro l'altro, a difesa dell'uno o a difesa dell'altro, ma va a recepire quello che il mercato nel tempo si è costruito.
Questa proposta di legge ha avuto il parere all'unanimità del CAL, che mi sembra un elemento significativo. Il CAL è composto da membri che rappresentano gli Enti locali e il turismo è sempre di più valutato in modo positivo soprattutto dai Comuni delle aree marginali o delle aree interne.
Pertanto, l'attenzione che in questi anni è aumentata da parte dei Sindaci deve essere seriamente considerata da parte nostra.
Chiuderei dicendo che ci sono alcuni piccoli emendamenti che correggono degli aspetti normativi. La norma va a circoscrivere solamente su alcuni articoli l'aspetto imprenditoriale o non imprenditoriale e, di fatto, così com'è stata emendata, riporta lo stesso stile che è stato adottato dalla normativa della Regione Toscana, che ha avuto un'impugnativa su un articolo, che era quello sull'affitto breve, sulla locazione breve. In relazione a questo, gli emendamenti che sono stati proposti dall'Assessorato vanno a uniformare la nostra proposta legislativa alla legge toscana per le parti che non sono state impugnate.
Ancora una cosa: il turismo è cambiato e noi dobbiamo comunque farci carico anche di quelle aree che hanno un'ottima proposta sotto il profilo ambientale e sotto il profilo culturale, ma hanno una carenza di offerta turistica. Non saremo noi che organizzeremo l'offerta turistica, questa norma consente alle varie proprietà immobiliari, che sono presenti anche in territori marginali, di essere propositive, di dare delle possibilità affinché il turista venga da noi e trovi la più ampia offerta possibile.



PRESIDENTE

Passiamo alla prima relazione di minoranza del Consigliere Vignale, che ha pertanto facoltà di intervenire.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso questa proposta di legge della Giunta regionale unitamente a una proposta di legge che il sottoscritto aveva presentato, ma che disciplinava unicamente una fattispecie, cioè quella dell'affitto temporaneo breve.
Credo che sia estremamente utile, al di là del merito della legge ma in termini generali, pensare a un'offerta, che la nostra Regione è in grado di dare, che tenga conto di più offerte turistiche. A differenza di quanto si possa credere o di quanto avveniva fino a non moltissimi anni fa, oggi la scelta che, in generale, il turista fa è una scelta che ruota intorno a differenti tipi di offerta turistica e differenti modalità.
Pertanto, l'aver introdotto, anche riprendendo alcuni aspetti da altre norme, ma facendo una norma unica, l'aspetto legato agli ambiti di applicazione dell'articolo 2, individuando i bed and breakfast, le case ed appartamenti vacanze, le residenze di campagna, le case per le ferie e gli ostelli, ovviamente è un aspetto positivo.
Proverò a soffermarmi su quelle che sono le locazioni turistiche, cioè quelle oggetto dell'articolo 5, anche perché era l'oggetto della proposta di legge che ho presentato e che, essendo stata poi parzialmente recepito all'interno dell'articolo 5, ho ritirato.
Credo che normare le locazioni turistiche sia estremamente importante sotto una serie di aspetti; serve la norma regionale, anche se è intervenuta la norma nazionale che, come correttamente ricordava il collega Rostagno, è intervenuta esclusivamente da un punto di vista fiscale.
Sostanzialmente, chi si occupa di intermediazione immobiliare su un singolo alloggio, oggi trattiene alla fonte, al soggetto che dovrà poi garantire anche un riconoscimento di carattere fiscale.
Però quando discutiamo di questo, dobbiamo pensare che non ci sono solo le grandi multinazionali che si occupano di questo tema, ma vi sono anche molte imprese immobiliari piemontesi che si occupano di questo tema, quindi tanto più questo tema ha una sua regolamentazione ben precisa e ben definita, meglio è.
È evidente che non possiamo incappare nell'errore che ha fatto la Regione Toscana, cioè quello di pensare di definire la locazione, violando la legge nazionale sulla locazione (la n. 231). Noi abbiamo la possibilità come la stessa legge n. 231 individua utilizzando un appiglio, ancorché sia un articolo e una norma di carattere fiscale, ma rispetto a quanto ha disciplinato il Parlamento dello Stato, di individuare una serie di aspetti legati alle locazioni turistiche, che ad esempio introducano la possibilità della pulizia e del cambio della biancheria, ancorché in un'unica occasione, che individuino il dovere di comunicazione dei dati. Oggi questo è un flusso turistico assolutamente significativo, che sfugge a qualunque valutazione che la Regione fa anche nella presentazione e nella valutazione dei suoi dati. Poi vi è la necessità della stipula di una polizza assicurazione.
Quindi, vi è la possibilità di regolamentare in modo corretto una grandissima opportunità per la nostra Regione. Prima discutevamo nelle comunicazioni di sistema della montagna. Il sistema della montagna piemontese ha un enorme limite, che non è quello impiantistico, perché noi abbiamo certamente necessità di migliorare il nostro sistema impiantistico anche se quello che abbiamo è assolutamente di buon livello. L'enorme limite che ha la montagna piemontese è, piuttosto, quello dei posti letto.
Uno studio di qualche anno fa, ma i cui dati temo non cambino oggi rilevava che, a fronte di un posto letto della Regione Piemonte, la Valle d'Aosta ne aveva sette, il Trentino Alto Adige ne aveva 11 e la vicina Francia da 20 a 60.
Pertanto abbiamo, soprattutto con i Dipartimenti francesi alpini, un rapporto che, in termini di competitività di un territorio, è assolutamente necessario.
È possibile realizzare grandi catene alberghiere all'interno di queste realtà? No. È estremamente difficile, perché hanno tempi di ammortamento molto ampi, ma noi abbiamo un'unicità che è quella di avere, a differenza di altre realtà alpine, un numero di seconde case che è assolutamente più elevato rispetto ad altre. Molte di queste non sono affittate per tutto l'anno, anche per scelta del proprietario e sempre di più sono affittate in modo temporaneo.
Questo è il più grande strumento di attrazione turistica, che intanto noi non stiamo governando e non lo conosciamo neppure, perché non esiste la trasmissione dei dati: sono turisti che passano dai più differenti motori di ricerca; noi parliamo e citiamo spesso il più importante, ma non c'è solo quel soggetto che si occupa di intermediazione immobiliare per periodi brevi, ma ormai ce ne sono decine e decine. Questo è un aspetto assolutamente significativo.
Dopo aver parlato con gli operatori, non soltanto delle aree montane ma anche della città capoluogo e anche di altre realtà, se noi guardiamo i dati dell'Osservatorio del turismo regionale che l'Assessora Parigi ha presentato quest'anno, sono dati incompleti, e non perché non siano corretti i dati che l'Assessorato ha trasmesso, ma perché semplicemente sono dati che non contengono neppure una presenza di tutti coloro i quali hanno soggiornato all'interno della nostra regione utilizzando un alloggio o un affitto temporaneo breve. Per questo motivo, credo che la norma sia importante.
Vi è poi un aspetto sul quale credo si dovrà fare un ragionamento di carattere generale, anche se per alcuni casi recentemente si è tentato, una volta fatte le norme, di rendere i regolamenti attuativi delle norme stesse quanto più semplici possibili. Come dissi in Commissione e lo ricordo qui adducendolo come esempio, nel caso dell'albergo diffuso abbiamo creato una buona legge, ma un pessimo regolamento. L'ho detto in Commissione e qui ripeto quanto ho già detto.
Dobbiamo fare attenzione, perché gli effetti benefici che in teoria la legge porta possono essere vanificati da un atto amministrativo che non è sbagliato in sé, ma è semplicemente complicato. Come l'Assessora sa e i colleghi sanno, le complicazioni non aiutano mai chi vuole svolgere questa attività, anche perché in molti casi non è la prima attività, non è ciò di cui si vive, ma è un incremento di reddito che, in particolar modo in alcune realtà, può essere importante, ma deve essere regolato nel modo più semplice possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla seconda relatrice di minoranza, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, a commento di un testo su cui abbiamo lavorato abbastanza lungamente in Commissione, portando anche delle nostre proposte.
Queste proposte principalmente vertevano sul fare maggiore chiarezza sulla distinzione tra attività imprenditoriale e non imprenditoriale quindi abbiamo presentato la maggior parte dei nostri emendamenti in questa direzione.
È un testo che sicuramente potrebbe essere ancora migliorato, su cui non abbiamo trovato piena condivisione relativamente ad alcuni aspetti; ci sembra che nella parte relativa alle finalità manchi un più deciso sostegno rispetto al turismo sostenibile e alla necessità di rilanciare la Regione Piemonte attraverso un'immagine unitaria, quindi un'attività che sia maggiormente di coordinamento da parte dell'Ente regionale.
In generale, crediamo che questo sia un primo piccolo passo per adeguare il sistema normativo regionale a un settore che è in rapida e continua evoluzione. Il settore del turismo ha sicuramente beneficiato o risentito, a seconda dei punti di vista, dello sviluppo della tecnologia e sempre più spesso ci troviamo ad avere a che fare con dei turisti che rinunciano all'intermediazione di soggetti come possono essere i tour operator o le agenzie di viaggi, e cercano in autonomia le loro vacanze o le loro esperienze, come le definisce l'Assessora Parigi, che più di una volta ha sottolineato che il turista è sempre più in cerca di esperienze.
Sicuramente è un giudizio condivisibile, ma proprio perché sappiamo che si è sviluppato questo tipo di turismo, che sempre più si organizza in autonomia, crediamo che compito della Regione dovrebbe anche essere quello di offrire tutti gli strumenti possibili agli operatori per avere visibilità e anche per garantire la qualità dei servizio presenti sul nostro territorio.
Riteniamo anche che sarebbe necessario inquadrare a livello normativo in modo più esteso il settore del turismo.
Ovviamente, adesso non pretendiamo che si organizzino gli Stati generali del turismo, anche perché vedrei subito l'Assessora Parigi con i "capelli dritti", perché mi ricordo già il lungo e difficile percorso per avviare gli Stati generali della cultura; però, sicuramente, sicuramente quello del turismo è un settore che necessita più che mai di un'interlocuzione continua e attenta con il territorio e con tutti gli operatori che si trovano ad agire sul territorio, proprio perché sono interlocutori di tipo diverso. Ci sono tantissime tipologie di operatori per cui è assolutamente necessario creare dei canali diretti di dialogo e recepire le loro istanze, per poter arrivare a delle norme il più possibili efficienti ed efficaci. Sicuramente, un testo unico del turismo sarebbe un qualcosa di cui il Piemonte avrebbe bisogno.
Dico questo anche perché in questo testo, che noi andiamo a discutere in Aula, si vanno a definire alcuni aspetti che devono essere normati. Come si dichiara anche nelle finalità, si doveva anche adattare la legislazione regionale rispetto alla legislazione comunitaria nazionale, e si definiscono pertanto alcuni aspetti differenziando le varie tipologie ricettive, ad esempio. Anche qui, purtroppo, non sempre abbiamo visto la necessaria chiarezza nelle varie definizioni e nell'identificazione delle caratteristiche delle diverse tipologie di struttura.
Si va poi a definire tutta la disciplina, quindi i vari servizi che devono essere garantiti, il modo in cui si vanno a classificare le varie strutture; poi si interviene su tutto quello che è l'iter di comunicazione dell'attività e su tutto quello che riguarda la vigilanza e le sanzioni che vedono un coinvolgimento degli Enti locali e in particolar modo dei Comuni.
Quello che ci preoccupa un po' è la questione relativa al regolamento di attuazione. Anche il collega Vignale ha già accennato al regolamento che si andrà a scrivere, un regolamento su cui noi, come Consiglio, non avremo modo di intervenire in modo incisivo, suppongo, se non con un confronto che, magari, mi auguro possa avvenire in Commissione.
A questo regolamento si demandano aspetti sicuramente importanti intanto, il rischio è che si vada ad approvare una legge magari più snella che semplifica di molto alcuni aspetti, ma che demanda troppo al regolamento. Quindi, una legge semplice, che tuttavia non va a definire alcuni aspetti che, forse, invece, avrebbero dovuto essere meglio definiti all'interno della legge.
Questo rischia di creare ulteriore confusione e magari lasciare anche degli spazi sia ad attività e ad interventi da parte delle persone che lavorano sul regolamento, sia magari a pressioni che possono arrivare da vari soggetti che, a vario titolo, operano nell'ambito del turismo.
Pertanto, quest' aspetto ci preoccupa un po', in particolar modo nelle parti (non so se il collega Mighetti avrà voglia di intervenire) riguardanti la destinazione urbanistica degli immobili, quindi tutto quello che riguarda gli strumenti urbanistici e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Sicuramente è apprezzabile che tra le finalità di questo testo ci sia quella di recuperare l'esistente, evitando, quindi, di cementificare ulteriormente il territorio, però il fatto di demandare completamente le modalità e i criteri di recupero potrebbe dare dei margini di libera interpretazione e - di conseguenza - di libera azione.
Sempre connesso a questo discorso c'è il tema dei requisiti tecnico edilizi, igienico-sanitari, di sicurezza e accessibilità. L'articolo 18 che racchiude tutti gli aspetti che vengono demandati e rimandati al regolamento, dovrà sicuramente essere oggetto di attenzione, proprio per evitare di aprire degli spiragli a delle attività che, anziché portare beneficio al nostro turismo, potrebbero danneggiare sia il settore turistico sia il nostro territorio.
In questo caso, dovremmo intervenire e chiediamo all'Assessore di poter interloquire nelle Commissioni, di poterci confrontare, proprio per fare in modo che si possa arrivare anche a un regolamento che sia il più possibile condiviso ed evitare di correre dei pericoli che metterebbero un intero settore (quello dell'extralberghiero) a rischio, non dico di fallimento, ma di poca incisività nel portare avanti la sua azione, creando un danno al territorio anziché dei vantaggi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Passiamo alla discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Inizio con una considerazione di carattere generale, perché è già la terza o quarta volta che in Aula portiamo una legge di riforma di qualche parte e di qualche settore del turismo, che diventa legge e quindi norma nuova all'interno della nostra regione.
Questo è strettamente collegato al fatto che fin dal 2014, fin dal momento in cui siamo stati eletti come maggioranza, abbiamo focalizzato sul turismo uno degli assi di sviluppo, sul quale intervenire e sostenere per la creazione di sviluppo e lavoro in Piemonte.
E questo è quanto abbiamo fatto in questi anni. Devo ringraziare anche l'Assessora e l'Assessorato, nonché la Commissione e tutti i colleghi che hanno lavorato in questi anni, perché questa è la terza o quarta legge che andiamo ad approvare in III Commissione e in Consiglio regionale, che va a migliorare, modificare e aggiornare la normativa in questo settore.
Siamo partiti con il tema dell'agriturismo, di iniziativa consiliare abbiamo normato le ATL, la nuova Agenzia turistica con la riforma generale del turismo, abbiamo lavorato sulla legge 2 (ne abbiamo parlato anche prima), sul sistema della neve e sul turismo invernale ed estivo. Oggi andiamo ad approvare un'altra norma importante, relativa a tutto quello che rappresenta l'extralberghiero, dopo aver approvato il regolamento dell'albergo diffuso.
Quindi, siamo intervenuti in modo determinato su questo settore per aggiornarlo e renderlo sempre più adeguato alle nuove forme di turismo e rendere, quindi, la nostra regione la più attrattiva possibile da questo punto di vista.
Sostenere il turismo e puntare sul turismo non vuol dire solo approvare delle leggi e delle norme nuove che vanno in questa direzione; vuol dire anche stanziare delle risorse (e l'abbiamo fatto, ne abbiamo parlato prima sul sistema della neve, per esempio, ma anche in altri ambiti); vuol dire anche sostenere eventi e promuovere il nostro territorio in giro per il mondo.
Devo dire che sono tutte cose che in questi primi tre anni di legislatura abbiamo portato avanti come Amministrazione.
Entro più nel merito del disegno di legge 203, quello relativo alla materia extralberghiera, perché oggi andiamo ad aggiornare un quadro normativo importantissimo, che andrà a potenziare le strutture extralberghiere e a migliorare un sistema extralberghiero che è in forte evoluzione, molto dinamico e attuale.
Non per nulla, siamo intervenuti su questo, se non altro perché la legge precedente era del 1985, quindi evidentemente non aggiornata e non adeguata alle tipologie attuali.
Sono tre gli elementi che ci hanno guidato nell'approvare in Commissione questa legge e nel portarla in Aula.
Il primo ambito, devo dire, che ci ha mosso in tutte le norme che abbiamo approvato sul tema del turismo è la semplificazione normativa.
È stato detto anche prima: in questa legge ci sono degli elementi semplificatori, di sburocratizzazione, che sicuramente è auspicio di tutti non vengano limitati o modificati nell'approvazione del regolamento attuativo. Si va nella direzione di semplificare e agevolare la libera iniziativa del singolo, imprenditoriale e non, e questo è importante perché si va nella direzione di semplificare e agevolare la creazione di nuove imprese nell'ambito turistico, in questo caso nell'ambito extralberghiero, e si inseriscono e si normano nuove tipologie di ricettività extralberghiera quali - per esempio - il tema delle locazioni temporanee e brevi: l'articolo 5, che è uno degli elementi di principale novità all'interno della legge e che va a normare un settore in fortissima espansione, che ha bisogno di regole e norme certe per essere adeguatamente normato, verificato e controllato.
Ma non solo l'articolo 5 (e non mi dilungo su questo, perché è stato oggetto degli interventi dei colleghi, precedentemente). Cito altri tre articoli che, a mio parere, qualificano come innovativa questa norma.
In particolare ricordo l'articolo 9, sulle residenze di campagna, che inserisce questa nuova tipologia, che va nella direzione di agevolare il turismo green e di rispondere alle esigenze dei turisti che cercano questo tipo di residenza; l'articolo 13, sulle residenze d'epoca; e l'articolo 10 un articolo generale, ma che dà un quadro d'insieme di quelle che sono le ospitalità ricettive innovative, in soluzioni ricettive e innovative.
Si citava prima la casa sull'albero, ma sono comprese tutte le iniziative ricettive nuove e che vanno nella direzione di rispondere alle esigenze del turista di oggi, che cerca degli aspetti nuovi legati al turismo, sempre più legati al green, sempre più legati all'ambiente.
Chiudo con due auspici (uno l'ho già citato precedentemente): noi oggi o martedì prossimo - approveremo questo disegno di legge, che però è il primo passo, rispetto al quale si dovrà approvare il regolamento attuativo dell'articolo 18. Il mio primo auspicio, che sottopongo anche all'Assessora Parigi, è quello di non utilizzare tutti i 180 giorni che la legge dà alla Giunta regionale per presentare il regolamento attuativo, anche perch nelle norme transitorie giustamente la legge prevede che alcune norme entrino in vigore nel momento in cui entra in vigore il regolamento attuativo. Di conseguenza, per rendere applicabile subito una norma importante come questa il regolamento attuativo è effettivamente necessario.
Tale regolamento - è già previsto per legge - avrà il parere della Commissione competente, quindi ci sarà modo (e rispondo alla collega Frediani) per affrontarlo all'interno della III Commissione e discuterlo non solo visionarlo e prenderne atto.
Rispetto a questo, come Presidente me ne faccio carico.
Il secondo auspicio è che noi oggi andiamo a inserire nuove tipologie di strutture extralberghiere: cerchiamo di agevolare l'iniziativa anche imprenditoriale in questi ambiti e, quindi, anche di riuscire a trovare (vediamo in quale forma, non è previsto in questa legge, ma vedremo anche nei prossimi disegni di legge di bilancio) dei sostegni legati a questo tipo di settore, compreso il sostegno alla creazione di impresa, ossia quel che concerne le startup.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00 )



< torna indietro