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Dettaglio seduta n.242 del 25/07/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.22)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cerutti, Gancia e Giaccone.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Oggi si è tenuto un incontro con i Gruppi e le organizzazioni sindacali. Credo che emerga la necessità di convocare una Conferenza dei Presidenti: proporrei, per la gestione dell'Aula, di proseguire l'esame del rendiconto della Giunta e di approvarlo; successivamente, potremmo sospendere la seduta e convocare la Capigruppo.
In ogni caso, nell'arco della giornata (e prima della riunione di Giunta) metteremo tutti i Gruppi nelle condizioni di interloquire con la Giunta.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 247, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2016"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana è iniziata la trattazione del disegno di legge n. 247, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2016", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il Consigliere Appiano ha svolto la relazione di maggioranza, il Consigliere Bono la prima relazione di minoranza.
La parola al Consigliere Berutti, per la seconda relazione di minoranza.



BERUTTI Massimo, relatore

Grazie, Presidente.
Mi scuso ancora per l'assenza di questa mattina.
Da una prima analisi del rendiconto, non posso che giudicarlo, con molto realismo, abbastanza in linea con i precedenti. Ci sono, peraltro alcune considerazioni che vanno fatte; anzi, mi sentirei, addirittura, di porre qualche domanda al Vicepresidente, perché, come tutti sappiamo, un conto sono i bilanci di previsione e di assestamento, altro discorso sono i rendiconti, che, in qualche modo, hanno bisogno, talvolta, di determinate specifiche.
Ciò che emerge in prima battuta è il dato che le entrate, rispetto al 2015, sono diminuite, anche se di pochi milioni di euro; si rileva un ulteriore decremento anche sulle somme da riscuotere rispetto al 2015.
Questi dati, tutto sommato, fanno intravedere un'attività, dal punto di vista delle entrate, da parte della struttura.
Naturalmente, questo porta ad una riflessione che avevo già anticipato in sede di Commissione, legata ai residui: effettivamente, balza agli occhi che il riscosso dei residui attivi del 2015 era di 677.000, mentre nel 2016 si attesta a 2.217.000, da riscuotere 285.000. Rispetto al dato in corso di esercizio ridefinito è quasi il doppio (mi riferisco ai residui attivi). Al riguardo, il Vicepresidente aveva già risposto in Commissione, ma chiediamo di ricevere una puntualizzazione in tal senso anche in Aula. Sappiamo tutti che i residui attivi, dal punto di vista dei bilanci, hanno comunque un'importanza strategica, soprattutto per la funzionalità in termini di struttura di bilancio.
Sui residui passivi, tutto sommato, si nota una differenza numerica importante, di quasi due miliardi di euro, tra il 2015 e il 2016, però con un incremento notevole in termini di pagamento, di quasi un miliardo e mezzo di euro. Da pagare la differenza è inferiore, circa 400 milioni.
Questi numeri lasciano intravedere - ne devo dare atto - che l'ingranaggio o la macchina operativa regionale ha dato i suoi frutti.
Credo che questo aspetto vada ravvisato. Personalmente, ho sempre riconosciuto al Vicepresidente un lavoro eccellente e, soprattutto un'attenzione verso la materia.
Non mi sono addentrato negli aspetti particolari legati allo storico anche perché ritengo che sia una tematica abbastanza articolata e complessa, per cui, onestamente, non ho ritenuto di approfondire questioni che ormai si sono consolidate e strutturate dal punto di vista legislativo (anche in termini di provvedimenti legati alla questione del Commissario per quanto riguarda gli esercizi precedenti).
Quello che emerge, poi, dal punto di vista del risultato di amministrazione, è legato al fondo crediti di dubbia esigibilità, che, dal 2015 al 2016, ha riportato un miglioramento. Anche questo aspetto denota conseguentemente, un percorso di perfezionamento.
Un dubbio che rilevo e che pongo al Vicepresidente - magari è un aspetto che è sfuggito solo al sottoscritto - riguarda il fondo perdite per le società partecipate, che io non ho rilevato nel 2015 ma che rilevo invece, nel 2016 per circa 13 milioni. Al riguardo, sollevo un quesito.
Osserviamo che il bilancio non registra grandi picchi - questo aspetto va delineato - ma sapevamo tutti (lo abbiamo sempre ribadito) che questi anni di bilancio 2014, 2015 e 2016 sono stati particolarmente complicati.
Ritengo, peraltro, che il nostro partito lo abbia sempre riconosciuto e abbia anche operato per creare quel senso di attenzione e di rispetto alle fasi critiche.
L'auspicio è che per il 2017 - quindi per il prossimo consuntivo - si possa registrare veramente un cambio di passo, perché credo che la Regione ne abbia bisogno. La Regione Piemonte deve cominciare a vedere i risultati del proprio lavoro. Questo è il nostro augurio.
Ovviamente saremo attenti e vigili, anche durante le altre fasi di bilancio, perché questo è il nostro ruolo. In conclusione, mi sento di dire che, come sempre, si può migliorare, però certamente qualche passo in avanti in questi termini va riconosciuto.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

La relazione del Consigliere Bono di questa mattina è stata molto esauriente, quindi mi limiterò a fare qualche piccola osservazione su alcuni aspetti, così come faranno i Consiglieri che interverranno dopo di me.
Abbiamo analizzato gli scostamenti tra quanto si era previsto di stanziare relativamente a tutte le voci di bilancio e abbiamo fatto un raffronto con quello che, effettivamente, risulta impegnato. Ci sono alcuni capitoli che ci preoccupano perché, dal nostro punto di vista, non rispettano quello si era deciso di fare nel momento in cui abbiamo approvato il bilancio. In particolar modo, ci preoccupano alcuni temi soprattutto quelli legati ai giovani. Parliamo dello studio, delle risorse dedicate allo studio, al sostegno alle famiglie che fanno studiare i loro figli.
Parliamo dell'edilizia scolastica. Anche qui, questa mattina, accennavo al fatto che abbiamo restituito una parte del nostro stipendio proprio in questo capitolo per evidenziare la necessità di stanziare maggiori risorse.
È un tema assolutamente prioritario per la nostra regione. Edilizia scolastica vuol dire sicurezza per un luogo che gli studenti sono obbligati a frequentare. Stiamo parlando di scuole pubbliche e in Italia, per fortuna, i ragazzi sono obbligati a studiare fino a 16 anni.
Sicuramente, al centro della nostra azione politica, dobbiamo avere l'obiettivo di avere degli edifici sicuri. Sappiamo che ci sono delle graduatorie, con degli istituti che hanno chiesto dei finanziamenti per portare a termine degli interventi, in particolar modo rispetto all'antisismico, che non verranno esaurite, quindi noi provvederemo a richiedere maggiore impegno a partire dal prossimo assestamento che andrà in discussione al rientro dalla pausa estiva.
Per quanto riguarda le politiche giovanili, abbiamo visto anche dei tagli in un settore che sta a cuore primo di tutto al nostro Presidente del Consiglio, lo sport. Abbiamo discusso per mesi della promozione dell'attività fisica e dell'attività sportiva ma, a bilancio, vediamo che in realtà, le risorse non sono sempre sufficienti per portare avanti delle politiche serie anche sul piano delle attività sportive e della promozione dello sport. Parliamo di attività che, sicuramente, hanno bisogno di maggiori contributi, attività che noi riteniamo veramente essenziali sia per la salute dei cittadini, sia per la loro forte valenza di coesione sociale, ma anche per la capacità educativa che lo sport ha.
Questi sono discorsi che abbiamo abbondantemente affrontato anche in Commissione nel percorso che abbiamo seguito finora relativamente alla creazione delle palestre della salute e tutto il discorso della legge che è ancora in discussione. Tuttavia, il problema è sempre lo stesso: se non mettiamo adeguate risorse, possiamo avere sulla carta bellissimi progetti di promozione dello sport, ma poi, purtroppo, questi progetti, rimangono solo sulla carta e ci limitiamo a finanziare grandi eventi, a dare sostegno per la manutenzione e il mantenimento di palazzetti, ma non riusciamo a fare attività realmente diffusa su tutto il territorio regionale.
Sulla cultura, sappiamo che ci sono già stati dei tagli piuttosto pesanti in parte reintegrati, ma non sono ancora sufficienti. Abbiamo già avuto modo di osservare come, molto spesso, i fondi legati alla cultura siano distribuiti in modo non proprio trasparente e in modo eccessivamente discrezionale da parte dell'Assessore, attraverso l'utilizzo di convenzioni. Devo dire che ci spaventa un po' quello che abbiamo sentito nel corso dell'ultima riunione relativamente al testo unico della cultura quando l'Assessora ha detto che, addirittura, vorrebbe arrivare a finanziare direttamente i soggetti per alcune iniziative.
L'Assessora Parigi non è presente, ma vorrei solo far presente che non si può fare i mecenati con i soldi dei cittadini. Bisognerebbe rivedere, e speriamo di riuscire a farlo, l'elaborazione di questo testo unico della cultura che sembra finalmente vedere l'avvio del suo iter a breve; speriamo di riuscire a dare dei criteri che siano realmente garanzia di trasparenza e di reale meritocrazia e anche, possibilmente, di sostegno a quei settori che sono meritevoli di sostegno, ma non riescono a stare in piedi con le loro gambe.
Non possiamo pensare ad una cultura unicamente orientata al turismo. Ci sono dei settori, come ad esempio le biblioteche e i musei, che non sono accattivanti dal punto di vista economico, ma svolgono, comunque, una funzione importante e fondamentale per la diffusione della cultura. Ed è lì che l'Ente pubblico deve intervenire e sostenere la loro attività, più che rispetto a grandi eventi che, magari, richiamano grande pubblico, ma potrebbero cercarsi degli sponsor privati o cercare di stare in piedi sulle proprie gambe.
Abbiamo poi visto nella relazione della Corte dei Conti il giudizio rispetto all'utilizzo dei fondi comunitari. Il giudizio è stato piuttosto benevolo, si dice che la Regione Piemonte ha utilizzato bene i fondi, siamo a un buon livello rispetto ad altre Regioni. Tuttavia questo buon livello rispetto alle altre Regioni, in realtà, oggettivamente, non ci dice nulla perché magari le altre Regioni hanno usato i fondi malissimo e noi solo male. Lì è tutto relativo.
Anche ammettendo che i fondi siano stati utilizzati in buona quantità quindi a un buon livello, non sappiamo ancora quali siano le effettive ricadute derivanti dall'utilizzo di questi fondi e, in particolar modo, non sappiamo ancora quali siano le ricadute rispetto al tema cruciale della nostra regione, che è quello dell'occupazione. Abbiamo visto, non so se ieri, un articolo su un quotidiano che riportava i dati dell'Osservatorio regionale sul lavoro, ove si diceva che la disoccupazione in Piemonte ha raggiunto il dieci per cento. Ricordo che abbiamo 205 mila disoccupati nella nostra regione.
Non ci risulta che sia stato ancora completato il processo di rendicontazione e, cosa più preoccupante, non risulta, stando a quello che è riportato nella relazione, un costante flusso di denunce e segnalazioni in merito alle irregolarità rilevate da parte dell'Ente, di Finpiemonte o degli altri soggetti gestori alla procura contabile. La Regione dovrebbe anche avere il ruolo di denunciare le eventuali irregolarità, ma pare che non abbia adempiuto appieno a questo ruolo. Questa cosa potrebbe essere un sintomo di scarsa attenzione o, comunque, di non centralità di questo tema del mancato utilizzo o del mal utilizzo dei fondi europei. Su questo ci aspettiamo che ci sia un miglioramento.
Ultimo nota dolente, le società partecipate. Non posso non rimarcarlo quanto rilevato rispetto a Villa Melano è uno dei temi su cui più volte ho cercato di portare l'attenzione della Giunta. Addirittura, a conclusione del percorso che viene tracciato rispetto alle risorse trasferite dalla Regione a Villa Melano - che ammontano a oltre otto milioni di euro, per arrivare ad avere il nulla, uno scheletro accanto ad un relitto sulla collina di Rivoli - alla fine di questa relazione si legge che spesso la Regione è costretta a interventi finanziari, non programmati e difficilmente sostenibili, oltre che di dubbia legittimità, in relazione al quadro normativo attuale.
Questa frase per noi è preoccupante, è un campanello d'allarme.
Ricordiamo che noi, rispetto ai fondi trasferiti a Villa Melano, abbiamo anche presentato un esposto, quindi è una vicenda che non denunciamo solo qui in Consiglio, lasciando un segno con conseguenze così incisive come un esposto. Ricordiamo che c'è questo esposto depositato da qualche mese e vedremo se ci saranno degli sviluppi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà fondamentalmente concentrato su quelle che, più che tematiche, possiamo definire una vera e propria emergenza della nostra società, una grande piaga della nostra collettività. Sto parlando di violenza contro le donne e femminicidi, che tra l'altro sono sotto gli occhi di tutti! Vorrei fare un'introduzione e ricordare che, fra il 13 e il 14 luglio in meno di 48 ore sono state uccise quattro donne; sono state uccise dai loro compagni o dai loro ex compagni. Faccio questa introduzione per poi addentrarmi nel tema vero e proprio del rendiconto di bilancio.
Dicevo che, in meno di 48 ore, fra il 13 e il 14 luglio, sono state uccise quattro donne e una è ricoverata in ospedale in condizioni molto gravi; tra l'altro, pare che adesso, ringraziando, sia fuori pericolo: anche lei ha subito violenza e maltrattamenti.
Scusate colleghi, vorrei avere un po' di silenzio perché non riesco a parlare. In quest'Aula pare che ognuno pensi ai fatti propri. Come al solito, il Capogruppo Gariglio - sembra una persecuzione! - quando parlo va sempre a disturbare il Presidente, magari proprio mentre stiamo discutendo di cose importanti.
Consigliere Gariglio, dovrebbe prestare attenzione, visto e considerato che lei mi sembra uno che si è schierato, come il Partito Democratico si è sempre schierato.
Tra l'altro, avete fatto delle buone proposte di legge negli ultimi anni, in particolare nel 2016. Sto parlando della legge 4 del 2016: è una buona legge, che ha dei buoni propositi, è una legge che abbiamo approvato anche noi del Movimento 5 Stelle, è una legge sulla quale abbiamo lavorato anche noi, soprattutto per quanto riguarda gli interventi per la prevenzione della violenza contro le donne e il sostegno ai loro figli.
Abbiamo approvato un'altra legge, la legge 5 del 2016: è una legge contro le discriminazioni, dove è stato inserito anche il fenomeno della tratta quindi la protezione delle donne vittime di tratta e la lotta contro la tratta degli esseri umani.
Tutte queste leggi sono state proposte ed approvate dal Partito Democratico anche con il nostro sostegno, però a quanto pare - e arriviamo al dunque, Vicepresidente Reschigna - analizzando il rendiconto, mi sono accorta che in realtà lo stanziamento finale non corrisponde agli impegni del rendiconto del 2016. Precisamente, quando noi parliamo di istituzione di centri antiviolenza con case rifugio (vedi la legge regionale 16/2009 e la legge poc'anzi citata, la legge 4/2016), se andiamo a vedere le risorse da stanziare e da trasferire anche agli egli enti no profit, la cifra è stata tagliata: siamo passati da 195.000 euro a 87.000 euro, quindi c'è stato un taglio di oltre 108.000 euro rivolto agli enti no profit.
Invece, se andiamo a vedere l'altro capitolo di bilancio, per quanto riguarda l'istituzione dei centri antiviolenza con case rifugio (parliamo sempre delle medesime leggi: la legge 16/2009 e la legge 4/2016), abbiamo un taglio di euro 137.166,72, quindi stanziamento finale euro 345.607,03 impegno rendiconto 2016 euro 208.4440,31.
Richiamo tutto questo per farvi capire che cosa? Il Partito Democratico, questa Giunta si è sempre schierata e si schiera dalla parte delle donne e le tutela portando avanti delle battaglie; la grande battaglia contro la violenza sulle donne è stata portata avanti non solo dalla Giunta, che si dimostra così sensibile, ma anche dal Consiglio regionale e dalle stesse Consulte, in primis la Consulta delle elette, fino ad arrivare alla Consulta femminile e ai vari organismi di parità: tutti hanno portato avanti questo grande lavoro negli anni.
Tuttavia, Vicepresidente Reschigna, tengo a precisare che a me piace dare i titoli per quello che sono. Come Vicepresidente e Assessore al bilancio della nostra Regione, lei è una persona che ha dimostrato sempre sensibilità, non solo per quanto riguarda questa tematica, ma comunque verso le categorie più deboli, le categorie più bisognose. Il problema però, è che noi non possiamo permetterci di tagliare su capitoli relativi a tematiche che rappresentano una grave emergenza sociale.
Sinceramente sono un po' stanca di sentire fare sempre della propaganda politica, o come vogliamo chiamarla, e poi alla fine, quando è ora di mettere in atto delle azioni e fare qualcosa di concreto, ci si tira sempre indietro, o perlomeno si tende sempre a limitare le risorse in tematiche di così grande importanza! Alle volte sono anche stanca di dover ripetere sempre le solite cose perché sappiamo benissimo che le denunce sono aumentate, che gli atti persecutori sono aumentati, che i maltrattamenti sono aumentati; sappiamo benissimo che nella nostra regione non sono sufficienti i centri antiviolenza, che non sono sufficienti le case rifugio perché non abbiamo la possibilità di inserire le donne non essendoci i posti dove poterle inserire, quindi non riusciamo a proteggere le vittime e i loro figli proprio perché non abbiamo posti a sufficienza. Questo è importante, se vogliamo veramente prevenire, se vogliamo ridurre le spese del nostro bilancio regionale.
Questa è una problematica molto importante, alla quale tengo particolarmente, che però sinceramente non ha trovato grande accoglimento anche perché un anno fa in quest'Aula il Movimento 5 Stelle aveva proposto diversi emendamenti - prima firmataria la sottoscritta - e aveva fatto delle battaglie dove, appunto, chiedeva ulteriori risorse per finanziare questi disegni di legge: è infatti inutile approvare dei disegni di legge se poi queste leggi non possono trovare applicazione perché non abbiamo le risorse, non abbiamo i soldi per poter applicare e renderle operative.
Buoni propositi e molto impegno, ma che rimane solo sulla carta. Non può rimanere solo sulla carta. Mi rivolgo anche lei, Presidente Laus, che è molto sensibile e segue la tematica essendo Presidente delle pari opportunità a livello nazionale - questo è fonte di orgoglio per la nostra Regione e anche per il Consiglio regionale - non possiamo tagliare risorse destinate a un'emergenza, a una piaga sociale come la violenza.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, c'è chi vuole ascoltare e non riesce: fate silenzio per cortesia.
Può andare avanti, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Dicevo, non possiamo tagliare delle risorse su problematiche e piaghe sociali di così grandi entità. Tra l'altro, un anno fa, abbiamo approvato una legge e poi questa legge non può trovare applicazione.
Un'altra problematica importante è il fenomeno della tratta. Per quanto riguarda la tratta, lo stanziamento finale era di 406 mila euro, invece nel rendiconto sono stati impegnati 127 mila euro! C'è stato un taglio di 367.518,46. Capite che qui c'è stato un notevole taglio, un taglio pari al 70 per cento, poi parliamo di riduzione della schiavitù e stiamo parlando dell'articolo 15 della legge n. 4 del 2016. Come possiamo affrontare e contrastare questi fenomeni se non abbiamo le risorse? Altra cosa importante, sulla quale vorrei soffermarmi, è che vorrei ricordare che, tra l'altro, ci sono state le prime determinazioni, la settimana scorsa, in Commissione, del nuovo disegno di legge sulla cittadinanza degli stranieri.
Se andiamo a valutare la legge n. 64 del 1989, che è una legge sicuramente obsoleta, che poi verrà sostituita dal nuovo disegno di legge presentato, anche qui ci sono degli interventi regionali a favore dell'immigrazione di extracomunitari, in questo caso residenti nella nostra regione, ma c'è stato un taglio di 129 mila euro. Da 162 mila euro, c'è stato un taglio di 129 mila euro, quindi sono rimasti soltanto 30 mila euro di risorse.
Questo per far capire che se la nostra Regione vuole mettere in atto un processo di accoglienza e di integrazione dobbiamo anche avere delle risorse, perché fare la propaganda e fare delle promesse è molto semplice ma mantenerle e renderle effettive e operative è tutto un altro discorso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo rendiconto porta alla luce alcune situazioni di bilancio, alcune situazioni che ci danno un po' il metro di quanto è avvenuto lo scorso anno e quello che effettivamente si è speso per le politiche sia di incentivazione di servizi sia di sostegno a quelle che sono le problematiche della nostra regione.
Però, avrei bisogno di un po' di silenzio. Come tutte le volte, avrei bisogno di silenzio! Specialmente su un tema del genere, penso che anche un'analisi fatta dall'opposizione possa servire ai Consiglieri di maggioranza per farsi un'idea.



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione.
Lo dicevo questa mattina.



MIGHETTI Paolo

Se veramente non si riesce a mantenere un clima non dico di silenzio totale, ma un minimo di decenza, si chiude e si va a casa.



PRESIDENTE

Silenzio. Scusate, in quest'aula c'è un problema.



MIGHETTI Paolo

Grazie.



PRESIDENTE

Purtroppo, viene implementata l'acustica e quindi anche i colleghi...



MIGHETTI Paolo

Non è l'acustica, sono i colleghi che parlano al telefono liberamente e poi succede che non si capisce un tubo! È molto semplice.
Parlano al telefono e non si rendono neanche conto di essere al centro dell'attenzione. La cosa è divertentissima.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bono, per esempio, perché ha l'auricolare? Le capita qualche volta di parlare al telefono? Volevo dire che involontariamente...
Ha perfettamente ragione e io sono in difficoltà, perché ho un po' di sudditanza psicologica nei vostri confronti.
Voglio essere sempre bravo, corretto, poi c'è qualche collega che magari...
Insomma, è difficile gestire l'Aula.
Comunque, lei ha ragione. Proviamo con queste modalità, sensibilizzando ognuno di noi.



MIGHETTI Paolo

Quando uno ha ragione, ha ragione.



PRESIDENTE

Per esempio, c'è quel collega che non potrebbe parlare con i suoi collaboratori, perché è tassativamente vietato. Però, lui mi è simpatico e vado in difficoltà. Come mi comporto? Un po' di buon senso.
Prego e scusate se vi ho fatto perdere un paio di minuti.



MIGHETTI Paolo

Va bene. Grazie, Presidente.
Allora, sull'analisi del rendiconto, abbiamo valutato alcune delle tematiche anche da noi seguite a livello generale, di Commissione e d'Aula e soprattutto le tematiche che abbiamo seguito all'interno del bilancio dello scorso anno.
Mi preme dire che ci sono alcune zone d'ombra sul rendiconto che ci fanno capire come alcune tematiche vengano di fatto poste come antidoto ai problemi di cassa della Regione.
Chiaramente, pensiamo che questa riduzione degli stanziamenti previsti in assestamento non siano altro che compensare i problemi di cassa. E se da una parte ci sono, come abbiamo visto nella parte relativa all'ambiente notevoli problemi relativi agli stanziamenti statali sulle tematiche, per esempio, delle bonifiche, dall'altra parte ci sono anche finanziamenti regionali che tardano a entrare in circolo con i vari finanziamenti.
Ci sono esempi di minor peso, forse: faccio l'esempio della normativa che si occupa della qualità paesaggistica, la legge regionale 14 del 2008 che prevedeva per esempio un minimo stanziamento di 75 mila euro, ma è stato azzerato. Sono piccoli interventi, ma molto significativi dal punto di vista del politiche regionali su uno di quei temi che diventano trainanti in un'ottica di sviluppo della nostra Regione, all'interno di un panorama in cui paesaggio, turismo e cultura sono un tutt'uno e sono un elemento di attrattiva.
Scorrendo, siamo arrivati, per esempio, alla tematica delle barriere architettoniche, i famosi finanziamenti sulla legge 13/1989, finanziamenti su cui abbiamo una lunga lista d'attesa, addirittura annosa, finanziamenti che servono veramente a situazioni contingenti reali e che anche in questo caso, nel rendiconto, vanno a finire a zero, in raffronto a uno stanziamento di un milione e mezzo.
Poi, si va su altre questioni. Per esempio, sulla montagna e sulle foreste abbiamo notato come gli stanziamenti diretti a IPLA si siano notevolmente abbassati, sia sul fronte delle consulenze che per altri proventi che entrano nelle casse di questo istituto. Addirittura, un calo di 1,1 milioni sulle consulenze dirette alla Regione e un altro mezzo milione su altri proventi, che così non entrano nelle casse dell'IPLA.
Il Fondo della montagna segna di nuovo meno due milioni, da 13 a 11 milioni circa. E poi altri interventi che riguardano un po' le politiche di sostegno alle attività degli Enti locali e dei servizi sul territorio. Per esempio, abbiamo notato come per il servizio idrico integrato, cioè quote relative a acquedotti e fognature, opere realizzate negli anni passati, per cui sono previsti dei rimborsi regionali, ci sia un calo di un milione circa per gli acquedotti e due milioni per le altre opere infrastrutturali.
Altra questione, che penso sia veramente importante, riguarda tutta la questione legata al riassetto idrogeologico, quindi interventi di investimento per ridurre il rischio idrogeologico, che segna meno 600 mila euro, ossia da un milione di stanziato a circa 400 mila euro, ma soprattutto anche sugli eventi calamitosi: vediamo appunto degli azzeramenti sugli eventi 2016, che sono inseriti in questo rendiconto.
Anche se si fa una panorama completo su tutta la questione della Protezione Civile, del Pronto intervento e del dissesto. Se si fa una sommatoria di tutte le cifre previste in assestamento e di quelle previste in rendiconto, addirittura segniamo un meno 34 milioni: da 162 milioni a 128.
Tiene abbastanza l'agricoltura, che - va da sé - ha interventi quasi tutti formalmente legati al PSR e che quindi sono legati a co finanziamenti. Qui c'è un segno meno, ma solo per quattro milioni, che sono meno del dieci per cento di quanto previsto in assestamento.
Quindi, nella totalità di quanto definito, ci sentiamo di dire che veramente è ormai un esercizio di stile, a volte, lavorare su questi bilanci, perché effettivamente la situazione delle nostre casse ci impone altre scelte: ci impone di tagliare e di spendere meno soldi di quanto prevediamo all'inizio in bilancio, sia in fase di previsione che di assestamento.
Forse si dovrebbe fare una riflessione e forse si dovrebbe lavorare di più anche sul livello statale per consentire che le somme dovute dallo Stato alla Regione siano versate in maniera più regolare e con cadenze che ci permettano veramente di programmare gli interventi regionali e quei lavori, come le bonifiche, che sono molto importanti per ridare un senso a tematiche territoriali anche davvero pesanti dal punto di vista ambientale ma anche sanitario.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Nel trattare gli argomenti di bilancio, una delle abitudini che ho io è quella di prendere la cartella relativa all'analoga trattazione degli anni precedenti e confrontare i vari documenti. Devo dire che quest'anno probabilmente in seguito al pieno dispiegarsi degli effetti del DL 118, la cartella del rendiconto 2016 è decisamente più povera rispetto a quella del rendiconto 2015 e del rendiconto 2014.
Faccio dunque una prima considerazione di carattere generale: parrebbe dal punto di vista dell'organismo di controllo e indirizzo politico, che è il Consiglio regionale - che l'applicazione dal DL 118 riduca il livello di informazioni che vengono fornite in merito al rendiconto di bilancio al Consiglio. E quindi, seppure vi siano tutte le informazioni necessarie ed esse siano armonizzate (in termini di tipologia, voci ecc.) con quelle di livello nazionale, o delle altre Regioni o degli Enti locali, tuttavia esse sono - almeno per quello che vedo qua - meno chiare rispetto agli anni scorsi.
Voi sapete - è mia abitudine dirlo in tutti i miei interventi sulle parti di bilancio - che a me interessa in particolare la gestione finanziaria dell'Ente, con una certa attenzione all'evoluzione di quegli strumenti derivati che, malauguratamente, la Regione si trova a dover gestire e le cui conseguenze sta subendo in questi anni in termini di aumento di costi, fin dalla Giunta Bresso.
Ebbene, mentre nelle scorse edizioni delle discussioni sul bilancio noi avevamo una relazione sulla gestione finanziaria di una dozzina di pagine in cui venivano chiaramente evidenziati gli elementi di valore delle obbligazioni sottostanti e la suddivisione delle varie tipologie di effetti frutto di prodotti derivati in possesso della Regione Piemonte, in questo caso nella relazione non se ne trova traccia; ma ovviamente, mentre prima avevamo una relazione generale e una relazione sulla gestione finanziaria adesso ci rimane solo una relazione più semplificata in cui - è interessante - vengono fuori le spese dei Gruppi consiliari per il personale, ma dal punto di vista di quello che viene raccontato c'è decisamente di meno.
Sarebbe quindi utile, magari, avere una traccia di dove andare a recuperare queste cifre; o meglio, io in parte le ho recuperate e sono in traiettoria con quello che avevamo già visto nelle precedenti edizioni quindi con un peggioramento progressivo di costi per l'Ente; però non sono più così facilmente reperibili.
Un primo commento che viene da fare, quindi, è che gli allegati sono diminuiti in modo significativo di numero e anche di dimensioni e in termini di contenuto. Risulta dunque un po' più difficile andare a individuare le singole aggregazioni di costi, che permettono di fare i ragionamenti sui vari temi; e questo nonostante uno degli obiettivi del DL 118 fosse proprio quello di andare a costruire un piano dei conti degli Enti che permettesse un'analisi più trasparente delle loro voci di bilancio.
Magari è per abitudine mia, perché bisogna transitare da un sistema all'altro ed è difficile; ma allora, nel caso, chiederei un pochino più di sforzo in questi primi dispiegamenti del DL 118 nel fare delle relazioni di accompagnamento che spieghino come rapportare quanto qua scritto. Mi pare infatti, che in una delle e-mail di accompagnamento della documentazione richiesta ci fosse scritto che, per allineamento con il DL 118, la documentazione sarebbe stata ovviamente leggermente diversa. Per servirebbe, allora, un manualetto che permettesse di raccordare.
Altrimenti, fare i confronti con le annualità precedenti diventa complesso e decisamente più faticoso. Poi, certo: tutto sommato la fatica aiuta l'esercizio e va bene, si fa anche quella.
Valeva la pena però segnalare, secondo me, che forse se da un lato il DL 118 va ad armonizzare - e quindi a rendere più compatibili - le parti di gestione dei bilanci tra Enti da un punto di vista governativo, le rende molto meno trasparenti dal punto di vista del controllo parlamentare/consiliare. E quindi non possiamo che richiedere uno sforzo aggiuntivo agli Uffici, che tanto gli anni scorsi già lo facevano, nel riuscire a tradurre meglio le nuove modalità per permettere di capire dove stanno andando i conti della Regione sulle specifiche materie di competenza.
Poi, dal generale passiamo invece agli elementi caratterizzanti e a quello che un bilancio ci racconta. Noi, infatti, possiamo anche andare a prendere le singole voci delle singole tabelle e dire che "qui sono spariti 100.000 euro e che lì sono spariti questi 10 milioni che dovevano arrivare dallo Stato ed erano nello stanziamento definitivo, ma poi noi li abbiamo spesi".
Ora, l'elemento a nostro parere anche importante è quello tendenziale: che cosa ci racconta questo rendiconto 2016 rispetto al 2015 e rispetto al 2014? Ci fa una narrazione interessante, perché ci dice: bene, noi abbiamo decisamente i conti molto più sotto controllo, per certi versi; siamo molto più consci della situazione economico-finanziaria della nostra Regione e su alcuni temi stiamo anche facendo degli sforzi per garantirne il presidio in termini di risorse economiche (e questa è una cosa positiva); parliamo, in particolare, di sanità, di disabilità e magari di anziani; su altri temi però - lo hanno messo in luce i colleghi di Gruppo - il deficit cresce. E quindi si configura di nuovo comunque, anche nel 2016, una politica di contenimento dei costi, che ha tutta l'aria di essere andata un po' con il machete.
Tuttavia, alcune cose andavano salvaguardate e le abbiamo salvaguardate; le altre le abbiamo un po' lasciate andare, possibilmente azzerandole. Questo è particolarmente evidente su alcuni fronti. Ne ha citati alcuni il collega Mighetti: parliamo di interventi sull'assetto idrogeologico, della zonizzazione sismica, degli interventi di efficientamento energetico. Su queste voci abbiamo delle pesantissime riduzioni di quanto effettivamente utilizzato.
Pertanto, a fronte di un forte presidio dell'area magari più sociale (ma anche qui purtroppo abbiamo visto quello che io definisco "un atteggiamento leggermente ipocrita", facendo delle leggi belle, che vogliono intervenire su tante problematiche sociali, per poi dire "peccato non abbiamo i fondi, però le leggi ci sono, prima o poi magari ce la faremo") questo è uno degli aspetti, senza che sia stato chiaramente detto che fanno emergere come in questo rendiconto non vi sia una chiara definizione delle politiche di questa Regione.
Quali sono le tematiche su cui vogliamo sviluppare un'attività concreta? Quali sono le tematiche che magari riteniamo meno prioritarie? Specificarlo chiaramente vorrebbe dire dare anche un messaggio chiaro agli elettori su cosa si ritiene più importante e cosa si ritiene meno importante. E questo, elettoralmente non è pagante.
La tristezza è che dal bilancio emergono queste cose, cioè quello su cui stiamo veramente lavorando e quello che, invece, stiamo abbandonando a sé stesso. Quello che emerge da questo bilancio è che stiamo abbandonando gli assetti geologici, gli assetti ambientali del nostro territorio; stiamo abbandonando gli interventi a favore degli Enti locali. Ci siamo riempiti la bocca per un sacco di mesi con le aree interne, con gli interventi per le aree marginali, ma questi interventi non si stanno dispiegando, o meglio - nel 2016 non si sono dispiegati. Vediamo cosa succederà nel 2017.
Siamo curiosi di vedere l'assestamento di bilancio.
Sotto questo profilo, siamo di nuovo a un bilancio con forti elementi di chiaroscuro, perché abbiamo il dissesto ormai consolidato (chiamiamolo così), con l'enorme debito spalmato sui trent'anni, un ricco pezzo di deficit spalmato anch'esso su trent'anni e un altro bel pezzo su dieci, e poi le capacità di intervento delegate, come al solito, per la maggior parte delle risorse al combinato disposto di fondi statali, fondi europei e una minima parte di fondi regionali che tardano a dispiegare i loro effetti. Perché? Perché - guarda caso - la maggior parte delle voci su cui si hanno le decurtazioni maggiori sono quelle di provenienza statale.
Anche qua.



PRESIDENTE

Consigliere Campo, sono già 11 minuti, ne avrebbe diritto a dieci.



CAMPO Mauro

Faccio una considerazione finale e chiudo.



PRESIDENTE

Benissimo.



CAMPO Mauro

Quello che chiediamo è anche attenzione: non concentriamoci solo sull'essere virtuosi nel dire che abbiamo impegnato appieno le risorse in capo specifico alla Regione, ma chiediamo fortemente - così come per le Province - anche per la Regione che i fondi statali che noi impegniamo vengano effettivamente messi a disposizione e sia possibile utilizzarli.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
L'esame del consuntivo ci ha permesso, in questa fase, di raggiungere la conclusione dell'iter cominciato - ahimè - tanti anni fa. Bene ha fatto il collega Appiano a ricordare che il tutto è partito dal 2004 o, meglio dal 2005. Perché il 2004 è l'ultimo anno di rimborso a piè di lista della sanità; dal 2005 ha cominciato il suo percorso il Fondo sanitario nazionale.
Non a caso, sul 2004 venne caricato giustamente tutto il possibile e dei 640 milioni, 480 sono quanto.
Penso siano stati incassati tutti, guardo l'Assessore: è stata incassata adesso l'ultima tranche? Non ancora tutti. Quindi veniva ripianato dallo Stato a piè di lista.
Purtroppo, da lì in avanti è iniziato quel percorso doloroso che ha portato ad avere, al 2010, 14 miliardi di indebitamento complessivo, tra debito commerciale e debito finanziario.
È vero che siamo in un'aula politica e quindi uno potrebbe dire: "È colpa di Tizio o di Caio". In realtà, c'è stata, da parte di quest'Aula allora, in quegli anni, la non immediata presa di coscienza che era cambiato il sistema, perché il grosso del debito (dieci miliardi) è stato accumulato in cinque o sei anni. Perché il totale del debito è rimasto bloccato per mancanza di interventi anche più incisivi nel 2011-2012, e fortunatamente, con il DL 35, prima, e il DL 118, dopo (vorrei ricordare che anche senza il 118 i problemi sarebbero rimasti sulla parte di smaltimento di tutto un quantitativo di residui accumulati negli anni da questa Regione, così come dal sistema degli Enti locali e non sarebbe stato smaltibile facilmente), oggi possiamo dire che, con l'approvazione di questo consuntivo, gravato certamente dal piano di ammortamento che alcuni hanno citato, di questo debito notevole che abbiamo, comincia il nuovo percorso. Questo consuntivo dovrebbe permetterci di svolgere un'azione che tendenzialmente svolgiamo (io, colpevolmente, per primo) sui bilanci di previsione, negli enti pubblici.
Sui bilanci di previsione degli enti pubblici si scatenano tutte le fantasie, le voglie, gli appetiti, gli interessi dei vari territori, dei vari settori economici, sociali e politici, quando in realtà forse il consuntivo è quello che ci permette - se approfondito bene - di svolgere la parte dell'azione politica, di fare la verifica su come sono stati spesi su come sono stati gli stanziamenti dell'esercizio precedente, se erano necessari davvero su quell'azione rispetto ad un'altra azione.
Naturalmente, frutto di tutto questo è riportarlo sul bilancio di previsione che dovrà essere predisposto dalla Giunta regionale al mese di settembre (ormai siamo a fine luglio).
Dovrebbe servire quindi a noi, Consiglio regionale, a noi Consiglieri dovrebbe servire alla Giunta regionale ascoltarci su questo per farne l'opportuna valutazione di ordine politico certamente, ma una valutazione proprio di quelle che sono le esigenze strutturali, territoriali dell'ente per capire che tipi di intervento dobbiamo porre nel prossimo bilancio di previsione.
Colpevolmente, è un'azione che chi parla, per primo, stenta a fare perché arriviamo sempre al punto che il conto consuntivo - salvo che ci siano gli errori nei totali - non è emendabile. Non possiamo cambiare il passato, ma su questo passato noi dovremmo davvero cercare di valutare le ipotesi sul futuro. E le ipotesi sul futuro hanno due parti: quella strettamente numerica, che riguarda quindi tutte le modalità di stanziamento e se sono stati spesi bene - come ho detto - e quella più prettamente politica. Perché il risultato - è la somma che fa il totale si ha su quella che è l'azione politica.
Ora, questa maggioranza ha svolto totalmente quella che era l'azione politica che voleva svolgere? Ha risposto a quelle che, naturalmente nello spazio delle disponibilità finanziarie, ma - forse continuo a ripetermi la disponibilità finanziaria non è tutto rispetto ai poteri della Regione e della Giunta regionale, perché il potere regolamentare, a partire dallo Stato per arrivare alla Regione ma anche al Comune, incide enormemente sull'economia.
Pensate solo al danno che ha fatto la nuova regolamentazione dei voucher, abusati a livello nazionale. Abusati in alcune situazioni e probabilmente in alcuni settori, ma che comunque era la risposta a tutta una serie di altri settori rispetto al tasso di occupazione attuale.
Mi richiamo ai voucher per un fatto: perché siamo una delle regioni rispetto a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, cioè rispetto alle Regioni con le quali ci possiamo confrontare, dove c'è stato, rispetto ai dati del trimestre precedente, un leggero aumento della disoccupazione. E questo leggero aumento della disoccupazione, guarda caso, c'è proprio sul settore turistico e dell'agricoltura. La causa non è la siccità, è la parte regolamentativa a livello nazionale. Poi ognuno di noi, di destra o di sinistra, di sopra o di sotto, può avere la soluzione più opportuna, ma l'esempio è dato da questo elemento.
Quindi, questi poteri regolamentari, legislativi, del convivere civile che ha il livello nazionale, li può avere anche il livello regionale.
Concludo con un altro esempio. Ho visto un emendamento sull'omnibus quel provvedimento del Vicepresidente Reschigna, quello che attacca un vagone (ormai stiamo imparando il latino con l'undecies, eccetera). C'era un emendamento banale firmato dal Consigliere Rostagno, che poi ha ritirato, che diceva che per coloro che vendono merce ingombrante, il rapporto parcheggi-superficie non ha nessun significato o ha poco significato.
Effettivamente è così; porto l'esempio di quelli che vendono tubi: quanti clienti o consumatori vedete uscire dal negozio di chi vende tubi con il tubo in spalla, con la fila delle macchine parcheggiate? Il meccanismo dei parcheggi era stato un criterio per stringere su determinati settori per evitare abusi. Ma in questo contesto storico - lo dico solo come esempio perché so che su questo c'è l'impegno dell'Assessore - è finita un'epoca che era l'epoca di quei tipi di centri commerciali, di quei tipi (i famosi L2, L3) della legge n. 28.
Quindi, questa era una piccola e banale esigenza che permetteva probabilmente a dieci o 100 soggetti di risistemare e riposizionare il proprio settore merceologico e il proprio obiettivo merceologico ed assumere due-tre persone; probabilmente non certo 3.000 e non 300, ma sono questi i meccanismi regolamentari che da un consuntivo di bilancio dobbiamo anche trarre. Per renderci conto, lo deve trarre la Giunta regionale, come soggetto principale, responsabile ed esecutore, e noi come Consiglieri regionali ognuno nel suo ruolo di maggioranza e di opposizione, rispetto a ciò che è necessario cambiare, a ciò che è necessario fare ancor prima che non intervenire con il contributo e con l'intervento finanziario. Perch come già ho detto stamattina, tra ricchi e poveri io scelgo di essere più ricco, quindi se c'è il soldo è sempre meglio.
Questo forse è uno sforzo che dobbiamo fare tutti noi, ma a partire dalla stessa opposizione cui appartengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Proverò a fare un ragionamento che non attiene esclusivamente alle singole voci, perché credo sia una valutazione che attiene di più alla discussione sul bilancio previsionale o sull'assestamento di bilancio, ma un po' sulla possibilità e capacità, al di là delle competenze di ognuno della lettura del rendiconto.
Il rendiconto di bilancio dovrebbe essere il momento in cui abbiamo la possibilità di comparare il bilancio preventivo che è stato approvato (in questo caso nel 2016) con il consuntivo, cioè ciò che di quel bilancio è stato portato a termine. Questo dovrebbe essere il senso politico di un rendiconto, essendo un documento inemendabile, sul quale non si possono apportare delle modifiche, se non fare alcune considerazioni. Peraltro, è il primo rendiconto che facciamo con l'utilizzo del DL 118.
La Giunta regionale e l'Assessorato al bilancio ci hanno fornito gli strumenti di comprensione della nuova legge di bilancio, che è formata su una serie di aspetti. Un primo aspetto è quello dell'aggregazione per voce un secondo aspetto è quello di uno strumento più semplice da utilizzare anche per chi governa, com'è corretto che sia, ma vi è un altro strumento indispensabile, che è quello dell'intelleggibilità dei documenti di bilancio.
Nella relazione dello stesso DL 118 e anche di tutti i documenti che sono stati prodotti, è chiaro che questo deve essere un documento indispensabile, perché tanto più un documento si allontana dal dettaglio tanto più deve avere strumenti di accompagnamento che consentano di renderlo leggibile. Il vecchio bilancio - lo dico per i colleghi e per chi ci ascolta se non ha mai visto delle tabelle - era un po' più difficile da comprende, ma era molto semplice da leggere, anche se molto articolato da utilizzare, perché aveva degli scatoloni che non erano altro che la somma di scatole più piccole, dentro le quali c'era il dettaglio della spesa.
Oggi noi abbiamo uno strumento diverso, che peraltro il Vicepresidente che ha fatto il Sindaco, sa essere sostanzialmente lo stesso strumento almeno per filosofia, che venne introdotto nel 1996 negli Enti locali, che però - l'ho detto altre volte e lo riprendo - aveva ed ha uno strumento fondamentale, cioè la relazione previsionale programmatica.
Gli Enti locali hanno quindi un documento previsto per legge che consente di affiancare i macronumeri, che sono quelli che leggiamo anche noi all'interno del consuntivo, rispetto invece agli obiettivi che l'Amministrazione si poneva. Se a quel documento, nel momento in cui c'era il consuntivo, uno collegava la colonna della relazione previsionale accompagnata al bilancio preventivo con la colonna della relazione previsionale legata al rendiconto di bilancio, faceva del rendiconto di bilancio il vero strumento di analisi degli obiettivi raggiunti da un'Amministrazione.
Noi oggi possiamo dire che questo non è possibile. Molti colleghi hanno correttamente fatto alcuni esempio, dalla maggioranza all'opposizione rispetto a ciò che si è ottenuto o ciò che non si è ottenuto. Ma dalla lettura di questo documento possiamo fare queste valutazioni in termini di carattere generale. Se parliamo di quella che è la differenza tra residui attivi e passivi, lo sappiamo perché c'è scritto nel rendiconto; se guardiamo quelle che sono, in termini generali, le voci che sono spese per singolo capitolo, ovviamente lo sappiamo.
Ci manca, però, il raffronto con il documento da cui nasce il rendiconto, che è il bilancio preventivo. Perché questo è il vero tema: il Vicepresidente lo sa e anche i colleghi; ne abbiamo parlato in altri momenti.
Noi ci auguriamo che il decreto legislativo n. 118, rispetto alla precedente norma, superi quello che ancora nel 2016 abbiamo visto esserci: cioè un bilancio preventivo che, in realtà, è votato dal Consiglio regionale, che è il vero padrone del bilancio (come tutte le assemblee elettive), ma che poi viene, nella sua interezza, gestito dalla Giunta regionale. Per cui noi passiamo delle settimane in Commissione e in Consiglio ad accapigliarci perché le politiche sociali (le cito perché è presente l'Assessore Ferrari) piuttosto che l'agricoltura (anche qui perché è presente l'Assessore Ferrero) abbiano delle risorse in più o in meno rispetto a quelle ascritte nel bilancio. La verità è che poi, oggi, ci confrontiamo con un bilancio consuntivo che ha qualche centinaia di milioni di risorse in meno rispetto a quanti ne stanziò quest'aula quando votò il bilancio preventivo del 2016.
Vi è, dunque, un primo aspetto, che è di metodo più che di merito, che riguarda tanto i Consiglieri dell'opposizione quanto i colleghi della maggioranza. Mi permetto di dire che non fosse altro che per il ruolo che i cittadini ci hanno dato, è evidente che stando a noi il controllo dell'attività della Giunta, più che alla maggioranza, è ovvio che tanto più vi sono strumenti intelligibili di lettura, tanto meglio è (vale anche per i cittadini che si potessero o volessero interessare di quelle che sono le politiche di bilancio della Regione).
Faccio solo due considerazioni di merito. Ne faccio soltanto due perch le altre sono state fatte dai colleghi, e perché voglio sceglierle fra quelle che, a mio avviso, contraddistinguono un po' questo bilancio.
La prima è l'assenza di investimenti. Lo hanno già detto altri colleghi: si è fatto un lavoro che, certamente, va riconosciuto a questa Amministrazione; mi permetto di dire, però, perché è semplicemente la verità, che è iniziato nel 2013, con l'Amministrazione precedente.
Non avessimo avuto il DL n. 35, oggi non staremmo a ragionare di avanzi, di gestione commissariale o di quant'altro. Credo che nella seconda metà del 2013 avremmo avuto qualche difficoltà vera nel pagare le cose più urgenti che la Regione aveva, perché la situazione economica era quella.
Però c'è stato, e va bene così.
Anch'io riconosco alla Giunta e al Vicepresidente di aver fatto il suo lavoro: mi permetto di dirlo, nel senso che lo fa, ma fa l'Assessore al bilancio per questo motivo, ossia per cercare di tenere i conti in ordine.
Peraltro, non sempre tutti lo hanno fatto, sia chiaro, altrimenti non saremmo in questa situazione. Dicevo, fa certamente il suo lavoro.
Credo però - lo potremmo coniugare in una dinamica che è quella che molto spesso leggiamo sui giornali nazionali nei confronti dell'Italia con l'Unione Europea - che si debba cercare di coniugare correttezza dei conti che è indispensabile nella gestione di un Ente, con tutte le misure possibili che garantiscano lo sviluppo. Io credo - anche gli emendamenti che presentammo nell'assestamento cercavano di essere incentrati solo ed esclusivamente in questo senso - che lo sforzo maggiore che quest'Amministrazione deve fare è quello sugli investimenti. Perché dal 2009, sostanzialmente, cioè da quando sono stati tagliati i trasferimenti dal centro verso le Regioni, e da quando questa Regione ha stipulato un numero considerevole di mutui in meno (salvo quello del 2010), tutto ci che è stato contratto è anche spesa corrente, ma è soprattutto spesa per investimenti.
Rilevo che è la spesa corrente che garantisce i servizi, certamente (non sempre, ma in molti casi lo fa), ma non garantisce un posto di lavoro in più. L'unico strumento di possibile sviluppo reale che questa Regione ha è tornare ad investire, magari anche in modo anche keynesiano o anticiclico, ditelo come volete. In tutti i momenti di crisi l'investimento pubblico è stato uno strumento di grande intervento di sviluppo di un'economia in difficoltà.
Devo riconoscere che nel 2017 un piccolo segnale da questo punto di vista c'è stato, ma parliamo del rendiconto del 2016 e quindi mi permetto di segnalare questo elemento.
Un ultimo aspetto (lo dico come nota, perché volevo affrontarlo con più tempo, ma sono stato troppo lungo): credo che sul tema delle partecipate vada evidenziato un dato. Io rilevo che nel rendiconto del 2016 vi sono 13 milioni di euro che noi spendiamo per coprire i bilanci delle partecipate.
Ciò che c'è stato lo sappiamo, però credo che quel tema per noi sia uno strumento di volano economico (la loro cessione e il loro utilizzo in termini di investimento). Credo, invece, che aver speso 13 milioni di euro per risanare i bilanci sia un errore, ma vale oggi come valeva nell'Amministrazione precedente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
A mio parere - se posso permettermi una piccola considerazione - la politica arriva sempre un po' tardi. Lo abbiamo vissuto negli anni Novanta quando io, poco più che ventenne, mi affacciai per passione personale alla politica di allora. Prima del 1992, ovvero prima della grande crisi di Tangentopoli (la cito, visto che oggi è stata anche richiamata questa parola impropriamente), ogni Comune poteva accendere mutui che, di anno in anno, crescevano, per cifre prestabilite.
Ovviamente, dopo il 1992 questa cosa finì e scoppio la grande crisi.
Già allora si parlava di un debito pubblico italiano insostenibile (circa un milione di miliardi di lire!) e negli anni questa cifra si è trascinata.
Se andiamo ad esaminare i dati sul rapporto deficit/PIL, abbiamo visto negli anni, che i Governi Prodi hanno tentato di risanare la situazione ma, in effetti, questo Paese ha avuto sempre difficoltà a fare i conti con sé stesso e su una gestione economica pubblica rigorosa e corretta, come diceva poco fa il collega Vignale.
La Regione Piemonte, probabilmente più di altre, ha vissuto queste difficoltà politiche di gestione dei conti economici.
Addirittura - ce lo conferma la rendicontazione straordinaria - è stato difficile avere chiarezza sulla reale situazione. Forse il Movimento 5 Stelle è nato anche per quel motivo (più altre ragioni che si sono trascinate negli anni nella politica italiana), quindi la società civile ha trovato un sfogo in un movimento che richiede massima rigorosità e correttezza proprio nella gestione della cosa pubblica, perché credo sia un nostro dovere e dobbiamo impegnare il nostro tempo proprio nella gestione con massima rigorosità e correttezza.
Il giudizio di parifica della Corte dei Conti in effetti ci dice che la situazione è in miglioramento, ma è comunque una situazione difficile.
Lo stato patrimoniale indica che abbiamo debiti complessivi per 12 miliardi e 738 milioni e, dall'altra parte, abbiamo un attivo patrimoniale di sei miliardi e 213 milioni, quindi una situazione di grande difficoltà tant'è vero che nel giudizio di parifica la Corte dei Conti ci dice proprio che "il dinamismo che contraddistingue la gestione finanziaria implica che le valutazioni di questa Sezione su un piano di così vasta portata non possono che fermarsi ad un giudizio di attendibilità complessiva, fermo restando che la verifica dei risultati dovrà essere effettuata in ciascuno degli esercizi finanziari". Quindi esprime un giudizio limitato nel tempo di grande allerta che si dovrà protrarre per i futuri anni.
La situazione è ancora di grossa difficoltà per questa Regione guardando il debito complessivo; ovviamente, un operatore privato, se avesse avuto una situazione di questo tipo, non avrebbe potuto sopportare il mantenimento dell'attività. Grazie all'intervento statale, noi possiamo essere qui, l'hanno già detto numerosi colleghi, quindi non mi dilungo.
In particolare, mi soffermerei su alcuni aspetti ambientali. Il 2016 lascia un po' l'amaro in bocca per quanto riguarda il discorso ambientale della gestione dei rifiuti. Non risulta alcun euro nel fondo per la riduzione rifiuti; vi era un fondo regionale di 57.000 euro che non è stato impegnato. Questo, effettivamente, nell'anno in cui abbiamo approvato il nostro Piano regionale rifiuti, lascia allibiti.
Complessivamente, sul dissesto idrogeologico si è vista una riduzione di alcuni fondi, sia statali che, purtroppo, regionali. Vi è una riduzione da quanto previsto, sulla bonifica dei materiali contenenti amianto; tra l'altro, c'è una riduzione anche significativa sul trasferimento statale per quanto riguarda la bonifica di Balangero.
Rimanendo sull'amianto, la situazione è di grande difficoltà. Abbiamo i tre quarti di materiale contenente amianto che dovrà essere smaltito. Per quanto riguarda l'ambiente, queste sono le evidenze maggiori, lo stesso dicasi per quanto riguarda i collettamenti fognari. Abbiamo una problematica: abbiamo circa 3.000 impianti sotto i 2.000 abitanti equivalenti dove la depurazione non viene effettuata, vengono fatte solo operazioni di filtraggio e questo impone, sicuramente, un collettamento, se si vuole migliorare la qualità dei corsi d'acqua superficiale per quanto riguarda soprattutto l'inquinamento organico. Sarà importante monitorare nel prossimo futuro queste situazioni.
Se guardiamo al sociale, sicuramente vi è la morosità incolpevole questione che ho seguito; avevamo presentato anche un emendamento che era stato accettato dall'Assessore Ferrari: se vi è una riduzione, vi è una problematica. Sappiamo, da quanto ci ha relazionato in Commissione l'Assessore Ferrari, che i fondi messi a disposizione sono significativamente inferiori rispetto alla necessità; questo crea una mancata copertura della morosità incolpevole, ovvero dei mancati pagamenti delle locazioni, e non solo di quella, da parte dei cittadini con una dichiarazione ISEE inferiore a 6.000 euro. Questo crea un aggravamento perché, sicuramente, il 60 per cento regionale non viene versato e i Comuni faticano a coprire le proprie quote.
L'Assessore conosce benissimo la situazione e le criticità. Quando si parla di bilancio consolidato, abbiamo presenti soprattutto ATC Nord e ATC Sud, che insieme cubano circa 30 milioni di disavanzo. La difficoltà potrebbe aggravarsi negli anni, quindi non si può andare oltre.
Fa male anche il mancato finanziamento sul servizio civile da parte dello Stato. Era stata approvata una legge regionale sul servizio civile ovviamente se vengono a mancare i fondi statali che erano stati impegnati anche questo settore perde colpi.
Il sistema SISTRI di tracciabilità dei rifiuti viene dimezzato in piccoli finanziamenti regionali: vorrei capire come mai è indicato meno mille euro.
Per concludere, il rendiconto, effettivamente, ci dà un'idea di quelle che poi sono le reali cose fatte. Ovviamente, dal rendiconto non si pu scappare e ci indica che, effettivamente, tra stanziato e impegnato, vi sono numerose differenze che mostrano, per il 2016, una riduzione, rispetto all'impegno preso dalla Regione, significativa in numerosi capitoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ci preme rilevare delle problematiche che, secondo noi, ancora una volta, mettono a rischio la stabilità del sistema del trasporto pubblico regionale.
Abbiamo, infatti, delle differenze piuttosto rilevanti tra lo stanziato e l'impegnato sui capitoli che concernano il trasporto pubblico regionale su gomma e il trasporto pubblico ferroviario. In particolare, siamo andati a ricostruire, tramite un decreto del Ministero dei Trasporti del 2016, che quei sette milioni che noi abbiamo visto come taglio erano, di fatto imputabili a un taglio del fondo nazionale trasporti che cade nel corso del 2017, causando ulteriori problemi alle aziende del trasporto pubblico sia private che pubbliche che, comunque, hanno già cominciato a esercire il servizio. A metà anno, si trovano a dover fare di nuovo dei conti con tagli in corso d'opera. Anche quest'anno abbiamo a che fare con questo tipo di problema.
Noi avevamo già ben chiaro che c'erano almeno 13 milioni di tagli, anno su anno, del fondo trasporti. È vero che il taglio del fondo nazionale è stato in parte compensato da risorse regionali; di questo diamo sicuramente onore al merito alla Giunta che ha fatto questo sforzo, ma questo sforzo può non essere sufficiente. Anche perché, dietro agli stanziamenti di risorse sul trasporto pubblico, in un Ente pubblico che pianifica normalmente, dovrebbe esserci dietro una programmazione: noi aspettiamo questa programmazione triennale dei servizi dal 2016.
Siamo a metà 2017 e gli enti deputati a fare questo tipo di lavoro, per conto della Regione e per conto degli enti pubblici, ancora non forniscono un chiaro schema di programma, una definizione dei servizi erogati, la definizione di quali sono, ad esempio, i servizi minimi che devono essere erogati nelle Province piemontesi e nella Città metropolitana. Cosa comporta questo? Che, ancora una volta, abbiamo sia un'erogazione di fondi sia un taglio di fondi che sono arbitrari. Normalmente, si tende a tagliare dove ce n'è di più o dove si presume che ce ne sia di più, ma è sempre una presunzione che ce ne sia di più. Di fatto, non vi è un controllo delle amministrazioni della spesa del trasporto pubblico.
Non vi è la consapevolezza di come questi soldi siano realmente spesi.
Possiamo avere dei dubbi e dei sospetti che ci sia qualcuno che sta bluffando o spendendo troppo o spendendo troppo poco rispetto ai servizi che dà, ma, di fatto, la spesa del trasporto pubblico è fuori controllo. È fuori controllo della Regione Piemonte e anche degli altri enti che concorrono alla partecipazione, Comuni compresi. Questa è una situazione di lungo periodo, ereditata dal fatto che ci si rifà alla spesa storica quindi ci si rifà a una distribuzione più o meno politica della spesa pubblica.
Sul trasporto pubblico, lo vediamo in modo evidente, ma presumo che non sia troppo diverso su altri settori piuttosto corposi perché, comunque, il bilancio del servizio dei trasporti vale sui 600-700 milioni di euro quindi parliamo di cifre importanti, che andrebbero centellinate in questo periodo. Centellinate a fronte di un servizio garantito.
Sappiamo che nelle nuove normative nazionali sarà prevista - alcuni aspetti sono anche impugnati e impugnabili dalle Regioni - una parte di fondo nazionale dei trasporti, variabile a seconda dei risultati e dei servizi effettivamente erogati. Questo rischia di essere un taglio ancora più pesante, che va a gravare sui tagli già esistenti, specialmente per le Regioni che si fanno trovare impreparate sul fronte della programmazione sul fronte di una corrispondenza univoca tra i soldi spesi e il servizio erogato.
Quindi occorre un monitoraggio preciso, che garantisca che sto facendo il meglio che posso, così quantomeno mi assicuro il 100 per cento del fondo disponibile e non qualcosa in meno, come la nuova legge sta per imporci perché andiamo in quella direzione lì, andiamo a ulteriori tagli: infatti abbiamo subito questi 13 milioni, poi sette milioni di tagli al servizio e altri ne arriveranno.
Per questo motivo siamo preoccupati, perché il programma non esiste.
Quindi stiamo aspettando che venga definito ciò che è un servizio minimo per tutto il territorio piemontese. Questo ci consente un'equa ripartizione delle risorse, ci consente di avere una visibilità sul lungo periodo e anche di spendere meglio, quindi sapere che, a fronte della spesa, abbiamo avuto il servizio migliore possibile o che quantomeno non ci sono esuberi in certe zone e carenze in altre.
Abbiamo anche un'altra tegola sulla testa, che ci dà delle imposizioni sia sulla questione ambientale per quanto riguarda le infrazioni a polveri sottili sia per quanto riguarda il contenimento delle emissioni di anidride carbonica, dunque c'è una doppia sfida che si affianca a quella del trasporto pubblico.
Ci sono sicuramente molte riduzioni di fondi che sono compartecipazioni di statali, quindi sono mancate le erogazioni nazionali su alcuni capitoli e, di conseguenza, alcune opere anche di investimento non possono andare a buon fine sul lato regionale. Questo lo comprendiamo e non ne facciamo certo una colpa.
Vediamo poi anche diminuzioni di fondi su finanziamenti di opere che dovrebbero essere collegamento infrastrutturale come nuovi centri intermodalità e cose di questo tipo. Ecco, questo aspetto ci lascia piuttosto insoddisfatti, perché anche ciò concorre agli obiettivi che ho detto prima.
Per il momento, è ancora molto blanda la possibilità di vedersi assicurati questi tipi di investimenti a fronte di un ragionamento sulle concessioni autostradali, quindi queste sono ipotesi in campo, ma fatto sta che vedere una differenza di qualche milione di euro tra stanziato e impegnato su questo capitolo ci crea un alto margine di incertezza su alcuni progetti importanti di interscambio; alcuni sono già stati oggetto di Conferenze di servizio, di colloqui con gli Enti pubblici, come ad esempio l'importante snodo di Moncalieri tra l'autostrada e la stazione della città stessa, che permette di deviare gran parte del traffico autostradale.
Inoltre, il TAR ha bocciato lo stop agli aumenti dei pedaggi autostradali (è una notizia proprio di oggi), quindi i cittadini saranno contenti. Dovendo usufruire per forza del trasporto privato e della rete autostradale anche piemontese - perché pure il Piemonte è citato ed è oggetto di attenzione - questo blocco del TAR avrà delle conseguenze sulla nostra rete autostradale. Sono previsti aumenti ulteriori sui costi di trasporto dei cittadini, quindi è importante anche dare una risposta a questo tipo di incremento dei costi; incremento che rischia di minare sempre più alla base il diritto alla mobilità dei piemontesi.
La Regione può essere un importante vettore di rilancio del trasporto pubblico, della diminuzione del costo per il singolo cittadino, ma evidentemente è necessario un cambio di paradigma: è necessario che il trasporto pubblico regionale non sia più visto come un po' un mezzo da sfigati (scusate se uso un termine non proprio ortodosso).
In Europa del nord, invece, il trasporto pubblico è considerato di alta qualità ed è anche coperto in gran parte dalla bigliettazione; qui invece si fa una politica di tipo un po' assistenzialista per dire "ti ho dato qualcosa", ma spesso il servizio è insufficiente e quindi non riesce a coprire una grossa parte dei costi. Su questo dobbiamo fare un ragionamento.
Interessante sarà calibrare sempre più il trasporto pubblico sulla richiesta dei cittadini come una qualunque imposta, però logicamente vogliamo che vi sia anche un corrispettivo tra ciò che una persona usufruisce del servizio pubblico e quello che paga. Quindi non ci sbilanciamo troppo su ipotesi di trasporti pubblici gratuiti, perché ci sembra che nel contesto attuale non si possano attuare, ma misure progressive sì, per andare a coprire fette di tassazione sempre più importanti e sgravare la tassazione collettiva nel trasporto pubblico.
Se però questi processi non iniziano e non si fa una programmazione, ci sarà impossibile garantire questo livello di servizio negli anni a venire quando vediamo le previsioni sul triennale con ulteriori diminuzioni dal 2018. Insomma, altro che riaprire le linee sospese, qui rischiamo di chiuderne ancora qualcuna!



PRESIDENTE

Non ci sono altri Consiglieri iscritti a parlare, per cui possiamo dare la parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio ringraziare i Consiglieri, i giornali e i relatori del provvedimento che sono intervenuti per il contributo, anche critico che hanno voluto offrire alla odierna discussione.
Vorrei partire da un presupposto. Questo è il primo rendiconto che nasce sotto l'egida della piena attuazione del decreto legislativo 118, e ciò è un problema, è stato un problema anche durante tutta la gestione del 2016. Dovete considerare che questo vuole dire che noi siamo nelle condizioni di poter accertare le entrate esclusivamente secondo il criterio di cassa e non di competenza, ad eccezione unicamente di addizionali IRPEF e IRAP.
La prudenza che c'è stata in termini di assegnazione delle risorse soprattutto sul finire del 2016, era determinata dal fatto che, purtroppo i pagamenti (non gli stanziamenti che avevamo) sui trasferimenti statali ci vengono in gran parte corrisposti nella seconda metà del mese di dicembre.
Così è sufficiente che un pagamento sia spostato da dicembre a gennaio che questo determina come conseguenza quella di un rendiconto che chiude in corretto avanzo o un rendiconto che rischia di chiudere in un corretto disavanzo.
Ecco perché alcuni dei differenziali tra stanziamenti e impegni che sono stati evidenziati anche negli interventi sono stati ripristinati nella legge di bilancio 2017 utilizzando un pezzo dell'avanzo vincolato derivante dal rendiconto, quindi non erodendo risorse di competenza del 2017, ma utilizzando un pezzo dell'avanzo vincolato sulla base di un'intesa raggiunta con il MEF nella discussione che abbiamo avuto sull'assestamento di bilancio 2016, e cioè noi non possiamo avere un avanzo libero, ma possiamo utilizzare un avanzo vincolato accantonato a copertura di spese non di competenza propria dell'esercizio, perché la non copertura di quelle spese potrebbe determinare potenzialmente una condizione di disavanzo sommerso.
Trasporto pubblico locale, diritto allo studio, eliminazione delle barriere architettoniche sono una serie di interventi che hanno avuto non la totale assegnazione delle risorse sul 2016, e da qui la differenza tra stanziato e impegnato nel corso del 2016, ma che sono stati ripristinati con l'utilizzo di quell'accantonamento in termini di risorse aggiuntive sul bilancio 2017; risorse aggiuntive finalizzate unicamente alla copertura di quelle spese, altrimenti si sarebbe eccepito del fatto di utilizzare un'iscrizione in entrata, avanzo accantonato, che possiamo utilizzare solamente per spese di competenza di esercizi precedenti se noi scorrettamente lo utilizzassimo invece per spese di competenze. Questo è un primo problema.
Un secondo problema, emerso in moltissimi interventi, è che questo rendiconto evidenzia la difficoltà a sostenere una politica di investimento.
Ora, che questa Amministrazione regionale stia cercando, soprattutto nel corso a partire dal 2016 - il 2015 era un anno impossibile da affrontare in questa direzione - di spostare risorse da spesa corrente a spesa per investimenti, emerge dai documenti di bilancio e dalle volontà politiche che ripetutamente abbiamo espresso.
C'è una difficoltà, certo storica, da parte di un'Amministrazione come la nostra - non come Amministrazione politica, ma come organizzazione della Regione - a corrispondere in termini di velocità, efficacia ed efficienza il sostegno alle politiche di investimento.
Ma vi è anche una difficoltà aggiuntiva. L'introduzione del DL 118 pone un problema di mantenimento degli impegni alla fine di un esercizio, sulla base della loro liquidabilità. Questo è molto più facile quando gestiamo spesa corrente, ma è molto complicato quando gestiamo investimenti. Sotto questo profilo, il 118 non aiuta una politica di investimenti, perch mentre dovrebbe rigidamente mantenere un parametro della liquidità più liquidabilità (per la verità dice "della pagabilità", ma per noi è ancora un po' un sogno, lo ammetto), sulla spesa corrente è molto complicato. Qui c'è un problema che riguarda noi, la nostra capacità di spesa, ma c'è un problema che riguarda anche la capacità del sistema che finanziamo di essere in grado di poter alimentare quella politica di investimenti.
Nel 2016 e nel 2017 abbiamo inserito, ripristinando tutta una serie di vecchi accordi di programma sull'edilizia scolastica e, sino a ora, è partito pochissimo, perché i destinatari di queste risorse, che sono in gran parte le Province, ci chiedono costantemente alla fine di ogni anno di spostare le risorse agli anni successivi.
Credo che questo sia uno dei problemi che dobbiamo essere in grado di affrontare. Oserei dire, in termini di provocazione, che probabilmente per la gestione della politica di investimenti, dovremmo inventare degli strumenti o dei soggetti che li gestiscano in modo differente rispetto alla gestione diretta della Regione. Altrimenti questo problema ce lo ritroveremo alla fine di ogni anno e, attenzione, questo è un problema non semplice. Si potrebbe ipotizzare che sono state fatte delle economie perché non sono state impegnate delle risorse che sono andate in economie quelle economie si possono inserire l'anno dopo. Eh, no, perché fino a quando saremo in disavanzo quest'operazione ci è proibita! Diciamo che gli avanzi che siamo in grado di garantire alla fine di ogni esercizio e che dovremo continuare a garantire perché ci mettono in protezione negli anni prossimi da non caricare le quote pesanti di 201 milioni di euro all'anno di copertura del disavanzo, li possiamo destinare unicamente a quelle cifre. Quindi, un'economia sulla spesa degli investimenti diventa molto complicata poterla ripristinare nel corso degli anni successivi, perché non abbiamo le economie da poter ridestinare a queste risorse.
Credo che una riflessione noi ce la stiamo cercando di porre, perché da un lato abbiamo la volontà e la scelta di sostenere politiche di investimento, dall'altro lato abbiamo anche dei meccanismi che rendono oggi complicato per una Pubblica Amministrazione alimentare una seria politica di investimenti.
Vorrei anche dire, per quanto riguarda però alcune annotazioni soprattutto sugli investimenti che sono stati fatti, che il rendiconto non tiene conto, per sua natura, di spostamenti che avvengono alla fine dell'anno fin dove tecnicamente è corretto che avvengano e, sottolineo questo termine, di spostamenti di voci di entrate e di spesa con il fondo pluriennale vincolato agli esercizi successivi, una serie soprattutto di trasferimenti dello Stato.
Il caso classico che mi viene in mente sono le consistenti risorse che sono state assegnate sulle bonifiche di Casale e di Balangero; il caso classico, perché mi consente di fare questo tipo di operazione, ma è chiaro che quelle risorse noi e i soggetti destinatari di quelle risorse finali non siamo in grado di poterle rendere liquidabili nel corso di un esercizio. Non si legge molte volte nel rendiconto, questione rispetto a cui colgo certamente il senso positivo e la sollecitazione che è venuta dal Consiglio regionale a rendere un po' più intelligibili anche i documenti formato 118, come di questo rendiconto, ma lo strumento del fondo pluriennale vincolato è uno strumento che ci consente di mantenere in vita spostando entrate e spesa agli esercizi futuri esercizi nei quali concretamente vi è la capacità di poter spendere.
Seconda considerazione: il giudizio di parifica della Corte dei Conti.
Credo che sia abbastanza evidente: se noi andassimo a rileggere i giudizi di parifica degli ultimi tre anni, noteremmo un fatto che non è risolutivo dei problemi di questa Regione, ma è certamente un fatto che rappresenta, ed è in grado di poter rappresentare in modo evidente, la condizione di una Regione che ha enormi problemi; di una Regione che avrà ancora per molti anni enormi problemi, ma di una Regione che sta mantenendo fede ai propri impegni, senza trasferire, oltre a quello che la legge ci consente, alle future generazioni fatti e problematiche che dovranno essere gestiti.
È la qualità e la quantità dei rilievi della Corte dei Conti che testimonia questa progressiva messa a regime della nostra condizione e della capacità di poter continuare a essere un'istituzione utile al Paese sotto questo profilo.
C'è molto da lavorare, ma tenete presente, al di là dei rilievi, che la relazione sul Giudizio di parifica è di 725 pagine, è questo malloppone che ho in mano, al cui interno ci sono rilievi su percorsi che la Regione deve ancora completare. C'è l'apprezzamento relativamente a politiche che sono state messe in atto e a risultati che sono stati raggiunti, e ci sono anche tutta una serie di osservazioni, a volte condivisibili, a volte non condivisibili, lo dico nel massimo rispetto nei confronti della Corte dei Conti, perché credo che ognuno abbia il suo ruolo, ma anche il dovere di tutelare il lavoro che è stato compiuto e la correttezza di questo lavoro.
Quello che conta è il riconoscimento del fatto che noi oggi non siamo a posto, ma del fatto che noi stiamo camminando verso questa direzione, che abbiamo affrontato nodi importanti. Lo ricordava il Consigliere Appiano nella sua relazione di questa mattina e lo sottolineo non in termini di trionfalismo: uscire dal Piano di rientro della sanità non è stata un'operazione semplice, è stata un'operazione rischiosa sotto il profilo politico, perché non si costruisce consenso ritornando a essere una Regione a posto con i conti.
Non si costruisce il consenso, però se non si perseguiva questa strada oggi improvvisamente la comunità piemontese si sarebbe trovata di fronte a una Regione incapace di essere vicina a chi oggi alimenta elementi di sviluppo economico, a chi oggi vuole sostenere la crescita degli individui attraverso gli investimenti sulla formazione e sull'istruzione, a chi oggi vuole anche che il tema della coesione sociale e della capacità di far fronte ai mutamenti demografici non sia un'affermazione di principio o un'espressione di valori, ma sia accompagnata anche da scelte positive e concrete.
Allora è evidente che, relativamente ai dati (mi dispiace, perch potevamo mettere a disposizione dei Consiglieri dei dati che ci ha chiesto il Consigliere Bono e che gli abbiamo fornito), non è possibile un confronto vecchio rispetto ai vecchi rendiconti, ma dove si confronta stanziamento e impegno sia sul 2016 sia sul 2015, in relazione alle Direzioni e ai diversi Settori.
Certamente, ci sono delle Direzioni e dei Settori che hanno visto un livello di assegnazione, e quindi di impegni, inferiore rispetto agli stanziamenti a bilancio. Però, se io guardo, ad esempio (molti degli interventi hanno prestato attenzione in questo senso e in questa direzione), la Direzione "Coesione sociale" e guardo l'elemento rappresentato dalle politiche sociali come elemento caratterizzante di questo tipo di ragionamento, lo stanziato 2016 della Direzione A15 "Coesione sociale", era di 234 milioni 140 mila, mentre l'impegnato 2016 è stato di 234 milioni 123 mila (7.000 euro in meno).
Poi, sono il primo a riconoscere che ci sono delle Direzioni dove invece, questo delta è stato più forte e più sostenuto.
Se posso dire, in queste operazioni non c'è una visione o una valutazione ragionieristica da parte nostra: c'è la consapevolezza che su alcuni aspetti dell'intervento della Regione si può anche rallentare, se non abbiamo la garanzia e la certezza di arrivare alla fine dell'anno avendo rispettato gli equilibri di bilancio. In altri Settori, no.
Così come, se guardiamo la cassa, credo sia importante il fatto che nel 2016 siamo riusciti a pagare più di quello che abbiamo pagato nel 2015.
Abbiamo ancora un grandissimo arretrato, sotto questo profilo, e abbiamo cercato, anche in termini di pagamenti, nel corso del 2016, di riequilibrare situazioni che nel 2015, per tutta una serie di situazioni abbiamo un po' penalizzato.
Vi porto due esempi: la "Coesione sociale", complessivamente, quindi sempre la Direzione A15, con tutti gli ambiti (Formazione e Istruzione) nel 2015 aveva avuto pagamenti per 294 milioni di euro. Tenete presente che gli stanziamenti di quella Direzione sono mediamente superiori ai 600 milioni di euro. Nel 2016, i pagamenti sulla Direzione "Coesione sociale" sono passati a 462 milioni di euro. Nel 2015, i pagamenti della Direzione "Cultura" sono stati 29 milioni 563 mila euro. Nel 2016, sono stati 76 milioni 276 mila.
Siamo in una condizione difficile, non semplice, perché - ripeto essere una Regione che ha accumulato tre miliardi di euro di disavanzo significa essere una Regione che ha decine di migliaia di creditori che vantano, complessivamente, crediti nei confronti della Regione per questo importo, ed è una situazione, questa, che a noi non fa dormire tranquilli perché possiamo fare del male.
Se non gestissimo correttamente la cassa, potremmo fare del male potremmo mettere i Comuni nelle condizioni di andare al di fuori degli equilibri di bilancio, le imprese di correre dei rischi rispetto alla loro capacità di solvibilità e un mondo rappresentato da associazioni sul piano sociale, sul piano culturale, su qualunque livello, di non poter andare avanti.
Vi è un terzo elemento di riflessione che voglio proporre, accogliendo tutta una serie di questioni che avete sollevato.
Certamente, se noi vogliamo accorciare il livello e il divario tra stanziato e impegnato, abbiamo bisogno che gli strumenti della politica di bilancio siano collocati temporalmente nella loro fase corretta. Riuscire ad approvare gli assestamenti di bilancio alla fine di novembre-inizio di dicembre, significa che tutto ciò che noi mettiamo dentro quell'assestamento in gran parte non ha la capacità di essere applicato soprattutto se riguarda gli investimenti.
È la ragione per cui quest'anno abbiamo fatto uno sforzo, ma uno sforzo dovuto. Questa sera, la Giunta regionale, dopo l'approvazione del rendiconto, assumerà il disegno di legge di assestamento di bilancio perché a settembre, non come abbiamo presentato l'anno scorso alla fine di settembre, inizi di ottobre, ma a settembre, le Commissioni possano lavorare. Credo che, lavorando intensamente, al mese di ottobre noi possiamo immaginare di arrivare in Aula con la discussione sull'assestamento.
Collocare anche temporalmente gli strumenti ci consente di poter lavorare per renderli effettivamente strumenti su cui il Consiglio regionale esprime una capacità forte d'intervento.
Velocemente, alcune questioni di dettaglio, sollevate dagli interventi.
Fondo sulle perdite delle società partecipate.
È un fondo, non è uno stanziamento a copertura dei disavanzi accumulati dalle società partecipate. La legge ci impone di accantonare un importo pari all'ammontare delle perdite di tutte le società partecipate dalla Regione pari al 50 per cento dell'ammontare delle perdite degli ultimi tre anni. Il calcolo matematico ci dice che noi avremmo bisogno di minori stanziamenti di questo fondo, rispettando la legge.
Per prudenza, noi abbiamo ritenuto di mantenere il fondo a 13 milioni di euro, anche se voglio ribadire che, al di là della ricapitalizzazione di SCR operata nel 2016, a seguito delle vicende di Villa Melano, noi non stiamo utilizzando un euro di questo fondo per coprire perdite di società partecipate della Regione. Perché il lavoro che si sta facendo, che sta facendo soprattutto l'Assessora De Santis, è un lavoro che tende - ed è la stessa relazione della Corte dei Conti che lo mette in evidenza - a ridurre fortemente l'intervento e l'incidenza, sotto questo profilo, nel bilancio della Regione, di sostegno agli enti strumentali, alle società partecipate della Regione.
È crollato, in tal senso e direzione, l'impegno che questo determina all'interno del bilancio della Regione.
Così come stiamo progressivamente riducendo il numero delle società partecipate. Una delle questioni che mi auguro possa coinvolgere anche il Consiglio regionale è che, entro il 30 settembre, dovremo presentare e approvare il Piano straordinario di razionalizzazione delle partecipate sulla base del decreto attuativo Madia, che riguarda le società partecipate. Entro quella data dovranno essere eventualmente dichiarate le eccedenze di personale in capo al sistema delle partecipazioni pubbliche all'interno della nostra regione.
Pertanto, è stato fatto un percorso importante che va in questa direzione. Tale lavoro verrà completato entro questa data come volontà e strumento da parte dell'Amministrazione regionale di ottemperare.
C'è un'ultima considerazione che ritengo doveroso esprimere. Noi stiamo anche raggiungendo un livello di coincidenza e preparazione tra i saldi della spesa sanitaria e i saldi delle Aziende sanitarie e il bilancio della Regione.
Sembra una cosa normale ed è una cosa normale, ma non era così. Non era così. Oggi, avere la certezza che i nostri debiti nei confronti delle Aziende sanitarie corrispondono ai crediti iscritti nei bilanci della Regione - cosa che rappresenta la normalità - è, invece, un obiettivo che è stato raggiunto. E questo diventa anche un elemento di stabilità e garanzia rispetto al futuro.
Ringrazio per gli interventi, ringrazio per il lavoro svolto, ringrazio anche soprattutto le persone che con me, sia a livello di responsabilità politica, ma anche e soprattutto a livello di responsabilità del bilancio della Regione, cercano quotidianamente di garantire a questa Regione correttezza nei documenti contabili e soprattutto le risorse sufficienti per quello che è nelle nostre condizioni, per sostenere le politiche di cui vi è necessità all'interno del Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
La discussione generale è chiusa.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

È la reintroduzione dei nuovi prospetti sul quadro generale riassuntivo e sugli equilibri di bilancio, il prospetto dimostrativo e il risultato di amministrazione che sono sostituiti - come ho detto in Commissione - con i documenti che sono stati aggiornati.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1) Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 bis Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

È l'emendamento che recepisce all'interno del rendiconto della Giunta le risultanze del rendiconto del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6 bis, come emendato.
Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 15 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Antimafia

Esame proposta di deliberazione n. 257, inerente a "Modalità di attuazione dell'ammissione ai contributi per il recupero dei beni confiscati ai sensi degli articoli 7, comma 2, lettera a) e 10 della legge regionale 18 giugno 2007, n. 14 (Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della 'Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie')"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 257, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Presidente Chiamparino per l'illustrazione.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Io darei per letta la relazione.
Abbiamo recepito nella sostanza tutte le richieste che sono pervenute dalla Commissione, in particolare quella che prevedeva di considerare nell'ambito dei Comuni che possono accedere non solo quelli che hanno già avuto beni assegnati, ma anche quelli che hanno in corso le procedure con il solo limite dei 90 giorni per la loro conclusione, per indicare un termine.
Abbiamo poi indicato di aggiungere a quella assistenziale la finalità educativa fra le caratteristiche che devono avere i progetti.
Abbiamo, invece, lasciato il limite dei 50.000 euro come limite massimo del contributo, senza mettere limiti minimi, per favorire, pur nell'ambito della cifra relativamente esigua, cioè 200.000 euro, che è messa come copertura del bando, per consentire la possibilità di finanziare un numero maggiore di progetti, anche in considerazione del fatto che la tipologia dei progetti è tanto più capace di produrre rete e sistema di relazione sul territorio quanto più è in grado di avere un sistema di cofinanziamento plurimo. Quindi, una logica che consentisse un sostanziale cofinanziamento solo all'interno del pubblico farebbe venire un po' meno questo incentivo ancorché minimo.
C'è un emendamento, ma terminerei qui la relazione, riservandomi di rispondere in sede di replica.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per esprimere una valutazione nel merito. Al di là dello stanziamento economico, che non è che si ritiene insufficiente perché uno deve fare sempre il "più uno", è evidente che è sufficiente andare a vedere quelli che sono oggi i siti disponibili e capire che con i 200.000 euro e anche con il taglio da 50 mila euro diventa complicato per due motivi. In primo luogo, perché i 50 mila per singolo intervento non sono sempre sufficienti per garantire la fruibilità dei beni confiscati. In secondo luogo, perché ovviamente è limitante.
Però prendiamo atto dell'aspetto di una legge che è del 2007, che peraltro non riguarda soltanto questo articolo che viene finanziato, ma ne ha altri, come il Presidente e i colleghi sanno, che prevedono incentivazioni di carattere economico.
Io però vorrei esprimere una contrarietà rispetto ad un tema. La deliberazione prevede che gli ambiti di attività sociale a cui i beni siano destinati siano sostanzialmente tre, poi meglio dettagliati nell'allegato: l'emergenza abitativa, i progetti socio-assistenziali ed educativi e l'accoglienza ai rifugiati.
Credo che sia profondamente non corretto inserire all'interno di questa deliberazione l'accoglienza ai rifugiati, e non per una polemica o per posizioni che, all'interno di quest'Aula e anche all'interno della politica nazionale, hanno visto gli schieramenti del centrodestra, del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle avere posizioni distinte, ma per un motivo che è diverso, o meglio, per due motivi.
Il primo è perché credo che, a fronte dei quasi (probabilmente verranno superati) cinque miliardi di euro che si stanziano quest'anno per l'accoglienza dei rifugiati, ci siano all'interno le risorse per poter gestire un bene, Cioè noi vediamo come settimanalmente avviene che alberghi chiusi da dieci anni, pezzi di proprietà regionale ed alloggi sfitti da tempo vengono riutilizzati da soggetti economici che si occupano dell'accoglienza dei migranti.
Questo dovrebbe significare che, all'interno della retta che lo Stato concede per l'accoglienza dei migranti, c'è anche una quota parte che consente a questi soggetti economici di riutilizzare un bene, perché se no non si potrebbe comprendere come delle realtà chiuse da molti e molti anni si siano potute riaprire.
C'è un secondo aspetto che, per quanto ci riguarda, è decisamente più significativo. La legge sulla confisca dei beni ai mafiosi nasce ovviamente, non soltanto per toccare i mafiosi e la criminalità organizzata in quello che è l'aspetto più significativo, cioè la sottrazione di un bene. Ogni mafioso, ogni soggetto della criminalità organizzata, mette in conto la galera come un "incidente di lavoro"; non mette in conto che invece, possa essere sottratto quello che è un bene che si è costruito con attività illecite.
Questa legge certamente nasceva per questo motivo meritorio, ma con un'altra grande finalità: la restituzione. Infatti, i primi utilizzi di quei beni sono stati molto simbolici: la caserma dei Carabinieri a Locri luoghi per le Forze dell'Ordine o centri di aggregazione giovanile proprio nelle zone a più alta intensità mafiosa; ciò che, in qualche modo, il mafioso aveva sottratto alla collettività, veniva restituito.
Noi possiamo avere qualunque tipo di idea sull'accoglienza dei migranti, e sono anche ben chiare. Non credo che un servizio che viene dato non alla collettività, ma a un numero di persone, possa essere inteso come un "servizio alla collettività", perché non ne beneficia nessun altro se non colui che, in quel momento, è ospitato e se non - aspetto che contestiamo maggiormente - il soggetto che in qualche modo si beneficia di questo aspetto.
Di conseguenza, abbiamo presentato - lo anticipo, così non prenderò la parola successivamente - un emendamento per eliminare la parte relativa all'accoglienza dei migranti, ma specificando quanto più chiaramente possibile che non è la battaglia in cui crediamo molto, in cui questo Stato investe troppo, sia da un punto di vista economico che sotto molti altri punti di vista; tema che non è prioritario e che sarebbe risolvibile con differenti politiche a livello internazionale, che lasciamo a chi queste politiche dovrebbe fare e che non fa, ma che a livello regionale rischia invece, di far venir meno un principio che noi riteniamo estremamente significativo, che è quello della restituzione di un bene sequestrato.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Prima del passaggio nella Commissione consiliare competente, la I Commissione, questa proposta di deliberazione ha visto anche un'informativa, attraverso la quale abbiamo potuto valutare la bozza di delibera, presso la Commissione speciale per la promozione della legalità che presiedo.
Abbiamo apprezzato anche la volontà della Giunta regionale, e in particolare del Presidente Chiamparino, di voler prima sottoporre la deliberazione anche alla Commissione speciale. Si è sviluppato un dibattito interessante e sono emerse delle suggestioni, dei suggerimenti e delle proposte che poi sono state accolte, quindi sono entrate a far parte integrante della deliberazione (mi piacer ricordare soprattutto quella avanzata dal mio Gruppo consiliare, che ha chiesto di includere anche i progetti di agricoltura sociale).
Lo riteniamo un buon inizio, perché è evidente che se andassimo a consultare l'elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio piemontese, probabilmente 200.000 euro non risulterebbero esaustivi, e difficilmente andrebbero ad esaurire tutti gli interventi necessari. Inoltre, il limite massimo di 50.000 euro per intervento vuole stimolare al cofinanziamento sì da parte del Comune, ma anche - ovviamente da parte di soggetti esterni.
Parlando di soggetti esterni al pubblico, e quindi parlando di privati occorre porre molta attenzione su chi sono questi privati, poiché nella nostra Regione abbiamo un passato che ha visto dei privati andare a gestire dei beni non su assegnazione della Regione, ma direttamente dallo Stato privati che poi sono risultati riconducibili, in modo nemmeno troppo indiretto, agli stessi soggetti che avevano prima il bene.
Però, al di là di questo aspetto, abbiamo anche fatto rilevare come spesso possano esserci delle difficoltà da parte di un Comune a reperire i fondi necessari a questo tipo di investimenti. Citiamo sempre il Patto di stabilità: non è un mantra, ma risponde alla realtà dei fatti.
Sappiamo che questi beni, una volta divenuti oggetto di progetti devono avere la capacità di mantenersi, di avere una loro attività anche senza dei contributi da parte del pubblico. Però in fase iniziale, per dar via ai progetti, probabilmente il pubblico deve fare uno sforzo più grande.
In questo caso, direi che proprio la Regione può e deve fare uno sforzo più grande.
Ferma restando la sostanziale soddisfazione che abbiamo per questa proposta di deliberazione, auspichiamo, perlomeno, che nei prossimi anni siano possibili degli sforzi maggiori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo intervenire, soprattutto per sottolineare l'importanza di questo provvedimento. Questo Consiglio (e questa maggioranza) conferma l'attenzione ad un tema che non era nell'agenda politica, né nelle priorità, di chi ci ha preceduto. Invece - lo ripeto - dopo l'impegno importante, sia dal punto di vista economico che finanziario, sul Castello di Miasino, oggi torniamo ad occuparci del tema dei beni confiscati alle mafie e del loro riutilizzo sociale. Non era scontato che succedesse quindi vogliamo sottolinearne l'importanza. Ne siamo anche fieri, perché le risorse che oggi sono a disposizione sono frutto di un lavoro emendativo portato avanti dal Gruppo del PD, e di questo siamo particolarmente orgogliosi.
Certo, come hanno già ricordato alcuni colleghi, avremmo voluto fare di più da un punto di vista finanziario, ma siamo consapevoli delle condizioni di bilancio - ne abbiamo parlato proprio in questa giornata - e questo dà ancora più importanza al provvedimento in questione, perché ci si muove in questa direzione nonostante le ristrettezze finanziarie. È importante soprattutto quest'anno: siamo a 25 anni - non devo ricordarlo certo a voi della strage di Capaci e di Via d'Amelio. In questi anni i nostri territori hanno visto diverse inchieste della Magistratura (con processi che hanno portato anche a condanne definitive) che hanno documentato la presenza anche nelle nostre Regioni delle mafie.
Abbiamo assistito a un aumento dei beni confiscati anche sui nostri territori. Certo, il Piemonte non è la Lombardia, che spicca nelle classifiche nazionali. Ma in questi anni sono cresciuti i beni confiscati sul nostro territorio. Ancora qualche giorno fa un'operazione della DDA, mi sembra di Reggio Calabria, ha portato al sequestro di alcuni beni in provincia di Novara. Come a dire che dobbiamo continuare, come stiamo facendo, a tenere gli occhi aperti.
Al di là degli aspetti che riguardano i singoli processi, una cosa è certa. Purtroppo la storia di questo Paese, ma anche il presente, è caratterizzata da una forte influenza delle mafie. Un'influenza che ha dei risvolti altamente negativi in termini culturali, ma anche in termini economici, perché si tratta, chiaramente, di un'economia illegale che compete in maniera sleale con tutte le forme di economia leale, legale e che contribuisce a diffondere una cultura sicuramente non basata sulla convivenza sociale e civile tra le persone, ma fondata sul sopruso e sulla violenza.
È chiaro che è compito della politica mettere l'antimafia sociale e culturale al centro della propria azione: la Regione Piemonte lo sta facendo con i mezzi che ha a disposizione. L'intervento sui beni confiscati e sul loro riutilizzo rientra sicuramente in questa cornice.
Signor Presidente, diventa importante, in un momento storico anche per le difficoltà finanziarie dei Comuni di cui hanno parlato i colleghi, ma non solo, in questa storia dei beni confiscati in cui è vero che mancano le risorse e che sono mancate le risorse in questi anni, ma sono anche mancate le progettualità e le visioni su questi beni a cui spesso seguono le risorse.
Le risorse non le mette soltanto il pubblico, quindi condividiamo l'impostazione che la Giunta ha voluto dare, comunque, di non dare un contributo che vada a coprire l'intero progetto di riutilizzo, questo perché le comunità che vogliono e che ambiscono a ricevere il contributo della Regione Piemonte devono chiaramente farsi carico di una progettualità di idee e di progetti che sanno stare in piedi, ma anche di far sì che quel progetto sia condiviso dai soggetti presenti sul territorio, dai cittadini dalle imprese e dalle fondazioni.
Il progetto, in questa maniera, ha più possibilità di durare nel tempo e di essere significativo per quella comunità. È chiaro che questo, anche per i Sindaci e per i Comuni che troppo spesso, anche nella nostra regione si sono abituati e assuefatti all'idea di avere un bene confiscato alle mafie e a non farci nulla con l'alibi delle risorse - ripeto, sicuramente molto spesso è il motivo principale - spesso è affiancato da un'assenza di visione e di progettualità, ma anche da una scarsa consapevolezza della gravità culturale che quel messaggio dà ai cittadini che vedono un luogo funzionare fino a quando è utilizzato dai mafiosi e smettere di funzionare e andare in rovina quando lo prende in mano lo Stato.
Questo non ce lo possiamo permettere e abbiamo una doppia valenza in questo intervento. Una valenza che è sicuramente di natura sociale; penso a quei beni confiscati dove nascono delle cooperative o delle attività che fanno lavorare alcune persone, i giovani, ma non solo, magari le categorie svantaggiate. Penso a quei beni confiscati utilizzati per le politiche sociali. Immaginiamo l'emergenza abitativa. Non a caso, anche nel provvedimento della Giunta questo viene riportato. Sono tanti gli appartamenti, soprattutto a Torino, che potrebbero essere utilizzati a questo scopo e potrebbero dare una risposta concreta a tantissime persone che hanno bisogno della casa. Questo significa riprenderci ciò che è stato sottratto alla collettività e utilizzarlo per il bene comune.
Poi c'è un aspetto culturale cui già accennavo, che è l'aspetto simbolico. I beni confiscati, quando non sono riutilizzati, rappresentano la sconfitta dello Stato. Lo abbiamo sempre detto, ce lo hanno insegnato anche coloro che hanno dato la vita per tutto questo. Nel momento in cui la lotta alle mafie si porta avanti solamente con l'azione repressiva o con l'azione della Magistratura e delle Forze dell'Ordine, è una lotta che non può andare lontano, ha bisogno chiaramente di un aspetto sociale e culturale.
I beni confiscati che funzionano e che vengono restituiti alla collettività sono una spinta importante alla costruzione di un'identità collettiva che si contrappone alla cultura mafiosa e afferma, invece, una cultura della vita vissuta secondo i principi e i valori della nostra Costituzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Sarò velocissimo, non voglio aprire una discussione.
Ringrazio la Giunta per aver fatto quest'atto e, soprattutto, i Consiglieri che si sono impegnati, fra questi i commissari della Commissione antimafia e il Consigliere Rossi. Unica nota, ne abbiamo già discusso in Commissione, sono due peculiarità che, secondo me, vanno valorizzate a tutti i costi, ed è proprio il tema del riuso sociale, la parte più importante. Credo che lo sia per i fini dell'emergenza abitativa e dell'utilizzo temporaneo, per esempio, per tutta la vicenda dell'accoglienza diffusa dei migranti, così come per tutti i progetti che sono legati agli abusi sui minori e sulle donne. Penso al tema delle case famiglia e al tema della violenza di genere, a queste peculiarità, che sono già presenti nel bando e che possano essere valorizzate.
C'è un piccolo problema, l'abbiamo detto: la parte finanziaria è abbastanza ristretta. Vedremo.
Ci siamo già detti, e lo dicevo adesso suggerendo anche all'Assessore alla casa, che, soprattutto sul tema emergenza abitativa, qualora ci fossero tanti Comuni che hanno voglia di mettersi in campo anche nelle ristrutturazioni - tra l'altro, l'idea di questo bando è anche il cofinanziamento, che è importantissimo - potremmo attingere a quel fondo che con l'Assessore Reschigna avevamo messo in campo, cioè l'idea di mettere in sicurezza gli immobili anche per l'emergenza abitativa, pensando a un reintegro dei fondi.
Credo che l'unica vera necessità è che quei progetti siano esecutivi entro fine anno. Ci sono tantissimi Comuni che potrebbero candidarsi nei prossimi mesi a partecipare a questo tipo di progettazione



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Un doveroso ringraziamento al Consiglio per i suggerimenti che hanno consentito di migliorare la delibera e una doverosa risposta al Consigliere Vignale.
Capisco le sue argomentazioni, ma quello che ci differenzia è proprio l'idea diversa di comunità. Uno dei principi della legge, quando fu istituita, era proprio quello di restituzione alla comunità. Credo che una comunità, oltre a fronteggiare il disagio abitativo sociale, oltre a far fronte a progetti di carattere assistenziale, sociale, educativo, compresa l'agricoltura sociale (sto recitando a memoria i tre temi), se non include anche l'assistenza ai profughi e ai rifugiati, è un'idea di comunità per me troppo stretta. Quindi, credo che, in questo senso, proprio in base al principio di restituzione, sia giusto includere questo tema fra le finalità in allegato alla presente delibera.
Ringrazio tutto il Consiglio, perché mi pare che ci si avvii verso una votazione che può dare forza ad un'iniziativa, e mi auguro che così avvenga, del Consiglio che sconta la relativa esiguità della somma messa a disposizione. Come è stato detto da tutti, questo è un inizio e si tratta di continuare su questa strada.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In un altro caso non l'avrei fatto, ma ci tengo a fare la dichiarazione di voto per spiegare che il voto del Movimento Nazionale sarà di presenza e non favorevole. Devo dire con sofferenza, vera.
Ho creduto molto, quando ancora ero ragazzo, in questa norma e nel principio della sottrazione e della restituzione, per gli stessi motivi che diceva il Presidente. Non credo che lo sia, ma per un motivo che non sta nel concetto differente di solidarietà. Certamente è verosimilmente differente il mio concetto dal suo, non in questo senso, ma nel senso che io credo che aiutare gli ultimi sia sempre un aspetto meritorio, qualunque siano gli ultimi.
La valutazione che io facevo del motivo per cui il mio voto sarà di presenza e non favorevole è che si tratta di un'attività che vede già un finanziamento, per cui il rischio è che con questa delibera noi creiamo un vantaggio economico per chi, ottenendo già un contributo economico da parte dello Stato, ottiene anche un beneficio in termini di edificio di beni da parte della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale il Presidente Chiamparino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 257, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Proseguimento esame disegno di legge n. 193, inerente a "Riordino del sistema delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 193, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 18 luglio, sono stati votati gli articoli dal n. 4 al n. 20.
Consigliere Vignale?



VIGNALE Gian Luca

Presidente, aveva annunciato una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi: vorrei sapere se si tiene oppure no.



PRESIDENTE

Come sempre, sapete che io lavoro per voi. Per facilitare i lavori d'Aula e per evitare di lasciare qui in attesa i colleghi, perché immagino che quella conferenza stampa possa prolungarsi, adesso svolgiamo un po' di lavoro, poi interrompiamo, in modo che chiudiamo il Consiglio e i colleghi vadano a casa mentre noi facciamo la Conferenza dei Presidenti.



VIGNALE Gian Luca

A che ora, Presidente?



PRESIDENTE

Alle ore 18.30.
Nella seduta pomeridiana del 18 luglio, sono stati votati gli articoli dal n. 4 al n. 20.
ARTICOLO 21 Emendamento rubricato n. 70) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Siamo all'articolo 21, comma 3: "L'azienda adotta lo Statuto e il regolamento di organizzazione e le loro rispettive modifiche, nonché le deliberazioni relative alla fusione, all'estinzione, all'eventuale costituzione e riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato. Tali deliberazioni sono sottoposte all'approvazione della Giunta regionale". Al termine di tale comma, proponiamo di aggiungere "previo parere della Commissione consiliare competente".
Colgo l'occasione per chiedere, prima di arrivare all'articolo 29 perché l'altra volta siamo andati un po' di fretta, quindi prima di arrivare all'articolo del personale, di avere una breve sospensione per poter ragionare sugli emendamenti che sono stati presentati e individuare la soluzione migliore per tutelare i lavoratori delle IPAB.
Grazie.



PRESIDENTE

Complimenti per la per la perspicacia, Consigliere Bono.
Sospendiamo per qualche minuto.
Come dice? Quando arriviamo all'articolo 29? Pensavo adesso. Perfetto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 bis Emendamento aggiuntivo rubricato n. 107) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Si ricorda, Consigliere Bono, che c'era quel problema che avevamo trattato l'altra volta, per cui io avevo accettato un suo emendamento sullo spostamento di alcuni termini, dando per scontato che c'era quella frase che però nel suo emendamento non era riportata? Ecco, qui la si rimette. È solo quello.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 23 bis.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Emendamento rubricato n. 71) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 24, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Emendamento rubricato n. 72) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 73) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Talli emendamenti sono dati per illustrati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 26, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Emendamento rubricato n. 104) presentato da Vignale, Graglia, Pichetto.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Questo emendamento è dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 27, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 74) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 75) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 28, quindi parliamo di controllo e vigilanza rispetto alle IPAB trasformate in fondazioni o associazioni, persone giuridiche di diritto privato.
Abbiamo rilevato, a parte una contrarietà di massima rispetto alla trasformazione maggioritaria dell'IPAB in fondazioni o associazioni, anche un problema di trasparenza.
Pertanto, con l'emendamento n. 74) proponiamo che tutti gli atti di cui al comma 2, cioè gli atti di dismissione, vendita o costituzione di diritti reali su beni delle persone giuridiche di diritto privato originariamente destinati dagli statuti e dalle tavole di fondazione alla realizzazione delle finalità istituzionali, che devono essere inviati alla Giunta regionale la quale, ove ravvisi dei contrasti tra gli stessi e l'atto costitutivo o lo statuto, li invia al Pubblico Ministero per l'esercizio dell'azione, ai sensi dell'articolo 23 del Codice Civile, che tali atti di dismissione, quindi tali invii preventivi alla Giunta regionale siano pubblicati sul sito dell'Assessorato regionale di riferimento, in modo che ci sia un'ampia trasparenza e possa anche essere a conoscenza dei cittadini interessati per qualunque motivo alla questione, poiché si tratta di lasciti testamentaria dei beni collettivi.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 75), idem come sopra.
Ci riferiamo ai bilanci delle associazioni e delle fondazioni risultanti dalle trasformazioni delle IPAB che devono essere pubblicati anche questi, su un'apposita sezione della pagina web dell'Assessorato regionale di riferimento, bypassando quindi la richiesta diretta alle associazioni o fondazioni, in modo che si possa avere la più ampia trasparenza sulla situazione di bilancio di persone giuridiche di diritto privato, che potrebbero non essere tenute a rendere pubblici i loro bilanci e i loro atti di trasformazione se richiesti dai cittadini e, temiamo anche dei Consiglieri.
Quindi, per evitare questa sottrazione alla trasparenza di quelle che saranno le loro attività, poiché - ripeto - parliamo di lasciti testamentari di beni comuni e di beni collettivi, chiediamo che questi due emendamenti sulla trasparenza vengano approvati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 28, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.09, riprende alle ore 18.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 29 Gli emendamenti rubricati n. 109) e n. 110) sono ritirati.
Emendamento rubricato n. 108) presentato da Ravetti, Chiapello, Gariglio Grimaldi, Monaco, Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 109.1) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 109.1) chiede di estendere la tutela del contratto collettivo nazionale riguardante l'articolo specifico del decreto legislativo 165 (la mobilità), anche ai dipendenti dell'azienda pubblica dei servizi alla persona, perché non era chiaro se la salvaguardia del contratto collettivo nazionale riguardasse anche la parte della mobilità verso altri enti pubblici.
Ritengo giusto che ogni dipendente delle IPAB, vista questa trasformazione epocale, abbia la possibilità di scegliere di fare richiesta ovviamente se ci sono gli spazi - di andare verso un ente pubblico, che sia un Comune o un'ASL, a seconda delle proprie competenze e inclinazioni.
Quindi, speriamo che i sindacati siano sufficientemente abili (non abbiamo dubbi) nella contrattazione per dare maggior tempo possibile perché la normativa prevede di introdurre almeno 12 mesi. Noi speriamo che sia anche un po' di più, proprio per dare spazio a un maggior numero possibile di lavoratori delle IPAB che lo volessero, di trasferirsi verso altri enti pubblici, visto che la maggioranza diventeranno enti privati.
Anche quelli che rimarranno aziende pubbliche, avranno comunque un contratto di natura privatistica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109.1), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 29, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Gli emendamenti rubricati n. 76), n. 77) e n. 78) sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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