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Dettaglio seduta n.241 del 25/07/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Interrogazione n. 1625 presentata da Benvenuto, inerente a "Fatti di Piazza San Carlo del 3 giugno 2017 - Conseguenze per la Regione Piemonte"


PRESIDENTE

In merito al punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 1625.
La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale, al momento, non ha intenzione di operare in alcun modo, anche perché - come ho già avuto occasione di dire anche su alcuni giornali - dal punto di vista dei risultati turistici, non c'è alcuna evidenza di un calo turistico.
Cosa diversa è la percezione soggettiva che attualmente è in atto tra gli imprenditori, così come ha evidenziato una ricerca commissionata da ASCOM, che misurava la fiducia degli imprenditori nel futuro. Questa è una percezione soggettiva, che non ha niente a che vedere con l'oggettività dei numeri, che - anzi - vedono il mese di giugno in crescita sia per occupazione di camere sia per ricavi.
Sono, altresì, sicura che i fatti di Piazza San Carlo abbiano creato una profonda ferita nella città. Credo, però, anche - mi permetta di dirlo Consigliere - che non dovrebbe essere argomento di dibattito politico perché quello è un dramma che ha coinvolto delle persone anche a noi vicine. È una ferita per la nostra città, su cui, ovviamente, sta indagando la Procura. Pertanto, non è nostro compito svolgere valutazioni anche dal punto di vista dei danni e, soprattutto, credo non sia una questione di argomento o di conflitto politico, ma ritengo debba essere una questione trattata nel modo più istituzionale possibile, astenendoci - tutti noi dal farne materia di scontro.
Personalmente, ritengo che questo sia il momento della solidarietà, di ricreare la fiducia, di lavorare tutti insieme, altrimenti il rischio è di fare molto male a questa città.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benvenuto per la replica.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Una brevissima replica.
Sicuramente la mia interrogazione non serviva a creare un momento di scontro, ma era rivolta a un fatto che è stato sicuramente eclatante a livello europeo, visto che tutte le testate europee lo hanno ricordato - sì come sciagura, come un fatto assolutamente molto triste e drammatico, ma nello stesso tempo, anche da come sta emergendo, di totale incapacità da parte del Comune di Torino.
La mia è semplicemente una replica dove chiedo la massima attenzione poiché i mesi estivi favoriscono il settore alberghiero e turistico della città di Torino.
Certo è che è stata una brutta figura, in primis della Città di Torino ma - nello stesso tempo - la Regione Piemonte viene toccata.
Quello che chiedo è semplicemente di stare vicino al settore alberghiero, perché, di fronte a tanti investimenti fatti sia dalle istituzioni, ma anche dal settore stesso, è necessario, dopo questi fatti continuare a sostenere il turismo.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Benvenuto.
L'Assessora Parigi chiede di poter fare un'integrazione; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Voglio solo precisare che sicuramente i fatti di Piazza San Carlo hanno intaccato il clima di fiducia della città, l'immagine e quant'altro.
Voglio, però, anche dirle che alcune questioni riguardanti il turismo torinese sono anche molto legate agli investimenti culturali. Non si pu continuare a tagliare la cultura e poi pensare che questa produca delle ricadute sul territorio.
Ritengo che questo sia un buon laboratorio per capire - tutti quanti cosa rappresenta la cultura in questa città.
Grazie.


Argomento: Telecomunicazioni

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1571 presentata da Bono e Mighetti, inerente a "Deliberazione della Giunta regionale 20 aprile 2017, n. 19-4900 'POR-FESR 2014-20 - Asse II. Ob.vo specifico II.2c.2. Azione II.2c.2.1. 'Soluzioni tecnologiche per la digitalizzazione e l'innovazione dei processi interni dei vari ambiti della P.A. nel quadro del Sistema pubblico di connettività, quali ad es. la giustizia, la sanità il turismo, le attività e i beni culturali, i servizi alle imprese'. Approvazione di quattro schede tecniche di misura"


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1571 è presentata dal Consigliere Bono, che in questo momento non è presente.
Attendiamo un attimo e poi riprendiamo le interrogazioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 9.41, riprende alle ore 9.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consigliere Mighetti, illustra lei l'interrogazione, perché il Consigliere Bono non c'è e alle 10 iniziamo i lavori del Consiglio? Prego, Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per il ritardo e anche per un po' d'improvvisazione nell'illustrazione di quest'interrogazione.
L'interrogazione riguarda il POR-FESR 2014/2010, l'asse II, "Soluzioni tecnologiche per la digitalizzazione e l'innovazione dei processi interni dei vari ambiti della PA".
Molto brevemente, andiamo a definire quali sono le modalità del bando.
Chiediamo di conoscere com'è stato possibile calcolare l'importo della spesa finanziata senza avere ancora una proposta tecnico-economica da parte di CSI Piemonte, se gli importi presunti sono comprensivi del canone di manutenzione annuale e relativamente al FSE, se è possibile emanare circolare o delibera per evitare che le singole ASR, con i loro autonomi sistemi informatici, debbano accollarsi ulteriori spese verso i loro fornitori, al fine di integrarsi al FSE regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Mighetti.
La delibera cui l'interrogazione è relativa, che fissa le prime linee sull'impiego delle risorse per l'Agenda digitale, fa una specifica scelta: utilizzare quelle risorse sulle grandi piattaforme di servizio ai cittadini e alle imprese.
Le cifre che sono indicate sono evidentemente - per il momento - cifre esclusivamente indicative, frutto di approfondimenti dei nostri uffici confronto con il CSI, verifica di ciò che è disponibile in termini di accordi quadro CONSIP.
È evidente che gli affidamenti concreti, che siano a CSI che siano mediante gara ad altri soggetti, dovranno rispettare tutte le norme sulla congruità della spesa. Le cifre per il momento sono indicative.
Di fatto, sulle Misure 1, 2 e 3, il CSI dovrà presentare apposito studio di fattibilità, in quanto le misure finanziano progetti con importo superiore a 150 mila euro. Sarà in sede di studi di fattibilità che si definiranno, oltre a tutti gli aspetti tecnico-organizzativi delle piattaforme, anche i costi presunti di realizzazione e dispiegamento dei servizi, nonché i costi di esercizio regime e i canoni di manutenzione e i servizi connessi all'help desk e all'assistenza agli utenti. Questi studi di fattibilità e le proposte tecnico-economiche relative sono quelli che saranno poi sottoposti a pareri di congruità tecnica ed economica svolti dal nostro Settore Sistemi informativi.
Per quanto riguarda, invece, la materia della sanità digitale, la macro quantificazione degli importi è stata definita nel corso del 2016, tenendo in considerazione gli stessi elementi di cui sopra, rispetto agli obiettivi di governo regionale e agli adempimenti previsti dalla normativa vigente.
In particolare, la realizzazione degli interventi è subordinata alla predisposizione e approvazione di un piano di progetto, che abbia prima un progetto preliminare che tenga conto delle disposizioni introdotte dalla legge n. 232/2016.
Le iniziative prevedono la scomposizione degli elaborati in sottosezioni distinte autoconsistenti, prodotte con tempistiche funzionali all'ottimizzazione dei tempi di progetto. Le risorse nel corso dell'attuazione del progetto potranno essere rimodulate, come prevede la stessa DGR; sulla base delle necessità rilevate, potrà essere riparametrato con successivo atto, al fine di assicurare l'efficienza della spesa e l'efficacia nella realizzazione degli interventi previsti.
Infine, con riferimento specificamente al punto del fascicolo sanitario elettronico, la DGR recepisce la finalità di armonizzare gli interventi delle singole ASR. Sono state, in proposito, avviate alcune attività, e ne cito qualcuna: inserimento nei contratti dei Direttori Generali delle ASR della clausola di comunicazione di avvio di iniziative progettuali riguardanti il patto della sanità digitale, con determina del Direttore del 29 agosto 2016; presentazione alle ASR delle iniziative regionali sulla sanità digitale e una serie di incontri tecnici con SOGEI e le singole ASR finalizzati a definire, con il supporto di CSI, il piano delle attività regionali e/o aziendali per il completamento del fascicolo sanitario elettronico e dei servizi online.
In sostanza, tanto sul fascicolo sanitario elettronico, che è tema assai più complesso, quanto sulle altre piattaforme, la cui realizzazione si intende sostenere mediante le risorse di agenda digitale, vengono definite delle procedure che prevedono da parte di CSI eventualmente la presentazione di offerte tecnico-economiche, che verranno naturalmente sottoposte a valutazione di congruità tecnica ed economica, tenendo conto del quadro normativo complessivo, nonché (ma questo vale anche per le diverse piattaforme, non solo per il fascicolo sanitario elettronico) dell'insieme della normativa e della direttiva nazionale in termini di uniformazione dei servizi e anche dei costi della digitalizzazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.06 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Solo per far notare a inizio seduta quanto è già stato discusso in diverse riunioni dei Capigruppo. Oggi c'è stata la risposta a due interrogazioni su centinaia di interrogazioni che giacciono con necessità di risposta. Quindi, significa che probabilmente gran parte andranno a rispondersi da sole, nella prossima legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come anticipato con una mail a lei, all'Ufficio di Presidenza e ai colleghi della IV Commissione, siamo a chiedere, a nome del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, delle comunicazioni dell'Assessore Saitta sul tema dei vaccini, in merito alla riorganizzazione degli uffici dei servizi di vaccinazione regionali e anche al relativo carico di lavoro per quanto riguarda le scuole, gli insegnanti e i responsabili.



PRESIDENTE

Io ho parlato con l'Assessore Saitta, però le comunicazioni sui vaccini sono state già effettuate, cioè quello che l'Assessore doveva dire l'ha detto.



BONO Davide

Quello che ha detto era sul tema nazionale; questo invece è in merito alla conferenza stampa che avete.



PRESIDENTE

Siccome è convocata fra poco una Conferenza dei Capigruppo affronteremo la questione in quella sede.



BONO Davide

È in merito alle ricadute per la Regione Piemonte, non il tema nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo chiedere delle comunicazioni in merito a ciò che abbiamo letto, come spesso accade, sui giornali. I giornali della scorsa settimana hanno pubblicato una notizia rispetto a una disponibilità finanziaria, a noi non nota, per lo sviluppo dell'impiantistica di risalita, cosa di cui siamo assolutamente lieti.
Visto che negli atti di bilancio non riusciamo a comprendere dove sono queste risorse, e visto che, come sempre avviene, passiamo delle settimane a discutere in quest'Aula anche di un tema come questo, tema che è stato caratterizzante delle modifiche del bilancio, come l'investimento e le risorse per investimento e l'impiantistica di risalita, devo dire che spiace. Prendiamo atto che, alla fine, ciò che interessa è l'aspetto più mediatico rispetto alla comunicazione con il Consiglio.
Saremmo molto lieti di avere una comunicazione, intanto perché siamo lieti di sapere che abbiamo più risorse, e noi ci auguriamo che ci siano ovviamente non solo per il Cuneese, ma anche per tutta la Regione Piemonte.
Quindi, in tal senso, visto che era presente l'Assessora Parigi e che alla conferenza stampa erano presenti il Vicepresidente Reschigna e l'Assessore Valmaggia, quindi sono assolutamente sul pezzo rispetto a questo tema, sarebbe auspicabile una comunicazione in Aula nel merito.
Faccio presente che domani mattina, se non ricordo male, la III Commissione discuterà di un provvedimento sugli investimenti rispetto alla legge n. 2, che va un po' in controtendenza rispetto alla comunicazione rilasciata ai giornali la scorsa settimana. Pertanto, quando la Giunta riterrà, sarà utile un'informativa in tal senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Combinazione, mi accodo alla richiesta avanzata dal Consigliere Vignale sul medesimo tema.
C'è stato un incontro in Provincia di Cuneo in cui sono stati annunciati 15.000 milioni di euro per gli impianti di risalita della Provincia: ce ne rallegriamo, ma volevamo avere delle comunicazioni maggiori in merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo in merito alle questioni testé sollevate, partendo da quella avanzata dal Presidente Pichetto.
Ieri, in Giunta, anche sulla base delle considerazioni svolte nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, ho sollecitato gli Assessori distribuendo, peraltro, l'elenco delle interrogazioni e interpellanze ancora inevase - a un'intensificazione dell'attività di risposta.
Credo che a partire dai prossimi Consigli regionali (nella seduta di giovedì mattina non è previsto il sindacato ispettivo, ma nella seduta di martedì prossimo sì) ci sarà un'adeguata risposta in tal senso da parte degli Assessori.
Mi preme, però, sottolineare anche un certo squilibrio che rende talvolta difficoltosa la questione, perché abbiamo Assessori che non hanno arretrati, mentre ne abbiamo altri, quelli che, peraltro, rispondono frequentemente a question time o a interrogazioni, che hanno un numero consistete di interrogazioni e interpellanze ancora giacenti (mi riferisco in modo particolare, al settore sanità).
Come ho detto, ho sollecitato ieri la questione e abbiamo distribuito l'elenco delle interrogazioni ancora inevase.



(Brusìo in aula)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa se disturbo!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi! I colleghi non possono sostare nell'emiciclo: o si accomodano ai propri banchi o escono dall'aula, adesso e sempre.
Ricordo che in quell'area della barcaccia non è consentito ai colleghi interloquire con i collaboratori. Non è uno sportello! Lo dico adesso, così ci chiariamo per i prossimi che si avvicineranno e che rischieranno di essere allontanati, tanto i collaboratori quanto i colleghi.
Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Credo che, a partire dal Consiglio regionale di martedì prossimo, ci sarà una consistete attività di risposta da parte della Giunta in merito alle interrogazioni e interpellanze.
Per quanto concerne la richiesta di comunicazioni relative agli interventi sulla neve, la Giunta è disposta a rilasciarle nella seduta di giovedì prossimo (dopodomani).
Circa la comunicazione richiesta dal Presidente Bono sui vaccini, ferme restando le espressioni che ha usato il Presidente, che coincidono con quanto ieri l'Assessore Saitta ha rappresentato, se emergeranno ulteriori elementi di approfondimento l'Assessore Saitta è disposto a rilasciare delle comunicazioni nella seduta di martedì prossimo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 18 luglio 2017.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Cerutti, Ferrero, Gancia e Giaccone.


Argomento:

c) Notifica sentenza n. 18227 della Corte di Cassazione


PRESIDENTE

Comunico che in data 24 luglio 2017 con la quale è stato rigettato il ricorso nei confronti della sentenza della Corte d'Appello di Torino n.
1870/20/2016.
Pertanto, a seguito della citata sentenza della Corte d'Appello di Torino, che aveva confermato l'ordinanza del Tribunale di Torino del 22 settembre 2014 di accertamento dell'ineleggibilità del Consigliere Maurizio Raffaello Marrone, il medesimo Consigliere è da intendersi decaduto dalla carica.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Vi ricordo che il punto 3) all'o.d.g., recante "Nomine", è posticipato come da convoca, alla seduta di giovedì pomeriggio, 27 luglio 2017.
Comunico ai Presidenti di Gruppo che è convocata in sala A una Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali dell'11 luglio 2017.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.20, riprende alle ore 10.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposte di deliberazione n. 237 e 238, inerenti a "Rendiconto generale del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2016"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le proposte di deliberazione n. 237 e 238, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Avrei preferito fare una relazione, ma esaminando un po' la storia dei lavori d'aula, mai nessun Presidente ha svolto in aula la relazione sul rendiconto. Poiché si è aperto un ampio e vivace dibattito in Commissione entrando peraltro nei dettagli, riterrei più opportuno dare per letta la relazione. Vi sono richieste di intervento in fase di discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Non sarò io, ovviamente, a fare la relazione del rendiconto, ma intervengo come esponente...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi!



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dicevo, non sarò certo io a fare la relazione del rendiconto del Consiglio regionale, ma intervengo come componente del Gruppo Movimento 5 Stelle.
Intervengo, in particolare, su un aspetto.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega! Invito i Consiglieri a stare seduti nei propri banchi, tutti.
Non è possibile - lo ripeto ancora per poco. solo per comodità di dialogo - utilizzare quella barcaccia come ufficio! Mi spiace, ma ho ricevuto troppo contestazioni da parte degli stessi colleghi. Perché quando un collega interviene, giustamente richiede il silenzio dell'Aula. Poi lo stesso collega, invece, si lascia andare ad interloquire ad alta voce.
Prego.



BERTOLA Giorgio

Intervengo, dicevo, a nome del Gruppo Movimento 5 Stelle, in particolare su un aspetto specifico che riguarda il rendiconto del Consiglio regionale; aspetto sul quale ci siamo soffermati più volte, come Consiglio in generale, ma soprattutto come Gruppo, rispetto al quale abbiamo anche presentato delle proposte di legge (due delle quali a mia prima firma).
Mi riferisco, nello specifico, ai costi della politica. Questo Consiglio regionale è intervenuto più di una volta sui costi della politica, e lo ha fatto in ribasso: i costi della politica sono scesi generando un risparmio per il Consiglio regionale - questo lo riconosciamo ma non nella misura che avremmo auspicato noi. O, meglio, non nella misura auspicata dalle nostre proposte di legge. Rimane ancora aperto il tema dei vitalizi. Perché, come giustamente qualcuno ha rilevato, due anni fa sono stati fatti degli interventi sul tema dei vitalizi con quello che possiamo definire, per semplificare, contributo di solidarietà applicato sui vitalizi, per chi lo recepisce.
Ribadiamo che da questa legislatura in poi i vitalizi non ci sono più quindi i Consiglieri di questa legislatura non maturano alcun vitalizio mentre per le legislature precedenti era attivo, e ci sono, una lunga serie di percettori di vitalizio.
Rispetto al cosiddetto contributo di solidarietà, c'era stata una trattativa con gli ex Consiglieri regionali che pareva essere andata a buon fine, nel senso che pareva che avessero accettato la decurtazione, seppure minima, dell'assegno mensile dal sei al 15 per cento a scaglioni di reddito, a scaglione di assegno. Invece il Consiglio regionale si trova, da una parte, ad aver fatto dei risparmi, ma dall'altra a dover ancora accantonare delle cifre consistenti nel fondo rischi perché 38 ex Consiglieri regionali hanno fatto ricorso contro il contributo di solidarietà. Sono andati alla Corte dei Conti e sono stati rimbalzati, sono andati al TAR il quale si è dichiarato incompetente, adesso sono addirittura, al Tribunale Ordinario, Sezione lavoro.
Riteniamo, comunque, al di là delle proposte abrogative che abbiamo avanzato per i vitalizi, che una cosa del genere sia abbastanza indecente vista la situazione in cui versano le finanze della Regione Piemonte e la situazione difficile di molti nostri concittadini piemontesi. Se dobbiamo fare un intervento limitato a un contributo di solidarietà per poi trovarci, comunque, a dover accantonare, come Consiglio, un fondo rischi consistenti, tanto valeva avere avuto tutti un po' più di coraggio e abrogare, due anni fa, in senso retroattivo, questi vitalizi.
Per avere dei ricorsi, tanto valeva portare a casa un risparmio maggiore e vedere cosa succedeva, visto che, come ripeto, non ci si è messi al sicuro relativamente alla possibilità di qualche ricorso, come poi è successo, anche se limitatamente a 38 ex Consiglieri che percepiscono il vitalizio.
Poiché questo è un fatto politicamente rilevante, ci tenevo a sottolinearlo a nome del mio Gruppo consiliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia doveroso, ancorché il bilancio consuntivo del Consiglio regionale sia un atto non emendabile, rimarcare e ricordare il lavoro svolto da questo Consiglio. A tal proposito, devo dire che non sarà prassi ma credo sia utile che la relazione che il Presidente ha svolto in sede di Commissione consiliare, al di là di quella che è allegata all'atto, fosse ai verbali del Consiglio.
Noi spesso siamo bravi a fornire "cattive" notizie, che sono anche quelle che attirano, com'è noto da quando esiste l'attività di comunicazione, i mezzi di comunicazione. Lo siamo un po' meno, anche se non suscitano mai grande attenzione, nel comunicare i risultati che questo Consiglio regionale, nell'arco di due legislature, ha raggiunto.
Il Consiglio regionale del Piemonte costa circa 40 milioni di euro in meno rispetto a quanto costava nel 2012. È evidente che questo è dovuto anche a una modifica delle norme nazionali, ma è altrettanto evidente che questo è anche dovuto a una serie di interventi di riduzione dei costi della politica che il Consiglio regionale ha fatto. Ci tengo a ribadirlo perché poi, nelle comunicazioni che vengono fatte a livello nazionale spesso superano la realtà.
Dobbiamo ricordare che quando il mondo della politica nazionale ha più volte bacchettato le Regioni in termini di costi delle Regioni stesse, si è dimenticato, quello stesso mondo, di ridurre il suo di costo. Visto che gli emolumenti sono trasparenti, se un piemontesi andasse a cercare quelli che erano gli emolumenti di un Consigliere regionale, vedrà che, in più momenti, sono scesi, e se lo stesso piemontese andasse vedere un emolumento di un parlamentare nazionale, si renderebbe conto che non è sceso di un euro. Lo risottolineo. Se andasse vedere gli emolumenti di un parlamentare nazionale, si renderebbe conto che non è sceso di un euro.
In alcune situazioni, per esempio sul referendum, sono avvenuti, quando ci si trovava fra le due parti, aspetti paradossali. C'erano parlamentari nazionali che nel sottolineare il beneficio del referendum, sottolineavano come quel referendum avrebbe portato i compensi dei Consiglieri regionali al massimo, a quello delle città capoluogo di ogni Regione. Ricordavo loro che, ancorché volessero ridurre, correttamente o meno, quelli che fossero i compensi di altri soggetti, si erano dimenticati di fare i compiti a casa.
Solitamente chi dà il buon esempio, come un padre o una madre di famiglia tende prima ad assumere comportamenti tali per cui anche i figli abbiano quei comportamenti, non soltanto perché dici loro di comportarsi bene, ma perché dal comportamento dei genitori ne discende un modo con cui vivere.
I nostri parlamentari nazionali, che si distinguono e si sono distinti soprattutto in questi anni nel ricordare che le Regioni sono fonti di spreco, non hanno ridotto neanche di un euro il loro emolumento e di pochissimi milioni invece una spesa gigantesca che è quella, per esempio della Presidenza della Camera o del Senato.
Questo per dire che noi siamo stati sabaudi, da questo punto di vista siamo stati rigorosi, mi permetto di dire, perché l'ho detto in molte altre occasioni, fin troppo. Bisogna distinguere, ed è un tema che io credo andrà affrontato e va affrontato nel momento in cui questo Consiglio regionale tornerà ad avere una credibilità che non ha mai perso, ma che è stata minata nel momento in cui il processo sui rimborsi faceva parlare dell'attività regionale più per le vicende, fortunate o sfortunate, di ognuno di noi, che non per la nostra attività politica.
Vada ripreso un distinguo fra quelle che sono le spese che i cittadini sostengono, cioè fra quello che è l'emolumento di un Consigliere e quelle che, invece, sono le risorse che un Gruppo consiliare ha per svolgere l'attività per cui i cittadini ci pagano. I cittadini ci pagano per fare leggi e, quando siamo all'opposizione, anche per fare le leggi nell'attività di proposta, ma anche attività di controllo. I cittadini piemontesi devono sapere che spesso ci pagano vanamente. Ci pagano un po' meno di prima, ma mentre prima con i fondi che i Gruppi consiliari avevano forse troppi, non lo so - potevano svolgere una rigorosa attività di controllo nei confronti della Giunta regionale e potevano svolgere un'attività di proposta legislativa significativa, oggi i Gruppi consiliari si devono rabberciare come credono.
Non credo che l'attività politica sia legata all'onestà o a internet.
L'onestà è una precondizione. Nella nostra attività quotidiana noi gestiamo denaro dei cittadini, quindi se uno non è onesto può smettere di fare quest'attività; è una precondizione, non è un valore.
L'altro aspetto è invece quello della competenza e della rete. C'è stato un momento - che per fortuna sta passando - in cui si è pensato che la politica non dovesse costare, che la democrazia non dovesse costare perché la rete è salvifica rispetto a tutto.
Stiamo comprendendo oggi - non voglio fare alcun esempio - come in realtà la rete non basta: è necessario che molti di noi, come chi fa il Consigliere regionale sa, faccia chilometri per incontrare gli amministratori locali, per incontrare le associazioni, per incontrare gli operatori sanitari, per incontrare tutto un mondo che non si soddisfa fortunatamente - con una mail, ma che ha necessità di incontrarti e che quando ti incontra non lo fa perché ha piacere di vedere Gian Luca Vignale ma quando ti incontra ti pone una serie di quesiti e una serie di compiti che ti porti a casa; il problema è che torni all'interno del tuo ufficio e non hai le strutture che la Giunta regionale continua ad avere; anche in termini di uffici di comunicazione, c'è lo stesso strumento che è paragonabile ai Gruppi consiliari, non hai gli strumenti per svolgere il mandato che dai cittadini viene dato.
E poi faccio un'ultima considerazione che riguarda la competenza, ma questo è banale dirlo, e non riguarda il bilancio del Consiglio: finalmente, di nuovo, ci si sta rendendo conto che forse, più della politica labile, mobile, insomma quella da pagina Facebook, quando si governa un grande Ente e quando si governa una Regione come la Regione Piemonte, sarà anche importante avere disponibilità a essere presenti sui social e quant'altro, ma la competenza è il tratto distintivo nella capacità di governo e anche nella capacità del fare opposizione.
C'è un ultimo aspetto che mi permetto di sottolineare. Se noi facessimo.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Sospendiamo il Consiglio, andiamo in vacanza e ci vediamo a settembre? Come volete voi! Io le vacanze le ho organizzate e posso anticiparle, perché a me piace stare in villeggiatura. So che a voi piace il lavoro: decidete voi. Se volete lavorare, dovete stare zitti quando non vi viene concessa e data la facoltà di intervenire.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, c'è un'ultima considerazione che attiene ad aspetti che non sono popolari rispetto a ciò che dico, ma che comunque ho sempre espresso: io ho votato contro anche quando si sono fatti i tagli ai Gruppi consiliari e credo, allora, di essermi comportato in modo corretto.
C'è un aspetto su cui - lo dico al Presidente non solo in qualità di Presidente del Consiglio, ma anche in qualità di componente dell'Assemblea dei Presidenti regionali - il tema della nostra normativa non attiene esclusivamente al bilancio del Consiglio, ma in termini un po' più generali perché questo è il momento in cui si può fare - se noi valutassimo il numero di ore che passiamo qua dentro e soprattutto in Commissione rispetto a prima e lo dividessimo per ore, come se fossimo dei cottimisti, ci renderemmo conto che i piemontesi ci pagano più di prima. Questo per dire che, quando si scende sotto un livello di non giustificabilità di alcune spese, diventa difficile avere le stesse persone che fanno lo stesso lavoro.
Io mi permetto di dire - non tutti i colleghi la pensano così - che noi siamo la classe dirigente di un'azienda che fattura 17 miliardi e guadagniamo 7.000 euro al mese: sono tanti? Sono tantissimi, se li paragoniamo a un lavoratore in difficoltà, se li paragoniamo a un lavoratore che lavora in catena di montaggio, se li paragoniamo a un piccolo artigiano. Ma noi abbiamo delle responsabilità e un dovere di competenza e di ore spese che non possono essere pari a chi fa un lavoro degnissimo, molto più del nostro, ma che ha meno responsabilità delle nostre. Non casualmente, qualunque Dirigente regionale o qualunque Direttore regionale guadagna più dei Consiglieri regionali, perché hanno responsabilità tali per cui non possono essere pagati come una persona che ha mansioni inferiori, e non casualmente i dirigenti di aziende che fatturano un terzo di quello che fattura la Regione Piemonte hanno emolumenti superiori ai nostri.
Io non mi vergogno dell'emolumento che prendo, non l'ho rubato quando guadagnavamo 9.000 euro, quando avevamo il vitalizio e sottolineo che, se i padri costituenti - non la sporca Prima Repubblica o la Seconda Repubblica ma i padri costituenti - hanno inserito all'interno dello status dei parlamentari una serie di benefici, è perché un parlamentare regionale anche, deve essere libero di poter fare nella sua attività esclusivamente o nella sua quasi totalità, il parlamentare regionale al servizio dei piemontesi. Se continua a fare il proprio lavoro e poi, come se fosse part time, fa il Consigliere regionale, allora i piemontesi ci pagano più di prima.
Su questo credo che vada fatta una riflessione, perché in questi anni temo che nella rincorsa - che non avrà mai fine - a quanto dobbiamo guadagnare meno, pensando che per quello i cittadini ci giudichino - e non ci hanno mai giudicato per quello, ma ci hanno giudicato per le risposte che diamo loro - credo che abbiamo fatto non sempre del bene; certamente un bene nel ridurre i costi, ma da questo punto di vista dobbiamo fare in modo che questo Consiglio regionale torni ad essere funzionale all'attività di proposta, di indirizzo e di controllo che i cittadini piemontesi ci hanno dato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, mi permetto di rilevare che noi stiamo discutendo del rendiconto, quindi stiamo parlando di un atto che è consuntivo alle spese e non delle leggi da cui traggono origine le spese di cui stiamo discutendo quindi alcune considerazioni che ho fin qui sentito da parte dei colleghi sono considerazioni ragionevoli che meritano di essere discusse, ma non credo sia questa la sede congrua.
Oggi, discutendo del rendiconto, possiamo affermare con molta soddisfazione che abbiamo fatto un lavoro politico alle spalle che ci consente di poter dire a noi - e a lei, Presidente - di potersi vantare all'esterno, che questa è la Regione che ha il costo della politica più basso di tutta Italia.
Mi spiace che sia stata interrotta la prassi di tanti anni fa, di pubblicare sul sito parlamentari.it della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali la tabella sinottica che illustrava non le voci di costo degli emolumenti dei Consiglieri regionali, ma direttamente le buste paga tipo dei Consiglieri regionali di tutta Italia, perché se ci fosse ancora questa tabella sinottica, che è stata a suo tempo pubblicata dal quotidiano La Stampa nella prima pagina nazionale, si potrebbe.



PRESIDENTE

Non ero a conoscenza della tabella: ne chiederò il ripristino in sede di Conferenza.



GARIGLIO Davide

Consentirebbe di leggere chiaramente qual è la situazione in tutta Italia e si vedrebbe come noi oggi siamo la Regione assolutamente più virtuosa, di gran lunga prima rispetto a grandi Regioni come la Val d'Aosta, il Molise o la Basilicata (per dire una Regione a lei cara Presidente), che hanno un trattamento economico dei Consiglieri regionali molto superiore a quello che abbiamo noi.
Di conseguenza, questo Consiglio regionale, in questa legislatura, ma con un lavoro che si è sviluppato - lo dico per coerenza e per onestà intellettuale - anche nella scorsa legislatura, ha fatto un percorso continuo di riduzione dei costi della politica che ci porta oggi ad essere la Regione più virtuosa.
Questo deve essere detto, Presidente, altrimenti non si dà conto anche dello sforzo che qui è stato fatto e che in altre parti d'Italia non è stato fatto. L'abbiamo fatto perché, in particolare come Gruppo del PD eravamo determinati nel sostenere una riforma costituzionale che portava anche quell'obiettivo. La riforma, come sappiamo, non è passata, ma quell'obiettivo l'abbiamo portato a casa autonomamente. Questo per dire che la politica, quando vuole realizzare le cose, può realizzarle.
Quindi, noi oggi non abbiamo rivali sulla politica rispetto a qualsiasi altra istituzione della Repubblica, nemmeno nei confronti del Parlamento nazionale che ogni tanto mette paletti a noi, trascurando il fatto di andare a vedere quello che succede in casa propria, dove non mi pare ci sia stata nessuna significativa riduzione degli emolumenti. E fin qui il discorso de iure condito, le cose fatte.
C'è un problema di de iure condendo, sicuramente di normative da andare a porre; c'è anche la questione posta dal collega Vignale. Ritengo che si debba affrontare la questione della previdenza non tanto per coloro, come me, che sono all'ultima legislatura qui e che hanno due legislature alle spalle con un sistema diverso, ma per coloro che qui sono per la prima volta e che ci saranno negli anni futuri. Perché credo, Presidente, che si debba anche prendere un'assunzione di responsabilità; non possiamo rincorrere la facile eco positiva della stampa: il nostro dovere è di creare delle condizioni per coloro che occuperanno questi scranni nelle prossime legislature affinché abbiano la possibilità di impegnarsi qui avendo una posizione previdenziale alle spalle.
Nulla di più, nulla di meno di quanto avviene per un normale cittadino che lavora.
Non tutti i Consiglieri regionali oggi sono nella situazione, dal punto di vista normativo, di essere tutelati. Questo è un problema da porre e anche le normative che sono in discussione in Parlamento, posto che riescano a essere approvate di qui fino alla fine della legislatura possono aprire uno spiraglio.
In questo senso, ci permettiamo di suggerire all'Ufficio di Presidenza di prendersene il compito, perché è un compito proprio dell'attività dell'Ufficio di Presidenza, cioè creare le condizioni per cui si applichi anche ai Consiglieri regionali la normativa che si applica a qualunque cittadino, e cioè che sia previsto lo stesso meccanismo di accumulo previdenziale, lo stesso meccanismo di traduzione di quanto è stato versato in assegno percepito e lo stesso limite di età che si applica al normale cittadino. Questo è un problema che poniamo.
Ne abbiamo già discusso nelle sede propria, che è la Conferenza dei Capigruppo, ma lo dico qui, perché siamo in sede di rendiconto e spero che il prossimo rendiconto ci consenta anche di arrivare, avendo avuto la possibilità, al punto di fare pienamente attività politica.
Ricordo per i non addetti ai lavori che, in pieno scandalo Tangentopoli passatemi il termine, dei Consigli regionali, Rimborsopoli - una normativa dello Stato vincolò...



PRESIDENTE

Scusi, collega Gariglio.
Qui non c'è mai stata Tangentopoli, ma Rimborsopoli. Perché i non addetti ai lavori, magari si lasciano...



GARIGLIO Davide

Però, usando quel termine sapevo di poter sollevare l'attenzione.
In quella crisi, l'intervento del legislatore nazionale limitò per tutta Italia 8.500 euro annue pro capite la somma che le leggi regionali potevano assegnare ai Gruppi consiliari per la propria attività di funzionamento. Con il nostro intervento legislativo, questa somma è stata unilateralmente, solo per il Piemonte, ridotta a 3.500 euro annue, se non erro. Noi l' abbiamo più che dimezzata e, anche qui, Presidente, siamo la Regione con la situazione economica più bassa d'Italia e ne siamo contenti.
In altri termini e per fare un paragone, in Regione Piemonte i Gruppi consiliari, per fare un'attività di scala regionale, hanno meno risorse di quanto hanno i Consiglieri comunali del Comune di Torino; istituzione molto importante, anche per il livello di prestigio che assume l'Assemblea comunale, ma con una giurisdizione territoriale molto minore.
Noi siamo passati da 8.500 a 3.500 euro. Buona parte di questi soldi la gran parte di queste risorse non è praticamente spesa, perché mancano tutti i passaggi successivi per poter spendere queste risorse. Quindi, se noi andassimo a verificare, ma l'ha fatto il rendiconto chiedendo il conto delle spese dei Consiglieri regionali, noi di quella somma di 3.500 euro pro capite, probabilmente abbiamo speso il dieci per cento, al massimo il 20 per cento. Quindi, sostanzialmente, rispetto agli 8.500 euro annui pro Consigliere per l'attività politica, se andiamo a vedere quanto abbiamo speso materialmente, vedremo che abbiamo speso circa 600-700 euro annue pro capite.
Questo perché? Perché manca tutto il passaggio per consentirci di poter fare attività non politica, ma istituzionale, cioè in quel modo fare manifesti di affissione con logo dei Gruppi consiliari, affittare sale per convegni con il logo dei Gruppi consiliari, fare pubblicazioni con il loro dei Gruppi consiliari.
Quindi, c'è un problema, nel senso che in questa legislatura c'è tutta una parte di attività dei Gruppi consiliari che è stata, di fatto imprigionata causa un aggrovigliarsi in nodi normativi.
Non è responsabilità specifica di qualcuno, è compito di tutti per andarlo a risolvere. Noi contiamo che con i prossimi provvedimenti legislativi questa cosa possa risolversi, perché fa parte della dialettica istituzionale corretta che anche l'Assemblea legislativa abbia la possibilità giuridica ed economica di fare delle cose, sapendo che, anche se andassimo al massimo di quanto abbiamo previsto, staremmo comunque ampiamente sotto il 50 per cento di quanto consentito dalla legge nazionale. Quindi, un'Assemblea virtuosa che ha fatto un grande lavoro merito dei Gruppi consiliari e dell'Ufficio di Presidenza. Un grande lavoro che va completato, perché questo grande lavoro rischia di essere, se non corretto con alcuni provvedimenti, anche un po' lesivo della nostra autonomia. È un impegno che credo dobbiamo chiedere all'Ufficio di Presidenza di assumersi e di assumerci come Gruppo consiliare, perché il tempo è maturo, in vista della fine della legislatura, per consentire a coloro che verranno dopo di noi di avere una situazione completa anche su questo punto di vista.
Vi ringrazio per il lavoro svolto e da questo punto di vista uso questa mia dichiarazione come dichiarazione di voto, chiaramente proclamando il voto favorevole del Gruppo consiliare del PD.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il bilancio del Consiglio regionale, essendo anche noi parte dell'Ufficio di Presidenza, non vede il nostro voto contrario, ma vede il voto favorevole perché la gestione di quest'Aula è comune.
Tuttavia, questo non deve esimerci da svolgere alcune considerazioni anche a seguito di quanto abbiamo potuto ascoltare dagli interventi che ci hanno preceduti.
A partire del 2012, si è discusso molto sulla questione del costo: il costo della politica, il costo delle Istituzioni.
Peraltro, a partire dal 2012 si è risvegliata la Corte dei Conti o meglio, si è scoperto che c'era anche la Corte dei Conti nella Repubblica italiana, ed erano pressappoco gli anni in cui la Banca d'Italia è diventata un nuovo istituto di ricerca, rispetto anche al ruolo di controllo che aveva. Non a caso, qualche anno dopo, abbiamo qualche difficoltà sulle banche del nostro Paese.
Io condivido in pieno - peraltro anche come comportamento di vita mio personale - che non ci siano eccessi di fronzoli. Ed essendo in quest'Aula da molti anni, come alcuni dei colleghi sanno, non ho mai apprezzato oltre il dovuto l'eccesso di folklore che c'è stato, anche in questa Regione.
Ma questo Consiglio serve a gestire, oltre che a rappresentare, un sistema che governa quattro milioni e mezzo di piemontesi e 65.000 dipendenti, se ci mettiamo anche quelli gestiti dall'Assessore Saitta.
Quella che qui rappresentiamo è la più grande azienda della Regione, che gira intorno ai 17 miliardi l'anno: una cifra enorme, quindi, che è più del dieci per cento del PIL di questa Regione. Quindi mi sta bene che si discuta di alcuni particolari che noi non siamo stati capaci di risolvere.
Il valore assoluto dell'indennità, infatti, è un tema ed è giusto avere un'indennità adeguata e dignitosa, perché l'indennità deve permettere di avere indipendenza, autonomia e mette nelle condizioni di non dover dipendere o pretendere da altri, di non cadere nelle debolezze. È molto facile, infatti, per chi amministra cadere nelle debolezze e, in particolare, è molto facile per chi deve farsi la campagna elettorale per le preferenze; perché bisogna anche dirlo: la campagna elettorale per le preferenze è una campagna che costa.



(Commenti del Consigliere Campo)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Costa farla, se vorrai ritornare ad essere eletto. La prima volta è una casualità, ma costa girare i paesi, portare la voce politica, farsi conoscere; non essere eletti da un'azienda.



(Commenti del Consigliere Campo)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Sì, lo dice uno che è di Forza Italia, che era il "partito azienda". E come per voi, nel 1994-95, se messo nella casella giusta, veniva eletto anche un paracarro: come per voi.
Io ho rispetto di ognuno di voi, singolarmente; però se al posto vostro, in alcune caselle, ci avessero messo un paracarro, quello veniva eletto (ma valeva anche per noi a quei tempi, quindi faccio che dirlo).
Non dobbiamo metterci a esaltare i migliori o i peggiori. Io sono uno che ha sempre separato la persona dalle valutazioni politiche, quindi ho stima di tutti e rispetto anche le idee di tutti. Però dobbiamo renderci conto della realtà in cui siamo. Quello che ci deve interessare e che dobbiamo affrontare - e che nella parte successiva credo affronteremo, con il bilancio della Giunta - è che noi dobbiamo governare o concorrere anche come opposizione, ognuno nel proprio ruolo - a governare bene i piemontesi; a gestire bene una struttura che - come ho detto, se allarghiamo alla sanità - è questa struttura da 65.000 dipendenti. E quindi il rapporto dev'essere adeguato a questo tipo di responsabilità, sia per l'indennità sia per la questione del cosiddetto vitalizio.
Adesso, probabilmente da oggi, al Parlamento ci sarà una modifica e ci saranno degli indirizzi, perché ritengo giusto che chi fa il Consigliere regionale abbia una previdenza. A questo punto chiamiamola previdenza perché il vitalizio non era una previdenza. Io non voglio, infatti concorrere con le mie tasse, fra venti o trent'anni, a sostenere qualcuno presente che non ha previdenza e a cui dovremo dare l'integrazione al minimo mentre adesso porta a casa sei o 7.000 euro al mese e magari li spende, giustamente, come gli pare.
Facciamo una valutazione complessivamente e io sono d'accordo a trovare un meccanismo. Come il Consigliere Gariglio, io il vitalizio l'ho già maturato. Lo daranno? Non lo daranno? Lo vedremo. Spero che lo mantengano e che lo alzino anche, se è solo per quello. Non faccio l'ipocrita dicendo che a me non importa niente e che spero che me lo abbassino: mai detto; e nessuno mi ha mai sentito dire che spero lo abbassino. Però poniamoci questo problema.
E noi dobbiamo anche prendere atto del fatto, caro collega Gariglio che noi in questo anno non l'abbiamo risolto: abbiamo continuato a girarci attorno, ma il problema di quei colleghi - non so quanti sono e chi sono di maggioranza o di opposizione che siano, e certamente io non sono tra questi e probabilmente sono nel Gruppo che non ne ha neanche - che non hanno alcuna copertura previdenziale svela una palese incapacità nostra complessiva di quest'Aula e, se vuoi, dei Capigruppo, che dovevano arrivare a dare una soluzione.
Il tema, quindi, va affrontato non sotto l'aspetto di dire "rifaccio la bandiera, vado fuori con la bandiera e con la bandiera dico morte a qualcuno". Certo, il sangue stimola automaticamente la voglia di ulteriori ghigliottine: faremo lunghe file di ghigliottine. Ma non è questo quello per cui siamo anche pagati con la nostra indennità. Noi siamo pagati per governare bene la Regione. E mi auguro che nei prossimi giorni avremo la possibilità anche di affrontare tutta questa serie di questioni che riguardano molti dei colleghi, perché questo diventa un bene non solo per i singoli. Io, cioè, non vorrei essere frainteso quando ho detto che sarebbe stato eletto un paracarro: spero che tutti voi non vi sentiate paracarri; e io non ritengo che voi lo siate, amici del Movimento 5 Stelle, come non ritenevo tale il sottoscritto, che è entrato qui nel 1995. Ma può anche capitare quello nella vita.
Ritengo però che dobbiamo affrontare le regole, perché chi verrà in quest'Aula fra un anno e mezzo sia nella condizione seria di svolgere bene il suo lavoro.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono.
Ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono contento degli assist forniti dai colleghi autorevoli, Presidenti di alcuni Gruppi - il Presidente Gariglio del Partito Democratico e il Presidente Pichetto di Forza Italia - in quanto ci danno l'occasione di intervenire ancora una volta sul tema dei costi della politica (tema annoso) e cercare di ripristinare un minimo di verità.
Io, infatti, ho sentito dal collega Gariglio fare un auto-elogio, forse un po' fuori luogo e persino imbarazzante, rispetto al "miglior Consiglio regionale d'Italia" e a quanto sia brava questa maggioranza. Per questo però, vorrei ripristinare un po' di storia, perché l'attuale Capogruppo Gariglio era Presidente del Consiglio regionale nell'VIII Legislatura, cioè due legislature fa, e non mi sembra fosse stato così attento rispetto ai costi della politica, che allora lievitavano; non solo come costi dei Gruppi consiliari, ma anche come retribuzione dei singoli Consiglieri regionali.
I colleghi Gariglio e Pichetto, il Presidente Laus, la collega Motta il Vicepresidente Boeti e il Consigliere Vignale, che erano presenti con me la scorsa legislatura, si ricordano bene cosa succedeva all'epoca e quale fu la forza politica a sollevare in Consiglio regionale il tema che non si poteva più andare avanti così, perché eravamo diventati la barzelletta d'Italia, non solo la Regione Piemonte, ma un po' tutti i Consiglieri regionali. Occorreva mettere in atto un'opera di moralizzazione della politica regionale, tant'è che di quel Consiglio regionale siamo stati rieletti in sei-sette su 60, e non è un caso forse, perché è stato forse il peggior Consiglio regionale che la storia ricordi.
C'erano tutta una serie di retribuzioni aggiuntive rispetto alla parte dello stipendio regionale. Ricordo lo scandalo dei gettoni di presenza che si elargivano anche il sabato e la domenica, quando si andava in visita presso un altro amministratore.
Una volta, nell'agosto 2010, chiesi all'Ufficio di Presidenza di poter rappresentare il Consiglio regionale, perché non era presente nessun membro dell'Ufficio di Presidenza; ero in vacanza in Piemonte, in una valle alpina, e partecipai ad una rappresentazione sulla storia della Resistenza nel nostro paese. Al ritorno, trovai caricati sul cedolino 400 euro, perch ero andato a rappresentare il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

A sua insaputa.



BONO Davide

A mia insaputa no. Avevo chiesto al Consiglio regionale - a posteriori di non darmi l'erogazione, ma mi è stato risposto che non si poteva.
Ricordo anche che un autorevole giornalista della stampa locale mi fece un'intervista e scrisse un articolo. Da allora non andai più a rappresentare il Consiglio regionale, per evitare queste problematiche.
Ricordate tutti ovviamente, anche i momenti di forte tensione in Consiglio regionale (ci fu un parapiglia!), quando il sottoscritto inscen una di quelle proteste che erano più tipiche della scorsa legislatura.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



BONO Davide

Avevo elargito delle banconote facsimile in Consiglio regionale, perch nel 2010 (non nel 2012, ma nel 2010, allora il collega Pichetto non c'era) chiedevamo di ridurre i costi della politica. Pertanto, è un percorso iniziato nel 2010, i cui meriti non sono sicuramente solo di questa maggioranza, ma sono delle opposizioni della scorsa legislatura, delle opposizioni di questa legislatura e della pressione popolare.
Guardate, se non fossero stati i cittadini a fare montare la protesta con raccolte firme, petizioni e quant'altro, probabilmente saremmo ancora lì. Poi, è vero che le riforme fatte sotto pressione politica popolare magari vengono fatte anche un po' di corsa e un po' male.
Noi siamo convinti sostenitori dell'abolizione anche retroattiva (e lo dico guardando il collega Pichetto) dei vitalizi, perché riteniamo che non siano un diritto acquisito come le pensioni, che - tra l'altro - i nostri Ministri - senza dover ricordare la collega piemontese, la parlamentare Fornero - toccano abbondantemente in maniera retroattiva.
Sono privilegi acquisiti e, come ogni privilegio, possono essere annullati con una norma di legge. Noi abbiamo provato tante volte (l'ha detto il collega Bertola, come membro dell'Ufficio di Presidenza) a portare la nostra proposta come legge. C'è il tema della restituzione dei contributi versati, che è un tema, anche questo, gravoso per la Regione Piemonte, perché è una restituzione immediata, rispetto a una dilazione nel tempo. Però è un tema che noi potremmo affrontare insieme a quello della posizione previdenziale dei Consiglieri regionali.
Ne parliamo tutti gli anni, ma sappiamo benissimo che è una discussione inutile, perché se non si decide a livello nazionale di lavorare su questo tema, possiamo anche parlarne per settimane, mesi e anni, ma non lo risolviamo.
Noi siamo favorevoli a far sì che il Consigliere regionale diventi come un normale lavoratore, quindi abbia il suo normale stipendio e il suo normale versamento contributivo, così (su questo siamo d'accordo con il collega Vignale) si può dedicare a tempo pieno alla propria attività. Poi uno può anche scegliere (e alcuni colleghi lo fanno) di farlo part time mantenendo la sua attività lavorativa e versando la sua cassa previdenziale. Ovviamente, sono scelte. Però, vogliamo ricordare che l'attività di riduzione dei costi della politica è nata (vogliamo prenderci almeno questo merito, come Gruppo Movimento 5 Stelle) dalla pressione popolare.
Anche rispetto al tema della riduzione dei fondi per il funzionamento dei Gruppi consiliari che hanno originato quel disastro epocale di "rimborsopoli", in cui tutti i Gruppi consiliari hanno dovuto cimentarsi e confrontarsi, il nostro Gruppo fortunatamente è stato l'unico Gruppo consiliare che ha avuto i propri membri indenni, a differenza di altri Gruppi consiliari. C'è, però, la volontà di tornare a quella situazione (mi sembra di capire) da parte del Consigliere Gariglio, perché il nodo fondamentale è la mancanza di un regolamento che dica esattamente cosa fare e cosa non fare.
Pertanto, se noi ritorniamo (anche con una somma ridotta) a quella situazione, potrebbero nuovamente sorgere delle problematiche. Poi, noi come dicevo alla nuova Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Frediani, che mi faceva gesti scaramantici e apotropaici - siamo usciti indenni dalle indagini della scorsa legislatura, quindi non abbiamo problemi. Speriamo solo che non diventi nuovamente un problema per altri Gruppi consiliari quindi per l'immagine dell'istituzione del Consiglio regionale tutto, se dovessimo andare avanti in questo modo, quindi ritornare alla scorsa legislatura.
Infine, il tema dello stipendio elevato del Consigliere regionale per garantirne l'indipendenza e la libertà.
Guardate, io potrei non fare riferimenti a colleghi del Piemonte potrei fare riferimenti magari a ex Presidenti di Regioni vicine, così non scontento colleghi piemontesi (avete capito a chi mi riferisco), ma mi sembra ci siano stati tanti casi, in Italia, di persone con uno stipendio elevato, che, nonostante quello stipendio elevato, siano state pizzicate dalla Magistratura per corruzione, con tangenti e quant'altro.
Quindi, io non credo che questo sia collegato alla questione dello stipendio. È ovvio che non stiamo facendo una scelta populista: non stiamo dicendo di dare zero euro ai Consiglieri regionali, per vedere come lavorano bene. Stiamo dicendo che lo stipendio che si riceve oggi è più che sufficiente. Noi, addirittura, avevamo chiesto qualcosina in meno, perch lo consideriamo persino abbondante. Però, non è questo, Consigliere Pichetto, che garantisce la libertà di un candidato alle politiche, così come non è la presenza di formazioni partitiche che garantisce la libertà e l'indipendenza di un candidato, di un cittadino che voglia far politica laddove quel partito chiede 50 mila euro per la candidatura in un seggio che sia nazionale o regionale. E sapete bene che ci sono diverse formazioni politiche i cui responsabili nazionali o regionali chiedono siffatte cifre per candidarsi.
Questa non è libertà, perché allora lì - sì - che conta il censo, lì sì - che conta lo stipendio precedente, perché se tu chiedi, per candidarti in una formazione politica, che è ragionevolmente la possibilità di eleggere delle persone, 50.000 euro per una candidatura, allora quella non è libertà, non è indipendenza, perché per avere quei soldi devi avere percepito uno stipendio abbondante prima, oppure devi fare un mutuo e pagarlo successivamente.
Abbiamo, dunque, posizioni diverse, altrimenti probabilmente apparterremmo alla stessa formazione politica o alla stessa area. Abbiamo posizioni diverse. Noi crediamo che la rete dia una grande orizzontalità una grande opportunità a tutti, permetta di comunicare con zero soldi (e chiudo Presidente) e permetta di fare politica veramente con pochi soldi.
Ovviamente, non stanziando 100 mila euro nelle nostre campagne elettorali molte volte - come conseguenza - le preferenze si contano in poche centinaia o poche decine e non in migliaia di voti. Queste sono scelte ovviamente, e noi riteniamo che (l'abbiamo sempre detto) la politica si possa e si debba fare, anche meglio, non con zero soldi (non siamo utopisti), ma con la giusta dose di soldi che i cittadini danno attraverso le donazioni e non con i rimborsi elettorali, che i cittadini stessi non vogliono più dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Visto che il tema si è spostato leggermente sulla questione che - pur collegata al bilancio del Consiglio regionale - riguarda l'evoluzione dei costi della politica, direi che è la storia che ci consegna l'esito che oggi, in parte, viene contestato.
Perché? Perché quello che doveva nascere, che probabilmente era nato (qualcuno ha citato persino i padri costituenti) come un'esigenza per garantire un esercizio di un mandato elettivo, sia esso con ruoli di governo sia esso con ruoli di controllo, si è trasformato - purtroppo - nel corso delle legislature, in un mestiere deresponsabilizzato. Si parla di responsabilità, ma sappiamo bene che, mentre un dirigente d'azienda o un dirigente di ente pubblico ha una responsabilità anche penale delle proprie azioni e dei documenti che produce, il politico non ce l'ha.
Con l'innovazione della Corte dei Conti siamo arrivati al fatto che risponde almeno delle delibere o degli atti che sottoscrive che possono portare un danno alle casse pubbliche. Però c'è una bella differenza rispetto a una responsabilità penale, che nel tempo è venuta a configurarsi per altre cose, ovvero laddove anche il politico ha finito con il violare la legge e con il violarla sempre più spesso, purtroppo, perché spesso protetto anche da livelli di immunità.
Anche questo è un problema che si è posto e si è posto con forza nell'ultimo ventennio, da Tangentopoli in avanti, da quando quel comodo sistema che, bene o male, aveva portato avanti l'Italia in un periodo di grossa evoluzione anche economica, per cui con ampie risorse spendibili per tutti a pioggia, ha però creato un'immensa voragine che si è evidenziata nel momento in cui i nodi economico-finanziari sono venuti al pettine.
Quella politica che si vuole indipendente, che si vuole capace di portare avanti le tematiche, di rispondere con efficacia alle esigenze della nostra società e dei cittadini ha, invece, fatto soprattutto gli interessi di pochi, a discapito del sistema complessivo.
Infatti, con la fine degli anni Novanta e nel primo decennio del nuovo secolo, con l'intervento dei vincoli economici e finanziari europei e spesso il predominio del diritto europeo su quello nazionale, siamo approdati a scoprire che nel cinquantennio precedente avevamo navigato a vista, senza grandi visioni politiche, senza una vera politica di medio e lungo periodo su nessuno dei sistemi fondamentali, dei sistemi strategici del nostro Paese; questo a tutti i livelli, dal Comune fino allo Stato centrale.
È questo il gravissimo giudizio etico e morale che oggi pesa sulla politica, che l'ha screditata. Parlando del nostro rendiconto e del bilancio di questa Regione, possiamo anche riconoscere che sono stati fatti dei passi avanti rispetto a una maggiore responsabilità e attenzione nell'uso dei soldi pubblici, ma ancora non c'è, invece, quell'attenzione e quella visione nella definizione delle politiche pubbliche, che continuano a essere carenti. Forse perché, si dice, sono diventati centrali i conti e allora non guardiamo più al traguardo di dove vogliamo andare con quello che abbiamo e che possiamo investire, perché di questo se ne vede ancora poco.
Se dovessimo fare un ragionamento su quelli che sono gli emolumenti, le indennità e i riconoscimenti economici per i politici, a cosa dovremmo agganciare il nostro stipendio? A che cosa lo dovremmo rapportare? Non a un dirigente d'azienda, perché noi non siamo i dirigenti di questa azienda noi siamo l'organo di indirizzo. Magari la Giunta ha un po' più un ruolo di dirigenza, questo sì, però ricordiamoci che il nostro ruolo ha un rapporto diverso con chi ci nomina, con i nostri datori di lavori, cioè i cittadini.
Quindi, semmai, gli emolumenti dei politici, a seconda dei vari livelli di politica, sarebbero da riportare al reddito medio dei cittadini italiani.
Se facessi un esempio banale, vi direi: prendete i dati internazionali al 2006 mi pare che il reddito medio italiano fosse sui 30.000 euro lordi.
Questi sono i dati internazionali e oggi mi pare che siano intorno ai 24.000 euro lordi. Quindi, abbiamo perso come Paese, abbiamo perso reddito abbiamo perso ricchezza, perché anche il nostro capitale e il nostro patrimonio si è svalutato, e lo vediamo anche dai conti di patrimonio della Regione. Se dovessimo rapportare a queste variabili economiche il nostro reddito, questo avrebbe avuto ben ragione di calare.
Invece guardiamo come li abbiamo gestite quelle risorse economiche perché assumiamo anche l'altro punto di vista: prima il rapporto con il reddito medio nazionale, con quella che è la ricchezza nazionale e le sue evoluzioni negli ultimi 15-16 anni, e poi su come sono state usate queste risorse. Magari non abbiamo avuto Tangentopoli in Regione Piemonte, però il nostro numero di Assessori indagati e arrestati l'abbiamo avuto nelle scorse legislature; in questa la stiamo scampando, ma non è mai detta l'ultima parola.
E, in più, abbiamo avuto la Rimborsopoli, di cui in alcuni casi si è detto che non c'è stato dolo. Questo, però, dal mio punto di vista è ancora più grave, perché voleva dire che non era percepito e nemmeno capito il fatto che i fondi pubblici assegnati ai Gruppi politici non potessero essere utilizzati per spese personali, per spese che nulla avevano a che fare con l'attività politica. Questa è la cosa tremenda: si sono spese decine e centinaia di migliaia di euro per cose che non avevano a che fare con l'attività politica.
È chiaro che oggi è diventata una cosa ingessata e magari è vero che forse, è persino difficile utilizzare quello che c'è; però rendetevi conto della scarsa prova di responsabilità che è stata data nel passato.
Inoltre, l'hanno detto bene i colleghi riguardo alle spese per la campagna elettorale. È vero che dal nostro punto di vista è più importante portare avanti quelli che sono i principi, gli ideali e i programmi del Movimento ed è leggermente meno importante il valore del portavoce che le va a portare. Ma non è neanche così, perché poi in realtà noi siamo stati quelli che le nostre primarie online, prese in giro all'infinito, le abbiamo sempre fatte. Potrà non piacere, però noi le primarie le facciamo.
Facciamo le regionarie, facciamo le parlamentarie, abbiamo fatto quelle per le elezioni europee e le facciamo anche ai livelli comunali; ai livelli comunali in modo più vario, perché c'è una maggiore autonomia e si può fare in forma assembleare o in forma online, ma le facciamo.
Noi cerchiamo di coinvolgere i cittadini nella partecipazione, siamo sempre per le strade. Anch'io mi faccio i chilometri e vi dico che la provincia di Cuneo è bella grande; sono arrivato ad avere 1.200 euro di rimborsi chilometrici, poi ho smesso, perché stavo impazzendo e adesso ne faccio un po' di meno, però noi ne abbiamo 3.500 forfettari. Cerchiamo di costruire il conto e il costo in modo che sia credibile.
Poi c'è la questione del vitalizio, sul quale c'è un'enorme differenza dal vitalizio che percepisce una persona che fa cinque anni in Consiglio e a 65 anni va in pensione con un vitalizio, e se fa due legislature addirittura andava in pensione a 60 anni con il vitalizio, mentre il cittadino comune che va in pensione a 69-70 anni con il metodo contributivo magari non arriverà neanche a percepire la pensione, viste le problematiche.
I ragionamenti sono complicati e non bastano le frasi. Le vere frasi populiste sono quelle delle persone che pensano di risolvere questi problemi dicendo: "Mettiamo gli stipendi dei Consiglieri regionali come quelli dei sindaci delle città capoluogo". Che metodo è? È un ragionamento secondo voi? I ragionamenti che facciamo noi sono attenti al merito l'altra è una dichiarazione del "cavolo", che non si è neanche riusciti a realizzare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente. Sarò breve.
Intervengo soltanto per annunciare il nostro intendimento, in termini di votazione: noi esprimeremo un voto di mera presenza rispetto a questo rendiconto.
Le motivazioni le hanno già illustrate i miei colleghi in modo piuttosto preciso; riprendo semplicemente quello che ha sottolineato il collega Giorgio Bertola, membro dell'Ufficio di Presidenza. Noi ovviamente, riconosciamo i passi che si sono fatti verso la via della riduzione dei costi della politica; siamo però sicuramente consapevoli che di passi se ne debbano fare ancora.
Il collega Bertola citava il fatto che 38 ex Consiglieri abbiano presentato ricorso contro il "contributo di solidarietà": questo, per noi rimane un aspetto assolutamente inaccettabile, soprattutto rispetto alla situazione dei cittadini piemontesi (e non solo, italiani in generale) che probabilmente, non riusciranno nemmeno ad arrivare alla pensione! Per noi rimane un solco assolutamente incolmabile, ed è uno dei motivi per cui non possiamo assolutamente esprimere un voto favorevole rispetto a questo rendiconto.
Parlando, poi, della lunga battaglia che abbiamo fatto in Consiglio regionale - peraltro, portata avanti dal collega Bono fin dalla scorsa legislatura - ricordiamo (e ricordo per prima a me stessa, essendo presente in Aula in altre vesti) i gesti definiti come "folcloristici", che per sono sicuramente serviti a focalizzare l'attenzione su un tema che, a nostro avviso, è sempre stato centrale: mi riferisco al fatto che si possa fare politica utilizzando meno risorse pubbliche; risorse pubbliche che negli anni sono state sprecate e utilizzate in modo improprio dai Gruppi come "Rimborsopoli" ha messo in evidenza, ma che ci ha visti uscire illesi da questa tempesta.
Ricordiamo certamente le azioni folcloristiche caratterizzanti, per l'appunto, la prima legislatura, che noi abbiamo portato avanti in Consiglio. Ci teniamo, però, anche a ricordare le nostre azioni concrete.
Una, in particolare, è sotto gli occhi di tutti: mi riferisco alla restituzione del nostro stipendio. Noi ci decurtiamo volontariamente una parte dello stipendio - è un'azione nota - e la restituiamo in capitoli di bilancio, che contribuiranno a garantire benefici ai cittadini piemontesi.
Perché facciamo questo? Lo facciamo proprio per dimostrare che è possibile tagliare ulteriormente i costi della politica. Noi percepiamo uno stipendio dignitoso; stipendio che riteniamo assolutamente equo rispetto all'attività che portiamo avanti; attività che, tra l'altro, secondo il nostro punto di vista, dovrebbe essere anche maggiormente resa pubblica.
Noi riteniamo, infatti, che i cittadini debbano sapere, ad esempio, se i Consiglieri regionali sono presenti nelle sedute di Commissioni e di Consiglio. Per le sedute consiliari il dato è pubblico, ma per quelle di Commissione non abbiamo modo di dar conto della nostra attività, perch rimangono ancora una scatola piuttosto chiusa e i cittadini non sanno valutare quale sia l'effettivo operato dei Consiglieri al loro interno.
Perché è vero che l'attività politica è fatta anche di presenza sul territorio, ma il fatto di andare in giro a fare presenza e tagliare nastri, dal nostro punto di vista dovrebbe essere un corollario, un qualcosa che si fa, magari, nel fine settimana o al di fuori di quello che dovrebbe essere l'orario lavorativo anche dei Consiglieri.
La presenza in Commissione, ad esempio, dove si lavora concretamente sugli atti spesso molto più che in Consiglio, dovrebbe essere non dico obbligatoria - perché l'obbligatorietà chiaramente non si può imporre - ma quantomeno, valutabile. Dunque, un maggior controllo sull'attività dei Consiglieri in Commissione sicuramente sarebbe auspicabile, se proprio vogliamo avanzare delle pretese, chiamiamole così, rispetto al nostro stipendio.
Non si tratta, quindi, solo di responsabilità, ma anche di attività che il Consigliere svolge, rispetto alla quale non vi è alcun controllo. Perch chiunque di noi potrebbe tranquillamente non presentarsi né in Consiglio né in Commissione, e non rendere assolutamente conto di questo ai cittadini.
Tornerei un attimo al discorso della restituzione di una parte del nostro stipendio soltanto per precisare che non la restituiamo al partito ma alle voci di bilancio del Consiglio regionale; voci rispetto alle quali noi riteniamo che ci sia carenza di finanziamento.
La prima restituzione è stata fatta interamente al Fondo regionale per il microcredito - quindi per aiutare le piccole e medie imprese piemontesi per dare un segnale forte rispetto al fatto che l'economia, dal nostro punto di vista, deve ripartire proprio da quel tessuto produttivo che maggiormente è stato danneggiato da questa crisi.
La seconda restituzione è stata fatta, in parte, ancora al Fondo per le piccole e medie imprese; la parte restante, a seguito di una votazione online aperta a tutti i nostri iscritti, con la quale chiedevamo di esprimersi, la sensibilità dei nostri elettori, dei nostri cittadini e delle persone che ci seguono è stata rivolta all'edilizia scolastica, un altro tema che dovrebbe essere prioritario per la nostra Regione.
Purtroppo abbiamo riscontrato, proprio nella fase del rendiconto della Regione, che molte risorse non sono ancora disponibili; le graduatorie per la ristrutturazione e per gli interventi sulle scuole purtroppo non saranno esaurite neanche quest'anno. Con il nostro contributo riusciremo a portare a termine due interventi in più (anzi, due e mezzo, pare).
Questo è sicuramente un aiuto concreto e dimostra che è ancora possibile intervenire sui costi della politica, ma non per dare l'idea ai cittadini che facciamo delle azioni soltanto per risultare più simpatici o più vicini a loro, ma perché tagliando i costi della politica...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi!



FREDIANI Francesca

Dicevo, questa nostra azione dimostra che attraverso la riduzione dei costi è possibile fare interventi concreti che portano reale beneficio ai cittadini. Non si tratta, quindi, di spot o di slogan: si tratta semplicemente di dimostrare, attraverso delle azioni, che è ancora possibile intervenire sui costi della politica per ridurli ulteriormente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Come ogni anno, quando ci troviamo a discutere del rendiconto del Consiglio, inevitabilmente si torna a parlare dei costi della politica e del loro contenimento.
Anche quest'anno il rendiconto rende evidente come questo contenimento ci sia stato: abbiamo apportato una riduzione sensibile delle nostre indennità, ma anche dei fondi destinati ai Gruppi e, in generale, dei costi della politica.
Visti i cattivi esempi delle precedenti legislature - è vero, è già stato ricordato, non serve rimarcarlo ulteriormente - era assolutamente necessaria un'azione di risanamento della nostra immagine nei confronti dei cittadini e dell'opinione pubblica. Dovevamo riconquistare la nostra dignità e la nostra credibilità. E credo che attraverso questo contenimento e la sobrietà che abbiamo dimostrato in questi anni, in qualche modo questa credibilità sia stata riconquistata.
Certamente i cittadini, negli anni scorsi, leggevano quotidianamente i fatti legati ai rimborsi facili, ai rimborsi non dovuti. Eravamo la Regione più presa di mira, da questo punto di vista. Su questo ci siamo riconquistati la nostra dignità.
Credo che non ci si possa limitare a discutere solo di questo. Credo che dovremmo discutere e proporci ai cittadini anche rispetto al compito cui siamo stati chiamati. Dimostrare l'efficacia delle nostre azioni, la trasparenza, ma anche l'efficacia e la prontezza dei provvedimenti che noi adottiamo rispetto all'esigenza dei cittadini. Credo che i piemontesi erano sicuramente molto interessati anche a livello di gossip, perché è facile parlare male dei politici al bar, ormai è una cosa abbastanza scontata.
Viviamo anni in cui c'è un distacco sempre maggiore tra la politica e i cittadini. Questo lo vediamo in ogni tornata elettorale. Recentemente, alle amministrative, abbiamo avuto affluenze di elettori credo ai minimi storici, proprio nelle elezioni amministrative che dovrebbero essere quelle che più di ogni altro legano il cittadino all'amministratore. Ho fatto il Sindaco in un piccolo paese, in questo caso era ancora più facile il legame, ma anche nelle città di provincia il rapporto tra l'istituzione e il cittadino dovrebbe essere più forte. Invece, ahimè, constatiamo che questo non accade.
Credo che la nostra riflessione sia anche sul fatto che noi, come Consiglio regionale, dobbiamo rivedere alcune procedure, alcune norme che a volte, rendono un po' farraginosa la nostra azione. Questo va fatto nel rispetto dei ruoli politici, nel rispetto della democrazia dei Gruppi di opposizione e dei Gruppi di maggioranza. La maggioranza deve amministrare e l'opposizione deve esercitare il suo compito di controllore.
Tuttavia, credo che dobbiamo fare uno sforzo anche per chiederci come veramente i cittadini ci vedono, cosa percepiscono di quello che facciamo.
Quando ero Sindaco, pensavo anche che mi sarebbe piaciuto portare in Comune ogni settimana un gruppo di cittadini per vedere come si svolge l'attività reale al suo interno. Credo che anche noi dovremmo fare uno sforzo per rendere più efficace e più incisiva la nostra azione.
I cittadini piemontesi sono molto più interessati a verificare l'efficacia dei nostri provvedimenti, delle nostre leggi, dei nostri atti di indirizzo, piuttosto che tornare ancora sul fatto se dobbiamo ridurci di ulteriori dieci per cento i nostri stipendi o eliminare ancora quei privilegi che, giustamente, non abbiamo più.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avrei preso la parola semplicemente per parlare del rendiconto e per dire in Aula quello che abbiamo detto in Commissione. Tuttavia, visto che i colleghi hanno fatto un rendiconto delle scorse legislature e hanno riportato la discussione sul tema della credibilità della politica, vorrei dire sommessamente una cosa sulla questione.
Credo sia innegabile, e forse lo diceva il Presidente Chiamparino l'altra settimana a una Festa dell'Unità (fa tanto scandalo in questo momento dirlo), in cui non ci siamo abbracciati perché non lo facciamo mai (e i Consiglieri Appiano e Pentenero sono testimoni), che tutto si potrà dire, meno che questa "consigliatura" - e parlava del Consiglio e non della Giunta - non abbia riportato la giusta credibilità su questi temi e la giusta attenzione. L'abbiamo fatto confermando il taglio alle risorse dei Gruppi, l'abbiamo fatto confermando il taglio alle spese del personale l'abbiamo fatto prima con un contributo di solidarietà per il bilancio disastroso, se vi ricordate (il primo avanzamento di bilancio che era l'assestamento, che abbiamo dovuto votare all'inizio), e poi con il taglio degli stipendi.
Abbiamo confermato il taglio dei vitalizi e non l'abbiamo sostituito con nessuna altra forma contributiva. Su questo hanno ragione i Consiglieri Valle e Appiano, che ricordano che questa vicenda meriterebbe almeno il segno del contributivo, cosa che spero arrivi almeno dallo Stato. Lo dico perché non tutti hanno la possibilità di avere un sostituto di imposta e quindi tutta la vicenda dei contributi figurativi.
Perché ho fatto questa premessa? Possiamo metterle tutte in fila queste vicende, ma un conto è dire che abbiamo riportato credibilità e abbiamo discusso, per fortuna, d'altro. L'autorevolezza, secondo me, non passa da questo.
Vi faccio un altro esempio. Venerdì con il Consigliere Boeti e la Consigliera Accostato siamo andati ad un centro per l'impiego. Da qualche settimana lo facciamo di prima mattina: ci immergiamo nella coda e chiediamo alle persone che sono in coda perché sono lì. La gran parte di quelle persone erano lì per fare una richiesta di NASPI, ASPI, DIS-COLL. Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di ammortizzatori sociali, per chi non lo sapesse e per chi ci seguisse on line.
La gran parte di quelle persone ritorneranno dal centro per l'impiego sapendo che non hanno né NASPI, né ASPI, né DIS-COLL, né cassa integrazione né altre forme di ammortizzatori sociali. Dal 1° gennaio di quest'anno sono più di 40.000 i piemontesi che non hanno più ammortizzatori sociali.
Che cosa ascoltiamo nei centri per l'impiego? Che, di fatto, una volta passavano di lì tre-4.000 posti di lavoro; adesso, se va bene, ne passano 2.000 (sto parlando del caso di Rivoli) e l'80 per cento, di fatto, non sono posti di lavoro, ma tirocini. Scopriamo che la gran parte delle persone arrivano lì, assediano le code e sapete perché fanno la coda? Perché non c'è più neanche un sito internet dove ci sono le cosiddette FAQ cioè le domande a cui si danno delle risposte già fatte, così le persone non assediano un centro per l'impiego.
Cosa abbiamo scoperto? Lo diciamo, così possiamo riportare all'onore del mondo la discussione. Manca un numero verde a cui magari le persone dicono perché si mettono in coda. Manca un sistema di prenotazione, così come ce l'abbiamo nell'ASL. Perché vi dico tutto questo? Perché nella grande discussione sui costi della politica, la Provincia è stata annientata e, tra l'altro, questo era lo stemma e l'orgoglio del nostro sistema pubblico. È stata annientata proprio anche sul tema dei costi della politica. Tra l'altro, oggi non costa quasi niente: tutti fanno un doppio lavoro, fanno il Sindaco e il Consigliere. Peccato che nel distruggere parte di questa retorica si è distrutto un ente e, nel frattempo, i Consigli regionali, che dovrebbero occuparsi delle agenzie per il lavoro non hanno neanche gli strumenti per rimettere in piedi un servizio internet, un numero verde e un sistema di prenotazione.
Noi abbiamo fatto benissimo a ridurre i costi della politica e, posso dirlo sommessamente, l'unica nota stonata, e lo dico a chi crede che il problema adesso sia spendere tutti quei 3.500, perché se no.
Per carità, è legittimo; ma si può fare benissimo un regolamento interno in cui si spiega cosa si può rendicontare e cosa no: perfetto. Io ho solo detto - e lo ripeto senza polemiche - che vorrei evitare di ritornare all'epoca degli scontrini in cui i Capigruppo devono spiegare perché hanno dato l'autorizzazione a quel rimborso chilometrico o perch non l'hanno fatto: ho detto solo questo. E finisco qua, perché non me ne frega niente di fare polemica.
Dico però invece a tutti voi che il tema del riportare l'autorevolezza in quest'Aula passa dalle leggi che facciamo, passa dall'essere utili o meno, passa dal fatto che a quei centri per l'impiego va data una soluzione. Ne dico una? In via Bologna - ci sono stato la settimana scorsa alle sei di mattina - sapete chi smistava la coda? Lo voglio dire: si chiama Mario, d'accordo? E non è un dipendente dei centri per l'impiego.
Sapete cosa fa? Dovrebbe fare la guardiania, peccato però che ormai ha imparato a memoria le risposte che deve dare sulla NASPI, sull'ASPI, sulla DIS-COLL. Perché prima c'erano 60 dipendenti; e sa, Presidente, quanti ce ne sono adesso? Trenta. E lo sa che la metà sono precari? E lo sa che le Regioni non possono ancora discutere con lo Stato se possiamo assorbirli sì o no? O se li dobbiamo mandare alla Città metropolitana, sì o no? Ecco, l'autorevolezza qua dentro ritornerà quando riusciremo a dire a quei precari che sono dipendenti dei centri per l'impiego di questa Regione. Ritornerà quando questa Regione potrà dire a un cittadino che dal 1° gennaio non ha ammortizzatori sociali, se li avrà o non li avrà.
Ritornerà quando, invece di fare politiche attive per il lavoro in cui, da Garanzia giovani ai tirocini, l'unica cosa che prospettiamo ai nostri giovani è lavorare quasi gratis per qualcuno, per poi essere lasciati da parte. Ecco, ritornerà quando diremo che qui non ci siamo limitati a formarli tutti; perché qualcosa di buono l'abbiamo fatto, eh, in questi anni: abbiamo riattivato l'ascensore sociale, dicendo a tutti i capaci e meritevoli che possono avere un futuro e un'alta formazione.
L'ultimo passaggio che faccio è che forse dobbiamo anche tenerli qua questi ragazzi, perché dopo che abbiamo investito sulla loro formazione sarebbe bene che non dovessero andare all'estero, non per scelta ma per obbligo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, chiedo all'Aula - sono stato un po' tirato a farlo e credo che qualche risposta ad alcune sollecitazioni io debba darla - se posso intervenire dal banco della Presidenza o se devo scendere dallo scranno. Se l'Aula mi autorizza intervengo da qui: posso?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
Allora, avevo proposto di dare per illustrata la relazione del rendiconto. E non tutti sanno, tra le persone che ci ascoltano, che cos'è il rendiconto: il rendiconto è riferito a quello che è già accaduto, è la fotografia del 2016.
Il messaggio principale che quest'Aula ha dato, grazie al contributo dei singoli colleghi di tutte le forze politiche, è che nel 2012 per il funzionamento del Consiglio si spendevano 68 milioni; nel 2013 60; nel 2014 64; nel 2015 50; e nel 2016 48. E sul funzionamento dei Gruppi, mentre nel 2012 l'importo era 2.331.000 euro, oggi questo è pari a 178.000.
Sui costi della politica si esprimono dei giudizi di valore. È relativo: quello che può essere per me un costo della politica può non esserlo per Tizio, per Caio o per Sempronio. Per me, per esempio - con pieno rispetto nei confronti di tutti gli interventi legittimi dei colleghi questa mattinata rappresenta un costo della politica - si tratta sempre di un giudizio di valore relativo, ovviamente - perché mi è sembrata una terapia di gruppo. E nella discussione del rendiconto non si trattano questi argomenti, che vanno invece trattati nell'esame del bilancio preventivo, che descrive quello che si deve ancora fare. In questa discussione, al contrario, non si fa l'analisi di quanto una forza politica abbia contribuito: sembra un po' una campagna promozionale. Gli interventi sono legittimi, però per il Presidente Laus oggi abbiamo buttato via del denaro.
Sempre per il Presidente Laus, quando c'è un eccesso di ostruzionismo quello rappresenta un grave costo della politica, perché l'ostruzionismo si fa in una giornata di tempo; se la materia è più complessa e non è suscettibile di disamine fugaci ci si prende qualche giorno in più; ma poi ci si ferma, altrimenti si buttano delle risorse dei cittadini. Ecco, come vedete, sui costi della politica ogni posizione politica è lecita.
Potrei dire - prima l'ha fatto il Consigliere Gariglio - che il nostro Consiglio regionale è uno dei più virtuosi (se non il più virtuoso) d'Italia. Io potrei dire in questo contesto che il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Giunta regionale del Piemonte sono i meno pagati d'Italia e sono i meno pagati anche all'interno di quest'Aula.
Faccio queste dichiarazioni per far capire a chi ci ascolta che ognuno potrebbe mettere sul tavolo un pezzettino e che ci sono state forze politiche in modo più omogeneo e massiccio - e poi ci sono state spinte individuali all'interno dei partiti politici - che hanno sollecitato una sobrietà sui costi della politica. Quindi, a ognuno il suo.
Per esempio, ricordo quando io nella legislatura Bresso, da Presidente della Commissione Post-olimpica con un'indennità pari a 1.200 euro, in quel contesto avevo considerato la Presidenza della Commissione Post-olimpica inutile e dispendiosa. Ma questi sono atteggiamenti assolutamente personali.
Vengo al tema del riscatto del quinto anno della scorsa legislatura perché, come voi sapete, la sentenza della Corte di Cassazione ha dichiarato "annullata sostanzialmente la proclamazione degli eletti".
Questo Ufficio di Presidenza e questo Consiglio, quindi, erano nelle condizioni di far riscattare il quinto anno o meno; non c'era scritto da nessuna parte. La volontà politica non ha ritenuto che si riscattasse il quinto anno e per questo credo che a giorni ci sarà una sentenza davanti al Tribunale del lavoro: a giorni uscirà l'informazione, perché il Tribunale del lavoro si è ritenuto competente.
Sul discorso di quanto ha fatto, quindi, questo Consiglio, mi sono già espresso nella conferenza stampa di fine anno e approfitto adesso per ripeterlo. Per quanto riguarda l'efficienza, certo che si può ancora fare un po' di efficienza da qualche parte, ma personalmente non riesco più a vedere dove questo Consiglio possa praticarla. Il nostro percorso è terminato. Il giudizio - sicuramente autoreferenziale - è quello di un 110 e lode con bacio accademico a quest'Aula, perché l'Ufficio di Presidenza non ha avuto intralci dalle forze politiche di quest'Assemblea.
Dicevo che il percorso è terminato. Manca un pezzettino, che sarà risolto con una mia proposta di legge, che chiedo gentilmente all'Aula e ai colleghi dell'Ufficio di Presidenza di poter presentare solo ed esclusivamente con la mia firma. E chiedo chiaramente all'Aula il voto.
Parliamo del funzionamento dei Gruppi e dei costi. Non si tratta di una richiesta come letta sugli organi di stampa (chiaramente perché così comunicato agli organi di stampa, che non si inventano mai nulla, mai: c'è sempre qualcuno che dà la comunicazione, perché pensa di ottenere dei benefici sulle comunicazioni).
Sul discorso del funzionamento dei Gruppi, non me lo chiede (e non ce lo chiede) la Corte dei Conti di passare in capo ai Presidenti dei Gruppi la responsabilità della spesa: ce lo chiede la normativa. E dato che io nell'Ufficio di Presidenza ho anche la delega al personale, non posso permettere che dei dipendenti pubblici debbano gestire e assolvere a funzioni che la normativa nazionale chiede vengano gestite dai Presidenti dei Gruppi.
Quindi, cari Presidenti dei Gruppi, quello è un vostro dovere e voi vi dovete assumere la responsabilità nella gestione. E non stiamo parlando degli scontrini, non solo per una questione legata agli importi, ma perch non è più possibile fare determinate spese e quindi non si vanno più ad inanellare una serie di costi. E non c'è bisogno di un collaboratore del Gruppo per fare un foglio excel per presentare a fine anno quanto avete speso.
Se poi ci sono dei Presidenti di Gruppo che non vogliono attingere dallo scaffale dei servizi determinati servizi perché ritengono che non sia consono, possono non usufruire di questi prodotti, e se alcuni Presidenti dei Gruppi ritengono che anche i 3.500 euro siano troppi, possono rifiutare sia il prodotto sia l'intero importo.
È un dovere dei Presidenti dei Gruppi, un dovere del Presidente di quest'Aula e del Presidente che ha la delega al personale impedire che i dipendenti o i funzionari facciano il lavoro per 50 Consiglieri. Questo progetto di legge sarà presentato a settembre.
Certo che questo - organizzazione e funzionamento dei Gruppi - serve giustamente per mettere le opposizioni nelle condizioni di fare un'opposizione alla maggioranza, e su questo concordo con una parte dell'intervento che ha fatto il collega Vignale (e anche il collega Pichetto). Le minoranze devono essere messe nelle condizioni di esercitare il controllo perché i titolari della Regione Piemonte pro tempore sono gli azionisti, e gli azionisti siete voi; la Giunta deve attenersi all'indirizzo di quest'Aula, ed è giusto e corretto che ogni persona e ogni Gruppo sia messo nelle condizioni di esercitare la propria funzione.
Una battuta, e poi chiudo. Se qualcuno riscontra delle difficoltà a gestire 3.500 euro, mi chiedo come questo qualcuno possa pensare di gestire migliaia di dipendenti (perché abbiamo detto che voi siete gli azionisti della comunità piemontese), come possa pensare di gestire miliardi di euro dal comparto della sanità al CSI o quant'altro. Tra l'altro, adesso toccate con mano che cosa significa mettere delle firme; questo vale per gli Assessori, vale per gli Amministratori delegati quando devono esercitare le proprie responsabilità, perché per il nostro Paese, purtroppo, a causa delle leggi complesse, manca la certezza del diritto. Ma la certezza del diritto manca non per l'incapacità della Magistratura: per l'incapacità della classe politica, dalla Costituzione ad oggi, nella scrittura delle leggi, dove si annidano sempre ombre e penombre di riferimenti incerti, e quindi non sappiamo mai con chiarezza se un atto può essere legittimo o non legittimo. Capite che mettere una firma per 3.500 euro, significa fare una bella passeggiata.
Ne approfitto per dire che presento un emendamento, poiché c'è stata una svista degli Uffici: anziché scrivere "del monitoraggio che è stato pubblicato", c'è scritto "si allega il monitoraggio" e quindi, prima di mettere in votazione il rendiconto del Consiglio, metto in votazione questo emendamento tecnico n. 1).
La discussione generale è chiusa.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Presidente del Consiglio regionale, Laus.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulle proposte di deliberazione n. 237 e 238, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 247, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2016"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 247, "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2016", di cui al punto 5) all'o.d.g. Il relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano; i relatori di minoranza sono i colleghi Berutti e Bono.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Eviterei di dare lettura della relazione predisposta dagli Uffici perché è un elenco di numeri a disposizione di tutti quanti, e poi perch paradossalmente il rendiconto, che è l'atto dove ci sono numeri sostanzialmente inemendabili - poiché, come veniva ricordato prima, è la fotografia di quanto avvenuto in termini di gestione - in realtà è l'atto più politico di tutti: è infatti quello che permette di valutare quanto degli obiettivi che ci si è posti è stato effettivamente tradotto in fatti e quanto no e, in generale, com'è l'andamento della gestione del nostro bilancio.
Noi sappiamo che il rendiconto è stato preceduto, come la legge prescrive, da un giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti del Piemonte, e a me piace partire proprio da una breve citazione della premessa di tale giudizio. In questo giudizio si afferma che "nel complesso, l'anno 2016 fa registrare, in comparazione al 2015, una riduzione del disavanzo; l'uscita dal Piano di rientro in sanità, che segna per gli anni futuri la possibilità di accedere a fondi supplementari; un elevato livello di spesa dei fondi comunitari per la programmazione appena conclusa e una consistente assegnazione di fondi per la programmazione 2014 2020, da indirizzare alla formazione, all'occupazione e allo sviluppo elementi che fanno ben sperare sulla possibilità di destinare risorse agli investimenti così importanti per potenziare la crescita del territorio di riferimento".
Poco prima di questo paragrafo, si dava conto della consapevolezza, nel giudizio da parte della Corte, della difficoltà di gestire la situazione complessiva del bilancio della Regione; evidentemente, vengono poi segnalate delle criticità, così come vengono segnalate nella valutazione del Collegio dei Revisori dei Conti, ma se non si partisse da questo paragrafo e da questa valutazione complessiva, allora si perderebbe la bussola della ragionevolezza e si tradurrebbe in un giudizio propagandistico, che non credo sia quello che in quest'Aula si debba fare.
Allora, nei pochi minuti a disposizione, snoccioliamo quelli che sono gli obiettivi.
Primo obiettivo: una riduzione del disavanzo. Se uno guarda macroscopicamente il risultato di cassa negli ultimi tre anni e gli ultimi tre rendiconti che sono stati approvati, cioè la comparazione tra il saldo cassa iniziale e il saldo algebrico tra riscossioni e pagamenti da cui deriva il fondo cassa finale, passiamo dai 123 milioni di due rendiconti fa ai 421 milioni del rendiconto scorso, ai 502 milioni dell'attuale rendiconto, con un trend in discontinuità rispetto a quanto accaduto prima del triennio di riferimento.
Se guardiamo al disavanzo complessivo, quindi al risultato finanziario che è dato dal risultato di competenza del 2016, dal risultato finanziario nel suo complesso, dagli accantonamenti legati a tutte le passività e le situazioni pregresse, si passa dai quasi otto miliardi di tre anni fa fotografati finalmente con un'operazione verità non più tardi di tre anni fa, quando abbiamo iniziato la nostra avventura in questa legislatura - ai sette miliardi e 717 milioni della scorsa gestione, ai sette miliardi e 562 milioni dell'attuale, quindi anche lì con un trend in miglioramento rispetto a una mostruosità; una mostruosità che, quando siamo subentrati nella gestione in questa legislatura, era assolutamente nascosta, se si guardavano gli atti formali di bilancio.
Ricordo, e non vorrei sbagliare nella citazione mnemonica, che il primo rendiconto che ci è stato lasciato per l'approvazione, il rendiconto 2013 fotografa un disavanzo di 364 milioni, assolutamente inattendibile rispetto a quella che è stata "l'operazione verità", che ha portato a otto miliardi circa il disavanzo sostanziale, oltre al dato sull'indebitamento, in cui si partiva da dieci miliardi e mezzo, oggi calato, anch'esso, pian piano e progressivamente.
Questi sono gli unici numeri che mi permetto di citare nella miriade di numeri che si potrebbero citare.
In merito a quest'operazione di gestione del bilancio, voglio davvero ringraziare il Vicepresidente per il prezioso lavoro svolto non soltanto con gli Uffici, ma anche nelle interlocuzioni a livello nazionale e anche a livello di Magistratura contabile, perché spesso ritorna l'argomento dell'apparente paradosso tra l'esistenza di un avanzo di competenza e la preesistenza di una situazione di sostanziale disavanzo complessivo dell'Ente.
Tuttavia, è chiaro che, se avessimo dovuto affrontare, in tre anni o in un anno o in qualunque arco temporale molto ristretto, e risolvere otto miliardi di disavanzo sostanziale accumulato in almeno una ventina d'anni questa Regione, anche con Mandrake alla guida (più o meno il Vicepresidente è abbastanza vicino alla figura di Mandrake), non sarebbe stata in condizione di farlo, come in altre Regioni. Tant'è che il legislatore nazionale ha fatto dei provvedimenti per permettere di spalmare nei dieci anni o nei trent'anni il disavanzo finanziario ordinario o il disavanzo da riaccertamento straordinario.
Quindi, onoriamo anno per anno le quote di competenza, ma nel fare un risparmio e una riorganizzazione dell'Ente riusciamo a liberare delle risorse che servono per far vivere questa regione. Se noi avessimo attuato la pratica dei tagli orizzontali, si potevano recuperare decine di milioni pressoché ovunque: avremmo annientato le politiche sociali, avremmo annientato il diritto allo studio, avremmo annientato la cultura, avremmo annientato il TPL e così via. Quindi, in questo delicato equilibrio tra risanamento doveroso e sopravvivenza dell'Ente e dei servizi fondamentali dell'Ente e la capacità di alimentare una politica di investimenti per far ripartire la nostra comunità piemontese, sta la lettura sia delle relazioni che citavo prima, sia dei dati di bilancio.
Uscita dal Piano di rientro sanitario. Beh, anche questo! In metà legislatura siamo riusciti a conseguire un obiettivo assolutamente strategico, perché il Piano di rientro impediva le assunzioni, impediva di ottenere tutte le risorse di cassa che, pur in competenza, ci spettavano sul Fondo sanitario; sostanzialmente, impediva di prendere qualsivoglia decisione, senza "passare dal Via", cioè senza passare dall'okay romano, impediva di finanziare una serie di servizi non considerati strettamente indispensabili.
Ebbene, nelle relazioni si dà atto del termine di uscita. Il termine di uscita dal Piano di rientro è il 21 marzo 2017, ma se si leggono le carte e le pubblicazioni precedenti, abbiamo anche una data di entrata nella situazione critica che ci ha portato al Piano di rientro. Sul sito del Ministero della Salute c'è una sezione dedicata ai Piani di rientro e per quanto riguarda il Piemonte si trova scritto: "Il Piano di rientro del disavanzo è stato siglato il 29 luglio 2010, al fine di ottenere la riattribuzione del maggior finanziamento per il 2004 non assegnato per la mancata copertura del disavanzo nei termini previsti dagli accordi. Il debito rilevato a tutto il 31-12-2004 è pari a 676 milioni".
Quindi, il Piano di rientro sanitario ha una data di inizio della criticità e ha una data di fine. A queste due date si possono allegare delle responsabilità politiche.
È chiaro che in Piano di rientro formalmente si è entrati nel 2010 dopo che da quei 676 milioni non si era risusciti a rientrare, ed è altrettanto chiaro che la legislatura che ha siglato quel Piano di rientro non è riuscita a mettere in atto alcuna azione che ci abbia portato fuori per cui i primi due anni e mezzo di questa Amministrazione regionale sono stati impegnati a realizzare questo importante risultato che, come si legge nelle relazioni dei Revisori della Corte, darà un contributo anche in termini di cassa e, quindi, anche in termini di gestione sostanziale del bilancio di questo Ente ad affrontare alcune delle criticità evidenziate.
Altro obiettivo: i fondi strutturali.
Leggo dalla relazione: "Fondi strutturali 2007-2013" - si dice che tutte le Regioni non sono in grado di spendere e utilizzare i fondi strutturali europei - "Sul FESR: capacità di certificazione 111,82 per cento; FSE, capacità di certificazione al 100,86 per cento; POR Piemonte nel complesso" - cioè la percentuale di impegni sulla dotazione finanziaria al 31-12-2016 - "109 per cento", cioè più dell'attribuito. E anche questo credo sia un elemento importante da valorizzare, così come il riconoscimento che sulla nuova programmazione, quella di stretta competenza nostra, stiamo facendo dei passi in avanti con una consistente assegnazione di fondi sulla nuova programmazione.
Certo è che le criticità c'erano e restano, perché una situazione così "mostruosa" e così irresponsabile non può essere affrontata e risolta in pochi anni. Per esempio, la relazione riflette il diverso andamento dei residui attivi e residui passivi; quindi, con una maggior difficoltà a realizzare quelli attivi rispetto ai pagamenti dei debiti.
Sul piano del personale, un'altra voce molto significativa, si realizza anche qui un'opera di riorganizzazione e ristrutturazione. Se si compara il 2012, dove i dipendenti complessivamente erano 150 dirigenti e 2.586 non dirigenti, si arriva al 2016 del solo comparto originariamente regionale con 101 dirigenti e 2.057 non dirigenti, quindi con una riduzione complessiva di circa 600 unità e una riduzione in termini monetari di circa 24 milioni.
Poi c'è tutta la partita che abbiamo dovuto affrontare degli ex provinciali, che hanno portato in dotazione di personale 768 dipendenti in più. Pensiamo a cosa sarebbe accaduto se non avessimo posto in essere una serie di operazioni preventive rispetto alla legge 23 sulla sostenibilità di tutta l'azione.
Certo, continua a essere suggerita una riduzione delle spese, un alleggerimento delle strutture burocratiche, un percorso da continuare sulla materia delle partecipazioni, ma nella relazione della Corte dei Conti si dà atto che una serie di percorsi sono stati avviati e si sono concentrate, invece, risorse su Finpiemonte, che dovrebbe essere da stimolo per la nostra economia piemontese, quindi con una finalità in prospettiva.
Ci viene chiesta una serie di cose, come l'aggiornamento dell'inventario, come l'evitare ricorso a nuovo indebitamento - ci mancherebbe altro, con la situazione molto pesante cui dobbiamo far fronte anno per anno - però il dato di cassa, cui facevo riferimento all'inizio della relazione, ha come contropartita il fatto di non aver fatto ricorso a ulteriori operazioni di anticipazione; ciò non ha prodotto altri interessi passivi e non ha aggravato la spesa corrente.
Nel fare questo, scontiamo una difficoltà, che se non ricordo male, è unica per il Piemonte rispetto a tutto il panorama nazionale. Oltre a dover ricordare ogni volta che non è un paradosso il fatto di avere un avanzo di competenza rispetto a una situazione di disavanzo complessivo, dobbiamo anche scontare sugli obiettivi - si diceva un tempo - di patto e oggi di equilibri di bilancio per i contributi dati al Commissario straordinario per estinguere le quote del debito precedente, e questo aggrava la possibilità di gestire le nostre risorse di più di 100 milioni. Mi auguro che su questo si riesca a fare un'operazione politica, perché questa norma chiaramente contraria alla nostra Regione, a differenza di tutte le altre Regioni, possa trovare una soluzione efficace.
Quali rilievi ci fa la Corte dei Conti dal punto di vista delle richieste di correzione? Ricordiamo tutti le relazioni passate, la corposità delle relazioni, la necessità di interlocuzione costante preventiva e pre-istruttoria.
Ebbene, ci viene detto che 34,9 milioni su 13 miliardi e mezzo di spese e di competenza impegnate, non hanno, secondo loro, la copertura adeguata su spese impegnate per complessivi 33 milioni e spese destinate a fondo pluriennale vincolato per un milione e 700 mila, o poco meno. Spese in gran parte già liquidate e spese in gran parte dedicate a pagare il pregresso delle Province, spese che vengono affrontate con la riformulazione per la corretta attribuzione delle fonti di copertura dell'articolo 6 della legge per cui si riduce l'avanzo di competenza e si evita l'accantonamento.
Nella sostanza, non cambia nulla dal punto di vista contabile, ma vorrei sottolineare nuovamente - una terza ed ultima volta - che abbiamo osservazioni di meno di 35 milioni rispetto a un ammontare di 13 miliardi e mezzo. Il che certifica, secondo me, ancora una volta, quello che è stato il progresso, il cammino sostenuto in questi anni, in primis dal nostro Vicepresidente.
E chiudo dicendo questo: le criticità ci sono, sono tante e non ci faranno certamente dormire sonni tranquilli, ma è chiaro che se oggi noi abbiamo quantomeno una strada da percorrere, abbiamo rimesso sul cammino fosse anche una strada bianca e non un'autostrada, è certamente una situazione di cui poter andare orgogliosi, rispetto a quel binario morto in cui abbiamo trovato la nostra Regione non più tardi di tre anni fa.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Prima di dare la parola al Consigliere Bono (immagino che terminato il suo intervento saremo vicini alle ore 13) desidero ricordare che i sindacati della Regione hanno chiesto un incontro con i Capigruppo e che quest'incontro si svolgerà in Sala A.
Lo ripeterò ancora a fine seduta, per chi è assente dall'aula.
La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Abbiamo ascoltato con attenzione la relazione di maggioranza del collega Appiano, che ovviamente dà una lettura di parte delle due relazioni della Corte dei Conti, del Procuratore Capo e della parte di sintesi della parifica (non potrebbe essere altrimenti) e della situazione complessiva del bilancio della Regione Piemonte.
Obiettivamente, direi che innanzitutto stiamo parlando di un rendiconto, quindi di un bilancio passato, un bilancio chiuso; non possiamo presentare emendamenti, e questo è già stato detto. Però è molto importante fare una disamina delle riduzioni degli impegni rispetto agli stanziamenti iniziali o, meglio, finali dell'assestamento del 2016, soprattutto quando (ora, a settembre) ci accingeremo a vedere l'assestamento del 2017, come già avevamo fatto per il bilancio del 2016, quando eravamo andati a vedere quello che nel 2015 o era slittato o era stato disimpegnato o era stato ridotto, per poi poter dire che c'era una discontinuità di impegni e di spesa, di pagamenti, su alcuni capitoli da dover ripristinare o recuperare nell'anno successivo.
Noi abbiamo chiesto - e devo dire che, a differenza degli altri Assessori, il Vicepresidente Reschigna è una persona pienamente disponibile; ha consegnato i documenti richiesti dal nostro Gruppo consiliare in meno di 24 ore, quindi questo è sicuramente un plauso rispetto, purtroppo, ad altri Assessori che invece fanno aspettare mesi.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Il lavoro lo fanno gli Uffici.



BONO Davide

Certo, è ovvio, e ringraziamo ovviamente gli Uffici (questo è sempre sottointeso), ma c'è sempre una parte di intermediazione, di sprono politico oppure di freno politico.
Abbiamo potuto analizzare il rendiconto capitolo per capitolo. Abbiamo chiesto noi, un po' tardivamente, la suddivisione per capitoli; le tempistiche sono queste (sono un po' strette) e non abbiamo potuto fare una disamina completa e complessiva, però abbiamo potuto analizzare alcune tendenze e alcuni capitoli che poi riprenderemo, soprattutto per la fase di assestamento.
Pertanto, in relazione all'intervento del collega Appiano direi una serie di "ci mancherebbe". Il collega Appiano, cioè, ha detto: "Bene, il disavanzo scende". Direi che questo è un impegno che la Regione Piemonte si è presa ormai dal 2012 almeno e dal 2013, quando (bisogna dirlo) è stata salvata dal decreto legge 35. Se non ci fosse stato il decreto legge 35 noi non saremmo forse neanche qui. Non so cosa sarebbe successo, perché non esiste una sorta di commissariamento prefettizio della Regione, però è ovvio che, senza il decreto legge 35, non ci sarebbero stati, di conseguenza, i due incrementi delle addizionali IRPEF (uno fatto dalla Giunta precedente, la Giunta Cota, l'altro dalla Giunta Chiamparino), che comportano entrate che permettono, oggi (cioè nel 2016, l'anno scorso), di pagare 151 milioni di euro e, da quest'anno, 215, se non erro, rispetto ai 221 che erano programmati prima, perché siamo riusciti a spuntare un prezzo migliore per quanto riguarda le anticipazioni del DL 35.
Questo è il primo dato. Noi ci siamo impegnati, con un incremento di tasse - purtroppo - sui piemontesi, a restituire quelle anticipazioni a breve e medio termine, che sono un po' strane, perché sono a trent'anni (non mi stancherò mai di dirlo; tra l'altro, per me che non sono del mestiere, è una contraddizione in termini), comunque abbiamo aggirato anche le imposizioni europee in termini di indebitamento. Questo ha permesso alla Regione Piemonte e ad altre Regioni molto indebitate (purtroppo la Regione Piemonte è tra le messe peggio in Italia, insieme a Lazio e Sicilia), di attuare un Piano di rientro trentennale di questo debito, un Piano di rientro trentennale della ricognizione straordinaria dei residui e un Piano di rientro decennale del disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014.
Questo ha permesso di respirare.
Come ha detto il Vicepresidente Reschigna, ricordandolo anche nella seduta di presentazione della relazione di parifica della Corte dei Conti questo non è da dimenticare, perché la Regione Piemonte ha un peso rispetto ad altre Regioni limitrofe, o comunque simili o omologhe per dimensione e per abitanti, della rata dei mutui dell'indebitamento elevatissima, che sottrae risorse agli investimenti.
Quindi, se sulla spesa corrente più o meno tiene e ci sono diversi capitoli - come avremo modo di dire - che hanno delle diminuzioni anche importanti e che vorremmo poter recuperare nel 2017, o che recupereremo in automatico nel 2017, la spesa sugli investimenti è comunque sempre il nodo dolente di questa Regione.
Anche la Corte dei Conti dice che sicuramente è in miglioramento rispetto al 2015, però è ancora lontano dagli standard o, comunque, dai parametri che credo tutti vorremmo, ovviamente facendo investimenti sensati e seri e non investimenti (noi questo lo diciamo sempre, è una delle cose che ci contraddistingue di più, rispetto forse alla maggioranza di centrosinistra ed anche al centrodestra) nelle grandi opere, che in gran parte hanno finanziamenti statali e spesso un cofinanziamento regionale che sono fortemente impattanti e lasciano i territori in balia dei cantieri stessi.
Servirebbero tante piccole opere come le opere di bonifica, le opere di eliminazione delle barriere architettoniche (abbiamo visto che sono di nuovo stati azzerati i fondi nel 2016 e non impegnati), gli interventi sulle scuole, gli interventi sull'efficientamento energetico, le bonifiche ambientali, l'eliminazione dell'amianto. Tanti piccoli cantieri, migliaia di cantieri sul territorio piemontese che danno lavoro, comportano piccole cifre, magari sono meno attenzionati dalla grande politica e dai grandi temi giornalistici, perché magari muovono meno le passioni dell'uomo, per sono quelli più concreti, diretti e più importanti.
Noi, su questo, torneremo ancora durante la fase dell'assestamento.
Per quanto riguarda il rendiconto, abbiamo visto un bilancio che tiene.
Abbiamo visto una riduzione delle entrate soprattutto sul Titolo II, che sono quelle dei trasferimenti dall'Europa e dallo Stato, pertanto si solleva un tema politico. Il Presidente Chiamparino, cioè, insieme alla sua maggioranza - che è omologa a quella del Governo centrale - dovrebbe segnalare questo: una riduzione dei trasferimenti statali. Abbiamo visto azzeramenti dei trasferimenti statali su tanti, tanti e tanti capitoli. Io non credo che si possa continuare una politica di questo tipo, la cosiddetta e abusata ormai definizione di "federalismo per abbandono". Nel senso: tagliamo alle Regioni, perché è facile, perché sono sprecone.
Sul Titolo I abbiamo visto che addirittura c'è un lieve aumento di cinque milioni, perché al netto della riduzione dell'IRAP per le manovre nazionali c'è stato l'incremento dell'IVA (questo l'abbiamo detto), oltre all'incremento dell'addizionale IRPEF regionale per le due manovre che ha fatto la Regione Piemonte.
Sul bollo auto c'è stato l'incremento atteso di dieci milioni di euro che era quello della manovra, di nuovo sul bollo auto. Non ci stancheremo di dirlo, Presidente Chiamparino e Vicepresidente Reschigna: riteniamo che sia più utile chiedere spazi di manovra ulteriori sul bollo auto, ma non sui veicoli ecologici, non sulle auto a metano e non sulle auto a GPL. Lo dico qui in parziale conflitto di interesse, in quanto sono possessore di un'auto a metano, ma sono disponibile anche a pagarlo pienamente, ma non per i cittadini piemontesi, perché è una misura che non va nella direzione di una sostenibilità ambientale. Quindi, anche su questo bisognerebbe intervenire.
Abbiamo visto che, rispetto al 2015, sono incrementate le entrate extra tributarie; abbiamo anche un capitolo interessante, del quale parleremo con gli Uffici, riguardante entrate varie ed eventuali e anche un capitolo di entrate che non sono ancora ben specificate e che vorrei chiedere da che cosa derivano.
È aumentata anche l'entrata in conto capitale rispetto al 2015, spesso da fondi europei o da fondi statali e buona parte di quelli che mancavano al Titolo II. Quindi, il bilancio sostanzialmente tiene.
Sulle uscite diventa difficile fare un'analisi capitolo per capitolo.
Abbiamo preso la documentazione che ci è arrivata e l'abbiamo suddivisa per missione e per programmi; abbiamo fatto un delta, uno scostamento tra stanziamenti finali e somme impegnate e c'è sempre un delta in alcuni capitoli. Ad esempio, sulle politiche sociali abbiamo visto che, per quanto riguarda tutta la parte degli anziani disabili non autosufficienti - come da impegno coerente che aveva preso il Vicepresidente Reschigna anche quando era Consigliere di opposizione, e mi rivolgo anche all'Assessore Ferrari, che è artefice anche di questa tenuta - le cifre che avevamo concordato a livello di Commissione sono state mantenute.
Mentre i capitoli dell'Assessora Cerutti e in parte anche dell'Assessore Ferrari - quindi, i centri antiviolenza e case rifugio per cui avevamo fatto delle legge, poi lo dirà meglio la collega Batzella sono stati sostanzialmente azzerati.
Quindi, torna anche un tema che abbiamo sollevato più volte: ha senso continuare a fare leggi regionali che stanziano delle risorse e poi alla prova dei fatti, cioè nel bilancio l'Assessore di turno, non perché è brutto e cattivo ma perché deve far quadrare i conti, va a pescare e li azzera o li riduce fortemente? Questo è un tema che dobbiamo affrontare in maniera più ampia a livello di Consiglio regionale.
Anche sul tema che segue, quello dell'edilizia sociale, in sede di assestamento farò delle considerazioni con l'Assessore Ferrari, perché mi sembra che sia stata di nuovo una riduzione anche sul fondo per le morosità incolpevoli, ma vorrei capire se è uno slittamento al 2017 o se è di nuovo una riduzione di impegni alla cifra storica, cioè i quattro milioni, mentre noi avevamo lottato per avere qualcosina in più sul fondo sociale.
Quindi, al di là del fatto che non ci sono più le assegnazioni a fine anno agli Assessorati, qualche aggiustamento anche importante dal punto di vista dei capitoli interessati c'è stato anche nel 2016, quindi nel 2017 durante tutto l'autunno e l'inverno discuteremo sicuramente di questi capitoli.
Sul tema della relazione della Corte dei Conti, bisogna tenere conto che la relazione segnala tutta una serie di problemi. Il collega Appiano ha gioco facile a dire che è in miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Continuo a dire "ci mancherebbe", visto che la Regione si è impegnata da cinque anni con un Piano di rientro sulla sanità, è uscita dal Piano di rientro dalla cassa, che tra l'altro è fortemente impegnativo soprattutto per la prossima legislatura. L'abbiamo già detto tante volte.
Giustamente il Vicepresidente Reschigna o il Presidente Chiamparino potrebbero dire: "Noi cerchiamo di sistemare quello che è il nostro perimetro e la nostra legislatura e lasciare una Regione migliore di come l'abbiamo trovata, poi cosa succederà nella prossima legislatura è anche impegno e compito di chi verrà". Però il tema del piano di rientro della cassa e della sanità un po' ci preoccupa, perché dal 2019 e 2020 è un onere gravoso.
Così come, in generale, le due famose deliberazioni di rientro dei disavanzi e dei debiti che dal 2019 vedono un'impennata degli oneri per la Regione Piemonte. Anche in questo senso ci preoccupa, perché di pari passo non abbiamo visto più un impegno notevole sulla riduzione dei costi e sull'efficientamento dell'Amministrazione regionale.
Ricordava giustamente i collega Appiano che il costo del personale è ridotto, però reincrementata per l'entrata dalla finestra dei dipendenti provinciali. Sarà sfortuna? Non lo so, però la spesa anche in questo senso non ha visto delle diminuzioni particolari.
Sul discorso delle partecipate, la Corte dei Conti rileva soprattutto due grosse criticità: una sulle partecipate e una gli immobili. Per quanto riguarda gli immobili abbiamo, purtroppo, il disastro annunciato del grattacielo della Regione Piemonte. Io uso queste parole forti, poi ci auguriamo tutti che arrivi ad un termine, perché ormai siamo dentro al collo della camicia e oltre. Quindi, speriamo che prima possibile finisca il cantiere del grattacielo, si possa fare il trasferimento e si possa iniziare a risparmiare soldi. Questo però dimostra che le scelte infelici fatte dalle Amministrazioni precedenti ricadono poi sulle Amministrazioni successive.
Questo lo dico al Presidente Chiamparino: facciamo attenzione prima di andarci a legare mani e piedi su quattro nuovi ospedali con una partnership mista pubblico-privato, perché questo se lo ritroverà nella prossima legislatura - magari il Presidente Chiamparino non sarà più Presidente della Regione - un'altra Giunta e un'altra maggioranza, che avranno le mani legate rispetto agli impegni presi. Facciamo molta attenzione su cosa lasciamo in eredità alle prossime Amministrazioni.
Per quanto riguarda le partecipate, quindi, la Corte dei Conti dice che la Regione sta facendo solo una ricognizione puntuale delle partecipate senza una strategia operativa. Segnalava il caso di Villa Melano, di cui probabilmente parleranno i colleghi successivamente, come il rifinanziamento di SCR e Finpiemonte. Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare e il tema del valore catastale, abbiamo già detto che serve urgentemente una nuova rivalutazione del valore reale.
Poi vi è il tema dei controlli interni, che abbiamo già affrontato in Commissione, e sul quale il Vicepresidente ci ha dato una risposta che ha una sua credibilità in sé, ma riteniamo comunque che anche su questo tema sarebbe utile poter coinvolgere la I Commissione per poter valutare una normativa nuova, che è stata per alcuni pezzi recepita dalla Regione Piemonte, per migliorare i controlli interni dell'Amministrazione e rendere partecipi anche i Consiglieri che, come ho già detto, non sono la dirigenza della Regione, ma dovrebbero essere un organismo di vigilanza e di controllo.
In ultimo, vi è il tema del bilancio consolidato. A oggi, la Regione consolida solo il bilancio del Consiglio regionale e sarà un impegno gravoso dei prossimi anni, perché dovremmo metterci dentro anche le perdite delle partecipate e soprattutto il tema delle ASL. Credo che il tema delle ASL prima o poi dovrà essere affrontato a livello nazionale, perché ci sono, secondo me, dei problemi di confronto tra bilanci delle ASL, bilanci della Regione, perimetrazione dei capitoli che la Regione sta cercando di fare. È un lavoro titanico, lo immaginiamo e lo capiamo, ma ci sono ancora diverse criticità e le ASL rappresentano l'80 per cento della spesa sanitaria.
Quindi, in qualche modo, bisogna controllare la spesa delle Aziende sanitarie e della sanità. Noi avevamo proposto sommessamente una Commissione di inchiesta o di indagine, ma la maggioranza non l'ha presa bene. Questo poteva essere un sistema, ma ce ne possono essere altri quindi, aspettiamo proposte da parte della Giunta, dall'Assessore Saitta dal Presidente Chiamparino e dai colleghi Consiglieri.
Speriamo di poter andare verso bilanci sempre più trasparenti della Regione, delle ASL e bilanci consolidati.
Grazie.



PRESIDENTE

Il terzo relatore è il Consigliere Berutti, che si scusa per non aver potuto effettuare la sua relazione. Lo farà molto probabilmente nel pomeriggio.
Ricordo che il Consiglio regionale inizierà alle ore 15.15. Ricordo inoltre che alle ore 13 in sala A si svolgerà un incontro tra i Capigruppo e i sindacati della Regione Piemonte.
Il Consiglio oggi durerà fino alle ore 19.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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