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Dettaglio seduta n.240 del 18/07/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1668 presentata da Chiapello inerente a "Mantenimento treno n. 10215 delle ore 17.50 tratta TO-CN"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1668.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Avevo già presentato nelle settimane scorse un'interpellanza sullo stesso tema un po' più articolata; adesso la domanda è netta. Sono stati soppressi dei treni - le famose "corse di rinforzo" - su molte tratte piemontesi. In particolare sulla tratta Torino-Cuneo crea molti problemi la soppressione del treno delle ore 17.50. Sono stati gli stessi pendolari a segnalare tale disagio, (disagio supportato da oltre 1.200 firme consegnate). Peraltro, in questi ultimi anni sono cambiate anche le abitudini lavorative, per cui nel mese di agosto si lavora. Inoltre, gli utenti cuneesi sono soprattutto pendolari che lavorano nel settore dei servizi assicurativi e bancari, per cui questo treno sarebbe importantissimo.
Tra l'altro, gli stessi pendolari hanno anche avanzato la proposta di mantenere questo treno e di sostituirlo, eventualmente, con un convoglio più piccolo.
Chiedo dunque all'Assessore se tale proposta può ricevere un riscontro positivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera Chiapello, sono al corrente di questo disagio; il fatto è che alcuni di questi "treni spot" durante le quattro settimane del mese di agosto vengono non soppressi, ma sospesi - questo avverrà dal 30 luglio al 26 agosto - anche perché in questo periodo è sempre stato verificato un notevole calo di utenza.
Il costo del mantenimento di questo treno si aggirerebbe tra i 50.000 e i 60.000 euro, aspetto comunque affrontabile nel caso di una verifica, che però non potrà comunque avvenire per il mese di agosto 2017, in quanto queste modifiche, sia contrattuali che di traccia, richiedono un preavviso di alcuni mesi.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 1670 presentata da Ferrentino inerente a "Modifiche unilaterali abbonamento Autostrada A32 per i residenti in Valle di Susa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1670, presentata dal Consigliere Ferrentino, che la illustra.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Tutto nasce da una lettera che il Direttore di esercizio della A32 ha scritto agli abbonati valsusini, sostenendo sostanzialmente che in caso di rilevazione di una classe di abbonamento diversa dalla A, "l'abbonato" cito testualmente - "si impegna ad accettare la classificazione rilevata dagli apparati di pista al momento del passaggio".
Oggi funziona in questo modo: se un abbonato di classe A dovesse passare con un autoveicolo di classe B, ovviamente tale passaggio verrebbe conteggiato a parte.
Poiché risultano anche rilevazioni di errori di classificazione degli apparati - è capitato anche al sottoscritto - con questa lettera che il Direttore di esercizio, dottor Fuser, ha scritto a tutti gli abbonati l'abbonato si impegna ad accettare la classificazione imposta, facendo sostanzialmente intuire che in caso di errore da parte degli apparecchi di rilevazione, l'abbonato deve accettare una classificazione che comporta il pagamento di quel passaggio.
Ovviamente quest'atto unilaterale è assolutamente vessatorio e non pu essere messo in campo. Perché se l'abbonato passa con un veicolo diverso da quello per cui ha stipulato l'abbonamento è giusto che paghi; ma se per caso la rilevazione è frutto di un errore dell'apparecchio sito ai caselli di Avigliana, di Salbertrand o di Susa, non si capisce per quale motivo in modo unilaterale si modifichi una norma contrattuale e l'abbonato sia obbligato ad accettare, senza possibilità di impugnazione, la classificazione fatta dal rilevatore.



PRESIDENTE

Anche in questo caso risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere, non posso che confermare quanto lei ha testé esposto. La lettera a cui fa riferimento è di qualche giorno fa e recita testualmente: "Nel caso in cui veicoli abbinati al contratto fossero a cavallo tra la classe A e B, l'abbonato si impegna ad accettare la classificazione rilevata dagli apparati di pista al momento del passaggio". Questa modifica, evidentemente, crea una situazione di non tutela nei confronti degli abbonati, e quindi credo sia assolutamente giusto, come lei sostiene che questa clausola sia denunciata.
La Regione Piemonte, come lei sa, non ha competenze dirette rispetto alle tariffe o alla modulazione delle stesse. Comunque, sia nei confronti di SITAF, ma specialmente nei confronti del Ministero delle Infrastrutture l'ente concedente - sicuramente faremo i passi necessari per denunciare questo atteggiamento che sembra veramente poco motivato.
La motivazione che SITAF adduce è che la modifica al contratto riguarda pochissimi casi ed è un chiarimento necessario conseguente al comportamento scorretto di alcuni utenti che hanno utilizzato sistematicamente, per il transito alle barriere, veicoli diversi rispetto a quelli indicati originariamente dal contratto (ad esempio furgoni, pulmini, camper eccetera, tutti di classe B). Solamente per questi utenti, nel caso di un ripetuto utilizzo improprio dell'abbonamento scatterà la variazione contrattuale.
Non si capisce come possa avvenire in questo caso e non nel caso dell'errata valutazione. Anche perché è ovvio che questi casi possono essere definiti semplicemente confrontando il numero di targa.
Comunque solleciteremo ulteriormente SITAF e informeremo il Ministero di questa posizione.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1671 presentata da Motta, inerente a "Riapertura della linea ferroviaria Asti-Castagnole Lanze-Alba"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1671.
La parola alla Consigliera Segretaria Motta per l'illustrazione, che interviene in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Assessore, le risparmio tutta la cronologia di eventi, che lei conosce bene, che hanno interessato la linea ferroviaria che è stata sospesa nella tratta da Alba a Castagnole Lanze il 30 aprile 2010, perché le riunioni fin dal primo momento del suo insediamento, sono state tante e da sempre il suo Assessorato, lei in modo particolare, ha sempre dimostrato e confermato il favore alla riapertura di questa linea.
Nell'ultimo incontro è stata presentata a tutti i Sindaci interessati dalla tratta una richiesta di firmare un documento unitario, proprio per esprimere, da parte del territorio, la volontà unitaria, come dicevo, di perseguire questo obiettivo, che è il ripristino della linea.
Sappiamo, però, che il 13 luglio scorso, presso l'Assessorato, c'è stato un incontro con il Presidente della Provincia di Asti, il nuovo Sindaco di Asti e l'Assessore ai trasporti di Alba, proprio per chiarire la posizione degli Amministratori in merito alla questione. Sappiamo, altresì che il Presidente della Provincia, che è Sindaco di Canelli, non hanno firmato la convenzione per la riapertura di questa linea.
Volevamo dunque sapere da lei, Assessore, quali sono gli aggiornamenti in merito ai lavori finalizzati alla riapertura della linea ferroviaria Asti-Castagnole Lanze-Alba, anche a seguito dello studio di fattibilità che è stato fatto da RFI e dal Comune di Alba per la riapertura sia della "Ghersi", sia di un tracciato alternativo che possa permettere a RFI e alla Regione di procedere alla riapertura della linea ferroviaria che i Comuni dell'Astigiano e del Cuneese aspettano con grande ansia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera, lei ha ricordato un po' le ultime fasi del nostro approfondimento e della progettazione in corso.
Devo dire che in questi due anni, pur con una certa lentezza, alla fine si è raggiunto un buon livello di analisi e di studio sulla situazione della linea, in particolare per quanto riguarda il problema della galleria Ghersi. Ciò è avvenuto grazie sia all'impegno del Comune di Alba, che nel marzo scorso ha sottoscritto un capitolato di affidamento di incarico per lo studio di fattibilità e per la riqualificazione della linea, sia agli studi recentemente completati da RFI, che danno ormai abbastanza l'idea di come gli interventi sulla Ghersi siano probabilmente sostenibili.
Gli ultimissimi risultati saranno forniti in questi giorni e questo permetterà di intervenire sulla linea stessa a carico di RFI, salvo limitati interventi di consolidamento alla base del versante sul Tanaro che dovranno in qualche modo essere affrontati da AIPO, ma credo che ci sia la possibilità che questo avvenga in tempi relativamente brevi.
Come lei ha sottolineato, il tema è quello dell'approvazione da parte di tutti gli enti interessati alla linea di un protocollo d'intesa, che è stato promosso già più di un anno fa dal mio Assessorato e che ha visto l'adesione di tutti gli enti locali interessati da questa linea. Gli unici che non hanno aderito sono la Provincia di Asti e il Comune di Canelli.
Ora, che il Comune di Canelli non aderisca non costituisce un gran problema, ce ne faremo una ragione; più grave è che non aderisca la Provincia di Asti, che tra l'altro è presieduta dal Sindaco di Canelli.
Come lei ha giustamente ricordato, nei giorni scorsi c'è stato un incontro (il 13 luglio u.s.) con l'Assessore competente del Comune di Alba il Sindaco di Asti e il Presidente della Provincia di Asti, nonché Sindaco del Comune di Canelli, e credo che a questo punto ci sia la possibilità di superare le perplessità che ancora il Sindaco di Canelli esprimeva: sostanzialmente il suo non voler essere coinvolto in eventuali contributi propri del Comune sulla definizione dello studio di fattibilità, cosa peraltro superata dall'incarico che è stato dato dal Comune di Alba e dagli studi che ha portato avanti RFI con risorse proprie.
Ci auguriamo quindi che nei prossimi giorni avvenga questa firma, che è determinante perché dà l'idea di una coesione del territorio forte sul tema; coesione che evidentemente influirà sicuramente in modo positivo per l'inserimento nel contratto di programma di RFI dei lavori necessari.
Questo impegno del protocollo non ha, come ho detto prima, valenza sulla stesura del progetto, ma ha sicuramente valenza nel testimoniare l'impegno degli enti, specialmente nella promozione turistica territoriale del comprensorio; oltretutto questa linea attraversa, come tutti sappiamo una parte rilevante e paesaggisticamente molto importante dell'ambito UNESCO.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1675 presentata da Batzella inerente a "Disturbi del comportamento alimentare - Centro DCA presso Ospedale di Lanzo ASL TO4"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1675.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Non vedo l'Assessore Saitta: oggi non è presente in aula.



PRESIDENTE

Le risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



BATZELLA Stefania

Va bene, grazie.
Con questa interrogazione, parliamo dei disturbi del comportamento alimentare e precisamente del centro CDA (centro disturbi del comportamento alimentare) che si trova presso l'Ospedale di Lanzo - ASL TO4.
La nostra Regione, già a partire dal 2008, riconosce e cura i disturbi del comportamento alimentare, ravvisando in questi disturbi una vera e propria epidemia sociale. Era stato attivato ed è ancora attivo - perché è il centro pilota, il centro di riferimento regionale - presso l'Ospedale San Giovanni Battista Le Molinette, ora Città della Salute e della Scienza di Torino, un centro degli disturbi del comportamento alimentare dell'Università di Torino, diretto dal professor Fassino, che rappresenta la pietra miliare della rete di servizi della Regione Piemonte, riguardante la cura dei disturbi del comportamento alimentare, ed è uno dei centri maggiormente apprezzati sia a livello nazionale che internazionale nell'ambito della ricerca sui correlati di personalità nei disturbi del comportamento alimentare.
Nella nostra regione, successivamente si sono attivati e sviluppati altri centri: ad agosto del 2014, presso l'Ospedale di Lanzo, è stato attivato un centro che tratta e cura i disturbi del comportamento alimentare, poi l'ambulatorio presso l'ASL Cuneo 1 e presso l'ospedale Regina Margherita, sempre Città della Salute e della Scienza di Torino, che tratta i disturbi del comportamento alimentare nei bambini e nei minori.
Presso il centro dei disturbi del comportamento alimentare di Lanzo sono attualmente in servizio due psicologhe, con un contratto a tempo determinato; questo contratto ha la scadenza a settembre 2017, precisamente tra due mesi. Poi ci lavora anche una sola psichiatra, mentre prima le psichiatre erano due: una ha ottenuto il trasferimento e ha lasciato il centro, per cui è rimasta in servizio una sola psichiatra. Naturalmente tutto ciò ha comportato anche una riduzione del servizio offerto, infatti le ore che vengono rese sono nettamente diminuite.
Mi spiace - ripeto - che non ci sia l'Assessore Saitta, perché si è parlato dei disturbi del comportamento alimentare soprattutto negli ultimi tempi, tra l'altro in quest'Aula sono stati approvati due ordini del giorno presentati dal Movimento 5 Stelle a mia prima firma che finora non hanno trovato accoglimento, per cui mi sarebbe piaciuto che l'Assessore fosse presente per darmi delle risposte concrete e definitive.
Qualche mese fa (aprile) c'è stato un convegno molto interessante e alcuni giorni fa in Commissione sanità abbiamo audito l'associazione "In Punta di cuore", tra l'altro era presente la Commissione regionale pari opportunità. Ecco, vorrei che quest'impegno - perché gli atti che vengono approvati dal Consiglio regionale devono trovare piena applicazione - e anche tutte le promesse finora fatte trovassero finalmente applicazione.
Con questo, interrogo l'Assessore per conoscere, ai fini della continuità assistenziale offerta agli utenti nei centri dei disturbi del comportamento alimentare di Lanzo, se si intende rinnovare il contratto di queste due psicologhe che sono a tempo determinato e hanno una scadenza a settembre. E poi chiedo se verrà sostituito il medico psichiatra mancante anche in considerazione dell'uscita dal Piano di rientro della sanità e delle dichiarazioni rilasciate ai mass media di voler provvedere alla stabilizzazione del precariato nelle Aziende sanitarie regionali. Quindi domando questo.
Mi spiace - ripeto - che non ci sia l'Assessore ma, se vogliamo stabilizzare il precariato in ambito sanitario, visto che siamo usciti dal Piano di rientro, vorrei sapere se finalmente verrà assunto il personale e se queste due psicologhe verranno stabilizzate a tempo indeterminato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie.
Rispondo al posto del collega Saitta che è impegnato fuori Torino.
Lo scorso 6 giugno il Direttore generale dell'ASL TO4 Ardissone, con il Direttore sanitario, ha incontrato, proprio nel presidio ospedaliero di Lanzo, la dottoressa Panzeca, responsabile del Centro disturbi del comportamento alimentare, segnatamente per approfondire sulla base dei dati di attività e delle prospettive future le corrette dotazioni di risorse professionali.
Nel corso dell'incontro è stato pianificato con la dottoressa Panzeca quanto segue: primo, la sostituzione delle ore di psichiatria che si renderanno vacanti con il trasferimento della risorsa attuale; secondo, la conferma delle due psicologhe in servizio, con la possibilità anche di lievi incrementi orari; aumento delle ore del nutrizionista dedicate al centro (un pomeriggio alla settimana) da settembre, o anche prima, in relazione agli esiti di ricerca del personale specialistico; infine contestuale aumento delle ore dedicate di dietista.
Per l'ASL TO4 il Centro dei disturbi del comportamento alimentare ha assunto negli anni, grazie alla qualità del lavoro del personale, un valore di riferimento per le famiglie, non solo del territorio. E quindi è intenzione della Direzione aziendale mantenere e migliorare questo lavoro.
Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1672 presentata da Accossato inerente a "Problemi nella raccolta e nello smaltimento della plastica in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1672, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Assessore, intendo porle all'attenzione e chiedere appunto la sua valutazione e quella della Giunta sulle problematiche legate alla raccolta e allo smaltimento della plastica, e in particolar modo - sembrerebbe allo smaltimento dei sovvalli della lavorazione e della preselezione della plastica, il cosiddetto plasmix, di cui abbiamo letto con preoccupazione in alcuni articoli apparsi nei giorni scorsi.
Gli articoli stessi, poi, nel merito ridimensionano abbastanza in termini numerici il peso della problematica; però, anche da alcuni altri approfondimenti che ho avuto poi modo di fare ancora ieri nel pomeriggio mi sembra che effettivamente la situazione presenti degli elementi di criticità, da un lato legati alle difficoltà del sistema Corepla di allocazione della plastica destinata al riciclo (e forse anche legati ad un costo del petrolio non troppo alto e quindi concorrenziale) e dall'altro in modo maggiore - come dicevo già in apertura - connessi allo smaltimento di quella frazione che - tanta o poca che sia - esiste sempre e non può che finire ad uno smaltimento che non è quello del recupero o del riciclaggio e che dev'essere portata in discarica o termovalorizzata.
In Provincia di Torino sembrerebbe appunto - uso il condizionale attendendo anche la sua risposta - che alcune piattaforme di collocazione temporanea siano strapiene: per loro stessa definizione, non possono andare oltre certi quantitativi.
Approfitto di questa interrogazione, che era lo strumento più veloce per parlarne subito con l'Assessore, per aggiungere che dietro questa situazione vedo anche alcuni aspetti preoccupanti del sistema di gestione e di governo dei rifiuti e che ravviso ancora di più una spinta all'approvazione del disegno di legge n. 217. E quindi sento forte il nostro impegno a dare un nuovo governo al sistema dei rifiuti in Piemonte perché certamente qui si nota una mancanza di azione di coordinamento delle ATO rifiuti, che evidentemente vivono ormai una situazione di precarietà e di superamento della loro funzione, e anche un venir meno, di nuovo, di quel ruolo di coordinamento che invece Città metropolitane e Province hanno esercitato anche nella regolazione del sistema dell'allocazione dei materiali e dei prodotti.
Sto superando il mio tempo e mi fermo qui. Credo che però dovremo avere anche ulteriori occasioni di entrare nel merito, ma ovviamente attendo fiduciosa la sua risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera, anche per l'autoregolamentazione dei tempi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Nel merito, le informazioni e i dati che sono stati rappresentati a mezzo stampa, riguardanti nel complesso la gestione della plastica raccolta in modo differenziato, stanno mostrando evidenti elementi di criticità che seppur amplificati a livello giornalistico, potrebbero potenzialmente evolversi negativamente nei prossimi giorni o nelle prossime settimane.
La lavorazione e la raffinazione di diversi tipi di plastiche contenuti nel flusso di questa raccolta differenziata produce notevoli quantità e volumi di scarti e plastiche miste. Le disposizioni succedutesi negli ultimi anni riferite allo stoccaggio e allo smaltimento in discarica e la forte spinta al recupero energetico dettata dalle norme comunitarie, dalla legge 164/2014 (cosiddetta Sblocca Italia) all'articolo 35 e, per ultimo dal DPCM sugli inceneritori dell'agosto dello scorso anno hanno di fatto accelerato l'uso della capacità termica degli inceneritori a favore dei rifiuti urbani misti e dei rifiuti urbani misti trattati, lasciando sempre più a margine la combustione degli scarti derivanti in genere dalle raccolte differenziate.
La criticità rappresentata nei question time, nonché questo ulteriore elemento di attenzione, vanno gestiti in coerenza al Titolo II del D.Lgs.
152. In tale contesto, il rapporto tra pianificazione regionale in materia di rifiuti e la programmazione riguardante i rifiuti da imballaggio è evidente. Pertanto, su tutti gli imballaggi la programmazione di livello nazionale prevale a livello generale, coinvolge il Consorzio obbligatorio CONAI e il relativo Consorzio di filiera sulla plastica COREPLA. E, proprio in relazione agli ultimi accadimenti e preoccupazioni, la situazione da alcuni giorni è oggetto di attenzione da parte del Ministero dell'Ambiente che ha già provveduto a convocare le parti.
Va quindi chiarito che la soluzione relativa alle problematiche qui rappresentate dovrà emergere a livello nazionale, proprio in relazione al contenuto del D.Lgs. 152 e all'articolo 35 della legge 164, anche in rapporto al fatto che la questione non coinvolge solo il nostro territorio regionale.
D'altra parte, qualsiasi situazione che tende a destabilizzare o a impedire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla programmazione regionale in materia di gestione dei rifiuti e relativo sistema integrato richiede un quotidiano aggiornamento delle informazioni in merito, che è in corso presso i nostri Uffici.
Inoltre, l'imminente attivazione della Cabina di regia richiesta dalle Regioni e presieduta dal Ministero dell'Ambiente, alla quale come Regione abbiamo anche dato la disponibilità ad essere presenti nel contesto delle Regioni del Nord Italia, consentirà a breve di avere un tavolo all'interno del quale confrontare, proporre e condividere le decisioni che permetteranno alla Regione Piemonte e alle altre istituzioni ivi presenti di contribuire con celerità ad affrontare questa ed altre criticità ed emergenze che, avendo un respiro sovraregionale, difficilmente potrebbero essere risolte da parte dei singoli enti ed operatori che si occupano della corretta gestione dei rifiuti.
Chiudo anch'io, ribadendo - come ha detto la Consigliera Accossato - la necessità che completiamo l'iter del DDL n. 217 per avere anche in Piemonte una governance chiara di tutta la filiera dei rifiuti.
Grazie.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1676 presentata da Bono, inerente a "ASL TO4: servizio di vigilanza affidato all'impresa di pulizie operante presso l'Ospedale di Ivrea e sospensione del servizio di vigilantes notturni presso l'Ospedale di Chivasso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1676, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo voluto segnalare due casi che riguardano l'ASL TO4, quindi la parte nord della provincia di Torino, apparsi sui giornali di riferimento dell'area e che hanno sollevato alcune perplessità anche in relazione alla volontà dell'Assessore Saitta di portare avanti un cosiddetto progetto di apertura degli ospedali rispetto ai classici orari visita dei parenti dei pazienti. È un progetto che è diffuso anche a livello nazionale e internazionale, che permette ai parenti dei pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere di poter avere libero accesso diurno nelle corsie dei reparti dove sono ricoverati i loro familiari.
Questo, però, pone una serie di quesiti e di preoccupazioni non irrilevanti, nel senso che, nel tempo, abbiamo visto "spogliare" i nostri ospedali e in particolar modo nella zona del Torinese e della provincia di Torino, di servizi di guardiania e di vigilanza. Assistiamo sempre più a episodi di veri e propri reati all'interno delle nostre strutture ospedaliere e non solo furti, ma anche aggressioni da parte di sbandati, o addirittura dei fatti che hanno coinvolto purtroppo anche del personale delle stesse strutture ospedaliere, oppure personale esterno che comunque opera dentro le strutture stesse.
Si ricollega in questo clima di - per carità - di insicurezza generale all'interno delle nostre stesse strutture dove, al di là del Pronto soccorso che come si suol dire è un "porto di mare", anche nei reparti, e pensare di essere ricoverati e non sentirsi sicuri a lasciare il cellulare sul comodino di fianco al letto, o quant'altro, sicuramente fa preoccupare.
A parte questa premessa, abbiamo letto che con deliberazione del Direttore generale dell'ASL TO4 datata 28 giugno (che però non abbiamo trovato nell'Albo pretorio dell'ASL TO4, quindi vorremmo sapere informazioni in merito) il servizio di vigilanza con una guardia giurata in questo caso, per quanto riguarda la vigilanza notturna presso l'Ospedale di Chivasso è stata sospesa.
E poi, un secondo articolo riguardante di nuovo l'area dell'ASL TO4, in questo caso l'Ospedale di Ivrea, dice che era soppresso totalmente il servizio di vigilanza. Il che sembrava quasi una provocazione, nel senso che una risposta che veniva allegata all'articolo da parte del Direttore generale sembrava quasi che il servizio di vigilanza e sicurezza venisse appaltato alla stessa azienda che aveva vinto l'appalto delle pulizie.
È vero che queste aziende magari tendenzialmente sono cooperative, che un po' lavorano in un servizio e un po' in un altro, però pensare di affidare il servizio di vigilanza alla stessa azienda che svolge le attività di pulizie ha suscitato un po' di ilarità e perplessità: si immaginava la vigilanza all'Ospedale di Ivrea fatto dal personale di pulizia con scopa e paletta. Capite bene che in questa situazione non è il miglior biglietto da visita per i nostri Ospedali.
Sappiamo che possiamo fare una sola domanda, quindi abbiamo chiesto, in generale, qual è la situazione reale della sicurezza e dei servizi di vigilanza negli ospedali dell'ASL TO4.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rapidamente, nel presidio ospedaliero di Chivasso non è stato sospeso nessun servizio di vigilanza armata e continua quindi regolarmente.
Questo servizio, a Chivasso, è stato sospeso per quanto riguarda l'attività di preparazione della gara di appalto che riguardava l'intera azienda in quanto la società di committenza regionale SCR sta attivando un bado di gara centralizzato.
Quindi, in attesa delle procedure in capo a SCR il servizio procederà senza alcuna soluzione di continuità. Questo per quanto riguarda Chivasso.
Per quanto riguarda Ivrea, si precisa che in occasione dell'introduzione presso un reparto del presidio nella fascia notturna di persona non autorizzata che aggrediva personale in servizio, nonché della lamentata presenza di alcuni senzatetto nel presidio, le organizzazioni sindacali hanno richiesto interventi da parte della Direzione per affrontare il fenomeno.
La Direzione aziendale ha ritenuto di applicare una metodologia chiara definita dalla Direzione medica di presidio, in stretta collaborazione con le forze dell'ordine. Il metodo è stato definito con la sperimentazione di un servizio di portierato guardiania per un periodo massimo di quattro mesi e senza la presenza di guardia armata all'interno del presidio stesso proprio per valutare l'efficacia di un servizio non armato di portierato e guardiania nelle ore notturne.
Tale metodologia, unita alla presenza di volontari in pronto soccorso e con l'implementazione di personale infermieristico in pronto soccorso finalizzata al rapporto informativo con i soggetti accompagnatori in attesa servirà a comprendere se all'interno dei presidi ospedalieri possono essere raggiunti, con la forte collaborazione con le forze dell'ordine, risultati con un concetto di metodologia di sicurezza composta da più interventi di sensibilizzazione e attenzione piuttosto che con la mera presenza di vigilanti armati.
Per quanto riguarda la presenza dei senzatetto, si è raggiunto un accordo con la casa dell'ospitalità di Ivrea in modo da poter effettuare allontanamenti accompagnati dei soggetti in questione, così da non limitarsi soltanto ad espellerli dall'edificio, ma indirizzandoli verso un luogo di prima accoglienza.
Presso il presidio ospedaliero di Ivrea opera questa ditta per l'appalto delle pulizie che si è aggiudicata con gara il servizio alcuni anni fa, ed è una società avente titolo all'esercizio anche di funzioni di portierato e guardiania.
Peraltro, l'affido è ampiamente inferiore alla soglia dei 40 mila euro quindi la sperimentazione è stata disposta in favore della società stessa proprio per agire con immediatezza anche in previsione di scelte, sempre e comunque di breve periodo.
Poiché la sperimentazione del metodo si svolge in gran parte nel periodo di fruizione delle ferie estive, la stessa è partita, prevedendo la presenza di due figure esterne nelle ore notturne (portineria-guardiania).
A regime, potrebbe anche essere ridotta alla presenza di una sola risorsa esterna (guardiania).
Il servizio, prima della sperimentazione, non prevedeva la presenza di guardia armata al pronto soccorso e le soluzioni adottate al momento appaiono positive e confortano circa una scelta di una metodologia di servizio integrata anche con il forte coinvolgimento di aree di volontariato.
Resta indispensabile la preziosa e fattiva collaborazione di tutte le Forze dell'Ordine operanti presso le ASL TO4.


Argomento: Telecomunicazioni - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1667 presentata da Benvenuto inerente a "Esito incontri tra Regione Piemonte, parti sociali e Vodafone"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1667.
La parola al Consigliere Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda un aggiornamento sulla situazione dei dipendenti Vodafone di Ivrea. La Consigliera Frediani aveva presentato una prima question time per capire come la Regione si stesse adoperando per fare qualcosa di positivo per i dipendenti Vodafone.
Sappiamo che il 12 luglio c'è stato un incontro e volevamo capire la situazione, perché è molto particolare, visto che l'azienda ha fatto una richiesta di trasferimento da Ivrea a Milano per 19 dipendenti.
Volevamo capire se dal nuovo incontro è emerso qualcosa di diverso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione, mi preme rispondere quanto segue.
Il 25 maggio 2017 la Vodafone Italia, tramite Confindustria del Canavese, ha comunicato l'intenzione di attivare la procedura di trasferimento collettivo, ai sensi dell'articolo 25, comma 4 del Contratto Nazionale del Lavoro del settore telecomunicazioni.
In seguito si sono svolti due incontri in sede sindacale rispettivamente il 29 maggio 2017 e il 14 giugno 2017, nei quali le posizioni espresse sono state le seguenti.
Le organizzazioni sindacali hanno dichiarato la loro contrarietà e la non condivisione dell'iniziativa, chiedendo all'azienda "di porre in essere tutte le iniziative finalizzate ad attenuare il disagio derivante dal trasferimento di sede aziendale tra le quali la gestione verticale dell'orario di lavoro e un sostegno economico alle maggiori spese che i lavoratori dovranno affrontare". L'azienda, al fine di attenuare il disagio dei lavoratori, ha dichiarato la propria disponibilità a "mettere a disposizione una navetta per il trasporto con costi a totale carico dell'azienda; rimodulare gli orari di lavoro relativamente all'entrata e uscita, gestire verticalmente l'orario di lavoro su quattro giornate lavorative anziché alle attuali sei", come risulta dal verbale dell'incontro, sottoscritto dall'azienda e da tutte le organizzazioni sindacali.
In seguito a ciò, facendo fronte a una richiesta dei lavoratori l'Assessorato al lavoro ha convocato un incontro tra le parti in data 12 luglio, nel corso del quale la posizione aziendale, rispetto alla richiesta posta di sospensione dei trasferimenti, è rimasta tale, ma vi sono state riflessioni ulteriori sulle iniziative da porre in campo e si è deciso, di comune accordo, di verificare ulteriori disponibilità dell'azienda stessa per minimizzare il disagio derivante dal trasferimento di sede lavorativa.
A tal fine, si è riconvocata una successiva riunione per il giorno 27 luglio. Si precisa che, all'interno di questo contesto, la funzione della Regione non può che essere quella della mediazione tra le parti, cercando di trovare la soluzione migliore per ridurre al minimo i disagi che possono derivare dall'eventuale mantenimento della stessa posizione da parte dell'azienda in oggetto.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 1669 presentata da Graglia, inerente a "Prestito obbligazionario Fingranda S.p.A. nei confronti di Lift S.p.A."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1669.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Il 6 aprile 2017 in III Commissione era avvenuta la comunicazione della Giunta regionale in merito alla situazione del prestito obbligazionario di Fingranda S.p.A. verso la società in gestione degli impianti sciistici di Limone Piemonte Lift.
L'Assessora Parigi aveva informato di un tavolo tecnico di soggetti istituzionali finalizzato a esaminare l'ipotesi dell'ingresso di enti pubblici nella società Lift S.p.A., ipotizzando anche la possibilità di conversione del prestito obbligazionario sottoscritto da Fingranda per il valore di un milione e mezzo di euro e il conferimento, da parte del Comune di Limone Piemonte, degli impianti di proprietà del valore di circa 15 milioni, tutto nel rispetto delle disposizioni del Decreto Madia.
Tenuto conto che il Comune di Limone aveva adottato la delibera con mandato a valutare l'ingresso in società, tramite il rapporto dei propri impianti, il Comune di Cuneo, a sua volta, aveva riammesso come strategica la Lift S.p.A. nel proprio piano di razionalizzazione delle società partecipate, mentre la Camera di Commercio e la Cassa di Risparmio di Cuneo non avevano previsto l'ingresso nel capitale della società.
L'Assessora comunicava, inoltre, che la Camera di Commercio di Cuneo e il Comune di Limone Piemonte avevano chiesto alla Regione Piemonte di valutare il conferimento di ulteriori risorse per l'aumento di capitale parallelamente all'eventuale riconversione del prestito obbligazionario.
Rilevato che veniva riferito ancora della richiesta alla Regione, da parte del Comune di Cuneo, di prevedere un accordo di programma tra i diversi soggetti istituzionali per coordinare eventuali azioni a supporto e preso ancora atto che il mandato assunto dall'Assessora a nome della Regione aveva lo scopo di cercare di evitare la liquidazione in quanto sarebbe un grave danno per il turismo della zona del Piemonte interroghiamo la Giunta e l'Assessore in particolare per conoscere quali siano gli sviluppi in merito alla situazione sopra riportata a distanza di tre mesi dalla comunicazione in III Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Graglia, leggo, a nome dell'Assessora Parigi, un documento che poi le posso lasciare in forma scritta.
Ci sono sette punti di premessa che cito solo per titolo: l'emissione del prestito obbligazionario, la proroga del prestito obbligazionario l'ulteriore richiesta di rinegoziazione, l'assemblea di Fingranda l'ulteriore richiesta di Lift del 20 settembre 2016, il tavolo tecnico del giugno 2017 e un'ulteriore richiesta di rinegoziazione.
Leggo le conclusioni. Alla luce delle considerazioni sopra riportate nel rispetto delle disposizioni del Decreto Madia, al fine di valutare le condizioni di fattibilità di un eventuale ingresso nell'azionariato di LIFt S.p.A. di una compagine pubblica e, più precisamente, attraverso l'ingresso dei due soggetti Fingranda S.p.A. tramite la conversione del prestito obbligazionario di euro 1.500.000, e Comune di Limone Piemonte tramite il conferimento dei tre impianti di arroccamento di proprietà per un valore di circa 15 milioni di euro che congiuntamente acquisirebbero la maggioranza pubblica sulla Società Lift S.p.A., si comunica che lo scorso consiglio di Amministrazione di Finpiemonte Partecipazioni, nella seduta del 12 luglio 2017, ha deliberato, con riferimento all'ordine del giorno dell'assemblea di Fingranda S.p.A. del prossimo 19 luglio 2017, che l'eventuale ingresso di Fingranda S.p.A, per tramite della conversione del prestito obbligazionario, dovrà essere subordinato all'avverarsi delle seguenti tre condizioni: sostenibilità del piano economico finanziario, modifica dello Statuto sociale di Lift S.p.A., avvenuta sottoscrizione dell'aumento di capitale.
Tale argomento, insieme all'approvazione del bilancio 2016, verrà trattato nella prossima assemblea di Fingranda S.p.A. del 19 luglio 2017 dove il socio Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., che detiene nella società il 46 per cento, proporrà voto favorevole alla conversione del prestito obbligazionario, condizionandolo al verificarsi di tutte e tre le condizioni sopra riportate.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1674 presentata da Frediani inerente a "Progetto definitivo NLTL. Rispetto delle prescrizioni per il deposito dello smarino di Caprie e Torrazza"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1674.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Torniamo a parlare del deposito di smarino previsto a Caprie e a Torrazza. Era già stato oggetto di un'interrogazione nel novembre 2015 e all'epoca aveva risposto l'Assessore Balocco. Oggi suppongo che mi risponda l'Assessora De Santis.
Ripartiamo dalla risposta a quella interrogazione che avevo presentato.
Si prevedevano diverse prescrizioni relative al piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo. Adesso non sto ad elencarle tutte, anche perch oggi faccio un po' fatica a leggere, avendo una forte congiuntivite.
Quindi, leggo soltanto quelle relative al deposito di Caprie.
"Considerato che attualmente sul sito di Caprie, in località Truc le Mura sono presenti una cava di pietrisco e una zona di impianti (con relative aree di stoccaggio), l'istanza per il rinnovo della coltivazione di cava per ulteriori cinque anni, per l'estrazione di una volumetria residua di circa 70.000 m3; poiché il progetto di deposito dello smarino presentato in questo sito da LTF modificherebbe il progetto di recupero ambientale della cava già autorizzato" - quindi è una cava che è già oggetto di un intervento di recupero - "che prevede esclusivamente il recupero dei gradoni residui di coltivazione con terreno vegetale ed impianti di specie arboreo-arbustive senza riporto di ulteriori materiali".
Sempre facendo riferimento alla risposta che all'epoca mi diede l'Assessore Balocco, le indico brevemente le prescrizioni; ce ne sono molte altre, ma purtroppo non ho il tempo per illustrarle tutte.
"Dovrà essere necessariamente definito: quale ditta sarà titolare della futura autorizzazione all'attività di recupero e come si rapporterà alle garanzie fideiussorie già in essere riferite alla cava in essere; quali saranno le tempistiche previste per il conferimento e realizzazione del progetto e quali potrebbero essere le eventuali sovrapposizioni con l'attività esistente della ditta ing. Rotunno; se l'intervento del progetto di LTF interferisca con aree già avviate al recupero ambientale della cava attualmente esercita dalla ditta Ing. Vito Rotunno; il progetto delle opere di recupero e ricomposizione ambientale del sito, in termini di riporto del substrato vegetale, inerbimenti e opere a verde che attualmente manca".
In sintesi, perché non ho abbastanza tempo per illustrare tutte le premesse, sappiamo che la cava di Caprie è già oggetto di un piano di recupero ambientale che va avanti da diverso tempo. Adesso pare che questa cava sia stata individuata come sito per il deposito di smarino unitamente alla cava di Torrazza.
Chiediamo quindi se tutte le prescrizioni che avrebbero dovuto essere osservate, siano state realmente osservate e a che punto siamo, in caso contrario, rispetto a questo iter.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera Frediani.
Quello che posso dire è che domani è convocata da parte del Settore Trasporti una Conferenza dei servizi sul nuovo progetto, cui parteciperà ovviamente il Settore Cave. Il titolo della Conferenza dei servizi è "Variante in ottemperanza alla prescrizione n. 235 della delibera CIPE 19/2015".
Rispetto al piano di utilizzo dovrà naturalmente essere avviato un procedimento per il piano di reperimento e deposito dei materiali, ai termini di quella che era la l.r. 30/99, sostituita dalla l.r. 23/2016 articolo 13.
Questo piano di reperimento non è stato ancora presentato e sarà quella l'occasione nella quale verrà verificato il rispetto di quell'insieme di approfondimenti sulle prescrizioni previste nella DGR citata.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta immediata n. 1673 presentata da Ruffino, inerente a "Esame del disegno di legge n. 182 recante 'Tutela della fauna e della gestione faunistica venatoria in Piemonte', della proposta di legge n. 32 recante 'Gestione e tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese' e della proposta di legge n. 196 recante 'Tutela della fauna selvatica e disciplina del prelievo venatorio'"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1673.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Assessore, la mia interrogazione ha come tema quello relativo alla caccia. Abbiamo iniziato il 12 luglio in Commissione la discussione delle tre diverse proposte di legge presentate da maggioranza e opposizione.
Abbiamo, però, una recentissima ordinanza del TAR Piemonte che ha accolto la richiesta del mondo venatorio di sottoporre alla Corte Costituzionale la legittimità di analoghi divieti di caccia.
La mia richiesta è legata all'opportunità di sospendere l'esame dei provvedimenti in Commissione, in attesa dei diversi pronunciamenti in sede di TAR e di Corte Costituzionale.
Sappiamo che la media dei tempi di risposta è, in genere, di due-tre mesi; ho fatto un conto di tempi così lunghi e questo rispetto all'anticostituzionalità, ma dall'altro lato ci permetterebbe di partire con la discussione dei tre provvedimenti con le dovute risposte.
Partire ora significa partire con sufficiente chiarezza; sappiamo bene quanto sia importante la legge sulla caccia per quest'Aula, ma anche quanto sia difficile da trattare. Lo dimostrano anche i precedenti Consigli che si sono avventurati su questo tema.
Quindi, a fronte della chiarezza che sarebbe indispensabile, questa è la mia richiesta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Intanto mi sono permesso di allegarle alla risposta anche l'ordinanza dal TAR che, per la verità, accoglie verso i ricorrenti praticamente nulla perché respinge ogni richiesta di sospensiva del calendario venatorio che avevano fatto richiesta e fornisce già un po' le motivazioni.
Riguardo invece al fatto di demandare all'organo competente, cioè alla Corte Costituzionale, il fatto di decidere se le Regioni hanno o meno potere legislativo in materia, al di là che i tempi saranno anni, in media due-tre, e non due-tre mesi, credo che sarebbe abbastanza sconvolgente se la Corte dicesse che tutte le Regioni che hanno legiferato in materia di caccia lo avrebbero fatto in modo incostituzionale.
Credo, quindi, che il Tribunale Amministrativo non abbia potuto dare altra risposta che demandare all'ordine competente. Al riguardo, ritengo che i tempi delle eventuali risposte della Corte non siano compatibili eventualmente anche in modo molto remoto, con il fatto che dica che le Regioni non possono legiferare.
Tra l'altro, nella stessa ordinanza, il TAR sostiene che paiono congrue le ristrettezze che pone la Regione Piemonte su parere dell'ISPRA, quindi credo che già in un certo modo vada a dare una valutazione rispetto a quella che è la facoltà delle Regioni di legiferare in materia.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.31 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cerutti, Gancia e Gariglio.
Non sono presenti l'Assessore Saitta e il Presidente Chiamparino.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Proseguimento esame disegno di legge n. 193, inerente a "Riordino del sistema delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 193, inerente a "Riordino del sistema delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna si è proseguito con l'illustrazione degli emendamenti relativi all'articolo 4 del disegno di legge n. 193 e sono stati esaminati gli emendamenti dal n. 15) al n. 24). Ora siamo all'emendamento n. 27).
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Se lei è d'accordo, vorrei chiedere una sospensione per un chiarimento con i presentatori degli emendamenti che insistono sull'articolo 4 per un approfondimento.



PRESIDENTE

Le servono dieci minuti?



RAVETTI Domenico

Sì, grazie.



PRESIDENTE

Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.34, riprende alle ore 16.19)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Sono stato più volte interpellato questa mattina, ma anche la scorsa seduta di Consiglio, per dare un segnale, anche solo facciale o mimico rispetto alle questioni che il Movimento 5 Stelle poneva all'attenzione della maggioranza e della Giunta.
Ci tengo a fare alcune considerazioni: innanzitutto, noi non abbiamo fatto nessun blitz. Penso che se tra qualche anno qualche studente universitario di Lettere volesse fare una ricerca filologica su questa proposta di legge, potrebbe fare un lavoro molto interessante sulle varianti in gioco sull'articolo 4, per risalire al testo originario.
Perché, effettivamente, c'è stato un lavoro durato parecchio tempo - non condiviso nel merito, ma comunque condiviso dal punto di vista del metodo che ci ha portato a formulare questo tipo di impostazione.
Io credo che questo tipo di impostazione abbia il merito di aver trovato una soluzione equilibrata, che tenesse insieme da una parte l'esigenza di garantire la sostenibilità di quelle realtà che possono mantenere un profilo pubblico, e, nello stesso tempo, di trovare un criterio che fosse il meno soggettivo possibile, per dare la garanzia di sostenibilità a realtà più piccole, che hanno un volume di attività più contenuto, per le quali la forma del soggetto di diritto privato pu aiutare una maggiore agibilità nel loro lavoro.
Nel contempo, abbiamo anche cercato di individuare una fascia in cui in base alle specificità dell'Ente e del contesto in cui l'Ente lavora potesse esercitare l'opzione verso il soggetto di diritto pubblico o verso il soggetto di diritto privato.
Il dibattito, soprattutto per l'impegno del Movimento 5 Stelle, ha sollevato una questione, che posso riassumere in questi termini: quello di allargare, senza stravolgere l'impianto dell'articolo (anche se il vostro obiettivo poteva essere quello di riscriverlo, ma dal nostro punto di vista no) la fascia degli enti che mantengono un profilo di ordine pubblico.
Su questo terreno - e solo su questo terreno - la disponibilità è quella di trovare un punto di convergenza per vedere se è possibile effettivamente, trovando un punto di mediazione su questo elemento, fare in modo che poi il dibattito potesse sciogliersi e andare avanti nell'interesse comunque di portare a compimento un iter che da un anno, un anno e mezzo è in corso.
Quindi la proposta che ci sentiamo di fare e di sostenere politicamente è quella di abbassare da due milioni e mezzo a due milioni la soglia oltre la quale l'ente ha l'obbligo di trasformarsi in azienda pubblica. Se questo aiuta a sciogliere, non dico totalmente, ma in gran parte, le perplessità e i dubbi e permette al dibattito di proseguire per raggiungere l'obiettivo di portare a compimento in tempi ragionevoli l'iter legislativo, potrebbe essere una cosa che noi siamo disponibili ad accogliere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
È evidente che rimaniamo ovviamente su posizioni distinte, diverse nell'ambito complessivo della legge di riordino. Il nostro obiettivo sull'articolo 4 era quello di riuscire ad ottenere comunque un'apertura in merito alle tre fasce citate ai commi 2, 3 e 4.
Come ho avuto modo di dire più volte in questi tre anni, purtroppo siamo opposizione e quindi non possiamo dettare completamente la linea sulle nostre istanze su questo provvedimento e su molti altri.
Tuttavia, visto che amiamo presentarci e rappresentarci come un'opposizione seria, credibile e coerente, nel momento in cui abbiamo detto che il nostro obiettivo era quello di ottenere un'apertura su questo articolo, debbiamo dire che l'apertura c'è stata. Obiettivamente, avremmo voluto ottenere il 100 per cento, cioè abbassare la soglia a un milione e mezzo e quella più bassa a un milione, però ci rendiamo conto che ottenere già un'apertura con riduzione della soglia più alta che permette di incrementare il numero di aziende pubbliche era uno dei nostri obiettivi fin dall'inizio della discussione generale del provvedimento e quindi insomma, ne prendiamo atto con parziale, ma importante, soddisfazione.
Di conseguenza, non procederemo all'illustrazione degli altri emendamenti presentati sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, può venire presso la Presidenza? La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.27 riprende alle ore 16.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 27) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
A noi va benissimo l'illustrazione dell'Assessore, però dovrebbe dire quali sono i contenuti dell'accordo tra le parti. C'è stata la riunione di maggioranza, poi la sospensione, e va bene, l'abbiamo già visto altre volte, se è così che funziona è giusto che sia così, però a questo punto cosa succede? Si va avanti normalmente con gli emendamenti del Movimento 5 Stelle come stamattina o cambia qualcosa? Solo per saperlo anche noi.



PRESIDENTE

Solo un attimo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo se posso illustrare il mio parere sull'intero articolo adesso.



PRESIDENTE

Dopo, alla fine. Poi le darò io la parola.



OTTRIA Domenico

Okay, va bene. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Consigliere Pichetto, come Giunta esprimiamo il parere positivo su due emendamenti tra tutti quelli presentati sull'articolo 4; sono due emendamenti su cui noi diamo parere positivo e che abbassano la soglia da due milioni e mezzo a due milioni dove scatta l'obbligatorietà per diventare.
Il termine dell'accordo è questo, nient'altro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 16) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 17) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 19) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 20) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 22) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 23) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 26) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) interessato Diamo per illustrati tali emendamenti.
Emendamento rubricato n. 25) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

È l'emendamento che fa riferimento al valore medio della produzione.



BONO Davide

Sì, è uno dei due che verranno accolti. Lo illustro per tutti i colleghi, anche se l'ha già detto l'Assessore Ferrari: modifica il comma 3 sostituendo sostanzialmente la soglia di due milioni e mezzo con la soglia di due milioni. Quindi d'ora in poi, se dovesse passare questo emendamento al comma 3, quello in cui si dà la facoltà di scelta all'IPAB se diventare azienda di servizio pubblico alla persona o fondazione o associazione di diritto privato, la soglia non sarà più da un milione e mezzo a due milioni e mezzo, ma da uno milione e mezzo a due milioni.
In sostanza, è una fascia un po' più stretta, che si allarga poi nella fascia successiva del comma 4.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 28) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testi allegati al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 29) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) I proponenti danno per illustrati tali emendamenti.
Emendamento rubricato n. 30) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo, come ho detto, insiste sul comma 4 e abbassa la soglia del valore medio della produzione, calcolato con riferimento agli ultimi tre anni di attività, da due milioni e mezzo a due milioni. Quindi, al di sopra di due milioni, ovvero da due milioni e un centesimo in su, le IPAB si trasformeranno in aziende pubbliche di servizi alla persona.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testi allegati al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 31) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 32) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 33) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 34) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 35) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 36) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Diamo per illustrati i suddetti emendamenti.
aperta la discussione generale sull'articolo 4 e gli emendamenti ad esso riferiti.
La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Ero già intervenuto nella discussione generale sull'intero testo dicendo che, pur condividendo complessivamente questo disegno di legge avevo delle perplessità su due punti: uno era quello sull'articolo 4, cioè sulle soglie attraverso le quali si distinguono le IPAB che possono trasformarsi in azienda o in fondazione oppure in azienda pubblica di servizi alla persona; l'altro punto era quello relativo al personale. Le due questioni sono ovviamente connesse.
A mio parere, si poteva fare meglio, cioè si potevano introdurre in questo articolo 4 degli elementi che qualificavano maggiormente le caratteristiche delle IPAB. Non credo che la soglia legata al valore di produzione da solo possa riuscire a distinguere la bontà o meno dei servizi che le varie IPAB offrono. Secondo me, si poteva introdurre sicuramente il concetto del valore, ma accompagnato ad esempio al tasso di indebitamento negli ultimi tre anni, oppure anche allo stesso risultato di esercizio a cui hanno fatto riferimento i colleghi del Movimento 5 Stelle, che però da solo non credo che sia sufficiente.
Come avevo detto nel precedente intervento, ci sono realtà anche al di sotto di un milione e mezzo, che però sono IPAB sane e che danno dei servizi sul territorio.
Credo che un altro elemento che si poteva inserire era lo stesso radicamento sul territorio e che bisognava introdurre questi elementi insieme a una certificazione di qualità. Ci sono IPAB, ci sono aziende pubbliche che si stanno anche certificando; credo sia importante certificare i servizi e ottenere la tracciabilità dei servizi offerti, che sono quelli legati al personale che viene impiegato, ai minuti di assistenza e a tutti gli altri elementi che caratterizzano un buon servizio.
Al di là delle soglie, anche quelle sotto i due milioni o sotto un milione e mezzo, si potevano introdurre questi elementi, che tra l'altro ci vengono richiesti da altri soggetti interessati a questa importante partita.
Penso che questa sia un'occasione persa; ripeto, pur condividendo, non mi entusiasma neanche la finalità dei colleghi del Movimento 5 Stelle, per utilizzare soltanto la soglia non mi trova d'accordo.
Quindi, pur condividendo nel suo complesso il testo, annuncio il nostro voto di astensione su questo articolo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che sarebbe stato utile, come ho detto nella discussione generale, ma non nella discussione in sede di Commissione, cercare di tutelare maggiormente le aziende, mantenendo gran parte di esse sotto forma di aziende e non di fondazioni o associazioni.
La cosa strana cui assistiamo, ma che non mi stupisce, nel panorama politico di questa Nazione è un abbandono, da parte delle formazioni politiche di centrosinistra e di sinistra, di quelli che sarebbero dovuti essere loro tratti distintivi: c'è una deriva da parte loro nei confronti di tutto ciò che è pubblico, come se il pubblico fosse un aspetto che connota una negatività.
Credo che mai come in questa norma il rifiuto del pubblico non è soltanto un aspetto che riguarda la gestione di aziende, perché sarebbe facile e banale, ma è un aspetto che denota un tratto di distintivo che sta nei valori identitari di questa Regione.
Voglio ricordare che le IPAB sono pezzi di patrimonio privato che sono stati donati alla collettività, perché fungessero come servizio alla collettività: queste sono le IPAB all'interno del Piemonte e in tutta Italia. Devo dire che la nostra Regione, da questo punto di vista, ha una grande tradizione.
Non è che le IPAB, che oggi sono pubbliche o che rimarranno come aziende di diritto pubblico, non possano essere gestite con modalità privatistiche, nel senso che non è che l'efficienza non possa esistere.
Oggi abbiamo (non faccio nomi, perché sarebbe spiacevole confrontare l'una nei confronti dell'altra) IPAB che sono di diritto pubblico e che rimarranno, anche con la legge approvata, di diritto pubblico, che sono meravigliosi esempi di efficienza, ma abbiamo IPAB che sono gestite in modo privatistico, che diverranno con questa legge soggetti a carattere privatistico a tutti gli effetti, ma che sono gestite male.
La differenza non la fa un aspetto o l'altro, ma certamente la differenza la fa il possesso del patrimonio, perché fintanto che una donazione è gestita tramite un'azienda che è ente di diritto pubblico, con gestione privatistica, il pubblico può tutelare quel suo patrimonio e magari anche cambiare una gestione, laddove la gestione sia inefficiente tant'è che a legislazione vigente, l'Assessore è in grado di modificare la governance di un IPAB, laddove si riscontri una serie di inefficienze indebitamento, dimissioni del Consiglio d'Amministrazione e quant'altro anche se non ci fosse questa legge, l'Assessore è già in grado di poterlo fare.
Quindi, credo che queste regressioni che facciamo - lo vediamo qua, lo vedremo sulla libertà degli orari di lavoro nell'omnibus e l'abbiamo visto in altri aspetti, anche sulla legislazione nazionale, come se quello che accade a livello nazionale non fosse sufficiente - siano tutte occasioni perse.
Mi permetto, non andando in contraddittorio, ma volutamente rispetto a ciò che ho detto inizialmente, avendo ormai evidenziato che non c'è un soggetto e una parte politica che difende la gestione pubblica e un'altra parte che difende la gestione privata, credo che il nostro compito sarebbe quello di gestire, nelle situazioni come questa, una buona gestione pubblica che abbia l'efficienza del privato. Credo che, invece, passare da questa situazione a una privatizzazione del sistema pubblico come se fossimo certi che questo corrisponderà a maggiore efficienza e maggiori servizi soprattutto per i cittadini cui ci stiamo rivolgendo, sia un grande errore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Dopo la fase di discussione generale, non siamo più intervenuti, perch ritenevamo che il lavoro fatto in Commissione su un testo che non era assolutamente adeguato alle necessità del settore avesse portato comunque il nostro Consiglio a prendere delle decisioni, quantomeno nella maggioranza, irremovibili.
Ciò che mi lascia personalmente perplessa in funzione del fatto che essendo io il Capogruppo di Forza Italia in IV Commissione, questa riflessione ampia l'abbiamo portata, credo in tutti questi mesi, a conoscenza non solo dell'Assessore, ma anche della maggioranza, è vedere che oggi l'articolo 4, uno dei capisaldi delle discussioni che hanno animato la IV Commissione per almeno un bel po' di mesi, viene rivisto e corretto in Aula.
Questo mi fa dire che probabilmente non c'era chiarezza di intenti all'interno della Giunta.
Così come non mi lascia favorevolmente colpita, perché ritengo che i lavori fatti nelle Commissioni debbano sempre cercare di portare e di rispettare il mandato che noi abbiamo, vale a dire cercare di fare delle norme che servano per il settore, vedere che adesso anche una parte della maggioranza è perplessa rispetto al percorso che si sta facendo. Anche questo mi fa dire, Assessore e Giunta, che probabilmente qualcosa avremmo dovuta rivederla nel momento in cui noi abbiamo portato alla sua attenzione, e non soltanto alla sua attenzione, questo tema.
Aggiungo un passaggio. Sono state molte le voci che si sono levate in questi mesi, che non fanno parte di questo consesso consiliare, come associazioni, lavoratori e sindacati, che - ricordo - continuano a dire che c'è un problema. Capisco che l'Assessore dica che li ha incontrati parecchie volte, ma io sto a quelli che sono i documenti ufficiali presentati solo la scorsa settimana dalle rappresentanze sindacali.
Chiedo che venga fatta qualche riflessione in più, perché delle due l'una: o abbiamo passato qualche mese in Commissione a perdere tempo, visto che adesso ci ritroviamo in Aula e ci ritroviamo ad accogliere degli emendamenti su uno degli articoli che erano basilari nella discussione che abbiamo fatto, oppure probabilmente bisogna trovare al volo un accordo, e questo accordo lo prendiamo anche a discapito di quella che era una normativa che sembrava non perfettibile, ma perfetta nel momento in cui è stata approvata dalla maggioranza in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non vorrei che, nel general generico delle dichiarazioni sul complesso degli emendamenti, si nascondano posizioni assolutamente diversificate nel merito. Sul tema dei limiti dimensionali sotto i quali si deve convergere verso la fondazione o l'istituzione di diritto privato e sopra i quali invece, si può reggere l'organizzazione pubblicistica, che è ciò che la legge nazionale impone alle Regioni di fissare nelle proprie leggi quali sono i limiti dimensionali per, ci stanno tesi e finalità diverse.
L'ultimo intervento che ho appena sentito della Consigliera Porchietto era volto ad alzare l'asticella, non ad abbassarla: spingeva più verso la convergenza, verso il carattere privatistico e non certo pubblicistico.
Il Consigliere Vignale ci dice che la sinistra ha abdicato al suo ruolo e vuole privatizzare selvaggiamente. Anche nelle interlocuzioni con i soggetti esterni ci sono diversi punti di vista. Ci sono punti di vista che spingono verso una soluzione e verso un'altra.
In Commissione eravamo partiti da un disegno di legge che teneva conto sia del valore di produzione sia del patrimonio delle singole istituzioni come limiti dimensionali sulla base dei quali fare le scelte.
Dopo una lunga e articolata discussione - che per me non è stato tempo perso, ma è stata occasione di approfondimento - si è deciso che il dato patrimoniale non era utile per definire le caratteristiche operative dell'istituzione ed era meglio convergere sull'aspetto del valore di produzione sulla base di bilanci dell'ultimo triennio. In Aula non stiamo snaturando il percorso di Commissione, semplicemente quelli che erano i due milioni e mezzo sono scesi a due milioni.
Sono convinto anch'io che basare la valutazione a 360 gradi di una realtà e di un'istituzione sul solo dato della produzione del bilancio non sia soddisfacente, non sia la cartina tornasole completa dell'operatività dell'istituzione, ma sono anche convinto che siamo arrivati al punto in cui sia necessario dotare la Regione di una legge che avvii un percorso. Un percorso che non avverrà in una giornata sola, ma verrà attentamente monitorato nella fase esecutiva.
Credo che sia l'Assessorato sia il Consiglio, nelle proprie funzioni effettuerà questo monitoraggio. La scelta che facciamo oggi, accettando e votando uno degli emendamenti proposti da un Gruppo di opposizione, è di permettere, anzi, di imporre il percorso pubblicistico, l'evoluzione pubblicistica a un certo numero di IPAB in più rispetto a prima. Quindi non capisco l'intervento del Consigliere Vignale, che sembrava quasi accusarci di fare l'opposto di quanto invece andremmo a fare.
Dopodiché, rilevo che dal monitoraggio che si è fatto, se ora le IPAB sono un soggetto con un certo carattere ibrido e sono in un limbo ormai da 16 anni, a una natura sostanzialmente pubblicistica oggigiorno non corrisponde una gestione pubblicistica. Esternalizzazioni fatte direttamente, indirettamente, originariamente, successivamente oppure compendi patrimoniali cospicui che sono nei fatti sottratti dall'utilizzo pubblico perché congelati da gestioni commissariali o utilizzati per finalità terze che non sono quelle sociali, sono la realtà che viviamo e a cui noi dobbiamo mettere la parola fine.
Questo è l'obiettivo per cui siamo stati in Commissione e siamo in Aula, ma a questo punto vorremmo arrivare alla conclusione il più rapida possibile dell'iter legislativo, mettendo la parola fine a una situazione di gestione complessiva in cui tutto è fuorché ottimale. Distinguendo caso per caso, ovviamente, si potrebbero fare valutazioni diverse del complesso dei compendi patrimoniali che nel passato vennero devoluti per finalità pubblicistiche.
Chiudo dicendo che la valutazione di qual è l'evoluzione successiva cioè verso il privato o verso l'azienda pubblica, non comporta automaticamente, la soluzione di tanti problemi, in particolare di quelli sul personale cui abbiamo fatto cenno più volte. La normativa nazionale chiarisce che lo status nel rapporto di lavoro è comunque privatistico.
Allora la nostra attenzione, anche in fase emendativa nel prosieguo dell'esame, sarà quella di rafforzare il più possibile le garanzie dei posti di lavoro attuali, della tipologia di contratto e delle garanzie contrattuali che attualmente hanno i dipendenti operativi.
Probabilmente, emendando e scrivendo ancora meglio uno degli ultimi articoli che è quello che, nell'ambito delle istituzioni, quindi dell'evoluzione verso la soluzione privatistica, va a regolamentare il rapporto di lavoro del personale in essere. Mentre per ciò che sarà azienda pubblica, c'è già un articolo molto chiaro che richiama la norma nazionale e che mantiene inalterate le garanzie e lo status quo fintantoché non c'è una specifica contrattazione di comparto a livello nazionale.
Non è la semplice formula giuridica del contenitore che risolve o peggiora tutte le problematiche connesse al funzionamento delle IPAB e anche in questo, un'attenta valutazione e un attento monitoraggio del percorso successivo sarà nostro dovere compierli, affinché le trasformazioni avvengano nel modo migliore dal punto di vista del servizio e più garantista possibile dal punto di vista della forza lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

È stata fatta una ricostruzione di quanto è accaduto in Commissione in merito a questo articolo. Non vorrei risultare antipatico verso altri Gruppi di opposizione, ma noi abbiamo presentato un'attività emendativa su questo articolo anche in Aula. Probabilmente l'errore o, comunque, la non corretta formazione dell'articolo nasce in Commissione.
Abbiamo fatto 17 sedute, qualcuno può dire che sono tante o sono poche ma forse non abbiamo prodotto un testo così eccellente, altrimenti diversi Gruppi di maggioranza e di opposizione non avrebbero sentito il bisogno di fare delle modifiche e altri Gruppi non avrebbero detto, in discussione generale, che magari non è il testo migliore. La parte del patrimonio l'abbiamo eliminata in maniera abbastanza condivisa perché non avevamo i dati del patrimonio.
Tra l'altro, una buona parte del patrimonio è patrimonio anche indisponibile e dalla parte del patrimonio disponibile non si riesce capire quale realmente si può mettere sul mercato e si può valorizzare. C'erano dei problemi concreti. Noi abbiamo provato - mi sembra l'abbia detto il Consigliere Ottria - a inserire un altro dato, cioè quello del saldo di bilancio, del conto contabile, quello che riportavano anche le leggi nazionali in origine, e non abbiamo ricevuto grande sostegno su questo anche da altri Gruppi in fase di discussione.
Probabilmente non sarà la migliore legge che abbiamo scritto, anch'io ne sono convinto, e infatti voteremo contro questo articolo, ma l'attività emendativa è questa. Si fa in Commissione e poi si prova a fare un po' in Aula. È molto più difficile in Aula perché, giustamente, anche da parte di chi ha lavorato tanto sul provvedimento, si dice che la Commissione è la fase in cui si dialoga di più, l'Aula è quella delle contrapposizioni.
Sono d'accordo, tutte le concrete modifiche che si potevano fare, le modifiche sostanziali, si potevano fare in Commissione. Adesso siamo arrivati qui e abbiamo fatto una piccola modifica, di piccolo cabotaggio per ridurre un po' quell'area intermedia. Sulle modifiche sostanziali noi abbiamo provato a fare breccia nell'Assessorato e in maggioranza, ma non ci siamo riusciti.
Dal nostro punto di vista, noi non ci sentiamo di assumerci nessuna responsabilità su quelle che poi saranno le ricadute sul personale, questo lo vogliamo dire. Poi proveremo ancora a lavorare insieme alla maggioranza e all'Assessorato per far sì che queste ricadute siano le più basse possibili. Però non sono d'accordo con il collega Ottria nel dire che una buona parte delle ricadute sul personale discenderanno da questo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Mettiamola così: avremo modo, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, di chiarirci sul percorso, perché quando si accendono delle spie bisogna essere in grado di leggerle, e magari sono dei warning utili per modificare le traiettorie, anche soltanto nei metodi o nei comportamenti.
C'è una questione che riguarda le opposizioni, anche se non ho nulla da dire rispetto agli atteggiamenti sia in Commissione sia in Aula delle opposizioni. Hanno fatto il loro mestiere.
Voglio però difendere non le posizioni della maggioranza, vorrei che fosse chiaro. Voglio difendere la fatica, il tempo impiegato, l'attenzione l'approfondimento, le relazioni interne ed esterne al Consiglio regionale su quest'articolo, che riassumo per quanto riguarda le 17-18 sedute ufficiali di Commissione impegnate per questa legge con un titolo, che si chiama dignità. Quella la difendo e la difendo fino in fondo, annunciando il voto favorevole del Gruppo rispetto all'articolo 4.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 L'emendamento rubricato n. 37) è stato ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 38) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 39) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 40) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi sull'articolo 6 avremmo voluto intervenire in maniera più incisiva prevedendo, come indicato dalla legge quadro nazionale, degli incentivi alla fusione.
Ci rendiamo conto che in questo momento di grande difficoltà finanziaria rispetto al 2001, quando venne scritta la normativa nazionale risulta difficile ipotizzare degli incentivi economici; magari sarebbe stato possibile prevedere degli incentivi sotto altre modalità o, comunque un sostegno al percorso di fusione da parte della Regione. Così com'è l'articolo di per sé è un po' blando, perché dare la possibilità di fusione deve partire da un'intenzione propria delle IPAB stesse.
Oltre al tema dell'avere sede legale nel medesimo distretto di coesione sociale, noi vorremmo introdurre un altro obiettivo, un altro contenuto al comma 1, cioè quello dell'avere analoghe finalità statutarie, quindi, nel caso del socio-assistenziale e del socio-sanitario (penso agli anziani, che è il tema più diffuso), in quanto risulterebbe comunque più complicata una fusione tra IPAB che hanno finalità statutarie diverse, una magari più legata ai poveri, anche se ce ne sono oramai poche, una più agli anziani una più ai bambini e adolescenti, eccetera.
Non vorremmo, però, che questo diventasse un "paletto". Perché potrebbe esistere, ad esempio, una possibilità di fusione tra due IPAB aventi finalità statutarie poco diverse (perché, in effetti, la finalità è sempre quella dell'assistenza ai bisognosi), però magari una segue gli anziani l'altra i giovani, e così facendo noi ne impediamo la fusione. Che ci sia comunque, una finalità statutaria ampia.
Non so se su questo aspetto l'Assessore ha fatto delle riflessioni: noi lo vediamo come un plus, cioè come un qualcosa che aiuta a far sì che le fusioni avvengano, ma stiano in piedi. Non vorremmo, invece, che venisse percepito come un ostacolo, nel senso di dire che se le finalità sono diverse (anche solo parzialmente diverse) non facciamo la fusione.
Valuterei eventualmente l'aspetto assieme agli Uffici e all'Assessorato, per un ulteriore approfondimento.
Non no se mi sino sono spiegato: un'indicazione affinché le mele vadano con le mele, le pere con le pere, per dirla molto semplicemente! Ma non vorremmo che diventasse un ostacolo, visto che già così le fusioni le vedo molto difficili, perché se non sono previsti incentivi sarà difficile che due realtà diverse si mettano insieme, se non risiedono nello stesso Comune (non dico nel medesimo distretto di coesione sociale).
Valutiamo se è un qualcosa che porta ad un contributo positivo; noi riteniamo di sì.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Secondo me il Consigliere Bono pone una questione vera, nel senso che è opportuno favorire le fusioni nell'ambito di uno stesso territorio di programmazione sociale, diciamo così, quello che abbiamo chiamato "distretto di coesione", però anche per conseguire finalità equivalenti che si integrano bene.
Forse - e dico "forse" - se vogliamo raccogliere questa proposta, per evitare che diventi un paletto, quindi un ostacolo, sarebbe il caso di inserire la congiunzione "o" al posto della "e", nel senso "avente sede legale e medesimi fini socio-sanitari o socio-assistenziali o statutari" in modo tale che questo possa permettere, quantomeno, una valutazione su ambiti che possono essere anche distinti, ma con una finalità comune.
Correggendo quindi gli emendamenti in tal senso, noi esprimiamo il parere favorevole sia all'emendamento al comma 1 che al comma 2, che sono simili. Quello relativo al comma 3, invece, a mio avviso è assolutamente inutile, perché laddove si dice che su Regioni diverse non ci possono essere le fusioni, il discorso è già chiuso.



PRESIDENTE

Quindi esprime il parere favorevole sugli emendamenti rubricati n. 38) e 39), se modificati. Chiedo al Consigliere Bono di sottoscrivere la modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Accogliamo le richieste di modifica avanzate dall'Assessore Ferrari come segue "medesime finalità socio-assistenziali o socio-sanitarie o statutarie", sia sul comma 1 sia sul comma 2.
L'emendamento rubricato n. 39) al comma 2 lo diamo per illustrato.
L'emendamento rubricato n. 40) relativo al comma 3 è ritirato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 42) presentato da Bono, Frediani, Andrissi Mighetti, Valetti, Campo e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dopo la deliberazione della Giunta regionale con cui le IPAB inattive sono estinte, anche previa nomina di un Commissario se necessario, noi chiediamo di inserire le parole "previo parere della Commissione consiliare competente". Perché? Sostanzialmente, le IPAB che inattive nel campo sociale da almeno due anni o per le quali risultano esaurite o non più conseguibili le finalità previste nelle tavole di fondazione o negli statuti sono un discreto numero, ma, comunque, è un work in progress che porterebbe ad una serie di delibere di estinzione da parte della Giunta regionale, di cui la Commissione competente e il Consiglio non avrebbero contezza. Perché si avallerebbe il processo di estinzione che arriva direttamente dalla Giunta regionale ma noi ne prenderemmo atto solo con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale magari due o tre settimane dopo.
Non la vedo così difficile: se non vogliamo utilizzare il termine "parere", prevediamo almeno un passaggio informativo nella Commissione consiliare competente, oppure un'informativa - faccio una serie di suggestioni - almeno annuale rispetto a quello che è l'iter riguardante le IPAB inattive, perché sono tante (lo sappiamo, sono più di quelle attive) e quindi avere idea di come l'Assessorato sta lavorando su queste, se ha analizzato i documenti, se sta procedendo alle delibere, se nomina un Commissario e quant'altro.
Il parere può essere visto un po' complicato se per ogni delibera di estinzione deve passare in Commissione, però potremmo cercare di addivenire almeno a un accordo su un'informativa, altrimenti i Consiglieri prendono atto delle estinzioni delle IPAB dal Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. Secondo me, si potrebbe provare a inserire qualcosa nel merito per avere un'informativa prima o comunque durante il percorso di estinzione delle IPAB da parte dell'Assessore, magari anche un'informativa annuale non puntuale sulle singole IPAB, però avere un piano e avere un'informativa riguardante quelle che sono le estinzioni che vengono fatte via via.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 79) presentato da Appiano, Allemano, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 80) presentato da Appiano, Allemano, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 79) richiede che, prima di addivenire all'estinzione dell'IPAB con delibera di Giunta, venga consultato il Comune in cui l'IPAB ha sede legale.
Nell'emendamento n. 80) si prevede che la procedura di estinzione possa anche essere promossa, in prima battuta, dal Comune in cui l'IPAB ha sede legale.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 41) viene ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 43) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è sostanzialmente in linea con quanto detto dal collega Appiano. Noi proponiamo di aggiungere il comma 1 bis: "La condizione di inattività nel campo sociale da almeno due anni o l'esaurimento o la non conseguibilità delle finalità previste nelle tavole di fondazione o negli statuti è rilevato dalla Regione Piemonte, anche previa segnalazione da parte del Comune o dei Comuni insistenti nel distretto di coesione sociale ove ha sede legale l'IPAB".
Quindi non solo, come dice il collega Appiano, venga consultato il Comune, perché credo che poi ci sia anche un emendamento in cui il Comune può fare segnalazione.



(Commenti del Consigliere Appiano)



BONO Davide

Ah ecco, okay.
Noi, semplicemente, lo mettiamo come comma aggiuntivo. Le due formulazioni vanno bene entrambe: se vogliamo approvare un emendamento di Appiano per una volta.



(Commenti del Consigliere Appiano)



BONO Davide

Infatti. Cosa è scritto meglio dal punto di vista legislativo, quindi sicuramente quello di Appiano.



PRESIDENTE

Grazie.
L'emendamento n. 80) è già stato illustrato brillantemente dal collega Appiano.
Emendamento rubricato n. 87) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente ha lo stesso significato dell'emendamento precedente solo con un'altra formulazione. È sempre un comma 1 bis: "Il Comune dove ha sede l'IPAB può richiederne l'estinzione ai sensi del comma 1, con propria deliberazione"; dunque non solo una lettera alla Regione, ma anche una deliberazione che richieda l'avvio dell'iter d'estinzione da parte della Regione, che poi procede con deliberazione di Giunta regionale.
Diciamo che sono tre formulazioni diverse e io penso che siano più o meno corrette tutte e tre: valutiamo quale sia la migliore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 45) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Passiamo al comma 2. Vi è una serie di riscritture del comma 2, e su questo avevamo lavorato parecchio in Commissione; mi ricordo che si era giunti all'ultima parte - tra l'altro, con un emendamento del collega Ottria, mi sembra - in cui si diceva che, esperite senza esito le opzioni precedenti (stiamo parlando di devoluzione del patrimonio delle IPAB inattive che vengono estinte), l'estinzione deve seguire il rispetto delle tavole di fondazione e delle disposizioni testamentarie del fondatore quindi quello è contenuto nelle disposizioni testamentarie deve essere rispettato. Oppure: "In mancanza di disposizioni specifiche prioritariamente in favore del Comune".
Sostanzialmente, da una parte, non si può andare, da un punto di vista legale - immagino, e chiedo il supporto degli avvocati presenti in Consiglio - contro le volontà testamentarie anche se sono passati magari 150 anni; dall'altra, però, sarebbe interessante capire dove vengono devoluti questi patrimoni, perché si dice che tendenzialmente vanno ad altri enti benefici magari di connotazione religiosa o con finalità religiose, quindi quello che è un patrimonio collettivo in un certo qual senso rimarrebbe patrimonio collettivo, ma è ovvio che non è più pubblico.
Noi avremmo voluto cercare una formulazione che unisse l'uno e l'altro aspetto, ma capiamo che risulta sostanzialmente impossibile, per cui la formulazione va bene anche così.
In sostanza, se si rispettano le tavole di fondazione, il patrimonio può essere destinato prioritariamente in favore del Comune. Se il lascito testamentario diceva "assistenza ai bisognosi", che il patrimonio sia poi erogato in favore della parrocchia o sia trasferito al Comune, se anche il Comune con quel patrimonio ci fa assistenza ai bisognosi, dal mio punto di vista è garantito il rispetto delle tavole fondative. Invece, da questa lettura dell'articolo, mi sembra che sia un "o. o.", cioè c'è una "o" e quindi o ci sono disposizioni specifiche che vengono rispettate, oppure le si dà al Comune.
Dal nostro punto di vista, sarebbe comunque meglio darle al Comune. Poi è vero che dando il patrimonio al Comune si aprono tanti punti interrogativi, viste le condizioni di finanza molto difficile dei Comuni perché un patrimonio dovrebbe essere in conto capitale e quindi dovrebbe essere utilizzato in investimenti, non in spesa corrente. Infatti è ovvio che, se io utilizzo un patrimonio di 150 anni fa per coprire dei buchi di spesa corrente di quest'anno, il patrimonio viene consumato in un anno.
Di conseguenza, bisogna stare molto attenti - anche su questo, ammetto che non abbiamo presentato un emendamento in questo senso, ma fino alla votazione c'è tempo - a che il patrimonio sia destinato verso forme di investimento e non a coprire buchi di spesa corrente, altrimenti in un anno contabile perdiamo tutti i patrimoni.
Sull'ultimo tema, accorpo un po' di emendamenti e quindi supero un po' i tre minuti di tempo a mia disposizione. Sulla parte relativa all'individuazione di un ente privato operante nel settore socio assistenziale, previa procedura ad evidenza pubblica, l'Assessora ci ha illustrato casi reali e concreti, in cui il Comune ha rifiutato il patrimonio. Perché? Perché non era patrimonio valorizzabile, quindi bisogna anche capire quello, cioè se - detto molto semplicemente - si tratta di una catapecchia, è ovvio che non è patrimonio valorizzabile, se invece è un qualcosa di utile e se ha un valore, tendenzialmente i Comuni fanno a gara per prenderselo.
In questo caso, si procede a individuare un ente privato operante nel settore socio-assistenziale. Anche qui è di nuovo, secondo noi un'ulteriore apertura al privato. È ovvio che se non mettiamo neanche quello, sarebbe interessante capire a chi va quel patrimonio: se nessuno lo vuole resta lì, resta senza una finalità. Trovo comunque difficile immaginare che se il Comune non vuole un patrimonio arrivi un privato che lo voglia rilevare e voglia mettere i soldi per poi farci qualcosa. Non so.
Abbiamo qualche dubbio anche sul secondo comma; se, prima della votazione dell'articolo 7 complessivo, vogliamo fare ancora alcune valutazioni sul secondo comma, noi siamo disponibili a inserire subito quella parte del vincolo in favore del Comune, ma non un vincolo su spesa di investimento piuttosto che su spesa corrente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 44) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 88) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 89) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 90) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 91) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 46) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
I suddetti emendamenti sono dati per illustrati dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 99) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Solo per precisare che l'emendamento n. 99), da me presentato, è finalizzato a raccogliere una sollecitazione proveniente da ANCI l'associazione dei Comuni, per cui laddove il patrimonio viene trasferito al Comune territorialmente competente, gli eventuali introiti derivanti da tale procedura vanno a finanziare i servizi sociali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 41) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Chiedo scusa, ma stiamo andando un po' velocemente rispetto ai tempi della Commissione. Nel caso del Comune di Torino, come funziona? Nel senso che qua si parla...
APPIANO Andrea (fuori microfono) Male.



BONO Davide

Beh, certo! Ne beneficerà l'Ente gestore? In questo caso il Comune.
Perfetto.



PRESIDENTE

Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 47) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Percepisco un parere positivo da parte della maggioranza su questo emendamento.



PRESIDENTE

Non si sa mai!



BONO Davide

No, ma lo percepisco, lo presagisco.
Visto che prima questo emendamento non è passato, chiediamo che sui procedimenti di riordino la Giunta regionale definisca con propria deliberazione e aggiungiamo, previo parere della Commissione consiliare competente, le modalità e i termini per i procedimenti di riordino delle IPAB e per i procedimenti di fusione, nonché i criteri per l'individuazione dell'ente destinatario del patrimonio delle IPAB inattive, di cui all'articolo appena votato, l'articolo 7.
Sostanzialmente, noi chiediamo che la Giunta venga in Commissione per portare la deliberazione riguardante il riordino delle IPAB e che la Commissione si esprima con un parere.
Non inseriamo neanche obbligatorio e vincolante anche se tendenzialmente, la maggioranza ha l'abitudine di votare a favore delle delibere, dei regolamenti e di quanto viene portato dalla Giunta. Se fossi un Assessore, non avrei paura a inserire "obbligatorio e vincolante", mi fiderei ampiamente della mia maggioranza, tuttavia capisco le cautele dovute e di rito.
Va bene un parere semplice.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 105) presentato da Vignale, Graglia, Porchietto.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Vignale lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 48) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 49) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere dà per illustrati gli emendamenti rubricati n. 48) e 49).
Emendamento rubricato n. 92) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stessa richiesta di modifica del precedente, in questo caso si chiede il parere obbligatorio e vincolante del Comune in cui l'IPAB ha sede.
Si parla di procedimenti di riordino in generale e quindi si chiede come prima parlavamo dell'articolo 7 per quanto riguarda le IPAB inattive la consultazione e la richiesta di estinzione da parte del Comune. Anche sull'articolo 2 la scorsa volta avevamo introdotto delle modifiche riguardanti la possibilità di azione da parte del Comune per quanto riguarda il riordino. Qui lo inseriamo nell'articolo 8.
Ritengo sia assolutamente opportuno - poi sull'obbligatorio e vincolante lascio la decisione alla maggioranza - che la trasformazione avvenga tramite non solo la consultazione, perché la consultazione comune è un po' general generica, significa tutto e niente. Invece acquisizione di un parere del Comune è più vincolante, senza che sia un vincolo o un parere positivo, ma almeno un vincolo all'espressione di un parere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 93) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Bono dà per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 50) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Semplicemente chiediamo di modificare i termini temporali. Si dice un anno, ma noi chiediamo di accorciare le tempistiche per le IPAB che si trasformano in aziende, presentando l'istanza di trasformazione corredata dalla proposta di statuto, non entro un anno dalla data di entrata in vigore, ma entro sei mesi.
Essendo quello del valore medio della produzione degli ultimi tre anni un criterio dimensionale molto semplice - o sei sopra o sei sotto il target di due milioni di euro - penso che almeno l'istanza di trasformazione corredata alla proposta di statuto, in sei mesi si possa fare.
È ovvio che, nel frattempo, la Regione dovrebbe aver definito tutte le modalità, i termini e i criteri di cui al comma 1. Forse si potrebbe dire più che da sei mesi dall'entrata in vigore della.
Chiedo scusa, pensavo fosse entrata in vigore della legge, in effetti c'è scritto "entrata in vigore della deliberazione della Giunta regionale".
Ribadisco, sei mesi dall'entrata in vigore della deliberazione di riordino della Giunta regionale sono più che sufficienti.
Se vogliamo dare un anno per andare incontro alle esigenze delle IPAB che diventano aziende pubbliche, va bene, l'importante è che ci siano visto che si è fatto un grande lavoro e si è accelerato anche oggi in Commissione, delle tempistiche certe sulla trasformazione in aziende pubbliche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 81) presentato da Appiano, Allemano, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Questo emendamento riguarda il comma riferito alle IPAB, per cui vi è facoltà di scelta tra istituzione o fondazione privata e azienda pubblica.
Il comma originario prevede che venga data comunicazione al Comune in cui ha sede questo procedimento di riordino. L'emendamento chiede che venga consultato il Comune nel merito del procedimento di riordino e, quindi della facoltà di scelta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Emendamento rubricato n. 52) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 53) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Abbiamo presentato tutti emendamenti che accorciano le tempistiche. Per quanto riguarda le proposte di fusione, chiediamo di ridurre le tempistiche da un anno a sei mesi.
L'emendamento n. 53) è identico, quindi si può ritirare perché ha il medesimo contenuto.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 53) è ritirato dal proponente Emendamento rubricato n. 54) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Bono lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 55) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 56) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Capiamo la ratio del comma 8, nel senso che si mette una scadenza temporale, ma se è solo ordinatoria e non perentoria è una non scadenza. Se si dice entro un anno e poi non c'è nessuna azione sostitutiva da parte della Regione, scaduti quei termini è come non mettere una scadenza, quindi capiamo la ratio.
Noi chiedevamo di abrogare il comma 8; ma abrogarlo può anche risultare eccessivo. Capire se c'era la possibilità o di una prorogatio dei termini una sola volta, oppure comprendere quali possono essere le difficoltà dell'ente.
Ribadisco, una volta che è stata fatta la deliberazione, ci sono i criteri, ci sono i requisiti, ci sono i valori dimensionali economici, ma mi risulta difficile comprendere come in sei mesi o, addirittura, in un anno nella formazione originaria, un'IPAB non riesca a scrivere uno statuto e a fare la richiesta di trasformazione.
Se la maggioranza vuole mantenere il fatto che se entro un anno non viene fatto, la Giunta nomina un commissario, secondo me è un po' invasiva come misura. Se fossero più di un'IPAB, si dovrebbero nominare tot Commissari per provvedere in via sostitutiva. Non so se l'Assessorato abbia pensato a qualche formulazione alternativa più utile, noi non abbiamo avuto il tempo di ragionarci.
Abbiamo presentato un emendamento, più che altro, per aprire una discussione. Ci rendiamo conto che c'è un ratio dietro questa richiesta proprio per non fare scadere i termini senza nessuna azione da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Da parte della Giunta c'è un parere favorevole all'emendamento n. 47) con la seguente motivazione. Noi daremo un parere negativo sugli emendamenti che chiedono il parere della Commissione sui singoli provvedimenti, ma siccome qui c'è in gioco una delibera quadro sui criteri che accompagneranno la trasformazione, ci sembra utile e doveroso un passaggio in Commissione.
Diamo parere favorevole all'emendamento n. 105) del Consigliere Vignale, però con una condizione: che ci sia concesso di cambiare i termini temporali. Comprendiamo la necessità di dare un termine per l'atto deliberativo. Un confronto con gli Uffici ci ha portato a definire l'arco di sei mesi dall'approvazione di questa legge come un tempo congruo per fare una cosa fatta bene, con tutti i crismi. Quindi, chiediamo come condizione per il parere favorevole che venga aggiunto non "entro 60 giorni", ma "entro sei mesi dall'approvazione".
Poi l'altro parere favorevole è sull'emendamento n. 81) del Consigliere Appiano.
Per il resto, il parere è negativo.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 105) del Consigliere Vignale è modificato nella seguente modalità: anziché "entro e non oltre 60 giorni dall'entrata in vigore", viene modificato in "entro e non oltre sei mesi"; lo traduciamo però in giorni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), come modificato, sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 57) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento è al comma 1, che chiediamo di modificare, inserendo il parere preventivo della Commissione consiliare competente. La Giunta regionale, su richiesta dell'IPAB medesima o d'ufficio, in caso di IPAB in condizioni economiche di grave dissesto, dispone la messa in liquidazione dell'ente, nominando contestualmente un commissario liquidatore.
Noi chiederemmo che ci fosse un passaggio preventivo in Commissione perché ribadisco che, anche in questo caso, di IPAB in grave dissesto fortunatamente, non ce ne sono tantissime.
Un conto è la trasformazione di oltre 100 IPAB che possono portare a una serie di eccessivi pareri della Commissione consiliare competente, ma in questo caso le IPAB in condizioni economiche di grave dissesto sono veramente poche, quindi potremmo dare un parere in Commissione relativamente alla richiesta dell'IPAB medesima o d'ufficio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 58) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

In questo caso chiediamo che, oltre alla procedura d'ufficio su richiesta dell'IPAB medesima - il che di solito è un po' raro, perché è difficile che l'IPAB segnali la condizione economica di grave dissesto - si possa fare una segnalazione anche da parte del Comune o dei Comuni insistenti nel distretto di coesione sociale ove ha sede legale l'IPAB.
Quindi, il Comune può avere contezza della situazione economica dell'IPAB, esattamente come la Regione che adesso attua la vigilanza a seguito del passaggio di tale competenza dalle Province. Quindi, prevediamo che anche il Comune possa stimolare questa azione della Regione in merito alla liquidazione delle IPAB in grave dissesto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 59) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il comma 2 applica le norme procedimentali di esecuzione delle liquidazioni di enti di diritto pubblico. Avremmo voluto aggiungere altre cose, perché il comma l'abbiamo scritto un po' velocemente. In effetti, ci sono norme di rango nazionale che non possono essere bypassate, cioè ci sono una serie di liquidazioni da fare in merito agli aventi diritto in caso di una liquidazione di ente di diritto pubblico, però nel caso in cui avvenisse una rimanenza del patrimonio, che viene citato anche al comma 3 vorremmo dare una finalità e una destinazione prioritaria al Comune.
Quindi, è una sintesi tra il comma 2 e il comma 3, però con una maggiore indicazione della devoluzione al Comune del patrimonio residuante alla procedura di liquidazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 60) presentato da Bono, Frediani, Andrissi Mighetti, Valetti, Campo e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 61) presentato da Bono, Frediani, Andrissi Mighetti, Valetti, Campo e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) I proponenti li danno per illustrati.
Emendamento rubricato n. 106) presentato da Vignale, Porchietto.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 9 prevede tutta una serie di dinamiche per le situazioni di dissesto economico delle IPAB che stanno correttamente in capo alla Giunta regionale.
Relativamente al comma 3 - cioè chiusa la liquidazione, quando la Giunta regionale dispone l'estinzione della IPAB e la devoluzione del patrimonio - noi chiediamo che vi debba essere un'informativa in sede di Commissione consiliare, che non esprime un parere nel merito.
Quando un'IPAB cessa la sua finalità (essendo estinta) e gli stessi beni sono devoluti all'Amministrazione comunale in cui ha sede, credo che sia corretto, ancorché ne benefici poi l'ente gestore di quella realtà, che la Commissione consiliare ne abbia informativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 94) presentato da Bono, Frediani, Andrissi Mighetti, Valetti, Campo e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 95) presentato da Bono, Frediani, Andrissi Mighetti, Valetti, Campo e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) I proponenti li considerano illustrati.
La parola all'Assessore Ferrari, per esprimere il parere della Giunta regionale.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

La Giunta esprime parere favorevole all'emendamento rubricato n. 58) mentre sugli altri il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Diamo atto per il verbale che il Consigliere Campo ha espresso parere favorevole sull'emendamento n. 57).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 61), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Diamo atto per il verbale che la Consigliera Frediani ha espresso parere favorevole sull'emendamento n. 59).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 82) presentato da Appiano, Allemano, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Sarò velocissimo.
Era già stato annunciato in Commissione: si chiede la soppressione del comma 5, perché è chiaro che le future istituzioni aziende rientrano nel sistema dei servizi pubblici, per cui dire che all'azienda può essere conferita, da parte dei Comuni singoli o associati, la gestione dei servizi socio-assistenziali e sanitari o è un'ovvietà, o, dall'altro lato, rischia all'interno di un distretto di coesione sociale, di disgregare l'armonia di tutti i Comuni, immaginando che singoli Comuni possano dare dalle funzioni sottraendole dalla gestione associata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 100) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
È soltanto un emendamento che sopprime una parte del comma 1, lettera b): lo Statuto dell'azienda stabilisce la composizione e le attribuzioni degli organi di governo, non "la possibilità di erogare compensi agli amministratori", che viene espunta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 83) presentato da Appiano, Allemano, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, è stato interamente riscritto l'articolo 12, ma solo per poter scrivere in italiano il concetto che ci premeva, cioè al comma 2 si precisa che i compensi vengono definiti entro tetti massimi e criteri omogenei fissati dalla Giunta e non sono rimessi alla discrezionalità della singola azienda.
Immagino che, per coerenza con la votazione precedente, occorra per togliere il compenso spettante agli amministratori e quindi far riguardare solo al compenso del direttore questo emendamento, stante la gratuità.
Quindi andrei a correggere l'emendamento.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Parere favorevole con la correzione.



PRESIDENTE

Venga un attimo al banco della Presidenza per fare la correzione Consigliere Appiano.
Bene.
L'articolo 12 è così modificato. Viene soppresso il comma c), dove c'è scritto "i compensi spettanti agli amministratori;". Il comma 2 dice: "Il compenso di cui al comma 1, lettera d), è definito tenendo conto dei criteri omogenei e dei tetti massimi stabiliti dalla Giunta regionale".
Così modificato, l'emendamento viene posto in votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 101) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
È un emendamento che ha il valore di completare il pensiero per rispetto di alcune tipologie, per cui al comma 3, lettera b), dell'articolo 13, dopo la parola "d.lgs. 207/2001", si inserisce la frase ", qualora non attribuite dallo statuto all'assemblea, ove prevista".



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 101).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 62) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo solo correggere: non è il comma 4, perché non esiste la lettera a) del comma 4, ma evidentemente mi riferisco al comma 2.



PRESIDENTE

È già stato corretto. La copia che ho io è già corretta.



BONO Davide

Gli uffici sono sempre un passo avanti a noi.



PRESIDENTE

All'articolo 14, comma 2, lettera a), dopo le parole "dell'ente gestore istituzionale dei servizi socio-assistenziali del territorio ove insiste l'azienda", si aggiungono le parole "e loro parenti e affini fino al 2 grado".



BONO Davide

Si parla di incompatibilità. La carica di Presidente o componente del Consiglio di Amministrazione è incompatibile con la carica di componente della Giunta o del Consiglio regionale, provinciale, comunale metropolitano, dei Comuni appartenenti all'ambito territoriale dell'ente noi aggiungeremmo "anche parenti e affini fino al secondo grado".
Abbiamo aggiunto il secondo grado in linea retta, proprio perch ricordo che ne avevamo discusso - c'era difficoltà a trovare profili e persone che volessero svolgere il ruolo di componenti del Consiglio di Amministrazione, a maggior ragione adesso che abbiamo inserito il fatto che non ricevono compensi.
Invece, per quanto riguarda il Presidente, che ha funzioni di rappresentanza legale dell'azienda, questo ha anche una retribuzione. Forse potremmo scorporare le due figure e quindi avere delle misure più restrittive per il Presidente e un po' meno restrittive per i componenti del Consiglio di Amministrazione, però nel Consiglio di Amministrazione si vota comunque e quindi le decisioni vengono prese anche dai componenti del Consiglio.
Ricordo che avevamo fatto questa discussione col Consigliere Ravetti e avevamo visioni un po' più stringenti, poi mi rendo conto che sul territorio può risultare complicato trovare persone che vogliano svolgere delle funzioni senza retribuzione, magari con dei possibili contenziosi legali e amministrativi pesanti, però si sta andando verso questo come prassi consolidata nazionale, prova ne sono anche gli emendamenti della Giunta regionale negli articoli precedenti.
Ragioniamo quindi se, inserendo questa restrizione, manteniamo comunque una platea abbastanza larga oppure no. Valutiamo attentamente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 63) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è uguale sulla lettera b).



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 64) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sul patrimonio, visto che si riprende una norma, se non sbaglio nazionale, anche in questo caso si dice che "all'atto della trasformazione le IPAB provvedono a redigere un nuovo inventario dei beni immobili e mobili", segnalando la struttura regionale e gli immobili di valore storico, monumentale, pregio artistico, eccetera.
Sarebbe interessante sapere quando è stato fatto l'ultimo inventario dei beni. Nel senso che c'è una fase intermedia, dall'ultimo inventario al nuovo inventario all'atto della trasformazione, che rimane scoperta. Nel senso che ci potrebbero essere stati cambiamenti notevoli nel valore del patrimonio e nella consistenza dello stesso, di cui non abbiamo contezza.
Abbiamo visto la difficoltà della struttura regionale ad acquisire i dati dalle Province e ad acquisire i dati da quelle IPAB che non hanno consegnato, riferita ai loro dati patrimoniali, neanche alle Province.
Quindi, c'è una zona grigia che non conosciamo e che non riusciremo conoscere.
Sarebbe utile avere un nuovo inventario prima della trasformazione. Per esempio, se domani viene approvata la legge, tra tre settimane sarà vigente. Ci sono sei mesi di tempo affinché la Giunta regionale faccia la deliberazione, c'è un anno di tempo per trasformarsi in azienda pubblica o fondazione o associazione, quindi abbiamo più di un anno e mezzo di tempo.
Non capiamo se all'atto della trasformazione significa al termine di questo percorso, cioè alla fine dell'anno e mezzo o se quando inizia.
Vorremmo che avvenisse prima della trasformazione, cioè prima dell'atto formale di trasformazione: vuol dire adesso, terminata la legge, approvata la legge ed entrata in vigore, tutte le IPAB, sia che vanno verso il pubblico o verso il privato, dovrebbero fare il nuovo inventario dei beni la Regione lo acquisisce, facendo già un atto di controllo e di vigilanza anche perché per l'inventario magari ci mettono tanto tempo.
Non è una questione soltanto semantica, ma è una questione per noi importante e fondamentale.
Quindi, chiediamo di sostituire "all'atto della trasformazione" con "prima della trasformazione", o comunque possiamo scrivere "subito dopo approvata la legge". L'inventario dovrebbe iniziare una volta approvata la legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 65) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei un attimo d'attenzione da parte dell'Assessorato e anche dei Consiglieri.
Al comma 5 si parla di trasferimento a terzi di diritti reali su immobili, il cui trasferimento viene preceduto da una comunicazione alla struttura regionale, che può chiedere chiarimenti limitatamente ai casi in cui non è contestualmente documentato il reinvestimento dei proventi, cioè se i soldi che si ottengono dall'alienazione di un bene li reinvesto sull'IPAB non è necessario chiedere nulla, ma nel caso in cui quei soldi non sono utilizzati immediatamente per incrementare il patrimonio al funzionamento delle IPAB, la Giunta ha solo 30 giorni per richiedere comunicazioni.
Visto che gli Uffici hanno tanto lavoro, non andiamo a chiuderci con tempistiche molto strette. Per fare una deliberazione di Giunta regionale complicata e complessa, l'Assessore ha chiesto sei mesi. Quando arrivano delle richieste di alienazione di trasferimento a terzi di diritti reali su immobili, diamo 30 giorni e poi procediamo, perché poi c'è il silenzio assenso; decorsi inutilmente 30 giorni, gli atti acquistano efficacia.
Proponiamo di eliminare l'ultima parte, rendendoci conto che la norma rimarrebbe monca, perché se non c'è una scadenza o, comunque, una procedura che dice cosa succede in caso di non risposta non andiamo avanti, però 30 giorni sono veramente pochi: il tempo della comunicazione, arriva in Giunta, ma l'Assessore Ferrari e chi ha fatto l'Assessore sa che 30 giorni sono pochi.
Chiederei su questo di allargare le tempistiche. Noi abbiamo chiesto sei mesi, che forse sono un po' troppi, che sono in linea con quello che ha chiesto la deliberazione della Giunta regionale. Vogliamo fare tre mesi, 90 giorni? Però allarghiamo un po', perché 30 giorni sono veramente pochi Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 67) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 66) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tali emendamenti sono dati per illustrati dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 84) presentato da Appiano, Allemano e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Un po' a corollario di quanto abbiamo detto e sentito anche poc'anzi secondo me, manca, ed è questa la ragione dell'emendamento, un comma dove il principio dell'obbligo di vigilanza da parte della Regione sul corretto utilizzo di tutto il patrimonio di quest'azienda venga sancito. Quindi l'emendamento propone di inserire, come clausola di chiusura, un 10 bis affermando un principio che nel capo IV relativo a persone giuridiche di diritto privato, invece, era già stato esplicitato al comma 2 dell'articolo 28, quindi completa un po' un principio sacrosanto, anche sull'azienda pubblica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Il parere sull'emendamento presentato dal Consigliere Appiano è favorevole.
Sul comma 5, credo che questi atti non siano paragonabili con quelli di cui abbiamo parlato prima, perché stiamo parlando di una dimensione e di una mole radicalmente diverse. Se vogliamo proprio venirci incontro su questo punto e vediamo che effettivamente può essere uno spazio di migliore agibilità, proporrei di passare da 30 a 60. Se questo è accettato, posso dare parere favorevole, ma modificando questa parte che poi si ripete anche sulle altre parti.



PRESIDENTE

L'emendamento che deve essere modificato è il 65).
Sugli altri il parere è negativo.
Consigliere Bono, vuole modificarlo? Si avvicini al banco della Presidenza per cortesia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Emendamento rubricato n. 68) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Al comma 2, la Giunta regionale definisce, con propria deliberazione, i criteri generali in materia di contabilità delle aziende. Chiediamo che anche questa deliberazione passi in Commissione consiliare per l'espressione di un parere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 69) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

È un criterio di trasparenza e di pubblicità. Chiediamo che i bilanci delle aziende siano pubblici e siano pubblicati su un'apposita sezione del sito dell'azienda e, se possibile, anche in una sezione dell'Assessorato alle Politiche sociali della Regione Piemonte. In un'ottica di trasparenza per trovare un bilancio di un'azienda pubblica si deve ricorrere all'ennesimo accesso agli atti, non solo da parte dei Consiglieri regionali, ma anche da parte dei cittadini.
Penso non ci sia nulla da nascondere in un bilancio di un'azienda pubblica. Discuteremo più a lungo sulle fondazioni o associazioni dove è più complicato dare una trasparenza al loro bilancio, ma in questo caso penso sia quantomeno più semplice e fattibile la trasparenza sul bilancio delle aziende pubbliche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Parere negativo anche tenendo conto del fatto che, comunque, i bilanci sono pubblici di per sé, quindi si possono consultare e verificare.
Consigliere Bono, le chiedo di tornare un attimo indietro, perché c'è stato un qui pro quo. Sul comma 5 dell'articolo 16 ho accettato la proposta di alzare da 30 a 60 i termini temporali, ma nel suo emendamento non c'era la frase "decorso inutilmente tale termine, gli atti acquistano efficacia".
Questo lo avevo tenuto nelle mie intenzioni.
Non è possibile modificare?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 102) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

È un emendamento di natura tecnica, per cui al comma 2 dell'articolo 19, tra le parole "normativa" e "regionale" sono inserite le parole "nazionale e" per dare completezza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Emendamento rubricato n. 103) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Anche questo emendamento è soltanto per coerenza tecnica rispetto ad articoli precedenti. Al comma la parola "segretario" si sostituisce con la parola "direttore".



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, le chiedo cortesemente di terminare qui per oggi la votazione sulla riforma delle IPAB, perché avremmo bisogno di approfondire il contenuto di alcuni articoli che dovremmo votare successivamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Consigliera Porchietto, c'è la questione - che a lei sta molto a cuore del personale; quindi, stiamo facendo gli approfondimenti per intervenire su quello e abbiamo bisogno di alcuni giorni.



PRESIDENTE

Non credo che ci siano opposizioni.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Volevo solo capire una cosa: la gestione dell'Aula da parte di chi è? Da parte del Presidente di IV Commissione o sua, Presidente? È solo per capire, anche per noi, così sappiamo da quale parte dell'Aula rivolgerci.
Siamo un po' in difficoltà nel capire.



PRESIDENTE

Stiamo discutendo un provvedimento di legge. Il Presidente della IV Commissione ha chiesto di sospendere la discussione per delle questioni tecniche che impediscono il proseguimento del disegno di legge. L'Assessore Ferrari, che è l'Assessore competente, raccoglie questa richiesta del Presidente Ravetti.
Chiedo all'Aula, se ci sono questioni che si oppongono; se non ci sono questioni che si oppongono, possiamo sospendere la discussione. Se invece ci sono questioni motivate che si oppongono al fatto che sospendiamo la discussione del provvedimento, io sono disponibile ad ascoltarle.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Avevo capito che volessero utilizzare questa mezz'ora per affrontare quelle questioni e che quindi chiedessero la chiusura dei lavori. Non è la prima volta che si verifica che un Gruppo chieda la chiusura del Consiglio perché vuole affrontare qualche argomento.
Le garantisco che la gestione è dell'Ufficio di Presidenza e che non si fanno sconti a nessuno, nel rispetto naturalmente del parere di tutti.
Quindi, sospendiamo la trattazione del disegno di legge sulle IPAB e proseguiamo i lavori.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Tutela del consumatore

Proseguimento esame ordine del giorno n. 1140 presentato da Gariglio Allemano, Appiano, Caputo, Ferrentino, Gallo, Motta, Ravetti, Rostagno e Valle, inerente a "Sollecitare il Governo e il Parlamento ad impedire l'entrata in vigore nel nostro Paese del Trattato CETA, arrestando il processo di ratifica dell'Accordo e adottando ogni iniziativa necessaria ad ostacolare l'applicazione dello stesso anche in via provvisoria"; ordine del giorno n. 1137 presentato da Gancia e Benvenuto, inerente a "CETA (Comprehensive Economic and Trade Agremeent)"; ordine del giorno n. 1141 presentato da Bertola, Andrissi, Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Contrarietà al trattato internazionale CETA"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli ordini del giorno n. 1140, n. 1137 e n.
1141, di cui al punto 8) all'o.d.g.
È iscritto a parlare il Consigliere Marrone.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

In merito all'ordine del giorno che ha citato, credo che ci siano diversi interventi, che non ci si limiti all'intervento del Consigliere Marrone. Peraltro, nella scorsa seduta erano già stati svolti alcuni interventi. Quindi, credo che per procedere in maniera ordinata, salvo che si voglia procedere con due interventi oggi e due il prossimo Consiglio, se è il caso si convochi una Conferenza dei Capigruppo per capire come svolgere i lavori questa sera.



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo alle ore 18.45 mi sembra.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Credo che non sia corretto far svolgere un intervento o due questa sera e poi riprendere su questo tema la prossima volta, salvo che si dica che sul CETA la prossima seduta si incomincia immediatamente, perché non possiamo andare avanti un mese con lo stesso ordine del giorno.
Presidente, decidiamo quando farlo, altrimenti per lo stesso ordine del giorno ogni seduta dobbiamo ricapitolare gli interventi della volta precedente. Mi pare che la volta scorsa fosse intervenuto il Consigliere Molinari: se non me lo ricordo più, glielo faccio ripetere?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Vista l'urgenza e visti i documenti di varie forze politiche, noi rinunciamo a intervenire e chiediamo di procedere alla votazione.
Se così non fosse anche per gli altri, vi dico anche sommessamente che c'è come altro punto all'o.d.g. la vicenda della cessione dell'ILVA anch'essa molto urgente.



PRESIDENTE

Il Presidente di Gruppo Pichetto Fratin propone di non discutere l'ordine del giorno su CETA, perché è chiaro che la discussione pu portarci avanti nei lavori.
Il Consigliere Grimaldi ha detto che, se non si può discutere sul CETA c'è un altro ordine del giorno che può essere discusso.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Siamo d'accordo sul fatto di procedere alla votazione rispetto agli atti di indirizzo sul CETA, quindi rinunciamo alla discussione per passare subito alla votazione, anche per evitare di trascinare troppo a lungo il tema sul quale le posizione sono abbastanza chiare.



PRESIDENTE

Quindi, lei raccoglie la proposta del Consigliere Grimaldi di mettere in votazione direttamente senza discussione. Un quarto d'ora a disposizione ce l'abbiamo.
Il Consigliere Grimaldi e il Movimento 5 Stelle propongono la votazione diretta. Il PD credo che sia d'accordo. Lei, Consigliere Marrone, è iscritto a parlare e ha il tempo a disposizione come da Regolamento.
Consigliere Marrone, vuole intervenire? Prego, Consigliere Marrone, ha la parola.



MARRONE Maurizio

In realtà, non si vuole negare il dibattito; si vuole dargli semplicemente il peso che merita. La fretta con cui si cerca di portare alla votazione sbrigativa questo atto di indirizzo, secondo me - spero che i colleghi avranno voglia di intervenire per smentirmi - tradisce l'imbarazzo di un centrosinistra che in Piemonte ha una posizione e una posizione diversa a Roma in Parlamento.
Questo è clamoroso, perché si parla di un'indicazione che arriva da un'associazione di categoria territoriale, nazionale ma anche dalle sue strutture territoriali - e parliamo di Coldiretti, ma non solo, anche di altri sindacati - che dall'altra parte è stata assolutamente disattesa dal Governo e dalle forze di maggioranza di centrosinistra che sostengono il Governo Gentiloni e dall'altra parte, invece, le stesse forze politiche in Piemonte cercano di dare un indirizzo diverso.
La motivazione è molto semplice, perché sapete che l'indirizzo che volete dare al vostro governo è del tutto simbolico e non ha alcuna ripercussione, e lo sapete già. E la motivazione è presto detta: se davvero voi voleste avere un effetto, come dato politico, per influire sul voto nazionale, dovreste impegnare i vostri parlamentari. Il PD ha tanti parlamentari e anche Sinistra Ecologia e Libertà ne ha; ogni forza politica rappresentata in questa sala ha i propri parlamentari.
Ogni forza politica dovrebbe non impegnare il Presidente Chiamparino che non va a votare in Parlamento, ma impegnare i vostri parlamentari perché i vostri parlamentari cos'hanno votato? In Parlamento, se non sbaglio, sul CETA hanno votato a favore.
Allora, questa "scenetta" di dare, sostanzialmente, un indirizzo diverso, a base territoriale, che non ha alcuna ripercussione politica agitando la bandierina della ostilità al CETA e, dall'altra parte, invece vedere i propri Parlamentari che, per obbedire alle lobby che ben conosciamo, vanno ad approvare questo trattato, è una presa in giro che sinceramente, credo non porti alcun beneficio.
Fratelli d'Italia è, a tutti livelli (quindi non solo qui, ma anche in Parlamento, e lo ha dimostrato), contrario all'approvazione di questo trattato, non perché ci sia un'ostilità a momenti, luoghi e atti di confronto per una semplificazione commerciale, ma perché nel dettaglio si è evidenziato come l'abbassamento degli standard di controllo qualitativo sui prodotti dell'enogastronomia (ma anche in tanti altri campi produttivi) per poterci uniformare al mercato statunitense, andrebbe a penalizzare pesantemente la qualità e, soprattutto, la diversificazione e le peculiarità del made in Italy.
È una posizione del tutto pragmatica. Permettetemi però di dire che se c'era la volontà seria e politicamente credibile di voler riattivare un confronto su questo tema, la sede doveva essere, piuttosto, una Commissione di approfondimento con i Parlamentari piemontesi di tutti i partiti, prima di andare al voto - questo sì aveva senso! - per cercare di ridefinire un'operazione internazionale di tale portata. Perché il luogo davvero deputato a decidere è il Parlamento italiano.
Questa fretta di dover arrivare assolutamente a una votazione senza dibattito tradisce semplicemente la volontà di agitare lo specchietto per le allodole, cercare semplicemente di rimarcare una posizione personale già sapendo che i propri partiti di appartenenza hanno già votato e voteranno anche dopo il voto di Palazzo Lascaris, esattamente come hanno già annunciato, cioè a favore della ratifica di questo trattato.
Sinceramente, mi appassiona poco questo dibattito. Ritengo addirittura offensivo che si debba svolgere con queste tempistiche solo per precedere una votazione che voi sapere essere già segnata. Mi verrebbe davvero da dire che, se foste così preoccupati della tutela delle peculiarità enogastronomiche, dovremmo leggere nel vostro atto di indirizzo, ad esempio, la difesa del pomodoro "Rossomando" o la diversificazione e la tutela della banana "Boccuzzi", eccetera.
Dovremmo elencare tutti i Deputati dei Gruppi del centrosinistra - che abbiamo già visto esprimere un parere assolutamente favorevole alla ratifica di quel Trattato - e chiedergli, a uno a uno, qual è questa incredibile diversificazione tra il livello regionale nel territorio in cui sono stati eletti e il livello nazionale, e perché c'è tutta questa fretta per un atto di indirizzo che - lo sapete - non ha alcun effetto, perché il dibattito è già avanzato e, di fatto, nelle Camere parlamentari è già in approvazione questa sorta di "bandierina" da agitare solo di fronte alle organizzazioni rappresentative verso le quali, evidentemente, avete contratto un debito.
Però non funziona così: guardate che questa schizofrenia a diversi livelli l'abbiamo già vista su altri temi. Vorrei ricordarne uno che ho vissuto, in particolare, da vicino: mi riferisco alla direttiva Bolkestein.
Con grande orgoglio eravamo riusciti a ottenere l'unanimità rispetto alla votazione di una proposta di legge da portare al Parlamento per cercare di stralciare la categoria degli ambulanti dall'applicazione della direttiva europea; questo poteva lasciare intendere, immaginando che ci fossero stati dei confronti politici interni alla maggioranza, che venisse ben recepita o, quantomeno, presa in considerazione dai Parlamentari delle forze che noi rappresentiamo (quindi anche le vostre del centrosinistra) in Camera dei Deputati e in Senato. Questo non è avvenuto. Perché, di fatto, quella proposta si è prima impantanata per un anno, poi è stata addirittura bocciata.
Se si vogliono fare le cose seriamente, allora si cerca di promuovere un dibattito; si cerca di prendere tempo per approfondire; si cerca di svolgere quella "lobby di territorio" in chiave trasparente e positiva che ciascuno di noi dovrebbe fare nella convinzione dei propri pensieri, ma con l'idea di produrre degli effetti concreti.
Il fatto che i Gruppi parlamentari che hanno votato a favore non siano stati minimamente coinvolti (mi riferisco a quelli di Governo, che hanno ovviamente i numeri per far passare una votazione di questo tipo), non la ritengo una mossa corretta. Perché se davvero l'interesse è quello di fermare la ratifica di quel trattato, bisognerebbe semplicemente chiedere di prendere tempo, avviare momenti di confronto, invitare magari i Ministri che hanno curato questo approfondimento, in sede di Commissione europea per esempio, e chiedere audizioni, confronti, sospensioni o, ancora chiedere di motivare le ragioni per cui si sono espressi positivamente.
Qui, invece, si tratta davvero solo di appuntarsi sul bavero della giacca il distinguo! Questa non è un'operazione seria! Se stessimo parlando di eventi al di fuori dalla nostra portata - mi riferisco al livello di ricadute sul quotidiano - allora non mi scandalizzerei, perché sono stato anche io promotore di atti di indirizzo di politica internazionale in cui era clamorosa la portata strettamente simbolica e culturale della votazione, pur sapendo che non ci sarebbe stato alcun effetto il giorno successivo nel nostro Paese.
Questo trattato, invece, riguarda gli standard di scambi commerciali quindi, in realtà, ha una forte incidenza: se si vuole esprimere una posizione, bisogna farlo con la serietà di volerla poi portare ai livelli in cui si decide, come il Parlamento italiano.
Se, invece, si ritiene semplicemente di doversi appuntare un rifiuto di bandiera, non ritengo che sia decoroso agevolare questa votazione in fretta e furia.
Pertanto, questo concetto che ho già espresso in modo esauriente cercherò di tirarlo, allungando il brodo, fino ai dieci minuti che mi sono consentiti per l'intervento, proprio perché una votazione così rincorsa negli ultimi minuti di seduta, solo per cercare di anticipare tempi burocratici di votazione delle Camere parlamentari, ritengo sia poco seria.
Non si fa così! Se è solo per esibirla sui social o per mandare un comunicato stampa sapendo che in realtà non si impedisce nulla né si porta alcun contributo concreto ed effettivo al dibattito, allora non solo non si salverà il mondo produttivo italiano né si salveranno gli equilibri commerciali europei, ma soprattutto non si salverà nemmeno il decoro di quest'Aula, che aggiungerà invece che una medaglietta positiva, l'ennesima pagina imbarazzante di votazione assolutamente inconcludente e - soprattutto - neanche approfondita nel merito.
Perché un dibattito serio deve garantire a tutte le forze politiche la possibilità di esprimersi e di portare un ragionamento. Il paradosso è che addirittura alcune forze politiche già annunciano che voteranno a favore a prescindere, senza neanche motivare la scelta adottata.
Concludendo, mi sento di dire che forze politiche che hanno la stessa posizione in tutte le sedi possono anche semplicemente lasciar presumere qual è il loro ragionamento. Ma forze che hanno responsabilità di governo che manifestano schizofrenia dal nazionale al regionale, avrebbero invece il dovere di motivare questa differenza di posizioni e, soprattutto, gli effetti che loro ritengono avrà questo atto di indirizzo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che la votazione di questa sera, ma anche l'accelerazione che vi è stata su questo tema, riguarda l'unico ordine del giorno - salvo uno o due di quelli ampiamente condivisi, approvati senza discussione - che questo Consiglio regionale discute nella ultime settimane.
Le anomalie sono diverse. Una la ricordava il collega Marrone, su cui tornerò, ma vi è un altro aspetto: i colleghi dovrebbero ricordare che questo Consiglio regionale alcuni mesi fa ha discusso sul precedente nome del Trattato.
Questo trattato si chiamava TTIP: la modalità è la stessa rispetto all'intervento su cui vi è il maggior timore, cioè quello che uno Stato sovrano possa essere superato da un arbitrato internazionale. Si trattava di un ordine del giorno che venne presentato dal sottoscritto e da altri colleghi del centrodestra sul quale il centrosinistra votò contro.
I timori che suscitano tanto questo trattato quanto quello sul TTIP che oggi è naufragato semplicemente perché l'amministrazione Trump non vuole più sottoscriverlo, sono gli stessi. Di conseguenza, non stiamo qui discutendo di TTIP (che includeva ampiamente quello che oggi è compreso nel CETA), ma stiamo discutendo del CETA, di un accordo fra Europa e Canada semplicemente perché il più grande soggetto interessato dall'accordo (Stati Uniti, in piccola parte Canada ed Europa) non c'è più, per cui noi stiamo discutendo di questo trattato, che non soltanto è stato votato dal Partito Democratico, ma da esponenti piemontesi, come il Vicepresidente del Senato Lepri (è stato anche un nostro collega), il quale si è espresso positivamente in merito in Senato.
Capisco che ci possa essere una discrepanza: ognuno di noi ha vissuto un'esperienza simile anche quando è stato magari opposizione in Regione e maggioranza al Governo, ma anche maggioranza in Regione e maggioranza al Governo, perché non sempre le realtà territoriali hanno posizioni identiche a quelle nazionali. Tuttavia è assolutamente evidente che almeno un minimo di dialogo, se c'è questa condivisione della contrarietà, avrebbe potuto avvenire. Lo dico perché è accaduto in altri Stati: oggi la Francia ha il trattato bloccato davanti alla Corte costituzionale perché 106 parlamentari francesi, trasversalmente, vi hanno fatto ricorso dopo che il trattato è stato siglato dall'Unione Europea.
Non è un trattato che quindi vede un'urgenza. Il Quebec - il Canada sapete, è organizzato in parti statuali che a loro volta devono approvare delle norme e solo dopo lo Stato le può recepire - voterà il CETA forse nel mese di settembre, per cui tutto c'è, fuorché fretta. Ma c'è bisogno di capire che cosa comporta il CETA, che a sua volta comportava il TTIP, cioè assolutamente la stessa cosa, ossia - è un ragionamento che abbiamo fatto in altri casi e che si ripete sempre, che faremo anche quando discuteremo anche dell'omnibus e di altro - il tema che oggi la sovranità degli Stati rischia di essere ceduta sempre di più alla logica delle multinazionali.
Che cosa implica il CETA? Qual è l'aspetto maggiormente temibile? Possiamo anche entrare nel merito di ciò che prevede l'accordo nei singoli passi, ma il tema più significativamente pericoloso e dannoso è che certamente il trattato non può non dire che gli Stati rimangono sovrani nelle disposizioni normative rispetto alle materie oggetto del trattato, ma il trattato stesso dice che qualunque soggetto che firma o è interessato dal trattato di libero scambio, quindi tanto uno Stato quanto un soggetto privato, ha titolo di intervenire nei confronti di uno Stato qualora non rispetti quanto previsto nel trattato.
Possiamo portare come esempio alcuni casi. Tra i più semplici vi è quello secondo cui all'interno del trattato è previsto espressamente che prodotti allevati con altri prodotti di origine animale possano entrare nel nostro Paese. Ma nel nostro Paese, come è noto, fortunatamente questo è vietato. Nel momento in cui noi lo vietiamo per le normative che vigono all'interno della nostra Nazione, qualunque multinazionale americana canadese, ma dico americana perché ci metteranno tre minuti a spostare una loro sede legale in Canada per risolvere il problema - può fare ricorso nei confronti dell'Italia. In che modo? Chiedendo che venga nominato - come se stessimo parlando di un danno fra due auto - un collegio peritale di soggetti privati (quindi potrà esserci un docente universitario, ci potrà essere un componente del WTO) che decideranno se ha ragione la Pioneer americana, oppure se ha ragione lo Stato italiano. Nel caso in cui avesse ragione la Pioneer, la sentenza diventa appellabile, ma poi esecutiva nell'arco di 90 giorni, cioè le norme sancite - lo diciamo pomposamente per il popolo italiano, ma da un Parlamento sovrano, vengono superate da una valutazione di diritto privatistico e, com'è noto a qualunque collega ciò non è possibile, a ordinamento esistente, ma questo è ciò che è previsto all'interno dell'accordo.
Badate, questi sono alcuni aspetti, ma ve ne sono molti altri. Gli OGM (organismi geneticamente modificati) nel nostro Paese - ancor più nella nostra regione, che devo dire fece anche una battaglia culturalmente avanzata rispetto ad altre regioni italiane - non si possono coltivare. È noto a tutti che invece in altri Stati vi sono importanti multinazionali che fanno della produzione e della vendita di sementi geneticamente modificati (e non solo) un business miliardario. Se verrà approvato il CETA, questo sarà ovviamente possibile.
Di esempi ve ne sono molti altri, tant'è che - devo dire - le sigle contrarie al CETA sono sigle assolutamente trasversali: vi è un pezzo consistente di centrodestra (non tutto) contrario, così come sono contrarie molte e disparate associazioni (da Coldiretti a Greenpeace, dal WWF a Slow Food e all'ARCI). Associazioni locali di diversa estrazione hanno espresso contrarietà su questo tema perché semplicemente è in gioco non soltanto la difesa della sovranità nazionale, ma anche di un altro tema, se parliamo della nostra regione: della qualità.
Qualcuno di noi crede che un trattato di libero scambio porterà vantaggio alla qualità dei prodotti agricoli o zootecnici piemontesi rispetto a quelli canadesi? È evidente che no. Avremo, come Italia, un beneficio economico di sette miliardi di euro annui. Ebbene, rispetto alle esportazioni che il nostro sistema ha, sette miliardi di euro sono un beneficio che è molto meno significativo del beneficio che il PSR dà alle imprese agricole della nostra regione. Effettivamente, la quota parte dei sette miliardi di euro di esportazione è un numero roboante, dietro al quale si nascondono delle inezie. Allora noi siamo disponibili a giocare la qualità del nostro prodotto per delle inezie? Perché io non dico il barolo o il barbaresco, ma gran parte dei nostri vini o gran parte dei nostri insaccati o la qualità delle nostre carni ha timore della concorrenzialità rispetto ai prodotti canadesi? Evidentemente no.
Ultimo tema, e concludo: ciò che verrà tutelato. Voi guardate il numero di prodotti che, è vero, verranno tutelati rispetto a quelli che non verranno tutelati, ma se mettete insieme tutta una serie di aspetti, vi renderete conto che l'unico voto possibile da esprimere è certamente no.
Però dovete farci una cortesia: dovete convincere i vostri colleghi che stanno al Parlamento della Repubblica dicendo che questa è una battaglia sacrosanta, è una difesa dei nostri valori e della nostra cultura, oltre che coltura, e che si deve votare contro. Si fa così, in modo estremamente semplice.



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare, ma non possiamo votare e il Consiglio regionale finisce qui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.06)



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