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Dettaglio seduta n.24 del 25/11/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 9.43 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 114 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Contributi ex l.r. 24/2012 - piattaforma di preselezione e valorizzazione dei rifiuti solidi urbani del Comune di Villafaletto" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori odierni con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 114.
L'Assessore Valmaggia ha già fornito la risposta scritta con il consenso dell'interrogante, il Consigliere Graglia.


Argomento: Contributi alle attività produttive - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 113 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Sportelli Creazione d'impresa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 113.
Il Consigliere Graglia la dà per illustrata.
La parola all'Assessore Pentenero, per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Negli ultimi anni la Regione e le Province hanno agito in sinergia per promuovere e sostenere la creazione di nuove imprese e l'avvio di attività di lavoro autonomo tramite i "Percorsi integrati per la creazione d'impresa".
Ci si è preoccupati di creare sportelli provinciali per la creazione d'impresa, i cosiddetti MIP, finanziati con risorse comunitarie, statali e regionali per accompagnare coloro che hanno un'idea imprenditoriale aiutarli a comprendere le loro reali capacità nell'intraprendere ed infine, assisterli alla costituzione dell'impresa scegliendo la tipologia più consona per la persona o le persone accompagnate nel percorso.
Terminata la programmazione 2007/2013, la Regione Piemonte, con proprie risorse regionali, ha rifinanziato con due milioni di euro i predetti sportelli, al fine di garantire nei territori provinciali la prosecuzione del servizio erogato dagli sportelli provinciali per la creazione d'impresa in continuità con la programmazione 2007-2013 in attesa dell'avvio della programmazione 2014-2020, e anche per evitare il rischio di interruzione di un servizio che ha avuto effetti positivi sul territorio regionale soprattutto in momenti così complicati quali quelli che stiamo attraversando.
Sono stati attivati i "Servizi di accompagnamento ed assistenza tecnica a favore dell'autoimpiego e della creazione di impresa", previsti dall'articolo 42 della LR 34/2008. La gestione di questi servizi è stata attribuita alle Province tenendo conto della loro qualifica e della loro esperienza, acquisite nell'ambito del POR, quindi nelle diverse programmazioni che lo hanno caratterizzato.
Nell'anno in corso abbiamo assicurato su tutto il territorio regionale la presenza di sportelli di accompagnamento per la creazione dell'impresa.
Dal 1° settembre 2014 abbiamo aggiunto all'attività dei predetti sportelli un collegamento con la gestione degli incentivi previsti dalle "Misure a favore dell'autoimpiego e della creazione dell'impresa" previste dalla LR 34/2008.
Le imprese attive dal 1° gennaio 2014, nate dagli sportelli provinciali per la creazione delle imprese e formate da soggetti inoccupati disoccupati o che intendono autoimpiegarsi nella nuova impresa, possono presentare domanda per ottenere contributi forfettari, laddove esistono misure avviate in questa direzione, concessioni di finanziamenti agevolati con il percorso bancario per l'acquisizione di investimenti e realizzazione impianti e una garanzia accessoria al finanziamento.
Un contributo accessorio è previsto per i soggetti di categoria donne o giovani di età tra i 18 ed i 35 anni.
Anche nel 2014 gli sportelli hanno registrato un notevole afflusso di persone interessate ad approfondire il discorso relativo all'intraprendere o all'avvio di un'attività professionale.
Peraltro, ieri abbiamo fatto una nuova deliberazione, per stanziare entro il mese di novembre un altro milione di euro a favore dei servizi di accompagnamento, ai sensi dell'articolo 42 della LR 34, utilizzando le risorse derivanti dal Fondo integrativo, cioè non risorse aggiuntive, ma spostando un milione di euro dal Fondo rotativo, per la nascita e lo sviluppo di iniziative per il lavoro autonomo e di creazione d'impresa istituito in Finpiemonte S.p.A. previste dalle "Misure a favore dell'autoimpiego e della creazione d'impresa".
Crediamo che l'esperienza degli sportelli per la creazione dell'impresa sia un'esperienza molto positiva e, seppure in un momento molto complesso e anche di transizione da una vecchia programmazione ad una nuova, abbiamo messo in atto tutti gli strumenti per poter dare continuità. Sicuramente sarà una delle misure che sarà tenuta in considerazione anche nella nuova programmazione del FSE.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 160 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Aggiudicazione per la concessione dell'immobile sito in Via Petitti 24 denominato 'ex cappella' all'Associazione non avente scopo di lucro Gruppo ex allievi e famiglia Istituto Maria SS. Consolatrice Madama Cristina" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 160.
Il Consigliere Valle ha chiesto di poter avere la risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.50 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Resistenza

Ordine del giorno n. 109 presentato dai Consiglieri Boeti, Allemano Rossi, Appiano, Corgnati e Ferrentino, inerente a "Istituti Storici per la Resistenza e Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Chiedo che sia iscritto un ordine del giorno che invita la Giunta a predisporre le risorse a sostegno degli Istituti Storici per la Resistenza e dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza a Torino.
Si tratta di risorse che erano previste dal bilancio 2014, rispetto alle quali, l'Assessorato alla cultura, per questioni economiche, ha poi ipotizzato una leggera decurtazione.
Come tutti sanno, il settantesimo anniversario della Resistenza sarà un momento particolare per la nostra regione, nella quale la Resistenza è stata un fenomeno.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Boeti, non c'è la necessità di illustrarlo.



BOETI Antonino

Volevo solo sottolineare l'importanza dell'ordine del giorno.
Quindi, chiedo che sia iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

L'Aula acconsente.


Argomento: Condizione femminile

Mozione n. 59 presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Estensione del 'Codice Rosa' in tutte le Aziende Sanitarie ed ospedaliere del Piemonte" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Chiedo che la mia mozione n. 59 venga attratta all'ordine del giorno n.
108 "Prevenire e contrastare in maniera efficace il fenomeno del femminicidio e della violenza di genere contro le donne" presentato dai Consiglieri Caputo, Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco Boeti, Chiapello, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Gariglio Giaccone, Grimaldi, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno, Valle riguardo il femminicidio e contro la violenza sulle donne.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 108 è già iscritto all'o.d.g. e la sua mozione può essere attratta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Ordine del giorno n. 21 presentato dal Consigliere Marrone, inerente a "Mappano Comune, anche i contrari rispettino il risultato referendario" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere di reinserire l'ordine del giorno su Mappano Comune. Era già stato inserito, ma in realtà la motivazione d'urgenza è solo determinata dall'avanzare del procedimento amministrativo di ricorso contro il referendum.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali delle sedute dell'11 novembre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Balocco, Mighetti, Rostagno e Barazzotto.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 18 novembre 2014.


Argomento:

b) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri, in data 21 novembre 2014, ha esaminato le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 9 del 26 settembre 2014 "Modifiche alla legge regionale n. 20 dell'8 giugno 1991 'Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari'"



PRESIDENTE

legge regionale n. 10 del 29 settembre 2014 "Ulteriori modifiche di adeguamento normativo alla legge regionale n. 16 del 18 marzo 1992 'Diritto allo studio universitario'"; XXXXX legge regionale n. 11 del 29 settembre 2014 "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa - Modifiche della legge regionale n. 3 del 17 febbraio 2010 'Norme in materia di edilizia sociale'" legge regionale n. 12 del 29 settembre 2014 "Rinegoziazione e ristrutturazione del debito regionale".


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Conferenza stampa in merito a "Giornata contro la violenza sulle donne"


PRESIDENTE

Comunico che alle ore 13 in Sala Viglione si svolgerà una conferenza stampa molto importante, in occasione della "Giornata contro la violenza sulle donne".
Invito non solo le donne, ma i colleghi ad essere presenti, se lo ritengono.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 48, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 48, con preavviso scritto ai sensi dell'articolo 58, comma 2 del Regolamento.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, esaminiamo oggi il disegno di legge relativo all'assestamento al bilancio di previsione 2014 e disposizione finanziarie che è stato discusso in Commissione bilancio per numerose sedute, dove sono state svolte le consultazioni con i soggetti interessati.
Quella di oggi è la prima vera discussione di un bilancio che non è stato redatto da questa Giunta e su cui si interviene recependo il disavanzo 2013, disponendo il suo riassorbimento su base triennale per gli anni 2014, 2015 e 2016 (articolo 3).
L'articolo 3 dice che il disavanzo finanziario, alla chiusura d'esercizio 2013 pari a 364.983.307, verrà riassorbito nell'ambito del bilancio pluriennale 2014-2016 secondo la seguente sequenza temporale: 36.498.330,78 euro nell'esercizio 2014 95.000.000 euro nell'esercizio 2015 233.484.000 euro nell'esercizio 2016.
Anche il disavanzo sostanziale di amministrazione, alla chiusura dell'esercizio finanziario 2013, di cui al comma 2 dell'articolo 5 della legge n. 18/2014, che è stato accertato in 2.655.935.445 euro, verrà riassorbito come indicato nell'Allegato C alla presente legge.
L'articolo 1 di questo disegno di legge, relativo alle variazioni di bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014, contiene l'aggiornamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2013 e il conseguente aggiornamento delle previsioni di cassa relative a incassi e pagamenti. Al fine di apportare le variazioni al bilancio, sono stati applicati sul bilancio di previsione 2014 delle riduzioni di spesa e slittamenti.
In particolare, sull'Allegato dell'articolo 1, sono stati presentati numerosi emendamenti sia da parte della Giunta regionale sia delle forze di opposizione. Nello specifico, gli emendamenti dell'opposizione sono stati tutti rigettati dalla Giunta regionale, tranne un emendamento coincidente con un emendamento presentato dalla Giunta regionale.
La modifica emendativa insiste sulla unità previsionale di base DB18091, in cui sono contenuti i finanziamenti alla legge regionale n. 2 del 2009 relativi alla spesa per interventi finalizzati alla tutela della salute, alla garanzia e al mantenimento delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili e della relativa gestione delle spese di funzionamento. E' previsto anche un incremento dello stanziamento 2.200.000 euro sulla UPB DB18091 e una riduzione, di pari importo, della UPB DB09011.
L'articolo 2 prevede ulteriori slittamenti che trovano copertura integrale sul bilancio pluriennale per il biennio 2015-2016. L'Allegato B dell'articolo 2 in sede di Commissione è stato emendato dalla Giunta regionale.
Il disegno di legge, all'articolo 4, prevede una specifica disposizione per il finanziamento del Palazzo del ghiaccio di Torre Pellice. In sede di Commissione bilancio, l'articolo 4, a seguito di emendamento da parte della Giunta regionale, prevede un contributo annuo pari a 332 milioni di euro che sia ripartito nell'anno in corso per 238,104,43 euro, nell'UPB DB 18111, in 32,000,00 euro nell'UPB DB 18001, e in 61.895,57 euro nell'UPB DB 18112 e sia coperto finanziariamente con le risorse dell'UPB DB09021.
Per il biennio 2015-2016, il contributo per ciascun anno è pari a 300.000,00 euro nell'ambito dell'UPB DB 18111 prelevando, per pari importo dall'UPB DB09021.
L'articolo 4 consentirà di procedere alle spese del palazzo del ghiaccio di Torre Pellice, evitando di sottrarre risorse dai normali capitoli per lo sport, destinati al sostegno delle attività sportive.
In sede di Commissione è stata approvata un'altra modifica emendativa che riguarda la legge regionale 2 del 2010, inerente all'edilizia in materia sociale. Infatti, la proposta emendativa, acquisita nel testo legislativo, modifica, all'articolo 12, comma 4, la durata della convenzione di locazione portandola da quattro a cinque anni, nell'ambito delle assegnazioni degli alloggi di edilizia sociale.
La manovra di assestamento al bilancio 2014 che oggi presentiamo ha oltre l'obiettivo di recepire il precedente disavanzo, la finalità di dare risposte migliorative ad alcune carenze e difficoltà presenti nel bilancio generale.
Si è intervenuti nel campo delle politiche sociali ripristinando il fondo da trasferire agli enti gestori, portandolo allo stesso importo dell'anno precedente.
Si è incrementato di 6,6 milioni di euro lo stanziamento diretto ai servizi di trasporto pubblico locale, che era molto in sofferenza. Sei milioni sono stati aggiunti al diritto allo studio universitario, altri quattro milioni di euro trasferiti alle Province per interventi di edilizia scolastica, e altrettanti quattro milioni per il completamento delle opere connesse alle Olimpiadi del 2006.
Sono stati aggiunti 14 milioni al fondo per le funzioni trasferite agli Enti locali, secondo la legge n. 34/98. Sono stati inoltre impostati ulteriori 18 milioni sui fondi di riserva correnti.
Infine, sono stati iscritti fondi regionali per 3,75 milioni di euro che sono necessari per l'avvio della programmazione 2014-2020 cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo. Altrettanto non è stato possibile mettere mano in questa occasione ad altri settori che sono in sofferenza e che pure avrebbero necessità della nostra attenzione.
Penso, in primo luogo, alla difesa del suolo, dove mi auguro che ci sia un forte intervento dello Stato centrale, anche in riferimento alle recenti eventi alluvionali che hanno colpito le nostre province. Penso alle bonifiche ambientali dei nostri siti inquinati, parecchio presenti sul territorio regionale. Penso alle politiche per la non autosufficienza e per la casa.
Infine, ci sarebbe l'esigenza di dare maggiori stimoli allo sviluppo economico. Purtroppo, è inutile ricordarlo, stiamo lavorando con una coperta molto corta. Con questi presupposti, dobbiamo riconoscere che il lavoro svolto in queste settimane ha dato il risultato migliore possibile e da qui occorre partire con responsabilità e grande impegno.
Per quanto finora fatto e per la disponibilità alla collaborazione vorrei ringraziare gli Uffici che hanno collaborato alla stesura di questo documento. Ringrazio i colleghi della I Commissione e, in particolare vorrei ringraziare il Vicepresidente Reschigna, che in una situazione di tale difficoltà ha saputo dare risposte adeguate alle difficoltà imminenti.
La I Commissione legislativa ha approvato, a maggioranza, lunedì 24 novembre 2014, il disegno di legge 48 restituendolo all'Aula consiliare con la clausola dell'urgenza.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza



BONO Davide, relatore

Siamo giunti in Aula alla discussione dell'assestamento, il primo documento di bilancio di questa Giunta. Il rendiconto è stato una mera presa d'atto, non tanto semplice, perché ricordiamo che vi è stato il giudizio di parifica della Corte dei Conti, molto atteso e arrivato poche settimane fa, che ha rettificato il disavanzo della Regione Piemonte per quanto riguarda la partita delle anticipazioni dei crediti, ex decreto legge n. 35. Invece di 364 milioni di euro, siamo arrivati ad un disavanzo di due miliardi e 655 milioni.
Disavanzo che doveva essere iscritto nel rendiconto, quindi scritto nella legge di assestamento, composto in buona parte, e per fortuna, da voci di spesa già coperte nel 2014 o, comunque, già coperte da fondi iscritti nella legge di bilancio, così come verrà dato dall'assestamento.
Si è deciso che, sui 364 milioni di euro, un decimo sarebbe stato coperto nell'assestamento, quindi questo è un dato abbastanza chiaro, è un altro slittamento, è un rinvio agli anni successivi di una copertura del disavanzo reale. Di norma, infatti, bisognerebbe coprire in parti uguali nel triennio, quindi un terzo per anno, ma qui siamo ad un decimo. Copriamo nella legge di bilancio del 2014, 36.498.330,78 euro.
Le restanti quote vengono ancora suddivise in tre decimi, e vado a spanne: nel 2015 per 95 milioni di euro, e i restanti sei decimi, o se preferite tre quinti, così è più chiaro, 233.484.976,94 euro nel 2016.
Comunque, mettiamo una seria ipoteca, se non già nel 2015, sicuramente sul 2016.
Questa non è una novità che emerge oggi dalla mia relazione, non ho la pretesa di insegnare nulla al Vicepresidente, nonché Assessore al bilancio presente come me nella scorsa legislatura. L'Assessore è da mesi che ha libero accesso a tutti i dati del bilancio, com'è giusto che sia, quindi conosce la situazione reale delle casse della Regione Piemonte.
La situazione è esplosiva a partire già da giugno 2015 e, soprattutto ancora peggio, nel 2016. Le voci di ammortamento del disavanzo del 2014 prevedono la chiusura dell'anticipazione di liquidità fatta da Unicredit con la DGR n. 39 del 2007, con gli ultimi 282 milioni di euro. Quella partita viene chiusa nel 2014: questo è un dato positivo.
C'è copertura per nove decimi, quindi 900 milioni su un miliardo di debiti latenti su perenzioni residue, questi sempre con il DL 35; fatto salvo che l'interpretazione venga recepita dal Ministero con il discorso che abbiamo fatto tante volte in Commissione nell'analisi del rendiconto della Regione Piemonte, cioè che non sia considerata nuova spesa, ma copertura di spesa precedente e non debito.
Ricordo che se venisse considerato debito, come è stato detto più volte, verrebbe considerato debito anche per tutte le altre Regioni. Quindi i famosi 40 miliardi di euro, fatti dal Governo italiano per dare liquidità alle Regioni e agli Enti locali, diventerebbero extra spesa e nuovo debito quindi sforeremmo dal Patto di stabilità europeo, cioè da quella soglia assurda.
Non ha nessun significato scientifico quel limite tra indebitamento e PIL del 3%. Roma non può riconoscere questi 40 miliardi come debito infatti sono stati scritti come anticipazioni di liquidità ma, di norma, le anticipazioni di liquidità vengono restituite in un anno, due anni, tre anni se vogliamo esagerare, non in trenta. In trenta sarebbe un mutuo.
Essendo un mutuo, noi dobbiamo chiedere, come ci ha spiegato in Commissione il Vicepresidente Reschigna, una norma interpretativa per la parte relativa alla Regione Piemonte, non sanità.
La parte di interpretazione della parte non sanità, articolo 2, cuba sul complessivo delle tre tranche (due del 2013, una del 2014) di un miliardo e 666 milioni. Questa copertura, che non si è ancora ben capito se riguarderà solo la terza tranche, di 558 milioni, o tutte e tre, dovrebbe avere una norma interpretativa, se non abbiamo compreso male in Commissione, per quanto riguarda la possibilità di iscriverlo come debito solo per la Regione Piemonte.
Salutiamo il Presidente della Regione Chiamparino, che nel frattempo ci ha raggiunti in Aula.
Anche questo, dall'incontro con Padoan, non si è capito: non si sa se giù a Roma c'è stato un riconoscimento in questo senso. Questo è un nodo fondamentale ed importante: se un domani ci dicessero che l'articolo 2 "non sanità" non può essere visto come debito ma dev'essere considerata "anticipazione", e come tale dev'essere restituita in un anno, due o anche tre, non ce la facciamo. Questo è un altro aspetto fondamentale, sul quale vorremmo ricevere una risposta quanto prima.
Dicevamo, quindi, un miliardo sui residui (mi riferivo al decreto legge n. 35) e 57,971 milioni (arrotondiamo a 58 milioni) il Fondo rischi Mauriziano.
Abbiamo letto oggi sui giornali una notizia importante (spero che poi il Presidente o il Vicepresidente ce la possono confermare): sembra che il TAR ci abbia dato ragione (siamo al TAR, per cui la Fondazione Mauriziano sta valutando il riscorso al Consiglio di Stato), per cui pare che ci sia un potenziale risparmio per le casse della Regione di 40 milioni di euro.
Non so, poi, se il Vicepresidente e il Presidente vogliono già iniziare ad impegnarli per ridurre, magari, il disavanzo che nascerà dal 2014, oppure se lo vorranno mantenere fino alla sentenza del Consiglio di Stato, qualora venisse presentato ricorso. Io, francamente, inizierei già ad appostarli a copertura di alcune entrate che non ci sono, come dirò successivamente. Poi ci muoveremo in questo senso anche con un emendamento, o forse con un ordine del giorno.
Se poi la Giunta o la maggioranza faranno una scelta diversa accetteremo come al solito le diverse posizioni, ma sicuramente 40 milioni di euro di risparmio oggi possono essere un'ottima notizia per poter almeno coprire i buchi del 2014, e non fare nuova spesa.
Poi ci sono dieci milioni di Fondo rischi delle partecipate, che vengono però messi nel 2016, e Fondo rischi debiti da reimpostare di 100 milioni di euro che vengono messi nel 2014.
Come penultima voce troviamo la partita del rientro dal disavanzo del TPL (Piano di rientro del trasporto pubblico locale). Se è vero, come ricordava il relatore di maggioranza, che sono stati inseriti 6,6 milioni se non erro, come nuove risorse sul trasporto pubblico locale, di cui quattro con l'emendamento che abbiamo affrontato in Commissione per quanto riguarda Casale, Asti e Cuneo, è anche vero che mancano ancora questi fondi del TPL. Si parlava di slittamento, e pare che ci sia uno slittamento di 50 milioni - 25 e 25 - di fondi FAS al 2015. Questa, ovviamente, non è una volontà dilatoria da parte della Giunta, ma è dovuta al fatto che, a quanto mi risulta, nonostante le frequenti frequentazioni, passatemi il gioco di parole, del Presidente Chiamparino e del Vicepresidente Reschigna a Roma non sono ancora arrivati i fondi FAS (i fondi FSC, ex FAS): parliamo di 150 milioni di euro che dovevano andare a coprire il buco del trasporto pubblico locale, con una norma di nuovo ad hoc sul DL n. 35 per la Regione Piemonte (e per un'altra Regione di cui adesso non ricordo).
Sappiamo tutti che, di norma, i fondi FAS dovrebbero servire per investimenti, per nuove opere. Prova ne è che la Regione Piemonte vorrà (o vuole, non so neanche come dirlo) investirne 140 su quel tunnel ferroviario di Corso Grosseto, che, dal nostro punto di vista (ma io credo che se facessimo un sondaggio, anche la popolazione di Torino concorderebbe con noi) non è una priorità.
Sono fondi FAS che, a nostro giudizio, vengono usati male per investimenti e, dall'altra parte, vengono usati per coprire i buchi del bilancio.
Noi avevamo chiesto, vista la situazione di emergenza, che i fondi FAS venissero utilizzati, non dico tutti, ma in larga misura, per coprire i buchi del bilancio. Guardate che i milioni sono sempre milioni! Non è che se li si targa Fondi ex FAS allora sono diversi e si devono utilizzare per forza per fare investimenti. Il Vicepresidente Reschigna nella scorsa legislatura era Presidente del Gruppo del Partito Democratico e aveva fortemente contestato (sicuramente se ne ricorderà) la Giunta di centrodestra che aveva fatto questo piano di rientro del TPL con fondi FAS.
Io avevo tenuto una posizione tiepida perché, comunque, mi sembrava un modo per pagare almeno le aziende del trasporto pubblico locale: se non abbiamo soldi ma ci arrivano dei fondi, personalmente penso che quello che arriva, arriva; io lo userei per ripianare almeno il debito, no? Non mi mettere a fare nuove opere di cui non conosco l'iter, né la certezza delle risorse che vanno ad impegnarsi. Vado a coprire l'esistente, poi cercher di razionalizzare. Invece, questa linea mi sembra che non sia passata.
Adesso vediamo la nuova delibera CIPE di riparto dei fondi FSC, ex FAS, ma credo che né il Presidente Chiamparino né il Vicepresidente Reschigna ci stupiranno positivamente in questo senso.
Il piano di rientro del TPL viene ulteriormente slittato, non so ancora di quanti mesi, in un modo che, forse, non è più tanto sostenibile.
Veniamo, infine all'ultima quota di 509 milioni e 653.800 di allineamento patrimoniale delle Aziende Sanitarie, coperta anche questa con il DL n. 35, con l'ultima tranche dell'articolo 3, che cuba, in totale, due miliardi e 856. Questo dovrebbe essere coperto, sempre che non vi siano nuove sorprese da Roma.
Diciamo un miliardo e 990 (per essere "pistini", arrotondiamo a due miliardi) del disavanzo reale vengono coperti nel 2014 grazie al DL n. 35.
Per il 2015 e il 2016 c'è un punto interrogativo.
È ovvio che discuteremo poi del bilancio revisionale, spero a breve già stiamo iniziando col documento di programmazione economico-finanziaria.
Il bilancio reale del 2015 e il pluriennale 2016-2017 lo inizieremo probabilmente, a gennaio (immagino dal 7 o 8 di gennaio): lì si capirà realmente cosa possiamo fare.
Ma, di nuovo, siamo ad un nodo fondamentale: o il Presidente Chiamparino (è lui che ne è investito, che ne ha la facoltà), riesce ad ottenere delle informazioni chiare e certe da Roma, se no io credo che il 7 di gennaio il Vicepresidente Reschigna ci dirà: "No, rinviamo al 14" "rinviamo al 21", "rinviamo al 28 ", è così via.
Sappiamo che l'esercizio di bilancio provvisorio, che dovremmo approvare entro il 31 dicembre, prevede l'autorizzazione fino al 30 aprile.
Non vorremmo poi trovarci a dover sforare nuovamente, come se non sbaglio abbiamo fatto nel 2014, con l'approvazione del bilancio a maggio e con il blocco probabilmente dei pagamenti (perché la Regione a maggio non più pagare niente, stipendi e altro).
So che state lavorando, ma vogliamo veramente che su questo tema, che sembra un po' lontano dalle attenzioni del Governo romano, ci siano risposte chiare e certe.
Per quanto concerne l'idea di rinegoziare e ristrutturare derivati e mutui con la cassa deposito e prestiti, abbiamo approvato una legge ma adesso dobbiamo capire l'approvazione dell'iter, ossia come muoverci.
In più, il fatto di aumentare con i disegni di legge n. 66 e 67 le tasse per 100 milioni di euro, e, dall'altra parte, chiedere il rinvio del pagamento delle quote capitali dei mutui con la Cassa Deposito e Prestiti per 200 milioni di euro, mi sembrano due temi separati uno dall'altro: uno è un provvedimento che può prendere la Giunta (ovviamente noi lo analizzeremo e siamo già pronti ad emendare il disegno di legge n. 66 per quanto riguarda la tabella dell'aumento dell'addizionale IRPEF e l'aumento del bollo auto) e che la maggioranza, magari utilizzando il contingentamento dei tempi o comunque altri strumenti regolamentari, pu approvare; dall'altra parte c'è, invece, un "desiderata", cioè sperare che Roma ci dia la possibilità, per due anni, di non pagare più le quote capitale dei mutui con la Cassa Deposito e Prestiti. Questo è un desiderio della Giunta, non è una sua disponibilità: se Roma, di nuovo, non approva la norma. e deve farlo, da quanto ho capito, in stabilità; anche su questo vorrei un pronunciamento un po' più chiaro, al di là del fatto che Padoan non ci ha detto no, ma non ci ha detto neanche sì.
Vorremmo un pronunciamento un po' più chiaro anche perché, altrimenti la Regione dovrà prendere delle misure molto più drastiche, che vanno sicuramente contro quelle che sono le nostre idee e intenzioni, ma che forse, vanno anche contro le intenzione e i programmi del Governo Chiamparino.
Concludo, ma poi interverrò anche nella discussione generale, dicendo che sono stati fatti degli sforzi per inserire delle risorse in più, come diceva il collega di maggioranza (non sto a ripeterle, le ha elencate giustamente), però sono nuove spese a debito, perché sappiamo che il Titolo IV, quello delle alienazioni immobiliari, pur avendo visto una riduzione di 23 milioni di euro, ha ancora iscritti 52 milioni di euro (37 di alienazioni immobiliari e 15 di vendita delle partecipazioni).
Questi fondi non verranno incamerati - e chiudo, Presidente - e l'ha affermato, non Davide Bono, Consigliere di opposizione, ma il Vicepresidente, Assessore al bilancio, Reschigna. Pertanto, abbiamo già 53 milioni di euro di disavanzo; già solo questi, nel 2014. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti, secondo relatore di minoranza.



BERUTTI Massimo, relatore

Grazie, Presidente.
Questo è il primo provvedimento di bilancio della nuova Amministrazione. E' chiaro che si tratta dell'assestamento, quindi non stiamo parlando di un bilancio di previsione, che partirà in tempi brevi con l'auspicio che si possa partire con dei dati certi che, in questo momento, non sono ancora ben definiti (la speranza è che il Ministero fornisca delle indicazioni abbastanza precise). Si tratta di un assestamento che, nonostante i tanti, o quantomeno declamati, sforzi, vede numeri molto esigui, in termini di volontà di inserimento o comunque di iniezione di ulteriori risorse.
Onestamente, 20 milioni - più o meno - su un bilancio regionale sono abbastanza risibili. Se, poi - come sosteneva il collega Bono - sono anche coperti da eventuali spese di alienazione, possono far presagire, ancora di più, dei numeri o delle ipotesi che in futuro potranno portare, in termini di rendiconto, a dei disavanzi.
Detto questo, chiaramente ci sta anche la difficoltà, perché quando si fanno le valutazioni bisogna essere realisti e non sempre critici: la situazione non è semplice, lo sappiamo tutti, perché il rendiconto lo abbiamo visto tutti. Pertanto, è anche difficile, in questo momento muoversi nei ranghi di quelle che sono, da una parte, le difficoltà che impone la rigidità dei numeri e, dall'altra, le necessità che incombono in una governance regionale che racchiude molte tematiche e molte necessità.
Di conseguenza, diventa un lavoro molto complicato.
Onestamente, su alcune questioni mi sento di svolgere delle considerazioni, perché sono stati fatti degli spostamenti riguardo alle criticità più immediate, però ci sono delle situazioni che lasciano un pochino a desiderare.
Noi, con i nostri emendamenti, abbiamo cercato di dare degli stimoli ed anche di portare delle idee; magari, in alcuni casi, potevano anche essere visti unicamente come situazioni di carattere ostruzionistico, però erano tutti dotati di contenuti e votati a sostegno di situazioni che, in qualche modo, potevano essere prese in considerazione e, nello stesso tempo, dare benefici ai territori ed alle varie realtà.
In merito ai trasporti, sono state apportate alcune aggiunte e sono stati fatti alcuni inserimenti, e questo va sicuramente riconosciuto; per in alcuni casi - almeno dalle letture e dai documenti che ci sono pervenuti su alcune questioni ci sono state delle penalizzazioni, come sullo sviluppo rurale o sulle politiche per la famiglia, dove ci sono state delle diminuzioni, o sulle infrastrutture agricole.
Certamente, dai vari documenti e malloppi che ci sono stati trasmessi emergono alcune penalizzazioni e questo non è sicuramente un buon segnale perché - come dicevo - è vero che c'è la necessità di far quadrare i conti e quindi trovare piccole soluzioni, però se confrontiamo questo (e qui la prova del fuoco sarà con il previsionale) con le grandi dichiarazioni fatte in campagna elettorale, questi sono i primi segnali del fatto che poi bisogna fare i conti con la realtà.
Pertanto, questo dovrebbe essere un monito, non solo a questa Giunta ma un po' a tutti coloro che fanno politica, perché una cosa sono le grandi promesse fatte ai fini elettorali, un'altra cosa sono, invece, i conti che si fanno, ogni giorno, con chi amministra. E chi - non nel mio caso, ma sicuramente in quello di alcuni colleghi che erano dall'altra parte, nella legislatura precedente - si è trovato a portare avanti una campagna elettorale con i piedi per terra, perché cosciente di quello che era ed è la realtà, quindi con un'attenzione ed una carica di buonsenso anche dal punto di vista comunicativo, non dico che sia stato sfavorito, ma certamente è rimasto con i piedi per terra.
Questo è un po' l'elemento negativo, che, alla fine, si traduce nei numeri e negli atti, e questo è un po' l'aspetto su cui la politica deve riflettere.
Io credo che il nostro mestiere non sia votato solo al fatto gestionale o legislativo, ma al fatto di incominciare a portare una certa coerenza e capacità costruttiva da tradurre e trasmettere a chi si governa, ai cittadini e a tutti coloro che confidano ancora nella politica, anche se ultimamente, visti gli ultimi dati elettorali, vi confidano sempre meno.
Se poniamo questa fase - e mi avvio alla conclusione - in una considerazione specifica, che è quella legata allo sviluppo economico, dove questo assestamento non ha messo nulla (l'unico emendamento presentato è un nostro emendamento, di circa due milioni di euro; per il resto non si è visto nulla), è chiaro che per una Regione che vuole rilanciarsi e parlare di sviluppo e crescita, non si vede assolutamente alcuna attenzione verso un mondo (la parola sviluppo dice molto) che, invece, non viene contemplato.
Alla luce di questo, credo anche che si sia persa un'occasione, perch seppur con pochi euro - come dicevo - che sono stati iniettati, un segnale doveva essere dato.
Alla fine, l'assestamento, al posto di un rendiconto sicuramente difficile, non ha dato segnali incoraggianti. Vedremo cosa accadrà nella fase previsionale, che sarà il vero segnale che darà la Giunta: su quello cercheremo di essere costruttivi come sempre, perché non bisogna pensare solo in termini di opposizione, e vedremo se ci sarà la possibilità di lavorare per il bene del Piemonte.
Un ultimo appello: era stata presentata una mozione unitaria sulla questione alluvione, che ritengo sia uno degli elementi più delicati della fase iniziale di questa Giunta: l'auspicio è che ci possa essere un'attenzione particolare, con un inserimento di capitale finalizzato al sostegno immediato di queste realtà.
Alla luce di tutto quel che si è detto, alla fine credo che quelle siano oggi le criticità più importanti e che, quindi, su quello occorra fare un ulteriore sforzo.
Sicuramente, però, credo che la Giunta su questo stia lavorando.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Dichiaro aperta la discussione generale, per la quale chiede di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo quindi alla discussione di questo assestamento di bilancio, che ha un punto di partenza che non è propriamente qualcosa su cui si possa lavorare serenamente e che si traduce in una certa sensazione di incertezza per il futuro, almeno per i prossimi sei mesi. Al verificarsi di una serie di condizioni di cui parlerò tra poco, infatti, potremmo trovarci veramente in grossi problemi.
Qual è il punto di partenza? Il punto di partenza è un disavanzo che era già cospicuo, ma che è stato corretto nel giudizio di parifica della Corte dei Conti a oltre due miliardi di euro; tra l'altro - e questo è il primo elemento di incertezza - con una possibile interpretazione dell'utilizzo che facciamo dei fondi derivanti dal DL n. 35, che se passasse ci porterebbe - perché è stata impugnata la variazione di bilancio che abbiamo operato ad agosto - ad un disavanzo ancora maggiore per l'anno successivo. Questo, quindi, è il primo elemento problematico.
Con questo punto di partenza si è fatto un assestamento che in buona parte è costituito da slittamenti: siamo a 108 milioni di euro di variazioni, in buona parte per slittamenti. E, come ricordava anche il collega Bono, c'è ancora da avere chiarezza relativamente a fondi molto importanti come quelli FAS per il trasporto pubblico locale.
Oltre l'incertezza, purtroppo permane ancora, anche in questo assestamento di bilancio, il fatto di mettere delle cifre che poi non hanno grande attinenza con la realtà e rischiano di perpetuare situazioni che abbiamo già trovato negli anni scorsi. Cito l'esempio delle alienazioni immobiliari. Non è stato approvato il nostro emendamento che avrebbe ridotto almeno di un po' la cifra iscritta come entrata derivante da alienazioni immobiliari, che non è ad oggi attinente alla realtà perch come ci ha confermato l'Assessore Reschigna, in quanto a proventi siamo a zero; quindi, già di per sé questa piccola voce di bilancio potrebbe portarci altri 53 milioni di disavanzo.
L'incertezza deriva anche da quello che decideranno a Roma, in buona sostanza. Tanto per fare un esempio, infatti, oltre alla già citata interpretazione dell'utilizzo dei fondi che usiamo dal DL n. 35 - problema che, ovviamente, non investirebbe solo il Piemonte, ma tutte le Regione d'Italia e, di conseguenza, anche l'intero nostro Paese di fronte all'Europa - abbiamo anche l'incertezza derivante dalla possibilità di sospendere per due anni il pagamento della quota capitale dei mutui: ancora non sappiamo se questa sospensione ci verrà concessa oppure no. E questo è un altro elemento di incertezza.
Abbiamo solo incertezze? No, abbiamo anche delle sicurezze.
Per ora, l'unica sicurezza è l'aumento dell'IRPEF regionale. Questa è una sicurezza: un aumento dell'IRPEF al di sopra dei 28.000 euro annui di reddito, mentre per le fasce più deboli l'imposta è rimasta invariata.
L'altra certezza per ora, sempre se passa il disegno di legge che riporta il provvedimento, è l'aumento del bollo auto sopra i 100 KW.
Queste, quindi, sono ad oggi le due certezze che abbiamo.
Cosa può succedere nei prossimi mesi? Può succedere che vada tutto nel verso sperato; a volte accade anche così. Il più delle volte, però, accade che se qualcosa può andar male lo farà. Dunque, se poi dovesse passare l'interpretazione in senso a noi sfavorevole dell'uso dei fondi del DL n.
35 e se non dovesse esserci data la possibilità di sospendere per due anni il pagamento della quota capitale dei mutui, probabilmente ci troveremmo proprio a meta dell'anno, ad avere grossi problemi e a non sapere come fronteggiare la situazione. Ovviamente, se dovesse accadere una cosa del genere, questa Giunta regionale potrebbe trovarsi a dover chiedere nuovamente di aumentare le tasse.
Per ora, quindi, vedo molte ombre e poche luci.
Ci apprestiamo alla scrittura di un nuovo bilancio - alla presentazione, da parte della Giunta, del bilancio di previsione 2015 - con questo quadro.
Da parte nostra ci sarà la massima attenzione e anche la volontà, ove possibile, di apportare dei contributi costruttivi, ma soprattutto di cercare di evidenziare quali sono oggi le priorità. L'abbiamo detto anche in altre occasioni: quando non c'è la possibilità di avere risorse per tutto, bisogna andare a cercare quali sono le priorità per i cittadini piemontesi e utilizzare in tal senso quello che si ha.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questa è la prima legge di bilancio che questo Consiglio vota in questa nuova legislatura, salvo ovviamente quella sul decreto n. 35, e chiunque abbia letto - devo dire anche senza grande attenzione - la legge di assestamento di bilancio, si è reso immediatamente conto che fra le promesse elettorali (o anche solo ciò che c'era scritto nel programma di governo) e la prima legge di bilancio il Presidente non si è scontrato con una realtà che non conosceva: semplicemente è stato obbligato ad assumersi la responsabilità del governo. Prima questa responsabilità non c'era e pertanto, era molto più semplice.
Noi abbiamo esplicitato nel modo più facile possibile questa differenza. Gli emendamenti che il Partito Democratico presenta, a firma dell'attuale Vicepresidente della Giunta, nella finanziaria di qualche mese fa (non nella finanziaria del 2010!) corrispondono ad un centinaio di milioni di euro: dai 35 milioni di trasferimento alle ATC per la manutenzione degli immobili ad una quarantina di milioni di trasferimento al tema delle politiche sociali.
Se si prende quella manovra di controbilancio e se si prende l'assestamento di oggi, ci si rende conto con estrema lucidità che è stato molto semplice speculare in modo cinico per quattro anni sulle difficoltà economiche di questa Regione.
Però, badate che il cinismo porta consenso, perché è assolutamente evidente che è premiante intervenire su temi come la sanità, le politiche sociali, i trasporti, lo sviluppo economico, applicando una logica del "più uno", cioè applicando una logica di controbilancio, che aggiunge delle risorse economiche al bilancio stesso e non le va a ridurre o non va a fare delle scelte per le quali, se si stanziano quattro milioni sulle politiche sociali, si levano al settore della cultura (questo, peraltro, non è mai avvenuto).
Devo dire che con questa modalità si è costruita una parte del consenso non l'unica - che ha consentito al centrosinistra di vincere le elezioni.
Poi, nel mezzo, c'è anche una buona mano che il centrodestra ha saputo dare nella vittoria; e poi c'è un trend nazionale che ha aiutato. Certamente però, c'è stato questo aspetto, che noi vogliamo rilevare, se non altro per coerenza rispetto alle scelte.
Allora, noi vediamo che una scelta in questo assestamento di bilancio si fa, magari è indispensabile, e questo ce lo dirà chi governa.
Oggi noi non abbiamo più questo onere, per cui utilizziamo gli strumenti, anche legislativi, per condurre il nostro ruolo, cioè l'opposizione.
Visto che oggi all'interno della Giunta - e lo vedremo con più puntualità nel pomeriggio - c'è chi continua a fare campagna elettorale non avendo compreso che le elezioni sono finite, e raccontando delle falsità ai piemontesi, anche agli organi di stampa - e lo dimostreremo in modo semplice, ad esempio con il documento che l'Assessore Saitta ha consegnato a nome della Giunta agli organi di stampa - il nostro ruolo non è quello della responsabilità.
Il nostro ruolo è quello per cui i cittadini ci hanno eletto. I cittadini ci hanno eletto e mi hanno eletto per fare opposizione a questa Giunta.
Quindi, nel fare l'opposizione a questa Giunta, noi non possiamo non rilevare che 108 milioni di euro di risorse previste all'interno di questo bilancio verranno slittate nel bilancio successivo.
Significa che una parte di quell'aspetto positivo che il DL 35 ha introdotto rispetto alla riduzione dei termini di pagamento viene in qualche modo meno; da questo punto di vista, responsabilmente ci auguriamo che si trovi un'interpretazione autentica, tanto per usare parole che sono andate di moda in questi giorni.
E' evidente che i 20 milioni in meno di trasferimento alle Aziende sanitarie piemontesi o gli 11 milioni per le attività di bonifica - e possiamo leggere l'elenco anche di quelli minori - e tutta un'altra serie di interventi non faranno parte del bilancio del 2014, ma li abbiamo rinviati al bilancio del 2015.
Quello è un primo aspetto che non si può non tenere in considerazione perché ritardiamo per 108 milioni di euro i pagamenti nei confronti dei fornitori terzi, siano essi le ASL, i Comuni o le imprese. Questa è una scelta che l'Amministrazione fa.
Se poi andiamo ad analizzare le variazioni all'interno dell'assestamento di bilancio, alcune potrebbero essere condivisibili, ma sono evidentemente non congrue rispetto alle scelte e alle dichiarazioni che fino a pochi mesi fa sono state fatte. Sto parlando di quattro milioni di euro per il fondo per la gestione del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali.
Sono quattro milioni di euro, ma credo che se la precedente Giunta avesse incrementato di quattro milioni di euro il fondo per le politiche sociali, il centrosinistra tutto avrebbe gridato alla macelleria sociale: "Ma come? In un momento di crisi come questo, investite solo quattro milioni di euro a fronte delle criticità che le famiglie piemontesi hanno?". Sì, investite solo quattro milioni di euro, che oggi sono sostanzialmente non inutili, perché sono sempre risorse maggiori che vengono trasferite, ma sono certamente ed assolutamente insufficienti rispetto non solo alle promesse fatte, ma rispetto alle esigenze dei consorzi.
Vi è un trasferimento di qualche milione di euro aggiuntivo rispetto ai trasporti, ma abbiamo visto come in queste settimane si siano già prodotte una serie di riduzioni dei trasporti, perché chiaramente il Vicepresidente e il Presidente ci hanno detto che da qui a due anni (se non ricordo male) il trasferimento del fondo nazionale sul trasporto pubblico locale dovrà essere sufficiente a garantire i trasporti all'interno della nostra Regione.
Giusto o sbagliato? Può essere anche giusto, ma dipende sempre da come lo si fa. Si nota evidentemente da ciò che è stato detto, ma anche dal programma elettorale, e cito le azioni precedenti al programma elettorale perché questo è il primo documento che dà una risposta ai piemontesi dopo la campagna elettorale.
E' evidente che quel trasferimento è assolutamente insufficiente rispetto a ciò che fino ad alcuni mesi fa veniva detto, ma anche rispetto ad alcuni servizi che sono già stati tagliati in queste settimane, e di cui discuteremo all'interno di quest'Aula e delle Commissioni.
Come rilevava già il collega Berutti, non vengono erogate risorse neanche un euro - su due temi fondamentali sia per tempo sia per scelta: uno è lo sviluppo economico. Cioè, il Piemonte dovrà diventare la Borgogna questo c'è scritto nel programma elettorale - e dovremo dare grande impulso allo sviluppo economico.
Il dato vero è che questo provvedimento e quelli che andrete a votare nelle prossime settimane, da un lato, non mettono un euro e, dall'altro aumentano il peso della tassazione per tutti, anche per le imprese.
Infatti, ricordo che l'aumento della tassazione in agricoltura riguarderà le imprese; l'aumento della tassazione sullo sfruttamento delle risorse idriche riguarderà le imprese.
Giusto o sbagliato che sia, le imprese si tassano; non solo si tassano con un provvedimento successivo, ma con questo non viene messo un euro, se non rispetto all'emendamento che ricordava il collega Berutti, a favore delle imprese. E soprattutto non c'è un euro sul tema del dissesto idrogeologico.
Non c'è nessuna Regione che oggi ha bilanci rosei. Rammento che la Regione Liguria ha stanziato 50 milioni di euro di fondi regionali sui problemi del dissesto idrogeologico e sui problemi che le alluvioni hanno comportato.
Noi non stanziamo neanche un euro; utilizziamo i fondi derivanti dalle accise che la precedente Amministrazione aveva inserito. Peraltro, questi fondi non sono fondi aggiuntivi, e ci tengo a sottolinearlo, perché i cinque milioni di euro che ad Alessandria, a Verbania e a Biella sono stati ricordati dagli amministratori locali, sono fondi esistenti all'interno del bilancio.
Addirittura, in una prima proposizione che venne data - è stato un errore, ma questo era sul pezzo di carta che è stato consegnato - 11 milioni di euro relativi a questi interventi vengono fatti slittare nel 2015.
Poi, fortunatamente era un errore di computazione, quindi non vengono fatti slittare, ma quelli sono, perché non c'è un euro in più. E anche per quanto riguarda la mozione che correttamente la Commissione competente ha approvato, che prevede di stanziare delle risorse, ad oggi non c'è, a conoscenza dell'Aula o del sottoscritto, un emendamento di risorse aggiuntive rispetto a questo tema.
Dovete in qualche modo rispondere delle tante promesse fatte, per tanti anni e per tanti mesi, anche nel programma elettorale.
Oggi pomeriggio affronteremo il tema della sanità e sarà molto più semplice vedere le contraddizioni. Però questo bilancio dimostra che c'è stato del cinismo irresponsabile nel fare opposizione negli anni precedenti e dimostra un fatto: che al cinismo irresponsabile si risponde non con mancanza di senso di responsabilità, ma con attribuzione di responsabilità a chi governa.
Oggi governate questa Regione e governate il Paese. Siate in grado di farlo rispetto almeno al 10 per cento di ciò che avete promesso. Sarebbe già un grande risultato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Aggiungo qualche elemento a quanto detto poc'anzi perché ritengo, dal punto di vista politico, che non possono essere sottaciuti.
Ho analizzato con attenzione questo documento di assestamento di bilancio, e devo dire che mi è difficile comprendere la filosofia politica che sovrintende il documento stesso. Cosa significa filosofia politica? Vuol dire, semplicemente, un aspetto di indirizzo che questa Regione intende promuovere nei prossimi anni. Dovrebbero essere i primi 90 giorni ma data la particolare complessità della cosa pubblica, diamo la possibilità all'intero semestre, come un elemento di costruzione di eventuali iniziative che questa Regione intende intraprendere, dal punto di vista della politica, per tutti i piemontesi.
E' molto difficile comprendere se, come dicevo anche in altri interventi, in un ambito di taglio generalizzato, di volta in volta decidiamo di intervenire su questo settore piuttosto che su quello, ma non vi è una filosofia complessiva di costruzione di un progetto per il nuovo Piemonte.
Come diceva poc'anzi il Consigliere Vignale, mancano - e devo dire in un modo drammatico - iniziative relative allo sviluppo economico; sviluppo economico che per le nostre imprese è fondamentale, soprattutto per questo Piemonte ormai sempre più in difficoltà rispetto alla competitività delle Regioni vicine. Basta vedere la Lombardia, il Veneto o la stessa Emilia dove si sono costruiti, al di là delle difficoltà economiche che vivono tutte le Regioni (meno della nostra) percorsi, giusti o sbagliati criticabili o meno (ciò dipende dai punti di vista), entro i quali giustificare questo tipo di politica della nostra Regione, rispetto ad uno sviluppo economico che viene ricercato quotidianamente a livello nazionale dal Governo, ma che non viene intrapreso dall'attività della Giunta, come abbiamo la possibilità di verificare tutti i martedì in Consiglio.
A questo punto, ci chiediamo quale sia, nell'ambito dell'assestamento di bilancio, la politica di sviluppo industriale. Quali sono i percorsi? Quali sono gli obiettivi? Quali sono gli elementi che ritenete fondamentali, entro i quali costruire un sistema legislativo che possa agevolare, sviluppare, far intraprendere e generare quell'entusiasmo che da troppo tempo manca nella nostra Nazione, ma soprattutto nella nostra Regione? Siamo inermi rispetto ad una situazione relativa allo sviluppo infrastrutturale del Piemonte. Sappiate che, rispetto al Nord-Est, il Nord Ovest patisce di una mancanza di trent'anni di opere infrastrutturali. Da quelle parti, con il flusso del Brennero, o per tutta una serie di adeguamenti autostradali e di tipo logistico, si sono create condizioni rispetto ad una crisi economica che ha coinvolto sicuramente anche loro per lo sviluppo di imprese.
Da noi manca completamente: non abbiamo un elemento che ci dia i nostri elementi di prospettiva. E' un continuo rincorrere - ed è la critica più evidente che possiamo dare a questo assestamento di bilancio - prospettive di tagli, sempre più drammatico, che quotidianamente cerchiamo di affrontare tappando buchi, ma aprendone necessariamente altri o, comunque non aprendo assolutamente nulla.
Ci pare di comprendere che la spesa sanitaria, come ormai è noto, è uno degli elementi fondamentali ai fini del bilancio complessivo. Bene, anche qua, quali tipi di scelte sono state fatte? Non possiamo sempre e solo lasciar scegliere i territori: dobbiamo essere coloro che, nell'ambito dei territori, danno individuazioni precise rispetto alla possibilità di spesa che questa Regione può fare con i territori, perché la politica condotta nei quattro anni precedenti da coloro che oggi governano è stata una politica di minoranza, che chiedeva continuamente nuove spese. Era un continuo caldeggiare, rispetto ad una politica di un centrodestra che ha affrontato momenti difficili, una politica di nuove spese.
Oggi avete il compito di governare e, vivaddio, cominciate ad affrontarlo, ma senza una filosofia per farci capire quali sono i vostri obiettivi finali. Non potete semplicemente ridurvi a questi tagli o ricorrere al metodo del rinvio: "Non sappiamo cosa fare, rinviamo all'anno prossimo e ai prossimi appuntamenti di discussione del bilancio. In quel caso, vi diremo che cosa faremo".
Questo non è fare politica. Questo è fare semplicemente i contabili rispetto ad una situazione difficile come quella attuale. Si tratta di una contabilità, evidentemente, su cui non sappiamo darvi suggerimenti, perch molte delibere le leggiamo prima sui giornali, così come le informazioni vengono fornite prima ai giornalisti che non ai Consiglieri che devono fare il proprio lavoro in Aula.
Questo non è corretto. Non è corretto, lo diciamo anche nell'ambito delle attività che mi vedono coinvolto dal punto di vista della responsabilità, come la Vicepresidenza della V Commissione, nella quale mancano politiche ambientali: non abbiamo ancora compreso se la legge 7 sui rifiuti sarà una legge intrapresa e portata avanti dall'Assessore o se l'Assessore ha delle idee differenti.
Intanto si riempiono le discariche; intanto i territori si avvicinano alla crisi (in alcuni territori vi è già) e non vi sono elementi di discussione per capire qual è il tipo di politica ambientale di questa Regione.
Sui dissesti idrogeologici abbiamo provato a dare indicazioni. Speriamo che la Commissione seguirà il percorso di avventurarsi in iniziative e di suggerimento. Ci sembra importante che anche nell'attività del Consiglio regionale e delle relative Commissioni possano essere dati suggerimenti alla Giunta che possano diventare azioni legislative, rispetto ad una mancanza di filosofia complessiva nella politica della Giunta, come appare pesantemente nella politica di bilancio.
Queste sono le critiche più nette che vorremmo portare alla vostra attenzione, perché crediamo che una critica responsabile, condotta da noi possa portare sicuramente dei benefici a tutti i piemontesi.
Potremmo essere responsabili anche solo con l'indicazione di cose certe, con degli obiettivi riconosciuti. In un'azione che, quotidianamente è del tipo "tanto al chilo" e senza una filosofia complessiva, diventa veramente difficile fare un'azione di opposizione seria per dare quel contributo che, nell'atto del vostro insediamento, vi diamo detto di essere disposti a fornire, perché ci mancano elementi per fare una discussione seria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Arriviamo in Aula dopo un percorso lungo di discussione preliminare e poi di discussione in Commissione del disegno di legge in oggetto.
Noi non stiamo discutendo, in una situazione semplice e normale, un bilancio che parte da tabula rasa, per cui, con un quadro economico di riferimento ordinario e senza particolari problemi, ci permettiamo di allocare risorse e di individuare criticità e specificità, per poi approvare una legge finanziaria.
Noi operiamo in un quadro finanziario che, senza utilizzare termini eccessivi, possiamo tranquillamente definire drammatico. Drammatico nel senso lato del termine, cioè un quadro di riferimento che impone delle scelte e delle priorità, e che certamente non può trovare tutte le risposte in un assestamento di bilancio che viene portato in Aula a fine novembre dell'anno in corso, quindi quasi alla fine dell'esercizio finanziario.
L'assestamento non poteva e non può che essere un primo passo in cui a bilancio e ad esercizio finanziario in corso si cerca di offrire qualche segnale alla comunità piemontese. Qualche segnale in alcuni campi e in alcuni temi che vogliono contraddistinguere le linee di governo di questa maggioranza su cui abbiamo espresso un voto, prima per i cittadini e poi sulle linee di governo qui in Aula, soltanto pochi mesi fa, senza dimenticare, ripeto, il quadro generale. Un quadro in cui, ad un disavanzo accertato e dichiarato di 365 milioni, in realtà si è sovrapposto un giudizio di parifica che ci ha portato con i piedi per terra e ha fatto emergere un dato più realistico del bilancio regionale, che vede in oltre due miliardi e mezzo il disavanzo vero della nostra Regione. Ben sapendo peraltro, che in realtà a quei due miliardi e mezzo si accompagnano altre fortissime criticità, la prima delle quali - la più grave - è l'attesa verso le decisioni del Governo e dello Stato centrale sul corretto utilizzo e impiego delle anticipazioni ex decreto 35.
E' chiaro che dalla scelta che il Governo e il Parlamento faranno potrà emergere o non emergere un quadro di ulteriore drammaticità.
Dicevamo, comunque, che lo stesso percorso in Commissione non ha potuto stravolgere un disegno di legge di assestamento individuato e approvato dalla Giunta regionale, proprio per le contingenze temporali e le criticità sopraccennate, ma è stata un'occasione utile per tracciare il campo rispetto ad alcuni temi, alcuni problemi e alcuni campi in cui è necessario investire risorse e impegni, nonché prendere delle decisioni soprattutto a partire dalla finanziaria dell'anno prossimo.
In questo senso, ho ravvisato nel lavoro in Commissione il fatto che non sono stati accolti gli emendamenti che parlavano a 360 gradi di tutto perché parlare di tutto a fine anno in un assestamento è impossibile, ma certamente gli spunti di Commissione saranno un punto di partenza per approfondire il dibattito in vista del bilancio dell'anno prossimo.
Dicevamo, però, che l'assestamento vuole dare un segnale; allora io ne cito quattro o cinque che mi sembrano qualificanti.
Noi abbiamo ereditato un bilancio ove, nei trasferimenti alle Province per funzioni essenziali - ne cito uno, lo spalare la neve nel periodo estivo piuttosto che lo stipulare i contratti per il riscaldamento nelle scuole superiori - i fondi erano ridotti all'osso, assolutamente insufficienti anche per l'ordinaria amministrazione. Ebbene, l'assestamento stanzia risorse aggiuntive. Penso ai cinque milioni e mezzo che sono già stati oggetto di deliberazione e di riparto; penso ai quattro milioni aggiuntivi sul diritto allo studio. Ricordiamoci che solo pochi anni fa le Province ricevevano 22 milioni di euro di trasferimenti per pagare educatori per la disabilità, per aiutare i Comuni a pagare il trasporto scolastico, il trasporto per disabili, ma anche il trasporto ordinario così come per organizzare e gestire il servizio di refezione scolastica.
Il bilancio che abbiamo ereditato portava a questa voce solo più sette milioni, cioè un terzo delle risorse di appena qualche anno fa, in una situazione in cui il quadro generale è ben peggiorato e quindi le istanze di tariffazione agevolate delle famiglie, per esempio, è aumentato. Il fatto di aver restituito e aggiunto quattro milioni a questo tipo di posta ha permesso di dare quella boccata in più di ossigeno agli Enti locali quindi a Province e Comuni, per organizzare questi servizi.
Penso, inoltre, al tema dei consorzi socio-assistenziali. Anche qui senza pretese di aver risolto tutto, il problema vero è dare stabilità e certezza di risorse del fondo indistinto per pagare servizi fondamentali che rispondono a diritti fondamentali dei cittadini: ebbene, anche lì alcuni milioni di euro sono stati aggiunti per riportare l'ammontare globale di risorse per questa materia quantomeno al livello dell'anno scorso.
Certo, non nascondiamoci che arrivare a fine anno, quindi a ridosso della scadenza del 30 novembre, che è il termine ultimo per gli Enti locali per deliberare il loro assestamento, quindi anche per gli enti gestori, e stabilizzare risorse, non è il metodo migliore di questo mondo.
Certo, noi oggi diamo un segnale, ma abbiamo anche già detto che il nostro impegno è, per il futuro, di non ripetere una gestione che si protrae ormai da troppi anni, di incertezza assoluta, che poi si assomma anche al ritardato trasferimento concreto delle risorse. Ad oggi, se tutto va bene, riusciremo a trasferire le risorse del fondo indistinto del 2013 al 31 dicembre, quindi resta scoperta l'intera annualità del 2012.
Penso al tema delle borse universitarie. Anche qui vi era un impegno concreto assunto in campagna elettorale. I sei milioni aggiuntivi non permetteranno di raggiungere al 100% l'obiettivo che ci siamo dati, ma in fin dei conti governiamo da pochi mesi e, in quel quadro generale che abbiamo descritto, mi sembra e ci sembra uno sforzo assolutamente ragguardevole.
Pensiamo al TPL. Anche qui, sei milioni e sei di risorse aggiuntive per cercare di riallocare risorse analoghe a quelle dell'anno scorso. Anche in questo caso, l'obiettivo non è raggiunto al 100%, ma, ripeto, si partiva da un autentico disastro in termini di tagli.
Inoltre, vorrei citare l'effetto di alcune decisioni che sono a state assunte negli anni passati, che iniziano a dispiegare degli effetti e sulla cui strada stiamo continuando a lavorare. Il fatto che l'assestamento sia alimentato da 11 milioni di euro di risparmi di costi della politica che il Consiglio regionale, dopo l'approvazione del suo consuntivo 2013, ha restituito alla Giunta mi sembra un bel segnale rispetto a un tema che ormai, è al centro dell'agenda politica, laddove siamo noi i primi a dover dare un segnale tangibile e concreto per attenuare le criticità di bilancio. Una goccia nel bilancio di 12 miliardi ma, come si dice, senza sprecare metafore eccessive, l'oceano è fatto da infinite gocce, per cui anche la goccia può essere importante.
Abbiamo poi accompagnato il disegno di legge o, diciamo, la discussione preliminare sull'assestamento di bilancio ad alcune azioni concrete che non trovano una traduzione in questo disegno di legge, ma sono collaterali e se ben affrontate, ci permettono di guardare con un po' più di rigore e serenità alla programmazione finanziaria futura. E penso al tema che andremo a dibattere nel prosieguo della seduta di oggi: la riforma in campo sanitario e la riorganizzazione della rete ospedaliera, su cui ci sarà molto da discutere ed arricchire, ma è assolutamente improcrastinabile il riuscire a restare nell'ambito del Fondo Sanitario Nazionale per liberare risorse per investimenti nelle infrastrutture e per garantire un servizio sostenibile nel tempo.
L'Aula è stata impegnata anche sulla riforma in un altro campo essenziale ed importante, quello sui criteri di elargizione degli assegni di studio per le scuole, dalla primaria alla secondaria di primo e secondo grado. In tempi record rispetto alla storicità di queste discussioni, nei giorni scorsi è stato pubblicato il bando per l'anno scolastico 2013-2014 dopo aver riformato niente meno che la legge su cui si fonda questo istituto.
Ebbene, anche lì, sarebbe stato molto facile arrivare in Aula e dire "vogliamo dieci milioni in più su questa posta" come, probabilmente, li vorremmo su tutte le altre. Consapevoli della situazione difficile, abbiamo cercato di correggere alcuni criteri e alcuni aspetti della legge e del piano annuale e triennale proprio per riuscire a realizzare maggiore equità con le risorse esistenti e, in virtù di questa equità, comunque il bando di questo anno scolastico avrà due milioni in più rispetto a quello precedente, e molto probabilmente si riuscirà ad assicurare l'assegno medesimo alle famiglie con 26.000 euro di ISEE. Ricordiamo che nell'ultimo bando ci si era fermati a 15.500 euro per quanto concerne le famiglie i cui figli frequentano scuole statali.
Anche il dibattito sulle non autosufficienze è un dibattito avviato che ha comunque una sua centralità e importanza.
Chiudo dicendo che questo non sarà il libro dei sogni, e non poteva esserlo neanche volendo, ma credo che alcuni ben concreti segnali di un cambiamento di passo nelle priorità di questa Amministrazione regionale si possano leggere tranquillamente in questo disegno di legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Caramagna (TO) e della Scuola Media "R. Follereau" di Moncalieri (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della II media dell'Istituto Comprensivo del Comune di Caramagna e i docenti e gli studenti della classe III B dell'Istituto Comprensivo Masih Scuola Media "R. Follereau" del Comune di Moncalieri, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 48, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 48.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avevo poco più di vent'anni quando ho iniziato a imparare alcuni dei dati più importanti per la Regione, quelli che mi riguardavano. Come molti di voi sapranno, allora ero appena stato eletto dagli studenti a rappresentare quella componente dentro il Consiglio di amministrazione dell'EDISU all'università.
Dicevo che era la prima volta che ho conosciuto alcuni dati della Regione. Allora - pensate, colleghi - la Regione era indebitata per 953 milioni di euro: era un dato che mi aveva impressionato. Stiamo parlando del 2001. All'epoca si discuteva, come purtroppo oggi, sullo stato di copertura di una legge, che era la legge sul diritto allo studio universitario, e su un DPCM che era appena entrato in vigore. Anche allora in qualche modo, abbiamo contribuito a una parte della discussione del Consiglio regionale.
Per intenderci - forse lo sapete, ma lo ricordo - fino al 2010-2011 questa Regione è stata fra le poche Regioni in Italia, insieme al Trentino Alto Adige, a pagare tutte le borse di studio. E che cos'è successo in questi anni? Intanto qualcuno potrebbe dirmi che, rispetto a quel bilancio anzi a quello "sbilancio", a quei 953 milioni di euro di indebitamento - e questo ci riguarda strettamente, caro Presidente - in più di 14 anni, siamo passati da 953 milioni a circa nove miliardi. Il dato è presto detto: questo indebitamento è decuplicato.
Come sapete, parte della discussione che faremo non solo in questo assestamento, ma anche nel previsionale, ci riguarda e riguarda questa curva. Perché ci riguarda? Perché il prossimo anno, se non troveremo delle soluzioni, rischiamo di non parlare neanche minimamente di quello che stiamo dicendo oggi, cioè di come mettere più risorse sul welfare, di come mettere più risorse sulle borse di studio piuttosto che sull'emergenza abitativa. Perché se 600 milioni di euro se ne andranno in rate dei mutui per pagare quell'indebitamento, difficilmente riusciremo anche solo ad abbozzare la discussione di oggi.
Vorrei che ci fosse chiaro questo punto di partenza. E' un punto così chiaro che credo che la rimodulazione dell'IRPEF parta proprio da questa necessità, quella intanto di iniziare a dare un contributo a livello regionale a una richiesta vera del Governo italiano, cioè quella di poter non pagare per due anni i ratei dei mutui e pagare solo gli interessi al fine di liberare risorse utili al bilancio della Regione.
Ma ritorniamo a quel dato da cui sono partito, del fatto che fino al 2010-2011 questa Regione è stata fra le poche a sostenere il diritto allo studio. Parto da qui e, come diceva poc'anzi il Consigliere Appiano, questo assestamento non sarà una rivoluzione, ma intanto parla di un cambio di marcia e di un cambio di segno molto importante.
Fra i colleghi che prima hanno preso la parola, penso a Vignale, il quale diceva: "La demagogia delle nostre parole adesso si svela il cinismo delle nostre critiche". Intanto iniziamo a parlare del cinismo delle vostre scelte politiche. Glielo ricordo solo, Consigliere Vignale, perché nel 2011 2012 i borsisti che avevano un'idoneità, così come l'avete definita voi erano 11.872 e quelli che hanno preso la borsa di studio erano a malapena 3.657. Poi, l'anno dopo avete fatto qualcosa di meglio, cioè avete cambiato di fatto le regole, quindi gli idonei sono scesi a 10.000 e i borsisti come dire, dopo la battaglia consiliare, sono saliti a 5.000.
Ecco, io credo che oggi, con quei sei milioni di euro in più, diamo un segnale. Però, come ho anticipato in Commissione, credo che ci siano ancora delle risorse, visto che la richiesta della Giunta è di rimanere a saldo zero, per arrivare sin da subito almeno all'attuazione del DPCM, cioè almeno alla copertura degli idonei fino a quei 19.500 euro di ISEE di cui abbiamo parlato. Senza cambiare le regole, perché spero che questo lo faremo il prossimo anno e lo faremo con una discussione lunga e approfondita in Commissione.
Ci sono altri dati che vorrei ricordarvi. Lo diceva prima il Consigliere Appiano sulla scuola, e mi fa piacere che ci siano delle classi qui ad ascoltarci. Guardate che, fino allo scorso anno, non solo si mettevano le stesse risorse su entrambe le graduatorie, e ricordo sommessamente che il 95% della popolazione studentesca va nelle scuole pubbliche e a queste erano destinate - ripeto - le stesse risorse assegnate alle graduatorie delle scuole paritarie. Ma la cosa che non riesco a capire delle parole dei Consiglieri del centrodestra è che non abbiano recitato neanche un mea culpa la scorsa settimana, perché quello che abbiamo fatto noi (non a risorse invariate, certo mettiamo qualche milione di euro in più) è semplicemente restituire intanto, il dignitoso punto fermo che, a parità di ISEE, si seguono gli stessi principi.
Dai banchi dell'opposizione, non ho sentito parlare delle 22.000 famiglie escluse da queste graduatorie. Non sono due, sono 22.000 dai dieci ai 20.000 euro di ISEE: mentre vi scandalizzate sul fatto che 26.000 è troppo poco per le scuole paritarie, dai dieci ai 20.000 euro di ISEE ci sono 22.000 famiglie escluse. E stiamo parlando di libri di testo, di trasporti, di POF, di tutte quelle cose che garantiscono quel diritto. E allora io credo che, per quanto sia ancora troppo poco, intanto abbiamo scelto, a differenza di altre stagioni, di non fare dei tagli lineari sull'istruzione, anzi abbiamo iniziato a cambiare rotta anche in questo senso. Su questo potrei continuare.
Sul trasporto pubblico locale, non si è fatto quello che volevamo.
Certo, in pochissimi mesi non si riesce a far tutto quello che ci si propone; probabilmente sarà difficile anche arrivare a una soluzione entro fine anno, ma dobbiamo dare comunque una risposta in fretta (spero che lo faremo non solo con le gare, ma con una discussione vera su questo).
Insomma, la rete ferroviaria piemontese, come sapete, è estesa e capillare e quei 2.000 chilometri hanno bisogno di manutenzione e cura. Soprattutto credo che, prima di parlare dell'hardware, dovremmo parlare del software e in particolare, di quelle persone, di quelle migliaia di pendolari che ogni giorno affrontano le difficoltà delle 14 linee soppresse nella scorsa legislatura e di tutte quelle linee che hanno subito in qualche modo i danni di un ridimensionamento del TPL.
Guardate, sei milioni di euro in più - lo diceva il collega Appiano non saranno la svolta. Ma noi non abbiamo promesso miracoli; noi abbiamo detto che avremo invertito la tendenza, e sei milioni di euro oggettivamente, sono in più. Sono, come sulla casa - e su questo chiudo un segnale: in tempi di crisi non faremo proprio pagare ai più deboli questi tipi di politiche.
Anche per quanto riguarda il welfare e la casa, quelle presentate dall'Assessore Ferrari in settimana non saranno misure che verranno ricordate nella storia. Però, se anche solo due o 3.000 famiglie piemontesi potranno rimanere nelle loro case grazie alle nostre misure e grazie a quei pochi soldi che mettiamo in più in assestamento, credo che alla fine di questo dibattito potremo degnamente dire di esserne orgogliosi.
Se anche quelle tante città che sono rimaste sole nella crisi potranno aprire, come ha fatto la Città di Torino, un'agenzia per la casa, così da uniformare gli stessi diritti in tutte quelle città, credo che potremo essere orgogliosi di questo assestamento.
Se da gennaio ritorneranno ad essere erogati i finanziamenti per la morosità incolpevole, credo che questo Consiglio, alla fine, possa essere orgoglioso di questo assestamento e di votare favorevolmente un provvedimento che migliora sostanzialmente le nostre cure per questa crisi.
E scusate se è poco! Guardate, lo dico così: qualsiasi provvedimento in un momento di crisi è un tampone, lo è anche il fondo salvasfratti di cui abbiamo in qualche modo preso le redini, finalmente, a livello regionale. Certo, non è una soluzione in un momento di crisi, in quanto la vera soluzione è data da ammortizzatori sociali per tutti, soprattutto per tutti coloro che la cassa integrazione non ce l'hanno. Dopodiché, ritengo che non sprecare quelle risorse e non darle a pioggia come sostegno agli adulti in difficoltà costituisca la prima svolta che noi chiediamo, non solo a noi stessi, ma anche ai Comuni.
Per questo, mi limito a dire, caro Presidente, che sui temi della recessione dovremo discutere; credo lo faremo maggiormente in occasione del previsionale del prossimo anno, lo faremo con gli Assessori De Santis e Pentenero sui fondi strutturali, ma la verità è che non possiamo fare pagare al welfare - le ricette le ho appena descritte - le conseguenze della crisi del mondo del lavoro e dell'impresa. Per questo spero che, in qualche modo, presto riusciremo a parlare delle nostre ricette, per uscirne.
Noi lo abbiamo detto, il nostro oggetto e pensiero costante si chiama green new deal. Credo che, insieme a lei, se saremo capaci di dare quei segnali positivi, nei prossimi mesi riusciremo di nuovo a parlare con il segno della crescita e dello sviluppo, senza dimenticare la solidarietà che è al centro di tutti i nostri pensieri. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
E' nostra opinione che sull'assestamento, tutto sommato, si stia ragionando di conti derivanti da un pregresso, quindi, per carità, la responsabilità è parziale, però, sostanzialmente, riteniamo questo assestamento un tappabuchi non particolarmente ambizioso.
Ci sono due aspetti dell'assestamento. Uno è quello macro, cioè complessivo, in cui vediamo il reiterato uso del rinvio del problema.
Sostanzialmente, spostiamo il grosso dello sbilanciamento che ci si è trovati nei conti della Regione da oggi al 2016. Quindi, sotto questo profilo, non si nota una grande differenza rispetto alle gestioni passate né rispetto alle classiche strategie nazionali: si rinviano i problemi sperando che qualcosa succeda e che cambi il quadro complessivo.
Se poi entriamo nel merito dell'assestamento, e questo dovesse essere assunto come linea guida per la definizione del bilancio preventivo 2015 di nuovo, osserviamo una scarsità di idee, che era già stata evidenziata dalla presentazione delle politiche nelle sedute di I Commissione consiliare. Sostanzialmente, a parte nei temi colossali che incombono su tutta la gestione della Regione Piemonte, quali quelli della sanità, dove peraltro non vediamo grande innovazione rispetto a prima, ma ne parleremo dopo, lo si è riscontrato sul resto della politica regionale. E' vero che cuba per molto poco, nemmeno un 10% del bilancio regionale, però riguarda complessivamente la vita degli abitanti del Piemonte, oltre alla sanità e ai trasporti, dove c'è una totale pochezza di idee. Questo è evidente in questo assestamento di bilancio.
E' chiaro che le risorse sono poche, però se esaminiamo i conti - ho fatto un po' di somme tra entrate e uscite, poi è chiaro che qui guardiamo i totali, sarebbe bello entrare nel merito ma, come al solito, non ce n'è mai il tempo - vediamo cosa viene toccato: quelli che dovrebbero essere sostanziali investimenti per la crescita futura, cioè la parte delle attività produttive, vengono drasticamente tagliati. Poi si potrà anche dire che sono partite di giro e che si rimetteranno l'anno prossimo, ma intanto i cofinanziamenti alle azioni del POR FESR sono stati drasticamente ridotti.
L'altra Cenerentola che paga questo giro di assestamento è l'agricoltura; speriamo sia un rinvio e non un taglio dei cosiddetti pagamenti per il PSR agli agricoltori. Allora, si può pensare di reinvestire questi soldi da qualche altra parte; dalla macro cifre si vede che su "Innovazione, ricerca e sviluppo e università" c'è una crescita delle uscite, peccato che, poi, a parte la lodevole intenzione sulla parte di sostegno allo studio, si scopre che le uscite sono quelle della legge n.
4/2006, cioè "poli tecnologici e piattaforme". Su quelli tanto ci sarebbe da dire: c'è una relazione del 2010, ma sui risultati ottenuti da queste macchine mangiasoldi abbiamo visto alcune cose preliminari nelle relazioni di Finpiemonte, in sede di Commissione. In realtà, l'investimento nei poli tecnologici già in una relazione della Regione stessa era stato messo in dubbio come strategia. Tra l'altro stiamo parlando di scelte della Giunta di centrosinistra prima della scorsa legislatura, la Giunta Bresso con l'Assessore Bairati, vi ricordate? Sostanzialmente, i risultati non ci sono stati, se non un aumento di costi e una sostanziale scarsità di impatto nelle politiche di innovazione e sviluppo per le aziende sul territorio. In particolare, già nel 2010, le osservazioni a questo tipo di organizzazione facevano pensare che non avesse un futuro, in quanto fortemente dipendente esclusivamente dalla disponibilità dei finanziamenti europei e senza una capacità propria, o meglio, senza una vera strategia regionale di lungo periodo dietro.
Cioè, dovendo spendere dei soldi europei, come facciamo? Creiamo degli intermediari, che ci costano, anche sostanzialmente, su base essenzialmente territoriale - perché si è deciso di settorializzare le cose - che in modo del tutto arbitrario danno vita a dei raggruppamenti di aziende per accedere a questi finanziamenti. Il risultato è uno spreco di soldi, e spero che prima o poi vengano fuori le cifre.
Qui parliamo dei poli, ma ci sono "enne" mila altri soggetti, perché in Commissione nomine vediamo passare pletore di enti vari tutti abbeverati alla mammella pubblica, e non riusciamo mai ad avere dei rendiconti che ci dicano quanti soldi pubblici spendiamo.
Qui parliamo della dotazione vera della Regione Piemonte. Infatti, se prendessimo la sanità e la spostassimo da un'altra parte, la Regione Piemonte, tutto sommato, sulla sanità farebbe il passacarte, lo abbiamo anche dichiarato: tolti i soldi che ci mettiamo quest'anno, a partire dai prossimi anni sono i soldi del fondo sanitario nazionale. Allora, a che serve la Regione? Fa l'ente pagatore, come fa adesso anche per l'agricoltura: basta ARPEA. È sufficiente un ente che faccia i pagamenti per la sanità; magari li controlla anche meglio, visto che la Regione non è riuscita a star dietro alle ASL e ai suoi bilanci.
Questo assestamento cosa ci dice? È una drammatica rappresentazione del fallimento delle politiche regionali, ma del cumulo delle politiche regionali, dalla seconda Giunta Ghigo, passando per la Giunta Bresso - che ha fatto danni a dismisura, compresi i derivati - per poi arrivare alla totale inefficacia della Giunta Cota, che è stata la prima a trovarsi in mezzo al dissesto e che non ha saputo fare altro che cercare di truccare i bilanci, da quanto ha certificato, a quanto pare, la Corte dei Conti.
L'unica nota positiva che possiamo trovare su questo assestamento di bilancio è che, se non altro, il "Re è nudo", e la franchezza nel presentare il quadro almeno è rinfrescante rispetto al passato.
Però, sotto questo punto di vista, la timidezza nell'affrontarlo soprattutto quando si dice "noi, dopotutto, stiamo governando da sei mesi" è inaccettabile, perché comunque il centrosinistra è in questo consesso da ben più tempo: ha guidato la Giunta Bresso, quindi non può giustificarsi dicendo di non essere a conoscenza dello stato dei conti della Regione.
Perché se ne eravamo a conoscenza noi, che siamo qui da quattro anni, ci aspettavamo, da politici un pochino più navigati (ma vediamo che, tutto sommato, siamo tutti nella stessa bagna!) più strategia. Invece questa strategia non la vediamo: dov'è il coraggio? Dov'è la volontà? Anche i risparmi della politica di cui si è parlato prima, in realtà ci sono stati imposti a livello nazionale! Aspettiamo che la legge sui vitalizi o sulle indennità dei Consiglieri regionali venga fatta a livello nazionale, perché qua interessa più che altro tirare a campare, sperando che nessuno, tutto sommato, ci denunci. È questo ciò che emerge. Perch dopo si teme che qualcuno possa fare ricorso contro azioni un pochino più coraggiose, quando invece, a livello nazionale, è scandaloso quello che è apparso sui giornali (mi riferisco al fatto che ci sono Consiglieri regionali che intendono ricorrere per garantirsi un privilegio schifoso quale quello dell'assegno vitalizio).
Quello che intendiamo ribadire è che oggi siamo qua a discutere di un assestamento, e tutto sommato ci possiamo fare poco, anche se abbiamo cercato di fare delle proposte. Anzi, per certi versi, speriamo che l'atteggiamento sul bilancio di previsione 2015 sia diverso da quello mostrato sul discorso di assestamento. Noi, tutto sommato, avevamo presentato un numero limitato di emendamenti di merito, che abbiamo cercato di portare avanti (erano 14, se non erro). Ebbene, neanche uno di questi è stato ritenuto accettabile, nonostante non variasse il quadro complessivo dell'assestamento di bilancio.
Se questa è l'apertura al dialogo, la situazione ci sembra preoccupante e vi preannunciamo già che sulla parte di bilancio di previsione per il 2015 la battaglia sarà molto più forte: un assaggio lo avete già avuto nelle ultime Commissioni bilancio, dove, per riuscire ad ottenere un pochino più di trasparenza sul tema della sanità, abbiamo dovuto far vedere come si strumentalizza una discussione, che avrebbe dovuto essere costruttiva, al fine di mero ricatto politico.
Questo tipo di azione non ci piace. Preferiremmo che ci fosse una maggiore apertura nel merito delle questioni, così come sarebbe auspicabile una maggiore trasparenza nel fornire, con appropriato anticipo, le informazioni necessarie perché si possano valutare nel merito le proposte della Giunta regionale. Altrimenti, andiamo sempre e solo al muro contro muro. Grazie.



PRESIDENTE

Senza ridurre lo spazio per il dibattito - risultano ancora iscritti ad intervenire i colleghi Marrone, Ruffino e Andrissi - suggerirei di anticipare l'esame dell'ordine del giorno n. 108 e dell'ordine del giorno ad esso attratto, presentato dalla collega Batzella, relativo alle donne perché oggi si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Dato che abbiamo optato per fare una conferenza stampa e non la commemorazione, sarebbe bello, nel rispetto delle colleghe firmatarie presenti in Aula, poter arrivare alla conferenza stampa con gli atti di indirizzo deliberati. Questo senza nulla togliere all'attuale dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Nel dettaglio di questo assestamento di bilancio, molto è già stato detto dai colleghi del centrodestra che mi hanno preceduto. Quello che mi sento di rimarcare in questa fase, dal punto di vista politico, è l'assenza di strategia, che ci preoccupa. In realtà l'impressione è che il Presidente Chiamparino abbia chiaro il quadro della situazione. Leggiamo spesso sui giornali accorate manifestazioni di preoccupazione rispetto alla situazione. Addirittura cito una frase testuale: "Se la Corte Costituzionale recepisse le osservazioni della Corte dei Conti, ci ritroveremmo con un debito di cinque miliardi, che, su un bilancio complessivo di 11, significherebbe fallimento e, quindi, commissariamento".
Qual è, però, il timore? Quello di constatare che queste considerazioni preoccupate, per quanto probabilmente molto realistiche, si manifestino sempre all'interno di interventi politici volti ad azzerare il dissenso prioritariamente interno al centrosinistra, ma de relato, poi, di sponda anche all'interno del Consiglio regionale, per ottenere una sorta di "carta bianca" o delega in bianco rispetto alle misure con cui affrontare l'emergenza. Sembra quasi che la situazione emergenziale venga citata più per poter mandare i carri armati a Praga, che non per annunciare, per anche condividere, le scelte strategiche per risanare i conti della Regione.
Hanno ragione i miei colleghi di centrodestra quando denunciano un completo cambio di registro rispetto al centrosinistra, che ha sostanzialmente boicottato la stessa azione risanatrice dello scorso Governo regionale, puntando tutto sulla propaganda. E nel denunciare le crudeltà inenarrabili del Governo Cota, che sembrava, quasi per sadismo voler andare a tagliare le spese, e quindi andare avanti col risanamento implicitamente si andava a promettere una sorta di "età dell'oro" o di paradiso nel quale il diritto allo studio, la mobilità, il lavoro e il welfare sarebbero stati finalmente restituiti ai piemontesi. E stiamo vedendo che così non è. Quantomeno i Consiglieri della sinistra che sono intervenuti hanno ammesso che qui non si sta portando nessuna rivoluzione.
Bisognerebbe dire, in realtà, che non si sta portando, sostanzialmente alcunché.
Se le conquiste consiliari di questo centrosinistra nei confronti della Giunta, a fronte di un impegno che era stato assunto di tenere le redini di questa fase di risanamento, sono il taglio dei buoni scuola alle paritarie e la ridistribuzione delle borse di studio universitarie, peraltro togliendo - perché questa è l'intenzione annunciata - il criterio della meritocrazia rispetto alla media degli studenti universitari, e se un'altra misura tra quelle rivoluzionarie è il fondo salvasfratti (è vero che su quello è iniziato un percorso più serio ed ampio), però inteso come il dilazionare di due o tre mesi gli sfratti delle famiglie in imminente emergenza abitativa, allora diciamo che più che una rivoluzione mancata, si tratta, sostanzialmente, di una presa in giro.
Presidente Chiamparino, se è vero che la situazione è così grave, da voi, come opposizione, pretendiamo maggiore coraggio.
Ad inizio mandato lei si è assunto degli impegni importanti: ha parlato di "burocrazia zero" per certe aree imprenditorialmente depresse, e in quelle stesse aree adesso vediamo solo natalità zero rispetto alle modifiche del piano sanitario. Da un'altra parte abbiamo sentito promesse su una dismissione seria delle partecipate, ma fino adesso riscontriamo solo un riassetto delle sedi fisiche delle partecipate.
Quello che chiediamo è maggior coraggio e maggiore serietà nel mantenere gli impegni. Perché non sarà con misure tampone che si risaneranno i conti dei piemontesi e neanche, senza voler anticipare il dibattito sul fisco, con più eque ridistribuzioni del nuovo e più pesante carico fiscale. Perché sarebbe demagogico pensare che facendo pagare meno tasse a chi non è quasi più in grado di pagarne, perché questo è il tetto ISEE di cui stiamo parlando, si vada a risollevare un'economia. Se si tassa di più il ceto medio, si produce di meno e siamo tutti più poveri, anche i poveri a cui non si chiede di pagare le tasse.
Questo per dire che, in realtà, la produttività, da un punto di vista fiscale, di sburocratizzazione del ceto produttivo di questa regione, è l'unica vera soluzione di ampio respiro per uscire dal pantano in cui ci ritroviamo.
E' demagogico, è sbagliato pensare di risanare i conti pubblici scaricando sulla componente privata e imprenditoriale, e quindi più viva e vitale di questo nostro territorio, gli errori di un passato che non è solo recente, ma è anche decisamente remoto. Mi spiace che alcuni Consiglieri alcuni peraltro anche assenti al momento in aula, continuino sempre e disperatamente a citare tutte le rimostranze che ancora ritengono di dover opporre ai precedenti Governi, in particolare quello del centrodestra che ha cessato qualche mese fa di governare, soprattutto perché denotano scarsa lungimiranza e senso di assunzione di responsabilità.
Noi, invece, questa responsabilità, la vogliamo mantenere per amore del nostro territorio, senza cambiare idea o bandiera rispetto alle maggioranze che governano, tuttavia saremo veramente inflessibili sul mantenimento degli impegni assunti. I servizi, se razionalizzati, vanno mantenuti nella loro eccellenza, i territori devono essere serviti e garantiti rispetto alla presenza di questi servizi e, soprattutto, se taglio di spesa pubblica deve essere, sia taglio di spesa improduttiva. Non taglio dei servizi, non imbarbarimento di una pressione fiscale che già sta lasciando senza speranze e senza, soprattutto, la benché minima attrattività di investimenti sul nostro territorio, l'imprenditoria piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Grimaldi, nel suo intervento precedente, diceva che ha iniziato a fare politica vent'anni fa. Io ho iniziato nel 1991 e ho notato che tutto quello che, in particolare la Lega, ha detto è stato poi ripreso dal centrosinistra. Il dibattito, assolutamente attualissimo, dei costi standard era il nostro cavallo di battaglia nel 1991.
Avete fatto un maquillage su tutte le riforme messe in atto che, più o meno, erano riforme del Presidente Cota. Vi chiederei: fate un atto di fede, anziché arrivarci dopo anni e far perdere tempo ai cittadini e soprattutto, farci ritrovare in queste condizioni. Abbiamo visto che la storia ci ha dato ragione, è inutile perdere tutti questi anni. Avete facce di bronzo, avete fatto un'opposizione alle misure del Governo Cota per quattro anni, avete fatto l'opposizione alla devolution del 2006 per poi votare insieme il federalismo.
Cito nuovamente il Guareschi: fate un atto di fede, abbiate l'umiltà come abbiamo noi, di accettare tante cose. Cercate di capire che noi arriviamo prima. Non facciamo perdere tempo ai cittadini per fare le stesse cose dopo. Coinvolgendo la stampa, che avete occupato, la Magistratura, che avete occupato.
Facciamo in modo di uscire da questo pantano, dato che la cultura liberale arriva prima alla soluzione dei problemi. Lo statalismo non porta da nessuna parte. Dal momento in cui siete al governo ve ne accorgete quindi facciamo questo atto di fede tutti insieme.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Solo alcune considerazioni a seguito degli interventi della maggioranza.
Certamente il quadro della Regione, come è stato detto, è drammatico ma questo non può essere un pretesto. Sicuramente il bilancio di previsione ci vedrà impegnati, anche con gli emendamenti che abbiamo presentato.
Emendamenti di merito e che, purtroppo, non sono stati accolti, perché c'è stata veramente scarsa attenzione su quello che è stato presentato in Commissione. Eppure sono emendamenti che vanno incontro alle reali esigenze dei piemontesi.
Cito alcuni aspetti. Proprio ieri sera ho avuto un incontro legato alle drammatiche liste di attesa nelle case di riposo e al tema dello sgombero neve. Sono stati stanziati dei fondi, ma rimane una grande risposta da dare ad un altro tema neve, che è quello dell'innevamento. Ci vanno soldi nei capitoli che hanno necessità di essere rimpinguanti, altrimenti perderemo altri posti di lavoro e ingenereremo altra incertezza.
Abbiamo cercato di lanciare dei segnali propositivi come Gruppo, ma non sono stati colti. Non è stata colta la difficoltà delle famiglie piemontesi, non è stata colta, e non verrà colta, la nuova difficoltà delle famiglie che si ritroveranno con quella "nuova" riforma sanitaria che andrà in discussione.
Qualche collega ha parlato del trasporto pubblico locale. Auspico che si terrà conto, colleghi, delle necessità del nuovo trasporto pubblico locale per raggiungere i nuovi ospedali a seguito della soppressione di altre strutture sanitarie presenti sul territorio. I nostri cittadini gireranno come palline di flipper alla ricerca di un indispensabile servizio. Sarà per loro che occorrerà rivedere la nuova rete del trasporto pubblico locale.
Penso che questi aspetti debbano essere tenuti in conto con i nuovi aumenti che sono stati fatti, con i tagli del Governo che ricadranno sugli Enti locali che genereranno nuovi aumenti, che metteranno nuovamente in difficoltà i piemontesi.
Penso che ci siano dei segnali che vanno colti subito, che non ci possano essere soltanto dei "no" agli emendamenti.
I miei colleghi di Gruppo hanno ricordato la difficoltà del nostro territorio che deve essere messo in sicurezza. Ieri abbiamo parlato dei nuovi piani di protezione civile che richiedono piccoli stanziamenti, ma in Commissione abbiamo parlato di Comuni che ancora non hanno prodotto i loro PAI. Allora, almeno su questi emendamenti ci saremmo aspettati una minima risposta positiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Già i miei colleghi si sono dilungati sul bilancio di assestamento quindi non la farò lunga.
Il Consigliere Ottria parlava di una coperta corta. Ovviamente questa coperta è stata creata da vent'anni di gestione di questa Regione da parte di forze politiche, che non sono la nostra, che hanno creato una situazione di grave difficoltà.
Una situazione che, se leggiamo i dati del DL 35 pare, perlomeno a noi di difficile soluzione. Se guardiamo al DL 35, all'articolo 2, per quanto concerne la parte non relativa alla sanità, questa anticipazione del MEF porterà ad una rata di 78 milioni in più all'anno. In anticipazione dell'articolo 3 porterà, nell'ambito della sanità, comunque a 132 milioni in più di rata, interessi e capitali, quindi parliamo di 211 milioni di spese per interessi capitali in più all'anno, in una situazione di difficoltà nazionale, dove i trasferimenti statali vengono possibilmente ridotti dal Governo Renzi: abbiamo visto nelle settimane passate gli incontri fatti con il nostro Presidente Chiamparino e le discussioni a livello nazionale.
In questa situazione, credo che i tempi dell'azione politica della nostra Regione sono dettati non più tanto da una scelta politica di moto proprio, ma da una situazione economica che impone una rincorsa ad un debito che - il giudizio di parificazione l'abbiamo letto - verrà ben delineato nel momento in cui si capirà se è debito o anticipo. La situazione, però, è comunque quella di una la Regione che sta perdendo la propria sovranità politica.
Allora, io mi riferisco anche al fatto che questa Regione, tra le poche, ha rifiutato di fare ricorso alla Corte costituzionale sulla competenza in merito alle attività estrattive. Io non vorrei che questa Regione avesse già fatto un accordo con ENI per queste royalty sull'attività estrattiva: che, cioè, si sia fatta ingolosire da questo e abbia rifiutato, appunto per questo motivo, la possibilità di un ricorso alla Corte costituzionale. Questo mi dispiacerebbe, perché metterebbe in forte difficoltà un territorio che sicuramente non lo merita. Mi riferisco al nord del Novarese e al comparto vitivinicolo, che verrebbe messo a rischio dall'attività estrattiva in quella zona; oltre al fatto che lì abbiamo una delle cinque riserve importanti di acqua.
Il Piemonte è sicuramente una Regione che negli anni si è comportata come una delle Regioni più ricche. Leggevo proprio oggi - non me ne vogliano i farmacisti ospedalieri - da una casistica nazionale che noi abbiamo i farmacisti ospedalieri più pagati d'Italia; abbiamo i dipendenti sanitari amministrativi in numero maggiore rispetto a quello della Campania, pur avendo un milione di abitanti in meno; abbiamo cliniche private che, pur essendo cliniche convenzionate e quindi con riabilitazioni importanti, possono mandare tranquillamente con codice verde i loro pazienti al DEA. Allora, credo sia mancata un'azione di verifica e controllo, in questi anni.
In questa situazione, apprezzo - per carità! - gli sforzi fatti in questo assestamento nel portare soldi al diritto allo studio e al TPL. Ma se pensiamo al TPL, questa Giunta ha chiuso - ed è solo l'ultima chiusura della serie delle linee citate testé dal collega Grimaldi - la linea Novara Varallo. Fare in pullman il tratto Novara-Varallo vuol dire 50 minuti in più. Allora, io non credo che gli oltre mille utenti di questa linea perché i numeri sono questi - meritino di fare 50 minuti in più nel 2014 (quasi 2015) per arrivare a Novara. Vuol dire che stiamo facendo dei passi come i gamberi.
Il Piemonte, però, si comporta comunque come una Regione ricca, perch butta bellamente in discarica o in un inceneritore 700.000 tonnellate di rifiuti che si potrebbero riciclare: 700.000 tonnellate di materiale riciclabile significa migliaia di posti di lavoro, che creano economia e che vanno ad agire sulla disoccupazione. E noi, da quanto si evince dal Documento di Programmazione Economico Finanziaria, abbiamo una disoccupazione giovanile al 40%, in ogni caso il dato più elevato di disoccupazione tra le Regioni del Settentrione.
Allora, vorremmo che questa Amministrazione, questa Giunta regionale facesse delle scelte politiche e che queste scelte venissero perseguite fino in fondo, per far capire che si può uscire da questa situazione di stallo. Temiamo però che purtroppo - ahimè - la situazione economica sia veramente difficile e che lo sforzo per uscirne comporterà ulteriori aumenti delle tasse regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola, per la replica, all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Sarò molto breve. Innanzitutto intervengo per ringraziare per i contributi che, sia nel lavoro in Commissione sia nel dibattito generale in Aula, sono stati evidenziati dai diversi Gruppi e dai diversi Consiglieri.
Molti dei temi, soprattutto scaturiti dal lavoro in Commissione, non trovano e non hanno trovato accoglimento all'interno dell'assestamento di bilancio perché, come ho detto in Commissione, riteniamo che i prossimi provvedimenti - il Piano sulle misure fiscali e il Piano sulla riqualificazione della spesa - siano gli strumenti nei quali sviluppare il confronto su molte delle suggestioni emerse.
Faccio tre brevissime considerazioni.
La prima: ribadisco che questo disegno di legge di assestamento di bilancio non è lo strumento con il quale si esprime la politica di bilancio della Giunta regionale. In questo assestamento di bilancio noi abbiamo voluto sostanzialmente affrontare alcune questioni.
Innanzitutto, abbiamo inteso dare una risposta agli impegni che il Presidente Chiamparino aveva assunto, e nella campagna elettorale e nelle dichiarazioni rese in Consiglio regionale, circa alcune questioni emergenziali: il tema di un innalzamento - certo non ottimale, ma sicuramente forte rispetto agli stanziamenti della legge di bilancio - sul diritto allo studio universitario; il tema delle politiche sociali riportando le stesse risorse erogate ai soggetti gestori a quelle del 2013 il tema del trasporto pubblico locale; oltre ad una questione, molto delicata in questo periodo, legata ai rapporti tra la Regione e le Province che, durante la loro fase di transizione, stanno vivendo una situazione assolutamente complicata.
Il secondo filone è quello di dare una minimale copertura - ma non avevamo grandi strumenti, sotto questo aspetto - al disavanzo del 2014 e operare un ridimensionamento della voce delle entrate contenute nella legge di bilancio, relativamente ai proventi da alienazioni immobiliari. Io, poi posso essere d'accordo con alcune osservazioni che sono state avanzate.
Voglio però rimettere al centro della discussione il fatto che noi diminuiamo uno stanziamento, il cui livello di credibilità oggi è decisamente basso.
BONO Davide (fuori microfono) Non è basso: è a zero!



RESCHIGNA Aldo

Esatto: sono d'accordo. E questo è un problema che ci troviamo ad affrontare tra adesso e la chiusura dell'esercizio. Ma noi non abbiamo alzato lo stanziamento in entrate: abbiamo ridotto uno stanziamento di una voce delle entrate a livelli di esigibilità e di possibilità di copertura assolutamente inferiori. Questo è il punto.
Non avevamo possibilità, in questo assestamento di bilancio, di affrontare temi seppur importanti e rilevanti, come quello dello sviluppo economico e del dissesto idrogeologico, perché queste sono le condizioni entro le quali questa manovra trova una sua capacità di non provocare ulteriori problemi rispetto all'andamento dell'esercizio.
Sul tema del dissesto idrogeologico, però, voglio dire che noi non stiamo solo aspettando di ottenere dei trasferimenti da parte del Governo ma stiamo ragionando anche rispetto alla ridefinizione di alcune priorità di investimento all'interno della stessa programmazione PAR-FSC, per dare priorità in questo momento a risorse che consentano di garantire un intervento su questo tema che, soprattutto alla luce delle vicende delle ultime settimane (ma non solo), ha certamente caratteristiche di drammaticità.
Non esistono, dal nostro punto di vista, livelli di preoccupazione per quanto riguarda - finalmente! - la possibilità di inserimento nella riprogrammazione del PAR-FSC dei 150 milioni di euro a copertura del disavanzo sul trasporto pubblico locale. E stiamo ripresentando al CIPE dopo il decreto interministeriale firmato, la proposta di rimodulazione del PAR-FSC. Sotto questo aspetto, quindi, mi sento di essere abbastanza rassicurante in questa direzione.
Per ciò che riguarda gli altri temi e la condizione complessiva del bilancio della Regione, credo abbiamo avuto modo di affrontare questi argomenti ripetutamente, nel dibattito in Aula delle ultime settimane.
Siamo in attesa di poter arrivare in Consiglio regionale con una soluzione condivisa, in un accordo che stiamo costruendo con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e con il Governo, non dico per mettere la Regione Piemonte nelle condizioni di avere chissà quali risorse per poter spendere (e a volte in abbondanza), ma per poter dire che la Regione ha tutte le condizioni per continuare un cammino verso il risanamento dei propri conti, che non debba significare l'abbandono delle politiche per fronteggiare le sue condizioni economiche e sociali.
I prossimi strumenti che cominceremo già nei prossimi giorni ad affrontare in Commissione - quello sulla manovra fiscale e quello sulla qualificazione della spesa regionale - saranno, dal nostro punto di vista gli strumenti dentro i quali incominciare a concretizzare quegli obiettivi che abbiamo indicato ripetutamente.
Grazie, comunque, per i contributi.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Reschigna.


Argomento: Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 108 presentato dai Consiglieri Caputo Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Chiapello Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Giaccone, Grimaldi Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Prevenire e contrastare in maniera efficace il fenomeno del femminicidio e della violenza di genere contro le donne"

Argomento: Condizione femminile

Esame mozione n. 59 presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Estensione del 'Codice Rosa' in tutte le Aziende Sanitarie ed ospedaliere del Piemonte"


PRESIDENTE

Colleghi, come concordato, anticipiamo il punto 9) all'o.d.g.
ricordando che oggi si celebra la "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne".
Esaminiamo, pertanto, l'ordine del giorno n. 108, avente ad oggetto "Prevenire e contrastare in maniera efficace il fenomeno del femminicidio e della violenza di genere contro le donne", presentato dai Consiglieri Caputo, Accossato, Allemano, Chiapello, Conticelli, Motta ed altri.
C'è, poi, una mozione attratta, la mozione n. 59, presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Frediani ed altri.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 108.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Come ha ricordato, oggi ricorre la "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne". Io ringrazio i colleghi, perché credo che non si tratti solo di un problema delle donne, ma della nostra società, e quindi coinvolge anche i colleghi uomini che hanno firmato quest'ordine del giorno.
Nel nostro Paese, purtroppo, la violenza sulle donne è un fenomeno gravissimo: basti pensare che, soltanto nel 2013, sono stati ben 177 gli omicidi che hanno avuto come vittime le donne e gran parte di questi (120) sono maturati nell'ambito familiare ed affettivo: un ambito che dovrebbe essere, invece, il luogo protetto per eccellenza.
E' importante sottolineare che il 70% delle vittime di violenza sono italiane e che la maggior parte di esse ha un'età compresa tra i 31 e i 50 anni. E' un trend in crescita, perché dal 2008 al 2014 si è registrato anche attraverso la Rete Dafne, che il fenomeno è in aumento: gli accessi a tale Rete, di chi si è rivolto per avere dei supporti, sono stati più di 1.000.
Questi dati riguardano soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno che, purtroppo, è ancora sottostimato, di cui si parla molto e che forse purtroppo, probabilmente anche a causa della mediaticità che sta avendo risulta molto scontato. In realtà, ancora oggi le donne hanno timore di denunciare questo fenomeno, soprattutto perché hanno paura delle conseguenze e provano vergogna e un senso di colpa. Infatti, soltanto il 7 delle donne si rivolge alle Forze dell'Ordine per chiedere un supporto.
In Piemonte, con la legge regionale n. 9/2007 è stato istituito il "Fondo regionale di solidarietà a favore delle donne vittime di reati di violenza sessuale e contro la persona", che eroga contributi destinati alle spese legali, per sostenere le vittime; con la legge regionale n. 11/2008 è stato creato il "Fondo di solidarietà per le vittime di violenza e maltrattamenti", sempre finalizzato a sostenere le azioni in sede giudiziaria, nella fase propedeutica, per avviare le spese giudiziarie cui è difficile far fronte; con la legge n. 16, infine, si garantisce soccorso e sostegno alle donne vittime di violenza, attraverso l'istituzione sul territorio piemontese dei Centri antiviolenza con case rifugio, per offrire un luogo di riparo alle donne.
Infatti, una delle difficoltà maggiori è proprio questa: possiamo attivare tutti i percorsi che vogliamo, ma le donne che denunciano una violenza non possono rientrare nella loro casa. Occorre, pertanto evidenziare l'importanza di questi centri e delle case rifugio, che diventano il nuovo luogo protetto per le donne, ma anche per i minori che restano con le loro madri, vittime di violenza.
Negli anni sono già state intraprese alcune azioni, anche come spot singoli. Ho in mente - e su questo tornerò - l'attivazione di alcuni sportelli e del "Codice Rosa" o "Percorso Rosa", che nella nostra città Torino - è già stato attivato dall'ASL TO2, presso l'Ospedale Maria Vittoria, nel 2007, quando - tra l'altro - i tre quarti della Direzione sanitaria era una direzione al femminile.
Tale percorso ha portato ottimi risultati, perché, ad oggi, con tale Codice, oltre al classico "Codice Bianco" e "Codice Verde" - che conosciamo è possibile avere delle statistiche sulle donne che accedono a tale servizio. Soprattutto è importante perché con questo servizio, accedendo immediatamente al pronto soccorso, parte l'iter per poter assistere le donne in maniera specifica, attraverso gli psicologi e una disponibilità medica, che sottopone immediatamente le donne alle cure necessarie e dove può accedere anche la Polizia Giudiziaria, in modo da capire quale percorso può essere utilizzato.
Anche il Ministro della Salute ha proposto l'estensione del "Codice Rosa", ma questa non è l'unica azione possibile. E' stata sottoscritta la Convenzione di Istanbul ed altri Enti hanno firmato la Convenzione "No more", con le Associazioni e gli Enti locali. E' importante mettere in atto quello che la Convenzione di Istanbul ci indica, quindi investire sulla formazione e continuare ad investire sulle case rifugio. Questo è fondamentale, perché la Convenzione di Istanbul dice addirittura che dovrebbe esserci un posto letto ogni 7.500 abitanti.
E' importante sottolineare che, quando si parla di violenza sulle donne, non si parla soltanto di violenza fisica o sessuale: si parla anche di violenza psicologica. La violenza psicologica è forse la violenza che viene evidenziata meno, ma è quella che si verifica anche nelle case, nel luogo protetto per le donne, nella famiglia, nel matrimonio, nella convivenza. Sono piccoli sotterfugi quotidiani, ed è qui che nasce la svalutazione della figura femminile. A lungo andare, la donna viene addirittura isolata, fino ad arrivare, in moltissimi casi, alla segregazione: si isola dalle amicizie, dal suo contesto, chiudendo la donna in casa, come se quello fosse il luogo più adatto.
Purtroppo, questo deriva anche da una visione errata che la nostra società ha della donna, perché violenza vuol dire possesso: si tratta con possesso un oggetto, pensando di poter fare di questo oggetto quello che vogliamo. Ma in questo caso non è così, perché la donna non è un oggetto.
Su questo occorre investire, perché esistono anche altri tipi di violenza. A me piace ricordare che c'è anche la violenza economica. Anche di questo fenomeno non si parla molto, ma purtroppo è una violenza legata al denaro, al potere del denaro, perché oggi, purtroppo, non sempre le condizioni del mondo del lavoro equiparano economicamente la donna e l'uomo. Sono stati fatti grossi passi avanti anche a livello nazionale, in merito, ad esempio, alle dimissioni in bianco (e ci tengo a ricordarlo) però in questa società succede spesso che la donna debba ancora fare riferimento all'uomo, economicamente. Quando viene meno una condizione economica, la donna ha più difficoltà ad uscire da una relazione, e questo è un altro tipo di violenza.
C'è, poi, la violenza assistita: è quella che riguarda i minori, perch i minori che assistono a questo tipo di eventi subiranno gravi danni psicologici in futuro.
Esiste, poi, un altro tipo di violenza che sta prendendo quota in questo periodo e che si sta diffondendo tra i giovani: la violenza che riguarda soprattutto il mondo giovanile e l'uso improprio dei social network, dei cellulari o dei tablet.
Pertanto, quando parliamo di violenza non dobbiamo pensare soltanto a quella fisica o sessuale, ma dobbiamo tenere conto di tutto il ramo della violenza verso le donne.
E' doveroso dare assistenza, però questo non è il modo per mettere fine alla violenza. Non possiamo gestirla sempre come un'emergenza; bisogna compiere delle azioni che certamente ci permettano di aprire cento sportelli, ma questo non deve essere il nostro obiettivo. L'obiettivo è fare in modo che il trend non sia più in crescita e che non ci siano più quei cento sportelli, ma si arrivi a non avere più sportelli. Per questo, è importante investire nella formazione dei ragazzi, sin da bambini, perché è da lì che parte l'educazione culturale, anche nelle scuole, ossia un'educazione alla socializzazione.
Al riguardo, voglio raccontare un breve aneddoto: alcune Associazioni hanno svolto nelle scuole di Torino delle simpatiche attività, dove si chiedeva ai bambini di rappresentare, in un diario, la loro famiglia: la mamma veniva rappresentata come la donna che stira o cucina, mentre il papà come un supereroe! Poi, si chiedeva di fare delle interviste un po' più approfondite alla mamma, in merito a cosa avesse fatto da ragazza e i bambini raccontavano: "Ho scoperto che la mamma è stata una ballerina, ha fatto danza, ha giocato a basket, ha fatto tante cose!". A quel punto i loro sguardi si illuminavano perché cresceva in loro la valorizzazione che avevano della figura materna.
Tengo a sottolineare che, in effetti, è fondamentale investire soprattutto sulla formazione dei giovani, sin da piccoli, e soprattutto sulla stima, sul valore della persona, sul rispetto delle persone e sull'amore, che sono naturalmente le fondamenta di una relazione.
Credo per questo che sia fondamentale mettere in campo delle azioni con le quali, presentando questo ordine del giorno, vogliamo impegnare la Giunta, garantire i fondi che assolutamente devono essere non a spot, ma garantiti tutti gli anni, per far sì che siano applicabili le leggi che prima ho citato, ed estendere eventualmente questo Codice Rosa soprattutto nei pronto soccorso ad alta utenza.
Infatti, quando penso ad un pronto soccorso come quello del Maria Vittoria, che ha 95 mila passaggi all'anno, l'utilizzo del Codice Rosa si è rivelato più che utile, e soprattutto consente di avere la priorità, in modo che le donne non siano destinate a lunghe attese soccorso.
Inoltre, sarebbe importante istituzionalizzare una "rete di reti", in modo tale che si possano coordinare le azioni che devono essere fatte anche perché è soprattutto importante ascoltare le sofferenze e le difficoltà delle persone offese, quindi che ci sia una rete di accompagnamento e di tutela delle vittime di reato.
Occorre altresì attivare politiche efficaci di comunicazione che, come dicevo prima, includano non soltanto gli Enti, ma anche le scuole e le università. Bisogna partire fin da piccoli con l'educazione nelle famiglie e nelle scuole, e questo lo ribadisco.
Eventualmente è opportuno anche valutare la possibilità di istituire uno sportello aperto 24 ore, non telefonico ma fisico, che alcuni Comuni della prima cintura di Torino hanno già attivato, dove ci possa essere un servizio di accoglienza dedicato, pronto ad ascoltare e ad accompagnare la vittima verso i percorsi che dovrà compiere.
Credo che sia assolutamente fondamentale educare ad una giusta affettività. Ribadisco questo perché credo che sia fondamentale - e l'ho visto anche nella mia veste di coordinatrice - investire sui bambini ed iniziare con l'educazione fin da piccoli, e credo che bisogna lavorare tanto su questo fronte, proprio perché loro saranno gli adulti di domani.
Queste iniziative sono per far sì che le donne non siano sempre obbligate a scegliere tra "questo" o "quello", ma possano muoversi nella dimensione di "questo" e "quello". Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione della mozione n. 59.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con grande piacere ed interesse ho ascoltato l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Caputo e dalla stragrande maggioranza del PD.
Ne parlai oltre un mese fa in Commissione. Feci un intervento molto convinto sulla violenza sulle donne; parlai del riconoscimento e dell'estensione del Codice Rosa in tutte le Aziende sanitarie e in tutti gli ospedali della Regione Piemonte. Qualcuno tentennò, ebbe dei dubbi.
Sono contenta che qualcuno abbia cambiato idea in merito.
Ho presentato questa mozione il 2 ottobre u.s. e i Consiglieri il 2 novembre. Meno male che ho potuto attrarre questa mozione oggi, altrimenti non so quando avrei potuto discuterla.
Detto ciò, oggi 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Credo che la sensibilizzazione sia importante.
Per una volta, però, vorrei che ci fossero più fatti e meno parole. La cultura della non violenza deve essere un atto concreto e non un evento annuale.
Tutti i giorni la donna deve essere rispettata. Per ogni donna uccisa violentata o offesa dobbiamo sentirci tutti parte lesa.
Nel mondo è elevatissimo il numero delle donne che vengono uccise, che vengono violentate, che vengono umiliate. E' un numero altissimo.
Però, signori, a questi numeri nessuno aggiunge le cosiddette donne invisibili, ossia le vittime trans, spesso dimenticate, umiliate, messe da parte, dimenticate dal nostro sistema.
Solo secondo i dati conosciuti - perché spessissimo non vengono neanche prese in considerazione - le vittime tra ottobre 2013 e settembre 2014 sono state 226 persone trans nel mondo. E oggi voglio ricordare anche loro insieme a tutte le donne che questo mondo lascia morire nell'indifferenza totale.
Concordo con tutto quello detto dalla Consigliera Caputo e aggiungo che, purtroppo, come già accennato, solo il 7,2% delle vittime che sono violentate sporgono denuncia.
Nel contesto socio-economico attuale, inoltre, le vittime che decidono di denunciare il sopruso si ritrovano spesso a dover ritrattare la denuncia. E questo ve lo dico per esperienza personale, perché l'ho vissuto sul campo, lavorando tutti i giorni negli anni.
Ho ancora le immagini impresse davanti ai miei occhi e vi assicuro che non sono delle belle immagini. Perché ritrattano le denunce? Perché non esiste la possibilità di essere accompagnate in autonomia. Perché non c'è la cultura, anche dal punto di vista economico, com'è già stato citato.
Ci sono dei ricatti familiari e lavorativi; c'è anche una situazione di status sociale. Mancano i soldi, manca la cultura dell'ascolto.
Troppo spesso il ruolo dello Stato di tutela della persona viene delegato e coperto da associazioni, da qualche associazione che si fa promotrice di questo o di quel progetto. Naturalmente si tratta di progetti molti importante e validi, però a volte sono slegati dalla visione complessiva del problema.
L'estensione dell'esperienza del Codice Rosa, ad esempio, è una mia grande priorità e lo è sempre stata.
Questo è un discorso generale che si collega alla mia mozione e alla giornata che ricorre oggi. Mi auguro che da parte di questo Consiglio regionale sia assunto l'impegno di agire concretamente, non solo nell'emergenza perché, ahimé, purtroppo, bisogna ancora potenziare il pronto soccorso e lavorare ancora meglio sull'emergenza.
Però ci deve essere un ripensamento per quanto riguarda tutte quelle comunità, come la comunità mamma-bambino, che è stata citata, le case protette, i corsi di formazione e di inserimento e di reinserimento nel mondo del lavoro, perché spesso queste persone sono abbandonate a se stesse. Perdono il posto di lavoro o non vengono reinserite.
Sensibilizzare quindi è importante, ma mi auguro che questo impegno non si limiti solo alla giornata di oggi, ma si estenda a tutti i giorni dell'anno, quindi 365 giorni su 365.
Detto questo, passiamo all'estensione del Codice Rosa. Il Codice Rosa di per sé identifica un percorso di accesso al pronto soccorso riservato a tutte quelle persone che sono vittime di violenza, senza distinzione di età e di genere, che a causa di una condizione particolare di fragilità sono più soggette ad essere vittime di violenza. Non parlo solo di donne, ma anche di uomini, di bambini, di anziani, di immigrati e di omosessuali.
Stabilito che la violenza e l'abuso in tutte le sue forme sono condizioni che danneggiano fortemente, e che comportano ricadute importanti sulla salute e sulla percezione di benessere, è pertanto compito di tutte le strutture sanitarie pianificare un percorso di accoglienza e di presa in carico con adeguati protocolli.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come l'abuso fisico e sessuale sia un problema sanitario che colpisce circa un terzo delle donne nel mondo, provocando l'evidente sorgere di malattie psicofisiche dovute alle violenze.
Malattie psicofisiche dovute alle violenze.
I reati contro i minori, nonché di abuso, maltrattamento e violenze registrano una crescita esponenziale e i casi che emergono rappresentano solo la punta di un iceberg sommerso.
Secondo le stime del CENSIS, circa due bambini su mille subiscono mediamente ogni anno, una violenza sessuale.
Anche l'attuale Ministro alla Salute Lorenzin, come già detto, ha manifestato la volontà di dotare il sistema di emergenza e di urgenza nazionale di un Codice Rosa per tutte le vittime di violenza indistintamente. Tutte le vittime di violenza! Considerato che il progetto del Codice Rosa è già operativo in alcune Regioni, tra cui la Toscana (la Toscana è stata la prima ed è diventata legge: ho dei contatti con i colleghi della Toscana) il Veneto, la Lombardia, il Lazio, la Basilicata e la Puglia, se noi oggi approviamo l'inserimento del Codice Rosa, saremo la terza Regione in Italia, perché la Regione Sardegna ha approvato l'inserimento del Codice Rosa esattamente otto giorni fa.
Se oggi lo approveremo, saremo la terza Regione in Italia dove diventerà legge.
In Piemonte dobbiamo fare i complimenti all'ASL TO2, promotori e fautori del Codice Rosa: l'Ospedale Maria Vittoria e il San Giovanni Bosco.
Tra l'altro, l'ospedale Maria Vittoria ha anche un vinto un premio internazionale alla sensibilizzazione a sostegno delle donne.
Il Consiglio regionale, quindi, impegna la Giunta e l'Assessore competente affinché venga predisposta l'estensione del Codice Rosa in tutte le aziende sanitarie ospedaliere del Piemonte. Indiscriminatamente a tutte le aziende sanitarie e a tutti gli ospedali, senza alcuna distinzione tra piccolo e grande ospedale, tra alta affluenza e affluenza ridotta.
Attenzione: deve essere coperto ed esteso a tutti! Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Solo alcune considerazioni fatte in questi giorni.
Con la Consulta abbiamo avuto tutti l'opportunità di leggere quanto prodotto, anche attraverso la Conferenza stampa avvenuta in Sala Viglione.
Ho seguito il dibattito con molta l'attenzione e condivido l'intervento della collega Caputo.
Abbiamo intitolato queste iniziative "Finché morte non ci separi" pensando al messaggio che dobbiamo lanciare ai giovani e agli studenti che in questi giorni vengono coinvolti da questa bella e importante proposta.
Oggi saremo al Ferrante Aporti, un luogo simbolo; venerdì in un distaccamento dei Vigili del Fuoco volontario, luogo prettamente maschile per sensibilizzare davvero a queste tematiche. Sono certa che ci sarà un grande interesse da parte della popolazione, perché tutto il Piemonte è interessato da questi eventi.
Non sto a rimarcare i numeri perché sono veramente agghiaccianti, per ritengo che il nostro impegno debba andare in alcune direzioni.
Innanzitutto il lavoro, perché diventa autonomia per le donne ed è sicuramente un antidoto: quando si è indipendenti, non si è costretti magari a vivere in una casa dove si subiscono violenze. Quindi occupazione, impegno da parte della scuola, che è incessante, e servizi adeguati. Questo è quello per cui dobbiamo lavorare.
Sta proseguendo una bella iniziativa iniziata nella passata legislatura, intitolata "La città sicura".
La città sicura ha cura di sé, ha cura delle donne, ma la città è anche sicura perché offre luoghi di aggregazione, offre illuminazione, offre la possibilità alle donne di fruirne.
Questo è sicuramente un aspetto molto importante.
Ringrazio tutti i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, e non solo, a partire dal Presidente Laus, per il sostegno avuto in queste iniziative ringrazio anche la struttura, per aver lavorato con una modalità egregia, e l'Assessore Cerutti, che ho visto sempre attenta e presente in queste occasioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie.
Farò un intervento contenuto e chiedo all'Aula di riuscire a votare almeno i due ordini del giorno prima della Conferenza stampa prevista per le ore 13.
Di genere si muore e si muore ancora in maniera primitiva. Oltre la metà dei femminicidi vengono compiuti in un modo che definirei quasi atavico, con armi da taglio; atavico e, al tempo stesso, simbolico.
Se non vogliamo che il 25 novembre diventi come il 1° novembre, giorno in cui portiamo un mazzo di fiori sulle lapidi e poi il giorno dopo tutto ricomincia come prima, questo tema deve richiamare noi amministratori ad una responsabilità, non solo civile, ma anche legislativa.
E' vero che si tratta, come hanno già ben spiegato le colleghe che mi hanno preceduto, di una sensibilità più ampia da svilupparsi anche attraverso le scuole ed un percorso educativo, ma si tratta anche di dare gambe al tutto con leggi che affrontino questa complessità, perch l'applicazione della legge crea poi anche la mentalità.
Sicuramente, come Consiglio regionale del Piemonte non possiamo tirarci fuori da questo tema, se è vero, come ci dicono i dati nazionali, che oltre il 50% dei femminicidi avvengono al Nord e oltre l'80% - vorrei ricordarlo coinvolgono donne italiane e non straniere. L'uccisione di una donna straniera magari ottiene un titolo più grosso sulla cronaca, perché siamo ancora un po' preda dei nostri pregiudizi, però l'80% sono donne italiane.
Siamo quindi chiamati a farcene carico tutti quanti e tutti i giorni.
Il Parlamento ha varato una legge sul femminicidio e ha affrontato anche una questione importante, che ricordava la collega Batzella, la ritrattazione, che oggi è vietata se si è in presenza di lesioni gravi; se invece si è in presenza di lesioni non gravi, la ritrattazione deve essere fatta in Tribunale. E' vero che quello era un tema importante e lo scarto tra le denunce e i casi che arrivavano effettivamente in Tribunale era elevato, quindi la legge può servire.
Sono state introdotte delle aggravanti, come la violenza assistita; è stato introdotto l'arresto obbligatorio se c'è la flagranza di reato l'allontanamento d'urgenza, che deve essere comunque sempre autorizzato dal Magistrato e insieme, come misura supplementare, il braccialetto elettronico; addirittura l'espulsione, anche qui previo parere del Magistrato, se si tratta di uomo straniero e la possibilità di richiesta di permesso di soggiorno e inserimento in una struttura protetta se la donna è straniera.
Soprattutto, si è cercato di dare gambe a questo piano con dei finanziamenti: i dieci milioni che riguardano le azioni di accompagnamento contro la violenza alle donne, ma anche un finanziamento che dovrebbe diventare strutturale dal 2015 sulle case protette e i centri antiviolenza.
In Piemonte, come ha ricordato la collega Caputo, c'è una legge che istituisce i centri antiviolenza e vorrei solo ricordare qui che quella legge è stata una legge di iniziativa popolare e che in pochi mesi, da maggio ad agosto, il comitato promotore ha raccolto 16 mila firme, il doppio di quelle che servivano, e credo che molte di noi che siamo in quest'Aula abbiamo partecipato a quel grande coinvolgimento. Quindi, la società è pronta, è la politica che spesso fa fatica a stare dietro alla società.
Due temi su cui impegnarci oggi. Il lavoro di rete, che è fondamentale.
Su questo la Regione può fare molto. So che l'Assessore Cerutti sta lavorando in questo senso. Il lavoro di rete deve coinvolgere le Istituzioni tutte, a tutti i livelli, quindi anche in ambito sanitario e con le forze dell'ordine, e anche con la formazione adeguata, ma deve anche coinvolgere il terzo settore e le associazioni. Questo deve essere un grande sforzo che dobbiamo fare tutti insieme, offrendo servizi a vari livelli: dal servizio a bassa soglia, fino a servizi, come appunto il Codice Rosa. Condivido quanto ha già detto la collega Batzella sul Codice Rosa, quindi voterò il documento presentato.
Il secondo tema riguarda i centri antiviolenza.
Sui centri antiviolenza è necessaria una programmazione. Questa è prevista dalla legge nazionale, ma siamo ancora indietro; anzi c'è, da parte di chi si è occupato in questi anni di centri antiviolenza, la raccomandazione a tenere conto della complessità delle situazioni, diverse non solo in Italia, ma anche in Piemonte. Abbiamo delle realtà in cui sono centri antiviolenza promossi e gestiti a livello istituzionale, Comuni o Province, come ad esempio nel capoluogo, ma ci sono altre zone in cui questo lavoro è stato fatto dal terzo settore o dalle associazioni.
La normativa in discussione è piuttosto rigida su questo, quindi si chiede di tenerne conto. Noi, forse - anche se so che l'Assessore sta andando in questa direzione - a livello regionale possiamo fare in modo di non buttare via il lavoro che è stato fatto in questi anni e fare ricchezza della complessità.
Credo che queste siano alcune delle cose che possiamo fare subito perché oggi servono anche le parole, ma soprattutto servono le azioni altrimenti il 25 novembre ci riduciamo a portare un mazzo di fiori su una tomba.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
Hanno chiesto di intervenire i colleghi Accossato, Gancia, Allemano e infine, chiude l'Assessore Cerutti.
Ricordo che dovremmo votare prima delle ore 13, perché poi c'è la conferenza stampa.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo su questi documenti con convinzione, ma anche, devo dire con un sentimento e un senso di stanchezza: sono oltre trent'anni che mi occupo di questi temi.
Non è bello citarsi, però voglio ricordare che nel 1988 nel mio Comune fui promotrice dell'istituzione del primo "Telefono donna", servizio pubblico rivolto in Italia alle donne vittime di maltrattamenti. Per appunto, sono passati tutti questi anni e c'è ancora bisogno di un 25 novembre.
Allora, credo sia importante, come diciamo nel nostro documento sostenere e dare spessore e risorse alle leggi che esistono e che anche in Regione Piemonte sono state approvate, che sostengono i centri antiviolenza e le donne vittime di violenza. Leggi volute fortemente dal centrosinistra volute dai movimenti delle donne. Quindi, voglio anche dare atto al fatto che la politica può fare la sua parte; anche negli anni passati ha dimostrato che si può intervenire e si può essere operativi. Quindi, vi sono stati luci e ombre in questi anni di battaglie per la parità delle donne e per la loro dignità.
Un'ultima considerazione, non volendo rubare troppo tempo, è per legata alle ombre, ed è di tipo culturale. Perché accanto all'operatività accanto alle norme, accanto alle azioni c'è comunque un divario culturale ancora molto forte e molto grande. In questo senso, faccio anche un invito a tutto il Consiglio regionale: è davvero necessario che le donne non siano lasciate sole in questa battaglia e, anzi, che siano gli uomini, a partire dai Consiglieri regionali, ma soprattutto nella società, a farsi carico del tema del femminicidio; devono essere gli uomini a ribellarsi ad un modello di maschio violento e che non sa risolvere le sue fragilità e le sue debolezze se non con la violenza; devono essere gli uomini a dire che c'è un altro modo di risolvere le relazioni personali.
Finché non sarà portata avanti con forza questa battaglia, ahimè, credo che ci troveremo ancora qui il 25 novembre a commemorare vittime e a chiedere interventi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Solo per ricordare che la politica dovrebbe avere anche un ruolo perché ci sono state sentenze che, per motivi di tempo e di rispetto del tempo e della conferenza stampa che c'è dopo, non voglio citare, ma che sono state veramente molto lievi per giustificare un multiculturalismo.
Porrei l'accento su quest'aspetto.
È stato ricordato da una collega che mi ha preceduta che l'80% delle donne sono italiane ed è vero, ma è anche vero che questo è un dato che andrebbe guardato da un punto di vista di percentuale relativa.
Soprattutto ricordo che sono tantissime, migliaia e migliaia, le bambine infibulate oggi. Quindi credo che, nel nome del multiculturalismo sia la giustizia, sia la medicina debbano fare una profonda riflessione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "P. Gobetti" di Rivoli (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media Statale "P. Gobetti" di Rivoli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 108 presentato dai Consiglieri Caputo Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Chiapello Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Giaccone, Grimaldi Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Prevenire e contrastare in maniera efficace il fenomeno del femminicidio e della violenza di genere contro le donne" (seguito)

Argomento: Condizione femminile

Esame mozione n. 59 presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Estensione del 'Codice Rosa' in tutte le Aziende Sanitarie ed ospedaliere del Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sull'ordine del giorno n. 108 e sulla mozione n. 59.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Ringrazio le colleghe Consigliere che hanno posto con tanta passione questo tema.
La loro sofferenza è anche la nostra, con in più la vergogna di appartenere a un genere che troppo spesso considera il corpo della donna come una proprietà. E' un problema culturale e antropologico che, ripeto ci fa vergognare e che richiede un grande lavoro.
Il mio sostegno alla mozione che ha come titolo il contrasto al fenomeno del femminicidio e della violenza di genere contro le donne è assolutamente convinto. Ritengo che questo tema così delicato non vada schiacciato nella cornice di un percorso rigido sul Codice Rosa, che peraltro è necessario ma è funzionale non al Codice Rosa in se stesso, ma alla creazione di reti antiviolenza e di protezioni che facciano sentire la donna accolta e incoraggiata ad uscire dal tunnel e non forzata a entrare in percorsi che magari non vuole seguire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessore alle pari opportunità e ai diritti civili

Grazie, Presidente.
Ringrazio le Consigliere e i Consiglieri che hanno presentato questi atti - oggi abbiamo la contemporaneità della data del 25 novembre con la seduta del Consiglio regionale - anche perché credo sempre di più nell'esigenza di lavorare tutti insieme al sistema, e molti degli interventi l'hanno già posto come indirizzo.
Sicuramente il nostro obiettivo - abbiamo già avuto modo di discuterne in Commissione - è quello di provare effettivamente a far sì che ciò che già esiste sul nostro territorio venga potenziato, poiché ci sono delle realtà molto importanti sia sul fronte pubblico che su quello privato anche del privato sociale, che ha già diversi centri ed è quindi in rete con gli altri attori.
Ritengo che questo sistema debba essere sempre di più valorizzato, con l'obiettivo - e credo che questa possa essere la sfida che ci possiamo porre come atto - di varare una nuova legge che riprenda le leggi che sono già state ricordate e che però abbia anche questo aspetto in più, ovvero la costruzione di rete e di reti dove sicuramente l'ambito sanitario fa la sua parte, chiaramente senza tralasciare la sollecitazione rispetto al Codice Rosa, ma anche l'ambito della formazione.
In sostanza, occorre individuare un modo per provare a mettere insieme tutti gli interventi nei diversi settori su cui la Regione può intervenire in modo diretto e indiretto.
Da questo punto di vista, credo che i due atti che i Consiglieri presentano vadano in questa direzioni, quindi diamo un'indicazione positiva alla votazione di entrambi.
Relativamente alla sollecitazione venuta dalla Consigliera Batzella rispetto alle vittime di violenza transessuale, noi abbiamo aderito - forse avete avuto modo di saperlo - e abbiamo dato il patrocinio alla marcia che c'è stata sabato in occasione del TdoR, che è la ricorrenza annuale in memoria proprio delle vittime di violenza trans-omofobica. Da questo punto di vista, siamo stati presenti e sicuramente abbiamo anche ben presente questo tipo di violenza, che può essere considerato più particolare, ma che comunque ha una sua importanza.
Mi fermo qui proprio, anche perché non si può certamente affrontare il tema a 360 gradi in pochi minuti. Vi invito a partecipare alla conferenza stampa che facciamo in Sala Viglione. La facciamo - vorrei ribadirlo proprio in quest'ottica di lavoro comune fra Giunta e Consiglio regionale per riuscire non dico a eliminare il problema - sicuramente un obiettivo da porsi, ma forse utopico almeno a breve - bensì per provare a ridurre questo fenomeno.
Non dimentichiamo - e alcuni hanno già riportato diversi dati - che la provincia di Torino, purtroppo, è la seconda in Italia per numero di femminicidi dopo Roma. Questo dato sicuramente non ci fa bene e da questo punto di vista il nostro obiettivo è proprio quello di arrivare a non avere più questi primati, ma ad andare in una direzione diversa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cerutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 108, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 59, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Invito i colleghi che vogliono essere presenti alla conferenza stampa a recarsi in Sala Viglione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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