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Dettaglio seduta n.234 del 27/06/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.37 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Comuni - Bilanci preventivi - Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1627 presentata da Benvenuto inerente a "L.r. 18/1984 - esito programma straordinario di finanziamenti anno 2017"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1627, presentata dal Consigliere Benvenuto, che la illustra.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
In quest'interrogazione chiediamo alcune informazioni in più rispetto al question time della settimana scorsa, presentato dal collega Marrone nel quale si chiedevano più specificatamente indicazioni sul Comune di Camino, in Provincia di Alessandria. In questo caso, noi chiediamo le motivazioni politiche della scelta di inserire l'ospitalità di migranti fra i criteri per favorire, nelle graduatorie, i Comuni ospitanti migranti e poterli dunque avvantaggiare nel programma dei finanziamenti per l'anno 2017.
Partendo dal presupposto che il 65 per cento delle domande non ha potuto ricevere risposta per mancanza di fondi, consideriamo parecchio assurdo inserire all'interno di una DGR il fatto che potevano essere avvantaggiati Comuni che ospitavano migranti.
Dunque, a differenza del precedente question time del Consigliere Marrone, noi chiediamo una risposta politica, per capire i motivi che hanno indotto la Giunta ad inserire questa specificità.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Credo che sulla questione si sia già risposto nella seduta scorsa, se non erro in relazione a un'interrogazione presentata dal Consigliere Marrone.
La risposta è molto semplice: l'inserimento di questo criterio nell'assegnazione di queste risorse è una scelta adottata dalla Giunta regionale. È una scelta ovviamente politica, simbolica.
In effetti, qualche problema di definizione di quali Comuni avessero queste caratteristiche c'è stato, perché i dati delle Prefetture non corrispondevano ad altri dati riferiti a Comuni che avevano comunque agito nel passato in questo senso.
Con le risorse aggiuntive che si vanno ad individuare credo con la Giunta di domani, si provvederà a riconoscere questi eventuali errori.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1629 presentata da Ferrentino inerente a "Trasferimento dei fondi destinati all'acquisto di otto treni della metropolitana automatica di Torino (Linea 1, tratta Collegno-Cascine Vica e Lingotto-Bengasi) all'acquisto di nuovi treni ferroviari"

Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1632 presentata da Conticelli inerente a "Sottodimensionamento dei convogli della Linea 1 della Metropolitana di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1629, presentata dal Consigliere Ferrentino, che la illustra.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Interrogo l'Assessore in merito alle informazioni riportate anche sugli organi di stampa circa i fondi destinati all'acquisto di otto treni della linea metropolitana automatica di Torino.
Con questo lavoro, portato avanti dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino, da un gruppo di Parlamentari e dai Sindaci di Collegno, Rivoli e di Grugliasco, si intende mettere a disposizione delle risorse non solo per la realizzazione dell'opera, ma anche per l'acquisto di materiale rotabile.
Sulla attuale Linea 1 della metropolitana oggi sono in funzione circa 29 treni, che, considerato il fermo manutenzione, permettono di garantire passaggi ogni 145-150 secondi, tempi ben lontani dai previsti 70 secondi! Dunque, la richiesta di fondi per la messa a disposizione di ulteriori treni VAL era assolutamente fondata. Considerato, inoltre, che sono stati reperiti fondi anche per il prolungamento della linea metropolitana fino a Cascine Vica, la necessità di risorse per i nuovi treni è rilevante.
Ovviamente, sono altrettanto importanti le esigenze dei pendolari, che non devono assolutamente andare in contrapposizione con le necessità degli utenti del servizio di metropolitana.
Si rinnova, quindi, la richiesta all'Assessore che quel Tavolo che allora aveva portato all'ottenimento di questo importante risultato possa essere riattivato, e non ridotto ad un mero dialogo tra Regione Piemonte e Comune di Torino, perché le esigenze che avevano portato all'ottenimento di quei risultati sono più ampie rispetto a quel confronto.
È chiaro che la risposta che mi attendo dall'Assessore è di indirizzo politico, perché è necessario che quel Tavolo di concertazione possa essere riattivato anche in questo caso.
Si tenga presente che i lavori per il prolungamento della Linea 1 dovrebbero completarsi nel 2022, e che per acquisire i nuovi treni sono necessari almeno 36 mesi (siamo prossimi al 2018!). Di fatto, la richiesta di risorse per questo materiale rotabile deve viaggiare in parallelo con la calendarizzazione dei lavori del prolungamento del servizio metropolitano.
Per questo motivo è importante che l'Assessore possa riattivare quel Tavolo e si possa prendere in considerazione la scelta migliore non solo per la Città di Torino, ma per l'intero comprensorio, che è alla base di questa richiesta che aveva portato a questo importante risultato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Se la Consigliera Conticelli è d'accordo, chiederei di esporre la sua interrogazione, la n. 1632, affinché l'Assessore possa fornire un'unica risposta. Grazie.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Il quesito fa seguito alla seduta di Commissione del 10 maggio scorso in cui l'Assessore Balocco aveva fornito una puntuale informativa rispetto alle varie linee di finanziamento per il rinnovo del parco mezzi per il TPL e per il treno (parte di quelle destinate alla linea della metropolitana torinese sono state anche oggetto di cronaca, come ha ricordato il collega Ferrentino).
Anche alla luce del fatto che la Linea 1 della metropolitana è in attesa della progettazione della Linea 2, che speriamo parta prima del periodo estivo, come da impegno della Città di Torino, noi riteniamo che già oggi sia sottodimensionato il numero dei treni rispetto al servizio anche in relazione alle esigenze tecniche di manutenzione di cui i treni VAL hanno bisogno.
Per quanto riguarda i nuovi treni - i tempi che per la relativa produzione parrebbero coerenti con le due nuove fermate, di Fermi e Collegno centro - sarebbe necessario implementarli già adesso. Peraltro sappiamo dall'informativa dell'Assessore che sono previste già oggi nuove carrozze (immagino che lo ribadirà lui stesso). Dal 2022 - le tempistiche collimerebbero con una commessa che si concluderà entro quest'anno dovrebbero entrare in circolazione anche i treni che arrivano fino a Collegno; quindi sarebbero due gli step.
Naturalmente - lo ha già sottolineato il collega Ferrentino - il nodo torinese non è in contrapposizione col pendolarismo del resto della Regione. Anzi, il pendolarismo del resto della regione arriva e contribuisce sul nodo torinese, che, per questo motivo, deve essere efficiente, efficace e fluido (ne avevamo già parlato in Commissione).
Per quanto riguarda il ferro, dato che la Regione è in trattativa con Trenitalia (abbiamo parlato del protocollo per la proroga dei tre più uno mentre si sta apprestando la gara), riteniamo che nell'implementazione dei mezzi per i pendolari Trenitalia debba essere direttamente coinvolta soprattutto in questa fase di protocollo e di trattativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ad entrambe le interrogazioni risponde, per la Giunta regionale l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Bene, credo sia sempre utile il confronto per migliorare eventualmente, le proprie posizioni e le proprie convinzioni.
A proposito del lavoro di squadra, vorrei precisare che la definizione di questi finanziamenti - o direi di buona parte di essi - è sempre stata concertata, sia in Commissione (com'è stato ricordato dalla Presidente Nadia Conticelli) sia con la Città metropolitana che con la Città di Torino, nel passato come nel presente.
Partiamo quindi dalla delibera CIPE del 3 marzo scorso, che autorizza la progettazione esecutiva dell'intera tratta di 3,7 chilometri. del completamento ad ovest della Linea 1 della metro, fino a Cascine Vica. Ma la stessa delibera finanzia solamente il primo lotto funzionale, che prevede esclusivamente le due prime stazioni di Certosa e Collegno.
Infatti, a fronte di un finanziamento necessario di circa 300 milioni, sono disponibili 123,7 milioni: 90 dallo stanziamento del Decreto "Sblocca Italia" e 33,7 dai fondi FSC di competenza regionale deliberati appunto dal CIPE il 1° dicembre scorso.
Vorrei ricordare che, per quanto riguarda la vicenda della delibera CIPE che approva il progetto definitivo della tratta Fermi-Cascine Vica, lì sì, veramente, c'è stato un forte lavoro di squadra e devo ringraziare l'ho già fatto nel passato con manifestazioni di stima nei suoi confronti la struttura regionale, perché fu proprio la struttura regionale, la Direzione Opere pubbliche, a consentire in quell'occasione, nonostante dei problemi di procedura che erano stati ereditati dal passato, di portare a compimento la delibera CIPE di approvazione del progetto definitivo, che permetteva di consolidare i 90 milioni dello "Sblocca Italia", che altrimenti sarebbero stati persi.
Detto questo, con la delibera del 1° dicembre 2016 sono stati allocati alla Regione, per quanto riguarda il completamento della metropolitana (Linea 1), 148 milioni sui 350-360 degli investimenti infrastrutturali previsti in quella delibera per ciò che attiene alla Regione. Questi fondi per la metropolitana torinese si scompongono in 33,7 - come ho già ricordato - per il completamento della tratta Certosa-Collegno centro (che si aggiungono ai 90, ripeto, dello "Sblocca Italia". Mancano i 170 per arrivare a Cascine Vica, tratta non ancora finanziata. Vi sono poi i fondi per il completamento della metro in direzione Lingotto-Bengasi (28,9): queste erano risorse che in un primo tempo dovevano essere individuate dal Comune di Torino e che poi, in mancanza di questo apporto, vennero allocate sugli FSC regionali con quella delibera. Nella stessa delibera, però, sono ancora previsti altri 28,6 milioni per l'acquisto di quattro treni metropolitani che serviranno, appunto, per l'estensione dell'esercizio fino a Bengasi, ma non solo.
Il ragionamento che ci ha portati a chiedere che i 57 milioni destinati all'acquisto di ulteriori otto treni necessari per integrare l'esercizio nella tratta Collegno-Cascine Vica e previsti nella stessa delibera CIPE fossero utilizzati per l'acquisto di materiale rotabile destinato invece all'esercizio sul SFM, ci è sembrata di buonsenso e legata alle reali necessità e alle tempistiche.
A proposito di tempistiche, la delibera CIPE del 3 marzo, infatti autorizza l'avvio della progettazione esecutiva dell'intera tratta fino a Cascine Vica. Occorrono quindi i tempi tecnici necessari a realizzare la progettazione, quelli per bandire la gara e l'aggiudicazione dei lavori quelli per la realizzazione dell'opera. Realisticamente o, meglio ottimisticamente, per vedere realizzate le prime due fermate già finanziate serviranno almeno cinque anni (quindi occorre attendere fino al 2023 sostanzialmente); mentre, per il completamento fino a Cascine Vica occorrerà prima individuare - ripeto - le risorse necessarie (circa 170 milioni), quindi è presumibile che i tempi siano molto più dilatati.
Acquistare quindi otto treni per tutta la tratta fino a Cascine Vica e ricordo che il ciclo di programmazione dei fondi FSC 2014-2020 implica che i treni debbano essere pagati entro novembre 2019 e che questi sarebbero dimensionati per l'esercizio in una tratta non ancora finanziata significherebbe avere treni inutilizzati per almeno qualche anno (tre quattro anni se basta, forse di più), quindi con il rischio di obsolescenza prima dell'entrata in esercizio, di fronte a tecnologie sempre in evoluzione. Peraltro, con i quattro treni già previsti da Bengasi per l'esercizio fino a Collegno, non servirebbero otto treni, ma ne basterebbero comunque due per mantenere l'attuale frequenza intorno ai due minuti.
Nel 2018 il reintegro della disponibilità dei treni a termine della revisione generale e l'acquisto di quattro nuovi treni consentirà di aumentare a 29, rispetto all'attuale dotazione di 25, il numero massimo di treni impegnati in linea. Con tale configurazione del parco la capacità massima offerta sulla tratta Fermi-Bengasi sarà di un passaggio ogni 120 secondi, corrispondente a circa 9.600 posti l'ora per direzione, di poco superiore a quella offerta dalla tratta Fermi-Lingotto prima dell'inizio dell'operazione di revisione generale. L'esercizio sulla tratta prolungata Bengasi-Collegno, effettuata con un impegno massimo di due treni in più e 31 totali, consente un'offerta massima di un passaggio ogni 124 secondi corrispondente a 9.277 posti per direzione, allo standard di quattro posti per metro quadrato.
Questo implica però una programmazione che in questo momento non c'è ancora e che GTT sta in realtà realizzando. Infatti, questa scansione dei tempi non è ovviamente scaglionabile secondo le esigenze delle ore di punta rispetto alle ore di morbida: quando parlo di 120 secondi, quello è il tempo massimo che intercorre tra un convoglio e un altro; in ora di punta ovviamente questi tempi si riducono sensibilmente.
D'altra parte, c'è il tema del materiale rotabile per il ferro: la Regione, allo stesso tempo, ha estrema necessità di rinnovare il parco rotabile per l'esercizio ferroviario. Certo, in una fase di rinegoziazione del contratto per il Servizio ferroviario regionale metropolitano, tramite procedure di affidamento, poter contare su materiale rotabile di proprietà regionale significherebbe ottenere condizioni più vantaggiose e soprattutto evitare aumenti tariffari. Ha ragione la Consigliera Conticelli: si pu chiedere - e si deve chiedere - ai contraenti (Trenitalia o altro soggetto) che risulteranno esercenti del servizio di fare investimenti, ma inevitabilmente questi investimenti verranno calcolati nel piano finanziario e quindi dovranno essere ammortizzati; e questo per forza di cose avrà delle ricadute sulle contribuzioni.
Tutto ciò non significa affatto che la Regione abbia rinunciato a finanziare i treni per la Linea 1, ma semplicemente che ne ha posticipato l'investimento sul prossimo ciclo di programmazione degli FSC o, anzi, come abbiamo già anche segnalato al Ministero, nella programmazione dei cosiddetti "Fondi Primo Ministro", che dovrebbero avere delle allocazioni in tempi relativamente brevi. C'è quindi anche questa possibilità.
In conclusione, però, ho detto che da questo confronto - che ovviamente approfondiremo in sede tecnica, nonché politica - si potrebbe individuare la possibilità di anticipare comunque almeno due treni sulla tratta fino a Bengasi, in modo da garantire un servizio efficiente già all'apertura di quel prolungamento.
È complicato questo argomento. In ogni caso, resta un altro tema da affrontare urgentemente: l'estensione della linea implica maggiori costi di esercizio e su questo, come sapete, ci sono seri problemi da parte di GTT.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Comuni - Bilanci preventivi

Interrogazione a risposta immediata n. 1628 presentata da Graglia, inerente a "Scorrimento graduatorie art. 14 l.r. 6/2017"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1628.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
È uscita da pochi giorni una graduatoria importantissimo, come il bando della legge 6 del 2017 ex legge 18, che aveva creato diverse aspettative in tutte le Amministrazioni comunali, in quanto non era finanziata da diversi anni e, soprattutto per la carenza di risorse, 25 milioni sono importanti.
Essendo arrivate 1.145 domande su 1.200, e poiché mi sembra che siano accontentati 400-500 Comuni, mi chiedevo se era previsto l'accantonamento di nuove risorse per poter scorrere la graduatoria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Dicevo, come lei sa e come ho già accennato prima, la prossima Giunta individuerà ulteriori risorse su questa legge 6, quindi si potrà rispondere a ulteriori, mantenendo la graduatoria, Comuni che hanno fatto richiesta anche definendo con maggiore precisione i criteri di finanziamento.
In ogni caso, la graduatoria verrà mantenuta, quindi, eventuali altre risorse già quest'anno e sicuramente l'anno prossimo scorreranno per poter dare una risposta a questa enorme richiesta che c'è stata da parte dei Comuni, perché su 1.200 Comuni, 1.154 hanno fatto domanda di finanziamento.
Quindi, è chiaro che la risposta è stata data con la prima tranche a 500 Comuni, con la seconda probabilmente arriveremo ad altri 60-70-80 Comuni quindi lo sforzo è stato ovviamente molto forte; bisogna tenere conto che però dopo sei di non finanziamento della legge 18, è chiaro che le aspettative sono cresciute moltissimo.
Le risorse sono quelle che sono e devo dare atto all'impegno del Vicepresidente che su questa destinazione delle risorse si è impegnato fortemente.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 1631 presentata da Appiano, inerente a "Discutibile richiesta di pagamento di quota alberghiera da parte della Casa di cura convenzionata 'Papa Giovanni XXIII' di Pianezza - Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1631.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
È un'interrogazione analoga fatta a inizio giugno, nello specifico nella seduta del 6 giugno. Il tema è quello della continuità terapeutica che non viene garantita nel passaggio tra ospedale, case di cura convenzionate e poi evoluzione successiva, nel passaggio in RSA o domicilio o, comunque, verso la soluzione che i medici ritengono più opportuna.
Diverse sono le strategie messe in atto da diverse case di cura per fare pressioni sui familiari affinché il proprio familiare abbandoni la struttura dopo un periodo predeterminato che coincide tendenzialmente con quello in cui la Regione al massimo indennizza le case di cura medesime: ci sono segnalazioni in Procura, ci sono note spese inviate ai familiari.
Nel caso in esame, poiché il ricovero presso questa casa di cura convenzionata si è protratto al di là dei 30 giorni o, comunque, del periodo canonico, i familiari si sono visti recapitare una fattura per un rimborso di spese pari a 7.560 euro, per 216 giorni di indebito ricovero pari alla retta alberghiera praticata in casa di cura convenzionata, quando i familiari stessi, in questo caso, avevano dato l'assenso ai trasferimenti in RSA, che era la sede più opportuna di passaggio successivo di questa persona anziana, malata cronica non autosufficiente.
Quindi, a parer mio e a parere di chi ha analizzato il caso, questa pratica, che non è unica, pare molto discutibile, se non illegittima.
L'oggetto specifico dell'interrogazione è, ove si ravvisi questa illegittimità, che cosa si intenda fare, nel caso di specie, per non gravare sui familiari con il rimborso di una quota alberghiera così cospicua (ripeto, 7.560 euro) e, in generale, cosa si intende fare affinch non si ripetano questi episodi che sono abbastanza all'ordine del giorno soprattutto in alcune strutture.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola all'Assessore Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Do lettura del testo che mi è stato inviato dall'Assessore Saitta precisando che gli approfondimenti che ha cercato di svolgere la Direzione sanità sulla questione, mancando il nominativo, non hanno sinora prodotto nessun effetto. Consiglierei al Consigliere Appiano di trasmettere il nominativo in via riservata all'Assessore Saitta, in modo tale che possa puntualmente verificare la situazione.
Nell'interrogazione in oggetto, non è specificato il nominativo della persona alla quale il legale rappresentante della casa di cura avrebbe comunicato l'ammontare complessivo della spesa di 7.560 euro a titolo di quota alberghiera.
All'ASL-TO3 non è risultato pertanto possibile chiarire la posizione della persona stessa e verificare il grado di priorità individuato qualora il soggetto ne presenti la necessità, a seguito di valutazione multiprofessionale dell'apposita Commissione e non della semplice opposizione alla dimissione, che di per sé non rappresenta titolo sufficiente all'automatico inserimento in una struttura convenzionata.
Poiché peraltro non risulta accettabile, a parere dell'ASL-TO3, la richiesta formulata dalla struttura nei confronti del degente, la stessa ASL-TO3, anche sulla base delle informazioni che ho sollecitato, garantirà l'approfondimento del problema attraverso l'analisi della situazione con la casa di cura ed eventuale attivazione dei percorsi socio-sanitari, qualora non ancora predisposti.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1633 presentata da Marrone, inerente a "Ordine del giorno n. 235 su istituto della diffida amministrativa: quale lo stato di attuazione?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1633.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Si chiede alla Giunta di riferire lo stato di attuazione di questo ordine del giorno che è stato approvato nel febbraio 2015 e conteneva una serie di proposte, peraltro avanzate da Confindustria.
In particolare, si chiedeva di adottare in Regione Piemonte lo strumento della diffida amministrativa che - ricordo brevemente - invece di applicare automaticamente la sanzione, permetterebbe di emettere una diffida ad adempiere, quindi consentirebbe alle imprese cui venga contestata una qualche violazione a conformarsi al regolamento violato che però, consentirebbe di evitare la sanzione. È ovviamente un sistema di dialogo, che quindi dovrebbe venire incontro a tante aziende e industrie piemontesi in questo momento di crisi.
Ieri, il tema è stato incidentalmente toccato durante l'assemblea pubblica dell'Unione Industriale, alla quale è intervenuto anche il Vicepresidente Reschigna; si voleva chiedere alla Giunta regionale qual è lo stato di attuazione di questo atto di indirizzo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio anzitutto il Consigliere Marrone per il quesito sulla materia, perché mi ha consentito di verificare lo stato dell'arte su cui non avevo aggiornamenti.
Tralascio nella risposta gli appunti relativamente all'istituto della diffida amministrativa e alla disciplina regionale, introdotta con legge n.
9 del 2015 della Regione Piemonte.
La diffida amministrativa è un istituto estendibile tramite ulteriori iniziative legislative. La l.r. n. 9/2011 ha introdotto l'istituto in questione nell'ordinamento interno, limitatamente ai procedimenti sanzionatori di propria competenza, diretta o trasferita. In particolare ciò è avvenuto in materia di commercio, somministrazione di alimenti e bevande, esercizio di attività di artigianato a contatto con il pubblico divieto di fumo, nonché nelle fattispecie sanzionatorie previste dai regolamenti comunali.
Tuttavia, l'applicazione dell'istituto è espressamente estendibile ad altri settori da specifici leggi di settore. Si tratta di ambiti sanzionatori già oggetto di trasferimento di competenza in campo ad altri enti (Enti locali, ASL o Camere di commercio), in seguito a progressi processi di delega in direzione di Enti locali e Camere di commercio, da ultimo rappresentati dalla l.r. n. 9/2011.
Si precisa infine che per disincentivare recidive, accordi collusivi e violazioni di carattere sostanziale ai beni giuridici tutelati dalle leggi di settore, la diffida non è prorogabile né rinnovabile né reiterabile e non opera in caso di attività svolta senza autorizzazione, licenza concessione, permesso, o nulla osta comunque denominato.
La Regione monitora l'applicazione dell'istituto della diffida amministrativa e può dettare specifiche linee guida in materia. Allo stato non è pervenuta notizia di iniziativa in tal senso da parte degli Enti investiti da tale potestà, pertanto è stata sospesa ogni iniziativa di direttiva.
Fra le materie investite direttamente dall'istituto, solo per quelle ancora di competenza sanzionatoria regionale, è possibile ipotizzare anzi, è doveroso ipotizzare - una sua applicazione diretta, che è poi demandata alle autorità che svolgono attività di vigilanza sul territorio (gli accertatori che constatano le violazioni sul territorio).
Visto che pare che in Regione Piemonte questo istituto, introdotto con legge regionale, non abbia subito un'adeguata applicazione, sarà cura di questa Giunta regionale - anche a seguito della sollecitazione contenuta nel question time - dare precise indicazioni, innanzitutto agli enti dipendenti direttamente dalla Regione - le ASL, per essere chiaro - e sollecitazioni nei confronti dei Comuni e delle Camere di commercio, perch questo istituto possa essere introdotto nei Comuni e nelle Camere di commercio attraverso gli atti di competenza dei rispettivi organi e nelle ASL perché queste ultime, essendo Aziende dipendenti dalla Regione Piemonte, devono attuare per prime gli istituti che la legislazione regionale istituisce.
Questa sarà la sollecitazione che nei prossimi giorni mi farò carico di esprimere.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1630 presentata da Chiapello inerente a "Problematiche sulla tratta Cuneo-Torino e viceversa"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1630, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Chiapello.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Questo è un annoso problema che sulla tratta ferroviaria Cuneo-Torino si ripropone puntualmente sia d'inverno che d'estate: in inverno c'è il ghiaccio sui treni e d'estate, invece, fa caldo.
Nelle scorse settimane ci sono stati enormi problemi e grossissimi disagi per i viaggiatori. Sono state fatte delle soste forzate sui treni e oltretutto, è stata data agli utenti una scarsissima informazione. Sono state cancellate molte partenze e, tra l'altro, ci sono molte carenze igieniche sui treni e anche scarsi controlli. I treni, inoltre, sono stracolmi e l'aria condizionata spesso e volentieri non funziona, o funziona solo a tratti: in alcuni vagoni si è misurata anche una temperatura di 42 gradi (non percepita, ma proprio misurata reale). Più che un treno passeggeri, quindi, sembra quasi un treno merci.
Purtroppo a me dispiace anche dover riproporre questa questione, perch so che da parte dell'Assessore c'è già stato un forte impegno. Ecco, forse questo non è stato sufficiente, quindi ora dico che non accettabile e non è più tollerabile che i pendolari subiscano tutti questi disagi. Oltretutto sono sempre di più le persone che si spostano, perché molte aziende con la crisi hanno delocalizzato a Torino e quindi, rispetto a qualche anno fa gli utenti che usufruiscono di questo servizio sono tantissimi di più.
I treni sono sempre più obsoleti e sempre più vecchi, quindi la linea non è assolutamente adeguata al servizio. Tra l'altro, con gli orari estivi sono stati anche soppressi alcuni treni, però i dipendenti e i lavoratori a parte il periodo di ferie - devono continuare a usufruire di questo servizio.
Mi chiedo quindi cosa intenda fare la Regione, ma soprattutto per risolvere in modo definitivo questo problema, perché non possiamo trovarci tutti gli inverni e tutte le estati di fronte a queste questioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Chiapello.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Consigliera Chiapello, il suo quadro mi sembra eccessivamente drammatico: le garantisco che c'è di peggio rispetto alla situazione della tratta Cuneo-Torino.
Per quanto riguarda la questione dei treni, non posso che essere d'accordo con lei sull'urgenza di rinnovare almeno in parte il materiale rotabile, ma mi ricollego alla risposta che ho dato prima: dobbiamo prendere atto, noi "provinciali", che dalla classe dirigente torinese - non dico dalla Città di Torino, ma in generale dalla sua classe dirigente - c'è stata questa "sensibilità" nell'aiutare con fondi precedentemente destinati a Torino l'acquisizione di treni per tutta la Regione.
Allora, lo stato di questa tratta - che, ripeto, non è certamente tra le peggiori - risulta così, da cosa mi dice l'Agenzia per la mobilità: nel mese di maggio l'indice di puntualità è stato del 93 per cento e nei primi cinque mesi del 2017 del 92 per cento; l'affidabilità (cioè il numero basso di soppressioni) è stata del 100 per cento (cioè non ci sono state soppressioni negli ultimi due mesi). Per quanto riguarda l'ultimo periodo con dati non ancora consolidati, dal 1° al 26 giugno l'indice di puntualità registrata è del 90 per cento e l'indice di affidabilità del 99,5 per cento. Non si tratta, quindi di una situazione così drammatica. Poi, che succeda che d'estate faccia caldo e d'inverno faccia freddo - anche se è vero che questo dovrebbe esser dentro temperature accettabili - è normale.
Come vede, oggi anche qua dentro fa caldo e qualche volta d'inverno fa freddo.
Ripeto però che su quella tratta non mi pare ci siano problemi di così grande drammaticità.
Per quanto riguarda la soppressione delle corse estive, questo succede un po' dovunque: nel mese di agosto vengono soppresse per quattro settimane le corse di rinforzo su tutte le tratte, sia SFM che SFR, in tutto il Piemonte; questo per ragioni di budget, ma anche per evitare che i treni viaggino vuoti, anche se è vero che sono mutate le abitudini e che anche in agosto ci sono persone che lavorano; ma i numeri non sono tali da giustificare il costo del servizio.
Sul tema dell'informazione a bordo ha assolutamente ragione: è uno dei temi su cui insistiamo di più con Trenitalia e non solo (anche con GTT) affinché questo servizio venga implementato e reso in modo più serio.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1636 presentata da Valetti, inerente a "Quadro economico e programmazione interventi di miglioramento Pinerolo Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1636, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie.
Illustrerò solo per sommi capi il testo dell'interrogazione, che sicuramente chi ci ascolta già conosce; anche l'Assessore, perché abbiamo avuto diverse volte modo di parlarne. Mi limito ad aggiornare la situazione a quanto è avvenuto nell'ultimo incontro che si è tenuto con alcuni Comuni della tratta Pinerolo-Torino in merito ai problemi della linea ferroviaria convocato dalla Regione Piemonte (dall'Assessorato) e in cui erano presenti Trenitalia ed RFI. Purtroppo in quella sede, dunque, al contrario di quanto ci si aspettava, da parte dei gestori non sono pervenuti dei dati sulle cause.
Chiedo scusa, Presidente.



PRESIDENTE

Purtroppo non si tratta di un rumore dell'Aula: questo è un rumore esterno. Come sente, quindi, il brusìo sull'Aula è minimo.



VALETTI Federico

No, io sento gente che parla qua alla mia sinistra.



PRESIDENTE

Da questa parte sinistra fuori dall'Aula, guardi. Adesso chiedo gentilmente ai commessi di uscire e chiedere al pubblico esterno di tacere: perfetto.
Continui, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie.
Dicevo che in quest'incontro, che ha poi portato a un nostro comunicato e a questa interrogazione, non sono pervenuti dati chiari: quelli sono poi arrivati successivamente, in parte anche grazie ad una comunicazione dell'Assessore Balocco, che ringraziamo per tutte le volte che condivide informazioni e si adopera in modo trasparente per il miglioramento delle ferrovie piemontesi, impegno che gli riconosciamo sicuramente.
Qui, dunque, vogliamo solo fare chiarezza sui numeri, in modo che anche i nostri amministratori locali e anche gli utenti delle tratte ferroviarie abbiano più o meno un quadro e una visibilità sui prossimi anni in merito agli investimenti - che sappiamo non sono tutti in capo alla Regione, ma concorrono anche fondi nazionali - per il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie; in questo caso della Pinerolo-Torino, che sta subendo anche in questi giorni continui problemi di soppressioni di treni e ritardi molto ingenti.
Quindi, chiediamo questa precisazione all'Assessore, ringraziandolo anche per quella parte di fondi che, da quanto ha detto, sono già garantiti, e auspicando che anche il resto dell'impegno che si è cercato di fare come Assessore e come Regione Piemonte verso il Ministero dell'Economia e RFI per andare a reperire le altre risorse che, in questo momento, mancano per il completamento degli interventi, vada a buon fine.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Consigliere Valetti. La prego di non esagerare con i complimenti, altrimenti mi crea dei problemi. Spererei che questi complimenti me li facesse l'Assessora ai trasporti del Comune di Torino con la quale è più complicato intenderci.
Io non posso che ripetere le cose che ho già detto. Purtroppo non ero presente a quell'incontro a Pinerolo, ma ci sono stato più volte. È chiaro che la nostra attenzione su quella tratta è molto forte. Dicevo prima alla Consigliera Chiapello che c'è di peggio, e uno dei peggio è esattamente quella tratta rispetto alla Cuneo-Torino o altre linee del Piemonte.
Le risorse attualmente in campo ammontano a circa 13 milioni, ma in questi giorni nel contratto di programma RFI sta implementando queste risorse. Probabilmente domani mattina ci sarà un ulteriore incontro in Assessorato con il Settore Tecnico per precisare più consistenti e più precisi interventi su quella tratta, oltre che naturalmente su altre tratte del Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1634 presentata da Grimaldi inerente a "Taglio di posti e ore di lavoro alla Reale Mutua di Torino" (rinvio)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1635 presentata da Frediani inerente a "Vodafone. Quali azioni a fronte dei 19 trasferimenti decisi da Ivrea a Milano" (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che le interrogazioni n. 1634 e n. 1635 sono rinviate alla seduta della prossima settimana.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1637 presentata da Bono, inerente a "Modalità stime costi vaccini Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1637.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare ancora una volta un'interrogazione urgente sul tema delle vaccinazioni. Sappiamo che in questi giorni è in discussione la conversione del decreto legge al Senato, decreto legge su cui ci sono perplessità abbastanza diffuse e non solo della nostra forza politica sull'urgenza che ha portato alla decretazione, da parte del Governo, mentre forse si poteva provvedere con un disegno di legge, quindi con i caratteri di ordinarietà a livello parlamentare e a livello nazionale.
Sappiamo che, alla fine della scorsa settimana, quando scadevano i termini per la presentazione degli emendamenti, sono stati presentati una serie di emendamenti anche da parte del PD, che è il principale sostenitore del Governo di maggioranza e di questo decreto legge riguardante l'obbligatorietà per 12 vaccinazioni; il testo del decreto legge iniziale riportava questo numero di vaccini obbligatori a partire dall'anno scolastico 2017, quindi da settembre. Sappiamo che tra questi emendamenti della maggioranza ve ne sono alcuni che modificherebbero in modo sostanzioso il provvedimento, riducendo da 12 a nove il numero delle vaccinazioni obbligatorie, espungendo dal novero delle vaccinazioni obbligatorie la varicella e le due anti-meningococco, e qualche altra modifica sul tema delle sanzioni e anche sul tema della sospensione o del ritiro della potestà genitoriale, che era quello che metteva più in difficoltà le famiglie e aveva sollevato le maggiori perplessità da parte della società civile, della cittadinanza, dei genitori, delle famiglie degli ambienti scolastici e quant'altro.
Rimane, invece, costante dal nostro punto di vista la carenza di dotazione finanziaria e la difficoltà organizzativa delle Regioni ad attuare questo decreto urgente, che forse urgente non era, che cala sulla testa delle Regioni a giugno, che poi sarà convertito a luglio, per essere pronto per settembre. Mi sembra evidente che tutto ciò può provocare delle problematiche.
Anche l'Assessore Saitta aveva segnalato questo in Conferenza Stato Regioni, ma, forse, in virtù del ruolo importante di coordinatore degli Assessori delle Regioni sembra che questa difficoltà sia un po' rientrata almeno dal punto di vista politico. Resta la difficoltà organizzativa dei nostri servizi vaccinali che, a fronte di dichiarazione dell'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte, a fronte di sette milioni dovrebbe avere 264 mila sedute vaccinali per circa 22.850 bambini e ragazzi in età compresa tra i tre mesi e i 16 anni.
Abbiamo fatto un po' un conto della serva, molto semplice: abbiamo diviso sette milioni per il numero delle sedute vaccinali; verrebbe circa 26 euro a seduta vaccinale. Chiediamo quindi all'Assessore com'è stato fatto questo calcolo tra l'Assessorato e il servizio di epidemiologia regionale, perché sappiamo che già la singola fiala dell'esavalente - in Piemonte si usa l'Infanrix della casa Hexa - costa circa 50 euro. Quindi solo con una fiala di Infanrix, di esavalente, siamo oltre quella spesa, e poi c'è tutto il costo di personale aggiuntivo e ore di straordinario organizzazione dei servizi vaccinali, informazione, sensibilizzazione comunicazione e promozione.
Ci chiediamo se, a oggi, anche alla luce delle possibili modifiche al decreto legge con gli emendamenti del PD in Senato, ci siano delle riconsiderazioni nelle rivalutazioni e nelle stime, anche perché, come ho detto, è molto difficile capire quale sarà veramente il costo, visto che ci sono bambini e ragazzi che hanno già fatto l'esavalente, ma gli manca la trivalente; alcuni hanno fatto il divalente (difterite e tetano) e non hanno fatto i quattro più gli altri tre; alcuni dei tre MPR (morbillo parotite e rosolia) ne hanno fatto solo uno. Non mi dilungo, altrimenti sforo il tempo che mi è concesso.
Chiederemmo all'Assessore di essere più preciso, se possibile già oggi altrimenti riprenderemo in Commissione il tema, visto che è cogente per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Bono nell'interrogazione fa una semplice domanda, per conoscere con quali modalità sia stato stimato un costo di soli sette milioni di euro per la Regione Piemonte. Questa è la domanda, al di là delle considerazioni che ha voluto esprimere.
Questa stima è stata predisposta dagli Uffici della Regione ed ho ricevuto questa interrogazione nel tardo pomeriggio di ieri. Ritornando in Assessorato, molto volentieri le farò avere domani la stima che mi hanno preparato. È chiaro che si riferisce al decreto così come era stato pubblicato; poi è chiaro che ci sono questi elementi di indeterminazione che derivano dalla fase di conversione del decreto in legge.
In ogni caso, questa è la stima che mi era stata fatta dagli Uffici e gliela faccio avere, perché non ho avuto proprio il tempo materiale di recuperarla. Si tratta in ogni caso di una stima che è stata predisposta puntualmente dagli Uffici.
Se l'avessi saputo alla mattina, ce l'avrei fatta, il motivo è soltanto questo. Però c'è un'attenta valutazione anche dei costi per quanto riguarda il potenziamento dell'organizzazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1634 presentata da Grimaldi inerente a "Taglio di posti e ore di lavoro alla Reale Mutua di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1634, cui doveva rispondere l'Assessora Pentenero. L'Assessora Pentenero si scusa, ma è stata impossibilitata a fornire la risposta. Questo per quanto riguarda sia l'interrogazione presentata dal Consigliere Grimaldi sia l'interrogazione presentata dalla Consigliera Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Ovviamente l'Assessora non si deve scusare, anche perché ha avuto un problema personale, quindi non è una questione di accettare o no le scuse.
Mi permetta, però, Presidente: in questo caso - vale per la mia interrogazione, visto che è la prima volta che succede - non è neanche possibile rimandarla di una settimana. Per intenderci, la trattativa è adesso. Reale Mutua ha appena risposto e ha appena detto alcune cose. Tra l'altro, c'è anche una risposta da parte dei responsabili della sicurezza perché - ovviamente - è uno sciopero che dura da otto giorni, con delle conseguenze (loro paventano) sulla salute.
Quello che mi chiedo è: posso almeno presentarla? Perché, in teoria essendo indifferibile e urgente, anzi immediata, non è che si può spostare di una settimana. In teoria, è contro il Regolamento spostarla, quindi vi chiedo: posto che nessuno risponderà, lo so bene e non è un problema, cioè non so se mi sta ascoltando - per me il problema non è.



PRESIDENTE

Guardi, la sto ascoltando e posso ripetere anche le sue ultime parole.
Purtroppo, senza la presenza dell'Assessora, le chiederei di non procedere all'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Cioè, io non posso illustrarla, me la fa illustrare la prossima settimana, quando non ha più senso e non si rispetta il Regolamento.



PRESIDENTE

In questo caso, non è più una question time, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Può, allora, verificare cosa prevede il Regolamento?



PRESIDENTE

Lo verifichiamo.



GRIMALDI Marco

No, me lo può dire? Perché non credo che si possa rimandare di una settimana.



PRESIDENTE

Non c'è questa parte scritta, Consigliere Grimaldi. Purtroppo, c'è stata questa eventualità e di questo, come ho già detto, l'Assessora se ne scusa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1635 presentata da Frediani inerente a "Vodafone. Quali azioni a fronte dei 19 trasferimenti decisi da Ivrea a Milano"


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione a risposta immediata n. 1635, ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Anch'io, ovviamente, esprimo massima solidarietà all'Assessora e comprensione per il suo problema, che mi auguro si risolva nel migliore dei modi, ovviamente.
Voglio solo utilizzare due secondi per dire che anche la mia question time era un'interrogazione urgente (come dice il nome stesso) e vorrei richiamare o perlomeno sollecitare l'attenzione dell'Assessora su questo tema, perché anche per me non è tanto importante il fatto di poterlo discutere la settimana prossima. Tra l'altro, mi chiedo in che termini: avremo uno spazio in più per una question time?



PRESIDENTE

Inseriremo le due question time, qualora lo riteniate necessario.
Personalmente, mi faccio parte diligente per riportare all'Assessora la sua question time, vista l'importanza - Consigliera - ovviamente in deroga al Regolamento.
Quindi, non abbia dubbi su questo.



FREDIANI Francesca

La mia domanda era: in quel caso, avremo quattro spazi per il Gruppo?



PRESIDENTE

Avremo due spazi in più la prossima settimana, due possibilità in più.



FREDIANI Francesca

Comunque, colgo l'occasione per portare all'attenzione dell'Assessora che non c'è. Comunque penso che le verrà riportato.



PRESIDENTE

Sì, e quindi è quasi inutile.



FREDIANI Francesca

Inutile non lo so. Ci sono tante cose inutili in Aula, penso non sia questo appello la cosa più inutile.



PRESIDENTE

Come le dicevo, però, sarà mia cura.



FREDIANI Francesca

Mi lascia un secondo? Abbia pazienza, io ho dimostrato comprensione per questa cosa che mi sembra succeda per la prima volta, in Aula: una non risposta a una question time. Vorrei altrettanta comprensione da parte sua.
Voglio solo richiamare l'attenzione dell'Assessora, ma non solo - anche dei colleghi Consiglieri - su quanto sta succedendo alla Vodafone di Ivrea dove stanno per trasferire 19 lavoratori pare per azione ritorsiva, perch sono lavoratori bene individuati, e il termine dei trasferimenti è il 10 luglio.
Pertanto, era un'interrogazione urgente non perché avessi urgenza io in particolare, ma perché ci sono dei lavoratori in una situazione piuttosto grave.
Questo vorrei portarlo all'attenzione dell'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.31 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato e Ferraris.



PRESIDENTE

Colleghi, faccio una proposta: sento il bisogno psicologico di conferire con i Capigruppo.
È possibile? Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.38, riprende alle ore 15.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame disegno di legge n. 254, inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2014, n. 20 (snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 254, inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2014, n. 20 (snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica)", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento. Hanno svolto le relazioni i Consiglieri Vignale, Rostagno e Mighetti. In sede di discussione generale è intervenuto il Consigliere Sozzani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Molto brevemente per dire che questa ulteriore proroga del Piano casa per quanto mi riguarda, non è un provvedimento che mi entusiasma, non posso dire che mi piaccia. Sarebbe stato sicuramente preferibile che la Giunta avesse presentato in tempo un provvedimento complessivo e organico su tutta la materia relativa all'urbanistica e all'edilizia. Il Piano casa era stato introdotto per favorire la ripresa dei lavori nell'edilizia e delle ristrutturazioni, come è stato detto anche dall'Assessore in Commissione ma non è che abbia prodotto molti interventi. Mi pare che l'Assessore abbia parlato di circa un migliaio di interventi in tutto il Piemonte.
Essendo a fine giugno, per cui prossimi alla scadenza, credo sia necessario e urgente lavorare per un provvedimento complessivo che favorisca una programmazione urbanistica attenta e ordinata, che tenga conto di tutte le esigenze. Da una parte l'esigenza di contenere il consumo del suolo, dall'altra agevolare un efficace recupero del patrimonio edilizio esistente, sia quello civile che quello industriale. Credo che il tempo per fare questo ci sia. Abbiamo ancora, da adesso a fine legislatura il tempo di portare in Aula un provvedimento che sia efficace. Spero non sia più possibile chiedere ulteriori proroghe, magari programmando meglio i provvedimenti da portare in Aula e dare priorità a quelli, come questo sull'urbanistica, che credo sia tra i più urgenti per i bisogni dei cittadini.
Esprimerò voto favorevole alla proroga, ma è l'ultima volta che accetto che possa passare un provvedimento di questo genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Oggi è il 27 giugno e stiamo discutendo in Aula, dopo averlo esaminato nella Commissione competente, un provvedimento di legge che interviene spostandola di un anno, una scadenza fissata per il 30 giugno. La motivazione addotta a questa ennesima proroga del Piano casa - siamo all'ottava - è motivata, legittimamente, sia dal presentatore del provvedimento, dal primo firmatario, che dagli interventi che abbiamo sentito anche da parte della maggioranza, dalla necessità di tutelare un settore oggettivamente in crisi, continuando a permettere di costruire in deroga agli strumenti urbanistici, limitatamente a ciò che prevede la legge.
Pensiamo che una logica delle proroghe - vizio tipicamente italico quello di ragionare con le proroghe - non dia, in realtà, nessuna tutela specifica a un settore in crisi, poiché non dà sicurezza. Se tutti gli anni, per avere la certezza che una misura venga prorogata, bisogna aspettare fino a tre giorni prima, si capisce bene come poi le statistiche possano restituire dei dati che sono diversi, compongano uno scenario diverso dalle aspettative che si hanno con misure del genere, che dovrebbero essere straordinarie. La costante incertezza fa sì che, alla fine, molti soggetti non aderiscano a queste possibilità.
Riteniamo che il ruolo del Consiglio regionale venga un po' svilito con queste continue proroghe. Se ogni anno arriviamo a ridosso della scadenza non stiamo dando - parlo in generale, perché siamo tutti coinvolti un'idea di serietà e di efficienza di un'istituzione che voglia occuparsi di tutta una serie di problemi Aggiungo che il 23 dicembre 2014, due anni e mezzo fa, venne approvata in quest'Aula di Consiglio una nostra mozione che impegnava la Giunta regionale a dire: basta proroghe. Impegnava la Giunta regionale a rivedere entro 90 giorni, in modo anche condiviso con tutte le forze politiche, la legge regionale n. 20 del 2009, in modo da individuare delle misure strutturali, con un nuovo provvedimento di legge che possa permettere di rilanciare anche un po' il settore, permettere il recupero degli edifici e il miglioramento della classe energetica degli edifici, permettendo al contempo le tutele a noi molto care, ovviamente parlando di consumo di suolo e quant'altro.
Siamo a giugno 2017 e siamo ancora al punto in cui si devono fare delle proroghe. La nostra linea è questa: faremo quello che abbiamo fatto nelle altre occasioni, cercheremo, anche questa volta, di cogliere questa occasione cercando di migliorare un po' la normativa vigente. L'abbiamo fatto altre volte e cercheremo di farlo anche questa volta, a costo di rendere un po' più noiosa questa seduta.
Abbiamo una serie di proposte di merito, in parte forse già formulate in passato e in parte nuove, che riteniamo possano essere anche condivisibili e rispetto alle quali chiediamo un confronto per migliorare la legislazione vigente, sempre dicendo, lo ripetiamo ogni volta - repetita iuvant, finora non molto - che questa sia l'ultima proroga.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Siamo di fronte ad un'ennesima proroga di un provvedimento che sostanzialmente, è un "liberi tutti".
Un provvedimento certamente positivo nei suoi intenti - ne ho usufruito anch'io nella ristrutturazione di casa mia - ma che andrebbe contestualizzato, andrebbe iscritto all'interno di una cornice di regole che garantiscano, da un lato, una certezza circa la continuità della programmazione in termini di interventi edilizi, di recupero e di ristrutturazione, ma anche un certo quadro di limitazioni, affinché non si configuri come una struttura di deroghe alle deroghe, cioè di un sostanziale "liberi tutti", anche se, grazie ad alcuni limitati interventi che siamo riusciti a fare negli anni passati, vincolati ad alcune prescrizioni di miglioramento dal punto di vista energetico e antisismico.
Sotto questo profilo, di nuovo, non possiamo che constatare una certa inerzia dell'attuale Giunta nell'affrontare le tematiche complesse volte a definire un quadro normativo coerente. D'altronde, non lo stiamo facendo per tanti temi: abbiamo un piano energetico al palo, in pre-VAS oramai da anni; abbiamo l'intervento sulla questione delle ATC che è fermo al primo provvedimento del 2014, sul riordino della governance, ma non vi è stata una revisione complessiva sul discorso dell'edilizia popolare.
Anche in questo caso, stiamo parlando di un provvedimento importante perché rappresenta, comunque, una fonte di stimolo per i privati cittadini per le imprese e per i professionisti a realizzare le migliorie necessarie al nostro patrimonio edilizio, affinché evolva in senso moderno dalla situazione abbastanza degenerata in cui si trova oggi. Questo riguarda, in particolare, i centri urbani, dove il Piano casa, comunque, permette anche la realizzazione di scempi, di aumenti fin troppo significativi di volumetrie; così come riguarda i territori rurali, perché laddove manca un'attenta supervisione del Comune o dell'autorità di programmazione locale (o, ancora, laddove si avverta la necessità, da parte del Comune, di fare cassa su interventi edilizi), queste decisioni sul patrimonio vengono spesso lasciate a briglie sciolte, cui fanno seguito interventi anche poco coerenti con la compatibilità paesaggistica, con la tutela del suolo libero e, quindi, in generale, con un armonioso sviluppo dell'urbanistica nel nostro territorio. Tant'è che, fra questo e le lottizzazioni sulle nuove costruzioni, purtroppo il Piemonte è una delle Regioni in cui il consumo di suolo avanza più rapidamente: la nostra Regione, magari, ci è arrivata un po' più tardi delle altre, però, come mi piace dire anche sulle grandi opere, non ci stiamo facendo mancare nulla! Questo elemento del Piano casa fa sì che ci sia questa specie di deregulation; una deregulation che, però, non fa bene a nessuno, perch ogni anno i professionisti e chi è interessato a intervenire si trovano nella condizione di porsi sempre le medesime domande: "Cosa succederà? Qual è l'indicazione? Cosa farete in Regione quest'anno? Lo prorogate oltre il 30 giugno o ci sarà, finalmente, un intervento strutturale? Che fine ha fatto il nuovo Regolamento edilizio tipo?".
Di questioni ce ne sono tante; tutto sembra essere sempre pronto per annunci, per essere pubblicato a breve, ma poi si arriva alla scadenza e di fatto, cosa facciamo? Andiamo a prorogare. Non riusciamo a dare compiutezza a nessun vero intervento strutturale! Sotto questo profilo, quindi, se da un lato comprendiamo la necessità che può spingere a una proposta come quella presentata, di un'ennesima proroga, la nostra preoccupazione è che con la logica delle proroghe, gli interventi strutturali - il raccordo e l'integrazione normativa, la contestualizzazione nelle esigenze moderne e attuali di garantire una serie di indicazioni chiare su quello che dovrà essere lo sviluppo di quanto già esistente e di quanto ancora dovrà essere costruito - diventino comodamente un qualcosa che può essere rinviato.
Siamo consapevoli che l'argomento sia controverso, al punto che risulti più facile prorogare qualcosa che, tutto sommato, fino a oggi ha "funzionicchiato", piuttosto che cercare di costruire una struttura che conterrà anche necessariamente delle limitazioni e dei cambiamenti che a qualcuno non piaceranno. Certo non fa bene essere passati nella seconda metà della legislatura, perché gli interventi che possono spiacere a qualcuno è meglio farli a inizio legislatura, in modo che le eventuali virtuosità abbiano il tempo di emergere! Però non possiamo pensare che, siccome siamo già oltre la metà del 2017, e poiché prima della metà del 2019 ci saranno nuove elezioni per i prossimi due anni andiamo a proroga, e poi vediamo cosa ne pensa chi verrà dopo! Queste cose, purtroppo, sono la triste caratteristica della politica italiana, che, di fronte a un problema, vede come soluzione il procrastinarlo indefinitamente, rassicurando che tutto quanto è già allo studio, che tutto quanto sta venendo affrontato e che non serve preoccuparsi perché le cose sono comunque sotto controllo.
Le cose saranno anche sotto controllo, ma nel frattempo continuiamo a vivere alla giornata, ad andare di 30 giugno in 30 giugno, all'ottava proroga (ci sarà poi la nona e, magari, la decima), per evitare diatribe discussioni critiche e questioni varie.
Sotto questo profilo, quindi, pur riconoscendo una necessità e una tendenziale problematica anche nel non rinnovo - perché si creerà un vuoto nel caso in cui non venissero prorogato ulteriormente - riteniamo che chi ha il compito di governare, debba essere messo di fronte alla responsabilità di farlo, in particolare quando siamo di fronte a provvedimenti che ormai avremmo avuto tutto il tempo di affrontare e di risolvere concretamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Se fossi un indovino, sulle capacità di questa maggioranza di rispettare la parola data, soprattutto in ambito urbanistico (in particolar modo sul Piano casa, ma anche su altro), e sulla capacità di rispettare le tempistiche date di programmazione su provvedimenti e leggi, mi sarei arricchito parecchio, credo. Perché avrei potuto vincere scommesse, anche se abbiamo fatto diverse leggi contro l'usura, contro il gioco d'azzardo eccetera, quindi ovviamente non lo avrei fatto comunque e non lo farò. Al massimo, potevamo giocarci un caffè, e ne avrei vinti tanti, ma poi mi sarei innervosito, quindi diventava comunque complicato.
Questa legge, come hanno già detto molto bene i colleghi che mi hanno preceduto, in particolare il collega Capogruppo Mighetti, è del 2009 all'epoca non ero ancora Consigliere regionale - e probabilmente aveva un'attuazione limitata nel tempo: era proprio una deroga e, come tale doveva avere uno spazio e un tempo limitato di applicazione.
Nel 2011 - io ero stato eletto da poco Consigliere regionale - si iniziò a discutere di proroghe (innumerevoli proroghe!). Come ha detto il collega Bertola prima, a oggi siamo arrivati all'ottava proroga: mi ricorda un po' il tema delle termovalvole, affrontato spesso in Commissione ambiente! Continuiamo a concedere proroghe, per cui non siamo un gruppo di amministratori politici credibili (o che diano credibilità), su questo come su altri temi.
Perché un ente come la Regione o come il Consiglio regionale deve fare leggi stabili e durature nel tempo (ovviamente, c'è un periodo di manutenzione delle stesse) oppure, in caso di deroghe o proroghe, queste devono avere delle motivazioni urgenti, contingenti e di necessità caratteristica che noi non ravvediamo in questo provvedimento, che chiede per l'ottava volta, per il settimo anno di seguito, una proroga a una deroga sugli strumenti urbanistici, in particolar modo sulla possibilità di ampliare sia la parte del residenziale (villette uni e bifamiliari) sia la parte del turistico, ricettivo, direzionale e quant'altro.
Pertanto, siamo abbastanza stupefatti, perché la prima versione della legge del 2009 prevedeva la temporaneità di questo provvedimento fino al 31 dicembre 2011. Poi, ci sono state ben tre proroghe con la precedente Giunta regionale, quindi al 31 dicembre 2012, al 31 dicembre 2013 e al 31 dicembre 2014.
Ogni anno, infatti - a fine anno - all'interno del provvedimento della finanziaria spuntava un emendamentino che era di maggioranza (all'epoca era il centrodestra) o era addirittura (mi sembra di ricordare) di opposizione del centrosinistra, oppure firmavano insieme l'emendamento ed erano tutti d'accordo. Ma la cosa che a me dava più fastidio, oltre ad avere smontato un Piano casa che all'epoca - nella versione originale del 2009 - prevedeva l'efficientamento energetico di tutto l'edificio, era che l'ampliamento e l'efficientamento energetico riguardava solo la parte nuova, e questo non aveva alcun senso, perché non si può avere una parte di un edificio in classe G o F - quindi un colabrodo energetico - e una parte nuova che invece, è in classe A+, perché poi non si sa come fare nemmeno le operazioni di riscaldamento e di raffrescamento.
Con il collega Appiano abbiamo passato giornate intere a discutere in stanze in cui facevamo la sauna - a 30 gradi - e stanze in cui, invece c'era la ghiacciaia, in cui si poteva mettere il vino o altri alimenti senza il bisogno di rinfrescarle. Sedute di Consiglio intere, di solito a fine anno. Perché? Perché questo nasceva dall'incapacità di programmazione degli amministratori che allora sedevano e che, purtroppo, si sono rinnovati in questa legislatura, ma mi sembra che su questo, come su altri temi, la politica faccia fatica a programmare se stessa e i propri provvedimenti.
Arrivata la nuova Giunta, ci sono state nuove richieste di proroga quindi al 31 dicembre 2015 e al 31 dicembre 2016, ma almeno siamo riusciti grazie all'intervento del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle (in particolar modo del Capogruppo Mighetti), a riportare in origine il testo a quello che era. Se, cioè, si fa l'intervento in do ut des, cioè se si fa un intervento in deroga, insieme alla deroga c'è anche un impegno l'impegno di dire: mentre ci sono, visto che ho anche la capacità di spesa per poter ampliare la casa, magari creare una stanza in più per i figli nella villetta uni-bifamiliare (quindi parliamo di una caratteristica anche molto specifica, perché non è che tutti vivono in villette uni-bifamiliari anzi, a Torino la maggior parte di noi vive in condomini con nove-dieci piani), si rende energeticamente efficiente tutto l'edificio.
È stata, dunque, una modifica fondamentale quella di riportare ad un senso una deroga alle deroghe normali.
Tra l'altro, cari colleghi, rispetto a questa finalità poco chiara di dire "con questa legge facciamo ripartire l'economia del settore dell'edilizia", sappiamo benissimo che il settore dell'edilizia è in crisi sia perché c'è la crisi economica finanziaria (sono pochissime le famiglie che oggi possono pensare di ampliare la casa oppure comprare una seconda o una terza casa, anzi, ci sono tante famiglie che vendono la seconda o la terza casa, perché hanno bisogno di liquidità) sia perché, per fortuna siamo uno dei Paesi in Europa, se non al mondo, con più persone proprietarie di casa. Cioè, le famiglie italiane - fortunatamente o sfortunatamente, a seconda dei punti di vista macroeconomici e microeconomici - sono in gran parte proprietari di casa e, quindi, per fortuna non devono pagare un affitto, però sappiamo anche che purtroppo su molti di questi grava un mutuo, quindi non si paga l'affitto ma magari si paga la rata del mutuo che è altrettanto onerosa.
Pertanto - dicevo - si tratta di una parte molto settoriale, per quanto riguarda il residenziale.
Noi siamo riusciti a intervenire migliorando nettamente il provvedimento; ci avevate quasi convinti e forse siamo stati un po' ingenui nel credere realmente all'impegno che questa maggioranza e la Giunta si erano date: tutte le precedenti sei proroghe erano state annuali, perché si era detto che in un anno di tempo - più o meno - si sarebbe riusciti a fare un provvedimento.
Mai fatto. L'ultima volta era stato detto (vi ricordate bene), anche con il nostro non dico accordo, ma "desistenza per sfinimento", quindi un accordo su sei mesi, perché l'Assessore Valmaggia aveva detto di stare tranquilli - non dico sereni - che in sei mesi la struttura regionale avrebbe provveduto (ovviamente c'è un impegno anche della struttura regionale, che noi comprendiamo, però ci deve essere anche la capacità della parte politica di rispettare gli accordi presi) e si sarebbe presentata la legge. Quindi in sei mesi la si sarebbe presentata e discussa in Commissione, perché sarebbe stata talmente bella che avrebbe avuto l'accordo di tutti. La si sarebbe votata e portata in aula e si sarebbe risolto il problema della legge 20 del 2009, superata.
Ci troviamo qui, come Gruppo di opposizione, a ricordare alla maggioranza e alla Giunta che il 30 giugno scade un provvedimento di proroga di una deroga (probabilmente la maggioranza o l'Assessorato si erano totalmente dimenticati) e quindi a presentare questo provvedimento e a ottenere l'accordo - la concordia, in questo caso - della maggioranza su questa proroga.
Noi, ovviamente, non possiamo che essere politicamente contrari, come diceva il collega Mighetti, sul contenuto ne potremmo parlare, perché è una questione di credibilità. Ci si danno dei tempi: spesso mettevamo, nelle leggi, "entro 90 giorni si emanerà il Regolamento"; adesso siamo passati a 180 giorni - che sono sei mesi - ma in 180 giorni non riusciamo a scrivere neanche un Regolamento.
Mi chiedo: l'Assessore Valmaggia ha iniziato, il 7 gennaio (cioè passate le feste), a lavorare sul provvedimento, oppure aveva già iniziato dall'inizio del mandato, visto che era anche nelle corde di questa maggioranza, nelle linee programmatiche, di vedere complessivamente la normativa. Questo mi sembra evidente e spero che l'Assessore Valmaggia non abbia dato mandato ai propri Uffici di fare il provvedimento la settimana scorsa, perché - in questo caso - ci sarebbe la precisa responsabilità politica di dire: "Un Gruppo di opposizione ha ricordato che scade l'ennesima proroga (la settima), scriviamo la bozza di testo che è stato presentato in Commissione, che è abbastanza 'condivisibile', ma è proprio abbastanza una bozza, quindi non proprio completo, così ci facciamo dare altri sei mesi e andiamo avanti".
Io chiedo: "Ma con quale credibilità venite a chiedere a noi o anche ad altri colleghi di votare una norma del genere?". Adesso non voglio dare un suggerimento che poi venga preso subito al balzo, ma fate una proroga e scrivete "a fine legislatura", senza scrivere la data, perché magari porta un po' male, e prorogate fino a fine legislatura. Poi, chi verrà dopo vedrà.
Si fa così, almeno risolviamo i problemi. Perché tornare a discutere un'altra volta, al 30 dicembre una proroga di questa deroga sul Piano casa a me francamente rovinerebbe un pochettino il Capodanno, la fine e l'inizio del nuovo anno. Voi sapete che sono una persona un po' reattiva e mi innervosisco facilmente, mi mal dispongo, magari mi metto a scrivere tanti emendamenti e, poi, diventa difficile andare avanti! Chiudo dicendo all'Assessore: "Cerchi di darci delle risposte e di dettare un'agenda con dei tempi, perché noi non siamo più disposti a tollerare che si prenda in giro, non tanto il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle (tra di noi possiamo anche prenderci un po' in giro!) ma i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, quella del Piano casa è una vicenda particolare: non si capisce il reale motivo per cui si è andati avanti, anche con questa nuova legislatura, in un continuo prorogare la deroga agli strumenti urbanistici dei vari Comuni.
L'Assessore è venuto in Commissione a darci i dati: quanti sono stati gli interventi, a livello regionale, del Piano casa e ha parlato di 1.000 interventi in sette anni. Questo è il dato che ci è stato fornito dall'Assessore.
Effettivamente, 1.000 interventi in sette anni significa neanche un intervento per Comune del Piemonte, ma se noi pensiamo al 2009 e alla crisi dell'edilizia che ha caratterizzato, dal 2008-2009 in poi, il Piemonte crisi che si è aggravata con gli anni, capiamo che questo provvedimento non ha inciso in alcun modo sulla crisi del settore edilizio piemontese. Anzi se possiamo dirla tutta, sul territorio questo provvedimento ha lasciato delle cicatrici importanti, edifici rurali che sono stati scomposti in tante piccole villette, che nulla hanno a che fare con il contesto storico culturale, architettonico; alla faccia dei piani paesaggistici, di cui le Province si erano dotate.
Quindi, realmente, che cosa ci ha dato il Piano casa in Piemonte in questi anni? Se andiamo a fare un bilancio di quanto ci ha dato, comprendiamo che non c'è alcun motivo per cui venga concessa questa ennesima proroga. Siamo all'ottava proroga, l'ultima proroga che risale a circa sei mesi fa, ma l'Assessore ci aveva garantito che assolutamente non sarebbe avvenuta una successiva proroga, che avrebbe assolutamente presentato un nuovo testo di legge che regolamentava questa situazione, ma ciò non è avvenuto. Più i mesi passavano e più dentro di noi sorgeva la domanda: cosa aspetta l'Assessore a presentare questo testo di legge? Poi, proprio al fotofinish, è arrivato con questo testo di legge, ma è arrivata anche una modifica legislativa, un testo che porta di nuovo a dare l'ennesima proroga.
Sinceramente, crediamo che il Piemonte abbia bisogno di altro, magari quel testo sul consumo del suolo che sicuramente l'Italia settentrionale e soprattutto anche la nostra parte dell'Italia settentrionale ha una grande necessità, perché i dati di ISPRA lo dicono fortissimamente: il consumo di suolo. Credo che non si rilancia l'edilizia piemontese facendo delle deroghe alle volumetrie, che spesso vogliono dire un "liberi tutti", ma lavorando seriamente per fare un grande piano di riqualificazione dell'edilizia in toto, a partire dai centri storici, con grande serietà e consentendo interventi che consentano realmente un recupero dei nostri centri storici senza stravolgerli, un recupero anche energetico, un recupero delle aree dismesse che consenta un rilancio dell'edilizia, della migliore edilizia di cui ha bisogno questa regione.
Effettivamente, se andiamo a vedere la Regione Trentino Alto Adige, con "CasaClima" è diventata una delle Regioni più virtuose d'Italia proprio perché si è data delle norme alte, forti, proprio dal punto di vista dell'impatto della sostenibilità ambientale, norme che hanno fatto scuola a livello nazionale e che hanno consentito al settore edilizio di quella Regione di diventare maestra a livello regionale e di creare una filiera di prodotti che consentono interventi edilizi con basso consumo energetico, e quindi di esportare nelle altre regioni italiane e europee.
Solo in questo modo, cioè entrando in un circolo virtuoso, possiamo riqualificare l'edilizia e far ripartire un motore che è sicuramente importante nell'economia piemontese.
Non è la strada delle proroghe o delle deroghe, ma è la strada della serietà. Serietà, Assessore, che vuol dire portare i testi di legge in Commissione ben prima delle scadenze e non aspettare gli ultimi secondi per presentarli in modo tale che poi si arriva all'ennesima proroga, perch effettivamente è stato lei il primo a dirci che gli effetti del Piano casa sul territorio non sono stati così significativi da giustificarne l'ennesima proroga.
Allora, se effettivamente è così, non si capisce perché siamo arrivati all'ottava proroga. Credo che come Gruppo del Movimento 5 Stelle, come hanno detto i Consiglieri Bono e Mighetti, e come avevamo già detto sinceramente anche la volta scorsa, non intendiamo più tollerare l'ennesima proroga di questo strumento urbanistico che ormai è superato nei fatti sul territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il nodo fondamentale è che quando un ente legifera su un tema così complesso, che ha una ricaduta su milioni di privati cittadini, ma anche su tante piccole e medie imprese artigiane che lavorano nel settore dell'edilizia non bisogna avere tentennamenti, non bisogna trascinare i provvedimenti per mesi o anni, ma bisogna legiferare il prima possibile una volta sentito ordinatamente tutte le parti coinvolte nell'attività economica di cui si sta parlando.
Nello specifico, vediamo che ora si moltiplicano i provvedimenti e anche le direttive sul consumo di suolo, ma si fatica un po' ad andargli dietro con i provvedimenti reali. Ovvero, quello che conta per il settore dell'edilizia non è solamente "liberi tutti" come sempre per continuare a costruire, ma dare segnali chiari, anche per dare un vantaggio alle aziende. In questo modo, se il mercato ha chiaro da che parte vanno le Istituzioni, anzitutto, si rivalorizzano i prezzi degli immobili, perch non nascondiamo che la crisi del 2009 nel comparto dell'edilizia, citata dal collega Andrissi, e che poi ha generato la crisi dei mutui, ha causato una continua discesa dei prezzi di cui sentiamo ancora gli effetti. Quindi abbiamo ancora una stagnazione del mercato immobiliare.
Pertanto, un segnale importante da parte delle Istituzioni sul mantenimento delle volumetrie e del consumo di suolo non soltanto non affossa il settore dell'edilizia, anzi lo rilancia, perché le attività si concentrano su tutto ciò che è la ristrutturazione e il ricondizionamento ai fini energetici, quindi l'efficientamento degli involucri. Qualche volta ci sanno anche gli aumenti delle volumetrie qualora stiano entro dei limiti prefissati e non vanno a consumare ulteriore suolo vergine. Ovviamente, è meglio concentrare la natività edificativa, invece che ampliarla ancora di più sul territorio.
Quindi, ci sono due interessi contrastanti: quello ambientale, ma anche quello di tutelare un settore. Un settore che cresce in qualità, in preparazione e in competenza tecnica, qualora si vada a puntare su tutto quello che l'efficientamento energetico e il miglioramento di edifici esistenti anche nei nostri delicati centri storici laddove, ovviamente, gli interventi costano di più, ma anche per questo motivo c'è un mercato possibile nel settore dell'edilizia.
Tutti questi operatori e attori economici aspettano segnali chiari, che è quello che secondo noi non si è fatto finora. Pertanto, ci aspettavamo ben altra decisione, ben altra chiarezza anche nel provvedimento, visto che lo aspettiamo da tanto tempo.
Che cosa dire? Abbiamo anche una legge sul consumo del suolo; purtroppo gli strascichi di vecchie autorizzazioni e di pessime pratiche dei Comuni portano ancora i loro effetti ora. Infatti, vediamo sorgere, ahinoi, nelle periferie dell'area metropolitana di Torino dei centri commerciali e di intrattenimento, come si suole chiamarli al giorno d'oggi, tra i più grandi mai visti: ne abbiamo alcuni che addirittura sono tra i più grandi del Piemonte e forse d'Italia, con strascichi di vecchie gestioni, di vecchie autorizzazioni che si stanno realizzando in questo momento.
Evidentemente, non vi è una grande sintonia istituzionale tra le varie Istituzioni del Piemonte, tra gli Enti locali e la Regione, non vi è una comprensione dell'importanza di questo bene che noi vogliamo anche tutelare, che è il bene del suolo vergine e del suolo coltivabile, anche a fini di sicurezza delle popolazioni, perché coinvolge l'aspetto idrogeologico e non solo quello del mero approvvigionamento alimentare.
Quindi, vi sono queste operazioni, che è un po' un'occasione persa perché sappiamo che alcune Amministrazioni comunali, nell'intento di sanare questioni economiche, ricorrono ancora agli oneri di urbanizzazione per gestire la spesa corrente. Questa è ancora una tentazione che, purtroppo c'è. Solo un segnale molto forte delle istituzioni di livello superiore pu mettere veramente la parola fine a questo tipo di operazioni. Purtroppo, è prevalsa un po' la concordia istituzionale. Diciamo purtroppo, perché noi ci saremmo aspettati, anche in altri contesti e non solo quelli di questa legge, un po' di pugno duro su alcune questioni che erano al limite dell'accettabilità, anche su varianti comunali magari già approvate, ma sovente approvate in contrasto con le disposizioni regionali e le identificazioni dei territori da tutelare.
Per noi non vi è più differenza, salvo territori chiaramente compromessi, anche se poi sul termine "compromessi" bisogna vedere perch le definizioni sono pericolose. Speriamo che con questa parola si intenda poi il termine più restrittivo possibile, ma per noi tutti i territori, non solo quelli tutelati esplicitamente dalle leggi, sono da tutelare.
Qualunque cosa che non è ancora stata impermeabilizzata e non è ancora stata costruita, è da tutelare.
Tutte le normative e quest'Istituzione si devono concentrare sull'ottimizzare gli spazi e gestire le volumetrie sull'abitato esistente con dei criteri di buonsenso e restrittivi, che non mettano in crisi le aziende, che permettano ancora dei margini di espansione delle attività non solo economiche, ma anche abitative, laddove vi è reale necessità. Ci troveremo a fare i conti con il nostro passato e con un'espansione eccessiva del territorio urbano e delle volumetrie in generale, al punto che poi è difficile tornare indietro. Investire sull'espansione è molto facile, investire sulla contrazione è un po' meno facile. Non so chi lo vorrà fare.
Se non c'è uno Stato forte nelle sue articolazioni, a iniziare dalla Regione per poi arrivare ai Comuni consapevoli che questa operazione non porterà vantaggi a nessuno, perché nessun cittadino, in questo momento direbbe "spendiamo soldi per recuperare il territorio che è stato consumato", tutto diventa difficile. È qualcosa che purtroppo non è ancora nella cultura e nella percezione dei più.
Chi è un po' più avanti in queste tematiche, dovrebbe avere il coraggio di mettere dei paletti fissi, fare un po' di cultura della tutela del territorio e non mettere sempre in contrapposizione le attività economiche che operano nel campo dell'edilizia, dell'ambiente e di altri interessi che sono quelli comuni della cittadinanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.
VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica Grazie, Presidente.
Ho atteso gli interventi di tutti i Consiglieri, ma qualche cosa volevo dirla anch'io ribadendo quanto ho condiviso nella Commissione del 14 giugno scorso.
Il tema della legge n. 20 era stato previsto come approfondimento nel disegno più generale di un testo unico sull'edilizia, che metteva in ordine tutte le norme derogatorie. In realtà, il percorso di altri provvedimenti il Piano paesaggistico, l'uscita del regolamento edilizio nazionale che ha comportato un'accelerata su questo tema, ma anche la recente delibera che riguarda l'adeguamento ai modelli MUDE per l'urbanistica hanno fatto sì che questo tema rimanesse un po' fermo, anche se c'era l'impegno, e lo riconosco, avendo fatto un'ultima proroga (non sono otto, ve lo dico con precisione quante sono le proroghe vere, credo che siano al massimo sei).
Avere fatto una proroga, a fine 2016, solo di sei mesi indica che c'è la volontà politica di tradurre questa norma - meglio, il capo I della legge n. 20 - in una norma ordinaria normale; addirittura, avendo fatto questi anni di sperimentazione, di tradurla in uno strumento che permetta di dare già anticipatamente delle risposte a quelle tematiche che ho sentito evocare prima, dal consumo di suolo al riuso, dall'efficientamento energetico al recupero del patrimonio edilizio esistente.
A breve - i contenuti li ho già esplicitati in Commissione presenteremo una proposta semplice, riferita a questa prima parte della legge n. 20, che tradurrà questo percorso di sperimentazione che si è sviluppato in questi anni, sì con un richiamo di deroghe successive, in una norma ordinaria, costante e possibilmente orientata allo sviluppo. Mi pare di avere inteso, dagli interventi svolti, a partire da quello del Consigliere Campo, che ha lui stesso beneficiato di questa norma, quindi nel merito, ed è questo il punto, che è stato uno strumento che veramente può agevolare il riuso e il recupero e può dare una risposta anche dal punto di vista ambientale, soprattutto per l'adeguamento energetico o sismico. Questo dice la legge n. 20 per i nostri fabbricati.
In attesa di definire un percorso che mi pare condiviso nel senso di norma costante e ordinaria, il tema della deroga è un tema personalmente di secondo piano, nel senso che mi interessava di più, ed era un po' questa la discussione che facemmo in Commissione, capire se è uno strumento che ha dato delle risposte, che ha funzionato, a prescindere dalla modalità di deroga usata. Mi pare che su questo ci siamo, quindi, a breve, presenteremo questa proposta molto semplice, anche nelle modalità operative. Vorremmo evitare varianti urbanistiche, usare una semplice delibera di Consiglio comunale come metro operativo, coinvolgendo le amministrazioni locali, gli Enti locali, la loro responsabilità sulle scelte urbanistiche da fare nel loro territorio.
Vorremo incentrarci sui tre punti: fabbricati uni e bifamiliari edifici residenziali e fabbricati a destinazione artigianale e produttiva per dare una risposta che, è vero, numericamente non è stata significativa non è questa la risposta alla crisi dell'edilizia, ma è un segnale di attenzione. Dai territori viene una richiesta - chi vive i territori lo sa non solo di continuare, ma di stabilizzare, di rendere ordinaria questa norma nell'ottica di favorire il riuso e di ridurre il consumo di suolo vergine. In questo senso ci sta anche questo e mi prendo la responsabilità guardandovi negli occhi, nel dirvi che è l'ultima deroga.
Avanzerò la proposta in Commissione, sto aspettando dalla Commissione che approvi il Piano paesaggistico regionale. È stato firmato il 14 marzo dal Presidente Chiamparino con il Ministro Franceschini, ma lo dobbiamo ancora portare in Commissione. I tempi nostri sono quelli, ma su questo percorso - guardo negli occhi il Consigliere Bono - avanzo la proposta in Commissione e vediamo di portarla avanti insieme.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 14) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti che insistono sull'articolo 1 - quelli dal n. 13) al n.
54) - sono ritirati. Così come all'articolo 01 bis.



PRESIDENTE

Perfetto. Dunque, gli emendamenti che fanno capo all'articolo 1 sono tutti ritirati.
Procediamo con la votazione dell'articolo 1.
BONO Davide (fuori microfono) Presidente, qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1.0 bis Sull'articolo 1.0 bis insistono alcuni emendamenti: il primo è rubricato n. 55), e ha come primo firmatario il Consigliere Mighetti.
Desidera illustrarlo? Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Come per l'articolo 1, gli emendamenti all'articolo 01 bis sono ritirati. Mi lasci, però, spiegare brevemente.
Chiaramente, noi abbiamo presentato degli emendamenti, che illustreremo e che verteranno su articoli aggiuntivi. Mi preme precisare un aspetto: come le nostre richieste di modifica al Piano casa sono considerate un ostacolo a quella che è la normativa vigente, tutte le eventuali richieste di modifica al Piano casa che verranno presentate sul DDL omnibus sono considerate alla stessa stregua.
Precisando questo, ritiro gli emendamenti rubricati dal n. 55) al n.
62).



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
ARTICOLO 1 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Con questo emendamento si intende eliminare la deroga rispetto ai regolamenti edilizi. Permane quella ai piani regolatori.
Già in precedenza aveva poco senso la deroga ai regolamenti edilizi. In primo luogo, perché i regolamenti edilizi, tipo quello della Regione Piemonte, sono fatti di parametri e non, sostanzialmente, di prescrizioni.
Ma, allorquando il regolamento edilizio ponesse delle prescrizioni difficilmente sarebbero controvertibili, perché dipendono, in linea di massima, da leggi di buonsenso e da leggi che discendono direttamente dal Codice Civile.
Quindi già prima aveva poco senso questa locuzione; ora che il regolamento edilizio non è più di tipo regionale, ma di tipo nazionale, va da sé che noi con una norma regionale non possiamo bypassare il regolamento edilizio.



PRESIDENTE

Collega Mighetti, l'emendamento rubricato n. 51) è ritirato o lo illustra?



MIGHETTI Paolo

È ritirato.



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

L'emendamento rubricato n. 4) inserisce un presupposto, che peraltro veniva definito anche nella relazione dell'Assessore Valmaggia durante la seduta di Commissione, relativa appunto al piano casa.
In pratica, cosa diciamo? Che se gli strumenti urbanistici vigenti già prevedono la possibilità di ampliamento, e lo stesso non è stato realizzato, non è possibile realizzare ulteriori ampliamenti in deroga. È un presupposto che, per quanto se ne dica, viene a mancare in molti casi.
Dunque, in molti piani regolatori che prevedevano già un ampliamento una tantum del dieci per cento o del 20 per cento, l'ampliamento in deroga del piano casa si andava a sommare, creando sostanzialmente un vulnus che andava a generare un organismo del 40 per cento maggiore rispetto all'esistente o rispetto a quanto previsto dal piano regolatore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Illustrerò gli emendamenti rubricati n. 2) e 3) insieme.
Questi due emendamenti sono così composti: l'emendamento rubricato n.
2) inserisce il comma 6 bis e 6 ter, mentre l'emendamento successivo abroga il comma 6.
Nella nuova formulazione, il comma 6 bis recita: "Al fine di impedire scompensi nelle previsioni degli strumenti urbanistici, gli ampliamenti consentiti dal presente articolo non possono comunque superare per più del 30% la previsione dell'indice di densità fondiaria stabilito dagli strumenti urbanistici per l'ambito su cui verranno effettuati gli interventi". Questo cosa vuol dire? Vuol dire che da un certo punto di vista noi andiamo a derogare agli strumenti urbanistici e con la famosa questione dell'ampliamento una tantum più ampliamento del Piano casa si potrebbe sforare il tetto del 20 per cento arrivando fino al 40 per cento.
Questo cosa causa? In territori abbastanza densamente urbanizzati si potrebbero avere degli stravolgimenti di quello che è il tessuto urbano esistente, ma soprattutto anche del fabbisogno di standard urbanistici quindi strade, parcheggi e verde pubblico. In questo caso, che cosa si pu prevedere? Si può prevedere che ci sia una sostanziale contemporaneità di presentazione di domande del Piano casa, quindi per ovviare a questo problema abbiamo aggiunto il comma 6 ter che recita: "Nel caso le richieste di ampliamento superino la dotazione massima prevista per l'ambito del precedente comma, verrà data priorità ad interventi di ampliamento che il Comune valuterà migliorativi dell'ambito territoriale, in termini di risparmio energetico e miglioramento sismico".
Quindi, nel caso di domande che si presentano contemporaneamente per usufruire del Piano casa nello stesso ambito, in questo comma mettiamo un discrimine che consenta al Comune di valutare quale degli interventi sia migliore dal punto di vista del miglioramento energetico e sismico. Questo consentirà di valutare quale sia l'intervento da autorizzare.



PRESIDENTE

Diamo quindi per illustrati gli emendamenti rubricati n. 2) e n. 3).
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

L'emendamento n. 5) è, secondo me, importante, nel senso che il Piano casa, dal punto di vista dell'ampliamento e della saturazione dei lotti può avere delle problematiche. Nell'ambito della pianura piemontese queste forse non sono ben visibili, ma in altri ambiti, dove le costruzioni sono più dense, questa problematica può essere ravvisata.
Che cosa prevede l'emendamento n. 5)? L'emendamento n. 5) prevede: "Nel caso di edifici prospicienti pareti finestrate di alti fabbricati l'altezza massima raggiungibile con l'ampliamento non deve essere maggiore della distanza minima tra le facciate, fatti salvi i modesti incrementi dovuti ad adeguamenti delle strutture e delle coibentazioni".
Questo emendamento sostanzialmente precisa una cosa: che nonostante noi possiamo dire che con il Piano casa abbiamo una legge derogatoria, non possiamo mai trascendere da questo concetto, che è un concetto mutuato dalla legge nazionale del 1968, che prevedeva questa distanza come indifferibile per quanto riguarda la costruzione di fabbricati con aperture sulle facciate.
Ci sono diverse sentenze anche del Consiglio di Stato che affermano che queste distanze non sono derogabili. Va da sé che, però, se in questa legge non ribadiamo il concetto, molti tecnici che vanno ad autorizzare queste pratiche possono in un certo senso ravvisare questa deroga come universale bypassando questo concetto della legge nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Rispetto agli emendamenti proposti, siccome alcuni temi vanno visti nel quadro complessivo, soprattutto il tema delle altezze e delle distanze, non mi sento di accogliere questi emendamenti, rimandandoli alla discussione sul disegno di legge che dobbiamo fare per rendere ordinaria questa norma.
Accoglierei l'emendamento n. 1), laddove introduce un richiamo, che mi pare pertinente, al regolamento edilizio, avendo in corso anche un adeguamento come Regione Piemonte al regolamento edilizio nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 51) è stato ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 1 ter Emendamento rubricato n. 6) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 7) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 8) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione congiunta degli emendamenti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 6) fa il paio con l'emendamento n. 1), che abroga le parole "e ai regolamenti edilizi", all'articolo 1, comma 4.
L'emendamento n. 7) lo riprende ancora, poiché la legge è omologa in varie parti: sono le stesse modifiche che erano già state affrontate con i precedenti emendamenti e qui siamo alla questione del 30 per cento massimo di ampliamento sull'ambito.
Nell'emendamento n. 8), invece, siamo sulla questione della distanza tra le pareti finestrate, analogamente ai precedenti emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 1 quater Emendamento rubricato n. 9) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 9) è abbastanza semplice, ma complesso, nella sua spiegazione.
Siamo all'articolo 5, in cui i vari commi sono relativi alle imitazioni delle applicazioni del Piano casa.
Al comma 8 si dice: "Le disposizioni contenute agli articoli 3 e 4 non sono utilizzabili per i rustici" - e fin qui, tutto bene - "salvo che siano già stati oggetto di recupero ai sensi della legge regionale 9/2003" - la legge sui rustici - "o regolarizzati al catasto edilizio urbano".
Con questo emendamento, noi abrogheremmo le parole "o regolarizzati al catasto edilizio urbano". Perché? Perché questo è un retaggio della fase di attuazione della messa a catasto degli edifici rustici. Nel 2009, molti edifici rustici non erano ancora stati accatastati; poi, con diverse normative nazionali si è proceduto all'obbligo di accatastamento, con diverse proroghe che hanno portato all'accatastamento di questi edifici.
Mantenere questa locuzione farebbe di per sé vanificare l'articolo 8 perché attualmente tutti i rustici sono accatastati al catasto edilizio urbano, salvo essere fuori legge.
Pertanto, abroghiamo questa parte, essendo una parte che non è più attuale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1 quinquies Emendamento rubricato n. 10) presentato da Bono, Mighetti, Frediani Batzella, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

All'articolo 1 viene inserito il seguente comma 5: "L'elenco di cui al precedente comma viene aggiornato al 31 dicembre di ogni anno e comunicato alla Regione Piemonte entro i successivi 60 giorni".
Cosa vuol dire? Che noi abbiamo un monitoraggio del Piano casa, per manca una tempistica su tale monitoraggio. Effettivamente, mancando una tempistica, i dati hanno difficoltà a pervenire quantomeno in un lasso di tempo che sia uguale per tutti i Comuni. Quindi, va da sé che si fa anche una discreta fatica a mettere insieme dati che siano sostanzialmente omogenei per quanto riguarda il lasso di tempo indicato e farci un'idea dell'utilizzo di questo strumento dal punto di vista del mercato dell'edilizia della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 1 sexies Emendamento rubricato n. 11) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Con riferimento di nuovo allo stesso emendamento relativo ai regolamenti edilizi, anche qui abroghiamo le parole "e ai regolamenti edilizi", che adesso fa il trio con le stesse locuzioni che abbiamo abrogato negli articoli precedenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1 septies Emendamento rubricato n. 12) presentato da Mighetti, Frediani, Batzella Bono, Andrissi, Campo, Bertola e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento, come i precedenti, relativo alla questione dell'ambito relativo alla questione dell'incremento di volumetria che supera il 20 per cento e può essere un incremento di volumetria che arriva al 40 per cento.
Noi abbiamo inserito questa soglia del 30 per cento, che ci pare una soglia non tanto ragionevole dal punto di vista generale, ma una soglia di compromesso che impedirebbe degli ampliamenti di volumetria, che sono quasi pari al 50 per cento dell'esistente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
So che è irrituale commentare, sulla dichiarazione d'urgenza l'efficacia di questo articolo.
In Commissione abbiamo fatto alcune valutazioni proprio sulla questione dell'urgenza e del fatto che sia fondamentale arrivare al 30 giugno (data di scadenza dell'ultima proroga) e avere una nuova proroga, in questo caso addirittura di un anno, per spostare in là l'efficacia del Piano casa.
La mia personale riflessione è che una proroga non fosse indifferibile dal 30 di giugno, anche perché le domande, se vengono presentate e autorizzate alla luce di una norma vigente, possono vedere le luce ed essere approvate.
Allorché ci fossero stati 15 giorni o 20 giorni - nel mondo dell'edilizia, che si sviluppa su interventi che durano quantomeno, in media, un anno, un anno e mezzo, due o addirittura tre anni, nella maggior parte dei casi per gli interventi più d'impatto e addirittura con successive proroghe si può arrivare anche a quattro o cinque anni - mi pare che un mese di vacatio di questa legge non avrebbe causato grossi scompensi ai cittadini piemontesi e neanche al mercato dell'edilizia in generale.
Tant'è che su tutti gli anni in cui questa legge è stata vigente, dal 2009 ad oggi (nove anni circa) non abbiamo avuto questa pioggia di interventi e questa voglia estrema di utilizzare il Piano casa come strumento per il rilancio dell'edilizia piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Esattamente in linea con quanto detto dal collega Mighetti poc'anzi troviamo quantomeno strano che un disegno di legge venga presentato e approvato nel corso di una settimana a distanza di tre giorni da una scadenza di una proroga. Penso che prima l'Assessore Valmaggia ironizzasse nel senso che se erano sei piuttosto che otto, non è che stiamo proprio a fissarci sui numeri; siamo in proroga dal gennaio 2012, quindi al quinto anno di proroga.
Tra l'altro, sottolineo come la maggioranza non abbia espresso neanche un'ulteriore fiducia nell'Assessora che presiede quell'Assessorato, dando non più un proroga di sei mesi, ma addirittura una proroga di un anno.
Siamo tornati indietro, siamo peggiorati. Prima le proroghe erano di un anno, poi siamo passati a sei mesi e ora siamo tornati indietro con le proroghe di un anno. Questo, secondo me, da parte della maggioranza, perch è ovvio che il provvedimento l'ha scritto un Gruppo di opposizione, però la maggioranza non ha inteso emendarlo, è una mancanza di fiducia nei suoi confronti e della sua capacità di poter addivenire a un provvedimento entro fine anno. Perché, come ho detto prima, non credo che la tempistica sia stata scelta per non irritare il sottoscritto o altri colleghi che magari sul fine anno, se vedono una proroga, si irritano e poi non festeggiano adeguatamente...



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Non credo che siate così attenti e gentili nei nostri confronti. Credo che sia piuttosto una carenza di fiducia nelle capacità della politica dell'Assessore di coordinare i tempi della II Commissione, presieduta dalla Presidente Conticelli, nel mandare avanti i provvedimenti come il PPR e poi subito dopo questo. Altrimenti, avremmo dato sei mesi di proroga. Non capiamo perché e non abbiamo capito perché, invece, un anno.
A me pare che un anno di proroga è tornare indietro, perché la bozza di proposta di legge c'è, il disegno di legge c'è, le tempistiche sono quelle se il Piano paesaggistico regionale viene approvato prima dell'estate o subito dopo ci sono tutti i tempi tecnici per approvare questo, anche a tappe forzate, cioè se si vuole approvare un provvedimento, Assessore - lo dico anche alla Vicepresidente che oggi presiede il Consiglio regionale e al Presidente del Consiglio - si convocano anche più sedute della stessa Commissione, si convocano più sedute d'Aula con all'o.d.g. il provvedimento e si approva.
È ovvio che questo attiene all'o.d.g. che viene deciso in Conferenza dei Capigruppo, ma si può fare, quindi, francamente la vedo come un tornare indietro e me ne dispiace molto.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di intervento.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Questa legge risponde all'esigenza di giungere a un testo più complessivo e, nel frattempo, di non lasciare un vuoto normativo. Ne abbiamo dibattuto a lungo in Commissione: non è una proroga sine die, va da sé che tutti auspichiamo che il percorso del nuovo testo più complessivo di legge sulla casa sia approvato prima del termine di un anno, quindi entrerà in vigore la legge nuova che, peraltro, fa il paio con il Piano paesaggistico che tra poco approderà in Consiglio. Il tema del riuso e del consumo di suolo che abbiamo affrontato più volte in Commissione esprime la volontà di affrontare la questione in maniera strutturale e più complessiva.
La proroga serve per non lasciare un vuoto normativo, perché questa legge ha dato degli effetti positivi anche nella nostra regione, quindi n gli operatori né i cittadini e nemmeno le amministrazioni comunali non possono essere lasciati nell'incertezza.
La proroga di un tempo congruo consente di portare a termine le pratiche in atto. Tra l'altro, si è parlato anche del tema del riuso di suolo agricolo, ma questa legge riguarda solo gli ampliamenti e quindi favorisce il riutilizzo, che è uno degli obiettivi che, in maniera trasversale, ci siamo dati come Consiglio, quindi anche in Commissione rispetto al tema del consumo di suolo. Non vedo come potrebbe essere altrimenti in una regione, soprattutto nella sua area metropolitana, così densamente costruita come la nostra.
Spiace che questo, che è un provvedimento fatto a favore dei cittadini e delle amministrazioni comunali, sia poi presentato come una speculazione.
La speculazione è quando si parla di condoni o di vuoto normativo. Con questa proroga, che è stata condivisa da diversi Gruppi politici, si vuole evitare proprio questo, cioè mantenere anche le operazioni in atto all'interno del quadro normativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo dire una piccola cosa. Se la preoccupazione era per le pratiche in atto, bastava modificare la legge dicendo "per le pratiche presentate prima del 30 giugno". E si chiudeva il cerchio sulle pratiche presentate.
Era molto semplice e ci toglievamo dal panorama di pratiche presentate o di pratiche autorizzate. Non ci voleva Einstein per pensare a questo.
Noi non abbiamo parlato di speculazione, perché per il Piano casa non servono le speculazioni. Togliamoci dalla testa che il piano casa sia servito alle speculazioni edilizie in Piemonte, gli interventi sono stati di basso cabotaggio. Gli interventi di riuso dell'esistente con meccanismi più o meno speculativi sono stati fatti con altri strumenti legislativi per di più fatti in base a leggi nazionali, come la legge n. 106.
Queste leggi non le possiamo modificare, sono leggi che esistono, sono leggi molto più distruttive dal punto di vista della pianificazione urbanistica, ma purtroppo, non essendo di matrice regionale, ce le dovremo tenere e dovremo solo capire come limitare eventuali interventi che siano totalmente difformi dalla pianificazione urbanistica che la Regione Piemonte cerca, con fatica, di governare sul territorio piemontese.
La mia dichiarazione di voto sul provvedimento è chiaramente negativa.
Penso che durante la discussione abbiate capito perché il nostro voto sarà negativo. È un voto negativo rispetto a una politica delle proroghe che si aggiunge alla politica delle deroghe. Se una deroga può essere governata e messa in campo con gli opportuni contrappesi, la proroga è un meccanismo che risente troppo della pancia della popolazione e degli umori del tessuto economico, ma non solo, anche delle percezioni che si hanno all'esterno del Consiglio. Certe volte le percezioni non sono veramente sintomo di una reale necessità. Abbiamo visto quali sono i numeri del Piano casa in Piemonte; abbiamo visto che, in realtà, su nove anni mille interventi vuol dire veramente poca cosa; abbiamo visto che, effettivamente, questo Piano casa non ha funzionato come nelle aspettative di chi l'ha concepito. Forse il Piano casa è servito in altre Regioni e, ahimè, è servito malamente.
Penso a Regioni come la Liguria e la Campania. Abbiamo Regioni che, dal punto di vista idrogeologico e dell'incidenza delle costruzioni sull'assetto idrogeologico, pagano un pesante prezzo, che non è quantificabile con la pianificazione geologica e tutti quelli che sono gli studi come il PAI. In alcuni casi, non abbiamo ancora oggi una percezione definitiva delle modificazioni dei flussi idraulici dovuti alla realizzazione di interventi edilizi, di interventi di urbanizzazione e di interventi di impermeabilizzazione dei suoli.
Ribadisco, non pensiamo che il Piano casa in Piemonte sia servito a fare speculazione, ma pensiamo solamente che sia stato uno strumento poco utilizzato, che non abbia agito veramente sullo sviluppo economico e sulla tenuta del mercato immobiliare. Pensiamo che il mercato immobiliare non abbia una grossissima necessità di incrementi di volumetrie.
Sappiamo quante volumetria siano vuote all'interno della nostra regione e quanto questo fenomeno di incremento di volumetria crei un sostanziale deprezzamento dei nostri edifici. Bisogna rivedere la norma cercando anche di capire bene quali sono stati i meccanismi, quali sono i numeri di questo Piano casa, quali sono i numeri di questo Piano casa in corrispondenza delle zone dove è stato applicato: se è stato applicato in zone con valori immobiliari alti, se è stato applicato in altre zone, se è necessario applicare il Piano casa solo in determinate zone per non creare ulteriori scompensi dal punto di vista del prezzo degli immobili.
Non nascondiamoci dietro al solito retaggio che costruire è bello, che costruire genera ricchezza. Oggi siamo nelle condizioni di dire che costruire, alle volte, genera solamente l'impoverimento del territorio alle volte costruire genere un sostanziale decremento del valore degli immobili che abbiamo pagato con i sudori di una vita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Guardate, noi condividiamo una parte delle riflessioni fatte da alcuni colleghi. Non crediamo che il Piano casa sia una panacea di tutti i mali del settore dell'edilizia - lo dicono i numeri - ma crediamo che sia uno strumento utile. Non crediamo che una norma di proroga a tempo - sei mesi prima e un anno adesso - sia una modalità che dà certezza al mondo dell'impresa, ma anche semplicemente ai cittadini che intendano programmare un intervento di politica abitativa. Però crediamo altresì che sia stato positivo prorogare una norma che, comunque, si è rivelata utile quando ve n'è stato bisogno.
E segnaliamo un aspetto, che non possiamo non segnalare. Siamo lieti che i Consiglieri di maggioranza abbiano approvato la proposta di legge che il 23 maggio il sottoscritto e i colleghi di Forza Italia hanno presentato.
Rivendichiamo il fatto che, senza una proposta di "governo dall'opposizione" che il centrodestra ha avanzato, oggi questa Regione non avrebbe la proroga del Piano casa.
Crediamo quindi che in questo, come in altri casi, si dimostri come si possa fare governo dall'opposizione, sostituendosi, come in questo caso alle mancanze della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo alla votazione finale della PDL n. 254.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 30, 124 e 137, inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 30 124 e 137, inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 20 giugno 2017 è iniziato l'esame del provvedimento. Hanno svolto le relazioni la Consigliera Caputo e i Consiglieri Marrone e Graglia. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Bono, Bertola, Marrone, Campo, Frediani Allemano, Caputo, Valetti e Graglia. Nell'odierna seduta antimeridiana è proseguita la discussione generale con l'intervento della Consigliera Batzella. Sono stati approvati gli articoli dall'1 al 5.
Prima di riprendere il dibattito sull'articolato, ha chiesto di intervenire il Consigliere Mughetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Pongo solo una questione relativa all'ordine dei lavori.
Avevamo fatto una Capigruppo "al banco", prima, con il Presidente Laus sul fatto di chiudere il Consiglio alle 18 e convocare la Conferenza dei Capigruppo. Vorrei capire in che termini ci stiamo organizzando.



PRESIDENTE

Allora, ero seduta qui a fianco e mi pare di ricordare questo: si sarebbero chiusi i lavori alle 18, se si fosse terminata la discussione (e ovviamente la votazione) della legge; altrimenti alle 19, con riunione dei Capigruppo domani alle 12. Correggetemi se sbaglio.
Consigliere Gariglio, lei aveva chiesto per l'appunto di prevedere la Conferenza dei Capigruppo domani alle 12, se questa sera il Consiglio fosse terminato alle 19: ditemi se ricordo bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.29, riprende alle ore 17.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Caputo: (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento all'articolo 6, dopo le parole "dall'Osservatorio di cui all'art. 3", le parole "possono assumere iniziative dirette a" si sostituiscono con le parole "si attivano per".



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente ringrazio la collega Caputo e tutti i colleghi che sono impegnati nel provvedimento (tra cui anche i colleghi Batzella e Graglia) quantomeno per la sensibilità e l'impegno a provare a modificare in senso maggiormente costruttivo questo provvedimento. Come avevamo avuto modo di dire più volte, infatti, un testo di legge in cui si dice che le Amministrazioni pubbliche possono, in occasione della Giornata nazionale contro l'endometriosi, attivarsi con delle iniziative, francamente mi sembra privo di significato legislativo.
Il problema è che se avessimo usato l'espressione "assumono iniziative per", sarebbe stata necessaria ovviamente una copertura finanziaria al provvedimento. Come abbiamo già avuto modo di dire, infatti, c'è una parte coperta dai LEA: le endometriosi gravi, cioè di stadio terzo e quarto, sono coperte dal Fondo sanitario, ma tutto il resto rimarrebbe fuori. E quindi si è trovata questa sintesi, che qualcuno direbbe un po' "democristiana" (senza nulla contro la vecchia DC; oppure magari anche qualcosina contro però questo lo lasciamo ai posteri): "si attivano per", che è un po' una via di mezzo per dire "fanno delle iniziative, però non siamo sicuri che le faranno e soprattutto non le finanziamo noi"; cioè non si sa sostanzialmente, chi le finanzi, anche se dovrebbe essere in ogni caso la Regione.
Non sappiamo se queste iniziative - lo dicevamo prima al banco della Presidenza - rientreranno nell'ambito del "ricco" Assessore Saitta; ricco non lui come persona, ma come Assessore, nel senso che ha a disposizione oltre otto miliardi di euro. Trattandosi però di iniziative di sensibilizzazione, di promozione e anche di formazione del personale sul tema, è ovvio che si potrebbe attingere al Capitolo generale della sanità che vale appunto otto miliardi; e sarebbe facile magari andare a trovare 100.000 euro che, divise sulle 13 ASL (anzi, 12 dopo la fusione delle ASL TO1 e TO2 di Torino), potrebbero appunto fare a meno delle iniziative di promozione e sensibilizzazione nella Giornata nazionale della lotta contro l'endometriosi. Così non è. La Giunta, nelle figure del Vicepresidente Reschigna, che ha la titolarità del bilancio, e dell'Assessore Saitta, che ha la titolarità della sanità, non ha voluto essere un po' più coraggiosa di quanto si vorrebbe da parte dei Consiglieri.
Torniamo quindi a dire che se su provvedimenti condivisi e condivisibili, su cui si è già legiferato a livello nazionale, i Gruppi consiliari non hanno la forza, la capacità o la volontà di andare talvolta un po' oltre quelle che sono le intenzioni della Giunta, non facendo cose contro il programma con cui si è stati eletti come maggioranza, ma stanziando magari delle risorse sulle leggi che approviamo, stiamo facendo di nuovo, delle leggi che sono mere dichiarazioni di intenti. Ci eravamo arrabbiati tanto sulla legge contro l'usura e l'indebitamento, perché erano stati stanziati solo 300.000 euro: ora stiamo approvando una legge a zero euro.
Spero che questo aspetto faccia riflettere tutti i Consiglieri. Ricordo che il Consiglio regionale ha una sua a autonomia: la Giunta ha una funzione, il Consiglio ne ha un'altra.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale del voto di presenza della Consigliera Frediani.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non aggiungerò molto rispetto a quanto detto prima.
Quando si approva una legge con la clausola di neutralità finanziaria non parliamo di "neutralità" in ambito bellico, ma ci riferiamo al fatto che non si stanziano risorse. Infatti, l'attuazione della presente legge avviene senza maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
È un pochettino privo di senso tutto quello che viene detto negli articoli precedenti, perché uno si aspetta che, approvando una legge (a meno che non sia sui massimi sistemi), vengano stanziate delle risorse.
Perché anche quando abbiamo approvato delle norme, per esempio, che hanno riguardato il miglioramento delle condizioni o dei diritti dei cittadini della Regione Piemonte su diversi ambiti (penso alle leggi approvate con l'Assessora Cerutti), delle risorse le abbiamo sempre stanziate; così come sulla nuova legge sull'osservatorio contro l'usura e il sovraindebitamento qualche risorsa in più è stata stanziata rispetto a quanto previsto dalle norme precedenti.
Capisco che sia un momento di difficoltà finanziaria dell'Ente, per faccio ancora più fatica ad immaginare che non si riescano a stanziare poche decine di migliaia di euro su un bilancio libero di un miliardo e mezzo! Perché togliendo la fetta di sanità di otto miliardi e tre togliendo quella sui trasporti di 500 milioni, togliendo i mutui di 600 milioni, il fatto che non si riescano a trovare 100.000 euro sul rimanente mi suona francamente strano: è un millesimo rispetto al bilancio libero regionale! Mi rendo conto che ci sono tante leggi che non vengono più finanziate però continuo a dire che le nuove leggi che vengono approvate senza stanziamenti, soprattutto nelle parti che riguardano temi come la promozione, la sensibilizzazione, l'informazione e la formazione, risultano riduttive.
Non so se, come Consiglio regionale, riusciremo a destinare delle risorse in sede di bilancio, ma senza un giustificativo in un articolo di legge, non possiamo neanche creare il capitolo (lo possiamo creare all'interno del bilancio di previsione del 2018). Con la collega Caputo avevamo anche lavorato su un emendamento per stanziare delle risorse dal 2018! Quindi non chiedevamo risorse già quest'anno, perché capiamo che siamo a metà anno e dovremmo ancora approvare l'assestamento di bilancio (per cui sarebbe stato molto difficile). Ma per il 2018, a nostro avviso si doveva inserire la norma in legge che dicesse: "Si crea comunque un capitolo che verrà finanziato con le risorse trovate nel bilancio del 2018". E inizialmente, per quest'anno, si poteva definire una cifra. Perch tutti gli anni sappiamo benissimo che, in sede di bilancio, modifichiamo anche i finanziamenti delle leggi regionali. C'è un allegato alla legge di bilancio che dice quali sono i finanziamenti delle leggi regionali vigenti.
Quindi è vero che non potevamo magari mettere un milione e poi, a dicembre fare una legge di previsione con zero euro, ma con un più po' di buonsenso che i Gruppi consiliari sicuramente hanno dimostrato di avere anche in questa discussione, si poteva trovare una quadra con uno stanziamento credibile che nel 2018 avremmo potuto onorare in sede di bilancio.
Non si è voluto fare così. Mi spiace, ma temo che comunque l'iniziale perplessità del Movimento 5 Stelle sull'utilità di questa legge - si limita, quindi, ad una "bella cornice" in cui inserire una serie di dati se non ci saranno stanziamenti rimarrà lettera morta, quindi avremo fatto forse, molto lavoro non dico per nulla, ma visto che voglio essere buono oggi, veramente per poco o pochissimo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'atto di indirizzo collegato: Ordine del giorno n. 1136 "Prevedere, a seguito di una prima fase attuativa della nuova legge, risorse da destinare in particolare alla formazione del personale sanitario e alle campagne informative" presentato da Caputo Graglia, Marrone La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Innanzitutto ringrazio i colleghi che hanno partecipato a questo percorso di legge che ha portato alla presentazione di questa proposta di legge condivisa.
Con questo ordine del giorno, sottoscritto anche da molti colleghi prevediamo che, dopo la prima fase attuativa della nuova legge, si possano noi confidiamo nell'Assessore Saitta - trovare le risorse per realizzare quanto previsto nel provvedimento.
Tengo a precisare, però, che quando si parla di Osservatorio, non comporta dei costi e la partecipazione è a titolo gratuito. Occorre investire in formazione (soprattutto in formazione sanitaria) e nella ricerca epidemiologica, perché investire nella ricerca significa anche comprendere meglio l'incidenza di questa patologia, proprio per evitare che ci siano - come abbiamo detto anche nella relazione iniziale - delle diagnosi tardive, che poi naturalmente è ciò che comporta le maggiori e ingenti conseguenze sulle donne che soffrono di questa patologia. E soprattutto, quando si arriva ad una diagnosi tardiva aumentano anche i costi per il servizio sanitario nazionale.
Occorre poi - ed è un'altra cosa che abbiamo inserito all'interno di questa PDL - che si riconosca quello che già viene fatto da alcune Amministrazioni comunali. Ricordo infatti qualche Comune in provincia di Cuneo, molto operativo con le associazioni, che in maniera autonoma ha sempre investito e realizzato delle iniziative. Noi riconosciamo il valore di queste associazioni e di queste Amministrazioni comunali e la Regione le valorizzerà e avvierà delle sue campagne; noi auspichiamo ovviamente, sia da un punto di vista informativo sia dell'investimento sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce sia nel promuovere opportuni stili di vita che possano aiutare le donne a prevenire questa malattia.
Siamo quindi ben consapevoli che in questo momento, però, non siano state stanziate delle risorse su questa PDL, ma credo che si debba anche cambiare un concetto: non si devono per forza mettere i soldi per fare le cose e non si deve necessariamente partire da questo principio quando noi decidiamo di intervenire nel merito. Abbiamo creato un sistema e messo dei mattoni su qualcosa che prima non esisteva. Occorre partire da questo perché è necessario soprattutto intervenire nel merito di questa patologia.
Altrimenti, ogni volta che si mette un euro, c'è chi corre per poterselo aggiudicare. Noi crediamo invece che, da questo punto di vista, sia importante investire sul sistema, creare la rete, costruire il piano regionale, iniziare a studiare la patologia in maniera approfondita. Su questo, appunto, auspichiamo che vengano messi i fondi che servono.
Dopodiché, quando avremo anche delle progettualità certe, nel futuro penso che potremo intervenire in maniera più precisa e puntuale per allocare le risorse che veramente saranno necessarie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Dall'intervento appena fatto dalla Consigliera Caputo devo dissentire quando la collega dice che le case si costruiscono mattone dopo mattone.
Sono d'accordo che la casa si costruisca pian pianino, mattone dopo mattone, però se non abbiamo i soldi per acquistare il mattone e il cemento, mi chiedo come facciamo a costruire la casa.
Ben vengano - ripeto - il contenuto della legge e i buoni intenti di aiutare queste donne, di formare una rete, di raccogliere i dati. Per sinceramente, davvero, detto dal cuore, questa legge non può trovare applicazione perché non è stato investito un euro su questa legge. Io mi chiedo con quali risorse verranno realizzate.
Assessore, stia attento!



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

BOETI Antonino (fuori microfono)



BATZELLA Stefania

Mi assumo io la responsabilità, Consigliera Batzella, perché l'ho distratto.



BATZELLA Stefania

No, Assessore: faccia attenzione perché lei è l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte. E, Vicepresidente Boeti! BOETI Antonino (fuori microfono) Le ho chiesto scusa: cos'altro devo fare?



BATZELLA Stefania

Accetto le scuse: ci mancherebbe.
Dicevo che questo è un tema molto importante e che - ripeto - mi sta particolarmente a cuore. Quindi voglio solo dire una cosa. Lo so che tanto sono tutte parole al vento, perché usciamo da qua, passeranno i mesi finirà la legislatura e non accadrà niente. Però, veramente, non confezioniamo delle leggi che poi rimarranno solo sulla carta, come vi ho detto nel mio intervento questa mattina. Non illudiamo delle persone che hanno già delle aspettative e delle speranze; non illudiamo delle pazienti: hanno già dei problemi e noi andiamo ad approvare una legge il cui oggetto tra l'altro, rientra già nei LEA per quanto riguarda il terzo e quarto grado (quindi quelli moderato e grave) della patologia. Sappiamo benissimo che bisogna ancora lavorare su questi gradi, perché ancora bisogna riconoscere tutti i farmaci e ancora vengono riconosciute solo alcune visite e non tutte; che la donna non ha ancora la tutela dal punto di vista lavorativo; che ancora alla donna non viene riconosciuta l'invalidità nello stato grave. C'è ancora un sacco di lavoro da fare, cioè, a livello nazionale.
A livello regionale - ripeto - ben venga raccogliere i dati, fare degli studi epidemiologici, cercare di capire veramente quante sono le pazienti che sono affette da questa malattia. L'endometriosi - come tutti ben sapete o, se non lo sapete, lo ribadisco adesso in Aula - è una malattia sulla quale c'è ancora uno studio di ricerca che tende ad evolversi e bisogna studiare a fondo, per tanti motivi.
Quindi, se noi dobbiamo fare dei corsi di formazione agli operatori lo ripeto ancora una volta - con quali soldi lo facciamo? Se vogliamo mettere in atto un piano di prevenzione, di sensibilizzazione, di formazione, come lo facciamo? Con quali risorse? Ben venga la buona volontà da parte delle ASL e degli operatori. Ma, signori miei, se non abbiamo un centesimo su questa legge, come mettiamo in atto tutto questo? La mia preoccupazione è solo questa.
Se ci date la certezza.
Mi piacerebbe (ma piacerebbe a tutti, credo) che veramente l'Assessore al bilancio e l'Assessore alla sanità ci dicessimo: noi contiamo di investire 50.000, 100.000 euro per il prossimo anno. Saremmo tutti felici e usciremmo tutti da quest'Aula più soddisfatti; soprattutto, non tanto noi ma le pazienti che - ripeto - hanno delle aspettative al di fuori da qui.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Vorrei soltanto far notare che noi abbiamo alcune reti importanti: penso alla rete oncologica e posso citare quella diabetologica. Nel nostro bilancio non compare un finanziamento dedicato alla rete oncologica, nel senso che fa parte delle finalità istituzionali la cura di tutti i pazienti.
BONO Davide (fuori microfono) Non c'è neanche una legge, però, sulla rete oncologica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, ma sto facendo un ragionamento.
Poi abbiamo altre reti. Qui viene chiesta l'istituzione della rete ed evidentemente la volontà è questa; e mi pare sia utile, per quanto riguarda questa patologia, dedicare un'attenzione anche sulla base delle osservazioni che in diverse occasioni sono state fatte da tutti i Consiglieri.
Quando viene istituita una rete, si crea lo strumento tecnico e anche scientifico per definire una modalità di intervento che va affidata ai tecnici. Le modalità possono essere diverse. Innanzitutto c'è un problema di cura e di fare in modo che ci sia una rete diffusa sul territorio in grado di trattare questa patologia, ovviamente con la dovuta competenza; e questo è un fatto di organizzazione all'interno del sistema sanitario. I tecnici che avranno questa competenza, sulla base delle indicazioni della legge regionale, potranno predisporre - come avviene per altre reti - anche un progetto per dare attuazione al provvedimento, ma questa evidentemente è una valutazione precisa di carattere tecnico e non mi pare che la politica sia in grado di dire cosa occorre oggi in comunicazione e cosa su altri aspetti, perché questo dipende dalla modalità organizzativa.
In ogni caso, rispetto a queste indicazioni e una volta costituita la rete, verrà dato compito ai suoi componenti di cominciare a fare una valutazione sul piano di attuazione. E - sulla base delle richieste coerenti con una modalità di intervento che in ogni caso pensi alla cura e alla prevenzione - l'Amministrazione regionale non potrà poi non soltanto che prenderlo in considerazione, ma anche che finanziarlo. Questa, però, è una valutazione che va al di là di una semplice considerazione di carattere politico (perché è basata su competenze tecniche) e che credo sia opportuna e utile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1136 il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
Comunico ai Consiglieri che, per problemi tecnici, occorre ripetere la votazione sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.01)



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