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Dettaglio seduta n.233 del 27/06/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.33 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1445 presentata da Campo, inerente a "Riordino delle funzioni. Chi ha vigilato sui trasferimenti di personale?"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'unica interrogazione iscritta all'o.d.g., per la quale la Giunta regionale è resa disponibile a fornire oggi una risposta: si tratta dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1445, presentata dal Consigliere Campo, che la illustra.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte, appunto, sulla questione del trasferimento di personale dalle Province verso la Regione susseguente all'approvazione della legge n. 23/2015 di riordino delle funzioni delle Province.
Quello che abbiamo riscontrato è che, a seguito di tutta una serie di provvedimenti che andavano a individuare, all'interno delle Province, le tipologie del personale trasferibile in ruoli regionali o in ruolo separato, e a seguito di una serie di delibere che definivano anche i requisiti e le modalità per cui questi trasferimenti avrebbero potuto avere luogo, vi sia stata poi una fase piuttosto convulsa legata a tutta una serie di cambiamenti che hanno portato a definizione anche delle pratiche innovative per cercare di reinquadrare tutto il personale provinciale collegato a funzioni più o meno trasferibili all'interno dei ruoli regionali.
Tali pratiche hanno causato alcune problematiche: talune sono più note come le questioni dell'avvalimento o del ruolo separato, che ha provocato anche problematiche di disparità di trattamento tra personale regionale e provinciale che svolge il medesimo lavoro; altre sono meno conosciute, sono rimaste sotto traccia, e riguardano, in particolare, requisiti, tempi e modi per accedere ai ruoli dirigenziali, ossia per il trasferimento di ruoli più significativi, che comportano anche un incremento di emolumenti.
Sotto questo profilo, abbiamo individuato due figure esemplificative le abbiamo citate nell'interrogazione - che ci sembrano evidenziare come alcuni requisiti, di fatto, non siano stati rispettati, in particolare quelli relativi all'esperienza nella funzione, che doveva essere, nel caso riportato, presente dall'8 aprile 2014. In realtà, tutta la procedura che è stata attuata per questi due dirigenti prende le mosse più o meno all'inizio della primavera del 2015 (per la precisione a fine marzo 2015) quindi già in odore di discussione del provvedimento di riordino delle funzioni.
A noi pare che in questo caso, ad esempio, sia stata attuata una sorta di "forzatura" dei requisiti e dei tempi che ha permesso, addirittura, la suddivisione di un ruolo dirigenziale nella Provincia di Cuneo in due ruoli dirigenziali, che poi hanno portato all'opportunità di essere trasferiti in un ruolo dirigenziale in Regione Piemonte, con conseguente aumento significativo di retribuzione (tra l'altro, uno dei dirigenti in oggetto sta facendo una carriera abbastanza fulminante, in quanto è stato investito di un ulteriore incarico proprio in relazione alla legge n. 23 sul riordino delle funzioni delle Province, quindi agli accordi quadro per la gestione delle funzioni in forma associata).
Segnaliamo, altresì, che in Regione c'è del personale dirigenziale che rimane senza ruolo e che almeno uno o due dirigenti delle ex Comunità montane sono ancora in attesa di una sistemazione adeguata, nonostante la legge lo preveda da tempo.
Quello che chiediamo con quest'interrogazione è di verificare che le cose siano state fatta con ordine; chiediamo di appurare che tutti i requisiti, i tempi e i modi, vista la tematica così delicata, siano stati rispettati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
Premetto che l'interrogazione del Consigliere Mauro Campo è piuttosto articolata e richiede, di conseguenza, una risposta altrettanto dettagliata e puntuale.
Cercherò, dunque, di sottolinearne i punti salienti, lasciandole comunque una nota scritta, in modo che lei possa meglio approfondire gli aspetti che tratterò velocemente.
Ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della legge regionale n. 23/2015 da lei citata, in sede di osservatorio regionale è stata elaborata la delibera di Giunta regionale n. 1-2405 del 16 novembre 2015, il cosiddetto "accordo quadro" con il quale sono stati definiti i criteri per la determinazione dei contingenti numerici del personale in relazione al riordino delle funzioni. Così come si dà atto nel provvedimento di Giunta che nella seduta del 5 novembre 2015 sono stati condivisi, in via definitiva, i contenuti dell'accordo nel testo allegato; che è stata esperita la fase di relazione sindacale di cui all'articolo 10, comma 2, con incontri del 27 ottobre 2015 e del 30 ottobre 2015; il testo definitivo è stato poi trasmesso in data 6 novembre 2015 ai Presidenti delle Associazioni degli Enti locali, ai componenti dell'Osservatorio, al Sindaco della Città metropolitana, ai Presidenti delle Province piemontesi e alle organizzazioni sindacali.
Pertanto, si ritiene che i criteri per l'individuazione dei contingenti siano stati ampiamente condivisi dalle parti e, conseguentemente utilizzati per la successiva ricognizione.
Con successiva delibera di Giunta n. 1-2692 del 16/12/2015 la Giunta regionale ha approvato l'accordo con le Province e i relativi allegati; ha approvato la ricognizione del personale da trasferire; ha fissato la data di decorrenza dell'esercizio delle funzioni (1° gennaio 2016). Non le richiamo i contenuti dell'accordo, ma glieli fornirò successivamente a mano.
Conseguente, l'individuazione del personale da trasferire è stata operata dalle Province e dalla Città metropolitana ed è stata validata dalla Giunta regionale con l'approvazione della deliberazione del 16 dicembre 2015 richiamata priva.
Non risulta che l'atto di macro-organizzazione di cui alla delibera di Giunta n. 1-2692 del 16 dicembre sia stato oggetto di impugnativa - né da parte degli Enti, né da parte del personale trasferito o da parte di quello rimasto alle dipendenze degli Enti - davanti al Giudice del lavoro.
Ciò premesso, si sottolinea come i criteri per la determinazione dei contingenti di personale da trasferire siano stati rispettati con riferimento al preminente criterio della prevalenza nello svolgimento della funzione (da intendersi nel 50 per cento più uno) e ai criteri integrativi approvati in sede di osservatorio regionale oggetto della DGR di cui ho fornito prima i dati.
Per quanto attiene i casi esemplificativi riferiti alla Provincia di Cuneo - i dirigenti Ezio Elia, ascritto alla funzione Formazione professionale, e Raffaella Musso, ascritta alla funzione Lavoro - si sottolinea che dagli atti adottati dalla Provincia di Cuneo emerge che entrambe le funzioni siano state correttamente attribuite ai due dipendenti, in un primo momento in forma di "supporto", per consentire l'avvicendamento con il dirigente pensionando e, successivamente, a regime dal 1° luglio, data di collocamento a riposo del dirigente sostituito.
In conclusione, richiamati i provvedimenti citati dall'interrogazione la Giunta regionale ha operato il processo di ricollocazione delle funzioni in modo corretto, rispettando le regole previste e oggetto di preventiva condivisione, a garanzia del principio d'imparzialità e uguale trattamento per tutto il personale coinvolto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.43 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La parola alla Consigliera Baricco.



BARICCO Enrica

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione e la votazione di un atto di indirizzo per l'adesione alla "Settimana per Giulio Regni", promossa da Amnesty Internazional. Il problema dell'urgenza è che la settimana è questa e se non lo approviamo oggi, non riusciamo a partecipare e aderire all'iniziativa, come Consiglio regionale, quindi ad accogliere martedì 4 luglio, come fanno altre Istituzioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Baricco.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Chiedo un'informativa da parte dell'Assessore alla sanità in merito alla Oftalmologia del San Luigi. Sono state raccolte firme, costruiti momenti in cui si chiede la riapertura del servizio, ma non ci sono state risposte. Chiedo quindi un'informativa da parte dell'Assessore alla sanità quando sarà presente in Aula, su questo argomento a fronte delle tante richieste da parte della popolazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto sui giornali alcune notizie un po' preoccupanti relativamente al Museo del Cinema. Volevo sapere se l'Assessora Parigi fosse disponibile in giornata a fornirci qualche informazione in più in merito all'azione della persona che la Regione ha incaricato di controllare i conti del Museo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Parlerò in merito sia con l'Assessore Saitta che con l'Assessora Parigi.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Due osservazioni.
La prima. Ovviamente, condivido il documento della Consigliera Baricco e visto l'impegno del Presidente Chiamparino, soprattutto verso il Governo italiano, se le altre forze, che mi pare abbiano sottoscritto la richiesta sono d'accordo, chiederei di approvarlo in mattinata, magari anche con un appello del Presidente stesso.
Visto che la richiesta è rivolta a lei e al Presidente, chiederei di esporre...



PRESIDENTE

Lo ha letto il documento?



GRIMALDI Marco

Sì.
Dicevo che c'è anche il tema dell'esposizione dello striscione e del prolungamento della settimana...



PRESIDENTE

È qui in Consiglio, però.



GRIMALDI Marco

Sì, anche in Consiglio. Loro lo hanno già fatto in Giunta.



PRESIDENTE

Il documento è solo in Consiglio.



GRIMALDI Marco

Sì. Va bene.
Diciamo che l'oggetto non è solo l'impegno...
Mi pare che in generale è sulla settimana di mobilitazione.
Le chiederei, solo se è possibile, se si può fare in mattinata.
La seconda cosa, Presidente. Come lei sa, ci siamo presi l'impegno con l'Assessore Saitta di continuare l'aggiornamento sulla vicenda vaccini.
C'erano due temi ancora irrisolti, cioè il tema della copertura prima del 1° gennaio 2017, per le 16.000 famiglie che, di fatto, non rientravano prima nell'obbligo, e poi il tema della diversità fra l'esavalente e chi ha fatto solo parte dei vaccini obbligatori.
Se l'Assessore è disponibile in giornata, sarebbe il caso di continuare con quelle comunicazioni, altrimenti chiederei al Consigliere Ravetti di aggiornare in Commissione questo tipo di relazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Approfitto per esprimere il mio dispiacere e esprimere le mie scuse per l'acceso confronto con i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, durante la seduta di martedì scorso, in fase di discussione sulla proposta di legge sull'endometriosi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 20 giugno 2017.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Cerutti, Ferrero, Gariglio, Reschigna e Valetti.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 13 giugno 2017.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 19 si svolgerà in Sala A la riunione della Conferenza dei Capigruppo; però, nell'arco della giornata interloquiremo anzi lo facciamo adesso, con i Capigruppo per capire se possiamo posticipare e mettere nelle condizioni i Capigruppo che arrivano da fuori di fare la Conferenza dei Capigruppo eventualmente domani e non oggi.
Sospendo per qualche minuto, così i colleghi possono parlare sul primo punto all'o.d.g. e nel contempo, inviterei i Capigruppo ad avvicinarsi gentilmente, a titolo di cortesia, perché non vuole essere assolutamente un comando, alla Presidenza.



(La seduta, sospesa alle ore 10.11 riprende alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Musei

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Museo del Cinema"


PRESIDENTE

L'Assessora Parigi è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Museo del Cinema".
Prego, Assessora.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Abbiamo avuto comunicazione dal Museo del Cinema che, come avete letto sui giornali, la PM Enrica Gavetta ha chiesto una serie di documenti al Museo del Cinema, sostanzialmente il bilancio 2015 e il bilancio 2016, più tutta una serie di documenti sulle consulenze in atto all'interno del museo, più copie dei verbali del bando per il Direttore.
Credo che, a fronte degli ultimi accadimenti, la Procura voglia vederci chiaro e analizzare quanto è successo.
Riassumendo, abbiamo visto un bilancio nel mese di ottobre che portava i conti in assoluto pareggio e, invece, nel bilancio di fine anno abbiamo avuto 900 mila euro di costi in più a fronte, però, di ricavi di 600 mila euro in più. Quindi, uno scostamento di circa 300 mila euro, che poi si è ridotto a 181 mila euro.
Al di là di quelle che sono le valutazioni che farà la Procura, quello che noi come Giunta chiadiamo e, che già in un articolo, datato novembre 2014, pubblicamente io chiedevo - ho sempre ribadito la stessa posizione in tutti i Consigli e in tutte le assemblee dei soci - era che ci fosse un nuovo Direttore amministrativo all'interno del Museo del Cinema. Al di là di altre valutazioni, quel che è evidente è infatti che manca un controllo di gestione, ossia quell'attività che si fa in tutte le aziende e soprattutto, in aziende con dimensioni come quella del Museo del Cinema, il che significa seguire l'avanzamento del bilancio mese per mese.
Naturalmente questa non era una valutazione condivisa dal Direttore, quindi ovviamente, poiché le deleghe sul personale sono in capo al Direttore, non abbiamo potuto imporre la figura di un Direttore amministrativo o qualcosa che gli assomigliasse.
Dal 1° gennaio di quest'anno, voglio ricordare che il Segretario Generale della Regione Piemonte, Michele Petrelli, ha prestato una parte del suo lavoro e del suo tempo al Museo del Cinema, proprio per supportare in questa fase una revisione dell'assessment del personale dal punto di vista della struttura contabile del Museo stesso.
Il 29 giugno avremo l'assemblea dei soci, che nominerà un nuovo Presidente del Museo del Cinema, che avrà come compito primario quello di strutturare alla perfezione un sistema di controllo e di gestione del Museo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Ringrazio l'Assessore per gli aggiornamenti.
Chiederei, se possibile, nei limiti dovuti al fatto che c'è un'indagine in corso, quindi non so se sia possibile approfondire, di schedulare e programmare una Commissione anche per confrontarci con il Segretario Petrelli, che magari ha avuto modo di visionare la documentazione, per capire anche da dove derivino questi aumenti di spese e di costi: se sono dovuti a consulenze, come pare che sia, o se l'Assessore ha qualche informazione in più in merito al fatto che i costi sono aumentati.
E poi, magari anche nell'ambito della Commissione, vorremmo capire come verrà impostata la futura gestione del Museo e che tipo di attività si prevede di pianificare, quindi trovare uno spazio per un confronto un po' più approfondito all'interno della VI Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Mi permetto di suggerire una Commissione, non tanto con il dottor Petrelli, che ha soltanto dato una mano di supporto e di consulenza, quanto con il Direttore pro tempore Donata Pesenti, che in questo momento ha tutte le deleghe e a cui noi abbiamo dato come supporto il nostro Segretario generale.
In realtà, lo scostamento di 900 mila euro non riguarda tutte le voci di costo del Museo, quindi è il tipico caso di un controllo di gestione che non c'è. Quindi, non riguarda una voce: non c'è una voce che ha fatto saltare il bilancio. Tutte le voci del bilancio hanno avuto un incremento dei costi. Pertanto, è una fotografia abbastanza semplice da interpretare.
Noi crediamo, anche attraverso la nomina del Presidente che stiamo effettuando, che l'obiettivo primario sia questo: rimettere in sicurezza i conti del Museo del Cinema.
Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 30, 124 e 137, inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame delle proposte di legge n. 30, 124 e 137 inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 20 giugno è iniziato l'esame del provvedimento.
Hanno svolto le relazioni la Consigliera Caputo e i Consiglieri Marrone e Graglia.
In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Bono Bertola, Marrone, Campo, Allemano, Valetti, Graglia e le Consigliere Frediani e Caputo.
Avevano chiesto di intervenire, se sono ancora interessati, i Consiglieri Mighetti e Andrissi, che però non desiderano più intervenire.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Approfitto per parlare questa mattina, perché la scorsa settimana ero assente per motivi di malattia, quindi voglio esprimere la mia opinione su questo testo unificato che - tra l'altro - ho seguito attentamente in Commissione. Ho anche chiesto ai firmatari degli emendamenti di modificare gli stessi durante la Commissione.
Stiamo parlando di una patologia (l'endometriosi) molto importante, che conosco. Sono molto sensibile su questa tematica, perché è una patologia che colpisce la sfera femminile, le donne in età fertile. Tra l'altro l'endometriosi è la terza patologia che provoca sterilità.
Sono tantissime le donne affette da questa patologia (in Italia sono oltre tre milioni) che, purtroppo, non possono avere figli, pertanto si tratta di una malattia molto importante.
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 65, del marzo 2017, il DPCM del 12 gennaio 2017, che inserisce nei nuovi LEA l'endometriosi, cioè inserisce l'endometriosi nell'elenco delle patologie croniche invalidanti però - occorre precisarlo - negli stadi avanzati, quindi il terzo e il quarto grado della malattia.
Si riconosce il diritto di usufruire di un'esenzione per alcune prestazioni specialistiche di controllo, che comportano una spesa più alta per le pazienti: una visita ginecologica di controllo prevista ogni sei mesi, l'ecografia all'addome e l'ecografia transvaginale.
Vengono, dunque, riconosciute queste visite: la visita ginecologica e le ecografie di controllo. Non sono riconosciuti, però, il primo e il secondo grado, che sono gli stadi lievi, quelli più moderati, iniziali. Su questo, le associazioni nazionali, dopo lunghi anni di battaglie, hanno accolto con gioia il riconoscimento dell'endometriosi all'interno dei nuovi LEA, nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, ma nello stesso tempo le associazioni e le pazienti hanno parlato chiaro, hanno espresso le criticità esistenti, che devono essere portate avanti e risolte a livello nazionale.
Ad esempio, l'esenzione del ticket è prevista per alcuni esami (al terzo e quarto stadio), ma non è prevista per le donne che sono affette da tale malattia al primo e secondo stadio. Anche per le donne che sono al terzo e quarto stadio della patologia, alcuni farmaci non hanno l'esenzione.
Un'altra cosa importante, sulla quale.



PRESIDENTE

Colleghi, un giorno intero con questi chiacchiericci.
Voi avete il fisico, io purtroppo sono malmesso: non ce la faccio! Mi venite incontro, se volete?



BATZELLA Stefania

Altra criticità è la tutela lavorativa e l'invalidità per gli stadi avanzati. Infatti, alle donne non viene riconosciuta l'invalidità negli stadi avanzati e - tra l'altro - non vengono tutelate nemmeno a livello lavorativo. Su questo, occorre lavorare, ed è quello che chiedono le pazienti e le associazioni.
Occorre un registro a livello nazionale. È importante che, a livello regionale, gli ambulatori che sono dedicati allo studio e al trattamento di questa patologia raccolgano i dati, perché il fatto di monitorare e di continuare a raccogliere i dati è sicuramente positivo. Apprezziamo questo iter e si deve sicuramente seguire, però a livello nazionale abbiamo bisogno di censire i numeri totali riguardanti questa patologia.
Ricordiamo che oltre tre milioni di donne sono affette da questa patologia.
Queste sono le richieste avanzate e continuano a essere riproposte da parte delle associazioni di tutto il territorio nazionale.
Volevo, inoltre, sottolineare la criticità di questa proposta di legge cioè la norma finanziaria. L'avevo già sottolineato in Commissione, ma ci tengo a ribadire in Aula che non possiamo mettere in atto una proposta di legge, renderla operativa e poterla applicare nel vero senso della parola senza risorse. Onde evitare che rimanga solo un documento scritto sulla carta, abbiamo bisogno di risorse. Non possiamo avere una clausola finanziaria uguale a zero.
In questa proposta di legge ci sono delle richieste, degli impegni e dei buoni propositi che devono trovare applicazione.
Dal momento che in questa proposta di legge si chiede la formazione degli operatori sanitari che lavorano nel settore e si occupano di questa patologia, abbiamo bisogno di risorse. Sappiamo benissimo che esistono dei corsi di educazione continua in medicina, ma, ahimè, ci sono molti professionisti che non possono più svolgere questi corsi perché non ci sono le risorse. Non sempre le Aziende Sanitarie Locali così come le Aziende Ospedaliere hanno le risorse per poter formare e aggiornare tutti i professionisti e tutti gli operatori che lavorano in sanità.
Quindi, se veramente vogliamo formare e aggiornare i professionisti e gli specialistici che si occupano di questa patologia, abbiamo bisogno di risorse. È vero che le ASL si fanno carico e devono sicuramente mettere in atto delle campagne di informazione e di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza, ma è anche vero che per poterlo fare ci vogliono le risorse.
Quindi, la richiesta è quella di mettere delle risorse su questa legge si deve trovare una soluzione, perché una legge non può trovare applicazione se le risorse sono zero. Per qualsiasi cosa abbiamo bisogno di denaro e di risorse. Lo dobbiamo fare proprio per un segno di rispetto nei confronti di queste pazienti e di queste donne che vengono continuamente discriminate.
Sappiamo che la parità di genere ha ancora una lunga strada davanti a sé; per poter raggiungere la parità di genere abbiamo ancora tanta strada da fare, nonostante l'impegno di questa Regione, perché il Consiglio regionale del Piemonte è molto attento a queste problematiche, ma dobbiamo ancora fare tanta strada. A queste donne va riconosciuto il diritto di essere assistite. Ci sono molte donne che, a fronte di una minima cosa che si fa nei loro confronti, sono felici, perché finalmente vedono che qualcuno si interessa. La stessa cosa vale per tutti i pazienti e tutte le malattie in generale.
Quando dei malati sentono che un'istituzione, un'Amministrazione, in questo caso la Regione Piemonte, si sta interessando a loro attraverso una proposta di legge, loro ne sono felici, ma ne siamo felici tutti. Per signori, attenzione, loro ne sono felici, ma non dobbiamo deludere queste donne che vivono nella malattia e hanno tante aspettative. Non illudiamo queste donne, perché la delusione poi è tremenda.
Va bene questa proposta di legge, ma vorrei che trovasse applicazione nel vero senso della parola; quindi, necessita di risorse per tutto quello che ho appena elencato.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole della Consigliera Caputo.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Caputo e Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Questo emendamento inserisce, dopo le parole "e le eventuali complicanze", le parole "anche attraverso i registri di rilevanza nazionale e regionale, di cui al comma 1 dell'articolo 3 nel DPCM".
Nel DPCM, in effetti, viene prevista l'istituzione di un registro nazionale, che esattamente prevedrà che i sistemi di sorveglianza tratti nei dati per finalità di cure, di ricerca e di governo siano istituiti proprio attraverso i registri regionali, che verranno istituiti attraverso questa nostra proposta di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo la trattazione della legge, che riprenderemo nel primo pomeriggio, così come suggerito dai colleghi firmatari.
Passiamo all'esame del punto successivo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame proposta di deliberazione n. 229, inerente a "Direttive e indirizzi strategici assegnati a Finpiemonte S.p.A. nel quadro della programmazione regionale per il triennio 2017-2019, ai sensi del II Comma dell'articolo 19 della legge regionale 6 aprile 2016, n. 6, connessa alla qualifica di intermediario finanziario iscritto all'Albo unico di Banca d'Italia"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 229, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale La delibera di cui oggi discute il Consiglio, proposta dalla Giunta al Consiglio, costituisce l'adempimento di una norma contenuta nella legge di bilancio dell'anno scorso. Erano a bilancio le operazioni dirette alla capitalizzazione di Finpiemonte S.p.A. finalizzata all'iscrizione al nuovo Albo degli intermediari finanziari.
Contestualmente, veniva prevista, da parte del Consiglio, il fatto di esprimere e formulare indirizzi strategici sulla operatività di Finpiemonte S.p.A. per quanto riguarda l'impiego del patrimonio di sorveglianza e di fare questa operazione annualmente, contestualmente alla legge di bilancio.
Questo è il quadro al cui interno è maturata la delibera.
I contenuti sono riferiti all'impiego del patrimonio di sorveglianza e non all'attività che Finpiemonte S.p.A. svolge in quanto società in house della Regione, dunque per tutta la parte che è data, per esempio, dalla gestione delle misure del FESR destinate al sistema delle imprese, siano esse sugli strumenti di garanzia, sull'internazionalizzazione sull'innovazione e ricerca.
È chiaro, peraltro, che nell'individuazione della nuova missione di Finpiemonte occorre tener conto - questa è una tautologia, ma è giusto ricordarlo - di ciò che la Regione fa con propri diretti strumenti di intervento. Questo per assicurare che le due attività, ossia ciò che la Regione fa con strumenti proprio e gli indirizzi che dà a Finpiemonte in quanto intermediario finanziario vigilato sull'impiego del proprio patrimonio di sorveglianza, sono due pezzi di politiche regionali che, in quanto tali, devono parlarsi e tener conto l'una dell'altra.
La delibera è stata ampiamente discussa in Commissione ed è stata anche integrata con alcuni emendamenti dei componenti della Commissione medesima.
I beneficiari, sul sistema delle imprese, non possono che essere il sistema delle PMI, con particolare attenzione alle piccole e alle microimprese, che sono quelle rispetto a cui, peraltro, un insieme di problemi, dagli strumenti a sostegno dell'innovazione, agli strumenti a sostegno della crescita, agli strumenti per la garanzia del credito, sono particolarmente necessari.
L'altro tema di attenzione, in generale e in parte coincidente con questo, sono gli interventi che vanno a coprire aree cosiddette a fallimento di mercato. Purtroppo il tema dell'accompagnamento delle PMI è proprio una di queste aree a fallimento di mercato.
Si elencano una serie di target di riferimento che riassumo rapidamente. Si è detto: supporto alla creazione di nuove imprese, alla competitività delle microimprese delle PMI e Mid Cap e alla diversificazione del territorio.



PRESIDENTE

Colleghi, per favore, fate un po' di silenzio! DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Il secondo target è il consolidamento e l'attrazione di nuove imprese con alto potenziale di crescita.
Il terzo è il tema dell'innovazione sociale. Questo è un tema particolarmente importante, perché nel nostro territorio abbiamo un ampio tessuto di impresa sociale che ha anche dimostrato una grande capacità di resistenza nei confronti della crisi, è cresciuto in questi anni, ma necessita di strumenti che ne aiutino il consolidamento e la crescita.
Inoltre, vi è il tema dell'efficientamento energetico e della cosiddetta green economy in generale, il sostegno a investimenti di enti pubblici e imprese a rilevanza pubblica e, infine, ovviamente, in questo caso in particolare, tenendo in correlazione con ciò che già fa la Regione con gli strumenti del FESR, la ricerca e l'innovazione.
L'ultimo punto che qui viene richiamato è la gestione delle partecipazioni aziendali che, in quanto tali, fanno parte del patrimonio di vigilanza, rispetto alle quali si chiede di mantenere uno stretto monitoraggio sull'efficienza e l'economicità della gestione.
Infine, vengono indicate le prime misure sulle quali l'operatività di Finpiemonte dovrà partire, che riassumo rapidamente: cofinanziamento a favore di nuove iniziative imprenditoriali di micro, piccole e medie imprese che comprendano l'insieme delle categorie di interventi e beneficiari, individuati da previgenti leggi regionali; il tema degli hydro bond; gli interventi a supporto del risparmio energetico dei condomini; la piattaforma di investimento FEI sulle startup; il marketplace lending per le piccole imprese; la cooperazione con Simest per il rilascio di garanzie per l'internazionalizzazione a vantaggio di piccole imprese; operazioni di partnerariato pubblico e privato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Farò un intervento breve, anche perché siamo già intervenuti sistematicamente in Commissione, ma non credo che comunque la situazione si sia evoluta in modo positivo rispetto alle critiche assolutamente costruttive fatte al documento e alle linee di indirizzo.
Ripercorro alcuni passaggi. Leggendo l'allegato alla delibera di Finpiemonte, è chiaro che diventa difficile immaginare che qualcuno possa essere contrario a queste linee di indirizzo: ci mancherebbe altro! Parliamo però di linee di indirizzo assolutamente molto ampie e generiche che sono state ripresentate a distanza di un anno dal momento in cui sempre durante una Commissione, ripetemmo all'Assessore e al Presidente di Finpiemonte che la preoccupazione che noi avevamo era che questa nuova Finpiemonte, oltre a drenare risorse in modo cospicuo a delle misure che si stavano in quel momento chiudendo con il vecchio FESR, poc'altro facesse. È passato un anno e siamo qui a discutere nuovamente di linee di indirizzo di carattere generale.
Mi permetto di dirlo ai colleghi, se non l'hanno saputo: ieri è stato messo in liquidazione il secondo Confidi regionale (Unionfidi), senza che noi - pur avendolo chiesto sistematicamente in quest'Aula - avessimo la possibilità di trovare delle linee strategiche per intervenire su un sistema che è utile al territorio e alla nostra Regione e che la nostra Regione pare completamente aver dimenticato. Infatti, oltre alle esternazioni fatte più di un anno e mezzo fa rispetto al rimprovero di mancanza di volontà di fare un ragionamento di natura strategica e non solo di natura emergenziale sul sistema delle garanzie, poco si è fatto, per non dire nulla.
Ritroviamo all'interno di queste linee di indirizzo un po' di difficoltà e di ritrosia da parte della Giunta, perché non è segreto il fatto che le associazioni datoriali siano intervenute pesantemente anche sui Gruppi regionali e li abbiano incontrati a più riprese (hanno incontrato il Gruppo del PD, del Movimento 5 Stelle e i nostri) per manifestare la loro preoccupazione rispetto alle linee di indirizzo che la Giunta stava deliberando con questo documento strategico sulla Finpiemonte tant'è che alcuni degli emendamenti, che prontamente i Consiglieri di maggioranza hanno presentato, in realtà nascono dalla penna di alcuni Segretari regionali autorevoli delle associazioni datoriali; e anche questo penso non sia un mistero.
La nostra preoccupazione permane, Presidente Chiamparino, Presidente del Consiglio e Assessora. Perché permane? Perché, mentre possiamo essere d'accordo sul fatto che una nuova Finpiemonte possa operare correttamente questa nuova Finpiemonte nasce zoppa: all'interno non ha le competenze specifiche per fare ciò che deve fare. E ci permettiamo di risottolineare che - pur essendoci sicuramente persone che, per buona volontà e per valore, precedentemente hanno dato molto alla Finpiemonte - oggi non abbiamo all'interno della struttura le competenze che possono traghettare la Finpiemonte sotto questa nuova configurazione. E mi permetto di sottolineare come il capitale umano, da questo punto di vista, sia fondamentale.
Dopo un anno non abbiamo ancora avviato e attuato nulla di quello che ci eravamo detti un anno fa, sia dal punto di vista della gestione delle strategie finanziarie sia dal punto di vista dell'accompagnamento delle nostre imprese. E, come correttamente mi ricordava prima il mio Capogruppo quando parliamo di interventi sulle PMI, ci piacerebbe capire come vorremmo far evolvere questi interventi, stante che le nostre piccole e medie imprese sono qualche centinaia di migliaia e quindi diventa difficile immaginare che si possa intervenire.
Se di nuova Finpiemonte noi dobbiamo parlare, dobbiamo ipotizzare un soggetto che, così come hanno fatto altre Regioni, prepotentemente prenda in mano le strategie della Regione. Oggi questo è quello che sta mancando.
Non siamo autorevoli negli ambiti economici, non siamo autorevoli nei rapporti con il sistema bancario e abbiamo completamente perso il controllo del sistema delle garanzie. Ci chiediamo dove immaginiamo di andare. Non sono di certo delle linee guida che ci possono traghettare fuori da questa mancanza di strategie che ormai questa Giunta manifesta da tre anni.
Quindi, Presidente, noi chiediamo di lavorare seriamente - e siamo a disposizione per farlo - su un rilancio dell'economia: è uno dei punti fondamentali. E mi permetto di sottolineare che anche la disattenzione che c'era prima da parte dell'Aula - e non dell'opposizione - nei confronti dell'intervento dell'Assessora la dice lunga rispetto alle linee strategiche che questa Regione a governo centrosinistra ha immaginato per il Piemonte.
Allora, se l'economia è il traino del lavoro e della Regione Piemonte mi chiedo il motivo per cui non ci sia mai nessuno ad ascoltare e a intervenire, se non soltanto a borbottare fuori dall'emiciclo dicendo che la Giunta non sta operando, ma senza avere il coraggio - anche come maggioranza - di esplicitare all'interno di quest'Aula che ci sono delle cose che non funzionano. Siamo ormai a metà del mandato e abbiamo la programmazione europea che stenta a partire, checché se ne dica: se andiamo a vedere, i bandi che sono partiti dopo due anni e mezzo sono pochissimi.
Ci chiediamo come una Finpiemonte lenta come una lumaca possa essere il traino dell'economia.
Mi permetto anche di annunciare, d'intesa con il Capogruppo, che noi chiaramente non parteciperemo al voto, perché non riteniamo che queste siano linee di indirizzo adatte alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento della collega Porchietto, per mi preme ripercorrere il cammino che ci porta oggi ad approvare questo atto di indirizzo sulle attività di Finpiemonte e della nuova Finpiemonte.
La creazione di una nuova Finpiemonte - la definizione, la sua capitalizzazione - parte da un lungo lavoro che è approdato in Consiglio nell'aprile 2016 con l'approvazione di un articolo della legge finanziaria 2016, che ha avviato il percorso di ricapitalizzazione e creazione della nuova Finpiemonte.
L'obiettivo era ed è quello di intercettare delle esigenze specifiche per sostenere lo sviluppo economico e il sistema industriale della nostra Regione, che andavano nella direzione di ampliare il perimetro di credito e gli strumenti a disposizione delle PMI, anche e soprattutto non bancari proprio per andare incontro a quelle che si andavano manifestando come esigenze per la crescita del nostro territorio. E quella è stata una grande operazione di sviluppo per Finpiemonte, perché l'ha ridisegnata e ripensata e ha avviato un percorso che, inevitabilmente, è durato quasi un anno, nel quale Finpiemonte ha dovuto depositare un piano industriale presso la Banca d'Italia e avviare le procedure di iscrizione al suo Albo, che si è completato con il via libera di Banca d'Italia arrivato a febbraio 2017: meno di un anno di lavoro, quindi, per arrivare al riconoscimento da parte di Banca d'Italia.
Nel corso dell'esame della legge finanziaria 2016, proprio per dare piena paternità al Consiglio regionale sugli atti in ordine a uno strumento così importante qual è Finpiemonte, si era deciso di approvare e di definire un atto - una delibera di Consiglio regionale - in cui si definivano gli ambiti di intervento. E così, dopo il via libera di Banca d'Italia, si è incominciato a lavorare su questo documento, che è stato presentato più volte in Commissione: già a febbraio-marzo, con l'approvazione di Banca d'Italia, l'Assessora e il Presidente di Finpiemonte erano venuti in III Commissione a definire su quali ambiti si stava lavorando per il 2017, diventati poi l'atto che stiamo discutendo oggi.
Il lavoro, quindi, è stato lungo e articolato, sia dal punto di vista amministrativo, legislativo e tecnico che dal punto di vista finanziario perché la nuova Finpiemonte parte da un capitale sociale di circa 100 milioni e si sta capitalizzando nel corso del tempo: noi abbiamo previsto una capitalizzazione fino a 600 milioni nei prossimi tre-quattro anni e anno dopo anno, stiamo procedendo con la sua attuazione. E anche questo siccome parliamo tanto di bilancio e di aspetti finanziari in quest'Aula è sicuramente un impegno importante che la Giunta sta portando avanti con successivi atti di approvazione e adeguamento.
Si tratta dunque di un percorso: le grandi strategie di politica industriale non si fanno con un atto in una settimana, ma si avvia un iter.
Direi che oggi, con l'approvazione di questa delibera, finalmente usciremo di fatto da un percorso legislativo-amministrativo-tecnico, ma entreremo in un percorso in cui la nuova Finpiemonte riuscirà a portare alle piccole e medie imprese e al sistema industriale gli strumenti declinati in questo atto, che, insieme, sommano 100 milioni di euro (sono stati correttamente annunciati prima dall'Assessora).
Rispetto a questo atto, la Commissione ha lavorato parecchio in questi tre mesi (da aprile ad oggi), andando anche a integrare la delibera di Consiglio regionale. E lo ha fatto sotto due aspetti, che comunque erano insiti nell'atto e che, quindi, noi abbiamo voluto esplicitare soltanto maggiormente.
In primo luogo, tutti questi strumenti finanziari vanno nella direzione del sostegno alle piccole e medie imprese, microimprese e - abbiamo aggiunto - delle "nuove iniziative imprenditoriali". Perché Finpiemonte dovrà sostenere ovviamente il sistema industriale del territorio, ma anche la creazione di nuove iniziative imprenditoriali. Come ho detto, lo abbiamo voluto esplicitare, anche se era evidente già negli atti della Giunta regionale.
Il secondo aspetto che sottolineo, per non ripercorrere l'intera delibera, è sicuramente quello accennato prima: tutti gli atti e tutti gli strumenti finanziari che verranno messi in atto vanno nella direzione di aumentare il perimetro del credito e, quindi, vanno nella direzione di avviare degli strumenti nuovi e innovativi che possano colmare quella parte di finanziamento fuori dal perimetro bancario che va a complemento di quello che oggi è il sostegno del sistema bancario. Tutto questo con il patrimonio di vigilanza di Finpiemonte, quindi della nuova Finpiemonte.
Accanto a questo, proseguono le azioni a sostegno dell'accesso al credito della Finpiemonte tradizionale - consentitemi questa dicitura - attraverso l'utilizzo anche dei fondi europei.
Concludo con una considerazione su quanto accennava poc'anzi la collega Porchietto (non voglio usare il termine "polemica") in merito al tema dei consorzi di garanzia: nella delibera di Finpiemonte abbiamo operato, anche come Commissione, proprio per esplicitare (anche in questo caso non ce ne sarebbe stato bisogno) che la nuova Finpiemonte potrà operare insieme all'ambito degli intermediari finanziari (nei quali possono rientrare anche i confidi) nell'ottica dell'addizionalità delle risorse e del suo ampliamento complessivo.
Tutto questo, ovviamente, a supporto del sistema industriale, delle piccole e medie imprese e delle microimprese che abbiamo voluto esplicitare, che - ne sono certo - dal giorno dopo l'approvazione di questa delibera, potranno avere a disposizione degli strumenti finanziari che oggi non esistono e che si potranno mettere in atto grazie all'operazione di riorganizzazione e di ripensamento della Finpiemonte, che altrimenti, in condizioni stabili, non avrebbe potuto mettere in atto nuovi strumenti n intercettare le esigenze che arrivavano anche dal sistema industriale.
Voteremo convintamente a favore dell'intero testo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È evidente - abbiamo avuto modo di ribadirlo anche in sede di Commissione - che nessuna forza politica, tantomeno il centrodestra, pu essere contraria a una delibera che, in qualche modo, ha come finalità il sostegno del mondo delle imprese, in particolar modo in una situazione critica e delicata come questa.
Il quesito che poniamo all'Aula, e che abbiamo già avanzato in sede di Commissione, è se questa delibera riesce a rispondere a un punto, ripreso proprio all'interno della delibera stessa e che ha ricordato poc'anzi il collega Gallo, quello di ampliare il numero dei beneficiare che, in qualche modo, possono accedere alle diverse misure previste da Finpiemonte.
Inoltre, proprio nel ricordare l'aumento di disponibilità economica occorre partire da un presupposto: verosimilmente, questo è la strumento più significativo che questa Amministrazione ha per sostenere il mondo dell'economia. Nell'arco di pochi anni ci sono fra i 500 e i 600 milioni di euro di sostegno alle imprese. Dunque, qual è il tema che noi (non solo il Movimento Nazionale o altri colleghi del centrodestra, ma gran parte del mondo imprenditoriale) riteniamo critico? Il fatto che in realtà questa delibera manchi, intanto, di una strategia, cioè non tenga conto dell'unicità.
Finpiemonte è stata trasformata da finanziaria in banca; nonostante questo, è stata ridotta l'erogazione di contributi nei confronti delle imprese - contributi che verosimilmente non erano più utili - pur avendo oggi la società una grande disponibilità economica. Quindi il rischio di un'occasione mancata, in un momento come questo, credo sia il tema più importante.
La riduzione dei beneficiari credo sia un rischio altrettanto significativo, perché non possiamo non far presente (non tanto e non soltanto noi) il pericolo che le startup innovative vengano escluse da quanto previsto dalla delibera e dal piano aziendale e che le piccole e medie imprese (soprattutto le piccole) incontrino più difficoltà nell'accedere ai finanziamenti rispetto a prima; o, ancora, il fatto che forse manchino alcune misure innovative rispetto alle precedenti programmazioni (perché diverse erano le modalità di accesso al credito).
Dunque, un fondo come quello per i soggetti che hanno difficoltà nell'apertura di credito (anche se vi è all'interno del programma, ma non così importante) è certamente uno dei temi più significativi.
Avanziamo, quindi, una richiesta, e lo faremo anche con la presentazione di un ordine del giorno: chiediamo che vi sia un puntuale intervento di controllo da parte del Consiglio regionale non tanto rispetto al funzionamento di Finpiemonte, ma alla possibilità di accesso al credito e di accesso ai differenti benefici che la delibera prevede. Noi riteniamo che questo sia l'aspetto principale, proprio per evitare di approvare oggi una delibera che non rappresenta un grande passaggio, ma che rischia di essere, invece, una grande occasione mancata.
Segnaliamo anche il fatto che da quando abbiamo iniziato a discutere del piano aziendale di Finpiemonte a oggi è passato circa un anno: per uno strumento fortemente innovativo e fortemente atteso dal mondo dell'impresa solitamente i tempi per l'attuazione di quanto illustrato in sede di I e III Commissione sarebbero dovuti essere diversi.
Noi manifestiamo una grande perplessità non tanto e non solo rispetto alla delibera, ma alla capacità e alla possibilità di realizzare quanto previsto all'interno della stessa e alla impossibilità di realizzare ci che in realtà la delibera non contiene. Da questo punto di vista, vorremmo che ci fosse un controllo puntuale, essendo in questo momento il principale strumento di sostegno all'impresa. Perché - e concludo - in occasione delle leggi di bilancio passiamo molto tempo a vedere se ci sono i 200 mila euro in più o in meno sulla legge X, Y dell'anno Z, che è un tema importante.
Dopodiché, riguarda un numero limitato di decine di milioni di euro, perch il nostro è un bilancio assolutamente ingessato, che ha una possibilità di discrezione nel termine relativamente piccolo, di alcune decine di milioni.
Poi, abbiamo cinque o 600 milioni che stanno nella "pancia" di Finpiemonte.
Inoltre, abbiamo i miliardi, circa quattro, che saranno nella programmazione europea, e di quello ce ne occupiamo penso un decimo rispetto a quanto ci occupiamo delle norme di bilancio. In realtà, le uniche vere risorse di sviluppo per questa Regione stanno fuori dal bilancio.
Stanno all'interno della pancia di Finpiemonte, stanno all'interno dei fondi europei, dove nei bilanci vediamo unicamente la parte di co finanziamento obbligatoria. Quello è il bilancio di cui non discutiamo mai quello è il bilancio di cui non ci occupiamo mai, neanche nelle Commissioni, ancorché il collega Gallo abbia calendarizzato qualche appuntamento, ma a una richiesta che proviene dalle Commissioni non si pu non dare risposta. In realtà, dovremmo occuparci quasi esclusivamente di quella parte di bilancio che non sta nel bilancio regionale, ma che è l'unico vero strumento di sviluppo, di sostegno alla coesione sociale e quant'altro della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io sarò breve nell'intervento, anche perché, come ricordavano i colleghi che sono intervenuti prima di me, abbiamo discusso a lungo in Commissione su questa trasformazione di Finpiemonte, ci sono state numerose occasioni di dibattito e abbiamo cercato di proporre anche degli emendamenti durante le ultime sedute per cercare di correggere alcune parti del testo che non ci convincevano.
I nostri emendamenti sono stati quasi tutti bocciati, tranne uno che riguardava il sostegno alle imprese nella green economy, forse anche a dimostrazione del fatto che sulla carta gli intenti sono sempre condivisibili, ma poi nella pratica facciamo un po' fatica a trovare delle convergenze sui temi. Quindi, per quanto riguarda questa deliberazione guardando ambiti di intervento e target, non c'è quasi nulla su cui possiamo sollevare delle obiezioni, anche se adesso, confrontandomi con il collega Andrissi, notavamo che ci sono ancora delle forti criticità soprattutto per quello che riguarda la garanzia alle forme di partenariato tra pubblico e privato.
Gli aspetti più critici che abbiamo sollevato in Commissione sono quelli relativi alla mancanza di strumenti del contenimento del rischio su finanziamenti che utilizzano fondi pubblici. Non dimentichiamoci che Finpiemonte utilizzerà dei fondi pubblici; attraverso i nostri emendamenti abbiamo cercato di andare a rimuovere dalla deliberazione il riferimento a tutte quelle azioni che potrebbero presentare dei rischi eccessivi e quindi, provocare delle reazioni e delle ricadute che sarebbero poi pagate dai cittadini piemontesi.
È vero che siamo ancora profondamente scottati da quanto è successo a Eurofidi e noi abbiamo criticato pesantemente l'operato di questa Giunta tant'è che abbiamo depositato, anche per questo motivo, una mozione di revoca delle deleghe nei confronti dell'Assessore De Santis, che spero verrà discussa in quest'Aula a breve.
È anche vero che ci troviamo di fronte a una trasformazione di questo soggetto che potrebbe esporci a rischi simili se non peggiori. Quindi vogliamo essere assolutamente certi, e purtroppo non lo siamo leggendo il testo di questa deliberazione, che non si ricreino delle condizioni che potrebbero ricordare il fallimento di Eurofidi e, in generale, di tutto il sistema di Confidi cui faceva riferimento, poco fa, la collega Porchietto.
Abbiamo chiesto di definire bene le procedure di monitoraggio e controllo dell'attività di Finpiemonte, abbiamo sollevato il tema in Commissione. Se ne ricorderà l'Assessore, perché abbiamo proprio chiesto in quale modo verrà monitorata l'azione di Finpiemonte e come verrà controllata la coerenza delle azioni di Finpiemonte rispetto alle linee guida che vengono definite dalla Regione nell'ambito delle politiche dell'Unione Europea. Quindi, un tema relativo più alla coerenza con gli indirizzi che vengono definiti anche dal Consiglio regionale, ma poi anche un controllo sulle operazioni che in pratica Finpiemonte metterà in atto.
Pertanto, chiediamo che ci sia un confronto puntuale con le Commissioni, proprio perché vogliamo evitare di trovarci, come è successo con Eurofidi, di fronte a un disastro, senza che ne abbiamo avuto contezza.
In Commissione, quando abbiamo affrontato questo tema, l'Assessore De Santis ha dichiarato che è compito della Giunta regionale svolgere l'attività di controllo. Facendo ovviamente tutti gli scongiuri del caso se dovesse verificarsi una situazione di bancarotta - adesso non è che voglia augurare ovviamente il peggio né a Finpiemonte e neanche alle imprese piemontesi - e se dovessimo trovarci di fronte a un disastro simile a quello che è successo con Eurofidi, non vorremmo a quel punto sentirci dire che non ci sono responsabilità della Giunta, perché è un qualcosa che abbiamo già sentito, riferito alle vicende di questi ultimi mesi. Però non vorremmo risentirlo dire anche nel caso di problemi con questo nuovo soggetto o, meglio, con il nuovo ruolo che stiamo attribuendo a questo soggetto.
Quindi, ricordiamoci tutti che la responsabilità del controllo delle azioni di Finpiemonte, anche secondo quanto dichiarato dall'Assessora De Santis in Commissione, spetta alla Giunta regionale, noi siamo qui, come forza di opposizione, a offrire un aiuto, uno strumento di controllo che, a nostro avviso, potrebbe essere quello di pianificare delle Commissioni periodiche, con una cadenza più o meno fissa, compatibilmente con le attività del Consiglio, per confrontarci sulle azioni messe in pratica da Finpiemonte e intervenire tempestivamente nel caso in cui ci fossero dei segnali che potrebbero indicare l'inizio di una crisi.
Questo è quanto noi proponiamo.
Abbiamo depositato poco fa un ordine del giorno anche collegandoci alla recente approvazione della legge sull'usura e sul sovraindebitamento, che chiede di individuare uno strumento a sostegno delle famiglie piemontesi che si sono sovraindebitate, quindi chiediamo un atto concreto da parte della Giunta, ovviamente su indicazione del Consiglio, che possa fornire uno strumento in più e che possa dimostrare concretamente che Finpiemonte svolge un ruolo strettamente collegato alla sua natura di soggetto pubblico.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Diciamo che i temi chiave e cardine delle criticità relative alla deliberazione che andremo ad approvare oggi sono stati più o meno toccati dai precedenti interventi.
Vorrei sottolineare alcune questioni che ritengo veramente essenziali perché quello che andiamo a fare oggi non sia l'ennesima dichiarazione velleitaria. Oggi andiamo ad approvare un documento, sostanzialmente, di nove pagine dove si indicano alcune linee di sviluppo strategiche per l'attività della nuova finanziaria regionale Finpiemonte, che ha una dotazione non enorme, ma comunque cospicua di risorse che possono essere utilizzate per degli investimenti, anche se significativi, e per il rilancio dello sviluppo economico di alcuni settori produttivi della nostra regione, così come per attività legate alle imprese sociali, quindi anche al sostegno a imprese che operano in ambiti di rilevanza sociale.
Dall'altra parte, si richiede anche un impegno per lo stimolo alla nuova imprenditorialità e, in particolare, quella piccola e addirittura micro.
Tutti questi temi, così come le macrolinee che sono state delineate in questo documentino, peccano di una cosa, e questo lo vedo guardando anche come sono state affrontate tali questioni nelle passate legislature, dove abbiamo avuto un progressivo degrado dell'analisi a supporre delle linee guida strategiche sulle varie tematiche.
Qui, andiamo veramente a toccare un elemento cruciale di qualsiasi politica che stiamo mettendo in campo, perché - come hanno ben detto il collega Vignale ed altri colleghi - non stiamo più approfondendo le tematiche in Commissione. Non abbiamo più attività di supporto informativo rispetto alle scelte che andiamo a prendere in Commissione e qua, in Consiglio. Discutiamo in termini generici delle tematiche, magari definendo dei titoli, scrivendo dei piccoli paragrafi sull'efficientamento energetico dei condomini, ma non sappiamo quali siano le misure effettive che potrebbero incidere, in quali tempi e in quali modi, su un'effettiva riqualificazione del tessuto urbano dal punto di vista energetico, perché è di questo che andiamo a parlare.
In questo documento strategico scriviamo anche delle questioni cosiddette tattiche: investiremo un centinaio di milioni entro il 2017 su alcune attività prioritarie - dagli hydro bond al direct lending alle imprese, ecc. - però non scriviamo in che modo intendiamo effettivamente realizzarlo.
C'è una cosa che si fa molto spesso nei Paesi anglosassoni: quando si definiscono delle politiche, si scrivono anche i cosiddetti case studies cioè si dice: noi intendiamo fare degli hydro bond, mettiamo sette milioni di euro, ma a fronte di quali problematiche? Cosa pensiamo di coprire con questi sette milioni di euro? Quali sono le effettive esigenze e a chi servono sette milioni di euro entro il 2017? Teniamo presente che siamo a luglio, quindi abbiamo di fronte cinque mesi per approvare e mettere in campo le iniziative che si vogliono realizzare con queste milionate, che sono - continuo a dirlo - un centinaio di milioni di euro (99, più o meno a conti fatti, considerando che ce ne sono alcuni che ballano tra i cinque e i dieci).
Continuo a dire che si tratta di un approccio approssimativo, di cui non abbiamo veramente discusso, perché ci è stato detto: "Eventualmente, se volete degli approfondimenti, venite a chiederli direttamente in Finpiemonte". Ma non dovrebbe essere così. Se, cioè, io vado a vedere il piano energetico (faccio questo banalissimo esempio perché è uno dei tanti temi che seguo direttamente), nella seconda Giunta Ghigo, cioè da quando la Regione è diventata ente legislativo su queste tematiche, c'è stato l'unico piano energetico approvato, con dietro decine e decine - se non centinaia di pagine di analisi sui fabbisogni, sulle opportunità per le diverse tipologie.
Nella successiva Giunta Bresso non aggiornammo il Piano energetico però arrivammo almeno ad avere, nel cosiddetto processo di aggiornamento del Piano energetico, la relazione programmatica sull'energia in Piemonte: oltre 300 pagine con le analisi di ogni singola filiera energetica.
Pertanto, cosa abbiamo fatto in questa legislatura sulle tematiche cruciali quali i fondi europei, la programmazione sull'impiego di tali fondi, quindi le linee guida per la trasformazione di Finpiemonte da attuatore e finanziatore di politiche regionali ad ente autonomo finanziario, nel gestire risorse anche in attività finanziarie che possono essere pericolose? Non abbiamo un'ampia documentazione a supporto da analizzare e discutere e su cui, eventualmente, fare osservazioni. Abbiamo avuto una serie di incontri e confronti, dove sono emerse un sacco di perplessità.
Noi non abbiamo affrontato nessuno dei temi che caratterizza qualsiasi forma d'investimento fatta da un ente pubblico (ricordiamoci che Finpiemonte continua ad essere un società integralmente controllata dall'ente pubblico).
Non sappiamo quali saranno le pesantezze burocratiche, non c'è una certezza dei tempi, dei modi, non c'è uno studio sulle misure che saranno messe in atto da un ente che è stato costituito per essere più snello dal punto di vista funzionale, anche rispetto a una banca.
In quale modo si darà certezza dei tempi, dei modi, della trasparenza delle procedure? In quale modo sarà misurata l'efficacia degli interventi? Perché noi, oggi, gli interventi non abbiamo neanche provato a definirli abbiamo dei paragrafetti, abbiamo delle righe, all'ultima pagina del documento, dove c'è scritto: "Hydro bond, sette milioni di euro".
Capite qual è il problema? Il problema è che viene lasciata - come su tante norme che abbiamo approvato - un'estrema autonomia nella definizione pratica di come saranno utilizzate le risorse e chi saranno gli effettivi beneficiari, perché non sono stati individuati. Non c'è un'idea, un documento che, sulla questione del sistema idrico integrato in Piemonte dica: ci sarebbero da fare i seguenti investimenti, gli attori del sistema idrico integrato in Piemonte sono questi, i territori in sofferenza sono questi, ecc.
La stessa cosa riguarda l'analisi del panorama e del tessuto produttivo, microproduttivo, ecc. Queste analisi non le abbiamo e le stiamo chiedendo (io faccio parte del Comitato per la valutazione delle politiche) all'interno di un'interazione con IRES Piemonte, che - nell'ultimo paio d'anni - ha subito una trasformazione, ha un nuovo programma di ricerca e ci dovrebbe fornire, in parte, un supporto informativo in merito a questo tipo di decisioni. Noi, però, non abbiamo utilizzato questo istituto per discutere la questione dell'evoluzione di Finpiemonte, pertanto o uno è andato a cercare le informazioni e ha approfondito certi settori, oppure si parla veramente di un temino, che poi verrà realizzato in un modo che starà a noi cercare di capire se funzionerà o meno. Starà a noi andare a cercare di capire che cosa si starà effettivamente facendo. E questo, dal punto di vista di un'opposizione che ha un'inferiorità informativa predefinita perché non è quella che muove le leve e non è quella che ha il rapporto diretto tra la maggioranza in Consiglio e la Giunta esecutiva.
Sotto questo profilo, siamo molto preoccupati di avere costruito l'entità più libera e potenzialmente il più spregiudicata possibile controllata da un ente pubblico e decisamente, per il momento, a rischio di poco controllo dall'ente pubblico stesso, oppure controllata da un Assessore o qualche membro dell'esecutivo che, con una certa spregiudicatezza, potrebbe portare a un cattivo uso o a uno spreco delle risorse investite.
È questo che manca in queste linee strategiche, è questo che noi abbiamo continuato a chiedere in questi mesi: che venissero introdotte nella delibera degli elementi che definissero meglio le modalità operative le modalità di controllo e le modalità di realizzazione del piano qui proposto. Lo facciamo per il 2017 con alcune definizioni un po' più puntuali, come caso di studio: vediamo come realizziamo le prime attività in modo molto più attento, proprio perché sono le prime, perché saranno gli indicatori di come funzionerà questa nuova cosa e delle eventuali necessità di riallineamento degli obiettivi e delle modalità di funzionamento.
Questi sono gli elementi critici che noi riscontriamo - purtroppo - in tutte le operazioni che sono state fatte con le risorse effettivamente spendibili.
Come ha ben detto il collega Vignale, noi spendiamo mesi su soldi che tanto non controlliamo - che sono quelli del bilancio, che ormai sono tutti già vincolati e impegnati, perché abbiamo da coprire solo buchi - e spendiamo cinque minuti per presentare la pianificazione dei fondi europei che poi impieghiamo epoche ad attuare.
La stessa cosa sul discorso di Finpiemonte, così come il discorso della riforma sanitaria. Vengono presentate delle delibere che sono delle relazioncine, dei temini interessanti, carini e anche magari ispiranti perché comunque ci sono delle cose interessanti e delle opportunità da cogliere, ma con molto poco o niente su come effettivamente si pensa che queste cosa possano funzionare. È questa la gravità del problema.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Rispetto all'insieme delle preoccupazioni sollevate da alcuni Consiglieri, vorrei esclusivamente fare alcune precisazioni, che sono peraltro di comune conoscenza, ma è evidente che possono sfuggire rispetto a chi deve puntualmente seguire la successione degli atti.
Per quanto riguarda la questione dei tempi, l'autorizzazione all'iscrizione al nuovo testo unico bancario Finpiemonte l'ha avuta, in realtà, l'8 febbraio. Questo perché quest'anno quest'azione era obbligatoria per una serie di soggetti, fra cui Confidi e altre finanziarie regionali, quindi Banca d'Italia ci ha messo un po' a smaltire le pratiche.
Peraltro, Banca d'Italia autorizza l'iscrizione. L'iscrizione vera e propria al nuovo Albo ha richiesto ancora qualche settimana. Quindi, la piena operatività della finanziaria regionale, considerato che oggi siamo a fine giugno, credo ci sia stata da fine marzo, quindi da due-tre mesi, non di più.
Per quanto riguarda il tema del controllo, giustamente si è preoccupati del fatto che risorse pubbliche possano essere, in qualche misura, sfuggite al controllo nella gestione. Ricordo che rispetto al sistema Eurofidi dove, a mio parere, questo è effettivamente accaduto - qui abbiamo dei meccanismi di massima garanzia, perché vi è un controllo della Banca d'Italia, in quanto intermediario finanziario vigilato, sull'impiego del patrimonio di sorveglianza. Vi è un controllo esercitato dalle strutture tecniche della Regione, in quanto trattasi di una società in house. Vi sono tutti gli strumenti di indirizzo e anche di controllo, di cui il Consiglio dispone, a cominciare dai piani industriali per finire a questa deliberazione annuale. Dopodiché si possono sempre fare errori, ma direi che il tema dei controlli è presidiato in maniera assolutamente adeguata.
Le associazioni di categoria sono state ampiamente coinvolte anche da questo punto di vista, in quanto fanno parte della rete di monitoraggio attivata all'interno di Finpiemonte e che ha visibilità sull'impiego delle risorse, sul tiraggio dei diversi strumenti, sulla capacità di questi strumenti di rispondere alle effettive esigenze del sistema delle imprese.
Le esigenze cui si vuole rispondere con questa operazione sono qui sommariamente ricordate, ma ricordo che sono i numeri macroeconomici che giustificano queste scelte. Tali numeri, purtroppo, sono ampiamente disponibili, da ultimo, nel rapporto di Banca d'Italia sull'andamento dell'economia piemontese che, insieme a molte luci, mette anche in evidenza alcune ombre, ivi compreso l'andamento del credito.
Sul tema dei controlli e dell'individuazione di questo tipo di progetti, per quest'anno è chiaro che Finpiemonte non farà tutto il lavoro da oggi al 31 dicembre. Tutta una parte di lavoro istruttorio era stato già fatto, come le stesse associazioni di categoria sanno bene, e da oggi in avanti, avendo la pienezza degli strumenti operativi, si potrà gradualmente procedere all'attuazione del piano.
Gli elementi di confronto per il Consiglio rispetto a ciò che Finpiemonte fa e farà non mancano, a cominciare da questa delibera, che si ripeterà ogni anno, ma certamente non è questo l'unico strumento.
Sul tema delle garanzie, che qui è tornato in maniera rilevante nell'operatività di quest'anno è, come vedete, previsto uno strumento di garanzia ai crediti con Simest, sicché prevediamo che con i crediti all'export si possa effettivamente allargare la platea dei beneficiari e ridurre il costo per questi soggetti.
Nella riprogrammazione del FESR, sulla quale stiamo avviando la procedura scritta, le risorse sugli strumenti di garanzia che erano state previste nel POR dalla precedente Amministrazione, pari a 20 milioni di euro, noi le raddoppiamo e andiamo intorno ai 40.
È chiaro che dobbiamo ragionare in questo ambito, pensando, in primo luogo, alla platea dei beneficiari, e quindi alla possibilità di allargare la platea-perimetro delle PMI beneficiarie di credito e di ridurre il costo per queste medesime PMI.
Si è parlato di fallimento di Eurofidi, ma vorrei ricordare che per il momento stiamo parlando di liquidazione. C'è una piccola differenza che non è esclusivamente tecnica, mettiamola così. Dubito, peraltro, che rispetto alle dimensioni delle problematiche finanziarie che stanno emergendo dentro al soggetto Eurofidi, la soluzione giusta sarebbe stata quella di destinare 50-60 o X-anta milioni di euro della Regione a beneficio esclusivamente dei creditori banche di Eurofidi.
Grazie.



PRESIDENTE

Vi sono due atti di indirizzo collegati.
. Ordine del giorno n. 1133 "Direttive e indirizzi strategici assegnati a Finpiemonte S.p.A. nel quadro della programmazione regionale per il triennio 2017-2019, ai sensi del secondo comma dell'art. 19 della legge regionale 6 aprile 2016 n. 6, connessa alla qualifica di intermediario finanziario iscritto all'Albo unico di Banca d'Italia" presentato da Frediani, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo Mighetti La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ho già accennato prima a quest'atto di indirizzo che abbiamo depositato e che si riallaccia un po' al discorso della legge che abbiamo recentemente approvato, inerente a "Prevenzione e contrasto ai fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento".
Crediamo che sia necessario dare un segnale concreto relativamente a questi temi, in particolar modo al tema del sovraindebitamento. Purtroppo ci troviamo sempre più di fronte a casi di famiglie che si trovano in condizioni di far fronte a dei debiti. Alcune volte si tratta di famiglie che hanno vissuto un momento critico per il licenziamento di uno o più componenti della famiglia, e magari hanno poi trovato una soluzione, nel senso che hanno trovato un nuovo lavoro e, di conseguenza, nuove entrate economiche, però si ritrovano, comunque, a dover ripagare dei debiti contratti in precedenza.
Crediamo che sia doveroso intervenire in questi casi e crediamo che Finpiemonte possa essere il soggetto più adatto per gestire questa situazione. Occorre valutare caso per caso qual è la situazione di queste famiglie e intervenire mettendo a disposizione un fondo di garanzia che consenta di fronteggiare questa emergenza e consenta alle famiglie e ai soggetti individuali di rimettersi in carreggiata e uscire dalle situazioni debitorie.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1134 "L'importanza che riveste Finpiemonte S.p.A.
nel quadro del sostegno al mondo delle imprese all'interno della nostra Regione" presentato da Vignale, Benvenuto, Gancia, Marrone Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno è molto semplice. Chiede alla Giunta di presentare trimestralmente nella Commissione competente i risultati puntuali raggiunti.
Crediamo, per le molte cose che sono state dette dai colleghi di maggioranza e dai colleghi di opposizione e anche dall'Assessora, che una verifica puntuale dell'andamento dell'attuazione del piano finanziario di Finpiemonte sia estremamente utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Vorrei fare alcune considerazioni sugli ordini del giorno.
Sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Vignale, credo che chiedere una rendicontazione puntuale trimestrale su strumenti di questo tipo sia eccessivo.
Ritengo che la Commissione monitori costantemente l'andamento di Finpiemonte. Ci sono tutte le occasioni per chiedere un'audizione all'Assessora e al Presidente di Finpiemonte. Già nella delibera di istituzione della nuova Finpiemonte noi dobbiamo rivedere annualmente il piano, valutandone i risultati e quindi deliberare il nuovo piano. Come maggioranza, saremmo orientati in questo modo. Riconosciamo l'importanza di monitorare l'attività di Finpiemonte, e come Presidente della III Commissione me ne faccio carico insieme al Consigliere Barazzotto Presidente della I Commissione.
Sul tema del sovraindebitamento richiamato nel documento illustrato dalla Consigliera Frediani, ho qualche dubbio rispetto alla possibilità di Finpiemonte di intervenire sulle famiglie, quindi su persone fisiche che non siano PMI. Magari la Giunta potrà esprimere un parere. Tecnicamente possiamo lavorarci sopra, ma mi sembra che la nuova Finpiemonte non possa intervenire su persone fisiche, quindi non credo sia fattibile approvare un ordine del giorno così formulato.
Riconosciamo l'impegno, anche perché abbiamo approvato una legge tutti insieme un paio di settimane fa, quindi sul tema siamo attenti e lo continueremo a essere. Mi sembra che la richiesta contenuta nell'ordine del giorno su Finpiemonte presentato dalla Consigliera Frediani non possa essere soddisfatta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Prendiamo atto, a questo punto, che il Partito Democratico ha deciso di non controllare l'operato di Finpiemonte e di non voler monitorare quello che avverrà. Mi permetto di sottolineare come in una fase così delicata, in cui dopo un anno e mezzo siamo qui che discutiamo del piano, noi diciamo che non è necessario parlare e verificare insieme ogni tre mesi la nuova attività di Finpiemonte.
Non mi sembra che la III Commissione sia ben rappresentata, perch questo è uno dei compiti della Commissione. Ci pare abbastanza irrituale il fatto che non si voglia prendere atto che un processo nuovo va monitorato ma lo scopo del Consiglio regionale è verificare gli atti che vengono emanati dalla Regione.
Ne prendiamo atto, ma vorrà dire che quando le associazioni datoriali si rivolgeranno anche alla maggioranza per chiedere di intervenire sulla Giunta, voi direte loro che siete ampiamente soddisfatti rispetto all'operato di Finpiemonte!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi si consenta di replicare alle osservazioni della Consigliera Porchietto.



(Commenti della Consigliera Porchietto)



GARIGLIO Davide

Siccome è tornato in auge, ho voluto fare un incipit in memoria di un leader.
Possiamo giocare in Aula con tutte le parole che vogliamo, ma quello che non accetto è che la Consigliera Porchietto possa dire che noi siamo assolutamente privi di interesse rispetto a quello che capiterà nei prossimi mesi dentro Finpiemonte.
Noi abbiamo tutti gli strumenti, abbiamo tutta la determinazione e la volontà di verificarlo. Ogni volta che questo Consiglio l'ha ritenuto opportuno, l'Assessora competente e il Presidente di Finpiemonte sono venuti a relazionare. Sarà nostra cura, com'è avvenuto in passato richiedere periodicamente delle informative e delle audizioni con gli amministratori di Finpiemonte, con l'Assessora, con la Giunta regionale e con le parti sociali.
Mi pare che in questi mesi l'interlocuzione con le parti sociali sia avvenuta grazie anche all'intermediazione e al lavoro fattivo di questo Gruppo consiliare, che ha portato all'approvazione di atti di indirizzo che sono stati determinanti per l'esito delle procedure di riforma di Finpiemonte. Da questo punto di vista, ribadisco il nostro giudizio contrario rispetto agli ordini del giorno, il che non significa che questo Consiglio e la maggioranza siano disattenti al problema.
Noi saremmo attentissimi, perché sappiamo, come ha ricordato la Consigliera Porchietto con la capacità e la verve che la contraddistingue che è un elemento fondamentale per la nostra politica economica. Abbiamo intenzione di farla bene e abbiamo intenzione di fare la nostra parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Rispetto al dubbio sollevato dal Consigliere Gallo, vorrei solo capire se si tratta di un dubbio fondato o meno. Mi risulta che si siano gestite altre misure nei confronti di persone fisiche attraverso Finpiemonte.
Vorrei capire se si tratta di un impedimento reale o semplicemente se sia necessario un approfondimento. In merito, vorrei sentire dall'Assessora cosa ne pensa. Vorrei capire se vi sia un impedimento formale per cui Finpiemonte non può garantire questo tipo di intervento, oppure se sia sufficiente intervenire, prendere l'impegno e poi trovare la modalità giusta.
Oggi servirebbe prendere un impegno serio e poi valutare quali siano gli strumenti per metterlo in atto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Nel piano industriale di Finpiemonte, nella sua operatività, non è stata mai considerata un'operazione come quella suggerita dalla Consigliera Frediani.
Capisco e condivido anche la preoccupazione rispetto al tipo di situazione che la Consigliere Frediani delinea, quindi posso impegnarmi a fare un ragionamento sulla praticabilità di qualcosa del genere (io credo soprattutto con strumenti di finanza regionale).
Ricordo che stiamo parlando di patrimonio di vigilanza, tecnicamente di Finpiemonte e del fatto che l'autorizzazione all'iscrizione all'Albo del nuovo testo unico bancario, fra le altre condizioni, richiede anche la presentazione di un piano industriale. Questo piano industriale viene valutato da Banca d'Italia che, nel caso di Finpiemonte, ha chiesto anche alcune modifiche e integrazioni. Noi non possiamo introdurre nel piano industriale di Finpiemonte un'operazione che non era collegata all'insieme dei documenti sottoposti alla vigilanza.
Quanto al fatto di ragionare su quanto si può fare rispetto al tema delle famiglie che negli anni si sono sovraindebitate, questa è una questione a latere. A me parrebbe improprio, per la ragione che ho detto ossia per l'autorizzazione a operare di Finpiemonte (l'autorizzazione all'iscrizione all'Albo del nuovo TUB è collegata ad un piano industriale) introdurre in questo piano industriale elementi che lì non erano previsti e sui quali l'autorizzazione non era stata data.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo con la votazione degli atti di indirizzo collegati alla proposta di deliberazione n. 229.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1133, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1134, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 229, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per la scarsa tempestività della domanda, ma trattandosi di un atto inserito in via eccezionale stamattina in fase di modifica dell'o.d.g., non ho avuto alternativa.
Vorrei chiedere di poter discutere, dopo l'atto di indirizzo relativo a "Adesione alla 'Settimana per Giulio Regeni', promossa da Amnesty International Piemonte", un ulteriore ordine del giorno che sto facendo girare tra i banchi dei colleghi per la massima condivisione possibile, per una campagna di sensibilizzazione analoga rispetto ad Andrea Rocchelli, il fotoreporter deceduto nel 2014 nell'est dell'Ucraina.
Trattandosi di una vicenda processuale analoga, ritenevo opportuno, se possibile, discuterne dopo l'atto di indirizzo già presentato e sottoscritto su Giulio Regeni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Posso abbozzare una proposta: se siete d'accordo, potremmo utilizzare l'ultima mezz'ora della seduta per trattare i due atti di indirizzo.
BONO Davide (fuori microfono) Per che cosa?



PRESIDENTE

Dicevo che possiamo utilizzare l'ultima mezz'ora della giornata per trattare la mozione relativa a "Adesione alla 'Settimana per Giulio Regeni', promossa da Amnesty International Piemonte", avente come prima firmataria la Consigliera Baricco, e l'ordine del giorno relativo a "Giustizia e verità per Andrea Rocchelli", avente come primo firmatario il Consigliere Marrone.
L'Aula acconsente? Interrompiamo per qualche minuto i lavori per un confronto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.12 riprende alle ore 12.18)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Questioni internazionali - Diritti umani

Esame mozione n. 1132 inerente a "Adesione alla 'Settimana per Giulio Regeni', promossa da Amnesty International Piemonte" presentata da Baricco Allemano, Andrissi, Appiano, Batzella, Benvenuto, Bertola, Berutti, Boeti Bono, Campo, Chiapello, Caputo, Corgnati, Ferrari, Ferrentino, Frediani Gallo, Gancia, Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Laus, Mighetti, Molinari Monaco, Motta, Ottria, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravetti, Rossi Rostagno, Ruffino, Valle, Vignale

Argomento: Questioni internazionali - Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 1135 "Giustizia e verità per Andrea Rocchelli" presentato da Marrone, Allemano, Andrissi, Appiano, Benvenuto, Baricco Berutti, Caputo, Conticelli, Frediani, Gariglio, Giaccone, Graglia Grimaldi, Mighetti, Rostagno, Ruffino, Ravetti, Valle, Vignale.


PRESIDENTE

Riprenderei i lavori con l'illustrazione, da parte della Consigliera Baricco, della mozione n. 1132 MARRONE Maurizio (fuori microfono) Ma la Vicepresidente Ruffino aveva detto che li avremmo trattati a fine giornata.



PRESIDENTE

A fine mattinata pensavo io: se siete d'accordo, potremmo trattarli adesso, visto che sono le ore 12.30.
L'Aula acconsente. Grazie.
Procediamo dunque con l'esame della mozione n. 1132, di cui al punto 23) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Baricco per l'illustrazione.



BARICCO Enrica

Grazie, Presidente.
Il 3 febbraio 2016 in Egitto, all'estrema periferia del Cairo, è stato trovato il corpo senza vita del ricercatore e dottorando italiano di 28 anni Giulio Regeni, scomparso in circostanze ancora da chiarire dalla capitale egiziana il 25 gennaio 2016.
Considerato che le autorità egiziane hanno fin da subito fornito versioni contrastanti, mettendo in atto evidenti tentativi di depistaggio al punto da attribuire la morte di Regeni prima a un "incidente", poi arrivando addirittura a non escludere "la pista criminale o di vendetta personale".
Rilevato che prosegue la scarsa collaborazione da parte del Governo egiziano, evidentemente impegnato a evitare che si faccia piena luce su quanto accaduto, e questo nonostante il Governo italiano abbia con forza richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l'accertamento della verità, e che esiste il fondato rischio che con il passare del tempo la ricostruzione su quanto realmente accaduto a Giulio Regeni diventi sempre più complicata e, con essa, l'individuazione dei responsabili, a qualunque livello siano, della sua morte.
Rilevato anche che la Giunta regionale del Piemonte dal 4 aprile 2016 al 30 maggio 2017 ha accolto lo striscione della campagna "Verità per Giulio Regeni" affiggendolo sulla facciata del palazzo della Regione in Piazza Castello, e che l'ONG Amnesty International ha lanciato la campagna "Verità per Giulio Regeni", con l'obiettivo di fare piena luce su chi ha ordinato, eseguito e successivamente coperto l'omicidio del giovane ricercatore italiano.
Con deliberazione del Consiglio regionale 9 dicembre 2014, n. 32 è stato istituito, presso il Consiglio regionale del Piemonte, il Comitato regionale per i diritti umani, quale organismo di consultazione e partecipazione in ordine alle politiche in tema di diritti fondamentali.
Il Consiglio regionale invita il Presidente del Consiglio regionale anche in qualità di Presidente del Comitato regionale per i Diritti umani ad aderire all'iniziativa "Settimana per Giulio Regeni" promossa da Amnesty International, che avrà luogo dal 25 giugno al 3 luglio 2017 in occasione dei 17 mesi dalla scomparsa e dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni a Il Cairo; ad accogliere martedì 4 luglio lo striscione della campagna "Verità per Giulio Regeni" e affiggerlo nella facciata di palazzo Lascaris alla presenza delle Istituzioni.
Impegna il Consiglio regionale, il Presidente della Giunta, la Giunta regionale, il Presidente del Consiglio regionale a tenere sempre alta l'attenzione sulla richiesta di verità per l'arresto, la sparizione, la tortura e l'omicidio del giovane ricercatore italiano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Baricco.
Scusi, collega, mi sono distratto: ha letto la parte emendata del testo?



BARICCO Enrica

Sì.



PRESIDENTE

Grazie. Perfetto.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1135.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Quando ho saputo della presentazione di questo atto di indirizzo su Giulio Regeni, che ho ritenuto anche di condividere, ho pensato che fosse il caso di presentare anche un ordine del giorno su una vicenda molto simile, quella di Andrea Rocchelli, anche lui un ragazzo giovane purtroppo venuto a mancare all'estero, in questo caso non un ricercatore, ma un fotoreporter, ucciso nel 2014 in un conflitto a fuoco a Sloviansk, che si trova nella regione del Doneck, nel Donbass occupato dall'esercito ucraino.
È morto perché era lì a documentare i danni patiti dalla popolazione civile e da quel conflitto, un conflitto che è ancora in corso con davvero tante vittime anche infantili, un conflitto che io ho potuto osservare con i miei occhi. Lui era lì, uno tra i pochissimi reporter italiani in prima linea, a documentare quello che stava succedendo.
Purtroppo, come nel caso di Giulio Regeni, l'indagine avviata sulla sua morte non sta portando a tre anni di distanza a nessun risultato.
L'avvocato che difende la famiglia di Andrea Rocchelli è - penso non sia un caso - lo stesso avvocato che difende la famiglia di Giulio Regeni, e quello stesso legale, l'avvocato Alessandra Ballerini, ha avuto modo di lamentare l'esistenza di un muro di gomma, di un ostruzionismo che sta avvenendo da parte delle autorità ucraine parificabile e quello delle autorità egiziane sul caso Regeni. Ed è per questo che, con questo atto di indirizzo, si chiede un intervento dell'Ente Regione, a partire dal Consiglio.
Nessuna testimonianza, autorità militari che liquidano come incidente quanto è avvenuto, quando in realtà le fotografie recentemente recuperate dalla famiglia, grazie a una nuova inchiesta, che sta vedendo impegnati il ROS di Milano e la Procura di Pavia, hanno dimostrato che in quel momento Andrea Rocchelli stava documentando un checkpoint illegale, una situazione di blocco viario da parte dell'esercito ucraino, rispetto alle collocazioni che dovevano avere in quel momento gli eserciti in campo. Era una documentazione che lui stava portando avanti con sopralluoghi che si sarebbero succeduti nel tempo. Queste sono le analogie fra il caso Regeni e il caso Rocchelli.
Concludendo, vorrei cercare di sensibilizzare tutta l'Aula sulle differenze, perché io credo che se fermiamo qualunque passante e chiediamo chi è Giulio Regeni, giustamente, ci saprà dire, grazie alla campagna di mobilitazione e di sensibilizzazione che ha riguardato Regeni, di che cosa si tratti e cosa è successo. Purtroppo questo non sta avvenendo con Andrea Rocchelli, non ci sono campagne di mobilitazione di Amnesty International o di altre ONG su Andrea Racchelli, gli stessi media dedicano meno spazio a questa triste vicenda.
Sarà forse, perché, a differenza dell'Egitto, l'Ucraina è un partner dell'Italia e dell'Europa? Sarà forse perché l'Ucraina ha chiesto di aderire alla NATO? Sarà forse perché l'Ucraina sta già sostanzialmente aderendo all'Unione Europea, con l'Unione Europea che ha messo in vigore il regime di "No Visa Required", quindi di mancanza di necessità di passaporti e la possibilità di libera circolazione delle persone tra l'Ucraina e l'Unione Europea stessa? Io non so dare una risposta. Posso ovviamente solo lanciare delle suggestioni e seminare dei dubbi. Certamente c'è che, a fronte di una mancanza di attenzione programmata e mobilitata su un caso altrettanto odioso, noi come rappresentanti del popolo piemontese, ma in generale eletti nelle istituzioni italiane, abbiamo il dovere di fare quello che possiamo per accendere un riflettore anche sul dramma della famiglia Rocchelli, che merita, così come la famiglia Regeni, verità e giustizia.
Con quest'atto di indirizzo si chiede di svolgere questa stessa moral suasion che è stata predisposta dalle stesse Istituzioni italiane anche nei confronti delle autorità di Kiev come già nei confronti di quelle del Cairo, per richiamarle alla necessità di collaborare alle indagini e quindi fornire tutti gli elementi necessari per arrivare alla verità e per cercare, come si sta facendo per Giulio Regeni, di avviare una campagna di sensibilizzazione che sia fatta con striscioni o altre misure.
Lascio la valutazione all'Ufficio di Presidenza del Consiglio, così come alla Giunta regionale, però è necessario affermare che non esistono italiani di serie A o di serie B che vanno a morire in contesti caldi dello scacchiere internazionale. Sono tutti italiani, sono tutte persone che stavano svolgendo il proprio lavoro e tutte andavano difese.
A fronte dell'essere diventate vittime, vanno quantomeno ricordate e a loro si deve la necessità di assicurare la giustizia e di arrivare alla verità storica su quello che è loro accaduto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo accolto con spirito costruttivo la richiesta del Consigliere Marrone e lo dico subito in premessa, anche per non strumentalizzare in negativo la vicenda di Andrea Racchelli, che è una vicenda non tanto dissimile, ma diversa dalla vicenda di Giulio Regeni, come tutte queste storie.
Tuttavia, invito il Consigliere Marrone a riflettere su quello che ha appena fatto. Va bene, teniamo queste due discussioni assieme - ormai l'abbiamo fatto - anche per evitare fraintendimenti, però evitiamo allo stesso modo di mettere in contrapposizione una e l'altra. Lo dico perch lei l'ha fatto implicitamente, dicendo che una è mediaticamente più forte eccetera e ognuno di noi può fare le sue considerazioni.
Magari è anche vero che l'oggetto è quello scomodo dei rapporti con Kiev, ma proprio perché voglio subito passare alla vicenda Regeni, devo dire la verità: non mi pare che con la vicenda dell'Egitto la nostra posizione sia molto più chiara. Anzi, se devo dire la verità, l'Unione Europea dovrebbe dire che non ci possono essere rapporti e relazioni amichevoli fra l'Egitto, l'Unione Europea e, ovviamente, l'Italia senza verità, senza sincerità e senza rispetto.
Lo dico perché penso che l'Unione Europea debba a Giulio Regeni, come cittadino europeo, proprio per la sua causa, per l'affermazione dei diritti umani e della democrazia, il senso di questa battaglia. Per questo vorrei solo aggiungere che non solo siamo vicino alla famiglia di Regeni, ad Amnesty International, che sta facendo una campagna su questo, per chiedere verità per questo caso. Vorrei però che politicizzassimo queste discussioni, altrimenti lasciano il tempo che trovano, cioè l'idea di mettere uno striscione è semplicemente il simbolo delle nostre richieste il simbolo però deve essere chiaro: l'oggetto della nostra richiesta deve essere chiaro rispetto al Governo italiano e lo dico così. La famiglia Regeni chiede tre cose e mi pare che siano tutte e tre semplici, ma molto importanti.
La prima è di non rimandare l'Ambasciatore italiano a Il Cairo; la seconda, continuare a dichiarare l'Egitto un paese non sicuro finché non si chiarirà questa vicenda; infine, permettere che gli investigatori scelti dalla famiglia Regeni, ma in accordo anche con il Ministero della Farnesina, possano da subito interrogare i due agenti della National Security Agency che hanno appunto un ruolo decisivo nel sequestro, la tortura e l'omicidio di Giulio Regeni.
Lo diciamo per chiarire il punto e lo diciamo verso un Parlamento che non ha ancora avuto il coraggio di aprire una Commissione d'inchiesta. Una Commissione d'inchiesta che, di sicuro, non vedrebbe l'esito dentro questa Legislatura, ma sarebbe comunque un modo per iniziare a interagire con il Governo egiziano e iniziare a chiedere quella giustizia e quella verità che finora né la famiglia e neanche il Paese ha ottenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Le vicende di Giulio Regeni e del fotoreporter Rocchelli sono due vicende che, in qualche misura, hanno qualcosa in comune, perch sicuramente Rocchelli, come fotoreporter, non viaggiava in un cosiddetto embedded, cioè non viaggiava con reparti militari in modo coperto, ma cercava di fare il suo lavoro nel migliore dei modi: viaggiava addirittura con un esponente per i diritti umani.
Questo, ancora una volta, a testimonianza del fatto che, nei teatri di guerra, le voci fuori dal coro sono sempre più malviste da chi partecipa a questi conflitti. E questo pone veramente delle grosse domande, perché chi vuole offrire un punto di vista indipendente sui vari scenari di guerra che purtroppo sono ancora presenti (dal Medio Oriente all'Europa dell'Est), si trova in una situazione di grande pericolosità, a meno che non accetti la copertura militare.
A mio parere, questo va sottolineato, quindi gli occhi "indiscreti" gli occhi indipendenti, gli occhi che vogliono vedere oltre quello che le strutture militari vogliono far vedere diventano degli occhi pericolosi che possono aprire importanti squarci di verità. Per questo, sono sempre più rare le persone che possono fare gli inviati di guerra senza rischiare la pelle.
Si tratta di un grosso problema internazionale e ritengo abbia fatto bene il Consigliere Marrone a sottolineare questa vicenda personale, perch occorre fare una considerazione importante. È sempre più difficile capire cosa avviene negli scenari di guerra (ricordo la vicenda avvenuta in Medio Oriente, dove uno accusava l'altro di aver rilasciato gas nocivi per la popolazione), perché effettivamente osservatori indipendenti non sono più presenti sugli scenari di guerra. Quei pochi osservatori che ancora oggi riescono a essere presenti sugli scenari di guerra rischiano fortissimamente la pelle e il più delle volte non è solo un rischio, ma un dato di fatto.
Pertanto, questa vicenda va posta all'attenzione e spero che il Governo italiano intervenga. Purtroppo, c'è anche un'aggressività, non solo di quello che rimane dell'impero russo, ma anche della NATO, che da alleanza difensiva, cioè alleanza che difende da qualcuno, è diventata un'alleanza (basta leggere il Libro Bianco della Ministra Pinotti) che difende interessi specifici, proprio a seguito di un capitalismo che è sempre più aggressivo nel mondo, che cerca di conquistare aree e influenza, ma che non ha l'obiettivo di diventare un fautore di una possibile mitigazione dei conflitti.
Ancora oggi, cioè, purtroppo l'Italia non partecipa - nonostante l'ordine del giorno che abbiamo approvato, in cui abbiamo chiesto al Governo italiano di partecipare alle trattative, nonostante la Costituzione preveda che il Governo italiano partecipi alle trattative di pace - alle trattative per la messa al bando delle armi nucleari. Nel 1989 si era sperato nella fine della deterrenza nucleare, perché la deterrenza nucleare è un'assurdità che non ha alcun significato, che non porta alla pace, ma a un equilibrio muscolare che porta conflitti regionali, che ha sempre portato conflitti regionali, e ce li stiamo trascinando ancora oggi dall'Afghanistan, al Medio Oriente, all'Europa dell'Est.
Queste cose erano già scritte nei libri bianchi della fine degli anni '80, che vedevano già, con la caduta del muro di Berlino, l'entrata in questi nuovi conflitti, preconizzavano già la realizzazione di questi conflitti, perché quelle erano le aree di interesse del capitalismo e dietro c'era la dottrina militare che ci portava in quella direzione.
Se noi inseriamo in questa vicenda la vicenda di Giulio Regeni, vediamo come effettivamente si trova in una situazione conflittuale mediorientale dove, purtroppo, anche la realpolitik, per una certa fase, ha giocato un brutto ruolo. Io spero che anche nella vicenda di Giulio Regeni si possa fare chiarezza e non ci sia alcuna realpolitik o interesse di tipo petrolifero o anche strategico che tenga.
Come diceva il collega Grimaldi, bisogna essere inflessibili per chiedere la verità anche su quel fronte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1132, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1135, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di legge n. 254 inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 (Snellimento delle procedure in materia edilizia e urbanistica)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 254, inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 (Snellimento delle procedure in materia edilizia e urbanistica)", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Sono correlatori i Consiglieri Vignale e Rostagno. È relatore di minoranza il Consigliere Mighetti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
La legge, com'è noto ai colleghi, è banale nell'articolato, nel senso che è una legge formata da un articolo, che proroga dal 30 giugno 2017 al 30 giugno 2018 la legge 20, in particolar modo il Titolo I, che è soggetto a proroga entro il 30 marzo. Non è, cioè, una legge che si può prorogare oltre il 30 marzo.
Perché riteniamo importante questa norma, pur condividendo l'aspetto presentato dall'Assessore, cioè dare alla Regione Piemonte una norma strutturale che non sia più figlia di proroghe di anno in anno o di sei mesi in sei mesi, ma diventi, come dal Titolo II in poi della legge 20, una legge strutturale della Regione Piemonte? Lo riteniamo importante perch non sarà certamente il principale strumento di sostegno dell'edilizia, ma è uno strumento di sostegno dell'edilizia ed anche della possibilità per le famiglie di poter, in un momento di difficoltà economica come questa, non utilizzare una nuova abitazione, ma quella che hanno, ampliandola.
Riteniamo, quindi, utile la sua proroga, utile a un anno, per dare tempo alla Giunta regionale di presentare il disegno di legge. È evidente che il disegno di legge della Giunta regionale, una volta presentato e votato, andrà ad abrogare il Titolo I della legge n. 20, che è quello che dal 2009 a oggi, va in proroghe successive rispetto a quella che è una norma nazionale, utile.
Per questo ne chiediamo la proroga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rostagno, secondo relatore.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Anche per me è difficile aggiungere grandi concetti a un provvedimento di legge che, di fatto, proroga solamente dei termini.
Ci terrei a precisare il fatto che la nostra legislazione regionale ha in seno alcuni provvedimenti, che sono derogatori. Questo provvedimento di legge, di fatto, nasce da un altro provvedimento nazionale, il Piano casa quindi ho sempre sostenuto la necessità per la nostra Regione di arrivare ad avere un testo unico dell'edilizia, in seno al quale vi fossero i provvedimenti derogatori che diventassero, a questo punto, stabili nel tempo.
L'attività che ha coinvolto gli Uffici nel recente passato, sia per la definizione del piano paesaggistico sia per il provvedimento che riguarda il regolamento edilizio unico, ovviamente ha tolto degli spazi per produrre un testo che andasse in quella direzione.
Do comunque atto a quanto affermato dall'Assessore in Commissione rispetto all'ipotesi di un testo che stabilizzi la legge derogatoria del Piano casa. Ritengo che questo provvedimento possa essere uno dei titoli di un provvedimento legislativo più complesso, che si potrà chiamare testo unico.
Ricordiamoci che questa norma, che fa slittare i termini, di fatto ha delle aspettative dal mondo dell'imprenditoria professionale, ancorché in un momento di grossa difficoltà economica del comparto immobiliare. Però va anche sottolineato il fatto che sono questi i provvedimenti che vanno a ridurre il tentativo di ulteriore consumo di suolo.
Quindi, ho sottoscritto anch'io il provvedimento di legge, perché ne condivido l'utilità, ancorché per un periodo temporale ristretto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti, relatore di minoranza.



MIGHETTI Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo di nuovo alla proroga del Piano casa. Dai primi giorni in cui mi sono trovato in questo Consiglio, oltre a sentire un brusio di sottofondo tutte le volte che parlo, ho sentito subito parlare di prorogare del Piano casa. Infatti, già del 2014 appena insediati abbiamo dovuto provvedere ad una prima proroga (dicembre 2014), a cui noi avevamo accompagnato un atto di indirizzo che chiedeva due semplici cose. Una di queste due cose si è avverata nelle settimane scorse, cioè una rendicontazione alla Commissione consiliare competente sugli esiti del monitoraggio degli interventi effettuati tramite la legge 20/2009.
Proprio nelle scorse settimane in Commissione l'Assessore Valmaggia ha portato questo monitoraggio che, tra l'altro, non ha evidenziato un utilizzo così massivo di questo strumento legislativo derogatore.
D'altra parte, chiedevamo di realizzare un tavolo di lavoro che approdi, entro 90 giorni, ad una legge condivisa di rivisitazione della LR n. 20 del 14/7/2009. Questo tavolo di lavoro non è stato mai convocato, ma nemmeno dai tavoli della Giunta è pervenuto un DDL che andasse in questo senso.
Siamo andati avanti di proroga in proroga in questi anni e, di volta in volta, abbiamo cercato di ottenere qualcosa, almeno di migliorare il provvedimento esistente. Anche oggi ci proponiamo di fare questo, anche perché effettivamente, se nel dicembre 2014 si prendevano questi impegni e a oggi, non sono onorati, non abbiamo tutta questa certezza che, nei prossimi mesi, si possa pervenire al testo che auspichiamo venga redatto.
Come diceva poc'anzi il collega Rostagno, anche noi pensiamo che sia importante procedere alla redazione di un testo unico che raggruppi tutte quelle norme derogatorie in campo edilizio: la norma sul riutilizzo dei rustici e dei sottotetti e il Piano casa. Piano casa che è stato delineato nelle aspettative di modifica dell'Assessore come un documento che verrà ridimensionato in questa nuova norma, un Piano casa che non andrà a lavorare su un eccessivo ampliamento dei fabbricati. Perché? Perché in questi anni si sono cumulati gli ampliamenti già permessi dai piani regolatori agli ampliamenti permessi dal Piano casa. Una sostanziale aberrazione, che portava magari a organismi edilizi che effettivamente avevano delle problematiche dal punto di vista dell'impatto urbanistico sui tessuti cittadini.
Nel corso degli anni e anche oggi abbiamo evidenziato quali sono alcune criticità del Piano casa. Criticità più minimali, di raccordo con quelle che sono le modifiche normative di oggi. Criticità più marcate come il cumularsi di ampliamenti. Criticità molto soggettive, che vanno a incidere sulle interpretazioni che la norma di legge ha Comune per Comune.
Ricordiamoci che abbiamo 1.200 Comuni, forse 1.200 tecnici comunali che probabilmente daranno 1.300 definizioni o interpretazioni diverse di questa normativa.
Detto questo, è importante, ad esempio, che nell'ampliamento in altezza dei fabbricati non si superino le normative statali primigenie dell'urbanistica nazionale e dello sviluppo edilizio nazionale. Quindi quantomeno chiediamo che in questi ampliamenti non si deroghi alle altezze dei fabbricati e non si abbiano fabbricati che superano l'altezza della distanza tra i fronti finestrati.
Abbiamo zone del nostro Piemonte in cui si è costruito malaccio, zone magari vicine alla Liguria, come quella in cui abito io, in cui si è costruito quasi come in Liguria, in cui effettivamente le distanze dalle strade e le distanze tra i fronti non sono state rispettate già in tempi passati.
Oggi, applicare il Piano casa su questi edifici intaserebbe interi comparti edilizi causando degli scompensi anche dal punto di vista degli standard urbanistici, già messi a dura prova da questo tipo di edilizia nata negli anni '60 e '70.
Sul testo in generale non abbiamo portato delle critiche, in quanto testo che abbiamo contribuito a migliorare negli anni scorsi. Negli anni scorsi abbiamo ottenuto due modifiche che ci appaiono sostanziali e virtuose, cioè l'ampliamento definito come subordinato al miglioramento sismico o al miglioramento energetico dell'intero fabbricato, con dei parametri che poi sono stati definiti da successiva DGR della Giunta regionale.
DGR che abbiamo anche contribuito a migliorare, perché ci sembrava che avesse alcune lacune dal punto di vista della quantificazione e del miglioramento energetico che veniva richiesto per l'ampliamento in deroga.
Oggi vogliamo soffermarci sul punto delle proroghe. Poc'anzi il Consigliere Vignale diceva quanto potesse essere utile per il mercato e per il settore dell'edilizia. Io voglio dire un'altra cosa: il settore dell'edilizia, essendo un settore che si confronta con molte norme, ha bisogno di norme certe. Avere norme che vengono prorogate di anno in anno se non di sei mesi in sei mesi, crea non solo scompensi tra i tecnici che le devono applicare da parte del Comune, ma scompensi nell'attività dei tecnici che progettano questi interventi e scompensi tra le aziende e tra i privati che realizzano questi interventi.
Il nostro auspicio è che si vada sempre di più verso leggi che siano il più possibile condivisibili e il più possibile stabili. Se una legge è poco condivisibile, va da sé che, nel momento di cambio dell'amministrazione noi avremmo subito un cambio di rotta all'interno di queste normative.
Continuare a cambiare normative dal punto di vista tecnico mette il mondo dell'edilizia, ma anche i privati cittadini, in uno stato di incertezza rispetto alle possibilità di azione, il che non fa bene né al nostro lavoro né all'economia generale del nostro Piemonte e nemmeno alle politiche ambientali di risparmio energetico e di conservazione dei suoli fertili che noi, in modo un po' bipartisan, anzi, tripartisan, ci proponiamo di attuare nei prossimi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Pochi minuti, anche per lasciare spazio all'Assessora. Era solo per aggiungere alcuni elementi che vanno nella direzione degli interventi che sono già avvenuti.
La discussione di una proroga, al di là di una semplificazione amministrativa che è di regole certe, è sicuramente possibile. Anche se la proroga arriva a due giorni prima della scadenza. Sarebbe stato carino fare questo dibattito qualche settimana fa, in modo da poter articolare meglio gli elementi che sono oggi in discussione.
L'altro aspetto sul quale va anche vista questa proroga è in funzione della cosiddetta legge sul consumo del suolo che, da tempo, si dibatte sia a livello nazionale che a livello regionale. Stiamo parlando di elementi che interessano un numero di abitazioni pari a poco meno del 20 per cento a livello regionale. Di conseguenza, questo tipo di attività non è nel comparto dell'edilizia, ma è di alcune tipologie di edilizia specialmente in alcune zone, come quelle montane, dove non ci sono attività di piano regolatore. Probabilmente in una città grande come Torino vi è un'incidenza di questo genere.
Sentivo il Consigliere Mighetti che parlava della somma delle edificabilità: se un piano regolatore prevede un volume, non si può dire che costruisco questo volume e poi ci aggiungo anche quello del Piano casa.
Questo incide in modo assolutamente improprio, secondo me non è consentito legislativamente. Probabilmente le commissioni edilizie dei Comuni dovranno stare attente a questa doppia edificabilità, che non ha senso. Il fatto che ci sia una proroga lascia spazio a una discussione complessiva, anche in funzione di un consumo del suolo minore.
Se si lascia costruire volumi in più dove già esistono, interessiamo aree già di per sé compromesse, nell'ambito di una legge sul consumo del suolo che non è, come quella che abbiamo visto fino a oggi, dirompente rispetto a una previsione urbanistica preesistente, ma che possa entrare in una logica, anche di revisione, del comparto dei piani regolatori.
Altre Regioni come la Lombardia hanno fatto leggi di pianificazione che non guardano solamente i Comuni singoli, ma leggi di pianificazione che interessano aree più grandi, altrimenti Comuni più piccoli possono fare delle previsioni e anche lo stesso Comune contermine lo può fare, e alla fine abbiamo previsioni ridondanti rispetto a un'edificabilità. Con una pianificazione urbanistica differente rispetto a una legge vetusta come quella della Regione Piemonte, che non dà questo tipo di possibilità probabilmente ci si può ragionare in una logica più moderna nell'applicazione dell'urbanistica per quanto noi la conosciamo rispetto a un'evoluzione del mercato sicuramente molto inferiore rispetto a quello di anni pregressi nell'ambito dell'edilizia.
Questa proroga - che, secondo me, va votata quanto prima - va vista in una logica più complessiva, che la Giunta deve perseguire secondo una filosofia di questo genere.



PRESIDENTE

Vista l'ora, l'Assessore interverrà oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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