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Dettaglio seduta n.232 del 20/06/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1624 presentata da Frediani inerente a "Città del Bio: Consigliere e Assessore regionale alla guida di un'associazione che 'vive' di fondi pubblici di provenienza regionale"


PRESIDENTE

Buongiorno.
Sono le 14.30: iniziamo i lavori con le interrogazioni a risposta immediata.
Cominciamo con la n. 1624, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente e buongiorno, Assessore.
Parliamo di Città del Bio, un tema che abbiamo già portato all'attenzione del Consiglio e che porremo con altri atti che intendiamo preparare per i prossimi mesi. Facciamo riferimento, quindi, ad un'associazione che vive principalmente - se non esclusivamente - di fondi pubblici, la maggior parte dei quali di provenienza regionale.
Nelle premesse della nostra interrogazione abbiamo rilevato come alla Presidenza di Città della Bio ci sia attualmente un Consigliere regionale (il Consigliere Ferrentino) e come l'Assessore Giorgio Ferrero sia membro del Consiglio nazionale della medesima associazione; questo però non è oggetto dell'interrogazione, che verte piuttosto sul modo in cui vengono destinati i fondi a Città del Bio, ma soprattutto sul modo con cui questi vengono poi utilizzati.
Noi sappiamo che Città del Bio non risulta essere dotata di una struttura operativa con significativa esperienza in materia di gestione di progetti integrati per lo sviluppo locale, ma nel contempo viene individuata come beneficiaria di fondi regionali destinati ad attuare delle iniziative relative a due Biodistretti e quindi ha disponibilità di congrue risorse per realizzare degli interventi.
Ora, noi ci chiediamo intanto in che modo sia stato individuato questo soggetto quale destinatario di queste risorse e in base a quali competenze e capacità si sia deciso di assegnare a questa associazione questo pieno utilizzo di risorse pubbliche: un utilizzo che può sembrare anche un po' discrezionale, nel senso che non ci risultano particolari vincoli rispetto alle iniziative che vengono finanziate e nemmeno particolari indicazioni rispetto alla rendicontazione.
Tra l'altro - e questo è un altro problema che si apre e che sarà anche oggetto di una successiva segnalazione - ci risulta che il sito non soddisfi pienamente i criteri di trasparenza che dovrebbero essere richiesti ad un soggetto che utilizza fondi pubblici.
La nostra interrogazione, quindi, è presentata proprio per iniziare a introdurre il tema. Pertanto, chiediamo all'Assessore se la Regione abbia fatto delle verifiche tese ad accertare che Città del Bio abbia i requisiti tecnici per la gestione di tali commesse - che sono, per l'appunto specificate all'interno di vari accordi e protocolli, che adesso per ovvie esigenze di tempo non sto a elencare, ma che sicuramente l'Assessore conosce perfettamente - e, nel caso in cui invece queste verifiche abbiano dato esito negativo, cioè se si ritiene che Città del Bio non abbia i requisiti per gestire queste commesse, se non si configuri un possibile aggiramento della normativa sugli appalti pubblici.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Faccio due precisazioni preliminari per poi venire all'oggetto dell'interrogazione.
La prima riguarda la composizione del Consiglio nazionale delle Città del Bio e in riferimento a questa composizione si precisa che Giorgio Ferrero, Assessore alle politiche agricole della Regione Piemonte, è stato inserito come "alta personalità" a titolo onorifico nel Consiglio nazionale dell'associazione. La funzione esecutiva dell'associazione è esclusivamente affidata al Presidente e alla Giunta esecutiva. Dico questo solo per evitare che poi, anche in termini di comunicazione, vengano fuori informazioni di altra natura.
La seconda precisazione è che un'interrogazione simile - anche se riferita ai fondi delle ex Comunità montane - è stata presentata dal suo e nostro collega Mighetti, ed è stata discussa nella seduta di Consiglio del 13 dicembre scorso; quindi, per una parte delle risposte, può anche farvi riferimento.
Vengo nel merito. Con l'interrogazione odierna si domanda se la Regione abbia verificato che Città del Bio abbia i requisiti tecnici per la gestione delle commesse affidate, con riferimento al loro importo rispetto al ricavi registrati nei bilancio 2014-2015 dell'associazione. Va chiarito che stiamo parlando di un progetto nato con risorse del Fondo di sviluppo e coesione (FSC) nel settennato 2017-2013, Asse III "Riqualificazione territoriale" del "Programma territoriale integrato (PTI) dell'Appennino e dell'Alto Monferrato: le energie, le acque e la natura" e che, come ho già detto prima, è già stato oggetto di una precedente interrogazione.
Nello specifico, si precisa in via generale che la Regione non ha funzioni di controllo sulle procedure di affidamento poste in essere dagli Enti territoriali - cioè non c'è un controllo ante -i quali sono pertanto unici e diretti responsabili, nello specifico, dell'accertamento della capacità tecnica del soggetto affidatario. Si tratta di requisito la cui valutazione, ai sensi del Codice degli appalti (il D.lgs. n. 163/2006) vigente all'epoca degli affidamenti, è rimessa alla discrezionalità dell'Amministrazione aggiudicatrice, proprio per consentirle di bilanciare volta per volta nel modo più adeguato l'oggetto dell'affidamento e le capacità richieste. In sintesi, la verifica sulla congruità dell'associazione Città del Bio è stata fatta (o doveva essere fatta) dal contraente in allora, che era la Comunità montana.
Peraltro, nell'eventualità in cui - come avviene nel caso di specie vi sia l'erogazione di contributi da parte della Regione, in applicazione delle disposizioni che regolano le diverse tipologie di contributo, vengono effettuati controlli successivi di primo e di secondo livello, volti a verificare rispettivamente la regolarità contabile delle fatture e la correttezza delle procedure seguite, con la possibile revoca totale o parziale del contributo qualora siano rilevate irregolarità. La Regione cioè, interviene nei controlli a posteriori sulla correttezza dell'iter, ma non nei controlli preventivi sulla valutazione della capacità del soggetto contraente, che è lasciata all'Ente che ha la titolarità dell'appalto.
Grazie.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1620 presentata da Vignale, inerente a "Accesso ai fondi nazionali vincolati per i farmaci innovativi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1620, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'interrogazione che abbiamo presentato riguarda, appunto, l'accesso ai farmaci innovativi. Nell'interrogazione ricordiamo alcuni aspetti che sono ben noti ai colleghi e soprattutto all'Assessore; non solo la ripartizione del fondo sanitario, ma anche che all'interno della ripartizione quest'anno, com'è noto, vi sono alcune somme vincolate: 325 milioni di euro a livello nazionale per il fondo farmaci innovativi e 500 milioni per il fondo farmaci oncologici innovativi.
L'AIFA, successivamente alla legge di bilancio, ha individuato i criteri per la classificazione dei fondi per i farmaci innovativi, ed è anche stato anche stabilito che le somme dei fondi per l'acquisto dei farmaci innovativi (oncologici e non) sono versate dalle Regioni in proporzione alla spesa sostenuta.
Il 31 maggio il Parlamento ha approvato il decreto legge n. 50/2017 che, all'articolo 30, prevede che i farmaci, ivi compresi quelli oncologici, per i quali da parte dell'AIFA è stato riconosciuto il possesso del requisito dell'innovatività condizionata, sono inseriti nei prontuari terapeutici regionali e non accedono alle risorse i cui fondi sono previsti ai commi 400 e 401.
Per questo motivo alcune Regioni, come per esempio la Regione Emilia Romagna, hanno fatto una propria delibera con cui individuare la ripartizione dei fondi e quali sono i fondi che devono ritenersi innovativi sul fondo farmaci innovativi e sul fondo farmaci innovativi di carattere oncologico.
Questa interrogazione chiede se vi sia o se vi sarà un atto deliberativo con cui sono stati identificati e costituiti i fondi regionali affinché non vi sia il rischio di non utilizzare le risorse previste dalla norma nazionale perché, come ricordavamo precedentemente, non è possibile a fine anno, portare a consuntivo i farmaci innovativi, ma non quelli individuati dal decreto e dell'AIFA e, soprattutto, con la modalità che la conversione del decreto n. 50 ha previsto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'assegnazione nazionale delle risorse per i farmaci innovativi per l'epatite C e per i farmaci oncologici innovativi, previsti dalla citata legge di bilancio, avverrà a consuntivo della spesa 2017, perché era prevista sulla base della spesa sostenuta, quindi a consuntivo. Lo dico perché c'è stata una discussione tra le Regioni se il riparto doveva essere sulla quota di accesso, che non avrebbe avuto senso. È chiaro che è sulla base effettiva dei pazienti che ha in cura.
Pertanto, a oggi non è stato possibile adottare uno stanziamento specifico. Tuttavia, anche in seguito a una serie di incontri tecnici tenuti e che si stanno tenendo con le Aziende Sanitarie Regionali, la Giunta sta predisponendo una delibera di riparto provvisorio delle risorse 2017 che per le spese in oggetto, cioè per due fasce, disporrà, per i farmaci innovativi per le terapie di cura dell'epatite C, l'assegnazione provvisoria delle risorse alle Aziende Sanitarie Regionali pari alle quote di fondo sanitario vincolate assegnate nel 2016, integrate con un finanziamento supplementare per i nuovi centri specialistici autorizzati (come sapete, abbiamo aumentato anche il numero dei centri, ci stiamo attrezzando a questa decisione che è stata assunta dell'AIFA del radicamento dell'epatite C).
Tale assegnazione è da intendersi come indicativa e sarà comunque finanziata integralmente a consuntivo. Si inizierà con una prima ripartizione provvisoria, sulla base del 2016 e del potenziamento della rete. In ogni caso, a consuntivo verrà finanziata integralmente la spesa.
Per i farmaci oncologici innovativi, vi è l'autorizzazione per le Aziende Sanitarie Regionali a effettuare una spesa pari alla variazione di costo osservata per tali farmaci nel 2007 rispetto al 2016. La spesa sarà successivamente finanziata dalla Regione alle ASL a seguito delle assegnazioni nazionali vincolate dalla legge di bilancio.
Stiamo predisponendo un provvedimento che è frutto di un'attenta analisi, anche sul piano tecnico, con le Aziende Sanitarie Regionali evidentemente con l'obiettivo di dare attuazione a quella norma che ha messo a disposizione delle risorse, quindi bisogna utilizzarle velocemente e al meglio.
Presto ci sarà una delibera della Giunta regionale.


Argomento: Comuni - Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1615 presentata da Ottria, inerente a "Incongruenze relative alla graduatoria LR n. 6/2017, art. 14. Programma di finanziamento per i Comuni piemontesi"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1615.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda il programma di finanziamento ai Comuni previsto dalla legge n. 6.
La Giunta, con una delibera dell'8 maggio, ha attivato un programma di investimento che riguarda lavori di manutenzione per i Comuni. Nella stessa delibera si specifica quali sono gli ambiti di intervento, che sono diversi, e la ripartizione delle risorse alle diverse categorie di intervento.
Al punto 6 della delibera vengono elencati i criteri con cui si determinano questi punteggi assegnati ai vari Comuni.
L'ultima caratteristica fissata dai criteri prevede che per i Comuni che aderiscono ai progetti di accoglienza dei migranti venga attribuito un punteggio preferenziale.
Dalla lettura delle graduatorie pubblicate la scorsa settimana risultano delle problematiche rispetto all'effettiva attribuzione dei punteggi relativi ai migranti, non essendoci in alcuni casi una corrispondenza tra la condizione effettiva e il riconoscimento del punteggio. In alcuni casi, alcuni Comuni hanno indicato nel testo della domanda il fatto che ospitano migranti. Posso citare Comuni che storicamente aderiscono a progetti che riguardano i rifugiati che non hanno visto attribuito questo punteggio. Mi risulta anche che alcuni di questi Comuni abbiano già segnalato agli Uffici regionali questa incongruenza.
La domanda che pongo è quella se sia stata riscontrata questa anomalia e come la Giunta intenda porre rimedio alla problematica, che rappresenta un disguido rispetto alla finalità degli interventi.



PRESIDENTE

Non essendo presente l'Assessore Balocco, risponderà l'Assessore Ferrero; prego.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Leggo l'appunto che mi ha lasciato l'Assessore Balocco.
1) Per l'individuazione dei Comuni che ospitano migranti ci si è rivolti alla Prefettura di Torino che, in base a informazioni acquisite, sembra funga anche da collettore di informazioni in merito alla prima assistenza dei migranti sul territorio piemontese, in coordinamento con gli altri Uffici di Governo.
2) Dai riscontri conseguenti all'approvazione delle graduatorie si è evidenziato che in alcuni casi i dati sembrano non essere idoneamente aggiornati e quindi non collimare esattamente con la realtà. Si è inoltre preso atto di diversi livelli di assistenza ai migranti (CAS, SPRAL Pegaso, ecc.) non tutti seguiti dagli Uffici di Governo.
3) Sulla base di ciò, si sta procedendo a una veloce verifica dei dati al fine di individuare, alla luce dei numeri e delle diverse fattispecie possibili soluzioni correttive.
4) Le verifiche di cui sopra e le eventuali correzioni potranno comportare rettifiche alle graduatorie ma non l'inclusione automatica negli elenchi dei beneficiati, in quanto il requisito "migranti" è solo uno dei criteri individuati; sulla base dei dati controllati si potrà valutare il finanziamento con fondi supplementari allo studio.


Argomento: Comuni - Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1616 presentata da Marrone, inerente a "Contributi ex LR n. 6/2017: 'Quali criteri di ammissibilità?"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1616.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione



MARRONE Maurizio

L'interrogazione punta a chiedere un chiarimento sui criteri per la formulazione del punteggio, quindi delle graduatorie per i finanziamenti regionali alle opere pubbliche.
In particolare, pongo il caso paradossale che è stato portato alla mia conoscenza dal Sindaco del Comune interessato, Camino, in Provincia di Alessandria. Nella graduatoria che fa capo alla categoria delle opere di contrasto al dissesto idrogeologico, il Comune chiede la ristrutturazione quasi la ricostruzione di un ponte, definito come di importanza di strategica primaria dai piani della Protezione Civile, che il Sindaco ha dovuto inibire al traffico in quanto pesantemente danneggiato.
Il paradosso è che un'opera riceva solo quattro punti e, rispetto ad altre che sono dotate di cinque punti e sono state ammesse al finanziamento, il punteggio di un punto viene riconosciuto per l'ospitalità di migranti. Per carità, ognuno la può pensare come vuole rispetto alla premialità o meno di una politica di questo punto, ma ci sfugge, da un punto di vista logico e amministrativo, qual è la connessione. Se fossero delle richieste di finanziamento per progetti socio-assistenziali, io continuerei a non condividere a non condividere un'impostazione di questo tipo, ma potrei logicamente capirla. Il dubbio mio, ma anche del Sindaco di Camino, è capire come sia possibile che faccia punteggio l'ospitalità dei migranti - immagino con i progetti SPRAR, che sono quelli di competenza comunale - rispetto ad una graduatoria che riguarda opere di contrasto al dissesto idrogeologico.
Questo lo dico perché, purtroppo con questo tipo di punteggio di fatto sono stati finanziati restauri di ville in alcuni altri Comuni o riqualificazioni - e cito testualmente - di "piazzette retrostanti il Palazzo civico". Per carità: non conosco i dettagli e magari si tratta di opere bellissime. Peccato che poi un ponte di importanza primaria per la Protezione Civile di fatto sia bloccato e non rifinanziato.
Concludo ricordando - ma l'Assessore l'avrà visto nel testo dell'interrogazione - che ci sono, fuor di polemica, anche altri due fattori che non tornano. Il primo è che quel progetto del ponte contemplava anche una pulizia del rio e che il punto relativo alla pulizia del rio non è stato attribuito. Quindi vorrei anche capire dall'Assessore se esiste una modalità per correggere, per impugnare - senza dover andare per forza al



TAR - o per cercare di integrare il vero progetto e farsi attribuire il

punteggio giusto. Dall'altra parte, ho proprio necessità di capire, al di fuori di questo caso alessandrino, quali sono i criteri. Al di là della polemica sul "punto migranti", infatti, alcuni progetti con cinque punti sono stati ammessi, sia che un punto fosse per i migranti sia che non lo fosse; e altri che hanno parimenti cinque punti, sia che fosse stata riconosciuta l'ospitalità sia che non lo fosse stata, sono stati esclusi.
La domanda, quindi, è: le ammissioni o i respingimenti di domanda di finanziamento a che criteri rispondono? È ancora possibile fare integrazioni, a fronte di sollecitazioni dimostrate e provate dell'assenza di punteggi riconosciuti da parte dei Sindaci?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Consigliere Marrone.
Le leggo i cinque punti di risposta forniti dal collega Balocco.
In relazione all'interrogazione, si fa presenti alcuni punti.
1) Il Comune di Camino ha inviato una scheda dalla quale non si evince anche la pulizia del rio, ma solo la ricostruzione del ponte (opera a carattere viario e non di difesa di assetto idrogeologico); a tal proposito, esiste comunque qualche discordanza tra il titolo e la categoria di intervento.
2) Per l'assetto idrogeologico era previsto un criterio premiante legato alla manutenzione dei corsi d'acqua, senza ovviamente tralasciare episodi di marcato rischio per la pubblica incolumità connesso anche al dissesto di versanti.
3) Il Comune di Camino si dichiara disponibile ad un cofinanziamento di 7.650 euro, su un richiesto di 68.850, quindi inferiore al 30 per cento previsto come premiante.
4) Il punteggio "migranti" è un requisito di carattere generale previsto dalla Giunta regionale, che trascende il mero ambito tecnico della richiesta. Mi permetto un intervento: è stato deciso dalla Giunta che per queste comunità, che hanno avuto magari a volte anche il disagio dell'accoglienza, non si abbiano solo dei disagi, ma che venga poi tenuto conto delle loro difficoltà in sede di valutazione.
5) Il problema del Comune di Camino è noto, tanto che la richiesta era inserita da tempo nelle segnalazioni di pronto intervento ai sensi della l.r. 38/78. A questo proposito, si rende noto che l'intervento è inserito come in via di finanziamento ai sensi della citata legge regionale nel programma in via di conclusione, per il solo costo di rifacimento del ponticello.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 1617 presentata da Conticelli inerente a "Conseguenze della cancellazione del volo diretto Torino-Reggio Calabria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1617, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie.
Come abbiamo appreso - penso in molti - dalle cronache, nel marzo scorso Alitalia ha comunicato la decisione di sospendere tutti i voli sull'aeroporto di Reggio Calabria, per problemi organizzativi dell'aeroporto stesso ma anche per antieconomicità dei voli. Questi voli che partivano da Torino, da Milano e da Roma, sono stati effettivamente tutti cancellati nella prima metà del mese di marzo, ma poi da Linate i voli sono stati nuovamente garantiti, mentre da Torino è rimasta solo la possibilità di volare con Blue Air su Lamezia Terme: i due voli (almeno) al giorno sono stati sostituiti con uno solo quotidiano e adesso in questo periodo in due giorni la settimana ce ne sono due.
I costi, peraltro, non sono proprio economici e, come testimonia anche un comunicato di SAGAT dei giorni scorsi, dato che la comunità calabrese è la seconda del Piemonte - o la terza, a seconda del fatto che contiamo solo i nativi o anche le seconde generazioni - la Calabria si è distinta nel 2016 (dati SAGAT) come seconda meta prioritaria rispetto all'aeroporto di Caselle.
In questi giorni presso il Ministero il Ministro sta lavorando al dossier Alitalia, valutando anche le rotte che garantiscono l'onere di pubblico servizio legato alla continuità territoriale previsto dalla nostra legislazione, ma anche dal diritto comunitario. Su questo tema - e in particolare dei collegamenti da Torino all'approssimarsi della stagione estiva, del fatto che spesso la popolazione coinvolta in questa regione ha anche un età avanzata e dell'elemento che è garantito il collegamento ferroviario con il Freccia rossa, ma a costi anche elevati e con difficoltà di trasbordo - la Camera ha affrontato questo stesso tema in un'interrogazione parlamentare, facendo presente che rispetto all'onere di servizio pubblico è la Regione che deve attivarsi.
Ed è per questo che ci rivolgiamo alla Giunta e all'Assessore regionale chiedendo che in questi giorni in cui si discute del pubblico servizio di Alitalia si prenda anche in considerazione questa esigenza di parte della popolazione piemontese, che peraltro rischia di ridurre nuovamente anche in questo comparto il traffico su Caselle a favore degli aeroporti milanesi che invece mantengono i voli sia da Linate che da Malpensa, sia su Reggio che su Lamezia. Noi chiediamo che o con il vettore Alitalia o con altro vettore e anche tenendo conto della stagionalità - quindi magari nel periodo di massima punta - si garantiscano nuovamente almeno i due servizi giornalieri in base all'esigenza che emerge anche dai dati dell'aeroporto stesso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrero; prego.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente e grazie, Consigliera Conticelli.
Come da accordo, le leggo il cuore della risposta e poi le consegno la nota scritta, che di fatto dice che la tratta Torino-Reggio Calabria è stata servita da Alitalia con due frequenze settimanali nella stagione winter e tre frequenze settimanali nella stagione summer (qua scrivono le stagioni, giustamente, in inglese), trasportando negli ultimi quattro anni circa 20.000 passeggeri l'anno.
A partire dal 27 marzo del 2017 Alitalia ha sospeso le operazioni.
Nelle prossime settimane il vettore Blu Express aprirà la rotta con almeno tre frequenze settimanali e a breve i biglietti saranno messi in vendita.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1622 presentata da Andrissi inerente a "Popillia japonica, raddoppiamo gli sforzi per la lotta contro l'insetto infestante, interventi effettuati e risultati ottenuti"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1622.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il coleottero Popillia japonica Newman sta diventando un vero flagello in particolar modo nella valle del Ticino.
È un insetto che attacca le foglie delle piante, in particolare le piante da frutto e anche i vitigni. Considerato che vicino alla Valle del Ticino abbiamo il distretto vitivinicolo del nord Novarese, potrebbe diventare veramente molto impegnativo se questo coleottero arrivasse ad aggredire questo distretto produttivo assai importante per il Piemonte.
Quindi, è importante contenerlo.
Quello che abbiamo riscontrato sul territorio è che numericamente questo coleottero che dall'anno scorso, il primo anno in cui è stato riconosciuto come fortemente presente sul territorio Novarese, la sua presenza sembra assai aumentata. Lo diciamo nonostante la Regione l'anno scorso abbia attivato delle iniziative.
Per questo motivo, abbiamo presentato questa interrogazione. Sappiamo che questo coleottero è stato oggetto anche di una direttiva, la n. 2029 che lo ha inserito tra le specie che devono essere assoggettate a quarantena. Ed è stato emanato il 17 marzo 2016 un apposito decreto "Misure d'emergenza per impedire la diffusione del Popillia japonica nel territorio della Repubblica italiana".
L'articolo 5 di questo decreto prevede almeno tre misure che devono essere effettuate, a partire da trattamenti di tipo biologico-chimico.
Sarebbe buona cosa se la Regione desse indicazioni sulle sostanze che sono state riconosciute come le più efficaci, perché così la cittadinanza non vaga nell'ignoto. È previsto il monitoraggio per la presenza delle larve e il posizionamento di un numero adeguato di trappole, che infatti sul territorio sono state predisposte.
Ovviamente, è altresì importante che il servizio fitosanitario indichi ogni ulteriore misura fitosanitaria ritenuta necessaria per il contenimento di Popillia japonica. Prendiamo atto che è stato fatto un affidamento diretto alla società a partecipazione regionale IPLA, per la prevenzione e il controllo dell'organismo nocivo Popillia japonica, con un impegno di spesa di circa 700 mila euro.
Sappiamo anche che è stata modificata la misura 5 del PSR e aggiornato l'elenco per l'operazione 5.1.1 "Prevenzione dei danni da calamità naturale di tipo biotico", ma non è stato ancora aperto il nuovo bando.
Quindi, interroghiamo l'Assessore competente, per conoscere le modalità e i risultati dell'azione effettuata dalla Regione Piemonte contro la diffusione della Popillia japonica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente, le consegnerò un monitoraggio del lavoro svolto.
Ci tengo a dire che dal 2015 abbiamo agito in tre modi diversi.
Il primo è stato quello di mettere in protezione tutti coloro che facevano del vivaismo e abbiamo dovuto mettere in sicurezza questi soggetti, perché nel far uscire le piante dai loro vivai dovevano avere la certezza di non trasportare questo insetto altrove. Questo è anche l'investimento sulla misura 5, che nonostante il nome importante della "difesa di tipo biotico", si traduce in acquisto di reti antinsetto da applicare in queste situazioni.
Per quanto riguarda l'azione di "combattere l'insetto", dopo un dibattito dei settori, al quale ho avuto modo di partecipare, sia il nostro che quello della Lombardia, è passata la nostra linea, che era quella di non utilizzare prodotti chimici per combattere l'insetto. Così, pur avendo un impegno oneroso importante, perché di risorse proprie questa Regione ha messo ben un milione di euro (700 mila per la lotta e gli altri per indennizzare gli agricoltori che hanno subito danni), abbiamo utilizzato se non ricordo male, i nematodi, interrandoli. Abbinando questo meccanismo siamo riusciti ad avere un'efficace abbattimento delle larve di questo insetto, che si sviluppano sotto terra.
Oggi abbiamo quattro ispettori a tempo pieno e 12 a tempo parziale che lavorano a questa opera di contenimento. Ciò che vorrei dire è che utilizzando questi metodi abbiamo messo anche in sicurezza tutti gli erbai i pascoli e i prati stabili, che servono per la produzione del famoso Gorgonzola, il cui indotto economico vale la pena di salvaguardare.
Per quanto riguarda norme e prodotti da utilizzare rispetto alla cittadinanza, proverò a fare una verifica con l'Istituto fitosanitario, sui prodotti utilizzabili a uso civile e domestico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1619 presentata da Grimaldi inerente a "Mancato rinnovo della borsa di studio per ricercatrice incinta"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1619.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che il caso di cui vi parlerò sia noto ai più.
Fra un paio di mesi, Barbara Dal Bello, di 37 anni, con una laurea e dottoranda in agraria e 15 pubblicazioni scientifiche, darà alla luce il suo primo figlio. Come potete immaginare, un sogno che si avvera, ma questa futura mamma deve fare i conti con una difficile realtà.
Poco dopo essere rimasta incinta, ha perso il lavoro, perché così deve essere chiamato, che amava e che faceva come ricercatrice di agraria all'Università di Torino. Lei ne è certa e credo che anche l'Università non smentendo questo fatto, abbia detto più semplicemente cosa c'è dietro questa storia. Dopo 15 anni in cui si è sempre occupata di tecnologie alimentari, di fatto, ha cambiato la natura del suo rapporto di lavoro qualche anno fa: dopo il dottorato nel 2010, è stata titolare di quattro assegni di ricerca e veniva pagata all'incirca 1.400 euro al mese e poi per la mancanza di fondi, il contratto è stato in una borsa.
Quando vi dico che non parliamo di una storia tanto diversa dai voucher è perché non ci possiamo stupire che se, di fatto, il contratto, che era regolare, è diventato un voucher, cosa succede se siete malati, se siete dei banconisti pagati con i voucher? Secondo voi il datore di lavoro quella sera in cui siete malati vi pagherà con il voucher? No. E che cosa è successo a una ricercatrice pagata con una borsa di studio? Che, appreso del suo stato di gravidanza, l'Università, davanti all'impossibilità di questa donna di lavorare con i solventi - stiamo parlando di chimica stiamo parlando di cose che non si possono utilizzare in gravidanza - di che cosa si è accorta? Che quella borsa non poteva essere rinnovata. Certo! E sapete perché? Perché la borsa di studio non è un contratto di lavoro.
Quindi, non ci stupiamo che la suddetta giovane non ha neanche un ammortizzatore sociale. Perché non ha un ammortizzatore sociale? Perché una borsa di studio serve agli studenti, che tra l'altro - lo dico anche sommessamente - hanno anche delle difficoltà, ma se rimangono incinte possono continuare. Mentre se una lavoratrice rimane appunto nelle condizioni in cui si è trovata Barbara, ovviamente se non ha un contratto regalare cosa succede? Esattamente quel che è successo a lei.
Ecco, purtroppo i casi di discriminazione di genere e di colpevolizzazione della maternità sui luoghi di lavoro in Italia sono tanti. Però diciamo che questa vicenda ha a che fare, invece, con un'altra partita. Questo, cioè, è l'esito nefasto dei tagli agli atenei, che corrisponde più o meno a un miliardo di euro dal 2008 ad oggi, ma anche di quello che ha prodotto, di fatto, la riduzione del 20 per cento dei ricercatori e dei docenti nelle nostre università. L'assenza di fondi e l'impossibilità di assumere spesso hanno generato questo.
Tra l'altro - qui ci sono un po' di Consiglieri - con i colleghi Appiano, Rossi e Valle abbiamo prodotto un atto di indirizzo in cui chiedevamo agli Atenei di fare in fretta un piano per il reclutamento dei ricercatori di tipo B.
Alla Giunta chiedo questo, insomma (e chiudo). Io credo che l'Ateneo potesse comunque risolvere la vicenda, quindi non tolgo dalle responsabilità nemmeno l'Università degli Studi di Torino, che aveva mille modi per trovare a una donna che si è impegnata per 15 anni nel nostro Ateneo anche un lavoro diverso da quello con l'uso dei solventi e quindi da quello espletato tramite quella borsa. E quindi l'Ateneo è corresponsabile.
Però - lo dico all'Assessora al lavoro, che so non avere ovviamente tutte le competenze su questo oggetto - o si invita il Governo ad aprire di nuovo questo piano di assunzioni e si chiede che questi casi vengano stralciati, perché è impossibile trattare come uno studente una lavoratrice, se no questa vicenda si ripresenterà altre volte.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Pentenero; prego.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Com'è già stato detto, la parte che mi riguarda tocca l'ultima fase del percorso della ricercatrice perché la ricercatrice dal mese di aprile al mese di maggio ha avuto un contratto di co.co.co relativo a un progetto destinato al rilevamento del gradimento della ristorazione scolastica con tecniche di consumer science, quindi lei in quel momento ha visto cessare contemporaneamente le due possibilità, cioè la borsa di studio della quale era assegnataria e il contratto co.co.co che le era stato nominalmente riservato.
Per quello che riguarda la parte del co.co.co, diciamo che oggi esiste nel nostro Paese, attraverso i nuovi strumenti previsti dal "Jobs Act del lavoro autonomo", la possibilità di usufruire di un ammortizzatore sociale.
L'ammortizzatore sociale è la Dis-Coll. La persona in specifico non potrà utilizzarlo perché la Dis-Coll per i lavoratori autonomi parte dal 1 luglio e quindi lei non potrà usufruirne; ma in futuro, rispetto a situazioni come queste, i lavoratori potranno usufruire di un ammortizzatore. E questa è la parte che riguarda la questione più strettamente lavorativa e legata al contratto di lavoro, quindi al tema occupazionale.
È evidente però che è necessario che si attivino anche dei confronti con il Governo, affinché tutti i piani di reclutamento possano essere riaperti e si possa addivenire a uno sblocco del turnover, che in alcuni nostri atenei si è realizzato e in altri non è successo.
Per quello che riguarda il piano regionale, ovviamente non siamo in grado di rispondere al numero importante di ricercatori presenti nei nostri atenei, ma stiamo lavorando per immaginare attività pertinenti o complementari rispetto alle attività di ricerca che vengono gestite in modo diretto dalle nostre università e dai nostri sistemi accademici.
I livelli di intervento, quindi, sono di due ordini: un ordine regionale e ovviamente una richiesta rivolta al Governo affinché si possa riaprire un tavolo di discussione per sbloccare il turnover, che tocca alcuni nostri atenei (non tutti) piemontesi.
Spiace ovviamente in modo specifico per la persona citata all'interno dell'interrogazione, perché si trova anche in una condizione particolare.
Io non credo che l'Università abbia fatto una scelta legata al suo stato di maternità, ma a una scadenza naturale. E peraltro non penso nemmeno che i responsabili dell'ateneo avessero la consapevolezza di questo contesto. In ogni caso, non avevano altri strumenti per poter rinnovare la borsa di studio (che è oggetto di bando) o di prolungare il contratto di co.co.co perché questo era stato attivato per un progetto specifico.
L'Università è stata sensibilizzata ed è stato sensibilizzato anche il Ministero sul caso particolare, ma il contesto complessivo non permette, al momento attuale, di avere una risoluzione specifica per la ragazza oggetto dell'interrogazione. L'Università riaprirà altre borse di studio, dove ovviamente i titoli della persona di cui si parla saranno titoli che sicuramente potranno permetterle di vantare una priorità e sicuramente la possibilità di avere un riconoscimento della propria esperienza e della propria competenza.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1623 presentata da Bono, inerente a "Dipartimento di Psichiatria dell'ASL-TO4: mancata nomina del Responsabile del Dipartimento e carenza di personale medico"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1623, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dice il titolo, interroghiamo l'Assessore Saitta (che è test rientrato) per conoscere, appunto, quali provvedimenti possono prendere l'Assessore e l'Assessorato in relazione alla precaria situazione del Dipartimento di Salute mentale dell'ASL-TO4.
In particolar modo, si sottolinea come nell'area che riguarda la parte nord della provincia di Torino - quindi Ivrea, Ciriè, Settimo e Chivasso i responsabili delle due Strutture complesse del Servizio di Salute mentale sono andati in pensione nel lontano 2013 e da allora le posizioni ci risultano scoperte.
Il Direttore generale dell'ASL-TO4 ha nominato come previsto i Direttori di Dipartimento scegliendoli tra i Direttori delle Strutture complesse afferenti a ciascun Dipartimento, facendo mantenere loro, per la titolarità della Struttura complessa; il loro incarico dovrebbe decorrere dal 1° marzo 2017. A noi risulta però che questo non sia stato ancora fatto, quindi c'è un ritardo. L'interrogazione è stata scritta pochi giorni fa, quindi non siamo a conoscenza del fatto se nel frattempo si sia ovviato a questa mancanza di nomina.
Inoltre, sembrerebbe che risulti una mancanza di personale, sia medico che nel comparto sanitario, nel senso che pare che la situazione di precarietà in cui verte la struttura dipartimentale negli ultimi quattro anni abbia fatto sì che molti operatori abbiano cercato lavoro, tramite mobilità interaziendale, in altre Aziende della provincia di Torino o addirittura della Regione. Anche dal punto di vista dei pazienti, quindi da cui abbiamo ricevuto alcune lamentele rispetto alla difficoltà di vedere erogati i relativi servizi, le chiediamo, Assessore, delle informazioni nel merito: se ha nozioni più aggiornate rispetto a noi e se ha valutato di intervenire, in quale modo e con che tempistiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Dipartimento di salute mentale dell'ASL-TO4 è formato da due Strutture complesse (Ciriè-Ivrea e Chivasso), una Struttura semplice dipartimentale e sette Strutture semplici. A oggi le due Strutture complesse sono coperte da altrettanti dirigenti medici con incarico di facente funzione e tutte le Strutture semplici, compresa la dipartimentale sono state regolarmente assegnate.
Le funzioni di Direttore di Dipartimento sono svolte dal Direttore sanitario dell'Azienda, che ha già svolto tale incarico per alcuni anni presso altra ASL del Piemonte (ASL VC). Non risultano pertanto carenze funzionali, gestionali e organizzative.
In ogni caso entro l'anno in corso, in attuazione del Piano di riorganizzazione aziendale, si concluderà l'iter per la nomina dei Direttori delle due strutture complesse, così sarà possibile affidare la responsabilità del Dipartimento di salute mentale ad uno dei due Direttori della struttura complessa.
Non risulta che i medici psichiatri si siano trasferiti presso altre Aziende sanitarie per motivazioni diverse rispetto a specifiche e comprensibili esigenze di carattere personale e familiare.
Tutti gli operatori, Dirigenti medici, in particolare, qualora trasferiti o dimessi, sono stati sostituiti. A oggi, risultano in mobilità due Dirigenti regolarmente sostituite; sussiste un preciso impegno della Direzione a garantire il mantenimento degli organici ottimali.
Si sottolinea l'attenzione per le aree di vulnerabilità della popolazione assistita nell'ambito della salute mentale, testimoniata dal rafforzamento del Centro per i disturbi di comportamento alimentare di Lanzo e dalla recente istituzione del Centro per la diagnosi dei disturbi dello spettro autistico in età adulta, a Castellamonte.
Tali centri si affiancano, in termini di sussidiarietà integrata, alle attività svolte dal Dipartimento di salute mentale, che non risultano deficitarie rispetto ai bisogni espressi dalla popolazione assistita.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1618 presentata da Graglia, inerente a "Ospedale di Savigliano"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1618.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'Ospedale di Savigliano. Questa interrogazione nasce dal fatto di aver appreso da fonti giornalistiche che l'Ospedale di Savigliano non subirebbe alcun ridimensionamento o smantellamento.
Considerato che - come riferiscono sempre gli organi di stampa - la Direzione generale dell'ASL-CN1 starebbe lavorando al rilancio degli Ospedali di Savigliano, Saluzzo e Fossano (e per questo me ne rallegro) rilevato ancora che all'Ospedale di Savigliano verrebbero destinate risorse pari a 25-30 milioni di euro reperibili tramite fondi regionali, attraverso le dismissioni dell'ASL; appreso ancora che il piano predisposto dalla Direzione generale dell'ASL ridefinirebbe la riorganizzazione degli spazi e degli interventi dei prossimi anni e che nell'autunno prossimo la Giunta dovrebbe presentare un provvedimento sull'edilizia sanitaria in cui verranno indicate le risorse anche per l'Ospedale di Savigliano interroghiamo l'Assessore per sapere come saranno investite le risorse ammontanti a 25-30 milioni di euro, annunciate per il rilancio dell'Ospedale di Savigliano.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Innanzitutto, confermiamo ciò che ha avuto modo di dire, nei giorni scorsi, il Presidente Chiamparino in ordine alla non sussistenza di disegni di smantellamento dell'Ospedale e neppure di depotenziamento. Questo è sicuramente certo.
Ma questa non è un'opinione nata in questa occasione, in qualche maniera interessata dalle vicende elettorali; è nata anche da una ricostruzione molto semplice di quello che è capitato, non soltanto nei rapporti tra gli Uffici, ma anche pubblicamente - ed è tutto ricostruibile nel territorio dell'ASL.
Ricordo che nel mese di dicembre del 2016 si è tenuta una riunione convocata dal Direttore dell'ASL; mi ha invitato e sono stati invitati altri Consiglieri regionali del Cuneese. Adesso non ricordo più, ma sicuramente c'era il collega Appiano; non ricordo se c'era lei, collega Graglia. In ogni caso, in quella situazione il Direttore dell'ASL ha presentato un'ipotesi di un piano che lui ha definito "Piano direttorio" che riguardava il potenziamento dell'Ospedale, indicando anche delle modalità anche abbastanza puntuali per questo intervento.
Noi l'abbiamo incoraggiato e, in quell'occasione - non soltanto io anche gli organi di informazione hanno riferito delle modalità di finanziamento di questa operazione che riguarda l'utilizzo di risorse proprie, l'utilizzo della vendita, ecc., e anche la possibilità che sia stata chiesta e (cosa che noi confermiamo) di finanziamenti regionali al completamente del Piano.
La situazione è questa: che l'ipotesi (anche qui è noto, dico cose che sono note; il collega avrà sicuramente letto nell'anno passato tutte queste informazioni.
GRAGLIA Franco (fuori microfono) Vorrei che fossero ribadite, Assessore, così se verranno confermate...



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Io riconfermo. L'ha detto il Presidente Chiamparino credo con grande autorevolezza l'altro giorno e lo riconfermo. Pertanto, il mio intervento è soltanto a conferma ed è anche una ricostruzione dei fatti che erano noti e che credo dovrebbero essere anche noti a chi vive su quel territorio.
L'ipotesi prevede la ristrutturazione di quasi tutti i reparti e la loro riorganizzazione. Tutto questo è stato subordinato a un Piano di fattibilità che è quasi concluso. Un lavoro che è all'interno delle strutture sanitarie, dell'organizzazione interna, per verificarne la coerenza e non soltanto la fattibilità. Appena questo lavoro sarà completato, sarà oggetto di un confronto all'interno dell'Azienda con il Direttore del Dipartimento e poi con la Regione Piemonte.
In ogni caso, noi confermiamo l'impegno al potenziamento di quella struttura ospedaliera che svolge un ruolo importante, quindi non sussistono ipotesi diverse di smantellamento, semmai di potenziamento perché svolge un ruolo importante su quel territorio.



MOTTA ANGELA


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 1621 presentata da Ruffino, inerente a "Fondi stanziati per la disostruzione pediatrica e la rianimazione cardiopolmonare"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1621.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Recentemente, questo Consiglio ha approvato un'importante legge, ma ora occorre pensare alle risorse: stiamo parlando della vita dei bambini. Ogni anno, quasi 50 bambini (uno a settimana), perdono la vita proprio per soffocamento da corpo estraneo. Il decesso avviene, non soltanto a causa dell'oggetto ingerito, ma soprattutto perché chi presta assistenza nell'immediato non è formato alle corrette manovre pediatriche di disostruzione e di rianimazione.
L'intento della legge è quello di promuovere la massima diffusione delle tecniche salvavita e della prevenzione primaria. Ovviamente, la parte formativa è fondamentale: dobbiamo pensare di formare il maggior numero di persone possibile e questo ovviamente è il fine principe della legge.
Sono stati stanziati 100 mila euro per ciascun anno di bilancio ripartiti in 75 mila euro per i percorsi formativi e 25 mila euro per i percorsi informativi. Sono oggi a chiedere all'Assessore con quale modalità prenderà l'avvio la parte formativa, ossia quali azioni - a oggi - sono state adottate per il conseguimento delle finalità della legge e per l'impiego delle risorse dalla stessa previste.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La legge "Disposizioni in materia di disostruzione pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare" è stata approvata, come la collega ricordava dal Consiglio regionale lo scorso 26 aprile, con l'obiettivo di promuovere la massima diffusione delle tecniche salvavita in ambito pediatrico.
Come rilevato dalla Consigliera Ruffino, la norma finanziaria del provvedimento prevede uno stanziamento di 100 mila euro all'anno per il triennio 2017-2019. La stessa legge stabilisce anche che la Giunta regionale abbia 120 giorni di tempo (circa quattro mesi) per elaborare il regolamento attuativo con cui definire gli strumenti e le azioni finalizzate all'applicazione della norma.
La Giunta sta lavorando alla predisposizione del regolamento secondo i termini stabiliti dalla legge: una volta ultimata la bozza del testo, verrà sottoposta alla IV Commissione, prima dell'approvazione definitiva.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.32 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(La seduta ha inizio alle ore 15.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Batzella, Cerutti, Chiamparino Ferrari e Laus.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazioni per le vittime e i feriti degli attentati terroristici avvenuti alla periferia est della capitale Bamako, in Mali, a Londra e a Parigi, nonché delle vittime dell'incendio del grattacielo di nord Kensington a Londra e dell'incendio della foresta di Pedrógão Grande a Lisbona


PRESIDENTE

In questi ultimi giorni si sono verificati nuovamente fatti drammatici e dolorosi, che hanno profondamente colpito l'opinione pubblica internazionale.
Giovedì 15 giugno, in Mali, alla periferia est della capitale Bamako il resort Campement Kangaba, frequentato da turisti occidentali, è stato assaltato da terroristi che hanno sparato raffiche di armi automatiche uccidendo due persone e prendendo 32 ostaggi, che sono stati liberati dopo alcune ore.
Un altro caso di attacco terroristico è accaduto nella notte di domenica 18 giugno, a Londra, dove un furgone ha investito un gruppo di fedeli musulmani fuori dalla moschea di Finsbury Park, provocando un morto e dieci feriti, di cui due gravi.
Ed è solo di ieri pomeriggio il tentativo di un nuovo attacco terroristico alle forze dell'ordine francesi sugli Champs Elysées a Parigi: una vettura, su cui sono state ritrovate una bombola di gas e delle armi si è schiantata contro una camionetta della Gendarmerie française.
Altri due avvenimenti ci hanno lasciati sgomenti per l'entità delle vite perse.
Nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 giugno il grattacielo di nord Kensington, a ovest di Londra, è stato avvolto dalle fiamme. Un tragico bilancio: 79 tra morti e dispersi, di cui due italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardi, e 24 feriti, la metà in condizioni critiche.
Sabato 18 giugno, in mattinata, dei fulmini hanno scatenato un inferno di fuoco che ha cancellato il 95 per cento della foresta di Pedrógão Grande, 160 chilometri a nord di Lisbona. Sono morte 61 persone e 50 sono rimaste ferite, di cui cinque in maniera grave, ma il bilancio sembra destinato ad aggravarsi.
Il nostro più sincero cordoglio e la nostra vicinanza vanno ai familiari delle vittime, ai feriti e ai popoli colpiti da queste tragedie.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

*****


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 30, 124 e 137, inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del testo unificato delle proposte di legge n.
30, 124 e 137, inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Sono relatori la Consigliera Caputo e i Consiglieri Graglia e Marrone.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione il 24 maggio 2017.
La parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina, relatrice

Grazie, Presidente.
Dopo due anni da quando sono state depositate le proposte di legge in merito alla prevenzione delle complicanze, alla diagnosi, al trattamento e al riconoscimento dell'endometriosi, oggi è giunta in Aula la discussione di questo provvedimento, che ha un impatto positivo sulla salute delle donne. Per questo merita un'attenzione, perché è una patologia che ha una crescente gravità. L'endometriosi è una malattia progressiva, cronica ed invalidante, che crea grossi problemi alla salute delle donne e comporta anche l'infertilità. Infatti, circa il 30-40 per cento delle donne affette da questa patologia sono è fertile.
L'endometriosi, oltre a essere una malattia invalidante, rappresenta un costo imponente per il sistema sanitario nazionale.
Se parliamo di numeri, dobbiamo sottolineare che è riconosciuto che le donne in Europa affette da questa patologia sono circa il dieci per cento.
Tradotto in numeri, parliamo di 14 milioni di donne in Europa e tre milioni in Italia.
Oltre tutto è una patologia che difficilmente viene diagnosticata; è stato rilevato, infatti, che c'è un ritardo di diagnosi di endometriosi di circa nove anni, e questo comporta delle conseguenze piuttosto forti perché molte donne si trovano a dover subire degli interventi chirurgici invasivi, perché la malattia può estendersi ad altri organi (pancreas intestino) e poi può arrivare all'infertilità.
Questa patologia, oltre ad avere degli impatti di tipo fisico, perch comporta un dolore pelvico, stanchezza cronica e dei dolori addominali, ha anche un impatto molto forte a livello psicologico. Infatti, questa patologia comporta dei problemi anche dal punto di vista della vita pubblica e sociale per circa l'83 per cento delle donne; comporta dei problemi dal punto di vista anche lavorativo. Questo è importante sottolinearlo, perché spesso si parla del fatto che le donne perdono il posto di lavoro a causa della maternità, ma ci sono anche tantissime donne che lo perdono perché sono affette da endometriosi.
Da un'indagine conoscitiva svolta alcuni anni fa risulta che molte donne si assentano dall'attività lavorativa con una media di cinque giorni al mese, perché quando i dolori sono troppo forti non riescono a svolgere anche delle semplici azioni di vita quotidiana. È, infatti, riconosciuto che moltissime donne hanno addirittura adattato il loro stile di vita alla malattia.
Dai dati dell'indagine conoscitiva svolta alcuni anni fa risulta che il 14 per cento di donne affette da endometriosi ha ridotto l'orario di lavoro; il 14 per cento ha abbandonato o perso l'attività lavorativa o addirittura ha chiesto il prepensionamento. Il 40 per cento teme di parlarne sul posto di lavoro, proprio perché è una patologia molto grave ed hanno quindi paura delle conseguenze che ne potrebbero derivare.
Per questi motivi credo che sia importante intervenire, anche perché è una patologia che colpisce più del 50 per cento delle donne nella fascia di età tra i 29 e i 39 anni e lo 0,4 per cento delle adolescenti.
Come ho detto, si arriva a una diagnosi tardiva e questo naturalmente comporta tutte le conseguenze già citate, ed è importante fare prevenzione per favorire il riconoscimento della patologia dall'età adolescenziale.
Purtroppo, essendo una patologia ancora complicata, è difficile che ne venga presa coscienza da parte delle donne che possono esserne affette.
È importante sottolineare che l'endometriosi, oltre a essere una patologia che comporta danni fisici e conseguenze psicologiche, la sua patogenesi non è ancora certa, ma esistono dei legami anche con l'ambiente che ci circonda, dei fattori inquinanti che agiscono come interferenti endocrini e giocano un ruolo importante soprattutto nella fase embrionale.
Un importante studio pubblicato di recente, che ha visto impegnato un gruppo di ricercatori clinici e universitari proprio della nostra regione è volto ad analizzare l'incidenza dei casi di endometriosi in Piemonte approfondendo eventuali variazioni geografiche.
Sono state selezionate delle pazienti tra i 18 e i 45 anni nate e residenti in Piemonte con diagnosi di endometriosi e ricoverate presso strutture ospedaliere, è stata fatta un'analisi spaziale basata su un approccio bayesiano che ha permesso di mappare l'area piemontese e i rischi derivanti. Quello che è stato effettivamente appurato e messo in evidenza è che ci sono alcune aree della nostra regione in cui il rischio è più elevato. Questo risulta essere evidente soprattutto dalla presenza di insediamenti industriali di tipo chimico e siderurgico.
Da questo punto di vista, su cui ritornerò nella legge, abbiamo deciso che è importante sottolineare il punto per cui è necessario investire e fare ricerca, proprio per capirne anche le cause e prevenire i fattori che possono comportare e aumentare il rischio di essere affette da questa patologia.
Nel 2004 il Parlamento Europeo ha riconosciuto l'endometriosi come uno stato clinico che colpisce una donna su dieci e ha invitato a una maggiore sensibilizzazione sia la popolazione che i medici.
Nel 2005 il Senato ha riconosciuto come malattia sociale l'endometriosi e l'ha inserita nelle tabelle dell'INPS come causa di invalidità civile.
Altre Regioni, come il Friuli Venezia Giulia nel 2012 e poi a seguire la Sardegna, la Puglia e il Molise hanno legiferato nel merito. A livello nazionale è stato compiuto un grande passo, e su questo ringrazio anche l'Assessorato, che so che si è speso nel merito per far rientrare l'endometriosi nei LEA. L'aggiornamento consente, infatti, con l'inserimento dell'endometriosi, di andare incontro soprattutto ai casi più gravi di terzo e quarto grado, a far avere un'esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Questo perché è importante sottolineare, come dicevo all'inizio del mio intervento, che questa patologia comporta dei grossi costi sia a livello del sistema sanitario, ma anche dei costi individuali delle donne, proprio perché sono tantissimi i percorsi e i trattamenti che devono intraprendere.
Abbiamo soltanto due tipi di cure: la terapia medica, che è quella che cerca di migliorare la qualità della vita delle donne, e la terapia chirurgica, che deve essere effettuata in centri dedicati e specializzati per questa malattia. Altrimenti, ed è appurato anche questo scientificamente, si ottengono dei risultati bassi, pari soltanto al 15 per cento del risultato dovuto, mentre intervenire tempestivamente con un ottimo intervento chirurgico in centri specializzati, consente a queste donne, a detta loro, anche di ritornare a vivere una vita normale.
Quando parliamo di costi è importante far presente che in Italia sono sei i miliardi di euro di spesa sociale per questa patologia, 30 miliardi per congedi lavorativi legati all'endometriosi, 54 milioni di euro per il trattamento chirurgico e 33 milioni in giornate lavorative perse.
È una patologia che ha impatti sociali importanti, e con questo provvedimento abbiamo inserito alcune azioni, che reputo molto importanti dal punto di vista strutturale, per mettere a sistema, e anche un modo di lavorare trasversale. Infatti, oltre alla sensibilizzazione, al riconoscimento, alle finalità e alla promozione della diagnosi precoce dell'endometriosi e diffondere la sua conoscenza, anche dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale, famigliare e lavorativo, già all'articolo 2 si attribuisce alla Giunta la competenza di adottare delle linee guida per il percorso diagnostico e terapeutico multidisciplinare e per il controllo periodico delle pazienti che sono affette da endometriosi, per garantire la piena operatività del regime di esenzione all'interno degli ambiti di cui ho citato prima, dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Un altro punto molto importante che viene normato è quello dell'individuazione dei centri regionali di riferimento. È importante avere dei centri regionali proprio per le motivazioni che citavo prima. per intervenire in maniera adeguata negli interventi chirurgici e, soprattutto anche da un punto di vista di fondi per consentire di avere un centro di riferimento importante per le pazienti, ma anche per la formazione di medici chirurghi dedicati a questa patologia.
Abbiamo istituito l'Osservatorio regionale, vengono individuati i componenti, ma la fase importante dell'Osservatorio è che tra i componenti oltre ad esserci i rappresentanti dell'INPS e dell'INAIL - perché è una malattia riconosciuta come invalidità civile nelle tabelle dell'INPS saranno rappresentati anche diversi Assessorati: un rappresentante dell'Assessorato alla Sanità, uno delle Politiche Sociali e un altro rappresentante dell'Assessorato alle Politiche del Lavoro per quello che è stato ricordato all'inizio del mio intervento. Si tratta di una patologia che ha dei gravi riscontri anche dal punto di vista delle conseguenze sul posto di lavoro ed è una malattia sociale.
È importante che si possa lavorare in maniera trasversale, non solo che possa essere concepita come una questione attinente soltanto al settore della sanità.
Un altro punto fondamentale è l'istituzione di due strumenti importanti: il Piano regionale per la prevenzione e la cura dell'endometriosi che sarà adottato dalla Giunta, sentito l'osservatorio regionale e la Commissione consiliare competente, e la Rete regionale per la prevenzione e la cura, che sarà uno strumento di razionalizzazione e soprattutto, consentirà di attuare un registro. È importante che ci sia anche una mappatura dei percorsi diagnostici che queste pazienti devono compiere.
Vengono riconosciute le attività delle associazioni di volontariato, in modo che si possa lavorare in sinergia, perché dobbiamo dire che una grande opera è stata fatta dalle associazioni di volontariato che si sono sempre dedicate alla conoscenza, alla trasmissione, alla sensibilizzazione delle informazioni circa i sintomi, le azioni e anche la prevenzione di questa patologia.
Quello che è anche importante far presente come altro punto sicuramente fondamentale è investire sulla formazione del personale e sulla ricerca epidemiologica, perché solo lavorando su questi fronti si riuscirà a monitorare meglio questa nuova malattia che, ancora a oggi, rimane su alcuni fronti un po' sconosciuta e difficile da diagnosticare.
Noi avevamo già previsto, in assestamento di bilancio nel 2015, di istituire il registro e l'osservatorio collegati al bilancio. Adesso con questa legge si cancellerà quello che era stato previsto perché vengono istituiti in legge, né saranno previsti dei costi in più perché, come ho detto, rientreranno nelle prestazioni dei Livelli Essenziali di Assistenza mentre, per quanto riguarda le altre azioni previste nell'articolato, la formazione degli operatori, le campagne di sensibilizzazione e informazioni troveranno un'adeguata copertura finanziaria già tra le risorse previste a livello regionale.
Reputo che sia una normativa importante perché, come ho detto all'inizio del mio intervento, è un passo avanti per la tutela della salute delle donne, donne che ancora oggi hanno paura a prendere coscienza per le conseguenze che possono derivare da questa patologia. Credo che, invece intervenendo nel merito e facendo sistema si possa fare in modo che si sentano più supportate da un sistema che agisce e interviene per loro tutelandole, prevenendo e mettendo in campo delle azioni coordinate per la prevenzione e soprattutto per la tutela delle donne affette da questa progressiva e invalidante patologia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
La parola al Consigliere Marrone, che interviene in qualità di relatore di minoranza.



MARRONE Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo felici che dopo tanto tempo l'iter della proposta di legge sull'endometriosi sia finalmente approdata in Aula per l'approvazione.
Ricordo che sin dal 2012 questo tema è stato posto all'attenzione di Palazzo Lascaris. Fu la prima proposta di legge a essere presentata quell'anno, firmata da una Consigliera di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli, e ricordo che in quell'anno erano ancora davvero in pochi a discutere di questo tema in ambito politico. Oggettivamente, era una patologia molto poco conosciuta per quanto, come ha correttamente ricordato la collega del PD, sia in realtà una patologia che incide davvero pesantemente sulla quotidianità delle donne che ne sono afflitte. Pensare che il 60 per cento delle donne che ne soffrono l'avvertono con dolore quindi ce l'hanno in forma dolorosa, e che nel 30-35 per cento dei casi addirittura porti alla sterilità la dice lunga sulla necessità da parte della politica di aprire entrambi gli occhi su questa patologia, per cercare di fornire tutti gli strumenti che sia possibile adottare per assistere le donne vittime, così come anche cercare di far progredire l'assistenza sanitaria su questo terreno.
Quindi, è con piacere che, nonostante ci sia l'orgoglio di rivendicare la paternità di questa proposta politica, abbiamo comunque acconsentito con piacere di coordinare i testi in un'unica proposta e quindi aggiungere le firme, come centrodestra, a un testo unitario che vede come prima firmataria Valentina Caputo.
Sono questi temi che richiedono l'interesse e soprattutto l'attenzione solo riposta alla finalità. Le bandierine, sicuramente, quando si parla di salute, come per altri temi molto importanti, è giusto riporle nel cassetto. Nonostante ciò ricordiamo che, come spesso accade, per la farraginosità generale, senza attribuire colpe a nessuno, anche nella scorsa legislatura, molto più travagliata di questa, ahinoi, è andata così con la farraginosità dei lavori d'Aula e tutte le priorità amministrative spesso più che legislative che, però, hanno rallentato i lavori dell'Aula è comunque con fatica che si è riusciti ad arrivare a questo punto.
C'è l'orgoglio e la volontà di proseguire e quindi, ben venga l'innesto, sulla nostra proposta originaria, dello strumento dell'osservatorio e l'istituzione di un registro, L'importante - e questo è il caso di ricordarlo - è che si pongano poi delle dotazioni economiche sufficienti a garantire un lavoro reale di questo osservatorio. Non potremo mai accontentarci di istituire solo formalmente un organo e di approvare più volte ce lo siamo detti su altri temi - leggi che vadano solo a segnare il punto sulla carta, formalmente; se oggi deliberiamo e legiferiamo con l'istituzione di nuovi strumenti di contrasto all'endometriosi, dobbiamo farlo con la consapevolezza che ci assumiamo, di fronte a tutta la collettività piemontese e in particolare alle donne piemontesi che ne soffrono, l'impegno a dotare questi strumenti di risorse che consentano di essere operativi.
Questo lo voglio dire alla Giunta, lo voglio dire al Vicepresidente Reschigna, che è un po' il custode dei conti e, quindi, inevitabilmente, il primo protagonista della decisione sulle risorse. Questo lo voglio dire proprio perché la serietà sul tema ci impone di essere intellettualmente onesti, esserlo tra di noi, ed esserlo nei confronti dei cittadini. Oggi è una buona giornata da questo punto di vista per l'Aula, speriamo che non sia semplicemente un momento di autocelebrazione, ma in questo caso penso che non sarà così.
Voglio invece sperare che andando oggi a garantire anche interventi di sostegno alle associazioni impegnate sul tema, opere di sensibilizzazione campagne di diffusione e anche informativa su questa patologia, questi impegni passino dalla carta alla realtà concreta e quotidiana dei cittadini e in questo caso, mi sento di dire, soprattutto delle cittadine piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Consigliere Graglia, che interviene in qualità di relatore di minoranza.



GRAGLIA Franco, relatore

Grazie, Presidente.
Semplicemente per esprimere una grandissima soddisfazione per il risultato ottenuto, finalmente ottenuto.
Come accennava prima la collega Caputo, le nostre proposte di legge molto simili, risalgono a due anni fa, al marzo 2015; dopo due anni, avevo perso anche le speranze, soprattutto perché sembrava esserci inizialmente una certa resistenza che andava in senso contrario alla proposta di legge.
Invece devo dire, e lo dico con soddisfazione, che mi sbagliavo, perch dopo aver licenziato un testo unificato in Commissione qualche settimana fa, oggi siamo qui a cercare di licenziare questa proposta di legge in Aula. Ovviamente, mi aspetto un voto unanime, anche perché, come è già stato detto prima, in questi casi la politica non c'entra assolutamente niente.
Ci tengo a ringraziare tutti, per il lavoro svolto, iniziando dalla collega Caputo e dal collega Marrone, che sono stati indispensabili per ottenere il risultato. Ringrazio soprattutto la collega Caputo, per la sua tenacia e per la convinzione dimostrata soprattutto alla fine dell'iter quando sembrava che fossimo arrivati alla conclusione, ma poi non raggiungevamo mai l'obiettivo.
Ci tengo anche a ringraziare l'Assessore Saitta, perché è anche giusto dire grazie quando le cose vanno in un certo senso. Ringrazio anche il Consigliere Allemano e anche altri colleghi che sembravano non essere allineati su questa proposta, ma devo dire che poi sono stati collaborativi o, almeno, non si sono messi di traverso. Penso sia stato un risultato importante, che ho apprezzato.
I colleghi hanno già illustrato perfettamente le caratteristiche di questa malattia, che è molto complessa, cronica, poco conosciuta, ma soprattutto invalidante nel condizionare la vita intera di una donna. Una malattia che in Europa colpisce 14 milioni di donne e tre in Italia.
Ritengo che abbiamo fornito un servizio non indifferente e che abbiamo reso dignità alle donne che abbiamo considerato e, soprattutto, rispettate ritengo che il rispetto delle persone è un valore necessario e spesso non riconosciuto. In questo momento immagino i visi felici di quelle ragazze di Bra, da cui è nato tutto, che si erano presentate da me, chiedendo aiuto in quanto si scontravano contro muri di gomma di fronte alle loro rivendicazioni. Quindi, sono contento di essere stato utile a questa giusta causa e affinché la legge trovi ampia attuazione.
Recentemente, l'endometriosi è anche entrata nei LEA ed è stata inserita nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti, e questa è una grande soddisfazione.
Avevo presentato una mozione con la quale si chiedeva qualche risorsa in più, poche risorse, 10.000 euro in più, che però ritiro, perché voglio dare fiducia all'Assessore affinché metta a disposizione tutte le risorse necessarie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Dopo le tre relazioni, quella della Consigliera Caputo e dei Consiglieri Graglia e Marrone, apriamo la discussione generale.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Che bella concordia istituzionale sull'endometriosi!



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Aspetta che finisco la parte iniziale...
Se mi interrompi, perdo lo spunto.
Peccato però che non si possa proprio dire che ci sia una concordia a tutti i livelli, nel senso che il Movimento 5 Stelle da questa concordia si sfila un po'.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Oh, fate un coro di lamento!



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Penso alle le motivazioni che aveva già illustrato la collega Batzella in Commissione: le ricordate sicuramente e ve le esporrò nei prossimi nove minuti e quindici secondi. Oggi infatti la collega Batzella purtroppo è assente per motivi di salute, quindi tocca a me illustrare indegnamente non le motivazioni della nostra contrarietà, ma le nostre perplessità.
Mi rivolgo ovviamente alla collega Caputo e ai primi firmatari Marrone e Graglia. Com'è già stato detto, non è che avevamo già una norma approvata con degli emendamenti lungamente discussi nel collegato alla finanziaria del 2015? Per la domanda, naturalmente retorica, la risposta è sì. Noi avevamo già introdotto nel collegato alla finanziaria del 2015 (artt. 58, 59 e 60) tre norme, che sostanzialmente dicono le stesse cose un po' modificate; chiaramente proprio uguali non è che potevamo metterle.
Si parlava di "registro" regionale dell'endometriosi e qui abbiamo creato il "piano" regionale e la "rete" regionale dell'endometriosi avevamo già l'"osservatorio" regionale per l'endometriosi e avevamo pure creato la "giornata regionale" per la lotta all'endometriosi. Poi vi siete ravveduti, perché in Commissione vi abbiamo fatto osservare come esistesse già la "giornata nazionale" per la lotta all'endometriosi, quindi abbiamo scritto quella che si potrebbe dire (ma non lo dico) una "super", un impegno degno più di un ordine del giorno.
La Regione Piemonte - lo leggo bene perché non vorrei sbagliare - pu aderire alla Giornata nazionale sull'endometriosi e anche le Amministrazioni pubbliche esistenti sul territorio. Ecco, lo leggo, così non mi sbaglio: "In occasione della Giornata nazionale per la lotta all'endometriosi le Amministrazioni pubbliche" - quindi non si capisce se la Regione o i Comuni cui noi diamo la facoltà, come se noi dovessimo dare la facoltà ai Comuni - "anche in coordinamento con le associazioni rappresentative delle pazienti e con le unità operative dedicate alla diagnosi e alla terapia dell'endometriosi, e raccordandosi ai programmi predisposti dall'Osservatorio" - che avevamo già, che avete abrogato e poi reintrodotto con questa legge - "possono assumere iniziative dirette a promuovere l'informazione e la sensibilizzazione sulle caratteristiche della malattia, la sintomatologia, la prevenzione", ecc. Ma questo non c'è bisogno di scriverlo in legge: è del tutto evidente che se esiste una giornata nazionale delle patate fritte - anzi, usiamo un'altra verdura o un altro tubero, perché se no potremmo essere fraintesi - a livello regionale comunale e di qualunque cavolo di Amministrazione pubblica si può scegliere se aderire o meno. Non bisogna metterlo in legge, è evidente. Su questo almeno siamo d'accordo, vero? Almeno su questo punto, quindi, si potrebbe avere la decenza di fare un emendamento abrogativo - ma probabilmente ci penseremo noi - e cancellarlo, perché non serve assolutamente a nulla.
Sul tema della clausola di natura finanziaria, la collega Caputo ha detto che è vero, il livello nazionale ha introdotto l'endometriosi di grado 3 e 4 - quindi non tutti e quattro gradi di stadiazione della malattia - nei LEA; e quindi sono sostanzialmente passate in regime di esenzione, qualora diagnosticate, le forme di endometriosi gravi, quindi quelle con cisti emorragiche (le cosiddette "cisti cioccolato") e aderenze magari a livello del peritoneo intestinale e in altre sedi. Il grado 1 e 2 no. Come prima conseguenza, quindi, verrebbe già da dire: è vero sull'endometriosi di grado 3 e 4 non servirebbero risorse in più perch sono passate dai LEA. E da qui, però, mi verrebbe da chiedere: ma perch cavolo stiamo facendo una legge regionale? Se ci ha pensato per una volta il livello nazionale - per una volta che ci imbrocca qualcosa la legge nazionale - forse potrebbe anche non essere il caso di dover ritornare a fare una legge.
Quando venne presentato il testo nella scorsa legislatura - lo ricorda bene il collega Marrone - probabilmente questo aveva un senso, perché a livello nazionale c'è stato poi un movimento popolare di cittadini e di forze politiche che hanno cercato di far riconoscere questa malattia come una malattia degna di essere inserita nei LEA e quindi di passare in esenzione.
Sui casi di stadiazione 1 e 2 - quindi i casi iniziali - e su tutta la parte formazione, informazione e divulgazione non ce la possiamo cavare sempre dicendo: "Eh, non mettiamo risorse perché tanto andiamo a prenderle dove già ci sono". Ma "gia ci sono" dove? "Già ci sono" nell'ambito sanitario, o "già ci sono" in altri ambiti del Consiglio regionale o della Regione Piemonte, per quanto riguarda la formazione od altro? Non possiamo cioè, sempre fare leggi e proposte di legge che sono ordini del giorno.
Penso che il Vicepresidente Reschigna, se potesse parlare - ma non può per il ruolo che ricopre, perché se fosse all'opposizione, e mi ricordo che parlava parecchio, lo farebbe - direbbe che questi sono ordini del giorno.
E, come si soleva dire, "un ordine del giorno non si nega mai a nessuno".
Adesso, invece, siamo passati a leggi che sono esse stesse ordini del giorno; quindi siamo saliti un po' di grado.
Per noi va anche bene, capiamoci. Stiamo presentando anche noi una serie di proposte di legge totalmente o abbastanza inutili. Però succede che se le presentiamo e proviamo a metterci delle risorse, ci dite che le risorse non si possono mettere e noi le togliamo; e poi, magari, ce le bocciate: non è successo una volta, ma due e forse anche tre.
Vorremmo quindi capire se c'è una procedura particolare - cerco di non essere troppo ironico, antipatico e fastidioso, ma non mi riesce molto bene, ognuno ha il suo carattere - per cui quando un Consigliere di opposizione presenta una legge, questa non viene discussa finché è sostenuta solo dal Consigliere di opposizione; perché se questa l'avessero presentata solo i colleghi Graglia e Marrone non sarebbe mai stata discussa (questo è certo); quando la presenta un Consigliere o una Consigliera di maggioranza, allora il provvedimento prende il carro, i colleghi si attaccano e corrono e le leggi arrivano in discussione.
Chiederei quindi gentilmente, se questa è la procedura, se i Consiglieri di maggioranza potessero, su nostro suggerimento, presentare delle proposte di legge simili alle nostre: magari ve le presentiamo preventivamente e così le depositate prima voi e noi subito dopo, oppure insieme; e così, insomma, ci sarebbe un percorso accelerato per poter almeno una legge condivisa da tutto l'emiciclo; magari non utilissima perché non cambia veramente - come ho sentito dire anche da altri colleghi le sorti delle donne affette da endometriosi, ma comunque una legge che si va a inserire nell'ordinamento legislativo regionale e dice una serie di cose.
Al netto dell'ironia un po' antipatica che spero mi sarà concessa quindi, torno a dire - e chiudo in questi ultimi due minuti - che avevamo già tre articoli: abbiamo veramente così innovato la normativa riguardante l'endometriosi da dover impegnare sedute di Commissione consiliare e mezza seduta di Consiglio regionale? Abbiamo veramente fatto questa grande opera che doveva essere assolutamente realizzata con legge? Per esempio, la parte del piano regionale e della rete regionale, può essere anche un provvedimento fatto direttamente dalla Giunta. È vero che poi "eh, ma se fa tutto la Giunta, i Consiglieri regionali.".
Quando però si danno delle disposizioni interne al mondo delle Aziende Sanitarie con la costruzione di una rete regionale, occorre ricordare che le reti regionali mica le abbiamo mai fatte con legge. La rete regionale oncologica, cioè, viene fatta con un provvedimento da parte dell'Assessore alla sanità: si mettono insieme esperti, specialisti, tecnici dell'oncologia di varie Aziende Sanitarie e si fa la rete oncologica regionale. Da questo punto di vista, francamente non mi sembra così consono e così corretto presentare una proposta di legge del genere; a maggior ragione - lo ribadisco ancora una volta - perché il registro e l'osservatorio li avevamo già.
Mi spiace un po' rompere questo idillio del Consiglio regionale, che non capita spesso: quando si va più o meno d'accordo è anche abbastanza piacevole, nel senso che di solito si è sempre su posizioni contrastanti però è giusto, perché se no saremmo della stessa parte politica. Noi quindi, presenteremo adesso una serie di emendamenti abrogativi di alcune parti della legge e probabilmente di tutta la legge.
Se troviamo una quadra insieme per capire cosa può rimanere, con dignità di legge, all'interno del provvedimento e cosa no, saremmo favorevoli a trovare un accordo in questo senso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Rispetto agli emendamenti oppure alla possibilità cui ha accennato, li consegna ora, Consigliere? Perfetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è un'Assemblea legislativa, pertanto - come dice la parola stessa - emana delle leggi sulle competenze che la Costituzione italiana demanda alle Regioni. Inoltre, in quanto Assemblea legislativa, ha anche l'attività di indirizzo, che è in capo al Consiglio e ai Consiglieri regionali: dare indirizzi alla Giunta, oppure votare degli atti d'indirizzo in Aula che esprimano anche orientamenti rispetto a fatti che esulano dalla politica regionale. Magari si tratta di questioni anche nazionali, ed è ci che spesse volte si fa qui in Aula.
Voi direte: "Ma cosa c'entra con l'endometriosi? Cosa stiamo facendo un Bignami di regionalismo, di politica regionale?". Non c'entra, per forse è il caso di occuparsene, sia per noi (mi pare che spesso ultimamente, a qualcuno sfugga la funzione del Consiglio regionale) sia magari per le persone (sono più di quante pensiamo) che seguono lo streaming delle sedute di Consiglio e magari si domandano a cosa siano dovute determinate discussioni.
Ho, dunque, preferito sottolinearlo come cappello introduttivo, per il semplice motivo che stiamo parlare di una proposta di legge riguardante l'endometriosi.
Sgombriamo subito il campo: sappiamo cos'è l'endometriosi (anche noi studiamo, ci documentiamo), è una patologia molto grave, invalidante, è un problema a fronte del quale servono interventi, e in parte sono già stati attuati sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Se c'è una cosa di cui non hanno bisogno le persone che soffrono di endometriosi, così come i loro familiari (nessuno, in situazione di difficoltà, ne ha bisogno), sono i passaggi mediatici. Pertanto, siamo seri se ci occupiamo di fatti concreti, possibilmente offrendo delle soluzioni ai problemi dei nostri concittadini, ciascuno - per carità - partendo dalle proprie posizioni e con la legittima diversità di opinione.
Stiamo parlando di una patologia che è stata recentemente inserita, a livello nazionale, nei LEA, per gli stadi più gravi: lo stadio 3 e lo stadio 4. Stiamo parlando di una patologia che ha già visto un provvedimento legislativo regionale due anni fa, collegato alla finanziaria. L'articolo 58 prevedeva l'Osservatorio regionale, la giornata regionale, ecc., pertanto non mi pare che, dopo due anni, serva un tagliando a questo provvedimento legislativo, che poteva aver evidenziato dei limiti.
Invece, con questo asse centrodestra-centrosinistra (ultimamente si è sentito parlare molto di "chiappendinismi", qui in Aula, mentre i veri assi, ultimamente, sono, per chi osserva con attenzione, tra il centrodestra e il centrosinistra), andiamo nuovamente a toccare questo tema creando sicuramente un doppione rispetto alla legge nazionale. Un doppione che non serve, perché andiamo a ripetere più o meno le stesse cose, senza andare a novellare particolarmente quella disciplina legislativa, inserendo all'interno (non a caso parlavo dell'attività di indirizzo del Consiglio regionale) elementi che sono più propri e legittimi per gli atti di indirizzo che per i provvedimenti legislativi.
C'è, poi, il tema delle risorse. Io ho ascoltato la relazione della Consigliera Caputo, del Consigliere Marrone e del Consigliere Graglia. Se non erro, la Consigliera Caputo - che appartiene alla maggioranza - non ne ha fatto menzione; non ha parlato di risorse. I colleghi di opposizione invece, hanno parlato di risorse, perché il collega Graglia ha affermato: "Avevo presentato un atto di indirizzo, ma lo ritiro, perché voglio destinare il più possibile, come risorse, a questa legge". Il Consigliere Marrone, giustamente, ha detto: "Speriamo ci siano risorse adeguate".
Colleghi, io penso e spero che voi abbiate letto il testo condiviso della proposta di legge, perché questa è una legge a invarianza finanziaria, pertanto, se parliamo di risorse, oggi parliamo di zero. Dire "speriamo ci siano più risorse" è qualcosa che forse non attiene alla discussione che dobbiamo fare oggi, perché si sta cercando di licenziare una legge che ha risorse zero.
Attenzione: nessuno di noi sostiene che sia illegittimo presentare una proposta di legge su temi simili. Oggi probabilmente possiamo anche ragionare in termini di utilità e di come impegniamo il tempo in questo Consiglio regionale, ma fornisco un dato, perché spesso citare dei numeri serve a chiarire delle situazioni: siamo al 20 giugno e nel 2017 il Consiglio regionale ha licenziato sette leggi; nel 2016 ne aveva licenziate 12; nel 2015 ne aveva approvate 11.
Pertanto - come è già stato richiamato dai colleghi - oggi in Aula, ma anche più volte in Commissione, incominciamo a vedere delle passerelle su tutta una serie di temi. Ripeto ciò che ho detto altre volte: ciascuno decida come bisogna occupare il tempo qui in Aula, soprattutto la maggioranza, perché è il Consiglio - la Conferenza dei Capigruppo - che fa la programmazione e stabilisce i lavori dell'Aula, ma è chiaro che il volante è in mano alla maggioranza, che è quella che va a dare gli indirizzi sui temi che si trattano e anche - alla fine - su come impegniamo concretamente il tempo in Commissione e in Aula.
Io dico: liberissimi di impiegare il tempo così; vediamo quanto tempo ci si mette e quanto, poi, alla fine, rimane concretamente nelle nostre mani di palpabile su provvedimenti che servono a migliorare la vita dei cittadini piemontesi o su passerelle mediatiche che servono solo a qualcuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Dopo la relazione come firmatario e relatore del provvedimento, devo dire che la novità politica al dibattito portata dal Movimento 5 Stelle mi ha spinto invece a chiedere un intervento di dibattito.
Sinceramente, sono abbastanza senza parole e cercherò di mantenermi nelle righe, perché - per carità - in questi due anni non posso dire di aver assommato un'esperienza sufficiente ad analizzare compiutamente le dinamiche d'Aula di questa legislatura, però devo anche dire che ho visto parecchie occasioni in cui un Gruppo numericamente forte, formalmente di minoranza, come il Movimento 5 Stelle, poteva seriamente mettere in difficoltà l'operato della maggioranza e della Giunta. Potevano esserci molti provvedimenti su temi davvero connotati politicamente in ambito economico-finanziario, in ambito di politiche - vogliamo dire - ambientali sanitarie in senso stretto, di programmazione sanitaria, intendo, ma sinceramente, rispetto al loro potenziale volume di fuoco, in termini di Aula, questa azione ostruzionistica l'ho vista raramente, anzi mi sento di dire che non l'ho vista praticamente mai.
Il problema però.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



MARRONE Maurizio

No, no, ma arriviamo anche alla Commissione, perché me la ricordo la Commissione.
Adesso vedremo gli emendamenti, però, se metto insieme le parole del collega Bono, che parla di abolizione complessiva, totale - un pezzo alla volta - della legge e mi affido al fatto che sono stati presentati in zona Cesarini, quindi con un rinnovato spirito polemico e anche ostruzionistico diciamo che sento un po' odore di ostruzionismo. Vediamo se avr indovinato.
Sinceramente, mi lascia un po' basito che l'ostruzionismo avvenga su un provvedimento come questo. Tra l'altro, dell'intervento del collega Bono ho condiviso solo un passaggio: è vero (a me spiace rimproverarlo, lo faccio senza polemica perché siamo tutti uomini e donne di mondo, quindi qua nessuno si scandalizza per questo) che in questa maggioranza, in certi casi quasi più in questa Giunta, quando c'è una condivisione di merito di un provvedimento c'è l'abitudine di proporre un'alternativa (a me è capitato per l'autorecupero, per esempio), proponendo una sintesi e andando a infliggere un po' ad altri Consiglieri, in altri casi più che in questo lo voglio dire, per correttezza, alla collega Caputo - è capitato di vedersi cassare proposte, riprendere e modificare ma non con emendamenti che dovrebbe essere lo strumento normale e tipico di quando uno ha presentato prima un atto, bensì con un altro atto e quindi imporre al Consigliere di minoranza di adeguarsi.
Questa è - lo ammetto, nei confronti dell'intervento del Movimento 5 Stelle - una pratica non simpatica. C'è anche da dire che quando, per l'oggetto è importante, quando il proposito è positivo e quando un percorso è non perfettamente condiviso, ma quanto meno parzialmente condiviso senza che abbia puntato la pistola alla mia tempia o a quella del collega Graglia. almeno non ricordo questo episodio - c'è comunque la volontà di portare quest'Aula a ottenere, con tutti i limiti che ha, un risultato. Un risultato magari solo parziale? Sono stato il primo a dire che il rischio è questo se non c'è dotazione finanziaria. Ma almeno istituire con una legge e portare all'attenzione della Giunta questo tema potrebbe porre e potrà porre un domani - e potremo tutti unire le forze su questo - in ambito di bilancio un finanziamento adeguato a questi strumenti.
Sinceramente mi fanno un po' ridere le accuse di "inciucio" su un tema come questo. Perdonatemi, non le prendo nemmeno in considerazione, perch sono un tantino ridicole nella giornata di oggi, in cui siete stati salvati dal dibattito sulla Commissione di indagine sui fatti di Piazza San Carlo.
Oggi questa accusa non è antipatica, oggi è un po' ridicola e grottesca; in un altro giorno poteva essere simpatica, oggi è grottesca. Tanto ormai in quest'Aula il limite del grottesco in molti casi l'abbiamo superato, per cui va bene così.
Voglio solo auspicare che questa sia solo una qualche provocazione, un qualcosa che possa rientrare, ma non nell'interesse nostro, tanto la gloria è condivisa, così come la prende prevalentemente la maggioranza, ed è abbastanza normale in dinamiche di rapporti di forza d'Aula. Però ogni tanto non sarebbe male anche provare a porre dei risultati.
Abbiamo ricordato che questo dibattito è in corso dal 2012, quindi sono cinque anni, ed è veramente una brutta pagina della storia di quest'Aula il fatto che, per scrivere un testo minimo di riconoscimento e attenzione a una patologia che colpisce tante donne in modo nocivo, ci mettiamo quasi più della costruzione di una piramide dell'antico Egitto. Non credo che questo sia un segnale positivo da dare alla cittadinanza. Anche perch come ricordavano i colleghi, in Commissione ricordo molte perplessità sollevate dalla collega Batzella, oggi assente sicuramente più che giustificata. Però ricordo anche che mai era stato annunciato un ostruzionismo d'aula, anzi, in realtà era stato escluso. Era stata rimarcata una mancata condivisione di certi aspetti, ma tra questo e l'ostruzionismo, ovvero cercare di impedire l'approvazione, sinceramente ci sono tante sfumature. E io queste sfumature, sarà stato un mio limite, ma in Commissione non le avevo avvertite.
Quindi, concludo con un appello, ma in questo caso veramente poco polemico e disinteressato, nel dire che questa è una patologia grave, una patologia genitale, che influisce sulla sterilità e anche su dinamiche familiari, quindi una patologia brutta e poco combattuta o, quantomeno, lo è solo in tempi recenti. Ragioniamo pure su tutte le sottigliezze delle Amministrazioni pubbliche, degli Enti locali e quello che vogliamo, ma in questo dibattito d'Aula cerchiamo di mettere le questioni di lana caprina al loro posto e di mantenere una condotta rispettosa quantomeno del problema e di chi ne soffre.
Pertanto, il mio appello - non sono riuscito a non essere polemico, ma garantisco che lo sono stato molto meno rispetto a quanto avrei potuto esserlo - è di ritirare l'ostruzionismo, perché, amici del Movimento 5 Stelle - o colleghi, come preferite essere chiamati - il Consiglio regionale non ci fa una bella figura, ma nel Consiglio regionale voi fate una pessima figura con una scelta politica di questo tipo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Cosa dire? Volendo potremmo anche rinunciare al discorso degli emendamenti. Quello che ci teniamo a puntualizzare è che questo provvedimento di legge veramente non sposta di una virgola la questione. Lo dico, perché - ne abbiamo già parlato in merito ad altri provvedimenti licenziati - se non si mettono le risorse, di che cosa stiamo parlando? Tra l'altro, l'endometriosi la conosco bene, visto che ho una parente stretta che ne soffre, ed è una patologia veramente debilitante. È una patologia che in Piemonte è stata affrontata in maniera abbastanza disorganizzata, e questo lo dico perché la mia parente ha dovuto ricorrere a cure fuori regione, perché in Piemonte non le si riconosceva la possibilità di un intervento chirurgico risolutorio. Avrebbe dovuto adeguarsi a non poter procreare; invece, con un intervento chirurgico risolutorio effettuato fuori regione, ha avuto la felicità di poter avere una figlia.
Sotto questo profilo, un intervento un po' strutturato su questo tema debilitante, oggi riconosciuto finalmente nei LEA, forse un po' troppo tardivamente, ci vedrebbe sicuramente positivi. Il problema è che questo provvedimento non lo è, prima di tutto perché non contiene le risorse affinché gli interventi funzionino. Costruiamo l'ennesimo osservatorio e l'ennesima rete regionale che dovrebbero già esserci nei fatti. Di fatto ci sono già e sarebbero solo da far funzionare, perché il problema delle cose che scriviamo nelle nostre leggi "fuffa" è che poi tanto non funziona niente se non ci sono i soldi, le risorse e la volontà. E magari non ci sono neanche le persone e i professionisti capaci per farle funzionare.
Io su alcune questioni sono abbastanza irritabile, per cui su questo tema ho preferito perfino evitare di partecipare in Commissione, proprio perché ho vissuto personalmente la problematica dell'endometriosi.
Quello che ci aspetteremmo da una classe politica responsabile è che portasse avanti interventi su temi veramente sentiti da una buona parte della cittadinanza. In questo caso, si tratta di una cittadinanza femminile che, oltre al problema di una patologia debilitante, ha anche il problema del suo impatto, ad esempio, nel mondo del lavoro, in cui si è oggetto di discriminazioni. Spesso si subisce la discriminazione solo per il fatto di essere donne, perché magari si cerca una maternità, ma vi è ancora di più quando si è donne in cerca di maternità e, purtroppo, anche vittime di una patologia debilitante che causa frequenti assenze.
In questo provvedimento di cose che vadano a cercare di affrontare anche questa tematica non c'è traccia. Vi è la solita informazione, la solita formazione importantissima, ma nuovamente senza risorse cosa facciamo? Facciamo le cose che abbiamo fatto fino adesso, cioè pochino troppo poco.
Quante sono le patologie debilitanti? Quante sono? E quanto poco si fa? In questo caso nuovamente chiamiamo in causa tutta la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, che continua a non funzionare. Perché? Perch si fa isorisorse, aggiungendo però cose da fare.
È ovvio che non funziona e non funziona perché non riusciamo più a coprire le posizioni di personale specialistico, di personale medico e infermieristico. Mettiamo dei pannicelli caldi facendo qualche "assunzioncina" qua e là, sventolata come un grande successo, quando il sistema sanitario regionale è stato sistematicamente smantellato negli ultimi anni per una cattiva gestione della finanza pubblica. Noi possiamo anche riconoscere che si sta cercando di mettere una pezza alla situazione ma il problema di fondo è che si sono accettate delle imposizioni di sostanziale diminuzione della capacità di erogare i servizi - perché di questo stiamo parlando - che ora cerchiamo di nascondere dietro a degli impegni che prendiamo con delle leggi. Leggi che però rimangono vuote di capacità attuativa. È questo il dramma! Noi presentiamo emendamenti soppressivi, perché la riteniamo inutile e poco efficace, perché le cose scritte nella relazione, che sono sacrosante non trovano una risposta in questa legge. È questo il dramma, è questo il dispiacere. Me lo dovete spiegare dove sono le risposte, dove sono le cose in più che approveremo oggi. Noi possiamo anche rinunciare agli emendamenti, ma evitiamo di fare queste marchette per fare dei comunicati stampa per dire: "Abbiamo approvato una legge sull'endometriosi che farà mirabilie". Non cambierà nulla! Ma pensate che le persone che patiscono la patologia non se ne accorgano? Quelle persone che tutti i giorni devono fare i conti, anche economici, in un sistema sanitario dove devi "cacciare" i soldi per ogni cosa che devi fare con il servizio pubblico? Questo è scandaloso! Cominciamo a tornare ai principi, alla Costituzione, a quello che deve essere garantito ad ogni cittadino. Il diritto alle cure, il diritto alla salute, non c'è bisogno di fare ulteriori leggi. C'è nei LEA? Avevamo già approvato dei provvedimenti in materia, ma perché dobbiamo ribadirlo? Perché, evidentemente, qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare.
Questo è il problema. Volete fare più informazione? Andate a farla, ma smettiamo di scriverlo qua e là. Lo possono già fare, è già nei compiti delle Aziende Sanitarie. Non c'è già il registro? Non si sa chi sono i pazienti affetti da endometriosi in Piemonte? Penso che si sappia, perch queste persone, per forza di cose, si sono già rivolte al sistema sanitario.
È una patologia debilitante, non ci stiamo inventando niente con questa legge, non stiamo spostando di una virgola il problema delle persone affette da questa patologia. È questo il dramma per cui ci viene da fare un po' polemica, non perché non l'abbiamo depositata noi la proposta di legge.
Quante volte abbiamo votato proposte di chicchessia indipendentemente dal colore politico, ma di contenuto? Qui non c'è contenuto. Qui scriviamo delle belle cose, ma poi cosa c'è scritto? Non un centesimo di più. Ma neanche nella legge sull'usura non ci avevamo messo un centesimo, avevamo messo quattro soldi che finivano dopodomani, ma c'erano. Magari adesso ne abbiamo aggiunti.
Noi chiederemmo intanto di togliere l'articolo fuffa sul fatto che si possa aderire alla Giornata sull'endometriosi, che tanto è pletorico, poi chiediamo di mettere qualche soldo. Andiamo a prendere i soldi dai risparmi della sanità per finanziare un'altra cosa e allora, visto che abbiamo questi bei risparmi sulla sanità, mettiamoli su una cosa che veramente serve, su una patologia debilitante, su una patologia che è causa di discriminazione. Interveniamo anche in maniera pesante su chi è discriminato sul lavoro perché donna e perché affetta da una patologia debilitante. Questa non è l'unica. Questi sono i temi da affrontare concretamente, perché sono temi che attengono alla sfera dei diritti costituzionali, dei diritti sanciti dalla nostra Carta fondamentale ma soprattutto, diritti base di una qualsiasi società moderna e civile.
Ci preoccupiamo di dover "cacciare" milionate per una campagna di vaccinazioni obbligatorie, tendenzialmente non strettamente necessarie (non tutti e 12), su cui spenderemo milioni di euro e qui non c'è un euro in più? Gente che si ritrova a non poter avere figli, a dover essere spesso assente dal lavoro, avere delle condizioni difficili in famiglia e fuori facciamo una legge che ha l'ambizione di intervenire su questo tema è non c'è un centesimo? Ma gli enti pubblici potranno partecipare alla Giornata sull'endometriosi. Che spettacolo! Vi aspettate che siamo contenti e che vi applaudiamo? Facciamo delle cose serie, non è questione di emendamenti, ma di affrontare gli argomenti seriamente!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi ricollego a quello che diceva il Consigliere Campo, che è in linea con quello che hanno detto i colleghi precedentemente. La domanda che ci facciamo spesso è: a cosa servono i nostri interventi in Consiglio regionale e proporre testi normativi che vanno a legiferare su temi che sono già normati magari anche ad alto livello o, addirittura, come in questo caso, anche a livello nazionale? Da alcuni mesi stiamo assistendo a un accentuarsi di questa tendenza probabilmente perché ci si avvicina un po' alla scadenza del nostro mandato, quindi ognuno cerca di piazzare le sue bandierine e di farsi notare in qualche modo. Si è presa l'abitudine di proporre delle leggi che si concentrano su temi che sono ovviamente condivisi, perché penso che nessuno di noi sottovaluti questa patologia e che nessuno di noi la possa prendere alla leggera.
Il gioco è proprio questo, è dire: io sto opponendo all'attenzione dell'Aula un tema condiviso e voi fate ostruzionismo perché siete un'opposizione che lavora in modo strumentale, che non sa proporre. In questo modo cercate di farci passare come i cattivi, come quelli che si oppongono a qualcosa di sacrosanto e che i cittadini si aspettano.
In realtà, credo che i cittadini si aspettino ben altre cose da quest'Aula. Si aspettano, magari, che in quest'Aula ci sia un dibattito un po' più serio e costruttivo sul servizio sanitario, come diceva prima il Consigliere Campo e come hanno detto anche gli altri colleghi. Si aspetta ci sia una possibilità di intervenire per cercare di mantenere livelli di assistenza accettabili, di ripristinare servizi che un tempo c'erano e adesso non ci sono più.
La maggioranza cerca invece di coprire queste carenze sfornando leggi una dopo l'altra. Leggi che poi, senza adeguate risorse, rimangono lettera morta; sono leggi che nascono già svuotate, che non hanno un reale impatto sulla vita dei cittadini e non la migliorano in alcun modo. Ed è un qualcosa che abbiamo già visto rispetto ad altri provvedimenti, come abbiamo già rilevato, quindi ci troviamo ogni volta a doverlo ripetere perché l'atteggiamento da parte della maggioranza non cambia.
D'altra parte, ci sentiamo dire da questa maggioranza che i nostri testi di legge non sono meritevoli di discussione, e vengono bocciati senza pietà perché, magari, si prevede di normare alcuni aspetti in leggi che verranno successivamente approvate. È successo con la mia proposta di legge sull'archeologia industriale, che prima è stata soffocata da un testo di legge depositato in fretta e furia da alcuni colleghi della maggioranza che nulla aveva a che vedere con la proposta di legge depositata da me, e poi con la vaga promessa che sarà inserita all'interno del testo unico della cultura. Testo unico della cultura che, al momento, pare scomparso.
L'Assessore Parigi aveva preso un preciso impegno dopo gli Stati Generali della Cultura, si era presa l'impegno di riscrivere, con la partecipazione e la collaborazione di tutti i soggetti che hanno partecipato agli Stati Generali e non solo, anche con la partecipazione dell'opposizione. Anche noi abbiamo preso parte in modo molto propositivo e collaborativo a tutti i vari tavoli che si sono susseguiti dopo gli Stati Generali e, dicevo, si era preso l'impegno di confezionare un testo che avrebbe dovuto rivoluzionare tutto il sistema culturale, tutto il modo in cui si erogano i fondi di questo testo unico. A oggi non c'è traccia e discutere il tema non sembra neanche nelle intenzioni della Giunta. Non mi sembra che sia un tema particolarmente secondario e, senza nulla togliere al tema di oggi, riteniamo che ci siano altri testi di legge che dovrebbero essere portati a termine e anche in breve tempo.
Faccio riferimento a questo testo unico sulla cultura che pare essersi arenato, ma non si capisce se negli uffici dell'Assessorato o nei tavoli relativi alle varie associazioni. Questo non è dato sapere, però ci sembra che sia assolutamente un testo sul quale dovremmo mettere mano al più presto. Invece, al momento tutto tace e i mesi passano. Poi, si entrerà in campagna elettorale, ci saranno altre "marchette", si discuterà di altri temi che vanno a prendere la pancia dei cittadini, vanno a consentire ad alcuni Consiglieri di darsi una visibilità e dimostrare che stano lavorando, ma di fatto poi lasciamo altri temi importanti sospesi e interi comparti, come quello culturale, che aspettano una risposta seria e concreta da parte di questo governo regionale, resteranno in attesa di un qualcosa. Quindi, ci saranno altre promesse elettorali e si ricomincerà da capo, avanti così per altri cinque anni.
Noi a questo gioco non ci stiamo e lo dimostriamo nei fatti, lo dimostriamo lavorando seriamente sui testi importanti, sui testi che vengono trattati in Commissione, dove partecipiamo a tavoli per cercare di arrivare a testi condivisi, a testi che siano credibili, come abbiamo fatto relativamente al testo sui rifiuti.
Forse, il Consigliere Marrone, con la sua poca presenza in Commissione non può toccare con mano il nostro impegno, le nostre proposte e il modo in cui cerchiamo di migliorare un testo, laddove è possibile anche avere un dibattito migliore, perché qui in Aula, coi tempi molto definiti, è difficile avere uno scambio di opinioni e cercare di arrivare a confezionare dei testi realmente condivisi. Qui si fa più un dibattito non dico formale, ma diciamo che i testi arrivano già più o meno pronti per l'approvazione.
Il vero lavoro si fa in Commissione e noi lì infatti siamo molto presenti, lo siamo anche in Consiglio, ovviamente, ma in Commissione lo siamo ancora di più, proprio perché vogliamo usufruire di tutti gli strumenti di dibattito che le Commissioni offrono e riteniamo che quello sia uno spazio più adeguato per il confronto, anche per cercare di arrivare in Aula con un testo che faccia perdere meno tempo possibile ai piemontesi.
Perché il nostro scopo è questo. Noi vediamo che, invece, in Aula purtroppo, di tempo se ne perde parecchio e si punta a utilizzare quest'Aula come un palcoscenico per dimostrare che si sta lavorando sui temi.
A tal proposito, approfitto di questi ultimi due minuti e della presenza del Consigliere Gariglio, perché questa mattina è stato approvato un ordine del giorno a prima firma del Consigliere Ferrentino e si è bocciato un ordine del giorno a mia prima firma sul collegamento Torino Modane.
Avevo fatto presente che l'Assessore Balocco non era particolarmente soddisfatto dei testi presentati in quest'Aula e aveva chiesto che fosse riformulato l'impegno.
Il Consigliere Gariglio mi ha detto se leggo nel pensiero dell'Assessore. In realtà, no; sono semplicemente sempre presente in Commissione, cosa che non posso dire del Consigliere Gariglio, ma soprattutto io ascolto quello che l'Assessore dice, cosa che non posso dire del PD. Ho chiesto il verbale della Commissione del 10 maggio 2017 e confermo che il Consigliere Gariglio non era presente, c'erano il Consigliere Ferrentino, ovviamente, c'era la Presidente Conticelli e utilizzo questi ultimi 40 secondi per leggere quanto detto dall'Assessore Balocco in riferimento ai due atti di indirizzo.
"Sugli atti di indirizzo l'attenzione del Consiglio regionale relativi alla linea Bardonecchia-Modane" - vi risparmio la lettura dei titoli "palese l'intenzione di esprimere parere negativo su entrambi, in quanto pur condividendo l'obiettivo, li reputa eccessivamente dettagliati sulle modalità e sui numeri di treni e corse da introdurre sulla linea.
Invita, quindi, la Consigliera Frediani e il Consigliere Ferrentino primi firmatari degli atti di indirizzo, ad addivenire a una riformulazione dei testi più flessibile e se è possibile condivisa".
Questo per dire che non mi invento nulla; io ascolto e cerco di ottenere il meglio per i cittadini e non di piazzare bandierine come qualche collega.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Ho sentito molti ragionamenti direi di carattere politico, metodologico e anche espressioni forti, come "coccarde", "Chiappendino", "marchette" sto pensando alle donne che sono l'oggetto di questa legge. A chi pu interessare una discussione di questo tipo? Credo a nessuno, certamente non a me.
Non sono stato tra i firmatari e non sono un relatore; devo anche dire che non mi sfuggono elementi di criticità e di debolezza di questa proposta, certamente non penso che le sorti dell'umanità cambieranno quando l'avremmo approvata, ma non mi sento neanche di dire che è un "buco", che avremmo dovuto fare di più e meglio e che prendiamo in giro le persone.
Questo semmai lo valuteremo fra sei mesi, un anno o due, quando le donne che sono la categoria, l'unica che può essere chiamata in causa nell'analizzare questa legge, ci diranno se e come questa legge ha impattato sulla loro esistenza.
I punti deboli certamente stanno nel fatto che non si può affrontare ogni patologia in modo disarticolato, perché non possiamo fare delle politiche uno spezzatino; abbiamo parlato del Piano vaccinale come elemento della prevenzione, non abbiamo parlato di questa o di quella malattia infettiva.
Abbiamo parlato sempre in un'accezione molto ampia delle politiche sulla salute e siamo consapevoli che c'erano già degli impegni assunti sono stati citati come emendamenti al bilancio 2015 e siamo consapevoli che la nostra attesa dei LEA aveva, ovviamente, ragione di essere, ma tutto ci premesso, credo che, dopo due anni (perché non abbiamo iniziato ieri a parlare di questa legge), arrivare a questa approvazione abbia un senso per quelle donne che soffrono di una patologia che è molto particolare e che ha agganci nella vita sociale e personale, sulla fertilità; aspetti già ricordati, ma che voglio richiamare perché l'osservatorio sarà composto da tre Assessorati e non da un funzionario che non sa come spendere il suo tempo. Quindi ci sarà piena consapevolezza che si occuperanno delle politiche che afferiscono a più campi.
Allora, questa legge ci sta. Io la voterò convintamente e, ripeto senza mettermi né coccarde, né avere la presunzione di aver risolto chissà che, ma certamente tra tutti i tempi che spendiamo in questa sede, questo non è uno di quelli peggio spesi, perché se si vuole perdere tempo o ritornare in modo ossessivo su certi argomenti, lo si fa senza alcun limite di tempo, quindi questa discussione ha dignità di essere.
In conclusione, la voterò, perché non tutto si risolve con i soldi; è vero, la legge non è finanziata se non da risorse centrali, ma sappiamo che queste persone hanno più bisogno di sentirsi accompagnate e avere momenti di comprensione del dramma che vivono, e questo si fa molto più con il tempo che non con i soldi.
Sono persone che vanno seguite, perché a volte si creano dei gruppi autoconvocati e spontanei, che costringono le pazienti a delle peregrinazioni per l'Italia, perché "qui non va bene", "qui nessuno capisce nulla e bisogna andare là" e queste forme di pellegrinaggio sanitario non tornano quasi mai utili alle pazienti. Quindi, quando parliamo di rete non è una cosa da svilire, non stiamo vendendo fumo, stiamo parlando di una regione che è un'eccellenza in campo sanitario, come lo è il sistema nazionale, e che può dare risposte a questa patologia, senza andare altrove e senza correre dietro a chi ha messo lo specchietto per le allodole più attrattivo.
Quindi, non sono soltanto i soldi al centro della legge, accompagnare le persone a volte è più utile che non dare loro soldi e dimostrare che abbiamo una rete all'altezza anche di una patologia così importante, un elemento che qualificherà la politica sanitaria di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Devo dire che sentire definire i provvedimenti "leggi fuffa", "leggi inutili", effettivamente avvilisce. Spesso - come sosteneva il collega Appiano - ci facciamo portatori degli interessi, chiedendoci: "Ma le donne? Dobbiamo difendere le donne, tutto quello che possiamo fare per garantirle!". Però, quando ci muoviamo in quella direzione, sentiamo definire i provvedimenti come assolutamente inutili.
Questo tipo di atteggiamento, di palcoscenico mediatico, personalmente non mi appartiene, da questo punto di vista. Il palcoscenico mediatico lo lascio a qualcun altro, in altre occasioni.
Quando ho deciso di promuovere questa causa e di esserne portatrice era un momento particolare. Non ho mai conosciuto questa patologia a livello personale, ma ho ascoltato tanto, in questi due anni, le storie di molte donne: era difficile tornare a casa senza portarsi un qualcosa che facesse capire l'importanza di mettere tutto a sistema.
Spesso pensiamo che tutto si risolva con i soldi, poi però i soldi non bastano e dobbiamo metterne di più. Se avessimo stanziato dei soldi sarebbero stati pochi ("non bastano, quei soldi, dobbiamo metterne di più"). Sulla base di che cosa? Ogni volta pensiamo di avere la bacchetta magica e poter decidere, senza sapere quali sono i costi reali, quanto possa essere utile adesso, sul bilancio.
Abbiamo fatto questo percorso: so che l'Assessore si è speso personalmente per investire e farlo rientrare all'interno dei LEA.
Avere un registro non è inutile, perché spesso le donne (come ricordava il collega) si muovono, girano, vanno da un medico all'altro finché non viene diagnosticata loro questa patologia. E questi sono costi sanitari sono costi che le donne affrontano.
Un registro non c'è, e serve per capire il percorso che una donna deve compiere, per non perdere la tracciabilità, perché, soprattutto quando si investe in ricerca, occorre avere un feedback del percorso che viene fatto.



(Commenti del Consigliere Bono)



CAPUTO Valentina

Non c'è questo, Consigliere Bono, mi spiace.
Quindi, occorre un monitoraggio, anche perché a livello nazionale è stata istituita la Commissione nazionale per l'aggiornamento dei LEA e la promozione dell'appropriatezza, di cui facciamo parte anche come Regione che ha il compito di monitorare gli investimenti, i costi delle patologie a livello dei LEA. A quel punto si potrà intervenire ed è importante - così reputo - sapere come e dove, quindi avere un feedback, una registrazione di quello che avviene, di come vengono spesi - anche dal punto di vista regionale - i fondi erogati a livello nazionale. Occorre che ci sia una tracciabilità per comprendere qual è l'impatto e - se è necessario potremo fornire anche noi delle informazioni utili al livello nazionale per capire se ci sarà bisogno di maggiori risorse.
Abbiamo deciso di procedere in questa direzione, perché è vero che tante associazioni stanno accanto alle donne che hanno questa patologia, ma la politica ha la responsabilità di intervenire dove può, nel merito, con i mezzi che le sono propri. Oltre a stare loro accanto, ritengo importante curarle e, se è possibile farlo, questa legge è un passo avanti, perché il coinvolgimento e il lavoro trasversale che ho menzionato nella relazione le tutela anche sul posto di lavoro, affinché non ci siano discriminazioni.
Come ha già affermato qualche collega, spesso queste donne vanno a curarsi in altre regioni: io auspico che esse possano trovare qui una risposta alla loro problematica, perché anche il fatto di riconoscere dei centri regionali permette di indirizzare meglio le risorse sia sulla formazione sia sulle strutture utili alla cura di questa patologia.
Pertanto, questa legge va in una direzione ben precisa, anzich disperdere le risorse regionali.
Considero importante anche investire sulla formazione dei chirurghi affinché siano preparati a intervenire sull'endometriosi. Continuo a credere che sia una cosa utile per tutte le donne e, visto che, a livello nazionale, il Movimento 5 Stelle si è tanto speso per questa patologia sarebbe stato anche utile intervenire maggiormente in Commissione, visto che si tratta di un percorso che è durato due anni.
Si dice spesso che alle leggi della maggioranza viene data un'accelerata: in questo caso, sono passati due anni, non siamo stati così veloci. Pertanto, potevate contribuire in maniera positiva, visto che è un tema che avete sposato in altre regioni, come il Lazio, o a livello nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Occorre fare dei distinguo, perché stiamo parlando di un argomento importante, riguardante una malattia con una diffusione molto alta, vissuta sulla pelle da tante persone. È sicuramente un argomento di notevole delicatezza, perché, quando si coinvolgono le sofferenze delle persone in una discussione di Consiglio regionale, bisogna parlarne con il dovuto rispetto.
Da qui, torniamo un attimo al nostro ambito di lavoro: abbiamo dei ruoli di opposizione, dobbiamo constatare le osservazioni e le criticità dei provvedimenti che ci vengono sottoposti, quindi non si può bollare semplicemente come superficialità o insensibilità l'attività di critica che compete ad un'opposizione e che la stessa esegue.
Come Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, stiamo facendo la nostra parte, perché abbiamo ritenuto che questa legge sia, su troppi punti, una replica di cose esistenti.
Nel 2015 è stato approvato, a livello regionale, un registro riguardante la problematica dell'endometriosi, con delle misure che sono contenute anche in questa legge, che sono state abrogate per essere inserite in questa legge. Pertanto, quando diciamo che, a volte, si sfruttano le problematiche serie, di salute, della popolazione per fare (qualcuno le chiama "marchette") chiamiamoli degli spot, non crediamo di usare termini esagerati. Si fa un'attività che probabilmente è utile per il fatto stesso di parlarne in questo Consiglio, però pensiamo che certi problemi molto seri non si risolvano parlandone.
Quando avremo finito questa discussione e approvato una legge povera di risorse, non si sarà risolto il problema dell'endometriosi, come tanti altri problemi e tante altre leggi del panorama regionale che giacciono senza coperture finanziarie. Abbiamo, infatti, un'abbondanza di leggi esistenti che continuano a non avere le coperture, perché le Giunte - di anno in anno - non impegnano soldi. Noi temiamo molto che questa cosa si risolva, di nuovo, con altra legislazione, altre scritte dentro il codice delle leggi regionali, che sono dei duplicati spesso ridondanti e non utili nella risoluzione dei problemi.
Abbiamo anche ricevuto delle critiche dal Consigliere Marrone - che è all'opposizione anche lui - il quale ci accusa di fare ostruzionismo. Fa specie sentire una parte di opposizione che fa l'opposizione all'altra opposizione! Probabilmente c'è un po' di confusione: dovendo recarsi, lui sia in Consiglio comunale sia in Consiglio regionale, può capitare facendo tante cose - di non riuscire a farne bene nessuna: si attacca una parte che appartiene alla stessa parte, cioè quella dell'opposizione.
Quindi, tendenzialmente le opposizioni attaccano le maggioranze e non si attaccano tra di loro. Cosa che, di solito, si evita, perché non è molto utile al proprio mandato. Però può anche essere che ci sia un bisogno umano di sentirsi in maggioranza, quando può succedere che non ci si capiti mai.
Quindi, capiamo anche questa cosa.
Per tornare al panorama legislativo, noi critichiamo provvedimenti con bassa copertura. Come Movimento 5 Stelle, abbiamo avuto delle proposte di legge regionale sulle quali insistiamo che siano calibrate all'intento che vogliono espletare, cioè avere le risorse adeguate per effettuare gli interventi. Perché la politica si fa con il dialogo, si fa con le parole ma si fa soprattutto con i fondi e con i soldi, per cui la concretezza delle decisioni politiche si realizza con l'allocazione di soldi, cioè di denaro che serve a risolvere i problemi dei cittadini. Altrimenti sono enunciazioni senza significato.
E in questo, diciamo che l'abbondanza di atti di indirizzo e di leggi da parte della maggioranza, che sono di solito, specialmente gli atti di indirizzo, strumenti a servizio delle opposizioni, perché, non essendo in Giunta, non governando, non potendo decidere come sono strutturati i bilanci, si avvalgono di questo strumento per cercare di portare il loro contributo a quella che è la politica regionale e le decisioni.
Quando questo strumento, invece, è usato in maniera abbondante dalla maggioranza, ci viene da dire che probabilmente non c'è un dialogo sufficiente con la propria Giunta e con i propri Assessori. Le risorse che i nostri colleghi Consiglieri di maggioranza vorrebbero vedere stanziate siccome non vengono dalla propria Giunta, si provano a impegnare in provvedimenti che tanto avranno un respiro sul lungo periodo e probabilmente le risorse non le vedremo allocate mai.
Però intanto si è messo il segno del proprio intervento su un certo tema e si è fatto vedere che ci si interessa. Questo, a volte, è sufficiente a colmare la necessità di visibilità, la necessità di poter dire che anche i Consiglieri di maggioranza hanno un ruolo e contano all'interno di queste dinamiche.
Vediamo, invece, che la realtà è molto più severa e sfugge anche alla maggioranza, perché le risorse, purtroppo, non sono presenti quasi mai nel bilancio regionale, la coperta è sempre troppo corta. Quindi, si toglie da una parte per mettere da un'altra e senza politiche di lungo respinto, ma che siano anche nazionali, su patologie che riguardano una fetta considerevole delle persone, fino al dieci per cento delle donne, che è affetta da endometriosi. Quindi, parliamo di cifre importanti, che non si risolvono con una piccola legge e con un piccolo stanziamento.
Diciamo anche che da quanto leggiamo dalla letteratura pare che siano evidenti delle interazioni e delle concause tra l'inquinamento ambientale e patologie di così grande diffusione. Su questo viene subito lo stimolo a parlare di quello che si sta facendo per prevenire le condizioni che portano a una malattia, perché se adesso i LEA coprono la cura della patologia solo al terzo o al quarto stadio - che sono ormai stadi piuttosto gravi ed avanzati - sulla prevenzione non si fa abbastanza.
Quindi, la sanità non riesce a gestire la prevenzione, ma noi riteniamo che questo non è solo un argomento sanitario, è un argomento più vasto ed è un argomento che riguarda anche l'ambiente, come dimostrano gli ultimi dati delle ricerche. Ambiente che è ampiamente trascurato nel bilancio regionale, perché dispone solo dello 0,5 per cento delle risorse, al contrario dell'80 per cento delle risorse stanziate sul comparto sanità.
Cosa stiamo facendo per la prevenzione? Cosa stiamo facendo per predisporre le condizioni ambientali di inquinamento che portano all'insorgere di numerose patologie? Abbiamo visto il recente esempio del piano della qualità dell'aria, che qualcuno può ritenere un obiettivo da raggiungere a livello nazionale e regionale; invece noi lo riteniamo una pagina molto triste delle Amministrazioni, perché si è in corsa per andare a incidere su un problema che causa decine di migliaia di morti ogni anno.
Perché i morti ci sono da decine di anni a causa di questo inquinamento, ma solo perché l'Unione Europea minaccia sanzioni ai Governi nazionali e regionali. Quindi, la politica in Italia si muove solo quando c'è una questione di soldi. È veramente un fallimento essere arrivati a questo risultato; quando c'è stato un ultimatum dell'Unione Europea e un miliardo di sanzione all'Italia, si è cercato di operare per ridurre alla fonte i problemi dell'inquinamento e delle problematiche ambientali.
Ci sembra che questo concetto dell'agire sempre dopo, quando è troppo tardi, di andare a curare gli effetti finali, nel momento in cui sono più costosi e meno gestibili, sia un pochino impresso nella cultura della politica che ha governato finora, senza alcun intento di cambiare alla radice i problemi della nostra società e della nostra nazione e dei cittadini che vivono sulle proprie spalle.
Quando, in altre occasioni, le opposizioni e il Movimento 5 Stelle presenteranno delle leggi di simile portata e copertura, ci aspetteremo lo stesso tipo di trattamento e lo stesso tipo di dignità di provvedimenti che vengano discussi e quantomeno approvati, visto che siamo molto bravi a cumulare provvedimenti di bassa incisività che tengono impegnata l'Aula e fanno vedere che siamo tutti più buoni, ma che, misurando i risultati, non fanno altro che motivare la convinzione dei cittadini che questo consesso spesso fa poco e serve a poco.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Utilizzo pochi minuti per dire che mi spiace sinceramente constatare certi atteggiamenti, certe frasi, certe battute, certe risate, sottovoce anche canzonatorie che ho sentito, anche di presa in giro nei confronti di questa proposta di legge. Di conseguenza, anche nei confronti delle donne che sono colpite da questa patologia.
Sentirmi dire che sto facendo, stiamo facendo una "marchetta", una passerella politica, che stiamo cercando visibilità su questo argomento, lo trovo molto offensivo. Purtroppo - ne parlavo prima con il Consigliere Marrone - in questo caso siamo persone perbene, che preferiamo subire certi attacchi e certe prese in giro, piuttosto che poi controbattere con le stesse armi.
Io spero veramente che queste donne stiano ascoltando questi vostri interventi e vedendo questi vostri atteggiamenti. Noi stiamo facendo politica su una malattia, l'endometriosi, che, come abbiamo detto mille volte, è invalidante e condiziona la vita delle donne che ne sono affette.
Addirittura parlate di "inciucio" tra centrodestra e centrosinistra.
Inciucio su cosa? Sull'endometriosi.
Noi abbiamo semplicemente cercato di rispettare queste donne, che finora non erano considerate. E ha perfettamente ragione il Consigliere Allemano quando dice che è ovvio che le risorse economiche sono importanti ma soprattutto quando dice che queste donne soprattutto chiedono attenzione e considerazione, quella che finora è mancata.
Noi, con le nostre proposte di legge, abbiamo semplicemente dato voce e considerazione a queste donne. Ma quello che io mi chiedo, poiché sono passati due anni dalle nostre proposte, è perché anche il Movimento 5 Stelle non ha presentato una proposta di legge. Hanno avuto due anni: se avessero presentato una proposta di legge, così come si è arrivati a un testo unificato con le nostre tre, probabilmente si sarebbe arrivati comunque ad un unico testo. Questo non è stato fatto e adesso si chiede con una serie di emendamenti, di buttare all'aria questa legge.
Lo trovo un modo di fare politica non molto corretto. Io vi dico che da parte mia, non ci sarà alcun tipo di coinvolgimento che venga da parte vostra, perché non ve lo meritate, anche solo per il vostro atteggiamento e per le vostre parole! Sono contento che lei rida, Consigliere Campo. Ha detto che ha una parente colpita da questa malattia. Secondo me, se la smette di ridere, è più intelligente e dimostra l'intelligenza che ha!



(Proteste del Consigliere Campo)



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Non me lo dici tu con chi parlo! Non me lo dici tu!



(Proteste del Consigliere Campo)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.
Consigliere Graglia, si rivolga alla Presidenza.



(Reiterate proteste del Consigliere Campo)



GRAGLIA Franco

È un Consigliere di minoranza come me! Nonostante la sua arroganza nonostante pensi di essere un genio, non è un genio! Ok? Io rimango qui.



PRESIDENTE

Consigliere Graglia, devo interrompere la seduta. Si rivolga alla Presidenza!



(Reiterate proteste del Consigliere Campo)



GRAGLIA Franco

Così lo fa a sua madre o a sua sorella!



PRESIDENTE

Consigliere, si rivolga alla Presidenza!



GRAGLIA Franco

Vergognatevi! Voi non conoscete persone affette da questa malattia.



(Reiterate proteste del Consigliere Campo)



GRAGLIA Franco

Io non insegno nulla.
Io mi vergogno di insegnare a lei! Io non voglio avere niente a che fare con lei. L'unica cosa giusta del vostro Movimento è che, dopo due mandati, vi togliate dalle palle! Questo è giusto.



PRESIDENTE

Consigliere!



(Proteste del Consigliere Bono)



(Commenti del Consigliere Graglia)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti.
BONO Davide (fuori microfono) Pagliaccio! Buffone!



PRESIDENTE

Chiedo scusa.
Sospendo la seduta.
I Presidenti dei Gruppi sono convocati in sala A per una Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 17.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico all'Aula che i lavori del Consiglio regionale sono terminati.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.33)



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