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Dettaglio seduta n.231 del 20/06/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1567 presentata da Sozzani, inerente a "Proposta dell'Assessore regionale all'agricoltura di commissariamento dell'Ente nazionale Risi"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1567.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che segue una filosofia sullo stato del settore risicolo in Piemonte, di cui discutiamo da tempo con l'Assessore Ferrero, in merito sia a una question time che è stata trattata la settimana scorsa sia ad un'interrogazione più articolata, attualmente in discussione in aula, che contiene una serie di domande (la question time ha la possibilità di porre una sola domanda, mentre l'argomento è piuttosto articolato).
Al netto dell'argomento (l'interrogazione è stata presentata prima dei vari chiarimenti che l'Assessore e lo stesso Paolo Carrà hanno fatto durante le diverse interviste), quest'interrogazione è tesa verso un'azione più positiva nei confronti del settore del riso.
La volta scorsa, l'Assessore regionale aveva rivolto anche all'Ente Risi e al suo Presidente un aspetto di non difesa degli agricoltori, in merito alle proprie competenze, e un mancato svolgimento del ruolo interprofessionale, per cui questo è nato, appoggiando l'industria che specula sul prezzo del riso. Questa attività risulta difficile da perseguire, non essendo l'Ente preposto alla definizione dei prezzi (così dice l'Ente Risi), anche se l'Ente Risi ha stabilito nel proprio Statuto approvato nel 2006 e modificato nel 2015, all'articolo 2.11 il compito di svolgere ricerche di mercato, di promozione e di propaganda per l'incremento del consumo del riso italiano, nel territorio nazionale nell'ambito dell'Unione Europea e nei Paesi terzi, nonché attività di divulgazioni dirette ad una maggiore conoscenza del riso.
Tale funzione non può essere svolta poiché, in seguito alla spending review, risultano bloccati circa 12 milioni di euro nelle casse dell'Ente Risi, che invece potrebbe spendere rispetto a questo tipo di perseguimento di obiettivi, che (come dicevo poc'anzi) il suo stesso Statuto stabilisce.
Più che un commissariamento, sul quale - come dicevo - c'era già stato il chiarimento nella question time, forse sarebbe il caso di ascoltare le molteplici richieste di modifica dello Statuto, in modo che l'Ente sia messo nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo istituzionale, con lo sblocco dei fondi necessari.
Ritengo che questa sia un'attività da portare a più livelli, non solamente a livello di Regione Piemonte, ma anche - magari con una collaborazione tra le due principali regioni produttrici di riso, il Piemonte e la Lombardia - a livello di Conferenza Stato-Regioni.
Pertanto, tenuto conto delle dichiarazioni del Presidente dell'Ente secondo il quale la questione relativa alla promozione è diventata ancor più prioritaria a seguito dell'etichettatura che, successivamente, è stata indicata anche dal Ministro, a causa delle norme di spending review dal 2010 non ci sono risorse sufficienti destinate alla funzione propagandistica e promotrice del riso italiano.
Constatato che recentemente (il 15 maggio 2017) il Presidente dell'Ente Risi, con il Presidente dei risicoltori europei ha incontrato il Commissario europeo all'Agricoltura, per ribadire la richiesta di trovare delle soluzioni ai problemi della famosa clausola di salvaguardia relativa alla rimozione degli ostacoli che ne prevedano l'applicazione e considerato che viene richiesto non tanto il commissariamento dell'Ente, quanto una gestione diversa dello stesso, si chiede, contrariamente a quanto avvenuto nella vicina Lombardia, dove è stato possibile accedere ai fondi del PSR (abbiamo fatto un confronto tra i finanziamenti del PSR della Lombardia rispetto alla nostra Regione, ed è stata data anche alle aziende risicole non impossibilitate da graduatorie, che favoriscono.



PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo di chiudere.
Grazie.



SOZZANI Diego

Ricordo, al di là dell'interrogazione, che la Regione Piemonte ha restituito parte dei fondi stanziati dal precedente PSR per incapacità di allocarli sul territorio e che, nel dicembre 2016, risulta terzultima per l'utilizzazione degli stessi, ponendo un preoccupante dubbio che, a causa dell'inaccessibilità alle graduatorie, anche parte di questi fondi europei non saranno sfruttati, nonostante l'evidente bisogno di denaro, in questo periodo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Consigliere Sozzani, solo per chiarezza: lei mi ha posto una serie di interrogativi che non sono presenti nell'interrogazione. Non vorrei che poi, questo fosse oggetto magari di una comunicazione stampa, dove si legge quello che lei mi ha detto adesso e non quello che è scritto nell'interrogazione, che è identico a quanto mi ha chiesto la volta scorsa e per cui c'è la risposta.
Pertanto, se vogliamo discutere delle cose che lei ha esposto poc'anzi sono assolutamente disponibile, ma ci tengo a dirlo per un fattore di chiarezza.
In merito al tema che lei pone sull'utilizzo dei fondi, ricordo che la programmazione è ultimata, e non l'abbiamo ultimata noi, anche rispetto ad alcuni utilizzi e all'avvio della nuova programmazione.
Detto questo, in merito alla questione del commissariamento dell'Ente Risi, ricordo che l'Ente Risi ha nello Statuto non solo la promozione, ma anche la valorizzazione del riso italiano, quindi rientrerebbe tra i compiti di questo Ente anche quello di svolgere delle funzioni di valorizzazione, come ad esempio l'avvio di indicazioni geografiche protette, di denominazioni di origine, tutte cose di cui non si vede traccia in questo Paese, se non per una minuscola entità, su proposta dell'area della Baraggia, che è un'area molto pregiata e particolare, ma purtroppo piccola e minima, nel panorama del riso piemontese.
Quindi, le ribadisco quanto già risposto in merito alla question time perché questo era il tema dell'interrogazione di questa mattina, rispetto ai fondi comunitari della PAC, che sono oltre 100 milioni di euro l'anno per la risicoltura piemontese, che sono i fondi prioritari in termini di quantità. Nessun altro settore che ha più attivazione delle misure del Piano di Sviluppo Rurale può godere di questa sostanziosa quantità di risorse, che vengono attivate con il primo pilastro. Pertanto, è chiaro che ci sono strumenti che servono in un senso e altri che servono nell'altro.
Il Piano di Sviluppo Rurale è fatto per la competitività e per quelle aziende che hanno bisogno di crescere, che hanno una produzione standard che è equiparata a produzioni e ad aziende che hanno nel loro meccanismo la crescita in termini di superficie, in termini di ore lavorative, in termini di qualità e in termini di valorizzazione del prodotto.
Nei nuovi bandi che escono quest'anno, comunque abbiamo inserito dei tetti maggiori, quindi ciò sarà possibile anche per le aziende risicole; in più, ci sono gli acquisti collettivi. Diciamo che il fatto che il settore del riso non abbia una certificazione di prodotto e non abbia una denominazione d'origine o un'indicazione geografica, lo penalizza rispetto ad altri settori che, invece, su questo meccanismo si sono attivati molto.
Le lascio la risposta scritta.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 1568 presentata da Vignale, inerente a "Un campo di calcio sull'area dell'Ex Piemontese di Casale Monferrato"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione n. 1568.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

L'interrogazione riguarda l'area "Ex Piemontese" ubicata nel Comune di Casale Monferrato, all'interno dell'omonimo sito di interesse nazionale. Il Consigliere chiede se per la realizzazione degli impianti sportivi sia prevista la bonifica dell'area contenente amianto.
Premesso che gli interventi di bonifica all'interno del SIN di Casale Monferrato, Sito di Interesse Nazionale costituito da 48 Comuni del Casalese, sono in capo al Comune di Casale Monferrato. Per il risanamento di tutta l'area del SIN vi è un intenso programma di interventi realizzato nel quadro della normativa vigente in materia di siti contaminati, con la partecipazione di più Enti, tra i quali il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, competente all'approvazione ed autorizzazione dei progetti di bonifica.
Gli stessi progetti di bonifica sono gestiti tecnicamente e operativamente dal Comune di Casale.
Relativamente al sito dell'Ex Piemontese, come del resto ricordato dallo stesso Consigliere nelle premesse dell'interrogazione, vi è un progetto di bonifica che prevede l'asportazione del materiale contenente amianto ed il suo smaltimento in discarica.
Tale progetto è stato esaminato ed approvato in esito alle Conferenze dei Servizi del 2009 e del 2010 dal Ministero dell'Ambiente.
L'attuazione dell'intervento è stata rinviata per la necessità di disporre prioritariamente dell'impianto di smaltimento per la bonifica dei numerosi siti del SIN, tra i quali i pericolosi polverini.
La recente deliberazione di Giunta del Comune di Casale Monferrato alla quale si fa riferimento, del 27 gennaio 2016, ha ad oggetto l'approvazione del progetto preliminare di un nuovo impianto sportivo nell'ambito dell'attività di riqualificazione del quartiere Ronzone di Casale Monferrato; come si apprende dal dispositivo, la deliberazione è stata finalizzata alla trasmissione al CONI al fine di poter accedere al Fondo "Sport e Periferie". Quindi, un percorso per raccogliere risorse dai livelli superiori. Peraltro, dalla lettura della deliberazione in oggetto non si evince che il Comune intenda eludere la bonifica dell'area.
È del resto evidente che qualsiasi intervento di riqualificazione dell'area potrà avere luogo solamente a seguito delle opere di bonifica nel rispetto dell'approvazione ed autorizzazione da parte del Ministero dell'Ambiente, nel quadro degli interventi definiti dall'Accordo di Programma tra Ministero, Regione, Provincia e Comune di Casale Monferrato.
Come Regione Piemonte, anche attraverso ARPA, vigileremo affinch l'intervento di riqualificazione sportiva sia preceduto da specifiche e puntuali opera di bonifica del sito.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo solo se posso avere, com'è di consuetudine, la risposta scritta.
Per me è soddisfacente rispetto alle domande che ho posto.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.56 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Come annunciato nella scorsa Conferenza dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di oggi della proposta di deliberazione per l'istituzione di una Commissione speciale di indagine sui fatti di Piazza San Carlo. Sempre come anticipato in Conferenza dei Capigruppo, il testo è stato redatto sulla falsariga di quella predisposta dagli Uffici ed inviata a tutti i Capigruppo.
Chiederei quindi, data la natura dell'atto stesso, una calendarizzazione utile alla discussione nella giornata di oggi, magari come primo punto del pomeriggio, in modo da cominciare ad affrontare le proposte di legge e consentire ai Consiglieri e ai Gruppi che lo desiderano, nella mattinata e nell'interruzione di pranzo, di approfondire ulteriormente il testo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marrone propone l'iscrizione della sua proposta di deliberazione avente per oggetto "Istituzione, ai sensi dell'articolo 31 comma 1, lettera a) dello Statuto della Regione Piemonte, di una Commissione speciale con compiti di indagine sui fatti accaduti in Piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017".
Chiedo il parere dell'Aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Io intervengo, ovviamente, sulla richiesta di inserimento di punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

C'è la necessità di un intervento, eventualmente, a favore e uno contro.



BONO Davide

Sì, però prima segnaliamo tutte le richieste di modifica dell'o.d.g. e poi le valutiamo tutte. Non vorrei contraddire la Presidenza, ma mi sembra più corretto.



PRESIDENTE

Passiamo all'esposizione e poi decideremo l'eventuale calendarizzazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Credo che il Consigliere Bono non abbia ragione, di per sé. Mentre è una pratica in uso chiedere di aggiungere all'ordine dei lavori un punto che, di solito, sono mozioni o ordini del giorno, a mio avviso - almeno non mi ricordo - non è mai capitato che in seduta plenaria si potesse aggiungere una delibera che, dalle nostre pratiche, è come iscrivere una legge. Magari possono essere chiariti questi punti chiedendo la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo.
Le ricordo, Consigliere Marrone, che su questo punto non eravamo d'accordo; la Conferenza dei Capigruppo non si è espressa né in maggioranza né in minoranza e le ho anche ricordato che se lei avesse avuto la decenza di presentare una mozione o un ordine del giorno, nessuno di noi si sarebbe opposto. Qualcuno le ha detto che questa pratica sarebbe andata troppo per le lunghe, lei ha chiesto l'iscrizione immediata e io ho ribattuto dicendo che il centrodestra, non più di un mese fa, ha negato questa possibilità in quanto ha equiparato una mia delibera - che, ricordo, era sugli appalti - a una legge. Se questa equiparazione non andava bene un mese fa, non va bene ancora oggi.
Quindi voglio l'espressione chiara e semplice della Conferenza dei Capigruppo, altrimenti si vota in Aula, ma si crea un precedente e la prossima volta chiederò l'iscrizione della delibera sugli appalti.
Voglio proprio capire qual è il discrimine tra una vicenda e l'altra!



PRESIDENTE

Il Consigliere Marrone ha avanzato una proposta, l'Aula si esprime attraverso due Consiglieri, uno a favore e l'altro contro. Dopodiché l'Aula si esprimerà con i due terzi della votazione, ossia 34 Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Non vorrei difettare di memoria, ma ricordo che la questione trattata in Conferenza dei Capigruppo mi sembra che si fosse fermata a una richiesta di inserimento nella seduta del 27, se non sbaglio. Che venga trattata in questa seduta, mi sembra abbastanza una questione di lana caprina.
Bisogna anche capire quali siano le urgenze in merito a questa delibera e se non possa essere tradotta alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Vista la divergenza di posizioni che si sta profilando circa l'iscrizione del punto all'ordine del giorno, coglierei la proposta avanzata dal Consigliere Grimaldi.
Forse cinque minuti di sospensione e una Conferenza dei Capigruppo veloce possono servire a capire la modalità con cui discutere, posto che in effetti nella scorsa Conferenza dei Capigruppo la questione era stata affrontata, ma non completamente risolta.
Chiederei la cortesia di una breve interruzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Va benissimo come suggerisce il Consigliere Gariglio, tuttavia chiedo a tutti i Consiglieri solo un atto di onestà intellettuale. Ho troppo rispetto per l'intelligenza del Consigliere del Movimento 5 Stelle appena intervenuto per pensare che non capisca la necessità di tempestività su una proposta simile (lo dico sinceramente, non è retorica).
Chiedo solo una cosa ai Consiglieri. Sono abituato a essere in minoranza; di sicuro, a differenza di altri, non mi offenderò qualora venisse bocciata questa proposta, ma per onestà intellettuale, soprattutto nei confronti della cittadinanza, vorrei un'espressione sul merito. Chiedo solo questo. Non si dica: ne discuteremo in seguito, nei prossimi giorni nelle prossime settimane, quando sarà diventata anacronistica e del tutto inutile un'iniziativa come la Commissione di indagine regionale. Per il resto va bene, ma per favore chiedo solo questo.
Se si vuole affossare questa iniziativa perché non si vuole che si faccia, quantomeno si abbia il coraggio politico di affermarlo in modo da potersene anche assumere le responsabilità.
A livello metodologico, mi rimetto nelle mani della maggioranza, o delle maggioranze, che si creeranno su questa proposta.



PRESIDENTE

Sospendo il Consiglio per una Conferenza dei Capigruppo in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 10.11 riprende alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendo la prima parte dell'apertura di seduta. L'ordine del giorno è stato comunicato con la convocazione, ho chiesto se vi erano ulteriori proposte di modifica, è stata avanzata una richiesta da parte del Consigliere Marrone ed è stato sospeso il Consiglio per una Conferenza dei Capigruppo.
Chiedo all'Aula di esprimersi sulla richiesta avanzata dal Consigliere Marrone.
Ricordo che sulla proposta avanzata dal Consigliere è possibile fare un intervento a favore e uno contrario.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 236 del Consigliere Marrone.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Ringrazio queste due sedute da un'ora ciascuna della Conferenza dei Capigruppo.
Evidentemente devo dedurre che, con queste strane assenze, c'è anche un'assenza di volontà politica nell'averla voluta affrontare e ne prendo atto. È stata l'ennesima occasione persa di dare un senso, quantomeno di presenza sul momento e su quello che serve nei tempi tempestivi e opportuni. Sicuramente quest'atto verrà discusso in altri momenti.
Evidentemente, quei buchi nei banchi di maggioranza stanno a dimostrare che, al di là di quello che è stato dichiarato in Conferenza dei Capigruppo, non c'era poi tutta questa volontà di affrontare il dibattito perché io avevo chiesto soltanto di affrontare il dibattito.
È mancato proprio quello che avevo chiesto, cioè l'onestà intellettuale di assumere una posizione. D'altronde, qui siamo nella sala dei "Chiappendino" ed era difficile aspettarsi qualcosa di diverso.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto che è stato un po' irrituale questa richiesta di modifica dell'o.d.g., sono a chiedere, come avevo chiesto prima, circa 50 minuti fa l'inserimento della mozione n. 123, che è la richiesta, visto che parlavamo di Commissioni speciali, dell'istituzione di una Commissione d'inchiesta per la verifica della gestione del sistema sanitario regionale.
Vorremmo anche poterla modificare questa mozione...



(Commenti del Consigliere Appiano)



BONO Davide

Infatti. Dico al collega Appiano che è stata presentata il 2 dicembre 2014; veramente i colleghi più attenti, tra cui il collega Appiano e Ravetti, si ricorderanno che era molto ampia, perché eravamo nella fase di piano di rientro. Ora ne siamo usciti e vorremmo, insieme ai colleghi poter discutere di una specifica parte della sanità, ovverossia quello degli affidamenti diretti.
Abbiamo presentato una serie di interrogazioni all'Assessore Saitta che evidenziano un problema, cioè c'è un problema nell'adozione del nuovo Codice degli appalti pubblici e nell'adozione di gare nelle ASL della Regione Piemonte.
Molte volte, per problemi temporali nel coordinamento interaziendale e nell'affidamento di determinate gare da deliberazioni della Giunta regionale 2016 a un'azienda capofila, molte aziende stanno andando verso affidamenti diretti, bypassando la normativa regionale.
Quindi vorremmo poter iniziare una Commissione d'inchiesta su questo tema proprio per poter capire se le attività...



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Aiutare l'Assessore, in questo caso, perché sappiamo che l'Assessore non può intervenire direttamente sulle scelte dei Direttori generali, ma aiutarlo per capire se ci sono delle procedure che magari non sono corrette per poter poi, magari, presentare relazione all'ANAC e agli organi competenti.
Penso che, come diceva il collega Grimaldi, la sanità è la principale competenza della Regione Piemonte, quindi se vogliamo fare delle Commissioni d'inchiesta o di indagine, facciamole magari sui temi di competenza della Regione e non sui temi di competenza di altri Enti locali altrimenti si apre un guazzabuglio...
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Non avete nulla da temere.



BONO Davide

No, è una valutazione nostra personale. Ovviamente, ognuno ha le sue idee.
Quindi, una Commissione d'inchiesta sulla sanità che chiediamo da anni visto che sono passati due anni e mezzo. Se è possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Chiedo all'Aula di esprimersi in questo senso, per l'inserimento all'o.d.g. della mozione 123, che prevede l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per la verifica della gestione sanitaria.
Quindi, esattamente come per la precedente, la votazione prevede i due terzi dei Consiglieri, ossia 34 voti a favore.
Colleghi, se vi accomodate apro la votazione per iscrivere all'o.d.g.
la mozione n. 123.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per dichiarare il voto a favore, però ci tengo anche motivarlo.
Credo che il Consiglio regionale non debba mai confondere piani diversi. Il Consiglio regionale si occupa di una serie di temi e credo sia sbagliato, come lo è stato nel voto precedente, confondere quelle che sono realtà in cui si amministra. Vi sono partiti o gruppi che amministrano Comuni ed Enti locali, in cui avvengono aspetti positivi e negativi, ma non devono essere confuso, io credo, con l'attività del Consiglio regionale.
Per questo motivo, essendo un tema molto delicato, il nostro voto sarà certamente a favore.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento per l'eventuale voto contrario? Ricordo che, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, la proposta verrà accolta se otterrà i due terzi del Consiglio regionale, ossia 34 voti a favore.
Non ho altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di iscrizione all'o.d.g. della mozione n. 123.
Il Consiglio non approva.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 13 giugno 2017.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Chiamparino, Ferrari, Ferraris, Laus Monaco e Batzella.
Non è presente l' Assessore Saitta.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.; "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 6 giugno 2017.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione della signora Erika Pioletti, deceduta il 15 giugno 2017


PRESIDENTE

Nella notte del 15 giugno scorso, la trentottenne Erika Pioletti di Domodossola, che era rimasta schiacciata dalla folla in Piazza San Carlo durante la finale Champions, si è spenta all'Ospedale San Giovanna Bosco dove era ricoverata da 12 giorni.
Quello che è successo sabato 3 giugno ci lascia ancora adesso sgomenti.
Una serata, cominciata come festa, è finita in un'incomprensibile tragedia con oltre 1.500 feriti di cui alcuni ancora in situazione critica, cui va il nostro augurio di una pronta guarigione.
A nome dell'Assemblea e di tutta la comunità piemontese, esprimiamo il profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia Violetti.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio in ricordo della signora Erika Violetti.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Riassumo l'andamento dei lavori.
Nel Consiglio odierno non verrà trattato, come deciso nella Conferenza dei Capigruppo, il disegno di legge n. 193 "Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza", che slitterà alla prossima seduta di Consiglio.
Verrà trattato nella seduta pomeridiana il testo unificato delle proposte di legge n. 30, 124 e 137 "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi".


Argomento: Trasporti su ferro

Esame mozione n. 913 presentata da Frediani, Andrissi, Batzella, Bertola Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Sviluppo di un nuovo programma di esercizio ferroviario Torino-Bardonecchia-Modane"; ordine del giorno n. 977 presentato da Ferrentino, Gallo e Gariglio, inerente a "Gestione della linea storica Torino - Bardonecchia - Modane e dei servizi ad essa connessi"


PRESIDENTE

Questa mattina iniziamo i lavori con l'esame della mozione n. 913 "Sviluppo di un nuovo programma di esercizio ferroviario Torino Bardonecchia-Modane", e dell'ordine del giorno n. 977, "Gestione della linea storica Torino - Bardonecchia - Modane e dei servizi ad essa connessi", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ricordo all'Aula l'iter: c'è stata l'illustrazione della mozione n. 913 da parte della Consigliera Frediani; ha illustrato l'ordine del giorno n.
977 il Consigliere Ferrentino. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Valetti e Gallo e, per la replica, l'Assessore Balocco.
La mozione n. 913 è stata posta in votazione, ma la votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale.
Allora, ci sono richieste d'intervento? È passato del tempo, quindi ovviamente potrebbe essere richiesta la parola da parte di alcuni Consiglieri. Diversamente, metteremo in votazione i due atti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Siccome questo è un tema che mi pare possa essere condiviso da maggioranza e minoranza - si tratta di qualcosa che dovrebbe mettere d'accordo tutti - ho interloquito con l'Assessore in Commissione, chiedendo per l'appunto, rispetto a questi atti di indirizzo, quale fosse la sua posizione. L'Assessore ha detto in tale occasione che secondo lui avremmo dovuto bocciarli entrambi, perché richiedevano un impegno che lui non era in grado di poter mantenere.
Per questo motivo, avevo preparato una modifica dell'impegno e vorrei sottoporla all'Assessore, prima che venga messo in votazione l'atto di indirizzo. Ora, io non so se l'Assessore sarà presente in Aula questa mattina e se ci sarà possibilità di dialogare e cercare di arrivare a un testo che possa mettere d'accordo tutti, come si era prospettato anche nell'ultima seduta in cui si è affrontato questo tema. La mia proposta quindi, sarebbe quella di capire se l'Assessore sarà presente questa mattina e presentare una modifica dell'impegno che sia accettabile e soprattutto credibile, per evitare di vincolare l'Aula su un tema con un impegno che, altrimenti, poi non potremmo mantenere.



PRESIDENTE

Le chiedo di pazientare solo un attimo, Consigliera, perché gli Uffici stanno verificando se l'Assessore questa mattina sarà presente in aula.
Ha chiesto intanto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Eravamo già in sede di votazione e io penso che il dibattito sia stato già abbastanza articolato. Ritengo si possa procedere con la votazione sui due documenti.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di intervento e pertanto, in attesa di chiarire come proseguire i lavori, sospendo la seduta per pochi minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.10 riprende alle ore 11.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Allora, riprendo un attimo il filo del discorso.
L'Assessore Balocco in Commissione ha dichiarato che, a suo parere entrambi i testi avrebbero dovuto essere bocciati perché l'impegno formulato in quel modo, per entrambi i documenti, non avrebbe potuto essere mantenuto. Per questo motivo avrei voluto proporre una riformulazione del testo.
Ora l'Assessore non è presente. La mia proposta - nell'attesa dell'arrivo dell'Assessore, che mi dicono probabilmente essere presente in Consiglio oggi - è quella di cercare di arrivare a un testo condiviso con un impegno che sia credibile, per evitare di dividersi su un tema che mi sembra sia largamente condiviso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Intanto trovo curioso che venga data l'interpretazione autentica, da parte dell'opposizione, dei pensieri di un Assessore.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Non sono pensieri: c'è il verbale di Commissione!



GARIGLIO Davide

Detto ciò, in Commissione - ricostruendo con i colleghi - si è verificata l'impossibilità di arrivare a un testo unico e condiviso, dunque noi chiediamo che si vada alla votazione dei due testi nella versione in cui sono stati predisposti. Peraltro, eravamo già in fase di votazione e quindi chiediamo di procedere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Allora passiamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 913, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 977, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 459 presentata da Rossi, Caputo, Corgnati, Giaccone Motta, Ottria e Valle, inerente a "Previsione di adeguate risorse da destinare ai progetti di lotta alle zanzare"; mozione n. 1035 presentata da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Adeguati finanziamenti per la lotta alle zanzare in Piemonte"; mozione n. 1102 presentata da Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Frediani Mighetti e Valetti, inerente a "Lotta alle zanzare - forti criticità nei progetti di lotta urbani - chiediamo una soluzione rapida, mettendo in grado l'IPLA di fare il proprio lavoro aumentandone i fondi a disposizione o rivedendo l'intero progetto di lotta alle zanzare"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame delle mozioni n. 459, 1035 e 1102, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione della mozione n. 459; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Si tratta di un ordine del giorno che nasce nel 2015, quando (non so se ricordate) si parlò della "febbre del Nilo" e ci fu anche un allarme dal punto di vista sanitario. In realtà, è stato chiaramente rivisto, perché il tema resta importante ed è importante che quest'Aula se ne occupi.
Do per scontata la parte discorsiva della mozione e sottolineo due aspetti.
La questione delle zanzare, che - come sapete - sono molto diffuse in tutto il mondo, in particolare nel nostro territorio e, all'interno della nostra regione, in alcune zone in particolare, presenta due aspetti di rilevanza politica.
Il primo, afferisce al tema sanitario e lo abbiamo visto nel 2015, con il caso della "febbre del Nilo".
Il secondo riguarda anche la possibilità di sviluppo (in particolare l'aspetto turistico) legato ai nostri territori, perché un'adeguata lotta alle zanzare e una buona prevenzione in questo senso, favorisce positivamente quei territori che devono sviluppare anche attività turistica, soprattutto nei periodi estivi; attività che spesso è ostacolata anche dalla presenza di un eccesso di zanzare.
Da questo punto di vista, abbiamo rilevato come si sia passati da uno stanziamento di più di sette milioni di euro, nel 2012, ai fini della lotta alle zanzare, fino a due milioni all'anno, nell'ultimo triennio (è sempre diminuito nel corso degli anni, signor Presidente).
Pertanto, la nostra mozione chiede che, a partire dall'assestamento del 2017, vengano incrementate le risorse ai fini di un'efficace lotta alle zanzare sul territorio della regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione della mozione n.
1035.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Come ha detto il collega, la questione zanzare è una questione annosa che si pone ormai da tempo, non certo da qualche anno.
Negli ultimi anni, comprensibilmente anche con le questioni di carattere finanziario, legate al bilancio, c'era stata una regressione dei contributi e, negli ultimi due anni, questa criticità si è sentita sui territori, perché effettivamente, come dicono gli esperti, la funzionalità e soprattutto l'incisività di un percorso legato a questi trattamenti e ai risultati, nasce proprio da una costanza nel tempo.
Pertanto, compatibilmente con le difficoltà esistenti, ritengo opportuno ricominciare a iniettare nuove risorse in questo percorso, perch a mio avviso, dopo una fase critica, un riassestamento delle condizioni economiche deve portare a un ritorno di attenzione particolare sui territori, perché hanno una funzione vitale: turistica, sociale un'incidenza nella vita normale di tutti i giorni di cui, chi non la prova probabilmente, non si rende conto.
Si tratta effettivamente di un problema di dimensioni importanti per i territori che, purtroppo, sono più infestati rispetto ad altri, che - sì hanno qualche criticità, ma con poche correzioni possono vivere in modo dignitoso.
Pertanto, l'auspicio è questo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione della mozione n.
1102.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo di lotta alle zanzare.
Effettivamente, negli anni, la Regione ha ridotto gli interventi anche su questo fronte. Essendo il Piemonte uno dei massimi produttori di riso d'Europa e d'Italia ed avendo il ciclo di vita delle zanzare, nella fase larvale, bisogno della presenza di acqua, è importante prevedere, in questa regione, una lotta serrata alle zanzare. Tale lotta deve avvenire con un impatto ambientale il più contenuto possibile.
Purtroppo, con la diminuzione dei fondi regionali per la lotta biologica, che utilizza la proteina prodotta dal ceppo batterico bacillus thuringiensis (proteina innocua per l'uomo, ma che lacera l'apparato gastrico dei lepidotteri, dei ditteri e anche delle larve delle zanzare) quindi venendo meno questo tipo d'iniziativa, gli Enti locali provvedono con delle disinfestazioni chimiche che ricordano un po' "la primavera silenziosa" del famoso libro della biologa americana da cui, poi, è nata anche l'Agenzia ambientale americana, all'epoca di quando il DDT uccise le zanzare, ma anche tutte le specie di uccelli e di pesci e via dicendo.
Insomma, avvenne una strage ambientale con un danno incredibile.
Sono cose delicate, che le conoscenze scientifiche moderne ci consentono di approcciare nel miglior modo e con una capacità di contenimento dello sviluppo di queste specie che, ovviamente, ha bisogno di acqua e di temperature medie abbastanza elevate. Fin quando non c'è questo connubio, la zanzare non si diffondono.
Noi crediamo, quindi, che la Regione - che ha dato incarico all'IPLA con l'articolo 8 bis della legge regionale 75/95 - abbia la possibilità di programmare degli interventi nel momento in cui le risaie vengono allagate.
Sappiamo che la coltivazione del riso con un uso massiccio di sostanze chimiche richiede degli svuotamenti e dei lavaggi delle risaie per la presenza massiccia di sostanze chimiche che diversamente danneggiano anche la pianta di riso. In gergo tecnico, le risaie vengono "scannate", cioè svuotate più volte e questo, ovviamente, crea un problema nell'utilizzo della proteina del bacillus thuringiensis. Però, con un attento controllo di queste situazioni, si può rimediare e quindi andare a interferire nella fase di vita più delicata per le zanzare.
Un tempo nelle risaie vivevano le carpe, che si nutrivano delle larve delle zanzare. Altre antagoniste erano le libellule. La provincia di Novara era piena di libellule ed ovviamente con l'uso massiccio di trattamenti chimici anche le rane ormai sono diventate una rarità, ma non laddove si coltiva il riso veramente bio. Però vi assicuro che sono pochi quelli che fanno il riso veramente bio e hanno iniziato ad allevare le carpe nei loro campi di riso. E ovviamente si mangiano anche le carpe; c'è un piatto molto particolare. Si conserva il filetto di carpa in aceto e si fanno dei vasi.
Io non l'ho mai assaggiata, ma dicono che sia molto buono. Quindi, è un piatto prelibato.



PRESIDENTE

C'è la necessità che i Consiglieri si accomodino al loro posto e possibilmente parlino a bassa voce. Questo vale anche per le barcacce.
Prego, Consigliere.



ANDRISSI Gianpaolo

Quello che volevo dire è che purtroppo sono venuti meno degli equilibri ecologici, come avviene sempre in natura, che consentivano di avere un controllo della presenza di zanzare. Adesso si sta sviluppando di nuovo e c'è un distretto di 500 ettari nella Baraggia, tra i Comuni di Rosaio Rovasenda e Masserano, che è al confine con la Provincia di Biella, dove finalmente sta tornando finalmente una coltivazione del riso senza l'utilizzo di sostanze chimiche. Invito tutti ad andare a vedere queste risaie, perché è veramente uno spettacolo vedere le piccole carpe camminare nei campi, vedere le rane che saltano ovunque. Cioè, si ricreano quegli equilibri ecologici che consentirebbero anche di non avere spese folli per controllare le zanzare.
Nel momento in cui non ci sono questi equilibri, è chiaro che specie quali la zanzare non sono più controllate e questo può essere anche foriero di patologie gravi, nel momento in cui le zanzare sono presenti in grandi quantità e in modo incontrollato.
L'invito è duplice: nel momento in cui non abbiamo questo controllo ecologico, dobbiamo sviluppare altri controlli e noi riteniamo che il controllo con il bacillus thuringiensis aveva dato ottimi risultati. Questa cosa, purtroppo, è venuta a mancare nel momento in cui la Regione Piemonte è entrata in crisi su questo fronte.
Chiediamo un impegno alla Regione, da un lato - non è presente nell'ordine del giorno, però mi consenta di dirlo - a sviluppare e a favorire quella agricoltura che consente di ricreare equilibri con produzioni notevoli di riso non contaminato. D'altra parte, chiediamo che si intraprenda di nuovo una lotta alle zanzare senza impatto ambientale che è possibile con prodotti che le conoscenze scientifiche di oggi consentono.
Quindi, crediamo sia questa la miglior strada per controllare la crescita delle popolazioni di zanzare in Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Le tre mozioni sono state illustrate.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come Gruppo Movimento 5 Stelle, abbiamo ritenuto importante e necessario presentare questo atto di indirizzo per chiedere alla Giunta regionale di andare a integrare risorse per la lotta alle zanzare, risorse che vengono da tempo a mancare e che, per noi, sono di fondamentale importanza.
Per quanto riguarda la lotta alle zanzare, ci sono principalmente due aspetti. Uno riguarda il contrasto dello sviluppo delle larve tutti gli anni prima della stagione estiva sia nelle grandi città, poi ovviamente c'è tutta la zona interessata dalle coltivazioni del riso. Questo è stato sottolineato in modo efficace dal collega Andrissi.
La possibilità di far fare all'IPLA degli interventi di lotta alle zanzare permette di avere delle operazioni che sono, prima di tutto capillari, e quindi riguardano tutto il territorio, perché interventi fatti dai singoli Comuni possono non avere un'efficacia puntuale se il Comune confinante non fa nessun intervento.
Sappiamo che ci sono delle specie di zanzara, come la zanzare tigre che hanno un raggio d'azione abbastanza limitato; mentre altre specie, tra l'altro anche molto diffuse come il culex pipiens, hanno un raggio di azione molto più ampio. Quindi, interventi che sono solo puntuali magari rischiano di essere, alla fine, poco utili.
In secondo luogo, allo stesso modo, a livello più globale ci si muove ormai da anni, per fortuna, con l'utilizzo di sostanze che non sono impattanti e non sono nocive, come il bacillus thuringiensis, che non è nocivo per l'uomo, ma ha un'azione molto efficace.
Oggi ancor più si registra la presenza di specie di zanzare sempre nuove, in alcuni casi anche con un certo margine di pericolo legato alla trasmissione di certe malattie.
Rimane poi tutta la questione riguardante anche la qualità di vita poiché la zanzara è un insetto notoriamente molesto. Eravamo abituati nei decenni passati a specie che erano molto attive solo nelle ore serali e notturne; invece oggi c'è un'ampia diffusione di specie come la zanzara tigre, che è attiva ed è molesta tutto il giorno, quindi anche nelle ore diurne.
Quindi, potendo destinare dei fondi a degli interventi che siano più diffusi sul territorio, raggiungiamo una serie di obiettivi. Innanzitutto utilizziamo dei prodotti che non sono impattanti a livello ambientale, con vantaggi per la salute dei cittadini e anche per le colture del riso.
In secondo luogo, portiamo avanti degli interventi veramente efficaci su tutto il territorio, e poi non permettiamo che si utilizzino prodotti chimici dannosi a vari livelli.
Per questo motivo, così come facciamo ogni anno sia in fase di esame del bilancio sia poi in assestamento o in corso d'opera, chiediamo di destinare queste risorse all'IPLA, istituto sul quale va poi fatto un ragionamento, poiché la questione legata alla riorganizzazione dell'IPLA è rimasta irrisolta per diversi motivi. Doveva nascere l'Agenzia foreste e territorio, ma non è stato possibile portare avanti questa iniziativa per via di problemi a livello normativo sul personale. Quindi, si viaggia un po' così, si naviga a vista, ma una delle attività importanti e fondamentali dell'IPLA è proprio quella di lotta alle zanzare, quindi noi chiediamo che possa essere portata avanti con risorse adeguate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questa mozione affrontiamo un tema che è una delle tante manifestazioni degli squilibri che si creano quando a delle prassi e a degli interventi strutturali nel tempo, segue un periodo di abbandono delle pratiche, non sostituito da una nuova modalità.



PRESIDENTE

Stavo proprio per chiedere ai Consiglieri in prima fila di uscire dall'Aula, altrimenti è veramente impossibile ascoltare l'intervento del Consigliere Campo.
Ripeto, se dovete interloquire uscite dall'aula, altrimenti se siete seduti nei banchi vi chiedo di tacere oppure di parlare a bassa voce altrimenti è impossibile seguire gli interventi dei colleghi.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Spero di dire delle cose utili e interessanti sulle mozioni che si stanno discutendo.
Quello che stavo dicendo è che il problema trattato in queste mozioni nasce, in particolare, dal fatto che a una serie di attività e di prassi strutturali che venivano praticate per affrontare una problematica di tipo ecologico-ambientale, quale quella della popolazione di zanzare in certe aree della nostra regione, in particolare quelle dove si coltiva il riso che era in eccesso per la sparizione dei predatori naturali, è seguito un periodo legato alle difficoltà economiche dell'Ente Regione e quindi al sovvenzionamento delle pratiche dell'agenzia regionale che si occupava del problema. Non si sono più fatti gli interventi che venivano effettuati in maniera strutturale negli anni precedenti e non sono stati sostituiti da alcun altro tipo di pratica.
Sotto questo profilo, una parte della proposta contenuta in queste mozioni è legata al fatto di ripristinare la funzionalità dell'agenzia IPLA, dotandola delle risorse adeguate per permettere la continuazione di questi interventi con la tempestività necessaria.
Un altro dei problemi emerso negli scorsi anni è che anche laddove le risorse sono state faticosamente reperite, sono state reperite in maniera tardiva rispetto alle esigenze di intervento.
L'altro aspetto è quello dell'evoluzione delle tipologie di intervento e di una capacità di mirare meglio e anche traguardare la sostenibilità ecologica delle pratiche che devono evolversi verso una maggiore sostenibilità ecologica e verso una più attenta considerazione degli areali di trattamento. Questo perché noi siamo entrati in un periodo, a livello globale, di mutamento delle condizioni climatiche che ha un impatto significativo anche nella nostra regione. Basti pensare che - è documentato dall'ARPA - è dal 2003 che al posto dell'anticiclone delle Azzorre, che porta tendenzialmente area calda ma anche secca, arriva invece l'aria africana che passa prima sul Mediterraneo e porta estati molto calde, ma anche molto umide. Come ha detto prima il mio collega Andrissi, questa tipologia di condizioni è più favorevole allo sviluppo delle zanzare, non solo nelle aree tradizionalmente colpite, ma anche in ambiti più vasti.
Sotto questo profilo, incide in maniera significativamente maggiore la sparizione, non solo negli areali della coltivazione del riso, dei tradizionali predatori naturali degli insetti. Parliamo degli uccelli insettivori, in particolare del passero, per il quale, ad esempio, c'è una campagna a livello nazionale per cercare di capire perché si stanno riducendo le popolazioni. Sembra una cosa banale, invece è un problema serio, perché la sparizione di certi tipi di uccelli sta provocando gravi impatti sulla nostra agricoltura e non solo per il problema delle zanzare ma anche per altre tipologie di insetti nocivi.
L'eccessivo uso di pesticidi è dovuto al limitato sviluppo, legato anche a una scarsa incentivazione e politiche poco incisive sotto questo profilo, dell'agricoltura biologica e della lotta biologica contro i parassiti, e a una certa lentezza, anche da parte della Regione probabilmente sempre per la mancanza di risorse e per la riduzione del personale, quindi alla difficoltà degli apparati pubblici, che sono poi quelli che veramente, alla fine, si interfacciano con la ricerca e con l'applicazione della sperimentazione di soluzioni innovative più ecologicamente sostenibili. Diventa così impossibile attuare sul territorio soluzioni diverse per quello che riguarda la presenza degli insetti e degli organismi nocivi sia in ambito agricolo sia in ambito periagricolo.
Ricordiamo che il problema delle zanzare non è solo un problema delle risaie, ma è un problema di tutte quelle aree che sono perimetrali agli ambienti dove questi insetti trovano il luogo confortevole per crescere e svilupparsi.
Sotto questo profilo, chiediamo un'impostazione sistemica. Certo, lo facciamo con una mozione che è parte di un quadro complessivo che chiede di dare finalmente un ruolo all'IPLA che, purtroppo, ha avuto un altro problema, che è quello dello sventurato approccio all'Agenzia forestale quindi di una fusione tra "pere e patate" che non è stata normativamente possibile anche per le diverse condizioni dei dipendenti dell'IPLA e degli operai forestali che si volevano fare confluire in un'unica entità pubblica.
Sotto questo profilo, ad esempio, è stato molto più proficua la confluenza in una fondazione come Agrion di altre esperienze che agivano e oggi riescono a continuare ad agire, perché è stata un'esperienza positiva nella trasformazione nell'ambito agroalimentare.
Gli aspetti da affrontare sono diversi, prima di tutto quello di riuscire a reperire risorse e a costruire le politiche adeguate affinché le pratiche possano evolvere verso una maggiore sostenibilità ambientale perché l'ambiente, di per sé, quando è in equilibrio tra uccelli, pesci e altri insetti, limita le popolazioni di insetti nocivi. Lo vediamo in tante situazioni, compresa la sventurata importazione dall'estero di insetti nocivi che è capitata negli ultimi anni, con conseguenze devastanti.
Vi è la necessità di dare un po' di impulso all'integrazione tra le politiche ambientali, quindi tra la tutela dell'ambiente e le nuove pratiche necessarie in agricoltura attraverso un maggiore impulso all'agricoltura biologica e a una lotta integrata. Occorre andare verso la ricerca di soluzioni più tollerabili per l'ambiente per affrontare le problematiche agricole che talora vengono dall'estero, ma spesso sono legate ai disequilibri che causiamo noi con i nostri interventi, o quando lasciamo gli agricoltori a doversela cavare da soli contro infestazioni perché non ci sono più le politiche e le strutture per garantire i trattamenti a livello strutturale.
Serve una più attenta programmazione del territorio e della gestione dell'acqua sul territorio che si lega di nuovo a tutta un'altra situazione che è quella del dissesto idrologico, non solo geologico, che lega da una parte situazioni di estrema difficoltà nell'avere disponibilità di acqua per i vari usi compreso quello agricolo e quindi, ad esempio, la mancanza di bacini irrigui, di nuovo legata alla mancanza di risorse, e dall'altra parte, invece, aree dove si ha eccesso di acqua o eccesso di umidità ambientale, senza avere gli adeguati presidi per poter garantire una corretta gestione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
È un po' curioso che si arrivi a discutere queste tre mozioni sul tema della lotta integrata alle zanzare nella nostra Regione.
Perché dico questo? L'hanno già detto in parte i colleghi, ma è ovvio che abbiamo anzitutto una legge regionale, se non ricordo male, la n. 75 del 1995, che titola "Contributi agli Enti locali per il finanziamento di interventi di lotta alle zanzare", poi abbiamo il bilancio della Regione Piemonte. Abbiamo qui il Vicepresidente Reschigna, che sa, come sanno i colleghi, che sicuramente il nostro Gruppo, ma anche altri Gruppi, in particolar modo magari un po' spinti dai colleghi che abitano nelle zone periferiche o comunque non delle grandi città, nelle zone del Novarese, del Vercellese, dove ci sono le risaie, o dell'Alessandrino o dell'Astigiano e ormai, purtroppo, del Torinese, hanno presentato emendamenti in bilancio che chiedevano più risorse sul tema della lotta alle zanzare.
Ricordo bene che il nostro Gruppo consiliare ha chiesto due milioni di euro in più e sono stati stanziati quattro milioni di euro; due milioni di euro sull'ambito sanità e altri due milioni sull'ambito agricoltura e ambiente, quindi, per un totale di quattro milioni.
Ricordo, inoltre, che la legge originale del 2009, all'ultimo articolo il n. 9, "Disposizioni finanziarie", prevedeva sette milioni di euro; così è stato nel 2009, nel 2010 e, se non ricordo male, l'ultimo anno è stato il 2011, da cui abbiamo iniziato, vista la piena evidenza della crisi economica e finanziaria dell'Ente Regione, a ridurre fortemente lo stanziamento per la lotta integrata alle zanzare.
Le conseguenze si sono viste. Si potrà dire, come diceva il collega Campo, che c'è stato un surriscaldamento climatico planetario, ma in particolar modo un innalzamento delle temperature estive dell'Europa occidentale, compresa il Nord Ovest dell'Italia, quindi anche il Piemonte dove viviamo, più alto anche di quello che è l'incremento medio planetario estivo, proprio per una serie di coincidenze geo-climatiche, che hanno portato a un incremento notevole delle temperature estive e dell'umidità.
Quindi, vi sono estati molto calde, così come anche l'inizio di questa estate, anche se, dal punto di vista del calendario, inizierebbe domani però ormai è un mese che anche a Torino vi è un clima tropicale. Infatti la temperatura si definisce tropicale quando durante la notte non scende sotto i 20 gradi. Ultimamente, a Torino, tranne forse per un giorno, quando c'è stato un temporale, per diversi giorni la temperatura notturna non è scesa sotto i 20 gradi.
Questo facilita la proliferazione delle zanzare, ma questo è ovvio che si deve affrontare, come hanno detto i colleghi, prima, in primavera.
Infatti, nell'analisi del bilancio avevamo chiesto di intervenire in tempo inserendo più risorse, perché avevo già detto - faccio un po' la Cassandra che ci saremmo trovati a giugno o a luglio (avevo ipotizzato in assestamento di bilancio, ma vedo che l'assestamento di bilancio arriverà un po' più tardi, ma ho azzeccato comunque il periodo) ci saremmo trovati a discutere sull'emergenza zanzare. Ora si chiede di stanziare più risorse ma per quale anno? Lo dico anche al collega Rossi, ormai per il 2017 è tardi e dovremmo tutti modificare i nostri ordini del giorno, se ci sarà un ok dagli Assessori competenti, o comunque se volessimo votarli senza avere l'accordo dell'Assessore al bilancio, modificandoli ormai per il 2018.
Ormai siamo a giugno, quindi gli interventi che si devono fare, quelli in cui raramente vi è cost effectiveness della spesa fatta, un rapporto costo beneficio notevole, si devono fare prima, cioè si deve intervenire sulle larve, perché intervenire sugli adulti ha un effetto che, ovviamente, è molto circoscritto e molto temporaneo.
Visto che abbiamo una legge regionale, con delle risorse che...
Sette milioni non erano risorse regalate all'IPLA, che poi le sprecava perché sappiamo che nella legge 75 del 1995 c'è anche una parte di progetti extra, cioè progetti in cui si fa anche uno studio e mappatura dell'area di intervento, realizzazione di reti di rilevamento e archivio dati sperimentazione di iniziative di divulgazione che nel tempo si è sempre più ristretta. Cioè, tutta la parte sperimentale extra di studio e di analisi si è praticamente azzerata. Quei sette milioni servivano solo per interventi puntuali diretti e non per fare convegnistica, divulgazione e studi, che poi servirebbero anche, perché, come diceva il collega Campo negli anni abbiamo visto un'evoluzione delle temperature e un'evoluzione delle specie. Siamo assediati (in questo caso sarebbe interessante fare anche questa valutazione con altri tipologie di assedi che vengono utilizzate magari in altri contesti politici) da specie invasive e una di queste è la zanzara tigre.
Ho letto su Wikipedia l'informazione relativa alla specie Aedes albopictus e ho scoperto che fino al 1979 non era mai stata individuata in Europa. Il primo caso fu in Albania e poi, dal 1990, dall'Albania è giunta in Italia; sappiamo come sono gli spostamenti a livello di globalizzazione in Europa e nel mondo con un carico di merci che venivano dalla Cina (almeno questa sembra l'individuazione).
Da allora, dal 1990, hanno trovato le condizioni climatiche e biologiche per crescere e si sono sviluppate adattandosi anche a climi che dovevano essere continentali e temperati e riuscendo a svernare sotto forma di uova.
Quindi, se non interveniamo nella prevenzione, stanziando risorse adeguate, continueremo ad avere situazioni anche da un punto di vista delle ricadute sanitarie, quindi parlo di ricadute sanitarie. Ecco perché due milioni di euro stanziati nel bilancio della sanità saranno sempre più insostenibili.
A me viene una battuta semplice. Stiamo investendo centinaia di milioni di euro su vaccini, su malattie che si vogliono eradicare e non dico altro sono malattie conosciute, con dei costi sanitari e socio-economici evitabili, ma non facciamo nulla su interventi di contrasto alle malattie che vengono portate dalle zanzare, dai culicidi.
Lo sappiamo, lo ha detto anche il Consigliere Rossi prima, nel 2009 abbiamo avuto la prima epidemia di West Nile fever (febbre del lino dell'ovest), una febbre che può diventare una febbre emorragica, che pu portare meningite e meningoencefalite, ma ci sono tante altre malattie: la febbre dengue, la febbre gialla, la chikungunya, la zika che colpisce le donne incinte provocando possibili malformazioni fetali e anche aborto. Ci sono anche trasmissioni di nematodi, come la filariasi.
Per fortuna, oggi ci sono state piccole epidemie localizzate, una nel Ravennate e una nel Lazio, ma in politica e in sanità non si può lavorare dicendo "speriamo che non succeda anche da noi". Possiamo affermare che queste non sono emergenze sanitarie del Piemonte? Noi crediamo che la Regione Piemonte debba fare uno sforzo e investire qualche risorsa in più quindi da quattro milioni arrivare a sette. Se però ci fosse il caso che ritenessimo che non ce la facciamo con le risorse finanziarie, il Presidente Chiamparino, il Vicepresidente Reschigna e l'Assessore di riferimento potrebbero sollevare questo tema nella Conferenza Stato Regioni, cioè quello di una potenziale emergenza sanitaria legata alla diffusione della zanzara tigre e alle malattie connesse.
Su questo vorremmo avere delle risposte, perché crediamo non basti solo parlare: noi siamo (chi più, chi meno) molto bravi a parlare, a volte ci parliamo anche un po' sopra, forse ci ascoltiamo un po' poco, però - se siamo utili - siamo utili quando portiamo dei risultati.
Se le mozioni vengono approvate, vorremmo avere un impegno, perché qui gli impegni sono molto generici. Dicono: "Vorremmo avere più risorse sul tema della lotta alle zanzare". Se però ci prendiamo l'impegno di votarlo spero che le risorse non siano 50 mila, 100 mila o 150 mila euro in più, ma che si parli almeno dell'ordine di sei zeri, cioè almeno un milione.
Ci abbiamo già provato nel bilancio previsionale, pertanto chiediamo se viene fatto un impegno del genere e viene, poi, votato in assestamento per il 2018, perché per quest'anno è tardi - di lavorare seriamente su questo tema, perché, come ho detto, è una possibile, potenziale emergenza sanitaria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno dell'atto di indirizzo presentato dal collega, per sottolineare ulteriormente alcuni temi che sono già stati posti, riguardanti l'importanza della disponibilità di risorse in quella che dovrebbe essere - uno degli ambiti di ricerca, relativamente alla lotta alle zanzare - non dico una priorità della Regione, ma sicuramente uno dei temi su cui investire decisamente delle risorse maggiori rispetto a quanto si è fatto finora.
Abbiamo letto, con l'arrivo della stagione calda, diversi articoli di giornale che lanciavano allarmi, tipo: "Sarà l'estate delle zanzare!".
Sappiamo che, purtroppo, nella nostra regione ci sono alcune zone particolarmente colpite da questo fenomeno, che vanno trattate in modo diverso rispetto ai trattamenti che dovrebbero avvenire nei centri abitati che dovrebbero essere coordinati con gli Enti locali.
Il problema è sempre quello della mancanza di risorse. Mancanza di risorse che affrontiamo ogni qualvolta si vada a discutere il bilancio: ci troviamo, come sempre, ad avere a che fare con risorse limitate e questo non ci consente neanche di andare a pianificare una seria ricerca su alcuni metodi che potrebbero essere usati in alternativa e che, a lungo termine potrebbero portare dei risparmi.
Qualche tempo fa, si leggeva - sempre sui quotidiani - di un progetto nel Vercellese che potrebbe consentire di sostituire l'utilizzo degli elicotteri con i droni. È un progetto che dovrebbe essere già avviato e praticato nel Vercellese e che, a partire dall'anno prossimo, si prevede di estenderlo anche ad altre aree. Permetterebbe sicuramente un risparmio notevole di risorse e anche l'utilizzo di metodi non impattanti. Questo comporterebbe sicuramente un vantaggio per la nostra salute e anche una maggiore incisività d'intervento nel contrasto alle zanzare.
Come ho detto, siamo alle prese con la carenza di risorse e con la mancanza di una prospettiva a lungo termine. Pertanto, ci troviamo a fare i conti su come distribuire le - pare - poche risorse disponibili fra le varie voci presenti nel bilancio, senza riuscire a pianificare degli interventi che consentano, nel tempo, di arrivare ai risparmi che consentirebbero veramente una maggiore incisività.
Prima, il collega Bono parlava dell'impatto anche sanitario, perch quando ci si trova a dover gestire poche risorse per intervenire ovviamente si devono fare delle scelte. Purtroppo, come si ricordava sempre in un articolo di giornale, dovendo scegliere, si va a scegliere d'intervenire su quegli aspetti sanitari che magari sono legati agli esami delle sacche di sangue donato, alle bonifiche delle aree colpite da casi di malattie virali trasmesse dalle zanzare tigre e da altri insetti vettori di malattie.
Come sempre, si deve scegliere. A noi piacerebbe che - per una volta la scelta fosse quella di stanziare delle risorse cercando di pianificare un serio piano di lotta alle zanzare, cercano di coinvolgere e dare un ruolo predominante all'IPLA, questo soggetto importantissimo che purtroppo, si trova ancora in balia di una riorganizzazione che pare non vedere fine. Cercare, quindi, anche attraverso il coinvolgimento degli Enti locali, di ottimizzare il più possibile l'utilizzo delle risorse.
L'atto di indirizzo presentato dal collega merita sicuramente la giusta attenzione e anche una riflessione rispetto a quello che andremo a discutere nei prossimi bilanci, per non doverci rincorrere ogni volta, ma per una volta - cercare di pianificare per sconfiggere questo problema in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Da diversi anni, in questo Consiglio, parliamo e ci scontriamo su questo tema, con una realtà veramente avvilente. Negli anni passati sono stati spesi molti soldi per la lotta alla zanzara, con risultati incoraggianti; ci siamo accorti, però, che negli anni passati la spesa sostenuta era una spesa che andava oltre il normale. Cioè una spesa che rispetto a quello che veniva fatto oltralpe (per esempio, in Francia), era molto più alta, in termini di spesa/ettaro su cui si andava ad agire.
Oggi, invece, dobbiamo ragionare su dei budget molto limitati, sulle risorse risicate del nostro bilancio e dobbiamo farcene una ragione.
Per questo, bisognerebbe capire cosa fare, non dall'oggi al domani, ma con un ambito temporale più ampio, perché, come abbiamo già visto negli ultimi due anni, la lotta alle zanzare si attua sempre in emergenza e questo è un modo che favorisce lo sviluppo di tali insetti in maniera sempre più massiva, all'interno di specifiche aree della nostra regione.
Quello che auspichiamo è che ci sia una programmazione degli interventi con un cadenzamento delle risorse.
Per fortuna, oggi abbiamo un bilancio triennale e dovremmo lavorare su quello, per avere un panorama più ampio su cui agire.
Nello stesso tempo, come diceva il collega Bono, stiamo parlando di un'emergenza che sta diventando sanitaria, anche per la proliferazione di malattie trasmissibili attraverso questo vettore, che arrivano dai posti più disparati del globo. In quest'ambito, dobbiamo capire come possano essere impiegate le risorse sanitarie, in maniera più massiva, per combattere questo fenomeno. Occorre capire quali ragioni possiamo portare ai tavoli nazionali per incrementare le dotazioni finanziarie, perché se questo è un problema che coinvolge tutta la nazione, è anche un problema che coinvolge in special modo quelle aree in cui la coltura risicola la fa da padrone. Sono aree concentrate in maniere più incisiva, e con il maggior numero di ettari coltivati, in Piemonte.
Sappiamo che la Lombardia è al secondo posto e segue poi il Veneto. Ma sono realtà che sono comunque limitate all'interno del territorio nazionale. Per questo motivo, la Regione Piemonte e la Regione Lombardia dovrebbero avere delle risorse aggiuntive in merito a questa lotta.
Un'altra questione sarebbe da analizzare rispetto a quelle che sono le misure di lotta integrata, ad esempio all'interno del PSR. Sappiamo come le misure agro-ambientali, in passato, non abbiano avuto grosso successo (lo dico con un eufemismo) sulla coltura risicola.
Sappiamo che, nonostante le contribuzioni delle misure agro-ambientali fossero comunque appetibili per gli agricoltori, in questo ambito, viste le particolarità della coltura del riso, non venivano attivate queste risorse.
In una delle ultime mozioni o forse in un'interrogazione in merito alla vicenda della risicoltura e delle misure agro-ambientali, l'Assessore all'agricoltura Ferrero aveva parlato di un sistema nuovo, che faceva sì che le misure agro-ambientali fossero più appetibili anche per i risicoltori, mettendoli anche alla prova dal punto di vista della vera tecnica biologica sui campi coltivati, sulle risaie dedicate alla coltivazione del riso.
Per questo motivo, sarebbe interessante agire su queste misure agro ambientali, andando a proporre degli impegni sulla lotta integrata alla zanzara, quindi misure che vadano a inserire il bacillus thuringiensis nei trattamenti in risaia, oppure andando a inserire altre misure atte alla salvaguardia di alcune specie di uccelli che si cibano di zanzare.
Tutte queste attività insieme possono concorrere non a risolvere totalmente il problema, ma a limitarlo fortemente e a far sì che il disagio provocato e il pericolo potenziale siano diminuiti in maniera costante durante gli anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, lei illustrerà le modifiche alla sua mozione?



ROSSI Domenico

No, Presidente, io ho già presentato la mia mozione con le modifiche.
Volevo solo chiedere una piccola sospensione per poter trovare con gli altri firmatari delle altre due mozioni una formulazione all'impegno che possa, in qualche maniera, evitare di mettere in difficoltà l'Assessore al bilancio e la Giunta.
Sappiamo benissimo delle difficoltà che ogni settimane ed ogni mese deve affrontare chi gestisce il bilancio; dall'altra parte, vorremmo capire se c'è uno spazio per dare una risposta a questo problema, visto che c'è una comunanza d'intenti all'interno del Consiglio.
Quindi, chiederei una brevissima sospensione per rivedere l'impegno e passare al voto.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.11 riprende alle ore 12.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In accordo con i primi firmatari degli altri due atti di indirizzo e anche con il Vicepresidente Reschigna, abbiamo modificato l'impegno finale eliminando il riferimento all'annualità, ove era presente, e indicando anche la possibilità di valutare per l'aumento delle risorse anche l'utilizzo del fondo sanitario. Visto che è il fondo più capiente del nostro bilancio e visti anche i risparmi che si stanno ottenendo all'interno del fondo sanitario, chiediamo alla Giunta di aumentare le risorse, valutando anche il prelievo dal fondo sanitario.
Grazie.



PRESIDENTE

Le modifiche apportate prevedono quanto segue: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a prevedere lo stanziamento di maggiori risorse per rendere più efficace la lotta alle zanzare sul territorio piemontese anche valutando l'utilizzo del fondo sanitario".
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 459, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1035, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1102, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



MOTTA ANGELA


Argomento: Commercio al dettaglio

Esame ordine del giorno n. 855 presentato da Ruffino, Berutti, Pichetto Fratin e Sozzani, inerente a "Nuove azioni a sostegno degli esercizi commerciali nei pressi di cantieri"; ordine del giorno n. 1129 presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti inerente a "Sostegno agli esercizi commerciali che subiscono cantieri di lunga durata"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 855, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno è stato presentato sicuramente parecchio tempo fa, ma purtroppo il tema è sempre assolutamente attuale. Il titolo è: "Nuove azioni a sostegno degli esercizi commerciali nei pressi dei cantieri".
Sono molti i cantieri - credo che la situazione sia nota - e gli esercizi commerciali, purtroppo, vivono una situazione di grande disagio legata soprattutto al protrarsi dei lavori.
Ritengo sia importante prendere in considerazione questa situazione soprattutto se pensiamo che, a partire dal 2009 al 2015, la Regione Piemonte aveva sottoscritto con il Ministero competente, con l'ABI e con le associazioni imprenditoriali accordi per il credito alle piccole e medie imprese, prevedendo operazioni di sospensione o di allungamento dei finanziamenti.
I Comuni che hanno cantieri legati soprattutto alle grandi opere devono costruire dei tavoli con la Regione per cercare di dare risposte. Sappiamo che gli esercizi e le attività commerciali sono vessati dalla crisi che coinvolge l'economia nel suo complesso. Cito, tra i tanti cantieri l'ultimo che ho visitato, quello di Via Nizza e Piazza Bengasi, legato ai lavori della metropolitana. Che cosa può essere utile? Possono essere utili agevolazioni fiscali speciali, rimborsi per i danni che i commercianti subiscono.
Ricordo, ad esempio, che a Torino sono state concesse alcune piccole riduzioni fiscali, ma sono insufficienti. Può essere utile la promozione di iniziative straordinarie per richiamare i visitatori, tuttavia mi rendo conto che una zona di cantiere è molto poco appetibile. So che ci sono state manifestazioni, ma anche queste, ovviamente, non hanno dato il risultato voluto, come alcune campagne per il marketing.
La Regione Abruzzo, nel 2016, ha fatto una proposta di legge dal titolo "Norme per il riconoscimento del disagio economico subito dalle imprese commerciali e artigiane durante l'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". Questo è il titolo del progetto della legge regionale presentata per L'Aquila. In quel caso, l'obiettivo era il riconoscimento del disagio economico subito da imprese, esercenti e artigiani a causa della sospensione o della riduzione delle attività legate all'apertura dei cantieri.
Ci sono iniziative come quella del Comune di Milano, la delibera "Nuovi disagi per i cantieri"; un provvedimento che ha stanziato un milione e 300 mila euro di contributi a copertura delle spese in parte correnti sostenute dalle attività situate tra i due cantieri. Anche il Comune di Modena ha stanziato risorse di questo tipo.
Sicuramente, e credo sia stato sotto gli occhi di tutti, i numeri riportati ieri da Confesercenti fanno veramente riflettere. Parliamo di oltre 4.000 imprese sparite, la metà delle quali a Torino. Il 25 per cento riguarda il settore abbigliamento e - questo è il grande malato di questo settore - diminuiscono i banchi sui mercati e vanno male le librerie, le tabaccherie e le edicole.
Anche questi numeri fanno riflettere, insieme a una imposizione fiscale sempre più opprimente, esattamente come è opprimente il costante inserirsi di nuovi adempimenti burocratici.
Sicuramente, la crisi coinvolge la Città di Torino, ma coinvolge tantissimo anche le aree montane e collinari, soprattutto quando ci sono nuovi cantieri che spesso vengono auspicati e accolti dalle popolazioni perché sono portatori di nuovi servizi ma, dall'altro lato, mettono sicuramente in difficoltà il commercio.
Ed è per questo che con l'ordine del giorno - e sono contenta di aver visto un secondo ordine del giorno attratto dal mio - si chiedono nuovi e ulteriori azioni a sostegno degli esercizi commerciali che subiscono la presenza di cantieri. È fondamentale evitare il completo depauperamento delle zone coinvolte e mantenere i livelli occupazionali. Quelli legati al commercio che se ne vanno sono posti di lavoro silenziosi, ma non vediamo tavoli aperti quando chiudono i negozi di via e quando muoiono le piazze con le serrande abbassate. In questo caso, mi sento di poter dire che sicuramente, con il mio Gruppo, cerchiamo di dare voce a questi commercianti che chiedono aiuto e sostegno a livello regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Certamente si parte da un dato che è quello della crisi economica molto grave che ha colpito anche la nostra regione.
Crisi che non accenna a diminuire, nonostante periodicamente si enfatizzino dati molto puntuali che possono sembrare segnali di ripresa ma che, in realtà, alla prova dei fatti, non lo sono.
È una crisi che ha colpito molto gli esercizi commerciali e gli ambulanti. Li ha colpiti molto perché, parallelamente, il tessuto commerciale delle città è cambiato, si è dato molto spazio, troppo, ai grandi centri commerciali, quindi coloro che hanno subito maggiormente gli effetti della crisi sono quelli che hanno i negozi di vicinato.
C'è poi un aggravante rispetto alla crisi, che è quella dei cantieri. È chiaro. Le città crescono, mettono in cantiere delle strutture che sono destinate a durare degli anni, come la metropolitana. Abbiamo visto l'importanza che ha avuto, dopo decenni di assenza, una metropolitana a Torino. C'è il cantiere ormai infinito del palazzo della Regione.
Ovviamente i cantieri portano un disagio. Un disagio che può essere accettabile se è limitato nel tempo, fermo restando che occorre dare sostegno agli esercizi commerciali danneggiati anche temporaneamente da cantieri, ma è un disagio che diventa insopportabile e insostenibile se il cantiere è attivo per un periodo molto più lungo di quello previsto.
È il caso, oltre che del cantiere del nuovo palazzo della Regione, che per certi aspetti è meno impattante sul tessuto commerciale, del cantiere del prolungamento della metropolitana fino a Piazza Bengasi. Un prolungamento che interessa un tratto lungo poco più di un chilometro con un capolinea in Piazza Bengasi e una fermata intermedia che sarà di fronte al nuovo palazzo della Regione quando questo sarà finito, sarà operativo e vedrà la presenza di più di 2.000 persone che, forse, potranno portare un indotto economico alla zona, sempre se i lavori finiscono e sempre se, nel frattempo, queste aziende locali non chiudono prima.
Il cantiere della metropolitana è molto più impattante, perché ha visto la chiusura di una buona parte di via Nizza e quindi l'isolamento di alcune attività commerciali, la loro scarsa raggiungibilità e la loro scarsa visibilità. Un cantiere, nella percezione di chi abita in quella zona ormai infinito, con cui ci si è abituati a convivere, comprese tutte le esternalità negative di questo cantiere.
Si è partiti con una tempistica che poi non è stata rispettata complici ritardi nei finanziamenti dell'opera e ritardi ministeriali.
L'azienda che aveva l'appalto, guarda caso, è Coopsette (un nome che ritorna); la stessa azienda che ha abbandonato il cantiere dell'inceneritore, anzi il cantiere dell'inceneritore lo ha finito, ma ha abbandonato il cantiere del grattacielo, causando i disagi che ben sappiamo su quell'opera, e molto prima di lasciare il cantiere del grattacielo ha lasciato il cantiere della metropolitana.
Quindi, c'è stato un lungo fermo nei lavori, finché non si è trovata o non si è in qualche modo convinta un'azienda a subentrare, perché anche la seconda che avrebbe dovuto subentrare non ha voluto farlo. Poi si è passati alla terza che aveva partecipato e poi sono ricominciati i lavori, che, in corso d'opera, hanno proseguito ad accumulare ritardi.
La previsione attuale è quella di non vedere una metropolitana da Lingotto a Piazza Bengasi prima della primavera del 2018, quindi con un cantiere che è durato parecchi anni, con una Via Nizza che continua a essere chiusa. Alcune attività commerciali locali hanno chiuso e altre sono in grandissime difficoltà.
Noi siamo attenti alle piccole e medie imprese, come dimostra il nostro impegno, basato anche sulla restituzione di buona parte del nostro stipendio. Siamo anche attenti alle problematiche del commercio ambulante e lo abbiamo dimostrato con atti in Consiglio, vieppiù vogliamo aiutare e far sì che queste piccole imprese commerciali non chiudano a causa di un cantiere.
Pertanto, abbiamo presentato quest'ordine del giorno del quale richiamo gli impegni, che sono principalmente tre.
Chiediamo che vengano predisposte nuove misure di sostegno per esercizi commerciali urbani di quartiere che subiscono la presenza di cantieri anche in termini di sgravi fiscali sulle imposte regionali in coerenza con le disponibilità del bilancio regionale.
Impegniamo la Giunta affinché venga creato un fondo di sostegno per esercizi commerciali urbani di quartiere interessati da importanti cantieri urbani, alimentato con fondi regionali e da fondi provenienti dalle sanzioni derivanti da ritardi imputabili alle imprese costruttrici che non rispettano i tempi di consegna e smantellamento dei cantieri.
Infine, chiediamo che nei futuri cantieri predisposti o gestiti dalla Regione Piemonte o da enti a essa collegati venga prevista, all'interno dei finanziamenti dell'opera, una quota parte da dedicare al mantenimento del reddito degli esercizi commerciali urbani e dei quartieri interessati dal cantiere, finanziando una parte delle perdite economiche che ne dovessero conseguire che siano imputabili al cantiere anche in base alle analisi dei bilanci degli esercizi commerciali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Solo un breve intervento perché, ovviamente, l'oggetto di entrambi gli ordini del giorno è assolutamente condivisibile, ed è un'attenzione che anche il PD e l'intera maggioranza ha verso le piccole e medie imprese e verso le attività commerciali, in questo caso particolare quelle interessate dai cantieri che vengono citati in entrambi gli ordini del giorno, quelli relativi al palazzo unico della Regione e della Metropolitana 1 che insiste nella stessa zona.
Proprio in questa direzione va l'azione dell'Amministrazione e della Regione di questi anni, che si è spinta per sbloccare i cantieri e far riprendere i lavori in modo da ottimizzare e velocizzare il completamento di queste opere che, a regime, porterà la riqualificazione dell'intera area e un'infrastruttura importante in quella zona della città.
È evidente che nella fase del cantiere, con i problemi legati ai lavori ci sono ovviamente importanti ricadute sugli esercizi commerciali della zona, rispetto a cui sono già state attivate misure di sostegno, come già citate nei due atti di indirizzo.
Pertanto, anche da parte della maggioranza del PD vi è attenzione alle piccole e medie imprese, attenzione al commercio di vicinato, in particolare in quella zona che vede concentrarsi due cantieri molto importanti.
Rispetto ai due atti di indirizzo, mi sento dire che l'atto di indirizzo a prima firma della Vicepresidente Ruffino, che non vedo più, è condivisibile nel suo indirizzo generale che viene dato alla Giunta, cioè quello di individuare e definire ulteriori azioni a sostengo senza identificare nel dettaglio in quale modo (se fiscali, se finanziarie, se prevedendo dei fondi legati agli appalti e quant'altro), mentre quello del Movimento 5 Stelle mi pare un po' troppo dettagliato e tecnico negli impegni e nelle azioni che si intendono dare come indirizzo alla Giunta regionale.
Mi sento di dire che, poiché sono entrambi condivisibili, ma mi sembra che quello del Movimento 5 Stelle sia fin troppo dettagliato nell'oggetto possono essere coordinati, quindi come maggioranza siamo assolutamente disponibili rispetto a questo tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gallo.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stavamo facendoci "segnali di fumo" con il collega primo firmatario che siede dall'altra parte dell'emiciclo nell'Ufficio di Presidenza, ma ovviamente spetta a lui la decisione ultima per quanto riguarda la possibile modifica del documento. Lo ritengo comunque assolutamente fattibile.
Tuttavia, mi permetto di sottolineare un dato: noi presentiamo ordini del giorno, però, a furia di rimanere molto sul generico per non dare impegni eccessivi alla Giunta regionale, finiamo per presentare atti che hanno un contenuto, ma poco impegno. Sarebbe utile avere una riposta da parte dell'Assessore su quali siano gli spazi di manovra. Quindi, passando dal molto specifico del collega primo firmatario Bertola, che comunque ha messo in mozione quelli che potrebbero essere gli interventi che si possono fare (sono tutte possibilità anche alternative fra loro) all'impegno generico, nel dire "facciamo interventi di sostegno", senza una specifica linea di intervento, né una specifica linea di finanziamento, forse si pu trovare una sintesi comune.
Inoltre, vorrei dire che bisognerebbe fare un'analisi molto attenta delle tempistiche dei cantieri in Italia. L'ha fatto l'Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e sappiamo che il nostro è un Paese molto indietro rispetto alla media europea nella durata dei cantieri.
Devo dire che, sul tema degli ordini del giorno, le due mozioni riguardano magari in particolare la realtà di Torino, perché sono realtà urbane. Se parliamo di cantieri extraurbani, diventa più difficile andare a incidere sul commercio di vicinato e sulle attività produttive e quant'altro.
In particolar modo, per quanto riguarda Torino, sia sul tema della metropolitana, che è una grande opera, di cui comunque c'è e si sente il bisogno, su cui siamo penso tutti d'accordo, sia sul tema del grattacielo che è andato a insistere ulteriormente in un'area già gravata da difficoltà relativa ai cantieri, delle perplessità in più le avevamo avute un po' tutti. Il progetto originario nasceva da un'idea dell'allora Presidente Ghigo, poi modificato dalla Presidente Bresso, soprattutto in altezza perché sappiamo tutti che in origine il progetto era quello di un grattacielo sdraiato, cioè più lungo che alto.
Si tratta di tutte le scelte che poniamo in essere su grandi interventi di trasformazione urbana sulla città di Torino, sempre decise dalla Regione Piemonte, ovvero la realizzazione del nuovo Parco della Salute e della Scienza, della Ricerca e dell'Innovazione.
Occorre capire anche qual è il contesto in cui andiamo a intervenire: se è un contesto già gravato da dieci anni di cantieri, misto di metropolitana e grattacielo, e andiamo a infilare anche i cantieri del Parco della Città della Salute, forse più che presentare (io condivido pienamente) una mozione che vada ad intervenire sui danni arrecati alle aziende e al commercio di vicinato che ivi insistono, dovremmo fare una mozione per riflettere sulle ricadute delle grandi trasformazioni urbane.
A volte c'è un po' un'idea di eccesso e di gigantismo nella realizzazione delle opere, soprattutto in un contesto come quello italiano.
Purtroppo, non abbiamo un modello virtuoso di realizzazione di cantieri e di opere pubbliche, anche utilizzando le nuove modalità concesse dal Codice degli appalti pubblici, sia quello nuovo sia quello precedente. Prova ne è il grattacielo della Regione Piemonte, che pure ha utilizzato la modalità del leasing in costruendo.
Infatti, nella scorsa legislatura, quando l'ex Presidente Cota prese la decisione, ci era stato detto che il leasing in costruendo avrebbe permesso di avere l'opera fatta e finita in tempi rapidissimi, addirittura prima di quelli che si prospettavano da cronoprogramma, perché l'azienda sarebbe stata pagata al termine della costruzione dell'opera, dopo il collaudo e la consegna delle chiavi alla Regione Piemonte, che - appunto - è promotrice dell'opera stessa.
Sembravano, dunque, superate tutte le difficoltà intrinseche al project financing, cioè il fatto che, essendo pagati a stato di avanzamento lavori dal committente, si allungavano i tempi e si allungavano i costi, l'Ente continuava a pagare, pagava sempre di più, ma l'opera non finiva (è l'esempio della Salerno-Reggio Calabria, ma ne potremmo fare tanti altri).
Purtroppo, però, non è stato così, quindi io chiedo (e mi scuso se sono intervenuto a gamba tesa su un tema che esula un po' dal dibattito) di fare veramente (lo dico al Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino) un'ulteriore riflessione sulle grandi realizzazioni in partenariato pubblico-privato di strutture ospedaliere sanitarie, quindi non solo la Città della Salute, ma anche l'Ospedale della TO5; una localizzazione che non solo noi, ma anche i comitati e i cittadini stanno discutendo preoccupati, così come la localizzazione dell'Ospedale Unico del VCO e le risorse che ci andiamo a mettere.
Guardate che da questi modelli di partenariato pubblico-privato ci guadagna solo il privato. Il Codice degli appalti pubblici dice che il rischio di impresa dovrebbe essere passato dall'Ente pubblico al privato ma non è così, perché il privato si fa prestare nuovamente i soldi per la realizzazione dell'opera dalle banche, crea una società veicolo e poi, una volta finita l'opera, tutto viene sostituito (l'abbiamo già visto in altri casi) da una società finanziaria. Pertanto, tutto il rischio d'impresa sparisce dall'azienda privata e ritorna in capo al pubblico, che ovviamente - rispetto a una società finanzia, dovrà poi confrontarsi con un fondo di venture capital oppure con banche, finanziarie, ecc.
Pertanto, una premessa molto ampia per dire che la mozione è assolutamente condivisibile: cerchiamo di trovare una quadra tra il nulla cioè l'impegno generico, e l'impegno troppo specifico, però riflettiamo bene sul non andare nell'area specifica di Torino e in altre aree ad insistere con altri maxi progetti che potrebbero intasare nuovamente l'area di cantieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per ribadire un paio di questioni. Una è quella relativa alle due mozioni in discussione, riguardanti una piccola differenza sugli impegni.
Ricordo che, affinché siano efficaci, deve essere preso un qualche tipo di impegno che porti a qualcosa di misurabile anche come efficacia.
Ricordo, poi, un discorso un po' più generale sul fatto che spesso le opere pubbliche, con le loro tempistiche non particolarmente eclatanti hanno un impatto sulle economie locali. Sotto questo profilo, non è solo Torino a soffrirne. Ricordo, nell'autunno scorso, una mozione presentata dal collega Graglia riguardante il discorso di Limone Piemonte e il problema dei lavori al Tunnel, in concomitanza con i previsti lavori per la Cuneo-Ventimiglia-Nizza (la Torino-Nizza).
Sarebbe anche utile capire cosa ne è di quegli impegni che vengono presi, se poi effettivamente qualcuno riesce ad attingere a quelle risorse per sopperire ai disagi che vengono creati dal protrarsi di opere che spesso non si capisce quando andranno a finire.
Sotto il profilo (appena citato dal collega Bono) dell'edilizia sanitaria, ricordo anche che queste opere sono veramente tutte a vantaggio dei privati. Il più bell'esempio in Piemonte è l'Ospedale di Alba e Bra, a Verduno, dove, anche riscrivendo il discorso di convenzione tra concessionario e ASL, si garantisce il ritorno di investimento sui prossimi vent'anni al concessionario, si garantisce un utile anche quantificato, al di là del fatto che poi si scopre che il privato investe poco in queste partnership, ma questo esula dal discorso delle presenti mozioni.
Quello che, però, secondo me merita portare all'attenzione e alla riflessione collettiva è il fatto che magari si potrebbe prevedere una revisione degli interventi legislativi sul tema del sostegno alle attività produttive locali e al commercio, ma anche al piccolo artigianato, in concomitanza di cantieri per grandi opere. E questo, a livello complessivo perché è vero che a Torino ci sono situazioni macroscopiche ed evidenti, ma ci sono diverse situazioni di danni da opere o da non opere anche nelle altre province, perché anche l'attesa delle opere è un problema, magari con la chiusura di strade (quello che sta succedendo nella provincia in cui vivo) danneggiate da eventi atmosferici, da calamità naturali o da dissesto, a volte anche per anni, col conseguente danno per tutte le attività economiche del territorio.
Sarebbe utile provare a ipotizzare un regime di supporto che riesca a fare il matching, la corrispondenza tra problematiche legate all'intervento pubblico, cantieristica o incapacità di intervenire strutturalmente su problematiche del territorio, e il danno alle attività commerciali e produttive in genere. Perché, purtroppo, oggi si riduce sempre tutto alla richiesta di stato di emergenza, alla complicazione anche di accesso alle eventuali politiche di aiuto.
Sotto questo profilo, partendo da queste mozioni si può dare più o meno concretezza all'impegno; io, questa, non la vedo come una problematica, nel senso che, se si vuole dare più concretezza, è un intervento più specifico e più rapido.
Se invece si lascia un po' più aperto l'impegno è perché magari si pu provare a fare un ragionamento più sistemico, che non coinvolga solo le tematiche sollevate dalle due mozioni sulla città di Torino, ma che coinvolge le problematiche di tutto il territorio regionale, laddove vi sono cantieri pubblici che si trascinano (purtroppo non mi viene in mente alcun cantiere pubblico realizzato e chiuso nei tempi e nei costi), oppure laddove vi siano effettive problematiche di impossibilità di gestione corretta del territorio.
Quindi, di nuovo, ravvisata una lentezza della mano pubblica all'interno delle sue responsabilità, vi è una necessità di sopperire a questa lentezza o a queste difficoltà d'intervento attraverso regimi di agevolazione, magari di natura fiscale, oppure di aiuto ma di natura anche più generale e più strutturale.
Questo, proprio perché si creerebbe, sì, il regime di supporto, ma si stimolerebbe anche maggiormente l'intervento pubblico a risolvere questioni che altrimenti - e questa purtroppo è un'abitudine tutta italica - l'Ente pubblico tende a procrastinare.
Quando, insomma, si incontra un problema, spesso si tende a posporre la questione nel tempo, in attesa che qualcos'altro cambi al contorno, magari un intervento nazionale, magari forme di finanziamento da fondi strutturali o europei o bandi di altro genere, che permettano di intervenire nuovamente in emergenzialità, oppure con lo stravolgimento, a volte, anche di obiettivi progettuali già precostituiti all'interno, ad esempio, delle programmazioni sui fondi strutturali.
Con queste mozioni solleviamo, secondo me, un problema di approccio politico agli impatti che le opere pubbliche hanno sul tessuto produttivo soprattutto piccolo e locale, quindi commerciale o artigianale, e anche sulla tempestività degli interventi, laddove ad esempio le opere non vengono fatte. A me ne vengono in mente parecchie di problematiche che sollevo da tempo, ad esempio la questione delle viabilità provinciali e anche comunali. Gli stessi Comuni sono venuti in Regione a cercare sollievo alle loro necessità.
Sarebbe utile, se non si riesce a intervenire perché magari l'investimento è troppo significativo sulla parte strutturale o andrebbe troppo a rilento, magari un alleggerimento degli oneri e degli adempimenti cui sono sottoposte le attività produttive in quelle aree. Potrebbe essere senza dover intervenire dal punto di vista emergenziale, un intervento strutturale proponibile, su cui varrebbe la pena ragionare. Questo perch altrimenti ci toccherà ragionare sulle problematiche occupazionali e di lavoro per tutte quelle aree che vanno in sofferenza e che, nel contesto economico attuale, purtroppo, non hanno più una resilienza tale da permettere loro di attraversare periodi più o meno prolungati di difficoltà dal punto di vista dell'accesso e dell'utilizzo dell'attività economica in maniera ordinaria.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Sono disponibile ad accettare proposte di modifica da parte del Partito Democratico che possano portare all'approvazione del nostro atto di indirizzo.
Voglio, però, essere altresì molto sincero, nel senso che conosco bene quella particolare situazione di difficoltà, che è quella del cantiere del prolungamento della metropolitana fino a Piazza Bengasi, perché ci passo tutti i giorni davanti e non ho nemmeno più bisogno di fermarmi a parlare con le persone e con i commercianti, come facevo tempo fa, per rendermene conto, anche perché non servono più tante parole sulla questione.
Per questo motivo, vorrei che oggi quest'Aula approvasse degli atti di indirizzo che portassero a qualcosa di concreto e che non fossero solo l'enunciazione di principi rispetto ai quali siamo tutti d'accordo.
Non ho bisogno di farmi approvare un ordine del giorno per farmi dire che sono stato bravo e che ho fatto qualcosa. Voglio che sia fatto veramente qualcosa di concreto e non solo delle parole. Quindi, sono disponibile ad accettare proposte di modifica a questo atto di indirizzo se ne permettono l'approvazione, mantenendo però ancora un senso a quello che approviamo oggi.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.56 riprende alle ore 12.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi sono consultato brevemente con il Consigliere Gallo e siamo addivenuti alla condivisione della seguente modifica.
Il primo impegno viene così modificato: "Impegna la Giunta regionale affinché vengano predisposte nuove misure di sostegno per gli esercizi commerciali urbani di quartiere che subiscono la presenza di cantieri valutandole anche in termini di sgravi fiscali sulle imposte regionali, in coerenza con le disponibilità del bilancio regionale".
Il secondo e il terzo impegno vengono eliminati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 855, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1129, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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