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Dettaglio seduta n.230 del 13/06/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1607 presentata da Valetti, inerente a "Misure previste sull'utilizzo dei fondi per la realizzazione e messa in sicurezza delle piste ciclabili DM 482/2016"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1607.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente, e grazie all'Assessore per la presenza.
L'interrogazione riguarda le misure previste sui fondi di messa in sicurezza delle piste ciclabili, decreto ministeriale n. 481 del 2016.
Con tale decreto si mettono in atto misure di cofinanziamento di programma di sviluppo degli itinerari ciclabili. Il Piemonte ha numerosi progetti in campo sulla ciclabilità sia sulle vie europee sia su quelle locali ed è importante che la Regione, come anche altre Regioni hanno fatto, faccia la sua parte nella stesura delle misure e nella contribuzione, anche politica, relativamente alla messa in sicurezza di queste reti di mobilità sostenibile.
Sappiamo che la Regione Piemonte ha già individuato i capitoli da cui attingere per il cofinanziamento della cifra messa a disposizione, come previsto dal Decreto ministeriale, per la realizzazione e il completamento di piste ciclabili, la realizzazione di percorsi pedonali e la messa in sicurezza di percorsi ciclabili. Ricordiamo che la situazione, anche nell'ultimo anno, è stata molto critica sul fatto della sicurezza a causa di una cattiva interazione da traffico stradale e traffico ciclabile a mobilità sostenibile.
Noi chiediamo qual è la situazione attuale della valutazione e programmazione degli interventi anche in sintonia con le amministrazioni comunali che ne hanno fatto proposta, oltre che il dettaglio dei progetti finanziabili, in considerazione della scadenza di tale finanziamento al 1 luglio 2017.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
La delibera di Giunta che ha approvato i criteri per la selezione degli interventi attraverso procedura di bando risale al 27 marzo. La determina del 5 aprile 2017 ha approvato il bando per la selezione di interventi ed è stato pubblicato sul BUR il 13 aprile. Il bando prevedeva la scadenza per la presentazione dei progetti entro il 28 maggio.
È in corso la valutazione, da parte di una Commissione regionale appositamente costituita, delle varie proposte progettuali pervenute entro la scadenza del bando.
Si evidenzia che il programma di interventi finanziabili sarà approvato mediante DGR, e che la scadenza per la trasmissione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del programma è stata stabilita dal Ministero stesso entro il 13 luglio.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 1609 presentata da Conticelli inerente a "Costruzione del nuovo tunnel del Colle di Tenda lungo la strada statale n. 20"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1609.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Della vicenda ci siamo già occupati in Commissione e in un'altra interrogazione della Consigliera Chiapello.
È di questa mattina la notizia che, sulla parte francese, le autorità francesi, oltre la chiusura di parte della carreggiata con un'ordinanza della Procura, hanno dichiarato che in caso di pioggia violenta e di temporale, il tunnel sarà chiuso.
La situazione è pesante perché siamo all'avvio della stagione estiva (è stata già pesante lo scorso fine settimana). I Comuni della zona si sono organizzati, il Comune di Limone ha votato una mozione all'unanimità anche per costituirsi parte lesa insieme ad ANAS e Regione Piemonte.
Quello che oggi chiedo all'Assessore è che è necessario, come richiesto dai Comuni della zona, che la Regione tenga, anche attraverso un comitato di coordinamento, il coordinamento della vicenda insieme al Ministero. C'è una questione di agibilità e di sicurezza, come la necessità, magari nei fine settimana, della presenza dei vigili del fuoco, della protezione civile o di chi può agevolare il flusso delle auto.
Vi è la necessità che si verifichi rapidamente quali interventi di messa in sicurezza possano essere fatti sul lato francese dopo l'ingiunzione della Procura e c'è la necessità di verificare anche i conti (questo stop dei lavori inciderà sui conti). Ricordo che questa era un'opera già appaltata al massimo ribasso (mi pare 35 per cento di ribasso), quindi prima di ripartire con i lavori, che auspichiamo tutti ripartano al più presto, bisogna verificare di non arrivare a metà dell'opera e trovarsi ad un ulteriore stop. Questo va fatto in coordinamento con gli Enti locali e con la Prefettura, ma anche con i livelli nazionale, con la stazione appaltante ANAS, in particolare con il Ministero.
Una delle richieste che viene dal territorio è quello della nomina di un commissario straordinario, che noi accogliamo e ribaltiamo all'Assessore, che possa fare da coordinatore di questa vicenda che purtroppo, ha avuto tempi eccessivi e lunghi. Ricordo che queste due regioni, sia quella sul versante francese che quella sul versante italiano vivono di turismo e questa è una stagione vitale.
È previsto a giorni un incontro in Prefettura a Cuneo, così ho letto dai giornali, cui dovrebbe partecipare anche la Regione, quindi chiediamo all'Assessore di farsi portavoce di questa esigenza che permetta anche di riaprire in fretta i lavori, naturalmente dopo una verifica statica dei lavori già fatti, come abbiamo letto nelle notizie di cronaca, che devono essere rivisti, perché possono esserci stati interventi non idonei.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera, credo che sia consapevole che al momento non è possibile agire in alcun modo per la riapertura del cantiere da parte della Regione in quanto sottoposto a sequestro da parte della Procura per l'esecuzione di indagine tecniche disposte dal Sostituto Procuratore. Noi non abbiamo alcun titolo e non possiamo che affidarci all'impegno del Magistrato e della Magistratura cuneese affinché le indagini disposte avvengano nel più breve tempo possibile.
Giovedì è stato convocato dal mio Assessorato un incontro in Prefettura a Cuneo con i Comuni interessati, ANAS e RFI, quindi non siamo lì per portare la nostra voce, ma per sentire la voce di altri e per richiedere il massimo impegno da parte di tutti i soggetti interessati affinché questa situazione venga affrontata con la maggiore serietà possibile.
Mancherà il Provveditore alle opere pubbliche, che si è scusato perch non potrà essere presente, ma che incontrerò precedentemente a questo incontro. Anche il Ministero viene tenuto costantemente in contatto dalla Regione sul tema, così come il Presidente della CIG. Quest'anno, la Presidenza CIG del Tenda è in capo al Ministero italiano.
Per quanto riguarda la questione del blocco sul versante francese, il Sindaco di Tenda, Jean-Pierre Vassallo, ha recentemente confermato di aver ricevuto la notifica, da parte della Prefettura francese, dell'intenzione di chiudere la strada in caso di forti precipitazioni. Questo, ovviamente rappresenterebbe un grave danno per l'intera vallata.
Ripeto, queste indagini dovevano essere fatte, in questo caso, dalla Prefettura francese sul versante francese e, per quanto ci riguarda abbiamo sollecitato ANAS affinché fornisca tutte le informazioni che ha a disposizione, nel più breve tempo possibile.
Questa ipotesi della Prefettura per ora non è stata applicata, anche perché non ci sono state precipitazioni importanti, ma non siamo neanche certi che l'atto sia ancora stato formalizzato.
Quindi, è chiaro che stiamo seguendo la questione con estrema attenzione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1610 presentata da Bono, inerente a "Quali provvedimenti intende prendere l'Assessore in merito alla del. n. 316/2017 della ASL-TO3 che dichiara il fallimento del Piano regionale di riorganizzazione della rete dei laboratori analisi?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1610.
Risponderà l'Assessore Balocco, per conto dell'Assessore alla sanità.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nulla, ovviamente, contro l'ottimo Assessore Balocco, sulla parte trasporti, ma sulla parte sanità...
Immagino che l'Assessore Saitta avesse degli impegni improrogabili.
Interroghiamo la Giunta, l'Assessorato alla sanità, che avrà fornito le risposte, in merito alla deliberazione n. 316/2017 dell'ASL T03.
È una deliberazione particolare, in quanto affida direttamente alle ditte Tosoh Bioscience S.r.l. e Becman Coulter la fornitura di sistemi di diagnostica per laboratorio analisi per 24 mesi, per un totale di circa 3,2 milioni di euro.
Quindi, fa un affidamento diretto senza rispettare il nuovo Codice degli appalti e neanche il vecchio, per dirla tutta. Nel senso che non vengono consultati i cinque fornitori previsti dalla normativa, né viene data una spiegazione che giustifichi l'affidamento diretto, cioè qualora il cambiamento di fornitore obblighi l'Amministrazione aggiudicatrice ad acquistare forniture con caratteristiche tecniche differenti che possano mettere in difficoltà la fornitura stessa da parte dell'Amministrazione dei servizi ai cittadini. Infatti, i sistemi di diagnostica di laboratorio analisi sul mercato esistenti a livello mondiale corrispondono tutti allo stesso standard tecnologico, quindi non vi sono grandi difficoltà di adeguamento.
Tra l'altro, la deliberazione è curiosa, perché lo scrivente, quindi il Direttore generale, fa una serie di affermazioni con cui dichiara il fallimento del Piano regionale di riorganizzazione della rete dei laboratori analisi. Ricordiamo che la Regione Piemonte ha emanato, dal 2013 al 2015, tre deliberazioni e una determinazione in cui si dispone che i Direttori generali delle ASL sono tenuti a provare la riorganizzazione della rete elaboratori analisi hub e spoke, per cui il 100 per cento degli esami specialistici devono essere concentrati nell'hub di riferimento e l'hub di riferimento dell'ASL-TO3, che non ha un hub al suo interno (sono tre nella città di Torino), sarebbe l'Ospedale Mauriziano. Questa scelta è stata contestata più volte da questo Consiglio e anche da alcuni Consiglieri di maggioranza.
Inoltre, c'è un secondo obiettivo (secondo non per importanza, ma come ordine), ovverossia le gare centralizzate. Ci dovrebbe essere una gara centralizzata con un obiettivo al 2021 di utilizzo di rispetto del 100 per cento degli obiettivi dati, e cioè il 100 per cento degli esami specialistici nell'hub di riferimento.
Nella deliberazione in oggetto si leggono, come dicevo, tante affermazioni particolari; si legge che la logistica e l'informatica non sarebbero pronte e anche lì ci dovrebbe essere un impegno ulteriore per l'implementazione del sistema di interfaccia informatica tra un hub e uno spoke, quale potrebbe essere l'Ospedale di Pinerolo, quello di Rivoli oppure, anche se non rientra nell'ASL-TO3, l'Azienda Ospedaliera di Orbassano, che comunque fa riferimento all'hub del Mauriziano.
Sono segnalati problemi con la ricetta dematerializzata, ma anche questo lo avevamo segnalato in una Commissione ad hoc, inoltre problemi con i sistemi di logistica e di trasporto delle provette e dei campioni per quanto riguarda l'area ASL-TO3 al Mauriziano.
Sottolineiamo, e concludo, che il programma applicativo di gestione degli esami del laboratorio analisi nell'hub Mauriziano e in tutta l'area ASL-TO3, quindi con ospedali spoke, è lo stesso ed è fornito dalla stessa ditta, cioè la ditta Dedalusi, quindi non abbiamo compreso quali difficoltà potesse lamentare l'Azienda ASL-TO3 per far sì che si procedesse in questo affidamento diretto, perché non si facesse una gara e non si dessero giustificazioni.
Chiediamo alla Giunta e all'Assessore Saitta se ha informazioni in più rispetto a noi "poveri" Consiglieri di opposizione. Ascolteremo con molta attenzione la risposta fornita dall'Assessore Balocco ed eventualmente chiederemo ragguagli in Commissione, perché francamente ci sembra una violazione delle norme sul Codice degli appalti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Bono, darò lettura di quanto mi è stato trasmesso e ovviamente non entro nel merito, perché non lo conosco.
L'ASL-TO3 ha collaborato alla revisione della rete regionale dei laboratori ed ha rendicontato l'attività svolta.
A partire dal mese di settembre 2015 (con una successiva integrazione nel 2016), sono state inviate al laboratorio hub dell'Azienda Ospedaliera Mauriziano 183 tipologie di esami specialistici anche in assenza di infrastruttura informatica e con referto consegnato all'utente.
Dal 1° dicembre 2016 tutti gli ulteriori esami specialistici sono inviati al Mauriziano, così come risulta dai flussi C inviati in Regione.
Le richieste accettate informaticamente sull'applicativo Concerto producono in accettazione etichette specifiche tali da poter essere accettate e i campioni processati dall'hub Mauriziano, con la produzione di un referto che giungerà informaticamente al laboratorio spoke per la consegna al cittadino.
L'obiettivo è stato ritenuto raggiunto dall'ASL-TO3 al 100 per 100.
La rappresentanza dei Sindaci dell'ASL-TO3 ha espresso parere positivo in ordine al raggiungimento degli obiettivi assegnati per l'anno 2016 all'Azienda, parere che è stato trasmesso agli Uffici regionali.
Ovviamente, dovrà chiedere maggiori ragguagli all'Assessore in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1605 presentata da Marrone, inerente a "Liberazione villaggi ex MOI: quali sistemazioni per gli occupanti?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1605.
La parola al Consigliere Marrone, per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione a risposta immediata è stata presentata per avere maggiori delucidazioni su un'operazione che è di estremo interesse per la città capoluogo, Comune di Torino e, devo dire, su cui la Regione aveva avuto modo di interessarsene.
Infatti, nel villaggio olimpico occupato dagli immigrati ci sono anche palazzine che fino a poco tempo fa sono state residenze universitarie convenzionate con la Regione. C'era già stato un dibattito vivo, avviato anche da me, in Consiglio regionale per evitare che ci fosse un'ulteriore desertificazione di quell'area.
Abbiamo scoperto dai media che la Regione, a nostro avviso, ma magari ci sbagliamo, pur non avendo competenze dirette, è comunque tra gli Enti firmatari del protocollo di liberazione progressiva del villaggio olimpico dagli immigrati occupanti. Questa è un'operazione sulla quale vorremmo maggiori dettagli, perché le prime avvisaglie non ci fanno ben sperare; lì c'è oltre un migliaio di immigrati occupanti e, ahimè, dalla nuova Amministrazione comunale abbiamo sentito ripetere frasi ormai già ben note e ripetute dalla precedente Amministrazione Fassino sulla necessità di un censimento volontario, per poi scoprire che in realtà c'è solo un centinaio scarso di immigrati che si sono già volontariamente presentati e resi disponibili a un percorso di uscita accompagnata dall'occupazione abusiva.
In particolare, però, come l'Assessore avrà visto, il tema della domanda era sugli alloggi in cui verrebbero accompagnati e allocati questi immigrati occupanti. Perché se parliamo di oltre un migliaio di persone vorremmo capire in questo strano cerbero a tre teste - Enti locali, banche e Prefettura - dove sono queste case, quali sono e a chi appartengono. Sui media abbiamo letto che erano prevalentemente case di proprietà della Diocesi, però non sfuggirà a nessuno che, trattandosi di un numero talmente ingente di persone non integrate, e penso anche difficilmente integrabili da sistemare, è un interesse pubblico capire quali sono e dove sono le case in cui verranno sistemate queste persone.
Concludo - non so ovviamente quale sarà il tenore della risposta per non potendo replicare, anticipo un'osservazione - sperando che questo Ente abbia firmato questo protocollo solo a fronte di informazioni ben precise su dove verranno messi questi immigrati. Io spero, infatti, che poi non salti fuori - visto che sui media non l'abbiamo letto - che in realtà è stata avviata un'operazione in cui gli Enti ci hanno anche messo la faccia e si sono impegnati in una direzione, senza avere prima precise garanzie di sostenibilità territoriale delle soluzioni stesse.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Come le dicevo, collega, per la Giunta regionale risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Sì, Consigliere Marrone, io do lettura di quanto mi è stato trasmesso da parte dell'Assessora Monica Cerutti. Non sono nelle condizioni di entrare ulteriormente nel merito, quindi eventualmente ulteriori approfondimenti potranno essere fatti anche successivamente.
La Regione Piemonte ha sottoscritto in data 5 giugno 2017 il protocollo d'intesa "MOI", insieme al Comune, alla Città metropolitana di Torino, alla Prefettura, alla Compagnia di San Paolo e alla Diocesi di Torino. I sottoscrittori del protocollo contribuiranno all'iniziativa ex-MOI con la regia del Comune di Torino con risorse ed esperienze, secondo le proprie competenze e responsabilità, anche con la creazione di un Gruppo di progetto che agisca come primo team per il controllo dell'attuazione delle attività che le parti del presente accordo avranno concordato e deciso di eseguire; questo con il fine di presidiare la complessa gestione dell'iniziativa "MOI" ed assicurarne il coordinamento e la comunicazione efficace ed efficiente tra le varie parti coinvolte.
Sulla base dello stesso protocollo la Regione si è assunta l'impegno a facilitare l'attivazione dei servizi e delle misure avviate all'interno della Regione relativamente alla formazione professionale e all'inserimento socio-lavorativo, ivi compresi i percorsi di apprendimento linguistico e altri possibili servizi ed azioni promosse e sostenute dalla Regione verificare la possibilità di destinare risorse dei fondi strutturali a gestione diretta o indiretta, al fine di supportare i percorsi lavorativi delle persone dell'area ex MOI; definire la propria persona di riferimento e metterla a disposizione all'interno del Gruppo di progetto; collaborare con il responsabile del progetto secondo le rispettive competenze e responsabilità nella predisposizione dello studio di fattibilità collaborare nel reperimento delle risorse a sostegno dell'iniziativa collaborare nel reperimento di risorse immobiliari.
Nello specifico, in relazione al quesito dell'interrogante, la definizione quantitativa e l'ubicazione degli alloggi non rientrano in questa prima fase che prevede una serie di iniziative.
La creazione del Gruppo di progetto; la fase conoscitiva degli abitanti delle quattro palazzine occupate; la definizione del primo gruppo di destinatari dell'iniziativa di ricollocazione abitativa ed interventi d'inclusione lavorativa e sociale e valutazione dei profili individuali l'elaborazione di uno studio di fattibilità per l'iniziativa "ex MOI" nel suo complesso, che contempli la progettazione a medio-lungo termine di interventi anche alternativi di riqualificazione e possibile valorizzazione degli immobili, di concerto con la proprietà, nonché di strategie di inclusione socio-lavorativa per le persone coinvolte, compresa l'individuazione di possibili fonti di finanziamento ulteriori oltre a quelle già previste; la creazione delle condizioni per consentire la messa in sicurezza dei locali interrati delle palazzine occupate; individuazione e avvio di percorsi di inserimento abitativo per le persone occupanti la prima palazzina selezionata e del loro inserimento lavorativo e inclusione sociale, prevedendo, tra le altre, attività di ristrutturazione o locazione di immobili per il ricollocamento delle persone; accompagnamento alla formazione professionale e al lavoro e altri servizi di inclusione sociale creazione delle condizioni per la cessazione dell'occupazione abusiva di una palazzina; individuazione e avvio di percorsi di inserimento lavorativo per un gruppo di persone abitanti nelle quattro palazzine.
Sarà nostra cura aggiornare tempestivamente il Consigliere e il Consiglio sugli ulteriori sviluppi del progetto.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Interrogazione a risposta immediata n. 1608 presentata da Grimaldi inerente a "Violenze su una giovane donna torinese da parte delle Forze dell'Ordine"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1608, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come avrete visto in un video diffuso on line, Maia, 19 anni, ha raccontato ciò che le è accaduto la notte del 9 giugno a Torino, quando una volante l'ha portata nella Caserma di Corso Tirreno, dopo che la stessa era stata fermata ai Murazzi mentre osservava gli agenti perquisire tre ragazzi.
Ecco, la giovane dice di essere stata strattonata per una spalla all'interno della volante della Polizia perché le venisse tolto il cellulare e poi spinta contro una sedia in caserma. Nello stesso video aggiunge: "Un agente mi ha colpita con un pugno al volto, dicendomi di stare zitta: zitta!" Successivamente è rimasta chiusa in un una cella di sicurezza per alcune ore, è stata fatta spogliare ed è stata costretta ad una perquisizione totale; le è stato impedito per ore di andare in bagno ed è stata ripetutamente insultata e intimidita.
Lei, sentita sui fatti, riferisce che in quella notte, oltre alla naturale paura e alle lesioni che poi verranno accertate, ha dovuto subire anche altre parole. Vorrei pronunciarle; sono parole un po' dure, ma credo che quest'Aula debba sentirle: "Stupida", "Non preoccuparti, ragazzina tanto tu stasera la passi alle Vallette", "Ma stai zitta, troia!", "Non preoccuparti, ragazzina: va beh, tanto tu non hai problemi a fare la fine di Cucchi e a morire questa sera.", "Oh, Schifus, mi dai il tuo numero di telefono?" Mentre era dentro la cella un poliziotto si è avvicinato con altri due, dicendo: "Avete visto com'è bella?" e, rivolto a lei: "Ti conviene non dire altro, perché decidiamo noi quanto tenerti qui stasera".
Quando Maia è uscita, le hanno detto: "Ci vediamo presto!" Ovviamente sono disponibile - e lo dico subito alla Questura e al Presidente Chiamparino - a vedere le immagini, qualora fossero state registrate dalle telecamere di Corso Tirreno.
La ragazza è stata rilasciata alle 4.25, come dimostra questo altro verbale del mattino, con una denuncia per violenza, oltraggio, resistenza e porto di oggetti atti ad offendere: credo si tratti di questi chiodini da muro (li mostra) che teneva nel marsupio.
Abbiamo poi letto sui giornali che la ragazza sarebbe stata riconosciuta dai poliziotti come attivista - pensate! - ai picchetti antisfratto e alle manifestazioni No TAV e per questo portata in caserma.
Il pronto soccorso ha certificato sei giorni di prognosi per evidenti tumefazioni in tutto il corpo. Il referto del Gradenigo ha confermato le lesioni dichiarate dalla ragazza per contusione all'orbita destra, alla spalla destra e al polso sinistro.
Ecco, lo dico subito senza infingimenti: non vorrei che la Questura si trinceri dietro una difesa d'ufficio. Ricordiamoci che il Codice europeo di etica per la Polizia, di cui alla Raccomandazione europea del 19 settembre 2001, prevede che l'agente pubblico in rapporto con l'utenza si faccia riconoscere attraverso il supporto identificativo messo a disposizione dall'Amministrazione. Ma come sapete, l'Italia non ha ancora approvato una legge che lo preveda, anche se "ce lo chiede l'Europa".
Presidente, ho finito; e mi scusi per la lunghezza. Per che motivo questa interrogazione? Perché voglio un approfondimento istituzionale e chiedo al Questore l'avvio di un'inchiesta. Se i fatti verranno confermati infatti, ritengo inoltre che la Regione debba dare il sostegno legale per le spese in base alla legge contro la violenza di genere.
Presidente Chiamparino e Presidente del Consiglio, non credo che questa vicenda possa passare sotto silenzio: stiamo parlando di una ragazza di 19 anni! Allora, se Maia si è presa a pugni da sola - e ho chiuso - sia denunciata per calunnia e sia denunciato anch'io per quello che sto dicendo adesso. Altrimenti si dimostri buonsenso e si verifichi effettivamente cos'è successo in Corso Tirreno.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Consigliere Grimaldi, mi verrebbe da rispondere ovviamente d'istinto seguendo un po' anche la traccia di quello che lei stava denunciando, ma devo limitarmi a leggere dando voce a quanto l'Assessora competente, Monica Cerutti, mi ha pregato di leggere.
In relazione ai fatti accaduti, citati dal Consigliere Grimaldi e ripresi da alcuni organi di informazione, non entrando nel merito delle ricostruzioni che saranno oggetto di approfondimenti da parte delle autorità competenti, richiamiamo gli obiettivi della legge approvata dalla nostra Regione a riguardo. La legge regionale 4/2016 si propone di: 1) ampliare l'ambito degli interventi prevedendo anche: l'inserimento/reinserimento socio-lavorativo delle donne vittime di violenza la sperimentazione di interventi per gli autori della violenza la formazione degli operatori dei servizio la sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno nell'ambito del lavoro, del sistema scolastico, educativo e del tempo libero o una costante e specifica attenzione anche alla presenza di eventuali migliore vittime di violenza assistita.
2) uniformare il quadro delle disposizioni regionali, in modo unitario e integrato, concentrando in un'unica legge tutte le disposizioni già contenute nella LR 11/2008, istitutiva del Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti e nella LR 16/2009, istitutiva dei centri antiviolenza con case rifugio.
Tutte le donne vittime di violenza e maltrattamenti che intendano sporgere denuncia per un reato che sia stato consumato o tentato sul territorio piemontese - a partire dal 4 aprile 2008 - possono beneficiare del Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti, istituito con legge regionale 11 del 17 marzo 2008.
Al fondo possono accedere tutte le donne di qualsiasi età, residenti e/o domiciliate in Piemonte con un reddito non superiore a sei volte quanto previsto dalla normativa nazionale in materia di patrocinio a spese dello Stato e che abbiano subito violenza sessuale, maltrattamenti fisici e psicologici, fenomeni di persecuzione, abusi e minacce, molestie e ricatti a sfondo sessuale in tutti gli ambiti sociali, a partire dal quello familiare.
Possono accedere alla copertura delle spese stragiudiziali anche le donne che usufruiscono del gratuito patrocinio a spese dello Stato, la cui normativa nazionale non prevede la copertura di tali spese.
Il Fondo copre le spese di assistenza legale nell'ipotesi in cui il patrocinio legale sia svolto da avvocati regolarmente iscritti nell'elenco previsto dalla Convenzione tra la Regione Piemonte e i Consigli degli Ordini degli Avvocati del Piemonte.
Presso ciascun Ordine degli Avvocati piemontesi è stato istituito un elenco di avvocati accreditati.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 1606 presentata da Andrissi inerente a "Compatibilità ambientale del pozzo esplorativo di Carpignano Sesia (NO) e rispetto della volontà regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1606, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Alla fine, i nodi arrivano al pettine e purtroppo siamo arrivati credo - a una delle fasi cruciali dell'attività esplorativa nel Novarese.
Il 1° giugno 2017, il Ministero dell'Ambiente, di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, decreta la compatibilità ambientale con prescrizioni.
Voglio ricordare che la Regione, in Commissione Valutazione di Impatto Ambientale purtroppo non aveva mandato un suo tecnico e, a nostro dire aveva mal supportato, in Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale questo progetto esplorativo nel territorio di Carpignano. Territorio che ha visto una festa molto partecipata chiamata "Terramiamo", per l'acquisto diffuso alla popolazione dei terreni dove dovrà sorgere questo pozzo esplorativo.
Purtroppo, siamo arrivati al giorno in cui arriva la compatibilità ambientale con prescrizioni. Le prescrizioni sono molto lunghe e dettagliate, a nostra misura non sufficienti per decretare un'attività esplorativa che in quell'area compromette attività produttive importantissime come quella vitivinicola e potrà compromettere una riserva strategica idrica, da cui la città di Novara si approvvigiona attualmente per il dieci per cento del proprio fabbisogno idrico.
Detto ciò, noi crediamo che già l'impegno politico espresso da questo Consiglio sia sufficiente per capire se effettivamente la Giunta abbia intenzione (e l'attuale interrogazione ha questa funzione), cioè vogliamo capire cosa intenda fare affinché sia rispettata la volontà negativa della Regione Piemonte più volte espressa rispetto al progetto di perforazione di un pozzo esplorativo nell'area di Carpignano Sesia, espressa sia a livello tecnico attraverso la DGR 27-2728, sia a livello di indirizzo politico attraverso l'approvazione della mozione n. 819.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'energia Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Andrissi.
Provo semplicemente a ricostruire un lavoro che stanno facendo adesso i nostri tecnici, passaggi procedurali prossimi venturi di questa vicenda.
In sostanza, a seguito del decreto del Ministero dell'Ambiente del 1 giugno scorso, con cui è stato espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto del pozzo esplorativo, l'ENI dovrà ottemperare alle prescrizioni di carattere ambientale impartite dalla commissione tecnica di verifica di VIA, che ha recepito le criticità espresse nel parere negativo con cui si è conclusa la procedura in Regione Piemonte (diciamo nella deliberazione di Giunta della Regione Piemonte).
Queste prescrizioni di carattere ambientale sono, in parte (uso un gergo tecnico, chiedo scusa) ante operam, altri invece sono post operam.
Successivamente, c'è una verifica di ottemperanza alle prescrizioni.
Chi dovrà compiere questa verifica sono ovviamente lo stesso Ministero peraltro anche Regione Piemonte e ARPA.
Solo alla fine di questa fase di verifica e di ottemperanza alle prescrizioni, verrà presentato il vero e proprio programma di perforazione e piano di smaltimento dei rifiuti al cosiddetto UNMIG, cioè Ufficio Nazionale Minerario Idrocarburi e Geotermia, che è una sezione del MISE ufficio di Bologna. Solo a quel punto, verrebbe richiesta l'intesa alla Regione Piemonte, quindi siamo ancora in una fase molto lontana, anche perché i tempi di questa procedura al momento i nostri uffici stanno cercando di ricostruirli, ma non sono ancora chiari.
A oggi, evidentemente, non vi è nessuna ragione per la quale la Regione Piemonte debba cambiare una posizione politica che aveva a suo tempo espresso. Ripeto: i passaggi tecnici che ci sono di qui all'intesa sono ancora molto lunghi e il primo di questi è proprio, da questo punto di vista, la verifica dell'ottemperanza alle prescrizioni formulate dal Ministero, che sono numerose e che riprendono tutte le criticità sottolineate e segnalate come alla base del diniego dell'accordo di Regione.


Argomento: Enti di sviluppo e organismi fondiari

Interrogazione a risposta immediata n. 1611 presentata da Sozzani, inerente a "Proposta dell'Assessore regionale all'Agricoltura di commissariamento dell'Ente nazionale Risi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1611.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

In realtà, il titolo è stato in parte superato, perché nel frattempo ci sono state delle evoluzioni. Quindi, al di là del titolo, la domanda dell'interrogazione è diversa, anche se parte da alcune considerazioni che l'Assessore regionale all'agricoltura aveva pubblicamente fatto avere al giornalista Paolo Viana il 12 maggio 2017 nel Portale del riso, che contenevano alcuni dubbi da parte dell'Assessore stesso sull'attività dell'Ente Risi e del suo Presidente. Successivamente ci sono stati degli elementi di chiarimento che hanno portato comunque a un dibattito in questo senso.
Nell'ambito delle visite che l'Assessore ha fatto nei territori di coltivazione del riso, l'analisi che è stata da noi compiuta e per la quale oggi facciamo una domanda specifica era su una serie di evoluzioni che ci sono state da quella intervista a oggi.
La prima è che il Presidente Carrà ha incontrato anche il Commissario europeo all'agricoltura. C'è la famosa clausola di salvaguardia, sulla quale sappiamo tutti quali sono le limitazioni e per la quale il Presidente Carrà è andato a chiedere eventuali modifiche dell'applicazione di questo tipo di clausola, anche se sappiamo essere difficile.
Ma la domanda è più circostanziata. Avendo noi uno strumento, che sono i finanziamenti specifici europei, quelli del PSR che, nel 2014-2020, ha già visto una sua attivazione nell'ambito della Regione Piemonte, perch non utilizzare quel tipo di strumento per arginare la crisi del riso? E perché non utilizzarlo nell'ambito delle misure che possono essere utili ai nostri agricoltori per riuscire a recuperare una competitività nel prezzo che sappiamo essere stata abbattuta negli ultimi anni, in quanto siamo passati da 80 euro al quintale a 20-30 euro attuali, con un aumento dei costi della vita e un abbassamento radicale dei prezzi.
Quindi, la domanda è: avendo noi uno strumento molto importante come il PSR, quello forse è l'elemento su cui incardinare una serie di concetti sui quali tutti questi agricoltori, nell'ambito della loro capacità imprenditoriale, possono attivare una serie di finanziamenti.
Ci rivolgiamo quindi all'Assessorato all'agricoltura, affinché sia utilizzato questo strumento, ai fini di un'attività che stiamo conducendo dai banchi della minoranza, ma che ci sembra aver trovato momenti di unità e di intenti in questo Consiglio e, in particolare, nell'ambito dell'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Sozzani.
Le rispondo con particolare piacere, anche se capisco che, in parte, è già superata e poi le fornisco una risposta scritta. Ne approfitto per sviluppare due concetti che, secondo me, sono importanti.
Il primo è che le ripeto e le rinnovo qualche perplessità sull'avere uno strumento pubblico come l'Ente Risi, in cui dentro vi sono le rappresentanze agricole e le rappresentanze industriali che siedono insieme per gestire una parte di questo comparto. Infatti poi succede che, in un anno in cui per un semplice surplus di prodotto intorno al dieci per cento si decide di ridurre, unilateralmente da parte industriale, di più del 50 per cento il prezzo, essendo grossomodo tre gli attori importanti sul mercato. E si fa questo pensando che poi la politica dovrebbe intervenire quindi con i soldi dei cittadini, per recuperare magari gli utili che loro mettono nelle loro casse.
C'è uno strumento in cui si condividono queste situazioni, ed è uno strumento pubblico unico nel panorama agro-alimentare italiano. Quindi, in una visita da me effettuata, al Consiglio di Amministrazione dell'Ente Risi ho ribadito che non c'è nulla di personale, ma nemmeno possiamo sottacere un fenomeno speculativo da parte dell'industria e mi aspetterei che, in quel consesso, non passasse come se nulla fosse accaduto. Tant'è vero che anche al tavolo del Ministero, il rappresentante delle aziende risicole italiane non ha replicato alla mia accusa di creare un fenomeno speculativo ai danni dei risicoltori. Questo lo dico, perché non c'è nulla di personale con l'Ente Risi, però mi aspetto che, su questo, persone che stanno sedute insieme abbiano capacità di evitare che accadano questi fenomeni.
Sul tema PSR-PAC, voglio ricordare che in questa Regione, ma è la politica agricola europea, oltre l'80 per cento dei fondi è costituito dal primo pilastro, cioè la domanda unica, la PAC. In questa Regione oltre 100 milioni di euro dei poco più 350 che arrivano sono dedicati alla risicoltura. Questo è il pacchetto importante di risorse di politica agricola che va alla risicoltura e che cito, proprio nel primo pilastro che è la sostanza degli aiuti pubblici. Sono praticamente esclusi settori come la frutticoltura e la viticoltura, che pure in questo territorio sono importanti. L'entità di aiuto che hanno i risicoltori dalla PAC è superiore a quella che hanno tutti gli altri cerealicoltori o soggetti di questo genere.
Quindi, il Piano di sviluppo rurale non è uno strumento di aiuto di mercato, così come non lo è la PAC, e non avremmo la capacità in termini di risorse né ci sarebbe l'equità per impossibilità tecnica, perché nessuno prevede reti di protezione. Oggi gli aiuti agli agricoltori sono dati perché facciano qualità ambientale e continuino a presidiare i territori.
Non ci sono più risorse per le cadute di mercato.
È una scelta che trovo anche coerente con quello che si aspettano i cittadini europei, come anche noi siamo, perché i contributi con cui andiamo anche a finanziare le risorse arrivano dal bilancio dell'Unione Europea, che però è fatto anche con i soldi dei contribuenti italiani.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1612 presentata da Berutti, inerente a "Bando contributi per ristrutturazione e riconversione dei vigneti con sistema ritocchino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1612.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore, perché ci siamo anche confrontati telefonicamente, però da quando ci siamo confrontati sono stato sommerso da una serie di preoccupazioni ulteriori e da una serie di considerazioni che mi hanno portato a presentare questa interrogazione.
La questione è molto semplice, nel senso che l'esclusione del bando sulla riconversione dei vigneti del sistema di impianto a ritocchino ha innescato una reazione a catena a livello piemontese, perché sono emerse una serie di considerazioni con le quali, onestamente, sono abbastanza in linea. Io posso capire che qualche considerazione di carattere estetico ci possa anche stare, però dall'altro punto di vista ci sono tutta una serie di questioni e, non per ultima, anche quella della sicurezza, che certamente non va sottovalutata.
Parlo di sicurezza, perché in tempi abbastanza recenti i morti per incidenti in vigna su sistemi a poggio rovesciato sono oltre 60. Nello stesso tempo, gli addetti ai lavori - non lo dico io - evidenziano che, se non ci sono criticità dovute a problemi sul sistema frenante, diventa molto meno pericoloso un sistema, diciamo così, di impianto in verticale, per chi non è addetto ai lavori. Naturalmente questo deve essere corredato da accorgimenti tipo l'inerbimento.
Rispetto alla realtà dei fatti, ritengo importante che a livello piemontese ci sia comunque un'evoluzione e, soprattutto, una crescita del sistema produttivo viticolo. Non credo che, nel momento in cui sono stati analizzati i percorsi che hanno portato a un riconoscimento UNESCO, in qualche modo ci sia stata una digressione, e soprattutto gli impianti erano di vario tipo. Penso veramente che qui si debba fare una profonda riflessione. Ribadisco: fosse qualche produttore, posso capire, ma qui si comincia a parlare di consorzi e comunque di grandi personaggi del mondo della viticoltura, e mi sembra che la questione stia prendendo una piega abbastanza rilevante.
Naturalmente siamo a chiedere che cosa si intende fare sulla legge 466 però il ragionamento di base è che io credo opportuno, a questo punto ripartire da un percorso ben coordinato e soprattutto condiviso, perch determinate scelte devono partire da un processo, se lo si vuole fare, di cambiamento, ma anche di contatto e di interazione con il mondo vitivinicolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Consigliere Berutti, le ripeto quello che già ci siamo scambiati a voce nella telefonata, con in più un elemento che credo possa essere utile. Noi partiamo da una situazione in cui le uniche risorse - così mi collego all'intervento di prima - che ci sono per il settore vitivinicolo non sono nel primo pilastro della PAC, ma nelle OCM. Una di queste misure è quella della ristrutturazione dei vigneti, cioè di riconversione dei vecchi vigneti in nuovi vigneti, misura che noi mettiamo a bando tutti gli anni con un importo di circa otto-nove milioni di euro e che non è mai sufficiente a coprire la totalità: a volte, come nel 2015, arriviamo a circa il 50 per cento delle domande cui possiamo dare risposta.
È naturale che in questa situazione dobbiamo anche fare delle scelte, e siccome il bando nazionale non consente di utilizzare il punteggio in queste scelte perché noi dobbiamo seguire queste linee guida, abbiamo dovuto procedere a un meccanismo di esclusione che nella finalità è identico, perché dare penalità a coloro che in una graduatoria finirebbero nella seconda parte non finanziata costituisce la stessa cosa.
Ma ci tengo a leggerle le cinque righe scritte DGR 21 settembre 2015 n. 26-2131, relativa alle linee guida per l'adeguamento dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi alle indicazioni di tutela per il sito UNESCO, avendo noi l'ambizione di voler trattare il vigneto del Piemonte tutto allo stesso modo, rifiutandoci di avere una zona di serie A e una di serie B. Questo è l'intento che ci siamo dati.
Allora le leggo cosa dice la DGR nello specifico: "Il nuovo impianto o reimpianto di vigneti deve garantire la regimazione delle acque superficiali, il contenimento dei fenomeni franosi e del dilavamento dei pendii collinari, riproponendo sistemazioni di tipo tradizionale, quali a girapoggio, che segue le curve di livello, a cavalcapoggio, con filari rettilinei e perpendicolari alla linea di massima pendenza, a spina, con filari rettilinei e alla stessa quota con le capezzagne sulle linee di compluvio; da evitare invece la sistemazione a ritocchino o, qualora sia necessario adottarla, prevedere filari di ridotta lunghezza per limitare al massimo i fenomeni erosivi".
Questo è un meccanismo che permette alle nostre colline di non franare e consente anche un po' di dignità a quei lavoratori che vanno a fare tutti i lavori manuali, perché per secoli i nostri contadini hanno deciso di mettere i filari così poiché camminare in piano e lavorarci è molto più comodo che non fare su e giù per le colline e, siccome non tutti i lavori sono meccanizzabili (si può meccanizzare la vendemmia, ma non la potatura la potatura verde, la spollonatura e operazioni del genere), crediamo che questo abbia un senso.
A ogni modo, così come ci siamo presi l'impegno di fare, valuteremo quali sono le condizioni per le quali, così come dice già questa linea guida, si renda necessario o utile mantenere una sistemazione a ritocchino credo che ci sia tutta la disponibilità a valutare in quei casi di continuare a finanziare questo tipo di impianti, perché ritengo che - come lei ha detto - abbia un senso farlo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.30 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Obblighi vaccinali e le ricadute conseguenti all'approvazione del decreto legge adottato dal Governo"


PRESIDENTE

Colleghi, vi ricordo l'iter seguito questa mattina. Eravamo tornati a proseguire il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale relativamente agli obblighi vaccinali e alle ricadute conseguenti all'approvazione del decreto legge adottato dal Governo. Nella seduta del 30 maggio 2017, l'Assessore Saitta ha svolto le sue comunicazioni in merito. Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Grimaldi, Bono e delle Consigliere Frediani e Batzella. Si erano iscritti a parlare i Consiglieri Vignale e Alemanno, che sono intervenuti.
Proseguiamo quindi, tale dibattito nella seduta pomeridiana.
Si era iscritto a parlare il Consigliere Campo, che ha facoltà di intervenire.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Riprendiamo la discussione che era già stata portata avanti in Commissione relativamente a questa "trovata" tutta italiana di introdurre un obbligo vaccinale sproporzionato e anche inadeguato alla situazione attuale.
Il mio collega Andrissi questa mattina ha portato all'attenzione il significativo problema della farmacovigilanza; io vorrei soffermarmi di più sul rapporto che ha oggi l'istituzione e anche la medicina moderna con la società, una società che adesso è definita post-moderna, nella quale la rete, l'accesso libero e diversificato a un'informazione (per certi versi anche incontrollata e poco controllabile) richiede, dal punto di vista del cittadino, l'esercizio dello spirito critico, la capacità di individuare le notizie fondate e quelle infondate e le informazioni utili e autorevoli.
Quello che viene fatto dalla politica oggi e che purtroppo sta facendo anche la medicina e la sanità moderna è di ricorrere ancora ai metodi novecenteschi. Oggi, con questo tipo di provvedimento, con un decreto che impone un obbligo con sanzioni pesanti per fare una cosa che è sensata tratta i cittadini italiani alla stregua delle masse ignoranti di quando l'alfabetizzazione e l'accesso alle informazioni non erano sicuramente quelli di oggi, di quando c'era una società paternalista in cui la politica e chi governava si sentiva nel ruolo di condurre la società da qualche parte.
Oggi non è più così, ed è questa la grande differenza con cui si deve confrontare anche la politica e le istituzioni. In una società democratica con un elevato grado di istruzione, con una società critica e una capacità critica dei cittadini di comprendere il mondo intorno a sé, dovrebbe convincere, più che obbligare; dovrebbe essere autorevole, più che autoritaria. Altrimenti l'effetto che si ottiene è tutto il contrario.
Laddove il cittadino non ritiene di essere un incapace, un incompetente o un ignorante, trovarsi di fronte a un obbligo fa sorgere subito un dubbio, soprattutto in questi periodi in cui spesso vengono spacciate per vere notizie anche fantomatiche, anche dalla stessa politica e dalla stessa sanità.
Mi viene in mente, ad esempio, l'influenza aviaria; mi viene in mente la corsa all'acquisto di vaccini che poi non sono stati utilizzati perch il fenomeno si è ridimensionato da solo. Rischiamo di fare questo tipo di errori. Errori che poi vengono sospettati di essere un favore a dei potentati economici. Purtroppo, in un paese dove i favori ai potentati economici sono all'ordine del giorno anche nelle cronache giudiziarie, da un lato possono esserci cose che sono anche legittime perché è un'esigenza della società, dall'altro tutti i giorni ci vengono proposte dalla Magistratura situazioni di conflitto di interessi, situazioni dove l'interesse privato prevale su quello pubblico.
Quello che ci colpisce, di fronte a un provvedimento di questo genere che io chiamo sproporzionato, è il fatto che le istituzioni medico scientifiche e politiche hanno tutti gli strumenti a disposizione per far fare ai cittadini le scelte corrette, per convincere i cittadini a effettuare scelte corrette. Tant'è che anche in questi ultimi periodi non è che abbiamo avuto significativi problemi di epidemie di malattie che erano state coperte e sconfitte dai vaccini. Non è che abbiamo, al di là di sporadiche situazioni, una critica strutturata e una forte lotta alla soluzione vaccino, come soluzione efficace nel combattere le malattie infettive e certi tipi di patologie. Sotto questo profilo non si rileva come hanno detto altri colleghi, nessun tipo di urgenza.
Non siamo in una situazione di pandemia, di epidemia, di emergenza epidemica grave, ma siamo all'interno di quelle che anche per alcune patologie, per quelle che sono sorte all'onore delle cronache tipo il morbillo, sono fluttuazioni statistiche. Anche per l'effetto gregge si tratta di statistica. È vero che esiste l'effetto gregge ed è scientificamente determinato, ma parliamo sempre di numeri che variano, di situazioni dove la statistica ti dice che c'è un'elevata probabilità e se la probabilità è abbastanza elevata la possiamo chiamare certezza, posto che certezza non esiste mai nel discorso statistico.
Sotto questo profilo, che cosa stiamo facendo con questo tipo di provvedimento? Stiamo danneggiando la società in cui viviamo, stiamo danneggiando la credibilità delle istituzioni. Continuo a ripetervi questo.
Con questo tipo di provvedimenti, in una società post-moderna, in una società dove il cittadino ha libero accesso alle informazioni ed è mediamente istruito grazie anche all'obbligo - in questo caso veramente utile - all'istruzione, non può essere costretto a pratiche che non capisce, per le quali non capisce l'obbligo, perché spesso sensibilmente lo fa di sua propria iniziativa. Quando io, cittadino piemontese, faccio l'esavalente ai miei figli, faccio tutti i richiami per tetano, polio e tutto quello che c'è e poi scopro che ne devo fare 12 vaccini, allora come mai fino a ieri, io che mi informo con attenzione perché tengo alla salute dei miei figli e dei miei cari, non c'era bisogno di farne 12? Allora mi state prendendo in giro, mi avete preso in giro. Vi rendete conto di cosa significa questo? Poi interviene il Ministero, annuncia una cosa e poi non si sa effettivamente come e se sarà fatta, in che modo e di chi sarà la responsabilità, e se non lo faccio pagherò multe salatissime, anzi, si mette in dubbio la potestà genitoriale e facciamo intervenire i Tribunali.
Robe da matti! Pensate di ottenere qualcosa? Ottenete una radicalizzazione delle posizioni. Questo è il problema.
Ottenete il fatto che se qualcuno, come farà la Regione di Zaia ricorrerà alla Corte costituzionale e magari ci sarà effettivamente un problema di costituzionalità in questo decreto. Avete rafforzato la posizione critica contro i vaccini magari di chi è contrario ingiustificatamente, e sarà più resistente a essere convinto in futuro.
Questo è il problema di cosa si sta facendo adesso.
Sono molto preoccupato di questo tipo di politica. Spesso il danno è peggiore della cura proposta. Perché ci ritroveremo a dover gestire anche delle cause. Pensate che non ci saranno persone che, comunque, si opporranno a questo? Che comunque non provvederanno alle coperture vaccinale? Magari anche perché non si rendono ben conto di quali siano le minacce che sono state fatte o, magari, perché credono che, come al solito si farà la proroga o che si troverà la solita escamotage. A questo è ridotta la credibilità delle istituzioni oggi. Avremmo fatto un danno alla società civile, ai nostri vicini di casa. Chi è che non conosce qualcuno che ha dei dubbi sui vaccini ai bambini, magari anche solo su qualcuno? Chi è che dice: ma non è un po' spropositato paragonare la varicella alla poliomielite? Non è un'esagerazione il rotavirus? Mi stanno suggerendo che non c'è la vaccinazione per la varicella, ma magari la infileranno, se necessario.
Il problema di fondo è che una politica e un'istituzione anche sanitaria che ha tutte le risorse per fare campagne di informazione e per convincere, preferisce ricorrere all'obbligo come scorciatoia senza preoccuparsi delle reazioni. Lo stiamo vivendo tutti quanti. Non so se siete bombardati di telefonate, o di e-mail che vi dicono cosa state facendo! Lo dicono persino a noi che abbiamo una posizione moderata contraria all'obbligo, ma favorevole ai vaccini. Sta diventando radicalizzata la situazione.
Dovete prendere una posizione più forte. Capite che diventa più difficile ragionare. Volevate mettere in difficoltà il Movimento 5 Stelle? Ma state mettendo in difficoltà la società, state mettendo in difficoltà il rapporto del cittadino con le istituzioni. Ogni volta se ne inventa una nuova per fare questo. E questa volta avete fatto una cosa grave, perché i vaccini sono un presidio importantissimo.
Basta guardare le società più avanzate dal punto di vista civile. Nei paesi del nord Europa la vaccinazione obbligatoria non è quasi mai presente, eppure le copertura ci sono tutte e i cittadini consapevolmente scelgono di vaccinarsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Voglio solo condividere qualche riflessione sul tema. Mi ero ripromesso di intervenire.



PRESIDENTE

Colleghi, potete abbassare la voce oppure uscire dall'aula? L'ultima parte dell'intervento del Consigliere Campo è stato piuttosto disturbata.



GIACCONE Mario

Mi ero ripromesso di non intervenire sull'argomento, ma due annotazioni al termine del dibattito mi sento di farle.
Apprendo con favore dai colleghi del Movimento 5 Stelle che il concetto di vaccino è condiviso e che è considerato una conquista della nostra civiltà, grazie al quale si sono debellate alcune malattie mortali per l'uomo e grazie al quale si è dato un grosso contributo in salute alla nostra società.
Tuttavia, vorrei richiamare alcune riflessioni dei casi Campo e Andrissi, che ritengo intellettualmente onesti, come cerco di essere anch'io. Quando si fa riferimento a degli errori e si dice che ci sono dei concetti che stanno passando nella società attraverso i media vorrei solo citare tre spunti. Grillo l'8 aprile 2007 dice: "Un bambino su 150 soffre di autismo, venti anni fa solo uno su 2000. Gli scienziati attribuiscono la crescita all'inquinamento ambientale, ai vaccini e ai farmaci".
Nel corso di una trasmissione la Senatrice Taverna, sul medesimo argomento, già nel 2015 dice: "La gente non si vaccina più perché non crede più alle case farmaceutiche e al Ministero della Salute. Oggi qualche cosa dicono. Perché lo stanno dicendo? Forse c'è un interesse dietro a quello? Le case farmaceutiche devono vendere qualcosa e" - secondo me l'aspetto più grave - "si sono trovati un vaccino che non sanno cosa farci e ce lo vogliono somministrare!". Venti solo su 200 alla crescita ambientale. Più grave il contenuto che la declinazione del verbo, intendo dire.
Termino con un'ultima nota alla proposta di legge del 12 febbraio 2014 sull'informazione e sull'eventuale diniego all'uso dei vaccini messi in collegamento. "Recenti studi hanno però messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e alcune malattie specifiche quali la leucemia intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie".
La mia impressione è che ci siano due piani. Uno è tecnico, su cui siamo d'accordo in linea di massima, anzi su cui siamo diventati d'accordo nel corso del tempo, perché la mia impressione è che al principio, dal punto di vista politico, la posizione del Movimento 5 Stelle fosse decisamente più rigida sul tema, poi, nel corso del tempo...



(Commenti fuori microfono)



GIACCONE Mario

Provo a dire la mia opinione, poi...
La mia impressione è che, una volta verificato il fatto che non c'erano fondamenti scientifici a determinate posizioni di maggior rigidità, si sia andati verso una sempre maggiore morbidezza rispetto ai temi, tant'è che si riconosce da parte quantomeno dei responsabili rappresentanti del Movimento 5 Stelle in quest'Aula, l'utilità dei vaccini.
L'impressione è che all'inizio ci sia stata, da parte del Movimento 5 Stelle, una ferma presa di posizione che nel corso del tempo si è poi ammorbidita. Certe dichiarazioni possono creare dei danni proprio in ordine di quanto diceva Campo prima, al fatto che la gente ascolta quello che viene detto, si informa e queste sono tutte informazioni passate tramite i siti web e i social; sappiamo che, al momento, Grillo, per tanti versi, a torto o a ragione, soprattutto sui temi scientifici è più ascoltato di altri. È questa la responsabilità che io attribuisco a determinate posizioni, anche in vista delle possibili conseguenze pericolose per la salute pubblica.
A tale atteggiamento c'è stata una risposta, uguale e contraria, da parte delle forze di Governo, che si sono sentite invece in obbligo di affermare la validità della propria scelta. Lo dico perché cerco di essere intellettualmente onesto, come lo siete stati voi, effettivamente, per dei versi, in eccesso. Però dico questo: anch'io ho avuto dei dubbi e peraltro, li ho condivisi con tutti i partecipanti della riunione di maggioranza che abbiamo fatto sul tema.
Oggi siamo in un contesto diverso da quello cui si faceva riferimento con i quattro vaccini obbligatori originari, quelli decisamente pericolosi.
Noi ci troviamo in un contesto diverso, con gli scambi dovuti al mondo del lavoro, allo studio, alle migrazioni e ai viaggi: la cultura attuale prevede uno scambio tra popoli decisamente più massiccio e i rischi, anche rispetto a patologie minori che una volta forse potevano non preoccupare sono decisamente cresciuti.
Allora mi sono domandato: qual è la possibilità del decisore politico? È quella di tutelare nel miglior modo possibile la salute del cittadino pur anche e forse ancor meglio se ha dei dubbi a riguardo. Di conseguenza considero adeguati i provvedimenti che la Regione e l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte aveva deciso di prendere prima, e anche quelli nazionali.
In conclusione, sarebbe molto più civile e da Paese maturo fare un dibattito meno avvelenato, per cui se si dice che le vaccinazioni sono pericolose diventa un untore, e se uno invece dice che le vaccinazioni sono utili diventa uno che ha delle collusioni con le case farmaceutiche.
Non voglio attribuire colpe a nessuno, piuttosto che ad altri, c'è una responsabilità anche nell'aver dato un indirizzo all'inizio del dibattito che poteva diventare pericoloso per la salute pubblica.
Pertanto, auspico che si vada verso un sistema per valutare questo genere di problemi con un progetto unitario che dia la precedenza agli aspetti di educazione, sensibilizzazione e informazione senza rendere necessari provvedimenti come quelli che sono stati presi proprio in considerazione dell'inclinazione pericolosa che il dibattito stava prendendo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giaccone.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Consigliere Giaccone, se vogliamo fare un dibattito sulle proposte di legge presentate in Parlamento me ne viene in mente una, che è quella più apertamente e chiaramente contro i vaccini, presentata da un parlamentare del PD, poi ritirata da una "manina" all'inizio di maggio, quando è iniziata la campagna propagandistica e mediatica del Governo sui vaccini.
È stato già detto molto, molto hanno detto i miei colleghi e rischierei soltanto di ripetermi, quindi sarò molto sintetico. Riassumendo, emergono due temi.
Il primo è l'incapacità e l'inefficienza di un Governo che ha in mano l'attività di informazione e di prevenzione sanitaria, ma che non riesce a utilizzare questo strumento, ne è incapace, quindi deve puntare sulla coercizione.
Il secondo elemento è la forte preoccupazione, oltre che la forte indignazione che suscita un Governo che, per mascherare la sua inefficienza e la sua incapacità, è costretto a puntare sulle paure di ciascuna persona verso i propri figli per fare propaganda e recuperare un po' di consenso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Vorrei che fosse chiaro che il punto della vicenda è cercare di affrontare con razionalità l'argomento e sottrarre un tema importante per la salute dalle vicende di speculazione meramente politica.
Ognuno può avere le proprie posizioni, che applica nella sua vita e nella sua famiglia e con i suoi bambini, ma questo non vuol dire che non si debba riportare il dibattito su un terreno di razionalità.
Quindi, il parere politico del il nostro Gruppo è che si sia trattato di una speculazione politica, in merito a un'urgenza che non c'era specialmente per un disallineamento tra il modo di affrontare il problema dei vaccini obbligatori, che sono sacrosanti nella misura in cui sono conclamate le necessità di prevenzione e a cui tutti devono adempiere, ma che, come vediamo, ha avuto un'accelerata brusca in Italia senza che apparentemente vi sia la stessa percezione in nessun altro Paese civile e occidentale, che pure vanta standard sanitari simili al nostro.
A questo punto, ci chiediamo, per i modi, per i tempi e per la scarsa condivisione con la cittadinanza, se l'intento non fosse più che altro di spaccare le posizioni in politica e creare delle speculazione piuttosto che avere un impatto reale sulle abitudini dei cittadini. Perché un cittadino che è convinto della necessità di una pratica sanitaria, di certo non vi si sottrae, quindi accelerare troppo su questioni così sensibili non produce nessun effetto positivo, assolutamente, anzi abbiamo magari famiglie che ritardano il più possibile l'ingresso non alle scuole dell'obbligo ovviamente, ma ai nidi e alle materne, per dire: "Va beh, io aspetto perch non mi è chiara la situazione e perché non so effettivamente se queste nuove imposizioni da parte del Governo sono necessarie o no". E quest'arretramento nel segno della paura si può evitare spiegando tranquillamente e non imponendo da un giorno all'altro le cose: spiegandole, quindi, e generando anche dei momenti di dibattito pubblico che permettano alle persone e ai cittadini di essere collaborativi verso le azioni che vanno fatte.
Smentiamo dunque ogni tipo di posizione oltranzista sull'argomento, ma siamo aperti al dialogo, purché la stessa cosa avvenga anche da parte del Governo: che si confronti con i cittadini e che dia tempo e modo alle persone di documentarsi, di capire e di partecipare. Nessuno, infatti, è così autolesionista da vietare vaccini necessari e obbligatori quando ne va della salute dei propri figli e dei ragazzi in generale.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 529 presentato da Marrone, inerente a "Stop sanzioni alla Russia: il Presidente Chiamparino ha attuato l'ordine del giorno n. 529?"


PRESIDENTE

Grazie.
Non avendo ulteriori richieste di intervento, possiamo chiudere questo argomento e passare, come annunciato questa mattina, all'esame dell'ordine del giorno recante "Stop sanzioni alla Russia: il Presidente Chiamparino ha attuato l'ordine del giorno n. 529?", presentato dal Consigliere Marrone.
Il collega Marrone preferisce replicare in seguito, piuttosto che illustrare il testo del documento. Ma prima che io dia la parola al Presidente della Giunta per la risposta, ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie.
Visto che non c'è l'Assessore Saitta, vorremmo chiedere se il Presidente Chiamparino desidera dire due cose sul tema delle vaccinazioni: dal momento che è mancato l'Assessore Saitta in chiusura di dibattito anche per conoscere se ci sono degli sviluppi romani a livello nazionale.
Vorremmo si esprimesse su quello di cui abbiamo parlato finora, visto che lei è il Presidente della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Io ho naturalmente le mie opinioni, che coincidono in tutto e per tutto con quelle dell'Assessore Saitta, della Giunta e, devo dire, della Ministra Lorenzin. Non ho seguito sufficientemente e con la dovuta attenzione - lo confesso - tutto il dibattito per poter rispondere. Sono comunque disponibilissimo, se volete riaprire la questione, a ritornare sul tema.
Ripeto: ritengo che questa sia una scelta e non ho alcuna difficoltà a dire che non c'entra niente la politica, se la Presidente mi concede questa breve divagazione dal tema che affronterò subito dopo. Per restare solo a parte di alcuni interventi che ho sentito - per esempio il suo, collega Bono, o quello del Consigliere Campo, e cito loro solo perché li ho ascoltati - non c'entra assolutamente niente la politica, intesa come volontà di utilizzare questo tema per contrapporsi o per indebolire - e/o rafforzare, a seconda dei punti di vista - il Movimento 5 Stelle.
Se devo dire la mia opinione, posso farlo con una parola sola? Mah, a me sembra che questa sia una scelta di civiltà, soprattutto dalla parte delle persone più deboli e più indifese, che hanno meno strumenti per conoscere e alle quali quindi bisogna fornire delle garanzie ragionevoli dove il ragionevole si colloca rispetto a quanto il livello medio di conoscenza scientifica pone oggi a livello internazionale - per poter consentire loro di avere ragionevoli certezze che i loro bambini siano al riparo - in una situazione di grande cambiamento e anche di grandi migrazioni, in cui ovviamente il quadro epidemiologico tende a cambiare come lei mi insegna essendo medico - e quelle sicurezze che è giusto che fin dalla prima infanzia i bambini abbiano.
Poi - ripeto - si tratta di un quadro in evoluzione, su cui prima di tutto chi ha conoscenze in ambito scientifico tornerà. A mio parere, per in questa fase - in una situazione in cui, ripeto, il quadro epidemiologico è in rapido cambiamento, c'è una mobilità intercontinentale così forte come sappiamo e come conosciamo - porre un livello di garanzia e di tutela delle bambine e dei bambini mi sembra, prima di ogni altra cosa, una scelta di civiltà. Poi, come su tutte le scelte, c'è un dibattito politico. Ma stia ben certo - state ben certi - che non è certamente questo il punto.
Non posso parlare a nome del Governo - perché absit iniuria verbis - ma parlo a nome della Giunta: non c'è alcuna scelta di ragione politica di contrapposizione al Movimento 5 Stelle, o a chicchessia altro, che ha portato alle scelte che abbiamo fatto, politicamente anticipando in qualche modo quelle che poi sono state le scelte del Governo nazionale.
Ho risposto tanto per non sembrare reticente sul tema, quindi, e mi scuso se non sono in grado di interloquire con tutti gli interventi, anche di maggioranza, che ci sono stati e che, per ragioni diverse, non ho potuto seguire.
Passo invece al tema su cui sono interpellato e sul quale mi è stato giustamente chiesto di intervenire.
Prima di tutto non posso non ringraziare il Consigliere Marrone per questo simpatico regalo che mi ha fatto questa mattina, una bandierina della Russia, anche se devo dire che lo faccio con una vena di tristezza che non posso nascondere perché - ahimè - questa bandiera rossa, laddove sventola sui palazzi del potere, è più a testimoniare dei nazionalismi capitalistici autoritari che non quella speranza di libertà che in altre epoche aveva testimoniato.
Così come sarebbe facile ma di cattivo gusto, in questo momento, fare delle ironie sul fatto che, come si è diffusa la voce delle mie comunicazioni in materia, immediatamente la Piazza Rossa è stata invasa da migliaia e migliaia di militanti.
Diciamo che sarebbe di cattivo gusto fare dell'ironia su questo perch in realtà, come abbiamo appreso ancora dalle ultime notizie, ci sono 1.500 fermi e arresti fra i militanti anti-Putin; e credo questo sia una conferma ahimè, diretta - di quell'affermazione che ho fatto prima.
Detto questo come introduzione, però, per rispondere alla questione penso di poter dire - anzi, affermo - che noi abbiamo attuato il suo ordine del giorno, che era articolato in quattro indicazioni, per le parti che sono di competenza diretta della Regione. Soprattutto i primi due punti infatti, laddove si faceva riferimento a un modello (che peraltro può anche essere in parte condivisibile, da un punto di vista politico) di una politica estera più inclusiva (se non ricordo male, "un modello inclusivo di politica estera") e a una sensibilizzazione della Conferenza delle Regioni sul tema, esulano costituzionalmente dalla competenza delle Regioni, quindi esulano costituzionalmente dalla possibilità, anche, di far intervenire o sensibilizzare istituzionalmente la Conferenza delle Regioni.
Da questo punto di vista, quindi, non l'abbiamo attuato, perché l'unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stata quella di inviare all'allora Presidente del Consiglio (che, se non ricordo male, era ancora Matteo Renzi) il testo, diciamo senza troppe speranze che fosse recepito.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) E questo l'ha fatto?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

No, questo non l'ho fatto. Noi abbiamo invece trasmesso il testo agli Assessori competenti sugli altri due temi, cioè quello del monitoraggio e della promozione e del sostegno all'internazionalizzazione dell'economia piemontese che, come lei ben sa, sono le due competenze richiamate dal suo ordine del giorno, sulle quali è giusto e importante attrarre l'attenzione.
Io pongo anche una questione e mi permetto di farlo anche alla Presidenza del Consiglio, da questo punto di vista. Ci sono infatti ordini del giorno le cui materie, ripeto, si possono condividere o non condividere, ma che esulano dalle competenze costituzionalmente attribuite alle Regioni. Il modo con cui li si attua, quindi, qual è? Qual è la risposta alla domanda: "L'ha attuato?". Io potrei anche dire che l'ho attuato, perché ho avuto modo di parlare sia con l'allora Primo Ministro Matteo Renzi sia con l'attuale Primo Ministro Paolo Gentiloni e con vari altri esponenti del Governo; e potrei citare numerosi fatti di politica estera che tendono a prefigurare un ruolo dell'Italia che non sia semplicemente di mera accondiscendenza alla logica delle sanzioni nei confronti della Russia; perché ci sono stati atti.
Qualcuno lo citerò dopo, parlando della questione che riguarda il sostegno all'internazionalizzazione dell'economia piemontese e alla questione dell'andamento dell'import-export verso quei paesi. Pertanto potrei anche citarlo, ma - in tutta coscienza - credo siano fatti che si sono verificati e che si sarebbero verificati comunque totalmente, a prescindere dal fatto che quell'ordine del giorno fosse arrivato o meno all'allora Primo Ministro.
La ringrazio per aver sollevato la questione, perché pone un tema anche di ruolo istituzionale degli atti di indirizzo da parte del Comune e delle modalità con cui vengono attuati, perché se mi viene richiesto di fare una cosa che esula dalle mie competenze, mi è difficile potervi corrispondere pienamente.
Per quanto riguarda il tema che riguarda le due questioni che lei ha sollevato, vale a dire il sostegno all'internazionalizzazione del Piemonte e il monitoraggio che abbiamo fatto sull'andamento del rapporto import export con la Russia, mi permetto di richiamare quanto abbiamo realizzato.
Solo per richiamare il quadro, lei e voi sapete meglio di me che le restrizioni di carattere sia diplomatico sia economico che sono state imposte alla Russia (mi pare nel 2014) sono state seguite - com'era naturale e ovvio - da delle contromisure adottate da quel paese nei confronti delle economie dei paesi che avevano imposto le sanzioni. E sapete anche che queste contromisure non sono tutte uguali: in alcuni casi e settori, riguardano solo gli enti pubblici, in altri riguardano sia gli enti pubblici sia gli enti privati.
Per quanto riguarda l'impatto (e qui leggo, per essere preciso) che ha avuto sull'economia piemontese, i dati di Unioncamere, che abbiamo condiviso nel nostro lavoro di monitoraggio, ci dicono che, nel 2013, le esportazioni piemontesi nei confronti della Russia pesavano il due per cento. A fine 2016, pesano per l'1,2 per cento, quindi c'è stato, in termini di peso delle esportazioni piemontesi verso la Russia, nei confronti delle esportazioni, una riduzione dello 0,8 per cento, che - se lo si misura come calo dell'export totale del Piemonte verso la Russia vuol dire un meno 36 per cento (quindi, è chiaro?), in cui il settore più colpito è il settore agroalimentare, che ha avuto una perdita superiore al 90 per cento.
Per essere preciso, preferisco leggere: "La perdita più grande è stata dei prodotti dell'agricoltura con circa il meno 97 per cento, con una perdita significativa nel manifatturiero (meno 35 per cento), macchinari (meno 45 per cento), apparecchi elettrici (meno 40 per cento), servizi di informazione e comunicazioni (meno 65 per cento)". Sono informazioni che immagino conoscerà, ma che sono disponibili. 16 su 13: questo è il dato.
Per contrasto, se uno va a vedere invece l totale dell'export piemontese nel mondo, si registra una crescita del 7,3 per cento. Nello stesso arco temporale, cioè 2013-2016, abbiamo avuto, l'export totale piemontese è cresciuto del 7,3 per cento.
Questo vale anche nei settori che ricordavo prima più colpiti, perch se uno prende sempre i prodotti dell'agricoltura, per fare un esempio mentre l'esportazione piemontese verso la Russia scende quasi del 100 per cento (97 e rotti), il totale dell'export nel settore dell'agricoltura verso il "mondo" sale del 23,2 per cento. Cito solo questo, ma potrei citare il manifatturiero, che sale del sette per cento. L'unico calo vistoso è quello dei settori che trattano i prodotti petroliferi, originato probabilmente dal calo che vi è stato nei prezzi del petrolio.
Questo cosa significa, in soldini? Significa che, senza sottovalutare in alcun modo la specificità dei danni e dei disagi subiti dall'economia piemontese nei confronti del mercato russo, complessivamente bisogna per dire che l'economia piemontese si è riposizionata e, utilizzando al meglio le dinamiche del mercato globale, ha saputo appunto ricollocarsi su altri mercati in modo da più che compensare, anche nei settori più critici, le cadute che vi sono state nei confronti della Russia, anche perché - e questa è una cosa che mi interessava citare - ci sono dei paesi (cito la Bielorussia, ma potrei citare anche l'Azerbaijan) che in qualche modo sono stati individuati da numerosi produttori come sorta di rampe di lancio verso il continente eurasiatico di cui la Russia è una parte. Nel senso che sono paesi che non sono toccati dal sistema sanzionatorio rivolto come contromisura verso i paesi dell'Unione Europea, nei quali molte aziende hanno aperto rapporti di collaborazione che consente di mantenere livelli di export significativi passando attraverso una lavorazione dei prodotti al loro interno.
Negli ultimi tempi, credo non del tutto casualmente, noi stessi (io stesso, in prima persona) ho avuto modo d'incontrare sia il Vice Primo Ministro della Bielorussia sia l'ambasciatore dell'Azerbaijan. La ragione degli incontri era esattamente quella di approfondire questa tematica, cioè di offrire prospettive di investimento alle imprese piemontesi, legate non solo, ma anche, a queste possibilità di essere sorta di piattaforme avanzate all'interno di una parte del continente europeo e del continente asiatico, che stanno conoscendo situazioni di grandi movimenti e a cui, dal loro punto di vista, questi paesi offrivano delle basi sicure per la commercializzazione e lo sviluppo dell'export.
Come certamente saprete (lo cito perché era venuto alle cronache anche a livello piemontese), il Ministro Calenda è stato molto attivo nell'animare il forum a San Pietroburgo, con esponenti importanti del Governo russo. Ecco qui il riferimento a una parte che richiamavo prima, a testimoniare che il Governo non è stato subalterno in modo passivo alle logiche della sanzione. Ha cercando di muoversi in una logica di relativo posizionamento autonomo rispetto a una logica, pur necessaria e pur condivisibile, come quella promossa dall'Unione Europea.
Non vorrei fare paragoni esagerati, ma proprio nei prossimi giorni l'Assessora Parigi (certamente non voglio fare paralleli con il Ministro Calenda, per carità), sarà a San Pietroburgo per promuovere, da un lato un'importante mostra presso l'Hermitage del nostro Museo Egizio, così come per un'operazione di promozione turistica della Regione Piemonte in Russia.
Quindi, anche questo, se vogliamo, testimonia, nel suo piccolo, un modo di agire che non si colloca passivamente in una determinata logica che, se ho ben capito, lei condanna.
Cito anche, perché è venuto alla luce, anche perché ne è stato protagonista un esponente politico del mio partito torinese, che tutti conosciamo, il Consigliere Lo Russo, come ricercatore del Politecnico, un importante accordo che è avvenuto fra il Politecnico di Torino e la Gazprom, che prevede intese per l'avvio di progetti di ricerca e di formazione in cui il Politecnico è il protagonista.
Ho citato questi tre episodi, che sono diversi, per dire che non mi pare che né dal punto di vista del Governo né dal punto di vista nostro ci sia, in un contesto di riposizionamento dell'export piemontese, che pure ha subito dei danni significativi dal sistema sanzionatorio, un atteggiamento passivo.
L'ultimo punto, invece, riguarda il sostegno all'internazionalizzazione. Per quanto riguarda questo, devo rimandare alle impostazioni e alle politiche che stiamo portando avanti. Tramite bandi regionali è stato attivata nel corso del 2017 una misura triennale nell'ambito del POR-FESR 2014-2020, con la finalità specifica dell'incremento del livello di internazionalizzazione dei sistemi produttivi. L'obiettivo è favorire l'incremento dell'internazionalizzazione del sistema produttivo, in particolare riferito alle piccole e medie imprese, in otto filiere produttive di eccellenza, che sono: l'aerospazio l'automotive, la meccatronica, la chimica verde, la salute e il benessere il tessile, l'agrifood, l'abbigliamento e l'alta gamma di design.
A queste vanno aggiunte due altre misure, una prevista dal FEA per i prodotti IGP o bio, l'altra prevista per il vino. Le cito, perché per la prima misura per il 2016 è stato fatto un bando per più di un milione di euro, per la precisione un milione e 300 mila euro. La seconda è una misura di 6,8 milioni per la promozione internazionale del sistema vino. L'insieme di queste misure degli otto settori dà un totale di 12 milioni di euro.
A queste misure se ne aggiungeranno altre, sempre nell'ambito dell'azione del POR-FESR, in base al programma complessivo 2014-2020 sul sostegno dell'internazionalizzazione, che, come sapete, ha il CEIP come strumento (si potrebbe fare una discussione specifica sulla potenzialità dello strumento). L'insieme di queste misure vale, nel complesso del programma 2014-2020, circa 50 milioni di euro.
Quindi, mi pare di poter dire che l'ordine del giorno è stato attuato e seguito con grande attenzione per quel che riguarda la parte di monitoraggio degli effetti delle esportazioni, potendo rilevare con una certa soddisfazione una grande capacità del sistema Piemonte di riposizionarsi. Da parte nostra stiamo attenti ai segnali che vengono da quell'area per aiutare ulteriormente il rafforzamento del sistema imprese piemontesi sia nella Russia stessa sia nel contesto eurasiatico, in cui la Russia è grande partner.
Dal punto di vista dell'internazionalizzazione, ho citato i dati essenziali che testimoniano l'impegno nostro, in particolare a sostegno delle piccole e medie imprese, sia nei confronti della Russia, che resta uno dei mercati target più importanti, sia nel complesso dell'intero mercato internazionale.
Grazie per l'attenzione.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Ringrazio il Presidente per questa relazione. Credo che sia un contributo informativo importante e serve anche per sviluppare un dibattito che non è assolutamente marginale né per la politica internazionale, ma neanche soprattutto per quelle che sono le nostre competenze dirette sull'economia piemontese.
Comincio, proprio perché il Presidente ha risposto in modo articolato con il ringraziarlo per aver attuato le parti di monitoraggio e di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese, ricordandogli però che il punto focale di questo atto di indirizzo, approvato all'unanimità dal Consiglio regionale - era un ordine del giorno e quindi diretto a intervenire all'esterno della Regione Piemonte, infatti non è una mozione - era un intervento strettamente politico, anche se magari non esecutivo, del Presidente Chiamparino nei confronti del Governo.
Perché? Perché apprendiamo con soddisfazione che ci sono delle strategie che non accettano l'interruzione dei rapporti commerciali con il mondo eurasiatico, che non accettano la nuova cortina di ferro che un rinnovato mondo atlantista, un po' fuori tempo massimo ed un po' anacronistico, sta cercando di imporre economicamente e, purtroppo, anche militarmente, all'Italia e ai Paesi membri dell'Unione Europea. Dall'altra parte, però, chiediamo un intervento politico, non scorciatoie.
Noi dobbiamo essere liberi e dobbiamo consentire alle nostre imprese italiane e piemontesi di essere libere e di avere rapporti economici e commerciali non solo con i Paesi esterni alla Federazione Russa che rientrano nell'unione economica eurasiatica; quindi, non con scorciatoie ma direttamente con la Federazione Russa.
In realtà, ho ringraziato, e lo faccio ancora, il Presidente Chiamparino per la sua relazione, però devo essere sincero: alcuni dati a me non tornano. Cioè, tornano quelli di decremento dell'export nei singoli settori; infatti io avevo i medesimi dati e sono dati, come ha ammesso il Presidente, pesanti, perché sono percentuali che vanno dal 40 per cento in su. Non mi torna, invece, questa reattività di complesso, perché l'Unione Industriale ancora in tempi recenti ha denunciato un 19 per cento di decremento, che a me sembra una percentuale importante e pesante sull'export totale ad appena due anni (quindi, sul 2016 rispetto al 2014) di operatività delle sanzioni. Questa situazione vede la Regione Piemonte paradossalmente con una media quasi doppia rispetto alle altre italiane come sofferenza di export da sanzione. Questo proprio perché la nostra Regione ha una grande tradizione manifatturiera, prevalentemente concentrata, ma non solo, sul capoluogo, e una grande tradizione agricola nel resto del territorio. Purtroppo quelli sono i due comparti maggiormente colpiti dalle sanzioni.
Ho citato l'Unione Industriale di Torino, ma potrei citare anche Coldiretti Piemonte, che ha denunciato, per ogni anno di operatività delle sanzioni, dai 50 ai 60 milioni di euro bruciati solo per il comparto frutticolo. Quindi, in realtà, è un'emergenza ed è un'emergenza che non ha alcun fondamento, e vorrei su questo attivare un ragionamento politico. Noi stiamo pagando i costi economici di una guerra che non appartiene all'Italia, perché da politici eletti dai cittadini dobbiamo approfondire dobbiamo sapere che la giustificazione formale delle sanzioni economiche deriva dal conflitto ucraino. Ed è un conflitto nel quale non solo l'Italia, grazie al cielo, almeno per adesso, mi sento di dire, non partecipa attivamente, ma per il quale non ha alcun onere di partecipazione.
È un conflitto che - permettetemi questa piccola divagazione - se, come ho fatto io in qualità di osservatore internazionale, anche voi colleghi aveste avuto occasione di vedere con i vostri occhi, senza la lente deformante del sistema mediatico operativo in Italia ed in Europa, e se anche lei, Presidente Chiamparino, avesse visto le chiese date alle fiamme ed incendiate, i monasteri spazzati via dall'artiglieria, gli ospedali bombardati e le lapidi che si distinguono in strada tra quelle degli adulti (che sono quadrate) e quelle dei bambini (che sono a forma di nuvoletta) forse anche il democratico più ideologizzato in chiave filo-Unione Europea si porrebbe quantomeno dei dubbi di coscienza. Perché questo è quello che sta succedendo in quei posti. Ed è un grande peccato che Amnesty e i vari comitati dei diritti umani, a partire da quello piemontese, si interessino giustamente dei bambini vittime di tutti i conflitti, ma non si interessino misteriosamente - misteriosamente fino ad un certo punto - degli oltre 100 bambini russi del Donbass finiti vittime di bombardamenti ucraini.
Questo perché lo dico? Perché, in realtà non possiamo semplicemente dire che non abbiamo competenze dirette sulla decisione delle sanzioni e quindi non si può fare niente. Non è così. Lei ha un peso politico nazionale come Presidente di una Regione - Regione peraltro molto importante in Italia, di sicuro non fanalino di coda del sistema Italia - e può far pesare la sua influenza nei confronti del Governo. L'ha fatto nei confronti del Governo Renzi e, a onor del vero, Renzi degli impegni li aveva presi anche in Europa; peccato che poi questi impegni non si sono tramutati in realtà di Governo, e questo è il punto focale, il punto nodale.
Noi possiamo anche dare un altro tipo di contributo. Questa guerra (da cui partono le sanzioni, intendo) avviene perché non si vuole riconoscere ad alcune Repubbliche indipendentiste nate da referendum il diritto di rimanere vicino al mondo russo. Mi riferisco alla Repubblica di Donetsk e alla Repubblica di Lugansk, che chiedono di avere un riconoscimento di questa loro indipendenza e autonomia.
A mio parere, un contributo d'avanguardia nel cammino di pace, nel far finire i bombardamenti e quindi nel far terminare un conflitto che origina anche le sanzioni economiche che colpiscono l'export italiano e piemontese potrebbe e dovrebbe essere anche un percorso di dialogo, di pace, di confronto con quelle realtà che chiedono solo il riconoscimento della propria autodeterminazione.
In conclusione, Presidente, mi rendo contro che in realtà nel suo discorso c'è - l'ha colta, e da avversario politico gliene do atto un'impostazione propositiva per cercare di risolvere il problema. Proprio per questo, la invito a non cedere a determinate strumentalizzazioni, che spesso sono di ordine mediatico-informativo. Lei ha iniziato citando questi presunti arresti di massa avvenuti oggi in Russia; guardi, se lei approfondisce, potrà vedere che si tratta di manifestazioni da poche centinaia di persone, molto diffuse in giro per la Russia. Vorrei ricordare che la popolazione della Federazione russa ammonta a 150 milioni di persone, e solo nella capitale moscovita siamo grossomodo sui 12 milioni quindi non parliamo di grandi numeri.
L'unico motivo per cui oggi ci sono dei fermi - non degli arresti sottolineo la differenza - è perché tali manifestazioni si sono svolte in luoghi solitamente dedicati a celebrazioni nazionali e istituzionali.
Presidente, è come se io e lei decidessimo, il giorno in cui cade la festa della Repubblica, di fare un sit-in di partito (facciamo il suo, per toglierla dall'imbarazzo) in Piazza Castello durante l'alzabandiera: sinceramente non credo che le autorità ce lo consentirebbero; probabilmente ci identificherebbero e ci fermerebbero, se noi fossimo così matti nel porre in essere una provocazione di questo tipo. È quello che sta succedendo in Russia.
Perché ho fatto un passaggio su questo elemento di grande attualità? Perché spesso, solo perché siamo imboccati da notizie errate, fake o comunque volutamente ingigantite, si creano degli scenari da guerra fredda.
Vorrei ricordare a tutti noi che all'Italia è stato chiesto di inviare un contingente militare in Lettonia per una missione che punta le armi nei confronti della Federazione russa (in chiave preventiva, ma così è).
Sinceramente non credo che sia interesse o auspicio politico dell'Italia, qualunque sia la fazione in campo da un punto di vista di politica interna, ossia che qualcuno abbia interesse a uno scontro politico economico o addirittura militare con un partner come quello russo, con cui dagli anni Ottanta di sicuro non vi è più stata assolutamente tensione n ostilità. Cerchiamo, questa tensione e questa ostilità, di non farcela imporre al di fuori dei nostri confini; cerchiamo di recuperare una politica economica e una politica estera veramente sovrana e veramente autonoma; cerchiamo di rivendicare un po' di dignità, ma soprattutto di rivendicare la difesa delle nostre imprese e del nostro mondo della lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire perché l'argomento è da lungo tempo oggetto d'interesse di questo Consiglio e in materia sono stati depositati più ordini del giorno.
La questione è effettivamente controversa; io vorrei solo puntualizzare un paio di cosette proprio per portare il dibattito su basi possibilmente più oggettive.
Innanzitutto non sono le nostre sanzioni quelle che danneggiano il nostro commercio, ma sono le cosiddette contro-sanzioni che la Russia ha applicato a noi per aver introdotto le sanzioni sui prodotti tecnologici meccanici, ecc. Quindi, sotto questo punto di vista, il lavoro da fare è più verso il Governo russo; certo che il Governo russo ci chiede come contropartita un alleggerimento del sistema sanzionatorio.
Poi, in merito al fatto che subiamo le conseguenze di una guerra che abbiamo, per certi versi, contribuito a scatenare noi, io starei attento a parlare di questi argomenti, perché noi oramai di guerre ne abbiamo scatenate in mezzo mondo e quindi quella dell'Ucraina non è l'unica di cui subiamo le conseguenze: parliamo di Nord Africa, parliamo di Medio Oriente non c'è posto dove l'Occidente, civilizzato e portatore di pace, non abbia prima portato bombe e distruzione. Quindi, sotto questo profilo eviterei di fare questo tipo di ragionamenti.
Di certo, dall'altra parte di quella che una volta era la cortina di ferro, abbiamo un interlocutore particolare. Io la Russia la conosco abbastanza, anche perché ho dei parenti che vivono lì, e posso dire che siamo di fronte a una realtà che, anche culturalmente, per quasi un secolo ha vissuto una logica di accerchiamento, quindi è già psicologicamente predisposta a vedere nel resto del mondo qualcuno che gli vuole male. Sotto questo profilo, loro sono molto più disposti a sopportare rispetto a quanto lo siamo noi. E questo, per un politico scaltro come il Presidente Putin, è sicuramente un vantaggio nel riuscire a tenere delle posizioni forti, anche perché l'orgoglio russo è certamente molto più forte del nostro dal punto di vista nazionalistico. Tant'è che anche oggi la Russia è in una crisi profonda dal punto di vista economico, poiché non è riuscita a diversificare il suo mercato interno. La sua economia dipende fortemente da livelli di importazione elevati e dall'esportazione delle sue materie prime, soprattutto petrolifere e gas, i cui i prezzi sono profondamente calati; nonostante questo, la Russia oggi è solidamente con il proprio Presidente, a supporto del proprio Presidente, indipendentemente da brogli o quant'altro possa essere messo in campo per minimizzare le opposizioni e vincere le elezioni, perché di quello effettivamente Putin non ha bisogno.
Sotto questo profilo, il ragionamento da fare è: ha senso comminare delle sanzioni a un Paese che non è Cuba? Non è un'isoletta che si pu mettere sotto embargo ed essere sicuri che avrà effetto. Di conseguenza, vi inviterei a riflettere.
Lo so - lo so addirittura anch'io, che sono un poveretto che viene da una delle province meno comunicanti d'Italia, dove non abbiamo neanche l'autostrada, tanto per dire - che le aziende italiane aggirano le procedure di sanzione, così come avviene anche in tanti altri Paesi. Come? Si passa da altri posti; certo, si paga di più, ma i nostri prodotti, anche di meccanica e di elettronica, arrivano tranquillamente in Russia, quindi sotto questo profilo non devo insegnare io come si fanno queste cose.
Quello che c'è da chiedersi è: che senso ha comminare sanzioni verso uno dei Paesi extracomunitari che, per certi versi anche culturalmente, è più affine a noi? Infatti la Russia ha tanta storia in comune con l'Europa molto meno con l'Oriente, molto meno nelle relazioni con gli Stati Uniti.
La stessa caduta del muro di Berlino alla fine degli anni Ottanta fu una grande opportunità che l'Europa non seppe cogliere, così come continua a non riuscire a cogliere l'opportunità di eliminare il regime dei visti, di creare una libera mobilità delle persone e delle merci anche verso quel mondo lì. Questo, tra l'altro, stupidamente, perché io ricordo che negli anni Novanta furono gli Stati Uniti a mandare in Russia i propri consulenti economici e le proprie strutture di organizzazione delle produzioni industriali e dell'economia, ma non fu l'Europa; non fu l'Europa a esportare un modello economico più attento anche alle esigenze delle persone. Quindi, sotto questo profilo abbiamo, come europei, un mare di responsabilità nell'evoluzione delle relazioni con quella parte di Europa che arriva fino agli Urali e, in questo caso, anche oltre.
Ho sottolineato questi pochi elementi fondamentali, che dovrebbero portare a ragionare su quale debba essere l'atteggiamento verso la Russia e che probabilmente permetterebbe di risolvere anche la questione Ucraina perché ricordiamoci anche che la Crimea sostanzialmente è sempre stata russa, quindi sarebbe stato veramente molto facile riconoscere la volontà dei cittadini della Crimea di essere russi e di vivere in Russia, ed evitare gli irrigidimenti che poi hanno portato al solito gioco dell'alzare la posta anche dall'altra parte e che ha sfruttato anche la minoranza russa che viveva nella parte orientale dell'Ucraina portando all'attuale guerra civile nel Donetsk con il modello siriano in piccolo, in cui tutti quanti ci mettono le loro armi e, nel caso della Russia, anche le loro forze speciali per mantenere quel focolaio purulento attivo.
Il gioco delle provocazioni lo facciamo da entrambe le parti. Noi mettiamo in contingente in Lettonia e loro mettono i missili Topol. Si tratta sempre del solito gioco. Non serve a niente, è a somma zero, serve solo ad alzare la tensione. Vi assicuro che nessuno vuole la guerra neanche là. Quando sono in Russia e i miei amici russi mi chiedono: "Ci attaccherete? La NATO sta pensando di attaccarci?". Quello che dico sempre è: "Se scoppia una guerra, la prima cosa che facciamo noi è arrenderci. È la cosa più furba che possiamo fare".
Non serve a niente fare conflitti su motivi che non esistono, perch il problema di fondo è che tutti i problemi per cui si sta facendo questo conflitto nell'Est Europa sono sostanzialmente inesistenti, semmai riguardano semplicemente gli equilibri di potere e le sfere di influenza che un'America sempre più triste dal punto di vista geopolitico vuole cercare di mantenere e che una Russia, che si è vista minimizzata nel suo ruolo internazionale nel ventennio di evoluzione dalla caduta del comunismo, sta cercando di riaffermare, tra l'altro nei territori più vicini a sé e anche culturalmente più affini.
Si tratterebbe di eliminare da un lato la logica della contrapposizione che fa tanto comodo agli Stati Uniti, che così tengono anche in scacco l'economia europea, che è molto più intensamente legata a quella russa rispetto a quella americana e, dall'altro, quello di convincere i russi che da questa parte non c'è nessuno che li odia, anzi, saremmo tutti ben contenti di poter condividere meglio quel patrimonio, anche culturale, ma anche di affinità con i popoli dell'Europa dell'Est Europa e quindi anche con la Russia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione sia l'intervento del Presidente Chiamparino che l'intervento del Consigliere Marrone e del Consigliere Campo.
Mi soffermerei soltanto sul tema più economico, ossia sulle ricadute economiche che ci potrebbero essere sul nostro territorio, senza fare alcuna digressione in ambiti più ampi e politici, perché credo che sia il Presidente da una parte che il Consigliere Marrone dall'altra, lo abbiano fatto, in modo diverso sicuramente, ma in modo molto compiuto. Tuttavia ci tenevo a sottolineare alcuni passaggi.
Lei, Presidente, ha affermato che le nostre imprese, nel momento in cui c'è stata una situazione tesa e difficile, ossia l'embargo con la Russia hanno avuto la capacità di orientarsi sui mercati internazionali in modo diverso. Prima regola del gioco economico, Presidente - so che non devo darle io suggerimenti - è fidarsi poco dei dati che vengono forniti.
Ovvero, mi pare che la crisi produttiva industriale del Piemonte sia tale per cui, se anche ci fossero dei mercati così vasti e ampi ancora aperti magari le imprese ringrazierebbero la Regione Piemonte. Di certo non andrebbero a dirle: "Hai fatto male ad aprire questi mercati".
Come sempre il fai da te delle imprese piemontesi non è supportato da una politica economica lungimirante da parte delle istituzioni. Tradotto: noi non possiamo dire: si è chiuso un mercato, le aziende sono andate da un'altra parte. Le spiego anche il motivo per cui sto dicendo questo. Se la Regione fosse stata un minimo più attenta, venerdì 18 novembre 2016 si è tenuto un importante incontro nelle sale del Teatro Regio, in cui non solo era presente l'Ambasciatore della Federazione russa in Italia, ma erano presenti le principali imprese italiane e internazionali che hanno interessi produttivi nella Federazione russa. In quell'incontro, ricordo che era presente non una banca a caso, ma Intesa San Paolo Russia, che chiudeva i lavori per il secondo anno di seguito in Piemonte. Mi pare che il processo di internazionalizzazione, più che in mano al Comune di Torino presente sia con l'Assessore Sacco che con il Sindaco Appendino, dovrebbe essere in mano alla Regione. Mi chiedo il motivo per cui in quella occasione non fosse presente la Regione Piemonte, vista anche la rilevanza delle sessioni che si sono tenute: sessione air space, sessione automotive e sessione turismo.
Mi pare che l'unica cosa, in modo molto autonomo, che si sia prodotta come relazione sia quello che diceva precedentemente, vale a dire questa missione dell'Assessora Parigi per presentare la collaborazione con l'Ermitage. A tal proposito segnalo che se fossimo andati magari solo 15 giorni prima, a San Pietroburgo c'era il forum economico, magari non ci sarebbe stato soltanto il Ministro Calenda, magari non ci sarebbe stato solo il Politecnico. Mi permetto di sottolineare come in quel frangente sia facile fare scambi di cappelli all'interno di alcuni partiti, ma mi pare che Lo Russo fosse come docente del Politecnico e non come rappresentante magari di una forza di opposizione, dell'amministrazione della Città di Torino. Perché dico questo? Perché - mi permetta, Presidente - per quanto riguarda il tema dell'internazionalizzazione delle nostre imprese, noi non le accompagniamo assolutamente su nuovi mercati. È molto facile continuare ad accompagnarle su mercati che le imprese hanno già aperti, ma è molto difficile andare controcorrente; cosa che, ad esempio, la Regione Veneto e la Regione Lombardia hanno fatto.
Ricordo ancora che non più tardi di qualche mese or sono un'importante manifestazione nell'ambito dell'agricoltura - quell'agricoltura che ha perso pesantemente il rapporto dell'esportazione diretta con la Federazione russa - vedeva a Verona una forte interlocuzione con gli esportatori e gli importatori russi sul tema del vino. Infatti, aggiungo questo piccolissimo passaggio a testimonianza del fatto che manca il rapporto diretto. Se noi andiamo a Mosca, la Regione Veneto ha il suo desk con tutti i vini e sta facendo un'interessante campagna di esportazione su un mercato che ha per i vini italiani una grande attenzione, mentre invece la Regione Piemonte non c'è.
Chiudo con un passaggio. Mi scusi se sono un po' venale e non vado come ha fatto il Consigliere Marrone, su temi più di alta politica, io resto più terra terra, su temi economici. Per la Regione Piemonte, così come è stato per la Regione Lombardia e la Regione Veneto, potrebbero aprirsi dei mercati significativi. Oggi abbiamo almeno un centinaio di imprese che passano attraverso la Svizzera per esportare nella Federazione Russa, pagando delle commissioni fino al 30 per cento per non perdere quel mercato. Stiamo parlando di tessile-sanitario, di manifatturiero e di meccatronica; stiamo parlando di imprese che poi sul territorio non hanno la stessa ricaduta di posti di lavoro su una regione che mi pare continui a essere una di quelle che ha la percentuale più alta di disoccupazione anche sulle professionalità più elevate.
Credo necessaria una riflessione su questo tema. Se hanno potuto costruire, a fianco del mausoleo di Lenin, i magazzini Gum con le più grandi firme, e mi pare che Lenin continui a riposare in pace, possiamo anche immaginare di fare altrettanto noi, un po' meno nostalgicamente, e lavorare con un Paese che aprirebbe ad un mercato di 150 milioni di abitanti che, per le nostre imprese, sarebbe veramente manna dal cielo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola al Consigliere Valetti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È importante sottolineare questo aspetto e mi inserisco nella questione dei rapporti economici tra Italia e Russia, ma specialmente tra Piemonte e Russia, per mettere un presidio su un principio che è comunque quello della libera cooperazione tra Paesi e del rispetto reciproco, specialmente nel separare le questioni di politica, che sono esclusivamente interne, da quelle degli scambi economici.
Perché dico questo? Perché, quando ci relazioniamo con un'altra persona, così come quando un Paese si relaziona con un altro, in genere nessuno deve avere la pretesa di superiorità, perché magari dall'altro lato succede la stessa cosa. Quindi, in qualche modo ci confrontiamo con Paesi che hanno storie diverse e un processo democratico diverso che magari noi possiamo giudicare più arretrato, specialmente quando non vediamo rispettati dei diritti che da noi si giudicano fondamentali.
Detto ciò, nel rispetto reciproco io penso, ma magari anche la mia parte politica, che il modo migliore di influenzarsi un po' a vicenda e contaminarsi un po' è ovviamente mantenere degli scambi, quindi mantenere scambi che prevalentemente sono economici, perché portano benessere e ricchezza in entrambi i Paesi che cooperano.
Quindi, sembra molto autolesionista la scelta di imporre sanzioni a un Paese straniero, sanzioni che causano problemi economici anche a noi e ci impediscono quella costanza di dialogo che poi permette anche di influenzarsi un po' e di capirsi anche. Non stiamo parlando di uno Stato canaglia, ma stiamo parlando di un grande Paese, con i territori più grandi al mondo e con una popolazione tutt'altro che arretrata culturalmente certo di una cultura diversa, ma si tratta di una parte di scrittori e artisti che hanno influenzato molto anche il mondo culturale occidentale ed europeo.
Insomma, perlomeno occorre guardarsi con un rispetto reciproco dopodiché le critiche politiche sono bene accette; ovviamente, lo status politico della Russia non è paragonabile con quello dell'Italia o di altri Paesi dell'Europa, tuttavia questo non dovrebbe impedirci di continuare le cooperazioni, continuare gli scambi economici, specialmente in Piemonte dove l'export di eccellenza è molto vissuto ed è molto apprezzato all'estero.
Quindi, quello che si chiede, ovviamente, essendoci stati degli impegni precisi su questo fronte, che non riguardano minimamente i diritti civili ma riguardano il mantenere aperto un canale di dialogo sia politico che economico, è continuare a confrontarsi con questo Paese e non sottrarci al confronto, quindi non lasciarlo all'isolamento, perché l'isolamento in genere produce risultati politici molto peggiori di un continuo dialogo che permette a entrambi di convergere su posizioni condivise.
Il Piemonte ha un'eccellenza agro-alimentare e vitivinicola, ossia nei settori che più sono apprezzati dall'area russo-asiatica, e che sono tra quelli che hanno più vissuto il contraccolpo delle sanzioni imposte dall'Unione Europea e dai Paesi occidentali in generale.
Quindi, cerchiamo di mantenere distinti i due ambiti e chiediamo che vi siano delle prese di posizione chiare; anzitutto, il rispetto degli impegni degli atti approvati da quest'Aula, dopodiché anche avere un'espressione chiara che non sia come dare un colpo al cerchio e uno alla botte da parte della Giunta e da parte del Presidente su un tema che richiede delle posizioni definite. È necessario saper distinguere i vari ambiti, senza sfociare nel buonismo e nella realpolitik veramente bieca che non guarda più ai diritti umani, non guarda più a tentare di migliorare delle situazioni che non vanno bene e che non si lascia coinvolgere da un idealismo un po' bieco, che però rischia di danneggiare tutti e di essere controproducente rispetto agli obiettivi che ci si stanno dando, cioè quelli di far migliorare le condizioni civili in un Paese straniero.
Facendo così e non prendendo delle posizioni anche a livello regionale non aiutiamo l'economia e neanche i diritti civili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Testo unificato proposte di legge n. 30, 124 e 137, inerente a "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi" (rinvio)


PRESIDENTE

Conclusa questa parte, possiamo passare, ed è una proposta che faccio all'Aula calcolando anche il tempo che abbiamo a disposizione, al punto 5) all'o.d.g., al testo unificato delle proposte di legge n. 30, 124 e 137 "Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi".
Possiamo fare le tre relazioni.
La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Poiché l'argomento è importante, data l'assenza dell'Assessore Saitta la proposta è quella di un rinvio alla prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

Anche a nome del nostro Gruppo, poiché è stata sollecitata la presenza dell'Assessore ed essendo stato un percorso molto lungo, accettiamo che sia discusso alla presenza dell'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Se siete d'accordo, possiamo passare, come è stato detto e concordato questa mattina, alla mozione n. 1119, inerente a "Sollecitazione al Governo italiano affinché sostenga le Risoluzioni ONU di messa al bando di tutte le armi nucleari", presentata dai Consiglieri Accossato, Appiano, Barazzotto Chiapello, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Giaccone, Grimaldi, Laus, Monaco Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, e la Mozione relativa a "Moral Suasion per l'eliminazione fisica degli ordigni nucleari - il rispetto del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e sensibilizzazione nelle scuole piemontesi", con primo firmatario il collega Andrissi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.54, riprende alle ore 17.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Abbiamo valutato la possibilità di come utilizzare ancora l'ora che rimane a disposizione. Questa mattina, avevamo detto che a fine seduta si sarebbe trattata la prima mozione alla quale si è aggiunta la seconda mozione del Movimento 5 Stelle, e poiché l'Assessore è in aula, E per la proposta di deliberazione n. 229.
La mia proposta è di utilizzare mezz'ora per trattare la deliberazione n. 229 e la rimanente mezz'ora per le due mozioni che potrebbero essere iniziate, ma se poi non terminano potremo protrarle nella prossima seduta di Consiglio.
Questa è la mia proposta per cercare di mantenere quanto abbiamo detto questa mattina.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Chiedo scusa, ma mi sembra piuttosto.
Vorrei dire "irragionevole", ma non vorrei offendere la Presidente.



PRESIDENTE

È una soluzione, che questa mattina è stata data dall'Aula.



FREDIANI Francesca

Sì, diciamo che non concordiamo sulla soluzione proposta, perch rischiamo di affrontare due temi che, a nostro avviso, meritano ben altra attenzione, in modo spezzettato - interrompiamo una discussione e poi la riprendiamo - e in modo non approfondito.
Noi crediamo che la mozione che abbiamo depositato questa mattina meriti sicuramente un'attenzione e un approfondimento che non avrebbe se discussa nell'ultima mezz'ora di Consiglio; e allo stesso modo, la riorganizzazione di Finpiemonte merita un approfondimento e un confronto che in mezz'ora sicuramente non può avere.
In più, solleverei anche il problema che noi avremmo intenzione di depositare degli emendamenti su questo provvedimento e, considerando la programmazione odierna della seduta di Consiglio, riteniamo che si sia arrivati a questo punto in modo un po' troppo affrettato; quindi chiediamo che si possa rimandare il tema alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Voglio solo ricordare che questa mattina l'Aula ha deciso esattamente quello che ho detto.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi ci riconosciamo totalmente nella sua proposta.
L'Aula questa mattina si è impegnata a esaminare gli ordini del giorno sul nucleare: un tema di cui conosciamo la rilevanza, anche se temo che il nostro pronunciamento non condizionerà gli esiti finali su questo argomento; ma i documenti vanno discussi. Abbiamo quindi mezz'ora che possiamo dedicare alla discussione, però abbiamo la necessità di affrontare un altro punto all'o.d.g., la proposta di deliberazione n. 229. L'Assessora è rimasta in Aula e non ci sarà martedì prossimo. Quindi chiedo che perlomeno si incardini per la prima mezz'ora la discussione su Finpiemonte con l'intervento dell'Assessora e, se la trattazione non potrà completarsi vorrà dire che concluderemo martedì prossimo e chiederemo al Presidente o al Vicepresidente della Giunta di farsi carico della sostituzione dell'Assessora.
Io credo però che in mezz'ora, poiché sapevamo tutti cosa si discuteva e l'abbiamo già dibattuto anche in Commissione, si possa licenziare il provvedimento su Finpiemonte. E sono convinto che nella stessa logica nella mezz'ora successiva, potremmo licenziare i due ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo solo che, al di là della programmazione dei lavori - che non fa una grinza rispetto a quello che ha ricordato la Vicepresidente - ci si debba anche confrontare con la situazione del Consiglio. Io penso che per questa mattina, cioè, non ci saremmo attesi comunicazioni così lunghe e pensavamo - o almeno io, personalmente, pensavo - che saremmo arrivati ad affrontare un tema così importante come la delibera su Finpiemonte in un altro momento.
Ora, per essere molto pragmatici e senza voler cercare di fare ostruzionismo verbale, sono le 17. È evidente - insomma, evidente: io credo, ma mi posso sbagliare - che oggi noi non licenzieremo la delibera.
Allora, se oggi noi non licenziamo la delibera, diamo la dignità che merita a un provvedimento come quello che stiamo discutendo, il cui piano finanziario - lo ricordo - è stato presentato più di un anno fa: l'abbiamo discusso molte volte, giustamente e articolatamente, in sede di Commissione. Non mi sembra vi sia la necessità di un pronunciamento affrettato, considerando che nel Consiglio della prossima settimana potremmo affrontare il tema. Tutto qui: si tratta di una questione di buonsenso.
Vi è un aspetto che invece è rilevante rispetto agli atti di indirizzo che spesso - non per motivi che afferiscono alla cattiva volontà, ma per la mancanza di tempo - non trattiamo. Mi pare che utilizzare l'ora che ci manca alla fine del Consiglio per discutere qualche atto di indirizzo sia la soluzione di maggior buonsenso.



PRESIDENTE

Va bene. Ribadisco soltanto quello che è stato deciso questa mattina. È l'Aula che si esprime, quindi mi dica l'Aula come intende agire.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Non potendo fare altro, mi permetto di condividere un'affermazione di buonsenso del collega Vignale. A meno che non fossi distratta, convengo con lei sul fatto che l'Aula abbia individuato nella mozione n. 1119 uno dei punti su cui avremmo discusso oggi pomeriggio: ditemi se ho capito male o se se n'è aggiunta una seconda. È corretto? Non c'era stamattina questa seconda mozione; o sbaglio, Presidente (anzi, Vicepresidente Ruffino, visto che ora sta presiedendo il Presidente)?



PRESIDENTE

Consigliera Porchietto, le chiedo proprio gentilmente perdono e umilmente mi scuso. Però, se c'è già poco tempo e apriamo un dibattito su cosa discutiamo.
L'Aula, da ciò che.



PORCHIETTO Claudia

No, Presidente, mi permetta: visto che i dibattiti magari a volte si aprono lì alla Presidenza in quattro e noi non ne sappiamo nulla, se mi permette intervengo; mi scusi!



PRESIDENTE

Ma su che cosa?



PORCHIETTO Claudia

Questa mattina, quando lei non era in Aula, Presidente.



PRESIDENTE

Ero attento: seguivo.



PORCHIETTO Claudia

Non le sto rimproverando nulla: le stavo solo rammentando alcune cose che sono accadute.



PRESIDENTE

Mi tratti bene, perché sto soffrendo.



PORCHIETTO Claudia

Assolutamente anch'io, quando la vedo soffrire.
La Vicepresidente Ruffino, che presiedeva questa mattina, ha chiesto giustamente se si poteva dibattere la mozione n. 1119, com'era stato richiesto. Adesso scopriamo che di mozione nel frattempo se n'è aggiunta un'altra, che questa mattina non c'era; e ne prendiamo atto. Le mozioni quindi, sono due ed è per quello, dunque, che sono intervenuta. E in più come già diceva il collega Vignale, c'è un tema delicato che è quello di Finpiemonte.
Allora, siccome è da questa mattina che l'o.d.g. cambia - perché, mi scusi, la programmazione era diversa ed è nuovamente cambiata - credo sia una cosa di buonsenso dibattere in modo tranquillo e poi - vedo che sia il Vicepresidente che l'Assessora De Santis sono d'accordo - rimandare il punto su Finpiemonte alla prossima settimana.
Questa è la proposta che facciamo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta, proprio perché riconosce l'importanza che rappresenta la proposta di deliberazione sul piano strategico di attività di Finpiemonte non ha contrarietà ad affrontare in una diversa seduta questo tema. Siccome però martedì prossimo sarà assente per impegni istituzionali assunti l'Assessora De Santis e dal momento che ritengo giusto che il provvedimento venga discusso con la sua presenza, noi chiediamo che il punto venga iscritto all'o.d.g. fra due sedute del Consiglio regionale.


Argomento: Questioni internazionali

Esame mozione n. 1119 presentata da Accossato, Appiano, Barazzotto Chiapello, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Giaccone, Grimaldi, Laus, Monaco Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Sollecitazione al Governo italiano affinché sostenga le risoluzioni ONU di messa al bando di tutte le armi nucleari"; mozione n. 1124 presentata da Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Moral Suasion per l'eliminazione fisica degli ordigni nucleari - il rispetto del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e sensibilizzazione nelle scuole piemontesi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1119, avente ad oggetto "Sollecitazione al Governo italiano affinché sostenga le risoluzioni ONU di messa al bando di tutte le armi nucleari", avente come prima firmataria la Consigliera Accossato, di cui al punto 23) all'o.d.g., cui è stata attratta la mozione n. 1124, avente ad oggetto "Moral Suasion per l'eliminazione fisica degli ordigni nucleari - il rispetto del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e sensibilizzazione nelle scuole piemontesi", avente come primo firmatario il Consigliere Andrissi.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione della mozione n. 1119.



ACCOSSATO Silvana

Grazie della parola.
Prima di illustrare, faccio anche una precisazione rispetto alla richiesta di discussione in data odierna di questa mozione perché, come anche scritto nel testo del documento stesso, questa questione - il tema di avviare i negoziati per un trattato internazionale volto a vietare le armi nucleari - sarà oggetto di trattazione all'Assemblea generale dell'ONU dal 15 giugno al 7 luglio. Siamo al 13 giugno ed ecco perché può essere tempestivo e utile un nostro pronunciamento oggi.
Altra premessa che mi sento di fare è che certamente ho - e credo abbiamo, anche con gli altri firmatari - la consapevolezza che quest'Aula non ha alcuna presunzione di poter influenzare gli atteggiamenti dell'Assemblea dell'ONU; ma può avere l'ambizione di far sapere la nostra posizione al nostro Governo e di chiedere al Presidente della Repubblica un atteggiamento coerente con la storia del nostro Paese e con gli impegni che il nostro Paese ha firmato in passato su questo tema.
La mozione riprende quasi integralmente un appello che sta circolando in questi giorni tra le associazioni pacifiste del territorio piemontese ma credo anche a livello italiano: un appello rivolto al Presidente Mattarella e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Gentiloni, in cui viene sottoposta questa situazione e viene richiesto un impegno dell'Italia in proposito.
Provo a dettagliare, riprendendo ciò che abbiamo anche scritto, ciò che è successo in questi ultimi mesi: il 27 ottobre del 2016, l'ONU l'Assemblea generale dell'ONU si è pronunciata per riprendere questi negoziati, per un trattato internazionale volto a vietare le armi nucleari e questa votazione ha visto 123 Stati votare a favore, ma 38 contro, tra cui anche l'Italia. Un po' inspiegabilmente e - ripeto - in contraddizione con una storia passata diversa del nostro Paese.
Peraltro, il Parlamento europeo aveva approvato, poco prima, una risoluzione su questi temi, che invitava tutti gli Stati membri dell'Unione Europea a partecipare in modo costruttivo ai negoziati dell'ONU, con ben 415 voti a favore del suo Parlamento.
Pertanto, il tema della messa al bando delle armi nucleari è un tema antico sulla scena mondiale, sicuramente riguarda l'impegno delle nazioni nel dopoguerra, dopo la Seconda Guerra Mondiale. È un tema che forse pensavamo anche in qualche modo superato dai fatti, in particolar modo dal trattato sulle armi nucleari, il trattato firmato da Gorbaciov e Reagan nel 1987, il trattato sulle forze nucleari e sull'eliminazione, quindi, dei missili a breve gittata, che ha portato a un superamento della guerra fredda, un superamento della pace ottenuta grazie alle paure reciproche e in nome di una pace, invece, che deve venire da convincimenti profondi di denuclearizzazione e di responsabilità reciproca dei diversi paesi.
In realtà, questa situazione non è superata. Proprio in questi giorni sono stata più attenta, perché sollecitata da questa situazione e da questo allerta che le associazioni pacifiste hanno lanciato, e quindi anche dalla mozione che stavo predisponendo, ma - forse anche altri colleghi l'avranno letto - abbiamo letto in alcuni articoli una ripresa degli armamenti nucleari, una ripresa generalizzata, che vede per esempio la Russia posizionare a Kaliningrad delle testate nucleari rivolte verso Berlino e verso l'Occidente.
Proprio domenica, su La Stampa c'era un articolo che riportava il parere del fondatore del Consiglio per la politica estera e difensiva russa, Karaganov, che disconoscendo questi trent'anni di storia e disconoscendo quindi gli accordi di Gorbaciov e Reagan, proclama il valore delle armi nucleari come unico deterrente per mantenere la pace mondiale.
Quindi, con una capriola o una capovolta direi molto pesante, rispetto alla visione che in questi anni, seppur faticosamente, le istanze pacifiste hanno portato avanti nel nostro mondo.
Ecco, quindi, che questo invito a sostenere le azioni dell'Assemblea Generale dell'ONU diventa forse ancora più cogente, ancora più necessaria e non soltanto un esercizio di retorica o una delle tante azioni dei pacifisti, come esporre la bandiera della pace, che magari è da un po' di tempo (forse un po' troppo) che non esponiamo più sui nostri balconi, ma diventa probabilmente un pronunciamento chiaro su quale pensiamo sia il destino della pace mondiale per i prossimi anni: se lo scenario è quello di una denuclearizzazione, quindi di una messa al bando delle armi nucleari o invece, deve essere davvero il ritorno alla guerra fredda, magari con soggetti in qualche modo diversi sulla platea mondiale, però poi sempre Russia e Stati Uniti abbiamo, con l'Europa che rischia di fare il vaso di coccio in mezzo, e appunto con le paure reciproche come unica arma di difesa per la pace mondiale.
In questo senso, ecco il significato della nostra mozione.
Approfitto anche - vedo che ho qualche minuto - per svolgere un'osservazione, poi saranno anche i colleghi a intervenire rispetto alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, che sicuramente non ci sottraiamo al tema della presenza di testate nucleari nel nostro Paese anche se anch'io politicamente ho superato da tempo l'idea che l'Italia esca dalla NATO; l'ho superato con il PCI già negli anni Settanta, quindi non sono legata.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



ACCOSSATO Silvana

Però ci volevano portare nel Patto di Varsavia.
Scusi, Presidente, se ho interloquito.
Mi rendo anche conto, però, che ci va anche una coerenza tra ciò che noi poniamo, le nostre proposte e quello che poi nei fatti si richiede.
Potremmo forse anche ragionare in un dialogo reciproco su una mia ipotesi personale - ma credo anche di altri firmatari - di emendamento rispetto alla proposta dei colleghi del Movimento 5 Stelle per poterla condividere perché sarebbe anche interessante poter votare entrambe le mozioni.
Per adesso mi fermo qui. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione dell'altra mozione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Allora, io credo che questa vicenda del trattato internazionale sulle armi nucleari stia a indicare che il Governo italiano, effettivamente, non ha una posizione chiara. In Commissione dell'ONU prima vota contro, pur essendo ufficialmente un Paese non nucleare, che aderisce al trattato di non proliferazione nucleare e che perciò non dovrebbe avere sul suo territorio armi nucleari; ma sappiamo che sul territorio italiano vi sono 70 ordigni nucleari, tra Aviano e Ghedi e che queste armi vengono operate infrangendo il trattato di non proliferazione, da militari italiani. Per espresso questo voto negativo in Commissione ONU, all'Assemblea generale ONU del 23 dicembre scorso, inizialmente l'Italia fa sorridere a chi crede che sia importantissimo procedere ad una messa al bando delle armi nucleari, per poi arrivare alla loro eliminazione successiva. Ma questo voto, poi, incomprensibilmente viene modificato e viene praticamente espresso un voto contrario, anche in Assemblea generale.
Praticamente, ci ritroviamo in una situazione paradossale dove lo Stato del Vaticano partecipa alle trattative e lo Stato italiano non partecipa ufficialmente alle trattative per la messa al bando delle armi nucleari sebbene l'Italia sia un Paese non nucleare. E questa è una contraddizione incredibile; ma poi ce n'è un'altra, molto piemontese. In Piemonte vengono assemblati gli F35, che sono cacciabombardieri: sono armi essenzialmente offensive, quindi armi anticostituzionali. Noi le assembliamo e lo facciamo in modo che possano trasportare armi nucleari.
E anche a questo proposito c'è da segnalare un dato molto pesante.
Diceva prima la Consigliera Accossato che i russi hanno direzionato verso Berlino ordigni nucleari. Però ricordiamo che la NATO, recentemente, ha predisposto delle batterie antimissile in Polonia e in Romania, quindi molto vicine al territorio russo. E questo era una cosa che assolutamente non rientrava nei trattati internazionali. Ha quindi innalzato livelli di guardia, ma non solo. La guerra, che una volta poteva essere detta "fredda", adesso sta diventando semifredda. È previsto l'arrivo in Italia e lo dice l'associazione degli scienziati americani - e questa viene definita una proliferazione verticale delle armi nucleari, che è una cosa molto grave, che innalza il livello di pericolosità. Verranno sostituiti 70 ordigni nucleari (le B61) presenti sul territorio italiano a caduta dalle B61-12, che sono ordigni nucleari teleguidati. Sono proprio quelli gli ordigni che possono essere trasportati dagli F35; F35 che non solo sono armi anticostituzionali, per i motivi che dicevo prima, ma sono anche causa di una scelta industriale che sta mettendo in grossa difficoltà la nostra azienda aeronautica, che solo in Piemonte conta circa 3.000 dipendenti.
Quindi, è anche una scelta industriale che ha messo in grave difficoltà tutto il sistema industriale aeronautico italiano, tant'è vero che l'industria italiana non riesce a trovare risorse per investire in un progetto aeronautico civile. Ha mandato a monte l'accordo con la Russia accordo che, prima che si scatenasse questo ritorno di guerra fredda, era stato sottoscritto con la Sukhoi. Nel momento in cui la Russia ha messo un miliardo per il progetto del super jet da 120 posti, l'Italia (Leonardo Finmeccanica) ha venduto le sue quote e il progetto dell'aereo da 100 posti ATR non si riesce a far decollare, perché - leggendo le relazioni di Leonardo Finmeccanica - non si sono volute vendere le quote della MBDA che produce bombe e missili, e quindi viene ritenuta molto più strategica.
Però, se vogliamo dirla tutta, negli ultimi tre anni le esportazioni di armi dell'Italia sono triplicate. Il Governo Renzi ha portato le esportazioni di armi da poco meno di tre miliardi a circa 15 miliardi, e la maggior parte di queste armi vengono vendute laddove ci sono le guerre da anni, e parliamo fondamentalmente del Medio Oriente e del Nord Africa.
Quindi, questo Governo ha puntato sull'esportazione di armi per rilanciare l'economia italiana.
Detto ciò, sarebbe stato importante da parte del Governo italiano fare un passo forte perlomeno per il disarmo nucleare, perché la sicurezza, se non è condivisa, non è sicurezza. E, come dice Papa Francesco, le armi nucleari sono il maggior impedimento alla pace, perché sono un indice di sopraffazione, un indice di potere smisurato che, con una dimostrazione di capacità di violenza e di distruzione, ha questo significato: "Così ti impongo di non attaccarmi". Ma quando hai degli aerei che possono lanciare bombe teleguidate, proprio dirette verso i fortini nucleari, per il cosiddetto first strike nucleare, è ovvio che il livello di attenzione si alza sempre di più. Come diceva la Consigliera Accossato, è per questo motivo che i russi hanno direzionato alcune testate nucleari verso le capitali europee.
Quindi, è una situazione paradossale; ci siamo ritrovati in una situazione che se fosse stata descritta pochi anni fa, avrebbe dell'incredibile.
Detto questo, ci fa piacere che con l'articolo 1 si è presentato questo impegno per la Giunta. Sappiamo però che, dall'altro lato, il Governo ha dimostrato di non volere partecipare a queste importanti trattative.
Comunque chiediamo l'impegno all'Italia di partecipare attivamente nella Conferenza ONU di New York e di farlo in modo sincero e con un atteggiamento politico corretto, visto quanto prevede la nostra Costituzione, cioè la partecipazione ufficiale del Governo italiano a tutte le Conferenze che abbiano l'obiettivo di migliorare la situazione di pace su questo pianeta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Su questo tema, da parte del Gruppo PD c'è un'ampia condivisione per quanto riguarda l'impegno a fare pressione sul Governo italiano affinché si riprenda con forza la presenza al tavolo dei negoziati, ritenendo che problemi come questi vadano affrontati in chiave di politica internazionale.
Riteniamo che la mozione illustrata dalla collega Accossato riprenda in pieno tutti questi passaggi, dall'appello per la messa al bando delle armi nucleari, dall'invito al Governo italiano a riprendere la partecipazione al tavolo dei negoziati, dal ripudio di queste armi e a sollecitare con forza il Governo a sostenere la messa al bando delle armi nucleari. Noi siamo totalmente d'accordo sul fatto che non solo non bisogna favorirne la proliferazione, ma bisogna bandire totalmente il possesso, la costruzione e la realizzazione di nuove armi nucleari.
Ci sembra che anche il dispositivo della mozione sia estremamente vincolante e importante, quando chiede un impegno forte del Presidente della Repubblica a farsi parte attiva nei confronti del Governo affinch vengano messe al bando le armi nucleari.
Abbiamo una non condivisione su qualche passaggio della mozione presentata dal collega Andrissi, per una serie di passaggi che, essendo così categorici, rischiano di non avere alcun effetto e nemmeno la possibilità, per noi, di poterci riconoscere.
Quindi, quando si parla di rimozione immediata, è chiaro che questo è frutto di una ripresa dei negoziati per arrivare a questa rimozione.
Sembrerebbe importante anche per noi poter avere la stessa espressione di voto, che sicuramente è positiva per la mozione n. 1109, ma per poter avere un voto favorevole su quella presentata dal collega Andrissi, andrebbero rivisti ed emendati un paio di passaggi, sicuramente la parte del deliberato.
Se rimane così com'è, noi non esprimeremo voto favorevole sulla mozione del collega Andrissi, perché ci sembra che non colga la complessità di questi passaggi di ripresa di un dialogo internazionale. Per questo motivo se il testo rimane questo, non voteremo in modo favorevole alla mozione presentata dal collega Andrissi.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30 riprende alle ore 17.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1119, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla votazione della mozione presentata dai colleghi del Movimento 5 Stelle.
La parola al Consigliere Andrissi.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Mi scusi, Presidente, il collega Andrissi ci può esporre la modifica?



PRESIDENTE

Il proponente può esporre la modifica?



ANDRISSI Gianpaolo

Il testo modificato lo avete voi.



PRESIDENTE

Allora, viene eliminato "considerato che l'Italia viola in tal modo" fino a "direttamente o indirettamente". Invece, "nel mese di marzo", è stato eliminato "marzo" e scritto "giugno". Poi, anziché "il Consiglio impegna la Giunta", è stato scritto "esprime". Infine, laddove vi è scritto "Si rispetti l'obiettivo conclamato nel Trattato di non proliferazione delle armi nucleari", è stato eliminato "rimuovendo immediatamente" fino a "aeree o navali".
In pratica, nel nuovo testo c'è scritto: "Si rispetti l'obiettivo conclamato del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari", punto.
Il resto è cancellato.
I colleghi del Movimento 5 Stelle hanno tenuto fede agli impegni.



GARIGLIO Davide

Anche "vietando il transito"?



PRESIDENTE

Sì, tutto. E poi sotto: "Siano promosse azioni di informazione e sensibilizzazione nell'opinione pubblica e nelle scuole".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1124 il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
I colleghi Capigruppo sono invitati a recarsi in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.43)



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