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Dettaglio seduta n.23 del 18/11/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 166 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Risorse per affrontare i danni causati dall'emergenza maltempo nel Biellese"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
166, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente. Ovviamente andrò molto velocemente.
L'interrogazione riguarda le risorse per affrontare i danni causati dall'emergenza maltempo nel Biellese che, com'è noto, è stato colpito da questa sorta d'alluvione. Ma vengo alla proposta.
La proposta è inerente alle Comunità montane. Evitando tutto ciò che riguarda il Patto di stabilità, nella speranza che venga sbloccato in relazione agli interventi per calamità, la mia proposta - ed è motivo anche del question time - è riferita alle Comunità montane che dispongono sui propri bilanci dei fondi per gestire i piani di intervento idrogeologico.
Com'è noto, sono fondi che l'ATO destina alle Comunità montane perché esse intervengano sul capitolo del dissesto idrogeologico attraverso i piani concordati. Questi sono piani d'intervento che, come si sa, sono condivisi fra i Comuni che fanno parte della Comunità montana e generalmente con programmazione pluriennale, che però non si riferiscono alle urgenze in interventi straordinari, ma operano ovviamente nell'ordinarietà.
E' qui che va il senso dell'interrogazione. Mi domando perché non sensibilizzare le Comunità montane, i Presidenti e i Sindaci membri in modo formale affinché accantonino i piani precedentemente redatti (quelli che si riferiscono a più anni) e ne prevedano di nuovi, basati sul ripristino delle criticità create da alluvioni. Dato che i danni sono tantissimi e dato che il Biellese è tutto a macchie di leopardo dissestate (moltissimi paesi sono ormai semi isolati), questo potrebbe essere un modo immediato per dare delle risposte certe.
Nel Biellese ci sono tre Comunità montane che dovrebbero essere in liquidazione, ma che poi di fatto continuano a mantenere le funzioni soprattutto i fondi che le finanziano. A questo punto, potrebbero essere utilizzati al meglio. Una di queste, la sola Comunità Tre Valli, che riguarda Mosso, Sessera e Prealpi, si trova con 500.000 euro già accantonati che si riferiscono al 2013; entro fine mese dovrebbe ricevere una cifra simile e, se consideriamo anche il prossimo anno, al quasi milione di euro se ne può aggiungere ancora.
Le altre, la Comunità montana Elvo e la Cervo, più piccole, ricevono un po' meno, ma sempre nell'ordine delle centinaia di miglioria di euro, che in questo momento sarebbero risorse preziosissime.
Se poi consideriamo soltanto i fondi attualmente disponibili nella Valsessera, che nel Biellese è anche la zona più colpita dalle frane e dagli smottamenti, operativamente sarebbe sufficiente realizzare i progetti, andare all'appalto e intervenire: sarebbe una bella risposta di questa Regione. Nella disponibilità, sarebbe spendibile subito e metà verrebbe assegnata a consuntivo dall'ATO. E anche su questo possiamo immaginare che i fondi invece vengano destinati tutti e subito con interventi di indirizzo.
Quali che siano le modalità, è comunque importante che la Regione si esprima per fare in modo che quei fondi vengano usati subito per le emergenze e che eventualmente si possa anche aumentare la percentuale. Lo stato di calamità naturale pare accolto - ce lo dirà poi l'Assessore - così come il Ministro Delrio si è espresso positivamente per il superamento del Patto di Stabilità per i Comuni virtuosi. Mi aspetto dalla Regione quest'ultimo passo non solo per la comunità del Biellese, ovviamente, ma per tutte le comunità del Piemonte colpite.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio il Consigliere Barazzotto per la sua sollecitazione in questo momento di difficoltà. E' un evento alluvionale, questo, a rate: ogni settimana ce n'è un pezzo. Speriamo di essere arrivati alla fine.
In questo momento in cui si stanno contando e valutando i danni che come diceva giustamente il Consigliere Barazzotto, sono distribuiti molto a macchia di leopardo, l'ipotesi di utilizzare i fondi ATO, peraltro da approfondire e da definire, è un'ipotesi che è stata avanzata anche l'altro giorno in Sala Giunta alla costituzione dell'Osservatorio per le riforme istituzionali con i Presidenti delle Province e i rappresentanti dell'ANCI dell'UPI e dell'UNCEM, ed è un tema che può dare una risposta più nel medio periodo che non nell'immediatezza.
Allora, vediamo la norma. La norma sulla legge del servizio idrico integrato prevede che una quota della tariffa che viene pagata dai cittadini debba essere ritornata alle Comunità montane sotto forma di contributo per interventi per la difesa e la tutela dell'assetto idrogeologico del territorio montano. La norma parla di un minimo del 3%.
L'Autorità d'ambito del Biellese e Vercellese lo ha fissato al 4%, altri territori sono al 5%, ma in alcuni casi si arriva fino all'8%. Queste risorse servono per finanziare la manutenzione ordinaria del territorio montano, questo secondo la legge e secondo gli orientamenti delle Autorità di bacino del fiume Po. Quindi si fanno una serie di interventi sulle zone montane proprio per salvaguardare il territorio.
Ciò che bisognerebbe definire sono progetti più consistenti e più articolati e non soltanto interventi puntuali o di manutenzione ordinaria sapendo comunque che per l'emergenza - lo diceva prima il Consigliere Barazzotto e ce l'ha confermato ieri il Sottosegretario Delrio - sta per essere emanato il decreto che riguarda lo stato di calamità, che vuol dire la possibilità di risorse immediate per questo tipo di interventi. Quindi più che risorse di ripristino immediato, questi fondi ATO potrebbero essere, condividendoli col territorio e con le Comunità montane, fondi su progetti di difesa spondale e di sistemazione idrogeologica di medio periodo.
Il suggerimento lanciato oggi dal Consigliere Barazzotto, ma che ripeto - riporta una questione sulla quale si discute in queste settimane è un tema che dovremmo riprendere in considerazione, cercando di ridefinire intanto le procedure per l'erogazione di questi fondi anche alla luce del passaggio da Comunità montane a Unioni montane e individuare, se possibile come suggerito - interventi di somma urgenza, di manutenzione (anche se per quelli probabilmente le risorse ci sono), nonché interventi di sistemazione di medio periodo anche più consistenti sulle frane, sulle strade, sulla viabilità, sui corsi d'acqua.
Ecco, su questo tema sicuramente in una delle prossime sedute della Conferenza regionale dell'ambiente vedremo di trovare anche le strade, con l'accordo dei soggetti titolati, per poter usufruire di queste risorse, al fine di dare risposte il più possibile rapide, puntuali, ma anche organiche ai territori che sono stati colpiti dall'evento alluvionale.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 167 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Provvedimenti per far fronte all'emergenza maltempo nel nord-est del Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 167 presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione è sul solco di quella appena presentata dal collega Barazzotto e riguarda le emergenze che in questi giorni tutti abbiamo potuto osservare e vivere in prima persona e che la Giunta conosce bene, perché anche l'Assessore Balocco nei giorni precedenti ha preso visione personalmente di molte delle zone più colpite.
Gli eventi atmosferici hanno creato situazioni drammatiche in tutto il Piemonte. Nella mia interrogazione mi riferisco in maniera particolare al Piemonte nord-orientale, dove abbiamo visto parecchie frane. Ancora questa mattina abbiamo appreso la notizia di nuove frane che hanno bloccato molti territori. Penso ad Alzo di Pella, dove ci sono persone che hanno dovuto essere evacuate. Penso ad Omegna, dove anche l'ospedale è stato evacuato.
Nel Biellese una persona è addirittura deceduta.
Oltre a tutta questa situazione drammatica e al ragionamento sul dissesto idrogeologico già portato avanti, c'è sicuramente una questione su cui i Sindaci ci chiedono delle informazioni chiare, ovvero chi e come potrà stare loro vicino e, alle comunità dei nostri territori nel post emergenza.
Questo certamente comporta almeno due elementi. Un elemento è legato al coordinamento dei diversi interventi, ma un altro elemento fondamentale è quello delle risorse. Sicuramente i gravi danni a strutture pubbliche e private richiederanno un intervento della Pubblica Amministrazione. I Sindaci stanno già chiedendo un aiuto.
Pertanto, l'interrogazione va proprio in questa direzione e chiede all'Assessorato quali sono le azioni e i percorsi che la Regione intende mettere in pista per dare un sostegno ai sindaci e alle comunità colpite dall'emergenza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Come dicevo, abbiamo subito un evento alluvionale a rate e speriamo che sia l'ultimo, ma si sta ancora facendo la verifica dei danni. Nell'ultimo mese ben quattro volte il territorio regionale è stato interessato in più punti da questi eventi.
Da un lato si sta procedendo al rilevamento dei danni, anche cercando di mettere in fila con una gradualità di interventi le necessità urgenti quelle di medio e quelle di lungo periodo.
C'è stato nella giornata di ieri un incontro con il Sottosegretario Delrio e il Prefetto Gabrielli della Protezione Civile in quel di Alessandria.
Se da un lato abbiamo avuto l'apprezzamento da parte del Sottosegretario per l'azione puntuale e professionale della Protezione Civile del Piemonte, dall'altro ci è stato assicurato che a breve sarà dichiarato lo stato di emergenza, che è il presupposto per poter fare quegli interventi immediati, quelli che vengono chiamati di somma urgenza anche con copertura dei fondi da parte dello Stato.
Peraltro, una parte di questi fondi la Regione Piemonte li ha messi a disposizione, prendendoli dai suoi capitoli. Cinque milioni di euro sono stati messi a disposizione nelle settimane passate e quindi si sta procedendo per questi interventi di prima necessità.
C'è stata anche da parte del Sottosegretario Delrio la rassicurazione ai molti Sindaci del territorio alessandrino sul fatto che questi interventi urgenti verranno coperti anche con finanziamenti statali.
Quindi, in questa fase c'è stato un impegno da parte del Governo.
Domani dovrebbe esserci a Roma un incontro dell'unità di crisi per procedere su questa strada, quindi si stanno completando questi interventi urgenti da parte dei Sindaci e della Protezione Civile.
Si stanno quantificando i danni e bisognerà poi predisporre un piano di attività per interventi nel medio periodo per mettere in sicurezza la viabilità e i corsi d'acqua che sono stati così colpiti in queste ultime settimane.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 171 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Misure urgenti per la pulizia dei fiumi"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 171 presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In relazione anche alle altre interrogazioni fatte precedentemente, la mia era di tipo più generale, perché segue un po' le indicazioni che avevo sostenuto durante le comunicazioni tenute in Aula rispetto alle inondazioni avvenute in Piemonte rispetto anche alla posizione che avevo tenuto nella Commissione, cioè il fatto che non si debbano spendere dei soldi per andare a sistemare con urgenza delle situazioni di danno subite nelle varie zone del Piemonte, quanto invece realizzare al più presto un programma di pulizia dei fiumi, perché gran parte delle esondazioni che viviamo sono anche conseguenza di una cattiva manutenzione degli alvei fluviali.
Quindi, la possibilità che ci possa essere sicuramente un'attività di pulizia di questi alvei attraverso l'utilizzo di personale della Regione come ad esempio i cosiddetti forestali, salvo il fatto poi di andare a realizzare un'analisi complessiva su tutta la Regione rispetto alle quote zero - io le chiamerei così per semplicità - degli alvei dei fiumi, che sono ormai soggetti ad accumulo di materiale lapideo in taluni casi più alto delle stesse sponde.
Quindi, è necessaria un'analisi complessiva e un piano generale per l'intero Piemonte, che potrebbe essere anche fonte di utili e di introiti da parte della Regione stessa, andando ad individuare la bonifica chiamiamola così, con un termine un po' improprio - di questi alvei con l'esportazione del materiale lapideo che, oltre tutto, è un materiale veramente eccezionale dal punto di vista dell'utilizzo dello stesso nell'ambito dei calcestruzzi. Questo era l'oggetto dell'interrogazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Distinguerei l'interrogazione, che è articolata e complessa, in due parti.
La prima parte è relativa al materiale vegetale, quindi agli alberi e alla pulizia dei corsi d'acqua. Già sono stati impiegati e continuano ad essere impiegati gli operai forestali. Già sono stati fatti e si continueranno a fare, anche con ordinanze dei Sindaci, degli interventi di pulizia attraverso le squadre della Protezione Civile.
Noi abbiamo voluto, proprio nei mesi passati, ricordare i vent'anni dall'alluvione del 1994, non solo commemorando, ma facendo.
Quindi, in molti corsi d'acqua - anche quelli minori - è stata fatta la pulizia e la stanno facendo ancora adesso i Sindaci con i loro gruppi di Protezione Civile, ma vorremmo sistematicizzare quest'intervento.
Poiché la pulizia degli alvei, o meglio il legname che se ne pu ricavare non è economicamente interessante per chi fa attività di esbosco bisogna trovare delle forme alternative, come possono essere le esercitazioni della Protezione Civile, che mentre si esercita fa prevenzione. Per quanto riguarda il legname, negli anni passati sono stati fatti interventi per semplificare la possibilità di asportazione del materiale. C'è, quindi, un iter ormai semplificato.
Quello che si vorrebbe fare adesso è una specie di "istruzioni per l'uso"; una comunicazione ai Sindaci dicendo: "Se avete da pulire questo rio o quell'altro, il percorso da seguire è questo ed è semplificato".
Praticamente una circolare esplicativa.
Sul materiale litoide, tolti i corsi d'acqua privati o i canali, per quanto riguarda i corsi pubblici è possibile, già oggi, un asporto di una quantità limitata: nei corsi d'acqua di seconda categoria si arriva fino a 20 mila metri cubi e in quelli di livello inferiore a 10 mila metri cubi.
La parte più complicata è pensare ad un piano d'alveo che coinvolga l'Autorità di Bacino, l'AIPO e la Regione, quindi fare un piano dei sedimenti più strutturato. Su questo occorrerà lavorare, proprio per evitare quello che si vede e che ci viene segnalato da molti cittadini: gli isolotti, le emergenze, il materiale depositato che è superiore al livello normale dell'alveo fluviale.
Su questo bisognerà intervenire, ma riguarda solo i bacini più grandi e soprattutto nella parte a valle, dove, terminata la parte di erosione c'è la fase di sedimentazione, cioè la fase di rilascio del materiale litoide.
Su questo dovremmo interrogarci per cercare di fare, abbinando la pulizia della massa vegetale con l'asportazione dei depositi degli isolotti, la pulizia dei corsi d'acqua, tenendo conto del fatto che il corso d'acqua ha bisogno di avere un letto che sia sufficientemente ampio per potersi muovere, fare i suoi percorsi ed anche, attraverso un movimento sinuoso, ridurre la velocità e, quindi, la capacità di erosione.
In questo ambito si continuerà a lavorare, anche cercando di definire con gli Enti superiori, in particolare con l'Autorità di Bacino, detto piano di gestione dei sedimenti, che può essere fatto - questo è il suggerimento ed è quello che si utilizzava nel passato - attraverso la compensazione, alla ditta che si occupa di questo intervento, del recupero del materiale. Poi occorrerà discutere se un terzo di materiale recuperato e due terzi lasciati lì, oppure due terzi recuperato. Sono temi che vanno affrontati in un'ottica più generale, che andremo ad affrontare con l'AIPO e con le realtà che hanno competenza in materia.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 168 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Servizio ferroviario presso la stazione Frugarolo Boscomarengo, nel Comune di Frugarolo "


PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 168, presentata dal Consigliere Ravetti.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Utilizzerò anche meno del tempo a mia disposizione.
Vorrei chiedere all'Assessore l'orientamento dell'attuale Giunta in merito al servizio ferroviario presso la stazione di Frugarolo e Boscomarengo, un problema sorto circa 18 mesi fa. Stiamo parlando di mobilità su ferro; di diritti degli studenti e di mobilità dei lavoratori.
E' un collegamento particolarmente utilizzato dai familiari anziani delle strutture ospedaliere alessandrine.
Siamo passati, con scelte della Giunta precedente, da 40 a 16 fermate in quella stazione.
I Sindaci di Boscomarengo e Frugarolo, ma anche Sindaci di Comuni ancora più piccoli lì attorno, insieme ad un sobrio e moderato Comitato che spontaneamente è sorto negli ultimi mesi, si domandano quali prospettive ci saranno per il futuro e come la Regione Piemonte, rispetto alla necessità di allocare diversamente le risorse che sono inferiori rispetto al passato e rispetto ad un progetto di riorganizzazione complessiva della rete ferroviaria, intenderà atteggiarsi.



PRESIDENTE

Prego, Assessore.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Il sistema è stato rivisto, come lei già citava, a partire dal dicembre 2012, ancora a fine 2013, un po' su tutto il sistema ferroviario locale regionale piemontese.
E' un sistema che ha una sua razionalità, ma certamente necessita di alcune rivisitazioni, in particolare proprio sul tema delle fermate, oltre ovviamente a tutto il discorso che riguarda il tema del rendere più efficiente ed efficace il sistema ferroviario gestito oggi da Trenitalia che in alcuni casi - lo stiamo verificando anche con il portale da poco attuato, che raccoglie tutte le segnalazioni di disservizi - problemi ce ne sono sicuramente molti, in parte dovuti all'organizzazione del sistema, e in buona parte dovuti da alcuni problemi di natura strutturale.
Per quanto riguarda le fermate su Frugarolo, la questione è sicuramente all'attenzione dell'Assessorato. Ci sono già stati interventi di modifica dell'orario rispetto a quello precedentemente definito. Intanto, abbiamo questo cadenzamento bi-orario sulla tratta Alessandria-Arquata, che poi ovviamente si collega al sistema ferroviario metropolitano da Asti verso Torino, quindi una certa frequenza è già prevista.
Già nel cambio orario del 15 dicembre 2013, al treno 10438 di Novi, che parte da Novi alle 6.24, è stata prevista la fermata a Frugarolo alle 6.32 con arrivo a Torino alle 7.45.
Successivamente, dal 3 febbraio 2014, il treno 10445, in partenza da Torino Porta Nuova alle 17.45 con termine corsa ad Alessandria, è stato prolungato fino a Novi, ed è stata assegnata anche la fermata di Frugarolo alle 18.58.
A seguito di un incontro a Frugarolo con l'amministrazione comunale e con i pendolari, è stata effettuata una modifica, dal cambio orario del 15 giugno: il treno 10442, che inizialmente aveva origine corsa ad Alessandria alle 7.18, con arrivo a Torino Porta Nuova alle 8.20, è stato arretrato in partenza da Novi, ed è stata assegnata la fermata di Frugarolo alle 7.07.
In questo modo si è realizzata la seconda relazione diretta in flusso verso Torino al mattino.
Per quanto riguarda la direzione opposta, cioè verso Genova attualmente da Frugarolo, partendo alle 6.57, si arriva a Genova, senza interscambio, alle ore 8.00. Inoltre, è stato effettuato, sempre con decorrenza dal 15 giugno, il posticipo del treno 6109 da Alessandria, che parte alle 6.12, si ferma a Frugarolo alle ore 6.21 e poi ad Arquata alle 6.39, prevedendo una coincidenza più congrua ad Arquata, con il treno regionale veloce 2501 e realizzando così la seconda relazione con arrivo a Genova per le ore 7.30.
E' un sistema cadenzato, che è una scelta direi reversibile: è una formula che dà dei vantaggi all'utenza perché, in qualche modo, viene memorizzato il flusso dei treni, ma è anche un sistema per rendere più organizzato il sistema ferroviario, quindi, alla fine, è anche più economico.
Il sistema ferroviario cadenzato è una struttura rigida, che non permette di apportare modifiche né all'orario dei singoli treni (ad eccezione dei collegamenti "di rinforzo" - qui sono anche previsti - e dei collegamenti d'inizio e fine servizio su cui è possibile una maggiore flessibilità), né ai singoli sistemi, senza scadenzare l'intero impianto vigente. Purtroppo, il volume dei traffici e la complessità degli orari non permette di realizzare ed ottimizzare tutte le coincidenze, verso tutte le direzioni, in tutti i nodi di interscambio.
Nella progettazione del servizio, quando si è resa obbligatoria una scelta, sono state privilegiate le relazioni a maggiore domanda.
Al riguardo si fa presente che dalle frequentazioni di novembre 2012 è il dato che abbiamo sui flussi precedenti - sulla direttrice Torino Arquata nella stazione di Frugarolo-Boscomarengo sono state rilevate le seguenti movimentazioni di passeggeri: Stazione |Media |Media |N* treni |Media di |Passeggeri |Passeggeri |al giorno |passeggeri per Frugarolo |Saliti |Discesi | |treno circa lunedì-vene|157 |196 |33 |10 rdì sabato |100 | 90 |29 |6,5 festivi | 55 | 50 |21 |5



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

E' chiaro che con questi numeri diventa difficile cadenzare in modo più frequente, altrimenti si finisce inevitabilmente, aumentando le fermate, di rallentare il flusso sulle linee principali, quindi, in particolare, il collegamento tra le stazioni con maggiore flusso.
Ciò non toglie che siamo consapevoli della necessità di approfondimenti, in particolare su questa linea.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 169 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Necessario capire cosa non ha funzionato nel caso di Varisella prima di effettuare un riordino della sanità"

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 170 presentata dal Consigliere Pichetto Fratin, inerente a "Tragedia sanitaria nel Torinese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 169, presentata dal Consigliere Marrone, e dell'interrogazione n. 170, presentata dal Consigliere Pichetto Fratin, che vertono sullo stesso argomento.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 169.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Credo che tutti possano dare atto a questa opposizione che non c'è stata alcuna volontà di strumentalizzare il drammatico incidente domestico di questo fine settimana occorso ad una giovane donna, che viveva in Varisella e che aspettava anche una bambina, e il decesso che ne è conseguito. Però, si è ritenuto opportuno chiedere un approfondimento su come si siano svolte nel dettaglio le dinamiche, anche alla luce delle notizie in un certo senso contraddittorie rispetto a quanto riferito in merito dai diversi protagonisti delle strutture (118 e ospedali).
Questo lo chiediamo per evitare in futuro anche solo l'eventuale rischio del ripetersi di una simile tragedia. Inoltre, riteniamo importante, in una fase di riordino sanitario, quale quello attuale, che indubitabilmente, già sappiamo passerà attraverso una riduzione delle strutture (quindi, taglio di DEA e chiusura di presidi ospedalieri), che si sia verificata una vicenda di difficoltà legata al trasporto della paziente nelle strutture o, comunque, di mantenimento in vita della paziente stessa nel corso del trasferimento, a causa della recisione dell'arteria. Poi, c'è stata anche - chiaramente riferisco sempre quanto è stato scritto sui media una difficoltà di individuazione dell'hub in cui fossero disponibili i vascolari specialisti da impiegare su un caso grave come questo, tanto che da un'iniziale opzione tra Molinette e Giovanni Bosco, ricordo che si è optato per un'ambulanza sul Mauriziano.
La volontà è di comprendere quanto è successo perché - lo dico sinceramente - emergono forti preoccupazioni, alla luce anche solo delle anticipazioni che abbiamo sul riordino della sanità, nella misura in cui la stessa Giunta ci ha anticipato di doverci ridurre a tollerare zone disagiate per le quali, secondo anche le slide che ci ha fornito, c'è una distanza di oltre 60 minuti da un pronto soccorso e di 90 minuti da un hub o da uno spoke di quadrante di riferimento.
Ricordo che Varisella è, tutto sommato, nella zona di Lanzo: lì c'è il dibattito sulla sorte del presidio di Lanzo rispetto a quello di Ciriè.
Così come attenderci zone disagiate a Cuorgné, Susa, Ceva e Ovada sicuramente, amplifica le preoccupazioni, perché - chiudo - se è vero che si deve razionalizzare la sanità e puntare sui centri di eccellenza occorre anche garantire che i pazienti, soprattutto quelli più gravi arrivino in vita nelle strutture, affinché gli specialisti possano intervenire, pertanto è necessario che non ci siano difficoltà e disguidi nell'individuazione della struttura che deve accoglierli.
Nessuno vuole attaccare la Regione rispetto a responsabilità, che sono tutte da approfondire. C'è un'inchiesta penale in corso, quindi sarebbe anche sbagliato anticipare i giudizi; però, è anche vero che la Regione deve capire cosa non ha funzionato, affinché impedire che accada in futuro rispetto ad una sanità sempre più razionalizzata, cioè tagliata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 170, che verte sullo stesso argomento.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il collega Marrone ha già illustrato il tema.
La richiesta contenuta nella nostra interrogazione a risposta immediata è di conoscere quali sono gli elementi, ferma restando l'inchiesta che verrà svolta, ad oggi in possesso dell'Assessore a seguito del tragico fatto che, purtroppo, si è verificato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta alle interrogazioni.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Pichetto è stato preciso e asettico nell'esprimere una giusta richiesta; il collega Marrone, invece, ha voluto parlare anche di altro. Questo, evidentemente, ognuno lo può fare, ma si tratta di questioni diverse.
Vedo che c'è una ripetizione su alcuni concetti. Lo dico soltanto perché non stiamo parlando della chiusura di Lanzo e non stiamo parlando della chiusura di ospedali, stiamo rafforzando il sistema dell'emergenza però questo è un tema che poi discuteremo a parte. Credo che, di fronte ad un incidente, sia meglio parlare della vicenda in questione, altrimenti si rischia di utilizzare tutto e il contrario di tutto.
Venendo alla vicenda oggetto delle due interrogazioni, i media hanno rilevato delle incongruenze in termini di tempo e, soprattutto, in termini di scelta per quanto riguarda il soccorso.
Io ho chiesto al dottor Moirano, Direttore generale della sanità, di fornirmi una relazione - vi leggerò le parti salienti; poi, evidentemente è a disposizione di tutti i Consiglieri - che è frutto delle relazioni fornite non soltanto dal 118, ma anche dall'Ospedale di Ciriè e dall'Ospedale Mauriziano.
In questa relazione, alla quale credo - è chiaro che la Magistratura deciderà se ci sono responsabilità - sulla base delle informazioni fornite che sono confermate attraverso i rapporti - il servizio 118, come voi sapete, è soggetto ad una serie di protocolli anche per quanto riguarda le chiamate e le telefonate in genere - si comunica che il 14 novembre, alle ore 14.43, è giunta alla centrale operativa 118 la richiesta di soccorso per questo incidente domestico, obiettivamente grave. Il taglio dell'arteria femorale è uno degli incidenti peggiori che possa esistere nel senso che nel giro di poco tempo c'è un dissanguamento completo.
A questa chiamata, evidentemente, viene assegnato un codice di criticità rosso. Viene allertato il mezzo di soccorso, che parte alle 14.46 dalla Croce Rossa di Lanzo per il target e alle ore 15.02 giunge a Varisella, in Via Monte Lera, al civico 47.
Il mezzo, che aveva le professionalità adeguate, ha proceduto immediatamente ad una prima valutazione e al trattamento del paziente, e stante la gravità della situazione, è stato richiesto l'elisoccorso.
In quel momento, l'elisoccorso era in fase di avvicinamento verso la Base Operativa di Torino Aeritalia, in rientro da una missione precedente presso il Comune di Castellamonte. Procedono al rifornimento del carburante e pochi minuti dopo avviene il decollo per Varisella (ore 15.14).
Alle ore 15.24 giunge a Varisella, nei pressi dell'obiettivo, e l'equipe viene condotta nell'abitazione con l'ambulanza 015.
A seguito di una prima valutazione e trattamento, l'equipe dell'elisoccorso contatta immediatamente, per la competenza ospedaliera l'ospedale Molinette, raggiungibile in 14-15 minuti di volo. In questa fase, la paziente è in uno stato clinico di periarresto e nell'intervallo di tempo intercorso prima del decollo la paziente ha due arresti cardiaci con ritmo di presentazione PEA.
In considerazione dell'elevata instabilità clinica della paziente e della cospicua perdita ematica rilevata sul posto, si stabilisce la necessità di appoggio presso il DEA di I livello di Ciriè (a tre minuti di volo) per rianimazione volemica con trasfusione ed eventuale primo clampaggio chirurgico di emergenza della lesione vascolare.
Alle ore 15.59 arriva quindi a Ciriè e alle ore 17.10 si mette a disposizione un altro mezzo medicalizzato e assistito di Ciriè per il trasporto, con medico ospedaliero, presso l'ospedale Mauriziano di Torino con arrivo alle ore 17.45.
Occorre ricordare che il protocollo di assegnazione agli ospedali delle urgenze vascolari, in funzione dal 1996, prevede, come routine, che venga contattato telefonicamente da parte della Centrale 118 l'ospedale della divisione di chirurgia vascolare di turno quel giorno (nel caso specifico le Molinette). Qualora l'ospedale di turno - nel caso specifico, appunto le Molinette - fosse impegnato, si contatta, sempre in base al protocollo l'ospedale Giovanni Bosco; se anche quest'ultimo è impegnato, si contatta il Mauriziano, il tutto telefonicamente e in tempo reale.
Il Mauriziano si è reso disponibile e quindi la paziente è stata inviata presso quel presidio.
A titolo informativo, se anche il Mauriziano avesse avuto le risorse impegnate, il protocollo prevede che il paziente vada comunque alle Molinette, che si era infatti reso disponibile se non vi fosse stata altra struttura, come da protocollo.
Questo è quanto avviene normalmente per le urgenze vascolari. Il protocollo è questo.
La paziente, quindi, è giunta al Mauriziano. In ogni caso, non è che per la scelta si è perso del tempo: mentre era in corso l'intervento a Ciriè, è stato scelto l'ospedale dove avrebbe potuto ricevere immediatamente una risposta, perché in quel momento era a disposizione una chirurgia vascolare.
Alle 18.20 la paziente è stata portata in sala operatoria. Alle 18.30 è iniziato l'intervento - qui c'è un'indicazione molto puntuale e precisa sullo stato clinico della paziente - ed è terminato alle 00.56. La situazione è deteriorata e la signora è morta, ahimè, alle ore 01.18.
Da questa ricostruzione, che evidentemente è il frutto dell'assemblaggio delle relazioni che ci sono state fornite dal 118 dall'ospedale di Ciriè e dall'ospedale Mauriziano, mi pare che non si sia perso tempo; complessivamente, mi pare che la macchina dell'emergenza del 118 abbia funzionato bene.
I tempi sono stati brevissimi e anche la scelta di intervenire immediatamente all'ospedale di Ciriè per effettuare le trasfusioni, vista la situazione particolare, mi pare che abbia una sua logica.
Non ho altro da aggiungere, se non fornire queste informazioni. È chiaro che la Procura indagherà e se emergeranno delle responsabilità non si potrà che intervenire. Ma stante questa relazione, il quadro è preciso: il sistema ha funzionato. Tutto ciò ci conferma sempre di più che il nostro sistema del 118 deve essere diffuso su tutto il territorio con questa procedura. Prima, come avete sentito, è intervenuta l'autoambulanza attrezzata, immediatamente; dopo aver iniziato il trattamento, vista la gravità della situazione, è arrivato l'elisoccorso ed è iniziato il percorso attraverso l'elisoccorso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 172 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Proposta di revisione della rete ospedaliera tramite delibera di Giunta regionale: riorganizzazione area Piemonte sud-est"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 172, presentata dal Consigliere Mighetti, che la illustra.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Tra le varie interrogazioni a risposta immediata che abbiamo presentato questa settimana vogliamo porre l'attenzione su quello che è stato il dibattito e comunque la presentazione di questa revisione avvenuta nei giorni scorsi.
Nella mia interrogazione pongo l'accento su quello che è il piano relativo al basso Piemonte, al sud-est piemontese, in particolare nel quadrante Asti-Alessandria.
In questa zona abbiamo potuto apprendere che saranno declassati sostanzialmente il DEA di Acqui Terme e il DEA di Tortona-Novi sarà portato completamente sull'ospedale di Novi Ligure.
Dall'altra parte abbiamo visto come nella zona del basso astigiano l'ospedale di Nizza Monferrato sarà sostanzialmente dismesso e la nuova struttura sarà in attesa di rivisitazione dal punto di vista dell'utilizzo sanitario.
Ci chiediamo, dunque, che cosa rimarrà dei reparti attualmente collocati nei vari ospedali e che cosa comporterà lo spostamento dal doppio centro di Tortona-Novi al centro unico di Novi del DEA, sia in termini di reparti, sia in termini logistici. Soprattutto, ci chiediamo come siano state operate queste scelte di preferenza del DEA di Novi Ligure rispetto a Tortona, scelta logistica che premia l'ospedale di Novi e non quello di Tortona, che, in realtà, è l'ultimo presidio prima della Lombardia, che, va da sé, può causare dei "movimenti migratori" dei malati verso la Lombardia per cui andremo a pagare i costi salati della sanità lombarda.
Da ultimo, vorrei anche capire le scelte fatte sull'ospedale di Ovada che, in contrapposizione a quello di Nizza Monferrato, è stato classificato come ospedale in zona disagiata. Ricordo che Ovada dista, in termini di percorrenza, circa 30 minuti da Alessandria, 25 da Acqui Terme e 25 da Novi. I territori ad est di Ovada convergono su Novi e hanno tempi di percorrenza minori, mentre quelli a ovest convergono su Acqui Terme e hanno tempi di percorrenza minori. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Questa mattina è stato deciso di fornire un'informazione per quanto riguarda la riorganizzazione della rete ospedaliera dopo la decisione e la valutazione da parte della Giunta, in modo da avere un punto fermo.
Queste interrogazioni ripropongono il problema, quindi non posso che ripetere qui ciò che ho avuto modo di indicare in Commissione, nel senso che non si tratta di una novità. Abbiamo discusso lungamente, ci sono opinioni diverse, ma rinviando la comunicazione alla prossima seduta del Consiglio, quindi dopo la delibera della Giunta che avverrà domani, posso soltanto ripetere qui quello che il Consigliere ha detto e letto, quindi questo sta a dimostrare che non è vero che non sono state date le informazioni.
Il Consigliere Mighetti ha parlato puntualmente di un'ipotesi che è stata formulata in Commissione. Non ho nulla da aggiungere, se non una riflessione: il contenuto delle scelte che sono state fatte, e che saranno fatte, non è basato su discrezionalità. Posso garantire che c'è coerenza non con un ipotetico mondo che verrà un giorno, ma con la situazione attuale, soprattutto sulla base di alcune decisioni che sono state assunte non molto tempo fa relativamente ad Acqui e a Tortona per quanto riguarda ad esempio, il punto nascite che è stato chiuso in questi due presidi.
Il dibattito di questi giorni ma, soprattutto, l'incontro che ho avuto ieri con alcuni Sindaci, mi permette di aggiungere, alle cose già dette in Commissione e che riterrei inopportuno ripetere anche perché le ha ribadite il Consigliere Mighetti, che ci sia una necessità, su quel territorio, in termini di offerta ospedaliera; un'offerta molto articolata, e non sempre coerente, se pensiamo a qual era la situazione dell'ospedale di Valenza non molto tempo fa.
Immaginare, come qualcuno sostiene, che oltre l'ospedale di Casale e l'ospedale di Novi anche l'ospedale di Acqui e l'ospedale di Tortona possano diventare un DEA di primo livello, certo, questo si può anche dire ma su 400 mila abitanti immaginare quattro DEA che dovrebbero avere - ma per questioni anche di emergenza che non sono state indicate nell'interrogazione precedente - un DEA di primo livello che dovrebbe avere un bacino di utenza di 150-300 mila abitanti, non ci stanno proprio.
La scelta compiuta è una scelta basata su un hub importante, che è quello dell'ospedale di Alessandria, su due DEA di primo livello, su due ospedali di territorio. Sull'ospedale di territorio c'è da aggiungere che rispetto ad alcune semplificazioni o una vulgata diffusa da un dibattito politico e da un confronto di carattere politico (tutti, e viene detto in tutte le parti, quindi vale anche per le cose che dirò dopo) non sono e non saranno ospedali residuali rispetto all'altra organizzazione ospedaliera.
E' chiaro che si può anche preferire non avere le informazioni, oppure ignorarle, ma credo che il Patto per la salute dice chiaramente che l'ospedale di territorio deve avere, in modo obbligatorio, reparto di medicina interna, chirurgia generale, ortopedia, traumatologia, anestesia posti letto di osservazione e breve intensiva, servizi da radiologia laboratorio, emoteca, e può avere altre specialità che non sono direttamente collegate ai DEA di primo livello per le questioni di emergenza e di sicurezza indicate nell'intervento precedente.
Gli ospedali di territorio non sono quello che oggi sono, cioè residuali. Nella nostra riorganizzazione, nella scelta che compieremo domani, verrà espressamente indicato - cosa che ho detto in Commissione e che non si vuole proprio intendere - che gli ospedali di territorio saranno rafforzati, saranno delle strutture che, insieme agli ospedali in zone disagiate, saranno in grado di garantire sicurezza, certezza, per alcune specialità, alla popolazione della regione Piemonte.
Questa organizzazione, collegata ad un'efficiente organizzazione che abbia migliorato il 118, è quello che può garantire quella sicurezza fondamentale per i cittadini.
Questo è quello che mi pare utile dire. Non si tratta di un abbandono del territorio come qualcuno vuol far credere, non si sta abbandonando quel territorio. Come non si abbandonano altri territori. C'è, anzi, la necessità di un'organizzazione ospedaliera diversa per garantire quelle certezze e sicurezze che, in base ai problemi che ha un paziente, ci si rivolge nella struttura più attrezzata.
Continuare a raccontare di fare di ogni ospedale un DEA, di farne un hub, non ci sta. Possiamo anche dire cose simili, ma sul piano della logica, soprattutto chi ha competenze e senso politico come ce l'ha sicuramente il Gruppo del Movimento 5 Stelle, sa che immaginare soluzioni di questo tipo non avrebbe senso, a meno che il Movimento 5 Stelle oggi non sia in grado di dirci che non va bene Acqui e Tortona, che Acqui e Tortona devono diventare DEA di primo livello e che ritengono che Casale e Novi possano diventare ospedali di territorio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 173 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Proposta di revisione della rete ospedaliera tramite delibera di Giunta regionale: riorganizzazione area Piemonte nord-est "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 173, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono tre interrogazioni molto simili, come avrà avuto modo di vedere l'Assessore Saitta. Sono state scritte in fretta e furia ieri mattina dopo la Commissione sanità, quando siamo venuti a conoscenza che oggi non avremmo avuto il dibattito sulle comunicazioni in merito alla revisione della rete ospedaliera.
Capirà, quindi, che questi sono anche gli strumenti che ci sono dati ad oggi per intervenire sul tema, quindi spero che l'Assessore voglia rispondere sul tema senza fare valutazioni politiche su Gruppi consiliari di competenze e di buon senso che, comunque, ci ha riconosciuto.
Anche noi riconosciamo competenze ad una Giunta anche perché con la Giunta collaborano i funzionari, i direttori degli assessorati ecc e non vogliamo discutere in un question time sulla presenza o meno di buon senso di una parte politica o l'altra.
In merito a quanto richiesto con quest'interrogazione noi abbiamo fatto un'analisi partendo dai dati. I dati degli abitanti, così come nel quadrante di cui si è occupato il Consigliere Mighetti, sono 660 mila.
Sommando la provincia di Alessandria e quella di Asti - il quadrante nord sono circa 800 mila. Nei documenti dei verbali del Tavolo Massicci si utilizza la popolazione pesata, che è una popolazione tendenzialmente maggiore. Infatti, per il quadrante sud-est è 732 mila abitanti, per il quadrante nord-est 930 mila.
Facendo una semplice suddivisione noi abbiamo preso il parametro più basso, non abbiamo diviso per 330 mila abitanti perché sappiamo che un ospedale spoke, sede di dati di primo livello, ha un bacino di utenza tra 150-300 mila abitanti. Come ci stava precedentemente la presenza di due DEA su un ospedale unico plurisede, quindi una conformazione particolare che prevede la presenza di un solo direttore di struttura, quindi una struttura plurisede, sia per Novi e Tortona che per Domodossola e Verbania, volevamo capire come è stato fatto questo calcolo che prevede la soppressione di una delle due sedi, non delle due strutture.
In Commissione abbiamo scoperto che, secondo informazioni - immagino del Direttore Mirano, che è sicuramente molto più addentro in AGENAS (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), sia di me sia di lei, gli ospedali hub, sede di DEA di secondo livello, vengono anche considerati sede di DEA di primo livello, con un'interpretazione su cui francamente non posso dare un parere, perché - come ho già avuto modo di dirle - non abbiamo la documentazione e i verbali, se non mesi dopo, quindi non possiamo fare altro che un atto di fede su quanto ci viene detto.
Capirà che è difficile, da parte di un'opposizione, fare un atto di fede su una dichiarazione verbale di una maggioranza. Noi avevamo sempre capito che gli hub fossero ospedali e contassero per il numero di hub in una realtà, e che gli spoke fossero ospedali e contassero per gli spoke presenti nella realtà piemontese.
Su questo, c'è già una prima valutazione che ci porta su binari diversi.
Vado alla domanda dell'interrogazione, che chiede le stesse cose che ha già sentito dal Consigliere Mighetti, riguardo al quadrante nord-est.
Chiediamo di capire come avverrà la riorganizzazione e dove andranno le discipline, le strutture, i reparti che subiranno necessariamente una trasmigrazione. E' stato detto più volte che i Punti Nascita vanno dove c'è un DEA di primo livello, quindi, se per Novi e Tortona la situazione è già delineata - più o meno, dirà qualcuno, maliziosamente - nella precedente legislatura, per Domodossola e Verbania non è così, nel senso che Domodossola, che dovrebbe essere stato scelto come sede di DEA di primo livello, non ha il Punto Nascita.
Queste sono le richieste che facciamo e faremo anche domani in Commissione: le strutture come la cardiologia, l'ortopedia, la traumatologia, la neurologia e le altre strutture, vanno dove ci sono ospedali sede di DEA di primo livello? Chiediamo di capire, cioè, come avviene la ristrutturazione e non solo la presenza dei vari nomi (spoke hub, spoke territorio), che certamente interessano, ma interessa soprattutto capire se c'è una trasmigrazione - e chiudo, Presidente - dei reparti, con i relativi costi e le relative strutture di eccellenza o meno.
Questa è la domanda che poniamo. Speriamo che domani in Commissione si possa discutere veramente della delibera che approverete domani, perch penso che non ci sarà un ulteriore rinvio, altrimenti ne perderebbe di credibilità la stessa Giunta. Si rinviano punti sicuramente molto meno importanti, perché spero che domani, Assessore Saitta, non ci si trovi a discutere della riforma del CORESA, pur essendo un tema fondamentale, ma ritengo che domani dovremo discutere - visto che oggi non l'abbiamo potuto fare o non l'avete voluto fare - la revisione della rete ospedaliera.
Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo che avete tre minuti, ma siamo quasi alla fine, quindi non l'ho interrotta, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non ho capito bene, ma mi pare che alla Conferenza dei Capigruppo almeno, il Presidente Laus mi ha riferito così - sia stato stabilito che la comunicazione sarà fatta in una seduta del Consiglio regionale, la prossima seduta o una seduta organizzata appositamente.
Ma vengo al merito della questione affrontata, riguardante la problematica Verbania-Domodossola.
Ringrazio il Consigliere Bono, perché offre la possibilità di riprendere un tema che abbiamo ripetutamente approfondito in Commissione e mi permette di informare tutto il Consiglio. Diventa complicato e difficile rispondere ad un'interrogazione senza poter aprire un'interlocuzione con chi ha presentato l'interrogazione stessa.
Come i colleghi sanno, su questa vicenda il tema è chiaro: in quel territorio, dal punto di vista della popolazione, è possibile avere solo un DEA di primo livello e un ospedale di territorio. Questo è un fatto numerico, non un'opinione. Ritenere che ce ne possano essere due è assolutamente sbagliato, perché non c'è posto per due. Poiché è stato detto che ce ne stanno due (non mi riferisco all'interrogazione), rispondo che non è assolutamente possibile: sarebbe uno spreco di denaro pubblico e vorrebbe dire non tenere conto di quella realtà.
La proposta che noi abbiamo fatto (un DEA e un ospedale di territorio) significa, complessivamente, che quel territorio ha un'offerta sanitaria superiore rispetto a quella attuale, perché in futuro avrà delle specialità che oggi non ha. In quel territorio, cioè, per motivi diversi, che risalgono a tanto tempo fa, non avendo mai affrontato la questione vera di una certa gerarchia ed un certo ruolo degli ospedali, si è ricorso a uno stratagemma dicendo: "Erano ospedali riuniti, Verbania-Domodossola", e questo non ha permesso di guardare la situazione vera della produzione di due ospedali.
Quando ho iniziato ad occuparmi di questa materia, ho chiesto i dati di produzione e ho ricevuto i dati di produzione degli ospedali riuniti, dove non si capiva nulla e dove la produzione era molto alta. Guardando la produzione ospedale per ospedale, la situazione è diversa. Si sono sommate due debolezze, come è capitato con Tortona e Novi, o come avviene alle Molinette (ne parleremo quando ci sarà la comunicazione), dove, per motivi diversi, quasi contrapposti, guardando complessivamente il numero - magari alto - di alcuni interventi, se uno fosse cieco arriverebbe alla conclusione dicendo "siccome alle Molinette gli interventi sono tanti, non si tocca nulla", e non si guarda, invece, quanti interventi vengono fatti reparto per reparto.
Pertanto, adotteremo un criterio unico, cioè la produzione vera all'interno di ogni struttura. Non è più possibile - perché sarebbe bocciato, e devo dire che ha una sua logica - immaginare che la denominazione "ospedale riunito" risolva il problema.
Quando siamo stati convocati, abbiamo scelto di presentarci all'Assemblea degli amministratori per ricevere un'opinione, chiedendo agli amministratori un parere su questa vicenda, per avere una soluzione il più possibile condivisa e per assumere una scelta. Evidentemente abbiamo la nostra opinione, ma prima di esprimerla abbiamo voluto fare quello che ci viene richiesto ripetutamente: sentire.
Abbiamo sentito e abbiamo, poi, ricevuto una comunicazione da parte di un organismo che si chiama Rappresentanza dei Sindaci, oltre all'Assemblea dei Sindaci, e quattro su cinque hanno deciso che la localizzazione ideale è Domodossola. Dopodiché, come il collega Bono sa, avendo partecipato all'assemblea di Verbania, l'opinione dei Sindaci del Verbanese era completamente diversa, pertanto ieri, insieme al collega Reschigna, ho chiamato tutti coloro che avevano deciso Domodossola e Verbania.
Abbiamo raccolto ulteriori opinioni e le opinioni emerse non hanno una condivisione. Sono diverse, ma è stato fatto un altro passo avanti, perch ci è stato chiesto, nella scelta che domani compiremo, di tenere conto, non soltanto di quanto ho detto prima - cioè la valorizzazione dell'ospedale di base per alcune competenze che magari hanno una storia su quel territorio ma anche delle eccellenze presenti su quel territorio, e ne sono state indicate alcune che obiettivamente sono reali.
Ci è stato chiesto di collegare la scelta che faremo per Domodossola ad un forte rafforzamento del servizio 118 attraverso l'elisoccorso (mi sembra logico). E' stato richiesto che - in ogni caso - la scelta sia collegata ad un forte sviluppo dell'assistenza domiciliare, cioè ci sono state indicate alcune condizioni ed elementi che, indipendentemente dalla scelta che si farà, devono rendere sicuri gli ospedali che vengono realizzati su quel territorio. Questo è quanto.
Pertanto, oggi disponiamo di elementi che ci sono stati forniti ieri dai Sindaci e, sulla base di quegli elementi, domani la Giunta deciderà la soluzione che riterrà più coerente con tali sollecitazioni.



(Commenti del Consigliere Bono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, mi pare che non ci sia un'idea unica. Ci sono due posizioni: una della zona di Verbania e l'altra. L'operazione che avevamo chiesto di trovare una sintesi non è stata fatta. Ieri è stato lampante che ci sono due opinioni completamente contrastanti.



(Commenti del Consigliere Bono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Si, anche il Cusio. Ci sono posizioni contrastanti, che ci sono state rappresentate all'interno di quello. E' chiaro che queste opinioni non sono un referendum: richiedono una condivisione nell'organizzazione ospedaliera.
Non è alzare la mano: vuol dire qualcosa di più. Cosa che obiettivamente non è emersa, per cui abbiamo questo onere della responsabilità, ma credo che abbiamo elementi per poter decidere in modo più utile per garantire sicurezza, dal punto di vista ospedaliero, a quel territorio.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 174 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Proposta di revisione della rete ospedaliera tramite Delibera di Giunta Regionale: riorganizzazione Torino Ovest"


PRESIDENTE

Esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 174, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche la mia interrogazione è simile a quella dei colleghi Bono e Mighetti. Io voglio interrogare la Giunta sulla riorganizzazione Torino Ovest.
Cito l'articolo 3 della Costituzione, che prevede che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale", e anche l'articolo 32 della Costituzione, che dice che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
Detto questo, dalla documentazione consegnata ai membri della IV Commissione in data 12 novembre, si evince che è in atto questa nuova riorganizzazione della rete ospedaliera, con il rilancio del territorio e la riorganizzazione degli ospedali hub, spoke, territoriali e di area disagiata e che i presidi ospedalieri oggetto di declassamento sembrerebbero essere già stati individuati.
Nell'area Piemonte sud ovest la riorganizzazione prevede il depotenziamento della rete ospedaliera, in quanto - a detta dell'Assessore alla sanità - per il Ministero non è accettabile la presenza di due ospedali hub nella stessa area, come attualmente in essere (hub San Luigi Gonzaga di Orbassano e hub Ospedale Mauriziano di Torino).
Ne consegue che uno dei due ospedali verrà declassato: uno potenziato comunque resterà hub, quindi DEA di II livello, e l'altro diventerà uno spoke, un DEA di primo livello.
Ricordo che il San Luigi di Orbassano è un ospedale che ha delle grandi eccellenze, ha un vasto territorio, un bacino d'utenza di 600.000 abitanti e, qualora venisse depotenziato, tutta la popolazione si riverserebbe verso Torino.
L'Azienda ospedaliera del San Luigi presenta una cardiochirurgia che l'ospedale Mauriziano non ha. L'ospedale Mauriziano ha, invece, una chirurgia toracica che il San Luigi di Orbassano non ha. Quindi, diciamo che entrambi gli ospedali si contendono il primato di DEA di II livello. E' difficile potenziarne uno e depotenziare l'altro, perché i due ospedali si equivalgono come meriti ed eccellenze.
L'Azienda ospedaliera universitaria del San Luigi Gonzaga di Orbassano si trova localizzata nel territorio di Orbassano, che è la prima cintura torinese; svolge una funzione fondamentale di assistenza nell'area sud ovest della provincia di Torino, decongestionando gli ospedali del Comune di Torino. L'ipotesi di declassamento di tale ospedale, con possibile perdita di alcune discipline, favorirebbe un'ulteriore concentrazione ai passaggi in DEA e ricoveri ospedalieri nei presidi torinesi.
Con questo, interrogo l'Assessore e il Presidente della Giunta per conoscere i dettagli del Piano di revisione della rete ospedaliera riguardante l'area Sud Ovest, che è una zona già altamente penalizzata valutando le ultime disposizioni della nuova riorganizzazione della rete.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Alberghiero "S. Ronco" di Trino Vercellese (VC)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "S. Ronco" classe I D, di Trino Vercellese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 174 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Proposta di revisione della rete ospedaliera tramite Delibera di Giunta Regionale: riorganizzazione Torino Ovest" (seguito)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta all'interrogazione a risposta immediata n. 174.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Mi riferisco alle cose dette nelle precedenti interrogazioni. Anche qui il tema l'abbiamo dibattuto in Commissione e a quello che ho ripetuto ieri non ho null'altro da aggiungere.
Credo che la collega Batzella si renda perfettamente conto, come il Gruppo del Movimento 5 Stelle, che sul territorio della Regione Piemonte, e in modo particolare su Torino, con la popolazione che abbiamo, non è possibile avere un numero elevato di spoke, a meno che riteniamo...



(Commenti in aula)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Va beh, bisogna anche scegliere. Sarei curioso di sapere qual è l'opinione. Mi pare che l'opinione della collega Batzella, avendo sottolineato che il tema è il San Luigi, sia a sfavore del Mauriziano. Mi pare di capire che sia questa la sua opinione.
Per me le questioni sono più complesse. Avendo l'onere della responsabilità e dovendo decidere, voglio soltanto dire qui - e lo dico per evitare equivoci in ordine a questo tema del San Luigi, ripetendo per l'ennesima volta cose che lei sa, perché ho già risposto in questo senso, e lo dico anche perché le mie affermazioni sono state utilizzate non in modo corretto - che l'ospedale San Luigi è un ospedale importante, cresciuto nel tempo per stratificazione e tutte le specialità che ha quell'ospedale non sempre, come dire, sono coerenti.
Penso che tutti sappiamo quali sono i passaggi al DEA del San Luigi di Orbassano, lei che è del settore li conosce perfettamente e credo che non sia opportuno che io glieli ripeta, perché credo che, anche col suo ragionamento, in qualche maniera, si indebolisce, considerando gli interventi che vengono fatti al DEA. Sicuramente è un'Azienda che ha la sua autonomia, è un'Azienda universitaria, è un'Azienda che ha delle specialità tipiche da DEA di II livello (chirurgia toracica lo è sicuramente, questo ci è perfettamente noto).
Allora, dal nostro punto di vista, sappiamo che non possiamo fare a meno della chirurgia toracica e di queste eccellenze che ha l'ospedale San Luigi. Ci è perfettamente chiaro qual è la situazione, quindi come succede per il San Luigi, cioè per questa zona e da tutte le parti, non ci sarà una riduzione dell'offerta sanitaria, non sarà chiuso assolutamente nulla, non sarà chiuso nessun ospedale, tanto per evitare.
Ripeto, non sarà chiuso assolutamente nulla, ma dobbiamo trovare una modalità di carattere organizzativo che consenta il mantenimento di queste eccellenze, evitando che ci siano due hub.
Aggiungo che - se questo può servire per un'informazione più completa se in qualche maniera si è interessati a sapere - dal nostro punto di vista, l'ospedale San Luigi avrà sempre la sua autonomia, dal punto di vista gestionale, come Azienda universitaria.
In secondo luogo, l'ospedale San Luigi, avendo relazioni e rapporti con l'Università e avendo oggi il sistema sanitario qualche missione in più rispetto al passato, soprattutto per via dei cambiamenti della popolazione (ci sono molti più anziani e più cronicità), la nostra intenzione è quella di immaginare, nei rapporti con l'Università, una qualificazione di quell'ospedale per alcune specialità che tengano conto dei cambiamenti. Ad esempio: il rapporto della medicina col territorio, la cronologia, ecc.
Tutto quello che è Università si può, in qualche maniera, dedicare a una funzione sulla quale non siamo attrezzati dal punto di vista anche della formazione (penso all'assistenza domiciliare) e il San Luigi, all'interno di questa ricollocazione, deve diventare un ospedale importante per tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Prima di aprire la seduta pomeridiana, comunico a tutti i colleghi che non avessero ancora apposto la firma di presenza che hanno qualche minuto a disposizione per poterlo fare.



(Alle ore 15.49 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Molinari e Valmaggia.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "IRPEF e situazione economica della Regione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori dal punto in cui li avevamo interrotti questa mattina, quando è iniziato il dibattito in merito alle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale Chiamparino sulla situazione economica della Regione. Sono già intervenuti in corso di mattinata i Consiglieri Bertola, Batzella, Gariglio, Pichetto Fratin, Campo, Vignale Frediani, Grimaldi, Porchietto, Sozzani e il Vicepresidente Reschigna. Si erano prenotati i Consiglieri Valetti, Allemano e Andrissi.
Ricominciamo dunque la discussione, per il quale il primo iscritto a parlare è il Consigliere Valetti, che ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie.
Cerco di riprendere il filo della discussione che abbiamo sospeso portando l'attenzione sul merito del ruolo della nostra opposizione nel dibattito sulla questione economica della Regione.
Diciamo che, certo, l'opposizione deve fare l'opposizione; ma prima di tutto facciamo notare che questo tipo di approccio non viene dal nulla: viene anche da un certo modo di fare le cose e di condividere le informazioni, in modo che si capisca quali sono le linee guida che dettano la politica della maggioranza e della Giunta, a cominciare dalla questione degli ospedali.
Prima di tutto, infatti, se è vero che i tagli ci saranno - e comunque adesso, acquisendo le nuove informazioni dell'Assessore Saitta, si dice che ci saranno pure delle differenze tra un Hub e un DEA - non capiamo però a questo punto, se nessun ospedale si chiude, dov'è allora che si effettua il risparmio. Per esempio sappiamo che i monitoraggi sulla spesa farmaceutica non sono funzionali, come da stessa ammissione dell'Assessore fatta in Commissione sanità.
Quindi, se noi non abbiamo indicazioni un po' più precise, non possiamo certo accogliere sulla fiducia dei tagli senza sapere come verranno effettuati. Da questo punto di vista, infatti, c'è davvero il rischio che si ritorni al sistema del taglio orizzontale, già applicato dalla Giunta Cota. Su quest'aspetto si nota poca differenza, finora, per lo meno perch non abbiamo gli elementi per credere il contrario, cioè che si vada effettivamente ad incidere su delle inefficienze e non a incidere su dei servizi erogati.
A questo proposito, devo spendere due parole sulla questione dell'ASL TO3 e in particolare dell'Area Ovest, perché qui, dovendo scegliere dove collocare un hub tra il San Luigi e il Mauriziano - come se non bastasse già dover scegliere su un'area così ampia - veramente vorremmo capire dov'è il risparmio. E sarebbe veramente pesante se tutta l'area Ovest della provincia di Torino facesse riferimento ad un hub situato praticamente nel centro di Torino - neanche nella sua periferia - con il conseguente allungamento dei tempi di raggiungimento per le comunità situate nelle valli alpine ad Ovest (nel Pinerolese, ma anche nella Val Sangone e nella Val di Susa): si tratta di dover andare in centro a Torino, con tutte le problematiche che una metropoli comporta in fatto di attraversamento e raggiungimento delle strutture sanitarie. Voglio pure capire, dunque, come si risponderà a questi territori che si situano anche a 80-90 chilometri di distanza dal pieno centro abitato e urbanizzato di Torino; e quello sarà probabilmente l'unico hub per l'Ovest della provincia.
Per proseguire il discorso sulla questione economica, ancora, manca un chiaro atto politico che dimostri la volontà di andare a incidere sugli sprechi. Mi spiego meglio: non ci nascondiamo che numerose di queste strutture costituiscono di fatto un serbatoio di voti per la politica; e questo vale per la sanità e anche per molte Società partecipate della Regione che offrono servizi alla stessa: pensiamo a tanti Enti potenzialmente d'eccellenza, che lo sono stati o comunque che hanno il potenziale per esserlo, come, per esempio, il CSI, la cui qualità del servizio tuttavia è pienamente inficiata da un livello di selezione delle cariche dirigenziali pressoché pessimo, in cui le competenze e le professionalità più elevate vengono isolate e messe in difficoltà da un management decisamente fuori livello.
A questo proposito, mi rivolgo al Presidente Chiamparino. Veniamo poi a dire che bisogna privatizzare e fare spezzatino di grandi Enti e grandi servizi pubblici, quando sappiamo tutti benissimo che l'inefficienza di questi servizi è dovuta alla qualità delle persone che ci sono dentro. Noi riceviamo continue segnalazioni da professionisti e persone all'interno che denunciano questa sofferenza, perché in ogni caso le competenze e le capacità ci sono, sia in sanità sia in altri Enti partecipati dalla Regione e a cui la Regione si appoggia, finanziandoli. La qualità delle persone e il metodo di selezione, che è stato chiaramente orientato in senso politico ma non in senso di competenza, costituiscono il principale problema allontanandosi dal criterio dominante che dovrebbe essere seguito nella logica del risparmio.
Altrimenti, infatti, non possiamo evitare che il risparmio di spesa non si traduca in una diminuzione dei servizi. Ma noi sappiamo benissimo che le sacche di inefficienza esistono, sappiamo benissimo che la cattiva amministrazione di questi Enti esiste e quindi chiediamo per lo meno un segnale politico un po' "populista", che accontenti tutti e che potrebbe anche scaricare l'opposizione di un certo peso che porta nel proporre la solita retorica degli sprechi e della politicizzazione dell'amministrazione dei servizi. Auspichiamo che questo argomento non sia solo a vantaggio delle opposizioni e che queste possano urlare anche meno, ma che pure la maggioranza dia almeno un segnale politico in quest'Aula nel portare una volta degli interventi su questo problema: ecco, ci toglierebbe un onere (e anche un onore) e magari riusciremmo a dialogare più facilmente.
Se qualcuno, quindi, volesse farsi carico di parlare di questo tema e di dare delle rassicurazioni alle opposizioni e alla cittadinanza dimostrerebbe che questo tipo di problematica è sentita nel momento della razionalizzazione della spesa e quindi non è solamente una questione populista per dare addosso al Governo che si presume essere buono (e speriamo che lo sia, al di là della critica anche violenta che l'opposizione muove); ma fino adesso abbiamo avuto le motivazioni di muoverla.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
C'è un filo conduttore che lega tutti gli interventi, comprese le interrogazioni. Stamattina ci sono stati interventi anche molto tranchant.
Lascio ad altri la palma della certezza e anche quella della coscienza immacolata. Io alla certezza preferisco il dubbio, soprattutto quando la certezza non è tanto nel senso della maieutica socratica, che aiuta gli altri a maturare, ma si condisce un po' di presunzione e di supponenza.
Alla coscienza immacolata preferisco la responsabilità di chi agisce. E agire non vuol dire parlare, ma vuol dire fare delle cose. Fare delle cose vuol dire anche sbagliare, sbagliare il tempo, fare delle cose imperfette ma vuol dire comunque agire.
Quindi, lascio ad altri certezza e coscienza immacolata e mi prendo il dubbio e l'imperfezione di chi agisce.
Inviterei il Presidente ad andare nella direzione che ha intrapreso.
Credo che sia assolutamente autorevole la sua posizione come Presidente delle Regioni al Tavolo con il Ministero delle Finanze.
Naturalmente lo è anche nella misura in cui si accompagna a dati e ad azioni, e quindi torniamo al punto precedente: azioni che vanno fatte e che non si identificano con le parole.
Invito l'Assessore alla sanità a procedere con fermezza e con determinazione. La rivisitazione della rete ospedaliera è necessaria, fa parte dell'operazione verità che andiamo enunciando ad ogni piè sospinto.
Non è la cornice nella quale vorremmo mettere tutti i nostri "desiderata", ma è nell'unica cornice possibile, quella di una situazione economica emergenziale, quella di un Patto per la salute e di regolamenti che sono ancorati a dei principi molto validi, anche se stamattina non abbiamo richiamato questi principi; parliamo di una rete che viene rivisitata sulla base del bacino di utenza, degli esiti e della sicurezza di un concetto di salute che si allarga.
Qualcuno ha accennato al fatto che il territorio non è più quella zona marginale, residua a quella che è la sanità ospedaliera, ma è il luogo dove si fa la vera politica della salute. E direi anche che molte delle paure a rivisitare la rete forse possiamo lasciarle per strada quando andiamo a vedere il percorso che hanno fatto le Regioni che si sono messe in moto prima di noi.
Non mi pare che ci siano state né rivoluzioni né smottamenti; spendono meno e forse hanno un prodotto migliore del nostro.
Quindi, non vedo queste paure. Vedrei drammatica la situazione se non si agisse e se non si fornisse qualche elemento di certezza ai cittadini e agli operatori della sanità.
Dopodiché ci sarà un grande lavoro che compiremo insieme. Questo lavoro sarà il processo, sarà il monitoraggio delle azioni che domani verranno fissate, ma che poi, tradotte nella realtà, apriranno tantissime pieghe e tantissimi spazi, nei quali dovrà entrare la politica matura.
Ultima considerazione. Stamattina qualcuno ha detto che questa operazione è già stata fatta e che siamo soltanto dei continuatori di un percorso già iniziato. Sicuramente il percorso è iniziato, non si torna indietro, ma il percorso non è stato virtuoso, poiché è stato fatto solo in parte e non è stato controllato e, per quanto riguarda il processo, noi siamo bravissimi a fare le leggi ma non ad attuarle, perché ci sono stati dei cedimenti alle lobby locali e a delle pressioni.
Quindi, sono convinto che questo non accadrà e che questa volta si farà quella rivisitazione che ci porterà a identificare la sanità con la salute e non necessariamente con l'ospedale.
L'ospedale è un elemento che porta salute, ma la salute è il frutto di tante politiche, che partono dal territorio, dall'aria che respiriamo, dal ciclo dell'acqua e dei rifiuti. Includono anche l'ospedale, ma sarebbe infantile limitarsi a identificare sanità e ospedale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Partirei da una frase riportata nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria. In questo documento tecnico-politico si afferma che negli ultimi vent'anni le Amministrazioni regionali che si sono succedute hanno speso più di quello che potevano, cioè le uscite sono state superiori alle entrate.
Io di fronte a questo dato rimango allibito, perché capisco che un'Amministrazione possa, in modo straordinario, per uno o due anni spendere più di quello che potesse, ma se questa cosa viene reiterata diventa un'abitudine. Un'abitudine che ci ha portato a questa situazione.
Sicuramente ho apprezzato la frase del Presidente Chiamparino quando disse: "La responsabilità di questo debito, visto che governo io, è mia perché oggi governo io." E' una bella frase, ha effetto.
Però, secondo me, considerato il periodo lungo e considerato che solo oggi questo viene fatto grazie ad una legislazione che consente alla Corte dei Conti di arrivare ad un'analisi più puntuale e più stringente, io mi farei delle domande. Anche perché siamo in una situazione di crisi economica che mai in questi vent'anni si è verificata.
Lo stesso, se guardiamo, è il comportamento della classe politica che ci ha governato in questi anni, cioè non è stato proprio un comportamento di buon esempio, per arrivare a "Rimborsopoli", che ha caratterizzato un po' tutte le Regioni italiane.
Sicuramente è significativo il termine "casta" politica, e penso ad alcune pubblicazioni di alcuni giornalisti del Corriere della Sera; penso alla vicenda dei vitalizi, dove noi abbiamo fatto una proposta molto forte.
La cosa che trovo intollerabile è che da una parte i lavoratori si pagano l'INPS, mentre il politico era esente dall'INPS, aveva questi contributi figurativi. Questa è una cosa che trovo veramente intollerabile.
Quindi, secondo me, sui vitalizi la proposta del Movimento 5 Stelle era sicuramente una proposta che consentiva un significativo risparmio e che migliorava i conti.
Ma se andiamo nelle pieghe di questo risanamento che proponete per recuperare questi 500 milioni nel 2015, ci accorgiamo che, in buona sostanza, la parte rilevante sono dilazionamenti e pagamenti. Chiamparino ha parlato di 250 milioni in questi due anni, in cui si chiede di non pagare in conto capitale ma solo gli interessi. Però chiaramente ci chiederanno due anni in più, quindi purtroppo altri costi per questa Regione: 100 milioni circa arrivano da nuove tasse. Quindi, il risanamento dei conti, se arriviamo al dunque, riguarda circa un centinaio di milioni dalla manovra che fate, tra ATC, ARPA, vendita di edifici, riduzione di locazioni eccetera.
Se poi andiamo a vedere quello che fate sulla sanità, ad oggi vedo un declassamento di strutture pubbliche, ma non vedo un'azione decisa su quelle che sono le cliniche convenzionate private.
Nei giorni e mesi passati abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti, a cui non è stata data risposta. Abbiamo presentato un'interrogazione a cui è stata data una risposta, che non corrisponde al dato reale. E mi riferisco agli accessi al DEA da parte di pazienti provenienti da cliniche private.
Come questa cosa l'ho potuta verificare io che sono un semplice Consigliere regionale, credo che lo possiate fare voi che governate questa Regione. Anzi, credo che voi lo dobbiate fare prima di me, solo che non l'avete fatto.
Vi assicuro che non voglio trasformarmi in un detective, però credo che su questo settore ci sia un grosso margine, perché nel momento in cui questi pazienti vanno in una riabilitazione di primo e secondo livello questa riabilitazione deve avere la capacità di tenere in cura questi pazienti anche il sabato e la domenica e alla sera, durante le ore notturne.
Se questi pazienti vanno al DEA per complicazioni, vuol dire che questa struttura qualche problema nella pianta organica ce l'ha. Considerando che i trasferimenti economici verso queste strutture sono notevoli e considerando che in questo modo andiamo a pagare due volte per lo stesso paziente.
Quindi, credo che in questa direzione ci sia un grosso margine per andare a recuperare fondi che possiamo utilizzare adeguatamente nella sanità. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa mattina, per un impegno personale, sono arrivato un po' tardi ma mi sono fatto raccontare, con dovizia di particolari, l'intervento del Presidente Chiamparino. Non ha detto nulla di rivoluzionario, forse perch a Roma non gli hanno detto quello che ci si aspettava. Dico "ci si aspettava", perché intendo dire un po' tutta la Regione.
Penso che proprio da questo venisse la richiesta di comunicazione di oggi; espressa, tra l'altro, dalla stessa maggioranza nella scorsa Conferenza dei Capigruppo, dopo che alcuni colleghi si sono lamentati - e ancora oggi - del fatto che facciamo interminabili discussioni parlando un po' del nulla o, meglio, parlando di contenuti e di temi importantissimi senza poi deliberare atti, documenti o iniziative.
Mi spiace ricordare loro che, in questo caso, la comunicazione è stata richiesta anche dalla stessa maggioranza, che forse sperava di arrivare oggi sul carro trionfale dei vincitori da Roma, dicendo che il Governo, del vostro stesso colore politico, aveva preso a cuore le sorti del Piemonte sorti non tanto magnifiche e non tante progressive - per salvare una Regione molto importante, come in passato è stato fatto per il Comune di Roma, per il Comune di Catania e per la Regione Sicilia.
Nel suo intervento, il Vicepresidente Reschigna ha detto che forse oggi i tempi sono cambiati: le risorse non vengono più date così dal nulla, ma ci sono impegni gravosi.
Siamo tutti d'accordo che non si può pensare ad un aumento dell'IRAP anche se sappiamo che il Governo Renzi diminuirà, o vorrà diminuire (ma non si capisce bene, perché a Roma c'è molta confusione, nonostante siano tutti decreti legge) l'IRAP.
Per questo motivo, quando nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria Regionale leggiamo una stima tendenziale di crescita dell'IRAP nel 2015/2016 e 2017, forse quelle stime dovrebbero essere riviste al ribasso.
Forse quei 500 milioni di euro non saranno 500, ma 550.
Giustamente il Presidente Chiamparino ha riconosciuto in Conferenza Stato-Regioni - e noi l'abbiamo anche ripreso sui social network, perch quando una persona dice cose corrette, a maggior ragione se le dice contro la sua stessa parte politica, va riconosciuto - che l'IRAP è aumentata nell'anno precedente, perché è stata tolta una riduzione retroattiva.
Questo, a maggior ragione, è vero.
Siamo quindi preoccupati sulla situazione dell'IRAP e dell'IRPEF.
Pensare che l'IRPEF possa aumentare, non tanto per l'aumento che molto probabilmente verrà approvato, ma in generale, è paradossale. Nel momento in cui c'è la crisi, in cui il reddito imponibile generalmente diminuisce non solo e non tanto perché diminuisce l'imponibile, ma perché non vengono messi in atto fenomeni di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale (che dovrebbero essere non dolorosi come quelli attuati fino ad oggi da Equitalia), l'imponibile IRPEF dovrebbe diminuire.
Non vorrei che quell'aumento di 70 milioni previsto dall'aumento dell'addizionale IRPEF poi fosse pari a 50 o 55.
Dobbiamo fare le stime con questi dati.
Francamente ci era piaciuto l'inizio del dialogo del Presidente Chiamparino, quale Presidente della Conferenza Stato-Regioni, con Renzi relativo alla manovra, però poi abbiamo visto, come ricordato da alcuni colleghi, un dietrofront.
Non so se questo dietrofront è avvenuto perché, politicamente, il Presidente Chiamparino ha deciso - mal comune mezzo gaudio - che tutte le Regioni e tutti gli Enti locali, anche se non è di sua competenza prendessero la batosta della manovra da 4 miliardi di Renzi, ma almeno il Piemonte sarebbe riuscito a farsi fare l'importante legge "Salva Piemonte".
Forse un Presidente di Conferenza Stato-Regioni dovrebbe fare il Presidente di tutte le Regioni, e quindi continuare a dire, come aveva iniziato a fare, che il taglio di 4 miliardi di euro è insostenibile.
Lei deve dire questo a Renzi.
Quando fate le riunioni con i Parlamentari del PD per vendere le quote di SITAP all'ANAS o direttamente a Gavio (perché ANAS è un passaggio per vendere poi dopo a Gavio: poi vedremo se ho ragione o meno), forse sarebbe più importante che lei dicesse ai suoi parlamentari, come lo stiamo dicendo noi ai nostri, che ovviamente hanno un peso un po' minore, di dire al Governo che quattro miliardi di tagli alle Regioni non sono sostenibili.
Noi qua ci arrovelliamo su come trovare 70 milioni di euro.
Qualcuno potrà anche dire che neanche le opposizioni hanno proposte che arrivano a 500 milioni di euro, perché oggi arrivare a 500 milioni di euro è veramente difficile, ma fare un atto di verità - qualcuno diceva che la verità è rivoluzionaria di per sé - sarebbe già un grande passo. Direi che oggi non è possibile.
Se introduciamo questi costi standard, ci saranno Regioni che i tagli li possono ancora fare, ed altre che non possono più farli, o semplicemente farli in maniera differenziata.
Quando il Governo Renzi manda a casa Cottarelli (non a casa, un posto ben retribuito l'ha trovato subito, è tornato immediatamente al FMI), dopo che Cottarelli aveva proposto una serie di tagli mirati, per ritornare a tagli orizzontali e lineari, si torna indietro.
Mi spiace fare un intervento più nazionale invece che regionale, ma sono cose fondamentali che le Regioni e gli Enti locali dovrebbero dire come le dovrebbe dire il Comune di Torino e le Province (o Città metropolitane).
E' un messaggio chiaro che dobbiamo dare.
Sabato ero a Verbania. Era presente anche il deputato Borghi, a cui ho detto - ma lui lo sa meglio di me - che l'80% dei 4 miliardi di euro è sulla sanità, quindi 3,2 miliardi di euro sulla sanità. Borghi mi ha detto: "Ma non è tutto sulla sanità?", ed io ho risposto: "No, l'80%". Poi magari non sarà l'80 ma il 60 o il 65, perché non so come diavolo vorranno ripartire questi tagli.
Come diceva il Consigliere Grimaldi, quando finalmente dalla Lorenzin abbiamo avuto il tanto sospirato aumento del fondo sanitario nazionale eravamo tutti unanimemente contenti (perché per non esserlo bisogna essere un po' strani). Adesso invece torniamo già indietro sul fondo sanitario nazionale.
E' vero, anche se non c'era bisogno di ribadirlo, che il fondo sanitario nazionale viene usato per la sanità, quindi nelle diapositive che ci sono state presentate in Commissione sanità (non lo chiamo neanche piano, ma diapositive proprio in maniera dispregiativa), si parla di 330 milioni di euro di risparmi al 2017. Tra l'altro non si è capito se annuale o triennale: c'è un po' di confusione su cui dovreste fare chiarezza perché 330 milioni di euro all'anno mi sembrano veramente tanti.
Quelli dovrebbero essere investiti in sanità, quindi potenziare finalmente il territorio: sono vent'anni che lo si dice, ma nessuno lo fa.
Siamo d'accordo che il territorio va potenziato, ma va fatto prima dei tagli alla sanità ospedaliera. Se non diamo una risposta negli ospedali e sul territorio, facciamo saltare il sistema assistenziale regionale.
Questo è un dato chiaro. Mi spiace, lo so che è difficile trovare risorse prima, però anche questo deve essere detto. Se non ce lo diciamo allora è vero che il dibattito qui in Aula è inutile e stucchevole. Diciamo anche al Ministero che siamo sempre in emergenza, ormai da una serie di anni, ma prima va potenziato il territorio, quindi vanno create le AFT (aggregazioni funzionali territoriali tra i medici di famiglia), poi le UCCP, magari negli ospedali sedi di conversione, e non i CUP dove viene data - e lo dico da medico di famiglia - la "mancetta" ad alcuni medici di medicina generale. Sulle diapositive si dice che gli specialisti ricevono i pazienti di medici di medicina generale nei poliambulatori ospedalieri senza che ci siano code. Ma dove si è mai visto? Ci sono code di sei mesi, se non di un anno o un anno e mezzo, e noi diciamo che creiamo delle strutture senza tempi di attesa? Gli specialisti funzionano se vanno in una struttura plurispecialistica, in cui ci sono anche i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, con il ruolo unico della Guardia medica che copre medicina territoriale e l'h24 risparmiando tanti accessi impropri al Pronto Soccorso.
Ma quello va fatto prima, prima! Non può essere fatto dopo, altrimenti il sistema salta. Ne abbiamo discusso l'altro giorno: purtroppo voi rinunciate un po' alla discussione perché capisco che la rivisitazione della rete ospedaliera è complessa, però quando si pensa di chiudere un ospedale o, meglio, declassarlo (altrimenti mi riprendete dicendo che non si chiude nessun ospedale), o declassare un DEA a pronto soccorso semplice o un pronto soccorso semplice APP, i passaggi non vanno più là, perché se anche voi dite che sono codici bianchi, non vanno più, perché il paziente non sa se è un codice bianco o un codice verde, altrimenti forse si curerebbe da solo, farebbe l'autodiagnosi e l'automedicazione; non hanno tutti una competenza specifica di questo tipo.
Avendo esaurito il tempo a disposizione, termino dicendo che c'è ancora molto da fare. Vorremmo veramente un'operazione trasparenza in questo senso da parte della Giunta, che non abbia paura di comunicare a Roma quali sono le situazioni delle Regioni, e si rimanga solo sul piano politico. Sono dispiaciuto per il richiamo - non era necessario - che ha rivolto prima alla nostra parlamentare Paola Taverna, che è andata a Tor Sapienza.
Insomma, io le rispondo dicendo che sui social network, che fanno trasparenza sempre, abbiamo scoperto che la signora che l'ha contestata è Sandra Zamattaro, Consigliera circoscrizionale del Municipio V del Comune di Roma, del PD, potete controllare per smentire o meno. Sono ragazzate che un po' si fanno, a volte le facciamo noi, vederle da voi ci fa un po' più sorridere, quindi evitiamo queste polemiche sterili.
Mi dispiace dirlo, ma la grande rivoluzione che doveva portare questa Giunta non c'è stata. Alla fine, veramente, si potrebbe - probabilmente noi faremo anche informazione in questo senso - fare un semplice sillogismo: Chiamparino uguale a Cota, parlo della Giunta e non dell'uomo.
Cioè, siamo qui, dopo sei mesi - tre mesi di Consiglio, lo ricordava il Consigliere Grimaldi - a parlare di rimborsopoli, con possibile rinvio a giudizio di due Assessori - chiudo, è arrivato il Presidente Laus che è più ligio - firme false (non sappiamo quando se ne discuterà), aumento di tasse e tagli di servizi senza riorganizzazione delle reti assistenziali territoriali.
Quindi, spiegatemi, o spiegate ai cittadini, qual è la differenza, se poi dovrete dare veramente delle giustificazioni. Aveva ragione la collega Frediani a dire, in modo un po' provocatorio, che vi aspettiamo sul territorio per un confronto, però non facciamo monologhi, confrontiamoci e vediamo i cittadini cosa diranno. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Non essendoci altri interventi in merito alle comunicazioni svolte questa mattina dal Presidente Chiamparino, passiamo ad esaminare un altro punto all'o.d.g.


Argomento: Calamità naturali - Difesa idrogeologica

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti alla situazione idrogeologica del Piemonte (atti d'indirizzo collegati: mozione n. 101; ordine del giorno n. 96)


PRESIDENTE

Procediamo con le comunicazioni della Giunta regionale inerenti alla situazione idrogeologica del Piemonte, di cui al punto 5) all'o.d.g.
L'Assessore Valmaggia, a causa di impegni, non è presente; per le comunicazioni c'è la disponibilità dell'Assessore Balocco, che ha facoltà di intervenire.
Dopo le comunicazioni dell'Assessore Balocco, c'è una proposta di mozione, che ha come primo firmatario la Consigliera Conticelli e a seguire il Consigliere Ottria e altri. Poi, c'è un ordine del giorno presentato a prima firma dal Consigliere Mighetti.
La parola all'Assessore Balocco per le comunicazioni.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
I Consiglieri sono sicuramente informati di quanto è avvenuto in Piemonte nelle ultime settimane.
Il primo fenomeno importante risale al 12-13-14 ottobre: ha interessato in particolare la zona dell'alessandrino, il sud e l'est della Provincia di Alessandria; ha colpito in modo molto significativo le città di Novi ligure e di Gavi; poi un po' tutta la zona dello Scrivia e i vari corsi d'acqua dal Grue al Curone, fino a interessare anche la città di Tortona. E' stato un fenomeno intensissimo, pensate che, in poche ore, nella zona di Novi Ligure, si è raggiunta la quota di 400 millimetri di pioggia.
In seguito, si sono verificati altri fenomeni, sostanzialmente quelli della scorsa settimana (dal 4 fino al 15 novembre), che hanno interessato non solo la zona dell'alessandrino (che comunque è stata nuovamente interessata da forti fenomeni di esondazione e da frane); sono state colpite in modo significativo (come già anche quella del 12-13 ottobre) la zona del verbano e, in generale, la zona del Biellese, la zona del Novarese e anche quella del Vercellese, quindi tutta la zona del Sesia, ma non solo.
In particolare, in questo secondo evento calamitoso, oltre a fenomeni di esondazione, si sono verificati in modo molto intenso, specialmente nella zona del biellese, fenomeni di frane. L'unica vittima è stata causata da una frana nella zona di Crevalcore, nel biellese. In fondo, è stato un fenomeno di piccola intensità, però incuneandosi tra due case poco distanti tra loro (tre-quattro metri) l'intensità della frana è stata notevolmente aumentata, e la vittima è stata colpita in questa evenienza.
Tenete conto che, nell'arco di un mese, in alcune zone del Piemonte si è raggiunta una quota di 1.100 millimetri di pioggia, quindi sono fenomeni veramente molto significativi.
A questo punto, però, non possiamo più dire che queste piogge così intense siano fenomeni straordinari. Ormai, dobbiamo renderci conto che fenomeni di questa intensità, proprio a causa dei cambiamenti climatici in corso, nel periodo autunnale e in quello primaverile, non possono più essere considerati fenomeni straordinari, in quanto hanno una loro ordinarietà. Quindi, è necessario organizzarsi proprio per affrontarli sia dal punto di vista del pronto intervento (protezione civile e non solo) e sia dal punto di vista della prevenzione.
Per quanto riguarda il pronto intervento e l'attività della protezione civile, pur non essendo presente il collega Alberto Valmaggia, sicuramente si può confermare l'efficienza e l'efficacia del sistema di protezione civile piemontese. Anche in questo caso ha funzionato direi molto bene, sia nel primo che nel secondo evento.
Dal punto di vista della prevenzione, occorre approfondire dei ragionamenti.
Per quanto riguarda la questione delle esondazioni particolarmente nell'alessandrino, ci sono, ovviamente, delle opere da concludere e dei nuovi interventi da mettere in campo, specialmente per quanto riguarda il Grue, per quanto riguarda anche la zona di Novi e la zona di Gavi, in particolare anche la zona di Spinetta Marengo. In gran parte sono interventi da progettare e da realizzare ex novo; invece, alcune sono opere già progettate ma ancora da concludere.
Per quanto riguarda i fenomeni collegati alle frane, specialmente nel biellese, direi che, sotto certi punti di vista, parecchie di queste frane non sono prevedibili, né monitorabili. Alcune più grandi, che hanno già avuto una storia in passato, sono monitorate, però non si sono verificati fenomeni di particolare intensità.
Per quanto concerne la prevenzione delle frane, possiamo fare abbastanza poco, se non intervenire, da un punto di vista manutentivo, in modo veramente più intenso rispetto a quanto si fa. Quindi, non si tratta di realizzare grandi opere quanto piuttosto di realizzare microinterventi e di svolgere una manutenzione continua del territorio, in particolare per quanto riguarda il mantenimento della pulizia dei fossi, dei tombini eccetera.
Gli interventi da programmare, oltre a quelli nell'Alessandrino, di cui ho detto, riguardano sicuramente quelli vicino alla città di Novara e in generale nel Vercellese, in particolare per quanto riguarda il Sesia e il bacino di quel fiume.
Da questo punto di vista, entro il 4 dicembre, tutte le Regioni (anche la Regione Piemonte), dovranno presentare un piano alla struttura tecnica di missione per l'assetto idrogeologico, che è stata creata qualche mese fa e con la quale ci siamo incontrati già un paio di volte. Proprio oggi l'ingegner Tealdi, che è il Direttore vicario delle opere pubbliche, è a Roma per un incontro tecnico, oltre che per raccordarci con iniziative e interventi europei di solidarietà.
Giovedì, a Roma, il Presidente parteciperà ad un incontro organizzato dalla Struttura tecnica di missione, dal suo Presidente, il Sottosegretario D'Angelis, proprio per affrontare meglio tali questioni.
Entro il 4 dicembre, quindi in tempi brevissimi, dovremo presentare un piano che rappresenterà la base per la programmazione e la progettazione degli interventi per il prossimo settennato. Su questa parte, il Governo si è già impegnato a finanziare dai 7 ai 9 miliardi (riguardano, però, il prossimo settennato).
Per quel che ci riguarda, dobbiamo ovviamente presentare tutta una serie di progetti. In parte sono già in buon stato di formulazione, perch erano già previsti nell'accordo di programma del 2009-2010; altri dovranno essere perlomeno abbozzati per quella data. Oltre a tutta una serie di interventi puntuali e di una certa importanza, mi preme sottolineare quanto sia determinante avere una "visione generale" sugli interventi da realizzare.
Sostanzialmente, gli interventi che hanno seguito gli eventi del 1994 del 2000, del 2002 e fino ancora del 2008, hanno riguardato principalmente la creazione di argini, che peraltro hanno funzionato in parecchie zone (penso, ad esempio, alla Val Tanaro, che, nonostante le piogge intense che hanno colpito quel territorio in questi giorni, hanno retto molto bene). A questo punto, però, occorre intervenire sui territori più fragili, ma non solo nell'ottica di creare argini, che, peraltro, è una cosa assolutamente necessaria laddove bisogna difendere in particolare i centri abitati.
La parola d'ordine, quindi, oltre alla manutenzione costante, sarà quella di avere dei piani sulla gestione dei sedimenti in una visione di insieme sui vari bacini. E più che intervenire sulla creazione di nuovi argini (come ripeto, laddove è necessario ovviamente si tratterà di farli) occorrerà avere le idee molto chiare su come gestire l'alveo, il sedimento dei fiumi, in modo che si garantisca la possibilità al fiume stesso, a fronte di piogge intense e così veloci, come ormai succede, di poter non tanto contenere l'acqua dell'alveo stesso, quanto di governarne il suo deflusso e le sue esondazioni laddove non crei danni, o ne crei il meno possibile. Talvolta, il sistema di creare semplicemente degli argini finisce, addirittura, per essere controproducente laddove gli argini aumentano la velocità del flusso, creando, conseguentemente, problemi a valle.
"Governare i sedimenti" è la filosofia con cui affrontare le prossime opere. Ciò implicherà anche interventi di manutenzione costante dei sedimi compresi quelli di asportazione di materiale (ghiaia) dal fiume stesso in modo assolutamente programmato e progettato.
L'Assessore Valmaggia ha già risposto stamattina in merito agli interventi possibili che rientrano nell'ordinario.
La rimozione del materiale ligneo e sostanzialmente della ghiaia sono interventi già possibili in via ordinaria, ovviamente con una certa programmazione per quantitativi limitati (stiamo parlando, comunque, di interventi puntuali fino a 10.000 metri cubi di asportazione di materiale).
Si possono fare già ora degli interventi più ampi, ovviamente con una progettazione ad hoc e con tutte le cautele del caso. Stiamo parlando di interventi molto delicati, anche perché hanno una ricaduta di natura economica: il materiale che viene esportato ha un valore, quindi è chiaro che questi interventi devono essere programmati e controllati con molta precisione e cautela.
Occorrono anche degli interventi di semplificazione per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione delle opere. Il problema del Patto di stabilità è stato più volte sottolineato e ci sono stati degli impegni in questo senso anche da parte del Sottosegretario Delrio l'altro giorno ad Alessandria. Ma occorre anche che ci siano delle possibilità di intervenire in modo più semplice. Una strada c'é ed è stata in parte già imboccata con la designazione dei Presidenti delle Regioni interessate come Commissari di Governo (per cui possono intervenire anche nel rendere più veloci le procedure).
Negli incontri della scorsa settimana col Governo abbiamo risottolineato quanto sia necessario rendere ancora più efficace l'intervento dei Presidenti di Regione, perché il tema delle autorizzazioni e delle rendicontazioni è ancora troppo complesso e richiede dei tempi eccessivamente lunghi, specialmente da parte dei Comuni.
Un forte aiuto, quindi, dobbiamo darlo ai Comuni, ovviamente, nella progettazione, negli interventi e nella realizzazione delle opere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con l'esame della mozione n. 101 presentata dai Consiglieri Conticelli, Accossato, Appiano, Barazzotto, Batzella, Bertola, Berutti Campo, Chiapello, Ferrentino, Frediani, Gariglio, Giaccone, Grimaldi Mighetti, Molinari, Motta, Ottria, Porchietto, Ravetti, Valetti, Vignale Monaco e Rossi, inerente a "Interventi di ripristino del territorio e azioni di prevenzione del dissesto idrogeologico", e dell'ordine del giorno n. 96 presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani e Valetti, inerente a "Eventi alluvionali del Piemonte nei mesi di ottobre e novembre 2014".
Consigliera Conticelli, vuole illustrare la mozione? Prego; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Buongiorno.
La mozione n. 101, sottoscritta da tutti i Gruppi consiliari, è stata licenziata ieri nella seduta congiunta della Commissione ambiente e Commissione urbanistica.
Le Commissioni in realtà si erano riunite già nella scorsa settimana per una discussione di merito circa l'assetto idrogeologico del territorio e la difesa dello stesso, che poi, purtroppo, è andata ad incrociarsi con l'emergenza.
Ci siamo riuniti nuovamente nella giornata di lunedì e naturalmente non consideriamo conclusa la discussione e l'istruttoria in Commissione, che peraltro, non era rivolta unicamente ad affrontare l'emergenza di questi giorni. Abbiamo però inteso dare un segnale politico con delle richieste precise, sia nell'affrontare i danni (sia quelli recenti che quelli di ottobre, illustrati adesso dall'Assessore Balocco), sia rispetto ad interventi strutturali riguardanti la manutenzione ordinaria e straordinaria, quindi il Piano strategico.
Sono state coinvolte le due Commissioni perché parlare di messa in sicurezza del territorio e delle comunità che lo abitano significa parlare dell'assetto idrogeologico certamente, ma significa parlare anche di pianificazione territoriale, nonché di piani regolatori; significa parlare di consumo e di impermeabilizzazione del suolo. Dal 2012 l'Europa ha denunciato un aumento dell'urbanizzazione e dell'infrastrutturazione che è due volte superiore rispetto alla crescita della popolazione e le politiche del piano Europa 20.20, addirittura, mirano ad un decremento dell'occupazione netta di terreno che arrivi allo zero entro il 2050.
Parlare di difesa del territorio significa anche parlare di pianificazione territoriale e di opere pubbliche, ma anche di piani regolatori se è vero, come è stato illustrato in Commissione, che il 36 dei Comuni piemontesi non ha adeguato il proprio Piano regolatore con il PAI (Piano per l'Assetto Idrogeologico). Sappiamo che questa è una questione rilevante in una regione come la nostra che conta il maggior numero di Comuni in Italia.
Non si tratta solo di varare il piano antialluvione, quello richiesto dalla normativa europea che l'Assessore Valmaggia ci ha anticipato e sarà approvato nel 2015, ma si tratta di incrociare, anche questo, con le urbanizzazioni e gli interventi sia a livello di Comuni, sia livello di programmazione di Regione.
Un altro dei temi emersi è quello delle competenze in un momento in cui è in assetto una riforma degli Enti locali con le competenze della Provincia che, in alcuni casi - questo riguarda soprattutto quelle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla viabilità - possono ricadere sui comuni e sulla Regione oppure rimanere di competenza degli Enti provinciali.
C'è poi il tema delle risorse rispetto al quale la Regione è intervenuta in maniera tempestiva già ad ottobre. Abbiamo letto oggi degli impegni del Ministro Delrio, ma quello che chiediamo è che non si pu continuare a spendere per le emergenze più di quello che, alla fine, si impegna per mettere in sicurezza i territori e le infrastrutture se è vero dai dati emersi, che ci sono oltre 20 milioni di opere in attesa di finanziamento.
Il Piano triennale deve essere davvero un piano strategico, deve avere un cronoprogramma di copertura economica, anche perché si rischia di arrivare a manutenzioni straordinarie che non rappresentano più la mappa dell'emergenza.
Per i fondi finalizzati alla messa in sicurezza del territorio è necessaria una deroga al Patto di stabilità e abbiamo visto che, in questo senso, il Ministro Delrio ieri si è già impegnato. Analoga misura avevamo chiesto per le bonifiche, per la rimozione dell'amianto, e in questa direzione si stanno orientando anche altre Regioni. Tra i temi su cui valutare la,possibilità di deroga al patto la Regione Toscana, per esempio ha aggiunto la sicurezza nelle scuole. Abbiamo chiesto che i fondi, già stanziati dalla Regione, siano subito erogabili, cioè consentano ai Comuni e alle Province di andare subito in appalto anche per il ripristino della circolazione della viabilità.
Si chiede di valutare la possibilità di ampliare questo stanziamento con l'assestamento di bilancio e di valutare la possibilità di altri interventi, come il credito agevolato, per quelle attività economiche che sono state danneggiate.
Infine, in linea con quanto proposto ieri anche da alcuni Senatori del Partito Democratico, si chiede di valutare la possibilità di utilizzare parte dei fondi stanziati per il secondo lotto del Terzo Valico per la messa in sicurezza di quel territorio.
Un ultimo punto che metto in evidenza è quello della necessità dello snellimento di alcuni iter burocratici. Ho letto in questi giorni un appello dell'ANCE: opere pubbliche ferme, cantieri lumaca che non solo non mettono in sicurezza il territorio ma rischiano, in caso di calamità, di diventare a loro volta impattanti. Soprattutto la progettazione di medio e lungo periodo sul territorio, anche se le realizzazioni devono seguire un piano certo e definitodi manutenzione ordinaria e straordinaria.



PRESIDENTE

Sulle stesse tematiche è stato presentato l'ordine del giorno n. 96 inerente a "Eventi alluvionali del Piemonte nei mesi di ottobre e novembre 2014", avente come primo firmatario il Consigliere Mighetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti per l'illustrazione ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

L'ordine del giorno è stato presentato alcuni giorni fa, ma alcuni giorni fa non avevamo il panorama completo dei danni degli eventi alluvionali; avevamo già il grosso dei danni nella zone di Alessandria, in special modo in quella zona che è attraversata dai lavori del cosiddetto Terzo Valico.
Come diceva la Consigliera Conticelli, in quest'area sono previsti degli stanziamenti per la realizzazione dell'opera. Chiaramente, in questo momento, è veramente inimmaginabile spendere dei soldi per una grandissima opera come il Terzo Valico - di cui chiaramente noi del Movimento 5 Stelle mettiamo in dubbio anche l'utilità - su un territorio che patisce i risvolti negativi degli eventi atmosferici.
Nella fattispecie, abbiamo le zone di Gavi, della Valle Scrivia e di Novi che hanno subito gravissimi danni. Gravissimi danni in special modo alle infrastrutture che servono alla costruzione del Terzo Valico. Mi è capitato di partecipare ad una riunione convocata dall'Assessore Balocco a Novi con la partecipazione di tutti i Sindaci. Volevo ricordare l'intervento del Sindaco Carbone di Serravalle che, in quel momento diceva che, stante la situazione attuale dei cantieri, si sarebbe proseguito così l'andamento dei cantieri e tutti i Comuni sarebbero diventati Terzo Valico.
Questo bisogna che faccia riflettere soprattutto voi della maggioranza, che ritenete questa un'opera fondamentale, voi che pensate che quest'opera debba comunque andare avanti.
In questo ambito, dove camion passano per le strade di Gavi, dove grandi cantieri si stanno dispiegando nella zona del Basso Pieve di Novi dobbiamo pensare che la gente ha bisogno di un intervento pubblico. Un intervento pubblico necessario e immediato. Abbiamo letto le rassicurazioni del Governo, ma sono rassicurazioni che non ci bastano. I finanziamenti a tasso zero non sono il ristoro di un danno alluvionale, come noi l'abbiamo sempre percepito. L'assicurazione obbligatoria non è la ristorazione di un danno alluvionale e la situazione è grave anche per le attività produttive.
Attività produttive cui non basta essere esenti dalle imposte per un anno.
I danni sono ai macchinari, ai piazzali, agli stabilimenti. Questi devono essere resi usufruibili subito per riprendere le attività produttive e di commercio.
Quello che noi chiediamo nell'ordine del giorno è semplice, ed è stato ripreso dalla mozione della II Commissione. E' quello di farsi promotori con il Governo nazionale perché i fondi attualmente destinati alla prosecuzione dell'opera, almeno in questa fase, vengano destinati al completamento delle opere di messa in sicurezza del territorio colpito dall'alluvione dei giorni scorsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ancora alcune riflessioni e considerazioni sulla proposta di mozione unitaria, scaturita dalla riunione congiunta della II e V Commissione.
In apertura, vorrei sottolineare, in ogni caso, la soddisfazione per aver condiviso tra tutte le forze politiche presenti nelle due Commissioni questo testo e questo documento. C'è stata - credo - buona volontà e disponibilità ad entrare nel merito delle questioni, ad essere concreti e a fare in modo di condividere ipotesi, proposte, sollecitazioni che arrivano da tutto il Consiglio regionale.
Le sollecitazioni sono rivolte, ovviamente, sia alla Giunta regionale per interventi che chiamano in causa direttamente la nostra Regione, sia al livello nazionale, al Governo.
Nella relazione dell'Assessore Balocco abbiamo già appreso, così come nella giornata di ieri anche dagli organi di stampa, in concomitanza con la visita nell'Alessandrino del Sottosegretario Delrio, che ad alcune di queste nostre istanze c'è già stata una prima risposta, ma io credo che l'impegno di questo Consiglio regionale e la votazione di questa mozione possano essere, in ogni caso, importanti per far sì che le garanzie che ci sono state date ieri vengano mantenute e che l'attenzione del Governo sia alta e forte su questi temi. Così come l'impegno che l'Assessore Balocco ha preso, soprattutto in termini di programmazione.
Ecco, quello che abbiamo sottolineato nella mozione, accanto alle richieste di interventi urgenti d'emergenza, sono le richieste di pianificazione e programmazione degli interventi. Sono le richieste di monitoraggio attento della situazione, che - ahimè - è in continua evoluzione, visto che le piogge torrenziali e i fenomeni alluvionali continuano, ma in ogni caso è necessario fare un punto fermo e quindi mettere in atto una pianificazione degli interventi con le risorse adeguate. Purtroppo abbiamo visto, dai dati che gli Assessori ci hanno messo a disposizione in questi primi mesi di lavoro delle Commissioni, come sul tema degli interventi di ripristino, sul tema degli interventi di difesa del suolo, da alcuni anni a questa parte, non ci sono più stati stanziamenti da parte della Regione Piemonte e ci sono - sì - elenchi di opere in attesa, ma mancano i finanziamenti. Quindi crediamo sia necessario prendere atto di questo e fare gli sforzi necessari.
All'interno degli interventi, dicevo, accanto a questi di natura programmatoria, il tema su cui voglio soffermarmi è quello degli interventi sul sistema idrografico, sulla pulizia dei fiumi e sulle operazioni di disalveo. Su questi temi, accanto alle operazioni che già si fanno, c'è un discorso di semplificazione normativa e probabilmente anche di modifica normativa.
Approfitto del mio intervento per riprendere una richiesta che il Consigliere Sozzani mi ha fatto in qualità di Presidente della V Commissione: l'istituzione di un gruppo di lavoro all'interno della Commissione su questa questione. Credo che sicuramente ne parleremo con i Commissari stessi, ma penso sia un impegno di lavoro a cui tutti possiamo dedicarci per accompagnare e trovare soluzioni che facilitino gli interventi degli amministratori locali sul territorio, che non possono rischiare denunce quando decidono di intervenire per mettere in sicurezza il loro territorio con interventi sulla rete idrografica, sui fiumi.
Accanto a questo, c'è l'esigenza che il sistema degli Assessorati regionali presti anche molta attenzione alla rete idrografica minore e alla rete dei canali, che spesso, con le trasformazioni agricole in atto, con la sottrazione di terreno agricolo, sono stati abbandonati. In questi ultimi anni, ho avuto l'esperienza di Enti gestori, magari anche Enti gestori importanti come la Città di Torino, che hanno deciso di dismettere la manutenzione delle bealere, quindi dei canali irrigui, ritenendola troppo onerosa.
La Regione , purtroppo, non è riuscita a impedire un atto delittuoso come questo. Spero che questo non produca nell'immediato nella zona interessata le stesse problematiche che abbiamo appena visto in altri territori del Piemonte. Ecco, io credo che la Regione debba intervenire su questi aspetti sia dal punto di vista normativo, impedendo che ciò avvenga e anche mettendo in atto azioni di supporto per la gestione di questa rete di canali, del cui ruolo ci rendiamo conto quando avvengono questi fenomeni.
C'è il tema - come dicevo prima - della programmazione degli interventi e comunque dell'esigenza di interventi straordinari di grandi dimensioni.
L'Assessore Balocco ci ha parlato del tavolo nazionale convocato per giovedì e di questo Piano dove sono previsti, nei sette anni, dai sette ai nove miliardi di intervento. Davvero auspicabile. Spero che questo sia in qualche modo collegato alle notizie che proprio questa mattina si leggevano sui quotidiani rispetto allo stanziamento dell'Unione Europea di cinque miliardi di euro sul dissesto idrogeologico, a cui si dovrebbero accompagnare come cofinanziamento due miliardi nazionali italiani, ma che in questo momento sarebbero bloccati dal tema dello sforamento della famosa percentuale del 3%, perché con questo stanziamento l'Italia supererebbe i limiti di indebitamento.
Il Ministro Delrio starebbe andando a Bruxelles per richiede la fuoriuscita dal tetto del 3% di questi investimenti. Credo che anche dal nostro Consiglio regionale dovrebbe arrivare un sostegno e una sollecitazione in questo senso. Così come chiediamo la fuoriuscita dal Patto di stabilità degli interventi dei nostri Enti locali, è anche necessario che il nostro Paese possa fare tutti gli sforzi investendo risorse che possono essere messe a disposizione e che possono attivare un cofinanziamento importante. Altrimenti, davvero quest'Europa non la si capisce bene ed è difficile spiegare ai nostri cittadini il valore e l'importanza dell'impegno europeo quando, da un lato, mette le risorse a disposizione e, dall'altro, ci impedisce di farle utilizzare.
Penso che questi siano alcuni dei temi che abbiamo ripreso all'interno della mozione, grazie alla quale possiamo far forte e accompagnare l'azione del Presidente Chiamparino, degli Assessori Balocco e Valmaggia e di tutta la Giunta regionale per affrontare questo tema e trovare degli ambiti di risoluzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Fa piacere essere finalmente arrivati in Aula con questa discussione.
L'avevamo chiesta quasi un mese fa, quando avevamo svolto le commemorazioni del ventennale delle alluvioni del '94 e chiedevamo in qualche modo che la memoria fosse all'origine di precise scelte politiche. E' per questo che ringrazio le due Presidenti di Commissione per aver svolto un lavoro attento, anche se - come diceva giustamente la Consigliera Conticelli - non è neppure all'inizio, visto che mancano addirittura ancora i dati di quanto stanzieremo effettivamente in questo bilancio di assestamento sul tema del dissesto idrogeologico.
Credo che abbiamo fatto dei passi avanti non solo perché siamo andati oltre la relazione che abbiamo letto sullo stato degli interventi sul suolo per prevenire il dissesto idrogeologico, ma anche perché abbiamo fatto dei veri avanzamenti culturali intanto sul senso. Spesso quando si chiede di fare una relazione sul dissesto idrogeologico si parla solo di emergenze e delle opere di fatto da fare il giorno dopo alle grandi alluvioni, tra l'altro questa Regione dall'800 ad oggi è stata colpita più volte da 115 alluvioni che hanno provocato, solo negli ultimi anni, tantissime morti.
Penso, insomma, a tutte le 250 vittime che in queste anni il Piemonte ha subito.
Io credo che il dato principale su questa vicenda lo possa facilmente evincere ciascuno di noi. Dal dopoguerra ad oggi, cioè, questo Stato spende ogni anno tre miliardi e mezzo per le opere che servono a riparare i danni e a restituire alla popolazione uno stato di normalità. Se quei tre miliardi e mezzo - anzi, avessimo stanziato un euro in più! - li avessimo investiti sulla prevenzione, probabilmente la gran parte di queste tragedie non sarebbero successe. E io credo che sia poi questo il senso del documento che chiediamo di approvare oggi.
Siamo contenti che il Presidente Chiamparino abbia accolto in prima persona la nostra richiesta di chiedere esplicitamente al Governo che tutti i fondi da mettere per il dissesto idrogeologico e la prevenzione per la difesa del suolo siano esentati dal Patto di stabilità. Ma, lo dico sinceramente, il punto non sono le emergenze, Presidente Chiamparino: il punto è convincere il Governo che tutte le opere di prevenzione del dissesto idrogeologico siano fuori dal patto di stabilità. E sinceramente credo che questo il Presidente Renzi non l'abbia capito; tant'è vero che l'altro giorno ha fatto - non so se lei l'ha saputo - gli Stati generali del dissesto idrogeologico italiano.
Io credo che il Presidente farebbe bene, oltre a fare questa bellissima azione che si chiama, appunto, "Missione operativa Italia sicura" - noi siamo felici che finalmente abbia cercato di centralizzare alcune vicende dicendo poi che il 78% di questi cantieri sono bloccati per colpa degli Enti locali e delle Regioni - e oltre a scaricare le colpe, ad ascoltare le Regioni quando chiedono allo Stato italiano un piano, che non preveda i quattro miliardi una tantum, Presidente Chiamparino, ma che preveda più o meno una messa in sicurezza per 40 miliardi di euro. E quindi, quei quattro miliardi devono essere moltiplicati almeno per dieci anni, se vogliamo entro la fine del 2020 arrivare ad una situazione di normalità come in altri Paesi.
Noi qui ci limitiamo a chiedere alcune cose. Intanto di andare oltre la Direttiva alluvioni e spero che vedremo presto questo piano che invocavano i due Presidenti di Commissione. Lo diciamo sommessamente in questa mozione e io sono contento che non siamo così distanti dalle richieste che faceva adesso il Movimento 5 Stelle: chiediamo, cioè, di trasferire i fondi destinati nella legge di stabilità al Terzo valico sugli interventi nell'Alessandrino. Non stiamo lì a specificare se questo vada fatto per l'intero importo, però credo che l'aver in qualche modo scritto questa proposta sia già stata un'evoluzione da parte delle forze politiche in Commissione.
Come sapete, anche noi pensiamo che quei 250 milioni sarebbero proprio utili, in questo momento, per pagare tutti i danni dell'Alessandrino, ma credo ancora di più che quello che stiamo chiedendo anche alla nostra Giunta è di fare tutti gli sforzi possibili perché queste risorse arrivino in assestamento, nei limiti della copertura finanziaria; e, dove non fosse possibile, come ha fatto la Regione Toscana, di poter dire che anche noi oltre alla quota che utilizzeranno i Comuni - useremo quelle risorse fuori dal patto di stabilità. Credo questo sia un gesto coerente, visto che bisogna invertire la rotta di un'austerità che sottrae diritti e mette a rischio, appunto, la tutela del territorio.
Per questo spero che il Presidente ci faccia una proposta prima dell'assestamento. Se non sarà così, credo che questa mozioni ci aiuterà ad emendare la proposta iniziale di assestamento e ad allocare le risorse adeguate per intervenire subito su alcune situazioni molto urgenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio i Presidenti della II e della V Commissione per avermi permesso di collaborare con loro nella stesura di questa mozione e ringrazio anche i colleghi degli altri Gruppi che l'hanno firmata.
Già un mese fa, io avevo presentato un question time relativamente al ristoro dei danni nell'Alessandrino. Allora si parlava dell'alluvione del 12 e 13 ottobre. Ebbene, gli eventi di quest'ultima settimana hanno peggiorato sensibilmente la situazione.
Nella Commissione che avevamo svolto presso il Coordinamento regionale della Protezione Civile erano stati allora stimati 300 milioni di danni.
Credo che oggi una stima precisa non ci sia, ma secondo me il danno alle strutture pubbliche, sommato a quello verso i privati, arriverà ad una cifra che credo sia almeno il doppio.
Questo ci riporta a parlare di un fatto atmosferico eccezionale.
Purtroppo si diceva anche in questi giorni che questi eventi eccezionali stanno diventando la normalità e colpiscono di volta in volta diverse porzioni del territorio: una volta l'Alessandrino, una volta il Verbano.
insomma, si spostano facilmente.
Di fatto, noi siamo in una zona in cui la temporalità di questi eventi è stata accelerata sensibilmente negli ultimi tempi. Si dice del fattore climatico: il clima è cambiato, sicuramente, e questi fenomeni stanno diventando la normalità. Ebbene, credo che questa "normalità eccezionale" impongano delle misure e delle risposte eccezionali, che devono andare al di fuori dell'ordinarietà. Noi faremmo un grosso errore se anche questa volta, come nel passato, affrontassimo la situazione con i soliti mezzi e anche con le stesse modalità. Credo ci voglia in quest'occasione, ma veramente, una linea di discontinuità, sia nell'impiego delle risorse sia nell'impiego dei mezzi e sia nelle modalità con cui il fenomeno viene affrontato.
E' già stato detto - e la mozione giustamente lo ripete, lo ricalca e lo mette in evidenza - che occorre rivedere anche le modalità con cui noi fronteggiamo sia l'emergenza sia la programmazione territoriale. E in questo concetto ci sta tutto: ci stanno i Piani regolatori, ci stanno i Piani strategici, ci stanno le varie competenze che in questo Paese a volte sono molto frammentate e a volte anche troppo pletoriche. Credo che ci sia bisogno di semplificazione. Gli Amministratori pubblici sul territorio devono avere la possibilità di poter intervenire e molto spesso questo non è possibile.
Penso di aver forse già raccontato un episodio di quando ero Sindaco: per spendere 15.000 euro di pulizia di un deposito di terra e sabbia che si era formato, ho dovuto aspettare un anno e mezzo per avere l'autorizzazione dall'AIPO; credo che questo non vada bene, perché in quell'anno e mezzo avrebbe potuto intervenire un evento atmosferico dannoso.
Io arrivo da un paese che si chiama Rivalta Bormida e il Bormida è stato al centro dell'attenzione anche nazionale, in questi giorni, perch ha superato il livello di guardia di quasi tre metri: il livello di pericolosità è a sette e noi siamo arrivati quasi a dieci. La quantità d'acqua che si è riversata in questi giorni è paragonabile a quella del '94, anche se localizzata diversamente. Però noi stiamo assistendo a questi episodi con una frequenza sempre maggiore.
Non voglio ripetere argomenti che sono già stati usati. Ho ascoltato anche l'illustrazione della mozione dei colleghi del Movimento 5 Stelle che ringrazio per aver comunque sottoscritto anche la nostra. E un ragionamento che ho apprezzato molto è anche il fatto di poter prevedere questo è stato detto oggi, ma ieri in occasione della visita del Ministro Delrio ad Alessandria è stato ribadito - una necessaria revisione dei fondi destinati al Terzo valico. Io credo che in questo momento il nostro Paese abbia bisogno di una grande opera e la grande opera credo sia la sistemazione e la messa in sicurezza del territorio. Questo non significa almeno per quanto mi riguarda, cancellare progettazioni ed esecuzioni di lavori già programmati, però oggi credo sarebbe da irresponsabili non pensare di mettere in sicurezza la rete viaria, gli acquedotti, i ponti, le strutture pubbliche che in questi giorni sono state devastate. La Provincia di Alessandria è una Provincia devastata e ritengo meriti un'attenzione particolare.
Ringrazio quindi coloro che hanno sottoscritto questa mozione e invito la Giunta e il Presidente Chiamparino, che ha visitato quei luoghi e che ha visto, per esempio, la Valle del Grue, a recepirla.
A questo proposito, cito ancora questo elemento: vanno riviste anche le mappe di pericolosità, perché quello che è avvenuto compromette totalmente le mappe precedenti. Il Grue, che mi pare abbia 50 chilometri di percorso ha riversato a valle nel paese di Viguzzolo due metri d'acqua in una zona dove non c'era mai stata un'esondazione nella storia. Ricordo anche quanto è avvenuto a Novi Ligure, anche se è già stato detto: Novi non è mai stata alluvionata e quest'autunno lo è stata due volte. Occorre quindi una seria programmazione e occorre soprattutto che i soldi e le risorse vengano spesi bene,che non si facciano opere inutili e che venga usata la massima accortezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per pochi minuti per ribadire alcuni concetti.
Nel trovarmi d'accordo con chi mi ha preceduto, ritengo per fondamentale ripetere ciò che avevo già detto questa mattina. Ritengo cioè, che nell'Aula, specialmente su delle mozioni così complesse in cui occorre uno studio particolarmente attento e anche articolato (nel caso specifico, con i due Assessorati, essenzialmente la viabilità l'urbanistica e l'ambiente). In questo caso, ben venga il fatto che le due deleghe siano state associate assieme. Però che ci siano le Commissioni che facciano un'azione di svisceramento di queste cose, altrimenti perdiamo una giornata intera di Aula che potremmo dedicare ad azioni legislative.
Vedo con piacere che i colleghi della maggioranza parlino alla Giunta ma non ho capito se esiste un'attività di colloquio extra Aula consiliare tra la maggioranza e la Giunta o se dobbiamo per tutta la giornata dare una serie di consigli alla Giunta dopo che abbiamo già discussi in Commissione.
Ho chiesto prima con una mail alla Consigliera Accossato e lo faccio anche nei confronti della Consigliera Conticelli se possiamo usare le Commissioni per essere elemento propositivo per venire poi in Aula con quattro o cinque interventi, non di più. In questo modo possiamo portare a compimento un lavoro che deve essere fatto nelle Commissioni.
In caso contrario, non ho capito quali sono le sintesi di questa discussione. La mozione è condivisa, quindi da votare, affinché la Giunta possa lavorare e noi poter portare avanti un tavolo permanente. Capisco che la Giunta è orientata nei prossimi mesi all'attività di verifica, di riduzione delle spese e di assestamento di bilancio, ma nell'ambito dell'azione complessiva sul bilancio della Regione ci possono essere a latere dei lavori che vengono portati avanti dalla Commissione e che possano portare a compimento delle azioni amministrative.
Altrimenti temo che devo fare una sintesi di quanto abbiamo detto fino ad oggi e ciò che abbiamo detto nelle Commissioni tutti quanti. Riportiamo in Aula a giustificazione di una mozione che abbiamo già approvato, senza avere però un elemento fondamentale, ovvero che non abbiamo capito dalla Giunta se esiste la possibilità di una spesa complessiva come stanno facendo le altre Regioni legata ad un fondo rischi.
Tenete presente che prima che arriveremo a definire qualche azione valida nel tempo, ci saranno dei tempi tecnici e burocratici, purtroppo che sono tipici della nostra nazione. E sul nostro territorio inevitabilmente pioverà ancora e, inevitabilmente, ci saranno dei danni.
L'inverno quasi sempre è un elemento di riduzione degli eventi di pioggia, ma poi avremo la primavera e, con lo scioglimento delle nevi, ci sarà il ritorno degli eventi di pioggia.
Nel frattempo, passano pochi mesi: ci abbiamo messo sei mesi a definire una serie di strategie e tra quattro mesi saremo di nuovo in Aula a dire che piove e chiederemo comunicazione sui prossimi eventi della prossima primavera.
Quindi, la domanda è: ci sono o non ci sono dei soldi che la Giunta metterà da parte rispetto a degli eventi? La Regione Liguria, la Regione Lazio, la Regione Toscana, la Regione Emilia hanno dei fondi specifici per la definizione di eventi calamitosi come quelli che si sono verificati.
Da noi ci sono o non ci sono? Se non ci sono, diciamolo ai nostri Comuni: "Preparate le schede, costruitevi tutto quello che volete, spedite le PEC". Io a tutti i miei Comuni ho fatto spedire le PEC qua e al Ministero dell'Ambiente.
Vedremo dal censimento quante ne arriveranno, dopodiché però diremo: "C'è il problema del 3% a livello nazionale, quindi non vi diamo i soldi a livello nazionale. C'è il problema del bilancio regionale e quindi non vi diamo i soldi a livello regionale".
Quindi, al Comune diremo: "Fate le schede in modo sicuramente bellissimo e mandatecele; le terremo in archivio fino a quando una situazione diversa sarà attuata".
Questo è il dramma che stiamo vivendo e non vorrei che questo dramma lo dico con elemento certamente non di ironia - si protragga nel tempo altrimenti continueremo a prendere in giro i nostri Comuni che manderanno a tutto il resto del mondo delle schede bellissime, ma senza un ritorno economico per la risoluzione dei loro problemi e dello stato calamitoso attuale.
Bisogna sistemare le cose come sono ad oggi per rimetterle in condizioni di fruizione da parte di cittadini, siano esse strade, siano esse industrie o elementi toccati dagli eventi di pioggia, altrimenti sono soldi che saranno buttati via in un certo senso - scusatemi l'espressione che non è quella giusta - rispetto invece ad un piano di intervento complessivo e sostanziale che dovrà essere fatto dalla Regione sull'intero corpo idrico.
Mi riserverò di intervenire successivamente in maniera più precisa in un ambito di Commissione, sperando che la proposta che oggi ho presentato sia accettata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Io ho ascoltato la comunicazione dell'Assessore Balocco, anche se ero fuori per prendere un po' d'aria, perché qui dentro fa molto caldo. Però ho sentito dagli schermi presenti qui dietro l'intervento dell'Assessore Balocco.
Ho preso appunto della scadenza del 4 dicembre per la presentazione da parte di tutte le Regioni del piano di segnalazione delle problematiche più urgenti sul territorio.
Spero ovviamente che, prima della presentazione del piano, questa bozza di documento venga presentata nella Commissione competente. Infatti penso che i Consiglieri regionali che sono rappresentanti di tutto il territorio regionale possano anche aiutare con delle segnalazioni, che immagino stiano facendo i Sindaci, come ha detto il collega Sozzani che è appena intervenuto.
Penso che sia molto interessante per i commissari della Commissione competente, immagino congiunta tra la II e la V, conoscere il documento prima che venga presentato il 4 dicembre al Ministero.
Quindi, questa è la prima richiesta che faccio sia all'Assessore Balocco sia al Presidente e al Vicepresidente della Regione.
È ovvio che, andando sul tema delle risorse, tra sette e nove miliardi come ha detto l'Assessore Balocco . vi è già un delta notevole, nel senso che se sono sette miliardi, sono sette miliardo; se sono nove miliardi sono nove miliardi. Scusate se dico un'ovvietà, però un delta di due miliardi di euro non sono noccioline.
Si parla di una programmazione di sette anni. Io ora spero che nella trattativa con lo Stato i sette miliardi non siano previsti per sette anni perché vorrebbe dire un miliardo di euro all'anno.
In 15 giorni solo il Nord Italia penso che abbia collezionato danni per quattro miliardi. L'altro giorno seguivo una trasmissione televisiva generalista, ma abbastanza specifica sul punto, dove il Presidente della Liguria Burlando parlava di danni per un miliardo di euro. Solo la Liguria.
Non so se Burlando abbia alzato un po' l'asticella perché, come sappiamo, è meglio chiedere 100 per poi ottenere 50. Spero però che nella presentazione del documento si sia obiettivi su quelle che sono le richieste delle Regioni.
Non abbiamo avuto una computazione dei danni attuali da parte dell'Assessorato. Spero che arrivino al più presto, perché interesserebbe sapere qual è la cifra che stimiamo di danni, quella che poi andremo a chiedere a Roma e quella che effettivamente può finanziare la Regione.
L'altro giorno si diceva in assestamento che abbiamo messo cinque milioni di euro dell'IRBA (imposta regionale aggiuntiva sulla benzina) per coprire degli interventi urgenti.
Sono a richiedere nuovamente - penso che sia la quinta volta, ma ci sono le tempistiche e le difficoltà e sia l'Assessore Valmaggia sia l'Assessore Balocco sono stati impegnatissimi sul territorio in questi giorni e lo capisco - il prima possibile da oggi l'illustrazione di come sono stati impiegati i fondi dell'IRBA dal 1° gennaio 2012 ad oggi ed una programmazione triennale della stessa. La programmazione dovrebbe essere a lungo termine, ma io chiedo almeno una pianificazione a medio termine, cioè a tre anni. L'IRBA è stata introdotta con LR 11/2011 e va ad introdurre un'imposta aggiuntiva di 0,0260 euro al litro sulla benzina, solo benzina per autotrazione e non gasolio, non metano e non GPL e dovrebbe cubare circa tra i 25 e i 28 milioni di euro.
Quindi, chiedo perché sono stati stanziati, ad oggi, solo cinque milioni di euro.
Chiederei, quindi, oltre alle fondamentali risorse che ci darà Roma che vengano immediatamente stanziati tutti i 28 milioni di euro dell'IRBA per dare un ristoro immediati ai danni maggiori che hanno colpito soprattutto l'Alessandrino, il Biellese, il Canavese e il Verbano, il Cusio e l'Ossola (soprattutto Verbano e Cusio).
Queste sono informazioni fondamentali.
Oggi facciamo una discussione generale sulle comunicazioni dell'Assessorato. E' giusto e sacrosanto, però speriamo di poter discutere nella più ristretta sede della Commissione, di cifre, di importi, di richieste e di stime.
Oggi è importante avere una mozione ed un ordine del giorno - che spero vedano un accordo, se non unanime, almeno largamente maggioritario - che diano un segnale al Governo: far uscire dal Patto di stabilità quegli investimenti utili al territorio, che lo farebbero ripartire.
Per anni abbiamo assistito - ed è anche uno dei motivi per cui esistiamo come movimento politico - ad una politica, di destra e di sinistra, un po' sorda (dico "un po'" perché oggi voglio essere buono altrimenti dovrei dire "molto") alle richieste dei territori. Gli ospedali le scuole, il territorio e le strade di secondo livello sono pure economia sono pure appalti, sono persone che lavorano. Non sono economia solo le autostrade, i trafori nelle montagne e l'Expo.
Non può solo valere la logica dei grandi eventi.
Noi chiediamo che vi sia una precisa volontà politica in tal senso. E' più facile fare una grande opera, dove passano tanti soldi e quindi si dà tanto lavoro ma, tralasciando la degenerazione di responsabilità eventualmente penali, laddove ci sono grandi cantieri, girano tanti soldi e sono in ballo tanti interessi.
La logica dei piccoli cantieri, è vero, magari fa lavorare di più l'apparato, gli uffici e i funzionari, perché sono tanti cantieri, tanti bandi di gara e i Comuni devono intervenire, però sono quelli che servono al territorio, perché fanno lavorare le aziende locali e fanno rimanere i soldi sul territorio.
Spero - da un lato con amarezza, purtroppo - che i disastri che avvengono sempre di più sul nostro territorio (parlo dell'Italia, non solo del Piemonte) facciano cambiare il passo alla politica che oggi è in maggioranza, destra o sinistra, e che finalmente si capisca quali sono le priorità.
Noi abbiamo sempre fatto un discorso di priorità. Noi siamo contrari all'Expo così com'è realizzato. Lo abbiamo detto tante volte, lo abbiamo detto a Cota e lo diciamo anche a Chiamparino: noi siamo contrari per com'è realizzato, non in generale, ma per com'è realizzato.
Siamo contrari al TAV, al Terzo Valico e ad alcune opere che non hanno un riscontro sul territorio.
Se voi, quindi, faceste un discorso di priorità, dicendo: oggi c'è la priorità di mettere in sicurezza il territorio, di mettere in sicurezza le scuole, di mettere in sicurezza gli ospedali, avreste anche maggiore credibilità politica.
Lo sapete che su quasi ogni Direttore delle nostre ASL - Chiamparino lo saprà bene - vi è un'indagine in corso da parte della Procura della Repubblica per non avere ottemperato alle misura in materia di sicurezza antincendio, antisismiche e quant'altro? Ma domani chi vorrà ancora fare il Direttore generale? Lo dovrete pagare cinque milioni di euro all'anno, così almeno potrà pagarsi tutti i ricorsi e gli esposti che riceverà, altrimenti chi è il "matto" disposto a farlo? Stesso discorso vale per il Dirigente scolastico, con tutte le responsabilità che ha in capo.
Queste sono valutazioni importanti e spero non serva un ulteriore disastro.
Abbiamo ricordato due morti in Piemonte, ma ce ne sono stati decine adesso non ricordo il numero esatto - in Liguria e in altri territori.
Spero che non si debba sempre aspettare il morto per decidere quali sono le priorità e come investire i soldi.
Il nostro ordine del giorno è molto specifico. L'abbiamo fatto in anticipo perché volevamo sapere con precisione dove andare a trovare risorse.
Qualcuno giustamente dice che gli ordini del giorno si discutono, ma poi non si ottiene nulla di preciso. E' ovvio che noi, con un ordine del giorno, diamo mandato preciso al Governo.
Ci sono 200 milioni di euro dello "Sblocca Italia" per il Terzo Valico.
E' semplice: ci sono 200 milioni di euro, impegnati sullo "Sblocca Italia" per opere cantierabili entro il 30 giugno 2015. Si chiede al Governo, con un atto unanime a livello parlamentare, quindi vorrei che vedesse coinvolti il Partito Democratico, SEL, Movimento 5 Stella, Forza Italia e Lega Nord una bella lobby piemontese in senso positivo (ovviamente lobby di parlamentari) che questi 200 milioni di euro vengano spostati sul dissesto idrogeologico.
Non basteranno. Non basteranno, però almeno è un inizio.
Questo ordine del giorno va in questo senso.
Grazie al lavoro del Consigliere Mighetti e di altri colleghi siamo riusciti ad inserire questa richiesta nella mozione a prima firma del Partito Democratico.
Spero che si vada veramente in questa direzione, soprattutto perché le previsioni climatologiche prevedono un continuo peggioramento degli eventi atmosferici e meteorici.
Un continuo peggioramento.
Il clima sta cambiando, ma anche senza essere catastrofisti, lo si vede tutti i giorni, anche solo da un'analisi estemporanea del vissuto di ognuno di noi.
Il clima sta cambiando e noi dobbiamo intervenire facendo prevenzione.
Non si deve intervenire dopo, come diceva giustamente un collega della maggioranza.
Se interveniamo dopo, i costi sono dieci volte tanto.
Termino dicendo: un euro investito in prevenzione fa risparmiare dieci euro di danni successivi, perché non paga solo il pubblico, ma anche i privati con le aziende che chiudono.
Interveniamo quindi subito, prima che accadano altri disastri.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'unitarietà su questa mozione è significativa, proprio perché oggi ci troviamo di fronte ad un qualcosa che definirei quasi epocale. Non lo dico io, lo dicono gli esperti: quello che è successo in questo mese in Piemonte è un qualcosa che probabilmente non rientra neanche negli eventi alluvionali cinquecentennali o duecentennali.
Questo, come già detto da altri colleghi, dovrebbe portarci a reimpostare un lavoro, che non è solo ed esclusivamente una fase di intervento, ma proprio una programmazione.
Quanto sottolineato e chiesto prima dal collega Sozzani è determinante: si può, visto che c'è una convergenza (e di fronte ad eventi calamitosi non ci sono questioni politiche), fare un lavoro che parta e si protragga in modo organico e programmato nel tempo, portandoci a definire strade strategie e pianificazioni, proprio alla luce di quanto detto adesso dal collega Bono.
Tutto sta cambiando, quindi occorre intervenire sulle problematiche legate ai fiumi. Non è più possibile pensare che per intervenire sui fiumi debbano passare anni, o addirittura non intervenire, e poi gridare allo scandalo e al disastro. L'AIPO vive in un contesto tutto suo, quindi serve anche un'azione importante sulla legge nazionale.
La mozione pone la Regione come capofila o coordinatrice di un lavoro territoriale con gli Enti locali. Questo va bene, però alla fine bisogna avere la possibilità di incidere, in modo veloce e organico, per avere dei ritorni o, almeno, ad una non spesa dal punto di vista dell'intervento sui fiumi, trovando anche combinazioni che possano avere una logica, facendo intervenire, in modo ben controllato e ben attento, anche soggetti privati ove possibile, perché alla fine bisogna anche cercare di ragionare in modo da porsi in una relazione di legittimità con chi ha la possibilità di intervenire, quindi che non gravi sulle casse pubbliche.
Alla luce di ciò, naturalmente, serve anche un intervento immediato perché - io vivo in quei territori, quindi lo vedo giornalmente - ci sono delle situazioni che obiettivamente sono critiche e di difficile intervento da parte dei Comuni. Infatti, un conto sono le pulizie di primo impatto (magari la rimozione di qualche piccola frana dalle strade), un altro conto è intervenire dove il fiume ha eroso le strade, dove ci sono frane che hanno dimezzato le strade e così via. Chiaramente, situazioni come queste necessitano di interventi: ben venga la programmazione e ben venga naturalmente, il percorso legato sia al fondo nazionale e sia ai fondi europei, se si riescono ad attivare; comunque ci sono interventi che devono essere compiuti in termini immediati.
Credo che sull'assestamento si debba in ogni caso, raschiando dove si può, intervenire, in quanto ci sono necessità impellenti. Sappiamo che a causa della burocrazia, in Italia, per ottenere dei finanziamenti occorrono almeno sei mesi, per tanto che si possa essere veloci; poi, se consideriamo anche gli appalti e tutto il resto occorre almeno un anno per intervenire in determinati tipi di opere.
Credo che, oggi, questo sia l'elemento più importante per dare dei segnali ai territori, che già hanno avuto un problema un mese fa e nei giorni scorsi, quando addirittura sono stati colpiti di nuovo. Per cui questa è anche un po' l'esortazione primaria rispetto a questa mozione perché, di fronte ad un lavoro organico, serve comunque un'azione che dia dei segnali primari ai territori colpiti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Svolgerei due brevissime considerazioni prima dell'intervento.
Per quanto riguarda la prima, sogno sempre che in un paese normale questi interventi di messa in sicurezza dei territori non si realizzino sotto la spinta dell'emotività del momento. Quindi, richiamo la possibilità di diventare un paese normale - parlo dell'Italia, ovviamente - in cui questa attività di programmazione diventi un fattore ordinario.
In secondo luogo - non mi riferisco assolutamente alla Torino-Lione ogni volta sembra sempre che si debbano spostare le risorse da un intervento all'altro, come se fossero risorse similari o riguardassero interventi infrastrutturali - lo ripeto, non parlo della Torino-Lione - che non servono a questo Paese, non sono assolutamente in competizione tra di loro.
Sono stato amministratore locale per molti anni e penso che nessuno di noi, a qualsiasi livello, possa esimersi dalle proprie responsabilità.
Al di là dei cambiamenti, più o meno reali, del clima - per alcuni anni si racconta che la temperatura globale sta aumentando, poi, dopo inverni con un po' più di neve, si fa marcia indietro - e di quelle che possono essere le nostre percezioni, è l'uomo che determina in gran parte gli aventi a cui stiamo assistendo, per esempio con la pianificazione territoriale.
Probabilmente siamo intervenuti con estremo ritardo. Per esempio, il secondo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, che cito sempre, ha dichiarato lo stop al consumo di suolo, per non comprometterlo. Ed è stato un messaggio culturale importante, in quanto molti Comuni hanno cominciato a intervenire sul piano regolatore diminuendo la propria capacità insediativa e sicuramente non aumentandola, ponendosi l'obiettivo di non compromettere ulteriormente nuove aree. Questo è il più grande intervento che possiamo realizzare, al di là di quelle che sono le risorse necessarie (poi arrivo anche alle risorse).
Come diceva anche la collega Accossato, occorre sicuramente una semplificazione nell'utilizzo anche delle risorse disponibili. In Regione Piemonte ci sono un sacco di risorse disponibili per la manutenzione ordinaria. Ci sono le risorse derivanti dai fondi ATO, che sono risorse importanti, e per la Regione Piemonte vuol dire circa 25, 26, 30 milioni di euro all'anno. Si caratterizzano per la loro sicurezza, per tutti gli anni affinché compiere interventi manutentivi importanti dei territori, perch non occorre attendere il bilancio annuale della Regione per vedere l'Assessore Balocco e l'Assessore Valmaggia quanti soldi hanno messo a bilancio, quelli ci sono a prescindere. Quindi, è possibile stendere piani pluriennali di manutenzione del territorio confidando su risorse certe.
Dobbiamo - ed è un impegno che ho preso insieme ad alcuni Consiglieri avviarci verso la semplificazione del quadro normativo. Per esempio - lo abbiamo già detto in Commissione, lo dico anche qui - è anacronistico che quando i territori redigono un piano di manutenzione con i fondi ATO poi sia necessaria l'approvazione da parte dell'assemblea dell'ATO. Perciò, a volte, si inseriscono molti mesi di ritardo quando potrebbe essere sufficiente una semplice presa d'atto o una comunicazione; non vedo come possa l'assemblea dell'ATO intervenire in scelte di programmazione manutentiva operate dai sindaci.
C'è un'altra questione anacronistica: non occorre che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio venga ad Alessandria o a Genova per dire che gli interventi manutentivi e la messa in sicurezza del territorio devono essere eliminati dal patto di stabilità, deve essere un fatto ordinario, perché molti Comuni hanno fondi a disposizione e non li possono impegnare per gli effetti perversi di tale patto.
Questi sono degli elementi con i quali il legislatore regionale sicuramente può rendere più semplice gli interventi manutentivi, di cui abbiamo veramente una forte necessità, poi arriviamo alle risorse. Infatti nella mia lunga attività di amministratore locale, ho sempre riscontrato che quando venivano chieste poche centinaia di migliaia di euro per provvedere alla manutenzione di un territorio i fondi non c'erano. Poi quando si verificava l'evento eccezionale e straordinario, allora si parlava di centinaia di milioni di euro.
Probabilmente, in questo dobbiamo tutti compiere uno sforzo, al di là degli impegni che noi ci auguriamo la Giunta possa allocare nel prossimo esercizio finanziario. Infatti, occorrono sicuramente risorse importanti per la messa in sicurezza del territorio, ma deve iniziare un processo anche culturale di pianificazione territoriale che possa rendere sempre più difficile compromettere nuove aree.
Anche solo da un confronto del Piemonte con la Liguria, emerge che, per fortuna, la nostra Regione alcune scelte sono trent'anni che le pone in atto, per esempio non lascia intubare i corsi d'acqua. Che mi ricordi, sono almeno trent'anni che non c'è più, giustamente, questa possibilità; invece in altre regioni è assolutamente la norma, compresa la Regione Liguria.
Allora, il primo intervento di cui ci possiamo occupare è di ulteriormente insistere sulla necessità di svolgere attività di pianificazione di area vasta, che possano porre al primo posto il non consumo di suolo. Inoltre, mi auguro che, in Commissione o in gruppi di lavoro, si possa far comprendere l'importanza delle risorse già disponibili per le aree montane dei fondi ATO; si tratta di risorse importanti puntuali e sicure. Poi, si possono stanziare ulteriori risorse per far partire programmi manutentivi che i sindaci, le unioni montane e l'insieme dei Comuni devono assolutamente impegnarsi a realizzare.
A volte, un programma di piccole opere manutentive, realizzato quando non c'è l'emergenza che incombe, può essere molto più importante, utile ed efficace di tanti interventi che vengono fatti post-alluvione.
A tal riguardo, sia il Consiglio che la Giunta possono fare molto.
Ovviamente, in questo momento, oltre alle risorse ordinarie già disponibili, ci auguriamo che, anche a seguito dell'intervento dell'Assessore Balocco, ci possano essere ulteriori stanziamenti, che dovranno assumere, però, un carattere di ordinarietà, e non solo di straordinarietà. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Una volta tanto vorrei essere molto stringato. Gli interventi che mi hanno preceduto credo siano stati quasi tutti condivisibili in un richiamo generale.
Ringrazio anche l'Assessore Balocco per essersi recato subito nel Biellese e aver constatato, di persona, l'entità dei danni e la gravità della situazione in cui versa quel territorio.
Vorrei ricordare solo alcuni aspetti oltre a quelli citati prima in fase di question time: non credo che questa legislatura passerà alla storia per l'elargizione dei contributi - non distribuiamo grandi risorse! - ma si può passare alla storia anche solo semplificando la vita dei cittadini resa assai complicata dalla burocrazia, di cui credo che l'Italia sia maestra in tutto il mondo. Spero veramente, alla fine di questa legislatura, di poter offrire qualche soluzione a tal riguardo.
Dispiace constatare che in molti Comuni del Biellese la rabbia dei Sindaci - uso un eufemismo, perché sotto questo aspetto qualcosa si sarebbe potuto evitare - derivi dal fatto di avere questi fondi a disposizioni e di non poterli utilizzare per via del Patto di stabilità. Questo è un primo dato di fatto.
Questa situazione alluvionale ha gravato ulteriormente la situazione: una quarantina di paesi (sicuramente il numero è arrotondato per difetto) non sono ancora accessibili, oppure lo sono solo in parte. Spero - Delrio lo ha annunciato alle parti - che in Piemonte i Comuni interessati ottengano velocemente una deroga al Patto di stabilità, perché se no la rabbia dei Sindaci diventerà veramente poco contenibile. Abitando in province piccole - vorrei esserne incolume - già prima telefonavano chiedendoci: "Che cosa avete fatto?". La domanda che faranno adesso è: "Che cosa avete fatto? Che cosa avete combinato? Che cosa avete deciso? Quando potremo spendere?". Queste domande incombono con una velocità pressante.
Spero, quindi, che saremo altrettanto veloci, ma sono certo che lo saremo.
Oltre alla deroga al Patto di stabilità, oltre a certificare la calamità e oltre ad avere queste cifre pronte a disposizione per i Comuni altrimenti non ci solleviamo più! - ribadisco quanto ho chiesto oggi pomeriggio, perché mi sembra un'idea condivisa da tutti (quando le idee hanno buonsenso, tanto vale spargerle affinché vi sia continuazione).
Io non ho capito benissimo la risposta che ha fornito l'Assessore Valmaggia, ma probabilmente ero distratto; chiedo venia, adesso la legger meglio. Avevo semplicemente chiesto che venisse data la possibilità ai Comuni (la Regione sotto questo aspetto ha un ruolo) di spendere i fondi ATO a disposizione delle Comunità montane per atti ordinari. Perché se rimandiamo la richiesta alla Conferenza Stato-Regioni, non ci asciughiamo più gli occhi e non so quando arriverà quel giorno! Questo sarebbe un qualcosa di pronto effetto e di utilizzo immediato: nel Biellese, nell'Alessandrino o nel Novarese, insomma laddove si è stati colpiti, credo che quest'azione possa sicuramente essere gradita.
Sollecito, quindi, il Presidente e tutta la Giunta regionale a farsi interpreti non di questa mia richiesta, ma di questa richiesta collettiva che è condivisa. Sarebbe un bel modo di rispondere celermente ad una richiesta immediata e dire: "Ecco, Sindaci: la Regione Piemonte vi offre questa possibilità. Utilizzate questi fondi, perché nel frattempo la circolazione e le case sono un po' pericolanti".
Mi associo a quanto si è detto prima in termini di prevenzione. La situazione, almeno nel Biellese, è stata un po' diversa, nel senso che non ci sono state grandi esondazioni, ma si è verificato un fatto abbastanza straordinario: la terra si è sbriciolata. Tutt'al più ci sarebbe da chiedersi perché alcune case sono state costruite in certi posti.
Una magra consolazione - il tempo mi ha dato giustizia - deriva dal fatto che negli ultimi anni del mio mandato di Sindaco ho fatto interventi importanti sulla collina vicina. Naturalmente quegli interventi sono costati milioni di euro - la gente si arrabbia solo quando c'è l'alluvione ma la magrissima sia pure intimissima consolazione è stato il non vedere più franare quella collina (purtroppo, è andata giù da un'altra parte, ma non era responsabilità mia). Tutti gli interventi che sono stati fatti certamente non hanno pagato in termini elettorali e di consenso, ma hanno ripagato moltissimo sugli errori "bestiali" che sono stati commessi negli anni passati, quando si era costruito senza fognature e quant'altro. Cose aberranti. Quindi la situazione è stata un po' raddrizzata.
Sicuramente tutti i suggerimenti di prevenire il più possibile e di tenere alta la concentrazione sono condivisibili, e la Regione Piemonte sotto questo aspetto, può fare molto.
Un'ultima riflessione: sarà forse stupida, ma vivendo nelle valli e continuando a girare ho potuto accertare che in tempi di povertà come questo, mancando il lavoro, molti si sono improvvisati boscaioli - in questo momento il legno va alla grande - e chiunque è in grado di disboscare. Ho già denunciato più volte questa situazione, ma vedo che il grido rimane inascoltato. Sono consapevole che le guardie forestali da noi siano pochissime (in altri Paesi ce ne sono di più), però si sta disboscando in modo terribile, anche dove il buonsenso suggerirebbe di evitare (nessuno taglierebbe nella propria collina o di fronte alla propria casa!).
Una volta bisognava dirlo prima, adesso mi sembra che si possa dire anche dopo. Però se uno gira ed è un po' attento.
Dato che non abbiamo una cultura come quella del Trentino, dove si toglie un albero ma se ne rimettono due (da noi, invece, ne togliamo uno e non ne rimettiamo nessuno, poi se viene giù una frana chi se ne frega!), è un problema che andrebbe monitorato. Sembrerà sciocco, ma se si tolgono gli alberi, arrivano frane, slavine, eccetera. Vedo che da noi si può tagliare legna, si può disboscare.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Perché abbiamo il problema opposto.



BARAZZOTTO Vittorio

Concordo, quindi, con la richiesta di deroga al Patto di stabilità, che è urgente; così come per la certificazione della calamità; ma va altrettanto bene offrire questa possibilità, altrimenti avremo molti Sindaci arrabbiati. Risollecito, quindi, quanto avevo già richiesto in merito alla possibilità di riutilizzare i fondi ATO.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Volevo solo fare qualche considerazione rispetto all'intervento del collega Ferrentino, che, come sempre, mi stimola nelle riflessioni; siamo entrambi amici della montagna, quindi molto spesso condividiamo visioni simili, altre volte no.
Concordo sul fatto che non dobbiamo farci prendere dall'emotività del momento. È vero che quando ci si trova davanti a delle catastrofi con delle vittime si può agire in preda all'emotività. Ma è proprio per questo che noi speriamo che si possa passare ad una politica un pochino più ragionata e si possano utilizzare le risorse nel modo più opportuno.
Per noi, ovviamente, il modo più opportuno è quello che stiamo proponendo oggi, che prevede di spostare i fondi dalle grandi opere inutili e impiegarli per opere utili, in particolare per questo provvedimento sul dissesto idrogeologico, quindi sulla prevenzione. Perché ci rendiamo conto che la priorità è questa.
A nostro avviso, non è vero che le due scelte non sono in competizione anzi lo dimostriamo proprio votando questo atto oggi. Se così non fosse non saremmo neanche qui a parlarne.
È chiaro che noi possiamo fare delle scelte: possiamo decidere cosa sia prioritario; possiamo scegliere se investire in grandi opere inutili, che fanno male al territorio, nonostante quello che il Presidente Chiamparino ha dichiarato qualche settimana fa in Consiglio regionale, quando disse che la natura abbandonata a se stessa fa più danno di un cantiere. In realtà abbiamo ben visto che sia in Liguria, sia dal versante Piemontese le zone intorno al cantiere del terzo valico sono state quelle più soggette a frane, smottamenti e danni. Ovviamente non posso non fare riferimento al cantiere TAV in Valle di Susa, è inevitabile per me parlarne.
Vedo che il Consigliere Ferrentino sta disturbando anche il Presidente Chiamparino: mi boicotta in tutti i modi. Pensare che un tempo eravamo fianco a fianco. L'ultimo volta che l'ho visto dal nostro lato delle barricate era forse il 2005, mi corregga poi se sbaglio. Probabilmente dopo ha avuto degli incontri che io non ho avuto e adesso ci troviamo su fronti opposti, ma non è un problema. Sono sicura che prima o poi, continuando di questo passo, ci ritroveremo intorno ad una polenta in qualche presidio No TAV.
Ormai è inevitabile fermare quest'opera. E' chiaro che queste opere vanno fermate, che le nostre priorità sono ben altre e sarebbe totalmente irragionevole proseguire su qualsiasi posizione diversa da questa.
Un'ultima considerazione. Sta cambiando il clima, immagino che ce ne siamo accorti tutti. Ormai nessuno può negare questo fatto, prendiamo anche atto che sta cambiando l'economia. Le merci sono in calo, il traffico merci è in calo, la vecchia ferrovia sarebbe già stata sufficiente a trasportare le merci che scorrono tra est e ovest anche tra nord e sud. Ovviamente ci vuole qualche lavoro di adeguamento della ferrovia che in Valle Susa c'è già stato, quindi pensate che enorme spreco fare un'ulteriore ferrovia dopo aver messo a posto la ferrovia preesistente.
Prendiamo atto di questi due eventi che ci hanno travolto - cambiamento del clima e cambiamento dell'economia - e finiamo di investire soldi in queste opere inutili. Grazie.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



FREDIANI Francesca

Ieri avevo da fare. Normalmente non vado a questi eventi istituzionali perché non sono tipo da passerella. Presidente, quando vuole le organizzo una polentata ad un presidio, mi dica quando è libero, l'accompagno e la proteggo io.
L'aspettiamo in valle.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io esprimo sincero apprezzamento, non è una frase fatta, per il lavoro svolto dalle Commissioni congiunte II e I. Pur con le differenze che abbiamo di idee e opinioni, quando ci troviamo a fronteggiare un problema così grave per la nostra Regione, dobbiamo far sì che si superino le diversità di vedute per fare il nostro dovere, ciascuno per la propria parte, e risolvere i problemi della regione.
Da una parte abbiamo la gestione ordinaria, la manutenzione del territorio che passa attraverso diversi aspetti e oggi sono stati ricordati tutti: piani regolatori, evitare il consumo di suolo, fare le opere ordinarie di manutenzione che servono al territorio. Ma è chiaro che quando poi ci sono degli eventi eccezionali, specie se negli anni non si è provveduto come si doveva a fare quei lavori di ordinaria manutenzione e amministrazione, ci si trova a dovere fronteggiare l'emergenza, se non si usano bene i fondi per la manutenzione ordinaria, per incapacità o perch si pensa che siano prioritarie altre opere e non la messa in sicurezza del territorio. Ecco che quando ci troviamo di fronte a questi eventi calamitosi molto gravi, bisogna iniziare a parlare di priorità.
Qui rispondo al Consigliere Ferrentino, ma rispondendo a lui enuncio un principio generale che mi sembra un principio di buon senso, e dico quasi un'ovvietà: i soldi non li stampiamo la notte, purtroppo. Se poi, qualche collega della maggioranza, li stampa alla notte, ci dice come fa e noi siamo contenti. Se qualcuno ha la soluzione per stampare, da domani, monete in Piemonte, siamo altrettanto contenti. Visto che non lo possiamo fare per gli eventi straordinari ed eccezionali dobbiamo trovare le risorse.
Ecco che allora torna in campo la scelta delle priorità. Un buon amministratore deve saper capire quali sono le priorità. Poiché questo evento ha dimostrato come l'unica grande opera necessaria nel nostro Paese quindi non solo in Piemonte, sia la messa in sicurezza del territorio grande opera che poi si sostanzia di una lunga serie di piccole opere che anch'esse, creano un volano per l'economia, creano occupazione, creano lavoro. Siccome l'unica grande opera importante è la messa insicurezza del territorio, nel momento in cui c'è un'opera che interessa un territorio che impatta fortemente un territorio che - a torto secondo noi, ma a ragione, secondo qualcun altro - è importante per questo territorio, allora pare logico usare i fondi che per quell'opera sono stati stanziati proprio per migliorare quel territorio, per riparare i danni che ha subito quel territorio.
E' per questo motivo che noi, con il nostro ordine del giorno che si affianca a quello licenziato dalla II e dalla V Commissione congiunte, ma del resto era stato presentato prima, chiediamo che i fondi destinati al Terzo Valico siano riallocati per dare ristoro ai danni subiti dal territorio Piemonte con questa alluvione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il tema all'onore del momento e oggetto di queste due mozioni è un tema critico, che riguarda la gestione del territorio. E' un tema che non viene affrontato; meglio, viene affrontato da anni in maniera estremamente burocratica. Forse, per certi versi, senza considerare l'insieme delle cause che hanno determinato le criticità che oggi sono così evidenti e che causano i disastri di cui stiamo parlando.
In primis, c'è una causa di fondo. E' una causa che ci sarebbe comunque, indipendentemente dall'incuria dell'uomo. Il territorio italiano è un territorio geomorfologicamente giovane, e quindi ancora molto attivo.
Le Alpi sono in costante modificazione e anche le relativamente scarse pianure sono soggette a numerosi fenomeni. Inoltre, abbiamo un territorio vulcanicamente attivo, soggetto a fenomeni sismici. Questa è una base.
Poi ci aggiungiamo il fatto che sopra questo territorio vive un popolo di incoscienti. Diversamente non si può spiegare il fatto, ad esempio, che abbiamo milioni di persone che vivono sulle pendici del Vesuvio: sulla carta abbiamo piani di evacuazione, ma sappiamo bene che qualora ci fosse un'eruzione del tipo pompeiano, nella prima mezz'ora dell'eruzione stermineremo circa un milione di persone.
Questo per dire come stiamo affrontando il problema.
Ma veniamo alle questioni più inerenti al dissesto idrogeologico del territorio piemontese, senza fare troppe divagazioni. E' evidente che, in questo caso, si combinano nuovamente due effetti: il primo - che ho già citato - è la natura intrinseca del territorio e, il secondo, è un'evoluzione della situazione climatica.
Si può cercare di dire che il riscaldamento globale c'è o non c'è, ma sta di fatto che - naturale o meno - l'intensificazione dei fenomeni estremi di natura pluviometrica (piove a dirotto per tempi brevissimi, ma in maniera sempre più frequente nel corso dell'anno, apportando enormi quantità d'acqua in maniera violenta su un territorio fragile) porta a due fenomeni correlati: le esondazioni, anche di corsi d'acqua relativamente piccoli, ma che hanno portata torrentizia, quindi molto irregolare e potenzialmente enorme, e le colate, le frane, gli smottamenti di fango e detriti, strettamente collegati.
A questo, aggiungiamo una sostanziale dissennata mancanza di pianificazione della gestione del territorio, dal punto di vista antropico e il dissesto delle aree marginali e delle aree agricole, legate al decennio documentato dall'ultimo censimento dell'agricoltura, di sostanziale crisi dell'agricoltura italiana e piemontese, in particolare che ha visto una drastica riduzione della superficie coltivata, in maniera drammatica nelle cosiddette aree marginali, che casualmente sono proprio quelle montane, di valle, che hanno una maggiore necessità di manutenzione del territorio stesso.
A questo, non sono stati affiancati, per quanto ci si sia sforzati sempre a seguito di una bella catastrofe tipo quella del '94, perch pensarci prima è troppa fatica - strumenti efficaci e capillari. Se abbiamo il PAI, se abbiamo tutta una serie di documenti, di incontri e recepimenti dei Piani regolatori, ecc., non abbiamo, poi, strumenti efficaci e gestiti in tempo reale, aggiornati, perché anche riguardo al PAI, non ricordo l'ultimo aggiornamento, ma non mi sembra ci sia una versione più recente post 2010/2011, forse addirittura andiamo al 2005.
A livello territoriale, quindi a livello dei singoli Comuni, non ci sono - che io sappia - dei piani di manutenzioni del territorio, cosa che ad esempio - c'è nei paesi anglosassoni. A livello locale, nei paesi anglosassoni - e lì c'è una grandissima cultura della gestione del common cioè del bene comune, del territorio - con grandi piani, dove, anno dopo anno, s'individuano le parti critiche del territorio, le opere necessarie gli attori coinvolti e le tempistiche entro cui realizzarle.
In Italia questo manca: siamo nel 2014, quand'è che pensiamo di farlo? Non basta la Protezione Civile che interviene quando ci sono le catastrofi! Queste cose vanno evitate, perché - come viene citato nella mozione - non abbiamo 300 milioni da tirare fuori per i danni! Stiamo grattando per avere 200/300 milioni di non pagamento di rate, che non sarà chiedere soldi, ma mi pare sia più o meno qualcosa del genere, per mandare avanti tutta la macchina regionale l'anno prossimo. Come facciamo a pagare i danni? E allora, si tratta, ancora una volta, di definire delle politiche. Che noia: lo diciamo tutte le volte! Che noia! Però bisogna farlo, bisogna fare in modo che ci sia la rete con i territori. Ma è possibile, nel secolo dell'informatizzazione, dove le cose viaggiano alla velocità degli elettroni, per via etere o per via cavo, essere ancora al fax! Siamo ancora con i vigili che girano con i megafoni! Cerchiamo di fare le cose in modo che tutti siano partecipi della responsabilità del territorio! Pensate che una volta era così. Una volta, quando la natura era molto più grama e l'Italia era un paese agricolo, la manutenzione del territorio era fondamentale, altrimenti veniva spazzata via l'economia. Oggi sembra tutto basato sul fatto di avere capannoni, infrastrutture, investimenti in infrastrutture, cementificazione, impermeabilizzazione. Signori l'impermeabilizzazione è permanente, è difficilissimo tornare indietro quindi il primo lavoro da fare per preservare il territorio è non fare certe cose. Questo l'ho già detto in Commissione, ed è una cosa a costo zero! Basta con gli interventi di cementificazione selvaggia, basta con il proliferare di aree artigianali, industriali, che non servono a nulla.
Rimangono lì e fanno dissesto. Basta con opere pubbliche piazzate dove fa comodo alla politica, senza tener conto del territorio! Senza parlare della TAV o delle grandi opere inutili, guardate dove abbiamo costruito l'ospedale di Verduno! Speriamo non venga giù! Intanto speriamo di finirlo e, poi, speriamo che prima o poi non ci cada sulla testa, perché è situato in una collina dove le relazioni geotecniche dicono "dissesto, dissesto dissesto", e noi faremo anche qualche ulteriore lavoro per un tunnel autostradale! Queste cose vanno evitate come la peste, altrimenti siamo come Napoli: il nostro Vesuvio è l'evento meteorico imprevedibile, che fa allagare esondare, franare la montagna o la collina e ci seppellisce, mese dopo mese, evento esagerato dopo evento esagerato. E andrà solo a peggiorare.
Allora, in questo caso si tratta di creare degli strumenti, non è necessario pensare sempre che ci vuole l'intervento del "papà Stato" o della "mamma Regione"! Bisogna fare in modo che le forze presenti sul territorio funzionino, che si ricrei il tessuto socio-economico che si occupava della manutenzione del territorio, che questo sia permesso nell'ambito delle leggi esistenti.
Noi, oggi, non abbiamo una carenza di leggi, non abbiamo una carenza di regolamenti, anche tecnici, che ci dicono come fare le cose per bene: abbiamo una carenza di politiche che facciano sì che queste cose vengano realizzate, nei tempi e nei modi corretti. Per ripulire gli alvei, ad esempio, siamo pieni di Piani dell'Autorità d'Ambito, dell'Autorità di Bacino del fiume Po, di relazioni dell'Enea, ecc. ecc., ma poi? Poi cosa c'è? C'è che a livello locale abbiamo il contadino - poverino - che eventualmente, se può, tira fuori la legna dal torrente e viene pure multato! Infatti, se si chiama la Forestale, quel poco che ne rimane si muove dopo un mese o due, quando si può. Se, poi, crolla un ponte - come successe nel '94 (il ponte sul Tanaro) - e qualcuno, passati sei mesi dice: "Ce lo costruiamo a spese nostre", viene pure fermato dai Carabinieri! Le cose si fanno quando servono, non dieci anni dopo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Ritorno a bomba sull'argomento della serata: una bomba d'acqua.
Mi ha fatto piacere che ci sia stata un'apertura nell'ordine del giorno per quanto riguarda lo stop al consumo del territorio, che credo sia una delle problematiche maggiori, oltre al fatto che ovviamente il clima è cambiato e che queste precipitazioni atmosferiche eccezionali si stanno intensificando.
L'impermeabilizzazione del suolo, ovviamente, comporta un maggiore apporto d'acqua nel nostro reticolo idrografico. Allora, mi ha fatto appunto piacere che ci sia nell'ordine del giorno un'indicazione per una futura, possibile predisposizione di una normativa per regolare il consumo del territorio, che credo sia una piaga nazionale.
Recentemente sono andato ad un incontro a cui ha partecipato Luca Mercalli, che da anni parla di stop al consumo del territorio. Tra l'altro è emerso il dato interessante sulla produzione di cemento dell'area mediterranea - dove la Grecia era il maggiore produttore di cemento - che è correlata ad una debolezza economica; tant'è vero che la Grecia è stato il primo Paese ad entrare in crisi; il secondo Paese è la Spagna e il terzo a livello europeo purtroppo è l'Italia. Dico purtroppo perché questo è correlato ad un forte consumo del territorio che a livello nazionale - è un dato veramente notevole - ammonta a otto metri quadrati che vengono consumati ogni secondo, quindi a una porzione decisamente elevata.
Tra l'altro, in Lombardia sta per essere approvata una nuova normativa urbanistica che consentirà, nonostante le alluvioni hanno colpito in parte anche il territorio lombardo, un consumo del territorio veramente incredibile. Credo quindi che sia importantissimo agire su questo fronte.
La proposta che noi come Gruppo vogliamo fare, dunque, è quella della creazione - all'interno della II o della V Commissione - di un gruppo di lavoro congiunto tra le forze politiche che vogliono lavorare a questa predisposizione di una normativa sullo stop al consumo del territorio, che consenta di arrivare ad una normativa che permetta di regolare questo tipo di attività che secondo noi non ha alcuna correlazione con una crescita economica. In questi anni di forte crisi economica, infatti, purtroppo quest'attività di consumo del territorio è andata avanti imperterrita eppure eravamo assolutamente con un PIL ampiamente sotto zero.
Se devo dire la verità - l'ho già fatto in Commissione - io rimango allibito dal fatto che l'Agogna in provincia di Novara abbia esondato tre volte nell'ultimo anno, eppure si prevede di cementificare, appunto, nella cosiddetta Area di Agognate, un milione e 600.000 metri quadrati di territorio agricolo. Allora, credo che prima di fare qualsiasi tipo di intervento - soprattutto, poi, se parliamo di interventi e varianti ai Piani regolatori di questo tipo - sia necessario uno studio idrodinamico che consenta di valutare le conseguenze sulle aste fluviali o torrentizie della zona.
Vorrei capire, cioè, cosa succede andando a cementificare e a impermeabilizzare quei territori, considerato che l'Agogna è già esondato tre volte nell'ultimo anno. Le carte del rischio idrogeologico - e parlo della Direttiva alluvioni - sono assolutamente non aggiornate; i Comuni non hanno i fondi per fare nuovi piani del rischio e spesso e volentieri sono addirittura i Comitati che se ne fanno carico. Penso per esempio alla zona di Pernate e al suo Comitato, che sta facendo un lavoro incredibile e che ha detto che il canale scolmatore che era previsto per la realizzazione del CIM 2 a Nord di Pernate non era sufficiente per rispondere ad una possibile piena del Terdoppio; e, parlando con i tecnici regionali, questa cosa viene confermata.
Quindi adesso, secondo una delle ipotesi che mi è stata comunicata dai tecnici regionali, si prevedono, oltre che un canale scolmatore (e vorrei poi capire chi dovrà pagare quest'opera), aree di laminazione a nord della Città. Occorre capire le conseguenze di queste aree di laminazione sui territori agricoli o meno, o sui cascinali presenti a nord della città di Novara, considerando che a Novara ci sono aree industriali dismesse immense parliamo di più di tre milioni di metri quadrati - nelle vicinanze della ferrovia. Io credo quindi che l'obiettivo fondamentale sia quello della rigenerazione di queste aree, che già sono impermeabilizzate, sia per quanto riguarda i possibili interventi di tipo artigianale e industriale sia per quanto riguarda il residenziale, facendo partire con il sistema ESCO una riqualificazione che trasformi gli edifici esistenti in volumi residenziali.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire, ma poi l'intervento del collega Campo mi ha stimolato una piccola riflessione su alcune notizie che abbiamo appreso oggi consultando la stampa e il Documento di Programmazione Economica Finanziaria, notando che è stato reintrodotto per il Programma 2015-2017 anche il finanziamento della progettazione della Tangenziale Est di Torino.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere.
Prima non ho detto che sono state ritrovate delle chiavi nella sala fumo: gentilmente il Consigliere Vignale me le ha portate.
Si tratta di un benestante, che ha la Mercedes.
Se il benestante vuol venire da me in modo riservato.
Prego, continui, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Riprendo il concetto. Visto che si parlava anche di impermeabilizzazione del suolo e di interventi di cementificazione, abbiamo notato che è stato rifinanziato nel DPEF il progetto di Tangenziale Est di Torino.
Allora, svolgo due considerazioni sugli interventi di questo tipo.
Quello tecnica ed economica prende atto che, da opere di questo tipo, c'è un indotto economico a disposizione. Insomma, il denaro si trova e gli investitori privati si trovano, per cui questo giustifica un certo sbilanciamento della politica su questo tipo di opere che vanno a sostegno del trasporto privato, ma anche di opere che impattano sul territorio, pur sapendo che la copertura degli investimenti c'è, perché volendo puntare su opere autostradali, ci sono gli investimenti. E lasciando spazio al privato, questi investimenti si ricoprono anche con i pedaggi, che comunque diventano un po' l'unica via possibile per la cittadinanza di spostarsi e raggiungere il centro, nella misura in cui gli investimenti sul trasporto pubblico languono o, comunque, sono insufficienti a drenare le esigenze di movimento delle persone.
Quindi, che cosa c'è da notare su questo? Che dal punto di vista economico il ragionamento non fa una piega e si può sostenere questo tipo di opere anche nella prossima programmazione.
Dal punto di vista sia ambientale, ma anche politico, gli stessi soldi investiti sul trasporto pubblico diminuiscono innanzitutto l'impatto ambientale del trasporto nel suo insieme, generano un valore aggiunto molto alto per la collettività e un po' meno per gli interessi di poche lobby di privati, perché si tende comunque a concentrare i finanziamenti su grandi appalti e gli unici beneficiari di questi finanziamenti e dei progetti che la Regione come Ente politico promuove, alla fine, sono enti privati.
Quindi, bisogna andare nel concreto, visto che stiamo parlando di dissesto idrogeologico e qui si parla di nuovo di realizzare un'opera autostradale in un momento in cui i dati sono chiarissimi: la mobilità privata è in calo anche per la crisi economica, la mobilità pubblica è in aumento di domanda.
Si tratta solo del livello progettuale per ora, però se non altro indica un'indicazione politica. Allo stesso modo, con un indirizzo più circoscritto ma comunque importante, la Regione cofinanzia un progetto di parcheggio interrato nel centro di Torino in corso Galileo Ferraris con risistemazione della pavimentazione superficiale, piste ciclabili e viale alberato.
Noi chiaramente siamo d'accordo sulla risistemazione superficiale perché è una cosa di cui c'è bisogno e che rivaluta il centro, però non vediamo il motivo di realizzare un altro parcheggio interrato. Oltre all'esborso economico di 400 mila euro che non è proprio indifferente in questo momento...
Ho preso una cantonata, ma riprendo l'articolo per essere più preciso.
Si tratta di tre milioni e 900 mila euro per il parcheggio interrato.
C'è scritto su un articolo di Torino Today, quindi è notizia recentissima.
Vogliamo poi capire se questa è un'indiscrezione. Comunque, siamo contrari a un qualcosa che va controtendenza e che, in più, incentiva ulteriori afflussi di traffico verso il centro.
Pertanto, diamo seguito ai buoni presupposti sulla tutela dell'ambiente, anche evitando certi investimenti un po' inopportuni e un po' fuori dal momento storico. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, per caso sabato pomeriggio, all'ora di pranzo, mi trovavo nel palazzo della Provincia, che è lo stesso palazzo in cui è ubicata la Prefettura.
In quelle ore ho assistito alla concitazione del Prefetto, del Presidente della Provincia, del Sindaco di Alessandria, del gruppo dirigente della Prefettura e delle forze dell'ordine, che seguivano su tutto il territorio provinciale di Alessandria i livelli dei fiumi e la pericolosità di quei momenti.
Non perché fa bene al discorso, ma perché fa bene a quest'Aula, vorrei ancora una volta ringraziare i tanti volontari che hanno trascorso la notte non soltanto in Provincia di Alessandria, ma anche coloro che hanno passato tutte quelle ore nei COM della Protezione Civile, vicino ai fiumi, sui ponti, così come tutto il personale delle forze dell'ordine che sono andati oltre i loro turni.
Mi lasci però ringraziare ancora una volta, in modo particolare rispetto a quest'ultimo week-end, gli amministratori locali - tutti gli amministratori locali e non soltanto i Sindaci - che si sono adoperati nei loro comuni e sul territorio.
Mi lasci dire, Presidente, che ancora una volta i volontari e gli amministratori locali hanno rappresentato la parte bella del Piemonte.
Anche noi dovremmo prendere esempio da quello spirito di solidarietà e di volontariato, che è utile, molto utile.
Poi mi è capitato di tornare nel paese dove abito - io ho fatto il Sindaco in un paese il cui nome finisce con "Bormida", il fiume - per seguire un po' chi sta facendo il sindaco dopo di me, senza dire niente di particolare, semplicemente lasciando il segno "Io ci sono, se hai bisogno".
Anche in quei luoghi vi erano tanti volontari nel COM della Protezione Civile.
A proposito di Protezione Civile, sa cosa c'è, Presidente? Che un Sindaco qualsiasi ha due cassetti nella scrivania, almeno due. In un cassetto ha il programma di mandato, nell'altro cassetto ha il piano di Protezione Civile.
La prima riflessione rispetto ai piani di Protezione Civile è che sono da aggiornare quotidianamente, perché i rischi sono molti e il piano di Protezione Civile, non soltanto per i rischi idrogeologici, è di straordinaria importanza. Un buon investimento per un'Amministrazione comunale è un investimento sul piano di Protezione Civile.
Detto questo, sempre per rimanere sui piani di Protezione Civile all'inizio del mio mandato e del mandato di tanti Sindaci - almeno 10-15 anni fa - c'era un rischio contenuto nel piano di Protezione Civile, per il quale bisognava aspettare il termine dell'evento, il terremoto, per predisporre i luoghi dove insediare il campo tende, per ammassare la popolazione, per ricercare gli aiuti esterni. Era quasi un fatto inevitabile. Invece, per quanto riguarda i rischi legati alle alluvioni, in quei piani di Protezione Civile, 10-15 anni fa, c'era la possibilità chiara e netta di poter affrontare l'evento cinque minuti prima, non cinque minuti dopo.
Le dico questo, anche qui fuori dalla retorica: in Piemonte in particolare, ma non soltanto in Piemonte, si sta riducendo la distanza tra un evento simile a quello del terremoto a quello di un'alluvione, di una pioggia più forte, non di una bomba d'acqua - termine che a me non piace ma di una pioggia insistente. Cioè, non si può fare nulla durante, ma si aspetta, ci si mette non sotto il tavolo, ma sopra il tavolo, in attesa che l'evento non crei danno.
Non va bene. Non va bene! Non va bene perché noi parliamo dell'aumento delle entrate; noi parliamo dell'aumento dell'imposizione fiscale; noi riordiniamo la sanità noi discutiamo di futuro così come ci siamo abituati in questi tre mesi (reti di protezione sociali, ecc. ecc,.), ma il futuro, Presidente, non si costruisce nei territori soggetti ad esondazione; non si costruisce dove il pericolo è che, se piove un po' più forte, è a rischio la vita delle persone.
Sono d'accordo con i colleghi intervenuti prima di me su un fatto: non c'è nulla di più importante che mettere in sicurezza i nostri territori.
Nulla di più importante.
Non riusciamo ad immaginare come costruire il futuro.
Nel passato sono state compiute scelte sbagliate, rispetto all'utilizzo del territorio, con insediamenti produttivi e artigianali che in tanti casi hanno minato alcune sicurezze. Abbiamo un'agricoltura che non è più quella di un tempo, con insediamenti molto più vasti ed estesi che si prendevano cura, diversamente da come non avviene oggi, del territorio stesso.
Non lo so, ma quanto contenuto nelle mozioni è quanto di più necessario in vista dell'azione di governo del Piemonte, dell'Italia e dell'amministrazione di tutti i Comuni del territorio piemontese.
Sento la necessità di fare un passaggio sul tema del Terzo Valico che è, a nostro modo di vedere, nelle premesse - almeno nelle premesse - la sostanza della mozione a prima firma del collega Mighetti.
Noi dovremmo avere tempi e spazi per poter discutere in maniera più approfondita di quell'opera.
Noi abbiamo bisogno di discutere.
Devo dirvi quello che penso, quello che pensiamo, non su questo fatto non su questo argomento, tenendo però conto, richiamando quanto detto dal collega Allemano rispetto ai dubbi, che io non ho certezze. Faccio parte della categoria degli imperfetti che si assumono la responsabilità delle decisioni, come tutti voi peraltro, rispetto a quello che non so.
All'inizio dei lavori o, perlomeno, quando si è in prossimità della preparazione del grosso di un'opera, è necessario ed utile un controllo rispetto a ciò che è avvenuto in quelle zone, eliminando così i dubbi.
Lo dico ai colleghi del Movimento 5 Stelle: c'è un impegno per la Giunta che è lo stesso della mozione presentata dalla maggioranza. Le finalità sono le stesse.
E' per questo che invito, oltre al PD, l'intero Consiglio, a parte i presentatori, a non votare contro o, al limite, ad astenersi, perché c'è un tema legato alle premesse, non all'impegno per la Giunta.
Ovviamente ci asterremo. Questo è l'impegno sul documento che avete presentato e su cui voteremo a favore, rispetto al documento condiviso durante i lavori delle due Commissioni congiunte.
Concludo dicendo questo, Presidente, per la terza volta e sfuggendo alla retorica, se riesco e se posso, sempre da Sindaco. Anni e anni fa si tenne un concorso, che aveva come tema il fiume Bormida e il rapporto dei giovani studenti con il fiume. Nella parte antica della biblioteca del mio Comune ho trovato tutta una serie di disegni che rappresentavano momenti di gioia.
Non voglio fare un racconto bucolico, ma il racconto di ciò che ho visto in quei disegni: il bagno nel fiume, le famiglie, quindi momenti di festa.
Nell'ultimo anno ho provato a chiedere agli alunni delle nostre scuole di rappresentare con disegni, attraverso un concorso, il loro rapporto con il fiume.
Non c'erano più quei momenti di gioia.
Oggi, per le nuove generazioni, i fiumi - forse il Bormida in particolare, per le vicissitudini legate all'ACNA di Cengio, ma anche per le immagini delle alluvioni, anche e soprattutto per l'insicurezza che in fondo oggi il fiume genera in ognuno di noi - non rappresentano più momenti di gioia.
Se un giorno riusciremo a riportare le nuove generazioni, o chi verrà ad un rapporto diverso con il fiume, forse avremo fatto qualcosa di buono.



PRESIDENTE

Prego Consigliere Mighetti, per le alcune precisazioni.



MIGHETTI Paolo

Solo due precisazioni.
Una è relativa a due aggiornamenti dell'ordine del giorno.
E' stato scritto qualche settimana fa, quando ancora non si erano verificati gli ultimi eventi di novembre, quindi nell'oggetto andrebbe scritto: "Eventi alluvionali del Piemonte dell'ottobre e del novembre 2014".
Ripeto: era riferito solo ad ottobre, agli eventi di ottobre dell'Alessandrino, ma visto gli eventi dell'ultima settimana, andrebbe modificato in questo modo: "Eventi alluvionali del Piemonte nei mesi di ottobre e novembre 2014".
La stessa dicitura andrebbe nell'impegno, nella parte finale dell'impegno.
Voglio ancora precisare che nel nostro impegno non si fa riferimento a fondi del Terzo valico relativi alle compensazioni, ma a fondi del Terzo valico, perché non vorremmo che ci fosse il solito balletto delle cifre per cui ci sono i fondi delle compensazioni, non ci sono, e poi alla fine non portiamo a casa nulla.
Questa questione era già venuta fuori in sede di Commissione, e avevamo stralciato la parola "compensazioni", proprio per non andare contro questa possibilità di fondi che non erano proprio centrati sul tema delle compensazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, potrebbe avvicinarsi al banco della Presidenza per controfirmare la modifica? Procediamo alle votazioni.
Indìco la votazione sulla mozione n. 101, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 96, così come modificato, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Volete adesso un minuto di sospensione?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Passiamo all'altro punto: in pratica, sono da porre in votazione l'ordine del giorno n. 83, che era stato già discusso, e l'ordine del giorno n. 90.
Su questo mi è stato chiesto un minuto di sospensione; invece, io vi do due minuti di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 18.40, riprende alle ore 18.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



(Brusìo in aula)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi Bono e Conticelli, sto dando un suggerimento.
Dato che il Consigliere Pichetto mi ha chiesto di intervenire su una precisazione, nel contempo, dato che manca un quarto d'ora, chiedo se voi gentilmente vi allontanate dall'Aula, oppure vi mettete in fondo, dietro, e cercate di trovare una sintesi. Gli altri colleghi, a titolo di cortesia non vuole essere un comando, perché non rientra nella mia formazione culturale - se vogliono accomodarsi e fare silenzio, così che possa dare la parola al Consigliere Pichetto, al quale chiedo di specificarmi l'oggetto dell'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Riguarda un tema che abbiamo trattato in mattinata.
Apprendo ora che il Consiglio di Stato ha bocciato e sospeso lo schema di decreto tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sulla sanità, di luglio, pertanto renderebbe gli atti deliberativi della Giunta di domani non compatibili.
Questo è il tema che voglio porre, avendolo appreso pochi minuti or sono, in quanto determinerebbe che le valutazioni cui ha accennato l'Assessore alla sanità, sia nella riunione di Commissione di ieri e sia durante i dibattiti, o nelle risposte alle question time anche nel pomeriggio di oggi, devono svolgersi con atto programmatorio di Consiglio e non con potere di Giunta. E' possibile farlo, ma a questo punto cambiano le competenze, salvo, naturalmente, che il percorso nazionale porti al decreto, quindi diventerebbe attuazione di un atto di indirizzo nazionale.
Trattandosi di un tema che ha impegnato quest'Aula per mezza giornata ho ritenuto giusto e doveroso farlo presente.



PRESIDENTE

Consigliere, la ringrazio per la sua attenzione.
La seduta è nuovamente sospesa affinché il Partito Democratico trovi un accordo con il Movimento 5 Stelle.



(La seduta, sospesa alle ore 18.47, riprende alle ore 18.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 83 presentato dai Consiglieri Gariglio Accossato, Allemano, Boeti, Conticelli, Corgnati, Gallo, Ottria, Ravetti e Rostagno, inerente a "Metropolitana torinese. Nel disegno di legge di stabilità 2015 siano assicurate le risorse per il completamento della Linea 1 della metropolitana di Torino e l'avvio dei lavori della Linea 2"

Argomento: Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 104 presentato dai Consiglieri Valetti Mighetti, Frediani, Andrissi, Batzella e Bertola, inerente a "Rifinanziamento della linea 1 della metropolitana torinese e definizione percorso e caratteristiche della linea 2"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 83, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Sullo stesso tema è attratto l'ordine del giorno n. 104, presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, che sostituisce l'ordine del giorno n. 90 da essi stessi presentato in precedenza.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 104.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho trovato una sintesi con i colleghi dell'Aula, chiedendo, come in origine prevedeva l'ordine del giorno n. 90, di finanziare la linea 1 della metropolitana torinese, ma anche di avviare gli studi di fattibilità quindi di avere i relativi finanziamenti, che esaminano dal punto di vista tecnico-scientifico i benefici delle diverse ipotesi di percorso della linea 2 - quindi anche una valutazione sulla linea 2, che sicuramente è un'opera strategica e importante per la città di Torino - partendo - come abbiamo indicato nelle premesse - dagli studi dell'Agenzia per la mobilità metropolitana e regionale di Torino che, negli anni precedenti al 2003 aveva formulato quattro ipotesi di percorso alternative della metro 2.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 83, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno n. 104 sostituisce l'ordine del giorno n. 90.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 104, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



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