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Dettaglio seduta n.227 del 06/06/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.39 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1566 presentata da Benvenuto, inerente a "Venaria Reale situazione medici di base nel quartiere Rigola"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 1566.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo per conto del collega Saitta, quindi leggo la risposta che poi consegnerò all'interrogante.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, l'aggiornamento della situazione segnalata a Venaria mi consente - come peraltro già fatto all'ASL-TO3 pubblicamente - di rassicurare gli assistiti che erano in carico al dottor Miccono nel quartiere Rigola circa la possibilità per tutti di avere ampiamente il sostituto senza spostamenti o disagi logistici.
Infatti, nonostante un ritardo di oltre un mese nella consegna delle lettere per il cambio del medico da parte del corriere incaricato e dunque non dipendente dalla volontà dell'ASL, i pazienti già in carico al dottor Miccono ma a oggi già ricollocati presso gli altri medici sono ben 1.200 mentre solo 300 sono in corso di cambio medico anche a causa della lettera da loro appena ricevuta.
Non esiste alcun tempo di attesa nella procedura di cambio del medico in quanto può avvenire immediatamente non appena ricevuta la comunicazione di cessazione del proprio medico volendo anche on line attraverso il Sistema Piemonte (previo rilascio delle proprie credenziali) oppure agli sportelli CUP; fra l'altro, trattandosi di una scelta dettata da pensionamento volontario del medico di medicina generale, non è necessaria nessuna delega e può essere spostato immediatamente l'intero nucleo familiare.
Attualmente i cittadini di Venaria non hanno alcuna difficoltà ad essere accolti dai 22 medici di famiglia in ambito comunale, compresi i due medici presenti nello stesso quartiere Rigola, che dispongono loro stessi della possibilità di accogliere i pazienti ancora da ricollocare dopo il pensionamento del medico citato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benvenuto per la replica.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente. La mia replica sarà brevissima.
Sono abbastanza soddisfatto della risposta dell'Assessore Ferrero perché si va comunque a risolvere in parte un problema che c'è sulla città di Venaria, sul quartiere Rigola. L'unico tema che vorrei ricordare è che teoricamente il dato è 1.500 abitanti per ogni medico di base e comunque in questo caso non sarebbe ancora rispettato. Ad ogni modo, ciò che posso accogliere favorevolmente è che esiste da parte della Regione la volontà di intervenire e di risolvere questo problema.
Grazie.


Argomento: Nomine - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1569 presentata da Vignale, inerente a "Chi sostituisce il componente del gruppo di lavoro multidisciplinare di supporto alla rete di sorveglianza operante nell'ambito del centro di riferimento per la SIDS in quiescenza?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1569, presentata dal Consigliere Vignale.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la risposta del collega Saitta.
La Direzione dell'Assessorato alla sanità è ben consapevole che sono andate nel frattempo in pensione alcune figure indicate con la determina del marzo 2014 quali componenti del gruppo di lavoro multidisciplinare di supporto al centro regionale per la SIDS (sistema di sorveglianza attiva nelle morti improvvise dei bambini da zero a due anni).
Rassicuro il Consigliere Vignale che è attualmente all'esame una revisione dell'intera composizione del gruppo di lavoro: la prevenzione ci sta molto a cuore e la composizione del gruppo multidisciplinare si baserà esclusivamente su criteri di professionalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per la replica.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo principalmente per sottolineare la particolarità del tema che non riguarda soltanto la composizione di un gruppo multidisciplinare su una materia estremamente delicata come la "morte in culla", ma anche per evidenziare come nella delibera citata vengono utilizzate le professionalità più adatte.
Di conseguenza, la risposta dell'Assessore Ferrero, o comunque della Giunta regionale, è interlocutoria, nel senso che non è ancora avvenuta una sostituzione di quelle figure e noi ci auguriamo che ciò avvenga con le professionalità adeguate, come da normativa dello Stato.
Quindi attenderemo solo di sapere quando e in che modo ciò avverrà perché è evidente che, se si è costituito un gruppo multidisciplinare, è per la ragione che si ravvisava la necessità di dare una capacità tecnica al centro che assiste il Regina Margherita su un tema così delicato.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1548 presentata da Graglia, inerente a "Proseguimento attività Fondazione Agrion"

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1549 presentata da Graglia, inerente a "Gravi danni alle coltivazioni dovuti al maltempo dichiarazione dello stato di calamità naturale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interrogazioni n. 1548 e n. 1549, presentate dal Consigliere Graglia.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione di entrambe le interrogazioni.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Penso che a entrambe le interrogazioni risponderà l'Assessore Ferrero anche se in realtà, essendo un po' datate, probabilmente la situazione si sarà già risolta.
L'interrogazione n. 1548 riguardava il fatto che avevamo appreso dagli organi di stampa delle dimissioni del Presidente della Fondazione Agrion e quindi volevamo capire come l'Assessore pensava di muoversi.
L'interrogazione n. 1549 era conseguente alle gelate che qualche settimana fa avevano colpito pesantemente, come l'Assessore sa, il mondo agricolo, quindi si cercava di capire se era già stata fatta la dichiarazione dello stato di calamità naturale e se si consideravano eventualmente delle azioni particolari per favorire le aziende del mondo agricolo danneggiate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Partirei dalla Fondazione Agrion, e ovviamente poi lascerò la copia delle risposte scritte.
La Regione fa parte dell'assemblea di partecipazione di questa Fondazione, dove eventualmente le dimissioni dovrebbero essere comunicate.
A oggi, non ci sono comunicazioni in tal senso e quindi possiamo immaginare che, se casomai c'è stato un tentativo di dimissioni, probabilmente queste sono state ritirate, anche perché a noi formalmente non risultano dimissioni in atto. Abbiamo anche verificato che, nel caso ci fossero comunque le dimissioni del Presidente, il Consigliere anziano ne farebbe le veci.
Per quanto riguarda l'interrogazione sui danni causati dal gelo abbiamo già avuto modo di comunicare nell'ultimo Consiglio (probabilmente in un'altra interrogazione) che, a regolamento attuale, a legge attuale, i danni del gelo sono assicurabili e quindi non indennizzabili. Nonostante ciò, vista la gravità che ha colpito tutte le regioni del Nord e anche alcune Regioni del Sud, d'intesa fra tutti gli Assessori regionali, in Commissione politica agricola abbiamo deciso di attuare un censimento e una stima dei danni. In Piemonte abbiamo inviato un modulo a tutti i Comuni che dovranno raccogliere le denunce approssimative (non con perizia sul luogo, per ora) dei danneggiati: raccoglierle, passarle in Commissione agricola e trasmettercele; questo entro il 15 giugno.
È possibile che ci sarà ancora qualche giorno in più che concederemo ai Comuni, ma non tantissimi perché, nel caso in cui il Governo decidesse di fare un provvedimento straordinario, noi dovremmo andare a fare i sopralluoghi e constatare i danni ed entro il 15 di agosto comunicarli al Ministero. E quindi dobbiamo avere le segnalazioni, per un'eventuale delimitazione dei casi, entro il 15 giugno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.50 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(Alle ore 10.00 il Presidente Laus comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica all'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Comunico che è pervenuta da parte del Consigliere Gariglio una richiesta di comunicazioni relativamente ai fatti avvenuti in Piazza San Carlo a Torino nella serata di sabato 3 giugno e in particolare alle modalità con cui è stato organizzato e gestito il Servizio Sanitario Regionale.
Do la parola, pertanto, al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

La ringrazio, Presidente.
Il mio intendimento, che è stato anticipato via e-mail, è quello di chiedere una comunicazione sulla gestione dell'emergenza sanitaria - quindi sull'attuazione del piano per le catastrofi - che è stata attivata a seguito degli eventi di sabato sera.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mah, noi abbiamo una richiesta di comunicazioni un po' più attinente a quello che ci riguarda come Consiglio e a ciò che interessa ai piemontesi.
Riguarda una nota che fa parte dell'o.d.g. di Giunta di ieri in merito ad un Protocollo di intesa che dovrebbe essere firmato tra la Regione e TIM per alcuni servizi relativi alla realizzazione dell'agenda digitale.
Insomma, abbiamo letto il protocollo, però vorremmo qualche informazione in più anche per capire quali ricadute ci possono essere rispetto al CSI.



PRESIDENTE

Grazie, ne parlerò con la Giunta nella giornata di oggi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervento solo per unirmi alla richiesta del Presidente del PD Gariglio in merito alla comunicazione sui fatti e sulle conseguenze dei fatti di sabato sera.



PRESIDENTE

I Consiglieri Vignale e Gancia, tacitamente, e il Consigliere Pichetto appena intervenuto avallano la stessa richiesta del Consigliere Gariglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Sinceramente a me non era venuta in mente questa richiesta in relazione alle competenze, che io credo in ordine a quell'evento fossero prevalentemente comunali e non regionali. Però, se ci sarà una discussione su questo, allora chiederei in particolare all'Assessore Saitta, visto che ha riferito di aver monitorato l'andamento del soccorso ai feriti, se ci sono dei dati aggiornati sullo stato dei feriti e specificatamente anche su quali sono le cause dei vari ferimenti.
Secondo me, infatti, quella è una valutazione interessante, se di questo bisogna parlare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerutti, Chiamparino, Reschigna Valmaggia e Motta.
Non è presente l'Assessore Saitta. Per le comunicazioni che riguardano le sue deleghe si è reso disponibile l'Assessore Ferrari.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 30 maggio 2017.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 9 maggio 2017.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime attentati terroristici di Londra del 3 giugno 2017


PRESIDENTE

Erano circa le 22 di sabato 3 giugno quando un pulmino ha investito diverse persone sul London Bridge, ponte simbolo della capitale inglese.
Dal veicolo sono poi usciti tre uomini che hanno accoltellato altri passanti, invocando il nome di Allah. Pochi minuti dopo, in una zona a sud del Tamigi, lo stesso commando ha proseguito la sua azione di terrore prima di cadere sotto i colpi della polizia. I morti del duplice attacco sono sette e i feriti quarantotto.
Anche a Melbourne, solo stanotte, un attentatore di origine somala prima di essere colpito a morte dagli agenti, ha sparato a un uomo uccidendolo e ferito gravemente tre poliziotti. Aveva telefonato ad un'emittente locale australiana dicendo di agire in nome di Al Qaida e dello Stato islamico.
Attentati come questi si susseguono da mesi, implacabili e impressionanti per ferocia, determinazione e organizzazione dimostrate.
Viviamo ormai nell'orrore di una maledizione nuova che trascende le frontiere nazionali e territoriali. Credevamo che il secolo appena nato avrebbe lasciato indietro tutto ciò che poteva mettere in discussione e in pericolo tanto l'avvenire degli uomini che le loro speranze. Pensavamo che l'umanità, assetata di cultura civilizzatrice e di giustizia sociale avrebbe saputo evitare trappole e ostacoli per impedire al male e alla morte di imperversare.
I regimi criminali che hanno caratterizzato il XX secolo sono ormai scomparsi, ma l'odio che li ha motivati è sopravvissuto: odio razziale odio etnico, odio religioso, odio dello straniero, odio dell'altro; odi assurdi, insensati sono ancora lì, tutti vivi e contagiosi.
Il terrorismo ha varcato la soglia ed è diventato globale. Colpisce in completa cecità bambini e anziani, donne e uomini, ricchi e poveri. Si nutre d'odio, ottusamente orgoglioso. Ma i locali sono pieni, i parchi anche, le spiagge pure; i bambini vanno a scuola e giocano ai giardini pubblici. Resistiamo al tentativo vile di vederci sottratto il presente e anche il futuro. Sottomettersi al terrore, in qualunque grado significherebbe abdicare non soltanto alla nostra sovranità europea ma anche alla nostra coscienza. Siamo in molti a credere che l'Unione Europea rappresenti l'alleanza politica più straordinaria, ambiziosa e liberale che la storia ricordi. Presiede da settant'anni a un periodo di pace, senza precedenti: questo è un buon motivo per non arrendersi.
Il nostro più sincero cordoglio e la nostra vicinanza vanno ai familiare delle vittime, al popolo inglese e australiano.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone, che però non potrebbe intervenire. Di che cosa si tratta? MARRONE Maurizio (fuori microfono) Vorrei intervenire brevemente sulla sua comunicazione.



PRESIDENTE

No: noi abbiamo fatto una commemorazione.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Sì, ma sotto forma di una comunicazione.
Presidente, senza di ingarbugliarci nel Regolamento, posso intervenire velocemente?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Impiegherò un secondo, però io le muovo un appunto; e lo faccio volontariamente dopo il minuto di silenzio a conclusione della commemorazione.
Se di commemorazione si tratta, io la inviterei a soffermarsi sulla commemorazione. Considerazioni di natura politica e faziosa come le sue considerazioni personali sulla xenofobia o l'elogio all'Unione Europea quando si parla di vittime di terrorismo, le ritengo un po' fuori luogo.
Auspico che in futuro ci si limiti a una commemorazione condivisa.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere.
Per cosa chiede di intervenire Consigliere Valetti? Sulla stessa questione del Consigliere Marrone? Ne prendo atto e mi scuso con l'Aula.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Ricordo alle ore 18 la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Fatti avvenuti in Piazza San Carlo, a Torino, nella serata di sabato 3 giugno u.s. e, in particolare, con quali modalità sia stato organizzato e gestito il servizio sanitario regionale"


PRESIDENTE

L'Assessore Ferrari è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Fatti avvenuti in Piazza San Carlo, a Torino nella serata di sabato 3 giugno u.s. e, in particolare, con quali modalità sia stato organizzato e gestito il servizio sanitario regionale".
Prego, Assessore.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Ho ricevuto ieri sera la richiesta, da parte dell'Assessore Saitta, di leggere, a nome suo, una nota riguardante i fatti di sabato sera 3 giugno in piazza San Carlo a Torino.
Ricostruiamo la gestione delle fasi, della maxiemergenza di sabato sera 3 giugno a Torino per la parte di competenza della Regione Piemonte, quindi espressamente per quanto riguarda la macchina dei soccorsi sanitari.
Il primo allarme con le prime telefonate al 118 si è registrata alle ore 22.21/22.22 alla centrale operativa del 118 di Grugliasco e si è immediatamente compreso che era necessario aprire un livello di allarme molto elevato.
Una piccola parentesi per rappresentare le categorie di allerta che codificano gli eventi per i nostri operatori dell'emergenza-urgenza passando dall'ordinario, all'incidente multiplo, quello che non coinvolge più di dieci persone, per arrivare alla maxiemergenza, cioè all'attivazione di procedure e risorse straordinarie. Subito dopo le prime chiamate due operatori del 118 della centrale di Grugliasco si sono spostati nell'isola dedicata alla maxiemergenza e hanno avviato il reclutamento di personale e mezzi.
In piazza San Carlo sono state immediatamente inviate quattro ambulanze medicalizzate con medico ed infermieri per prestare i primi soccorsi: due di Torino e due della cintura (per l'esattezza una di Chivasso e una di Moncalieri) per evitare di sguarnire la città di Torino per le ordinarie necessità.
Nel frattempo, medici ed infermieri reperibili del 118 sono stati inviati in piazza per coordinare l'intervento ed è stato allertato il contingente della maxiemergenza di Cuneo, che poi non è stato necessario attivare, per essere pronti a ogni evenienza.
La catena preordinata ha funzionato egregiamente per l'invio dei feriti negli ospedali. Sei minuti il tempo di percorrenza per i feriti più gravi trasportati immediatamente nei pronto soccorso degli ospedali dell'azienda Città della Salute, 12 minuti, al massimo, il tempo di trasporto per gli ospedali dell'azienda unica della Città di Torino, mentre i codici verdi cioè i molti che presentavano ferite da taglio a causa delle bottiglie di vetro presenti nella piazza, sono stati prioritariamente inviati nei pronto soccorso degli ospedali della prima cintura: Moncalieri, Rivoli, Ciriè Orbassano, Chieri e Carmagnola.
Intanto in piazza San Carlo è stata immediatamente allestita una tenda della Croce Rossa che ha prestato soccorso, così come la Croce Verde Torino, la Misericordia e i Giovanniti, già in piazza, hanno garantito il supporto del mondo associativo in modo egregio.
Nel frattempo, tutti gli ospedali hanno fatto funzionare al meglio le cosiddette procedure a cascate dei piani di massiccio afflusso richiamando in servizio tutto il personale reperibile e disponibile e prestando soccorso ad oltre 1.500 feriti. All'una e trenta di notte la situazione è tornata sotto controllo, ma la procedura di maxiemergenza è stata dichiarata conclusa, d'intesa con la Prefettura di Torino, solo dopo le ore tre.
Fin qui la cronaca della gestione di una notte che, sebbene non si potesse prevedere in un simile sviluppo di panico, avrebbe certamente potuto avere un andamento diverso a fronte di precauzioni e piani di prevenzione diversi.
Non spetta alla Giunta regionale commentare ulteriormente questi aspetti e le responsabilità. Ci limitiamo a ribadire, come già abbiamo fatto, la vicinanza ai feriti, alle migliaia di famiglie che hanno vissuto ore drammatiche di spavento e di ansia. Ricordiamo, peraltro, che alcune nostre aziende sanitarie si stanno attivando anche per fornire sostegno psicologico. A Cuneo il Trauma Center Psicologico dell'ospedale Santa Croce, in collaborazione con l'associazione EMDR Italia, offre la disponibilità per il supporto psicologico ai cittadini cuneesi che siano stati coinvolti nell'evento, perché essere partecipi in situazioni di panico collettivo genera stress che spesso, nelle settimane successive, ha ricadute e può, se non trattato, dare origine ad un sviluppo post traumatico da stress.
Per questo è opportuno un intervento tempestivo che possa ridurre gli esiti del trauma. Nulla è stato improvvisato, nulla è stato lasciato al caso, le simulazioni e le esercitazioni che il sistema del 118 esegue nel corso dell'anno, la programmazione della catena di comando, la risposta immediata negli ospedali sono la prova che possiamo contare su un servizio sanitario regionale di eccellenza, che merita tutto il nostro impegno per essere ulteriormente rafforzato e strutturato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, mi è appena arrivato un avvertimento del Consigliere Bono che mi dice di fare attenzione. Seguirò il suggerimento che ricevo con l'amicizia che si riserva ad un collega di lunga data in quest'Aula.
Ringrazio la Giunta della comunicazione e, anzitutto, a nome del mio Gruppo consiliare, esprimo la nostra vicinanza e gli auguri di pronta guarigione a tutte le persone che portano ancora gli effetti delle brutte vicende di sabato sera: 1527 cittadini e cittadine ferite e curate negli ospedali del nostro sistema sanitario.
Mi si consenta, da amministratore della Regione, di esprimere la profonda gratitudine a tutto il personale sanitario della sanità regionale medici e infermieri, e a tutti i volontari delle Croce Rossa, Croce Verde Giovanniti e della Misericordia che hanno operato insieme a tutti i cittadini torinesi che si sono trovati vicini al luogo dell'incidente e che hanno operato per dare la propria assistenza e conforto alle persone in difficoltà.
In questa tragedia c'è un aspetto positivo. Il sistema della gestione della grande emergenza, un sistema che deve essere approntato e che si auspica non debba mai essere utilizzato, è stato tragicamente sperimentato e ha retto. Per fortuna, ad oggi, pare non ci siano perdite di vite umane o, comunque, lesioni incurabili sui nostri concittadini.
Vorrei fare una breve osservazione partendo da questa vicenda. Io credo che Torino e il Piemonte si siano saputi creare, nel corso degli anni un'importante reputazione - come Città e Regione - di capacità di organizzare grandi eventi. Ne ricordo qualcuno: le Olimpiadi, l'Ostensione della Sindone, due visite papali, l'adunata degli Alpini, le celebrazioni dei 150 dell'unità d'Italia, i concerti e - ahimè - anche le feste per le vittorie di una delle squadre di calcio della città. Grandi eventi che hanno segnato il rilancio della nostra Città e di tutto il Piemonte trainato dal suo capoluogo.
In questi anni abbiamo collaborato insieme: noi, che eravamo nell'Amministrazione regionale, e coloro che stavano dall'altra parte nell'Amministrazione comunale. Al nostro Presidente di Regione viene spesso rimproverato di avere un'eccessiva collaborazione istituzionale con l'Amministrazione comunale e con la sua Sindaca. Io ritengo che sia un rimprovero sbagliato: credo che il Presidente della Regione faccia bene ad avere questo comportamento istituzionale e, anzi - visto quello che è successo sabato a Torino - l'invito nostro, al nostro Presidente di Regione è: Presidente, continui questa collaborazione istituzionale, perché in questo momento la città di Torino ne ha bisogno. E un amministratore pubblico non si ritrae quando un'Amministrazione ha bisogno, anche se di colore e di senso diverso. Diamo loro una mano.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



GARIGLIO Davide

Un'altra considerazione: amministrare è un'attività difficile un'attività colma di insidie. Chi amministra sa che gli errori si possono compiere. Solo chi non ha cultura di governo fischia sempre e solo i falli ma chi è abituato a governare sa che gli errori nella vita si fanno; qua nel nostro Gruppo consiliare, ci sono 14 persone che hanno fatto i Sindaci e lo sanno.
Credo che errare sia umano, nella vita e nell'amministrazione. Penso però, che non riconoscere gli errori sia indice di arroganza e di presunzione.
Peccato che alla drammatica giornata di sabato sia succeduta, domenica una giornata davvero imbarazzante. Dopo una riunione in Prefettura con la Sindaca Appendino, senza che - alla fine - sia stata fornita una giustificazione per quanto avvenuto e nemmeno le scuse per l'evidente cattiva organizzazione dell'evento, si è arrivati - in serata - al grottesco scarico di responsabilità sulla partecipata del Comune "Turismo Torino", e all'ancor più squallido tentato paragone con quanto avvenuto nel lontano 2015. Non sono le mie parole, sono le parole.
BONO Davide (fuori microfono) Stai parlando di altro.



GARIGLIO Davide

Sono le parole del dottor La Spina, editorialista de La Stampa, su La Stampa di lunedì 5.



PRESIDENTE

Lasciate parlare il collega.



(Commenti della Consigliera Frediani)



GARIGLIO Davide

Che quest'evento sia stato male organizzato e che questa mala organizzazione abbia avuto un'evidente ricaduta sulla sanità regionale questo è assolutamente evidente.



(Commenti della Consigliera Frediani e del Consigliere Andrissi)



PRESIDENTE

Colleghi, ve lo chiedo gentilmente: lasciate parlare il Consigliere Gariglio. Lasciate parlare il Consigliere Gariglio. Dovete lasciar parlare.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Lei non deve farlo parlare.



PRESIDENTE

Scusate, qui c'è una regola: la parola la do io. Deve parlare il Consigliere Gariglio e io non sospendo la seduta, oggi.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) È fuori tema.



PRESIDENTE

Decide lui se è in tema o no. L'articolazione del suo ragionamento la decide lui.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) No, no.
Doveva parlare di sanità...



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, continui.



GARIGLIO DAVIDE

Grazie.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Continui, Consigliere Gariglio. Colleghi.



GARIGLIO Davide

Non abbiamo.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Colleghi.



GARIGLIO Davide

Noi non abbiamo l'abitudine di assolvere alcuni e condannare altri.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Scusate, siamo in aula! Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Noi non abbiamo l'abitudine di assolvere qualcuno e condannare qualcun altro, sulla base dell'appartenenza politica o dell'essere funzionari di un Governo piuttosto che di un altro...



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



GARIGLIO Davide

Ed è per questo che mi permetto di dire che l'immagine della Sindaca di Torino, del Prefetto e del Questore, che, usciti dal Comitato sicurezza dicono "stiamo valutando le ragioni di quello che è successo, le cause" senza nessuna assunzione di responsabilità e senza dire quello che nella vita può capitare a tutti di dover dire, cioè, "scusate, abbiamo fatto una sottovalutazione, abbiamo fatto degli errori, capita anche se gli eventi a volte hanno un risvolto drammatico", dà un'immagine che crea danno alla Città e crea nei nostri concittadini un clima di scarsa fiducia nelle istituzioni.
Io mi chiedo come i nostri concittadini potranno aver fiducia di partecipare, d'ora in avanti, a una manifestazione pubblica, a un grande evento pubblico, a quegli eventi che, fino ad oggi, sono stati il fiore all'occhiello di questa Città. Mi chiedo chi di voi manderebbe il proprio figlio o la propria figlia, in una simile circostanza, sapendo quello che è successo e soprattutto sapendo che non si è fatta nessuna ammenda di quello che è successo.
Non mi soffermo sulle cause e sulla gestione della piazza, perché non è competenza nostra: è competenza dell'Amministrazione comunale, della Prefettura e della Questura. Dico solo una cosa, Presidente: quello che è successo in piazza San Carlo è stato il trionfo dell'illegalità. Leggi dello Stato, Circolare Gabriele, decreto Minniti non letti e non attuati controlli pubblici non attuati, venditori abusivi non fermati. Trionfo dell'illegalità, tant'è che il Presidente dell'ASCOM e il Presidente della Confesercenti, nella giornata di sabato, avevano denunciato questa illegalità, un'illegalità diffusa.
Il trionfo dell'illegalità nel salotto buono della città, che, per chi ha esordito nel proprio ruolo di amministratore gridando "onestà e trasparenza", non è proprio una bella cosa.
Chiudendo, chiedo alla Giunta regionale una massima disponibilità a continuare nella collaborazione istituzionale fin qui intrapresa, ma con un'attenzione in più (vedo l'Assessora Parigi, che, in qualche modo, avendo la responsabilità del turismo e della cultura, forse è l'Assessora più potenzialmente coinvolta in questa vicenda): d'ora innanzi, quando contribuiremo a finanziare e sostenere grandi eventi (come abbiamo fatto con il Salone del Libro, cosa doverosa, giusta e da rifare), prestiamo anche noi attenzione, affinché quello che è successo sabato sia di lezione a tutti e per evitare che questo, un domani, possa avvenire ancora.
A noi non interessa crocifiggere qualcuno, inchiodare qualcuno nelle proprie responsabilità: l'importante è che ciò che è avvenuto sia di lezione a tutti e garantisca, specie per i nostri figli, un futuro di manifestazioni più sicure e, alla nostra Città, più serenità nell'affrontare gli anni piuttosto densi di nuvole che abbiamo all'orizzonte.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, mi sia permesso di svolgere una prima considerazione: è bene che si svolga questo dibattito, certamente partendo dal tema sanitario, ma senza - pur con le gravissime situazioni che si sono create quella gravissima estrema, cioè con il fatto che, almeno, dagli organi stampa di oggi, risulta che il bambino, che era nelle condizioni più gravi potrebbe essere già dichiarato fuori pericolo, quindi salvarsi.
Questa è la prima considerazione che noi dobbiamo fare, il primo dato d'obbligo da rilevare.
Io chiederei, innanzitutto, ai colleghi grillini di lasciare utilizzare il tempo con la libertà di pensiero, perché se cominciamo - come hanno fatto prima - a limitare la possibilità di esprimere il pensiero, credo che in quest'Aula, che ha anche la funzione legislativa, ma ha la funzione di dibattere e di avere delle posizioni anche diverse, si prende una brutta china.
Io non voglio accusare nessuno, sono il primo a dire che gli errori nell'amministrare si possono fare, quindi non voglio fare in questa sede le valutazioni di ordine penale: c'è la Procura che fa le valutazioni di ordine penale. Però, valutazioni sulle conseguenze dell'incapacità che un sistema ha nel gestire determinate manifestazioni - e naturalmente le conseguenze sono, se vogliamo attenerci strettamente alla materia, di ordine sanitario - sicuramente le dobbiamo fare.
Noi siamo in un paese che è pieno di comitati: comitati di sicurezza comitati di vigilanza e quant'altro. Vorrei ricordare che anche quando si fa la corsa campestre dei ragazzini nel paesino di 100 abitanti, arriva il comitato di vigilanza in pompa magna a vedere se, in mezzo alla campagna ci sono le vie di fuga, con la calce bianca per farli correre. E anche quando gli dici "guarda che sono 30-35 i partecipanti, compresi i genitori", normalmente ti rispondono "i bagni ci sono?". Ma c'è il bar vicino, non è il caso. "Eh no, ci vogliono anche i bagni".
In tema di sicurezza e di salubrità, vorrei ricordare che alla manifestazione di sabato c'erano tre bagni in piazza CLN, quindi uno ogni 10.000 persone, se la stima dei presenti è di 30.000. E mi risulta anche che chi è passato domenica mattina per curiosità nella zona di piazza San Carlo e vie limitrofe, ha rilevato che il fetore era notevole, perché con 30.000 persone che stanno lì molte ore questa è la naturale conseguenza. E i comitati di sicurezza e i comitati di vigilanza? Devo dire che, sempre stando agli organi di stampa, si dice che i massimi vertici non abbiano partecipato. Questo non ha una rilevanza particolare; il fatto che la Sindaca Appendino non abbia partecipato, lei direttamente, alla riunione del comitato di sicurezza o del comitato di vigilanza può anche non essere rilevante, così come il Questore e il Prefetto, ma i responsabili sono loro! Anche io ho amministrato "qualcosina" per qualche anno: i responsabili sono loro, e basta! È la sindaca Appendino che doveva avere in piazza almeno il comandante dei vigili, doveva averlo a controllare la situazione o, comunque, la struttura dirigenziale.
A questo punto, non ha senso la risposta che si legge sulla stampa di oggi, dove si dice: "Rispettate le regole". A me non importa qual è la regola scritta, la regola giuridica. La Procura e qualche ennesima commissione o comitato valuterà se le regole sono state rispettate o se c'erano altre regole.
Fatto sta che è stato gestito tutto con un'estrema superficialità da parte di tutti i soggetti che dovevano occuparsi della questione, perch che ci fossero decine di migliaia di persone in piazza San Carlo sabato sera, alle ore 16-17 del pomeriggio le televisioni lo dicevano già. Anzi la stessa La Stampa di Torino al mattino diceva che la città si stava riempiendo anche di turisti, che sarebbero arrivati per vedere in diretta dal maxischermo la finale della mia amata Juventus.
Quindi, ci saranno le responsabilità giuridiche e le responsabilità amministrative, ma certamente c'è una responsabilità politica da parte del Sindaco di Torino, che è un eletto, e da parte dei soggetti che sono nominati. Valuterà il Ministero dell'Interno, non sono in grado di giudicare io, ma c'è un Questore e un Prefetto che hanno delle responsabilità precise su tali questioni e non possono dare la risposta che hanno dato in prima battuta "ma l'articolo tale della legge dice che non è mia competenza". Perché le risposte che stanno girando e che hanno girato in questi giorni sono queste.
Di fatto, io non pongo la questione se la Sindaca doveva essere in piazza. La Sindaca ha fatto bene ad andare a Cardiff e io non l'accuso di questo. È andata a Cardiff perché rappresentava la Città di Torino, c'era la squadra della Città di Torino che si giocava un evento che, sotto l'aspetto sportivo, turistico, economico e di immagine, era importante.
Quindi, era importante che Chiara Appendino fosse a Cardiff in tribuna.
Però, essendo la delegata e avendo anche una delega alla sicurezza, penso che qualcun altro avrebbe dovuto esserci, ad esempio il vicesindaco, che invece, mi risulta fosse in ferie (almeno, sempre da organi di stampa).
Quindi, la valutazione che va fatta non è solo quella di andare a misurare.
BONO Davide (fuori microfono) Stiamo parlando di sanità o stiamo parlando di.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Stiamo parlando delle conseguenze che ha.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Sta intervenendo il Presidente Pichetto!



PICHETTO FRATIN Gilberto

È come se a Roma il Consiglio regionale parlasse della sanità, parlando dei topi della Raggi. Qui - ahimè - parliamo dell'inadeguatezza della struttura del Comune di Torino e, permettetemi, del Ministero dell'Interno perché ho chiamato in causa anche il Prefetto e il Questore - non ho fatto distinzioni - che hanno preso sottogamba la gestione di una manifestazione importante.
L'augurio è che non succeda più e che non succeda più per "metterci la testa", e non, da domani mattina, vietare gli assembramenti di persone come potrebbe essere la logica conseguenza nazionale. È questa la questione: non vale andare dopo a curare i 1.500 feriti. Anzi, la Regione dovrebbe addebitare l'eventuale costo agli organizzatori di tutto ciò e a quelli che hanno permesso di avere bottiglie in quantità, abusivismo in quantità. E chi doveva controllare l'abusivismo sulla città? Doveva controllarlo qualcun altro? Il parroco competente della zona? Forse no.
Forse doveva controllarlo il Comune di Torino; quindi, le conseguenze anche di ordine sanitario, che sono il tema attinente a quest'Aula, sono conseguenze di un modo di fare che - ahimè - si è rilevato essere superficiale e inadeguato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Io sono stato il primo, prima che iniziasse il dibattito, a sottolineare un po' di perplessità rispetto al fatto che il tema avesse forse poco a che vedere con le competenze regionali. Però mi viene anche da dire che dal momento in cui le comunicazioni vengono date - vorrei ricordare che il Movimento 5 Stelle ha un suo esponente nell'Ufficio di Presidenza, lo dico io che non ce l'ho, o quantomeno ce l'abbiamo come centrodestra, però io intendo come singolo Gruppo - è ovvio che, se si deve ragionare sulle conseguenze per il sistema sanitario di quello che è successo per la finale di Champions, non si può non ragionare sulle cause che l'hanno ingenerato.
Vorrei far riflettere tutti sul fatto che, forse, nella storia di questi ultimi anni, di questa triste epoca del terrorismo internazionale che miete ormai vittime settimanalmente nelle nostre capitali europee, noi ci ritroviamo, come capoluogo piemontese, a essere l'unica città che ha avuto dinamiche da post-attentato senza che fosse avvenuto un attentato.
Direi che è l'unico caso, penso, nella storia di questi ultimi anni e di queste dinamiche.
E quindi dobbiamo ragionare sul perché è successo, anche perch soffermandosi pure sull'aspetto sanitario, è giusto - e mi unisco ai ringraziamenti per l'efficienza dei soccorritori e anche al sacrificio e all'impegno dei singoli volontari - ricordare che sui quotidiani di oggi gli stessi responsabili del servizio sanitario denunciano che hanno dovuto lavorare in condizioni di assoluto pericolo per la propria incolumità e di ingestibilità del loro stesso servizio, che sono stati a rischio a livello di incolumità fisica, che è stato saccheggiato il materiale sanitario, che non c'era assolutamente una gestione di ordine pubblico anche del lavoro di assistenza.
Pertanto, dobbiamo ragionare su cosa è successo, perché di fronte a 1.500 feriti mi unisco alla riflessione del Capogruppo Pichetto nel dire "meno male che non è scappato il morto". Viene quasi da riflettere che però, rispetto a un numero complessivo di 1.500 feriti, è stata veramente un'enorme fortuna per il nostro territorio e per la nostra cittadinanza che non ci siano state vittime, vista la portata e la dimensione del problema e del dramma.
Bisogna davvero ragionare su cosa l'ha causata e nemmeno a me interessa crocifiggere un singolo individuo o una forza politica, ma vorrei rappresentare l'assoluta assenza e ignoranza che le istituzioni nel loro complesso hanno dimostrato su questa vicenda. Perché è vero che neanche a me interessa crocifiggere il Sindaco Appendino per il fatto che fosse allo stadio di Cardiff, incastrata tra il Ministro Minniti, Evelina Christillin o John Elkann. Non è quello il problema.
Il problema è che normalmente, se succede una vicenda di questo tipo, a un cittadino qualsiasi verrebbe da dire: "Chiediamo cos'è successo al capo della polizia municipale". Peccato che in questo momento Torino non ha un capo della polizia municipale, perché è dimissionario già da settimane e se non erro, c'è un vicario e non è ancora stato nominato un nuovo capo della polizia municipale. E quello vecchio era già in proroga rispetto al vecchio mandato.
Allora bisognerebbe andare a chiedere conto all'Assessore alla polizia municipale e alla protezione civile. Peccato che non c'è un Assessore comunale alla Polizia municipale e alla Protezione Civile a Torino, perch è tutto concentrato nelle mani del Sindaco.
È lì che l'assenza del Sindaco si manifesta! Quello che più mi preoccupa per il futuro (tralasciando il ragionamento su quello che è successo) sono stati anche i ragionamenti successivi, non nell'ottica dell'individuazione del responsabile, ma degli strumenti che si possono predisporre.
Quando ho sentito - peraltro, lo ha detto il Questore, ma immagino che a lui qualcuno abbia riferito questa notizia falsa! - che adottare un'ordinanza che impedisse i cocci di vetro era incostituzionale, mi si è accapponata la pelle! Perché si può essere Sindaco, si può essere Consigliere di maggioranza, si può essere Assessore o, ancora, Consigliere di opposizione, ma chiunque rivesta un ruolo amministrativo, a maggior ragione se elettivo, deve conoscere il diritto! Se c'è una sentenza che stabilisce che le uniche ordinanze incostituzionali sono quelle non delimitate nel tempo - e qui si sta parlando di un evento sportivo, che, ovviamente, ha un inizio e una fine delle ore precedenti e delle ore successive - è inammissibile che di fronte a 1.500 feriti le autorità competenti, che siano il Comune, la Questura o la Prefettura, dicano: "Non potevamo adottare un'ordinanza, perché la Corte Costituzionale non ce lo consente". In realtà, non è vero! Il mio personale intervento mira proprio a ricordare questo elemento nell'auspicio che in futuro si possano adottare e applicare queste ordinanze, per evitare che la principale piazza aulica di Torino si trasformi in un tappeto di cocci taglienti. Ma di fronte a questa mia osservazione, la risposta è stata: "Il parere del Comune era stato acquisito nel 2015, e la partita che c'era stata un mese prima comunque non aveva visto adottare delle ordinanze antivetro". Ma non è un caso che il parere sia stato chiesto un mese dopo quella partita! Peccato che sono passati due anni dal 2015; due anni in cui, forse, quell'approfondimento che la stessa macchina comunale aveva siglato con un parere formale del Segretario del Comune di Torino magari poteva diventare "patrimonio" dell'Amministrazione, e trasformarsi in un'azione preventiva. Invece sembra che nel continuare a dire, a due o a tre giorni di distanza da quello che è avvenuto, che si tratta semplicemente di una causa ignota e che, in assenza di un capro espiatorio nella folla cui addossare tutta la colpa dell'inizio del panico, le istituzioni non abbiano altre risposte da fornire sinceramente mi atterrisce di fronte alle sfide che questa città dovrà raccogliere negli eventi futuri.
Guardate che parlare di San Giovanni è riduttivo! Il paradosso è che quella è una festa clamorosamente per famiglie. Io penso ai grandi concerti o alle grandi manifestazioni, a eventi dove, per natura, ci sarà una maggior turbativa di quiete pubblica e di gestione dell'ordine pubblico.
Se assistere alla proiezione di una partita viene parificato ad un post attentato terroristico, io sono il primo, evidentemente, a essere d'accordo con chi sostiene che non dobbiamo rinunciare alle piazze.
Però vorrei anche che i miei amici e le persone cui voglio bene il giorno che vanno a vivere queste piazze non debbano correre il rischio di trovarsi in ospedale con profonde ferite da lacero-contusioni schiacciamenti o emorragie interne.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto credo che vadano rivolti i più sinceri ringraziamenti, da parte del Consiglio regionale, agli operatori sanitari della nostra Regione perché hanno saputo reggere una situazione di emergenza essendo stati richiamati o avendo fatto turni di lavoro estremamente lunghi, come andava fatto in una situazione di maxiemergenza. Questo lo dobbiamo dire, perch non esistono due agiografie, quella del danno enorme (poi lo vedremo) e quella della perfezione. In realtà, chi ha operato in questi giorni all'interno dei pronto soccorso regionali, in particolar modo fra sabato e domenica, ha dovuto gestire una situazione particolarmente delicata che si è andata a sommare a una situazione già delicata di per sé, all'interno della quale è scattato un sistema di maxiemergenza.
Vorrei far presente un aspetto: questa città ha affrontato situazioni complesse (le Olimpiadi prima di tutto e molte altre). Ma, salvo gli eventi naturali, non ci siamo mai trovati di fronte ad una situazione di maxiemergenza. Mai.
Pertanto, credo che gli eventi accaduti sabato sera siano un tema che questo Consiglio regionale non può non trattare rispetto a ciò che sarà il futuro.
Noi proviamo a dipingere questa città, intesa come centro del capoluogo della Regione, con una visione che è molto limitativa. È una città che è profondamente cambiata - è vero - soprattutto nel suo centro - è vero - ed è profondamente ospitale - è vero - perché accoglie un numero significativo di attività, che non si limitano solo, come ricordava il collega Marrone alla festività patronale, ma sono tutta una serie di grandi iniziative (dai concerti delle grandi star ad altri eventi) che portano a Torino decine di migliaia di persone.
Allora, anche dal punto di vista della gestione di momenti di picco (e non solo coi servizi sanitari), è assolutamente evidente che Torino è il capoluogo della Regione. Perché ricordo che questo non è accaduto a Collegno (ho volutamente fatto l'esempio di una grande città), ma nel capoluogo regionale. È evidente che la nostra città, al di là dell'aspetto primario - quello della salute delle persone - ha avuto un ritorno mediatico, rispetto a un'incapacità di gestire una situazione che mi permetto di definire semplice, estremamente complesso. Si è trattato di una situazione semplice perché era una partita di calcio. Una situazione semplice per la quale non sono state pensate, però, modalità che accadono in tutta Europa e in tutta Italia.
Pongo due esempi banali: gran parte delle finali di Champions (e non solo, anche di Europa League) sono state viste negli stadi, com'è accaduto molto banalmente a Madrid. Perché in un momento come questo, vederle all'interno degli stadi garantisce una sicurezza - e pure una comodità, mi permetto di dire - che, ovviamente, non si riscontra all'interno di una piazza; comodità in termini di servizi, di controllo delle persone e di eventuale sgombero.
Vi è un secondo aspetto: fra sabato e domenica si è svolto un evento sportivo che certamente è fra i più importanti (mi riferisco alla Champions League), ma ve ne sono stati altri: ci sono stati i play off di serie B, i play off di serie C; a Benevento, come ad Alessandria, come in altri luoghi, sono state emanate apposite ordinanze che prevedevano, per esempio il divieto di vendita del vetro e il divieto di vendita (in alcune città non in tutte) di alcolici. Nella nostra città non ci sono state, ma è altrettanto evidente che, anche laddove sono state emanate, è indispensabile un controllo da parte della Polizia municipale.
Io credo che il Sindaco della Città abbia dimostrato inefficienza nella gestione. Ma, soprattutto, ritengo che la vera responsabilità che credo abbia sia quella di non aver chiesto scusa ai cittadini torinesi e piemontesi. Sarebbe stato sufficiente - perché accade, chiunque governa pu sbagliare - chiedere scusa. Invece non è ammissibile - lo vedremo se avverrà o meno - che tutte le deleghe più delicate, in termini di sicurezza (quindi sui vigili, sulla sicurezza stessa e sulla protezione civile) vengano date a terzi, perché sarebbe la prova provata - lo vedremo forse oggi stesso o magari nei prossimi giorni - di un gigantesco errore che si è compiuto prima, durante e dopo.
Non so se sia giusto che il Sindaco fosse a Cardiff o se dovesse rimanere in questa città: penso che sarebbe cambiato molto poco rispetto alle conseguenze. Ritengo che un amministratore pubblico - ognuno di noi l'ha fatto - nel momento in cui ha un appuntamento così significativo dal punto di vista sicurezza e dell'ordine pubblico, debba organizzare la città in modo tale da poter seguire l'evento tranquillamente. Ciò ovviamente d'intesa con le forze di polizia, nessuno chiede che il Sindaco governi Polizia o Carabinieri, certamente il Sindaco governa la Polizia Municipale.
Il Sindaco può allontanarsi dalla città per assistere all'evento sportivo ma avendo ovviamente organizzato perfettamente la città per l'avvenimento.
Non sarà semplice per la città capoluogo di questa regione cercare di ritrovare una normalità, perché - e concludo - se sabato sera non ci fossimo trovati di fronte a un petardo, ma di fronte, non dico a un reale attacco terroristico, ma a una reale circostanza di grave difficoltà, oggi parleremmo purtroppo di una situazione diversa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto prendiamo atto che è formalmente iniziata la campagna elettorale non solo per le elezioni comunali, che non riguardano Torino, ma evidentemente per le elezioni politiche nazionali. Perché, guardate strumentalizzare un fatto grave - qualcuno l'ha chiamata tragedia, ma io la ridurrei un pochino di dimensioni, visto che, come è stato ricordato fortunatamente non ci sono state delle perdite di vite umane strumentalizzare un fatto così brutto accaduto nella città di Torino a fini politico-elettorali, visto che probabilmente non sarebbe successo un anno un anno e mezzo fa, significa che siamo entrati formalmente in campagna elettorale.
Devo dire che, se me lo posso aspettare dal centrodestra che, insomma la città di Torino non l'ha mai governata, me lo aspetto un po' meno dal centrosinistra, che questa città l'ha governata per anni e sa bene quali sono le difficoltà, quali sono le modalità di gestione della pubblica sicurezza e quant'altro.
A ogni modo, io non mi farò trascinare nel dibattito sul tema che riguarda un'altra istituzione, ovvero il Comune di Torino, su cui ieri già c'è stato un Consiglio comunale in cui la Sindaca ha fornito le sue dichiarazioni e dove sono intervenuti e si sono sfogati sia l'ex Sindaco Fassino, cui spero che adesso i colleghi troveranno un posto da qualche parte nel Partito Democratico, per poter superare questa frustrazione di dover fare solo il Consigliere di opposizione nel Comune di Torino! Dicevo, non mi farò trascinare in questo dibattito perché il collega Gariglio ha chiesto delle comunicazioni sulla gestione sanitaria, che è competenza della Regione Piemonte. Vi sono altre dinamiche di competenza che spettano alla Città di Torino, al Prefetto e al Questore, quindi, se si volessero approfondire questi temi, si potrebbero audire il Prefetto e il Questore magari in altre sedi.
Per quanto riguarda la gestione dell'emergenza sanitaria, mi sembra che il nostro sistema della maxiemergenza sanitaria abbia retto, quindi ringrazio anch'io i lavoratori della sanità piemontese, anche se ciò è un po' fuori luogo dopo anni che vengono tagliati posti di lavoro, che non ci sono assunzioni, che viene bloccato il turnover, che i lavoratori vengono mantenuti, soprattutto nei pronto soccorso, in una situazione incivile e indecorosa, perché vengono spesso aggrediti dagli stessi pazienti o dai parenti dei pazienti che in pronto soccorso non ricevono le risposte di cui necessiterebbero. Tutto questo perché? Perché questa maggioranza di centrosinistra ha proseguito negli scellerati tagli e nella revisione o riforma (che poi è un taglio) della rete sanitaria piemontese che aveva iniziato il centrodestra.
Mi sembra molto stucchevole e strumentale, anche beceramente strumentale, dover utilizzare delle persone ferite - un po' come state provando a utilizzare, anche se vi sta venendo male, la salute dei bambini per quanto riguarda il tema dei vaccini - per finalità politico-elettorali.
Personalmente penso che alla fine - non richiamo la giustizia divina perché, come sapete, non credo in Dio, ma sono convinto che una sorta di giustizia umana ci debba e ci possa essere - rispetto a questi avvenimenti anche l'intelligenza collettiva dei cittadini farà sì che tutto vi torni indietro, perché strumentalizzare la salute dei cittadini e dei feriti gravi è una cosa che la politica non si deve permettere di fare.
Ringrazio ovviamente il collega Gariglio per averci dato questa opportunità di ribadire ancora una volta quanto sono strumentali le azioni che portate avanti in Consiglio regionale, soprattutto quando si parla del Comune di Torino. Poi mi dispiace veramente che abbiate perso le elezioni nel 2016; ovviamente, come sa bene il Consigliere Gariglio, ogni cinque anni di solito si vota e quindi c'è possibilità di rifarsi per il Partito Democratico, ma per adesso la città è amministrata dalla Sindaca Chiara Appendino, che involontariamente, inaccidentalmente o accidentalmente (vogliamo usare qualche altro avverbio?) è espressione del Movimento 5 Stelle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Bono per avere riportato la questione sul piano delle competenze della Regione, che appunto sono quelle relative al Sistema Sanitario Regionale, quindi non andrò oltre anche perché ovviamente, dal punto di vista delle competenze sulla sanità, è sicuramente la persona più giusta, all'interno del Gruppo, per parlare di questo.
Sottolineo ciò che ha detto il collega Bono sulla sanità proprio per un motivo, e qui rispondo al Consigliere Marrone, che dice: "Certo, anch'io avevo dei dubbi sull'attinenza di questo dibattito alle competenze della Regione, però l'esponente nell'Ufficio di Presidenza ce l'avete voi e quindi dovete in qualche modo provvedere voi". Consigliere Marrone, ero talmente consapevole - poiché sono al primo mandato elettorale, però faccio attività politica per passione da qualche anno e chi mi conosce mi riconosce un certo acume - e ho capito fin dall'inizio dove si sarebbe andati a parare; ne ero talmente consapevole che sono andato a dirlo al Presidente Laus.
Sappiate che il Presidente Gariglio non ha preso in giro solo tutto il Consiglio regionale, quindi non sta solo utilizzando per fini di speculazione politica l'Aula del Consiglio regionale, ma ha preso in giro anche il Presidente Laus. Quando si prende il giro il Presidente del Consiglio, che oltretutto è della stessa forza politica, è difficile poi riuscire a intervenire e a interagire a un livello diverso.
Ho sentito dire: "C'è una manifestazione, è facile gestire una partita di calcio in piazza". Non sono sicuro che sia facile, perché quando si parla di calcio - premetto, sono una persona che segue il calcio in tivù anni fa l'ho seguito anche allo stadio perché andavo a vedere le partite e quindi non sono la classica persona che non aspetta altro che sparare contro il calcio - vi è poi tutta una serie di mondi paralleli; mondi paralleli che alcune volte appaiono anche intoccabili, ma di questo ne parleremo più avanti.
Allora, quando si organizza un evento di piazza del genere, se ci sono delle procedure nuove, delle attenzioni nuove - e probabilmente ci devono essere - i primi a dire "alt, cosa stai facendo? come stai organizzando l'evento?" devono essere soggetti tipo la Questura e la Prefettura ovviamente. Questo è quello che si andrà a verificare, quello che si sta cercando di capire, ed è il motivo per cui è chiaro che, uscendo da un vertice, si dice "stiamo cercando di capire bene le responsabilità, di capire bene quello che è successo", ma probabilmente è mancato qualcosa da quel punto di vista. C'è forse qualche problema nella gestione dell'ordine pubblico nella nostra Città, anche alle manifestazioni? L'abbiamo visto anche in altre manifestazioni che c'è stato, forse, qualcosa da rivedere perché gestire eventi pubblici non vuol dire solo usare il manganello quando serve (e quando non serve, magari, un po' meno), ma vuol dire anche saper gestire complessivamente la sicurezza di una manifestazione.
Qualcuno ha fatto il paragone con due anni fa. Ho solitamente una buona memoria, però non mi sono fidato e sono andato a cercare su Google "finale Champions league 2015 Berlino"; e uno dei primi risultati del motore di ricerca era un articolo del sito della Gazzetta dello Sport che riportava sia delle foto sia un video di Piazza San Carlo: una piazza piena di rifiuti e piena, soprattutto, di bottiglie di vetro. Quindi, se si fanno dei paralleli con due anni fa, sì: due anni fa c'erano le bottiglie di vetro e sabato c'erano le bottiglie di vetro. Perché? Perché c'erano i venditori abusivi. E, signori, si parla di ordinanze e non ordinanze e del Regolamento che dice che c'è il divieto dalle 23 alle 7: è vero. Qualcuno dice "sì, ma si doveva fare l'ordinanza"; qualcun altro dice "sì, per l'ordinanza era stata dichiarata incostituzionale".
C'è un fatto, signori: che gli illegali e gli abusivi non seguono le ordinanze; le ordinanze le seguono probabilmente - bontà loro - i commercianti e i baristi che ci sono sulla piazza. Gli abusivi sono abusivi, insomma. È anche vietato vendere merce contraffatta, però gli abusivi la vendono; non serve un'ordinanza per dire che è vietato vendere le borse taroccate, però gli abusivi lo fanno.
Allora, un problema con gli abusivi c'è; e c'è da anni, signori, un problema con gli abusivi a tutte le manifestazioni, organizzate da bianchi neri, gialli, blu e verdi. È un mondo parallelo quello lì? Chiediamocelo! Hanno qualche santo in paradiso ai vari livelli questi abusivi? Chiediamocelo! L'anno scorso, guardate, ero alla manifestazione del Pride: era il mese di luglio, faceva un caldo incredibile - probabilmente anche alcune delle persone che sono in Consiglio regionale oggi c'erano - e lungo tutto il percorso della manifestazione c'erano questi signori con la bacinella piena di ghiaccio che vendevano le birre, all'interno del corteo; e c'erano poi purtroppo - e questo è il problema principale - dei furgoni che diversamente dagli altri mezzi che seguivano a passo d'uomo la manifestazione, facevano quel che volevano: acceleravano, rallentavano facevano retromarcia o inversione, causando dei gravi problemi di sicurezza.
Io sono stato testimone oculare di due fatti. Innanzitutto, anche da parte di alcuni organizzatori della manifestazione, si è cercato di fermare questi furgoni, di chiamare i Vigili e di far mandare via queste persone.
Io ho visto questi signori dentro il furgone, che probabilmente sono i caporali di quelli che vendono le birre, insultare pesantemente anche i Vigili e le Forze dell'Ordine: li ho visti con i miei occhi. E ho visto anche qualcos'altro, con i miei occhi, dato che si parla di contrasto all'abusivismo: ho visto casualmente - e poi qualcuno me l'ha ricordato anche un paio di giorni fa con delle foto - anche un Senatore del Partito Democratico - che non era alla manifestazione, ma era capitato lì in una sua giornata di legittimo shopping in centro - che è stato fotografato da una nostra attivista mentre acquistava una birra da uno di questi abusivi.
Al che è stato apostrofato e gli è stato detto: "Ma che fai, compri la birra dagli abusivi?" E questa persona ha detto: "Sì: meglio da loro che dai bar No TAV", con questo confermando, ovviamente, un'ossessione profonda che ha questa persona - e di questo ci dispiace - che l'ha portato anche alla sbarra in tribunale. Ho riportato questo episodio solo per dire quanto poi l'abusivismo sia diffuso, non da adesso ma da anni, e che veramente in questo senso bisogna attivare le Forze dell'Ordine, la Questura e la Prefettura per fare da contrasto a questo fenomeno.
Concludendo, quindi, questa mattina, al di là del dibattito, abbiamo appreso due cose. Innanzitutto che c'è una maggioranza che probabilmente è in difficoltà e che quindi, invece di usare quest'Aula per governare la Regione, la usa per fare opposizione da un'altra parte.
La seconda lezione che abbiamo avuto questa mattina è che qui dentro si può parlare esattamente di quello che si vuole: chiedere comunicazioni e poi parlare esattamente di quel che si vuole. Attenzione, per noi va benissimo: siamo d'accordo, siamo assolutamente per la libertà di parola e di espressione e per la tutela di questo diritto costituzionale. Quindi anche noi, da questo momento in poi, ci sentiremo liberi di parlare in quest'Aula esattamente di quel che vogliamo e di quel che più ci preme in quel momento: sia che si discuta di sanità sia che lo si faccia di altri argomenti, diremo quello che in quel momento ci sembra più opportuno che venga detto. E chiederemo al Presidente del Consiglio Laus di non interromperci.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Integrerò quanto saggiamente riportato dai miei colleghi, che corrisponde pienamente al mio pensiero e a quello del nostro Gruppo.
L'informativa tenuta dall'Assessore per conto del collega di Giunta Saitta si limitava a quel che abbiamo visto anche dopo riportato dall'Ansa: una comunicazione molto precisa e puntuale sul modo in cui è stata affrontata l'emergenza sanitaria nel momento della manifestazione. Si fa dunque menzione del numero dei feriti e del fatto che l'emergenza era rientrata all'una e trenta di notte; e diciamo che questo è quanto compete alla Regione in ambito sanitario e al Consiglio regionale in quanto anche ente di controllo rispetto all'attività della Regione. E qui si concludeva il discorso inerente agli aspetti che concernono quest'Aula e quest'Ente.
Concordo con quanto detto dal collega e Segretario Bertola sul fatto i Consiglieri e colleghi delle altre forze politiche hanno potuto avere parola su un tema completamente diverso da quello inerente le specifiche competenze dell'Ente Regione. E questo ovviamente ci aprirà il campo a dei precedenti in futuro: ciò significa, appunto, che noi possiamo parlare un po' di tutto.
Perché dico questo? Perché non è che non si possa parlare di nulla che non sia di competenza della Regione. Faccio un esempio: se ogni tanto volessimo fare una mozione o parlare d'un tema inerente ad azioni fatte da un altro ente governativo o da un'altra Amministrazione - in Italia o anche all'estero - che ha delle ricadute dirette sull'operato della Regione o del Consiglio regionale, mi sembrerebbe anche ragionevole parlarne. Ma altra cosa è un ente superiore che si mette ad occupare quest'Aula per discutere delle azioni che riguardano la Questura (quindi il Ministero) e un ente subordinato come un Comune italiano (il Comune di Torino, che casualmente è anche il capoluogo della Regione Piemonte, ma si tratta pur sempre di un altro ente con altre competenze).
Che diritto abbiamo, quindi, di occupare quest'Aula preoccupandoci di competenze che non sono della Regione e che con la nostra Amministrazione non c'entrano nulla? Tra l'altro, ci sono delle indagini in corso per chiarire le responsabilità, che ovviamente sono sia dell'Amministrazione sia della Questura e di altri enti coinvolti. E dunque non si capisce perché dobbiamo discuterne qui. Magari, ogni tanto, parlassimo di altri enti nazionali o altre Amministrazioni che hanno delle ricadute dirette sul nostro operato.
Parliamo, per esempio, dei tagli che vengono fatti ai Fondi nazionali del trasporto pubblico che ricadono direttamente sulla Regione; di questo non parliamo, probabilmente, perché il partito che governa l'Italia è lo stesso che governa anche nell'Amministrazione regionale. Diciamo quindi che quando ci sono ricadute dirette dell'operato di altri enti sul nostro, ne parliamo solo se è qualcun altro a governare; anzi, ci spingiamo anche oltre: ci mettiamo a parlare di cose che non sono di competenza del Consiglio regionale per fare propaganda politica, perché di fatto questa mattina abbiamo visto bloccare l'attività del Consiglio, che ha numerosi provvedimenti e mozioni da discutere, per fare propaganda politica. Abbiamo infatti le elezioni in molti Comuni alle porte e probabilmente le elezioni nazionali quest'autunno.
Diciamo quindi che su questo atteggiamento, che io ritengo irrispettoso di questo Consiglio e di questo Ente, irrispettoso delle sue funzioni irrispettoso anche dei cittadini che si aspettano che si legiferi, che si faccia delle azioni che influiscano sulla Regione e non ci si metta ad utilizzare le amministrazioni per fare propaganda ad altri Enti.
Bisogna rispettare le competenze di ogni amministrazione, non facciamo la guerra tra amministrazioni perché è uno spettacolo veramente indicente.
Fino adesso ci siamo limitati, non abbiamo osato farlo e non lo facevamo quando la Città di Torino era governata da un altro partito, ma non ci siamo mai permessi, come Movimento 5 Stelle, di occupare quest'Aula per criticare le azioni delle città. È una prassi assolutamente scorretta e irrispettosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Brevemente, uno scambio di ruoli, tanto in questo periodo e in questo Paese vale tutto.
Alle 15 del pomeriggio di sabato 3 giugno ero in piazza San Carlo con altre persone e subito ci siamo accorti - era sufficiente guardarsi intorno per capirlo se si ha esperienza politico-amministrativa - chi di lì a poco sarebbe successo qualcosa. Ci siamo diretti verso le autoambulanze, le poche presenti, abbiamo parlato con i carabinieri, abbiamo fatto delle foto, abbiamo parlato con alcuni vigili e abbiamo espresso le nostre perplessità sulla totale inadeguatezza, visibile a occhio, delle misure di sicurezza.
Gli ambulanti clandestini che vendevano bottiglie e lattine erano ovunque, la città era in balia di sé stessa. Ribadisco, erano le 15-15.30 del pomeriggio e ci tengo a precisarlo, ho anche la documentazione fotografica, visto che in questo momento i giornalisti sono più preoccupati a fare.



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore, non credo serva fare commenti durante l'intervento di altri Consiglieri.



GANCIA Gianna

In questo momento i giornalisti sono più preoccupati a fare politica per proteggere la figlia dell'ingegner Appendino, quindi la situazione era visibile a chiunque.
È gravissimo per una Giunta comunale, così incapace, che si occupa di panini che non si possono portare a scuola, che si occupa di omosessualità (non che non lo si debba fare), che fa dei bilanci incredibili, che ha addirittura costretto il Procuratore Spataro a scrivere una nota per chiarire bene alla Sindaca che esiste la divisione dei poteri e che quindi, non potevano intervenire nella stesura dei bilanci.
Detto questo, il ritorno mediatico che c'è stato all'estero è stato devastante. Ho ricevuto parecchie chiamate anche perché c'erano ragazzi stranieri ospiti di nostri ragazzi. Dopo la visita che ho fatto come cronista nella città di Torino, ho proibito a mio figlio sedicenne di venire in Piazza San Carlo. Con altre mamme, ci siamo premurate di fare in modo che potessero assistere alla partita in un altro modo.
L'inadeguatezza di questa Giunta comunale è palese. È vergognoso anche come i principali giornali italiani abbiano cercato di nascondere, e continuano ancora a farlo, questa incapacità totale.
In risposta ai colleghi del Movimento 5 Stelle, voglio dire che chi non disapprova la clandestinità è sempre complice dell'abusivismo. Vorrei rassicurare anche il Consigliere Bono per quello che riguarda il governo della sinistra a Torino. Stia tranquillo, Consigliere Bono, che una parte di sinistra, quella vicina a Chiamparino, che ha voluto fare fuori Fassino sta ancora saldamento al potere a governare la città.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Preliminarmente, visto che ne abbiamo discusso in molti, ritorno sul perché oggi era opportuno questo dibattito. Non solo per le implicazioni di carattere sanitario che quel che è capitato sabato ha comportato, che sono evidenti e che hanno messo sotto pressione la macchina dell'emergenza, ne hanno testato anche il buon funzionamento e la capacità di rispondere prontamente, ed è evidente motivo per cui è del tutto legittimo discutere anche sulle cause che hanno portato a quello che è capitato sabato sera.
Questo mi sembra consequenziale e giusto.
Proviamo ad allargare il perimetro, al di là dell'oggetto che ha indicato il Consigliere Gariglio nella richiesta di comunicazioni. È evidente che la figura che ha fatto la nostra Città e la nostra Regione in Italia e in giro per il mondo è qualcosa da cui difficilmente ci riprenderemo e che avrà conseguenze di carattere economico, promozionale e turistico sulla nostra comunità.
Nel corso di questi vent'anni Torino ha fatto un gran lavoro per svecchiarsi, per cambiare la sua immagine, per affermarsi anche come città dei grandi eventi e della grande comunicazione. Quello che è capitato l'altra sera, pur in assenza di alcun evento terroristico, ma semplicemente sulla base di un falso allarme le cui dinamiche vanno ancora chiarite, ci riporta molto indietro e restituisce un'immagine di Torino decisamente non all'altezza di quella che l'ha caratterizzata negli ultimi anni. Questo mi pare che sia comunque di interesse di quest'Aula. Torino non gode ancora dell'extraterritorialità, pur essendo retta da un'amministrazione di diverso colore politico rispetto a quella che amministra la Regione.
Come hanno fatto in tanti, vorrei unirmi ai ringraziamenti per il personale sanitario che nella notte di sabato si è speso tantissimo, non solo nei confronti di coloro che erano in servizio, ma anche di tutti quelli - stiamo leggendo le cronache e i resoconti in questi giorni - che erano lì in piazza e che si sono prestati alla bell'e meglio a mettere a frutto e a servizio la propria competenza e la propria disponibilità.
Vorrei anche esprimere la solidarietà a tutti quelli che sono rimasti coinvolti. Non solo ai 1.500 che hanno fatto ricorso ai nostri servizi sanitari, ma sicuramente alle altre persone che, pur ferite e contuse hanno preferito non rivolgersi ai pronto soccorso, ma hanno fatto ricorso al medico di famiglia o all'automedicazione. Voglio esprimere solidarietà visto che ci piace citare i Senatori dei rispettivi partiti, anche a tutti quelli che, pur feriti, si sono visti negare quello che era capitato da un improvvido Senatore che, nella notte di sabato, spiegava che sicuramente si trattava di un complotto a base di microchip, scie chimiche e quant'altro e che non era capitato niente.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Valle di proseguire nel suo intervento e ai Consiglieri di non interrompere.



VALLE Daniele

Ho trovato spiacevole il fatto che, anche se sono arrivate tempestive dichiarazioni spiegando che questo Senatore parlava a titolo personale nessuno si sia preso la briga di dire che ha detto delle enormi castronerie.
Vengo a un punto, oggetto del dibattito del Consiglio comunale di ieri che anche oggi è stato ripreso: questo continuo raffronto con il 2015 che nessuno ha inteso proporre. Il comunicato ufficiale della Città di Torino quindi del Sindaco, ha voluto riaffermare che le modalità organizzative di quello che è capitato due anni fa erano le medesime applicate quest'anno.
Non c'è nessuno che ha voluto dire che così non è stato. È evidente che così non è stato, perché sono state diverse le modalità con cui ci si è avvicinati all'evento a livello di incontri, di riunioni e di partecipazioni a questi incontri, come è evidente anche guardando le foto.
Le prime che sono uscite fuori, cercando su Google, rivelano che l'organizzazione era allora completamente diversa: sono visibili corridoi di sicurezza, sono visibili due megaschermi invece che uno, sono visibili diversi approntamenti che l'altra sera non c'erano. Ed è evidente che sabato sera c'era una situazione di totale mancanza di coordinamento tra le Forze dell'Ordine presenti, quindi non soltanto per quello che attiene ai Vigili Urbani, ma anche soprattutto la Polizia; basti pensare che c'era un tendone del pronto soccorso poco distante e chi era in piazza non lo sapeva, ivi incluse le Forze dell'Ordine presenti.
C'era una situazione di totale anarchia e totale mancanza di coordinamento.
Inoltre, è evidente che dal 2015 a oggi qualcosa è cambiato ed è cambiato in maniera importante. Ieri, il Consigliere Coratella, del Movimento 5 Stelle, intervenendo in Comune ha ribadito, lui stesso, che in questi due anni è cambiato tutto. In questi due anni, la percezione della sicurezza, della nostra insicurezza e della possibilità di un attentato, il modo con cui ci approcciamo ad attendere questo tipo di eventi, è completamente diverso. L'ha ricordato lui, era utile ricordarselo tutti perché probabilmente lo stesso avvenimento due o tre anni fa non avrebbe scatenato lo stesso tipo di reazione, a cui - evidentemente - siamo tutti più predisposti.
È impressionante - se fate caso - quanto volte, nell'ultimo anno e mezzo, abbiamo incominciato questo Consiglio con un momento di commemorazione rispetto a qualche attentato terroristico che ha coinvolto l'Occidente, senza volerci allargare a tutto quello che capita al di là dell'Occidente inteso in senso stretto.
Ed è evidente che l'altra differenza sostanziale, rispetto a due anni fa, è proprio nella delega a gestire questi eventi, perché la delega alla Polizia e la delega alla sicurezza oggi appartiene alla Sindaca. Pare stia pensano di ridistribuirla, probabilmente rendendosi conto che questa concentrazione di competenze, che le ha impedito di seguire la questione personalmente (alle riunioni sulla sicurezza non ha partecipato lei, ma il suo Capo di Gabinetto), evidentemente non ha funzionato, forse in questo stimolata nuovamente dall'improvvido Senatore Aiola, il quale diceva che sabato sera c'erano troppi pochi Vigili Urbani. Non lo so, perché nel suo secondo intervento ha peggiorato, ha aumentato la toppa rispetto al buco.
Concludo dicendo che penso veramente che, quando si esercitano responsabilità come quelle che attengono al Sindaco della Città di Torino ivi compresi il Prefetto e il Questore, che non sono assolutamente esentati da questo tipo di ragionamento, sarebbe opportuna non solo una maggiore attenzione, ma anche la capacità di assumersi delle responsabilità e di saper chiedere scusa.
Ieri, assistendo al dibattito in Consiglio comunale, avevo la sensazione di guardare una di quelle vecchie puntate di "Happy Days" quando Fonzie doveva chiedere scusa e non ci riusciva. Usciva "sb.., sb.
sb.", e rimaneva un po' incartato. Alla fine lo convincevano e lui ce la faceva.
Chissà che non ce la faccia anche la nostra Sindaca!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Magari rumoreggiate alla fine, così svolgo l'intervento, tanto dico tutto quello che devo dire fino alla fine.



PRESIDENTE

Consigliera, si rivolga alla Presidenza. La prego, Consigliera.



CONTICELLI Nadia

No, parlo all'Aula.
Grazie, Presidente.
Capisco che doversi confrontare con la realtà vera e non con quella virtuale possa dare fastidio, ogni tanto. Trovo surreale che ci si chieda perché ci stiamo occupando di questo argomento in quest'aula, dicendo che riguarda un Comune. Nell'area di Torino sta il 52 per cento dei piemontesi e ricordo che non era una fiera di paese, ma un evento internazionale, e su quella piazza era rappresentata l'immagine dell'Italia, non una festa privata della Sindaca di Torino.
Si tratta di responsabilità e si tratta di competenze. Come siamo competenti sulla TAV, che è di livello governativo, dobbiamo essere competenti anche sulla sicurezza dei piemontesi e del suo capoluogo, che non è capoluogo per caso: è il capoluogo, è il centro propulsivo di tutta la regione.
Ci sono competenze precise e non tutto può essere ridotto solo a un fascicolo in Procura. Ci sono delle responsabilità penali, e su queste sicuramente la Procura farà il suo dovere. Ci sono delle responsabilità amministrative, organizzative. Tutti noi abbiamo fatto gli amministratori: sappiamo che anche i tavoli organizzativi hanno un livello tecnico e un livello politico.
Chi di noi era amministratore, seppure nell'ultimo gradino delle Circoscrizioni, quando c'è stato il problema dei "forconi" (ricordo con il collega Valle) siamo andati in piazza insieme alle Forze dell'Ordine a far passare i camion delle mense, perché potessero raggiungere le scuole elementari. Certo, non era competenza nostra, ma del dirigente, ma fare l'amministratore e fare il Sindaco significa anche fare questo e non fare solo lo scaricabarile.
Non ho capito l'esempio fatto dal collega Bertola sul Gay Pride: forse ci voleva dire che, già in quell'occasione, l'Amministrazione comunale era sembrata inadempiente e non idonea all'organizzazione di grandi eventi quindi forse non si doveva lanciare nell'organizzazione di questo evento.
Forse si poteva dire alla città che, per un anno, non saremmo stati in grado di festeggiare la vittoria (che non c'è stata, peraltro, ma non mi esprimo su questo) della Juventus.
Non può essere che, quando si governa, l'ordine pubblico sia competenza di qualcun altro e, quando invece si è all'opposizione, l'ordine pubblico sia di competenza del Sindaco, perché questa è la malapolitica, la stessa malapolitica che fa il copia e incolla delle delibere. Vi invito ad andare a vedere (è tutto online) la delibera del 2015 e quella dell'altra sera: dei copia e incolla mal fatti.
Quando si firma una delibera, si ha una responsabilità amministrativa economica e penale, quindi le delibere si leggono.
Questa è la cattiva politica, che fa dire che non c'entra il destino della regione, quando questo non è a nostro favore.
Voglio intervenire, invece, su due temi che credo ci riguardino direttamente. Uno è il tema delle ordinanze (ce ne siamo occupati anche rispetto alle slot machine): è stato detto di tutto e di più ieri, a me spiace e capisco la concitazione del momento. Credo che chiunque soprattutto con ruoli istituzionali, prima di dire delle cose dovrebbe informarsi.
Proprio con la Giunta Chiamparino, quando il Ministro Maroni diede potere di ordinanza ai Sindaci, questa Città sperimentò le prime ordinanze antivetro, che non vuol dire solo il divieto di vendita, perché va da s che, se c'è o non c'è il divieto di vendita, ai venditori abusivi importa niente: sono abusivi a prescindere, anche se si dà l'acqua nella bottiglia di plastica. L'ordinanza antivetro riguardava la possibilità di portarsi il vetro e la attuammo con il Sindaco Chiamparino riguardo ai giardinetti dove la gente andava a ubriacarsi e poi si menava con le bottiglie di vetro.
Quella di Torino fu l'unica ordinanza, perché naturalmente le varie ordinanze antivetro furono impugnate dai consorzi dei produttori di vetro.
Quella studiata e calibrata con il Prefetto e il Sindaco Chiamparino peraltro insieme ai comitati spontanei di cittadini (potei partecipare, per la mia zona, ad alcune di queste riunioni), fu una delle poche a non essere impugnata, perché era circoscritta.
Pertanto, l'ordinanza si poteva fare, non importa se nel 2015 è stata fatta o non fatta: questo ci serva per dire che, d'ora in poi, poiché siamo anche in un momento più delicato (l'avete già detto tutti), occorre un'attenzione costante e la Regione aiuti, in questo caso e in questo senso, anche i Comuni, perché stiamo parlando del Comune di Torino, ma ci sono Comuni anche più piccoli della cintura che ospitano manifestazioni importanti.
Ultimo tema: i rifiuti.
Ho trovato, grazie alla trasparenza online che spesso invochiamo un'interessante interpellanza del 2011, firmata da una giovane promettente Consigliera del Comune di Torino - Chiara Appendino - che chiedeva, al termine degli MTV Days, avvenuti in piazza Castello, cosa il Sindaco e l'Assessore competente di Torino avessero fatto per la raccolta differenziata, perché non fosse stata data la possibilità di accedere all'acqua distribuita dal toretto, se durante la pulizia successiva all'evento i rifiuti fossero stati correttamente differenziati, quanti bidoni per la raccolta differenziata erano stati posti nella piazza e quali fossero le intenzioni con cui s'intendeva agire nelle manifestazioni successive, in merito alla predisposizione dei bidoni per la differenziata e la fruibilità dei toretti.
La ritengo interessante e credo che preparerò una question time per il nostro Assessore all'ambiente, chiedendo come la Regione sensibilizzi o controlli che le Amministrazioni comunali, nel caso di eventi come questi possano incidere sulla raccolta differenziata dei rifiuti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Caputo; ne ha facoltà.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
I miei colleghi sono già intervenuti dettagliatamente nel merito e mi unisco ai ringraziamenti già fatti, soprattutto al personale medico e sanitario intervenuto quella sera. Mi fa piacere che qualcuno l'abbia ringraziato, anche se sinceramente avrei sperato che ci fosse un riconoscimento dell'eccellenza della nostra sanità e non, come ha fatto il collega, ritornando sul nodo critico delle assunzioni. Bisogna riconoscere quando il nostro sistema sanitario funziona in un caso di emergenza che non si era mai verificato. Una rete di eccellenza che ha coinvolto, da quello che ha detto l'Assessore Ferrari, tantissimi pronto soccorsi. Bisogna riconoscere le gravi difficoltà in cui sono intervenuti e ringraziare il ragazzo Mohamed che è intervenuto per salvare il piccolo Kelvin. Mi unisco al ringraziamento anche nei confronti della rete GTT e tutta la rete solidale, tassisti compresi, che sono intervenuti per fronteggiare l'emergenza. Un'emergenza che era prevedibile dal pomeriggio, e lo dico perché io ero là. Alle ore 16 ero in piazza San Carlo, ho avuto accesso alla piazza che era già visibilmente in una condizione difficile, perché le bottiglie di vetro erano presenti ovunque sotto i portici.
Chi è passato in quei luoghi ieri ha potuto notare che ci sono ancora tantissimi cocci e che l'area del porfido non è ancora stata ripulita bene.
Quindi, questo è ancora un rischio ad oggi per chi passeggia in piazza San Carlo, il salotto della nostra città. C'è una fotografia che dimostra come alle ore 16.26 ci fosse già del fumo; erano già presenti dei fumogeni o comunque dei petardi. Questa era la situazione già al pomeriggio, ben prima dell'inizio della partita.
Erano presenti dei venditori collocati in posizioni critiche, perché ad esempio in via Santa Teresa occupavano l'ingresso; in quel punto vi era la transenna di accessibilità e di uscita dove la polizia effettuava i controlli. Proprio a fianco vi erano queste bancarelle che vendevano sciarpe e magliette che non sono state mandate via. In queste situazioni le Forze dell'Ordine sono messe in difficoltà nello svolgimento del loro controllo.
Il salotto di Torino, via Roma, era diventato quasi come lo stadio c'erano tutta una serie di furgoni che vendevano panini. Dico solo che in un salotto del genere, in via Roma, forse non era il caso di inserire anche i venditori di questi generi, anche perché, visto che si sono criticate tanto le vie di fuga, forse sarebbe il caso di far sì che queste vie restino accessibili e percorribili senza ostacoli e non invase da furgoni e camion per la vendita di generi. In piazza San Carlo l'accessibilità alle vie c'è, ma il controllo e il fatto di lasciarle libere in caso di emergenza è competenza dell'Amministrazione.
Quindi, su questo sicuramente c'è stata una leggerezza, una lacuna sotto il profilo della prevenzione e anche di immaginare quello che potesse accadere, perché menzionare che due anni fa fosse stata fatta la stessa cosa, vuol dire non rendersi conto di quello che è avvenuto in questi due anni. Vuole dire sottovalutare, proprio da parte dell'Amministrazione, il pericolo a cui oggi si è sottoposti e questo, da cittadina torinese sinceramente mi preoccupa. Non si può sottovalutare il clima di terrore e di paura, ma un amministratore lo deve gestire, deve far sì che le persone si sentano in sicurezza quando partecipano a questi eventi.
Non è solo la politica del "no" che oggi possiamo tradurre, nel senso che diciamo "allora non facciamo nulla". Le cose vanno fatte, ma vanno anche gestite e soprattutto bisogna imparare a gestirle, perché è così che iniziamo a fare buona politica e a mettere in atto delle buone pratiche senza dover dire sempre "no" a tutto, ma cercando di essere obiettivi magari anche chiedendo scusa, cosa che non sentito dire.
Rispetto verso le persone ferite vorrebbe dire anche non creare delle ferite più profonde, perché quando si vede che nessuno si assume la responsabilità ma diventa uno scaricabarile, credo che sia il peggior schiaffo che si possa dare a chi era in piazza, alla città di Torino, che ha avuto un'immagine disastrosa a livello internazionale, quando in passato, invece, si era sempre distinta per i grandi eventi e per come erano stati gestiti. In ultimo, anche l'evento riguardante la visita del Papa, dove si era divisi per settori.
Qui l'organizzazione è stata diversa e ha avuto delle ripercussioni sulla nostra sanità, che spesso critichiamo, mentre in questo caso bisogna elogiare. Quindi, è una competenza della Regione, perché sono stati messi in campo tutti i nostri sanitari, sia quelli che stavano lavorando, sia quelli che erano in vacanza e che sono stati richiamati dal 118 e dalla Croce Verde.
Non si può pensare che siano cose distaccate, ma bisogna cercare di imparare a gestire meglio, soprattutto quando si tratta di cittadini che ripongono fiducia nelle istituzioni e questa fiducia viene tradita.
Soprattutto perché le conseguenze si protrarranno nel tempo.
Abbiamo udito non più tardi di ieri sera in una trasmissione televisiva che la Sindaca era stata invitata a partecipare; era da giovedì che veniva chiamata in trasmissione, poi dopo gli eventi di sabato è stata nuovamente invitata per poter spiegare, oppure mandare un amministratore. Si sono tutti negati, nessuno è andato a dire nulla! Quindi, erano gli unici assenti e si è parlato della nostra Torino ridotta come un campo di battaglia.
Credo che le responsabilità si debbano assumere e si debba mettere la faccia, soprattutto quando c'è a rischio la vita della gente. Non possiamo tenere sempre le famiglie chiuse in casa o giudicare le famiglie che avevano portato in piazza i propri figli. Dobbiamo essere noi a creare le condizioni affinché le piazze siano ancora piene di gente, che non si crei il terrore, ma che ci sia la nostra capacità di dare sicurezza. È una parola che spesso ho sentito pronunciare da altre parti e che poi, nei fatti, non si è verificata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
In questa ora e mezza in cui abbiamo aperto una discussione in funzione di quelle che erano le giuste richieste di risposta e di relazione che oggi un Assessore juventino ha fatto per l'Aula, a me è venuto da aprire sull'Ipad - e vi chiedo scusa, perché cerco non solo di sdrammatizzare, ma di rasserenare gli animi - la locandina del film del 1957, "Sfida all'OK Corral". Scusate, ma il PD e il Movimento 5 Stelle, in questo momento, mi sembravano questo. Vale a dire, da una parte azione di rivalsa e "cerchiamo di attaccare", dall'altra un tentativo di difesa vano.
Mi rifaccio un po' alle parole del collega Valle: basterebbero le scuse. In certi momenti, da parte di tutti (Questura, Prefettura, Sindaco di Torino a nome del Comune di Torino) basterebbero le scuse per non aver capito che in questo momento - e mi permetto di riportare quest'Aula su questo tema - c'è un pericolosissimo problema di natura psicologica. E io credo che la Regione su questo possa intervenire.
I cittadini piemontesi non si sentono sicuri, ma è colpa di una situazione internazionale difficilissima. Noi eravamo preoccupati giustamente, per 1.527 persone; a Londra, nell'arco di tre settimane avveniva il terzo attentato. Mi permetto di ricordare che, fino ad un anno fa, Londra guardava con la stessa apprensione a Parigi, perché le cose stavano accadendo a Parigi.
Credo che, oggi, in primis, sarebbe stato importante avere la Giunta regionale (non per sminuire né l'Assessora Pentenero né l'Assessore Ferrari, e lo dico con assoluta serenità). Io avrei avuto piacere di avere l'Assessora Cerutti qui presente, perché non dimentichiamoci che abbiamo il problema di dover governare i flussi migratori. Credo di non dire un'eresia se dico che so benissimo che, in questo momento, essendo noi il corridoio dell'Europa, siamo tra virgolette temporaneamente privilegiati rispetto al tema sicurezza perché, se si chiude la nostra porta, difficilmente quelli che si chiamano anche foreign fighters riescono a rientrare nei loro Paesi di origine.
Poi abbiamo un altro problema, l'abbiamo visto sabato sera: la gente è preoccupata! Non è vero che in Italia abbiamo un piano di emergenza: non ce l'ha la Città di Torino, ma non ce l'hanno neanche le altre grandi città.
Nutro grande rispetto nei confronti del Movimento 5 Stelle, e mi permetto di dire che, sicuramente, per un Sindaco che da un anno guida una città, non è facile governare in un momento come questo. Ma, proprio per questo motivo, il partito che ha alle spalle dovrebbe avere l'umiltà di capire che le situazioni vanno affrontate in modo diverso, perché quando si inizia a governare, ahimè, ci si scontra con la realtà; una realtà italiana oggi tremendamente difficile.
Probabilmente, anche un'altra Amministrazione si sarebbe trovata in difficoltà, ma avrebbe avuto l'esperienza e la maturità di garantire alla città, un minuto dopo, che il problema l'aveva capito e che lo voleva affrontare. Invece sono 48 ore che leggiamo soltanto di rimpalli di accuse e di responsabilità sui giornali, ma vigliacco se c'è uno che chiede di aprire immediatamente un Tavolo - tant'è che domani, se non erro, arriverà il Ministro Minniti a farlo - per poter capire come gestire questa situazione di non sicurezza della città.
Tra l'altro - se non erro, lo ricordavano prima la collega Caputo o il collega Valle - ci saranno altri grandi eventi: oggi, ad esempio, si decide dove fare la Coppa Davis, e Torino è una delle città candidate. Ma a prescindere dal tema degli eventi sportivi o meno, abbiamo avuto un segnale forte da parte degli italiani a Torino (perché non c'erano solo torinesi): hanno paura. È bastato un incidente in una piazza per far capire qual è la difficile situazione che stiamo vivendo.
Siamo impreparati, lo abbiamo visto: il parcheggio sotto Piazza San Carlo era pieno di macchine e - ce lo possiamo dire? - chiunque avrebbe potuto entrare, perché quel parcheggio non è controllato, e fare la qualsiasi cosa! Il problema non si limita solo agli ambulanti abusivi: in questa gestione - né nella precedente - nessuno ha voluto affrontare il problema.
Perché gli ambulanti abusivi sono sostenuti da organizzazioni ben chiare, e lo sappiamo. Allora, magari, non facciamo tanto gli ipocriti, e diciamoci che non c'è mai stata convenienza nell'affrontare il problema, né nel 2017 né nel 2015, né nelle precedenti gestioni.
Ma io, da juventina convinta, ahimè, vi posso dire che sabato sera quando ho visto cosa è successo, mi è venuta in mente una cosa che era successa tanti anni fa, in un altro Paese e che ci ha visti coinvolti: mi riferisco alla tragedia dell'Heysel.
Vogliamo imparare? Dopo quell'incidente le misure di sicurezza negli stadi sono cambiate.
Ecco, io avrei voluto che in quest'Aula il PD da una parte e il Movimento 5 Stelle dall'altra, anziché darsi lezioni di morale o comunque gestire questo Consiglio un po' da mercato - mi scusi, Presidente, se mi permetto di dirlo - avessero cominciato a ragionare su quelli che sono i temi legati alla sicurezza con la Giunta regionale presente, perché questo sarà il problema da domani mattina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Vorrei riprendere le parole della Consigliera Porchietto sul fatto di dare un senso a questo nostro confronto.
Nutro grande stima nei confronti dei colleghi del Movimento 5 Stelle lo dico apertamente - anche per la loro passione (talvolta persino eccessiva, per il sottoscritto). Ho vissuto l'esperienza di Sindaco, per cui so che si deve rispondere un partito. Ma si deve rispondere, anzitutto alla comunità e alla propria coscienza.
Dunque, per ripercorrere il ragionamento della collega Porchietto - si chiedeva se era giusto o sbagliato parlarne qua - ritengo che questa sia la sede opportuna per discuterne, ma non per fare un'operazione di sciacallaggio, che sarebbe oltremodo triste, povera e inutile, ma proprio perché non ci sono state vittime. Ci sono stati, purtroppo, molti feriti alcuni dei quali, ahimè, gravissimi, a cui va il mio sentito e non scontato augurio. Peraltro, mi unisco anch'io ai complimenti rivolti a tutti gli operatori e a coloro che hanno esercitato il loro dovere.
Come dicevo, però, un minimo di riflessione in questa sede credo che vada fatto, e non per fare il solito esercizio di confronto dialettico, ma perché siamo un punto di riferimento. Noi - lo dico pomposamente, seppur modestamente, non prendendomi mai troppo seriamente, ma almeno seriosamente siamo il punto di riferimento di tutti i Comuni della Regione soprattutto nel momento in cui la Provincia, ahimè, viene un po' svuotata (sono eufemistico) dei suoi poteri. Ma lo siamo, sì o no? Per chi viene dalle periferie del capoluogo, come me, è un punto di riferimento a cui si guarda con moltissima attenzione (ci chiedono contributi, ci chiedono il perché dei ritardi e quant'altro). E su un fatto così eclatante, avvenuto in una città internazionale come la nostra, classificata, peraltro, tra le dieci città al mondo che bisogna visitare, non possiamo sottacere. Ma non certo per scagliarci la colpa l'uno con l'altro, anche se qualcosa si pu dire su questo, senza che qualcuno se la prenda.
Per chi ha ricoperto il ruolo di Sindaco (come il sottoscritto, ma anche come altri colleghi), una serie di domande sorgono immediatamente spontanee.
In primo luogo, vedere l'immagine dello stadio Bernabéu (ci sono stato e ho un bel ricordo di quella struttura) e vedere Piazza San Carlo...
In questo momento storico, dove fatti simili sono, purtroppo all'ordine del giorno, personalmente non mi sarei mai recato in quella piazza (peraltro, sono anche abbastanza claustrofobico, quindi avrei avuto ulteriori problemi). Verrebbe però da domandarsi perché lo Juventus Stadium fosse chiuso.
Veniamo alla seconda questione: si è parlato molto delle bottiglie di vetro. Nel 2007 - allora ero Sindaco - firmai il divieto di vendita delle bottiglie di vetro, per questioni di disordine, talvolta per la pallacanestro, altre volte per lo stadio, eccetera. Era una cosa semplicissima. Anche il mio successore - colui che mi ha sconfitto alle seguenti elezioni ed è rimasto in carica per cinque anni - lo ha fatto.
Così pure - ne ho chiesto conferma - il Sindaco successivo. Da noi, che pure non siamo una città particolare, funziona così: dalle ore 23 i bar non possono servire bottiglie di vetro durante le manifestazioni sportive.
Punto. Chiuso. Finito.
Permettete, dunque, che mi stupisca, perché se questo avviene in una città come Biella, che ricopre un'attenzione minore di Torino (credo di avere ancora il senso del limite), mi meraviglio di un fatto di questo genere. Questa era la prima considerazione. Veniamo alla seconda.
Come diceva prima il Presidente Pichetto, noi siamo il Paese dei comitati: c'è il Comitato pubblico della sicurezza, al quale cercavo di partecipare; c'è il Comitato tecnico, dove partecipano solo le Forze dell'ordine, i Dirigenti, eccetera eccetera; e poi c'è il "comitato del buonsenso", secondo il quale anche in una situazione di totale ignoranza ma di giudizio, alla vista di una piazza così, soprattutto dopo i fatti di Manchester e ahimè di Nizza (purtroppo si continuano a commemorare questi eventi, speriamo di non doverlo fare ancora), qualcosa doveva venire in mente! È vero che questo è il Paese delle mancate responsabilità, ma qualcuno se la deve pigliare! Se la deve pigliare! Non sta a me giudicare se debba farlo il Prefetto, il Sindaco o il Questore. Ma io per anni ho litigato al contrario, perché ci trovavamo in situazioni assurde (a parte che a Biella pure Bruce Springsteen avrebbe fatto un flop!). Perché se in uno stadio c'era posto, magari, per altre 10.000 persone, per sicurezza al massimo ne potevano entrare altri 1.000! Insomma, giocavamo sempre al ribasso. Oppure in teatro per dieci persone in più i Vigili del Fuoco ne impedivano l'entrata! Siamo deformati, da questo punto di vista, da un eccesso di prudenza.
Ma questa è anche la città del cinema Statuto, che ha fatto scuola da sempre (anche qui ho ricordi personali molto tristi, ma sono fatti privati per cui lasciamo perdere).
Allora, nella città che ha fatto scuola a tutta Italia (e non solo), è chiaro che una riflessione generale va fatta, non fosse altro perché dopo questo dibattito non è che si deve dire che il PD o il Movimento 5 Stelle se le sono dette, si sono scontrati o altro, ma perché rimanga qualcosa! Noi siamo un punto di riferimento per tutti gli altri Comuni: cosa diciamo loro in questi giorni? Che manifestazioni faremo ancora? Anche solo perch non accada l'effetto contrario: qual è il rischio, adesso? Che tutti si tutelino e, per assurdo, non si organizzino più manifestazioni in piazza.
Quando il Papa è venuto a Torino, c'era una divisione per scompartimenti per quadrati, c'erano delle vie di fuga. Ma questo è un esercizio di dilettantismo puro! Possiamo riconoscerlo? È un fatto da fotografare e da non ripetere.
Parliamone pure in questa sede! Parliamone, perché di morti non ce ne sono stati, come hanno detto poc'anzi i colleghi Marrone e Vignale. Almeno su questo possiamo trovare un punto di riferimento. Parliamone anche tutto il giorno, ma arriviamo a dire che meno male non è stato un attentato perché se lo fosse stato, sarebbe stata una strage bestiale! Ce lo siamo inventati senza averlo avuto! A Biella è passato il Giro d'Italia, e non è stato uno scherzo, perch noi non avevamo a disposizione tutte queste Forze dell'ordine. È passato per la seconda volta il Giro d'Italia, con 150.000 persone! Si è andati su per Oropa, poi ho avuto la fortuna di seguirlo da Valdengo a Bergamo e ho riscontrato una moltitudine di persone ovunque, su una statale dove si passava a 130 chilometri orari! È stata un'esperienza unica.
A Bergamo mi sono persino chiesto dove sarebbero passati, perché la Bergamo Alta era piena di gente: eppure tutto ha funzionato a regola d'arte in una situazione di work in progress, in continuo movimento, con una complessità generale. Questa è da fotografare e da non ripetersi, una cosa che non si dovrà più ripetere, ma non perché si voglia essere cattivi perché adesso la maglia l'avete voi, non noi.
Si può dire: "Due anni fa era diverso". Ma in due anni è cambiato il mondo, c'è stato l'attentato di Nizza, c'è stato l'attentato di Manchester siamo sotto scacco in ogni dove, quindi l'attenzione deve essere massima, e non perché non si debba vivere la piazza, ma non si può vivere la piazza così come ha dichiarato qualcuno in televisione.
Per chi ha fatto il Sindaco, si sono invertite le parti? Ma neanche il Sindaco più tollerante avrebbe detto cose di questo genere. Quindi cerchiamo di non arrabbiarci. Io ero abituato a scontrarmi anche con i miei, veniva l'Assessore regionale del mio Gruppo, gliene dicevo di tutti i colori, quindi non è perché era del mio partito quello che diceva era giusto ed era il verbo di Dio. Il verbo di Dio non credo che sia su questa terra, c'entra la coscienza, c'entra il senso del limite, c'entra anche l'umiltà, la capacità di dire: "Ho sbagliato e questo fatto non è da ripetersi". Ciò vale anche per i funzionari della Pubblica Amministrazione perché questo deve essere un Paese in cui, ogni tanto, qualcuno paga.
Il Ministro dell'Interno faccia il Ministro dell'Interno, ogni tanto non se ha voglia di farlo, anche perché qui a nessuno viene mai tolto lo stipendio, al massimo lo si mette da qualche parte - no, Gilberto? - e rimangono tutti sempre così. Però questo fatto qui non deve ripetersi questa non è una discussione che finisce qui, all'una si va a mangiare e finisce così! La gente, i Sindaci del nostro territorio e degli altri territori si chiedono : "Bene, allora adesso come si fa? Cosa si fa? Cosa si fa in Italia dopo quel che è successo a Torino? Come si procede?". Quindi non è che qualcuno deve essere messo alla gogna, qualcuno però deve pagare e da quel che si decide qui si deve capire cosa fare e non fare, perché siamo in emergenza.
È facile scaricare, tanto questo l'hanno fatto gli inglesi, perché gli inglesi sono andati a fare la guerra e i francesi pure. Eh no, non è così.
Quindi, scusate la foga, ma di cosa dobbiamo parlare qua, se non della cosa più importante che ci sta attanagliando, che ci sta assediando l'insicurezza e la paura? Dobbiamo dire: "Noi non abbiamo paura"? Non è vero: abbiamo paura. Ma chi è che dice che non abbiamo paura? Come, non sono cambiate le abitudini? Sono cambiate le abitudini; certo però se noi prendiamo le persone e le schiacciamo come delle sardine, se uno esce di casa per andare fuori e viene travolto dalla folla, allora siamo veramente al livello del dilettantismo puro.
Sono già passati due giorni; la Procura farà il suo lavoro, ma non c'è solo bisogno della Procura: c'è un aspetto politico, c'è un aspetto morale c'è un aspetto anche ministeriale. Se - e Gilberto lo può confermare - una cosa del genere fosse capitata al Giro d'Italia, il giorno dopo i giornali mi avrebbero lapidato in piazza subito, immediatamente. Ma da noi è così c'è questo esercizio alla "Tafazzi", su cui non risparmiamo nessuno.
Quindi io spero che alla fine di questo dibattito ci sia una sintesi davvero costruttiva, che ogni tanto le circolari ministeriali vengano rispettate e si giunga a emanare un indirizzo a tutti, Province o Comuni che siano. Inoltre, che ci siano i responsabili, perché non solo il Piemonte ci guarda, ma l'Italia ci sta guardando, l'Europa ci sta guardando, e noi non siamo la bocciofila del paese, con tutto il rispetto per la bocciofila.
Lo ricordiamo sovente, perché questa volta ci dobbiamo dare un minimo di importanza, siamo la massima assise di questa regione e assumiamoci anche noi una responsabilità costruttiva, non distruttiva, quindi non ce ne frega nulla di dover dare contro a quell'Assessore (io sono più bello, ce l'ho di qui, ce l'ho di là). Non ce ne frega nulla, però dobbiamo essere un punto di riferimento per la gente, se vogliamo che le persone osservino le leggi.
Noi dobbiamo far capire che chi ha del potere deve essere al di sopra di tutte le parti e pagare quando è il caso di pagare.



PRESIDENTE

Grazie per la chiarezza e la passione, Consigliere Barazzotto.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, essendo un ex Consigliere comunale di Torino, poche volte ho utilizzato i minuti da Consigliere regionale per trasformare questa assise in un supplemento di quel Consiglio; diciamo anche che questa discussione rischiava - e ha rischiato tante volte - di diventare il "processo del lunedì" di un dibattito che si è già svolto ieri in Consiglio comunale, però fatemi dire che tante volte abbiamo discusso di cose ben più inutili, per cui credo giusto che il Consiglio regionale discuta anche di cose così importanti come i fatti avvenuti nel capoluogo torinese.
Fatemi dire la mia su un punto, e mi fa piacere che in qualche modo il Presidente di questa Regione sia il Sindaco di cui vi voglio parlare. Negli anni del mandato fra il 2006 e il 2011, abbiamo visto la trasformazione vera - ne parlava l'altro giorno anche il Presidente Chiamparino - di una cultura che è emersa ed è esplosa in tutta la sua forza in una città che forse è la città più a sud del Nord Italia per le sue abitudini, per la sua formazione intellettuale, per il modo di prendere lo spazio pubblico. Non sono state soltanto le "notti bianche" delle Olimpiadi, ma è stata proprio una trasformazione culturale che dagli anni Novanta ha visto la conquista dello spazio pubblico come elemento non solo di identità, ma di una promiscuità che in qualche modo ha visto tutta la popolazione di tutte le fasce sociali prendersi quei luoghi pubblici.
Tuttavia, questa discussione deve ovviamente essere sempre presa dal lato giusto, cioè di una complessità organizzativa che non vede nel suo Sindaco la massima espressione, il primo cittadino, ma vede nel Sindaco il capo di una squadra complessa, o meglio, il portavoce di un modo di fare le cose.
Abbiamo affrontato con Sergio Chiamparino tante di queste complessità.
Ne dico una? La vicenda della notte, quando 30-40 mila persone assediano un luogo, perché in qualche modo lo assediano se ci vanno tutte assieme ebbene, quella vicenda non è che una.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Grimaldi, dovrebbe avvicinarsi al microfono.
Grazie.



GRIMALDI Marco

Dicevo, quando 30-40 mila persone entrano in un quartiere della città quella vicenda non è solo più di commercio, non è più legata agli orari di vendita dell'alcol, ma diventa ovviamente una questione di pulizia di quell'arredo urbano, diventa una questione complessa anche solo per capire dove devono essere messi i bagni temporanei, i mezzi di trasporto notturni la viabilità. Questa vicenda complessa ci fa dire prima di tutto una cosa: la città non è amministrata solo dal Sindaco, ma ci devono essere tanti Assessori, ci deve essere la Questura, ci deve essere la Prefettura e le Forze dell'Ordine.
Con questo, che cosa voglio dire rispetto al dibattito generale? Lo direi se fossi in Consiglio comunale, lo direi a Chiara Appendino e lo direi alle forze politiche che fanno opposizione all'Appendino: basta con questa storia del Sindaco-Batman che deve fare tutto. Vale per l'Appendino che dovrebbe avere un Assessore ai Vigili e un Assessore agli eventi pubblici; vale per l'opposizione, che però parla solo di lei.
Personalmente, sono convinto di una cosa: questa discussione doveva iniziare con delle scuse e dei grazie. Le scuse vanno a tutti i cittadini che hanno avuto non una psicosi: badiamo bene alle parole, non è una psicosi collettiva, quello è un attacco di panico singolare e collettivo perché si sono sentiti in qualche modo dentro una cosa impossibile e dentro le cose impossibili o si reagisce combattendo, se ci sono dei nemici, ma lì non c'era niente, oppure con la fuga. Ecco, questa è un'altra discussione di cui dovremo parlare.
Rispetto agli anni del 2006-2011 di cui vi parlavo, già c'era una gestione straordinaria, infatti ricordo una delle ultime riunioni con Chiamparino Sindaco sullo spostamento di "Traffic" da Venaria a Piazza Castello nel 2010, nel 2011 in Piazza San Carlo, gestita successivamente (dopo le elezioni) da Fassino, ma era già tutto in piedi. Io ero critico come sapete; leggete i giornali dell'epoca: io volevo che ritornasse alla Pellerina, per quanto luogo altrettanto problematico poiché aveva una vasca di cemento che era inondabile in caso di pioggia, e l'avevamo sperimentato qualche anno prima con una bomba d'acqua. Erano stati chiamati collettivamente Consiglieri comunali e dirigenti, e avevamo fatto una discussione aperta su come gestire Piazza San Carlo, okay? Quindi, per intenderci, ci sono anche modi e modi di discutere di questa cosa qua e di sicuro il problema maggiore è che rispetto ad allora non è stato considerato - e parlo però, ripeto, non della Sindaca: parlo della Sindaca, dei suoi Assessori, del Prefetto, del Questore - un elemento nuovo. Il terrorismo c'entra in questa vicenda: è inutile che lo teniamo lì, relegato come se non contasse niente. C'entra perché quell'attacco di panico - e non psicosi - viene ovviamente da quella paura che si è ingenerata; non sappiamo - sarà la magistratura a definirlo - se per colpa di qualcosa che è caduto, di un forte rumore o di qualcuno che l'ha accelerata dicendo "c'è una bomba" o "sono un kamikaze": questo non lo sappiamo.
Fatemi dire, però, una cosa, che riguarda la nostra grande responsabilità che abbiamo davanti: occorre capire cosa che è successo per predire che queste cose non avvengano più; e bisogna che i fatti complessi di questa vicenda ci portino a non dover ringraziare solo gli operatori perché se stiamo ringraziando gli operatori vuol dire che già qualcosa non ha funzionato. E lo dico perché gli altri ringraziamenti che non ho sentito oggi vanno a tanti esercenti.
Non so se avete presente; io li ho visti poche ore dopo perché sono arrivati tardissimo ad una festa di matrimonio, cui molti di loro avrebbero voluto partecipare dopo aver chiuso, perché molti di loro avevano accolto centinaia di persone.
Allora, questa prospettiva nuova dev'essere organizzata. E lo dico anche perché le paure di cui diceva il collega Gariglio devono essere superate. Quando, cioè, ci si chiede "se una mamma manderà il figlio", sì: lo dovrà fare; lo fanno in Gran Bretagna e lo dovremo fare noi. E dovremo ridare quella fiducia e quella sicurezza, perché non mi accontento di dire che il punto è che la Juventus doveva dare il suo stadio; ma sì, certo, ex post lo possiamo dire tutti. Qualcuno gliel'ha chiesto, qualche settimana prima? No, perché se qualcuno gliel'ha chiesto, ha sbagliato la Juve a non rispondere alla Città e a non dare quella possibilità.
Invece oggi, in luogo di dire con i "se" cosa si doveva fare bisognerebbe chiedere scusa, ammettere che qualcosa non ha funzionato perché è questo il vero imbarazzo che l'Amministrazione torinese doveva subito togliere dal campo - e dire che non succederà più, perché questa gestione complessa si farà. E non saranno solo le emergenze del 118 e della sanità a prendersi cura di questo impegno.
Guardate, infatti, che uno dei rischi veri è che questa cosa sia stata vista: che sia stata vista! Ma voi pensate che questo attacco di panico collettivo non sia stato visto anche da chi vuole speculare su tutto questo? E pensate che questo non sia uno dei rischi che noi abbiamo in futuro? Guardate i fatti che stavano succedendo negli stadi (mi pare un anno fa, ma è successo anche quest'anno per una partita). È chiaro che è più facile andare dove la folla c'è, con un pullman o con uno zainetto oppure gridare: gridare magari che c'è una bomba! Allora, io dico solo che se noi vogliamo veramente sconfiggere quella paura - che, ripeto, non è psicosi: è panico e paura - dobbiamo costruire soluzioni più complesse, provare a organizzare una gestione dinamica dei flussi delle persone. Tutto possiamo permetterci, infatti, meno che dire che quelle persone devono stare in casa, perché neanche negli stadi sono al sicuro, se succede qualcosa. Ma il punto è che noi dobbiamo essere organizzati perché quelle cose non succedano.
Allora, io credo che questo dibattito possa essere utile se la Regione Piemonte, invece di discutere di quello che avrebbe dovuto fare la Città di Torino, si mette a disposizione per questa grande discussione. Perché di grandi eventi si può in qualche modo vivere; di sicuro, non si può morire.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Io sono soddisfatto di come evolve questo dibattito, perché penso che la dimensione non sia certamente quella di uno scontro frontale tra forze politiche e che non sia neanche quella del processo alla Sindaca; e non sia l'elenco delle cose che hanno funzionato e di quelle che non hanno funzionato, perché questo l'ha capito benissimo la gente. Con gli ultimi interventi, però, abbiamo toccato il cuore della questione, che è la fragilità nella quale viviamo, questa paura che arriva al punto di creare un incidente con migliaia di feriti senza che ci siano le premesse per l'incidente stesso.
Quindi mi sembra evidente che sia giusto parlarne perché questa paura si materializza non nel Comune di 500 abitanti ma nella capitale del Piemonte, laddove si tengono eventi di rilevanza europea. E quindi io cittadino della periferia, trovo questo dibattito centrato e pertinente lo ripeto - nella misura in cui ci richiama non a processi, non a facili liste delle cose che vanno e di quelle che non vanno, ma a chiederci che risposta diamo noi a questo bisogno di sicurezza e a questa fragilità che percorre tutti i nostri 1.200 Comuni, e non soltanto.
Bene, io penso che le risposte siano essenzialmente due. La prima è dare garanzia - lo diceva prima bene il collega Barazzotto - ai 1.200 Comuni che le regole si applicano dappertutto; che i Sindaci e i loro collaboratori devono conoscere perfettamente quali sono gli strumenti che hanno; che le ordinanze non sono strumenti nati ieri, ma sono strumenti validati e che vanno usati quand'è il momento, nei tempi e nei modi giusti e che non sono concesse assenze né approssimazioni. Questa è quella fiducia che credo ci chieda il Piemonte all'indomani di un evento che ne ha dimostrato la fragilità.
La seconda cosa che dobbiamo fare per acquistare fiducia, per creare lealtà tra enti e per fare in modo che la gente non si senta abbandonata è chiedere scusa ogni tanto, perché questo fan bene: rientra nell'agire umano sbagliare, quindi nessuno è qui a gettare delle croci addosso, ma è altrettanto umano e molto qualificante saper riconoscere che ci sono degli errori e che questi verranno corretti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di oggi vada al di là del fatto in sé, già grave e cupo, di sabato sera, che ha fatto sì che il risultato sportivo della Juventus sia passato in secondo piano rispetto ai fatti di Londra e ai fatti gravi - e di un'ulteriore gravità potenziale - che sono accaduti qua a Torino; dove, tra l'altro, solo il caso ha evitato che ci fossero danni peggiori e che ci fossero delle vittime in relazione al panico che si è scatenato.
Sicuramente qualcosa non ha funzionato, sabato. Io ho una mia collaboratrice che era presente sabato sera, proprio su quella piazza, che mi ha raccontato di uno scarso controllo già in entrata sulla piazza: c'erano vigili - non so quanti - e poliziotti, però i controlli stessi rispetto all'accesso alla piazza erano molto blandi. E credo che su questo ci siano sicuramente delle responsabilità che vanno accertate. Non si tratta, poi, di fare il solito gioco delle parti: adesso siamo noi all'opposizione della Città, ma potrebbe essere il contrario. Mi chiedo cosa sarebbe successo a parti invertite, ma non è questo che mi interessa: il gioco delle parti ci sta.
Credo che per noi qui questo dibatto sia stato abbastanza ricco di contenuti. Noi dobbiamo chiederci che cosa dobbiamo veramente fare per prevenire che avvenimenti del genere possano ingenerare e amplificare il senso di paura che le persone hanno già di questi tempi. Il mondo è cambiato, l'hanno detto molti. In questi due anni si è sviluppata una sensazione di paura per gli attentati; qualcuno l'ha ricordato: ogni settimana noi qua facciamo una rievocazione e un minuto di raccoglimento per delle vittime. Ecco, questo credo sia il vero tema su cui penso che le divisioni servano a poco e rimbalzino le responsabilità.
Guardate, io credo che l'accadere o il non accadere di una tragicità passi anche un po' per il caso. Però passa molto dalla prevenzione che viene fatta. E allora noi dobbiamo far sì che questi eventi - noi non possiamo chiuderci dentro le nostre case, non uscire più, non andare più ai concerti e alle partite - continuino, perché questo significa non arrendersi al terrorismo. Il vero obiettivo del terrorismo - è già stato detto ed è una cosa anche banale - è quello di cambiarci lo stile di vita.
Ebbene, noi non dobbiamo cambiare lo stile di vita, ma per far questo ognuno di noi e, soprattutto le istituzioni, ha una responsabilità.
Io ho fatto il Sindaco di un piccolo paese e ogni cosa che accadeva la colpa ricadeva su di me. Se c'erano schiamazzi notturni in piazza, il mattino dopo venivano a suonarmi alla porta per dirmi che avevano spaccato una vetrina e allora abbiamo installato le telecamere. Ma io cosa ci posso fare se ci sono dei delinquenti in giro? Sono fatti che fanno parte della nostra società, ma il Sindaco ha delle responsabilità perché rappresenta i cittadini. Ma ci sono responsabilità anche di altre istituzioni preposte il Sindaco non può diventare lo sceriffo che interviene in prima persona e che sovrintende a tutto. Deve farsi aiutare e le istituzioni preposte alla sicurezza, devono svolgere in pieno il proprio dovere. Condivido quello che diceva il Consigliere Barazzotto, così come condivido l'intervento della Consigliera Porchietto che ha raccontato bene quella che dovrebbe essere la filosofia che dobbiamo interpretare.
Credo anche che ci voglia un po' di umiltà nello svolgere il compito che i Sindaci, e noi amministratori, siamo chiamati a svolgere. Il mestiere dell'amministratore è un mestiere complicato e occorre una certa dose di umiltà nell'accettare le critiche, chiedere scusa è utile e aiuta a far sì che nasca un'opinione condivisa. Su questi temi non possiamo limitarci a rimbalzarci le responsabilità o prendersela una volta con i clandestini un'altra con le organizzazioni malavitose e un'altra ancora scaricando responsabilità che devono essere diffuse, a partire da chi ci amministra.
Un consiglio che do è di avere un approccio più umile nell'accettare le critiche, perché quando si è chiamati a queste responsabilità bisogna saperle accettare e guardare avanti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 227, inerente a "Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 227, inerente a "Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Rossi, che ha facoltà di intervenire; prego.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
La proposta di legge all'esame in quest'Aula oggi è finalizzata alla realizzazione di interventi per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni dell'usura, dell'estorsione e del sovraindebitamento.
La Regione Piemonte ha già una legge regionale che si occupa di uno di questi fenomeni, la legge n. 11 del 2000, che istituisce, presso la Presidenza della Giunta, un fondo integrativo di solidarietà per le vittime dell'usura.
In questi 17 anni che ci separano dal 2000 tanti sono gli avvenimenti che si sono succeduti e anche alcuni eventi che sono accaduti nel nostro territorio, che ci portano a voler sostituire la legge attuale e proporne una più ricca e più idonea a rispondere ai problemi che oggi ci troviamo di fronte.
Intanto occorre iniziare sottolineando che il fenomeno dell'usura è un fenomeno rilevante, che coinvolge moltissime famiglie e diversi settori commerciali e imprenditoriali. All'interno di questo mondo, non dobbiamo dimenticare che accanto all'usura cosiddetta classica, accanto ai fenomeni anche di usura cosiddetta bancaria, esiste anche un fenomeno molto importante e rilevante svolto dalla criminalità organizzata anche di stampo mafioso. Secondo l'ultimo studio dell'Eurispes pubblicato a settembre 2016 che ci fornisce dati relativi al 2015, si stima, al ribasso, che il giro di affari per quanto riguarda l'usura a livello nazionale tra capitale prestato e capitale restituito si aggiri attorno agli 82 miliardi di euro.
Una vera e propria economia sommersa all'interno del nostro Paese.
Ci sono poi le inchieste della Magistratura, sia della Magistratura ordinaria sia della Direzione Distrettuale Antimafia. Inchieste che in questi anni ci hanno raccontato, con estrema chiarezza e senza ombra di dubbio, che il nostro territorio è interessato, in maniera molto importante, sia dal fenomeno dell'usura, sia dal fenomeno dell'estorsione e anche dal fenomeno del sovraindebitamento.
Faccio solo due esempi, perché la rassegna stampa sarebbe troppo lunga.
Uno riguarda il capoluogo, Torino. È notizia di circa 15 giorni fa le condanne del processo scaturito dall'operazione Big Bang, 26 condanne per tutti e 26 gli imputati per il processo sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta, l'ennesimo, a Torino. Si accerta ancora una volta che la 'Ndrangheta c'è e che ci sono chiaramente dei capi e degli affiliati. Che cosa facevano questi capi condannati? Tra le altre cose si occupavano di usura ed estorsione a piccoli commercianti e artigiani con modalità violente e una forte capacità intimidatoria, tale che pochissime sono state le vittime che hanno deciso di testimoniare o di costituirsi parte civile nel processo.
Durante il processo è emerso un caso che ha colpito l'opinione pubblica regionale per spiegare le modalità che usavano queste persone condannate: nel chierese è emersa come una delle vittime, in ritardo sui pagamenti, si sia trovata davanti alla propria abitazione una testa di maiale in segno di intimidazione. Questo avviene nella nostra regione.
L'altro esempio riguarda la Magistratura ordinaria. L'operazione Borgo Pulito, portata avanti dalla Magistratura novarese, ha messo in evidenza una struttura che si ripete spesso. Un imprenditore nell'ambito del movimento terra si era sovraindebitato e non riuscendo ad accedere al canale normale del credito, si era rivolto al clan Valle, un clan 'ndranghetista che opera nel Vigevanese. L'imprenditore finisce in un giro di usura e di estorsione e, a sua volta, per riuscire a pagare i debiti diventa lui stesso usuraio ed estorsore con i propri familiari. Questo è stato raccontato dalla magistratura novarese ma, come ho detto prima potremmo fare un lungo elenco di queste situazioni.
È chiaro quindi che di fronte ad un fenomeno che cresce - a quanto ci racconta la Magistratura - anche il ruolo di chi amministra a diversi livelli deve tenere conto di quello che succede. Poi c'è un elemento che è il più importante per quanto riguarda la discussione di oggi, ed è la crisi del 2008. Una crisi che ha impoverito e ha messo in ginocchio migliaia di cittadini, prima di tutto i cittadini più poveri, ma che ha colpito soprattutto anche la classe media. Un elemento centrale di questa crisi scoppiata nel 2008 è proprio il sovraindebitamento.
Molti economisti stanno mettendo in evidenza come la crescita avvenuta nel decennio precedente la crisi non era legata all'aumento della capacità produttiva del mondo produttivo o all'aumento del reddito della nazione, ma è stata dovuta a un indebitamento cospicuo di famiglie e imprese, come non si era mai verificato prima nella storia degli ultimi secoli. Questo ci dice che il sovraindebitamento è un elemento strutturale del modello economico in cui viviamo e che non possiamo soltanto trattarlo come un fenomeno che riguarda alcune persone che non sanno gestire le economie famigliari o imprenditoriali.
Siamo di fronte a qualcosa che fa parte del modello economico in cui viviamo, che è caratterizzato dall'economia dei consumi, che prospera sul ricambio delle merci, impone l'idea che ci debba essere un continuo cambiamento di oggetto, quindi dal fare delle cose siamo passati al disfarci delle cose per poterle sostituire. È un fenomeno che ha portato un autore importante come Zygmunt Bauman a scrivere un libro e a coniare la formula: "Consumo, dunque sono". Bauman dice che, nella nostra epoca, non vale il concetto "penso, dunque sono", ma "consumo, dunque sono". Ciò che caratterizza l'essere umano non è più la razionalità cartesiana dell'era moderna, ma la capacità di consumare.
Pertanto, in un contesto in cui l'identità si caratterizza sulla capacità di consumo, nel momento in cui una persona non è più in grado di consumare, viene immediatamente espulsa, perde un'identità sociale, viene estromessa dal sistema, viene trattata come un rifiuto. E questo è un elemento che ci spiega perché il sovraindebitamento sta diventando sempre più un fenomeno che riguarda tantissime persone, non soltanto perché le persone si impoveriscono, ma anche perché prima di essere scartate dal sistema tentano il tutto per tutto per continuare a mantenere la propria capacità di consumo, che è molto legata all'identità sociale.
La crisi di questi anni (dal 2008 in avanti) ha portato ad un aumento del numero delle persone in difficoltà, con forti conseguenze sociali e culturali che tutti abbiamo di fronte. La situazione ha raggiunto livelli.



PRESIDENTE

Chiedo scusa!



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
La situazione ha richiesto l'intervento del legislatore nazionale che nel 2012, con la legge n. 3, ha legiferato intervenendo sulla legge già esistente nel 1996, proprio in materia di usura, estorsione, ma anche in materia di composizione delle crisi di sovraindebitamento. Per la prima volta, è stata introdotta nel sistema legislativo nazionale una procedura di esdebitazione destinata a tutti quei soggetti - persone fisiche o piccoli imprenditori - che non potevano accedere alla procedura fallimentare.
Di fatto, la norma introduce una procedura che fa sì che una persona che non è in grado di sostenere e risolvere il proprio debito possa essere accompagnata in una procedura alla fine della quale la sua posizione - come se fosse una procedura fallimentare, così come prevista per gli altri soggetti che vi possono accedere - venga risolta. Non a caso, questa norma fu definita a livello nazionale una norma "salva suicidi": prima di questa norma, per tantissimi soggetti era impossibile pensare di risolvere la propria posizione debitoria e moltissime persone, purtroppo hanno deciso di fare delle scelte tragiche, alcuni anche di togliersi la vita, perché non vedevano la possibilità di un miglioramento della propria condizione.
La legge n. 3 del 2012 ha messo queste persone nella condizione di vedere un percorso possibile da intraprendere.
È chiaro che, all'interno del quadro che ho appena descritto, abbiamo immaginato, come proponenti di questa legge, di attuare due percorsi riguardo a quelli che sono i compiti della Regione, che sono diversi da quelli del legislatore nazionale. La prima cosa è estendere il raggio di azione della normativa regionale che fino a oggi si occupava solamente di usura. Noi estendiamo il raggio di azione della Regione, che oltre all'usura va a occuparsi anche di estorsione e di sovraindebitamento.
L'altra questione che la Regione Piemonte affronta con questa legge è quella di occuparsi non soltanto di erogare a livello di anticipazione dei soldi alla vittima, ma di mettere in campo una serie di azioni di prevenzione e di contrasto a livello sociale e culturale, dandosi un ruolo attivo nella coesione sociale. La Regione, con questa legge, da erogatore di un contributo diventa soggetto attivo di prevenzione e contrasto a fenomeni che stanno caratterizzando moltissimo anche il nostro territorio.
Pertanto, questo provvedimento mira a sostituire la legge del 2000 e introduce delle novità: il fondo, che prima serviva solamente a erogare anticipazioni rispetto al fondo nazionale, oggi introduce una serie di attività come campagne di informazione sull'uso responsabile del denaro percorsi formativi nelle scuole, accompagnamento delle vittime e - cosa importante - costituisce, anche a livello regionale, un organismo di conciliazione della crisi (i cosiddetti OCC).
La legge n. 3 del 2012 prevede la nascita di questi OCC e la Regione Piemonte sarebbe la prima Regione, in Italia, a costituirne uno in proprio nel momento in cui approveremo questa legge.
Ci auguriamo che l'OCC regionale possa fungere da coordinamento, per omogeneizzare il lavoro che i diversi organi stanno facendo sui diversi territori.
All'interno della discussione in Commissione, è stato importante l'apporto arrivato dalle diverse fondazioni e associazioni antiusura che si occupano, da anni, di questi temi, sul territorio. Abbiamo tenuto conto di questo e - di fatto - abbiamo migliorato il testo del provvedimento anche grazie alle sollecitazioni che sono arrivate.
Entrando nel merito della legge, signor Presidente, questa consta di 14 articoli.
Il primo articolo enuncia le finalità.
Il secondo articolo, centrale all'interno della legge, istituisce un fondo regionale, che, mentre con la legge del 2000 serviva soltanto ad erogare anticipazioni alle vittime di usura, è diviso in due quote. La seconda quota continua a prevedere l'erogazione dell'anticipo per le vittime di usura, ma la allarga anche alle vittime dell'estorsione. La prima parte del fondo, invece, serve a finanziare tutte quelle attività di cui parlavo (campagne di sensibilizzazione, campagne formative, sostegno alle vittime), che la Regione potrà attuare in autonomia, oppure in accordo con le fondazioni e le associazioni che si occupano di queste situazioni sui territori.
L'articolo 3 definisce i destinatari e i beneficiari della legge.
I destinatari sono i confidi che già operano all'interno della nostra regione, le istituzioni scolastiche formative, le associazioni e le fondazioni, le cooperative e le organizzazioni di volontariato regolarmente costituite, che operano nel campo del sociale e che si occupano di usura. I beneficiari - chiaramente - sono le vittime di usura ed estorsione, ma anche i soggetti a rischio di sovraindebitamento o quelli che già sono sovraindebitati.
Gli articoli 4, 5, 6 e 7 entrano nel merito di come si erogano i contributi (lo vedremo, poi, nella discussione della legge, nelle prossime ore).
Vado subito all'articolo 8, perché è l'articolo con il quale si ribadisce l'attività della Regione per quanto riguarda le attività di prevenzione, ma si ribadisce anche la costituzione dell'organo di conciliazione della crisi, che già spiegavo prima.
L'articolo 9 istituisce - per legge - l'Osservatorio su usura estorsione e sovraindebitamento, andando a rafforzare una realtà già esistente all'interno del Consiglio regionale, che è l'Osservatorio sull'usura. In questa maniera, però, diamo una dignità di legge all'Osservatorio e ne andiamo anche a potenziare il funzionamento, sia per quanto riguarda la composizione dell'Osservatorio, sia per quanto riguarda i compiti. Ad esempio (ne cito solo uno), abbiamo inserito un obiettivo dell'Osservatorio: che l'Osservatorio, anche in collaborazione con altri enti (penso all'IRES, penso all'Università, ma sarà una scelta autonoma dell'Osservatorio stesso), possa portare avanti indagini e ricerche sul nostro territorio, perché una delle carenze di cui oggi patiamo riguarda proprio i dati della nostra regione. Abbiamo dati nazionali, ma si fa fatica a elaborare dati regionali.
Di questo, devo ringraziare il collega Molinari, che presiede l'Osservatorio, ma anche il collega Bertola, perché ho rivisto con entrambi l'articolo riguardante l'Osservatorio.
Gli articoli 10 e 11 contengono le disposizioni attuative transitorie.
Sottolineo solo un aspetto: siamo intervenuti sulla legge 14 del 2007 che riguarda gli aspetti legati all'educazione alla legalità, perché in quella legge si prevede l'istituzione di un Osservatorio sulla criminalità organizzata di stampo mafioso, su usura, estorsione e riciclaggio. Siamo intervenuti per eliminare da quell'Osservatorio il riferimento a usura ed estorsione, in quanto volevamo evitare dei doppioni. Abbiamo lasciato però, l'Osservatorio sulla criminalità di stampo mafioso, perché riteniamo abbia una sua dignità a restare in vita nella legge. Anzi, questa discussione potrebbe essere l'occasione per far ripartire anche l'altra discussione.
C'è, poi, la clausola valutativa e la norma abrogativa, per quanto riguarda la legge 11 del 2000.
Si arriva alla norma finanziaria. Nella norma finanziaria si prevedono 300.000 euro all'anno, per il prossimo triennio, quindi per un totale di circa un milione di euro, perché i 300.000 euro sono solamente quelli chiesti dalla Giunta, ma a questi vanno aggiunti i soldi che il Consiglio prevede per il funzionamento dell'Osservatorio. Si parla, quindi - in tre anni - di più di un milione di euro per mettere in piedi tutte queste attività che, ci auguriamo, anzi ne siamo certi, metteranno la Regione nella condizione di svolgere un ruolo più idoneo a quelli che sono i problemi che oggi i cittadini incontrano, in merito a usura, estorsione e sovraindebitamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Consigliere Bertola, oggi pomeriggio il primo intervento sarà il suo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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