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Dettaglio seduta n.224 del 09/05/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1553 presentata da Gancia, inerente a "Cessione di asset del Bioindustry Park"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1553.
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
In data 1° 2017 la società Bioindustry Park ha ceduto il ramo d'azienda. Si interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere le motivazioni della cessione del ramo d'impresa che rappresentava il core business della Bioindustry Park.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente.
La cessione delle Piattaforme di Servizio Scientifico, comprendenti i marchi commerciali Able e Forlab, si è fondata sull'analisi dei risultati economici di dette piattaforme da quando il Parco ha cominciato a lavorare dal 1999.
Qui si dice che questa attività rappresentava il core business del Parco. In verità, l'attività si articola su tre settori.
Il primo riguarda attività infrastrutturali e servizi connessi, cioè la messa a disposizione di spazi attrezzati a imprese nell'area della salute.
Tali attività ammontano a circa al 52,59 per cento di giro d'affari del Parco. Parliamo di dati di bilancio 2016.
Il secondo riguarda tutte le attività di capofila del cluster regionale delle scienze della vita, e qui siamo al 28,63 per cento del giro d'affari.
Il terzo riguardale piattaforme di sevizio scientifico, che pesano il 18,78 per cento del giro d'affari.
Di fatto, nella sua ormai abbastanza lunga vita, questo settore di attività del Parco non aveva mai trovato un'operatività che gli consentisse di lavorare in pareggio, a copertura dei costi.
Si è cominciato con una gestione diretta dell'Università di Torino e i laboratori perdevano circa 100 mila euro l'anno; poi, si è pensato di usare i laboratori fondandosi sull'utilizzo delle competenze delle infrastrutture come base per la valorizzazione diretta dei risultati della ricerca utilizzando a questo fine, soprattutto, finanziamenti di un vecchio DOCUP 2006-2008. Tuttavia, a quel punto si contavano circa 150 mila euro di perdite all'anno.
Ripeto, ci riferiamo all'interno di un bilancio complessivo del Parco che è stato sempre in pareggio, ma quest'area ha sempre determinato delle perdite. L'ultimo tentativo è stato quello di trasformare queste piattaforme di servizio scientifico in laboratori di servizio a contratto con un obiettivo definito di profitto economico e di sostenibilità.
Da questo punto di vista, gli spazi e i laboratori sono stati riorganizzati; sono state acquisite alcune certificazioni specifiche, per comunque questo ramo d'azienda perdeva 350 mila euro all'anno.
A quel punto, il Consiglio d'Amministrazione ha preso atto di questa situazione e ha cercato un'altra strada, anche perché, come ben sapete esistono vincoli di natura normativa, per i quali non si può continuare a gestire una società in perdita senza intervenire, appurato che qui di tentativi se n'era fatto più d'uno.
La soluzione che si è cercata e si è individuata come ottimale è stata la ricerca di un partner privato che potesse rilevare i laboratori e rilanciarne lo sviluppo in ottica di crescita e mantenimento dei livelli occupazionali.
Vi è stata una procedura di evidenza pubblica nella cessione, perizie e tutto quanto richiesto dalla legge e, in sostanza, all'esito di questa procedura pubblica i laboratori sono stati ceduti alla società Gemchimica S.r.l. ai primi d'aprile 2017. Per la gestione di questo ramo d'azienda Gemchimica ha creato una società specifica che si chiama GemForlab S.r.l.
posseduta da Gemchimica al 100 per cento, che ha stipulato un contratto di locazione con Bioindustry Park, inizialmente della durata di tre anni rilevando la parte strumentale, i contratti, attivi e passivi, in essere e tutto il personale tecnico scientifico presente (12 unità).
Quindi l'iniziativa ha garantito l'assorbimento di tutte le persone impegnate all'interno delle Piattaforme scientifiche nessuno escluso, e ha consentito di incrementare la capacità commerciale delle Piattaforme di Servizio Scientifico consentendo, nel contempo, la migliore valorizzazione di tutte le competenze professionali presenti.
Lo dico per chiudere, va da sé, ma in questo percorso Bioindustry Park ha ovviamente, compiutamente e integralmente ottemperato alle norme che disciplinano questo tipo di procedure per un soggetto posseduto da enti pubblici.
GANCIA Gianna (fuori microfono) Grazie, Assessora.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1554 presentata da Graglia, inerente a "Procedura di AMOS-S.r.l. relativa all'acquisizione di struttura archivio per la sanità della 'Granda'"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1554.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Partendo dal presupposto che, con avviso del 27 marzo 2017, la AMOS S.r.l. ha attivato una procedura finalizzata a ottenere proposte relative all'acquisto di struttura idonea quale archivio da localizzarsi nel territorio centrale della Provincia attorno al polo fossanese.
Tralasciando le numerose considerazioni contenute nell'interrogazione vado subito alla domanda. Interrogo l'Assessore per sapere se non ritenga di dover disporre l'immediata sospensione dell'avviso adottato da AMOS per procedere alla permuta che la IRIS-S.r.l. ha confermato essere disponibile a rogitare immediatamente, evitando di dover comprare una nuova area e potendo realizzare la sede ex novo nel pieno rispetto delle esigenze tecniche del relativo servizio; ciò anche allo scopo di evitare un evidente danno al bilancio regionale di cui dovrebbe assumersi la piena responsabilità l'attuale gestione dell'Ente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La questione sollevata dal collega Graglia mi pare fosse già stata affrontata in passato e che ci sia una certa frequenza su questo tema, ma questa interrogazione mi dà anche l'occasione per essere preciso e, posso dire, determinato su questa vicenda, per evitare dubbi e strumentalizzazioni.
La questione oggetto dell'interrogazione del Consigliere Graglia fa riferimento alle complesse vicende legate all'area a suo tempo individuata quale terreno per la costruzione della nuova sede del presidio ospedaliero di Fossano: una vicenda controversa e da anni nelle mani della giustizia.
Credo che sia esigenza di cautela per tutti (interroganti e anche chi risponde), perché è bene stare attenti per evitare (magari in questo caso non c'è, ma l'attenzione è sempre doverosa) di lasciarci strumentalizzare da parte di qualcuno e, soprattutto, sarebbe bene non interferire appoggiando richieste di transazione avanzate dal soggetto privato.
Teniamo presente, nel nostro ruolo di Amministratori pubblici, che l'ASL di Cuneo è parte lesa nella vicenda - credo che il collega Graglia stia dalla parte dell'ASL, suppongo che stia dalla parte dell'ASL, anzi sono certo che stia dalla parte dell'ASL - e deve rientrare di importanti risorse economiche, dal momento che il terreno di 15.000 metri quadrati citato nell'interrogazione, è già stato pagato dall'ASL di Cuneo 1 che però, non ne è mai entrata in possesso, perché non si è mai potuto procedere al rogito notarile.
Conviene che questa vicenda continui per il suo percorso giudiziario conviene a tutti. Si esprima la giustizia come meglio ritiene. Conviene che non assumiamo iniziative a carattere politico che abbiano o diano la sensazione di poter interferire su un lavoro avviato da parte della giustizia. In ogni caso, noi siamo dalla parte della parte lesa, dell'ASL Cuneo 1.
Per venire all'altra questione che è stata utilizzata, per sollevare il problema e per rimettere in discussione questa questione come è avvenuto in passato per quanto riguarda questo terreno, AMOS, come il Consigliere sa, è una società in house, partecipata da cinque Aziende sanitarie dell'area del Piemonte, tra cui l'ASL di Cuneo 1, dotata di personalità giuridica propria e dell'autonomia patrimoniale che ne consegue. Inoltre, in quanto società in house di natura consortile, AMOS, come appare ovvio, deve dare risposta nel suo operato agli indirizzi strategici indicati da tutte e cinque le aziende socie. La procedura in oggetto si modifica quale mera manifestazione di interesse avviata da AMOS, su mandato dei soci, e che non ha assolutamente carattere vincolante in merito all'acquisto.
Infine, in questo contesto giudiziario estremamente complesso, anche se fosse praticabile l'ipotesi di permuta, pare difficile stimare le tempistiche e le possibilità di buona riuscita dell'iter procedurale, che solo a compimento potrebbero rendere tale terreno idoneo all'esigenza aziendale di AMOS.
In sostanza ci tenevo a confermare un'opinione: lasciamo che si completi la vicenda giudiziaria, non interferiamo. Conviene a tutti in questa vicenda e credo che ci convenga anche stare dalla parte della parte lesa, in questo caso il sistema sanitario.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1555 presentata da Grimaldi inerente a "Grave situazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti pubblici di Regione e Comune"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1555.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ritorniamo su una vicenda che vede impegnati entrambi gli Assessori presenti, l'Assessore Saitta e, in un certo senso, anche l'Assessora Pentenero.
Nelle ultime settimane il tema del lavoro povero degli appalti pubblici, a partire della vicenda dell'appalto Molinette e ASL-TO1, ci ha visti impegnati non solo nel trovare il senso delle nostre linee di indirizzo sugli appalti, con un ordine del giorno approvato in Consiglio regionale e poi dalla Giunta con un protocollo con CGIL, CISL e UIL, ma anche per trovare il senso di fondo di quella che chiamiamo giusta retribuzione.
Quando diciamo che non ci devono essere massimi ribassi sugli appalti bisogna abbandonare quella pratica e non dobbiamo sfuggire davanti ad un'idea di fondo, che è quella di dire che i Direttori non hanno fatto il massimo ribasso, che hanno fatto una gara economicamente vantaggiosa.
Peccato che con la riduzione dell'orario di lavoro si chieda spesso ai lavoratori di fare le stesse cose in minor tempo e con minori salari, senza grandi investimenti. Qui ci troviamo davanti a una situazione non tanto dissimile dell'appalto Molinette ASL-TO1. Stiamo parlando dei lavoratori del Lotto C dell'ASL-TO5, cioè comprensivo dei presidi ospedalieri di Carmagnola, Moncalieri e Chieri e di altre varie sedi distrettuali, diciamo extra ospedaliere, che rappresenta il problema di fondo di questo appalto.
Recentemente quei lavoratori sono stati coinvolti in un cambio di appalto, vinto dall'azienda Euro &Promos FM, la quale si è aggiudicata la gara grazie ad un'offerta economicamente più vantaggiosa con uno sconto del dieci per cento rispetto alla base d'asta presente nel bando di gara.
In sede di trattativa sindacale per il passaggio dei lavoratori da una ditta all'altra, le modifiche sono state corpose in termini di frequenza e prestazioni sia sui presidi ospedalieri (dieci per cento in meno) ma soprattutto su tutte le sedi distrettuali (44 per cento in meno). Tale riduzione è frutto di un capitolato tecnico che, per le sedi distrettuali vede prestazioni di servizi ridotte da cinque su sette a tre su sette in termini di frequenza, laddove esistono aree che per il 50 per cento sono ad alto e medio rischio infettivo. Ciò ha portato a una lunga trattativa che attualmente si è definita con un accordo sindacale che prevede una riduzione del sette per cento per i presidi ospedalieri e una riduzione del 20 per cento per le sedi distrettuali.
Si prevede che al termine dei 60 giorni dall'inizio dell'appalto previsti per le eventuali riorganizzazioni del servizio, la società richiederà un'ulteriore riduzione, così dicono le fonti sindacali che ci hanno contattato e i lavoratori, delle ore lavorative per le sedi distrettuali con un ulteriore proposta del 20 per cento sulle sedi distaccate. Qual è il problema di fondo? Stiamo parlando di lavoratori spesso sottopagati, part time, con una media di ore settimanali che va dalle 10-15 fino alle 24.
Chiediamo a che punto è questa discussione. Sappiamo benissimo che la vicenda dell'ASL-TO1 è stata più eclatante come caso perché erano tanti (600), perché erano qui ad assediare i nostri palazzi, così com'è successo per i lavoratori e le lavoratrici del Consiglio regionale. Lo dico sommessamente alla Giunta che ha fatto un ottimo lavoro di ricucitura dopo quella vicenda, non ci siamo fermati a "è così da regole", "l'ANAC ha detto così", "CONSIB lo ritiene congruo". Abbiamo aperto una trattativa e siamo arrivati a una riduzione del dieci per cento. Per carità, è sempre una riduzione, così è successo in Consiglio regionale.
Credo che la Giunta si debba attivare anche in questo campo per farsi promotrice di una trattativa con il Direttore dell'Azienda sanitaria TO5 e i dirigenti della società, affinché si arrivi a un accordo migliorativo che non preveda un'ulteriore riduzione delle ore. Mi pare abbastanza chiaro e spero che anche le sedi non considerate centrali e non così sotto l'attenzione dei media possano avere lo stesso trattamento e solidarietà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione presentata dal Consigliere Grimaldi occorre fare due precisazioni. Il Lotto C, ASL-TO5, faceva parte della gara d'appalto che è stata delegata all'ASO-Molinette, che ha esercitato la funzione per conto di tutte le Aziende TO1, TO2 e TO5.
Non è stato oggetto di attenzione fino a questo momento da parte della Giunta regionale per un semplice motivo: è stato siglato l'accordo sindacale che non vede il coinvolgimento delle tre sigle, ma soltanto di due. È stato siglato un accordo sindacale tale per cui la riduzione è stata portata al sette per cento per la parte legata al presidio ospedaliero e al 20 per cento per la parte legata agli ambulatori territoriali, con una verifica che si dovrà tenere entro 60 giorni (arriviamo quindi a fine giugno).
Da quello che è l'accordo attualmente intercorso sembrerebbe che la ditta accetti la riduzione del 20 per cento, e non del 40 per cento, ragion per cui, a oggi, la Giunta non è intervenuta in merito alla questione del terzo lotto dell'appalto fatto dall'ASO-Molinette. Staremo a vedere cosa succede dopo il momento di verifica che è stato previsto all'interno dell'accordo sindacale accettato dalle due sigle e non tre (questa è stata una scelta dei lavoratori e delle due organizzazioni sindacali).
Una questione di carattere generale. Il tema del massimo ribasso, o migliore offerta, è un tema che va affrontato in termini di sistema. Questa volta ha toccato in modo significativo alcune Aziende sanitarie, ma pu toccare tutti i servizi dei quali l'Ente Regione, in modo diretto o in modo indiretto, si deve occupare.
È per questo che, con determina dirigenziale del Gabinetto del Presidente, è stato istituito un gruppo di lavoro all'interno del quale cerchiamo di approfondire tematiche legate agli appalti nelle sue diverse forme, in particolare gli appalti dei servizi, per cercare di introdurre eventuali correttivi di competenza regionale oppure per tentare di proporre eventuali modifiche sul piano nazionale del Codice degli appalti o delle eventuali norme che sono collegate al tema dell'appalto dei servizi.
Le questioni hanno due fronti: uno è di carattere generale, del quale ci stiamo occupando in modo trasversale con tutti gli Assessorati, dove affrontiamo il tema dell'appalto dei servizi. Quindi, valutiamo quali elementi occorre introdurre da un punto di vista amministrativo e, se del caso, dal punto di vista legislativo, per andare nella direzione dei principi che sono stati espressi nello specifico.
Nello specifico, sulla gara citata, che rientra in quelle fatte dall'ASO-Molinette c'è un accordo sindacale: attendiamo l'esito del periodo di monitoraggio per capire se la riduzione sarà ulteriormente applicata oppure se si manterrà la riduzione del sette per cento e del 20 per cento.
Fonti informali, attualmente, ci dicono che sarà mantenuta la riduzione del sette per cento e del 20 per cento.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta immediata n. 1558 presentata da Ruffino, inerente a "Contributi regionali territori turistici - Comune di Chiomonte - Pian del Frais"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1558.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione ha come oggetto "Contributi regionali territori turistici - Comune di Chiomonte - Pian del Frais": abbiamo sentito parlare parecchio di questa realtà per le note difficoltà.
Relativamente a questa interrogazione, richiamo la determina dirigenziale n. 389 del 13 maggio 2009, "Approvazione graduatorie ai sensi del Piano annuale dell'anno 2008", anno in cui veniva assegnato al Comune di Chiomonte un contributo pari a 309.240,00 euro per la valorizzazione del comprensorio sciistico di Chiomonte.
Il 7 luglio 2009, il Comune di Chiomonte, con lettera protocollo n.
2936 trasmetteva agli uffici regionali competenti l'atto di accettazione di detto contributo, con l'impegno a realizzare il progetto, allegando altresì la perizia di stima per la determinazione del valore delle proprietà della Società Seggiovie di Chiomonte, e accettava il contributo.
In data 18 giugno 2010, la Giunta comunale di Chiomonte effettuava una variazione di bilancio e finanziava interamente il progetto: per euro 309.240 con maggiore entrata da contributo regionale e per euro 350.000 da trasferimento di capitale da parte della società SITAF.
Considerato che, ad oggi, al Comune di Chiomonte non è stato erogato il contributo di cui vi ho parlato, chiedo quali siano le motivazioni per cui la Giunta non abbia ancora provveduto alla liquidazione del contributo.
Credo ci debba essere un grande impegno da parte della Giunta, ma anche da parte del Consiglio, per fare in modo che il Comune di Chiomonte, in particolare il Pian del Frais, possa proseguire la sua attività, visti gli ingenti finanziamenti erogati, che hanno dato vita ad impianti e apportato benefici a quel territorio, non solo al comune di Chiomonte, ma anche ai piccoli comuni vicini.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo per conto della collega Parigi.
L'interrogazione richiede alla Giunta Regionale il perché della mancata erogazione del contributo di euro 309.240,00 al Comune di Chiomonte.
Il contributo in questione è stato assegnato al Comune di Chiomonte a valere sulla legge regionale n. 4/2000, bando annualità 2008, per la valorizzazione del comprensorio sciistico di Chiomonte, in particolare.
Il bando prevedeva come modalità di erogazione il 50 per cento del contributo all'avvenuta dimostrazione dell'avvio dei lavori, il 40 per cento all'avvenuta dimostrazione di una spesa almeno pari al 50 per cento del progetto ed il dieci per cento a saldo, dietro ultimazione dei lavori e presentazione della rendicontazione finale.
Il Comune, dopo la concessione del contributo, aveva chiesto agli uffici regionali l'erogazione dell'acconto, pari al 50 per cento del contributo, sulla base della variazione di bilancio approvata dalla Giunta comunale che dava copertura integrale al progetto anche per la quota di cofinanziamento; con nota del Settore Offerta Turistica del 11 marzo 2013 prot. n. 3880, la richiesta non veniva accolta in quanto il bando, come sopra indicato, prevedeva come condizione per l'erogazione dell'acconto l'avvio dei lavori, che il Comune non ha mai presentato e quindi "pur considerando la particolarità dell'intervento finanziato, consistente nell'acquisto di impianti di risalita e non nella realizzazione di strutture, la variazione di bilancio assunta da codesto Ente con deliberazione n. 57 del 18/06/2010, essendo solo un atto concernente una previsione di spesa e non un formale impegno assunto con la parte venditrice, non può essere considerato come atto che attesta l'inizio dei lavori o la consegna dei lavori".
Con deliberazione della Giunta Regionale n. 34-2735 del 29 dicembre 2015 è stato definito un termine ultimo per completare i progetti ancora in sospeso a valere sulla legge regionale n. 4/2000, stabilendo che oltre il termine indicato si sarebbe proceduto alla revoca dei contributi.
Con riferimento al bando 2008, quello ai sensi del quale è stato finanziato il Comune di Chiomonte, la scadenza per la chiusura dei lavori è stata fissata al 31 dicembre 2016, con un termine ulteriore di 90 giorni per la presentazione della rendicontazione, quindi il 31 marzo 2017.
Nei giorni scorsi, Finpiemonte ha comunicato ai competenti uffici regionali che il Comune di Chiomonte non ha trasmesso la rendicontazione dei lavori. Pertanto, a breve verrà avviato il procedimento di revoca del contributo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1556 presentata da Accossato inerente a "Richiesta aggiornamenti in merito alla Nuova Struttura Sanitaria di Venaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1556.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Il tema, come dice il titolo, riguarda questa struttura sanitaria, che è stata lungamente attesa non solo nel comune di Venaria, ma nei territori circostanti: prima era l'ospedale, poi è diventata la struttura progettata e oggi già avviata. Io, peraltro, anche come Sindaco, ho partecipato a molte iniziative per sostenerla con la Regione e i diversi Assessori regionali che, nel frattempo, si sono succeduti.
Credo sia un passaggio importante che, oggi, i lavori di questa struttura siano stati avviati. L'Assessore stesso - lo abbiamo visto sui giornali - ha fatto un sopralluogo poco tempo fa, però, io riporto all'Assessore in Consiglio alcune preoccupazioni, che ho colto sul territorio, relative ad una parte dei lavori previsti. Mi riferisco alle opere di urbanizzazione (strade, fognature, collegamento con via Don Sapino, ecc.), che, in base agli accordi, sono a carico del Comune di Venaria, e alle opere che non sono state ancora avviate dal Comune: sembrerebbe esserci stato - uso il condizionale - un ritardo nell'allocazione delle risorse, conseguentemente nell'avvio della progettazione e delle possibilità di appaltare tali lavori.
Allora, con questa interrogazione, chiedo all'Assessore se siamo nelle condizioni di poter dire che i tempi di consegna completa della struttura (completa anche delle opere di urbanizzazione) saranno rispettati, cioè se la struttura sarà attivata nei tempi previsti dai capitolati con tutte le opere necessarie al suo funzionamento, quindi anche quelle di urbanizzazione a carico del Comune di Venaria, completate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Com'è stato ricordato, ho avuto modo di verificare personalmente le condizioni del cantiere del nuovo polo sanitario di Venaria in un sopralluogo del 13 aprile che ho effettuato insieme al Direttore dell'ASL.
Constatato che i lavori procedono nel rispetto dei tempi, la struttura sanitaria sarà pronta nei tempi che sono stati programmati. A oggi, è stato realizzato il 15-18 per cento dell'intera opera; nello specifico, sono state già completate al 60 per cento le strutture portanti ed è stata avviata la costruzione di tutte le pareti divisorie del primo piano pari a 20.000 metri quadri di muratura.
Si tratta, com'è noto, di un'opera importante, che fungerà da riferimento per un bacino di utenza di circa 100 mila persone, e che verrà collocata all'interno della rete di assistenza territoriale, offrendo ambulatori, punto di primo intervento, punto prelievi, radiologia, letti di continuità assistenziale, ospitando la sede del distretto. Sarà, quindi, a tutti gli effetti una casa della salute completa, come l'abbiamo definita.
In quest'ottica, rivestono particolare importanza i lavori di realizzazione delle infrastrutture viarie di accesso, dei parcheggi e quelle per il collegamento dei servizi, che sono tutte di competenza del Comune di Venaria, com'è stato ricordato, sulla base dell'Accordo di Programma ormai datato.
In occasione del sopralluogo ho auspicato che il Comune di Venaria sia in grado di rispettare la tempistica programmata per le opere in capo all'Amministrazione comunale, per evitare che eventuali ritardi e lungaggini burocratiche possano inficiare l'avvio dell'attività del nuovo polo sanitario.
Tengo a segnalare che, nel frattempo, per non bloccare il cantiere e non allungare i tempi, l'ASL Torino 3 ha provveduto ad anticipare tutte le spese previste per gli allacci fognari, idrici ed energetici della zona che sono in capo al Comune, per un importo di 300 mila euro. Quindi, c'è stata un'anticipazione per opere che dovevano essere realizzate dal Comune di Venaria.
È chiaro che continueremo a monitorare la realizzazione non soltanto della struttura, e questo è compito nostro, attraverso SCR, che è la stazione appaltante, ma continueremo a chiedere attraverso SCR una verifica costante, perché è chiaro che le opere che deve realizzare il Comune di Venaria non sono opere secondarie, ma fondamentali per poter utilizzare quella struttura.
Le preoccupazioni che ho espresso sui tempi derivano dall'esperienza che non è soltanto mia, ma di molti colleghi, ad esempio della collega Accossato. Non sempre, da quando c'è il piano pluriennale, i tempi di realizzazione sono immediati. Si tratta non soltanto di fare i progetti, ma si tratta di fare le gare e, in base alla dimensione, sono gare diverse. In più, trattandosi di una scadenza abbastanza precisa, bisogna ragionevolmente prevedere, cosa che ormai tutte le Amministrazioni fanno, i tempi di un eventuale contenzioso, che speriamo non ci sia, ma potrebbe anche esserci.
Quindi, continueremo a monitorare la realizzazione della struttura, ma faremo in modo, attraverso SCR, di continuare a sollecitare l'Amministrazione di Venaria. È chiaro che la nostra posizione non deriva da un giudizio politico sull'operato del Comune di Venaria, ma deriva esclusivamente dalla necessità che il sistema pubblico nel suo complesso Regione e Comune di Venaria, sia nelle condizioni di viaggiare in modo parallelo per raggiungere questo appuntamento con una certa precisione, in modo da offrire un servizio tanto atteso dai cittadini di quel territorio.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1557 presentata da Vignale, inerente a "Bando per l'affidamento dei servizi territoriali per l'assistenza ai pazienti psichiatrici dell'ASL-TO2: conforme al voto del Consiglio regionale?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1557.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I colleghi forse ricorderanno - e lo ricorderà certamente l'Assessore che il 22 dicembre 2016 questo Consiglio regionale affrontò, prima in sede di IV Commissione poi in sede di Consiglio regionale, il tema dell'omogeneità dei servizi relativamente alla gara dell'ASL TO2 sulla psichiatria territoriale.
Come l'Assessore ricorderà, in realtà l'ordine del giorno che presentai non prevedeva come prima dicitura l'omogeneità dei servizi all'interno della nostra città, ma prevedeva di dare indicazione all'ASL TO2 affinch fosse annullata la gara sui servizi psichiatrici territoriali sull'ASL TO2.
Questo perché? Per un motivo che noi riteniamo banale: l'ASL TO1 e TO2 prima ancora che si arrivasse verso il percorso di unificazione, prima ancora che ci fosse anche solo la deliberazione della Giunta regionale avevano entrambe fatto due gare per servizi territoriali in psichiatria.
Il dottor Alberti, diventando anche commissario dell'ASL TO1 dopo le dimissioni del dottor Soro, decide, secondo noi correttamente - ma questa ovviamente è una valutazione - di annullare il bando sulla TO1, perché non rispondeva intanto a quanto previsto dalla DGR 29 - che però, ricordiamo oggi è sospesa - ma anche per rendere omogenei i servizi. Tant'è che quando il dottor Alberti venne in Aula e nella Commissione congiunta con il Comune di Torino, nel documento che presentò alla IV Commissione consiliare, proprio sulla salute mentale indicò la profonda discrasia esistente fra i servizi della TO1 e della TO2.
Nel momento in cui si è andati verso l'ASL unica, noi chiedemmo, nel mese di novembre in Commissione e nel mese di dicembre in Aula, che la Giunta intervenisse per evitare che, invece, il secondo bando (quello dell'ASL TO2) rimanesse in piedi. Abbiamo votato un ordine del giorno modificato su richiesta dell'Assessore, che disse che non possiamo intervenire per richiedere ad un'ASL di annullare una gara perché potrebbe apparire quasi una turbativa d'asta. Questo è corretto, ma credo che sia nella potestà di un Consiglio, com'è avvenuto, di chiedere l'omogeneità dei servizi. Infatti, la cosa paradossale qual è? E perché abbiamo presentato questa interrogazione a risposta immediata? Perché il Consiglio regionale ha votato la mozione cui facevo riferimento; nonostante ciò, l'ASL ha deciso di comporre la Commissione di gara per addivenire all'aggiudicazione della gara stessa.
Questa gara stessa, di per sé, è già un'anomalia, perché è una gara di nove anni e non ne esiste un'altra all'interno di questa Regione. Ma anche fosse una gara di tre anni, come solitamente si fa, l'Assessore e i colleghi comprenderanno che è un po' strano, ad atto aziendale da realizzare dell'ASL unica di Torino che prevedrà anche i servizi di salute mentale, avere un pezzo di città che per nove anni ha già appaltato i suoi servizi, in qualche modo anteponendo quelle che saranno le decisioni dell'atto aziendale.
Per questo motivo, chiediamo all'Assessore se ritenga che la procedura di gara aperta dall'ASL TO2 sia conforme all'atto di indirizzo approvato dal Consiglio regionale che, invece, chiedeva omogeneità nei servizi psichiatrici.
Poi l'atto aziendale potrà decidere che quanto oggi è previsto nel capitolato dell'ASL TO2 diventerà la modalità su cui svolgere le attività su tutta la città. Va bene, ma a quel punto si farà una gara per tutta la città e verranno affidati i servizi.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Prima di rispondere nel merito al Consigliere Vignale, mi corre l'obbligo di alcune precisazioni rispetto a quanto da lui sostenuto nel question time. I due bandi indetti dalle due ASL (TO1 e TO2) sono stati pubblicati in tempi diversi, antecedenti all'unificazione tra le due Aziende che, come tutti sappiamo, è avvenuta il 1° gennaio di quest'anno.
Rispettivamente, i bandi erano stati pubblicati il 31 agosto 2016 e il 14 settembre 2016. L'annullamento della gara da parte dell'allora ASL TO1 è avvenuta non a causa dell'accorpamento tra le due Aziende, ma in quanto non rispondeva alla delibera regionale del settembre 2016. La previsione riferita alla gara dell'allora ASL TO2 circa la possibilità di rinnovare alla scadenza del periodo di vigenza contrattuale rappresenta una facoltà da valutarsi in prossimità della scadenza del primo periodo di vigenza contrattuale.
Quanto poi al contenuto specifico, sottolineo che il completamento dell'iter procedurale di gara si è reso non solo necessario ma indispensabile per superare la lunga fase di proroghe. Alla gara bandita dall'ex ASL TO2 - gara attualmente in corso - hanno partecipato otto concorrenti, nel rispetto dei principi di concorrenza e partecipazione. In ogni caso, a fronte di sopraggiunte disposizioni normative o variazioni organizzative interne, nei capitolati è espressamente prevista la clausola di rescissione anticipata del contratto senza danno a carico dell'ASL.
Le caratteristiche tecniche del disciplinare predisposto per l'affidamento dei servizi territoriali e per l'assistenza dei pazienti psichiatrici individuano un modello estremamente flessibile, adattabile a tutte le tipologie cliniche presenti sul territorio di riferimento. Tali modelli di flessibilità consentono un'omogeneità nella prestazione sanitaria offerta, indipendentemente da uno o più fornitori affidatari.
Peraltro, preciso che è in corso un tavolo di lavoro su tutte le strutture dei due ex Dipartimenti di salute mentale per la definizione dei futuri assetti dei servizi di salute mentale stessi, con l'obiettivo, fra l'altro, di pervenire a un'omogeneità nei percorsi di assistenza a oggi dissimili tra le due Aziende TO1 e TO2. Sono state considerate le tempistiche dei contratti delle due disciolte ASL, nella prospettiva di allinearne le scadenze al primo periodo, per consentire nel contempo un'analisi dei modelli e dei fabbisogni di cura finalizzati all'espletamento di una gara comune.
Queste sono le osservazioni e le informazioni che mi ha fornito il Direttore generale dell'ASL TO2 e mi pare che abbiano una logica stringente e abbiano seguito una procedura anche più che coerente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1559 presentata da Andrissi inerente a "Tempi di risposta delle aziende che hanno partecipato alla gara europea per l'affidamento della realizzazione di un sistema regionale omogeneo di gestione delle agende delle prenotazioni sanitarie a livello sovraziendale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1559, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il titolo sembra molto complicato, ma poi il tema non è così complicato.
La Regione ha deciso di centralizzare il servizio delle prenotazioni sanitarie delle 19 Aziende regionali e ospedaliere (le ASL e le ASO). L'ha fatto con una gara gestita da SCR, la Società di Committenza Regionale, che aveva una base d'asta di 17 milioni di euro. La gara si è conclusa e ha visto un primo aggiudicatario, che è il Consorzio Lavorabile-Santer Reply un raggruppamento di imprese formato da una società di Roma e da una di Milano, con l'offerta più vantaggiosa dal punto di vista economico.
Successivamente la seconda arrivata, la Diamante-Engineering-Telecom, ha fatto ricorso al TAR e sappiamo che c'è una sentenza il 24 di questo mese.
Noi ci chiediamo, nelle considerazioni, se effettivamente sia stata presa in considerazione la qualità dei servizi che queste aziende possono garantire perché sappiamo, da un'indagine fatta dall'Istituto Piepoli, che in Regione Piemonte vi è solo un Centro di prenotazione unica che rispetta i tempi di attesa alla risposta; e questo è uno dei fattori fondamentali anche riportato nella gara d'appalto: si tratta della Cooperativa Azzurra del VCO, che ha un tempo medio di risposta di 29 secondi. Le altre aziende hanno decisamente tempi di risposta superiori: secondo l'indagine Piepoli se andiamo a vedere a Novara si parla di parecchi minuti.
Allora, le considerazioni sono queste. Chiaramente va bene il criterio del prezzo più vantaggioso inserito nella gara d'appalto, ma poi di fatto la qualità del servizio ha sicuramente delle conseguenze che fanno aumentare i costi di gestione. Pensiamo, per esempio, solo alla gestione delle disdette degli appuntamenti, che sono una percentuale elevata: si parla di circa il 30 per cento degli appuntamenti. È chiaro che un utente un potenziale paziente, nel momento in cui deve aspettare quattro, cinque dieci minuti, difficilmente richiama per disdire l'appuntamento. E quindi è chiaro che spesso e volentieri ci si ritrova con medici con visite prenotate che non possono essere effettuate; questo per citare un esempio.
La qualità del servizio, quindi, è fondamentale. E uno dei criteri imprescindibili è il tempo di risposta. Il secondo è il rapporto tra chiamate fatte e chiamate accettate: ovviamente, infatti, l'utente che chiama si stufa e questo porta anche a un aumento dei costi, perché poi bisogna incrementare il personale allo sportello, a contatto diretto con il pubblico; mentre un buon centro unico di prenotazione permetterebbe di ridurre il quantitativo di personale presente allo sportello.
Quello che chiedo alla Giunta e all'Assessore, quindi, è se le Aziende che hanno partecipato al bando di gara abbiano sempre rispettato, nella loro attività pregressa presso le ASL, i tempi di risposta previsti dal capitolato di gara.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Dopo aver dato l'informazione delle procedure, il Consigliere ha fatto delle osservazioni non conoscendo il capitolato tecnico, mi pare; quindi ha voluto dare dei giudizi senza questa conoscenza.
ANDRISSI Gianpaolo (fuori microfono) Non ho dato alcun giudizio, Santa Madonna!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma domando di non interrompervi. Colgo anche l'occasione per chiedere ai Consiglieri, per cortesia, di parlare (eventualmente) a bassa voce.
Prego, prosegua, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ripeto che il Consigliere ha voluto dare dei giudizi senza la conoscenza del capitolato tecnico e io provo a dare le informazioni che evidentemente lui non ha.
ANDRISSI Gianpaolo (fuori microfono) Ma quale giudizi ho dato? Ho fatto una domanda!



PRESIDENTE

Per favore, collega Andrissi: lasci terminare l'Assessore nella sua esposizione! Assessore Saitta, prosegua, per cortesia.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Allora, nel capitolato tecnico del bando di gara per la realizzazione e la gestione di un Sovracup regionale delle agende e delle prestazioni sanitarie vi è un apposito paragrafo in cui sono inseriti i requisiti minimi da offrire per la partecipazione alla gara in oggetto. In particolare, si prevede che l'operatore che gestirà il servizio risponda su base giornaliera, ad almeno il 90 per cento delle chiamate da operatore umano rispetto a quelle di ingresso, con almeno l'80 per cento delle chiamate risposte entro 60 secondi dal momento in cui l'utente entra effettivamente in coda, dopo il messaggio di benvenuto e la scelta delle opzioni.
A tale livello di servizio sono state associate le relative penali descritte al paragrafo 19.2 - titolo "Penali call center e recall" - del capitolato tecnico.
Essendo tali requisiti e avendo tutti i partecipanti accettato le condizioni di gara, tale vincolo minimo dovrà essere assicurato dal fornitore aggiudicatario, chiunque esso sia.
Inoltre, tra i parametri di valutazione della Commissione giudicatrice è stato inserito un criterio supplementare relativo alla "Percentuale di risposta superiore al 90% e modalità di raggiungimento di tale percentuale e percentuale di risposta entro 60 secondi superiore all'80% e modalità di raggiungimento di tale valore".
Si tratta di un ulteriore criterio premiante per le percentuali di risposta che saranno superiori rispetto alle minime richieste.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1560 presentata da Bono, inerente a "Affidamento del servizio di pulizia e sanificazione presso ex ASL-TO2, ora ASL-Città di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1560 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo ancora a parlare di una situazione ancora più incresciosa rispetto a quelle risolte recentemente, o meglio, parzialmente risolte rispetto ai servizi di pulizia negli ospedali cittadini e regionali.
Parliamo dell'ex ASL TO2, che nel 2014 aveva affidato il servizio di pulizia e servizi accessori, dopo gara, per cinque anni, al raggruppamento temporaneo di imprese Eporlux, la Lucente, PDP e Cooperativa Barbara B, per un importo di circa 12 milioni di euro, più IVA.
In data 15 dicembre 2015, a seguito di alcune contrattazioni con il raggruppamento temporaneo di imprese, si è deciso, da parte della responsabile della Struttura Complessa Provveditorato - la dottoressa Venezia, di integrare questo appalto, per un importo di un milione e mezzo più IVA, per servizi non contemplati nel precedente contratto. Francamente non sono riuscito a risalire che tipo di servizi fossero, se quindi non fossero presenti e dovessero essere aggiunti.
In questi anni, il raggruppamento temporaneo di impresa ha avuto un po' di problemi, nel senso che si sono persi dei pezzi e hanno cambiato nome l'azienda rimasta si è rinominata in PDP e, poi, in DIEM S.r.l.
L'appaltante ha ridotto, a far data dal 1° aprile (e la data ha un significato simbolico) 2015 - più di due anni fa - fino al 60% delle ore di lavoro delle lavoratrici.
La riduzione oraria ha prodotto delle difficoltà nell'erogazione del servizio di pulizia in diversi ospedali dell'area interessata dell'ASL TO2 in particolar modo, con segnalazioni da parte degli organi di vigilanza, di degrado e non pulizia nell'Ospedale San Giovanni Bosco e Maria Vittoria.
Ovviamente, si può risalire facilmente a tutte le lettere di contestazione che sono state inviate.
Dopo una serie di trattative con l'Assessorato, si è riusciti a recuperare una parte delle ore tagliate, facendole però transitare dalla busta paga normale, dalla parte contrattuale, sotto la voce "trasferte" o "spese varie".
Pertanto, dobbiamo anche andare a capire come, quando si parte da una riduzione di ore di un contratto rispetto a quello precedente, si recupera poi una parte di ore, ma le si va a prendere dagli straordinari, dalle ferie, e le si segna come trasferte o spese varie. Si crea, comunque, un danno contributivo e previdenziale per quanto riguarda - in questo caso le lavoratrici, e si dà un guadagno all'azienda che vince un appalto con un ribasso molto più alto rispetto alle altre aziende che magari sono arrivate seconde o terze, ma che non hanno potuto vincere.
Sono stati fatti diversi ricorsi. In alcuni casi, il Tribunale del Lavoro ha respinto le richieste delle lavoratrici; nell'ultimo caso fortunatamente, in data 3 aprile 2017, il Tribunale del Lavoro di Torino ha dato ragione a otto lavoratrici e ha chiesto che venissero integrate loro tutte le ore, anche per quanto riguarda gli ultimi due anni, per poi riprendere con l'orario pieno.
A quanto ne sappiamo (almeno fino a una settimana fa), questo non è stato attuato dalla Direzione, cioè dall'Azienda, e non sappiamo che cosa abbia potuto mettere in campo il Direttore generale dell'ASL Torino Unica.
Pertanto, chiediamo all'Assessore Saitta di comunicarci se ha delle notizie in più rispetto a noi e se può dirci se, finalmente - almeno per queste otto lavoratrici - verrà ripristinato l'orario e la paga e se questo pu essere esteso anche a tutte le altre lavoratrici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Con riferimento alle domande poste dal Consigliere Bono, preciso che nell'ambito della RTL (rete temporanea di imprese) la ditta PDP ora DIEM effettua il servizio di pulizie presso il Presidio Ospedaliero Maria Vittoria e le strutture territoriali dell'ex ASL TO2.
La ditta Lucente S.p.A. ha l'appalto del servizio per il Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco.
Come è stato ricordato, entrambe le ditte hanno avuto controversie con il proprio personale che sono state risolte con accordi sindacali e anche a seguito di cause di lavoro.
L'ASL Città di Torino (che ho sentito questa mattina) è in attesa della formalizzazione degli accordi sindacali e la notifica della sentenza del Tribunale per predisporre i dovuti controlli sull'applicazione degli stessi.
Come Regione Piemonte, non potremo che vigilare attentamente sull'applicazione degli accordi che sono intercorsi.
Quindi, aspettiamo la notifica e poi ci sarà l'applicazione. A ogni modo, noi vigileremo.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immediata n. 1561 presentata da Frediani inerente a "Riorganizzazione e assegnazione degli incarichi di Posizione Organizzativa e Alta Professionalità. No alla 'portabilità' e sì all'individuazione di criteri oggettivi di assegnazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1561 presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione chiediamo alcuni chiarimenti in merito alla riorganizzazione e assegnazione degli incarichi di Posizioni Organizzative e Alta Professionalità.
Si tratta di un percorso di riorganizzazione interna che è stato avviato nel 2015 e che prevedeva - per l'appunto - la razionalizzazione dei Settori e delle Direzioni regionali e una contestuale revisione delle funzioni assegnate a ciascuna struttura. Ci sono stati degli atti deliberativi successivi che hanno portato al compimento di questa revisione organizzativa.
Quello che notiamo, anche - ovviamente - su indicazione di alcune rappresentanze sindacali, è che al processo riorganizzativo e di riallocazione delle competenze e funzioni risulta non sia seguito anche un processo di riassegnazione delle Posizioni Organizzative e delle Alte Professionalità, coerente con le nuove funzioni assegnate.
Pertanto, ribadiamo un concetto che da diverso tempo esprimiamo in Aula: il fatto che le Posizioni Organizzative e le Alte Professionalità debbano essere legate a specifiche responsabilità e a specifici risultati che devono essere raggiunti da parte delle strutture di competenza assegnate.
Ci chiediamo se, nei casi in cui ci sia un disallineamento tra le materie di competenza delle Posizioni Organizzative e delle Alte Professionalità e il contenuto previsto negli attuali incarichi di attribuzione, ci sia la volontà di ripristinare il corretto regime contrattuale e avviare, quindi, quel processo di revisione che ci si aspettava venisse riavviato nel momento in cui si andava a intervenire sull'intera macchina regionale e quindi si ridefinissero i criteri in modo coerente con le posizioni assegnate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
Ringrazio la consigliera Frediani, perché il suo question time ci permette di parlare dell'argomento.
La riorganizzazione delle strutture del ruolo della Giunta regionale avviata nel settembre 2014, quindi prima dell'anno da lei citato, ha innescato un processo di radicale modifica degli assetti che ha determinato principalmente la riduzione delle strutture organizzative stabili e successivamente, l'adozione di modifiche organizzative volte a recepire funzioni personale acquisite in attuazione della legge 56/2014, relativa alle Province.
Si può affermare che le sostanziali modifiche dell'assetto macro organizzativo si possono considerare stabilizzate, fermo restando che la visione organica dell'organizzazione implica la necessità di adottare modelli organizzativi flessibili in costante adattamento con il contesto di riferimento.
Con riferimento in particolare all'area delle PO/AP, preciso che tutti gli incarichi sono istituiti e vigenti presso le strutture del ruolo della Giunta regionale nel rispetto della normativa contrattuale di riferimento (articoli 8, 9, e 10 del CCNL di revisione del sistema di classificazione del personale del Comparto Regioni Enti locali del 31 marzo 1999 e del CCNL del 22 gennaio 2004).
Dette posizioni di lavoro si caratterizzano per svolgimento di funzioni di Direzione di unità organizzative di particolare complessità caratterizzato da elevato grado di autonomia gestionale ed organizzativa svolgimento di attività con contenuti di alta professionalità e specializzazione correlata a diplomi di laurea o di scuole universitarie o all'iscrizione in appositi Albi professionali; svolgimento di attività di staff o di studio, ricerca, ispettive, di vigilanza e controllo caratterizzate da elevata autonomia o esperienza.
Nel quadro dei nuovi assetti organizzativi sopra descritti, con una struttura macro-organizzativa, che ha visto ridursi il numero delle posizioni di vertice, occorre introdurre e rafforzare i ruoli intermedi connessi agli incarichi di PO/AP, ridefinendoli in termini di competenze di responsabilità, di supporto alla dirigenza nelle attività di programmazione e di gestione per obiettivi nell'ottica di miglioramento continuo dell'organizzazione e dei processi.
È previsto pertanto l'avvio di un percorso di revisione organica e complessiva dell'area delle Posizioni Organizzative e delle Alte Professionalità, i cui elementi fondanti sono rinvenibili nei seguenti punti: puntuale progettazione delle posizioni da ricoprire secondo criteri e logiche organizzative ed omogenee; previa pubblicazione di bandi o avvisi aperti a tutto il personale regionale aventi i requisiti richiesti ricercando un giusto equilibrio tra stabilità degli incarichi concorrenzialità dei medesimi e rotazione degli incarichi nel rispetto della normativa in materia di prevenzione del rischio corruttivo individuazione di una nuova disciplina applicabile alla scadenza degli incarichi vigenti sulla base di specifici provvedimenti organizzativi applicativi; formazione e aggiornamento professionale per valorizzare e accrescere le competenze individuali e le professionalità sviluppate dai dipendenti titolari di PO/AP.
In merito, quindi, possiamo prendere atto che quasi tutte le situazioni di disallineamento da lei indicate sono state corrette. Nel frattempo, è proseguita la discussione con le organizzazioni sindacali sulla revisione complessiva dell'area delle PO/AP, che ha portato anche a una proposta formulata dalla Giunta regionale già inviata ai sindacati nei mesi scorsi in attesa di un più approfondito confronto, per poi portarla in Giunta.
Proprio la necessità di rivedere complessivamente il quadro delle PO/AP ha portato la Giunta a rallentare il processo di attribuzione delle posizioni organizzative, affinché le nuove attribuzioni possano avvenire alla luce del nuovo impianto regolatorio.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.34 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Chiapello, Ferraris, Marrone e Molinari.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 972 presentata da Bono, Batzella, Bertola, Frediani Mighetti e, Valetti, inerente a "Pediatri di libera scelta nella Città di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 972, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Nella seduta consiliare antimeridiana è stato iniziato l'esame di tale atto di indirizzo. L'ordine del giorno è stato illustrato dal Consigliere Bono; sono seguiti gli interventi delle Consigliere Porchietto e Gancia e dei Consiglieri Ferrentino, Vignale, Bono e Alemanno e, infine dell'Assessore Saitta.
Il Consigliere Bono ha proposto una riformulazione dell'atto di indirizzo e il rinvio della votazione alla seduta pomeridiana.
Siamo alla seduta pomeridiana e chiederei al Consigliere Bono di illustrare le modifiche. È d'accordo, Consigliere? La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come concordato con i colleghi del Consiglio di maggioranza, abbiamo sintetizzato le premesse mantenendo la parte dell'accordo nazionale e soprassedendo sulla parte di accordo integrativo regionale, anche se, a questo punto, dico che in futuro presenterò un ordine del giorno specifico sull'accordo integrativo regionale, perché è quella la parte su cui realmente possiamo incidere come Regione. Inoltre, vengono modificati il "visto che" e il "considerato che", risottolineando quanto avevo già detto in altra forma, cioè che la vigente normativa oggi non pone alcun vincolo al medico, né pediatra, né medico di medicina generale per l'ubicazione del suo studio medico, e chiediamo nell'impegno che la Giunta lavori per sensibilizzare le Direzioni aziendali delle ASL al fine di ottenere una distribuzione degli studi medici pediatrici sul territorio omogenea e integrata con le altre prestazioni di sanità territoriale.
Vige ancora "nella Città di Torino", se anche il collega Allemano è d'accordo, e penso sia così. Per raccogliere anche le intenzioni di altri colleghi di altre città e di altre province, possiamo scrivere "nella Regione Piemonte", se siete d'accordo.



PRESIDENTE

È stato depositato come "nella Regione Piemonte", Consigliere Bono.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

"Pediatri di libera scelta nella Regione Piemonte", così com'è stato corretto.
Rileggo il dispositivo: "A sensibilizzare le Direzioni aziendali delle ASL al fine di ottenere una distribuzione degli studi medici pediatrici sul territorio della Regione Piemonte, con le altre prestazioni", e via dicendo.
Possiamo, quindi, procedere alla votazione dell'atto di indirizzo.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 972, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che i Consiglieri Andrissi e Monaco hanno votato a favore.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Ruolo dell'Avvocatura generale in merito alla vicenda del ricorso sulla raccolta firme delle ultime elezioni"


PRESIDENTE

L'Assessore Reschigna è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Ruolo dell'Avvocatura generale in merito alla vicenda del ricorso sulla raccolta firme delle ultime elezioni".
Prego, Assessore.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli affari legali e contenzioso

Molto brevemente.
I ricorsi presentati, sia il ricorso principale sia quello integrato per motivi aggiunti, sono stati presentati contro la Regione Piemonte e nei confronti di alcuni Consiglieri Regionali. Nel precedente giudizio il TAR e il Consiglio di Stato avevano ribadito il principio che l'unica parte resistente necessaria è l'Ente locale interessato dalle elezioni. Nel caso specifico attuale, il ricorso per motivi aggiunti è incardinato nel ricorso principale, in cui era già costituita l'Amministrazione regionale con l'Avvocatura interna. Pertanto, quando il TAR Piemonte ha formulato dei quesiti specifici in relazione al ricorso per motivi aggiuntivi, ha notificato in primis alla Regione Piemonte quale parte necessaria e indispensabile del processo.
Cosa avrebbe dovuto fare la Regione Piemonte? Disinteressarsi delle questioni di diritto poste solo perché riguardavano la lista proporzionale del PD di Torino? Era un diritto della Regione Piemonte la costituzione attraverso l'Avvocatura, così come è stato un diritto che ha esercitato la precedente Amministrazione regionale utilizzare anche l'Avvocatura regionale nei ricorsi che erano stati presentati contro le elezioni regionali che poi sono state annullate.
Peraltro, e su questo voglio evidenziare questo elemento, l'Avvocatura regionale ha svolto una difesa in parte nettamente autonoma rispetto alla difesa assunta da parte dei Consiglieri regionali interessati privilegiando il principio di intangibilità del giudicato. Principio prettamente di interesse pubblico che sovrintende qualsiasi tipo di processo e che rappresenta la principale espressione della certezza del diritto.
Non ho altro da aggiungere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vi sono due aspetti per cui le comunicazioni del Vicepresidente non soddisfano (per carità, non sono obbligato a essere soddisfatto).
La prima è di natura politica rispetto all'uso dell'Avvocatura. La seconda relativamente al fatto che il Vicepresidente ha la delega al legale. È vero quanto diceva il Vicepresidente Reschigna, cioè nel momento in cui il ricorso riguarda la Regione Piemonte, in particolar modo il listino della Regione Piemonte, è evidente che l'Avvocatura non può.
Uno può anche non usarla, per carità, ma è assolutamente evidente che è lecito e anche politicamente corretto utilizzare l'Avvocatura per difendere la Regione stessa. Nel ricorso, in particolare modo nella prima ipotesi quella che poi ha individuato il listino del Presidente come resistente come non superato alla prova di resistenza, era evidente che l'Avvocatura difendesse l'istituzione Regione.
In questa seconda fase è diverso. È assolutamente evidente - io non sto dicendo che sia illegittimo, sia ben chiaro - che il lavoro che l'Avvocatura ha fatto nel mantenimento dello status quo è un lavoro di cui ha beneficiato un singolo Gruppo consiliare, che è il Gruppo del Partito Democratico. Qualora l'Avvocatura non fosse intervenuta, non sarebbe cambiato nulla se non per un singolo Gruppo consiliare che da questo ne ha tratto - tanto o poco, non è lecito saperlo - beneficio. Questo è un primo aspetto che, segnalo, non era avvenuto nella precedente Amministrazione perché la causa era differente, perché la causa, come nella prima che riguardava il Presidente Chiamparino, aveva effetti, come scrisse il TAR distruttivi nei confronti dell'Amministrazione stessa.
Il secondo aspetto è di natura politica, squisitamente politica. Io ricordo, e potrei leggerle, le dichiarazioni assolutamente forti e significative che il Vicepresidente Reschigna fece quando la precedente Amministrazione regionale decise, in prima battuta e poi susseguentemente di utilizzare delle risorse per un avvocato esterno per farsi difendere.
Segnalo che, da un punto di vista del costo, non c'è alcuna differenza, al di là di quella quantitativa. Utilizzare risorse, mettere risorse dell'Avvocatura regionale a seguire una causa o spendere delle risorse per individuare un soggetto terzo, non fa, da un punto di vista della spesa differenza, soprattutto dal punto di vista del principio. Ci tenevamo a segnalare come sia facile scandalizzarsi quando non si è in causa, ed è altrettanto facile da Assessore con delega al legale dimenticare di scandalizzarsi quando l'Avvocatura sta difendendo esclusivamente il Gruppo consiliare del Partito Democratico. Esclusivamente.
Se la causa fosse andata in modo differente - non le contesto, ci mancherebbe - non sarebbe cambiato nulla se non che otto Consiglieri del PD magari avrebbero ricorso al Consiglio di Stato. Questo non ci interessa, ma sarebbero dichiarati decaduti dal Tribunale Amministrativo Regionale. Credo che questo vada, non fosse altro per onore di coerenza, rimarcato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli affari legali e contenzioso

Solo per una semplice precisazione, a testimonianza della coerenza, e non dell'incoerenza.
Giustamente il Consigliere Vignale ricordava come nella precedente legislatura il sottoscritto, come Capogruppo, ha posto la questione dell'utilizzo di risorse regionali per nomine di consulenti legali esterni a difesa delle elezioni. Questo avevo posto.
Consigliere Vignale, non troverà, in nessun mio intervento nella precedente legislatura, il fatto che il sottoscritto abbia contestato il diritto che aveva l'allora Presidente della Regione Piemonte Cota di poter costituirsi e di poter difendersi a tutela del mantenimento del risultato delle elezioni regionali. Non ho mai contestato l'utilizzo dell'Avvocatura regionale, ripeto, senza l'intervento da parte della Regione come soggetto principale cui è rivolto il ricorso. Il soggetto principale cui è rivolto il ricorso, sia il ricorso principale che il ricorso per motivi aggiuntivi è la Regione Piemonte. Senza questo intervento sarebbe venuto meno un soggetto importante relativamente al corretto svolgimento indipendentemente dall'esito finale del processo amministrativo.
Ho letto tutti gli atti presentati dai ricorrenti e anche dalle diverse difese, ed è facilmente rinvenibile che nella memoria di controdeduzioni depositata dall'avvocato della signora Riccarello ricorrente, veniva evidenziata in modo molto chiaro e molto netto una diversità di argomentazioni di difesa tra le tesi sostenute dall'Avvocatura della Regione e quelle sostenute dai legali dei singoli Consiglieri regionali che avevano partecipato direttamente o indirettamente al processo.
Ora, questo è quanto. Non c'è problema di incoerenza e non c'è problema ma lo stesso Consigliere Vignale lo ha riconosciuto - di legittimità o illegittimità dell'atto. E credo che le comunicazioni odierne rappresentino il quadro reale e concreto della situazione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono. Domanderei nel frattempo gentilmente se altri colleghi desiderano intervenire.
Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
A me sarebbe piaciuto avere anche la presenza del Presidente Chiamparino, che penso sia la persona più indicata ad affrontare il tema. A me sarebbe piaciuto, infatti, poter avere delle comunicazioni anche in generale sulla situazione dell'Ente Regione Piemonte, al di là della diatriba su cosa è legittimo e cosa non lo è da parte del Vicepresidente che ha le deleghe al contenzioso legale. In effetti ne avevamo discusso tanto nella scorsa legislatura ed era sempre un po' difficile capire il discrimine tra cosa è l'Ente e cos'è l'Istituzione - quindi il Presidente Chiamparino rappresenta l'Ente Regione Piemonte - e cosa, invece, è parte politica.
Mi sembra evidente che i Consiglieri regionali eletti nella lista provinciale del Partito Democratico non rappresentino l'Ente Regione Piemonte: rappresentano una parte del Consiglio regionale del Piemonte.
Bisognerebbe, in effetti, andare a comprendere bene, se stiamo in punta di valutazione, cosa si è speso come Ente Regione e cosa, al contrario, hanno speso i singoli Consiglieri nel patrocinare la propria difesa: dovremmo veramente andare a vedere il mandato, capire la spesa, scomputare la parte di difesa dell'Ente rispetto a quella di difesa in generale all'interno del processo.
Io non so quanto questo possa essere utile e interessante. Penso che possa essere più utile e interessante comprendere qual è il seguito che questa Amministrazione regionale intende darsi. Nei giorni successivi infatti, noi abbiamo visto il Presidente Chiamparino - con, se mi permettete, una grave caduta di stile rispetto allo stile che lo ha contraddistinto in questi anni non sempre, ma quasi sempre - accogliere il non pronunciamento del Tribunale amministrativo come una vittoria sua (del Presidente) e anche come una vittoria della parte (cioè di questa maggioranza).
Francamente, si tratta di una grave caduta di stile, perché il Tribunale non ha detto che le firme sono false: ha detto - poi, insomma, le motivazioni dobbiamo ancora studiarle - che non intendeva e non poteva prendere atto delle risultanze del procedimento penale; sono quindi due cose molto diverse. Il Consiglio, quindi - anzi, una parte di esso, otto Consiglieri - è ancora sub iudice rispetto alle sentenze, che spero arriveranno presto, del Tribunale civile.
Io faccio le critiche al Vicepresidente, in quanto oggi facente funzioni del Presidente Chiamparino; forse, si poteva mantenere un atteggiamento più consono, che mi sembra abbiano tenuto più i Consiglieri in causa piuttosto che il Presidente stesso, che invece si è lasciato andare su tutti i giornali. Sabato e domenica i giornali erano pieni di dichiarazioni di Chiamparino: "Non sono più un'anatra zoppa", "Possiamo andare avanti a governare", "Avevo pensato di non ricandidarmi", "Forse mi ricandido perché ho 69 anni", "No, perché ne avrò 70 quando finirà la legislatura". Ecco, non ci è piaciuto questo atteggiamento e avremmo gradito discuterne anche con il Presidente Chiamparino, che sappiamo essere molto abile a parlare e a volte anche molto abile a sfuggire - immagino per impegni istituzionali - alle sedute del Consiglio regionale. Noi, per crediamo che questa sia un'ennesima pagina di brutta politica della Regione Piemonte, che continua a dare un'immagine negativa del Consiglio regionale e dell'Istituzione tutta.
Mi rendo conto di essere stato io, in parte, una causa degli errori che sono stati fatti nella raccolta firme da parte del Partito Democratico, ma non me ne pento. Io ritengo che all'epoca sia la norma regionale sia il fatto di permettere ai Gruppi regionali - decaduti allora, nel 2014, per lo scandalo delle firme false del Centrodestra - di poter autorizzare la presentazione di liste senza la raccolta firme fossero stati interpretati in modo troppo estensivo. Uno dei temi che veramente si dovrà analizzare quindi, è poi questo. E, semmai dovremo discutere di una legge elettorale con dei minimi concetti chiari - proprio anche due - e dobbiamo decidere una volta per tutte se si è in grado - perché qualche collega potrebbe dire che anche il Movimento 5 Stelle in altre realtà territoriali (finora non in Piemonte) ha avuto dei problemi.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Mi leggi nel pensiero?



BONO Davide

No, ma lo anticipo io, così ovviamente ti tolgo uno dei principali argomenti.
Però, dovremo decidere che vogliamo andare verso una legge elettorale in cui diciamo che o sono tutti esonerati dalla raccolta firme. Altrimenti si ingenera un discrimine e una formazione politica giovane e nuova che volesse avvicinarsi alla politica regionale dovrebbe magari raccogliere 20.000 firme e tutti gli altri invece ne sarebbero esentati, oppure ci diamo delle norme che invece migliorano, anche a livello nazionale, una normativa molto complicata che prevede che solo determinate figure possano autenticare le firme, immaginando cioè - e chiudo, perché sono già oltre i cinque minuti - che la responsabilità dell'autentica delle firme sia in capo al responsabile della coalizione o del partito che si presenta, senza dover chiamare in causa figure terze, che poi magari non sono presenti ai banchetti, non lo sono per un certo tempo, "si dimenticano" di essere stati presenti o quant'altro. Purtroppo, questa è ancora una pagina molto negativa.
Il tema, quindi, non è - secondo me - se la spesa dell'Avvocatura della Regione fosse lecita o non lecita: è il fatto di capire anche come vogliamo andare avanti come Consiglio regionale e di evitare, in una situazione di difficoltà per questa maggioranza, dichiarazioni troppo roboanti di vittoria o di scampato pericolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Non ho altre richieste di intervento, quindi do nuovamente la parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli affari legali e contenzioso

Mah, non entro nel merito delle questioni sulla necessità di affrontare la legge elettorale all'interno del Consiglio regionale perché credo che più che continuare a parlarne, bisognerebbe cominciare a lavorare tutti insieme attorno a un tema che è assolutamente necessario aggredire per molti aspetti.
Faccio solo due brevissime annotazioni, senza alcun intento politico.
Vede, Consigliere Bono, io che ho la fortuna di poter lavorare molte volte fianco a fianco al Presidente Chiamparino, riconosco anche in questa circostanza, invece, un grande stile e un gran rispetto nei confronti dell'Istituzione Regione; perché chi lavora fianco a fianco con il Presidente Chiamparino sa benissimo - come so benissimo io e come sanno benissimo anche altri colleghi che fanno parte di quest'esperienza - che quello che lui aveva dichiarato ai giornali dopo il pronunciamento del TAR era il suo pensiero; e che si era guardato bene dell'esprimere questo suo pensiero prima del pronunciamento del TAR, proprio per il rispetto che porta nei confronti degli organi della giustizia amministrativa, ma anche nei confronti del Consiglio regionale.
Pertanto, non ho letto alcune dichiarazioni trionfalistiche relativamente al pronunciamento che, nella sua autonomia, ha espresso il Tribunale amministrativo del Piemonte. Ho letto la consapevolezza di un Presidente che fino a quel giorno era impegnato a portare avanti il programma per cui era stato eletto dagli elettori, che ribadiva che si continuava a portare avanti questo programma e si proseguiva a lavorare fino al termine della legislatura regionale. Così come con altrettanta serenità, qualora ci fosse stato un diverso pronunciamento da parte del TAR, lo stesso Presidente avrebbe assunto i comportamenti che ha dichiarato successivamente sugli organi di informazione, sulla base di un presupposto.
Non che l'eventuale pronunciamento negativo del TAR avesse messo in discussione la legittimità democratica del suo risultato; perché voglio ribadire un concetto: anche depennato da tutti i voti riportati alle elezioni regionali del 2014 con la lista provinciale del PD di Torino, il Presidente Chiamparino sarebbe risultato comunque eletto Presidente della Regione Piemonte, perché è chiaro, come più volte lui ha ribadito, che nella politica non valgono solamente i conti, vale anche l'interpretazione in senso di responsabilità, di ciò che è doveroso o non è doveroso fare indipendentemente dai risultati aritmetici.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Svolgo solo un brevissimo passaggio, non in risposta al Vicepresidente ci mancherebbe, ma a titolo informativo, Vicepresidente: sono depositate tre proposte di legge sulla riforma della legge elettorale. Stiamo attendendo la maggioranza, noi siamo pronti.
Ce n'è una proposta dal Presidente del Gruppo PD, Gariglio; ce n'è una proposta da noi e ce n'è una proposta dai Comuni; però, mi pare che nella programmazione sia la maggioranza che adesso deve battere un colpo.
Infatti, ritengo importante, anche nel rispetto delle istanze provenienti sia dai territori che dalle parti sociali rivisitare una legge elettorale che non è più al passo con i tempi e, soprattutto, in questi anni ha ingenerato equivoci che determinano discussioni o, comunque, come diceva il collega Bono, una visione della Regione che non è quella corretta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, proseguiamo con la richiesta di comunicazione all'Assessore Valmaggia, presentata dal Consigliere Mighetti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Tavolo smog con altre Regioni - Bacino Padano"


PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Tavolo smog con altre Regioni - Bacino Padano", richiesta dal Consigliere Mighetti.
Prego, Assessore.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Lo scorso 4 maggio si è tenuto a Torino l'incontro con i colleghi Assessori in materia ambientale delle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, alla presenza del Ministro dell'Ambiente, Galletti, del Direttore del Ministero dell'ambiente, Grillo, e del Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, con lo scopo di condividere le azioni comuni da portare avanti nell'ambito del bacino padano, per rientrare nei limiti di qualità dell'aria, come dice l'Europa, nel più breve tempo possibile.
Il Ministro ha posto quale obiettivo prioritario la sottoscrizione di un nuovo accordo tra le Regioni che attualmente sono oggetto di procedura di infrazione comunitaria, per il superamento dei limiti, che sono consentiti soprattutto per il PM10 e per gli ossidi di azoto. Questo nuovo accordo sostituisce il precedente, denominato Accordo del Bacino Padano del dicembre 2013: si pensava di sottoscriverlo a Bologna, il prossimo 9 giugno, durante il G7 dell'ambiente che si terrà proprio in quella città.
Si è lavorato cercando di creare sinergia tra l'integrazione dei piani della qualità dell'aria delle quattro Regioni interessate, anche per rafforzare la posizione italiana nei confronti della Commissione europea.
Rispetto al precedente accordo del Bacino Padano, questo nuovo accordo conterrà ulteriori misure maggiormente operative che interesseranno i settori che contribuiscono in maniera determinante all'inquinamento dell'aria nel bacino padano, cioè il riscaldamento civile, i trasporti e l'agricoltura.
Va detto che uno degli elementi importanti è riuscire ad avere strategie comuni fra le quattro Regioni, in modo da avere un'azione organica e sinergica su tutto il bacino padano.
Per quanto riguarda il riscaldamento, le misure ipotizzate prevedono la pubblicazione di uno specifico decreto per la classificazione in base alle emissioni degli impianti a biomassa, che permetterà alle Regioni interessate di poter limitare, a partire dal 2020, l'installazione soltanto alle caldaie a quattro stelle - quindi, un meccanismo tipo quello degli elettrodomestici, con il grado di efficienza energetica - cercando di favorire questo tipo di percorso.
Sui trasporti si è convenuto sulla necessità di intraprendere iniziative di disincentivazione all'utilizzo dei veicoli diesel, che costituiscono la fonte principale di inquinamento da traffico, concordando sulla necessità di limitare, soprattutto nel periodo invernale, tra ottobre e marzo dell'anno successivo, la circolazione dei veicoli Euro 3, a partire dal 2018, e gli Euro 4, dal 2020.
Per quanto riguarda l'agricoltura, la criticità è stata individuata soprattutto nella gestione dei reflui zootecnici, che sono una delle cause più importanti di emissione di ammoniaca; dunque, è necessario rendere economicamente sostenibile la copertura delle vasche di stoccaggio e il ricorso a sistemi moderni di spandimento dei liquami. Occorre che tali tipologie di intervento siano inquadrate come misure ambientali e non come misure di investimenti, il che consentirebbe di aumentare sino all'80 per cento la quota di contributo economico nell'ambito dei piani di sviluppo rurale.
Oltre a quanto verrà proposto in questo accordo, al quale stanno lavorando ancora sui tavoli tecnici le quattro Regioni con il Ministero, le Regioni hanno inoltre avanzato alcune proposte per rendere maggiormente efficaci le politiche ambientali e per contenere e ridurre l'inquinamento in Pianura Padana. In particolare, si è segnalata la necessità di una rimodulazione delle accise sui carburanti, quale ulteriore misura disincentivante all'uso dei veicoli diesel; la rimodulazione del bollo auto, quale ulteriore misura disincentivante sempre all'uso dei veicoli diesel; l'introduzione di un ecobonus per la rottamazione dei veicoli commerciali leggeri e la verifica con il Ministero dell'Economia della fattibilità circa la possibilità di ottenere specifiche detrazioni fiscali in caso di rottamazione di veicoli diesel e di acquisto di veicoli con altra tipologia di alimentazione.
Verrà inoltre uniformato il sistema di attivazione delle misure emergenziali - quelle che conosciamo come "semaforo antismog" - con un protocollo comune alle quattro Regioni interessate e un'unica interfaccia grafica per l'individuazione delle aree interessate. Questo protocollo sarà predisposto tecnicamente nelle prossime settimane prima della sottoscrizione dell'accordo.
Questo, in sintesi, è il resoconto di quanto è avvenuto nell'incontro del 4 maggio: si continua con questo coordinamento delle quattro Regioni proprio perché avere politiche condivise sul bacino padano è l'unico modo per dare risposte effettive al problema dell'inquinamento atmosferico e anche delle risposte convincenti all'Unione Europea.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Valetti e Andrissi.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo soddisfatti che si sia riusciti quantomeno a trattare l'argomento in Consiglio regionale, perché la qualità dell'aria non è proprio una novità e non è proprio una novità che sia la città di Torino sia il bacino padano abbiano grossi problemi di qualità dell'aria, specialmente d'inverno, incidendo pesantemente sulla salute dei cittadini, infatti le stime parlano di circa 66 mila morti premature in Italia a causa dell'inquinamento da PM10.
Detto ciò, siamo al terzo anno di legislatura regionale e i primi ordini del giorno sulle questioni sia del problema ambientale e sanitario che delle sanzioni dell'Unione Europea li avevamo posti quasi subito quindi, meglio tardi che mai, anche nei confronti delle altre Regioni e del Ministero, che, probabilmente, vedendosi piombare addosso la tagliola delle sanzioni europee, ha velocizzato un po' le procedure. Anche su questo vorremmo fare una domanda, sebbene alcuni degli impegni anticipati dall'Assessore siano senz'altro positivi.
Per quanto riguarda le sanzioni addebitabili agli sforamenti già fatti dall'Italia e di quelli che inevitabilmente si faranno - perché, da quanto ho capito, in base alle misure che verranno prese, il processo non è immediato - la domanda è: visto che a fine aprile ci è stato dato un ultimatum di due mesi per trovare delle soluzioni definitive al problema degli sforamenti e visto che il prossimo tavolo sarà il 9 giugno, queste sanzioni ormai le dobbiamo pagare? E se sì, in quale misura? Se è no, quali sono ancora in discussione e si possono non pagare? Lo chiedo perch parliamo di parecchi miliardi di euro e sono manovre che influenzano l'economia e i bilanci sia regionali sia nazionali. Si tratta di sanzioni comminate su mancati finanziamenti europei che sono di una certa entità.
Quindi, vorremmo capire se queste misure che vengono prese ora probabilmente lodevoli ma un po' intempestive, non arrivano un po' troppo tardi per evitare di pagare le sanzioni.
Dopodiché ho sentito anche l'ipotesi di un blocco invernale dei diesel Euro4 dal 2020. Ci viene da chiedere se si tratta solo di misure in ambito urbano o misure in ambito dell'intera pianura padana, perché la cosa cambia parecchio, se non altro per i disagi ai cittadini. Una misura di questo tipo deve anche tenere conto che le maggiori concentrazioni sono in ambito urbano e metropolitano e che vi è una minore efficienza dei motori diesel perché, com'è noto, le auto diesel rendono molto male in ambito urbano.
Mentre talvolta possono anche essere una soluzione comprensibile su aree dove ci sono degli spostamenti piuttosto lunghi, ma dove il motore, essendo più efficiente, inquina di meno. Comunque sono concentrazioni molto basse rispetto a quelle degli agglomerati urbani che occupano una parte preponderante del traffico e della popolazione padana. Quindi, si tratta dei grandi conglomerati soprattutto di Milano, Torino e Bologna, e le aree metropolitane che sono molto vaste.
Quindi, ci interessa approfondire questo aspetto e ci interessa capire sempre in base a quello che si è detto negli incontri già avvenuti con il Ministro e gli altri Assessori regionali, quali sono le misure previste nel breve. Quindi, vorremmo sapere che cosa s'intende fare da oggi al 2020 per colmare la questione emergenziale.
Noi immaginavamo una serie di misure progressive, ma immediate; quindi che si possano vedere attuate già dall'inverno 2017, se non altro perch non credo che l'Europa tollererà altri sforamenti e ci abbuonerà gli sforamenti dell'inverno prossimo, perché un ultimatum è un ultimatum.
Quindi, queste sanzioni le paghiamo oppure no.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ci fa piacere che arrivi un nuovo accordo di bacino padano prospettato dall'Assessore per il 9 giugno a Bologna e ci fa piacere che sia avvenuto questo coordinamento tra Regioni. Sono tanti anni che il tema dell'inquinamento atmosferico è un tema importantissimo che, più di altri ha, minato la salute dei cittadini, in particolar modo dei cittadini padani. Proprio per una questione di conformazione naturale, la Pianura padana è incompatibile con certi tipi di mezzi privati e pubblici ad alimentazione diesel. Questo è un dato che è stato riconosciuto.
Va anche riconosciuto all'Amministrazione di Torino di aver avuto la vista lunga e di aver avuto il coraggio durante l'inverno di prendere dei provvedimenti. Da un lato, mi sento di chiedere all'Assessore che i maggiori introiti previsti dalle accise sul carburante e dal bollo auto siano solo una partita di giro, perché effettivamente andiamo incontro, se sarà così, a un cambiamento epocale perlomeno nel trasporto privato.
Viene riconosciuto quello che era stato nascosto dal diesel gate, cioè che i motori diesel hanno un ruolo importantissimo non solo nelle micropolveri, ma anche nelle emissioni di ossidi di azoto. E sappiamo che gli ossidi di azoto hanno un ruolo fondamentale nella produzione di particelle secondarie, che purtroppo sono presenti in modo corposo.
Questo quindi porta ad un cambiamento epocale e credo che anche l'industria automobilistica si debba attrezzare per affrontare questo cambiamento epocale, che viene riconosciuto in Italia, ma anche all'estero (penso all'Olanda e a Parigi).
Quello non ho visto nel testo - e mi rivolgo all'Assessore - è l'aspetto del trasporto pubblico. Sappiamo dai dati che i pendolari in Piemonte in questi anni di crisi sono calati e che sono state chiuse 14 linee del trasporto pubblico locale. Vi sono delle linee ancora presenti ma solo di nome e non di fatto. Quindi, ci manca una risposta.
Sicuramente bisogna cambiare la cultura di tutti e quindi le strade devono diventare sicure innanzitutto per la bicicletta, perché nella Pianura padana si può andare tranquillamente in bicicletta, non bisogna essere Bartali o Coppi per andare in bicicletta. Però bisogna poterlo fare in sicurezza, perché abbiamo visto che anche dei professionisti della bicicletta, che passano tutto l'anno in bicicletta, rischiano la vita anche le persone che magari con la bicicletta vogliono solo andare a comprare il pane.
Quindi, le strade vanno rese sicure e messe in sicurezza soprattutto per i cittadini che vogliono utilizzare questo mezzo, ma che attualmente non possono farlo, perché al primo posto c'è sempre l'automobile.
Pertanto, sono necessari investimenti sul trasporto pubblico, ma anche investimenti intelligenti e a basso costo, che consentirebbero un cambiamento culturale fondamentale, oltre ai provvedimenti che sicuramente sono importanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Abbiamo richiesto queste comunicazioni in Aula all'Assessore Valmaggia proprio perché ci era stato dato modo soltanto di leggere uno scarno comunicato stampa. Poi è chiaro che la comunicazione ha delle esigenze e ha un linguaggio, ed è altrettanto chiaro che l'approfondimento e il dibattito politico hanno tempi e modi diversi.
A nostro avviso, era importante porre la questione anche all'Aula del Consiglio, quindi non solo per gli approfondimenti che abbiamo già fatto e che faremo ancora in V Commissione, perché la questione di fondo è che abbiamo ricevuto un altro warning a livello comunitario. Se poi queste sanzioni vengono applicate, non è più solo la parte che riguarda le politiche ambientali della Regione a essere colpita, ma è tutta la politica regionale e tutta la possibilità di portare avanti determinate iniziative grazie ai fondi europei, che a quel punto non ci verrebbero più erogati.
Quindi, riteniamo che questa sia una delle questioni più importanti che in questo periodo devono essere all'attenzione del Consiglio regionale.
Proprio da questo punto di vista pensiamo che, essendo ormai arrivati alla seconda parte della legislatura, sia arrivato il momento di concretizzare alcune idee e alcune soluzioni che, per buona parte, ho visto essere condivise da parte delle varie forze politiche.
Non ho visto sinceramente, a parte qualche piccola sfumatura o qualche legittima battaglia politica fatta a livello locale su qualche Comune ripeto, non ho visto posizioni così diverse.
Poiché, dal punto di vista delle politiche ambientali, la legislatura passata (sappiamo che è durata quattro anni e non cinque) è stata una legislatura persa, poiché si sono prese in mano una serie di questioni riguardanti la tutela ambientale, sarebbe il caso di cominciare a concretizzare.
A noi pare che, ogni volta, si senta nominare una data successiva: c'è stata una riunione, un incontro importante con le altre Regioni del bacino padano, ma stiamo già parlando di un'altra data, di una nuova data: quella di giugno 2017. Del resto, dobbiamo ancora iniziare l'esame del Piano regionale sulla qualità dell'aria in Commissione, quindi è inevitabile che i tempi si allunghino ancora, mentre in realtà, da un certo punto di vista di tempo ne abbiamo veramente poco.
Anche oggi, abbiamo sentito menzionare, durante la veloce relazione dell'Assessore Valmaggia, alcune iniziative che potrebbero essere importanti: in primis (è già stato sottolineato dai colleghi) prendere finalmente coscienza che i diesel inquinano, quindi uscire un po' da quello che io ho denominato "il ventennio della follia sui motori diesel", dove pareva che i motori diesel fossero innanzitutto i più efficienti e performanti, ma anche i più ecologici, prendendo però in considerazione solo l'emissione di CO2 e non l'emissione di inquinanti non meno dannosi come i PM10 e gli NOx, tra l'altro con dati falsati dalle case automobilistiche. Il diesel gate è ormai una parola sulla bocca di tutti e mi permetto di ricordare che, per ora, è stata toccata solo una casa automobilistica in un solo Paese; se si andassero a vedere i dati su tutte le case automobilistiche, magari qualcuna, anche di casa nostra, non so come finirebbe.
Dicevo che i motori diesel sono veramente performanti ed efficienti solo al di fuori del territorio urbano, dove la velocità può essere mantenuta abbastanza costante e dove, a differenza di quanto accade nel perimetro urbano, non ci sono molti stop and go, che fanno sì che le emissioni di inquinanti siano piuttosto alte.
Altra questione è quella delle accise.
In Piemonte abbiamo un'imposta (l'IRBA) che era stata studiata per i veicoli a benzina; un'imposta il cui gettito è destinato agli interventi sul dissesto idrogeologico. Probabilmente, la scelta di tassare i veicoli a benzina, di tassare la vendita della benzina, era dovuta al fatto che, se si fosse toccato il gasolio, la tassa sarebbe gravata anche su chi ha veicoli non solo privati, familiari, ma anche commerciali e aziendali.
Probabilmente, anche da quel punto di vista, con il dovuto equilibrio è il caso di riprendere in mano la questione. Lo stesso valga per il bollo.
Veicoli commerciali: è una questione importante, una questione di cui ci vogliamo occupare noi, di cui ci occuperemo anche noi, correttamente.
Molti cittadini ci dicono: "Applicate i blocchi alle vetture"; invece vediamo molti veicoli commerciali che girano e inquinano parecchio. In realtà, purtroppo, i blocchi sono stati applicati anche ai veicoli commerciali, ma certo è un tema. E, nonostante la congiuntura economica che conosciamo benissimo, forse un po' di aziende, un po' di piccole imprese che avrebbero innanzitutto la necessità ed anche le risorse per cambiare i veicoli commerciali (se poi arriva un ecobonus, tanto meglio per carità), hanno paura di cambiarli, perché dicono: "Magari da una parte ho l'ecoincentivo, mi danno dieci, ma il prossimo anno il fisco mi tassa 30".
E qui c'è un problema relativamente a quelli che una volta si chiamavano "studi di settore" e oggi si chiamano "indici sintetici di affidabilità".
Pertanto, dobbiamo trovare il modo (e questo non lo possiamo fare da soli, noi, come Regione Piemonte, perché probabilmente l'avremmo già anche fatto), con il Ministero, di far sì che chi ha una piccola impresa e vuole cambiare il suo furgoncino o il suo camioncino, non debba cadere sotto la scure degli indici sintetici di affidabilità e, magari anche con l'aiuto di un ecobonus, possa farlo.
Queste sono tutte le questioni presenti sul tavolo di discussione. Del resto, ne abbiamo già parlato molte volte. Ciò che vorremmo vedere noi, a questo punto, essendo nella seconda parte della legislatura, sono dei risultati concreti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Solo qualche veloce considerazione, perché su questo argomento abbiamo molto discusso in Consiglio e Commissione, e torneremo sicuramente a parlarne prossimamente, in V Commissione.
Voglio unirmi ai colleghi nell'interlocuzione con l'Assessore sottolineando l'importanza di questo incontro e dell'accordo che si andrà a siglare, perché le tematiche legate alla qualità dell'ambiente hanno bisogno di una consapevolezza nazionale più forte.
Dicevo all'Assessore l'altro giorno che, nell'intervista al TG3 al Ministro Galletti, non mi è sembrato ancora così bene preso nella parte, e credo che il ruolo degli Assessori delle Regioni del Nord Italia sia proprio quello di premere e sottolineare la situazione dei nostri territori e delle nostre aree urbane, che è diversa da quelle di altre parti in Italia, per fortuna.
Le determinazioni assunte, al di là delle impressioni, sono invece molto importanti. Anch'io sottolineo queste azioni concrete, per esempio quelle legate al trasporto privato dei veicoli diesel e soprattutto all'individuazione di azioni che siano praticabili, e che quindi, da un lato, limitino l'uso, ma, dall'altro, incentivino.
Sulle questioni dei veicoli commerciali, che anche adesso il collega Bertola ha ripreso - ma ne abbiamo già parlato in Commissione - vorrei capire insieme all'Assessore - non qui, ma nei lavori in Commissione - cosa possiamo fare in più, per portare all'attenzione del Governo e del Parlamento questa questione, e quindi fare in modo che si prendano provvedimenti che, di per sé, appaiono anche banali nella loro caratteristica, ma che portino ad assumere delle soluzioni a livello nazionale che consentano il rinnovo del parco mezzi, che considero essenziale.
Il nostro impegno in Commissione, non appena ci verrà presentato in via definitiva il Pano della qualità dell'aria, è quello di lavorare a ritmo serrato, per poterlo approvare e fare in modo che le azioni concrete vengano anche attuate.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi accodo agli interventi dei miei colleghi, che hanno già detto molto della linea politica del Movimento 5 Stelle, sul tema.
Pertanto, siamo contenti di aver ricevuto questa comunicazione da parte dell'Assessore Valmaggia, perché molto spesso - giustamente - gli Assessori si incontrano anche con la controparte ministeriale e prendono decisioni però un po' meno giustamente non informano i Consiglieri in V Commissione o in Consiglio.
Penso che, come ha detto il collega Valetti, questo sia uno dei temi fondamentali di questa Regione, soprattutto per il tema delle sanzioni perché se mettessimo da parte il tema fondamentale e importantissimo della tutela della salute dei cittadini, soprattutto quelli residenti nelle grandi città, che è un tema enorme. C'è anche il tema finanziario-economico delle sanzioni che l'Unione Europea commina o comminerà alle Regioni della Pianura Padana, proprio per gli sforamenti continui verso i quali non sono state prese misure strutturali.
Nuovamente, come detto dal collega Valetti, però vorremmo avere contezza non solo di una serie di misure strutturali come quelle che mi pare che l'Assessore Valmaggia abbia delineato nel suo intervento, cioè blocco delle Euro3 dal 2018 e blocco delle Euro4 dal 2020, su cui dir qualcosa, ma anche un insieme di provvedimenti emergenziali, reali. Ci piacerebbe se l'Assessore potesse fornirci ancora qualche dettaglio in più se ha una bozza ed, eventualmente, potercela dare, per poterne discutere ancora in V Commissione, fermo restando i provvedimenti che sono in discussione.
Tuttavia, quello che è mancato, come ho già avuto modo di dire in Commissione, alle volte, anzi quasi sempre, se non sempre, è meglio iniziare a fare delle cose. Non eravamo completamente concordi sullo strumento del semaforo, ma almeno, devo dire, qualcosa si è iniziato a fare in questa Regione, dopo anni di immobilismo. La pecca principale del semaforo era che interveniva dopo o, meglio, durante, perché interveniva dopo sette giorni dal verificarsi di un grave inquinamento.
Quindi, bisogna avere misure strutturali, ma bisogna avere anche misure emergenziali. Pertanto, chiedo all'Assessore se vuole dare ancora una risposta nel merito e se sono previste anche misure emergenziali reali; ha parlato di un protocollo comune con un'unica interfaccia grafica: se questo protocollo comune sarà però più immediato, cioè dopo lo sforamento di un paio di giorni, parte subito, perché a prescindere da quelle che saranno le soglie, è importante la prontezza d'intervento.
Anche per quanto riguarda il tema del blocco delle Euro3 ed Euro4 considerando il 2018, mi veniva da fare una domanda (già posta dai colleghi), e cioè se il 2017 sarà un anno vuoto, cioè un anno in cui non interverremo: 2018 è inteso il 1° gennaio 2018 o inverno 2018-2019? Se fosse così significa che noi, essendo sotto la lente d'ingrandimento dell'Unione Europea, per quanto riguarda gli sforamenti, nel 2017 non faremo più nulla? Oppure vorrà dire che semplicemente ogni Regione nel 2017 si muoverà in maniera autonoma e poi dal 2018 ci si uniformerà.
Mi sento di consigliare, magari, all'Assessore Valmaggia e al Presidente Chiamparino di provare a strappare, se questa è l'intenzione di questa maggioranza, un accordo vigente già da questo inverno, perché è inutile fare l'accordo adesso. Andrebbe bene fare l'accordo a giugno per novembre, ma farlo a giugno per il novembre dell'anno dopo, mi pare un po' troppo conservativo.
Ha ragione il collega Valetti sul tema delle sanzioni, sono fondamentali le sanzioni puntuali per quanto riguarda i controlli, quindi segnalo anche il tema della vetrofania, sul quale mi sembra di non aver sentito nulla; vorrei sapere se c'è l'idea giusta e corretta di avere un'insieme di simboli e segnaletiche che siano condivise da tutte le Regioni, perché la critica alla nostra mozione è che se poi è attuato solo della Regione Piemonte (a parte l'ironia del Capogruppo Gariglio, lo faccia solo Torino, ma se che era una critica politica e non costruttiva) e se ci si reca in Lombardia, che magari ha adottato altri colori o altre vetrofanie, magari i vigili urbani preposti ai controlli non capiscono più nulla. Quindi, chiedo se si è deciso di andare in questa direzione.
Inoltre, una serie di segnaletiche anche chiare e abbastanza evidenti nelle città. Sono andato a vedere sul sito del TUF (omologo della Motorizzazione tedesca) e nelle città ci sono delle segnaletiche, non i cartelloni luminosi, ma dei cartelli in cui c'è scritto che il centro urbano è vietato agli Euro3 o Euro4 a seconda del centro urbano delle principali città tedesche. Anche in questo senso, chiedo se c'è un'ottica di uniformazione nel tema.
Mi sembra di aver detto tutto. Chiediamo di poter avere, se c'è e immagino che ci sia, la bozza, perché penso possa essere interessante che questa bozza ce l'abbia anche la Presidente della V Commissione, per poterla discutere in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Valmaggia per la replica.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Per la prima volta, le quattro Regioni e il Ministero decidono delle politiche comuni con degli impegni omogenei sulle quattro Regioni e con degli impegni anche puntuali da parte del Ministero. Questo è il metodo seguito per definire l'accordo che verrà sottoscritto il 9 giugno, come addendum all'accordo del bacino padano del dicembre 2013. I tecnici stanno lavorando per perfezionare e mettere a fuoco i contenuti di questo accordo e appena sarà definita una bozza un po' più definitiva, la porteremo in Commissione per la condivisione. Successivamente all'accordo scattano subito delle misure che noi dovremo condividere sul territorio regionale.
Intanto tranquillizzo il collega Valetti: il blocco dell'Euro4 del 2020 non sarà su tutto il territorio piemontese, sarà sulle aree interessate così come dico che o riusciamo a fare delle politiche su Area vasta e non solo su aree strettamente comunali, o noi non raggiungeremo nessun obiettivo. Quindi, a cascata dell'accordo che verrà sottoscritto a Bologna ci sarà una declinazione nelle singole Regioni anche in rapporto ai piani della qualità dell'aria singolarmente adottati.
Per il Piemonte l'obiettivo è quello di definire un accordo che superi anche tempisticamente, quello dell'anno scorso, quando facemmo l'accordo a novembre; fu un inverno di sperimentazione e quest'anno vorremmo arrivare con l'estate a definire una strategia comune per il territorio piemontese a partire dal semaforo. Una rivisitazione, quindi, del semaforo che, come sperimentazione e anche come metodo, è stato condiviso dalle altre Regioni.
Quindi, noi avremo da questo autunno e non dall'autunno 2018 un semaforo omogeneo su tutto il territorio della Pianura Padana, sui Comuni superiori a 30.000 abitanti, sulle aree più problematiche con un'interfaccia grafica unica e, intervenendo in modo uniforme, già quest'estate, con operatività per questo autunno.
Per quanto riguarda le misure, io ne ho accennate qualcuna, ma ce sono molte altre: c'è il tema, come già accennato, del TPL, ma c'è anche il tema del trasporto casa-lavoro che si lega al tema del telelavoro; il tema delle biomasse e di abbruciamenti che saranno vietati nel periodo invernale; il tema del controllo durante le limitazioni del traffico, eccetera.
Le questioni sono ampie e articolate e avremo modo in Commissione di entrare più nel merito, ma sicuramente l'operatività sarà a partire dal prossimo autunno, quindi dovremmo definire con i Comuni piemontesi, in ambito piemontese, anche delle azioni cogenti dal prossimo autunno, con chiaramente una gradualità. Quando si accennava al divieto dei diesel al 2020 per gli Euro4 è da considerare un punto di arrivo mediante l'introduzione di azioni graduali ma anche immediate.
Questo è un po' il lavoro che si è portato avanti e che si sta concretizzando in questo accordo nuovo per il bacino padano, che si inserisce però nel disegno più ampio, richiamato dalla Consigliera Accossato, del Piano regionale della qualità dell'aria. Approveremo tale Piano o, meglio, lo adotteremo in Giunta, ma anche questo è uno strumento che non è di politica ambientale, perché è uno strumento che va a intrecciarsi e a incidere sulle politiche agricole, sulle politiche trasportistiche, sulle politiche industriali e, quindi, su altri Assessorati e su molte altre politiche regionali. In tal senso, bisogna che sia coordinato con il Piano energetico e con gli altri Piani e soprattutto, che le misure previste dai fondi europei, dal PSR agli altri fondi strutturali, siano orientate al contenimento e alla riduzione dell'inquinamento atmosferico.
Si sta procedendo e avremo in Commissione tempo e modo di entrare nel merito di tutti i vari aspetti dell'accordo del Piano della qualità dell'aria.


Argomento: Nomadi

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e soggetti appartenenti al sistema delle cooperative nella gestione del sistema della solidarietà"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana del 5 aprile u.s., l'Assessora Cerutti ha svolto la comunicazione in merito al coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, soggetti appartenenti al sistema delle cooperative, nella gestione del sistema della solidarietà. Sul tema è intervenuto il Consigliere Marrone. Sono iscritti ad intervenire il Consigliere Vignale e le Consigliere Porchietto e Conticelli.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il tema è estremamente importante e interessante, ma ormai è difficile intervenire. L'Assessora ha fatto la comunicazione un mese fa - non sto dicendo che sia colpa sua - ma sarebbe stato più sensato continuare nel pomeriggio stesso. È un problema, ma cerchiamo di superarlo e, in qualche modo, discutendone un mese dopo, di avere l'opportunità di ottenere qualche informazione aggiuntiva.
Su questo tema, che provo ad affrontare nel modo più pragmatico possibile, anche se diventa estremamente complesso, bisognerebbe lavorare su due campi. Il primo è quello relativo a una posizione, che le Regioni dovrebbero assumere, di contrarietà nei confronti di una situazione che, a tutti gli effetti, sta assumendo aspetti schiavistici. Lo dico con assoluta tranquillità.
È sufficiente vedere i video, i pochi a disposizione, di quanto accade nei confronti di alcune ONG, non di tutte. Ce n'è uno in cui è assolutamente evidente che un relitto di legno carico di migranti esce dalle acque libiche, a 11 miglia marine dalla costa i migranti vengono "salvati", ma in realtà vengono imbarcati per essere trasferiti in Italia dopodiché il gommone degli scafisti lega il barcone per riportarlo a 11 miglia marine indietro, cioè sulla costa. Ma questo è un tema di carattere politico che non investe la Magistratura, non è una questione legata a ci che una Procura piuttosto che un'altra fa.
È evidente a tutti che, qualunque sia l'esempio che volete invertire se un Procuratore avesse detto "non mi fanno svolgere il mio lavoro perch non mi consentono di indagare e di andare a fondo", avremmo avuto manifestazioni, manifesti, cortei, girotondi e quant'altro. Ma se un Pubblico Ministero sostiene che rispetto ad una dinamica che, ripeto, ha tratti schiavistici, non si possa investigare, questo sembra non interessare nessuno in questo Paese. Ma questo è un aspetto politico, su cui credo vi siano posizioni estremamente differenti fra il movimento che rappresento, la Giunta, il centrosinistra e quant'altro.
Ma poi ve n'è un altro, che è decisamente più importante per l'Assemblea che noi rappresentiamo. Questa non è la sede per affrontare la dinamica nazionale di relazione con la Libia rispetto ai migranti. Rammento che è sufficiente prendere i dati che vengono forniti da organismi internazionali per vedere che ormai la tratta dei migranti per mare avviene esclusivamente in Italia, non dico dal canale di Sicilia perché, come è ben noto, non avviene dal canale di Sicilia, perché dalla Libia vengono dritti verso la Sicilia.
La questione che più direttamente ci riguarda attiene la gestione di persone che sono all'interno della nostra regione senza alcun futuro. Per molti anni, da buoni italiani, abbiamo cercato di garantire un'occasione di transito per migranti che arrivavano a centinaia di migliaia all'interno del nostro Paese e che, in qualche modo, cercavano di raggiungere altri Stati. Cosa è cambiato nel tempo? Le frontiere non sono ermetiche tutt'altro, ma i controlli alla frontiera sono decisamente diventati più ferrei rispetto a prima: l'Unione Europea correttamente ci ha fatto presente che noi, che tanto invocavamo il rispetto dei trattati, eravamo i primi a non rispettarli perché non censivamo le persone che venivano in Italia.
Nell'ultimo anno non solo è aumentato a dismisura il numero degli sbarchi, ma è aumentato a dismisura il numero delle persone che censiamo e che vanno nei centri di accoglienza. Non lo dico io, ma una lettera del Prefetto di Torino che scrive a tutti i Sindaci dicendo: cari Sindaci anche se un mese fa ci eravamo incontrati per stabilire delle quote, queste vanno riviste perché il numero di migranti che dovremmo ospitare è decisamente superiore a quanto avevamo previsto.
Un problema simile si risolve solo ed esclusivamente con una posizione politica che questa Giunta non prenderà mai, cioè quella del dire che bisogna fermare una tratta che ha alcuni soggetti che ne beneficiano.
Certamente prima del piccolo mercato di cui beneficiano le ONG e del grande mercato di cui beneficiano le cooperative, ci sono anche coloro i quali gestiscono la tratta vera e propria che, incidentalmente, è gestita da sistemi criminali, anche con grandi legami con il terrorismo islamico.
Come intende affrontare il problema i prossimi anni la Regione? Questo è il tema. Noi abbiamo una situazione che ormai finirà con l'esplodere, ed è sufficiente girare per qualunque luogo della nostra regione per capire cosa sta avvenendo. E qui ci sono dati interessanti che sarebbe utile che l'Assessora presentasse in sede di III Commissione. Sta avvenendo che la stragrande maggioranza dei primi migranti che hanno fatto domanda e non hanno ottenuto risposta, hanno fatto ricorso. Anche nel momento in cui è stata riconosciuta una fattispecie che non era quello di rifugiato, a un certo punto è decaduto il beneficio economico nei confronti del soggetto che li ospitava. Tant'è che, non casualmente, da molti mesi noi vediamo un numero impressionante rispetto a prima di persone che, magari, hanno anche lo status di rifugiato umanitario, ma che, non avendo più una collocazione vagano per le nostre città. E adesso il numero è ancora estremamente limitato, man mano che passa il tempo sarà sempre maggiore.
Sarebbe interessante - come se fossero le rate di un mutuo che dobbiamo pagare - conoscere, dal momento in cui sono entrati, mese per mese, quale sarà il numero di migranti che verranno espulsi dal circuito dell'assistenza pura e che non saranno introdotti in nessun tipo di percorso di integrazione, che noi non vogliamo. Noi non vogliamo il percorso di integrazione, lo diciamo con assoluta chiarezza: perché non ci siano fraintendimenti, il legame tra...
APPIANO Andrea (fuori microfono) Non avevamo dubbi!



VIGNALE Gian Luca

Spiego anche il motivo: il legame tra il finanziamento di multinazionali alle organizzazioni non governative e, per esempio, il fatto che, qualche mese fa, cento imprese torinesi abbiano chiesto al Prefetto di Torino di poter assumere dei profughi si colloca all'interno di una cornice che creerà problemi rispetto alla difesa dei diritti dei lavoratori, che oggi appartiene al mondo della sinistra. Non solo della sinistra, ma dico che, teoricamente, un pezzo dovrebbe stare lì dentro, perché è assolutamente evidente - ed è quanto sta già avvenendo con la manodopera in nero - che un migrante con lo status di rifugiato oppure che è semplicemente clandestino (e nessuno lo rimanda al proprio Paese) costa molto meno in agricoltura, dove viene pagato in nero, o in edilizia, dove viene pagato in nero, o, in futuro, con altre modalità, rispetto a un lavoratore italiano.
Il vero tema centrale è l'unico di cui ci possiamo occupare: vogliamo interessarci di questo oppure vogliamo essere in qualche modo compiacenti correi -- correi no, perché non compiamo un reato - e in qualche modo sostenere un mercato da cinque miliardi di euro di assistenza? Questo è il tema, che è molto presente e molto radicato all'interno della nostra regione.
E, di nuovo, se all'interno della nostra regione andiamo a vedere chi si occupa di migranti, scopriamo che le associazioni da decenni se ne occupano. Sono molte associazioni - notissime in questa regione - che da decenni si occupano di pezzi di assistenza, sempre le solite e sempre le stesse, o, meglio, quasi sempre le solite e quasi sempre le stesse, perch in una torta così grande c'è anche qualcuno nuovo che ha trovato una nuova attività occupazionale.
Di questo siamo interessati a occuparci oppure no? Noi temiamo che la risposta sia no. Il problema vero è: come gestiamo alcune decine di migliaia di persone che non avranno un reddito, un lavoro e un luogo in cui vivere?



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Considero chiusa la discussione, quindi procediamo con le nomine.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Ha già parlato all'inizio.
Lei non è riuscito a persuadere l'Assessora e l'Assessora non ha cambiato idea.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Ho chiesto all'Assessora...
Le stesse cose di prima, altrimenti fa la replica dell'intervento. Non ho condizionato l'Assessora.
Procediamo con le nomine.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Sempre sulle comunicazioni dell'Assessora Cerutti? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Presidente, chiedo scusa, non intervengo in merito alle comunicazioni dell'Assessora Cerutti, ma questa mattina avevamo rinviato tre ordini del giorno nel primo pomeriggio, all'apertura del Consiglio, ma stiamo andando avanti, ormai manca un'ora al termine...



PRESIDENTE

Infatti, sto facendo...



BATZELLA Stefania

Però, era come primo punto all'o.d.g.!



PRESIDENTE

Procediamo con le nomine, distribuiamo le schede e, durante lo spoglio delle schede, riprendiamo i lavori.



BATZELLA Stefania

Giusto per rispettare quanto è stato detto.



PRESIDENTE

Certo.



BATZELLA Stefania

E' stato detto così.



PRESIDENTE

Facciamo in fretta. Va bene.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Procediamo all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 207 "Consorzio interprovinciale per la difesa delle Colture agrarie dalle avversità atmosferiche 'Condifesa Novara'" Collegio sindacale - Designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 206 "Consorzio interprovinciale per la difesa delle Colture agrarie dalle avversità atmosferiche 'Novara Uno'" - Collegio sindacale - Designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 208 "Azienda Sanitaria Locale Città di Torino" - Collegio sindacale - Individuazione di 1 componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 214 "Collegio Convitto municipale Trevisio di Casale" - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 217 "Collegio Convitto municipale Trevisio di Casale" - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 213 "Fondazione DOT Donazione Organi e Trapianti Onlus" - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 219 "Comitato regionale per i Diritti Umani" Nomina di una Consigliera regionale cessata dal mandato in sostituzione della signora Artesio Eleonora Luigia Margherita

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 218 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna" - Sostituzione della signora Francesca Ricca (minoranza)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 220 "Associazione Museo ferroviario piemontese" - Collegio dei Revisori dei Conti - Sostituzione della signora Maria Carmela Ceravolo

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 226 "Azienda speciale della Camera di Commercio del Verbano-Cusio-Ossola" - Collegio dei Revisori dei Conti Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Valle.
Procedo personalmente a effettuare l'appello nominale.



(Il Presidente effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, mi scuso, ma dai dialoghi dei Gruppi di minoranza pare che per quanto riguarda la scheda 9, le due nomine riguardino due sostituzioni e c'è il problema di allocarle alla maggioranza o alla minoranza di questo Consiglio.
Noi ci siamo attrezzati per votare due nomi individuati dai Gruppi di maggioranza, ma se c'è un ragionevole dubbio che uno di questi nomi possa spettare ai Gruppi di minoranza o debba essere riservato alla scelta dei Gruppi di minoranza, per noi nulla osta stralciare la scheda numero 9 e verificare meglio.



PRESIDENTE

Quindi, stralciamo e non si procede alla nomina relativa alla scheda numero 9.
Proseguo con l'appello nominale.



(Il Presidente effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Condizione femminile

Mozione n. 998 presentata da Ruffino, Berutti, Graglia, Sozzani e Vignale inerente a "Protezione, promozione e sostegno dell'allattamento materno" mozione n. 1012 presentata da Caputo, Accossato, Appiano, Conticelli Corgnati, Ferrentino, Giaccone, Rossi e Valle, inerente a "Potenziamento delle strategie e degli interventi regionali per favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno"; mozione n. 1010 presentata da Batzella, Andrissi, Bono, Campo, Frediani e Mighetti inerente a "Sostegno all'allattamento al seno quale diritto fondamentale del bambino e della mamma in luoghi pubblici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 998, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Questa mozione, in realtà, doveva essere discussa nel periodo dell'8 marzo, perché aveva e ha tutt'oggi un significato importante, legato ai diritti della donna.
Ogni giorno si sentono notizie legate a discriminazioni di genere e nei confronti dei diritti dell'infanzia, e poiché ritengo che il Piemonte sia da sempre una regione attenta alle tematiche delle libertà civili di espressione, ritengo che gli ordini del giorno presentati oggi abbiano una grande importanza, soprattutto perché sono legati ad una fascia (quella materno-infantile) che spesse volte è silente. Infatti, le donne soprattutto le mamme - sono abituate a muoversi e a risolvere i problemi legati alla crescita dei loro figli da sole, soprattutto le mamme che lavorano, che hanno difficoltà.
Per questo, parlando dell'importanza dell'allattamento al seno, il nostro Gruppo ritiene, in particolare con questa proposta, di lavorare per costruire degli spazi nei Musei, nei Comuni, presso gli Ospedali, nei luoghi ove sia possibile ricavare qualche metro quadrato arredato, tenendo conto che c'è anche un'importante azienda che offre gli arredi, proprio per provvedere all'allattamento materno.
Devo dire che ho riscontrato una grande sensibilità, dal momento della presentazione dell'ordine del giorno ad oggi, soprattutto da parte dei Comuni, in particolare dei piccoli Comuni. Cito Castagnole Piemonte, che ha trovato tre luoghi (ci dirà quello che riterrà maggiormente idoneo).
Ritengo che questo abbia un grande significato.
A seguire, dopo il mio ordine del giorno, i colleghi degli altri Gruppi hanno presentato altri ordini del giorno. Ne sono felice, perché questo denota una grande attenzione.
Il Baby Pit Stop ha un po' questo significato, quello di dire alla mamma: ti puoi fermare, hai uno spazio per te, per allattare tuo figlio e soprattutto, per riflettere sull'importanza dell'allattamento al seno dell'allattamento materno.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1012, "Potenziamento delle strategie e degli interventi regionali per favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno", avente come prima firmataria la Consigliera Caputo.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Come è stato sostenuto, l'allattamento al seno è un diritto fondamentale dei bambini, ma anche un diritto della donna che desidera allattare e avere la possibilità di farlo.
È vero, in parte abbiamo discusso di questo tema nel periodo della Festa della donna, perché è anche quel momento in cui sembrano esserci maggiori fari puntati sulle politiche per le donne e di sostegno alla genitorialità. Infatti, mi piace pensare che non si tratti sempre di azioni singole, ma che ci siano una serie di politiche attive correlate (e questa penso sia una di quelle) che possano sostenere il tema della genitorialità perché non bisogna sempre pensare che le cose siano solo in capo alla donna, come lo è l'allattamento, esclusivo, per carità.
L'allattamento è importante, perché interviene positivamente sia sulla salute del bambino sia su quella della donna. Ha dei valori nutrizionali elevatissimi, che consentono di proteggere il bambino da molte patologie come il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2, gastroenteriti, infezioni respiratorie; inoltre, migliora lo sviluppo psico-motorio.
Ma è importante sottolineare che questo atto così naturale e così bello (e quando ne parlo, ne parlo anche perché ci sono passata da poco tempo) incide anche in maniera favorevole sulla salute delle donne. Infatti, è scientificamente dimostrato che diminuisce il cancro al seno di circa il quattro per cento.
Un'altra cosa importante che occorre sottolineare è che l'allattamento riguarda, sì, il benessere fisico, nella salute fisica, ma anche in quella psico-fisica, sia per la mamma sia per il bambino. Questo non dobbiamo dimenticarlo, perché porta benessere alla nostra società.
Promuovere l'allattamento al seno avrà, nel futuro - proprio per questo motivo - degli esiti positivi sulla salute di donne e bambini, dei ritorni positivi ovviamente anche sulle politiche di prevenzione della salute futura.
Il Ministero della Salute è intervenuto attraverso le linee di indirizzo nazionali sulla promozione, protezione e sostegno all'allattamento al seno. Riconosce la naturalezza, la normalità di questo gesto, e ne sottolinea gli effetti positivi che ho citato.
La nostra Regione - non dobbiamo dimenticarlo - è intervenuta sul tema della promozione, sostegno e protezione dell'allattamento al seno nel 1998 con la DGR n. 13, e devo dire che questa, insieme ad altre successive DGR del 2008 e del 2010, ha portato ad ottimi risultati. Se nel 2000 avevamo un'incidenza di donne che allattavano del 37 per cento, nel 2015 si è registrato un aumento che ha raggiunto il 67 per cento. E questo - è importante sottolinearlo - grazie a delle politiche così attive e coordinate, che hanno investito sulla formazione degli operatori che affiancano la neo mamma da subito, anzi partono anche prima, attraverso una sensibilizzazione e una formazione nei corsi di accompagnamento alla nascita, e proseguono dopo.
In questo modo, la neo mamma si sente sostenuta e trova un appoggio perché - dai dati che abbiamo - sono numerose le donne che allattano all'inizio, ma purtroppo, dopo il terzo mese scende la soglia delle donne che continuano ad allattare. È anche lì che dobbiamo intervenire: nel sostegno soprattutto dopo il terzo mese, perché anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia l'allattamento esclusivo al seno almeno fino al sesto mese di età.
Pertanto, ritengo assolutamente importante quello che anche la nostra Regione sta compiendo. È importante che si siano istituite le banche del latte, perché consentono di sostenere e supportare anche i neonati prematuri, che non possono essere subito allattati dalle mamme e soprattutto sensibilizza all'atto del donare. Anche l'ultima direttiva del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione richiama il principio della promozione dell'allattamento al seno e la necessità di non scoraggiare la stessa pratica con comportamenti ostativi nel mondo del lavoro.
È, quindi, un tema su cui si stanno accendendo sempre più i riflettori.
Come accennava la collega, sono successi alcuni episodi spiacevoli che hanno visto alcune donne, una donna in particolare a Biella, essere allontanata da un ufficio postale pubblico, perché allattava. Certo che in una società in cui si vive di social e tutto è pubblico, sembra quasi strano che una mamma che allatta in pubblico sia uno scandalo. Anche la Regione Veneto è intervenuta nel merito, sensibilizzando al fatto che nei luoghi pubblici si possa allattare senza problemi.
Pertanto, vogliamo impegnare la Giunta a proseguire e potenziare queste strategie e interventi finalizzati a favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno, promuovendone la diffusione presso la popolazione, aumentando la consapevolezza, per esempio continuando con gli ottimi esempi che abbiamo. Cito il Salone del Libro, dove c'è sempre stata - per azione di privati - un'area dedicata all'allattamento. Mi sembra che quest'anno si sia un po' allargata (avranno molto più spazio).
Ritengo che questi siano esempi di buon costume e di civiltà che devono essere riproposti, perché il Salone del Libro - ad esempio - è un luogo per famiglie, ma così può avvenire in tante altre fiere. Occorre dotarsi di piccole accortezze che, alla fine, non hanno costi eccessivi; bisogna pensare anche a questa fascia della popolazione affinché possa fare un percorso interessante e quindi allargare questo tipo di iniziative anche ad altre e inserirle in altri contesti culturali e sociali, luoghi pubblici come i musei e sensibilizzare gli Enti locali, perché la giornata tipica di una mamma è che se ogni due ore deve allattare non possiamo tenerla chiusa in casa, ma deve pur uscire e non può sempre recarsi ai giardinetti, se è fortunata, nel periodo estivo o recarsi presso un locale commerciale per consumare una bibita per poter allattare il proprio figlio.
Credo che siano piccole azioni, piccole cose che ci fanno pensare come un piccolo gesto possa sensibilizzare, far tranquillizzare e far sentire molto più accolta una donna che vive un periodo particolare e, soprattutto di grande cambiamento nella propria vita. Penso che non debba essere solo la famiglia il luogo che supporta, ma debbano esserlo anche le Istituzioni.
Inoltre, chiediamo anche di valutare l'opportunità di questi spazi, di promuoverli in maniera adeguata con dei costi che non sono eccessivi. Penso alla campagna del 15-22, piccole locandine che promuovono il fatto che qui ci possa essere uno spazio per mamma e bambino, dove trovare un luogo dedicato e quindi sponsorizzarlo, magari anche sul sito web della Regione o nell'Agenda della gravidanza.
Bisogna avere una mappatura, perché esistono tante cose scoordinate o di privati, ma io credo importante che ci sia una campagna coordinata di questa Istituzione che è materia di questa Istituzione, come la sanità e la salute dei cittadini. Quindi bisogna riuscire a promuovere questo tema renderlo pubblico e più vicino alle persone partendo anche da questo, dal semplice volantino informativo, integrando l'Agenda della gravidanza passando per il sito web con la mappatura degli Enti locali che magari aderiranno a questa iniziativa. Non ci riferiamo soltanto agli Enti locali ma anche ai locali pubblici e privati, a gestori di esercizi pubblici, a chiunque possa avere degli spazi idonei.
Infine, vorrei modificare l'ordine del giorno, aggiungendo un punto che impegna la Giunta, in assestamento di bilancio, a valutare un congruo finanziamento, in modo che si possa rendere possibile la realizzazione di queste aree allattamento attrezzate, affinché si possa perseguire effettivamente questo grandissimo percorso di civiltà e, soprattutto, di supporto. Poiché nel nostro Paese vi sono grandi problemi di denatalità credo che questa sia una delle tante azioni che, insieme ad altre, possa contribuire nel suo piccolo a far sentire maggiormente accolte le donne che vivono questa splendida esperienza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Bisogna ora esaminare la mozione n. 1010, "Sostegno all'allattamento al seno quale diritto fondamentale del bambino e della mamma nei luoghi pubblici", avente come prima firmataria la collega Batzella.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questa mozione nasce in seguito a diversi episodi che si sono verificati nella nostra regione; l'ultimo episodio risale al febbraio 2017 quando a Biella una mamma veniva allontanata dall'ufficio postale perch allattava.
In seguito c'è stato un flash mob di protesta e di solidarietà a questa donna che è stata allontanata perché voleva allattare il proprio bambino all'interno di un ufficio postale, quindi in pubblico. Inoltre, era intervenuta la Ministra Madia, la quale diceva che non si doveva e non si deve ostacolare l'allattamento negli uffici pubblici. Da tutti questi episodi, ho deciso, in collaborazione con i colleghi del mio Gruppo consiliare, di presentare questa mozione in Aula.
Vorrei ricordare che l'OMS e l'UNICEF definiscono l'allattamento al seno come un diritto fondamentale dei bambini e delle mamme, le quali devono essere sostenute nella loro scelta di allattare, e raccomandano di proseguire fino a quando madre e bambino lo desiderano, anche oltre l'anno di vita del bambino, perché l'OMS consiglia l'allattamento esclusivo al seno fino al sesto mese di vita del bambino; dopodiché, con l'introduzione dell'alimentazione complementare, si consiglia di proseguire comunque con l'allattamento al seno.
L'UNICEF stima che l'allattamento al seno può prevenire annualmente la morte di oltre un milione di bambini sotto i cinque anni di vita; ancora la dichiarazione congiunta dell'OMS e UNICEF afferma che la modalità di allattare al seno deve essere protetta, incoraggiata e sostenuta. La Dichiarazione degli Innocenti, che coinvolge tutti gli Stati firmatari, fra i quali l'Italia, impegna tutti gli Stati ad adoperarsi al fine di mettere tutte le mamme in grado di allattare al seno. La Commissione parlamentare per l'infanzia ritiene l'allattamento al seno un diritto fondamentale alla salute. Questa modalità costituisce la parte esenziale della cura del bambino, contribuendo a una crescita salutare e a un sano sviluppo fisico e mentale.
La maggior parte degli Stati difende questo diritto, che è un diritto naturale, in qualsiasi momento debba essere necessario, in quanto non pu essere negato a un bambino il diritto di essere nutrito.
Altra cosa molto importante di cui sono orgogliosa è di aver potuto mettere in pratica da subito la direttiva della Regione Piemonte, perché la Regione Piemonte, facendo proprie le evidenze scientifiche in questo ambito e ritenendo l'allattamento al seno il metodo più naturale per la nutrizione dei bambini, già nel 1998 avviò un progetto-obiettivo denominato "Tutela materna infantile del PSSR".
La Regione Piemonte promosse un programma regionale di protezione, di promozione e di sostegno all'allattamento al seno, per consentire a tutte le donne che lo desideravano di vivere quest'esperienza con soddisfazione e serenità. Come dicevo, sono stata onorata, assieme a tanti altri colleghi e altri centri di maternità e punti nascita, di poter mettere in pratica questo programma regionale, ed è stato un grande successo, come ancora lo è in diversi punti nascita del Piemonte.
Allattare è la cosa più naturale al mondo per una mamma che lo desidera, e scoprire parzialmente la mammella e il seno per nutrire il proprio figlio non dovrebbe assolutamente scandalizzare nessuno, perché si tratta di un gesto dolcissimo, ma anche di amore nei confronti di quella creatura, del bambino. Trovo che nel 2017 sia veramente inaccettabile e vergognoso questo discriminare una donna che allatta al seno.
Ricordo che in Italia non esiste alcuna legge che proibisca l'allattamento al seno in pubblico, ma non c'è neanche una legge specifica che tuteli le donne che allattano in pubblico dagli atti di discriminazione. Purtroppo, alle donne che intendono allattare spesso viene chiesto di allontanarsi, per andare altrove, oppure coprirsi, considerando questo come un gesto indecente agli occhi di alcuni, tanto da definirlo un atto osceno. Ne è la prova l'episodio che si è verificato presso l'ufficio postale di Biella, presso un museo della nostra regione e anche in altre città d'Italia.
Pensate che in Australia la legge che consente alle mamme di allattare in pubblico è attiva dal 1984! Ed è compresa in quello che viene definito "Sex discrimination act", che vieta di discriminare una donna solamente perché sta esercitando il suo diritto di allattare al seno il proprio figlio.
Negli USA invece la legge federale prevede che le donne possono allattare su tutto il territorio federale; il Regno Unito ha emanato nel 2010 il "Quality act", che sancisce che proibire a una donna di allattare in pubblico sia un atto discriminatorio nei suoi confronti.
La Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Madia in data 3 febbraio, è intervenuta a tal proposito emanando una direttiva che richiama l'attenzione delle pubbliche amministrazioni dei singoli dipendenti nella propria attività di erogazione dei servizi alla collettività, sulla necessità di assumere azioni positive, comportamenti collaborativi o comunque di non adottare atti che ostacolino le esigenze di allattamento.
Con questa mozione si impegna la Giunta e gli Assessori in questione perché, oltre all'Assessore Saitta, è anche una problematica che riguarda il sociale - a mettere in atto sul territorio regionale una campagna di informazione, promozione e sensibilizzazione, come già è stato fatto con il progetto tanti anni addietro, per tutelare tutte le madri che allattano al seno quando devono nutrire i propri figli in un ambiente pubblico, il tutto per rendere operativa la nuova direttiva della Ministra Madia del 3 febbraio 2007.
Discutere e parlare di sostegno all'allattamento al seno, venire a conoscenza che una donna viene discriminata e viene allontanata solo perch scopre il seno per nutrire il suo piccolo, lo trovo inaccettabile nel 2017.
Non dovevamo neppure arrivare in Aula a discutere di questi atti di indirizzo. La Regione Piemonte ha un compito molto importante, cioè quello di prevenire e tutelare la salute di tutti. Qui stiamo parlando della salute dei bambini in primis e della tutela delle mamme che devono liberamente e in piena autonomia poter allattare il proprio bambino ovunque si trovino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ci stiamo prodigando a regolamentare tutto. La prossima volta magari penseremo - lo dico da liberale, è una vecchia battuta - a regolamentare come fare all'amore. Detto questo, considero che.



PRESIDENTE

Su questo, se vuole, possiamo aprire un dibattito. Siamo laici.



GANCIA Gianna

Ormai mi conoscete, è una provocazione. Se arriviamo a regolamentare come allattare, che è l'atto più naturale, possiamo.



PRESIDENTE

Ma in quel campo la barca dell'utopia fa il naufragio contro lo scoglio della realtà.



GANCIA Gianna

Vorrei semplicemente dire che, al di là delle sensibilità di ognuno sono apprezzabili tutte le sensibilità. C'è chi è molto infastidito, chi lo trova di cattivo gusto, dipende dall'educazione; c'è chi invece lo considera un atto normale e chi un atto di ostentazione.
Tuttavia credo sia doveroso, in questo momento, ricordare, ed è per questo che io mi asterrò dal voto di questa mozione, che ci sono donne dimenticate che posseggono la partita IVA, che hanno piccole aziende piccole attività, e che non possono neanche pensare a questo lusso dell'allattamento perché è impossibile in modo assoluto. Da lavoratrice autonoma, voglio esprimere la solidarietà a queste donne e, magari prevedere anche che non solo esistono persone che ricevono tutti i mesi uno stipendio e quindi fortunate, ma esistono anche persone che non possono per natura del loro lavoro, costrette dalle esigenze, allattare. Credo sia doveroso ricordare queste persone, perché troppo spesso si dimenticano i lavoratori autonomi e, a maggior ragione, le difficoltà delle donne che possiedono una partita IVA.
La ringrazio per avermi dato la parola e chiedo a tutto il Consiglio che si faccia un ragionamento su questo, al di là delle sensibilità di ognuno di noi che vanno rispettate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Caputo; ne ha facoltà.



CAPUTO Valentina

In riferimento a questo ultimo punto, perché credo sia importante pensare a tutte le donne.
Avevamo anche votato in seduta di Consiglio un ordine del giorno che avevamo presentato con il Consigliere Ottria per attivare delle politiche a sostegno delle donne che svolgono un'attività autonoma. Questo è anche oggetto del jobs act che il Governo ha messo in atto, quindi credo che anche da questo punto di vista molte cose si stiano muovendo. Essendo anch'io figlia di una mamma che ha svolto un'attività autonoma, so bene quali possono essere state le difficoltà in passato. Trovo assurdo che ancora oggi si discuta di questi temi, credo che il cambiamento debba essere culturale e antropologico da questo punto di vista.
Per il resto, attendiamo di conoscere meglio i decreti attuativi del jobs act dal punto di vista della tutela delle lavoratrici autonome. Un altro passo importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Un breve intervento per evidenziare, com'è avvenuto negli interventi che mi hanno preceduto, la situazione del Piemonte.
Si è fatto riferimento ed è stato conosciuto il lavoro avviato nel 1998, che ha dato dei buoni risultati e pongono il Piemonte, su questa tematica, in una posizione importante.
Mi piace soltanto rilevare, come mi pare abbia fatto la Consigliera Caputo, come la percentuale sia passata dal 38,2 al 67,4 per cento di donne che in ospedale allattano il figlio con il loro latte. È un risultato importante per la cultura dell'allattamento al seno e per i vantaggi, che sono stati citati con grande precisione. Questo è avvenuto grazie alla strada dei corsi che si è intrapresa in Regione Piemonte, che ha dato buoni risultati e che è avvenuto in modo diffuso anche quando una piccola parte di donne ha dovuto affrontare difficoltà, come la nascita di un bambino prematuro. Abbiamo esperti in tutte le ASL, punti di sostegno importanti e utili perché c'è un'organizzazione che sicuramente favorisce questa cultura che è stata sollecitata.
In più, c'è un dato importante che evidenzio. In Piemonte, da diversi anni, sono presenti in tre punti nascita (Sant'Anna di Torino, Santa Croce di Moncalieri e l'ospedale di Vercelli) le banche del latte, che hanno il compito, primariamente, di dare supporto ai fabbisogni delle terapie intensive neonatali.
Le sollecitazioni che ci arrivano attraverso gli interventi sono più che utili, perché si tratta di continuare questo lavoro. È chiaro che c'è la necessità, come è stato detto da tutti, di vigilare attentamente per l'applicazione della direttiva Madia, che è molto esplicita. Questo è l'impegno che è contenuto negli ordini del giorno. Volevo soltanto sottolineare che partiamo da un punto ottimo come Amministrazione regionale, ma si tratta di continuare questo lavoro per evitare quei fatti che sono capitati e che, obiettivamente, sono segno di una regressione sicuramente condannabile come è stato fatto.
Concordo sulle indicazioni che vengono date dagli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 998, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1012, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1010, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 474 presentato da Ravetti, Appiano, Rossi Ottria, Gallo, Ferrentino, Grimaldi e Rostagno, inerente a "Utilizzo di dispositivi meccanici per la rianimazione cardiopolmonare"


PRESIDENTE

Come stabilito in merito allo svolgimento dei lavori d'Aula all'inizio della seduta pomeridiana, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n.
474, di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Molto semplicemente, come scritto nell'oggetto, l'ordine del giorno riguarda l'utilizzo di dispositivi meccanici per la rianimazione cardiopolmonare.
Sarebbe utile, così come mi è capitato di convenire con molti colleghi non soltanto quelli che hanno firmato quest'ordine del giorno, valutare l'opportunità di avviare in tempi rapidi e su tutto il territorio della regione Piemonte la predisposizione di protocolli e di indicazioni che l'Assessore Saitta deciderà di utilizzare, finalizzati a introdurre nella nostra regione questi dispositivi per la rianimazione cardiopolmonare, sia in ambito ospedaliero che in ambito extraospedaliero, per le emergenze.
Alcune Regioni (Lombardia, Puglia e Toscana) utilizzano già da tempo questa strumentazione in coppia con il defibrillatore, ed è scientificamente provato che l'utilizzo di questi strumenti permette il salvataggio della vita delle persone che vengono soccorse.
Chiedo al Consiglio regionale di approvare questo ordine del giorno per dare forza all'Assessorato ad introdurre su tutto il territorio regionale l'utilizzo di questa strumentazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 474, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame mozione n. 913 presentata Frediani, Andrissi, Batzella, Bertola Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Sviluppo di un nuovo programma di esercizio ferroviario Torino-Bardonecchia-Modane"; ordine del giorno n. 977 presentato da Ferrentino, Gallo e Gariglio, inerente a "Gestione della linea storica Torino - Bardonecchia - Modane e dei servizi ad essa connessi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 913 e dell'ordine del giorno n.
977, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione della mozione n. 913.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ne approfitto, perché, finalmente, riusciamo ad affrontare questo tema che da mesi abbiamo sottoposto all'attenzione del Consiglio regionale.
Sono contenta che ci sia l'Assessore Balocco, perché è un tema che abbiamo portato alla sua attenzione diversi mesi fa in Commissione. In quell'occasione, l'Assessore Balocco aveva dichiarato che avrebbe approfondito la questione perché non aveva ben chiaro il problema.
Stiamo parlando del collegamento tra Bardonecchia e Modane. Se si ricorda, ne avevamo parlato durante l'illustrazione del piano che presentava l'intermodalità tra bici e treno. In quell'occasione, avevo fatto notare in Commissione come mancasse il collegamento, che un tempo era attivo: da qualche anno non è più utilizzabile ed è sostituito da bus.
Dopo quell'occasione, in Commissione, ce n'è stata un'altra in Consiglio regionale, a seguito di un'interrogazione, sempre per chiedere approfondimenti su questo tema; in realtà, anche allora l'Assessore aveva dichiarato che avrebbe dovuto approfondire maggiormente il tema perch mancavano alcuni tasselli per avere un quadro più completo.
A distanza di mesi, siamo arrivati a discutere questo atto di indirizzo che chiede cose molto precise all'Assessore; c'è stato anche un incontro in alta valle con alcuni Sindaci, che chiedevano un impegno da parte di tutti i rappresentanti nelle istituzioni proprio per il ripristino di questo importante collegamento. Tra l'altro, ricordiamo che la galleria ferroviaria è stata oggetto di interventi di adeguamento conclusi già nel 2012, se non erro.
Con questo atto di indirizzo, chiediamo che il Consiglio regionale impegni la Giunta regionale affinché dia direttive all'Agenzia per la Mobilità Piemontese di verificare la possibilità di ripristino della tratta Bardonecchia-Modane in tempi brevi, valutando accuratamente i costi e la modalità di omologazione del materiale rotabile italiano sulla rete francese; impegni l'Agenzia per la Mobilità Piemonte a sviluppare un programma di esercizio sulla tratta Bardonecchia-Modane sulla base di quanto detto in premessa e quindi la possibilità di sfruttare il fermo dei convogli della linea SFM3 a Bardonecchia, prolungando almeno quattro coppie di treni per raggiungere la stazione di Modane e tornare sulla linea per Torino.
Questa è una valutazione che abbiamo fatto noi con i nostri uffici perché pare che ci sia la possibilità di prolungare la corsa di alcuni treni, in modo da garantire il collegamento con Modane.
Queste sono le nostre proposte. Noi abbiamo cercato di creare un percorso partecipato. È chiaro che, come forza di opposizione, non sempre ne abbiamo avuto la possibilità: molte volte, purtroppo, siamo stati esclusi da alcuni luoghi in cui si affrontava questo tema.
Comunque, rivendichiamo il fatto che questo tema è emerso in seguito a un nostro intervento in Commissione, che era un tema su cui l'Assessore probabilmente, non aveva le corrette, dovute e complete informazioni quindi, chiediamo che, a questo punto, si possa arrivare tutti insieme alla conclusione di questo iter, che vedrà - speriamo - finalmente ripristinare questo importante collegamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 97; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Di questo tema ci occupiamo da anni e con il collega Gallo abbiamo partecipato ad un incontro che, nel settembre 2016, era stato organizzato dal Sindaco di Bardonecchia, dal Sindaco di Modane e dal Sindaco di Oulx in cui pubblicamente avevamo preso l'impegno ad approfondire tutti i temi sollevati in quel pomeriggio, cosa che abbiamo fatto nei mesi a seguire.
Abbiamo organizzato un incontro con la presenza dell'Assessore Balocco del Presidente e commissario della Torino-Lione Foietta e con i Sindaci invitando tutti i soggetti istituzionali del territorio per raccogliere le indicazioni che potevano poi essere portate avanti.
Abbiamo avuto una serie di incontri con Trenitalia e con RFI. Abbiamo incontrato le ferrovie francesi per cercare di verificare anche la fattibilità del ripristino del collegamento per i regionali Torino-Modane.
Abbiamo organizzato con Trenitalia e RFI e con i Sindaci un viaggio di prova per verificare che non ci fossero impedimenti al ripristino del collegamento.
Oggi possiamo dire che alcuni dei risultati sono stati già raggiunti: sono stati stanziati quattro milioni di euro per l'ammodernamento delle stazioni di Oulx e di Bardonecchia. Stiamo valutando con l'Assessore quando far riprendere il collegamento tra Torino e Modane, anche perché sono due bacini turistici molto importanti, e il collegamento che storicamente era sempre assicurato con i regionali, oggi viene garantito in modo assolutamente insufficiente da tre coppie di autobus.
Abbiamo fatto una serie di incontri anche per cercare di verificare come risolvere il problema della mancata possibilità di fare il biglietto sul TGV, con la fermata ad Oulx, Bardonecchia e Modane. Il paradosso è che si può scendere, ma non si può fare il biglietto per una questione di differenziazione fiscale, quindi chi da Torino vuole scendere a Bardonecchia o a Oulx deve fare il biglietto fino a Modane.
Abbiamo affrontato con Trenitalia e RFI anche il problema del presenziamento nella stazione di Bardonecchia e di Oulx. Devo dire che gran parte delle richieste che i Sindaci avevano fatto in quel pomeriggio fuori dalla stazione di Bardonecchia siamo riusciti a portarle a casa. Tra l'altro, è stato previsto uno stanziamento in bilancio e anche una riduzione per gli utenti under 26 sulla linea.
Pertanto, crediamo che nel momento in cui riusciremo a garantire la ripartenza del collegamento tra Torino e Modane e saranno completati i lavori nella stazione di Bardonecchia e Oulx per quattro milioni di euro con l'aver risolto i problemi legati al presenziamento e anche alla possibilità di poter effettuare il biglietto da Torino per Bardonecchia e Oulx e dalla Francia per Modane, siamo in dirittura di arrivo di fronte a gran parte degli impegni che erano stati assunti, che il collega Gallo e il sottoscritto si erano assunti pubblicamente di fronte ai Sindaci.
È stato un lavoro molto complicato durato una decina di incontri, ma alla fine, grazie anche alla collaborazione attiva dell'Assessore e dell'Assessorato, oggi siamo nelle condizioni di poter dire che, a breve possiamo comunicare ai Sindaci che gli impegni che avevamo assunto sono stati portati avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Accogliamo con piacere questo nuovo interesse per le ferrovie locali anche da Consiglieri di maggioranza, perché fino adesso, forse, vi era più attenzione a delle opere meno vicine al territorio, ma molto più costose e grandiose. Può essere riconosciuto dagli altri colleghi di maggioranza e opposizione il fatto che è un'attenzione che il nostro Gruppo ha dedicato dal primo istante.
Anche sui collegamenti transfrontalieri Bardonecchia-Modane, sono parecchi mesi che noi abbiamo introdotto questa tematica in Commissione trasporti, che giustamente adesso torna alla ribalta e viene portata avanti anche da Consiglieri di maggioranza.
Solo per mettere un po' in chiaro le cose, anche grazie alla disponibilità dell'Assessore Balocco, che ha portato avanti un discorso interessante sulle ferrovie e che, forse, è più avanti della sua stessa maggioranza sul tema delle ferrovie locali e delle problematiche dei pendolari, abbiamo avuto una convergenza su un tema che è molto sentito quindi non abbiamo nessuna difficoltà ad ammettere quando si fanno delle cose doverose per i cittadini piemontesi.
Quindi, sia i servizi pendolari sia il nodo metropolitano sia i servizi transfrontalieri servono a questo scopo, cioè a riportare fette di mobilità sempre più importanti su un mezzo sostenibile e ridurre la mobilità privata. Poi se pensiamo alla Val di Susa, con la sua peculiarità (è una valle molto lunga di collegamento principale con i paesi della Francia), è una linea transfrontaliera fondamentale per il Piemonte. E ce l'abbiamo già, quindi sembrava quasi incredibile che si fosse più investito sui collegamenti regionali normalissimi, collegamenti che, se vogliamo traslare, possono andare molto più in là di Modane, perché chi dalla Val di Susa ha questo appoggio e questa coincidenza tra Bardonecchia e Modane pu poi usufruire dei servizi ferroviari francesi e mettersi sulle ferrovie francesi in totale continuità, con un cambio treno che non è per nulla traumatico per i pendolari.
Quindi, di fatto, abbiamo realizzato un servizio ferroviario vero e proprio, che ha una qualità più che soddisfacente, senza bisogno di andare a puntare a collegamenti funambolici e grandiosi. Ci sono anche stati degli studi per determinare i bacini di utenza di nuove linee ferroviarie transfrontaliere. Ma questa ce l'abbiamo e quindi è giusto usarla, è giusto metterci i treni.
Il collegamento tra Modane e Bardonecchia è di pochi chilometri, quindi sembrava veramente un peccato non avere avuto questa idea. Crediamo che questi servizi possano essere ricalibrati a parità di spesa, quindi nel budget dei trasporti regionali c'è ancora grande margine per l'efficienza.
Su alcune speriamo - e lo vedremo domani in Commissione trasporti con l'informativa dell'Assessore sugli affidamenti ferroviari - ci sia la possibilità di avere degli efficientamenti che permettano di sostenere queste linee in modo duraturo e permanente.
Quindi, vogliamo anche che queste riaperture, che noi crediamo siano supportate dai numeri e che quindi si possano sostenere economicamente diventino durature e stabili. Per fare ciò serve un lavoro tecnico non indifferente per capire qual è il servizio migliore di cui i cittadini, i pendolari e anche i viaggiatori transfrontalieri hanno bisogno, senza limitarsi a trovate politiche pubblicitarie, per impostare seriamente un servizio, sulla base di quella che si ritiene coscientemente sia la domanda di mobilità potenziale su un asse transfrontaliero così importante.
Pertanto, se verrà fatto questo lavoro certosino, tecnico e approfondito, non abbiamo alcuna difficoltà a supportare l'operato della Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Brevemente, perché non mi è chiaro se siamo in discussione generale sull'ordine del giorno della collega Frediani o su entrambi i documenti, ma colgo l'occasione per intervenire e presentare anche l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Siamo in discussione generale su entrambi.



GALLO Raffaele

Solo per non ripetere le cose dette dal collega Ferrentino, che sono raccolte nell'ordine del giorno che abbiamo depositato come Partito Democratico, il n. 977, sul medesimo tema, che raccoglie un po' il percorso fatto in quest'ultimo anno di lavoro.
Nell'ottobre 2016 c'è stata la manifestazione pubblica dei Sindaci di Bardonecchia, Oulx e Modane, a Bardonecchia, che ha segnalato alle istituzioni, ai rappresentanti dei territori, alcune criticità legate alla linea Torino-Bardonecchia-Modane. Queste sono state raccolte dai Consiglieri presenti e, insieme al collega Ferrentino e all'Assessore Balocco - al quale va il nostro ringraziamento - abbiamo incominciato a lavorare dal giorno dopo, per portare avanti le risposte che i territori ci chiedevano.
Nel nostro ordine del giorno sono state raccolte tutte le risposte che siamo riusciti a portare avanti fino a oggi. Nell'impegno, si chiede alla Giunta quello che ancora oggi non è stato completato, ma rispetto al quale siamo già in uno stato avanzato di progettazione; mi riferisco al ripristino effettivo della linea Bardonecchia-Modane, con un cadenzamento con un numero di coppie di treni al giorno almeno pari a sei, e al tema del ripristino della bigliettazione presso le stazioni di Oulx, Bardonecchia e Modane.
Non mi dilungo sul tema dell'importanza di questo collegamento e sui risultati oggi raggiunti, che sono quelli dello stanziamento delle risorse per la riqualificazione delle due stazioni di Bardonecchia e di Oulx. In secondo luogo, il viaggio prova che è stato fatto qualche settimana fa da Bardonecchia a Modane non ha fatto emergere alcun tipo di problema tecnico.
In ultimo, lo stanziamento a fine anno del 2016, in assestamento di bilancio, delle risorse per avviare una prima sperimentazione sulle tariffe agevolate per gli studenti under 26.
Tutto questo per dire che, come maggioranza, ovviamente voteremo l'ordine del giorno n. 977, che raccoglie un po' tutto il lavoro svolto, i risultati raggiunti e quelli ancora da portare avanti. Ci asterremo invece, sull'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle, che è più limitato alla rimessa in funzione della linea, ma non a tutti i servizi collegati, o comunque a tutte le problematiche collegate alla Torino-Modane.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Il dibattito su quest'ordine del giorno mi rincuora, poiché mi pare ci sia - al di là delle giuste contrapposizioni su aspetti di dettaglio anche importanti - una convergenza ampia, non solo sulla questione della Bardonecchia-Modane, ma, più in generale, sul fatto che si stia lavorando sulla priorità del sistema ferroviario.
Ma questo - io lo davo già per scontato - è riferito alla maggioranza in particolare al mio partito. Da questo punto di vista, ho sempre avuto conferme assolutamente importanti e più volte sollecitanti, in questo senso.
Pertanto, quella della Bardonecchia-Modane mi pare una possibilità concreta e importante. Segnalo semplicemente il fatto che, nella comunicazione ai soggetti che hanno fatto manifestazione di interesse per gestire il sistema ferroviario del nodo torinese (da un lato, GTT, e dall'altro, Trenitalia) è stato chiesto, tra le varie cose su cui loro dovranno preparare un'offerta, anche il reinserimento della Bardonecchia Modane e l'esercizio di quella tratta ferroviaria, nelle modalità che poi valuteremo attraverso l'Agenzia della Mobilità.
Quindi, sul tema non potrei che essere più d'accordo.
Poi, in merito ai due atti di indirizzo, uno è un po' più completa l'altro un po' meno, ma decide il Consiglio come trattarli. Sull'oggetto si sta lavorando.



PRESIDENTE

Assessore, non abbiamo capito l'ultima parte.
Decide il Consiglio come muoversi: va bene.
Approfitto per dire che, se per voi va bene, la Conferenza dei Presidenti è sconvocata. La prossima settimana non ci sarà Consiglio e domani comunicheremo all'unanimità della Conferenza dei Capigruppo che ci saranno i lavori delle Commissioni, così come da programmazione.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione per appello nominale sulla mozione n. 913, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Prego, Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Non ha registrato la votazione.



PRESIDENTE

Non importa, perché è mancato il numero legale.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Invito i colleghi ad attendere la proclamazione delle nomine. Lo dico per voi, per fare bella figura con la comunità.
Sospendo la seduta, nell'attesa che arrivino i Consiglieri Segretari per la proclamazione delle nomine.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.19, riprende alle ore 18.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 207 "Consorzio interprovinciale per la difesa delle colture agrarie dalle avversità atmosferiche 'Condifesa Novara'" Collegio sindacale - Designazione di 1 membro.
Proclamo designato, quale membro del Collegio sindacale del Consorzio interprovinciale per la difesa delle Colture agrarie dalle avversità atmosferiche "Condifesa Novara", il signor Barberis Davide.
Proposta di deliberazione n. 206 "Consorzio interprovinciale per la difesa delle Colture agrarie dalle avversità atmosferiche 'Novara Uno'" - Collegio sindacale - Designazione di 1 membro.
Proclamo designata, quale membro del Collegio sindacale del Consorzio interprovinciale per la difesa delle Colture agrarie dalle avversità atmosferiche "Novara Uno", la signora Lombardi Marinella.
Proposta di deliberazione n. 208 "Azienda Sanitaria Locale Città di Torino" Collegio sindacale - Individuazione di 1 componente con funzione di Presidente.
Proclamo individuato, quale rappresentante in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale Città di Torino, il signor Lupia Felice, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 120 "Commissione di Garanzia" - (Art. 91 Statuto della Regione Piemonte e art. 3, comma 1, l.r. n. 25/2006) Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli Comunico che la deliberazione non è valida per mancato raggiungimento del numero legale previsto dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale 26 luglio 2006, n. 25.
Proposta di deliberazione n. 214 "Collegio Convitto municipale Trevisio di Casale" - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 membro.
Proclamo nominato, quale membro in seno al Consiglio d'Amministrazione del Collegio Convitto municipale Treviso di Casale, il signor Colli Claudio Simone.
Proposta di deliberazione n. 217 "Collegio Convitto municipale Trevisio di Casale" - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro.
Proclamo nominata, quale membro in seno al Collegio dei Revisori del Collegio Convitto municipale Treviso di Casale, la signora Rondano Carla.
Proposta di deliberazione n. 213 "Fondazione DOT Donazione Organi e Trapianti Onlus" - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 membro.
Proclamo nominato, quale membro in seno al Consiglio d'Amministrazione della Fondazione DOT Donazione Organi e Trapianti Onlus, il signor Amoroso Antonio.
Proposta di deliberazione n. 219 "Comitato regionale per i Diritti Umani" Nomina di una Consigliera regionale cessata dal mandato in sostituzione della signora Artesio Eleonora Luigia Margherita.
Proclamo nominata, quale Consigliera regionale cessata dal mandato, in sostituzione della signora Eleonora, Luigia, Margherita Artesio, in seno al Comitato regionale per i Diritti Umani, la signora Maria Cristina Spinosa.
Proposta di deliberazione n. 218 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna" - Sostituzione della signora Francesca Ricca (minoranza).
Proclamo nominata, quale membro in sostituzione della signora Francesca Ricca in seno alla Commissione regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità fra uomo e donna, la signora Giovanna Massaro in rappresentanza delle minoranze consiliari.
Proposta di deliberazione n. 220 "Associazione Museo ferroviario piemontese" - Collegio dei Revisori dei Conti - Sostituzione della signora Maria Carmela Ceravolo.
Proclamo designato, quale membro in sostituzione della signora Maria Carmela Ceravolo in seno al Collegio dei revisori dei conti - Associazione Museo Ferroviario Piemontese, il signor Andrea Araldi.
Proposta di deliberazione n. 226 "Azienda speciale della Camera di Commercio del Verbano-Cusio-Ossola" - Collegio dei Revisori dei Conti Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente.
Proclamo nominate, quali membri del Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda speciale della Camera di commercio del Verbano-Cusio-Ossola le signore: Lidia Maria Pizzotti quale membro effettivo e Marinella Lombardi quale membro supplente.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.25)



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