Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.223 del 09/05/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interpellanza n. 1469 presentata da Valle, inerente a "Situazione lavorativa personale terziarizzato operante presso il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interpellanza n. 1469.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
In realtà, abbiamo avuto occasione di esaminare la situazione nel corso di un'audizione e di un'informativa che l'Assessore ha reso in Commissione in particolare rispetto allo stato dei pagamenti e allo stato occupazionale dei lavoratori del personale terziarizzato del Museo di Rivoli.
Poiché sono trascorsi un paio di mesi dall'ultima discussione avvenuta in Commissione, sapendo che erano in corso anche dei contatti tra l'Assessorato, l'azienda dei lavoratori e la gestione del Museo approfittiamo per chiedere se ci sono stati ulteriori avanzamenti nello stato delle relazioni sindacali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Valle, leggo la risposta che mi ha consegnato la collega.
Faccio la premessa che non è breve, pertanto posso abbreviare la lettura e darvi la parte finale. Poi, vi consegnerò la risposta scritta.
La parte finale recita: occorre evidenziare la natura prettamente privatistica del rapporto di lavoro intercorrente tra i dipendenti ed il nuovo appaltatore, sul quale non è assolutamente ammissibile interferenza alcuna né da parte dell'associazione di Rivoli né da parte dell'Amministrazione regionale, quale socio del medesimo in controllo pubblico.
Tale assunto giuridicamente ineccepibile, trova conferma anche nella recentissima pronuncia delle sezioni unite della Corte di Cassazione secondo la quale la società controllata, e quindi a maggior ragione - anche l'ente in controllo pubblico - non muta la sua natura di soggetto di diritto privato, anche in presenza di una partecipazione azionaria dell'Amministrazione controllante.
Il rapporto tra l'ente controllato e l'Amministrazione controllante è di assoluta autonomia, sicché non è consentito a quest'ultima di incidere unilateralmente sullo svolgimento del rapporto medesimo, in ragione del fatto che l'organismo controllato - nel caso di specie l'Associazione di Rivoli - in quanto persona giuridica privata, opera nell'esercizio della propria autonomia negoziale senza alcun assoggettamento a poteri autoritativi o discrezionali da parte dell'Amministrazione.
La Regione Piemonte, pertanto, potrà influire sul funzionamento del Castello, avvalendosi non già dei poteri pubblicistici, ma dei soli strumenti di cui si avvalgono i componenti degli organi dello stesso ente nel rispetto delle relative finalità statutarie per cui al perseguimento viene conferito annualmente un contributo economico, compatibilmente con le disponibilità di bilancio.
Prima, invece, c'è tutta una disamina del presente.
Grazie.


Argomento: Organizzazione turistica - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione n. 1471 presentata da Valle, inerente a "Opportunità per il turismo torinese grazie ai nuovi collegamenti ferroviari con le città venete"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1471, presentata dal Consigliere Valle.
Consigliere Valle, su quest'interrogazione ordinaria non c'è illustrazione, ma solo la risposta dell'Assessore, che presumo scritta.
Credo si possa utilizzare lo stesso procedimento: se vuole leggere le ultime parole e, poi, dare una copia.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Se è d'accordo, procedo così.
La Regione Piemonte, con successive deliberazioni, ha approvato diversi progetti di eccellenza che vedono uno stretto coinvolgimento delle Regioni partecipanti, tra le quali la Regione Veneto.
Nello specifico si evidenziano i seguenti progetti nei quali, tra le Regioni partner è presente anche il Veneto, interessato ad una progettazione condivisa, finalizzata alla realizzazione di azioni comuni per la promozione turistica dei rispettivi territori.
I progetti sono: Esperienze innovative di turismo culturale, Residenze reali, ville castelli e giardini storici Turismo green e blu turismo enogastronomico Golf "Italy Golf &More".
Ognuno di questi, è esplicato nella sua finalità.
Alla luce di quanto sopra evidenziato, si conferma quindi che sono già in atto diversi rapporti di collaborazione tra Piemonte e Veneto, in tema di promozione turistica. Rapporti che, anche alla luce di diverse azioni comuni che saranno organizzate (workshop, fiere, comunicazione integrata) potranno generare per il futuro sicuramente ulteriori opportunità di collaborazione ed integrazione della domanda turistica tra le due Regioni.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1495 presentata da Frediani, inerente a "Comitato Scientifico - Fondazione Torino Musei"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione indifferibile e urgente n. 1495, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Buongiorno, Assessore.
L'interrogazione riguarda il Comitato Scientifico della Fondazione Torino Musei.
Per ripercorrere molto brevemente la storia della Fondazione, è stata costituita nel 2002, con sede presso la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, primo fondatore il Comune di Torino.
La Regione Piemonte, con DGR n. 32 del 21 luglio 2014, ha deliberato di approvare l'adesione in qualità di socio fondatore successivo.
I musei che fanno capo a questa Fondazione sono la GAM, Palazzo Madama Museo Civico d'Arte Antica, il MAO e la Rocca e il Borgo Medievale.
Alla Fondazione Torino Musei afferisce, inoltre, Artissima, società cui è demandata la gestione di Artissima Fiera d'Arte Contemporanea.
Nell'articolo 10 dello Statuto della Fondazione si afferma che il Consiglio direttivo, con procedura ad evidenza sette membri, scelti secondo criteri di specializzazione professionale, con provata esperienza e specifica competenza negli ambiti di specializzazione storico-artistica e museale della Fondazione.
Il Comitato scientifico si riunisce su convocazione del suo Presidente almeno ogni tre mesi o su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti.
Inoltre, questo Comitato scientifico esprime pareri obbligatori, ma non vincolanti, in merito agli indirizzi scientifici e culturali della Fondazione, ai criteri generali di gestione e di sviluppo delle collezioni.
Noi abbiamo fatto una ricerca sul sito della Fondazione e non siamo riusciti a trovare né l'elenco dei componenti del Comitato Scientifico n alcuna menzione rispetto all'attività svolta da questo Comitato. Pertanto è sorto il dubbio che questo Comitato scientifico non esista.
Per questo motivo, abbiamo deciso di chiedere all'Assessore da chi sia composto il Comitato Scientifico di Valutazione della Fondazione Torino Musei e quali siano le attività documentate, svolte negli ultimi cinque anni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Consigliera, le leggo integralmente la risposta, che poi consegno anche per iscritto, essendo breve.
In riscontro all'interrogazione in oggetto, si comunica quanto segue: L'ultimo Comitato scientifico, costituito nel 2008 e composto da Maria Grazia Messina, Maria Mimita Lamberti, Marcello Pacini, Giuseppe Gherpelli Marco Collareta, Gills Beguin ed Enrico Castelnuovo è scaduto con l'approvazione del bilancio d'esercizio 2012, ai sensi dell'articolo 10 dello Statuto della Fondazione.
Con delibera del 10 settembre 2013, il Consiglio Direttivo della Fondazione aveva disposto di posticipare la ricostituzione del Comitato scientifico dell'Ente a esito dell'operazione di integrazione del Castello di Rivoli nella Fondazione Torino Musei.
In data 8 marzo 2016, il Consiglio Direttivo dell'Ente valutava nuovamente l'opportunità di procedere alla costituzione dell'organo nelle more della succitata operazione di integrazione a tutt'oggi inattuata.
In tale occasione, il Consiglio Direttivo dell'Ente, constata la necessità di procedere a una revisione statutaria complessiva per rendere tutto il testo statutario più coerente con le nuove esigenze della Fondazione, ha convenuto di posticipare la costituzione del Comitato scientifico. Tale revisione statutaria è attualmente in corso.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione n. 1501 presentata da Benvenuto, inerente a "ATC-TO2 - Fondi per ristoro danni provocati da fauna selvatica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione ordinaria n. 1501.
In questo caso è prevista soltanto la risposta da parte dell'Assessore competente.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Naturalmente, le consegnerò la risposta scritta, ma passo anch'io a leggerla, essendo questa vicenda molto complessa, e non voglio dare informazioni approssimative.
Salto la premessa, che poi le consegno, illustrando la cronologia dei fatti.
Con note pervenute in data 27 febbraio 2017, 1° marzo 2017 e 7 marzo 2017, il nuovo Presidente del Comitato di gestione degli ATC TO1-TO2 denunciava una situazione di forte criticità all'interno della sede dell'ATC-TO2, denunciando, tra l'altro, l'assenza non giustificata del dipendente e una situazione amministrativa disastrosa, allegando specifico supporto fotografico, agli atti del Settore competente. A seguito di tali segnalazioni, il Settore procedeva a effettuare un sopralluogo ispettivo presso la sede.
Non potendo esaminare la documentazione, attesa la situazione della sede, di cui si conferma la descrizione fornita dal Presidente, i funzionari hanno relazionato al Dirigente del Settore con produzione documentale fotografica allegata al verbale di sopralluogo ispettivo.
In data 20 marzo 2017 il Dirigente del Settore, con nota inviata al Presidente del Comitato e per conoscenza al Dirigente del Settore Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, ha invitato il Presidente, al fine di garantire, visto l'approssimarsi degli adempimenti relativi alla stagione venatoria e il funzionamento dell'Ambito, ad attivarsi per il compimento delle seguenti attività: 1) procedere a rendere operativa la sede dell'Ambito, inventariando tutta la produzione amministrativa e contabile dell'Ambito, avvalendosi del personale dell'ATC-TO1 e di altri collaboratori (a seguito di tale verifica, dovrà produrre al Settore una relazione dettagliata sulla situazione amministrativa e contabile dell'Ente); 2) procedere a smaltire le carcasse di animali selvatici rivenute all'interno di un congelatore; 3) procedere, nell'ambito della prevista autonomia, a riferire direttamente alle autorità competenti qualora rilevi situazioni di violazioni di norme amministrative, sanitarie o penali, nonché a relazionare al Settore competente.
In particolare, in tale nota il Settore regionale competente ha sollecitato il Presidente ad approfondire gli aspetti legati al contributo regionale per i danni provocati dalla fauna selvatica, al fine di verificare se lo stesso sia stato concretamente erogato agli aventi diritto o se, per converso, l'assenza di documentazione, deponga nel senso di un suo sviamento. Si è ribadito l'obbligo di segnalare gli eventuali fatti ritenuti irregolari alla competente autorità giudiziaria per le valutazioni conseguenti.
Si è precisato altresì che, in attesa della definizione dei compiti sopraccitati, qualunque tipo di contributo per tale ATC è sospeso.
Allo stato attuale, in attesa degli adempimenti affidati in capo al Presidente del Comitato di gestione, il Settore competente, sta procedendo a una verifica a campione della lista dei beneficiari che negli anni 2011 2012 e 2013 hanno presentato domanda all'ATC TO2 per il risarcimento dei danni da fauna selvatica, al fine di verificare se il contributo sia stato concretamente erogato.
Queste sono, allo stato attuale, le informazioni a disposizione e le iniziative attivate. Sono a disposizione per eventuali informazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.51 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "M. Coppino " di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola elementare "Michele Coppino" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo, se è possibile e se l'Aula è d'accordo, il ritiro della mozione n. 474, inserita al punto 13) all'o.d.g., "Regolamentazione delle discipline bionaturali", per poter inserire l'ordine del giorno presentato n..1095 da Ravetti, Appiano, Rossi, Ottria, Gallo, Ferrentino, Grimaldi e Rostagno, avente a oggetto "Utilizzo dei dispositivi meccanici per la rianimazione cardio-polmonare", che abbiamo già depositato.



PRESIDENTE

Si tratta di una sostituzione. Va bene.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere una comunicazione sulla questione delle firme, cioè del processo che è stato posticipato rispetto al TAR. Non tanto e non solo per un aspetto che riguarda l'esito, ma relativamente - la chiederei al Presidente Chiamparino o al Vicepresidente Reschigna - al supporto legale che gli Uffici della Giunta regionale hanno dato.
Adesso io mi fermo qua, ma sarebbe semplice vedere quale fu la posizione che l'attuale Presidente del Consiglio e il precedente Presidente del Gruppo dei Democratici presero relativamente a una situazione, che io ritengo diversa. L'Avvocatura regionale ha sostenuto allora una situazione simile a questa, benché fosse - io ritengo - diversa, ma lo dirò in sede di comunicazione, però ritengo sia utile.
Lo dico perché abbiamo messo dei dipendenti regionali a lavorare questa, ovviamente, è la mia valutazione - a tutela principalmente di un Gruppo consiliare, cosa che non era mai avvenuta.



PRESIDENTE

Quando arriva il Presidente, gliene parlo. Nell'arco della giornata, le darò una risposta se farà le comunicazioni richieste già oggi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Sempre nell'arco della giornata, chiederei se fosse possibile all'Assessore Valmaggia darci un piccolo aggiornamento sul tavolo che si è svolto la scorsa settimana in merito all'argomento dell'emergenza smog con le altre Regioni del bacino padano.
Ci sembra interessante e positivo sapere che cosa si è detto, oltre a ciò che sappiamo dalle fonti stampa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Conosciamo bene il Regolamento e non sto neanche a chiedere un'eccezione regolamentare, ieri mi sono anche sentito direttamente con il Vicepresidente Reschigna. C'è una questione molto incresciosa, che riguarda alcune realtà comunali della Provincia di Torino che dovrebbero andare al voto l'11 giugno. È pendente un'ipotesi di ricorso al TAR da parte di tre amministrazioni comunali, Borgaro, Leinì e Settimo, nonché un'iniziativa di legge da parte degli Enti locali diretta verso questo Consiglio regionale.
Ieri è stato approvata una delibera in questo senso al Comune di Leinì.
Io non sono a chiedere un inserimento di un ordine del giorno, perché non posso farlo, ma se il Vicepresidente Reschigna volesse anche solo fare un minuto di comunicazione, gliene saremmo grati.



PRESIDENTE

Se ci sono tutti i presupposti, chiederò al Vicepresidente Reschigna.
È giusta una comunicazione in merito.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Barazzotto, Chiapello, Conticelli, Ferrari Gallo, Marrone, Molinari e Monaco.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 10, 11 e 12 aprile 2017.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 5 aprile 2017.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti attentato di Parigi del 20 aprile 2017


PRESIDENTE

Giovedì 20 aprile 2017, verso le 21 un uomo ha aperto il fuoco con un kalashnikov sul viale degli Champs Elysèes, un altro dei luoghi simbolo di Parigi. Un attentato terroristico rivendicato dall'ISIS contro le forze di polizia. L'agente Xavier Jugelè, di 37 anni, è morto e altri due poliziotti sono rimasti gravemente feriti. Nel conflitto a fuoco è rimasto ucciso anche l'attentatore. Esprimendo il più sincero cordoglio ai famigliari, il nostro pensiero, la nostra partecipazione e solidarietà va al popolo francese e alle forze di polizia.
Convinto di interpretare la sensibilità dell'intera comunità piemontese, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9 del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 20 aprile 2017 la IV Commissione consiliare riunita in sede legislativa ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Disposizione in materia di disostruzione pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare", divenuta legge regionale 26 aprile 2017, n.
7.


Argomento: Nomadi

e) Proseguimento dibattito su comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Business della solidarietà - coinvolgimento della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Informo che nel corso dell'odierna giornata l'Assessora Cerutti è disponibile a proseguire il dibattito sulle comunicazioni svolta nella seduta consiliare del 5 aprile, relativa al coinvolgimento delle istituzioni a soggetti appartenenti al sistema delle cooperative nella gestione del sistema della solidarietà.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo altresì che alle ore 18 in sala A, è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Non appena arriveranno il Presidente Chiamparino e il Vicepresidente Reschigna, saranno disponibili per le comunicazioni richieste dai Consiglieri Vignale e Bono. L'Assessore Valmaggia ha dato la disponibilità a fare le sue comunicazioni nel pomeriggio.
Comunico che il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Nomine", verrà affrontato nel pomeriggio.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame ordine del giorno n. 1029 presentato da Pichetto Fratin, Berutti e Sozzani, inerente a "Tutela e valorizzazione del riso quale eccellenza italiana"; ordine del giorno n. 1032 presentato da Gancia e Benvenuto inerente a "Borse riso e Commissioni Uniche Nazionali (CUN)"; ordine del giorno n. 1042 presentato da Molinari, Corgnati, Gallo, Gariglio e Rossi inerente a "Tutela del comparto risicolo"; ordine del giorno n. 1088 presentato da Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto Ruffino e Vignale, inerente a "Richiesta di attivazione dello Stato di crisi del settore risicolo al Ministero delle Politiche agricole e forestali"; ordine del giorno n. 1101 presentato da Andrissi, Bono e Mighetti, inerente a "Proposta Borsa del Riso Unica, integrando elementi innovativi della CUN (Commissione Unica Nazionale) ed etichettatura obbligatoria di provenienza del riso"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 1029, n. 1032, n.
1042 e n. 1088 di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Pichetto per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1029.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Illustrerò questo ordine del giorno che, come il Presidente ha avuto modo di rappresentare, è tema anche per altri ordini del giorno, di altri Gruppi, perché investe una questione che sta diventando vitale per il territorio piemontese e per l'agricoltura italiana, non solo piemontese.
L'ordine del giorno riguarda la valorizzazione e la tutela del sistema riso, in questo caso piemontese. Ricorda che in Italia ci sono 4.250 aziende risicole, 100 industrie, un fatturato che supera il miliardo di euro e un milione e 500 mila tonnellate di produzione.
Gli ettari coltivati sono 234.000. E vorrei ricordare che il 93 per cento di queste coltivazioni è tra Piemonte e Lombardia, di cui il 50 per cento (750.000 tonnellate) è rappresentato dalla produzione piemontese.
Dal 1° settembre 2009 l'Unione Europea ha di fatto liberalizzato l'importazione di riso lavorato dai Paesi meno avanzati. La questione è comprensibile e ci sono una serie di considerazioni da svolgere di tipo umanitario, economico e sociale. Certamente questi Paesi del mondo - quelli meno avanzati - hanno bisogno di macchinari o di farmaci e l'unico modo di avere valuta pregiata per acquistarli è quello di vendere i prodotti della loro agricoltura, in questo caso il riso. Si è quindi creata una situazione in cui tutti questi Paesi - o almeno il 70 per cento di loro - mandano il loro prodotto (il loro riso) in Europa, senza alcun dazio di riferimento.
Vorrei ricordare che l'import è praticamente aumentato del 400 per cento negli ultimi dieci anni e che si stanno aprendo mercati: attualmente quello dell'Ecuador e nel 2017-18 l'Unione Europea si aprirà al Vietnam.
La Commissione europea, su istanza di più parti - ma sostanzialmente su istanza dell'Italia, che è il primo produttore europeo, della Spagna, del Portogallo e degli altri Paesi produttori di riso -, ha aperto una fase di valutazione, che ha come conseguenza la conclusione degli interventi da assumere ed eventualmente anche la salvaguardia. Io sono convinto, ed è noto, che al momento la clausola di salvaguardia, rispetto alle regole dell'Unione Europea, non è applicabile. Possiamo chiederla come posizione di sbandieramento politico, di divieto, di propaganda elettorale e di tutto quello che vogliamo, ma dobbiamo tenere alta la discussione dicendo, al limite, che vogliamo la modifica delle regole della salvaguardia e, quindi dei meccanismi diversi di intervento; ma la clausola di salvaguardia secondo la normativa europea, non è applicabile.
Quello di cui però dobbiamo far prendere contezza alle autorità europee ma prima di tutto l'ordine del giorno impegna la Giunta regionale a farsi parte attiva verso il Governo italiano e i Ministeri competenti, in questo caso l'Assessore Ferrero, che è quello competente per la materia probabilmente sarà parte zelante su tutto ciò - della necessità di capire che i prezzi attuali fanno sì che la coltivazione non sia più remunerativa e che un settore dell'agricoltura, che rappresenta più di 2.000 aziende in Piemonte e anche una fonte notevole di autosufficienza per il nostro Paese rischia di chiudere i battenti e di andare verso la conversione. Quindi può esserci un intervento sui prezzi e sulla limitazione delle importazioni a livello internazionale, con un maggiore equilibrio.
Vorrei ricordare che questa liberalizzazione dell'importazione è anche nei confronti di Paesi che non hanno i costi di produzione italiani e non hanno i costi di produzione italiani perché non hanno, probabilmente, il divieto di utilizzo di alcuni fitofarmaci, non hanno i vincoli sulla manodopera, non hanno - per esempio - l'ultima norma di quel Decreto nazionale che in Italia vieta i voucher per la raccolta; e probabilmente in alcuni casi, purtroppo, c'è anche molto lavoro minorile, in Asia in particolare. C'è dunque anche una condizione di concorrenza sleale, di cui va tenuto conto: concorrenza sleale e insalubrità (quindi l'utilizzo di fitofarmaci).
E - permettetemi e non rivolgetemi l'accusa di eccessivo mercantilismo occorre affrontare il tema della trattativa che si sta aprendo sul periodo successivo.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Io sono liberale, infatti.
Stavo concludendo, ma il collega Vignale mi richiamava perché sarei eccessivamente protezionista. Al contrario, ho detto che l'apertura non si può fermare; però c'è un fatto e su questo forse sono eccessivamente mercantilistico.
Assessore Ferrero, si sta aprendo la trattativa del periodo 2020-2026 il cui iter di negoziato sarà durante il 2018. Se l'attuale fase di consultazione e valutazione sul sistema del mercato del riso, della produzione e così via - che la Commissione è chiamata a terminare entro settembre-ottobre - si concluderà in un certo modo, il nostro Governo essendo noi il principale Paese produttore in Europa, ma unitamente agli altri che sono ugualmente produttori di riso - sarà anche più forte nel rappresentare gli interessi dei nostri agricoltori. E - perché no? - visto che le conclusioni devono essere o quelle che ho detto prima, o una riduzione della superficie coltivata, su tutto questo ci siano almeno delle compensazioni.
Ecco perché - e qui concludo - il nostro ordine del giorno si chiude proprio con un invito alla Giunta regionale, oltre che a riconoscere il riso piemontese - e in questo caso vorrei dire anche il riso lombardo perché contemporaneamente questo ordine del giorno è stato approvato in Lombardia, mi pare la settimana scorsa -, ad intervenire presso i Ministeri che hanno la fase di trattativa aperta con l'Unione Europea, proprio per chiedere regole certe, reciprocità tra i Paesi, valorizzazione e promozione del nostro prodotto. Noi abbiamo infatti un prodotto di qualità, che pu garantire i consumatori; e il riso di importazione nell'Unione Europea in molti casi non garantisce nel modo più assoluto, vista la provenienza, i consumatori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pichetto.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1032, per l'illustrazione del quale ha la parola il Consigliere Benvenuto.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Noi, oltre a essere completamente d'accordo con quel che ha detto il Consigliere Pichetto nell'illustrazione del suo ordine del giorno, su cui chiaramente voteremo a favore, nel nostro atto di indirizzo solleviamo semplicemente una questione differente. Ovvero, per quanto ci riguarda, le Commissioni uniche nazionali sono profondamente sbagliate, perch sicuramente - sia per quanto riguarda la questione dei prezzi sia per quanto riguarda un maggior livello di trasparenza - non porteranno agli obiettivi enunciati.
Con quest'ordine del giorno, quindi, noi chiediamo semplicemente che la Regione si possa impegnare al fine che vengano tolte dalla Commissione unica nazionale le borse esistenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Benvenuto, e le chiedo di farmi la gentilezza di avvicinarsi alla Presidenza.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1042, per l'illustrazione del quale ha la parola il Consigliere Corgnati.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno parla di riso. Questo è un momento difficile perché in questo periodo vediamo che il prezzo del riso si è abbattuto fortemente, creando delle forti difficoltà al comparto. Infatti, il settore risicolo, sia regionale che nazionale, da tempo versa in grandi difficoltà proprio a causa di alcuni impegni di solidarietà: togliere i dazi, cioè vuol dire che noi riceviamo del riso da Paesi in cui produrlo costa molto di meno e, di conseguenza, questo crea delle criticità nel nostro comparto del riso.
Pertanto, si ritiene con urgenza di intervenire nel comparto risicolo dei singoli operatori, nel rispetto delle regole e degli accordi internazionali.
Considerato che costituisce un interesse preminente dell'attuale Amministrazione regionale quanto ribadito recentemente anche dallo stesso Assessore Ferrero, ossia che i prezzi ritornino quanto prima dignitosi e giustamente remunerativi, cioè dobbiamo cercare di dare la dignità al comparto del riso; che è da ritenere prioritaria, ad ogni fine di tutela la necessaria sensibilizzazione tanto della grande distribuzione quanto dei consumatori circa la commercializzazione del solo e vero riso italiano, ora sottoposto a una concorrenza sleale e insostenibile (che è quello che dicevo prima: arriva riso a un minore costo).
Pertanto, si impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo centrale per rappresentare l'urgente necessità di una legge che preveda l'etichettatura obbligatoria del prodotto con la contestuale indicazione dell'origine di coltivazione - questo è molto importante, perché il cittadino che mangia il riso deve conoscere la provenienza, in quali campi e come è stato coltivato, e costituisce l'essenza di questo ordine del giorno - e, nel frattempo, a promuovere, ove ritenuto necessario, la richiesta di applicazione delle relative clausole di salvaguardia.



PRESIDENTE

Grazie.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1088.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

A integrazione di quanto espresso precedentemente, mi sembra che vadano discussi tutti insieme, al di là della presentazione.
Vi sono elementi che sono già stati enunciati dai colleghi che mi hanno preceduto; però, a questo punto, come indicato anche nelle riunioni svolte sui vari territori in ambito di produzione del riso, è possibile che ci possa essere una richiesta di stato di crisi del riso rispetto ai prezzi applicati - questo è stato verificato sicuramente con il sindacato di produzione dei vari soggetti agricoli - come il Capogruppo Pichetto ha detto poc'anzi.
È vero che la clausola di salvaguardia a livello ministeriale non pu essere applicata tout court così com'è, ma è possibile che il nostro Ministero, attraverso un'azione che in questo senso una Regione importante come la Regione Piemonte può chiedere, cambi le regole EBA, cioè dell'importazione senza dazi. Quindi, si può chiedere di cambiare le regole al Ministero, indubbiamente possiamo portare avanti questo elemento.
Infine, richiamo l'introduzione della etichettatura obbligatoria - poi mi riserverò, quando successivamente parleremo di tutti questi ordini del giorno insieme, di spiegarlo meglio - che, per la verità, durante una manifestazione romana il Ministro Martina ha promesso, ma, attualmente - e ne richiamo l'urgenza - il decreto che definisca questa etichettatura non è ancora stato elaborato e portato avanti né in Consiglio dei Ministri n soprattutto, in Parlamento.
Quindi, da questi ordini del giorno non deve solo venire fuori - lo chiedo all'Assessore, che ha anche una competenza specifica professionale in questo settore - una richiesta tout court generica e politica da parte dell'Aula, ma è necessario indirizzarsi su specifiche richieste, affinch nel tempo tutti noi si possa monitorare lo stato di avanzamento delle stesse.
Pertanto, con la richiesta dello stato di crisi del riso, possiamo poi monitorare tutti gli elementi che pensiamo possano portare a miglioramenti della normativa europea, al fine della salvaguardia delle nostre aziende poi, magari, nell'interpretazione univoca di tutti questi ordini del giorno sarò più preciso successivamente.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1101.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Per superare questa grande crisi del settore risicolo, ritengo sia importante lavorare sulla qualità del prodotto italiano e sulla tracciabilità del prodotto e dei vari trattamenti che questo subisce. Un tassello importante lo abbiamo posto quando abbiamo discusso del bilancio preventivo, con la proposta di etichetta trasparente piemontese, ovvero un'etichetta che si ispira all'etichetta trasparente pianesana di Mario Pianesi, che consente al produttore di qualità di indicare i trattamenti che la coltivazione ha subito, il luogo di lavorazione e, quindi, tutti i passaggi di filiera di un prodotto, così da diventare trasparenti ed effettivamente visibili al consumatore. Attualmente, questo non avviene purtroppo, se non in quei casi di grandissima eccellenza e di riferimento europeo che abbiamo in Piemonte, in particolare modo in provincia di Vercelli, dove per primi hanno voluto sperimentare la cosiddetta cover crop, o pacciamatura verde, che ha consentito di coltivare il riso senza l'uso di sostanze chimiche.
Questo è un tassello importante, perché l'agricoltura: ha dei valori emissivi di CO2: considerando il ciclo di vita di produzione di sostanze chimiche utilizzate in agricoltura e considerando i fertilizzanti chimici in realtà, la produzione di gas climalteranti in agricoltura è una produzione importante. Questa è una sfida che si può vincere in questo modo, ma anche l'impatto sull'ambiente è decisamente ridotto ai minimi termini, in quanto gli otto-nove trattamenti che le coltivazioni di riso subiscono all'anno vengono azzerate, come anche la concimazione, perch viene fatta una concimazione organica direttamente con la pacciamatura - e lo ritengo un passaggio importantissimo.
Detto questo, è necessario procedere anche a una riforma delle Borse del riso. Oltre al fatto che abbiamo 140 produttori biologici in provincia di Vercelli che non aderisco al PSR, non è possibile non sapere quanto riso biologico viene venduto sulla Borsa di Vercelli, in quanto non ci viene fornito il dato. In questo modo, non possiamo fare una stima della produzione e dei produttori, perché la stima è un dato molto sensibile: una produzione biologica non può arrivare a 80-90 quintali/ettaro di una produzione convenzionale, lo sappiamo, una produzione biologica arriva ai 40, 45 se va bene, 50 quintali/ettaro. Quindi, è chiaro che anche questo legame deve essere trasparente.
Siccome sappiamo che a livello nazionale si va verso la realizzazione di una Borsa Unica, è importante che il Piemonte giochi questa partita sulla trasparenza, ma anche strategica, per creare una Borsa Unica prima degli altri, in modo tale da mantenere, a cose fatte, sul suolo regionale la Borsa Unica nazionale, perché ho capito che a livello nazionale il Ministero dell'Agricoltura ha queste intenzioni politiche.
Quindi, se prima degli altri ci muoviamo in tal senso, considerando il ruolo guida del Piemonte in questo settore, è giusto che sia la prima Regione ad andare in questa direzione, unificando le Borse di Vercelli e di Novara, in questo modo cogliendo la palla al balzo per creare effettivamente sul suolo regionale quella che sarà la borsa unica nazionale, però con dei miglioramenti dal punto di vista della trasparenza.
Abbiamo ribadito negli impegni, per quanto riguarda l'etichetta obbligatoria, la presenza dell'origine del riso, come avevamo approvato qualche settimana fa. Grazie.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è stato sottolineato dai colleghi presentatori - anche il sottoscritto ha firmato l'ordine del giorno - vi sono due aspetti essenziali. Dal momento in cui sono stati tolti i dazi, il numero di riso importato è esploso, creando un grave problema al settore risicolo italiano.
Credo che su questo vada fatto un ragionamento, che ovviamente in questo momento riguarda il riso e in altri momenti riguarda altri settori produttivi o agricoli della nostra Regione, in particolar modo rispetto ai settori dell'agricoltura piemontese ed italiana, italiana e piemontese. È evidente che avendo noi un'agricoltura di estrema qualità, ma che ha estensioni agricole che non sono paragonabili né a quelle asiatiche ma neanche a quelle di alcuni Stati europei, la nostra necessità è quella di tutelare la qualità e tutelarla, badate bene, rispetto ad un corretto intervento relativamente all'importazione e all'esportazione.
La cosa curiosa è che quando si parla di dazi sembra che si evochino momenti antichi e quasi oscuri della nostra nazione. In realtà, se uno va a vedere anche l'accordo del WTO del 2009 si renderà conto che questo prevede che ci sia un trattato di libero scambio - scelta sbagliata in quel momento ma che abbia anche una serie di vincoli. Ad esempio, non ci dovrebbe essere il dumping commerciale tra ciò che viene importato e cui che viene esportato. Cioè, quel trattato doveva, in qualche modo, prevedere una "parità" di scambi. Poi è evidente che quando uno fa entrare, come accadde nel 2009, la Cina, comprende bene che è praticamente impossibile il rispetto di quel trattato.
Però credo che da questo punto di vista sia assolutamente indispensabile non soltanto intervenire rispetto alla qualità, ma anche intervenire rispetto a misure di protezione. Perché ancorché ritenessimo che sia corretto non tutelare le proprie produzioni in concorrenza con altri Stati (e questa è una valutazione), è assolutamente evidente che il libero scambio si dovrebbe basare su una libera concorrenza che, per parta anche da obblighi simili.
È assolutamente evidente che i nostri agricoltori devono sostenere tutta una serie di spese che non sono solo legate al costo del personale ma sono legate a tutti gli obblighi che l'Unione Europea pone relativamente all'utilizzo o meno di pesticidi, all'utilizzo o meno di tutta una serie di vincoli che sono stati inseriti in agricoltura a salvaguardia dei terreni e della salute complessiva. È evidente che se noi, invece, abbiamo a che fare con nazioni in cui non esistono diritti dei lavoratori o quasi e non esiste alcuna misura di tutela della qualità della produzione, è ovvio che combattiamo una battaglia già persa.
Quindi, da questo punto di vista credo che sia fondamentale per il nostro Stato inteso come politiche agricole, ma soprattutto per il Piemonte, perché si caratterizza per prodotti di altissima qualità. Ed è evidente che prodotti di altissima qualità sono prodotti che hanno anche un alto costo. La Ferrari non può essere messa nel libero mercato a fare concorrenza con la Tata indiana, perché è assolutamente evidente che non stiamo parlando non solo di minore costo del lavoro e di minori obblighi ma stiamo parlando anche di una qualità assolutamente differente.
Questo vale oggi per un distretto fondamentale quale è quello del riso in termini occupazionali e di presenza delle nostre imprese, in termini di esportazione dei nostri prodotti, ma ovviamente vale anche per molti altri prodotti che vengono coltivati all'interno della nostra regione.
Credo che, da questo punto di vista, una posizione chiara da parte della Giunta regionale sia importante, ma non soltanto rispetto allo stato di crisi, che è un aspetto importante, ma soprattutto rispetto alla regolamentazione e alla limitazione delle importazioni, perché questo è il tema vero.
Se non introduciamo un dazio e soprattutto dei limiti quantitativi rispetto alle importazioni, è una battaglia che non vinceremo mai, perché è evidente che non è così semplice vincere solo con la qualità. La qualità vince se è a parità di condizioni; a disparità di condizioni, la qualità perde, perché, soprattutto in molti casi, vince il prezzo. L'abbiamo visto sul latte, oggi lo vediamo sul riso e lo possiamo vedere su mille altri prodotti che vengono coltivati all'interno delle nostre terre.
Questo è il punto fondamentale, che oggi riguarda il riso, ma credo che sia fondamentale tutelare posti di lavoro, colture e soprattutto un bacino che, da un punto di vista occupazionale e dell'importanza nell'agricoltura piemontese, è assolutamente fondamentale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Corgnati; ne ha facoltà.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Volevo solo fare una proposta, cioè valutare se ci fosse la possibilità di unire la questione in un unico ordine del giorno, siccome i temi sono simili.
Volevo quindi vedere se c'è questa disponibilità dei presentatori.
Vedrei questa soluzione come un rafforzamento di questi ordini del giorno se fatti in un'unica soluzione firmata da tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Non sono contrario, ma abbiamo già visto durante la discussione del bilancio che, alla fine, sarà poi la Giunta che dovrà fare una sintesi di tutti questi ordini del giorno con una posizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Se mi permettete, tanto fa onore a questo Consiglio l'interesse verso questo comparto che, ricordo, vede l'Italia da essere produttrice in Europa di circa il 50 per cento della produzione dell'intera Unione Europea e vede il Piemonte ad essere oltre il 50 per cento dell'intera produzione nazionale.
Per noi il riso è un elemento assolutamente strategico e lo avete dimostrato con gli interventi di questa mattina, tutti - posso dire riprendendo le parole del collega Sozzani - complementari.
C'è un elemento che mi piacerebbe fosse presente in tutti gli ordini del giorno e, su questo, mi permetto di fare una breve riflessione.
Il tema del mercato e dei dazi - come diceva il Consigliere Pichetto è un tema piuttosto scivoloso, così come la clausola di salvaguardia, che non è prevista per il settore agricolo, non per la quantità di aiuti - che sono pure modesti - ma per la percentuale, che, invece, non è modesta, che riguarda l'agricoltura nel bilancio dell'Unione Europea. Pertanto l'agricoltura ha un aiuto che, in qualche modo, preclude le reti di caduta che, invece, per altri settori sono previste.
Detto ciò, riteniamo che, in questo caso, sia il caso - scusate il gioco di parole - di chiedere ugualmente, nell'accordo di novembre, una clausola che vada a protezione del settore agricolo, quando questo va in stato di crisi profonda.
Il tema del mercato. È un mercato che è libero solo se è trasparente.
Ora, dobbiamo dirci la verità: le importazioni di riso ci sono, sono cresciute, ma questo riso non lo importano i risicoltori, lo importano le industrie che, poi, vendono tutto a marchio italiano, creando confusione sul mercato e creando una concorrenza sleale sul prodotto (quando lo si va ad acquistare, si immagina che sia italiano, mentre solo Dio sa cosa c'è dentro ).
Ci sono marchi per l'etichettatura che sono volontari e, in quanto tali, non garantiscono l'intera produzione. È vero che la norma dell'etichettatura è stata citata dal Ministro Martina ed è un decreto una bozza di decreto, possiamo dire - con la doppia firma del Ministro Martina e del Ministro Calenda, che prevede l'etichettatura obbligatoria e sperimentale nella stessa forma in cui è stata concessa al settore lattiero caseario.
Crediamo che questa sia una strada ed è una strada - bisogna dirlo fortemente osteggiata dalle industrie che comprano riso e risone da tutta Europa e da tutto il mondo, e che vendono con i nostri marchi in giro per l'Europa.
Faccio riferimento solo a uno degli ordini del giorno - quello del Consigliere Pichetto, approvato anche dal Consiglio regionale della Lombardia, dove la maggior parte di queste aziende trasformatrici hanno sede - che, ritengo, per correttezza, dovrebbe contenere anche la richiesta di etichettatura obbligatoria. In questa fase in cui l'industria - lo dico qua, pubblicamente - sta speculando su una piccola sovrapproduzione di mercato, riducendo i prezzi in maniera ingiustificata, perché questi prezzi non sono ridotti al consumo, ritengo che anche la politica dovrebbe far sapere che non è indifferente a tale atteggiamento. La parte industriale si pone in posizione di dominanza sul mercato, quasi simile ad un oligopolio perché sono troppo pochi i soggetti che acquistano, e questo ci fa anche sospettare che tra essi ci sia una forma quasi di cartello sulla dinamica dei prezzi.
Non è tanto il tema di quante borse ci sono e di quanti meccanismi ci sono: è un tema di trasparenza e di correttezza sul mercato.
Mi permetto di chiudere la riflessione sul biologico. Consigliere Andrissi, il decreto del Ministero ci dà una grossa mano su questo: impedisce la coltivazione nelle aziende biologiche di varietà che possano essere messe in commercio come uguali. Pertanto, un'azienda, se coltiva biologico e non biologico - cosa che è ammessa dalla legge, non dal regolamento della Regione sull'agricoltura biologica, ma dalla legge sì lo può fare, purché coltivi varietà diverse, che non possano essere sovrapposte in termini di mercato. E quindi, ritengo che le sovrapproduzioni del biologico abbiano un po' determinato l'essere in modo poco chiaro.
Assicuro che, insieme agli altri organi (sanità, ambiente, agricoltura) abbiamo messo in piedi in modo trasversale un sistema di controlli che è già partito e che è dedicato, in particolare, alle aziende che coltivano riso biologico, quest'anno in modo più intenso rispetto agli anni passati.
Ricevo con piacere questi atti e chiedo al Presidente se è possibile unificarli un po', o almeno uniformarli nel senso in cui ho detto prima. Se non volete presentarne uno solo, va benissimo, ma almeno che abbiano un contenuto trasversale che possa dirsi condiviso da tutti.



PRESIDENTE

Va bene.
Se l'Aula acconsente, sospendiamo il punto, lasciando il tempo all'Assessore di interfacciarsi con i Gruppi per addivenire alla stesura di un unico atto d'indirizzo.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Proseguimento esame ordine del giorno n. 997 presentato da Gariglio Caputo, Conticelli, Gallo e Rostagno, inerente a "Annunciato trasferimento di oltre cento dipendenti Telecom da Torino a Rom"; ordine del giorno n. 1011 presentato da Frediani Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Istituzione di un tavolo ministeriale per la salvaguardia dei livelli e delle condizioni occupazioni dell'organico TIM"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame degli ordini del giorno n.
997 e 1011, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 997.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno è ormai datato di qualche mese. Come diceva un autorevole politico della Prima Repubblica, il tempo risolve la metà dei problemi! In questo caso, è successo parzialmente, perché nella prima stesura del nostro ordine del giorno si lamentava la mobilità interna imposta da Telecom a 105 lavoratori, cui - di fatto - era stata prospettata l'ipotesi del trasferimento a Roma.
Questa mobilità interna, a seguito di ripensamenti dell'azienda e di trattative, è stata ridotta ad un numero inferiore di lavoratori. Si tratta di circa 36 lavoratori, perché l'azienda è già in parte tornata indietro rispetto agli intendimenti originari.
La situazione, però (e questo ci fa intervenire con un atto di indirizzo) rimane critica per quei 36 lavoratori. Per loro, la mobilità significa l'impossibilità di continuare il rapporto con Telecom, perché il trasferimento a Roma per famiglie ubicate nella città dei Torino, per nuclei familiari con figli che vivono a Torino, è una situazione che non dà adito alla possibilità di continuare il rapporto di lavoro.
Credo che quasi nessuno di quei dipendenti possa permettersi un trasferimento in un luogo così lontano e il pendolarismo non è pensabile.
Per coloro che non si vogliono trasferire, l'azienda ha prospettato un'ipotesi di riconversione professionale. È chiaro che occorre capire - su questo serve un intervento della politica - in cosa si configuri questa riconversione professionale e, soprattutto, se è in linea con il livello di professionalità raggiunto dopo tanti anni di lavoro da questi 36 dipendenti, con il livello di inquadramento nel frattempo acquisito.
La Regione Piemonte si è già mossa, su questo: il 16 febbraio c'è stato un incontro in Regione, si è aperta una procedura presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Con questo atto di indirizzo, chiediamo che la Giunta regionale si attivi affinché l'azienda pensi questa scelta, attraverso il tavolo di concertazione attivato presso il MISE, o comunque garantisca che le riconversioni professionali siano razionali e rispettose della professionalità acquisita dai lavoratori.
Signor, Presidente, l'ordine del giorno, visti i tempi, è stato modificato, nel senso di cui ho dato lettura.
Il file con il testo modificato è stato mandato, in questo momento all'Ufficio Aula.
Ovviamente, l'oggetto diventa trasferimento non di oltre cento dipendenti, ma di circa 36 dipendenti (cambiamo il numero); dopo il "considerato che" cancelliamo il primo paragrafo e lo riformuliamo, tenendo conto che i dipendenti non sono 110, ma 36, e diamo conto della riconversione professionale proposta, che è un passo in avanti apprezzabile rispetto alla mobilità tout court proposta per i 110 dipendenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, anche il nostro ordine del giorno a questo punto risulta datato, a maggior ragione considerando che si chiedeva un impegno per attivare un tavolo ministeriale.
Rimane, però...
Presidente, faccio un po' fatica a parlare. Magari sospendiamo.



PRESIDENTE

Stanno cercando di trovare una quadra...



FREDIANI Francesca

Per questo chiedevo che forse sarebbe più opportuno sospendere, perch siamo in condizioni di caos.



PRESIDENTE

Prego.



FREDIANI Francesca

Rimangono comunque gli interrogativi legati alla situazione della TIM e sono quelli relativi al piano industriale, che continua a suscitare alcune perplessità emerse anche durante un'audizione che si è tenuta alla Camera l'8 marzo. Mi riferisco alla mancanza di prospettive per i lavoratori, perché non si riesce chiaramente a percepire quale sia l'impegno della TIM sul territorio piemontese; inoltre, è evidente la mancanza di strumenti da parte dell'Ente regionale di fronte a situazioni come questa.
La situazione della TIM si trascina già da qualche tempo e non è problematica solo per quanto riguarda il trasferimento dei lavoratori, che rimane sicuramente il fatto più grave, ma anche rispetto alla disdetta degli accordi integrativi. Abbiamo delle aziende sul territorio che purtroppo, di punto in bianco decidono di venire meno agli accordi sottoscritti con i lavoratori.
Di fronte a decisioni come questa, purtroppo, l'Ente pubblico non ha adeguati strumenti per intervenire, trattandosi ovviamente di settore privato. Quindi, il nostro impegno di chiedere un tavolo al Ministero ormai risulta superato, perché risulta che il tavolo sia già predisposto e che ci sia già un'attività di concertazione rispetto alle decisioni prese dall'impresa.
Chiederei una sospensione della seduta di tre minuti al massimo per vedere se modificare l'impegno e in quale modo, se è possibile.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Noi teniamo il nostro atto di indirizzo.
Se loro vogliono la sospensione...



PRESIDENTE

Avete bisogno di una sospensione di qualche minuto? Va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.00, riprende alle ore 11.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo scientifico "P. Gobetti" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo scientifico "P. Gobetti" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Proseguimento esame ordine del giorno n. 997 presentato da Gariglio Caputo, Conticelli, Gallo e Rostagno, inerente a "Annunciato trasferimento di oltre cento dipendenti Telecom da Torino a Roma"; ordine del giorno n. 1011 presentato da Frediani Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Istituzione di un tavolo ministeriale per la salvaguardia dei livelli e delle condizioni occupazioni dell'organico TIM" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli ordini del giorno n. 997 e n. 1011, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Ho modificato l'impegno. Ora non ricordo esattamente le parole, perch ho lasciato copia.
Comunque, l'impegno è monitorare l'andamento del tavolo, quindi mantenere l'impegno a salvaguardare i lavoratori e rendicontare alla Commissione competente l'evoluzione del tavolo e l'esito della trattativa o della situazione, che al momento vede coinvolti i lavoratori della TIM.
Non so se posso leggere l'impegno o se lo vuole leggere il Presidente se riesce a capire la mia calligrafia.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Provo a leggerlo io, Consigliera Frediani.
L'impegno è modificato con le parole "a mantenere l'impegno di monitorare l'evoluzione della situazione dei lavoratori TIM e riferire alla Commissione competente in merito agli esiti del tavolo ministeriale".
Procediamo con la votazione dei due ordini del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 997, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che i Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle hanno votato a favore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1011, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Condizione femminile

Mozione n. 998 presentata da Ruffino, Berutti, Graglia, Sozzani e Vignale inerente a "Protezione, promozione e sostegno dell'allattamento materno" mozione n. 1012 presentata da Caputo, Accossato, Appiano, Conticelli Corgnati, Ferrentino, Rossi e Valle, inerente a " Potenziamento delle strategie e degli interventi regionali per favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno"; mozione n. 1010 presentata da Batzella, Andrissi, Bono, Campo, Frediani e Mighetti inerente a "Sostegno all'allattamento al seno quale diritto fondamentale del bambino e della mamma in luoghi pubblici" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame delle mozioni n. 998, n. 1012 e n. 1010, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Poiché questa mattina è assenta la Consigliera Ruffino, chiedevamo se fosse possibile trattare il punto nel pomeriggio quando sarà presente la Consigliera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
In accordo con la Consigliera Caputo, abbiamo pensato di rimandare, se fosse possibile - ne avevamo già parlato con il Presidente Laus - la trattazione del punto nel primo pomeriggio.
Visto che non è presente la prima firmataria dell'atto d'indirizzo e gli Assessori competenti, chiedevamo se si poteva discutere il punto in apertura della seduta pomeridiana.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Caputo; ne ha facoltà.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Essendo un tema che riguarda le politiche attive della nostra Regione e un tema che riteniamo importante, anche da parte nostra c'è la volontà di discuterlo nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori e alla presenza degli Assessori competenti.



PRESIDENTE

Con il consenso dell'Aula, rinviamo la trattazione del punto a oggi pomeriggio.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame ordine del giorno n. 1029 presentato da Pichetto Fratin, Berutti e Sozzani, inerente a "Tutela e valorizzazione del riso quale eccellenza italiana"; ordine del giorno n. 1032 presentato da Gancia e Benvenuto inerente a "Borse riso e Commissioni Uniche Nazionali (CUN)"; ordine del giorno n. 1042 presentato da Molinari, Corgnati, Gallo, Gariglio e Rossi inerente a "Tutela del comparto risicolo"; ordine del giorno n. 1088 presentato da Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto Ruffino e Vignale, inerente a "Richiesta di attivazione dello Stato di crisi del settore risicolo al Ministero delle Politiche agricole e forestali"; ordine del giorno n. 1101 presentato da Andrissi, Bono e Mighetti, inerente a "Proposta Borsa del Riso Unica, integrando elementi innovativi della CUN (Commissione Unica Nazionale) ed etichettatura obbligatoria di provenienza del riso" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del punto 4) all'o.d.g., relativo agli atti di indirizzo sul settore risicolo.
Sono state apportate le modifiche necessarie? Possiamo procedere alla votazione? Visto che ci sono state delle modifiche, chiediamo ai firmatari degli ordini del giorno di illustrarle.
La parola al Consigliere Sozzani, che ci illustrerà le modifiche.



SOZZANI Diego

Prima abbiamo presentato gli atti d'indirizzo, ma non abbiamo fatto una discussione generale sulle stesse, quindi due parole a integrazione.
In accordo con gli altri Gruppi consiliari, votiamo tutti gli ordini del giorno perché hanno un contenuto sicuramente simile e assolutamente identico negli intenti finali. Vi sono alcune differenze rispetto alle premesse, probabilmente dovute anche all'interlocuzione con le associazioni di categoria, piuttosto che in sede politica con i rispettivi Comuni nei cui territori avviene la produzione di riso, ma alla fine della fiera sono documenti molto simili.
Vi è una preoccupazione di fondo, dovuta al fatto che, rispetto alla produzione di 1,5 milioni di tonnellate dell'Italia e a una produzione complessiva di 2,8 milioni di tonnellate dell'Unione Europea, arrivano milioni di tonnellate di riso dai Paesi emergenti, soprattutto Vietnam e Cambogia. Questo incide profondamente sul prezzo del riso. La preoccupazione non è solo sullo stato attuale, che è già una situazione di crisi come dicevamo poc'anzi tutti noi. Vi è, infatti, un tavolo di consultazione permanente tra l'Unione Europea e il Vietnam, da cui dovrebbe scaturire un accordo entro il 2017, ma temiamo che, oltre a una liberalizzazione di quantitativi, ci possa essere una liberalizzazione tout court di tutta una serie di prodotti, tra cui anche altre produzioni alimentari. Rispetto ad accordi complessivi che l'Unione Europea stipula con quei Paesi, come l'Assessore ci ha ricordato, quelli relativi ai prodotti alimentari ne rappresentano soltanto una parte.
Anche noi ribadiamo che vi è differenza sostanziale fra i produttori e i trasformatori del riso, i quali comprano sul mercato in funzione di convenienze di tipo economico. Il fatto che ci possa essere l'indicazione della provenienza.



PRESIDENTE

Scusi un attimo, Consigliere, ma vorrei chiedere ai Consiglieri di abbassare il volume delle conversazioni oppure di uscire dall'aula.



SOZZANI Diego

Chiedevo se fosse possibile indicare, indipendentemente da come viene lavorato il riso in Italia, la provenienza dello stesso. Questo diventa fondamentale ai fini di una condivisione unica dell'Aula di tutti gli ordini del giorno, perché anche sulla base delle sollecitazioni dell'Assessore, l'etichettatura è obbligatoria e l'indicazione della provenienza del prodotto diventa un elemento di tutela di chi compra il riso.
La richiesta andava un po' oltre. Vorremmo che gli accordi bilaterali questa è la nostra richiesta politica al Ministero, come risulta nel contenuto dei vari ordini del giorno, in particolare dei nostri, che conosciamo bene - prevedessero la fissazione di regole reciproche in ambito sia di tematiche di tipo fitosanitario, sia di tutela dei lavoratori perché la competitività passa anche, e soprattutto, attraverso questi due fattori: riso coltivato in un certo modo e analoghe condizioni di lavoro.
Tutto ciò sicuramente andrà a incidere sul prezzo del riso prodotto nei Paesi emergenti.
È bene ricordare, e questo era un elemento che abbiamo condotto sul territorio, che esistono anche delle aggregazioni di produttori cui sono 600 gli agricoltori che si sono associati, sui 4.000 e rotti che sono i coltivatori; quindi ha un'incidenza anche notevole di obiettivi finali che devono essere sicuramente perseguiti soprattutto in ambito ministeriale.
Ora, se la Regione Piemonte saprà incidere attraverso l'Assessorato rispetto alle indicazioni che oggi l'Aula dà al Ministero su indirizzi molto precisi e individuati in modo puntuale, contiamo che ci possa essere anche in ordine al peso politico che l'Italia ha sulla produzione complessiva, sicuramente un'incidenza anche da parte del nostro Ministero sui tavoli europei. Dopodiché, evidentemente, ci sarà un'azione univoca immagino anche da parte dei parlamentari europei che faranno la loro parte nell'ambito di iniziative di questo genere.
Questo era un po' il senso con cui andiamo a votare tutti gli ordini del giorno che sono stati presentati, in modo tale che poi - e concludo l'Assessorato possa farne una sintesi complessiva e quindi dar loro la valenza che l'Assessore riterrà più opportuna, nel portarli al Ministro Martina, ai fini di una concreta e soprattutto verificata azione che, con lo stato di crisi che dicevo prima, sarà verificabile anche nei prossimi mesi.
Speriamo che i tempi siano brevi, perché non possiamo aspettare ottobre, quando ci sarà una nuova riunione sulle eventuali modifiche o meno ma ne abbiamo già discusso - delle regole sulla salvaguardia.



PRESIDENTE

Consigliere Benvenuto, le chiedo di voler illustrare le modifiche al suo atto di indirizzo.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
La modifica è semplicemente questa. Noi cambiamo l'impegnativa, che diventa "ad approfondire l'opportunità di escludere dalle Commissioni uniche nazionali il settore riso e di attivarsi di conseguenza presso le istituzioni nazionali".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Do atto che all'ordine del giorno n. 1029, il cui primo firmatario è il Consigliere Pichetto, è quindi aggiunto il punto "introduzione etichettatura obbligatoria".
Invito il Consigliere Andrissi ad illustrare le modifiche apportate al suo ordine del giorno; prego.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In pratica, abbiamo mantenuto il secondo impegno del nostro ordine del giorno, in quanto sul discorso di unificare le Borse del riso si è voluto momentaneamente soprassedere e soppesare anche gli orientamenti nazionali per poi successivamente valutare questo aspetto. Manteniamo quindi l'etichettatura obbligatoria, dunque l'indicazione in etichetta della provenienza del riso: se la coltivazione del riso è dell'area europea o extra-europea.
Si tratta di un passaggio importante e, come diceva l'Assessore nella bozza di Decreto del Ministro Galletti, questo aspetto dell'origine del riso come obbligatorio in etichetta è inserito.
Io direi che sarebbe anche importante che si procedesse a realizzare un disciplinare per l'etichetta trasparente piemontese: un'etichetta volontaria su cui abbiamo preso l'impegno qualche settimana fa, che consentirebbe a tutto il settore di fare un salto di qualità veramente notevole.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli atti d'indirizzo, partendo dal primo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1029, il cui testo come modificato, verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1032, il cui testo come modificato, verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1088, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1101, il cui testo come modificato, verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1042, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Condizione femminile

Esame mozione n. 1016 presentata da Conticelli, Accossato, Appiano Baricco, Barazzotto, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Grimaldi Ravetti, Rossi e Rostagno, inerente a "Potenziamento dei Consultori familiari per garantire la piena ed effettiva attuazione di tutti gli interventi previsti dalla legge n. 194/1978"


PRESIDENTE

Esaminiamo la mozione n. 1016, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie.
Abbiamo già avuto modo di parlare in Aula di questo tema. La mozione intende sollecitare il Consiglio, secondo quanto si è già anche impegnato il collega Presidente della IV Commissione, a fare il punto sui servizi dei consultori fuori da un dibattito di tipo ideologico e nella consapevolezza di ciò che la norma realmente prescrive. È un intervento di competenza sanitaria, e anche sociale e multidisciplinare, che oggi è fondamentale soprattutto per alcune categorie più deboli su questo fronte: i giovani, le giovani coppie e, soprattutto, le donne immigrate.
Come previsto dalla legge n. 194/1978, quello consultoriale è un servizio informativo e sanitario, in primo luogo finalizzato alla prevenzione dell'aborto e alla tutela della salute della donna. Quando vedremo in Commissione i dati - spero - dell'attività dei nostri consultori regionali, si capirà che l'interruzione di gravidanza è, in realtà un'attività percentualmente molto più limitata nei consultori rispetto al restante percorso, però è un'attività che, naturalmente, deve essere garantita, così come prevede la legge.
Intanto, richiediamo per i consultori di fare il punto sulla possibilità di prestazione di tutte queste attività di tutela della salute della donna, quindi l'accompagnamento con équipe multidisciplinari - ci risulta che oggi non tutti gli specialisti necessari siano presenti nei consultori di base - garantendo l'opportuna dotazione di personale non obiettore, al di là del convincimento personale. Infatti, ritengo che il personale obiettore non dovrebbe neanche prestare servizio in queste strutture, però la legge lo prevede, così come prevede, in primo luogo, la tutela della salute della donna e l'erogazione di prestazioni sanitarie.
Nella nostra regione ci risulta la presenza di situazioni dove questo non viene garantito, quindi, in primo luogo, occorre fare il punto sui dati. Peraltro, su questo tema c'era una PDL, a prima firma del collega Grimaldi, che proponeva alcuni meccanismi, che, naturalmente, competerà alla Giunta valutare, per equilibrare il rapporto tra personale obiettore e non obiettore, posto che spero, poi, si intervenga anche a livello nazionale su questa norma.
Per fare tutto ciò, innanzitutto, chiediamo una raccolta di dati e di monitoraggio univoca - oggi assente - sul territorio regionale dell'attività dei consultori, che consenta un'analisi conoscitiva che possa essere portata in tempi brevi in Commissione. Lì si potrà vedere, fuori da un consesso di tipo ideologico, se è necessario un provvedimento amministrativo finalizzato a garantire una migliore attuazione della legge n. 194/1978.
Tra l'altro, lo ripeto, il Piemonte è tra le regioni che garantiscono una maggiore pluralità di servizi all'interno dei propri consultori. Questo è lo spirito della mozione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliere Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Come annunciato dalla Consigliera Conticelli, abbiamo già parlato e trattato della legge n. 194/1978. Occorre garantire la piena ed effettiva attuazione di tutti gli interventi previsti da questa legge, quindi il nostro compito è far sì che questa legge venga osservata.
Parliamo sempre di malasanità, ma vorrei parlare anche di buona sanità: la Regione Piemonte, a differenza di altre regioni italiane, garantisce fortunatamente, il diritto che le donne hanno di poter interrompere la gravidanza, qualora lo richiedano.
Il problema dov'è? Noi qui parliamo di potenziamento dei consultori familiari, ma ben venga, ne sarei lieta, ne saremmo tutti felici, stiamo chiedendo da tempo di potenziare i consultori familiari. Tra l'altro avevamo presentato anche delle interrogazioni a questo proposito, per potenziare i consultori giovani, che, tra l'altro, non hanno ancora trovato applicazione, nonostante l'Assessore Saitta mi avesse a suo tempo risposto che si sarebbero attivati in tal senso.
Tra l'altro, ho presentato un'interrogazione che non ho mai potuto discutere, perché non mi è stato permesso in quest'Aula, in cui chiedevo le motivazioni della chiusura del consultorio pediatrico di via Gorizia a Torino. Allora, io rispetto e apprezzo la buona volontà dei colleghi, dei Consiglieri, in questo caso della Consigliera Conticelli, che ha firmato l'atto di indirizzo, dove si chiede di potenziare i consultori, per mettetevi d'accordo con la vostra Giunta, perché, alla fine, siete voi che governate. È stata la Giunta Chiamparino a chiudere il consultorio pediatrico di via Gorizia a Torino e non di certo la Consigliera Batzella o altre Giunte, perché la Giunta che governa la Regione Piemonte è la Giunta Chiamparino. Quindi, ben venga il potenziamento e ben venga l'assunzione di professionisti.
Voglio ricordare che nei consultori familiari, come nelle Aziende Sanitarie Locali, nelle ASO e in tutte le Aziende Ospedaliere Universitarie, deve esserci una percentuale di medici ginecologi obiettori e non obiettori.
Ricordo che nel consultorio familiare non viene messa in atto la pratica dell'interruzione volontaria di gravidanza. Mi spiego meglio: non c'è alcun intervento chirurgico per il quale si possa essere obiettori perché il ginecologo che lavora all'interno di un consultorio, qualora sia anche obiettore, non può sicuramente mettere in atto la sua obiezione.
Infatti, la prescrizione della contraccezione di emergenza, la cosiddetta pillola del giorno dopo, ha per oggetto una pillola contraccettiva e non una pillola abortiva, quindi il medico ginecologo è obbligato a prescrivere quella pillola. Poi, c'è il foglio dei sette giorni, c'è l'accoglienza e l'indirizzo della donna, si prende in carico la donna. Qualora decida di interrompere la gravidanza, in quel caso non richiede nessun tipo di obiezione.
Il medico ginecologo, qualora fosse obiettore, non può sicuramente mettere in atto la sua obiezione, perché l'obiezione è soltanto per coloro che devono compiere l'atto, cioè la revisione della cavità uterina.
La raccolta dei dati va benissimo, così come monitorare e tenere sotto controllo, però il nostro compito dal punto di vista politico, come Consiglio regionale, è quello di monitorare e di controllare che questi professionisti si attengano alle normative. Noi abbiamo una normativa, la legge n. 194/78, che è ancora attuale - anche se dovrebbe essere rivista e revisionata sotto altri punti di vista perché è una legge datata - però è una legge che rispetta e tutela i diritti delle donne. Quindi, non siamo noi politici, Consiglieri regionali o Giunta regionale che dobbiamo fare qualcosa in tal senso, ma dobbiamo semplicemente limitarci a far rispettare questa legge.
Quindi, ben vengano i consultori, ma vi ricordo che se dobbiamo potenziare i consultori, devono essere potenziati tutti i consultori del Piemonte. Questa mozione non deve essere torinocentrica, perché non esiste solo Torino, ma la Regione Piemonte è composta fortunatamente da tante altre province.
Se poniamo in essere un atto di indirizzo, lo estendiamo a tutto il territorio della Regione Piemonte, perché vi ricordo che ci sono dei territori che, purtroppo, hanno molte più problematiche della città di Torino.
Credo che ci debba essere uguaglianza e non discriminazione tra i vari territori. Ben venga che questi consultori vengano potenziati, ben venga se verranno messe in atto delle nuove assunzioni, perché ricordiamoci che i consultori familiari sono frutto di una grande conquista di chi ci ha preceduti negli anni e sono un punto di riferimento per le famiglie piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio la Presidente di Commissione Conticelli e le colleghe e i colleghi del PD, con i quali abbiamo interloquito molto su questo tema.
Come diceva la Consigliera Conticelli, sono anche depositario di una proposta di deliberazione sottoscritta da diversi Consiglieri, che si intitola "Indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso alle procedure per l'interruzione della gravidanza, ai sensi dell'articolo 9 della legge 194/78".
L'OMS, in effetti, ha sottolineato in più occasioni, come diceva anche la Consigliera Batzella, l'importanza dei consultori familiari italiani anch'essi istituiti nel 1975, prima di tutta la discussione sull'aborto.
Sono stati indicati come modello di riferimento per la loro ricchezza di competenze multidisciplinari e per tutte le prestazioni mediche e psicosociali. Di sicuro sono oggetto di apprezzamento soprattutto per i più giovani, ma soprattutto per le fasce più marginali della popolazione penso alle donne migranti e a quelle che hanno più difficoltà economiche.
Ed è per questo che una delle prime discussioni che c'è stata in Aula è stata non solo sul potenziamento, ma anche sulla possibilità effettiva di quei consultori di poter prescrivere gli anticoncezionali che oggi, ad esempio, sono finiti tutti nelle fasce a pagamento. Ed è un atto molto grave, nel senso che quelli che erano in fascia A sono andati in fascia B e C, e questa è una delle difficoltà che hanno i consultori in questo momento, anche dal punto di vista economico. Così come vi è spesso la difficoltà di fare programmi di prevenzione anche per le esigue condizioni economiche che hanno i vari presidi territoriali.
Di fatto poi ci siamo concentrati su un tema più delicato, che è quello dell'obiezione di coscienza. Abbiamo più volte citato due sentenze e in questo contesto si è inserita la sentenza n. 3477 del 2010 del Tribunale Amministrativo della Puglia, che ha ritenuto che "anche il medico obiettore legittimamente inserito nella struttura del consultorio sia comunque tenuto a fornire informazioni, consulenza ed assistenza psicologica della gestante e a svolgere tutte le funzioni proprie del ginecologo". Quindi, sono gli accertamenti e anche le visite mediche che esulano in questo senso dall'iter abortivo, e che quindi vengono istituzionalmente svolti da consultori.
Per intenderci, per quanto piaccia o meno alle destre, l'obiezione di coscienza nei consultori non si può fare. E non è che se l'è inventato qualcuno: lo dice la legge, lo dice la legge n. 194 e lo ribadiscono tutte le sentenze che da allora si sono susseguite in Italia. Cioè, di fatto l'iter dell'obiezione è solo sull'interruzione di gravidanza, non certo su tutta la parte precedente.
Arriviamo all'ultimo punto, che tra l'altro è ben segnalato nella mozione della Consigliera Conticelli, cioè che le difficoltà più vere soprattutto in una Regione come questa, sono legate ai carichi di lavoro e all'obiezione un po' fuori tempo massimo di alcune strutture. Cosa intendo? Nessuno vuole ritornare indietro su un principio che fa parte della nostra tradizione politica. Penso all'obiezione di coscienza delle armi; per fatevelo dire da un obiettore di coscienza proprio sul tema militare: nessuno che fa quel tipo di obiezione di coscienza poi ricorre contro l'esercito perché non può ricoprire le più alte cariche dell'Esercito italiano o delle forze dell'ordine.
Quindi, quella legge era nata per non discriminare chi c'era già dentro, ma ho il sospetto - e lo dico con tutta la sicurezza del caso - che quell'obiezione di coscienza, ancora così alta anche in regioni come il Piemonte, non è solo legata a motivi ideologici e culturali. Ci siamo capiti? Ci sono troppi furbetti per il fatto che non essendoci nessun obbligo e non essendoci nessun automatismo per cui, quando scatta il 50 per cento delle obiezioni, nessuno li trasferisce, cosa che è prevista già dalla legge n. 194. Oggi quando un servizio ha sotto la copertura del 50 per cento di obiezioni di coscienza, quel Direttore dell'ASL può già prendere altre persone da altre ASL. Secondo voi, è normale che in un ospedale anche illustre come il Sant'Anna c'è solo un terzo dei medici che fa il doppio lavoro? Cioè, che fanno tante interruzioni di gravidanza quanti parti mentre l'altra metà magari non fa lo stesso? È normale tutto questo? È normale che c'è un gettonista che va da Novara a Vercelli per fare quelle interruzioni? È normale? Io credo di no.
La formulazione della Consigliera Conticelli dice "consideriamo i carichi di lavoro del singolo". La mia proposta dice "non diamo la discrezionalità", così ognuno decide quanto è il carico di lavoro. Dico semplicemente che quando scatta il 50 per cento, cioè si supera il 50 per cento, si può fare la chiamata pubblica. E cosa vuol dire la chiamata pubblica? Vuol dire fare un'evidenza rispetto all'ASL di riferimento della Regione Piemonte, dicendo che ci servono persone che fanno l'interruzione di gravidanza, volontari.
Si può arrivare - e lo dico nella delibera e noi lo diciamo in questo atto di indirizzo - addirittura a fare i concorsi. E anche su questo stiamo attenti, perché lo dice un'altra sentenza: si può anche non discriminare nei concorsi, perché noi non è che diciamo che reclutiamo medici non obiettori. No, lo diciamo al contrario, in formulazione attiva: se mancano dei medici che devono fare l'interruzione volontaria di gravidanza, così come per altre operazioni servono degli specialisti, così lo chiederai anche per quelle ASL di riferimento.
Per questo ringrazio e spero che voteremo con determinazione questo atto, ma credo sinceramente che vada fatto un appello ai Direttori delle ASL: nessuno vuole vietare l'obiezione di coscienza, finché è prevista dalla legge, dopodiché bisogna rendere più facile, più equivalente e più equilibrato in tutta la regione il fatto che non ci siano dei luoghi dove quell'obiezione supera il 50 per cento, ma soprattutto che questa obiezione non venga utilizzata per non avere carichi di lavoro ulteriori.
È questo lo scopo: non dover dire - come effetto deterrente - che le persone che sono in eccesso possono essere trasferite in un altro servizio perché lo sapevano sin dall'inizio. Non siamo negli anni Settanta, quando non si sapeva che facendo il ginecologo si poteva anche dover fare un'interruzione di gravidanza. Non è più così, giusto? Non è lo stesso senso di quella norma di allora.
Pertanto, vogliamo semplicemente capire se quegli obiettori lo sono tutti per motivi ideologici. Mi pare una richiesta legittima, dopo trent'anni, e ritengo che questo atto aiuti anche a rilanciare la discussione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri su questa mozione, che ho anche sottoscritto, con un approccio che non è tecnico, di competenza professionale e nel merito ma è di interesse, di attenzione personale, femminile, a queste questioni e sicuramente politico.
Ovviamente, questa mozione, legata al funzionamento dei consultori, è anche un momento per parlare e prestare un'attenzione all'attuazione della legge 194, a quasi quarant'anni dalla sua approvazione, e soprattutto alla verifica della tenuta della legge stessa e al suo rispetto sul territorio soprattutto in merito al tema dell'obiezione di coscienza.
È uno strumento che la legge consente e sicuramente questa soluzione è stata una mediazione anche comprensibile per chi ricorda il dibattito degli anni Settanta sull'introduzione della legge sull'interruzione di gravidanza nel nostro paese, ma che - come vediamo quotidianamente - ancora oggi viene utilizzato in modo non corretto e porta gravi ripercussioni sul funzionamento e sull'applicazione della legge stessa.
Io sono anche firmataria della proposta di deliberazione che vede primo firmatario il Consigliere Grimaldi, che entra più nello specifico del tema perché ovviamente ha un ruolo operativo. Credo, però, che questa mozione sia un passaggio utile per il Consiglio, per tornare a discutere del ruolo dei Consultori, per non guardare soltanto alla loro storia, anche gloriosa per il ruolo che hanno avuto nell'evoluzione e nel costume, ed anche nell'autodeterminazione femminile, insomma, in questa regione, ma che è anche un tema attuale.
È un tema attuale e necessario, quindi dobbiamo mantenere alta l'attenzione. È importante per noi, in quanto Consiglieri e legislatori avere dati costanti su cosa succede nei consultori, su quali sono le persone, le donne, ma anche le coppie che si rivolgono, quali caratteristiche hanno, quali sono le domande, per tarare meglio le nostre politiche, accanto al tema dell'eventuale obiezione anche nei consultori che esiste.
Ho sentito i tecnici e gli specialisti: esiste probabilmente un problema di interpretazione rispetto a questo, però noi dobbiamo scongiurare il fatto che anche i consultori siano bloccati nella loro azione di ruolo sulla legge 194, e quindi succeda che dei consultori respingano delle donne che richiedono la prescrizione, che non siano accoglienti in questo senso, con la consapevolezza che il tema dell'interruzione di gravidanza riguarda una percentuale - per fortuna anche modesta delle donne che accedono ai consultori e che accanto a questo esiste tutta un'altra serie di attività e di funzioni che devono essere sostenute e mantenute vive e vitali.
A questo proposito, voglio ricordare (anche nella mozione vi si fa cenno) il tema del mantenimento della funzione originaria dei consultori quella del libero accesso, delle prestazioni gratuite, del non sottoporre a ticket una serie di analisi ed approfondimenti diagnostici che magari vengono richiesti all'interno del Consultorio e che snaturano la vera funzione dello stesso, ma soprattutto rischiano di allontanare le donne con maggiori difficoltà economiche o le giovani ragazze.
È importante che noi, anche con questa approvazione, lavoriamo e ci battiamo per mantenere il carattere inclusivo dei Consultori e anche il ruolo che hanno nell'autodeterminazione delle donne, soprattutto quelle giovani. Oggi pensiamo che i giovani e le giovani sappiano tutto, che siano informati, che andando su Internet sappiano tutto anche della loro sessualità; in realtà, non è così. Sono soli, hanno paura, improvvisano come facevamo noi ai nostri tempi o come ai tempi dei nostri nonni, e poi succedono gli episodi come quello che è andato alle cronache soltanto ieri della ragazza sedicenne che butta la neonata dal balcone. Posso immaginare i nove mesi di angoscia e disperazione che ha abbia passato una ragazza di 16 anni che non ha il coraggio di parlare con i familiari, che non ha trovato nessuno a cui confidare le sue preoccupazioni e che non ha trovato nessuno, prima, che le abbia spiegato come si vive il sesso, come ci si comporta con il compagno, come si affrontano queste questioni.
Questi temi devono farci riflettere, al di là del bisticcio su una norma o sull'altra, al di là del trovare le condizioni normative più giuste. Abbiamo ancora molta strada da fare in questo senso, però sappiamo anche che occorrono gli strumenti. I consultori sono uno strumento importante, da questo punto di vista, ed è per questo che chiediamo all'Assessore Saitta, ma anche all'Assessore Ferrari e all'Assessora Cerutti, di fare integrazione su questi temi, di lavorare insieme, perch di strada da fare - ripeto - ce n'è ancora molta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Colleghi, l'ordine del giorno sembra quasi diviso in due: una parte è di per sé, condivisibile, nel senso che individua i consultori come luogo non soltanto di attuazione della legge 194, ma va anche oltre. Io ritengo che tutto ciò che individua sportelli, luoghi di accesso al pubblico multidisciplinari sia, di per sé, positivo. Lo sarebbe nei consultori, lo sarebbe nei Centri per l'Impiego.
Noi, oggi, abbiamo e paghiamo moltissime strutture (da un punto di vista della struttura fisica e da un punto di vista del personale che vi è all'interno) e poi, magari, non avendo queste un carattere di multidisciplinarietà, comportano tempi di attesa o una distanza tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini che, invece, potrebbero essere superati con una forma dei multidisciplinarietà da parte di queste strutture, presenti su tutto il territorio regionale.
Questa, secondo me, è la parte positiva presente all'interno dell'ordine del giorno, che è tutta quella che precede la parte dell'impegno della Giunta. Cioè tutta la parte narrativa si fonda su questo principio che io ritengo (poi, per carità, su ogni ordine del giorno si possono fare delle considerazioni), nel suo impianto, condivisibile.
Vi è, però, una seconda parte, che è stata accentuata dall'intervento dei colleghi - in particolar modo l'ultimo punto - che invece sconta quasi una valutazione ideologica rispetto alla legge 194, facendo sempre finta o badando o prestando più attenzione alla 194 quasi fosse la legge che prevede esclusivamente l'interruzione di gravidanza. Noi sappiamo che non è così. Lo si dice anche nella prima parte dell'ordine del giorno e soprattutto, è strano che lo dica la stessa area politica, cioè il centrosinistra, così come il Movimento 5 Stelle, che in qualche modo rispetta tutte le norme che in Parlamento vengono votate per l'autodeterminazione di un cittadino, quindi dal testamento biologico ovviamente, all'attività abortiva, dove si lascia alla scelta del cittadino se far nascere o non far nascere il figlio di una coppia, se voler interrompere o meno la propria vita qualora si abbia una malattia o un incidente.
C'è una parte che tende a essere quanto mai liberale in termini di autodeterminazione dell'individuo e poi invece rispetta una pratica in cui ognuno di noi potrà avere delle valutazioni differenti. Certamente le ha il sottoscritto e il movimento che rappresento rispetto ai firmatari dell'ordine del giorno, rispetto a una pratica che non si può dire che non sia significativa da un punto di vista di una scelta personale, che è quella dell'interruzione di una nascita. Invece, mentre all'interno del pubblico si può praticare l'obiezione, ovviamente la scelta del servizio militare quando esisteva, si può praticare una scelta rispetto a tutta una serie di attività, siano esse legate alla nascita o alla morte, ma un medico non può invece scegliere una pratica di obiezione in una situazione così difficile, e se lo fa è un "furbetto". Nel senso che, mentre se noi consentiremo la possibilità di interrompere la propria vita questo è consentito, mentre consentiamo di interrompere la vita di chi ovviamente non ha alcuna responsabilità rispetto al fatto di nascere o non nascere salvo il fatto che un singolo genitore o una coppia decide che questa non avvenga, invece, non diamo la possibilità a chi opera in un settore così delicato di scegliere.
Questo è veramente un retaggio ideologico che sta all'interno della 194, dimenticando che la 194 ha due parti: una parte, che viene sempre citata, quella del medico obiettore che non interrompe delle vite, e una parte di cui ci si dimentica. Anche nell'ordine del giorno accade questo cioè viene ricordata la prima parte e viene dimenticata la seconda rispetto all'evitare l'interruzione di una vita. È sufficiente leggere la 194, perché tale legge parte da un assunto, che è quello di evitare l'interruzione di gravidanza, e individua l'interruzione di gravidanza solo come ultima ratio nel momento in cui non sono state praticate tutte le altre formule.
Allora, perché a me non dispiaceva la prima parte dell'ordine del giorno? Perché se i consultori fossero quello che la prima dell'ordine del giorno dice, faremmo finalmente dei consultatori non dei luoghi in cui viene interrotta con modalità differenti una vita, ma dei luoghi in cui vi è un percorso che, nel rispetto della 194, cerca di evitare l'interruzione di una vita e solo come ultima ratio prevede l'aborto. Invece, noi cosa facciamo? Noi ci ergiamo sulle forme di liberalismo sui diritti che hanno pervaso il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle in questi anni, e diciamo che se si è obiettori, perché si è fatta una scelta libera di non interruzione di una vita, allora si è trasferiti e si indice un concorso per assumere altre persone.
C'è un piccolo aspetto che è matematico e si direbbe di organizzazione: se ho una percentuale di obiettori che supera ampiamente il 50 per cento ti posso trasferire dove vuoi, ma non risolverò mai quella situazione anche perché non è che quando uno fa un concorso, fa un concorso in cui c'è scritto che nella vita non può diventare obiettore. Perché posso fare un concorso, posso esercitare, come è avvenuto per alcuni medici l'interruzione di gravidanza e, a un certo momento, decidere di non esercitarla più. Io credo che questo vada sacrosantamente rispettato come avviene in molte altre situazioni.
Per questo motivo credo che l'ordine del giorno sia un'occasione sprecata, perché se la parte narrativa fosse stata pari alla parte deliberativa, allora avremmo provato a individuare anche modalità differenti di utilizzo degli Uffici di relazione con il cittadino, che è una cosa estremamente significativa. Purtroppo è rimasta nella parte narrativa e, ahimè, nella parte in cui si impegna la Giunta vi è solo un'antica, vecchissima concezione abortista che si indica per arrivare al punto finale: non sei abortista, ti trasferisco e assumo un altro abortista al posto tuo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Provo a sintetizzare e chiedo scusa di non aver potuto ascoltare gli interventi che hanno preceduto quello di Vignale.
In Piemonte, il quadro, come è stato ricordato, è complessivamente positivo. Nel senso che la 194 è stata applicata bene; non ci risulta l'avevo fatto allora, quando erano state presentate le proposte - che in qualche parte del Piemonte sia stato negato questo diritto, per cui il problema di fatto non sussiste. Inoltre, abbiamo complessivamente un buon servizio di assistenza territoriale, che sicuramente è da potenziare quindi tutte le sollecitazioni sono utili.
Complessivamente, anche facendo un confronto con le altre Regioni, la nostra situazione è sicuramente migliore, agli effetti dell'applicazione della 194, sicuramente diversa rispetto al Lazio, per citare il caso in cui un po' queste opinioni e questi documenti sono nati. Per la verità, l'unico problema che avevamo censito era un problema - al limite, posso usare questo termine - a Novara, però in ogni caso i problemi erano stati risolti.
Pertanto, la sollecitazione che viene fatta in qualche maniera in modo abbastanza puntuale di avviare un'analisi come si diceva finanziata, ma soprattutto monitorare la situazione e prevedendo anche nel caso in cui questa situazione oggi positiva dovesse creare dei problemi, questo invito che viene fatto dal Consiglio di adottare misure finalizzate attraverso a garantire la 194, per quanto riguarda la Giunta, ci troviamo d'accordo però obiettivamente la nostra situazione è favorevole e suppongo, per quello che ho visto finora e per i provvedimenti adottati dalle Aziende sanitarie, che il problema non esiste, ma qualora dovesse riscontrarsi problemi, attraverso il monitoraggio, è chiaro che dovremmo attrezzarci per dare delle risposte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1016, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Volevo solo far presente - lo dico perché stiamo discutendo di mozioni che interessano tutti i Gruppi consiliari - che questo Consiglio sta andando avanti senza la sospensione, quindi senza che venga meno il numero legale, solo perché le opposizioni stanno continuando a votare. Non è una valutazione politica nei confronti delle opposizioni, lo dico nei confronti della maggioranza.
Spiace un aspetto. Se c'è un provvedimento normativo o ci sono atti che riguardano esclusivamente la maggioranza, la maggioranza cerca di essere presente, ma se, come oggi, ci sono atti di indirizzo, pur importanti, che riguardano tutti i Gruppi consiliari, credo che la maggioranza non abbia mai raggiunto il numero legale.



PRESIDENTE

Per dovere di cronaca, leggo l'esito della votazione, visto che non è visibile a tabellone: presenti 33, contrari nessuno, favorevoli 26 astenuti 3, non votanti 4.
La mozione è approvata.


Argomento: Opere pubbliche - Trasporti su gomma

Ordine del giorno n. 370 presentato da Motta, Appiano, Caputo, Ferrentino Ottria e Ravetti, inerente a "Inserimento della tangenziale Sud-Ovest di Asti tra le compensazioni prioritarie legate all'autostrada Asti-Cuneo nell'ambito del piano pluriennali per le grandi opere" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 370, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno è del 18 maggio 2015. In questi due anni ci sono stati notevoli sviluppi per la situazione dell'Asti-Cuneo e nelle recenti dichiarazioni del Ministro Delrio abbiamo saputo che si stanno facendo, con il Ministero e gli Enti locali interessati, valutazioni più approfondite sulle concessioni e su un progetto molto più semplice e meno oneroso di completamento dell'Asti-Cuneo.
Chiediamo, pertanto, di sospendere la discussione di questa mozione e di ripresentarla non appena ci saranno informazioni più precise sull'iter dell'Asti-Cuneo. Soprattutto perché questo ordine del giorno chiede di impegnare la Giunta nell'inserimento da parte del Governo della tangenziale sud-ovest di Asti tra le infrastrutture compensative connesse all'autostrada Asti-Cuneo.
Vorremmo capire qual è l'iter definitivo che con il Ministero e gli Enti locali interessati si sta portando avanti per avere un impegno più forte da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Il punto 8) all'o.d.g. è sospeso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Io ci tengo a intervenire su questo tema.



PRESIDENTE

Ma è stato sospeso, non siamo nella trattazione.



CAMPO Mauro

Ma la questione è importante. Non è che sia in corso chissà che cosa.
Di fatto, è stato cancellata un pezzo dell'autostrada e il Ministro Delrio ha detto che deve essere fatto un atto.



PRESIDENTE

Consigliere, ripeto, non stiamo trattando il punto all'o.d.g., non siamo nella discussione di quell'atto di indirizzo. La Consigliera Motta lo ha sospeso.



CAMPO Mauro

Sarebbe stato meglio ritirarlo.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 1023 presentata da Vignale, Berrutti, Pichetto Fratin Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Assistenza pediatrica carente nelle zone montane"; mozione n. 972 presentata da Bono, Valetti, Mighetti Bertola, Frediani e Batzella, inerente a "Pediatri di libera scelta nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1023, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato un ordine del giorno che affronta un tema che, per la verità, ha un rilievo nazionale. Nel senso che vi sono specialità mediche che hanno carenze in gran parte delle realtà italiane e la nostra regione ha una carenza per certi versi ancora maggiore, visto la sua conformazione geografica e la presenza di zone, da un punto di vista dell'estensione chilometrica, con un numero limitato di popolazione e di popolazione pediatrica.
In questo momento all'interno della nostra regione vi è una percentuale assolutamente rilevante di minori da zero a 14 anni che non hanno assistenza pediatrica. Questa percentuale, in realtà, è calcolata in modo ridotto, perché mentre da zero a sei anni vi è un'obbligatorietà rispetto alla presenza di un medico pediatra, ma da sei anni in poi un bimbo pu essere seguito da un medico di medicina generale.
Perché questo avviene? Avviene per due motivi, come l'Assessore sa.
Avviene perché in alcune zone riuscire a raggiungere il numero di bambini per un pediatra è estremamente complicato e in altre zone, ancorché il numero vi sia, sono talmente vaste che una famiglia, se deve percorrere 25 chilometri di montagna - e non soltanto di montagna - per avere un pediatra di libera scelta, è evidente che preferisce iscriverlo presso il medico di medicina generale presente nel Comune in cui risiede o a pochi chilometri in cui risiede.
Tenete conto che quest'aspetto, per dare il senso della gravità della situazione, non è un aspetto che riguarda qualche remota valle montana della provincia di Torino, del Cuneese, del Biellese o dell'Ossola, ma anche all'interno del capoluogo della regione, anche all'interno della Città di Torino. Come in altre grandi città, visto che il numero di pediatri non è sufficiente per la popolazione pediatrica, quando un bimbo nasce viene iscritto presso un pediatra e, automaticamente, viene "cancellato" un ragazzo di 14 anni che viene preso in carico da un medico di medicina generale.
Non interessa tantissimo questo tema all'Assessore Saitta, stiamo parlando di pediatria nel Piemonte, quindi dovrebbe essere di sua competenza, riguarda anche la Città di Torino, come riguarda i grandi centri. Figuriamoci quanto interessi il resto delle nostre aree.
Cosa chiede la nostra mozione? La nostra mozione chiede due cose.
Intanto che venga presentata alla Commissione consiliare entro trenta giorni la situazione del servizio pediatrico in Piemonte e le carenze delle stesso, con un'avvertenza che è contenuta all'interno dell'ordine del giorno e che, se necessario, chiariremo nella richiesta di comunicazione.
L'OMS individua la necessità di un medico pediatra dagli zero ai 14 anni. Lo dico perché, dai i dati che ci fornisce, la Regione in realtà calcola la copertura dell'assistenza pediatrica da zero a sei anni; e dal settimo anno in poi, se il minore ha un'assistenza non pediatrica, questo elemento non viene considerato come mancanza. Invece, al contrario, per quanto riguarda le linee guida - ma anche per quello che è il nostro Piano Socio Sanitario - il minore avrebbe necessità di un medico pediatra.
Che cosa chiede quest'atto d'indirizzo? Oltre a una comunicazione, che credo sarebbe utile a tutti - noi personalmente non sappiamo quali siano le carenze e anche come siano distribuite nel territorio regionale - anche di prevedere l'attivazione di sportelli pediatrici, che in alcune realtà sono stati aperti - è accaduto anche durante il mandato di questa Giunta regionale - che svolgono un servizio utile per tutta una serie di aspetti: certamente quello di avere un servizio specialistico, quello di evitare che ci sia un'affluenza superiore al normale nell'utilizzo del pronto soccorso e, per esempio, rispetto al tema complessivo che riguarda le vaccinazioni.
Noi, cioè, stiamo discutendo - vogliamo discutere con celerità - il tema legato alle vaccinazioni, partendo sempre dal presupposto che non stiamo parlando di minori senza medico, perché questi hanno un medico di medicina generale che, come tale, ha tutte le competenze per poter seguire in modo adeguato e accurato un minore. Però è altrettanto evidente che se è necessaria, come crediamo tutti lo sia, la figura del medico pediatra crediamo si debba operare con i numeri che - ahimè - l'Università dà, sia in termini generali che per numero di medici.
Questa è una Nazione che si deve preoccupare rispetto all'età generale dei medici. Io credo che quando leveremo quella follia del numero chiuso gestito come oggi, ricominceremo ad avere medici e anche medici in alcune specialità. Il collega Boeti - non lo vedo - ci potrebbe dire quanti ortopedici, quanti pediatri, quanti anestesisti mancano in Piemonte. Quindi questo non è solo un aspetto che riguarda la pediatria, però crediamo che siano importante - e concludo - da una parte, appunto, il censimento e dall'altra parte l'attivazione di sportelli pediatrici.
Faccio l'esempio da cui è nato questo ordine del giorno in termini di sollecitazione (ma poi abbiamo visto che la carenza è decisamente maggiore): un'intera valle come la Valchiusella aveva un ambulatorio pediatrico che apriva il sabato mattina e che in qualche modo dava a quella Valle un servizio che oggi non c'è più; e sono molte altre le zone in cui questo si verifica.
Devo dire quindi di credere che quest'attività sia un'attività che ha peraltro, un bassissimo costo, perché parliamo di alcune ore settimanali per l'apertura dello sportello, elemento che garantisce un buon servizio e che quindi in qualche modo riesce a dare una copertura che non sarà quella prevista dall'OMS ma, rispetto al numero di pediatri oggi presenti, riesce comunque a dare un servizio a tutti i minori da zero a 14 anni in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come le ho anticipato, chiederei di attrarre alla discussione di questo atto la mozione n. 972, che riguarda sempre il tema della carenza dei pediatri di libera scelta. Chiedo quindi a lei, se possibile, di procedere con questa attrazione.



PRESIDENTE

Visto che l'argomento è lo stesso, perché anche questo atto riguarda la carenza di pediatri, se l'Aula acconsente, proporrei l'attrazione della mozione n. 972.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nel tempo in cui gli Uffici provvedono all'inserimento - giustamente i colleghi lamentano che la mozione non è ancora caricata nella Intranet di supporto al Consiglio - informo che si tratta di un atto più vecchio di quello presentato dal collega Vignale, rubricato n. 972, e che tratta sempre del reperimento dei pediatri di libera scelta.
Questo è un problema che ovviamente riguarda anche i medici di medicina generale che, avendo una convenzione ed essendo sostanzialmente dei simil liberi professionisti ma convenzionati con le Aziende sanitarie, hanno la facoltà di scegliere l'ubicazione del loro ambulatorio, laddove a loro più aggrada, anche in relazione al reperimento dello stabile o degli spazi in cui esercitare la professione.
Ci sono state segnalate diverse difficoltà, anche nell'ambito della Città di Torino, ma non solo; c'è stato un recente caso, per esempio, in una frazione di almeno 2.000 abitanti del Comune di Rivoli, in cui mancava proprio un pediatra e quindi le varie famiglie con bambini piccoli dovevano spostarsi di diversi chilometri per trovare un ambulatorio di un pediatra di libera scelta. Sapendo che l'ACN (Accordo di Convenzione Nazionale) non prevede dei vincoli o la possibilità di imporre l'ubicazione dell'ambulatorio dei pediatri di libera scelta in determinate aree carenti di pediatri, chiedevamo all'Assessore Saitta di poter mettere in atto un tavolo con le OO.SS. di categoria per valutare, almeno nel prossimo accordo regionale, un'indicazione relativa preferenziale alla localizzazione dei nuovi studi di pediatria di libera scelta nelle aree in cui ve ne è carenza; cercando, almeno nelle discussioni, nei tavoli e nei momenti di valutazione, di inserire come preferenza quella di ubicare gli studi dei pediatri di libera scelta nelle zone in cui non ve ne sono.
Si creano oggi, infatti, veramente situazioni complicate, a fronte magari anche di aggregazioni di pediatri - magari ce ne sono tre o quattro nello stesso stabile; che questo si verifichi a Torino o fuori, come ho detto prima portando il caso del Comune di Rivoli, dove se non sbaglio c'è stata addirittura l'intermediazione del Direttore generale dell'ASL, che ha invogliato un collega ad aprire lo studio in quella frazione che era scoperta (penso che l'Assessore Saitta abbia seguito la vicenda, perché tra l'altro è il suo Comune di residenza).
Vorremmo capire se c'è qualche strumento politico che possiamo mettere in atto, proprio per cercare di venire incontro a questa difficoltà.
Ribadisco che l'atto di indirizzo è nato in relazione a delle segnalazioni che mi sono venute dal Comune di Torino e che il collega Vignale ha scritto il suo sulle aree montane. Mi sembra che si tratti di una questione un po' più ampia e più generale. Se su questo, quindi, l'Assessore Saitta ci potesse dare delle indicazioni, noi volentieri potremmo anche modificare il testo dell'impegnativa per renderlo votabile e approvabile, proprio per avere poi un effetto pratico: ci interessa l'effetto pratico di poter trovare delle soluzioni condivise per far sì che, appunto, quando ci sono dei bambini in età pediatrica che sono malati, le famiglie possano non avere disguidi nello scegliere il medico, che magari è lontano chilometri.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie Presidente.
Alle osservazioni dei colleghi Vignale e Bono, mi permetto solo di aggiungere un altro passaggio, per enfatizzare la necessità che l'Assessorato di competenza e l'Assessore prendano comunque atto e valutino attentamente queste richieste. Auspico che, tra le altre cose, il Consiglio regionale voglia supportare questo ordine del giorno e quello del collega Bono.
Rifacendomi ad un'audizione svoltasi in IV Commissione non più tardi di un mese fa, come anche gli infermieri pediatrici riportavano, in questo momento l'attenzione all'interno degli ospedali e le assunzioni che vengono fatte non tengono in considerazione la fascia di età da zero a 14 anni, che necessita comunque di un'assistenza specifica e costituisce anche - mi permetto di dirlo - un investimento sul futuro dei nostri bambini, perch poter intervenire in età non avanzata su quelle che possono essere anche patologie semplici, che potrebbero portare successivamente, in età adulta a patologie molto più gravi, è un'azione di prevenzione.
Rispetto a questo, penso che sia la IV Commissione sia l'Assessore di competenza debbano immaginare di aprire comunque una valutazione attenta, a 360 gradi, sul tema della pediatria.
Questo ordine del giorno e la mozione del collega Bono, test presentata (anche se non abbiamo ancora il testo caricato), indicano comunque che un percorso deve essere fatto all'interno della Regione Piemonte, che speriamo possa essere condiviso anche dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non abbiamo il testo illustrato dal collega Bono, quindi prendiamo in esame in primis quello illustrato dal collega Vignale.
Sicuramente, è un tema molto sentito nelle aree montane ed è molto importante che sia stato posto all'attenzione del Consiglio.
Noi siamo d'accordo sulla premessa del collega Vignale e siamo d'accordo che venga presentata in Commissione consiliare; decida l'Assessore Saitta se possono essere mantenuti i 30 giorni per discutere in Commissione sulla situazione del servizio pediatrico in Piemonte, in particolare nelle aree montane.
In relazione al secondo comma del dispositivo, che impegna la Giunta regionale "a prevedere l'attivazione di sportelli pediatrici laddove il servizio sia carente o inesistente", a noi sembrerebbe estremamente utile svolgere questa valutazione dopo aver visto la relazione dell'Assessore nel senso che, dopo che in Commissione l'Assessore avrà presentato la copertura del servizio e la presenza del servizio in particolare nelle aree montane, laddove individueremo, con un minimo di oggettività, le carenze o addirittura, l'assenza del servizio pediatrico di base, allora chiederemo che si possa prevedere l'attivazione del servizio, in modo da avere una distribuzione capillare facilmente accessibile, perché è vero che in molti casi ci sono decine di chilometri per raggiungere il servizio pediatrico quindi, molte volte - per questo come per altri servizi sanitari in montagna - il rischio è che la famiglia o l'utente non possa accedere al servizio.
Chiediamo soltanto se possiamo scrivere diversamente il secondo comma proprio per rafforzarlo, cioè prevedere la richiesta di attivazione, che ovviamente deve essere oggetto di trattazione anche con l'Ordine dei medici, perché, per esperienza personale, non sempre i medici pediatrici sono disponibili. In ogni caso, occorre da parte dell'Amministrazione comunale, laddove si prevede la presenza del pediatra, mettere a disposizione, il più delle volte gratuitamente, il locale per l'attivazione del servizio, perché non sempre si trova la disponibilità a polverizzare sul territorio montano la presenza di questo servizio.
Pertanto, a noi sembrerebbe estremamente più utile svolgere questo approfondimento dopo che l'Assessore avrà relazionato in Commissione sulla presenza e sulla diffusione del servizio nelle aree montane.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non devo intervenire, ma, rispetto alla proposta avanzata del collega per noi va bene, è sufficiente che si inserisca una frase anche generica di garanzia del servizio, come "a prevedere misure finalizzate a garantire il servizio pediatrico". Intanto noi sappiamo che la carenza esiste.
È corretto che vi sia un'indicazione del livello di carenza e mi permetto di ricordare all'Assessore e anche al Presidente la fascia di età da zero a 14. Lo dico perché, oggi, viene misurata da zero a sei, quindi da sette a 14 non viene misurata come carenza pediatrica: è possibile farlo però è evidente che sarebbe interessante capire qual è la carenza da zero a 6, quella da zero a 14 e, poi, intravedere misure che spetterà alla Giunta prospettare. Gli atti di indirizzo, come tali, danno un indirizzo, ma sono atti di governo, perché sarà la Giunta a farli.
Pertanto, se ai colleghi può andare bene la frase "a prevedere misure finalizzate a garantire il servizio pediatrico", la sostituiamo con il secondo punto.



PRESIDENTE

Va bene, i colleghi Consiglieri acconsentono.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Credo di dire una cosa impopolare...



PRESIDENTE

Impopolare o popolare?



GANCIA Gianna

Impopolare, come sempre, ma credo nella responsabilità e anche nell'intelligenza dei cittadini, non me ne vogliano i Consiglieri.
Credo, innanzitutto, che la maternità non sia una malattia, e questo è un passaggio molto importante, perché, ultimamente, come tale viene trattata. E se chi ha un figlio nella fascia di età zero-14 anni - in tanti hanno avuto questa fortuna - anche se qualche volta deve farsi qualche chilometro per portarlo dal pediatra, sono poi tre o quattro volte all'anno, altrimenti, piuttosto che discutere questi ordini del giorno al Presidente Chiamparino, così come al Presidente Cota prima, non resta altro che metterci d'accordo e battere moneta! Ma non vengo incontro a lei Presidente, non dico questo per difenderla, però occorre un po' di buonsenso nelle situazioni.
Spero che un giorno tocchi ancora a noi governare la Regione Piemonte: sicuramente una maggiore redistribuzione occorre, ma pensiamo anche a cosa fanno i medici di base e a cosa fanno i pediatri, alla differenza di stipendio tra un medico ospedaliero, un pediatra ospedaliero, un chirurgo e un medico di base o un pediatra di base: ho visto su una busta paga - non ne faccio una questione di soldi - di un massimalista pediatra 12.000 euro netti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo solo segnalare ai colleghi che la mozione a mia prima firma è caricato sul supporto della Intranet della seduta del Consiglio.
Ho illustrato molto rapidamente la mozione, in quanto in buona parte era già stata illustrata dal collega Vignale. Solleviamo anche noi nell'oggetto della mozione, come potete vedere, il tema del rapporto ottimale per la liberazione di spazi ed assegnazione di spazi a pediatri nelle zone carenti.
Quindi, il tema è un pediatra ogni 300 o 600 residenti di età da zero a sei anni e sottolineiamo anche il fatto che il pediatra oggi debba seguire l'assistito fino a 14 anni, quindi non si capisce come mai si tengano i sei anni.
Però sottolineiamo ancora una volta che, all'interno di un'area in cui viene definita una carenza operativa, è ovvio che non ci può essere un vincolo sul dove localizzare, perché sono aree magari molto ampie; ad esempio, la città di Torino suddivisa per le due vecchie ASL oppure i distretti. Le carenze vengono segnalate in due periodi diversi dell'anno ad aprile e a ottobre, poi ci sono le carenze straordinarie, che avvengono per cause di salute o altri tipi di cause veramente emergenziali da parte dei pediatri di libera scelta.
Però, per quanto riguarda la localizzazione geografica, non viene indicata nelle modalità di scelta all'interno dell'area ottimale, quindi si possono creare localizzazioni magari di più pediatri nella stessa conurbazione, lasciando le aree periferiche carenti di pediatri. Quindi c'è evidentemente un problema.
Su questo modificherei da subito la mia mozione su un ambito regionale perché in effetti, avendo sollevato il tema delle aree montane, limitarla solo all'area di Torino mi sembra un po' riduttivo, perché è un problema che riguarda tutte le province e tutti i comuni grandi e piccoli. Pertanto se i colleghi sono d'accordo nel recepirla, già da subito la modificherei in un'ottica regionale.
C'è veramente un problema che deve trovare una soluzione e se ne deve discutere nel nuovo accordo integrativo regionale, se non quello nazionale su cui comunque l'Assessore Saitta ha possibilità di incidere. È veramente un problema sentito e non è il fatto di prendere il figlio malato e spostarsi di due-tre chilometri come diceva la collega Gancia, e non è neanche questione di soldi, perché credo che si possa trovare un accordo politico senza dover dare un corrispettivo per dire ad un pediatra di libera scelta di localizzarsi in una zona realmente carente.
Penso che si possa facilmente trovare un accordo politico che non sia oneroso senza grandi problematiche e senza eccessivi intoppi burocratici.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Volevo soltanto riprendere qualche considerazione che può essere utile per la decisione conclusiva da parte dell'Assemblea. Innanzitutto c'è un tema che riguarda il rapporto tra sistema sanitario, medici di famiglia e pediatri di libera scelta.
Il collega Bono sa perfettamente che i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta sono dei professionisti. Poi su questo si può discutere ma in ogni caso giustamente rivendicano la loro autonomia, non soltanto professionale, ma anche organizzativa. E qualunque tentativo compiuto nel passato, indipendentemente dal colore dei Governi, per portare il sistema dell'assistenza primaria in modo più preciso e più governato dal sistema sanitario pubblico, non si è mai riusciti a farlo. C'è questa rivendicazione che esiste ed è un dato di fatto; non esprimo un'opinione ma la loro autonomia professionale c'è sotto tutti gli aspetti, quindi riguarda anche la collocazione della loro attività. È chiaro che decidono in base a diversi elementi che non sta a me valutare: la centralità, la non centralità, i pazienti. In ogni caso, è una scelta che compiono autonomamente e con l'attuale normativa e con l'attuale contratto ACN, che è stato richiamato, quindi non è possibile imporre alcunché.
Suppongo, per quello che capisco e che si sta discutendo, che anche per quanto riguarda il futuro ACN la posizione non cambierà, perché viene rivendicata, sempre con forte determinazione, una grandissima autonomia.
Questo è bene saperlo per evitare di dare indicazioni che poi non solo non troveranno applicazione, ma rischiano di mettere in conflitto il sistema sanitario regionale con la medicina territoriale. E non credo che convenga a nessuno, ma dico delle cose abbastanza scontate.
Il secondo tema riguarda il rapporto numerico e noi possiamo dare qualunque indicazione (300-200-500), ma dipende sempre dai medici realmente a disposizione. Su questo il collega Vignale ha sollevato un problema di grande interesse, che trovo veramente centrale, che è di tipo prospettico perché credo che sia giunto il momento in cui rivedere le modalità di formazione e di selezione dei medici, probabilmente anche il numero chiuso.
Va proprio rivisto il sistema, perché la carenza dei medici c'è già adesso non in misura consistente, ma ho visto uno studio fatto dagli stessi medici di famiglia su che cosa succederà tra dieci anni, dal quale emerge un problema serio di carenza di medici di famiglia e anche di pediatri di libera scelta. Non vi è soltanto questo, che già per sé è preoccupante, ma anche una carenza di alcune specializzazioni, ad esempio anestesista ed ortopedico. Complessivamente in Piemonte incominciamo ad avere qualche problema nella copertura di alcuni posti, ma vi posso dire che in alcune Regioni di Italia non riescono neppure più a coprire i posti dei medici di emergenza. Ovviamente dipende dalle situazioni, ma il tema esiste.
Pertanto, se dovessi esprimere un'opinione, trovo estremamente interessante il tema della carenza, che già esiste, per il futuro. Quindi sicuramente a livello di governo occorre modificare alcune modalità e soprattutto, fare in modo che il sistema universitario nazionale si organizzi per poter garantire le specializzazioni necessarie in base alla domanda che viene dal sistema sanitario, perché di fatto c'è uno scollamento.
Questo mi sembra il grande tema politico che probabilmente, se è opportuno, varrebbe la pena inserire, ma in ogni caso resta. È una valutazione che stiamo facendo anche a livello nazionale nei confronti del Governo, perché ci sono problemi seri che stanno nascendo in tutta Italia.
L'altro tema, in questi primi segnali di difficoltà, riguarda i pediatri di libera scelta.
Complessivamente, i Direttori delle Aziende Sanitarie hanno tentato e trovato - qualche volta con successo - una risposta attraverso un lavoro molto attento di convincimento dei pediatri di libera scelta, quelli che ci sono (bisogna fare i ponti d'oro: l'orario, mettere a disposizione, ecc.).
È così: quando c'è una rarità di medici, è chiaro che si tratta di trovare con loro un'intesa e - anche qui - non conviene assolutamente aprire un fronte.
Però, complessivamente il tema è stato affrontato abbastanza bene. In futuro sarà difficile.
Ci tengo, però, a rilevare che, quando abbiamo parlato di Case della Salute, ne abbiamo parlato non soltanto in termini strutturali, ma anche in modo funzionale, cioè la medicina di gruppo, ecc. Noi abbiamo previsto la possibilità di finanziamento delle Case della Salute dove c'è il pediatra di libera scelta. Quindi, anche rispetto alle osservazioni della collega Gancia, il tema è che, essendoci complessivamente una carenza, la modalità migliore dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta è quella di lavorare assieme.
La modalità è quella che nella medicina di gruppo funzionale, quindi non parlo di Arona, non parlo di Avigliana, ma mi riferisco a quando i medici decidono di stare assieme, consente - attraverso l'intervento della Regione - di avere quel minimo di diagnostica essenziale per poter dare le risposte che valgono per gli adulti e valgono anche per i bambini.
Ci tenevo a dare queste indicazioni, che mi sembrano utili. È chiaro: sono d'accordo che venga fatto il censimento e si riferisca sulla situazione, ma credo che occorrerebbe preoccuparsi anche del tema più generale della carenza dei medici nel nostro sistema sanitario, per evitare quello che già sta avvenendo in qualche Regione: una sorta di importazione da alcuni paesi europei, nei confronti dell'Italia. Non che questo sia un fatto grave, non sostengo che bisogna porre delle barriere, ma sicuramente occorre organizzare il sistema pubblico per avere le specialità adeguate alla domanda.
Questo diventa fondamentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Considerando la discussione e l'intervento dell'Assessore Saitta propongo al mio Gruppo di astenersi sulla mozione del collega Bono, perch va a impegnare l'Assessore su un ambito di contrattazione nazionale dove sappiamo benissimo che i margini sono pressoché impraticabili. Sarebbe bello, ma se il pediatra è quella figura, che ben conoscono i colleghi, di professionista convenzionato, credo che non ci siano margini per andare a prevedere un'ubicazione forzosa dello studio.
Il problema posto dal collega Vignale - è già stato detto - è di assoluto rilievo: entriamo nel merito di una annunciata carenza di medici.
Noi medici ondata degli anni Cinquanta stiamo uscendo di scena, quindi i cosiddetti baby boomers hanno dietro un numero molto esiguo di colleghi. Il discorso che lei ha fatto, ovviamente, si può replicare per urgentisti ortopedici e molte altre figure. Andremo sicuramente incontro a tempi duri quindi ben venga la sollecitazione a rivedere le modalità di reclutamento dei medici.
Ciò detto, penso sia opportuno avere una fotografia. Forse 30 giorni sono un po' velleitari, magari se ci prendiamo tre mesi per chiedere alle Aziende questa fotografia e fare ragionamenti di conseguenza, siamo su un terreno più realistico.
Se il collega accetta di spostare l'arco temporale, vediamo bene questa richiesta di avere una fotografia. È anche un tempo che ci consentirebbe di dare alle Case della Salute quella dimensione di approccio interdisciplinare medici di famiglia-pediatri di libera scelta, e quindi se possibile - supplire con queste strutture che sono, nella sanità territoriale, una carenza che temo non sarà contingente.
Conclusione: astensione sull'ubicazione degli studi pediatrici nella Città di Torino e voto a favore, se il collega Vignale sposta dai 30 ai 90 giorni.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, la modifica che ha detto è 60? Assessore, va bene 60? Va bene.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1023, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
In merito all'ordine del giorno n. 972, la parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Spiace sempre che gli ordini del giorno vengano bocciati: credo non faccia piacere neanche alla maggioranza, a meno che sia un tema divisivo.
Ritengo che questo non sia un tema sul quale possiamo avere posizioni diverse, quindi chiedo - se possibile - al collega Allemano di valutare con l'Assessore Saitta se c'è la possibilità di trovare una formulazione che vada bene a tutti.
Capisco che sia difficile all'interno dell'accordo collettivo nazionale, perché l'impegno non è che l'Assessore Saitta vada a Roma e risolva la questione. L'impegno era quello di valutare, d'accordo con le organizzazioni sindacali, di trovare eventualmente una soluzione.
Se vi mette in imbarazzo il discorso dell'accordo collettivo nazionale perché comunque è un tema nazionale, anche se l'Assessore Saitta è coordinatore degli Assessori alla sanità regionali, possiamo trovare un'altra formulazione. Ad esempio, il caso di Rivoli è stato risolto credo dall'Assessorato alla sanità - tramite il Direttore generale dell'Azienda. Quindi non so se, cambiando "l'accordo collettivo nazionale" in "con un dialogo con i Direttori generali delle Aziende" può essere accoglibile.
Ditemi voi, perché ritengo sia un tema - capisco, visto anche le facce di alcuni colleghi di maggioranza - condivisibile.
Se vogliamo, possiamo rinviarlo a oggi pomeriggio, così prendiamo ancora un attimo di tempo per parlare con l'Assessore.
A questo punto, però, rinviamo la discussione.



PRESIDENTE

Consigliere Allemano, per voi va bene? Perfetto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



< torna indietro