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Dettaglio seduta n.220 del 11/04/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione a risposta immediata n. 1530 presentata da Monaco, inerente a "Sicurezza ex presidio ospedaliero di Giaveno"


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1530, per illustrare la quale ha la parola il Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
L'occasione del furto, apparentemente banale ma significativo, di un televisore nella sala riunione dei pazienti nella struttura sanitaria che insiste ancora a Giaveno induce la necessità di un quesito, che è quello che andiamo a porre. In realtà, si tratta solo dell'occasione per segnalare una cosa ormai frequente e rilevante in tutte le strutture pubbliche e in particolare sanitarie, anche per la facilità di accesso da punti diversi oserei dire, quindi, che queste sono dei colabrodo sotto questo aspetto, ma proprio perché sono strutture che non devono avere caratteristiche di sicurezza rispetto all'esterno, ma di fruibilità.
Ebbene, i furti, più o meno gravi, avvengono in tutte le strutture.
Quelle piccole di tipo sanitario hanno subito un taglio di fatto di vigilanza, nel senso che la vigilanza notturna (anche quella armata) è stata soppressa, creando una sorta di perplessità e di timore crescente forse solo percepito ma che ovviamente merita attenzione da parte nostra e da parte delle Aziende preposte allo scopo e al funzionamento in termini di sicurezza.
Allora, questo tipo di furto - portare via un televisore, di sera o di notte, in una struttura che in quelle fasce orarie evidentemente non ha controllo e vigilanza, ma in cui allo stesso tempo non vi sono un passaggio e un flusso di persone tali da passare inosservati mentre lo si fa - lascia quantomeno perplessi.
Ci si chiede cosa si è fatto, cosa si farà e come si pensa di fare. Tra le ipotesi che sarebbe forse anche opportuno che le ASL prendessero in esame in queste circostanze, c'è anche quella di considerare utile che il personale sia periodicamente aggiornato e informato su cosa deve fare per tutelare la propria sicurezza e quella delle persone cui sono addetti in termini di lavoro. È, infatti, evidente che ci sono delle raccomandazioni agli operatori sanitari, ma potrebbe anche essere che queste raccomandazioni nel tempo possano assumere caratteri sfumati nella memoria delle persone e determinare quindi un rallentamento della vigilanza.
Non necessariamente, dunque, la vigilanza armata rappresenta il deterrente, ma certamente l'istruire periodicamente e sistematicamente il personale, raccontando loro quanto accade e cosa devono fare, può essere altresì utile.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie.
Leggo ovviamente la risposta a nome dell'Assessore Saitta, che gentilmente mi ha passato il testo.
La sottrazione di un televisore avvenuta la scorsa settimana presso il Presidio di Giaveno rientra in quella serie di eventi di microcriminalità che, purtroppo, coinvolge sul territorio numerose sedi istituzionali e pubbliche. Si tratta di un furto dallo scarso peso economico (il valore dell'apparecchio era inferiore a un centinaio di euro) e compiuto senza alcun segno di scasso. Date le modalità, non si può presupporre che sarebbe stato evitato neppure in presenza di un servizio di vigilanza notturna.
Presso il polo di Giaveno, infatti, gli accessi alla parte residenziale rimangono chiusi e allarmati nella fascia oraria notturna, dalle 21 alle 6.
In particolare, l'ASL TO3 precisa che nella circostanza sono state messe in atto le normali procedure che seguono la chiusura delle attività del turno pomeridiano, inclusa la turnazione finale di sorveglianza che precede il riposo notturno. Alle 21, ora in cui si chiudono in automatico le porte di accesso della portineria, è stato regolarmente effettuato il giro di perlustrazione da parte del personale di portineria. I soli due accessi alla struttura che rimangono fruibili dall'esterno sono pertanto quelli utilizzati per le attività del personale del 118 e di Guardia medica e il personale ha ricevuto specifiche raccomandazioni in merito alla necessità di assicurarne la chiusura, al di là dei servizi esterni effettuati.
In occasione del furto, per cui è stata immediatamente inoltrata denuncia alla competente autorità giudiziaria, che ha provveduto a effettuare una visita ispettiva, non è stato documentato alcun segno di scasso, effrazione o danno rilevabili a carico delle strutture, degli arredi o degli accessi, per quanto questo possa significare in termini di identificazione presunta dell'autore del furto. A questo proposito, sono in corso da parte dell'ASL TO3 i necessari accertamenti relativi alla notte fra il 4 e il 5 aprile, per verificare che nessuno degli operatori abbia dimenticato di chiudere le porte, come da specifica procedura comunicata il 22 novembre scorso, circostanza che esporrebbe il responsabile ad un procedimento interno.
In alcun modo, comunque, si può dire che i degenti o il personale in servizio abbiano corso rischi documentabili per la loro incolumità.
Alla luce di queste considerazioni, vanno respinte con forza le strumentalizzazioni, peraltro prive di fondamento, su presunti tagli che l'Assessorato avrebbe fatto compiere in materia di sicurezza e vigilanza.
L'Assessorato alla sanità non ha mai fornito indicazioni circa la riduzione delle spese su questo capitolo, in quanto l'onere previsto per i servizi di vigilanza viene determinato da ogni singola Azienda in base alle necessità reali. È bene poi ricordare che l'investimento dell'ASL TO3 in materia di sicurezza e vigilanza ammonta ad oltre 900.000 euro l'anno (nel 2016 è stato di 904.000 euro) e non è certamente diminuito nel tempo.
Con l'obiettivo di evitare sprechi di risorse pubbliche destinabili invece a servizi sanitari, la spesa è stata semplicemente mirata alla reale utilità, con il raddoppio della vigilanza notturna in ospedali come quello di Rivoli, dove si sono registrati in più occasioni episodi di questo tipo o dalla gravità ben maggiore.
D'altro canto, nei presidi in cui non vi è vigilanza attiva notturna sono comunque state adottate regole e misure di sicurezza che il personale è tenuto ad applicare. Nel caso specifico di Giaveno, poi, non è stato registrato alcun aumento o alcuna recrudescenza di episodi di microcriminalità nel corso dell'ultimo anno.
In conclusione, non sussistono elementi di preoccupazione sulla sicurezza del presidio e in particolare per le persone ricoverate, le quali non hanno comunque mai manifestato preoccupazioni in tal senso. Proprio per limitare il disagio degli ospiti della struttura, il Direttore dell'ASL Flavio Boraso ha disposto l'immediato acquisto di un nuovo televisore, che è già stato installato nella mattinata di venerdì 7 aprile.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1532 presentata da Conticelli inerente a "Contributi in base alla legge n. 13/1989 per l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli uffici privati"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1532, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Il tema delle barriere architettoniche è già stato trattato più volte da questo Consiglio e, pur nelle ristrettezze di bilancio, abbiamo anche cercato di intervenire in questo settore, in concomitanza con il percorso che stiamo facendo rispetto ai servizi per la disabilità; questo, però, per quanto riguarda gli edifici pubblici.
Per quanto riguarda le barriere architettoniche negli edifici privati queste si riscontrano spesso in abitazioni private e sovente in case popolari, perché è scarso il patrimonio di case popolari che sia specificatamente attrezzato per i disabili; senza considerare che spesso nel nucleo familiare magari la disabilità non è presente subito al momento dell'assegnazione, ma è incorsa in seguito, sia per motivi di età che per incorsa malattia.
Da legge nazionale è prevista, sulla base dell'ISEE, quindi delle condizioni familiari e del grado di invalidità del soggetto, la possibilità di un contributo pubblico statale veicolato dalle Regioni ed erogato attraverso i Comuni.
In realtà, c'è questa graduatoria, però sono diversi anni che non viene erogato il contributo. Quindi, parallelamente all'investimento che abbiamo fatto sull'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, la domanda è come possiamo agire anche su quest'altro versante che riguarda spesso nuclei familiari in fragilità sociale. Quindi affrontare senza nessun sostegno la spesa della rimozione di una barriera architettonica, che significa anche solo un montascale o l'eliminazione dei gradini, è spesso una spesa impossibile, cosicché abbiamo persone costrette alla prigionia all'interno dei loro appartamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Come si sa, la legge n. 13, che è proprio relativa al contributo per l'eliminazione e superamento di barriere architettoniche negli edifici privati, è una legge statale non più finanziata dallo Stato. Pertanto la Regione, da qualche anno a questa parte, si è trovata nelle condizioni di sopperire nei limiti del possibile a questa mancanza di finanziamento.
La Regione ha raccolto e ordinato in elenchi regionali il fabbisogno segnalato dai cittadini ai Comuni di residenza fino al 2011, quindi siamo in grado di dire qual è il fabbisogno fino a quest'anno in maniera specifica. Il fabbisogno rilevato ancora inevaso ammonta a euro 1.334.051,97 (residuo 2010) e a euro 3.350.705,99 (anno 2011).
A partire dal 2012, il fabbisogno relativo alle domande presentate dai cittadini può essere stimato massivamente, quindi nel complesso, a 3.350.000 euro all'anno. Facciamo una stima massiva, e quindi non la richiesta puntuale dei singoli Comuni, perché abbiamo l'esigenza di evitare il consolidamento di aspettative dei cittadini e l'insorgere di contenziosi. Perché presentare domanda non significa automaticamente avere diritto al contributo.
Sono molte, in effetti, le domande che, pur essendo state presentate poi non vengono accolte; quindi, in questo senso il contributo poi non viene effettivamente speso.
C'è poi il problema di come ci rapportiamo a livello nazionale, quindi il confronto con il Ministero delle Infrastrutture, che è quello competente su questa vicenda. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Direzione generale per l'edilizia statale, ha recentemente richiesto alle Regioni di segnalare il fabbisogno pregresso, al fine di valutare la finanziabilità all'interno della legge di bilancio del 2017 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019. Tale comma prevede, infatti, l'istituzione presso il MEF di un Fondo tra le cui finalità è ricompresa anche l'eliminazione delle barriere architettoniche.
La Regione ha risposto a questa richiesta del Ministero con una nota dell'8 marzo 2017, che allego alla risposta scritta, segnalando un fabbisogno complessivo, come sopra stimato, di euro 21 milioni e mezzo fino al 2016, quindi di questi sei anni complessivi. Fino ad ora non abbiamo avuto riscontri a livello ministeriale, quindi siamo in attesa di una risposta precisa in questo senso.
Tuttavia, nei limiti e nei vincoli che abbiamo a livello di bilancio abbiamo fatto in modo che nel bilancio regionale a oggi venissero previsti un milione e mezzo di cofinanziamento regionale per andare incontro alle domande relative agli anni 2010 e 2011.
Si può ancora osservare che, a livello nazionale, ma è una discussione in corso nel confronto tra Regioni e Ministero delle Infrastrutture l'orientamento che incominciava a prendere corpo, pur non ancora definito e stabilizzato, è quello di lavorare su sgravi fiscali relativi a interventi di ristrutturazione delle proprie abitazioni per l'eliminazione delle barriere architettoniche.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1536 presentata da Mighetti inerente a "Gravi dichiarazioni in merito ai controlli sulla presenza di amianto nelle terre e rocce da scavo provenienti dal Terzo Valico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1536.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché dovrebbe iniziare la Conferenza dei Capigruppo.
La questione è la seguente. Venerdì scorso all'Istituto Fermi di Alessandria si è tenuta una Conferenza alla presenza del Commissario del Terzo Valico, Jolanda Romano, i responsabili dell'ARPA Piemonte e della Regione Piemonte. A un quesito specifico intorno al tipo di analisi che vengono fatte sulle rocce e terre da scavo provenienti dal Terzo Valico per la ricerca della fibra di amianto, viene fuori che, in sostanza, al momento il COCIV non rispetta quanto stabilito dal famoso "protocollo gestione amianto" elaborato dagli Uffici regionali in collaborazione con ASL ed ARPA, contenuto anche nelle autorizzazioni ministeriali del 2015, ma lavora ancora secondo le disposizioni del decreto ministeriale n. 161/2012.
Questo metodo, cioè quello previsto dalla norma nazionale, è un metodo che garantisce un livello molto approssimativo di verità dei campionamenti per la ricerca di amianto. Si parla addirittura di un margine di errore intorno al 90 per cento Quindi, la domanda è che cosa intende fare la Regione in merito al rispetto di queste prescrizioni progettuali, perché tra il rispetto della norma nazionale, come vuole fare il COCIV, e il rispetto delle prescrizioni passa veramente la salute dei cittadini e delle persone che vivono vicino sia ai cantieri di scavo del Terzo Valico sia ai cantieri di conferimento delle terre e rocce da scavo del Terzo Valico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
La memoria che lascio è un po' più articolata,quindi vengo alla sostanza.
L'ARPA Piemonte e l'ARPA Liguria avevano individuato una metodologia per la ricerca di eventuali fibre di amianto nelle rocce più approfondita e adeguata alle necessità, ma non rispondente a quella che è la norma vigente.
La COCIV ha fatto ricorso al TAR e il TAR Liguria ha accolto il ricorso della COCIV il 25 febbraio 2016, ed è ancora pendente il ricorso al TAR Lazio verso la Regione Piemonte, sempre da parte del Consorzio COCIV. Per con la ristrutturazione del Consorzio, a seguito delle note vicende e la figura della direzione lavori posti in capo a RFI, si sono verificate nuove disponibilità di confronto.
Il gruppo di lavoro amianto all'origine aveva indicato queste metodologie più approfondite, peraltro poi smentite dalla sentenza del TAR e non ancora raccolte dalla normativa nazionale. Quindi, si è ripreso il confronto con il gruppo di lavoro amianto ed è stato prodotto un importante aggiornamento del modello geologico di riferimento, ampliando la rete di monitoraggio delle fibre aerodisperse anche ai siti di deposito, in cui sono conferite le terre e rocce da scavo contenenti amianto sotto la soglia di mille milligrammi/kilo.
È una tematica complessa, oggetto di apposito schema di DPR, e si è in attesa di questo Decreto del Presidente della Repubblica recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, testo che aggiornerebbe la normativa oggi in vigore.
In conclusione, la Regione Piemonte ha assunto tutte le iniziative possibili a tutela del territorio interessato dai cantieri del Terzo Valico, anche tentando di introdurre elementi di ulteriore maggiore precauzione rispetto a quanto previsto dalle norme vigenti e per questo si è esposta al ricorso di cui parlavo prima di COCIV.
La tutela degli aspetti sanitari e ambientali è comunque oggi garantita dai presidi di monitoraggio dell'area, sia nei cantieri di produzione che di deposito, e dalle cautele adottate nell'accompagnare lo smarino dai primi siti ai secondi, secondo le disposizioni operative del Protocollo Amianto (versione 2014) e conseguenti istruzioni operative di cantiere.
Da un lato, si è in attesa del nuovo decreto del Presidente della Repubblica, dall'altro si è riattivato l'Osservatorio ambientale per trovare una metodologia condivisa per fare questi controlli nel modo più puntuale possibile.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1535 presentata da Grimaldi inerente a "Grave situazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti pubblici di Regione e Comune"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1535.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La vicenda che ha coinvolto le imprese di pulizia dell'ASL TO1 e della Città della Salute è emersa più volte agli oneri di cronaca.
Il 3 marzo 2015, con l'approvazione della mozione n. 229, la Regione si era impegnata ad adoperarsi a stilare delle linee di indirizzo che sono state successivamente siglate il 30 maggio 2016, per far sì che il principio della giusta retribuzione, l'esclusione delle gare al massimo ribasso e, soprattutto, lo stralcio del costo di lavoro dai ribassi delle gare, unitamente alle clausole sociali, diventasse un modo per evitare il "lavoro povero" negli appalti pubblici.
Purtroppo, la vicenda Dussmann - parliamo, dunque, dell'ultimo bando di gara che ha coinvolto l'ASL TO1 e la Città della Salute - ha portato, di fatto, a dei ribassi del 30 per cento delle ore di lavoro totali (sebbene non si configurasse come gara al massimo ribasso, si è trattato, comunque di una gara il cui criterio di aggiudicazione era quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa). Questo ha provocato, ovviamente, una dura reazione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, che, giustamente, si chiedono perché devono fare lo stesso lavoro dell'anno prima con il 30 per cento di reddito in meno.
Noi non crediamo in ciò che abbiamo sentito anche dalle parole della Giunta, cioè che il problema si possa confinare nel rispetto delle regole nel fatto che l'ANAC ha risposto che c'è congruità in questo tipo di offerta e nelle tabelle CONSIP sui metri quadri e sul costo del lavoro. Noi riteniamo che non ci si possa trincerare dietro a questa certezza - cioè dietro al fatto che si è fatto il massimo - quando una gara, alla fine porta a una riduzione del 30 per cento; riduzione che ricade sulla pelle dei lavoratori: vuol dire che non si è fatto il massimo.
Di fatto, in tre anni, questa gara farà risparmiare alle ASL torinesi più di dieci milioni di euro.
Visto che l'Assessorato al lavoro della Regione ha espresso la volontà di riaprire la trattativa con la Direzione dell'ASL TO1 e della Città della Salute con l'azienda Dussmann e le sigle sindacali, ci chiediamo come mai al momento, sia ancora tutto fermo.
Ricordo all'Assessora qua presente che domani, davanti agli Ospedali Martini, Sant'Anna e Molinette, queste lavoratrici scenderanno nuovamente in piazza.
Vi ricordo, inoltre, che a seguito degli scioperi delle lavoratrici delle Molinette, la Dussmann ha inviato decine di lettere di contestazione disciplinare in cui si addossa ai dipendenti l'eventuale penale che Città della Salute potrebbe chiedere all'azienda per la giornata di mancato servizio.
Credo che gli Assessorati al lavoro e alla sanità intanto debbano interrompere un meccanismo piuttosto conosciuto e perverso - zero investimenti, zero tecnologia che sostituisca quelle ore di lavoro - in cui si diminuisce la qualità generale del servizio delle pulizie, ma anche del livello sanitario dei nostri presidi, per poi chiamare, con un po' dei risparmi ottenuti, delle task force per andare a pulire lì dove casca l'occhio dell'utente finale, di un Direttore dell'ASL o di un primario.
Credo che questa sia una scelta sciagurata che mette a repentaglio 700 famiglie che rischiano di finire sotto la soglia di povertà. Noi chiediamo alla Giunta di non derubricare il nostro protocollo d'intesa con CGIL, CISL e UIL come inefficace.
Credo che i Direttori delle ASL possano fare più di quello che hanno fatto: è per questo che nella prossima delibera chiederemo che nel loro piano di performance questo sia stabilito.
In ultimo, chiederei all'Assessorato al lavoro, che si è espresso già due volte su questo tema, di aprire finalmente questo tavolo per riportare delle risorse utili per evitare il taglio delle ore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Vi invito a rimanere nei tempi; come sapete, è prevista la Conferenza dei Capigruppo, quindi dobbiamo cercare di rispettare le tempistiche.
Prego, Assessora Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
È stata fatta una esaustiva introduzione rispetto al tema dell'appalto delle pulizie che ha collegato l'ASL TO1 e l'ASL TO5, nonché l'ASO Città della Salute.
Questo bando - ne ricordo le caratteristiche tecniche - è stato elaborato estrapolando integralmente il modello-tipo emesso in materia di servizi di pulizia dall'ANAC, compresa la clausola sociale.
Il criterio di aggiudicazione previsto è stato quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, con i seguenti parametri: massimo 50 punti per la qualità, massimo 50 punti per il prezzo.
Per quanto riguarda i criteri qualitativi, estrema attenzione è stata dedicata al sistema organizzativo dell'appalto, delle modalità di distribuzione del personale operativo e di suddivisione del monte ore mensile proposto, alla qualità degli interventi e ai sistemi di controllo.
Questo per rispondere a quanto diceva prima il collega Grimaldi circa gli elementi innovativi che non vengono valutati sulla qualità del progetto: in questo caso, sono stati introdotti e valutati.
Questo ha comportato una valutazione selettiva della qualità del progetto per poter accedere alla seconda fase. La valutazione, da questo punto di vista, è stata fatta.
È in corso una trattativa molto delicata, ovviamente, seguita dall'Assessorato al lavoro della Regione Piemonte, tra l'azienda ospedaliera universitaria Città della Salute, la società Dussmann Service s.r.l. vincitrice dell'appalto e le organizzazioni sindacali per ridurre l'impatto sui lavoratori. Detta trattativa - lo voglio ricordare - è stata interrotta in data 29 marzo, quindi stiamo ragionando per parti separate.
Per consentire il prosieguo della trattativa è stata concessa, dalla stazione appaltante, una proroga, fino al prossimo 30 aprile, dall'entrata in vigore del contratto. L'Assessorato al lavoro sta operando per ricomporre il tavolo della trattativa che, a breve, sarà riconvocato alla presenza di tutte le parti coinvolte.
Voglio ancora sottolineare un aspetto che è stato evidenziato dal Consigliere nella sua interrogazione a risposta immediata, relativamente al fatto che la Giunta si limiti a dire che l'accordo siglato nel gennaio 2016 non sia applicabile o difficilmente applicabile.
Proprio per approfondire maggiormente quanto è stato siglato nell'accordo e quali sono gli strumenti che possono essere messi a disposizioni dalle parti che concorrono alla risoluzione della questione, è stato avviato un tavolo interassessorile, coordinato dall'Assessorato al lavoro, che mette insieme tutti gli Assessorati che in questo momento, per motivi diversi, per nature diverse e per questioni diverse, potrebbero ritrovarsi ad affrontare situazioni simili a quella che si sta verificando in questo momento presso l'Azienda Molinette, l'ASL TO1 e l'ASL TO5.
Crediamo che questo sia un modo serio per affrontarlo, attraverso il quale non fare passare enunciati, ma soluzioni che possono essere applicabili rispetto alle competenze e al quadro normativo al quale oggi occorre fare riferimento, nonché alle questioni che vengono poste quotidianamente e sistematicamente dall'Agenzia nazionale.
Ci auguriamo di poter risolvere e di trovare qualche soluzione e qualche elemento che vada oltre alla semplice valutazione legata a una riduzione del prezzo (spesso questo è il risultato che noi otteniamo dagli appalti).
Ricordo soltanto che l'appalto delle Molinette, della durata di 25 anni, è stato rinnovato una quantità di volte incredibile; forse, questo è quello che ha determinato un contesto che non è sostenibile, ed è su questo che stiamo lavorando, per una riduzione che ammonta non al 30 per cento bensì al 33 per cento del monte ore iniziale dell'appalto, ossia la cifra iniziale a base d'asta dell'appalto bandito dall'ASO Città della salute per conto dell'ASL TO1 e dell'ASL TO5.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1538 presentata da Bertola, inerente a "Incendio presso la ditta CMT S.p.A. di La Loggia (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1538.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo di un fatto accaduto meno di una settimana fa quando il 5 aprile, intorno alle ore 17, è divampato un gigantesco incendio alla CMT di La Loggia. Parliamo di un impianto che raccoglie, stocca e tratta, tra gli altri, rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata degli RSU. In particolare, l'incendio si è sviluppato in un mucchio di rifiuti costituiti dalla raccolta degli "ingombranti" presso le diverse isole ecologiche dei comuni.
I rifiuti coinvolti, secondo quanto abbiamo appreso dagli organi di stampa, sono costituiti prevalentemente da materassi, masserizie in diversi materiali (plastica, legno), rifiuti di materiale plastico già confezionati in balle, stoffe e imballaggi sciolti.
I Vigili del Fuoco sono intervenuti in modo tempestivo e hanno lavorato con ben otto squadre, domando l'incendio nella giornata successiva.
L'incendio è stato di proporzioni gigantesche, al punto che una parte del capannone è crollato e si è sprigionato un fortissimo odore acre di plastica bruciata, che è stato percepito sia nei paesi limitrofi ma anche in tutta la città di Torino. È un fatto che posso confermare personalmente poiché mercoledì sera, per impegni personali, ero nel centro di Torino e si percepiva fortissimo questo odore. Ovviamente anche l'ARPA ha effettuato dei rilevamenti relativamente alla presenza di sostanze inquinanti.
C'è una considerazione importante da fare, perché quello di mercoledì è il terzo incendio che colpisce questa azienda. Il primo si è verificato nel 2013, il secondo nel giugno 2015, quando aveva preso fuoco una grandissima quantità di carta da macero, al punto che, anche allora, ci vollero due giorni di lavoro per spegnere le fiamme. L'episodio del 2015 si inseriva in una lunga serie di incendi che hanno colpito proprio quell'anno degli impianti di riciclo, compostaggio e trattamento meccanico, depositi e discariche di rifiuti, molti dei quali in Piemonte. In quell'anno abbiamo contato ben 26 episodi, poi, probabilmente, ce ne possono essere stati anche di più. La questione venne anche portata all'attenzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti.
È difficile pensare ad una casualità quando si verificano così tanti episodi e quando gli episodi riguardano più volte lo stesso impianto poiché gli incidenti possono accadere e accadono, però quando si ripetono in un periodo di tempo o sugli stessi impianti è chiaro che sorgono spontanee delle domande: ci sono dei problemi relativamente ai controlli sui rifiuti in ingresso? Ci sono problemi con le norme di sicurezza? La domanda che vorremmo fare è la seguente: cosa intende fare la Regione? Intende promuovere una campagna di controlli a tappeto su tutti gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti presenti sul territorio regionale, interessando gli organi preposti a questo scopo? Lo so che l'Assessore dirà che ci sono degli organi preposti ai controlli, anche diversi dall'Istituzione regionale, che ci sono degli organi che autorizzano gli impianti, e non sono organi regionali, per pensiamo che, piuttosto di aspettare il verificarsi di un altro incendio forse è bene che, anche dal punto di vista della Regione, si prende un po' in mano la situazione e si faccia sentire presente l'Istituzione Regione per evitare che accadano altri fatti come questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In parte si è già risposto il Consigliere.
L'autorizzazione degli impianti AIA è effettuata dalla Provincia; i controlli sono effettuati da ARPA, che svolge questo lavoro da anni sul territorio regionale.
Gli ultimi dati, riportati nella relazione "Rendicontazione sulle attività di prevenzione e controllo condotte dall'ARPA nel settore rifiuti", ci dicono che, nel corso del 2015, sono stati controllati 67 impianti in Piemonte, quelli soggetti ad AIA, fra cui spiccano le discariche, sia per rifiuti urbani che per rifiuti speciali non pericolosi.
Ben 446 sono stati gli impianti non soggetti ad AIA controllati in un anno soprattutto impianti destinati al recupero di materia o come R13 (messi in riserva).
C'è anche un grafico che richiama le diverse tipologie di impianti che sono stati controllati. Da sempre i controlli delegati ad ARPA vengono sviluppati da ARPA in riferimento a: analisi dei rifiuti, controllo dello spandimento dei fanghi di depurazione e dei reflui zootecnici, supporto tecnico nelle procedure VIA, supporto tecnico nelle procedure AIA, amianto e ambiente, controlli autorizzazioni AIA, valutazioni autorizzazioni rifiuti, controlli impianti di trattamento rifiuti, controlli produttori rifiuti.
Questo è quanto si fa sulla partita: si evidenzia una costante presenza e operatività dell'ARPA sul territorio regionale. Però, per non glissare il suo quesito, sapendo che le competenze sono diverse, sarà mia cura con la Provincia, ovvero Città metropolitana, e con l'ARPA fare un focus per capire, per esempio, i quantitativi massimi che possono essere stoccati rivedendo, magari, un'autorizzazione in riduzione e, nello specifico partendo da questo ultimo fatto - peraltro visibile non soltanto dai cittadini moncalieresi, ma ben oltre - riprendere un attimo l'attuale sistema e vedere come fare per efficientarlo ancora meglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1531 presentata da Graglia, inerente a "Chiarimenti in merito alle prospettive dell'Ospedale di Fossano (CN)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1531.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Torniamo su questa situazione che riguarda l'Ospedale di Fossano. È una questione molto complicata, che cerco di riassumere.
Il sottoscritto aveva già chiesto, con una nota inviata all'Assessore a settembre 2016, quali fossero gli intendimenti della Giunta in merito alla proposta di definire con una transazione la controversia pendente con la società proprietaria dell'area destinata a ospitare un polo socio-sanitario a Fossano, sul quale, ai tempi della Giunta Bresso, la Regione aveva deciso di realizzare il nuovo ospedale chiedendo che fosse sospesa l'attuazione delle previsioni private, salvo poi cambiare idea e bloccare l'approvazione dell'Accordo di Programma già definita allo scopo.
Sulla base di quanto emerso nell'ultima riunione del Consiglio comunale di Fossano, il soggetto privato, la società IRIS, ha, in via ultimativa avanzato una proposta transattiva di ogni presente e futura controversia in merito ai danni subiti, fondata sul presupposto di riaprire la procedura di Accordo di Programma utilizzando i relativi elaborati.
In tale proposta si prevede la possibilità che il privato, entro un anno, unitamente a un qualificato operatore del settore sanitario, presenti una proposta di project financing per la realizzazione di una nuova sede della struttura riabilitativa ospedaliera, destinata a ospitare gli attuali posti letto da gestirsi in regime pubblico privato, con l'obiettivo di avere una sede più funzionale con minore costi gestionali e la prospettiva di azzerare il disavanzo gestionale che grava sul centro di spesa relativo al nosocomio fossanese.
Con nota del Direttore generale alla sanità, il competente Assessorato ha risposto a tale proposta transattiva ufficializzando la propria indisponibilità con le seguenti e testuali parole: "La realizzazione di un nuovo presidio a carattere monospecialistico riabilitativo in detta area non risulta compatibile né con gli atti normativi nazionali in materia di revisione della spesa pubblica, che hanno disposto una riduzione di posti letto ospedalieri a carico del servizio sanitario regionale - definendo per la riabilitazione e la lungo degenza posta acuzie un tetto nazionale di 0,7 posti letto per mille abitanti - né con i successivi atti regionali di adeguamento della rete ospedaliera".
La proposta avanzata dal privato non vincolava in alcun modo la Regione a realizzare il nuovo ospedale, essendo facoltà insindacabile, prevista dal Codice degli appalti in capo all'amministrazione aggiudicatrice di aderire o meno alla proposta ricevuta ma, soprattutto, che la stessa prevedeva il mantenimento di posti letto attuali, così come sono previsti nel Piano sanitario piemontese, quale struttura riabilitativa.
Con la presente interrogo l'Assessore competente per sapere se la supposta esigenza di dover procedere a una riduzione di posti letto addotta dal Direttore regionale della sanità piemontese per respingere una proposta che, in realtà, prevedeva il mantenimento degli attuali posti, così come programmati dal Piano sanitario, non riveli l'intenzione della Giunta regionale di chiudere in prospettiva l'ospedale di Fossano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

La Giunta regionale e l'ASL Cuneo 1 hanno in programma una serie di interventi di manutenzione straordinaria finalizzati al potenziamento dell'Ospedale Santissima Trinità di Fossano.
In data 23 marzo la Direzione generale dell'ASL Cuneo 1 ha approvato la delibera n. 11 del 2017, contenente tutti gli interventi di edilizia sanitaria da effettuare sul territorio dell'azienda nel triennio 2017-2019.
All'interno del provvedimento sono previsti finanziamenti per un importo complessivo superiore ai 3,5 milioni di euro, destinati in modo specifico al miglioramento dell'ospedale di Fossano.
In particolare, si prevedono investimenti pari a 2,2 milioni di euro per la ristrutturazione e il miglioramento dei locali e l'adeguamento alle normative vigenti. Uno stanziamento di 1,2 milioni di euro sarà invece utilizzato per il rifacimento del manto di copertura, altri 100 mila euro serviranno al posizionamento di vetri doppi di sicurezza per le vetrate storiche e ulteriori 122 mila euro, infine, verranno destinati all'installazione di impianti di videosorveglianza, unitamente ai presidi di Saluzzo e di Ceva.
I piani direttori, approvati con la delibera del direttore generale n.
491 del 28 dicembre 2016, articolano poi in maniera più approfondita le tipologie degli interventi preventivati. Secondo l'ipotesi di piano direttorio per l'ospedale di Fossano, i lavori interesseranno i locali presenti in via Lancimano (che potrebbero ospitare il distretto, l'ADI e gli ambulatori delle vaccinazioni), il Poliambulatorio, dove verrà creato un nuovo open space con servizi per l'utenza, e ogni piano dell'intero complesso ospedaliero.
Al livello del seminterrato ci sarà la revisione degli spazi della farmacia e sarà creata una nuova area per i servizi radiologici. Al piano terra, oltre alla revisione di bagni e palestre, si prevede il potenziamento degli ambulatori e la collocazione del consultorio. Al primo piano saranno riviste le camere di degenza della riabilitazione neuro ortopedica e riorganizzate le attività ambulatoriali di supporto a ortopedia, neurologia, cardiologia e anestesia. Al secondo piano sarà perseguito il completamento delle opere termo-impiantistiche per il raffrescamento degli ambienti e verrà spostata l'urodinamica. Il terzo piano sarà destinato ad attività di tipo amministrativo e a basso contenuto assistenziale, a eccezione del nuovo centro FIVET e degli ambulatori di uroginecologia, che ospiteranno anche l'urodinamica.
In sostanza, come appare evidente anche dagli atti approvati negli ultimi mesi dall'ASL Cuneo 1, la Regione non ha alcuna intenzione di ridurre i posti letto di competenza dell'ospedale di Fossano, n tantomeno, ha in programma la chiusura della struttura stessa.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1537 presentata da Batzella inerente a "Ruolo della Direzione Sanità - finalità del finanziamento ottenuto con la partecipazione al progetto 'Prosantè' tra ASL TO3/Regione Piemonte partner di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia e 'Le Centre Hospitalier des Escartons de Briancon' capofila del progetto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1537.
La parola al Consigliere Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Oggi parliamo del progetto di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia, quindi tra ASL TO3 Regione Piemonte, partner del progetto e Le Centre hospitalier des Escartons de Briancon, che è il capofila del progetto.
La DGR n. 3-321 del 16 settembre 2014 approva la proposta di programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014-2020. La Commissione europea, in data 28 maggio 2015, aveva approvato il programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcoltra 2014-2020, che prevedeva la realizzazione di piani integrati territoriali e tematici, tra cui quello di favorire lo sviluppo dei servizi socio-sanitari per la lotta contro lo spopolamento delle aree montane e rurali.
Il Regolamento n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e l'obiettivo 4-1 (servizi sanitari e sociali) prevedevano azioni tese a sviluppare e sperimentare modelli organizzativi, protocolli e sistemi formativi e informativi condivisi nei servizi socio-educativi assistenziali e sanitari per la popolazione e, in particolare, per le fasce deboli e i soggetti in difficoltà.
L'ASL TO3 aveva contribuito all'elaborazione della proposta progettuale del suddetto obiettivo 4.1, denominato "Prosantè-progetto di cooperazione per i percorsi sanitari", e della convenzione di Cooperazione transfrontaliera tra ASL TO3, Regione Piemonte e Le Centre Hospitalier des Escarton de Briancon del 4 febbraio 2016, che disciplinava le responsabilità e le attività dei partner.
Il Comitato di sorveglianza ha approvato sia la Convezione di cooperazione transfrontaliera sia il progetto in data 5 ottobre 2016. L'8 marzo 2016 il progetto è stato presentato a Briancon. Il contributo per la realizzazione del progetto attribuito è pari a 672.796,50 euro e deriva da due fondi di attribuzione: 517.876,57 euro contributo FERS - Programma Alcotra, 100.919,93 euro la contropartita nazionale, parte francese e parte italiana (CIPE), Fondo di Rotazione dello Stato Italiano di cui alla deliberazione CIPE n. 10 del 28 gennaio 2015.
I beneficiari del fondo di cui trattasi risultano essere: Le Centre Hospitalier des Escarton de Briancon, al quale spettano 242.850.00 euro ASL T03 cui spettano 379.947,00 euro; Regione Piemonte, Direzione Sanità cui spettano 49.999,50 euro, quindi mancano 50 centesimi a 50 mila euro.
Il progetto si propone di raggiungere l'obiettivo di creare una rete sanitaria condivisa che faciliti il percorso dei pazienti con il reciproco riconoscimento bilaterale, l'accesso all'assistenza sanitaria e ai diritti in un quadro giuridico riconosciuto. Le Centre Hospitalier des Escarton de Briancon è individuato come capofila unico del progetto di cui trattasi, e il medesimo erogherà il contributo agli altri soggetti coinvolti precisamente all'ASL T03 e alla Direzione Sanità della Regione Piemonte.
Pertanto, interrogo l'Assessore per conoscere quale sia il ruolo della Direzione Sanità regionale nel progetto Prosantè e di come intenda utilizzare il fondo assegnato di 50.000 euro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Direzione regionale dell'assessorato alla sanità è partner del progetto di cooperazione transfontaliera Interreg Alcotra Italia-Francia denominato "Prosantè"; il ruolo della Direzione è quello di facilitare il buon andamento del progetto, integrarlo con la programmazione regionale e nazionale, raccogliere e disseminare i risultati affinché siano valorizzati a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale e internazionale).
La piccola disponibilità finanziaria, ripartita sui tre anni del progetto, servirà per tre elementi: consentire le trasferte necessarie a consolidare i rapporti transfrontalieri; attivare, se risulterà necessaria una collaborazione attraverso una ricerca di professionalità adeguata, per seguire lo sviluppo dei lavori; sostenere le spese d'ufficio.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione a risposta immediata n. 1534 presentata da Appiano, inerente a "Accentramento presso il Centro Regionale Antidoping (CAD) 'Alessandro Bertinaria' di Orbassano delle analisi di tossicologia dell'ambito metropolitano torinese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1534.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda questo Consorzio (costituito da Regione Piemonte, Università degli Studi di Torino, Azienda Universitaria San Luigi, Istituto di Medicina per lo sport) nato in occasione delle Olimpiadi del 2006, ma con una prospettiva di operatività che andasse oltre l'appuntamento olimpico.
Svolge il proprio mandato nell'ambito dell'attività di tossicologia analitica, forense, industriale, veterinaria e dello sport, oltre che di sicurezza alimentare e prevenzione antidoping. Svolge un'intensa attività di ricerca e di sviluppo metodologico, e rappresenta un punto di riferimento per le analisi tossicologiche di conferma volte alla determinazione di droghe d'abuso e alcol su matrici biologiche.
Proprio per questo tipicamente si rivolgono al CAD le Aziende e/o Medici Competenti nell'ambito di attività di sorveglianza di tipo tossicologico, nonché i Servizi di Medicina Legale e per le Tossicodipendenze, i Laboratori pubblici delle ASO e ASL, le Procure e i Tribunali della Repubblica, gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria e gli organi di Polizia Stradale.
Ci sono delle deliberazioni della Giunta regionale, tra cui una del 2007, che individuano questo laboratorio come struttura di riferimento per tutta la diagnostica tossicologica, essendo stata l'attività successivamente accreditata. Tuttavia, si constata che da alcuni anni i conti di questo Consorzio e, quindi, la possibilità di reggere dal punto di vista degli equilibri di bilancio presentano gravi sofferenze imputabili a un volume di produzione insufficiente a garantire il pareggio.
Molte di quelle strutture che citavo prima, nonostante la deliberazione che individua questa struttura come polo di riferimento regionale, spesso e volentieri decidono autonomamente dove mandare per le analisi i propri campioni, mentre potrebbero accentrare in questo laboratorio di primissimo livello individuato come tale proprio dalla Giunta regionale, quindi dal nostro Ente.
Peraltro, nei mesi scorsi, si è anche discusso sulla natura giuridica di questo Consorzio e della possibilità che sopravvivesse in questa forma oppure no, con tutte le conseguenze del caso in materia di tutela delle posizioni lavorative e quindi dei contratti dei lavoratori.
Questo tema pare sia superato, almeno allo stato, in quanto potrebbe configurarsi come consorzio di servizi. Tuttavia, ci si interroga, e questo è l'oggetto specifico del question time, se non si ritenga opportuno, oltre ad aver individuato il laboratorio come centro di riferimento, anche disporre l'accentramento con appositi indirizzi, per esempio alle ASL e alle ASO, presso il CAD di Orbassano delle analisi di tossicologia oggi svolte in proprio dalle diverse Aziende Sanitarie Regionali nell'ambito metropolitano torinese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il "Centro Regionale Antidoping Alessandro Bertinaria", collocato nell'ambito del parco dell'Azienda ospedaliera universitaria San Luigi di Orbassano, è stato istituito dalla Regione Piemonte con delibera di Giunta nell'ottobre 1999 e lo statuto è stato approvato dall'Assemblea nella seduta del dicembre 2005.
L'Ente attualmente (a seguito del recesso dell'unico socio privato, ad aprile 2016) è costituito unicamente da Enti pubblici, quelli che lei ha già indicato, Consigliere Appiano.
Il Centro ha ottenuto la certificazione ISO 9001 nel 2007 successivamente sostituita, a partire dall'anno 2009, con l'accreditamento di numerose prove (prima in ambito tossicologico, poi anche per le analisi del DNA) dall'accreditamento secondo le norme UNI CEI EN ISO/IEC 17025.
Inoltre, il Centro è stato autorizzato dalla Regione Piemonte come laboratorio specializzato in chimica clinica, tossicologia ed ematologia; è stato autorizzato all'apertura dell'ambulatorio medico "Centro Regionale Antidoping Alessandro Bertinaria"; è stato accreditato dalla Regione Piemonte in fascia A; è stato individuato come laboratorio regionale di riferimento per la diagnostica tossicologica; è stato individuato come laboratorio monospecialistico di diagnostica tossicologica, anche prevedendo quanto segue: "Per la diagnostica di secondo livello si prevede a regime, la centralizzazione delle analisi di tutta la regione presso un unico centro, individuato nel Centro Regionale Antidoping di Orbassano".
Peraltro, con i più recenti atti regionali di riorganizzazione della rete dei laboratori pubblici (la DGR del novembre 2015 e la determina del marzo 2016), il laboratorio di riferimento per le indagini tossicologiche di secondo livello sono stati individuati nelle seguenti Aziende: Mauriziano, Città della Salute e della Scienza; Maggiore della Carità di Novara; SS. Antonio e Biagio e ASO S. Croce e Carle.
L'Assessorato regionale alla sanità sta valutando di costituire uno specifico gruppo di studio con i seguenti compiti: analizzare la situazione attuale del Centro; definire il modello di mission strategica futura del Centro e del relativo assetto giuridico-amministrativo e proporre gli atti specifici a supporto; definire il profilo delle attività da erogare da parte del Centro, con particolare riferimento agli esami diagnostici di tossicologia e biologia forense e ai rapporti con le altre strutture del Servizio Sanitario Regionale, e proporre gli atti specifici a supporto.


Argomento: Informazione - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1533 presentata da Ferrentino inerente a "'Unione' di La Stampa e la Repubblica a seguito della fusione per incorporazione di ITEDI da parte del gruppo L'Espresso"


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1533 presentata dal Consigliere Ferrentino.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Quando un anno fa fu resa la notizia di questa iniziativa, che tendeva a creare un unico gruppo editoriale tra ITEDI (La Stampa) e il gruppo L'Espresso, ovviamente furono molte le preoccupazioni per la tenuta sia dell'autonomia editoriale di La Stampa sia dei livelli occupazionali.
Poiché tutto questo si è evidenziato con un'incorporazione per fusione dell'ITEDI da parte del gruppo CIR della famiglia De Benedetti che controllerà l'intero gruppo con una percentuale superiore al 40 per cento è ovvio che molti giornalisti e lavoratori del quotidiano La Stampa sono preoccupati in merito al mantenimento dell'autonomia editoriale del gruppo ma anche per i livelli occupazionali.
Sembrerebbe che soltanto i giornalisti verranno garantiti in questo processo di fusione, mentre i poligrafici e i tecnici amministrativi dovranno essere oggetto di una contrattazione all'interno del gruppo, tanto che già 20 poligrafici (dieci de La Stampa e dieci di Publikompass) sono stati invitati a transitare in FCA.
L'interrogazione mira a conoscere dall'Assessora se ci sono elementi a sua conoscenza che possano rasserenare almeno per quanto riguarda i livelli occupazionali. Ovviamente, non siamo nemmeno indifferenti a che l'editoriale La Stampa possa mantenere inalterata la sua autonomia editoriale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Il Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A. (GELE) è la holding per le attività nei settori dei media del gruppo De Benedetti. È soggetta al controllo esclusivo di Compagnie Industriali Riunite (CIR), che ne detiene una partecipazione del 53,6 per cento.
CIR è a sua volta.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Un attimo, Assessora.
Scusate, colleghi, siamo all'ultima interrogazione: credo che il Consigliere Ferrentino sia impossibilitato ad ascoltare la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Dicevo, è soggetta al controllo esclusivo di Compagnie Industriali Riunite, che ne detiene una partecipazione del 53,6 per cento.
CIR è, a sua volta, controllata da Fratelli De Benedetti S.p.A. tramite COFIDE, holding industriale dei F.lli De Benedetti S.p.A., attiva anche nei settori dei componenti per autoveicoli dell'assistenza socio-sanitaria.
La Italiana Editrice S.p.A. (ITEDI) è nata il 1° gennaio 2015 e deriva dalla fusione di Editrice La Stampa SpA e Società Edizioni e Pubblicazioni S.p.A. ITEDI è soggetta al controllo esclusivo di FIAT Chrysler Automobiles NV (FCA), che ne detiene il 77 per cento; il restante capitale sociale di ITEDI (che è stata citata prima) è detenuto da Ital Press Holding (IPH).
L'operazione di fusione consiste nell'acquisizione del controllo esclusivo di ITEDI da parte di GELE. Gli attuali soci di ITEDI conferiranno l'intero capitale sociale di ITEDI in GELE, a fronte di un aumento del capitale sociale di quest'ultima ad essi riservato.
Dagli organi di stampa si è appreso che la prossima fusione con incorporazione darà vita al Gruppo editoriale denominato GEDI, che secondo le dichiarazioni degli interessati - "diventerà il leader italiano nel settore dell'informazione, nonché uno dei più grandi in Europa, con ricavi previsti per circa 700 milioni di euro, redditività alta, nessun debito e una diffusione media aggregata (carta più digitale) di circa 740 mila copie al giorno, con più di 5,8 milioni di lettori e circa due milioni e mezzo di utenti digitali unici al giorno".
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha autorizzato, con proprio provvedimento n. 26431, in data 1° marzo 2017 l'acquisizione, da parte di GELE, di ITEDI; in particolare, l'Autorità ha imposto alla società acquirente la cessione ad un soggetto terzo e indipendente della raccolta pubblicitaria locale sulle pagine locali delle edizioni di Genova e di Torino del quotidiano la Repubblica.
La fusione dovrebbe essere efficace dalla fine del mese di aprile. Ad oggi, non sono giunti, né da parte sindacale né da parte aziendale richieste d'intervento da parte della Regione Piemonte e nessuna delle due parti ha segnalato criticità che siano particolarmente rilevanti e che derivino, sul fronte occupazionale, dalla fusione.
Ovviamente, noi seguiremo con grande attenzione; è altrettanto evidente che la fusione di due gruppi così importanti e che andrebbero a creare un gruppo con una rilevanza sul panorama nazionale così significativa sarà oggetto di un incontro, al quale anche il Presidente ha manifestato la propria attenzione, con il nuovo Gruppo, che diventerà operativo nel mese di aprile.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.35 la Vicepresidente Ruffino dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 237 inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna sono stati votati gli articoli 21 sexies, 22, 22 bis, 9 quater e 13. Poi, è stato sospeso l'esame dell'articolo 22 ter.
È iniziata la discussione degli emendamenti all'articolo 2 e si riparte dall'emendamento rubricato n. 142).
Alla Conferenza dei Presidenti è stato deciso che oggi la seduta terminerà alle ore 18.
Domani, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 14.30 alle ore 20 e dalle ore 20.30 alle ore 24, ci sarà il contingentamento dei tempi.
Questo è quanto deciso dalla Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Presidente, sull'ordine dei lavori, due cose (non vedo l'Assessore; si è nascosto, ma proprio bene): chiedo, in prima istanza, la relazione dei Revisori dei Conti, se è arrivata, se è disponibile, e se fosse caricata sul sistema sarebbe buona cosa.
La seconda: come Gruppo, avremmo bisogno di qualche minuto per confrontarci in merito all'andamento del dibattito, nella giornata.
Cinque minuti.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.41, riprende alle ore 16.02)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 142) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Prima che dia la parola al presentatore, ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

In relazione all'intervento del Presidente del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, ho telefonato personalmente al Presidente del Collegio dei Revisori, che mi ha detto che il parere sta arrivando a momenti: appena mi arriverà, lo trasmetterò alla Segreteria del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'emendamento n.
142).



BONO Davide

Anche quest'emendamento, come il precedente, riguarda il sistema informativo socio-assistenziale: un altro capitolo in cui negli anni precedenti erano stanziati 30.000 euro, che adesso non ci sono più.
Chiediamo con quest'emendamento di poter apporre delle risorse sul sistema informativo socio-assistenziale, sempre ai sensi della legge 37/90 legge che è un po' vecchiotta e da aggiornare. Domandiamo però che le risorse vengano stanziate, proprio per garantire il completamento del sistema informativo che permette, come dicevamo questa mattina, il collegamento dei dati socio-assistenziali con quelli sanitari, facendo quindi confluire in un unico database le informazioni fondamentali della salute di un paziente, così come quelle relative alle sue eventuali abilità o disabilità. Una corretta rete informatica, ovviamente, permette di risparmiare tanti soldi perché consente di avere un quadro chiaro della situazione di salute di una persona e dei suoi bisogni ed esigenze socio assistenziali.
Credo che non siamo a posto dal punto di vista della realizzazione di un sistema informativo che sia facilmente utilizzabile in rete dalle ASL dai Consorzi socio-assistenziali e - perché no? - dai medici di Medicina generale. Questo tema, quindi, va insieme al discorso del fascicolo sanitario elettronico e dal nostro punto di vista andrebbe affidato alla nostra società partecipata (o al nostro sistema in house) di informatica che è il CSI. Questo apre ovviamente una serie di quesiti e di domande su cosa stanno facendo la Regione e gli Enti consorziati in generale con il dialogo competitivo che si è aperto e anche a fronte della sentenza dell'ANAC che dice appunto che, se l'Ente dovesse essere venduto a privati non gli potrebbero essere più affidati in maniera diretta e senza gara i servizi che gli vengono dati oggi.
Ci sono dunque un po' di temi sul tavolo e noi crediamo si debba tenere aperta una linea di finanziamento anche su questo ambito. Chiediamo pertanto che almeno quest'emendamento, che porta cifre molto ridotte (30.000 euro), possa essere accolto.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 132) presentato da Bertola, Andrissi, Batzella Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

L'emendamento 132) riguarda un intervento, che proponiamo, di 50.000 euro, da aggiungere in incremento alle risorse destinate ai contributi regionali per la solidarietà alle vittime dell'usura. La Regione - sia la Regione che il Consiglio regionale, in verità - ha mostrato e mostra un interesse e un'attenzione verso il fenomeno dell'usura e del sovraindebitamento, al punto che ha istituito un Osservatorio regionale che dall'inizio del 2017 ho l'onore di presiedere assieme al Consigliere Molinari del Partito Democratico; e abbiamo anche una legge regionale, la n. 11 del 2 febbraio 2000.
Il nostro emendamento, appunto, chiede di stanziare 50.000 euro per le vittime dell'usura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 171) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento chiede di stanziare una somma non enorme - una somma di 50.000 euro per le annualità 2017-2018-2019 - finalizzata all'educazione al consumo nelle scuole. Chiediamo quindi dei contributi per le associazioni dei consumatori iscritte nell'elenco regionale previsto dalla l.r. 24/2009, proprio al fine di promuovere le politiche pubbliche dell'educazione al consumo nelle scuole.
Lo facciamo perché riteniamo che l'educazione al consumo debba partire fin dalla giovane età: quindi, in un contesto educativo come quello scolastico, sicuramente può avere maggiore presa rispetto ad un'educazione affidata alle famiglie; questo non perché non abbiamo fiducia nella capacità di educazione della famiglia, ma perché purtroppo nel corso degli anni si è affermato un modello di consumo che non è esattamente ispirato a principi particolarmente consigliabili, sia dal punto di vista etico che dal punto di vista dell'economia.
In pratica, noi chiediamo che si possa tornare a parlare sui banchi di scuola dell'educazione al consumo. Non possiamo accettare che i nostri giovani crescano, intanto, con un'attitudine al consumo esagerata: fin da giovani si è considerati dei consumatori e quindi destinatari di una pubblicità che sovente è ingannevole e molto spesso la società non offre altri spazi per occupare il tempo libero che non quelli nell'ambito dei centri commerciali; e un segnale preoccupante, per esempio, arriva da alcune osservazioni rispetto all'utilità di una fermata ferroviaria nei pressi di un grande centro commerciale perché "i giovani hanno piacere di passare le ore all'interno dei centri commerciali".
Questo è un assunto che assolutamente non possiamo condividere e per questo motivo crediamo che sia arrivato il momento di tornare a parlare di un consumo consapevole e di riprendere in mano questo tipo di educazione proprio a partire da quel contesto che più si presta a influire sulle giovani menti, e quindi a partire dalla scuola.
Si tratta dunque dell'investimento di una cifra ridotta, che sicuramente può avere una notevole ricaduta dal punto di vista della crescita consapevole dei nostri ragazzi. E quindi chiediamo che l'emendamento venga accolto.



PRESIDENTE

Passiamo adesso all'esame degli emendamenti relativi alla Missione 3.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Berutti, Gancia, Graglia Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento tratta una tematica che riteniamo di assoluta importanza e soprattutto di assoluta priorità e fa riferimento alla legge 23/2007, "Contributi per progetti locali in materia di sicurezza".
Noi chiediamo di inserire un milione e mezzo di euro perché, alla luce di quello che ormai giornalmente avviene nelle nostre città e nella nostra Regione per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini, noi riteniamo che sostenere - sapendo che comunque la sicurezza a livello locale ha il suo governo e la sua evoluzione - la possibilità di intervenire su questo sarebbe un segnale molto importante, anche per la tranquillità e la serenità dei cittadini, che vedrebbero da parte della Regione un inizio di orientamento votato a questa tematica: una tematica - come dicevo - molto sentita.
Naturalmente con un milione e mezzo non si cambia la storia in Piemonte, però credo che con progetti intelligenti e orientati alla tecnologia e alla smart green si possa fornire un'opportunità da cogliere.
In questo momento storico e soprattutto in questa fase, a metà mandato dare questo input potrebbe essere veramente uno stimolo per i sindaci e quindi le Amministrazioni a seguirci su questa strada.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
È un emendamento presentato da Forza Italia, ma come Consigliere dell'opposizione di centrodestra ho firmato questo, così come tutti gli altri emendamenti proposti dai colleghi. C'è di sicuro anche la volontà da consegnare dopo la scena che abbiamo visto rispetto all'introduzione della nuova tassa sulle missioni, però è anche vero che c'è anche la condivisione di merito sull'istanza posta.
Sappiamo che oggi la sicurezza è un tema che riguarda non solo le realtà metropolitane. Il Piemonte è anche la terra dei piccoli Comuni e purtroppo la desertificazione che i tagli imposti dagli ultimi Governi succedutisi alle risorse dell'interno e quindi del presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine statali, con l'inevitabile chiusura di diversi commissariati e caserme e l'inevitabile desertificazione del presidio di sicurezza sul territorio, evidentemente costringe Enti come la Regione che, a livello di mission istituzionale, non dovrebbero porre al centro della propria azione politica il tema della sicurezza, a doversene occupare. Però poi la responsabilità come amministratori del territorio che mettono la faccia sulle scelte politiche che vengono fatte, ci mette nella condizione di doverci assumere anche questo onere. Per cui bisognerà pensare sempre di più a investire in termini finanziari anche sul tema della sicurezza e sui progetti locali sulla sicurezza.
Non possiamo consentire che le piccole comunità del nostro territorio siano abbandonate a quei fenomeni di microcriminalità che evidentemente anche confidando in più lenta e minore, anche quantitativamente, risposta repressiva vadano proprio a scommettere su queste piccole comunità non metropolitane per cercare di colpire cittadini meno protetti. Dobbiamo essere pronti, come classe politica locale, a intervenire e forse, anche meglio, prevenire.
Purtroppo aumentano i segnali di rapine in casa, aumentano i segnali di violazioni non solo della dimensione patrimoniale dei cittadini, ma anche della sicurezza personale. La grande domanda di una riforma della legittima difesa dà il polso, purtroppo, di questa insicurezza diffusa. Noi, per carità, vogliamo riformare quella legge, però riteniamo anche che debbano essere lo Stato e le istituzioni dei diversi livelli a fornire risposte rispetto al bisogno di sicurezza dei cittadini.
Quest'emendamento va anche in questa direzione.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli emendamenti relativi alla Missione 4.
Emendamento rubricato n. 219) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Molti degli emendamenti presentati dal mio Gruppo hanno una finalità tanto in entrata quanto in uscita, quindi ci tengo a dirlo nel primo intervento. Gran parte degli emendamenti hanno come finalità quella di aumentare gli investimenti della Regione Piemonte. Questo per due motivi: uno perché gli investimenti producono immediatamente posti di lavoro, nel senso che per qualunque opera pubblica che si va a realizzare vi è dietro immediatamente la creazione di posti di lavoro. In secondo luogo, perch avendo la Regione ridotto in modo drastico le politiche di investimento, vi è una necessità assolutamente impellente di interventi. Uno di queste riguarda, come l'emendamento n. 219) prevede, il contributo a favore di Enti locali per il finanziamento di interventi di edilizia scolastica relativamente a un cofinanziamento regionale.
Noi abbiamo inserito una cifra significativa, che è di sei milioni di euro su un triennio. Un'altra cosa che contraddistingue i nostri emendamenti è il fatto di essere pluriennali, perché crediamo che sia importante utilizzare appieno ciò che la legge n. 118 ci consente, cioè di dare una programmazione al bilancio che vada oltre l'esercizio finanziario in corso.
Credo che un altro aspetto significativo sia dove traiamo le risorse perché questo è un altro aspetto importante. Questi, come altri emendamenti, derivano dell'alienazione di partecipazioni regionali.
Siccome si dice sempre che è difficile vendere partecipazioni regionali in un momento come questo, ricordiamo che abbiamo una serie significativa di aziende regionali o, meglio, di aziende miste all'interno delle quali la Regione Piemonte ha quote significative, che sono assolutamente in attivo.
L'esempio che facevo anche in sede di Commissione, che è stata anche ripresa dai giornali, è Barricalla.
Su quelle società, invece di avere un piccolo ritorno annuo in un momento di difficoltà come questo - che secondo noi è un momento che richiederebbe un grande stock economico dettato proprio da una mole di investimenti significativa - credo che la vendita delle partecipazioni azionarie sia uno strumento indispensabile per trarre queste risorse.
Ricordo, altresì, che due anni fa il Presidente Chiamparino disse parlando allora delle Terme di Acqui, che la Regione Piemonte avrebbe provveduto a un'alienazione significativa di una parte delle quote azionarie possedute. Da allora a oggi tutto ciò non è avvenuto e noi crediamo, invece, che sarebbe bene che avvenga per liberare risorse.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Anch'io ho firmato l'emendamento presentato dal collega Vignale.
Comprendiamo che la richiesta di sei milioni sia piuttosto ingente, ma sicuramente il tema dell'edilizia scolastica e quindi della sicurezza delle scuole è evidentemente un tema emergenziale. Sappiamo bene che dalle Procure più volte è stata segnalata l'assoluta situazione drammatica di troppi edifici scolastici. Le tragedie sul nostro territorio le abbiamo già viste e, anche in quei casi, qualunque vicinanza che possa essere stata espressa alle famiglie colpite non basta se non c'è una concorrente azione politica che miri alla prevenzione.
Sicuramente andare a suggerire alla Giunta una maggiore incisività in un'opera e in un'azione politica che la stessa Giunta, e anche il Presidente Chiamparino, aveva già annunciato, cioè quella della progressiva alienazione delle società partecipate della Regione può essere un buon spunto. Comprendiamo che la Giunta con il maxiemendamento abbia già blindato il provvedimento. Proposte come queste, che sono assolutamente costruttive e recepibili, dovrebbero essere, a nostro avviso, maggiormente soppesate e ragionate dall'Esecutivo. Il clima di dialogo che, ogni volta cerchiamo di instaurare - senza abbandonarci a proteste pretestuose, bensì cercando di proporre delle misure che vadano nell'interesse della collettività - troppo spesso, purtroppo, viene vanificato, e le nostre proposte vengono accantonate o non prese in considerazione.
Questa è sicuramente una tematica delicata; anche nelle discussioni dei precedenti bilanci è stato un tema di confronto. Conveniamo che la Giunta e la maggioranza non sottovalutino la delicatezza di questi temi, perché gli interventi ci sono stati e ci sono tuttora. Tuttavia, la portata delle difficoltà è tale per cui, oggettivamente, si ritiene che un investimento decisamente più cospicuo di quello che è stato deciso e proposto dalla Giunta a questo Consiglio regionale sia non solo auspicabile, ma addirittura doveroso.
Da Consigliere comunale di Torino ho avuto modo di verificare che una percentuale che si avvicinava pericolosamente al 75 per cento degli edifici scolastici della città di Torino non era a norma rispetto al certificato di prevenzione incendi. Evidentemente, è una situazione che non si può sperare di prorogare semplicemente ignorando la reale portata e dimensione dell'emergenza. Sicuramente, un'azione politica e, quindi, finanziaria, è necessaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 5) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Nell'illustrare l'emendamento 6), colgo l'occasione per illustrare anche il 4) e il 5), perché trattano di scuola e di istruzione, ma soprattutto di sicurezza.
Riprendendo il significativo intervento del Consigliere Marrone parliamo di sicurezza ad ampio raggio, ma soprattutto di sicurezza in ambito di edilizia scolastica.
Una piccola parte di progetti è stata finanziata dal bando sui mutui BEI, ma la graduatoria è lunghissima e, molto probabilmente, non otterrà delle risposte, proprio perché i bisogni dei nostri edifici in Piemonte sono davvero tanti (cito, ad esempio, i piccoli plessi, quelli nei piccoli Comuni, quelle realtà che dovremmo mantenere in vita ma che presumibilmente, saranno i primi a soccombere per l'esiguità delle risorse).
Viene da porsi una domanda: se c'è un bisogno legato alla sicurezza come si risponde a quel bisogno con un lasso di tempo così lungo? Ricordo che la graduatoria dei mutui BEI si aggira, più o meno, a un anno o un anno e mezzo. La sicurezza, invece, è un qualcosa di immediato, un aspetto che ovviamente le famiglie seguono con grande attenzione.
Chiediamo sicurezza per le scuole primarie e dell'infanzia, per le scuole superiori legate alla Città metropolitana. Ma chiediamo sicurezza anche per le scuole paritarie. Perché anche in quest'ambito sorge un interrogativo: come potranno queste scuole far fronte a tali bisogni in un periodo sempre più difficile con i tagli che, comunque, nel tempo, sono stati perpetrati dalla Giunta regionale, ma anche dal Comune di Torino? Emerge, dunque, l'impossibilità di programmare gli interventi, ma molto probabilmente anche di programmare la vita e l'esistenza di queste scuole.
Una domanda che ripropongo a quest'Aula, e che il nostro Gruppo più volte ha portato alla vostra attenzione, è la seguente: se qualche scuola paritaria chiudesse i battenti, che tipo di risposta potrebbe dare la scuola statale? E, soprattutto, se un edificio scolastico non possedesse i requisiti di sicurezza, che tipo di risposte potrebbe dare l'Ente locale piuttosto che la Città metropolitana? Io penso che non ci si possa permettere neppure di immaginare la chiusura di un edificio: sarebbe difficile, se non impossibile, ricollocare i nostri ragazzi! Allora, una volta di più, diventa importante avere un'anagrafe sull'edilizia scolastica (riporto la tematica all'attenzione dell'Aula) non soltanto per gli edifici di proprietà dello Stato, ma anche per gli edifici delle scuole paritarie, perché accolgono i nostri ragazzi. Un invito, quindi, ad attualizzare l'anagrafe e soprattutto un appello a rifinanziare la legge n. 23 o, comunque, a prevedere, su ogni esercizio di bilancio una somma che permetta di accompagnare pian piano tutti gli edifici delle scuole del Piemonte verso un percorso di prevenzione sismica e di abbattimento delle barriere architettoniche, per "cancellare" definitivamente quell'alone di incertezza che spesso la scuola si trascina dietro.
È un peccato, se pensiamo al valore che le scuole custodiscono: quello dei nostri ragazzi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 124) presentato da Marrone, Gancia, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Marrone, intende illustrarlo?



MARRONE Maurizio

No, riguarda lo stesso tema; cambia solo la cifra.



PRESIDENTE

Bene: l'emendamento rubricato n. 124 è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 106) presentato da Marrone, Gancia, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

L'emendamento chiede di aggiungere risorse sul tema dei fondi per il diritto allo studio, in particolare per i prestiti d'onore.
Non si vuole negare che su questo tema ci sia stato un impegno da parte di questa Giunta; al limite, è un'occasione per ribadire che c'è una diversa impostazione di principio nell'affrontarlo.
Occorrono maggiori risorse per il diritto allo studio e, in generale per le borse di studio e i prestiti d'onore, per tutte quelle misure atte a garantire una progressione di studi, ma anche una progressione sociale e di affermazione personale a tutta una serie di studenti che, evidentemente non avrebbero gli strumenti economici, in autonomia, per potersela permettere.
Chiunque abbia esperienza di politica universitaria sa che è un vero campo di battaglia e una missione istituzionale l'eliminazione di quelle barriere economiche all'autoaffermazione di ciascuno, che purtroppo continuano ad impattare anche nella nostra società contemporanea. Dobbiamo però ricordare che anche la meritocrazia dovrebbe mantenere un protagonismo nelle scelte politiche rispetto all'allocazione delle risorse sulle borse di studio.
Il fatto che, a poco a poco, si sia eliminato il principio di soglia di media dei voti per l'accesso a questo tipo di misura di promozione del diritto allo studio e di sostegno economico all'erogazione di questi contributi, non crediamo che rientri in quel messaggio che forse i proponenti intendevano conferire.
È giusto che lo Stato, nelle sue varie articolazioni - quindi anche la Regione Piemonte - aiuti gli studenti meritevoli; ma "meritevole" è una qualificazione dirimente. Non si può pensare che la semplice situazione di disagio economico sia di per sé sufficiente a garantire un contributo pubblico. Il criterio della meritocrazia rispetto ai risultati scolastici in questo caso universitari, deve rimanere un faro nell'assegnazione di risorse che, per quanto siano aumentate, rimarranno sempre inevitabilmente scarse rispetto al bisogno.
Quindi, ci auguriamo che anche in futuro i buoni risultati in termini di percorso di studi, anche per dare un messaggio positivo - lo voglio dire, anche se magari è un termine scomodo - di selezione non economica ovviamente, o sociale, bensì di risultato e di qualità delle persone e dei risultati di studio, vengano comunque considerato positivamente: da un lato non deve essere una scusante per tagliare fuori tutta una serie di destinatari da queste misure di sostegno, ma, dall'altra, non dobbiamo neanche cedere a una sorta di ingiusta parificazione tra chi ha dimostrato di meritare il sostegno pubblico con i risultati e chi, evidentemente purtroppo, sono ancora in tanti - continua a considerare l'università come una sorta di parcheggio generazionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 161) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Gancia, Marrone, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento torniamo su una questione che abbiamo già affrontato in Commissione, parlando di finanziamenti a enti associativi per il sostegno dei corsi di istituti e scuole private di musica.
Quello degli istituti musicali è un tema che, ultimamente, ricorre anche in riferimento ad alcuni istituti di alcuni Comuni della cintura torinese, e faccio riferimento a Rivoli e a Moncalieri. Purtroppo, è in un atto un processo di privatizzazione di molte scuole di musica che mette anche a rischio i lavoratori che vi operano.
Ovviamente, noi chiediamo che sia dato ampio sostegno a questo settore perché riteniamo che la diffusione della cultura musicale e la valorizzazione delle competenze in questo ambito debbano essere sicuramente una delle priorità educative della nostra Regione, anche per i suoi risvolti culturali.
Per questo motivo, abbiamo chiesto un impegno di 50.000 euro per le prossime tre annualità, proprio per garantire la più ampia attivazione di corsi di orientamento musicale sul territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Anche quest'emendamento parla di risorse per le scuole paritarie.
Recentemente, abbiamo avuto un incontro, al quale erano presenti molti colleghi Consiglieri regionali, con il Movimento Scuola Libera, che chiede chiarezza e attenzione.
Il tema della nostra richiesta è legato all'esercizio del diritto reale alla libera scelta educativa, perché nelle scuole paritarie, esattamente come nelle scuole statali, ci sono docenti preparati, formati, aggiornati e abilitati, che spesso, dopo aver ricevuto un'ottima formazione nelle scuole paritarie, passano allo Stato, quindi con un ulteriore servizio che queste scuole svolgono.
Chiediamo una continuità di risorse, una certezza di risorse e di finanziamenti, una certezza soprattutto nei confronti delle famiglie, che all'inizio dell'anno scolastico devono sapere ciò di cui potranno godere per quanto riguarda il costo del pasto, la retta e, soprattutto, le risorse, che, in questo caso, possono arrivare dalla Regione, senza tralasciare il tema dei Comuni.
Il Movimento Scuola Libera ci ha detto che quando ci sono state le maggiori incertezze rispetto alle garanzie delle risorse provenienti dal pubblico e dalla Regione in questo caso, si sono ridotte le iscrizioni.
Questo significa che le famiglie hanno delle necessità e, se ci sono finanziamenti certi, le famiglie possono davvero esercitare il loro diritto di libera scelta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Ovviamente, mi trovo d'accordo con la collega Ruffino.
Mi preme capire - e sarebbe opportuno più che perdere tempo a fare altre cose - il motivo per cui un alunno in una scuola privata, o paritaria, costi molto meno anche allo Stato e, comunque, in assoluto rispetto ad una scuola pubblica. Le scuole paritarie e le scuole private offrono un servizio sicuramente non elitario, come spesso, in modo erroneo viene fatto credere, ma offrono un servizio ai figli di genitori che lavorano. Il fatto che, non da ora, ci sia questo pregiudizio e ci siano queste politiche discriminatorie, per alcuni casi, è frutto di una cultura proveniente da lontano, che ci portiamo dietro non solo su questo aspetto.
Lo Stato non si può arrogare il diritto di avere l'esclusiva sull'educazione dei propri cittadini; a chi non vuole scegliere un'istruzione omologata, dove molto spesso gli eventi anche storici vengono assolutamente distorti, deve offrire una via d'uscita, se vogliamo almeno essere un po' liberali, anche alle persone meno abbienti.
È davvero opportuna una riflessione, perché negli incontri con i rappresentanti delle scuole private e paritarie si è espressa preoccupazione per possibili chiusure e per l'eventuale assenza di servizio per famiglie che non sono privilegiate, ma semplicemente hanno entrambi i genitori che lavorano. Sarebbe molto importante che il Consiglio regionale si concentrasse su questo aspetto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 244) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento trae sempre origine dall'alienazione di partecipazioni. Come dicevo precedentemente, qualunque azienda e qualunque famiglia che vive in una situazione di difficoltà economica tende, prima, a vendere quello che è un surplus, quello che rappresenta a tutti gli effetti non una priorità regionale. Non credo che la Regione debba fare l'imprenditore e non credo debba fare, come vedremo in altri emendamenti il proprietario di immobili; credo debba cercare di far rendere il meglio possibile, soprattutto in una difficoltà di difficoltà economica, queste proprietà.
Le risorse che noi vorremmo fare arrivare dall'alienazione delle partecipazioni vengono destinate per una misura che riteniamo estremamente significativa, quale lo stanziamento a favore di scuole e studenti in aree territorialmente disagiate.
Ricordiamo che un articolo della nostra legge regionale, la n. 28 quella sulla libertà di scelta educativa, non soltanto individua due misure, che sono quelle più note all'articolo 12, dove si finanziano gli assegni di studio, ma anche tutta una serie di misure a favore degli Enti locali, a favore della garanzia della disabilità e dell'istruzione per i cittadini disabili, ma anche per gli studenti in aree territorialmente disagiate.
Rammento che, da questo punto di vista, il contributo che di concerto un Assessorato singolo fa ogni anno fra l'Assessorato alla montagna e l'Assessorato all'istruzione è uno strumento indispensabile per garantire il diritto allo studio in aree in cui, senza questo contributo, diventa estremamente complicato. Ma non vi sono solo le aree montane: la nostra regione, com'è noto ai colleghi, ha molte aree collinari, e anche di pianura, in cui è necessario, oltre a quella che è la dotazione prevista dal Ministero, anche intervenire con risorse regionali (questo lo vedremo in un altro emendamento espressamente dedicato alle realtà montane).
È garantito in molti territori il mantenimento di istituzioni scolastiche che dalle scuole dell'infanzia fino alle scuole elementari e in alcuni casi, anche alle scuole medie, sono estremamente importanti per garantire i servizi essenziali all'interno di singole comunità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 158) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Gancia, Marrone, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Parliamo sempre di scuola. Questa volta parliamo delle risorse destinate ai progetti sperimentali di supporto alle autonomie scolastiche per l'integrazione degli alunni disabili o con esigenze educative speciali secondo quanto disposto dall'articolo 15 della legge n. 28 del 2007.
Sono interventi che, sicuramente, sono fondamentali per garantire l'integrazione di questi alunni che hanno delle difficoltà da affrontare nel corso della loro vita, fin dalla scuola, a partire dal primo ambiente che li accoglie all'interno della società.
Sul nostro territorio si sono sviluppati, nel corso degli anni, dei progetti che sono stati di grande aiuto per l'inserimento di questi ragazzi all'interno dell'ambiente scolastico, dei progetti di grande valore che hanno arricchito i ragazzi che presentano questi problemi, quindi bisogni educativi speciali o disabilità di diverso tipo, ma anche i compagni di scuola. Il fatto di coinvolgere nei progetti anche i compagni di scuola che non presentano problemi è, sicuramente, un fattore di integrazione arricchente anche per le persone che si trovano a dover affrontare certe situazioni. Il fatto di avere in classe dei ragazzi che hanno delle difficoltà e di affrontare insieme a loro tali difficoltà è, sicuramente un arricchimento per tutto il contesto della classe.
Noi crediamo sia assolutamente prioritario garantire dei fondi che consentano di organizzare anche dei percorsi mirati - perché vengono studiati dei percorsi mirati - sulle esigenze di questi ragazzi e adatti ad affrontare le loro difficoltà, quindi percorsi ben strutturati, che consentano un inserimento anche nei successivi passaggi della fase educativa e, successivamente, un accompagnamento dall'uscita dall'ambiente scolastico per essere introdotti nella vita del lavoro e nel futuro.
Chiediamo che ci sia un impegno da parte della Regione da questo punto di vista e lo chiediamo attraverso quest'emendamento, che propone un milione per le prossime tre annualità. Quella dell'integrazione e dell'inclusione è sicuramente una delle funzioni fondamentali della scuola e non possiamo pensare che non si trovino le risorse per finanziare questo tipo di intervento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 159) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Gancia, Marrone, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Rimaniamo sul tema scuola e parliamo di azioni a favore di scuole e studenti in aree territorialmente disagiate, quindi di un argomento che ritorna nella nostra attività emendativa.
Abbiamo fatto riferimento, in altri interventi emendativi, alle difficoltà nel trasporto scolastico, adesso qui parliamo di tutte le azioni a favore di scuole e studenti in aree territorialmente disagiate.
Ribadiamo che il concetto che sta alla base della difesa dei territori marginali deve essere quello di garantire i servizi in queste aree. Non dobbiamo rendere questi territori periferie dei grandi centri dove si concentrano tutti i servizi, ma dobbiamo continuare a consentire l'accesso ai servizi anche nei territori cosiddetti disagiati. Il fatto di intervenire sulla scuola, garantire un servizio scolastico, garantire un servizio scolastico di buon livello utilizzando anche degli strumenti come la formazione a distanza, sicuramente è un grande aiuto per evitare lo spopolamento di queste aree e impedire che gli studenti, fin da giovani siano costretti a diventare dei pendolari, cosa che, purtroppo, dovranno fare crescendo, dovendo spostarsi in altre aree diverse dalla loro di provenienza per cercare lavoro.
Almeno per quanto riguarda la scuola e la formazione è assolutamente necessario cercare di mantenere attivi i servizi e mantenere un'alta qualità sui territori marginali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

In quest'emendamento parliamo di bisogni speciali legati a una direttiva che risale al 2012, quelli definiti comunemente BES. Allora il MIUR aveva accolto l'orientamento di molti Paesi dell'Unione Europea che in questo caso, hanno completato il quadro dell'inclusione scolastica.
Perché quest'emendamento? Per il nostro Gruppo è importantissimo perché si basa sulla visione globale della persona, perché prende in considerazione i deficit del linguaggio e delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività, ma anche, com'è stato detto prima da alcuni Consiglieri, lo svantaggio socio-economico linguistico e culturale.
Noi riteniamo che il ruolo fondamentale dell'azione didattica ed educativa sia quello di formare tutti i docenti e di realizzare un percorso formativo per ogni alunno. Per fare questo, è fondamentale che tutti siano coinvolti in questo progetto, comprendendo anche le famiglie piuttosto che il personale ATA. Con quest'emendamento, chiediamo le risorse per intervenire per la formazione, per la creazione di sportelli, per riuscire a costruire delle opportunità per i nostri ragazzi.
Pensiamo che il futuro del Piemonte passi per una scuola inclusiva. Da qui l'origine del nostro emendamento, che riteniamo particolarmente importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

L'emendamento n. 9) tratta di progetti sperimentali di supporto alle autonomie scolastiche per l'integrazione degli alunni disabili, con esigenze educative speciali.
Certamente la fase delicata di bilancio pone delle scelte. Senza dubbio è così, però è anche vero che non ogni giorno, ma purtroppo sempre più spesso, ci troviamo a confrontarci con criticità legate alla disabilità anche su tipologie, magari, non dico nuove, ma abbastanza particolari.
Credo che la sperimentazione, quindi la possibilità di agire su progetti sperimentali, possa avere un'attenzione e, soprattutto un'importanza per arrivare gradualmente a una stabilità in termini di sostegno a questo tipo di criticità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Aggiungo altri elementi a quanto hanno detto i miei colleghi, perché su quest'emendamento vorremmo dare una particolare enfasi, in quanto riteniamo che il fondo di riserva per questo tipo di spesa obbligatorio sia assolutamente imprescindibile rispetto a un bilancio della Regione.
Pertanto, essendo possibile mettere cifre comunque abbastanza irrisorie rispetto alla necessità effettiva, segnaliamo questa importanza alla Giunta, affinché possa accettare un emendamento di questo genere, perch diventa importante per l'integrazione di alunni disabili e con esigenze educative speciali.
Ci siamo soffermati in quest'Aula per parecchio tempo sotto il profilo dell'integrazione sociale rispetto alle nuove forme di immigrazione in Italia e molto spesso dimentichiamo alunni italiani, e non solo, che hanno problematiche di questo genere per le quali non interveniamo. Quindi mentre vi è una sensibilità rispetto a un problema epocale, come quello dell'immigrazione, dimentichiamo tematiche di questo genere.
Vorremmo chiedere la possibilità che venga considerato in termini positivi, come pure anche nell'emendamento prossimo, il n. 10) interverremo nello spiegare i motivi per cui ci terremmo in modo particolare al fatto che la Giunta possa considerare in termini positivi emendamenti di questo genere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Mi unisco anch'io alla promozione di quest'emendamento, che peraltro ho anche sottoscritto.
Il problema della disabilità, soprattutto dei ragazzi in età scolare quindi delle necessità educative e formative di queste famiglie, è un tema molto sensibile, anche perché, in assenza di un adeguato sostegno pubblico istituzionale, tali problematiche finiscono per ricadere integralmente sulle spalle delle famiglie stesse e troppo di frequente sono oneri di difficile sostenibilità.
In particolare, vorrei ricordare, ma penso che su quello ci sarà un dibattito a parte, tutta la situazione dell'integrazione scolare dei ragazzi affetti da sordità. Sono situazioni in cui abbiamo assistito a un atteggiamento pubblico inizialmente di sostegno a quelle istituzioni scolastiche che in particolare si specializzavano su questo tema, quindi i cosiddetti convitti e collegi apposta per bambini e ragazzi sordi. Poi, è prevalso un atteggiamento di dispersione di questi ragazzi e quindi teoricamente di integrazione nelle classi con bambini udenti.
Peccato che però rispetto a questa volontà di maggiore integrazione quindi di proclamata abolizione di muri e di ghettizzazione, non ci siano state delle politiche concrete di sostegno rispetto alla promozione, per esempio, della lingua dei segni. Esiste una legge ad hoc e speriamo che questa sia la volta buona che venga ricapitalizzata e finanziata rispetto ad anni in cui l'abbiamo vista troppo a lungo con risorse che tendevano allo zero. Dall'altra parte, la vita delle persone continua, quindi anche l'esigenza di garantire una reale integrazione nel corso di studi. Speriamo davvero che questi spunti che arrivano dall'opposizione vengano prima o poi recepiti, perché si tratta di capitoli davvero delicati.
Aveva ragione il collega Sozzani a ricordare che ormai diamo per scontato stanziare, su capitoli che c'entrano relativamente con l'esigenza del territorio, come l'accoglienza dei richiedenti asilo, cifre multimilionarie e stratosferiche, ma dimentichiamo che gran parte di quelle cifre potrebbero essere utilizzate per fronteggiare emergenze sociali che riguardano i nostri cittadini.
Non mi riferisco soltanto a una questione di cittadinanza e quindi di nazionalità; mi riferisco anche a una questione contributiva: se le famiglie pagano le tasse, magari le hanno pagate per generazioni, hanno il diritto a un ritorno di servizi e sicuramente hanno diritto a essere preferite, in una situazione di scarsità di risorse, rispetto alle proprie esigenze a dispetto di persone per le quali proviamo pena, ma che hanno visto, errando, il nostro territorio come una possibilità di riscatto sociale, quando questo in realtà non è, quantomeno nella nostra situazione economico-finanziaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Porchietto, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento tratta dell'insegnamento della lingua inglese per i docenti e per i ragazzi delle nostre scuole.
Anche in quest'emendamento riprendiamo l'aspetto della pari dignità per le scuole primarie pubbliche e paritarie; riteniamo che l'insegnamento della lingua inglese sia assolutamente importante sin dalla scuola dell'infanzia. Le nostre sezioni hanno orari davvero risibili per questa attività; non tutte le scuole dell'infanzia del Piemonte hanno questa opportunità e se pensiamo al tema dell'internazionalizzazione e della possibilità che i nostri ragazzi hanno rispetto ad altri nazioni che sicuramente hanno più difficoltà che non la nostra, questo passo in qualche modo deve essere compiuto.
Quindi, chiediamo delle risorse: due milioni di euro legati alla formazione dei docenti, ma anche alla creazione di figure esterne che possano lavorare nelle nostre scuole.
Devo dire che con quest'operazione, oltre a dare un ritorno molto importante ai ragazzi, riusciamo a creare delle piccole opportunità di lavoro, magari per i neolaureati, e questo sarebbe un tema da non trascurare nella maniera più assoluta.
Devo anche dirle, Presidente, come notavo prima, con l'intervento dei miei colleghi Sozzani e Berutti, che è estremamente difficile intervenire.
La disattenzione sarebbe poca cosa, ma il rumore è veramente molto fastidioso.



PRESIDENTE

La Vicepresidente Ruffino lamenta, correttamente, il fatto che sia difficile discutere. Peraltro, sottolineo anche che fa molto caldo.



(Commenti della Consigliera Porchietto)



PRESIDENTE

Se accendiamo l'aria condizionata, diventa un problema riportarla domani...
È previsto per domani un peggioramento del tempo.
Manca soltanto un'ora alla fine della seduta. Domani mattina vedremo perché discutere in questo modo è complicato. Vedete che l'Assessore Reschigna ogni tanto esce a prendere una boccata d'aria.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Mi sono accorto, mentre la Vicepresidente lo illustrava, che il tema è interessante.
Volevo solo fare una considerazione. Noi abbiamo le scuole dell'infanzia, ma ormai vale anche per le elementari, che sono scuole per ricchi: o ricchi o poverissimi, nel senso che sono fatte apposta per i ricchi che hanno qualcuno che può guardare il figlio o i nipoti, pu accudirli nelle fasce orarie extrascolastiche rigide della scuola pubblica o - purtroppo - poverissime, che, essendo formate da disoccupati, possono farlo.
Dovremmo incominciare a preoccuparci di questo: un sistema così rigido non è più sopportabile, perché eccessivamente rigido ed eccessivamente costoso. Poi, i Comuni più lungimiranti e più ricchi intervengono. In altri casi, intervengono iniziative di tipo privatistico e associativo riuscendo, in quel modo, a sopperire.
Nella maggioranza dei casi, è un problema serio e, se continuiamo a essere così ideologizzati su questo tema, come sovente si fa quando lo affrontiamo, non facciamo un servizio in particolare alle classi meno ricche di questo paese.
Questo vale sull'infanzia.
Mi viene in mente un ragionamento, su questo, ho ancora 15 secondi e lo faccio. Volevo intervenire sulla scuola paritaria prima, quando qualcuno ha accennato che limita anche i costi. In questo paese il problema costi c'è ed è molto rilevante.
Tra le fine del Novecento e gli inizi del Novecento, c'era una forte componente socialista che sosteneva - contro lo Stato di allora, che era in mano alla grande destra e ai liberali, e che laicamente era rigorosa sulla scuola pubblica - che la via per avere la meritocrazia (unico modo che i poveri avevano per riuscire, altrimenti la società era bloccata, perch riuscivano solo i ricchi) era quella di favorire, in qualche modo, la scuola privata.
Ecco, forse dovremmo cominciare a ripensarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Dopo l'intervento del mio Capogruppo sono in difficoltà, perché avevamo pensato ad un'idea di questo genere.
Quest'emendamento, per la verità, è tutt'altro che banale, perché va a intervenire in un tema fondamentale rispetto a una società sempre più globalizzata, nella quale noi stiamo vivendo.
Oggi, il numero delle persone che utilizzano la lingua inglese rispetto a un'attività quotidiana è in crescita: lo vediamo, purtroppo, nella ridondanza dei termini inglesi che compaiono anche quando parliamo e scriviamo in italiano.
Diventa, pertanto, fondamentale un importo di questo genere nell'ambito di una capacità successiva dei nostri giovani e studenti nel trovare lavoro, in una società globalizzata come quella in cui stiamo vivendo, per le scuole materne e primarie pubbliche paritarie per l'insegnamento della lingua inglese. Fondamentale perché, più si è piccoli e più si apprende la lingua, Nelle scuole materne vi è un'assoluta capacità di apprendimento rispetto all'età adulta.
È, quindi, importante un piccolo segnale di questo genere: stiamo parlando di due milioni rispetto al bilancio della Regione, quindi è una cifra irrisoria, ma rappresenta un segnale - come dicevano il Consigliere Pichetto e la collega Ruffino - rispetto a un'iniziativa nuova, importante che rende più moderne (usiamo pure questo termine), comunque al passo con i tempi, le nostre scuole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ritengo che un paese e una regione che voglia proiettarsi in una dimensione europea e internazionale non possa più permettersi di non avere i giovani e i ragazzi, con un bagaglio linguistico assolutamente all'avanguardia.
È vero che il Regno Unito, è uscito dall'Unione Europea, ma penso che questo non cambi le sorti linguistiche dell'Europa e, comunque, della proiezione linguistica inglese a livello internazionale.
Pertanto, crediamo che quella sia una strada da percorrere e soprattutto, da sostenere. A livello internazionale, siamo probabilmente uno dei popoli (dal punto di vista linguistico) più arretrati in assoluto.
Abbiamo tantissime qualità dal punto di vista tecnologico, tecnico e su altre discipline, ma a livello linguistico lasciamo sicuramente a desiderare.
Questo non ce lo possiamo più permettere, pertanto chiediamo un sostegno forte a quest'emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ritengo che quest'emendamento sia estremamente significativo per il rapporto fra investimento e ritorno che ne può avere.
È vero che, rispetto ad alcuni decenni fa, le lingue si insegnano fin dalla scuola dell'infanzia, ma non così dappertutto e non con il numero di ore che sono presenti nel programma curriculare di altri Stati.
La conoscenza delle lingue, in particolar modo per i bambini che frequentano la scuola paritaria o le scuole elementari, è assolutamente indispensabile per l'apprendimento. È uno di quegli investimenti in cui con poche ore in più la settimana (due o quattro ore in più, a seconda dell'età) si ha un effetto assolutamente positivo, per la scuola e soprattutto per le attività lavorative future. Infatti, essendoci un utilizzo della lingua inglese o spagnola in molte attività lavorative questo sostegno diventa indispensabile per evitare quanto sosteneva il Consigliere Pichetto, e cioè che una fascia di piemontesi abbia, tra le possibilità per una ricerca lavorativa, quella della conoscenza delle lingue, e un'altra fascia di piemontesi che, invece, non ha questa opportunità, perché non ha avuto la possibilità economica di frequentare corsi dedicati.
In Piemonte sono decine di migliaia bambini e ragazzi che frequentano corsi di lingue a pagamento, pertanto ritengo che questo tema debba essere assolutamente affrontato, per l'importanza che ha rispetto al piccolo costo.
Ricordo che, ad esempio, negli stanziamenti integrativi che abbiamo fatto per le scuole di montagna, molte scuole - intelligentemente - non chiedevano più ore di attività curriculari, ma inserivano dei progetti di insegnamento delle lingue.
Segnalo, inoltre, che questi stanziamenti garantiscono due aspetti: l'insegnamento delle lingue e una permanenza maggiore all'interno dell'istituto scolastico, che non è una sinecura per i genitori, ma è un cercare di rendere complementare l'attività lavorativa con un'ottima e opportuna prospettiva di inserimento nel mondo del lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 232) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
In realtà gli emendamenti n. 8) e n. 232) ricalcano gli stessi temi e in particolare, le azioni in favore di studenti in aree territorialmente disagiate.
Stiamo seguendo i percorsi di UNCEM sulle aree disagiate, che trattano di temi quali quelli del vivere la montagna e i borghi alpini. Peccato che tutte queste realtà e queste situazioni siano sotto un certo aspetto difficili da vivere, soprattutto per i nostri studenti che per fortuna abitano ancora la montagna.
Parliamo di scuola: per esempio, di difficoltà a raggiungere gli istituti se si parla, soprattutto, di scuola superiore, perché chiaramente ci sono riduzioni al trasporto pubblico locale, ma parliamo anche di scuole di piccoli Comuni che stanno chiudendo o di plessi che hanno spazi angusti o che non dispongono di palestra o di mensa. Parliamo inoltre di scuolabus quando non si tratta di scuola superiore, e della difficoltà evidente credo che il costo di uno scuolabus, se attrezzato per disabili, si avvicini ormai ai 100.000 euro - per i Comuni, senza alcun sostegno, di dotarsi di questo mezzo.
Poiché le famiglie ci danno l'opportunità di veder vivere la montagna riteniamo che dall'altro lato ci debba essere l'attenzione per consentire ai nostri ragazzi di frequentare la scuola, senza troppe difficoltà. Per questo chiediamo delle azioni a favore degli studenti che vivono in questa situazione perché dall'altro lato, se le famiglie dovessero abbandonare la montagna - quella montagna che si trova a decine di chilometri prima di arrivare ad un plesso - lo scotto che il Piemonte pagherebbe sarebbe ben maggiore.
In questo senso e molto coscientemente, quindi, abbiamo presentato quest'emendamento. In questo caso si parla di 500 mila euro che hanno poi però, un tornaconto per la società ben maggiore: da un lato, dunque, i disagi; dall'altro lato l'agio di poter godere dei servizi dovuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento precedente avevamo fatto riferimento sempre alle aree disagiate, ma non necessariamente a quelle montane. Io credo che rispetto alle aree montane, in cui tradizionalmente la Regione Piemonte ha investito delle risorse (quasi pari a un milione di euro l'anno) nel passato, sia indispensabile un'attenzione, perché se no il rischio vero è che noi facciamo tante declamazioni ma pochi fatti.
In moltissimi casi asseriamo che noi dobbiamo garantire ai cittadini delle Alpi e degli Appennini gli stessi diritti rispetto a chi vive in città. Questo è impossibile, evidentemente, ma certamente noi dobbiamo cercare di garantire i diritti essenziali per fare in modo che una famiglia possa decidere di vivere in montagna o di trasferirsi in un Comune montano e va detto che non parliamo solo di Comuni che stanno a 1.000 metri, ma parliamo di centinaia di Comuni di medio e fondo valle, in cui certo la distanza da un centro urbano non è tantissima, di Comuni - soprattutto quelli alla testa delle valli - ai quali dobbiamo garantire un servizio non necessariamente obbligando i minori o le famiglie a stare un'ora-un'ora e mezza al giorno all'interno di uno scuolabus o in auto, accompagnati dai genitori.
Per fare questo è indispensabile un intervento che la Regione attui da un punto di vista economico, ma mi permetto di dire anche dal punto di vista dei rapporti con il MIUR. Servono infatti certamente le risorse, ma è anche importante stabilire che le deroghe esistenti devono essere innanzitutto rispettate e, in secondo luogo, devono essere di buonsenso: noi abbiamo infatti molte realtà in cui la Direzione regionale dello studio, se deve fare una pluriclasse, anche se in una classe ci sono nove bambini e nell'altra ce ne sono 11, la classe di nove comunque la accorpa mentre noi dovremmo badare sempre di più, visto che dieci è il numero minimo, a far sì che all'interno della scuola ci sia un numero di minori che supera i 45 o arriva ai 50, ma non importa che in una classe siano otto piuttosto che dieci , se in un'altra sono 12 invece di 14.
Presidente, c'è molto brusio; ma non è tanto un problema per me, quanto di chi deve riportare quanto io dico.
Io continuo, ma visto che vedo qualche difficoltà da parte del personale.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a fare silenzio. Io capisco la difficoltà della discussione e il caldo, ma c'è ancora una mezz'oretta: abbiate pazienza.
Però consentite a coloro i quali intervengono di farlo almeno ascoltandosi.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Ruffino, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, ne diamo il contenuto per illustrato.
Emendamento rubricato n. 107) presentato da Marrone, Gancia, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
L'emendamento 107) riguarda proprio - sono contento che si presenti ora, così mi collego al mio ultimo intervento - i contributi ad istituzioni scolastiche ed enti per la promozione e il riconoscimento della lingua italiana dei segni.
Vorrei ricordare che il Piemonte è stata la prima Regione italiana, nel 2012, a riconoscere la LIS (la lingua dei segni) nel nostro Paese. Quello è stato un passaggio importante, perché ha finalmente sdoganato una forma di comunicazione per ovviare al deficit causato dalla sordità. In realtà si tratta di una lingua che era già davvero oggettiva da oltre un secolo promossa da enti di natura privata - come l'ENS, ma non solo - ed è l'unica possibilità di integrazione e comunicazione per tutte quelle persone sorde e tutta quella comunità silenziosa che non si affidi o non intenda affidarsi esclusivamente all'impiantistica.
Eppure l'approvazione di questa legge è stata una battaglia difficile.
Perché la voglio ricordare e sottolineare così? Perché la discussione era stata un'occasione in cui si era vista una sostanziale trasversalità tra le forze di maggioranza e quelle di opposizione. Peccato poi che quella legge negli effetti concreti, sia rimasta a lungo sulla carta, alla fine della scorsa legislatura con il centrodestra al governo, ma anche nella prima metà di questa legislatura, riuscendo a stanziare quelle risorse minime sufficienti solo a fronteggiare le spese di quei convitti che un tempo erano sostenuti finanziariamente dalle Province, poi abolite.
Il finanziamento, insieme all'emanazione dei regolamenti da parte della Giunta per l'attuazione di quella legge regionale di riconoscimento della LIS, diventa uno strumento fondamentale per dotare tutte quelle realtà associazionistiche e non solo, che si fanno carico a livello volontaristico di portare questi strumenti di comunicazione visiva all'interno delle scuole e degli enti pubblici, e fornire la garanzia di traduzione in tutti gli ambiti della vita civile e sociale di cui le persone sorde abbiano necessità. È quindi strategico che finalmente la Regione vada a dare copertura finanziaria alle attività che sono solo al momento tracciate sulla carta in questa legge.
Mi auguro che veramente si riesca prima o poi a dare le risorse che merita questa legge e, soprattutto, andare incontro finalmente a un segnale di sostegno concreto istituzionale, in attesa che sia lo stesso Stato italiano a riconoscere la LIS, passaggio che ancora non è avvenuto, in modo che questa comunità, che in realtà non ha mai gravato sulle spalle della collettività (mi riferisco alla comunità sorda) si senta finalmente accolta e parte di questo territorio e parte delle istituzioni, perché, ricordo ancora una volta, le tasse intanto le pagano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 215) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento l'abbiamo posto partendo da un tema singolo che riguarda un cittadino piemontese e che conosce l'Assessore.
Partendo dal presupposto che esistono dei convitti all'interno e all'esterno della nostra regione, rammento che, nel contributo di cui abbiamo parlato precedentemente, cioè quello sulle aree disagiate, vi era anche la misura necessaria a pagare le rette dei convitti montani, perch ricordiamo che sono strutture ancora utilizzate. Credo che sia estremamente utile garantire un contributo, anche se piccolo - perché non stiamo parlando di un numero significativo di alunni piemontesi che hanno una disabilità sensoriale - affinché questi alunni possano beneficiare di rette per convitti o semiconvitti.
Abbiamo volutamente messo una spesa simbolica di 30.000 euro, perch non sono spese estremamente significative. Però crediamo che si debba prestare attenzione a situazioni come queste e molte altre presenti nel settore dell'istruzione legato alla disabilità, di cui non possiamo non tenere conto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 248) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 233) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento prevede, così come un altro che illustreremo successivamente, una dotazione economica maggiore sugli assegni di studio perché tanto per ciò che riguarda il trasporto, i libri e l'ampliamento del POF quanto per ciò che riguarda gli assegni di studio per frequenza quest'anno viviamo un anno particolare, com'è anche testimoniato dal nostro bilancio. Cioè il bilancio 2017 deve dare copertura economica ai bandi degli ani 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017 e, nel rispetto della norma che dovrebbe prevedere che la competenza e la cassa siano sempre più collimanti, anche una piccola copertura rispetto al bando 2017-2018.
Quindi, abbiamo tre anni pieni che vengono garantiti con il bilancio di quest'anno e un pezzo del bando che dovrà uscire sempre sul bilancio di quest'anno.
Illustro due emendamenti insieme, tanto ripeterei le stesse cose, sia quello della lettera a) sia quello della lettera b), legato a quello che riguarda i finanziamenti, in questo caso per le scuole statali per il pagamento di libri, trasporto e quant'altro, ricordando che quest'anno si è introdotto il voucher. Quindi, si ha anche una facilità nell'erogazione delle risorse più semplice rispetto agli anni passati, ma il problema più significativo esiste in questo, così come esisterà sulle scuole paritarie perché noi, quando modificammo la legge n. 28, facemmo sostanzialmente un patto. Noi modificammo la legge n. 28, come alcuni colleghi ricordano - il collega Valle, come Presidente della VI Commissione, certamente ne è testimone - partendo da due presupposti. Il presupposto era quello di ridurre da 42.000 a 26.000 euro il reddito ISEE, perché si riteneva che non fosse corretto mantenere un reddito ISEE così alto, anche se, in realtà quella determinazione nasceva da un concetto, che è quello della libera scelta educativa. E la libera scelta educativa non può avere o non dovrebbe avere neppure limiti di reddito, se non medio-alti. E quindi passammo da 42.000 a 26.000.
Il secondo accordo che era nel primo è che le graduatorie fossero a finanziamento partendo da chi aveva i redditi più bassi per arrivare ai vari redditi, e si disse: "Scendiamo a 26.000 euro, perché almeno onoriamo i bandi; cioè facciamo un bando e dalla prima all'ultima domanda da zero a 26.000, riducendo la platea riusciamo ad accontentare tutti".
Con quanto è stanziato a bilancio quest'anno, noi riusciremo a malapena, in particolar modo rispetto al bando 2016-2017, ad arrivare a 15.000 euro sull'ISEE. Va ricordato che, a differenza di quanto molte volte si è detto non guardando i numeri, il grosso di coloro i quali hanno diritto ad un finanziamento hanno ISEE molto bassi, hanno ISEE che comunque arrivano fino a 26.000, ma certamente non sono coloro i quali possono permettersi una libertà di scelta educativa. In particolar modo rispetto alle scuole paritarie, se garantiamo una copertura economico fino a 26.000 euro, offriamo alle famiglie la possibilità di scegliere davvero. Peraltro avendolo fatto un po' scontare alle famiglie - il doppio bando fatto l'anno scorso ha accorciato sempre di più i tempi che intercorrono fra l'uscita del bando, la pubblicazione della graduatoria e l'anno scolastico stesso, per cui ci stiamo gradualmente avvicinando al giorno in cui - il prossimo anno, forse - le famiglie riusciranno ad avere la graduatoria pubblicata prima dell'inizio della scuola, con una reale libertà di scelta educativa. Ma senza l'introduzione di maggiori risorse, credo che questo non sarà possibile.
Peraltro, sarebbe anche possibile farlo in due momenti, ossia nel bilancio preventivo e, dopo una verifica a graduatoria pubblicata riservarci, in assestamento, di capire quanto sia necessario per chiudere le graduatorie.
Se non daremo copertura totale, ma, soprattutto, se non rispetteremo un patto che questo Consiglio ha stretto, non solo violeremo un accordo che abbiamo siglato con le famiglie piemontesi, ma verremmo meno allo spirito di una legge che garantisce libertà di scelta educativa.
Io penso che questo sia uno degli aspetti più significativi e importanti, almeno per quanto riguarda il partito che rappresento, di modifica che noi chiediamo a questo bilancio. Perché ritengo che siano stati fatti sacrifici significativi da parte delle famiglie: è stato accettato un bando che, a parità di risorse, finanziava due anni (riducendo, quindi, il numero di contributi e garantendo uno dei due solo al 60 per cento), per cui non penso che si possa andare oltre, perch sancirebbe non solo la violazione di una legge regionale, ma anche di un principio che, in qualche modo, abbiamo stretto con le famiglie piemontesi.
Vi è un ultimo aspetto, e concludo (recupererò il tempo in eccesso nell'emendamento successivo): dovremmo usare sempre di più il triennale.
Perché i due milioni sono sul triennio? Perché è evidente che se noi diamo garanzia alle famiglie piemontesi che le risorse sono stanziate sul triennio, io posso fare una programmazione che, come i colleghi di Giunta e di Consiglio comprenderanno bene, nel momento della scelta di una scuola è determinante. Cioè se non mi posso permettere un tipo di scuola, ma ho tre anni garantiti, allora posso fare una scelta, perché so che almeno per un triennio (se sono le scuole medie, per esempio, lo copro interamente, se sono le scuole elementari lo copro per una buona parte) ho la garanzia che i fondi regionali mi consentiranno di esercitare, appunto, la libera scelta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 216) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento ha, come finalità, quella di prevedere contributi per i Comuni per concorrere al funzionamento delle scuole materne autonome.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale, se la interrompo: ci sono alcuni Consiglieri e Consigliere che mi fanno tenerezza, perché sentono molto caldo.
Concedo una deroga, se l'Aula acconsente: se volete, potete togliervi la giacca. Anche lei, collega Vignale, può farlo, se crede.
Scusi l'interruzione.



VIGNALE Gian Luca

Devo dire che mi sembrava più semplice accendere l'aria condizionata.



PRESIDENTE

Ho spiegato prima che è complicato.



VIGNALE Gian Luca

Ma se lo spiega a microfono...
Io fossi in lei non lo farei. Perché se spiega a mio figlio che pur se accendo un impianto e se il giorno dopo fa più freddo non posso più accendere il riscaldamento...



PRESIDENTE

Messaggio per il figlio del collega Gian Luca Vignale: i riscaldamenti sono spenti. Ma se accendessimo l'aria condizionata e domani si dovesse verificare un cambiamento della temperatura, gli impianti, che sono leggermente obsoleti, non potrebbero essere attivati, causando quindi un disagio.
Ho fatto prima un sondaggio tra i colleghi se si preferiva il caldo o il fresco, e quasi all'unanimità si è preferito il caldo. Ma adesso mi facevano veramente tenerezza, per cui ho concesso la facoltà di togliere la giacca. Questo messaggio era per il figlio del mio amico Gian Luca Vignale! Prego, collega.



VIGNALE Gian Luca

Secondo me non ha capito lo stesso, però va bene così, tanto non è questo il motivo dell'intervento.
Dicevo, se dovessimo guardare quanto sta avvenendo per esempio all'interno di queste città e chiedessimo omogeneità di scelta (riguarda questo, come i due emendamenti precedenti) indipendentemente da dove uno siede, è assolutamente evidente che il Partito Democratico dovrebbe sostenere quest'emendamento. Perché dopo tutto il cancan che in questo periodo ha fatto in Comune a Torino - legittimamente, come le altre opposizioni - perché in qualche modo si sono aumentate le spese per le scuole materne autonome, sempre nella logica della garanzia di una libera scelta, quest'emendamento dovrebbe essere parimenti sostenuto.
C'è un aspetto che va rilevato: mentre all'interno di questa città le scuole materne autonome sono davvero uno strumento indispensabile, ma in alcuni casi sono una scelta, in molte aree del Piemonte - nelle quali quest'emendamento ha maggior valore - questa facoltà non c'è. Nel senso che se si vuole mandare il figlio presso la scuola materna del proprio paese (magari a sette, otto o dieci chilometri ce n'è anche una comunale o statale), forse l'unica scuola materna che ha è quella autonoma.
Il Presidente o il Vicepresidente mi potrebbero dire che questa cifra è leggermente invariata rispetto agli anni precedenti (in parte è ridotta, ma non in modo significativo). Ma è assolutamente evidente che oggi non siamo più in grado di reggere un sistema quale quello attuale come se le spese fossero le stesse di cinque anni fa. Perché, incidentalmente, in questo periodo, un po' per il costo del lavoro, un po' per il costo dell'energia tutto ciò che comporta il funzionamento di una scuola è aumentato, mentre è drammaticamente diminuita la possibilità di spesa da parte dei cittadini.
Va ricordato che le scuole materne autonome, per motivi evidenti (non hanno un costo significativo nei confronti del pubblico, anzi è stranamente ridotto), costano di più delle scuole comunali, perché, ovviamente, si devono mantenere.
Bisogna fare attenzione a un secondo aspetto, che è oggetto di una delibera della Giunta regionale di lunedì: la possibilità di aprire nuove sezioni di scuole materne all'interno del territorio piemontese.
La precedente Amministrazione scrisse una norma, secondo me, di buon senso, che questa Amministrazione ha inteso cancellare, che diceva che laddove esiste una scuola autonoma, non ne può nascere una comunale e laddove ne esiste una comunale non ne può nascere una autonoma, perch cito il caso di Bibiana perché è quello che andò sui giornali - noi stiamo producendo dell'indebitamento.
Chiedete al Sindaco di Bibiana - non è lui che l'ha scelto - che si ritrova una scuola comunale voluta più per ideologia che non per altro, che è costata alcuni milioni di euro, come alcuni milioni di euro di denaro pubblico è costata quella di Almese e così tante altre.
Allora, noi interveniamo spendendo maggiori risorse laddove non investiamo, come il nostro emendamento chiede, per sostenere il comparto dell'istruzione.



PRESIDENTE

Comunico ai colleghi che stanno caricando il contingentamento dei tempi per domani, per ciascun Gruppo.
Emendamento rubricato n. 220) presentato da Vignale, Berutti, Gancia Graglia, Marrone, Porchietto, Sozzani,.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 166) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Gancia, Marrone, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento è finalizzato a garantire il finanziamento dell'attività didattica e formativa e dell'ampliamento dell'offerta formativa rivolta agli allievi ricoverati, il sostegno all'inserimento di allievi di nazionalità straniera e le azioni formative per la popolazione carceraria.
Mi soffermo brevemente su quest'ultima categoria di destinatari: parliamo di soggetti deboli a partire dagli allievi ricoverati, passando per gli allievi stranieri e arrivando alla popolazione carceraria. Abbiamo affrontato questo tema anche recentemente in Commissione audendo il Garante dei detenuti, Bruno Mellano, e abbiamo ascoltato la sua testimonianza concreta: poter seguire dei corsi e potersi istruire all'interno delle mura carcerarie permette veramente di sentirsi parte di un progetto finalizzato al reinserimento nella società.
Quindi, riteniamo assolutamente necessario sostenere questo tipo di intervento, per consentire di arrivare al recupero della persona, recupero che giova in primis alla persona, ma, soprattutto, alla società nella quale questa persona dovrà essere reinserita.
Allora, da questo punto di vista, noi chiediamo un impegno modulato su 600 mila euro per il 2017 e un milione per il 2018, per garantire che si possano proseguire, incrementare e intensificare questi corsi all'interno delle carceri, anche per garantire l'adeguato proseguimento degli studi per coloro che si trovano in condizione di ricovero e, purtroppo, sono impossibilitati a raggiungere la scuola.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 126) presentato da Marrone, Gancia, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
È un emendamento che chiede di rimpinguare lo stanziamento di fondi per 400 mila euro rispetto a una missione ben chiara, ovvero il finanziamento della fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo della scuola dell'obbligo e di quella secondaria superiore, ovvero i buoni libro, detto in modo più intelligibile.
È un tema particolare, perché chi si sia approcciato come me alla questione dei buoni libro, passando da un'esperienza di amministrazione comunale, sa bene che, purtroppo, già la burocrazia di accreditamento rispetto all'utilizzo di quei fondi, rende obsoleta la pratica, nel senso che spesso le famiglie sono costrette a fare domanda - ed è giusto che sia così - solo dopo aver conosciuto l'importo della spesa per i libri; quindi ovviamente, è inevitabile che i soldi arrivino dopo che è stata sostenuta la spesa, non è molto normale che arrivino magari un anno o due anni dopo.
Purtroppo, questo è uno dei tanti temi in cui la lentezza e, soprattutto, i sempre minori stanziamenti da parte pubblica determinano quel clima di insoddisfazione e anche diffidenza che il cittadino ha nei confronti delle istituzioni. Vengono emessi i bandi, ma, poi, non vengono stanziate le azioni.
Con questi 400 mila euro in più si chiede di fare fronte a un'esigenza molto chiara. Nell'ultima riunione dei Capigruppo, il Vicepresidente ha parlato di questa nuova misura predisposta dalla Giunta: comprare voucher di consumo per l'acquisto di libri da parte dei ragazzi minori fruitori del Salone del libro, piuttosto che di Portici di carta.
Mi permetto di dire che è una bellissima iniziativa, ma è un po' poco comprensibile se contemporaneamente non si riesce neanche a garantire l'acquisto dei libri di scuola. Per cui, ben vengano i voucher per fare leggere di più i minori (i libri possono riguardare la manualistica, ma anche, più verosimilmente, svago ed evasione, visto che si tratta di festival letterali); dall'altra parte, però si dia la priorità a garantire la copertura di spesa sull'acquisto dei libri scolastici.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 12) presentato da Graglia, Berutti, Gancia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Il presente emendamento si rende necessario al fine di finanziare il capitolo relativo ai contributi ai Comuni per concorrere al funzionamento delle scuole materne autonome, per la precisione si richiede un milione di euro. La tutela della centralità della formazione degli allievi e dell'attività di supporto ai Comuni per il funzionamento di suddette scuole è specificata nei commi 4 e 5 della legge n. 28/2007, laddove si afferma: "La Regione, nel definire le politiche dell'istruzione e della formazione tenendo come riferimento gli obiettivi europei, riconosce come elemento centrale l'allievo in formazione, a cui è garantito, fin dalla scuola dell'infanzia, l'accesso ad una offerta formativa diffusa e riqualificata che si sviluppi lungo tutto l'arco della vita".
Inoltre, si sottolinea: "La Regione riconosce il fondamentale ruolo delle istituzioni scolastiche autonome e si impegna a collaborare con esse per la realizzazione degli interventi previsti dalla presente legge".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 169) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Gancia, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Siamo sempre nell'ambito della legge n. 28.
Chiediamo uno stanziamento di fondi, sul 2019, di 400 mila euro finalizzato ad azioni per garantire e migliorare l'attività didattica e formativa e l'ampliamento dell'offerta formativa. Quindi, parliamo di nuovi progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa, per sostenere una scuola che sappia innovarsi e rinnovarsi.
Adesso sembra che io faccia la pubblicità all'innovazione, però parlo di una scuola che riesca a restare al passo con i tempi, attraverso dei progetti che siano il più possibile attenti alla realtà circostante, quindi anche al mondo delle nuove tecnologie, e sappia evolversi, per consentire agli studenti di usufruire di strumenti sempre più innovativi, a partire da quelli digitali, ma anche progetti che siano nuovi e sperimentali, per valutare l'impatto che possono avere sul percorso di studi dei ragazzi.
È un impegno che va ad ampliare l'attività didattica, quindi sicuramente, è un tipo di impegno che la Regione deve sostenere, se vuole consentire alla scuola piemontese di rimanere al passo con i tempi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Passiamo all'esame degli emendamenti relativi alla Missione 5.
Emendamento rubricato n. 189) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Questo è un emendamento che interviene sui finanziamenti destinati alla legge n. 68, quindi alle risorse che vengono destinate ai contributi per enti e associazioni culturali che operano con continuità nel campo teatrale con adeguate strutture, secondo principi e criteri di professionalità quindi gli enti e le associazioni riconosciute nell'ambito di questa legge.
Chiediamo uno stanziamento di un milione per le prossime tre annualità un sostegno alla cultura, a tutti quegli enti che sono riconosciuti in modo stabile come soggetti attivi in campo culturale e che quindi, sicuramente meritano il sostegno della Regione.
Siamo in un momento di evoluzione e di rinnovamento delle leggi relative al comparto culturale. Probabilmente non riusciremo quest'anno ad arrivare a questo famoso testo unico su cui già da diversi mesi stiamo lavorando; per il momento dobbiamo cercare di dare adeguata copertura a queste leggi, il tutto nell'ottica di un rinnovamento e di una revisione del sistema dei finanziamenti della cultura che, sicuramente, presenta qualche falla su cui tutti seriamente stiamo lavorando.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 14) presentato da Graglia, Berutti, Gancia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Il presente emendamento intende aumentare le risorse per il capitolo relativo ai contributi a enti, fondazioni, istituzioni e associazioni nonché alle amministrazioni religiose private e a privati per il restauro e la manutenzione straordinaria degli immobili di interesse storico e architettonico.
Come indicato nell'articolo 1 della legge n. 58, l'interesse alla difesa e alla valorizzazione dei beni culturali regionali ha tra i suoi obiettivi primari quello di favorire la tutela e la valorizzazione e l'utilizzazione, da parte di tutta la popolazione, dei beni culturali e promuovere l'incremento e la gestione democratica della relative strutture.
Secondo tale logica, si presenta quest'emendamento, che richiede un milione di euro in più.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Emendamento rubricato n. 103) presentato da Gancia, Benvenuto, Marrone Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 103) riguarda la nuova legge sulla lingua piemontese.
Abbiamo visto che la Giunta regionale ha già fatto un passo in avanti finanziando, con 100 mila euro, la legge n. 20 del 2016.
Per quanto ci riguarda, si potrebbe fare un po' di più, ma per essere sinceri, dopo alcuni anni in cui non è mai stata finanziata la vecchia legge, è un passo in avanti e lo consideriamo come un atto positivo.
Se è possibile, sarebbe bello poterlo incrementare, visto che sulla lingua piemontese si potrebbero fare progetti interessanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Dopo diverse legislature e anche in modo bipartisan, nonostante non si possa utilizzare il termine lingua perché proibito dallo Stato centrale crediamo sia fondamentale.
Voglio sensibilizzare tutta la Giunta e tutto il Consiglio, affinch possa essere stanziato qualcosa perché senza un minimo di risorse rischiamo di vanificare il lavoro svolto che ha visto coinvolte tutte le forze politiche presenti in Consiglio e in Giunta.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.57)



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