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Dettaglio seduta n.22 del 18/11/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 9.33 con l'esame del punto 1)


Argomento: Università

Interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 139 presentata dai Consiglieri Bono e Bertola, inerente a "Test di medicina, regolare svolgimento della didattica"


PRESIDENTE

I nostri lavori prevedono, al primo punto, l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 139, presentata dai Consiglieri Bono e Bertola, che però non vedo in aula. E' presente invece l'Assessore Cerutti per la risposta.
Propongo di attendere qualche minuto l'arrivo degli interroganti, che prego i colleghi del Gruppo di voler sollecitare al telefono.
I lavori sono sospesi.



(I lavori, sospesi alle ore 9.34, riprendono alle ore 9.41)



PRESIDENTE

I lavori riprendono.
Affrontiamo dunque l'esame dell'interrogazione indifferibile ed urgente n. 139.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riguarda, appunto, il test di medicina e interroga la Giunta relativamente al regolare svolgimento della didattica.
Il TAR del Lazio, infatti, ha emesso una sentenza sui ricorsi contro il numero chiuso presso le Facoltà di medicina, con udienze che si sono svolte il 9 ottobre. Stiamo parlando del test di ingresso alle Facoltà di medicina e chirurgia. I ricorsi che sono stati accolti sono quelli relativi alle Università di Roma La Sapienza e Tor Vergata, alla Federico II di Napoli alle Università di Torino, di Bologna, di Pisa, di Salerno, di Catania e di Catanzaro.
In base a quanto abbiamo appreso dai quotidiani e dal Direttore Ezio Ghigo, la situazione venutasi a creare è drammatica, perché l'Ateneo di Torino non avrebbe gli spazi sufficienti per ospitare questi nuovi arrivati, dal momento che i nuovi ammessi in conseguenza dell'accoglimento di questo ricorso saranno 220, che andranno a sommarsi alle 389 persone che hanno passato il test.
Relativamente a questo, allora, noi chiediamo alla Giunta se e come la Regione Piemonte intenda intervenire nella questione, al fine di garantire il regolare svolgimento delle lezioni con le nuove matricole, in condizione di sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessore al diritto allo studio universitario

Grazie e buongiorno.
Innanzitutto, crediamo che nella risposta a quest'interrogazione sia importante chiarire quali siano le competenze in ordine all'ammissione ai corsi universitari tra cui, appunto, quelli di medicina e chirurgia: queste sono dello Stato e dei singoli Atenei; il primo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (come stabilito dall'articolo 117 della Costituzione e dalle norme vigenti in materia), in modo da garantire modalità e contenuti di ammissioni e frequenza uguali in tutto il territorio nazionale ed evitare ingiuste sperequazioni territoriali, ed i secondi per la definizione dei bandi e dei concorsi e per la definizione dei successivi corsi per gli ammessi.
In particolare, il nuovo assetto dell'Università di Torino, dopo l'approvazione della legge 240/2010 (la cosiddetta "Riforma Gelmini") e in seguito del nuovo Statuto, ha previsto l'istituzione delle Scuole quali strutture di coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche dei Corsi di laurea, tra le quali la Scuola di medicina, competente a definire le ammissioni ai propri corsi e a regolare il loro funzionamento anche dal punto di vista logistico oltre che didattico.
La Scuola di medicina è articolata in due poli, inseriti rispettivamente nel contesto dell'ASO "Città della salute e della scienza di Torino" e dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Luigi Gonzaga" di Orbassano, specificatamente per l'anno accademico 2014-2015.
L'offerta formativa della Scuola di medicina di Torino comprende oltre 30 Corsi di laurea, tra i quali tre Corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia nel polo "Città della salute e della scienza di Torino" (389 studenti l'anno) e nel polo "San Luigi Gonzaga" di Orbassano (120 studenti l'anno), oltre al Corso di laurea in odontoiatria.
Crediamo sia importante specificare nel dettaglio di cosa stiamo parlando anche perché, appunto, il tema è quello di capire quale possano essere la fruibilità e quindi anche la garanzia del diritto allo studio. Pertanto l'organizzazione delle prove di ammissione e dei successivi spazi adibiti alla didattica hanno riguardato i numeri appena citati.
E' di tutta evidenza che le decisioni del Giudice amministrativo, per le quali è ancora in corso l'iter processuale, hanno comportato un incremento notevole degli studenti ammessi - 220 oltre i 389 già vincitori delle prove - con la necessità di reperire nuovi e idonei locali ove svolgere le lezioni. Questi sono i fatti.
Fin da subito noi, come Assessorato, preoccupati della situazioni venutasi a creare, pur in assenza di competenze e funzioni dirette in materia, abbiamo dato mandato agli Uffici competenti della Regione di approfondire e valutare con i rispondenti Uffici dell'Ateneo quali fossero le soluzioni prescelte da parte dello stesso, al fine di garantire uguali condizioni a tutti gli studenti e il sacrosanto diritto di poter studiare e frequentare il corso relativo.
Dalle prime valutazioni in possesso ricevute dal Rettore Gianmaria Ajani, risulta che l'Ateneo stia studiando con estrema celerità, pur con tutte le difficoltà del caso, idonee soluzioni da adottare in tempi rapidi che garantiscano una normale e sicura frequenza ai corsi da parte dei nuovi ammessi. L'Ateneo ha pubblicato sul proprio sito un avviso in data 5 novembre scorso, nel quale si sottolinea che per gli studenti ricorsisti verrà strutturato un apposito canale al termine delle immatricolazioni e che gli stessi verranno informati a breve relativamente a dove e quando presentarsi per le lezioni.
Poi abbiamo anche - e ne lascerò copia al Presidente - cosa dice nello specifico l'Ateneo (mi sollevo dal leggerlo, anche perché i minuti stanno scorrendo), nonostante naturalmente la sottoscritta e l'intera Giunta nonché gli Uffici della Direzione competente, continuino a monitorare gli sviluppi della vicenda, approfondendo tutte le strade possibili per giungere alla soluzione auspicata da tutti: noi stiamo continuando a monitorare.
Il nostro compito è quello di garantire il diritto allo studio e vigilare alla sua piena realizzazione, rimuovendo tutti gli ostacoli che possano impedire la stessa e proponendo azioni di impulso e sollecitazione nei confronti dell'Ateneo. Crediamo che la vicenda avrà a breve la giusta e naturale soluzione, con l'impegno di riferire i prossimi sviluppi a quest'Aula.
Detto questo, ringrazio gli interroganti per aver sollevato la questione, poiché ciò consente di esporre sinteticamente la situazione relativa all'edilizia universitaria, nella quale rientrano, in particolare gli spazi didattici dedicati al funzionamento dell'Università. Ricordiamo che la materia è regolata dalla LR n. 29/1999 da un apposito capitolo di bilancio.
Non è un caso se oggi discutiamo di mancanza di spazi ove svolgere la didattica: nel corso degli anni le risorse finanziarie dedicate all'edilizia universitaria sono state praticamente azzerate e, di conseguenza, azzerate le convenzioni con gli Atenei e con l'EDISU per la realizzazione di nuovi immobili o per la ristrutturazione e messa in sicurezza degli esistenti.
In sintesi, la Giunta precedente ha portato le risorse appostate in bilancio dai 15 milioni previsti negli anni 2008, 2009, 2010 e 2011 a zero per gli anni a seguire, fatta eccezione per gli 800.000 euro per il 2014 (cifra, tra l'altro, che avevamo visto in Commissione).
Ecco la situazione che ereditiamo e all'azzeramento delle risorse consegue chiaramente il naturale azzeramento dei lavori e, quindi, di qualsivoglia progetto di nuove strutture o l'adeguamento di strutture esistenti. Le ultime convenzioni per i lavori di edilizia universitaria risalgono al 2008, per non parlare del decurtamento di circa due terzi delle risorse dedicate al diritto allo studio universitario, perpetrato appunto, negli anni 2010-2014.
Per chiudere, quindi, in queste condizioni diventa oltremodo difficile affrontare i problemi legati alle strutture edilizie universitarie e trovare in brevissimo tempo le soluzioni adatte.
Pertanto, auspico e mi accingo a proporre un'inversione di tendenza con gli stanziamenti nel bilancio pluriennale 2015-2017 che, pur in un contesto non facile dal punto di vista finanziario, permettano almeno di sanare le situazioni di emergenza nel settore dell'edilizia universitaria; questo naturalmente, oltre ai sei milioni di euro in più che, appunto, speriamo di approvare nella legge di assestamento.
Chiudo dicendo che solo una politica miope non è in grado di capire che il diritto allo studio - e quindi ringrazio gli interroganti per aver riportato in Aula questo tema, che crediamo sia molto importante - non è solo uno strumento utile che viene fornito ai nostri figli e ai giovani della nostra Regione, ma costituisce attrazione per studenti del resto d'Italia e per studenti stranieri, i cui arrivi contribuiscono al miglioramento economico-sociale del Piemonte. Ed è questo, chiaramente, il nostro obiettivo di lavoro per questi anni.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 138 presentata dai Consiglieri Bono e Bertola, inerente a "Razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale ai sensi dell'intervento 17.2 'Razionalizzazione della spesa territoriale' della DGR n. 25-6992 del 30/12/2013 'Approvazione Programmi Operativi 2013-2015 predisposti ai sensi dell'articolo 15, comma 20, del disegno legge n. 95/2012 convertito, con modificazioni, in legge n. 135/2012'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 138.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, anche per aver letto tutto il titolo, che è lunghissimo, ma in pratica riassume il contenuto dell'interrogazione.
Parliamo della razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale e delle misure contenute nell'approvazione dei programmi operativi ai sensi del decreto legge n. 95/2012.
Naturalmente siamo nell'ambito del nuovo Patto della Salute del 10 luglio 2014, che parla anche di assistenza farmaceutica e richiede espressamente il rispetto di tetti di spesa programmati. A questo proposito, abbiamo la DGR n. 25-6992 del 30 dicembre 2013 sull'approvazione dei programmi operativi e le DGR conseguenti, fra le quali ad esempio la n.
17-7488 del 23 aprile 2014, che stabilisce che il tetto di spesa programmatico per la farmaceutica territoriale per il 2014 è di 827.843.000 euro.
Con quest'interrogazione chiediamo alla Giunta di sapere: a quanto ammonta il service free comprensivo di IVA (2013 e previsionale 2014) di tutta la DPC del Piemonte e per quale motivo non è indicato nella delibera che abbiamo citato a quanto ammonterebbe il totale del service free se la quota di spettanza fosse livellata su un prezzo più basso, come avviene in Toscana (4,5 euro invece degli attuali 5,5 per farmacie urbane, 6,73 per le farmacie rurali e 7,68 per le piccole farmacie): le motivazioni delle disparità tra ASL relative alla spesa farmaceutica pro capite il calcolo attraverso il quale è stato definito come benchmark regionale per la spesa farmaceutica la cifra di 185 euro e non i 176 euro nazionali.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, se la interrompo.
Mi rivolgo ai colleghi che sostano in piedi: siete pregati di prendere posto e soprattutto di fare silenzio.
Continui pure, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Dicevamo: quali sono gli obiettivi di spesa farmaceutica territoriale pro capite per i prossimi anni e quali azioni si intendono intraprendere per i responsabili dei Distretti sanitari che non dovessero raggiungere gli obiettivi prefissati se è previsto l'allungamento del periodo di distribuzione diretta per tutto il periodo di cura. Attualmente infatti tale servizio è previsto da una delibera di Giunta regionale per un massimo di sette giorni l'ammontare complessivo della spesa farmaceutica a favore delle RSA e se è prevista qualche azione per implementare la distribuzione diretta di farmaci in tali strutture, come ci risulta accadere già in alcune ASR.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Le questioni sollevate nell'interrogazione sono sicuramente di grande interesse da parte nostra, che abbiamo la responsabilità del governo. Io darò delle risposte puntuali in ordine alle questioni che sono state sollevate, ma volentieri - se la Commissione e se i colleghi lo riterranno utile - proporrei un ulteriore approfondimento perché, oltre a quelli che erano già stati forniti, disponiamo di dati aggiornati sulla farmaceutica per quanto riguarda il periodo più recente, che ci permettono di fare una valutazione più precisa. Ovviamente, quando lo si riterrà opportuno.
In ordine alle questioni sollevate, in effetti parliamo dei programmi operativi. Il service free, nell'ambito della spesa di distribuzione in nome e per conto DPC - come giustamente è stato richiamato - non viene considerato nella delibera regionale n. 17-7488 del 23 aprile 2014, in quanto trattasi di servizio reso da farmacisti convenzionati e non spesa per farmaci. La differenza è questa.
Il costo del service free - e in Commissione possiamo anche fornire il dettaglio - per l'anno 2013 è pari a 11.484.084 euro e il previsionale del 2014 è di 16.376.873 euro. Il costo è in aumento, per essere precisi, in quanto molti farmaci di nuova immissione in commercio sono stati classificati da AIFA nella fascia A-PHE, cioè nel prontuario ospedaliero territoriale e quindi oggetto di modalità distributive per conto.
La motivazione della disparità della spesa farmaceutica territoriale pro capite è dovuta essenzialmente al contesto urbano o rurale, cioè alle condizioni socio-economiche e ai servizi offerti sul territorio (di questo ne abbiamo parlato già in Commissione, quando abbiamo portato i primi dati). Com'è noto, un residente in una grande città ha un'offerta assai superiore di servizi, anche sanitari, rispetto a un cittadino residente in contesti rurali. Risulta molto diverso il contesto sociale e un raffronto del contesto di grandi città rispetto a un contesto rurale non può essere fatto: infatti, le condizioni economico-sociali dei residenti in città portano a un consumo superiore, anche di farmaci, rispetto a piccole realtà urbane. Questo è un dato abbastanza diffuso.
Le differenze enormi nel contesto sociale sono già state evidenziate da studi epidemiologici effettuati anche all'interno di una grande città tra quartieri diversi (cambia anche all'interno dei quartieri): molti farmaci ad esempio, sono poco costosi per particolari patologie molto diffuse come il diabete e l'ipertensione e, pertanto, facilmente acquistabili da soggetti economicamente più agiati, mentre nelle zone più povere anche i farmaci poco costosi ricadono sul servizio sanitario. Questo spiega tali diversità.
Per quanto riguarda invece il target regionale pro capite (189,26) della spesa farmaceutica territoriale, il medesimo è stato stabilito più elevato rispetto al nazionale, che è 176, in quanto altrimenti l'obiettivo di contenimento sarebbe stato irrealizzabile per la situazione di partenza della spesa farmaceutica pro capite, che è di 195,84. Quindi il dato nazionale è 176, l'obiettivo fissato è 189 perché il punto di partenza era 195, quindi in quella delibera è stato indicato un obiettivo raggiungibile.
Pertanto, i tagli alla spesa farmaceutica non sono stati lineari per le motivazioni sopra dette, gli obiettivi devono essere realizzabili.
Le cause che portano a un trend di aumento costante della spesa farmaceutica sono principalmente: invecchiamento della popolazione patologie croniche sempre più diffuse; l'immissione in commercio di nuovi farmaci sempre più costosi (questo evidentemente è l'altro elemento che è una novità rispetto a quello che era stato indicato nelle deliberazioni precedenti). Occorre una costante attività di controllo delle prescrizioni e dell'appropriatezza prescrittiva, quindi una comparazione dei costi di terapia, a parità di efficacia e di sicurezza, per il paziente.
Occorre ancora tenere presente che molto spesso le prescrizioni di farmaci da parte dei medici e dei pediatri viene indotta dai medici specialistici ospedalieri e la spesa ricade sul territorio. Qui c'è un problema di stabilire una relazione molto più chiara tra medici di base e pediatri e medici specialistici. Mi pare che recentemente in Commissione il collega Boeti abbia parlato di questo e aveva suggerito una modalità in modo da definire una responsabilità più diretta da parte dei medici specialistici, che ci permette un controllo e si evita ai medici di base di fare soltanto i passacarte.
In ogni caso, i responsabili dei Distretti Sanitari, da sempre svolgono un'azione di costante controllo con i medici di base, soprattutto controllando i cosiddetti "iperprescrittori", tramite anche la Commissione di appropriatezza prescrittiva prevista dall'Accordo Collettivo Nazionale e svolgono programmati incontri con le equipe assistenziali territoriali in modo da poter verificare perché ci sono iperprescrittori.
Quindi, il sistema in qualche maniera esiste e queste verifiche vengono fatte a livello di distretto.
L'obiettivo di contenimento della spesa farmaceutica dato ai Direttori Generali, diminuendo la spesa farmaceutica territoriale pro capite, come così stabilito nella DGR n. 17, fa sì che gli obiettivi vengono a cascata definiti per i vari livelli dirigenziali.
Quindi, l'obiettivo al Direttore e poi, a cascata, su tutti gli altri.
L'indicazione del periodo di sette giorni per l'erogazione diretta di farmaci in fase di dismissione ospedaliera e a seguito di visita specialistica ambulatoriale, ai sensi dell'articolo 8 della legge 405/2001 è semplicemente indicativo.
Con l'attuazione del Programma Operativo 2013-2015 viene prevista una implementazione della distribuzione diretta da parte di tutte le ASR.
L'erogazione diretta aziendale di farmaci alle strutture di lungo degenza (RSA) è una disposizione che viene applicata da tutte le ASL attraverso Accordi che sono stati stipulati tra Aziende e RSA, ed è già prevista nel tempo. Nel 2013 la spesa farmaceutica ammontava a euro 6.217.000 e nei primi nove mesi dell'anno in corso risulta di euro 4.700.000.
C'è un altro aspetto che ho citato molto velocemente e sul quale vorrei dare un'informazione più precisa: è il confronto con la Toscana per quanto riguarda il service free, sul quale c'è una domanda precisa.
La differenza con la Toscana, che ha un costo più basso per quanto riguarda il service free, sta nel fatto che il nostro costo tiene conto del fatto che c'è una remunerazione sia per il farmacista sia per il grossista mentre per quanto riguarda la Toscana il passaggio del grossista non c'è perché hanno un'organizzazione per quanto riguarda la logistica e quindi hanno un costo che fa parte di altri centri di costo.
Pertanto, il confronto è impossibile proprio per questo fatto. La differenza è sostanzialmente questa. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.



(Alle ore 10.10 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 1)



PRESIDENTE

all'o.d.g.
inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Difesa idrogeologica

Mozione n. 101 presentata dai Consiglieri Conticelli, Mighetti, Batzella Campo, Frediani, Ottria, Molinari, Motta, Appiano, Grimaldi, Giaccone Bertola, Gariglio, Ferrentino, Barazzotto, Valetti, Vignale e Porchietto inerente a "Interventi di ripristino del territorio e azioni di prevenzione del dissesto idrogeologico" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Ieri nella seduta congiunta delle Commissioni ambiente e urbanistica è stato votato un documento all'unanimità, che è la mozione n. 101, che richiamiamo stamattina.
E' relativa all'emergenza di questi giorni in Piemonte e alla difesa del suolo. Pertanto, chiediamo che possa essere trattata con le comunicazioni del Presidente o dell'Assessore.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente.
C'è un'ulteriore modifica proposta dal sottoscritto, ovvero di non affrontare oggi il punto 3) all'o.d.g. relativo a "Nomine" e posticiparlo a data da destinarsi, che sarà concordata nella riunione dei Capigruppo di domani.
Quindi, eliminiamo il punto 3) dall'o.d.g.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 4 novembre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'11 novembre 2014.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta regionale e dal Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis), dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 3 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.14, riprende alle ore 10.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella Conferenza dei Presidenti si è arrivati alla decisione di dare la parola al Presidente Chiamparino per le sue comunicazioni e posticipare le comunicazioni dell'Assessore Saitta probabilmente alla prossima settimana.
Comunque lo deciderà domani la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale inerenti a "IRPEF e situazione economica della Regione"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con le comunicazioni in merito a "IRPEF e situazione economica della Regione", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Prima di tutto, devo dire che l'incontro di ieri è stato un incontro caratterizzato da un clima molto positivo, per dare una nota d'ambiente.
Erano presenti il Ministro Padoan e il Sottosegretario Pier Paolo Baretta, con il Capo di Gabinetto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, e uno degli alti Direttori, se non sbaglio il dottor Bilardo (uno dei Direttori della Ragioneria).
Devo dire che, approfittando - tra virgolette - del mio ruolo, da parte del Ministro c'è stata la volontà di scambiare qualche idea sulla trattativa più in generale in corso con il Governo sulla Legge di stabilità delle Regioni; ovviamente, trattativa senza conflitti di interesse e senza conclusioni. Però lo dico, perché dobbiamo tener conto che quanto dir subito dopo, che riguarda il Piemonte, si iscrive in quel quadro, da cui potrebbero derivare ulteriori criticità alla nostra situazione di bilancio che potrebbero essere più o meno importanti e significative a seconda di come si concluderà quella trattativa.
Come ho già avuto modo di dire in quest'Aula, noi ci siamo presentati senza il cappello in mano o, meglio, con una nostra proposta, forti delle misure che abbiamo già adottato e che stiamo adottando, quindi con il piano di riduzione e di qualificazione della spesa regionale extra sanitaria che abbiamo adottato in Giunta lo scorso lunedì, e con il quale prevediamo un risparmio di poco superiore ai 100 milioni nell'arco dei prossimi tre anni (faccio riferimento alle misure che riguardano il personale, la riduzione delle sedi, la riduzione delle sedi dell'ARPA, l'intervento sul sistema delle partecipate, a cominciare dall'integrazione funzionale tra le due finanziarie regionali e così via, non sto a dilungarmi in questa sede).
Abbiamo presentato questo primo dato di fatto, questa prima decisione assunta.
La seconda decisione assunta è quella fiscale, che non avremmo voluto assumere, ma senza la quale non ci saremmo neanche avvicinati a colmare quella forbice tra i 70 milioni che resterebbero disponibili per il 2015 una volta messi in sicurezza tutti i fondi relativi alle spese obbligate (dalla sanità ai trasporti, ai mutui, al personale, al co-finanziamento dei fondi europei e alle obbligazioni pregresse, per citare solo le più importanti) rispetto ai 580 di quest'anno.
Quindi, quella forbice (70/580) di 500 milioni, che coinvolge tutte le spese per la cultura, per il diritto allo studio universitario e non universitario, tutte le politiche sociali extra sanitarie (tipo la casa per citare solo le più importanti), potrà essere abbattuta solo grazie ad un intervento di riduzione della spesa extra sanitaria di qualche decina di milioni sul 2015, diciamo 30 milioni, con l'intervento di rimodulazione fiscale che colpisce seriamente - e ne siamo consapevoli - soprattutto chi ha dai 50 e ancora di più dai 70 mila di reddito in su, ma con l'introduzione del quoziente familiare si potrà introdurre un relativo alleggerimento.
Questa è la ragione per cui abbiamo deciso di non ridurre la platea di gran lunga più numerosa dei contribuenti piemontesi, più di due milioni che non avranno aggravi sull'addizionale IRPEF e che avrebbero avuto singolarmente, poco da una rimodulazione verso il basso delle aliquote, ma che per noi, essendo tanti, vuol dire abbastanza; una riduzione che inserita in un quoziente familiare per tutti gli scaglioni di reddito, pu attenuare l'impatto di una manovra che - non mi nascondo dietro ad un dito è sicuramente una manovra pesante, soprattutto per chi ha un reddito di 75 mila euro. Non è un reddito da ricchi ed io, tanto per essere chiaro non sono fra quelli che amano veder piangere i ricchi, cioè possibilmente vorrei far sorridere tutti, anche se so che non ci riesco: hic Rhodus.
Anche ieri ne abbiamo avuto la conferma e ne parlerò dopo.
Abbiamo rappresentato anche le altre rimodulazioni fiscali, quella sul prelievo sulle auto con più di 100 cavalli fiscali del 10% e i ritocchi ai canoni su cui il Vicepresidente Reschigna è andato nei dettagli.
Terzo. Abbiamo indicato il piano per il riordino della rete ospedaliera, finalizzato a recuperare circa 350 milioni, senza arrotondamenti per eccesso, nell'arco di tre anni, però con l'obiettivo che, sul 2015, il recupero sia tutto finalizzato a rientrare dal piano di rientro (scusate il voluto bisticcio), in modo tale da poter tornare a fare quelle operazioni di assunzione, a cominciare dai livelli centrali del sistema sanitario, che sono gli infermieri, che da molte parti cominciano a mostrare la corda e non garantiscono più il funzionamento ordinario di molti reparti e di molti servizi.
Quarto. Abbiamo presentato il piano di riordino della rete ospedaliera che approveremo domani, come abbiamo discusso nella Conferenza dei Capigruppo. Abbiamo anche presentato, ancorché non abbia effetti diretti di natura finanziaria, il collegato "semplificazione", che lunedì arriverà in Giunta. Si tratta di un collegato denso che, ripeto, non ha effetti diretti sulla finanza regionale, ma che può averlo sull'economia regionale, in termini di snellimento di procedure e, quindi, di risparmio per i piemontesi.
Infine, ho ribadito quanto abbiamo già approvato insieme, cioè l'impegno, insieme alla legge di bilancio, ad anticipare la riduzione dei costi della politica previsti dal Titolo V della Costituzione, cioè l'adeguamento avendo, come tetto, l'indennità del Sindaco, come da ordine del giorno approvato due sedute fa dal Consiglio.
Mi pare di poter dire che l'insieme di queste proposte sia stato accolto con interesse, come un segnale di una Regione che non va solo a chiedere, ma che propone un piano di riduzione della spesa che, nell'arco di tre anni, può arrivare a superare i 500 milioni di euro, e che fa uno sforzo, che non avrebbe voluto fare, di natura fiscale, per reggere nell'immediato del 2015.
Su questo abbiamo avanzato le nostre richieste, che erano quelle, come sapete, di un'interpretazione normativa della modalità di contabilizzazione dei fondi ex lege 35. Su questo mi pare ci sia stata attenzione, anche perché alcuni di quelli seduti al tavolo erano stati, a loro volta protagonisti dei contratti a sua volta stipulati da Gilberto Pichetto Fratin.
Non sono in grado di dire, né voglio fare previsioni, cosa succederà però credo che si possa dire che c'è stata un'attenzione.
Nessuna richiesta, tra quelle che abbiamo avanzato, è stata rigettata o non è stata considerata. Questo mi sembra un atteggiamento positivo.
Abbiamo chiesto la possibilità di spalmare il disavanzo di due miliardi e mezzo che, come sapete, è stato parificato dalla Corte dei Conti, in un arco di tempo più lungo. Da questo punto di vista, c'è stata un'apertura immediata.
Come molti di voi sanno, la legge di contabilità, la n. 118, prevede già la possibilità di spalmare in un arco di dieci anni i risultati della ricognizione dei residui attivi e passivi; ci è stato detto che potrebbe anche essere portata a trent'anni.
Dato che noi, se non sbaglio, stimiamo in 700 milioni, è comunque una cifra significativa che, spalmata in un numero di anni maggiore, ridurrebbe gli impatti sui bilanci anno per anno.
Infine, abbiamo avanzato la proposta di preammortamento, cioè pagare solo per due anni il rimborso degli interessi o, meglio, pagare solo gli interessi e non il rimborso nella quota capitale. Tale operazione avrebbe stimiamo - un effetto di circa 250 milioni sui due anni di bilancio, anno per anno, e ci permetterebbe, facendo un rapido conto mentale, di ridurre in modo significativo quella forbice. Se, infatti, sul 2015 riuscissimo ad avere, oltre ai 30 milioni di risparmio della spesa (senza contare la sanità che, ho detto, deve servire a rientrare dai piani), i 100 milioni circa dell'intervento fiscale, ci porteremmo a circa 200, con altri 250 milioni che potrebbero arrivare dal risparmio sulla quota di capitale, quei 500 si ridurrebbero, al netto, ovviamente, di nuove manovre della Legge di stabilità. Però saremmo già in un'area di problemi che si possono aggredire, sia pure non facilmente e non senza effetti sulle politiche che la Regione dovrà fare, ma che comunque possiamo cercare di aggredire.
Su questo non solo non c'è stato un rigetto, ma mi pare di poter affermare che c'è stata attenzione. Anzi, c'è stato non dico il tentativo ma una valutazione sul fatto che si tratti di un provvedimento che interessi solo il Piemonte o che potrebbe riguardare anche altre Regioni probabilmente per non fare solo provvedimenti ad hoc.
Mi sembra, dunque, di poter dire, come giudizio generale, che c'è stata molta attenzione, c'è stata considerazione, e c'è stato, soprattutto, un impegno a brevissimo ("a brevissimo" intendo già da oggi) a fare degli approfondimenti tecnici, in maniera da poter far sì che eventuali esiti che io mi auguro siano positivi, possano essere inseriti nei provvedimenti legislativi che sono in corso di approvazione, a cominciare dalla legge di stabilità. Perché è evidente che se matura qualcosa, come richiederebbe una norma, questa deve trovare un veicolo; e l'unico veicolo che di sicuro deve essere approvato entro il 2014 è la legge di stabilità. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente.
L'Aula chiede l'apertura di un dibattito sulle comunicazioni testé rese dal Presidente Chiamparino?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Sì. Vi sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Chiamparino, anche se ho perso la prima parte perché ero fuori, ma mi sono accorto essere puramente introduttiva.
Dalla sua relazione emergono alcuni punti che meritano qualche chiarimento e qualche osservazione.
Intanto, per rimanere sul tema di questi giorni che ha innescato delle polemiche o delle differenze di vedute, chiamiamole così, tra maggioranza e opposizione, lei ha citato, tra le misure importanti e fondamentali che questa Giunta vorrebbe intraprendere per la riduzione della spesa, anche il riordino della rete ospedaliera. Siccome abbiamo appreso questa mattina che l'Assessore Saitta non intende effettuare comunicazioni in Aula sulla delibera che verrà adottata domani, che riguarda appunto la riorganizzazione della rete ospedaliera, perché - qui non posso che ripetere le parole che sono state dette - ci sono ancora dei nodi aperti ne desumo che, probabilmente, anche la maggioranza, al suo interno, ha delle differenze di vedute relativamente ad alcune soluzioni da intraprendere.
Volevo quindi capire se a Roma si è andati a dire: "Abbiamo già preparato tutto e faremo x, y e z"; oppure se si è detto: "In linea di massima vorremmo fare questo, però abbiamo dei punti aperti, perché tra di noi non siamo ancora d'accordo".
Veniamo all'IRPEF. Lo schema degli aumenti dell'IRPEF è chiaro da un po': aumenterà sopra i 28.000 euro. Come ha detto lo stesso Presidente Chiamparino, non stiamo toccando solo le persone ricche, coloro che stanno meglio. E non stiamo toccando solo le persone che stanno meglio anche in relazione al bollo auto. Perché aumentare il bollo auto e dire che si tratta solo di vetture di grossa cilindrata non è completamente esatto. Ci sono in circolazione vetture di sette, otto o dieci anni, di grossa cilindrata, perché dotate di un motore turbo diesel, che oggi hanno un valore di mercato bassissimo e che spesso le famiglie non riescono più a mantenere, perché, nel frattempo, hanno ridotto la loro capacità di reddito ma adesso si trovano a dover spendere di più per il bollo auto.
Che dire, Presidente, sui costi della politica? Mi viene veramente da sorridere quando lei dice - del resto, lo aveva già comunicato tempo fa che siamo andati a Roma a dire che noi siamo pronti ad anticipare Renzi quindi ad anticipare la soluzione che porta lo stipendio dei Consiglieri regionali pari a quello del Sindaco di Torino.
Presidente, non credo di dover essere io ad insegnarle il suo lavoro visto che ha un'esperienza di lungo corso, certamente maggiore della mia.
Però, allora, bacchetti la sua maggioranza, perché due o tre settimane fa in quest'Aula c'è stata la possibilità di farlo - e quindi di anticipare ancora di più Renzi, ancora di più! - ma non si è voluto fare. Allora non è vero che l'equiparazione dello stipendio del Sindaco a quello dei Consiglieri regionali si può fare solo con una misura nazionale, non è vero che la può fare solo Renzi. Si può anticipare! Perché, allora, non è stato fatto? Non è stato fatto perché lo proponeva il Movimento 5 Stelle? Non è stato fatto perché si voleva ancora - mi passi la battuta - tirare a campare un mesetto con una riduzione piccola? Perché non è stato fatto? Non è stato fatto perché non c'è stata la volontà politica di farlo in quest'Aula. Perché si è fatta passare una riduzione del 10% che, lo ricordo ancora una volta, rispetto a quanto prendevano i Consiglieri regionali la scorsa legislatura, la riduzione è pari a zero, perché si è ridotta la parte che si prende in più dal momento che non ci sono più le trattenute per il vitalizio. Appunto, non si è voluto fare.
Per carità, a Roma, a parlare con il Ministero e con Renzi, com'è giusto che sia, ci andate voi, che siete la maggioranza: ci va il Presidente, ci va l'Assessore al bilancio e l'Assessore alla sanità, e si possono raccontare delle cose. Del resto, Cota è andato avanti quattro anni a raccontare una storia a Roma e un'altra a Torino! Però, se vogliamo andare a raccontare delle storie a Roma, raccontiamole anche a Torino! A Torino non si può raccontare la storia che si vogliono anticipare i tagli ai costi della politica che vuole fare Renzi, perché la possibilità di farlo c'è stata e non si è voluto fare! Non si è voluto fare!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sono perfettamente d'accordo con quanto dichiarato dal collega Capogruppo Bertola.
Oggi ne approfitto per rivolgermi non soltanto ai Consiglieri, ma a tutti gli organi di stampa presenti.
Rivolgo un appello alla stampa affinché possa divulgare ciò che veramente accade dentro quest'Aula e nelle Commissioni consiliari tutti i giorni, perché i cittadini devono esserne informati.
Il diritto all'informazione è alla base di tutto: è giusto, quindi, che al di fuori di quest'Aula giungano tutte le notizie.
Sinceramente, mi chiedo che cosa voglia fare il Presidente Chiamparino con tutta la sua Giunta.
Il Presidente Chiamparino ha i capelli bianchi, e potrà dire.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

L'unica cosa che non farò mai sarà tingerli!



BATZELLA Stefania

Bravo, sono d'accordo con lei! Voglio arrivare al nocciolo della questione: lei ha i capelli bianchi io, come vede, ho i capelli neri, e abbiamo anche una differenza di età.
Lei potrà dire di avere grande esperienza politica: tanto di rispetto quindi, alla sua esperienza politica e alle sue opinioni. Credo, però, che debbano essere rispettate anche le persone che non hanno grande esperienza politica e che non hanno i capelli bianchi. Devono essere rispettati tutti i cittadini piemontesi.
Lei ha dichiarato che non sarebbero aumentate le tasse, invece aumenta l'IRPEF e il bollo. Anch'io mi ritroverò a pagare, nonostante abbia un'autovettura vecchia, l'incremento del bollo dell'auto.
Ritorno al discorso vitalizi, alla riduzione dell'indennità di carica.
Qualcuno della sua maggioranza ha fatto affiggere dei manifesti e la maggioranza e il PD si è presa i meriti: il PD si riduce l'indennità del 10%. Iniziamo così, faremo di più. Sono tutte menzogne! Qui dentro io e gli altri Consiglieri abbiamo tanto insistito nel dirvi che il 10% è una minima parte. Aiutiamo i cittadini piemontesi, in una situazione di crisi, riducendoci lo stipendio solo del 10%? Qualcuno affermava: dobbiamo venire in Aula con il saio e con i sandali? Qualcun altro diceva: noi, in realtà, svolgiamo questo ruolo ed è giusto essere pagati in questi termini; qualcuno, addirittura, si è persino vergognato come se ridursi lo stipendio fosse una sorta di umiliazione. Uno stipendio da poveracci. Allora sono tutti poveracci la gran parte dei cittadini che svolgono un normale lavoro e percepiscono un normale stipendio? La sottoscritta è fiera ed orgogliosa di guadagnare 2.500 euro netti.
Questo incarico mi è stato attribuito da cittadini che non smetterò mai di ringraziare; spero di non deluderli, non solo quelli che hanno avuto fiducia in me, ma tutti i cittadini piemontesi. Ripeto, sono orgogliosa di guadagnare 2.500 euro, perché prima di svolgere questo incarico non guadagnavo quella cifra, ma ero fiera e orgogliosa comunque. Guadagnavo quei soldi con sacrificio, con onestà e con grande professionalità e dedizione verso il prossimo e verso tutti coloro che avevano e che hanno ancora bisogno di noi. Si continua perennemente a prendere in giro i cittadini e noi stessi Consiglieri. Qui viene violato il principio di democrazia.
Presidente Chiamparino, ricordo lei stesso il giorno dell'insediamento il 30 giugno scorso, quando disse che non voleva un bipolarismo, ma un confronto, un dialogo, voleva collaborazione: tutto questo non è mai avvenuto.
Tutto iniziò il 30 giugno, dal momento in cui il Movimento 5 Stelle candidò un componente del Gruppo all'Ufficio di Presidenza. Candidò un componente come Vicepresidente e venne escluso; candidò lo stesso componente come Segretario Questore e venne escluso. Il Movimento 5 Stelle primo partito in Italia e grande forza politica di opposizione.
Consigliere Grimaldi non faccia il pagliaccio in aula! Dicevo, una grande forza di opposizione venne esclusa. Una forza politica di un certo calibro è stata esclusa perché sono state fatte le solite scelte di partito. Noi continueremo a ribadire questo concetto. Noi vogliamo la trasparenza, vogliamo che ci sia equità e uguaglianza. Ma qui equità e uguaglianza non ci sono.
Detto ciò, continuo con la sue affermazioni, Presidente Chiamparino.
Quando dice che verranno risparmiati circa 100 milioni di euro all'anno, ma lo stesso Assessore Saitta, come abbiamo appreso dai giornali, con il riordino della rete urgenza emergenza sanitaria del 118 e rilancio sul territorio, dice che ci sarebbe stato un risparmio di 330 milioni di euro l'anno, mi dovete spiegare: prima 100 milioni di euro l'anno, qualcun altro dice 330 milioni. Mettetevi d'accordo perché non siete più credibili! Cota aveva il naso lungo, ma anche il Presidente Chiamparino ha il naso lungo da Pinocchio. Non è cambiato niente. Destra e sinistra, non è cambiato nulla. Anzi, c'è una grande differenza: la destra ha ammesso di aver commesso degli errori. Quindi tanto di rispetto per la destra che è consapevole di avere sbagliato qualcosa.
La sinistra, che ha sempre predicato bene ma razzolato male, con molta facilità, incanta i suoi elettori. Se qualcuno della vecchia sinistra, che non c'è più, avesse la possibilità di risorgere, vi direbbe: ma cosa state facendo? Voi non rappresentate più la sinistra! Siete un centrosinistra e non rappresentate la sinistra italiana. Ve lo dice la figlia di un uomo che si è battuto, che credeva nella sinistra italiana. Se mio padre potesse ritornare in vita direbbe: voi siete la sinistra? Voi siete quelli che dovrebbero tutelare i cittadini? Direbbe queste parole non solo lui, ma anche personaggi di alto calibro che hanno segnato la storia italiana.
Ritornando alla rete ospedaliera. Io non sono assolutamente d'accordo che oggi non si parli di questo in Aula, che le scelte vengano fatte sempre tra gli stessi, tra i pochi, che avvengano di nascosto. Avete il coraggio di presentarvi in Commissione e in Consiglio con un progetto già pronto e noi dobbiamo solo votarlo. Avviene questo. State facendo delle scelte, cari signori, ma se non vi sedete lì a tavolino e ne discutiamo tutti insieme sarete i responsabili della rovina della sanità piemontese. Vi ricordo che là fuori c'è gente che soffre! Ci sono persone ammalate che non sanno come fare per curarsi. Basta con il finto buonismo e il falso perbenismo. Non posso tollerare questo.
Vi chiedo di ritornare sui vostri passi, di cercare delle soluzioni alternative a questo scellerato progetto e di confrontarvi, perché le responsabilità ricadranno tutte su di voi. Io sarò la prima a stare dalla parte dei cittadini, come ho sempre fatto, a combattere per la tutela dei diritti umani e del diritto alla salute.
Qualunque cosa accadrà, sarò la prima che esporrà denuncia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi spiace intervenire prima del Consigliere Pichetto, perché ritengo che sarebbe stato più opportuno, da parte delle forze di opposizione.



PRESIDENTE

Posso anche dare la parola al Consigliere Campo! Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Nessun problema, Presidente. Dicevo che sarebbe stato più opportuno sentire prima l'intervento dei Gruppi principali che si contrappongono alla politica della Giunta regionale.
Credo, però, di dover portare qui l'apprezzamento mio e del Gruppo consiliare del Partito Democratico per le modalità con cui la Giunta regionale ha affrontato una situazione obiettivamente difficile. Già la situazione della finanza regionale non era facile e non è facile in tutta Italia: le riduzioni di bilancio, motivate da esigenze nazionali, hanno reso difficile la situazione in tutte le Regioni e, obiettivamente, il giudizio della Corte dei Conti sul disavanzo 2013 ci ha messi in una situazione terribile.
Di fronte a questa situazione, però (lo dico ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, perché hanno già parlato, ma anche, virtualmente, a coloro che parleranno dopo), delle due l'una! O dire "facciamo finta che nulla sia accaduto", facciamo, cioè, come ha fatto la vecchia politica negli anni passati - cosa di cui, peraltro, chi, come me, era qua dentro ha, pro quota, un pezzo di colpa - e quindi andiamo avanti non affrontando i problemi, con le stesse logiche del passato, scaricando sulle future generazioni il peso di scelte non fatte dalla politica, nel passato ed oggi, oppure c'è la soluzione di dire "no, noi vogliamo affrontare i problemi hic et nunc", cioè adesso è tempo di affrontare i problemi! Noi vogliamo farci carico di tale responsabilità, sapendo che questo nell'immediato, porta a pagare un prezzo, perché se si aumenta l'addizionale IRPEF, se si riorganizza la rete ospedaliera, se s'interviene riducendo la rete dei laboratori dell'ARPA (faccio un esempio) indubbiamente si fa una scelta che nell'immediato crea degli scontenti. Ma lo facciamo, perché siamo convinti che la nostra responsabilità di amministratori debba avere come traguardo, non solo il beneficio immediato e il beneficio immediato, per la politica, è il risultato elettorale, di qui ai quattro anni e mezzo che ci separano dalle nuove elezioni - ma lo facciamo perché dobbiamo rispondere alla domanda che la popolazione eleggendoci - ci ha rivolto: creare le condizioni per un futuro, per il benessere di questa comunità. E questo lo si fa solo assumendosi le responsabilità.
Noi non possiamo dire che le cose vanno solo male. La differenza tra noi e il Gruppo del Movimento 5 Stelle, collega Batzella, che io profondamente rispetto, è questa: voi, oggi, siete un Gruppo di opposizione, mentre noi, oggi, siamo un Gruppo chiamato a governare. Non rappresentiamo la sinistra? Avendo lei forti ascendenti a sinistra (sicuramente più del sottoscritto), probabilmente ha ragione lei; non rappresentiamo la sinistra. Rappresentiamo, comunque, il 40,8% di questo paese, che, non un secolo fa, ma pochi mesi fa, ci ha conferito la propria fiducia chiedendoci di risolvere i problemi di questo paese. E, guarda caso, per la prima volta nella storia, il Partito Democratico si conferma nei risultati di voto come il primo partito tra gli operai ed il primo partito tra i ceti produttivi. Cosa che non era mai avvenuta.
Non so se questo significa rappresentare o meno la sinistra (lascio ai filosofi il compito di rispondere a questo problema), ma so che noi dobbiamo rispondere ai problemi della gente normale, che ci ha eletti e ci chiesto di risolvere i problemi e non dire che è colpa di Cota (in parte lo è), o che è colpa di chi c'era prima di Cota (forse in parte lo è). No, ci hanno chiamati a risolvere i problemi e dare risposte qui ed ora, hic et nunc.
Questo significa incrementare la pressione fiscale? Sì. E' una scelta piacevole? Assolutamente no.
Le osservazioni che faceva il collega Bertola circa l'incidenza della pressione fiscale sull'auto sono di buonsenso. I provvedimenti sono all'attenzione del Consiglio regionale e il Consiglio regionale non è chiamato a prendere o lasciare, rispetto alle decisioni della Giunta regionale. Mettiamoci a lavorare, confrontiamoci! La cosa importante è ragionare a saldi invariati, cioè creare le condizioni affinché l'obiettivo venga raggiunto.
Noi non crediamo di avere il monopolio delle soluzioni e della saggezza nel trovare le soluzioni e non crediamo l'abbia la Giunta regionale.
Pensiamo, però, che lavorando insieme si possano trovare. Se avete delle soluzioni migliori a quelle che la Giunta regionale ha proposto discutiamone, ragioniamo.
Noi non rifuggiamo da questo confronto, così come non rifuggiamo dal confronto sulle idee e sulle soluzioni alternative annunciate dal Gruppo di Forza Italia, in una conferenza stampa. Conosco i colleghi del Gruppo e conosco la serietà con cui hanno affrontato questi argomenti in passato. Se hanno delle idee nuove e delle soluzioni nuove, vengano e ne discutiamo.
Non riprendiamo, però, le soluzioni del passato, le soluzioni che venivano riproposte creando degli equilibri in bilancio, iscrivendo in entrata delle poste fittizie, non realizzabili, derivanti - ad esempio - da alienazioni immobiliari.
Non creiamo delle soluzioni finte: se ci sono delle idee e delle soluzioni vere, prendiamole in considerazione.
Quando abbiamo discusso sulla crisi finanziaria, all'indomani del pronunciamento della Corte dei Conti, io - a nome del Gruppo del Partito Democratico - chiesi che la gestione di questa crisi, con tutti i passaggi amministrativi di attuazione di questa crisi, fosse fortemente parlamentarizzata, e il Consigliere Pichetto riprese questa formazione.
Dissi, cioè: "Sosterremo lo sforzo di razionalizzazione presentato dalla Giunta, ma chiediamo che sia quest'Aula, con le sue articolazioni di Commissione, il luogo in cui si discutono le soluzioni". Ribadisco questa mia richiesta.
Poiché questo è stato fatto, ritengo che qui si debba discutere e se verranno soluzioni migliori, anche con il consenso delle opposizioni, noi saremo i primi a dire di essere disponibili a confrontarci e a valutare perché solo dalla collaborazione e dal consenso più ampio si riescono a trovare soluzioni che consentano di uscire da questa difficile crisi, nel miglior modo possibile.
Non ci siamo nemmeno sottratti - ed è l'ultima cosa che voglio dire - a porre mano al riordino della rete ospedaliera, sapendo che questo era argomento tabù, non solo in questa regione, ma in gran parte del nostro Paese: un argomento più volte evocato nei dibattiti politici, ma mai portato a termine.
Ecco, io garantisco che noi, questa riorganizzazione, non solo l'annunceremo, ma la porteremo a termine, anche se volesse significare - e lo significherà - dover andare dai nostri Sindaci (che in questo momento ahimè - sono la maggioranza dei Sindaci di questa regione) a dire che alcune cose che oggi sono presenti su quei territori non hanno più ragione di essere presenti in quella forma, ma che sarà presente il sistema di tutela della salute in altre forme: con poliambulatori, con posti letto per post-acuzie, con residenze sanitarie per anziani, con una serie di servizi diversi.
Sappiamo che questo, nell'immediato, comporterà scontento tra la nostra cittadinanza, ma crediamo che sia l'unico strumento per far fronte alla gestione della spesa sanitaria e per organizzare la sanità pubblica secondo criteri di efficienza ed efficacia, di sostenibilità economica e di garanzie verso il futuro. Noi oggi possiamo anche chiedere di più, possiamo anche continuare a spendere, per qualche anno, più di quello che incassiamo, ma questo significa implicitamente creare le condizioni per togliere, un domani, i servizi essenziali.
E allora, noi vogliamo bene a questa comunità oggi, ma vogliamo bene soprattutto a questa comunità domani e dopodomani. E tocca a noi - oggi anche attraverso la riforma ospedaliera che verrà votata domani in Giunta regionale, creare le condizioni di una sanità che voglia bene e faccia del bene ai cittadini oggi, ma soprattutto domani e dopodomani. E - ci torno anche se so di essere maniacale - lo dobbiamo fare per noi, ma soprattutto per i nostri figli, perché qui, oggi, mettiamo le premesse per scelte che andranno a condizionare gli assetti della sanità, di qua a cinque, dieci e vent'anni.
Da questo punto di vista, poiché siamo assolutamente coesi con lo sforzo dell'Amministrazione regionale, chiediamo uno sforzo importante nell'andare avanti con determinazione e non faremo mancare il nostro sostegno, la nostra intelligenza, le nostre osservazioni e - se servirà anche le nostre critiche e i nostri stimoli. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Alberghiero "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Alberghiero "G.
Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "IRPEF e situazione economica della Regione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto ringrazio il Presidente Chiamparino per la tempestività della sua comunicazione rispetto a un incontro di ieri presso il Ministero dell'Economia, perché certamente la questione dell'equilibrio economico finanziario della Regione Piemonte è un tema che non si ferma ai confini regionali, ma va visto in stretto rapporto col Governo nazionale.
Va visto in stretto rapporto col Governo nazionale perché una delle ragioni - ci sono altre ragioni che abbiamo avuto modo di discutere tanto in quest'Aula nella passata legislatura - è anche la forte diminuzione dei trasferimenti nazionali, che ha determinato la condizione di difficoltà.
Lo ringrazio anche perché ho apprezzato il fatto che si sia affrontato e sarebbe bene che il Governo nazionale ponga il massimo dell'attenzione anche il tema dei sistemi di contabilizzazione, poiché su queste questioni si creano anche degli equivoci. Qualcuno dice: "Se si divide in trent'anni, i fornitori si pagano in trent'anni". Non è vero: i fornitori si pagano subito. Dunque non è una questione finanziaria, bensì una questione di contabilizzazione.
Non entro nel merito della diatriba che riguarda anche l'interno della Corte dei Conti. Mi auguro che quella che è stata la missione della Giunta regionale presso il Ministero dell'Economia permetta, nell'ambito della legge di stabilità, di dare certezza di interpretazione, perché la certezza di interpretazione la deve dare il Parlamento, poiché quella era anche l'interpretazione corretta da parte degli estensori.
E' chiaro che, a fianco di tutto ciò, c'è il ragionamento più complessivo che è stato affrontato e che riguarda il percorso che questa Regione ha cominciato a intraprendere già qualche mese fa (già alla fine della passata legislatura) di rientro sul fronte della sanità e di rientro sul fronte dei trasporti.
Colgo l'occasione per chiedere in replica se ci sono notizie per quanto riguarda i 150 milioni dell'articolo 11 del DL 35, che - ahimè - sono una palese dimostrazione di come l'inefficienza nazionale possa creare dei danni. Quello era un articolo di legge che doveva permettere un'operazione che portasse alla nostra Regione 150 milioni di fondi propri, assegnati alla Regione Piemonte. Considerato che c'era il concerto di due Ministeri per fare il concerto si pensava che fossero in due, ma in realtà era un'orchestra enorme e, a un anno di distanza, non si è ancora raggiunto questo concerto. Adesso ci vuole anche il parere del CIPE.
Questo è proprio uno degli esempi di come tante volte, pur avendo la disponibilità dei fondi, non si riescono ad avere i fondi stessi. Peraltro in questi giorni di alluvione vi è anche tutta una serie di situazioni che forse affronteremo nel prosieguo del dibattito.
Abbiamo chiesto questa comunicazione d'Aula perché, a fianco alle azioni di ordine finanziario, devono esserci le azioni di ristrutturazione complessiva della Regione. La Giunta regionale ha presentato il disegno di legge con una serie di indicazioni che vanno naturalmente collegate anche all'azione fiscale. Sull'azione fiscale, noi abbiamo ancora delle riserve.
Abbiamo delle riserve essenzialmente per questa ragione: perché crediamo che non tutto fosse stato coltivato sul fronte della spesa e sull'immediatezza di beneficio della riduzione di spesa per evitare quello che è l'ulteriore aggravio fiscale, o comunque la totalità, la previsione attuale di aggravio fiscale (forse si può prevedere di meno).
Naturalmente da parte nostra, in sede di dibattito di merito sui provvedimenti che la Giunta ha presentato già in Commissione e in Aula faremo le nostre considerazioni e le nostre proposte, ma abbiamo ritenuto giusto che ci fosse un dibattito complessivo su questi temi, perché non si può affrontare solo il fronte delle entrate separato dal fronte del taglio della spesa e dalla soluzione finale di chiusura.
Ecco perché è opportuno il dibattito di oggi: perché ieri c'è stato un incontro riguardante determinate situazioni e riguardante lo slittamento anche di ammortamenti di indebitamento in corso, di mutui in corso, che pu liberare per un paio d'anni quelle che sono le criticità. Dall'altra parte questo ci porta a chiederci: i 70 milioni dell'IRPEF sono risolutivi nella chiusura di questo cerchio o no? Questa è la domanda che noi ci facciamo.
Ce ne volevano di meno o bisognava recuperarne di più? Tutto questo è collegato anche alla trattativa a livello nazionale quindi non si può affrontare caso per caso. So che il Vicepresidente Reschigna ha il quadro e la preoccupazione completa, però è giusto che l'Aula faccia la valutazione completa, che tutti i Consiglieri regionali si rendano conto che non si può affrontare solo una parte della questione solo alcune delle entrate, solo alcune delle uscite. Ed è per questo che consideriamo anche colpevole il fatto che sul piano del riordino della sanità non ci sia la comunicazione oggi e ci sia stata solo una parte della comunicazione in ambito di Commissione.
Non voglio entrare nel merito delle prerogative della Giunta. Dico sinceramente - sono stato anche tanto tempo da quella parte - che la Giunta ha il diritto e il dovere di decidere. Così come chi sta seduto sui banchi dell'opposizione ha la libertà di dire: mi piace, non mi piace, sono d'accordo, non sono d'accordo e proporre naturalmente, se è nella condizione, le modifiche.
L'informazione a spazi giornalistici quotidiana non è la più corretta informazione. L'informazione istituzionale avviene nell'ambito delle Commissioni e nell'ambito dell'Aula, Assessore Saitta; al limite, lasciando aperti i dubbi, perché è giusto, anzi io apprezzo che chi governa abbia dei dubbi, perché avere dei dubbi significa avere la capacità di analizzare le situazioni e tentare di individuare la soluzione migliore.
E' chiaro che la sanità è una partita importante, perché è quella che già ora in Piemonte potrebbe, sotto l'aspetto finanziario, arrivare al pareggio. La sfida della sanità in Piemonte è la sfida che può far crescere davvero questa Regione, che può portare la nostra realtà piemontese all'avanguardia nazionale ed europea. Quindi una corretta gestione riorganizzazione e razionalizzazione del nostro sistema sanitario pu essere un altro motore dell'economia piemontese.
Ecco quindi che, anche in questo caso, la questione non può essere vista solamente a livello di piccolo intervento o di intervento per il giorno dopo, così ho coperto la comunicazione, ho parato le eventuali critiche. Da qui il nostro interesse e, come Gruppo, anche la nostra posizione, che avremo modo di esprimere nell'ambito quando avremo tutti gli elementi per poterla esprimere, perché riteniamo che sia davvero uno dei fronti fondamentali.
Ancora una considerazione. Sotto questo aspetto, proprio nell'ambito della valutazione più complessiva, noi crediamo che una parte rilevante delle azioni debba essere fatta proprio sul fronte della riorganizzazione interna.
Personalmente - non ne ho ancora discusso con il mio Gruppo - apprezzo alcune azioni fatte nell'ambito di questo primo provvedimento di riorganizzazione, perché noi abbiamo una macchina che è un po' invecchiata nel tempo e quindi la dobbiamo certamente modernizzare; e non ci tireremo indietro ad appoggiare azioni anche più coraggiose di riorganizzazione.
Infatti, se davvero si raggiunge quello che era il piano che - permettetemi la Giunta Cota nell'ultimo anno aveva presentato, con le opportune correzioni di chi ha vinto (perché è giusto che chi ha vinto faccia tutte le opportune correzioni), io credo che noi possiamo creare in Piemonte un nuovo percorso e anche un nuovo modello di sviluppo e di garanzia per il sistema delle imprese e per il sistema degli Enti locali, in particolare su tutta la partita del loro riordino, perché qui ci può essere tutto un altro piano - chiamiamolo di razionalizzazione della spesa - di risposta agli interventi.
Presidente, non so se interverrò ancora sulla mozione; anzi, aggiungo una considerazione, così non intervengo più successivamente.



PRESIDENTE

Lei può continuare senza problemi e poi può anche intervenire nuovamente, Consigliere Pichetto. Deciderlo rientra tra le mie prerogative: posso permettermi questo lusso.
Prego.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Completo dunque un ragionamento, che non è di maggioranza né di opposizione e che è questo, Presidente. Siamo stati colpiti all'alluvione e da queste condizioni atmosferiche difficili. Io ho letto con attenzione anche i giornali locali. Ne ha di valli, il Piemonte, ma guardate che se in questa regione, che è per i due terzi montuosa, i fiumi non hanno esondato granché - ha esondato qualcosa ad Alessandria perché l'AIPO non ha ancora finito i lavori: quello è vero - è perché, in ogni caso, nei trent'anni precedenti le opere sui fiumi in parte sono state fatte: sono stati spesi centinaia di milioni. E quindi, a differenza di altre Regioni d'Italia dove non le hanno fatte, il Piemonte le ha fatte e anche su questo noi possiamo giocare una partita di prima classe.
Sta naturalmente alla Giunta regionale, nella valutazione della priorità degli interventi, essere continuatrice di queste azioni, ponendosi in modo conseguente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pichetto.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente Ogni tanto - già ieri, quando abbiamo parlato di vitalizi - mi sembra di essere in Aula con degli alieni.
Intervengo allora innanzitutto sulla relazione del Presidente Chiamparino, che dice di non essere andato a Roma con il cappello in mano ma è quella la situazione: non siamo in grado, come Piemonte, di assestare il nostro bilancio se lo Stato non ci tira fuori qualche centinaio di milioni per qualche anno, e siamo soprattutto con la spada di Damocle dei due miliardi e mezzo, che o sono disavanzo o sono debito e che, in tutti e due i casi, avranno un pesantissimo impatto su quello che la Regione come Ente potrà fare nel quinquennio e poi anche negli anni successivi, perch il debito lo paghiamo a trent'anni.
Oltretutto, se spalmiamo il deficit su dieci o trent'anni, facciamolo tanto il giochino è sempre lo stesso. Ma anche in quest'assestamento stiamo facendo la stessa cosa, perché mettiamo qualche soldino sul deficit quest'anno, un po' di più l'anno prossimo e il grosso lo rimandiamo al 2016. E nel 2016 dove pensiamo di andarli a recuperare i soldi? Speriamo che "papà-Stato" cacci i soldi come al solito e salvi il sederino a tutti gli Enti locali, come fa di solito. Infatti - con il "Salva Roma", il "Salva Sicilia" e il "Salva varie cose" - il giochino è sempre lo stesso.
Cos'è che cambia, Consigliere Gariglio? Qual è la novità di questo tipo di approccio alla situazione? Vogliamo risolvere le situazioni? Vogliamo affrontarle oggi? Ma come? Ma nella sanità regionale da quanti anni è che ci sono norme che dicono che ASL e ASO devono chiudere i bilanci in pareggio? Eppure andiamo beatamente in giro, Assessore Saitta, a dichiarare che negli scorsi vent'anni abbiamo speso più di quanto abbiamo introitato.
Grazie, peccato che non si poteva fare! Inoltre: pensiamo al futuro? Ma guardiamo prima al passato: qualcuno si prende mai le responsabilità? Qualcuno paga per quello che ha combinato? La Corte dei Conti - lo ripeterò ad ogni Consiglio - ha detto che sostanzialmente sono stati fatti dei falsi in bilancio. E' cascata qualche testa? Ci sono, cioè, dei funzionari regionali che si sono occupati di questi documenti, che la Giunta ha portato, sotto la sua responsabilità, a Roma. Ebbene, la Corte dei conti ci dice: "Avete fatto una schifezza, non avete previsto, non avete amministrato e non avete neanche saputo rendicontare; avete un buco gigantesco".
Quindi, voi andrete con il cappello in mano a chiedere al Ministro Padoan o al Presidente Renzi se vi danno dei soldi. E Padoan e Renzi cosa fanno? Ascoltano attentamente, ma non prendono un impegno che sia uno! Mi dica che è contento di quello che le ha detto il Ministro Padoan ieri e della sua posizione interlocutoria, Presidente! Ma no! Ci vorrebbe l'impegno, perché ad oggi - e siamo a metà novembre.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



CAMPO Mauro

Certo, certo, però mi pare che di questa cosa lei fosse già andato a parlare in almeno altre due occasioni. Allora, la cosa è quanto meno preoccupante.
Io però contino a dire che mi piacerebbe sapere chi è che paga e chi ha la responsabilità, perché qualcuno deve averne una, di fronte ad una situazione dei conti di questo genere. Ci sarà una responsabilità politica che in parte cade sulla Giunta precedente, per la malversazione dei fondi del DL 35 e che però cade anche sulla struttura regionale: ci sono dei Direttori, che sono lautamente pagati - persino più dei politici - per avere una responsabilità penale. Io vorrei sapere quando e come qualcuno pagherà.
E poi, vogliamo affrontare le questioni? Non tiriamo la palla all'anno prossimo o agli anni successivi. Vogliamo affrontare la questione sanità? Non arriviamo con tabelline imprecise! Insomma, sono passati quasi sei mesi dall'insediamento, eppure non abbiamo un'idea chiara, nonostante l'Assessore Saitta sia già venuto a presentare la sua riforma della sanità di come riorganizzerà la rete territoriale; e manca una serie di indicazioni precise.
Dalla tabellina spariscono nomi di ospedali, di cui non si sa che fine faranno: per esempio, di Nizza Monferrato cosa succede? Parliamo di queste cose. Parliamo dei buchi che ancora ci sono, di cose che non sappiamo. Sei mesi e non avete ancora un programma preciso: la riforma presentata assomiglia un pochino troppo a quella di Monferino.
Allora, dove sono le idee nuove? Con che cosa vogliamo cambiare il modo in cui sono gestite le cose? Io sono in Commissione Nomine e sono allibito dal modo in cui vengono fatte le nomine dei Consiglieri di Amministrazione che rappresentano la Regione all'interno di tutta una serie di Enti importantissimi: non ci sono requisiti! E poi c'è il jolly "Sindaco": se sei un Sindaco, sei miracolosamente capace di indirizzare e controllare qualsiasi cosa, dalla fondazione oncologica al Teatro Regio, al CSI Piemonte, ad altro ancora. Ma è ridicolo! E che riforme facciamo? Abbiamo le ATC, dove abbiamo visto di recente degli scandali, con gente che ha rubato per anni alla solita insaputa dei Consigli di Amministrazione. Cosa facciamo? Accorpiamo le Agenzie in tre macro-ATC, all'interno delle quali rimangono una pletora di Direttori che continueranno a fare il tubo che vogliono e pochi Consiglieri di Amministrazione, senza particolari requisiti. Anzi, tra l'altro ho visto negli elenchi che si sono ricandidati, anche nelle ATC, tutti quelli che non si erano accorti che qualcuno stava rubando milioni da anni: tutti quelli di Asti, per fare un esempio. Diciamo che non saranno colpevoli dal punto di vista penale o amministrativo, ma il loro compito era controllare.
Se non sei stato capace e non ti sei accorto che qualcuno sotto di te fregava, quando la tua ATC era piccola e riguardava un Comune o una Provincia, come fai poi ad accorgertene quando la tua ATC ingloba tre province e quando il criterio di selezione non esiste? Le cose da cambiare sono infinite e non si arriva in Consiglio o in Commissione con delle "propostine del piffero". Le questioni si affrontano in maniera sensata, a partire dalla testa, dalla selezione delle classi dirigenti, da un lato, e anche dalla parte dei soldi.
E qui torniamo al solito discorso. Ieri la vergogna, come già c'era stata una vergogna quando abbiamo parlato delle indennità. Altro che apertura: "Ascoltiamo cosa proponete"! Neanche le ascoltano le cose che proponiamo noi. E poi cosa facciamo? Con tutto lo stipendio che prendiamo abbiamo paura che ci facciano dei ricorsi? Ma io spero che ci facciano dei ricorsi, perché vuol dire che abbiamo fatto delle riforme coraggiose. Se facciamo le "riformine" che non danno fastidio a nessuno, vuol dire che non cambiano niente. Non cambiano niente proprio perché non toccano dei privilegi.
Questa è la cosa importante. Dov'è il cambiamento? Cosa sta cambiando in Piemonte in questi sei mesi? Nulla. Non paga nessuno per le colpe del passato: "Pensiamo al futuro e ai nostri figli. Non facciamo polemiche".
Eccome se le facciamo le polemiche! Quindici anni, raso al suolo un Ente! Tre legislature: destra sinistra, destra, e adesso di nuovo sinistra. Ce le rimpalliamo e andiamo a rotoli.
Non è un giochino. Voi dovreste avere i brividi dalla situazione in cui siamo, perché è la stessa situazione in cui è l'Italia. Pertanto, ho seri dubbi che l'Italia possa permettersi di sostenere la Regione Piemonte per un tempo prolungato. Magari il regalino per l'anno prossimo arriva, ma poi lo paghiamo noi cittadini.
C'è scritto anche sui giornali, perché finalmente se n'è accorta anche la stampa di regime: gli 80 euro dati dal Governo Renzi se li sono mangiati gli aumenti da parte degli Enti locali e delle accise.
Che strano! La coperta è sempre la stessa: se non tocchiamo le porcherie, i soldi sono sempre gli stessi, perché i soldi grossi sono quelli dei privilegi, sono quelli che vanno agli amici, sono quelli delle poltrone che gestiscono miliardi in non politiche.
Non abbiamo una politica energetica, non abbiamo una politica sanitaria, non abbiamo una politica industriale e possiamo continuare facendo un lungo elenco. Ovunque ci giriamo c'è un dissesto, malversazioni buchi.
Vorrei sapere ad oggi che cosa è stato fatto per affrontare questa situazione. Non si individuano le responsabilità e non si propone niente di nuovo. Bello!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sarebbe ovviamente semplice ricordare - ma almeno in apertura lo ricordiamo - quelle che sono state le dichiarazioni fatte anche recentemente.
La domanda che un po' ci si pone rispetto a quanto diceva il collega Gariglio, che in qualche modo ha rappresentato la maggioranza, è se prima pur avendo figli, ai figli non si pensava e non si badava.
Io ho il compito, che non è ingrato, di ricordare un po' ogni tanto quanto è avvenuto, perché è vero che il Presidente dice spesso che si vuole occupare della situazione che ha trovato - come è corretto che sia per uno che amministra - ma è altrettanto doveroso provare a significare (e lo faremo per molto tempo) quella che è la differenza di atteggiamento di questa opposizione rispetto a quella precedente.
Noi in assestamento di bilancio presenteremo gli emendamenti che il PD ha presentato sei mesi fa alla legge finanziaria, firmati anche dal collega Gariglio, che in questo momento immagino sarà a telefonare ai suoi figli.
Si domanderà se quando ha firmato quegli emendamenti i figli li aveva già oppure no; oppure, visto che li aveva, se pensava a loro oppure no.
Vedete, è un po' stucchevole questo ragionamento per cui c'è una Giunta che taglia, perché ovviamente fa macelleria sociale, cioè quella precedente. C'è una Giunta che non dialoga con il territorio, c'è una Giunta che ha massacrato i trasporti pubblici locali. Ovviamente è sempre quella precedente e ovviamente sempre queste dichiarazioni fatte non dall'amministratore locale che, legittimamente, può lamentare la riduzione di un servizio sul proprio territorio perché deve (non "può") tutelare maggiormente il suo territorio singolo (magari l'amministrazione comunale rispetto ad una visione sovracomunale che attiene invece, ad esempio, al bilancio regionale).
Pertanto, principalmente abbiamo assistito a quattro anni di questo gioco su questi tre temi.
Dopodiché, passati quattro anni e vinte le elezioni, la ricreazione è finita, nel senso che non si può giocare con il bilancio altrui, perch bisogna governare, quindi il bilancio bisogna governarlo, quindi scopriamo di avere i figli.
Scoprendo di avere i figli, c'è la razionalizzazione sulla gomma e ferro. Per cui non è un taglio, è una razionalizzazione sulla gomma e ferro. La razionalizzazione della rete ospedaliera fatta dalla precedente Giunta e dall'Assessore Monferino è perfetta, perché non solo non si modifica nulla rispetto alla rete, anzi si apportano degli aspetti di riduzione dei servizi rispetto alle precedenti Giunte. Rispetto alla tassazione si arriva ad una situazione, secondo me, di non coraggio.
La vostra manovra - e lo diremo quando affronteremo con più puntualità i due disegni di legge strettamente collegati, quello di inasprimento fiscale e quello di riduzione della spesa - non è né risolutiva n coraggiosa.
Se la situazione è quella che ha presentato il Presidente, e devo dire che la situazione è com'era negli anni precedenti - forse oggi avendo il decreto n. 35, al netto di un'interpretazione autentica che correttamente la nostra Regione ha chiesto, siamo anche in una situazione di maggiore tranquillità rispetto al periodo precedente il decreto n. 35 - si interviene con una manovra di fiscalità aggiuntiva nei confronti dei piemontesi, che peserà moltissimo sui piemontesi stessi, ma che non è risolutiva, perché quei 100 milioni di ulteriore aggravio fiscale non saranno significativi nel raggiungere quei 400 che mancano. Né sarà significativa né è coraggiosa la manovra di riduzione e di revisione della spesa, perché quando si dice che una manovra di riduzione della spesa a regime, cioè fra cinque anni, porta 100 milioni di euro di riduzione - noi siamo stati nella precedente Giunta dei "fenomeni" - nel senso che 400 milioni di euro di riduzione della spesa ospedaliera è un numero non simile, ma certamente superiore ai 100 milioni. Perché ricordo che questa Regione nel 2009 spendeva circa un miliardo e mezzo di euro in più di spesa corrente rispetto ad oggi.
Questo è il dato. Ma dov'era in quel momento l'Assessore al bilancio che allora faceva il Capogruppo del principale partito di maggioranza, ed era anche sempre presente in Commissione bilancio, così come il primo partito? Il dato vero - e l'abbiamo visto in modo netto e chiaro nella discussione sulla rete, sulla quale mi fermo qua per discuterne dopo - è che avete fatto quattro anni di campagna elettorale sulle spalle dei piemontesi, promettendo ai piemontesi, per ottenere un voto in più, quello che sapevate che non potevate garantire, tant'è che non lo potete garantire.
Noi stiamo assistendo ad una manovra di assestamento di bilancio che sembra quello delle Province, quando le stesse avevano ancora qualche soldo: facevano una manovra di assestamento di bilancio, salvo gli spostamenti interni, da venti milioni di euro.
E' evidente che gli spazi di attività politica sono ridottissimi perché questo Ente - ahimè - dal 2009 ad oggi ha avuto una congiuntura negativa: ha ereditato un grandissimo debito ed ha patito un taglio di un miliardo di euro dal Governo nazionale, qualunque esso fosse. Chi contestava il Governo nazionale di centrodestra, che aveva portato le prime riduzioni, ha dimenticato di contestare i Governi Monti e Letta, per poi dire qualcosina, timidamente, sul taglio decisamente più significativo di questo Governo nei confronti degli Enti locali.
Bisogna dire che il taglio che il Governo Renzi andrà a fare sulle Regioni, se si guardano le slide presentate dal Presidente del Consiglio serve a pagare gli 80 euro, perché quei dieci miliardi necessari per pagare gli 80 euro derivano dai quattro miliardi di tagli nei confronti degli Enti locali che, inevitabilmente, si riflettono sull'aumento dell'addizionale e sulla riduzione dei servizi, per quanto riguarda la Regione, e sull'incremento di alcune altre addizionali o sul costo dei servizi che erogheranno le amministrazioni comunali. Ne deriverà che, chi beneficia degli 80 euro, in buona parte li restituirà ad altri soggetti; chi non beneficia degli 80 euro, che - lo ricordo - sono la maggioranza degli italiani, oltre a non aver avuto un beneficio, dovrà pagare.
Questo è il quadro della manovra che fa il Governo Renzi con grande spregiudicatezza, perché il Presidente del Consiglio dice: io ho ridotto di 18 miliardi di euro (non mi ricordo bene quanto sia) la pressione fiscale dopodiché reimponetela voi, Regioni e Comuni, così io sono quello che riduce le tasse e voi siete quelli che le imponete.
Questo è il tema. Ma su questo tema, le voci urlanti di chi rivendica la necessità di rispettare le amministrazioni regionali, salvo il primo timido segnale che il Presidente ha provato a dare il primo giorno (ma poi dovete contrattare con Roma uno "spalmamento" dei debiti), non si possono alzare più di tanto.
Questo è avvenuto; così come vedremo che nella delibera di revisione della spesa mancano molte risorse.
Come dice il Consigliere Pichetto Fratin, il nostro lavoro non sarà meramente quello di contestare (anche se questo deve fare l'opposizione quando si aumentano le tasse), ma di presentare una seria proposta alternativa che consenta di evitare l'aumento delle tasse, alcune delle quali - lo segnalo, ma poi quando esamineremo il provvedimento lo spiegheremo con maggior puntualità - hanno delle modalità su cui noi, da un punto di vista legislativo, solleviamo molti dubbi, soprattutto per il fatto che la rideterminazione dei contributi sugli impianti termici possa avvenire senza una legge del Consiglio, ma con una legge delega che consenta alla Giunta di imporre il contributo che crede e che vuole dicendo: "Sono deliberate con successiva delibera della Giunta regionale".
E' una cosa anomala che soprattutto non dà chiarezza, perché lì dentro ci può essere un'imposizione molto piccola o molto grossa. L'imposizione deve essere scritta sulla legge, non si lascia ad una determina della Giunta regionale. Vorremmo anche ricordare, ma ogni cosa ha un tempo (adesso ricordiamo la questione dell'IRPEF), quanto sarà penalizzato il mondo dell'impresa.
Chiederemo dati più precisi - mentre già una parte la stiamo elaborando noi - per esempio, di quanto verrà penalizzato il mondo dell'agricoltura dall'aumento del canone idrico in termini di utilizzo delle acque in agricoltura.
Segnalo che una percentuale consistente delle acque all'interno della nostra Regione viene usata per attività economiche e quindi, laddove si aumentassero le accise sull'uso energetico della produzione di energia sarebbe un altro aumento a carico delle imprese.
Quando si aumenta senza determinarlo - perché si dice "35 euro", ma senza un parametro, non si dice rispetto a cosa - è di nuovo un aumento consistente per le imprese.
Se questa è la proposta che il centrosinistra fa per risanare il bilancio, tanti auguri!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ascoltando le parole del Consigliere Gariglio mi sono resa conto che anche qua in Consiglio regionale stiamo assistendo alla trasformazione del PD in pieno stile renziano.
Lo dico basandomi su tre considerazioni.
La prima è che a Roma Renzi sta portando avanti il programma di Berlusconi, e lo sta portando avanti in modo molto determinato, molto rapido, secondo il suo stile molto innovativo, (sta andando avanti come un treno), mentre qua in Regione Chiamparino, per non essere da meno, porta avanti il programma di Cota. Direi, quindi, che c'è un perfetto parallelismo.
La seconda similitudine è sulle modalità: una comunicazione che si basa sugli annunci eclatanti. A Roma abbiamo Renzi che dichiara di aver dato 80 euro in più in busta paga (con una mano li dà e con l'altra li toglie, e ne toglie anche di più, se vogliamo), qui in Regione abbiamo annunci eclatanti per quanto riguarda il taglio degli stipendi.
Chiaramente i cittadini non sanno che in Commissione ci stiamo scannando - per usare un eufemismo - sul fatto che la nostra proposta era molto più riduttiva, ma i Consiglieri del PD, e non solo (perché anche Forza Italia su questo è compatto), si sono opposti alla nostra proposta che andava effettivamente incontro alle richieste dei cittadini, quello che i cittadini si aspettano.
Parleremo più avanti dei vitalizi, perché ci sarà molto da dire e vedremo come farete a giustificare, davanti ai cittadini, il vostro rifiuto di abolirli.
Con la nostra proposta di legge - licenziata ieri con voto negativo dalla Commissione - chiediamo di abolirli.
Quindi, programmi portati avanti con determinazione. Annunci eclatanti.
L'ultimo tassello che manca per rendere effettivamente renziano questo PD è il rifiuto del confronto.
Giù a Roma si va avanti a colpi di fiducia, quindi le opposizioni vengono zittite; qui in Consiglio regionale si percepisce un fastidio nei confronti dell'opposizione.
Si parla tanto di confronto: Gariglio si compiace, annuncia disponibilità al confronto e a trovare soluzioni insieme, ma poi nei fatti non ascolta - come in questo momento - oppure ascolta ma con un po' di fastidio e si lamenta anche che le opposizioni parlano troppo.
Noi speriamo che, aprendo le sedute di Commissione ai giornalisti magari riescano ad uscire informazioni in più per i cittadini e non appaia soltanto quello che si dichiara qua in Consiglio davanti alle telecamere perché quello che accade dietro è ben diverso da quello che i cittadini possono vedere nella diretta del Consiglio.
Veniamo adesso ai cittadini che, purtroppo, non sono ancora bene informati. Siamo ancora molto indietro rispetto all'accesso alle informazioni. I cittadini continuano ad informarsi soprattutto attraverso televisione e giornali, tutti mezzi di comunicazione dove, purtroppo, il PD ancora la fa da padrone.
Ci vuole ancora molto tempo. Noi stiamo lavorando tantissimo, sul territorio e nelle Istituzioni, per portare avanti riforme che permettano ai cittadini di informarsi degnamente e di avere accesso diretto alle informazioni senza filtri.
Noi crediamo che se anche adesso c'è una maggioranza di operai che vota PD - questo comunque lo vorrei verificare - potrebbe dipendere dal fatto che queste persone non hanno pieno accesso alle informazioni. Molto spesso quando una persona vive una situazione di disagio che rasenta la disperazione, anche il semplice annuncio di 80 euro in più in busta paga può convincerla a dare il suo voto al partito che l'ha proposta.
Noi siamo molto presenti nelle piazze, voi non so quanto abbiate ancora il coraggio di presentarvi davanti alle fabbriche e nelle piazze. Qualcuno sicuramente potrà farlo ancora a testa alta; magari qualcuno che ha fatto l'Amministratore locale e che ha lavorato bene non avrà problemi a presentarsi davanti ai cittadini.
Noi abbiamo una rete di attivisti molto sviluppata e tutte le settimane siamo in piazza, quindi parliamo con i cittadini.
Vorrei farvi una proposta: se volete, noi possiamo crearvi uno spazio nei nostri gazebo, magari vi mettiamo una sedia e voi potete state lì a parlare con i cittadini. Magari, possiamo dedicare un gazebo al tema lavoro, quindi avere gli operai che vengono a parlare, a dimostrarvi il loro affetto rispetto alle politiche che state attuando sul territorio.
Adesso, vista questa emergenza sulla sanità e visto questo piano "visto" è una parola grossa, nel senso che qualcuno l'ha visto, ma noi, per il momento, no, io poi non sono neanche in Commissione sanità, quindi ho un doppio filtro, quello dell'Assessore Saitta e quello dei colleghi, pertanto a me arriva pochissimo - so soltanto che chiuderà il punto nascita di Susa chiuderanno altri punti nascita e ci saranno delle manifestazioni.
Tra l'altro, vi invito - lo so che magari qui adesso entra in gioco un sentimento un po' territoriale - domenica mattina a trovarvi davanti all'ospedale di Susa, alle ore 10.30, se qualcuno del PD vuole venire a spiegare perché chiude il punto nascita è bene accetto, sono sicura che i cittadini apprezzerebbero la vostra presenza.
Noi vogliamo collaborare, vogliamo aiutarvi e vi offriamo questo spazio. Lasciate stare i sindaci, non andate a parlare con i sindaci per spiegare il piano di riorganizzazione, potreste anche metterli in difficoltà, perché si sa che, poi, il sindaco deve andare davanti ai cittadini. Quindi, se volete bene ai vostri sindaci, saltate questo passaggio, andate direttamente dai cittadini e spiegategli perché state tagliando, cosa avete in mente e cosa comporta la vostra riorganizzazione.
Solo un ultimo pensiero in relazione al Consigliere Gariglio, che prima, diceva di pensare ai nostri figli: se questo è il modo in cui intendete preoccuparvi dei nostri figli, lasciate perdere, ci penso io.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Presidente, avrei dovuto chiederle la parola per fatto personale, ma le uniche lacrime.



PRESIDENTE

Ho apprezzato.



GRIMALDI Marco

Le uniche lacrime finte sul volto non sono le mie e, come avrà capito l'unica persona avvezza a non prendere sul serio il proprio mestiere non è il sottoscritto.
Sono molto dispiaciuto della discussione odierna, perché mi pare si sia andati un po' fuori dall'oggetto.
Devo dire la verità: di fronte ad una Regione che il 10 ottobre ha scoperto le nuove passività, che, sommate a quelle rilevate nel 2012 ammontano a due miliardi e due, se poi aggiungiamo gli altri due miliardi e sei arriviamo a quei famosi cinque miliardi e due di cui abbiamo parlato forse mi sarei aspettato che la discussione su quanto è successo ieri - di questo ringrazio il Presidente Chiamparino - fosse un po' più rilevante.
Nel senso che questa Regione non ha bisogno di portare il cappello a spasso da nessuna parte, neanche davanti al Governo Renzi o a Padoan stesso: non stiamo chiedendo soldi per salvare il Piemonte, al massimo stiamo chiedendo per due anni di non pagare i ratei dei mutui, quindi di accedere, di fatto più facilmente a quel tipo di riprogrammazione dei mutui, che si potranno spalmare su dieci anni. Non è un crimine, Consigliere Campo, chiedere dieci anni in più per spalmare i nostri debiti.
Vorrà dire che con quei 200 milioni, soprattutto, riusciremo a pagare gli interessi passivi e avremo 200 milioni in più sulle politiche.
Su questo mi dispiace anche per le parole del Consigliere Vignale, che però fa il suo mestiere, cioè difende cos'era il centrodestra. Mi dispiace che, ormai, lo difendano anche i colleghi del Movimento 5 Stelle, perch non vedono il cambiamento di segno. Allora, ci diamo appuntamento all'assestamento, quando vedrete che avremo messo più soldi sulla casa.
Ricordo che grazie a noi non solo si rimetteranno i soldi sulle morosità incolpevoli, ma, per la prima volta, si metteranno i soldi per un fondo salva-sfratti.
Ci vedremo quando parleremo di welfare, visto che siamo riusciti a rimettere due milioni in più e anche a riprogrammarne altri due, proprio per quel fondo indistinto che servirà ai consorzi in difficoltà, messi a dura prova proprio dalla Giunta Cota.
Ci vedremo poi sul diritto allo studio: non so se ve lo siete ricordati, ma la scorsa settimana abbiamo messo qualche milione in più anche per le borse di studio per tutte le scuole superiori.
Ci vedremo, poi, a parlare del diritto allo studio universitario, dove oggi abbiamo messo sei milioni; magari, se passeranno anche i nostri emendamenti, riusciremo a trovare qualcosina in più. Magari ci vedremo anche a parlare del TPL. Non abbiamo fatto tutto. Sì, è vero, in tre mesi non abbiamo fatto tutto.



(Commenti in aula)



GRIMALDI Marco

Tre mesi di Consiglio, scusatemi! Sommateli, metteteli come volete sono tre mesi di Consiglio.
Non siamo riusciti a trovare più di sei milioni per ora. E' un inizio così come è l'inizio dei risparmi, così come è stato un segnale di inizio anche la riduzione dei nostri costi. Lo abbiamo detto, è solo un inizio.
Però, guardate, ve lo dico sinceramente, il fatto scandaloso è prendere i nostri stipendi per discussioni come quelle di oggi. Io mi vergogno di questo! Mi vergogno! Altre quattro ore di discussione su niente, neanche a discutere di quella che è la manovra! Guardate, veramente non ho capito bene la discussione sulla sinistra ma se c'è una manovra di sinistra è proprio quella per la quale, se si aumenta l'IRPEF, si aumenta alle fasce più alte. E se c'è un rimprovero che rivolgo a Sergio Chiamparino, al massimo, e a Reschigna, riguarda le fasce più basse, su cui si doveva tornare indietro, perché su questo le vere iniquità le ha fatte la Giunta Cota! Allora, non so più di cosa state discutendo quando parlate di sinistra ma una manovra progressiva è quella che intendo per misura di sinistra. E quando abbiamo detto, o qualcuno ha detto, che non si sarebbero toccate in qualche modo, mi dispiace, non ha sentito bene: abbiamo detto che questa crisi non la dobbiamo fare pagare ai più deboli. Anche le misure di risparmio nei confronti dei nostri stipendi derivano proprio dal fatto che dobbiamo sentirci dei privilegiati in questa situazione di crisi.
Lo dico sinceramente, non è che risolveremo i problemi solo tagliando i CdA, ma lo faremo anche tagliando i CdA, così come abbiamo dimostrato, e tagliando i direttori. Mi dispiace, ma guardate che il risparmio sulle ATC sarà anche sulle direzioni, e sarà così su tanti altri enti. Questa discussione la faremo, e la faremo diversamente dal centrodestra, perché la faremo anche insieme a quei lavoratori, anzi, a partire da quei lavoratori.
Ne dico una: parlate sempre di CSI in termini impropri, ma perché non diamo al CSI il compito di fare quanto veramente occorrerebbe fare, cioè non solo una riorganizzazione sanitaria, che parte anche dall'informatizzazione delle cartelle sanitarie - lì di sprechi ce ne sono tantissimi - e perché non iniziamo a pensare ad una vera lotta all'evasione in questa Regione? Su questo ci distinguono non solo le parole del Consigliere Gariglio, ma anche quelle del Presidente Renzi.
Credo che il Governo abbia fatto malissimo - e sottolineo la parola "malissimo" - a fare un giochetto sporco con le Regioni, a chiudere una trattativa sulla sanità qualche mese fa, dicendo a tutti che avremmo avuto 300-400 milioni in più per, poi, ritrovarci quattro miliardi di tagli.
L'ho detto, non credo all'ineluttabilità dei processi e credo sinceramente che i soldi si possano prendere da altre parti, non ai servizi rivolti ai cittadini, non alle Regioni e agli Enti locali, che hanno pagato duramente questa crisi in questi anni.
Ed è per questo che lo diciamo a gran voce. Noi vogliamo che le risorse le prendano dalle rendite, dai grandi patrimoni e dagli evasori. Su questo noi possiamo fare qualcosina. Non è sufficiente parlare del bollo auto o dire che introdurremo misure nuove sulle ecotasse per chi inquina di più.
E' una cosa giustissima, ma sull'evasione abbiamo fatto troppo poco.
Quindi, in questo chiedo un cambio di atteggiamento anche alla Giunta.
Sigliamo dei protocolli con la Guardia di Finanza, facciamoli veramente.
Guardate, c'è un piccolo dettaglio di cui nessuno parla in questa crisi: c'è qualcuno che si è arricchito in questo momento, c'è qualcuno che ne esce molto più ricco di prima. C'è qualcuno che questi soldi li ha portati all'estero e su questo vorrei veramente un cambio di paradigma dal nostro centrosinistra. Termino, spero ne parleremo anche relativamente al tema della messa in sicurezza del territorio.
Il vero cambio di paradigma è su come si individuano le misure per accrescere i posti di lavoro e per dare speranza ad un'intera generazione che oggi è relegata a quel numero, al 46% di disoccupazione giovanile, che è un record nella storia italiana.
Ecco, noi lo abbiamo detto così: vorremmo che i giovani di questa Italia non venissero descritti sempre come santi o come eroi, così come è successo per gli "angeli del fango", un po' delle persone da lasciare lì nell'empireo, perché in qualche modo non hanno un ruolo in questa società.
Noi, sulla messa in sicurezza e sul tema del Green New Deal, vogliamo che siano loro al centro di questa riflessione, e vogliamo che la Regione Piemonte non si limiti a chiedere la deroga (che, di fatto, c'è già) del Patto di stabilità per le misure urgenti. Noi vogliamo misure preventive di messa in sicurezza del territorio e dei nostri beni, quelli culturali così come quelli civici, frequentati ogni giorno da tanti cittadini (parliamo degli ospedali o delle scuole, per esempio).
Su questo credo che si possa fare di più: i risparmi andranno messi lì perché la vera riconversione ecologica del nostro patrimonio può essere anche una fonte di minor spesa. È per questo motivo che spero che sapremo gestire meglio - non ne parliamo quasi mai - i Fondi Strutturali Europei. A tal riguardo, vorrei che ci fosse un'analisi (ne approfitto della presenza dell'Assessore De Santis) anche di come li abbiamo spesi. Perché quelle sono le poche risorse certe che abbiamo in mano: cerchiamo di utilizzarle al meglio; cerchiamo di non darle ai soliti noti; cerchiamo di non darle a chi le spenderebbe già e comunque.
Se riusciremo a far diventare una leva quei fondi strutturali, se riusciremo a garantire quelle misure anche alle giovani generazioni, per esempio alle tante start up che possono costruire un Piemonte diverso allora avremo rimesso in campo una politica alternativa, cosa che finora non abbiamo ancora fatto. Per ora stiamo semplicemente mettendo in sicurezza questa Regione e - fatevelo dire - da quanto ho visto alla Corte dei Conti, tutto si può dire tranne che i conti erano a posto e che questo Piemonte si fosse salvato grazie alle misure di Cota. Cerchiamo, quindi, di abbassare i toni e di deporre le armi di "distrazione" di massa, perché di retorica ce ne deve essere un po' meno, e i fatti li vedremo tutti in assestamento.
Se saremo capaci a mettere dei segni "più" e cambiare le politiche della Giunta Cota, forse ce ne prenderemo i meriti. Se non ne saremo capaci, andremo a casa, ma non certo per le firme. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto d'Istruzione Superiore "8 Marzo" di Settimo Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III A dell'Istituto d'Istruzione Superiore "8 Marzo" di Settimo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale inerenti a "IRPEF e situazione economica della Regione " (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ruberò veramente due minuti, perché credo che poi sia importante andare anche oltre una discussione sicuramente avvincente, a tratti seria e competente, ma su cui qualche scivolone c'è stato da parte di tutti.
Ringrazio il Presidente Chiamparino, che adesso non vedo in aula, per aver voluto subito rispondere a quelle che erano state le sollecitazioni dei Capigruppo. Mi permetto, però, di sottolineare, perché magari non tutte le comunicazioni passano - mi rivolgo soprattutto al Consigliere Grimaldi che forse sarebbe opportuno un accordo all'interno del centrosinistra visto che soltanto dieci giorni fa il Presidente Chiamparino all'inaugurazione di "Tuttomele" a Cavour, ringraziava il mio Capogruppo nonché Presidente Pichetto, per il grande lavoro svolto.
Probabilmente, delle due l'una: o c'è una mancanza di comunicazione all'interno del centrosinistra oppure, giustamente, SEL fa una sua strada.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PORCHIETTO Claudia

Ci mancherebbe! Però, allora, a questo punto, magari si parla in nome e per conto di SEL e non della maggioranza! Occorre anche ricordare che sono stati anni difficili per tutti, ma si è svolto, comunque, un lavoro molto serio. Prendo atto e rispetto quelle che sono le relazioni della Corte dei Conti, poi, però, mi chiedo il motivo per cui molto spesso ci ritroviamo anche con dei contenziosi aperti su una serie di valutazioni e di relazioni che fanno organi autorevoli e competenti che non sempre si ritrovano in una condivisione di un percorso.
E mi pare che, da questo punto di vista, abbiamo visto negli ultimi tempi delle relazioni abbastanza contrastanti tra ciò che diceva Roma e ciò che dicevano gli organi di controllo locali.
Detto questo, mi permetto veramente di sottolineare solo due passaggi lo dico al Vicepresidente Reschigna, che in questo momento è in Aula - e spero che questo possa essere anche condiviso con il Presidente Chiamparino, a cui mi permetto di fare una battuta: occhio a dire che non si tingerà mai i capelli, perché sui giornali aveva anche detto che non avrebbe aumentato l'IRPEF! Non vorrei ritrovarmi un Presidente nero corvino fra qualche mese (non starebbe bene sicuramente, ma glielo dica!).
Io, con grande rispetto, affermazioni in cui metto una pietra tombale non le farei in questo periodo, perché non sempre si riesce - non per volontà propria, ma per la necessità del momento - a rispettare quelli che sono magari dei passaggi fatti non più in campagna elettorale, ma anche all'interno di consessi pubblici.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria (fuori microfono)

Io non voglio correre rischi, sono bianco...



PORCHIETTO Claudia

Vorrei solo sottolineare due passaggi. Un tema delicato lo ha già evidenziato prima il collega Pichetto: ci aspettiamo un assestamento fatto e condiviso, Vicepresidente. Abbiamo già avuto modo di parlarne in I Commissione.
Oggi il Consigliere Grimaldi ricordava alcuni passaggi che nelle Commissioni e in Aula sono stati fatti per appostare risorse su alcuni capitoli che lui ha molto a cuore.
Siccome anche Forza Italia ha molto a cuore una serie di passaggi, non solo a tutela delle classi meno abbienti, ma soprattutto per far ripartire l'economia - senza lavoro, le classi meno abbienti saranno sempre di più in questo Piemonte - spero che tutti gli emendamenti che abbiamo dovuto ritirare per rinviare vengano comunque accolti da una maggioranza responsabile, che sappia condividere un percorso laddove le opposizioni, in modo sensato, presentano degli interventi che avrebbero già voluto fare nel momento in cui erano al Governo, ma che poi, chiaramente, cadendo il Governo un anno prima, non hanno potuto fare. Questo, dunque, è un primo passaggio per il Vicepresidente Reschigna.
Il secondo passaggio che mi permetto di sottolineare è lo stesso che ha fatto, in modo un po' timido, il Capogruppo del PD, e che ripropongo con un'istanza forte: noi siamo stufi di leggere sui giornali ciò che succederà nel mondo della sanità.
Io chiedo al Presidente Chiamparino di decidere, stante che è lui il rappresentante del Governo regionale, se demandare ad un rapporto diretto con gli organi di stampa, che ringrazio perché sono sempre molto puntuali ciò che dovrebbe essere discusso e riportato nelle Commissioni a ci preposte.
Abbiamo una serie di lettere che partono dai Comuni, ne porto un esempio: Lanzo Torinese. Noi leggiamo delle cose sui giornali, poi facciamo rapporti diretti tra Assessori e Sindaci dove tranquillizziamo i Sindaci e magari ci ritroviamo il mattino dopo, com'è successo quest'oggi, una serie di indicazioni su un autorevole giornale (che non è proprio locale): vorremmo capire se finalmente possiamo discutere nelle sedi preposte e autorevoli il tema della rete ospedaliera o se dobbiamo continuare a leggerlo soltanto sul giornale.
Questo non fa bene a nessuno, perché noi non saremmo così bravi a gestire i comitati spontanei com'era successo negli anni passati. Ci ricordiamo che cosa accadeva qua fuori quando la Giunta non aveva neanche ancora espresso il proprio percorso sui giornali, ma neanche all'interno della Giunta, e ci ritrovavamo mossi da una serie di credi politici, una serie di soggetti manifestanti che poi coinvolgevano anche gli Amministratori locali? Non rimettiamo in quella condizione gli Amministratori.
Mi permetto solo di sottolineare un passaggio di questa lettera ringrazio l'Assessore Saitta, che è rientrato - in cui si sottolinea come un atto unilaterale e improvviso fatto dalla Commissione regionale. Parlo della lettera che le ha inviato il Sindaco di Lanzo Torinese, la dottoressa Tina Assalto, che, in qualche modo, giustamente, veniva tratta in inganno e immaginava che le scelte fatte sull'ospedale di Lanzo fossero state condivise all'interno della Commissione.
Mi sono permessa di far presente al Sindaco che neanche l'abbiamo vista, noi, la riorganizzazione della rete ospedaliera! E sarebbe invece opportuna una discussione in cui il discriminante non è fatto soltanto dalle rappresentanze politiche sui vari territori. Qualcuno mi dovrà anche spiegare cosa sono e come vengono definiti - l'ho letto oggi su La Stampa ma non condivido tanto una serie di percorsi - gli "ospedali in aree disagiate" o meno. Forse è opportuno discutere anche di questo tema all'interno delle Commissioni preposte.
Chiedo scusa per la divagazione: so che oggi non si voleva parlare di questo, ma siccome sui giornali continuiamo a ricevere informazioni forse anche non corrette (ma da qualche parte saranno uscite, di certo non dalla IV Commissione, che non ne sa nulla!), mi permetto di riportare invece nelle sedi preposte le discussioni sia per quanto riguarda la definizione dei percorsi legati al bilancio, ma soprattutto su un tema così difficile e articolato quale quello della rete ospedaliera e della nostra sanità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Questo dibattito sarà chiuso dal Presidente, ma vorrei solo brevissimamente precisare o riprecisare alcuni aspetti del problema. Faccio solo una breve considerazione iniziale.
Nessuno di noi è novizio di politica; ciascuno di noi mette nel conto che, durante un percorso, iniziato circa un mese fa, con un dibattito in Aula su comunicazioni della Giunta sulla situazione economica e finanziaria della Giunta e che, purtroppo, occuperà i lavori del Consiglio regionale ancora per molto tempo (abbiamo di fronte a noi alcune scadenze e l'esame di alcuni provvedimenti importanti), ciascuno di noi metteva in conto il fatto che, dentro questo percorso, ci sarebbero stati anche dei momenti nei quali, probabilmente, l'esasperazione, la dimensione un po' populistica, la dimensione un po' demagogica avrebbe avuto il sopravvento rispetto alla valutazione e al modo con cui, riconosco, stiamo affrontando nelle Commissioni e in Consiglio regionale - e, auspico, continueremo ad affrontare nelle Commissioni e in Consiglio regionale - provvedimenti complicati, ma che hanno un obiettivo: garantire un'utilità dell'istituzione Regione Piemonte nei confronti delle condizioni della comunità piemontese, delle condizioni della vita economica e della coesione sociale.
Questo è il nostro obiettivo.
Dentro questo percorso, vorrei brevissimamente sottolineare tre aspetti.
Il primo. La prima volta che sono andato al Ministero delle Economie e Finanze a presentare i primi elementi che emergevano non solo dalle bozze del giudizio di parifica della Corte dei Conti, ma anche dalle analisi che avevamo autonomamente condotto come Assessorato al bilancio sulla reale situazione dei conti della Regione e ho esplicitato il fatto che, da sola la Regione Piemonte non sarebbe stata nelle condizioni di poter uscire da questa condizione, i dirigenti e i funzionari del Ministero delle Economie e Finanze mi hanno guardato in faccia e mi hanno detto questo: "Lo sa cosa vuol dire quando una Regione chiede, sostanzialmente, di essere accompagnata dal Governo e dallo Stato nazionale in un piano di rientro che le consenta di poter affrontare e risolvere una grave situazione di disavanzo deficitario, di disequilibrio economico e di disequilibrio di bilancio?". Io ho risposto: "Lo immagino".
Mi hanno risposto, sostanzialmente, di guardare quello che è successo alla Regione Lazio e alla Regione Campania. Due Regioni alle quali è stato approvato il piano di rientro, ma due Regioni rispetto alle quali è stato imposto che tutta l'imposizione fiscale andasse ai massimi livelli: l'addizionale IRPEF ai massimi livelli, l'IRAP ai massimi livelli. Due Regioni nelle quali l'intervento da parte del Governo e dello Stato nazionale corrispondeva ad un forte incremento della pressione fiscale.
L'ha detto il Presidente e lo ribadisco: nessuno di noi è contento quando si tratta di costruire provvedimenti che alzano la pressione fiscale. Vorrei rappresentare all'Aula il fatto che avremmo modo anche di discutere nel merito quei provvedimenti e di valutare eventuali e ulteriori proposte che ci consentono di raggiungere gli stessi obiettivi, anche con soluzioni diverse.
Sono una persona che dà grande importanza e significato al valore del confronto e del dibattito, ma vorrei sottolineare un primo punto. Ieri sera, durante l'incontro al Ministero dell'Economia e Finanza non c'è stato il tentativo, da parte del Ministero dell'Economia e Finanza, da parte del Ministro, da parte del Sottosegretario, da parte del Capo di Gabinetto, da parte di un Direttore del Ministero di Economia e Finanza di dire: "Questa manovra fiscale è insufficiente e inadeguata, perché non ha confronto con quella che noi abbiamo imposto ad altre Regioni". Ripeto, nessuno di noi è contento quando si tratta di affrontare provvedimenti del genere.
Vorrei almeno che venisse riconosciuto il fatto sostanziale che quell'impegno assunto - mai la Giunta regionale si sarebbe prestata ad un'operazione tesa ad un incremento dell'IRAP - in questo momento, per noi è ancora un riferimento essenziale e importante.
Secondo elemento di riflessione. Più volte è stato sottolineato dalla maggioranza, e anche da esponenti dell'opposizione, che la vera discussione la faremo sui due disegni di leggi. Vi prego, non enfatizziamo la discussione su un assestamento di bilancio che arriva tardi per le condizioni che sappiamo, che ha margini di manovra assolutamente risicati che non è lo strumento risolutivo delle condizioni del bilancio della Regione. Sotto questo aspetto, se c'è un invito che voglio rivolgere facciamolo entro la settimana prossima, altrimenti anche quelle poche scelte che sono contenute lì dentro e che riguardano i Comuni non saranno produttive; altrimenti i Comuni non possono più, oltre il 30 novembre deliberare alcunché in termini di variazione del proprio bilancio di previsione.
Ma non è quello lo strumento su cui dobbiamo concentrare la nostra attenzione rispetto a come affrontare la situazione. Gli strumenti sono i due provvedimenti che abbiamo assunto come Giunta. Due provvedimenti fondamentali su cui, lo ripeto, il confronto da parte della Giunta regionale con l'intero Consiglio regionale è totale. L'ho dichiarato più volte in Commissione: anche lo stesso piano di riqualificazione della spesa regionale è un piano che la stessa Giunta regionale, durante il lavoro delle Commissioni, arricchirà ulteriormente. Sono i due strumenti rispetto ai quali noi vogliamo sostanzialmente dimostrare al Governo nazionale che il Piemonte la sua parte la sta facendo fino in fondo.
Si può fare di meglio? Qualunque soluzione merita il confronto qualunque soluzione proposta sarà valutata con estrema attenzione da parte della Giunta regionale, indipendentemente dalla parte politica che la presenterà. Noi siamo fermamente convinti che la posta in gioca è quello che ho cercato di rappresentare all'inizio del mio intervento. Lo ripeto: la stessa Giunta regionale arricchirà i due documenti, soprattutto quello relativamente a qualificazione della spesa regionale, e lo arricchirà con ulteriori proposte.
Sia chiaro: io non intendo, questa mattina, ricadere nel tranello della discussione sul passato. Vorrei fare due sottolineature sotto questo aspetto. Negli anni passati molto si è ragionato e molto si è discusso in termini di riorganizzazione della spesa regionale, ma, se posso dire, poco è stato fatto. Si è discusso molto di riorganizzazione delle ATC, per anni e in tutte le leggi finanziarie. Non siamo più belli o più bravi, noi la stiamo facendo.
Molto si è discusso rispetto al fatto che noi abbiamo bisogno di ricondurre la spesa strutturale della Regione a elementi confrontabili con altre Regioni più virtuose all'interno del nostro Paese, e se c'è un punto che abbiamo rappresentato, anche nell'incontro di ieri sera al Ministero dell'Economia e Finanza, consiste nel fatto che, al termine di tre anni noi saremo nelle condizioni di avvicinare notevolmente - sul rapporto spesa del personale, sul totale della spesa corrente e sul tema dell'utilizzo dei beni di terzi - alcune altre Regioni virtuose.
Terzo elemento di riflessione. Gli obiettivi sono quelli che ha indicato il Presidente. Cento milioni di euro in tre anni di riduzione della spesa strutturale, il che non vuol dire che si ottiene dicendo che per un anno faccio massacrare la cultura o le politiche sociali e poi ho risolto il problema. Sono riduzioni strutturali della spesa regionale che incidono soprattutto su organizzazione e spese di funzionamento. Anche su questo ho ascoltato l'intervento del Consigliere Pichetto.
Se nel corso del confronto sul disegno di legge emergeranno proposte ancora più significative sotto questo aspetto, porte aperte al confronto perché abbiamo questo obiettivo e circa 300/350 milioni di euro in tre anni sulla spesa sanitaria.
Anche su questo vorrei che fossero chiari i termini del problema. Noi non abbiamo nessuna possibilità di fare vasi comunicanti tra riduzione di spesa sanitaria e alimentazione dei capitoli di spesa di altro tipo del bilancio della Regione. La spesa sanitaria, se utilizza il Fondo Sanitario Nazionale, è spesa vincolata.
E perché va fatta quest'operazione di razionalizzazione della spesa sanitaria? L'ha detto il Presidente e l'ha detto l'Assessore Saitta: per tre ragioni di fondo.
Primo, dobbiamo tornare ad assumere all'interno dell'organizzazione sanitaria piemontese, perché senza medici e senza infermieri rischiamo di avere, in troppe realtà, servizi sulla carta, che non corrispondono alla capacità di soddisfare i bisogni di salute.
Secondo, dobbiamo tornare ad investire. Quest'anno, in merito alla spesa sanitaria, non metteremo risorse dirette sul bilancio della Regione ma, per evitare un disavanzo, utilizzeremo tutte le risorse che erano state destinate ad investimenti per l'edilizia sanitaria, e noi abbiamo un patrimonio di edilizia sanitaria che è vetusto, assolutamente energivoro e in alcuni casi - anche al limite del rispetto della normativa. Tornare ad investire sull'edilizia sanitaria significa tornare a creare delle condizioni di migliore gestione, ma, soprattutto, di corrispondenza della stessa. Occorre, inoltre, tornare a investire in tecnologia, perché, sotto questo aspetto, siamo fermi all'interno della nostra capacità di spesa, nel bilancio della Regione Piemonte.
Terzo, noi siamo sempre concentrati - io per primo - rispetto al tema della riorganizzazione della rete ospedaliera, ma abbiamo nuovi bisogni che emergono con un'irruenza devastante. Nel giro di dieci anni raddoppierà, in Italia e in Piemonte, il numero di persone colpite dall'alzheimer e dalle problematiche delle demenze senili. Sono le conseguenze di fatti positivi straordinariamente positivi - che avvengono nella composizione demografica del nostro Paese, ma che pongono bisogni nuovi. Se posso dire, la vera sfida del futuro, capace anche di "scassare" i bilanci, non è rappresentata dalla fase dell'acuzie, ma dalla fase della cronicità, che coinvolgerà numeri sempre più consistenti.
Queste sono le sfide che abbiamo di fronte a noi. E allora, occorre razionalizzare la spesa sanitaria, che non significa che tutti quei 350 milioni devono venire fuori dalla rete ospedaliera (penso che l'Assessore Saitta l'abbia abbondantemente spiegato nel corso di queste settimane), ma significa creare vasi comunicanti, non tra la sanità e la cultura, ma all'interno dell'organizzazione sanitaria, per corrispondere ai nuovi bisogni, che sono sempre più emergenti e che bussano sempre più alla porta.
Non la voglio fare più lunga del caso: ieri siamo usciti da quell'incontro convinti che c'è ancora della strada da compiere, ma che le proposte che ha avanzato il Piemonte, che tengono conto delle compatibilità e delle possibilità che ha questo Paese, sono proposte che reggono alla sfida dei tempi e che sono in grado, non di garantirci tesoretti, ma di consentirci di attuare politiche di riorganizzazione della spesa, senza che questo determini abbandono delle politiche che guardano alle persone, alla coesione sociale, allo sviluppo economico e alla qualità della vita.
Non chiediamo soldi per continuare a spendere: chiediamo interventi soprattutto perché sappiamo che la vera sfida dei prossimi mesi in Piemonte sarà la selezione degli obiettivi e l'individuazione delle priorità.
Sono convinto che tutto ciò può alimentare, legittimamente, situazioni ed elementi nei quali ciascuno può esaltare i particolarismi. Può darsi Consigliere Vignale, che l'abbia fatto anch'io in passato, come Capogruppo ma non l'ho fatto con questo tipo di consapevolezza ed atteggiamento.
Ritengo possa essere utile continuare a ribadire questo elemento in tutti i dibattiti che avvengono in questo consesso. Da parte mia, avrei 100 mila modi per rispondere adeguatamente e per rappresentare il fatto che un comportamento politico va oltre una frase che uno ha detto in un dibattito consiliare.
In ogni caso, se le caratteristiche del dibattito di questa mattinata hanno, a volte, le caratteristiche di una forte contrapposizione all'interno del Consiglio regionale, so per certo che in ciascuno di noi maturerà fermamente e continuerà una grande - dura, ma grande competizione, tesa unicamente a trovare le soluzioni per garantire il futuro al Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Colleghi, sono iscritti a parlare i Consiglieri Sozzani, Valetti Allemano e Andrissi. Il Presidente Chiamparino mi dirà se vuole intervenire oggi, a fine mattinata, oppure nel pomeriggio.
Consigliere Sozzani, lei può intervenire quando lo ritiene più opportuno.
Prego, Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Solo per significare alcune considerazioni. Mi spiace che l'Assessore Reschigna abbia già risposto a dibattito in corso, perché forse, aspettando la conclusione del dibattito e recependo le indicazioni dei Consiglieri una risposta più complessiva non avrebbe posto la possibilità di una ripresa di discussione da parte dei membri della Giunta.
Io voglio fare alcune riflessioni numeriche. Parto da alcuni dati certi (in questo senso, poi, voglio rispondere ad un discorso che faceva il Consigliere Grimaldi): nel 2010 avevamo 278 milioni di euro di mutui da pagare; siamo passati a 324 milioni nel 2011, a 444 milioni nel 2012, a 463 milioni nel 2013 e a 646 milioni per il prossimo anno.
Intanto, bisognerebbe capire come mai vi è il passaggio da 463 milioni del 2013 a 646 milioni del 2014. Si tratta di quasi 200 milioni: forse sarebbe bene renderne edotti i Consiglieri, perché questo riguarda le politiche fatte negli scorsi anni. Lasciamo stare la responsabilità, perch capisco che chi è arrivato oggi non ha la responsabilità del passato (le colpe dei padri non possono essere associate ai figli), per evidentemente, ci sono dei numeri, c'è un foglio ben preciso dove questi dati vanno resi noti, capiti, metabolizzati e verificati rispetto alla politica che questa Giunta deve portare avanti.
Mi sembra di comprendere, dalle parole del Presidente Chiamparino e dell'Assessore Reschigna, che abbiamo tre temi fondamentali che diventano protagonisti in quest'Aula: l'assestamento, il bilancio e il taglio della spesa. Sono questi i tre concetti sui quali verte tutta la politica della Regione.
L'Assessore Reschigna dichiarava poc'anzi: "Non fossilizzate il dibattito nell'ambito di quest'Aula, ma aspettate i dispositivi di legge che stiamo preparando, perché in quei dispositivi di legge ci saranno i contenuti della politica della nostra Giunta". Io mi domando, ed era questo l'argomento su cui mi sono sentito un po' offeso dal Consigliere Grimaldi quando ha detto di vergognarsi dello stipendio che prendiamo rispetto alla discussione che viene fatta in aula: quante sedute della Commissione bilancio state convocando? Quando sono arrivato (sono solo sei mesi che siamo qua, lo abbiamo detto più volte) mi è stato detto che il grosso delle discussioni sarebbe avvenuto in Commissione e che quando si va in Aula significa che abbiamo già fatto tutta una serie di analisi in Commissione. Invece, vedo che viene convocata una Commissione bilancio - massimo due - alla settimana. Io l'ho detto nella Commissione congiunta (II e V) la settimana scorsa: "Mi sembra che stiamo facendo una serie di audizioni (io le ho chiamate le Commissioni delle prese d'atto), rispetto a una politica dei sommi capi".
Stiamo facendo, cioè, un'attività dove non vi è un argomento specifico che noi andiamo a discutere, portando avanti proposte. Finalmente, sento il grido di dolore della Giunta, rispetto alla situazione economica: "Aiutiamoci tutti e troviamo una soluzione, affinché questo possa essere l'elemento con cui discutere e portare avanti un'attività amministrativa corretta per salvare questa Regione". Ma facciamolo anche a livello di Commissione: portiamo avanti queste proposte in Commissione, perché noi non possiamo andare avanti a fare audizioni.
Se esiste, dopo sei mesi, una presa di coscienza sui bilanci di numeri come quelli che vi ho esposto io - vivaddio! - portiamola avanti.
Dedichiamo una settimana intera alla Commissione bilancio e proponiamo al suo interno tutta una serie di elementi di cui discutere.
Poi capisco che la Commissione bilancio ha delle implicazioni rispetto alle attività di tutti gli Assessorati e rispetto a tutte le esperienze e le professionalità che i Consiglieri hanno condotto e che cercano di esprimere nell'ambito dell'Aula. Ma facciamolo! Portiamola avanti! Con una Commissione bilancio alla settimana, infatti, capisco che ci mettiamo altri sei mesi per arrivare ad una soluzione e ad una proposta di questo genere.
Incominciamo a discutere, vivaddio. Diamo una riposta.
Perché passiamo dai 463? Questo è drammatico: 200 milioni di euro circa (poco meno di 200 milioni di euro) di peso dei nostri mutui dal 2013 al 2014. Ci sarà un motivo.
Andiamo a verificarlo, questo motivo.



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



SOZZANI Diego

Bene: verifichiamo.
Allora, cominciamo a lavorare in questo senso e a non fare la politica dei sommi capi.
Anche l'Assessore Saitta ci porti dei dati. L'altro giorno in Commissione è circolato un foglio; adesso attenderemo che questo foglio venga scritto e recepito dai membri della Commissione per poter proporre a nostra volta degli elementi altrettanto operativi e altrettanto precisi.
Non esiste, infatti, il pensiero unico: esiste la possibilità di operare nell'ambito delle Commissioni e quindi di portare all'interno dell'Aula un dibattito compiuto. Altrimenti, siamo a chiedervi le comunicazioni e a fare un dibattito sulle comunicazioni. E pensate che questo vuol dire mesi di discussioni senza un foglio di carta scritto, se non le indicazioni che vi stiamo dando in questo momento.
E' con questo spirito che vorremmo chiedervi di discutere. Penso che forse mai vi sareste aspettati una minoranza come la nostra che, per tramite del Consigliere Pichetto, vi ha già dato anche delle indicazioni precise su cui cominciare a lavorare. Però su queste indicazioni precise su cui incominciare a lavorare, guardate che o lo facciamo seriamente con dei numeri e con dei fogli su cui noi possiamo proporre degli elementi altrettanto precisi, altrimenti un dibattito di questo genere induce una serie di aspettative e pone una serie di numeri, ma a breve non riusciremo a concludere granché.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
La parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Prendo la parola solo per un breve intervento che - lei mi consentirà deve iniziare da una questione personale, essendo stato chiamato in causa per il colore dei miei capelli. Ci tenevo a ribadire, non solo alla Consigliera Batzella ma a tutto il Consiglio, che non è mia intenzione tingermi; lo dico ufficialmente: l'unica cosa che non farò mai è tingermi.
Soprattutto, però, volevo dirle che se i capelli sono bianchi - se lei mi passa un'espressione un po' enfatica - il mio cuore è profondamente rosso forse più del dovuto.
Lo dico perché questo mix mi consente di dire molto amichevolmente, non solo a lei ma a me stesso (come si diceva e credo si dica ancora in Parlamento): evitiamo di rincorrere tutte le proteste senza qualità.
Perché, vede - e qui mi rivolgo a lei in particolare -, altrimenti pu succedere quello che è successo alla vostra collega senatrice a cui, quando è andata a Tor Sapienza, c'è stato quello che ha detto "te ne devi annà perché sei come l'artri".
Potrei citare il Vangelo: "chi di spada ferisce."; o potrei citare il compagno Pietro Nenni, "c'è sempre uno più puro che ti epura".



(Commenti in aula)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

No, c'entra, perché lo dico come monito a me stesso. Bisogna, cioè giustamente stare sul territorio, giustamente dare risposte ai cittadini che protestano, perché se li si lascia soli la protesta diventa ribellismo populista; bisogna però farlo con qualità. In alcuni casi, pertanto bisogna non dare troppo spazio a certe proteste che non hanno qualità perché se no c'è il rischio che queste si rigirino contro di noi.
Faccio una seconda considerazione: io non dico a Roma cose diverse caro Consigliere Campo - non so se fosse lei o il collega Bertola a muovermi questo rilievo, adesso non ricordo più - da quelle che dico in Piemonte, tant'è che ho fatto anche pubblicare i contenuti, in maniera tale che chiunque possa verificare; e tant'è che la conferma - ma qui non mi dilungo perché l'ha detto da par suo il Vicepresidente Reschigna - è che credo sia la prima volta in cui si va al Ministero, si chiede un aiuto al Ministro e nessuno ti chiede di rivedere la parte fiscale, ti chiede di riflettere, di aumentare l'imposizione o ti dice che quanto fatto non è sufficiente. Questo, quindi, vuol dire che quello che abbiamo detto e deciso l'abbiamo portato a Roma, dove è stato valutato sufficiente.
Il Consigliere Pichetto diceva che le entrate dall'IRPEF sono il minimo per cercare di accorciare quella forbice. Certamente, però di più rischia di non essere davvero abbastanza: già così è dura, ma di più rischierebbe di essere non sufficiente.
Ribadisco che io dico le stesse cose che ho detto in campagna elettorale. O, meglio, quando sono costretto a cambiare, cambio. Ma io sull'IRAP non mollo di un euro. E dico le stesse cose anche su una questione così delicata come la sanità.
Stamattina, come a tutti succede, ho ricevuto alcune e-mail. In una di queste, citando immagino a memoria una mia frase - non dico da quale località proviene la lettera - una persona mi dice: lei aveva detto che fra questi due ospedali avrebbe lavorato per una distribuzione dei servizi che garantisse un servizio ottimale al territorio. E' esattamente quello che vogliamo fare.
Attenzione, però, perché poi spesso dietro le denominazioni DEA o ospedale di territorio, se le due denominazioni sono accompagnate da un'equilibrata articolazione di servizi a disposizione di quel territorio si nascondono più questioni di potere tra i primari che non questioni di servizi ai cittadini. In questo senso mi riferivo a me stesso, dicendo "attenzione a non cavalcare le proteste senza qualità".
Sulla sanità voglio riprendere il discorso. Il Consigliere Pichetto giustamente dice che la sanità può ridiventare una delle macchine su cui far crescere l'economia regionale in modo sostenibile ed equilibrato. Ha ragione, ma per fare questo bisogna uscire dal piano di rientro, tornare a investire in strutture edilizie e in tecnologie. Fra dieci anni, infatti le tecnologie sanitarie, anche in rapporto all'evoluzione delle caratteristiche di salute delle popolazioni, avranno rivoluzionato il modo di fare oggi diagnosi e terapia e quindi dobbiamo su questo tornare ad essere al passo. La sanità piemontese, quando diventa tributaria per 50 milioni alla sanità lombarda, dimostra che non è più la sanità dei tempi di Dogliotti, insomma, quindi dobbiamo recuperare.
E giustamente - aggiunge il Vicepresidente Reschigna - la sanità dev'essere il motore della crescita, ma anche il motore di una nuova qualità della salute. E non aggiungo una parola a quanto da lui detto.
Ribadisco però: tecnologie, strutture e territorio.
Ed è qui - allora lo dico - la differenza con la riforma che ha cercato di portare avanti l'amico Paolo Monferino: che alcune cose sono oggettive e alcune cose dipendono anche dai vincoli che noi abbiamo assunto con il Governo. Io non mi tiro mica indietro! La differenza sta in come qualifichi il sistema sanitario, dal punto di vista delle tecnologie, delle strutture e degli investimenti sulla qualità della cura sul territorio: è lì che ci giocheremo la sfida e vedremo se siamo stati capaci, oppure no, di far cambiare la sanità nella nostra Regione.
Infine, e mi rivolgo di nuovo al Consigliere Campo, non siamo andati con il cappello in mano per una semplice ragione: non abbiamo chiesto un euro in più, abbiamo solo chiesto di poter avere un po' più di fiato per onorare i nostri debiti. Credo che sia una richiesta non solo legittima, ma che sta tutta dentro, se mi permettete, anche alla capacità e all'onore che è proprio dei cittadini piemontesi e di chi li rappresenta.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



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