Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.218 del 10/04/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 14.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Cerutti, Chiamparino, Ferrero e Monaco.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 5 aprile 2017.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 28 e del 29 marzo 2017.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime attentati terroristici di Stoccolma del 7 aprile 2017 e del 9 aprile 2017 in Egitto


PRESIDENTE

Ancora terrore in Europa, ancora un camion sulla folla, dopo Nizza e Berlino. Questa volta accade in Svezia, lungo la strada pedonale più nota della capitale Stoccolma. Il camion, dopo aver travolto i passanti, ha concluso la sua corsa sfondando le vetrine di un grande magazzino. Il tragico bilancio di questo attacco terroristico è di quattro morti, tra cui una ragazzina di undici anni, e quindici feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. Il killer, un trentanovenne uzbeco, è stato già arrestato dalla polizia svedese.
Il nostro pensiero va a tutte le persone colpite e ai loro familiari; a tutto il popolo svedese desidero manifestare la nostra partecipazione e la nostra solidarietà.
Desidero, inoltre, esprimere sentimento di sdegno e di dolore per il massacro che ha fatto ripiombare l'Egitto nell'incubo terrorismo del califfato nero, a tre settimane dalla visita del Papa e in una giornata fortemente simbolica per tutto il mondo cristiano. Il nostro profondo cordoglio va ai familiari delle vittime e all'intera comunità cristiana.
Convinto di interpretare la sensibilità dell'intera comunità piemontese, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

c) Sentenza Corte Costituzionale


PRESIDENTE

La Corte Costituzionale, con sentenza 66 del 21 marzo 2017, nel giudizio di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 2, legge regionale del 16 maggio 2016 n. 11, modifica la legge regionale 14 maggio 1991, n. 21 recante "Norme per l'esercizio delle funzioni in materia farmaceutica", ne ha dichiarato l'illegittimità.
La norma che consentiva alle parafarmacie aperte al pubblico l'impiego di apparecchi di autodiagnostica destinate a effettuare le prestazioni analitiche di prima istanza ritenute in contrasto con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di tutela della salute alla quale è da ricondurre la disciplina del servizio farmaceutico viola pertanto, l'articolo 117, terzo comma della Costituzione.
La copia della sentenza è a disposizione presso la Segreteria dell'Ufficio Aula.



PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 18 in sala A si terrà la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 5 aprile è terminata la discussione generale, seguita dalla replica del Vicepresidente Reschigna.
Gli articoli 1 e 2 sono stati sospesi, passiamo quindi all'articolo 3.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 207) presentato dall'Assessore Reschigna.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
L'emendamento, che riscrive il primo comma dell'articolo 3, di fatto interviene unicamente sulla lettera e) del primo comma dell'articolo 3 e interviene modificando la voce di importi "altri accantonamenti", che qui è descritto per 221.528.842,73; questo importo diventa 244.540.002,87.
Perché questo maggiore importo che equivale a 23 milioni e rotti di euro? Perché questa mattina la Giunta regionale ha approvato una deliberazione con la quale ha modificato le risultanze del pre-consuntivo relativamente all'esercizio 2016. Ricordate quella famosa tabella collegata a quella deliberazione delle passività pregresse che ammontavano a 151 milioni di euro? Incrementando questo importo delle passività pregresse su cui c'è...



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, ve lo chiedo gentilmente.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Incrementando quell'importo di 23 milioni. Perché questo incremento di 23 milioni? Anni fa, era stato contratto un mutuo con oneri a carico dello Stato per l'acquisto e l'ammodernamento di mezzi del trasporto pubblico locale.
Questo mutuo era stato utilizzato solo parzialmente da parte della Regione e, con tutte le vicende delle perenzioni, era stata mandata in perenzione una parte di 23 milioni di euro relativamente a questo mutuo, con un aggravio sul bilancio della Regione particolare, perché sulla parte di quel mutuo non utilizzata pari a 23 milioni non interveniva il contributo statale.
Pertanto, che cosa ci trovavamo? Ad avere contratto un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti con gli oneri totali a carico dello Stato, ad averne attinto per un importo inferiore a 23 milioni di euro, a dover pagare la totale copertura delle rate di ammortamento di questo mutuo, ma ad avere come contributo dello Stato, un importo inferiore a quello che veniva corrisposto a Cassa Depositi e Prestiti per effetto del fatto che lo Stato non riconosceva come onere di ammortamento quella parte non utilizzata dalla Regione.
Quella parte non utilizzata dalla Regione determinava questo sbilancio sul bilancio regionale e, nel corso degli anni successivi, non poteva essere utilizzata, perché avendo cancellato il residuo attivo, quindi la capacità di copertura di questo mutuo, di fatto stavamo pagando il 100 per cento del mutuo avendone utilizzata una parte inferiore.
Il tema che abbiamo affrontato in questo fine settimana, valutando il disegno di legge nell'approfondimento tecnico con la Direzione Bilancio relativamente a questo elemento è: continuiamo a pagare e ad avere un differenziale sul bilancio della Regione tra oneri dell'ammortamento del mutuo e contributo a carico dello Stato e paghiamo il 100 per cento di un mutuo che abbiamo non totalmente utilizzato? Oppure iscriviamo nuovamente questi importi sul bilancio, in un momento nel quale, anche sotto il profilo delle politiche sulla qualità dell'aria, avere delle risorse a disposizione per l'ammodernamento del parco rotabile del trasporto pubblico locale su gomma sarebbe quantomai utile e necessario? Consideriamo, infatti, che sono molti anni che non si fanno investimenti sotto questo profilo, e consideriamo anche il fatto che oggi soprattutto sulla realtà metropolitana di Torino, abbiamo ancora un parco viaggiante del trasporto su gomma composto da Euro 0 ed Euro 1. Poi possiamo anche ragionare sulle politiche sulla qualità dell'aria.
Che cosa abbiamo fatto? Di fatto, avremo un avanzo vincolato inferiore alle aspettative di 23 milioni. Usiamo questi 23 milioni per incrementare l'accantonamento delle passività pregresse. Questo ci consente di riscrivere a bilancio sul 2017, utilizzando un pezzo dell'avanzo del 2016 questi 23 milioni e, conseguentemente, potremo mettere in campo investimenti sull'ammodernamento del parco viaggiante del trasporto pubblico locale per 23 milioni di euro nel corso del 2017.
L'emendamento all'articolo 3, lettera e), non fa altro che alzare da 221 milioni 528 mila euro a 244 milioni 540 mila euro la quota della parte accantonata sul risultato dell'esercizio 2016 che, ripeto, dopo i rilievi che il Ministro dell'Economia e Finanze ci ha fatto, in sede di assestamento di bilancio non possiamo utilizzare per finanziare nuova spesa, ma possiamo unicamente utilizzare per finanziare passività pregresse o quote di copertura del disavanzo.
L'emendamento ha questa caratteristica: modifica l'importo della parte accantonata alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 1, in funzione della deliberazione assunta questa mattina dalla Giunta regionale, con la quale ha riclassificato anche questi 23 milioni di euro come passività pregresse rimettendole in gioco come ulteriore politica d'investimento nel 2017 per l'acquisto di autobus sul trasporto pubblico locale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Vicepresidente per l'illustrazione abbastanza lunga perché è un emendamento un po' complicato. Volevamo capire meglio la questione.
Abbiamo dei vincoli di indebitamento della Regione e anche dei vincoli per quanto riguarda il ricorso ai mutui. Quindi, volevo capire: questo è un mutuo che non abbiamo tirato? Si diceva che la Regione pagava gli ammortamenti ma non riceveva dallo Stato il contributo, non ho capito se dallo Stato o da Cassa Depositi e Prestiti.
Immagino che se viene presentato ci saranno tutti i profili di legittimità vagliati dall'Assessorato, però non capiamo come mai negli anni precedenti questo mutuo sia andato in perenzione e non sia stato utilizzato. Se avevamo dei costi, per quale motivo non abbiamo preso su un capitolo di cui c'è bisogno, ad esempio il rinnovamento del parco rotabile della Regione Piemonte, e non l'abbiamo utilizzato negli anni precedenti? È una semplice dimenticanza negli anni passati o c'è stata la volontà di non andare a peggiorare l'indebitamento della Regione Piemonte o quant'altro?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È evidente che sarebbe stato utile, ma lo faremo, leggere la deliberazione, perché per quanto sia stata puntuale la relazione rispetto all'emendamento da parte del Vicepresidente, evidentemente nella deliberazione si trovano tutti i riferimenti. Provo a capire se ho capito perché lei si è spiegato bene, ma non è semplice, almeno per me.
Se non ho capito male, stiamo parlando di un mutuo autorizzato dal Consiglio regionale, in una delle tante leggi finanziarie, che non è stato interamente utilizzato in termini proprio di utilizzo e di tiraggio delle risorse da parte della Giunta. Però, se così è, non è la prima volta che è avvenuto, cioè quando vi è la possibilità di indebitamento, fortunatamente non sempre l'autorizzazione che il Consiglio regionale dava veniva completamente utilizzata oppure veniva utilizzata in tempi successivi.
Ricordo, e lo ricorderà anche il Vicepresidente, che nel 2010 la Regione fece un ulteriore indebitamento, utilizzando, in realtà, parte di un'autorizzazione della legge finanziaria del 2009 per 300 milioni di euro o qualcosa di simile (vado molto a memoria). Però c'è un aspetto che tralasciamo, cioè la finalità, perché nessuno di noi non può concordare che la finalità sia condivisa. Se, però, è come provavo a illustrare sostanzialmente abbiamo 23 milioni di euro di maggior indebitamento, nel senso che, mentre prima avevamo un mutuo all'interno del quale non utilizzavamo 23 milioni, oggi li utilizziamo. Lo dico solo per capire.
Noi abbiamo redatto alcuni emendamenti in Commissione e li presenteremo in Consiglio. Per essere chiari, se oggi fossero possibili esigui possibilità di indebitamento finalizzato esclusivamente a investimento come in questo caso, io credo che sarebbero leve positive per l'economia piemontese. Non entro nel merito di dove si inserisce la spesa: anzi, è un aspetto condiviso. Al limite, discuteremo della modalità - ma non in questa sede - cioè se rientra nel contratto di servizio siglato con RFI o se rappresenta un aspetto che riguarderà le future gare. Ma lo vedremo successivamente, per quanto sia un elemento interessante.
Ci interessava capire come, a tutti gli effetti, non si tratti di 23 milioni di euro in più di debito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Al di là delle questioni di natura prettamente tecnica di bilancio chiedevamo all'Assessore Reschigna di aggiornare l'Allegato A con la spesa di cui si è parlato, prima di essere investita sul parco mezzi. Inoltre chiedo al Vicepresidente Reschigna la conferma che si tratti di mezzi del parco gomma (quindi non ferrovia) e chiedo, altresì, un'anticipazione di come si pensa di ripartire questa cifra di 23 milioni, se ho ben compreso sul triennale. Vorremmo dunque vedere quella Tabella definitiva aggiornata ma anche, se possibile, ascoltare un'anticipazione a voce da parte dell'Assessore in tal senso.
Gliene saremmo grati.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Chiedo scusa, ma forse non mi sono spiegato.
Noi non alziamo l'indebitamento della Regione, per un motivo molto semplice: è stato contratto un mutuo - sugli importi esatti mi farete venia della mia mancanza - pari a 100; noi stiamo pagando le rate di ammortamento su 100. Ma di questo mutuo ne è stato utilizzato 90.



(Commenti del Consigliere Bono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Bisognerebbe chiederlo alla notte dei tempi, visto che è un'operazione molto vecchia. Posso comunque fornirvi, nei prossimi giorni, tutti gli elementi sotto questo profilo.
Questo mutuo era pure assistito da un contributo statale, che non viene erogato per l'effettiva rata di ammortamento dello stesso (che la Regione versa a Cassa Depositi e Prestiti), ma viene erogato unicamente per la quota parte di quel mutuo che è stata effettivamente usata dalla Regione.
Il fatto che venga contratto un mutuo e che venga utilizzato per una parte inferiore in un esercizio o due, è un aspetto abbastanza normale perché molte volte tiene conto - sia che si tratti di un'opera, sia che si tratti di politiche di investimento - della effettiva capacità di utilizzo di spesa in quell'esercizio. Dunque, non è questo il problema. Ma negli anni successivi che cosa è successo? Questo è il problema. È successo che quei 23 milioni di euro che dovevano essere mantenuti a bilancio per consentire il tiraggio della residua quota parte del mutuo autorizzato e non tirato non sono più stati mantenuti sul bilancio della Regione.
Allora, con l'operazione che viene proposta alzando questa quota di accantonamento che cosa produciamo, di fatto? Non produciamo nessun ulteriore indebitamento; non alziamo la quota parte della restituzione dei mutui sul bilancio della Regione (perché noi stiamo già restituendo su 100 e non su 90); creiamo unicamente le condizioni sul bilancio affinché in questo 2017 possa essere tirata la quota residua di questo mutuo da destinare a politiche di investimento per l'ammodernamento del parco automezzi del trasporto pubblico locale.
Di fatto, non viene creato ulteriore indebitamento e non si sballano neanche le quote relativamente all'incidenza annuale delle quote di ammortamento dei mutui sul bilancio della Regione. Questa è la pura e semplice operazione. Come viene garantita? Attraverso l'incremento della quota di accantonamento sul preconsuntivo 2016, che passa da 221 ai 244 milioni di euro; questo ci consente di iscrivere a bilancio questo importo dando copertura relativamente al tiraggio del mutuo della quota residua nei confronti di Cassa Depositi e Prestiti, e quindi alimentando, di fatto, una capacità ulteriore di investimenti su questo ambito.
È evidente che adesso interveniamo sull'articolo, ma verrà presentato un emendamento alla Tabella A da parte della Giunta, come giustamente evidenziava il Consigliere Valetti, in questi giorni di sedute del Consiglio regionale, per aggiornare anche la parte delle iscrizioni della Tabella nella relativa missione dell'articolo 1 della legge di bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Superato l'aspetto formale di bilancio, rimane quello sostanziale. È comunque evidente, per fare lo stesso semplice esempio che poneva il Vicepresidente - se con una banca ho contratto un debito per 100 e ne ho usato 90, mi siedo con quella banca e gli spiego che gli restituisco 90 che questo è il dato. Dopodiché, il fatto che si usi quel residuo di dieci per fare investimenti è invece importante. L'unica cosa che, davvero risulta poco comprensibile, ancorché io non faccia parte della II Commissione (quindi non sempre partecipi ai relativi lavori), è che su un tema quale quello del rinnovo del parco rotabile, che è uno dei temi centrali rispetto alle politiche di questa Regione (ne abbiamo parlato anche in sede di I Commissione, è stato oggetto di emendamenti e quant'altro) si sia trovata una soluzioni soltanto nel corso della Giunta della mattina per il Consiglio del pomeriggio. Da un punto di vista metodologico, avremmo preferito un dibattito un po' più ampio in sede di Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 207).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 99) presentato da Benvenuto.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento tocca i canoni idrici della provincia del Verbano Cusio-Ossola. È una richiesta che arriva dalla Provincia e anche da molti Sindaci. Sappiamo che questo è un impegno molto importante, per quanto riguarda la Regione, e sarebbe perlomeno opportuno che venissero inseriti dal fondo di riserva, quattro milioni di euro sull'articolo 6.
Grazie.



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



PRESIDENTE

Se si trova la copertura.
Scusi, Vicepresidente Reschigna.
La parola al Vicepresidente Reschigna, per capire se ci sarà copertura o no.
Prego.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Chiedo che l'emendamento sia dichiarato non ammissibile, perché è privo di copertura. Cioè, viene detto che alla Missione 20 c'è un importo di quattro milioni di euro, che non esistono. O vengono collocati questi quattro milioni di euro, oppure questo emendamento non ha copertura.



PRESIDENTE

L'emendamento è ammissibile. Poi, per la copertura, decide la Giunta se vuole trovare le risorse.
Non abbiamo mai dichiarato inammissibili gli emendamenti.
Procediamo con la votazione.
Come richiesto dal Consigliere Benvenuto, la votazione avverrà per appello nominale Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento eletronico sull'emendamento rubricato n. 99).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 16 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come i colleghi sanno, soprattutto i colleghi che hanno partecipato alle Commissioni presiedute dalla Consigliera Conticelli (soprattutto la Commissione per la casa), in questi due anni abbiamo discusso di alcune misure per rientrare in possesso di tutti le abitazioni e gli alloggi che sono nell'impossibilità di essere assegnati, per vari motivi (di solito per carenze strutturali, per dei lavori che o non sono stati fatti dalle ATC o per degrado degli inquilini).
Abbiamo fatto una prima riformulazione, che era quella dell'autorecupero sotto i 7.000 euro; abbiamo partecipato a due bandi con due lettere (la A e la B) delle misure urgenti per l'emergenza abitativa e per il mercato delle costruzioni, che tra l'altro è la legge n. 43 (articolo 4, del decreto 28/3/2014), convertita con la legge n. 80, che ha previsto questi due bandi di due tagli diversi, uno sotto i 15.000 euro e uno superiore ai 15.000 euro.
Come hanno descritto l'Assessore e i tecnici, mentre quello sotto i 15.000 euro, unito all'autorecupero, pian piano è in fase di snellimento (nel senso che nei prossimi anni il programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale sarà quasi finito), per noi è opportuno prevedere l'incremento, invece della dotazione della lettera b), cioè finalizzata al ripristino degli alloggi di risulta di importo pari o superiore ai 15.000 euro e alla manutenzione straordinaria dell'alloggio e delle parti comuni all'interno degli edifici fino ai 50 mila euro.
Come avete visto, in questo emendamento non c'è ancora la partita economica, ma c'è solo la richiesta, di fatto, di aggiungere la possibilità di un cofinanziamento, nel senso che, tramite legge, noi dobbiamo costruire la possibilità di cofinanziare, perché, ad oggi, come ci hanno spiegato l'Assessore e i tecnici, la lettera b) è solo finanziata dallo Stato.
Allora, con un'eventuale copertura - qui ipotizzo di 15 milioni di euro cioè cinque ogni anno per tre anni - entro la fine della legislatura, noi potremmo dire che con tutte le norme che abbiamo approvato - parlo di maggioranza e di minoranza - su tutte e tre le soglie arriviamo a restituire in tutto le duemila abitazioni inutilizzate; in questo caso parliamo delle ultime mille sopra la soglia di 15.000 euro.
Tra l'altro, l'Assessore al bilancio ha spiegato nella scorsa seduta nel quadro di quei 25 milioni di euro di possibile utilizzo, che c'è anche la possibilità di mettere le ATC. Quindi, il combinato disposto della parte finanziaria di questo articolato potrebbe prevedere l'utilizzo anche di questi ultimi appartamenti che - ripeto - senza un cofinanziamento da parte della Regione non verrebbero riassegnati. Quindi, questo potrebbe chiudere il cerchio della discussione che abbiamo iniziato in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Prendiamo per buono quanto diceva il collega Grimaldi, che sia necessario un articolo di legge per inserire risorse, che, in qualche modo supportano una legge dello Stato. Credo che, invece, all'interno della legge n. 3, per esempio, su tutto l'articolo dell'housing sociale, questo sia già ampiamente prevedibile ed è sufficiente aprire un articolo all'interno del bilancio. Però, facciamo finta che sia necessario e questo sarebbe necessario per tutte le attività di cofinanziamento laddove non esista una norma, ma non credo.
In ogni caso, su questo chiedo alla Presidenza del Consiglio e agli Uffici legislativi di darci - anche dopo - una risposta in merito, perch se è così, abbiamo una novità normativa all'interno della modalità con cui operiamo in questa Regione, altrimenti - arrivo invece alla sostanza serve a vincolare cinque milioni di euro dei 25 milioni previsti...
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Non si possono vincolare.



VIGNALE Gian Luca

Non si possono vincolare, ma visto che quei fondi non sono vincolati potrebbero andare tutti e 25 per l'autorecupero, così come tutti e 25 per la legge n. 18 o per la cultura.
Credo non sia necessario questo articolo, ma siano sufficienti i 25 milioni di euro che noi inseriamo. Lo dico perché è evidente che, se fosse così, ognuno di noi presenterebbe un articolo che, con l'approvazione rinvierebbe ai 25 milioni di euro degli investimenti. Cioè, la sostanza è che indipendentemente da questa approvazione o meno, secondo me, mi posso sbagliare, non cambia assolutamente nulla: che esista il nuovo, ad esempio articolo 10, o che non esista, non cambia assolutamente nulla per quanto riguarda la scelta che la Giunta compirà, come c'è scritto nell'articolo di cui non ricordo il numero - 12, forse - rispetto alla spesa dei 25 milioni.
Questo, però, sarebbe utile da sapere, altrimenti ognuno manifesta le sue sensibilità.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Sicuramente, l'interrogativo posto dal collega che mi ha preceduto merita una risposta chiara, altrimenti arriviamo a non capire neanche esattamente cosa stiamo votando in termini di destinazione delle risorse.
Ovviamente, un investimento sul piano di recupero del patrimonio edilizio residenziale pubblico regionale è sicuramente auspicabile, quindi è ovvio che quella è una direzione nella quale vogliamo tutti andare. Per ne approfitto - in quanto il collega Grimaldi ha citato la legge sull'autorecupero - per ribadire che quella soluzione è ancora la più adeguata nel consentire anche un risparmio di erario pubblico, perch prevede un coinvolgimento diretto dell'inquilino potenziale assegnatario.
Però, per quanto fossimo già contenti dell'approvazione, è nata con questi limiti di soglia che, inevitabilmente, l'hanno limitata molto nella sfera applicativa in termini di alloggi; dall'altra parte, rispetto alla nostra proposta originaria, che prevedeva di applicarla anche al di fuori degli alloggi ERP a tutto il patrimonio pubblico recuperabile a uso residenziale è una limitazione ancora più grande.
Vorrei solo ribadire in questo frangente - perché l'emendamento del collega Grimaldi l'ha introdotto - che la Regione dovrebbe verificare, come ente legislatore, che i Comuni adottino e concretamente diano esecuzione a questa legge. Infatti, attualmente, nonostante la legge regionale non ponga alcuna soglia, alcuni Comuni - quello capoluogo è l'esempio principe pongono delle soglie di accessibilità di punteggio che, paradossalmente lasciano fuori il grosso dei potenziali interessati.
Questo è un problema, perché c'è un paradosso tra un'ATC che, eseguendo le direttive regionali e approfittando della legge regionale, mette a disposizione decine di alloggi autorecuperabili e i Comuni che, invece pongono delle soglie, arrivando a un sostanziale boicottaggio, quindi impedendone la riassegnazione e con un paradosso: sembra quasi arrivare un messaggio per cui le domande non ci siano; invece, le domande ci sono e vengono rimbalzate direttamente agli sportelli e in molti casi nemmeno ne rimane traccia. Questo lo dico perché, spesso, con le leggi speriamo di avere risolto dei problemi, invece, in fase di attuazione, di problemi ne emergono, e anche parecchi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche noi ci muoviamo nel solco degli interventi dei colleghi che ci hanno preceduto.
Come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, comprendiamo e condividiamo le intenzioni dell'emendamento del collega Grimaldi, ma comprendiamo poco le modalità con cui si vorrebbe modificare il disegno di legge previsionale del bilancio 2017.
Esiste una legge nazionale che stanzia delle risorse nazionali, quindi la Regione Piemonte vorrebbe integrare la dotazione statale prevista per il programma di recupero di immobili e alloggi di edilizia popolare, però non si spiega con quali risorse, nel senso che la quantità di risorse e il dove reperirle sono nelle motivazioni.
Pertanto, mi risulta un emendamento in bilancio poco chiaro, potrebbe essere una norma, non so se non è accoglibile o se è priva di sostanza; su questo mi aspetterei anche un pronunciamento degli Uffici legislativi del Consiglio e, poi, anche un parere dell'Assessore.
Certo che se si dice che integra con proprie risorse - è una battuta potrebbe essere anche un euro - si crea un capitolo con cui si pu integrare con un euro, con dieci euro o con cento euro; quindi, se il Consigliere Grimaldi volesse emendare l'emendamento inserendo anche le risorse, potrebbe avere un senso compiuto, fermi restando i dubbi, che condividiamo, sollevati dal collega Vignale. Quindi, si potrebbe mettere "cinque milioni", poi c'è il problema della compatibilità finanziaria.
Il Vicepresidente Reschigna ci aveva già detto che condivideva l'emendamento del Consigliere Benvenuto, ma non c'era copertura finanziaria nel fondo di riserva. Attenzione, questo non perché, a oggi, non c'è copertura nel fondo di riserva, ma perché - credo di aver capito - già una parte è stata impegnata dall'emendamento riassuntivo di maggioranza. Da quello che sapevamo, dal documento che era in Commissione, nel fondo di riserva c'erano 11 milioni nel 2017, quindi, usciti dalla Commissione, la capienza c'era.
Vorremo avere anche aggiornamenti su quanto ammonta il fondo di riserva 2017 e quanto verrà impegnato. Se può, vorremmo che ci anticipasse anche l'emendamento riassuntivo della Giunta per sapere di che cifre stiamo parlando. In questo senso, se ci fosse una specifica di cifre e fosse circostanziato meglio l'importo, potremmo anche comprendere il senso dell'emendamento, altrimenti rimane, più che un emendamento - non me ne voglia il Consigliere Grimaldi - un ordine del giorno. È come dire: impegniamo la Regione a integrare il fondo nazionale con risorse regionali quindi è un atto di indirizzo condivisibile, ma se non ci stanziamo delle risorse non è un emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Mi spiace che i colleghi o non erano presenti la scorsa settimana oppure non erano presenti in Commissione. Io me li ricordo presenti in entrambe le situazioni e ricordo semplicemente qual è l'oggetto.
In Commissione i Dirigenti, il Direttore e l'Assessore ci hanno spiegato bene che la prima lettera, cioè A, era possibile cofinanziarla è che, tra l'altro, era in scorrimento. Mi ricordo - ho ancora gli appunti di quella seduta - che ci veniva spiegato che su cinque milioni e 200 di risorse disponibili, tre milioni e uno sono arrivati e gli altri vanno in scorrimento nei prossimi anni. Ci spiegava che, invece, non era andato oltremodo bene nella lettera B, ma la lettera B non può essere cofinanziata in questo momento con le risorse integrative della Regione in quanto, su leggi statali, c'è bisogno di un articolato di legge. Noi non possiamo formalmente, di fatto, cofinanziare leggi con graduatorie al medesimo modo.
L'Assessore Reschigna mette in campo la strategia più generale dei 25 milioni di euro. Stiamo parlando di tagli piccoli, sempre sotto i 70 mila euro, in questo caso siamo da 15 a 50.
Che cosa ci propone l'Assessore Reschigna? Invece di fare un emendamento secco da cinque milioni di euro su tre anni, proviamo a capire se su quei 25 milioni di euro, una tantum, quest'anno, e poi sul triennio riusciamo a cofinanziare questa parte? L'Assessore Reschigna all'ultimo emenda anche quel dispositivo aggiungendo che anche nei destinatari e nelle priorità ci sono anche le case ATC. I funzionari, così ci spiegano, ci chiedono lo stesso di inserire questa parte, anche non finanziaria, perch qualora si utilizzassero veramente quelle risorse, bisogna avere un appiglio giuridico per dire: le ATC possono finanziare quel tipo di ristrutturazione? Con quel tipo di bando e con il cofinanziamento della Regione? Con questo sì e siamo più tutelati perché non stiamo dando, senza evidenza pubblica, quell'assegnazione di risorse.
Questo è il senso. Vi chiederei, se possibile, di tenerle separate.
Se l'Assessore Reschigna, visto che ho lasciato l'emendamento finanziario, vuole decidere oggi di mettere nel pluriennale cinque milioni di risorse, sono d'accordissimo con voi, l'ho depositato la volta scorsa e mi pare che questa discussione l'abbiamo già affrontata. Se c'è l'intenzione di vincolare già quest'anno cinque milioni su 25 sono d'accordissimo. Ho semplicemente scritto che, qualora noi riuscissimo nell'arco del triennio, a mettere tutti i 15 milioni di euro, arriveremo alla fine della graduatoria. Ho detto solo questo. Se noi vogliamo vincolarli, tanto meglio, ma non era questo il senso.
Tra l'altro, su 25 milioni di euro mi pare di capire che, a prescindere dalle priorità che diceva l'Assessore Reschigna, non essendoci poi evidenza pubblica, nel senso che andranno a sportello - anche perché sono piccoli tagli - o si decide una ripartizione in generale di quei 25 milioni, oppure non si può fare.
Rimetto alla Giunta questa seconda discussione, però vi chiederei di votare così l'emendamento senza la parte finanziaria e rimandare a una seconda parte la discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato le motivazioni del Consigliere Grimaldi e devo dire, ferma la sua convinzione, che, al di là di quello che posso ritenere rispetto al tema, forse, dovrebbe avere una valutazione anche più ampia rispetto all'integrazione dei fondi nazionali con una quota di fondi regionali.
Pertanto, mi sentirei di difendere il diritto alla votazione dell'emendamento, almeno come Consigliere d'opposizione, ma se poi vado alla ragione, alla razionalità e alla norma, è vero che possiamo fare una deroga e nella deroga fare le deroghe delle deroghe, ma questo è un emendamento che ha natura totalmente ordinamentale, che non ha nulla a che fare con il bilancio.
Sono pronto a votarlo e dare al Consigliere Grimaldi il diritto di portarlo avanti, ma se non lo fa l'opposizione, volete che lo faccia la maggioranza? Onestà vuole che, se apriamo questo, vorrei ricordare, con tutte le cautele che il mio Gruppo cercherà di utilizzare, non è che pu dirmi, Presidente, che quello è ordinamentale e non si può ammettere.
Solo per fare presente in che contesto ci siamo muovendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

L'emendamento che ha presentato il Consigliere Grimaldi è arrivato agli Uffici al bilancio questa mattina e chiedeva, per le ragioni che ha espresso il Consigliere Pichetto, di inserire l'emendamento nel collegato alla legge finanziaria e non nella legge di bilancio perché ha natura ordinamentale. Io aggiungo un'altra riflessione che cerca di individuare anche un modo di venire fuori da questa vicenda. È indubbio che se noi lo collochiamo, un intervento legislativo, se si vuole raggiungere quella finalità, è necessario. Altrimenti, in questo momento, non sarebbe sufficiente la norma legislativa che abbiamo oggi.
Sono preoccupato, lo dico francamente, di una scrittura di questo tipo che è uguale a quella che gli Uffici mi hanno trasmesso questa mattina perché, così com'è scritto, è a rischio di impugnativa perché non c'è la copertura finanziaria.
Dall'altra parte, nel pacchetto dei 25 milioni circa di investimenti aggiuntivi sul 2017, abbiamo anche inserito, senza classificare e senza attribuire risorse specifiche per ciascun asse di intervento, come asse di possibile intervento quello relativo al recupero di unità immobiliari. Se posso ipotizzare un percorso, se lo immaginiamo come norma, perché la sua collocazione sarebbe quella, all'interno del collegato, rischiamo che i tempi siano tali da rendere impraticabile l'applicazione della norma nel 2017. Il collegato noi lo presenteremo entro il mese di aprile. Ci vorrà il tempo di discussione, se si ha sempre presente il fatto che ci sono 25 milioni di euro di investimenti da spendere concretamente entro il 17, ma è evidente che, a quel punto, abbiamo individuato un'azione, ma l'abbiamo vanificata in partenza.
Cercherei di lavorare, invece, per inserire qualche ulteriore elemento all'articolo 13, non in termini di classificazione delle risorse, ma perch quell'individuazione di possibile asse di intervento ATC sul recupero delle unità immobiliari possa essere ulteriormente precisato, senza ricorrere a un articolo aggiuntivo ex novo per rendere fattibile l'utilizzo di parte di quei 25 milioni di euro anche per questo tipo di finalità.
Voglio peraltro precisare e ribadire, anche in relazione all'intervento fatto dal Consigliere Vignale, che c'è uno spettro di possibili segnalazioni e di possibili auspici relativamente all'utilizzo di quei 25 milioni di euro, ma rimane uno spettro. Io, cioè, non mi sento assolutamente vincolato - anche perché poi ho l'impegno a venire in Commissione e a spiegare perché si attribuisce tot ad un asse di intervento e tot ad un altro - dalle sollecitazioni che sono arrivate in termini di singoli emendamenti sui singoli assi: mi sento più preoccupato del fatto che invece ci sia la capacità effettiva di spesa.
Chiederei pertanto al collega Grimaldi di ritirare l'emendamento. Lo studiamo e aggiungo che, avendo presentato un'ulteriore modifica su due commi dell'articolo 13, chiederò che domattina all'inizio della seduta si svolga una I Commissione per spiegare sull'articolo 13 la ratio di queste due modifiche, perché altrimenti diventa complicato anche tecnicamente spiegarlo in Consiglio regionale; e in quella sede porterei anche una "normetta" (un ampliamento di quella norma già prevista dall'articolo 13) che renda praticabile, almeno teoricamente sotto il profilo dell'intervento legislativo, quanto auspica il Consigliere Grimaldi, che su un punto ha ragione: a normativa attuale non sarebbe possibile alimentare questo tipo di investimento.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Non è possibile farla oggi la I Commissione?



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

D'accordo: non trattiamo l'articolo 13, andiamo avanti un po' e alle 17.30 facciamo la I Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Essendo - se capisco bene - l'emendamento che propone l'Assessore sull'articolo 13, ci sono due possibilità. Visto che non volete sospendere questa trattazione, per me ritirare l'emendamento prima di vederne la riformulazione non ha molto senso. Ci sono - dicevo - due possibilità: o sospendiamo la trattazione del 9 bis o, se no, lo facciamo diventare 13 bis.



PRESIDENTE

Sospendiamo la trattazione dell'articolo 9 bis.
ARTICOLO 9 ter Emendamento rubricato n. 93) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino e Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola per l'illustrazione la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Su questo emendamento il Vicepresidente Reschigna già in Commissione aveva risposto, anche rispetto a un tema di copertura economica.
L'emendamento è stato mantenuto perché, nel momento in cui questi emendamenti sono stati conosciuti chiaramente anche dagli Amministratori locali, a grande forza una serie di Amministratori locali di Comuni medi della Provincia di Torino hanno chiesto di mantenerlo, per dare anche un segnale e portare una voce di quel che sta avvenendo nella prima cintura torinese, dove il problema dell'inquinamento "economico" e dell'impossibilità a facilitare l'investimento da parte dei cittadini su auto di nuova generazione è molto sentito; probabilmente molto di più che sulla Città di Torino, visto che questa istanza non proviene dalla Città di Torino, ma dall'area metropolitana.
Pertanto, per questo motivo è stato mantenuto questo emendamento; e riprendendo - se non vado errato - le parole del collega Bertola, che aveva fatto all'interno della Commissione anche una disquisizione di natura tecnica, ritengo sia fondamentale mantenerlo per sollecitare la Regione ad intervenire anche laddove lo chiedono gli Amministratori locali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Diciamo che noi siamo in linea di massima favorevoli all'impostazione e all'intento di questo emendamento. Tuttavia non riteniamo molto corretta la sua applicazione, perché si tratta in fin dei conti di sostituire una norma che prevede già l'esenzione sulla parte elettrica delle motorizzazioni ibride e il pagamento del bollo sulla parte di cavalli della motorizzazione a combustione interna.
Tecnicamente, quindi, reputiamo più corretta l'impostazione attuale, a meno che non si prevedano delle distinzioni, però piuttosto complicate, tra i vari tipi di motorizzazioni ibride: come sappiamo, infatti, vi sono motorizzazioni ibride con plugin (quindi con ricarica), che sono delle specie di macchine elettriche con un'estensione a benzina o delle macchine a benzina che hanno un'estensione elettrica per ottimizzarne i consumi però si tratta veramente di cose molto difficili.
Attualmente, dunque, non ci sentiamo di porre una modifica, se non ragionandoci un po' prima tutti insieme dal punto di vista tecnico, cosa che non è proprio semplice.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Di questo argomento avevamo già discusso in Commissione e sostanzialmente mi sento di confermare le parole del collega Valetti e anche quelle del collega Bertola, che ha delegato anche noi a intervenire sul tema, in quanto riteniamo comunque che un intervento in questo senso debba essere fatto e che però lo si debba fare con più precisione. Occorre infatti distinguere tipologie di veicoli che ormai sono molto diversi: gli ibridi leggeri che vanno sostanzialmente col motore a scoppio acceso e nei quali l'elettrico dà un aiuto, gli ibridi più importanti che hanno anche un plugin (cioè una possibilità di ricaricare la batteria elettrica) - e quindi i classici veicoli che magari vanno per 40-50 chilometri in elettrico e poi con il motore a scoppio - e poi ovviamente il terzo step è quello degli elettrici puri.
Dunque, se l'elettrico puro non paga niente, l'ibrido moderato con il plugin dovrebbe avere una certa forma di esenzione (quindi ci potrebbe stare questa proposta della collega Porchietto). Diverso è invece per l'ibrido con un aiuto molto poco consistente da parte del motore elettrico (come la maggior parte dei veicoli oggi in circolazione, che non hanno la ricarica per le batterie ma che si ricaricano con il movimento della macchina): quelle sono sostanzialmente macchine a benzina che hanno un aiutino dal motore elettrico per ridurre le emissioni e quindi su quelle noi riteniamo sia giusta la normativa oggi esistente.
Se dunque volessimo andare a chiedere alla collega Porchietto (o consigliarla in tale direzione) una distinzione in questo senso tra ibridi plugin e ibridi-non plugin, noi potremmo comunque considerarlo favorevolmente come emendamento. Se invece la formulazione resta così pensiamo di dare la presenza perché teniamo al tema, però magari vorremmo approfondirlo in maniera più attenta e dettagliata.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

La Giunta ripete il ragionamento che ha fatto in Commissione: dà parere negativo per due ragioni.
La prima è che, accogliendo questo emendamento, noi arriveremmo ad avere una diminuzione di entrata, stimata in circa 1.300.000 euro quest'anno, anche se progressivamente può avere importi sempre più consistenti perché l'alimentazione ibrida parte elettrica-parte benzina è in crescita come quote sul mercato delle vendite delle automobili.
La seconda ragione è che sul merito valgono un po' le riflessioni che proponevano i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, e per una volta sono d'accordo con loro: noi abbiamo già un esonero totale sulla parte elettrica delle alimentazioni ibride, quindi chi ha un'automobile ibrida non paga la quota sulla parte elettrica, ma la paga unicamente sulla parte a benzina.
Ricordo che gli interventi sul bollo auto si configurano, a legislazione attuale, in esenzioni totali per chi ha un'autovettura completamente a metano per cinque anni e poi una riduzione per gli anni successivi.
Riduzioni, nel senso che si paga la quota solamente sulla parte non elettrica delle autovetture, in questa fattispecie ibrida, più una serie di altri provvedimenti agevolativi.
Se si vuole rivedere complessivamente la tassa sul bollo auto, credo c'è disponibilità da parte della Giunta, e devo dire che c'è anche la sollecitazione, da parte dell'Assessore Valmaggia al sottoscritto ripetutamente a lavorare in questa direzione, però riterrei che se si vuole intervenire lo si faccia complessivamente, valutando tutti gli elementi.
Pertanto, in questo momento rimane il parere negativo della Giunta e poi vi potrà essere un momento di lavoro in questo anno da qui al nuovo bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Vorrei porre una domanda al Vicepresidente.
Non ho capito se, nel caso in cui si accolgano anche le istanze del Movimento 5 Stelle di rivisitazione dell'emendamento, la Giunta darebbe parere positivo, oppure comunque...



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



PORCHIETTO Claudia

Okay.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 9 quater Emendamento rubricato n. 197) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento intende sanare - riteniamo - una grave mancanza della Regione Piemonte in relazione a una normativa nazionale, che in particolare è la legge 342 del 2000 e che introduce l'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili.
Una legge del 2000 che ha avuto vita ancora più accentuata a partire dal 2011, quando è stata data con un decreto legislativo ad hoc (n. 68 2011) autonomia in entrata delle Regioni a Statuto ordinario in merito anche a questa imposta.
A partire del 2012 questa imposta è stata istituita nelle Regioni Lombardia, Lazio, Campania, Calabria, Marche ed Emilia Romagna, e manca invece nella Regione Piemonte. È un'imposta che viene calcolata - come dice il termine - sulle emissioni sonore degli aeromobili ed è impegnata sui territori delle zone A e B nei dintorni aeroportuali, come definiti dal Decreto del Ministero dell'Ambiente del 1997, per portare a compimento sistemi di monitoraggio acustico, interventi di disinquinamento acustico e eventuale indennizzo delle popolazioni residenti nelle zone A e B.
Sostanzialmente, dal momento che gli aerei producono un forte inquinamento acustico (prova ne è il fatto che chiunque passeggi nei Comuni delle zone A e B dell'aeroporto di Caselle torinese, quindi Caselle, San Maurizio e San Francesco al Campo), si renderà conto dell'intensità del rumore prodotto dai velivoli in atterraggio o in decollo.
Le sei Regioni che ho citato all'inizio hanno introdotto una serie di normative, purtroppo diverse l'una dall'altra, tant'è che il responsabile il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza, Petruzzella, nel 2013 segnalava come le Regioni avrebbero dovuto uniformarsi con tanto di un modello di legge tipo, per evitare che una Regione avesse la norma e un'altra no e che, quindi, ci fosse un effetto discorsivo sulla libera concorrenza tra i vettori e gli operatori di voli aerei.
Questa imposta, ad esempio, nel Lazio - vado a chiudere, prendo ancora trenta secondo per l'importanza del tema - porta nelle casse della Regione oltre 50 milioni di euro. Ovviamente, alzo subito le mani, dicendo che un conto è l'aeroporto di Fiumicino e un conto è l'aeroporto di Caselle torinese; però, abbiamo fatto delle stime sul numero dei passeggeri fortunatamente in aumento nell'aeroporto di Caselle negli ultimi anni, e che potrebbero cubare alla Regione circa due milioni di euro. È ovvio che queste risorse andrebbero prioritariamente indirizzate, come ho detto prima, ai Comuni ricadenti nelle aree A e B dell'intorno aeroportuale quindi Caselle, San Francesco al Campo e San Maurizio Canavese.
Crediamo che questa misura si debba mettere in atto e abbiamo preso come riferimento le leggi del Lazio e della Campania, perché ci sembravano quelle meglio scritte e specificate. È una lunga norma di dettaglio, in cui introduciamo anche misure di verifica, di controllo, di riscossione e anche le sanzioni. Siamo ovviamente disponibili a parlarne e eventualmente anche a emendare la norma, per poterla istituire al 1° gennaio 2018, perch sappiamo che a oggi non è accoglibile una norma che incrementi le entrate fiscali per via della finanziaria nazionale, ma crediamo che, se l'approviamo oggi, ad aprile potremmo essere in grado, non per carenza della Regione, ma perché la burocrazia è questa, di farla partire dal 1 gennaio 2018, il che mi pare un termine congruo.
Crediamo quindi che questa sia una misura necessaria per fare quegli interventi di monitoraggio, disinquinamento acustico ed eventualmente indennizzo delle popolazioni ricadenti nell'intorno aeroportuale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Intervengo subito non per stoppare eventuali ulteriori interventi da parte dei firmatari, ma per chiedere la sospensione dell'esame di questo emendamento a domani, perché l'avete presentato nel tempo utile, io lo sto vedendo adesso.
Questo è un emendamento che richiede un approfondimento e chiedo che la discussione su di esso sia posticipata alla seduta di domani.



PRESIDENTE

L'articolo 9 quater è sospeso.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 208) presentato dall'Assessore Reschigna.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
È un emendamento che prevede la destinazione del tributo dei conferimenti in discarica, in attesa di una maggior precisazione con la legge 217, che è attualmente in Commissione, sul sistema della gestione e della governance dei rifiuti. Destina il 50 per cento delle risorse dei tributi in discarica per favorire progetti virtuosi relativi alla differenziata, alla riduzione del rifiuto all'origine, insomma a percorsi di attuazione del Piano che abbiamo approvato in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Riteniamo sia importante ribadire l'utilizzo del 50 per cento del tributo speciale, al fine di utilizzarlo per progetti per la riduzione di rifiuti o, comunque, per l'implementazione di quella che è la possibile raccolta quota differenziata sul territorio regionale.
Ci chiediamo quanto sia l'importo del tributo speciale, perché i nostri conti non collimavano con quanto presentato in bilancio; a noi risultava che il tributo ufficiale fosse di sei milioni, a differenza di quanto messo nelle tabelle, cioè 4,6 milioni. A questo punto tengo parecchio, perch abbiamo cercato lungamente di capire come fosse stata calcolata la cifra preventivata di 4,6 milioni, considerando che, per quanto riguarda il tributo speciale, da quanto sappiamo noi, le entrate complessive sono di sei milioni. Il 50 per cento ammonterebbe a tre milioni, ma nel bilancio preventivo sono stati indicati 4,6 milioni.
Quindi, chiedo all'Assessore se questa cifra corrisponde al 50 per cento del tributo speciale o se dobbiamo pensare a qualcos'altro, perch dai nostri calcoli risultavano tre milioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo sottolineare l'importanza di questi fondi per dare attuazione al Piano rifiuti, fermo restando il chiarimento richiesto dal collega.
È altresì importante sottolineare che questi fondi vanno utilizzati nel migliore dei modi, quindi riteniamo opportuno che la Giunta regionale faccia degli Accordi di Programma insieme ai Comuni per destinare queste somme all'attuazione del Piano rifiuti, avendo cura di vincolare le Amministrazioni che, per diversi motivi - in primis, gestioni poco corrette o poco virtuose degli anni passati - sono più indietro rispetto al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati nel Piano rifiuti e che ci stiamo dando nel disegno di legge che stiamo discutendo in Commissione.
Faccio notare che su un'altra voce, quella relativa al contributo che la Regione incassa per via dello "Sblocca Italia" - quindi i famosi 20 euro a tonnellata rispetto ai rifiuti inceneriti provenienti da altre Regioni abbiamo perso un po' di soldini, perché di tutto il quantitativo bruciato dei rifiuti della Liguria, come Regione siamo riusciti ad incamerare solo una parte. Questo era un chiarimento che avevamo chiesto all'Assessore Valmaggia, anche nella persona del Direttore Ronco, perché fino ad un certo momento l'impianto del Gerbido, contrariamente a quanto si pensasse, non era classificato come R1. Quindi, anche su questo qualche centinaia di migliaia di euro è andata persa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Direi che le richieste sulla quantificazione le riprendiamo in Commissione, visto che è in corso la discussione sul disegno di legge n.
217. Qui si stabilisce questa quota del 50 per cento, che è il punto che riguarda il dato del bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 208).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolo 12, sul quale non vi sono emendamenti.
ARTICOLO 12 Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 12 prevede che "a decorrere dall'esercizio finanziario del 2018 sia istituito un fondo per il finanziamento degli investimenti degli Enti locali". Non so se sia in qualche modo collegato all'articolo successivo, cioè quello relativo ai 25 milioni di euro; però di nuovo è un articolo che istituisce un fondo senza risorse. Non so per quale motivo venga istituito, nel senso che capisco che il comma 2 possa essere la parte importante, cioè il fatto che possa essere alimentata su base volontaria anche da terzi soggetti, ma vorrei solo un chiarimento su questo.
Poi arriviamo all'articolo 13, che è quello più importante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Centro Provinciale Istruzione Adulti 2 di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Centro Provinciale Istruzione Adulti 2 di Torino, che provengono da diverse nazioni, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
In questo momento stiamo discutendo del bilancio di previsione per gli anni 2017-2019.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 237 inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Mi pare di aver capito che l'articolo 13 è sospeso.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 213) presentato da Andrissi, Appiano, Campo Gallo, Grimaldi, Monaco, Pichetto Fratin, Rostagno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Si tratta di un emendamento sulla clausola valutativa. Il nostro è un tentativo di migliorare e razionalizzare le clausole valutative, renderle omogenee su tutti i testi legislativi regionali.
Il Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche ha ritenuto di formulare questo emendamento ai sensi dell'articolo 46, comma 6, lettera c) del Regolamento interno.
La proposta non interviene sui quesiti valutativi già individuati all'articolo 15, ma integra la disposizione per rendere effettivo l'esercizio della funzione di cui all'articolo 7, comma 1 dello Statuto. In particolare, viene previsto che il Comitato sia coinvolto nel processo di valutazione - ritengo sia un aspetto molto importante e ne sono orgoglioso e che il Consiglio regionale, data la portata innovativa dell'intervento possa essere sistematicamente informato riguardo lo stato di attuazione e gli effetti della politica.
Si vuole coinvolgere maggiormente il Consiglio regionale e renderlo partecipe ad una verifica e ad un controllo degli effettivi benefici dei testi legislativi (o comunque degli emendamenti, in questo caso) che vengono approvati.
È una clausola valutativa che tende a sensibilizzare la responsabilizzazione del Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213). sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, così come emendato.
Il Consiglio approva.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Presidente, si può aggiungere il mio voto a favore? Non ho fatto in tempo.



PRESIDENTE

Do atto del voto favorevole della Consigliera Batzella.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sull'articolo 17 sorge un piccolo dubbio, perché andrebbe a modificare l'articolo 7, comma 2 della legge regionale 1/2015. Il comma 2 recita: "La Regione, al fine di attrarre nuove imprese o di sostenere il tessuto produttivo piemontese, prevede modalità di locazione agevolata delle aree di cui al comma 1". Il comma 1 parla di "aree industriali in totale o parziale proprietà pubblica".
Con questo articolo della legge di bilancio andremmo a inserire, in fondo, le parole "nonché agevolazioni per il recupero delle medesime aree di cui è mantenuta la destinazione d'uso iniziale". In termini di concetto siamo d'accordo, ma la questione è un'altra: queste agevolazioni da dove arrivano? Sono agevolazioni di natura regionale? Se sì, quale copertura abbiamo? Perché ritorniamo a calpestare lo stesso discorso precedentemente affrontato su almeno altri due emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

È solo un'estensione. Peraltro, questo è un emendamento presentato dalla collega Porchietto in sede di Commissione.
Come ho detto, si tratta solo di un'estensione al fatto che tra le politiche che devono essere portate avanti ci devono essere anche quelle tese ad agevolare il recupero delle aree industriali dismesse ai fini del loro più totale utilizzo.
In questo momento, relativamente a questo articolo, non vedo problematiche di copertura finanziaria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 bis Emendamento rubricato n. 92) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Essendo la prima firmataria, con il mio Gruppo, dell'emendamento, lo do per illustrato.
La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Anche se il tema che pone l'emendamento è certamente importante, in questo momento, non avendo possibilità di garantire un'adeguata copertura finanziaria, il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 20 Non essendoci emendamenti, chiedo se c'è qualche richiesta di intervento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Più che altro, colgo l'occasione rispetto a questo articolo per porre una richiesta anche all'Assessore, affinché al più presto si faccia chiarezza su cosa intendiamo fare rispetto al futuro di Villa Melano perché abbiamo visto più volte presentare in Commissione il piano delle partecipate.
Villa Melano faceva parte di quelle partecipate dalle quali la Regione intendeva uscire, da quanto si è capito; la Regione ha già impegnato diversi fondi in questa impresa, che, al momento, si è rivelata decisamente fallimentare. Ci sono delle indagini della Corte dei Conti in corso, almeno da quanto sappiamo, e anche noi abbiamo presentato un esposto per avere chiarezza in merito all'utilizzo dei fondi.
Pertanto, vorremmo al più presto capire quale sarà il futuro di questo sito, soprattutto rispetto all'impegno da parte della Regione, anche alla luce di questo emendamento che oggi ci apprestiamo a votare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

L'articolo che è scritto nella legge di bilancio risolve un problema legato alla sottoscrizione di quote di aumento di capitale da parte della Società di Committenza Regionale nei confronti di Villa Melano trasferendo, sostanzialmente, l'obbligazione e le relative risorse in capo al bilancio della Regione.
Circa il futuro di questo progetto, non ho difficoltà a dire quanto segue, fatti salvi i necessari approfondimenti anche all'interno della competente Commissione consiliare.
Primo: si sono avviate le procedure per la messa in liquidazione della società Villa Melano, anche perché ha poco senso che ci sia una società dedicata unicamente a un intervento, quello della realizzazione dell'intervento di ristrutturazione e di ampliamento e, poi, di affidamento dei beni ad una gestione da parte di terzi.
Secondo: visto che è un intervento che ha già avuto un livello di realizzazione e di utilizzo di risorse regionali elevato, non ha senso che venga interrotta l'attività di realizzazione del progetto di Villa Melano.
Conseguentemente, la Giunta regionale non intende lasciare sola la Città di Rivoli relativamente al completamento di questo intervento e nell'ambito della riprogrammazione del POR FESR Asse interventi sui beni culturali noi immaginiamo che possano essere individuate delle risorse per consentire un ulteriore intervento finalizzato al completamento dell'opera.
Dopodiché, dal mio punto di vista, avere messo in liquidazione la società rappresenta, comunque, un buon dato di partenza, perché un conto è coinvolgere, come è avvenuto in passato - e non abbiamo nessuna difficoltà a dire che noi non intendiamo lasciare sola l'Amministrazione comunale di Rivoli, riconsegnandole un cerone acceso, non un cerino, ma un cerone acceso - però non vogliamo essere impegnati sulle problematiche di realizzazione dell'intervento e, successivamente, di gestione dello stesso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
Do atto che la Consigliera Frediani e il Consigliere Mighetti non hanno partecipato al voto.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 bis Emendamento rubricato n. 94) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ci sono due emendamenti. Mi permetto, Presidente, di fare una premessa su entrambi e, poi, chiaramente, di esplicitarli in modo diverso.
Credo che i colleghi che siedono in IV Commissione sappiano come il Gruppo di Forza Italia sul tema del disegno di legge riguardante il riordino delle IPAB abbia delle forti perplessità. Le definisco "forti perplessità" per non entrare di nuovo in una diatriba che già in questi mesi abbiamo portato a conoscenza sia della Giunta, attraverso l'Assessore competente, e sia dei colleghi Consiglieri.
Riteniamo ci sia un problema alla base della proposta del disegno di legge: la mancanza di conoscenza, in primis, della situazione attuale delle IPAB sul nostro territorio; conoscenza anche in termini economico patrimoniali, che, probabilmente, ha portato la Regione Piemonte a immaginare di intervenire di imperio su situazioni che, invece, andrebbero accompagnate. Accompagnate anche con soluzioni giuridiche diverse rispetto a quelle, invece, di suddividere in fasce legate al fatturato e legate alla dimensione delle varie IPAB, senza pensare a coinvolgere, in modo fattivo il territorio regionale per trovare delle soluzioni sapendo che, alla base della maggior parte delle IPAB, c'è un importante servizio sul territorio nei confronti delle persone in difficoltà.
Proprio per questo motivo, abbiamo presentato questi due emendamenti che hanno una funzione specifica. La prima funzione, quella dell'emendamento n. 94) in discussione adesso, è quella di costituire un fondo rotativo per erogare dei contributi a favore delle IPAB. Per quale motivo? Perché, basandoci sulla legge n. 328 dell'8 novembre 2000 - che è la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi sociali - si può immaginare che, erogando dei contribuiti a favore delle IPAB piemontesi e delle IPAB che hanno già ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato, la Giunta possa, a questo punto attraverso un'erogazione di un importo massimo di 30.000 euro per ogni soggetto richiedente, permettere di fare quel lavoro di ristrutturazione definiamola così, che, a oggi, non è ancora stato fatto del soggetto IPAB.
Questo permetterebbe, tra le altre cose, non di dare assolutamente un contributo al fondo perduto, ma utilizzare, così come si è fatto anche in altre misure, ad esempio del FESR, un fondo rotativo che poi viene restituito, ma che mette a disposizione, nel quinquennio 2017-2021, una cifra che permette di riorganizzare le IPAB. A questo punto, permetterebbe una libera scelta del percorso che le IPAB potrebbero fare. In una prima fase immaginiamo che la dotazione iniziale possa essere pari a tre milioni di euro, ricordando che non si tratta di contributi a fondo perduto, ma che si tratta di prestiti che vengono fatti alle IPAB.
Riteniamo che si possa riportare al giusto obiettivo che la Giunta regionale, attraverso il disegno di legge, si è proposta, ma che riteniamo non sia possibile percorrere attraverso quel processo, vale a dire quello di accompagnare le IPAB attive sul territorio a fare un salto in avanti sia in termini di obiettivi che in termini di riorganizzazione, senza nulla togliere al territorio che, in questi ultimi mesi, ha manifestato forte perplessità rispetto alla proposta normativa che la Regione ha presentato in IV Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo a sentire parlare di IPAB mi vengono in mente lunghe sedute di Commissione con l'Assessore Ferrari sul tema su cui stiamo ancora discutendo. Difficilmente si arriverà a una sintesi che possa mettere tutti d'accordo; speriamo di riuscire ognuno a far passare la propria linea che anche in questo caso, ha delle posizioni un po' più divergenti rispetto alle altre forze di opposizione.
Crediamo che una legge debba prevedere delle risorse. Noi l'avremo scritto diversamente, avremmo scritto che le risorse sono da destinare alle IPAB che mettono in atto percorsi di risanamento, anche mediante fusione ai fini del mantenimento della personalità di diritto pubblico. Noi la vediamo esattamente all'opposto rispetto alla Consigliera Porchietto legittimamente.
Riteniamo che se è vero che il percorso verso la trasformazione, con una personalità giuridica di diritto privato, dovrebbe agevolare e aiutare la sopravvivenza e l'efficienza delle IPAB, il mantenimento della personalità di diritto pubblico mette delle pastoie e delle maggiori difficoltà burocratiche di appalto, ma anche più trasparenza e più facilità di consultazione di bilancio, per cui noi propendiamo per questa scelta.
Noi crediamo che si debba piuttosto inserire un fondo che vada in questa logica, cioè cercare di facilitare, come dice la legge nazionale, e di privilegiare il mantenimento della personalità giuridica di diritto pubblico e non viceversa. In questo caso dei finanziamenti, secondo me, e lo vedremo nel prosieguo dell'analisi della legge sulle IPAB, il DDL 193 potremmo veramente lavorarci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Questo è un tema, come ha evidenziato bene il Consigliere Bono, che è ancora in dibattimento in Commissione.
Questo emendamento ci vede in deciso disaccordo sulla questione dell'incentivazione; anzi, noi vedremmo favorevolmente un'incentivazione ma proprio per il mantenimento dello status di diritto pubblico. Vorrei solo ricordare che la partita delle IPAB ha due aspetti.
Il primo è quello di quelle istituzioni che si occupano di socio assistenziale con patrimoni e con volumi d'affari consistenti. Dove alcuni movimenti sono all'orizzonte, per cui si configurano già dei piani di fusione, addirittura delle fusioni tra IPAB e altre realtà analoghe, sempre di tipo pubblico, gestite, magari, in altro modo dai Comuni o da Enti locali. Ma le IPAB sono anche altro; sono asili, sono anche entità che avranno una necessità di riorganizzazione legata al fatto che garantiscono dei servizi sociali, che spesso non hanno neanche una possibilità di remunerazione, né di particolare visibilità, né di particolare prestigio sociale a gestirle o a gestirne i patrimoni.
Sotto questo profilo, dal nostro punto di vista, siccome tutto l'ambito delle IPAB riguarda, a oggi, un grosso patrimonio di risorse sia finanziarie sia patrimoniali, specificamente immobiliari, che è pubblico il mantenimento della finalità pubblica e del diritto pubblico della funzione della nuova realtà che andrà a gestire ciò che oggi fanno le IPAB è un elemento fondamentale di trasparenza; è, per quanto riguarda l'utilità delle IPAB stesse, un elemento fondamentale di garanzia nei confronti dei cittadini, a cui queste IPAB servono. Se le IPAB non rispondono più alla loro funzione è dovuto a una degenerazione nel loro funzionamento per una mancanza di trasparenza e di gestione trasparente.
È un emendamento interessante, ma riteniamo che il discorso vada riportato in Commissione e, semmai, che l'incentivazione per aiutare le IPAB a fondersi, a diventare più grandi e a gestire meglio la transizione vada fatta specificando che l'obiettivo è quello dell'azienda pubblica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
È un tema su cui abbiamo dibattuto a lungo in Commissione. Crediamo che sia importante preservare la natura e la personalità giuridica pubblica delle IPAB, quindi crediamo sia importante dare alle IPAB la possibilità di fondersi, come prevede la legge nazionale, e di raggiungere quel patrimonio e quei bilanci consuntivi che consentirebbero a questi enti, che il Novecento ci ha passato con una natura strettamente pubblica, con tanto di lasciti testamentari, di mantenere tale natura.
Quindi ci troviamo in una posizione diametralmente opposta rispetto all'emendamento presentato dalla Consigliera Porchietto. Chiediamo una direzione politica che vada in questa direzione, crediamo che potremmo trovare nell'Assessore Ferrari una sensibilità in questa direzione, perch l'ha dimostrata più volte in sede di Commissione.
Auspichiamo che nel prossimo futuro si intraprenderà questa direzione politica.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima di continuare con le osservazioni dei Consiglieri, comunico che l'Assessore Ferrari replicherà sia sull'emendamento n. 94) che sul n. 95) con un unico intervento.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
I colleghi che mi hanno preceduta hanno ben spiegato qual è la nostra posizione, che ormai è nota e di cui l'Assessore Ferrari è a conoscenza perché ne abbiamo discusso a lungo anche in IV Commissione. Il nostro giudizio e il nostro pensiero sono opposti al senso dell'emendamento presentato dalla Consigliera Porchietto, perché noi riteniamo che vada riconosciuta la personalità giuridica di diritto pubblico a tutte quelle istituzioni che rimarranno pubbliche e non private, proprio perché noi siamo contrari alla privatizzazione e siamo favorevoli alle IPAB come istituti di assistenza e beneficenza pubblici.
La nostra posizione, quindi, è ben nota e continuiamo a ribadirla e a tenerla.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 95) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino e Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Come già detto precedentemente, questi sono due emendamenti collegati.
Tengo a sottolineare un passaggio, perché si tratta di due emendamenti che fanno riferimento a due normative diverse, perché diversa è la funzionalità dei due emendamenti: nel 95), infatti, parliamo sempre di un fondo rotativo a favore delle IPAB, ma che questa volta richiedano il riconoscimento di una personalità giuridica di diritto privato.
Perché questo? Perché noi riteniamo che in realtà una normativa regionale che permetta di caratterizzare e riorganizzare il sistema delle IPAB ci sia già e che non sia necessario procedere con una nuova normativa.
Basterebbe prendere la legge n. 10 del marzo 1991, riaggiornarla - così come in molti frangenti ci siamo permessi di suggerire alla Giunta regionale di fare - e su questa lavorare. E questo è il motivo per cui abbiamo introdotto un secondo emendamento con la possibilità di prevedere una dotazione nei confronti di quelle IPAB che vogliano avviare le procedure di riconoscimento della personalità giuridica.
Ribadiamo che oggi diventa difficile discutere il tema, nel momento in cui la Regione Piemonte non ha una mappatura completa delle IPAB sul territorio. E crediamo e riteniamo - ed è il motivo per cui credo che questi due emendamenti vadano anche incontro a delle esigenze manifestate a più riprese dal territorio - che sia fondamentale capire quali situazioni economico-patrimoniali e di risposta al territorio le IPAB attualmente attive stanno ancora dando; tema poi diverso da quello delle IPAB non più attive, ma credo che su quello l'Assessore possa poi eventualmente darci anche una serie di informazioni, stante che ci risulta che anche la Città di Torino abbia comunque segnalato alcune anomalie rispetto alla gestione e alla trattazione delle IPAB che in questo momento risultano non più attive.
A parte quello, però, il tema dirimente è che ancora oggi - anche se siamo rimasti in Commissione per molte settimane, per non dire per molti mesi, anche con delle sospensioni dei lavori dovute a delle altre emergenze, come adesso che c'è la sospensione legata al fatto che stiamo dibattendo del bilancio - una mappatura completa delle IPAB sul territorio non l'abbiamo. E porto un banalissimo esempio.
Se noi andiamo sul sito della Regione Piemonte e ci scarichiamo l'elenco delle IPAB, troveremo una lista non aggiornata e approssimativa che fa capire come la Regione ancora oggi non abbia il quadro aggiornato, a distanza di un anno dal momento in cui in Commissione abbiamo iniziato a discutere di questo tema e dalla prima volta che Forza Italia ha evidenziato alla Giunta regionale che diventava difficile immaginare se condividere o meno un percorso, se non avevamo i dati oggetti di tutte e non solo delle prime cinque, così come ci sono state fornite dopo tutta una serie di richieste su cui non demordevamo: diventava veramente difficile infatti, capire qual era la strada da percorrere.
Quindi, Assessore, noi torniamo a ribadirlo: questi due emendamenti sono anche alla base della filosofia con cui noi abbiamo presentato una serie di istanze e di perplessità in Commissione. Ma torniamo a dire all'Aula che continuiamo a discutere di un percorso di ristrutturazione di questo mondo, senza sapere da cosa è composto questo mondo. E sfido chiunque - tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione - a dire che hanno chiari quali sono i dati economico-patrimoniali e qual è la situazione in questo momento di queste IPAB gestite sul territorio piemontese.
Se invece l'Assessore in questi pochi giorni è riuscito ad avere una mappatura e ce la fornisce, magari potremo anche riaprire questo discorso e valutare se il percorso intrapreso in Commissione può essere condivisibile o meno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Io credo questo: che il parere negativo da parte della Giunta a entrambi gli emendamenti proposti nasca proprio dall'esigenza che queste problematiche, che sono importanti, vadano affrontate nel merito nella discussione che stiamo portando avanti in sede di Commissione, che ha richiesto il suo tempo e che ne richiederà altro: credo che stiamo proprio affrontando gli articoli più delicati, su cui c'è in gioco l'impianto complessivo del disegno di legge.
La discussione e il confronto serrato che abbiamo avviato hanno portato anche a cambiare alcune posizioni iniziali da parte della Giunta, perch questo è giusto e doveroso. E dopo aver lavorato a lungo sull'articolo 4 e sull'articolo 4 bis, noi stiamo precisamente affrontando l'articolo relativo alle fusioni e stiamo ragionando su come impostare nel modo migliore l'orientamento che vogliamo dare alle possibili e volontarie fusioni; e poi arriveremo ad affrontare gli articoli 5 e 6, che riguarderanno specificatamente le procedure che ciascuna IPAB deve approntare e mettere in campo per poter realizzare concretamente e fattivamente la trasformazione giuridica, secondo i dettami e gli indirizzi dell'articolo 4.
Quindi è in corso una discussione e direi che questi emendamenti entrano non in maniera scomposta, che non sarebbe l'aggettivo giusto; ma a mio avviso rischiano di non essere in sintonia con il dibattito che abbiamo in corso, dove andrebbe collocato il merito di questa discussione.
Se poi allarghiamo il problema alla questione della mappatura complessiva, io avrei tantissimi argomenti da portare, a fronte del fatto che sono 25 o trent'anni che questa mappatura non esiste; a fronte del fatto che ci sono stati quattro tentativi, nelle legislature passate, di intervenire. Ma non mi dilungo su questo, perché farlo è del tutto inutile e sterile.
Fornisco solo un elemento. Noi in Commissione ci siamo impegnati a portare l'analisi dettagliata dei dati di bilancio e patrimoniali delle 111 IPAB che sono oggetto del provvedimento. E noi siamo nelle condizioni, alla riapertura del percorso (quindi dalla prossima riunione), di portare i dati su cui gli Uffici hanno lavorato in tutte queste settimane relativi a tutte le 111 IPAB che svolgono una funzione socio-assistenziale.
Dopodiché vi è l'altro elemento sui cui abbiamo già cominciato a lavorare, ma che tratteremo successivamente: porteremo tutti i dettagli finanziari e patrimoniali relativi alle IPAB che hanno una funzione diversa rispetto all'ambito socio-assistenziale.
Quindi, gli impegni che ci siamo presi in Commissione li stiamo puntualmente rispettando: la discussione è in corso.
Da questo punto di vista, il no agli emendamenti non è perché non vogliamo affrontare il problema, ma perché ci pare del tutto naturale collocarlo in quella sede, proprio perché ciascuna forza politica potrà esprimere il proprio orientamento rispetto a questo tema.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
La parola alla Consigliera Porchietto per dichiarazione di voto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Prendo atto di quanto detto in questo frangente dall'Assessore chiaramente dichiarando il voto positivo sugli emendamenti da parte di Forza Italia.
Ci tenevo a sottolineare due passaggi, Assessore, rispetto a quanto ha detto.
Ha perfettamente ragione che sono 25 anni che si prosegue su questa diatriba, ma mi permetto di dire che, pur avendo assolutamente ragione, nel momento in cui si presenta una proposta o un disegno di legge, è chiaro che ritengo doveroso per i Consiglieri avere una mappatura rispetto a quello che sta accadendo, per decidere scientemente quale percorso appoggiare o meno.
Mi permetto soltanto di ricordare che questa richiesta di dati va avanti ormai da mesi. Questi dati sono arrivati in modo abbastanza sommario prima per le cinque IPAB che si erano scelte e, successivamente, ci si è resi conto che era necessario averli per tutti.
Pertanto, è chiaro che, se anche questi emendamenti, riportati all'interno del dibattito sul bilancio, possono servire non per rallentare un percorso, ma per rendere consapevoli tutti che il percorso va fatto con i dati aggiornati e messi a disposizione, per fortuna va bene che arrivino questi emendamenti.
Detto questo, mi permetto anche di dire, in funzione delle valutazioni che nei mesi sono state fatte dagli addetti ai lavori e dagli operatori all'interno del sistema delle IPAB, anche sul tema delle fusioni Assessore, che ciò che sta preoccupando le IPAB, anche in una dimensione significativa, quindi con dei volumi sopra i due milioni di euro, è che in questo momento di forte preoccupazione da parte di quel mondo, che rischia di scomparire, si cerca, in modo anche abbastanza scomposto, la disponibilità a portare avanti delle fusioni.
Quindi, anche su questo, Assessore, mi permetto di dire che, pur non essendoci emendamenti, è una valutazione che va fatta attentamente. È stata portata in Aula, perché all'interno della Commissione ci eravamo resi conto che l'attenzione, rispetto al grido d'allarme che Forza Italia stava portando avanti in sede di Commissione, forse veniva sottovalutata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 21 ter Emendamento rubricato n. 96) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Questo emendamento porta al Consiglio regionale un tema che penso sia condiviso da molti in quest'Aula; in particolare, mi permetto di rivolgermi alle colleghe, ma credo non soltanto alle colleghe.
L'emendamento vuole porre un'attenzione specifica sui temi della gravidanza e del percorso di nascita, in particolare, quando si parla di donne sole o, comunque, di ragazze minorenni che vanno sostenute in tutti i modi da parte della Regione Piemonte. Per questo motivo, chiediamo che venga erogato un contributo mensile, a partire da sei mesi prima della nascita fino ai sei mesi successivi, per un importo massimo; anche in caso di adozione, a decorrere dall'ingresso del figlio in famiglia, fino ai sei mesi successivi, per un ammontare massimo di 900 euro.
I soggetti destinatari di questi contributi dovrebbero avere una serie di requisiti: il primo è quello dell'indicatore ISEE, uguale o inferiore a 40 mila euro, quindi parliamo di un ISEE importante, perché il segnale forte è quello di un sostegno significativo alla maternità; poi, la residenza in Piemonte da almeno cinque anni continuativi.
Chiediamo inoltre che per il biennio 2017-2018, in una fase sperimentale di applicazione di questa iniziativa del cosiddetto "bonus famiglia", si stimino circa due milioni di euro per provare ad immaginare che questo percorso rientri nell'iter procedurale normale della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Credo che questo tipo di interventi, fondamentali, legati a erogazioni di tipo monetario, abbiano già un impianto di carattere nazionale.
Tutta una serie di interventi di natura monetaria, finalizzati a sostenere le famiglie e i carichi familiari, sono già stati contemplati nell'ultima legge finanziaria e, a nostro avviso, le risorse regionali devono essere molto più concentrate in questa logica sui servizi - ed è quello che stiamo provando a fare - rafforzando, da una parte, i Centri famiglia e, dall'altra, i rapporti e le reti tra i Centri famiglia e gli ambiti dei consultori.
Per questo motivo, il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunico che alle ore 17.30, in sala A, è convocata la I Commissione.
Seguirà la Conferenza dei Capigruppo.
ARTICOLO 21 quater Emendamento rubricato n. 97) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Rispetto al passaggio sul fatto che su alcuni temi vigono già interventi di carattere nazionale, Assessore, ha perfettamente ragione, ma vorrei ricordare un elemento di vita vissuta.
Quando arrivai a fare l'Assessore al lavoro, mi ritrovai con circa 25 milioni di euro stanziati per il sostengo al reddito e anche su quelli c'erano già delle normative nazionali che sostenevano il reddito. Tuttavia la precedente Giunta di centrosinistra erogava questi fondi, probabilmente senza neanche conteggiare un reddito ISEE e senza fare controlli.
Quindi, può capire che, in questo frangente, il segnale forte da dare è di seguire i percorsi della maternità, ma soprattutto di quelle fasce di donne che hanno più difficoltà in questo contesto difficile, per evitare le interruzioni di maternità.
Credo che anche gli strumenti di carattere regionale siano sicuramente importanti.
L'emendamento n. 97) riguarda i contributi per l'assunzione dell'assistente familiare personale. Ricordo che la normativa nazionale prevede la possibilità di assumere parenti o affini entro il terzo grado come assistenti familiari, nel caso in cui sia necessario per sostenere l'impegno nella famiglia.
Le strutture cui anche lei prima faceva riferimento sono quelle non soltanto relative gli interventi come assistente familiare per minorenni ma anche nel caso in cui l'assistenza familiare sia da prestare per coloro i quali hanno delle disabilità e che non sempre trovano nelle strutture messe a disposizione dal pubblico la risposta adatta e per tutte le famiglie. Si ritiene che in un contesto come questo, in cui scarseggia anche il lavoro - ma soprattutto in cui molte persone all'interno delle famiglie che necessitano di questa risposta sono costrette a lasciare il mondo del lavoro per assistere in ambito familiare i parenti - possa essere un percorso che avvicina l'esigenza familiare alle risposte da parte della Regione.
Per questo motivo, sempre valutando anche un metodo di controllo dell'utilizzo di queste risorse, attraverso l'indicatore ISEE, ma soprattutto attraverso dei veri controlli, e riagganciandomi a quanto stavo dicendo precedentemente, ricordo che quando introducemmo dei controlli a campione, la riduzione delle domande fu drastica. Quindi, stiamo immaginando di individuare una stima di 450 mila euro per applicare, in una prima fase sperimentale, questo modello, sapendo che, se si sa che i controlli vengono fatti seriamente, l'istanza verrà proposta soltanto da quei soggetti che realmente necessitano di questo tipo di intervento.
Pertanto, ci permettiamo di sottoporre nuovamente all'Assessore e alla Giunta la possibilità di costruire un percorso sperimentale sui contributi per l'assunzione di assistenti familiari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento, la Consigliera Porchietto ha messo in evidenza le criticità ed i vuoti normativi che ci sono per quanto riguarda l'assunzione in regola dell'assistente familiare e personale in base al contratto collettivo nazionale di lavoro della collaborazione domestica.
Qui si parla di assunzione di parenti e affini entro il terzo grado nel ruolo di assistente familiare personale come previsto dalla normativa.
In Aula ne abbiamo parlato più di una volta. Sono, tra l'altro, le richieste espresse più volte dalle associazioni. Riteniamo giusto che vengano erogati dei contributi per regolamentare l'assunzione degli assistenti familiari, per quelle persone che hanno a carico dei parenti nel proprio domicilio che hanno bisogno di assistenza.
Il nostro pensiero è comunque molto vicino alla richiesta della Consigliera Porchietto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

La collega Batzella ha ragione, però c'è anche il tema sollevato più volte dalle associazioni dei malati anziani non sufficienti, perché un conto sono i parenti, il cosiddetto caregiver, e un conto è il personale professionale che accudisce la persona. Quindi, bisogna fare molta attenzione.
Noi chiediamo che gli assegni di cura siano erogati dalla Regione Piemonte erga omnes, verso tutti coloro i quali hanno bisogno di assistenza professionale e anche magari non professionale, se il professionale si limita solo al titolo, cioè un medico. Ma nessuno ovviamente prende un medico o un'infermiere, perché sappiamo che un'infermiere costa parecchio.
Quindi, chiediamo che gli assegni di cura - e questo sarà oggetto di dibattito durante l'analisi degli emendamenti del bilancio sulle politiche socio-sanitarie, e lo dico guardando l'Assessore Ferrari - vengano erogati da tutte le aziende sanitarie; e questo lo dico guardando l'Assessore Saitta. Perché ora che siamo usciti dal piano di rientro, non scarichiamo su capitoli che non sono più finanziati, come le politiche sociali, o su contributi ai familiari quelle che sono politiche sanitarie dovute in un sistema sanitario universalistico e gratuito, come quello che ha oggi ancora parzialmente, il Sistema Sanitario Nazionale.
Pertanto, chiediamo che dal fondo sanitario nazionale, anche se sappiamo che ci saranno difficoltà, siano erogati gli assegni di cura a tutti e non che le ASL di Torino erogano 30 milioni di euro e magari altre ASL non erogano nulla. Su questo vogliamo avere un pronunciamento chiaro e certo della Giunta.
Sul resto, se c'è qualcosa in più sul caregiver familiare, tanto meglio, nel senso che comunque il familiare si accolla un peso notevole, ma non deve essere l'unica cosa, cioè ci deve essere l'assegno di cura per la prestazione sanitaria e poi un'altra misura di contributo per venire incontro e di sollievo al familiare che si deve accollare tutte le altre ore non coperte dal personale professionale e non professionale, ma che eroga una prestazione sanitaria.
Su questo non abbiamo solo capito se è un di più, e in questo saremmo favorevoli a votarlo, quindi chiediamo alla Consigliera Porchietto anche questo. Lo dico anche al Vicepresidente Reschigna che potrebbe dire: "Se risolviamo da questa parte, mi togliete un po' di spesa dagli assegni di cura anche in ambito sanità e ci mettiamo le risorse qui". In questo caso no, cioè se per il Vicepresidente Reschigna sono alternativi, siamo contrari. Se invece sono un di più - e sicuramente nella formulazione della collega Porchietto sono così, ma anche dalla rilettura del Vicepresidente Reschigna - diamo un altro parere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della famiglia e della casa

Il parere della Giunta è negativo, ma tengo a precisare questo: risorse finalizzate agli assegni di cura vengono già stabilmente erogate, almeno dal 2009, in virtù della DGR n. 56 e della DGR n. 39. Sono risorse finalizzate a sostenere le spese per le cure domiciliari e quindi per pagare prestazioni anche di assistenti familiari.
Il problema quindi non è, a mio avviso, in questo momento, immaginare risorse ulteriori con regole diverse. Il problema è la gestione complessiva di queste risorse, perché in allora si immaginava che il 50 per cento di quel costo fosse in capo al fondo sanitario e non vincolato ad analisi di tipo economico. L'altro 50 per cento era una prestazione di ordine sociale che andava invece vincolata alla condizione economica.
È dal 2013, Consigliera Porchietto, che questo meccanismo si è interrotto, grazie a una deliberazione del 2013 che impedisce, di fatto, di collocare nei bilanci delle Aziende Sanitarie quei tipi di risorse spostandole sui bilanci degli enti gestori delle politiche sociali.
Il problema, a mio avviso, è che adesso che siamo fuori dal piano di rientro, possiamo immaginare di fare un intervento di sistema per riposizionare in maniera equilibrata alcune risorse sul fondo sanitario e quindi fare in modo che negli assegni di cura le ASL abbiano un ruolo? Questo è il primo elemento.
L'assegno deve essere vincolato alla condizione economica o una parte deve essere comunque non vincolata? Questo è il secondo problema. Dobbiamo riequilibrare i massimali, perché c'è una disparità enorme tra le zone del Piemonte, per esempio tra Torino e il resto della nostra regione.
Queste, a mio avviso, sono le questioni che, insieme all'Assessore Saitta, stiamo affrontando e che porteremo all'attenzione della Commissione il più presto possibile. Perché in questo modo si fa un intervento di sistema tenendo conto del fatto che, sotto questo profilo, l'uscita dal piano di rientro potrebbe anche aiutarci ad andare in questa direzione. Ma è a questo livello che, a mio avviso, i temi oggi vanno affrontati. Perch altrimenti, rischiamo di introdurre un'altra regola che potrebbe confondere ulteriormente la vicenda.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Mi inserisco in coda all'intervento dell'Assessore, che, correttamente ha esplicato il fatto che è dal 2013 che esiste questa separazione. Vorrei ricordare che la separazione aveva rappresentato proprio un elemento di chiarezza, e dev'esserlo tuttora.
Uno dei problemi di questa Regione era stata proprio la "confusione" chiamiamola così, tra l'intervento sanitario e quello socio-assistenziale.
Il fatto, poi, che in certi momenti fosse stata una questione di comodità anche rispetto ai soggetti di spesa, non c'è dubbio. Ma il chiarimento che si era reso necessario e obbligatorio dal cosiddetto Tavolo Massicci era stato quello di dire "ciò che è sanitario va sul fondo sanitario; ciò che è socio-assistenziale va sul socio-assistenziale".
Quale diventa, oggi, la questione? Correttamente, l'Assessore l'ha esplicata: dobbiamo rivedere complessivamente quella che è la pesatura di ciò che è socio-assistenziale e di ciò che è socio-sanitario; a questo punto, occorre arrivare ad un meccanismo dove confluiscano i due meccanismi dei fondi.
Ha ragione il collega Bono quando afferma che è finita la questione del piano di rientro, di conseguenza non c'è più quel determinato vincolo. È vero, c'è solo il vincolo della somma complessiva (perché non è che, finito il piano di rientro, si riapre il sistema precedente).
L'impegno che deve essere assunto in quest'Aula è proprio quello di andare a rivedere completamente il sistema. Tra l'altro, personalmente ritengo che si debbano rivedere anche altri aspetti (mi riallaccio a due considerazioni che avevo fatto nell'intervento della volta scorsa): considerato che il sistema non regge più complessivamente, bisognerà anche rivedere le compartecipazioni private in tal senso. Perché laddove l'intervento pubblico (sia per la parte sanitaria, che la parte socio assistenziale) è legato al fattore economico del soggetto percettore, il fatto che "il nipote giri con la Ferrari" è indice che qualcosa non funziona. O che poteva funzionare nel momento in cui c'erano le vacche grasse, ma che oggi comincia a stridere. E va a stridere proprio nei confronti di coloro che non ne hanno solo diritto, ma che ne hanno bisogno e non sono nella condizione di percepirlo, perché la coperta a disposizione della Regione è quella che è.
Lo prendo, dunque, come un impegno. Francamente, non so se mantenere l'emendamento: possiamo anche trasformarlo in un atto di indirizzo, perch ritengo che debba essere nell'interesse di questa Regione attivarsi in tal senso. Altrimenti apriamo l'eterno dibattito, quello di dire: "Rubo di più dal fondo sanitario per portarlo al socio-assistenziale, oppure prendo di più dal bilancio del Vicepresidente Reschigna, quello privato suo di Piazza Castello, per portarlo sul fondo sanitario?".
Non è questa la discussione che dobbiamo affrontare. Semmai, è quella di rivedere il quadro complessivo e trovare, magari, un nuovo punto di equilibrio, con le pesature che si riterranno opportune in quel frangente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Chiedo scusa, Presidente: in funzione di quello che stava dicendo il nostro Capogruppo, ritiriamo l'emendamento in oggetto. Presenteremo un ordine del giorno in tal senso.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 97) viene ritirato.
ARTICOLO 21 quinquies Emendamento rubricato n. 104) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

È un emendamento che non ha un impatto diretto sul bilancio, quantomeno in termini di destinazione di risorse. L'occasione del bilancio è stata opportuna, anche perché un collegamento c'è, non con il bilancio dell'Ente regionale, ma con l'economia piemontese in senso stretto, non di tutta la Regione, ma di una fascia di esercizi ben particolare. Si tratta, infatti dell'applicazione della legge n. 9 del 2 maggio 2016, quella che, per intenderci, inserisce il distanziometro rispetto allo macchine per il gioco lecito, le cosiddette slot machine.
Per ricordare brevemente la genesi di questo emendamento, quella legge era stata approvata addirittura all'unanimità, ed era stata posta come strumento di limitazione degli effetti più patologici - il contrasto alla ludopatia - e presentata come strumento di limitazione di un'offerta evidentemente eccessiva, non come una sorta di chiusura sostanziale del gioco lecito (quantomeno di uno degli strumenti del gioco lecito stesso).
Un'elaborazione di associazioni di categoria (non solo l'ASTRO, che è quella che raduna i produttori di questo genere di strumenti, ma anche di molti esercenti e di molti tabaccai) ha rilevato come l'applicazione effettiva di questo strumento di distanze minime andrebbe, sostanzialmente a cancellare in toto la possibilità di erogare questo tipo di offerta commerciale, con una ricaduta, in termini economici ed occupazionali, che mi sento ormai di escludere che, in sede di approvazione della legge 9/2016, rientrasse negli obiettivi di quest'Aula o delle Commissioni. In particolare, si segnalano 1.500 lavoratori, solo sul territorio piemontesi nel comparto delle slot, fra le società di produzione e manutenzione, così come di 6.500 punti di offerta che oggettivamente - lo dicono anche le associazioni degli esercenti e dei tabaccai - sarebbero messe davvero a rischio rispetto all'applicazione pedissequa del testo di legge così come scritto.
Non è questa la sede per proporre una revisione in sé della legge. Si propone, però, un metodo; si propone un percorso, così come ha fatto la Regione Liguria, con il Governatore Toti: un semplice provvedimento di sospensione; in questo caso, consisterebbe solo in un allungamento della proroga rispetto all'effettivo vigore nelle disposizioni transitorie della medesima legge, in particolare - lo vado a precisare - da 18 mesi a 30 mesi (quindi con l'aggiunta di un anno), che dovrebbe essere utilizzato da questo Consiglio regionale, quantomeno nella mia intenzione - ho già formalizzato in tal senso una richiesta al Presidente di III Commissione Gallo, allargata chiaramente anche alla IV Commissione - per audire queste associazioni e consentire di riavviare un confronto che vada ad analizzare bene quelle che sono le ricadute effettive.
Anche perché - aggiungo un altro elemento ricavato della documentazione predisposta dall'ASTRO che mi ha personalmente colpito, ma che è giusto verificare ed approfondire - nelle Regioni in cui il distanziometro è già stato inserito per legge, sostanzialmente, dopo diversi mesi di vigore della norma (in qualche caso anche più di un anno), i dati di presenza, in termini quantitativi, di ludopatia (cioè di pazienti sottoposti a queste cure) tutto sommato non sono diminuiti, semmai sono aumentati evidentemente - dicono loro - per la domanda che rimane la medesima, ma che si sfoga nel canale del gioco illecito invece che nel gioco lecito.
Con questo emendamento porto in Consiglio regionale del Piemonte una dinamica che in Liguria è già avvenuta e che, di fatto, sta diventando oggetto di dibattito in quasi tutti i Consigli regionali che hanno già affrontato la materia...



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, la invito a concludere.



MARRONE Maurizio

Vado a concludere, mi permetta, sono davvero pochi i miei emendamenti per cui le chiedo un po' di clemenza.
Concludo dicendo che qui parliamo di migliaia di posti di lavoro e di migliaia di esercizi pubblici, quindi si chiede semplicemente una sospensione temporale che consenta di avviare un percorso di confronto che, come credo, i Presidenti siano già disponibili ad avviare, perché, se non ricordo male, già immaginavano di avviarla con i Sindaci coinvolti.
Concludo ricordando che, quando si va a legiferare o a deliberare in materia, se si avviano dei ricorsi, a maggiore ragione, è giusto essere consapevoli che il confronto è la linea migliore.
Per quanto riguarda la giustizia amministrativa sul tema degli orari gli esercenti e i produttori di slot hanno vinto i ricorsi al TAR; in questa sede è stato annunciato, ed è un loro sacrosanto diritto, che si ricorrerà in sede europea rispetto a una dichiarata e acclarata violazione dei principi di concorrenza tra chi svolge questa professione in Piemonte rispetto ad un'altra Regione.
Questo è il motivo per cui mi auguro che, senza entrare nel merito della condivisione o meno del punto, si capisca che il mio emendamento propone solo un iter che io ritengo di buonsenso, senza che, poi, la Regione sia chiamata in altre sedi, magari addirittura giudiziaria, a rendere conto di una scelta legislativa, che io credo possa essere ancora approfondita e corretta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La legge regionale n. 9/2016 ha visto un percorso, soprattutto in Commissione e, poi, in Aula, con la partecipazione di Consiglieri sia di maggioranza e sia di opposizione, quindi Consiglieri del PD e Consiglieri di Forza Italia, in particolare Vignale, e anche il contributo del Movimento 5 Stelle, sia nella fase di discussione nel tavolo e sia nella proposizione di emendamenti e proposte di modifica del disegno di legge iniziale.
Volutamente nella clausola transitoria si sono dati dei tempi diversi quindi, 18 mesi piuttosto che tre o cinque anni - proprio perché si erano distinte le varie situazioni. Del resto, non crediamo opportuno dare un'ulteriore dilazione del tempo e nemmeno, come dire, avviare un percorso che possa portare ad allentare un po' le norme relativamente alle distanze.
Piuttosto - rilancio - bisognerebbe impegnarsi tutti quanti per far sì che questa legge venga veramente attuata. Quindi, il provvedimento è necessario da parte della Giunta regionale e occorre che i Comuni la conoscano, la facciano applicare e redigano i loro regolamenti.
Inoltre, ricordo che questa legge ha anche resistito al vaglio della Corte Costituzionale, perché in Commissione la necessità di fare una legge che resistesse a possibili impugnative era uno dei temi sentiti. Con l'aiuto di tutti ci siamo riusciti; quindi, da questo punto di vista, mi sentirei di esprimere il nostro parere contrario su questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dire che, purtroppo, non condivido quasi niente delle parole del Consigliere Marrone. Mi stupisco inoltre che il pensiero unico del libero mercato abbia soggiogato anche la sua cultura non esattamente liberista, e glielo dico perché, forse, siamo arrivati fin troppo tardi a regolamentare questo tipo di radicamento nel territorio.
Capisco le preoccupazioni di alcuni esercenti che sono entrati nella morsa del gioco d'azzardo, e parlo di "morsa", perché, se lei guarda, in realtà, l'enorme esborso della povertà che contribuisce in qualche modo a ingrassare, purtroppo, poco più di 19 concessionarie, in realtà, ritorna per l'80 per cento in premi, come i Consiglieri ben sanno, un pezzettino in tasse, che non ripaga neanche la ludopatia, e pochissimo, tra l'altro nelle tasche di questi esercenti.
Prima si toglierà la tossicità da quelle tante tabaccherie e da tanti quei bar e prima staranno meglio. È chiaro che hanno avuto degli ingressi straordinari! È chiaro che l'aumento dell'IRAP, per esempio, su quelle sedi è il minimo anche solo per dire che chi, invece, ha deciso di non utilizzarli, ovviamente, ha avuto meno vantaggi.
Credo che tornare indietro non abbia senso, né dal punto di vista dell'IRAP né dal punto di vista della regolamentazione degli orari tantomeno da quello delle distanze; poi, magari, la legge ci spiegherà che noi non potevamo legiferare in tal senso. Io credo che l'abbiamo fatto troppo tardi, qualcuno ci dirà che, per le leggi del libero mercato, non si può più regolamentare niente. È possibile che perderemo questa battaglia ma preferisco perderla di fronte ad un tribunale che davanti a una sede politica, perché, secondo me, abbiamo fatto bene a non insistere su una materia che per tanti anni ha visto la discussione su quattro o cinque casinò in Italia. Oggi, abbiamo un casinò ogni 100 metri e noi, inserendo i 150 metri, non abbiamo fatto un grande torto a questo Stato, anzi, al massimo, abbiamo permesso a qualche Ente locale di iniziare a ragionare nuovamente circa la sua programmazione commerciale.
Quindi, ovviamente, sarà negativo il nostro voto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anch'io, come il collega Grimaldi, sono un po' stupito che il rappresentante di una forza nazionalpopolare vicina ai cittadini e ai più deboli presenti un emendamento di questo genere.
Ricordava bene il collega Bertola l'ampio lavoro svolto nel tavolo che ha visto una delle rare volte d'accordo praticamente all'unanimità - mi sembra di ricordare - i vari rappresentanti delle forze politiche che vi hanno preso parte.
In questo momento, vieppiù che ci sono dei movimenti di ricorsi contro i provvedimenti assunti da Amministrazioni comunali ai sensi di questa legge, noi come Consiglio regionale dobbiamo proprio fare tutto tranne che dare un segnale di debolezza all'esterno, quale quello di indietreggiare rispetto a una legge che abbiamo approvato. Ripeto, è uno dei pochi casi almeno da quando siedo qui in Consiglio regionale - di accordo assunto praticamente all'unanimità: abbiamo presentato una legge che deve essere applicata nei singoli Comuni, e i Comuni si stanno ponendo delle domande su cosa fare perché su Torino è stato fatto un ricorso, è stata data la sospensiva.
In questo momento, noi dobbiamo essere compatti e non dire che sulla norma all'articolo 13 della clausola valutativa, che richiama il distanziometro dell'articolo 5, invece di 18 mesi, gli diamo 30 mesi per adeguarsi, perché, innanzitutto, diamo all'esterno un segnale di debolezza e di voler indietreggiare; in secondo luogo, non capisco neanche quale sia la motivazione, cioè in che senso gli diamo tempistica in più? Per cosa? La norma è approvata, è vigente dal 20 maggio 2016 e, sostanzialmente sono già trascorsi 11 mesi, quasi un anno: c'è il tempo per adeguarsi e c'è il tempo per intervenire. È una delle tante piaghe della nostra società purtroppo, in qualche modo, anche avallata dal livello nazionale - su cui vorremmo intervenire, ma, probabilmente, ci sono delle difficoltà molto forti a causa delle pressioni di lobby interessate alle ricadute del gioco d'azzardo in senso economico per le loro aziende.
Noi crediamo che questo Consiglio non debba assolutamente piegarsi, non debba indietreggiare e non debba dare segno di debolezza, quindi voteremo convintamente contro questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io avevo presentato come primo firmatario una delle due proposte di legge per la regolamentazione della ludopatia e credo che questo Consiglio regionale bene abbia fatto a intervenire nel merito. Evidentemente, vi è un aspetto di cui non possiamo non tenere conto, ma di cui avevamo anche tenuto conto quando abbiamo scritto la legge; infatti, non casualmente individuammo una tempistica differente, peraltro, tra locali che ospitavano le macchine da gioco, ma non avevano solo quella come finalità, e invece sale da gioco vere e proprie che vivevano esclusivamente della presenza delle sale da gioco.
Credo che, ancorché non si possa non tener conto di un aspetto che avverrà, oggi noi abbiamo una serie di realtà commerciali che, in parte alcune di esse, vivono e pagano una percentuale minima delle entrate derivanti dalle macchine, altre realtà non sono in alcun modo nei bar. Vi sono alcune strutture commerciali che utilizzano la finalità commerciale per ospitare macchine da gioco.
Credo che il tema del lavoro sia certamente da tenere in considerazione, ma ve n'è un altro che noi non possiamo non tenere in considerazione, che è quello legato alla salute delle persone. Purtroppo come accade per tutte le dipendenze, il numero di persone che entrano presso le strutture sanitarie regionali deputate alla cura della ludopatia come accade per qualunque dipendenza, sono coloro i quali sono ormai a un livello tale per cui si sono già giocati una parte consistente dei risparmi o si sono fortemente indebitati.
È vera una cosa, e di questo noi non possiamo non tenere conto. Noi siamo intervenuti, come hanno fatto correttamente altre Regioni, su un tema, che è l'unico su cui possiamo legiferare, che è quello delle macchine lecite da gioco. È altresì vero che lo Stato non ha fatto nulla assolutamente nulla, per tutte le altre decine di attività di gioco, dal gratta e vinci allo slot, al lotto momentaneo a tutto ciò che c'è all'interno di un tabaccaio. Se c'è una considerazione corretta che gli esercenti fanno è dire: laddove i Comuni hanno applicato, come la legge prevede, il blocco delle quattro ore, chi viene da noi e gioca alle slot in quelle quattro ore smette di giocare alle slot e compra il gratta e vinci o gioca al lotto istantaneo.
Questo è certamente un aspetto, ma io credo che, essendo stata una delle due proposte votate e presentata dall'Assessore Saitta, che oggi è anche il Presidente della Conferenza degli Assessori alla Salute, questo dovrebbe essere un tema centrale che la Regione Piemonte dovrebbe porre al tavolo nazionale e al Governo nazionale.
È evidente un aspetto. Oggi anche il tema legato al lotto, a tutto ci che è gioco, non è tanto un tema legato all'incasso. Certo, lo Stato ha un incasso significativo, ma come faceva presente il Consigliere Grimaldi, non è così importante. È un incasso importante, ma non è così significativo.
Uno dei temi veri per cui oggi è praticamente impossibile intervenire, o c'è una scarsa volontà da parte della politica di intervenire in questo senso, è che oggi il principale mercato della pubblicità, da un punto di vista economico, è in mano al gioco. Questo influenza i giornali, fino dal piccolo periodico locale che ha la promozione relativa al gioco.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



VIGNALE Gian Luca

Chiedo scusa, non mi sono accorto del tempo, mi fermo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
La legge ha una prevalenza, quella sanitaria, e riguarda la salute dei piemontesi. Abbiamo lavorato, è vero, in forma congiunta con la III Commissione, ma sapevamo sin dal principio che la difesa rispetto agli attacchi giudiziari non poteva che avvenire attraverso il profilo sanitario, non attraverso altre ragioni, men che meno quella commerciale. È più che comprensibile, riguardava le questioni legate agli addetti e il numero delle persone che mettono a rischio la possibilità di perdere il posto di lavoro rispetto alla nostra legge.
Invito il Consigliere Marrone a farsi consegnare i dati dalle nostre ASL rispetto ai pazienti che, in numero crescente, accedono al SERT per la ludopatia. Sono numeri inquietanti. Noi abbiamo una cosa da fare: convocare IV e III Commissione congiunta per fare il punto della situazione rispetto a questa legge; capire quanti Comuni hanno applicato un regolamento capire, con la Giunta, a che punto siamo rispetto al regolamento, a tutto ciò che la Giunta deve fare rispetto alle normative che abbiamo definito nell'articolato della legge.
Questo lo dobbiamo fare il più velocemente possibile. Ha ragione il Consigliere Bono, noi non dobbiamo fare passare altri messaggi. Un po' perché ci sono persone in difficoltà, e sono le fasce più deboli dei piemontesi che entrano negli esercizi commerciali e giocano tentando la via della fortuna; un po' perché ci sono i Comuni che, con coraggio - penso ai nostri Sindaci - hanno deciso di adottare dei provvedimenti.
Noi dobbiamo essere al fianco dei nostri Sindaci, ragion per cui noi voteremo no a questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ovviamente userò questa breve replica solo per chiarire rispetto ad alcuni interventi dei Consiglieri.
Vorrei rassicurare i Consiglieri Grimaldi e Bono che, guarda caso, solo in queste circostanze scoprono ed elogiano la mia radice ideologica e politica. Mi fa piacere, almeno è una buona occasione. Li voglio rassicurare: nessuna conversione al liberismo, nessuna cessione alle pressioni lobbistiche. In realtà, a spingermi a presentare questo emendamento è stato proprio un ragionamento di tipo sociale.
Se esistono migliaia di posti di lavoro a rischio per una scelta che è giusta nelle finalità, ma frettolosa nelle modalità operative con le quali abbiamo legiferato, allora conviene ragionarci prima per evitare che si arrivi al paradosso per cui, a fallimenti già avvenuti, quando ci ritroveremo i lavoratori qui davanti, con le sigle rappresentative, io veda tutti i Consiglieri che oggi hanno espresso una forte contrarietà al mio emendamento, scapicollarsi per chi si accaparra la bandierina sindacale per primo, nel fornire l'audizione, a quel punto inutile, con la Giunta, con il Presidente del Consiglio e con chi versa più lacrime di coccodrillo.
È solo la coscienza sociale nel cercare di anticipare, perché poi queste scene le vediamo molto spesso e a me, personalmente, in due anni e mezzo mi sono venute a noia.
Invece il tema che mi interessa di più è quello posto dal Consigliere Ravetti in merito ai dati.
Quel che mi ha messo nelle condizioni di chiedere non una cancellazione di questa norma, ma semplicemente una sospensione più lunga, che ci consenta di ragionare, sono proprio i dati non dei SERT della nostra Regione che, ovviamente, fotografano una situazione di legge non ancora vigente, bensì quelli forniti da alcune associazioni - sarà giusto aprire un contraddittorio anche sui dati - sui ludopatici nelle Regioni dove queste normative già sono vigenti.
A quanto pare, i numeri non scendono.
Qui rigiro un po' la riflessione ideologica. Mi fa sorridere che forze clamorosamente antiproibizioniste come Sinistra Italiana piuttosto che Movimento 5 Stelle, o almeno una sua parte, quella parte che va in giro a piantare le piantine di marijuana, quando si parla di stupefacenti, cercano di ricondurre un mercato a oggi illecito nel campo lecito, contrastando il business illegale che c'è sugli stupefacenti. Tuttavia, quando invece si parla di gioco, in questo caso lecito, cercano in ogni modo, nell'annullare il gioco lecito, di portare inevitabilmente a una sommersione del fenomeno in ambito illecito.
Per carità, sono il primo a essere contrario a antiproibizionismi, per e concludo - dove invece ci troviamo di fronte a un fenomeno lecito regolamentato e limitato, dico solo che abolire nella sostanza il fenomeno gioco lecito e le macchinette lecite, quando poi c'è il rischio che semplicemente tutta la domanda si riversi nell'ambito illecito del tutto non regolamentato, magari addirittura con un aumento dei ludopatici, non credo sia la finalità che, con la buona fede, che io non metto assolutamente in discussione, dei miei colleghi, si voglia andare a perseguire.
Ormai si è capito quali sono gli orientamenti in corso, quindi spero che almeno il centrodestra, così com'è andata in Liguria, segua questa mia proposta, però qualora anche la maggioranza decida di bocciarla, chiarisco che si tratta di una sospensione (vado all'ultima richiesta) per consentire un confronto. Se nell'ambito di questi 18 mesi il confronto ci sarà non solo con i Comuni e i Sindaci che la vogliono applicare a tutti i costi, ma anche con le associazioni rappresentative di grosse fette dell'economia piemontese, che invece chiedono una diversa applicazione e una diversa regolamentazione, mi auguro che i Presidenti di Commissioni competenti regionali IV e III garantiscano il contraddittorio anche con questa voce che evidentemente fino a oggi - ahinoi - non è stata ascoltata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
La Giunta dà parere negativo all'accoglimento dell'emendamento apprezzando i toni del Consigliere Marrone.
In questo parere negativo c'è anche una rivendicazione orgogliosa di un'autonomia legislativa da parte del Consiglio regionale su questa materia, devo dire, pesantemente oltraggiata in un incontro pubblico e sugli organi di comunicazione da parte di un Parlamentare europeo.



(Commenti del Consigliere Marrone)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

L'Onorevole Cirio, che ha usato toni irriguardosi nei confronti del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Volevo chiedere il voto per appello nominale.



PRESIDENTE

I'm sorry, il risultato è chiaro.
Ricordo la I Commissione in Sala A e subito dopo, alle ore 18, la Conferenza dei Presidenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.37)



< torna indietro