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Dettaglio seduta n.217 del 05/04/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1521 presentata da Benvenuto inerente a "Piano Socio Sanitario regionale (PSSR) 2016-2019"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1521.
La parola al Consigliere Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
In realtà, questo question time è molto breve: chiediamo a che punto è l'elaborazione del Piano socio sanitario 2016-2019, partendo dal presupposto che il Piano del 2012-2015 è ormai scaduto da due anni.
Vogliamo capire quali sono le priorità di quest'Amministrazione regionale e se - in questo momento - è allo stato dell'arte la creazione di un nuovo Piano socio sanitario.
In questi mesi abbiamo ascoltato alcune categorie (infermieri piuttosto che altre categorie) che chiedono un nuovo piano, perché ci sono delle risposte nuove che bisogna aggiornare rispetto agli anni 2012/2015.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

L'Assessore Saitta scrive che le scelte programmatorie della sanità piemontese per i prossimi anni sono già state definite con le apposite delibere approvate dalla Giunta regionale dal 2014 in avanti e, in particolare, attraverso la delibera 1-600, che ha ridefinito la rete ospedaliera, la delibera sull'assistenza territoriale, il piano per la costituzione delle Case della Salute varato lo scorso novembre e il programma triennale per la riduzione delle liste d'attesa che proprio la scorsa settimana è stato approvato dalla Giunta.
Si tratta di atti definiti in attuazione del Patto per la Salute sottoscritto d'intesa fra le Regioni ed il Governo e dei programmi operativi concordati in sede ministeriale.
Per queste ragioni, l'Assessorato alla sanità non sta predisponendo alcun Piano Socio Sanitario Regionale, per il periodo 2016-2019.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione a risposta immediata n. 1522 presentata da Ruffino, inerente a "Tempi certi per l'adozione del Regolamento della l.r. 14/2013 art. 7 'Norme in materia di panificazione'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1522 presentata dalla Consigliera Ruffino.
L'interrogazione viene data per illustrata dalla sottoscritta.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Gli Uffici competenti in materia di artigianato e sanità stanno completando la predisposizione del testo del regolamento oggetto dell'interrogazione.
Tuttavia, a seguito di alcune osservazioni di merito fatte pervenire dalle associazioni artigiane di categoria e dall'Unione regionale dei panificatori, seppure rispetto a una precedente stesura di Regolamento, si impone un confronto con questi importanti interlocutori sul nuovo testo.
Conseguentemente, si ritiene necessario avviare sia con le associazioni dei panificatori che con le associazioni di categoria ulteriori approfondimenti al fine di recepire le osservazioni che si dovessero ritenere non solo accoglibili ma, altresì, compatibili con il quadro normativo (comunitario e statale) attuale.
Si rappresenta infine, che l'adozione del regolamento in oggetto è subordinata al parere dei soggetti individuati all'articolo 7 della l.r. n.
14/2013, Unione regionale dei panificatori del Piemonte, confederazioni regionali artigiane maggiormente rappresentative a livello regionale associazioni dei consumatori, Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), nonché al parere della Commissione consiliare competente ai sensi dell'articolo 7 della l.r. n. 14/2013.
In ordine ai tempi, si ritiene di poter sostenere che, da un punto di vista squisitamente tecnico, il testo in parola, integrato con le eventuali osservazioni recepite a seguito degli incontri con le varie associazioni potrebbe essere concluso nel mese di aprile per essere inoltrato alla competente Commissione consiliare per l'acquisizione del parere ai sensi del comma 1, dell'art. 7 della citata l.r. 14/2013.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1526 presentata da Andrissi inerente a "Legge 38/2010 ' Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore' - cure palliative domiciliari presso l'ASL VC"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1526 presentata dal Consigliere Andrissi.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce da un incontro che abbiamo avuto sul territorio, a Borgo Sesia. Purtroppo, ci è stato segnalato dalla Presidente dell'Associazione Malati di SLA una grave carenza in merito alle cure palliative territoriali. Sappiamo che le cure palliative hanno dei posti letto in provincia di Vercelli, in particolar modo a Gattinara.
Sinceramente non conosciamo con precisione la situazione riguardante le cure palliative territoriali domiciliari.
Ci è stata segnalata una forte carenza rispetto a queste cure, anche se come sosteneva la Presidente - la legge n. 38/2010 ne garantisce l'accesso ai cittadini bisognosi, che sono cittadini che hanno delle malattie croniche irreversibili e che ricevono solo cure che alleviano il nucleo familiare e il malato stesso.
In particolar modo, la problematica ci è stata segnalata per i malati di SLA (non tanto i malati oncologici, ma soprattutto i malati di SLA).
Chiediamo all'Assessore quale soluzione intenda trovare nell'immediato al fine di garantire la completa applicazione della legge n. 38 del 15 marzo 2010, "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", anche sul territorio dell'ASL di Vercelli, con particolare riferimento alle cure domiciliari.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Sempre a nome dell'Assessore Saitta.
Sul territorio dell'ASL di Vercelli è attivo il servizio che garantisce le cure palliative domiciliari. È presente una équipe di tre medici e, in particolare, un palliativista impegnato su questo fronte a tempo pieno. Nel 2017 non sono mai state effettuate dall'Unità operativa di cure palliative meno di 100 visite mediche al mese. Dall'inizio dell'anno fino al 31 marzo 2017, sono stati seguiti a domicilio, dall'Unità operativa di cure palliative, 125 pazienti. In particolare, i pazienti in carico nel mese di gennaio sono stati 77, a febbraio 77 e a marzo 73. L'obiettivo che l'ASL di Vercelli sta perseguendo è quello di implementare ulteriormente il servizio, per garantire una sempre maggiore assistenza ai pazienti che necessitano di tale supporto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1523 presentata da Ferrentino inerente a "Licenziamenti alla Savio S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1523, presentata dal Consigliere Ferrentino.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
In Val di Susa, a poche decine di metri di distanza, ci sono due aziende (l'Alcar, di Vaie, e la Savio, di Chiusa San Michele) che vivono una crisi aziendale che può avere dei risvolti occupazionali estremamente importanti per il territorio.
Per fortuna, in questi giorni, anche concordandolo con l'Assessore Pentenero, c'è stato un approfondimento. Ho incontrato più volte sia le rappresentanze dei lavoratori sia i direttori degli stabilimenti e le proprietà, per cercare di capire quali fossero le possibili conclusioni delle due vicende.
Rispetto all'Alcar, per fortuna si è raggiunto un accordo dopo due giorni di trattative (lunedì scorso), quindi la problematica Alcar dovrebbe essere risolta.
Ben più grave, invece, è il problema della Savio, che lavora molto sul settore di forniture di infissi per le attività residenziali, quindi per le abitazioni. Qui sono stati annunciati, prima, 100 esuberi, e quindi 100 persone che verrebbero allontanate dall'azienda, che poi sono diventate 82.
Domani è previsto un incontro all'Unione Industriale di Torino per trovare delle possibili soluzioni per scongiurare il licenziamento (o, quantomeno per ridurlo al minimo e trovare una loro immediata ricollocazione, poich parliamo di lavoratori di 50 anni di età circa, quindi di difficile ricollocazione).
L'oggetto dell'interrogazione è dunque capire quali possono essere le azioni che può mettere in campo la Giunta in un territorio già fortemente colpito da altre crisi aziendali. Ricordo che la proprietà della Savio si è resa disponibile a trovare delle soluzioni condivise, ma che è in corso una crisi strutturale del settore nel quale operano. È dunque importante che il sistema istituzionale cerchi, insieme alla proprietà, eventuali soluzioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Risponde l'Assessore Ferrari, in assenza dell'Assessora competente.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

La risposta è dell'Assessora Pentenero.
La Savio S.p.A., primaria azienda del settore metalmeccanico, che produce e commercializza componenti per serramenterie ha annunciato, in data 28 marzo in occasione di un incontro presso l'Unione Industriale di Torino, la volontà di procedere al licenziamento di circa 100 dipendenti operanti presso lo stabilimento sito nel comune di Chiusa San Michele (TO).
Questa decisione, secondo l'azienda, è conseguente alle crisi verificatesi nei principali mercati del mondo (Russia, Medio Oriente Spagna) in cui si sviluppava l'export dei prodotti Savio. Inoltre, ciò è stato corroborato dalla grave crisi dell'edilizia e del settore fotovoltaico con la riduzione degli incentivi.
Ad oggi la Savio ha acquisito un'importante commessa in Cina, ma la produzione oggetto della stessa sarà effettuata nello stesso Stato e quindi non potrà interessare l'attività dello stabilimento valsusino.
Già da tempo l'azienda era ricorsa a percorsi di mobilità volontaria e all'utilizzo di ammortizzatori sociali attraverso periodi di applicazione del contratto di solidarietà per parte dei dipendenti. L'annuncio dei licenziamenti aggrava una situazione problematica sia per l'azienda sia per il territorio già provato dalla recente crisi.
L'Assessorato al lavoro, già nei giorni scorsi, si è reso disponibile ad aprire un tavolo regionale e ha espresso la propria preoccupazione circa le conseguenze derivanti dall'elevato numero di esuberi. L'annuncio dei licenziamenti aggrava una situazione problematica sia per l'azienda sia per il territorio già provato dalla recente crisi.
Dagli organi di stampa si è appreso che la dichiarazione di esubero sarebbe stata formalizzata, da parte della Savio, e inviata alle organizzazioni sindacali, e che l'eccedenza di personale coinvolgerebbe 82 dipendenti. All'attualità non risulta sia pervenuta ai nostri Uffici comunicazione formale di avvio della procedura di licenziamento collettivo.
A seguito della decisione aziendale è stato indetto lo stato di agitazione che prevede un presidio, il giorno 6 aprile p.v., presso l'Unione Industriale di Torino. Il sindacato chiede all'azienda di evitare la riduzione del personale anche attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali quali CIGS e contratti di solidarietà.
In base alle tempistiche previste dalla normativa vigente, sulle procedure di licenziamento collettivo, la procedura ha una fase sindacale (45 giorni dalla data di attivazione); qualora le parti non dovessero trovare un'intesa, la trattativa proseguirà preso la Regione Piemonte per la successiva fase amministrativa (30 giorni dalla comunicazione di mancato accordo in sede sindacale).
L'Assessorato è in contatto costante con le organizzazioni sindacali e sta organizzando un tavolo di incontro, a livello esplorativo, cui sarà invitata a partecipare la proprietà, per esaminare la questione ed individuare tutte le misure disponibili per salvaguardare sia i livelli occupazionali sia un'azienda importante per il territorio. La Regione Piemonte metterà in campo ogni utile iniziativa che possa essere di supporto ad una positiva definizione della trattativa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1524 presentata da Barazzotto inerente a "Edilizia sociale, gravi disservizi e disagi nel territorio del Biellese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1524.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte proprio sul tema dell'edilizia sociale e sui gravi disservizi ad essa connessi.
Premetto - a titolo di memoria - che i compiti e le funzioni dell'Agenzia Territoriale per la Casa sono stabiliti dalla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3, che all'articolo 10, comma 1, recita: "La Regione riconosce e promuove il diritto all'abitazione". Per quanto sembri un fatto scontato, non lo è affatto.
È seguito un grande impegno da parte dell'Assessore e si è proceduto alla riorganizzazione delle ATC piemontesi, che ha comportato, per il Piemonte Nord, l'unione delle Province di Novara, VCO, Biella e Vercelli con sede legale a Novara.
L'intento può essere buono, ma i problemi vengono strada facendo.
Nella seduta del 15 marzo 2017, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il disegno di legge n. 229 recante "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 77 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)".
È chiaro che la nuova normativa ha modificato la legge regionale n.
3/2010 intervenendo sul fenomeno delle decadenze dall'assegnazione di alloggi di edilizia popolare causate dalla morosità degli assegnatari. In particolare, viene soppresso il termine di tre mesi di morosità previsto per l'avvio della procedura di decadenza, al fine di permettere una più attenta valutazione dei singoli casi e sospendere i procedimenti in corso affinché i Comuni e gli enti gestori possano valutare le singole situazioni.
Il testo prevede, inoltre, che i cambi di alloggio possano essere effettuati, oltre che per superare condizioni di sottoutilizzo o sovraffollamento degli alloggi di edilizia sociale, nonché di disagi abitativi di carattere sociale, anche per cercare di ridurre la morosità.
Fin qui le premesse sono buone; veniamo ora ai problemi.
L'ATC, a seguito dell'accorpamento sopra ricordato, ha "messo insieme" soggetti con bilanci sani e soggetti con bilanci estremamente in perdita (fatto che era stato segnalato da alcuni revisori dei conti, ma che è stato ignorato) attraversano una crisi importante per penuria di risorse, dovuta a mancati introiti di canoni di affitto e di pagamento di bollette. Con riguardo al territorio di Biella (la cui ATC disponeva di bilanci sani) vengono ormai svolti soltanto interventi straordinari, ma non si provvede più alla necessaria manutenzione ordinaria.
Questi gravi disservizi nel Biellese (questo è l'oggetto delle mie lamentele; più che lamentele sono preoccupazioni; più che preoccupazioni sono un'eco al disagio che si sta ampliando) continuano a ripetersi con regolarità, come, ad esempio, la mancata o tardiva riparazione di caldaie durante l'inverno o l'immediata sospensione del servizio elettrico per un intero condominio, o le continue difficoltà per le persone in sedia a rotelle di rientrare in casa; tutti episodi che vengono reiterati.
Inoltre, nel quartiere Chiavazza di Biella si era dato precedentemente avvio a un'opera molto importante (era partita quando ero ancora Sindaco ma i tempi in Italia sono più o meno questi!) che vale circa 900.000 euro per rendere disponibili 25 nuove unità abitative che potrebbero dare una risposta a situazioni di disagio abitativo. L'opera è attualmente ferma.
La mia interrogazione è volta soprattutto a denunciare la mancanza di risposte e di feedback a questi disagi e malumori (per usare un eufemismo) da parte degli utenti.
Chiedo quindi all'Assessore se non ritiene opportuno e urgente rendere efficaci tutti gli strumenti legislativi esistenti, specialmente quelli approvati dal Consiglio regionale lo scorso 15 marzo 2017, affinché si incrementi la dotazione finanziaria assegnata alla ATC competente per il territorio biellese in modo da prevenire i gravi disagi o i disservizi come quelli sopra descritti, consentendo le manutenzioni e il completamento degli immobili che li necessitano.
Il non rispondere al cittadino credo che sia la peggior azione che possiamo mettere in campo, soprattutto quando si riscontra un grande impegno. Impegno che il più delle volte non viene percepito.
Il mio auspicio - dopo continue lamentele verbali oggi mi permetto di richiederlo in via ufficiale - è che si possa fornire una risposta al riguardo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Barazzotto.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ci sono tre questioni e l'ultima è anche oggetto della risposta scritta in maniera puntuale.
La prima questione è relativa all'approvazione del disegno di legge sulle decadenze e sui meccanismi della decadenza. Abbiamo fatto quel passo il prossimo passo sarà, appena dopo il bilancio, la definizione ultimativa del Regolamento attuativo, che permetterà di mettere a regime definitivamente tutta la nuova procedura che consenta di fare interventi più mirati, più precisi e meno estemporanei e, soprattutto, di non lasciare nell'incertezza per anni Comuni e famiglie.
La seconda questione è sul tema delle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Dal 2015 in avanti si è aperto stabilmente un canale di finanziamento con risorse nazionali che vengono puntualmente messe a bando e a cui le ATC e i Comuni partecipano, proponendo interventi sia di piccole dimensioni sia di dimensioni più significative e più importanti. Questo finanziamento non è episodico, non è estemporaneo, ma diventa strutturale per cui l'impegno è quello di fare in modo che in maniera sistematica e organizzata le ATC, insieme ai Comuni, possono individuare quelle proposte e quegli interventi che siano più urgenti in modo che siano finanziabili.
Terza questione è relativa al tema specifico di Chiavazza, in provincia di Biella, sull'intervento che da qualche anno è in fase di ultimazione, ma non ancora giunto a compimento. La risposta scritta precisa che questo intervento rientra all'interno del Programma casa, 10.000 alloggi entro il 2012 e fin dal 2010, con determina dirigenziale del gennaio 2010, questo intervento era stato finanziato con una cifra superiore ai tre milioni di euro.
Una situazione molto critica presente in quel posto ha costretto l'ATC di Biella (allora si chiamava ancora ATC di Biella) a fare un acquisto anticipato dell'immobile prima che venissero fatti i lavori di sistemazione. Un acquisto anticipato, complessivamente per un importo di più di due milioni di euro, compresi gli oneri notarli e fiscali.
Dal 2013 in avanti, si è posto il problema, in capo all'ATC, di ultimare gli interventi, per fare in modo che le unità abitative contemplate in quell'intervento potessero essere rapidamente messe a disposizione.
Gli acconti già erogati all'ATC di Biella fin dal 2010 e poi nel 2012 quindi con due erogazioni, sommano complessivamente a più di due milioni di euro, quindi più del 70 per cento dell'ammontare complessivo del finanziamento.
Nel marzo del 2015, stante il tempo trascorso, la Regione ha chiesto all'ATC del Piemonte Nord (adesso diventata Piemonte Nord) un aggiornamento puntuale della situazione su quell'intervento. Con un'ulteriore nota del 28 ottobre 2016, lo stesso Settore ha chiesto nuovamente un aggiornamento sull'andamento dei lavori.
La risposta fornita in data 22 novembre 2016 da parte di ATC Nord evidenziava questo: l'avvenuta redazione del progetto di completamento ancora da approvare e da validare e un quadro economico da cui derivava la necessità di un'integrazione di circa 200 mila euro a carico dell'ATC del Piemonte Nord, oltre al finanziamento disponibile regionale pari a quasi un milione di euro (circa 995 mila euro). In data odierna, è stato richiesto all'ATC del Piemonte Nord un aggiornamento sullo stato di attuazione dell'intervento con particolare riferimento ai lavori di completamento.
Allego alla risposta scritta la nota inviata dall'ATC da cui emerge questo dato, che politicamente è quello più significativo, ma la nota è molto dettagliata, per cui avrà modo di vederla direttamente; il dato significativo che emerge è la volontà da parte d'Agenzia di procedere in tempi definiti alla conclusione dell'intervento attraverso la revisione del progetto esecutivo per aggiornare l'elenco dei prezzi e computometrico oltre che per contenere i costi delle opere da eseguire entro i limiti del finanziamento regionale.
Quali sono i tempi previsti? È prevista la validazione di questo progetto definitivo entro il mese di maggio 2017, e l'inizio dei lavori di completamento entro metà settembre 2017, con conclusione entro gennaio 2018.


Argomento: Comuni

Interrogazione a risposta immediata n. 1520 presentata da Graglia, inerente a "Servizio di supporto giuridico legislativo nei Comuni nel settore urbanistico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1520.
La parola al Consigliere Graglia, per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Premesso che da sempre i competenti Uffici dell'Assessorato regionale all'Urbanistica assicurano ai Comuni un prezioso servizio di consulenza in merito alle complesse questioni che ogni giorno si devono fronteggiare nell'interpretazione del complesso ordinamento urbanistico, ultimamente sono giunte segnalazioni secondo cui, a fronte delle richieste di parere inoltrate, non vengono fornite alle amministrazioni richiedenti le relative risposte. Secondo quanto viene riferito, ciò avverrebbe non perché i funzionari addetti non provvederebbero ad approfondire le questioni sollevate e a predisporre la relativa risposta, ma perché tali risposte non verrebbero firmate dai dirigenti competenti della Direzione e inoltrale ai destinatari.
Considerato ancora che il servizio garantito dagli Uffici regionali dell'Urbanistica è particolarmente prezioso nella presente situazione in cui le difficoltà di bilancio sono aggravate dalle assurde disposizioni che limitano le spese per consulenze legali e che per molte Amministrazioni è infatti diventato praticamente impossibile acquisire consulenze specialistiche in merito a questioni complesse, che peraltro comportano l'assunzione di gravi responsabilità in relazione al rischio di dover rispondere di danni di rilevante entità, si interroga l'Assessore competente per sapere se condivida questa preoccupazione e, quindi, se voglia assumersi l'impegno di sbloccare la situazione in essere assicurando che gli Uffici regionali continuino ad assistere i Comuni con i propri pareri attraverso un servizio che da sempre la Regione ha garantito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Va precisato che l'attività supporto e consulenza nelle materie urbanistiche ed edilizia continua ad essere offerto ai Comuni della Regione in modo regolare, seppur negli ultimi anni sono aumentate, da un lato, le richieste di supporto in modo esponenziale ma, dall'altro, è diminuito in maniera sostanziale il personale della Direzione adibito a tale servizio (a causa di pensionamenti e di riorganizzazione).
Ormai, di consueto giungono all'Assessorato richieste di parere, a titolo collaborativo, sulla legittimità o meno di specifiche scelte progettuali e operative in merito a singole e mirate pratiche edilizie spesso in fase istruttoria presso i competenti Uffici comunali; tali richieste sono tese a ricevere indicazioni e interpretazioni sulle più diverse operazioni di trasformazione del territorio e tendono a coinvolgere gli uffici dell'Assessorato nelle scelte di specifica ed esclusiva competenza dei Comuni.
È noto che vi sono competenze che non possono essere condivise e pertanto, si è reso necessario circoscrivere l'attività di consulenza nelle materie urbanistica ed edilizia a pareri, indicazioni e interpretazioni che vengono resi esclusivamente a soggetti pubblici, con precedenza ai Comuni, che ne fanno richiesta tramite posta elettronica certificata. Con tali atti, l'Assessorato fornisce chiarimenti esclusivamente sull'applicazione delle disposizioni regionali di competenza in materia urbanistico-edilizia.
Quanto sopra è già stato segnalato ai Comuni poiché, com'è noto, la competenza sulla decisione da assumere in merito alla singola pratica edilizia non può essere sottratta all'Amministrazione comunale che è chiamata per legge ad esprimersi; peraltro, aspetti critici o problematici derivanti dall'applicazione sul territorio della normativa regionale di competenza, vengono chiariti dall'Assessorato in un'ottica di reciproca collaborazione tra Enti, che non deve però arrivare a sostituire decisioni di competenza esclusivamente comunale.
Pertanto, con questo obiettivo di condivisione e di collaborazione vengono quotidianamente affrontate le questioni portate all'attenzione degli uffici della Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio.
Se ci sono situazioni precise e puntuali, sono a disposizione per farmi parte diligente anche rispetto agli uffici dell'Assessorato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione a risposta immediata n. 1525 presentata da Rossi, inerente a "Adeguamento dei locali adibiti a sala d'attesa presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Santissima Trinità di Borgomanero"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1525.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è molto semplice: come lei annunciava nel titolo riguarda l'adeguamento dei locali adibiti a sala d'attesa presso il pronto soccorso di Borgomanero.
È una questione importante per i cittadini, perché stiamo parlando di un ospedale che è un'eccellenza nell'ambito della rete ospedaliera regionale sotto diversi punti di vista. Cito solo il dato del tasso medio di degenza: 4,74 giorni, a fronte di una media regionale di 5,49.
L'oggetto dell'interrogazione verte sui locali adibiti all'accoglienza presso il pronto soccorso, perché è un ospedale che è stato immaginato per un numero molto inferiore di prestazioni e di passaggi rispetto a quello attuale.
Solo per dare un numero: nel 2006, il nosocomio ha erogato circa 45.000 prestazioni rispetto alle 18.000 di dieci anni prima, quindi quasi il triplo. Questo, chiaramente, ha creato condizioni di sovraffollamento che fanno sì che i locali immaginati al momento della costruzione del pronto soccorso non siano più adeguati a farsi carico dell'affluenza attuale creando un danno ai cittadini che non ricevono un servizio degno dell'eccellenza dell'ospedale, ma in generale della sanità pubblica.
Da questo punto di vista, teniamo anche presente che il numero dei passaggi al pronto soccorso e delle prestazioni in generale è aumentato anche perché nel territorio novarese, ancora prima della riorganizzazione della rete ospedaliera, già si era operato in questa direzione con la chiusura dell'ospedale di Arona, che ha fatto sì che l'ospedale di Borgomanero si facesse carico di un territorio più vasto.
Con la presente interrogazione, si chiede all'Assessorato quali interventi urgenti intenda attuare per consentire l'adeguamento dei locali adibiti a sala d'attesa presso il pronto soccorso, tenendo conto che l'ASL di Novara per quanto riguarda la ripartizione della quota capitale regionale risulta da anni quella che riceve la quota più bassa. Ci auguriamo che con il prossimo riparto del fondo sanitario regionale si possa operare qualche correttivo in tal senso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Anche in questo caso risponde l'Assessore Ferrari, al quale do la parola.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

La direzione generale dell'ASL di Novara nei giorni scorsi ha provveduto a elaborare uno studio di fattibilità per verificare la possibilità di ampliare l'area di ingresso del DEA dell'ospedale di Borgomanero, con l'obiettivo di migliorare l'accoglienza e l'umanizzazione dell'area di emergenza-urgenza.
L'attuale DEA, che copre un'area di circa 790 metri quadrati, è inserito nel contesto del presidio ospedaliero e risulta adeguatamente connesso alle altre strutture complesse e ai servizi di urgenza. Ha un accesso dedicato per gli utenti e uno per i mezzi di soccorso, che risulta facilmente raggiungibile tramite la viabilità interna, con assenza di interferenze nel contesto dei percorsi normali al presidio ospedaliero. Il padiglione è inoltre dotato di tutte le caratteristiche previste dalle norme di sicurezza. Si può dunque affermare che i locali del DEA rispondano adeguatamente alle necessità sia degli operatori che degli utenti.
Tuttavia, l'area di attesa per visitatori e accompagnatori, di superficie pari a 18 metri quadrati, risulta, a oggi, effettivamente sottodimensionata per garantire l'accoglienza e il comfort dovuti. Infatti mentre il paziente viene immediatamente immesso nell'area triage e trattenuto all'interno dello spazio protetto, ove può essere sorvegliato dal personale, gli accompagnatori vengono ammessi, se necessario, solo in numero di una unità per paziente, per evitare il sovraffollamento dell'area di attesa dei pazienti già accettati e triagiati. Peraltro, con l'aumento degli accessi in DEA che si è registrato negli ultimi anni, anche tale area andrebbe opportunamente ampliata.
La proposta progettuale redatta prevede dunque un ampliamento dell'area di attesa per i familiari che non accompagnano l'utente, con dotazione di servizi igienici ed installazione di un distributore di bevande calde e di acqua, e l'ampliamento degli spazi attigui all'area per il triage, già dotati di proprio servizio igienico, per l'attesa post-triage per utenti deambulanti e utenti barellati e per un loro familiare/accompagnatore: in questi spazi i pazienti che attendono la visita medica sono sorvegliati dal personale in quanto hanno disturbi che sono in potenziale evoluzione. La programmazione dei lavori dovrà evidentemente tenere conto del fatto che il Dea è un'area sanitaria che non consente interruzione dell'attività e deve essere in grado di garantire costantemente un ottimale grado di sicurezza negli ambienti.
Il costo stimato degli interventi ipotizzati ammonta a 450 mila euro la tempistica prevista è di 265 giorni dall'assegnazione dei fondi richiesti, includendo progettazione, affidamento e realizzazione dei lavori. Nei giorni scorsi l'assessore Saitta ha chiamato il direttore dell'ASL di Novara chiedendo la predisposizione di un progetto vero e proprio, in modo da avviare quanto prima le effettive procedure per la realizzazione degli interventi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1527 presentata da Frediani inerente a "Securpol Grop. Quali garanzie di corresponsione degli stipendi ai dipendenti e continuità del servizio di vigilanza armata negli appalti in essere"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1527, alla quale risponderà sempre l'Assessore Ferrari.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

L'interrogazione verte sugli appalti Secupol.
Attualmente, la Secupol ha appalti in essere in particolar modo nell'ASL TO1 presso l'Ospedale Mauriziano e presso l'AMIAT. È una società a socio unico che svolge servizi di vigilanza privata, trasporto e scorta valori, antitaccheggio, deposito caveau, contazione denaro e prestazioni varie inerenti la sicurezza.
Il problema nasce nel momento in cui vengono bloccati dei conti di questa azienda, pare in seguito a delle indagini. Quindi, ci sono indagini in corso - pare - verso gli amministratori dell'azienda, per cui, al momento, i conti correnti del Gruppo sarebbero bloccati. Questo ovviamente, provoca notevole disagio ai lavoratori e si somma al fatto che l'appalto in essere presso l'Ospedale Mauriziano di Torino come termine aveva il 31 marzo 2017.
Pertanto, c'è una doppia preoccupazione che riguarda il termine del contratto con l'Ospedale Mauriziano e, in aggiunta, la mancata corresponsione dello stipendio ai lavoratori da alcuni mesi, proprio perch i conti sarebbero bloccati.
Rispetto a questa situazione, noi chiediamo, intanto, se la Regione sia al corrente della situazione di difficoltà in cui si trovano i lavoratori e, poi, quali provvedimento intenda intraprendere, di concerto con la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera, affinché siano salvaguardati i salari dei dipendenti, i livelli occupazionali e i servizi di vigilanza armata, perché, oltre a tutto ciò, si somma anche un problema di sicurezza della struttura ospedaliera. Quindi, chiediamo notizie rispetto al nuovo incarico che dovrà essere affidato e alla situazione del pagamento degli stipendi dei lavoratori.



PRESIDENTE

La risposta all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

La risposta è stata inviata direttamente all'Assessore Saitta dal Direttore generale dell'azienda ospedaliera del Mauriziano, Silvio Falco.
L'Azienda Ospedaliera Muriziano ha aggiudicato il servizio di vigilanza armata a Securpol Group Srl per il periodo 1° aprile 2016-31 marzo 2017, in attesa che la procedura, rientrante in quelle affidate dal DPCM 24/12/2015 obbligatoriamente a CONSIP o alla Società di Committenza Regionale, venisse avviata dai predetti enti.
A oggi, tenuto conto che SCR ha programmato la gara per l'assegnazione del servizio per il 2018, l'Azienda Ospedaliera Mauriziano si trova nella situazione di dover prorogare il rapporto in corso con l'attuale fornitore.
Pertanto, si è già concordato con Securpol Group Srl una proroga del contratto in essere fino al 31/12/2017, con un conseguente mantenimento delle prestazioni da parte dei lavoratori e delle tariffe offerte in sede di gara, di cui si era verificato a suo tempo la conformità ai livelli contrattuali. Per quanto concerne le somme liquidate, si precisa che esse corrispondono alla data odierna ad euro 155.937,60 IVA esclusa.
L'azienda non ha notizia di esposti o sentenze che abbiano bloccato i conti aziendali di Securpol; sono stati comunque espletati i controlli di competenza e si è avuta conferma da parte della società medesima, con mail del 28 marzo 2017, che tutti gli stipendi risultano corrisposti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1528 presentata da Bono, inerente a "Utilizzo di tettarelle e biberon sterilizzati con ossido di etilene nelle ASR della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1528.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo un Paese strano, un Paese in cui le informazioni sulla salute pubblica avvengono non dai Ministeri verso le Regioni, ma dai servizi televisivi verso la cittadinanza e poi vengono, si spera, recepiti dalla politica.
Come tanti altri cittadini italiani lunedì ho guardato la trasmissione Report, in cui vi era un documentario che analizzava il problema delle tettarelle e dei biberon sterilizzati con l'ossido di etilene.
Il caso dell'ossido di etilene era già salito alla ribalta della cronaca nel 2011 in quanto, a seguito di uno studio fatto in Francia, si era scoperto che residui di ossido di etilene, un biocida cancerogeno, si trovavano in uno su quattro dei materiali sterili monouso utilizzati per l'allattamento nei reparti neonatali degli ospedali francesi. Nel 2011 la Francia decise di vietare l'utilizzo di questi materiali sterilizzati con l'ossido di etilene riservandolo solo a casi molto specifici e molto limitati, cioè a casi di emergenza neonatale con bambini trattati in terapia intensiva, prematuri e quant'altro. Vi era anche un Regolamento europeo del 1998 che vietava l'utilizzo di questo sterilizzante in tutti i contenitori che venissero a contatto con alimenti. Dopo questo caso della Francia, un europarlamentare belga aveva presentato un'interrogazione in cui chiedeva all'Europa di dare una linea direttiva comune. L'Europa sembra abbia risposto dicendo che ogni Governo nazionale deve fare la sua scelta.
Nel 2015 sembra che il Ministero della Salute - dico sembra, perché non ho il documento a mie mani, ma lo si poteva vedere durante la trasmissione di Report - ha prodotto una linea guida in cui recepiva le stesse norme emanante dalla Francia. Questa direttiva non è mai arrivato alle Aziende Sanitarie Locali. Tra i tanti Direttori di Aziende Sanitarie Locali intervistati dalla trasmissione Report, vi è anche il Direttore dell'ASL Cuneo 2, il dottor Danilo Bono, il quale afferma di non sapere nulla e dice che se, in effetti, fosse certo che il materiale utilizzato è cancerogeno e ci sono delle tracce negli strumenti utilizzati, bisognerebbe bandirlo in toto, non solo in bambini sani, ma anche, a maggior ragione, in bambini con problemi di salute perché sono più deboli.
Non abbiamo il tempo di analizzare quali e quante ASL utilizzano questi materiali sterilizzati in questo modo, ma da una breve ricerca fatta con i nostri scarsi mezzi ci risulta che siano molte le Aziende, quindi chiediamo immediatamente alla Regione Piemonte quali misure intende porre in essere per garantire la sicurezza e la salute dei bambini che nascono negli ospedali piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

All'Assessorato alla Sanità non risulta che sia mai stato ricevuto alcun documento da parte del Ministero della Salute contenente prescrizioni e limitazioni sull'uso di tettarelle o biberon sterilizzati con ossido di etilene. Per questa ragione, la Regione Piemonte non ha intrapreso alcuna iniziativa per vietare o ridurre l'utilizzo di tali dispositivi, che peraltro sono presenti diffusamente nei reparti neonatali delle strutture del servizio sanitario nazionale.
Tuttavia, già nella giornata di oggi il Direttore generale dell'Assessorato Renato Botti invierà al Ministero della Salute un quesito in merito all'opportunità di continuare ad utilizzare questo tipo di materiale. Conseguentemente, la Regione si adeguerà alle indicazioni del Ministero.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.24)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cerutti, Ferraris, Pentenero e Valmaggia.
Non è presente l'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore Balocco è disponibile a svolgere la comunicazione richiesta dalla Consigliera Frediani in apertura della odierna seduta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti dell'attentato a San Pietroburgo del 3 aprile 2017 e del bombardamento del 4 aprile 2017 a Idlib in Siria


PRESIDENTE

Lunedì 3 aprile, intorno all'ora di pranzo, nella metropolitana di San Pietroburgo una bomba ha sventrato un vagone causando 14 morti e decine di feriti.
Un altro ordigno, trovato ancora inesploso, è stato disinnescato.
Gli investigatori russi hanno confermato che il responsabile dell'attentato terroristico è un kamikaze kirghiso, legato quindi al terrorismo dell'Asia centrale che colpì Istanbul lo scorso capodanno.
Questo ennesimo folle attacco ci lascia sgomenti e addolorati, ma ci spinge a intensificare l'impegno di tutte le istituzioni a reagire contro chi uccide in modo vile e barbaro.
Al popolo russo desidero manifestare la nostra partecipazione e la nostra solidarietà, convinto di interpretare la sensibilità dell'intera comunità piemontese in questo terribile momento.
Una ferma condanna va inoltre espressa per l'inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, in Siria, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. L'uso di armi chimiche come gli attacchi deliberati contro strutture mediche, equivale a crimini di guerra e a gravi violazioni del diritto umanitario internazionale.
Pertanto chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziata la discussione generale. Il Consigliere Gallo ha svolto la relazione di maggioranza e i Consiglieri Bono e Berutti quella di minoranza.
Nella discussione generale sono intervenute le Consigliere Porchietto e Frediani e i Consiglieri Vignale, Bertola, Sozzani, Grimaldi, Campo Valetti e Andrissi.
Sono prenotati ad intervenire i Consiglieri Appiano, Batzella, Ottria e Mighetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo dopo una mattinata in cui, spesso e volentieri, si è detto che il bilancio di cui discutiamo non ha prospettive, non è coraggioso, non imprime delle scelte, cerca di governare il governabile, cerca di tirare a campare. Quindi, anche se non troppo in modo originale rispetto a interventi sull'assestamento e i bilanci precedenti, mi tocca, e ritengo utile, ripercorrere un po' la cornice in cui questa maggioranza si è trovata a operare dall'inizio di questa legislatura; una cornice che ha visto innanzitutto emergere la vera situazione di disavanzo di questa Regione, quantificata in oltre tre miliardi tra i due tipi di accertamenti e poi quattro miliardi e 800 dell'utilizzo del decreto n. 35. Quindi, quasi otto miliardi di disavanzo complessivo. Un indebitamento complessivo di dieci miliardi e mezzo e tutta una serie di debiti fuori bilancio che man mano sono venuti fuori anche fino a tempi recenti, oltre a fondi perenti di cui si erano perse tracce. Una situazione di cassa che obbligatoriamente era sempre più drammatica ed è ancora molto complessa.
Vi è stata, in passato, la celebrazione di rituali che hanno visto pubblicare bandi e graduatorie con comunicazioni successive a Comuni imprese o beneficiari vari, senza che questi bandi avessero un'autentica copertura finanziaria che poi abbiamo dovuto dare noi.
Cito un esempio per tutti, perché è un esempio di cui mi sono dovuto occupare prima da Sindaco del mio Comune e ora nella Commissione competente. Correva l'anno 2012 quando il 27 aprile veniva pubblicata una DGR che istituiva il cosiddetto "parco progetti", cioè interventi edilizi nelle scuole nei vari Comuni, con tanto di comunicazioni a tutti i Comuni.
Vennero poi riconosciuti i contributi, dopo che la graduatoria era stata pubblicata.
L'ammontare complessiva era intorno ai 24-25 milioni di interventi comunicati, su cui alcuni Comuni avevano iniziato a ragionare in termini di co-finanziamento nei propri bilanci. Solo 5,7 milioni di quei 24-25 erano concretamente iscritti nei bilanci di allora. Nel frattempo, è anche cambiata la contabilità e solo nel mese di marzo di quest'anno questa maggioranza si è fatta carico di tutta la rimanente parte di finanziamento della graduatoria per un totale di quasi 18 milioni di euro, attraverso fondi iscritti nei bilanci 2015-2016, quindi con uno sforzo finanziario nostro.
Dopodiché, il passato è stato fonte di cause da parte di Enti locali che non ricevevano pagamenti, e penso al contenzioso con le Province. È stata sede di scarsa attenzione al recupero autentico dell'evasione e dell'elusione fiscale. È stata sede di crescita a dismisura del debito sanitario non gestito, che poi ci ha fatto entrare in piano di rientro da cui siamo usciti formalmente solo qualche settimana fa, oltre a tutta una serie di incertezze normative, una delle quali è ancora cogente, ed è quella sulla corretta qualificazione della restituzione di fondi al Commissario di Governo, ai sensi del decreto n. 35, manovra che blocca in questo momento l'assegnabilità di circa 150 milioni, che si spera trovi soluzione.
Davanti a una situazione del genere, quale atteggiamento possiamo avere in sede di bilancio? Quello di immaginare tutto lo scibile, cioè fare una ricognizione, che pure è importante, di tutti quei settori, quelle Direzioni, quelle politiche che avrebbero bisogno di più risorse, magari anche senza fare un ordine di priorità. Oppure quella di fare i conti con la realtà e non rinunciare a una strategia politica che trova traccia nell'assestamento di qualche mese fa e nel bilancio che andiamo a discutere ora, cioè soprattutto quella di un'attenzione verso alcune politiche principali.
Penso al tema delle politiche sociali: dall'anno scorso gli Enti gestori hanno certezza di stanziamenti di risorse sul piano triennale quindi possono fare una loro programmazione. Penso al tema del diritto allo studio: anche qui, stiamo cercando di portare in porto un riallineamento tra le annualità in cui escono i bandi e le annualità scolastiche, avendo anche modificato la legge passando dal contributo ex post al voucher ex ante che andremo a sperimentare proprio nei prossimi mesi. Penso a una certezza di risorse per le funzioni conferite alle Province, alla Città metropolitana e agli Enti locali in genere e agli interventi in materia culturale: abbiamo ricevuto tutti una comunicazione da AGIS qualche giorno fa in cui, pur chiedendo sforzi ulteriori, si dava atto che per la prima volta, con l'assestamento dello scorso anno, avevamo messo fine a un andamento in decrescita e di tagli e avevamo stabilizzato le risorse per questo settore. Se pensiamo, pur con tutte le difficoltà del caso, che la Città capoluogo sta immaginando di quadrare il bilancio tagliando su questo settore, beh, anche qui penso che una qualche differenza si possa notare.
Allo stesso tempo, per dare copertura a tutte le problematiche precedenti, si è dato corpo anche ad una spending review seria e proiettata verso il futuro, i cui risultati, quindi, potranno essere pienamente conseguiti nel tempo, ma in parte lo sono già: se abbiamo avuto modo di leggere - come credo tutti abbiano fatto - la nota integrativa, avremo visto quali e quanti risultati abbiano già prodotto e continueranno a produrre in futuro la riduzione della spesa per il personale, la riduzione delle Direzioni e dei Settori, la razionalizzazione delle locazioni passive e delle spese per gli Uffici, la prima ricognizione delle società partecipate, la riduzione dei costi della politica e il rientro dal disavanzo sanitario.
Contemporaneamente, accanto alla stabilizzazione triennale della spesa abbiamo assicurato una copertura, a mano a mano sempre più spostata in avanti, di quella quota di disavanzo che, per un decimo e un trentesimo nei prossimi anni dovremo andare a coprire. Se avessimo dovuto scommettere quando abbiamo iniziato questo percorso qualche anno fa, che oggi si sarebbe riusciti ad arrivare a questo ulteriore passo del processo di costruzione di un bilancio credibile, probabilmente in pochi lo avremmo fatto in modo così leggero.
Parimenti, il nuovo bilancio pone l'attenzione su alcuni focus specifici. È un bilancio in cui cominciamo nuovamente a mettere risorse al servizio del sistema economico. Si dirà che sono troppo poche; beh, intanto abbiamo ricominciato un percorso ed un cammino. Abbiamo dato - o daremo impulso agli investimenti nel campo degli Enti locali, con una misura quantificata economicamente - quei famosi 25 milioni, di cui abbiamo già molto parlato - e che, dando vita a contribuzioni, a margini e a spazi di medio o piccolo taglio, permetteranno non già di fare poche grandi opere, e chissà quando, ma di realizzare tanti interventi distribuiti in tanti Comuni e in tanti Enti locali, tra l'altro entro l'anno in corso perch questa è la condizione perché l'intervento sia efficace e possibile.
Allo stesso tempo, abbiamo provato ad immaginare di tradurre in norma di legge un principio scritto nella normativa sulla contabilità potenziata del 2012 e tradotta in una decretazione del 21 febbraio scorso, cioè quelle intese regionali che mirano a sbloccare l'utilizzo degli avanzi di amministrazione ai fini degli investimenti da parte degli Enti locali; e questo è uno degli articoli aggiuntivi di questa legge.
Poi abbiamo ricominciato a ragionare in termini di extra LEA. Anche a questo proposito, il discorso non è semplicisticamente - anche se è importante da quel punto di vista - di natura economica. Qualificare come avente copertura sanitaria o meno una prestazione non significa solo capire a quale Direzione e a quale capitolo del bilancio deve far capo una certa spesa, ma significa riconoscere una universalità alla prestazione e al diritto che in extra-sanità non avrebbe e che invece, all'interno del novero del fondo sanitario e delle politiche sanitarie regionali, ha. E questo, quindi, ci permette di iniziare un cammino che abbraccerà a 360 gradi tantissime competenze, dalla domiciliarità, agli assegni di cura e immagino - anche alle fragilità in materia psichiatrica.
Abbiamo consolidato le risorse per il diritto allo studio universitario, non solo garantendo i servizi ma anche permettendo all'Ente di erogare, attraverso tutte le forme di finanziamento, la borsa di studio a tutti gli aventi diritto. E questo sta già avendo delle conseguenze positive in termini di attrattività e di impulso al nostro sistema universitario.
Certamente, quindi, questo bilancio non è un libro dei sogni, come non lo erano i precedenti, ma è un bilancio che fa i conti con la dura realtà e non rinuncia a fare delle scelte e a guardare al futuro, però in un quadro di risorse il più possibile certe ed esigibili.
Avremo ulteriori focus di cui occuparci; ne cito solo due e taccio perché sono arrivato ai dieci minuti. Uno - lo ricordava il collega Grimaldi questa mattina - è il tema degli appalti dei servizi, sui cui dovremo aprire una discussione seria, e l'altro, quando sarà possibile, è il discorso di quella rimodulazione dell'IRAP di cui abbiamo parlato più volte e che potrebbe essere un volano per alcuni settori, come quello sociale delle Onlus o quello delle imprese culturali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Come vi anticipavo, ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Oggi siamo impegnati in Aula nella discussione generale sul bilancio di previsione finanziaria 2017-2019, e precisamente sul DDL n. 237.
Abbiamo terminato i lavori in Commissione, dove abbiamo presentato le nostre proposte tramite diversi emendamenti, che purtroppo - come accade ogni anno - sono stati respinti e quindi non approvati.
Vorrei precisare e ricordare che siamo nel mese di aprile e dunque in ritardo con l'approvazione del bilancio di previsione. E questo comporta sicuramente delle problematiche per la Regione e per tutti i soggetti ai quali la Regione è legata. Io ho seguito con attenzione i diversi interventi che si sono susseguiti nell'arco della mattinata e in particolare mi ha colpito una frase del relatore di maggioranza, il Consigliere Gallo che non vedo qui in Aula, quando ha dichiarato che la Giunta ha garantito le risorse in modo stabile, citando soprattutto le politiche sociali.
Ebbene, non mi risulta che la Giunta abbia garantito le risorse stabili sul sociale. Questo è il tema sul quale mi concentrerò, del quale mi occupo e che mi sta molto a cuore. Parimenti purtroppo - lo sappiamo bene tutti spesso, negli anni, il capitolo sulle politiche sociali è stato oggetto di tagli o comunque di riduzioni di risorse; questo non solo a livello regionale, ma abbiamo avuto anche dei tagli a livello nazionale.
Vorrei ricordare che non mi risulta che in questo bilancio - e ho anche presentato degli emendamenti in merito - siano state garantite tutte le risorse necessarie; altrimenti non avremmo presentato delle richieste di modifica. E avviso già che depositerò degli ordini del giorno, con la speranza che vengano approvati, su alcune tematiche che possiamo definire emergenze sociali. Su queste vorrei fare un passaggio e quindi elencarvi le criticità che abbiamo constatato in questo bilancio: un bilancio, tra l'altro, carente di strategie e anche di investimenti, oltre ad essere in ritardo di tre mesi con tutto il resto che ne consegue.
Sulle politiche sociali, ci siamo accorti che ci sono dei capitoli che non vengono finanziati da anni, nonostante ci siano delle normative regionali ancora attive, in essere,: finché la normativa non viene abrogata, la Regione Piemonte ha il dovere di investire risorse su dei capitoli.
Sia l'anno scorso che quest'anno ho presentato un emendamento e ho trattato il tema delle vittime di pedofilia. È un capitolo che non ha più avuto risorse, mentre tutti sappiamo bene che il tema della pedofilia delle vittime di pedofilia, è - ahimè - attuale ed è una grave emergenza sociale. Come ben sapete, gli abusi e le violenze sui minori sono sempre in aumento ed è una problematica importante che comporta dei costi al bilancio della nostra Regione, perché se non facciamo prima prevenzione e non investiamo sulla prevenzione, non riusciremo mai a debellare queste gravi emergenze sociali.
Tra l'altro, riguardo alle vittime di pedofilia abbiamo la legge n.
14/2016 (esattamente l'articolo 40). Dobbiamo investire sui minori, non solo dal punto di vista della violenza e degli abusi, ma dobbiamo pensare anche alle problematiche legate ai minori stranieri non accompagnati: altra grave emergenza della nostra regione.
Abbiamo discusso a lungo con l'Assessore Reschigna e l'Assessore Ferrari in merito al tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche (anche questo è una grande problematica). Mi riferisco esattamente alla legge n. 13/1989, che è una legge nazionale, ma ci sono anche dei contributi che la Regione Piemonte mette a disposizione proprio per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati, per venire incontro e agevolare le persone disabili che vogliono muoversi in autonomia nella propria abitazione.
Ho interrogato più volte l'Assessore Ferrari (ne abbiamo discusso anche privatamente, oltre che nelle Commissioni e nell'aula di Consiglio): ho sollecitato l'Assessore per cercare di risolvere e tamponare il ritardo delle graduatorie, che sono ferme al 2012. Vi rendete conto che ci sono persone disabili che hanno effettuato dei lavori nel proprio domicilio e non hanno ancora ricevuto i contributi che vengono erogati per legge, in questi ambiti? Sono trascorsi cinque anni e ci sono delle persone che attendono questi contributi. Spero che questa Giunta si ponga finalmente degli obiettivi e abbia delle priorità, perché riguardo al tema delle barriere architettoniche - sia per quanto riguarda gli edifici privati sia per quanto riguarda quelli pubblici - abbiamo tanto lavoro da fare.
Sicuramente, se riuscissimo ad investire maggiormente, ci sarebbe anche un risparmio per le casse della Regione Piemonte.
Un altro problema, un altro tema importante è l'assistenza domiciliare le cure domiciliari. Anche qua ne abbiamo discusso a lungo e più volte gli Assessori competenti sono stati interrogati. Abbiamo bisogno di incrementare le risorse per i servizi domiciliari e per tutte quelle persone che non sono autosufficienti. Abbiamo avuto un caso, non tanto tempo fa (risale a un mese fa), dove ci sono state delle dichiarazioni rilasciate da parte di due Direttori generali (il Direttore generale dell'ASL TO3 e il Direttore generale e Amministratore Unico della nuova ASL Unica di Torino), che affermavano di non avere più i soldi per pagare gli assegni di cura.
Capite che non possiamo andare avanti così, ma che abbiamo bisogno di certezze? Tra l'altro, l'Assessore Ferrari mi aveva risposto che la Regione garantiva queste risorse fino a settembre 2017, tant'è vero che io avevo posto la domanda (che pongo ancora oggi), chiedendo: "Dopo settembre 2017 cosa faremo? Vogliamo prendere una decisione definitiva per riuscire a capire, soprattutto omogeneizzare, in tutto il territorio piemontese le varie Aziende Sanitarie Locali, i Consorzi e la cifra che viene erogata per gli assegni di cura?". Perché ci sono delle persone con disabilità che, con pari punteggio, se sono residenti presso la Città di Torino hanno diritto ad un importo, mentre, se sono residenti in un altro territorio, hanno diritto ad una cifra diversa, generalmente anche molto inferiore rispetto ad altri territori.
Di questo ne avevamo parlato con l'Assessore Ferrari, che conveniva era d'accordo - su quanto vi sto affermando, perché bisogna omogeneizzare e cercare di trovare un'alternativa per rendere pari la cifra degli assegni che vengono erogati a tutte le persone che ne hanno bisogno.
Inoltre, c'è un altro problema: in questo bilancio ci sono delle risorse molto contenute, molto ridotte, per la realizzazione degli interventi a favore della disabilità. A favore della disabilità si deve fare molto di più, perché le famiglie.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, le chiedo di chiudere.
Grazie.



BATZELLA Stefania

Sì, Presidente, un attimo e concludo.
Si deve fare molto di più, perché le famiglie si trovano in grosse difficoltà e hanno bisogno di supporto. E quando si parla di supporto, si parla anche di supporto economico, perché spesso sono delle famiglie che non raggiungono un determinato reddito e che hanno bisogno di essere aiutate.
È importante - e concludo - investire sulle nuove forme di povertà (questo non mi stancherò mai di ripeterlo): parliamo di tutte quelle categorie come, ad esempio, i genitori separati in difficoltà. Quest'anno (vi avviso già) presenterò un ordine del giorno: vorrei che fosse rispettata la legge n. 37/2009, anche perché è una problematica davvero importante: i genitori separati e divorziati vivono una condizione di difficoltà e dobbiamo contrastare la povertà.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Balzella.
La parola al Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Il mio è il primo intervento come Capogruppo del nuovo movimento che abbiamo costituito in Consiglio regionale, "Articolo 1 - Movimento democratico e progressista".
Pertanto, non farò un lungo intervento, perché molte cose sono state già dette da alcuni miei colleghi. Inoltre, in questa fase costitutiva non abbiamo partecipato alle Commissioni bilancio, per cui non abbiamo il dettaglio completo, soprattutto rispetto agli emendamenti.
Detto questo, però, non ci sfugge il contesto economico in cui siamo.
Ho sentito alcuni interventi che parlavano di mancanza di progetti.
L'ha già dichiarato il collega Appiano, e lo condivido: vorrei che non ci dimenticassimo da dove veniamo.
Una collega ha anche detto che la Regione deve cambiare passo: io credo che questa Regione il passo l'abbia cambiato già nel 2014, quando ci siamo trovati con una situazione veramente complicata e abbiamo saputo far fronte ad un'emergenza finanziaria.
Pertanto (l'ha già fatto il relatore Gallo), vorrei fare i complimenti al lavoro che è stato svolto dalla Giunta, in particolare dal Vicepresidente Reschigna, perché ha saputo tenere i nervi saldi e fare un difficile e faticoso lavoro di riequilibrio dei nostri conti finanziari.
Questo bilancio rappresenta un'azione di equilibrio in questa situazione finanziaria; infatti andiamo a far fronte - è già stato ribadito ad un cospicuo debito che pesa più di 500 milioni, come impegno, anche per gli anni futuri. Questo costituisce sicuramente un aggravio che non ci consente di avere molte risorse libere da impegnare in altri settori.
Certo, sarebbe preferibile poter contare su maggiori risorse da destinare a investimenti in grado di produrre nuovi insediamenti produttivi o per incentivare l'inserimento lavorativo soprattutto dei nostri giovani.
L'elenco sarebbe lungo; certamente, in molti settori del bilancio sarebbero necessarie maggiori risorse.
Non sto qua a citarli tutti, mi limiterò a riprenderne alcuni tra i più significativi, partendo dall'ambiente, dalla difesa del suolo e delle infrastrutture. In questi ambiti le risorse necessarie sarebbero addirittura maggiori anche per una Regione con i conti a posto. C'è un enorme lavoro da fare: pensiamo, ad esempio, alla difesa del suolo e alla sistemazione del territorio, aspetti sui quali - mi rivolgo alla Giunta credo sia necessaria un'azione forte anche nei confronti del Governo centrale per ottenere le risorse necessarie al nostro territorio, per dare lavoro e per rimettere in moto il volano economico del Piemonte.
In questo senso, però, sottolineo alcuni aspetti che emergono in questo bilancio: pensiamo ai 25 milioni di euro, che prima ricordava il collega Appiano, che la Giunta mette a disposizione dei Comuni e degli Enti locali.
Credo sia una misura sicuramente efficace per consentire, soprattutto ai piccoli Comuni e alle piccole realtà della Provincia, dei piccoli investimenti che per alcune Amministrazioni possono rappresentare un volano per alcuni settori.
Sarebbe positivo assicurare risorse a tanti altri settori: penso al trasporto pubblico locale, dove saranno necessari ulteriori investimenti anche sulle infrastrutture, ma anche qui occorre uno sforzo che va al di là delle nostre volontà.
Giudico positivamente la volontà di garantire le risorse sulle politiche sociali, anche se, com'è già stato detto da molti, occorrerebbero cifre maggiori. Ho sentito parlare poc'anzi di barriere architettoniche: è certamente un tema di civiltà. Solo l'altro giorno in un articolo apparso su La Stampa si parlava del fatto che le Regioni - quindi non solo il Piemonte, per la verità - non riescono a far fronte alle richieste; credo che la nostra Regione sia ferma addirittura dal 2012. Ma credo, altresì che anche in questo ambito sia stato fatto uno sforzo per invertire una tendenza, impegnando delle risorse per muovere le graduatorie che risultano ferme. È un segno di civiltà da sottolineare.
Chiudo con un riferimento alle politiche sanitarie, dove sappiamo bene che, per fortuna, da alcune settimane è stata ufficializzata l'uscita dal piano di rientro.
È sicuramente una notizia positiva; era un obiettivo che c'eravamo prefissati dall'inizio e lo abbiamo raggiunto non a cuore leggero, ma con sacrifici; è costato molto poter far condividere la situazione (in molti casi non è stato possibile, perché si sono verificati contrasti specialmente in alcune zone del nostro territorio).
L'obiettivo è stato raggiunto, ma vorrei che d'ora in avanti questo risultato rappresentasse un punto di partenza, per garantire, anche con uno schema diverso dal passato, servizi per tutti i cittadini e in ogni luogo sia nelle realtà metropolitane che nelle zone più sperdute (magari attraverso i servizi territoriali), senza lasciare indietro nessuno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
I miei colleghi hanno già illustrato quelle che sono state le nostre proposte emendative, suddivise per materia.
Come ricordava il collega Bono, abbiamo presentato circa 80 emendamenti di merito; emendamenti che avevano anche cifre piuttosto basse come impegno di spesa. Questo configura, anche da parte nostra, un realismo che doveva essere improntato a proporre modalità differenti di impiego delle risorse regionali per poi andare a ricercare quali erano le priorità; priorità che ci auguravamo potessero rappresentare un momento di sintesi e di condivisione con la maggioranza.
Così non è stato: oggi ci troviamo in Aula ad affrontare la discussione generale sebbene i nostri emendamenti siano stati bocciati in Commissione.
Mi accingo a delineare le nostre proposte su alcuni argomenti da noi trattati, come la tutela del suolo, l'agricoltura, il paesaggio e l'urbanistica.
In ambito agricolo abbiamo fatto alcune proposte minimali, per intervenire sulle problematiche relative alla fauna selvatica, quindi ai danni procurati dagli incidenti stradali (in Aula presenteremo anche emendamenti sui danni alle colture agricole).
Sempre sull'agricoltura, abbiamo pensato di spostare dei fondi su quella che è la gestione del Fascicolo Aziendale da parte dei Centri di Assistenza Agricola, e di portarli sugli investimenti. Questo perché il Fascicolo Aziendale, che è il principale onere dal punto di vista burocratico per le aziende agricole, ad oggi dovrebbe essere quasi totalmente affrontato in maniera indipendente dagli agricoltori. Non è scritto da nessuna parte che i Centri di Assistenza Agricola debbano continuare a produrre le domande uniche per la PAC. Gli agricoltori, per la gran parte, utilizzano i mezzi informatici con una certa efficienza; sono cambiati i tempi rispetto a dieci o venti anni fa, per cui gli agricoltori possono seguire le proprie pratiche direttamente; basterebbe che i Centri di Assistenza Agricola dedicassero parte del tempo che impiegano a compilare le domande ad istruire gli agricoltori stessi, per renderli indipendenti.
Questo meccanismo avrebbe dovuto essere avviato anni fa e non capiamo perché questa modalità, che alleggerirebbe di molto sia l'attività dei sindacati agricoli sia il nostro dispendio a livello di Regione, non abbia trovato seguito.
Per quanto concerne le politiche sul dissesto idrogeologico e sulle alluvioni, abbiamo proposto alcuni emendamenti relativi, in particolare, ai fondi per la prevenzione al dissesto idrogeologico, ulteriori fondi sull'alluvione 2016 e fondi per la ricollocazione di immobili siti in zone a rischio. Con quale strategia? La strategia è quella di mettere in sicurezza il territorio prima che gli eventi succedano, per quanto sia possibile; spostare quegli immobili che sappiamo essere a rischio e che domani potrebbero essere danneggiati dalle alluvioni coinvolgendo i residenti e andare a mettere ulteriori fondi sull'ultimo evento alluvionale. Perché? Perché sono già stati stanziati fondi regionali nazionali, aspettiamo ulteriori fondi dal Ministero sulle Province di Asti e di Alessandria, ma sappiamo una cosa molto semplice: se i fondi vengono stanziati subito questi fondi vanno veramente a incidere sulle realtà locali, mettendo in ripristino le infrastrutture, dando una mano alle aziende e non creando un danno economico generale al nostro territorio.
Dal punto di vista dell'urbanistica e del paesaggio, il nostro unico emendamento quest'anno è stato relativo agli interventi per la qualità paesaggistica, perché sappiamo bene quanto possono essere validi piccoli impegni di spesa per riqualificare, per eliminare elementi di disturbo paesaggistico all'interno del paesaggio piemontese.
Un emendamento che abbiamo proposto tutti gli anni, ma che quest'anno non ci siamo sentiti di perorare, è quello sull'implementazione dei fondi relativi ai piani regolatori, cioè al finanziamento da parte della Regione dell'aggiornamento degli strumenti urbanistici. Questo perché, se da una parte la Regione ha fatto un impegno di spesa sul triennio abbastanza corposo, dall'altra pensiamo che ci sia un momento di indecisione molto pericolosa: se da una parte c'è un piano paesaggistico in dirittura d'arrivo, dall'altra c'è una proposta di legge sul consumo del suolo, che se pur non sia arrivata in Giunta regionale per l'approvazione, penso sia arrivata in tutti i Comuni del Piemonte, è ormai nota a tutti ed è già stata abbondantemente contestata.
Detto questo, se andiamo a fare una rivoluzione urbanistica tra un anno sarebbe veramente assurdo andare a finanziare gli adeguamenti al PPR nell'anno in corso. Perché? Perché noi con la proposta di legge della Giunta andremmo a creare un altro livello di pianificazione, mentre con il PPR andremmo ad aggiornare lo strumento urbanistico canonico, cioè il Piano Regolatore Generale dei Comuni. Quindi, non ci sentiano di andare - per così dire - a spendere dei soldi dandoli ai Comuni che virtuosamente possono mettere mano agli strumenti urbanistici e tra un anno si possono trovare ad avere uno strumento urbanistico ormai vetusto.
Sul dibattito. Il dibattito è finito in Commissione sostanzialmente sulla proposta dell'Assessore Reschigna in merito all'impiego dei 25 milioni sulle piccole opere. Di per sé, pensiamo sia una politica abbastanza intelligente spendere sulle piccole opere, però quali sono le nostre perplessità? Le nostre perplessità riguardano soprattutto le graduatorie e i tempi.
Cioè, in questo anno ci proponiamo di spendere 25 milioni sui piccoli Comuni; abbiamo 1.200 Comuni in Piemonte e 25 milioni di fondi. Come possiamo essere gestite le graduatorie? Come possiamo pensare che allorquando mille dei 1.200 Comuni presentino un progettino per essere finanziato, ci possono essere dei Comuni che rimangono fuori da questo budget, fuori da questi 25 milioni, perché? Perché non pensiamo che ci siano tutti progetti da 25 mila euro, ma che ci siano dei progetti che superano questa soglia e pensiamo che ci possa essere uno strascico di questi progetti che possono rimanere fuori e a richiedere fondi nelle prossime annualità. Quindi, chiediamo trasparenza, chiediamo che vengano definiti i criteri per la gestione di queste graduatorie in Commissione.
Per quanto riguarda i tempi, mi pare veramente quasi un azzardo pensare che, con un bilancio che deve essere ancora approvato con un bando e delle modalità operative che devono essere definite, nel giro di pochi mesi che ci separano dalla fine dell'anno si possano realizzare interventi in modo completo e liquidarli.
Mi sembra un'impresa abbastanza epica, che potrebbe dare origini a dei problemi tecnici di gestione di queste graduatorie.
L'ultima questione è relativa all'organizzazione di questi fondi. Non vogliamo pensare che questo sistema sia stato studiato, anche di fronte al fatto che nel mese di giugno andiamo a elezioni amministrative e molti Comuni sono pronti a cercare questi fondi.
Se fosse veramente così, questo sarebbe un atteggiamento abbastanza preoccupante. Come è stato definito ieri l'atteggiamento, come atteggiamento riferito a un mio collega, sarebbe un atteggiamento cinico e superficiale. Mi riferisco a un'accusa che è stata mossa al collega Andrissi, che ha osato alzare il velo su un inquinamento che uccide e sul silenzio delle Istituzioni che uccide. Proprio queste parole mi hanno spinto a riflettere sull'atteggiamento portato avanti negli anni sul bilancio, non da questa Amministrazione o dalla scorsa, ma sul bilancio che è stato creato nei decenni passati sulla situazione addirittura di baratro totale dei conti della Regione.
Penso che oggi, come diceva il collega Appiano, bisogna guardare indietro, ma non guardare indietro al 2012, bisogna guardare indietro andando ancora un po' più lontano, e penso che l'autocritica non possa essere solo riferita a ieri o all'altro ieri, bisogna farla in funzione di tutti gli atti che hanno reso i conti della Regione poco stabili, poco certi e veramente pericolosi per il futuro dei nostri figli.
Quindi, mi sembra un atteggiamento a dir poco ipocrita, anche perché ci sono persone in questo Consiglio che hanno votato dei bilanci che erano veramente una mannaia sulla nostra testa e sulla testa dei nostri figli.
Per chiudere, volevo dire ancora sull'atteggiamento cinico e superficiale. Direi che cinico e superficiale è l'atteggiamento portato avanti con le grandi opere: noi siamo a elemosinare al Ministero soldi per il nostro bilancio, mentre si spendono 6,2 miliardi di euro per un'opera di cui non sappiamo bene i risultati, di cui si dice che sia partita male e che sia continuata peggio.
Ebbene, se questi sono gli investimenti che vengono fatti sul nostro suolo regionale e se il bilancio della nostra Regione e quello che abbiamo descritto fino adesso è quello che è, con tutti i tagli ai servizi che abbiamo visto, dobbiamo spingere più in là il nostro sguardo e fare una vera riflessione su dove stiamo andando.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, per alcune considerazioni sul bilancio 2017, ma di fatto sul bilancio del triennio che va a concludere la legislatura quindi è quello che dovrebbe definire la legislatura del Presidente Chiamparino e che dovrebbe indirizzare le grandi scelte politiche.
Partirei da una considerazione, che è quella dell'intervento del Presidente al 30 giugno 2014, che si incentrava sulle due grandi emergenze che allora condivisi: una era creare una condizione di equilibrio del bilancio e con il bilancio che ho sentito ne hanno...



(Commenti fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Chiedo scusa, non ho potuto ascoltare l'intervento di Appiano, ho sentito che è stato richiamato dal collega Mighetti. Se volete, sarebbe opportuno fare un seminario sulla storia, ma per quanto riguarda la storia al di là delle colpe della sinistra e della destra, perché ce n'è per tutti - a livello di Regione, non ci si è resi conto, probabilmente, nel 2005, che non c'era più il ripiano a piè di lista a livello nazionale. Sono trascorsi il 2006, il 2007, il 2008, il 2009, 12 anni fa è iniziata questa storia, poi possiamo svolgere un seminario specifico per individuare la negligenza e la volontà. Sta di fatto che, oggi, fortunatamente, ci troviamo con un punto di equilibrio, e questo va a merito. Personalmente lo riconosco a questa Giunta, nel senso che ha raggiunto un punto di equilibrio del bilancio, a spese, chiaramente, dei piemontesi, che dovranno nei prossimi anni rimborsare una cifra ingente, quindi significa anche una riduzione dei prossimi spazi di intervento, già a partire da questa Giunta e anche per le Giunte future. Quindi, su questo non posso che esprimere una condizione di condivisione per quello che è stato il percorso.
C'era un secondo tema fondamentale che il Presidente Chiamparino aveva trattato nel suo insediamento, di carattere politico: quello del lavoro tradotto in sintesi con un termine, che significa, a questo punto, agire con tutti i mezzi che una Regione ha come ente legislativo per aiutare il sistema a creare lavoro, per aiutare il sistema dell'impresa a creare lavoro, per rendere più facile la vita delle famiglie dei piemontesi.
Rispetto a questo devo dire che, personalmente, noi come Gruppo, ci aspettavamo di più dalla Giunta complessivamente, perché è encomiabile la parte gestionale di equilibrio prima, ma occorre una sostanza normativa, un cambiamento.
Colleghi, ci sono regole scritte vent'anni fa per un Piemonte di vent'anni fa, che probabilmente erano giuste, anzi, sono firmate da me quelle di vent'anni fa, quindi allora erano giuste sicuramente. La legge 28/1999, il testo unico dell'artigianato e il testo unico del commercio, di fatto, sono provvedimenti che ho proposto tutti io, quindi erano giustissimi allora, ma oggi sono ancora adeguati al Piemonte che abbiamo? È questo lo sforzo politico che dobbiamo fare, poi potremmo trovarci divisi su quanto oggi è considerato adeguato, ma è questa la sostanza politica che dobbiamo dare in questo momento, perché è vero, è giusto, è sacrosanto lo sforzo, da una parte, ma, dall'altra, il nostro tema è offrire strutture adeguate sotto l'aspetto normativo e sotto l'aspetto delle azioni di intervento sul territorio.
Vede, collega Mighetti, sono d'accordo sulle grandi opere, quindi quello lo considero un intervento adeguato, pertanto su quel fronte dico che ci sono, non ci sono dall'altra parte, su tante altre questioni di carattere normativo.
In Commissione, durante l'illustrazione degli emendamenti, abbiamo avuto la possibilità di accennare ad alcune questioni, partendo, ad esempio, dalla questione fondamentale del bilancio: la sanità, che costituisce l'80 per cento. È positivo essere usciti dal tunnel del piano di rientro, ma se non interveniamo rischiamo nuovamente di ripartire con un meccanismo dove qualcuno ci travolge.
C'è un indicatore, che richiamo a titolo di esempio: il fatto che in una Regione come il Piemonte siano aumentate le mobilità passive, verso la Lombardia essenzialmente, di 100 milioni, non lo si argina vietando la mobilità passiva - cosa che non è possibile. Vuol dire che la Lombardia è più appetibile, non lo so perché! Perché fa la pubblicità più bella? Perch risponde subito al telefono? Quello è un indicatore, è la cartina al tornasole di un sistema che va adeguato, poi possiamo anche dividerci tra chi lo vuole più pubblico e chi lo vuole più privato, chi lo vuole convenzionato in un modo e chi vuole il pronto soccorso in un altro, ma certamente, è una questione che va affrontata, va vista, va analizzata perché è la prova provata che c'è un indicatore di un certo tipo.
Se dalla città da cui provengo si va su Milano e non su Torino, ci si deve porre la domanda: perché? Perché non c'è la risposta immediata? Guardate che questo ha conseguenze sulla contabilità di bilancio, ma è la sfida del futuro.
La sfida la pongo non solo in termini di opposizione, per capirci, nel dire: "Più soldi per tutti" o, in piemontese: "Più salami attaccati alle ciuende per tutti". Non potete sospendermi, i salami sono i salumi e comunque, traduco dalla mia prima lingua, che è il piemontese, alla mia prima lingua estera, che è l'italiano, ve la do per iscritto autenticata la traduzione. E non la faccio solo in positivo per l'opposizione in quel senso, dico che - l'ho già detto in Commissione - forse, dobbiamo porci anche degli problemi.
Faccio un esempio banale: se il sottoscritto, che non sa sciare, si mette gli sci per andare a sciare a Les Deux Alpes e si rompe la gamba, gli ospedali francesi chiedono di presentare l'assicurazione o di pagare il conto in privato. Se vado a rompermela a Sestriere, la pagate tutti voi e quelli che sono fuori. È giusto così! Cosciente che è giusto così o possiamo anche cambiare.
Ci sono una serie di questioni che dobbiamo in qualche modo porci.
Adesso l'ho posta sul fronte della sanità, ma possiamo porla anche sul fronte dell'assistenza, così come nel sistema produttivo.
Credo che la svolta di questo bilancio, focalizzandoci sul triennale il 2018 sarà già l'anno elettorale e il 2019 sarà un bilancio tecnico tanto per capirci - sia costituita dal dire che c'è uno spazio normativo enorme che va utilizzato, ma va utilizzato prima di tutto dalla maggioranza! Noi potremmo essere critici, ma è la maggioranza che deve utilizzarlo e proporre.
In secondo luogo, c'è uno spazio economico, costituito dai fondi strutturali e non solo, che possono incidere su sistema produttivo e lavoro in modo rilevante. Lo cito con un numero: la banda larga per il Piemonte ha a disposizione 284 milioni, più altri 40, se ricordo bene, per la parte di applicazione digitale.
La nostra Regione ha già dorsali importanti, quindi dovremmo essere avvantaggiati: spendere bene i 284 milioni significa consegnare, a tre, a cinque, a dieci anni, un Piemonte con una capacità competitiva molto superiore e, quindi, in grado di confrontarsi con il mondo, oppure no sbagliare e correre il rischio di rincorrere e supplicare l'assistenza.
Questa è la valutazione che mi permetto di consegnare in relazione ai due miliardi che ancora ci sono di fondi strutturali - tra l'altro, gran parte dei bandi saranno nel 2018. Se è il caso di rivedere le misure, si rivedano, il Comitato di sorveglianza si convoca in un mese, anche in meno.
Bisogna avere anche il coraggio di dire che le misure che ci sono in questi POR le ha scritte la Giunta vecchia, signori, pochissimo c'è della Giunta Chiamparino. Bisogna avere il coraggio di dire che non sono più adeguate ai tempi, oppure avete sbagliato tutto. Prendiamo atto, se sono da adeguare si adeguino, ma davvero non si perda l'occasione di intervenire.
I Consiglieri nei loro interventi hanno indicato tutta un'altra serie di questioni che abbiamo posto a livello di Commissione, il Consigliere Berutti ha avuto modo di citare quella questione che riguarda le Province che riguarda gli interventi per il sistema delle alluvioni, ma al limite avremo modo, in sede di illustrazione degli emendamenti, di soffermarci su questi temi.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la replica.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare, anzitutto, i contributi che sono arrivati nella discussione generale nei giorni precedenti nel dibattito in I Commissione attorno alla legge di bilancio.
Credo sia mio dovere ricapitolare alcune questioni e dare alcune risposte rispetto ai problemi che sono stati avanzati, non ultimo dall'intervento del Consigliere Pichetto.
Parto dallo scenario nazionale. Chi è stato in I Commissione mi scuserà se ripeto alcuni dati che ho cercato di rappresentare. La legge di bilancio approvata dal Parlamento prevede, sostanzialmente, una ricaduta sul bilancio della Regione per il 2017. Dobbiamo fare un avanzo di 155 milioni di euro, avanzo che poi perdiamo per strada, e subiamo un taglio complessivo, come Regioni, di 569 milioni di euro sui trasferimenti e sulle politiche dedicate, finalizzate.
Per il Piemonte questo taglio equivale a circa 45 milioni di euro anche se sotto questo profilo le ultime disponibilità del Governo a non tagliare il fondo nazionale indistinto sulle politiche sociali, in contropartita con il fatto che le Regioni mettono 50 milioni di euro sul fondo per la non autosufficienza, ci riportano a un taglio effettivo per il Piemonte intorno ai 34 milioni.
In questo contesto, ai fini degli equilibri di bilancio, visto che poi questo è un tema che alcuni Consiglieri nel loro intervento hanno sollevato, vi è un'ulteriore anomalia della Regione Piemonte. Rispetto alle altre Regioni d'Italia non dobbiamo fare 155, ma dobbiamo fare 279. A condizioni attuali, la restituzione delle quote capitali - non gli interessi, solo le quote capitali - sulle anticipazioni ottenute dalla Regione Piemonte sul decreto legge n. 35, entrano negli equilibri di bilancio perché sono considerate un contributo, mentre per tutte le altre Regioni sono fuori dagli equilibri di bilancio.
Ecco perché, ancora in questi giorni, stiamo insistendo - e lo sta facendo in prima persona il Presidente Chiamparino - sul Governo affinch all'interno del decreto legge sugli Enti locali venga almeno risolta la mediazione che la Regione Piemonte ha proposto, che è quella dell'anestetizzazione delle due operazioni che hanno provocato un vantaggio, quell'avanzo vincolato di qualche anno fa sul bilancio della Regione. Lo dico in anticipo perché senza questo tipo di intervento, che vale circa 82-84 milioni di euro, io non sono in grado di garantire la totalità degli stanziamenti.
Vorrei anche che avessimo una sufficiente consapevolezza rispetto al fatto che anche se in questi giorni le attenzioni degli organi di comunicazione sono più incentrate su quello che avviene sui Comuni e sulle Province, un'operazione di questo genere ha ricadute dirette sui Comuni e sulle Province. Al di là della sanità, che è bilancio di gestione da parte delle Aziende Sanitarie, tutto il resto, a parte del nostro bilancio, a eccezione del pagamento del debito e delle spese di funzionamento, sono trasferimenti che vanno al sistema economico oppure al sistema degli Enti locali all'interno della Regione. Noi ci auguriamo che questo tema venga affrontato all'interno del decreto legge sugli Enti locali.
Seconda questione. Il Consigliere Campo ricordava il tema delle operazioni sui derivati e le condizioni che si determineranno nel corso degli anni perché quelle operazioni sono state costruite con progressivi incrementi degli accantonamenti su base annuale. Io ribadisco il fatto che alle condizioni attuali, quelle operazioni non sono negoziabili per il mercato né tantomeno per la Regione Piemonte. Oggi quelle operazioni valgono il 50 per cento del valore di realizzo e non c'è nessuno che sia disposto né a venderle al 50 per cento del valore di realizzo n tantomeno, qualcuno è disposto a comprarle a una cifra superiore a quello che è il valore di mercato.
Ribadisco un concetto e per farlo presento velocemente tre dati. Noi abbiamo due problemi e la sommatoria di questi due problemi è quello che deve essere sempre ben presente nei nostri ragionamenti. I due problemi si chiamano quote dei disavanzi che devono essere coperti in dieci anni e in trent'anni e pagamento del debito. Sono due questioni che, a volte, si confondono, ma che sono distinte.
Nel 2018 la somma di questi due importi (accantonamenti per la copertura delle quote di disavanzo e pagamento del debito) ammonta a 683 milioni e 239.178 euro. Faccio sempre questo esempio e suggerisco di andare a vedere i bilanci delle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana: quando va bene, sono pari a un sesto o a un ottavo di questo importo. Sono risorse che sono distorte dal bilancio e dalle politiche della Regione.
Nel 2024, proprio per effetto di questo progressivo accostamento delle operazioni sui derivati, l'importo della sommatoria di queste due operazioni ammonterà a 731 milioni di euro.
Nel 2036, che è l'anno di maggiore incidenza sull'accantonamento scenderà a 648 milioni di euro. Perché? Ribadisco, questa legislatura e quella prossima sono legislature più impegnative, perché, a un'elevata incidenza della restituzione del debito, si sommano complessivamente i due disavanzi: quello finanziario al 31-12-2014 in dieci anni e quello da ricognizione straordinaria in trent'anni. Quando finirà la fase dei dieci anni, la Regione Piemonte rientrerà in una fase più gestibile, ma fino a quando siamo in questa fase, in cui si sommano 201 milioni di euro all'anno per la copertura delle quote di disavanzo all'ammontare della restituzione del debito, noi viviamo in una condizione di criticità.
Dico questo in relazione al fatto - lo ricordava il Consigliere Vignale anche con qualche componente eccessiva, ma poneva un problema che era già stato posto all'interno della I Commissione - della gestione del bilancio.
Il Consigliere Vignale faceva riferimento alle quote stanziate e non assegnate sul bilancio 2016. Vorrei ricordare anche in questo caso due dati.
Al netto delle operazioni che sono state tutte recuperate come passività pregresse sul bilancio 2017 utilizzando un avanzo, gli importi stanziati, e non assegnati, ammontano a 153 milioni di euro, dei quali 74 sono residui perenti che abbiamo immediatamente reiscritto, o riscriviamo immediatamente, e nove milioni sono fondo rischi per sentenza. Sono, me ne rendo conto, 60 milioni di un delta tra quello che erano stati gli stanziamenti a bilancio e le effettive assegnazioni.
Ribadisco questo concetto, al di là di una certa preoccupazione che c'è stata alla fine dell'anno scorso perché, ricordo, era l'anno dell'entrata in vigore del decreto n. 118, che ci impone, a differenza del passato, di accertare le entrate, a eccezione dei trasferimenti sull'addizionale IRPEF e sull'addizionale IRAP, non secondo il principio della competenza, ma secondo il principio della cassa.
Ho cercato di spiegare anche in Commissione che se lo Stato, che normalmente a dicembre concentra la stragrande maggioranza dei suoi trasferimenti, ritarda un trasferimento a gennaio, noi passiamo da un potenziale avanzo a un certo disavanzo, e gli Uffici sono stati molto prudenti. Ma pur in questa logica, a parte i due o tre esempi che hanno inciso su politiche, il resto sono economie di gestione che non hanno inciso sui trasferimenti sul sistema economico. Ho fornito l'elenco: ognuno è in grado di poterlo leggere tranquillamente e di poter confermare o meno questo tipo di opinione.
La logica di attenzione alla gestione non sulle politiche ma sui costi di funzionamento della Regione è una logica che ci sta consentendo di gestire questa fase molto critica attraverso accantonamenti di avanzi che costruiamo per consentire di evitare che i 201 milioni di euro di quote annuali sulle coperture del disavanzo gravino sul bilancio della Regione.
Sino ad oggi hanno gravato unicamente sugli avanzi che abbiamo destinato a questo scopo.
Vorrei che fosse molto chiaro: se nel 2017, al posto di avere un avanzo di 201 milioni che usiamo per coprire la quota del 2017 del disavanzo, non avessimo questo importo, noi ci troveremmo a dover tagliare 201 milioni di euro di spese nel 2017. Ecco perché ho detto che la politica della formica e non della cicala è quella che cerchiamo modestamente di interpretare. Ed è una politica che ci consente di dire che il primo piano che abbiamo presentato al Consiglio regionale nel 2015 sulla copertura del disavanzo della Regione prevedeva che già nel 2016 noi non eravamo nelle condizioni di avere avanzi a copertura delle quote di disavanzo.
Quello dell'anno scorso aggiornato ci ha consentito di presentare al Consiglio regionale un piano che ci dice che non solo il 2016 era coperto ma che il 2017 era coperto - difatti, non un euro viene distolto dalle politiche per coprire quote di disavanzo - e che avevamo da coprire un pezzo di 93 milioni sul 2018.
Ora sono nelle condizioni di dire - e vedremo in sede di assestamento di bilancio il risultato concreto dopo il rendiconto - che, grazie all'avanzo che avremo sull'esercizio 2016 anche i 93 milioni di euro mancanti sul 2018 saranno coperti, e quindi non avremo bisogno di distogliere risorse dalle politiche del 2018 per destinarle alla copertura del debito.
Due ultimissimi dati rispetto alla situazione. Vorrei ricordare una cosa che ha già detto il Consigliere Appiano nel suo intervento e lo ringrazio di questa sottolineatura, ma lo dico non perché ci appassioniamo o ci stiamo appassionando alla ricerca delle responsabilità.
Il Presidente Chiamparino l'ha detto la prima volta che siamo venuti in Consiglio regionale ad affrontare questi temi: alla gente interessa poco alla gente interessa se stiamo facendo uno sforzo per cercare di non far venire risorse sulle politiche e, nello stesso momento, per cercare di fare i conti con la nostra eredità.
Ho detto prima dei due disavanzi. Siamo partiti all'inizio del 2015 con tre miliardi e 449 milioni di euro di disavanzo da coprire e alla fine del 2017 ne avremo già coperti 730, mentre alla fine della legislatura ne avremo coperti un miliardo e 100 milioni.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Sì, alla fine del 2019, che per me è la fine della legislatura, e non faccio battute alla Fassino perché portano male. Dicevo che alla fine del 2019 ne avremo coperti un miliardo e 100 milioni.
In questi anni non solo abbiamo fatto questo tipo di operazione, ma abbiamo dato copertura a 115 milioni di euro di debiti fuori bilancio, a 138 milioni di euro di passività pregresse, a un miliardo di euro di residui perenti, a 487 milioni di euro di reimpostazioni. Fondi che erano stati ottenuti dallo Stato o dall'Unione Europea in tante legislature, non in una sola, incassati dalla Regione, impegnati dalla Regione e poi utilizzati per altre questioni. E sono tutte opere, infrastrutture cantieri, vita economica che stiamo progressivamente pagando, nonché 110 milioni di copertura di contenziosi: quelli della Corte Costituzionale sulla Provincia e quelli della Corte d'Appello di Torino sul Mauriziano.
Sono convinto che non si passa alla storia per le politiche di rigore sono però convinto che noi stiamo facendo il massimo che è nelle nostre capacità e nelle nostre possibilità con gli strumenti che abbiamo a disposizione per cercare di non arrecare danni sul sistema economico. E credo che pagare i debiti significhi restituire liquidità a un sistema economico, perché ogni debito poi ha un soggetto finale che, bene o male appartiene alla vita economica; che sia una cooperativa che sia un'impresa o che un soggetto imprenditoriale poco importa sotto questo profilo. Stiamo cercando di compiere un'operazione difficile di risanamento.
Ma, lo ribadisco, per questa legislatura e per la prossima legislatura il film non cambia. Quindi, occorrerà costantemente una politica di bilancio che sappia coniugare risorse sufficienti per non arrecare danni al sistema economico e alla coesione sociale all'interno della nostra regione e, nello stesso momento, risorse sufficienti che facciano fuoriuscire la Regione Piemonte dalla condizione difficilissima in cui è incappata.
Io non sono un amante del rigore, però la certezza dei conti di bilancio di un'istituzione è la migliore garanzia che questa istituzione possa continuare ad essere utile. Se non c'è certezza sui conti di bilancio di un'istituzione e per troppi anni questa incertezza non ha caratterizzato il lavoro di molti amministratori regionali, le conseguenze sono devastanti e vengono pagate dalla comunità piemontese.
Vengo ad alcune questioni che, invece, avete sollevato. Mi sembra che l'accusa più rilevante, che sta emergendo dal dibattito odierno e non solo è che è vero che stiamo rimettendo a posto i conti, ma non c'è respiro di strategia di intervento da parte dell'Amministrazione regionale in questo momento sulla situazione economica e sociale della nostra Regione.
Vorrei essere chiaro su un punto. Quando abbiamo faticosamente - perch è stato un lavoro faticoso - deciso di tagliare alcune voci di spesa sul bilancio della Regione, non abbiamo fatto un'operazione ragionieristica.
Abbiamo fatto un'operazione tutta politica, perché se avessimo fatto un'operazione ragionieristica, l'avremmo risolta probabilmente in cinque minuti, applicando una percentuale di riduzione di tutte le spese della Regione. La conseguenza sarebbe stata devastante.
L'operazione tutta politica ha avuto alcuni riferimenti di fondo che cercherei di ribadire. Il primo. I fattori che possono far crescere la Regione, intesa come comunità e non come istituzione, devono avere risorse adeguate e, in alcuni casi, anche maggiori rispetto a quelle assegnate nel passato. L'ha ricordato il collega Grimaldi nel suo intervento.
Credo che tutti insieme, noi sicuramente e la maggioranza sicuramente dovremo rilevare come un fatto positivo che la Regione Piemonte, tornando a reinvestire sulla formazione universitaria, torna a reinvestire su quello che è un elemento di potenziale crescita all'interno della Regione. Ricordo che sul tema dell'università siamo passati da una situazione di 11 milioni e 500 mila euro nell'ultimo bilancio dell'Amministrazione precedente ai 22 milioni di euro dell'anno scorso, e che per la prima volta siamo ritornati a ricoprire, durante questa legislatura, il 100 per cento delle borse di studio universitarie. Che ritornino e che crescano le università piemontesi è un fatto importante, perché ha dei riflessi sostanziali ed importanti sulla vita economica della nostra Regione.
Secondo: non abbiamo tagliato sulle politiche sociali e l'impegno nostro è che fino alla fine della legislatura non ci saranno privazioni di risorse su questo tema. Anche se condivido alcune delle riflessioni proposte dal Presidente Pichetto nel suo intervento, occorre che complessivamente come Regione, ma anche come Paese, dobbiamo ragionare se rispetto ai grandi cambiamenti demografici che stanno attraversando il Piemonte e l'Italia nel suo complesso, questo sistema da solo sia in grado di poter garantire il futuro e se non sia ora di incominciare a ragionare su un intervento pubblico a sostegno di previdenza integrativa, soprattutto sui grandi temi della cronicità e della non autosufficienza. Altrimenti sono convinto che tra dieci o 15 anni questo sistema sarà difficilmente in grado di reagire.
Terzo elemento: abbiamo fatto partire degli interventi - con qualche ritardo, certamente - soprattutto sul FESR, ma nel 2017 questo ritardo sarà colmato, perché ci sarà una forte accelerazione sul FESR e i fondi strutturali europei.
L'Assessora De Santis sta lavorando ad una riprogrammazione soprattutto del FESR, in relazione, non solo all'esperienza dei primi anni di gestione di questa programmazione, ma anche a un confronto che è avvenuto e sta avvenendo con il Consiglio regionale e con il sistema economico piemontese.
Quarto elemento di fondo: quando l'anno scorso abbiamo portato in Consiglio regionale l'operazione "ricapitalizzazione di Finpiemonte" (non per avere una banca, perché Finpiemonte non è una banca, ma è un soggetto a intermediazione finanziaria), sembrava un'operazione che nasceva nella diffidenza del sistema economico piemontese. Su questo, devo riconoscere che il Consiglio regionale ha operato positivamente, non solo attraverso la presentazione di un emendamento, ma anche di un atto di indirizzo importante.
Oggi, quell'operazione si sta sviluppando e la proposta di deliberazione che l'Assessora De Santis porterà in Giunta (credo già lunedì prossimo), affinché sia oggetto di confronto con il Consiglio regionale nasce in un contesto nel quale l'operazione di ricapitalizzazione e di trasformazione di Finpiemonte sta recuperando consenso e rapporto con il sistema economico piemontese della piccola, della media e della grande impresa, perché è un'operazione destinata a intervenire - con soluzioni anche innovative rispetto al passato e alle tradizionali leggi che garantivano fondi rotativi - profondamente su alcuni punti di fragilità e di difficoltà che oggi la vita economica piemontese ha sicuramente, sotto questo profilo.
Quella è stata un'operazione onerosa, è stata un'operazione coraggiosa se posso dire - perché abbiamo dovuto cancellare 450 milioni di euro di residui attivi che erano iscritti sul bilancio della Regione nei confronti di Finpiemonte. Se non avessimo fatto un'operazione di cancellazione di quei residui attivi, ci saremmo trovati, oggi, non solo senza le condizioni per poter fare questa operazione di forte ricapitalizzazione di Finpiemonte, ma - quand'anche non l'avessimo fatta - anche ad aver cancellato tutti i fondi che non fossero fondi strutturali di intervento sul sistema economico.
Quelli erano fondi rotativi e, per molti anni, sono stati usati iscrivendoli sul bilancio della Regione Piemonte a pareggio del bilancio della Regione Piemonte, distogliendo, di fatto, risorse rilevanti ed essenziali che erano, invece, da destinarsi storicamente alla vita e al sistema economico.
Sia ben chiaro: il primo a fare un'operazione del genere è stato l'Assessore Peveraro; poi, è proseguita anche abbondantemente nei primi tre anni dell'Amministrazione Cota.
L'ammontare complessivo di questa operazione era spostare 450 milioni di euro dal sistema economico al pareggio di bilancio della Regione Piemonte.
C'è, poi, mi rendo conto - lo dico in termini generali, ma torno alla fine, su questo - un problema di relazioni tra tutte queste politiche e la vita, il rapporto, con il Consiglio regionale, perché credo che alcune sollecitazioni in tal senso siano assolutamente corrette e importanti: una profonda (e finita) operazione di ridefinizione della governance sul trasporto pubblico locale in Piemonte.
È diverso ragionare con un sistema parcellizzato, che faceva capo a otto Province, rispetto a un sistema unitario che vede il coinvolgimento degli enti territoriali, perché non c'è solamente il ruolo della Regione ma c'è il profondo coinvolgimento degli enti territoriali anche all'interno del Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia della mobilità piemontese. E se oggi siamo nelle condizioni di poter dire che stabilizziamo in 530 milioni di euro all'anno le risorse sul trasporto pubblico locale, è anche grazie a operazioni di questo tipo, altrimenti oggi ci troveremmo a dover affrontare situazioni assolutamente molto più problematiche.
Un'altra riflessione sulla sanità, poi vado velocemente alle conclusioni, chiedendovi scusa per il tempo che vi ho chiesto.
Non è stato semplice e non è stato a costo zero - e nemmeno indolore come giustamente mi suggerisce il Presidente Chiamparino - uscire dal Piano di rientro della sanità. Però, se c'è - e il Consigliere Pichetto riportava dei dati che ci dicono che è in crescita - la mobilità passiva sulla sanità all'interno della nostra regione, è perché la lettura che facciamo avendone più volte anche avuto modo di ragionare e di confrontarci con l'Assessore Saitta, tiene conto del fatto che, negli anni scorsi siamo stati all'interno di un Piano di rientro che ha soffocato il sistema sanitario piemontese.
Dico soffocato in termini di capacità assunzionali e di aver allungato i tempi di attesa in alcuni ambiti di intervento. Questo ha determinato inevitabilmente un incremento della mobilità passiva verso altre regioni: non solo la Lombardia, perché, oggi, la mobilità passiva è un fenomeno molto più ampio.
Pertanto, la vera scommessa e la vera responsabilità che oggi dobbiamo essere in grado di interpretare e applicare è quella di recuperare il tempo perduto, per restituire al sistema sanitario piemontese - che è un buon sistema sanitario, che ha sofferto sicuramente una fase difficile complicata, di riduzione di personale, di riduzione di risorse, di difficoltà di mettere in moto processi di riorganizzazione molto forti gli strumenti che consentano di riportarlo alle sue effettive dimensioni ed ai suoi effettivi lavori.
Dico questo (apro e chiudo una parentesi) non per aprire una discussione o una ferita, ma poiché nell'ultimo Consiglio regionale si è ragionato rispetto all'ammissibilità o meno di un referendum. Io capisco questo tipo di ragionamenti - sia ben chiaro - al di là del fatto che il punto di forza era che il referendum non era dichiarato ammissibile dalla Commissione di garanzia. Se noi rimettevamo in discussione quella delibera ripiombavamo totalmente e completamente in una condizione di Piano di rientro, perché il giorno dopo essere usciti dal Piano di rientro avremmo dimostrato di voler cambiare tutti gli impegni.
Questo voleva dire rappresentarci come un'Istituzione non credibile nonostante la fatica e lo sforzo fatto, con conseguenze anche non semplici sul piano delle relazioni e dei rapporti con le comunità locali che abbiamo dovuto gestire e costruire in questi tre anni.
Sugli investimenti in ambito di edilizia sanitaria, voglio rassicurare il Consigliere Andrissi: sono investimenti che, da un lato, intervengono sugli ospedali più vecchi, sui due principali e più importanti ospedali del Piemonte (Città della Salute di Torino e Città della Salute - Ospedale Maggiore di Novara), che sono i due ospedali più importanti, ma anche i più vecchi, in Piemonte.
Sono interventi (guardi attentamente, ma so che il Consigliere Andrissi è attento, sotto questo profilo) che hanno dentro di sé le caratteristiche di garantire l'equilibrio di gestione, perché la quota del canone di concessione che viene riconosciuta o sarà riconosciuta per 26-27 anni dovrà derivare da risparmi sul piano della gestione, avendo due strutture non vecchie, ma razionali, moderne, più adeguate a quelle che sono le qualità.
Sugli investimenti in ambito sanitario si gioca gran parte della seconda metà di questa legislatura regionale. È un obiettivo ambizioso: ricordo che almeno tre Presidenti di Regione, prima del Presidente Chiamparino, si sono interessati a questo tema; sono almeno 15 anni che se ne parla in Piemonte e far partire questi investimenti è certamente un elemento di grande importanza.
Vengo all'attività emendativa e faccio due brevissime considerazioni.
In Commissione l'ho definita con un termine un po' più francese, un po' più elegante (qui non posso permettermi termini eleganti!): l'ho definita e continuo a ribadire che le sollecitazioni arrivate da tutti i Gruppi non erano sollecitazioni sull'attività emendativa né inopportune, né tantomeno che non riguardassero aspetti importanti della vita. In questo momento però, dobbiamo fare delle scelte di priorità: è la responsabilità vera della discussione su questa legge di bilancio.
Peraltro, il fatto che nessuno degli emendamenti chiedesse di spostare risorse da una spesa ad un'altra spesa, significa che le spese che proponiamo all'interno della legge di bilancio sono da tutti considerate corrette e credibili.



(Commenti del Consigliere Bono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Consigliere Bono, senza alcun intento polemico le ricordo che il 95 per cento degli emendamenti presentati dal suo Gruppo garantivano la copertura delle spese attraverso l'utilizzo del fondo di riserva, in misura dieci volte maggiore a quello che è il suo effettivo stanziamento.
Garantisco - lo ripeto - la piena disponibilità da parte della Giunta sia nei confronti della maggioranza che dell'interno Consiglio regionale: se nel dibattito dei prossimi giorni verranno presentate alternative che saranno ritenute complessivamente compatibili con quelle che sono le visioni e le valutazioni sul bilancio della Regione, non c'è un muro contro muro.
Peraltro, negli emendamenti che ho avanzato come Giunta e che presenterò lunedì mattina in Consiglio regionale, dimostrerò di aver recepito alcune delle problematiche che sono state evidenziate all'interno del dibattito in Commissione e in Consiglio regionale: riguarderanno un ulteriore stanziamento sulla morosità incolpevole, riguarderanno la RAI riguarderanno investimenti sul sistema neve in Piemonte; insomma riguarderanno tematiche che sono state evidenziate molte volte durante il lavoro in Commissione, che è stato per me importante e prezioso.
Concludendo, ho cercato di definire il quadro, di rappresentarlo e di spiegare il senso del fatto che dentro queste cifre c'è un ragionamento, ci sono scelte politiche, assunzioni di responsabilità e anche una visione e un cuore che riguarda il futuro della nostra Regione.
Non possiamo definire il senso del lavoro che abbiamo fatto. Vorrei solo che fosse concepito e valutato come un'attività di servizio ad una comunità che, certamente, ha bisogno di certezze e di fiducia nel futuro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Dichiaro conclusa la discussione generale.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Progetto definitivo approntato da RFI su SFM5"


PRESIDENTE

L'Assessore Balocco è disponibile a rendere le comunicazioni richieste questa mattina dalla Consigliera Frediani.
Prego Assessore, ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Credo che mi sia stato chiesto di riferire riguardo alla presentazione che è avvenuta lunedì rispetto al progetto definitivo approntato da RFI su SFM5, quindi sulle opere strutturali necessarie per realizzare questa nuova linea del Servizio ferroviario metropolitano del San Luigi e poi ovviamente, la realizzazione delle stazioni Le Gru e San Paolo.
Mi pare di aver capito che l'intenzione della richiesta di comunicazione fosse quella di verificare il fatto che questa iniziativa così com'è stata presentata, sia almeno in parte un'anticipazione rispetto al progetto di realizzazione della tratta nazionale Torino-Lione.
Molto semplicemente, riguardo alla SFM5 - quindi alla realizzazione prima di tutto della fermata San Luigi - si era provveduto con un accordo di programma del 2006, se non erro (2008 successivamente), che prevedeva l'utilizzo di risorse per 18 milioni e mezzo, che era la sommatoria di nove milioni e tre finanziati dalla Regione, tre milioni e sette, che erano i cosiddetti fondi di compensazione del termovalorizzatore, e cinque milioni e mezzo finanziati da RFI. Con questi 18 milioni e mezzo si realizzava una fermata al San Luigi e si progettava la stazione di Le Gru, con interventi connessi.
In questa fase, questa realizzazione - stiamo parlando della rivisitazione del progetto avvenuta a fine giugno del 2015 - è ben più ampia, con un ammontare di risorse molto più forte. Perch sostanzialmente, l'intervento sul San Luigi viene effettuato con una progettazione molto più ampia, che comprende prioritariamente, oltre alla stazione, anche la realizzazione del parcheggio di attestamento e delle opere connesse, il cui costo ammonta a 40 milioni. Questo ha permesso di spostare i 18 milioni e mezzo dell'accordo di programma di cui dicevo prima sulla realizzazione, e non solo sulla progettazione, di San Paolo e Le Gru.
In questo senso, è assolutamente corretto affermare, come ha fatto il Commissario di Governo, architetto Paolo Foietta, che i 40 milioni messi a disposizione dallo Stato (attraverso RFI) per la realizzazione della stazione di attestamento di San Luigi sia, di fatto, un'anticipazione della tratta nazionale Torino-Lione.
L'anticipazione non riguarda solo la fermata San Luigi, ma anche la fermata Ferriera di Buttigliera Alta, per un intervento di 12 milioni e mezzo. Stiamo parlando, quindi, di due interventi che, di fatto, sono finanziati dallo Stato, attraverso il contratto di programma RFI, e che, di fatto, anticipano ciò che era già previsto nel progetto preliminare dell'intera tratta della parte nazionale, che risale alla delibera del CIPE del 2003 e che poi ha visto le successive delibere del CIPE che riguardavano sostanzialmente la tratta da Bussoleno al confine, che è quella che oggi è stata ratificata e finanziata con interventi dello Stato francese, dello Stato italiano e dell'Unione Europea.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Presidente, non si sente nulla! C'è rumore in aula.



PRESIDENTE

Assessore, può avvicinarsi di più al microfono? Così la sentono meglio.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) No, ma per il rumore intendevo!



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

Io ho terminato.
Se vuole, ripeto quello che mi chiede di ripetere.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Almeno l'ultima parte.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

L'ultima parte è semplicemente quella che il CIPE approvò il progetto preliminare nel 2003. Il progetto definitivo della tratta Bussoleno-confine di Stato è stato approvato, se non erro, a febbraio 2015.
Invece la parte a valle è ancora a livello di progetto preliminare, con gli stralci di cui ho detto: il San Luigi è a livello di progetto definitivo (è stato presentato l'altro giorno), mentre Ferriera di Buttigliera Alta è stato portato a livello di progetto definitivo da parte di RFI.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Siete soddisfatti delle comunicazioni? Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Diciamo che l'intervento dell'Assessore non ci chiarisce del tutto alcuni punti. In particolare, devo osservare un'inesattezza in merito alla parte che riguarda la stazione di San Luigi: come avevamo anticipato in Commissione in presenza del Commissario Foietta, noi riteniamo che non sia sostanzialmente cambiata nel tempo, ma che i costi siano aumentati.
L'opera è la stessa, ma i costi sono aumentati, quindi l'opera sostanzialmente è la stessa delle origini, la stessa del primo Accordo di Programma, ma i costi sono lievitati di parecchio, quindi vicini al raddoppio. Francamente, a oggi non abbiamo sul tavolo spiegazioni tecniche sul perché all'inizio costava tot e poi dopo sarebbe costato di più. Questo chiaramente è impossibile senza avere delle risposte da RFI...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.



VALETTI Federico

Grazie.
Dicevo, è impossibile stabilire questo, senza avere nel dettaglio che cosa voleva fare RFI nel primo progetto e che cosa voleva fare nell'ultima versione. Quindi, per questo non ci riteniamo soddisfatti.
Non è chiarito se quest'opera a questo punto...
Per noi è chiaro, ma poiché la risposta sembra andare in direzione opposta, essendo entrati i soldi per la realizzazione di questa linea nell'accordo di programma tra Ministero e RFI che regola tutti gli interventi sulle linee ferroviarie locali in generale, per noi la faccenda del vincolo tra questa opera utile e il TAV è chiusa, nel senso che per noi quest'opera rientra tra le ferrovie che vanno sviluppate perché utili alla città e non sono in alcun modo assoggettabili al TAV. Se poi questo è un pezzo di opera TAV non lo sappiamo, però di fatto l'accordo parla chiaro: si tratta di investimenti sulle ferrovie.
Quindi, su questo l'intervento dell'Assessore ci ha un po' spiazzati perché non abbiamo capito se è da intendersi come un pezzo della TAV o se è da intendersi come un'opera fine a sé stessa.
La seconda parte è sul fatto di aver citato la stazione di Ferriere che non abbiamo capito se - anche qui - è una stazione inclusa nell'Accordo nazionale di Programma di RFI o sono soldi legati all'opera TAV. È un'opera legata all'opera TAV o è un'opera a sé stante, di nuovo fatta perch ritenuta prioritaria tra gli interventi delle ferrovie piemontesi? Questo è il succo della questione e vorremmo un chiarimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vorrei sono notare una cosa. Lei probabilmente lunedì non era presente se non sbaglio, perché non ho visto dichiarazioni, non l'ho vista citata...



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture (fuori microfono)

Ero presente.



FREDIANI Francesca

Era presente, allora non ha semplicemente fatto dichiarazioni.
Le chiedo: le sembra normale che si parli di opere utili ai cittadini quindi parliamo di TPL, che dovrebbe essere una sua competenza, una sua prerogativa, e degli interventi fatti per migliorare il servizio di TPL per i cittadini vengano presentati all'interno di un maxi-evento, un maxi-spot organizzato da Foietta e Virano, con lo sponsor dell'ANSA? Le sembra normale tutto questo? Perché credo che questo sia il luogo in cui dovremmo parlare di certi interventi e non un evento organizzato nella stazione di Porta Susa, dove peraltro le minoranze e le voci dissonanti non hanno voce non hanno modo di intervenire e, di conseguenza, anche sui mezzi di comunicazione ovviamente esce soltanto la versione favorevole alla grande opera, che consente di attuare interventi utili ai cittadini.
Ci rendiamo conto del messaggio che è passato lunedì dopo questo evento? È passato il messaggio che il TAV fa bene, perché consente di poter realizzare le opere utili al TPL. Lei sta dicendo questo, eppure nella sua relazione ha appena detto il contrario! Ha appena detto che le opere elencate fanno parte dell'accordo di programma tra RFI e...



(Commenti dell'Assessore Balocco)



FREDIANI Francesca

Come no? Allora, le chiederei di chiarire nuovamente il tutto, perché a questo punto mi viene il dubbio che sia un po' confuso anche lei e che forse il vero Assessore ai trasporti sia Foietta!



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Solo per ristabilire un attimo qualche dato di verità, perché sembra che ogni volta ripartiamo da zero e diamo aria ai denti.
Abbiamo dedicato un'intera seduta di II Commissione per presentare questo progetto e lì era già stato (ho i miei appunti e poi c'è anche un verbale) annunciato - non si era detta la data - che nel mese di aprile sarebbe stato firmato l'accordo, il protocollo d'intesa. Lì è stato presentato il progetto, si era già parlato dei costi rispetto alla questione che poneva il collega Valetti ed era stato già ampiamente spiegato e illustrato il fatto che nel primo progetto non erano comprese delle opere idrauliche, che invece sono necessarie per la realizzazione del MOVIcentro.
Oltretutto mi sono stupita di non vedere i colleghi a Porta Susa lunedì, perché era un'occasione anche pubblica di presentazione di un progetto e di due...



(Commenti della Consigliera Frediani)



CONTICELLI Nadia

Scusami, io sono stata zitta mentre tu parlavi. Peraltro, sono due opere infrastrutturali molto attese dalla città di Torino, in particolare la stazione San Paolo, e per quanto riguarda il collegamento con il MOVIcentro di Orbassano abbiamo anche approvato dei documenti per chiedere quell'opera, segnalando qui in Consiglio la necessità di collegamento veloce con la città.
Oggi, per arrivare all'Ospedale San Luigi, che è uno dei poli d'eccellenza dell'Area metropolitana, da Torino, se va bene, con il pullman ci vanno due ore; con questo collegamento veloce, si raggiungerà in 15 minuti da Porta Susa. Quando parliamo di sanità aperta a tutti, quando parliamo di trasporti efficaci, parliamo di questo. Poi, se dobbiamo invece fare dell'ideologia, in un senso e nell'altro, diciamolo, questa però è un'opera concreta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Mi riconosco per quanto riguarda il primo intervento della collega Nadia Conticelli e aggiunto alcuni elementi rispetto alla stazione di interconnessione di Ferriere.
Questa è un'opera straordinariamente importante per il territorio, sia per la Val di Susa sia per la Valmessa. Come tutti sanno, originariamente era collocata ad Avigliana, che poi ha ritenuto di non riconoscersi in questo intervento, ed è stata realizzata con una modifica, che ha fatto anche la Regione Piemonte, che verrà realizzata a Ferriere.
Parliamo di una stazione di interconnessione del servizio metropolitano. È una rottura di carico che permetterà alla Valmessa, alla Val Sangone e alla Val di Susa di potere utilizzare il TPL fino a Ferriere poi da Ferriere il servizio metropolitano che lo interconnette con tutto il sistema metropolitano torinese.
Sono opere epocali che i territori aspettano da decenni e che sono di accompagnamento all'intervento alla Torino-Lione.
In questo importante evento che si è tenuto a Porta Nuova Il Ministro Delrio ha ribadito quanto l'Italia e il Piemonte hanno bisogno di una cura del ferro e l'intervento dell'asse Ovest permetterà di spostare dalla gomma al ferro un milione di TIR all'anno. Questi sono gli interventi di cui ha bisogno questo Paese! Questo è stato ribadito e noi, per questo motivo, riteniamo che bisogna fare ogni sforzo e ringrazio l'Assessore per lo sforzo che sta facendo ai vari tavoli negoziali per cercare di fare in modo che tutto questo possa diventare realtà in pochi anni.
Sul ruolo che è stato ribadito, io non solo sono stato a Porta Susa.
Tuttavia, anche a Porta Nuova vi è stato un convegno molto importante, di nuovo, con il Ministro Delrio sul Terzo Valico: Anche in quell'occasione il Ministro, proprio teorizzando l'importanza del coinvolgimento delle Amministrazioni locali e dei cittadini in Val di Susa sul...



(Commenti della Consigliera Frediani)



FERRENTINO Antonio

Voglio ricordare che sulla Torino-Lione personalmente ho partecipato posso documentare - almeno a cinquecento incontri istituzionali.
Quindi quando sento dire che in Val di Susa su quest'opera non c'è stato coinvolgimento.
Veramente siamo in un'aula istituzionale e non aggiungo altro. Io da solo ho partecipato a più di cinquecento incontri istituzionali. Quindi il progetto è stato radicalmente cambiato. In Val di Susa sono state accettate tutte le proposte fatte dal territorio, tant'è vero che si realizza, per quanto riguarda la tratta internazionale, solo l'abbassamento del piano del ferro, così come è stato fatto in tutti i valichi alpini, dall'Elva al Gottardo, e si utilizza, come abbiamo sempre chiesto, la linea attuale fino a Ferriere.
Queste sono le realtà e bene ha fatto l'Assessore a ricordarlo. Il resto sono spot, sono pubblicità che adesso, anche in Val di Susa raccolgono soltanto poche decine di adesioni, tant'è vero che, per fortuna si realizzano convegni e momenti di riflessione e laddove ci voleva mezzo esercito per poterli fare, oggi bastano tre vigili urbani, perché, per fortuna, si può riprendere la legalità democratica discutendo di queste cose senza dover spostare mezzo esercito.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Non credo di avere partecipato a cinquecento o più incontri istituzionali; sicuramente anch'io, prima, nel ruolo di amministratore locale e, ora, in questo ruolo, ho partecipato a parecchi di questi incontri, registrando in tutti questi anni due cambiamenti di strategia.
Innanzitutto, si è passati da una fase in cui tutto era concentrato su una linea ferroviaria a una fase in cui, per fortuna, si ragiona di strategie di percorsi attraverso il treno. Quindi, che il trasporto pubblico locale dell'area metropolitana rientri a pieno titolo in una discussione generale dell'implementazione dell'utilizzo del ferro rispetto alla gomma lo ritengo un fatto positivo, provenendo peraltro da una zona dell'area metropolitana che, dal punto di vista del trasporto pubblico locale, è certamente in forte deficit di servizi e di offerte, pur avendo poli attrattivi fondamentali, come l'ospedale, che veniva ricordato prima che oltretutto è anche sede universitaria, quindi non solo attrae flusso di traffico o di persone dalla Val Sangone e da aree limitrofe, ma anche studenti dalla città verso la periferia.
Negli anni successivi, dalle compensazioni di cui si parlava per la realizzazione dell'infrastruttura di una grande opera in termini di trasferimenti monetari a questa o a quella Amministrazione, si è passati a una logica di riprogettazione generale di un servizio. In questo senso sono contento che non si ragioni più di compensare monetariamente i territori che vengono toccati da un'infrastruttura, ma si ragioni con loro di un'ulteriore implementazione delle infrastrutture esistenti.
Quando si concluse l'accordo sul termovalorizzatore - a cui il Comune in cui vivo non partecipò perché non era nel perimetro, ma siamo vicini di casa, quindi ricordo le discussioni - in quella quota definita di risorse disponibili - perché era un calcolo matematico, tanto era l'opera madre e tanti erano i fondi per le compensazioni - giustamente, le Amministrazioni locali immaginarono che destinarne una parte su un'opera ferroviaria, cioè la stazione - inesistente - per il trasporto pendolari al San Luigi, fosse utile e necessario.
Dopodiché, un'infrastruttura come può essere il trasporto pendolari non si regge solo sull'esistenza di una stazione e del parcheggio di fronte alla stazione, ma anche sulla valutazione della sostenibilità economica del servizio in fase successiva.
Allora, si prese atto che con le risorse disponibili si sarebbe potuto realizzare solo un pezzo di quell'implementazione, mentre con le risorse ex novo messe a disposizione a livello nazionale nell'ambito di quel ragionamento complessivo del trasporto su ferro si riuscì a immaginare un'opera che, una volta eseguita, fosse dal punto di vista dell'esercizio sostenibile. Da qui sono nate le due fermate ulteriori sulla medesima SFM5 quella nel Comune di Grugliasco e quella in zona San Paolo. La zona San Paolo, insieme a Porta Susa, è sede di interscambio con altre linee di servizio del Servizio Ferroviario Metropolitano, quindi Porta Susa sostanzialmente, con tutte e San Paolo con la numero 3, se non ricordo male il numero.
Oltretutto, nella progettazione di questa infrastrutturazione ferroviaria ci si fa carico di alcuni problemi. Uno è stato evocato prima cioè il discorso della regimazione delle acque, che è un problema gravissimo proprio nella sede del parcheggio dell'Ospedale San Luigi.
Infatti, ogni volta che ci sono piogge molto intense il sistema dei canali esistenti fa sì che tutta l'area del parcheggio venga allagata. Lì vicino c'è il cavalcavia sotto il quale passa la strada che da Rivalta porta verso Torino e quell'allagamento determina l'allegamento successivo anche di quel sottopassaggio, impedendo l'utilizzo di un tragitto stradale assolutamente strategico e fondamentale per arrivare all'ospedale, ma non solo lì.
Invece di aspettare a babbo morto la realizzazione di una grande opera e, poi, immaginare come utilizzare le risorse in compensazione, la notizia che, per una volta, si immagina di anticipare opere compensative e investimenti, quelli a servizio del cittadino comune (il pendolare) e di utilizzo quotidiano, e che lo Stato in questa logica abbia destinato una quarantina di milioni ulteriori rispetto ai 18 milioni e tre, derivanti dall'accordo precedente in seguito alle compensazioni del termovalorizzatore, come cittadino di quei territori e come rappresentante istituzionale, non posso che salutarla positivamente.
Ovviamente, poi, misureremo la situazione, da qui al 2021, rispetto a quanto è stato raccontato non per la prima volta lunedì a Porta Susa perché io lunedì c'ero a Porta Susa e non ho sentito nulla di nuovo di quanto non avessi già sentito in precedenti incontri istituzionali e non anche in dibattiti e convegni pubblici, perché è un percorso che è già stato avviato da diversi mesi, se non da alcuni anni.
Quindi, l'entrata in servizio nel 2021 di queste nuove linee di trasporto pubblico locale è certamente da monitorare da qui al 2021, come percorso, ma è certamente un fatto positivo per tutta la parte sud della Città metropolitana.



PRESIDENTE

Grazie.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Chiedo di intervenire per fatto personale.



PRESIDENTE

Però, deve dire qual è il fatto personale e non deve entrare nel merito.
Qual è il fatto personale? FREDIANI Francesca (fuori microfono) Se mi dà la parola...



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per fatto personale la Consigliera Frediani ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Vorrei solo dire alla Consigliera Conticelli che nessuno di noi dà aria ai denti...



(Commenti della Consigliera Conticelli)



FREDIANI Francesca

Non sono proprio nata ieri...



PRESIDENTE

Ha ragione su questo.



FREDIANI Francesca

Nel suo ruolo di Presidente di Commissione...



PRESIDENTE

Collega Conticelli, quando i colleghi aprono bocca non lo fanno per dare aria.
Ci siamo capiti, va bene.



(Commenti della Consigliera Conticelli)



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Allora chiederò a lui.
Vorrei solo precisare all'Assessore Balocco che noi non siamo stati invitati a questo incontro, gli inviti sono arrivati in modo molto mirato.
Vorrei ricordare al Consigliere Ferrentino che si chiama "Ferriera" e non "Ferriere", vive sul territorio, lo dovrebbe conoscere...



PRESIDENTE

Va bene.



FREDIANI Francesca

E se organizza un evento sul TAV in Val Susa con tre vigili urbani sicuramente parteciperò, sono curiosa di vedere.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire per fatto personale il Consigliere Valetti ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Diciamo che insultare i colleghi via microfono e, poi, chiedere scusa fuori microfono è un po' comodo.
Siccome non ho mai approfittato della poca competenza altrui su un certo tema per dire che apre la bocca per dare aria ai denti, adesso vorrei capire se ci rendiamo conto di chi è che studia meglio gli argomenti prima di aprire bocca sulle questioni ferroviarie e sulle infrastrutture per poi poter stabilire chi è...



PRESIDENTE

Collega Valetti, la collega Conticelli ha chiesto scusa.



VALETTI Federico

Però, ci tengo a una precisazione: siccome dagli interventi dei colleghi si voleva fare passare una linea, che, magari, esce via stampa cioè che il nostro Gruppo non è favorevole a un'opera, io ci tengo a precisare che noi siamo favorevoli a opere SFM5, in quanto opera utile al territorio, ma non gradiamo la mistificazione della realtà, dove si vende un'opera, che va fatta comunque, come una cosa necessaria ad un'altra che invece, vogliono in pochi e che non è utile al territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei per la gentilezza La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per precisare che ero presente all'incontro e non sono intervenuto durante quell'incontro per la semplice ragione che era presente il Presidente, quindi, ovviamente, non era assolutamente necessario che intervenissi io, anche perché su queste tematiche il Presidente ha competenze assolutamente ampie, anche più delle mie. Il mio ruolo da Assessore cerco di svolgerlo umilmente, quindi cerco di collaborare in tutti i modi con tutti coloro che, in qualche modo, possono aiutare la Regione Piemonte, anzi, il Piemonte, a migliorare il proprio patrimonio infrastrutturale.
Non ho alcuna fregola di protagonismo, quindi collaboro con Foietta molto volentieri e molto bene, così come collaboro con l'altra Commissaria di Governo, così come collaboro con l'Assessore Lapietra - mi pare con risultati discreti - e con i Sindaci, Presidenti di Provincia, RFI, ANAS MIT, MEF, tutte le persone e le istituzioni che, in qualche modo, possono aiutarci.
Non ho nessun interesse o voglia di prendermi meriti, anzi, preferisco che i meriti se li prendano altri e per me non solo va bene ma, in qualche modo, soddisfa ancora di più il mio amor proprio.
Per quanto riguarda la questione del collegamento alla tratta nazionale della Torino-Lione, capisco benissimo di avere delle difficoltà espositive quindi certamente il fatto che lei non abbia capito quello che ho esposto dipende esclusivamente da me e dalla mia scarsa capacità di spiegarmi e di esporre le questioni. Il tema è molto semplice, forse, se riesco spiegarlo in modo semplice.
Vengo al fatto che l'intervento di cui si dice oggi è finanziato per 40 milioni con risorse che non c'erano. Queste risorse in più derivano semplicemente dal fatto che sono state inserite nel contratto di programma RFI perché esiste un progetto preliminare a monte di tutto ciò, che è quello approvato nel 2003 dal CIPE. Molto semplicemente, è questo, mi pare una cosa banalissima. Se poi vogliamo dargli rilievo politico o meno ognuno la pensi come vuole, ma questo è il dato. Quei 40 milioni più 12 milioni di Buttigliera derivano da quell'impostazione e da quella procedura. Fine.
Dopodiché, questo ci ha permesso di utilizzare 18 milioni su Le Gru che altrimenti non sarebbe stato realizzato, e su San Paolo, che altrimenti non sarebbe stato realizzato. La questione è banale. Diamogli poi le interpretazioni che vogliamo, ognuno la pensi come vuole. Sicuramente questa mia spiegazione non farà cambiare idea a chi la pensa in modo diverso, dopodiché va benissimo così, l'importante è che queste opere vengano realizzate. Mi pare che ci sia questo dato molto significativo e molto importante, che ci sia un accordo unanime sul fatto che queste opere sono importanti e determinanti per il territorio piemontese, in particolare per il territorio torinese e la sua cintura.
Così come continuiamo a lavorare su molti altri progetti che riguardano le infrastrutture, in particolare le infrastrutture ferroviarie del torinese: per il collegamento tra Corso Venezia e Corso Grosseto stiamo lavorando in stretta collaborazione con l'Amministrazione, ma intanto sta andando avanti il progetto di Chivasso della ristrutturazione del piano regolatore della stazione di Chivasso, importantissimo anche per il collegamento con Ivrea-Aosta. Sta andando avanti il discorso del rafforzamento della strettoia di Settimo; sta andando avanti, in modo molto importante, l'adeguamento della linea Torino-Alessandria-Genova, sia per il trasporto merci sia per la velocizzazione del trasporto delle persone. Si sta lavorando su mille fronti.
Questo è un fronte molto importante che ha avuto origine, in parte ripeto, per i 40 milioni più i 12 di Buttigliera da quel progetto cui facevo riferimento. Ognuno ne tragga le conseguenze che ritiene.



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.28)



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