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Dettaglio seduta n.211 del 15/03/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.39 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1468 presentata da Berutti, inerente a "Erogazione contributi a sostegno di fiere per la promozione del tartufo - l.r. 16/2008" (risposta scritta)

Argomento: Calamità naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1322 presentata da Ruffino, inerente a "Stato di emergenza per calamità naturale - Regione Piemonte" (risposta scritta)

Argomento: Calamità naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1328 presentata da Berutti e Pichetto Fratin, inerente a "Alluvione fine novembre 2016 - danni nella Valle Bormida" (risposta scritta)

Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1370 presentata da Berutti, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza del Dipartimento della Protezione Civile per l'alluvione del novembre 2016 esclusione delle Province di Alessandria e Asti" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame delle interrogazioni.
In assenza degli interroganti, alle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 1468, n. 1322, n. 1328 e n. 1370 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Montagna

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1449 presentata da Giaccone e Valle, inerente a "Pista agro-silvo-pastorale nel Vallone di Sea e di Trione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1449.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con il collega Giaccone abbiamo inteso presentare quest'interrogazione perché, come tutti sappiamo, tra le diverse misure che insistono sul PSR una buona parte di queste investono - correttamente, peraltro - la montagna e cercano di sostenerne lo sviluppo economico, in particolare, legato al comparto agricolo.
Tra le misure classiche di questo settore ci sono misure di sostegno in particolare alle Amministrazioni comunali, per la realizzazione delle piste agro-silvo-pastorali per raggiungere località di cultura infrastrutture dedicate alla pastorizia, all'agricoltura in quota, insomma fuori dall'abitato.
È emersa la notizia che il Comune di Groscavallo stava progettando e aveva affidato lo studio di fattibilità per presentare un progetto relativo a due piste agro-silvo-pastorali nei Valloni di Sea e Trione. Per quello che era possibile saperne, perché si parlava soltanto dell'affidamento di studio di fattibilità, questi interventi si presentavano come decisamente impattanti in due realtà sicuramente significative dal punto di vista naturalistico, con ricadute economiche - almeno, di primo acchito piuttosto relative.
Sicuramente, io e anche il collega Giaccone pensiamo che la montagna non debba rimanere un museo e che non ci possa essere uno sviluppo economico attivo nelle comunità che risiedono in montagna, anzi pensiamo che il modo per mantenere la montagna viva e tutelata sia proprio quello di permettere anche all'economia locale di svilupparsi, ma è evidente che soprattutto dove ci sono delle prerogative importanti dal punto di vista ambientalistica, questo doveva essere commisurato adeguatamente con la tutela dell'ambiente e del territorio e che, anzi, un corretto sviluppo economico si accompagni decisamente con l'attenzione all'ambiente, nella coesistenza e nell'incoraggiamento reciproco dei due aspetti.
Con quest'interrogazione chiediamo notizie rispetto all'ultimo bando del PSR sulle piste agro-silvo-pastorali e, in particolare, rispetto agli interventi previsti o già effettuati nei due Valloni di Sea e Trione. In generale ci interessava accendere la luce su tutto questo filone di interventi che devono sempre, a nostro avviso, contemperare da un lato la caduta economica e, dall'altro, il rispetto dell'ambiente, perché pensiamo che la montagna possa trovare in questo equilibrio la corretta via di sviluppo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
Rispondo volentieri all'interrogazione partendo da un breve richiamo agli interventi che nel passato il Settore Foreste ha effettuato con il PSR 2007-2013 nel Comune di Groscavallo.
Nel PSR 2007-2013 sono stati sviluppati due interventi di viabilità forestale nell'ambito della Misura 125, con i seguenti tracciati: Pera Beghina-Pecceta e Pera Beghina- Castello.
Il primo dei due interventi è stato saldato con un contributo pubblico di 200.000 euro (rispetto ad una spesa ammissibile di 250.000 euro) e ha presentato, in fase costruttiva, problemi di conformità al tracciato autorizzato e di stabilità idrogeologica, che hanno costretto gli Uffici istruttori a fornire prescrizioni e indicazioni costruttive recepite nel provvedimento di autorizzazione della Città metropolitana di Torino.
Il secondo dei due interventi è stato saldato con un contributo pubblico di 196.254 euro e non ha presentato problemi di compatibilità idrogeologica e paesaggistica.
Entrambi gli interventi erano stati inseriti come "proposte di nuovi tracciati di viabilità forestale" all'interno della documentazione costituente la proposta di Piano Forestale Aziendale istruita positivamente da parte del Settore Foreste e in corso di approvazione.
Oltre a questi due interventi ce n'è un terzo relativo ai "pagamenti silvoambientali" che prevede, entro il 15 maggio 2018, la realizzazione di interventi di miglioramento dei boschi su 37 ettari nelle tre località Pialpetta Est, Bec Tirsi e Ricchiardi, oltre alla realizzazione di un piano di sviluppo socio-economico della filiera legno.
Ho richiamato questi tre interventi della passata programmazione, che sono i precedenti dai quali è scaturita anche la preoccupazione e l'attenzione.
Nel corso dell'estate 2016, nell'ambito del PSR 2014-2020, sono state aperte le misure e tre bandi specifici attinenti gli alpeggi.
Un primo bando, il 4.3.4, relativo alle "Infrastrutture per l'accesso e la gestione delle risorse forestali e pastorali"; un secondo bando, il 4.3.3, con il quale si finanziavano le infrastrutture per gli alpeggi quali l'approvvigionamento elettrico, il collegamento a linee telefoniche opere di presa o di adduzione dell'acqua, realizzazione di teleferiche infine, il terzo bando, l'Operazione 7.6.1, con il quale si finanziavano il miglioramento di fabbricati di alpeggio (restauro, ristrutturazione riqualificazione dei fabbricati di alpeggio).
Poi c'è un'altra Misura, la 4.3.4, destinata all'apertura di piste forestali ("Infrastrutture per l'accesso e la gestione delle risorse forestali e pastorali"), ed è questa la misura cui fanno riferimento gli interpellanti.
Lo stesso Comune di Groscavallo ha richiesto per gli alpeggi del Vallone di Sea due finanziamenti, che riguardano le operazioni 4.3.3, cioè la realizzazione di un acquedotto a servizio degli alpeggi denominati "Gias nuovo" e "Alpe Sea", quindi un intervento che non è di pista forestale, ma è sull'acquedotto; la seconda domanda è sulla Misura 7.6.1, sempre fatta dal Comune di Groscavallo, proprietario dell'alpeggio per intervenire sui locali dell'alpeggio "Gias nuovo" mediante lavori di ristrutturazione per migliorare le condizioni abitative del margaro. Dal Comune di Groscavallo sono state fatte due domande su queste due Misure, che però non riguardano la viabilità.
Per quanto riguarda la Misura 4.3.4 (Piste forestali) è stata presentata da un'Associazione Temporanea di Scopo una domanda i cui lavori ricadono nel Comune di Groscavallo, finalizzata all'apertura di una pista forestale per la gestione di superfici di alpeggio nel bacino denominato "Vercellina", tra le stazioni di alpeggio in località Invers e Massoc.
Il Comune di Groscavallo aderisce all'ATS esclusivamente in quanto proprietario di terreni interessati sui quali dovrebbe passare questa pista, che peraltro non interessa i due Valloni oggetto dell'interrogazione, quello di Sea e quello di Trione.
Le domande sono scadute il 3 febbraio 2017 e da poco sono iniziate le attività amministrative finalizzate a verificare la ricevibilità delle istanze e la predisposizione della graduatoria di finanziamento, in quanto il budget a disposizione non consente, per nessuno dei tre bandi, di finanziare tutte le domande ricevute. La pubblicazione delle graduatorie avverrà presumibilmente entro agosto 2017.
Quindi, in sintesi, non ci sono domande su piste agro-silvo-pastorale nei Valloni di Sea e Trione. C'è una domanda nel Vallone denominato del "bacino Vercellina", nella quale il Comune è interessato semplicemente perché questa pista proposta da una ATS passa su terreni anche comunali..



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.50 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che il numero legale è 21.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 14 marzo.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1 all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Caputo, Chiamparino, Chiapello Conticelli, Ferraris, Ferrero, Gariglio, Giaccone e Ruffino.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Ricevimento delegazioni sindacali


PRESIDENTE

Comunico che alle ore 14 in sala Viglione sarà ricevuta una delegazione delle organizzazioni sindacali FILCTEM, FEMCA e UILTEC in merito alla situazione della Borgolon S.p.A. di Varallo Pombia, Novara.
Ricordo che oggi, alle ore 12,30, in sala Morando si svolgerà la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari in seduta congiunta con i Presidenti delle Commissioni consiliari.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3" (Norme in materia di edilizia sociale)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale.
Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana del 14 marzo è stato votato l'articolo 3.
ARTICOLO 4 Gli emendamenti rubricati n. 12), n. 42), n. 43) e n. 44) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 45) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Continuiamo questa maratona ostruzionistica, dal momento che purtroppo il braccio di ferro iniziato non accenna a diminuire.
Avevo una piccola speranza che la notte portasse consiglio e quindi ci fosse una disponibilità a tornare al testo del disegno di legge originario e quindi si andasse a rifocalizzarci sul tema, che è peraltro nel titolo del provvedimento, ovvero quello della sostituzione del meccanismo di decadenza automatica degli assegnatari di alloggi di edilizia sociale per morosità.
Purtroppo, devo dedurre dall'atteggiamento formalistico con cui il Presidente ha riavviato il dibattito che questa ipotesi non è stata presa in considerazione dalla maggioranza. Peccato! Mi chiedo addirittura se un testo di legge che contiene elementi del tutto differenti dal titolo stesso del testo sia, di fatto, coerente con l'impostazione che poi ne è seguita.
Cioè abbiamo un titolo che tratta solo l'argomento originario e poi nel testo si va a disciplinare tutt'altro.
Penso che nessuno possa ormai non sapere, dopo tre Consigli ostruzionistici, che mi riferisco all'inserimento delle unioni civili omosessuali accanto alle famiglie tra i soggetti non solo assegnatari bensì anche tra i soggetti che vengono premiati con punteggi extra rispetto alle condizioni socio-economiche e, dall'altra parte, che nell'ambito degli uniti civilmente possano succedere all'assegnatario in caso di decesso dell'assegnatario stesso.
L'abbiamo detto, e lo ribadiremo anche nel corso della giornata di oggi, che si tratta di una bandiera ideologica che, purtroppo, non ha niente a che vedere con la reale emergenza sociale, anzi va ad aumentare questa guerra tra poveri che spesso il centrosinistra addebita alle forze cosiddette populiste, cosiddette sovraniste.
In realtà, se si seguissero le nostre indicazioni rispetto a una più equa distribuzione delle già scarse risorse disponibili per tutte le voci di sussidio e assistenza sociale, non solo le case ma anche il sostegno al reddito, le borse lavoro piuttosto che le graduatorie degli asili, forse queste guerre sarebbero eliminate alla radice, perché non sono suscitate per propaganda ideologica, ma sono frutto, ahinoi, spontaneo di una condizione di enorme disagio sociale che, in particolare, la componente italiana della cittadinanza dei nostri territori si trova a vivere nel vedersi scavalcata in troppe occasioni con una sorta di corsie preferenziali che proprio le storture dei testi di legge, che ultimamente vengono con sempre maggiore tendenza approvati, vanno poi a generare.
Purtroppo stiamo parlando...



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 46) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 47) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Dicevo, parlando di case - e, infatti, questo emendamento riguarda proprio gli alloggi e le case - è una risorsa scarsa, è una risorsa sempre più scarsa. Sappiamo bene, anche solo con i dati del capoluogo, che è un po' l'epicentro di quest'emergenza, che il numero degli alloggi che ATC Piemonte centrale mette a disposizione del Comune per le assegnazioni sono mediamente poco più di 500 ogni anno, a fronte di domande già solo per emergenza abitativa che superano questo numero. Se poi aggiungiamo le domande aggiuntive che si vanno a sommare a quelle già esistenti - vorrei ricordare che l'attuale è un bando che era aperto fin dal 2012 - e se consideriamo che a ogni finestra di aggiornamento e di presentazione di nuove domande se ne aggiungono una media di 3-4000, ci rendiamo conto che siamo di fronte a un sistema del tutto collassato.
È un sistema che non riesce a garantire le risposte, un sistema che per carità, a prescindere dalle strategie di diverso conferimento di punteggi rispetto a diverse categorie, va ripensato integralmente alla radice.
È questo il motivo per cui, a prescindere dalle battaglie più identitarie su famiglia piuttosto che immigrazione, noi siamo stati tra i principali promotori di strategie di aumento complessivo degli alloggi popolari disponibili. Tengo a ricordare con particolare orgoglio la proposta dell'autorecupero, che è diventata poi trasversale e quindi condivisa all'unanimità da tutte le forze politiche, perché arrivava all'obiettivo di aumentare complessivamente il numero degli alloggi di edilizia sociale disponibili. È ovvio che in quel caso ci siamo trovati tendenzialmente tutti d'accordo.
Cito quest'episodio a dimostrazione del fatto che a noi interessa il fine, non interessa una campagna di sciacallaggio propagandistico.
C'interessa garantire l'assegnazione delle case popolari a tutte quelle famiglie che si trovano nella condizione di averne diritto; un diritto che non può essere affermato solo astrattamente sulla carta, ma che deve essere confermato e garantito concretamente.
Invece, con quest'allargamento alle unioni omosessuali, ci troviamo purtroppo al classico atteggiamento, molto in voga dalle parti sinistre di quest'Aula, di vantarsi e agitare anche mediaticamente un allargamento del tutto formale di questi diritti ad una pletora ormai sempre più ampia e diffusa di soggetti, quando poi paradossalmente le stesse forze politiche non si sono ancora preoccupate di garantire un reale funzionamento di questo sistema. Per cui quand'anche, dopo quest'estenuante ostruzionismo fossero riusciti ad approvare questo testo, si limiteranno a riconoscere alle unioni omosessuali un diritto del tutto formale e astratto, destinato a rimanere sulla carta, a un alloggio di edilizia sociale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Do atto che l'emendamento rubricato n. 48) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 49) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Con questa proposta, lei sostituisce la parola "disagi" con la parola "fastidi". Ecco, se lei volesse illuminarmi anche su questo, collega, ne avrebbe facoltà.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Questo è chiaramente un emendamento ostruzionistico, ma tanto non è una novità che siamo impegnati in un'operazione ostruzionistica. Io sto verificando di volta in volta e la ringrazio comunque dell'informazione però sto verificando anch'io di volta in volta il tenore degli emendamenti perché lei sa benissimo che ormai siamo arrivati ad oltre una buona metà di quest'opera, dopo tre giornate di Consigli passate così. Ma lei avrà ormai già colto che ci sono emendamenti ostruzionistici mischiati, invece, ad emendamenti di merito.
Io per questo ringrazio - visto che cerco di essere il più intellettualmente onesto possibile - l'Assessore Ferrari, che ieri - giusto per citare emendamenti di merito - ha dato parere favorevole all'approvazione dell'emendamento con cui reintroducevo la categoria dei figli tra i soggetti che possono subentrare all'assegnatario dell'alloggio di edilizia sociale che vada a decadere. Lo voglio ricordare perché, giusto nella foga gay friendly di inserire le unioni omosessuali, evidentemente per qualche refuso materiale (che però, intanto, è avvenuto), nel testo di modifica della legge n. 3 che è stato presentato all'attenzione di quest'Aula la categoria dei figli veniva cancellata con un colpo di spugna e compariva al posto dei figli quella delle unioni omosessuali, con un paradosso.
Io infatti vorrei farvi riflettere su cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stato questo emendamento di ripristino della categoria dei figli: saremmo arrivati, per questa fretta ideologica arcobaleno, a fare in modo che quando il signor Gino, magari unito civilmente, vada a morire, i figli avuti (si spera precedentemente da altro rapporto) vadano poi ad essere del tutto esclusi (tra l'altro nell'ordine) da un subentro nell'assegnazione dell'alloggio ATC.
Dico questo solo per far capire che ormai quest'Aula - non solo quest'Aula, però quest'Aula si fregia di essere avanguardia in questo atteggiamento - è in preda a questa fregola ideologica, per cui non va neanche e a verificare qual è il reale tenore delle innovazioni legislative che si vanno a portare. Quando si fanno le leggi bisognerebbe ricordare che si va a determinare, magari per anni - consideriamo che la legge attuale sulle case popolari è sostanzialmente la medesima da sette anni, che è un lasso di tempo abbastanza ampio - conseguenze molto pesanti sulla vita quotidiana delle persone, che magari di queste bandiere ideologiche sanno e si interessano ben poco (e fanno anche bene, per certi versi, perch bisogna anche pensare alle cose pratiche e concrete). Purtroppo, però, si va a modificare le loro vite e magari anche i loro diritti; e magari si va anche a calpestarli come sarebbe accaduto in questo caso.
Meno male che la Giunta si è accorta di questo mio emendamento, che ho segnalato negli innumerevoli e infiniti interventi, ed è corsa ai ripari.



PRESIDENTE

Do atto che l'emendamento rubricato n. 50) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 51) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Anche questo non è un emendamento di merito, ma ostruzionistico. E questo mi agevola nella possibilità di continuare questo ragionamento.
Noi - lo ribadisco ancora - abbiamo ripetuto più e più volte - lo vedo anche dai tweet di Consiglio che lo ricordano ripetendolo, ed è giusto che sia così, perché ovviamente lo sto facendo apposta - che noi in realtà condividiamo l'esigenza di andare a tutelare i nuclei familiari che sono a rischio di decadenza per morosità, perché siamo a conoscenza e del tutto consapevoli, forse anche di più di certa parte della sinistra, che siamo di fronte ad una crisi sociale senza precedenti. Per questo, per esempio, mi ero con entusiasmo messo come relatore di minoranza. E lo faccio tendenzialmente - chi segue i lavori d'Aula lo sa - per quasi tutti i testi di legge che riguardano il tema delle case popolari, perché è un tema che da quando ho iniziato il mio percorso politico, mi appassiona, ritenendolo davvero nodale per la vita quotidiana della cittadinanza e in particolare delle fasce socialmente più esposte.
Peccato che siamo partiti da un testo in cui si pensava di dover ragionare in punta di diritto su quale fosse il meccanismo sostitutivo di quello di decadenza automatica - questo era l'auspicio e questa la speranza, quindi, di parlare di una sfida virtuosa tra le forze politiche a trovare la soluzione legislativa e amministrativa più opportuna e più consona - e invece noi delle minoranze ci ritroviamo ad impegnarci e voi della maggioranza costretti a perdere tempo e ad annoiarvi per questo braccio di ferro del tutto insensato sorto rispetto all'inserimento delle unioni omosessuali tra i soggetti che possono partecipare e ricevere punti nei bandi per la casa popolare.
Voglio ricordare questo perché - l'ho già detto più volte e lo ribadisco - se si tornasse al testo originario l'azione ostruzionistica finirebbe qua e quest'Aula potrebbe tornare ad occuparsi, dopo aver approvato celermente il testo originario del DDL 229, di materie di interesse oggettivo del nostro territorio piemontese; questo dovrebbe essere il compito di quest'Aula e non quello di infilarsi in tunnel abbastanza insensati e in bracci di ferro ideologici.
Purtroppo, però, questa è la scelta che - osservo - continua a veder schierata la maggioranza; e in questo caso si tratta di una maggioranza più ampia di quella che alle ultime elezioni ha sostenuto il Presidente Chiamparino, perché evidentemente su questi temi c'è un asse che io preferirei fosse anche più chiaro agli occhi dello stesso elettorato quando poi si vanno a chiedere i voti e le preferenze. Di sicuro questi sono temi su cui va fatta una grande chiarezza, perché sono molto delicati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 52) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sì, dicevo che sono temi molto delicati, per cui dovrebbero quantomeno essere portati a una corretta informazione di tutto l'elettorato quando poi si va materialmente a raccogliere i voti; soprattutto se poi l'azione politica che si svolge nelle aule di Consiglio in cui si viene eletti segue questi orientamenti.
Voglio dire questo perché quasi tutti i sondaggi, condotti anche da entità editoriali assolutamente non vicine alla destra, rilevano come l'Italia sia un Paese molto diviso su questi temi. Tradotto, esiste una grande parte del Paese - io continuo a pensare che sia ancora la maggioranza - che ritiene che l'unica famiglia realmente definibile con questo termine, anche da un punto di vista giuridico oltre che da quello culturale e sociale, sia quella "naturale" fondata sul rapporto tra un uomo e una donna. Questo porta alla necessità di ricalibrare l'ordine degli interventi nel campo dei diritti delle persone omosessuali; e non ci sottraiamo a questo. Nessuno vuole negare che questa realtà esista e nessuno vuole neanche attribuirle un carattere di morbosa fobia, come invece ogni tanto alcune forze gay friendly accusano noi sovranisti di fare.
Questo è il motivo per cui noi ci limitiamo a ragionare dal punto di vista culturale e giuridico, affermando che il campo del riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali - che nessuno vuole assolutamente negare o calpestare - dovrebbe semplicemente essere ricondotto al campo del diritto privato; visto che poi spesso, quando davvero si sentono le storie vissute di persone omosessuali, si riscontra che il vero problema materiale di queste coppie inerisce a temi di assistenza, di successione, di rapporti anche e non solo patrimoniali nel diritto alla casa della convivenza: tutti aspetti, però, che in realtà sono, in parte già prima dell'approvazione della legge Cirinnà, esauditi da una magistratura che sappiamo essere di manica larga in chiave interpretativa ed ermeneutica.
Tuttavia, a parte questo dettaglio, che è peculiare della magistratura italiana, se diamo un occhiata anche proprio solo al sistema legislativo questi diritti possono essere assolutamente garantiti da riforme puntuali dettagliate e, magari per questo motivo - mi permetto di aggiungere - più concrete e più soddisfacenti a livello di risultato, anche per i diretti interessati, nel campo del diritto privato.
Invece, l'impressione è che vi sia questa smania di utilizzare le necessità e i bisogni del mondo omosessuale per andare a cancellare scardinare e stravolgere concetti e istituzioni di diritto pubblico che appartengono alla nostra tradizione giuridica e alla nostra tradizione di civiltà occidentale, e non solo.
Io non fatico a vedere dietro queste mobilitazioni un disegno, che molti, sul complottismo, dicono occulto. Secondo me, non è assolutamente occulto, è del tutto palese e rivendica lo sradicamento delle comunità umane che possono fornire un ancoraggio, diciamo un retroterra di maggiore forza e solidità, proprio all'individuo in questa nostra società.



PRESIDENTE

Grazie.
Do atto che gli emendamenti rubricati n. 53) e n. 54) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 55) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Anche questo, ovviamente, è un emendamento ostruzionistico, per cui continua il ragionamento generale.
Purtroppo, dietro questo tipo di mobilitazione e questo tipo di rivendicazioni non è difficile scorgere un disegno di sostanziale sradicamento dell'individuo.
Sappiamo benissimo che esistono forze anche di carattere internazionale e di carattere finanziario che cercano di trasformare le nostre economie reali e i nostri sistemi politici e legislativi sovrani in terreno di speculazione e di saccheggio. Lo hanno già fatto con diverse modalità, lo hanno fatto togliendoci la sovranità monetaria, lo hanno fatto togliendoci qualsiasi controllo sui nostri confini, lo hanno fatto, sostanzialmente esponendoci a un flusso migratorio privo di precedenti, scatenato peraltro da guerre nel Nord Africa e in Medio Oriente, in cui noi c'entriamo tutto sommato molto relativamente. Tutto questo, chiaramente, si associa a un tentativo di assoluta omologazione dell'italiano medio, come dell'europeo medio. È un processo che nella nostra società occidentale - possiamo metterci tranquillamente il Nord America - va sostanzialmente nella direzione di una completa omologazione globale dell'individuo, senza che ci siano peculiarità culturali, appartenenze comunitarie, senza che sostanzialmente, ci sia uno schermo di difesa rispetto a queste dinamiche globalizzatrici.
Allora, vorrei solo far capire a tutti il significato dell'ondata di reazione a queste dinamiche, che stiamo osservando dappertutto, per esempio, negli Stati Uniti con Trump: mi era anche sembrato che questo cambio della guardia rispetto ad Obama fosse stato salutato con favore non solo da Fratelli d'Italia e non solo dalla Lega Nord, bensì anche dal Movimento 5 Stelle e dal suo leader Beppe Grillo. Evidentemente, dallo stesso Beppe Grillo - questo era un passaggio che avevo condiviso - questo messaggio è stato colto come una sorta di rottura rispetto a questa ondata ideologica progressista che cercava di convincere la società che i problemi non fossero la disoccupazione, non fosse la perdita di capacità di acquisto, non fosse la decrescita fino a un livello di benessere sostanzialmente indegno di una civiltà occidentale, bensì fossero le famiglie arcobaleno e l'apertura massima possibile ai flussi migratori rispetto a una rappresentazione della realtà che è del tutto svincolata da quella reale.
Vedete, spesso si cerca di dipingere queste vostre offensive ideologiche come il futuro ineludibile che aspetta le nostre comunità. Non è così, lo dimostra il fatto che, recentemente, ogni volta che è stata data la facoltà di esprimersi, e di esprimere un voto, alle popolazioni che sono interessate da questi processi, l'indicazione è stata di assoluta reazione a queste dinamiche, alle forze che sono schierate per la difesa della famiglia naturale, che sono schierate contro le teorie gender, che sono schierate contro le invasioni migratorie...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 56) presentato da Marrone, Berutti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Ogni volta che ai popoli è data la possibilità di esprimere un voto l'indicazione arriva in chiave di reazione a queste, che sono assolute forzature ideologiche. Questo dovrebbe essere un segnale che andrebbe colto penso - da parte delle stesse forze politiche che, ogni volta recentemente, sono state penalizzate da questi segnali. Invece, a fronte di ogni segnale popolare, vi è un ulteriore arroccamento e la condanna del popolo stesso immedesimato in una sorta di massa bovina in preda a paure e a qualsiasi forma di timore irrazionale.
Allora, io vi invito a ragionare sul fatto che si tratta forse non proprio di paura, ma di prese di posizione, quindi, sostanzialmente, di reazioni coraggiose. Cioè, la reazione esprime la volontà di non rassegnarsi e ogni volta che vi sentiranno in televisione affermare che il futuro è quello delle famiglie arcobaleno, penso che tutte le persone che non credono che questo sia il futuro che i nostri Paesi meritano, ogni volta che gli sarà data opportunità, risponderanno con il proprio voto per dire che non vogliono questo futuro.
Però, qui arriviamo a un problema: a fronte di questi segnali, spesso la risposta che proviene non solo da voi come forze politiche, ma da quelle èlite che promuovono queste stesse campagne ideologiche, è il tentativo di privare le popolazioni di questa possibilità di espressione elettorale sovrana.
Vorrei ricordare che, a fronte del segnale del referendum costituzionale, che, nelle intenzioni del Partito Democratico, o quantomeno di una sua parte, doveva essere il coronamento di legittimazione democratica dell'allora premier Matto Renzi - che, ricordiamo, non ha mai avuto questa legittimazione democratica - tutto si è risolto in un ribaltamento a sorpresa di questo auspicio e in un segnale chiarissimo che credo sia abbastanza noto a tutti - non riguardava assolutamente la riforma nel suo dettaglio, ma era un segnale chiaro al Governo che con tanta arroganza imponeva quello stravolgimento della nostra Carta Costituzionale.
Qual è stata la reazione? Sostanzialmente, mettere un Governo fotocopia; promettere, in un primo momento, che fosse sostanzialmente una fase transitoria limitata nel tempo, per arrivare a una legge elettorale che le stesse pronunce della Corte Costituzionale hanno sancito essere tutto sommato abbastanza superflua da un punto di vista di necessità. Poi adesso, siamo passati tranquillamente a una dimensione in cui di legge elettorale nemmeno si parla più.
Questo Governo Gentiloni, che, ormai, è l'ennesimo privo di una legittimazione elettorale, continua a governare, senza alcun limite, prende impegni internazionali, oggi ci comunica che grazie...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 58) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Oggi ci comunica che, grazie a queste meravigliose politiche migratorie, di sostanziale sostegno all'immigrazione clandestina, un po' con le operazioni internazionali e un po', addirittura, con le navi dell'ONG, quest'anno sono previsti 70 mila arrivi in più.
Questo è il Governo che ci troviamo. E perché lo sto citando rispetto a questo dibattito? Perché è la chiara espressione dell'arroganza di chi avendo capito che non ha il sostegno a livello di consenso della popolazione, tira diritto, rinuncia a cogliere quel consenso, a inseguirlo a meritarselo, a conquistarlo, e, semplicemente, si arrocca in una dinamica di potere del tutto autoreferenziale, del tutto delegittimata, del tutto lontana dalle esigenze e dalla reale sensibilità della cittadinanza.
Nelle dinamiche d'Aula di questi giorni vedo la stessa arroganza, vedo la stessa sensazione di autosufficienza, vedo la stessa presunzione ideologica di essere, a prescindere, nel giusto, senza accettare un confronto, senza misurarsi con le reali necessità, senza nemmeno - questo lo ripeto - utilizzare le sedi istituzionalmente a ciò deputate, ovvero le Commissioni, per cercare di capire, cosa che, invece, è stata giustamente predisposta - in questo seguo l'indirizzo della Giunta - come gruppo di lavoro, per la riforma complessiva della legge n. 3/2010 sulla casa popolare.
Invece, guarda caso, sul tema delle unioni omosessuali si è creata la corsia preferenziale, si è creato il cavallo di Troia, si è deciso che non aveva senso, per esempio, come si sta facendo per il tema dell'immigrazione, capire come si sono comportate le altre Regioni italiane; capire, per esempio, se ci sono altre Regioni che hanno deciso unilateralmente di inserire le unioni omosessuali nei propri testi normativi, nonostante la Cirinnà operi già un rinvio automatico.
Evidentemente, non ci siamo: le forze di maggioranza e di una parte della minoranza non si sono preoccupate di capire le conseguenze pratiche di efficacia legislativa, rispetto a una riforma di questo tipo.
Hanno semplicemente deciso di fare a gara tra chi arrivava prima ad aggiungere i termini "unione civile omosessuale" e chi li inseriva nel maggiore numero di disposizioni e di articoli della legge n. 3/2010.
È una sorta di derby a chi sventola più in alto la bandiera arcobaleno che, sinceramente, credo interessi molto poco al Piemonte e interessi molto poco, paradossalmente, forse, anche a tante persone omosessuali che non sono però inquadrate nella minoranza rumorosa dell'attivismo LGBT.
Probabilmente non interessa nemmeno il destinatario, lo dimostra il fatto che ogni volta che viene piantata una bandierina arcobaleno su un tema come può essere il registro delle unioni civili, lo ricordo perché è stato l'attuale Presidente Chiamparino, allora Sindaco di Torino.



PRESIDENTE

È scaduto il tempo, continuerà nell'intervento successivo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente Il tema, al di là dei singoli emendamenti e sui primi articoli che introducono l'estensione dei diritti alle coppie omosessuali, è di carattere più generale.
Il problema vero, com'è stato sottolineato più volte in questo dibattito, è che noi ci stiamo occupando di un aspetto che può essere anche rilevante nel momento in cui discuteremo la riforma della legge sull'edilizia sociale, ma che certamente non riveste un carattere di priorità nella discussione di oggi.
Badate, il tema legato a come alcune minoranze ottengono sempre più diritti o vantaggi è di carattere generale. Se parliamo sempre di case all'interno del capoluogo della nostra Regione, come in altre città, si è introdotta una fiscalità di vantaggio sull'affitto delle seconde case a chi affitta a profughi o richiedenti asilo. Questo è un tema che se fosse esteso e se fosse affrontato, per esempio nella discussione di oggi potrebbe essere estremamente interessante.
Noi abbiamo sottolineato in più di un'occasione di come anche questa legge sia una legge utile perché blocca le decadenze; è un provvedimento utile perché noi ci auguriamo che blocchi anche i conguagli, ma rimane una legge monca. Nel senso che fintantoché non individueremo nuove misure per avere maggior patrimonio abitativo da mettere a disposizione dei cittadini richiedenti, non saremo di nuovo in grado di rispondere a un'esigenza dei cittadini piemontesi, in particolar modo di coloro i quali vivono in un'area a grande conurbazione come quella di Torino e della prima cintura.
Per questo motivo, noi riteniamo che non fosse prioritaria la discussione sugli articoli in discussione, ma la legge doveva arrivare in Aula così com'è nata all'interno della Commissione prima dello suo stravolgimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 59) presentato da Marrone, Berutti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Anche questo è un emendamento ostruzionistico.
Si tratta di ricordare un elemento importante, di ricordare che questo DDL era partito per parlare di un tema concreto, un tema sul quale si poteva registrare una sostanziale trasversalità: la necessità di capire che questa legge regionale sulla casa non era al passo con i tempi rispetto al tema delle decadenze dalle case popolari.
Sono verticalmente aumentate le famiglie che non sono in grado di pagare il canone sociale e, dall'altra parte, il fatto che così ci saremmo trovati di fronte a migliaia di famiglie, sottolineo famiglie vere, che si sarebbero trovate a non avere più una sistemazione. Chi perde la casa popolare non ha più nessun paracadute di assistenza pubblica. Questo era il tema sul quale, in via d'urgenza, già da dicembre ci si era impegnati ad approvare un testo di modifica. Peccato che siamo a metà marzo e ci siamo arroccati su un dibattito ideologico che quest'Aula si poteva evitare o quantomeno, poteva rinviare alla sede opportuna, cioè quella di riforma di tutta la legge sulla casa popolare. In quell'ambito si sarebbe "perso" quantomeno mescolato a tanti altri temi forse anche più importanti.
Per esempio, il tema di chi può partecipare al bando rispetto alla propria cittadinanza: italiani, stranieri, che tipo di immigrati. Immigrati con il semplice permesso di soggiorno? Immigrati con la carta quinquennale di soggiorno? Richiedenti asilo oppure no? Titolari già con status di profugo che sappiamo essere un'esigua minoranza, oppure tutta la pletora dei richiedenti asilo come accade addirittura con un punteggio ad hoc nell'attuale legge? Questi erano i temi su cui ragionare, non inserire la bandierina dell'unione gay vicino alla famiglia, in modo da poter portare lo scalpo della famiglia naturale ancora una volta ai piedi delle associazioni LGBT piemontesi e nazionali; non essere per forza i primi della classe, la prima Regione in tutta Italia ad aver deciso di operare questo inserimento normativo nelle leggi piemontesi. È un primato davvero triste e inopportuno.
La battaglia di ostruzionismo che sta emergendo annovera al mio fianco e di questo ne sono felice, il Movimento Nazionale per la Sovranità con il Consigliere Vignale e la Lega Nord. Forze che ritengono che la difesa della famiglia naturale e dei valori non negoziabili abbia ancora un senso di giustizia di per sé ma, soprattutto, forse ancora prima di questa posizione di merito, condividere che non si può sempre vedere calpestate le proprie prerogative di forza di opposizione nell'individuazione del metodo di approvazione delle leggi.
Non si può accettare che le urgenze che poniamo noi in Commissione come il punteggio che va automaticamente ai richiedenti asilo o immigrati piuttosto che il punteggio che viene riconosciuto per il fatto di vivere in una baracca, anche ai Rom e agli zingari che vivono in campi nomadi abusivi, devono essere considerate delle battaglie populiste e ideologiche quindi bocciate senza neanche un approfondimento o inviate, quantomeno alla sede di gruppo di lavoro di riforma della legge n. 3 del 2010.
Dall'altra parte, invece, la bandiera arcobaleno delle unioni omosessuali diventa una fretta che non consente neanche un approfondimento tecnico legislativo in Commissione e deve arrivare scritta all'interno degli emendamenti o dei testi di Giunta.
A questo non ci stiamo. Lo stiamo ripetendo, lo ripeteremo ancora molte volte nel corso di queste giornate. Ricordo che questa è già la terza giornata di Consiglio che, di fatto, si consuma in questa battaglia ostruzionistica. Noi, che abbiamo a cuore l'attività legislativa di questa Regione - e lo dimostra il fatto che non abbiamo ricorso così spesso allo strumento ostruzionistico all'interno delle battaglie d'Aula in questi due anni e mezzo - siamo invece costretti a farlo, perché ci siamo stancati.
Ci siamo stancati di questa arroganza, ci stiamo stancati delle conseguenze...



PRESIDENTE

Do atto che l'emendamento rubricato n. 60) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 61) presentato da Marrone, Vignale, Berutti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Ha ragione il Presidente: questo è l'ultimo emendamento dell'articolo rispetto al quale gli emendamenti presentati sono meno, perché è più breve e si presta meno ad un'opera ostruzionistica rispetto ad altri.
Per questo motivo, invito le altre forze politiche - non solo quelle del centrodestra o della minoranza, ma tutte - a esprimersi nel dibattito generale rispetto a questi emendamenti, che sono a mia firma e quindi potevano vedere solo il mio intervento. È importante, perché su questo tema sono state dette tante cose ed è giusto ribadire la propria posizione.
Se il centrosinistra rimane convinto della necessità di rimanere impantanati per ore su questa battaglia ostruzionistica, magari sarà anche il caso che ricordi a sé stesso, piuttosto che agli altri colleghi o ai cittadini piemontesi, qual è la ragione di questo assurdo braccio di ferro perché non accetta di tornare al testo originario e confrontarsi con gli Uffici, con gli approfondimenti tecnici e con i dati.
In questo modo, accetteremmo sicuramente il confronto sul tema degli omosessuali nella sede opportuna (in Commissione), senza forzature d'Aula senza necessità di imporre con bracci di ferro un'imposizione che solo i numeri hanno determinato, ovvero trasformare il DDL 229 in un cavallo di Troia rispetto al tema originario, che era il bisogno abitativo di tante famiglie che rischiano di finire in mezzo a una strada.
Se questo è effettivamente il momento di discuterne, spero che il dibattimento generale sull'articolo sia un'opportunità per chiarirci le idee.
In conclusione, nei pochi secondi che mi rimangono prima che inizi il dibattimento generale, ricordo la disponibilità a ritirare tutto il materiale ostruzionistico e votare questo provvedimento se si torna alla forma originaria, senza il riferimento ormai multiplo, peraltro in tutte le sezioni, non solo di assegnazione, ma anche di attribuzione punteggio e voltura dell'alloggio rispetto all'assegnatario che è venuto a mancare.
Se il testo viene riportato alla formulazione originaria senza tutti questi cavalli di Troia ideologici, allora l'ostruzionismo finisce qua e possiamo tornare a discutere veramente di leggi o di atti di indirizzo che interessino concretamente il Piemonte. Se, invece, preferite continuare con questo braccio di ferro, sappiate che non mancheremo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
aperta la discussione generale sull'articolo 4.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
È l'ennesimo Consiglio in cui siamo vittime e succubi di un'autentica ossessione. Un'ossessione cui ieri il collega Marrone rispondeva a chi era presente ed ascoltava gli interventi ostruzionistici, dicendo: "Cercatevi un libro e leggetelo, se proprio non vi interessa quello che dico".
Io non ce la faccio a leggere libri, perché siamo in un'aula istituzionale, quindi - come lui stesso riconosce - ascolto quello che viene detto. Ogni tanto fermo anche l'ascolto: purtroppo, vengono dette cose e affermati dei principi che io ritengo anche molto violenti, dal punto di vista della nostra Carta Costituzionale.
Voglio ricordare al Consigliere Marrone e a tutti coloro i quali condividono questa battaglia e non permettono di arrivare a una rapida approvazione di una legge importantissima (fermare le decadenze da parte delle famiglie e delle unioni in futuro morose è un principio fondamentale), che le unioni civili e le convivenze di fatto sono ricondotte dalla cosiddetta legge Cirinnà proprio a due articoli della Costituzione. Uno è l'articolo 2, secondo il quale la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, come singolo e nelle formazioni ove si svolge la sua personalità. Ecco, così vengono configurate le unioni civili: la Repubblica riconosce, non introduce o crea, ma riconosce. Quindi, diritto naturale.
Inoltre, l'articolo 3, che parla di eguaglianza formale e sostanziale.
Pertanto, se non si dà applicazione a una legge dello Stato che si limita a garantire e riconoscere dei diritti che esistono in natura perché questo dice la nostra Costituzione - e si scarica su quella Magistratura che poi viene definita troppo creativa, beh, allora il legislatore deve essere lui stesso creativo nello svolgere il proprio lavoro! I contenziosi che deriverebbero se noi non recepissimo ai sensi della legge la legge Cirinnà, porterebbero davvero all'opposto di quanto, in modo anche un po' contraddittorio, gli interventi precedenti vanno ad affermare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non possiamo non far presente quanto già sottolineato, affinché sia chiaro, visto che siamo nella discussione generale degli emendamenti relativi all'articolo.
Evidentemente, ci sono priorità e priorità, tant'è che questa norma nasce non per modificare la legge 3, ma per dare una risposta di immediatezza.
Ma, se oggi non fosse costituito un tavolo, un gruppo di lavoro all'interno della Commissione casa (la II Commissione), che ha come obiettivo quello di aggiornare la legge 3, allora le considerazioni che faceva il collega Appiano e che hanno fatto altri colleghi (non molti, per la verità) della maggioranza o del Movimento 5 Stelle, che hanno presentato questo emendamento, avrebbero un valore.
Esiste una norma dello Stato e dobbiamo, in qualche modo, darne attuazione. Poi, ci saremmo divisi sul fatto di dare un'attuazione all'interno della norma oppure no, ma questo aspetto l'abbiamo già detto in molte occasioni, durante queste sedute.
La verità è che questa è una legge che nasce su un'urgenza (quella relativa alle decadenze) e segnalo che ci sarà un'altra urgenza, ma la discuteremo in sede di bilancio: capire quanto i dati emersi relativamente al disavanzo di ATC Torino incideranno nel bilancio della Regione Piemonte ma questo è un aspetto che non riguarda questa norma, se non parzialmente.
Per questo nasce la norma. Questa norma nasce per bloccare le decadenze e, nelle prossime settimane, nel gruppo di lavoro della II Commissione avremo la possibilità o avremmo avuto la possibilità di discutere, non dico come ultimo, ma penultimo punto, l'adeguamento della Cirinnà e - come molti e molti altri punti, invece - l'aggiornamento della norma.
È evidente - e ho finito - che, nel momento in cui si vuole dare urgenza a una norma e si introducono aspetti così divisivi, sacrosantamente divisivi (non penso che qualcuno si sia sorpreso che il Movimento Nazionale, piuttosto che altri Gruppi consiliari, sia contrario a questa norma), si sarebbe andati incontro alla situazione che abbiamo vissuto in questi giorni.
E allora, vuol dire che c'è una volontà politica chiara (non è una semplice introduzione di una legge dello Stato) di dire che, così come sono un'urgenza le decadenze, è anche un'urgenza l'adeguamento della Cirinnà.
Non può essere letto in altro modo, rispetto al testo che noi presentiamo in Aula. Poi, tutte le altre valutazioni di contorno sono - appunto valutazioni di contorno.
Parlando per atti, noi vediamo che, rispetto all'urgenza di una norma l'urgenza di una norma parla per prima cosa dell'estensione dei diritti alle famiglie omosessuali e, per seconda, delle decadenze e di nient'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Ringrazio il collega Appiano per essere intervenuto, perché quantomeno ha colto che il nostro ostruzionismo ha espresso dei concetti, che poi ovviamente lui - è anche abbastanza naturale - non condivide, per quantomeno non esageriamo a impoverire il dibattito, anzi sarei anche felice se il suo esempio venisse colto anche da altri colleghi delle altre forze politiche e della sua.
Io, però, approfitto per ribadire un carattere paradossale che ho colto nel suo intervento, se ho bene inteso: siete così convinti che si tratti di una sorta di realtà oggettiva da scoprire, da sollevare e da portare alla luce, invece che una scelta sovrana, in un senso o nell'altro, che responsabilizza chi la porta avanti, di riconoscere o comunque di scrivere ex novo leggi che creano (perché prima non c'erano) diritti o privilegi dei nuovi soggetti, come le unioni omosessuali, che non vi rendete conto del fatto che non è un dovere farlo.
Non è che l'omosessualità non esistesse! Le nostre civiltà sono andate avanti per millenni senza che esistessero figure giuridiche di riconoscimento dei matrimoni omosessuali. Millenni!



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Peraltro, in gran parte del mondo - non necessariamente le tribù di Zulù, ma Paesi piuttosto avanzati - queste figure non sono riconosciute e non c'è minimamente l'intenzione politica di riconoscerle. E magari sono Paesi in cui - vi illumino! - si vota anche più spesso che da noi, dove governa il premier che è stato votato, tanto per capirci! Questa cosa incredibile chiamata "democrazia rappresentativa", che da noi è un proforma, mentre da altre parti è sostanziale. Guarda caso, più è sostanziale...
Pensiamo agli Stati Uniti o alla Russia, che tanto piace anche al Movimento 5 Stelle. In Russia, addirittura, le effusioni omosessuali in pubblico sono vietate per legge. Se non erro, mi sembra che il Movimento 5 Stelle abbia, come noi, dei rapporti positivi, forti e stretti con quel mondo politico: peccato che ci sia una discrasia tra il movimento piemontese e la leadership nazionale. Quelle sono realtà in cui di matrimoni omosessuali non si parla assolutamente.
Dovreste rendervi conto che magari, un domani, è possibile, se non addirittura probabile, che tornino a governare maggioranze politiche che non condividono questa tematica e cambieranno di nuovo le leggi; ne sono quasi convinto. E lo faranno in rappresentanza di una sensibilità diffusa perché questa vostra percezione (o questa vostra fregola) è assolutamente minoritaria: non che io non ne riconosca la dignità solo perché è minoritaria, ma questo è il dato di fatto.
In ogni caso, viene approvata - sto concludendo, piuttosto rinuncio all'illustrazione di un successivo emendamento - solo perché si basa su maggioranze del tutto spurie e contro natura tra chi governa e chi dovrebbe fare opposizione e invece non la fa, aiutandovi e dandovi i numeri per approvare questo scempio.



PRESIDENTE

Deve guardare me quando interviene!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Noi siamo seduti indietro, quindi non ci potremmo mai rivolgere ai nostri colleghi davanti avendo il favore dei loro occhi, ma ci terrei che il collega Marrone si rivolgesse, come da Regolamento, al Presidente. Anche perché, altrimenti, diventa un dialogo con il Movimento 5 Stelle, e mi pare che non sia consono con quello che sta avvenendo in Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.
Chiaramente vale anche per il Consigliere Grimaldi, che ha questo difetto di rivolgersi dall'altra parte, e invece deve guardare me!



GRIMALDI Marco

Purtroppo ho la stampa davanti! E purtroppo ho anche il Consigliere Marrone, che ha detto delle cialtronerie, se posso permettermi.
Perché è vero che il matrimonio omosessuale è una delle cose più vecchie del mondo, ma, come piace dire al collega Marrone, bisogna tenerlo lì nascosto, come se stessimo parlando di Giulio Cesare o di Alessandro Magno: ve li ricordate questi grandi uomini - i potenti della terra - uniti con altri uomini? Ma teniamoli nascosti! Tiriamo le pietre alle donne, non facciamole votare! Lasciamo la società com'era prima! Abbiamo una possibilità di fermare la notte dei diritti civili? Noi lo faremo ricordando che, a differenza di altri Paesi, non abbiamo ancora riconosciuto il matrimonio fra due persone dello stesso sesso. Noi facciamo questa legge anche per far sì che le discriminazioni che esistono ancora in questo Paese, a differenza della Gran Bretagna, dei Paesi nordici e a differenza di altri Paesi governati anche dalle destre, vengano superate, e per dire che lesbiche, gay, bisessuali, transgender italiani e piemontesi sono nostri colleghi, Consigliere Marrone! Sono insegnanti, sono soldati pensi. E, se uniti civilmente, possono non dover aspettare un anno! Perch stiamo dicendo questo: se lei e il Consigliere Benvenuto foste registrati in un'anagrafe, dopo un anno avreste gli stessi diritti, lo sa o no? È già legge questo! MARRONE Maurizio (fuori microfono) Appunto.



GRIMALDI Marco

Chi è unito civilmente, semplicemente quell'anno non lo deve neanche aspettare: è un abominio! MARRONE Maurizio (fuori microfono) È sbagliato, dal mio punto di vista.



GRIMALDI Marco

Se ne faccia una ragione! Esistono anche le coppie dello stesso sesso e non devono essere discriminate solo perché qualcuno oggi decide che, perché non sono eterosessuali, non devono avere gli stessi diritti degli altri.
Sì, questa è una legge che non è nata per questo; è nata per tutt'altro motivo. È nata per far sì che quelle 6.500 famiglie, che dopo tre mesi avrebbero ricevuto quella lettera di sfratto e di decadenza, debbano semplicemente riconsiderare la loro posizione davanti a un Comune per evitare una morosità incolpevole e, quindi, uno sfratto incolpevole.
Siamo arrivati qui perché abbiamo deciso di accettare degli emendamenti di buonsenso e di adeguare la nostra norma locale con una norma nazionale che è arrivata fuori tempo massimo; lo dicono tutte le istituzioni internazionali; lo dice l'Unione Europea e siamo ancora in ritardo.
Se con questa legge semplicemente spostiamo la lancetta dei diritti più avanti e ci adeguiamo alla normalità, affinché le persone non debbano essere discriminate semplicemente per il loro orientamento sessuale, stiamo facendo solo un po' più di giustizia in un Paese in cui - mi spiace Consigliere Marrone - non sono regnanti di niente, perché non c'è nessuna "dittatura gay". Anzi, siamo un Paese in cui dopo vent'anni si sta ancora discutendo se i figli di quelle coppie - legittimamente - sono o meno figli di quell'amore. Forse il ritardo è molto più grande e grave di quello che la società italiana registra da tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
È fuor di dubbio che argomenti di questo genere portino il dibattito a considerazioni che normalmente in quest'Aula non si sentono. È fuor di dubbio, come nel caso del testamento biologico che al momento è in discussione alla Camera dei Deputati (sebbene col collega Graglia notavamo che fosse poco sentito, come argomento, vista la presenza di soli 20 deputati su oltre 600), che si sconfini nella geopolitica piuttosto che in altre considerazioni di tipo generale, come quelle sulla società, se era meglio prima o adesso.
Solo perché il progresso è un elemento da inseguire, non è detto che la società di oggi debba essere migliore della precedente: lo decideranno i posteri; probabilmente lo deciderà la storia, non sicuramente quest'Aula.
Certamente in Italia - la Regione Piemonte in questo non fa difetto non esiste la via di mezzo: o nulla o troppo.
In questo caso, ci troviamo in una situazione, come diceva giustamente il collega Vignale, dove prima non avevamo considerazioni di questo genere sulle coppie di fatto, mentre oggi le introduciamo con prepotenza in una legge che era nata per altri motivi. Dunque, mettiamo sullo stesso piano l'emergenza sulle decadenze e l'emergenza sulle assegnazioni con le nuove modalità.
Quello che non si comprende - anche se ne discuteremo in bilancio - è che ai sensi della legge n. 118, che prevede una copertura finanziaria questa Regione sa (ne discuteremo anche in II Commissione) che i 26 milioni delle ATC nord, più i 170 milioni fra due ATC, quelle di Torino e di Novara e il gruppo del quartetto delle Province dell'ATC Nord, immagino andranno in capo al bilancio della Regione. Quindi, ci sarà la copertura finanziaria di 170 milioni che prima andavano probabilmente in investimenti o a coprire un welfare sicuramente più utile per la nostra società, in una copertura di questo genere, e noi stiamo qua a discutere se va bene o non va bene per il futuro, senza renderci conto degli errori e, soprattutto, dei mastodontici buchi che sono stati generati nel passato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento brevissimo.
Anzitutto, vorrei fare una precisazione storica; in secondo luogo anche se mi pare più incisivo e più importante, dal mio punto di vista penso che il tema stia scadendo in uno scontro molto vivace che, invece proprio su un tema che dovrebbe essere e vorrebbe essere il più inclusivo possibile, cioè stiamo discutendo su aspetti di una legge, quella delle cosiddette case popolari, dove si deve tendere all'accoglienza e alla disponibilità di evitare discriminazioni.
Non mi iscrivo certamente a coloro che si contrappongono e si fronteggiano dicendo al collega che la pensa diversamente: "Se ne faccia una ragione". Credo invece che quest'Aula e dovremmo impegnarci tutti e la invito, Presidente, anche ad elaborare qualche iniziativa sull'argomento fare in maniera che siano le persone e i cittadini cui si rivolgono le leggi che elaboriamo in quest'Aula a comprendere la necessità culturale dell'inclusività.
Accettando il concetto "se ne faccia una ragione", una futura legislatura di colore diverso farà la legge opposta e dirà agli opposti banchi "fatevene adesso una ragione", non risolvendo quello che è il problema culturale che è alla base di tutto questo. Non si può immaginare che le coppie omosessuali siano discriminate o non discriminate, perché lo abbiamo stabilito per legge: il fenomeno, il problema è culturale. Su questo invito l'Aula e lei, Presidente, in qualità di rappresentante di tutti noi, a farsi promotore di iniziative dove leggi come questa abbiano una valenza, anzitutto culturale, oltre che tecnica sul piano di dare o non dare un alloggio ad alcune famiglie piuttosto che ad altre.



(Commenti del Consigliere Marrone)



MONACO Alfredo

Mi rifiuto di pensare che il collega Marrone debba "farsene una ragione". Il problema non è suo, ma credo che sia di persone che rappresentano istanze; comunque, è innegabile che quando incontriamo le persone per strada non tutti pensano che questa legge che stiamo facendo sia giusta. Spiegare che sia giusta non è da imposizione, ma è un esercizio che dobbiamo fare.
La seconda precisazione è culturale.
Al collega Grimaldi, che ha citato credo l'avo dell'Europa probabilmente, che si chiama Giulio Cesare, dico che all'epoca l'omosessualità era condivisa, accettata e ritenuta una pratica ordinaria però in un solo caso fu preso quasi a dileggio da parte delle sue popolazioni, quando la Decima marciava definendolo "marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti"; il motivo era legato al fatto che era vissuta male l'epoca in cui lui aveva intrattenuto una relazione con il re di Bitinia, Nicomede III, perché era uno straniero ed era stato visto come la moglie di Nicomede, ma lo straniero era vietato e non era ben visto a Roma, non tanto per l'omosessualità, ma per il rapporto con lo straniero perché lo straniero era una cosa disdicevole per i Romani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Concediamo ancora tre minuti di riposo al collega Marrone, che da abile oratore cerca di stimolare i nostri interventi.



(Commenti del Consigliere Marrone)



BONO Davide

Guadagna tempo, guadagna voce.
In passato, sono stato Consigliere di un monogruppo di opposizione...



(Commenti del Consigliere Marrone)



BONO Davide

Lo sono ancora adesso, collega Marrone.
Lo so che le dà fastidio che la nostra forza politica abbia acquisito un consenso molto ampio nel Paese, mentre il suo gruppo politico...
A parte che non so esattamente a quale gruppo politico appartenga perché al momento so che ha delle difficoltà all'interno della sua forza politica, prova ne è il fatto - questo volevo sottolineare, ma senza offesa personale - che lei al momento è (tra virgolette) "sospeso", nel senso che è stato dichiarato decaduto nella sua nomina da Consigliere regionale quindi se io fossi nella sua condizione non mi metterei, come dire, a intervenire tenendo ostaggio un intero Consiglio regionale, nel momento in cui la sua posizione è sospesa da Consigliere regionale. Aspettiamo la sentenza in Cassazione, ma al momento la sua posizione è un po' ambigua e un po' dubbia. Questo come premessa generale.
Nel merito, le rispondo "sì, siamo basiti". Nel senso che sappiamo bene che cosa è l'arte di fare opposizione, sappiamo che cosa è la strumentalizzazione dei provvedimenti, quindi vorremmo capire da lei e dai colleghi che hanno firmato gli emendamenti quale delle due azioni state portando avanti.
L'opposizione in passato l'ho fatta da solo contro tutto il Consiglio regionale, e so bene quanto è faticoso, su dei provvedimenti che ritenevo importanti e su cui c'era un contenuto in effetti innovativo, ma qui non stiamo innovando nulla! Perché come già abbiamo provato a dire tante volte la legge 3 del 2010 (magari non se n'è accorto lei, nei due anni precedenti, ma nemmeno i suoi omologhi nella precedente legislatura) prevede già la famiglia anagrafica. Ai sensi del Decreto Ministeriale, si prevede che siano rappresentate le persone unite da matrimonio, da qualunque tipo di vincolo affettivo, tutela, parentela, affinità, eccetera quindi è già così.
Quindi, mi spiace, ma noi non la seguiamo su questo, perché è ovvio che non ci ritroviamo né nel contenuto e nemmeno nella forma, perché ci sembra una strumentalizzazione che non sta in piedi.
Se lei è contrario a questo provvedimento, siamo contentissimi se vuole fare opposizione e rallentare questo provvedimento, ma con qualche contenuto sul tema reale della legge, che infatti è la decadenza dell'assegnazione. Mi spiace, oppure, siamo anche contenti che cerchi di stimolarci da un punto di vista politico, di geopolitica o quant'altro, noi però non siamo maggioranza, ma opposizione; tendenzialmente, abbiamo dato un parere favorevole a questo provvedimento perché condividiamo il tema della decadenza delle assegnazioni, il resto è un di più che va semplicemente a scrivere in altra forma quello che già è oggi. Pertanto fare questa battaglia, francamente, come ho avuto modo di dire, è un po' una strumentalizzazione di una parte - come giustamente diceva il collega Monaco - di cittadini che probabilmente non hanno fatto questo passaggio di riconoscimento di quella che è una realtà che esiste: un riconoscimento culturale e sociale. Quindi, è un po' voler cavalcare questa negazione di diritti naturali già esistenti che a noi, francamente, un po' preoccupa.
In conclusione, poi possiamo anche parlare di geopolitica, ma ciò che vorrei dire ancora è che si possono condividere scelte di politica economica di alcuni Paesi europei e di alcuni politici, e si può dissentire su altri temi. Penso che lei capirà la differenza fra condivisione...



(Commenti del Consigliere Marrone)



BONO Davide

No, no. Anche noi abbiamo in comune alcune posizioni di politica macroeconomica, ma sicuramente siamo molto, molto lontani, se queste sono le sue reali posizioni e non sono strumentalizzazioni sul tema dei diritti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Per concedere qualche minuto al collega Marrone.
È di oggi la notizia che George Michael, gay dichiarato, che amava gli uomini, ha lasciato a due donne la sua enorme eredità, il suo enorme patrimonio.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

L'ho premesso. L'ho premesso.
Ognuno fa quello che vuole, alla fine e lo Stato, forse, dovrebbe deliberare un po' meno sulle abitudini e sui costumi delle persone.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Posto che nel merito su quanto ha detto, perché l'ha detto, nel senso...
Sulle posizioni politiche tanto avrò poi molte occasioni successivamente, per intervenire e per rispondere anche alle sollecitazioni del collega Grimaldi o agli spunti del collega Monaco. Mi hanno dato, devo dire, materiale reale, al di là delle battute, per intervenire.
Solo un passaggio brevissimo sulle affermazioni del collega Bono, per quanto l'abbia detto con toni molto pacati e misurati: Rilevo che non è poi così corretto ribattere a questioni di merito cercando di delegittimare l'interlocutore o l'avversario. Lo voglio dire, non è un dato di fatto perché la sentenza di cui parlava il collega Bono, come lui sa, è stata sospesa dallo stesso organismo giudiziario che l'ha promulgata, perch evidentemente non sono così convinti della stessa fondatezza.
Quindi, respingo completamente, e lo faccio con la massima serenità e coscienza specchiata, questa sorta di delegittimazione per cui io sarei una sorta di Consigliere dimezzato che sta qui a prendersi lo stipendio e non invece a intervenire e portare avanti la sua azione di opposizione. Perch sembrava quasi che il messaggio fosse che finché il Consigliere Marrone non dà fastidio, viene tollerato; non va più bene quando, invece, attacca certi passaggi e certi nervi scoperti, magari anche del Movimento 5 Stelle e non solo del PD. Infatti, è paradossale che questo attacco arrivi da una forza di minoranza, attacco che mi sarei aspettato con maggiore probabilità dalla maggioranza, che ringrazio del fatto che ha evitato di aver ricorso a questa assenza di argomentazione e, invece, ad attacchi personali.
Voglio dire che mi ritengo assolutamente tranquillo, non solo perché si sono espressi in merito degli organismi giudiziari, sospendendo quella sentenza, ma perché sinceramente ritengo di essere qui per il mandato di oltre 3.000 piemontesi che, scrivendo il mio nome su un foglio - cosa che capisco che in certi movimenti molto forti di simbolo e meno di preferenze questa cosa venga capita un po' di meno - hanno voluto darmi la loro fiducia. Di sicuro questo non dipendeva dal mio essere rimasto incagliato per una mancata ratifica di un organo burocratico in un C.d.A., in cui peraltro, da oltre due anni prima delle elezioni non venivo neanche più convocato, verbalizzato. per cui, quando ero in carica (ben prima che i grillini la trasformassero in una moda, perché parliamo del 2011) non ho mai accettato di prendere il gettone di presenza e, quindi, non ho mai preso un euro da quell'ente.
Pertanto, sinceramente, pur riconoscendo la massima serenità del Consigliere Bono che ha sollevato questo tema, con altrettanta serenità ritenevo giusta questa precisazione, ritenendo che forse, visto che so che il collega Bono ha le proprie argomentazioni che, comunque, provvederò a confutare e contestare nei miei interventi successivi, lo invito a soffermarsi su quelle. Tra l'altro, lo dice appartenendo allo stesso Gruppo che esprime il Presidente della Giunta delle elezioni, che è anche il Capogruppo del suo Gruppo.
Sinceramente mi sono sempre sentito garantito dal Consigliere Mighetti in questo suo ruolo, l'ho sempre percepito con molto equilibrio e mi spiace che, invece, il collega Bono abbia fatto quello che ritengo essere un piccolo scivolone, che a me non ha assolutamente irritato e suscitato alcuna reazione; però, lo dico per la sua statura politica, si poteva anche evitare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Cavour" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "Cavour" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3" (Norme in materia di edilizia sociale) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale sull'articolo 4 del disegno di legge n. 229.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Sarò breve. Noi abbiamo molto rispetto per l'attività legislativa del Consigliere Marrone, nel senso che abbiamo rispetto delle opposizioni e anche della tecnica dell'ostruzionismo, perché fa parte dell'attività del Consiglio regionale.
Sugli argomenti che da tre giornate di Consiglio regionale non soltanto il Consigliere Marrone sta utilizzando per fare ostruzionismo, non siamo d'accordo, anzi siamo felicemente contrari e possiamo dimostrare in questo modo che esistono delle differenze sostanziali tra diverse parti politiche.
Noi abbiamo in mente che le nostre posizioni consentano alla nostra società di essere una società più giusta e che le sue posizioni, ma non soltanto le sue, riportino a società buie di tempi antichi, ma sono posizioni politiche.
Abbiamo utilizzato circa venti minuti (trenta, a dir la verità), e l'abbiamo aiutata in quest'attività ostruzionistica. Ora ci fermiamo qui l'interlocuzione avverrà soltanto più con il voto rispetto ai suoi emendamenti e, quindi, ci auguriamo di arrivare al termine di questo processo legislativo il più velocemente possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Tutti sanno come la penso, ma intervengo giusto per precisare, perch il passato per certi parti politiche viene un po' dimenticato facilmente.
Io amo Pasolini, mi ha dato molto e ci terrei solo a ricordare com'è stato trattato dal PCI, così come trattavano gli omosessuali e cosa hanno scritto Marx ed Engels, gli ideologi del comunismo del PD e adesso non so di che cosa, sull'omosessualità. Credo che sia una precisazione che vada fatta.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola, la discussione generale è terminata.
Poniamo in votazione gli emendamenti.
Gli emendamenti rubricati n. 42), n. 43) e n. 44) sono irricevibili.
Procediamo con la votazione dell'emendamento n. 45).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il numero legale mi pare sia 22.
Colleghi, stanno cercando di riparare il sistema elettronico: procediamo con lo stesso metodo con cui abbiamo votato ieri.
Do atto che l'emendamento rubricato n. 46) è irricevibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La votazione è la stessa e l'emendamento è respinto; mettiamo ogni volta in votazione gli emendamenti.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chiede che sull'emendamento successivo la votazione sia effettuata per appello nominale.



PRESIDENTE

Va bene, il prossimo emendamento verrà votato per appello nominale.
L'emendamento rubricato n. 48) è irricevibile.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 49) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.



(Commenti fuori microfono)



(Il Consigliere Marrone fotografa il tabellone elettronico dove appaiono le indicazioni di voto dei singoli Consiglieri)



PRESIDENTE

Cosa sta facendo? Consigliere Marrone, si vuole sostituire agli Uffici della Regione, che trasmettono in streaming le "puntate" del Consiglio regionale? MARRONE Maurizio (fuori microfono) In modo che si veda che è il Movimento 5 Stelle a mantenere il numero legale!



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, o lei finisce immediatamente di fare quello che sta facendo, o io interrompo i lavori del Consiglio e la faccio uscire.
Non è possibile fare quello che sta facendo.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, o lei finisce immediatamente di fare quello che sta facendo o io interrompo i lavori del Consiglio e la faccio uscire.
Non è possibile fare quello che sta facendo!



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Consigliere Marrone! La invito a uscire dal Consiglio, perché la votazione è finita.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.20, riprende alle ore 11.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il suo atteggiamento nei confronti del Consiglio regionale, Consigliere Marrone, sarà valutato dall'Ufficio di Presidenza. La invito a essere corretto.
Consigliere Marrone, lei sta utilizzando questo Consiglio legittimamente, per il suo atteggiamento ostruzionistico, però deve avere rispetto per i Consiglieri che sono qui ad ascoltare quello che lei dice.
D'accordo?



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

No, lei deve avere rispetto per i Consiglieri regionali!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'ho già detto e l'ho già ripetuto: così come è stato valutato per altri Consiglieri, l'atteggiamento del Consigliere Marrone sarà valutato dall'Ufficio di Presidenza.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, ci lascia lavorare o ritiene invece di voler continuare a discutere con il Consigliere Campo? Riprendiamo dunque i lavori.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 49) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Do atto che l'emendamento rubricato n. 50) è irricevibile.
Prima di passare alla votazione dell'emendamento n. 51), ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, possiamo chiedere cinque minuti di sospensione per un'analisi un po' più approfondita degli emendamenti? Solo cinque minuti.



PRESIDENTE

La Presidenza accorda cinque minuti di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.23, riprende alle ore 11.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che è stata avanzata la richiesta, da parte dei Consiglieri Marrone, Vignale e Graglia, di procedere con votazioni per appello nominale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 51) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 52) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Do atto che gli emendamenti rubricati n. 53) e n. 54) sono irricevibili.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 55) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Presidente, legga i dati della votazione, per cortesia!



PRESIDENTE

I dati della votazione sono lì nelle mani degli Uffici e adesso li stampiamo.
La votazione è identica ad ogni emendamento.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Lo chiedo perché il Presidente Laus, quando è stato chiaro che non funzionava il tabellone, li leggeva ad alta voce.



PRESIDENTE

Collega Marrone, abbiamo cominciato a leggerli all'inizio; poi non li abbiamo più letti. Se lei mi chiede di leggerli, lo facciamo.
Per quanto riguarda dunque l'ultimo emendamento votato, il n. 55: presenti 30, contrari 29, non votanti 1.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 56) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri ha votato SI' non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 58) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Presidente, legga i dati della votazione: faccia la cortesia di farlo ogni volta, perché possono cambiare le posizioni da un emendamento all'altro.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Ma dai! Abbia almeno la dignità di votare! Non resta neanche a votare.



(Commenti dell'Assessore Ferrari)



PRESIDENTE

Per cortesia! Vicepresidente Reschigna! Assessore Ferrari! Comunico l'esito dell'ultima votazione: presenti 30, contrari 29 favorevoli zero, non votanti 1.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 59) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 60) è irricevibile.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 61).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 5) presentato da Bono, Batzella, Valetti, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento di merito che esula dal tema di cui stiamo discutendo da tre giorni, cioè del riconoscimento di diritti già sanciti dalla nostra Costituzione e, a maggior ragione, dalla legge Cirinnà, per quanto riguarda le unioni civili tra persone dello stesso sesso e i conviventi di fatto.
In questo caso, noi vorremmo modificare l'articolo 5 del disegno di legge, il cui nucleo originario del provvedimento, quello centrale più importante, sospende le decadenze dall'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare.
Nel disegno di legge dell'Assessore si rimanda abbastanza genericamente a una modifica del Regolamento, con una tecnica di delegificazione che noi riteniamo non corretta, soprattutto nel momento in cui il provvedimento reca come titolo: "Sospensione e decadenza dall'assegnazione degli alloggi". Il problema è che per coloro i quali hanno una morosità colpevole parte la richiesta di decadenza dall'alloggio, poi la procedura va avanti.
Voi lo rimandate al regolamento, ma noi riteniamo sia fondamentale scriverlo in legge. In legge si dice in maniera general generica che si valuteranno le tutele per gli inquilini, ai sensi anche della tenuta dei conti delle ATC e delle esigenze dei Comuni; cioè, è una definizione che sostanzialmente, può dire tutto e nulla.
Quindi, noi chiediamo all'Assessore di essere molto più chiari nell'analisi dell'emendamento e, pertanto, che la morosità non sia causa di decadenza se è incolpevole - com'è adesso - o anche se è colpevole, se l'inquilino si è impegnato con la sottoscrizione di un piano di rientro a pagare il debito in forma rateizzata. Cioè, chiediamo di scriverlo proprio in legge e non di demandarlo all'accordo con le Organizzazioni Sindacali o al Regolamento, che poi modificherà la Giunta e noi non potremo intervenire: che sia chiaro in legge! Come abbiamo detto tante volte, il discrimine tra morosità colpevole e morosità incolpevole è una cifra, che è intorno ai 6.000 euro di ISEE. Al di sotto di 6.000, si è morosi incolpevoli, se si sono pagati almeno 40 euro mensili, cioè i 400 euro annui. Se uno ha 6.001 di ISEE, è morosità colpevole e, oggi, decadrebbe dall'alloggio, se accumula un debito, con il problema anche dei tre mesi - quindi, siamo d'accordo di togliere la parte dei tre mesi perché non va a incastrarsi con le tempistiche di redazione del proprio ISEE. Però, noi vorremmo che fosse chiaro in legge, perch quella di morosità colpevole è una definizione arbitraria data da una cifra e non dipendente dal fatto che non si vuole pagare. Dunque, se dimostra che vuole pagare ed è in grado di pagare grazie a un piano di rientro, che venga scritto il legge che non c'è decadenza.
Spero di essere stato chiaro, ho provato a dirlo tante volte sia all'Assessore che ai colleghi della maggioranza: vorrei veramente che questo emendamento fosse recepito, per non aprire a interpretazioni delle singole ATC, del regolamento, delle organizzazioni sindacali. La chiarezza in legge è fondamentale, noi siamo un organo legislativo che legifera, la Giunta fa anche i regolamenti in seguito all'emanazione delle leggi, ma noi chiediamo che le leggi siano lo strumento fondamentale. Essere chiari nelle leggi serve ad evitare possibili interpretazioni e possibili modifiche da parte, magari, anche di Giunte successive, perché la legge, a differenza del regolamento, deve passare in Consiglio. Mi sembra chiaro, però mi premeva ribadirlo ancora una volta in Aula.



PRESIDENTE

Do atto che gli emendamenti rubricati n. 62), n. 63), n. 64) e n. 65) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 112) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Ne approfitto anticipando la discussione di carattere generale, visto che questo è un emendamento ostruzionistico, e l'emendamento appena esposto dal Movimento 5 Stelle doveva essere l'oggetto di dibattito dell'Aula.
Magari, se loro, a fronte dell'indicazione della maggioranza di riproporre tutti gli altri ambiti di assegnazione punteggi nel gruppo di lavoro avessero ritirato anche quello sulle unioni omosessuali, allora, forse, noi avremmo impiegato molto meno tempo - comunque il tempo necessario - per discutere su questo DDL proprio di questo tema.
Io l'ho ribadito anche nei molteplici interventi, ma, ovviamente essendo ripetitivi e ostruzionistici, magari, non è stato colto: c'è la condivisione, forse addirittura unanime, della necessità di evitare che la decadenza automatica irrigidisca il sistema e, sostanzialmente crei delle grandi ingiustizie sociali, con famiglie che, magari, sono nell'impossibilità oggettiva di fare fronte a conguagli e a richieste troppo esose, arrivate al destinatario contemporaneamente.
Dall'altra parte, però, come il Movimento 5 Stelle, non siamo soddisfatti di una sorta di delega in bianco alla Giunta, non perché non ci fidiamo dell'Assessore - l'interlocuzione finora, anche nella mancata condivisione del risultato, è sempre stata onesta e franca - ma in quanto alla fine, si cristallizza in una legge non il criterio - e su questo ha ragione il collega Bono - bensì l'assenza di un criterio e la delega con fonti secondarie, che sono sostanzialmente in mano solo alla Giunta e a enti strumentali nominati a loro volta, di nuovo, dalla Giunta o, comunque dalla maggioranza. E questo non va bene, perché si dà una discrezionalità eccessiva.
Una cosa - non so se è imprecisa o se, magari, è proprio la loro volontà politica - non condivido di questo emendamento. È giusto menzionare il piano di rientro nel testo di legge, perché assicura un livello minimo di garanzia al destinatario, ma è anche di garanzia per la trasparenza e la correttezza del procedimento, però, secondo me, non basta la sottoscrizione di un piano di rientro: serve che quantomeno inizi un operativo rispetto del piano di rientro, altrimenti, detto tra noi, ci vuole poco per un nucleo che, invece, sia moroso, magari anche dolosamente, iniziare solo la sottoscrizione di un piano di rientro, salvarsi dalle decadenze e, poi, non rispettare nemmeno all'inizio il pagamento dello stesso piano di rientro.
Questo lo dico perché ci troviamo davanti a un'ATC che sostanzialmente ha maturato 143 milioni di euro in crediti nei confronti dei morosi.
È vero che è giusto salvaguardare le famiglie e le ingiustizie sociali ma bisogna anche salvaguardare l'erario pubblico, altrimenti prima o poi il sistema collasserà ulteriormente non solo nelle assegnazioni, ma anche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 66) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Condivido, rispetto al Movimento 5 Stelle, la necessità di inserire un criterio sostitutivo e non solo abrogare l'attuale criterio per quanto inadeguato; deve essere un criterio che tuteli anche le ragioni erariali dell'Ente.
Ritengo - l'ho detto negli interventi precedenti - che il criterio di soglia patrimoniale sulla morosità non colpevole dei 400 euro annui sia sostanzialmente equo. Quattrocento euro annui sono sostenibili a livello di pagamento, perché divisi su 12 mensilità comportano una cifra che non arriva neanche a 40 euro mensili. Anche con il nostro sistema assistenziale di sostegno al reddito comunale piuttosto che di privato sociale, non credo che sia una cifra irraggiungibile in un anno da pagare per un canone. Poi ci possono essere gli imprevisti come spese mediche e problemi personali non dico che debba essere assolutizzato, ma decisamente non si può creare una sorta di salvacondotto assoluto, come io temo che avverrebbe con questo emendamento così com'è scritto. La semplice sottoscrizione in piano di rientro, se non è rispettata, non è sufficiente, uno può assumersi degli oneri già con la malafede di non onorarli, soprattutto se questo lo salva rispetto alla lettera legislativa.
D'altra parte, lo voglio dire all'Assessore e alla Giunta, è accettabile che si dica che poi sarà un regolamento di Giunta a definire nel dettaglio qual è il criterio sostitutivo. Le Giunte sono rappresentative, questo da sempre, solo di una parte, non del tutto e nelle dinamiche di interlocuzione che concretamente vengono portate avanti con gli inquilini morosi (mi riferisco ai Comuni a livello di servizi sociali o ATC), sono figure, nella migliore delle ipotesi, del tutto tecniche e burocratiche, per cui hanno una discrezionalità quasi totale nelle loro decisioni. Forse quello è il caso migliore.
Nel caso di soggetti la cui nomina è politica e che, magari, hanno senza nessun infingimento, anche un recente passato politico in una dimensione politica anche come forma mentis, la discrezionalità di queste figure lascia il campo aperto anche, se vogliamo, al rischio di clientelarismo. Se una persona è retta, onesta e ha il senso di responsabilità del proprio ruolo, riesce a distinguere la propria missione politica rispetto alla propria missione istituzionale, soprattutto se ha in mano un meccanismo che può adeguare a sua volontà.
Se, invece, ci troviamo - perché le persone sono di diverso tipo - in futuro con un presidente di una o più ATC che decide di utilizzare strumentalmente, elettoralmente, clientelarmente questa carta bianca che la Regione gli dà, allora si va incontro a rischi di perversione di tutto il sistema.



PRESIDENTE

È scaduto il tempo.
Grazie Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 111) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Le famiglie in tal caso, invece di essere garantite, sarebbero ulteriormente soggette a una forma di ricatto. Purtroppo queste sono situazioni che evidenziamo non perché siamo sospettosi della natura umana ma perché, ahimè, nel caso diverso, ma tutto sommato analogo, delle assegnazioni provvisorie di edilizia agevolata, in attesa dell'assegnazione definitiva in edilizia sociale.
Per semplificare, per chi non è esperto nella materia: quando nei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, è l'Assessore, ossia un politico, a decidere di assegnare solo per i canonici due anni, che poi sappiamo essere costantemente rinnovati, una casa popolare a chi è in attesa per l'emergenza abitativa che non è definitiva, e non è la Commissione emergenza abitativa, che è un organo più ampio, sono tantissime le segnalazioni di clientelarismo politico-elettorale.
Purtroppo è un sistema che favorisce una dinamica di questo tipo. Se un politico ha la facoltà di decidere chi è l'inquilino buono rispetto all'inquilino cattivo e chi si salva e chi viene cacciato, il rischio, se non c'è un sistema fissato per legge che definisce paletti, criteri e parametri generali e validi per tutti, è che si crei l'assoluta libertà di decidere chi si tiene la casa e chi viene buttato in mezzo ad una strada.
Non credo che questo sia un sistema sostenibile e accettabile. Porta invece che a un'ingiustizia generale, a un'ingiustizia ancora più odiosa perché è un'ingiustizia politica, un'ingiustizia che può avere dei retroscena elettorali o, addirittura, corruttivi se c'è chi va oltre magari pretendendo quattrini in cambio della salvezza sulla casa popolare.
Noi abbiamo il dovere di fissare delle regole generali che precedano ed evitino preventivamente situazioni di questo tipo. Oggi ho criticato aspramente per molte cose i colleghi del Movimento 5 Stelle, ma visto che questo aspetto pone un tema serio di merito, ne condivido lo stimolo.
Io non condivido questa lettera nel dettaglio, avevo inserito altri emendamenti sostitutivi in altre parti della legge; ritengo che il piano di rientro debba essere menzionato, ma debba essere, quantomeno in una prima fase, rispettato. La buonafede va dimostrata e l'erario pubblico della Regione e dell'ATC va salvaguardato.
Non so perché i colleghi di maggioranza prima abbiano chiesto una sospensione dei lavori, avranno fatto dei ragionamenti, ed è giusto che se li facciano tra di loro, non lo devono dire a me. Tuttavia, se posso suggerire, su questo tema varrebbe la pena, se anche non approveranno l'emendamento del Movimento 5 Stelle o del sottoscritto, porsi il tema e il problema in questa sede e non trovarci domani a dover fronteggiare situazioni di malcostume amministrativo e ritrovarci involontariamente in buonafede ma complici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Cerchiamo anche di capire, visto che interveniamo sugli articoli per cui la legge è nata, quali sono gli aspetti positivi e quali sono i rischi.
L'articolo 5 interviene a modificare la legge oggi in vigore che sostanzialmente, sanciva un aspetto di per sé semplice nella complessità di individuare una decadenza, cioè che superati i tre mesi di morosità e qualora questa morosità non fosse incolpevole, iniziava il processo di decadenza.
Va detto, o almeno noi ci permettiamo di dire, che questa è inevitabilmente una legge tampone perché ha una finalità, quella che vedremo all'articolo 6, la sospensione dei procedimenti di decadenza, ma non può diventare una legge voragine. Nel senso che noi capiamo il senso dell'articolo 5, nel senso che oggi è strettamente collegato al blocco dei principi di decadenza indicati all'articolo 6, ma l'attuale articolo 17 così come formulato, individua una modalità per cui per le ATC piemontesi è semplice definire chi è moroso e chi non lo è.
Verifica i tre mesi di morosità, passati i quali si introducono principi con i quali si va a chiudere la morosità, come veniva ricordato con un piano di rientro che l'ha rispettato, oppure si passa a principi di decadenza. Che, badate, vanno rispettati. Non possiamo pensare di fare come fece l'Istituto Case Popolari in particolar modo negli anni Settanta e Ottanta, quando fu costretto a vendere una parte consistente di patrimonio per coprire il debito. Noi dobbiamo cercare di contemperare un'esigenza di carattere sociale con il fatto che esistono inquilini morosi.
I censimenti che le ATC hanno dimostrato che esistono inquilini che possono pagare il rateo mensile, ma non lo pagano, quindi in quel caso vanno introdotti principi di decadenza sacrosanta.
Questo per dire che comprendiamo quanto viene detto all'articolo 5, ma sappiamo che, a legge votata, non abbiamo più una modalità oggettiva con cui individuare la morosità. Ci sarà un successivo regolamento, ma oggi non vi è più una modalità oggettiva: una ATC potrà decidere che la morosità è dopo "x" mesi, mentre un'altra potrà decidere che la morosità è in un lasso di tempo differente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 110) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Anche quest'emendamento è ostruzionistico, quindi il ragionamento sarà inevitabilmente generale.
Stavamo dicendo che si tratta di un tema non secondario e poteva essere un campo di confronto, un confronto razionale.
Io non penso - l'ho detto e ne sono convinto - che l'Assessore abbia deciso con gli Uffici di prevedere una sorta di non inserimento nella legge, per tenersi le mani libere. Anzi, ricordo (magari me lo confermerà lui stesso) che in Commissione l'ha giustificato dicendo che queste sono leggi che rimangono cristallizzate nel tempo per chissà quanto, per cui si toglie una rigidità e si rischia di inserire una nuova rigidità.
Mi sembra di ricordare che fosse questa la motivazione con cui aveva spiegato la cancellazione e la non sostituzione di un criterio. Io lo capisco, però voglio ricordare che quando i componenti della maggioranza hanno detto "sì, però sulle sperimentazioni successive, sul regolamento, ci sarà un momento di condivisione", il massimo che è venuto fuori - ma ne parleremo più approfonditamente quando arriveremo a quell'articolo - è che un articolo della legge recita: "La Giunta informa la Commissione".
Questo non è sufficiente: anche su quello bisognerà inventarsi qualcosa di diverso, perché dire che la Giunta informa la Commissione, posto che (nessuno se la prenda) in molti casi, soprattutto in merito agli Assessori le Commissioni vengono informate dai media, perché i dati vengono approfonditi in Commissione dopo che le conferenze stampa o i comunicati dei singoli Assessori o della Giunta hanno già diffuso all'universo mondo tutti i dati che noi chiediamo prima.
Pertanto, diciamo che l'informazione nei confronti delle Commissioni ahimè - non è sicuramente il pezzo forte di questa Giunta. Se, invece fosse così, ci ritroveremmo per una volta di fronte a un dovere che, se l'Assessore di turno vuole, esaudisce con un confronto vero, reale, magari addirittura preventivo, in corso d'opera, quindi onesto e coinvolgente.
Con questa lettera, invece, un domani che ci sarà un Assessore che ha una coscienza differente, una maggiore autonomia, se non addirittura autoreferenzialità rispetto al Consiglio, nulla gli vieterà - perché questo è il testo della legge - di mandare una bella mail in cui vi dice "guardate, vi informo che le cose stanno così, bene, arrivederci", senza sottoporsi ad alcun confronto, senza recepire suggerimenti o ascoltare critiche ed obiezioni.
Questo non funziona, non va bene, non è sufficiente ed è pericoloso da un punto di vista di opera legislativa.
Poiché è la Giunta che predispone le leggi, ma, essendo un organo legislativo, sono i Consiglieri che, con il loro voto, le trasformano in leggi vigenti oppure no, suggerisco sinceramente a tutti di mettersi una mano sulla coscienza e riflettere sulle obiezioni che stiamo sollevando in questa sede.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 67) e n. 68) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Bono, Batzella, Valetti, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sempre sul tema dell'articolo 5, vorremmo andare a integrare le modifiche alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 17, riguardanti le decadenze.
La prima modifica era più sostanziale e sostanziosa: abbiamo provato a spiegarlo più volte, cercando di far comprendere come sia necessario scrivere in legge un principio chiaro, cioè non una definizione generica che si deve leggere dal combinato disposto dell'articolo 5 e dell'articolo 6.
L'articolo 5, cioè, toglie più di tre mesi, mentre l'articolo 6 afferma che sono rivalutati i procedimenti di decadenza sulla base delle nuove disposizioni regolamentari. Noi crediamo che sia un intervento troppo generico, cioè che non dia il senso e il significato dell'importante modifica sostanziale che vogliamo andare a portare nei procedimenti di decadenza.
Si rimanda a un articolo aggiuntivo, pertanto un domani ci sarà la legge 3 che dice una certa cosa e ci sarà questa legge - che sarà la numero "x" del 2017 - che rimanderà a un regolamento che prevedrà delle cose.
Questo non lo riteniamo corretto e pensiamo che debba essere scritto in questo articolo di legge.
Relativamente alla modifica in cui introdurre la morosità, dividendola tra incolpevole e colpevole, con sottoscrizione del piano di rientro (poi rispondo anche al collega Marrone che, in questo caso, ha fatto un intervento di merito ed anche con un certo qual senso), avevamo pensato di inserire nell'emendamento non solo la sottoscrizione del piano di rientro ma anche il rispetto dello stesso, cioè il fatto che le rate vengano pagate. Riteniamo, però (abbiamo fatto degli approfondimenti), che la sottoscrizione debba contenere al proprio interno la sottoscrizione di un contratto dove ci sia l'impegno a rispettare le rate, come se si facesse un contratto per l'acquisto della casa o di qualsiasi altro genere.
Pertanto, sta all'ATC verificare il rispetto della sottoscrizione del piano di rientro.
In questo singolo emendamento, andiamo a chiedere un'ulteriore pulizia formale sul testo. Vorremmo, infatti, togliere la doppia negazione, cioè la parola "non". Potrebbe sembrare non rilevante, ma, come era successo nel caso della distanza per gli apparecchi da gioco nella legge di contrasto alla ludopatia, in cui c'erano due negazioni che mettevano un po' di confusione (due negazioni potrebbero anche affermare), in questo caso chiediamo un po' di attenzione sul fatto che la definizione "salvo che la morosità non sia riconosciuta incolpevole" può aprire a delle interpretazioni. Nel senso che due negazioni affermano e, quindi, vorremmo fosse chiaro che è fatto salvo qualora la morosità sia colpevole.
Scrivere "che non sia incolpevole" potrebbe essere un'affermazione. Ad oggi è sempre stata interpretata correttamente, ma mentre andiamo a rivedere la lettera d) del comma 1 dell'articolo 17, questa è un'ulteriore modifica puntuale, fermo restando che riteniamo molto importante quello che abbiamo detto prima.



PRESIDENTE

Su questo emendamento c'è il parere favorevole della Giunta: vuole intervenire, Consigliere Andrissi? Prego, ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Voglio chiedere una cosa, a parte il discorso del Consigliere Bono che ritengo importante (il fatto che in legge sia chiaro che anche il moroso colpevole, nel momento in cui accetta un piano di rientro, esce dalla decadenza).
Se io vado a leggere il sub-comma d), quello che capisco è che il moroso incolpevole non è soggetto al piano di rientro. Ciò, però, non sta avvenendo sul territorio, nel senso che mi sono stati segnalati dei casi di morosi incolpevoli cui è stato proposto un piano di rientro.
Se ciò effettivamente fosse vero, vorrei che fosse esplicitato. Io non credo che una persona che ha reddito inferiore a 6.000 euro (indice ISEE) o comunque prossimo allo zero possa essere soggetto a un piano di rientro anche solo di 500 euro. O paga il piano di rientro o mangia: i casi sono due.
Pertanto, vorrei che questa cosa (chiedo all'Assessore se può farlo) fosse esplicitata in modo chiaro: chi ha diritto a un intervento del fondo sociale non deve essere soggetto al piano di rientro, nel momento in cui un soggetto, quale può essere il Comune, non ha coperto la sua quota spettante di copertura della morosità incolpevole.
Solo questo.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Lei non aveva sottoscritto l'emendamento: abbiamo considerato le sue parole come facenti parte della discussione generale. L'Assessore comunque, l'ha ascoltata.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Approfitto per variare un po' la solfa, visto che ce la siamo un po' ripetuta (tanto la dovrò riprendere anche successivamente).
Il tema è importante. In questo singolo caso sono felice del fatto che sia così, perché non è neanche giusto essere incasellati in fronti perenni e immutabili.
Sono d'accordo con le sollecitazioni poste dal Movimento 5 Stelle: forse avrei scritto questo emendamento sul piano di rientro in modo differente, però è altrettanto vero che non si può tenere un testo così "aperto", quasi di delega in bianco. Non va bene. Una legge non si pu scrivere così.
Concordiamo tutti sul fatto che quel meccanismo di decadenza automatica di tre morosità - che ormai, ahimè, sarà un caso frequente - non vada bene non sia opportuno né aderente alla realtà sociale quotidiana del nostro territorio. Dall'altra parte, non possiamo neanche abrogare un criterio senza sostituirlo con un altro alternativo.
Il rischio - l'ho già ribadito - sarà quello di andare nell'assoluta discrezionalità dei singoli o nel lassismo generalizzato. E, magari, questi 143 milioni di euro di credito difficilmente esigibile dell'ATC Piemonte centrale (immagino che sia quella maggiormente colpita in termini quantitativi) rischiano di lievitare fino a raggiungere delle cifre inimmaginabili. Peraltro, non si può neanche pensare di delegare tutto a regolamenti successivi o a procedimenti in quella Commissione che a malapena è informata.
Spero che i colleghi del Movimento 5 Stelle - che oggi non sono stati teneri col sottoscritto, ma non lo sono stato neanche io nei loro confronti colgano che se emendamenti così fondamentali (e non solo sulla questione aggiuntiva delle unioni civili e quant'altro) non venissero recepiti (non ho ancora capito esattamente quale sia la posizione della Giunta al riguardo, ma immagino che l'Assessore lo chiarirà), suggerisco loro, visto che questo è il mio spazio di intervento, di ragionare sull'opportunità di dare corso ad un voto favorevole o ad un voto non favorevole ma necessario per mantenere il numero legale sufficiente al soccorso della maggioranza.
Ci tengo a precisarlo, perché, senza far alcun tipo di terrorismo siamo consapevoli che le decadenze sono già sospese, perché le ATC, con una prassi di buonsenso, lo hanno già fatto da tempo. Per cui spero che ci sia lo spazio per rivedere complessivamente questo testo e per ragionare, non tanto sulle questioni ideologiche, ma, quantomeno, su quelle molto pratiche e amministrative, sulle integrazioni che fissino norme valide per tutti certe, di garanzia ma anche di rigore. Insomma sulle leggi (perché così dovrebbe essere) che questo organo sovrano e legislativo è chiamato a promulgare nell'interesse di tutti i piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Due considerazioni, perché si tratta dell'argomento che ha generato il provvedimento. Siccome la questione posta è di assoluto rilievo, proprio in relazione al fine che il provvedimento vuole raggiungere, è giusto, dal mio punto di vista, ribadire due considerazioni che non sono nuove, Consigliere Marrone.
Credo che lei abbia seguito i lavori in Commissione: di questo emendamento proposto dal Consigliere Bono avevamo già parlato e io avevo già espresso una posizione ben precisa, che ribadisco qui in Aula. Fatemi però fare una considerazione previa.
Questo articolo proposto dalla Giunta toglie dal testo di legge 3/2010 il riferimento temporale ai tre mesi. Può sembrare un intervento che apre le voragini, ma in realtà nasce dal fatto che esiste un'incongruenza a livello normativo che ha rappresentato uno dei fattori (se non quello più rilevante, uno dei più rilevanti) che ha generato l'accumulo delle morosità, che ha generato l'accumulo delle richieste di decadenza e che ha generato l'accumulo dei pronunciamenti di decadenza senza mai arrivare ad alcuna esecuzione (in gran parte). Perché? Perché si chiede di intervenire dopo tre mesi, salvo che sia incolpevole. Ma la valutazione dell'incolpevolezza viene fatta alla fine dell'anno, se non nell'anno successivo.
È questo meccanismo che non funziona e il nostro intervento è finalizzato a dire: fissiamo un principio in legge e nel regolamento che abbiamo già incominciato a discutere e a emendare definiamo tempistiche e l'esercizio delle responsabilità in questa vicenda.
Seconda considerazione: il principio che fissiamo in legge è che la decadenza viene richiesta salvo che la situazione di morosità sia incolpevole. Ma non vorrei mettere sullo stesso piano chi è moroso incolpevole con chi è moroso colpevole e può fare un piano di rientro perché, a mio avviso, sarebbe scorretto. In legge deve essere fissato un principio fondamentale e fondativo: per chi è incolpevole - cioè per una morosità involontaria - scatta il meccanismo della tutela.
Mettere sullo stesso piano chi è colpevole e chi è incolpevole in legge è, a mio avviso, scorretto. Per questi motivi non condivido l'emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle che chiede di introdurre nel testo di legge il riferimento al piano di rientro. Perché il piano di rientro regolamentato nell'apposito regolamento, è uno degli strumenti che pu essere effettivamente utilizzato per far rientrare una morosità ritenuta colpevole. Questa, a mio avviso, è la giusta gerarchia del problema.
Pertanto in legge fissiamo un principio; dopodiché, regolamentiamo con lo strumento più idoneo come gestire la morosità colpevole: laddove ci sono le condizioni per il rientro, la decadenza viene fermata; laddove non c'è il rispetto o la non accettazione del piano di rientro, la decadenza deve essere portata fino in fondo, ossia fino alla sua esecuzione.
Questo è tipico di un regolamento che deve essere costruito e definito e su cui abbiamo già incominciato a discutere (di fatto, è già quasi realizzato).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo posizioni diverse, ne prendiamo atto.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (fuori microfono)

Il collega Marrone è contento che abbiamo posizioni diverse!



BONO Davide

Sì, almeno segnala questo, se no rimane confuso e non capisce più gli assetti della politica nazionale e regionale, italiana e piemontese.
Veniamo al tema della morosità: la definizione di "colpevole" e "incolpevole" porta con sé quasi una valutazione etica e morale; sembra quasi che, per definizione, il moroso colpevole non abbia voglia di pagare.
Noi contestiamo questo.
La definizione di morosità colpevole o incolpevole è affidata al superamento o meno di una semplice soglia ISEE, che è molto precisa.
Peraltro, manca anche una "zona grigia": a nostro avviso, ci dovrebbe essere una soglia al di sotto della quale si è incolpevoli, una fascia "grigia" in cui si valutano le condizioni reali economiche, familiari sociali, gli aiuti ricevuti, eccetera, e poi una terza fascia al di sopra della quale si è effettivamente colpevoli senza neanche le valutazioni.
Oggi rimane in legge questa distinzione molto netta e molto manichea in cui da una parte ci sono i buoni e dall'altra i cattivi, quando nella realtà del mondo umano e naturale c'è una continuità, cioè c'è una serie di grigi, non solo un nero e un bianco.
Da questo punto di vista ci sarebbe piaciuto inserire il principio magari scritto meglio o diversamente, perché ci rendiamo conto che l'emendamento è sempre scritto in maniera sintetica e rapida - per cui non esistono buoni e cattivi. È vero che nel regolamento, se non verrà modificato (perché non abbiamo possibilità di emendare un regolamento, ma possiamo esprimere il parere condizionato, come ha già fatto qualche volta questa maggioranza, anche se di solito è un atto che porta avanti la maggioranza, perché non ha nessun significato se lo fa l'opposizione; ne ha già poco se lo fa la maggioranza, quindi tendenzialmente non è un atto che possono mettere in campo i Consiglieri di opposizione. Quindi, il regolamento...
Lo so che sto dicendo una banalità, però mi piace ripeterlo ancora una volta in Consiglio regionale, per dire anche agli Assessori che ovviamente, hanno un'altra funzione, che loro possono emanare i regolamenti e noi Consiglieri possiamo intervenire sulle leggi. Dal nostro punto di vista, va inscritto nella legge 3, perché tante volte - e chiudo - facciamo confusione tra le leggi, perché dobbiamo accostare una legge, la seconda legge, il regolamento. La normativa è già complicata, ma secondo me la stiamo complicando ancora un po' di più.
Noi continuiamo a rimanere nella nostra idea. Non siamo riusciti a convincere l'Assessore e credo neanche i Consiglieri di maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 67) è irricevibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

ARTICOLO 5 bis Emendamento rubricato n. 121) presentato da Marrone, Sozzani, Berutti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Se non ricordo male, perché non ho il testo della legge 3 sott'occhio mi pare che questo sia un emendamento di merito che, se non ricordo male l'Assessore Ferrari aveva accettato di accogliere, anche se in Commissione l'avevo ritirato.
Questo emendamento è sull'abrogazione di quell'articolo della legge 3 che consente le assegnazioni provvisorie, quelle che i Comuni possono fare di due anni in due anni e, ogni volta, siamo chiamati a votare delle deroghe, per evitare che le persone finiscano in mezzo alla strada; ritengo che questo sia un meccanismo vizioso, un meccanismo non virtuoso.
Sono consapevole - è uno dei motivi per cui ai tempi l'avevo ritirato che sarebbe meglio approvare eventualmente una cancellazione delle provvisorie solo dopo che si sia riformato complessivamente il sistema delle assegnazioni. Questo, però, è un segnale e l'ho voluto dare (per questo l'ho mantenuto, tanto so che non me lo voterete, almeno così se ne parla).
Il segnale è rispetto alla necessità di evitare che si crei questa sorta di bacino, di limbo, di area grigia di persone cui è già stato riconosciuto formalmente il diritto - penso alle attese sull'emergenza abitativa - ad avere una casa popolare, perché l'emergenza abitativa è stata individuata. Tuttavia, visto che il sistema di reperimento degli alloggi di edilizia sociale e di assegnazione degli stessi non funziona perché impantanato in attese burocratiche infinite, o magari addirittura nell'assenza di disponibilità di alloggi, si arriva a un paradosso.
Il paradosso è che gli alloggi ci sono, ma invece di assegnarli secondo un criterio definitivo e non precario di edilizia sociale, quindi a garanzia dell'Ente, dell'erario, della certezza di diritto, nonché del destinatario stesso in emergenza abitativa, si arriva invece all'assurdità per cui si finisce per dire che decide l'Assessore. In tal modo l'Assessore decide l'assegnazione provvisoria in una casa per un paio d'anni.
Vi posso dire, per mia esperienza diretta, che l'assegnatario difficilmente viene informato o ha gli strumenti culturali o normativi per capire la differenza tra un'assegnazione definitiva e un'assegnazione provvisoria, così spesso viene vista come un'assegnazione definitiva ottenuta non in virtù di una legge e quindi di un diritto, ma in virtù di un favore o di una cortesia.
Ci può essere di sicuro l'Assessore "x" che non ne approfitta assolutamente e la usa come una risorsa emergenziale, così come è stata immaginata nella legge. Peccato che poi basta che ce ne sia uno di Assessore che, invece, la utilizza per farsi una bella pletora di persone che dipendono da un suo pollice alto o pollice verso (come ai tempi dei gladiatori romani), ma a quel punto penso che ci sia davvero un rischio molto reale e molto elevato di strumentalizzazione e di clientelarismo.
Credo che occorra modificare le leggi, renderle migliori, più virtuose...
Ho sentito quest'obiettivo - e ci credo - proclamato praticamente da tutte le forze politiche. Anche di questo bisogna parlare e anche su questo bisogna soffermarci a riflettere.
Ho approfittato per sottoporre il tema...



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono interventi sulla discussione generale.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Mi perdonerà, Presidente, è ovvio che ripeto le stesse cose, però visto che ho iniziato con l'ostruzionismo...



PRESIDENTE

Non mi stupisce, però siamo comprensivi.



MARRONE Maurizio

Questo è un tema di merito ed è quello rispetto alle assegnazioni provvisorie.
Dicevo, si cerca di razionalizzare questo sistema, bisogna impedire che si viva di emergenzialità. Teoricamente, questo ha a che vedere con il disegno di legge di cui stiamo parlando, perché anche il blocco e la moratoria delle decadenze è inevitabilmente una dimostrazione della necessità di doversi affidare a delle misure emergenziali.
Se ci trovassimo di fronte a una legge che funziona, non ci troveremmo nella necessità di modificarla con un provvedimento di dettaglio. Avremmo atteso di arrivare alla riforma generale, che noi come centrodestra auspichiamo dall'inizio di questa legislatura, quindi metà mandato, perch ormai la metà mandato l'abbiamo superata. L'abbiamo più volte richiesto con atti di indirizzo e, grazie al cielo, si è arrivati poi con la Presidente di Commissione Conticelli e l'Assessore Ferrari all'inizio di un gruppo di lavoro che si è caricato di questo onere. Una prima riunione è già stata fatta e purtroppo è stata l'unica. Ci sono state delle ragioni logistiche e non per altro, di economia dei lavori d'Aula, per cui non ci sono più state convocazioni successive. Mi auguro che però riprendano quanto meno subito dopo il dibattito sul bilancio, perché è fondamentale arrivare ad una revisione complessiva.
In questo dibattito limitato all'emergenzialità e alle decadenze secondo me sarebbe stato opportuno rivedere tutte le emergenze. Lasciamo perdere il tema delle assegnazioni e punteggi, perché su quello abbiamo già parlato e riparleremo. Mi riferisco, ad esempio, al tema delle decadenze per morosità nei conguagli, che è un tema che è stato accentato e - ahimè un po' tenuto fuori dal dibattito su questa legge, perché ci è stato risposto che non era questa la sede, ovvero quella legislativa, per parlarne.
Tuttavia, in realtà, è un tema molto simile a quello principale di cui stiamo dibattendo, cioè la decadenza per morosità sui canoni, perché tra morosità sui canoni e morosità sulle utenze non credo che passi questa grande differenza agli occhi di chi deve sborsare i quattrini. Anche perch ne approfitto per ricordarlo e sottolinearlo - siamo alla follia, per cui il canone è sociale ed è determinato per legge, quindi spesso è oggettivamente ammortizzato e sostenibile. Peccato che poi magari un canone da 50 euro si accompagna a richieste in bollettino da centinaia e centinaia di euro, quando non da migliaia di euro in occasione dei conguagli. Quindi si è detto di arrivare a un massimo di 50-100 euro da pagare per il reddito che si ha, poi si arriva al paradosso di chiederne migliaia. Per cui secondo me, anche il tema dei conguagli è opportuno affrontarlo in questa sede.
Lo stesso discorso vale per le assegnazioni provvisorie; è un meccanismo che non funziona e di cui troppi si approfittano. Noi abbiamo una responsabilità e questa responsabilità ci richiede di intervenire con urgenza anche su questo tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 121), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ricordo che alle ore 12,30 in sala Morando si svolge la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi in seduta congiunta con i Presidenti di Commissione.
Alle ore 14 in sala Viglione sarà ricevuta una delegazione delle organizzazioni sindacali in merito alla situazione della Borgolon S.p.A. di Varallo Pombia.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.27)



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