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Dettaglio seduta n.210 del 14/03/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


BERTOLA GIORGIO



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Contratti ed appalti - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1485 presentata da Grimaldi inerente a "Stato agitazione servizi di pulizia, sanificazione e logistica appalti presso ASL-TO1 e Città della Salute"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1485.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Com'è scritto in oggetto, in seguito al mancato accordo nel cambio appalto del servizio di pulizie e sanificazione del lotto B dei presidi sanitari dell'ASL TO1 tra la Direzione dell'ASL e le organizzazioni Sindacali, queste ultime hanno unitariamente proclamato lo stato di agitazione nei cantieri di pulizia, sanificazione e logistica dell'ASL TO1 e della Città della Salute.
CGIL, CISL e UIL scrivono che questa scelta è determinata a partire "dall'indisponibilità da parte dell'Azienda di seguire strade alternative alla riduzione secca delle ore contrattuali del personale con la nuova riorganizzazione aziendale. Una riduzione corrispondente" - dicono i sindacati, unitariamente - "ad un 33 per cento medio, in considerazione che un esubero di ore percentualmente simile potrà essere rivendicato nel cambio appalto dei servizi di pulizia e sanificazione delle ASL sopra citate".
Sono stati assegnati appalti per 24,76 milioni alla Città della Salute su tre anni - e 4,7 milioni all'ASL TO1, con risparmi sulla base d'asta desunta dal conto storico di questi appalti di 1,57 milioni, per l'ASL TO1 su tre anni - e 8,17 milioni per la Città della Salute, sempre su tre anni.
Come? Grazie a un taglio delle ore, che si aggira sul 33 per cento e corrisponde a 4.523 ore settimanali contrattuali in meno per la Città della Salute e circa 800 ore settimanali in meno per l'ASL TO1.
L'intervento, se abbiamo fatto bene le stime, tocca 680 operatori.
Purtroppo, il tentativo di addivenire, in Prefettura, ad una conciliazione non è andato a buon fine. Credo che lunedì 20 marzo vedremo davanti al Consiglio tutti i lavoratori che offrono questi servizi.
Tra l'altro, giovedì 9 marzo si è svolto un incontro con la Dussmann per il nuovo appalto delle pulizie della Città della Salute. Anche lì secondo fonti sindacali, l'azienda avrebbe dichiarato degli esuberi del 33 per cento su tutti gli ospedali e presidi. Come dicevo, i lavoratori denunciano da tempo la disorganizzazione del cosiddetto start up dell'Ospedale Martini e Oftalmico, arrivando addirittura a parlare di caos nelle pulizie dei maggiori presidi ospedalieri e sanitari di Torino.
Come sapete (l'ho detto anche stamattina), il Consiglio regionale si è espresso più volte sul tema della giusta retribuzione. La Giunta ha accolto positivamente un ordine del giorno, che - tra l'altro - mi vede come primo firmatario, chiudendo un accordo sindacale con CGIL, CISL e UIL, su questi temi.
Ritengo che la giusta retribuzione debba passare dal fatto di utilizzare i contratti collettivi nazionali di maggior favore e dal non fare ribassi sulla pelle dei lavoratori. Soprattutto, sulla pelle dei lavoratori non ricade solo il salario orario o le garanzie necessarie delle clausole sociali, cioè del reintegro di tutti i lavoratori, perché, se ad ogni appalto c'è una riduzione del 20-30 per cento delle ore, alla fine bisogna pulire gli stessi luoghi in minor tempo e con un salario inferiore.
È questo il modello che possiamo proporre? Io credo di no e ritengo, in generale (ce lo verranno a dire anche quelle donne che spesso hanno partecipato alle nostre assise), che si lavori male già guadagnando 800 euro al mese (questa è più o meno la media percepita dalle lavoratrici), ma con 600 euro si portano alla fame centinaia di famiglie, cosa che non possiamo permetterci.
Vedo l'Assessore Saitta ed anche l'Assessore alle politiche sociali: queste persone finiscono da un ambito all'altro, se non mettiamo fine a questa piaga, e io spero che l'Assessore - come ha già detto altre volte convochi i Direttori generali per dire che questa situazione non è più sostenibile.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come il Consigliere Grimaldi sa, questo tema lo abbiamo già affrontato nella seduta del 28 febbraio.
Oggi, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino conferma integralmente quanto già illustrato nella relazione di quindici giorni fa, circa i presupposti giuridici che hanno regolato la gara per l'affidamento dei servizi di pulizia, sanificazione e trasporti della Città della Salute, ASL TO1 e TO5.
Per quanto riguarda il lotto inerente alla Città della Salute e della Scienza di Torino, la data di avvio del nuovo contratto è prevista per il prossimo 1° aprile (questa è solo l'informazione, poi vengo al commento politico).
Alla data attuale, la ditta Dussmann, peraltro già aggiudicataria dell'attuale appalto di pulizie e trasporti presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni Battista, ha comunicato all'Azienda Ospedaliera che le organizzazioni sindacali hanno annunciato uno sciopero per il 20 marzo e hanno garantito all'Azienda la copertura dei servizi minimi essenziali come previsto dal capitolato regolante l'attuale contratto.
Tale copertura è pure garantita dalla ditta Manutencoop, l'attuale affidataria del servizio di pulizia e sanificazione dei Presidi Ospedalieri Regina Margherita e Sant'Anna.
Si ribadisce che le regole del bando di gara sono state integralmente estrapolate dal bando tipo, emesso in materia dai servizi di pulizia dell'ANAC, compresa la clausola sociale.
Al momento dell'indizione della gara, non erano ancora state emesse le linee guida regionali cui fa riferimento l'interrogazione, tuttavia il bando di gara non si discosta dalle predette linee guida. La gara è stata fatta con il criterio qualità/prezzo e ha visto un'ampia scrematura dei partecipanti, proprio per il mancato superamento dei punteggi minimi previsti per ciascun parametro qualitativo.
Il capitolato contiene tutte le clausole atte a tutelare l'Azienda Ospedaliera in fase di esecuzione del contratto, che verrà puntualmente controllato dai competenti Uffici e dalle Direzioni sanitarie dei singoli Presidi Ospedalieri, potendo arrivare anche alla risoluzione contrattuale in caso di gravi negligenze da parte dell'appaltatore.
Questo è un aggiornamento dell'informazione che è stata data.
Relativamente alle questioni poste, dirò al Direttore regionale della sanità di convocare i Direttori in merito alle questioni che il collega ha posto, al fine di garantire gli standard qualitativi.
C'è, poi, il tema della giusta retribuzione, sul quale abbiamo discusso lungamente ieri, in Giunta (ci sono i colleghi Ferrero e Ferrari), perch si tratta di un problema ormai abbastanza diffuso in molti servizi pubblici. Ci siamo chiesti cosa è in grado di fare, concretamente, la Regione Piemonte per dare delle risposte, cioè per riuscire a governare questo processo.
È evidente che ci sono vincoli di carattere normativo, che sono noti.
Ci sono, cioè, delle norme riguardanti gli appalti e, da quello che mi risulta, le Aziende Sanitarie hanno lavorato e stanno lavorando per essere coerenti - come dicevo - facendo addirittura riferimento all'ANAC.
Tuttavia, a parte queste considerazioni, il problema resta. C'è una necessità, almeno questa è la prima valutazione; probabilmente ne parleremo ancora nella prossima Giunta e faremo una valutazione complessiva con la collega Pentenero, perché il tema sta assumendo dimensioni che ci preoccupano e occorrerà sicuramente intraprendere qualche iniziativa di carattere nazionale, perché abbiamo delle armi abbastanza spuntate, ma questo non vuol dire che non ci sia la disponibilità a verificare l'esistenza di qualche strumento alternativo, e di poterlo utilizzare.
Emerge, inoltre, la necessità - è chiaro che questa non è una competenza della Regione - di aprire una nuova fase dei contratti collettivi nazionali, perché, obiettivamente, alcune retribuzioni orarie sono indicate in alcuni contratti che sono stati sottoscritti. Non intendo riferirmi alle motivazioni e neppure esprimere dei giudizi, perché tutto va contestualizzato. Però è evidente che c'è un problema molto più ampio problema nel quale si trovano tutte le Amministrazioni pubbliche.
Pur rispettando i criteri stabiliti (i documenti, la clausola sociale la qualità, il prezzo e quant'altro), alla fine ci troviamo di fronte a problemi seri che hanno delle ricadute, come giustamente il collega Grimaldi ricordava, sulla componente sociale, cosa che vogliamo evitare.
La settimana prossima, come Giunta, avremo un quadro più preciso e suppongo - la decisione di qualche iniziativa da parte della collega Pentenero, avendo questa responsabilità diretta con il sistema sindacale.
Vedremo di riferire quanto prima in Giunta.
Posso confermare che il problema è, evidentemente, alla nostra attenzione, perché la preoccupazione è diffusa. Ad ogni modo, per la parte che mi compete, relativamente al rapporto con i Direttori, mi attiver immediatamente.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1490 presentata da Campo, inerente a "Sviluppo e rilancio della linea ferroviaria Cuneo-Limone-Ventimiglia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1490.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione perché vorremmo ci venisse chiarito dall'Assessore quale sarà la posizione della Regione e se la Regione, a seguito degli ultimi avvenimenti, sarà più coinvolta nella fase di definizione di proposta e di discussione della nuova convenzione per questa linea.
Ricordiamo, infatti, che la linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza (brevemente detta Cuneo-Nizza) faceva seguito ad una convenzione (o trattato) del 1970 interamente a carico, per le manutenzioni, dell'Italia.
Nel 2012 l'Italia decide unilateralmente di sospendere i pagamenti per le manutenzioni della linea, condannando la stessa sostanzialmente al degrado. Segue un periodo di riduzione delle corse, che passano progressivamente, dalle dieci alle due attuali, e una ritorsione da parte della Francia che riduce anche la velocità di viaggio sulla linea a 40 chilometri orari, rendendola, di fatto, poco utile se non per andare al mare.
Sotto questo profilo, la linea è oggi una specie di zombie che rimane in piedi a malapena.
Nel 2015, grazie anche alle raccolte firme da parte dei cittadini e ad una movimentazione delle associazioni sia del lato italiano che francese riparte almeno un tentativo di ravvivare la linea. A seguito di un incontro tra Hollande e Renzi, tale linea viene dichiarata "strategica", a margine del discorso di un incontro che verteva più sull'Alta Velocità Torino-Lione (però si tratta anche della linea Cuneo-Nizza). Vengono almeno stanziati dall'Italia 29 milioni di euro, oggi affidati alla Regione, la quale ha proceduto ad appaltare tutti i lavori di aggiornamento dell'infrastruttura.
A maggio del 2016 ripartono finalmente anche le trattative. Con la Conferenza intergovernativa del 5 dicembre dell'anno scorso si sanciscono degli obiettivi ed è l'ultima cosa positiva che sappiamo, perché poi nascono alcuni equivoci a cui non è stata data una risposta chiara dal Ministero nel corso di un'interrogazione in Parlamento; equivoci che segnano comunque, con evidenza, il fatto che le Regioni - che nella Conferenza del 5 dicembre dovevano avere un ruolo molto importante per il rinnovo della convenzione (anche perché poi sarebbero state probabilmente anche titolari di parte o di tutto il servizio, con il relativo onere di sostenerne i costi) - vengono escluse da almeno due successivi incontri che si svolgono per definire i parametri tecnici della nuova proposta.
Qui non è chiaro quale sia alla fine la nuova proposta, perché c'è un rappresentante del Ministero che ha scritto anche una lettera sulla questione. Il Ministero risponde diversamente.
Quello che vorremmo chiedere oggi all'Assessore è di illustrarci, con dettaglio, quale sarà la condotta della Regione Piemonte in merito alle proposte per quella linea - che non devono essere di mero ripristino, ma anche di sviluppo - che deve rappresentare un asse internazionale (Torino Cuneo-Nizza) e non una semplice linea interregionale, e se prossimamente saremo più coinvolti nelle riunioni a tutti i livelli relative alla ridefinizione della convenzione.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Sì, in qualche modo ci siamo fatti coinvolgere il più possibile, e non sempre questo è avvenuto, come Regione Piemonte. Credo, senza false modestie, che sia in qualche misura rivendicabile da noi, con la collaborazione di parlamentari anche di diversi schieramenti, il fatto che si sia ripreso poi il percorso di revisione bilaterale della convenzione nell'ambito della CIG, che venne convocata già il 30 agosto 2016.
In quella sede il Ministro francese ha proposto al Ministro italiano di togliere dalle competenze della CIG la revisione della suddetta convenzione e di trasferirla ad una istituenda Commissione mista.
Il Ministro Delrio in data 17 novembre ha accolto tale proposta e in data 28 novembre ne viene data notizia agli enti territoriali, tra cui la Regione Piemonte, nel corso di una riunione della delegazione italiana.
È chiaro che questa posizione non era da noi condivisa, ma l'abbiamo subita.
Nella medesima data la Regione Piemonte viene pertanto invitata a partecipare sia alla riunione della CIG, prevista per il 5 dicembre, che a quella di istituzione della Commissione mista ferroviaria, in programma per il giorno successivo.
Nel corso della riunione della CIG del 5 dicembre 2016 non viene discusso il nuovo testo di revisione della convenzione 1970, rimandandone la trattazione alla riunione prevista per il giorno successivo, a cui, su esplicita richiesta del rappresentante del Ministero francese, è interdetta la partecipazione delle Regioni. A questo punto, siamo costretti anche noi a fare un passo indietro per mantenere un rapporto di collaborazione solidale nei confronti della PACA.
Il Ministero italiano, in accordo con la Regione Piemonte, PACA Liguria e con il Principato di Monaco, richiede che venga programmata una riunione della Commissione mista ferroviaria a gennaio 2017, da svolgersi a Torino, anche alla presenza di rappresentanti delle Regioni.
Il 15 marzo è stata programmata una riunione della delegazione italiana, nel corso della quale verrà presentato alle Regioni Piemonte e Liguria, da parte del Ministero italiano, il testo di revisione della convenzione del 1970, predisposto nel corso delle precedenti riunioni.
Nel corso di tale incontro è ferma intenzione della Regione Piemonte richiedere che il nuovo testo della convenzione del 1970 non si limiti a definire gli aspetti gestionali della linea Cuneo-Limone-Ventimiglia, ma tratti anche gli aspetti relativi al finanziamento dei necessari interventi sull'infrastruttura, al fine di evitare che i Ministri firmino un accordo non risolutivo delle criticità che hanno portato allo stato di decadimento infrastrutturale e di servizio in cui si trova oggi la linea; dovranno pertanto essere previsti precisi impegni per un programma di sviluppo infrastrutturale e di servizio della linea.
La richiesta delle Regioni è che, oltre ai lavori di messa in sicurezza, i Governi formalizzino nel testo anche impegni politici, da modularsi in successivi accordi in funzione dello stanziamento di specifiche risorse finanziarie, per il potenziamento della linea, a partire dallo studio già approntato da SNCF.
Ricordo, comunque, che se è vero che RFI - Governo italiano interruppe i finanziamenti previsti dalla convenzione per la manutenzione della linea nel 2012, è altrettanto vero che nel 2015 ha stanziato 29 milioni, che adesso, come lei ricordava, sono in corso di realizzazione.
Siamo ancora in attesa dell'impegno già definito dalla parte francese (a livello regionale, ministeriale e di SNCF) del finanziamento degli ulteriori 15 milioni.
Questo lo verificheremo anche negli incontri, che seguiranno nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1484 presentata da Chiapello, inerente a "Prelievi domiciliari" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Chiapello, all'interrogazione n. 1484 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1491 presentata da Frediani inerente a "Incentivi al personale per la realizzazione della Sede Unica della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1491.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo degli incentivi al personale per la realizzazione della Sede Unica della Regione Piemonte, quindi due temi che stanno particolarmente a cuore al Gruppo di cui faccio parte in Consiglio regionale, quello relativo agli incentivi al personale unito al "pasticcio", se possiamo chiamarlo così, della Sede Unica della Regione Piemonte, cioè il grattacielo.
Sappiamo che nel 2011 sono partiti i lavori della sede unica e la conclusione era prevista per la metà del 2015. Per realizzare quest'opera è stata individuata una struttura tecnico-amministrativa creata appositamente e sono stati definiti elementi incentivanti della retribuzione dei risultati legati in varia misura alla realizzazione dell'opera stessa.
Sappiamo, anche da recenti notizie trapelate attraverso i media, che per le annualità 2012-2013-2014 sono stati riconosciuti complessivamente 1,2 milioni di euro, quindi parliamo di una cifra decisamente sostanziosa di incentivi al personale facente parte di questa struttura tecnico organizzativa e degli Uffici coinvolti nelle attività di realizzazione della Sede Unica.
Sappiamo altresì che negli anni si è accumulato un ritardo nella realizzazione di quest'opera e che non c'è stata una gestione che possiamo definire sicuramente ottimale, tant'è che in questo momento ci sono delle inchieste della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti.
Le indennità corrisposte sono state concesse con determina dirigenziale del responsabile della struttura e hanno riguardato non solo gli incentivi previsti dal Codice appalti, ma anche altre forme di indennità e retribuzioni incentivanti.
Tra l'altro, questi incentivi e indennità hanno riguardato anche personale già percettore di alta professionalità per altre funzioni.
Personale che è operante in altri Uffici regionali a supporto della struttura tecnica e personale il cui apporto effettivo alla realizzazione dell'opera non è così evidente e non si discosta dalle normali mansioni corrispondenti all'inquadramento.
Per questo motivo, preso atto del fatto che per i tre anni precedentemente indicati sono state erogate le somme che vanno a formare quel totale decisamente sostanzioso, ci chiediamo quale sia l'ammontare di tutti gli eventuali - speriamo, eventuali - importi erogati per le annualità 2015 e 2016, che siano ovviamente relativi a qualsiasi forma di incentivo o indennità connessa alla realizzazione della Sede Unica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ovviamente, riporto la risposta che mi è stata consegnata dall'Assessore competente, il Vicepresidente Reschigna.
La risposta è lapidaria: l'ammontare degli importi erogati per le annualità 2015-2016 relativi a qualunque forma di incentivo o indennità concessa alla realizzazione della Sede Unica della Regione Piemonte è pari a euro 0,00 (zero).
Non è, infatti, stato ancora redatto alcun reparto anche a causa del fatto che la revisione del Regolamento non è ancora stata approvata.
Più lapidario di così. ma mi permetto solo un commento successivo, che c'entra più o meno.
Il problema di tutta questa vicenda, probabilmente - probabilmente sta nel fatto che questo leasing stranamente ha mantenuto però in capo al commettente, in questo caso la Regione Piemonte, la responsabilità e quindi anche le incombenze, gli oneri, della realizzazione dell'opera.
Normalmente, un leasing è totalmente a carico di chi ha acquisito il leasing stesso, in questo caso, le banche.
Quindi, di qui la scelta, discutibile, di affidare a una struttura interna l'attività di RUP, di direzione lavori, e sulle entità (anche lì si può discutere ovviamente il peso di queste entità di incentivi) che allo stato siano stati erogati una cifra totale di 800 mila euro e non di 1,2 milioni, almeno per quanto riguarda gli interni. Probabilmente, e questa forse potrebbe essere la giustificazione della scelta fatta dall'allora Giunta Cota, l'affidare esternamente la direzione lavori, per esempio lo studio del progettista, sarebbe probabilmente costato molto, molto, molto molto di più.
Poi, sui risultati, ovviamente si vedrà.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1483 presentata da Gancia, inerente a "Palazzo unico regionale e costi aggiuntivi per i cittadini"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1483.
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Premesso che il Vicepresidente Reschigna, nel giugno 2016, ha reso noto il cronoprogramma dei lavori per la conclusione dell'opera, dichiarando che entro la fine di febbraio sarebbe stato definitivo il contratto di subentro delle ditte CMB, Unieco Idrotermica.
Premesso che precedentemente il Vicepresidente, al fine di tranquillizzare il Consiglio e l'opinione pubblica, presentava come data ultima e definitiva per l'ultimazione dell'opera di Fuksas, la fine del 2017 o, al massimo, i primi mesi del 2018.
Premesso che pare esistano enormi difficoltà nel trovare un accordo per il subentro delle ditte impegnate nel cantiere, con il conseguente differimento della data di consegna del fabbricato.
Premesso che dal contratto di subentro necessiteranno ulteriori 40 giorni per ottenere la consegna del cantiere.
Premesso che dopo la ripresa dei lavori occorreranno complessivamente ancora 285 giorni per ultimare l'opera.
Premesso che il 2 marzo 2017 la Repubblica titolava "Chiamparino rassegnato non sarà lui a inaugurare la torre della Regione" e l'Assessore Reschigna chiosava "La vicenda non è finita".
Premesso che i danni causati dai vizi di costruzione ammonterebbero ad almeno 3,5 milioni e mezzo di euro ai quali andranno aggiunti quelli per i cosiddetti "ammaloramenti", ovvero il deterioramento di alcuni materiali e delle opere durante questi lunghi mesi di abbandono del cantiere.
Premesso che è tuttora cogente la questione delle finestre: 300 su 3.600 risultate difettose che sono al centro del concordato giudiziario con Coopsette.
Rilevato che le ottimistiche previsioni di ultimazione dei lavori e di trasferimento della Regione Piemonte prima dell'estate 2018 non saranno facili da mantenere e, in caso di nuova gara, si dovrà attendere il 2021.
Ritenuto che i cittadini, in totale trasparenza, abbiano il diritto di conoscere le informazioni utili sulla prosecuzione e sull'ultimazione di un'opera infrastrutturale che impatta in maniera significativa sul bilancio regionale e quindi sulle tasche dei contribuenti.
Si interroga l'Assessore competente, per sapere quali provvedimenti in via definitiva intenda intraprendere affinché il "Palazzo Unico della Regione" sia celermente ultimato, e soprattutto si chiede di comunicare i costi aggiuntivi previsti a carico dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Mi preme precisare, rispetto alla risposta che ho dato prima alla Consigliera Frediani, che la risposta lapidaria, di cui le viene data copia in questo momento, non è dello staff del Gabinetto del Vicepresidente, ma dell'Assessore Ferraris, perché era sua la competenza a rispondere sulle questioni del personale.
Invece in questo caso la risposta è del Vicepresidente Reschigna.
A seguito di intese preliminari con la costituenda Nuova ATI si sono attivate tutte le operazioni tecniche previste dalla bozza di intesa tese a verificare sostanzialmente lo stato dei lavori al momento della sospensione degli stessi per effetto della messa in liquidazione coatta amministrativa della precedente mandataria Coopsette.
Tali verifiche hanno riguardato i seguenti punti.
Definizione dello stato di consistenza dei lavori; individuazione dei vizi sulle lavorazioni eseguite con la distinzione tra le lavorazioni che nella precedente ATI erano comprese nella dimensione verticale (pareti finestrate) e quelle ricomprese nella dimensione orizzontale individuazione degli ammaloramenti intervenuti nell'edificio durante la sospensione dei lavori dalla messa in liquidazione della mandataria precedente; individuazione di difformità delle opere eseguite rispetto al progetto originario ed alle diverse perizie suppletive e di variante approvate; verifica tra le opere eseguite e quelle contabilizzate nei diversi stati di avanzamento dei lavori.
Tali verifiche erano e sono assolutamente indispensabili sia dal punto di vista della stazione appaltante sia dal punto di vista delle imprese eventualmente subentranti. A queste verifiche si sono aggiunti ulteriori approfondimenti in merito al possesso dei requisiti tecnici da parte delle imprese subentranti, considerato che oltre a Coopsette sono intervenuti la messa in liquidazione volontaria da parte di Kopa Engineering e che, nel frattempo, la società Unieco ha presentato domanda per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo ex articolo 161 della legge fallimentare.
Tutte le verifiche a cui si è fatto cenno si completeranno nel corso dei prossimi giorni e solo allora sarà possibile verificare le condizioni di prosecuzione dei lavori da parte delle imprese che si sono rese disponibili. Nel frattempo, l'Amministrazione regionale ha avviato le procedure di escussione della fideiussione a suo tempo presentata in relazione ai vizi emersi sulle facciate del palazzo con riserva di ogni ulteriore azione considerato il maggiore danno.
Si è proceduto altresì ad avviare con la ATI finanziaria un'intesa relativamente agli interessi di prelocazione che, nel frattempo, sono scattati.
In relazione agli esiti positivi o negativi della vicenda verranno maturate le decisioni da parte dell'Amministrazione regionale e rispetto alle quali verranno tempestivamente fornite le motivazioni al Consiglio regionale ed agli organi di informazione.


Argomento: Diritti umani - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1486 presentata da Valle, inerente a "Chiarimento applicazione legge regionale n. 9 del 30 luglio 2012" (Disposizioni per la promozione del riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1486.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con molta semplicità, con la l.r. n. 9 del 30 luglio 2012 la Regione ha dato una serie di disposizioni per la promozione del riconoscimento della LIS e la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva.
In particolare, ci si impegnava già allora ad emanare un Regolamento attuativo delle misure che la legge prevede entro sei mesi dalla pubblicazione della legge.
So che di questo tema abbiamo già parlato due anni fa in Consiglio per un'interrogazione presentata dal collega Marrone, che sollecitava l'adozione di questo regolamento e in allora la Giunta aveva risposto che i lavori erano in corso.
Pertanto, era di interesse mio ma non soltanto, e condiviso anche con gli altri colleghi che hanno seguito la questione, sapere a che punto siamo per l'emanazione di questo provvedimento necessario per rendere operativa la norma, al di là delle difficoltà finanziarie che insistono su queste misure che stiamo affrontando.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Leggo la risposta che l'Assessora Pentenero, che ha la competenza su questa materia, mi ha fornito, così poi posso lasciarla a disposizione.
Con la l.r. 30 luglio 2012 n. 9 ("Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva") la Regione Piemonte promuove il riconoscimento, l'acquisizione e l'uso della lingua dei segni italiana (LIS), garantendo nel contempo la piena integrazione delle persone sorde mediante il sostegno di tutte le iniziative utili a favorire l'acquisizione da parte loro della lingua orale e scritta.
In particolare, l'articolo 2 della legge stabilisce che la Regione Piemonte, nel favorire la ricerca e garantire l'utilizzo delle tecnologie disponibili per il recupero delle capacità auditive: . promuove l'applicazione dell'impianto cocleare e di altre tecnologie disponibili . agevola il supporto formativo delle persone sia impiantate sia protesizzate, così come l'insegnamento della LIS nelle scuole primarie e secondarie, anche attraverso attività di sostegno e servizi specialistici, al fine di rendere effettivo per i sordi l'adempimento dell'obbligo scolastico e il perseguimento delle successive scelte di istruzione, ferma restando l'autonomia delle istituzioni scolastiche . prevede la facoltà per gli Enti locali di utilizzare la LIS nei rapporti con le pubbliche amministrazioni . sostiene forme di collaborazione con associazioni e istituti culturali e universitari volte ad incrementare l'uso della LIS . promuove ed attua, d'intesa con le emittenti pubbliche e private trasmissioni televisive con traduzione simultanea nella LIS e promuove la realizzazione di trasmissioni fornite di adeguata sottotitolazione.
A norma dell'articolo 3 della legge, tali azioni dovranno essere disciplinate con un regolamento che, per quanto sopra, dovrà essere elaborato congiuntamente dagli Assessorati all'istruzione e alla sanità con l'eventuale coinvolgimento di altre strutture regionali. L'adozione del regolamento, che dovrà essere sottoposto al previo parere della Commissione consiliare competente, è prevista per la seconda metà dell'anno.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1489 presentata da Vignale, inerente a "Sospesa la somministrazione farmaci in decine di case di cura piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1489.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il 3 novembre 2016 la Direzione Sanità, Settore Farmaceutica, ha inviato a tutti i Direttori generali una lettera con la quale relativamente ad una norma che è del 2006 (il decreto legislativo n.
219/2006) ma ha un'interpretazione data il 6 giugno 2016 dall'AIFA, si chiedeva di verificare, per una questione di sicurezza d'uso di un medicinale, che la fornitura di questi medicinali andasse fatta esclusivamente in ambito ospedaliero o a esso assimilabile.
I medicinali che vengono indicati sono più di 30, molti dei quali di uso assolutamente comune ed altri di uso meno comune, ma relativo a pazienti che sono difficilmente trasportabili. Sostanzialmente alcune ASL trasmettono alle case di cura piemontesi una nota, in cui si fa presente che questi farmaci non soltanto non possono più essere somministrati all'interno delle case di cura, ma che anche eventuali giacenze di magazzino vanno riportate all'interno degli ospedali. Faccio presente che fra i farmaci che non si possono più somministrare ci sono il paracetamolo il Tavor, il Ventolin, lo Zitromax (cioè farmaci di uso assolutamente comune) e molti altri. In alcuni casi, dunque, ne viene sospesa la somministrazione.
È assolutamente evidente che, a somministrazione sospesa, l'unica possibilità per la persona che si trova all'interno di una struttura è o non ottenere il farmaco, o farselo cambiare, o essere trasportata in ospedale per la somministrazione di questo tipo di farmaco.
Ora, perché noi presentiamo l'interrogazione, che nasce da due comunicazioni formali e non nasce da chissà dove? Perché non abbiamo contezza di quanto questa situazione sia estesa sul territorio. In alcuni casi questa si è verificata, cioè vi sono stati la sospensione dei farmaci e - va dato atto - anche un intervento, almeno in un caso, da parte dell'Assessorato che ha comunicato alla Direzione generale di riprendere in quella struttura la somministrazione dei farmaci; in altri casi non lo sappiamo.
Come il Regolamento prevede, quindi, questa è davvero un'interrogazione urgente - perché questo ci pare un tema assolutamente incalzante - per conoscere la situazione e perché non sappiamo se i casi siano cinque, dieci o più generalizzati in tutta la nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Premetto che i casi non sono tanti e mi sono stati segnalati, com'è avvenuto anche oggi attraverso l'interrogazione del collega Vignale. Io riprendo un po' la normativa; non per fare il leguleio, ma per dire concretamente come, all'interno della norma, ci siamo mossi e come intendiamo muoverci.
La classificazione dei farmaci ai fini della fornitura è disciplinata come citato dalla question time, dal Titolo VI del D.lgs. 219/2006 che prevede che AIFA debba, per ogni farmaco, definirne il regime di fornitura.
Le classificazioni previste dalla norma (articolo 87) sono le seguenti: medicinali soggetti a prescrizione medica, medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta, medicinali soggetti a prescrizione medica speciale, medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa e medicinali non soggetti a prescrizione medica.
I medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa comprendono i medicinali vendibili al pubblico su prescrizione dei centri ospedalieri o di specialisti, i medicinali utilizzabili soltanto in ambito ospedaliero o in ambiente a esso assimilabile e i medicinali utilizzabili esclusivamente dallo specialista. I medicinali non soggetti a prescrizione medica comprendono, com'è noto, i medicinali da banco, di automedicazione e i restanti medicinali non soggetti a prescrizione medica.
A seguito di richieste di chiarimento da parte dell'Azienda Sanitaria perché l'AIFA non aveva dato queste indicazioni previste dalla norma - nel novembre scorso la Regione Piemonte ha richiamato le disposizioni relative ai farmaci e poi, nel gennaio scorso, il dirigente del Settore Farmaceutica, nel corso della periodica riunione con i Direttori sanitari si è impegnato a rappresentare all'Agenzia italiana del farmaco la problematica che l'applicazione della norma comporta a livello assistenziale. Nel corso dell'incontro sono state anche analizzate le possibilità di conciliare la portata della norma con i bisogni assistenziali in atto e sono emerse le questioni richiamate. Lo scorso 8 marzo il Direttore generale, con nota protocollata, ha sollecitato il Direttore generale dell'AIFA ad un interessamento per accelerare la definizione del problema.
In ogni caso, negli incontri con le Aziende Sanitarie è stato detto e ripetuto che le Aziende, nella loro autonomia organizzativa e in attesa della ridefinizione della classificazione dei farmaci da parte di AIFA devono attivarsi - molte l'hanno fatto: il problema riguarda soltanto qualche situazione - per garantire la continuità assistenziale nel rispetto della vigente normativa, in alcuni casi ricorrendo alle prescrizioni di altri farmaci (equivalenti in termini terapeutici e non soggetti alla limitazione) e in altri casi attraverso la somministrazione dei farmaci in regime protetto. Quindi è stato prescritto di garantire la cura.
La situazione è questa e quindi i casi che sono emersi derivano, da parte di qualche Azienda, da un'applicazione molto precisa della norma, in attesa di indicazioni dell'AIFA; ma successivamente, negli incontri periodici del dirigente del Settore Farmaceutica con i Direttori, è stata data l'indicazione secondo la quale, pur seguendo la norma, c'è parimenti un problema di garantire la somministrazione, anche in regime protetto.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 1492 presentata da Bono, inerente a "Nomina dell'avv. Giampaolo Zanetta, già Direttore generale della Città della Salute di Torino come Commissario della stessa, ai sensi del comma 524 e seguenti della Legge di stabilità 2016"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1492.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il titolo è già esplicativo rispetto al quesito dell'interrogazione a risposta immediata. Sapevamo della volontà da parte della Giunta di nominare come Commissario dell'Azienda ospedaliera universitaria "Città della Salute" di Torino l'attuale Direttore generale Giampaolo Zanetta; non sapevamo esattamente la data e ieri abbiamo appunto appreso, dalle notizie riguardanti la riunione di Giunta, della nomina avvenuta. L'interrogazione quindi, è postuma di un giorno; però rimane il quesito, in quanto noi abbiamo delle perplessità circa questa nomina.
Due minuti passano in fretta, quindi le chiedo, Assessore, se mi pu ascoltare.
Abbiamo delle perplessità proprio perché abbiamo letto le motivazioni date anche nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, che riguardavano la necessità di addivenire a un'uniformità di scadenza dei Direttori generali: sarebbero tre quelli che scadevano quest'anno, mentre gli altri, la maggioranza, scadrebbe il prossimo anno.
È ovvio che non ci risulta una normativa di legge per cui i Direttori debbano andare a scadenza ed essere rinnovati tutti insieme, perché c'è una graduatoria di Direttori generali formata dalla Regione Piemonte con i criteri nazionali da cui si può attingere. Quella, quindi non è una giustificazione: può essere una scelta politica, ma è una valutazione che dev'essere fatta attentamente alla luce delle risultanze della legge di stabilità 2016 (commi citati anche nel titolo, dal 524 al 532), che enuncia che le Aziende Sanitarie che hanno un disavanzo maggiore del dieci per cento rispetto al proprio fatturato devono sottoscrivere, presentare al Ministero e attuare un piano di rientro triennale, esattamente com'è stato fatto per la Regione.
Noi abbiamo letto - e vado a chiudere - anche l'intervista dello stesso Direttore generale che dice "va beh, in tre anni non si riesce a fare un rientro dal debito di un'Azienda sanitaria grossa come la Città delle salute", che è una delle più grosse d'Italia (sicuramente la più grossa del Piemonte). Però il Direttore generale ricopre il ruolo dal 2014, quindi in tre anni dovremmo già avere delle risultanze per quanto riguarda l'attività di risanamento dell'Azienda.
In più, ci sarà adesso questo piano di rientro di ulteriori tre anni e dunque diciamo che la persona che ha gestito per tre anni l'Azienda, con risultati che noi non conosciamo - abbiamo letto i bilanci che sono sul sito della Città della Salute e ci risultava nel 2015 una perdita di 15 milioni di euro, però vorrei avere delle risultanze ulteriori dall'Assessore Saitta - magari ne parleremo in Commissione - visto che ho chiesto anche la possibilità di audire il Direttore generale stesso.
Quindi, chiedo solo se è congruo in una situazione di piano di rientro far sì che il Direttore generale venga nominato commissario per l'attuale dello stesso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Svolgo una premessa dal punto di vista delle procedure, quelle che un giorno saranno dell'Albo nazionale, che è stato indicato in uno dei provvedimenti (c'è il decreto legislativo di applicazione della legge Madia).
Per l'avvio delle procedure per quanto riguarda l'Albo nazionale, si è ancora in attesa del decreto, ma non so se arriverà la proposta nella prossima seduta del Governo, che dovrebbe essere giovedì o venerdì; poi, in ogni caso, occorre la Conferenza Stato-Regioni.
Il percorso è più lungo di quello immaginato, perché c'è un confronto devo dire anche molto aspro, per quanto riguarda i criteri che devono essere adottati a livello nazionale per far parte di quell'elenco, cioè la misura e il valore che devono avere i titoli universitari rispetto ai titoli manageriali; ad ogni modo, questo sarà definito nel decreto e nell'intesa, poi partirà il percorso.
Innanzitutto, ancora prima della nomina dei commissari, abbiamo ritenuto di pubblicare l'avviso pubblico per aggiornare l'elenco dei candidati, in modo da avere uno strumento a disposizione; poi, è chiaro che vedremo cosa capiterà a livello nazionale, se nel momento in cui dovremo scegliere i Direttori ci sarà una norma diversa; in ogni caso, cominciamo ad aggiornare il nostro elenco, dal quale poter attingere.
Quindi, quale prima scelta, sono state avviate le procedure per avere un elenco dei potenziali direttori.
La nomina dell'avvocato Zanetta a commissario dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino è dettata da un'evidente esigenza di continuità della gestione. La scelta è motivata proprio dalla necessità di proseguire nelle azioni di implementazione del piano di efficientamento adottato, sotto la direzione dell'avvocato Zanetta, con deliberazione aziendale dello scorso novembre, con validità triennale, e tempestivamente sottoposto ad analisi tecnica della Direzione Sanità, cui ha fatto seguito un ciclo di incontri tematici che hanno coinvolto i responsabili regionali e aziendali. Quindi, si sta facendo un lavoro insieme all'avvocato Zanetta sul piano dell'efficientamento che la stessa Azienda ha predisposto.
Segnalo che allo stato è in corso l'attività aziendale di recepimento nel piano di efficientamento di quanto è emerso negli incontri tecnici.
Un secondo aspetto, non meno importante, che ha ispirato la nomina riguarda la necessità di una continuità di gestione alle procedure già avviate per la realizzazione del nuovo Parco della Salute, della ricerca e dell'innovazione della Città di Torino, in relazione al quale è stato, nel novembre scorso, approvato lo studio di fattibilità e la Città della Salute è stata indicata come stazione appaltante.
Preciso che la nomina dell'avvocato Zanetta a commissario ha un limite temporale preciso (un anno), in relazione all'esigenza, come il collega Bono ricordava, di allineare le scadenze dell'incarico di vertice alle scadenze degli altri direttori generali, cioè aprile 2018. Proprio per queste ragioni siamo ricorsi alla procedura della nomina del commissario.
Nel frattempo, potremo disporre in questo anno di un elenco aggiornato e speriamo di avere a disposizione delle buone competenze, perché è chiaro che le scelte da compiere per tutte le Aziende, compresa questa richiederanno, evidentemente, competenze adeguate. Quindi, nel frattempo per garantire questa continuità, che noi giudichiamo positivamente, abbiamo compiuto la scelta di nominarlo commissario per un anno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1488 presentata da Graglia, inerente a "Convocazione del Gruppo Tecnico regionale per le Vaccinazioni (GTV) definizione del calendario di somministrazione del vaccino contro il meningococco B"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1488.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Ancora una volta parliamo di vaccino contro il meningococco B.
Premesso che i ceppi B e C del meningococco si dividono più o meno le responsabilità in Italia dei circa 200 casi annui di meningite, prevalenti nell'infanzia e nell'adolescenza, con rari casi negli adulti.
Considerato che per il meningo C, più aggressivo per le varie età della vita, esiste un vaccino fin dai primi anni 2000, introdotto in Piemonte nel 2010 in offerta a tutti i nuovi nati e a 15 anni, il cui costo è molto contenuto, circa nove euro, e di cui basta una dose per persona.
Rilevato che il vaccino per il meningo B, prevalente nei primi anni di vita e nell'adolescenza, è arrivato solo nel 2014 e rappresenta un vanto italiano poiché scoperto e prodotto nei laboratori vicino a Siena da ricercatori italiani, sperimentato anche nella clinica pediatrica di Novara.
Tenuto conto che alcune Regioni hanno iniziato quasi da subito ad offrirlo a tutti i nuovi nati usando finanziamenti propri, mentre, al momento, solo il Piemonte, la Lombardia e l'Emilia Romagna non sono ancora partiti con l'offerta attiva e gratuita.
Considerato che i costi di questo vaccino, che per la produzione ha richiesto ricerche molto più costose, sono molto più elevati: circa 70 euro alla dose per un ciclo di quattro dosi se si inizia fin dai primi mesi di vita.
Rilevato che in caso d'offerta indifferenziata, i prezzi potrebbero però ridursi significativamente.
Tenuto conto che rispetto alla quantità di dosi, di cui in Piemonte non è ancora stato definito un calendario (la scelta sarebbe tra tre o quattro), la comunità scientifica ne raccomanda quattro, poiché in tal modo si consentirebbe di partire fin dal terzo mese di vita e proteggere più bambini da questo tipo di meningite che colpisce soprattutto nel primo anno di età.
Considerato infatti che un calendario a tre dosi farebbe partire il vaccino dal settimo mese di nascita.
Tenuto conto che il Piano Nazionale Vaccini ha introdotto l'offerta del vaccino contro il meningo B per tutti i nuovi nati, già introdotto da alcuni anni da diverse Regioni italiane.
Rilevato che da anni la Regione Piemonte è dotata di un Gruppo Tecnico regionale per le vaccinazioni, con valenza preminentemente scientifica, con funzioni di indirizzo in occasione di introduzione di nuove vaccinazioni e di cui fanno parte anche professori universitari ed esperti nelle varie ASL.
Ritenuto che sarebbe utile per la Regione Piemonte avvalersi di tale Gruppo Tecnico al fine di individuare le migliori scelte strategiche su un tema così importante, nel caso specifico rispetto alla scelta del quantitativo di dosi del vaccino contro il meningococco B da somministrare anche in relazione agli impatti economici che le scelte possono acquisire.
Rilevato che tale Gruppo Tecnico risulterebbe non essere più stato convocato né consultato da tempo, si interroba il Presidente della Giunta e l'Assessore se non si ritenga opportuno convocare il Gruppo Tecnico regionale per le Vaccinazioni, al fine di stabilire il calendario di somministrazione del vaccino contro il meningococco B.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Graglia fa riferimento a un percorso e a una procedura precedente all'approvazione del piano vaccinale e, soprattutto, credo precedente a una nuova iniziativa che ha prodotto risultati positivi, che abbiamo assunto come tutte le Regioni in Italia, nel senso che, per quanto riguarda l'attuazione del piano vaccinale, abbiamo chiesto al Ministero della Salute la definizione di una circolare unica in grado di dare attuazione sul piano organizzativo, per evitare che ognuno vada per conto proprio. Questa circolare è stata emessa mercoledì scorso e indica una modalità unica su tutto il territorio regionale. È una circolare che è stata applicata, quindi, sicuramente, il Gruppo Tecnico sarà convocato quando sarà ritenuto necessario.
Per quanto riguarda la valutazione di come procedere in termini di piano vaccinale, le indicazioni sono contenute nel piano vaccinale approvato a livello nazionale, con una circolare che indica puntualmente alle Regioni come bisogna fare sul piano organizzativo. Quindi, questa interrogazione mi sembra superata, però ci tengo, in qualche maniera, a dare un'informazione successiva.
La circolare è arrivata venerdì scorso alle Regioni; la circolare richiede di vaccinare tutti i nuovi nati nell'anno 2017 e le prime vaccinazioni sono in corso.
In termini complessivi, al momento, la nostra Regione è impegnata nell'applicazione del nuovo piano vaccinale, quindi siamo partiti immediatamente. Dato l'elevato impegno organizzativo di questa fase non sono, ovviamente, previste particolari integrazioni delle politiche vaccinali nazionali, quindi ci atteniamo scrupolosamente all'applicazione della circolare nazionale.
Non si tratta soltanto di attenersi a ciò che scrive il Ministero perché la circolare nazionale risponde alle nostre esigenze, è stata costruita da tutti i nostri responsabili regionali che abbiamo in tutta Italia, è stata costruita da loro e poi proposta al Governo.
Alla domanda se non si ritenga opportuno convocare il Gruppo tecnico certo, sarà convocato quando ritenuto necessario ma, al di là di questo oggi ha maggiore forza, ancora di più, la circolare nazionale che dà applicazione non a opinioni delle Regioni, ma alle scelte che abbiamo condiviso a livello nazionale con il piano vaccinale e, successivamente con la circolare applicativa.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1487 presentata da Caputo, inerente a "Operatività dei Centri regionali di riferimento per le malattie trombotiche ed emorragiche"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1487.
La parola al Consigliere Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Le malattie emorragiche e congenite sono classificate come malattie rare già dal decreto ministeriale n. 279 del 2001 e sono dovute a un deficit di una proteina plasmatica, necessaria per la coagulazione del sangue.
Quando parliamo delle MEC, la più diffusa nel nostro Paese è l'emofilia. Esistono due tipi di emofilia e soprattutto parliamo di una patologia che colpisce, per via genetica, soprattutto gli uomini. Sono colpiti dal tipo più frequente di emofilia di tipo A un soggetto maschile su 5-10.000 ed uno su 25-30.000 da emofilia di tipo B. Soltanto un terzo di questi casi vengono diagnosticati. Questo è ciò che tocca più nel vivo.
Bisogna riconoscere che la nostra Regione già circa vent'anni fa aveva avviato le modalità di presa in carico di trattamento delle persone che sono affette dalle MEC. Con la DGR n. 27, infatti, sono stati istituiti due centri di riferimento: il Centro per le Malattie Trombotiche ed Emorragiche dell'adulto presso l'Ospedale San Giovanni Battista e anche il Centro Malattie Trombotiche ed Emorragiche del bambino presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita, che oggi è all'interno della Città della Salute.
Attualmente operano in rete con altri due centri esperti accreditati dall'associazione italiana dei centri emofilia, ovvero il servizio di Immunoematolgia e Medicina trasfusionale di Ivrea dell'ASL TO4 e del Centro Emostasi e Trombosi dell'ospedale San Biagio di Alessandria.
Successivamente, con la DGR n. 22 del 2004 è stata creata una rete regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia e altresì sono stati istituiti i piani terapeutici dei pazienti che sono residenti in Piemonte, ma in cura anche presso centri extraregionali.
Questi possono essere inseriti nel registro dei pazienti affetti da malattie rare, a cura del Centro di coordinamento.
Inoltre la DGR n. 17 del 2015, recependo l'accordo del 13 marzo 2013 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome sulla definizione dei percorsi regionali interregionali di assistenza per le persone affette da questa malattia, ha istituito un gruppo di lavoro per definire tali percorso specifici, fornire indicazioni di appropriatezza che riguardano sia il trattamento dei farmaci, sia l'implementazione di questa rete regionale.
Per quanto riguarda il Centro di riferimento risulta che negli ultimi tempi, data la riorganizzazione aziendale del turnover, ci potessero essere dei problemi circa la riorganizzazione. Pare sia stato successivamente superato dall'interesse della Direzione sanitaria che, comunque, ha parlato con l'Associazione che segue i pazienti in modo tale da tutelare il servizio, dato che, come sappiamo, anche le malattie rare sono nei nuovi LEA, uno dei punti più importanti che vengono riportati.
Si interroga l'Assessore sicuramente per capire come si intenda assicurare l'attuazione dell'accordo dei percorsi di assistenza per le persone che sono affette da MEC a seguito della DGR n. 17 del 2014 salvaguardando la piena operatività di questi Centri di riferimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non posso che confermare ciò che il Direttore Generale dell'Azienda Città della Salute ha avuto modo di dire anche all'Associazione degli emofiliaci piemontesi (ACEP) e ha avuto anche modo di dire a quanti hanno qualche preoccupazione per quanto riguarda il futuro.
In qualche maniera, avendo richiesto ancora ulteriori informazioni, non posso che fare propria una comunicazione che ho avuto da parte del Direttore sanitario, in questo caso Dall'Acqua, il quale mi ha comunicato che il progetto di riorganizzazione in corso nell'Azienda Ospedaliera Universitaria prevede l'acquisizione imminente, presso la struttura complessa di ematologia universitaria delle Molinette, di un ematologo esperto in malattia della coagulazione emorragiche e trombotiche, nonché la collaborazione con l'analogo Centro del presidio ospedaliero Regina Margherita, al fine di sviluppare ulteriori sinergie professionali e collaborazioni che consentano una transizione protetta dall'ospedale pediatrico a quello per adulti dei pazienti con tali patologie.
Non è sicuramente attesa alcuna riduzione delle attività, mentre la qualità professionale sarà mantenuta e garantita ai livelli propri della Città della Salute e della Scienza di Torino. È una conferma che non ci sarà una riduzione dell'attività all'interno delle modalità organizzative che riguardano una scelta che compie non la politica, ma il Direttore generale.
In termine di servizi, i servizi verranno garantiti e anche la fase di transizione sarà una fase seguita. Possiamo stare tutti quanti sereni che non ci sarà una riduzione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.42 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Benvenuto, Chiamparino, Chiapello, Ferraris Motta, Giaccone, Pentenero, Reschigna, Ruffino e Valmaggia.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 204 - ATC del Piemonte Sud - Consiglio di amministrazione - nomina di un membro in sostituzione del signor Balossino Marco, dimissionario


PRESIDENTE

Rammento che ai sensi del comma 4, dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti.
Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda votazione sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero dei voti.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Molinari e Bertola.
Prego il Vicepresidente Boeti di procedere all'appello nominale.



(Il Vicepresidente Boeti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3" (Norme in materia di edilizia sociale)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale.
Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana odierna sono stati votati gli articoli 2 e 2 bis.
Passiamo, pertanto, all'articolo 3.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 57) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

È un emendamento ostruzionistico, per cui riprende l'intervento fiume sull'ostruzionismo a questo disegno di legge.
Rispetto all'ultima volta (la settimana scorsa) che siamo tornati su questo tema ci sono anche delle novità, non sui motivi principali di ostruzionismo, ma sulla situazione di partenza, cioè anche il monte debitorio che si ritrovano ad avere nel proprio bilancio tutte le ATC, ma in particolare quella del capoluogo, con dimensioni - possiamo dire mostruose, perché nel frattempo in questa settimana è stato reso pubblico il bilancio di ATC Piemonte Centrale.
È emerso un dato che io ritengo sconvolgente: i crediti che ATC Torino vanta nei confronti dei morosi ammontano, complessivamente, a 143 milioni di euro. Potremmo dire, davvero, che è una cifra mostruosa, se non fosse che gran parte di questa voce debitoria nei confronti di ATC risale a delle annualità per cui possiamo prevedere che tali crediti siano, se non addirittura prescritti, quantomeno difficilmente esigibili e riscuotibili crediti che indirettamente sono regionali, perché fanno capo ad una realtà partecipata dalla Regione al cento per cento.
Ovviamente, il fatto che per 60 milioni di euro questi crediti di ATC siano imputati a contratti che sono già stati chiusi, quindi con decadenze già addirittura eseguite, lascia pensare che davvero il loro recupero sia una sorta di chimera. Credo addirittura che con una cifra simile peraltro, ritengo assolutamente necessario un chiarimento con la Giunta sia perfino a rischio la solidità e la sostenibilità del bilancio di ATC Piemonte centrale.
È vero che qui stiamo parlando di procedure di decadenza e non di recupero, ma avere un confronto e un chiarimento su questa vicenda è assolutamente una necessità politica. Dobbiamo capire se il bilancio di ATC Piemonte centrale, proprio in tema di morosità, non sia assolutamente "tossico" e se non ci troviamo di fronte ad un ente per la casa popolare addirittura in default.
È giusto preoccuparsi per le decadenze, perché il diritto alla casa va sempre tutelato. Tuttavia, da amministratori pubblici, dobbiamo anche dare il giusto peso alla difesa dell'erario pubblico. Soprattutto, difenderlo da una mala amministrazione.
Io mi chiedo come sia possibile che rispetto ai dati che abbiamo visto...
Il Presidente è distratto, ma siccome io sono un signore, mi interrompo, essendo trascorsi tre minuti. Riprenderò il concetto con l'emendamento successivo.



PRESIDENTE

Non ero distratto, era un atto di generosità! Dichiaro non ricevibili gli emendamenti rubricati n. 37), n. 38), n.
39), n. 40), n. 244), n. 69), n. 70), n. 71) e n. 72).
Emendamento rubricato n. 245) presentato da Gancia e Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Presidente Gancia, lo consideriamo illustrato?



GANCIA Gianna

Sì.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Continuerei il ragionamento, tanto anche quest'emendamento è ostruzionistico.
In realtà, perché accennavo al tema della morosità che è venuta a galla? Perché i dati rispetto a come è progredita (e, quindi, a come è cresciuta nel tempo) li trovo personalmente allarmanti.
Si parte dal 2008, quando il monte morosità arriva ad appena - tra virgolette - 2,5 milioni; nel 2009 già è raddoppiato, perché arriva a 5,3 milioni; nel 2011 registriamo un altro grande incremento, tanto da raggiungere 8,3 milioni; l'anno successivo arriva a 13,9 milioni. Siamo al 2012. Il paradosso è che poi c'è stata una decuplicazione per arrivare a 143 milioni! Per carità, capisco che questi siano interventi ostruzionistici, e quindi che la soglia di attenzione sia molto bassa. Però ritengo che, per quanto sia necessario un momento successivo di approfondimento l'Assessore, che voglio sperare fosse a conoscenza di questa situazione prima che venisse resa pubblica con l'approvazione del bilancio stesso...



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (fuori microfono)

Ne avevamo già parlato in Commissione!



MARRONE Maurizio

Dicevo, mi auguro che l'Assessore sia in grado di spiegarci grossomodo, come si ritiene di recuperare questi crediti che vanno a costituire davvero una componente fondamentale del bilancio dell'ATC Piemonte centrale.
Io ritengo che sia giusto - l'ho detto più volte e lo ribadisco - che a fronte di una reale non colpevolezza sulla morosità degli assegnatari che, se sono stati ritenuti meritevoli di risiedere in alloggi di edilizia sociale, evidentemente, erano in quelle fasce di reddito per cui non potevano permettersi un alloggio in condizioni di mercato...



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, ha due minuti di tempo per intervenire. Pu continuare dopo.



MARRONE Maurizio

Ha ragione, proseguo successivamente.



PRESIDENTE

Immediatamente.
Emendamento rubricato n. 75) presentato da Marrone, Berutti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

In realtà, vorrei chiedere seriamente, per un attimo, l'attenzione dell'Aula, perché questo è un emendamento di merito.
A tal riguardo, anticipo già agli Uffici che vorrei, su quest'emendamento, una votazione per appello nominale.
Vi ricordate quando vi ho detto, a proposito dell'emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle che aggiungeva le unioni omosessuali, le cosiddette "famiglie arcobaleno", agli assegnatari, che i figli erano scomparsi per magia, cioè sostanzialmente erano venuti a mancare? Sinceramente, ho pensato bene che fosse il caso di rimetterli nella norma. È un emendamento - perdonatemi il gioco di parole - figlio di Marrone, però questi figli di cui parlo erano già nella legge.
Rivolgo dunque un appello a tutti voi: potreste, per una volta, provare questo brivido e approvare un emendamento presentato da Gancia e Marrone sia pure su questo disegno di legge, perché si tratta semplicemente di ripristinare quello che è stato espunto per - voglio sperare - un mero errore materiale.
Per carità, nelle disposizioni successive si parla di discendenti. Ma i discendenti non sono necessariamente i figli! Qui il figlio viene visto come componente del nucleo ancora in essere, il de cuius, il dante causa che è ancora in vita. I discendenti sono altra cosa: sono spesso i figli ma chiaramente emergono per diritto di successione.
In realtà - perdonatemi, ma questo è un tema delicato - i figli sarebbe opportuno rimetterceli in questa legge. Perché se questa legge decidesse di non contemplarli, al di là delle bandierine che tutti hanno il piacere di agitare, finirebbero per essere esclusi dalla normativa regionale sulle case popolari.
Continuo a percepire (non dico da parte di tutti) una soglia di attenzione piuttosto bassa: per carità, quando si tratta di emendamenti palesemente ostruzionistici è giusto farsi gli affari propri e scherzare.
Questo però è un tema importante; è un tema che ha una rilevanza normativa è un tema che ha degli effetti in chiave legislativa, per cui sarei curioso di sapere se l'Assessore ritiene che i figli possano avere di nuovo lo spazio che avevano fino ad oggi nel testo della legge 3/2010. Mi auguro che i figli possano essere ritenuti ancora soggetti di diritto, anche se per sbaglio sono usciti in modo naturale da coppie eterosessuali.
Potrei agitare la bandiera ideologica, accusandovi di averli voluti stralciare volutamente. Ma, in realtà, voglio davvero sperare - ne sono pressoché convinto, fino a che qualcuno non mi smentirà - che è stata proprio una dimenticanza: si è aggiunto un pezzo ed evidentemente un altro è stato coperto e dimenticato.
Allora, sinceramente, l'auspicio è che almeno in questo possiate raccogliere quella che è una proposta emendativa che ricorregge la legge e non la cambia. Perché, altrimenti, il vostro testo semplicemente escluderà una categoria come quella dei figli che, al di là di ogni visione ideologica, voglio sperare che ancora meriti, trasversalmente e unanimemente, tutela.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Credo che quest'emendamento riporti ad una parola molto importante, non è un caso, non è ostruzionismo: chiediamo all'Aula di rivedere il linguaggio perché è fondamentale scrivere "figli" riguardo la nostra cultura e non riguarda il fatto di essere...
Non è una battaglia di retroguardia, anche perché sembra che tutto quello che viene presentato dalla destra, dal centrodestra, ma questo avviene un po' ovunque, anche se è di buonsenso, sembrano battaglie di retroguardia. Chiediamo davvero di fare una riflessione, un'accorata riflessione sul termine "figlio".
Sapete che ho sempre detto, da liberale, "liberalista" quale sono, che lo Stato si dovrebbe occupare soltanto di bambini, di ammalati e di anziani. Questo è un caso importante, quindi a nostro avviso dovrebbe essere inserita la parola "figli", lo sottolineiamo e lo ribadiamo in modo accorato.
Io faccio parte di quella schiera di donne, forse una decina, ma neanche, che andò a partorire all'estero, per dare il mio cognome a mio figlio... Non credo che fossero una decina, quando ancora non c'era la legge: mio figlio ha 17 anni. Quindi, è anche un po' legato al credo di tutta una vita. Fate in modo di ripensare a questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Emendamento rubricato n. 76) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Per onestà intellettuale, con quest'emendamento torniamo nel campo degli emendamenti ostruzionistici, quindi tornerò cercando di dare un senso, quantomeno compiuto, agli interventi ostruzionistici.
Quando mi sono interrotto su quello di merito, stavo parlando del debito. Dicevo che è giusto che chi si ritiene, per i criteri di assegnazione, abbia ancora massimo titolo per usufruire di un alloggio di edilizia sociale, quindi con canoni sociali e ammortizzati, sia mantenuto in questo diritto se a maggior ragione ha un ulteriore decremento di reddito.
Faccio una postilla, approfittando del fatto che tanto avremo molto tempo per gli interventi. In realtà bisognerebbe anche avere la stessa sollecitudine, perché la legge lo prevede, nel verificare quando ci sono sforamenti di reddito, ma questo la legge lo prevede, quindi sicuramente non è una critica.
Siamo quasi gli unici ad aver optato per una scelta legislativa di questo tipo e secondo me è stata una scelta, una volta tanto, lungimirante prevedere che se un nucleo familiare che ha avuto un incremento di reddito che lo pone nelle piene possibilità di potersi comprare un alloggio o quantomeno reperirlo sul mercato privato, non abbia più diritto a usufruire dell'edilizia sociale. Effettivamente è giusto che l'alloggio di edilizia sociale sia di fatto sottratto a chi non ne ha più bisogno e sia rassegnato a una delle migliaia dei nuclei familiari che languono nelle graduatorie magari già definitive, di attesa di assegnazione e che rischia di rimanervi degli anni per colpa di un sistema che è evidentemente a rischio collasso.
Dall'altra parte, però, dobbiamo davvero mantenere ferma la necessità di tutelare l'erario pubblico. Abbiamo un sistema di fondo regionale per la morosità incolpevole che può essere migliorato e in questo testo si dice che ci saranno sperimentazioni che la Giunta avvierà in merito, per sinceramente, in questa sede vorrei portare un ragionamento magari impopolare, ma di cui sono convinto.
Con le attuali regole del fondo per la morosità incolpevole, una persona che ne sia riconosciuta meritevole, di fatto, è chiamata a pagare 400 euro per un anno. È una cifra sostenibile. È vero che abbiamo situazioni "reddito zero", ma è una cifra che è davvero sostenibile se spalmata, con un costo di circa 40 euro al mese; è davvero sostenibile rinunciando magari a qualche piccolo vizio, rinunciando a qualche spesa superflua, insomma è una spesa sostenibile. Per cui, alla luce di un sistema che può essere migliorato, ma di fatto è già razionale, rimane davvero il dubbio di come si sia potuti arrivare a una cifra simile di crediti nei confronti di inquilini morosi, perché oltre 140 milioni di euro è davvero una cifra monstre, una cifra che difficilmente potrà essere recuperata. Mi chiedo fino a quando ATC riterrà accettabile continuarla a iscrivere come posta ipoteticamente attiva...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 77) non è ricevibile.
Emendamento rubricato n. 187) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento è ostruzionistico, quindi continuo il ragionamento precedente.
L'erario pubblico va tutelato, non si può pensare che gli errori di alcuni debbano ricadere sui virtuosi che non si sono macchiati di questi errori, della mancanza nei confronti dell'Ente.
Diciamo anche, perché è emerso nel dibattito il tema dei conguagli, che dobbiamo anche verificare su queste morosità le eventuali responsabilità magari anche risalenti al tempo, perché vanno verificate a prescindere di chi sia chi le ha commesse, però rispetto alla riscossione (anche solo la richiesta) di queste cifre agli inquilini da parte di ATC.
È tema di attualità il fatto che magari su cifre di bollette che non erano neanche ascrivibili al rapporto in corso con l'inquilino dal quale vengono pretese o comunque magari dovute, ma incredibilmente inspiegabilmente, mai richieste nel corso degli anni, vengono accorpati i conguagli quasi altrettanto mostruosi in rapporto ai redditi degli inquilini a cui vengono destinati, che sono non onorabili, perché a persone che magari hanno redditi bassissimi l'idea di pretendere in un mese botte da migliaia di euro chiaramente è un'operazione di tutta fantasia. Bisogna ricordare che ormai con redditi del tutto decorosi, che oggi definiremmo da ceto medio, da persone quasi benestanti, è normale che una cifra simile richiesta in un'unica tranche non è semplicemente sostenibile.
Pertanto, questa è anche un'occasione per rivolgere un appello a chi verrà nominato ai vertici di queste società pubbliche, che l'azione amministrativa a capo di queste società partecipate sia ispirata da razionalità, da responsabilità, da senso pratico, da pragmatismo, come peraltro si dovrebbe sempre esigere quando si tratta di erario pubblico.
Questo, purtroppo, negli anni, è avvenuto a intermittenza. Le responsabilità, magari, sarà opportuno chiarirle, ma non mi stupirebbe se venisse fuori che fossero anche trasversali, perché spesso ineriscono alla macchina amministrativa. Ci sono delle macchine pubbliche che oggettivamente sono ingolfate nelle proprie ritualità, nelle proprie sindacalizzazioni, nelle proprie incapacità di evolversi e migliorarsi ispirandosi a una maggiore efficienza, per cui spesso magari cambiano i vertici, le nomine vengono fatte secondo bandiere e orientamenti differenti, però spesso il risultato concreto dell'amministrazione non cambia.
Ormai ci troviamo in un momento di finanza pubblica per cui non credo che nessuno si possa permettere ancora leggerezze di questo tipo: bisogna affrontare questi nodi una volta che vengono al pettine.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 188) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questi emendamenti sono ostruzionistici e tornano a riguardare uno dei tempi principali per cui l'ostruzionismo è partito, ovvero la scelta non tanto solo della maggioranza, quanto di questa intesa - quantomeno su questo tema - tra Movimento 5 Stelle e centrosinistra, di aprire questo disegno di legge all'inserimento in parti che non c'entrano con il tema delle decadenze, bensì nella parte delle assegnazioni, dei subentri e dei conferimenti di punteggio in fase di assegnazione, ricomprendendo la nuova categoria, che fino ad oggi non era contemplata, delle unioni civili.
Le unioni civili sono state agitate sin dal dibattito in sede nazionale, di legislazione nazionale sulla legge Cirinnà, da una forte battaglia ideologica, da forte divisione e da forzature evidenti. Sono state saggiamente preparate, anche se quell'operazione, al momento, è stata abortita da tutta quella che era l'ambizione sostenuta e promossa dell'associazionismo LGBT di andare addirittura a costruire dei reati di opinione su questo tema, andando addirittura a prevedere che una semplice opinione, anche senza alcun livello di offensività e del tutto svincolata da un caso concreto e quindi dal riferimento a determinate persone, e magari perché legittimate da una visione del mondo - perché no? religiosa, cioè la semplice affermazione che si ritiene che l'unica famiglia definibile in tal senso è quella naturale che si crea tra uomo e donna.
Bene, una semplice affermazione di questo, se fosse passato il disegno di legge Scalfarotto, che è stata un'anticipazione di tutta la legislazione gay friendly che ci porta, dopo tanti passaggi, a questo dibattito, di fatto sarebbe paradossalmente un'affermazione tutto sommato piuttosto neutra o quantomeno solo di posizione, non di sicuro con un'accezione offensiva piuttosto che discriminatoria. Un'affermazione di questo genere si sarebbe trovata poi a essere penalmente perseguibile, con delle pene che, nei testi che si sono presentare alla Camera dei Deputati e al Senato raggiungevano addirittura anni di reclusione.
È un atteggiamento piuttosto indegno di democrazie occidentali, in cui com'è giusto che sia quando magari questo non incontra il nostro favore, i numeri determinano gli orientamenti legislativi con la massima legittimità però riconoscendo quanto meno il diritto al dissenso per quelle che rimangono minoranze.
Purtroppo ci troviamo in un sistema culturale in cui quelle che continuano a pretendere privilegi o attenzioni, affermandosi minoranze minoranze sono e diventano paradossalmente titolari di un'arroganza molto maggioritaria, che spesso va sostanzialmente addirittura a negare il diritto ad un'opinione difforme.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 189) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Questo è un emendamento clamorosamente ostruzionistico, però nel suo cercare di essere ironico merita quantomeno un'illustrazione. Questi sono tutti emendamenti che aggiungono nuovi aventi diritto nei subentri rispetto all'assegnazione delle case popolari, campo dove questa maggioranza un po' trasversale e un po' allargata al Movimento 5 Stelle ha deciso di enumerare e anche di elencare e ricomprendervi anche le unioni omosessuali.
Provocatoriamente si sono volute aggiungere anche le associazioni LGBT, a cui si è iscritto l'unito civilmente.
È clamorosamente una provocazione, è ovvio, però purtroppo rende abbastanza bene l'idea del clima politico-culturale in cui maturano questi dibattiti. Maturano in ambiti che sono estremamente minoritari e lo dimostrano, una volta che le leggi passano, i numeri dei materiali richiedenti di questi nuovi diritti concessi.
Spesso non si arriva neanche a unità infinitesimali delle piazze che invece, promuovono queste battaglie. Arriviamo, quando va bene, a raggiungere qualche centinaia di persone su delle innovazioni legislative che magari hanno spazzato qualche millennio di legislazione o di tradizione giuridica occidentale. Ma non direi nemmeno occidentale, direi tradizionale, perché poi sono impostazioni condivise un po' da tutte le civiltà. Peccato che con gesti che possono sembrare anche piccoli, come la modifica della legge n. 3/2010, più che riconoscere diritti a chi li chiede poi si vede l'esiguità delle domande concrete di queste nuove pratiche sembra quasi che l'estensione del diritto sia più la scusa o il cavallo di Troia per andare a rivoluzionare e a cancellare con dei colpi di spugna concetti giuridici e istituzioni che avevano tradizioni davvero secolari quando non addirittura millenarie.
Ad esempio, quando si va addirittura a ritoccare il concetto di famiglia e si va ad assumere paradossalmente - anche discostandosi dall'attuale dettato costituzionale sul fatto che la famiglia riconosciuta dalla Costituzione è quella formata dall'unione tra uomo e donna - tutta una serie di diverse concezioni, rapporti affettivi e vincoli che possono legittimamente meritare tutela, ad esempio in campo di diritto privato, con riforme di parti del Codice Civile che riguardino appunto la libera contrattualistica, ma vanno invece ad impattare su istituzioni di diritto pubblico, come quella del matrimonio. Tutti i vari compromessi con cui questa legge ha visto i natali in Parlamento hanno portato a togliere la parola "matrimonio" e rimanere su "unione civile".
Continuo dopo.



PRESIDENTE

Certo, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 190) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Questi emendamenti sono molto simili tra loro e quindi continuo il ragionamento.



PRESIDENTE

Riguardano il grado di parentela.



MARRONE Maurizio

Il punto è un altro, non riguarda gli ascendenti o i discendenti, anche se poi su questo magari quando arriveremo a quell'emendamento un passaggio sarà curioso e divertente farlo.
Il punto è un altro, cioè che ci si trovi di fatto a confondere i piani di una tutela che viene incontro a delle esigenze concrete. Cioè nessuno vuole, come invece spesso ci accusa il collega Grimaldi, negare l'esistenza di queste unioni, nessuno vuole togliere la dignità all'affetto che viene provato in queste unioni. Si vuole però semplicemente ricondurre concettualmente queste unioni al campo giusto, quello del diritto privato.
Quando invece si va a usarle per scardinare istituzioni di diritto pubblico, che garantiscono anche una solidità della società e garantiscono anche una meritevolezza degli interessi tutelati dal pubblico - e su questo faccio ancora un passaggio sul tema dei figli - il paradosso qual è? Il paradosso è che, non a caso, è la famiglia naturale quella che è sempre stata tutelata da qualunque istituzione di qualunque civiltà, di qualunque latitudine, geografia o provenienza od origine etnica. Perché evidentemente l'interesse di una comunità che si raduna in Stato è quella di darsi una continuità, e quindi dare una tutela ed una premialità a chi con la prole dà una continuità anche umana e generazionale alla comunità stessa.
Quando si va a dire che la famiglia non esiste o quantomeno non è quella la famiglia, ma si arriva alle provocazioni delle famiglie - e l'abbiamo visto per la prima volta in Italia nella Giunta Appendino con l'Assessore Giusta - e quindi si va con queste provocazioni, anche un po' di basso cabotaggio, a ridefinire proprio il perimetro e a dire che quel concetto è superato, non ha più una sua dignità tradizionale, bensì pu essere affiancato a un qualunque tipo di rapporto umano, allora si fa un danno che, secondo me, gli stessi promotori hanno poi delle difficoltà a realizzare completamente.
Non mi riferisco ai presenti - non mi permetterei mai - ma a chi le porta avanti addirittura con le provocazioni e non con i testi legislativi e lo fa addirittura non rendendosi conto proprio del danno culturale che viene fatto. Cioè, la provocazione va bene per farci un manifesto, va bene per fare un volantino, ma quando si hanno delle responsabilità di governo o di amministrazione bisognerebbe ragionare con senso di responsabilità e non di amore puro e semplice per la provocazione. Ed è il motivo per cui anche in momenti come questi è giustificata una battaglia così ostinatamente ostruzionistica, perché non si sta combattendo solo per un articolato, ma si sta sottolineando l'importanza culturale anche dei termini che vengono usati nel testo di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 191) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Qui faccio riferimento più direttamente al testo di questi emendamenti ancorché espressamente ostruzionistici.
Quando si va ad aggiungere, giusto per amore di bandiera o amore di propaganda, degli enti ulteriori rispetto alla famiglia e lo si fa non solo tra i titolati a partecipare - per cui si dice che, oltre che Mario e Maria, anche Mario e Gino hanno il massimo diritto, non in quanto Mario e Gino, ma proprio in quanto loro due insieme, a partecipare ad un bando di assegnazione per la casa - ma si fa di più, cioè si va disciplinando dettagliatamente e a inserire questa nuova forma anche in tutte le altre dimensioni in cui viene citato il matrimonio - e addirittura nella fase della successione all'assegnatario che venga a mancare - io credo che si vada un po' a infilare l'Ente, questo sì, in una serie di problemi anche di successivi contenziosi, che inevitabilmente vedremo nascere tra le vicende che nella società moderna emergono da famiglie che avevano una conformazione in un primo momento e successivamente si vanno a modificare.
Questo è assolutamente legittimo e fa parte della vita personale di ogni persona e di ogni comunità. Il problema, però, è che quando si vanno a inserire le categorie nei testi di legge, senza ragionare sulle conseguenze, si creano delle situazioni per cui io mi chiedo, quando si tratta di persone che magari non sono residenti, quando si creano aspettativi e interessi legittimi (così vengono definiti, quando vengono alimentate dalla Pubblica Amministrazione delle aspettative individuali) come tratteremo, per esempio, i rapporti tra i figli naturali di un precedente rapporto matrimoniale rispetto, invece, agli affini o ai collaterali che provengono da successioni e unioni civili.
Io sono dell'idea che, proporzionalmente alla scarsità del bene "casa popolare" (alloggio di edilizia sociale), vedremo aumentare inevitabilmente tutti i contenziosi rispetto alla possibilità di succedere all'assegnatario defunto. Questa è - ahimè - una conseguenza molto triste e forse, se vogliamo, anche meschina, che discende dal fatto di avere alimentato dei bandi per la casa popolare che vedono in attesa migliaia e migliaia di richiedenti. Spesso, chi ha un rapporto diretto con le persone che fanno domanda sa che non è poi così raro che a far domanda siano nuove famiglie o nuovi nuclei che hanno a loro volta i genitori, o comunque dei congiunti che sono già assegnatari di case popolari. E non capita così raramente che nuclei che, pur con punteggi altissimi, sono in attesa di assegnazione, nel vedere che le domande rimangono sostanzialmente impantanate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

È evidente la natura ostruzionistica dell'emendamento, però tenevamo comunque lo stesso a porre l'accento sempre sui termini, anche se siamo convinti che se in questo consesso, così come in altri, si continuerà a parlare di tasse, omosessualità, profughi e soldi ai profughi probabilmente tutto questo costituisce un buon auspicio - speriamo - per arrivare un giorno ad avere una destra liberale al governo anche in questa Regione. Forse, infatti, la gente non ne può più di sentir parlare di queste categorie, che vanno assolutamente protette; ma ci sono anche le persone "normali", che vivono con 1.000, 1.100, 1.200 euro.
Nel momento in cui noi diamo dei punteggi superiori ad altri, non trattiamo più queste persone come "normali". Tutti sanno quanto io sia liberale con tutti.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Non è emerso, eh.



PRESIDENTE

No, no: lasciamo parlare la collega Gancia senza fare commenti Consigliere Appiano.
Continui pure se vuole, oppure finisca, Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Vorrei semplicemente dire che esistono delle categorie di persone che lavorano, che fanno il proprio dovere, che hanno mille difficoltà e non per questo sono oggetto tutti i giorni di discussioni e discussioni.
Il nostro auspicio è poter lavorare ad un progetto che faccia sì che ciascuna di queste categorie - coppie di tutti i tipi, gente di tutti i colori e di tutte le etnie, ma lo dico veramente con convinzione - possa avere accesso al mondo del lavoro con uno stipendio dignitoso e che si smetta addirittura di parlare di case popolari: questo è il nostro auspicio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 192) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sì, Presidente: proseguo il ragionamento iniziato.
Purtroppo si andrà inevitabilmente a creare delle grandi aspettative: non è così raro che vi siano legami familiari tra nuclei richiedenti - che spesso vengono tenuti in attesa, nonostante la gravità della loro situazione, oltre che dei mesi, degli anni - e nuclei che magari sono già assegnatari.
Ora, io mi pongo una domanda, visto che capita già adesso che ci sia il nucleo che aveva residenza altrove che si accorge che, a fronte della lentezza della pratica di assegnazione per il proprio nucleo, c'è invece un genitore, magari molto anziano, che continua ad avere la casa, e che allora viene indotto all'idea di dire "mettiamo lì la residenza". Paradossalmente infatti, potrebbe addirittura capitare che la casa popolare arrivi prima con il lutto del proprio ascendente che non, invece, con la naturale e normale assegnazione, magari anche a fronte di punteggi molto alti.
Ecco, purtroppo ho assistito a ragionamenti di questo tipo che - a parte l'essere umanamente davvero indicatori della grande difficoltà sociale perché fatti da persone (anche persone che, per quanto posso testimoniare, sembrano assolutamente normali, cioè con un'etica media) che vanno addirittura a fare dei programmi di propria agibilità abitativa andando a menzionare o anche solo a programmare ipotetici lutti genitoriali la dicono davvero lunga sul fatto che ci troviamo di fronte a un sistema che sembra non dare speranze. Io non dico che non le dia perché, anche se lentamente, procede nell'assegnazione; ma lo fa con una lentezza tale che la percezione che la stragrande parte della cittadinanza riceve è invece quella di immobilismo assoluto.
In tutto ciò, perché ho menzionato questo tema? Perché incentrarci e perderci su ragionamenti di ampliamenti formali di diritti che al momento non siamo in grado di garantire concretamente quasi a nessuno (o quantomeno a una molto esigua minoranza di fortunati) diventa davvero una discussione quasi stucchevole.
Qualche tempo fa, nello scorso Consiglio, ponevo il paradosso dell'unione civile omosessuale che, una volta che questo disegno di legge sarà approvato, perché verosimilmente lo sarà, andrà a festeggiare la possibilità di partecipare formalmente al bando delle case popolari e si ritroverà magari, come tante altre famiglie "vere e proprie", causa punteggi non eccessivamente alti, a languire in attese di anni e anni.
Io credo che quelle persone si sentiranno legittimamente un po' prese in giro perché sarebbe forse opportuno ragionare prima sul far funzionare il sistema e poi, una volta che il sistema sta funzionando, si può fare un ragionamento di risorse; sulla base delle possibilità, e cioè di quante case effettivamente sono a disposizione, e sull'attribuzione di punteggi sull'ampliamento o sulla riduzione delle tipologie dei soggetti che possono partecipare. È così, infatti, che avremmo fatto e che faremmo su qualsiasi altro tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 193), presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sì, dicevo che ovviamente è così che si farebbe in qualsiasi ambito amministrativo, in qualsiasi contesto in cui bisogna decidere di allocazione delle risorse. Si vorrebbe prima vedere le risorse disponibili poi si andrebbe a compararle con una proiezione ipotetica dei richiedenti potenziali e poi si andrebbe ad individuare delle regole per cercare di far combaciare i due dati o, quantomeno, dare un ordine di priorità che rispecchi delle emergenze e dei bisogni oggettivi.
Purtroppo, invece, quando l'ideologia ha la meglio, il paradosso è che rispetto a un bene, quale la casa, non si ragiona, per esempio sull'anzianità contributiva, sull'anzianità residenziale, sul maggiore o minore peso che si voglia dare al basso reddito. Sono tutti ragionamenti su cui credo ognuno potrebbe avere la sua visione, ma tutti noi daremmo credito all'idea quanto meno di porci il problema. Invece, in questo caso diventa una gara ad alzare nella rispettiva curva la bandiera della propria categoria, per cui diventa piuttosto naturale cosa aspettarsi dalla destra una volta che la sinistra, per forza, infila con fretta, senza metodo e senza valutazione di consequenzialità, categorie come le unioni omosessuali o, al contrario, mantiene, contro qualsiasi principio di razionalità matematica e numerica, il punteggio extra per i richiedenti asilo.
Allora, risulta evidente cosa aspettarsi, se si sposta il ragionamento dal piano amministrativo, dal piano di politica legislativa, dal piano di semplice ottica di funzionamento del sistema, peraltro ottica che siamo riusciti ad assumere trasversalmente in altre occasioni, come, per esempio nel caso dell'autorecupero, senza che nessuno si arroccasse su posizioni ideologiche e, guardate il caso, nonostante l'autorecupero crei dei sottobandi, nessuno ha mai pensato di avvertire il bisogno di aggiungere le unioni omosessuali piuttosto che togliere gli stranieri. Perché? Perché si stava ragionando su un principio di razionalità: abbiamo dei beni, che sono alloggi sfitti, che sono lì immobilizzati, allora sblocchiamoli a beneficio di tutta la collettività, ciascuno rispetto al diritto che ha maturato nella precedente previsione legislativa della legge n. 3/2010.
Sarà, evidentemente, l'aria e il periodo, magari era un periodo in cui si avvertivano più vicine determinate elezioni politiche - forse paradossalmente, è questo chiarimento sull'ormai penso definitivo rinvio, e per "definitivo" intendo che, probabilmente, non ci verrà mai più consentito di votare un Presidente del Consiglio - quantomeno l'unico effetto positivo è che, forse, sarebbe un minimo calata questa smania di agitare la bandiera. Purtroppo, però, ormai, il testo che ci troviamo è questo, quindi è del tutto inevitabile che si sposti il dibattito da quello che è il tema oggettivo, cioè le decadenze - lo ricordo per chi, nel frattempo, lo avesse dimenticato, magari tra chi ci segue in streaming oggetto di questo disegno di legge e si finisca, una volta che si decide di aggiungere le unioni omosessuali e il richiamo espresso alla Cirinnà...



PRESIDENTE

Va bene.
Emendamento rubricato n. 194) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Qui si pensa giustamente all'ampliamento dei diritti.
Questo, teoricamente, i nostri compagni 5 Stelle e del centrosinistra dovrebbero sentirsi spinti ad approvarlo, visto che siamo nell'ottica dell'ampliamento.
Chiaramente, sono emendamenti che, nella produzione ostruzionistica vanno, ovviamente, a creare dei paradossi, delle ironie.



(Commenti del Consigliere Bono)



MARRONE Maurizio

Ci sono tutti, collega Bono, a un certo punto, arriveranno anche gli animali domestici, lo sa? Arriveranno anche loro, enumerati individualmente.
Battute a parte, il punto è questo: si arriva a doverlo fare perché è ovvio che non si parla più del merito, non si parla più della reale emergenza, non si parla più di quelle che erano le finalità originarie.
L'ho già detto, ma sono costretto a ribadire che non è una novità, non è stata per me una grande sorpresa scoprire che il centrosinistra, essendo la stessa parte politica che annovera l'Onorevole Cirinnà nei suoi ranghi fosse favorevole a questo ampliamento. Mi ha stupito un pochino di più, ma non troppo, che sia arrivato il Movimento 5 Stelle, perché so che lì le posizioni sono più plurali, però sappiamo che a livello piemontese e torinese, invece, le Stelle sono inserite in un bell'arcobaleno, per cui effettivamente, rispetto alla nostra collocazione territoriale la sorpresa...



(Commenti del Consigliere Bono)



MARRONE Maurizio

No, guardate, non è paura...



PRESIDENTE

Per cortesia!



MARRONE Maurizio

È semplicemente convinzione...



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, si rivolga all'Assemblea...



MARRONE Maurizio

Però, Presidente, o lei non fa interrompere o, se vengo interrotto rispondo, delle due l'una! Visto che sono stato interrotto, rispondo.
No, non è paura dei gay, il problema è la volontà di vedere la persona omosessuale come un cittadino qualsiasi, il cui consenso politico...



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

No, vedete, vi spiego perché...



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

No, vedete, è facile ironizzare, il problema è questo e non vederlo invece, come una sorta di riserva indiana di poveretti che debbano essere ulteriormente facilitati, perché, evidentemente, hanno bisogno di protezioni ulteriori.
Vi invito a ragionare sul fatto che un conto è il movimentismo omosessuale, che ha tutta la sua massima legittimità, che sono convinto rappresenti davvero un'assoluta minoranza, cioè non credo che la persona omosessuale sia quella che necessariamente balla vestita da carnevale al Gay Pride. Cioè, non credo che sia così, personalmente ne conosco molti che non girano con il sedere al vento nelle parate, e meno male, mi permetto di aggiungere. Ci sono tantissime persone normalissime nel modo di comportarsi e di rapportarsi all'altro, che, magari, non hanno nemmeno bisogno di sbandierarlo, tra parentesi, magari non si ha legittimamente alcuna vergogna, ma neanche il bisogno di esibirlo.
Ecco, vedete, sono convinto che quella persona omossessuale...



PRESIDENTE

Sono trascorsi tre minuti, potrà continuare questo discorso così interessante con l'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 195) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Giusto perché sono stato portato su questo tema, credo che l'atteggiamento della sinistra sia proprio identificabile...



(Commenti del Consigliere Appiano)



PRESIDENTE

Consigliere Appiano!



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Consentite al Consigliere Marrone di fare ostruzionismo, come dichiara lui stesso!



MARRONE Maurizio

L'ex Sindaco Fassino...



PRESIDENTE

Lasciatelo parlare.
Prego.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

Questo dipende dai tempi che il Consiglio regionale gli mette a disposizione.



MARRONE Maurizio

Tutto il tempo necessario, Presidente Ravetti.



PRESIDENTE

Prego.



MARRONE Maurizio

Piuttosto, se avete tutto questo bisogno di intervenire e di interloquire con me, potete prendere la parola. Vi ricordo che...



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, lei, però, deve rivolgersi all'Assemblea e non ai Consiglieri!



MARRONE Maurizio

Lo potete fare, ancora per poco!



PRESIDENTE

Altrimenti, la interrompo io! Parli rivolto all'Ufficio di Presidenza e non si rivolga ai Consiglieri direttamente.



MARRONE Maurizio

Facciamo così: io mi rivolgo al Presidente...



PRESIDENTE

Si rivolga al Presidente!



MARRONE Maurizio

Invito il Presidente a ricordare ai miei colleghi che se hanno bisogno di intervenire io lo apprezzo, così ravviviamo il dibattito...



PRESIDENTE

Non possono prendere la parola sui suoi emendamenti, può parlare solo lei in questo momento!



MARRONE Maurizio

Possono firmare i miei emendamenti, così possono intervenire.



PRESIDENTE

Questo è un altro discorso, forse non sono interessati.
Prosegua, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Il discorso è che, in realtà, un conto è una minoranza, per quanto molto numerosa, e un conto è la maggioranza. Io continuo a essere del tutto convinto che una persona omosessuale, molto probabilmente, voterà per la ricetta politico-amministrativa di governo che su temi come l'occupazione l'economia, l'immigrazione, cioè su temi di interesse realmente generale che riguardano tutti a prescindere dai loro gusti sotto le lenzuola orientino il percorso di una comunità in un senso piuttosto che in un altro.
Secondo me, paradossalmente, pensare, invece, che il mondo omosessuale debba essere corteggiato elettoralmente andando a fornire delle agevolazioni, che giocoforza diventano dei privilegi, non tanto a tutti quanto a chi deve assolutamente poi esibire un comportamento o sfoggiare una parificazione, credo non faccia bene e non sia neanche apprezzato da quella gran parte di persone omosessuali che non si riconosce in quella minoranza molto rumorosa e molto esibizionista.
Per carità, questa è una mia idea, potrà essere legittimamente non condivisa, però, visto che, comunque, qui siete costretti ad ascoltarmi per un certo numero di ore, ne approfitto per condividerlo con tutti voi perché, vedete, non posso fare a meno di riscontrare una certa ipocrisia, e qui spero che non si offenderà nessuno, però voglio proprio citare una foto. Il bello di una foto è il fatto di essere scarsamente interpretabile non è come un'opinione. Una foto la vedo e, tendenzialmente, se la qualità fotografica è buona, è difficile avere pareri diversi su quello che uno vede nella foto, e cito l'esempio, poi lo spiegherò meglio nel prossimo emendamento.
Vorrei ricordare quella foto in cui Piero Fassino, verso la fine della consiliatura (ci si avvicinava al rinnovo dell'Amministrazione comunale) andava a farsi fotografare, quando partecipava per una delle prime volte con fascia tricolore al Gay Pride...



PRESIDENTE

Lo spiegherà meglio dopo, Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo vi sia una cosa che, magari, stupisce l'Aula, e che in qualche modo la diverte anche: è un aspetto legato alla tutela delle maggioranze o meglio, al fatto che le minoranze non abbiano più diritti rispetto alle maggioranze. Noi stiamo parlando esclusivamente di questo, principalmente di questo. Cioè, questa è un'Aula che l'anno scorso ha dedicato circa un mese e mezzo della sua attività legislativa a discutere di tutela prevenzione e quant'altro delle minoranze, è una Regione, una Città, uno Stato che si occupa in modo assolutamente puntuale di tutte quelle che possono essere i disagi sociali che le minoranze più disperate hanno all'interno di questa regione e di questo Stato, ma si occupa molto, ma molto poco dei problemi quotidiani delle maggioranze.
Non ne faccio una questione elettorale, ma sociale, di disuguaglianza sociale. Quando all'interno di una città i rom hanno una corsia privilegiata per accedere - di questo stiamo parlando - a una casa popolare, le coppie omosessuali hanno una corsia privilegiata o pari per accedere a una casa popolare e molto altri soggetti come i rifugiati nel momento in cui otterranno una residenza avranno una via privilegiata che già oggi hanno per avere un tetto, vitto e alloggio, è evidente che noi non siamo più in grado di discutere e di parlare alla politica, ai cittadini e rappresentare i loro problemi.
Farà sorridere, ma sorridere molti colleghi che dicono: ma dobbiamo anche ascoltare? Si, bisogna anche ascoltare perché l'attività ostruzionistica che molto ha praticato, legittimamente, il centrosinistra all'interno di quest'Aula è un'attività che, quando si vuole segnalare un tema, è necessario fare.
Ricordiamo sempre - non ho rubato molto tempo, pur avendo firmato tutti gli altri emendamenti - che l'attività ostruzionistica finisce nel momento in cui si vota la legge che la Giunta ha licenziato legata alle decadenze senza l'aspetto della priorità data alle coppie arcobaleno: in un minuto licenziamo la norma.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Invito ancora a riflettere anche alla luce di una lunga discussione con la portavoce dei rom, la mia amica Diana, questi punteggi.
Proprio sulla categoria dei rom abbiamo due punti di vista diversi, e io ne sto parlando privilegiando l'aspetto umanistico: i Rom non ne voglio sapere di andare ad abitare in alloggi, in appartamenti. È evidente - è sufficiente chiedere a chiunque, a qualunque operatore che abbia lavorato con loro - prima avviare un percorso che non può essere un percorso quasi scioccante e contro la loro volontà. Richiedo di considerare questo aspetto. I Rom desiderano vivere come stanno vivendo e, nonostante siano in quota minoritaria rispetto ai profughi, andremmo a creare dei grandissimi problemi a famiglie italiane che vivono già in condizioni poco piacevoli.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Emendamento rubricato n. 203) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

C'è una foto abbastanza sintomatica dell'atteggiamento nei confronti del mondo LGBT. Mi riferisco alla foto dell'ex Sindaco Fassino quando per la prima volta, dopo qualche anno che era già Sindaco, si è recato personalmente al Gay Pride - aveva sempre delegato qualcuno della Giunta con fascia tricolore. Ormai c'è un livello giornalistico che cattura i momenti simbolici che avvengono negli incontri pubblici e l'ex Sindaco senza essersene accorto, è stato fotografato mentre gli si avvicinavano due drag queen molto appariscenti - e anche poco vestite - che volevano parlagli o fare una foto (hanno un atteggiamento interlocutorio).
Un esperto di body language potrebbe divertici nella descrizione dell'analisi dell'immagine della foto: una sorta di braccia incrociate busto voltato dall'altra parte, espressione che tradisce un misto di perplessità, paura e preoccupazione (sono stato ancora moderato nel dire quello che comunica a me l'espressione dell'ex Sindaco).
Secondo me, questa è davvero un po' la reale percezione che arriva. Non posso pensare che chiunque, comunque la veda in ambito politico, culturale e ideologico, ritenga una carnevalata un avanzamento di diritti di questo tipo. Così come anche il voler a tutti i costi dare dei caratteri simbolici, come l'utilizzo delle stesse aule, piuttosto che l'utilizzo delle stesse simbologie, degli anelli, di tutto ciò che ha una caratterizzazione tradizionale legata al matrimonio, alle unioni omosessuali. Sono delle oggettive provocazione.
Per carità, sono un grande amante delle provocazioni, per cui difficilmente mi inalbero o vengo ferito dalle provocazioni; spesso mi divertono, mi stimolano, ma dipende anche da chi le pone in atto. Ho sempre ritenuto legittimo, da parte di chi rappresenta le minoranze, da chi è costretto per un'assenza di numeri, richiamare l'attenzione su certi temi alzando il ranking della provocazione. Invece ritengo che chi amministra chi ha responsabilità, chi ha i numeri, chi decide, chi ha quest'onore, ma anche l'onere, abbia il dovere di ragionare bene sulle conseguenze di quello che fa.
Le conseguenze sono diverse. Agitare un cartello in un'aula, cosa che ho fatto molte volte - qui di meno - è oggettivamente un comportamento che può essere condiviso o meno, ma non ha questa grande conseguenza pratica in chiave negativa. Dall'altra parte, invece, istituzionalizzare dei comportamenti e delle rappresentazioni che cancellano con un colpo di spugna 2.000 anni di istituzione di diritto pubblico, credo che debba essere maggiormente ragionato da chi lo pone in essere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 204) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Chiedo scusa, Presidente, ma ogni tanto ci sono emendamenti di merito e quello precedente me lo stavo perdendo.



PRESIDENTE

Questo riguarda il precedente convivente dell'unito civilmente. Tanto di merito non mi pare.



MARRONE Maurizio

Allora è ostruzionistico, non ho problema ad ammetterlo, ma non è campato in aria. Si tratta di ragionare sul fatto che si tratta di unioni che, in molti casi, arrivano successivamente a un altro rapporto che ha un tenore giuridico diverso. Per quanto la legge Cirinnà crei una parificazione di richiamo, oggettivamente bisognerà poi porsi quanto e se aggiungo, sarà poi così incidente in ambito quantitativo l'utilizzo della Cirinnà e saranno veramente così numerose le coppie che, approfittando del testo di questa legge, stringeranno unioni civili nei comuni. Allora, ma ho qualche dubbio in merito, se saranno davvero numerose è inevitabile che nella vita delle persone, si vada poi a dover ragionare sulle conseguenze delle divisioni di queste unioni, per esempio.
Vorrei ricordare un tema che approdò al dibattito politico quando non ero in quest'Aula, ma in Consiglio comunale, dove se ne discusse a lungo.
Era il caso di un precedente giurisprudenziale in cui veniva riconosciuta la genitorialità acquisita rispetto ad una coppia lesbica che aveva dei figli, non ricordo se arrivavano da un utero in affitto oppure da precedenti rapporti matrimoniali, o rapporti etero, ma in ogni caso questo poco conta, perché il tema era che una delle due donne era la madre biologica e l'altra la compagna. Questo da un punto di vista strettamente giuridico. Ricordo che, a prescindere da come uno la pensi, venne riconosciuta la genitorialità acquisita assumendo un interesse prioritario del bambino, che spesso è la motivazione e la ragione addotta da questi precedenti giurisprudenziali.
Il paradosso che vorrei richiamare, poiché stiamo intervenendo su questa materia, è che quell'unione lesbica era già tramontata. Cioè, il paradosso è che, mentre il giudice doveva discutere - affermando di guardare all'interesse del figlio - sul fatto che fosse opportuno riconoscere un rapporto di genitorialità, per quanto fosse solo sostanziale, in quel momento quel rapporto di coppia era già tramontato.
In questo modo, era emersa, a mio avviso, in modo piuttosto esplicito l'assoluta strumentalità, perché - intendiamoci - una coppia che davvero tiene in concreto all'affidamento di un bambino, è una coppia che in quel momento è viva. Una coppia che non è più una coppia è difficile che insista sul riconoscimento adottivo dell'ex compagno o dell'ex compagna.
Eppure, evidentemente, visto che le due persone - nel merito - erano grandi attiviste, ovviamente si è andati fino alla fine, con...



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 205) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Anche quest'emendamento è ostruzionistico.
Il problema è che, quando si fa ideologia sui rapporti umani, il rischio è che non si calcolino davvero le conseguenze. In quel caso, era un procedimento giudiziario e quindi è addirittura possibile che sia legittimo imputare il ritardo con cui il provvedimento è stato assunto a una lentezza del procedimento giudiziario stesso.
Evidentemente, la coppia lesbica in questione era una coppia a tutti gli effetti quando ha iniziato quel procedimento e ha fatto valere una propria istanza in quella sede. Il problema è che noi - qui - non abbiamo neanche la responsabilità o il limite, come lo si voglia vedere, di ragionare sui casi concreti.
La legislazione, per definizione, è generale, quindi si applica alla totalità dei consociati dal momento della promulgazione in poi, finché una nuova modifica legislativa non vada a cambiare ulteriormente le carte in tavola.
Vedete, paradossalmente noi abbiamo un limite in meno, perché non stiamo parlando di un caso concreto, ma della generalità, ma anche una responsabilità in più, perché - di fatto - quando scriviamo una legge o andiamo a modificare il testo dobbiamo ragionare su tutto quello che ne pu scaturire.
Io continuo a ritenere - l'ho detto e lo ripeterò, mi spiace per il colleghi, fino alla nausea - che in sede di approfondimento di Commissione sia opportuno un maggiore approfondimento giuridico.
Ricordo che io stesso, per quanto sia evidente che sono abbastanza interessato al tema, sono uscito da quella Commissione ricordandomi di aver apposto un'assenza d'aula alla liberazione del testo stesso, perché non mi sentivo nelle condizioni di avere una piena coscienza di quello che stavamo facendo.
Non avevo ancora approfondito dovutamente il testo della Cirinnà, che inevitabilmente ha un rapporto con questa nuova legislazione che andate a introdurre, e la conseguenza è che oggettivamente non ero in grado di rendermi conto se, con quella modifica, la legislazione della Regione Piemonte avrebbe assunto un'autonomia di effetti rispetto alla Cirinnà oppure no.
Come ricorderete - e lo ripeterò - in realtà la risposta è: sì, c'è un intervento autonomo, perché la Cirinnà opera un richiamo automatico, mentre l'inserimento nel testo di una nuova categoria lo rende vivo a prescindere in modo autonomo dalla Cirinnà, qualunque siano le modifiche successive che la Cirinnà dovesse subire negli anni a venire.
Questo lo dico perché è utile ricordare a tutti noi che quello che è stato (io me lo ricordo benissimo, se è il caso andremo anche a vedere il verbale) fino alla fine spacciato come un semplice richiamo, un adeguamento di testo normativo, una correlazione tra fonti di diverso rango, è invece un'oggettiva novità legislativa, che vivrà a prescindere da quello che accadrà alla legislazione nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 206) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Ovviamente è un emendamento ostruzionistico.
Stavo dicendo che, in realtà, il fatto che non si sia avuta l'occasione di un adeguato approfondimento tecnico è anche desumibile da alcune disattenzioni che sono avvenute.
Voglio ricordare che in uno degli emendamenti di Giunta che abbiamo appena approvato, il cui testo non metto in discussione (in quel merito era un adeguamento reale, una reale esigenza di adeguamento di terminologia legislativa), non me ne voglia nessuno ma mi ha colpito il fatto che addirittura nella scansione grafica, visibile dall'Intranet, si vedesse che aveva delle sbarrature, delle aggiunte a penna, a mano. Insomma, quando si legifera su questioni di questo tipo, su una materia così importante e delicata, bisognerebbe davvero dare la solennità che merita, nel bene o nel male, un tema di questo genere.
Non si può pensare di andare a mettere le mani nel diritto di famiglia senza verificare tutte le puntuali conseguenze di qualsiasi piccola modifica si vada a introdurre, perché ci sono delle modifiche di grande sostanzialità.
Forse, nella routine d'aula, siamo stati un po' abituati ad essere interpellati ed esprimerci su una serie infinita di minuzie burocratiche che, effettivamente, il cittadino Mario Rossi difficilmente coglierà nella propria quotidianità, al di fuori di questo palazzo, però in questo caso non è così.
Pertanto, pur ribadendo il mio dissenso su questo, ho il massimo rispetto per chi abbia deciso di andare a modificare secondo le proprie convinzioni un tema così importante, secondo un orientamento che non è il mio.
Avrei gradito un approfondimento diverso, una sede differente soprattutto perché - lo voglio ricordare ancora una volta - siamo arrivati a questo dibattito quando - è vero, ha ragione l'Assessore - anche noi (io stesso) del centrodestra avevamo chiesto di aggiungere ulteriori modifiche emergenziali rispetto al tema delle assegnazioni e dei punteggi.
Pertanto, accolgo la critica, però ricordo anche che in Commissione quegli emendamenti di merito sui punteggi e le assegnazioni li abbiamo ritirati, allorché la Consigliera Conticelli, insieme all'Assessore Ferrari, ha aperto il canale del gruppo di lavoro, dimostrando la buona volontà di percorrerlo convocando in fretta una prima riunione, con del materiale da approfondire, dimostrando che c'era comunque un luogo, un canale, una volontà politica di arrivare finalmente alla modifica globale della legge n. 3 del 2010.
In quella sede, mi sarei aspettato la disponibilità a rivedere l'atteggiamento a 360 gradi sul disegno di legge 229, ritirando tutti gli emendamenti che esulavano (fossero anche quelli della Giunta) il tema delle decadenze, girando al gruppo di lavoro le suggestioni che erano state poste in quella sede.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 207) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Purtroppo, invece, la scelta è stata diversa: si è creata una disparità di trattamento rispetto alle urgenze da noi segnalate, in merito al punteggio extra riconosciuto ai richiedenti asilo, ovvero agli immigrati che richiedono l'asilo e la protezione internazionale, anche se magari (e lo sottolineo) dopo due anni di approfondimento di commissione prefettizia dovesse venir fuori che il diritto non ce l'hanno, così come il punteggio relativo alle baracche.
Questo lo voglio ricordare (purtroppo me l'avete già cassato quest'emendamento), perché rimango abbastanza basito e approfitto per commentare - perché il voto è già stato espresso - il fatto che addirittura non sia stato apprezzato il riferimento agli insediamenti abusivi. Si diceva che uno che si costruisce una baracca in un campo nomadi abusivo che porta inevitabilmente degrado, delinquenza al territorio dove lo realizza, non dovesse essere distinto dal poveraccio che si è trovato in solitudine, senza fare del male a nessuno, a vivere in una baracca.
Purtroppo, nemmeno questa precisazione è stata accolta e questo denota una blindatura del testo che non può che ricevere risposte ostruzionistiche.
Voglio ricordare ancora una volta che il tema dei richiedenti asilo è diventato inevitabilmente emergenziale e strategico, alla luce dei numeri di questo fenomeno. Finché, cioè, parlavamo di 20-30 dissidenti politici che scappavano dall'Iran per sfuggire agli Ayatollah, si poteva pensare: "Va bene, sono 30, se anche passano davanti non del tutto meritoriamente a persone che si trovano nella medesima situazione socio-economica, non fa piacere, però non va a creare nessuna rivoluzione copernicana del sistema dell'emergenza abitativa".
Invece, purtroppo, quando si incomincia a parlare, non più di qualche decina, ma di qualche migliaia di individui che rimangono ancorati al nostro territorio nel circuito assistenziale, allora cambia anche la percezione che noi, da Amministratori, dobbiamo attribuire al fenomeno. E più che la percezione, cambia anche la risposta politica.
Vorrei ricordare un paradosso: il periodo di tre anni di maturazione della residenza che dà titolo a partecipare al bando per le case popolari in molti casi è inferiore al momento del procedimento di approfondimento della domanda di richiesta asilo, soprattutto se ci buttiamo dentro altri due anni di ricorso rispetto al primo diniego; ricorso che, normalmente soprattutto nei canali SPRAR o CAS, avviene in continuità di assistenzialità pubblica, con addirittura l'assistenza legale gratuita dell'ente che patrocina l'accoglienza.
È sostanzialmente inevitabile, quindi, che tutti quelli che ottengono un diniego, sapendo che non hanno conseguenze negative dall'impugnare quel provvedimento, presentino ricorso, guadagnando così altri anni che si vanno ad aggiungere a quelli originari di accoglienza pre-pronunciamento della Commissione, cosicché si maturano i tre anni di residenza nel nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 208) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Vedo, purtroppo, che questo tema è stato sottovalutato. Ricordando i numeri, vorrei rammentare a tutti noi che quando su questo tema non si ha neanche la cattiveria - perdonatemi il termine, anche se in realtà è più la responsabilità - di andare a definire a monte cosa è un diritto riconoscibile e cosa non lo è, si creano delle sacche di limbo che vanno ad impattare sulla vita delle persone.
Vorrei ricordare - perché si parla sempre di richiedenti asilo l'episodio di quel circuito imprenditoriale che si è trovato a promuovere quella particolare protesta, che tanto è piaciuta ai media cittadini, nei confronti della Prefettura, perché si ritrovava ad avere persone inserite nel proprio staff lavorativo a cui era stato negato lo status di profugo (quindi di protezione internazionale), e tutto ciò andava ad interrompere tali rapporti.
Per carità, nutro il massimo rispetto per le aspirazioni imprenditoriali di ciascuno, soprattutto in un momento di gravi difficoltà economiche. Cerchiamo, però, di riportare i termini alla situazione reale.
Cioè se una persona non è profugo, perché non gli viene riconosciuto lo status, allora è un clandestino. Se non è un clandestino perché ha un rapporto di lavoro regolare, allora è un immigrato che può avere un permesso di soggiorno legato al lavoro. Quando, invece, mi trovo un centinaio e più di imprenditori che insistono per continuare a mantenere quel limbo di pseudo-profughi, mi sorge un dubbio: non è che magari ci sono imprenditori a cui fa piacere pagarli di meno, perché c'è comunque un contributo assistenziale pubblico che continua ad essere erogato nonostante una commissione prefettizia (tecnica, non politica) abbia stabilito che quelle persone non sono dei rifugiati? Queste cose accadranno inevitabilmente. Perché? Perché a quell'imprenditore posso contestare, così come ho fatto adesso, una certa "furbizia" nel voler improvvisamente prendere le parti dei profughi solo perché ne beneficia il suo portafoglio. Però, ad essere sincero, viene da chiedersi se è colpa dell'imprenditore, che comunque ha colto un'opportunità che lo Stato gli ha offerto, o se è colpa dello Stato che trascina queste situazioni all'infinito per una questione di buonismo.
Perché di questo si tratta.
Illudere delle categorie con dei diritti che non sono fondati, non fa bene alla comunità che li ospita, perché è un aggravio erariale, con difficoltà di integrazione legate ai numeri di cui parliamo, e non fa nemmeno bene alle persone destinatarie di questa carità. Perché il problema è che li si infila in un limbo che, oggettivamente, non è più neanche funzionale a loro. Spesso, queste ipotetiche integrazioni sono, di fatto dei "parcheggi", al termine dei quali questi soggetti non hanno neanche imparato la lingua.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 209) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Purtroppo si arriva addirittura a stabilire che un bene sostanzialmente e potenzialmente eterno, come l'assegnazione di una casa popolare, diventi accessibile a persone di cui non è stata neanche sancita l'integrazione o meno in questo territorio.
Vorrei ricordare che le persone che non ottengono lo status definitivo di profugo non hanno alcun permesso (magari sono in pendenza di ricorso).
O, se anche ottengono tipologie di protezione difformi da quella piena di rifugiato, quindi di protezione internazionale - mi sto impratichendo di queste pratiche rispetto al mio ruolo, che so essere contestato da una parte del Partito Democratico, di rappresentante di una certa Repubblica del Donbass in Italia, che mi vede impegnato anche in queste tematiche di natura burocratica prefettizia - sono comunque delle misure sussidiarie e surrogate di minore intensità, quindi, per definizione, a durata determinata. Quindi, quando il loro caso verrà riesaminato dalla Commissione, se nel frattempo il conflitto nel Paese originario (o altre situazioni) è terminato, quella persona non avrà più il permesso di soggiorno. Ma secondo le regole che manteniamo in questa benedetta legge 3/2010, ci ritroveremo il paradosso per cui, magari, avrà ottenuto addirittura l'assegnazione della casa ATC.
Sono paradossi che non possiamo non prendere in considerazione, perch si avvereranno! Noi dobbiamo avere la responsabilità di prevedere quali saranno gli effetti delle novità legislative che andiamo a votare o quantomeno, del mantenimento di leggi che ormai sono inevitabilmente anacronistiche. La legge 3/2010 - su questo abbiamo ormai convenuto tutti fotografa una situazione di fatto del bisogno abitativo che è del tutto fuori dai tempi. C'è stata nel frattempo una crisi economica feroce diventa quasi noioso ripeterlo, ma ci troviamo di fronte ad una crisi strutturale del reddito...



(Commenti del Consigliere Appiano)



MARRONE Maurizio

Mi verrebbe da ribattere al collega Appiano che potrei fare come hanno fatto molti altri, che prendono un libro e lo leggono. Quantomeno io ci provo a rimanere sul tema, e a parlare, sia pure in termini larghi, del contenuto.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



MARRONE Maurizio

Non se la prenda, collega Ravetti. Non mi arrabbio quando gli altri non mi ascoltano.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



MARRONE Maurizio

Il collega Ravetti è anche libero di uscire dall'aula, se crede. Quando arriverà il momento della votazione, se si ripresenterà e ci sarà il numero legale per votare andremo avanti; se, come io auspico, non si ripresenterà cadrà il numero legale e ce ne andremo tutti a casa.
Questo, purtroppo, è il senso dell'ostruzionismo. So che siete poco abituati, però vi garantisco che non è divertente neanche per me.
BONO Davide (fuori microfono) Allora non farlo!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 210) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Stavo dicendo che ovviamente comprendo che ci sia un po' di nervosismo da parte dei colleghi. Peraltro, mi fa un po' sorridere perché ero abituato, nelle mie precedenti esperienze consiliari, a vederlo dalle forze di maggioranza. Normalmente, le forze di opposizione si univano all'ostruzionismo. Oppure, se non lo condividevano, come spesso accadeva il Movimento 5 Stelle usciva dall'Aula e, sempre nella mia precedente esperienza consiliare nel Comune di Torino, sovente non si ripresentava neanche nel momento della votazione definitiva.
Intendiamoci: mi fa piacere che ci siano diversi elementi di partecipazione, però non di partecipazione critica, collega Bono! Perch altrimenti, mi verrebbe naturale assimilare le reazioni di questa peculiare forza di minoranza a quelle della maggioranza. Effettivamente, capisco che si tratti di suoi emendamenti, collega Bono, che sono difesi dalla maggioranza e dalla Giunta. Posso dire che su questo tema specifico siete in maggioranza, per cui comprendo che il vostro comportamento, in questo caso, sia diverso da quello a cui eravamo abituati. Purtroppo, però, a questo ostruzionismo siamo costretti non per piacere o per soddisfazione ma perché oggettivamente siamo stufi di vedere calpestate non tanto delle istanze, perché i numeri poi sono quelli (ed è anche giusto), ma la rettitudine di un metodo. Questo, in realtà, non lo possiamo far passare.
Vi garantisco - l'aveva già detto in precedenza anche il collega Vignale - che se voi questo tema lo aveste posto nel gruppo di lavoro intanto si sarebbe mischiato a tutta un'altra serie - inevitabilmente - di altrettanto, se non più importanti capitoli di modica della legge 3 del 2010, per cui sarebbe anche stato difficile materialmente concentrarsi su questo tema quando, magari contemporaneamente, parlavamo degli stranieri dei criteri di punteggio o di determinate categorie, per esempio sul tema di più o meno figli, insomma su temi che, oggettivamente e inevitabilmente interessano la stragrande maggioranza della cittadinanza piemontese quindi, inevitabilmente si sarebbe mischiato con altri temi e poi si sarebbe approfondito nella sede giusta.
Posso garantire che in quel contesto, se anche adesso ritenesse, anche se è altamente improbabile, di ritornare al testo originario, la qual cosa porterebbe alla cessazione immediata della nostra opera ostruzionistica. Se voi faceste così, è ovvio che riproporreste questa modifica in sede di revisione della legge 3 del 2010, quindi non incontrereste ostruzionismo ma un semplice voto contrario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Comunico che gli emendamenti rubricati n. 211) e n. 212) sono stati dichiarati irricevibili. Inoltre, il n. 213) è identico al n. 214), quindi passiamo al n. 215).
Emendamento rubricato n. 215) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
In realtà, se il testo tornasse a quello originario, sappiamo benissimo che sarebbe riproposto di nuovo all'attenzione dell'Aula dal centrosinistra o dal Movimento 5 Stelle, poco importa da chi, anzi fa poca differenza quindi ci ritroveremmo verosimilmente con gli stessi numeri, quindi vedendoci rappresentare appena un quarto dell'Aula, anche se sono convinto che c'è una sensibilità decisamente più diffusa nella popolazione. Il problema è un altro: in quel caso ci saremmo adeguati, come nel 99 percento delle decisioni che in questa Legislatura prende l'Aula, a doverla subire a dover semplicemente votare in senso contrario; l'avremmo fatto come abbiamo fatto in passato e come ci ritroveremo, probabilmente, data la nostra coerenza, a fare fino alla fine della Legislatura.
Tuttavia, c'è un "ma". Il fatto che si sia deciso di imporlo al di fuori della sua sede naturale di approfondimento ha creato un precedente che noi non vogliamo far passare sotto silenzio. Va bene la simpatia dei rapporti d'Aula, vanno bene gli scherzi e le battute, però quando si vanno a creare delle discriminazioni, anche nei rapporti d'Aula, tra - non dico forze politiche, perché non sono cieco e vedo le differenze di peso diverse proposte di merito.
Se fosse stato detto che si sarebbe parlato solo di decadenze e tutto il resto sarebbe stato relegato - relegato, in senso positivo - e destinato all'approfondimento nel gruppo di lavoro, allora sarebbe stato del tutto accettabile, avrebbe avuto una sua coerenza: sapevamo che ci saremmo ritrovati lo stesso dibattito in quella sede, ma avrebbe trovato una sua collocazione naturale.
Il fatto di aver approfittato, invece, di questa intesa e dei numeri che ne scaturiscono per avvantaggiarsi dell'assenza di opposizione del Movimento 5 Stelle, addirittura del numero legale che continua essere dato in ogni votazione, magari anche solo con la presenza, e andare quantomeno a violare le legittime prerogative di una parte, magari non maggioritaria, ma esistente, che ha ricevuto un voto e ha ricevuto un mandato elettorale presente in questo Consiglio purtroppo inevitabilmente scatena una risposta ostruzionistica, che è l'unico strumento che possa semplicemente dare l'opportunità di rappresentare una sensibilità. È quello che sto facendo.
So che molti in quest'Aula, non condividendo questa sensibilità, non apprezzano neanche doversi sorbire questi discorsi piuttosto ripetitivi per delle ore, e vi garantisco che non è piacevole nemmeno farli; grazie al cielo, la salute mi è un po' ritornata, quindi è meno disagevole...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 216) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Neanche quest'emendamento è di merito, quindi posso continuare tranquillamente con il ragionamento sulla scelta di dover percorrere una strada ostruzionistica.
Sappiamo benissimo che questo testo verrà approvato così. Siamo contenti, quantomeno, di essere stati utili nei lavori dell'Aula nell'elaborare un emendamento che altrimenti - ho notato - non aveva evidentemente raccolto l'attenzione di altre forze politiche: mi riferisco a quello sui figli, che spero verrà votato favorevolmente. Tuttavia, devo registrare che è necessario dover opporre una forte resistenza d'Aula rispetto a questo passaggio, perché si sta parlando di valori che la mia parte politica ritiene non negoziabili.
Non li riteniamo negoziabili perché non attengono a una dimensione economica, amministrativa e gestionale, tutti campi in cui il compromesso può anche essere, quando ci sono buone ragioni sia da una parte che dall'altra, una via virtuosa e addirittura auspicabile.
No, qui si parla di una diversa visione del mondo! A differenza dei miei avversari, non ritengo ci sia una visione eticamente superiore a un'altra. Non ritengo che ce ne sia una anche storicamente superiore all'altra, ritengo però siano due visioni e - su questo credo che potremmo essere abbastanza d'accordo - piuttosto inconciliabili, per cui quando una di queste due visioni viene imposta con i numeri dell'Aula, ritengo sia addirittura un dovere quasi morale, per chi ha convinzioni differenti, opporre tutti gli strumenti di battaglia d'Aula consentiti dal Regolamento.
Perché ho voluto, però, fare la precisazione sulla gerarchia, secondo me, inesistente di queste posizioni? Perché noto, in alcune battute emerse durante i miei interventi, comprensibili dato il nervosismo, e continuo a cogliere una sorta di arroganza delle mie controparti nel ritenere che oggettivamente, da una parte, non ci siano diverse divisioni del mondo, ma una visione retrograda, cavernicola, crudele e prevaricatrice nei confronti di tante persone e dall'altra parte, invece, una via luminosa, di apertura della società e di grande progresso civile.
In realtà, bisognerebbe anche ragionare su quelle che sono, in molti casi - lo dico ancora una volta - le ripercussioni pratiche delle degenerazioni di alcune di queste battaglie. Vorrei ricordare che aver di fatto cavalcato anche culturalmente la visione per cui, per esempio, i figli sono oggetto di diritto e non soggetti di diritto, ha portato a sfondare limiti fino adesso mai percorsi nel campo del diritto di famiglia sulla parificazione tra matrimoni e unioni omosessuali...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Comunico che gli emendamenti rubricati n. 217), n. 218), n. 219), n. 220) e n. 221) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 222) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Stavo dicendo che il fatto di essere arrivati a una legge sulle unioni omosessuali che parifica, senza esserci preparati prima con una disciplina che vieti le degenerazioni della maternità surrogata, che scadono quasi nello schiavismo con la pratica dell'utero in affitto, oggettivamente ha creato altri paradossi.



PRESIDENTE

Secondo me il Consigliere Appiano ha messo il cervello in stand by giusto? E non è il solo.
Lo dico solo per chi ci ascolta.



MARRONE Maurizio

A difesa del collega Appiano, io che nei miei interventi guardo i miei colleghi, invece lo vedo attento. Magari mi sbaglio, però sinceramente, lui come altri colleghi, lo vedo attento, per cui mi sento incentivato a proseguire. È una battuta.
Battute a parte, il problema è un altro.
Devo dire che non mi sovviene il nome. Purtroppo, avendo tutti emendamenti miei, non avrò tempo di cercarlo sul portatile durante le pause, che non ci sono, però ho avuto modo di stupirmi del fatto che l'alfiera della battaglia contro l'utero in affitto in Italia è una nota attivista del movimento lesbico milanese. Questo è anche un paradosso, e questa è la risposta che mi sono dato. Tra l'altro, è una persona che ha scritto un libro sul tema, mentre noi di destra, evidentemente, non abbiamo l'attenzione e l'acume di arrivare prima di altri su questo tema.
Dicevo, questa persona ha scritto un libro, mi sono incuriosito, me lo sono procurato e lo sto leggendo. Il paradosso, pur partendo da argomentazioni che non condivido (una visione del mondo che richiede le adozioni gay e ancora prima richiede i matrimoni gay, quindi misure che io non condivido), pone un interrogativo davvero importante: in assenza di una legislazione sul tema, avere aperto all'estero, ma con parificazioni che poi vengono operate dai giudici in Italia, il riconoscimento della maternità surrogata, porta anche paradossalmente a un incoraggiamento e a una legittimazione dello schiavismo in tal senso. Ovvero la libertà di decisione della donna piuttosto che delle coppie, fossero anche omosessuali, va a discapito di un'altra esigenza, che è quella della tutela della libertà e dell'autodeterminazione dell'altra donna, che è la madre surrogata, sul proprio corpo.
Vorrei ricordare che anche noti esponenti politici - l'abbiamo anche dibattuto in quest'Aula - di fatto hanno approfittato nella loro vita personale di questa maternità surrogata, andando ad approfittare - perché è un dato di fatto - di persone del Terzo mondo che, per colpa del loro estremo disagio sociale, sono costrette a mercificare il proprio corpo.
Quando io mi trovo un italiano che va a portare a termine un intervento di maternità surrogata negli Stati Uniti e, guarda caso, con il soggetto italiano e il luogo dell'intervento....



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 223) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Poi, invece, guarda caso salta fuori che la madre surrogata è dell'Indonesia, sinceramente io un problema me lo pongo, perch evidentemente devo arrivare alla conclusione che una californiana non si è prestata a fare da madre surrogata, magari gratis, alla coppia che ne voleva approfittare.
Quindi, cari amici e colleghi, se una persona arriva a vendere e affittare, nel vero senso della parola, a livello patrimoniale la propria maternità, andando a generare una persona che sarà biologicamente e per sempre collegata alla madre, perché questo è...



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Io sono un grande sostenitore delle adozioni, della genitorialità non naturale, però non si può neanche negare che il legame biologico rimanga.
Lo dico con massima sincerità: il fatto che una persona, perché non ha altri modi per reperire il proprio sostentamento, sia costretta a fungere da incubatrice di figli altrui, sinceramente lo ritengo un'abiezione, lo ritengo forse il punto più basso che sia mai stato toccato nello schiavismo di tutta la storia dell'umanità.



PRESIDENTE

State registrando? Mica state registrando? Potete anche non registrare.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Perché, Presidente?



PRESIDENTE

Mica si possono registrare queste cose!



MARRONE Maurizio

No, eh? Eppure il paradosso è che non le dice solo il sottoscritto come dicevo, lo dicono anche esponenti del movimento LGBT. Peccato poi che la loro militanza LGBT magari durata anni per arrivare all'obiettivo delle unioni omosessuali venga poi cancellata solo perché prendono una posizione che non è omologata al pensiero unico di quel mondo e poi magari questo attivista si ritrovi gli stessi comitati LGBT a impedirla fisicamente o a contestarla nelle presentazioni dei suoi libri. Direi che questo è un elemento che comunque deve fare riflettere. Perché è accaduto, Presidente.
Adesso purtroppo non mi sovviene il nome dell'autrice, però è accaduto ed era un episodio che mi aveva molto colpito, perché poi ognuno la pensa come vuole, ma quando un'idea viene sottoposta a repressione di pensiero credo che, anche se non la si condivide, si finisca - almeno per me è così proprio empaticamente, a simpatizzarvi, quantomeno nella necessità di garantirli agibilità. Se Voltaire qualcuno un minimo l'ha letto, dovremmo tutti convenire almeno su questo.
Il problema però è un altro; il problema è che, di fatto.
Lei, Presidente, ha fatto una battuta a microfono, quindi è una battuta che comunque rimarrà verbalizzata, sul fatto che sarebbe meglio non registrare queste mie opinioni. Non sono opinioni solo mie o di persone che la pensano molto diversamente da me nel merito delle unioni e delle adozioni omosessuali; in realtà, sono oggetto di dibattiti accademici anche di alto rango. Sinceramente ho avuto modo, anche se questa normativa ancora non esisteva ma il dibattito accademico era già sul pezzo, di vederlo approfondire durante il mio dottorato presso l'Ateneo torinese. Le posso garantire che esistono fior di penalisti, che di sicuro non fanno capo alla mia corrente culturale e ideologica, che però hanno quanto meno una serietà di approfondimento dottrinario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 78) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tengo ad ascoltare il suo ragionamento, quindi continui e non perda il filo.



MARRONE Maurizio

Stavo dicendo che il tema, dove c'è meno ideologia e anche maggiore esigenza di credibilità accademica, è oggetto di dibattiti piuttosto accesi, perché il tema vero è che uno la può pensare quanto vuole sul peso politico da dare a un valore costituzionalmente garantito rispetto a un altro, però qualunque sia il valore che ognuno di noi.
È ovviamente un valore diverso, perché tra me e il collega Grimaldi i valori costituzionali sono quelli, ma penso che a ciascuno diamo un peso differente. Sia che un domani governi il collega Grimaldi o più improbabilmente il sottoscritto, dall'altra parte però ci ritroviamo a operare tutti in un sistema che è costituzionale di bilanciamento di quelli che sono i valori costituzionalmente garantiti. Questo bilanciamento è un'esigenza, un'esigenza che poi, in quelle sedi, si ravvisa la necessità di tutelare.
Quindi, non è che non ci si ponga il tema di dire che una donna che sia costretta dalle necessità economiche e non dalla sua volontà - anche se sinceramente non approverei neanche quel caso, però in quel caso, almeno sarebbe autodeterminata nel prestare il proprio corpo ad un'altra unione per generare una vita - oggettivamente vede la sua dignità calpestata. Io ho parlato di schiavismo, ma, in realtà, visto che si parla poi anche di una questione sessuale, non è neanche così diversa da una violenza sessuale, se non fosse che è paradossalmente una violenza medicalmente assistita e che, soprattutto, porta necessariamente a una gravidanza.
Quante donne, magari, non avendo avuto esperienze precedenti di gravidanza, sottovalutano quello che è il legame che poi crea per questioni di natura - e sottolineo la parola "natura" - tra la madre biologica e il feto che porta in grembo, che diventa inevitabilmente un bambino? Immaginiamo quale può essere la conseguenza psicologica della separazione che quella donna dovrà subire dopo il parto, da quella creatura che è sua figlia e che ha portato dentro di sé per nove mesi.
Sinceramente rimango basito di vedere liquidati, negati od oscurati da qualche battuta e da qualche sorriso di scherno questi ragionamenti.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 176), n. 79), n. 80), n. 81 e n. 82) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Bono, Batzella, Campo, Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è considerato decaduto.
Emendamento rubricato n. 83) presentato da Marrone, Berutti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Continuo l'ostruzionismo su questo disegno di legge, perché, ahimè, è stato utilizzato per altro. Vorrei ricordare ancora una volta che la Giunta, la maggioranza e gli stessi esponenti del Movimento 5 Stelle, che hanno proposto questi emendamenti, potrebbero, riportando il testo alla versione originaria, perché credo che tecnicamente un maxiemendamento lo si possa fare, riporterebbero indietro le lancette del dibattito e consentire anche a noi, che abbiamo più volte manifestato questa disponibilità, a ritirare tutto l'ostruzionismo ed approvare in questo stesso istante il testo originario del disegno di legge n. 229.
Purtroppo questa disponibilità non arriva, perché è evidente che ci sono logiche diverse dall'attenzione che tutti noi avevamo inizialmente prestato al tema originario delle decadenze e della morosità. Quindi evidentemente si preferisce affrontare tutto questo tempo, inevitabilmente sfumato, di attività ostruzionistica che potrebbe tranquillamente essere evitato. È un vero peccato: è un peccato vedere anche tempo istituzionale e di funzionamento di quest'Aula sciupato, soprattutto quando in realtà una exit strategy era stata proposta e resa assolutamente disponibile.
Se si ritornasse a parlare solo di decadenze e metodi per evitare il meccanismo automatico di cessazione dall'assegnazione delle case ATC per i morosi incolpevoli, allora sinceramente ci potremmo ritrovare, anche se qualche criticità rimane anche su quel tema. Però, sostanzialmente, saremmo tutti d'accordo. Non dico che lo voteremmo: magari voteremmo alcune parti di articolo sì e altre no e poi ci riserveremmo cosa fare sul testo definitivo. Di sicuro, però cesseremmo l'attività ostruzionistica. Penso che le ragioni per cui questa è iniziata siano note - direi molto note dopo tutto questo tempo - e altrettanto nota, però, voglio che rimanga e che venga sottolineata l'assoluta disponibilità a rinunciare all'azione ostruzionistica, a patto però che si rinunci alle bandiere ideologiche e ai cavalli di Troia.
Si stava parlando d'altro e noi abbiamo ampliato il dibattito con certe voci che ritenevamo emergenziali. L'emergenzialità che abbiamo posto noi era temporale e cronologica: abbiamo detto di dover intervenire, prima che su altre cose, sul punteggio per i richiedenti asilo, perché la mole degli attuali richiedenti asilo sta lentamente maturando - e a breve lo farà - i tre anni di residenza necessari per poter accedere, in futuro, ai bandi per l'edilizia sociale.
L'urgenza della proposta emendativa sui punti per chi vive in baracche era dettata dal fatto che anche il fenomeno dei campi abusivi sta proliferando: un tempo c'erano quei due o tre storici di Torino, che ormai anche se non con felicità e con gioia - erano diventati quasi una realtà data per scontata da tanti torinesi (io chiaramente parlo in primo luogo del Capoluogo, che meglio conosco). Dall'altra parte, però, ormai dobbiamo prendere atto che i campi rom sono sostanzialmente una "metastasi", che sta ampliando le sue diramazioni per la Città.



PRESIDENTE

Grazie.
Do atto che gli emendamenti rubricati n. 84), n. 238), n. 239, n. 85), n.
86) e n. 87) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 240) presentato da Marrone e Gancia.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

L'emendamento è ostruzionistico, per cui approfitto di questo breve tempo per continuare l'intervento generale.
Dicevo che le priorità che avevamo indicato noi erano giustificate da ragioni di tipo cronologico. Se una mole di diverse migliaia di richiedenti asilo diventa in un colpo solo titolata a partecipare al bando sbalestrando completamente le quote di assegnazione, realizzando una lista bis di richiedenti - però non nelle intenzioni espresse dall'ex Sindaco Fassino in un suo tardivo momento di ravvedimento culturale e politico bensì, al contrario, con una sorta di "scavalcavia" di tutta la componente non italiana dei richiedenti originari di cittadinanza italiana -, bene: quella è un'urgenza. Si andrebbe infatti sostanzialmente ad annullare un'intera graduatoria attuale, andando potenzialmente non dico a raddoppiare ma ad aumentare di un terzo - se guardo, per esempio, i numeri del Capoluogo - quelli che sarebbero i richiedenti.
Dall'altra parte, anche se in dimensione minore - infatti non è un caso che, come Fratelli d'Italia, gli avessimo dato una priorità differente anche l'emendamento sui Rom deriva dal fatto che ormai i campi abusivi sono diventati una realtà davvero fuori controllo (continuano a proliferare con un aumento di propaggini in ogni margine periferico della Città, che veramente sfugge quasi al controllo delle stesse autorità, tanto è veloce).
Si trattava quindi di urgenze motivate, argomentate e - non lo nego sicuramente mosse da una sensibilità conservatrice, di destra e che risponde a delle esigenze di tutela, anche legalitaria, della comunità e pure di integrità sociale. Però si trattava oggettivamente di istanze urgenti perché i numeri, poi, parlano da soli.
Invece, sinceramente, io non comprendo quale sia l'urgenza dell'ampliamento rispetto alle unioni omosessuali quando peraltro, in ogni caso, esse hanno già, con il richiamo automatico della legge Cirinnà, il medesimo diritto riconosciuto dalla normativa nazionale.
Si potrebbe legittimamente dire (forse chi è stato meno attento agli interventi se lo chiederà): ma allora, se già l'effetto è lo stesso, perch tutto questo ostruzionismo? Perché voi non avete voluto, nel fare i primi della classe, limitarvi a recepire una legge nazionale che fa un richiamo automatico, e che quindi non ha bisogno di nessuna opera di recepimento: avete preferito invece inserire questa categoria, in modo da poter poi rivendicare la firma sotto l'aggiunta emendativa, nel testo della normativa regionale, andando a creare una normativa nuova, autonoma dalla Cirinnà con una definizione legislativa e costituzionale coerente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 88) presentato da Marrone, Berutti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

La famiglia era quella che poteva essere frutto di un vincolo matrimoniale, così come semplicemente di una convivenza anagrafica, perch la giurisprudenza, a questo, ci aveva già fatto arrivare da molto tempo però si rimaneva sul fatto che fosse una famiglia "naturale". Invece, si è voluto far passare il messaggio per cui la "famiglia" al singolare non esiste, esistendo un nucleo potenzialmente infinito - perché è poi questa la "teoria gender" - di famiglie, per cui ognuno può avere un proprio orientamento, o di genere o sessuale (peraltro, magari, incrociati tra di loro, variabili nel tempo e assolutamente lasciati alla libera inventiva di ciascuno di noi); e questa è una teoria che io ritengo bizzarra, però tutto sommato ognuno crede poi in quello che vuole.
Il problema è che queste teorie un po' particolari fanno a pugni con secoli di elaborazione giuridica e dottrinaria che si richiama al diritto naturale che - guardate, lo vorrei ricordare - era stata inserita in Costituzione da forze politiche progressiste; perché io vorrei rammentare che - per carità! - c'era la Democrazia Cristiana, che evidentemente aveva un forte richiamo alla dottrina religiosa cattolica, però c'era intanto una sinistra DC e c'erano il PCI, il PSI e tante forze politiche di vocazione progressista e di identità libertaria che, se hanno ritenuto di inserire in Costituzione (non mille anni fa, ma neanche settant'anni fa) il richiamo alla famiglia come composta da un uomo e una donna non era perché con questo ritenessero di calpestare i diritti di ciascuno. E vi posso garantire - storicamente è un dato noto - che l'omosessualità già esisteva per cui evidentemente non era un fenomeno nuovo che il legislatore di allora non conoscesse o non si ponesse come tema da affrontare. Ma si era fatta una scelta che era di dottrina giuridica e non di dottrina ideologica: di dottrina giuridica.
Sinceramente, infatti, il fatto di non certificare con un istituto di diritto pubblico quello che è sempre esistito in ogni civiltà non veniva visto come lesivo delle aspirazioni, dell'identità e degli orientamenti di nessuno.
Questa visione assolutamente "sovversiva" di queste istituzioni, che hanno attraversato nei secoli la nostra dimensione statale - anche quando magari nemmeno esisteva lo Stato moderno - è stata sostituita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Do atto che gli emendamenti rubricati n. 89), n. 241), n. 157), n. 158), n.
159), n. 160), n. 161), n. 162) e n. 163) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 164) presentato da Marrone, Berutti, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sì, stavo dicendo che purtroppo si è fatta un'altra scelta. La stessa leggerezza con cui si è modificata questa normativa regionale - lo dico per creare anche un alibi culturale - in realtà è stata già utilizzata per modificare tutte le altre fonti a noi sovraordinate. Non si è ragionato sul fatto che, invece di concentrarsi sui diritti in concreto degli individui così considerati, si è andati invece a rivoluzionare degli istituti del diritto pubblico. Nel farlo non ci si è accorti della disinvoltura con cui quest'operazione legislativa è stata condotta, perché c'erano le sveglie in piazza, perché c'era un pressing mediatico, anche lobbistico ed editoriale altresì molto trasversale, perché è una lobby che, da un punto di vista mediatico, ha avuto delle sponde posso dire - spero che nessuno se la prenda - anche non necessariamente di sinistra.
Il problema è un altro: di fatto, non si sono normate in concreto le aspirazioni, i diritti, gli interessi legittimi delle persone, ma gli istituti di diritto pubblico, e nel farlo, sostanzialmente, abbiamo incrinato anche quello che era un modello di società, forse era proprio quello l'obiettivo che si voleva raggiungere.
Più volte mi sono interrogato sul fatto che, sostanzialmente, persone che non manifestano gli stessi pregiudizi ideologici in tanti altri ambiti poi, invece, su questo, sostanzialmente, si trovano omologati tutti nello stesso minestrone.
Penso che, in realtà, ci siano tante forze, non necessariamente occulte, anzi, ritengo molto palesi, che vedono una società fondarsi su microcomunità solide. Cioè, le microcomunità sono solide per definizione.
Qual è la comunità più solida di un quartiere, di una città, di una categoria o di una compagnia di amici? L'unica società più solida di tutte queste, che, comunque, hanno già una loro importanza, è la famiglia, perch è il nocciolo più fondamentale e basico della vita sociale di ciascuno di noi.
Sinceramente, non credo siano poi così tacciabili di complottismo quei tanti intellettuali, anche non necessariamente solo di destra. Mi viene anche in mente da citare un caro amico, Diego Fusaro, che è un orgoglioso marxista, addirittura è il ripropositore delle teorie marxiste ricontestualizzate al nostro tempo, eppure è un intellettuale che con grande lungimiranza ha ricollegato, in termini chiaramente critici, la distruzione della famiglia naturale come concetto giuridico e sociale non tanto a una certa visione: non ha criticato questa operazione su presupposti religiosi, è marxista, è anche ateo, non lo ha fatto su presupposti conservatori...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
L'emendamento rubricato n. 165) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 166) presentato da Marrone, Berutti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Non lo ha fatto su presupposti conservatori e non su presupposti reazionari, lo ha fatto su presupposti di solidità delle comunità di fronte a processi globali.
Vedete, quando una persona non ha una sua identità e non ha una sua solidità familiare, non ha una sua origine conosciuta e amata, non ha una radice, non ha un'identità, non ha qualcosa alle sue spalle che non ne faccia un singolo individuo disperso come tanti atomi senza un collegamento comunitario - forse, un tempo, qualcuno avrebbe detto "collettivo" - cioè privato di tutte le sue difese di tipo comunitario, è molto più facile da sopraffare. È più facile da sopraffare a livello politico; è più facile da sopraffare a livello sociale; è più facile da sopraffare a livello economico, rinuncerà più facilmente non solo tanto alla sua sovranità politica, ma anche alla difesa dei suoi diritti fondamentali, per un semplice motivo: sarà più debole, sarà più isolato, sarà semplicemente privato dei legami oggettivi naturali, ineludibili - mi verrebbe da dire fino adesso, che legano le persone.
Di sicuro, è un mondo che cerca di mercificare tutto, ne parlavamo addirittura gli uteri, quindi figuriamoci tutto il resto. È un mondo che cerca di mercificare l'uomo. È un mondo che cerca di mercificare i rapporti umani, che cerca, sostanzialmente, di trarre il maggiore profitto possibile da qualunque realtà fattuale. Ebbene, un mondo così, se si ritrova davanti tanti atomi (tante persone) che non hanno legami comunitari, identitari nazionali, culturali o familiari, oggettivamente, si ritroverà davanti a s un'assenza di controbilanciamento, un'assenza di interlocuzione, un'assenza di antitesi e avrà campo libero per applicare tutte le proprie dottrine di sfruttamento.
Purtroppo, detta da sinistra, è così che andrà, e mi dispiace che certi intellettuali di sinistra non siano letti e approfonditi da chi quantomeno ha un richiamo, un'origine, una provenienza da quel mondo culturale perché, oggettivamente, si ritrovano, forse, anche a voltare le spalle a loro stessi e non solo alla propria storia e alla propria missione.
Sono davvero colpito dal fatto che, in realtà, a certe conclusioni si possa arrivare tranquillamente tanto da destra quanto da sinistra. Mi delude un po' il fatto che, ormai, evidentemente, né da destra e né da sinistra si abbia tutta questa attenzione a questo genere di argomenti.
Vedete, io sono convinto che troppo facilmente vengano banalizzati, e magari, vengono banalizzati anche a maggior ragione da chi li propugna.
Vengono così dati per scontati che tanto quello che conta è il gesto quello che conta è l'immagine, quello che conta è il selfie, la provocazione e l'articolo giornalistico. Sono tutti elementi effimeri. Sono tutti elementi che per quanto raggiungano massima notorietà passeranno...



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 242) presentato da Gancia e Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sarebbe della collega Gancia, però, essendo firmato anche dal sottoscritto, svolgo i miei due minuti di intervento.
Il paradosso è che, ormai, su questi temi c'è una tale corsa solo alla curva ultras - quindi, inevitabilmente, alla coreografia, perché chi conosce quei mondi sa che, in molti casi, l'immagine ha un peso maggiore rispetto alla sostanza - che, di fatto, dimentichiamo quelle che saranno le conseguenze nel tempo. Cioè, ci sarà un giorno, magari tra decine di anni se non addirittura di più, in cui, in assenza di diverse modifiche normative, quanto votiamo in questi giorni sarà cogente, sarà legge, sarà disciplina obbligatoria - e, quindi, di osservanza vincolata - per le persone, uomini e donne o chissà cos'altro, che vivranno quel tempo, e noi non possiamo non riflettere sulle conseguenze di questo peso, è una responsabilità forte. Cioè, il fatto di limitare tutto a una sorta di gara di bandiera ad apparire impoverisce anche la nostra funzione, e questo prescinde da qualsiasi valutazione di merito, è una constatazione di metodo.
Presidente Laus, ero presente quando, alla conferenza stampa di presentazione, mi sembra, del Torino Pride qui in Consiglio regionale, lei per lanciare un messaggio - lo dico sinceramente, fuori dalla critica simpaticamente provocatorio, baciò il Presidente del Comitato organizzatore. In quel momento sa cosa pensai, perché tutti, alla fine rimanemmo stupiti e colpiti? Inevitabilmente, uno si aspetta una conferenza stampa noia...



PRESIDENTE

Aspetti, perché sono interessato...
Emendamento rubricato n. 167) presentato da Marrone, Berutti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

In quel momento la sorpresa prevalse su qualsiasi altra reazione. In questo, essendo un provocatore nato, le posso tributare il fatto che fu di sicuro un gesto indovinato da un punto di vista mediatico e da un punto di vista di messaggio politico.
Guardi, conoscendola come una persona solare e sostanzialmente buona non ho alcun dubbio nel ritenere che fosse anche sincero, che fosse sentito in quanto contributo che lei con la sua funzione pubblica in quel momento sentiva di dare a quella causa. Però, mi sono divertito a immaginare un caso diverso, in cui quello stesso gesto - mi sembra di aver visto - non concordato - quindi, con lo stupore anche del destinatario di quel bacio fosse avvenuto nei confronti di una donna: sostanzialmente, sarebbe stata una violenza di genere, oggettivamente.
Non capisco perché oggettivamente baciare una persona di un altro sesso senza il suo consenso, senza che ne sia avvertita, senza che oggettivamente ci sia un consenso, fosse anche fittizio, però un consenso in quel gesto sia una violenza di genere - e io, per certi versi, penso che sia così mentre un bacio provocatoriamente e fintamente omosessuale debba essere un gesto divertente, a prescindere dal reale consenso del destinatario, magari il destinatario di quel bacio non si sentiva gratificato da questo suo gesto, magari, invece, lo è stato a posteriori, però questo non era tanto per metterla al centro...



PRESIDENTE

Su questo facciamo un bell'incontro io e lei, così posso entrare nel dettaglio per spiegare quali sono le argomentazioni che mi hanno indotto a quel gesto, però non voglio rubarle del tempo.
Prego, Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Presidente, le ricordo che poi ci sarà un dibattito, quindi potrà intervenire, e questa sua risposta, così come è avvenuto per il mio intervento, rimarrà a verbale.
In realtà, ho voluto fare tutte le premesse perché non volevo che si offendesse per questa considerazione. Era una considerazione solo per ribadire che spesso sono un po' troppi, anche in buonafede, gli schemi mentali con cui tutti noi, da una parte della barricata come dall'altra affrontiamo questo tema.
Siamo così presi dalla necessità di dover sfondare dei tabù - lo siete più voi, oggettivamente, che avete un'impostazione di attacco e non di difesa su questo tema - che spesso non vi ponete neanche il dubbio di capire quali sono i contorni dei singoli gesti o delle singole azioni che fate. Se si tratta di bacio non gradito, al massimo, Presidente, potrà rimediare una cinquina, o una querela, ma sono conseguenze che ineriscono alla sua persona o alla persona di chi pone in essere un gesto così personale.
Dall'altra parte, invece, una riforma legislativa pone delle conseguenze che sono cogenti, valide ed efficaci nei confronti di tutti i consociati che vivono sul territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
L'emendamento rubricato n. 41) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 243) presentato da Gancia, Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

In realtà perché dico che sarà cogente per il popolo piemontese? Perch noi ci ritroveremo - e su questo penso che un giorno qualcuno, quando sarà passata questa smania un po' ideologica di affrontare il tema e porterà dei ragionamenti più approfonditi, me ne darà atto - in una piena ottica di diritto a macchia di leopardo, cosa che ci siamo sempre detti di voler evitare a livello regionale, con una normativa regionale diversa in chiave di diritto di famiglia da quelle di altre Regioni.
Mi chiedo veramente come si comporterà l'abitante del Comune di Quincinetto che si ritrova ad essere sul confine con la Valle d'Aosta.
Magari persone che vivono a 50 metri da lui si ritrovano a essere sottoposte a un diverso diritto di famiglia. Un domani che cambia la normativa Cirinnà ci si ritrova ad avere un Comune in cui l'unione omosessuale è ammessa a partecipare al bando regionale per le case popolari, invece l'individuo che vive a cinquanta metri di distanza, nel Comune limitrofo, si ritrova ad essere in un territorio in cui vige un diverso diritto di famiglia.
Sinceramente conosco tutti voi come persone serie, di nessuno di voi mi sento di pensare che vi approcciate a materie legislative con leggerezza.
Non l'ho mai visto, fino adesso, da parte di tutti i colleghi, ma purtroppo su questo tema la leggerezza è diventata collettiva e molto diffusa e generalizzata. Capisco tutto, evidentemente è diventato un braccio di ferro per cui, se anche per strane ragioni, fossi mai riuscito a convincere qualcuno di voi, ormai le curve sono ben definite, la partita è cominciata quindi diventa difficile per qualcuno abbandonare la sciarpa dei propri colori e passare alla curva opposta a partita iniziata. Questo lo comprendo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 253) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

L'emendamento n. 253) sottolinea la problematica relative alle disabilità. Chiediamo di sostituire la parola "problematica" con "disabilità".



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 252) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 251) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Chiediamo di sostituire le parole "della convenzione di locazione" con le parole "del contratto di locazione". Crediamo che la situazione delle case popolari debba essere una situazione temporanea che permetta agli individui in difficoltà, soprattutto con figli a carico, di potersi trovare una sistemazione temporanea. Non deve essere considerata, come spesso avviene, a vita o addirittura considerata come un'abitazione che si pu passare di generazione in generazione.
La nostra azione regionale dovrebbe puntare a creare lavoro e dare dignità e reddito alla persona.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 250) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 249) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 248) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Chiediamo di cassare le parole "in altra abitazione".
L'emendamento n. 248) si rifà al motivo per cui si continua questa opera di ostruzionismo. Chiediamo di sostituire le parole "i componenti" con le parole "i famigliari componenti".



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 247), n. 262), n. 259) e n. 260) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 261) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Chiediamo di sostituire "la voltura della convenzione di locazione" con "la voltura del contratto di affitto". Sempre sulla base giuridica e non solo che pone il beneficiario in una condizione di vedere questa sistemazione non stabile, ma come un aiuto da parte dello Stato in un momento di difficoltà.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Emendamento rubricato n. 257) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Chiediamo di sostituire, sempre per quanto riguarda il comma 3 dell'articolo 3, le parole "60 giorni" con "90 giorni".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Emendamento rubricato n. 258) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Questo non è un emendamento solo di colore. Desidereremmo che alle parole "rilascio dell'alloggio", venissero inserite le parole "rilascio dell'alloggio e delle relative pertinenze", quindi cantina, box, soffitta ecc. Crediamo che questo non sia un emendamento solo di ostruzionismo, ma anche di merito, perché molto spesso quello che si ritrova in queste pertinenze è incredibile.
È un emendamento di merito quindi chiederei alla Presidenza di tenerlo in considerazione.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 263), n. 264), n. 265), n. 266), n. 255 e n.
256) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 267) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Chiediamo di sostituire le parole "siano in possesso" con "siano nel rigoroso possesso".
È un po' legato al discorso precedente: Quando le cose sono di tutti molto spesso è come se fossero di nessuno. "Rigoroso" è un aggettivo che può avvalorare quello che ci siamo detti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Emendamento rubricato n. 268) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Sempre al comma 4, chiediamo che le parole "dei requisiti per la permanenza nell'assegnazione" siano sostituite dalle parole "dei requisiti per l'assegnazione".
Si rifà sempre all'idea diversa che noi abbiamo, che forse ci contraddistingue addirittura dal collega Marrone, ma è bello riconoscersi nelle diversità: ribadiamo che le soluzioni delle ATC e delle case popolari le vediamo semplicemente come momenti e soluzioni di difficoltà e non come soluzioni permanenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Emendamento rubricato n. 269) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Chiediamo di cambiare, per i motivi già esposti, le parole "nell'assegnazione degli alloggi" con le parole "nell'affitto degli alloggi".
Ribadisco che "assegnazione" e "affitto" potrebbero essere molto simili, ma cambiano proprio nel senso della responsabilità dell'individuo.
L'assegnazione è qualcosa che viene data in modo quasi gratuito, tant'è vero che la morosità è molto alta, mentre l'affitto predispone un prezzo da corrispondere.
Non è banale quello che diciamo ed è per questo che continuiamo a battere sullo stesso tasto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Emendamento rubricato n. 270) presentato da Gancia, Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Si parla di edilizia sociale: dopo le parole "edilizia sociale" vorremmo aggiungere - è anche un emendamento di merito - "relative pertinenze".



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 271), n. 273), n. 272), n. 274), n. 275), n.
254), n. 107), n. 109) e n. 36) sono irricevibili.
È aperta la discussione generale sull'articolo 3) Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Approfitto di questa discussione generale.
È stato un articolo lungo: siamo arrivati alle 18.10, pertanto approfitto per porre nel dibattito di quest'articolo due elementi (sarebbe inutile ripetere quanto ho già ripetuto precedentemente).
Sono elementi già trattati, ma li voglio sottolineare, perché sono di merito.
Il primo è che non ci stiamo divertendo a portare avanti quest'opera ostruzionistica e ribadiamo che, se ci fosse la disponibilità a tornare al testo originario e rinviare le modifiche sugli accessi, le decadenze, i subentri (che si parli di unioni omosessuali o di qualsiasi altra cosa) nel gruppo di lavoro di revisione complessiva della legge n. 3, noi ritireremmo immediatamente tutto il materiale ostruzionistico e passeremmo alla discussione dell'articolato e alla votazione dell'atto.
Questo era giusto ricordarlo.
Presidente, quanti minuti ho in discussione generale?



PRESIDENTE

Due minuti.



MARRONE Maurizio

Impiego solo un minuto ad esprimere l'ultimo concetto, relativamente ai figli.
So che l'Assessore si è accorto del tema e ha posto attenzione. Per carità, sappiamo che i numeri porteranno a un esito abbastanza scontato visto che quello - ritengo - è stato solo un errore materiale, per ricordiamoci che, al termine della discussione generale, si voterà sui singoli emendamenti, pertanto invito a porre attenzione a quel discorso.
Ricordo agli Uffici che ho chiesto la votazione per appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 57) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 23 Consiglieri votanti 21 Consiglieri hanno votato NO 21 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 38), n. 39), n. 40), n. 244), n. 69), n. 70) n. 71) e n. 72) sono irricevibili.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
245), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 25 Consiglieri votanti 23 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 73) e n. 74) sono irricevibili.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

È sempre più semplice fare le cose facili, però - volendo fare i difficili - le facciamo difficili.
Come il Presidente sa, il Presidente ha il tempo di lasciare l'orologio che gira fino a un minuto. Cioè, o 30 secondi (può decidere che nei 30 secondi il Consiglio ha votato), oppure - qualora non vi sia il numero legale - può lasciare scorrere l'orologio fino ai 60 secondi.
Quando lei ha dichiarato "l'emendamento è respinto", quel tabellone (l'unica cosa che funziona è il numero dei presenti) ne segnava 20.
Successivamente, qualche collega ha votato e si è arrivati a 23; non siamo solo 20, perché anche qualche collega del Movimento 5 Stelle.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Ha riaperto dopo: ti stai confondendo.



VIGNALE Gian Luca

È sufficiente leggere là sopra per capire che c'è qualche collega del Movimento 5 Stelle che ha votato. Ha votato, perché non si può chiudere e riaprire. Non abbiamo né chiuso né riaperto la votazione.



PRESIDENTE

È chiaro.
Detto questo, o andiamo avanti, oppure devo ripetere la votazione, perch quando ci sono dei problemi, ripetiamo le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 245), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 73) e n. 74).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 75) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 77).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
187), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 24 Consiglieri votanti 23 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 188), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 189), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 190), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 191), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 192), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 193), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 194), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 195), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 203), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 204), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 205), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 206), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 207), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 208), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 209), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 210), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 211).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 212), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 214), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 215), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 216), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 217), n. 218), n. 219) n. 220) e n. 221).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 222), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 223), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 176), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 79), n. 80), n. 81) e n.
82).
Dichiaro decaduto l'emendamento rubricato n. 6).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 246), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 238), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 239), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 85), n. 86) e n. 87).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 240), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 89), n. 241), n. 157) n. 158), n. 159), n. 160), n. 161), n. 162) e n. 163).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 165).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 166), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 242), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 167), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 41).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 243), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 253), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 252).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 251), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 250).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 249), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 248), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 247) e n. 262).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 259), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 260).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 261), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 257), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 258), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 263), n. 264), n. 265) e n. 266).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 255), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibile l'emendamento rubricato n. 256).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 267), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 268), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 269), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 270), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 271), n. 273), n. 272) e n. 274).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 275), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 254), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Dichiaro irricevibili gli emendamenti rubricati n. 107), n. 109) e n. 36).
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 204 - Agenzia Territoriale per la Casa Consiglio di Amministrazione - nomina di un membro in sostituzione del signor Balossino Marco, dimissionario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare previsto all'articolo 79, comma 4, del Regolamento.
Domani procederemo alla ripetizione della votazione.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo che domani, mercoledì 15 marzo, presso la Sala Viglione, alle ore 9 si terrà l'incontro con le RSU Città metropolitana di Torino in merito alla situazione dei lavoratori dei Centri per l'impiego. Saranno presenti l'Assessore Reschigna e il Consigliere Barazzotto.
Ricordo, altresì, che alle ore 14 verranno ricevute le Segreterie delle organizzazioni sindacali FILCTEM, FEMCA e UILTEC per esporre la situazione della Borgolon S.p.A. di Varallo Pombia (NO). Saranno presenti l'Assessore Pentenero, il Consigliere Segretario Bertola e il Consigliere Gallo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.28)



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