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Dettaglio seduta n.209 del 14/03/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Più che una proposta di modifica, è una domanda sulle richieste di comunicazione avanzate nella scorsa seduta di Consiglio e poi ricordate nella Conferenza dei Capigruppo, sulle quali però non è più stato detto nulla. Io ne ho una in particolare, con l'Assessore Saitta, anche se ricordo non fosse l'unica.



PRESIDENTE

Nelle mie comunicazioni avrei risposto a questa richiesta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Rinnovo la mia richiesta di comunicazione da parte dell'Assessore Cerutti.



PRESIDENTE

Sì, è nelle mie comunicazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La mia non è una richiesta di modifica dell'o.d.g., ma volevo chiedere se fosse possibile calendarizzare per domani un'audizione dei lavoratori della multinazionale Borgolon, perché in questi giorni stanno per essere.



PRESIDENTE

La sua richiesta è per domani nell'intervallo?



ANDRISSI Gianpaolo

Sì, per domani.



PRESIDENTE

C'è solo un problema: domani abbiamo la Conferenza dei Capigruppo con gli Uffici di Presidenza delle Commissioni, che è convocata alle 12.30.



ANDRISSI Gianpaolo

Non si può spostare e farla prima?



PRESIDENTE

Cerchiamo di capire come fare; se dopo si avvicina ai banchi della Presidenza cerchiamo di trovare una soluzione.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Benvenuto, Chiamparino, Chiapello, Giaccone Ferraris, Motta, Reschigna, Ruffino e Valmaggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 7 marzo 2017.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea deleghe Presidenza Giunta regionale all'Assessore Ferrari


PRESIDENTE

Comunico che il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 11 del 13 marzo, informa che, stante il contemporaneo impedimento del Presidente e del Vicepresidente della Giunta regionale, le funzioni del Presidente della Giunta regionale sono assegnate, ai soli fini dello svolgimento dei lavori della seduta consiliare odierna, all'Assessore Augusto Ferrari.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 28 febbraio 2017.


Argomento: Università - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Sentenza Consiglio di Stato su bando EDISU"


PRESIDENTE

L'Assessora Cerutti è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Sentenza Consiglio di Stato su bando EDISU".
Prego, Assessora.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio universitario

Svolgo queste comunicazioni ed entro anche in particolari tecnici proprio perché credo che si debba dare conto di quella che è la situazione attuale, anche rispetto ad elementi quantitativi e tecnici. Quindi, molti aspetti li leggerò proprio per riportarli correttamente.
Con determina del 13 maggio 2015 n. 350, in vista della scadenza al 31 dicembre 2015 degli appalti in corso, EDISU Piemonte ha avviato la procedura aperta per l'affidamento dei servizi di reception, sorveglianza e pulizia nelle residenze universitarie e nelle sale studio, per un periodo di tre anni.
I lotti 1, 2 e 3 hanno ad oggetto i servizi per le residenze, mentre il lotto 4 riguarda i servizi per le sale studio e le sedi dell'Ente. In particolare, per specificare meglio le questioni, visto che è tutto assolutamente trasparente: il lotto 1 è di euro 2.700.000 e riguarda le residenze Olimpia, Faa di Bruno e Casa Samone; il lotto 2 è di euro 5.160.000 e riguarda le residenze Cavour, Paoli, Cercenasco, Verdi, Giulia di Barolo e Palazzo degli Stemmi; il lotto 3 è di euro 3.690.000 e riguarda le residenze Cappel Verde, San Liborio, Saracco, Turati, Dal Pozzo Quintino Sella, Perrone e Campus. Infine, il lotto 4 è di euro 2.400.000 e riguarda le sale studio e le sedi dell'Ente.
Vi sono poi alcuni aspetti del disciplinare che è importante conoscere proprio nella logica di quello che è stato lo svolgersi degli eventi. Il disciplinare fissava l'offerta economicamente più vantaggiosa (miglior rapporto qualità/prezzo) quale criterio di aggiudicazione delle offerte consentiva di presentare offerte per più lotti (mediante plichi separati) ma precludeva la possibilità di aggiudicazione plurima: in caso di conseguimento da parte dello stesso concorrente del migliore punteggio in più lotti prescriveva l'aggiudicazione "di quello economicamente più rilevante"; stabiliva i punteggi massimi in relazione al prezzo offerto (massimo 40 punti) e agli elementi qualitativi (massimo punti 60, suddivisi in sottocriteri); richiedeva, anche attraverso modello allegato, che l'offerta economica venisse espressa come "ribasso unico percentuale" o "sconto unico percentuale" sull'importo a base di gara.
Alla suddetta gara hanno partecipato i seguenti operatori: per il lotto 1: ISS Italia; ATI REAR/Coopservice, COPAT, Fondazione Falciola per il lotto 2: ISS Italia, ATI REAR/Coopservice, MAPI, COPAT per il lotto 3: ISS Italia, ATI REAR/Coopservice, COPAT per il lotto 4: ATI Pegaso - Sistemi Sicurezza; ATI Culture - Frassati.
La procedura di valutazione delle offerte si è articolata in 12 sedute.
Dopo la verifica dei requisiti di ammissibilità dei concorrenti nella seduta pubblica del 19 gennaio la Commissione ha valutato le offerte tecniche in sedute riservate, di cui esistono i verbali.
Tutti i concorrenti hanno espresso l'offerta economica come "ribasso percentuale" eccettuata Mapi, che ha indicato, oltre al "ribasso percentuale" anche il prezzo scontato. Quindi, a buste aperte, ritenendo di dover attribuire il punteggio ad offerte economiche espresse come sconto percentuale sull'importo a base di gara, la Commissione ha constatato che la formula, così com'era indicata nel disciplinare, era inapplicabile.
Ponendo lo sconto dell'offerta più conveniente al numeratore, essa avrebbe premiato gli sconti meno elevati anziché quelli più elevati, conducendo quindi a risultati non conformi.
Pertanto, ravvisando nella stessa formula un evidente errore materiale EDISU l'ha rettificata, portando il valore più elevato (lo sconto percentuale massimo, pari allo sconto dell'offerta più conveniente) al denominatore. In questo senso, quindi, ha proceduto con questa integrazione, ha considerato i punteggi attribuiti alle offerte economiche in applicazione della formula rettificata e ha stilato le seguenti graduatorie: lotto 1 - ATI REAR (prima posizione), Falciola, IS, COPAT lotto 2 - ATI REAR, MAPI, COPAT, ISS; lotto 3 - ATI REAR, COPAT, ISS; Lotto 4 - ATI Culture e ATI Pegaso.
Per effetto della partecipazione plurima - quella cui facevo riferimento prima - ai lotti 1, 2 e 3 e delle clausole che precludevano l'aggiudicazione di più di un lotto, ATI REAR aveva titolo a vedersi aggiudicato solo il lotto 2, economicamente più rilevante. E quindi, con determina del 23 giugno 2016, EDISU ha aggiudicato i lotti come segue: lotto 1, Falciola; lotto 2, ATI REAR; lotto 3 COPAT; lotto 4, ATI Culture.
Questa, quindi, è la situazione. Sono entrata nei dettagli anche perché è chiaro che l'aspetto del ricorso riguarda questa formula.
Vengo al contenzioso, in particolare per quanto riguarda il primo grado (quindi la sentenza 1211/2016). Con ricorso al TAR Piemonte MAPI ha impugnato l'aggiudicazione definitiva relativa al lotto 2 e i verbali di gara, contestando che EDISU aveva illegittimamente disapplicato la formula del disciplinare. La citata formula, appunto, contrariamente a quanto ritenuto dalla Commissione, era applicabile e funzionale ove all'interno della stessa fosse inserito il prezzo scontato.
Adesso cerco di essere un po' più sintetica. Da questo punto, EDISU ha ritenuto di costituirsi, sostenendo che l'espressione "sconto" utilizzata nella formula andava intesa come sconto percentuale e che in questo contesto essa portava a risultati non conformi, con legittimità dell'operazione di rettifica effettuata, in forza dell'evidenza dell'errore. Con sentenza 121 del 2016, come dicevo, il TAR ha accolto il ricordo di MAPI S.p.A., ritenendolo manifestamente fondato e quindi, sulla scorta, ha proceduto a dare ragione a MAPI. Per effetto dell'accoglimento del ricorso, dunque, il TAR Piemonte ha annullato la determinazione condannando quindi l'ente EDISU a non ottemperare a quello che era stato approvato con la determina prima riportata.
Nel frattempo, c'è un altro aspetto. MAPI ha notificato motivi aggiunti di ricorso, iscritti come ricorso nuovo, essendo nel frattempo il primo procedimento già stato assunto a decisione. Attraverso tale ricorso, MAPI ha sostenuto che ATI REAR avrebbe dovuto essere esclusa per avere indicato servizi inidonei, in quanto resi non in strutture ricettive. È stato altresì contestato che sarebbe stata omessa la verifica della documentazione probatoria. Questo ricorso, però, pende in attesa di decisione ed EDISU non si è costituito.
Il secondo grado è quello a cui facciamo riferimento adesso (sentenza 978/2017). Ritenendo la decisione del TAR non condivisibile, anche in forza di sentenze analoghe, EDISU ha proposto appello. Con sentenza 978/2017 quindi, il Consiglio di Stato lo ha rigettato sulla scorta di diverse motivazioni, per cui per il Consiglio di Stato non assume rilievo quale fosse la corretta interpretazione da attribuire alla formula. In conclusione, dunque, il giudice di secondo grado ha giudicato - come peraltro anche il TAR - illegittimo il segmento di gara relativo alla fase di valutazione delle offerte economiche, in quanto la formula non poteva essere toccata a gara avviata.
A questo punto, quindi, EDISU è tenuto a dare attuazione alla decisione del TAR, come confermata dal Consiglio di Stato. EDISU è dunque tenuto a decidere con massima tempestività come conformare la propri attività amministrativa alle decisioni del giudice, mediante riedizione del potere.
Considerata peraltro l'imminenza della decisione del TAR nel giudizio 1107/2017, nel quale ove il ricorso di MAPI venisse accolto, verrà ordinata l'ottemperanza, prescrivendone le relative modalità.
Arrivando alle conclusioni, a questo punto per noi, essendo in questo momento in attesa della decisione del TAR, non è possibile formulare ipotesi in relazione all'indizione di una nuova gara, poiché in attesa dello scioglimento delle riserve suddette. Pertanto, l'Ente procederà prorogando gli appalti in essere. Questo, quindi, è quello che si sta attuando, anche per garantire la continuità rispetto ai servizi.
Per quanto riguarda i possibili tagli ai servizi, conseguenti all'indizione di una nuova gara, si precisa che i documenti di gara della procedura impegnata prevedevano già una riduzione, ancorché modesta, del numero delle ore per le prestazioni richieste rispetto ai contratti in essere, che tuttavia era stata discussa con le OO.SS, nonché approvata - e questo teniamo a dirlo - dal Consiglio di Amministrazione dell'EDISU nel quale sono rappresentati anche gli Atenei e gli studenti. In merito al peggioramento della qualità dei servizi come conseguenza della situazione di incertezza generata dal rigetto del ricorso dell'EDISU, quindi, l'Ente verificherà puntualmente che siano invece rispettate le condizioni del capitolato.
In definitiva, noi siamo in questo momento in attesa della sentenza del TAR e quindi a questo punto garantiamo la continuità, sia rispetto ai servizi sia rispetto all'occupazione. Quello che teniamo a dire e che va aggiunto - anche perché qui siamo in sede di Consiglio regionale, con le competenze della Regione - è che le vigenti disposizioni normative non consentono alla Regione di esercitare il controllo sugli atti dell'EDISU relativi alle procedure di gara; teniamo a sottolineare questo proprio perché non si esercita, per l'EDISU, un controllo analogo a quello che avviene per altri enti.
Noi, quindi, qui riportiamo lo stato dell'arte rispetto alla situazione attuale del contenzioso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
In attesa di raccogliere le istanze di intervento, chiedo di far rientrare in aula l'Assessore Saitta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Ringrazio nuovamente l'Assessore per il riepilogo più che esaustivo delle ultime vicende. Come lei saprà, abbiamo presentato anche noi una segnalazione all'ANAC rispetto al possesso dei requisiti sul lotto 2 della REAR e quindi siamo ugualmente in attesa di un parere rispetto a questa nostra segnalazione.
Quello che ci premeva oggi portare all'attenzione dell'Aula è il fatto che, nel momento in cui (se) si andrà a rifare la gara, chiediamo che sia posta particolare attenzione alla condizione dei lavoratori. Presupponiamo che la Regione non possa intervenire direttamente, però è anche vero che soprattutto in questo periodo, si fa un gran parlare di protocolli accordi, impegno per migliorare le condizioni dei lavoratori; quindi sicuramente ci saranno nuovo spazio e nuove occasioni per interloquire con un Ente che sicuramente non è estraneo alla Regione Piemonte. Tra l'altro in questo caso, se si rifacesse la gara credo si dovrebbe applicare il nuovo Codice degli appalti, con tutte le tutele del caso.
Chiediamo anche un'attenzione al pagamento dei lavoratori, che sappiamo aver avuto notevoli criticità nell'ultimo periodo: ci sono dei lavoratori che da mesi non vengono pagati e quindi anche in questo caso sicuramente la Regione può fare la sua parte. E a questo proposito, approfitterei per anticipare una richiesta di audizione del C.d.A. di EDISU in Commissione per capire quali siano le intenzioni e avere un quadro più chiaro rispetto alla situazione dei lavoratori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire l'Assessora Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio universitario

Ringrazio la Consigliera Frediani.
Come lei auspica, noi stiamo comunque - seppure non in modo diretto, ma in modo indiretto, chiaramente - vigilando su quanto si sta man mano definendo. Il 5 aprile è la data fissata per il TAR (forse, prima non avevo detto la data), quindi siamo in attesa di questa data per comprendere anche come procedere.
Rispetto all'eventuale indizione di una nuova gara, è chiaro che sarà applicato il nuovo codice appalti; nel frattempo, stiamo monitorando la situazione anche in relazione al pagamento dei dipendenti, in particolare per quanto riguarda Residence Luciani. Purtroppo, avevamo già seguito sempre in Consiglio, le vicende del mancato pagamento, che non avevano permesso all'EDISU di trasferire le risorse per le problematiche relative al DURC, e ancora adesso stiamo monitorando.
Al momento, ci risulta che i lavoratori non siano stati pagati da un mese - quindi, c'è un mese di assenza rispetto al pagamento - e i ragionamenti che l'EDISU sta facendo possono anche essere quelli di un eventuale pagamento diretto, quindi senza passare tramite Residence Luciani.
Proprio per comprendere se è possibile procedere in questa direzione auspico che EDISU proceda al meglio, ma la situazione sicuramente è sotto l'attenzione dell'EDISU e anche sotto la nostra attenzione, proprio per garantire continuità del servizio e anche continuità nei pagamenti dei lavoratori.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.


Argomento:

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione emergenza Pronto soccorso"


PRESIDENTE

L'Assessore Saitta è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Situazione emergenza Pronto soccorso".
Prego, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Riprendo alcune informazioni che ho già avuto modo di rendere la settimana scorsa rispondendo a un quesito posto dal collega Bono.
Probabilmente non tutti i Consiglieri erano presenti, perché è noto che le interrogazioni del question time si svolgono prima della seduta del Consiglio.
Richiamo soltanto qualche tema e, poi, do qualche aggiornamento perché, da quando è stata discussa la question time del collega Bono, è chiaro che ci siamo attivati.
In termini sintetici, ho avuto modo di riferire al Consiglio che le difficoltà del Pronto soccorso derivano, evidentemente, da una serie di elementi. Certamente, in Piemonte ha contatto tantissimo - mi riferisco al periodo natalizio legato alle feste - la punta elevata del virus dell'influenza; infatti, nella nostra regione è stata registrata una delle punte più alte ed è stata anche molto concentrata in un periodo. È sufficiente vedere il lavoro che fa SeREMI, che è il nostro centro di ricerche per quanto riguarda l'influenza: esaminando la distribuzione negli anni ci si rende conto che la concentrazione è stata molto elevata e, poi c'è stata una coda abbastanza lunga, che, ormai, si è esaurita, però ha riguardato tutto il mese di gennaio e in parte il mese di febbraio.
È evidente, come ho già avuto modo di dire, che le difficoltà del Pronto soccorso non derivano soltanto dal picco influenzale; è certo che durante il picco influenzale tutte le strutture sono state sottoposte a un lavoro intenso, quindi in modo particolare il personale.
Le difficoltà del Pronto soccorso derivano - ma non soltanto qui in Piemonte - da una serie di elementi. Certamente, c'è una componente importante che riguarda una migliore organizzazione dell'assistenza territoriale, per forza di cose. C'è una componente che riguarda le relazioni tra il sistema pubblico e i privati accreditati per quanto concerne i posti letto di lungodegenza, ma anche di CAVS; poi, c'è la componente più importante: la carenza di personale, questo mi sembra ovvio.
I colleghi sanno che la carenza di personale comincia dal 2010 per il brocco del tournover amministrativo totale e per il blocco del personale sanitario al 50 per cento. Si deve lavorare su tutti questi tre elementi.
Allora, per quanto riguarda la questione del personale, che mi sembra una componente importante, noi, nel 2015, abbiamo invertito la tendenza alla riduzione del personale, in modo particolare relativamente al comparto sanitario; l'abbiamo invertita, ma ancora il lavoro da fare è tanto. È stata invertita in termini consistenti per quanto concerne la dirigenza medica, cioè i medici; l'abbiamo invertita, ma bisogna ancora consolidarla enormemente per quanto riguarda gli infermieri.
In riferimento a questa operazione che sta avvenendo sul personale, i numeri sono chiari. Ho già avuto modo di riferire anche in Consiglio i numeri di aumento del personale, così come anche la composizione del personale, cioè del personale a tempo determinato anche per quanto riguarda gli infermieri; in passato, le Aziende Sanitarie, nelle difficoltà derivanti dall'essere in piano di rientro, hanno fatto ricorso agli interinali anche per gli infermieri, quindi c'è un'organizzazione attualmente che non ci piace.
I colleghi sanno sicuramente che tutta la Pubblica Amministrazione ha un vincolo - non solo il comparto sanitario - per quanto riguarda le assunzioni: la spesa per il personale deve essere inferiore all'1,4 per cento della spesa del 2004, e riguarda tutte le Amministrazioni.
Come Regioni, ultimamente, abbiamo chiesto nel Milleproroghe di eliminare questo vincolo e di consentire alle Aziende Sanitarie, quindi di consentire alle Regioni, l'autonomia, all'interno del proprio bilancio, di poter assumere oltre questo vincolo. Questa norma che abbiamo proposto non è stata approvata, per cui siamo ancora nel vincolo del meno 1,4 per cento rispetto alla spesa del 2004.
Quindi, l'operazione di aumento del comparto sanitario, che prima vi ho citato, è avvenuta prevalentemente con una forte riduzione del comparto amministrativo, e mi pare che questo sia un elemento anche noto. C'è stata una pesante riduzione del comparto amministrativo, ma credo che molti di noi abbiano già avuto modo di dire - e non soltanto la maggioranza - che in qualche maniera riorganizzare e ridurre il settore amministrativo era importante, facendo prevalere l'esigenza del comparto sanitario.
Per quanto riguarda gli infermieri, c'è stata una inversione forte di tendenza, addirittura con una crescita rispetto al 2010 per quanto riguarda le OSS. Vi dicevo che c'è stata un'inversione di tendenza consistente, che aumenterà, per quanto riguarda la dirigenza medica, quindi i medici ospedalieri, e c'è stata una stabilizzazione per quanto riguarda gli infermieri, come numero, è chiaro che la curva deve risalire.
Le Aziende di Torino, per parlare di Torino, dove il fenomeno ha dimensioni e caratteristiche diverse, hanno pubblicato recentemente, tutte insieme, un concorso per infermieri. Dopo parecchi anni un concorso importante, al quale attingeranno le Aziende di Torino e poi anche le altre Aziende del Piemonte; dipende dall'opportunità, come è capitato anche in questa fase finale.
Collegato al tema delle assunzioni c'è il tema dei precari. Noi abbiamo raggiunto un'intesa con le organizzazioni sindacali - CGIL, CISL e UIL e anche Nursing up - per quanto riguarda la stabilizzazione dei precari. Ci siamo impegnati, con quest'intesa, a predisporre un censimento dei precari perché vogliamo stabilizzarli e abbiamo le risorse necessarie, nel riparto del Fondo Sanitario del 2017, per quanto riguarda la stabilizzazione quindi parliamo di un cambiamento di status, da una situazione precaria a una situazione a tempo indeterminato.
Nell'accordo c'è anche un'intesa per quanto riguarda le nuove assunzioni. Il documento è noto, è a disposizione e non voglio soffermarmi nei particolari. Con le organizzazioni sindacali abbiamo raggiunto quest'intesa sia per i precari sia per le nuove assunzioni, all'interno di quello che vi dicevo, cioè di una riduzione del comparto amministrativo con un potenziamento del comparto sanitario.
Il meno 1,4 per cento di spesa rispetto al 2044 è un conteggio che viene fatto anno per anno. Noi siamo in una fase di completamento di una sorta di consuntivo, un lavoro complesso dal punto di vista dei bilanci dei consuntivi e delle verifiche. Tra poco avremo il quadro se complessivamente, il sistema regionale è arrivato al tetto garantito oppure c'è qualcosa sotto. In ogni caso, qualora fossimo sotto, dopo le verifiche è chiaro che impiegheremo tutto per quanto riguarda il personale sanitario e, in modo particolare, per quanto riguarda gli infermieri.
Nel 2017 avremo non soltanto una stabilizzazione e non soltanto una crescita superiore rispetto al 2010 per quanto riguarda le OSS, ma avremo una forte inversione di tendenza.
L'altro elemento sicuramente importante è quello relativo al rapporto con i privati accreditati, la questione dei posti letto. Voi sapete che molto spesso, emerge il problema di trovare delle risposte nel sistema accreditato per quanto riguarda i pazienti dopo la fase acuta. Il sistema va un po' rivisto e abbiamo un'occasione importante. L'occasione importante è quella relativa all'obbligo che ci siamo assunti di rivedere il budget per quanto riguarda il privato accreditato per i prossimi anni e ci siamo dati una scadenza: entro giugno definiremo il budget e, all'interno di questo, saranno definite anche le soluzioni necessarie per dare quelle risposte che non sempre sono state adeguate ai problemi che abbiamo registrato in modo particolare nel mese di dicembre e nel mese di gennaio.
Lavoriamo su questi tre elementi. Ma oltre a questi elementi organizzativi complessivi, quindi il sindacato, i privati, il personale e la crescita ulteriore di personale sanitario, le Aziende Sanitarie tutte hanno lavorato - e gli effetti, in parte, si sono avuti, altrimenti la situazione sarebbe stata obiettivamente drammatica - per potenziare le loro strutture. Ho già avuto modo di fare un elenco puntuale e preciso di quello che è capitato, dei lavori che sono stati avviati e che si sono completati e di quelli che sono in corso, cioè di una disponibilità di posti letto all'interno della struttura del Pronto soccorso o in prossimità del Pronto soccorso, in modo da poter garantire un'osservazione da parte dei pazienti che non sia soltanto nei corridoi (mi sembra logico).
Mi pare che il sistema complessivamente abbia reagito, cioè le Aziende Sanitarie hanno messo in moto delle misure in grado di dare delle risposte non legate soltanto alla contingenza. Non per scaricarmi delle responsabilità, ma i colleghi, anche leggendo le cronache di altre Regioni sanno che il problema legato all'influenza è stato un problema nazionale per le caratteristiche che ha avuto. Tuttavia questo non giustifica nulla: dobbiamo migliorare la nostra organizzazione e lo faremo.
Aggiungo che avete letto delle osservazioni puntuali da parte delle organizzazioni sanitarie mediche e dell'Ordine dei Medici per quanto riguarda questo aspetto. Nei giorni passati, abbiamo già incontrato tutte le organizzazioni per quanto riguarda questo aspetto; noi stiamo predisponendo un quadro già preciso dei problemi e delle soluzioni da indicare ma, come abbiamo fatto per quanto riguarda la stabilizzazione dei precari e per quanto riguarda le nuove assunzioni, credo entro la fine del mese, massimo ai primi di aprile, faremo un altro incontro con tutte le organizzazioni sindacali e le organizzazioni mediche per trovare con loro un'intesa, raccogliere i loro suggerimenti; gran parte sono stati forniti ma vogliamo arrivare a questo appuntamento, cioè alla soluzione dei problemi che si sono evidenziati in questa fase attraverso un'intesa con tutti gli operatori. Stiamo lavorando in questo senso; appena avremo un quadro, riferirò del lavoro svolto.
È chiaro che i suggerimenti degli operatori per noi diventano importanti; in ogni caso, mi pare di capire che la soluzione che spesso viene rappresentata del Pronto soccorso in parte corrisponde a problemi veri, ma in parte risponde anche a problemi non sempre coerenti con la realtà. Su questo non voglio aprire delle polemiche perché sarebbe inutile.
Posso soltanto dire questo: molto spesso, quando qualcuno ha avuto modo di fare ricorso, come è stato detto, alla Procura, e come avete letto sono arrivati i NAS, potrei portare tutti i verbali del NAS, in cui sono stati rilevati sicuramente dei problemi ma non, come qualcuno molto spesso ha descritto, una situazione da Terzo mondo. La situazione non era così qualora fosse stata così, i NAS, che non sono certamente un organo dell'Assessorato alla Regione Piemonte, avrebbero fatto altri verbali avrebbero avviato dei procedimenti.
Questo non è assolutamente un modo per dire che le cose vanno bene; il tema è quello dei pazienti, che è un problema diverso rispetto alle strutture. Su questo l'impegno da parte nostra sarà massimo ed entro aprile arriveremo ad un'indicazione anticipata per risolvere i problemi con un'intesa generale con tutti gli operatori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore, per la risposta.
Noi c'eravamo quando, nella scorsa seduta (forse due sedute fa) rispose al Consigliere Bono, ma lì si parlava di un altro aspetto di questa vicenda: i provvedimenti disciplinari nei confronti di chi aveva denunciato la situazione sui media. Qui, invece, si ritiene opportuno aprire una riflessione sulla tema della qualità del servizio, che discende dalle denunce (non penali, ma politiche e amministrative) che ci arrivano proprio da chi lavora sul campo della sanità e, in particolare, del Pronto soccorso.
Mi sono sentito davvero stimolato a chiedere queste sue comunicazioni allorché i principali media cittadini hanno rappresentato una novità: successivamente a un incontro in Assessorato avvenuto all'inizio di febbraio, quindi successivamente al picco influenzale che coincideva più con il periodo natalizio, quindi (se ricordo bene) il 20 febbraio - meno di un mese fa - non alcune, ma tutte le sigle dei sindacati dei medici (le voglio citare: l'ANAAO Assomed, i medici dell'ANPO, oltre i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL che lei prima citava, la CIMO, la ROI, la FVM SNR-FASSID, la FESMED, la Federazione sindacale dei medici dirigenti, cioè tutto il ventaglio della rappresentanza del settore) hanno deciso di scriverle una lettera. I toni di tale lettera, se i media sono stati fedeli al testo - ma sono virgolettati, quindi voglio sperare sia così - sono davvero emergenziali.
Rappresentano una situazione sicuramente più fosca di quella che lei oggi, ci ha raccontato qui in Consiglio, perché oltre al problema del personale - su cui un passaggio intendo farlo - si riscontrano altri problemi, che rappresentano una criticità di tutto il sistema sanitario e non solo di un aspetto di dettaglio, ovvero il personale nei Pronto soccorso.
Voglio citare - perché rimanga - che, oltre alla carenza del personale si contesta una situazione emergenziale pertinente alle liste d'attesa all'insufficienza dei posti letto, alle dotazioni tecnologiche obsolete alla marginalizzazione progressiva della prevenzione primaria e dell'edilizia ospedaliera, alla scarsa organizzazione della medicina territoriale.
Questo, insieme a un filtro insufficiente al fenomeno degli accessi impropri, spiega tutta l'insostenibilità del sistema rispetto a un servizio che - dicono loro - anzi cito: "Se associato a povertà di apparecchiature e a spazi inadeguati, crea problemi nell'assistenza e nelle cure".
Pertanto, per usare un termine che ha usato lei, è un quadro che sembra piuttosto drammatico nel suo insieme e non solo su un dettaglio. Questo lo vogliamo ribadire, perché - è il caso di ricordare - non so se se ne discuterà, ma è iscritto all'ordine dei lavori della seduta odierna anche l'organizzazione della rete ospedaliera. Era arrivata dall'opposizione, ma soprattutto dal territorio, una mobilitazione addirittura referendaria per ridiscuterne, per dare un colpo di spugna in modo da poterne ridiscutere su presupposti differenti.
Questo, ribadendo anche un dato: non si può pensare di mettere le mani sui posti letto, sull'offerta del servizio ospedaliero, se, a monte - come hanno denunciato anche le sigle rappresentative dei medici - non c'è una riorganizzazione del servizio territoriale.
Ritengo sia il caso di mettere, prima o poi, un freno e avere l'umiltà di ragionare tutti insieme, con il coinvolgimento del territorio, con un coinvolgimento plurale delle diverse forze politiche, in un quadro frammentato come quello dell'attuale Consiglio regionale, sulle strategie per il rilancio di questo servizio.
Ho l'impressione che, non lei, Assessore, nel dettaglio, ma un po' la maggioranza, nel suo complesso, questo centrosinistra che si è ritrovato fino a poco tempo fa, a governare tutti i vari livelli di governo del territorio (il Comune di Torino, fino all'anno scorso, passando per la Regione; prima ancora c'era la Città metropolitana e il Governo, che voglio ricordare, è ancora in mano al Partito Democratico), abbia avuto un po' una presunzione di autosufficienza, facendo delle scelte che riscontrano davvero la critica (io penso) di merito - non una critica pregiudiziale - non tanto e non solo dell'opposizione, ma di tutti gli operatori sul territorio.
Ritengo che l'unità sindacale, in questo caso, debba essere davvero ascoltata con attenzione, perché è un sintomo evidente della concretezza delle rimostranze che sono state portate alla vostra attenzione.
Vede, tornando e concludendo sul tema principale, ovvero l'insufficienza del personale, lei correttamente ricordava quel vincolo di spesa rispetto al 2004 che vi ritrovate a dover rispettare. Mi tocca, per ricordarle, Assessore, che lo stesso Governo e la stessa maggioranza parlamentare che si troverebbe a poter influire su questa scelta ha lo stesso colore del partito che la vede schierata in Giunta, per cui prima o poi ci dovrebbe anche essere una responsabilità politica di lobbismo positivo, territoriale, nell'andare a influire con le istanze regionali (credo che in questo avreste, mi sento di poter dire, l'appoggio convinto di tutta l'Aula), per andare a modificare e non tentare di modificare questi lacci e questi vincoli.
Io spero che il Presidente Chiamparino, che sta cominciando ad abituarci - lo vorrei segnalare con una piccola divagazione - a quella poltrona vuota (aveva iniziato il mandato, la prima parte di legislatura con un forte presenzialismo, ma ultimamente ci sta abituando ad un certo numero di Consigli consecutivi.



PRESIDENTE

No, no. È giustificato: è assente per problemi di salute.
Lo dico per correttezza per chi ci ascolta, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Per carità, l'auspicio era che, anche rispetto alle scorse assenze o alle future, l'assenza sia giustificata da un'opera di pressing sulle istanze piemontesi nei confronti di Roma e non viceversa.



PRESIDENTE

Non è stato bene.



MARRONE Maurizio

Almeno, non penso che questo possa essere il tema di tutte le sedute recenti.
Questo, però, per dire che il vincolo nazionale - se esiste - nella misura in cui evidentemente ha delle forti ripercussioni sulla qualità del servizio, va abolito e la responsabilità politica ricade su chi ha la maggioranza di questo paese e su chi controlla i Ministeri di questo Governo.
Concludendo, sicuramente un atteggiamento più umile, più inclusivo rispetto alle scelte, non solo su questo tema, ma proprio sull'organizzazione del sistema sanitario e anche della rete ospedaliera sarebbe stato auspicabile.
Ritengo che anche la scelta di bocciare, perché è stata una scelta non solo tecnica, ma anche politica, passata per l'Ufficio di Presidenza del Consiglio rispetto al referendum, sia una dimostrazione di paura, così come tutte le sigle sindacali, anche quelle di sinistra, che tendenzialmente ci si aspetta siano più indulgenti nei confronti del vostro operato, hanno lanciato un segnale così forte. Questo segnale è stato condiviso in tempi record da chi - dal territorio - ha fornito le firme necessarie per promuovere il referendum.
Io sono dell'idea che, invece di raccogliere la sfida di illustrare presentare e difendere il vostro piano di riorganizzazione ospedaliera sul territorio per dimostrare che c'era un consenso, una comprensione, una condivisione con i territori, con l'utenza, con gli operatori, il decidere di sottrarsi a questo giudizio sia un segnale non solo di debolezza, ma anche di paura di essere sconfessati magari anche pesantemente.
Concludo auspicando che, in futuro, l'Assessore possa aggiornarci sui dati di queste inversioni di tendenza di personale, perché questa inversione oggi l'ha citata proprio con questo termine, in diverse occasioni, ma non ci ha fornito un dato quantitativo. Magari sarà un tema di approfondimento futuro in Commissione.
Occorre capire di quanto si pensa di aumentare il personale, non tanto nel solo interesse degli operatori, ma della qualità del servizio e quindi dell'utenza, della cittadinanza, che della sanità piemontese è la naturale destinataria e che dovrebbe sempre costituire il faro della nostra azione di governo e di opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ricordava lo stesso Consigliere Marrone, oltre che l'Assessore Saitta, avevamo presentato un'interrogazione a risposta immediata (question time) proprio per addivenire, lo scorso martedì, a una risposta sicura e immediata, che ovviamente non verteva solo sul tema delle sanzioni disciplinari rispetto al collega del Pronto soccorso, perché, naturalmente è una competenza dell'Azienda Sanitaria, sebbene lasci spazio ad una possibile valutazione politica da parte dell'Assessore rispetto al mandato del Direttore generale, che deve poi proporre ed applicare eventuali sanzioni.
Nella nostra interrogazione avevamo chiesto un parere più ampio: è ovvio che, nella celerità del question time, probabilmente l'Assessorato non aveva predisposto una risposta così ampia e precisa sulle problematiche della sanità piemontese, come invece è accaduto con una richiesta di comunicazioni, che ha tempistiche più dilatate.
Sottolineo altresì - mi rivolgo al Presidente del Consiglio - che a dicembre 2016 il nostro Gruppo consiliare aveva richiesto la calendarizzazione di una seduta straordinaria aperta di Consiglio.
Tuttavia, in sede di Conferenza di Capigruppo tale richiesta era stata rigettata, adducendo motivazioni a noi francamente poco comprensibili e facendo sì che l'alternativa ad una richiesta di un Consiglio aperto da parte del collega Rossi del Partito Democratico fosse la forma del seminario.
È ovvio che noi possiamo fare quanti seminari vogliamo, nel senso che non abbiamo bisogno della gentile concessione - di cui ringraziamo sempre ovviamente - dell'Ufficio di Presidenza, del Presidente del Consiglio e della Conferenza dei Capigruppo. Ma crediamo che le sedi opportune per discutere di questi temi siano quelle proprie dell'istituzione, ovvero la Commissione (che, però, non prevede l'istituto della Commissione aperta, ma solo dell'audizione) oppure il Consiglio regionale in seduta aperta.
Dunque, rinnoviamo formalmente la richiesta di Consiglio regionale aperto per discutere di questi temi, per non limitarci alla sola comunicazione dell'Assessore Saitta (più o meno rapida, a seconda del tempo che viene concesso per elaborare le risposte), ma per coinvolgere anche altri attori oltre ai Consiglieri regionali: mi riferisco alle organizzazioni sindacali, all'Ordine dei medici, all'Ordine degli infermieri e a tutte le associazioni che insistono sul territorio e che lavorano in ambito sanitario e socio-sanitario. Perché non dico che potrebbe aiutare a risolvere i problemi della sanità - purtroppo i problemi della sanità non si risolvono con la bacchetta magica nel corso di un anno e probabilmente neanche nel corso di una legislatura! - però, forse potremmo avere un dialogo più proficuo, e servirebbe a dimostrare che la maggioranza e la Giunta non sono chiuse e refrattarie al dialogo con gli attori del territorio. O, meglio, che non fanno queste discussioni solo al chiuso di una stanza, con l'Assessore e - tra virgolette - pochi fortunati dell'Assessorato, ma le fanno in streaming, quindi in presenza di giornalisti, dei Consiglieri regionale e dei cittadini che vogliono capire lo stato delle cose.
Fatta questa doverosa premessa, noi siamo di nuovo a richiedere sommessamente ma fermamente, l'indizione di un Consiglio aperto, che è una facoltà prevista dallo Statuto e dal Regolamento.
Tornando sul tema delle comunicazioni dell'Assessore Saitta, siamo lieti che lo stesso abbia fatto una sorta di dietrofront. Perché - è ovvio nella foga della risposta ci sembrava di aver intuito che l'Assessore Saitta attribuisse una quota preponderante della responsabilità del sovraffollamento dei Pronto soccorso a gennaio al picco influenzale. Invece oggi, giustamente, ha detto che, soprattutto all'inizio di gennaio, oltre ad una situazione di difficoltà costante del personale del Pronto soccorso dovuto al picco influenzale, c'è un problema di chiusura degli studi dei medici di medicina generale, quindi del territorio, e dei pediatri di libera scelta. Emerge, dunque, una situazione di sofferenza costante e generale sopra cui si va ad inserire una situazione emergenziale.
Fa un po' sorridere l'idea di pensare al sistema di emergenza/urgenza regionale che non riesce a gestire le emergenze. In effetti, sembra un paradosso dire che a gennaio si registra il picco influenzale e che il nostro sistema di emergenza/urgenza non riesce a gestire un problema emergenziale legato ad un periodo dell'anno.
Il personale viene tarato su un'esigenza media annuale, che ovviamente non è quella di ferragosto, né quella del 6 gennaio. Viene fatta probabilmente una stima mediana; però il sistema sanitario deve avere la resilienza, la capacità di adattamento - proprio perché è un sistema di emergenza/urgenza - ed essere in grado di gestire le emergenze.
In occasione di un'emergenza sanitaria di qualunque tipo e in un qualunque periodo dell'anno (speriamo che non accada mai!) dobbiamo avere la capacità di adattarci, magari spostando personale, creando polmoni e reparti in grado di gestire, in osservazione breve ed intensiva, le persone che lo richiedono. Perché tutti gli anni si ripete ciclicamente la stessa cosa.
Proprio per questo avevamo detto all'Assessore Saitta e ai membri del Consiglio di iniziare con una seduta di Consiglio regionale aperto a febbraio: dimentichiamoci del passato, tanto ormai gennaio e febbraio sono superati, e iniziamo a lavorare adesso per non trovarci di nuovo, a gennaio 2018, con i titoloni sui giornali o con le emergenze di cittadini che restano per tre giorni sulle barella delle ambulanze ferme! Ricordo infatti, che le ambulanze erano ferme fuori dai Pronto soccorso perché le barelle delle stesse servivano per far stazionare i pazienti nei corridoi con i parenti dei pazienti giustamente imbufaliti che purtroppo se la prendevano con gli operatori.
Eppure, i concorsi per medici dell'emergenza vanno deserti. Sebbene ci sia tanta richiesta di lavoro e tanti medici non riescano a trovare un posto, i concorsi per emergenza/urgenza vanno deserti. Non è un caso! Abbiamo l'esempio dell'ASL TO4: evidentemente, è un lavoro che crea maggiori condizioni di difficoltà e di stress rispetto ad altre professioni, sempre mediche, svolte in altri ambienti. Ovviamente non faccio una valutazione di merito, perché ciascuno decide a quali concorsi partecipare. Ma se mettiamo i nostri professionisti in condizioni quasi disumane di lavoro - posso esagerare - nel senso che hanno un carico emotivo per le problematiche sanitarie, un carico emotivo per il fatto di non riuscire a fornire risposte nel tempo e nel modo giusto, un carico emotivo dei parenti dei pazienti (talvolta si rischia anche di arrivare a situazioni di conflitto fisico vero e proprio), non c'è da stupirsi che non riescano a svolgere serenamente un compito così delicato e difficile.
Noi chiederemmo, quindi, di non limitarci oggi ad una comunicazione estemporanea, ma di iniziare a fare un lavoro che coinvolga seriamente e serenamente la IV Commissione consiliare, perché è il luogo preposto per discuterne. Siamo qui per parlare di questi problemi: iniziamo adesso per prevenire il prossimo picco influenzale.
Nell'ultimo minuto che mi resta, chiedo dati. Oggi l'Assessore ha fornito una serie di valutazioni: ha detto che la curva è in controtendenza e che la curva sta invertendo il suo andamento. Ma non siamo ad un corso di geometria euclidea di base! Vorremmo avere dei dati. Noi dobbiamo lavorare su dati, non possiamo parlare di impressioni: "Oggi sono andato al Pronto soccorso del Maria Vittoria ed era tranquillo, quindi mi sembra tutto tranquillo". Non funziona così! So che l'Assessore Saitta è una persona seria e che nell'Assessorato ci sono ottimi professionisti: forniteci però dei dati e delle informazioni perché senza quelle facciamo l'ennesima discussione inutile.
Avremmo bisogno di conoscere i dati - li abbiamo già chiesti in Commissione - a proposito del personale ospedaliero al 31 dicembre 2010 suddiviso anche per emergenza/urgenza, specialistico e ambulatoriale.
Vorremmo conoscere gli stessi dati al 31 dicembre di ogni anno, almeno quelli del 2014 e almeno del 2016. Perché l'Assessore ci dice - e concludo veramente - che parte un concorso per assumere 150 infermieri. Sì, ma al netto di quanti sono andati in pensione? Perché, se sono andati in pensione 200 e noi ne assumiamo solo 150 il saldo matematico, è lapalissiano, è meno 50. Quindi, se ci fornirete i dati possiamo capire e magari lavorare insieme, per migliorare un problema che è di tutti, cioè la sanità pubblica; se invece continuiamo così, è ovvio che il contenzioso fra di noi scenderà a livelli più bassi, perché non siamo messi in condizione di lavorare seriamente, e allora anche i nostri interventi saranno meno proficui e meno utili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Non posso che accogliere con piacere l'accordo tra l'Assessore regionale alla sanità piemontese e le organizzazioni sindacali stipulato sui precari che prevede l'assunzione di personale sanitario, perché ho seguito e seguo con tanta attenzione questo tema e le ultime vicende legate a questo accordo.
Tra l'altro, ho letto con interesse e con attenzione le dichiarazioni alla stampa dell'Assessore quando si riferisce alle stabilizzazioni, per le quali ci sono risorse per un valore di 5,5 milioni di euro come risultato del riparto fra le Regioni del Fondo Sanitario 2017; inoltre, sono ancora previsti otto milioni di euro per il potenziamento dell'assistenza territoriale e per la riduzione delle liste d'attesa.
Scusi, Assessore, vorrei la sua attenzione anche perché si sta parlando di un tema molto importante e quindi vorrei essere ascoltata per avere delle risposte in tal senso.
Dicevo, Assessore, lei ha dichiarato che per le stabilizzazioni del personale precario e anche di tutte le categorie carenti nel mondo della sanità ci sono risorse pari a un valore di 5,5 milioni di euro, come risultato del riparto fra le Regioni del Fondo Sanitario 2017; inoltre ci sono otto milioni di euro per il potenziamento dell'assistenza domiciliare e per l'abbattimento e la riduzione delle liste d'attesa.
Quando l'Assessore ha parlato di stabilizzazione dei precari e assunzioni del personale medico e del personale infermieristico, in particolare del personale OSS, quindi stiamo parlando degli operatori socio sanitari, l'Assessore ha fatto un'illustrazione molto generale e generalizzata. Infatti, come ha già detto e ribadito il collega che mi ha preceduto, non abbiamo dei dati, perché l'Assessore, com'è sua consuetudine, esprime sempre considerazioni molto generali, però alla fine dei conti quando chiediamo di poter visionare dati certi questi non li abbiamo mai.
Allora, anch'io chiedo all'Assessore di darci il prospetto a partire dal 2009-2010, quando c'è stato il blocco completo del turnover, quindi quando le assunzioni sono state interrotte; soprattutto vorremo saper quante persone, da allora, sono andate in pensione. Per quanto riguarda il personale collocato in quiescenza negli ultimi anni, vorrei chiedere all'Assessore quanti sono gli operatori sanitari collocati in quiescenza e quanti sono quelli sostituiti negli ultimi anni. Se l'Assessore ribadisce il fatto che tutte le persone che andranno in pensione verranno sostituite ciò è bene, tuttavia, dobbiamo sapere anche quante sono state sostituite in precedenza e non soltanto a partire dal 2017.
Tra l'altro, ricordo che, per quanto riguarda le nuove assunzioni, le Aziende Sanitarie sono tenute a predisporre un piano triennale di fabbisogno del personale di ciascuna Azienda entro giugno-luglio 2017 quindi entro il primo semestre del 2017. Le Aziende Sanitarie dovranno valutare anche quanti operatori andranno in pensione nei prossimi tre anni per attivare, entro il 31 dicembre di quest'anno, le conseguenti procedure sul personale. Quindi, in base a quanto lei ha dichiarato, il compito affidato ai Direttori generali, quindi alle Aziende Sanitarie Locali, è un piano triennale per le assunzioni da effettuare nei prossimi tre anni quindi a partire dal dicembre 2017 (ma saremo già nel 2018).
Ecco che torniamo alla domanda che le ho posto precedentemente: lei vuole sapere quante saranno le persone che andranno in pensione nei prossimi tre anni, però non sappiamo quante persone lo sono andate precedentemente e se queste ultime sono state sostituite. Questo è il punto: abbiamo bisogno di numeri e dati precisi.
Inoltre, anche io ribadisco il fatto che sia di notevole importanza indire un Consiglio aperto e invitare tutti gli attori e tutti gli operatori che lavorano nel campo della sanità. Perché è vero che ci sono le rappresentanze sindacali che rappresentano i lavoratori e l'accordo l'avete stipulato con le organizzazioni sindacali, ma è pur vero che i lavoratori sono in netta maggioranza. Quindi, sarebbe bene ascoltare i lavoratori e le loro esigenze, perché nessuno conosce meglio di loro il mondo della sanità perché c'è chi non ha l'abitudine di entrare all'interno degli ospedali delle corsie ospedaliere o di confrontarsi con gli operatori che tutti i giorni hanno a che fare con i pazienti: meglio di loro nessuno pu conoscere le problematiche anche a livello territoriale e ambulatoriale.
Quindi, credo sia importante e doveroso ascoltare e confrontarci con loro anche per avere degli stimoli: queste persone possono aiutarci e stimolarci a fare meglio, comunque il confronto è sempre costruttivo.
Capisco che non ci sia l'abitudine da parte di questa Giunta e da parte dell'Assessore avere dei confronti, anche se apprezzo la buona volontà di essersi confrontato e di aver stipulato questo accordo con le rappresentanze sindacali, però, Assessore il confronto dovrebbe essere ancora maggiore con le persone che veramente conoscono e toccano con mano le problematiche in ambito sanitario tutti i giorni.
Vorrei parlare della carenza del personale e delle problematiche legate ai Pronto soccorso intasati. Se non erro, ma credo di no, perché ho seguito con attenzione, l'Assessore ha detto che non sempre tutto corrisponde a verità. Ebbene, Assessore, le dico che quando noi Consiglieri presentiamo le interrogazioni e interroghiamo lei, come Assessore alla sanità regionale, e quando le lamentele dei pazienti e degli operatori vengono fuori, non sono lamentele inventate; le interrogazioni e le richieste fatte dagli stessi Consiglieri regionali non sono sicuramente inventate e nessuno di noi vuole creare terrorismo strumentalizzando il tutto a livello mediatico.
Tutto quello che si fa è perché corrisponde alla verità.
Quando si dice che i Pronto soccorso sono intasati, trattasi di verità.
Poi se si arriva lì, a distanza di giorni, e, come lei ha asserito sono arrivati i NAS all'interno di un Pronto soccorso, hanno fatto dei controlli e non hanno rilevato nulla di importante o, comunque, era tutto regolare sicuramente sono arrivati in un momento in cui il Pronto soccorso non era intasato di pazienti rispetto a tanti altri giorni.
Assessore, cerchiamo di ammettere la verità. Non è vero che la sanità piemontese funziona bene, non è vero che abbiamo assunto personale, che cercheremo di fare e di dire. Sono stanca di sentire sempre le solite cose.
Veramente, basta! Qui stiamo parlando della dignità delle persone, stiamo parlando di diritti di salute sanciti dalla nostra Costituzione e dalle diverse normative, e non voglio entrare in merito perché lo sappiamo benissimo. Non prendiamoci in giro, Assessore.
Io ieri ero dentro un Pronto soccorso ed ero nuovamente dentro un ospedale e ogni giorno vedo sempre le stesse cose: il personale stanco stremato, demoralizzato, demotivato, persone che stanno andando in burnout perché non ce la fanno più. Non è questa la sanità che vogliamo! La sanità pubblica deve essere potenziata, ma con i fatti, non con le parole, perché andando a rileggere tutte le dichiarazioni che lei Assessore, ha rilasciato, già l'anno scorso ad ottobre 2016 lei ha parlato di 600 assunzioni, ha detto che "verranno sostituiti tutti i lavoratori che andranno in pensione". Ora ha detto "siamo nel 2017 ed entro dicembre 2017 quando i Direttori generali e le Aziende avranno preparato il piano triennale, allora si procederà con l'assunzione". Basta! Non prendiamoci in giro! Assessore, veramente basta! Non ne possiamo più, e glielo dico in nome di tutti quei professionisti che tutti i giorni lavorano con professionalità, con grande impegno e passione e che portano avanti con sacrificio la sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vi è un tema che abbiamo affrontato in molti casi e che riprendiamo anche oggi, che parte da un dato sostanziale, che è la riforma della rete ospedaliera.
Voglio ricordare qual è il dato dei posti letto in Italia: 3,5 per legge nazionale, e non è un'imposizione europea. Come risposto a un parlamentare del PD, l'Unione Europea non può dettare disposizioni rispetto al numero dei posti letto. Infatti, vediamo che il numero dei posti letto in Europa è ben diverso da quelli dell'Italia. Dei Paesi con noi confinanti la Svizzera ha cinque posti letto ogni 1.000 abitanti, la Croazia ne ha sei, l'Austria ne ha sette, la Germania ne ha 8,3, la Repubblica Ceca ne ha sette. Vicino a noi ci sono esclusivamente alcuni Paesi europei o mondiali (Portogallo, Bosnia, Seychelles, Libia, Repubblica Dominicana, Cina e Armenia), che hanno i 3,5 posti letto. Ma, ripeto, non è avvenuto per disposizione europea o mondiale. C'è stato il Governo Monti, che aveva un Ministro piemontesissimo, il Ministro Balduzzi, che ha modificato la legge dello Stato e l'ha portata a 3,5 posti letto.
C'è una battaglia che questa Regione, prima con il Presidente Chiamparino a capo delle Regioni ed ora con l'Assessore Saitta a capo degli Assessori alla sanità, ha fatto per dire che il numero dei posti letto sono assolutamente insufficienti all'interno della nostra Nazione? No, non c'è traccia; e non solo non c'è traccia, ma noi abbiamo una delibera di revisione della rete ospedaliera, che porta il nome dell'Assessore Saitta che porta i posti letto per acuti - quindi, i posti dove si fa la prima cura, quella dell'urgenza che dovrebbero essere a 3,0 - a 2,6, perch questa Regione ha deciso di averli a 2,6 e di avere una media complessiva di posti letto che non è 3,5, come quella delle altre Regioni italiane e rispetto a ciò che dice la legge dello Stato, ma è inferiore.
Cosa significa questo in termini numerici? Significa che, rispetto alla rete ospedaliera precedente, per arrivare al tre per mille, avremmo dovuto aggiungere 223 posti, perché eravamo al 2,9. Invece abbiamo pensato bene di tagliarne complessivamente 2.238, di cui 1.872 rispetto alla nuova programmazione programmata.
Dico che questi sono i dati della deliberazione n. 1-600, e lo dico all'Assessore Saitta, perché ultimamente quando lo cogliamo in fallo ha il brutto vizio di dire che noi raccontiamo balle, come ha fatto l'altro giorno.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



VIGNALE Gian Luca

Ma è un problema suo. Se lei ci dice in Commissione - non solo in Commissione, perché conosciamo anche i dati - che i dati sono del 2015 e dà legittimamente la comunicazione, come non fa altro che fare, di quanto funziona la sanità, al netto di quanto poi si accorgano i cittadini della sua funzionalità, noi ci permettiamo di fare lo stesso e raccontiamo cose vere. E queste sono cose vere, perché sono i numeri della deliberazione n.
1-600. Per cui se lei smentisce, noi ne siamo lieti, perché vuol dire che ha cambiato idea rispetto a quella delibera.
E, allora, perché ci sono le barelle? Noi avevamo fatto, come Gruppo consiliare, un dossier nel 2014, quando la deliberazione era stata approvata ma doveva diventare a tutti gli effetti esecutiva. Il dossier diceva: "E le conseguenze? Corsie piene di barelle". Era il primo punto delle conseguenze, perché è inevitabile. Ma perché ci sono le barelle all'interno dei Pronto soccorso? Perché c'è un eccesso di utilizzo dei Pronto soccorso con i codici bianchi? Forse. Però bisognerebbe anche capire dove una persona deve andare a curarsi, se per una visita agli occhi piuttosto che una visita ortopedica deve attendere sei mesi. Allora va al Pronto soccorso. Ma c'è un numero maggiore di pazienti che vanno al Pronto soccorso rispetto a prima? No, il numero è sostanzialmente stabile, ha solo un leggero incremento.
Perché abbiamo le barelle, l'utilizzo delle ambulanze e quant'altro? Perché mancano i posti letto all'interno dei presidi ospedalieri ed è talmente vero che in alcune realtà, vedi l'Amedeo di Savoia, ancorché sia prevista la sua chiusura, quell'ospedale non è chiuso, come ci ha detto anche il Direttore Generale, perché non sarebbe sopportabile il numero dei posti letto che verrebbero a mancare.
Quindi, il tema non è - come ha risposto alla collega Ruffino - se a Rivoli sono stati tagliati o meno i posti letto e lei ha detto che ce sono 18 in più, ma è che complessivamente ce ne sono 1.800 in meno. Questo è il dato e su questo dato si fondano le barelle all'interno dei Pronto soccorso, l'allungamento delle liste d'attesa, perché incidentalmente i posti letto sono anche produzione ospedaliera.
E poi c'è un ultimo aspetto, che è quello dei numeri. Ora, noi viviamo in questo Consiglio un teatro, che si svolge più o meno in questo modo: i Consiglieri regionali, spesso di opposizione, intervengono e chiedono dei dati puntuali (dopo ci arriverò); si alza il Consigliere Ravetti, con l'assenso dell'Assessore Saitta, e dice "quanto prima in sede di IV Commissione affronteremo questo tema". Noi, in IV Commissione, a volte chiacchieriamo, ma sono mesi che non abbiamo un numero! Non portate neanche più i bilanci trimestrali.
Allora, quant'è che diciamo che vorremmo avere il saldo delle assunzioni? Nessuno nega che siano state fatte delle assunzioni. Per incidentalmente, le assunzioni funzionano quando sono maggiori rispetto ai pensionamenti; e se le quiescenze sono maggiori rispetto al numero delle assunzioni, siamo sempre pari, cioè non abbiamo aumentato il numero dei dipendenti ma, come sta avvenendo, questo continua complessivamente ad essere ridotto. Poi, certo, ci sarà qualche presidio in cui c'è qualche assunzione in più rispetto ai pensionamenti e qualche altro presidio in cui ce n'è qualcuno in meno.
Giusto perché continuiamo a vivere nella realtà e non in un mondo parallelo, segnalo che l'altra settimana a Cuorgné sono andati i Carabinieri; e come correttamente veniva ricordato, rispetto al bando per l'urgenza, non si è presentato un solo medico che ha fatto domanda. E perché non si è presentato alcun medico? Perché nessuno voleva un posto all'interno della sanità piemontese? Certamente è così in quel presidio oggi, perché state facendo morire gli ospedali di inedia: quelli che non avete chiuso, cioè, li state facendo morire per inedia, com'è accaduto per altri presidi. E allora, non serve stare qua a raccontarci la sanità che vorremmo, ma è sufficiente andare nei presidi; non ricevere le persone negli uffici e pubblicare la foto su Facebook: andare nei presidi.
Lei ci faccia un indovinello: ci dica in quale presidio andare e noi ci andiamo questa sera alle 22; e lei vedrà che troveremo le barelle, guarda caso, in qualunque struttura lei voglia. Ce lo dica adesso: noi andiamo e troviamo le barelle. E se non è così, siamo ancora una volta bugiardi. Ma se è così, questo è un sistema che non funziona.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Posto che il problema della carenza del personale è un assunto di cui abbiamo già dibattuto e che non mettiamo in discussione, credo che forse qualche proposta in tal senso vada avanzata.
La prima - che è quel che vorremmo e che abbiamo chiesto, lo faremo anche come Lega come atto formale - è sicuramente l'educazione dei cittadini all'uso del Pronto soccorso. Io ci sono stata più volte: ci sono stata purtroppo per cose gravi (non per codici verdi), ci sono stata per familiari e ci sono stata anche per curiosità mia personale. Moltissime di quelle persone che si trovavano lì in quel momento non dovevano semplicemente essere in Pronto soccorso. E questo fa parte, anche, di una responsabilità individuale del cittadino, che però andrebbe aiutato sull'uso che oggi facciamo del Pronto soccorso.
E quindi la inviterei, Assessore, a ragionare veramente su dei corsi su un lavoro nelle scuole, su pubblicità in TV o sui giornali: in Pronto soccorso si va se si ha davvero bisogno, se si ritiene di avere qualcosa di grave. Altrimenti, infatti, anche se noi assumessimo migliaia di persone fatta la legge trovato l'inganno. Perché è più comodo - mi creda, è più comodo - andare in Pronto soccorso. Probabilmente c'è da rivedere anche il sistema e la struttura del medico di famiglia, ma vorrei oggi sapere - non ho il dato sottomano - il numero di codici verdi rispetto a quelli rossi.
Questo è il vero problema. Dirlo non è popolare - certo non è neanche populista e forse alcuni potrebbero anche dire che le sto venendo incontro ma il grave problema, che è comunque sempre colpa e responsabilità della politica, è che si fa un uso distorto del Pronto soccorso. Abbiamo visto addirittura la Prima cittadina di Torino avere un piccolo malore e recarsi al Pronto soccorso. Dico questo perché veramente c'è molta ignoranza sul tema. È più comodo andare al Pronto soccorso e farsi prescrivere i medicinali, piuttosto che fare tutte le trafile che si richiedono.
Faccio un'altra considerazione. Credo che sia importante ricordare che la sanità italiana - e quando dico italiana, però, permettetemi: non è una concessione al mio partito di provenienza, che peraltro non c'è più, ma proprio un riferimento a dati oggettivi - è una sanità di eccellenza e quindi dobbiamo anche ricordarlo. In questo, infatti, dissento un po' dal mio amico Vignale: è vero che lui ha elencato tutti i luoghi con i relativi posti letto, ma è anche vero che in molti di quei Paesi ti fanno giusto stare a letto: c'è un po' di differenza, cioè, tra stare nel letto ed essere curati.
Mi sorprese - e su questo, Presidente, mi lasci un po' di tempo - un elemento, quando anni fa mi occupai di un malato oncologico, per il quale l'unica via era una nuova terapia che era l'ipotermia (e l'ipertermia, a seconda del caso). Pensi che andai a Parigi - i costi di questa operazione sono molto alti e Parigi ha una sanità che è quella francese - e chiesi loro come pensavano di operare. Intanto, se si arriva dall'estero si paga tutto per intero; e questo credo sia un altro tema sul piatto. Inoltre, per le persone di cittadinanza francese, poiché l'operazione era troppo costosa le parlo di qualche anno fa e potrebbe essere cambiato qualcosa - si procedeva per sorteggio: lo Stato, cioè, dava un budget e in base a quel budget le persone che venivano curate lo erano in base alla sorte, cioè gli accessi alla cura si estraevano con sorteggio. Non parliamo poi dei Paesi più avanzati dove, da una certa età in poi, le persone non vengono più curate; e questo non si dice, ma lo si sa benissimo e il primo a tirar fuori l'argomento fu Tremonti; ma è vero.
Spezzerei quindi una lancia a favore della nostra sanità, con tutte le storture che sicuramente ci sono.
Per tornare a monte, però, faccia cortesemente una riflessione Assessore, su una campagna di pubblicizzazione sull'uso corretto del Pronto soccorso, perché chi va solo per convenienza o comodità può anche diventare in modo magari incolpevole, senza dolo - un assassino, perché sottrae tempo ad altri.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
È interessante vedere, quando si apre un dibattito politico su un tema come questo, come la memoria possa non essere tanto lunga; nel senso che invece di parlare - come forse sarebbe opportuno - dei temi cari e vicini a tutti, sembra sempre che si tratti di un'opportunità per accusare chi governa di qualcosa di molto grave, malfatto e sbagliato, dimentichi di quanto si è fatto qualche ora prima appena si era a parti invertite.
Allora, premesso che mi sembra necessario ricordare che siamo rientrati dal Piano di rientro - e mi scusino il gioco di parole - e che in qualche maniera fosse obbligato, non c'erano alternative. Ci è stato imposto ed era stato imposto a chi ci ha preceduto - in qualche maniera, il governo di questa Regione e di questo sistema - e relativamente anche in poco tempo siamo rientrati, non certo senza sofferenza, mi dispiace doverlo denunciare, ma è così: di fatto, non c'è un mondo sanitario contento di questa necessità di rientro. Però, tant'è, è stato fatto e doveva essere fatto; finché non verranno messe in atto delle azioni che ci permetteranno di riprendere il reale governo, quindi la possibilità di gestire la nostra sanità, certamente, non credo si potesse fare qualcosa di molto diverso.
Poco mi affascina il tema di quanti vanno in pensionamento e di quanti rientrano, lo dimostra il fatto - sarò un po' più preciso successivamente che tanti reparti sono stati chiusi, così come tante unità operative.
Quindi, addirittura, c'è un esubero su alcuni settori e su altre parti invece, non si riesce a recuperare la forza lavoro che necessita; poi, ci sono anche delle leggi nazionali che impongono l'uscita dal sistema pubblico e non necessariamente il rientro dello stesso numero di persone. È chiaro che occorre fare dei piani, ma su quello che è stato recentemente fatto.
In ordine alle informazioni che vengono fornite, ahimè, non so se è necessariamente un problema di numeri, che dobbiamo avere chiari e chiarissimi sotto questo aspetto, perché ritengo che il sistema sanitario in senso lato - o, meglio, in senso reale - sia un sistema di grande flessibilità, dove c'è un mercato atipico, dove la domanda è inesauribile più si offre e, sicuramente, più si assorbe e si crea immediatamente domanda. Quindi, nella sua tipicità, è unico; pertanto, in base alle risorse, si deve valutare e misurare bene i bisogni che ci sono in quel momento e in una prospettiva relativamente breve, per riuscire a formulare una corretta offerta di sanità.
Però, ad oggi - condivido quanto è stato detto anche da altri oratori credo sia necessario assumere meglio le informazioni, nel senso che mi pare dico "mi pare", ma userei un'altra espressione - che le informazioni che molto spesso vengono raccolte e fornite all'Autorità - che, poi, deve governare il sistema in termini politici e restituirle al Consiglio, dando anche al Consiglio la possibilità di fare degli interventi - non siano esattamente aderenti alla realtà. Cioè, molto spesso si vedono dei fatti ma alla parte che poi deve governare ne vengono raccontati degli altri, che somigliano ma non sono esattamente quelli. A volte - sappiamo bene che la nostra è una lingua forbita e bellissima - cambiando la virgola, si modifica il senso della risposta o dell'argomento delle cose che si raccontano.
Credo che, oggi, sia una problema di posti letto non tanto commisurati alle strutture complesse o singole, c'è un problema di rigidità di sistema all'interno, e parliamo solo ed esclusivamente di sanità. Quando si parla di sanità sembra che si parli solo di sistema ospedaliero; credo che invece, si debba amplificare e aprire un attimo l'angolo di visione per vedere gli altri sistemi che occorre integrare e sui quali si deve lavorare, che devono aiutare il punto focale, cioè la rete ospedaliera e il posto letto della persona che ha realmente bisogno di essere curata.
Parliamoci chiaramente: quando uno vuole essere curato non ha piacere di andare in ospedale, ma si rende conto che è il posto dove sarà curato perché la malattia gran parte delle volte necessita di una cura ospedaliera per i danni o i problemi collaterali che possono derivare, anche di tipo sociale; è innegabile, avere un parente in ospedale non fa piacere a nessuno.
Però, c'è una rigidità: quando il Pronto soccorso esplode - magari per il periodo influenzale o altri periodi, per condizioni particolari, la popolazione è numerosa e l'offerta è quella che può essere formulata - il sistema si chiude a riccio, si difende, le strutture complesse provano a difendere il proprio posto letto, provano a non prendere pazienti provenienti dal Pronto soccorso, che non sono di stretta competenza, perch poi hanno delle difficoltà a gestirli. Immaginiamo l'ortopedico che al posto di un suo paziente, che magari dovrebbe operare il giorno successivo trovi un paziente anziano che deve sottoporsi a una serie di valutazioni complesse e multidisciplinari, che non sono di sua competenza; per nessuno lo va a guardare quel paziente, perché è nel reparto di ortopedia.
Non so se riesco a darvi questa visione di sistema, che diventa complicata di gestione e anche, per certi versi, con qualche margine di rischio per il paziente stesso.
Allora, occorre una quantità di posti letto facilmente accessibili e incrementabili rispetto al sistema in dotazione di un Pronto soccorso, di un'astanteria o di un'OBI, come si chiamano adesso, nelle formule diversificate rispetto alle astanterie di un tempo, ma che devono essere facilmente messi a disposizione del sistema di accesso al Pronto soccorso quindi di gestione, che non può essere misurata nelle poche ore o nei pochi minuti.
Certo che di problemi ce ne sono ancora tanti. Non voglio vedere troppi dati, perché, in realtà, occorre andare sul posto, però, mi permetto di dire che l'Assessore Saitta nel fare questo ha delle difficoltà, perché, se entra in ospedale, evidentemente, viene riconosciuto ad horas: immediatamente, arriverà un Direttore sanitario e, due secondi dopo, un Direttore generale, che gli racconteranno e gli faranno vedere le cose più belle dell'ospedale...



(Commenti del Consigliere Vignale)



MONACO Alfredo

Perfetto, diventa tutto perfetto in quel momento e, certamente, avrà una visione che non è quella che posso avere io, la collega Batzella o tanti altri Consiglieri, che possiamo entrare alle undici di sera in un Pronto soccorso, sederci cinque minuti con un paziente e seguire il loro percorso, cosa che io ho fatto in vari posti per vedere la situazione. Mi rendo conto che il problema è strutturale, ma, a volte, è proprio di sistema interno.
Due sono i miei suggerimenti: innanzitutto, rendere più flessibile il sistema dell'accesso al Pronto soccorso o, meglio, più che al Pronto soccorso, alla cura successiva e al controllo che segue immediatamente dopo, che al paziente arrivano addosso come un flagello.
Il secondo tema è quello dell'emergenza in senso generale. Io vedo male questa storia, perché, purtroppo, nasce come un numero di telefono non normato. Attenzione, non esiste alcuna legge che dice cos'è il 118, l'ho verificato con molta attenzione. Il numero 118 nasce con la riforma sanitaria, dove si dice che al 118 risponderà qualcuno, che si farà carico dell'emergenza territoriale, cioè di qualcuno che sta male.
Poi, dalla riforma sanitaria De Lorenzo ad oggi, si sono susseguite delibere, o atti governativi, che hanno rincorso il sistema, nel senso che il sistema si è auto-organizzato e, poi, c'è stata una presa d'atto. Questo è avvenuto a tutti i livelli, regionale, da parte di tutte le Regioni, e anche a livello governativo.
Ebbene, Assessore, c'è una cosa strana in questo tema, su cui la invito a riflettere, perché il paziente in emergenza è spaccato in due: dopo l'emergenza territoriale 118 - che è una cosa a sé e che, ad oggi rappresenta, di fatto, per come è costruito, un taxi ad altissimo costo per il sistema sanitario, perché è poco più di un taxi ad alto costo - si arriva in ospedale, dove c'è l'emergenza ospedaliera.
Io credo che l'emergenza sanitaria sia unica: il paziente sta male, è in emergenza, va assistito nell'emergenza domiciliare, se è necessario; se è necessario - e non, di fatto, sempre - deve essere trasferito in ospedale, dove il pacchetto di offerta, sia di personale sia di strutture dovrebbe essere unico, finché il paziente non è completamente stabilizzato.
A quel punto, rientra a casa o va ai servizi domiciliari territoriali oppure viene ricoverato nelle strutture complesse necessarie e idonee per questo compito.
Un ultimo tema - chiedo scusa, Presidente, mi avvio a chiudere riguarda alcune strutture. Giustamente, lei ha detto che "i NAS vanno negli ospedali e non trovano i disastri che molto spesso ci raccontano, come se stessimo curando le persone in mezzo alla strada, o peggio". È vero, per ci sono anche dei comportamenti o delle segnalazioni che vanno meglio verificate e ci sono anche dei costi che vengono sfondati. Faccio un esempio, che cito come nota a margine: l'ospedale di Ovada oggi fa degli interventi ad alta costo, ma c'è il sospetto che le sale operatorie probabilmente - non siano certificate per le attività che svolgono.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

In questi anni abbiamo assistititi a una finanziarizzazione della sanità che ha guardato più ai conti, che alle esigenze dei pazienti e dei cittadini. Ci siamo trovati di fronte ad un Patto della salute nazionale con 116 miliardi, che poi non è stato rispettato perché poi sono stati 111 i miliardi trasferiti alle Regioni. Lo stesso per quanto riguarda i nuovi LEA. Gli esperti nazionali dicono che le risorse necessarie per coprire nuovi LEA sono tre miliardi. In realtà alle Regioni arriveranno solo 800 milioni, quindi possiamo parlare di tagli lineari alla sanità, neanche una spending review, ma tagli lineari forse per rincorrere quello che l'OCSE ci dice, e non solo l'OCSE: in sanità ci sono circa il 20 per cento di sprechi, di sovrautilizzo, di sottoutilizzo e di corruzione che, purtroppo anche per la regione Piemonte cuberebbe per una cifra importante. A livello nazionale si parla di 24 miliardi.
Nel tentativo, impossibile, di rincorrere questi sprechi e questi errori, diseconomie della sanità, purtroppo di fatto sono i cittadini a pagare il prezzo più caro. Come diceva bene il Consigliere Vignale, a livello europeo la sanità italiana è quella che ha pagato il prezzo più caro, neanche la Grecia ha avuto questa sofferenza economica in questi anni di difficoltà. Il prezzo più caro l'ha pagato la sanità italiana, quindi il problema è che cosa fare di fronte a questa sfida e se è sostenibile questo sistema sanitario oppure se, come purtroppo corrono sempre di più voci a livello nazionale, andiamo incontro a una sanità per i pensionati, per i disoccupati, per chi ha un basso reddito, comunque una sanità pubblica, una sanità delle mutue per i lavoratori e una sanità privata per le persone che hanno il portafoglio gonfio di carte di credito. Per evitare tutto ci bisogna invertire la rotta.
L'IRES, in realtà, ci dà un'idea di quello che è successo in questi anni dall'entrata del piano di rientro - vorrei capire se siamo usciti dal piano di rientro, effettivamente non vediamo i benefici che erano stati vantati in Commissione - e ci dice che, dall'entrata del piano di rientro il Piemonte ha perso 3.500 posti di lavoro nella sanità; addirittura la sanità ha portato a un riduzione di quello che i tecnici chiamiamo upgrade dei posti di lavoro. In Piemonte non c'è stato questo upgrade perché sono diminuiti i medici assunti. Si parla, anzi, di un'azione del settore sanitario pubblico che, complessivamente, credo faccia 55 mila posti di lavoro. Si parla di un'azione pro-ciclica verso un riduzione del PIL e non a favore, proprio per una riduzione degli investimenti nella sanità e una creazione inferiore ai posti di lavoro attesi o, comunque, al mantenimento degli stessi. Lo vediamo sul territorio non solo sulla rete ospedaliera.
Nello specifico, penso al mio territorio, addirittura gli specialisti delle ASL vanno in pensione e non si assume personale. Abbiamo perso uno pneumologo che da solo faceva 1.500 visite, ora i pazienti devono andare in ospedale, quindi aumentano le liste di attesa perché non hanno più lo specialista che va nelle ASL nel loro territorio, gli anziani devono spostarsi, devono andare alla ricerca dello specialista e di un tempo giustificabile di attesa per fare i piani terapeutici. Lo stesso vale per il cardiologo e gli oculisti. È una situazione che anche al di fuori degli ospedali è sempre di maggiore difficoltà. Lo vediamo anche riflesso sulla passività sanitaria: nel 2015 si è avuto un aumento di 30 milioni della passività sanitaria e lo possiamo dire bene noi che arriviamo da un territorio di confine, ed è previsto nel 2016 - dato del 2018, perché sono sfalsati di due anni - un ulteriore aumento di 13 milioni. È chiaro che la sanità in Piemonte è in difficoltà, il Piemonte è l'unica Regione del Nord che ha una sanità in passivo. La situazione, invece di migliorare, va verso una direzione opposta.
In più, una maggiore difficoltà è data dal playback rispetto al miliardo e mezzo atteso, a quanto pare, per errori ovviamente, da quanto dicono gli specialisti, dalla doppia fatturazione. È stato fatto un ricorso al TAR da un numero cospicuo di Aziende, quindi di questo miliardo e mezzo saltano 600 milioni che vorremmo capire effettivamente quanto comporta una riduzione di soldi, già messi a bilancio per la Regione Piemonte, per arrivare infine ai 50 milioni di extra LEA che era stato previsto andassero ad essere caricati sul settore sanitario. Del miliardo e mezzo di aumento che è previsto arrivare per le Regioni, rispetto ai 111 miliardi previsti dal Patto della salute, meno cinque miliardi, recuperiamo un miliardo e mezzo - tolti i 500 milioni che vanno alle Regioni a Statuto speciale - ma questi 50 milioni extra LEA noi non li abbiamo visti, perché questi soldi sono destinati ad altre voci, almeno questo ci è stato detto.
Assessore, la situazione è di grande difficoltà, credo che debba essere invertita la marcia, per lo meno per le persone che vanno in pensione sul territorio devono essere previste delle assunzioni e deve essere dato maggior respiro ai reparti ospedalieri che sono in grande difficoltà.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale per il Commercio "Q. Sella" di Asti


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Professionale per il Commercio "Q. Sella" di Asti in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione emergenza Pronto soccorso" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi pare che l'Aula si ricordi che qualche mese fa abbiamo avuto una discussione accesa, tra l'altro proprio con l'Assessore Saitta relativamente a una notizia apparsa sui giornali che aveva portato un tema che poi è stato prontamente smentito, cioè la possibilità di utilizzo di gettonisti per i nostri pronto soccorsi.
Mai come questa volta questa vicenda, è stata utile per affrontare per la prima volta, quest'anno almeno, in Aula il tema di fondo. Come l'Assessore sa è da tempo che noi chiedevamo che l'uscita dal piano di rientro portasse a un cambio di marcia e una possibilità che era chiara a tutti noi. L'Assessore da un anno e più diceva: solo con l'uscita dal piano potremmo effettivamente riportare la vicenda del turnover a dei limiti accettabili.
Fatemelo dire anche in Aula, come l'ho detto in Commissione soprattutto su quello che sembra non essere non collegato, ma è centrale in questa discussione, cioè il piano della riduzione delle liste d'attesa: su questo segnalo finalmente un'inversione di tendenza. Si parla di progressiva stabilizzazione di tutti i precari della sanità, di limitazione a casi eccezionali dei contratti a tempo determinato, di avvio di un percorso di nuove assunzioni per il personale sanitario piemontese a partire dal 2017. Queste sono le frasi che dicevamo due mesi fa in Aula e sono le prime tre frasi dell'accordo stipulato venerdì con i sindacati.
Cosa voglio dire? Voglio dire che, intanto, due mesi fa parlavamo di un'emergenza che voleva essere trattata in un certo modo e oggi siamo davanti ad un fatto nuovo, cioè un inizio di accordo, e il fatto che anche in questo accordo si capiscono alcune cose chiare: si stabilisce che le Aziende Sanitarie piemontesi avvieranno un censimento del personale precario entro il mese di aprile e - lo ripeto - suddiviso per profili professionali, fonte di finanziamento (e sulla base degli esiti di tale censimento si avvieranno le procedure di stabilizzazione) e che le future assunzioni dovranno avvenire esclusivamente con contratti a tempo indeterminato, riservando flessibilità e contratti a tempo determinato a esigenze di carattere temporaneo ed eccezionale.
Così si scrive, e io non posso che essere soddisfatto sull'inizio di questa discussione.
Basterà quello che c'è scritto successivamente anche nel comunicato? Cioè basteranno i cinque milioni e mezzo come risultato del riparto fra le Regioni? Basterà aggiungere a questo il rinnovo del contratto del comparto sanitario piemontese, che ha ottenuto altri otto milioni sul fondo destinato ai programmi di riqualificazione? Io so solo che, intanto, è bene che le Aziende Sanitarie si sentano tenute a predisporre in fretta un piano triennale del fabbisogno del personale, quindi entro questo semestre.
Sia chiaro a tutti (lo dico anche al Consigliere Bono): intanto, spero che questo quadro sia chiaro alla sanità pubblica, a noi di sicuro. È chiaro che dobbiamo essere informati e ha ragione nel dire che, se vogliamo svolgere appieno il nostro ruolo, dobbiamo essere co-protagonisti di questa vicenda.
Se ci pensa, è incredibile che la gran parte dei Direttori non abbia già predisposto questo quadro in termini triennali, comunque lo faranno (mi pare di capire che sono obbligati a farlo entro questo trimestre), e mi pare che nell'accordo si dica anche che questa vicenda deve essere parte di quell'attivazione e conseguente procedura di assunzione di tutto il personale, entro la fine dell'anno.
Per questo - lo dico alla Consigliera Batzella - è chiaro che lei quei risultati non li vede, perché non mi pare ci siano e mi pare che questo accordo dica esattamente che, per arrivare a quanto dicevamo - in tanti in Aula anche negli scorsi mesi, questo è un primo passo. Non si può fare finta che non lo sia.
Dico, però - e lo dico a tutti i Consiglieri - che non c'è solo la vicenda del personale. Solitamente, noi siamo il Gruppo che ne parla di più: c'è anche la questione del lavoro e di quello che hanno portato l'assenza di lavoro e le procedure di questi anni, anche dentro un quadro di austerity, che aveva già bloccato il turnover.
Ritengo che, in questo caso, non basterà agire solo su questa leva anche se - come abbiamo detto tutti - è quella principale: o iniziamo a ridurre anche le altre liste d'attesa - come diceva l'Assessore due settimane fa, presentandoci l'altro piano - oppure è chiaro che continuerà non solo a esserci la percezione, come è stato detto, dell'utilizzo sconsiderato del Pronto soccorso, ma - per alcuni - non ci sarà altra possibilità.
Diciamoci la verità: perché si va al Pronto soccorso fuori dai codici più utili? Si va, perché si pensa di non poter aspettare sei mesi per fare una visita. Si va, perché in un'altra lista d'attesa c'è chi è solvente e noi siamo in una sala di solventi (diciamoci la verità). Ognuno di voi, se vuole ridurre quella lista d'attesa, ha il modo di farlo, e non sto parlando della "chiamatina", che spero nessuno di voi e nessuno di noi faccia; sto parlando del fatto che, chi ha più soldi, può passare prima.
Questa è una cosa che si possono permettere sempre in meno, mentre chi va in quei Pronto soccorso, in realtà lo fa perché non ha alternativa: quei soldi non li può spendere o non può accettare di aspettare sei mesi per curare il suo male.
Questo ritengo debba venire quasi prima della discussione sullo stato dei Pronto soccorso. Cioè non possiamo far finta che questa realtà non esista.
Oggi non ho ancora litigato con il Consigliere Marrone (ci sarà tanto tempo oggi pomeriggio!), però voglio dirgli che non possiamo ignorare tutta la vicenda di cui parlava la scorsa settimana e di cui parleremo in merito al tema casa, cioè il fatto che dare una residenza ai richiedenti asilo per lui è una follia, mentre per noi è un modo di migliorare la sanità pubblica. E lo dico per tutti quelli che lei, di solito, mette ai margini di questa discussione: i ragazzi che magari fanno parte del nostro sistema scolastico e del nostro modello di integrazione.
Se quelle persone non hanno una residenza, non possono accedere, ad esempio, alle cure di base, al sistema sanitario, che deve partire dalla prevenzione e da un medico della mutua.
Quelli sono costi intollerabili per il nostro sistema sanitario (li paghiamo comunque), perché, a differenza del sistema americano, se quelle persone entrano in un nostro ospedale devono essere curate. Per fortuna! E allora, cosa vi sto dicendo? Sto dicendo che c'è anche tutto quello: c'è anche tutto il fatto che noi non ci possiamo permettere di respingere nessuno. E per noi, questo, vale per il mare, vale per l'accoglienza e vale anche per i nostri ospedali.
Pertanto, occorre fare attenzione, perché meno offriamo un sistema universalistico da subito, dalla base, più i nostri Pronto soccorso saranno la terra di frontiera, quell'ospedale da campo che spesso pensiamo di non poterci permettere.
Questa è una riflessione che dobbiamo fare. È una riflessione tutta europea, non solo italiana, ma io ritengo che se un ragazzo studia e cresce in Italia, che sia in un campo irregolare rom o in una residenza pubblica in una casa popolare, quel ragazzo ha gli stessi nostri diritti di usufruire di un medico della mutua.
Per questo motivo, ritengo che anche questa battaglia culturale debba essere fatta a livello nazionale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Alcune considerazioni su quanto comunicato dall'Assessore e sul tema partendo dal ragionamento dei Pronto soccorso.
Quanto è emerso negli ultimi tempi è abbastanza una costante, perché in fondo il Pronto soccorso è come lo sportello, è l'indicatore più evidente del funzionamento - in questo caso - della sanità.
Ritengo che, su questo, anche nei momenti di dibattito nazionale occorra porre il tema sotto due aspetti.
Perché questa situazione? Può esserci certamente il dato che faceva emergere il collega Grimaldi prima, tra l'altro sposando una tesi giustamente sua, la sua posizione ("totalmente pubblico"), e quindi si risolve il tutto con questo modello, aggiungendo le assunzioni dove in certe situazioni - si rende ben conto - c'è carenza.
Ma, fondamentalmente, quello di cui dobbiamo tenere conto è il cambiamento che c'è stato nella società, nell'utilizzo dei Pronto soccorso delle strutture ospedaliere. Questo è legato all'organizzazione di vita all'educazione, all'abitudine. Quanta gente va al Pronto soccorso il sabato o la domenica e spiega che il giovedì aveva mal di testa o alla gamba? L'anno scorso, per una serie di ragioni familiari (mia madre), ho avuto modo di andarci tre volte di sabato, compresa la notte.
A parte l'alto numero di ubriachi, che una volta, probabilmente venivano dirottati in altri modelli di cura, tantissima gente utilizza il Pronto soccorso in primo luogo come alternativa al medico di base e, in secondo luogo, come unica soluzione rispetto ai tempi di vita e di lavoro.
Non vorrei essere accusato di banalizzare la problematica, ma è la stessa situazione che si sta verificando nel dibattito attualmente in corso sugli orari degli esercizi commerciali tra coloro che vogliono fare dei cambiamenti e i difensori dell'orario dalle 8.00 alle 19.00 (con la chiusura per la pausa, che adesso non è più prevista, ma che era in vigore fino a pochi anni fa e che in alcune situazioni permane tuttora). Quello era l'orario di una società contadina, di una società maschilista, dove la donna andava a fare la spesa in quelle determinate ore. Ma oggi non è più così.
Lo stesso comportamento lo verifichiamo nel sistema di fruizione dei servizi sanitari, cioè - banalmente - nell'impossibilità di accedere al medico di base in orari che determinano la necessità di prendere, magari mezza giornata di permesso dal lavoro (perché, in alcuni casi, dopo la terza mezza giornata, il datore di lavoro ti dice: "Allora fa che stare a casa!").
Ecco che, dall'altra parte, l'Assessore - nel senso di "soggetto erogatore" - deve naturalmente porsi ad analizzare questo fenomeno e capire che una percentuale alta di fruitori (non conosco i dati, ma esistono le statistiche) è legata al fatto che non dovrebbero fruire del servizio in quel luogo e in quel momento, ma non hanno altra soluzione che quel luogo e quel momento. Questo è il primo dato su cui dobbiamo dare una risposta.
Certamente la questione è da approfondire - subentrano aspetti di abitudine, di comodità e di mobilità delle persone, è più comodo prendere la macchina e recarsi al Pronto soccorso che non dal medico di base - ma tutto questo va inserito nell'aspetto generale dell'organizzazione specifica dell'attività - mi rivolgo al collega Grimaldi, che ha fatto un appassionato intervento - che investe certamente il personale e l'organizzazione dello stesso. Teniamo anche presente che oggi queste strutture sono "personale e tecnologia", quindi l'organizzazione diventa fondamentale.
Noi dobbiamo occuparci di sanità per garantire le cure ai malati, non per assicurare un posto di lavoro a qualcuno. Questo dev'essere principalmente il nostro obiettivo. Semmai, quando parleremo con l'Assessora Pentenero valuteremo anche questo aspetto. Da qui, l'implicanza che riveste tutto ciò in una riorganizzazione dei medici di base.
Non so se la soluzione corretta sia quella delle case della salute, ma forse - anzi, senza "forse" - dobbiamo metterci in testa di riorganizzare il nostro modello, che non dico che era sbagliato, ma che probabilmente era giusto fino a dieci o venti anni fa, ma che adesso va adeguato ad esigenze diverse e più moderne, e che sia in grado di convogliare tutto ciò che riguarda il microintervento, codice bianco o addirittura macrocodice bianco (servizio puro e semplice di medico di base) e di sgombrare il campo da situazioni che determinano ingorgo.
Su questo dobbiamo intervenire e le variabili sono tante: costume abitudine, mobilità delle persone, medici di medicina di base e rigidità della struttura.
Proprio sulla rigidità della struttura credo che non possiamo continuamente implementare il sistema pubblico, proprio perché ha la caratteristica della rigidità. Peraltro, su certi settori questa Regione non è mai andata troppo in questa direzione, ma forse l'utilizzo del polmone del privato (come servizio pubblico, intendo), con tutte le cautele del caso, deve essere preso in considerazione, così come hanno fatto anche altre Regioni vicine a noi, che comunque godono del vantaggio di avere la mobilità attiva.
Se il consumatore determina la qualità del prodotto, anche su questo forse, dobbiamo fare una riflessione: lo dico io che ho partecipato a co gestire e a decidere la parte di sanità pubblica in Piemonte condividendone il modello per una decina di anni. Non è che voglio sconfessare il tutto, perché credo ancora in tutto questo, ma bisogna sgombrare la mente da quelle che possono essere le barriere: valutiamo attentamente l'ipotesi anche per alcuni modelli.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dello scambio internazionale dell'Istituto superiore "A. Spinelli" di Torino con il Lycée Châtelet di Douai


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli allievi dello scambio internazionale dell'Istituto superiore "A. Spinelli" di Torino con il Lycée Châtelet di Douai, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione emergenza Pronto soccorso" (seguito)


PRESIDENTE

Sempre sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta, ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Solo per ribadire, Presidente e Assessore, che il Partito Democratico su questo argomento interverrà con molto piacere durante il dibattito che si terrà domani sul tema della inammissibilità del referendum sull'abolizione della 1-600.
Ci riserviamo di intervenire in quella sede per esprimere la nostra posizione anche su molte delle argomentazioni che abbiamo ascoltato oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta, per una breve replica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Le questioni che sono state poste dai Consiglieri sono tante, per cui cercherò, evidentemente, di fare una selezione delle tematiche che sono risultate più coerenti con la discussione di oggi, perché il dibattito come abbiamo visto, è stato molto ampio, così com'è giusto che sia. È evidente, infatti, che quando parliamo di Pronto soccorso ci riferiamo ad una parte del sistema sanitario che si fa carico, complessivamente, di problemi irrisolti (la situazione è questa). Tuttavia, prima di farlo desidero fare alcune precisazioni.
Alcuni colleghi sono intervenuti esponendo dei dati, peraltro non riferendoli - lo devo evidenziare - con la dovuta precisione che avevo già indicato in Commissione, per cui ritengo doveroso parlarne. Perché c'è una forzatura, come quella che ho sentito l'altro giorno, quando ho ripetuto così come hanno fatto anche i tecnici, le cifre sulla mobilità in Commissione: quel dato contenuto per il 2016 non è il dato della mobilità del 2016, perché i dati della stessa si conosceranno soltanto successivamente, perché dipendono dai bilanci e quant'altro. Bisogna essere precisi.
In questa occasione, quindi, voglio essere preciso su qualche dato. Il Fondo Sanitario per il 2017, al netto di quello che è stato dato alle Regioni a Statuto speciale, è aumentato di un miliardo e 600 milioni e di questo aumento siamo soddisfatti (certo, ci sarebbe piaciuto se fosse stato maggiore).
Quel miliardo e 600 milioni - può piacere o meno, personalmente non mi piace, ma la mia opinione conta poco - è vincolato come segue: 400 milioni per il rinnovo del contratto dei dipendenti del sistema sanitario; 500 milioni per il fondo per l'epatite C. Al riguardo, colgo l'occasione per ringraziare l'AIFA e il Presidente Melazzini, che stanno facendo una trattativa per ridurre il costo del farmaco, dai 37.000 euro, da cui siamo partiti, a 4.000 euro, che vuol dire dare corpo al Piano di eradicazione dell'epatite C. Ogni tanto dire queste cose mi pare utile, come credo sia utile anche il fatto che è stato stanziato un fondo di 500 milioni per i farmaci innovativi: non sono soldi che vanno da altre parti, ma vanno nel sistema sanitario, finanziando alcuni obiettivi. Sono contento di questo fatto, in modo particolare per quanto riguarda i farmaci innovativi.
Bisogna anche ricordare la cifra di un miliardo e 600 milioni, di cui 100 milioni sono stanziati per il Piano vaccinale.
Questo è il quadro. Io non parlo più di dati, ma credo che bisogna tenere conto di questi dati, di quanto ha fatto il Governo, come bisogna ricordare il Fondo per la stabilizzazione dei precari e anche un altro Fondo, quello in favore alle Regioni che avranno la capacità di fare progetti innovativi.
Ci muoviamo all'interno di questo. Poi, è chiaro che chi governa ha la responsabilità di tenere conto dei vincoli e delle leggi; chi non ha questa responsabilità, magari può essere tentato - anche se non tutti lo fanno per fortuna - di dire: "assumiamo, facciamo...". Ma i vincoli sono quelli e cerchiamo di fare del nostro meglio.
Seconda considerazione di tipo generale. Non funziona così, per carità le battute si possono fare, ma diventando Assessore non si perdono i rapporti di parentela o non ci si ammala più; so perfettamente quali sono le difficoltà. Ahimè, frequento, come succede a tutti e ad una certa età della propria vita: non vorrei raccontare fatti personali, ma l'altro giorno mio padre di 93 anni ha atteso in Pronto soccorso per cinque ore perché era un codice bianco, perché non ha trovato una risposta da altre parti...



(Commenti del Consigliere Vignale)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Hai perfettamente ragione. Il giorno prima un altro mio caro parente...
Voglio dire non è che svolgendo questo compito si entra nella "torre d'avorio", perché obiettivamente siamo tutti persone normali e quindi sappiamo quali sono i problemi. Lo dico per evitare che ci sia questa contrapposizione: qualcuno che vive lassù e gli altri no. Non è così. Si può anche sbagliare. Il Consigliere Monaco ha detto delle cose sulle quali tornerò, se non mi perdo durante la discussione.
Per quanto riguarda il Pronto soccorso, ripeto il dato, ripeto l'elemento fondamentale: abbiamo ripreso le assunzioni per sostituire tutti i dipendenti del personale sanitario che è andato in pensione. Chi si reca in ospedale, vede che ci sono anche persone giovani! Si vedono anche infermieri giovani! Non è capitato per caso! Perché dal 2010 non avveniva assolutamente nulla! Dal 2015 al 2016 tutti gli infermieri che sono andati in pensione sono stati sostituiti. Tutte le OSS che sono andate in pensione sono state sostituite e inoltre risultano superiori come numero a quello del 2010! I dirigenti medici che sono andati in pensione sono stati tutti sostituiti tra il 2015 e il 2016.
Continuo a dire che il lavoro è anche lungo, ma dobbiamo necessariamente raggiungere il dato del 2010, perché non è detto che quel dato... Altrimenti non saremmo andati in Piano di rientro.
Quindi, il 2017 sarà l'anno in cui, oltre alle sostituzioni di chi è andato in pensione, riprenderanno le assunzioni in misura superiore alla semplice sostituzione, utilizzando tutte le risorse che risparmieremo e che saranno compatibili per fare questa operazione. In modo particolare aumentando quell'idea che abbiamo sempre avuto, anche quando saremo fuori dal Piano di rientro, quando verrà certificato: non sostituiremo il personale amministrativo, ma aumenteremo con quelle risorse il personale sanitario. Può piacere o meno, ma mi pare che questa sia la nostra esigenza.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Ci dia i dati, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, ve li do i dati...
BATZELLA Stefania (fuori microfono) I numeri, i dati di tutte le persone che sono andate in pensione dal 2010 e i dati su come sono state sostituite.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Io sto dicendo le cose di mia responsabilità: tutte le persone che sono andate in pensione sono state sostituite.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Ma non è vero!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Lei continua a dire che non abbiamo...
Batzella, so che lei...
Mi spiace anche il fatto che si è ripreso...



PRESIDENTE

Scusate, gentilmente. Scusi, collega Batzella.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) È una menzogna.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Adesso, menzogne! I dati e i concorsi li può vedere, per cui stia attenta a dire...
Stia attenta a dire...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi. Fate parlare l'Assessore, gentilmente.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Stia attenta a dire sempre "menzogne", perché i concorsi pubblici sono concorsi pubblici; i numeri sono numeri! Non sono invenzioni o opinioni! BONO Davide (fuori microfono) Ci dia i dati, Assessore.



PRESIDENTE

Collega, Assessore, scusate! Voi avete parlato e avete espresso la vostra opinione: anche se non siete d'accordo, fate parlare l'Assessore. Ve lo chiedo gentilmente.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Altra considerazione. Non è che prima, quando non era stata fatta la riforma ospedaliera, il Pronto soccorso era un posto straordinario, si arrivava lì e immediatamente...
Siamo sinceri! Che tutta la responsabilità... Guardate la rassegna stampa degli anni precedenti. Adesso, che sia il problema di quella riforma... Come se allora ci fossero campi fioriti, le margherite, le persone arrivavano lì ed erano subito accolte. Per carità, si può fare tutto, la polemica ci sta e capisco perfettamente, ho fatto quel lavoro anche per parecchi anni, ma bisogna anche essere sinceri! Ma quante sono state le critiche? Sempre è così: è un problema di carattere strutturale che noi stiamo cercando...
So che avere dei risultati positivi a chi opinioni diverse magari non piace. Stiamo cercando di affrontare il problema in termini strutturali.
Quando abbiamo messo risorse sulle Case della Salute è perché stiamo tentando un'operazione di potenziamento della rete di assistenza territoriale, il che significa anche alleggerire il Pronto soccorso. Come molti sanno, chiedo scusa se mi ripeto, le Case della Salute non sono edifici, non sono edifici. Le Case della Salute sono i medici che lavorano assieme, che garantiscono un orario continuato e se fanno quest'operazione anche in propri studi e in proprie strutture, non ha nessuna importanza. Se sono cooperative, se sono società per azioni, facciano ciò che vogliono l'importante è che sottostiano ad alcune regole: allungare l'orario offrire una risposta continua, medicina di iniziativa e collegamento con il sistema sanitario. Punto! Quelle risorse servono per fare quell'operazione.
È avvenuto, è possibile farlo e lo faremo anno per anno, man mano che liberiamo delle risorse.
Altra considerazione. Gli interinali. Lo dico soltanto, non mi piace fare quello... Ma gli interinali li abbiamo trovati, eh! Gli interinali hanno determinato un'azione: per dare una risposta ad alcuni problemi si è ricorsi agli interinali. Ebbene, stiamo facendo una cosa che magari non piace, l'accordo che abbiamo fatto con il sindacato, e la precarietà finisce! Non si possono tenere i precari in ospedale! Non si possono tenere. È avvenuto così in passato, noi stiamo cercando di risolverlo magari dispiace a qualcuno, ma lo faremo. Dispiace, perché vuol dire che stiamo governando un processo che non sempre è stato governato con la dovuta attenzione.
Liste d'attesa. È stato detto, Grimaldi, e non solo, ha parlato di questo tema. Noi abbiamo tentato - devo dire con buoni risultati quest'operazione: proposta, incontro con tutti i soggetti interessati abbiamo ricevuto suggerimenti, molti dei quali utili, da parte di tutte le organizzazioni, non soltanto sindacali, ma anche mediche. Approveremo, come abbiamo già annunciato, la proposta; così inizia una fase sicuramente nuova, perché anche il tema delle liste d'attesa è stato collegato con il Pronto soccorso, come dicevamo prima: c'è un nesso.
Quante sono le persone che conosciamo, probabilmente qualcuno di noi li conosce, che vanno al Pronto soccorso perché può fare immediatamente la radiografia? Uno può condannare questo fenomeno, ma se il sistema territoriale non è in grado di offrire qualcosa di alternativo e autorevole, non la finzione, ma autorevole, non un telefono, ma autorevole dove c'è una risposta continua, è chiaro che abbiamo quei problemi.
Allora, il tema delle liste d'attesa, con la modalità con cui lo stiamo affrontando, permette di evitare gli errori che sono stati commessi in altre Regioni. È chiaro che per il miracolo occorre il suo tempo, ma mi pare che ci siamo avviati, anche con una posizione condivisa.
Stesso discorso sul tema più generale del Pronto soccorso, sul quale non ho mai detto che le cose vanno bene, perché conosco esattamente i problemi che esistono. Ho provato a dare un'indicazione, ma quanto prima arriveremo a un'intesa con tutti gli operatori sanitari per quanto riguarda l'utilizzo del Pronto soccorso. Con loro abbiamo già iniziato il discorso e lo completeremo, sapendo una cosa molto semplice: che il tema del Pronto soccorso vuol dire contemporaneamente liste d'attesa e assistenza territoriale. E, in più, c'è questo altro elemento, che è stato sottovalutato nel nostro dibattito, che è il rapporto con il privato accreditato per quanto riguarda i posti letto che possono mettere a disposizione.
Due considerazioni ancora. Ha ragione la collega Gancia in ordine al tema dell'educazione dei cittadini e all'uso improprio del Pronto soccorso.
Riguarda quello, ma riguarda anche l'inappropriatezza farmacologica.
L'opinione che abbiamo è che questa operazione può essere sicuramente fatta attraverso delle campagne, ma al di là di una campagna che può fare una Regione, prevalgono normalmente le opinioni sui giornali, attraverso inserti che rispondono più ad esigenze di vendita di farmaci. Quindi diventa una campagna molto difficile.
Credo che l'operazione si può fare e devo dire, per quanto riguarda le Case della Salute e dell'assistenza territoriale, a livello nazionale ma anche a livello locale, che abbiamo ripreso un'utile relazione per dare una grande accelerata alle Case della Salute con quella modalità che dicevo prima, cioè non l'edificio, ma le persone che lavorano insieme e dove si mette l'infermiere a disposizione. Credo che sia uno degli obiettivi da assegnare al medico di famiglia con il quale si crea un rapporto di fiducia e che quindi può dare delle indicazioni anche precise in termini di utilizzo appropriato dei farmaci e di educazione alla salute.
Poi ci sono delle esperienze positive che ho visto in giro, a partire da Torino ma anche a Cuneo e da altre parti. Vorrei in qualche maniera strutturare meglio questo, sapendo che il sistema sanitario e le aziende sanitarie possono creare in questo senso - e condivido la sollecitazione della Consigliera Gancia - occasioni con il sistema sanitario di educazione sanitaria abbastanza diffusa su tutto il territorio regionale.
Evito di riprendere delle questioni che obiettivamente mi consentirebbero di entrare in polemica, perché ho già avuto modo di esprimere in termini generali la mia opinione.
In ogni caso, per quanto riguarda il tema del Pronto soccorso, essendo chiari i termini del problema ed essendo altrettanto chiare le soluzioni sapendo - e questo lo sappiamo e lo diciamo noi perché abbiamo responsabilità di governo - quali sono i tempi, le risorse e il governo del processo, possiamo dire che oggi siamo nelle condizioni di potere concludere in primavera un'operazione con il massimo di condivisione possibile con gli operatori.
La fase due vuol dire sostanzialmente questo: l'abbiamo avviata e saremo determinati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Intervengo solo per suggerirle, però è una sua valutazione, una proposta, che chiaramente prima che lei ci comunicasse che l'Assessore Saitta avrebbe risposto sui Pronto soccorso non eravamo in grado di formulare.
La proposta è quella di anticipare la discussione proprio del punto successivo dell'o.d.g., ovvero il punto 5) sulla questione del referendum.
Infatti, come ha accennato il collega Ravetti, essendo temi collegati, per una organicità dei lavori dell'Aula sarebbe opportuno collegarli e proseguire, anche per comodità, vista la presenza dell'Assessore Saitta.
Tanto poi l'ordine dei lavori è quello, il Consiglio è convocato oggi e domani.



PRESIDENTE

Mi sono permesso di richiamare la Giunta su questa proposta, ma la Giunta è interessata a proseguire sul disegno di legge n. 229.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il collega Marrone mi ha anticipato su un tema diverso. Lo dico al Presidente del Consiglio e al Presidente della Commissione sanità e poi lo formalizzeremo. Credo che questo Consiglio regionale non possa discutere senza numeri e senza dati.
L'Assessore Saitta ci ha ripetuto nel suo intervento una serie di dati che noi riterremmo indispensabili possedere sulla nostra casella di posta elettronica, così vedremo quanto ciò che asseriamo corrisponde a verità oppure no.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Presidente, proprio perché sappiamo qual è la sua responsabilità all'interno del Consiglio regionale e la capacità che ha avuto fino ad oggi di essere assolutamente imparziale, mi permetto di risottolineare quanto detto dal collega Vignale e mi appello a lei affinché questi dati siano disponibili per i Consiglieri regionali in tempi utili. Perché, stante che l'Assessore Saitta ha parlato compiutamente di questi dati, dicendo che quanto noi abbiamo detto non era il vero, sono certa che il Presidente certificherà tali dati e soprattutto saranno dati reali e saranno dati che verranno consegnati ai Consiglieri non volutamente al 2013, ma alla data in cui sono stati rilevati, che non credo sia il 2013.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anch'io mi associo all'appello fatto dai Consiglieri. Anche noi chiediamo di avere finalmente dei dati alla mano, così possiamo finalmente sfatare il mito e dimostrare chi è che mente e chi è che dice la verità.
Quindi, basta con le solite storie; noi vogliamo dimostrare che quello che diciamo è la verità, così una volta per tutte anche i giornalisti capiranno chi dice la verità e chi mente.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale.
Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana del 7 marzo 2017 è terminata l'illustrazione degli emendamenti all'articolo 2. Sono intervenuti in sede di discussione generale le Consigliere Conticelli e Gancia.
Era iscritto a parlare il Consigliere Sozzani, che rinuncia ad intervenire.
Possiamo procedere con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 237), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 20) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 22 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 174), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Do atto che gli emendamenti rubricati n. 129) e 130) sono irricevibili.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
106), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 128), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Do atto che gli emendamenti rubricati n. 131) e 132) sono irricevibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 175), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 133) è dichiarato decaduto per voto favorevole dell'emendamento rubricato n. 175).
Gli emendamenti rubricati n. 134) e n. 235) non sono ricevibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 234), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 233), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 232), n. 135), n. 231), n. 136) e n. 97) non sono ricevibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 230), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 229), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 98) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 228), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 99) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 227), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 100) e n. 226) non sono ricevibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 178), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 186), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 225), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 101), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti n. 102), 103), 104) e 105) non sono ricevibili.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento n. 21), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 bis) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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