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Dettaglio seduta n.208 del 07/03/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Musei

Interrogazione a risposta immediata n. 1473 presentata da Gancia, inerente a "Museo Egizio di Torino - trasferimento di alcuni reperti presso la città di Catania" (superata)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1473.
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Credo che quest'interrogazione sia stata superata da dichiarazioni rilasciate dal Direttore Greco e dalla Presidente Christillin, in discordanza rispetto a quanto riportato dagli organi di stampa, soprattutto quelli siciliani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Direi, quindi, che l'interrogazione è superata.
Dobbiamo sospendere momentaneamente i lavori in attesa degli interroganti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.33, riprende alle ore 14.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1475 presentata da Andrissi inerente a "Poliambulatorio di Oleggio. Prestazioni di Cardiologia e Pneumologia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1475.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Non ero ancora riuscito a visualizzare il testo dell'interrogazione, ma non c'è problema.
Al Poliambulatorio ASL di Oleggio, cui afferiscono circa 50.000 utenti, dall'anno scorso sono purtroppo venute meno le prestazioni di due specialisti: ci riferiamo, nello specifico, ad un pneumologo che è andato in pensione, e a un cardiologo che ha rinunciato alle ore presso l'ambulatorio di Oleggio.
Speravamo che con l'uscita dal Piano di rientro gli specialisti delle ASL, a seguito di pensionamenti, potessero nuovamente essere sostituiti da altri specialisti.
Noi riteniamo che la politica sanitaria territoriale abbia uno dei suoi fiori all'occhiello proprio nella possibilità di disporre di specialisti territoriali che fungono da interfaccia tra la prima azione dei medici generici di base e un eventuale intervento specialistico, qualora si ritenesse necessario, per avvalorare diagnosi o comunque per approfondire le situazioni più varie dei pazienti, prima di accedere alla sanità ospedaliera.
Noi speravamo che la politica sanitaria territoriale varata dall'Assessorato regionale prevedesse quantomeno la sostituzione dei medici specialisti che dall'anno scorso ad oggi sono andati in pensione, ma tutto ciò non è accaduto. Addirittura sono state tolte delle ore ad un cardiologo che non è andato in pensione, da quanto mi hanno riferito.
Sappiamo che ad Oleggio si sta sperimentando una AFT e crediamo che la stessa possa funzionare meglio se gli specialisti di riferimento delle varie discipline mediche sono a disposizione sul territorio. Ovviamente una riduzione degli specialisti sul territorio porta necessariamente ad una diminuzione delle prestazioni sanitarie cui possono far riferimento i pazienti di Oleggio, che poi devono ricorre a specialisti ospedalieri se non ne esistono altri.
Volevo quindi chiedere all'Assessore cosa si intende fare in merito a queste due pozioni che sono venute a mancare.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In riferimento all'interrogazione del Consigliere Andrissi riguardante le prestazioni di cardiologia e di pneumologia del Poliambulatorio di Oleggio, la Direzione generale dell'ASL di Novara mi informa che, per quanto riguarda pneumologia, lo specialista convenzionato interno, che effettuava dieci ore alla settimana nella sede di Oleggio, ha cessato l'attività per pensionamento dal novembre 2016.
Le attività pneumologiche sono state mantenute e implementate grazie all'ambulatorio di medicina a iniziativa svolto quotidianamente dai medici di medicina generale dell'Antenna CAP.
Nell'ambito del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), nel quale i medici effettuano le visite, il follow-up e la diagnostica specialistica di primo livello (spirometrie, emogasanalisi EGA per forme gravi), è operante un accordo con il centro medico di Verruno per valutazioni cliniche ed esami di secondo livello, che gli specialisti pneumologi possono svolgere nella sede di Oleggio su chiamata programmata.
I pazienti presi in carico dall'Antenna CAP dal 2016 sono stati 149 e sono state effettuate 100 spirometrie.
Per quanto riguarda cardiologia, lo specialista convenzionato interno che svolgeva attività in più sedi aziendali (Borgomanero, Trecate e Oleggio) per un totale di 36 ore, ha rinunciato per motivi personali alle quattro ore della sede di Oleggio dal 1° gennaio 2017. Le attività cardiologiche sono state mantenute grazie all'ambulatorio di medicina ad iniziativa dell'Antenna CAP e sono stati eseguiti quotidianamente elettrocardiogrammi per utenti che arrivano con prescrizioni dal medico curante.
È operante un accordo con la cardiologia dell'ospedale di Borgomanero per lettura e refertazione di elettrocardiogrammi. Dal 24 giugno 2016 ad oggi sono stati effettuati 376 elettrocardiogrammi.


Argomento: Telecomunicazioni - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1478 presentata da Grimaldi inerente a "Trasferimento dei dipendenti Telecom da Torino a Roma"

Argomento: Telecomunicazioni - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1474 presentata da Ruffino, inerente a "Rischio posti di lavoro per i dipendenti del settore delle comunicazioni"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1478.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Visto che anche lei, tra l'altro, ha un'interrogazione a risposta immediata dissimile, se ritiene presento entrambi gli atti.
Nel mese di gennaio di quest'anno l'Amministratore Delegato del Gruppo Telecom Italia ha annunciato un nuovo piano industriale che prevede la confluenza di alcune funzioni verso la sede centrale di Roma.
Il 15 febbraio il Consiglio comunale di Torino ha incontrato i dirigenti della TIM e ha riferito che l'applicazione del piano industriale comporterebbe la mobilità interna di circa 265 dipendenti (100 dalla sede di Torino e 165 da quella di Milano) che dovrebbero spostarsi su Roma.
Il 16 febbraio i lavoratori TIM hanno scioperato nelle ultime due ore di turno per protestare contro gli annunciati trasferimenti. In quell'occasione, le rappresentanze sindacali hanno incontrato il nostro Assessore regionale al lavoro, insieme ai Comuni di Torino e Grugliasco, e hanno diffuso una nota in cui chiedevano a TIM di sospendere i trasferimenti dei dipendenti e di rivedere la propria decisione. Gli stessi Assessori hanno chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico e, a quanto risulta, il 10 marzo l'azienda incontrerà i sindacati per presentare un nuovo piano industriale.
Il confronto sarà anche l'occasione per fare il punto sulla disdetta del contratto di secondo livello che è stato annunciato a ottobre scorso.
La decisione del trasferimento, se confermata, potrebbe in molti casi compromettere non solo il mantenimento del posto di lavoro, ma, di fatto la sede stessa.
Ci uniamo, peraltro, anche alle considerazioni enunciate nell'interrogazione n. 1474 della Consigliera Ruffino che, più in generale chiedeva le intenzioni della Regione in merito al comparto delle telecomunicazioni (quindi di TIM, Vodafone e Comdata) e, in particolare sul provvedimento della TIM, se la Giunta aveva ricevuto riscontri dal Ministero dello Sviluppo economico - se c'erano, in tal senso, nuovi aggiornamenti - e se questo tavolo, chiesto anche con la Regione Lombardia avesse garantito buon esito. Infine, di capire qual è la situazione occupazionale dell'intero comparto, in particolare delle aziende sopraccitate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Credo, ovviamente, che la stessa risposta possa essere data anche all'interrogazione a risposta immediata n. 1474, inerente a "Rischio posti di lavoro per i dipendenti del settore delle comunicazioni", presentata dalla sottoscritta.
Risponde l'Assessore Ferrero; prego.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Spero di non rispondere in modo incomprensibile e vi confermo che la risposta, che mi ha fornito la collega Pentenero, è uguale per entrambe le interrogazioni.
Vi leggo alcuni passaggi.
Di fatto si dice che il Gruppo TIM S.p.A. ha avviato un processo di accentramento di funzioni presso la sede romana della società e ci comporta il trasferimento a Roma di numerosi lavoratori (265) dalle sedi di Milano e Torino. In particolare, dalla sede di Torino è previsto il trasferimento di 105 lavoratori presso la sede di Roma.
Devo dire che viene citato nella risposta (che vi fornirò per esteso e per iscritto) che non vi è stato un'opportuna concertazione con i sindacati e che si sono mosse tutte le Istituzioni (Regione Piemonte, Città di Torino, Città di Grugliasco) al fine di capire che cosa era successo e qual era il destino dei lavoratori.
Leggo ancora quanto scritto.
Nei giorni seguenti l'incontro in Assessorato, inoltre, il Presidente della Regione Sergio Chiamparino ha avuto un colloquio informale con il Presidente di TIM, da cui è emerso un quadro diverso da quello prospettato ai sindacati.
D'altra parte, dagli organi di stampa si apprende che i vertici di TIM ricevuti ieri in audizione dal Comune di Torino, avrebbero ridimensionato a 36 il numero di trasferimenti a Roma e garantito che saranno valutate tutte le possibilità occupazionali per coloro che non accetteranno il trasferimento.
L'ultimo paragrafo dice che la situazione è delicata e che l'Assessorato al Lavoro è in contatto con il corrispondente Assessorato della Regione Lombardia e con il Ministero dello Sviluppo Economico, cui ha sollecitato l'apertura di un tavolo nazionale, al fine di seguire l'evoluzione della vicenda, mettendo a disposizione, per quanto attiene alle proprie competenze, le misure e gli strumenti per far fronte al problema occupazionale.
Intanto, domani i vertici dell'azienda telefonica saranno ascoltati dalle Commissioni riunite Trasporti, Lavoro e Attività produttive della Camera.


Argomento: Enti strumentali

Interrogazione a risposta immediata n. 1477 presentata da Valetti, inerente a "Valutazioni sulle conseguenze che scaturiranno dall'applicazione della DGR n. 4448 del 22 dicembre 2016. Approvazione dell'acquisizione Asset della società CSP -Innovazione nelle ICT Scarl da parte di Regione Piemonte condizionata alla sottoscrizione di capitale sociale da parte dei soci AizoOn consulting S.r.l., IREN Energia S.p.a. e Politecnico di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1477.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha come oggetto: "Valutazioni sulle conseguenze...



PRESIDENTE

Mi scuso, Consigliere, non ho letto l'oggetto. Lo fa lei? Grazie.



VALETTI Federico

Sì, certo.
"Valutazioni sulle conseguenze che scaturiranno dall'applicazione della D.G.R. n. 4448 del 22 dicembre 2016. Approvazione dell'acquisizione Asset della società CSP - Innovazione nelle ICT Scarl da parte di Regione Piemonte condizionata alla sottoscrizione di capitale sociale da parte dei soci AizoOn consulting Srl, Iren Energia Spa e Politecnico di Torino".
Come sappiamo, la società CSP (società partecipata), che si occupa di servizi informatici, possiede alcune infrastrutture. Si tratta di una società che non ha un passato felice dal punto di vista finanziario ed economico, ma è una società che ha come asset alcune infrastrutture di rete che ora la Regione intende acquisire ed è stata valutata circa un milione di euro. Tra tutte comprendono reti wireless sperimentali, sistemi di rilevamento di parametri ambientali e un gateway.
La cosa curiosa che abbiamo notato è che questi asset a partire dalle prime convenzioni sono già nella piena disponibilità dell'Ente Regione Piemonte, quindi ci chiediamo quale sia la necessità di acquistarli scorporandoli da una società che è in forte difficoltà. Senza questi asset infatti, resta ben poco a questa società, che andrebbe ulteriormente in crisi, perché non si vede quale possa essere poi l'asset di una società che attualmente è in grave crisi.
Quindi, ci chiediamo perché comprare degli asset di cui si ha già a disposizione quando sono già concessi in utilizzo a 80 mila euro l'anno comprese le manutenzioni e il servizio. Inoltre, questa DGR non prevede chi manterrà il servizio su quel tipo di infrastruttura in uso alla Regione quindi ci sono ulteriori costi che, secondo noi, non compaiono nella DGR e andrebbero valutati attentamente, perché si rischia un danno per l'Ente Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Valetti.
Effettivamente, con DGR n. 173085 del 29 marzo scorso, si approvavano il Piano operativo di razionalizzazione delle Partecipate e la relazione sui risultati conseguiti nell'anno 2015; in questo provvedimento veniva precisata, tra le linee operative, la volontà della Regione di uscire dalla compagine societaria di CSP attraverso cessione della propria quota di partecipazione. Tale intenzione è stata ribadita anche nei successivi aggiornamenti al Piano ed è stata messa in evidenza nella DGR 114448 del 22 dicembre 2016 in cui è stata approvata l'acquisizione degli asset della società CSP.
In quest'ultima DGR la Regione non s'impegna a sottoscrivere una accordo di ricostituzione del capitale sociale, bensì prende atto della volontà espressa da alcuni soci, nello specifico, AizoOn Consulting S.r.l.
IREN-Energia S.p.A. e Politecnico di Torino, che con nota comunicavano alla Regione di impegnarsi irrevocabilmente a sottoscrivere un accordo di ricostituzione del capitale sociale al di sopra del minimo legale e per un valore massimo pari a 300 mila euro.
La Regione approva inoltre l'acquisizione degli asset della società CSP solo dopo il verificarsi della sottoscrizione di cui al precedente punto e dunque al venir meno della proprietà pubblica Regione e CSP e Regione e CSI di CSP medesimo.
Si precisa che questi asset sono di proprietà della società CSP.
Conseguentemente, con la cessione - anzi, più che la cessione l'azzeramento - della propria quota, la Regione perderebbe la possibilità di fruizione e la mancata disponibilità di questi asset comporterebbe l'interruzione di progetti e sperimentazioni in corso sul territorio regionale finalizzati a temi di rilevanza pubblica, nonché di reti utili a mantenere sul territorio regionale servizi di pubblico interesse in zone a elevato digital divide.
Come si evince dalla deliberazione, nella relazione peritale (resa disponibile dagli Uffici competenti) si è già tenuto conto del valore delle collaborazioni in ambito di ricerca tra l'Ente Regione e CSP, la valutazione espressa da Netbrain S.r.l., quindi al netto di quanto oggetto di precedenti contributi per richiesta. Sempre in questa deliberazione si dà anche conto del maggior costo che la Regione dovrebbe sostenere in caso di eventuale rifacimento dei medesimi asset.
Aggiungo, poiché lei nel suo quesito (non lo ha detto adesso, ma lo ha scritto) sostiene che la Regione starebbe abbandonando le proprie società partecipate, vorrei segnalarle il fatto che da nessuna parte si ricava questa informazione, anzi che il nostro comportamento, nel corso di questi due anni e mezzo, è stato diretto a cercare di garantire insieme il valore costruito in questa società e le persone che ci lavorano uscendo dal modello per cui tutto deve essere fatto sempre con quattrini pubblici.
Inoltre, lei giustamente si preoccupa molto di queste società, e ne sono molto contenta. Tuttavia, poiché queste società partecipate in altri casi afferiscono a Enti governati dalla sua parte politica (mi riferisco alla Città metropolitana e al Comune di Torino), sono certissima, anzi non dubito che le sue preoccupazioni verranno espresse con altrettanta e maggior fermezza nei confronti delle Amministrazioni che, torno a dire sono governate dalla sua parte politica, ma da cui non ho segnali particolarmente rassicuranti.
VALETTI Federico (fuori microfono) Ho fatto delle domande a lei, non al Consiglio comunale!



PRESIDENTE

Grazie, Assessora e grazie, Consigliere.


Argomento: Commercio al dettaglio

Interrogazione a risposta immediata n. 1480 presentata da Porchietto inerente a "Polo del lusso Settimo Torinese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1480, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
È imminente - mi pare il 24 marzo - l'apertura di un complesso commerciale significativo e importante nella provincia di Torino, presso il Comune di Settimo; tra l'altro - ironia della sorte - in concomitanza invece, di tutta una serie di licenziamenti che si stanno prospettando in altri centri commerciali e con altri soggetti che hanno altra natura. È chiaro che si tratta di un passaggio importante: stiamo parlando di un outlet tra i più grandi a livello europeo; stiamo parlando tra l'altro di un'area, quella di Settimo Torinese, in cui la disoccupazione e la chiusura delle imprese negli anni scorsi si sono fatte fortemente sentire; e stiamo parlando, comunque, della possibilità di creare non soltanto occupazione diretta, ma anche occupazione indiretta in funzione delle migliaia di persone che visiteranno l'area e acquisteranno presso l'outlet che si sta per aprire.
La struttura, così com'è già stato riportato e così come una delibera di Giunta del Comune di Settimo Torinese ha illustrato, prevede l'impiego di circa 500 unità di personale, con profili professionali diversi: parliamo quindi di figure che potrebbero comunque essere assolutamente trovate all'interno delle domande occupazionali dell'area di Settimo.
Tra le altre cose, l'Ente di formazione ENAIP - che è un ente accreditato presso la Regione Piemonte e che è operativo sul Comune di Settimo - si è reso disponibile per organizzare anche percorsi formativi di 60 ore, con l'obiettivo di realizzare una specializzazione nel settore retail: quindi c'è la massima disponibilità, da parte del territorio, a cercare di intercettare questa nuova opportunità occupazionale, per far sì che la si possa chiaramente ricondurre ad una ricaduta diretta sul territorio di Settimo.
Tenuto conto, quindi, che c'è un clima di aspettativa sul territorio e che si sta aspettando, appunto, che si apra - tra l'altro, l'apertura è ormai fra poche settimane - io auspico che oggi la risposta sia addirittura una risposta in cui si dice che "la Giunta ha già fatto" o che "la Regione ha già fatto". Chiaramente, però, noi ci chiediamo se c'è un ruolo che la Regione ha svolto e che sta svolgendo in quest'ambito e se i risultati occupazionali di questi corsi di formazione hanno portato - visto che parliamo ormai di apertura imminente - a una ricaduta occupazionale su Settimo e sull'area circostante.
Mi permetto, sapendo che l'Assessore Ferrero molto gentilmente mi ha già fatto presente di avere lui la risposta dell'Assessora Pentenero, le chiedo solo una gentilezza, Assessore: mi dia una risposta positiva, se possibile. Quel che speriamo, visto che già non abbiamo in Aula l'Assessora competente, è che almeno la risposta sia una riposta in cui la Regione mostri di essersi veramente occupata di questo tema.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Spero di incontrare le aspettative della collega Porchietto.
Leggo il testo pedestremente, così com'è scritto.
Il progetto di ENAIP è stato finanziato mediante il Bando regionale sperimentale per interventi per disoccupati finalizzati all'occupazione approvato il 28 luglio 2016 con determina n. 518. Le attività formative in questione risultano concluse intorno alla metà del mese di gennaio 2017. A riguardo, si evidenzia che il bando prevede che i costi della formazione d'aula siano riconosciuti come di seguito indicato: nella misura del 50 per cento del finanziamento pubblico, è determinato dal numero degli allievi che abbiano frequentato almeno i due terzi delle ore previste ("a processo"), nella misura del restante 50 per cento del finanziamento pubblico del corso, in base al risultato occupazionale conseguito entro sei mesi dalla comunicazione di conclusione del corso ("a risultato").
Si precisa inoltre che il bando stabilisce che la domanda di rimborso finale dev'essere presentata entro sei mesi dalla comunicazione di conclusione del corso. Il beneficiario deve pertanto predisporre trasmettere telematicamente e presentare in forma cartacea la domanda di rimborso finale ai competenti Uffici della Regione Piemonte.
A seguito dei controlli effettuai in ufficio e/o in loco sulle attività realizzate e gli esiti occupazionali conseguiti, la Regione Piemonte provvede, a saldo, al pagamento della quota di costi il cui riconoscimento è condizionato dal risultato occupazionale (al netto di eventuali compensazioni con la quota "a processo" riconosciuta come "anticipo", in caso di frequenze inferiore ai due terzi delle ore del corso).


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1479 presentata da Graglia, inerente a "PSR insediamento giovani agricoltori"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1479, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Trattiamo un tema molto sentito, quello del PSR insediamento giovani agricoltori.
"Premesso che con D.D. n. 210 del 5/4/16 veniva aperto il bando per la presentazione delle domande per l'Operazione 6.1.1 "Premio per l'insediamento di giovani agricoltori" relativo la concessione di premi per l'avviamento di imprese per i giovani agricoltori, di cui al PSR 2014-2020 tenuto conto che con DGR n. 21-3008 del 7/3/16 venivano assegnati a detta Operazione risorse cofinanziate pari a 30 milioni di euro di cui il 20 per cento (6 milioni di euro) riservato alle domande presentate da aziende agricole site in aree svantaggiale, il restante 80 per cento (24 milioni di euro) a quelle presentate da aziende site in altre zone; considerato che con D.D. n. 781 del 20/9/16 sono state approvate le relative graduatorie dove, di fatto, risulta escluso dal beneficio un consistente numero dì giovani imprenditori che confidavano nel contributo, tant'è che solo per le imprese delle zone svantaggiate, risulta che su circa 400 domande presentate non più di 120/130 circa sono ammesse; considerato che l'insufficienza delle risorse destinate all'Operazione 6.1.1. ha vanificato l'obiettivo di sostenere i giovani agricoltori e favorire gli insediamenti sul territorio montano che quotidianamente affronta problemi legati alla marginalità e ai continui tagli di bilancio operati dal Governo; preso atto anche del fatto che i criteri adottati hanno concretamente fornito una sorta di corsia preferenziale per gli investimenti sulle aree di pianura rispetto a quelle montane; tenuto conto che il sostegno agli investimenti effettuati dai giovani agricoltori è fondamentale per il futuro del settore, dato il patrimonio e l'impiego di creatività che può venire dai giovani; appreso della volontà dell'Assessorato, già espressa al Tavolo verde, di riconoscere una premialità alle istanze ammissibili, ma non finanziate per carenza di fondi sulla Operazione 4.1.2 collegata alla 6.1.1, su un nuovo bando dell'Operazione 4.1.1, incentivando così nei fatti la riproposizione di nuove istanze a valere su una misura che non prevede le opportunità specifiche per i giovani agricoltori; ritenuto peraltro necessario segnalare che non tutti gli imprenditori potrebbero in questo modo riproporre la loro istanza in considerazione del fatto che nel frattempo possono già avere avviato i loro investimenti e questi ultimi resterebbero quindi esclusi dal sostegno pubblico; preso atto infine che è stato attivato nei giorni scorsi un bando a valere sulla Operazione 6.1.1.cui possono aderire, però, soltanto i giovani che richiedono esclusivamente il sostegno della Operazione 6.1.1, che non intendono presentare domanda di sostegno ai sensi della Operazione 4.1.2,e che hanno domanda di adesione al bando di dicembre 2015 della Operazione 4.1.2 e al bando 2016 della Operazione 6.1.1, relativamente al caso in cui tale domanda della Operazione 6.1.1 - bando 2016 non abbia ottenuto un punteggio di priorità sufficiente per accedere alla disponibilità di risorse assegnate al citato bando 2016, mentre le risorse disponibili sul bando di dicembre 2015 consentono l'ammissione al finanziamento della domanda di Operazione 4.1.2, si interroga l'Assessore per conoscere, quanto prima, le reali intenzioni dell'Assessorato in merito alla eventuale riapertura dell'Operazione 6.1.1 collegata all'Operazione 4.1.2, sia sotto il profilo dei tempi, sia in termini di salvaguardia delle istanze già ammissibili ma non finanziate per carenza di fondi in passato e oggi, in alcuni casi, non più riproponibili per le condizioni di cui in premessa".
Chiedo in aggiunta se non si ritenga opportuno, invece, lo scorrimento delle graduatorie.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere Graglia.
Qui sono un po' più a mio agio nel rispondere rispetto alle precedenti della collega Pentenero. Naturalmente, è una risposta scritta che rimane.
Il tema è questo: noi abbiamo finanziato per i giovani un cosiddetto "pacchetto giovani", che consiste nell'insediamento dei giovani, quindi una misura premio di 35 o 45 mila euro a fondo perduto, per fare investimenti a seconda che ci si trovi in area di pianura oppure in area svantaggiata, e insieme a questa, una misura di investimento dedicata ai giovani, da mettere insieme, quella che lei giustamente ha chiamato "4.1.2". Queste due sono insieme.
Sulla "4.1.2" abbiamo messo a bando 41 milioni di euro - 41,5 con i successivi scorrimenti di graduatoria - a fronte dei 52 disponibili.
È successo che alcuni giovani hanno avuto finanziato l'insediamento, ma non il piano di miglioramento; per questi abbiamo previsto l'apertura di un piano di miglioramento, che non è più quello riservato ai giovani, perch le risorse sarebbero state troppo poche, ma è un piano di miglioramento generico che vale per tutti, dove per i progetti integrati ci sono priorità. Quindi, coloro che hanno avuto finanziato l'insediamento e non il miglioramento ripresenteranno domanda sul nuovo piano di miglioramento e con i punteggi di priorità e con la capienza di questo bando dovremo avere la capacità di finanziare il piano collegato.
Per coloro che hanno avuto un problema contrario, cioè hanno avuto finanziato il piano di investimenti, ma non l'insediamento, abbiamo già riaperto la misura insediamento, affinché non scadessero i 12 mesi dal momento dell'acquisizione della partita IVA, perché il nuovo regolamento europeo impone che i giovani che presentano una domanda di insediamento abbiano già preso la partita IVA. Quindi, abbiamo già riaperto la 6.1 per insediamento, dando punteggi di priorità a quei giovani che avevano avuto il miglioramento finanziato.
Per coloro che non hanno avuto finanziato né uno né l'altro apriremo entro metà marzo, un bando che terrà collegate le due misure, in modo che non potrà più succedere di essere finanziati su uno e non sull'altro, ma ci sarà una graduatoria collegata, quindi riapriremo un bando per questi soggetti.
Lei fa riferimento al fatto che qualcuno presenti una domanda per accedere a un bando e, poi, proceda all'investimento. Allora, il regolamento in questo è chiarissimo e non può essere equivocato: l'investimento può essere fatto - è vero - dal momento in cui si presenta la domanda, ma a rischio e pericolo di colui che lo presenta. Altrimenti se uno vuole avere certezza del finanziamento, deve aspettare la pubblicazione della graduatoria e la lettera con cui il Settore comunica che la domanda è ammissibile e finanziabile. Non è possibile in nessun modo recuperare su nuovi bandi investimenti compiuti al di fuori dalle tempistiche che i bandi prevedono, questo è pacifico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Commercio al dettaglio - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1481 presentata da Vignale, inerente a "Quale destino per i dipendenti dei Carrefour di Trofarello e Borgomanero?"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1481.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione tocca un tema di cui si è già discusso, ma credo sia opportuno, perché i tempi sono sempre più ristretti, riproporlo e continuare su questo tema a mantenere alta l'attenzione.
Com'è noto, il gruppo Carrefour ha previsto un intervento di riduzione del personale su tutto il territorio italiano; la nostra regione è quella maggiormente colpita perché vede la chiusura di due ipermercati, quello di Trofarello e quello di Borgomanero. Ricordo che all'interno di queste strutture non vi è solo un tema afferente agli occupati diretti di Carrefour, ma all'interno di queste strutture ci sono altre persone che vivono grazie all'esistenza del supermercato con altre attività commerciali. Quindi, la chiusura di queste due strutture avrebbe una ricaduta che va ben oltre i circa 120 dipendenti diretti, ma non riguarda solo le due chiusure, che, ovviamente, sono il motivo principale della presentazione della question time; in realtà, su molti altri ipermercati Carrefour del Piemonte, da Collegno a Burolo, a Vercelli e a molte altre realtà del Piemonte, ci sarà una riduzione dei livelli occupazionali.
È evidente che noi viviamo sulla realtà, per cui, se ci trovassimo di fronte a un soggetto che ha una difficoltà economica, comprenderemmo una ristrutturazione aziendale, ma così non è perché il gruppo Carrefour chiude il 2016 con un'ulteriore crescita del 3 per cento rispetto all'anno precedente. Comprenderemmo se ci trovassimo di fronte a un'indisponibilità da parte dei lavoratori di venire incontro alle esigenze di un'azienda, ma così non è, perché da anni si è sottoscritto un contratto di solidarietà e i dipendenti del gruppo hanno dato una disponibilità enorme, basti pensare all'apertura h24 del Carrefour di corso Monte Cucco e alle disponibilità di lavoro domenicale fino alle 21 in tutti i siti.
Pertanto, noi crediamo di trovarci di fronte, ancora una volta, alla logica perversa dei grandi centri commerciali, anche quando promettono un numero consistente di posti di lavoro, che poi sottraggono al medio e piccolo commercio. Alla fine, la logica del profitto è l'unica logica che vale a discapito anche degli interventi che le Amministrazioni locali sono state disposte a fare per ospitare...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere.
Scusate, colleghi, è praticamente impossibile ascoltare, perché il brusìo sovrasta l'intervento del Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quindi, crediamo che, da questo punto di vista, sia importante un intervento da parte della Regione, ricordando i tanti impegni delle Amministrazioni comunali, ma anche quanto ha fatto l'Amministrazione regionale nel recepimento dei piani regolatori, anche rispetto alla norma riguardante la grande impresa commerciale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Grazie, Presidente Vignale.
Le leggo la nota redatta dalla collega Pentenero, che, per la verità ho già avuto anche occasione di seguire. Devo dire che, in parte, condivido anche - se posso - la riflessione svolta sull'eccessivo sviluppo, forse della grande distribuzione, in alcune epoche, che sembrava senza fine.
Leggo per abbreviare.
Carrefour, in data 3 febbraio 2017, ha avviato due distinte procedure di licenziamento collettivo a livello nazionale. La prima procedura sul territorio piemontese riguarda Burolo (20 esuberi) e Vercelli (30 esuberi) attualmente in contratto di solidarietà, mentre la seconda riguarda Trofarello e Borgomanero (interessati dalla cessazione dell'attività lavoratori che coinvolgono rispettivamente 54 e 57 unità), Grugliasco (14 esuberi), Torino Corso Grosseto (sette esuberi), Novara (11 esuberi) Collegno (dieci esuberi), Borgosesia (sei esuberi), Pinerolo (otto esuberi).
L'Assessorato al lavoro ha preso immediatamente contatto con le organizzazioni sindacali e con l'azienda al fine di verificare la situazione e verificare le possibili soluzioni atte a salvaguardare i livelli occupazionali su tutti i siti.
In particolare, nei primi giorni del corrente mese di marzo l'Assessorato ha incontrato i vertici del gruppo Carrefour, i quali hanno illustrato la situazione ed hanno espresso la propria disponibilità a cercare, insieme alle organizzazioni sindacali, soluzioni non traumatiche per la gestione del problema occupazionale. In un articolo comparso oggi sui giornali, d'altra parte, i responsabili dell'azienda confermano la volontà di minimizzare l'impatto dell'operazione con un paio di uscite, su base volontaria, e con prepensionamenti e incentivi, di qui al 2018.
In data 10 marzo p.v., le parti si incontreranno, nell'ambito della fase sindacale della procedura, nella sede di Bologna, per confrontarsi sul tema.
L'Assessorato al lavoro è in costante contatto con le parti e seguirà l'evolversi della trattativa, pronto ad attivare ogni utile iniziativa si rendesse necessaria per favorire una positiva soluzione della vicenda.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1476 presentata da Bono, inerente a "Criticità emergenti nei Pronto soccorso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1476.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato questa interrogazione a seguito dei fatti riportati dai media relativamente all'interrogazione di un medico che lavora nel DEA dell'ospedale Maria Vittoria di Torino, il quale ha rilasciato una dichiarazione alla trasmissione televisiva Nemo, su RAI 2, in data 2 marzo (se non sbaglio).
In questa dichiarazione il medico rilasciava quello che è stato definito da molti un segreto di Pulcinella, cioè il fatto che negli ospedali piemontesi, e non solo torinesi, ci sia una difficoltà, a causa della carenza di personale, ad avere un organico sufficiente a coprire le esigenze di un sempre maggiore afflusso di pazienti ai Pronto soccorso presi un po' di mira sia per la stagione invernale, ma anche - sembrerebbe e dico sembrerebbe in maniera ottimistica - per una riduzione eccessiva dei posti letto in questa regione (a carenza di posti letto corrispondono difficoltà di ricovero dal Pronto soccorso nei reparti e quindi i pazienti stazionano per molte ore nei Pronto soccorso della nostra regione diventando anche un problema sociale).
Il medico dell'ospedale Maria Vittoria aveva dichiarato che sostanzialmente bollava in orario corretto nelle sue otto ore di lavoro, ma entrava prima oppure usciva ben dopo lo stesso orario di bollatura, e questo per permettere di coprire le richieste di lavoro veramente molto elevate all'interno dei Pronto soccorso.
Questa dichiarazione ha sollevato - sembrerebbe, noi abbiamo le notizie dai media - l'attenzione della Direzione generale, che avrebbe richiamato il medico con l'ipotesi di una sanzione disciplinare. Quindi vorremmo chiedere innanzitutto all'Assessore Saitta se questo è vero o meno.
Il question time ovviamente può solo rappresentare un'interrogazione singola, ma nel video televisivo si facevano vedere anche altre questioni ad esempio il fatto che le ambulanze sono spesso ferme perché nei Pronto soccorso della nostra regione non ci sono posti letto e dunque si utilizzano le barelle mobili delle ambulanze, che restano ferme finché il paziente non viene o dimesso o ricoverato. Questa, insieme ad altre questioni abbastanza note, come il fatto che il principale ospedale della regione, cioè le Molinette, sembra che abbia inviato un fax dicendo al 118 di non portare più pazienti al loro Pronto soccorso perché erano strapieni e di dirottarli verso altri ospedali della città di Torino.
Sono tutti fatti denunciati, uno in maniera pubblica, gli altri in maniera anonima, ma su questo vorremmo delle rassicurazioni; vorremmo anche delle informazioni su come l'Assessore intende, nei prossimi mesi e anni adoperarsi per far sì che l'emergenza nei Pronto soccorso non diventi poi una questione ormai quotidiana.
Si è inoltre visto che i concorsi per il personale che deve lavorare nell'emergenza/urgenza vanno deserti e ciò probabilmente perché si sa che è un lavoro molto stressante, molto impegnativo e che i giovani medici non vogliono fare, poiché francamente presenta intensi ritmi di lavoro, tra l'altro con problemi anche di sicurezza. Infatti, se si lavora e non si è dentro la struttura, quindi non si è, diciamo, bollato - quindi siamo o prima o dopo - ci sono anche dei problemi di sicurezza e di assicurazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come ho già avuto modo di ribadire in più occasioni, in modo particolare nelle giornate tra la fine del 2016 e i primi giorni del 2017 si è verificato un numero eccezionale di accessi nel Pronto soccorso degli ospedali piemontesi. In gran parte, questo fenomeno - com'è noto - è dovuto al picco anomalo fatto registrare dal virus dell'influenza, che si è presentato in modo precoce rispetto agli altri anni, con un'incidenza particolarmente elevata durante le vacanze natalizie.
È dunque a questa limitata e già nota situazione di criticità avvenuta entro il mese di gennaio, e non a un periodo successivo, che fa riferimento la trasmissione televisiva andata in onda il 2 marzo scorso. È andata in onda il 2 marzo, ma mi dicono che la registrazione è invece avvenuta ai primi di gennaio.
Inviterei quindi a collocare la fase dell'emergenza nel Pronto soccorso nella corretta scansione temporale e a non attribuirla a periodi successivi e più attuali. Del resto, a seguito della messa in onda della trasmissione che è avvenuta successivamente, i Carabinieri del NAS sabato scorso hanno effettuato un'ispezione presso il Pronto soccorso delle Molinette. Dal verbale stilato alla conclusione del sopralluogo, è possibile constatare come i militari non abbiano rilevato alcuna irregolarità all'interno della struttura, riscontrando anzi come l'Azienda Città della Salute sia pienamente in grado di far fronte anche agli afflussi più massicci all'interno del presidio; come i tempi d'attesa previsti dalla legge per i codici gialli e rossi siano rispettati; come in sostanza vengano osservate tutte le condizioni necessarie a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori.
Questo è il verbale dei NAS. Così come nei mesi scorsi sono stati fatti altri sopralluoghi da parte dei NAS che mi pare, più o meno, abbiano questo taglio.
Alla luce di queste considerazioni, quindi riferendoci al fatto che il collega Bono ha citato, appare evidente come non trovino corrispondenza con la realtà dei fatti le rappresentazioni che descrivono gli ospedali piemontesi (parlo di questo periodo), e in particolare il Pronto soccorso come struttura al collasso e dipingono l'intera sanità alla stregua di un sistema non governato.
Ritengo, al contrario, inaccettabile un simile tentativo, che mi pare sia emerso anche in diverse occasioni, di gettare continuo discredito sulla sanità regionale per scopi che sono ben lontani, se non contrastanti, con la tutela della salute dei piemontesi. Questo non significa certo - ne sono convinto - che non esistano condizioni di disagio e di sofferenza che colpiscono anche professionisti e operatori sanitari, problematiche spesso figlie dei gravosi vincoli imposti da anni di piano di rientro dal debito.
A tale proposito, incontrerò nei prossimi giorni per un confronto di merito le organizzazioni sindacali dei medici che lo scorso 20 febbraio hanno scritto all'Assessorato per segnalare una situazione di difficoltà che non può essere certamente ignorata.
Mi preme però ricordare che un passo importante in tal senso la Giunta regionale lo ha già compiuto con la delibera sulle assunzioni approvata il 13 febbraio con cui le Aziende Sanitarie sono state autorizzate ad assumere personale sanitario, e soltanto personale sanitario (medici, infermieri e operatosi socio-sanitari), superando nuovamente il blocco del turnover collegato al piano di rientro.
Verrà data precedenza - abbiamo indicato così nella delibera - alle realtà che presentano maggiore carenza di organico e all'esigenza di ridurre le liste di attesa e il mantenimento in via prudenziale (prudenziale perché il fondo del 2017 non era ancora stato definito quando è stata assunta la delibera) dei tetti del 2016 che corrisponderà, in ogni caso, a un aumento del personale sanitario, perché continuiamo ad avere, ed è una scelta nostra, il blocco del personale amministrativo, prevedendo maggiori assunzioni, quindi la riduzione del personale amministrativo è a vantaggio del personale sanitario.
Un esempio concreto di quest'azione è rappresentato dal concorso, dopo otto anni, indetto dalla Città della Salute, Mauriziano, ASL Città di Torino e ASL TO5, che entro l'anno porterà l'assunzione di circa 150 nuovi infermieri.
Aggiungo, con particolare riferimento all'ospedale Maria Vittoria, che la Direzione generale dell'ASL Città di Torino è particolarmente attenta alle attività di Pronto soccorso che vengono supportate, in particolare modo, dalle politiche di sviluppo che si stanno realizzando nell'area delle post acuzie con l'implementazione dei letti e dell'assistenza domiciliare integrata. Il Pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria, inoltre, è stato recentemente oggetto di ristrutturazione con conseguente riorganizzazione degli spazi delle attività, e un ulteriore adeguamento strutturale è già in programma.
Per quanto riguarda la dotazione organica del Pronto soccorso, la Direzione non ha mai negato coperture di personale utilizzando le graduatorie disponibili, pur nelle difficoltà legate alla carenza di personale con specifica specializzazione in medicina d'urgenza. In generale, i piani di assunzione hanno previsto, sin dal 2016, come priorità, le assunzioni. In generale i piani di assunzione - parlo sempre del Maria Vittoria - hanno previsto, sin dal 2016, come priorità, le assunzioni per rispetto degli inserimenti legati alla normativa delle 11 ore.
Concludo ricordando che, per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione e relative alle bollature anomale del personale, l'Azienda Sanitaria ha effettuato un'attenta analisi delle possibili anomalie riguardanti la bollatura dei dipendenti, al termine della quale è emersa una situazione di sostanziale rispetto, in tutto l'ambito aziendale, della normativa vigente in tema di orari di lavoro e di tempi di recupero. Allo stesso tempo, l'Azienda conferma di non aver mai dato disposizioni al personale di violare in alcun modo tale normativa e precisa che il dottor Martelli non è stato oggetto di provvedimenti disciplinari, ma è stato convocato in Direzione per i necessari chiarimenti.
Queste sono le informazioni e le risposte al quesito che il Consigliere Bono, che certamente non ignora le questioni che esistono, ha posto, ma abbiamo voluto contestualizzare il momento della trasmissione e anche le decisioni che sono state assunte per quanto riguarda le nuove assunzioni con una delibera del mese di febbraio. Si sta procedendo in questo senso e incontreremo i sindacati, così come ci è stato chiesto, nei prossimi giorni.
Ho fatto una sintesi conclusiva delle cose che ho detto sviluppandole nel mio intervento. Le questioni sono note, d'altronde i vincoli del personale sono anche i vincoli arcinoti che non possono essere ignorati da nessuno e neppure dall'opposizione, ma mi pare che la strada che abbiamo imboccato ci consentirà, come è già capitato nel 2015 e nel 2016, di continuare ancora con una maggior numero di assunzioni di personale sanitario derivato dal blocco del personale amministrativo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.31 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Allemano, Cerutti, Chiamparino, Giaccone Pentenero e Reschigna.



PRESIDENTE

In chiusura di seduta mattutina era stata richiesta una Conferenza dei Capigruppo. Chiedo ai Capigruppo di recarsi in sala A per una seduta politica.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.36, riprende alle ore 16.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza di assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010 n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza di assegnazione degli alloggi di edilizia sociale.
Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010 n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 180) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, presidente Ringrazio il Consigliere Gariglio per l'opportunità di aver quantomeno, tentato una sintesi, ma dobbiamo registrare il fatto che anche l'atmosfera della Conferenza dei Capigruppo non è che lasciasse intravedere chissà quali possibilità o probabilità di incontro, giusto per informare i Consiglieri dei ragionamenti che sono stati fatti in quella sede.
La proposta era molto semplice a livello politico: potevamo tornare al testo originario per confermare la nostra attenzione e la nostra priorità sull'oggetto iniziale del disegno di legge, ovvero stoppare il meccanismo automatico delle decadenze. A fronte di questa disponibilità della Giunta e della maggioranza è stato detto che, tecnicamente, non si poteva fare per alcuni emendamenti già approvati. Io penso che con un maxiemendamento si poteva anche cambiare la situazione avendo i numeri e la volontà politica a fronte di questa scelta, e parlo per me stesso. Da quello che è emerso in Conferenza dei Capigruppo, ci sarebbe stata la disponibilità a ritirare l'ostruzionismo e votare anche favorevolmente il provvedimento originario senza chiaramente per nulla pregiudicare l'approfondimento di questo tema nel gruppo di lavoro, di riordino dell'intera disciplina.
Purtroppo quest'offerta non è stata politicamente recepita, anzi, è stata vista come una provocazione, quindi questa strada, che sarebbe stata la più semplice, anche la più immediata, la più coerente in termini di impostazione politica, è stata respinta e rispedita al mittente.
La seconda proposta era quella visto che, di fatto, è già stato deciso con emendamenti già approvati dalla maggioranza, ancorché proposti dal Movimento 5 Stelle, modificata la parte delle assegnazioni dopo il decesso dell'assegnatario. Anche qui, la parte è modificata con l'inserimento delle unioni gay. Inoltre, è anche modificata la parte di attribuzione dei punteggi inserendo ex novo la categoria delle unioni omosessuali insieme a quella dei matrimoni.
Evidentemente, a fronte di una modifica così ampia, si era ragionato di riprendere in mano altre priorità, che andrò a ripetere anche nei momenti di intervento successivi, segnalando altre urgenze e priorità.
Se fosse raccolta e recepita - legittimamente - da settori di questo Consiglio l'urgenza rispetto alla revisione generale della legge n. 3/2010 sul tema delle unioni omosessuali, altrettanto potrebbe essere recepita l'urgenza manifestata da altre forze delle minoranze in merito al tema dei conguagli.
È un tema che è stato toccato - ma penso che ci torneremo negli interventi a venire - anche dai miei colleghi; il collega Vignale è intervenuto su questo tema in modo ancorché più preciso.
Dall'altra parte, anche il tema dei punti che vengono dati ex novo, in termini aggiuntivi rispetto a tutte le condizioni socio-economiche del richiedente.
Assessore, finché non mi fermano vado avanti, tendenzialmente!



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Si avvii alla conclusione, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Sì, per onestà intellettuale proseguo con gli interventi successivi.
Non voglio abusare della cortesia del Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Spiace che non si sia arrivati a una condivisione, non certo di una posizione unitaria - questo non poteva essere, essendo assolutamente evidente e chiaro anche solo dalla discussione di questa mattina che le posizioni sono, relativamente ai primi tre articoli, profondamente diverse ma ritengo vi fosse un'urgenza condivisa da tutti e cioè quella di arrivare all'approvazione della legge sulle decadenze e - noi aggiungiamo al tema dei conguagli.
Essendosi voluti intestardire, nonostante la II Commissione stia discutendo la revisione della legge n. 3, su un tema che, per merito, ma soprattutto per metodo - ci permettiamo di dire - è fortemente divisivo ritengo si sia fatto un cattivo servizio innanzitutto ai piemontesi.
Dopodiché, è evidente che il nostro compito (il mio compito) è quello di significare una forte contrarietà, non solo a un'accelerazione, ma anche alla volontà d'individuare una priorità, quando non si ritiene che, in questo momento, l'attuazione della Cirinnà sia tale, parlando di edilizia sociale.
Per questo motivo, ritengo che dovremmo continuare (sarà anche utile) una discussione approfondita sul tema, per arrivare ad affrontare finalmente, quando questa discussione sarà conclusa, i temi veri, che sono quelli della decadenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 181) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Proseguo l'intervento iniziato in precedenza, che - giustamente - ho dovuto interrompere per esigenze di tempistica.
Si stava ragionando sulle priorità. Alla Conferenza dei Capigruppo mi sono sentito replicare che l'esigenza da me manifestata (quella di eliminare con urgenza quei punteggi ulteriori dati ai richiedenti asilo, in quanto richiedenti asilo) fosse una bandiera politico-ideologica.
Non nego, ovviamente, che questo sia un tema a tutto tondo che sta molto a cuore alla formazione politica che io rappresento in quest'aula però ho cercato di far ragionare tutti sul fatto che quel tema, come molti altri (i rom, tema altrettanto incendiario, delicato ed anche emergenziale piuttosto che certe scelte anche in termini politici di priorità sull'emergenza abitativa, sul sistema dell'edilizia sociale), potevano tranquillamente, pur nelle naturali contrapposizioni che ci vedranno schierare gli uni di fronte agli altri (non armati, si spera), essere rinviati alla revisione generale della legge n. 3/2010.
Perché, invece, è un'emergenza togliere quel punteggio? Semplicemente per i numeri.
Noi stiamo parlando di una categoria di persone che viene accolta secondo un sistema di quote, quindi senza alcuna previsione, perché sono quote automatiche, proporzionali - mi sento di dire - non solo agli arrivi ma alle politiche di tratta delle persone che le mafie che contrabbandano le persone stesse dall'Africa ci impongono.
Quindi, paradossalmente, il numero di queste persone non lo decide la Regione Piemonte e non lo decide neanche il Governo: lo decidono i mercanti di schiavi. E visto che noi siamo - ahimè - in questo sistema, appesi alle strategie della criminalità organizzata sulla tratta degli schiavi, se anche domani cessasse questa tratta, noi ci troviamo già con 4.000 persone che insistono (l'Assessora Cerutti ci aggiorna periodicamente) sul nostro territorio.
Queste persone, il giorno che matureranno i tre anni di residenza - e non manca molto rispetto alla ripresa delle migrazioni di massa dopo le "Primavere arabe" - saranno, a tutti gli effetti, titolati, ai sensi della nostra normativa regionale, a partecipare ai bandi per la casa popolare e lo faranno, secondo l'attuale assetto, con un punteggio premiale di due punti.
Due punti possono sembrare una sciocchezza, ma voglio ricordare che l'attuale bando del capoluogo, che prevede migliaia e migliaia di partecipanti ancora in attesa in graduatoria, prevede l'assegnazione (chissà quando, ma sulla carta è così) con un minimo di 11 punti. Vi rendete conto che due punti, su una decina abbondante...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



MARRONE Maurizio

Non c'è problema, Presidente, continuo dopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è uno dei temi principali della discussione, perché questa discussione ha previsto, con un carattere d'urgenza, l'inserimento di una categoria di persone, cioè coloro i quali hanno contratto un'unione civile ai sensi della Cirinnà, ma non prevede la possibilità di tutelare il sistema dell'edilizia sociale piemontese.
E allora, il tema dei richiedenti asilo e dei profughi è un tema dirimente all'interno della nostra regione, perché noi non ci siamo accontentati - ovviamente - come gli altri paesi europei, dell'aspetto dello status di profugo (sei per cento di coloro i quali arrivano all'interno della nostra nazione e regione), ma abbiamo introdotto un'altra serie di status inesistenti nei paesi europei, ma esistenti solo all'interno del nostro paese.
In questo momento (nel 2017), all'interno della nostra regione sono presenti 14.000 profughi, che vanno - ovviamente - ad aumentare: negli ultimi due anni, l'aumento è stato di circa 4-5.000 all'anno; quest'anno è addirittura 6.000.
Ciò significa che, da qui a breve, il sistema dell'edilizia sociale sarà un sistema che, non solo - come già avviene oggi - non è in grado di dare risposte a chi fa una domanda, ma sarà completamente sconquassato da chi arriva ed ha tutta una serie di requisiti.
Presidente, salto l'illustrazione dell'emendamento successivo, così riesco a completare il mio ragionamento.
Prendiamo l'articolo 8, comma 1, lettera a): "Coloro i quali vivevano in centri raccolta, coloro i quali vivevano in situazioni di precarietà" che avranno un punteggio ulteriore, coloro i quali che avranno uno status come quello di profughi avranno un punteggio ulteriore, coloro i quali avranno una famiglia, spesso anche numerosa, che in molti casi è la fattispecie di quelli che arrivano nella nostra Regione...
Perché è importante distinguere questi aspetti? Perché abbiamo deciso non certo noi, ma lo Stato italiano - che c'è un sistema (SPRAR, non SPRAR insomma il Ministero dell'Interno) che tutela i richiedenti asilo che arrivano nella nostra nazione. Non vanno mischiati due sistemi differenti perché se no si arriva ad una situazione di assoluta implosione di quella che è un'offerta sociale. Perché la nostra legge si chiama "legge sull'edilizia sociale".
Se non poniamo alcuni freni (anche altri, ma ne discuteremo quando arriveremo alla modifica della legge n. 3/2010) è assolutamente evidente che continueremo a vivere in una città e in una Regione che attribuisce più del 50 per cento degli alloggi di edilizia sociale al 17 per cento della popolazione, e che, inevitabilmente, sottrae al rimanente 83 per cento della popolazione una serie di diritti. Questo è il tema che noi dobbiamo affrontare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 182) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Vignale rinuncia all'illustrazione dell'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Il Presidente, che gode di tutta la mia simpatia, si becchi una battuta: abbiamo un po' di nostalgia di quando eravate più scapigliati e più anti-istituzionali!



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

È vero, effettivamente l'ho rivolta alla persona sbagliata: è una doppia battuta!



PRESIDENTE

Presidente Marrone, io sono sempre perfettamente pettinato!



MARRONE Maurizio

Bravissimo! Continuando il ragionamento, in realtà costituisce un'emergenza a tutti gli effetti. Veniva giustamente detto anche dal collega che mi ha preceduto che esiste un sistema ad hoc per l'accoglienza. Purtroppo è un sistema a tempo. Non dico "purtroppo" perché auspico che vada avanti all'infinito, ma perché ha dimostrato non essere sufficiente, quantomeno negli esperimenti che abbiamo visto fino ad oggi, con responsabilità molto varie, plurali e trasversali, del fatto che poi, in mancanza di un'avvenuta integrazione spesso, quando finisce l'assistenza, si arriva a un abbandono di queste masse, con tutte le conseguenze, anche in termini di ordine pubblico, che questo comporta nelle metropoli.
Il problema, però, è che la soluzione non può essere, finita l'accoglienza in cooperativa, l'assegnazione tout court della casa di edilizia sociale, perché non sono i numeri a consentirlo. Così come parlando di un tema più ampio, sarebbe del tutto naif e ipocritamente ingenuo pensare che la soluzione dei problemi dell'Africa possa essere l'immigrazione in Europa, per una questione strettamente numerica, cioè di impossibilità di accoglienza di tutti i bisognosi che da lì potenzialmente, potrebbero arrivare all'infinito fino all'esaurimento del territorio europeo. Dall'altra parte, è parallelamente impossibile pensare che una massa di diverse migliaia di persone possa essere indirizzata con un punteggio omaggio, perché questo accadrà. Sono contento che le verbalizzazione possano anche tener conto di questa possibilità di registrare per il futuro delle previsioni, ahimè, in questo caso, molto nefaste, ma a mio avviso molto realistiche, sul fatto che avverrà una sostanziale invasione di campo totalizzante.
Sulle 500 o 550 unità abitative (grosso modo, con oscillazioni minime) che annualmente ATC-Piemonte centrale, in un contesto urbano come quello torinese, offre a tutta la pletora dei destinatari, nelle articolazioni diverse di cittadinanza, di etnia, di orientamento, di genere o di qualsiasi altra cosa, immaginate cosa potrebbe accadere se un anno ci fosse semplicemente un'assegnazione totalizzante solo a chi, avendo già tutta una serie di voci evidentemente che rendono corposo il punteggio, ha anche punti extra per lo status di richiedenti asilo, magari senza neanche aver conseguito lo status di protezione internazionale (quindi di rifugiato a tutti gli effetti), e si ritrova ad occupare integralmente un'assegnazione.
A quel punto, le sirene sulla guerra tra poveri, sulle destre populiste che soffiano sul fuoco servirebbero a poco se la volontà politica - concludo Presidente, ma è un concetto importante - è davvero evitarla la guerra tra poveri.
Se, invece, non è questa la preoccupazione - di evitarla - ma solo agitare lo spauracchio della destra populista che soffia sul fuoco, allora siate pure liberi di non dare la giusta importanza a questa urgenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 183) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Il Presidente di Commissione Ravetti suggeriva sul discorso che si stava portando avanti: in realtà, è proprio questo. Noi possiamo arrenderci ad incarnare un ruolo dell'agone politico, per cui c'è una sinistra buona (quando non buonista) e una destra cattiva, quando non populista, nel senso dispregiativo del termine. Io nutro delle difficoltà a considerarla tale perché la parola "popolo" un tempo non aveva questa connotazione così terrorizzante e dispregiativa (mi rivolgo alla sinistra).



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Sì, popolare, populista. Io ho l'impressione che si abbia un certo orrore più per la radice della parola, che non per la desinenza soprattutto quando, poi, quello che dice il popolo non piace. Io noto che ad una certa sinistra piace il popolo quando fa i complimenti; quando invece, dà segnali diversi, allora il popolo diventa immediatamente un'entità pericolosa, che può dare adito a chissà quali sviluppi drammatici della storia. E quindi spesso va privato della sua sovranità (perché poi alla fine, è questo il modo con cui si riesce a neutralizzare il popolo che diventa elettoralmente cattivo). Ma non volevo divagare.
Volevo però soffermarvi su un punto. Se un domani (che spero non arrivi mai, per questo continuerò ad impegnare tutte le energie di cui dispongo) si arrivasse ad una sorta di "capovolgimento delle proporzioni" per le ondate migratorie che sento auspicate anche da esponenti della Giunta (in una recente agenzia l'Assessora Cerutti auspicava l'arrivo di ulteriori 200.000 richiedenti asilo, che l'economia italiana e piemontese richiederebbero, pena il collasso: prendo atto di questa visione, ma io ne ho una differente), qualora questa massa si ritrovasse a scavalcare tutto il resto della comunità, ci troveremmo di fronte ad una crisi mai vista peraltro ingiusta anche in termini di proporzione sociale. Perché, per quanto i numeri possano cambiare un domani, ci troviamo di fronte una popolazione immigrata (senza neanche parlare di richiedenti asilo, in generale una popolazione di extracomunitaria) che non arriva neanche al 14 per cento del tessuto dei residenti delle nostre comunità.
Se andiamo a verificare un'assoluta sproporzione delle rappresentanze in termini di assegnazione definitiva, per cui si corre il rischio che al momento si vadano quasi a parificare le assegnazioni agli italiani a quelle di extracomunitari, nonostante abbiamo detto che le proporzioni di residenza siano completamente diverse, o addirittura, magari, un domani ad intertirsi in termini di maggioranza e minoranza, vi renderete conto del fatto che la penalizzazione degli italiani all'accesso a determinati diritti sociali non sarà più (io credo non lo sia già adesso) una sirena propagandistica delle terribili destre populiste, bensì una realtà oggettiva. Guardate che è già una realtà percepita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 184) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Stavo dicendo che se un domani davvero si arriva ad un capovolgimento di questo tipo, sarà tardi andare a spiegare alla popolazione, in particolare a quella che vive questa emergenza sociale, che la loro è una percezione.
Io ho avuto modo di ragionare su questa forma mentis anche nell'ambito della sicurezza: c'è un certo atteggiamento - un po' saccente, consentitemi di ritenere che quando dalla popolazione arriva un segnale, invece di recepirlo o, piuttosto, di verificarlo e sondarlo, tendenzialmente vedendolo come un problema da risolvere, lo si ribalti sul soggetto che l'ha manifestato, liquidandolo come una percezione errata; ci configurerebbe una sorta di maggiore consapevolezza del vertice rispetto alla base.
Esperienza insegna, ma non voglio generalizzare, che spesso in realtà la base ha inevitabilmente una percezione più diretta della situazione magari grossolana, magari non dettagliata, magari istintiva, però spesso reale, perché spesso sfugge completamente a qualsiasi ragionamento di tipo strumentale e politico.
Allora, vedete, in un momento in cui già adesso, non nei quartieri elettoralmente orientati per tradizione a destra, ma nelle borgate popolari, quelle ex operaie, quelle che avevano una tradizione elettorale radicalmente di sinistra, si veda emergere una sensibilità di diffidenza verso le Istituzioni, proprio sul tema di accesso ai diritti sociali sempre sul tema della discriminazione degli italiani rispetto agli stranieri, la dice lunga. La dice lunga sul fatto che questo è un fenomeno oggettivo, per cui, se si vuole evitare una guerra tra poveri, bisogna porre un rimedio concreto e sostanziale.
Non credo che l'Italia sia un Paese razzista e non credo neanche, come esponente della destra, che nemmeno la destra stessa abbia nel nostro Paese un suo strato razzista, per innumerevoli ragioni di tipo culturale e antropologico; c'è stata una fase molto buia, non mi voglio introdurre in questa argomentazione, ma non ho problemi ad ammettere che è stata una fase davvero molto buia, che ha visto violazioni terribili dei diritti umani, in cui effettivamente il nostro Paese e una certa destra è stata attraversata da un'ideologia razzista. Tuttavia, non penso che questa appartenga alle radici del nostro popolo e quindi anche delle forze identitarie che le identità di quel popolo cercano di amplificare e di rappresentare.
Ora, è vero che questa degenerazione diventa a maggior ragione ancora più pericolosa se diventa un sentimento diffuso a livello popolare, in modo del tutto sconnesso da appartenenze ideologiche.
Un meccanismo di questo tipo non lo si neutralizza politicamente, una volta che è diventato coscienza sociale; una volta che è diventato la chiacchiera in coda in panetteria, diventa veramente un'emergenza più difficile da combattere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che i temi che stiamo cercando di portare all'attenzione del Consiglio siano e saranno i veri temi su cui, indifferentemente da quello che noi pensiamo e i nostri Gruppi consiliari intendano mettere all'attenzione, si confronterà l'agenda politica di questa Regione.
Il nome del Gruppo da poco costituito da me e soprattutto il movimento a cui ho aderito è costituito da tre parole, "Movimento nazionale per la sovranità". Credo che il tema della sovranità dei cittadini, e non ne faccio una distinzione semantica, sarà uno dei temi centrali su cui noi scontreremo le nostre politiche, sulle quali io credo ci sarà una vera distinzione rispetto al futuro e, per certi versi, anche in termini delle vecchie categorie di destra e di sinistra.
È sufficiente vedere le elezioni del capoluogo per capire dove il centrosinistra le ha vinte o le ha perse, se volete, dove il Movimento 5 Stelle le ha vinte o le ha perse e con l'addizione di chi per comprendere quanto stiamo dicendo sia un tema che, se non è affrontato da questo Consiglio regionale...



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Questo Consiglio regionale fa un errore semplicemente perché non si occupa di un problema principale dei cittadini, cioè quando noi diciamo che bisogna ragionare in termini di coerenza, di rispetto delle norme e quant'altro, ma anche con un po' di coraggio in più rispetto...
Presidente, posso fare il successivo di seguito, così non mi interrompo, ma non cambia niente?



PRESIDENTE

Basta che non superi i quattro minuti.
Siamo uomini di parola; prego.



VIGNALE Gian Luca

Dicevo, nel momento in cui noi non affrontiamo questo tema, il non affrontarlo non comporta che non diventi la bandiera di un Gruppo consiliare piuttosto che di un altro: il rischio vero è quello di non fare e di non leggere le esigenze dei cittadini.
Non sono stato abituato e non sono cresciuto facendo politica cercando di assecondare la maggioranza dei sentimenti dei cittadini, altrimenti non mi sarei iscritto molti anni fa in un piccolo partito di destra, ma certamente credo che non si possa far finta di nascondere un'enorme esigenza sociale che nasce non soltanto più nelle periferie o nelle zone a maggior difficoltà sociale, ma che pervade gran parte della nostra città e della nostra regione anche laddove non esistono problemi di carattere economico.
Allora, se vogliamo davvero intervenire in modo intanto saggio in termini di equità sociale nei confronti delle persone che hanno più bisogno, ma anche in termini di distinzione, rammento e ricordo che salvo le direttive dell'Unione Europea, anche nella storia recente, c'è sempre stata una distinzione netta fra cittadini e non cittadini, e non casualmente c'è una grande discussione fra ius soli...



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 185) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Quest'emendamento sarà illustrato soltanto dal Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Volevo prima informarmi sul testo dell'emendamento, ma è ostruzionistico, quindi continuo...



PRESIDENTE

Se vuole, lo posso leggere.



MARRONE Maurizio

No, l'ho visto. Grazie, Presidente.
Posso continuare con il ragionamento di prima, anche se crea un po' di confusione il fatto di intervallarlo con un altro emendamento di tipo simile, ma giustamente peculiare.
Il fatto che non si dia il giusto peso a questa emergenza posta all'attenzione dell'Aula, effettivamente - non lo condivido, ma lo capisco nasce dalla considerazione che sia una bandiera ideologica. Penso che così non sia, altrimenti non mi spiego come mai in Conferenza dei Capigruppo è emerso, anche se solo accennato.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Magari in questa sede se ne potrà parlare in modo più approfondito e spero che anche il PD ce lo chiarisca.
Tutti abbiamo avuto modo di leggere un'intera pagina de La Stampa, in cui dal PD veniva ribadita l'esigenza di dover selezionare in modo pragmatico, però forte, l'equilibrio tra italiani e stranieri nell'assegnazione delle case popolari, e si faceva riferimento proprio al gruppo di lavoro inaugurato dalla II Commissione.
Sinceramente, non capisco questa discrasia tra ciò che viene annunciato sui media, forse consapevoli della reale emergenza sociale del problema e della reale importanza che la cittadinanza assegna a questo tema e dall'altra parte, in Aula i singoli Consiglieri fingano ancora di interpretare questo tema come un tabù agitato dalle estreme destre: non è esattamente così.
Guardate, possiamo anche confrontarci lungamente, e spero che così sarà in futuro, su quale sia la soluzione più equilibrata, su quale sia la soluzione più equa, su quale sia la soluzione migliore per tutelare il diritto alla casa popolare degli italiani e, contemporaneamente, non penalizzare gli stranieri che davvero sono nelle condizioni di meritarla e di goderne, però fino ad oggi registriamo una chiusura rispetto a questo dibattito o, meglio, una sorta di doppia morale, per cui sui giornali si annuncia l'attenzione al tema e poi nelle aule consiliari e di Commissione si fa melina, addirittura accusando gli esponenti politici avversari di porre questo tema e di agitarlo in modo strumentale e in modo populista.
Questo è un vero peccato, perché mi auguro - lo dico sinceramente senza falsa retorica - che questo gruppo di lavoro riesca entro la legislatura a fare quello che le legislature che ci hanno preceduto - ben due - non sono riuscite a fare, ovvero la revisione della legge 3 del 2010.
Se mi consentite, però, lo dico con speranza ma anche, da un punto di vista razionale, con discreto pessimismo, perché sino adesso questo non si è riuscito a fare: l'agenda istituzionale del nostro Ente continua a registrare reiterati strappi emergenziali e adesso arriverà il bilancio.
Continuerò però il ragionamento con l'illustrazione del prossimo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 186) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Stavo dicendo che il fatto che ci sia questa sorta di doppio binario in cui un'esigenza si segnala mediaticamente, si comunica elettoralmente e poi però non si affronta con l'adeguata sollecitudine a livello istituzionale è un peccato. È un peccato perché, di fatto, quello è un tema sul quale io penso che - messe da parte, o quantomeno messe nel giusto conto, le naturali divergenze e le naturali impostazioni politico-culturali, e grazie al cielo differenti tra le varie forze politiche - visto che poi si arriva a un tema di reale problematicità per la popolazione e per la resa di questo sistema evidentemente ingolfato, dobbiamo dedurre che ci sarebbe una discreta probabilità di arrivare, come sul tema dell'autorecupero, ad una soluzione piuttosto condivisa, o almeno ad un nocciolo comune di condivisione.
È un peccato che si perda tempo ad arrivarci quando poi in realtà l'ho sentito dire anche dai colleghi del Gruppo 5 Stelle in un precedente loro intervento - il problema è perlomeno ravvisato da tutti, ovviamente nella legittima differenza sulle soluzioni proposte; però, già il fatto che il problema venga avvertito è importante. E spiace quindi sentirsi replicare che il motivo per cui se ne inserisce la trattazione in questo frangente sia una ragione di mera strumentalità politica e di bandiera ideologica. Non è così: quella di cui si parla è una categoria che non verrebbe esclusa dall'assegnazione, ma verrebbe ricollocata in una condizione di parità con l'insieme di tutte le altre persone che sono nelle medesime condizioni economiche.
Prima cercavo di provocare una reazione nei colleghi del Partito Democratico, ma questa non arriva; poi ci saranno occasioni future in cui magari succederà. Vorrei capire - e continuo a non riuscirci - come si possa spiegare e argomentare che - se non si guarda al colore della loro pelle o a quello che è scritto sui loro documenti - tra soggetti che sono sostanzialmente in pari condizioni socio-economiche, una persona sia favorita in termini di punteggio rispetto ad un'altra; senza che esista una differenza quanto a numero di figli, a situazione di salute, a condizione reddituale o a una qualunque tipologia oggettiva che ponga in differenti condizioni i richiedenti.
Da che mondo è mondo, infatti, una graduatoria e un'attribuzione di punteggio sono per definizione un'operazione "discriminatoria", nel senso che bisogna favorire chi è più in difficoltà e discriminare chi lo è di meno, nel voler individuare un ordine di assegnazione; peccato che le argomentazioni di "discriminazione" dovrebbero essere oggettive e soprattutto relative al tema dell'oggetto, cioè l'emergenza abitativa; per esempio, un soggetto che è stato sfrattato e si ritrova in mezzo a una strada, a maggior ragione se si tratta di una famiglia che viene, come spesso accade, smembrata tra le strutture ricettive dell'assistenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 196) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vede? Il ragionamento che facevamo precedentemente - al di là della valutazione che non abbiamo inteso fare all'interno dell'esame di questa norma, ma che in qualche modo abbiamo anticipato - è esattamente quella che dicevamo precedentemente. Noi, cioè, avremmo il compito di governare una situazione di reale difficoltà e disagio rispetto alle politiche abitative con strumenti molteplici; alcuni che non vanno inseriti all'interno di questa norma, perché si tratta di una norma che doveva avere carattere di urgenza rispetto ad un punto, ma che certamente dovevano essere inseriti nella riforma delle ATC.
E io ne segnalo uno: fintanto che noi non garantiremo, anche con una disponibilità economica piccola ma con un virtuosismo e un po' di fantasia un maggior numero di stabili da dare in locazione, sarà impossibile che qualunque modalità di modifica dell'articolo 8, che è quello dei punteggi e degli accessi, abbia un suo senso.
È assolutamente evidente, infatti, che se noi oggi abbiamo alcune decine di migliaia (quasi 20.000) di persone in lista di attesa nella nostra Regione, a fronte del numero di alloggi che continuiamo a garantire ogni anno, questi non sono sufficienti. E, anche laddove restringessimo o individuassimo modalità differenti con cui assegnare punteggi e quindi alloggi, è chiaro che se non si arriverà a una maggior disponibilità di abitazioni la legge rischierà di essere magari migliore e magari più equa ma inutile.



PRESIDENTE

Sempre sullo stesso emendamento, ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ovviamente continua questa nostra operazione ostruzionistica per ribadire che questa misura, questa innovazione legislativa effettivamente aveva assolutamente una sua urgenza e un suo perché. Personalmente, non ho problemi a dirlo e l'ho ammesso; non lo faccio di frequente, però come relatore di minoranza, proprio perché ritenevo che valesse la pena approfondire il testo in termini positivi, mio malgrado e con dispiacere mi ritrovo a dover opporre, invece, un ostruzionismo che effettivamente ha pochi precedenti in questa legislatura, proprio perché purtroppo questa legge è diventata qualcos'altro.
Ricordiamo un dato. È vero che le ATC hanno sostanzialmente già bloccato le decadenze, per cui - lo ricordo ad utilizzo generale - sarebbe del tutto falsa un'accusa di minacciare l'esecuzione delle decadenze solo perché prendiamo maggior tempo di dibattito. È anche vero, però, che se davvero l'interesse della maggioranza e della Giunta fosse concentrato su questa esigenza, approveremmo la norma in cinque minuti: basterebbe tornare al testo originario - a quello predisposto all'inizio dalla Giunta, che parlava solo ed esclusivamente di blocco delle decadenze - e, per quanto la condivisione - ho già avuto modo di dirlo - non sia assoluta sul testo presentato - perché rimane comunque una criticità rispetto all'eccessiva discrezionalità nella sostituzione del metodo vigente di definizione dei percorsi di rientro dalle morosità, che è sbagliato, ma che non è sostituito con alcun metodo alternativo - almeno rimarremmo in un ambito di condivisione diciamo sostanziale. Purtroppo, è stata fatta un'altra scelta.
Sinceramente sono rammaricato di far perdere tutto questo tempo; non solo ai colleghi - anche per loro, per carità: non ne vado di sicuro felice e orgoglioso - ma anche a tutti i dipendenti dell'Ente, che si trovano a doverne seguire il funzionamento. Però si è ravvisata la necessità politica di dare un segnale molto chiaro - si è sentito parlare spesso di segnali doverosi - rispetto all'indisponibilità, quantomeno di una certa parte politica, a continuare a digerire tutti i rospi che questo asse, creatosi almeno su questo e altri temi tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle fa ingoiare non tanto e non solo alla nostra parte politica, non tanto e non solo al nostro elettorato, bensì a tutta la comunità del territorio piemontese.
Noi riteniamo che la sensibilità che oggi rappresentiamo sia ben più ampia del consenso dei singoli partiti dell'area del centrodestra riteniamo sia una sensibilità ampiamente maggioritaria. Questo lo dico non tanto solo per percezione personale, ma perché qualsiasi sondaggio in materia ha dimostrato che le posizioni sono diverse e divise in modo quasi pari a livello di popolazione italiana.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 197) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Perché insistiamo così tanto su questa battaglia? Le ragioni sono due: la prima, che stavo esponendo, è la consapevolezza di rappresentare una sensibilità diffusa, che noi riteniamo verrebbe comunque offesa e non adeguatamente rispettata da un'imposizione di questo tipo, che non passi da un serio ragionamento di contraddittorio politico, che in questo caso è mancato, perché si è preferito usare il taxi del disegno di legge, peraltro senza neanche riservare gli adeguati approfondimenti di dati, di situazioni e di parallelismi di altre realtà regionali; per esempio, oggi, in questa sede, ho sentito rivendicare l'orgoglio di essere la prima Regione ad avere inserito una previsione simile. La cosa suona strana, perché, normalmente in passato, ogni volta che abbiamo provato a essere avanguardia in qualcosa, mi veniva così rigirata: "È del tutto incauta questa decisione perché ci espone a essere isolati rispetto a scelte che sono, invece maggioritarie nell'orientamento legislativo delle altre Regioni".
In questo caso, evidentemente, l'approfondimento e la serietà hanno lasciato il campo alla fretta, e dico solo alla fretta, perché rispetto comunque, le idee di ciascuno, soprattutto dei colleghi proponenti.
Però, rimane il fatto che non si sia rispettato un passaggio fondamentale di metodo, ed è questa la seconda ragione. Avvertiamo un atteggiamento della maggioranza, forse, per certi versi, ancora più preoccupante, perché, tutto sommato, abbastanza inconsapevole, credo che ne siano perfettamente consci solo alcuni esponenti particolarmente attivi nella maggioranza stessa. Invece, secondo me, c'è una maggioranza che in generale non si accorge di quanto stia, ormai, reiteratamente e abitualmente, calpestando quelle che sono non solo le proposte di merito ma anche le proposte di iter, di road map, nei diversi campi dei diversi provvedimenti presentati da diverse forze di opposizione.
Lo so che noi ci troviamo in un sistema di opposizione, ormai è un trend abbastanza consolidato, però nuovo rispetto al passato, di tipo tripolare, come si rileva in tutti i sistemi elettorali e nelle conduzioni d'Aula: basta vedere, addirittura, la collocazione dei due emisferi fisici del Consiglio regionale, che era abituato ad avere, in termini generali una destra-centrodestra e una sinistra-centrosinistra, quindi sostanzialmente, due poli di cui uno aveva i numeri maggioritari per governare e l'altro quelli minoritari, ma comunque pesanti per riuscire a condurre un'azione di opposizione.
Il fatto che l'opposizione sia piuttosto frammentata e, in dettaglio in particolare divisa in due macrosoggetti, tutto sommato molto ben distinti tra loro, comprendo possa creare anche problemi oggettivi di gestione dell'Aula. Non credo, però, che questi problemi debbano essere cavalcati strumentalmente, dovrebbero essere un ragionamento da affrontare in una visione di soluzione del problema e non di rimarcamento del problema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 198) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

È un altro emendamento ostruzionistico, per cui proseguirò su questo ragionamento.
Purtroppo, si è creata una certa abitualità nell'approfittare della divisione tra le forze di minoranza, per usare come sponda una parte magari ultimamente più spesso una parte, perché c'è anche un rapporto di governo in altri livelli istituzionali - e, dall'altra, invece, contro l'altra e viceversa. Questo è un problema, perché questa sorta di gioco di sponda a tre va a menomare quelle che sono le istanze anche rappresentative, volta per volta, di una e dell'altra parte.
Ricordo, per certi versi, anche la legittima lamentela del Movimento 5 Stelle di essere stato escluso per tutta la prima metà di mandato dall'Ufficio di Presidenza, i numeri avevano sancito questa realtà. Ora vedo che i numeri hanno sancito una diversa conformazione nella seconda metà mandato, che, però, contribuisce ulteriormente a calpestare quelle che sono, anche nell'affrontare nel merito le proposte legislative, tutte le suggestioni provenienti da una certa parte dell'opposizione.
Purtroppo, questo porta inevitabilmente a opporre un muro, con i Consiglieri di opposizione che non vedono neanche prese in considerazione determinate proposte, neanche in un'ottica di mediazione, neanche in un'ottica di controproposta che potrebbe essere recepita, come anche no.
Allora, a una sorta di muro istituzionale, un po' soffocante, opposto sulla partecipazione all'iter legislativo - e lo dico a chi normalmente i muri non dovrebbe apprezzarli, quanto meno nella comunicazione, dove spesso sentiamo questo - diventa naturale che chi si ritrova in questa posizione approfitti di tutti gli strumenti che gli consente un regolamento, anche se, per certi versi, fanno a pugni con il principio di economia temporale e funzionamento dell'ente legislativo.
Di questo sono convinto, lo ribadisco, anche per farlo capire a chi tutto sommato, sta subendo questa pratica, però si rende necessaria perché, nonostante un tentativo di composizione delle istanze politiche, la maggioranza - o, diciamo, la maggioranza più, in questo caso, anche l'altra parte politica che ha raggiunto l'intesa con la maggioranza - ci ha messo nelle condizioni di non avere neanche un terreno di confronto.
Ci è stato proposto di scommettere sugli atti di indirizzo e io vorrei ricordare a tutti noi che gli stessi Capigruppo, che spesso propongono ricorso agli atti di indirizzo, sono coloro che lamentano la disapplicazione puntuale - ormai, potremmo dire scientifica - degli atti di indirizzo - senza neanche troppa differenza tra Assessore e Assessore approvati da quest'Aula, che, purtroppo, finiscono per essere - perdonatemi l'espressione forte, l'ho già usata in sede di Conferenza dei Capigruppo sostanzialmente, quasi carta straccia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 199) presentato da Vignale, Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È evidente che comprendiamo la complessità del tema di cui stiamo discutendo, perché se, da una parte, riguarda le nuove categorie che non andavano introdotte all'interno della norma, dall'altra, è altrettanto vero che bisognerebbe ragionare di ciò che manca a questa norma.
Però, come abbiamo ricordato, questa lunga discussione nasce esclusivamente dal fatto che, verosimilmente, c'è stata un'anticipazione di discussione su un tema peraltro delicato; poi, si può pensare che la norma sia immediatamente applicativa o, come il sottoscritto, che, invece, la norma non sia immediatamente applicativa, ma, come è stato previsto in norma, garantisce un punteggio maggiore, quindi vi è una differenza.
Anche da questo punto di vista, rispetto alle considerazioni di questa mattina del collega Appiano sulla presunta non condivisione fra me e il collega Marrone, è vero che abbiamo idee diverse, ma su un tema siamo certamente d'accordo. Un conto sarebbe stato se non l'avessimo inserita e fosse stata individuata come applicativa di fatto, oppure avessimo inserito le nuove persone che in qualche modo potevano accedere; diverso è, invece prevedere che, essendo inseriti nella lettera a) del comma 1 dell'articolo 8, abbiano un punteggio aggiuntivo. Questa è una scelta politica, perch quando il legislatore ha redatto la legge n. 3 ha individuato alcune categorie e non altre come maggiormente...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone, che interviene sempre sull'emendamento rubricato n. 199).



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Si diceva che, sicuramente, si sarebbe fatto a meno di questa opera ostruzionistica, ma rimane il fatto che si ravvede la necessità di fissare un'asticella, cioè un limite oltre il quale, nel calpestare le sensibilità politiche rappresentate da altre forze piuttosto che nell'affermare un metodo per poi seguirne sostanzialmente un altro.
Assessore non si inalberi come prima, non mi riferisco al fatto di dire ciò che piace e ciò che non piace, ma.
No, per carità, il sale della politica, altrimenti sa che noia? Quindi va bene così.
Ad ogni modo, quello che è oggettivamente accaduto è che è stata recepita una proposta che esulava dalle decadenze e andava a cambiare una serie di diverse parti della legge 3 del 2010 sulle assegnazioni, sui punteggi e sulle surroghe; dall'altra parte, una diversa proposta che andava a intervenire nella medesima, parlando di altre categorie e togliendo invece che aggiungendo, è invece stata respinta. E io penso che questa sia stata comunque una mancanza, non voglio dire di rispetto, per carità, però una bocciatura che oggettivamente ha cambiato l'impostazione dell'iter dell'approvazione di questo disegno di legge.
A questo punto, avrei sinceramente preferito.
L'ho dimostrato rinunciando all'approvazione, e su questo voglio ricordare - lei ha ragione - un emendamento da me proposto e su cui l'Assessorato aveva dato parere favorevole. Avevo ritenuto che, a fronte dell'apertura di un gruppo di lavoro di revisione delle altre parti, con il ritiro - si ricorderà, Assessore - in Commissione proprio di quegli emendamenti che esulavano rispetto alla parte sulle decadenze, tutto sommato, si procedesse verso un ritiro complessivo degli emendamenti che interessavano parti differenti della legge 3 del 2010 rispetto a quella delle decadenze. Io penso che sia una proposta valida ancora adesso.
Nessuno pensa che rinunciare a inserire oggi le unioni omosessuali contempli una rinuncia nel futuro, quantomeno quell'operazione che noi continueremo da destra a non condividere nel merito. Ammettiamo che però si inserirà (si inserirebbe) in un'operazione di revisione generale in cui ogni forza politica si trova nel momento giusto e nella sede opportuna peraltro in una progressione cronologica che è stata la stessa maggioranza a indicare e la stessa Giunta a suggerire. Una sede opportuna, perch parlare oggi di unioni omosessuali in un disegno di legge che come titolo ha "Stop alle decadenze da morosità" è oggettivamente improprio, è legislativamente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
L'illustrazione dell'emendamento n. 199) è conclusa.
Emendamento rubricato n. 200) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sa, collega Appiano, è che ogni tanto ce ne sono inframmezzati anche alcuni di merito per cui, nel momento in cui si presentino quelli, avrei piacere, anche per variare un po' il registro, di poter intervenire su questioni più di merito.
Il punto è questo. Oggettivamente continuiamo a ritenere che sia stato del tutto improprio l'inserimento di una simile tematica in questo contesto; continuiamo a ritenere - l'hanno riportato pure gli organi di stampa - che ci sia anche un profilo di irregolarità costituzionale per un tema di competenze: un conto è un recepimento della legge Cirinnà, altro conto.
Guardate, paradossalmente, anche se ovviamente io non ne condivido il merito, sarebbe stato più corretto - per questo avevo chiesto un supplemento di approfondimento tecnico in sede consiliare - ribadire magari nell'elenco delle fonti richiamate dallo stesso disegno di legge anche la Cirinnà, cioè dicendo che questo disegno di legge inserisce il richiamo nella legge 3 del 2010 della legge Cirinnà, che è una legge dello Stato che è una legge approvata contro il nostro volere, ma in piena legittimità numerica e politica. Quindi quello forse sarebbe stato veramente un richiamo, arrivando alla conclusione per cui la Regione Piemonte non ha legiferato sul tema, non ha introdotto arbitrariamente in certi punti il richiamo espresso non alla legge, bensì alle unioni omosessuali, e dall'altra parte, in un domani in cui quella stessa legge venisse abrogata per andare in una direzione più progressista o meno (chi lo può sapere?) ci sarebbe stato un adeguamento automatico.
Io continuo a ribadire il paradosso per cui un domani in cui quella normativa nazionale non esista più, perché superata in un senso oppure nell'altro, ci si ritrovi con una cristallizzazione normativa della legge regionale che, di fatto, ha congelato quella concezione, che fa riferimento a un'altra fonte legislativa. Questo, guardate, vuol dire un intervento ulteriore e diverso dal richiamo e vuol dire anche, secondo me, un intervento legislativo che non è nelle competenze e nelle disponibilità dell'Ente regionale.
Ho già detto - e lo ribadisco - che segnalerò alle autorità competenti (Corte Costituzionale) questo mio punto di vista su un intervento che non rientra nelle competenze regionali. Mi auguro - e lo scriverò anche in quella sede - che un eventuale recepimento di un ricorso di questo tipo vada ad abrogare solo parzialmente l'intero provvedimento e quindi salvi la parte sulle decadenze che non ha nulla a che vedere con il tema delle unioni omosessuali. Dico anche che comunque questo è un rischio a cui voi esponete tutto il provvedimento legislativo: qualora venisse ravvisata un'incompetenza a disciplinare in quella materia, ci ritroveremmo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 201) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Stavo dicendo che state esponendo sostanzialmente.
APPIANO Andrea (fuori microfono) E' di merito, questo?



MARRONE Maurizio

No. Lo dirò. Su quelli di merito chiaramente introdurrò il tema e nei tre minuti a disposizione lo illustrerò. No, questo è ostruzionistico/numerico e quindi utilizzerò il tempo per continuare il ragionamento di tipo generale.
Il punto è un altro ed è il seguente. Il fatto di aver portato a termine una forzatura che era ampiamente evitabile, dicevo, espone secondo me tutto il provvedimento a un'alea di incertezza sulla legittimità in generale a legiferare sul tema. Perché se ci fossimo limitati, com'era originariamente previsto, a un intervento sul tema delle decadenze o quantomeno a interventi di modifica della legge 3 del 2010 attinenti alle competenze legislative regionali, allora evidentemente ci saremmo trovati nella possibilità di rischiare.
Io continuo a sostenere che una scelta di questo genere per - in questo caso sì - bandiera ideologica abbia sostanzialmente esagerato in quello che è il campo di intervento della Regione e quindi esponga l'intero provvedimento a essere dichiarato illegittimo. Questo penso che - sì sarebbe un duro colpo per la legittimità delle operazioni di piano di rientro e di blocco delle decadenze per quel che riguarda le ATC.
Noi siamo arrivati - chi più convintamente, chi meno - a concordare sull'esigenza di un provvedimento legislativo di questo tipo a fronte di un'emergenza reale e oggettiva. Uno può essere di destra, di sinistra o grillino, però poi una decadenza è una decadenza, così come abbiamo avuto modo di osservare che una famiglia, un'unione - così vi faccio contenti che si ritrovi un domani a essere messa fuori dalla casa popolare non ha un paracadute sociale abitativo: si trova fuori da quel sistema assistenziale e non ha alcuna possibilità di rientrarvi.
Ecco, vedete, io credo che su quello ci dovevamo concentrare, su quello dovevamo davvero serrare i ranghi nel mantenere le proprie differenze, ma poi concordare sull'approvazione di un testo. Purtroppo questo non è avvenuto, si è scelto di seguire invece una strada di confronto e di contrapposizione senza possibilità e spiragli di dialogo. Di questo si rammarica non solo la maggioranza, costretta evidentemente a stare qui ad assistere a questo spettacolo per tenere comunque il numero legale (perch poi presto penso che andremo a fare delle votazioni), bensì non piace neanche alle forze di opposizione.
Per stemperare, vi garantisco che preferirei tornarmene a casa con la mia voce normale e non con questa terribile. Meglio, ma insomma, Nadia, è tutto opinabile, ma questo sinceramente lo credo con difficoltà. Di sicuro ce lo eviteremmo come processo, però evidentemente non ci è consentito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 202) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Siamo costretti quindi continuiamo, continuiamo perché dobbiamo fare passare un messaggio, dobbiamo affermare, ancora una volta, che ci deve essere una maggiore serietà e, soprattutto, rispetto delle posizioni di tutte le forze politiche nel processo di modifica di una normativa così sensibile. Il tema dell'edilizia sociale coinvolge veramente la vita e i destini - consentitemi questa espressione un po' aulica - di una fascia sempre più ampia di cittadinanza piemontese.
Tante famiglie, e anche molte persone e molti nuclei famigliari che provengono dal cosiddetto ceto medio, che in passato mai avrebbero creduto di doversi affidare all'edilizia sociale per vedere garantito il diritto alla casa, si ritrovano, dopo una crisi reddittuale senza precedenti invece, a doverlo fare. Ceto medio impoverito che si ritrova sbalzato in una condizione di subalternità dopo magari decenni o generazioni di contribuzione fiscale.
Questo è un tema importante perché, tornando ad un'altra proposta di merito avanzata dal sottoscritto, ovvero andare a rivedere i criteri di punteggio di assegnazione, dobbiamo tener conto nel decidere chi ha diritto e chi no a chi per tanti anni, magari per generazioni, ha pagato le tasse (uso un termine banale, ma efficace), quindi ha contribuito a sostenere anche chi, in quel momento, aveva l'esigenza, mentre invece in quel momento il contribuente non ce l'aveva, per sopperire alle esigenze di cassa di un servizio pubblico.
Diventa piuttosto paradossale, perdonatemi l'espressione, ma anche socialmente ingiusto che chi, dopo aver contribuito una vita alla garanzia di questo servizio, si ritrovi poi nella congiuntura sociale e passa da contribuente a richiedente del servizio stesso e sostanzialmente si sente dire che il sistema non funziona, che le case popolari sono poche, che ci sono le emergenze umanitarie, che le graduatorie sono fatte con criteri sorpassati, che la volontà politica di cambiare c'è, ma i tempi sono quelli che sono, che c'è la farraginosità delle procedure di approvazione legislativa. Noi, che viviamo la quotidianità di questo Ente, sappiamo che sono delle realtà oggettive che, però, costituiscono un alibi fino ad un certo punto.
Ad un certo punto tutte le forze politiche devono mettersi una mano sulla coscienza e rendersi conto che bisogna rivedere le priorità politiche, bisogna anche ingoiare qualche rospo rispetto alla propria appartenenza culturale e politica, bisogna ammettere che l'esigenza di rivedere gli equilibri tra stranieri e italiani non è una bandiera ideologica, ma un'esigenza oggettiva per salvaguardare il funzionamento di un sistema e le ragioni di una categoria che è maggioritaria e andrebbe sostenuta maggiormente, anche solo per questa ragione, tra i vari destinatari del servizio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 224) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Si tratta sempre di un emendamento ostruzionistico, per cui continuo questo ragionamento infinito e infinito di sicuro lo è, ve ne starete accorgendo. Mi sto ripetendo, ma voglio cogliere l'opportunità per ribadire determinati concetti, sia mai che, come la goccia sulla roccia si riesca quanto meno.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Nessuno ha la pretesa di convincervi, per carità, il rispetto verso gli avversari politici viene prima, ma siamo solo alla prima giornata di ostruzionismo e la speranza è l'ultima a morire.
Non si può pensare, di fronte a una tale potenziale bomba sociale, di relegare questa sensibilità a un'espressione di esigenza di bandiera di una parte minoritaria di questo Consiglio. Nel farlo interpretiamo un'istanza che è radicata nel nostro tessuto urbano ma, come ricordava il Consigliere Vignale, neanche più solo in quello urbano. Ricevo segnalazioni sempre più numerose di emergenze di tipo abitativo anche da comunità, addirittura dalle Comunità montane più piccole e più isolate dal contesto metropolitano, che si trovano a maggiore ragione nella difficoltà di fornire una risposta operativa all'altezza.
Spesso sono contesti in cui chi incarna la Giunta comunale si trova in una condizione ancora peggiore a livello umano di chi invece si trova affrontare il tema in una metropoli. È maggiormente reperibile e magari conosce personalmente ognuno dei cittadini che, in numero sempre crescente si trovano a bussare la porta del palazzo civico manifestando questo disagio abitativo. Sono realtà che stanno prendendo piede, guadagnando terreno. Il fallimento nella risposta è un fallimento non solo di una parte politica, ma il fallimento di un'intera comunità politica nelle sue diverse articolazioni. È il fallimento di una maggioranza che non coglie la necessità di dare una risposta ed è anche il fallimento - perdonatemi questo ragionamento - di un'opposizione che non riesce a imporre determinate priorità e determinate sensibilità anche alla maggioranza che magari, non le avverte culturalmente come proprie.
Se il risultato della legislazione non trova rispondenza nelle esigenze della comunità, credo che alla fine sia tutta la comunità a perdere, non un partito, un esponente politico eletto. Penso che questa sera, comunque andrà a finire, potrò andare a dormire sapendo che quanto mi ero prefisso di fare l'ho fatto; potrò di sicuro pensare di aver perso un sacco di tempo, di avere qualche decina di telefonate da recuperare che nel frattempo mi sono perso, ma almeno posso avere la coscienza a posto per aver rappresentato un problema che non è adeguatamente ascoltato.
Immagino che molti colleghi della maggioranza saranno altrettanto soddisfatti di aver opposto un muro rispetto a un passo che loro ritengono fondamentale. Mi riferisco alle unioni civili, tuttavia mi limito a suggerire loro quanto quella che forse avvertono come una priorità lo sia da un punto di vista emotivo, lo sia da un punto di vista culturale e politico, ma un po' di meno dal punto di vista di ricadute concrete sulla comunità che loro stessi sono chiamati, con una responsabilità maggiore della mia, a governare.
Penso che ognuno di noi, uscito da quest'aula bunker priva di illuminazione naturale, con tutte le ripercussioni che questo ha, si trovi ad immergersi nella realtà concreta. Penso che nessuno di noi.



PRESIDENTE

È scaduto il suo tempo, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 225) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che anche successivamente avremo modo di affrontare altri temi.
Certamente ve ne è uno che riguarda il lavoro che andrà fatto in seno alla II Commissione, ma che riguarda anche l'individuazione di politiche abitative.
Questa mattina, per esempio, il Consigliere Grimaldi ricordava due interventi certamente positivi che sono stati fatti, che è l'utilizzo del fondo salva sfratti del Governo centrale in parte della delibera della Giunta regionale e anche la norma, figlia di più progetti di legge, anche se poi venne votato il disegno di legge del Giunta, sull'autorecupero.
Questi aspetti, che sono certamente positivi, non sono in grado di rispondere in modo compiuto alle esigenze di oggi, ma come questa legge provano a essere misure tampone rispetto a una problematica decisamente più significativa. Noi abbiamo già individuato alcune proposte che abbiamo fatto in via legislativa quando discutemmo l'accorpamento della legge n. 3 quando la presentammo sotto proposta di legge, ma la ripresenteremo all'interno del gruppo di lavoro. Noi crediamo che oggi non si possa non tenere conto di come esista un mondo del mercato immobiliare che è in grandissima difficoltà e quindi ha un.
Posso illustrare anche l'emendamento successivo, Presidente?



PRESIDENTE

L'emendamento n. 225)? Va bene.



VIGNALE Gian Luca

Dicevo che c'è un mondo in grandissima difficoltà - quello immobiliare che, però, ha determinato, paradossalmente, un aspetto positivo per questo tipo di politiche: una riduzione dei canoni immobiliari. È in difficoltà non soltanto perché mancano le risorse economiche, ma anche perché c'è sempre una minore volontà, da parte dei proprietari, di affittare i propri locali, perché con maggiore difficoltà riescono a percepire l'affitto mensile.
È evidente che - come noi abbiamo proposto - se l'ATC non svolgesse soltanto più il compito di locare gli edifici di proprietà pubblica o dei Comuni, o di ATC stessa, ma diventasse anche un soggetto che fa intermediazione immobiliare, sarebbe possibile garantire un maggior numero di alloggi a una spesa contenuta. Questo perché gran parte del canone speso verrebbe riconosciuto dagli affittuari e la Regione dovrebbe soltanto andare a garantire - come peraltro fa già con la legge odierna - le morosità.
Questo, però, per esempio, interverrebbe anche in modo positivo rispetto al tanto sbandierato concetto di riuso del patrimonio abitativo o di limitazione del consumo di suolo, che - molto spesso - si declama, ma poi non si realizza mai con atti concreti.
Gli atti concreti si fanno esclusivamente non solo con leggi di divieto, ma con leggi di incentivo, investendo delle risorse economiche.
Ritengo che tante siano le modalità e le possibilità per creare politiche abitative all'interno di questa regione. Mi auguro solo una cosa: che quando inizieremo la discussione (e termino) sui punteggi, sulle modalità di accesso e sulla revisione della legge n. 3, i Gruppi consiliari siano più improntati dal pragmatismo che da scelte di parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il collega Vignale, che mi dà la possibilità di recuperare quel poco di voce che mi rimane, drogandomi di caramelle balsamiche, così è contento anche Viale e tutti i radicali che cercano di propinarmi il semino di marijuana, che hanno già regalato al Presidente Laus!



(Commenti in aula)



MARRONE Maurizio

Non ho detto niente di male! Sa che i suoi amici radicali cercano, in ogni modo, di dare il semino anche a me, mi hanno anche già twittato la tessera personalizzata! Scherzi a parte, prima di interrompermi dicevo che siamo costretti a continuare questo ostruzionismo, perché il tema che poniamo ha un'emergenza oggettiva.
Voglio far riflettere tutti sul fatto che, il giorno che ci ritrovassimo con l'intera componente italiana scavalcata dai richiedenti asilo che partecipano al bando, a fronte di una simile eventualità sarei davvero curioso di immaginarmi un dialogo tra il Consigliere eletto del centrosinistra e il proprio elettore, componente di un'unione omosessuale che gli dice: "Mi è stato consentito di presentare la domanda, l'ho presentata, però mi ritrovo dopo 4.000 richiedenti asilo, che non so se siano omosessuali o meno - presumibilmente no - ma evidentemente sono passati avanti".
Ho presentato questo paradosso, perché questo diritto affermato formalmente, diventa poi frustrato nella sua garanzia.
APPIANO Claudio (fuori microfono) Pensa: un richiedente asilo omosessuale! GRIMALDI Marco (fuori microfono) Ma dei drogati non parli mai?



MARRONE Maurizio

Il paradosso.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marrone, non si interrompa: non si lasci distrarre.



MARRONE Maurizio

No, io non mi faccio distrarre. Devo dire, poi, che quantomeno questo genere d'interlocuzioni sono molto più simpatiche di certe contrapposizioni che si sviluppano in altri ambiti. Quindi, in realtà, sorrido e non me la prendo assolutamente.
Approfitto per dire, collega Grimaldi, che oggi sono dovuto venire incontro a lei, perché rispetto allo scorso dibattito alcune agenzie mi hanno messo in bocca una mia pretesa - "prima gli italiani" - che non era mai stata neanche accennata.
Ma il collega mi conosce, quindi ha voluto indovinare e in questo ce l'ha fatta.
Battute a parte, quest'ostruzionismo continuerà finché non ci sarà un'apertura su alcuni dei temi che abbiamo posto.
Non ce n'è nemmeno solo uno: il collega Vignale ricordava giustamente il tema - in questo caso assolutamente non ideologico, ma molto concreto dei conguagli. Se c'è una condivisione politica, accettate un intervento legislativo. Cioè non si può pensare che, se si deve bloccare una decadenza da mancato pagamento del canone, si proceda per legge e se, invece, il rischio è la decadenza dal mancato pagamento di un'utenza, misteriosamente lo strumento normativo debba essere differente, debba essere un atto regolamentare della Giunta, assunto discrezionalmente in base a un atto di indirizzo che sappiamo che verosimilmente non avrà la benché minima cogenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 101) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Questo è un emendamento ostruzionistico, per cui continuo il ragionamento precedente.
Rimane fermo che continua a sembrare abbastanza insensato che non si riesca a trovare una definizione di metodo. È stata offerta, cioè, la possibilità di arrivare a una definizione di merito sul tema non ideologico dei conguagli; si è data l'apertura politica sulla possibilità di arrivare a una definizione di metodo sul fatto di scegliere di non parlare di temi che non siano conferenti con il tema decadenze e si ritorni al testo originario. Badate - lo voglio ricordare - un testo originario di Giunta non di opposizione, quindi siamo anche a questo paradosso.
Si è proposto, allora, di fronte all'irrinunciabilità di mantenere il tema delle unioni civili (lo capisco, per una questione di faccia politica), dicendo: "Beh, almeno però raccogliete un tema posto dall'altra opposizione". Per esempio, potrebbe essere quello dei richiedenti asilo.
Capite bene che, su tre proposte politiche (non una, ma tre) provenienti da diversi Consiglieri di diversi Gruppi, però sostanzialmente uniti in questa battaglia - e c'era la condivisione di tutto il centrodestra, in quel caso riunito in sede di Capigruppo - non si capisce come sia così inarrivabile una soluzione.
Lo dico soprattutto al Capogruppo Gariglio: ho apprezzato il suo tentativo di creare un luogo e un momento di confronto. Sono rimasto un po' stupito del fatto che all'indizione (sono convinto in assoluta buona fede) di quel momento di incontro non sia, poi, seguito un tentativo politico di arrivare a una definizione.
Oggi ho evitato di agitare il tema delle convinzioni cattoliche o meno sulla questione delle unioni civili ed eviterò di farlo anche negli interventi a seguire, anche se questo di sicuro amplierebbe il mio armamentario d'interventi che dovrò ancora esibire. Devo dire, però, che quantomeno dovrebbe esserci, non dico l'obbligo di rappresentarle da un punto di vista elettorale (non c'è il mandato imperativo, io lo considero cogente, però ognuno lo interpreta come vuole), ma di rendersi conto se addirittura una sensibilità interna alla maggioranza avverte l'esigenza di essere cauti su questo almeno dal punto di vista di metodo. Cioè dire: "Discutiamone quando la sede è quella giusta, discutiamone con i dati alla mano".
Per esempio, sarebbe stato opportuno chiedersi se dall'entrata in vigore della legge Cirinnà...
Questa è la prima città che ha celebrato un matrimonio - anzi un'unione civile - secondo la normativa Cirinnà. D'altronde, è stato presentato come un matrimonio a tutti gli effetti.



(Commenti del Consigliere Appiano)



PRESIDENTE

Proseguiamo, colleghi.



MARRONE Maurizio

Collega Appiano, allora chiamatelo così in Parlamento! Io non vi seguirò mai su questo principio, ma visto che così lo rappresentate, perché non lo chiamate così? Questo mi sfugge!



PRESIDENTE

È terminata l'illustrazione dell'emendamento n. 101).
Comunico che l'emendamento rubricato n. 102) non è ricevibile; così pure gli emendamenti n. 103), n. 104) e n. 105).
Emendamento rubricato n. 21) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

L'emendamento rubricato n. 21) - di merito - riguarda proprio la richiesta di sopprimere il punteggio esclusivo per lo status di richiedente asilo, motivo per cui anticipo agli Uffici la richiesta di procedere, su questo emendamento, alla votazione per appello nominale. A mio avviso è opportuno che ciascuno, dopo averne discusso lungamente, si assuma la responsabilità di ciò che vota sul tema del punteggio esclusivamente riconosciuto in quanto richiedente asilo.
Questi due minuti e mezzo che mi rimangono voglio proprio concentrarli su questo aspetto. Nessuno sostiene che debbano essere esclusi i rifugiati (o chi dichiara di esserlo) dal bando. Se hanno un radicamento così lungo da maturare la residenza per partecipare ai bandi, la ratio è quella: magari la condivido poco, però la comprendo, perché non si può neanche fingere che queste persone non esistano. D'altra parte, però, ritengo oggettivamente razzista il fatto di riconoscere a un soggetto un punteggio esclusivo per il suo status imprescindibilmente etnico (perché collegato allo status di immigrato) rispetto ad un italiano che si trova esattamente nella stessa situazione socio-economica.
Se un domani vi dicessi: prendiamo un italiano e uno straniero nelle stesse condizioni socio-economiche e attribuiamo un punteggio maggiore all'italiano rispetto allo straniero, voi mi rispondereste "sei un razzista", e avreste ragione. Però non me lo sentirete mai proporre. Io invece, ho visto proporre esattamente l'opposto, cioè un razzismo al contrario, perciò non meno razzista: si intende riconoscere un punteggio extra ad uno straniero che è in una condizione strettamente giuridica (e non socio-economica!) diversa dall'italiano.
Badate che la vera differenza rispetto al 2010, quando è stata promulgata una legge di questo tipo, è che adesso è un fenomeno sociale.
Cioè il "richiedente asilo" è il nuovo migrante tout court! Non c'è più l'immigrato integrato a livello lavorativo distinto dal clandestino o distinto dal richiedente asilo. Sono tutti richiedenti asilo! Come a dire che tutti gli immigrati che arrivano da un certo anno in poi - e non parliamo di questo anno, ma da un certo anno risalente nel tempo, ovvero da quando sono iniziate queste meravigliose primavere arabe (sono ironico!) osannate da una certa sinistra - sono tutti richiedenti asilo. Lo sapete che è così! Infatti ora che i nodi delle Commissioni territoriali arrivano al pettine, ci troviamo a dover ammettere che non sono veri profughi ma facendo ricorso contro le decisioni delle Commissioni, rimangono richiedenti asilo.
Io vi chiedo di annullare questa previsione, che ieri era forse legittima, ma che oggi è clamorosamente razzista contro gli italiani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 9) rientra fra le necessità di coordinamento tecnico all'interno degli articoli dovuto al recepimento della legge Cirinnà all'interno di questa disposizione.
Il testo propone, dopo il comma 1 dell'articolo 2, di aggiungere il seguente comma: "1 bis. ... coniuge o parte dell'unione civile o convivente di fatto superstiti, ovvero figlio di appartenente alle Forze dell'ordine alle Forze armate, ai Vigili del fuoco, ad altra pubblica amministrazione deceduto per motivi di servizio, nonché coniuge o parte dell'unione civile o convivente di fatto superstiti o figli di caduti sul lavoro".



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Sono terminati gli emendamenti che insistono sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Intervengo giusto per dare un po' di sollievo al collega Marrone.
Il fatto che questi emendamenti siano di tipo ostruzionistico è stato ammesso, mistificando anche un po' quello che è stato il percorso in Commissione.
È stato più volte ripetuto questa mattina che oggi stiamo deliberando nell'assegnazione delle case popolari, il fatto di vedere, a breve, un numero sovrastimato di profughi o comunque di cittadini straieri (si è parlato anche di rom).
Oggi non stiamo minimamente deliberando sui criteri di accesso e neanche sui conguagli o sulle bollette. Stiamo deliberando sulle decadenze.
In Commissione - forse è vero - abbiamo sbagliato. Il tema era importante, quindi abbiamo inteso dedicare più riunioni di Commissione per trovare una mediazione, perché molti dei temi che venivano posti, rispetto all'accesso in graduatoria e rispetto ai piano di rientro, sono condivisi sia pure con visioni diverse. Per questo motivo, abbiamo avviato un preciso gruppo di lavoro (che in queste due settimane è stato sospeso perché doveva essere esaminato il bilancio in Commissione, ma riprenderemo assolutamente dalla prossima settimana), dandoci anche una tempistica per intervenire su questo tema, che è più delicato e che richiede un cambiamento della legge e degli annessi regolamenti.
Abbiamo anche stabilito, come tempistica, di arrivare ad una proposta entro l'estate, perché è un argomento su cui tutti, credo quotidianamente ci mettiamo la faccia.
La questione delle bollette è stata affrontata anche in audizione; ma naturalmente, è più un tema da documento politico (atto di indirizzo) che non da intervento di legge.
Per la prima volta, però, con questa modifica legislativa - com'è già stato sottolineato anche dai colleghi che mi hanno preceduto, nonch dall'Assessore Ferrari - si interviene per dare un percorso istituzionale anche alle buone pratiche, che sono quelle dei piani di rientro.
Rispetto ai dettagli sulla discrezionalità dei piani di rientro, si fa presente che alla legge è unito un regolamento, che, oltretutto, per ragioni di completezza, abbiamo esaminato in Commissione (anche se è un passaggio successivo) insieme alla legge, proprio per esaminare tutti i passaggi e verificare cosa andiamo a deliberare (perché, naturalmente alcune cose sono da prevedere in legge, altre nei regolamenti).
Per dare la possibilità di sperimentare buone pratiche che oggi la variegata situazione socio-economica richiede - quindi per maggiore flessibilità - abbiamo anche inserito nella legge che andiamo ad approvare peraltro su proposta proprio dell'Assessore, la possibilità di fare nuove sperimentazioni, sempre nell'interesse degli utenti.
Non stiamo decidendo su chi può partecipare o meno ai bandi. Il clima delle case popolari è certamente complesso e il tema è importante, quindi chiederei, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, di non creare più confusione di quella che già c'è. Perché oggi non stiamo deliberando sui bandi, come più volte, invece, avete detto.
Sul tema delle unioni civili e delle convivenze ciascuno avrà la propria convinzione etica. Però nelle Istituzioni la prima etica a cui si risponde è quella delle leggi. Quindi abbiamo assunto la questione delle convivenze come da legge dello Stato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Intanto, volevo ringraziare i colleghi Marrone e Vignale, perch effettivamente per noi questo è un tema molto importante.
Volevo anche dire alla collega Conticelli che forse non ha mai avuto l'onore di venire in quest'Aula quando governava il Presidente Cota, quando c'erano i giornalisti e c'era anche giornalismo.
Io ho assistito ad una scena dove il Presidente Laus era maestro nel fare queste cose; era all'opposizione, quindi è giusto che ognuno svolga il proprio ruolo, soprattutto su temi che ci stanno molto e molto a cuore.
Un mio carissimo amico gay - e questo lo dico all'Assessore Ferrari direbbe: "E' facile fare il frocio con il culo degli altri".



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Assessore Ferrari, il problema dell'immigrazione che stiamo vivendo è un problema epocale!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate. Scusate! Prego, Presidente Gancia, continuiamo con...



GANCIA Gianna

È un problema epocale!



PRESIDENTE

Continuiamo con moderazione.



GANCIA Gianna

E quello che stiamo facendo non possiamo assolutamente...
Non può essere assolutamente sottovalutata la situazione che stiamo...
A fine 2018 è previsto un milione di sbarchi. Non ha senso assolutamente non prevedere...
Oltretutto, in una situazione lavorativa...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo all'Aula...
Scusate!



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Presidente Gancia, un attimo solo. Sto aspettando il silenzio dell'Aula.
BONO Davide (fuori microfono) Ci avete espulsi per molto meno! Ve lo ricordiamo! BATZELLA Stefania (fuori microfono) Sono stata espulsa per aver difeso il Consigliere Campo!



PRESIDENTE

Un attimo solo.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Vi siete scandalizzati perché qualcuno dice "vergogna". Ora che...



PRESIDENTE

La seduta è sospesa e il Consiglio è terminato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.56)



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