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Dettaglio seduta n.207 del 07/03/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.39 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Beni librari (biblioteche, tutela ecc.

Interrogazione n. 1385 presentata da Benvenuto, inerente a "Interruzione circolazione libraria del sistema SBAM" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1385.
La parola al Consigliere Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Come da accordi con l'Assessora Parigi, richiedo risposta scritta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1446 presentata da Graglia, inerente a "Mozione n. 548 e disegno di legge 'Norme per il governo del territorio e il contenimento del suolo'" (risposta scritta)

Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1447 presentata da Graglia, inerente a "Mozione n. 548 e disegno di legge 'Norme per il governo del territorio e il contenimento del consumo del suolo' Applicazione del principio della progressiva riduzione del consumo di suolo in maniera armonica con la vigente normativa" (risposta scritta)

Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1448 presentata da Graglia, inerente a "Mozione n. 548 e disegno di legge 'Norme per il governo del territorio e il contenimento del consumo del suolo' Rottamazione del sistema pianificatorio piemontese" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Il Consigliere Graglia chiede risposta scritta alle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 1446, 1447 e 1448, che verranno fornite dall'Assessore Valmaggia.
Grazie.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.41 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola secondaria di primo grado "A. Antonelli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola secondaria di primo grado "A. Antonelli" di Torino, classe II, ai quali auguro buona giornata e buona visita a Palazzo Lascaris.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso ieri della sentenza del Consiglio di Stato in merito al bando EDISU, quindi ci chiedevamo se, oggi, l'Assessora Cerutti, qualora fosse presente in Aula, potesse darci comunicazione per assicurare...



PRESIDENTE

È in congedo tutto il giorno, però cerchiamo di contattarla e, poi vediamo quando e se in Aula...



FREDIANI Francesca

Grazie, perché c'è molta preoccupazione tra i lavoratori e tra gli studenti, ovviamente, per la garanzia dei servizi.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo gentilmente silenzio, altrimenti sospendo il Consiglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiediamo che al punto 7 bis) all'o.d.g. venga iscritta la mozione avente ad oggetto "Potenziamento dei consultori familiari per garantire la piena ed effettiva attuazione di tutti gli interventi previsti dalla legge n. 194/78".



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Presidente, io, invece, volevo chiedere, se è possibile, le comunicazioni in merito all'allarme lanciato sulla situazione dei pronto soccorso piemontesi da ben dieci sigle rappresentative dei medici del nostro territorio, credendo che la Giunta, di fronte ad un allarme così diffuso...



PRESIDENTE

Scusate, Presidente Grimaldi, mi faccia la gentilezza, chi deve parlare è pregato di accomodarsi fuori, perché è impossibile...
Prego.



MARRONE Maurizio

Crediamo che la Giunta regionale e le strutture amministrative della sanità piemontese non possano rispondere a questo allarme solo con l'annuncio di un procedimento disciplinare nei confronti di chi appartenente a quella professione, ha rivendicato una situazione di disagio.
Riteniamo che l'Assessore Saitta sarebbe opportuno ci desse una comunicazione sul punto di vista della Giunta e sulle sue future determinazioni in merito a questo allarme segnalato all'autorità piemontese.



PRESIDENTE

Grazie.
In giornata le dico qualcosa, non appena arriva l'Assessore Saitta.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 28 febbraio 2017.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Allemano, Cerutti, Chiamparino, Chiapello, Gallo Giaccone, Pentenero e Reschigna.


Argomento:

c) Assegnazione funzioni del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 9 del 6 marzo 2017, informa che, stante il contemporaneo impedimento del Presidente e del Vicepresidente della Giunta regionale, le funzioni del Presidente della Giunta regionale sono assegnate, ai soli fini dello svolgimento dei lavori della seduta consiliare odierna, all'Assessore Valmaggia.



PRESIDENTE

Ricordo che, alle ore 18, in Sala A, si svolgerà la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 28 febbraio, dopo lo svolgimento delle relazioni e la discussione generale, si è passati all'esame dell'articolato. Sono stati votati e respinti gli emendamenti presentati all'articolo 01.
All'articolo 1 sono stati illustrati dal Consigliere Marrone gli emendamenti rubricati n. 12), n. 13), n. 27, n. 31, n. 15 e n. 91.
Procediamo con l'esame degli emendamenti.
L'emendamento rubricato n. 92), presentato dal Consigliere Marrone, non è ricevibile in quanto privo di contenuto normativo.
Emendamento rubricato n. 93) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

È un emendamento di carattere ostruzionistico.
Continua quest'operazione ostruzionistica rispetto al disegno di legge n. 229, che doveva proporsi di intervenire su quella che era stata giustamente, descritta come un'emergenza sulla quale intervenire con fretta, ovvero la decadenza per morosità - incolpevole o meno era impossibile da definire con questo meccanismo fisso e predeterminato per legge - degli assegnatari di case popolari dell'ATC piemontese.
Purtroppo, la maggioranza, d'intesa anche con il Movimento 5 Stelle, ha deciso di dare un tenore diverso e un significato differente a questo provvedimento legislativo. Dopo avere affermato che non era il caso e non era il momento di intervenire sulla revisione dei criteri di assegnazione (quindi, le titolarità soggettive per l'accesso ai bandi per la casa popolare), c'è stata un'intesa tra le forze di Governo regionale e una forza di opposizione - diciamo di minoranza, è il termine più corretto per andare invece a modificare le titolarità soggettive di accesso, con un'operazione di scimmiottamento e non di integrazione rispetto alla legge nazionale Cirinnà, dal momento che quella legge va automaticamente a creare un'interpretazione di tutte le altre fonti legislative e regolamentari dello Stato.
Invece, da quanto mi risulta, perché nella settimana che è intercorsa dalla scorsa seduta del Consiglio regionale ho avuto modo di approfondire questo tema, noi siamo l'unica Regione che, per essere i primi della classe, ha creato un'aggiunta del tutto svincolata dalla legge Cirinnà stessa.
La legge Cirinnà opera un rinvio, invece sulla legge regionale n.
3/2010 - che, come una sorta di totem intoccabile, non si è mai riusciti a modificare per tre legislature - relativamente a questo aspetto evidentemente, i meccanismi della riforma legislativa sono molto più oliati quando si va a trattare di questi temi e quando si va a difendere determinate categorie - questa modifica invece è arrivata liscia come l'olio, senza il minimo approfondimento di Commissione, senza la minima verifica di rapporto con le altre fonti legislative, senza una minima verifica anche delle conseguenze e senza, per esempio, aver neanche verificato che l'inserimento della figura dell'"unito civilmente" - questo è un elemento che non avevo notato nello scorso dibattimento - nelle fasi di subentro per decesso dell'assegnatario, è posto addirittura prima degli altri congiunti dell'assegnatario stesso, quindi paradossalmente l'unito civilmente della coppia omosessuale subentrerebbe prima ancora del figlio naturale che l'assegnatario deceduto abbia avuto da precedenti relazioni o precedenti rapporti, matrimoniali o meno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 94) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Stavo proseguendo questo ragionamento sull'assoluta ostinazione ideologica con cui evidentemente una parte - lo ammetto - largamente maggioritaria di questo Consiglio regionale ha deciso di utilizzare quello che era un provvedimento che ci era stato venduto come assolutamente urgente per far passare qualcos'altro.
Io vorrei anche riflettere sul fatto che, così come ci è stato detto dalla Giunta, se fosse stata così necessaria una revisione in chiave pro LGBT dei criteri di accesso ai bandi delle case popolari, le forze favorevoli avrebbero potuto aspettare - come si sta facendo anche per criteri e operazioni molto più importanti e coinvolgenti di una maggiore fascia di popolazione - il tavolo di lavoro che la stessa maggioranza, con la Presidente Conticelli, ha lanciato rispetto alla revisione generale della legge 3 del 2010. Ciò invece non è avvenuto e incredibilmente questa maggioranza e questa Giunta preferiscono aspettare settimane (una è già passata dallo scorso martedì) per l'approvazione di questo disegno di legge piuttosto che recedere e preferire di rinviare questa modifica alla sua sede opportuna.
Io non contesto il fatto che le forze politiche abbiano le maggioranze numeriche per approvare dei provvedimenti a me sgraditi e abbiano la piena legittimità di farlo (e non per questo debbano sottostare al mio ostruzionismo), ma contesto il metodo e, soprattutto, la scarsa onestà intellettuale nel definire il cronoprogramma di revisione della tematica dell'edilizia sociale a livello legislativo. Questo invece è un altro tema e purtroppo è stato strumentalmente inserito in questo provvedimento, che però - ricordiamolo, perché ci saranno molte occasioni per ritornarci sopra in realtà non è condivisibile sotto un certo numero di aspetti: al di fuori del problema della titolarità soggettiva degli assegnatari, anche il fatto che si sostituisca un meccanismo eccessivamente rigido però con l'assenza di un procedimento, ovvero con una sorta di delega in bianco alle ATC, con la collaborazione delle strutture assistenziali dei Comuni.
Ciò, a nostro modo di vedere, consegna un'eccessiva discrezionalità potremmo dire una totale discrezionalità a queste strutture, che - sempre per ricordarlo - non sono neanche democraticamente legittimate, sono tutte figure di nomine indirette di tipo politico (perché di tipo politico sono) ma senza una legittimazione democratica.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale per il Commercio "P. Boselli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Professionale per il Commercio "P. Boselli" di Torino in stage presso il nostro Consiglio regionale, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dell'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame degli emendamenti all'articolo 1 del disegno di legge n. 229.
Emendamento rubricato n. 95) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Continuo la mia operazione ostruzionistica nei confronti di questo disegno di legge.
Stavo dicendo che si sostituisce un meccanismo eccessivamente rigido ma con una dinamica del tutto discrezionale. Io l'ho già ribadito in Commissione e lo sottolineo anche in questa sede: è del tutto inappropriato, anche da un punto di vista di ingegneria legislativa inserire una sorta di impegno regolamentare o di generale auspicio di coinvolgimento della Commissione, che poi - ricordo - nel testo attuale del disegno di legge si limita a un mero dovere informativo da parte della Giunta nei confronti della Commissione, che potrebbe avvenire paradossalmente senza neanche la convocazione di una seduta per il confronto stesso; dall'altra parte, invece ci ritroviamo di fatto a dare una delega in bianco alla Giunta senza avere una reale incidenza successiva nel definire contenuti di questo regolamento né per quanto riguarda la delicatissima e strategica tematica della definizione dell'accessibilità al fondo per la morosità incolpevole né per quanto riguarda la sostituzione di questo meccanismo di decadenza automatica dopo il terzo mese consecutivo di morosità.
Sicuramente ci si poteva concentrare meglio su queste tematiche anziché abbracciare la mentalità del "contentino" a ogni singola forza di opposizione rispetto agli emendamenti proposti. Giustamente l'Assessore ricordava che anche rispetto a un mio emendamento era stata data l'apertura in Commissione, però sinceramente questo ragionamento io non lo comprendo e quindi non lo posso condividere. Con la massima cortesia ho rifiutato e quindi ritirato quello stesso emendamento e respinto la possibilità di farlo approvare, perché o siamo d'accordo nel definire prioritaria rispetto al tema delle decadenze, o quantomeno altrettanto prioritaria, la determinazione dei criteri di accesso al bando per le case popolari, che sono del tutto anacronistici e sono legati.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, vuole un caffè?



MARRONE Maurizio

No, però un pochino d'acqua la gradisco. Grazie.



PRESIDENTE

Scusi, ma perché si è seduto?



MARRONE Maurizio

Così, perché sono stanco.



PRESIDENTE

Le do la possibilità di alzarsi. Prego.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente. Com'è umano lei, diceva un famoso comico.



PRESIDENTE

Grazie.



MARRONE Maurizio

Però, Presidente, il fatto di interrompermi non aiuta voi, perché così adesso ogni volta dovrò ricominciare daccapo. Io glielo dico anche.



PRESIDENTE

Noi non abbiamo bisogno di aiuto, noi siamo qui per aiutare voi.



MARRONE Maurizio

Grazie, troppo gentile Presidente.
Stavo dicendo che anche nei miei confronti, come Fratelli d'Italia, era stata offerta la possibilità di approvare un emendamento, peraltro del tutto marginale e non così conferente rispetto al tema in oggetto. Io mi rammarico - l'ho fatto nella discussione generale e, visto che bisognerà parlare a lungo, lo ripeto anche in questa sede - che altre forze di minoranza abbiano invece accettato questo ragionamento della Giunta ragionamento secondo cui la Giunta rimane ferma sui suoi contenuti, non accetta reali proposte emendative, però concede questo contentino che pu essere utilmente vantato nelle sedi opportune (chiaramente negli ambiti associativi) in cui questo genere di campagne sono molto celebri, e allora rispetto a questa concessione, va bene anche accettare poi l'imposizione della Giunta su tutto il resto.
Ebbene, io credo che questa sia una visione piuttosto miope, poich segna diversi precedenti gravi, a fronte di una marchetta - l'ho definita così, ma anche senza dare toni negativi, perché vorrei fermarmi proprio sul ragionamento tecnico - che rappresenta una pseudo, finta e posticcia riforma legislativa, con una correlazione con la normativa nazionale che avevo chiesto di approfondire nella sede di Commissione. Purtroppo non è stato consentito agli Uffici, mi sento di dire, perché le uniche risposte sono state di tenore politico rispetto a quella che invece era l'opportunità di un approfondimento tecnico, e la mia domanda era molto semplice. Era: ma che novità apporta questo testo inserito con emendamento 5 Stelle nei confronti dell'attuale normativa già in vigore rispetto alla Cirinnà?



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 95) è illustrato.
Approfitto per precisare al Consigliere Marrone che gli Uffici non danno mai risposte che abbiano sfumature lontanamente politiche.
Gli emendamenti rubricati n. 35), 17), 18) e 19) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 96) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

In realtà, la sua risposta mi facilita nel continuare questa interlocuzione. Non chiedevo un parere sull'opportunità politica o sul merito politico, è ovvio che a quel tipo di interlocuzione avrei, come ho fatto, sottoposto solo gli esponenti politici della Giunta e non certamente gli amministrativi.
Non credo che su un tema così delicato e attinente a questioni anche di visione del mondo, i colleghi del Movimento 5 Stelle o del PD avrebbero avuto grandi opportunità di convincere il sottoscritto, così come io avrei avuto scarsissime possibilità di convincere i colleghi della maggioranza e del Movimento 5 Stelle rispetto alla mia visione. La domanda era di carattere tecnico.
La domanda che ho fatto a verbale - sono contento di averla fatta altrimenti sembra di vedere film mai girati, con copioni inventati sul momento - era stata molto semplice: da un punto di vista di conseguenza pratica, di effetto della norma, cosa cambia rispetto a questa novità che andate ad inserire nel disegno di legge n. 229 e, tramite questo, nella legge n. 3 del 2010? La risposta gli Uffici non l'hanno data ma non perch non l'abbiano voluta dare, ma perché mi ricordo che, dal punto di vista politico, si è proprio detto che non era quello il caso, che non era quella la situazione, che erano approfondimenti che non erano stati fatti. La risposta politica, la ricordo molto bene, era: noi non siamo in grado di dire da adesso quali saranno gli effetti, ma se non ce ne sono, non abbiamo fatto nessun danno e, se ce ne sono, tanto meglio, perché vanno nella direzione che auspicavamo.
Sinceramente il fatto che ci sia questa leggerezza e, perdonatemi anche la pesantezza del termine, questa superficialità rispetto a scelte di tipo legislativo, visto che è una potestà che abbiamo noi come organo sovrano peraltro, conseguente a un voto addirittura di preferenza dei cittadini piemontesi, quindi secondo me è un mandato molto vincolante nei confronti di ciascuno di noi - la ritengo non essere cosa appropriata. Non è giustificabile neanche se ci trovassimo di fronte a un tema molto unificante, perché questo è un tema piuttosto divisivo. Sappiamo benissimo che ogni volta che c'è una mobilitazione in un senso o nell'altro si assistono a delle grandi mobilitazioni popolari, sia verso una piattaforma di rivendicazione, sia verso quella opposta. Oggettivamente sarebbe stato molto più saggio, alla luce della visibilità di questo tema, essere più cauti.
La sede più opportuna poteva essere il tavolo di lavoro della Giunta sul tema altrettanto delicato, forse anche di più, della cittadinanza degli stranieri, dell'accesso degli immigrati con il soggiorno in Italia dei bandi per le case popolari. Invece sul tema del gender e dell'omosessualità si è deciso di sventolare la bandiera e di non fare i legislatori come, invece, saremmo tenuti a fare. Su questo tema, a differenza degli altri, non abbiamo visto le tavole sinottiche, offerte invece dalla Giunta su altri temi come quelli dell'immigrazione.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 125), 126) e 127) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 16) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Insiste sempre sull'"unito civilmente". Questa è una materia che, anche a livello nazionale, è stata legiferata senza aver approfondito preventivamente le ricadute in ambito di oneri per l'erario pubblico.
Girano numeri del tutto diversi tra di loro rispetto a questo all'allargamento di diritti non civili, perché i diritti civili erano già riconosciuti in quasi tutti i campi e, dove non erano riconosciuti potevano esserlo tranquillamente con modifiche delle disposizioni contrattuali e non degli istituti di diritto pubblico come, invece, è il matrimonio nella vita delle persone.
Invece si è fatta un'altra scelta, perché c'è una sorta di pretesa di parificazione che è del tutto ideologica del tutto strumentale, senza andare a badare sugli effetti pratici in cui queste si sviluppano. Vorrei ricordare brevemente che noi siamo in una città capoluogo che è stata la prima, con il Presidente oggi assente, ma allora davanti ai fotografi molto presente, a introdurre il tema rispetto a quella che era la sua potestà cioè l'introduzione del registro delle unioni civili ma, a sei anni dall'introduzione di questi registri, penso che siamo ancora sicuramente sotto i 300 nuclei aderenti in una città, come Torino, che consta tra i 700 e gli 800 mila residenti. Questo per dire che sono temi che poi, in concreto, interessano fasce davvero limitate di cittadinanze.
Co questo, intendo forse dire che temi del genere non meritano di essere trattati? Assolutamente no, ma meritano di essere trattati con il pragmatismo con cui bisognerebbe trattare ogni tema amministrativo, ogni tema legislativo, senza indossare per forza la maglietta dell'ultras di una curva piuttosto che dell'altra. In questo caso lo dimostra in modo lampante il fatto che non si è minimamente riflettuto su qual è il ruolo dell'unito civilmente nella successione, rispetto ad altre figure dello stesso nucleo famigliare, che abbiano un legame più stretto con l'assegnatario rispetto all'unito civilmente.
Credo che questi siano errori e difetti che daranno luogo a una miriade di contenziosi. Siamo di fronte a una parificazione giuridica di un rapporto come l'unione civile dello stesso sesso con il matrimonio, ma il matrimonio ha una disciplina molto precisa, per esempio rispetto alle cause e alle modalità di scioglimento di quel rapporto in ambito di diritto civile, ma dall'altra parte non esiste nulla in tal senso. Quando poi ci saranno coppie reali, o magari no - fatemi fare un passaggio su questo che siano state assegnatarie di una casa in quanto unione civile dello stesso sesso e poi ci si ritrovi a rompere questo legame, quale sarà, per esempio, la modalità con il quale gli istituti delle case popolari gestiranno una problematica di questo tipo? Ci si è posti il problema? Quale sarà il rapporto tra i figli naturali di un componente di questa unione rispetto a quelli dell'altro nella successione rispetto all'assegnatario deceduto? Sono tutte parificazioni che sono state fatte alla leggera, per cui non si è neanche ragionato, sempre presi dalla fretta di dover piantare la bandiera e sventolarla per primo in questa sorta di derby tra la vecchia e la nuova sinistra; la difficoltà è quella di ritrovarsi a far fronte al proprio ruolo, anche in termini di conseguenze del proprio operato.
Credo che non ci sia stata la minima riflessione su questo tema, che non ci sia stata la minima ponderazione delle conseguenze di queste scelte.
Purtroppo solo le future generazioni saranno in grado di valutare la leggerezza con cui certe decisioni sono state prese. Chissà se quando emergeranno questi problemi ci si ricorderà di più del bacio del Presidente Laus in conferenza stampa o della velocità con la quale in una Commissione si è inserito un tema del tutto inconferente con quello che era l'impianto legislativo proposto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Bono.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Così facciamo riposare il Consigliere Marrone che oggi ha un po' di emendamenti da illustrare, con un atteggiamento ostruzionistico, ma noi non ne facciamo un problema, in quanto siamo all'opposizione.
Non volevamo certo scatenare reazioni di questo tipo, che tra l'altro sono anche un po' contraddittorie, perché se il Consigliere Marrone ritiene superflui o non necessari gli inserimenti in norma di legge, non ci dovrebbe neanche essere questo accanimento emendativo, però - ripeto - a noi, essendo all'opposizione, poco ci importa, quindi vada pure avanti anzi lo sosteniamo anche moralmente nella sua attività emendativa.
Rimanendo, invece, sul nostro emendamento n. 8), proseguiamo nella logica di andare a uniformare la norma di legge regionale alla legge n.
76/2016. Pertanto, andremmo a inserire, all'interno del comma 2 dell'articolo 4, della legge n. 3/2010, la definizione di "unito civilmente" e di "convivente di fatto".
Abbiamo presentato una modifica, poiché recepiamo la normativa nazionale, che non discrimina tra il convivente avente sottoscritto un contratto e il convivente di fatto.
Oggi, la cosiddetta legge Cirinnà prevede la convivenza normata da un contratto di convivenza, in cui vengono inserite le modalità di condivisione della vita e, quindi, anche la condivisione patrimoniale o meno, o la condivisione dello stipendio, la contribuzione reddituale alla vita in comune, oppure la convivenza non normata da contratto e la convivenza di fatto, che viene semplicemente registrata anagraficamente con il fatto di avere la residenza all'interno dello stesso domicilio, e questa - secondo la norma nazionale - non comporta un discrimine.
Noi, all'inizio, avevamo pensato di optare solo per la convivenza normata da contratto, ma in realtà la norma nazionale stessa stabilisce che anche la convivenza di fatto deve avere le stesse tutele all'interno delle varie norme. La stessa legge recita, al comma 20 (se non sbaglio), che laddove nel testo ci sia la parola "coniugi" o "coniuge", si ritiene equivalente la presenza di "unito civilmente", cioè il significato di "unito civilmente".
Inserirlo, però, all'interno del testo, secondo noi, è più corretto da un punto di vista legislativo, altrimenti uno dovrebbe risalire alla legge nazionale e tenere a mente tutte le norme nazionali che dettano delle norme in questo senso.
Pertanto, averlo inserito nel testo è utile, è una finalità di corretta normativa e pratica legislativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

No, facciamo il dibattito sull'emendamento.



PRESIDENTE

C'è ancora un suo emendamento. C'è ancora l'emendamento n. 11), a firma Marrone. Lo diamo per illustrato?



MARRONE Maurizio

No, voglio intervenire sull'emendamento del collega.



PRESIDENTE

No, alla fine.
Prego, Consigliere Marrone, sull'emendamento n. 11).



MARRONE Maurizio

Glielo chiedevo, perché è importante capire su quale emendamento stiamo intervenendo.



PRESIDENTE

È diffidente!



MARRONE Maurizio

No, è perché - chiaramente - ogni emendamento è diverso dall'altro: ha un diverso apporto normativo.



PRESIDENTE

La diversità è una ricchezza: dobbiamo contaminarci!



MARRONE Maurizio

Presidente, sa perché? Perché, se ci contaminiamo, diventiamo tutti uguali e questo non va bene.



PRESIDENTE

E, quindi, la diversità non è una ricchezza?



MARRONE Maurizio

È una ricchezza: siete voi che volete un minestrone.



PRESIDENTE

E allora come facciamo a contaminarci? È una contradictio in terminis.



MARRONE Maurizio

Vede, Presidente, la diversità è proprio garantita dalla separatezza l'uno dall'altro, così ognuno mantiene la propria identità. Invece, nel confonderci tutti, poi si è tutti indistintamente uguali! Capisce?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marrone, mi fermo qua.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Si vola alto stamattina, eh!



MARRONE Maurizio

Infatti, il collega Appiano, che è uno dei pochi del Partito Democratico che sta seguendo la discussione.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Infatti non ho detto l'unico, ma uno dei pochi concedetemelo: questo sì! Vogliamo - visto che c'è qualcuno che segue - evitare di fare un ostruzionismo noioso e ripetitivo; un po' ripetitivo lo dovrà essere per forza.



PRESIDENTE

Il suo ostruzionismo è ostruzionismo, però non è noioso, devo dire la verità.



MARRONE Maurizio

Meno male, Presidente. La ringrazio di questo: dopo tanto allenamento anche in altre sedi, devo dire che si riesce a rimanere ad un livello quantomeno medio.
Approfitto di questi minuti per anticipare che amplierò rispetto ad alcune repliche ed anche rispetto all'intervento del collega Bono.
Peraltro, quest'emendamento intende sostituire "nucleo" con "famiglia", per cui rimaniamo comunque sul tema.
Vede, collega Bono, non è vero che voi avete fatto un adeguamento.
Secondo me, voi avete lanciato la pietra magari convinti che tanto sarebbe stata respinta e non avete - come invece normalmente lei fa, lo voglio dire chiaramente - riflettuto sul portato normativo. Perché non è che un ente debba ricordarsi o meno dell'esistenza di una legge nazionale: una legge nazionale, se è promulgata, è vigente, per cui non bisogna ricordarsene. È operativa ed efficace a tutti gli effetti.
Se noi abbiamo una legge nazionale che stabilisce che, ogni volta che leggiamo "matrimonio", dobbiamo parificare con "unione civile", lei ha fatto un intervento ultroneo e del tutto svincolato, e non di adeguamento.
La faccio ragionare su quest'ipotesi: metta che, un domani, la legge Cirinnà venga abrogata e si ritorni alla disciplina anteriore. Sa cosa succederebbe, collega Bono? Succederebbe che noi diventeremmo l'unica Regione in tutta Italia in cui le unioni civili - attenzione, magari neanche più esistenti - rimarrebbero parificate al matrimonio. Pertanto non ci venga a dire che è un adeguamento.
Guardi, checché mi imputino estremismi di vario genere, io ho il massimo rispetto per le opinioni di ciascuno, soprattutto se sono anche corroborate da un voto popolare. Il problema, però, è che vanno, poi rivendicate.
Quello che non vi "perdono" non è il merito della posizione, che è più che legittima, ma il fatto che l'abbiate contrabbandata come un'operazione di basso cabotaggio, mentre non è così. Che uno la condivida (come evidentemente voi) o non la condivida (come certamente io), in ogni caso questa è una novità sostanziale. Non è una novità formale, non è un richiamo novellistico: è una riforma.
È una riforma di diritto di famiglia e io mi limito a suggerire alla maggioranza, e anche agli Uffici, che probabilmente la Regione è anche incompetente. Intendiamoci: la Corte Costituzionale ci ha appena abrogato la legge su Uber (diciamo così, per semplificare), comunque sulle nuove tecnologie sul trasporto pubblico gestito da privati, perché c'è stato detto che la materia della concorrenza è riservata al legislatore nazionale e voi state approvando - secondo me illegittimamente - una riforma di diritto di famiglia, su base regionale.
Lo dovreste sapere, immagino lo sappiate: queste sono materie di competenza esclusiva dello Stato, perché non possiamo pensare che, se uno varca il confine tra una provincia e un'altra di un'altra regione un'unione sia un matrimonio e un'altra sia un'amicizia non riconosciuta dallo Stato.
Un domani potrebbe essere così.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Poiché ho sottoscritto gran parte degli emendamenti presentati dal collega Marrone, avremo modo di discutere nel merito dei singoli emendamenti, però c'è un tema che è singolare e che dice un po' come questa maggioranza intende affrontare i problemi di questa regione.
È già avvenuto circa un anno fa: un anno fa, questo Consiglio discusse per circa due mesi, due leggi inutili (inutili nel concreto), sempre relativamente ai diritti civili, presentate dall'Assessora Cerutti.
Oggi, quando il Piemonte ha un'urgenza legata certamente al tema per cui nasceva questa legge (quello di bloccare le decadenze), e io aggiungo un'urgenza rispetto ai conguagli (almeno, l'ATC del Piemonte centrale quella di Torino), noi perdiamo del tempo, e non lo dico casualmente.
Stiamo perdendo del tempo per un vezzo politico che - badate - è tipico del Movimento 5 Stelle, che però qui dentro è opposizione, ed è tipico di questa maggioranza.
È la stessa discussione che si sta facendo in Parlamento. Invece di occuparci davvero del problema casa dei cittadini piemontesi, invece di preoccuparci dei problemi di erogazione della sanità ai cittadini piemontesi, invece di occuparci del problema del lavoro, noi ci occupiamo di un'estensione di diritti rispetto all'attuazione della legge Cirinnà.
Al di là del merito (la mia posizione è nota ed è contraria), chiedo alla maggioranza e all'Assessore, alla Giunta: voi credete che questa sia la priorità del Piemonte? Cioè, la priorità del Piemonte, in termini di edilizia popolare è quella di garantire i diritti civili a qualche decina di coppie - diventeranno centinaia, lo segnalo - che contrae (o che contrarrà) un'unione civile? È questa la priorità di questo Consiglio regionale? Pare di sì, rispetto alla modifica. Perché è una presa in giro per come nasce la legge e per come arriva in Consiglio! Nasce come legge urgente - perché, altrimenti, avremmo atteso il lavoro della II Commissione - per sospendere le decadenze e, in mezzo a questa urgenza, si inserisce invece la bandierina dei diritti civili. Badate che non è solo del Movimento 5 Stelle, ma è quella del Presidente Laus, è quella di un pezzo consistente del PD in Consiglio comunale, che in parte collabora anche con la Presidenza del Consiglio, è quella del Consigliere Grimaldi e di molti altri esponenti.
Potrei fare - lo rimanderò agli interventi successivi - un richiamo a quel mondo, se esiste, che non voglio definire cattolico, ma che si ispirava ai valori della dottrina sociale della Chiesa, se è ancora presente in questo Consiglio. Ma sarà una puntata che faremo negli interventi successivi, perché il paradosso è questo: ancora una volta, non avete idea di quali siano i problemi del Piemonte e da due settimane discutiamo l'inserimento nella legge regionale delle unioni di fatto? Ma chi se ne frega! Consentitemi di dirlo: chi se ne frega! Il problema è bloccare le decadenze! Il problema è bloccare i conguagli assurdi che sono stati inviati!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per una breve considerazione.
Il Consigliere Vignale ha ragione su un aspetto (secondo il mio punto di vista, si intende, perché la ragione non è assoluta): sul fatto che si stia dedicando un tempo certamente eccessivo rispetto al contenuto di questa disposizione di legge.
Visto che stiamo discutendo da ore sugli emendamenti all'articolo 1 vorrei ricordare che il cambiamento tra l'articolo inserito nell'attuale disegno di legge e l'articolo precedente che viene emendato e modificato è il riferimento ad una legge dello Stato. Mi riferisco a laddove si leggeva: "Il nucleo richiedente è composto dai membri iscritti da almeno un anno nella famiglia anagrafica, come definita dall' articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223". Lì ora si aggiunge "e ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76 (Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze)".
Posso capire che ad alcuni colleghi di quest'Aula quella legge non piaccia (e non sia mai piaciuta) e che ogni occasione sia utile per ribadirlo. Dopodiché, è legge dello Stato.
Riterrei quantomeno curioso che una Regione di questa Repubblica non si adeguasse ad una legge dello Stato e non la richiamasse espressamente in una delle proprie leggi regionali.
Davvero, invito a stare al merito delle questioni, ad evitare ostruzionismi legati al mero recepimento di una norma di legge nazionale, e a concentrarsi invece su quello che è il vero contenuto normativo di questo disegno di legge, ossia la sospensione delle decadenze nell'assegnazione degli alloggi popolari per quelle famiglie che non possono più pagare il canone di occupazione per ragioni oggettive (perdita del lavoro, difficoltà economiche e quant'altro), per evitare che vengano messe in strada centinaia di persone e centinaia di famiglie piemontesi. Questo è il contenuto di un disegno di legge così importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Impiegherò un solo minuto, per illustrare un brevissimo pensiero.
Noi avremmo sicuramente potuto approvare questa norma a dicembre. Forse a gennaio. Bastava fare una cosa, quella che avevamo proposto, cioè arrivare a decidere in Commissione legislativa.
Se avessimo voluto dare un segnale di urgenza per offrire una risposta rispetto al tema dell'emergenza abitativa, bastava seguire la proposta avanzata originariamente dalla Giunta, che era quella di arrivare all'approvazione di questo testo originario in Commissione.
Un Gruppo politico si è opposto: lo dico per dovere di verità.
Un Gruppo politico si è opposto a tale proposta, perché bisognava invece, fare gli approfondimenti secondo l'iter ordinario.
Nel momento in cui un testo di legge assume una valenza ordinaria, è inevitabile, dal punto di vista politico, che possa essere oggetto anche di mediazioni e di ulteriori aggiunte.
Dico anche, come ho già fatto precedentemente, che questi elementi aggiunti rispetto al testo originario nascono da un accordo stipulato con le forze politiche in Commissione su punti che potevano già essere introdotti in questo testo. Dunque, non è stato un atto di forza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Sono fortunato, perché intervengo dopo l'Assessore, quindi ho potuto ascoltare anche la sua opinione.
Francamente, mi sorprende la sua dichiarazione, secondo la quale nell'ambito di una legge che nasce da una considerazione fatta dagli Uffici, portata a conoscenza della Commissione, dove emergevano dei debiti mostri all'interno delle ATC, si dovesse dire "va bene, la saniamo con una legge velocissima all'interno della Commissione", senza fare alcun approfondimento.
Vivaddio! Allora a cosa servono i Consiglieri, se non si va neanche ad analizzare una situazione assolutamente paradossale dal punto di vista economico? Se i Comuni non avessero lanciato un grido di dolore rispetto ai propri bilanci che andavano a farsi benedire...
Scusate l'espressione! Abbiamo cercato di evitare le decadenze per non mettere in mora queste Amministrazioni, che non sarebbero state in grado di pagare. Se non c'era bisogno di approfondimenti in questo senso, non facciamone più! Facciamo tutte le leggi in Commissione legislativa, così evitiamo anche di trovarci il martedì a discuterne lungamente! A questo si aggiunge - era questo l'oggetto della discussione generale - tutta una serie di elementi, come quelli relativi alle unioni civili, nell'ottenimento della casa dalle ATC.
Perché questo è un elemento in più.
Mi preme, tuttavia, correggere il Consigliere Appiano, il quale giustamente, sostiene che c'è una legge nazionale: vivaddio, lo sappiamo tutti! Ma in quella legge non vedo un termine perentorio e temporale entro il quale la stessa va recepita da parte delle Regioni; tant'è vero che, se non erro, siamo la prima Regione italiana a recepire un'azione di questo tipo.
È chiaro che volete il biglietto gratis per il prossimo Gay Pride, per partecipare con la bandierina delle unioni civili; ne sono sicuro. Ma diventa un elemento extralegge, perché non c'è nessun'altra Regione italiana che sta facendo una cosa simile, ossia modificare una legge d'urgenza, come dicevamo prima, inserendo una serie di elementi di questo genere, che nulla hanno a che fare con la legge originaria che l'Assessore ha detto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Visto che ho partecipato ai lavori in sede di Commissione, ci tenevo ad intervenire. Sicuramente questo ritardo è dovuto ad un lavoro importante fatto in Commissione.
Credo che l'Assessore abbia fatto bene a concedere questo tempo e ritengo, altresì, che il riconoscimento di maggiori diritti civili vada comunque a diminuire il disagio sociale.
In questa regione il disagio sociale è profondo, perché la crisi ha colpito maggiormente questa regione, pertanto, aumentare i diritti civili può aiutare a ridurre questo disagio sociale, che studi di epidemiologi e sociologi importanti collegano anche a una riduzione dell'aspettativa di vita.
Nella nostra regione, fortemente colpita dalla crisi, il disagio sociale è tale che addirittura, in alcune città, i morosi incolpevoli si trovano senz'acqua; a me questo fatto mi dà un fastidio tremendo, e mi dà anche fastidio il fatto che quando l'acqua viene riaperta non è comunque sufficiente per accendere il riscaldamento, perché l'acqua è limitata e non va in pressione l'impianto. Capite il profondo disagio sociale che stiamo vivendo in questa regione? Se per una volta siamo i primi a riconoscere dei diritti civili, già riconosciuti dal Parlamento italiano, credo che non facciamo del male, ma facciamo solo del bene. Quindi ben venga questa cosa, perché i diritti civili possono ridurre il disagio sociale che è veramente profondo e diffuso in questa regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media dell'Istituto "Guido Gozzano" di Caluso (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "Guido Gozzano" di Caluso in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3" (seguito)


PRESIDENTE

In merito al disegno di legge n. 229, proseguiamo con la votazione degli emendamenti all'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunico che gli emendamenti 28), 29), 30), 90) e 92) sono irricevibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che l'Assessore Ferrari dichiara di aver votato favorevolmente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1), così come modificato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1 bis Emendamento rubricato n. 7) presentato da Bono.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa è una modifica all'articolo 5 della legge 3 del 2010, quindi sempre nell'intento di uniformare la normativa regionale a quella che oggi è la norma nazionale. Poi ha ragione il collega Marrone: se un domani ci dovesse essere un'altra maggioranza al Governo, avrebbe tutta la facoltà e la legittimità di modificare o abrogare la legge nazionale 76/2016 e quindi rimarrebbe il nostro testo regionale modificato.
Questa, quindi, è anche in qualche modo una forma di tutela in questo senso: oggi recepiamo una normativa nazionale, la inseriamo nella nostra normativa regionale e resta nell'ordinamento piemontese. E questo non sarebbe l'unico caso, comunque, di normative differenziate: pensiamo alla sanità o al sociale, in cui ci sono 21 diverse normative regionali. Ma non vedrei questo come un problema particolare, a meno che non si voglia tornare ad un centralismo nazionale spinto, in cui.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Magari si tornasse lì!



BONO Davide

Ovviamente ci sono diverse posizioni politiche. In quella - dicevo che auspica un ritorno al centralismo le Regioni non avrebbero più funzione legislativa, ma solo amministrativa, e a questo punto ci sarebbe un'unica normativa nazionale e quindi secondo alcune forze politiche si risolverebbero molti problemi. Noi su questo non abbiamo una posizione uniforme a quella del collega Marrone.
In questo caso, quindi, semplicemente inseriamo una modifica anche all'articolo 5 della legge 3 del 2010, che riguarda le procedure per le assegnazioni degli alloggi. In particolare, al comma 4, laddove si parla di un bando di concorso riservato a favore di particolari categorie di cittadini quali giovani coppie che abbiano contratto matrimonio, si aggiunge anche, ai sensi della legge nazionale, che abbiano contratto unione civile o una convivenza di fatto da non più di due anni. E quindi semplicemente, uniformiamo oggi alla normativa nazionale, rebus sic stantibus, i diritti alle coppie formatesi da non più due anni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Beh, vedo che intanto è già cambiata la posizione del collega del Movimento 5 Stelle: questo non è più un mero recepimento formale, ma quanto meno hanno ammesso che invece si tratta di un'innovazione e di una riforma legislativa che ha una sua efficacia del tutto distinta da quella della legge Cirinnà; si tratta cioè di una copia della Cirinnà su base regionale ma non è un richiamo.
Infatti, volevo correggere alcuni colleghi che hanno detto che questa sarà - chi lo diceva essendone soddisfatto come il collega Appiano e chi invece la criticava - la prima Regione che fa questa modifica e inserisce le unioni omosessuali nella legge sulla casa: noi non saremo la prima Regione, ma probabilmente saremo l'unica. E sapete perché? Perché è sbagliato farlo. Ma non sto dicendo che è sbagliato a livello di merito politico, pur ritenendolo: è inammissibile a livello di competenze. Il collega Bono, infatti, diceva bene: in sanità ci sono normative diverse; e sì, ma quella è una competenza lasciata alle Regioni; non mi risulta che il diritto di famiglia - cioè decidere cos'è un matrimonio e cosa no - sia una competenza legislativamente delegata alle Regioni.
Io, quindi, approfitto di questo dibattito che nasce da questo ulteriore emendamento che mi ero perso, perché in Commissione - mi correggerà il collega Bono - questa proposta non c'era ed è evidentemente una novità. Non solo, dunque, andiamo a inserire le unioni omosessuali rispetto alla possibilità di accedere alla casa; ma, con questa modifica perché secondo me il collega Bono non l'ha sottolineato con la dovuta attenzione -, diamo loro anche i punti per concorrere con le altre famiglie (quelle "vere", quelle "naturali") in ordine, invece, alla priorità in graduatoria per le case popolari.
Vedo quindi che - alla faccia del recepimento della legge Cirinnà - qui siamo passati dal salvare le famiglie - ribadisco, quelle "vere" - dalla decadenza per morosità incolpevole dalle case ATC a dire: mettiamoci anche inoltre, le unioni omosessuali; tra l'altro, vorrei ricordare che nel testo che ci è stato attualmente proposto, frutto della proposta della Giunta con l'aggiunta dell'emendamento del Movimento 5 Stelle, le unioni omosessuali hanno coperto e cancellato i figli, che per magia sono scomparsi.
Se vedete, cioè, nel testo i figli non ci sono più.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Ce li siamo mangiati tutti.



(Commenti del Consigliere Appiano)



PRESIDENTE

Consigliere Appiano!



MARRONE Maurizio

Si vede che un domani, evidentemente, dovremo scrivere direttamente gli "uteri in affitto", dopo l'espressione "unito civilmente"; allora forse potranno subentrare anche gli uteri affittati della nuova schiavitù a cui state condannando questa povera umanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Temo che il dibattito stia diventando quasi ossessivo, ma poi ognuno interpreta le ossessioni come meglio crede. Però, proprio richiamando un'affermazione del collega Marrone - cioè che la Regione non ha competenza normativa e giuridica in materia di diritto di famiglia - la discussione che il collega sta conducendo in modo ostruzionistico è priva di senso giuridico, non politico: il senso politico ovviamente ce l'ha.
A livello nazionale, infatti, quando si è discusso della legge Cirinnà e si è arrivati alla fine ad un compromesso - peraltro togliendo una parte di quella legge, cioè l'aspetto della così denominata stepchild adoption cos'ha determinato come conseguenza l'approvazione di quel testo? Che, man mano che dei casi vengono o verranno portati all'attenzione della magistratura, la magistratura cassa, elimina quella che è una discriminazione.
Voi immaginate cosa potrebbe capitare, laddove un'unione civile prendendo atto che la legge regionale sulle assegnazioni (in questo caso ma potremmo fare tanti altri esempi) discrimina rispetto ad una scelta che il Parlamento nazionale ha fatto, portasse all'attenzione della magistratura questo fatto? Quale potrà essere la risposta della magistratura? Cassare anche l'aspetto discriminatorio della legge regionale. Quindi, a maggior ragione, bene fa questo Consiglio regionale a recepire una legge nazionale e ad eliminare contenziosi che comunque ci vedrebbero soccombenti, proprio perché non abbiamo competenza in materia di diritto di famiglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Diceva giustamente il collega Bono che questa è una scelta che fa questo Consiglio regionale perché, a differenza di quello che dice il collega Appiano, non vi è alcun termine perentorio in riferimento al rispetto di questa norma. Come il collega Appiano ben sa, infatti, vi sono delle norme nazionali che hanno non soltanto una cogenza, come sempre avviene, ma anche una relativa necessità di applicazione entro termini dati. E, allorquando lo Stato nazionale vuole, com'è successo in alcuni casi, che le Regioni rispettino quelle norme, inserisce anche delle penalizzazioni di carattere economico rispetto ai trasferimenti.
Pertanto, ci sono le modalità per le quali lo Stato può, evidentemente intervenire.
La verità è un'altra, e mi domando perché vi nascondiate di fronte al recepimento della norma. Voi siete gli stessi Gruppi consiliari, il Partito Democratico (il centrosinistra) e il Movimento 5 Stelle, che hanno votato la legge Cirinnà, per cui, così come l'avete votata a livello nazionale tentate di applicarla con ogni modalità a livello locale: vale, ovviamente per le case di edilizia sociale, vale per le modifiche presentate dall'Assessora Cerutti e vale per una presenza così poco istituzionale alle iniziative omosessuali che si organizzano all'interno di questa città. È una scelta che questa Amministrazione ha preso in modo assolutamente netto e che il Movimento 5 Stelle ha preso in modo assolutamente netto anche nel governo di questa Città.
C'è una legge dello Stato che non condividiamo. C'è la necessità di applicarla immediatamente questa norma? Noi crediamo assolutamente di no anche per motivi basilari, perché crediamo che, intanto, c'è una discussione che si sarebbe dovuta aprire - e si aprirà - in sede di II Commissione per la revisione della legge n. 3, dove questo sarebbe potuto essere uno dei punti di discussione. Poi, perché non ci pare che questa come abbiamo detto precedentemente, sia una delle priorità di cui discutere, ce ne sono tantissime, non certo questa, se non un vezzo e se non la volontà di avere...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



VIGNALE Gian Luca

Ho concluso, Presidente.
La volontà di avere, dicevo, in qualche modo una battaglia da poter ascrivere a questa maggioranza, che si distingue nell'ultimo anno - come ha fatto a livello nazionale - non per la risoluzione dei problemi dei piemontesi, ma per l'estensione, cosiddetta, dei diritti civili.
Dopodiché, ma sarà parte della discussione degli articoli a venire vorremmo anche capire l'anima popolare del Partito Democratico se esiste ancora, noi temiamo di no, però questa sarà un'altra discussione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 7) sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva (voto esteso al nuovo articolo).
ARTICOLO 1 ter Emendamento rubricato n. 12) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Sono contento che si arrivi, finalmente, anche ad un emendamento di merito.
Vede, a fronte dell'urgenza manifestata dal Movimento 5 Stelle, dalla Giunta e dal PD di far entrare immediatamente in questo testo legislativo le unioni omosessuali, questo emendamento pone un tema che, a sentire, era condiviso da tutti, ovvero quello di dare tempi certi all'assegnazione delle case popolari, ma con il meccanismo del bando, perché, soprattutto nei Comuni più grandi - per esempio, pensiamo al capoluogo - passano anche mesi, se non semestri, se non indirettamente anni, prima che il meccanismo dalla selezione delle domande e di verifica della documentazione all'approvazione delle graduatorie, venga completato.
Pertanto, mentre qui ragioniamo del sesso degli angeli - è proprio il caso di usare questo proverbio popolare in questo caso - lasciamo che le famiglie, che i singoli, che anche gli omosessuali - così, magari ristabilite l'attenzione anche voi del centrosinistra - rimangano tutti in questo con grande democrazia e antidiscriminazione - per degli anni in attesa non tanto della casa popolare, ma di vedere il proprio punteggio in graduatoria. Però, evidentemente, per il Partito Democratico e per il Movimento 5 Stelle questa non è un'urgenza, dobbiamo dedurre, perché, in realtà, è meglio inserire formalmente le unioni omosessuali in un testo di legge per, poi, mantenere l'operatività - o, meglio, la non operatività di una legge regionale, che la casa in tempi umani non la dà a nessuno, che tu sia etero, che tu sia gay, che tu sia bianco, nero, giallo o quello che vuoi.
Di fatto, è questa la situazione in cui ci troviamo: come è stato ribadito da più colleghi, la precedenza si dà a queste bandierine che riguardano delle minoranze ultraesigue. Invece, dall'altra parte, il funzionamento reale del meccanismo, per fare in modo che queste cavolo di case popolari a qualcuno arrivino, non lo consideriamo; lo consideriamo con i dovuti tempi, con la dovuta lentezza, con la dovuta tranquillità. Su questi termini che riguardano il funzionamento stesso dei bandi abbiamo preso atto del fatto che non c'è un'idea di urgenza, per cui avanti ai nuclei omosessuali, peccato, però, che i nuclei omosessuali dovranno aspettare mesi se non anni in graduatoria, come tutti gli altri, e la casa popolare, verosimilmente, non la vedranno, al pari delle famiglie eterosessuali.
Questo è davvero abbastanza sintomatico della mancanza di polso politico relativamente a questa emergenza. Noi siamo arrivati a un decreto sulle decadenze per morosità dalle case ATC perché, prima di renderci conto che quella normativa non funzionava, si è dovuti arrivare a debiti mostruosi o, dall'altra parte, a rischiare decadenze di massa, con bombe sociali dietro l'angolo.
Voi state facendo la stessa cosa su tutto il resto, su tutti gli altri aspetti della legge n. 3/2010.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



MARRONE Maurizio

Presidente, concludo su questo.
Quando mi viene detto - e, finalmente, dopo tutto questo tempo siamo riusciti a farlo emergere - che questo non è un recepimento della Cirinnà ma è una riforma ulteriore che va nella stessa direzione ideologica della Cirinnà, perché la Cirinnà si applica automaticamente, non ha bisogno di recepimenti, dall'altra parte, evidentemente, esponete non solo quella parte di questo disegno di legge, ma tutto il disegno di legge, a un'abrogazione per incompetenza da parte della Corte Costituzionale. E vi posso dire che sarà mia premura attivarmi per l'abrogazione di questo disegno di legge proprio per l'incompetenza della Regione a trattare il diritto di famiglia.
Voglio sia chiaro a tutti che, per questo vostro incaponimento ideologico, per questa bandierina che non rinunciare a piantare e aspettate che anche in Consiglio trascorrano mesi e settimane di ostruzionismo, state esponendo tutto questo disegno di legge, anche per la parte delle decadenze, all'abrogazione per incostituzionalità, e sarà mia premura sollevarla nelle sedi competenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Ho deciso, come relatore di maggioranza, di non intervenire ogni qualvolta sento delle imprecisioni o delle - posso dirlo? - fesserie.
Consigliere Marrone, se lei e il suo partito ci teneste tanto a questa vicenda, forse, avendo governato per quattro anni questa Regione, avreste riformato qualcosa; invece, nella sua passata maggioranza avete solo bloccato l'unico piano per la casa che esisteva in questa Regione.
Noi, nel frattempo, abbiamo fatto qualcosina: abbiamo riformato le ATC abbiamo sbloccato una procedura, di cui lei dovrebbe essere anche un po' orgoglioso, cioè il tema dell'autocostruzione per recuperare 500 case. Eh sì, ci stiamo prendendo la responsabilità di evitare 6.500 sfratti che voi non avete neanche guardato in faccia negli scorsi anni e stiamo semplicemente dicendo che, forse, sarebbe meglio che i Comuni potessero in qualche modo dare un giudizio prima dell'attivazione di questa procedura.
Nel frattempo, abbiamo svolto una discussione in Commissione, abbiamo detto che saremmo stati disponibili ad accogliere alcuni emendamenti qualora fossero nel quadro semplicemente di approvazione della legge - che dovevamo, in qualche modo, approvare in fretta - e, magari, di recepimento di alcune politiche nazionali, tra cui anche la Cirinnà, perché - glielo dico, Consigliere Marrone - esistono le coppie gay, se ne faccia una ragione. Tra l'altro nelle case popolari, come giustamente ricordava il Consigliere nella scorsa seduta, abbiamo provato in questi anni a non discriminare nessuno e semplicemente, se facciamo una citazione della Cirinnà, è perché sia più chiaro ed esplicito che per noi quella legge si inserisce dentro questo percorso.
Vuole fare ostruzionismo? Lo faccia. Lo sta facendo contro gli interessi delle ATC e dei Comuni piemontesi, che tra l'altro pagano questi ritardi, li pagano tutti. Quindi si prenda tutto il pomeriggio per dichiarare per l'ennesima volta che è contro la Cirinnà, che è contro qualsiasi avanzamento delle politiche dei diritti civili, però non mischi la vicenda di prima degli italiani, non mischi la vicenda delle cose popolari, perché voi non avete fatto un bel niente su questi temi: basta dirlo e basta vedere che cosa avete fatto negli scorsi anni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Guardi, collega Grimaldi, il giorno in cui vuole intavolare una discussione sulle politiche abitative fatte dal centrosinistra e in parte dal centrodestra all'interno di questa Regione.



GRIMALDI Marco

Anche adesso.



VIGNALE Gian Luca

Guardi, io ricordo che il Piano casa, per esempio, aveva un pilastro nella provincia di Torino: la costruzione di alcune centinaia di nuove abitazioni popolari. Sa quanti euro sono stati spesi di quelle risorse? Zero. E sa dove sono andate quelle risorse? GRIMALDI Marco (fuori microfono) Perché li avete bloccati tutti voi!



VIGNALE Gian Luca

No, le ricordo che il Piano casa l'ha fatto la Giunta Bresso. E se in quei cinque anni.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) E voi avete svuotato quei fondi.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

No, abbia pazienza. Le spiego. Visto che lei sa tutto, il Piano casa si realizzava in tre step diversi. Il primo step prevedeva - poi magari glielo ricorderà anche l'Assessore Ferrari - che venissero costruite molte centinaia di alloggi di edilizia sociale all'interno di questa città.
Guarda caso, non è stato costruito neanche un alloggio. E sa dove sono andati quei soldi? GRIMALDI Marco (fuori microfono) Sì, ai rom, ai gay e ai drogati!



VIGNALE Gian Luca

No. Le svelo un segreto: sono andati nella cooperazione sovvenzionata principalmente in due soggetti (29 milioni di euro); soggetti che hanno un nome e un cognome: Cooperativa Di Vittorio e Cooperativa San Pancrazio. E incredibilmente lei li troverà anche fra i soggetti che nel tempo hanno legittimamente finanziato le campagne del centrosinistra. Quindi, quando vuole discutere di politiche abitative, da questo punto di vista non c'è problema.
La legge 26 del 1978 - non casualmente del 1978 - è stata finanziata come non mai, quando ha governato il centrosinistra. E un se un giorno volessimo iniziare una discussione seria su quante risorse questa Regione ha speso a favore della cooperazione sovvenzionata e a vantaggio di chi anche con nomi e cognomi, in modo legittimo.
Poi c'era qualche collega, per esempio il collega Turigliatto, che non era proprio di centrodestra (e forse il collega Laus lo indicava), che segnalava un aspetto - lo dico all'Assessore - che vige tuttora: gli affittuari della Cooperativa Di Vittorio ogni mese pagano una quota anche se all'interno della loro abitazione non viene fatto un euro di lavoro, che complessivamente fa circa due milioni di euro di liquido al mese. Lo segnalo per chi si scandalizza. Lo segnalo, così ci sono una serie di aspetti; poi certamente il centrodestra non ha fatto quello che magari in toto avrebbe dovuto fare, ma si è anche trovato qualche problemino di bilancio (questo è il passato); problemi di bilancio e non rispetto alle scelte che sono state fatte.
Ma vi è un altro tema, e concludo. Sono passati quasi tre anni da quando questa Giunta governa. Nel luglio del 2014, quando discutevamo l'accorpamento delle ATC.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



VIGNALE Gian Luca

Ho terminato il tempo, lo dico dopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
In linea generale, se c'è un'utilità in questo ostruzionismo, questa è rammentarci, in un momento di grande difficoltà, che c'è una differenza profonda tra destra e sinistra, e sul piano dei diritti e delle libertà lo si sta sottolineando con grande forza.
Detto ciò, nonostante sia ostruzionistica gran parte degli emendamenti presentati, io cerco di ascoltare lo stesso e cerco di capire ed eventualmente di mettere anche in discussione i miei convincimenti.
Nei due interventi dei Consiglieri Marrone e Vignale ho sentito due concetti diametralmente opposti.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Perché, sai, la destra si sta dividendo.



APPIANO Andrea

Il Consigliere Marrone ha affermato che la legge Cirinnà è autoapplicativa e quindi è inutile richiamarla in una legge regionale tanto si applicherebbe comunque. Il collega Vignale sostiene che la legge Cirinnà afferma dei principi e non pone dei termini di applicazione, quindi noi possiamo disinteressarci che esista questa legge - questo è il retropensiero - e cercare di boicottarla nei fatti, rimettendo ai singoli cioè ai diretti interessati, un'eventuale azione legale per rivendicare un diritto che la legge nazionale comunque riconosce.
Almeno su questo, mettetevi d'accordo. È autoapplicativa o non è autoapplicativa? È evidente che è autoapplicativa, e sapete perché è importante, dal punto di vista giuridico, richiamarla anche in una legge di settore? Per evitare che siano poi funzionari, quando hanno un bando in mano, a dover interpretare estensivamente e a sottoporsi al rischio di ricorsi. Assumiamoci le nostre responsabilità di legislatori e, nell'ambito di una competenza che non è nostra, non sostituiamoci alla valutazione che il Parlamento ha fatto un anno fa di estensione dei diritti appunto attraverso la legge Cirinnà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
In realtà, io ho insistito sull'autoapplicazione della Cirinnà - ed era un elemento sul quale, forse il collega Appiano si ricorderà, avevo già posto il tema in Commissione - proprio perché la conseguenza è che voi non state ribadendo nulla: state facendo una riforma legislativa di diritto di famiglia a livello regionale, che è - giusto perché lei è un giurista e avrà modo di saperlo già, ne sono convinto - incostituzionale.
Voi state - lo voglio ripetere ancora una volta - esponendo un provvedimento realmente urgente per evitare migliaia di decadenze a livello di famiglie che sarebbero messe in mezzo alla strada, per tradurre il tema delle decadenze delle case ATC, delle case popolari, solo per un vezzo ideologico.
Questo, guardate, rischia di accadere seriamente, perché la Regione per vostra volontà, visto che evidentemente di lasciar sbandierare questo vezzo alla Cirinnà non vi basta e lo volete quindi fare anche a vostra volta a livello locale e a livello regionale, state esponendo all'abrogazione una legge importante, o che quanto meno lo era originariamente, prima di diventare il cavallo di Troia per tutte le vostre marchette arcobaleno. Questa è la verità.
Sinceramente mi fa sorridere sentire il collega Grimaldi accalorarsi nel ribadire il loro impegno in questi due anni a livello di urgenza sul tema ATC, quando ha citato solo una riforma delle poltrone, che è stata la vostra reale urgenza sulle ATC piemontesi, e l'autorecupero, che è una nostra proposta richiesta in termini di urgenza con tre - tre - atti di indirizzo approvati, prima che si arrivasse in Commissione legislativa (richiesta dal sottoscritto), con poi la Giunta che ci ha - com'è sempre accaduto - messo la bandierina, ma rispetto a un'esigenza che ponevamo noi rispetto a una filosofia che abbiamo sempre posto noi. E lei, collega Grimaldi, se lo dovrebbe ricordare, visto che il suo Sindaco continuava invece a ostacolarla.
Vorrei anche ribadire, visto che lei l'autorecupero l'ha citato, che sulla carta esistono e ci sono veramente centinaia di alloggi ed è l'unica soluzione legislativa che ha sbloccato veramente le case, non chiacchiere sulla carta, collega Grimaldi, ma case vere, che arrivano alla gente vera e non alle buffonate da manifestazione.
C'è un piccolo problema di cui lei evidentemente si è disinteressato: che il Comune di Torino, amministrato dal Movimento 5 Stelle col quale avete fatto un bell'asse di governo Regione-Comune, non sta applicando questa legge, anzi la sta dolosamente disapplicando, continuando un indirizzo che era del Sindaco Fassino nella sua assoluta continuità con il precedente governo della città, inventandosi una soglia di sbarramento a 11 punti, arrivando alla tautologia folle per cui può accedere all'autorecupero solo chi è già in assegnazione per la casa popolare quindi una fesseria - questa sì, Consigliere Grimaldi - e nessuno in questa sede che ha promulgato quella legge si sta curando della disapplicazione del capoluogo. Le case vengono messe a bando da ATC.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



MARRONE Maurizio

Presidente, mi faccia concludere questo concetto perché è di merito.
ATC Piemonte mette le case a bando e non vanno assegnate, vanno deserte perché il Comune non accetta le domande. Questa è la situazione, in concreto, percepibile dalla gente vera, al di fuori di questa sala avulsa dalla realtà, delle nostre riforme legislative di cui tanto va orgoglioso il Consigliere Grimaldi di SEL.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento n. 12), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 19 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 1 quater Emendamento rubricato n. 10) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Anche questo emendamento cerca di mettere una tempistica questa volta non alle strutture dei Comuni, che, vorrei ricordarlo, si limitano a dire: abbiamo poco personale, come facciamo, in tempi ragionevoli (tempi ragionevoli vuol dire sei mesi) a verificare la documentazione che le famiglie ci portano e quindi ad inviarla alla Commissione regionale? Il risultato, come dicevo, è che le case non le vede nessuno: né le coppie etero, né le famiglie, né le unioni civili omosessuali.
Evidentemente se c'è un parere negativo della Giunta, c'è un voto negativo del PD (per questo ci tenevo a tenere un voto visibile); evidentemente questa non è una problematica per le forze che hanno votato in modo contrario (qui non si sta parlando più di gay).
In questo si chiede di mettere una tempistica massima per l'operato della Commissione regionale, ovvero quell'interforza che mette insieme ATC Regione e vari Enti che vanno a concorrere. Vorrei sottolineare che il rischio di dilazioni temporali rispetto a questa Commissione è ancora più pesante; è una Commissione che non ha una sua fisicità corporea, è il frutto di unioni di più situazioni, si riuniscono in via non pubblica ma, a differenza delle commissioni di emergenza abitativa dei Comuni che hanno convocazioni fisse nelle sedi comunali, dall'altra parte non hanno dei responsabili identificabili, per cui il cittadino che attende questo lavoro di formazione della graduatoria non ha neanche un interlocutore da cercare di sollecitare.
I Comuni uno sa dove trovarli, queste commissioni sono eteree impalpabili, quindi non sono sollecitabili, quindi la Regione, noi dobbiamo mettere in legge dei termini perentori, massimi per la verifica altrimenti disegniamo uno strumento teorico, di formazione di queste graduatorie. Magari nel 2010 funzionavano con un'emergenza abitativa che era un quarto dell'attuale e ci ritroviamo un sistema, un motore che sulla carta funziona alla perfezione, invece nella realtà non va avanti perché è ingolfato, irrimediabilmente ingolfato.
Perché dico ingolfato? Perché, purtroppo, le strutture amministrative burocratiche, con tutte le difficoltà che io non nego, esisteranno senza dubbio (tagli di bilancio, blocchi del turnover, carenza di personale ecc.) ma, di fatto, tutte queste persone, magari legittimamente, perché non è una loro responsabilità, timbrano il cartellino e se con quel monte personale la formazione della graduatoria prende un anno, questi ci metteranno un anno.
Il risultato è che magari c'è un nucleo, una persona, un essere umano un cittadino, preferibilmente - in oggettiva emergenza abitativa che ha contribuito, con il proprio fisco, a tenere in piedi questo carrozzone e in cambio, il diritto sociale che formalmente gli viene riconosciuto, di fatto, non viene concretamente garantito e viene disatteso. È da lì che nasce la legittima sfiducia e delegittimazione di tutti gli enti pubblici operanti in questo settore, a 360 gradi, che è una responsabilità che alla fine ricade su chi come noi, facendo politica sul territorio, ci mette la faccia e con noi, in questo caso, intendo tutti noi.
Visto che vi sentite così aperti nel valutare le proposte delle minoranze se vanno o non vanno come quella delle unioni civile proposta del Movimento 5 Stelle, magari anche su questo sprecate il tempo di farci un ragionamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 237) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.
Le posso fare una domanda? Sono tollerante quando vuole sedersi o cercare l'emendamento. Quando deve finire un ragionamento le lascio qualche minuto in più, ma quando do la stessa votazione di un emendamento, perch fa perdere tempo all'Aula per qualche secondo in più?



MARRONE Maurizio

È uno sporco lavoro che qualcuno deve fare.
Per la simpatia che la contraddistingue e con cui spesso ci frega, io ne approfitto - tanto il tempo è ampio e posso usare parte di questo minuto per dire che in realtà non è che ci stiamo divertendo a portare avanti questo ostruzionismo, e non è neanche così pregiudiziale.
All'Assessore Ferrari e ai Consiglieri della maggioranza che hanno votato negativamente su quegli emendamenti, che si ricorderanno come io rispetto - non la condivido, ma la rispetto - l'urgenza nell'inserire le unioni omosessuali in tutti gli ambiti in cui si cita il matrimonio in questa legge, vorrei ricordare che avevo segnalato un'altra urgenza con toni più moderati e più progressisti di quelli dell'ex Sindaco Fassino. Mi riferisco al fatto che questa legge non è al passo con i tempi rispetto alla sproporzione di case popolari che vanno a italiani rispetto a immigrati, non perché ci sia un complotto contro gli italiani, ma semplicemente perché cristallizzava una situazione che non è l'attuale.
Se lo dice l'ex Sindaco Fassino che bisogna ragionare su riforme di questa legge che creino delle tutele e mantengano una proporzionalità, di sicuro non si può dire che è una mossa strumentalmente ideologica e propagandistica delle destre populiste, a meno che l'ex Sindaco Fassino non abbia cambiato idea e - a mia insaputa - non abbia preso la tessera dei Fratelli d'Italia! In questo caso, spererei che fosse in un mio circolo: sarebbe di sicuro un trofeo da esibire! Scherzi a parte, il problema è che - come l'Assessore sa - noi avevamo presentato (io personalmente) un emendamento che toglieva il punteggio previsto aggiuntivo solo per lo status di richiedente asilo, rispetto a tutte le altre voci di disagio sociale, perché, nell'attuale situazione, si tratta di persone che, al 90 per cento, hanno quel requisito senza, poi conseguire - in definitiva - lo status vero e proprio di rifugiato.
Io avevo anche manifestato all'attenzione dei colleghi il timore che maturati i tre anni di residenza che consentono di partecipare ai bandi, ci saremmo ritrovati - per i numeri (parlo solo dei numeri) - migliaia di persone, intere tranche di graduatorie (penso alle 500 medie del Comune di Torino) con quella categoria di persone che meritano sicuramente - nei limiti dei loro bisogni - un'assistenza, ma non, senza dubbio, a scapito di tutte le altre famiglie italiane o extracomunitarie, integrate nel nostro territorio, che semplicemente non sono richiedenti asilo.
Queste, si vedrebbero scavalcate in blocco da tutti gli altri, per il paradosso per cui, se una famiglia italiana ha un'invalidità, un reddito basso, una situazione di disagio sociale, ha X punti, mentre, se una famiglia richiedente asilo, una famiglia presuntivamente profuga, ha la stessa invalidità, lo stesso disagio sociale, lo stesso basso reddito matura lo stesso punteggio più due. E quel "più due" farà andare avanti tutti, in blocco.
Questo, perché la nostra legislazione attribuiva questo premio quando il richiedente asilo era il singolo dissidente politico, che poteva arrivare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, lei ha tre minuti per l'intervento e siamo già a quattro.
La invito a chiudere.



MARRONE Maurizio

Concludo.
Era solo per dire che, in realtà, la proposta per cercare di riequilibrare le priorità e far cessare questo ostruzionismo, posto che rimarrà il voto contrario - questo è ovvio - c'è. È la maggioranza che ha scelto politicamente.



PRESIDENTE

Questi concetti, però, potrà esprimerli con l'illustrazione degli emendamenti successivi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Colleghi, stiamo intervenendo sull'articolo 2 della norma, che va a modificare l'articolo 8, riguardante i punteggi da attribuire ai richiedenti asilo.
È evidente come noi, oggi, stiamo facendo un lavoro sbagliato, senza entrare nel merito, ma nel metodo, e riprendo le parole della Consigliera Conticelli e del Presidente Mazzù - che la stampa ha riportato - rispetto al punteggio di attribuzione ai richiedenti, individuandolo come una priorità (ed è certamente una priorità).
Allora, delle due l'una: se si voleva fare una norma d'urgenza, che non sospendeva solo le decadenze, ma introduceva anche qualche piccolo principio, è evidente che questo andava fatto.
Io mi permetto di continuare a segnalare un aspetto che ho segnalato anche nella scorsa seduta di Consiglio. Credo che oggi siano due le grandi urgenze che il Piemonte ha rispetto all'edilizia sociale: la prima, è certamente la sospensione delle decadenze; la seconda - e abbiamo partecipato all'audizione, cui erano presenti l'Assessore Ferrari e la Consigliera Conticelli - riguarda il tema della sospensione dei conguagli che è un tema dirimente.
Queste sono le due urgenze che ha oggi il Piemonte, in merito all'edilizia sociale. Poi, evidentemente ne ha molte altre, perché se c'è un limite rispetto a ciò che è avvenuto, è quello che non abbiamo fatto o non è stato fatto nell'arco di questi due anni.
Ritengo sia sbagliato continuare a discutere per ore di un tema rispetto al quale - ripeto - nel merito ognuno dirà la propria, ma nel metodo non facilita certamente l'approvazione di un provvedimento urgente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 20) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Anche questo è un punto importante, perché nelle voci che attribuiscono i punteggi c'è anche un'espressione un po' ambigua, che secondo me (lo voglio sperare) si rivolgeva a categorie in emergenza abitativa pesante mentre il rischio è che venga strumentalizzata in senso diverso. Riguarda il fatto di riconoscere un punteggio ad hoc per chi vive nelle baracche.
Il problema è che, quando questa situazione è marginale, rara, di estrema miseria, magari limitata a singole persone o singoli nuclei, è anche comprensibile e legittimo e giusto - mi sento di dire - riconoscere un punteggio ulteriore a chi, per estrema necessità, per estremo bisogno per assenza di alternative, si ritrova a vivere in baracche improvvisate.
Il piccolo problema è che, dal 2010, quando è stata approvata la legge sulla casa, il fenomeno dei campi rom è diventato semplicemente oceanico e costa milioni di euro all'erario pubblico, in termini di soluzioni che parlando del caso torinese, che penso sia il maggiore in Piemonte - a posteriori si è dimostrato assolutamente inefficace.
Infatti, probabilmente, lo sgombero milionario, o meglio la rimozione consensuale milionaria del campo rom di Lungo Stura Lazio, costata cinque milioni di euro, sarà servita a rassicurare i quartieri Barca e Bertolla ma poi la stragrande maggioranza di quegli zingari, una volta finiti i quattrini delle cooperative sociali che li avevano provvisoriamente parcheggiati, se ne è andata a insistere prevalentemente negli insediamenti abusivi di strada Germagnano, andando a mantenere sul territorio (parlo come torinese), paradossalmente, nella medesima circoscrizione, la stessa emergenza sociale.
Peccato che, nel frattempo, ci siamo giocati, come bruscolini, cinque milioni di euro dell'erario pubblico, pertanto è stato un esperimento negativo un po' oneroso per le casse pubbliche, che in questa fase non sono così floride.
La nostra proposta è semplice, quantomeno per i punti di casa popolare: laddove si parla di baracche, andiamo, non a togliere quell'eventualità, ma a fare un'eccezione rispetto a quel buco nero di illegalità che sono i campi rom, su cui mi sembra concordiamo tutti di voler superare. Pertanto dopo "baracche" aggiungiamo "fatta eccezione per gli insediamenti nomadi abusivi classificati del Comune di residenza".
È molto semplice: si cerca di stabilire che quei punti non valgano per i rom; non per i rom come persone, ma per i rom come fenomeno sociale altrimenti il paradosso sarebbe quello di andare a premiare con punteggi extra chi, invece di fare una scelta - per quanto nel bisogno economico di legalità, fa una scelta, non solo di illegalità, ma addirittura di degrado, sulle spalle dei quartieri periferici e dei territori che si trovano a dover sopportare quegli insediamenti.
Pertanto, in realtà, anche questo è un emendamento di assoluto buonsenso, che impiegheremmo davvero poco ad approvare, in attesa della revisione generale, e sono anche curioso di vedere forze di opposizione teoricamente, come il Movimento 5 Stelle, come si esprimeranno rispetto a tale proposta.
Rimane il punto per cui, oggettivamente, allo stato dell'arte sembra che le priorità vogliano essere altre.
Noi poniamo anche questa.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, deve rimanere nei tre minuti, perché questo è il tempo che ha a disposizione. Ogni volta, lei parla almeno per tre e mezzo quattro minuti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La lettera a) dell'articolo 8, su cui è presentato l'emendamento n.
20), è proprio una delle dimostrazioni della necessità e dell'urgenza di addivenire alla modifica della norma.
Lo dicevo precedentemente, poi mi sono fermato per l'assenza del tempo: una delle vere colpe politiche che noi poniamo a quest'Amministrazione regionale è che nel luglio del 2014 si volle discutere solo di razionalizzazione delle strutture. Pensate che un cittadino che abita in una qualunque casa di edilizia sociale da luglio 2014 rispetto a dicembre 2013 si sia accorto che qualcosa è cambiato? Forse la carta intestata con cui gli arriva la bolletta, ammesso che ci abbia fatto caso; o, forse, una maggiore lontananza dei soggetti che, in qualche modo, la devono gestire.
Si è scordato di pensare che questa norma approvata è praticamente scaduta: perché nasce nel 2007 in Giunta ma viene approvata nel 2010 quando, nel frattempo, si è instaurata una situazione di profondo degrado sociale e di aumento della povertà collettiva.
È evidente, allora, che se si legge la lettera a) ci si rende conto di come questa lettera sia assolutamente inefficace e pericolosa. Il collega Marrone faceva correttamente l'esempio degli insediamenti abusivi da parte dei rom: è assolutamente evidente che, quando parliamo di "soggetti richiedenti che risiedano da almeno due anni in baracche, stalle seminterrati, centri di raccolta, dormitori pubblici o comunque ogni altro locale procurato a titolo temporaneo" eccetera eccetera, si apre il campo ad una serie di problemi.
Questa sarà certamente una delle lettere da affrontare (e che avremmo dovuto affrontare negli anni precedenti).


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "G. Gozzano" di Caluso (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III B della Scuola media "G. Gozzano" di Caluso, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 229, inerente a "Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale) - (Licenziato a maggioranza dalla II Commissione il 16 febbraio 2017)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti all'articolo 2 del disegno di legge n. 229.
Emendamento rubricato n. 174) presentato da Bono.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Ero molto interessato dalla veemenza politica con cui il Consigliere Marrone portava avanti la sua battaglia contro i diritti delle coppie omosessuali. Adesso, invece, ha cambiato un po' argomento, perché dal voler negare i diritti alle coppie omosessuali, è passato a parlare dei campi rom (anche se non ho ben compreso come sia arrivato all'argomento, ma forse me lo spiegherà con il prossimo emendamento), e della possibilità, richiamando l'ex Sindaco del Comune di Torino, Fassino, di avere una graduatoria separata, o comunque un aumento dei posti, per le assegnazioni delle case ai cittadini italiani; quest'ultima tematica - glielo anticipo, anche se non credo che voteremo comunque l'emendamento - ci vede favorevoli, tant'è che avevamo presentato un emendamento in tal senso, che poi è stato ovviamente ritirato per poterne discutere in una sede più opportuna proprio perché avevamo detto che questo provvedimento doveva essere snello.
Avessimo saputo che sarebbero stati presentati così tanti emendamenti forse qualche emendamentino lo avremo presentato anche noi (tanto, nel mucchio di 240, dieci in più nostri non cambiava di molto la durata della discussione!). Però siamo rimasti alla parola data in Commissione, a fronte di un singolo emendamento che poi è stato replicato in cinque o sei punti diversi della legge, proprio per armonizzare la normativa. Come ho detto non abbiamo inteso presentare altri emendamenti, rimanendo, però, alla parola data dell'Assessore di una corsia celere, rapida e preferenziale a rivedere la legge n. 3/2010. Questi sono gli accordi, perché per noi, ma anche per altri Gruppi consiliari, è una priorità fondamentale di questa legislatura il poter rivedere la normativa della legge n. 3/2010, perch altrimenti non andiamo da nessuna parte.
Questo è un intervento puntuale ed emergenziale sulla decadenze delle assegnazioni, che riguardano soprattutto una certa area, in cui, come ho detto tante volte, non erano stati fatti i piani di rientro per permettere di dilazionare la morosità.
In questo caso, non c'è molto da dire: all'articolo 8, comma 1, lettera l) laddove si parla di coniugi richiedenti che ottengono un certo punteggio, si inserisce anche "parti dell'unioni civile o conviventi di fatto".



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento rubricato n. 129) non è ricevibile, perch privo di contenuto normativo, così come l'emendamento n. 130).
Emendamento rubricato n. 236) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Marrone, il suo emendamento chiede di cassare la parola "matrimonio": si tratta di un emendamento di spessore, diciamo così.



MARRONE Maurizio

Ovviamente ostruzionistico.



PRESIDENTE

Ma non intende cassare la parola "matrimonio" dall'ordinamento nazionale, vero?



MARRONE Maurizio

Mi permetta una battuta: come diceva l'amico Sgarbi, se questi omosessuali che ce la mettono tutta per farsi imbrigliare - anche loro nel matrimonio approfittassero di questa maggiore libertà che hanno...
Ho fatto una battuta per sdrammatizzare!



PRESIDENTE

Proseguiamo, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

In realtà, ne approfitto per rispondere al collega Bono, che aveva avanzato un interrogativo.
Non è che c'entrassero di per sé i rom, ma erano emendamenti prepositivi. Il ragionamento era il seguente: se è caduto il tabù per cui in questo disegno di legge non potevamo parlare se non di decadenze allora, a questo punto, se si parla di criteri di accesso e di criteri di punteggio, allora si va anche a ragionare di provare a correggere quelle storture sull'attribuzione dei punteggi.
Noi siamo alla follia: abbiamo un testo che, a mio avviso, in termini generali (forse è anche per questo che è durato così a lungo) poteva anche rispondere nel 2010 a quella situazione di "problema casa". Ma viviamo in un mondo che, a tutto tondo, in ambito di composizione sociale, di emergenza migratoria, di emergenza reddito e sotto un serie infinita di tematiche, è completamente cambiato. Per cui quando oggi si dice "baracca" invece di intendere l'autorimessa dove magari si è accomodato lo sfrattato non avendo alternative, finiamo per riconoscere punti a migliaia di rom che creano bidonville abusive. Questo è un altro discorso, è un'altra incidenza e merita un trattamento di risposta diverso.
Anche perché, approfittando di questa interlocuzione - in questo spero di non essere tacciato, come spesso accade, soprattutto dal collega Grimaldi, di razzismo istituzionale - vorrei che tutti ragionassimo, in questa fase, in termini molto schietti e pragmatici sull'emergenza "convivenza" nelle case popolari tra famiglie di cittadini diciamo ordinari e, al converso, famiglie che arrivano dai campi rom. Spero che non mi si taccerà di razzismo se ricordo dati oggettivi: riceviamo centinaia di segnalazioni da intere aree come Vallette o come Falchera per famiglie che usano gli alloggi come magazzini, che tengono le roulotte nei giardini comuni dei palazzi ATC, che usano le autorimesse come luoghi di montaggio e smontaggio veicoli (e Dio sa cos'altro), cioè di problemi oggettivi di convivenza.
Pertanto, quando si pensa di adattare un regolamento generalistico a situazioni particolari, fingendo di non cogliere l'assoluta incompatibilità, in molti casi culturale, tra chi ha una mentalità di campo e chi, invece, ha una mentalità stanziale di edilizia sociale, andiamo a creare delle bombe sociali per cui, a posteriori, diventa una lacrima di coccodrillo lamentarsi e frignare sulle guerre fra poveri. Perché, alla fine, si finisce per essere responsabili di queste tensioni sociali. Non si può, allora, accusare chi le evidenzia, come se le avesse create: è chi le crea queste tensioni a essere responsabile delle stesse, e non chi le denuncia. Soprattutto non chi tenta di prevenirle.
L'emendamento che ho illustrato prima, quello più di merito rispetto all'attuale, che è ostruzionistico, punta proprio a cercare di disinnescare queste guerre, per affermare, una volta per tutte, che la casa popolare non è la soluzione a chi sta nel campo.
Perché se non c'è prima un lavoro a monte, ammesso che sia possibile fattibile e voluto dal destinatario, di integrazione culturale e civica del soggetto - per farla breve, se non c'è un insegnamento e un recepimento delle norme di convivenza civile - non si può arrivare a imporre una convivenza che civile tanto non sarà. In realtà, questa è un'occasione: cerco di sollecitare la maggioranza a prendere in considerazione, questo terribile tabù, magari un giorno potrete accendere la lucetta verde anche su una proposta targata "Marrone". È un'esperienza trasgressiva che un giorno, essendo così anticonformisti, loro potrebbero correre il brivido di provare, magari si...



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, siamo a quattro minuti e mezzo. Se lei continua così, io la interrompo a due minuti e novanta. Ci vuole un po' di rispetto per le regole. Il partito a cui lei appartiene è un partito delle regole.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al di là dell'emendamento che, in questo caso, è un emendamento di merito sul disegno di legge, è evidente che oggi, quella che appare una discussione ostruzionistica, in realtà, pone una serie di temi assolutamente significativi sul tavolo.
Esistono "Piemonti" diversi, esistono Piemonti in cui non vi è un problema così significativo legato all'abitazione, esistono invece le realtà urbane di tutto il Piemonte in cui questo tema è un tema significativo. Ricordo che è una discussione che si fece nel 2014 in modo trasversale e qualsiasi valutazione o studio vogliamo prendere in considerazione, che sia uno studio della Diocesi, che sia uno studio dell'ISTAT, qualunque studio vogliamo considerare ci rendiamo conto che oggi i due temi principali ai quali dovremmo dare una risposta sono la casa e il lavoro, che è anche il problema di cui nella nostra attività politica ci rendiamo conto quotidianamente.
Soprattutto ci rendiamo conto che, in particolar modo sul tema dell'edilizia sociale, viviamo una certa situazione e, ovviamente, la legge sulla sospensione delle decadenze non è che una dimostrazione di tutto questo, ma serve esclusivamente per sospendere una situazione di enorme precarietà, che andrà sostituita con un'altra: se noi non avremo l'avremmo dovuto già fare - la celerità nell'intervenire con una nuova norma che modifica i parametri e anche le capacità di assegnazione di alloggi, è evidente che la norma che noi oggi stiamo discutendo servirà a poco.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 106) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ricordo ai Consiglieri che l'opposizione ostruzionistica l'abbiamo fatta tutti, ma quando il Presidente ci stoppava dopo tre minuti, noi ci interrompevamo.
Attenzione alle regole.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Io mi stoppavo e tu lo sai.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento di soppressione di quella novità apportata con l'emendamento Bono, cioè l'inserimento delle unioni civili a fianco dei matrimoni.
Vorrei approfittare - tanto su questo tema ci siamo già detti molto per essere eufemistici - per ribadire come, per quanto sono convinto che sia stata una dimenticanza, un errore materiale, l'aggiunta delle unioni omosessuali ha sostituito e non implementato la presenza dei figli.
So che potrebbe sembrare una cosa da poco e, se non ho capito male, ho visto che il collega Bono, essendosi accorto dell'errore (così mi è stato detto) la scorsa volta, ha presentato un altro emendamento che prevede i figli; ne avevo presentato uno analogo anche io, quindi penso, anzi spero è vero che ormai non si sa mai - che verrà votato e si rimedierà a quest'errore. Tuttavia, questo la dice lunga sull'impostazione con la quale ci si avvicina a questa tematica, cioè l'importante è aggiungere quelle parole, senza verificare che cosa c'è, cosa non c'è, cosa si toglie, cosa non si toglie.
Il paradosso è che se questo testo venisse approvato così com'è, così come è stato "blindato", di fatto sono state aggiunte le unioni civili e omosessuali, che lo ribadisco, al momento sarebbero - immagino e su questo ha ragione da un punto di vista tecnico, il collega Appiano - già ricomprese per effetto della legge Cirinnà, dall'altro lato, non si possono inserire i figli, perché i figli al momento nel testo di modifica proposto dalla Giunta e dalla maggioranza, non ci sono. Non ci sono. Non se ne fa menzione.
Voglio ben sperare che questa gaffe venga risolta nella discussione successiva degli altri emendamenti, ma allo stato dell'arte chi prende il testo, confrontandolo con la legge 3 del 2010, vedrà che i figli in quella legge ci sono (probabilmente, la sinistra, nel 2010, riteneva che fossero ancora dei soggetti meritevoli di tutela giuridica) e, invece, nel testo del disegno di legge 229, proposto dall'Assessore, di modifica di quella legge in quelle parti i figli sono scomparsi, non ci sono più.
Noi qui non stiamo scherzando, non è un testo che è stato redatto al bar, la sera, dopo una serata di bisbocce, e poi la mattina dopo ti accorgi dell'errore fatto, è un testo legislativo. È un testo che è stato anche fin troppo in Commissione, forse questa è l'unica cosa che oggi mi sento di concordare con l'Assessore Ferrari. Certo, se avessimo pensato che un testo di questo tipo, che noi volevamo solo esaminare in quegli aspetti, o vedere se era il volano per aprire una discussione generale, sarebbe stato sostanzialmente solo un cavallo di Troia per agitare anche a livello piemontese la legge Cirinnà, allora forse avremmo abbracciato davvero "con la ola" la Commissione legislativa, posto che vorrei ricordare che si possono apportare emendamenti anche nella Commissione legislativa.



PRESIDENTE

Finiamo con la ola, Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Intanto annuncio che su quest'emendamento chiedo la votazione per appello nominale, perché è evidente che è uno degli emendamenti chiave della legge. Nel senso che, al di là dell'aspetto, che ricordava il collega, che non è ovviamente secondario, cioè quello che appare come un diritto, appare che la norma nazionale individua come un diritto, cioè quello dell'introduzione delle unioni civili, abbia sostituito i figli. È evidente che è un errore, ma è altrettanto evidente come si individuano delle priorità ed è combattuta facilmente...



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Se dovessimo rappresentare con un singolo emendamento la giornata di oggi, credo che questo emendamento lo rappresenterebbe perfettamente: da una parte, la tutela dei diritti, l'estensione dei diritti civili e dall'altra parte, la tutela delle famiglie. Quindi, questo emendamento è estremamente importante, perché è quello che modifica e stravolge la norma di cui oggi noi stiamo parlando.
Non è soltanto un tema di priorità politica rispetto al resto, sarebbe anche un tema di priorità politica se stessimo discutendo la revisione della legge 3. Cioè, credo che a fronte di migliaia di famiglie con figli che non riescono ad avere una casa di edilizia sociale in termini anche solo di punteggio, noi riteniamo che chi contrae un'unione civile debba avere lo stesso punteggio. Io credo di no! Anche qualora fosse inserito all'interno della legge: un conto è riconoscere un diritto, un conto è riconoscere un punteggio aggiuntivo.
Allora, credo che ci vada - almeno la nostra forza politica crede che ci vada - una distinzione fra quelli che sono soggetti differenti.
Faccio presente - e concludo - le modalità del SIA, con cui viene dato il sostegno economico. Se all'interno di queste è presente la Cirinnà tanto per ottemperare agli adempimenti nazionali - non ci sono; ve lo dico: non ci sono. Le coppie omosessuali o le coppie riconosciute dalla convivenza civile, cioè, nel provvedimento di sostegno economico che ha fatto il Governo Renzi non ci sono: non ci sono!



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 128) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Preliminarmente, Presidente, giusto perché sarà una giornata lunga ricordo che il collega Vignale è ugualmente firmatario di questi emendamenti, per cui anch'esso ha tre minuti: giusto?



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale ha due minuti: il primo firmatario ne ha tre e il secondo ne ha due.



MARRONE Maurizio

È un mio errore, allora.



PRESIDENTE

E non si preoccupi: capita a tutti di sbagliare.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Mi premeva continuare questo ragionamento. Oggettivamente, cioè, si è fatta una scelta di opzioni che va davvero un po' a ribaltare l'urgenza delle priorità.
Qualcuno diceva che con questo ostruzionismo si sta ritardando l'approvazione della moratoria sulle decadenze. Intanto - anche per una corretta informazione - ricordiamo pure in questa sede che le ATC sostanzialmente già disapplicano, come prassi di buonsenso, questa norma sulle decadenze automatiche e quindi già prevedono dei piani di rientro.
L'unico vero cambiamento è che prima quella era una prassi irregolare, per quanto poi efficace nelle finalità, e che avveniva però senza una delega chiara dell'Ente regionale, e che adesso invece si dà una delega assoluta anche di determinazione delle possibilità in termini di individuazione del percorso di rientro delle morosità stesse.
Cercherò di essere più chiaro. Io poi - si tratta di un tema che è stato accennato - terrei a capire dall'Assessore come lui potrà, in quanto titolare della competenza sulla casa in Regione, dopo l'approvazione di questo disegno di legge, garantirsi che non ci sia una discrezionalità discriminatoria, per esempio, nell'applicazione della legge stessa. E dicevo, cercherò di essere più chiaro.
Cosa ne sappiamo, rispetto a questo testo - ma questa è una domanda reale e non retorica - che la tale struttura comunale, fuori da una previsione vincolante della disposizione legislativa regionale, non si ritroverà ad applicare un'assoluta discrezionalità su quale nucleo, per esempio, avviare al piano di rientro e quale invece segnalare ad ATC come irrimediabilmente moroso per la decadenza automatica? Nel livello successivo, come facciamo noi a sapere come si comporterà un ente come ATC, che io - con il massimo rispetto (reale e non retorico) per il Presidente Mazzù - vorrei ricordare essere un ente che per disposizione legislativa è di nomina politica (squisitamente politica) tanto che abbiamo sempre avuto a ricoprire il ruolo di vertice - almeno nelle ultime Presidenze che io ricordi, da Ardito in poi e probabilmente anche prima di lui - dei politici, che magari avevano ruoli istituzionali di tipo politico fino al minuto prima? Allora mi chiedo: ma a soggetti di questo tipo noi non mettiamo alcun freno sull'individuazione del tutto discrezionale della predisposizione dei piani di rientro? Cercherò di essere ancora più brutalmente diretto. Qual è la nostra garanzia che non il Presidente Mazzù, ma un futuro Presidente dell'ATC deciso ad utilizzare per clientelismo politico il suo ruolo, non si avvalga di questa normativa regionale per dire che a te, famiglia che voti il mio partito, individuo un piano di rientro di tutta comodità, magari addirittura sostanzialmente inesistente e inefficace, e che in un altro caso, invece, non ci si ritrovi un atteggiamento di assoluta rigidità perché magari l'orientamento elettorale è diverso?



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, vuole intervenire?



VIGNALE Gian Luca

Non intervengo, Presidente, ma vorrei che lei ne tenesse conto nel riparto dei tempi.



PRESIDENTE

Do atto che gli emendamenti rubricati n. 131) e 132) non sono ricevibili.
Emendamento rubricato n. 175) presentato da Bono.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con il proponente, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 133) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Ne approfitto, perché si tratta dello stesso oggetto di proposta, per accennare invece anche un ragionamento sull'emendamento del collega Bono che è stato dato per illustrato.
Se ho ben capito - perché in assenza di illustrazione magari sbaglier e sarà poi lui a correggermi in discussione - e mi chiedo se anche questo ha il parere favorevole della Giunta, si va a sostituire l'espressione "contratto di convivenza" con l'espressione "conviventi di fatto". Ora, io non vorrei dire, ma qua si continua a insistere. I diritti, cioè, sono una cosa bellissima e su questo penso che possano essere tutti d'accordo. Per un aspetto su cui mi sembra invece che si crei una divergenza di vedute, è che ai diritti debba esserci un naturale contrappeso di doveri. Si dovrebbe essere titolari di diritti nella misura in cui ci si assume anche delle responsabilità; e si dovrebbe essere ritenuti meritevoli della soddisfazione di quei diritti da parte dello Stato non dico se a quei doveri si sia già prestato corretto seguito, ma quantomeno se di essi si sia assunti formalmente l'onere.
Perché, vedete, se noi qui andiamo verso questa parificazione, che corre all'infinito e al galoppo sulle praterie della bandierina più ampia possibile, e andiamo addirittura a sostituire quello che almeno è un contratto di convivenza (cioè una situazione in cui i due partner si assumono doveri reciproci di assistenza, di lealtà e in cui quantomeno vi sia fra loro un rapporto vero, che esiste anche formalmente agli occhi delle istituzioni); se, dunque, non ci fermiamo neanche di fronte a quello e un'iscrizione anagrafica diventa autonomamente il riconoscimento di uno status, e quindi anche dei diritti ad esso collegato, io veramente mi chiedo: ma allora il resto della gente perché si deve assumere questi doveri? Lo fa per puntiglio? Lo fa per principio? Io, cioè, mi chiedo: ma perché non si riesce a mantenere quantomeno un discrimine tra chi un dovere se l'è assunto - e quindi ha creato davvero una coppia agli occhi delle istituzioni, anche rispetto agli oneri che questo rapporto contempla - e chi mette residenza in un alloggio, o ad un indirizzo? Se allora è questo quello che definisce un vincolo affettivo meritevole di tutela pubblica io domani non mi stupirei se ci trovassimo a tutelare giuridicamente la relazione del padrone del cane con il cane d'altronde anche quelli sono rapporti affettivi meravigliosi, però non mi risulta che lo Stato li ritenga parificati ad altri tipi di rapporto della variegata comunità umana.
Eh, ma questo è un paradosso. E vedo sollevamenti di sopracciglio; e io proprio quelli volevo suscitare.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se posso dire, però, il confronto è irricevibile, Consigliere Marrone: con tutto il rispetto per lei e per le persone, che non c'entrano con i cani.



MARRONE Maurizio

Le do ragione: il confronto è irricevibile. E allora perché ci soffermiamo sull'iscrizione anagrafica? Perché in realtà, se è così, negli affidamenti dei cani - io il mio l'ho preso al canile - indicano una registrazione anagrafica: allora il fatto di vivere nello stesso alloggio contempla il fatto che siamo diventati un nucleo meritevole di tutela giuridica? Noi, infatti, qua stiamo decidendo chi partecipa ai bandi per le case popolari, eh: non stiamo ragionando sul concorso per la coccarda e non stiamo facendo la festa del Paese, per cui "sali anche tu sul palco perch siamo tutti buoni". Noi, cioè, stiamo decidendo chi usufruisce di diritti e in certi casi, diciamolo pure, di privilegi - in graduatorie pubbliche!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al di là dell'emendamento 133), che sostituisce due parole, io credo sia importante sottolineare la necessità dell'esistenza di un contratto a tutti gli effetti e non di una semplice convivenza. Questa, infatti, è una differenza sostanziale, anche e soprattutto in virtù dell'applicazione della legge dello Stato. È assolutamente evidente che, ancorché in molti casi noi abbiamo sottolineato come, a contrazione di minor obblighi, ci dovrebbe essere da parte del pubblico una possibilità di ottenere minori diritti - chi contrae un matrimonio - sia esso civile o religioso è indifferente - ha tali e tanti obblighi, per cui è sacrosanto ed è corretto che vengano garantiti all'interno di una legge regionale dei diritti.
Vi è un livello successivo, secondo me, che è la contrazione, invece di un contratto di convivenza, perché i doveri sono inferiori; al di là dell'aspetto legato ai figli, i doveri sono certamente inferiori, quindi anche i diritti dovrebbero essere inferiori.
Poi, ve n'è un terzo, quello che trattava l'emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, che presume massimi diritti senza alcun dovere, perch è evidente a tutti che il concetto di residenza all'interno di uno stesso alloggio non presuppone alcun dovere. Cioè, non c'è alcun dovere, salvo quello di condividere la cassetta delle lettere e - ovviamente, se la residenza è anche veritiera - una vita comune, ma quello è un aspetto che attiene a due studenti universitari, piuttosto che ad amici, che condividono un'abitazione.
Ripeto: le norme che noi legiferiamo dovrebbero essere sempre improntate su un bilanciamento pari tra quelli che sono i diritti e i doveri. Credo che, da questo punto di vista, dovremo fare molta attenzione non a negare dei diritti, ma a darli in proporzione pari rispetto al numero dei doveri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Gli emendamenti rubricati n. 134) e n. 235) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 234) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

È un emendamento nella sua natura ostruzionistica volutamente paradossale, che riguarda l'aggiunta, dopo la parola "convivenza", visto che tanto è questo il livello, delle parole "o qualsivoglia vincolo affettivo", in modo da poter continuare anche questo aspetto di dibattito.
I termini "vincolo affettivo" non sono presi a caso, come ricordavo.
Questa sequela di provocazioni, poi diventata legge, ha avuto inizio nella città di Torino, da parte del Presidente - che oggi non c'è, come, ormai da qualche seduta del Consiglio regionale - che, ricordo, prima di essere Presidente della Regione, tolto l'intermezzo di ritiro dalla politica nelle fondazioni bancarie, è stato Sindaco del nostro Capoluogo e in quella veste volle, già allora, sventolare per primo la bandierina delle unioni di fatto, delle unioni civili omosessuali, celebrando simbolicamente - questo lo ricordo per dovere di cronaca - un finto matrimonio lesbico.
Quell'occasione è stata la cornice fotografica ad uso giornalistico per lanciare, invece, una misura amministrativa concreta, quale il Registro delle unioni civili comunali, che doveva consentire, in assenza di una legge nazionale che riconoscesse queste unioni, la possibilità di emergere e di dichiararsi.
Ora, a parte che, come ho già ricordato, ci tengo a ripetere che quella misura dimostrò, con un boomerang, mai evidenziato dai media - questo sinceramente, lo voglio sottolineare in questa sede - l'assoluta inconsistenza della necessità, perché, ad anni di distanza, rimaniamo a un numero irrisorio di iscrizioni avvenute - e, guardate, prima della legge Cirinnà. Sono convinto che i dati dimostreranno che, anche a livello di unioni civili travestite da matrimonio in ambito comunale, assisteremo, di nuovo, all'assoluta esiguità del numero dei richiedenti, perché stiamo parlando, veramente, di pochissima gente, quanto meno quelli che hanno tutta questa smania di esibizionismo.
Allora, il vero punto è che, in occasione dell'adozione del Registro delle unioni civili, la formula era "persone con la stessa registrazione anagrafica unite da un vincolo affettivo" e il paradosso - che noi dimostrammo in quella sede e che, addirittura, diceva anche adesso il collega che mi ha preceduto - era che un gruppo di amici, una compagnia di coinquilini o un gruppo di universitari fuori sede che condividono l'alloggio, poteva tranquillamente iscriversi rispettando la lettera della norma, beneficiando così di tutti i benefit e di tutti i diritti, non civili ma sociali, voglio sottolinearlo.
Parlo di diritti sociali, il che vuol dire quattrini, vuol dire posto in graduatorie da cui dipende il godimento di determinati benefici. Cioè sostanzialmente, un ritorno concreto con un onere patrimoniale per il pubblico, che veniva potenzialmente riconosciuto a qualunque comunità umana legata da questo livello minimo di vincolo affettivo non meglio definito.



PRESIDENTE

Grazie. Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È un po' quello che veniva detto precedentemente. Dobbiamo fare estrema attenzione a un aspetto, in quanto il riconoscimento dei diritti è un conto e all'interno della norma si possono riconoscere dei diritti, che magari io non condividerei - ma altro è riconoscere alla stessa qualità di rapporto gli stessi diritti.
Come dicevo precedentemente, non è casuale che la tessera, diciamo la social card, del Governo Renzi escluda tutte le coppie che non hanno figli anche le coppie eterosessuali, perché, a fronte di uno stanziamento piccolo di risorse, è stata operata una scelta, che può essere condivisibile o meno, ma è una scelta di priorità. Per cui, evidentemente, nessuna coppia ai sensi della Cirinnà, potrà ottenere anche solo un euro rispetto alla carta, così come nessuna coppia regolarmente sposata.
Però, anche da questo punto di vista, noi commettiamo nuovamente un errore, ed è quello che non dovremmo compiere in questa legge e anche nella revisione della legge. Il riconoscimento dei diritti è un conto e il riconoscimento di pari diritti per tutti coloro aventi doveri differenti è totalmente un altro. Essendo sposato e avendo dei figli, credo di avere dei doveri nei confronti non solo della mia famiglia, ma della società, che sono ben maggiori rispetto a chi convive sotto uno stesso tetto con la stessa residenza, non sono paragonabili. E l'ente pubblico - non una persona che mi giudica - non può ritenere che chi ha un tale dovere, quale quello di avere formato un nucleo familiare, sia pari, in termini di diritti, a chi convive sotto lo stesso tetto solo ed esclusivamente con la stessa residenza; non può farlo, perché è un errore, non è un errore giuridico, è un errore politico!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 233) presentato da Marrone e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ricordo che i minuti a disposizione per il primo firmatario sono tre e due per gli altri. Grazie.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ovviamente, è un emendamento di stampo ostruzionistico, per cui, anche per dare un senso a questa operazione, ricordo quali sono le ragioni che l'hanno determinata e che da questa stessa destra - lo possiamo dire - da cui, ormai, si sta manifestando questa azione ostruzionistica, non è che siano mancate, anche in questo ambito, delle controproposte di merito. Per essere molto chiari - lo voglio ricordare all'Assessore Ferrari, ma anche al Capogruppo Gariglio - vorrei ricordare che abbiamo posto noi l'emendamento è già stato illustrato - delle urgenze per evitare storture di attribuzione del punteggio per quello che riguarda i rom piuttosto che la massa infinita di richiedenti asilo, che spesso si rivelano dei non profughi, che, però, intanto beneficiano assolutamente di tutti i privilegi che questo status consente.
Dall'altra parte c'è stata anche la battaglia - so che c'è un emendamento in merito - sull'estensione della moratoria anche ai conguagli che stanno massacrando chi è già assegnatario di alloggio popolare.
Insomma, si tratta di controproposte che sono esistenti, sono serie, sono motivate e hanno - queste sì - un contenuto normativo e avrebbero permettetemi - delle conseguenze concrete apprezzabili dalla cittadinanza dai cittadini veri, non dalle associazioni, non dalle lobby, non dalle copertine patinate, ma dalla cittadinanza, che si accorgerebbe immediatamente dei benefici portati da queste poche correzioni di rotta della legge 3 del 2010.
Spiace che la maggioranza risponda con un certo disinteresse - tranne il collega Appiano, che invece vedo sempre molto attento - a queste argomentazioni; le potrebbe condividere, le può legittimamente non condividere, ma spiace che non vengano neanche prese in considerazione.
Fidatevi di chi ha potuto assistere anche a questi due anni e mezzo di legislatura già trascorsi: non fa mai piacere perdere tempo; tempo che potrebbe essere usato diversamente. Purtroppo è una prassi, quella ostruzionistica, che si rende necessaria quando evidentemente non c'è nemmeno quel rispetto minimo di coinvolgimento, di riconoscimento, di ragioni che sono comunque letteralmente rappresentate e che meritano quantomeno una presa in considerazione, se non un'approvazione.
Ecco questo, questa maggioranza non l'ha dimostrato: ha preferito giocare alla triangolazione di un sistema che ormai è tripolare e si avvale ancora di un sistema elettorale che era stato immaginato come un sistema bipolare. È una scelta politica e ovviamente poi si incassano anche le conseguenze negative. Ribadisco, l'ostruzionismo non è una scelta auspicata: è una scelta che spesso si vede necessaria in mancanza di altre opzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che almeno questa discussione debba essere utile, posto che ogni discussione è sempre utile, anche quando gli interventi hanno una finalità che è quella di cercare di non approvare una legge sbagliata.
Ritengo che i Consiglieri regionali abbiano due compiti: il compito prioritario è quello di avanzare delle proposte, e ricordo che esiste una proposta di legge firmata dal sottoscritto, come dai colleghi del Gruppo di Forza Italia, che noi, nell'ottobre del 2014 (se non ricordo male) presentammo come riforma della legge 3. In qualche modo, noi possiamo intervenire - l'avremmo potuto fare comunque, evidentemente - anche per bloccare una norma, perché abbiamo avanzato da tempo, da molti mesi, da quasi due anni, una proposta alternativa, una proposta di modifica alla legge 3; proposta che poi verosimilmente, rispetto a quando è stata presentata, sarebbe ancora da modificare, ma che intanto introduceva e introduce alcuni aspetti di modifica essenziale.
Noi, su un tema che non è quello che tocchiamo oggi e che non è quello che abbiamo toccato negli anni precedenti - salvo la legge sull'autorecupero ampiamente condivisa, perché, se non ricordo male arrivava da quattro proposte differenti di maggioranza e di opposizione dovremmo porci il problema di aumentare il numero di abitazioni che diamo ai cittadini piemontesi, altrimenti le 13.000 persone in graduatoria del Comune di Torino o le molte altre migliaia di persone in graduatoria delle altre città evidentemente non verranno evase con una riorganizzazione funzionale (come è avvenuta) delle ATC.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 232), n. 135), n. 231) n. 136) e n. 97) sono irricevibili.
Emendamento rubricato n. 230) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento, come tanti altri, già approfondito e volutamente ostruzionistico. Ribadisco che una maggioranza che abbia interesse a non perdere tempo e una Giunta che, se fosse presente.
Insomma, mi riferisco agli unici due Assessori rimasti in aula.
A tutti i colleghi vorrei rammentare che sinceramente non ricordo neanche esattamente che fattezze abbiano alcuni Assessori: non li vedo in Aula forse da due o tre mesi consecutivamente. Ma va bene così.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Dicevo, una maggioranza.
Mi riferisco ai colleghi che, quantomeno per il mantenimento del numero legale - fatta eccezione per il collega Appiano, che invece rimane sempre attento - sono comunque costretti a rimanere in Aula.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Devo preoccuparmi?



MARRONE Maurizio

È vero però che sei costantemente attento, ogni tanto intervieni addirittura in replica. Queste sono comunque cose che si apprezzano.
Mi rivolgo invece in particolare ai Capigruppo delle forze di maggioranza: credo che chi ha davvero interesse a non sprecare tempo dovrebbe, sapendo che c'è comunque spazio per cercare di ragionare per una buona attività legislativa, quantomeno chiedere una sospensione.
Manca poco più di un quarto d'ora alla fine della seduta e io credo che non sarebbe un'operazione dilatoria, bensì di chiarificazione politica per capire se c'è modo di arrivare a un'intesa al fine di usare il meglio possibile rispetto alle premesse, che sono pessime, questo disegno di legge presentato dalla Giunta, nonché a cercare di capire (in pochi minuti, qui nessuno chiede le ore) se c'è margine per arrivare quantomeno al recepimento delle proposte di merito che giungono dall'opposizione, ma quelle reali, non le bandierine, non le veline ideologiche, bensì le modifiche concrete e sostanziali al meccanismo di decadenza, in un caso magari di computo delle spese per gli assegnatari in un altro, magari (più nel mio caso) di assegnazione di punteggi rispetto alle categorie riconosciute dalla legge 3 del 2010.
Ritengo che sia un passaggio che, anche se poi non avesse esito positivo - lo voglio dire per massima onestà intellettuale - sarebbe comunque un guadagno rispetto a una perdita. Io tanto avrò comunque un paio di orette per cercare alla bell'e meglio di ricostituire ciò che rimane della mia voce, questo in ogni caso avverrà. Non credo che un quarto d'ora in più o un quarto d'ora in meno vada a modificare l'esito. Penso che sarebbe quantomeno un segnale di attenzione, un segnale di assenza di muro perché altrimenti - cerchiamo anche di capirci - non voglio far finire male un intervento improntato alla ricerca di dialogo, però questo è, tutto sommato, un disegno di legge marginale nell'azione di governo di questa Regione, tanti ne seguiranno forse anche più strategici e più sostanziali.
Sinceramente, visto che i numeri forse non aiutano, ma la forza e la determinazione sì, auspico che non si cerchi di instaurare un braccio di ferro continuativo anche sulle altre tematiche, perché - fidatevi - non ci si tirerà di sicuro indietro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 229) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Evidentemente l'emendamento n. 229) segnala un aspetto che probabilmente è presente nella legge o lo esplicita solo meglio, cioè prevede appunto che si trovino in graduatoria definitiva. Tuttavia penso che questo, come altri, individui - lo dicevo precedentemente - una serie di spunti e di argomenti interessanti e importanti su cui discutere. Il tema fondamentale, ed è quello su cui non solo sono insistiti molti emendamenti, ma è insistita anche molta attività illustrativa degli emendamenti e, nel merito degli emendamenti, è l'articolo 8 della legge n.
3, ma poi ve ne sono molti altri.
L'articolo 8 è quello dei punteggi da attribuire. Per esempio, sarebbe interessante se i Consiglieri, cosa che certamente hanno fatto, leggessero la legge e comprendessero quanti aspetti oggi non sono rispettati dalla norma. In questo caso dovrei dare ragione al Consigliere Grimaldi, è una responsabilità collettiva, perché la norma è del 2010, per cui negli ultimi sette anni si sono alternate due maggioranze diverse.
Faccio due esempi. La legge del 2010 prevede l'obbligatorietà di installazione dei contatori per singola abitazione e l'obbligatorietà laddove esistono, di una telelettura a distanza, in modo tale che ogni utente paghi a consumo e non in modo forfetario, così come vi è un secondo aspetto che è quello del mutuo sociale o dell'acquisto a riscatto. Fu una grande vittoria del partito di destra.



PRESIDENTE

La invito a chiudere, anche perché l'Aula è poco attenta.



VIGNALE Gian Luca

Continuo successivamente.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Come diceva il Consigliere Vignale, è un emendamento che non aggiunge nulla, come non aggiunge nulla a molto altro di non ostruzionistico che è stato aggiunto in questa legge.
Ho chiarito all'inizio di questo ostruzionismo che ci saremmo fermati solo a fronte di un ritiro di questa disciplina che scimmiotta la legge Cirinnà in un tema che con la Cirinnà non c'entra nulla e, peraltro, su cui la Cirinnà sarebbe già efficace. Creando, lo voglio ricordare, un intervento di riforma legislativa che non è di competenza regionale.
Non ho problemi a dire che rimarrà la mancata condivisione di questo passaggio politico. Qui si tratta di principi non negoziabili, quello che ogni tanto sentivamo ripetere, anche adesso, in ambito cattolico, quando bisogna esibire una certa identità e una certa appartenenza. Io non ho quell'identità e quell'appartenenza politica ma, quantomeno, visto che c'è la mia convinzione su principi analoghi, cerco di mantenerli vivi e rispettati anche nella mia azione legislativa e istituzionale, sforzandomi di essere abbastanza coerente e univoco.
Dall'atra parte non vi nego che può anche non arroccarsi su questo tema l'azione ostruzionistica perché, nel frattempo, ho maturato la convinzione che un'opera legislativa di questo tipo sarà necessariamente cassata a livello costituzionale: disciplina un tema che non è assolutamente di competenza regionale.
Non sono abbastanza esperto di quelle pronunce per chiedermi se sarà un'incostituzionalità parziale, spesso quella Corte opera per principio di conservazione del diritto dell'attività legislativa questa misura. Io spero che andrà così, perché sarebbe veramente spiacevole se una legge che incide su un tema di emergenzialità sociale, come le decadenze per morosità da case popolari, venisse cancellato con un colpo di spugna solo perch qualcuno ha voluto fare il primo della classe su un tema del tutto inconferente. È un rischio che ci sarà. Sarà quella la sede in cui si cercherà di porre una correzione. Si tratta di fissare un altro principio.
Ci sono tante altre emergenze, l'abbiamo detto più volte nel corso di questa e anche di future giornate consiliari, altre urgenze sulla modifica di quella legge regionale. Abbiamo acconsentito e abbracciato con favore la proposta della Consigliera Conticelli, perché rispondente a una ragione di serietà condivisa in modo trasversale, che una riforma organica di quella legge necessiti di un gruppo di lavoro con un confronto tecnico tecnicamente assistito da parte della Giunta in ogni passaggio. Infatti eravamo contenti di quella soluzione, questo finché non si è cercato di utilizzare questo disegno di legge emergenziale per altro.
Se c'è l'urgenza delle unioni omosessuali, allora ci sia consentito di ribadire l'urgenza anche su altri temi.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 98) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 228) presentato da Marrone, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Continuo l'intervento precedente.
Se il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle segnalano come priorità da inserire in via d'urgenza in questo disegno di legge l'apertura alle unioni omosessuali, dell'accesso e del conferimento dei punteggi per il bando per le case popolari, allora noi altrettanto legittimamente manifestiamo delle altre urgenze.
Paradossalmente, operiamo un'azione di antirazzismo, perché quando vogliamo mantenere un principio di proporzionalità e di uguaglianza tra gli individui e tra i punteggi che vengono loro attribuiti, fate in modo che sia la destra a svolgere un ruolo di antidiscriminazione e paradossalmente, vi ergete, invece, ad assumere un ruolo di discriminazione al contrario.
Vedo che il Consigliere Appiano ha un mancamento, ma ha tutta la facoltà di replicare in dibattimento, ma è paradossalmente così.
Vorrei che il Consigliere Appiano mi spiegasse che differenza c'è tra Mario, che ha una percentuale di disabilità, ha un reddito zero e un tot di punteggio per la Gescal, e magari raggiunge un punteggio di 12 sufficiente per arrivare verso la fine della graduatoria, e Akmhed, che ha la stessa invalidità, lo stesso punteggio Gescal e lo stesso reddito zero, ma è un richiedente asilo. Vorrei capire come mi possa essere detto che questo non è discriminazione al contrario a livello razzista. Due persone hanno la stessa situazione sociale, sanitaria e reddittuale, ma vengano trattate in modo diverso: ad uno viene assegnata la casa popolare, all'altro no. Di questo stiamo parlando.
Vedete, sono misure di buon senso. Capirei il vostro muro se il cattivo Marrone, radicale di destra, dicesse: "Cambiamo la legge n. 3 del 2010 e gli immigrati non partecipano". Capirei un irrigidimento, capirei le accuse di razzismo, capirei tutta una polemica del tutto attendibile e legittima.
Ma qui non si sta dicendo questo. Si sta dicendo che, se due persone sono ugualmente in difficoltà economica, non vanno aiutate nella stessa misura?



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Mi dicono che il Presidente Gariglio ha chiesto una Conferenza dei Capigruppo. Sospenderei la seduta adesso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Chiedo scusa, Presidente, in realtà era il Consigliere Marrone che aveva sollecitato un approfondimento complessivo della situazione per cercare di ovviare a questa prassi ostruzionistica.
Io riterrei, per quanto ci concerne, utile per noi, come Gruppo consiliare, parlarne nell'intervallo di pranzo e magari, se lei Presidente, lo ritiene, prima di iniziare la seduta pomeridiana, convocare una breve Conferenza dei Capigruppo per capire come procedere.



PRESIDENTE

Va bene.
Finito il question time, faremo una Conferenza dei Capigruppo.
È stato illustrato l'emendamento n. 228).
L'emendamento n. 99) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 227) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Presidente, poiché è una ripetizione di un altro emendamento, come segnale di buona volontà rinuncio all'illustrazione.



PRESIDENTE

Grazie.
Gli emendamenti rubricati n. 100) e 226) non sono ricevibili.
Emendamento rubricato n. 178) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Ovviamente, è un emendamento ostruzionistico che va ad incidere sugli anni di attesa per l'integrazione del nucleo familiare.
In realtà, approfitto per ribadire che, quantomeno il fatto che si voglia affrontare il tema da un punto di vista politico, non può che farci ben sperare per cercare di riattivare una dimensione di confronto. Metto le mani avanti e spero che, invece, non sia la sede per fare un'operazione politica di senso opposto, cioè magari andare addirittura a suggerire un contingentamento.
Voglio anche ricordare che quella è una soluzione che è stata usata davvero con il misurino e in pochissime situazioni, nella scorsa legislatura, peraltro solo attinenti a materia di bilancio, mentre questa legislatura ne sta facendo un uso più sereno e disinibito.
Voglio sperare che non sia questa la situazione: sarebbe ovviamente un ulteriore inasprimento dei rapporti tra maggioranza e reali opposizioni.
Pertanto, l'auspicio è che si possa andare a cercare di rinvenire un ristabilimento delle urgenze politiche e delle reali priorità, che sono quelle della comunità e non quelle della destra o della sinistra dovrebbero essere (nessuno chiaramente è scevro da un'appartenenza e da un orientamento culturale) quelle di tutta la comunità rappresentate, non a caso, dalle diverse forze politiche che quelle diverse sensibilità rappresentano.
Il sale della democrazia (non credo che ve lo dobbiate far dire da me) dovrebbe essere proprio questo, in un'ottica di rappresentazione il più plurale possibile nei diversi rapporti di forza e di rappresentatività, dei diversi interessi di cui una comunità è portatrice e non solo di alcuni, a scapito di altri.
È questa la buona politica che riteniamo debba ispirare non solo questa tematica, bensì tutta l'azione di Governo della Regione Piemonte, però con particolare riferimento a questa tematica, perché più un tema è delicato più investe le situazioni personali anche di emergenzialità esistenziale di tante persone e cittadini e più aumenta la responsabilità sulle nostre spalle.
Perdonatemi, sarà che ho una sensibilità ancora particolare, ma ritengo sia più importante ragionare in termini ampi e inclusivi su temi come questo del diritto alla casa piuttosto che sulla classificazione di determinate specie animali, in ambito ittico, piuttosto che di specie cacciabili.
Questa è una mia convinzione: spero che, dopo l'interruzione, si possa arrivare a un ragionamento di questo tipo. Mi spiace (lo voglio dire) che si debba sempre perdere un sacco di tempo anche solo per trovare un momento di reale confronto, quando invece dovrebbero essere altre sedi, più politiche, come le Capigruppo o le Commissioni stesse, il luogo per farlo però - ahimè - la politica è fatta anche di bracci di ferro.
Come diceva un filosofo: "Un pensatore è anche lo strumento che ci consente di evitare che questi bracci di ferro assumano una dimensione anche più alta, di conflitto". Quindi ben venga anche la politica quando è fatta di bracci di ferro.
Speriamo che, finita la contesa, si arrivi a un dunque, garantendovi che da parte mia non c'è questa grande passione nel fare ostruzionismo. Di sicuro, i contenuti sono più entusiasmanti e animano dibattiti certamente più sostanziali e di maggiore peso politico e credo diano anche una maggiore dignità in termini di effetto legislativo del nostro operato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 179) presentato da Marrone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Collega, il primo emendamento - quello che ha illustrato adesso - aveva come oggetto "Sostituire 2 con 20"; quello che deve illustrare adesso l'emendamento n. 179) - ha come oggetto: "Sostituire 2 con 19".
L'emendamento successivo è: "Sostituire 2 con 18", poi "Sostituire 2 con 17", "Sostituire 2 con 16".
Mi fermo? MARRONE Maurizio (fuori microfono) Si va a scalare.



PRESIDENTE

Si va a scalare.
Nella votazione si vota il primo, l'ultimo e uno centrale.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Guardi, Presidente, capisco l'ironia.



PRESIDENTE

Volevo dare dignità all'Aula.



MARRONE Maurizio

Certo, capisco l'ironia.
Guardi, visto che la dimensione infinita della matematica non giocava in questo caso, a vostro favore, quantomeno ringrazi che si sia andati dal 20 in giù e non dal 20 in su, altrimenti avremmo potuto anche ampliare ulteriormente il dibattito.



PRESIDENTE

Non deve spiegarlo a me, deve spiegarlo alla comunità piemontese che la sta ascoltando in questo momento.



MARRONE Maurizio

Presidente, glielo spiego con grande piacere: se, in questo momento c'è qualcuno - immagino il cittadino cui lei si sta rivolgendo - collegato in streaming o che in altro modo ci sta guardando, questa è l'occasione (quella che mi offre lei) di ricordare la motivazione per cui stiamo perdendo così tanto tempo.
Io, se è questo il tema su cui vuole soffermare l'attenzione, le do perfettamente ragione. Non concordo sulla responsabilità di questa perdita di tempo.
Ritengo sinceramente che, se la maggioranza e la Giunta avessero mantenuto questo testo o decidessero di riportare questo testo all'originario, quello che con grande urgenza volevano portare in Commissione legislativa, nessuno avrebbe nulla da obiettare, nella misura in cui si è detto che ci sarebbe stato ("ha già iniziato a lavorare") un gruppo di lavoro inaugurato nella II Commissione.
Il problema è che questo non è successo.
Ora, se voi volete utilizzare un provvedimento emergenziale rivolto alle migliaia di piemontesi appartenenti alla comunità che lei cita, che rischia una decadenza dalla casa popolare, io le dico che - se il provvedimento torna quello - smetto di fare ostruzionismo seduta stante. È capace pure che ve lo voti - pensi un po' - se ritorna il testo originario.
Se, invece, diventa la bandierina arcobaleno, allora - perdonatemi questa bandierina vi costringeremo ad agitarla per diverse ore e purtroppo siete voi che dovrete rendere conto alla comunità piemontese di questo tempo perso.
Se - ripeto - c'è la volontà politica di ritornare all'oggetto descritto dal titolo di questo provvedimento legislativo, ritiriamo tutti le nostre legittime armi consiliari e magari si ricomincia a pensare a qualcosa di utile per i piemontesi.
Questa è un'altra opzione sul tavolo che sinceramente penso verrà discussa nella riunione dei Capigruppo successiva, comunque rimane alla discrezionalità di chi ha i numeri per fare approvare o non approvare le votazioni di quest'Aula.
Tanto le dovevo, Presidente. Anzi, guardi, sa che c'è? La ringrazio perché magari chi si è messo all'ascolto nelle ultime due ore e non ha sentito i miei interventi di quando avevo ancora la voce per esprimerli oggettivamente ha potuto usufruire di un'opera informativa.



PRESIDENTE

Come vede, io sono sempre facilitatore per i lavori d'Aula.



MARRONE Maurizio

Spero che questo suo ruolo di facilitazione avvenga anche nella Conferenza dei Capigruppo, perché - sinceramente - nelle fasi precedenti a quest'opera ostruzionistica è venuto forse un po' a mancare. D'altronde lei, Presidente, ha tante preoccupazioni, tante iniziative simboliche da rappresentare e a cui aderire, per cui capisco anche che le sia venuta meno l'attenzione per questa dinamica d'aula.
Il semino, tutto bene? L'ha piantato il semino?



PRESIDENTE

Ancora no.



MARRONE Maurizio

Bene, allora è ancora un cittadino onesto. Meno male.



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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