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Dettaglio seduta n.205 del 28/02/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.31 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1399 presentata da Bertola, inerente a "Disfunzione del sistema regionale di contrasto agli incendi boschivi creata dal D.Lgs. 177/2016"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1399.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Com'è noto, il decreto legislativo n. 177 del 2016 ha accorpato il Corpo Forestale dello Stato all'Arma dei Carabinieri, con il conseguente smembramento - a partire dal 1° gennaio 2017 - del personale e delle funzioni tra diverse Amministrazioni statali (i Carabinieri, ma anche altri).
È un provvedimento nazionale che avversiamo fortemente, rispetto al quale avevamo manifestato, a tutti i livelli, la nostra contrarietà.
Oggi, ci concentriamo sulle possibili ricadute sul Piemonte relativamente al contrasto agli incendi boschivi.
Con DGR n. 23-3116 del 4 aprile 2016, la Giunta regionale ha approvato lo schema di convenzione tra la Regione Piemonte e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per l'impiego del personale del Corpo Forestale dello Stato in Piemonte, nell'ambito delle competenze regionali. La convenzione è stata, poi, sottoscritta dalle parti in data 13 aprile 2016 ed è stata registrata a Repertorio con il n. 142-016.
Veniamo al dicembre 2016, quando, su richiesta della Regione Piemonte e in accordo con la Regione Liguria, si è riunita la Commissione speciale Protezione Civile della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome con lo scopo di affrontare le problematiche relative all'entrata in vigore del DL 177/2016.
In quell'occasione, si era registrata la seguente dichiarazione dell'Assessore Valmaggia: "La prevenzione e la lotta agli incendi boschivi sono materie che la legge quadro n. 353/2000 ha assegnato da tempo alle Regioni. Ogni Regione, quindi, ha negli anni pianificato e sviluppato il proprio sistema regionale di contrasto agli incendi boschivi. In Piemonte in particolare, il Corpo Forestale dello Stato ha avuto, ed ha tuttora (a seguito di apposita Convenzione con la Regione)" - quella che abbiamo citato prima - "un ruolo determinante in merito al funzionamento della centrale operativa in cui arrivano le segnalazioni di incendi, oltre alla direzione delle operazioni di estinzione degli incendi stessi, assumendo la responsabilità operativa del Volontariato del Corpo AIB Piemonte, preposto allo spegnimento. Con l'entrata in vigore" - dice sempre l'Assessore - "del DL 177/2016, viene pertanto a crearsi un'importante disfunzione nel sistema di coordinamento, la cui efficacia ed efficienza sono oggi riconosciute a livello nazionale".
Per questi motivi, abbiamo inteso interrogare la Giunta regionale - in particolare l'Assessore Valmaggia - per sapere quali altre iniziative saranno messe in campo da parte della Regione, al fine di procrastinare l'entrata in vigore del DL 19 agosto 2016, n. 177, per sapere come cambierà il sistema regionale di contrasto agli incendi boschivi e, in particolare come la Giunta intende risolvere l'importante disfunzione nel sistema di coordinamento che mina l'efficacia e l'efficienza del sistema e che si è venuta a creare con l'entrata in vigore del DL citato. Inoltre, per sapere se, a fronte della prevista modifica del sistema regionale di contrasto agli incendi boschivi, saranno previsti maggiori oneri in capo alla Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia, per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Bertola dell'interrogazione.
Rispondo segnalando che la richiesta della seduta della Commissione speciale di Protezione Civile, che ha visto tutte le Regioni incontrarsi sul tema della Protezione Civile, a seguito dell'entrata in vigore del DL 177/2016, è stata avanzata il 22 novembre 2016 e si è tenuta successivamente.
Prima ancora, il 21 e 22 ottobre, avevamo organizzato - come Regione a Ceva, presso la Caserma del Corpo Forestale dello Stato, un workshop proprio per confrontarci su queste tematiche, insieme alle altre Regioni in particolare Liguria e Lombardia, con le quali si condivide il sistema antincendi boschivi.
In quella sede, con il Corpo Forestale dello Stato, con i Vigili del Fuoco, con la partecipazione di ben 11 Regioni Italiane ed anche i rappresentanti del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, si è fatta una prima riflessione che è successivamente confluita nella richiesta della seduta della Commissione speciale di Protezione Civile.
Il disegno di legge n. 177 fa scomparire il Corpo Forestale dello Stato. Una parte dei membri del Corpo è in capo ai Vigili del fuoco ed una parte va ai Carabinieri, i cosiddetti "Carabinieri ambientali".
Ma, nel sistema piemontese, il Corpo Forestale dello Stato era cardine importante nella gestione del servizio antincendi boschivi, attraverso la Sala operativa e attraverso alcune importanti figure, che sono i Direttori delle operazioni. In Piemonte, il Corpo Forestale aveva 78 Direttori delle operazioni di spegnimento, dislocati in tutti i Comandi stazione della regione, che coordinavano l'attività di questo sistema di volontariato prezioso e valido da un punto di vista tecnico, che è il sistema degli antincendi boschivi.
Aggiungo un particolare: oltre ad avere ogni Regione una propria organizzazione che si è sviluppata nel tempo, le Regioni a Statuto speciale hanno mantenuto il proprio Corpo Forestale dello Stato, pertanto in Italia abbiamo le Regioni a Statuto speciale (per capirci, il Terence Hill del Trentino continua ad essere il forestale della televisione, ma anche nella realtà. Non è più lui nella fiction, è cambiato, ma è per capirci) che hanno tenuto il Corpo Forestale, mentre le altre Regioni hanno sistemi molto diversificati.
Nella seduta della Commissione speciale avevamo chiesto di prorogare di avere un tempo per poter attuare (quindi, una moratoria) l'evoluzione del disegno di legge n. 177 - peraltro anche in attesa di un decreto che sarebbe dovuto essere emesso il 13 dicembre, ma che non è ancora uscito rispetto al ruolo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, all'interno del sistema degli antincendi boschivi.
Come ci si muove adesso, in Piemonte? Cerchiamo di mantenere la Centrale 1515, attualmente gestita dai Carabinieri forestali, come riferimento del sistema degli antincendi boschivi. Dobbiamo, però, lavorare dopo una frase transitoria - per arrivare al numero unico (si sta andando verso il numero unico 112) e mettere in campo le risorse regionali della Convenzione con il Corpo Forestale dello Stato, per mantenere il servizio in efficienza.
Chiudo qui, ma la relazione è più articolata.
Ricordo solo un particolare: sabato e domenica scorsi c'è stata un'esercitazione sul fiume Po, nel Comune di Sanfront, gestita dal servizio antincendi boschivi. Duecento volontari hanno pulito l'alveo del fiume dopo l'alluvione dell'autunno scorso, togliendo materiale vegetale e lavorando con competenza e grande impegno.
Sabato scorso mi facevano vedere i report della giornata (una normale giornata di volontariato in Piemonte): c'erano uno o due principi di incendi (uno nel biellese e uno nel cuneese), la richiesta di intervento per la ricerca di una persona scomparsa e l'esercitazione con 200 volontari, che operavano nell'alveo del Po.
Questo è il nostro sistema di Protezione Civile e del volontariato dell'antincendio boschivo, che vogliamo salvaguardare e mantenere in una transizione che auspichiamo non immediata, ma graduale.
Grazie.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1387 presentata da Bono, inerente a "Stato delle opere di difesa nella frazione Melezet di Bardonecchia - costi e tempi di messa in sicurezza della strada"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1387.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato un'interrogazione per sapere lo stato delle opere di difesa rispetto al dissesto idrogeologico, nella frazione Melezet di Bardonecchia, perché, come sappiamo, è una competenza che coinvolge sia il livello nazionale sia il livello regionale sia il livello della Città metropolitana.
Sappiamo che nella frazione Melezet c'è stata negli anni passati una frana consistente, che ha coinvolto la provinciale che collega l'abitato di Bardonecchia con l'alta valle verso la Francia. Si è ipotizzato di fare una serie di interventi riutilizzando quota parte degli scavi di quella che poi doveva essere un tunnel autostradale di sicurezza del Frejus, diventato poi la seconda canna. Quindi, sono stati depositati circa 20 mila metri quadrati di materiale roccioso in questo sito di stoccaggio temporaneo presso la frazione Melezet, proprio sotto l'area con il conoide attivo da cui è originata la frana.
Questo materiale dovrebbe servire a fare una serie di interventi, tra i quali soprattutto fare un intervento di difesa da ulteriori smottamenti della montagna soprastante, con la costruzione di una specie di vallo oltre che - questo non con materiale roccioso - con la giusta posizione di una rete che contenga i massi e l'area soggetta a frana. Si parla, infatti di una deliberazione del Comune di Bardonecchia del 2012, quindi parliamo di cinque anni fa, avente come titolo "Messa in sicurezza dell'area monte dell'abitato di Melezet e della strada provinciale 216".
Sappiamo che c'è un complicato incastro di interventi anche finanziari da parte degli Enti citati prima, quindi sia dal livello nazionale sia dal livello regionale sia dal livello della Città metropolitana, che ha la competenza della strada provinciale.
Chiediamo alla Giunta regionale se ha posto in essere un'opera di relazioni con i vari livelli istituzionali per permettere di mandare avanti questa opera, che è richiesta da ormai cinque anni, proprio perché è stato costruito, per ovviare alla mancanza della strada provinciale che è interrotta, un ponte temporaneo sulla Dora di Melezet che crea problemi di traffico in un'area ad alta vocazione turistica. Infatti, in quel luogo vi è uno dei principali impianti di risalita del comprensorio di Bardonecchia.
Quindi, vorremmo capire se la Regione Piemonte da parte sua ha fatto un'opera di coordinamento, se anch'essa ha stanziato dei fondi in alcune delle opere, come ad esempio l'opera riguardante la rete paramassi.
In conclusione, vorremmo un aggiornamento sulla situazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Consegnerò al Consigliere una dettagliata risposta scritta, di cui non posso dare lettura, perché sarebbe troppo lunga.
In sintesi, il problema nasce dall'evento franoso del 2010; il Comune di Bardonecchia appronta una soluzione progettuale che prevede due interventi, il consolidamento del versante e la costruzione del vallone.
L'opera viene finanziata nel 2012 con economie sui fondi FSC 2000-2006 e altre economie della Regione Piemonte, per una complessiva cifra di 1.102.848,90 euro.
Successivamente, però, SITAF si propone per la realizzazione del vallo e in questo modo i due progetti vengono separati. Il Comune procede e la Regione per sua competenza segue l'intervento di consolidamento del versante, cui viene affidata l'intera cifra (il milione e 100 mila). Il Comune in questo senso è andato avanti e ha già chiesto la prima tranche e se non è ancora avvenuto, credo che avverrà nei prossimi giorni.
La parte di consolidamento del versante va avanti, con progettazione del Comune di Bardonecchia, che viene approvata definitivamente il 6 febbraio scorso e comunicata alla Regione proprio per i primi versamenti quindi questa parte andrà avanti e non dovrebbero esserci ulteriori problemi.
Il problema si complica, invece, sull'altro fronte, ovvero sul fronte del vallo, perché qui SITAF e Città metropolitana, che è competente di questa seconda opera in quanto interessa la viabilità di competenza provinciale, devono ancora trovare un accordo sulla realizzazione del progetto, che però, in parte, è andato avanti e, in particolare, sul finanziamento completo di quest'opera, perché a quanto pare SITAF sarebbe disponibile a finanziare solo una parte del progetto stesso.
La palla quindi è totalmente in mano alla Città metropolitana; per quanto ci riguarda, solleciteremo la stessa, affinché si trovi una soluzione con SITAF.
Ricordo anche che Città metropolitana, di fatto, è ancora, o di nuovo socia di SITAF, quindi ha canali anche societari più diretti con la concessionaria stessa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1371 presentata da Frediani, inerente a "Vertek, definizione delle condizioni di cessione dello stabilimento Lucchini alla CLN e passaggio della relativa forza lavoro"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1371.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Abbiamo già parlato della Vertek talmente tante volte che credo sia superfluo fare un'illustrazione troppo approfondita della questione.
Dopo varie vicissitudini siamo arrivati finalmente a un'offerta e pare, a un serio impegno da parte di un grande gruppo in crescita, il gruppo Magnetto, per acquisire lo stabilimento condovese. Abbiamo soltanto qualche incertezza e chiediamo qualche chiarimento, in merito a quest'ultima fase di passaggio.
Quindi, vorremmo sapere quali saranno esattamente le modalità di passaggio dello stabilimento, dei macchinari e soprattutto dei lavoratori e con quali tempistiche si avrà il passaggio dei lavoratori in questo gruppo, se tutti i posti di lavoro saranno salvaguardati e conservati o eventualmente, se ci saranno dei pensionamenti per gestire qualche eccedenza numerica che possa ancora verificarsi.
Ovviamente siamo soddisfatti di questo esito, quindi adesso aspetteremo dall'Assessore gli ultimi chiarimenti in merito a quest'ultimo delicato passaggio, però ci pare di poter vedere finalmente la luce in fondo al tunnel in questa vicenda, che, ricordiamo, è partita già diversi anni, e che il Consiglio regionale ha affrontato in un ordine del giorno che è stato approvato il 29 luglio 2014 e, successivamente, attraverso diversi atti, diversi incontri e diversi tavoli.
Quindi la nostra interrogazione è soprattutto mirata a sapere se finalmente possiamo mettere la parola fine o, meglio, le parole lieto fine a questa vicenda che ha interessato questa importante realtà che si trova in territorio valsusino e, in particolare, nel Comune di Condove.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Credo di poter dire con soddisfazione che questa è una delle poche imprese che in questo ultimo anno ci ha permesso di esprimere un attestato di soddisfazione rispetto alla conclusione del percorso.
Tutta la vertenza si è conclusa con l'acquisizione, da parte del gruppo Magnetto, dell'azienda del ramo di Condove. Come sapete, la storia nasce nel 2013, quando il gruppo Lucchini è stato diviso in diversi rami d'azienda e restava come ultimo ramo quello di Condove, che è stato acquistato dalla Magnetto S.p.A.
Tralascio tutta la storia e ci concentriamo sulla parte finale.
L'offerta di CLN, che fa parte del Gruppo Magnetto, prevede l'acquisizione di terreni e fabbricati del sito di Condove (con esclusione della "Palazzina Uffici"), delle autorizzazioni, delle licenze e certificazioni e di tutti i contratti di lavoro, esclusi i macchinari, in quanto intende "creare un polo produttivo specializzato nell'attività di stampaggio, tranciatura, lastratura e lavorazioni meccaniche, in continuità con le strategie del Gruppo".
Il 30 gennaio 2017 è stato sottoscritto il contratto preliminare di vendita tra i rappresentanti di CLN e Lucchini (ovviamente, il commissario) che prevede il trasferimento del ramo Condove con il passaggio della totalità dei dipendenti in forza al momento dell'acquisizione, quindi senza la perdita di nessun posto di lavoro. CLN ha individuato in MW Italia S.r.l. la società acquirente del "Ramo Condove".
In data 1° febbraio 2017, si è conclusa la procedura di trasferimento di 73 lavoratori da Lucchini S.p.A. in A.S. a MW Italia S.r.l.
MW Italia S.r.l. e FIOM CGIL, dopo un'attenta analisi della situazione hanno individuato nella CIGS per riorganizzazione del ramo aziendale, così come ho detto in precedenza, lo strumento più funzionale per la realizzazione del piano industriale.
Di conseguenza, presso la Regione Piemonte, in data 3 febbraio 2017, MW Italia S.r.l. e FIOM CGIL hanno sottoscritto il verbale di esame congiunto inerente al ricorso alla CIGS per riorganizzazione aziendale per 24 mesi per 73 lavoratori dello stabilimento di Condove, a decorrere dalla data di acquisizione, ovvero dal 1° marzo 2017.
In ordine alle tempistiche di erogazione dell'indennità di CIGS, si evidenzia che l'Azienda si è impegnata ad anticipare ai lavoratori che saranno sospesi il trattamento spettante.
Rispetto alla vendita delle macchine, questo è un fatto che riguarda la nuova azienda che ha acquistato la Vertk-Lucchini, quindi è un fatto che rientra nel piano aziendale, che è stato approvato dal MISE e che prevede una vocazione in continuità, ma con mezzi che siano più innovativi rispetto a quelli che attualmente sono presenti all'interno dell'azienda.
Con soddisfazione posso dire che questa società Vertek-Lucchini chiude il suo percorso un po' drammatico, che è partito nel 2013 e che nel territorio di Condove vedrà rinascere l'azienda con un nuovo nome e con un nuovo percorso anche rispetto all'attività produttiva pur in continuità, ma sicuramente più innovativa. Soprattutto, i posti di lavoro sono stati mantenuti per tutte le persone coinvolte all'interno dello stabilimento.
Per quello che riguarda i pensionamenti, sono pensionamenti per via naturale, che nel frattempo matureranno e che riguardano, se non ricordo male, ma su questo vado a memoria, circa dieci unità. Da qui a quando ripartirà a pieno regime l'attività dopo le opere di bonifica e dopo l'attività di ristrutturazione, naturalmente andranno in pensione, ma nel frattempo avere un anno di CGIS permette di eseguire i lavori, di mantenere il livello occupazione e, quindi, di ripartire con una nuova strategia, che penso che per il territorio sia davvero un'enorme opportunità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Dichiaro conclusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.01 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.07)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei avere delle comunicazioni da parte della Giunta in merito a quanto è successo venerdì negli Uffici centrali della sede dell'ATC Torino in quanto si è presentata la Guardia di Finanza a prelevare documenti riguardanti le imposte di registro per quanto riguarda la registrazione delle assegnazioni degli alloggi popolari, inviati alla Corte dei Conti; in seguito si legge dagli articoli di stampa che ci sarebbero state altre indagini su tutte le morosità. Noi sappiamo soltanto quanto appreso dalle fonti di stampa.
Non so se l'Assessore è già disponibile oggi a dare un'informativa in modo che possiamo rassicurare le persone che ci chiedono informazioni in merito, soprattutto se dovessero esserci delle ricadute negative dal punto di vista economico-finanziario sulle famiglie oggi assegnatarie di alloggi di edilizia popolare o se ci dovessero essere delle ricadute per quanto riguarda la Regione.
Quindi, se oggi l'Assessore può fornirci informazioni nel merito gliene saremmo grati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Chiedo che venga inserito all'o.d.g. la mozione presentata da Caputo Accossato, Appiano, Conticelli, Corgnati, Ferrentino e Rossi, inerente a "Potenziamento delle strategie e degli interventi regionali per favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno", che va a inserirsi in modo organico con gli altri atti di indirizzo già presenti nel punto 6) all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono)



ROSTAGNO Elvio

Esatto, ma questo è nostro.
Dicevo che va ad inserirsi in modo organico con altri documenti, per cui chiediamo che sia inserito anche il nostro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
Consigliere Bono, parlerò con l'Assessore e ci metteremo d'accordo sulle comunicazioni, perché ci sono anche le comunicazioni dell'Assessore Valmaggia e dell'Assessora Parigi.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Allemano, Andrissi, Barazzotto, Baricco Chiamparino, Chiapello, Ferraris, Giaccone e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Assegnazione funzioni del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 6 del 27 febbraio 2017, informa che, stante il contemporaneo impedimento del Presidente e del Vicepresidente della Giunta regionale, le funzioni del Presidente della Giunta regionale sono assegnate, ai soli fini dello svolgimento dei lavori della seduta consiliare odierna, all'Assessore Alberto Valmaggia.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Informo che l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che, a decorrere dal 1° marzo 2017, il Consigliere Gian Luca Vignale appartiene al Gruppo Misto con la denominazione Gruppo Misto Movimento Nazionale per la Sovranità qualificandosi quale Consigliere di opposizione.
A decorrere dalla stessa data, il Gruppo consiliare Forza Italia passa da 7 a 6 Consiglieri.


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto


PRESIDENTE

Si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a tre decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a tre deliberazioni di nomina della Giunta regionale allegati e a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 23 febbraio la legge regionale 27 dicembre 2016, n. 27 "Modifiche alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 (Legge finanziaria per l'anno 2012)" e la legge regionale 29 dicembre 2016, n. 28 "Autorizzazione dell'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2017 e disposizioni finanziarie" deliberandone la non impugnativa.


Argomento:

f) Comunicazioni Assessori


PRESIDENTE

Informo inoltre che nella seduta antimeridiana l'Assessore Valmaggia si è reso disponibile a fornire comunicazioni in merito a "Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria", mentre l'Assessora Parigi svolgerà comunicazioni in merito alle notizie di stampa relative ad un'ipotesi di mancato ingresso del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nella compagine della Fondazione del Libro.
Consigliere Bono, aggiungo che l'Assessore Ferrari darà subito una breve comunicazione - perché prima ci siamo parlati - sulla questione da lei richiesta in merito all'ATC.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 31 gennaio 2017.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 18, in Sala A, si svolgerà la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Comunico che è stato organizzato un presidio di inquilini delle residenze gestite da ATC alle ore 9.30, davanti a Palazzo Lascaris; alle ore 13.30 è previsto un presidio di dipendenti Eurofidi; alle ore 13, in Sala Viglione, si terrà un incontro in merito alle risultanze del tavolo tecnico sui rapporti giuridici conseguenti all'istituzione del Comune di Mappano.
Chiedo ai colleghi un po' di attenzione.
Dato che si accavallano gli orari, suggerisco all'Aula quanto segue: alle ore 13, il tavolo tecnico sarà presieduto dalla Vicepresidente Ruffino; alle ore 13.30, possiamo proporre, perché ci sono delle riunioni di Gruppo in corso, che l'Assessore, o chi con l'Assessore è interessato possa ricevere la delegazione dell'ATC, in Sala dei Presidenti. Invece alle ore 14.30...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

ATC.
C'è un presidio degli inquilini ATC che chiede un incontro. Dato che ci sono riunioni di Gruppo e si accavallano le richieste, stavo suddividendo il tutto, e precisamente...



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

No, ATC.
Ripeto, vi avevo chiesto un po' di attenzione.
Chiedo gentilmente silenzio.
Alle ore 13, c'è il tavolo tecnico dei Comuni, Mappano e altri: ci sarà la Vicepresidente Ruffino e, chiaramente, chi è interessato.
Alle ore 13.30, c'è il presidio degli inquilini ATC che chiedono di essere ricevuti. Dato che sono organizzate un bel po' di riunioni dei Gruppi o, comunque, almeno quella del Partito Democratico, suggerisco di incontrare gli inquilini, chi di voi è interessato e, comunque l'Assessore, in modo che ascolta quali sono le richieste.
Invece, alle ore 14.30, c'è il question time Eurofidi: chiedono di essere ricevuti i dipendenti, chi è interessato...



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

L'alternativa è che gli dico di no, io vi sto facendo la proposta.
Colleghi, l'unico spazio è alle ore 14.30, chi è interessato, una rappresentanza del Gruppo, perché non c'è altro spazio.
FERRENTINO Antonio (fuori microfono) Dove si fa?



PRESIDENTE

Quella di Eurofidi?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo svolgerla, se finite, in Sala dei Presidenti o anche in Sala Viglione.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Siccome il nostro Gruppo ha una question time proprio su Eurofidi, se si potesse discutere subito la question time, poi si fa l'audizione, perch la collega che discute la question time è interessata anche all'audizione...



PRESIDENTE

Quando inizia il question time?



MIGHETTI Paolo

Inizia alle ore 14.30...



PRESIDENTE

Facciamo alle ore 14.45, no? GARIGLIO Davide (fuori microfono) E' una marchetta...



MIGHETTI Paolo

Sì, è una marchetta.



(Commenti della Consigliera Frediani)



MIGHETTI Paolo

Va bene, così non ci sarà neanche l'Assessore a sentirlo. Grazie Gariglio.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Lo mettiamo per primo, poi ci sarà qualche altro collega...
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Consigliere Grimaldi, abbia pazienza, parliamo di una questione importante.
Siccome so che anche i lavoratori sono interessati ad ascoltare la risposta dell'Assessore, mettere in contemporanea l'audizione e l'Assessore che risponde mi sembra una leggerezza.



PRESIDENTE

Non posso, però, colleghi, mettetevi un attimo nei...
Alle ore 14.40, va bene, lo mettiamo come primo. Collega Motta...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ah, c'è la Vicepresidente Ruffino.
Va bene così: 14.40-14.45, comunque, dopo la discussione del primo...


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Uffici centrali sede ATC Torino - contratti morosità"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta alla richiesta del collega Bono.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Io ho parlato subito, credo sabato mattina, con il Presidente di ATC Piemonte Centrale, perché avevo visto anch'io gli articoli di stampa, non so se venerdì sera o sabato mattina.
Dalla telefonata ho capito che tutto questo è nato in relazione ad alcuni esposti risalenti, credo, al 2014 (fine 2014) e per i quali io ho chiesto di avere una relazione puntuale, in modo tale che potessi avere le notizie un po' più definite.
Quindi, il mio impegno sarà il seguente: appena avrò, in questi giorni una relazione puntuale da parte di ATC su quanto sta avvenendo e sugli effetti che questo produce, certamente sarò in grado, in Commissione o nel prossimo Consiglio, di dare una comunicazione più puntuale.
Ho visto anch'io le notizie di stampa e fornirò chiarimenti al più presto.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia è disponibile a rendere comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria ".
Prego, Assessore.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Parlando del tema della qualità dell'aria, che è un tema di grande attualità in queste settimane, faccio un breve excursus storico, ma rapidissimo, per inquadrare l'argomento.
Come Regione Piemonte abbiamo una legge importante, la legge n. 43 del 2000, che ha definito il percorso da seguire per la gestione del tema della qualità dell'aria nella nostra Regione, a seguito della Direttiva europea del 1996, "Direttiva madre della qualità dell'aria". La legge n. 43 introduce in modo chiaro i soggetti e le loro competenze: dice cosa deve fare la Regione, cosa devono fare le Province (e oggi anche la Città metropolitana) e i Comuni, cosa fa l'ARPA. Dal 2000 parte anche il sistema più organico e in linea con le indicazioni europee del monitoraggio della qualità dell'aria.
Facendo un confronto fra il 2000 e oggi, vediamo che, per quanto riguarda le PM10, abbiamo sostanzialmente un trend in forte discesa, con una riduzione di un terzo: nel 2000 gli sforamenti nel punto più critico superavano i 280 e oggi siamo intorno agli 80, che però sono ancora superiori al limite fissato dalla normativa europea e, soprattutto, dalla Direttiva del 2008 che l'Europa ha emanato successivamente a quella "madre" del 1996, che ha un po' ridefinito gli obiettivi e i parametri sui quali come Italia, abbiamo in corso ad oggi due procedure di infrazione, una relativa alle PM10 e l'altra agli ossidi di azoto.
Ciò a fronte di un'indicazione organica e completa della legge regionale 43, che peraltro introduceva anche un meccanismo operativo degli stralci di piano: ovvero, tutti gli interventi fatti nei diversi settori per incidere positivamente sulla qualità dell'aria venivano inseriti come stralci del piano della qualità dell'aria, la prima versione del quale fu redatta, a seguito di questa legge, nel 2001.
Oggi, quindi, siamo con delle procedure di infrazione in corso. Nel frattempo, a partire dal 2013, nel dicembre di quell'anno fu sottoscritto l'Accordo del bacino padano, accordo che vede le Regioni del bacino padano congiuntamente al Ministero, operare insieme, avviare dei tavoli di lavoro e portare avanti iniziative di coordinamento sul tema della qualità dell'aria. Sappiamo tutti e ce lo ripetiamo, senza perdere troppo tempo che la caratteristica orografica e morfologica del nostro territorio è che tutto il bacino padano è in una situazione particolare per il ristagno dell'aria e quindi qui non si riesce a rispondere in modo puntuale, come altri territori dell'Unione europea, alle indicazioni univoche dell'Unione stessa.
Il bacino padano ha dato vita a questi tavoli di lavoro e di coordinamento con il Ministero e si sta procedendo con momenti di incontro successivi. Nell'ultimo anno, sono ben quattro gli incontri che sono stati fatti per quanto riguarda il bacino padano, tutti alla presenza del Ministro Galletti e degli Assessori, unitamente ai tecnici: si tratta quindi di un tavolo di coordinamento importante, l'ultimo aggiornamento del quale l'abbiamo tenuto il 30 gennaio a Bologna, dove si è fatto un po' il punto dello stato di attuazione del bacino padano e dei decreti attuativi che discendono da questo bacino padano.
Infatti, le indicazioni che vengono dai tavoli di lavoro e che riguardano settori diversi e non soltanto il settore ambientale coinvolgono anche Ministeri diversi; e quindi, il Ministero dell'Ambiente sta lavorando con i Ministeri interessati - quello dei Trasporti e quello dell'Energia per trovare delle indicazioni unitarie e dare delle risposte anche al tema della qualità dell'aria. Si sta lavorando dunque sul bacino padano.
Nell'autunno scorso abbiamo introdotto e avviato questo strumento per l'emergenza del semaforo antismog, che è partito in questi mesi e che dovremmo poi verificare nella sua attualità e nella sua attendibilità. Il primo dato che ci può venire dall'applicazione del semaforo antismog è che questo sistema revisionale costruito insieme ad ARPA, che si basa sui dati storici misurati, ai quali si aggiunge il dato della previsione fatta da ARPA, è un meccanismo che ha una grande affidabilità: su 132 casi ce ne sono stati soltanto due che non hanno centrato la previsione con i dati reali successivi; gli altri hanno confermato col dato di misurazione successiva la previsione che era stata fatta a monte. Quindi siamo di fronte ad un'importante affidabilità dello strumento.
Adesso, dunque, come abbiamo già avuto modo di condividere anche in Commissione, stiamo lavorando a questo nuovo Piano della qualità dell'aria che va a sostituire il piano organico (poi aggiornato via via con gli stralci successivi del 2001), che va incontro anche a quella richiesta della Consigliera Gancia, che discuteremo poi nel pomeriggio, di provvedimenti strutturali. Mi spiace che la collega non sia in Aula, perch presenta l'interpellanza, però poi quando si parla del tema non c'è.
Il Piano della qualità dell'aria va proprio in questa direzione intervenendo su Assessorati diversi, perché il tema dell'aria non è un tema di competenza esclusiva dell'Assessorato all'ambiente, ma coinvolge, per esempio, le politiche agricole, il Piano di sviluppo rurale e le scelte dell'Assessorato all'agricoltura; dunque dev'essere condiviso con gli Assessorati all'agricoltura, all'energia, all'industria (pensiamo a tutto il tema del riscaldamento domestico, al teleriscaldamento e alla partita degli impianti). Il tema della qualità dell'aria coinvolge in modo pesante anche l'Assessorato ai trasporti, sia per quanto riguarda il TPL sia per quanto riguarda i trasporti privati.
Il nuovo Piano della qualità dell'aria, quindi, si intreccia con tanti temi e dev'essere un piano che - ripeto - non è di esclusiva gestione e interesse dell'Assessorato all'ambiente, ma un piano trasversale che coinvolge diversi Assessorati.
Nell'emergenza, poi, dobbiamo sviluppare, approfondire e fare la taratura di questo strumento del semaforo antismog. Peraltro, in uno degli incontri che facemmo in sede di bacino padano, presentammo anche questa misura che poi, poco dopo, anche la vicina Regione Lombardia ha recepito nel suo ordinamento, applicandola anch'essa, pur con sfumature diverse.
Come dicevo, occorre verificare e tarare lo strumento del semaforo soprattutto, nell'area di riferimento, che è quella del Comune di Torino e dei 31 Comuni limitrofi - unica area piemontese dove abbiamo in corso questa procedura di infrazione legata agli ossidi di azoto - favorire e sollecitare il coordinamento e l'omogeneità delle iniziative fra il Comune di Torino e la cintura, così come prevede proprio la nostra legge regionale n. 43/2000. Quindi si sta lavorando su questi tre fronti.
Il nuovo Piano della qualità dell'aria.



PRESIDENTE

Può avvicinarsi un po' di più al microfono, Assessore? Grazie.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Va bene.
Dicevo che stiamo lavorando sul nuovo Piano della qualità dell'aria: abbiamo già avuto diversi momenti preliminari di approfondimento in Commissione e a breve lo porteremo all'attenzione dell'Aula.
Si sta lavorando con impegno nell'ambito del bacino padano per avere misure omogenee nelle Regioni interessate e quindi ottenere un'azione unitaria non soltanto in ambito piemontese, ma anche con la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna, nonché il Ministero, per portare a Bruxelles all'Unione Europea una risposta unitaria delle Regioni del bacino padano col Ministero e una risposta alle procedure di infrazione che sono in corso.
Sull'emergenza, dicevo che occorre verificare - soprattutto in vista della nuova stagione, del nuovo inverno e del prossimo autunno - e tarare il nuovo strumento del semaforo antismog che abbiamo sperimentato in questi mesi e soprattutto favorire scelte unitarie e omogenee di coordinamento fra i 31 Comuni che, insieme alla Città di Torino, costituiscono questa zona omogenea per quanto riguarda la qualità dell'aria.
Chiudo dicendo che sul tema, oltre agli incontri cui ho accennato (nell'ultimo anno ne abbiamo fatti quattro con il Ministro e con le altre Regioni del bacino padano), in Commissione consiliare - e qui ringrazio la Presidente Accossato per aver puntualmente sviluppato molti momenti di analisi nell'ultimo anno - si potrà approfondire con più tempo e anche con più strumentazione (slide, ecc.) per entrare nel merito delle questioni che qui, in modo sintetico e per punti, ho accennato in questa informativa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente; grazie, Assessore.
Ovviamente, come ha detto l'Assessore in Commissione, l'anno non è iniziato bene: basta vedere i dati dell'ultimo rapporto Mal'aria di Legambiente e i rilievi fatti nelle ultime settimane e pubblicati che ricordano come, fra i 33 capoluoghi italiani che lo scorso anno hanno visto le centraline peggiori d'Italia con la soglia dei 35 giorni l'anno, il limite sia stato ampiamente superato dal triste primato di Torino che, con la centralina Grassi, ha oltrepassato più o meno gli 89-90 sforamenti. Tra l'altro, ricordo che Torino ha un altro triste primato: emerge fra tutte le città italiane (seguita solo da Venezia, Padova e Mantova) con cinque centraline (Grassi, Consolata, Rebaudengo, Rubino e Lingotto) tutte ampiamente fuori dai limiti.
Se guardiamo i dati di "Ci siamo rotti i polmoni", in realtà la situazione nel Piemonte non è tanto migliore: solo Biella con due centraline, Cuneo con altre due centraline e Verbania sono le uniche che non hanno fatto l'en plein, mentre tutte le altre restanti cinque città capoluogo, con le loro 13 centraline, hanno comunque sforato in qualche modo i limiti consentiti dalla legge.
Tutto questo per dire che cosa? Con diversi Consiglieri, abbiamo scritto un atto di indirizzo (ricordo il lavoro fatto con la Presidente Accossato e in particolare con la Consigliera Conticelli) che impegnava la Giunta a presentare, dopo 14 anni, un nuovo Piano per il risanamento della qualità dell'aria. L'Assessore ha detto da poco in Commissione che siamo quasi pronti, in qualche modo, a introdurre questi miglioramenti.
Ricordo come 14 anni fa vi era stata comunque una grande discussione (parliamo addirittura della Giunta Ghigo) quando al primo punto delle cronache si iniziava a parlare proprio della fine dell'era dei diesel ricordo che è stato un provvedimento di carattere regionale e credo che, a 14 anni di distanza, lì andavano in pensione gli euro zero e altre categorie diesel inquinanti.
Ecco, credo che se al primo posto della nostra mozione è scritto "impegna la Giunta ad analizzare e valutare nel processo di pianificazione misure finalizzate a limitare la circolazione dei veicoli a maggiore impatto ambientale ed estendere le zone a traffico limitato", intendevamo proprio questo. Lo dico anche per gli Amministratori locali: da sempre crediamo che le misure emergenziali possono servire, ma è chiaro che non sono sufficienti. Diciamo anche che però la qualità dell'aria non attende le nostre misure strutturali.
Dico sommessamente che adesso abbiamo un altro piccolo problema. La Città di Torino, insieme alla Regione Piemonte, mi pare che fosse pronta a sottoscrivere un programma con il Governo proprio su alcune misure strutturali, e ne dico una che è al secondo punto dell'ordine del giorno n.
566 che citavo: noi chiedevamo alla Giunta non solo di efficientare i mezzi di trasporto pubblico locale e di nuove acquisizioni (ricordo che noi abbiamo suggerito, come consiglio per un'altra mozione, il rinnovo del parco rotabile come primo punto dei fondi cosiddetti FAS), ma noi chiedevamo una seconda cosa in questo ordine del giorno: di iniziare a pensare al rinnovo delle flotte.
Come sapete - lo dico spesso - mi considero un privilegiato, non solo per il lavoro che svolgo, ma anche per il quartiere in cui vivo: abito a Vanchiglia, a pochi chilometri da qua e sono ormai trent'anni che prendo il tram. Ogni tanto me lo avete sentito dire, magari di prima mattina, quando ci vediamo: viaggio sullo stesso tram arancione da circa trent'anni; ogni tanto arriva anche quello verde, che mi procura qualche brivido perch sembra uscito dalla Seconda guerra mondiale. Ciò che, in qualche modo, fa parte della nostra percezione di normalità, in Europa non è considerato "normale": quelli sono i mezzi turistici.
In una città in cui si vogliono veramente fare delle scelte efficienti vale per la città capoluogo, così come per le altre città piemontesi - ci sono dieci linee che fanno quello che fa, ogni giorno, la linea 4.
Mi rivolgo alla Giunta regionale, ma anche al capoluogo torinese: la seconda linea metropolitana si può ancora fare, costerà due miliardi. Il rinnovo di dieci flotte costa 200 milioni di euro, ossia un decimo di quell'investimento. Eppure potrebbe portare decine di migliaia di torinesi ad orientarsi, di nuovo, sul trasporto pubblico.
È un investimento, certo. Ma è un investimento che vale un decimo rispetto alla seconda linea metropolitana.
Ha senso che, insieme alla Regione Piemonte, quest'aspetto diventi centrale anche nella contrattazione col Governo? Può valere per Torino così come per altri capoluoghi italiani.
A mio avviso è fondamentale, perché o iniziamo a dare la percezione ai nostri cittadini che stiamo facendo qualcosa - offrendogli anche un'alternativa - o, altrimenti, sarà molto difficile dire che fra qualche anno non potranno più circolare gli Euro 3 e gli Euro 4 (cosa che io auspico, lo ripeto) senza dare una valida alternativa.
Ultime considerazioni, Presidente, poi mi taccio. La limitazione e la moderazione del traffico passa da scelte culturali e civili. Non possiamo sempre aspettare di avere i soldi per attuare queste svolte! Forse la Regione Piemonte non ha più i soldi che aveva dieci anni fa, quando insieme ai grandi quartieri (penso a Santa Rita) si facevano, per esempio, delle "zone 30". Cioè non abbiamo i soldi per rialzare le superfici delle nostre città o per rendere tutto più semplice anche nell'intendere che cos'è la "zona 30".
Gliela dico così, Assessore: ci sono tantissime città in Europa in cui esiste quella moderazione del traffico senza tanti investimenti pubblici semplicemente, si spiega che in tutte le vie secondarie si va ad una certa velocità, perché ci sono gli asili, perché ci sono le scuole, perché esiste un'altra concezione di traffico. Perché quel traffico è di tutti.
Se lo faccia dire da chi ha scritto il Biciplan di Torino: non bisogna per forza investire milioni di euro per fare le piste ciclabili; ci pu anche essere un altro oggetto più low cost che porta a ripensare alla mobilità nelle città in modo diverso; la stessa cosa vale anche per le ZTL.
Spero che nel Piano della qualità dell'aria ci siano provvedimenti a tal riguardo, perché abbiamo le ZTL più piccole e meno larghe di Italia: è normale? È normale che non si inizi a parlare di road pricing anche su scala regionale? È normale che i mezzi turistici, a differenza di quanto succede a Firenze, a Roma o in altre città italiane, non paghino nessuna tassa ambientale? Sono tutte domande per le quali vorrei ricevere una risposta già nel nostro Piano della qualità dell'aria.
Chiaramente la Giunta dovrà fare un lavoro sinergico: spero che l'Assessore Balocco sarà il cofirmatario di queste nuove linee. Ma soprattutto, spero che l'interlocuzione continui ad esserci anche con le città piemontesi, che devono rispondere in maniera diversa anche rispetto al semaforo. Qualcuno sostiene che il semaforo è poco: può darsi. Io credo che si possano alzare anche i limiti di quel semaforo. Ma, intanto bisognerebbe farlo rispettare a tutti, e questo non succede. A tal proposito, invito la Città metropolitana di Torino e le altre Province a fare il loro dovere: noi dobbiamo governare, dobbiamo dare delle linee di indirizzo e fare le leggi. Ma gli altri enti dovrebbero imparare di nuovo a coordinare gli enti locali. C'é, poi, il rapporto con le altre Regioni italiane e il Governo.
Si dovrà cercare, nei prossimi mesi, di far capire che non sono solo i primi trenta giorni dell'anno a fare la differenza della qualità dell'aria: lo ha precisato l'OMS da poco, lo ha riscritto l'Unione Europea, lo dicono gli studi sia sui decessi per la qualità dell'aria, sia, soprattutto, per la spesa sanitaria, che è fuori controllo su questo versante. In generale lo dobbiamo fare anche per la qualità della vita dei nostri centri urbani.
Per questi motivi, chiedo di ricevere - se possibile, entro il prossimo mese - anche una relazione rispetto al rapporto col Governo nazionale e capire quanto, nello Stato-Regioni, diventerà centrale anche nel dibattito pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il tema della qualità dell'aria è stato posto all'attenzione di quest'Aula, dei colleghi e della Giunta (quindi dell'Assessore Valmaggia) sin dai primi mesi di questa legislatura.
E poiché il tema dell'ambiente e della tutela della salute è troppo poco al centro dell'attenzione, se volessimo trovare un merito alle misure adottate dalla Regione, sarebbe proprio quello di riportare l'attenzione sul problema e di ricominciare a parlarne. Sugli effetti poco o niente. Ma è piuttosto evidente che questa misura è frutto di un forte compromesso dal punto di vista politico, per non creare degli effetti imbarazzanti anche per il consenso dei cittadini piemontesi, a cui non fa mai piacere veder bloccata la propria auto, specialmente quando non sono state poste in essere quelle alternative e quelle misure strutturali di lungo periodo che permettono comunque alle persone di spostarsi, di raggiungere il posto di lavoro o la scuola in tempi e in modi accettabili una volta che i blocchi del traffico vengono posti in essere.
Questo problema è particolarmente evidente a Torino, dove i limiti delle emissioni sono già stati superati molte volte: i 35 sforamenti annui hanno significato multe e sanzioni da parte dell'Unione Europea e molti altri comuni, specialmente capoluoghi, si sono avvicinati ai limiti e rischiano di sforare.
Che cosa ci insegna questo? Insegna che innanzitutto non è da ieri che esiste il problema delle emissioni.
La qualità dell'aria non aspetta le misure strutturali e la salute che si è persa in questi anni per i procedimenti non intrapresi, ormai è persa.
Quindi si lavora da ora in poi, evidentemente.
Ciò che preoccupa un po' sono i tempi, i modi e i fondi che vengono stanziati per queste misure. Noi, ad oggi, abbiamo dichiarazioni di intenti e tavoli di lavoro a livello padano in corso: ne prendiamo atto positivamente, ma restano ancora da chiarire i tempi, gli investimenti e le misure.
Almeno a grandi linee, noi chiediamo all'Assessore di precisare i tempi per l'attuazione delle misure strutturali. Perché anche un semaforo versione 2.0, più incisivo, più efficace e più impopolare (più si inaspriscono queste misure e più si mette in difficoltà il cittadino) non è sufficiente.
Faccio presente che, da qui in poi, perdiamo 200 milioni all'anno (butto una cifra, perché non la ricordo con precisione) di mancati trasferimenti europei sui fondi, per non aver ottemperato alle misure della qualità dell'aria. Allora, da amministratore di famiglia - neanche aziendale - mi verrebbe da dire che se stanzio a bilancio 199 milioni all'anno per le misure strutturali, ci guadagno un milione. Non aspetto che arrivino fondi europei, fondi statali o fondi da chissà chi, dicendo che non li ho, perché sono soldi che ho già perso. Questi sono soldi persi! Si tira avanti un anno in più, tanto la Regione ha comunque dieci miliardi circa di debito (quindi dieci miliardi o dieci miliardi e 200 non cambia molto!). Tanto dal prossimo anno non avrò più quei soldi perché mi verranno sottratti dai trasferimenti europei. Evidentemente, mi conviene investire subito su quella misura.
Noi ci aspettavamo una risposta per questo anno perché la legislatura è già a metà mandato, quindi noi ci aspettavamo che ci fossero già le misure strutturali a metà legislatura, invece non ci sono, eppure lo smog c'era all'epoca della Giunta Cota, della Giunta Bresso e anche quando la Giunta Chiamparino si è insediata.
Questo tipo di comportamento obbliga gli Enti locali che vogliono tutelare la salute a misure spesso anche un po' impopolari e non efficaci come quelle strutturali, ma comunque è un segnale. Tuttavia, questo mette a dura prova i cittadini e le loro abitudini, ma pone anche un problema di sovrapposizione del diritto al lavoro e del diritto a spostarsi al diritto alla salute, che è una cosa molto brutta, perché pone le due cose in antitesi mentre non dovrebbe essere così. Una persona ha diritto di spostarsi, di lavorare liberamente e di avere un servizio di trasporto pubblico efficiente e di non ammalarsi per quello che esce dal tubo di scappamento della propria auto.
Anche sulle misure più deboli e più gratuite che si potevano fare, come quelle di sensibilizzazione, la Regione lo può fare benissimo: non pu obbligare i Comuni ad attuare le misure, ma può attuare campagne di sensibilizzazione su una tecnologia, quella dei motori a diesel, che, come sappiamo da decenni, è un problema per le emissioni di particolato. I dati dell'ARPA ci hanno avvalorato queste tesi, è stato dimostrato che in ambito urbano circa il 70-80 per cento delle polveri proviene dal trasporto automobilistico, quindi dai diesel. Il buon senso direbbe, come Ente tutelante la salute dei cittadini, di mettere in essere tutte le misure economiche e non economiche per evitare che questa tecnologia si diffonda maggiormente o continui a diffondersi. Il problema è rimasto inalterato anche con le ultime misure. Ora abbiamo visto, con i dati abbastanza allarmanti di cui aspettiamo la conferma da ARPA perché erano comparsi su un articolo di giornale, che la componente di PM10 del particolato urbano non è aumentata, ma quella di PM2.5 è aumentata negli ultimi anni arrivando a raddoppiare le concentrazioni.
Questo ci fa sorgere qualche domanda su qual è stata la fonte di questo mutamento. Le nuove tecnologie hanno migliorato il problema o l'hanno aggravato? Di fronte a queste domande, anche solo il dubbio e il principio di precauzione suggerirebbe: finché non ne siamo sicuri, lasciamo perdere quelle tecnologie anche nelle loro ultime evoluzioni, perché probabilmente stanno aggravando un problema. Come ricordiamo, il particolato ultrafine crea problemi per la salute ancora peggiori, se possibile, del particolato fine. Su questo ci aspetteremo un segnale di tipo mediatico, di sensibilizzazione della cittadinanza piemontese su questi danni perch capiscano che, quando si fanno dei blocchi, anche estemporanei, anche dell'ultimo minuto, non si fanno per danneggiare i cittadini, ma per preservargli la salute.
Smettiamola con la logica del lavoro contro salute, non è così. Chi non ha fatto la sua parte in tutti questi anni sono gli enti deputati a coordinare questo tipo di azioni. I Comuni agiscono in ordine sparso, per cui, di fronte ad un problema, c'è un Comune un po' sensibile alla salute e un Comune un po' più sensibile al consenso politico. Abbiamo dieci misure diverse solo in Città metropolitane, quindi come facciamo a governare una cosa di questo tipo? Serve un segnale un po' più forte. Se non ci sono gli investimenti strutturali, non ci sono delle date certe e non chiediamo delle date certe per gli investimenti strutturali, non siamo credibili neanche di fronte ai Comuni e ai cittadini. Quel che chiediamo all'Assessore Valmaggia e alla Regione è di darci dei tempi certi per queste misure che si stanno discutendo anche in ambito padano, che è una buona cosa, basta che non siano posticipate a babbo morto.
Noi chiediamo, dal momento che la discussione è stata portata in quest'Aula, di poter attrarre i due atti di indirizzo del Movimento 5 Stelle (la mozione n. 864 presentata da Bono, Frediani, Mighetti, Valetti Andrissi, Bertola e Batzella, avente a oggetto "Indicazioni semaforo anti smog", e la mozione n. 965 presentata da Bono, Valetti, Campo, Mighetti Batzella, Andrissi, Frediani e Bertola, avente a oggetto "Obbligo di esposizione sul parabrezza degli autoveicoli privati di una vetrofania per facilitare l'identificazione dell'alimentazione della classe di emissione"), in attesa di esame da un po' di tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Mi unisco a queste considerazioni, a questa discussione sul tema della qualità dell'aria, argomento che abbiamo, anche su mandato del Consiglio stesso, più volte trattato in Commissione, non ultima la settimana scorsa.
Invito i colleghi ad affrontare questa discussione, come peraltro è stato in Commissione, con una grande disponibilità reciproca e con la disponibilità di fuggire dalle affermazioni sensazionali o dalle contrapposizioni. Credo sia interesse di tutti la salute dei cittadini l'attenzione alla qualità della vita dei nostri cittadini, così come alle compatibilità complessive della vita di una città. Ben se ne accorge chi amministra, se ne accorgono i nostri Sindaci che cercano di contemperare queste esigenze.
Credo sia importante dare informazioni corrette e documentate ai cittadini, responsabilizzarle, ed è per questo che ho sempre condiviso le iniziative anche più puntuali, a volte chiamate estemporanee, come le diverse domeniche a piedi, perché hanno un valore simbolico e un valore di comunicazione molto forte, ancorché, forse, dal punto di vista puntuale dei risultati di miglioramento della qualità dell'aria, anche abbastanza modesti.
Credo altrettanto, e voglio metterlo a disposizione di questo Consiglio, che nel momento in cui si danno informazioni bisogna anche raccontare un po' tutta la storia del lavoro e dell'impegno di questi anni sulla qualità dell'aria, altrimenti non diciamo cose vere. A partire dal fatto che negli anni Settanta, ossia da quando si iniziano a conteggiare gli sforamenti fossero molto più alti e con livelli di emissioni giornaliere molto superiori a quelle che oggi noi verifichiamo, e che quindi tutti noi, ahimè, potremmo pagarne lo scotto. Chi, per esempio, ha la mia età ha trascorso la giovinezza in una Torino con una qualità dell'aria di cui vedremo gli effetti nei prossimi anni. Credo sia opportuno dirlo, perché la sensibilità e le attenzioni che anche le forze politiche più vigili e più all'avanguardia hanno posto all'attenzione di tutti, hanno portato a miglioramenti.
Credo sia opportuno ricordare ai cittadini che si può fare. Si pu fare, come è stato, intervenendo sulle norme che riguardano le emissioni delle aziende; si può fare perché abbiamo tutti modificato e cambiato le condizioni di trasporto, ma non è assolutamente sufficiente. Io aggiungerei, e lo ricordo all'Assessore, perché quando presenta il Piano della qualità dell'aria con i suoi tecnici ci viene anche illustrato questo quadro storico, in particolare i dati dell'ultima serie storica dal 2000 ad oggi, che è quella più monitorata e conosciuta dove, ancora per Torino, si vedono i grandi risultati e miglioramenti ottenuti.
Detto questo, e non sono una negazionista, nemmeno una che casca del pero rispetto alla situazione torinese, sono allertata come Presidente di Commissione, ma anche come singola Consigliera e come cittadina, sulla situazione, e con l'Assessore e con la Giunta vorrei stimolare azioni più decise e concrete, tangibili e visibili fin da subito.
Allo stesso modo, non sono una che casca dal pero - come ho letto sui giornali - ma certamente, nel nostro approfondimento, nel lavoro che abbiamo svolto sulla situazione della qualità dell'aria in Piemonte, ci siamo soffermati (poiché ci sono stati messi a disposizione) sui dati medi di tutto il Piemonte, non avendo avuto l'opportunità di un focus specifico sulla città di Torino. Pertanto, il tema dell'incidenza, per la città di Torino, del trasporto privato rispetto alle altre fonti emissive è stato una condizione di cui siamo venuti a conoscenza in modo drammatico e forte in questo contesto.
È chiaro che, a questo punto, ci interessa anche sapere se il dato torinese si conclude nella vecchia cinta daziaria o se è anche un dato dei Comuni limitrofi. Un po' di esperienza e un po' di conoscenza del territorio ci fanno dubitare che questo valga per Torino e non per Collegno, San Mauro o Venaria, però - anche su questo - avremmo bisogno di elementi e di un'attenzione.
Da questo punto di vista, la Regione può fare il migliore Piano di qualità dell'aria possibile (e lo auspichiamo, e poi ci tornerò), pu presentare ai Comuni la proposta del protocollo e del semaforo, ma è necessario che chi ha competenze di coordinamento di Area vasta - la Città metropolitana e le Province, nelle altre parti del Piemonte - svolga la propria funzione di coordinamento e di condivisione con i Comuni circostanti.
È un lavoro non facile, perché io, come Sindaca, ho sperimentato le riunioni settimanali nell'allora Provincia di Torino sul tema della qualità dell'aria, per definire il Piano invernale d'interventi e certamente non era mai facile: c'era sempre il Comune che diceva di essere d'accordo e poi, il giorno dopo, dichiarava sui giornali che non avrebbe fatto nulla perché c'era sempre il più furbo di tutti tra i Sindaci, perché sono mestieri difficili.
Detto questo, non ci si può sottrarre e non si può sottrarre la Città metropolitana ad un lavoro faticoso - ripeto - assolutamente non gratificante, ma di coordinamento, condivisione ed anche comunicazione perché è più vicina ai cittadini e ha questo ruolo.
C'è il tema di portare in fretta il Piano della qualità dell'aria, che noi conosciamo nella sua stesura progressiva; c'è il tema della trasversalità di queste azioni, per cui avremo anche bisogno di un incontro con tutti gli Assessori interessati, non soltanto l'Assessore Valmaggia, ma anche l'Assessore Balocco, l'Assessora De Santis e forse l'Assessore Ferrero, perché anche le attività agricole hanno un'incidenza, da questo punto di vista.
Pertanto, potremmo anche organizzare un tema di questo tipo: è necessario - e su questo concordo con i colleghi - che accanto alla programmazione ci sia l'avvio di alcune iniziative puntuali, altrimenti saremo molto contenti di aver votato un piano bellissimo, ma che rimane un documento teorico.
Credo non sia l'intenzione di nessuno, in primis del Presidente Chiamparino e della Giunta.
Voglio ricordare che, nei bandi del POR-FESR di fine anno, ci sono state misure rivolte al sistema pubblico riguardanti il miglioramento energetico del patrimonio edilizio delle ASL, delle case ATC e poi anche alle piccole e medie imprese. Pertanto, è stato un buon inizio, un segnale ma non solo, perché saranno circa 200 milioni nei prossimi anni, quindi c'è un'iniziativa concreta.
È chiaro che misure come quella del contributo per l'acquisto di bus elettrici dovrebbero essere duplicate ed occorre uno stimolo al sistema delle imprese, perché è abbastanza anacronistico che si faccia un bando per l'acquisto di bus elettrici e che questo vada in parte deserto, perché le aziende non sono nelle condizioni di rispondere.
Così come è indispensabile l'azione dell'Assessore Balocco per il completamente della Linea 1 della metropolitana.
Spero venga risolta anche l'ultima questione burocratica o amministrativa sulla valutazione d'impatto ambientale o meno del progetto così come credo che su Torino non vada dispersa, ma vada mantenuta attiva la progettazione sulla Linea 2 della metropolitana, perché una città che non abbia almeno un incrocio di linee di metropolitana non può sfuggire a queste questioni.
L'altro aspetto è il tema del patrimonio edilizio privato.
Con l'Assessora De Santis si sta ragionando in questo senso: è importante e necessario che la Regione svolga un'azione di accompagnamento di stimolo, di supporto a tutto il sistema privato, affinché si intervenga oltre le termovalvole, che sono l'ultimo anello della catena (paradossalmente, invece, negli obblighi è stato messo al primo posto) e perché si attivino ed utilizzino tutte le possibilità esistenti (dagli sgravi fiscali ad altre agevolazioni) per andare nella direzione di rinnovare un patrimonio che davvero, non solo spreca soldi e risorse, ma inquina fortemente.
Ho richiamato l'attenzione - come hanno fatto i colleghi - su alcune delle questioni che abbiamo visto.
Concludo con un'esigenza: avere un rapporto costante con ARPA e i Settori regionali per ricevere i dati in tempo reale - dati certificati validati - e per fare anche in modo che uno strumento come il dato sulle emissioni, che si basa sull'inventario, non sia fermo al 2010 (in questi giorni stiamo prendendo decisioni sulla base di un materiale basato su dati statistici del 2010), ma possa essere aggiornato, non dico in tempo reale ma con condizioni più recenti, al fine di aiutare le Amministrazioni locali a prendere decisioni ponderate su dati certi e credibili.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Devo dire che l'intervento della Consigliera Accostato è stato molto soft, se vogliamo un po' gattopardesco, però molto si può evincere, se tradotto in termini fruibili da quello che è stato il problema di questa città.
È un'abitudine, quella di attribuire la colpa ai cittadini - in questo caso automobilisti - anziché all'apparato. Voglio premettere che sappiamo bene che il traffico non è la causa principale dell'inquinamento (questo è ormai un dato assodato), però ci sentiamo di dire che tutti i provvedimenti che sono stati assunti, sono serviti, in questi anni, a fare cassa sull'ambiente.
Pensiamo alle incombenze sulle caldaiette, al DPR 412, che poi si è risolto semplicemente con il pagamento di ulteriori tasse e spese burocratiche alle spalle dei cittadini. Pensiamo a quello che ha fatto questa Giunta: la penalizzazione del GPL, avvenuta in questa legislatura.
Pensiamo al fatto che i filobus sono stati completamente eliminati da questa città: il parco dei mezzi pubblici - l'hanno detto i miei colleghi crea evidenti problematiche, così come i camion della raccolta rifiuti sono sicuramente mezzi obsoleti ed inquinanti.
È evidente che, ancora una volta - a latere - chiediamo che le risorse almeno per la salute dei cittadini, rimangano sul territorio per investimenti strutturali. Quindi, ancora federalismo al centro delle nostre richieste e dell'azione politica, il contrario di quanto avviene oggi.
Prendiamo anche atto del fatto che per tanto tempo abbiamo sentito dire, e non sono dalla sinistra, che occorrono interventi strutturali, poi ci accaniamo sulle auto e revochiamo i blocchi, magari per evitare proteste.
A buon intenditore, poche parole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Devo dire che ho ascoltato con attenzione gli interventi che mi hanno preceduto e, con particolare attenzione, ovviamente quelli della maggioranza di centrosinistra e anche quelli dei colleghi del Movimento 5 Stelle, perché ritengo che su un tema così importante, ma soprattutto impattante sulla quotidianità dei cittadini, com'è la qualità dell'aria, ma anche e soprattutto la limitazione al diritto alla mobilità dei cittadini con lo stop al traffico veicolare, stiamo sentendo un po' troppo prese di distanza e un po' troppe posizioni di critica propositiva più tipica delle forze di opposizione che non di chi ha, invece, incarichi di governo o di amministrazione del comune capoluogo.
Credo che le forze che oggi e da qualche mese, se non da qualche anno rivestono ruoli di responsabilità debbano assumersi la responsabilità, se non della situazione, quanto meno delle scelte, perché se la situazione fa capo a realtà radicatesi negli anni, nessuno chiaramente pensa di accollare all'amministrazione Appendino il peso di politiche ambientali che evidentemente fanno capo a decenni di amministrazione del centrosinistra così come il Presidente Chiamparino è Presidente da poco mesi di tre anni.
Però dovremmo ricordare che, in ogni caso, sono queste le forze politiche che oggi hanno l'onere di dare delle risposte pratiche ed efficaci per il presente e per il futuro, senza guardare sempre e solo al passato.
Sono rimasto colpito dal fatto che sembra che nessuno davvero creda nelle limitazioni del traffico. Sembra non crederlo il centrosinistra, che ha evocato - ed evocare è il termine giusto, quasi come un'evocazione spirituale e non un'evocazione puntuale e politica - misure strutturali che vengono sempre sbandierate e agitate per cercare di dare al cittadino legittimamente incavolato, una prospettiva di speranza per il futuro. Ma la cosa che mi ha stupito di più è, invece, il fatto che i toni più duri, di critica nei confronti delle misure di limitazione del traffico, arrivino proprio dall'intervento del Consigliere del Movimento 5 Stelle.
Allora mi chiedo sinceramente, ributtando un occhio.



(Commenti del Consigliere Bono)



MARRONE Maurizio

No, le parole sono state molto chiare, cioè "misure impopolari" "misure la cui efficacia è molto limitata" e mi sono appuntato il ricordo del dire che, alla fine, "l'unico senso" - perché è questo che è stato detto, e sono stato molto attento - "delle limitazioni del traffico è dare un segnale". Ma chiedo: un segnale a chi? Allo smog? Cioè lo smog accoglie un segnale di vedere quante auto girano? Quando poi, invece, i dati dell'ARPA verificano l'impatto in termini di dati scientifici (non i batuffoli di cotone). Dati scientifici, questa brutta cosa che va molto poco di moda, che però un tempo costituiva la base delle decisioni di governo ed amministrative, prima che questo mondo di calca mediatica ci portasse, invece, a cercare di fregare l'elettorato con scene molto di impatto visivo ma, ahimè, scarsamente dotate di serietà e di fondamento.
I dati dimostrano, e lo dimostrano non da oggi ma da quando è stata proposta dal primo criminale ambientalista che si è inventato quest'idea che il blocco del traffico non serve assolutamente a nulla, perch l'impatto del traffico veicolare è assolutamente minimo rispetto al monte totale di micropolveri nell'aria. Questo lo dimostra qualunque ricerca scientifica, qualunque approfondimento di dati di qualunque ente tecnico che si sia mai occupato dell'argomento.
Quindi, non capisco come sia possibile che, invece, abbiamo assistito nelle ultime settimane a una sorta di gara a chi agitava la bandiera più verde in termini di peggiori sanzioni e maggiore portata di blocchi tra centrosinistra, che ha adottato un protocollo a sistemi di blocchi previsti a semaforo - non è il caso che lo ripeta, perché lo sappiamo tutti - solo per poi vedersi superato in "derapata" dall'Amministrazione comunale di Torino, che è riuscito, senza rispettare questo protocollo che doveva essere cogente, a inventarsi blocchi ancora più pesanti e seguendo una logica che non è solo inaccettabile perché è assolutamente inefficace, come ho avuto modo di dire - e quindi è un segnale dato alle proprie coscienze alla propria ideologia, allo smog e non so a chi altro, però non alla salute dei cittadini, perché si è visto che gli effetti non ci sono - ma è a maggior ragione, inaccettabile perché, insieme all'inefficacia, unisce un profondo senso classista di questa misura.
È inaccettabile arrivare a dire che può girare chi ha una macchina più nuova, più recente, più costosa e quindi con motori omologati rispetto a una classificazione migliore a livello ambientale, e che invece chi ha una macchina di qualche anno prima, una macchina magari usata o recuperata con meno soldi, quello invece se ne sta a casa, oppure che deve usare mezzi pubblici che, al momento, non ci sono, sono pochi e non funzionano. Intanto però i nostri timonieri ci illuminano su un domani in cui, invece, avremo un TPL da paradiso socialista; peccato che non è la realtà di oggi.
Inoltre, ho ascoltato con attenzione anche l'intervento del collega Grimaldi, che, visto che è competente, ha illustrato di sicuro progetti e auspici, forse più che progetti, di rinnovo di flotte pubbliche del trasporto pubblico locale futuro. Solo che io ascolto le sue parole e mi dico che, se mai un giorno avessi ruoli di governo, lo metterei come Assessore all'ambiente cercando di dimenticarmi la sua appartenenza politica e partitica. Poi però mi ricordo che lui è stato esponente di una maggioranza che per dieci anni ha amministrato la Città di Torino e sinceramente, anche questo dato fatico a farlo tornare.
Nello stesso momento in cui ci rimbalziamo queste suggestioni meravigliose di future implementazioni di flotte, ci troviamo in una città quale quella in cui siamo oggi, in cui non sappiamo nemmeno qual è il vero debito che c'è tra GTT e Comune di Torino. Non lo sappiamo e dovremo aspettare che le Procure e la Corte dei Conti ci illuminino su questo dettaglio che, ovviamente, è preliminare a qualsiasi valutazione di investimento futuro.
Credo di non dover essere io, come Consigliere di opposizione, a dirlo perché è il semplice buon senso: purtroppo decenni di mala-amministrazione che, ahimè, adesso stanno proseguendo con un'assoluta continuità di scelte amministrative anche con i grillini - ci hanno messo in una situazione in cui non sappiamo neanche qual è la base dei dati, non solo sull'aria, economici, patrimoniali e finanziari su cui poter imbastire delle strategie, ma fossero anche strategie di contenimento del danno fossero anche solo strategie semplicemente poco ambiziose. Non si può fare strategia se non si conoscono i dati, se non li si conoscono per quel che riguarda i conti economici del trasporto pubblico locale torinese (come vengono spesi i soldi, non come vengono stanziati); d'altra parte, quando invece i dati li conosciamo, e sono quelli delle rilevazioni della qualità dell'area, non si può neppure gareggiare in misure che clamorosamente non servono! Concludendo, senza approfondire eccessivamente, perché magari ci sarà poi modo di discutere anche le mozioni, senza agitare proposte strutturali che però riguardano competenze miste, perché non devo di sicuro insegnare a qualcuno, quando citiamo il Governo, questa entità astratta su cui nessuno di noi, né quando governiamo con la stessa maggioranza politica né quando siamo all'opposizione, non siamo mai in grado di determinarne minimamente gli indirizzi.
Questa, purtroppo, è una verità politica, in Italia è così, è sempre stato così e spero che un giorno non sarà più così, ma al momento è questa la situazione. Stesso discorso se citiamo altri Enti locali e coordinamenti di Comuni, perché ha ragione la Consigliera Accossato: è incredibile che ci sia una politica di blocchi del traffico sul capoluogo ed essere in un contesto di Città metropolitana che è amministrata dalla stessa maggioranza politica del Comune di Torino o, quanto meno, ha lo stesso sindaco, e che ci sia una politica ambientale che grava sul capoluogo e non su Comuni che sono, almeno tutti quelli di prima cintura, saldati urbanisticamente con il capoluogo stesso.
Sinceramente va bene tutto, ma lancio uno stimolo: limitiamoci a quanto è di nostra diretta competenza, almeno in chiave di riduzione del danno sul cittadino che, legittimamente, si sta spazientendo. C'è una tassa, perch alla fine, come Ente, siamo quasi incapaci a suggerire proposte strutturali, però in termini fiscali siamo strutturati benissimo.
C'è una tassa, che è il bollo auto, di competenza regionale e collegata all'utilizzo degli autoveicoli, che ha un monte, un importo su base annuale, che ipoteticamente, in termini teorici, può essere comodamente suddiviso nei giorni di utilizzo dell'auto.
La domanda che con un atto di indirizzo, come Fratelli d'Italia poniamo all'attenzione dell'Aula è qual è la legittimità per un Ente di raccogliere, a titolo di tasse e di fisco, soldi per giorni - mi riferisco a quelli del blocco auto - in cui il titolare/proprietario di un veicolo non può utilizzarlo non potendo circolare. Sono quote illegittime di prelievo fiscale, per cui facciamo una proposta che darebbe il segnale, da parte della Regione, al cittadino, all'automobilista e non allo smog, alla propria coscienza o a entità astratte di capire che quantomeno si soffre per il loro sacrificio di mobilità, di modo che, almeno nei giorni in cui il Comune di Torino impedisce di prendere l'auto, in quota parte non si raccoglie la quota di bollo.
Non è fantascienza, perché a livello legislativo è una possibilità già consentita, per esempio, per i casi di sequestro. Infatti, è collegato rispetto al mancato utilizzo del veicolo; chi ha il veicolo sequestrato e non può circolare può sospendere il pagamento del bollo al PRA.
Mi chiedo: se lo si può fare quando si è vittima di un sequestro e quindi, evidentemente, qualche responsabilità c'è, perché collegata al dato oggettivo dell'utilizzo del veicolo, quando un poveraccio che semplicemente non si può permettere...



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Dico un poveraccio, ma in realtà si parla di persone di ceto assolutamente medio e non di un indigente, che ha semplicemente un veicolo che rientra nelle categorie del blocco, perché un'Amministrazione comunale ha deciso che quel giorno chi ha quel veicolo non gira, senza alcuna sua responsabilità.
Qual è il senso di giustizia di continuare a fargli pagare il bollo anche in quei giorni, soprattutto se secondo il protocollo torinese di blocchi anche totali e progressivi questi giorni rischiano di essere tanti? Se è un dato episodico, si può dire che dietro la burocrazia di adottare questa novità, se i giorni di blocco cominceranno ad essere tanti, c'è dietro, perdonatemi, anche questa malata concezione di Stato etico in chiave di mobilità, per cui non è che tu utilizzi un certo veicolo perch non te ne puoi permettere uno migliore, ma perché devi essere educato a prendere un veicolo ambientalmente ed ecologicamente più sostenibile.
Visto che purtroppo c'è dietro chi occhieggia questa mentalità quantomeno noi come ente diamo sì questa volta davvero un segnale concreto percepibile a livello patrimoniale, al cittadino piemontese, evitando di mettergli le mani nelle tasche, nei giorni in cui l'auto non la può tirare fuori dal parcheggio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Se volessimo vedere la questione solo dal punto di vista della contrapposizione politica, della polemica di parte e anche, lasciatemi dire, della rendita di posizione, staremmo dieci minuti solo a parlare del passato, poiché è evidente che in passato si siano commessi tantissimi errori. Quanto tempo si è perso rispetto a misure sulla qualità dell'aria a livello nazionale, regionale e anche a comunale, parlando soprattutto di grandi Comuni? Allo stesso tempo, noi non lo vogliamo fare e vogliamo parlare del presente e anche del futuro, perché ritengo che il nostro compito principale, come amministratori, sia questo: gestire il presente e cercare di dare una programmazione per il futuro. Per fare questo e, ripeto, per abbandonare le polemiche di parte, dobbiamo cercare di ragionare su dei dati e prenderci la responsabilità di ragionare su dati scientifici altrimenti ci limitiamo alla stretta polemica politica sfoggiando atteggiamenti di benaltrismo, come abbiamo sentito in alcuni casi, e di populismo, che capisco che pagano sempre molto, che abbiamo sentito addirittura capovolgendo il senso delle parole dette da altri Consiglieri.
Se parliamo del presente, il fatto principale di quest'ultimo periodo è che c'è un grande Comune, il capoluogo della Regione, che sulla qualità dell'aria ha deciso di decidere, ha quindi deciso di inasprire ulteriormente, se vogliamo, le prescrizioni decise lo scorso anno a livello regionale con il famoso "semaforo". Ha deciso di farlo perché i dati che quotidianamente venivano riscontrati erano e sono preoccupanti.
Del resto, lo dicevamo già due anni fa, quando alla fine del 2014 c'erano dei resoconti ottimistici riguardo alla qualità dell'aria; si diceva che la qualità dell'aria migliorava costantemente, però - lo dicemmo già all'epoca - facevamo il consuntivo di un anno che forse era stato il più piovoso da quando ci ricordiamo, quindi c'erano particolari condizioni meteorologiche, e avevamo aggiunto di fare attenzione a essere troppo ottimisti, perché magari nel 2015 avremmo potuto vedere dati diversi.
Questo, infatti successe, perché il 2015 fu un anno particolarmente privo di precipitazioni.
Si è deciso di adottare queste misure esponendosi anche al gioco delle parti e alla critica politica. Però, è stato fatto e questo è il presente.
Su questo vorrei richiamare l'attenzione su un fatto, perché le polemiche politiche sono arrivate sia da una parte che dall'altra degli schieramenti politici, quindi sia da destra che da sinistra. Addirittura, anche da parte del centrosinistra sono stati contestati questi dati, ed è stata contestata la misura, poiché anche da quella parte si diceva che il traffico veicolare non era così tanto responsabile degli sforamenti del PM.
Allora, la scorsa settimana abbiamo avuto in V Commissione un'informativa nella quale abbiamo visionato dei dati dell'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente), un ente strumentale della Regione, che lavora su dati scientifici e svolge degli studi. Naturalmente ciascuno può decidere se vuole fidarsi dell'ente strumentale della Regione oppure se non vuole fidarsi, però diciamo che sono scelte di campo, perch i dati si criticano sempre e si ritengono non validi sempre, oppure si considerano sempre come dati scientifici.
Durante quell'informativa abbiamo sentito parlare di qualcosa che noi già sapevano: è stato detto che il traffico veicolare all'interno del reticolo cittadino (Torino e prima cintura) incide per l'85 per cento e di questo 85 per cento l'85 per cento a sua volta è dato dai veicoli diesel facendo un rapido calcolo matematico, l'impatto totale è di circa il 72 per cento. Quindi, lavorando su blocchi e su limitazioni al traffico dei veicoli diesel si lavora sul 72 per cento della causa degli sforamenti del PM10.
In quell'occasione non abbiamo potuto fare a meno di constatare anche un po' stupore da parte di alcuni esponenti di centrosinistra e della maggioranza in questo Consiglio regionale; un po' di stupore, tant'è vero che oggi abbiamo sentito un ragionamento da parte della Presidente della V Commissione Accossato, che apprezziamo, e cui vogliamo rispondere e dare seguito, perché ci è stato detto di abbandonare gli schieramenti politici e di cercare di risolvere tutti insieme il problema. Noi siamo d'accordo però prima di visionare quei dati quelle misure erano state criticate anche da quella parte politica, dicendo che si voleva dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Si diceva che si voleva dare in qualche modo un contentino anche alla componente ambientalista e invece quei dati hanno dimostrato che lavorare su quel tipo di misure può essere utile a ridurre le PM10.
Certo, non c'è soltanto quello e certo non è sufficiente farlo solo nella Città di Torino. Però qui è bene che ci capiamo. Lo scorso anno la Regione ha introdotto il cosiddetto famoso semaforo e quest'anno l'Amministrazione di Torino ha deciso di adottarlo, ma anche di inasprire quelle misure. Che utilità ha dire che queste misure devono essere intraprese anche a livello di Città metropolitana e che quindi anche altri Comuni della Città metropolitana, soprattutto i Comuni della cintura di Torino, devono adottarle, se queste Amministrazioni non hanno fatto nulla lo scorso anno, nemmeno sul famoso semaforo regionale? Non hanno già fatto nulla su quello e quindi, anche in questo caso, mi pare legato alla polemica politica dire che l'Amministrazione di Torino si doveva consultare con i Comuni della prima cintura, gli stessi che non hanno fatto assolutamente nulla.
Fin qui è il presente; poi dicevamo che c'è il futuro. È chiaro che per il futuro è indispensabile, urgente e non differibile l'adozione di un Piano regionale della qualità dell'aria che, per usare un termine che purtroppo è molto comune a noi cittadini piemontesi e soprattutto a noi che facciamo politica a livello piemontese, si configura anch'esso, in realtà come un piano di rientro: è un piano di rientro non tanto diverso da quello della sanità, è un piano di rientro rispetto agli sforamenti delle emissioni. E anche in questo caso parliamo di debito, che non è solo un debito di emissioni ma che rischia di diventare un grosso debito proprio anche in termini economici perché - giova ricordarlo - il giorno in cui venissero veramente comminate le sanzioni in Regione Piemonte non arriverebbe più un euro di fondi europei: immaginiamo oggi se dovessimo affrontare le politiche regionali senza alcun fondo europeo. È importante quindi, che questo piano venga presentato al più presto e che ovviamente venga valutato e discusso.
Da questo punto di vista - lo abbiamo già dimostrato in altri casi noi siamo disponibili a ragionare nel merito, a collaborare, a portare le nostre proposte e ragionare non solo intermini di contrapposizione politica tra maggioranza e opposizione. L'importante è che dall'altra parte vi sia la volontà di confrontarsi e di basarsi sui dati e non solo su opinioni di parte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'Assessora Valmaggia sa che in Commissione, negli ultimi due anni quando si parlava di inquinamento, io sono sempre stato piuttosto "forte" con i miei interventi, perché sostengo da quando ci siamo insediati che noi sostanzialmente ci stiamo avvelenando e uccidendo in tutti i modi possibili, dei quali l'inquinamento dell'aria è certamente il più evidente ma non ci facciamo mancare nulla, dall'elettromagnetico ai rifiuti nucleari, all'inquinamento delle falde, ecc.
Io trovo quindi abbastanza scandaloso che questo tema venga finalmente e ampiamente dibattuto in Consiglio solo perché finalmente un'Amministrazione locale ha deciso di operare degli interventi piuttosto decisi, più forti di quelli prescritti dall'inefficace semaforo. È chiaro che si tratta di interventi necessariamente limitati, perché stiamo parlando di un Comune che, per grosso che sia, più di tanto non può fare.
La polemica sul discorso della Città metropolitana e sull'intervento a livello di cintura, infatti, è stupida, perché gli interventi che avrebbero dovuto fare le Province - di cui ricordo che la Città metropolitana non è che il cambiamento di nome per quanto riguarda la Provincia di Torino sono stati di fatto depotenziati dallo smantellamento de facto delle Province, che già prima non è che brillassero per attività, ma che dopo la Delrio (e ancora anche prima, con i tagli drastici dell'epoca Monti) sono diventate di fatto degli Enti privi di risorse per gli interventi pratici amministrativi.
Dall'altra parte, dobbiamo sottolineare che la Regione - che avrebbe il compito programmatorio e che tutte le volte scappa dalle responsabilità dell'attuazione di misure importanti per risolvere i problemi, dicendo "a noi spetta la programmazione e agli Enti locali, poi, la parte amministrativa e attuativa" - di fatto ha realizzato poco. Perché? Perch adesso siamo qua a parlare di Torino, ma il problema colossale è del Nord Italia e della nostra intera Regione: tutti i nostri capoluoghi di provincia sforano! È chiaro che Torino con 880.000 abitanti e la sua provincia con metà della popolazione piemontese sfora di più, ma perch giustamente pesa di più in maniera significativa di tutte le altre Province, anche in termini elettorali.
Allora, gli interventi da fare li sappiamo da secoli, ma non siamo capaci di farli. Abbiamo fatto un Piano dell'aria che è una bella lista di desideri, ma interventi importanti no. Infatti, se si vuole limitare la circolazione dei veicoli inquinanti - ricordo che oltre il 90 per cento del nostro parco veicoli, comunque, dipende ancora da fonti fossili (e per la parte diesel di più), che sono l'elemento di maggiore contribuzione ai precursori delle polveri; ma non solo, perché poi l'inquinamento vuol dire anche emissione di ossidi di carbonio e altri fattori come i climalteranti questo si potrebbe fare anche facendo una politica dei trasporti pubblici. Ma queste cose sono scritte su Scientific American, fanno gli studi Università in giro per tutto il mondo, ci stanno pensando a Città del Messico e in Cina. E noi, che con l'Unione Europea saremmo i paladini dell'ambientalismo, della transizione alle energie pulite e alla sostenibilità ambientale, queste cose non le facciamo, né a livello nazionale né a livello regionale. Poi arriva qualcuno che finalmente a livello locale dice "toh, la norma mi permette di inasprire per provare ad essere più efficace" e lo fa, e apriti cielo: i diritti dei cittadini. Ma i cittadini li stiamo ammazzando.
L'ho detto tante volte che ci sono gli studi epidemiologici, studi seri che dicono che a un incremento tot del livello di polveri corrisponde un incremento pari di problemi cardiovascolari e respiratori, per non parlare dei tumori. È un dato statistico, quindi non si vede la gente che casca morta per strada; ma lo si vede negli ospedali e dai problemi del servizio sanitario.
Allora, non giochiamo con i dati, perché tanto questi dati sono dimostrabili; basta prendere le pubblicazioni scientifiche, non c'è solo ARPA: c'è ISPRA, ci sono pubblicazioni internazionali, c'è l'UE stessa che ce lo sta dicendo, minacciando la procedura di infrazione per l'inquinamento atmosferico. L'Amministrazione regionale, dunque, deve fare una politica seria a tutti i livelli: Piano della qualità dell'aria, Piano dei trasporti.
Com'è che andiamo in proroga e non siamo in grado di fare anche solo il coordinamento tra il TPL su gomma e quello su ferro? Perché io devo fare 28 chilometri con la mia macchina diesel per andare a prendere il treno per venire qua - e vengo tutti i giorni a Torino, non è che vado in posti diversi tutti i giorni - e non posso prendere l'autobus che passa alla fermata a dieci minuti da casa mia, perché non arriva in tempo per prendere il treno? Abbiamo fatto un'Agenzia per la mobilità piemontese che doveva fare questo e non siamo in grado di farlo. Andremo in proroga sui contratti vecchi che sono inefficaci e inefficienti. Questa sarebbe una prima soluzione: togliamo dalle strade la gente che potrebbe usare il mezzo pubblico. Quanta ce n'è? Lo sapete che - sono gli studi che lo dicono - se si deve fare in macchina più del dieci per cento della distanza che dovrebbe percorrere il mezzo pubblico per coprire la distanza casa-lavoro è molto probabile che si faccia in macchina tutta la distanza, perch diventa scomodo, ed è scomodo. E i pendolari ve lo sanno dire tutti che non funziona un tubo nel trasporto pubblico locale! E i problemi li abbiamo in tutta la Regione e non solo a Torino, certo che qui sono più forti.
Mi ricordo che quando venivo all'università, negli anni Ottanta arrivato a Torino, mi lacrimavano gli occhi, ma, nell'inverno 2014-2015 venendo a Torino sembrava di venire in fonderia, e nessuno ha preso mezzo provvedimento! Si è discusso per mesi e, poi, è venuto fuori il semaforo che non è servito a un tubo, tant'è che questo inverno eravamo di nuovo nella stessa bagna! Quindi, lamentiamoci, che qualcuno prenda dei provvedimenti, gli unici che può prendere, perché chi dovrebbe prenderli a livello più alto, a livello di politiche, e metterli in atto non li ha presi, e non lo sta facendo da decenni! Infatti, lo studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che prendeva a riferimento Torino e altre otto o più città italiane, dicendo quanti anni di vita perde un abitante di queste città per l'inquinamento atmosferico, è del 2006, cioè 11 anni fa! E non è cambiato un tubo! Allora smentiamo di prendercela con una prima Amministrazione che decide di fare qualcosa di serio; prendiamocela, invece, con chi non ha fatto un tubo per tutti questi anni! Dallo Stato alla Regione, che dovrebbe programmare, ma fa atti fuffa, che non ricadono da nessuna parte, alle Province, che sono state inefficaci, per non dire inadempienti nell'attuazione di tutti i provvedimenti che ci sono, abbiamo anche delle belle leggi da qualche parte. Inquinamento elettromagnetico e inquinamento dell'aria, tutte queste cose le abbiamo, ma la programmazione è zero! Dov'è? Dov'è l'attuazione? Queste sono le cose. E le bonifiche! Io continuo a dirvelo, signori: ci stiamo ammazzando in tutti i modi possibile! Ce lo dicono i dati sui tumori, i dati sulle affezioni cardiovascolari e sui problemi respiratori che hanno i bambini.
Io l'ho detto in Commissione, però, quando si superano certi livelli di polveri, si dovrebbe evacuare da questa città almeno le categorie deboli e sensibili, i bambini e gli anziani.
Quante sono le polmoniti causate da questa roba qui? Si dice che è una polmonite, che viene dal raffreddamento: non è così, le polveri aumentano il rischio di polmonite, questo è dimostrato dagli studi! Allora, smettiamola di prenderci in giro e di fare polemica quando qualcuno decide di intervenire! Certo, purtroppo, a livello spot! Perché ? Perché tutti gli altri non lo fanno. Perché, certo, mettere la limitazione al tavolo in periodo, magari, natalizio: uh, mamma mia, non possiamo permettere che le persone non vadano in macchina, con il loro bel diesel vecchio, a fare le spese natalizie! E dov'è la politica di incentivazione dell'auto elettrica, anche a livello nazionale? È ridicola: 5.000 euro, con quattro soldi sopra! Guardate cosa stanno facendo negli altri Paesi, guardate in Olanda cosa stanno facendo sulle rinnovabili! Noi stiamo falciando anche le rinnovabili, stiamo favorendo le lobby del petrolio, gli cacciamo 13-14 miliardi di euro l'anno di incentivazione! Invece, gli incentivi per il conto energia, per il fotovoltaico, per tutte le altre misure che servono a ridurre i consumi dove sono? Che fine fanno? Queste sono le cose su cui si deve riflettere oggi e, magari, Torino potrebbe essere - è vero, è un segnale - la partenza per una discussione importante, non per dire "punisco chi vuole intervenire", ma per interrogarci su quanto non stiamo facendo a livello complessivo tra tutti i Comuni, le Province e la Regione! Signori, la Regione le fa le leggi su queste cose qui! Certo, anche lo Stato, però, mai come oggi abbiamo avuto un periodo in cui Stato, Regioni e Comuni erano governati dalla stessa forza politica, dalla stessa compagine politica! Eppure, non abbiamo risolto mezzo problema sull'ambiente! Queste sono le questioni, e non prendercela con Torino perché limita i diesel.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Alcuni colleghi hanno già fatto presente alcuni aspetti, ma io ne rilevo uno dalla discussione, quando il collega Bertola, anche correttamente sotto alcuni punti di vista, dice "scordiamoci il passato" nel senso che non possiamo sempre guardare al passato, ma guardiamo al futuro.
Credo sia la modalità corretta per gestire una Pubblica Amministrazione. Ovviamente, vale dappertutto, nel senso che vale all'Amministrazione comunale di Torino come vale all'Amministrazione regionale o in altre situazioni, perché, se il passato non può essere una giustificazione e se il passato non può essere una modalità con cui anche fare l'attività di opposizione, che, evidentemente, è più semplice rispetto a quella del Governo, è uno strumento utile esclusivamente per verificare ciò che è avvenuto e ciò che si vorrà fare.
Qual è il vero limite della misura assunta dall'Amministrazione comunale della città capoluogo? Il vero limite è che non è una strategia di prospettiva, e bene lo ricordavano alcuni colleghi. Ricordiamo che, oggi la Sindaca Appendino è contestualmente, per una legge scellerata - ma questo è - Sindaco di Torino e Sindaca della Città metropolitana di Torino quindi avrebbe la possibilità, con un confronto più complesso, magari in seno alla Città metropolitana, di mettere in campo una strategia, da presentare anche alla Regione Piemonte e anche allo Stato nazionale, di riduzione delle emissioni. È evidente che questo tema non può non essere colto da nessuno, cioè, noi dobbiamo provare a bilanciare la tutela della salute dei cittadini contestualmente a politiche che non siano penalizzanti per altri cittadini e che rischiano di essere solo degli spot elettorali.
Allora, il vero limite di questa misura, che neanche è del presente, ma dell'immediatezza, è il fatto di essere una misura che nei mesi di aprile e maggio di questo anno, quando, magari, vi è un numero maggiore di precipitazioni, viene meno e viene in qualche modo superata, soprattutto non ha una prospettiva rispetto al prossimo inverno, e noi di questo dobbiamo parlare. Noi dobbiamo gestire un prossimo inverno, che, badate riguarda la città, ma anche i comuni intorno alla città, perché, se è vero come ricordava il collega Campo, che ci si ammala di più rispetto ad alcune sintomatologie e ad alcune patologie all'interno del comune capoluogo, non è che dove abita Silvana Accossato, cioè a Collegno, in cui Borgata Paradiso confina con il quartiere in cui abito io, ci si ammala di meno perché se guardiamo le emissioni che rileva ARPA, sono le stesse, o a Nichelino o a Moncalieri, sono le stesse.
Dunque, è evidente che occorre una strategia; deve essere una strategia di questa provincia, ma deve tener conto di misure strutturali che si assumono e non di misure da consenso, perché le misure da consenso hanno il grande limite di essere inutili e, soprattutto, di danneggiare un numero significativo di popolazione che non può nemmeno fare una valutazione rispetto al cambio vettura. Cioè, immaginiamo se noi, oggi, avessimo un piano su questa provincia e su questa regione che metta al bando determinati mezzi; è accaduto in altre Regioni o in altre nazioni, ma quando si citano gli esempi di altre nazioni occorre ricordali tutti.
Allora, in altre nazioni in cui c'è stata una riduzione della circolazione di alcune auto, è stata indicata una tempistica. Cioè se io so che dal prossimo inverno non posso più usare il diesel Euro 1, è evidente che ho un anno di tempo per attrezzarmi per trovare un auto sostitutiva, se ne ho la possibilità, magari anche usata, ma che mi consenta, a minore emissione, di poter circolare.
L'aspetto assolutamente inutile e dannoso è che non riduciamo, se non in una percentuale che deriva di più dagli agenti atmosferici che non dal blocco delle auto, le emissioni o i valori delle PM10 e al tempo stesso abbiamo messo decine di migliaia di persone in una situazione, loro malgrado, di disagio.
Peraltro, chi colpiamo? Colpiamo chi si può permettere l'Euro 5, l'Euro 6, la macchina ibrida, ecc.? No, colpiamo le persone più deboli, che non hanno la possibilità di cambiare l'auto. Segnalo che nessuno gira volentieri con un'auto di sei, sette, otto, nove o dieci anni; se lo fa, è perché non può permettersi di cambiare la vettura.
Segnalo altresì che per tutta una serie di attività lavorative - che non sono, badate, solo le attività del commercio, certo quelle prima di tutte, ma anche molte altre - l'auto è lo strumento di lavoro, e allora senza l'auto è come se noi dicessimo che da oggi, perché comportano emissioni, chiudiamo tutta una serie di imprese manifatturiere piemontesi perché hanno emissioni lecite per norma (perché girare con un Euro 1 non è vietato dalla legge dello Stato e si può), ma a un livello tale di emissione per cui all'interno della nostra città noi blocchiamo i riscaldamenti, le imprese che producono e le auto. Avrebbe lo stesso senso ma evidentemente questo non sarebbe possibile né comprensibile, perch metterebbe in ginocchio imprese che però avrebbero anche un megafono maggiore. Invece danneggiare decine di migliaia di piccole imprese che vivono della loro mobilità con auto che non sono certo nuove è un problema che viene messo meno in evidenza, ma di cui noi non possiamo non tenere conto.
E allora chiediamo questo: noi chiediamo che vi sia, se si vuole, un piano strutturale che intervenga su tutto. Faccio un esempio: da parte della Giunta dal 2000 al 2010, vi furono incentivi assolutamente significativi per il rinnovo delle caldaie, perché è possibile che questo riduca ancora le emissioni. Poi ci dovremmo fare anche qualche domanda. Il capoluogo torinese è la più importante città italiana per teleriscaldamento e abbiamo fatto investimenti pubblici sul teleriscaldamento assolutamente significativi che sono ricaduti sulle tasche dei contribuenti piemontesi sia sugli investimenti che sulle bollette.
È stato così utile essere la prima città italiana per teleriscaldamento? Io credo di no. È vero che noi abbiamo una conformazione per cui siamo nella Pianura Padana e dietro di noi abbiamo un arco alpino che in Piemonte, più di altre regioni, contorna il territorio, ma con il numero di alloggi riscaldati a teleriscaldamento dovremmo avere dei PM10 e una quantità di emissioni assolutamente bassa rispetto al resto di altre città. E anche questo non è avvenuto.
Allora io credo che vi sono molti aspetti su cui bisogna porsi delle domande e provare a elaborare delle soluzioni; soluzioni che siano molto più strutturali, meno contingenti e meno elettorali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Molte cose sono già state dette e naturalmente il tema richiede degli interventi strutturali che credo vadano al di là del rimbalzo di responsabilità o del rincorrere delle misure che sono comunque dovute durante gli sforamenti, ma che sono del tutto estemporanee, in quanto - è già stato ricordato - lasciano fuori intere zone della città. Le zone dove il tema dell'inquinamento è più pesante, e non tengono conto del nocciolo della questione, che è l'efficienza del trasporto pubblico, perché è quella la vera intermodalità. Il resto (bike sharing, trasporto collettivo, ecc.) va bene, ma non tocca le fasce più fragili di popolazione, che sono quelle che hanno bisogno di vera intermodalità e di spostarsi non per diletto, ma per motivi di lavoro, di studio e quant'altro.
È suggestiva l'ipotesi del collega Marrone rispetto al bollo auto, per mi pare che quello che è mancato - e che invece nella passata Amministrazione era stato sperimentato con successo - sia, accanto allo stop, la possibilità di una politica tariffaria per i mezzi pubblici, cosa che non è mai stata fatta in questi giorni. Non dico viaggiare gratuitamente, però almeno si può pensare a un biglietto che valga per tutta la giornata, e credo che quello sarebbe molto più interessante, per chi non ha potuto usare l'auto in questi giorni - e non ripeto tutto quello che è già stato detto - dell'avere un giorno di bollo sospeso. Quindi chi ha possibilità di intervenire sull'Amministrazione della città è forse questo che dovrebbe perseguire.
Rispetto alla politica tariffaria, in particolare per studenti e anziani, avevamo già rivolto domande in questo senso alla Presidente dell'Agenzia della mobilità quando abbiamo fatto l'audizione senza ricevere risposta. Quindi - ripeto - non si tratta di rimbalzo di responsabilità, ma accanto allo stop bisogna dare alle persone la possibilità di muoversi in qualche modo, ed è questo che è sicuramente mancato in questi giorni nell'area metropolitana e nell'area torinese in particolare.
L'altro versante su cui bisognerebbe realmente intervenire - lo ricordava il collega Vignale - è quello del commercio. La centralina che registra i dati più preoccupanti è quella di Via Paolo Veronese (centralina Grassi), e non a caso: lì infatti c'è l'asse di Via Reiss Romoli, che ospita un sacco di piccole e medie imprese e di magazzini, e la parte inquinante della città è quella, che solitamente non viene toccata dalle misure di stop del traffico.
Investire in un nuovo mezzo per una piccola impresa artigiana e per un padroncino può essere non solo costoso, ma comporta un investimento nell'azienda, che dovrebbe però avere degli incentivi e degli sgravi, anche perché sappiamo che tante volte queste aziende hanno dei bilanci piuttosto precari. Quindi quello che forse si potrebbe fare - sì da parte dello Stato, ma anche e soprattutto dalla Regione - sarebbe affrontare la questione insieme ad API, a CNA e alle associazioni di categoria, perch questo l'abbiamo visto anche nell'audizione in Commissione di ARPA - sono incriminati soprattutto i mezzi diesel vecchi, in particolare quelli ad uso commerciale.
Infine, sul tema dell'intermodalità dico solo che non si può essere affetti da strabismo politico quando si tratta di investimenti che davvero favoriscono l'intermodalità, in particolare la metropolitana e altri mezzi di trasporto come i treni. Si è contrari perché si è contrari alle grandi opere e poi, quando si parla di inquinamento, non bisogna utilizzare l'auto. Ripeto, non è una questione di essere dei fanatici dell'auto o della bici, perché chiunque di noi preferisce spostarsi inquinando meno visto che tutti respiriamo la stessa aria, però questo richiede degli investimenti di lungo raggio e di lunga portata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
I colleghi che sono intervenuti già mi hanno preceduto, in particolar modo il collega Bertola, nell'illustrazione dei dati scientifici, visto che ho sentito un po' delle castronerie - mi si passi il termine - da parte di alcuni colleghi che non citerò per nome, ma insomma ho sentito delle inesattezze piuttosto pesanti. Si diceva che è del tutto acclarato che le emissione dei veicoli non sono la fonte principale degli inquinanti atmosferici, tra cui le polveri sottili, il biossido di azoto e altre fonti. Questi dati sono stati assolutamente smentiti dai tecnici dell'Assessorato nel corso dell'ultima seduta di Commissione; seduta di Commissione a cui, forse, la Consigliera Gancia e il Consigliere Marrone non erano presenti, come spesso accade.



(Commenti del Consigliere Marrone)



BONO Davide

Forse non avete visto i documenti, ma ne ho estrapolato una stampa, che fornirò ai colleghi: come potete vedere, la parte grigio-chiaro degli istogrammi rappresenta le emissioni da veicoli a combustione interna. Come sosteneva il collega Bertola, rappresentano l'85 per cento delle emissioni nelle grosse città, come Torino (dati ARPA). Di queste, l'85 per cento è a carico, ahimè, dei motori a gasolio (dico "ahimè" perché se i motori a gasolio non fossero inquinanti saremmo tutti più contenti, dal momento che consumano di meno e il gasolio è più economico della benzina). In pratica cubano per circa 72 per cento delle emissioni di particolato (parliamo di PM10, ma anche di biossido di azoto).
È del tutto evidente, per un principio di matematica e di fisica banale, che se rimuovessimo la causa che produce il 72 per cento delle emissioni inquinanti, avremmo ridotto del 72 per cento - è una tautologia ovviamente - gli inquinanti aerodispersi, che restano un po' in sospensione, un po' cadono a terra e un po' vengono risollevati dai veicoli.
Dunque, sostenere che le misure di blocco dei motori più inquinanti non servono a nulla è assolutamente antiscientifico, direi addirittura negazionista (come la collega Accossato diceva di non essere). Altrimenti potremmo addirittura fare questa considerazione: visto che i motori diesel non inquinano e non sono la causa principale di inquinamento nelle città rifacciamo circolare anche i diesel Euro 0 (quelli senza marmitta catalitica), o i diesel Euro 1 o Euro 2. Poveri diesel, nel senso che hanno 20, 25 o trent'anni: facciamoli circolare, tanto non impattano! Perché la città di Torino sta migliorando lentamente, negli anni, in termini di risultati di inquinamento, soprattutto nei periodi invernali? Perché negli ultimi anni si sono bloccati progressivamente i motori più inquinanti (Euro 0, poi Euro 1 ed Euro 2; adesso siamo arrivato all'Euro 3 e magari anche agli Euro 4).
Come ho fatto in Commissione farò anche in Aula, perché mi piace essere coerente: vorrei ringraziare l'Assessore Valmaggia - visto che oggi, forse non lo ha fatto nessuno, per cui andrò un po' in controtendenza, sarò un caso singolo - e l'Assessorato in generale per averci fornito i dati in Commissione e per aver adottato un protocollo antismog. Poi, sulle misure contenute nello stesso spero che ne discuteremo ancora, ma almeno è un inizio.
Si è detto che, a seconda dei vari livelli, si andranno a bloccare una serie di veicoli, si andranno a ridurre le temperature, si andrà ad intervenire sulle velocità (questo aspetto sarà difficile da controllare per cui sarà oggetto di una mia mozione) o sui residui vegetali bruciati in campo aperto. Un altro tema di cui non si è minimamente discusso oggi è proprio questo: se in città - è acclarato da dati scientifici - sono i veicoli la causa principale di inquinamento, fuori la causa principale è il riscaldamento. Perché? Perché fuori dalle grandi città il riscaldamento si basa ancora in parte sul gasolio, in parte sulle biomasse. La stessa UNCEM supportata da tutte le ultime Giunte regionali, sta portando avanti una politica di investimento proprio sulle centrali a biomassa e sul riscaldamento anche domestico a biomassa. Cerchiamo, dunque, di capirci.
Tra l'altro, a qualche collega volevo ricordare che non siamo il Consiglio comunale di Torino, ma siamo il Consiglio regionale del Piemonte.
Per cui, se vogliamo parlare di tutta la Regione Piemonte, anche fuori città dobbiamo andare ad intervenire per ridurre le cause di inquinamento.
Cerchiamo, quindi, di non incentivare ulteriormente la filiera della biomassa per produrre energia o riscaldamento, perché sarebbe una follia.
Per fortuna, nelle grandi città si è andati verso gli impianti a metano: oggi, nelle città, nessuno ha più un impianto di riscaldamento a gasolio (tranne casi rari magari sui bric o sulle colline).
Tendenzialmente, gli impianti di riscaldamento sono a metano, e tutte le città cercano di essere metanizzate. Questo perché? Perché, come diceva prima il collega Campo, il metano è il combustibile fossile a minor impatto possibile. Ovviamente, dovremmo incentivare le FER (fonti energetiche rinnovabili), per far sì che il riscaldamento, l'energia e la mobilità si basino proprio sulle fonti ad energia rinnovabile (ad esempio, la trazione elettrica per la mobilità). Però - lo sappiamo - è un obiettivo ancora in crescita: stanno uscendo solo oggi i primi veicoli elettrici con un'autonomia sufficiente (il problema dei veicoli elettrici ovviamente è proprio l'autonomia), però si è ancora in fase di miglioramento.
Dovremmo quindi cercare di disincentivare la vendita di auto con motori a gasolio? Sì, dovrebbe farlo il livello nazionale. Qualcuno paventava il timore delle ricadute sull'industria automobilistica. Innanzitutto un primo messaggio, perché la politica, collega Marrone, deve anche dare messaggi (non deve insegnare, ma deve dare messaggi): non si deve per forza rottamare un'auto vecchia e acquistarne subito una nuova! La politica deve fare investimenti strutturali - è vero, lo ha ribadito poc'anzi anche la collega Conticelli - per far sì che sempre più persone (non tutti, perché si hanno esigenze di mobilità e di trasporto diverse) rottamino un'auto vecchia ma non ne comprino una nuova, privilegiando magari l'abbonamento al treno o al pullman, o il car sharing. Non so se lo avete notato, ma in Torino praticamente in ogni angolo si trovano veicoli del car sharing: anche questa potrebbe essere una mobilità per ridurre i costi, perché le spese fisse di un'autovettura di proprietà (bollo assicurazione, carburante e quant'altro) sono elevate.
Sono temi che, ovviamente, bisognerebbe far passare come messaggi politici e incentivare.
Infine, si è parlato poco di salute e di sanità (lo ha fatto solo il collega Campo). I dettami più moderni di politica trattano il tema della Health in all politics, ossia della salute in ogni politica. In pratica tutte le politiche di un Ente, soprattutto di programmazione, come la Regione, dovrebbero essere indirizzate a creare salute, non richieste sanitarie (cioè accessi agli ospedali). Bisognerebbe, cioè, fare prevenzione.
La mobilità, l'inquinamento e il riscaldamento sono tutte politiche che dovrebbero essere correlate: si parlava, appunto, di trasporti, di ambiente e di quant'altro, ma non si è parlato di sanità.
Qualcuno sosteneva che i dati dell'ARPA fossero catastrofici: guardate che tutti i dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità evidenziano che nelle grandi città inquinante della Pianura Padana oppure in alcune città della Polonia o della Bulgaria (che sono le regioni più inquinate) l'aspettativa di vita media è inferiore di 36 mesi: tre anni in meno di aspettativa di vita! Qualcuno dirà che tre anni non sono molto. Sì, ma è una media: qualcuno, purtroppo, verrà colpito da patologia tumorale a 15 o 20 mesi in meno, qualcun altro ne avrà qualcuno in più della media. Però è un dato mondiale acclarato a livello scientifico: se ne parla da anni! Così come ci sono circa 360.000 morti premature. Come diceva giustamente il collega Campo, non è che se una persona sana entra a Torino (o in una città inquinate) cade stecchita a terra. Però ha delle ricadute, soprattutto se è una persona già fragile (al riguardo, mi rivolgo anche all'Assessore Ferrari, che tratta le politiche sociali): per un anziano non autosufficiente, con problemi respiratori problemi cardiaci e quant'altro, una giornata di smog invernale o di smog estivo con l'ozono elevato può causare una recrudescenza, per cui pu essere necessario il pronto soccorso: sono costi sanitari! Vi chiedo veramente di provare a ragionare tutti insieme in termini di politiche complessive: quanto ci costa l'inquinamento a livello sanitario? Contemperando, ovviamente, quanto diceva il collega Vignale. Perché è ovvio che noi dobbiamo comunque dare dei tempi di programmazione delle famiglie e, soprattutto, di chi lavora con l'autoveicolo. Bisognerebbe che lo Stato concedesse questi incentivi in maniera strutturale a chi cambia autoveicolo e passa ad uno non inquinante, soprattutto per chi lavora con l'auto o con il furgoncino, così potremmo fare una trasformazione in questo senso.
Darei per illustrate le due mozioni collegate, ma chiederei se fosse possibile votare alla fine di queste comunicazioni. Una è la n. 965 che riguarda la riadozione - le avevamo tolte con l'abolizione del bollino blu dell'etichetta adesiva sul parabrezza delle auto che identifica la classe del veicolo e il tipo di alimentazione. Un'altra mozione, la n. 864 riguarda la richiesta di valutazione di un nuovo semaforo antismog.
Va bene quello che ha fatto per l'anno in corso l'Assessore Valmaggia abbiamo accolto in modo favorevole - ma cerchiamo di lavorare su un protocollo antismog che da ottobre, con adeguato anticipo, lavori su nuove misure che servano per la salute dei cittadini. Parliamo di salute, non di misure che colpiscono i cittadini, ma di salute.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone per fatto personale e sull'ordine del giorno n. 1003 "Limitazione al traffico e sospensione bollo auto" a sua firma; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Non è tanto per fatto personale, perché ognuno ha le sue opinioni e se le mie fossero uguali a quelle del leader del Movimento del 5 Stelle Consigliere Bono, evidentemente o lui o io ci dovremmo preoccupare. Il punto è un altro. Capisco che lui sia rimasto piccato perché, non essendoci abbastanza opposizione nel Comune di Torino, il fatto che poi saltino fuori elementi polemici in altre sedi lo colga impreparato.
Tuttavia, il collega dovrebbe documentarsi sulle presenze o le assenze nelle Commissioni prima di dichiararle, perché io ero presente in quella Commissione e ho ascoltato con attenzione i dati. Il problema è che il dato sulla componente delle micropolveri andrebbe incrociato - noi non stiamo parlando dell'emissione, ma dell'effetto del blocco auto - con i dati rilevati da 5T, che ha verificato che, a fronte del 29 per cento dei veicoli banditi, l'effetto del calo sulle micropolveri era del sei per cento. Evidentemente, non c'è una correlazione.
Sinceramente, dare la palma del cattivo a una o all'altra fonte mi interessa poco, mi interessa di più capire qual è l'effetto concreto in termini di benefici e costi. Da una parte c'è il beneficio di un aumento della qualità dell'aria minimo (è il sei per cento), dall'altro c'è un disagio non futuro. Ho sentito di nuovo dal Consigliere Bono parlare di interventi strutturali che, guarda caso, deve essere il Governo a farli che bisogna pensare al mondo del lavoro, a chi lavora con il veicolo.
Giusto, ci stiamo pensando così tanto che, intanto, oggi gli si impedisce di usarlo, aspettando che un domani qualcuno, quando forse anche Beppe Grillo sarà anche il Governo, metta in campo queste politiche strutturali o, magari, darà colpa all'Unione Europea, al consiglio intergalattico o a qualsiasi ente su cui ancora non abbia colonizzato le poltrone.
Purtroppo l'effetto dei blocchi del traffico è oggi, e qualunque auspicio su misure che vada a contemperarne gli effetti negativi e i disagi è rivolto al futuro. Mi appassiono poco a questo, perché su un'unica cosa concordo con quello che ha detto il Consigliere Bono, sono politiche comunali. Il punto è un altro: qui stiamo ragionando su misure, su condivisioni di misure.
Giustamente è stato ricordato che c'è un protocollo regionale: andrà discusso sì o no? Quanto meno andrebbe relazionato, non da parte del Consiglio, ma della Giunta sì, con le politiche dell'amministrazione comunale. Sappiamo che esistono tanti ambiti: Città della Salute trasformazioni urbanistiche piuttosto che deroghe, centri commerciali piuttosto che Salone del Libro; tutti temi su cui il Movimento 5 Stelle e il Sindaco Appendino hanno un rapporto di condivisione pressoché unanime con la Giunta Chiamparino.
Se anche su questo tema, per cercare di tutelare oggi e non domani chi con l'auto ci lavora, dare delle risposte alle preoccupazioni di API, di Confartigianato, di chi rappresenta quelli che producono benessere ricchezza e che pagano le tasse, forse effettivamente sarebbe di sicuro qualcosa fuori dalla polemica, ma molto utile e, soprattutto, molto urgente.
Rispetto alla mozione sul bollo auto, richiamo solo il punto per cui deve passare un principio, visto che le norme lo consentono, in cui ci sia una proporzionalità di sgravio del bollo rispetto ai periodi di mancato utilizzo. Noi, di fatto, stiamo proibendo.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Intendiamoci, tutto giusto, io non credo in questo tipo di Stato etico cioè non credo che dovrebbe essere lo Stato a dire al cittadino quale auto deve comprare, neanche con gli incentivi. Uno deve essere libero di comprare ciò che preferisce, ma qui non stiamo incentivando qualcuno a scegliere, stiamo vietando a qualcuno che ha già speso dei quattrini per acquistare un veicolo e ci paga le tasse la possibilità di utilizzarlo. Se uno abita a un certo numero civico di Corso Francia a Torino il veicolo non lo può usare, se abita nell'isolato successivo lo può usare. Peccato che la Regione Piemonte il bollo lo chieda a tutti e tutti i giorni.
Posto che non è la soluzione ma, come ho detto, una riduzione del danno in termini di beffa, perché con il divieto di utilizzo il disagio rimane quanto meno potrebbe essere un segnale almeno evitare la beffa di far pagare le tasse nei giorni in cui non consentiamo, come Enti pubblici, di utilizzare un veicolo.
Sarebbe utile fare non dico un sondaggio, ma un recepimento di quale debba essere la rispondenza di queste misure per capire se il singolo cittadino si sente più garantito dalla propria salute o più molestato nella propria mobilità con tutte le conseguenze sul diritto al lavoro.
Non pretendo di convincere, visto che sono forze politiche diverse dalla mie con orientamenti culturali, anche speculari, in molti casi il Movimento 5 Stelle o il centrosinistra sul tema di fare marcia indietro sui blocchi del traffico. Ovvio che noi così prenderemmo atto che, se questa è la loro scelta, posto che io ho percepito nei loro interventi, fuori di polemica, la consapevolezza che si infliggono disagi forti - loro ritengono giusti, io no, ma sul fatto che sia un disagio, penso che siamo tutti d'accordo - quanto meno questo sarebbe un bel segnale nei confronti del cittadino. Potrebbe essere un recepimento di questo atto di indirizzo rispetto alla possibilità, quanto meno, di scontare giorni di mancato utilizzo dal bollo.
Mi limito a chiedere al Presidente Laus la votazione per appello nominale del mio atto di indirizzo. Visto che qui c'è un variegata arco di posizioni, chiedo che quanto meno su questo punto, che riguarda un aspetto fiscale e patrimoniale, ognuno si assuma la propria responsabilità e chiarisca al cittadino qual è il proprio orientamento sul tema bollo auto nei giorni di blocco.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Volevo rispondere al Consigliere Marrone dicendo che chiaramente il blocco oggi non c'è, ma anche sulle questioni relative all'effetto del blocco, sulle percentuali. Bisogna anche capire che, allo stato attuale, è difficile identificare i mezzi che non possono circolare, quindi il blocco molte volte non è stato rispettato, per questo noi abbiamo depositato una mozione per le vetrofanie, che renderebbero i mezzi facilmente identificabili, e per controlli più rapidi ed efficienti.
Detto questo, passo brevemente al territorio. Oggi si è parlato di Torino e Torino ha monopolizzato un po' l'Aula, ma da uomo della provincia devo spendere due parole che riguardano il territorio del Piemonte.
Noi abbiamo un territorio che, ahimè, è soggetto a questi fenomeni su larga scala.
Siamo nella Pianura Padana, sappiamo bene quali sono le problematiche relative alla qualità dell'aria nella Pianura Padana, ma dobbiamo fare sicuramente delle riflessioni a più ampio spettro, perché nei territori più marginali o, comunque, non densamente urbanizzati, ci si deve per forza confrontare con un altro aspetto del problema: il riscaldamento domestico perché gran parte delle emissioni nella aree non densamente urbanizzate arrivano da questa sorgente.
E cosa dobbiamo fare? Sicuramente, dobbiamo fare due riflessioni, in special modo sulle incentivazioni che abbiamo portato avanti in questi anni.
Come sosteneva il collega Bono, bisogna fare una riflessione sui riscaldamenti a biomassa. Abbiamo incentivato in misura veramente notevole il riscaldamento con stufe a pellet e sappiamo che questo tipo di riscaldamento incide pesantemente sulle emissioni di PM10.
È un discorso che è venuto fuori anche in Commissione, con i tecnici dell'Assessorato, però ancora oggi abbiamo delle agevolazioni statali che premiamo il cambio di riscaldamento verso una stufa a pellet.
Cosa vuol dire? Vuol dire che noi incentiviamo una modalità di riscaldamento molto efficiente dal punto di vista energetico, ma che lo è molto meno dal punto di vista ambientale.
Dall'altra parte, dobbiamo fare un'ulteriore valutazione: in Piemonte abbiamo un sistema di certificazione energetica degli edifici (siamo stati tra i primi ad adeguarci a tutte le normative; siamo forse il numero uno in Italia, nell'adeguarci a queste normative), però dobbiamo fare una riflessione: anni fa, con la legge n. 13 del 2007, si era fatto l'appunto che il Piemonte premiava troppo il riscaldamento a biomassa. Bene, adesso abbiamo recepito praticamente in toto la normativa nazionale e, se mettiamo una bella stufa a pellet in casa, andiamo direttamente in classe A, perch consumiamo quasi esclusivamente biomassa per il nostro fabbisogno energetico.
La riflessione è: bilanciamo queste due situazioni. Bilanciamo il bilancio energetico di un'abitazione con il bilancio ambientale, perché va bene andare verso un'economia lontana dalle fonti fossili, ma in questo campo la migliore economia lontana dalle fonti fossili è l'economia del risparmio energetico.
Se, da una parte, parliamo di mobilità, di mobilità pubblica e condivisa, e quindi limitiamo le sorgenti di emissioni, dalla parte dell'abitazione non possiamo andare ad abitare in dieci nello stesso stabile. Per questo motivo, dobbiamo fare efficienza e fare efficienza vuol dire incentivare delle politiche intelligenti.
In questi anni, abbiamo incentivato tantissimo l'efficienza energetica su aspetti che, in realtà, sono limitativi. Il più grande numero d'interventi di efficientamento energetico si è basato sulla sostituzione del generatore di calore, che alle volte si efficienta con una manutenzione accurata e con piccoli interventi, sulla sostituzione degli infissi o con l'acquisto di generatori, come le stufe a pellet a biomassa. Bene, questi interventi sono quelli che danno risultati non eccellenti, dal punto di vista energetico e ambientale. Un intervento che viene sempre dimenticato è la coibentazione del solaio, che, dal punto di vista energetico, è uno dei migliori interventi con il costo più basso.
Tutto questo per dire: pensiamo a quello che facciamo in Piemonte pensiamo a quello che si fa a Roma, pensiamo veramente di dare delle posizioni a Roma, perché - per esempio - gli incentivi sulle biomasse siano circoscritti a determinate aree (sopra un certo livello altimetrico e non nella Pianura Padana, dove sappiamo che creano un problema con le emissioni).
Cerchiamo di far valere una politica energetica che non sia estesa a tutta Italia in maniera indiscriminata. Sappiamo bene che noi partiamo da latitudini molto favorevoli, dal punto di vista climatico, a latitudini molto sfavorevoli; partiamo da zone in cui il fabbisogno energetico è molto alto e da zone in cui il fabbisogno energetico è molto basso. Ci sono delle zone anche orograficamente molto diverse tra loro, con velocità dell'aria e ventilazioni molto diverse.
Pertanto, riguardo al problema dell'inquinamento e al problema energetico, cerchiamo di portare avanti delle politiche, sia in Piemonte sia a livello nazionale, per ridurre le nostre problematiche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Mi permetta una battuta: mi sembra che, in base agli ultimi interventi l'inquinamento faccia bene, perché abbiamo visto una svolta liberale del collega Marrone - quando afferma che ognuno può comprare l'auto che vuole e anche una svolta federalista del Consigliere Mighetti, che - in sostanza parla di governo di macroregioni.
Pertanto (questa è la battuta), l'inquinamento può fare bene! Il Consigliere Bono mi ha chiamata in causa. È in atto uno studio presso delle aziende private, riguardante l'auto elettrica, secondo il quale è dimostrato che lo scorso anno, a Milano, dopo il blocco di tre giorni del traffico il PM10 è aumentato. Pertanto, mi riferivo a questo studio. D'altronde, anche con il blocco del traffico a Torino il PM10 è diminuito del tre per cento: questo è il risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Per motivare il nostro voto sull'atto di indirizzo del Consigliere Marrone.
Come già specificato dal Capogruppo Mighetti, ricordiamo che il bollo è una tassa di possesso e non una tassa di circolazione. La proposta, così come impostata dal Consigliere, risulta piuttosto inapplicabile e anche impari nei confronti delle persone che, ad esempio, arrivano dalla provincia ed entrano in una città dove ci sono i blocchi. In questo caso quelle persone non godrebbero di alcun vantaggio, perché nei loro Comuni non ci sono i blocchi: i blocchi ci sono nel Comune di destinazione.
Pertanto, a parte la difficoltà di applicazione, probabilmente secondo il quadro legislativo - è anche impossibile applicare questa tassa perché la tassa è sul possesso. Non sono obbligato a circolare: pago perch possiedo l'auto, non perché circolo con l'auto.
Noi pensiamo che l'unica soluzione definitiva al problema siano le misure strutturali, siano gli investimenti che devono arrivare dal Governo e, attraverso la Regione, essere erogati alle Amministrazioni locali, ai cittadini, per il rinnovo del parco mezzi del TPL, il potenziamento del TPL e il rinnovo del parco mezzi dei lavoratori, dei commercianti, di chi ha un'attività privata e non può fare a meno del veicolo commerciale.
Purtroppo, tutte le misure che si stanno proponendo qui sono dei palliativi, pertanto ribadisco - per carità - la solidarietà a chi cerca di fare delle proposte, ma, se non arrivano i soldi e non arriva il piano dalla Regione e dal Governo, non ne usciremo mai.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avremmo potuto, come maggioranza, respingere la richiesta di votare subito questi atti; invece noi chiariamo più semplicemente due cose. La prima è che ci siamo già espressi con l'ordine del giorno n. 566. Sono 12 punti in cui si chiede di presentare alla Giunta nel più breve tempo possibile un nuovo piano della qualità dell'aria.
Chiediamo subito di limitare la circolazione dei veicoli a maggiore impatto ambientale e di estendere le zone a traffico limitato. Chiediamo subito l'efficienza del trasporto pubblico locale e altri 12 punti, che prevedono l'incentivazione dei piani regolatori e la localizzazione dei servizi primari, in modo tale che siano raggiungibili a piedi e di prossimità. Chiediamo l'estensione delle zone 30, tutta la parte sul fatto di promuovere i veicoli a basso impatto ambientale, anche mantenendo forme di esenzione e riduzione del bollo per i veicoli immatricolati a metano e GPL, eccetera.
Questi punti li abbiamo già inseriti in un atto di indirizzo e oggi siamo in Aula per chiedere le comunicazioni che ci sono state date sullo stato di avanzamento dei lavori, anche rispetto allo Stato, al Governo e alle altre Regioni italiane.
Per questo non voteremo a favore degli atti di indirizzo delle minoranze e continuiamo invece a chiedere, visto che l'abbiamo fatto in tempi utili, l'applicazione del dispositivo che questo Consiglio ha già votato e anche l'ordine del giorno n. 566 presentato da questa maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Grimaldi e non ho capito se parlava a nome del suo Gruppo o se parlava della maggioranza che, al momento, vedo essere un po' risicata. Visto che però vedo il collega Gariglio, mi sentirei di fare questa proposta, nel senso che vorremmo poter parlare del protocollo antismog e farlo in tempi rapidi. La mozione nostra è stata depositata parecchio tempo fa, ma non è mai stata discussa.
Pertanto, a noi basterebbe la certezza che venisse fatta una discussione amplia in Commissione su quanto è stato efficace e quanto no relativamente al protocollo attuale e discutere nel merito del nuovo protocollo antismog se vogliamo avere, come dicevo, il protocollo 2.0. Quindi, se avessimo queste rassicurazioni, potremmo anche ritirare la mozione n. 864.
Invece sulla mozione n. 965 chiederei un ulteriore supplemento di istruttoria ai colleghi, perché noi stiamo solo chiedendo che la Regione attui una deliberazione in cui chieda alle autovetture di riapplicare non il bollino blu, cioè il controllo dei gas di scarico che è superato, ma almeno la vetrofania. Quella dà una facilità a tutti i Sindaci dei nostri Comuni, che hanno tutti un problema di numero di vigili che possono fare i controlli, per cui non fermano le auto andando a cercare di capire in base alla targa di che anno è l'auto, se fa il rumore di un motore a diesel o a benzina. Immagino che vi siate confrontati sui vostri territori con i vigili e sono disperati, perché non sanno proprio come andare ad individuare le vetture.
Quindi, se facciamo passare questo ordine del giorno e la Giunta.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Sì, come mi fanno notare i colleghi, è scritto sulla carta di circolazione, ma prima devi fermare il veicolo e quindi magari fermi un veicolo che è Euro 6 a metano.
Se, invece, quando arriva il veicolo, sul vetro si vede il bollino Euro 3 del colore del gasolio (che può essere rosso fiammante così si vede), si viene automaticamente fermato, così si lasciano passare tutte le auto che non hanno utilità e si fermano quelle giuste.
So che, tra l'altro, si sta lavorando anche in questo senso sul piano dell'aria, però il nostro documento chiede di accelerare un po' i tempi per farlo. Quindi, questa mozione noi la manterremmo e chiederemmo una valutazione molto attenta da parte dei colleghi di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Naturalmente sull'approfondimento si è già molto discusso in V Commissione e sui due temi, cioè sulla mobilità e sull'ambiente, riteniamo che le Commissioni siano il luogo adatto in cui fare degli approfondimenti.
Anche sulla questione della vetrofania - anche se non ho capito se volete mantenere o non la votazione - devo dire che proposta è suggestiva e può andare bene. Però non basta porre un principio e poi mettiamo nuovamente le persone in difficoltà e in disagio. Infatti: chi dà questo bollino? Uno va dal tabaccaio e se lo compra? In questo modo ci attacchiamo tutti il bollino Euro 5, così passiamo da tutti i blocchi. Bisogna studiarla un momento.
La questione può essere interessante, però prima di votare un documento, siccome ritengo che quando votiamo qualcosa e diamo un segnale alle persone, non lo facciamo solo per fari i belli nella giornata di oggi ma anche per risolvere un problema alla gente, credo che l'approfondimento in Commissione con l'Assessore e con i tecnici, se l'intendimento è comune sia importante.
Rispetto al bollo auto nei giorni di blocco, ritengo che lo sconto di un giorno, secondo me, non si può fare tecnicamente. Si può sospendere l'assicurazione per un giorno, però sul bollo non ho verificato.
Invece credo che dovrebbero esserci accompagnati - peraltro, già fatti dal Comune di Torino negli anni scorsi - degli incentivi sui mezzi pubblici, cioè il giorno in cui non posso usare l'auto, mi devi almeno dare la possibilità di girare con un biglietto dell'autobus magari per tutto il giorno o comunque di avere un biglietto scontato. Magari delle giornate promozionali aiutano anche chi normalmente usa l'auto a valutare l'efficienza del mezzo pubblico. Peraltro, ripeto che sulle politiche tariffarie stiamo aspettando che l'Agenzia batta un colpo, perché fino ad oggi non è successo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Inviterei solo a valutare un aspetto, e per questo ho chiesto la parola prima della sospensione.
La vetrofania comporta teoricamente una facilitazione; in realtà comporta una complicazione per tutti i cittadini piemontesi che possiedono un diesel. Voi pensate che cosa significa (che siano le Province, che siano i Comuni, che sia la Regione) che ogni cittadino possessore di un diesel anche se è un Euro 6, deve apporre una vetrofania affinché sia distinguibile da chi ha un'auto che, invece, non circola? Noi abbiamo fatto la legge sulla semplificazione e facciamo un ordine del giorno sulla complicazione. Non credo proprio che sia una delle priorità di questa Amministrazione, o almeno non dovrebbe; poi noi siamo all'opposizione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.33, riprende alle ore 12.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Valmaggia, per la replica.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con grande attenzione i diversi interventi e i diversi contributi.
Questo è un tema complesso che va ad incidere, come diceva la Consigliera Accossato, trasversalmente sul Piano regionale dei trasporti come sul Piano sull'energia, quindi è una misura trasversale che deve essere vista integrata. In questo senso, la legge regionale del 2000 in attuazione del Piano sulla qualità dell'aria, con i "Piani stralcio", ha aiutato questo tipo di percorso.
Vorrei fare una riflessione sulla mozione rispetto al "semaforo".
Il semaforo è una proposta che è partita lo scorso anno, che ha visto in questi mesi la sperimentazione e l'utilizzo da parte del territorio torinese, e va a incidere su Torino e su 31 Comuni, perché questa è l'area oggetto di una delle due infrazioni europee, ma è una misura che deve essere vista per la Città di Torino e per questi Comuni, ma anche coordinata dalla Città metropolitana. Il ruolo della Città metropolitana anche secondo la legge regionale, è quello di coordinare le iniziative dei diversi Comuni per portare avanti una politica unitaria.
La nostra legge regionale dice: "La finalità del Piano della qualità dell'aria è perseguita attraverso l'esercizio coordinato e integrato delle funzioni degli enti a vario titolo competenti sul territorio regionale". In questo senso, forse, sarebbe auspicabile una maggiore presenza della Città metropolitana e della sua Sindaca - lo accennava prima anche il Consigliere Vignale - che è Sindaca del Comune capoluogo di Regione, ma anche Sindaca della Città metropolitana, per fare questa azione di coordinamento e arrivare anche a rivedere il Semaforo. Lo andremo a rivedere, ma non soltanto è il Consiglio regionale che deve decidere come modificarlo. Ne parleremo in Commissione e, ripeto, dovremo confrontarci con questa parte di territorio, ma soprattutto nella condivisione e nelle scelte unitarie che insieme si possono fare sul tema della qualità dell'aria legata al traffico.
Non entro nel merito di altre questioni che sono state richiamate e che vedremo nel Piano sulla qualità dell'aria, come il tema delle biomasse nei territori al di fuori della pianura e dei centri urbani; biomasse che, per esempio, in altre Regioni, in particolare il Veneto, è un tema rilevante per l'incidenza dell'inquinamento. Quindi ne parleremo per le varie misure all'interno della discussione che porterà - speriamo presto all'approvazione del nuovo Piano sulla qualità dell'aria.
Io rimanderei. Non mi sembra che questi atti di indirizzo aiutino il percorso, quindi rimanderei gli approfondimenti e le decisioni, partendo proprio dalle Commissioni. Mi impegno a portare in Commissione anche un primo report sull'attuazione del semaforo in questi tre mesi, in modo da evidenziare le criticità e i punti di forza e vedere come migliorare questo strumento che, come ho detto all'inizio, ci è stato copiato, tal quale dalla vicina Regione Lombardia proprio per intervenire nelle situazioni emergenziali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
A questo punto, se si può, sospenderei entrambe le mozioni, perché per una è necessario fare un dibattito in Commissione, nelle prossime settimane o mesi.
Per quanto riguarda quella delle vetrofanie, la sospendo con la richiesta di poterla calendarizzare entro un breve periodo, se c'è ancora l'intenzione di discuterla.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, vediamo con favore la proposta del Movimento 5 Stelle e chiederemo anche di verificare con l'Amministrazione comunale di Torino se si potessero immaginare delle esperienze pilota e, magari, procedere a sperimentare questa importante innovazione dei colleghi del Movimento 5 Stelle nell'ambito del territorio comunale metropolitano, che è quello sicuramente più interessato e i cui cittadini potrebbero apprezzare molto il senso dell'innovazione presentata dai colleghi del Movimento 5 Stelle.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Scusate se rompo il vostro idillio. Suggerirei dei "vertici di maggioranza", così non bloccheremmo per ore i lavori dell'Aula su inversioni dell'ordine dei lavori per fare discussioni e votazioni che poi vengono ritrattate, perché all'ultimo non trovate...



PRESIDENTE

Questo è il confronto!



MARRONE Maurizio

Magari fatelo a livello di Giunte, fatelo a livello di Gruppi. Fate un bel vertice di maggioranza Comune-Regione e ci risparmiamo un po' di lavoro d'Aula, liberiamo un po' di persone...



PRESIDENTE

Allora, mettiamo in votazione...



MARRONE Maurizio

No! Scusate! Vorrei chiedere, visto che io da questa maggioranza trasversale sono orgogliosamente estraneo, visto che però i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno richiamato, collegandosi al mio...
A questo punto, chiedo che l'atto di indirizzo sul bollo venga votato con appello nominale.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1003 da lei presentato, avente a oggetto "Limitazione al traffico e sospensione bollo auto"?



MARRONE Maurizio

Esatto, visto che è stato richiamato e discusso.
Io non ritengo che ci debbano essere ulteriori approfondimenti, giusto per dare una risposta immediata e brevissima alla collega Conticelli e al collega Valetti che obiettavano difficoltà, ammettendo che c'erano approfondimenti da fare, sulla fattibilità della proposta. In realtà, posso (c'è nelle premesse, quindi si poteva leggere) confortare tutti i colleghi sul fatto che è già prevista la possibilità di sospendere il pagamento del bollo con notifica al PRA nei casi di sequestro del veicolo, perché il possesso è godimento. Io non so cosa facciate voi in auto, per tendenzialmente l'auto si usa per circolare, per cui se non viene concessa la circolazione, il possesso chiaramente viene inibito, così l'auto rimane inutile e inutilizzabile nel proprio parcheggio: in realtà, la fattibilità è già stata verificata a monte.
Quello che chiedo è che quest'Aula si esprima in merito alla volontà politica, perché di questo si sta parlando. Tutto legittimo, ognuno vota quello che preferisce con appello nominale, così rimane agli atti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1003.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Adesione del Ministero della Cultura e del Ministero dell'Istruzione alla Fondazione del Salone del libro"


PRESIDENTE

L'Assessora Parigi è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Adesione del Ministero della Cultura e del Ministero dell'Istruzione alla Fondazione del Salone del libro".
La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie di avermi lasciato il tempo di intervenire: la ringrazio veramente, Presidente.
Mi è stata chiesta una comunicazione in merito alla mancata adesione del Ministero della Cultura e del Ministero dell'Istruzione alla Fondazione del Salone del libro.
L'argomento è questo e direi che, tra l'altro, non esiste una "mancata adesione": esiste in questo momento, invece, una piena collaborazione programmatica; esiste una conferma del contributo economico; esiste l'impegno che verso il 20 marzo (insomma, a fine marzo) ci sia un'Assemblea dei soci che nomini come Presidente Massimo Bray, che ha dato la sua disponibilità a diventare Presidente anche con il vecchio Statuto e che ci traghetti, appunto, dal vecchio al nuovo Statuto e che, soprattutto intavoli un dialogo con i Ministeri coinvolti proprio per capire quali sono le eventuali problematiche.
Quello che però io posso assolutamente affermare è che siamo nel pieno dell'operatività con i Ministeri stessi, che c'è un continuum, soprattutto con il Ministero dell'Istruzione, con cui naturalmente c'è un programma che riguarda l'attività del Salone nelle scuole. È continuata, appunto, la collaborazione programmatica, e credo che sarà proprio la nomina di Massimo Bray che ci aiuterà a capire quali sono le eventuali problematiche ancora da superare sullo Statuto e quali possono essere le prospettive future.
Però, non c'è alcuna chiusura né, tanto meno, una mancanza di collaborazione.
Credo quindi che si tratti solo di modificare alcuni aspetti, compresa naturalmente la necessità di trovare delle soluzioni a quello che oggi - è inutile nasconderselo - è un indebitamento dell'Ente che va risolto e sul quale noi, come Regione, e la stessa Fondazione Salone del libro ci stiamo adoperando. Ovviamente questo problema verrà risolto tramite una rateizzazione del debito, ed è nostra intenzione quella di patrimonializzare l'Ente, in modo da fornire alla Fondazione quella solidità che al momento non ha. Questo verrà fatto al più presto, credo già entro fine aprile. Quello sarà un momento fondamentale per ribadire l'importanza che il Salone ha per la Regione Piemonte e per il nostro territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Non è vero, quindi, che il Salone del libro è a Milano?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Innanzitutto, grazie all'Assessora per la sua comunicazione.
Faccio una considerazione, anche a seguito della lettura degli ultimi dati forniti dagli organi di stampa sul buon avvio o sulla buona speranza rispetto all'iniziativa di quest'anno.
Io credo che sia fondamentale mantenere forte la presenza pubblica e naturalmente fare in modo che, a livello nazionale, venga riconosciuto il Salone del libro di Torino, rispetto alla Fiera di Milano, come un qualcosa di diverso e di altamente qualitativo e attrattivo.
Capisco che ci sia una parte commerciale e che un'iniziativa come questa non può stare in piedi, esistere e resistere senza un'adeguata parte commerciale e fieristica; ma credo anche che, dalle prime risposte che ci sono da parte delle società editrici, si possa pensare di avere già rivinto una piccola sfida rispetto a quella che è invece una scelta totalmente commerciale che aveva fatto l'Associazione degli Editori, legittima e giustificabilissima, ragionando anche sul fatto che Milano è più facile da raggiungere per tutta una serie di motivi: perché è al centro della Pianura padana, perché ha 20 e più milioni di abitanti nello spazio di un'ora perché comunque ha un sistema di comunicazioni che funziona e anche un'esperienza fieristica, avendo un sito fieristico come si deve, migliore di quella che ha Torino.
La discussione sul sito e sul luogo della manifestazione libraria, ma così come di altre iniziative - io cito Slow Food - fa emergere che le scelte fatte nel tempo, anche dalla mia parte politica, di sviluppare questa Città in particolare, ma anche tutto il Piemonte, su alcuni filoni turistico-culturali, sono state scelte corrette e giuste, che hanno dato un risultato; ma, dall'altra parte, si è compiuto l'errore di non coltivare almeno per quanto riguarda la Città di Torino e il suo territorio, un sito adatto e idoneo alla maggior parte di queste iniziative



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire nuovamente l'Assessora Parigi; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Io non metto in dubbio che ci sia "anche" una Fiera del libro a Milano però le posso garantire che il Salone internazionale del libro è a Torino rimarrà a Torino e quest'anno si realizzerà, forse, la sua edizione più bella che si sarà mai vista.
Io sono molto fiera del lavoro che questo nuovo team sta facendo, che ha capitalizzato la storia di trent'anni, rivitalizzandola e chiamando a lavorare intorno a sé alcuni dei più brillanti intellettuali italiani che stanno preparando un programma d'eccezione, quindi sono ottimista.
Al momento, noi abbiamo più editori dell'anno scorso e, se proprio le devo dire una mia opinione, io sono una teorica della pluralità delle voci della bibliodiversità, della piccola e media editoria e dunque, tutto sommato, il fatto che questo Salone sia diventato il simbolo della libertà di pensiero, di opinione e anche proprio di una indipendenza della pubblicazione mi fa abbastanza piacere. Credo che quest'aspetto rappresenti un buon posizionamento per il nostro Salone e che, peraltro, saprà attrarre ancora più pubblico, proprio per la capacità di parlare linguaggi diversi.
Noi, in ogni caso, stiamo costruendo tutti insieme un grande programma.
Questa non è un'istituzione di questa Giunta o della Giunta della Città: è un'istituzione di tutto il Piemonte, quindi credo vada veramente difesa da tutti. Dobbiamo procedere insieme per raggiungere un ottimo risultato e continuare la storia che abbiamo già brillantemente fatto in questi trent'anni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Ricordo che alle ore 13 in Sala Viglione è convocato l'incontro tra i Presidenti dei Gruppi consiliari con i Sindaci dei Comuni di Settimo Torinese, Leinì, Borgaro e Caselle, in merito ai rapporti giuridici relativi alla costituzione del Comune di Mappano. L'incontro sarà presieduto dalla Vicepresidente Ruffino e dal Vicepresidente Reschigna.
Alle ore 13.30 in Sala dei Presidenti sarà ricevuta una delegazione degli inquilini degli alloggi ATC. Saranno presenti l'Assessore Ferrari e la Presidente della II Commissione, Conticelli.
Alle ore 14.40 - o comunque dopo la risposta al relativo question time in Sala dei Presidenti sarà ricevuta una delegazione dei dipendenti di Eurofidi. Parteciperanno all'incontro l'Assessora De Santis e il Presidente della III Commissione, Gallo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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