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Dettaglio seduta n.202 del 31/01/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti su ferro - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 866 presentata da Valetti, Bertola, Bono e Frediani, inerente a "Spostamento dei fondi compensativi inceneritore del Gerbido per sviluppo SFM5, sulla linea alta velocità Torino-Lione"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 866, presentata dai Consiglieri Valetti, Bertola, Bono e Frediani, avente ad oggetto "Spostamento dei fondi compensativi inceneritore del Gerbido per sviluppo SFM5, sulla linea alta velocità Torino-Lione".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Chiedevo se si può riferire sulle motivazioni della mancanza dell'Assessore Balocco.



PRESIDENTE

In genere, la Giunta decide, se non è presente l'Assessore competente chi può fornire risposte. In questo caso è stato chiesto all'Assessore Valmaggia di fornire la risposta.



VALETTI Federico

Va bene, lo chiederemo poi all'Assessore Balocco, perché era importante, anche dal punto di vista tecnico, avere una risposta dall'Assessore con delega ai trasporti.
Ringraziamo, comunque, l'Assessore Valmaggia L'interrogazione riguarda lo spostamento dei fondi compensativi per l'inceneritore del Gerbido per lo sviluppo della linea ferroviaria metropolitana 5, cioè Torino-Orbassano/San Luigi, fondi che di colpo non abbiamo più visto, mentre sono comparsi fondi compensativi sulla linea alta velocità Torino-Lione per lo stesso oggetto.
Nell'accordo di programma 2008 veniva apportato l'elenco delle opere di compensazione ambientale del termovalorizzatore, ovvero l'inceneritore del Gerbido, con l'importo per ciascuna opera. Tra queste vi erano nove milioni di euro, da parte della Regione, per la realizzazione di opere di compensazione nei Comuni interessati dall'inceneritore.
Nella seconda metà del 2011 si sono svolti incontri tra i soggetti che sottoscrissero l'accordo di programma e, in un esame delle priorità, veniva indicato che una parte di questi fondi fossero utilizzati per la realizzazione della linea ferroviaria SFM5, con capolinea all'ospedale San Luigi di Orbassano, per ridurre il traffico che insiste sui Comuni di Beinasco, Rivalta e Orbassano, per via dell'ospedale, ma anche per il pendolarismo.
Nel marzo 2012 è stato aggiornato l'accordo: la Regione Piemonte ha previsto otto milioni e 700 mila, di cui cinque messi a bilancio e 3,7 come compensazioni dell'azienda TRM S.p.A., che è quella che gestisce l'inceneritore.
Il percorso è molto lungo e ad un certo punto scopriamo che, in base a documenti relativi all'opera del TAV, secondo l'Osservatorio per la Torino Lione verrà finanziata da fondi compensativi della stessa TAV, per un finanziamento di quasi 50 milioni di euro per la stessa linea SFM5.
Poiché capiamo poco questo movimento di soldi, ciò che chiediamo è che si chiariscano le motivazioni per cui i fondi stanziati per le compensazioni ambientali dell'inceneritore del Gerbido, e vincolati allo sviluppo della linea SFM5, sono stati spostati e legati ai fondi compensativi del progetto della linea Torino-Lione. Parliamo di soldi regionali.
Chiediamo ancora in quanto tempo e con quali fondi si provvederà a sviluppare la linea SFM5 e per quale motivi i fondi stanziati al 2008 dell'accordo di programma con obiettivi specifici siano stati deformati nel tempo, fino a diventare fondi del progetto Torino-Lione, e quale sia stato il parere del Consiglio di Vigilanza, che doveva riunirsi il 28 ottobre 2015, per valutare la proposta del Commissario Straordinario per la Torino Lione di modifica dell'accordo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Normalmente, la Giunta risponde attraverso un solo Assessorato, ma, in questo caso, ciò che dirò è frutto del lavoro di diverse Direzioni, quindi che ci sia io o l'Assessore Balocco non cambia, perché a questa risposta hanno contribuito sia la Direzione Ambiente sia - e soprattutto - il Settore Investimenti, Trasporti ed Infrastrutture, insieme al Settore Programmazione negoziata.
Si parte da questo accordo di programma del 2008 fra la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, l'Associazione d'Ambito per il governo dei rifiuti (ATO-R), i Comuni di Beinasco, Grugliasco, Rivalta di Torino Orbassano, Rivoli, il Comune Torino e TRM S.p.A., relativo alle opere di compensazione ambientale del termovalorizzatore del Gerbido.
Nel corso degli approfondimenti effettuati per redigere i progetti preliminari delle opere incluse nell'allegato A all'accordo di programma sono emerse problematiche relative all'effettiva disponibilità dei terreni all'effettivo interesse delle amministrazioni coinvolte alla realizzazione di alcune opere, alla volontà di alcune amministrazioni di sostituire interventi previsti con altri ritenuti più rispondenti alle necessità e alle aspettative di carattere ambientale dei cittadini, alle opportunità di accorpare alcuni interventi e di ridimensionare o differirne altri.
Nel corso del 2011 si sono svolti incontri tra i soggetti sottoscrittori, finalizzati alla revisione generale del piano strategico di azione ambientale.
Con la deliberazione della Giunta del 28 dicembre 2012 - che lascio in allegato - e quella del 4 maggio 2015 - anche questa viene lasciata all'interpellante in allegato - si descrivono i passaggi che hanno portato ad una revisione dell'accordo di programma da parte delle amministrazioni interessate e all'individuazione delle opere strutturali atte a contribuire in maniera duratura alla riduzione degli impatti ambientali.
Tra queste opere è stata ritenuta strategica la realizzazione della linea ferroviaria FM5, con fermata/movicentro al San Luigi di Orbassano, ed è stata assegnata la responsabilità, per la realizzazione dell'opera, alla Direzione Trasporti, Infrastrutture e Mobilità, confluita oggi nell'attuale Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Montagna, Foreste, Protezione Civile, Trasporti e Logistica.
In merito all'attuazione di quanto previsto, il Settore regionale Investimenti Trasporti e Infrastrutture riferisce che gli interventi saranno affidati a RFI S.p.A. dalla Regione Piemonte, attraverso la stipula di un'apposita Convenzione attuativa tra RFI S.p.A. e TRM S.p.A., per un importo complessivo massimo di spesa pari a 18,5 milioni di euro, di cui nove milioni e 300 di fonte regionale, tre milioni e 700 di fonte TRM S.p.A. e cinque milioni e mezzo a carico di RFI S.p.A.
I tempi di realizzazione preventivati, secondo la rimodulazione dell'attuale accordo di programma approvato dal Collegio di Vigilanza vedono la conclusione della progettazione esecutiva nel luglio 2018 e la piena funzionalità della linea entro dicembre 2019.
Per quanto riguarda il terzo punto dell'interrogazione, si richiama il passaggio della citata DGR del 2012, secondo cui l'intervento relativo alla linea ferroviaria FM5 è compreso nel Primo Atto Aggiuntivo all'Intesa Generale Quadro, sottoscritto il 23 gennaio 2009 tra il Governo e la Regione Piemonte, con una previsione pari a dieci milioni di euro a carico dello Stato. Tale Intesa rappresenta il riferimento programmatico per le infrastrutture di trasporto e l'intervento in oggetto rientra tra le opere prioritarie di prima fase correlata alla nuova linea ferroviaria Torino Lione.
Infine, il Collegio di Vigilanza che si è tenuto a ottobre 2015 condividendo le proposte del Commissario Straordinario per la Torino-Lione tenuto conto che una parte degli interventi inseriti nell'originario accordo di programma vengono finanziati nell'ambito delle opere di compensazione della linea ferroviaria Torino-Lione, ha deciso per la modifica dell'accordo di programma prevedendo la realizzazione dei seguenti due interventi: progettazione e realizzazione della nuova fermata FM5 Grugliasco/Quaglia-Le Gru; secondo, progettazione e realizzazione della nuova fermata FM5-Torino/San Paolo.
Successivamente, in data 18 maggio 2016, la Conferenza dei Servizi appositamente convocata con la presenza dei soggetti sottoscrittori ha approvato il nuovo schema di accordo di programma e le relative schede degli interventi previsti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1317 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Concessioni di derivazione d'acqua a uso irriguo agricolo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1317 è fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.45 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "P. Boselli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "P. Boselli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi

Proposta di deliberazione n. 197, inerente a "Approvazione nuovo Statuto del Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrero; ne fa facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Sarei cortesemente a chiederle, se è possibile di inserire all'o.d.g.
la delibera relativa a "Approvazione nuovo Statuto del Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese". E' importante averla approvata per consentire loro di svolgere le elezioni, se è possibile, già in data odierna.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, la inserirei dopo il punto 4).



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione n. 197 della Giunta regionale è inserita al punto 5) all'o.d.g.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Richiesta, da parte del Consigliere Grimaldi, di comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Politiche qualità dell'aria"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'Assessore Alberto Valmaggia nelle scorse ore ha partecipato a un incontro a Bologna in presenza del Ministro all'Ambiente Galletti e degli Assessori all'Ambiente delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto proprio sul tema dell'armonizzazione delle politiche sulla qualità dell'aria. Tra l'altro, come lei sa, Presidente, il prossimo incontro si terrà fra un mese circa, a Milano. Nel frattempo il piano della qualità dell'aria della Regione Piemonte è in fase, credo, di valutazione ambientale strategica. Immagino che i passaggi successivi saranno quelli della Conferenza regionale dell'ambiente e poi dell'adozione della parte aggiunta.
In tal senso, Presidente, mi piacerebbe una comunicazione da parte dell'Assessore Valmaggia, quando è pronto, sia su come è andato l'incontro di Bologna e, in generale, anche su come sta andando l'interlocuzione con i nostri Enti locali.
Sappiamo benissimo che l'Assessore sta facendo una gran fatica a convincere tutte le città, anche perché spesso il ruolo delle Città metropolitane e delle Province non aiuta sempre a stimolare o, almeno, a obbligare la gran parte dei Comuni ad arrivare sulle nostre soluzioni.
Vorrei che, quando è possibile e quando la Giunta lo ritiene aggiornare questa discussione.



PRESIDENTE

Va bene.
Grazie, collega Grimaldi.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Richiesta, da parte del Consigliere Barazzotto, di chiarimenti in merito alla rappresentanza della Giunta regionale in sede di Conferenza Stato Regioni del 2 febbraio 2017 per l'approvazione del "Piano per la conservazione del lupo italiano"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto di essere un po' monotono, ma le voglio fare una richiesta.
Il Vicepresidente del WWF nazionale mi ha detto che giovedì ci sarà la Conferenza Stato-Regioni, dove decideranno sull'abbattimento dei lupi. Dico questo perché non si tratta più della Commissione tecnica: giovedì si approva il piano.
Dato che alcune Regioni hanno posizioni diverse, vorrei sapere da lei Presidente, se si fa interprete con la Giunta per riferire chi parteciperà giovedì alla Conferenza Stato-Regioni in rappresentanza della Regione Piemonte, al fine di esporre l'ordine del giorno approvato da quest'Aula.
La domanda è chiara? Sono stato chiaro?



PRESIDENTE

Come sempre. Lei è sempre chiaro.
Prima di portarmi avanti con i lavori, la Giunta è adesso nelle condizioni di rispondere al collega Barazzotto? Chi sarà il rappresentante della Giunta giovedì? Se non lo sapete ora nell'arco della giornata riusciamo a dare la risposta al collega Barazzotto? Altrimenti fermo i lavori qui.
Promesso. Nell'arco della giornata la Giunta regionale darà una risposta al suo quesito.
L'ordine del giorno è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 17 gennaio 2017.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Alemanno, Balocco, Ferraris e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 24 gennaio 2017.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime Hotel Rigopiano di Farindola (PE)


PRESIDENTE

Nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio u.s. una valanga ha investito l'hotel Rigopiano di Farindola, in Provincia di Pescara.
Tutto il Piemonte, come il resto d'Italia, ha seguito con speranza e apprensione le difficili operazioni di soccorso che nei giorni successivi alla tragedia hanno svolto in maniera incessante le squadre dei Vigili del fuoco, del Soccorso alpino, della Protezione Civile e i tanti volontari accorsi sul posto.
A distanza di una settimana dal terribile avvenimento sono stati recuperati tutti i corpi delle 29 vittime. Non ci sono parole per esprimere il profondo senso di sgomento e di dolore che questa tragedia ha provocato in tutti noi.
Convinto di interpretare il sentimento di tutta l'Assemblea, esprimo il nostro profondo cordoglio e sincera vicinanza ai familiari delle vittime anche da parte della comunità piemontese in questo difficile momento.
Pertanto, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

In data 27 gennaio 2017, il Consiglio dei Ministri ha esaminato la legge regionale 5 dicembre 2016, n. 25 "Disposizioni relative agli indirizzi per l'attuazione degli interventi per il diritto allo studio.
Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)", e ne ha deliberato la non impugnativa.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo che, alle ore 18, in Sala A, si svolgerà la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Per quanto riguarda il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Nomine" procediamo, eventualmente, nel pomeriggio o nella prossima seduta; ci mettiamo d'accordo nell'arco della giornata. Grazie.


Argomento: Organizzazione turistica - Ordinamento sportivo

Esame testo unificato disegno di legge n. 213 e proposte di legge n. 103 e n. 208, inerente a "Revisione della disciplina regionale in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina delle attività di volo in zone di montagna. Modifiche della legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del testo unificato del disegno di legge n. 213 e delle proposte di legge n. 103 e n. 208, inerente a "Revisione della disciplina regionale in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina delle attività di volo in zone di montagna. Modifiche della legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Valle, Vignale e Frediani.
La parola al Consigliere Valle, relatore di maggioranza.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Vorrei cominciare, innanzitutto, ringraziando per il lavoro complesso e lungo svolto dalle due Commissioni congiunte e, precedentemente, dal gruppo di lavoro, ricomprendendo tutti i colleghi che vi hanno partecipato.
Siamo arrivati a un lavoro di sintesi importante, secondo me, tra diversi disegni e progetti di legge, andando, finalmente, a modificare la normativa esistente, in particolare la legge n. 2/2009, soprattutto andando ad ampliarne il perimetro e il campo d'azione.
E' stato un lavoro molto lungo, duro e complesso, che ci ha visti approfondire diverse tematiche connesse alla sicurezza, allo sviluppo e alle prospettive del nostro comparto montano, ma penso possa essere ritenuto soddisfacente da parte di tutti, se non altro per il buon livello di condivisione che abbiamo raggiunto sulla maggior parte delle questioni.
Il nucleo fondamentale di questa legge ruota intorno all'ampliamento e non solo al cambio di denominazione - del contenuto delle disposizioni collegate all'area sciabile. L'area sciabile è un concetto, il perimetro è già stato definito dalla legge precedente, ma con questa nuova proposta ne ampliamo il campo d'azione.
Trovo particolarmente interessante - e penso possa essere di stimolo ai lavori di quest'Aula anche per altre occasioni - che la tutela delle aree così come le abbiamo individuate, sia stata vista da tutti strettamente collegata al loro sviluppo economico, umano e sociale. Non riusciremo a tutelare la montagna se non ne svilupperemo le attività e la presenza dell'uomo, che con questa vive in simbiosi, rispettandola e valorizzandola.
Non riusciremo, però, a sviluppare le attività economiche e sociali dell'uomo in montagna se non tuteleremo l'ambiente e il suo patrimonio paesaggistico.
Sulle singole questioni possiamo aver avuto delle divergenze sul livello di equilibrio tra queste due esigenze, ma trovo politicamente, e anche culturalmente, significativo il fatto che tutti quanti le abbiamo viste come l'una il necessario completamento dell'altra.
Allora, con la nuova area sciabile e di sviluppo montano vengono definite delle nuove limitazioni rispetto a quello che si può fare in quest'area, mentre, paradossalmente, tutto quello che si può fare nell'area sciabile si può fare, in realtà, con qualche complicazione in più, anche fuori. Quindi, è quasi un paradosso che un'area di sviluppo contenga più limitazioni che occasioni, ma, secondo me, è proprio la particolarità dell'ambiente su cui noi andiamo ad operare che, mutatis mutandis, pu essere interessante anche per altre realtà. Dunque, limitazioni alle possibilità di edificazione e alle destinazioni che possono avere nuove edificazioni in quest'area; l'ampliamento dell'area sciabile non riguarda solo le piste e gli impianti di servizio, ma tutto quello che di sviluppo può starci attorno.
Penso sia particolarmente interessante l'aspetto dell'attività estiva che sempre più abbiamo in mente, e direi che l'abbiamo condiviso largamente tutti quanti: non è solo più un modo per raggiungere e collegare la stagione veramente importante della montagna, cioè l'inverno, ma diventa davvero un'occasione di sviluppo importante e di complementarietà anche per la stagione economica, visto che le stagioni della neve sempre più si presentano con qualche difficoltà legata ai cambiamenti climatici.
Penso che potenziare questo sviluppo, con tutto quello che vuol dire (quindi, i percorsi, i percorsi avventura, i percorsi educativi, i percorsi ciclabili o pedonabili), dia continuità all'attività in montagna, per evitare quanto è capitato in alcune nostre montagne, ma anche in altre parti del territorio italiano, dove ci sono economie che vivono soltanto una stagione, soltanto due mesi all'anno, e dove dopo c'è il vuoto nell'attesa che ricominci il periodo interessante dal punto di vista economico, ricreativo e turistico.
Abbiamo previsto - penso sia un bell'esempio - la possibilità di recuperare e anche di ridestinare tutti i fabbricati dedicati all'attività sciistica che nel corso degli anni sono stati abbandonati. Chi conosce le nostre montagne sa che si tratta di non pochi esempi. Penso anche che questo possa costituire una buona pratica proprio perché abbiamo previsto non solo la possibilità di recupero, ma anche la necessità di abbattimento di bonifica e di valorizzazione.
Una grande attenzione è stata data ai temi della sicurezza e della responsabilità, che, naturalmente, sono complementari, in quanto in un comparto con una grandissima rilevanza economica, come quello sciistico, ma anche con evidenti rischi per l'incolumità e la sicurezza di chi pratica gli sport invernali, e non solo quelli, necessitavano della maggior chiarezza possibile.
Effettivamente, da questo punto di vista, la legge raggiunge in certi casi un livello di dettaglio che mi sento di dire è quasi regolamentare perché si va veramente a spaccare il capello. Questo si è reso necessario perché stiamo parlando di sicurezza e di responsabilità, quella di colui che gestisce, di colui che è amministratore e di coloro i quali, i membri della Pubblica Amministrazione, hanno condiviso il percorso di individuazione dell'area, delle piste e di tutte le infrastrutture a queste connesse.
Evidentemente, non siamo certi di aver raggiunto con questo un livello di definizione tale da individuare con certezza tutte le responsabilità sicuramente abbiamo compiuto un sincero passo avanti anche nei confronti della responsabilizzazione dello sciatore, delle norme di comportamento che questi deve tenere e degli obblighi che su di lui ricadono.
Ultimo, ma non ultimo, l'area sciabile diventa anche lo strumento a cui si collega la regolamentazione di un'attività che finora in Piemonte non era regolamentata, cioè la pratica dell'eliski e più in generale di tutto il volo alpino.
Con l'occasione viene regolamentato anche tutto quanto non riguarda l'attività sciistica, perché strettamente connesso, in quanto da una situazione, come già dicevo, di totale assenza di regolamentazione passiamo a una situazione in cui l'eliski viene concesso e regolamentato.
Affinché questo si svolga occorre l'accordo e la convenzione, peraltro onerosa, con l'ente locale, che quindi conserva la facoltà di impedirlo e di regolamentarlo come meglio ritiene, peraltro questo vale per molte delle disposizioni di questa legge, che vedono nell'ente locale un vero protagonista nell'assumersi delle scelte rilevanti per lo sviluppo del suo territorio. Viene escluso da tutte le aree protette, da tutte le aree che fanno parte della Rete Natura 2000 e da tutte quelle dove non esiste un'area sciabile e un impianto di risalita a fune attivo.
Questo è importante perché, ovviamente, riduce di molto il campo di questa attività che ha un forte impatto di carattere ambientale, ma che invece, può essere un interessante complemento delle nostre attività sciistiche e dei nostri impianti, laddove questi esistono, soprattutto se consideriamo che tra i nostri vicini c'è chi ha operato scelte molto diverse: chi ha vietato tutto e chi, invece, sostanzialmente, ha permesso tutto.
Invece, penso che il Piemonte si collochi in una linea mediana di governo, di regolamentazione e di forte limitazione, che può salvaguardare tanto le esigenze economiche e attrattivo-turistiche quanto quelle di salvaguardia ambientale.
Il lavoro che abbiamo fatto - e con questo concludo - è anche un lavoro di restyling di molte delle norme contenute nelle leggi precedenti che vuoi a volte per degli errori, vuoi altre volte per delle altre questioni necessitavano di essere aggiornate. Per questo motivo, il lavoro è stato sicuramente molto complesso, ma penso che, attraverso lo strumento del gruppo di lavoro, questo Consiglio arrivi con un livello di definizione e di consenso parecchio apprezzabile intorno a un testo significativo per un pezzo dell'economia e della società della nostra regione. Tra l'altro l'alto livello di consenso è, secondo me, un dato politico importante da cui partire.
Anticipo che nel corso della seduta ci saranno ancora un paio emendamenti da presentare, di cui peraltro avevamo già avuto modo di discutere a lungo, per uno addirittura a partire dal gruppo di lavoro, ma si tratta di aggiustamenti tecnici che penso ci vedranno tutti concordi.
Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo alle relazioni di minoranza.
La parola al Consigliere Vignale o alla Consigliera Frediani? Il collega Vignale è un gentiluomo.
Prego, collega Frediani, prenda pure la parola.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Vignale; anche se io sono sempre per le pari opportunità, apprezzo comunque il gesto.
Come anticipava il collega Valle, questo è stato un lavoro lungo durato mesi; il tavolo di lavoro è partito prima dell'estate e ha visto il coinvolgimento di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale, e questo perché la montagna riveste sicuramente un ruolo fondamentale nella nostra regione, già solo considerando il fattore fisico cioè il fatto che la montagna occupi oltre il 40 per cento del nostro territorio.
Sulle nostre montagne esistono più di 50 stazioni sciistiche e più di 1.300 chilometri di piste, quindi è fondamentale che il Consiglio regionale, nella sua funzione legislativa, si occupi della tutela e dello sviluppo della sua area montana. La revisione della legge 2 potrà sicuramente dare un contributo in questo senso.
Noi abbiamo manifestato la nostra collaborazione partecipando attivamente al tavolo e cercando di sostenere i temi cari al Gruppo che rappresento (Movimento 5 Stelle). In particolare, la nostra attenzione si è concentrata su alcuni aspetti. Il primo aspetto è sicuramente la tutela del paesaggio e dell'ambiente naturale: questo è il punto su cui abbiamo lavorato di più, nonché il punto che ha visto la discussione più accesa, in particolar modo in riferimento alla disciplina del volo alpino (di cui parlerà in modo più diffuso il mio collega Bertola, primo firmatario della proposta di legge sull'eliski).
Altrettanta attenzione abbiamo riservato al tema della sicurezza, e in special modo abbiamo voluto precisare le responsabilità in caso di incidente, quindi il modo in cui si debba prestare soccorso sulle piste, a chi spetti il compito e in quali limiti sia necessario intervenire in caso di incidente.
Particolare riguardo abbiamo dedicato alle procedure urbanistiche quindi tutto quello che va a vincolare le costruzioni e anche il recupero degli edifici esistenti. Sotto questo profilo, è stato sicuramente fondamentale l'apporto del collega Mighetti, che è intervenuto con la sua competenza tecnica cercando di migliorare il testo (su questo ci sarà poi un suo intervento molto più dettagliato e autorevole del mio rispetto a questa materia).
Ugualmente importante è stato il lavoro sulla revisione dei criteri di classificazione delle piste da sci. Sappiamo che questi criteri sono strettamente legati al modo e alla quantità di erogazione dei finanziamenti, quindi anche qui vi è stato tutto un lavoro di ridefinizione dell'area sciistica e anche di intervento sulle modalità di classificazione delle piste.
Abbiamo poi cercato, mediante un piccolo contributo, di rendere maggiormente trasparente la consultazione dei dati attraverso l'inserimento della consultazione telematica dell'elenco regionale delle piste. In sostanza, si tratta di un piccolo contributo in merito alla trasparenza.
Poi c'è il ruolo sicuramente importante della Commissione tecnico consultiva per la classificazione delle piste, anche qui sempre nell'ottica di cercare di erogare i contributi in modo trasparente ed equo, al fine di sostenere allo stesso modo sia le grandi stazioni sciistiche che i piccoli comprensori, i quali spesso hanno una clientela molto più attenta all'utilizzo e al rispetto della montagna e un turismo più rivolto alle famiglie con bambini e comunque a coloro che cercano di avvicinarsi alla disciplina dello sci.
La montagna rappresenta indubbiamente un'importante occasione di sviluppo per la nostra regione. Purtroppo, però, i recenti fatti di cronaca ci ricordano che il faro che deve sempre guidare ogni azione è il rispetto per l'ambiente, che deve essere garantito da precisi obblighi normativi in grado di evitare la cementificazione indiscriminata.
Le Olimpiadi del 2006 dovrebbero averci insegnato che lo sviluppo senza lungimiranza rischia di portare devastazione. E sono ancora ben visibili sulle pendici delle nostre montagne i relitti abbandonati dei grandi impianti olimpici. Ovviamente il pensiero va subito al trampolino di Pragelato, ma anche alla pista da bob di Cesana: opere costate milioni utilizzate per periodi brevissimi, ora abbandonate al degrado.
Accogliamo quindi con favore questa revisione normativa, pur mantenendo le nostre riserve in merito alla disciplina del volo alpino, che alla fine ha comunque trovato una sorta di compromesso. Auspichiamo che le nostre montagne veramente possano essere un punto di forza per l'economia della nostra regione, ma possano anche rimanere dei luoghi non soltanto destinati al turismo di massa, il cui sviluppo molto spesso porta a scelte che non sono rispettose dell'ambiente, ma anche a un turismo consapevole, che sappia rispettare le peculiarità identitarie del territorio e gli equilibri ambientali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, secondo relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Io credo - ovviamente ripeterò alcune cose che hanno detto i colleghi relatori -che vada innanzitutto sottolineato un aspetto significativo: il metodo con cui si è lavorato nell'arrivare in Consiglio regionale con questa proposta di legge. Ricordando che siamo partiti da testi diversi (un disegno di legge della Giunta, una proposta di legge del Consiglio regionale, altre due proposte di legge differenti sul tema dell'eliski) ritengo che si sia riusciti a trovare un equilibrio che tende a rappresentare le istanze che le singole proposte di legge presentavano.
Ciò non significa che si siano soddisfatti tutti rispetto alle proposte originarie, ma significa che quando il Consiglio regionale tenta di trovare un equilibrio fra istanze diverse verosimilmente produce una buona norma non soltanto in termini di produzione normativa, ma anche rispetto alle differenti aree e parti del Piemonte che noi in qualche modo, anche culturalmente, rappresentiamo.
A mio parere, prima delle novità, va ricordata l'importanza che la legge 2 ha all'interno della nostra Regione. Non c'è nessuna Regione italiana che ha una legge organica sulla tutela e sviluppo delle aree sciabili, e credo che, se nel 2009 il Consiglio regionale non avesse approvato la legge 2, oggi noi avremmo molte meno imprese di risalita e anelli di fondo gestiti all'interno della nostra regione: sarebbe sufficiente leggere e vedere le situazioni nelle singole realtà.
La legge 2 è intanto un grande strumento di equilibrio perché, ancor più con le modifiche che oggi apportiamo, punta alla tutela di un patrimonio significativo (le aree sciabili) delle nostre montagne e alla possibilità di garantire, all'interno di un equilibrio sempre complicato e difficile, anche una possibilità di sviluppo, perché va ricordato che la Regione si dota di molti strumenti nel cercare di garantire sviluppo nelle aree montane, sviluppo o permanenza delle popolazioni, servizi e quant'altro. Ma, certamente, la presenza e la garanzia della tutela dell'esistenza di impianti di risalita e anelli da fondo è uno strumento indispensabile.
Lo dicevo anche in Commissione: la prova del nove è molto semplice perché è sufficiente vedere qual è il valore immobiliare di un alloggio in una realtà che ha un impianto di risalita, piuttosto che in una realtà che non ce l'ha. Questo non significa che le valli del Piemonte che non hanno un impianto di risalita non abbiano opportunità di sviluppo, anzi.
Un altro aspetto che va sottolineato è che questa legge non è una legge in contrasto con il turismo ambientale (turismo slow, chiamatelo come credete), che sta fortunatamente crescendo all'interno della nostra regione, anzi - in qualche modo - è una legge che cerca di compenetrare le due cose.
Fra le novità che questa legge porta, ve ne sono alcune significative.
Una è proprio quella di estendere una serie di principi che già altri colleghi hanno ricordato: non sono solo principi di regolamentazione, di sicurezza, di sostegno, ma anche principi di carattere urbanistico, di individuazione delle aree sciabili e altri aspetti che non sono in contrasto con il turismo verde, anzi apportano una significativa novità e cioè che una legge pensata per il periodo invernale diventa una legge che estende tutte le previsioni normative sia al periodo estivo sia al periodo invernale.
Questo è un aspetto di novità certamente significativa.
Un secondo aspetto è che il Consiglio regionale ha voluto tutelare le aree sciabili, certamente come patrimonio ambientale, ma anche di produzione di economia all'interno della nostra regione. Questa legge cioè, stabilisce in modo chiaro che, all'interno delle aree sciabili che i Comuni individueranno, non si potranno fare interventi edilizi per nuove residenze, perché non è di questo che ha bisogno la nostra regione. Le seconde case nelle aree montane sono moltissime: abbiamo un patrimonio abitativo molto significativo, che in molti casi non è utilizzato nelle sue potenzialità.
Noi dobbiamo tutelare quelle aree che garantiscono vita, posti di lavoro e sviluppo all'interno delle realtà montane. E, da questo punto di vista, nell'individuazione delle aree sciabili e di sviluppo montano (così le chiama la nuova proposta di legge), si introduce anche un principio di semplificazione da parte delle Amministrazioni comunali, che avranno - sì un termine tassativo di individuazione (entro il 31/12/2018), ma avranno una procedura urbanistica semplificata rispetto alla legge precedente.
Si è, poi, trovata una regolamentazione che noi reputiamo positiva anche se - come è noto, per chi ha partecipato ai lavori della Commissione crediamo che l'estensione al divieto nelle aree protette, nelle aree di Rete Natura 2000, non sia punitiva, ma vada in contrasto con le stesse norme regionali che prevedono che, laddove si debba fare una valutazione di incidenza ambientale, sia quello lo strumento con cui si verifica se un intervento è dannoso per l'ambiente naturale, oppure no.
Certamente, aver regolamentato la pratica del volo alpino e dell'eliski, è un aspetto importante, perché non abbiamo più aree del Piemonte in cui esistono normative differenti. Oggi, infatti, non esistendo una norma, ci si comportava come ci si comporta quando una norma non c'è: a seconda delle sensibilità, a seconda della volontà dei singoli territori la nostra regione viveva differenti realtà rispetto alla regolamentazione dell'eliski.
Va ricordato che, anche prima dell'aver licenziato questa proposta di legge in Commissione e prima che questa diventi legge, noi avevamo già alcune realtà piemontesi che erano regolamentate con convenzioni i cui principi sono stati ripresi nella proposta di legge 103 che il nostro Gruppo consiliare aveva presentato, una parte dei quali (non tutti) sono stati ripresi nella regolamentazione del nuovo articolo 28 bis.
Ritengo, pertanto, che sia stato fatto un buon lavoro. Ci tengo a dire che bisogna completarlo con un lavoro organico, non nella seduta odierna però bisogna ricordarsi - leggendo i dati che la Regione ha pubblicato - di cosa vive la montagna. La montagna vive certamente di turismo, ma la montagna vive anche di agricoltura, vive ancora tanto di impresa in termini numerici, che può essere l'impresa manifatturiera come le tante eccellenze artigiane che esistono nelle nostre montagne, e vive anche di turismo cosiddetto slow, che questa Regione ha cercato di incentivare con alcune leggi importanti, come quella sull'escursionismo, che vanno adeguatamente sostenute e promosse.
Diversamente, la frattura che esiste fra ciò che diciamo e - detto molto semplicisticamente - i bilanci che approviamo, rischia di essere non compresa da chi cerca di vivere all'interno delle realtà montane.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessora Parigi; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
Il mio è innanzitutto un intervento di ringraziamento per il lavoro che è stato svolto dal Consiglio regionale e dal gruppo tecnico, perché si è riusciti ad avere un equilibrio condiviso su diversi testi di legge, uno dei quali presentato dalla Giunta.
In particolar modo, è rilevante il fatto che si sia riconosciuta l'importanza non solo del turismo invernale, ma anche di quello estivo anche perché oggi il turismo estivo va spesso a compensare delle carenze del turismo invernale, dovute al mutamento climatico. Pertanto, questo è un provvedimento molto importante, che ci permetterà di sviluppare maggiormente quello che sta già avvenendo e che i numeri stanno dimostrando: un'ottima performance del Piemonte sul piano del turismo invernale, ma anche su quello estivo.
Un altro aspetto molto importante di cui voglio ringraziare è quello di aver apportato una normazione sull'eliski (l'avevamo già proposta come Giunta), che è una normazione restrittiva, ma che supera lo stato attuale ovvero uno stato di non normazione, dove ognuno ha proceduto in libertà.
Questo è un traguardo importante, perché riconosce e tutela le nostre montagne e naturalmente va incontro a un'immagine e una concezione che noi abbiamo della tutela ambientale, come risorsa per il Piemonte.
Infine, condivido assolutamente l'importanza di questa legge proprio dal punto di vista del sostegno all'economia delle nostre montagne. La presenza degli impianti è effettivamente importante non solo per il turismo, ma anche dal punto di vista della ricaduta. Tenendo in piedi un impianto sciistico, si tiene in piedi una piccola economia montana, perch intorno agli impianti ci sono i maestri di sci e gli esercizi commerciali quindi una piccola economia di montagna, che non è solo importante per quanto riguarda il turismo, ma è anche molto importante proprio per quello che riguarda lo spopolamento delle montagne. Quindi, mantiene vive le nostre valli e credo che questo sia un principio che dobbiamo mantenere fermo e dobbiamo mantenere fermo anche negli investimenti, a tutela dell'innevamento.
Pertanto, un grazie per il lavoro che abbiamo fatto insieme e credo che questo sarà un ottimo strumento anche per i nostri Uffici nel procedere al sostegno di questa importante attività produttiva.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come hanno detto i relatori che mi hanno preceduto, all'interno della discussione sugli sport invernali c'era e c'è anche la parte che riguarda il volo alpino e, in particolare, la disciplina dell'eliski o elisci, che dir si voglia, che è una delle pratiche di sci fuori pista e di free ride che è nata alcuni anni fa e che utilizza l'elicottero per salire in alta quota per poi scendere con gli sci.
Su questo volevo fare un passo indietro rispetto ad atti e a convenzioni, anche internazionali, che sono state siglate dal Piemonte perché la Convenzione delle Alpi del novembre 1991, che è entrata in vigore nel 1995, contiene anche delle misure che riguardano il volo alpino.
Vengono enunciati diversi principi nella Convenzione, vengono predisposti dei protocolli a protezione della natura e alla tutela del paesaggio, turismo e trasporti. Sono protocolli tutti sottoscritti dall'Italia e che prevedono che gli Stati "tengano conto delle esigenze di protezione della natura e di salvaguardia del paesaggio e si impegnino a promuovere nella misura del possibile solamente progetti che rispettino i paesaggi e siano compatibili con l'ambiente".
E poi, sul volo è indicato che "gli Stati si impegnino a limitare al massimo e, ove sia il caso, a vietare, al di fuori degli aerodromi, il deposito di aeromobili ai fini sportivi". E viene poi stabilito che gli Stati debbano "impegnarsi a ridurre per quanto possibile l'impatto ambientale e acustico prodotto dal traffico aereo e si adoperino affinch venga limitato e all'occorrenza vietato il lancio da aeromobili, limitando altresì il traffico aereo non autorizzato nel tempo libero".
Qual era e qual è ancora la situazione nella nostra Regione? Che mentre gli sport invernali e gli impianti che ne permettono lo svolgimento sono soggetti a vincoli, regolamentazioni e prescrizioni dal punto di vista ambientale e paesaggistico, la pratica dell'eliski ancora oggi non risulta essere normata in alcun modo né a livello nazionale né tanto meno a livello regionale. Si pratica liberamente e in certe zone, secondo quanto ci hanno riferito, anche in modo abbastanza piratesco.
Il tema dell'eliski è stato posto all'attenzione dell'Aula di Consiglio lo scorso anno, perché ci sono stati, purtroppo, diversi incidenti mortali.
Noi avevamo proposto un atto che tendeva a vietare totalmente questa pratica ed era invece passato un documento e proposto dalle forze di maggioranza che, in qualche modo, dava mandato alla Giunta regionale di regolamentare la questione.
Parlavo di incidenti: incidenti sicuramente accaduti, ma in generale una pratica che, a nostro avviso, crea grossi problemi, perché per il trasporto e il divertimento di poche persone in alta quota abbiamo intere valli che sono costrette a subire per molte ore il rumore di un elicottero.
Quindi, parlando delle valli, parliamo di tutto ciò che le abito quindi non solo le persone, ma anche e soprattutto la fauna selvatica, che è molto disturbata e danneggiata da questa pratica, oltre ai rischi che ci possono essere per la consistenza del manto nevoso.
Oltre tutto, qual è il pericolo? Salendo in quota con delle ciaspole o con delle pelli, sia lo sportivo ma anche la guida si rende conto delle condizioni della neve. Invece, salendo in quota con un elicottero, questa percezione non si ha e poi si scende e, purtroppo, si trovano delle brutte sorprese. Può accadere anche che con il volo alpino si possano fare più discese in un giorno; chiaramente a fine giornata si può magari essere più stanchi e, quindi, avere una reattività fisica e anche una capacità nel giudicare i pericoli molto minore.
Diverse associazioni ambientaliste e sportive hanno dichiarato pubblicamente la loro contrarietà alla pratica dell'eliski. Ricordo soprattutto il Club Alpino Italiano e CIPRA Italia.
Bisogna dire che molti stati hanno vietato o limitato moltissimo questa pratica: Francia, Germania, Liechtenstein, Austria e Slovenia. In Italia abbiamo l'esempio delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che hanno vietato totalmente questa pratica. Certamente non si può dire che il Trentino Alto Adige non sia una Regione dove non si punta sul turismo soprattutto il turismo alpino ed invernale. Eppure da loro è vietato mentre da noi oggi è completamente consentito. Attraverso le norme che andremo ad approvare dopo questa discussione, comunque verrà ancora consentito.
Noi abbiamo portato una nostra proposta di legge, a mia prima firma che introduce il divieto totale della pratica dell'eliski su tutto il territorio della Regione.
Nel dibattito avvenuto in Commissione, prima al tavolo informale e poi proprio all'esame dei testi, abbiamo dovuto constatare la volontà purtroppo, di continuare a permettere questa pratica da parte di tutte le altre forze politiche. Si è invece deciso di puntare su una regolamentazione.
Lo diciamo chiaramente: noi non abbiamo cambiato la nostra opinione noi siamo ancora per il divieto assoluto e restiamo per il divieto assoluto. Accogliamo ovviamente con favore le norme che vanno verso una regolamentazione e tutte le clausole che possono essere inserite nel provvedimento che stiamo per affrontare, in un'ottica di riduzione del danno. Così come siamo soddisfatti per le modifiche che, anche su nostra pressione, sono state apportate al testo che inizialmente era stato proposto all'esame della Commissione.
Sono stati introdotti criteri molto restrittivi a tutela dell'ambiente: l'eliski sarà vietato nelle aree protette, nelle aree di Rete Natura 2000 nei giorni festivi. Poi sono stati previsti ulteriori vincoli.
Siamo invece ancora fortemente contrari ad una deroga specifica, una deroga che è come se avesse nome e cognome, inserita all'articolo 26 del testo unificato e precisamente al comma 9. Cosa si dice a questo comma 9? Che l'attività di eliski è assentibile nelle aree naturali protette di cui all'articolo 10 della l.r. 19/2009 e nelle aree della Rete Natura 2000 subordinatamente alla effettuazione della procedura della valutazione di incidenza, di cui all'articolo 43 della l.r. 19/2009, da parte della struttura regionale competente in materia di biodiversità e aree naturali e nel rispetto di quanto previsto dal presente articolo, qualora tale attività abbia ivi avuto già luogo prima del 30 giugno 2016. Questa è la firma. E' consentito, nonostante tutti i vincoli che andiamo a mettere nella legge, nelle zone in cui questa attività sia già svolta prima del 30 giugno 2016. Questa è una deroga specifica per le zone di Alagna e Formazza.
Tutte le forze politiche hanno ritenuto necessaria e non più rinviabile una regolamentazione dell'eliski; questo è un dato assodato. Se c'era bisogno di questa regolamentazione, come mai andiamo a fare una deroga per un'area sulla quale, a norme che poi saranno vigenti, cioè quelle approveremo, l'attività non è possibile? Purtroppo non sarebbe possibile e purtroppo la spiegazione è solo una e non ci sono altre ragioni. La ragione è che, purtroppo, ancora una volta la politica, una certa politica si piega alle logiche del business; sono logiche del business che vengono prima della tutela dell'ambiente, della fauna selvatica, forse anche della sicurezza delle persone.
E' un principio che noi non accettiamo assolutamente. Secondo noi, è di nuovo il riproporre una logica predatoria del territorio: è un turismo di tipo predatorio. In proposito, mi piace citare Mauro Corona, uno stimato uomo di cultura, uno scrittore, uno scultore, ma anche un uomo di montagna un alpinista che ha detto: "Con l'eliski si è persa l'etica della montagna e il rispetto della natura". Ancora: "L'eliski è l'offesa peggiore alle nostre vette".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Qualche considerazione rispetto a questo testo unificato di legge, che ci ha visti lavorare, come Consiglieri, in modo intenso, con un confronto a volte anche aspro, ma che ha consentito, come hanno sottolineato anche i relatori, di portare in Aula un buon risultato, un intervento sicuramente utile e necessario per il turismo montano, in particolare perché si interviene, per la prima volta in Piemonte, nella regolamentazione degli eliski.
Mi vorrei soffermare soltanto su due aspetti di questo provvedimento che stiamo per votare. Il primo è legato alle ripercussioni e agli effetti che il testo avrà sul turismo delle nostre montagne grazie all'estensione del concetto di area sciabile e a quella di sviluppo montano, e quindi alla presa in considerazione di tutte le attività collaterali a quelle...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consigliera, la interrompo un attimo.
Per favore! Chiedo ai colleghi, ma anche agli ospiti delle barcacce, di abbassare il volume della voce o di allontanarsi dall'aula.
Credo che questo sia un tema importante e chi interviene ha il diritto di essere ascoltato.
Prego, Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente. Riprendo il filo.
Dicevo, l'estensione a quelle attività collaterali e integrative alla tradizionale attività di sci da discesa o da fondo, e, in particolar modo all'estensione a tutte quelle attività estive (l'uso della bicicletta, dei sentieri o di altre attrezzature sportive) che sono oggi molto praticate perché hanno un pubblico sempre più esteso e consentono un'ottimizzazione sia dell'uso degli impianti, sia della forza lavoro, con la conseguente possibilità di destagionalizzare e creare occasioni di lavoro per le aree montane che si prolungano di un numero di mesi significativamente maggiore rispetto alla situazione tradizionale del solo periodo invernale, con una maggiore presenza sui territori montani di popolazione residente, di popolazione che vive e che mantiene attiva la nostra montagna. Giudico questo aspetto particolarmente degno di sottolineatura, importante nel lavoro svolto.
L'altro punto su cui voglio soffermarmi riguarda l'articolo 26 del testo, che introduce, nella legge n. 2, un nuovo articolo 28 bis sulla regolamentazione dell'eliski.
Come forse alcuni colleghi ricorderanno, lo scorso anno sono stata la prima firmataria di una mozione - che già prima è stata menzionata - che chiedeva un intervento della Regione Piemonte su questo tema. Dunque, non posso che vedere con soddisfazione il risultato raggiunto, che considero una presa di posizione forte e decisa della nostra Regione. Forse non tanto "forte e decisa" come avrei voluto - personalmente, nutro una considerazione diversa rispetto a questa pratica, perché non la giudico utile né all'economia montana, né al nostro territorio - ma credo sia anche giusto, in un confronto tra diverse valutazioni e diversi punti di vista arrivare, in ogni caso, ad una soluzione e non rimanere, com'è stato fino ad oggi, in assenza di regolamentazione (aspetto decisamente più grave rispetto a quello di introdurre una forma di regolamentazione con limiti anche molto stringenti).
All'interno della soluzione che abbiamo individuato voglio segnalare alcuni aspetti: innanzitutto il ruolo che viene affidato alle Unioni montane o, in subordine, ai Comuni: dunque, la deroga per la pratica dell'eliski è comunque sottoposta a un'autorizzazione e poi ad un rapporto convenzionale approvato dagli Enti locali, che devono assumere anche un protagonismo in questo senso. Perché, in modo consapevole, devono scegliere e valutare qual è l'idea di sviluppo montano e di sviluppo economico che ritengono indispensabile e importante per il loro territorio.
Ci sono territori montani e Comuni che, proprio in questi mesi, stanno facendo altre scelte, per esempio. Ricordo ai colleghi la scelta del Comune di Balme, che ha dichiarato, attraverso un atto deliberativo, di non consentire attività con mezzi a motore di tipo sportivo sul suo territorio.
E' una scelta strategica, di campo, che presuppone anche un'idea di sviluppo montano. Altri Comuni, all'interno della loro programmazione potranno valutare e, in un'ottica di programmazione e progettazione del territorio, fare le scelte che riterranno più opportune. La nostra legge e l'articolato lo consentono.
Peraltro, ricordiamo che l'articolo, in ogni caso, restringe ai soli territori dotati di impianti attivi di risalita la possibilità di applicare la deroga, quindi circoscrive molto il campo.
Credo sia stato importante inserire il divieto assoluto per le aree protette e le aree di Rete Natura 2000. In questo senso, nella deroga l'aver messo in salvaguardia le attività di eliski già praticate in quelle due o tre località che venivano citate è sicuramente un compromesso.
Ricordiamoci, però, che quell'attività è comunque subordinata alle valutazioni di incidenza ambientale, che sono molto serie e molto severe, e che già in questi anni hanno visto alcune autorizzazioni essere negate (ricordo che tali procedure vengono ripetute annualmente). Io credo che ci sia la giusta tutela per il territorio, la giusta capacità di verifica da parte delle nostre strutture, che sono molto attente in questo senso.
Concludo il mio intervento esprimendo soddisfazione per il risultato a cui siamo arrivati, auspicando che l'esempio del Piemonte su questo tema possa essere di monito e di attenzione per il livello nazionale, perch sarebbe certamente utile una regolamentazione unica su tutto l'arco alpino e su tutto il nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Saluto con favore questo testo di legge che è approdato in Consiglio regionale. Credo sia il secondo o il terzo caso in cui le Commissioni hanno lavorato, in modo intenso e proficuo, per portale in Aula un testo unificato su cui emerge una larga maggioranza e un largo consenso.
Ricordo il caso del testo sulle ludopatie e quello sulle attività estrattive, che hanno visto un lungo percorso di analisi e di approfondimento in Commissione e che poi sono giunti in Consiglio regionale come testo unificato condiviso da molti.
E' un testo molto importante, perché pone al centro della sua attenzione lo sviluppo della montagna, da un lato, e lo sviluppo dell'industria turistica, che è sempre più uno degli aspetti centrali per lo sviluppo della Regione, dall'altro.
Rispetto a ciò, questo disegno di legge si colloca in un percorso di interventi legislativi che sul turismo sono stati avviati e che proseguiranno nei prossimi mesi. Penso al riordino delle ATL e al testo unico sul turismo approvato a luglio da quest'Aula, che ha introdotto anche la DMO, quindi l'Azienda regionale turistica, portando numerose novità.
Questo è un secondo testo di legge che, insieme allo sviluppo della montagna, introduce importanti novità in campo turistico; e lo fa in modo equilibrato tra sviluppo turistico e della montagna e tutela dell'ambiente e dei nostri territori.
Si tratta quindi di un testo importante che contiene molti aspetti al suo interno. Focalizzo l'attenzione su due novità che sono introdotte da questo testo di legge, che sono lo sviluppo di tutto ciò che costituisce il turismo green nelle nostre valli, già citato prima. In questo testo di legge, all'articolo 28 sono introdotte numerose novità per quel che riguarda le attività estive che già prima, con la precedente legge, erano possibili, ma limitatamente alle discese in mountain bike sui nostri territori montani. Oggi le si estende a pratiche ludico-sportive di vario tipo e quindi, ampliandole, si spera che questa legge possa dare un input importante allo sviluppo di tutta la seconda parte dell'economia montana che è il green, andando quindi sempre più nella direzione di avere una montagna white and green che possa permettere ai territori di vivere e di svilupparsi al meglio.
Il secondo aspetto che secondo me è una novità importante da citare è l'introduzione, dal punto di vista urbanistico, della possibilità di riqualificare i fabbricati in abbandono sulle nostre aree sciabili, perch in molti casi sono stati fatti degli investimenti e sono stati spostati degli impianti e quindi magari delle stazioni di arrivo di alcuni impianti sono state dimesse e lasciate poi deperire. Con l'introduzione di questa norma noi potremo riqualificarli o anche ricollocarli nei territori delle aree sciabili e di sviluppo montano, così come sono definiti dalla legge regionale, e quindi saneremo delle ferite sulle nostre montagne ricollocando questi manufatti al servizio dello sci e del turismo della neve. Ovviamente questi non potranno essere riqualificati, ricollocati o ricostruiti come attività residenziali.
Ecco, questi sono i due aspetti che, ovviamente insieme all'eliski di cui hanno giù parlato i colleghi Bertola e Accossato, sono gli aspetti centrali di questa legge: una legge che diventa un caposaldo nello sviluppo dei nostri territori, della nostra montagna e della nostra Regione e che quindi persegue la volontà e l'indirizzo politico dell'Amministrazione e di questo Consiglio regionale di mettere in atto tutti quegli interventi normativi finalizzati a favorire, migliorare e sviluppare tutte le attività economiche sul nostro territorio per creare quanto più possibile lavoro e ricchezza in Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Relativamente a questa proposta di legge e a questo testo condiviso vorrei solo manifestare le nostre attività - e specialmente quelle portate avanti da me stesso - sulla parte urbanistica del provvedimento, che nei principi accomunava le forze politiche nel cercare di dare una svolta alla programmazione nelle aree sciabili, che non dev'essere sottesa ad interventi spot e che vadano a ledere quella che è una vera ricchezza della nostra Regione, che si riverbera poi sull'intero settore economico.
Sono intervenuto nella parte finale dei tavoli di lavoro ed effettivamente la procedura con cui abbiamo affrontato i diversi progetti di legge non è stata del tutto semplice e immediata. Il confronto tra i vari testi e poi la sintesi non erano davvero cosa facile da farsi. Sulla parte urbanistica, come dicevo, ho tentato di dare il mio contributo per specificare meglio quali fossero gli intendimenti di tutte le forze politiche; come ho specificato in precedenza, infatti, l'intento era appunto quello di tutelare maggiormente l'area sciabile dal punto di vista dello sviluppo urbanistico. A volte, però, le volontà comuni si scontrano un po' con la forma della proposta di legge che noi abbiamo tentato di migliorare. Questa proposta di legge dovrà poi essere sperimentata con l'attività dei nostri Uffici e con la proposizione dei nuovi Piani regolatori.
Bene, se noi abbiamo fatto nei giorni scorsi ed oggi un buon lavoro, lo vedremo con l'applicazione di questa legge. E non escludo che tra pochi mesi, o magari tra un anno, si possa e si debba ritornare sul testo per effettuare piccole modifiche ed eliminare elementi che possono dare adito a fraintendimenti su quello che è il vero intento base che ci ha guidato.
Nella fattispecie, noi abbiamo cercato di delineare meglio quale fosse l'intendimento degli articoli sull'urbanistica. In particolare, abbiamo cercato di scindere la parte di definizione delle aree sciabili dalla parte vera e propria sull'urbanistica, istituendo all'interno della legge regionale n. 2 l'articolo 5 bis, dedicato alla redazione dei Piani regolatori nelle aree sciabili. E poi abbiamo dato alcuni piccoli contributi che possono essere minimali, ma che di fatto possono evitare fraintendimenti.
In primo luogo abbiamo cercato di recuperare le definizioni già contenute nella legge n. 56 rispetto agli interventi che possono essere previsti dai Piani regolatori nelle aree sciabili, ricorrendo alla parola "necessari" quando si vanno ad effettuare nuove edificazioni "necessarie" all'esercizio delle attività agricole o sciistiche e, di nuovo, la realizzazione di pubblici esercizi "necessari" alla pratica degli sport montani, invernali o estivi. Questa parola ci sembra la migliore per delineare un concetto base: ci sono interventi che non possono essere realizzati altrove, che sono appunto necessari all'esercizio dell'attività sciistica o agricola, ma non ci sono altri interventi che sono connessi e collegati a quest'attività in maniera molto inferiore e con molta minore incidenza a livello pratico.
Ci siamo poi concentrati sull'ultimo comma, il comma 8, che secondo noi è molto importante, perché prevede il recupero di impianti dismessi e il loro riutilizzo attraverso il trasferimento di cubature. Noi abbiamo cercato di inserire un ulteriore concetto base che ci sembrava molto importante: se noi andiamo a trasferire queste cubature, dobbiamo farlo attraverso una compensazione ambientale e paesaggistica, cioè dobbiamo trasferire un volume, bonificare l'area da cui lo trasferiamo e andare a portarlo in un'area idonea, compromessa, in un'area di completamento dell'abitato esistente.
Da una parte, quindi, togliamo un elemento incompatibile con il paesaggio, incompatibile con la realtà ambientale in cui è sistemato, e lo inseriamo in un posto idoneo o già compromesso. Una compensazione che da una parte è ambientale, dall'altra paesaggistica.
Questi sono gli elementi su cui ci siamo concentrati e ribadisco il fatto che, probabilmente, abbiamo fatto il lavoro migliore su questa parte che si poteva fare in questo momento. Nella sperimentazione della legge e nella redazione dei piani regolatori, vedremo se questa legge è veramente idonea a portare avanti concetti che abbiamo individuato, oppure se ci dovranno essere piccole modifiche per evitare dei fraintendimenti e delle attività che non sono quelle che abbiamo pensato nella redazione della legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell' Istituto "F. Lombardi" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "F. Lombardi" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Organizzazione turistica - Ordinamento sportivo

Esame testo unificato disegno di legge n. 213 e proposte di legge n. 103 e n. 208, inerente a "Revisione della disciplina regionale in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina delle attività di volo in zone di montagna. Modifiche della legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del testo unificato del disegno di legge n. 213 e delle proposte di legge n. 103 e n. 208.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere concludere questa serie di interventi che ho ascoltato con particolare attenzione. Mi permetto di ringraziare i Consiglieri che hanno lavorato nel gruppo che è stato predisposto per arrivare alla conclusione di questo lavoro che non è stato facile portare avanti.
Ci tenevo a sottolineare soltanto alcuni passaggi, senza entrare nel merito di questioni di natura tecnica come è stato fatto precedentemente, e provare a immaginare anche una filosofia di pensiero che ci dovrebbe aiutare a condividere dei percorsi che non tutti hanno nella loro sensibilità politica, ma che al Piemonte possono servire sicuramente.
Mi permetto di ricordare che oggi "l'industria della neve", l'industria del turismo montano della neve, per noi è estremamente importante. Forse in tutti questi anni, non abbiamo saputo sfruttarla nel senso di riuscire a creare un progetto pluriennale che possa portare veramente il Piemonte a essere una delle stelle principali del percorso del turismo alpino e del turismo della neve.
Mi permetto di sottolineare un altro passaggio su cui dovremmo ragionare e cercare di intervenire, successivamente a questo intervento legislativo. In questo momento abbiamo delle Regioni che operano - parlo delle Regioni a Statuto ordinario - subendo una concorrenza scorretta e sleale, rispetto alle dotazioni economico-finanziarie, dalle Regioni a Statuto autonomo. Se facciamo una riflessione rispetto ai nostri vicini di casa e guardiamo quanto è stato investito, ad esempio, sulla nuova Skywai del Monte Bianco, noi non potremmo mai permetterci interventi di questo genere. Parliamo di 100 milioni di euro che la Regione Valle d'Aosta ha messo a disposizione. Possiamo anche vedere cosa è accaduto in Trentino Alto Adige.
Possiamo dire che molto spesso sentiamo le nostre amministrazioni locali e i nostri imprenditori che operano nel turismo della neve piemontese, che chiaramente guardano con un po' di amarezza rispetto a questo. Credo che questo sia anche un argomento che l'Aula deve prendere in considerazione nel futuro.
Oggi abbiamo cercato di intervenire e di dare un segnale forte ai nostri territori non soltanto alle amministrazioni, ma anche alle imprese che operano sul territorio dicendo c'è attenzione, c'è giustamente attenzione al territorio, quindi si cerca di non snaturare quello che è giustamente, il turismo a tutela delle nostre montagne, ma c'è anche la necessità di mettere le nostre montagne nella condizione di concorrere con le altre. Credo che questo sia soltanto un punto di partenza, anzi auspico con la presenza dell'Assessora competente - ma ritengo che sia di interesse sia dell'Assessora De Santis che dell'Assessora Pentenero - che si possa fare un ragionamento per una progettualità di intervento, dal punto di vista economico, significativo su un progetto a lungo termine sul tema del turismo delle montagne e della neve.
Mi permetto di ricordare che oggi l'indotto legato a questo tipo di turismo è molto più impattante rispetto, per fare un esempio fra tutti, a FCA. Se noi andiamo a guardare i numeri, sono molti più alti gli addetti di questo indotto rispetto a quello dell'indotto automobilistico. Credo che questo debba far riflettere una Regione che si chiama Piemonte e non, come qualcuno ha già detto, Piemare.
Ringraziando il lavoro svolto da parte dei Consiglieri regionali credo che si sia sulla buona strada e auspico, così come i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno chiesto, che fra un anno si faccia una valutazione attenta rispetto ai risultati che, ritengo, saranno positivi; che si faccia veramente una riflessione nell'arco dei prossimi 12 mesi per implementare questa nuova attenzione che noi abbiamo posto, come Commissioni consiliari sul tema di un turismo della montagna.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo all'esame dell'articolato.
Ricordo che fino all'articolo 20 non ci sono emendamenti.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2 Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che i Consiglieri Bono e Campo hanno votato a favore.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Procediamo con le votazioni.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto contrario della Consigliera Frediani.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Emendamento rubricato n. 8) presentato da Gallo, Valle e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

E' semplice, nel senso che si tratta di un tema già posto all'interno del gruppo di lavoro in seno alla Commissione.
C'è una serie di piccoli interventi finalizzati alla garanzia della sicurezza nelle aree sciabili, sui quali è necessario individuare una sorta, non tanto di procedura semplificata, perché non si tratta di un'autorizzazione richiesta all'amministrazione comunale, quanto della possibilità di comunicare all'amministrazione comunale che una serie di questi piccoli interventi vengono effettuati.
Questo ci consente anche di avere, per le amministrazioni comunali in termini generali e per l'amministrazione regionale, conoscenza di questi interventi finalizzati alla sicurezza delle piste.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Emendamento rubricato n. 5) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Fradiani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 5) è semplicemente abrogativo dell'articolo 26 del testo in esame, che prevede l'inserimento dell'articolo 28 bis nella legge regionale 2 del 2009.
Ovviamente, abbiamo proposto questo emendamento abrogativo, perch parallelamente vogliamo inserire, con un nostro altro emendamento, il testo della proposta di legge che avevamo presentato sull'eliski all'interno di questo provvedimento complessivo, ovviamente volendo con ciò rappresentare anche in Aula, dopo averlo fatto in Commissione, la nostra posizione sull'argomento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Fradiani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 6) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Fradiani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 7) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Fradiani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come dicevo, abbiamo proposto quell'emendamento abrogativo, perché con l'emendamento 4) intendiamo inserire il testo della nostra proposta di legge n. 157 all'interno di questo provvedimento; questa proposta di legge come dicevo prima, introduce il divieto della pratica dell'eliski su tutto il territorio della Regione Piemonte.
Ovviamente, prendiamo atto dell'esito della discussione in Commissione e anche del testo che è stato portato all'esame dell'Aula. Però, come dicevo prima, vogliamo rappresentare questa nostra posizione anche in Aula.
L'emendamento 6) intende inserire ulteriori vincoli rispetto a quelli previsti dall'articolo 26, nel senso che estendiamo il divieto della pratica dell'eliski in tutte le aree ecologiche della rete regionale di cui al comma 2, dell'articolo 2 della legge regionale 19 del 2009; quindi non soltanto le aree della Rete Natura 2000.
Infine, con l'emendamento n. 7) intendiamo abrogare il comma 9 dell'articolo 28 bis, che viene inserito dall'articolo 26 del testo unificato, che è il comma al quale facevo riferimento prima, un comma che introduce una deroga specifica per un territorio. Una deroga a vincoli molto restrittivi che, giustamente, sono stati inseriti nel testo unificato e che, ripeto, non si capisce perché non debbano valere per tutto il territorio piemontese, ma invece si voglia fare una deroga specifica su un territorio soltanto perché in quella zona si svolge già l'attività. Se un'attività è impattante, se un'attività crea problemi allora la si vieti invece si è voluto introdurre questa deroga sulla quale non siamo per nulla d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Gallo e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 1) presentato da Gallo e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Gallo e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Valle, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Li illustro insieme perché il contenuto è lo stesso.
Andiamo a modificare l'ultima parte dell'articolo 28 bis, in cui si escludeva da una serie di adempimenti alcune tipologie di volo alpino, in particolare quello legato alla gestione tecnica di rifugio, la sicurezza quindi liberandole dall'obbligo di convenzione di individuazione delle piazzole, perché è naturale che sia così.
Lo volevamo modificare nella misura in cui volevamo sottrarre alla necessità di valutazione di incidenza ai voli legati - e non potrebbe che essere così - ovviamente, alla pubblica sicurezza e alla messa in sicurezza della gestione degli impianti. Questo si rende necessario perché si tratta di interventi indifferibili, per i quali comunque la normativa stessa delle aree protette della Rete Natura 2000 esclude questo tipo di verifiche.
Penso sia meglio specificarlo e quindi si chiamano fuori, ovviamente, i voli relativi al 118, carabinieri, forze pubbliche e quegli interventi di messa in sicurezza in caso di valanghe o situazioni del genere da parte del gestore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 26, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione palese sull'articolo 29.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Indìco la votazione palese sull'articolo 35.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 39 Indìco la votazione palese sull'articolo 39.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 Indìco la votazione palese sull'articolo 40.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 41 Indìco la votazione palese sull'articolo 41.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 42 Indìco la votazione palese sull'articolo 42.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 43 Indìco la votazione palese sull'articolo 43.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 44 Indìco la votazione palese sull'articolo 44.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 45 Emendamento rubricato n. 9) presentato da Appiano, Benvenuto, Campo Frediani, Gallo, Grimaldi, Pichetto Fratin, Rostagno, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è stato licenziato in via istruttoria dal Comitato per la qualità della normazione nella seduta di ieri e mira ad estendere la portata della clausola valutativa in particolare al tema del volo in quota proprio per avere dettagliati resoconti o informazioni nel corso delle relazioni periodiche rispetto a questa parte del testo della legge, oltre a tutti gli altri aspetti che già in qualche modo erano ricompresi nella precedente formulazione della clausola valutativa medesima.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 45, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 46 Indìco la votazione palese sull'articolo 46.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 47 Indìco la votazione palese sull'articolo 47.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 48 Indìco la votazione palese sull'articolo 48.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 49 Indìco la votazione palese sull'articolo 49.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 50 Indìco la votazione palese sull'articolo 50.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi

Esame proposta di deliberazione n. 197, inerente a "Approvazione nuovo Statuto del Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 197, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Quella che gentilmente avete accettato di porre all'o.d.g. è la proposta di deliberazione inerente l'approvazione dello Statuto del Consorzio Baraggia. Questo è l'unico Consorzio che ha come finalità la bonifica, quindi ha un riflesso pubblico che altri consorzi irrigui non hanno; ed è anche il motivo per cui questo Consiglio regionale deve approvare lo Statuto.
La modifica, sostanzialmente, che è stata adottata anche in Commissione, lo adegua un po' a tutte le realtà di questo tipo, eliminando il limite dei due mandati - non per il Presidente, dove, invece, è assolutamente mantenuto - per i componenti del Consiglio d'Amministrazione così da porlo in linea con le realtà anche di amministrazioni comunali visto che, naturalmente, sono volontari, che vengono nominati in base alle fasce di superficie che hanno i coltivatori e spesso si fatica a individuare persone disponibili a rinnovare continuamente la presenza nel Consiglio d'Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 197, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordinamento sportivo

Esame proposta di legge n. 157, inerente a "Divieto della pratica di eliski sul territorio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 157, di cui al punto 5) all'o.d.g.
I relatori sono i Consiglieri Valle, Vignale e Bertola. Tale proposta è stata licenziata a maggioranza, con voto negativo, dalla III Commissione.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, il parere della maggioranza su questa proposta di legge è negativo perché contrasta con la regolamentazione che abbiamo approvato adesso modificando la legge 2. Pensiamo che questa sia un'attività che, per quanto impattante, possa avere una sua ragionevolezza e una regolamentazione stringente come quella che abbiamo provato a ipotizzare soprattutto compartimentando gli spazi dove l'attività si pu svolgere, ed è per questo che non possiamo aderire a un'impostazione di divieto tout court, soprattutto se ci confrontiamo con i nostri vicini italiani dalla Val d'Aosta alla Lombardia, che invece hanno fatto scelte anche più permissive delle nostre.
Ne approfitto però, su questo punto come sulla legge in generale, per aderire anch'io all'invito che faceva il collega Mighetti, perché è per la prima volta che seguo dall'inizio alla fine l'iter di un provvedimento così complesso e sento anch'io la responsabilità di volerne misurare poi l'efficacia a distanza di tempo. Effettivamente, molti dei ragionamenti che abbiamo fatto possono averci soddisfatto dal punto di vista teorico, ma poi sarà l'applicazione pratica a dover influenzare la nostra valutazione definitiva.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola, relatore di minoranza.



BERTOLA Giorgio, relatore

Grazie, Presidente.
La discussione su questi provvedimenti in Commissione era iniziata con più di una proposta: c'era un disegno di legge della Giunta, una proposta di legge di iniziativa consiliare (primo firmatario Valle), una proposta di legge del Consigliere Vignale e anche una nostra proposta di legge, la n.
157, che introduce appunto il divieto di eliski su tutto il territorio della regione Piemonte. Questa nostra proposta di legge è ovviamente sparita da quello che poi è diventato il testo unificato, perché in qualche modo non era conciliabile: là si andava (e si è andato) a regolamentare un fenomeno, mentre la nostra proposta di legge era volta a evitarlo totalmente.
Con un grande senso di responsabilità, a nostro avviso, abbiamo deciso di non ostacolare questo provvedimento. Abbiamo deciso di non ostacolare il provvedimento che è stato appena approvato innanzitutto perché riguarda tutti gli sport invernali e introduce anche norme verso le quali siamo favorevoli, e infatti abbiamo votato a favore di diversi articoli. Ma soprattutto abbiamo deciso di non ostacolarlo perché riteniamo che comunque, in un'ottica di riduzione del danno, sia più accettabile una legge che va a regolamentare l'eliski piuttosto che la situazione che avevamo fino a ieri e che abbiamo ancora oggi di una pratica che è totalmente fuori da ogni tipo di regolamentazione. Però - ripetiamo - la nostra posizione rimane per il divieto assoluto.
Qui voglio fare di nuovo un piccolo accenno a tutto quello che è stato detto. "La montagna deve vivere": certo. "Le aree alpine hanno bisogno di turismo": sicuramente. "Non devono essere abbandonate": infatti ci sono aree che poi sono soggette ad abbandono. Sono tutti discorsi completamente condivisibili, però l'attività sportiva e il turismo non devono mai confliggere con le esigenze di tutela dell'ambiente, della fauna e soprattutto delle persone.
Guardate, qualcuno ha detto che noi abbiamo la visione della montagna come di un museo. No, per noi assolutamente non è un museo: per molti aspetti e in molti contesti per noi è più un santuario che un museo. Alla fine dobbiamo anche avere il rispetto di ciò che ci circonda, perché non è altro che il rispetto per noi stessi. Quindi continuiamo a essere contrari a piegare alle logiche di business le esigenze di tutela della natura.
Adesso chiederemo ovviamente che venga messa al voto questa nostra proposta di legge, e io sono convinto che fra qualche mese torneremo a parlare del tema dell'eliski; ne sono fermamente convinto. Mi auguro che il provvedimento che abbiamo approvato alcuni minuti fa abbia un'efficacia alcuni dubbi li ho ancora, e in quel caso saremo i primi a chiedere delle modifiche in senso più restrittivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, passiamo all'esame dell'articolato della proposta di legge n. 157.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio non approva.
Poiché l'articolo 1 è stato respinto, non si può procede alla votazione dei successivi articoli e il provvedimento, di conseguenza, decade.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 209, inerente a "Indizione, ai sensi del titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo), di referendum consultivo per l'istituzione del nuovo comune di Alto Sermenza mediante fusione degli attuali comuni di Rimasco e di Rima San Giuseppe in provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 209, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 209, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 985 presentato da Gancia, Allemano Baricco Batzella, Benvenuto, Bertola, Bono, Caputo, Chiapello, Conticelli, Ferrero Gariglio, Graglia, Grimaldi, Marrone, Molinari, Pichetto Fratin e Sozzani inerente a "Condanna del massacro dei prigionieri politici iraniani del 1988"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 985, di cui al punto 8) all'o.d.g., inerente a "Condanna del massacro dei prigionieri politici iraniani del 1988".
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente; grazie anche a tutti i Consiglieri per l'attenzione che riserveranno alla trattazione di questo ordine del giorno.
E' una pagina oscura e dolorosa della storia dell'umanità il massacro dei prigionieri politici in Iran nel 1988. Ancora oggi, a distanza di quasi trent'anni, è un crimine contro la libertà, contro i diritti fondamentali dell'uomo e della civiltà, eppure è così poco conosciuto. Soprattutto, i responsabili non sono stati ancora puniti e tanto meno condannati da chi ha il dovere politico e morale di farlo.
In una registrazione di allora, da poco resa pubblica, Montazeri, prima disegnato quale successore di Khomeini, in seguito caduto in disgrazia avvertì i politici al potere e disse: "State attenti, perché fra 50 anni quando la gente giudicherà il leader, dirà che era un leader sanguinario brutale e omicida".
Nell'estate del 1988 migliaia di prigionieri politici furono giustiziati, con l'accusa di essere ostili a Dio.
Ora è tempo di agire. Le esecuzioni del 1988 devono essere sottoposte a un'indagine indipendente e imparziale e occorre assicurare alla giustizia i responsabili di questo enorme crimine, con pene adeguate. Questo è essenziale per impedire il ripetersi di crimini efferati come questo e crimini contro l'umanità.
Le istituzioni e l'intera comunità internazionale hanno una responsabilità condivisa, a tal fine.
Chiediamo, dunque, a questo Consiglio di condannare con fermezza il massacro dei prigionieri politici del 1988 in Iran, impegnare il Governo italiano a fare altrettanto ed operarsi per sollecitare l'intervento dell'Alto Commissario dell'ONU per i Diritti Umani, il Consiglio per i Diritti Umani, l'Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per l'attivazione di un'indagine indipendente e imparziale.
Chiediamo, quindi, che il Consiglio regionale impegni il Governo italiano a condannare con fermezza il massacro dei prigionieri politici del 1988 in Iran e - come ho già detto - a sollecitare l'intervento dell'Alto Commissario dell'ONU, per fare in modo che questi crimini conto l'umanità siano puniti.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo Torino II "G. Parini" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V B dell'Istituto Comprensivo Torino II "G. Parini", di Torino, in visita a Palazzo Lascaris ai quali auguro buona permanenza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 985 presentato da Gancia, Allemano, Baricco Batzella, Benvenuto, Bertola, Bono, Caputo, Chiapello, Conticelli, Ferrero Gariglio, Graglia, Grimaldi, Marrone, Molinari, Pichetto Fratin e Sozzani inerente a "Condanna del massacro dei prigionieri politici iraniani del 1988" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 985, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 985, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Servizi postali

Esame mozione n. 980 presentata da Vignale, Berutti, Graglia, Porchietto Ruffino e Sozzani, inerente a "Ulteriori riduzioni dei servizi di consegna della corrispondenza da parte di Poste italiane"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 980, avente ad oggetto "Ulteriori riduzioni dei servizi di consegna della corrispondenza da parte di Poste italiane", presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia Porchietto, Ruffino e Sozzani, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è noto, nell'anno passato Poste Italiane ha proceduto a una riduzione della consegna della posta in molti Comuni del Piemonte. Tale riduzione, che prevede la consegna della posta solo in alcuni giorni della settimana, ha comportato un numero non indifferente di problemi all'interno dei Comuni piemontesi.
In questo Consiglio regionale è stato approvato più di un ordine del giorno su questo tema e sono state presentate, da molti colleghi - anche in modo trasversale - molte interrogazioni .
Noi riteniamo sia il momento di passare dagli aspetti di declamazione d'interesse della sensibilità, relativamente ai Comuni montani, alla parte pratica. Questo, ovviamente, lo dico alla Giunta.
Ricordo che Poste Italiane non è un partner postale privato, ma è un'azienda partecipata dal pubblico ed ha anche prodotto degli utili. Molto spesso ci viene ricordato come la necessità di riduzione dei servizi sia legata alle aziende pubbliche che hanno uno sbilancio e che, dovendo coprire un passivo in termini di bilancio di fine anno, devono ridurre i servizi. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte ad un'azienda che fortunatamente è in salute e, evidentemente, la salute di questa azienda il cui socio principale continua ad essere lo Stato, non può derivare dal taglio dei servizi essenziali, in particolar modo nelle aree più marginali.
Dico questo perché, anche rispetto alla discussione che abbiamo svolto questa mattina, in moltissime occasioni siamo invitati o assistiamo ad iniziative in cui si fa presente che le Alpi, gli Appennini, o come vengono definite le terre alte, non soltanto per il mantenimento delle popolazioni locali o per attirare altre popolazioni all'interno dei loro territori hanno due necessità: la prima, che ci sia possibilità di sviluppo economico; la seconda, che si garantisca un numero di servizi essenziali.
Nessuno parla di servizi pari a quelli delle aree di pianura, come spesso si dice erroneamente in qualunque programma di qualunque forza politica, perché ciò è assolutamente impossibile, però è evidente che, da un punto di vista dei servizi pubblici come il servizio di corrispondenza o da un punto di vista dei servizi sanitari, di trasporto e quant'altro dobbiamo cercare di fare in modo di declinare in attività concrete ciò che troppo spesso declamiamo.
L'ordine del giorno ha un impegno ben preciso: l'attivazione presso il Governo affinché Poste Italiane rispetti le disposizioni normative comunitarie e nazionali.
Ricordo che la Direttiva 2008/06/CE prevede che i servizi postali per i cittadini debbano essere assicurati in modo permanente. Diversamente rischiamo di usare l'Europa quando l'Europa è punitiva e di non usarla quando, invece, dovrebbe garantirci servizi migliori.
Noi chiediamo alla Giunta un impegno concreto, perché la Giunta incontra settimanalmente il Governo o ha i luoghi in cui incontrare il Governo, e crediamo che questo tema debba essere affrontato. Diversamente non ci sono scuse, nel senso che non si può non porre il problema al Governo centrale e poi - invece - quando si incontrano le Amministrazioni locali (questo vale per il Consiglio regionale nella sua completezza ovviamente maggiormente per i Consiglieri di maggioranza) dire: "Ci stiamo impegnando per risolvere questo problema".
No, questo problema si risolve o, meglio, si prova a risolverlo, in un modo molto semplice: intervenendo con fermezza nei confronti del Governo e dello Stato, dicendo che la cassa per gli azionisti non si fa tagliando i servizi nelle realtà montane.
Ricordo che il Piemonte - lo sappiamo tutti, ma lo rammento - non solo è la Regione italiana che ha il maggior numero di paesi in area alpina o appenninica, ma è anche la Regione italiana con il maggior numero di chilometri di Alpi e di Appennino non solo dell'arco alpino italiano, ma di tutto l'arco alpino. Quindi, è assolutamente evidente che un taglio dei servizi all'interno della nostra Regione ha un peso, in termini di riduzione dei servizi, significativamente più importante rispetto ad altre Regioni. Né possiamo, come fanno altre Regioni che venivano ricordate nella discussione precedente, integrare con risorse regionali un servizio aggiuntivo che viene pagato, ad esempio, da Regioni a Statuto Speciale, che evitano questo tipo di corrispondenza a singhiozzo.
Noi ci rivolgiamo alla maggioranza e al Consiglio per l'approvazione di questo ordine del giorno, ma anche alla Giunta. Spiace che l'Assessore Valmaggia non sia presente in Consiglio regionale, perché credo che questo sia uno dei temi che afferisce all'Assessorato alla montagna.
Come l'Assessore Valmaggia sa, anche se non è presente, l'Assessorato alla montagna non si occupa esclusivamente di materie che afferiscono al bilancio regionale. L'Assessorato alla montagna cerca di fare un lavoro complicato, difficile ma virtuoso, che è quello di coniugare politiche differenti, per poi cercare di essere il soggetto politico che tutela le aree alpine. Se si fa solo nei convegni e non si fa nella pratica politica di tutti i giorni serve a niente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quello che ha detto il collega Vignale è totalmente condivisibile. Già oltre un anno fa, quasi due, ci siamo trovati su più tavoli a dialogare con la Direzione delle Poste, cercando di stoppare quello che era un percorso di ridimensionamento e di indebolimento delle strutture a livello locale.
Dopo due anni ci troviamo ancora qui a discutere di questo tema, senza che nessuno abbia più preso in mano la questione e senza che l'Assessore come diceva il collega Vignale, abbia in qualche modo affrontato una problematica che va ben oltre l'aspetto di servizio, perché è vero che è un servizio, ma le Poste sono anche un elemento di presidio. E' vero che le Poste sono state privatizzate e quindi c'è una logica di razionalizzazione però noi non possiamo continuare a concepire questi aspetti.
Se ci sono degli incontri e dei tavoli vuol dire che ci devono essere degli accordi, dei protocolli, delle convergenze e delle azioni reali altrimenti se questo viene fatto solo ed esclusivamente per fare un po' di fumo, ma poi all'atto pratico non porta a nulla, è meglio dirlo.
Come sottolineava il collega, possono anche nascere delle iniziative come quelle delle Poste ed eventualmente dei progetti, che potrebbero essere dei progetti territoriali legati magari a dei servizi che possono essere unificati, che possono vedere le Poste insieme ad altri servizi del territorio. Non dimentichiamo, infatti, che a Torino è diverso, perch probabilmente questa Giunta è molto orientata alla torinocentricità, ma sicuramente nelle zone rurali e in quelle difficili ed impervie si continua ad evidenziare questa debolezza, per non dire altro. Quindi, onestamente forse sarebbe meglio che si cominciasse a pensare, ma soprattutto a provare, cosa vuol dire vivere in quelle zone.
Tolti i servizi essenziali, quindi i trasporti locali, la sanità e indebolimenti di questo tipo, insieme al fatto che le Poste man mano tagliano, è il risultato del percorso che sta portando avanti questa Giunta.
Onestamente, credo che forse è il momento di metterci mano e questa pu essere un'occasione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per aver riportato all'attenzione di quest'Aula questo tema, con alcune precisazioni. Quello che a me dispiace, quindi chiederò poi ai colleghi la possibilità di integrarlo, che tutto il lavoro fatto da questa Regione e dal Vicepresidente Reschigna - con il quale abbiamo girato tutto il Piemonte facendo incontri in tutte le province ed anche in questa sala - non viene menzionato minimamente nelle premesse di questo documento. Mi sembra non utile nemmeno ad un'eventuale condivisione di questo testo. Quindi, chiederei eventualmente, prima di metterlo in votazione, di poterlo integrare, dando riscontro di questo enorme lavoro che è stato fatto non dall'Assessore alla montagna, ma che, per decisione della Giunta, è stato seguito dal Vicepresidente Reschigna. L'accordo che è stato fatto con Poste Italiane è stato un accordo che è stato poi rivendicato anche a livello nazionale.
Aggiungo alcune mie riflessioni. In tutte le assemblee pubbliche con i Sindaci avevamo chiesto loro di riconoscersi anche nella verifica di affidamento di nuovi servizi a Poste Italiane. Devo dire che Poste Italiane ha fatto un blitz a fine anno, al 31 dicembre, e ha chiuso Poste e Tributi che era una branca di Poste Italiane. Molti Comuni avevano affidato direttamente a Poste e Tributi alcuni servizi, uno dei quali era la riscossione coattiva.
Nel Comune in cui sono amministratore e abito avevamo sottratto da tempo questo servizio a Equitalia per affidarlo a Poste e Tributi. Abbiamo poi saputo dagli organi di stampa che Poste e Tributi ha chiuso questa branca di attività, facendo in qualche modo venire meno anche una serie di impegni che si erano assunti con i Sindaci dei piccoli Comuni montani.
Non ritengo giusto che un'azienda che, come giustamente diceva il collega Vignale, vede tra i propri soci il Ministero del Tesoro possa poi pensare di tagliare alcuni servizi e che siano le Regioni a supportare economicamente l'erogazione di questi servizi. Penso che Poste Italiane debba mantenere questi servizi. Per quanto riguarda la consegna a giorni alterni, so che anche a livello dell'amministratore delegato di Poste Italiane c'è un ripensamento su questo servizio.
Anche su questo nell'ultimo comma del documento, che vede come primo firmatario il collega Vignale, sarebbe importante rafforzare il fatto che per quanto riguarda la consegna giornaliera, deve essere almeno salvaguardata la consegna della posta periodica. Dico questo perché in molte realtà non metropolitane ci sono una serie di testate giornalistiche locali ed è ovvio che un dispositivo di non consegna della posta ogni giorno metterebbe non solo in difficoltà i servizi sul territorio, ma anche la stessa sopravvivenza di queste testate locali.
Chiederei al collega Vignale di poter integrare il testo e poterlo condividere, però non dare riscontro del lavoro fatto non mi sembrerebbe nemmeno utile, perché con l'Assessore Reschigna abbiamo organizzato incontri in tutte le realtà provinciali e in questa sala, coinvolgendo tutti i Sindaci della Regione Piemonte.
Quindi, chiederei se fosse possibile integrare e poi votarlo tutti insieme dando riscontro di questo lavoro, ma rafforzando anche il riferimento della consegna dei periodici locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non abbiamo alcun problema a riconoscere che un lavoro è stato fatto.
Devo rilevare che la parte importante, negli atti di indirizzo, come sempre, è quella finale. Ne diamo atto.
Ovviamente, noi abbiamo fatto una serie di considerazioni su quello che era il lavoro che il nostro Gruppo consiliare aveva svolto, avendo noi presentato il documento. Ma non ravvisiamo alcun problema nel riconoscere che vi sono stati degli incontri all'interno della Regione e che vi è stato un impegno. Noi ci auguriamo che tale impegno, però, si trasformi anche in un atto concreto.
Pertanto, se bisogna sospendere un attimo il Consiglio per procedere a...



PRESIDENTE

Non sussistono problemi: teniamo in sospeso il punto, così come abbiamo fatto la volta scorsa, e mentre voi vi confrontate noi procediamo con l'esame del punto successivo.


Argomento: Turismo religioso

Esame ordine del giorno n. 960 presentato da Valle, Appiano, Barazzotto Boeti, Caputo, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria, Ravetti, Rossi e Rostagno, inerente a "Promozione e sostegno della Via Francigena e dei cammini e percorsi storici-devozionali del Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 960, avente ad oggetto "Promozione e sostegno della Via Francigena e dei cammini e percorsi storici-devozionali del Piemonte" presentato da Valle, Appiano, Barazzotto Boeti, Caputo, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria, Ravetti, Rossi e Rostagno, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle per l'illustrazione; ne ha facoltà



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Penso che non rappresenti un mistero per nessuno né l'importanza che sta acquisendo, anche nella nostra Regione, il tema del cosiddetto turismo slow, né l'importanza legata ai percorsi di carattere devozionale. Ci sono esperienze di questo genere molto importanti fuori dall'Italia (mi riferisco, in particolare, alla Spagna), così come ci sono esperienze di successo anche in alcune Regioni italiane (penso, in particolare, alla Toscana).
Il Piemonte ha la fortuna di trovarsi nel crocevia di un importantissimo percorso devozionale, che è quello della Via Francigena che parte da Canterbury (Londra) e arriva fino a Roma, e che attraversa il Piemonte con tre varianti (due interessano la Val di Susa; la terza, quella principale, scende dalla Svizzera per arrivare in Val d'Aosta e poi attraverso il Piemonte, prosegue il suo percorso).
Mi sento di dire, complessivamente, che è un potenziale ancora inespresso, basti pensare che la Toscana, che tra le Regioni italiane è sicuramente quella che ha maggiormente investito su questo aspetto rimettendo a posto la rete sia dal punto di vista della sentieristica che dal punto di vista della segnaletica e dell'accoglienza - con un investimento di circa 15 milioni di euro, ha avuto dal 2012 ad oggi un progressivo raddoppio delle persone che hanno soggiornato e percorso la via lungo il territorio toscano. In realtà mi fermo al 2015, perché i dati del 2016 ancora non ci sono, ma sicuramente saranno ancora più interessanti visto che il 2016, almeno dal punto di vista devozionale è stato un anno particolare.
Che cosa serve, dunque, al Piemonte? La prima cosa è la promozione di una convenzione con tutti i Comuni interessati dal percorso per l'inserimento dei tratti di Via Francigena che interessano ciascun Comune all'interno del Catasto regionale del patrimonio escursionistico. Perché ad oggi questo tipo di relazione viene effettuata da ciascun Comune singolarmente nel rapporto con la Regione. Quindi, ovviamente, tutti i percorsi come questo, che interessano un grandissimo numero di Comuni hanno difficoltà ad aderire. Un esperimento di questo tipo è già stato fatto per i percorsi della GTA, che soffriva della stessa tipologia di problemi.
C'è una questione di promozione di tutte e tre le varianti del percorso: ce n'è una ufficiale, riconosciuta anche dalle associazioni europee, che è quella che citavo prima, che discende dal Nord ed entra in Piemonte dalla parte della Val d'Aosta; poi ci sono due varianti che interessano, invece, la Val di Susa, che, ancorché riconosciute dalla Regione Piemonte e dal Ministero per la Cultura, soffrono ancora di un mancato riconoscimento a livello europeo. Questo, ovviamente, le depotenzia dal punto di vista della capacità di attrarre visitatori, di attrarre turismo e, conseguentemente, di essere inseriti all'interno delle guide che pubblicizzano questo percorso fuori dall'Italia.
Penso, infine, al di là di altri piccoli aspetti che chiediamo con questo ordine del giorno, che la Regione si sia già dotata di uno strumento molto utile e funzionale che ha prodotto bandi e iniziative interessanti nel corso di questi tre anni, che è un Tavolo interassessorile sul tema della mobilità ciclabile. Io penso che analogo strumento andrebbe pensato anche per i percorsi pedonali, non solo di carattere devozionale, che interessano sicuramente la Via Francigena, ma anche molti altri percorsi minori. L'anno che iniziamo potrebbe rappresentare, quindi, un anno di attenzione particolare su questo punto, anche con iniziative dedicate ad una riflessione ad hoc.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sono contenta che dalla maggioranza giunga questa proposta di valorizzazione della Via Francigena, che, come ha ricordato il Presidente Valle, va proprio ad interessare una zona del mio territorio della Val di Susa.
Qualche mese fa - lo ricordo - abbiamo presentato diversi ordini del giorno: tra questi, ve n'era uno che chiedeva di esprimere solidarietà ai pellegrini della Via Francigena. Questo atto di indirizzo all'epoca suscit ilarità e devo ammettere che mi è venuta un po' la tentazione di farlo attrarre da questo che discutiamo oggi; mi ha frenato soltanto la consapevolezza che sarebbe stato visto come gesto provocatorio.
In realtà, è mio interesse portare all'attenzione di quest'Aula un fatto, quindi colgo l'occasione della discussione di questo atto di indirizzo, che è sicuramente condivisibile, per evidenziare questo aspetto.
Il tracciato della Via Francigena in Val di Susa è stato interrotto dal cantiere TAV. Un pellegrino che percorre il tratto che va da Exilles a Chiomonte si trova, ad un certo punto, a sbattere il naso contro le reti del cantiere militarizzato.
Il sito turismotorino.org, che è uno dei siti che riporta i tracciati probabilmente non è aggiornato. Un pellegrino che volesse avventurarsi su questo tracciato e volesse cercare informazioni consultando quel sito per capire quale sia il percorso e l'itinerario corretto, in riferimento al tratto compreso tra Exilles e Chiomonte troverebbe, in particolare, queste informazioni: "Seguono un tratto pianeggiante e, in discesa, un suggestivo attraversamento dei terrazzamenti dei vigneti di Avanà, vino autoctono recentemente riscoperto e valorizzato: oggi questo tratto si caratterizza per l'ardita coesistenza tra una civiltà quasi scomparsa e gli aerei viadotti della moderna autostrada del Frejus". Siamo andati oltre: adesso oltre alla moderna autostrada del Frejus, abbiamo anche un immenso cantiere che ha devastato i vigneti! Dunque, ben venga questa attenzione da parte della maggioranza rispetto a questa ricchezza del nostro territorio: la condividiamo e probabilmente voteremo favorevolmente questo ordine del giorno, ma la domanda che nasce spontanea è la seguente: dov'eravate quando si andava a devastare quest'area e quando si interrompeva questo percorso che oggi chiedete di valorizzare? Dov'eravate in quel momento? Perché va bene presentare degli atti di indirizzo all'attenzione del Consiglio, prendere posizione difendere la cultura e cercare di fare rete. Ma, alla fine, i cittadini andranno a giudicare il nostro operato sugli atti concreti! Finora gli unici atti concreti che si sono visti in Valle, rispetto a questo patrimonio, che è per l'appunto la Via Francigena, sono soltanto la devastazione e l'interruzione di un percorso che i pellegrini un tempo percorrevano in mezzo a delle meraviglie che oggi non ci sono più.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessora Parigi; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente Siamo molto felici di questo ordine del giorno che, tra l'altro riprende una delle linee di intervento dell'assessorato e, in particolare della DMO Piemonte.
Credo che, a breve, dovrebbe passare una delibera che istituisce un tavolo interassessorile proprio sui cammini, così come abbiamo già fatto sulla ciclabilità, quindi la costruzione di una rete di interesse regionale e l'affiancamento della rete regionale con investimenti per la promozione turistica dei cammini.
Abbiamo un'unica cosa da eccepire: dedicare il 2017 all'anno dei cammini. Siccome noi, sempre di più la DMO Piemonte, lavora in accordo e in collaborazione con ENIT, l'anno dei cammini è stato il 2016, quest'anno noi avremmo l'anno dei borghi. Proprio perché concentreremo i nostri sforzi promozionali a supporto di questo anno dedicato ai borghi, credo che creerebbe confusione avere anche l'anno dei cammini. Mi sembrerebbe come se noi arrivassimo in ritardo rispetto all'anno scorso.



PRESIDENTE

Consigliere Valle, dopo la votazione venga a controfirmare la modifica richiesta dall'Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 960, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Servizi postali

Esame mozione n. 980 presentato da Vignale, Berutti, Graglia, Porchietto Ruffino e Sozzani, inerente a "Ulteriori riduzioni dei servizi di consegna della corrispondenza da parte di Poste italiane" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo l'esame della mozione n. 980, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione delle modifiche da apportare al testo della mozione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dopo il primo paragrafo, dopo la parte della premessa, si aggiunge un secondo paragrafo: "Sottolineato che l'amministrazione e il Consiglio regionale hanno effettuato incontri in tutte le Province piemontesi con i Sindaci dei Comuni montani al fine di scongiurare il taglio dei servizi previsti nel piano di razionalizzazione di poste italiane".
Nel paragrafo successivo, quello di "appreso", si aggiunge una seconda parte: "Appreso che Poste italiane ha inteso chiudere il ramo di impresa poste e tributi vanificando parte del lavoro portato avanti con le amministrazioni locali nell'affidare servizi al fine di garantire la presenza di servizi e sportelli sul territorio montano".
In seguito, faremmo un'aggiunta alla parte relativa all'impegno. Dopo le ultime parole "in particolare quelli montani", aggiungeremmo "con particolare riferimento alla stampa periodica molto presente nella nostra regione, la cui distribuzione a giorni alterni ne minerebbe l'esistenza".
In ultimo, bisogna modificare perché vi è un errore dettato dal fatto che, probabilmente, abbiamo presentato la mozione prima che arrivasse la risposta. Nella nostra mozione, nel "considerato", al penultimo capoverso si dice "che con ulteriore interrogazione n. 1218 on è stata fornita risposta e non si conoscono gli esiti del confronto". Essendo invece stata fornita risposta e conoscendo gli esiti del confronto successivamente alla presentazione della mozione, cancelleremmo questa parte perché non corrisponde più a verità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 980, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Mozione n. 978 presentata da Marrone, Benvenuto, Gancia, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani e Vignale, inerente a "Vendita Case ATC a profughi italiani: la Regione ascolti l'Associazione esuli" (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, mi è stato chiesto dai firmatari della mozione n. 978, di cui al punto 11) all'o.d.g., di posticiparne l'esame come primo punto nella seduta pomeridiana.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 626 presentato da Appiano, Baricco, Boeti Ferrentino, Ravetti e Grimaldi, inerente a "Presa in carico da parte del Servizio Sanitario Nazionale delle attività di psicologia penitenziaria e sviluppo della psicologia penitenziaria in Piemonte "


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 626, avente ad oggetto "Presa in carico da parte del Servizio Sanitario Nazionale delle attività di psicologia penitenziaria e sviluppo della psicologia penitenziaria in Piemonte" presentato da Appiano, Baricco, Boeti, Ferrentino, Ravetti e Grimaldi, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano per l'illustrazione; ne ha facoltà



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Si tratta di un ordine del giorno un po' datato, depositato a marzo 2016, frutto di un lavoro condiviso con gli operatori, quindi con il Consiglio dell'Ordine degli Psicologi, in particolare con i referenti all'interno del Consiglio che si occupano di psicologia penitenziaria.
Un'attività fondamentale all'interno di quel processo riabilitativo che cerca di dare piena attuazione ad un principio cardine della nostra Costituzione, contenuto all'articolo 27.
Qual è il tema e qual è il problema? La figura dello psicologo penitenziario, al pari di altri esperti che operano nel settore, trova inquadramento in una legge non troppo datata (del 1975, ma dal punto di vista legislativa è, in parte, datata), che è la norma sull'ordinamento penitenziario, dove si prevede che, per lo svolgimento delle attività di osservazione e trattamento, l'amministrazione penitenziaria può avvalersi di professionisti esperti in psicologia, servizio sociale, pedagogia psichiatria e criminologia clinica corrispondendo loro onorari proporzionati alle singole prestazioni effettuate.
In una delle carceri del nostro territorio regionale, cioè il carcere Lorusso e Cutugno di Torino, è attivo un servizio di accoglienza che va attivato entro 48 ore dall'ingresso, che consolida ancora di più questo tipo di attività. Si tratta di un servizio finalizzato a tutelare l'incolumità fisica e psicologica delle persone, a intercettare i segni del disagio per la privazione della libertà e i rischi di condotta autolesivi.
A buon conto, si tratta di interventi di promozione del tema della salute della popolazione carceraria.
Nel 2008, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° aprile, in attuazione di una norma della finanziaria 2008, è stato disciplinato il trasferimento al Sistema Sanitario Nazionale di funzioni sanitarie, rapporti di lavoro, risorse finanziarie, attrezzature, beni strumentali in tema di sanità penitenziaria che, fino a quel momento, erano in capo, funzionalmente, al Ministero di Grazia e Giustizia.
Tale decreto, nell'ambito oggetto di questo ordine del giorno, non ha avuto attuazione in quanto gli esperti, ai sensi dell'articolo 80 della legge del 1975, continuano ad essere esperti in capo al Ministero di Grazia e Giustizia, quindi continuano a vivere una condizione di stabile precarietà - scusate il gioco dei termini - con una particolarità in più.
Nel corso del tempo si è venuta a perdere, con una serie di decisioni, una professionalità che si era acquisita in capo a questi esperti, con il rinnovo delle graduatorie e con nuovi elenchi, che in alcuni casi hanno visto perdersi professionalità conclamate.
Nel 2013 è stata posta all'attenzione del TAR del Lazio una vicenda inerente a questi elenchi di esperti di psicologia penitenziaria e nonostante una pronuncia del TAR del Lazio favorevole nel senso di garantire continuità di intervento delle medesime figure professionali, a oggi si continua a procedere con nuove modalità di selezione degli esperti sempre ai sensi dell'articolo 80, con i problemi di azzeramento degli elenchi precedenti.
Nel campo della giustizia minorile, la situazione è ancora peggiore, in quanto, in quel caso, via via sono venuti meno gli esperti ministeriali sostituiti da interventi di sparuti psicologici dell'azienda Sanitaria Locale competente per territorio, in numero di ore assolutamente inidoneo per una piena attuazione del diritto alla salute.
Il tema è all'ordine del giorno di una serie di relazioni raccontate ed illustrate anche in quest'Aula. Nella mozione facevo riferimento alla relazione del Garante regionale dei diritti per i detenuti del 2015, perch in allora era l'ultima relazione disponibile, ma è stata ripresa anche nella relazione dell'anno successivo, ove si legge che la situazione della salute in carcere è uno dei principali problemi denunciati e che la sicurezza sanitaria percepita dai reclusi appare oggi, con il passaggio della responsabilità del Servizio Sanitario Nazionale, persino diminuita.
Una delle principali ragioni di tale percezione risiede anche nella gestione, non troppo efficiente, dei servizi di psicologia penitenziaria che risentono della mancanza di spazi idonei, della cattiva gestione dei tempi di lavoro, di un monte ore mensile individuale non commisurato alla domanda elevata della popolazione carceraria, oltre che della già menzionata precarietà di impiego in cui vivono gli operatori di settore.
Per dare solo un dato, mutuato proprio attraverso l'analisi in Consiglio dell'Ordine, ad oggi vanno dai 100 ai 150 i detenuti a carico di uno psicologo convenzionato, con una media di intervento, a detenuto nell'ordine di una quindicina di minuti al mese quando va bene. Le condizioni sono precarie, con spazi non dedicati e quindi non idonei sia per il professionista sia per il detenuto medesimo.
Insomma, coloro i quali oggi sono esperti, ex articolo 80 di quella legge del 1975, potrebbero, in una delle prospettive di lavoro, vedersi riconoscere piena natura sanitaria delle prestazioni, immaginando un percorso simile a quello dei medici convenzionati in altre branche della sanità.
Di recente - recente rispetto a quanto è stato depositato l'atto di indirizzo - è stato approvato, in sede nazionale, un accordo di linee guida in materia di modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria degli istituti penitenziari per adulti, con implementazione delle reti sanitarie regionali sanitarie, recepito dalla nostra Regione nel giugno 2015, in cui si prevede che le Aziende sanitarie elaborino, con le direzioni penitenziarie, dei protocolli operativi volti a definire le modalità di collaborazione tra gli operatori sanitari e gli operatori penitenziari, per l'individuazione precoce del disagio dei detenuti e la riduzioni del rischio di suicidio o di autolesionismo in ambiente penitenziario e per assicurare, soprattutto, la continuità della presa in carico del detenuto.
Detto accordo all'articolo 6 prevede che le Aziende sanitarie siano titolari della gestione di tutte le attività dedicate alla tutela della salute della popolazione detenuta e dei bambini al seguito di madri detenute, laddove presenti, e dispone, in tal senso, che la propria organizzazione sia oggetto di un'attività di valutazione e miglioramento della qualità a cadenza almeno annuale.
Mi preme sottolineare che all'articolo 8, nella norma finanziaria (ma ripeto, è un atto recepito dalla nostra Regione con apposita deliberazione) si precisa che, a decorrere dall'esercizio finanziario 2016, i criteri di riparto delle risorse finanziarie assegnate alle Regioni e alle Province Autonome per la sanità penitenziaria terranno conto dell'attuazione del presente accordo.
Quindi, poiché l'accordo mira ad estendere i servizi, anche il riparto delle risorse dovrebbe, di conseguenza, seguire questo indirizzo.
Date tutte queste premesse, l'oggetto specifico dell'impegno alla Giunta regionale è di attivarsi certamente presso il Governo e gli organi ministeriali affinché venga riconosciuta piena natura sanitaria alle prestazioni di psicologia penitenziaria; ad assicurare adeguate risorse umane, opportunamente formate nel settore della psicologia penitenziaria in modo tale da commisurare l'offerta alla richiesta effettiva di servizio infine, a promuovere la formazione permanente di tali operatori, al fine di svilupparne professionalità e competenze, consone a questi delicati compiti loro affidati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Appiano per aver portato qui in Consiglio questa delicata materia.
Come sapete, il nostro Gruppo è impegnato da anni nel difficile lavoro di monitoraggio dello stato dei detenuti e dei lavoratori, ma anche dei volontari e delle carceri stesse italiane.
Non è ovviamente sfuggito ai più quello che stiamo facendo da settimane: stiamo visitando per l'ennesima volta le carceri piemontesi e devo dire che la vicenda delle attività di psicologia penitenziaria nelle carceri è quanto di più disomogeneo abbiamo trovato in questo momento. Lo dico perché ci hanno impressionato i numeri del rapporto fra psicologici e numero di detenuti. Non è una notizia nuova quella che, per esempio, nel carcere di Ivrea, un piccolo carcere piemontese, su 244 detenuti, di fatto l'apporto psicologico è poco più di 24 al mese e quello psichiatrico è di due ore a settimana.
A fronte di questi numeri, quanti sono i detenuti, nel carcere di Ivrea, che fanno uso di sostanze psicoattive, di psicofarmaci? 240 su 244.
Questo è uno di quei casi estremi. L'Italia si è scandalizzata per il numero generale che supera il 50 per cento, mentre in un piccolo carcere piemontese il numero arriva a più del 90 per cento.
Immaginatevi le condizioni, anche psicologiche, di quello psichiatra che passa due ore a settimana in quel carcere e le condizioni di lavoro dello psicologo che fa 24 ore al mese.
Intanto c'è un tema, che forse dovremmo analizzare - e che forse l'ASL competente dovrebbe iniziare ad analizzare - relativo alla possibilità - lo dico con le pinze - di una sudditanza psicologica di questa situazione perché sarà mica possibile che questa vicenda possa essere solo affrontata con gli psicofarmaci? 240 su 244? Mi chiedo qual è stato il problema dei quattro che non hanno chiesto nulla, se erano allergici, perché c'è anche il rischio che alcuni di quei medicinali non siano esattamente - lo dico sempre con le pinze - utilizzati per loro stessi, ma magari, visto che è già successo in tanti carceri italiani, che siano oggetto di scambio con altri detenuti; ma saranno le autorità competenti a verificare se ci succede veramente.
Tuttavia, nonostante casi limite come quelli, ce ne sono altri in cui noi siamo considerati l'eccellenza italiana: penso al carcere Lorusso e Cutugno, che abbiamo visitato proprio ieri. E' vero che il Sestante è uno pochi tentativi di avere una vera sezione psichiatrica dentro un carcere italiano - lo dico sommessamente agli Assessori competenti, al Garante che ce l'ha ricordato da poco e a tutte le autorità che in materia dovrebbero esprimersi, di sicuro il Ministero di Grazia e Giustizia - ma noi possiamo ancora pensare che, al giorno d'oggi, nelle nostre carceri ci siano bagni a cielo aperto? Possiamo veramente pensarlo? Ma non perché ce lo dice l'Europa! Tra l'altro, siamo già stati sanzionati per quella vicenda.
Ma perché non si possono rimuovere? Perché questo tipo di intervento prevedrebbe anche la messa in sicurezza di tutta quell'area. E perché non si può fare? Perché quell'intero padiglione A, come dice il Direttore, è marcio! Non so se avete capito. Il Direttore di un nostro carcere dice che uno dei padiglioni è marcio! E sapete perché è marcio? Perché è stato costruito negli anni d'oro delle carceri italiane; è marcio perché ci sono le cascate, dai cavedi ci sono le cascate, pure in una giornata normale come quella di ieri. E' marcio perché è pieno di muffa, acqua e infiltrazioni! Ecco, per quanto sia giusto ciò che dice questa mozione, il problema è che fa anche parte di un contesto in cui anche quando i nostri medici fanno il loro dovere, anche quando le ASL svolgono il loro compito e forse possiamo dircelo - la direzione carceraria fa tutto quello che si può, poi c'è un piccolo problema, per cui se non interveniamo sulle condizioni igieniche di quei posti, la situazione è questa. Quello che ho visto io è il degrado più assoluto: muffa e puzza. Pensate cosa significa stare in un posto che già puzza, che ha già la muffa, che ha già le infiltrazioni, con i bagni a vista! Credo che quella condizione sia intollerabile per quelle persone che ci vivono e che fanno ogni giorno uso di psicofarmaci. Non dimentichiamo che qualcuno vive in quel carcere tutte le ore, persone ed esseri umani; quel posto è indegno sia per chi è costretto a viverci, sia per chi ci lavora sia per chi fa il volontario, sia per le guardie stesse.
Allora, ho utilizzato impropriamente, ma l'ho chiesto al Consigliere Appiano e credo che gli abbia fatto piacere, questo tempo per dire "sì facciamolo, prendiamo in carico questo tema più ampio". L'ha detto anche l'Assessore Saitta qualche giorno fa, ampliamo la discussione! Vogliamo parlare di salute mentale? Facciamolo in tutte le sue parti e facciamo sì che per questa vicenda, che dopo la fine degli OPG conta e rientra nella vicenda più complessiva della revisione, rimanga aperto il dialogo con le carceri piemontesi e con il Ministero, che deve aiutare. Noi faremo tutti gli investimenti diciamo "software", ma se qualcuno non fa gli investimenti "hardware", tante cose buone fatte dalla nostra sanità rischiano di infrangersi davanti all'inedia delle istituzioni nazionali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io ho avuto modo di effettuare delle visite presso alcuni istituti penitenziari; sono stata a novembre a Ivrea, in particolare dopo che ho letto sul sito on line il resoconto di alcuni fatti che si sarebbero verificati, i primi nel mese di ottobre e i successivi, forse quelli più gravi, nella notte tra il 25 e il 26 novembre.
Inizio proprio dal carcere d'Ivrea, il primo che ho visitato quest'anno, perché in passato ho visitato il carcere Lorusso e Cutugno già diverse volte. Ciò che più mi ha colpito del carcere di Ivrea è che parlando con i detenuti, quello che è emerso è che le prime reazioni, che poi sono degenerate in risse o comunque in interventi da parte degli agenti (ovviamente ora al vaglio della Magistratura e su cui non mi esprimo), sono dovute alla mancanza di televisori nelle celle; pare che questo sia stato il motivo per avviare la protesta.
Quel che ho notato visitando il carcere sono le condizioni della struttura, una struttura sicuramente vecchia, che presenta delle carenze dal punto di vista igienico-sanitario, ma anche la mancanza di attività cioè il fatto che i detenuti passino molto del loro tempo all'interno delle loro celle e che, forse proprio per questo motivo, notino ancor di più la mancanza di un televisore.
Dico questo perché, collegandomi all'atto di indirizzo presentato oggi dai colleghi e anche a quello che ha detto poco fa il collega Grimaldi quello che manca in alcuni istituti penitenziari è proprio un progetto quindi una ricerca di un percorso che possa contribuire alla riabilitazione delle persone detenute e anche un modo per cercare di farli sentire ancora persone e cittadini.
Questo è stato particolarmente evidente nel carcere di Ivrea, che infatti è un carcere che più di tutti ha dimostrato grossi limiti ed è balzato più volte all'onore delle cronache. In questi mesi, inoltre, è stato tali problematiche sono state evidenziate nel report successivo alle sue ispezioni dopo i fatti di novembre del Garante regionale e dal Garante nazionale, pubblicato pochi giorni fa.
Domenica mattina sono stata al carcere Lorusso e Cutugno con il Senatore Scibona, perché abbiamo appreso dai social che il Garante regionale, Bruno Mellano, ha evidenziato alcuni problemi, in particolare relativamente al padiglione A, in cui si trovano per l'appunto le strutture sanitarie. Il Garante evidenzia come il padiglione sia soggetto a infiltrazioni d'acqua. Devo dire che lo spettacolo che ci siamo trovati di fronte è un qualcosa assolutamente non degno di un Paese che si voglia definire "civile".
Al di là dell'impatto con la struttura carceraria, che è un qualcosa cui non mi abituerò mai (mi riferisco al fatto di entrare in una struttura e vivere il clima di oppressione e di chiusura che si respira all'interno di questi locali), quello che colpisce è il degrado: il degrado della struttura, il degrado totale, l'abbandono e le condizioni in cui i detenuti sono costretti a vivere. E' vero che sono persone soggette a una pena, per è anche vero che si può e si deve fare molto per cercare di intervenire e rendere le condizioni di detenzione più umane.
Quello che evidenziava il collega Grimaldi ha esattamente trovato riscontro anche nella nostra visita, cioè il fatto che addirittura le pareti delle docce sembrano colorate di verde, ma in realtà sono le muffe sui muri: una cosa che assolutamente mette a rischio non soltanto la salute dei detenuti, ma anche la salute degli operatori che devono entrare in questi locali. E' un qualcosa che mi ha colpito in maniera incredibile, non avevo neanche il coraggio di chiedere se i muri in origine fossero bianchi o se quello fosse il colore effettivo, tanto erano coperti di muffa in modo uniforme! Inoltre, il fatto che non ci sia stato nessun intervento per riparare alcuni guasti, come ad esempio gli ascensori. Infatti in tutta la struttura pare ci sia soltanto un ascensore funzionante, ivi compreso l'ascensore che porta al piano in cui si trovano i macchinari per sottoporsi agli esami clinici. Questo costringe gli operatori a trasportare i pazienti, anche se sono su barella o sedia a rotelle, di peso sollevandoli e portandoli su per le scale; immaginate l'enorme sforzo cui sono sottoposti questi operatori! Molte sono le attività all'interno del carcere, quindi da questo punto di vista sicuramente molto si è fatto, come diceva il collega Grimaldi, il "software" funziona, anche se può ancora migliorare: sicuramente, si possono migliorare le attività, si possono coinvolgere anche soggetti privati, per cercare di mettere a punto ulteriori progetti, però quello che proprio balza all'occhio sono le condizioni generali della struttura.
Sicuramente, è ora di mettere mano al portafoglio, cioè il Ministero deve prendersi le sue responsabilità e deve intervenire subito, in particolar modo laddove è semplicemente necessario stanziare delle somme e materialmente eseguire i lavori. Perché vi assicuro che chiunque di voi entri in quella struttura esce convinto di aver visitato un edificio che si potrebbe collocare nell'Ottocento, non saprei neanche definire con esatte parole la sensazione che si prova. Un mondo veramente al di fuori della realtà e assolutamente indegno di una società civile.
Quindi, ho colto anch'io l'occasione della discussione dell'atto di indirizzo del collega Appiano; tra l'altro credo e spero che al più presto si affronterà questo tema nell'ambito della Commissione Legalità, perché so che è arrivata una richiesta da parte del Garante Mellano per poter affrontare questi temi. Spero pertanto che questa sia una prima occasione ma che, poi, si possa ulteriormente approfondire questo argomento, perch veramente, è una discussione non più rinviabile.



PRESIDENTE

Grazie.
Suggerirei all'Aula - sono le ore 13 e sono ancora iscritti a parlare i colleghi Ravetti e Batzella - di sospendere la discussione e di chiudere qui la seduta. Ci vediamo oggi pomeriggio per la prosecuzione dei lavori.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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