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Dettaglio seduta n.20 del 11/11/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 09.39 con l'esame del punto 1)


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 60 presentata dai Consiglieri Andrissi e Bono, inerente a "Appropriazione e cementificazione indebita adiacente all'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente 'E.C. Cavallini', frazione Solcio di Lesa - Lesa (NO), con vincolo paesaggistico"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 60.
Ricordo che vi sono a disposizione due minuti per l'interrogante e tre minuti per la Giunta.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo di una villa con vincolo monumentale di un'area con vincolo paesaggistico, prospiciente al Lago Maggiore. Si tratta di una struttura che è stata data in donazione all'Istituto agrario "Cavallini" - uno dei migliori Istituti agrari italiani - che potrebbe essere sicuramente molto valorizzata, considerando che l'Expo 2015 ha come tema l'agricoltura.
Purtroppo, però, tale struttura versa in una situazione di degrado riconosciuto anche dalla Soprintendenza per i beni ambientali.
Ci chiediamo se è possibile - da una parte - valorizzare questa struttura, ma - dall'altra - se l'operazione che sta varando l'Amministrazione comunale di Lesa non vada ad aggravare la situazione.
Infatti, il Consiglio comunale di Lesa, in data 10 aprile, con delibera n.
6 avente ad oggetto "Valorizzazione proprietà comunale in frazione Solcio" dichiarava: "Ricordato altresì che il compendio di 'Villa Cavallini' notoriamente di grande pregio storico ed architettonico e paesaggistico versa da anni in uno stato di degrado che ne sta compromettendo la conservazione, la Soprintendenza per i beni architettonici del Piemonte ha recentemente evidenziato la necessità di eseguire almeno gli interventi minimi per preservare la struttura edilizia. Altrettanto evidente è che gli oneri per un intervento di completo restauro dell'edificio richiederebbero un impegno economico non sostenibile con le sole risorse del Comune".
Lo stesso Consiglio comunale di Lesa, contraddicendo quanto test riportato, affermava: "Considerato che l'alienazione dell'area in località 'Somarino', come sopra individuata, con procedura di evidenza pubblica garantisce una maggiore trasparenza dell'azione amministrativa e consente di valorizzare pienamente l'immobile nell'interesse del Comune di Lesa permettendo di disporre delle risorse necessarie per: l'acquisizione, la messa in sicurezza e il restauro dell'immobile 'Castellaccio' e la realizzazione sull'area esterna delle attrezzature a servizio".
In pratica, ciò che noi contestiamo è che si venda parte di questa donazione per andare a restaurare un'area (quella del "Castellaccio") che nulla ha a che fare con quest'area con vincolo paesaggistico. Area del "Castellaccio" che l'Amministrazione comunale di Lesa aveva messo a bando in vendita all'asta, ricavando 100 mila euro e che oggi viene riacquistata dall'Amministrazione comunale a 400 mila euro. Quindi un affare, ma sicuramente non per l'Amministrazione comunale! Come ho detto, il tema dell'Expo 2015 sarà l'agricoltura, pertanto si chiede quale migliore occasione potesse capitare alla Regione per rilanciare quell'Istituto agrario e mostrare al mondo intero le migliori tecniche di coltivazione sperimentate nell'istituto stesso.
Si interrogano la Giunta e l'Assessore per sapere quali azioni intenda portare avanti la Regione per evitare la cementificazione di un'area di pregio con vincolo paesaggistico prospiciente al Lago Maggiore e per valorizzare un Istituto professionale agrario, considerato uno dei migliori a livello nazionale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
In effetti, il Comune di Lesa, con la delibera dell'aprile 2014, ha deciso di alienare quel terreno, evidenziando però che la trasformazione in area edificabile a fini residenziali deve passare attraverso una variante al Piano regolatore comunale.
A questa deliberazione è seguita un'impugnativa davanti al TAR da parte dell'associazione "Vivi Cavallini", che ha richiesto l'annullamento della delibera stessa. Il TAR, nel settembre 2014 (quindi pochi mesi fa), ha respinto la richiesta di sospensiva ritenendo che dalla delibera non discenda alcun pregiudizio grave ed immediato per gli interessi indirettamente azionati dall'associazione ricorrente.
In merito alla conclusione contenuta nell'interrogazione, si evidenzia che gli Uffici regionali, nella valutazione degli strumenti urbanistici che vengono proposti dagli Enti locali, non sono tenuti a conoscere i nominativi dei proprietari e gli eventuali passaggi di proprietà. E' dato certo, comunque, che la destinazione dell'ambito di "Castellaccio" è a spazi pubblici, ad oggi, così come è contenuto nel Piano regolatore vigente e, quindi, qualsiasi modifica presuppone una variante urbanistica che ad oggi, per quanto di conoscenza degli Uffici regionali, non risulta adottata. Pertanto, c'è questo passaggio preliminare della variante urbanistica.
In merito alla domanda relativa a quali azioni intenda intraprendere la Regione per evitare la trasformazione di un'area con vincolo paesaggistico si informa che il vincolo di tutela paesaggistica vigente sull'area Somarino, è stato inserito - quindi esiste - e si sta procedendo, per quanto riguarda il Piano paesaggistico regionale, alla definizione di specifiche discipline d'uso per gli immobili e le aree dichiarati di notevole interesse pubblico.
Per ciascuna "dichiarazione di notevole interesse pubblico" è stata predisposta un'apposita scheda compilata sulla base del modello condiviso con il Ministero e validata dal Comitato Tecnico istituito. Per quanto riguarda la "dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona sita nell'ambito del Comune di Lesa", si evidenzia che la relativa scheda contiene specifiche prescrizioni che inibiscono la trasformazione delle residue aree agricole e prative presenti sul lungolago di Lesa, tra le quali rientra proprio quella oggetto dell'interrogazione, al fine di conservarne l'integrità e il valore paesaggistico.
Fatto salvo quanto sopra, ad oggi, per quanto attiene alla trasformazione dell'area sottoposta a tutela paesaggistica, si evidenzia che, per le opere ricadenti in tali ambiti, deve essere acquisita preventivamente l'autorizzazione paesaggistica, da rilasciarsi secondo le procedure previste dalla normativa vigente.
Per quanto attiene all'applicazione delle procedure d'alienazione dei beni di proprietà comunale, sarà cura degli Uffici regionali segnalare al Comune di Lesa la necessità dell'applicazione di questa norma (l'articolo 16 bis della legge n. 56/77, specificatamente introdotto con la legge n.
3/2013), per le corrette procedure di varianti necessarie per le alienazioni del patrimonio comunale.
In sintesi, devono ancora predisporre la variante e, prima di questa devono ancora affrontare il tema del vincolo di tutela paesaggistica.
Pertanto, saremo attenti a far sì che quest'area, che paesaggisticamente deve essere tutelata, rimanga tale. Grazie.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 74 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Variante strutturale al PRGC di Asti denominata 'Crossodromo' di località Valmanera"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione indifferibile e urgente n. 74, presentata dal Consigliere Bertola, la parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Riassumerò per sommi capi, perché - ovviamente - in due minuti è impossibile descrivere tutta l'interrogazione.
Stiamo parlando di una variante strutturale denominata "Crossodromo" in località Valmanera. Consiste nella variazione della classificazione di un'area agricola soggetta a vincolo di tutela paesistica, in area a prevalente destinazione sportiva e per l'impiego del tempo libero, e quindi, nel rimuovere il vincolo di tutela paesistica.
La variante prevede la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e di due aree adiacenti, destinate al parcheggio pubblico. Va detto che questo "Crossodromo" parte come pista abusiva all'inizio degli anni '70. Poi, negli anni, c'è tutta una serie di atti successivi come ricorsi al TAR, edificazione di ulteriori fabbricati abusivi, ecc.
E' bene riassumere le motivazioni per cui abbiamo presentato questa interrogazione. Stiamo parlando di un'area soggetta a numerosi vincoli: il 10% dell'area ricade nel vincolo ambientale del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; il 50% dell'area è all'interno del Galassino denominato "Boschi di Valmanera", istituito con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 1° agosto 1985, in attuazione del "decreto Galasso".
Il 100% dell'area si trova all'interno del Sito di Importanza Comunitaria, denominato "Valmanera"; il 100% del territorio, oggetto di questa variante, rientra nell'ambito di pertinenza delle aree di ricarica degli acquiferi profondi. A meno di un chilometro da quest'area, si trova un'oasi del WWF dell'estensione di dieci ettari circa, con il Centro di Educazione Ambientale di Villa Paolina.
Si individuano diversi tipi di interferenza con il contesto ambientale dovute alla variante del Piano regolatore, sintetizzabili in perdita di suolo, inquinamento e produzione di rifiuti.
Per questi motivi, chiediamo come la Regione intenderà esprimersi in merito alla nuova variante strutturale proposta dal Comune di Asti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
Rispetto all'interrogazione precedente, in questo caso l'iter è più avanti. E' una storia molto più lunga. Siamo nella fase in cui il Comune ha già adottato e ha già fatto partire l'iter urbanistico, quindi c'è una variante in corso.
La Regione Piemonte ha adottato due livelli di intervento: uno più strettamente urbanistico, e una serie di osservazioni che sono state fatte dagli Uffici regionali all'urbanistica in seguito alla comunicazione del gennaio 2011 fatta dal Comune. Quindi tutta una serie di vincoli legati al fatto che l'impianto non dovrà eccedere le dimensioni esistenti data la pubblicazione del Decreto Ministeriale del Galassino dei Boschi di Valmanera. Vi è poi l'alto profilo paesaggistico che riveste complessivamente l'ambito territoriale dei boschi di Valmanera, per cui vanno previste le opere ambientali geotecniche di stabilizzazione architettura del paesaggio, in particolare interventi di bonifica ambientale. Inoltre, vi è tutta una serie di prescrizioni da un punto di vista urbanistico. Questo è il primo ambito.
Il secondo ambito è quello di tipo ambientale. L'organo tecnico regionale per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nell'ambito della fase di specificazione, individua tutta una serie di prescrizioni che il rapporto ambientale dovrà fornire. Dovrà fornire le tavole rappresentative dell'intero territorio comunale con la rappresentazione di tutte le varianti presenti che, complessivamente, condizionano le trasformazioni dell'utilizzo del suolo, e dovrà essere corredato da un programma di monitoraggio e da una sintesi non tecnica del rapporto ambientale. Si fa anche presente - ho dimenticato di dirlo prima - che sulla variante impostata dall'amministrazione, c'è stata un'osservazione da parte del WWF alla quale si dovrà contro-dedurre. L'organo tecnico regionale individua una serie di passaggi di verifica, perché il rapporto ambientale dovrà fornire gli strumenti conoscitivi finalizzati a proporre efficaci misure di mitigazione. L'organo regionale per la VAS ha inoltre ricordato che la variante dovrà essere integrata con lo studio di valutazione di incidenza in conseguenza della presenza del sito di importanza comunitaria.
In sintesi, ci sono questi due passaggi: la Regione vigilerà e sarà comunque chiamata, ai sensi del procedimento di legge per l'approvazione della variante, ad esprimere ulteriori e successive valutazioni specifiche in presenza delle necessarie e puntuali indicazioni progettuali che il Comune dovrà fornire in sede di progetto preliminare. In sostanza metteremo in campo tutte le attenzioni del caso da un punto di vista urbanistico e ambientale, sapendo che l'iter è già avviato e che siamo in attesa delle indicazioni progettuali nel progetto preliminare che il Comune dovrà fornire.
Grazie.


Argomento:

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 98 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Recupero sito archeologico Cesana Pariol"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 98.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Nel 2003 a Cesana, durante i lavori per costruire la pista da bob e l'annesso parcheggio, sono venuti alla luce i resti di un villaggio probabilmente databile tra il III e l'VIII secolo dopo Cristo. Sono state trovate delle capanne e delle tombe, ma andando contro il parere degli archeologi si è deciso di sommergere tutto con la sabbia e costruire ugualmente il parcheggio.
Ci chiediamo, a questo punto, considerando che la pista da bob dopo gli eventi olimpici non è più stata utilizzata - infatti da allora è stata utilizzata soltanto una decina di occasioni - e che lo stesso Comune di Cesana ha deliberato la sua chiusura (l'impianto è stato svuotato dell'ammoniaca, quindi si prevede di non riutilizzarlo mai più), quale sarà il destino di questo sito. I soci privati di Parco Olimpico hanno deciso di non supportare più i costi di gestione dell'impianto stesso.
Tra l'altro, negli ultimi mesi, la cronaca ci ha restituito notizia di furti avvenuti all'interno del sito - furti di rame, in particolare - a testimonianza del degrado complessivo della struttura.
Ci chiediamo, intanto, come verranno utilizzati i fondi del cosiddetto tesoretto olimpico in riferimento alla pista da bob stessa, quindi come si prevede di recuperare il sito, visto che è stato anche deturpato tutto l'ambiente, come è avvenuto anche nel caso del trampolino di Pragelato.
Oltre a questo, ci chiediamo quale sia il destino di questo villaggio che è stato sommerso per fare spazio ad un parcheggio che, a questo punto si rileva chiaramente inutile, quindi se sia ipotizzabile un recupero di questo sito archeologico per restituirlo alla cittadinanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

In riferimento ai punti dell'interrogazione, risponderò per ordine.
Punto primo. Se esistono vincoli di destinazione per i finanziamenti previsti dal tesoretto olimpico. La legge fa riferimento all'allegato 1 della legge n. 285 del 2000, da cui discende un perimetro di applicazione nel quale è ricompresso l'impianto del bob slittino e skeleton di Cesana torinese.
Punto secondo. Quali siano, attualmente, le proposte di utilizzo dei fondi relativamente al Comune di Cesana. Attualmente il quadro esigenziale espresso dal Comune di Cesana torinese nell'ambito degli incontri di ascolto dei Comuni olimpici riferito al secondo stralcio del piano degli interventi, riguarda l'impianto di innevamento programmato sulla pista n.
71, l'area dello stadio olimpiaco del biathlon, l'impianto di risalita Cesana-San Sicario. Tali istanze saranno oggetto di approfondimenti e valutazione, all'esito del quale la Fondazione Torino 2000 Olympic Park si riserva ogni decisione in merito.
Per completezza d'informazione, si aggiunge che sul primo stralcio del piano degli interventi era stata accantonata la somma di sei milioni di euro per la riqualificazione della pista di bob in configurazione ghiaccio tramite conversione dell'impianto di refrigerazione con soluzione antigelo di nuova generazione.
Il Consiglio comunale del Comune di Cesana torinese, con deliberazione assunta in data 7 settembre 2014, ha rinunciato alla suddetta ipotesi di riqualificazione.
La Fondazione ha pertanto riaperto i lavori di una apposita Commissione, con il coinvolgimento del Comune, per valutare possibili impieghi del sito.
Punto terzo. Se sia stato ipotizzato il recupero del sito archeologico di Cesana. Non al momento, ma alla luce dell'intervenuta situazione di rinuncia alla riattivazione della pista di bob, occorrerà condurre i necessari approfondimenti e predisporre gli studi di fattibilità, al fine di valutare, con la massima attenzione, le possibili destinazioni di impiego dell'area, nel rispetto del rapporto costi-benefici ed eventualmente comprendere, tra le diverse ipotesi di valorizzazione, anche il recupero del sito archeologico.
Aggiungo che, per quanto riguarda gli uffici regionali, il sito archeologico di Cesana Pariol non è mai stato oggetto di un progetto di fruizione e pertanto gli Uffici dell'Assessorato non sono mai stati coinvolti direttamente ai tavoli di lavoro. Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 133 presentata dai Consiglieri Monaco, Allemano e Ruffino inerente a "La sindrome di burnout: richiesta di valutazione nelle strutture sanitarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 133.
La parola al Consigliere Monaco che ha la parola per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Mi piacerebbe esordire nel rappresentare quest'interpellanza, leggendo una breve lettera.
"Spettabile Editore, avendo ricevuto n. 6 sigari Roma, del che vi ringrazio, e avendoli trovati pessimi, sono costretto a rispondervi che non posso mantenere un contratto iniziato sotto così cattivi auspici. Succede inoltre che i sempre rinnovati incarichi di revisione e altre balle che mi appioppate non mi lasciano il tempo di attendere a più nobili lavori.
Egregio Editore è venuta l'ora di dirVi con tutto il rispetto che finché continuerete con questo sistema di sfruttamento integrale dei vostri dipendenti, non potrete sperare dagli stessi un rendimento superiore alle loro possibilità.
C'è una vita da vivere, biciclette da inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti da godere. La natura, insomma, ci chiama, egregio Editore, e noi seguiamo il suo appello. Fatevi fare il Bini da un altro.
Cordialmente". Cesare Pavese a Giulio Einaudi - Torino, 14 aprile 1942.
Questo per dirvi che già allora, in epoca forse tayloristica, quando non si sapeva che esistesse una patologia professionale, nel modo in cui se lo poteva permettere un'autorità culturale come quella di Pavese, fu identificato un tema che è quello della sofferenza del mondo del lavoro che fa perdere efficienza.
E nella nostra sanità si parla di questo, in questo caso forse come non mai.
La mia era una percezione, quindi ho provato a fare un'indagine a titolo personale. Ho somministrato un gruppo di schede nell'ambito di una serie di strutture ospedaliere - ovviamente quella che più mi è vicina - e le ho personalmente consegnate nell'ambito dell'ASL Torino 3, in particolare all'ospedale di Rivoli.
Me ne sono arrivate una certa quantità e ne ho potute studiare nonostante ci fosse stata - e lo dico con il massimo rispetto - dalla Direzione sanitaria una sorta di censura, sebbene mi fossi presentato e qualificato nella veste in cui facevo quest'indagine assolutamente anonima.
Che cosa abbiamo identificato? Su un numero di personale "x", 150 sono le schede studiate, ma ne avrei potute elaborare di più, perch successivamente ne sono arrivate altre.
Abbiamo sottoposto un test che è il Maslach Burnout Inventory (MBI). Si tratta di 22 test che valutano su una particolare scala numerata di Likert (1-2-3-4-5-6) una sorta di disagio. Poi vanno incrociati i dati e c'è una tecnica di elaborazione, piuttosto complessa, che va a misurare tre elementi: il grado di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e di gratificazione personale.
Nell'ambito della sanità il burnout è una sindrome tipica in tutte le professioni cosiddette "di aiuto", cioè di coloro che aiutano gli altri, in particolare nella sanità.
E' stimato che il 40-50% delle giornate lavorative perse in sanità si perdono per questa sindrome di burnout. E' un calo d'efficienza e quindi un elemento importante per valutare e mantenere il patrimonio della risorsa umana.
Nell'ospedale di Rivoli ho trovato con un altissimo grado di burnout quindi un gravissimo esaurimento emotivo, nel 52,7% dei casi; una depersonalizzazione, quindi una disaffezione vera, umana e morale rispetto all'aiutato e anche rispetto a se stesso nell'88% dei casi; un grado di scarsa gratificazione personale nell'80% dei casi.
Tutti gli altri dati, cioè le subelaborazioni, sono agli atti.
La mia domanda e quello che vorrei sottoporre alla Giunta e all'Assessore in ordine a questo elemento che mi sembra estremamente preoccupante, anche perché questo ci fa perdere efficienza nella capacità di produzione e di erogare i servizi sanitari di cui tanto si parla e di cui tanto la Regione.



PRESIDENTE

Colleghi, scusate, fate un po' di silenzio, perché il Consigliere Monaco ha il diritto di esprimere le argomentazioni che lo hanno indotto a presentare un'interpellanza all'Assessore Saitta, il quale a sua volta avrà la necessità di godere dell'altrettanto silenzio per dare una risposta.
Grazie.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente. Mi scuso per il tempo che ho rubato oltre quello consentito.
La mia domanda e la preoccupazione che rivolgo alla Giunta e all'Assessore, insieme agli altri interroganti, in ordine a questo tema è verificare, approfondire e rispondere in ordine alla misura di questa sindrome nell'ambito del nostro sistema sanitario, se già è stato fatto qualcosa nella storia passata o recente - ma ne ho dei dubbi, anche se da qualche parte si dice di avere fatto qualcosa - per tutelare il nostro bene primario nella sanità, che è la risorsa umana, il personale. Ed eventualmente istituire come Assessorato - e come Commissione sanità ne abbiamo parlato anche con il Presidente Ravetti - anche una sorta di Commissione di indagine su questo tema per poterlo sviluppare e per misurare la quantità di questa sindrome nel nostro sistema sanitario.
Se la Giunta e l'Assessore lo ritengono utile, potrebbe essere un efficace strumento di recupero di efficienza oltre che di efficacia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Devo innanzitutto ringraziare il collega per avere sollevato questo tema, questa patologia nel mondo sanitario, che ci ha permesso - come mi sta succedendo in questo periodo - di riprendere capitoli che erano stati accantonati o non erano stati sviluppati.
Sicuramente il lavoro che è stato fatto è un lavoro di grande interesse, anche se è un campione riferito soltanto all'ospedale di Rivoli ma sappiamo che questa è una patologia molto diffusa.
Qui c'è una quantificazione precisa e può essere fatta una sorta di proiezione, ma in ogni caso il tema esiste e mi pare che la letteratura scientifica confermi gli effetti provocati da questo stress da lavoro correlato, come viene chiamato.
In relazione alla domanda precisa su cosa intendiamo fare, so che qualche ASL, come l'ASL Torino 3, ha già condotto in passato uno studio analitico così come mi è stato detto. Ma al di là di quello che è successo all'ASL Torino 3, ieri mi è stata trasmessa da parte degli Uffici una determina che riguarda questo tema, alla quale non è stata data attuazione.
Il titolo di questa determina è "Progetto inerente lo sviluppo e la tutela del benessere e della salute organizzativa nelle aziende sanitarie ospedaliere della Regione Piemonte e istituzione di un gruppo di lavoro".
E' una determina dell'aprile 2014 e l'allora Direttore generale costituì attraverso di essa un gruppo di lavoro regionale - farò avere al Consigliere interrogante la determina - con l'obiettivo di promuovere la salute organizzativa delle Aziende Sanitarie Regionali, porgendo particolare attenzione al benessere e alla sicurezza di ciascun lavoratore sviluppare le azioni di contrasto allo stress correlato, raccogliere e valutare le esperienze per le buone pratiche a livello nazionale e regionale, predisporre un documento di linee guida per la valutazione del rischio stress lavoro correlato alla promozione del benessere, avviare la costituzione di un data base con gli indicatori maggiormente rappresentativi, la rilevazione e l'analisi su una modellistica regionale uniforme, eccetera; accordarsi con i referenti aziendali individuati dalle Direzioni generali delle aziende; rendicontazione delle attività tramite report annuale. Mi pare che gli obiettivi sono di un certo interesse.
Per fare questo lavoro è stato istituito un gruppo, che non si è ancora riunito, composto da una serie di operatori di numerose ASL. Cito i nomi perché può essere anche interessante: la dottoressa Agnelli dell'ASL Cuneo 2, il dottor Baratti della ASL Cuneo 1, la dottoressa Basile della TO 5, la dottoressa Maria Ada Irene della Direzione regionale sanità, la dottoressa Annalisa Lantermo dello Spresal, ASL TO 1, il dottor Manno della Direzione regionale sanitaria, il dottor Saglietti della ASL Cuneo 2, il dottor Patrizio Schinco della Città della Salute. Come capofila di questo lavoro era stato individuata l'ASL Cuneo 2 Alba-Bra.
Alla luce delle competenze presenti in Consiglio, vorrei proporre a lei e al Presidente della Commissione Ravetti, se concorda, se a questa determina dobbiamo dare corso con questa modalità, oppure se è necessario costituire un gruppo diverso, o muoversi secondo una modalità diversa.
Non essendo ancora stato avviato nessun lavoro, siamo nella condizione per una riflessione magari puntuale da fare in Commissione e per decidere qual è la modalità più utile per poter dare delle risposte alle questioni che sono state sollevate.
Quindi, fornisco la deliberazione come base di discussione.
Evidentemente, nulla vieta, anzi credo sia opportuno aggiornare in base a qualche obiettivo più specifico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.10 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 1)



PRESIDENTE

all'o.d.g.
inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 28 ottobre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Ferrari.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 4 novembre 2014.


Argomento:

c) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento


PRESIDENTE

Comunico che in data 10 novembre 2014 la VI Commissione, riunita in sede legislativa, ha approvato a maggioranza la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifica all'articolo 12 della legge regionale 28/12/2007, n. 28. (Norme sull'istruzione del diritto allo studio e la libera scelta educativa)".


Argomento:

d) Riassunzione progetti di legge, ex articolo 92 del Regolamento: adempimenti


PRESIDENTE

Rinvio in Commissione dei provvedimenti di cui il Consigliere Boeti ha chiesto la riassunzione ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento e per la quale la fase referente non è stata esaurita. Si tratta delle seguenti proposte di legge: Proposta di legge n. 89 "Modifiche alla l.r. 24 marzo 2000, n. 31 (Disposizioni per la prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto uso delle risorse energetiche)" Proposta di legge n. 146 "Modifica alla l.r. 14 maggio 1991, n. 21 (Norme per l'esercizio delle funzioni in materia farmaceutica)" Proposta di legge al Parlamento n. 235 "Modifica alla legge 5 febbraio 1992, n. 91 (Nuove norme per la cittadinanza)" Proposta di legge al Parlamento n. 345 Proposta di legge al Parlamento "Norme per favorire la staffetta generazionale nella professione infermieristica".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

f) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 3 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a n. 2 deliberazioni di nomina della Giunta regionale.


Argomento:

g) Sospensione seduta consiliare


PRESIDENTE

Comunico che, dalle ore 10.30 alle ore 11, la seduta consiliare verrà interrotta per ricevere in Sala Viglione l'ingegner Bruno Gardini responsabile dei progetti legati alla sonda Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea.
E' richiesta la vostra assidua presenza Pertanto, la seduta riprenderà dopo le ore 11.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Proseguimento esame disegno di legge n. 10, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 10, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sono state effettuate le relazioni di maggioranza e di minoranza.
Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Facciamo un piccolo richiamo, visto che è passata una settimana, così riassumiamo la situazione, per quello che riguarda la nostra visione, non mi permetto di parlare per colleghi di altri Gruppi.
Siamo alla votazione di un rendiconto che certificato una situazione molto grave per la nostra regione, l'abbiamo visto anche con i giudizi di parifica della Corte dei Conti che ha corretto in senso negativo, in senso peggiorativo il dato che era stato licenziato dalla Giunta regionale, con un disavanzo che è aumentato in base a questa correzione e che probabilmente è destinato ad aumentare se il giudizio che la Corte Costituzionale darà relativamente alla parte di variazione di bilancio che questo Consiglio regionale ha approvato, sarà a nostro sfavore e quindi ci troviamo di fronte alla probabilità di creare nuovo disavanzo anche per il prossimo anno.
Abbiamo discusso del rendiconto già ormai un po' di tempo fa.
Ovviamente, l'attività del Consiglio regionale da un certo punto di vista è già oltre, perché siamo in Commissione a discutere l'assestamento e stiamo cominciando a vedere le prime misure della Giunta regionale in base agli annunci che erano stati fatti.
Diciamo che le prime misure prese non sono particolarmente di nostro gradimento e non trovano particolarmente il nostro accordo, a partire dall'aumento dell'IRPEF, perché è stato aumentato sopra i 28 mila euro l'anno, però non c'è stata in realtà una riduzione per le fasce basse, come annunciato, ma rimane invariato, quindi, a nostro avviso, questa è una promessa che è stata disattesa.
Si decide poi di aumentare il bollo auto, per le auto cosiddette di grande cilindrata, cosiddette potenti, cosiddette di lusso, ma che probabilmente di lusso non lo sono. Perché posso acquistare oggi un auto che magari costa più di 30 mila euro, ma che non rientra in quella cilindrata, in quei cavalli che comportano l'aumento del bollo, mentre sappiamo che ci sono famiglie che in questi anni sono andate incontro a tutta una serie di problemi di natura economico-finanziaria per la perdita del lavoro, che magari hanno delle auto che già fanno fatica a mantenere.
Questo è un ulteriore aggravio per loro.
Per il resto, attendiamo ancora di vedere gli sviluppi delle altre misure che vuole assumere la Regione e che vedremo nero su bianco nei due disegni di legge che sono stati licenziati lunedì dalla Giunta. Quindi, a questo punto, noi attendiamo di vedere le ulteriori misure.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Vorrei solo fare qualche piccola integrazione a quanto detto dal collega Bertola.
Ricapitolando il discorso, la questione è decisamente seria: la spada di Damocle che pende su questo rendiconto sono quegli altri due milioni e mezzo che o diventano disavanzo o diventano debito. E, anche se diventassero debito, comunque diventerebbero un debito che raggiunge gli otto miliardi e questo, come è scritto nella relazione di parifica andrebbe a incidere in maniera pesantissima sulle gestioni economiche non dei prossimi due anni, ma dei prossimi venti, trent'anni. Quindi è una questione decisamente grave.
In questi giorni siamo stati ad analizzare l'assestamento di bilancio.
Quello che ci ha colpito è il fatto che, tutto sommato, non ci sembra si stia affrontando la questione cercando di proporre delle soluzioni a livello di sistema. Ci rendiamo conto che le cose non si fanno in cinque minuti - e possiamo dire che in alcuni Assessorati magari lo si sta facendo, sicuramente c'è un grande sforzo dalla parte della gestione del bilancio - ma non ci sembra che siano in corso di definizione delle scelte politiche di lungo periodo atte ad affrontare la questione. Mi sembra che tutto sommato, si stia cercando di rimandare la questione ai prossimi due anni, spostando sostanzialmente i problemi di copertura al 2016, forse aspettando che arrivi un aiuto esterno che risolva la questione.
Ahimè, la nostra previsione è che quest'aiuto, se arriverà, sarà comunque un aiuto che non sarà a costo zero, ma avrà delle pretese. Temiamo che i provvedimenti già presi - il citato aumento del bollo auto, che tra parentesi vuol dire che chi ha, come me, una macchina del 2001, un turbodiesel 2000, si ritroverà con quell'aumento pur non essendo una macchina di grande qualità - comunque non saranno sufficienti, secondo noi e verranno richiesti ulteriori sacrifici, così come adesso vengono richiesti (c'è sui giornali di oggi) ulteriori aggiustamenti dal Governo nazionale, perché l'economia non riparte. Ed è questo il punto critico.
Noi possiamo fare tutti i giochini contabili che vogliamo, possiamo tagliare i servizi, possiamo tagliare anche degli sprechi, ma la questione sta nel definire delle politiche su quelle materie che, per quanto ritenute secondarie perché non cubano l'80% del budget regionale, sono però parte dell'80% dell'economia regionale, che è l'economia reale, quella delle persone che lavorano, che non è solo fatta di ospedali e Aziende Sanitarie Locali, ma è fatta di aziende, di piccole e medie imprese che lavorano in tutti i settori, dall'agroalimentare al metalmeccanico, ai servizi all'informatica, all'ambiente, al turismo, ecc., e in questi settori vediamo pochissime idee.
Io continuo a dire che sono allibito dal fatto che nelle prime sedute delle Commissioni in cui ci aspettavamo venissero gli Assessori a dirci i loro programmi per il quinquennio, perché è quello che sostanzialmente fa una maggioranza quando si insedia, abbiamo avuto poco più che qualche riflessione. Va bene, per la sanità c'era una situazione incontrollabile e aspettiamo ancora di vedere quali sono le idee che si vogliono applicare strategicamente a livello dell'organizzazione sanitaria, però non ho visto niente a livello di agenda digitale, a livello di piano energetico, a livello di piano industriale.
Questi sono i settori su cui bisogna agire e pensare come fare in modo che funzionino, che si riavviino, pensare quali sono le nuove strategie e non solo di difesa dell'esistente, che magari non sta più in piedi, perch diversamente i nostri bilanci andranno contraendosi. E' inutile fare finta di niente, le entrate fiscali andranno a diminuire e aumentare le tasse strozzerà solo ulteriormente quelli che possono essere gli investimenti produttivi, che non sono solo dare soldi alle imprese, ma sono anche mettere i soldi nelle tasche di chi deve comprare i prodotti, perché non possiamo pensare di puntare solo sull'esportazione, che vediamo bene come sia una cosa sostanzialmente ondivaga, poiché basta una crisi da qualche parte e ci giochiamo il mercato delle pesche o dell'ortofrutta, mentre invece il mercato interno langue. E' quello il problema.
Questo rendiconto certamente verrà approvato, però è una fotografia povera. Io vorrei che continuassimo a riflettere su queste cose, perché non è che una volta che abbiamo sistemato questa cosa qui, va bene, ci pensiamo poi, pensiamo solo ai contingenti problemi di bilancio. Questo rendiconto fotografa il fallimento di 15 anni di amministrazione, di legiferazione di quest'Assemblea legislativa, perché le politiche che sono state messe in atto non sono efficaci. Lo vediamo sull'agricoltura, dove di nuovo abbiamo un PSR che è un taglia e incolla del precedente settennio che non ha prodotto sostanziali innovazioni nel mondo produttivo agricolo, e così via in tutti gli altri settori.
Comunque, era solo per ricordare, cari signori, che la situazione drammatica dei nostri conti non deve diventare l'unico monolite che vediamo: l'altro è quello dell'azione politica di definire quali sono le strategie che vogliamo mettere in atto perché questa Regione cerchi di sollevarsi, possibilmente per il 90% con le sue proprie forze, dalla disgraziata situazione in cui è stata messa da un quindicennio di amministratori incapaci.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ovviamente non siamo d'accordo - nessuno lo è - con l'aumento delle tasse, ma soprattutto vogliamo ribadire la nostra contrarietà alla tassazione progressiva.
La tassazione progressiva è la mortificazione della capacità e della creatività umana. Non è che se uno è più bravo e lavora deve pagare di più: questo vorremmo ribadirlo come posizione assoluta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Ringrazio gli interventi che sono stati esposti. Mi premeva unicamente mettere in evidenza tre questioni.
La prima. Col rendiconto emerge non totalmente la reale situazione di passività della Regione Piemonte; non totalmente, perché i dati che sono contenuti nel rendiconto - lo abbiamo già detto più volte - vanno aggiunti a una quota di fondi da reimpostare per circa 670 milioni di euro, poi abbiamo la situazione che emergerà all'inizio del 2015 relativamente alla riconciliazione straordinaria dei residui attivi e passivi. Però diciamo che finalmente credo ciascuno di noi sia messo nelle condizioni di poter conoscere esattamente qual è la nostra situazione.
Da qui nascono le politiche, che non sono unicamente politiche tese al contenimento di alcune voci di costo sul bilancio futuro, che in parte sono contenute nell'assestamento (in parte decisamente minima): nascono le politiche tese a cogliere questa condizione di obbligo per un'azione di forte cambiamento della Regione Piemonte.
Poi avremo modo di discutere nelle prossime settimane i due disegni di legge: quello che riguarda la manovra fiscale e l'altro che riguarda il piano di riqualificazione della spesa. Soprattutto in quest'ultimo sono contenute misure strutturali - cioè non episodiche o che durano un anno da attuarsi nell'arco dei tre anni, al termine dei quali noi potremo avere una Regione capace di svolgere ancora delle funzioni, ma che nello stesso momento è stata anche in grado di riorganizzarsi e dimagrire.
L'intenzione della Giunta regionale, soprattutto nel dibattito che si svolgerà in Commissione su questo secondo disegno di legge, è di renderlo ancora più ricco, perché ci sono altri progetti che stiamo definendo, su cui stiamo predisponendo proposte e atteggiamenti, che renderanno certamente il dibattito intenso su questi scenari.
Quello che voglio fare, da ultimo, è esprimere una considerazione. Mi sembra che, quando qualche settimana fa abbiamo discusso di queste situazioni all'interno del Consiglio regionale, tutti noi auspicassimo che almeno ci fosse la consapevolezza di dove siamo. Io rilevo - e lo leggo anche negli interventi, pure in quelli critici che esponenti dell'opposizione hanno rivolto su temi e proposte della Giunta regionale che esiste almeno la consapevolezza di dove siamo. E questo credo aprirà una fase di confronto di merito, a volte anche molto duro e molto acceso in cui ciascuno porterà il proprio patrimonio di conoscenza e i propri obiettivi; ma sarà una fase che nasce comunque dall'assunzione della responsabilità derivante dalla nostra situazione.
Per questo vi ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Prima di sospendere la seduta come concordato, ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Vorrei solo dire ai colleghi che è un gesto normale e ordinario di responsabilità istituzionale quello di votare il rendiconto di un anno precedente. E' un po' meno normale assistere ad una discussione soprattutto oggi, come se gli errori di questo rendiconto fossero di fatto responsabilità di questa parte.
Mi sarei almeno aspettato, quindi, visto l'assestamento che stiamo per approvare, anche solo una fotografia degli sforzi che stiamo per compiere e che non si sono fatti lo scorso anno e delle iniquità che abbiamo visto lo scorso anno; e ce ne sono tante: penso all'ascensore sociale bloccato delle borse di studio, penso a quello che è avvenuto sul TPL e a quello che cerchiamo con tanta difficoltà di fare in queste ore.
Credo dunque sia opportuno, se non si vuole avere gli occhi rivolti verso il passato, almeno non fare strani distinguo e, soprattutto, non scaricare le responsabilità di quello che stiamo per fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto, intanto, per significare il voto favorevole del nostro Gruppo consiliare relativamente al rendiconto del 2013, che però - badate - non è un atto dovuto, nel senso che parliamo di un rendiconto di un esercizio finanziario in cui il centrodestra governava questa Regione; o, almeno, non quanto parrebbe secondo la ricostruzione che in alcuni casi viene fatta, come quella operata dal collega Grimaldi.
Guardate, noi abbiamo vissuto la parifica della Corte dei conti un po' come se fosse lo smascheramento dell'indebitamento della Regione Piemonte.
Questo, cioè, era assolutamente noto anche quando stendevamo il bilancio del 2013. E voglio ricordare che a marzo-aprile del 2013 non era certo fino a che mese avremmo pagato gli stipendi. E' sufficiente che qualcuno abbia voglia di guardare la cassa di questa Regione - non la competenza, ma la cassa - per vedere che, per molti mesi, questa Regione ha funzionato con l'introito del bollo auto, essendo l'unica tassa che entra direttamente nelle casse regionali per circa 50 milioni di euro (poi mi correggerà il Vicepresidente, che ricorda meglio di me questo dato): con le uniche risorse che entravano, sostanzialmente, funzionava una parte della macchina regionale. E senza il decreto legge n. 35, credo che nel 2013 noi non avremmo fatto il bilancio e quindi oggi noi non staremmo parlando di un rendiconto, con tutti i limiti che questo ha e che abbiamo anche visto in sede di parifica, anche rispetto alle interpretazioni che la Corte stessa ha dato.
Credo però che innanzitutto - come peraltro in alcuni casi la Giunta ha fatto - si debba guardare un po' al futuro perché noi stiamo, anche solo con il disegno di legge approvato ieri dalla Giunta, affrontando un momento che è certamente delicato, ma che è anche una sfida fra parti politiche: quella, cioè, di cercare di capire come gestire un indebitamento esistente.
All'interno di questo, però, ognuno - come legittimamente ha fatto il collega Grimaldi e come cerco di fare anch'io - prova a individuare le responsabilità.
Dico solo che, da questo punto di vista, se si volesse farlo, anche se andremmo troppo indietro nel passato, sarebbe sufficiente vedere la legge di rinegoziazione dei mutui per comprendere dov'è una parte consistente delle responsabilità. Però si tratterebbe di un gioco un po' al passato perché parliamo dell'VIII Legislatura e quindi affronteremo questo tema nella discussione della legge finanziaria, che interessa un po' di più rispetto a un rendiconto.
Viceversa, se il Vicepresidente volesse chiedere qual è il dato assestato degli ultimi cinque, sei, sette anni all'interno della Regione vedrebbe quali sono gli anni in cui, in modo manifesto o in modo non manifesto - cioè debiti a bilancio e debiti fuori bilancio - si è creata la maggior quota di indebitamento: si è creata anche nella precedente legislatura, ma il Vicepresidente potrà vedere da quei numeri che negli ultimi tre anni certamente si è prodotto ancora deficit, ma in misura assolutamente inferiore rispetto agli anni precedenti.
Guardate - peraltro ne approfitto, così non prenderò più la parola successivamente - che se domani - dico "se", ma me lo auguro - in sede di IV Commissione - lo dico per chi ieri non fosse stato presente durante la definizione dell'o.d.g. - discuteremo la rete ospedaliera, ci renderemo conto che una parte delle discussioni a proposito della difesa di alcuni presidi rimanda a questo dato. Anche da questo punto di vista, se si volesse fare un po' di dietrologia sarebbe semplicissimo, perché le posizioni di allora sono ancora presenti oggi nei siti dei partiti che governano questa Regione, e ci si renderebbe conto di come in poco tempo si cambia idea perché si governa, ma questo è comprensibile.
Ho fatto questa chiosa solo per chiedere al Presidente che domani, in sede di IV Commissione, si discuta di rete.
Visto che, legittimamente, la maggioranza ne ha parlato in più di un'occasione, e visto che quando se ne parla in più di un'occasione poi escono delle voci - in alcuni casi confermate, in altre non sappiamo - è bene che tutto ciò avvenga alla luce del sole, con una discussione sulla rete ospedaliera domani in sede di IV Commissione.
L'Assessore Saitta faccia oggi una comunicazione, perché per il sottoscritto, ma come anche per gli altri colleghi Consiglieri non di maggioranza, affrontare questo tema dai giornali o dai boatos non è la modalità migliore (poi ovviamente anche su questo tema ognuno potrà fare le valutazioni che riterrà).
Questa dichiarazione di voto vale anche per gli articoli successivi.
Noi esprimiamo un voto a favore, come facemmo, lo ricordo, votando il bilancio e il rendiconto nel 2010, ancorché quel bilancio - bilancio preventivo 2010 - fosse frutto della precedente Giunta, ma esiste una continuità amministrativa che è anche segno di responsabilità nei confronti dei cittadini che amministriamo, da parte di una Giunta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
All'o.d.g. di domani della IV Commissione è iscritto la riorganizzazione della rete ospedaliera, quindi sono sicuro che di questo la Commissione discuterà.
Come il Consiglio è a conoscenza, avevamo previsto una sospensione alle ore 10.30, quindi dichiaro sospeso il Consiglio e invito i Consiglieri a recarsi in Sala Viglione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.41, riprende alle ore 11.28)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
Ricordo che il numero legale è 26.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
Mettiamo a verbale che il Consigliere Segretario Molinari voleva votare a favore.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 8, inerente a "Legge regionale del 28 dicembre 2007, n. 28 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa) - DCR n. 142-50340 del 28/12/2011 (Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa per gli anni 2012-2014) - Proposta di modifica al Consiglio regionale per gli assegni di studio anno 2014"


(atto d'indirizzo collegato ordine del giorno n. 95)



PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 8, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Solo due parole per spiegare le motivazioni per le quali questa delibera è stata predisposta.
La delibera prevede la modifica del piano triennale attualmente vigente, che scadrà con l'anno 2014. L'obiettivo della delibera è cercare di rendere la programmazione delle risorse destinate per il diritto allo studio coerente rispetto alla programmazione di bilancio; coerente rispetto agli anni scolastici, soprattutto garantendo una sostenibilità di carattere economico rispetto alle famiglie.
Negli ultimi anni le risorse destinate e il numero di domande erano in una situazione piuttosto schizofrenica, tale per cui noi avevamo più domande, in un numero quasi doppio rispetto a quelle finanziabili, quindi era necessario introdurre una serie di correttivi.
Direi che il lavoro svolto in Commissione oggi ci permette di rispondere a queste due esigenze, che sono state le motivazioni con le quali si pensava di modificare il piano triennale.
Con il lavoro svolto in Commissione, oggi presentiamo una delibera all'interno della quale si prevede l'istituzione di tre fasce, con una revisione delle risorse assegnate nelle singole attribuzioni delle tre fasce. Vi è una fascia 0-10, una fascia 10-20 e una fascia 20-26, con una ridistribuzione delle risorse all'interno delle singole fasce e dei singoli ordini di scuola, che mi sembra molto più equilibrata rispetto al quadro che avevamo in precedenza.
Ovviamente, le stime che abbiamo fatto si basano su simulazioni preventive: i numeri potrebbero, quindi, essere anche lontani dalla realtà.
E che cosa potrebbe farli allontanare dalla realtà? Il fatto che si possa partire immediatamente con il bando e che si possa svolgere un'azione di sensibilizzazione e di informazione all'interno delle nostre scuole. Si pu dunque immaginare che il numero di famiglie che decidono di usufruire delle provvidenze previste dalla legge aumenti e possa rispondere, peraltro, ad un dato reale, quello, cioè, di famiglie che hanno bisogno di risorse per accompagnare a scuola i propri figli.
Gli elementi che ci hanno indotto a modificare il Piano triennale sono anche gli elementi per i quali, negli ultimi anni, le famiglie non hanno più presentato domande.
Sono poi stati introdotti alcuni elementi che ci auguriamo possano permettere di correggere le situazioni che negli anni scorsi hanno fatto sì che ci fosse un rallentamento della fase istruttoria.
Penso che il lavoro e la proposta che oggi formuliamo, che è il riassunto del lavoro svolto in Commissione, presenti un risultato abbastanza soddisfacente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Anch'io, in poche parole, vorrei dire che questa mattina arriviamo all'ultima tappa di questo breve percorso che ci porta, se verrà approvata la delibera, a rettificare alcune anomalie sul funzionamento del Piano triennale che avevamo segnalato nelle sedute e negli anni precedenti.
In particolare, un mese fa, su proposta della maggioranza, ma con il voto favorevole anche di un Gruppo di minoranza (Movimento 5 Stelle) quest'Aula approvava una mozione di indirizzo nella quale si segnalava, in primo luogo, che nel periodo passato troppe famiglie con ISEE basso non si erano viste riconoscere l'assegno di studio per quanto riguarda l'iscrizione e la frequenza, rispetto alle famiglie con ISEE alto; in seconda battuta, che nell'assegno legato alle scuole statali, cioè quello per POF, trasporti e libri scolastici, troppe famiglie che avevano presentato domanda e che avevano ISEE superiori ad appena 15.000 euro nell'ultimo bando, e a 10.000 euro nel penultimo bando, pur essendo ammissibili in punto di principio come domande, si erano viste negare l'assegno per carenza di risorse.
Ebbene, questo percorso ha portato la Commissione ad un lavoro condiviso, che ha visto, nella giornata di ieri, modificare la legge ed eliminare quella norma che, di fatto, non garantiva l'assegno alle fasce con ISEE più basso, almeno sul secondo assegno, e introduce una clausola di garanzia che non permetterà nel futuro ulteriori discrepanze.
Da questo punto di vista, ci siamo sentiti di avallare una estensione della possibilità di far domanda rispetto all'ipotesi di partenza indicata in 20.000 euro, arrivando fino a 26.000 euro, individuando le tre fasce che venivano ricordate prima.
Per quanto riguarda l'assegno relativo alle scuole statali, dove finora le famiglie beneficiarie non sono andate al di là dei 15.000 euro o di 10.000 euro di due bandi fa, mentre per le prime due fasce non si prevede una riduzione della misura massima dell'assegno erogabile, perché tali erano e tali restano, per la terza fascia residuale, quella tra 20.000 e 26.000 euro, la riduzione è contenuta nella misura del 10%.
Per l'assegno per spese di iscrizione e di frequenza, viceversa abbiamo immaginato una modularità del taglio della misura massima di assegno erogabile contenuta nella prima fascia e un po' meno contenuta nelle due fasce successive.
Comunque, il combinato disposto della novella legislativa di ieri e della proposta di deliberazione di cui discutiamo oggi dovrebbe portare innanzitutto, ad evitare un gran numero di domande che vengono frustrate nei fatti. Perché, per carenza di risorse, non possono essere erogati gli assegni, quindi non si creano false attese in capo alle famiglie.
Dall'altro lato, si evita di riempire gli uffici dei Comuni che hanno competenza istruttoria in merito di tutta una serie di domande che verrebbero istruite inutilmente, in quanto, poi, per carenza di risorse non troverebbero soddisfazione.
Dall'altro lato, mi piace ricordare che, rispetto all'ultimo bando, le risorse a disposizione di queste provvidenze economiche sono leggermente accresciute: si passa da circa 14 milioni dell'ultimo bando, di cui sono state pubblicate le graduatorie, ai 16 milioni attuali, con un equilibrio tra i due assegni rispondente al trend del numero assoluto di domande.
Vorrei concludere ribadendo che il prodotto finale - il testo di cui stiamo discutendo oggi - non può essere ragionato come la proposta di una parte, su cui, eventualmente, convergono altri Gruppi consiliari. Ma è frutto di un lavoro di cesellatura e di compromesso, di un percorso congiunto e condiviso in Commissione.
Alla fine di questo percorso, se passerà la delibera nel senso che abbiamo delineato e che è stato illustrato dall'Assessore, potremo dire che se è vero che nessun Gruppo potrà dirsi completamente soddisfatto rispetto alle ipotesi di partenza o alle tesi che venivano supportate in punto di partenza, è altrettanto vero che nel prodotto finale possiamo, in qualche modo, riconoscerci tutti o in gran parte, perché è frutto di un ragionamento che ha provato a mettere da parte l'iperideologizzazione che spesso contraddistingue questo tema, e ha messo al centro un sano pragmatismo e, soprattutto, le esigenze delle famiglie per cui le spese scolastiche, specie in un momento di congiuntura economica così complessa diventano davvero gravose.
Certo il richiamo ad una riduzione dei tempi da parte dei Comuni per l'istruttoria e la comunicazione dei dati è un impegno importante, di cui in qualche modo, dovremo rendere partecipe l'ANCI in prima persona. Perch sappiamo tutti che le esigenze e le difficoltà dei Comuni per gestire, tra le tante cose, anche l'istruttoria sugli assegni di studio, è un'incombenza rilevante.
D'altra parte, auspichiamo che il portale informatico, quindi il sistema del CSI con cui queste domande vengono gestite, superi alcune delle anomalie e dei problemi che nella prima sperimentazione con l'ultimo bando 2012-2013 si sono chiaramente manifestate.
Credo che anche in questo campo, se ci sarà la collaborazione di tutti ciascuno nel proprio ruolo, riusciremo a rendere al "Sistema Scuola" del Piemonte un buon servizio e, soprattutto, l'urgente approvazione di questo Piano annuale, cioè della modifica dell'ultimo anno del triennio in corso preannuncia un ragionamento più generale su tutta la legge e sul Piano triennale. In particolare, a futura memoria, potrà permettere in tempi brevi - è questo l'auspicio che consegniamo - la pubblicazione del bando soprattutto prima che al 1° gennaio 2015 cambi la modalità di calcolo dell'indicatore della situazione economica equivalente. Quel cambiamento necessariamente porterà tempi aggiuntivi di assestamento del nuovo sistema.
Dunque, se riusciremo a fare il bando e a chiudere i termini prima di questo cambiamento dell'ISEE, riusciremo probabilmente anche a fare le graduatorie e poi a derogare la provvidenza economica in tempi più veloci rispetto a quelli che abbiamo conosciuto in passato.
Da ultimo, credo che un obiettivo importante sia quello del progressivo allineamento della situazione finanziaria iscritta a bilancio rispetto agli assegni annuali e ai bandi che, anno per anno, vengono emanati. I ritardi che si sono accumulati finora, e che sono quantificabili ormai in media in un biennio di tempo, devono essere progressivamente superati e soprattutto, deve essere superata e archiviata la prassi di utilizzare più esercizi finanziari a copertura di singoli bandi, per una più corretta gestione e monitoraggio delle risorse medesime.
Credo che il lavoro che abbiamo in qualche modo affrontato insieme sia anche un buon esempio per le altre materie, sia in Commissione che in Aula da qui al prosieguo della legislatura corrente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Pur non ritenendo la delibera soddisfacente, in quanto parte dal presupposto di voler garantire le risorse economiche a tutti, devo dire che la VI Commissione, ieri, in sede legislativa, ha anche rimosso quella che secondo me, era una contestazione corretta nei confronti della norma e soprattutto, della sua attuazione. Cioè, gli assegni di frequenza non venivano erogati solo per redditi ISEE, ma, in realtà, su una percentuale fra il reddito e la spesa sostenuta. Così si determinava questa oggettiva iniquità, in quanto le risorse non coprivano la totalità delle domande, per cui chi aveva un ISEE superiore vedeva soddisfatta la propria domanda rispetto a chi aveva un ISEE inferiore, in alcuni casi ovviamente.
Non è soddisfacente, perché se il principio era l'emanazione di una delibera che garantisse la soddisfazione di tutti coloro i quali presentavano domanda, con la modifica della norma cui facevo riferimento e con una semplice valutazione economica di quanto costa pagare la differenza, per esempio rispetto al bando 2012-2013, dai 26 ai 40 mila euro ISEE, ci si rende conto che non è quella la spesa principale che in qualche modo sosteniamo.
Inoltre, non la riteniamo completamente soddisfacente in quanto secondo una parte di quest'Aula, la legge n. 28 nasce da un principio differente: non scaturisce dal principio esclusivo di garantire un sussidio economico alle fasce sociali più deboli, ma deve garantire anche una possibilità di libertà di scelta educativa, che vale per le fasce sociali più deboli, ma anche per le fasce sociali medie, come, appunto, quelle dei 40 mila euro.
Potremmo addentrarci rispetto al tema di ciò che eroghiamo gratuitamente in termini di servizi rispetto alle fasce sociali. Se pensiamo, come abbiamo detto in più occasioni, che fino ad un reddito di 36 mila euro pro capite esiste l'esenzione sanitaria, è evidente che svolgiamo ragionamenti differenti sui servizi che vogliamo erogare gratuitamente oppure che vogliamo, in qualche modo, sussidiare.
Però, la delibera è certamente migliorata, perché l'ordine del giorno approvato da quest'Aula qualche settimana fa (non ricordo la data esatta) che individuava il tetto massimo a 20 mila euro ISEE e la successiva delibera votata dalla Giunta regionale avrebbero escluso un numero consistente di famiglie piemontesi, almeno 4.000 rispetto al bando del 2012 2013.
Con l'emendamento che il Gruppo di Forza Italia ha presentato nella giornata di ieri in Commissione e votato da tutti i Gruppi consiliari (comunque dalla maggioranza, altrimenti non sarebbe stato modificativo della delibera), oggi posso dire che abbiamo una delibera più equa, infatti pone il tetto a 26 mila euro. Certo, non è completamente soddisfacente, ma almeno è migliorativo rispetto alla delibera approvata.
Questo miglioramento, che per noi non è completamente soddisfacente, è stato apportato anche per un senso di responsabilità, infatti entro il 31/12 devono essere presentate le domande perché dal 1° gennaio cambierà l'ISEE. Allora, in questa giornata svolgiamo una serie di valutazioni - non le abbiamo poste come condizione per l'approvazione della delibera, lo faremo sul prossimo piano triennale - e il senso di responsabilità, per dare la possibilità a tutte le famiglie piemontesi di presentare la domanda, ha fatto sì che permettessimo di licenziare questa deliberazione.
Non c'è solo questo compito: ne abbiamo un altro, che in qualche modo è già stato accennato dal collega Appiano, quello del riallineamento. Negli anni passati, per motivi differenti, il bando non è mai stato allineato dal 2010 in poi, perché dal 2010 la legge finanziò l'anno precedente.
Certamente abbiamo aumentato il ritardo, per una serie di motivazioni non ultimo c'è un concetto che, secondo me, dovremo superare, che per adesso abbiamo abbozzato. Ieri sono stati accolti altri due emendamenti presentati dal nostro Gruppo consiliare, che riteniamo positivi. Cioè, le domande devono essere presentate on line e i Comuni devono rispondere con loro istruttoria entro 90 giorni. E' evidente che, se vogliamo riallineare gli anni, occorre che quando una famiglia deve scegliere abbia già la certezza se otterrà o non otterrà l'assegno di studio, qualunque scuola sia. Poi, non si può che procedere con la modalità informatica semplicemente perché riduce i tempi. Intanto, banalmente, non arrivano più nelle Amministrazioni comunali o in Regione 80 mila fogli di carta, che rammento, per dieci anni dobbiamo tenere nei magazzini. Lo scorso anno, con la procedura esclusivamente on line abbiamo evitato che 60 mila domande oggi, giacessero presso le Pubbliche Amministrazioni, perché questo determina un costo.
Soprattutto, il passaggio successivo dovrà riguardare la modalità di presentazione delle domande, per rendere tale procedura sempre più affinata, affinché consentire la trasmissione delle domande alla Regione Piemonte, una redazione molto celere delle graduatorie e, poi l'affidamento alle Amministrazioni comunali non tanto dell'istruttoria quanto delle attività di controllo. Allora, questi saranno i temi che affronteremo nel prossimo piano triennale.
Alla discussione di questa delibera vorremmo solo affiancare la presentazione, spero condivisa, di un ordine del giorno che sostanzialmente, impegni la Giunta regionale a presentare entro una certa data, che stabiliamo, il piano triennale 2015-2017 nella Commissione competente. E' evidente che non possiamo iniziare a discutere del prossimo piano triennale a maggio, a giugno o a luglio del prossimo anno. Infatti crediamo che con le modalità già introdotte in delibera e un'ultima che si potrà introdurre, quella del sistema voucher, potremo nell'arco di un anno e mezzo riallineare l'anno scolastico con l'erogazione dell'assegno di studio.
Indubbiamente, rispetto alla deliberazione e alla discussione che si è tenuta in questo Consiglio alcune settimane fa, siamo soddisfatti per i miglioramenti apportati. Ci auguriamo - questo sarà il nostro impegno che, pur non essendo questa soddisfacente - certamente siamo lieti che la nostra attività emendativa l'abbia migliorata - nella discussione del prossimo piano triennale cercheremo di discutere con maggiore tranquillità quello che non è stato possibile fare nella discussione di questa delibera.
Rilevo anch'io, come dicevano il Consigliere Appiano e il Consigliere Grimaldi - è un buon insegnamento - che il lavoro che abbiamo fatto comunque, in questa settimana, sia una dimostrazione di come quando non c'è una posizione ideologica, ma ci si confronta, si trova una soluzione. Tanto la maggioranza, quanto l'opposizione, chi più chi meno, rappresenta i piemontesi.
Quando si riesce trovare una mediazione di alto livello, non un compromesso, credo che rappresentiamo, anche da un punto di vista ideale le sensibilità dei cittadini che, in qualche modo, rappresentiamo tanto facendo opposizione, quanto stando in maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Prima di dare la parola al Consigliere Grimaldi, il Consigliere stesso mi ha chiesto la cortesia di dare lettura del comma 4 dell'articolo 61 del Regolamento, nella parte in cui recita precisamente: "Gli oratori parlano dal proprio banco in piedi e rivolti al Presidente".
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, prima o poi le chiederò di mettermi in fondo all'aula. In effetti, per me è una questione di inclinazione rispetto all'emiciclo.
E' un piacere parlare dopo l'intervento del Consigliere Vignale. Ci dividono tante cose e l'intervento che ha appena fatto chiarisce anche i motivi delle divisioni, ma apprezzo l'onestà intellettuale di aver messo nero su bianco alcune proposte, anche se a voce.
La dico così. Ognuno di noi ha il suo concetto di giustizia e di equità. Per noi è abbastanza chiaro che il nostro concetto di equità non corrisponde per niente a quanto è successo fino a poco tempo fa. Mettere le stesse risorse - per intenderci, otto milioni di euro - su due graduatorie che, di fatto, andavano a finanziare, nel primo caso, sotto i 10.000 euro di ISEE, più o meno 2.000 famiglie e, dall'altra parte, sotto i 10.000 euro di ISEE, nella scuola pubblica statale, con lo stesso numero di risorse, 36 mila famiglie, per me, di per sé, è già l'immagine del suo giusto disegno di equità e il mio. Noi quella fotografia la vogliamo cancellare.
Sapete qual è l'altra fotografia che vogliamo cancellare? Quella che dava ad altri 2.900 studenti della scuola paritaria la borsa di studio sotto i 20 mila euro di ISEE ed escludeva 24 mila studenti delle scuole statali, sempre sotto i 20 mila euro di ISEE. Nel nostro concetto di equità, Presidente, questa parificazione è stato il primo punto da cui partire.
Il secondo punto da cui partire, e non si poteva fare senza l'assenso del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, era togliere una fastidiosa parolina all'interno della legge - questo è stato possibile solo perch abbiamo fatto una Commissione in sede legislativa - che non solo distingueva fra le due graduatorie, in precedenza, a seconda dell'ISEE ma nel caso delle rette, ci metteva anche l'incidenza: a parità di ISEE, nel caso delle rette per le paritarie, c'era un meccanismo per cui l'incidenza della retta sul reddito era più importante del reddito stesso. Tanto è vero che nel loro disegno di equità appena descritto, credo che ci fossero 730 famiglie sotto i 10.000 euro di ISEE che non prendevano la borsa di studio.
Diciamoci la verità. Alcune storture le cambiamo insieme e le abbiamo cambiate insieme, poi continueremo ad essere divisi su un punto, che non abbiamo risolto ieri. Io l'ho detto: avevamo una grande occasione, ma non l'abbiamo colta perché non eravamo tutti d'accordo. E' il termine "prioritariamente". Per me questa legge deve servire a garantire il diritto allo studio alle famiglie più bisognose, agli studenti più bisognosi, non "prioritariamente" ai più bisognosi. Solo a quelli. Ed è questo "prioritariamente" che continua a spostare l'asticella.
Per noi 26 mila euro di ISEE non sono le famiglie più bisognose, per questa legge lo sono perché c'è scritto "prioritariamente".
Prioritariamente andranno sotto i 10.000 euro di ISEE, poi andranno a quelli sotto i 20 mila e poi, se abbiamo ancora capienza, anche fino a 26 mila. Di fatto, quindi, quel termine prioritariamente tiene in piedi un principio per cui continueremo a ragionare non solo - come dovremmo - su che cosa sono le famiglie più bisognose, ma anche se è giusto o no finanziarie il diritto allo studio, anche a quelle meno bisognose.
Su questo vorrei che fossimo ben chiari. Spesso anche i politici non capiscono la differenza degli scaglioni IRPEF o dell'ISEE. Per intenderci.
26 mila euro di ISEE può essere di tutto. Possono essere, per intenderci come dice la Regione Lombardia e la Regione Toscana, due genitori che prendono 70 mila euro di imponibile, ma che hanno un mutuo di 200 mila euro e due figli. Di per sé possiamo dire che sono i più bisognosi nella regione Piemonte? Direi di no.
Vorrei rivolgermi al Vicepresidente della Giunta, perché è importante che noi tutti ci assumiamo la responsabilità di questa mediazione, ma poi rendiamo più equa e giusta la discussione su tutti i campi. Ed è per questo, come ho detto in Commissione ieri, che annunciamo gli emendamenti che chiedono una cosa molto semplice: il rispetto di quello che abbiamo detto in campagna elettorale. Il pagamento delle borse di studio fino a 19 mila e 500 euro di ISEE. Ci proviamo. Non è detto che troveremo i capitoli e tutta la copertura, ma noi ci proveremo. Proprio perché, in questo disegno di equità e giustizia, vogliamo che tutte le famiglie abbiano gli stessi diritti e la stessa opportunità di accesso al nostro sistema scolastico, che sia quello superiore o quello universitario.
Con questo la ringrazio, Presidente, e spero di essere stato utile, tra l'altro avendo guadagnato quattro minuti e mezzo.



PRESIDENTE

I miei complimenti e alti sensi di stima nei confronti non del contenuto, ma sui tempi.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Mi permetto di fare un intervento che, forse, risolverebbe una buona parte di problemi che sono stati prima enunciati.
Intanto, anche da parte mia, la moderata soddisfazione per il risultato raggiunto con la consapevolezza che quando c'è apertura, capacità e voglia di discutere si raggiungono degli obiettivi.
Ascoltando l'intervento del Consigliere Grimaldi mi viene da pensare che se noi avessimo un'istruzione obbligatoria gratuita in tutte le scuole del sistema pubblico nazionale, come dice l'articolo 34 della Costituzione che sancisce la gratuità della scuola obbligatoria senza limitare tale gratuità alla frequenza delle sole scuole statali, ossia l'istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita.
Obbligatoria per tutti, gratuita per tutti. Noi riteniamo che si tratta di un diritto, quello della gratuità, di cui non si può supporre la rinuncia solo per il fatto di scegliere una scuola non statale paritaria che svolge un servizio pubblico espressamente riconosciuto con la recente legge n. 62 del 2000, "Norme per la parità scolastica". Gratuitamente, quindi, come nelle scuole statali, si deve poter assolvere il diritto-dovere dell'istruzione nelle scuole paritarie, di qui la logica per noi conseguenza del loro finanziamento pubblico.
Ancora un attimo per ricordare che l'intervento "finanziario" della Regione nei confronti delle famiglie è doveroso affinché le famiglie possano esercitare, nel nostro Paese, il diritto civile alla libera scelta del percorso formativo dei propri figli. Le scuole che svolgono, con gestione privata, un pubblico servizio per l'istruzione e l'educazione per adempiere allo svolgimento dei loro compiti e all'adempimento dei loro obblighi in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituto pubblici corrispondenti e senza discriminazione.
Richiamo soltanto ancora un aspetto che ritengo importante.
Una considerazione: la scuola non statale non si espone - e questo l'abbiamo detto - contro la scuola statale né al di fuori né ai margini del sistema scolastico nazionale. Anzi, con la sua presenza e la sua autonomia ed organizzazione nel quadro generale del sistema pubblico dell'istruzione e della formazione, la scuola paritaria ritiene di poter dare un valido contributo al rinnovamento e al miglioramento dell'intera scuola italiana.
Noi che cosa possiamo fare in futuro? A fronte di tutte le considerazioni che abbiamo sentito oggi, dobbiamo impegnarci per dare dei finanziamenti certi alle famiglie, per non generare incertezza, perché se dovesse crollare il sistema delle scuole paritarie, verrebbe meno sicuramente un diritto, ma verrebbero meno anche dei posti di lavoro.
Vorrei che ci fossero certezze di finanziamento e si fosse giunti all'obiettivo dell'ISEE a 30 mila euro proprio per cercare di dare maggiori risposte.
Noi riteniamo che gli assegni di iscrizione e frequenza e i contributi per i libri, per i POF e per l'istruzione siano un gesto di attenzione e che gli interventi in materia di istruzione, di studio e di libera scelta educativa siano una priorità per la Regione. Sono anche sicura che in futuro riusciremo a raggiungere risultati ancora più importanti che possano dare risposte migliori alle famiglie ed alle scuole. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ben sa, la scorsa legislatura c'era la frase magica del Presidente del Consiglio. Quando diceva "non ci sono più interventi" era il richiamo non dico per i ritardatari, ma per coloro che vogliono intervenire in chiusura della discussione. Purtroppo ce ne sono sempre, e lo dico per la maggioranza che vorrebbe approvare in fretta provvedimenti che hanno avuto un iter molto rapido.
Questo dobbiamo dirlo: l'iter della modifica del Piano triennale ha avuto sicuramente un iter rapido e condiviso, com'è già stato ricordato, ed ha avuto come provvedimento di accompagnamento una modifica molto importante in Commissione legislativa - quindi, con l'accordo di tutti i Gruppi consiliari - ovvero la modifica della legge quadro per quanto riguarda l'istruzione e le competenze regionali, la legge n. 28/2007, che ha eliminato quella parte dell'articolo 12, comma 2, che andava ad erogare risorse per quanto riguarda gli assegni di iscrizione e frequenza in misura proporzionale alla spesa effettuata dalla famiglia.
Ciò andava a distorcere le due graduatorie distinte - che ancora oggi permangono distinte - paradossalmente penalizzando le famiglie con un reddito ISEE più basso e premiando quelle con un reddito ISEE, e quindi una capacità di spesa, maggiore.
Per fortuna, questa stortura è stata riconosciuta anche da alcuni colleghi del centrodestra che avevano emendato la legge e prodotto questa norma, con grande spirito critico che noi stimiamo, perché riteniamo che a sbagliare si faccia sempre in tempo ma a riconoscere i propri errori e a volerli modificare ci vuole non solo una certa intelligenza, ma anche capacità politica.
Purtroppo noto che è una qualità rarissima, nel senso che noi discutiamo tutti i giorni in Regione, ma anche fuori, di errori progettuali e di scelte politiche sbagliate che gli stessi proponenti sanno che sono errori, ma che non vogliono riconoscere per non ammettere l'errore.
In questo caso il Consiglio è riuscito ad autoemendarsi, ad emendare una norma all'unanimità, quindi si parte da un presupposto, secondo me molto positivo da questo punto di vista.
Per quanto riguarda invece la modifica del piano triennale, non ci è potuta essere unanimità perché c'erano punti di partenza sicuramente diversi.
Noi abbiamo registrato positivamente una convergenza su quella che fu una prima nostra proposta emendativa, cioè quella di riconoscere comunque almeno una terza fascia.
Come ricordiamo, nelle premesse della proposta di deliberazione consiliare eravamo passati da un tetto di 32 mila euro di reddito ISEE alzato a 40 e che poi si voleva abbassare a 20.
Lo scostamento sarebbe stato eccessivo dal nostro punto di vista, anche perché prevedeva un piano triennale pregresso e un anno scolastico ormai già terminato, cioè l'anno 2013-2014.
Quindi, sarebbe stato veramente eccessivo, anche perché molte famiglie avevano già iscritto e mandato i loro figli a scuola, contando su un assegno che poteva variare da circa 300 euro per i POF, i libri e i trasporti, fino ad arrivare a 2.000 euro per quanto riguarda gli assegni di iscrizione e frequenza.
Pertanto, senza questo contributo molte famiglie sarebbero potute andare in difficoltà. E' ovvio che su 40 mila euro di reddito ISEE, o meglio 39.999, francamente si può anche soprassedere e pensare che non siano famiglie bisognose - forse anche su 35 mila, forse anche su 30 mila anche se più si scende e più bisogna valutare anche i casi. Sappiamo che l'80% degli italiani dispone di un patrimonio immobiliare, cioè di una casa, anche se magari gravata da un mutuo acceso per coprire l'acquisto della stessa; questo alza molto il reddito ISEE.
Però la convergenza su una cifra che avevamo stimato in 25 mila euro poi corretta nella proposta della Giunta a 26 mila euro - mi sembra una buona convergenza, nel senso che abbiamo fatto delle simulazioni anche con i redditi ISEE, e tendenzialmente una famiglia proprietaria di una casa su cui ha acceso un mutuo, con due figli e due stipendi medio-bassi, supera i 20 mila, ma dovrebbe stare dentro i 26 mila euro.
Quindi, l'aggiunta di questa terza fascia per noi era fondamentale ed era pregiudiziale alla possibilità di fare licenziare il provvedimento e valutarlo positivamente.
Le fasce sono state poi ritoccate rispetto alla nostra proposta, anche perché l'Assessorato ha fatto con i suoi funzionari una stima di quelle che potevano essere le risorse che venivano impegnate sulla base delle risorse effettivamente stanziate o che saranno effettivamente stanziate nell'assestamento, quindi con l'aumento a dieci milioni delle risorse per quanto riguarda gli assegni per POF, libri, trasporti, e sei milioni per l'iscrizione e frequenza.
Come ricordava l'Assessore Pentenero, è una stima, ma può essere abbastanza corretta se si manterrà il numero di richieste dell'anno precedente.
Da questo punto di vista, le restanti parti del piano triennale rimangono uguali; anche la maggiorazione per i soggetti disabili, i soggetti con difficoltà specifiche di apprendimento e gli studenti con altre esigenze educative speciali.
E' lo stesso per quanto riguarda la marginalità, quindi i Comuni in aree geografiche e socio-economiche a marginalità media ed elevata e per quelli che sono residenti a più di 25 chilometri da un centro di erogazione del servizio, come è stato ribattezzato.
L'ultima novità per quanto riguarda la revisione del Piano triennale è quella dell'inserimento della scadenza a 90 giorni per i Comuni per consegnare alla Regione le domande pervenute.
Anche questa mi sembra una modifica condivisibile, perché se è vero che non sarà una scadenza perentoria, è una scadenza ordinatoria, come spesso accade nelle norme, nelle leggi e nelle delibere che approviamo, però dà l'idea di un limite ai Comuni che non possono andare oltre una certa scadenza, perché mettono in difficoltà non solo la Regione stessa ma anche le famiglie. Pertanto, questo è un altro dato condivisibile.
A prescindere da questo provvedimento, che arriva al foto finish a novembre, quasi alla scadenza dei termini che si era data la Regione come Ente (non come parte politica) per garantire l'erogazione dei sostegni alle famiglie, ci sarà la discussione che si dovrà aprire subito - la auspichiamo - per il nuovo piano triennale.
Non tergiversiamo su questo - lo dico all'Assessorato - perché se riusciamo a metterci al passo con gli anni, almeno scolastici, possiamo fare qualche cosa di positivo. Quindi, non dico da domani, ma magari dall'inizio dell'anno 2015, iniziare subito a discutere. L'Assessorato quindi, lavorerà per elaborare la proposta e immagino che il Consiglio, da gennaio, valuterà il nuovo piano triennale per cercare di arrivare in tempo con le proposte e in modo da non essere sempre ad inseguire, l'anno successivo, per coprire l'anno precedente.
Questo è un discorso generale per la Regione: non è solo un discorso quindi, di risorse o - come si diceva prima - di cassa sul rendiconto, ma è anche un discorso di norme e di applicazione e proposizione delle stesse.
Ovviamente, infatti, non si può arrivare in Aula e chiedere al Consiglio di approvare i provvedimenti di corsa perché c'è un ritardo pregresso che è responsabilità della Giunta, o del fatto che ci sono state le elezioni un anno prima del dovuto, ecc.
Il Consiglio, al contrario, deve avere il tempo per discutere con serenità i provvedimenti e la maggioranza, ma soprattutto l'opposizione deve avere il tempo per poter studiare la documentazione e presentare degli emendamenti e provare, com'è successo in questo caso, perché non sempre succede, a fare anche delle discussioni a latere della Commissione (quindi dei tavoli politici) per vedere se c'è un accordo che possa andare a preservare, innanzitutto, i nostri cittadini piemontesi e quindi coloro i quali hanno bisogno di norme chiare, di tempistiche date e soprattutto di fondi certi. Anche l'assestamento approvato a fine novembre e poi il bilancio previsionale che probabilmente sarà rinviato a marzo-aprile con l'esercizio provvisorio, infatti, pongono delle difficoltà.
Ribadisco nuovamente che si possono verificare quanto vogliamo elementi quali le elezioni anticipate, difficoltà del rendiconto, giudizio di parifica che è arrivato in ritardo, ma sicuramente la Regione deve partendo anche dal Documento di Programmazione Economica Finanziaria mettere delle risorse certe e avere risposte certe anche dal Governo. E' ovvio, infatti, che se è vero che ad oggi noi stiamo chiedendo delle risposte sicure da Roma, la legge di stabilità non può creare più problemi di quelli che hanno già gli Enti locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Pensava di aver finito, eh.



PRESIDENTE

No, no: è un piacere quando le do la parola.



FREDIANI Francesca

Eh, lo immagino.
Vorrei solo aggiungere, rapidissimamente, qualche riflessione a quello che già ha detto il collega Bono. In realtà c'è poco da aggiungere, perch è stato molto esaustivo.
Abbiamo lavorato ovviamente in un clima di emergenza, come sempre più spesso accade. Diciamo che c'erano delle famiglie che stavano aspettando una risposta e quindi si attendevano da noi certezze e anche rapidità.
Abbiamo collaborato per raggiungere questi obiettivi nel più breve tempo possibile. Ci riteniamo soddisfatti di questo risultato, anche perché sono state accolte alcune nostre proposte; di questo siamo ovviamente contenti ma non lo possiamo essere totalmente, perché è così quando si lavora con una carenza di risorse, e oltretutto si lavora sul passato.
Come il collega Bono ed altri che si sono espressi prima di me, mi auguro che si riesca a lavorare da subito, o comunque entro i prossimi mesi, sul nuovo piano triennale e consideriamo che ancora molto c'è da fare.
Innanzitutto, dovremo vedere come verrà modificato il nuovo ISEE e come questo impatterà sui redditi delle famiglie, quindi sul modo con cui le famiglie potranno accedere al sostegno, sperando che siano anche corrette alcune imperfezioni di questo strumento che anche altri colleghi hanno già messo in evidenza.
E poi dovremo lavorare sul bisogno di soddisfare la libera scelta educativa, su due fronti. Il primo, ovviamente, è quello di garantire alle famiglie che scelgono le scuole paritarie la copertura di alcune spese soprattutto considerando che molto spesso l'iscrizione alla scuola paritaria non è una scelta, ma un obbligo, perché molti territori sono purtroppo scoperti da servizi alternativi e la paritaria va quindi a colmare un vuoto; dunque bisogna anche considerare questo elemento, che molto spesso non è considerato da chi vive in città come Torino, dove l'offerta è molto più ampia e accessibile alle famiglie: chi vive in un territorio extraurbano sa che molto spesso, nei piccoli Comuni, l'unica possibilità è la scuola paritaria.
D'altra parte, bisogna fare in modo che la scuola statale sia al livello di servizio della scuola paritaria, sia dal punto di vista delle attività sia dal punto di vista della copertura come numero di insegnanti e anche sul fronte degli orari. Uno dei grossi limiti della nostra scuola statale, infatti, soprattutto per quanto riguarda le donne che lavorano, è l'impossibilità di lasciarvi i figli in un orario molto ampio. Molto spesso le donne - o gli uomini, o comunque le persone che si occupano dei bambini iniziano a lavorare in un orario antecedente all'apertura delle strutture e quindi si apre un problema di copertura di queste ore rispetto alla custodia dei bambini.
Spero dunque che possiamo lavorare anche su questi aspetti e che la collaborazione inizi al più presto, in modo da non dovere sempre arrivare all'ultimo momento nell'approvazione dei provvedimenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: Al terzo capoverso, del quarto paragrafo dell'Allegato 1, le parole: "consegnano alla regione Piemonte le domande pervenute" sono sostituite dalle parole "trasmettono alla regione gli esiti dell'istruttoria sulle domande pervenute".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: Al quinto capoverso, del settimo paragrafo dell'Allegato 1, le parole: "consegnano alla regione Piemonte le domande pervenute" sono sostituite dalle parole "trasmettono alla regione gli esiti dell'istruttoria sulle domande pervenute".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione l'Assessore Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Chiederei soltanto una modifica, rispetto alla parte che ieri abbiamo emendato.
Nell'Allegato 1, relativamente alla trasmissione delle domande dai Comuni alla Regione, chiederei una riscrittura. Attualmente il testo, al terzo capoverso del quarto paragrafo, recita "consegnano alla Regione Piemonte le domande pervenute"; la proposta emendativa è quella di sostituire quelle con le parole "trasmettono alla Regione gli esiti dell'istruttoria sulle domande pervenute". Questo ci fotografa la realtà sicuramente migliorabile, come diceva prima il Consigliere Vignale, che affronteremo nel prossimo piano triennale.
Con lo stesso criterio andiamo a modificare in egual modo la frase, sia per quel che riguarda gli assegni per iscrizione e frequenza sia per quel che riguarda l'integrazione dell'offerta formativa e POF: la frase è esattamente uguale e quindi la emendiamo nell'una e nell'altra parte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Pentenero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Vi è, come atto di indirizzo collegato, l'ordine del giorno n. 95 presentato dai Consiglieri Vignale, Appiano, Frediani, Gariglio, Grimaldi Bertola, Ottria, Ravetti, Valle e Valmaggia, inerente a "Inderogabilmente entro marzo 2015 il Piano triennale 2015-2017 in Commissione competente".
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 95, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Prima di porre in votazione la proposta di deliberazione, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Volevamo dichiarare il nostro voto, che sarà di semplice presenza, che è un po' la somma di ciò che abbiamo detto.
Noi non riteniamo di poter esprimere un voto favorevole su questa delibera, ancorché migliorata, come precedentemente detto, perché non risponde a quelli che noi riteniamo siano i requisiti sotto tanti punti di vista - non mi ripeto - che un bando triennale dovrebbe contenere.
Non possiamo però non significare come il lavoro che vi è stato sia stato un lavoro positivo che ha migliorato la delibera, per cui non crediamo neanche sia utile esprimere un voto certamente non di contrarietà ma neanche di astensione che, com'è noto, all'interno di quest'Aula si somma con i voti contrari.
Di conseguenza, daremo soltanto la presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Riteniamo che la cifra stanziata sia insufficiente. La libertà di dare un'istruzione ai figli in base ai propri orientamenti dovrebbe essere alla base di tutto, quindi, nonostante sia stato votato favorevolmente un ordine del giorno, siamo contrari perché insufficiente in base alle nostre richieste.
Vorrei anche che fosse preso in considerazione il costo di un alunno in una scuola pubblica rispetto al costo di un alunno scuola in una scuola privata. Non c'entra molto, però dovremo iniziare veramente a fare una seria riflessione sul fatto che esistono ancora nella nostra società occidentale dei monopoli. La scuola fortunatamente non lo è, ma abbiamo ancora dei monopoli. Il monopolio legale, per esempio, è ancora monopolio di Stato ed è un monopolio della coercizione.
Chiediamoci se tutto questo è etico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 8, così come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame mozione n. 92 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Annullamento Bando di Gara per assegnazione lavori dell'interconnessione Linea Torino Ceres a Rebaudengo sotto Corso Grosseto"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la mozione n. 92, presentata dai colleghi del Movimento 5 Stelle, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La ringraziamo anche per aver iscritto rapidamente questa mozione, come richiesto dal nostro Capogruppo nella scorsa Conferenza dei Presidenti perché è un tema sicuramente urgente. Come ci sono le question time, le interrogazioni urgenti e indifferibili, è auspicabile che questa sia una prassi che prosegua nei prossimi Consigli regionali per quanto riguarda le iscrizioni all'o.d.g., perché le tematiche urgenti, a prescindere da quale Gruppo le presenti, ovviamente dovrebbero essere affrontate immediatamente altrimenti si perde il treno e diventa inutile discutere alcune questioni.
Questa mozione chiede al Consiglio regionale di impegnare la Giunta a mettere in atto ogni iniziativa per sospendere l'affidamento del bando di gara relativo al nodo di Corso Grosseto a Torino, quindi l'insieme del tunnel ferroviario sotto Corso Grosseto, la demolizione delle due sopraelevate e la creazione di un tunnel viario da Corso Grosseto verso Corso Potenza e la realizzazione di un incrocio semaforico in superficie.
Tutto questo è al di là dei vari posizionamenti politici dei Gruppi consiliari qui rappresentati, per cui è noto che il Movimento 5 Stelle ha un'ipotesi di trasportistica sul nodo diversa rispetto a quella che ha espresso ad esempio la maggioranza, che è maggioranza sia oggi in Consiglio regionale che in Comune che a Roma, e quindi c'è un'ipotesi diversa, non c'è un'ipotesi zero come ad esempio succede per l'Alta velocità sia Torino Lione che Terzo Valico, ci sono diverse ipotesi trasportistiche.
Abbiamo notato che, comunque, c'è un'ipotesi di convergenza per quanto riguarda la possibile sospensione del bando di gara perché sul progetto è stata richiesta una variante relativamente al progetto esecutivo riguardante la realizzazione del tunnel viario verso Corso Ferrara, quindi non solo verso sud, ma anche verso ovest per quanto riguarda la città di Torino; tunnel viario che non è inserito nel progetto definitivo, perch così è andato al CIPE, su cui non si ha una risposta ovviamente univoca perché il CIPE si interroga solo quando c'è una variazione di un progetto se questa modifica possa essere una modifica sostanziale o meno, ovverosia obbligare a un nuovo passaggio al CIPE e quindi a un rallentamento ovviamente fisiologico, necessario dell'inizio dei cantieri dell'opera e quindi una rivisitazione anche del bando stesso.
Questa concordanza non nasce da discorsi a latere del Consiglio o delle Commissioni, ma nasce proprio dall'approvazione di un atto formale, un atto di indirizzo del Consiglio comunale di Torino del luglio 2013, il n. 44 avente come impegno "la modifica del progetto definitivo, una fase di organizzazione del progetto esecutivo per la realizzazione di entrambi i tunnel veicolari sia Grosseto-Ferrara che Grosseto-Potenza, in sostituzione della rotatoria prevista".
E' stato un atto di indirizzo votato a larga maggioranza del Consiglio comunale, che ha coinvolto sia la maggioranza comunale sia diversi altri Gruppi di opposizione (adesso non ricordo esattamente quali, posso parlare del nostro, che a livello comunale ha votato a favore) e che quindi rischierebbe di non essere preso in considerazione come succede per tanti ordini del giorno, ma sappiamo che gli ordini del giorno per definizione sono vincolanti rispetto a iniziative delle Giunte, che siano comunali o regionali.
In questo caso, vorremmo vincolare in qualche modo anche la Giunta regionale sulla revisione di questo progetto. Il progetto ha previsto delle migliorie anche in superficie, non ovviamente con tunnel, proposte anche dal Comune di Torino, accolte dal CIPE e recepite poi nel bando, tra cui la trasformazione dell'incrocio che era un incrocio al quale non sappiamo che definizione dare, un incrocio giungla, nel senso che dovevano esserci cinque corsie e 15 ingressi, quindi doveva essere veramente qualcosa di improponibile, una Piazza Derna moltiplicata per dieci.
Sono state recepite appunto delle modifiche, tra cui la regolazione semaforica in superficie, che dava anche un punteggio molto ben specifico e importante dal punto di vista del peso all'insieme delle aziende proponenti, partecipanti al bando. Quindi un incrocio semaforico che dovrebbe risolvere, o meglio mitigare quelle che erano delle criticità che si sarebbero veramente palesate a breve come insuperabili e insostenibili per la situazione del traffico in quell'area della città, visto che manca la spina e non si sa quando verrà realizzata la copertura definitiva del passante ferroviario, quindi il collegamento di tutto il tratto con Corso Inghilterra dovrebbe diventare uno degli assi principali della città di Torino, ma oggi non conosciamo in effetti la disponibilità delle risorse su questo tema.
Quindi, quest'incrocio semaforico porta delle migliorie, sono chiamate migliorie e non risoluzioni dei problemi, perché se è vero che da un lato un problema di traffico non è che si può risolvere con la bacchetta magica però la previsione di un tunnel viario monodirezionale è monodirezionale nello specifico, perché - voglio essere chiaro e trasparente - solo in una direzione verso Corso Ferrara, avrebbe alleviato almeno di un altro 25% i problemi di traffico in superficie, non azzerato, perché il tunnel avrebbe dovuto essere bidirezionale per eliminare del tutto il traffico in superficie.
Se questo non avverrà, ci sarà comunque una ricaduta in superficie quindi le sopraelevate da un punto di vista non solo estetico, ma anche dal punto di vista del traffico, ovviamente, non sono la soluzione migliore sono state adottate negli anni, perché erano forse la soluzione economicamente più vantaggiosa e più rapida e questo dovrebbe farci riflettere sul perché sono state scelte come strategia. Ma con il superamento della ferita che divideva la città - parlo della ferrovia - e la realizzazione del passante ferroviario, la città ha abbattuto via via tutti i suoi cavalcavia, quindi rimarrebbe solo più quello di Corso Grosseto.
Una scelta che noi non contestiamo nell'abbattimento della sopraelevata, che riteniamo sicuramente un miglioramento della vivibilità della zona - la zona rifiorirebbe, ovviamente, eliminando le due sopraelevate, perché chi ci passa sa che viaggiano a una quindicina di metri d'altezza, praticamente a fianco dei palazzi, e quella è una zona di Torino che ha dei palazzi di nove-dieci piani - però ribadisco che è un'opera che, per la parte trasportistica ferroviaria, noi contestiamo perché abbiamo una proposta alternativa, quindi almeno la si faccia nel migliore dei modi possibili. Potremmo tirare in ballo molti tavoli di concertazione, molti osservatori, ma non vogliamo ovviamente fare polemica che non sia semplicemente e totalmente a fini costruttivi e per il bene dei cittadini.
In questo senso, si è provato a fare concertazione. Vorremmo sapere quindi direttamente, anche per voce del Presidente Chiamparino, che come Sindaco della Città di Torino per dieci anni ha seguito completamente questa parte, quindi è informato sui fatti, e capire se ci può dare in questo senso una risposta e se veramente il Consiglio può impegnare la Giunta in questo.
Dal nostro punto di vista, è possibile una rivisitazione del progetto ci siamo informati, fermo restando le risorse, perché comunque sono risorse vincolate in qualche modo, perché 140 sono fondi FAS. L'Assessore Reschigna ci ha informato che a breve dovrebbe essere fatta la nuova ripartizione e quindi quei fondi ci sono. I 18 milioni dell'IVA la Regione li ha messi e li ha riconfermati come stanziamento anche nell'assestamento dell'anno scorso, 2013, poi rimarrebbero 20 milioni di fondi CIPE, che anche quelli insomma dovrebbero essere vincolati. Quindi non penso che con un rallentamento per rinviare il progetto, in senso migliorativo, di tre mesi (penso sia più o meno quella la tempistica) ci possano essere ricadute negative sul territorio.
Ricordando vieppiù che l'intervento non sarà un intervento banale sul territorio. Sa benissimo la Consigliera Conticelli, Presidente della Commissione Trasporti, ma anche Presidente della VI Circoscrizione, che l'intervento sul territorio non sarà semplice: stiamo parlando di interrompere la viabilità in maniera ovviamente suddivisa per fasi, ci saranno vari lotti degli interventi, si cercherà di mantenere la viabilità sui controviali di Corso Grosseto, perché chiudere quell'arteria vorrebbe dire paralizzare la città a nord, però sarà un intervento ovviamente sostanziale e importante. Rischiamo di nuovo di creare dei disagi, che ci sono comunque per ogni opera pubblica, ma disagi sostanziali.
Quindi, pensiamoci prima di iniziare e poi entrare nella logica delle varianti, per finire a dire: iniziamo i lavori, già che ci siamo facciamo una variante, la variante a questo punto crea altre varianti, aumento di costi e quant'altro. Sarebbe bene che per una volta, non dico in generale a Torino, ma in generale in Regione Piemonte, visto che la legislatura è nuova, si facesse un'opera che ha un iter e che ha un progetto chiaro che non venga variato, né che vengano fatte varianti in corso d'opera e non subentrino aumenti di costo durante la realizzazione della stessa.
Quindi, questa è la nostra richiesta d'impegno al Consiglio regionale e alla Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Alberghiero "A. Rosmini" di Domodossola (VB) e dell'Istituto d'Istruzione Superiore "V. Mucci" di Bra (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Alberghiero "A. Rosmini" di Domodossola e dell'Istituto Superiore "V. Mucci" in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza. Entrambe le scolaresche aderiscono al progetto "Ragazzi in Aula".


Argomento: Viabilità

Esame mozione n. 92 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Annullamento Bando di Gara per assegnazione lavori dell'interconnessione Linea Torino Ceres a Rebaudengo sotto Corso Grosseto" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo ancora con l'esame della mozione n. 92.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
A integrazione di quanto detto dal Consigliere Bono, volevo sottolineare come la nostra posizione ribadita dalla mozione riguarda una rivalutazione del progetto. Riteniamo che alcune delle peculiarità per cui è stato pensato vengano meno. Entrando leggermente nello specifico pensiamo che, con la versione attuale del progetto, la scorrevolezza della viabilità non sia più garantita, perché si vanno a sostituire due cavalcavia con una rotonda.
Vi è il caso di un'ipotesi che era stata fatta da alcuni concorrenti con solo una galleria interrata monodirezione, che non è sufficiente e pu creare dei problemi alla viabilità locale, malgrado risolva il problema dell'estetica e del disagio dei cittadini sulla zona causato da queste rampe, quasi autostradali di fatto.
Il secondo aspetto riguarda la questione economica.
Secondo noi, viste le perplessità di questo progetto e vista la congiuntura economica, quantomeno si potrebbero rivedere le priorità del progetto; perlomeno dando maggiore priorità ad altri interventi che sono pur sempre pianificati come, ad esempio, il nodo del passante ferroviario sulle stazioni Dora e Zappata, il cui progetto esecutivo fa già parte di programmi dell'Assessorato ai trasporti, quindi sarà già commissionato a RFI. Si tratta solo di portare a termine questi progetti il cui costo, tra l'altro, è molto inferiore a quello del suddetto tunnel, perché parliamo di circa 20/25 milioni di euro per il completamento della stazione del passante su Dora che, seppure non sia la soluzione ideale prospettata del collegamento diretto dell'aeroporto, consente, con un semplice cambio di treno al coperto e con una scala mobile, di spostarsi agevolmente e raggiungere il centro città.
Siamo in un momento in cui le finanze della Regione sono in difficoltà ma spendere circa 20 milioni di euro è, in questo caso, una soluzione comunque valida, che crea un aumento dell'affluenza sul passante ferroviario, perché abbiamo una stazione in più in una zona attualmente scollegata.
E' comunque un intervento prezioso che è in programma, si tratta solo di rimodulare le priorità di intervento, in attesa magari di un periodo un po' migliore.
Quindi, a nostro parere questa proposta va nella direzione auspicata da chi ha visto questo progetto come un miglioramento del servizio ferroviario, riduce temporaneamente i costi e i milioni che risparmiamo che sono oltre 120, sull'Assessorato ai trasporti si possono dedicare ad altre opere marginali, magari con un po' più di revisione e di miglioramento del servizio esistente.
Questa è la nostra proposta: è una questione di buonsenso e non è in totale opposizione, ma una rimodulazione di come sono state pensate le priorità di intervento sul passante e sulla viabilità. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie e buongiorno a tutti.
Le questioni che vengono poste in realtà sono due, e sono differenti tra loro: la prima riguarda l'interconnessione. La scelta della stazione Rebaudengo come stazione, e di Dora come fermata, è una scelta strutturale da cui è difficile tornare indietro e non sarebbe utile né per il nodo ferroviario torinese, né per i torinesi stessi, perché rappresenta una interconnessione tra il trasporto ferroviario metropolitano e il Trasporto Pubblico Locale. Oltretutto, da lì partirà la seconda linea della metropolitana. C'era, poi, la questione tecnica delle diverse altezze di Stazione Dora e di Stazione Rebaudengo: ma la scelta di Rebaudengo non è stata solamente tecnica, è stata una scelta infrastrutturale fondamentale per il nodo metropolitano. Faccio presente che già oggi Rebaudengo funziona da stazione metropolitana, nel senso che il treno viene utilizzato per il trasporto pubblico locale.
Il secondo tema riguarda il collegamento con l'aeroporto, la cui necessità era emersa anche durante l'audizione di Sagat in Commissione.
Oggi, tale collegamento è sostituito da un trasporto su gomma e da un treno da Madonna di Campagna, ma è cosa ben diversa dall'avere un nodo infrastrutturale che colleghi in maniera veloce l'aeroporto con la Stazione Rebaudengo e, da lì, con la seconda linea della metropolitana o direttamente con il centro attraverso il treno (oggi, da Rebaudengo a Porta Susa impiega due minuti e 40 secondi). Si tratta, dunque, di un collegamento funzionale, rapido ed ecologico (si parla di trasporto su ferro e non su gomma).
Alcune considerazioni rispetto al progetto che adesso è andato in appalto. Intanto, sull'assegnazione del bando di gara si esprimerà il TAR il 19, perché è stato presentato ricorso e non possiamo, quindi, che aspettare il suo pronunciamento. Sarebbe del tutto inopportuno ogni nostro altro diverso pronunciamento.
In secondo luogo, visto che qua si fa riferimento al territorio l'unica questione su cui con il territorio si è già ampiamente dibattuto (avete ricordato anche voi che è stata assunta una mozione del Consiglio comunale, che però non entrava nel merito) è quella del proseguimento del collegamento su Corso Grosseto, perché il progetto ad oggi prevede il tunnel a sostituire il braccio di cavalcavia verso Corso Potenza, e su Corso Grosseto questa rotonda che tutti abbiamo considerato, in effetti non essere di ausilio per il traffico, soprattutto nei giorni in cui c'è la partita (ricordo, infatti, che da quella direzione si va verso lo stadio della Juventus).
Se non sarà possibile fare il secondo tunnel - questa ipotesi era stata esclusa per una questione di costi - siccome il bando di gara prevedeva la possibilità di migliorie alla scorrevolezza della viabilità, magari la rotonda sarà sostituita da una serie di semafori.
Dire che tutto il progetto è da rimettere in discussione o addirittura parlare di riassegnazione del bando di gara solo per questo nodo, lo trovo francamente fuori luogo. Chiederei, quindi, che questa ipotesi non venisse esperita, portando anche l'interesse del territorio, che vuole che quel nodo venga completato, che venga terminata la copertura del passante e che Rebaudengo funzioni davvero da stazione di interscambio metropolitano.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Oggi stiamo parlando di un'opera pubblica. Ma stiamo anche parlando, a nostro avviso, di ciò che un buon Amministratore dovrebbe fare. Da una parte c'è la pianificazione dell'un'opera; opera che, a scanso di equivoci non ci trova favorevoli. Noi pensiamo che non sia il caso di gettare alle ortiche, in tutti i sensi, il tunnel di Via Stradella. Però oggi non stiamo parlando di questo: nel nostro atto di indirizzo non c'è la richiesta ad esprimere una contrarietà all'opera. Questo è chiaro dal testo, ma qualora non lo fosse, lo modifichiamo ulteriormente affinché sia indubbio. Su questo non vi è alcun problema.
Stiamo parlando, invece, di un'opera che nasce in un modo - e riguarda tutti i cittadini piemontesi, perché non è un fatto locale di Corso Grosseto o di Torino, dal momento che è pagata con denaro pubblico - ma poi ci si accorge che, forse, è opportuno rivederla. Perché da una parte si diceva che era auspicabile un tunnel viario; poi, invece, chi lo propone viene penalizzato nella gara. All'inizio c'è l'ipotesi di una rotonda impercorribile e impraticabile: per chi è di Torino e deve attraversare Piazza Derna, la futura rotonda di Corso Grosseto sarebbe dieci volte tanto come ingorgo di traffico! Anche lì, allora, sorge il suggerimento di modificare il progetto, mettendo un semaforo. Giunti a questo punto, per non possiamo e nemmeno vogliamo sostituirci al TAR, che è un Tribunale amministrativo e giudica le procedure amministrative. Noi siamo la politica e assumiamo scelte politiche.
Il buon Amministratore, oltre ad avere onestà intellettuale, deve anche essere capace di andare a rivedere un progetto e dire: "Forse possiamo cambiarlo; forse possiamo migliorarlo. E' nostro dovere". Sarebbe davvero illogico trovarsi davanti ad un'opera fatta e finita che crea dei problemi o a varianti in corso d'opera che poi ne aumentano il costo, ne diminuiscono la trasparenza, aumentano i tempi e aggravano i disagi per i cittadini, perché stiamo parlando di tre anni di cantiere. So bene cosa siano tanti anni di cantiere, specie quando questi si prolungano: abitando in periferia sud di Torino, stiamo toccando con mano cosa significa iniziare le opera in scarsità di risorse e mantenere i cantieri per degli anni! Oggi noi non ci vogliamo assolutamente sostituire al TAR, perché non lo possiamo fare e perché non è nostro compito.
E' nostro dovere di Amministratori verificare se un progetto è stato fatto in modo corretto oppure no, e se si possono fare delle migliorie in corso d'opera, prima che parta tutto l'iter. Per questo noi chiediamo di sospendere il bando. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Desidero, innanzitutto, partire dalla fine.
L'ordine del giorno che si pone in votazione parte da un presupposto e arriva alla conseguenza inevitabile; parte, cioè, dal presupposto che le scelte progettuali assunte, perlomeno quelle strategiche di interrare la ferrovia sotto Corso Grosseto, siano scelte sbagliate e, come tali, propone di sospendere l'affidamento e il bando di gara per sottoporre il progetto dell'interconnessione di Corso Grosseto ad una rivisitazione che coinvolga ampiamente la popolazione Noi condividiamo, invece, l'impostazione progettuale che porta a realizzare il tunnel sotto Corso Grosseto. E' stata una delle mie principali osservazioni al Sindaco Chiamparino neoeletto, quando, nel 2001, mi pare decise di interrare la ferrovia. Io e il mio collega, all'epoca Presidente della SATTI, ci fiondammo da lui dicendogli che questo avrebbe comportato un beneficio immediato per la città, ma anche l'interruzione del collegamento ferroviarioche era appena stato riaperto dopo 15 anni di lavori; quindi, c'era la necessità di individuare una soluzione.
Qui stiamo cercando di trovare rimedio ad un problema ferroviario verificatosi nel 2001, per un disegno strategico di riqualificazione di un pezzo intero della città. Quindi, noi siamo d'accordo sull'idea di collegare stabilmente, senza interruzione di carico, la linea Torino-Ceres quindi l'Aeroporto di Torino, con il passante ferroviario.
Però, questo non ci impedisce di non avanzare serie critiche alla nostra società di committenza regionale e alla modalità con cui si è gestito questo progetto. In particolare, la prima critica - che non è di oggi - è da appuntare alla Giunta regionale della scorsa Amministrazione quando decise di affidare l'incarico di stazione appaltante non alla stazione appaltante del Comune di Torino, Infra.To Spa, ma ad SCR Spa.
Sappiamo che SCR Spa non può detrarre l'IVA di quest'opera, come mi è stato comunicato, a seguito di richiesta formale, dal Presidente di SCR.
L'Amministrazione comunale di Torino e, in particolare, Infra.To hanno argomentato come, invece, sarebbe stato loro possibile, se incaricati della funzione di stazione appaltante, recuperare l'IVA.
Il costo totale di questa scelta ammonta a 18 milioni di euro, non recuperati, quindi è un costo che noi paghiamo; l'incremento dell'IRPEF dei cittadini serve, tra le altre cose, a recuperare questi soldi che, con un'amministrazione oculata negli anni passati, avremmo evitato.
La seconda osservazione riguarda la modalità con cui è stato redatto un bando così rilevante, che riguarda una delle opere principali gestite dalla Regione Piemonte, con il prezzo che ha un valore pari a 15 e con elementi di migliorie tecniche basati su dati ampiamente discutibili e anche molto discrezionali che valgono 76.
Mi pare non ci sia un precedente, a livello regionale, di un simile punteggio; attendo ancora da un anno e un mese una documentazione da parte di SCR, che mi presenti, come annunciatomi dal Direttore amministrativo esempi di bandi con punteggi analoghi, ma tant'è, ormai la cosa è avvenuta.
E' altresì curioso esaminare lo svolgimento delle graduatorie. E' un Consiglio regionale, non ne parlo qui, ne ho parlato in Commissione. Per se qualcuno dell'Amministrazione regionale volesse prendere l'ultimo verbale della Commissione aggiudicatrice e vedere come si sono stabiliti i punteggi, credo che la lettura sarebbe edificante per tutti quanti, e i dubbi che alcuni hanno sollevato sarebbero assolutamente più condivisi.
In occasione dell'ultima Commissione consiliare in cui abbiamo discusso di questo, il direttore regionale competente in materia ha avuto modo di esprimere considerazioni non dissimili dalle mie. Ed è tanto più significativo perché parliamo di un direttore che aveva anche compiti gestori della società in esame, quindi non è qualcuno visionario. Se vedete le graduatorie e come sono stati assegnati i punteggi, capite che, forse se un anno fa si fosse posta maggiore attenzione non saremmo arrivati a questo punto.
Infine, richiamo il nodo del tunnel ferroviario.
L'Amministrazione comunale di Torino, in particolare il Consiglio comunale, il 29 luglio 2013, approva una mozione - siamo in un momento antecedente a quello in cui la gara è stata bandita - in cui impegna il Sindaco e la Giunta ad attivarsi presso la Regione, tra virgolette, "che si è già detta favorevole", per la modifica del progetto definitivo, nella fase di redazione del progetto esecutivo, per realizzare entrambi i tunnel veicolari dei corsi Grosseto-Ferrara e Grosseto-Potenza. In realtà Grosseto-Potenza c'è e Grosseto-Ferrara manca.
Allora, il Consiglio comunale dice di fare il bando, però, poi, di predisporre una variante e di prevedere il collegamento ferroviario.
Il fatto curioso è che nelle procedure di gara alcune imprese - i 5 Stelle dicono che sono quattro, hanno i dati più aggiornati dei miei propongono, a oneri invariati per l'Amministrazione, cioè a iso-risorse, di realizzare questo tunnel ulteriore. Cioè, alcuni, come miglioria tecnica, a parità di risorse, offrono il tunnel.
Gli amministratori di SCR ci hanno spiegato che quelle proposte non potevano essere valutate positivamente - quindi hanno ottenuto punti zero perché la costruzione di un manufatto ulteriore, seppure a iso-risorse avrebbe comportato la necessità di un ulteriore passaggio approvativo al CIPE e non si volevano allungare i tempi procedurali.
La scorsa settimana abbiamo letto sui giornali che l'Amministrazione comunale di Torino, invece, ritenendo, come da mozione, l'opera utile da realizzare, si sta orientando a proporre una variante all'opera per come è stata appaltata, in cui questo tunnel ulteriore venga realizzato ovviamente con costi ulteriori, perché, nel frattempo, l'opera è già stata appaltata.
Si legge anche che è orientamento dell'Amministrazione comunale ritenere che detta variante in più non comporti la necessità di un passaggio al CIPE, perché è una variante solo di tipo infrastrutturale, di tipo progettuale, si tratta di un manufatto ulteriore e non fa saltare il quadro finanziario; in realtà, il quadro finanziario salta perché abbiamo visto che sono quattrini in più.
La morale - mi dispiace che per esigenze insopprimibili e maggiori il Presidente non mi possa ascoltare - che volevo porre è la seguente: ormai le cose sono andate così, però, subito dopo la più grande opera pubblica che noi bandiamo facciamo una variante che comporterà una spesa ulteriore per realizzare un pezzo di opera che, in sede di gara, qualcuno voleva realizzare allo stesso costo; ovviamente questo ci lascia l'amaro in bocca.
Poi, le quattro imprese - se sono quattro - che hanno proposto questa miglioria probabilmente non avrebbero vinto, magari per il prezzo più alto o per l'irricevibilità della loro offerta sotto altri aspetti, ma colpisce la netta differenza di valutazioni tra quanto, una settimana fa, ha detto il Comune di Torino e quanto ha detto, due settimane fa, il Presidente di SCR.
Proprio per questo annuncio, nella giornata di ieri ho avanzato due richieste formali, alla Segreteria Generale del Consiglio regionale e alla Segreteria Generale della Giunta regionale, per avere chiarezza. Credo che il Consiglio regionale debba sapere se, in che modo e con quali forme il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica abbia, in caso di variante, o avesse avuto, in caso di approvazione di miglioria in sede di gara, la titolarità a intervenire, in fase approvativa per l'opera, con ovviamente, il tunnel integrato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Gariglio.
I lavori sono terminati; li riprendiamo, alle ore 14.30, con il question time. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.05)



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