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Dettaglio seduta n.199 del 17/01/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 679 presentata dai Consiglieri Valetti, Bono e Mighetti e dalla Consigliera Batzella inerente a "Ridimensionamento della stazione di Torino Porta Nuova"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 679, presentata dai Consiglieri Valetti, Bono e Mighetti e dalla Consigliera, Batzella avente ad oggetto "Ridimensionamento della stazione di Torino Porta Nuova".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è un po' vecchia: l'argomento non è più attuale come quando l'avevamo depositata, un anno e mezzo fa...



(Commenti fuori microfono)



VALETTI Federico

Sì, come i treni! Riguarda il ridimensionamento della stazione di Porta Nuova. Il focus è sulla possibilità di attestare eventuali linee di servizio ferroviario metropolitano in questa stazione piuttosto che sul passante ferroviario in modo da avere più margine nella gestione delle tracce, come sappiamo, degli slot in cui il servizio ferroviario metropolitano si attesta, ovvero si tratta di quegli intervalli temporali o di spazio e di tempo che permettono di far correre nuovi treni sul nodo ferroviario di Torino.
Purtroppo, però abbiamo avevamo appreso - magari l'Assessore ci corregge - che le intenzioni delle Ferrovie dello Stato erano di ridimensionare la capacità della stazione di Porta Nuova, quindi di avere minori possibilità di portare dei treni in quella che è la stazione storica e principale di Torino. Sappiamo che Porta Susa, essendo una stazione passante, non può testare i treni. Il numero di treni che attualmente passano sul passante ferroviario di Torino è prossimo alla saturazione; la frequenza è già molto alta, tant'è che spesso il ritardo di un treno causa ritardi a catena per tutti gli altri treni, perché alcuni hanno soltanto sette minuti di distacco l'uno dall'altro, quindi è evidente che con ritardi medi di cinque minuti questo fatto diventa un problema.
Ad oggi, soltanto il servizio ferroviario metropolitano, la Linea 3 (Torino-Bardonecchia, Torino-Susa) attesta a Porta Nuova, mentre tutte le altre linee passano sul passante e vanno a Porta Susa in direzione Chivasso e alcune si attestano a Stura e altre a Chivasso.
Quindi, interroghiamo l'Assessore e la Giunta su come si intenda mantenere l'attuale programmazione ferroviaria - pensiamo anche alle nuove corse di servizio regionale Torino-Milano, che sono state proposte dall'Assessore Balocco - oppure come si intenda aumentare l'offerta di fronte alla diminuzione di questa capacità e se, in futuro, ci sono intenzioni di ridurre il numero di linee e convogli diretti in partenza da Torino, coerentemente con il ridimensionamento di Porta Nuova. Ovvero, c'è un rischio che la linea Torino-Susa e Torino-Bardonecchia vadano a inserirsi nel passante anziché andare a Porta Nuova?



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Posso assolutamente rassicurare che questa vecchia ipotesi della fine anni Novanta è assolutamente tramontata. Ovviamente, non avrebbe nessun senso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1324 presentata dalla Consigliera Frediani e dal Consigliere Campo, inerente a "Comune di Gambasca (CN) - copertura finanziaria per la realizzazione dell'intervento di ripristino in Borgata Para, causate dagli eventi calamitosi del novembre 2014, e tempistiche di attesa dei finanziamenti regionali richiesti dai Comuni piemontesi per i rischi geologici" (ritirata)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1324.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Presidente, dopo aver ricevuto un aggiornamento dal Sindaco, ieri ho ritirato l'interrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani. Mi scusi, ma non ci hanno avvisato.
L'interrogazione n. 1324 è ritirata.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1241 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Potenziamento e sviluppo del Centro trapianti di cellule staminali emopoietiche (CSE) dell'AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1241.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Più che illustrare i contenuti dell'interrogazione, che essendo stata depositata è stata letta, così come sicuramente è stata preparata la risposta, vorrei spiegare le ragioni per cui è stata presentata l'interrogazione.
Noi abbiamo allocato il Centro presso l'Ospedale San Luigi che, insieme ad altri Centri analoghi e con le medesime certificazioni e accrediti internazionali e nazionali (parlo di quello del Regina Margherita, quello della Città della Salute e della Scienza e di quello dell'Istituto della ricerca di Candiolo), fa parte del Centro Trapianti Metropolitano di Torno.
Nel 2015, a fronte di 98 interventi a livello metropolitano, un terzo (pari a 33) ha afferito al Centro presso l'Ospedale San Luigi, quindi sicuramente, quest'ambito accreditato è un punto di forza di questo importantissimo presidio.
Pur tuttavia, non tutti gli elementi ancora consolidati all'interno dell'atto aziendale dell'Ospedale medesimo, viaggiano con coerenza rispetto a questo punto di forza. Da un lato avremo sicuramente delle necessità di sviluppo e di potenziamento del Centro e vorremmo sapere se è allo studio qualcosa di analogo. Dall'altro, quando è stata fatta la DGR 1-600 e soprattutto la correzione e integrazione di gennaio non si è riconosciuta la struttura di ematologia che è strettamente connessa con quella del Centro trapianti, ma si è riconosciuto l'indirizzo ematologico a una seconda medicina interna. Il che ha portato, peraltro, nei mesi successivi al trasferimento di un'importantissima professionalità dall'Ospedale San Luigi all'Ospedale Mauriziano che, pur avendo una produzione nettamente inferiore in materia, si è visto invece riconoscere e confermare l'ematologia, per cui non vorremmo che a questo trasferimento dovesse mai a qualcuno balenare in mente, in futuro, l'idea che anche il Centro segua lo stesso percorso.
D'altra parte, è altresì fondamentale il servizio trasfusionale. Qui è addirittura l'intero quadrante ovest ad essere deficitario di un centro di riferimento, in quanto in tutto il quadrante ovest della provincia di Torino non esiste una struttura complessa relativa al servizio trasfusionale, è l'unica delle realtà piemontesi ad esserne priva.
Allora, l'oggetto dell'interrogazione è volto a capire quali intendimenti, quali idee e quali proposte vi sono per perfezionare tutta la rete di servizi che gravitano su questo presidio, cioè al Centro trapianti di così grande importanza, quindi quale valorizzazione si voglia dare in prospettiva.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Chiedo all'Aula un po' più di silenzio, se è possibile. Grazie.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Centro di terapia onco-ematologica intensiva e trapianto cellule staminali emopoietiche dell'AOU-San Luigi Gonzaga di Orbassano è accreditato JACIE per attività trapiantologica all'interno del Centro Trapianti Metropolitano di Torino.
L'atto aziendale del San Luigi, a cui il collega faceva riferimento, ha previsto nell'ambito del "Dipartimento medico oncologico" e della Struttura Complessa "Medicina interna ad indirizzo ematologico" una specifica Struttura Semplice a Valenza Dipartimentale "Trapianto di midollo".
La costituzione della struttura semplice dipartimentale consente la valorizzazione dell'attività ematologica e trapiantologica, confermando la vocazione del San Luigi nello specifico settore onco-ematologico.
Nell'ambito della implementazione dell'Atto aziendale dell'AOU San Luigi, l'incarico di dirigente responsabile di questa struttura è stato recentemente assegnato ad un professore associato di ematologia presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell'Università di Torino.
Per quanto riguarda l'evoluzione del Centro di terapia onco ematologica, nel contesto dei programmi manutentivi dell'AOU-San Luigi, è in fase di valutazione la messa in atto di specifiche azioni in grado di migliorare ulteriormente alcuni assetti strutturali.
Peraltro, dal punto di vista funzionale, il Centro del San Luigi trova una ottimo supporto nel contesto delle strutture presenti all'interno dell'Ospedale.
La determina del marzo 2015 del Direttore Generale sulla riorganizzazione e razionalizzazione della rete dei laboratori analisi per quanto concerne il San Luigi, in ragione della presenza di attività e centri di riferimento clinici di rilevanza regionale, ha ritenuto giustificata la persistenza di un'attività diagnostica specialistica in ambito ematologico, oncoematologico e neuroimmunologico per i pazienti afferenti a tali Centri di riferimento.
In tale ambito, presso il San Luigi proseguono le azioni finalizzate all'apertura negli ultimi mesi dell'anno 2017 della nuova "Palazzina dei servizi" con il nuovo Laboratorio Analisi e con la nuova Farmacia, che porteranno ad un'ulteriore ottimizzazione delle specifiche attività ed avranno indubbi riflessi positivi anche in campo onco-ematologico.
A titolo ulteriormente esemplificativo, si sottolinea che dieci trapianti di cellule staminali autologhe sono stati eseguiti in pazienti affetti da sclerosi multipla, in stretta collaborazione con il Centro di riferimento regionale del San Luigi.
Concludo anticipando che stiamo anche ridefinendo la rete dei SIMT (Servizi di immuno ematologia e medicina trasfusionale) anche per quanto riguarda il ruolo della specifica struttura del San Luigi come riferimento di area.
Inoltre, con il coordinamento delle Rete oncologica regionale, sono in fase di sviluppo specifici percorsi diagnostici terapeutici ed assistenziali nello specifico settore onco-ematologico, che coinvolgono i Centri della rete.
In sintesi, il Centro di terapia onco-ematologica intensiva e trapianto cellule staminali emopoietiche rappresenta attualmente un ulteriore riconoscimento delle tante eccellenze di un ospedale di assistenza formazione e ricerca come il San Luigi nel contesto della rete ospedaliera regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1366 presentata dai Consiglieri Bertola e Bono, inerente a "Regolamento aziendale per la mobilità interna del personale dipendente dalla Città della Salute e della Scienza"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1366.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Sono l'interrogante, ma posso anche anticipare la risposta: l'Assessore Saitta mi dirà che è tutto risolto, in quanto il 9 gennaio, nel pomeriggio è stato pubblicato sulla intranet del Parco della Salute e della Scienza di Torino il bando per la mobilità interna.
Avevo inteso presentare quest'interrogazione poiché, a distanza di quasi sei mesi dall'approvazione del Regolamento, ciò non era ancora avvenuto, ed eravamo poco prima della pausa natalizia. Infatti, il 19 luglio 2016, il Parco della Salute e della Scienza e le rappresentanze sindacali avevano sottoscritto il regolamento aziendale per la mobilità interna del personale, presentandolo come un elemento di novità e di trasparenza; infatti, all'interno di questo accordo era prevista la creazione di una banca dati mobilità. Qui sono state caricate le richieste dei dipendenti, i posti liberi da riempire e le graduatorie da cui attingere. E' un elenco composto sulla base di punteggi definiti nell'accordo firmato tra la Città della Salute e della Scienza e i sindacati, in cui, oltre all'anzianità di servizio, dovrebbero essere considerati il curriculum del candidato, l'attività professionale, gli incarichi ricoperti e le necessità familiari. Il tutto è pubblicato sul web, quindi con la gestione delle procedure di mobilità completamente on line.
Come anticipavo, questo bando è stato pubblicato il 9 gennaio ovviamente, quello che possiamo fare ora è augurarci che il tutto avvenga veramente secondo i criteri promessi di efficienza e di trasparenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Bertola ha già anticipato ciò che avrei potuto dire conoscendo la vicenda e quanto è avvenuto nel frattempo.
Ci tendo soltanto a sottolineare come non risulta veritiero che nell'Azienda si sarebbe venuto a creare un "clima di estremo disagio" per l'ampio numero di lavoratori che nel frattempo avrebbero visto "le proprie aspettative" - come è stato detto - "di mobilità tristemente deluse": infatti - come previsto dall'articolo 11 del Regolamento stesso alle "Norme finali" - nelle more dell'attivazione del supporto informatico, le mobilità interne sono comunque avvenute, secondo la precedente modalità cartacea di raccolta delle candidature e di pubblicazioni dei singoli avvisi.
In ogni caso, resta sicuramente vero - perché è così - che ci sono stati dei problemi, derivati anche dalle complessità tecniche che non hanno potuto garantire il mantenimento degli impegni che erano stati assunti. Non c'è una volontà, evidentemente, politica, né di non dare corso agli impegni assunti, ma si è verificato una sorta di guasto di carattere tecnico.
Ad ogni modo, le garanzie sono state tutte garantite per quanto riguarda la mobilità e adesso abbiamo lo strumento giusto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1362 presentata dalla Consigliera Batzella e dai Consiglieri Andrissi e Campo, inerente a "Implementazione Consultorio giovani di Bussoleno (To) come da Protocollo di intesa - Ospedale di Susa - presentato a Bussoleno il 12-03-2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1362.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione, vorrei chiedere all'Assessore Saitta delucidazioni in merito al famoso Protocollo d'intesa che ho fra le mie mani, presentato a Bussoleno in data 12 marzo 2015, inerente alla riorganizzazione dell'Ospedale di Susa, suddiviso in aree relative alla gestione del paziente critico, ostetrico, ginecologico, ortopedico traumatizzato, chirurgico, coronico e ambulatoriale.
Vorrei ricordare che il 30 novembre 2015 è stato chiuso il punto nascite dell'Ospedale di Susa e quindi, per compensare a questa chiusura se vogliamo usare il termine "compensare", perché ancora è inaccettabile che sia stato chiuso un punto nascite in un Ospedale e in un territorio di area disagiata - l'Assessore Saitta ha siglato il suddetto Protocollo d'intesa con l'allora Direttore generale dell'ASL-TO3 e i Sindaci della Val di Susa.
Tale Protocollo d'intesa prevedeva, nella sezione relativa al paziente ostetrico, ginecologico e pediatrico, al punto 5) - quindi al punto 5) possiamo tutti verificare quello che c'è scritto - l'implementazione del Consultorio Giovani di Bussoleno. Il suddetto Protocollo non è stato ancora del tutto messo in atto e risulta che il Consultorio Giovani dovrebbe essere maggiormente valorizzato e pubblicizzato, in quanto finora non lo è stato. La fascia di età che afferisce a questo Consultorio varia dai 12 ai 22 anni. Il Consultorio è aperto solo una volta alla settimana: il giovedì dalle 14.30 alle 17.30, per un totale di sole tre ore alla settimana.
Parrebbe difficile ottenere informazioni telefoniche a causa dell'orario limitato di apertura e, mentre le figure dell'educatore e dell'ostetrica sono assicurate, manca la continuità per quella del ginecologo, che non è presente tutti i giovedì, arrecando consequenzialmente problemi agli utenti che devono ritornare più volte.
Interrogo l'Assessore per sapere se intende mettere in atto nel più breve tempo possibile e rispettare quanto indicato nel Protocollo medesimo ovvero l'implementazione del Consultorio Giovani di Bussoleno, prevedendo la sua apertura per un totale di almeno sei ore settimanali, quindi almeno per due giorni alla settimana (non solo il giovedì per sole tre ore, ma almeno due giorni, per un totale di sei ore, suddivise in due pomeriggi così come avveniva sino alla fine del 2014, perché sino alla fine del 2014 il Consultorio Giovani era aperto due volte alla settimana per un totale di sei ore).
Chiedo inoltre all'Assessore di attivarsi per rendere effettiva - con decorso immediato - anche la presenza del ginecologo, al fine di garantire la continuità assistenziale degli utenti, perché alle volte capita che le utenti si rechino al Consultorio.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliera.
C'è veramente brusìo in aula e chiedo di poter permettere alla collega di illustrare la sua interrogazione, per favore. Chiedo anche di silenziare i telefoni.
Prego, Consigliera Batzella, prosegua pure.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Se l'Assessore mi ascolta, sto concludendo.
Dicevo, per rendere effettiva - con decorso immediato - anche la presenza del ginecologo ogni settimana, quindi ogni giorno dell'apertura del Consultorio, al fine di garantire la continuità assistenziale delle utenti. Sono infatti giunte diverse segnalazioni da parte delle utenti che si recano presso il Consultorio: sovente capita che il ginecologo non sia presente, ma sono presenti solo l'ostetrica e l'educatore; di conseguenza occorre ritornare la settimana successiva per poter usufruire delle prestazioni ginecologiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In merito all'implementazione del Consultorio Giovani di Bussoleno previsto nel Protocollo d'intesa che la Consigliera Batzella ha prima citato, tengo a fare alcune precisazioni e poi, ovviamente, a dare delle risposte alla sollecitazione puntuale che è stata fatta.
Innanzitutto il Consultorio Giovani di Bussoleno è stato istituito a fine maggio 2010 attraverso uno specifico finanziamento regionale assegnato all'ASL-TO3 e al Consorzio socio-assistenziale ConISA della Val di Susa.
Tale finanziamento per i primi anni, fino al 2015, ha garantito l'apertura per due pomeriggi alla settimana (lunedì e giovedì), con la presenza di figure professionali quali l'educatore, lo psicologo, l'ostetrica e il ginecologo. Con la cessazione del finanziamento regionale, il servizio è stato mantenuto direttamente dai due Enti attraverso propri finanziamenti all'ASL-TO3 o affidando la figura dell'educatore a cooperative sociali.
Per scelte organizzative di volumi di attività, nel 2015 il servizio di psicologia ha valutato che non fosse opportuna la presenza dello psicologico nel primo accesso dei giovani al Consultorio, garantendo per un canale privilegiato per le visite a seguito di segnalazioni da parte dell'educatore e dell'operatore sanitario. Effettivamente, nel 2015 il servizio è passato da due a una mezza giornata a settimana (per l'esattezza, il giovedì pomeriggio), nella quale continua ad essere garantita la presenza dell'educatore, dell'ostetrica e del medico ginecologo. Da allora, non vi sono state interruzioni o sospensioni del Consultorio e gli operatori individuati garantiscono la continuità del servizio. Inoltre, è in atto una strategia che consente di avere sul territorio un "punto giovani" aperto per ogni giorno della settimana.
In ogni caso, alla luce dell'interesse in Valle sul tema e tenuto conto dei nuovi dati di attività, ho chiesto al Direttore dell'ASL e al Direttore del distretto di valutare la possibilità di riorganizzare il servizio eventualmente implementando le attività e le risorse necessarie per rispondere ai bisogni espressi dal territorio.
Nel frattempo, il nuovo Direttore del distretto si è impegnato a valorizzare e diffondere capillarmente le attività svolte da questo servizio attraverso l'opportuna diffusione sul territorio, ad esempio nelle scuole, con incontri mirati e in sinergia tra i Consultori della Valle. La riorganizzazione complessiva delle attività dei Consultori porterà a breve ad avere almeno un giorno alla settimana di apertura del servizio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "E. Ricardi di Netro" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A dell'Istituto "E.
Ricardi di Netro" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1347 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Risorse per la predisposizione di campi di prova per l'individuazione di misure a tutela delle coltivazioni di kiwi"

Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1316 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Formalizzazione dell'assegnazione dei contributi a valere sull'Operazione 4.1.1 del PSR 2014-2020"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame delle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 1347 e n. 1316, presentate dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente. Si tratta di interrogazioni purtroppo un po' datate, però ascolto volentieri la risposta.
Sunteggiando, la prima interrogazione era una richiesta sul problema della moria dei kiwi. Siccome con l'Assessore Ferrero e il Consigliere Alemanno avevamo partecipato a un convegno a Manta di Saluzzo in cui si richiedevano, appunto, alcune risorse per allestire dei campi di prova per capire le cause di questa moria dei kiwi, allora la richiesta era semplicemente per capire se queste risorse verranno messe a disposizione.
Invece, l'interrogazione relativa all'Operazione 4.1.1 del PSR 2014 2020 riguardava alcuni problemi che si erano verificati su un software, per cui le aziende erano andate in difficoltà nel presentare le domande. Tutto qui.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.
Chiedo un po' più di silenzio alla mia parte sinistra. Grazie.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Graglia, per avere l'opportunità di rispondere. Come abbiamo già avuto modo di dire, le consegnerò anche la risposta scritta.
Per quanto riguarda il funzionamento di un programma informatico che consente di inviare una comunicazione via PEC ai beneficiari della misura in oggetto (la 4.1.1), il problema è stato risolto e - come le dicevo prima alcune realtà che non avevano grandi numeri hanno potuto agire anche con metodi sempre ufficiali, ma alternativi al programma.
In ogni caso, questa è una questione che è andata in soluzione.
Per quanto riguarda i kiwi, c'è un'analogia con il Veneto, che lei fa presente nella sua interrogazione. Noi, forti anche dell'esperienza avvenuta in quella regione, stiamo attivando, anche in seguito a quel convegno che c'è stato a Manta di Saluzzo, una sperimentazione in campo che si svolge con il nostro servizio fitosanitario, con la fondazione Agrion che è di stretta emanazione della Regione Piemonte, con il CREA e con AGREA, che è un ente di ricerca sul kiwi, particolarmente attivo nelle aree del Garda.
Nel 2017 abbiamo già stanziato le risorse. Il quanto rientra dentro un complessivo di 50 mila euro, in cui ci sono alcune altre cose. Possiamo dire che, grossomodo, sarà qualcosa in più di 30 mila euro per il 2017.
Grazie.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1285 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Mancata accensione del riscaldamento negli stabili misto privati-ATC a Torino delle vie: Caresana, Tollegno, Bologna Borriana, Paganini"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1285.
Magari chiediamo anche perché questa mattina non hanno acceso in tempo il riscaldamento dell'aula, e quindi siamo un po' al freddo! A parte gli scherzi, credo che questo sia un problema molto più serio per l'ATC.
Risponderà l'Assessore Ferrari.
Chiedo all'Aula di fare silenzio. Ritengo che stiamo dimostrando a questi ragazzi che un Consiglio regionale non ha rispetto per i colleghi che stanno parlando e che interrogano gli Assessori per avere risposte importanti per il Piemonte.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In effetti, la temperatura dell'aula è in tema con l'interrogazione! A parte le battute, purtroppo registriamo diversi problemi, non solo nell'ATC di Torino, ma in tutte le ATC del Piemonte, nel periodo invernale: sia problemi di funzionamento e di guasti delle strutture atte al riscaldamento degli immobili, sia problemi di morosità, soprattutto negli stabili in cui magari vi è una gestione mista tra proprietari privati e inquilini dell'ATC.
Questa interrogazione è un po' datata. So che il caso è stato risolto per fortuna abbastanza rapidamente, però vorremmo sapere in generale qual è il rapporto tra la Regione e l'ATC, proprio per cercare di prevenire questi casi, perché, puntualmente, tutti gli inverni ci troviamo - nell'emergenza freddo - ad avere queste problematiche.
Chiedo se è possibile fare una ricognizione delle problematiche degli impianti e della gestione condominiale dei condomini in proprietà mista magari a fine stagione invernale, proprio per capire se ci sono degli investimenti da fare.
E' vero che, da parte delle ATC, i soldi sono pochi, è vero che anche la Regione fatica a coprire il 60 per cento della morosità incolpevole con il fondo sociale ed è vero che dovremmo iniziare a rivedere tutte le leggi ed i regolamenti che normano l'edilizia popolare, però quest'interrogazione è per fare il punto della situazione, a tre mesi dalla presentazione della stessa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
In merito alla questione specifica sollevata in ordine alla situazione delle vie Caresana, Tollengo, Bologna, Borriana e Paganini, abbiamo raccolto informazioni attraverso l'ATC del Piemonte Centrale e, nello stesso tempo, abbiamo partecipato, attraverso i funzionari dell'Assessorato, ad una seduta della III Commissione della Circoscrizione 6 della Città di Torino, avvenuta nel mese di novembre.
Sulla base di queste due informazioni, abbiamo ricostruito la vicenda.
Pertanto, la risposta scritta che gli Uffici hanno predisposto cerca di ricostruire le tappe di tale vicenda, cercando anche di mettere in evidenza come, a partire dalla stagione termica 2011-2012, l'amministrazione di quegli stabili a proprietà mista sia cambiata nel corso degli anni: prima era in capo all'ATC, poi si è passati a due amministratori diversi. Si è arrivati, quindi, ad una situazione per cui la morosità nei confronti della società che gestisce il riscaldamento (la società Arco Servizi), che ha un contratto fino al 2010, è fortemente aumentata e lievitata.
Proprio nell'ultima stagione termica 2015-2016 la società Arco Servizi ha proposto alle assemblee delle coutenze un piano di rientro in 24 rate per rientrare dal debito. Le assemblee non hanno approvato detto piano e pertanto, la società Arco Servizi ha iniziato ad erogare a singhiozzo il servizio di riscaldamento.
A questo punto, l'ATC del Piemonte Centrale si è fatta parte attiva per trovare una soluzione, attraverso il coinvolgimento degli attori che sono direttamente interessati. Sono stati coinvolti la Città di Torino, la società erogatrice del servizio e l'amministratore e si è cercato di arrivare ad una soluzione sostenibile.
Nel corso dei vari incontri, compreso quello che richiamavo (presso la Circoscrizione 6, del mese di novembre), è emersa la volontà da parte della società Arco Servizi di trovare una soluzione bonaria: essere disponibile a concedere una dilazione del debito in 36 rate, a condizione che la Città di Torino provveda a pagare la propria quota di spettanza del piano di rientro del debito e della quota per le spese legali in una o due rate, entro il mese di gennaio 2017, e non in 36 rate, come per i proprietari privati.
La Città di Torino, in quella riunione, nella Circoscrizione 6, si è dichiarata disponibile a pagare tutto quanto dovuto in una o due rate.
A fine novembre, dopo varie sollecitazioni all'amministratore delle coutenze, sono state convocate le assemblee di entrambe le coutenze in questione e sono stati approvati i piani di rientro in n. 36 rate, da ripartirsi tra i proprietari virtuosi, e in una o due rate per la Città di Torino, così come per le spese legali che consentiranno di procedere con le azioni legali nei confronti dei morosi.
Questo, per quanto riguarda la situazione nello specifico. E' chiaro che l'interrogazione rimandava anche ad una problematica più generale.
Possiamo sostenere che è fondamentale fare un'azione di mappatura preventiva rispetto alle situazioni e diventa fondamentale farsi parte attiva per tempo, attraverso le ATC, in modo che non si arrivi alla mancata erogazione del servizio.
L'interrogazione ci sollecita anche in questo.
Pertanto, nell'ambito delle attività e delle riforme che stiamo cercando di mettere in piedi anche rispetto alle morosità, questo costituisce certamente uno degli elementi fondamentali.
E' importante che questo problema sia stato risolto per tempo, ma sicuramente - anche nei confronti delle altre questioni - occorre agire preventivamente e non a valle.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1306 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "TIM - disdetta degli accordi integrativi. Quali azioni per il mantenimento delle condizioni di lavoro dei dipendenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1306 per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, parliamo dei lavoratori della TIM, che è un marchio del Gruppo Telecom Italia i cui servizi, fino a qualche tempo fa (luglio 2015), erano strettamente associati alla telefonia mobile. Da gennaio 2016 però, con l'arrivo della nuova identità societaria, TIM diventa brand unico per tutti i servizi e le offerte di Telecom Italia.
Noi abbiamo avuto modo, nei mesi scorsi, di incontrare più volte i lavoratori e c'è stata anche un'audizione in Consiglio comunale, in Commissione lavoro. Si tratta quindi di un problema che più volte è stato portato all'attenzione dei media e suppongo anche dell'Assessora al lavoro della Regione. Si tratta, in pratica, dell'ennesimo piano di razionalizzazione dei costi che alla fine va a ricadere sui lavoratori.
In data 6 ottobre 2016 l'azienda ha inviato alle parti sociali la comunicazione di formale disdetta degli accordi integrativi sottoscritti a maggio del 2008 e questa disdetta avrà effetto dal 31 gennaio 2017, quindi fra pochi giorni. Si parla di scelte aziendali per l'appunto mirate a una riduzione dei costi - sempre giustificata da un aumento della competitività del mercato, come accade sempre quando le aziende mettono mano agli accordi con i lavoratori - e che comporteranno una riduzione dai 200 ai 300 euro per lavoratore sullo stipendio mensile, la mancata erogazione del premio annuo e l'imposizione della programmazione e fruizione delle ore di permesso individuali. Ci troviamo quindi di fronte alla richiesta di un ennesimo sacrificio ai lavoratori, a fronte invece di un trattamento riservato alla classe dirigente dell'Azienda decisamente diverso: si parla di premi che si aggirano intorno ai 55 milioni (40 per l'Amministratore delegato e 15 per l'entourage). I lavoratori hanno più volte manifestato e hanno organizzato dei presidi davanti ai punti vendita, cercando di richiamare l'attenzione su questa situazione.
Chiediamo, attraverso questa interrogazione, intanto se l'Assessorato sia a conoscenza di questa situazione e se intenda intervenire per salvaguardare il mantenimento delle condizioni di lavoro dei lavoratori TIM, che finora erano state garantite, per l'appunto, dagli accordi integrativi di secondo livello; questo sempre perché riteniamo sia fondamentale tenere alta l'attenzione non solo sui numeri legati al mondo del lavoro, ma anche sulle relative condizioni, che per noi rimangono sempre un tema assolutamente prioritario.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Intanto, può sembrare banale ma è utile sottolineare che, di fronte ad un recesso unilaterale rispetto agli accordi sindacali che erano stati siglati, la Regione Piemonte, pur avendo grande sensibilità nei confronti di questo tema, non ha spazio né titolo per intervenire sull'argomento in oggetto, che afferisce a questioni strettamente legate all'organizzazione aziendale e a questioni strettamente sindacali.
Ciononostante, se le organizzazioni sindacali ritengono di coinvolgere la Regione rispetto alle competenze specifiche che l'Ente ha, e anche per provare a comprendere se possono esistere altre sinergie che possono essere poste in atto, da parte nostra c'è la più grande disponibilità.
Ne merito della questione, rispetto alla giurisprudenza che ormai è consolidata in questa direzione, si ritiene sia ammissibile recedere dai contratti collettivi, soprattutto se privi dei termini di scadenza, come quello in vigore in TIM. In questi casi dev'essere estesa la regola di generale applicazione nei negozi privati, secondo cui il recesso unilaterale rappresenta una causa estintiva ordinaria di qualsiasi rapporto di durata a tempo indeterminato, che risponda alle esigenze di evitare, nel rispetto dei criteri di buona fede e correttezza nell'esecuzione del contratto, la perpetuità del vincolo obbligatorio. In tal caso, infatti, la mancata indicazione di una scadenza non implica che gli effetti perdurino nel tempo senza i limiti che sono stati evidenziati.
Tale facoltà di recesso trova però un limite nei diritti già definitivamente acquisiti da parte dei lavoratori. Questi diritti sono stati individuati in quelli ormai entrati a far parte del patrimonio del lavoratore nelle condizioni retributive, anche se disciplinati dal contratto disdettato, corrispondente alla retribuzione garantita dall'articolo 36 della Costituzione. La tutela costituzionale, però, non comprende tutto il complessivo trattamento contrattuale, bensì solo quello che è stato definitivo il cosiddetto "minimo costituzionale" e cioè quella retribuzione adeguata ai sensi del citato articolo 36: "Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".
Ovviamente sappiamo da fonti informali e anche da fonti giornalistiche che le organizzazioni sindacali e i lavoratori sono molto preoccupati rispetto alla situazione e non condividono la scelta che è stata fatta dall'Azienda, e che per questo è stato indetto anche uno stato di agitazione. Ci sono state delle manifestazioni spontanee fuori dall'orario di lavoro, sono state anche attivate delle assemblee sui posti di lavoro e sono state indette ore di sciopero che si sono articolate.



PRESIDENTE

Assessora Pentenero, le chiedo scusa.
Io non so più come dirlo.
Forse non ho la stessa autorevolezza del Presidente Laus che, anche se mi affianca, non sta presiedendo l'Aula. Però è impossibile ascoltare la risposta dell'Assessora da parte della Consigliera Frediani.
Tutti quelli che non sono interessati escano! Grazie.
Prego, Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie.
Dicevo che inoltre è stato indetto uno sciopero nazionale, che è stato effettuato il 13 dicembre.
Forse è ancora utile ricordare che la parte sindacale non è entrata nel merito dei documenti aziendali presentati in occasione della revisione della parte contrattuale, ma ha sottolineato l'inusuale metodo adottato dalla società, disapprovando la determinata decisione di disdire il contratto integrativo aziendale, che avrebbe inciso negativamente sul proseguo del confronto e sul clima aziendale.
Questo è il quadro ricostruito della situazione. Resta fermo il fatto che la Regione non ha alcuna competenza in merito, se non una sensibilità istituzionale che non faremo mancare qualora le organizzazioni sindacali stesse ci richiedano un'attenzione e fermo restando che, trattandosi di un'azienda che ha un attività a carattere nazionale, il problema dev'essere affrontato in sede ministeriale, qualora questa possa averne competenza sede nella quale le Regioni partecipano con l'attenzione che da sempre è dovuta alle eventuali situazioni di crisi.
Qui, però, non siamo di fronte ad una situazione di crisi: siamo di fronte ad una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali previste dall'Azienda stessa e quindi in un contesto di riorganizzazione apparentemente nel rispetto delle norme, sia da un punto di vista costituzionale sia da un punto di vista giuslavoristico, che sono state poste in essere dall'Azienda fin dall'istituzione del suo contratto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1302 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Controlli regionali presso le aziende operanti nel settore delle attività estrattive"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1302 per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce in seguito ad una morte in campo lavorativo avvenuta nel Biellese. Seguirò quindi pedissequamente - e me ne scuso - il testo dell'interrogazione al fine di essere preciso, perché c'è poco da fantasticare su questi aspetti. La ratio di questa mia interrogazione ovviamente, ha lo scopo di prevenire eventuali incidenti di questo tipo.
Ho scritto dunque che, in base ai fatti riportati dagli organi di stampa, nella notte del 1° ottobre 2016 un lavoratore ha perso la vita a causa di un incidente avvenuto presso una società che effettua anche trattamento di recupero vetri a Brusnengo, in provincia di Biella. Oltre la morte, e oltre ai lavoratori presenti in turno con la vittima, sarebbero rimasti intossicati dalle esalazioni dei gas sprigionatisi durante le fasi del processo (i quotidiani citano l'acido solfidrico) anche alcuni vigili del fuoco, membri delle forze dell'ordine, operatori del 118 e tecnici in servizio ispettivo, tanto che presso la ASL si è aperta un'unità di crisi per poter accogliere, oltre i lavoratori, anche diversi operatori.
Considerato che la società opera nel settore minerario ed è stata pertanto, sottoposta ad iter autorizzativo, ai sensi dell'articolo 208 del d.lgs. 3/4/2006, n. 152, con la presentazione di documentazione tecnica relativa all'impianto conseguente al suo esame e all'analisi dei processi di lavorazione utilizzati, l'articolo 108, comma 11, lettera c) fa riferimento esplicito alle misure precauzionali e di sicurezza da adottare.
L'azienda è soggetta alla disciplina in materia di polizia delle miniere e delle cave, di cui al DPR 9/4/59 n. 128 e alle norme della sicurezza e salute dei lavoratori delle industrie estrattive, di cui al d.lgs. 25/11/1996 n. 624 e al d.lgs. 9/4/2008, n. 81. L'attività ispettiva e il punto è questo, riguarda le aziende operanti nel comparto estrattivo e spetta al Settore regionale Polizia Mineraria, il cui personale ha la qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, ai sensi del citato DPR 128/59.
Quindi, si interroga l'Assessore per sapere, relativamente a quanto avvenuto presso lo stabilimento di Brusnengo, quali siano le competenze in capo al Settore regionale preposto, quali controlli tale Settore abbia effettuato negli ultimi anni presso tale stabilimento e se siano state evidenziate eventuali problematiche; inoltre se sia stata effettuata una pianificazione, eventualmente a livello regionale, dei controlli effettuati o da effettuare presso questi tipi di impianti, al fine di controllare omogeneamente le eventuali problematiche di sicurezza sui lavori esistenti.
A seguito dell'evento, si interroga su quali siano state le azioni attuate dagli enti preposti in materia di sicurezza ed ambientale, al fine di scongiurare il ripetersi di incidenti analoghi.
Concludo dicendo che la cosa stride un po', perché oltre al dolore per il lavoratore, sembrava che l'impresa (e sottolineo sembrava) non fosse a conoscenza di questo problema, ma soprattutto che anche gli operatori del 118, i vigili del fuoco ed altri non sapessero a che cosa stessero andando incontro. Quindi, siamo di fronte ad un fatto un po' particolare. Pertanto lo scopo della mia interrogazione, come detto, è sensibilizzare e approfondire la questione - anche perché la notizia è apparsa sui giornali e dopo di che non se n'è più parlato - oltre che di conoscere altri elementi e, quindi di evitare in futuro simili incidenti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Barazzotto.
Come ricordava lei, c'è stato questo grave incidente nella notte del 1 ottobre a Brusnengo. In realtà, l'incidente è avvenuto presso l'impianto che effettua operazioni di recupero rifiuti e, nello specifico, materiale vetroso. Questo impianto risulta adiacente ad un impianto connesso ad un giacimento minerario e destinato al trattamento del minerale estratto.
Di fatto, l'impianto nel quale è avvenuto l'evento non è di competenza del Settore regionale, che effettua la vigilanza e il controllo sulle attività estrattive, cioè non è il Settore che si occupa di rifiuti. Le competenze di questo Settore interessano gli impianti destinati al trattamento del minerale estratto e non alle operazioni di recupero rifiuti, che non hanno niente a che fare con l'attività estrattiva e con quel ciclo produttivo.
Per la parte di attività estrattiva, miniera ed impianto, vi sono state negli ultimi anni visite, non solo ispettive, ai fini della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ma anche sopralluoghi collettivi finalizzati al perfezionamento di procedimenti amministrativi.
Inoltre, il Settore regionale Attività estrattive è stato informato del fatto che l'attività di recupero rifiuti, a sua volta, è stata oggetto di controlli approfonditi da parte di ARPA e forze di polizia; per ovviamente, il Settore non sa quale sia stato l'esito di questi controlli.
Per quanto riguarda, invece, le attività estrattive, l'attività di controllo viene effettuata con continuità e frequenza. Ad oggi, l'attività intesa come giacimento e impianto di trattamento del minerale non ha evidenziato criticità nelle visite effettuate o problemi tali da dover incrementare i controlli oltre a quelli normalmente previsti.
Ad oggi, peraltro, nulla è stato accertato in merito alle cause del decesso e su questo, evidentemente, il Settore non ha elementi per pronunziarsi.
Grazie.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1346 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Illegittimità del bando per la presentazione delle domande di contributo per la commercializzazione del prodotto turistico piemontese per il 2016 predisposto ai sensi dell'art. 17 della l.r. 75/96"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
1346.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come è indicato all'interno dell'interrogazione, è stato pubblicato un bando relativo alla commercializzazione del prodotto turistico piemontese che si rifà alla vecchia legge n. 75/96 che, in realtà, è stata abrogata dalla legge n. 14/2016.
La legge n. 14/2016 individua soggetti beneficiari rispetto ai Consorzi turistici che sono decisamente più ampi e comunque diversi rispetto ai soggetti che venivano individuati dalla legge n. 75/96. Pertanto, non soltanto si chiede per quale motivo il bando per la presentazione della domanda di contributi sia stato predisposto ai sensi di una normativa abrogata, fatto già di per sé anomalo: qualora la normativa non fosse stata abrogata, ma soltanto modificata, non crediamo che sia corretta la presentazione di un bando che individua i beneficiari con un limite rispetto a quelli previsti da norma e, soprattutto, differenti rispetto a quelli previsti da norma. In primo luogo, perché si penalizzano tutti i soggetti che, a norma vigente, avrebbero potuto presentare domanda e non l'hanno potuto fare perché il bando non lo prevede.
Quindi, chiediamo i motivi di questa scelta all'Assessore regionale e con quali modalità si intenda risolvere questo problema, perché è evidente che molti consorzi e molte imprese che oggi avrebbero potuto beneficiare di questo bando, in realtà sono escluse a priori, perché non hanno potuto presentare domanda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Intanto mi preme sottolineare che avevamo approvato un piano criteri per il triennio 2015-2017. A partire da questo, abbiamo deciso che per il 2016 ci fossero ancora gli stessi criteri, giudicando il 2016 come anno di transizione, e dando mandato, nella medesima DGR, alla competente Direzione di elaborare i nuovi criteri a partire dall'approvazione della legge stessa.
Questo è stato l'indirizzo espresso. Dunque, a partire dal prossimo anno, avremo i nuovi criteri.
Mi preme ancora dire che mi sembra che il problema non si limiti solo ai criteri, ma emerga un problema anche di risorse, per cui forse è una delle urgenze che abbiamo (l'assegnazione di risorse, peraltro, è avvenuta il 29 dicembre).



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.36 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 957 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Campo, la Consigliera Batzella, Valetti Mighetti e Bertola, inerente a "Legge di stabilità 2016 (commi da 553 a 564 della legge 208/2015) - Finanziamenti per i nuovi Livelli di Assistenza (LEA) erogati sul territorio regionale" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne fa facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
So che la seduta odierna di Consiglio sarà molto breve, ma nel dibattito che seguirà le comunicazioni dell'Assessore Saitta sui nuovi LEA volevo chiedere se fosse possibile, anche se irrituale, discutere e votare la mozione n. 957, inerente a "Legge di stabilità 2016 (commi da 553 a 564 della legge 208/2015) - Finanziamenti per i nuovi Livelli di Assistenza (LEA) erogati sul territorio regionale", di cui sono il primo firmatario.



PRESIDENTE

Alla fine del dibattito?



BONO Davide

Alla fine del dibattito.



PRESIDENTE

Se l'Aula è d'accordo, per la votazione non ci sono problemi.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Trasporti su ferro

Richiesta, da parte del Consigliere Gariglio, di comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Incremento tariffe degli abbonamenti, operati da Trenitalia sui treni Frecciarossa"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi chiederemmo alla Giunta la cortesia di fornirci comunicazioni circa la notizia che abbiamo appreso da fonti giornalistiche in merito all'incremento delle tariffe degli abbonamenti sui treni Frecciarossa recentemente operato.
Credo sia un tema su cui questo Consiglio dovrebbe essere aggiornato anche per capire come agire a fronte di questo intendimento di Trenitalia.
Grazie.



PRESIDENTE

Pertanto, chiedete le comunicazioni della Giunta regionale e l'iscrizione dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ferrentino.
E' corretto? FERRENTINO Antonio (fuori microfono) No, sono due cose diverse.



PRESIDENTE

Sì, io vi ho tradotto il tutto, nel senso che mi sono portato avanti con il lavoro.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Richiesta, da parte della Consigliera Ruffino, di comunicazioni della Giunta regionale inerenti all'utilizzo del personale infermieristico per le pulizie notturne e di una convocazione della IV Commissione sulla situazione del nuovo Ospedale unico dell'ASL-TO5


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Assessore Saitta di riferire al Consiglio in merito al caso degli infermieri trasformati di notte in addetti alle pulizie.
Inoltre, chiedo a lei, Presidente, di operare affinché venga convocata la IV Commissione consiliare a fronte di una richiesta che ho presentato il 18 ottobre in merito all'Ospedale unico dell'ASL-TO5, legata ad una richiesta pervenuta dai Sindaci in data 21 settembre 2016. E' una richiesta che già il mio Capogruppo ha riportato più volte in Conferenza dei Capigruppo; una sollecitazione già presentata a questo Consiglio e al Presidente della Commissione.
Ritengo di dovermi appellare extra-Consiglio se a breve non fosse convocata la suddetta Commissione.
La ringrazio, Presidente.


Argomento: Trasporti su ferro

Richiesta, da parte del Consigliere Valetti, di comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Incremento tariffe degli abbonamenti, operati da Trenitalia sui treni Frecciarossa"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ci uniamo alla richiesta di comunicazioni avanzata dal Capogruppo Gariglio in merito agli incrementi operati da Trenitalia sugli abbonamenti dei treni Frecciarossa. Sebbene si tratti di un servizio/mercato non gestito direttamente dalla Regione, ne risponde la Regione per quanto concerne i diritti dei pendolari piemontesi, che si trovano gravemente penalizzati da questa azione unilaterale che - lo ricordo - porterà i pendolari a dover pagare quasi 500 euro al mese di abbonamento per recarsi sul posto di lavoro.


Argomento: Immigrazione

Mozione n. 575 presentata dai Consiglieri Marrone, Benvenuto, dalla Consigliera Gancia, Graglia e Vignale, inerente a "Islam ACT, aggiornamento dei regolamenti e delle politiche regionali in funzione del contrasto dell'integralismo islamico" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Io invece le volevo chiedere, proprio perché si sta arricchendo l'ordine dei lavori rispetto ad una sessione solo mattutina, la possibilità di un'inversione punti all'o.d.g., nello specifico tra il punto 8) e il punto 17). Si tratta, in entrambi i casi, di miei atti di indirizzo e ne chiedevo, appunto, un'inversione di tipo cronologico.



PRESIDENTE

Per me non ci sono problemi.
Se l'Aula acconsente, va bene.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 20 e 22 dicembre 2016.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 28 dicembre 2016.


Argomento:

b) Illegittimità costituzionale


PRESIDENTE

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 265 dell'8/11/2016, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge regionale del Piemonte 6 luglio 2015, n. 14 recante "Misure urgenti per il contrasto all'abusivismo. Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 1995 n. 24(Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada)", per violazione dell'articolo 117 della Costituzione, secondo comma.
Copia della sentenza è a disposizione presso la segreteria dell'Ufficio Aula.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 14 gennaio 2017, la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: legge 17 novembre 2016, n. 23 "Disciplina delle attività estrattive: disposizione in materia di cave".


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

e) Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza influenza e campagna vaccinale"


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore Saitta, dopo la trattazione del punto relativo ad interrogazioni e interpellanze, si è reso disponibile a relazionare al Consiglio regionale, oltre che sulla tematica inerente ai LEA, anche sulla situazione di emergenza dovuta al picco di sindrome influenzale ultimamente verificatosi.


Argomento:

f) Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione CIE"


PRESIDENTE

Ricordo che come convenuto in Sede di Conferenza dei Capigruppo l'Assessore Cerutti svolgerà una comunicazione in merito alla posizione della Regione Piemonte sulla situazione di emergenza dei centri di identificazione.


Argomento:

g) Ricevimento delegazione lavoratori Heart Life Croce Amica S.r.l.


PRESIDENTE

Comunico che è presente davanti a Palazzo Lascaris un presidio per manifestare sui problemi occupazionali società Heart Life Croce Amica S.r.l., derivanti da appalti in sanità.
Poiché hanno chiesto di essere ricevuti, propongo di incontrare la delegazione alle ore 12. Non potendo essere presente, chiederò ad un membro dell'Ufficio di Presidenza di presenziare.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Livelli Essenziali di Assistenza" e a "Emergenza influenza e campagna vaccinale"


PRESIDENTE

L'Assessore Saitta è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Livelli Essenziali di Assistenza" e a "Emergenza influenza e campagna vaccinale", di cui la punto 3) all'o.d.g.
Prego, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non tanto per mia responsabilità, ma per questioni anche di organizzazione dell'attività del Consiglio, svolgo questa comunicazione sui LEA. Da quando è stata avanzata la richiesta, qualche settimana fa qualcosa è cambiato. E' stato firmato il DPCM, il Decreto da parte del Consiglio dei Ministri, e oggi siamo nelle condizioni di fornire qualche elemento di dettaglio sul piano metodologico, ossia su come dare attuazione al DPCM.
Non mi soffermo nell'elencazione di quali sono i nuovi LEA perché i giornali sono intervenuti abbondantemente in merito, anche precisando bene i cambiamenti che sono avvenuti e che ci saranno. Colgo questa occasione per soffermarmi su alcune questioni relative all'applicazione a livello nazionale, ma anche a livello locale, partendo dal processo avvenuto prima ancora della firma del decreto.
Sapete che il DPCM è stato sottoscritto dopo il parere delle due Commissioni di Camera e Senato. Abbiamo seguito che cosa è avvenuto, anche perché le Regioni sono state audite. Le due Commissioni parlamentari hanno espresso un parere favorevole, con alcuni rilievi di una certa importanza.
Rilievi sul contenuto, rilievi sulla metodologia, rilievi anche per quanto riguarda l'applicazione.
Vedremo poi concretamente il decreto una volta pubblicato. Non mi pare abbia subito delle grandi modificazioni per quanto riguarda il contenuto.
Tuttavia, resta un'esigenza che è stata espressa da parte del Parlamento in modo quasi unanime dalle due Commissioni: il percorso di applicazione dei LEA deve essere seguito con grande attenzione. E' una grande riforma (dopo 15 anni, se n'è parlato parecchio). La gamma delle prestazioni sanitarie garantite dal Servizio Sanitario Nazionale è aumentata ed è maggiormente qualificata. E' un obiettivo importante, quindi sono state indicate delle risorse: 800 milioni in tutta Italia.
Durante l'elaborazione del provvedimento abbiamo avuto parecchi incontri al Ministero, durante i quali abbiamo parlato anche dell'impatto economico. Tutte le Regioni hanno ritenuto, in base ad una stima, che gli 800 milioni non sarebbero stati e non sono sufficienti. Da parte delle Regioni, sono state espresse stime molto superiori agli 800 milioni. Questo è quello che abbiamo detto anche in Parlamento.
Per questo motivo nel mese di settembre si è convenuto, così come indicato nel decreto, che il percorso di attuazione dei LEA debba avvenire a livello nazionale, attraverso il monitoraggio che farà la Commissione sui LEA, che si è già insediata. Tale Commissione avrà inoltre il compito previsto da una legge nazionale del 2005, di monitorare l'applicazione e di fare in modo che l'applicazione sia uniforme in tutto il territorio nazionale e in tutte le ASL.
Avrà anche il compito - questo è quanto abbiamo ottenuto come Regioni di fare delle valutazioni attente per quanto riguarda il valore dei nuovi LEA. In realtà, ci sono opinioni diverse: il Ministero della Sanità ha un'opinione, il Ministero dell'Economia ne ha un'altra; noi, come Regioni abbiamo visioni più simili al punto di vista del Ministero dell'Economia.
Di conseguenza, anziché continuare, com'è avvenuto negli ultimi mesi in un lungo braccio di ferro (800 milioni sono pochi, ne occorre il doppio ecc), si è deciso di partire e abbiamo dato l'assenso: a condizione che questo è stato indicato nel provvedimento - contemporaneamente al fatto che nella Commissione LEA, dove noi siamo presenti - prima c'era Moirano per tutte le Regioni, ora ci sarà Renato Botti - si faccia anche una verifica dei costi. Ed essendo presenti nella Commissione LEA anche i Ministeri dell'Economia e della Salute, si vedrà concretamente quali saranno i maggiori oneri, se le risorse saranno sufficienti e, qualora se ne verificasse l'insufficienza, si procederà, tutti insieme, come Regioni, a chiedere aumenti di risorse. Mi pare che su questo ci sia un'intesa.
Questo è il quadro. Si parte sapendo, almeno da parte delle Regioni che probabilmente le risorse non saranno sufficienti, ma anziché aspettare una precisazione ulteriore, è meglio cominciare, perché si tratta di LEA importanti.
Lo schema di decreto, come voi sapete, definisce le attività, i servizi e le prestazioni garantite con le risorse pubbliche, indicate puntualmente.
Descrive con maggiore dettaglio rispetto al passato le prestazioni e le attività già oggi incluse nei livelli di assistenza, ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malattie rare e delle malattie invalidanti che danno diritto all'esenzione e innova enormemente i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e dell'assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete.
Ci tengo a far notare, dal punto di vista normativo, che i nuovi LEA costituiscono una forte innovazione. Mentre in passato, con le vecchie norme, si faceva riferimento, per quanto riguarda l'applicazione, ad atti successivi, con il provvedimento adottato si completa e si unifica tutta la normativa per quanto riguarda i nuovi LEA. In questo senso, contiene un'innovazione utile anche agli effetti dei diritti del cittadino per quanto riguarda questi nuovi servizi.
Il DPCM diventa la fonte unica e primaria per la definizione dei nuovi LEA.
La questione che abbiamo di fronte, dal punto di vista operativo (parlo, evidentemente, della Regione Piemonte, dopo aver parlato di questo metodo a livello nazionale) è che, per forza di cose, l'applicazione di questi nuovi livelli di assistenza richiede un potenziamento delle attività delle Regioni. Sono nuovi LEA, quindi servizi aggiuntivi e risorse aggiuntive, per cui dobbiamo procedere all'applicazione con un elemento che, obiettivamente, diventa importante. Alcuni di questi nuovi LEA, in misura diversa tra Regione e Regione, di fatto già vengono forniti ai pazienti; qualche Regione ne riceve di più, altre di meno ma, in ogni caso in tutte le Regioni Italiane, negli anni passati, l'applicazione di questi nuovi livelli di assistenza è già avvenuta in anticipo.
L'operazione che bisogna fare, quindi, è di confrontare ciò che viene già fornito e ciò che dovrà ancora essere fornito, però, in ogni caso l'operazione, in tutta Italia, per l'applicazione dei nuovi LEA, vuol dire assegnare le risorse all'interno degli 800 milioni (e della parte che compete ad ogni Regione).
Si tratta, evidentemente, di risorse economiche, ma sono anche risorse professionali rispetto alla nuova offerta dei servizi.
Per forza di cose, quindi, una volta che il quadro è chiaro, partendo da ciò che viene già fornito, a livello di ogni Regione, occorrerà definire anche il personale necessario per fornire questi servizi e, quindi, per garantire un diritto fissato dalla norma.
Personalmente ritengo, avendo seguito sia alla Camera sia al Senato questo sviluppo, e soprattutto i rilievi, che una base per noi, a livello di Regione Piemonte, è quella contenuta in quei rilievi forniti dalle Commissioni.
Per quanto riguarda la Regione Piemonte, ho dato indicazione alla Direzione Regionale di dare applicazione (e questo è avvenuto già nei giorni scorsi). In questo momento, la Direzione Regionale Sanità sta elaborando il metodo per giungere all'applicazione uniforme e coerente dei nuovi livelli di assistenza.
In fase iniziale si procederà ad un'azione di verifica dell'impatto che l'applicazione del DCPM avrà nella nostra Regione, sia in termini di risorse finanziarie sia in termine di esigenze organizzative. La verifica sarà realizzata dai settori delle Direzioni competenti per le varie materie e sarà finalizzata a descrivere le differenze tra i livelli attualmente garantiti, in base alle regole vigenti, e quelli che dovranno essere erogati in attuazione del DCPM.
Farà seguito una prima quantificazione delle risorse finanziare organizzative necessarie e l'identificazione di eventuali criticità normative e gestionali, che ostacolano il pieno raggiungimento dei vari livelli di assistenza.
E' importante ricordare come alcune nuove prestazioni inserite nei nuovi LEA, in particolare nella specialistica ambulatoriale e nella protesica, necessitano ancora, per il loro effettivo inserimento nel servizio sanitario, dell'approvazione delle tariffe. Questo deve avvenire a livello nazionale.
A tale proposito, la Commissione Permanente Tariffe, che è una Commissione nazionale del Ministero della Sanità, sta concludendo i lavori che dovrebbero essere conclusi quanto prima, e che solleciteremo. Da ciascun livello, quindi, saranno pianificate le azioni necessarie per dare attuazione al DCPM e le varie azioni saranno riportate in un dettaglio particolareggiato e scadenziario, cioè presenteremo un piano di attuazione dei LEA.
Questa prima fase, che richiederà circa un mese, non coinvolgerà direttamente le Aziende Sanitarie Regionali, le quali saranno invitate (anzi, in questo momento è in corso una riunione in Assessorato) ad attendere le indicazioni regionali, evitando di assumere iniziative non coordinate, perché abbiamo l'obiettivo di garantire un'applicazione diffusa ed omogenea in tutto il territorio regionale.
In questa fase di analisi e di approfondimento, cioè in questo mese sarà sicuramente necessario - ed avverrà - un primo confronto ed una valutazione congiunta con il Ministero della Salute, per alcuni temi che Camera e Senato hanno indicato, precisando già alcune criticità nell'applicazione.
Non appena sarà elaborato il piano di attuazione dei nuovi LEA, ne verrà data comunicazione alle aziende sanitarie, le quali verranno innanzitutto invitate a procedere ad un'analisi di corrispondenza tra i livelli identificati dalla verifica regionale ed i livelli concretamente garantiti da ciascuna azienda.
Anche in questo caso prevediamo che questo lavoro, da parte delle aziende, possa essere fatto entro un mese. Eventuali discrepanze saranno segnalate ed il loro superamento sarà previsto ad integrazione del piano regionale di attuazione LEA. Il DCPM prevede nuovi LEA, ma è previsto anche un aggiornamento continuo.
A conclusione di questo percorso, avremo delle certezze.
Ho indicato il percorso che riguarda l'Assessorato: prima la Direzione della sanità e poi il rapporto con le ASL, in modo da verificare puntualmente i problemi che esistono nell'applicazione, se ce ne sono.
Questo percorso interesserà sia il Consiglio sia la Commissione, perch ogni volta che uno di questi documenti sarà concluso, sarà oggetto di valutazione, in modo che sia espressione dell'intera Amministrazione regionale.
Contemporaneamente - e concludo - i nuovi LEA prevedono anche i vaccini, oggetto di un documento a parte, che è il cosiddetto "Piano dei vaccini" (allora era 2016, quando è stato preparato era 2018, quindi sarà modificato), finanziato attraverso i nuovi LEA, quei 200 milioni.
Per dare attuazione al Piano dei vaccini, il DCPM, di per sé, non è ancora sufficiente (lo dico perché si sappia la procedura), però questo giovedì, nella Conferenza Stato-Regioni, sarà approvato il Piano dei vaccini, dove verranno puntualmente indicate le azioni che devono assumere tutte le Regioni, in modo uniforme sul territorio regionale (finalmente si arriverà ad un'uniformità sull'intero territorio).
Una volta approvato il Piano dei vaccini nella Conferenza Stato Regioni, si procederà all'applicazione, con una metodologia che all'incirca, dovrebbe seguire quella che ho indicato, in termini più generali, sui LEA.
Questo, comunque, sarà oggetto di un'analisi separata da tutto il resto.
Questo è il quadro.
A nessuno dei colleghi sarà sfuggito il fatto che siamo di fronte ad un grande cambiamento e, come tutti i cambiamenti, vanno seguiti con grande attenzione.
E' chiaro che l'obiettivo dell'Amministrazione regionale è di garantire servizi a tutti in modo omogeneo. Questa è la nostra preoccupazione, lo faremo con determinazione e cercheremo di accelerare i tempi di applicazione, pur sapendo che il tema è complesso.
Con le organizzazioni sindacali sono già state indicate delle date, per quanto riguarda le questioni relative al personale necessario, ma la definizione del personale necessario è frutto di un'analisi: non si parte con indicazioni di carattere generico, ma si arriverà ad assunzioni per l'applicazione dei nuovi LEA, quindi frutto di questa attenta analisi che sarà fatta entro un mese.
Fatta questa comunicazione, come è stato detto poco fa dal Presidente Laus, colgo l'occasione, parlando di vaccini, per dare qualche informazione su quello che sta avvenendo sul piano influenzale e a che punto siamo.
Come sapete, noi abbiamo promosso una campagna di vaccinazioni anti influenzale, con l'obiettivo di aumentare la copertura vaccinale. Posso anticipare che quest'anno sono già oltre 614 mila i piemontesi che hanno aderito alla campagna di vaccinazione; dato in crescita rispetto ai 603 mila dell'anno precedente, quindi probabilmente cresceranno ancora, perch il dato non è definitivo.
Questo dimostra che in Piemonte, dopo anni, il trend della vaccinazione si è invertito ed è in crescita; ricordo che il trend negli anni passati era negativo. Questo è sicuramente un primo dato utile che tenevo a sottolineare.
Com'è noto, il Servizio Sanitario piemontese ha offerto gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti che, a causa del proprio stato di salute, si trovano in condizioni di maggior rischio; si tratta dei soggetti a partire da 65 anni di età e di quanti tra i sei mesi e i 64 anni soffrono di malattie croniche che, in caso di influenza, possono sviluppare gravi complicazioni.
Come sapete, quest'anno il virus dell'influenza si è presentato in forma piuttosto virulenta rispetto agli ultimi anni. Chi ha avuto modo di leggere il rapporto settimanale redatto dall'Istituto Superiore di Sanità in modo particolare il rapporto epidemiologico, avrà potuto constatare che è indicato l'andamento delle stagioni influenzali negli ultimi anni. C'è una particolarità rispetto agli anni passati, una particolarità non irrilevante: negli anni passati la crescita dell'influenza è avvenuta prevalentemente dopo le vacanze natalizie, cioè a partire dalla seconda settimana di gennaio e poi si è sviluppata seguendo delle curve che vengono definite "dolci". Quest'anno è stato diverso, nel senso che c'è stata una grande impennata che non si verificava da tempo; anzi, devo dire che il quadro che abbiamo dice che l'impennata è avvenuta prevalentemente nelle ultime due settimane di dicembre e nella prima settimana di gennaio.
Anche qui vorrei far notare che c'è un elemento che differenzia fortemente il Piemonte rispetto altre regioni (per la verità, non soltanto del Piemonte, perché noi siamo con l'Emilia), in quanto l'incidenza dell'influenza quest'anno a livello nazionale è di 9,11 casi per mille assistiti, nella Regione Piemonte invece è di 13 casi per mille assistiti quindi l'incidenza è superiore. Si tratta di un'incidenza che, rapportata alla media degli ultimi anni, è raddoppiata, cioè negli anni passati in tutte le stagioni, compresa l'ultima, l'incidenza nel periodo natalizio è stata minore, perché il fenomeno partiva successivamente e in ogni caso anche nelle stagioni passate non c'è stato questo innalzamento immeditato dell'influenza. Il quadro è questo, cioè una forte concentrazione in un periodo limitato e in misura superiore rispetto ad altre Regioni. In ogni caso, la curva di crescita si è fermata.
Contrariamente a quanto è stato raccontato in questi giorni, la punta di crescita dell'influenza, la punta massima, si è sostanzialmente conclusa nella prima settimana del mese di gennaio e adesso è iniziata la caduta.
Quanto questa caduta durerà dipende da molti fattori difficilmente prevedibili. In ogni modo, la punta massima è sostanzialmente conclusa.
A nessuno sfugge che questa impennata del fenomeno in Piemonte (13 casi per mille assistiti) abbia determinato un numero di casi pari a circa 300 mila e che più della metà di questi pazienti si è ammalata nelle settimane del periodo festivo. Questo fatto è particolare rispetto a quanto è successo negli anni passati e, per forza di cose, ha determinato un afflusso immediato e specifico nei pronto soccorso. Le stime sono variabili.
Ho provato a chiedere a qualche esperto come l'influenza incida sugli accessi al pronto soccorso: qualcuno stima che il 15 per cento dell'aumento degli accessi al pronto soccorso è determinato dall'influenza, ma in realtà le opinioni sono diverse; da quanto risulta da un'analisi sugli accessi al pronto soccorso (codici bianchi, codici verdi, eccetera) e attraverso un lavoro che ho svolto quotidianamente con i Direttori per capire che tipo di utenza fosse presente nei pronto soccorso, è chiaro che l'influenza ha determinato una crescita degli accessi; tale crescita è stata determinata anche dal panico sulla meningite.
Il panico è esploso a livello nazionale e anche qui in Piemonte. Devo dire che il panico sulla meningite ha determinato preoccupazioni nei genitori dei bambini con la febbre, preoccupazioni doverose e comprensibili.
Vorrei fornire un ulteriore dato, che non sempre è noto, e cioè che la popolazione dei piemontesi più colpita dall'influenza è prevalentemente rappresentata da bambini da zero a 14 anni. Per intenderci, nella quarantaduesima settimana del 2016 i bambini erano il 3,4 per cento del totale, ma nella cinquantaduesima, cioè alla fine dell'anno, la percentuale di bambini è arrivata al 27,38 per cento. Il 13,40 per cento i pazienti tra i 15 e i 64 anni e il 6,96 per cento gli ultrasessantacinquenni. Inoltre per forza di cose il panico che si è creato sulla meningite ha aumentato l'afflusso ai pronto soccorso.
Vi ho già detto sugli accessi ai pronto soccorso e da cosa sono stati determinati. Tengo anche qui a dire che, per quanto riguarda i pronto soccorso abbiamo fornito indicazioni ai Direttori ancora prima dell'influenza; abbiamo lavorato anche nei mesi scorsi e, sulla base delle indicazioni, molti ospedali hanno attrezzato spazi dedicati al primo intervento. Inoltre, sono stati previsti addirittura anche dei reparti polmone che abbiamo indicato di utilizzare nel momento dell'emergenza.
Questo è avvenuto in diversi ospedali, come poi vi dirò.
In ogni caso, mi pare che, nonostante questa particolarità in termini di concentrazione dell'impennata dell'influenza complessivamente soltanto in poche settimane, quindi nonostante le evidenti criticità, perché è chiaro che tutte le strutture sono state sottoposte a un grandissimo lavoro, complessivamente il sistema abbia tenuto, garantendo ai cittadini l'erogazione del servizio. Anzi, cogliamo l'occasione per ringraziare il grande spirito di servizio e di dedizione di tutto il personale della sanità, che ha reagito prontamente garantendo la continuità dell'accesso alle cure.
Solo per fare qualche esempio, la Città della Salute di Torino ha istituto e preparato preventivamente un cosiddetto Reparto polmone con almeno 20 i posti letto, recependo le indicazioni regionali e, attraverso accordi presi con le organizzazioni sindacali rappresentative che firmano i contratti, è stata definita l'organizzazione del personale infermieristico nel Reparto polmone; l'Ospedale Mauriziano ha aperto anche un'altra struttura con 15 posti letto e con il personale necessario; il San Giovanni Bosco ha aggiunto 20 posti letto; altre operazioni sono state effettuate all'ASL-TO3 e all'Ospedale Maria Vittoria.
In ogni caso, abbiamo dato a tutti anche indicazione, qualora questi Reparti polmone non fossero stati sufficienti, che nessun posto dovesse essere libero all'interno dell'ospedale, per cui nei momenti di difficoltà sono stati anche utilizzati posti letto dei reparti diversi dalla Medicina.
Per la verità, questo strumento è stato utilizzato con grande attenzione, perché significava rimettere in discussione la programmazione ad esempio, di alcuni interventi di carattere chirurgico. In ogni caso, la punta massima è stata superata e domani avremo il nuovo bollettino da parte dell'Istituto Superiore della Sanità. Questo è il quadro.
Non nascondiamo certamente le difficoltà ma, complessivamente, c'è stata una tenuta del sistema che ci obbliga anche ad una riflessione per quanto riguarda il futuro, ma mi pare che la risposta ai problemi che abbiamo notato, in particolare l'affluenza in alcuni momenti, soprattutto nei giorni festivi e soprattutto collegata all'assenza dei medici di famiglia nel periodo festivo, riportano il tema dell'assistenza territoriale. Mi sembra evidente che questa è la grande questione cruciale.
In ogni caso, nonostante ancora una grande debolezza dell'assistenza territoriale, il sistema ha tenuto.
Per quanto riguarda l'osservazione che qualcuno ha fatto su quanto è avvenuto relativamente ai posti letto, ricordo che i momenti di crisi nei sistemi di pronto soccorso sono avvenuti anche negli anni passati quando nessuno discuteva dei posti letto. I problemi sono sempre dovuti ad una particolarità.
Ad ogni modo, la soluzione non può essere quella del depotenziamento della rete, su cui abbiamo iniziato a lavorare e, sicuramente, daremo una grandissima accelerata, come abbiamo già avuto modo di dimostrare.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi Scuola media Istituto Comprensivo Pavone di Pavone Canavese (TO)


PRESIDENTE

Desidero rivolgere il saluto dell'Assemblea ai docenti e agli studenti della Scuola media Istituto Comprensivo Pavone di Pavone Canavese, classe II A, ai quali auguro buona visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Livelli Essenziali di Assistenza" e a "Emergenza influenza e campagna vaccinale" (seguito)


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta.
Abbiamo 45 minuti, quindi chiedo all'Aula se c'è la possibilità di consentire all'Assessora Cerutti almeno di svolgere le sue comunicazioni anche se poi non c'è la possibilità di procedere con la discussione.
Affinché questo si verifichi, vuol dire che per la discussione che abbiamo in corso rispetto alle comunicazioni dell'Assessore Saitta si deve finire alle ore 11.45, quindi c'è una mezz'ora di disponibilità. Io lo dico, poi l'Aula, naturalmente, fa quello che vuole.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per l'abbondante relazione e la comunicazione effettuata sia sulla materia dei LEA che su alcuni problemi emersi nella sanità piemontese in questi primi giorni dell'inizio dell'anno. La richiesta di comunicazioni sui nuovi LEA l'avevamo avanzata noi come Gruppo consiliare ormai più di un mese fa. Diciamo che adesso il momento è propizio perché ci sono i documenti definitivi provenienti dall'analisi parlamentare.
Quindi, analizzando la sua relazione, Assessore, io non so se lei sia più ottimista o più arrendevole, uso termini volutamente non offensivi, per favorire il dibattito.
Dopo aver ascoltato la sua relazione, mi pongo addirittura una domanda.
Mi chiedo se lei sia ancora coordinatore degli Assessori regionali alla sanità. Mi può confermare questo dato? Lei è ancora coordinatore degli Assessori alla sanità regionale, non è cambiato nulla con l'inizio del nuovo anno?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Lo confermo io.



BONO Davide

No.
E' un'ironia per stemperare un po' i toni.
Lei più volte ha citato le relazioni della Camera e del Senato, ma non ho sentito portare le posizioni delle Regioni, cioè un documento delle Regioni. Quali critiche hanno mosso le Regioni? Quali parti hanno approvato e quali parti no? Cioè, io non penso che tutto il documento, visto che anche lei ha detto che ci sono stati diversi rilievi della Camera e del Senato sia condivisibile, quindi, nel momento in cui lei ha citato possibili criticità emerse nel dibattito parlamentare a cui lei ha partecipato (come esterno, ovviamente, e non come interno, quindi in audizione), noi ci aspettavamo che lei ponesse anche i rilievi delle Regioni.
Capisco che a volte è difficile andare contro un Governo dello stesso colore politico, però noi, penso come Regione Piemonte e come insieme delle Regioni che l'ha eletta, immagino a larga maggioranza, come coordinatore delle sanità regionali, vogliamo anche da lei una posizione per nome e per conto delle Regioni.
Di fronte a certe parole (si dice che "noi abbiamo appreso che ci dovrebbero dare 800 milioni di euro per tutta una serie di nuovi LEA, per sappiamo che c'è stata una po' di polemica a livello parlamentare, per cui sembra che gli 800 milioni di euro non siano sufficienti", ma si parla di un miliardo e sei, addirittura, come prima analisi della Camera e del Senato) vogliamo conoscere la posizione delle Regioni. Non le chiedo la sua posizione - sono anche gentile e non la metto troppo in difficoltà - ma le chiedo la posizione delle Regioni che lei rappresenta in qualità di coordinatore degli Assessori regionali alla sanità.
Gli 800 milioni di euro sono sufficienti o no per erogare i nuovi livelli essenziali di assistenza? E' una cosa molto semplice, se noi accettiamo - e, ormai, abbiamo accettato - questi nuovi Livelli Essenziali di Assistenza - che noi condividiamo perché ci sono 110 nuove malattie rare, una serie di malattie croniche, una serie sulla procreazione assistita, una parte (su cui abbiamo più dubbi) sui vaccini (di cui parler dopo), la protesica, il nuovo nomenclatore - va bene, ma se le risorse non sono sufficienti neanche a coprire il totale di quei nuovi LEA - noi avevamo già difficoltà con il riparto del Fondo Sanitario Nazionale perennemente tagliato rispetto a quanto previsto dalla Ministra Lorenzin mi spiega come facciamo ad essere credibili verso i cittadini? Il dato delle risorse è il primo dato fondamentale, per quello abbiamo anche presentato una mozione per cercare di incentivare il dibattito su questo tema. Non è che si è sempre venali, nel senso che si discute solo di risorse, ma le risorse sono fondamentali se noi vogliamo erogare dei livelli essenziali di assistenza che riteniamo giusti e condivisibili.
Vado all'analisi del documento, nel senso che il nostro Gruppo parlamentare di Camera e Senato ha presentato un documento di analisi dei nuovi LEA, che, tra l'altro, doveva essere oggetto di una discussione all'interno delle sedute di Commissione e, poi, di Aula, ma, purtroppo, la Ministra Lorenzin, dopo il parere tecnico - diciamo il parere di maggioranza - non ha permesso l'approfondimento del dibattito, quindi anche il nostro Gruppo parlamentare, nonostante nella mozione di accompagnamento ci fosse un parere favorevole di massima, condizionato a una serie di possibili modifiche di intervento, poi ha dovuto astenersi.
Per esempio, ci risulta che sia stata tolta dai Livelli Essenziali di Assistenza la diagnosi collegata all'ipertensione arteriosa, cioè la pressione alta senza danno d'organo. Praticamente, nel nostro Paese abbiamo circa un milione di anziani con, fortunatamente, solo la pressione alta e non già un danno d'organo, di rene o di cuore, che in questo caso sarebbe escluso dall'esenzione. Cioè, gli esami non sarebbero esentati, quindi dovrebbero essere pagati, pensiamo a molti anziani del nostro Paese con la pressione alta che dovrebbero iniziare a pagare questi esami. Quindi praticamente, questo è un po', se fosse vero - chiedo a lei una conferma o una smentita - uno spostamento di risorse e non una nuova allocazione, cioè tolgo da una parte e inserisco dall'altra.
C'è un ulteriore scivolamento rispetto agli interventi, dai ricoveri ordinari al day hospital, cioè ricoveri diurni, quindi day hospital o day surgery, che lasciano aperta una certa perplessità, perché non si capisce se ci siano anche gli spazi ambulatoriali e il personale per spostare gli interventi di reparto, quindi i ricoveri ordinari, ai ricoveri diurni.
E' vero che, oggi, la tecnologia permette sempre di più interventi meno invasivi, quindi di poter passare al ricovero diurno, però ci chiediamo se c'è questa possibilità o se non sia, invece, un tentativo, proprio perch e mi permetta di ribadirlo - sono stati tagliati in Piemonte molti posti letto, non avendo più posti letto per i ricoveri, di dimettere addirittura in un giorno pazienti magari anche fragili dal punto di vista sociale.
Infatti, magari non è solo una fragilità sanitaria, ma anche una fragilità sociale, che, poi, diventa un carico sul territorio, che, ad oggi nonostante tutte le belle parole e tutte le belle promesse, non solo fatte da lei ma da tutti gli Assessori che l'hanno preceduta nella scorsa legislatura, non è stato portato avanti. Cioè, il paziente che esce da un ricovero diurno va a casa e per qualunque cosa, anche per preoccupazioni relative all'intervento o problemi seri o terapie, deve avere un territorio forte che dia risposte h24. Ricordiamoci che, se l'ambulatorio del medico di base chiude e la continuità assistenziale non darà adeguata risposta questi torneranno in pronto soccorso, innescando un revolving door, nel senso che li dimettiamo in dieci ore dall'ospedale dopo un intervento e poi, ritornano in pronto soccorso alla sera.
Ci sarebbe tantissimo da dire, ma avendo a disposizione dieci minuti non avrò tempo per tutto.
C'è ancora il tema dell'appropriatezza, che ancora deve essere molto analizzato, perché mi sembra che non siano stati fatti grandi passi in avanti rispetto al decreto ministeriale 103/2015 che sollevava tutta una serie di problemi rispetto alla corretta applicazione dell'appropriatezza cioè se siamo tutti d'accordo sull'appropriatezza, come viene calata poi con decreti che impongono le scelte al medico diventa un po' più difficile sarebbe meglio un controllo piuttosto che un'imposizione, cioè controllare la corretta prescrizione piuttosto che imporre un'appropriatezza dall'alto magari senza comprendere bene le dinamiche sul territorio.
Noi vorremmo conoscere anche un dato definitivo, cioè quanto cuba in maniera molto pratica il Fondo Sanitario Nazionale nel 2017. Abbiamo capito che gli 800 milioni sarebbero in più, ma in più rispetto a quanto? Quindi vogliamo sapere qual è la cifra definitiva.
Il tema fondamentale - ho solo più un minuto di tempo prima di parlare sui vaccini - è il tema degli anziani. Il tema degli anziani è stato il grande flop di questa discussione sui LEA, ovviamente non ascrivibile all'Assessore Saitta, perché non possiamo dare a lui tutte le colpe. Alla Camera e al Senato il nostro Gruppo parlamentare ha provato a portare in discussione il tema della compartecipazione sanitaria nell'assistenza agli anziani, ma è stato bellamente non preso in considerazione e quindi chiediamo quale sia stato il ruolo dell'Assessore Saitta in qualità di coordinatore delle Regioni.
Assessore, ha portato sui tavoli in maniera forte il tema della compartecipazione socio-sanitaria e dell'erogazione delle prestazioni non professionali agli anziani a casa a carico della sanità? Oppure non l'ha fatto, in quanto lei e la sua Giunta ha promosso in effetti un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR che dava ragione alle associazioni che dicevano che gli anziani non autosufficienti a casa vanno curati, quindi sono a carico della sanità e non a carico del sociale (diritti certi ed esigibili)? Su questo tema non abbiamo avuto risposte nonostante una mozione approvata dal Consiglio che le dava questo mandato.
Ultimissima cosa. Mi permetta in chiusura - non so se riesco ad essere simpatico oppure antipatico, dipende dai caratteri che recepiscono le mie battute - una battuta sui vaccini. Andiamo ad estendere i vaccini per circa 300 milioni di euro e anche in questo caso c'è un'evidente sproporzione tra i costi reali e la copertura economica. Lei diceva che abbiamo fatto una campagna molto forte sulle vaccinazioni degli over 64, quindi le rinnovo la domanda che ho fatto la scorsa volta.
Lei, Assessore - mi spiace, le auguro anzi lunga vita - ha più di 65 anni, così come il Presidente Chiamparino, quindi volevamo sapere se vi siete vaccinati nella campagna antinfluenzale 2016-207. Personalmente ritengo che - non voglio portare sfortuna - a 65 anni si sia oramai tendenzialmente giovani, si goda abbastanza (tocchiamo ferro, se volete) di buona salute, per cui tendenzialmente forse bisognerebbe spostare la soglia dell'obbligatorietà o comunque la raccomandazione della vaccinazione un po' più in là, magari a 70 o addirittura a 75 anni, quando veramente inizia il deperimento organico, cognitivo e quant'altro.
Si tratta di un tema sicuramente interessante, perché vorremo capire se Saitta, che è il primo promotore di questa campagna, si è vaccinato e ha convinto anche il collega Chiamparino a vaccinarsi: è importante, ci teniamo alla vostra salute, alla vostra presenza in Consiglio e ad essere sempre con noi.
Sulla vaccinazione, ultimissima cosa, e poi giuro che chiudo. Ne parleremo probabilmente in occasione della presentazione della proposta di legge del collega Grimaldi, parleremo ampiamente di vaccinazioni. Ebbene noi chiediamo solo che venga garantita la presenza di vaccini non in associazione, cioè i vaccini obbligatori sono quattro e deve esserci la possibilità di reperire sul mercato piemontese i quattro vaccini obbligatori, raccomandati in maniera separata, in modo che ci sia la libertà di scegliere quando, se e come vaccinarsi.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Presidente Chiamparino gode di buona salute, non ha bisogno di essere vaccinato.
Prima di dare la parola al Consigliere Vignale, che l'ha chiesta ricordo che bisognerebbe trovare anche il tempo non per la discussione perché non c'è, ma almeno per la comunicazione da parte dell'Assessore Balocco sulla questione che riguarda gli aumenti delle tariffe ferroviarie.
Abbiamo lasciato che il collega Bono, ovviamente per il suo Gruppo facesse un intervento più complesso, ma invito gli altri Consiglieri a stare nei tempi e, se possibile, anche a ridurli; viceversa, non ci sarà tempo per tutto.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che vi sia un tema che sarà centrale nella discussione dei LEA, e non soltanto dei LEA, che è quello del finanziamento, che - per carità - è un'asserzione banale, ma fondamentale.
In più di un'occasione, abbiamo avuto modo di dire che uno dei problemi ma ritengo il problema principale - della sanità italiana, e non soltanto piemontese, è il sottofinanziamento. Se lo paragoniamo a qualunque altro Stato europeo, vedremo come il finanziamento pro capite è decisamente inferiore rispetto a quello di altri Stati: noi siamo sotto la media europea, siamo ampiamente sotto la media dei grandi Paesi europei come la Germania e la Francia, anche per 1.000 euro pro capite in meno l'anno per cittadino.
Questo è il tema principale da porre al Governo, perché è evidente che nell'organizzazione del sistema sanitario regionale tutti gli interventi che danno efficienza al sistema sanitario sono interventi utili, ma è altrettanto evidente il costante sottofinanziamento del sistema sanitario (salvo l'aver visto nell'ultimo anno, il 2016, per la prima volta un incremento, ma dopo un sottodimensionamento del sistema sanitario che avveniva ormai da molti e molti anni, che ha portato alla situazione in cui ci troviamo).
Per rimanere sul tema dei LEA, ovviamente non entro nel merito delle scelte che sono in qualche modo conseguenti al finanziamento regionale però va ricordato che la nostra è la Regione capofila sulla sanità e quindi è anche la Regione che non soltanto garantisce e deve garantire un contributo equo per i cittadini piemontesi, ma che in realtà ha un carico che riguarda tutti i cittadini italiani, ancorché ovviamente ci sia la Conferenza dei Presidenti che, unitamente al Governo, cerca di stabilire quali sono i contributi essenziali.
Perché il Ministro Lorenzin ha definito i nuovi LEA una vittoria storica? Lo sono o lo possono essere senz'altro almeno da un punto di vista temporale: erano 16 anni che non venivano aggiornati e quindi, se non è vittoria storica, è certamente una cosa che da molti anni si attendeva. Ma è altrettanto evidente che una vittoria o un aggiornamento dei LEA indispensabile e necessario, se non ha poi il finanziamento essenziale per garantire i LEA stessi, è assolutamente inutile.
Allora questo è il tema, per una volta senza scontro. Credo che vada condiviso questo aspetto centrale. Se, infatti, all'interno possiamo scontrarci rispetto ai modelli, come facciamo anche spesso, perché non sempre riteniamo che i modelli di sanità, o meglio, i modelli di organizzazione sanitaria che vengono individuati da questa Giunta siano utili, ritengo che il tema del sottofinanziamento della sanità regionale e della sanità nazionale debba essere un tema centrale che tutte le forze politiche devono fare proprio, per cui da questo punto di vista è indispensabile.
Altrimenti - come dicevamo precedentemente - è inutile aver fatto degli aggiornamenti inserendo anche fortunatamente dei LEA. Poi vedremo con compiutezza quale sarà la lista di ciò che è uscito dai LEA, prima di definire storica una vittoria. Oggi ci è molto chiaro (o abbastanza chiaro) ciò che è entrato, ma non sappiamo ancora con estrema puntualità e precisione ciò che è uscito. Speriamo che alla fine la bilancia propenda per dei nuovi LEA che, in qualche modo, non tengano conto della spesa, ma delle esigenze dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda i LEA, il collega Bono ha già spiegato la nostra posizione. In realtà, anch'io voglio fare delle annotazioni all'Assessore in merito agli 800 milioni di euro previsti per coprire i nuovi LEA.
Tra l'altro, ribadisco il concetto, perché avevo già illustrato questa criticità qui, in Consiglio regionale, nelle sedute precedenti, quando abbiamo parlato di Livelli Essenziali di Assistenza, così come nella Commissione competente (la IV Commissione).
Ricordo benissimo quando l'Assessore venne in Commissione e ci parl del nuovo decreto sui LEA e della diatriba esistente tra il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia e delle Finanze, in merito agli 800 milioni di euro. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze sosteneva che gli 800 milioni di euro non fossero sufficienti a coprire i nuovi LEA, in considerazione della vaccinazione, dei farmaci innovativi legati all'assistenza agli anziani e via dicendo.
Oggi, siamo qui per parlare e chiedere ulteriori informazioni all'Assessore Saitta: anch'io voglio avere delle informazioni sulla compartecipazione sanitaria relativa all'assistenza domiciliare agli anziani. Ricordo all'Assessore che sono stati approvati due atti d'indirizzo in tal senso e che, tra l'altro, c'è stata una grande richiesta, perché ci sono delle grandi criticità.
Ricordo che in Piemonte ci sono 22 mila pazienti che attendono l'assegno di cura per poter essere curati a domicilio dai propri familiari perché finora viene riconosciuta l'assistenza effettuata dai professionisti sanitari, ma ai familiari che prestano le cure ai propri cari non viene riconosciuto alcun assegno.
Voglio precisare che ho presentato un'interrogazione in merito interrogando l'Assessore Ferrari proprio sugli assegni di cura domiciliare che spettano a tutte quelle famiglie che preferiscono tenere il proprio caro a casa, invece che in una struttura convenzionata, una struttura privata, una casa di riposo convenzionata con il sistema sanitario nazionale.
C'è stato anche un ricorso al TAR da parte delle associazioni dei familiari dei malati. Il TAR ha accolto la richiesta presentata dalle associazioni. Poi, la Regione Piemonte cosa ha fatto? A sua volta, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato e - ahimè - a discapito di tutte quelle famiglie di tutti quei pazienti che chiedevano il riconoscimento di un loro diritto, il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Regione Piemonte.
Quando ho presentato l'interrogazione, ricordo benissimo che l'Assessore Ferrari ha risposto dicendo che pagare gli assegni di cura a quelle famiglie e a quei pazienti avrebbe comportato un ulteriore buco di 50 milioni di euro nelle casse della Regione Piemonte. Vi ricordo che allora eravamo in piano di rientro, eravamo ancora una Regione commissariata ed è per questo motivo che la Regione Piemonte aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato.
Anche qui, è da chiarire se l'Assessore si è fatto portavoce e ha mantenuto l'impegno che gli è stato richiesto in quest'aula dal Consiglio regionale, quindi se ha mantenuto l'impegno e ha portato le nostre richieste nelle sedi opportune per poter trovare accoglimento.
Voglio concentrarmi maggiormente sul discorso del pronto soccorso legato al grande afflusso: i pronto soccorso in tilt nel periodo natalizio.
Ancora oggi, ci sono i pronto soccorso in tilt a causa della sindrome influenzale o della psicosi della meningite.
L'Assessore Saitta ci ha illustrato dei dati, dicendo che nell'anno 2016 c'è stato un fattore virulento che ha colpito una parte maggiore di popolazione (se non erro, 300 mila piemontesi), che si è ammalata durante le feste natalizie. Voglio ricordare all'Assessore che tutti gli anni sappiamo benissimo che si presenterà il virus dell'influenza: non è una novità, non è un caso isolato, un'epidemia determinata da un virus che colpisce la popolazione solo qualche volta nell'arco della vita o ogni tot anni. Assessore, l'influenza si verifica ogni anno e ogni anno ci sono gli stessi problemi: ogni anno ci sono i pronto soccorso in tilt, ogni anno c'è il problema dei posti letto.
Noi ci stupiamo se i pronto soccorso sono stati presi d'assalto. Non è una novità: abbiamo avuto il picco influenzale durante le feste natalizie (la prima ondata si è manifestata tra la fine dell'anno e l'inizio del nuovo anno) e adesso, tra la metà e la fine di gennaio, avremo l'ultimo picco della sindrome influenzale.
Ci meravigliamo perché non ci sono i posti letto, quando la delibera di Giunta (la 1-600) e l'integrazione (la 1-924) hanno tagliato 2.300 posti letto in Piemonte. Sono stati tagliati, ridotti, 2.300 posti letto per le acuzie e poi ci lamentiamo dicendo che non ci sono posti letto! Questo sembra un po' un controsenso, perché la delibera di Giunta non è stata approvata dalla Consigliera Balzella, che è una semplice Consigliera di opposizione, ma dall'Assessore alla sanità, che ha tutti i diritti essendo Assessore - di avallare una deliberazione di Giunta, preparandola e concordandola insieme agli Uffici, alle figure preposte e alla maggioranza quindi il Partito Democratico.
Non sono stata certo io, una semplice Consigliera di opposizione, a decidere la riduzione di 2.300 posti letto in tutto il Piemonte. Poi ci stupiamo se non ci sono posti letto, oppure rilasciamo dichiarazioni ai giornali, dicendo: "Va tutto bene, è tutto sotto controllo".
Non è vero che va tutto bene e che è tutto sotto controllo! Vogliamo parlare del personale? Non prendiamoci in giro! Il personale - tutti gli operatori sanitari - dal periodo natalizio ad oggi è stato spremuto come un limone! Hanno lavorato tutti in condizioni pietose! Per fortuna, nella nostra sanità abbiamo dei grandi professionisti perché non dobbiamo parlare solo dei casi di malasanità, ma dobbiamo parlare anche dei sanitari, dei medici, degli infermieri, degli operatori socio-sanitari che ogni giorno svolgono al meglio, con grande sacrificio e professionalità il proprio lavoro, per garantire assistenza e cura a tutti i pazienti. Quindi, non prendiamoci in giro, perché c'è stata anche una denuncia da parte degli infermieri! Tutti si sono lamentati.
Poi, sentiamo in televisione un caso che si è verificato se non erro in Sicilia, a Nola, dove c'erano le lettighe da campo, le barelle da campo: anche qua, nei nostri pronto soccorso sono state utilizzate barelle da campo, perché non avevano più posti letto e le barelle erano terminate.
Quindi, per non buttare per terra il paziente, giustamente è stata utilizzata una barella da campo.
Poi ci stupiamo quando a Nola dei medici professionisti addirittura sono sotto accusa per dei problemi interni, con la scusante che questi medici non hanno avvisato la Direzione sanitaria. Capite che questi poveri medici, che hanno svolto e che svolgono bene il loro lavoro, non hanno alcuna colpa se non hanno i posti letto dove mettere i pazienti. Per forza che i pazienti erano per terra su una lettiga: perché non c'erano i posti letto. Quindi, chi è che tutela i professionisti? Noi, Assessore, dobbiamo metterci dalla parte dei professionisti che lavorano veramente con serietà e anche con grande competenza. Non diciamo che va tutto bene. Assessore, le rivolgo un invito di cuore: vada dentro agli ospedali, entri negli ospedali e nelle corsie tutti i giorni, si sieda e parli con gli operatori sanitari. E' un operatore sanitario che si sta rivolgendo a lei, perché conosco il mondo sanitario. Andiamo insieme Assessore, e parliamo con tutti gli operatori della sanità.
Grazie.



MOLINARI GABRIELE


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio agli studenti del Corso di Comunicazione Pubblica e Politica dell'Istituto Europeo di Design


PRESIDENTE

Saluto gli studenti dell'Istituto Europeo di Design in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Livelli Essenziali di Assistenza" e a "Emergenza influenza e campagna vaccinale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni rese dall'Assessore Saitta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Il mio è solo un intervento per ribadire che, come Gruppo Lega Nord vigileremo affinché i LEA non diventino "livelli di effimera assistenza" perché quello che sta accadendo potrebbe far sì che questo acronimo possa poi essere definito in questo modo.
Tornando ad un discorso un po' più serio, credo che sia fondamentale invece, fare un serio ragionamento per educare tutti noi, la cittadinanza e le nuove culture, perché quello che sta avvenendo ormai da anni nei pronto soccorso è una cosa assolutamente da risolvere. Non è possibile che il pronto soccorso venga utilizzato al posto del medico di base e per scorciatoie varie. Lei, Assessore, sa benissimo quello che avviene nei pronto soccorso.
Noi crediamo, come liberali, nella responsabilità dell'individuo e sarebbe importante educare i singoli affinché non corrano al pronto soccorso per ogni minima cosa. Lei conosce benissimo il numero dei codici su questo non so essere precisa e me ne scuso, ma desidererei affrontare questo tema, perché la politica significa questo, tanto più in questo periodo anche post-ideologico.
Non possiamo permetterci di avere un livello di assistenza molto buono e questo lo è da sempre in Italia rispetto ad altri Paesi - ma avere una popolazione, anche nuove persone che devono essere integrate, che si reca al pronto soccorso per ogni minima cosa. E' importantissimo far capire come e quando si deve andare al pronto soccorso.
Io porto le esperienze della vita personale: in questi giorni moltissimi miei conoscenti, anche italiani, si sono recati al pronto soccorso per una banalissima influenza. Ma questo non avviene solo quest'anno; voi avete i dati e forse quest'anno ci sarà stato un aumento per la psicosi della meningite, ma avviene sempre ed era un problema che avevamo già valutato negli anni scorsi. Questo significa educare la cittadinanza al senso civico. Un pessimo esempio è stato dato proprio dalla neo sindaca Appendino che, per un semplice mal di testa, si è recata al pronto soccorso.
Siamo noi i primi a non capire l'importanza di quello che stiamo facendo con i nostri atti. E' banale quello che dico, ma educare la cittadinanza è fondamentale per fare un programma di prevenzione affinch non ci sia questo intasamento che impedisce il lavoro dei professionisti come sottolineava la Consigliera Batzella.
Quindi, non è sempre e solo colpa degli altri, ma credo che in questo momento storico più che mai sia fondamentale che ciascun individuo si prenda la propria responsabilità. Se c'è l'ignoranza nei confronti di alcune leggi e di alcune situazioni è colpa dello Stato e sarebbe opportuno che la Regione, a cui la competenza della sanità è rimasta in seguito alla bocciatura della riforma della Costituzione, si preoccupi di diffondere la cultura per fare in modo che i soldi dei cittadini vengano spesi al meglio perché i soldi della sanità sono soldi dei cittadini e di tutti noi.
Ribadisco che non possiamo, per un mal di testa o per una semplice influenza, andare tutti ad intasare i pronto soccorso. Questo non è un discorso banale, non è un discorso populista né popolare, però sarebbe interessante sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema. G



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per una replica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Soltanto il tempo di un minuto relativamente ad una questione rilevata all'inizio del dibattito, cioè qual è la posizione della Regione. A parte che ho già avuto modo di esprimerla diverse volte, ma la ripeto, anche se credo che sia stata riportata non soltanto sui giornali locali, che il collega Bono segue con attenzione.
L'opinione delle Regioni italiane è che le risorse per i nuovi LEA sono insufficienti. Lo ripeto: la stima che abbiamo fatto è superiore rispetto a quella che ha fatto il Ministero della Salute. Per questo motivo ad un certo punto, dopo tante discussioni con il Governo, abbiamo deciso come Regioni di dare l'assenso per partire con l'impegno a far sì che il monitoraggio, anche dal punto di vista economico, non avvenga in un confronto, ma attraverso il Comitato LEA con tutti i tre organismi (Regioni, Ministero dell'Economia e Ministero della Salute), nel quale si faccia la verifica insieme e, sulla base delle stime che vengono fatte motivare la richiesta di un maggiore finanziamento per i LEA.
Potevamo ancora aspettare per non dare l'avvio ai nuovi LEA, ma abbiamo ritenuto di farlo perché è stato fermo per sei mesi in questo confronto che non ha provocato assolutamente nulla. Questa è la questione più importante.
Abbiamo fatto anche altre osservazioni, che le Commissioni e anche i suoi colleghi hanno ripreso puntualmente nel testo preparato, che non sto qui a ripetere; questo per quanto riguarda il finanziamento, ma anche per quanto riguarda il passaggio - come ha rilevato il collega Gariglio - di alcune attività che prima erano in day surgery e poi diventano ambulatoriali con degli effetti sulle partecipazioni.
Sono tutte questioni che abbiamo indicato e che la Commissione sia alla Camera sia al Senato ha ripreso puntualmente. Ci tenevo a dire che quello che ha prodotto la Camera e il Senato è frutto delle audizioni e di ciò che abbiamo detto.
Non è assolutamente vera la questione sulla pressione arteriosa. Invito a leggere bene il DPCM per evitare di mettere in giro notizie ed informazioni che creano allarmismo.
Credo che, parlando di questioni importanti, indipendentemente dalle posizioni che possiamo avere nei confronti del Governo sul fondo insufficiente, convenga seguire questa fase con attenzione con la moderazione e con la prudenza necessaria per consentire un'estensione dei livelli di servizi ai nostri cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella.
Vista l'eccezionalità della situazione, le concedo di intervenire prego.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere all'Assessore a quanto ammonta la cifra che, a vostro parere, ritenete equa.
Visto che lei ha confermato che 800 milioni di euro non sono sufficienti per coprire il tutto, le chiediamo qual è la cifra prevista.
Grazie.
BONO Davide (fuori microfono) E poi la risposta sui vaccini!



BATZELLA Stefania

Le chiediamo, inoltre, una risposta sui vaccini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta, per una breve replica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Credo che la collega abbia seguito il mio intervento: la modalità per avviare anche un confronto con il Governo, per quanto riguarda il finanziamento, va fatta sulle esigenze anziché sulle opinioni, che possono essere frutto di valutazioni, magari condizionate dalle posizioni che abbiamo.
L'elemento che abbiamo deciso è un'applicazione basata concretamente sugli effetti provocati dall'applicazione con la stima del personale, delle esigenze e di tutto quello che bisogna fare, anche della formazione evidentemente.
Appena disporremo di questa stima, la stessa rappresenterà il riferimento che noi utilizzeremo anche per aprire, nei confronti del Governo - e passando attraverso i Comitati LEA - un'azione finalizzata a garantire la copertura.
Quindi oggi, in nessuna parte d'Italia, siamo in grado di garantire quello che occorre. Da una stima nazionale, la cifra necessaria - anzich 800 milioni - è di circa un miliardo e 200 milioni. Localmente è difficile dirlo, perché la Toscana fornisce alcuni LEA, altri vengono forniti da altre Regioni, per cui si entrerà nel merito con precisione.
A quel punto, c'è l'impegno che nel Comitato LEA tutte le maggiori esigenze verranno quantificate e proposte per un aumento del Fondo sanitario attraverso una rivisitazione del provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento:

Programmazione lavori


PRESIDENTE

Visto che mancano pochi minuti alla chiusura della seduta odierna proporrei l'intervento dell'Assessore Balocco in ordine alla questione Frecciarossa, su cui sono stati richiesti chiarimenti tanto dal Gruppo del Partito Democratico quanto da altri Gruppi consiliari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Visto che avevamo richiesto delle comunicazioni da parte dell'Assessora Cerutti in merito al fatto che il 18 gennaio il Ministero Minniti sarà in Parlamento per l'audizione e il 19 con le Regioni, le chiederei, a questo punto, di rimandare le comunicazioni per rendicontare quello che succederà augurandomi, ovviamente, che la Giunta, com'è stato riportato sui giornali rispetterà quello che il Consiglio ha già previsto, cioè il superamento dei CIE. Grazie.



PRESIDENTE

La Presidenza accoglie la richiesta. Sarà ovviamente la Conferenza dei Capigruppo a valutarne le modalità.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Incremento della tariffa degli abbonamenti operati da Trenitalia sui treni Frecciarossa"


PRESIDENTE

In merito alla richiesta di chiarimenti circa l'incremento degli abbonamenti operati da Trenitalia sui treni Frecciarossa, interviene l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Rispetto alla questione relativa allo scriteriato aumento degli abbonamenti del Frecciarossa sulla tratta Torino-Milano, rileviamo quanto segue.
Sostanzialmente, evidenziamo il fatto di non essere stati informati da Trenitalia. Era una comunicazione/informazione formalmente non dovuta perché il Frecciarossa, come si sa, è un'offerta di mercato e non compete alla Regione questo tipo di servizio. Tuttavia, le normali relazioni istituzionali tra Trenitalia e la Regione credo imporrebbero un atteggiamento collaborativo, direi quasi di "galateo istituzionale". Questo ci saremmo aspettati.
Eravamo stati informati dell'ipotesi di diversificare gli abbonamenti tra i settimanali a sette giorni rispetto a quelli di cinque giorni (dal lunedì al venerdì), oggi non previsti, e questa ci pareva una scelta opportuna.
Invece - lo ripeto - non eravamo stati informati di questi aumenti assolutamente consistenti (35 per cento sul settimanale e 20 per cento sui cinque giorni (lunedì-venerdì). In particolare, è proprio la fascia dei cinque giorni che ci pare colpisca in modo veramente grave i pendolari che usufruiscono di questo tipo di servizio.
Dunque, chiederemo formalmente al Ministro, oltre che all'Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mazzoncini, di sospendere questo provvedimento. In particolare, chiederemo al Ministro di occuparsi della questione, perché ricordiamo che FS ha un unico socio, che è lo Stato italiano. Quindi, certamente più di noi, la posizione del Governo potrà influire per sospendere questo provvedimento, riverificarne le eventuali entità di intervento economico e, nello stesso tempo concederci la possibilità, come Regione Piemonte, di implementare il servizio regionale, cosa che stiamo già facendo.
Dal 28 gennaio partirà una prima coppia di cosiddetti "regionali fast" che dovranno sostituire i Frecciabianca che, nel frattempo, stanno per essere eliminati. Entro marzo si chiuderanno completamente e noi, man mano sostituiremo le coppie che vengono tolte con quelle del regionale veloce fast, che è assolutamente competitivo dal punto di vista della velocità di trasporto tra Torino-Milano (anzi, addirittura impiegheranno meno tempo del Frecciabianca) ed è assolutamente competitivo dal punto di vista del costo perché stiamo parlando di un abbonamento mensile di 157,40 euro al mese contro i 459 euro del settimanale Frecciarossa e i 412 euro, se non erro del settimanale a cinque giorni.
Stiamo lavorando per offrire questa nuova opportunità anche con materiali rotabili convenienti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Nel concludere i lavori, ricordo a tutti i colleghi che è previsto in Sala Viglione, alle ore 12, un incontro con una delegazione di lavoratori della Società Heart Life Croce Amica S.r.l., come anticipato a inizio seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.03)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori proseguono alle ore 12.07 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1374 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Impiego a gettone dei medici neospecializzati"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1374, presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, in molti ci siamo uniti all'appello lanciato dalla CGIL per chiedere al Comune di Torino di interrompere l'uso dei voucher all'interno del progetto "Giovani per l'integrazione", che appunto impiegherebbe i giovani tra i 18 e i 29 anni negli sportelli dei servizi dell'Amministrazione senza contrattualizzarli e senza garantire loro le giuste tutele.
Perché faccio questa premessa? Perché fonti giornalistiche qualche giorno dopo hanno riportato un caso per noi altrettanto grave. A quanto pare, la Giunta regionale, in accordo con l'università, vorrebbe snellire le liste di attesa nei pronto soccorso facendo ricorso a medici precari ossia a neospecializzati. Come? Impiegandoli a livello ambulatoriale, cioè lo snodo tra gli ospedali e i medici di base, pagandoli a gettone, ovvero con una sorta di voucher. Per quanto riguarda i neolaureati, non è ancora chiaro il loro ruolo; ma, come abbiamo ribadito subito, qualsiasi forma di impiego andrebbe comunque concordata con la Scuola di specializzazione.
Inutile dire - mi rivolgo all'Assessore Saitta - che se questo fosse vero sarebbe l'ennesimo caso in cui si tenta di mettere una pezza ad un'emergenza prodotta da altre politiche molto discutibili, facendo leva sui lavoratori precari anziché assumerli strutturalmente nel Servizio Sanitario regionale, come dovrebbe avvenire. L'operazione sarebbe inoltre accompagnata - l'abbiamo già letto fra le righe di questo giornale - dalla solita retorica un po' paternalistica che dice "facciamo esperienza nel lavoro", come se questi professionisti non fossero già ampiamente formati e specializzati per svolgere il proprio lavoro a tutti gli effetti e non in qualità di riserve.
Ecco cosa ha recentemente dichiarato il Segretario generale del Sindacato dei medici: "Un medico mal pagato, senza tutele, viene percepito come un professionista senza autorevolezza perché non rappresenta adeguatamente lo Stato e non può più rivestire con efficacia il suo ruolo di garanzia di un diritto costituzionale, quello alla salute. Diventa solo un fornitore di servizi, più o meno di qualità, a seconda del luogo dell'organizzazione, delle strutture, dello spirito di abnegazione del medico stesso". Questa demolizione della figura del medico parte con la precarizzazione dei contratti, prosegue con il blocco dei turnover e con la riduzione del personale, ma ha una delle sue cause principali nello stesso smantellamento della sanità pubblica, nei tagli lineari, nella chiusura di struttura senza prevedere alternative adeguate sul territorio. Per questo il blocco del turnover e la precarietà coatta di tanti medici avranno ovviamente un grave impatto sulla sanità pubblica e sulla sua programmazione.
Lo diciamo con tanta sincerità: con l'uscita della Regione dal piano di rientro ci aspettavamo per il 2017 nuove vere assunzioni. Di certo, lo diciamo al Presidente Chiamparino, non si esce dalla crisi a colpi di voucher e gettoni.
Per questo, appunto, abbiamo depositato questo question time e speriamo che la proposta non venga confermata perché, qualora lo fosse, sarebbe irricevibile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Saitta, cui chiedo veramente di rimanere nei tempi per i motivi che ho enunciato in apertura.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho già avuto modo di chiarire, devo dire anche con una certa precisione; ma non sempre le precisazioni acquistano il rilevo sufficiente e, soprattutto, non sempre possono essere oggetto di una valutazione affinché si possa cambiare opinione. Ad ogni modo, colgo l'occasione per precisare in modo definitivo, dopo averlo fatto ripetutamente; ma qualche volta si preferisce avere un nemico perché questo consente anche di evidenziare delle differenziazioni.
Noi siamo contro i gettoni e siamo contro i precari, tanto per essere molto chiari. Ripeto ciò che ho detto sia a La Stampa sia a Il Sole 24 Ore che mi hanno intervistato su questo punto. Il tutto nasce da un'idea del professor Ghigo dell'Università di Torino, che alla fine del mese è venuto ad incontrarmi e che, discutendo di liste d'attesa, mi ha detto: "Noi abbiamo un grande patrimonio, che è fatto di circa 250 specialisti l'anno (mi pare il numero sia quello) che, prima di trovare lavoro, vengono sfruttati e svolgono attività che non c'entrano nulla con la loro professione e con le competenze che hanno accumulato all'interno del sistema sanitario: vanno a fare i turni o fanno i prelievi".
E allora l'Università, ponendosi questo problema, chiede: si possono utilizzare queste professionalità all'interno dell'Amministrazione regionale per quanto riguarda questo problema immediato delle liste d'attesa? La risposta è stata semplice: certo, ci pare importante.
L'Università è addirittura intenzionata a stipulare una convenzione un'intesa, un protocollo; ma, avendo esperienza nella Pubblica Amministrazione e avendo convinzioni politiche che non nascono soltanto adesso, so perfettamente - oltre ad essere contrario per principio - che nel rapporto con la Pubblica Amministrazione esistono degli strumenti e che bisogna utilizzare soltanto quelli; punto.
Tutto ciò che è stato scritto, quindi, non è l'opinione dell'Amministrazione regionale: l'opinione dell'Amministrazione regionale è sintetizzata in tre righe contenute nel comunicato stampa di fine anno dove si rende conto di questa opinione dell'Università, che ci sembra di grande interesse e che vogliamo sviluppare e capire. Dunque, non c'è ipotesi di gettone, non c'è ipotesi di voucher e non c'è assolutamente nulla. Certamente, utilizzando personale specializzato, si tratta di fare due cose. C'è un problema di abbattimento immediato, che richiede ovviamente modalità diverse rispetto al mantenimento dei livelli delle liste di attesa, quindi si tratta non soltanto di assunzioni a tempo indeterminato.
In ogni caso, collega Grimaldi, le assicuro che nuove assunzioni e posti veri sono stati realizzati. Vedo che ha difficoltà a rendersi conto di questo, ma se un giorno vorrà le dirò quali sono le assunzioni che vengono fatte. Non soltanto siamo usciti dal piano di rientro, ma devo dire che, con una grande accelerazione e un impegno anche sui provvedimenti che non sempre lei ha seguito e giudicato positivamente, oggi possiamo assumere per questo motivo.


Argomento: Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1377 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Progetto 'Un aiuto nel rispetto della dignità tricolore' del Comune di Acqui Terme"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1377, presentata dal Consigliere Ravetti, che ha la parola per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Interrogo l'Assessore competente su di un Regolamento adottato dal Comune di Acqui Terme - un Regolamento che ha una finalità, quella di aiutare fasce deboli della popolazione acquese - che si inserisce in un contesto nazionale in cui gli Enti pubblici fanno il possibile per soddisfare i bisogni primari di una fascia debole della popolazione che aumenta di mese in mese. Il Comune di Acqui Terme ha scelto di farlo attraverso un'iniziativa definita "Un aiuto rispetto nel rispetto della dignità tricolore" ed opera con le cosiddette "borse alimentari".
Non vi è nulla da dire rispetto al fine ultimo. La domanda, Assessora è esattamente questa: se si ritiene - dato che l'articolo 2 di questo Regolamento recita: "I requisiti per poter beneficiare della distribuzione delle borse alimentari sono i seguenti: essere residente nel Comune di Acqui Terme da almeno dieci anni ed essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno cinque anni".
Sono forniti altri parametri ma, proprio in base a questi due elementi ci chiediamo se il provvedimento sia coerente con la programmazione regionale e se sia scevro da eventuali elementi discriminatori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente, e grazie anche al Consigliere Ravetti, che ha posto sicuramente una questione importante che credo sia degna di approfondimento.
La deliberazione n. 263 assunta in data 24 novembre dal Comune di Acqui Terme presenta evidenti elementi di dubbia legittimità sotto il profilo amministrativo, oltre che contenuti manifestamente discriminatori.
Gli interventi degli Enti locali impegnati nel contrasto alla povertà provocata dalla crisi economica devono, per la loro stessa natura prevedersi come universali e non esclusivi. La Regione Piemonte è da mesi impegnata, con il lavoro congiunto di più Assessorati, nell'attuazione delle misure di contrasto alle nuove povertà, nell'ambito delle misure straordinarie adottate a livello governativo.
I contenuti della deliberazione e del disciplinare adottati dalla Giunta del Comune di Acqui Terme sembrano invece rispondere ad una logica escludente nei confronti dei nuclei familiari disagiati ma residenti nel Comune da meno di dieci anni o non in possesso della cittadinanza italiana da almeno cinque. La crisi economica investe indistintamente, senza differenze di nazionalità o di cittadinanza, quindi il provvedimento assunto dall'Amministrazione presenta anche notevoli lacune di efficacia come prontamente segnalato dalle Associazioni di volontariato nel territorio acquese, quali Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, Pensa, Movimento per la vita, Agesci, Gruppo Acqui.



PRESIDENTE

Assessora, un attimo solo, perché purtroppo è difficile seguire. Vi chiedo scusa, colleghi, e mi rivolgo anche a chi è seduto nelle barcacce: per cortesia.
Prego, Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Lo stanziamento, annunciato in questi giorni dal Viminale, di sette milioni di euro che arrivano alla Regione Piemonte per i Comuni che si sono impegnati nell'accoglienza, va in una direzione opposta. Sono risorse destinate alla comunità nel suo complesso, senza vincoli di destinazione.
Il fatto che alcuni Comuni abbiano manifestato l'intenzione di destinare queste risorse per il fondo di sostegno alle morosità incolpevoli in costante aumento risponde ad un bisogno collettivo della comunità, in maniera universale. In questo caso non si tratta di contrapporre stranieri ad italiani, ma in generale di inserire dei criteri che vanno a discriminare anche gli italiani presenti in quel Comune.
Per ciò che concerne gli elementi discriminatori, ricordo la legge n. 5 che abbiamo da poco approvato, "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale", composta da 19 articoli e che fissa criteri generali che si riferiscono alla parità di trattamento tra le persone e al divieto di ogni forma di discriminazione. Ai sensi di tale legge, vengono stabilite norme per la prevenzione e anche per il contrasto alle varie tipologie di discriminazione.
Gli ambiti di intervento del provvedimento, come ricorderà il Consigliere, sono molto ampi, quindi vanno a toccare aspetti che si riferiscono al tema che stiamo affrontando. Noi diciamo che la Regione nell'ambito delle proprie competenze, opera per dare attuazione al divieto di discriminazione, sancito dall'articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e dall'articolo 3 della Costituzione, per dare attuazione al dovere di assicurare e promuovere l'uguaglianza sostanziale contenuta nell'articolo 3, comma 2 della Costituzione, nonch per attuare i principi sanciti dallo Statuto regionale.
Ricordiamo, quindi, che rispetto alla nostra legge noi consideriamo fondamentale il principio della parità di trattamento, indipendentemente da diversi elementi che stabiliscono una differenza. Chiaramente siamo, con questa legge, a denunciare e a contrastare dei comportamenti discriminatori.
In osservanza al contenuto di questa legge, si è proceduto a segnalare al Centro antidiscriminazione della Regione Piemonte l'atto assunto dal Comune di Acqui Terme per le azioni successive previste dalla legge n. 5.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Interrogazione a risposta immediata n. 1375 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Seggiovie di Rastello"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1375, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Stiamo parlando di due seggiovie biposto, site nel comune di Roccaforte Mondovì, frazione Rastello.
Queste due seggiovie sono state finanziate con i fondi olimpici del 2006 e fungono da collegamento fra l'alta Valle Ellero, una valle che è sempre stata un po' trascurata anche se ha una forte vocazione turistica, e il bacino del Mondolè Ski, di Frabosa, Prato Nevoso e Artesina.
A settembre 2015 il comune di Artesina decide di non gestire più la seggiovia e quindi recede dal contratto, anticipatamente, di trenta mesi.
Il Comune di Roccaforte cita in giudizio la società e il Tribunale dà ragione al Comune di Roccaforte e dispone l'immediata messa in servizio degli impianti.
Con la scusante del collaudo, Artesina S.p.A. non apre questo servizio.
Mi chiedo se la Regione possa intervenire e se sia possibile ovviare a questo grosso inconveniente, visto che la stagione è già in fase avanzata e si rischia anche per quest'anno di rimanere con gli impianti chiusi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
La Regione è già intervenuta. Venerdì 13 gennaio abbiamo convocato negli uffici dell'Assessorato al Turismo sia il Comune di Roccaforte Mondovì sia i gestori della società Artesina S.p.A. Vorrei sottolineare che si tratta di un rapporto tra soggetti terzi su cui la Regione non ha la competenza né il potere di imporre alcunché. Anche perché il finanziamento per la realizzazione di queste seggiovie è stato dato dalla Regione al Comune. Peraltro, la convenzione in essere è tra Comune e Artesina. Non solo, ma quella parte di piste non ha impianti di innevamento, quindi non c'è neanche un rapporto economico tra Regione e quella parte di piste perché non usufruiscono dei contributi sull'innevamento.
Premessa la nostra non competenza su questo, abbiamo deciso comunque di farci da mediatore nell'obiettivo del bene della comunità, dello sviluppo e della preservazione degli impianti turistici che sono presenti.
Naturalmente i risultati da questo incontro sono che, come ci si poteva immaginare, i rapporti tra i due soggetti sono molto deteriorati. La decisione di chiudere gli impianti da parte del gestore nasce da una valutazione prettamente economica, dal fatto che ogni volta che li apre dichiara di perdere circa 100 mila euro. Probabilmente non saranno 100 mila euro, ma 50, quindi il gestore è disponibile a riaprire se, in qualche modo, ci fosse un contributo del Comune.
Il Comune, da parte sua, chiede al gestore di rispettare la convenzione che regola i loro rapporti dichiarandosi disponibile a contribuire, ma con modalità che non sono quelle che vogliono i gestori.
Devo anche dire che il gestore ci ha spiegato che sperava nel fatto che il Tribunale, in qualche modo, lo liberasse da quella convenzione, quindi non ha fatto il collaudo sperando in una sentenza a lui favorevole. A questo punto, c'è stato un primo sopralluogo dell'USTIF, organismo proposto al collaudo, che dovrebbe essere rilasciato, così ci hanno detto, entro due settimane. Si sono impegnati con noi a riaprire entro fine mese, entro gennaio, gli impianti oggetto del contendere.
Quello che noi, come Regione e come Assessorato, possiamo effettivamente fare, e non certo in questa stagione, perché ormai non facciamo in tempo a mettere in piedi nessun programma, è mettere in piedi una progettualità che aiuti la promozione e la valorizzazione di quel territorio.
Per dirla in parole povere: poiché passano troppe poche persone da quelle seggiovie, possiamo fare un'azione di promozione sull'utilizzo di quell'accesso a quel comparto sciistico.
Questo è l'impegno che noi, come Assessorato, abbiamo preso, anche con loro, e ci attiveremo con una proposta concreta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1382 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Furti negli ospedali e mancata vigilanza. Quali misure per contrastare il fenomeno? "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1382, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente, sarò velocissimo.
Come si evince dal titolo dell'interrogazione, chiediamo quali misure l'Assessorato alla sanità sta predisponendo, insieme ai Direttori generali delle ASL piemontesi, che negli ultimi mesi sono state bersagliate da una serie continua e ripetuta di furti, sia sull'utenza, quindi particolarmente difficile e dolorosa da accettare, sia sui lavoratori, sia soprattutto sulle apparecchiature mediche e diagnostiche stoccate nei locali predisposti dei vari ospedali, per un'ipotesi di incrementare la vigilanza o di stipulare un contratto assicurativo.
Vorremmo sapere, quindi, se l'Assessorato ha preso in considerazione questo, anche perché gli ultimi furti hanno addirittura superato il milione di euro in macchinari, nel caso dell'ospedale San Giovanni Bosco, di broncoscopi.
Vorremmo capire se sono state messe in atto misure organizzative o dei provvedimenti da parte dell'Assessorato o delle Aziende.
Grazie.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Le polizze furto delle singole Aziende Sanitarie Regionali intervengono rimborsando il danno subito, in tutto o in parte, sulla base delle condizioni contrattuali, diverse anche in relazione al premio assicurativo pagato dalla singola azienda.
Dico delle cose abbastanza scontate, ma è la realtà.
Segnalo che, nel caso delle Molinette citato dal Consigliere Bono, è già stata interamente rimborsata una somma di circa 90 mila euro dall'assicuratore.
Ogni azienda sanitaria, quindi, dispone di una polizza furto che interviene per rimborsare il danno subito, in tutto o in parte, sulla base delle franchigie.
Le polizze sono differenti da azienda ad azienda.
Oltre alle Molinette, ci risultano già rimborsati per i furti subiti il Mauriziano e l'ASL di Vercelli.
Fatto questo semplice quadro della situazione, è chiaro che, per quanto riguarda le polizze stipulate, c'è un problema molto più ampio che riguarda, come è stato ricordato, non solo la Regione Piemonte, ma l'intero sistema sanitario.
Per la parte che ci compete, ho chiesto al Direttore Botti di convocare quanto prima i Direttori per fare una riflessione più completa per capire gli strumenti che possono essere messi in atto per dare risposte a questioni evidenziate anche nell'interrogazione del collega Bono.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1379 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Omicidio paziente psichiatrico in inserimento eterofamiliare (IESA)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1379, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come i media hanno scritto ed illustrato, nel novembre dello scorso anno è accaduto un grave fatto di cronaca, che afferisce al mondo della sanità e della psichiatria.
Un paziente psichiatrico in adozione temporanea presso un cittadino è stato ucciso e, come si è riscontrato con qualche settimana di ritardo proprio dal soggetto che l'aveva in adozione temporanea.
L'inserimento eterofamiliare supportato di adulti - questo è l'acronimo di IESA, che è la formula che prevede questa possibilità di ospitalità all'interno di famiglie - non soltanto è uno strumento che viene utilizzato all'interno della nostra Regione, ma è stato anche puntualmente regolamentato dalla DGR n. 29 che ricorda, come abbiamo riportato all'interno dell'interrogazione a risposta immediata, tutta una serie di aspetti: le campagne di pubblicizzazione, il percorso di selezione per le famiglie volontarie sulla base di apposito protocollo, con almeno due colloqui di approfondimento e un'accurata visita domiciliare; percorsi di formazione dei volontari organizzato dai servizi IESA; percorso di selezione dei pazienti candidati; percorso di abbinamento attraverso un'accurata valutazione delle caratteristiche delle parti coinvolte e delle esigenze terapeutiche e riabilitative del soggetto; avviamento della convivenza supportata o del progetto di frequentazione a tempo parziale e della sua gestione finalizzata, e un'altra serie di aspetti.
Ricordiamo che l'inserimento dello IESA, all'interno della DGR n. 29, è stata una della modifiche - non la più sostanziale - ma una delle più significative, fra la 30 e la 29.
Nella vecchia delibera di riordino della residenzialità psichiatrica lo strumento dell'ospitalità eterofamiliare non era presente; nella 29 era presente.
Dalla lettura della cronaca, ma anche da una conoscenza un po' più approfondita di quanto è successo, è assolutamente evidente che tutto quanto previsto all'interno della delibera non è avvenuto, nel senso che l'omicida, in realtà, aveva un pregresso lavorativo che certamente non poteva testimoniare sul fatto che potesse essere un potenziale omicida, ma certamente testimoniava sul fatto che non avesse il benché minimo requisito fra quelli che poi la delibera recita, perché aveva avuto una serie di problemi lavorativi che attenevano a un profilo non certo di persona adatta ad ospitare in casa propria un paziente psichiatrico.
E' evidente - e concludo - che se non si farà un'attenzione puntuale il rischio che l'ospitalità di un paziente psichiatrico si trasformi esclusivamente in un bonus economico per l'ospitante, è assolutamente significativo.
Per questo motivo chiediamo, rispetto a quanto accaduto, se si siano svolte correttamente le attività di selezione dell'affidatario, come peraltro viene ricordato in un articolo di stampa dal responsabile del progetto di IESA, e di vigilanza rispetto a quanto previsto dalla DGR n. 29 del 2016.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Rispondo al question time leggendo la relazione che il 12 dicembre mi è pervenuta da parte del Direttore generale dell'ASL-TO3 Boraso.
Il signor Tullio Cantore, in carico al Centro di Salute Mentale sin dal 1984, è stato sottoposto a misura di protezione giuridica (tutela) assegnata al legale rappresentante dell'ASL-T03 dall'agosto 2015 fino alla data del decesso.
Nell'estate del 2015 il soggetto è ricoverato presso il reparto di Neurologia dell'Ospedale di Rivoli e, in vista delle dimissioni, viene deciso l'inserimento presso il CAVS (Continuità Assistenziale Valenza Sanitaria).
Contemporaneamente, attraverso la collaborazione dell'Ufficio Tutele e del Dipartimento di Salute Mentale, si definisce un progetto per il signor Cantore che prevede, in una prima ipotesi, l'assistenza a domicilio per la somministrazione della terapia, l'apertura di un conto corrente ed il recupero di rate di pensione di invalidità.
Emersa l'indisponibilità della madre ad accogliere il figlio a casa nasce la necessità di ridefinire il progetto con gli operatori del Centro di Salute Mentale e, quindi, l'ipotesi di affido come ospite del Servizio (IESA).
Nel corso del 2015, il signor Cantore viene ricoverato presso la casa di Cura Villa Patrizia e nel febbraio 2016 si avvia il progetto di inserimento, concluso con la stipula di apposito contratto con il signor Manuel Ramirez soggetto ospitante.
Il percorso effettuato dall'ospitante e dall'assistito è avvenuto nel rispetto delle linee guida approvate con deliberazione dell'ASL-TO3 n. 3447 dell'11 novembre 2014, in gran parte confermativa nei contenuti della precedente regolamentazione.
Il progetto nella prima fase dà risultati positivi, anche se Tullio manifesta sempre la speranza di un ritorno a casa dalla madre. Nella primavera, l'ospitante segnala difficoltà dell'ospite nella cura di sé e nell'estate segnala comportamenti bizzarri dello stesso. Segue un periodo di osservazione ed iniziano indagini mediche, permangono condotte bizzarre e, tramite l'operatrice IESA, si valuta la possibilità di concedere un rimborso a favore degli affidatari per porre rimedio ai danneggiamenti provocati dal signor Cantore, constatata l'impossibilità al recupero degli oggetti danneggiati. La situazione suggerisce comunque una rivalutazione del progetto e viene fissato un incontro presso il Centro di Salute Mentale per il giorno 29 novembre.
In data 18 novembre l'ospitante comunica il decesso del signor Cantore dopo aver attivato i soccorsi. Gli operatori del servizio IESA intervengono prontamente al domicilio dove sono già presenti il medico legale e gli agenti della Polizia; il Magistrato dispone l'autopsia.
Nei giorni successivi, il Commissariato Vanchiglia di Torino contatta l'assistente sociale dell'ufficio Tutele e i medici di riferimento, che forniscono delucidazioni sulla gestione della tutela ed in merito al servizio di affidamento. Le forze dell'ordine comunicano, in tale occasione, che la causa della morte è un'emorragia interna e che l'ospitante ha confessato una colluttazione con il paziente la mattina del decesso. Con nota del 9 dicembre 2016, viene depositata relazione al Giudice Tutelare.
Questo è quanto mi è stato fornito, come dicevo, da parte del Direttore dell'ASL TO3. E' chiaro che le indagini sono in corso e, ovviamente, se ci sono delle responsabilità, verranno definite; noi non potremmo che aiutare la Magistratura a definirle il più presto possibile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1381 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Risultati del Tavolo tecnico regionale in merito agli approfondimenti relativi allo studio di 'Valutazione epidemiologica per gli effetti sulla salute dei soggetti residenti intorno all'inceneritore per rifiuti solidi urbani di Vercelli'"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1381, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il 29 giugno 2015, l'ARPA Piemonte presenta uno studio di "Valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute dei soggetti residenti intorno all'inceneritore per rifiuti solidi urbani di Vercelli".
L'inceneritore di Vercelli è un inceneritore di prima generazione. Su questo tipo di inceneritori sono stati fatti numerosi studi in Europa e nel mondo.
Lo studio dell'ARPA conferma i dati epidemiologici già usciti da numerosi studi scientifici internazionali; ne cito uno inglese, che ha coinvolto 72 inceneritori di prima generazione. Il dato è eclatante. Nella zona sud di Vercelli, conclude l'ARPA, "vivere in vicinanza di un inceneritore di rifiuti urbani è risultato associato ad un aumento del rischio di mortalità e di morbilità per tutti i tumori maligni, per i tumori colon-rettali, per il tumore del polmone, per il linfoma non Hodgkin", ovvero vi è un'impronta digitale che esce da questo studio che conferma i dati usciti da altri studi. Tanto è vero che successivamente l'ARPA pubblica uno studio, il 10 luglio 2015, che contestualizza questa analisi e il dato epidemiologico, che è un ulteriore conferma che gli inceneritori, in particolar modo quelli di prima generazione, provocano un aumento della mortalità.
Non solo. L'Università del Piemonte Orientale aveva già validato i metodi utilizzati dall'ARPA e aveva già convalidato questi studi, ma va oltre. Fa un confronto fra i dati epidemiologici a sud di Vercelli e quelli a nord di Vercelli. A sud di Vercelli si vede un aumento dei dati epidemiologici significativo rispetto al nord della città. Dico questo perché abbiamo insistito proprio nei confronti dell'Assessore regionale alla sanità, il quale, di fronte a dati epidemiologici che confermano un aumento della mortalità, ha costituito un Tavolo tecnico che, purtroppo si è riunito soltanto due volte e che, di fatto, ha prodotto delle slide.
Ritengo che questo sia veramente grave! Inoltre, abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti e ai dati e gli unici dati scientifici che ci sono stati forniti non sono stati significativi.
Vogliamo dire una cosa chiara e forte: per annullare, mutare o confermare dei dati scientifici bisogna fare uno studio scientifico di uguale portata. Quindi, sicuramente poche slide in Powerpoint non sono sufficienti, caro Assessore! Credo che quest'operazione sia una delle peggiori di questa Amministrazione se non nella storia politica del Piemonte perch sinceramente, mi trovo in forte disagio a presentare questa interrogazione di fronte al vuoto totale del lavoro di questa Commissione tecnico scientifica, che ha avuto l'ardire, in seconda riunione, di dichiarare che si andava a valutare l'attività di controllo sull'uso dei fitofarmaci.
Tenete conto che a Vercelli c'era un Centro fitofarmaci; dico "c'era" perché è stato smantellato! Un Centro fitofarmaci che era di riferimento nazionale, cioè le altre Regioni mandavano lì i campioni di analisi, ma è stato smantellato.
Poi, si legge che uno degli obiettivi di questa fantomatica Commissione è "l'attività di controllo sull'uso di fitofarmaci". Ma non abbiamo neanche i dati sul glifosato e il Centro di fitofarmaci di Vercelli aveva messo a punto una tecnica a basso costo per valutare la presenza del glifosato, che è l'erbicida più usato in Piemonte. Voi l'avete smantellato e poi scrivete questa cosa! Assessore, lei ha dichiarato che i principali inquinanti emessi nel passato erano quelli prodotti da fonti diverse dall'inceneritore, quali alcune pratiche agricole (bruciamento delle stoppie), il traffico automobilistico e altre cose, come se a sud di Vercelli ci fosse più traffico che a nord: le assicuro che è inverso, perché c'è più traffico al nord rispetto al sud di Vercelli. Inoltre, come può essere che il bruciamento delle stoppie sia differente tra il sud e il nord di Vercelli? Ma si rende conto? Abbiamo aspettato oltre un anno per avere la documentazione scientifica e non ci è stato fornito alcun dato scientifico! Pertanto, Assessore, le chiedo, a distanza di più di un anno e mezzo, i risultati dell'approfondimento e inquadramento complessivo sanitario e ambientale dello studio epidemiologico e della sua contestualizzazione condotto da ARPA, promesso dall'Assessore alla sanità e affidato ad ARPA Piemonte, con la creazione del Tavolo tecnico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come il Consiglio può sicuramente immaginare, per le valutazioni di carattere tecnico utilizziamo gli Enti strumentali della Regione, le Agenzie e in questo caso l'ARPA. Crediamo di avere il senso del limite e di non avere una conoscenza puntuale delle questioni, quindi per forza di cose utilizziamo ciò che le nostre strutture fanno e, in modo particolare, le analisi che vengono svolte.
Con particolare riferimento alla questione che è stata sollevata, tengo a precisare il percorso realizzato nell'ambito del Tavolo tecnico sull'inceneritore di Vercelli e del mandato conferito al Direttore generale dell'ARPA-Robotto per coordinarlo. Segnalo che è stata prodotta una relazione tecnica che integra tutti gli elementi oggetto dello studio sull'inquinamento atmosferico e, in particolare, sul contesto emissivo del territorio vercellese nel quale si inseriva l'impatto determinato dall'inceneritore, la cui attività è cessata nel 2014.
L'esigenza di approfondimento tecnico era emersa nel corso dei lavori del Tavolo e l'Agenzia lo ha realizzato impiegando i riferimenti specialistici di settore pertinenti, sia sotto il profilo funzionale che sotto il profilo territoriale, analizzando, attraverso un percorso complesso e interdisciplinare, tutte le componenti valutabili e pervenendo alle conclusioni puntualmente descritte nella relazione trasmessa alla Regione Piemonte, insieme, evidentemente, all'Assessore Valmaggia.
In relazione a quanto ivi riportato, sulla base delle analisi effettuate non pare possibile sostenere che la causa di eventuali impatti sulla salute della popolazione, definita come esposta negli studi epidemiologici di cui trattasi, sia da ricercarsi in un'unica sorgente emissiva, né in epoca recente, né nel passato. L'area di esposizione è di fatto soggetta alle emissioni di un termovalorizzatore di RSU, di una primaria industria chimica (dotata di impianto di incenerimento di rifiuti industriali), di un polo industriale, di una centrale termoelettrica e di un'area agricola a coltivazione intensiva che lambisce a distanza limitata ogni zona abitata in tale area.
Le simulazioni di ricaduta degli inquinanti generati dalle combustioni incontrollate in campo, benché sviluppate per un periodo, l'anno 2008, in cui è stata assunta forte riduzione di tale "pratica" agricola proprio nel "corridoio" Vercelli-Asigliano, confermerebbe un significativo contributo ai livelli di inquinamento nelle aree interessate. Le stesse simulazioni evidenziano inoltre come tali impatti tendono a diminuire drasticamente con la distanza dalle aree di abbruciamento, determinando un sensibile gradiente di concentrazione degli inquinanti tra le aree oggetto di abbruciamento e la zona nord di Vercelli, ove la coltivazione del riso è meno praticata.
Questa è la sintesi e la sostanza della relazione che è stata richiesta all'ARPA.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 1376 presentata dalla Consigliera Caputo, inerente a "Tutela della salute dei cittadini in cura presso catene di centri dentistici privati"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1376, presentata dalla Consigliera Caputo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Questa question time fa riferimento a quanto riportato alcuni mesi fa da alcuni organi di stampa: pare che presso alcuni centri dentistici di una catena privata della provincia di Torino si sia verificato il caso di un'estrazione ingiustificata di addirittura venti denti, con la totale mutilazione dell'organo della masticazione ai danni di una signora residente nella zona.
La signora in questione, dopo aver avuto dolori e problemi ad alimentarsi, si è rivolta ad un altro dentista, scoprendo così che l'intervento cui si era sottoposta non era necessario, così ha presentato un esposto in Procura per lesioni gravissime. Altresì, ha riferito di aver avuto una panoramica gratuita ai denti, così come riportato dalla pubblicità di questi centri dentistici privati; il dentista del centro privato le raccomandò anche di procedere in tempi rapidi all'estrazione di questi denti a causa di una grave infezione. Naturalmente, questo è uno dei tanti spiacevoli casi di malasanità di alcuni centri dentistici privati.
Si rileva che tra le finalità della Regione, come riportato dall'articolo 5 della legge statutaria 4 marzo 2005, n. 1, rientra la salvaguardia della salute e la tutela dei consumatori, nonché, ai sensi dell'articolo 9, la tutela del diritto alla salute delle persone e della comunità; inoltre, quello riportato costituisce uno dei molti casi che si sono verificati in Italia e anche in altri Paesi europei.
Sottolineo che compito della Regione è proprio quello di tutelare la salute dei cittadini e che è necessario intervenire, probabilmente, anche in ambito odontoiatrico; in particolare, le vittime di questo sistema sono gli anziani, perché sono soggetti piuttosto vulnerabili, quindi spesso vittime di interventi inappropriati.
L'emendamento approvato al disegno di legge n. 2085 ("Legge annuale per il mercato e la concorrenza"), attualmente in itinere in Senato, riguarda proprio l'esercizio dell'attività odontoiatrica e questo, da quanto presentato nell'emendamento, consentirà l'esercizio dell'attività odontoiatrica soltanto a coloro che posseggono i titoli abilitanti previsti dalla normativa che ha istituito la professione, ovvero "da società operanti nel settore odontoiatrico in cui il direttore sanitario sia iscritto all'albo degli odontoiatri". Quindi, il direttore sanitario dovrà avere "l'esclusiva" per operare nella struttura; qualora lui non lo potesse fare, dovrà essere nominato un responsabile per l'odontoiatria.
Quindi, si interroga l'Assessore.
Per quanto concerne il soggetto citato dagli organi di stampa, è in corso un'indagine della Magistratura e non tocca a noi entrare nel merito però, in relazione a quanto ricordavo, essendo la Regione organo che concorre a tutelare la salute dei cittadini, volevo capire quali sono le azioni che si possono mettere in campo per vigilare sull'operato di queste catene di centri dentistici privati, a tutela della salute dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Obiettivamente, il fatto che la Consigliera Caputo richiama nella sua interrogazione è grave. Su questo tema, per quanto riguarda la questione posta nella conclusione, cioè che cosa fa la Regione per la tutela della salute dei cittadini, confermo che la vigilanza sulle strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche o private compete ai servizi di igiene e sanità pubblica delle Aziende Sanitarie Locali, che agiscono in base a programmi di vigilanza o su segnalazioni o esposti.
L'attività programmata, visto l'elevato numero di punti soggetti a controllo, riguarda un campione di attività estratto sulla base di un'analisi dei rischi prevalenti e in parte con criteri di casualità quindi vengono fatti in modo programmatico, qualcuno sulla base delle segnalazioni e altri, invece, quasi a sorte.
Quando arriva un esposto non anonimo, invece, viene trattato con procedimento ad hoc, con tempi di risoluzione, che, evidentemente dipendono dalla natura e dalla gravità delle irregolarità segnalate e da accertare.
La segnalazione dell'esercizio abusivo della professione è demandata agli Ordini professionali, che, a seguito dell'accertamento sull'iscrizione del professionista nell'ambito degli Albi di competenza, possono agire direttamente inoltrando la notizia di reato alla Procura della Repubblica o richiedere l'intervento dell'ASL nell'ambito delle specifiche funzioni di polizia giudiziaria.
In sostanza, credo che, oltre al lavoro della Procura, che normalmente si svolge in stretto contatto con le nostre strutture, in quanto Ufficiali di Polizia giudiziaria, ci sia sicuramente la necessità di una maggiore attenzione. C'è anche la necessità di un'azione di maggiore vigilanza da parte degli Ordini professionali, perché questi hanno proprio il compito di attenta valutazione dell'operato dei propri iscritti, in questo caso dei medici dentisti.
Noi stiamo iniziando un lavoro di confronto con tutti gli Ordini professionali. Abbiamo iniziato pochi giorni fa con gli infermieri; ne stiamo programmando un altro con l'Ordine dei Medici e faremo la stessa cosa anche con i dentisti, perché occorre, in qualche maniera, stabilire una migliore relazione per evitare che casi di questo tipo si possano ripetere, perché, obiettivamente, sono gravi.
In ogni caso, il lavoro di controllo da parte delle Aziende Sanitarie Locali continuerà sulla base dei programmi di vigilanza; essendo questo un settore dove non soltanto in riferimento a questo tema sono occorsi anche altri episodi, le azioni di controllo continueranno con determinazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1383 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Costi dei servizi di trasporto ferroviario regionale regionale veloce e nuovo servizio regionale veloce aggiuntivo in sostituzione dei Frecciabianca"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1383, presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione avviene in seguito all'annuncio della possibilità di estendere dei servizi di treni regionali veloci Torino-Milano che, ad oggi, non ci sono per compensare il disagio avuto dai pendolari in seguito alla soppressione da parte dell'Azienda dei servizi Frecciabianca, che ricordiamo - sono a mercato e quindi non sono un servizio regionale.
Ci viene in mente una prima domanda. Fintanto che il servizio Frecciabianca era un servizio commerciale, l'Ente pubblico in teoria non ci metteva i soldi, quindi si trattava di un servizio che veniva erogato dall'Azienda e che sopravviveva (così si suppone) con i guadagni dell'Azienda derivanti dalla bigliettazione. Il discorso è diverso per i servizi regionali che, come si sa, sono sovvenzionati e pagati un tot al chilometro e un tot all'ora, come ci insegna il tariffario di Trenitalia con i contributi pubblici.
Quindi, siccome sappiamo che il budget sul trasporto pubblico di fondi regionali e fondi nazionali è fermo, anzi in leggera diminuzione anche nel prossimo triennio, ci chiediamo come si ottengano le risorse per far circolare dei treni regionali in più sulla linea Torino-Milano, perché fino adesso non vi è stato un sufficiente controllo e una proporzione tra gli incassi che il gestore fa e quanto la Regione paga l'Azienda, col rischio che noi paghiamo due volte il servizio (una volta con i biglietti che incassa Trenitalia e una volta con i soldi pubblici).
Chiaramente questa situazione non si può riproporre con dei treni in più a budget invariato, perché significherebbe che stiamo togliendo i soldi da qualche parte. Quindi la domanda è: quale sarà la ripartizione dei costi all'interno del budget approvato nel bilancio regionale per i vari regionali, i regionali veloci già esistenti e il nuovo servizio regionale veloce aggiuntivo che è stato annunciato dal l'Assessore?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Non è esatto quello che ha affermato un attimo fa il Consigliere Valetti, cioè il servizio Frecciabianca in realtà prevedeva un esborso da parte della Regione Piemonte in copertura dei cosiddetti abbonamenti "carta treno", quindi da questo punto di vista c'era una contribuzione regionale che c'è ancora e si esaurirà nei prossimi mesi.
Il maggior costo di queste tre copie che verranno aggiunte (il cosiddetto servizio regionale fast) avverrà all'interno delle attuali risorse previste dal bilancio regionale, in particolare con l'approvazione dell'assestamento di bilancio, che prevede anche la modulazione delle risorse disponibili nel 2017-2018 e comunque nei limiti delle risorse previste per la remunerazione del servizio ferroviario regionale, quindi non verrà aumentato questo budget. Tutto ciò anche all'interno della definizione del contratto ponte previsto dal protocollo sottoscritto lo scorso dicembre e su cui sta lavorando l'Agenzia della mobilità piemontese.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1378 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Gestione fondi emergenza alluvione" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Ruffino, all'interrogazione n. 1378 è fornita risposta scritta.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1380 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Avanzata della vespa velutina, un pericolo per l'apicoltura piemontese" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Graglia, all'interrogazione n. 1380 viene fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 13.00 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



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