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Dettaglio seduta n.195 del 20/12/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


BENVENUTO ALESSANDRO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 1352 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Chiarimenti sul nuovo polo scientifico tecnologico per la fusione nucleare, Divertor Tokamak Test Facility, che dovrebbe sorgere in Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Buon pomeriggio a tutti.
Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1352, presentata dal Consigliere Bertola, che la illustra.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo del progetto di questo nuovo polo scientifico denominato Divertor Tokamak Test Facility.
Il 14 dicembre, quindi alcuni giorni fa, abbiamo appreso da fonti giornalistiche che l'Italia si candida ad ospitare questo polo scientifico tecnologico per la fusione nucleare. E' un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro - parliamo, quindi, di una cifra non indifferente con necessità di spese di approvvigionamento, materiale di consumo e manutenzione per circa 15 milioni di euro l'anno.
Cosa c'entra la Regione Piemonte? C'entra, perché l'ENEA, la Regione Piemonte e l'Unione Industriale di Torino hanno affermato in una conferenza stampa che il polo potrebbe anche sorgere in Piemonte, e che metà delle risorse finanziarie per realizzare il progetto potrebbero essere reperite attraverso il cosiddetto "Piano Juncker", mentre il resto arriverebbe da contributi dei Ministeri, da partner cinesi e da fondi regionali (in parte).
Inoltre, il Presidente Chiamparino ha dichiarato: "La Regione Piemonte può essere considerata la sede naturale per un progetto di questa portata per la presenza logistica di infrastrutture e centri di ricerca pubblici e privati di eccellenza. C'è la possibilità di localizzarlo nell'area del casalese. Siamo pronti a fare la nostra parte; iniziamo da oggi una campagna di lobbying democratica, perché il progetto sia sostenuto dal Governo e si localizzi nella nostra regione".
Quando parliamo di nucleare, nella nostra regione andiamo a toccare un nervo scoperto, una questione molto delicata. Perché, come sappiamo, in Piemonte abbiamo circa 90.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, pari a circa il 75 per cento dei rifiuti complessivi italiani per radioattività e al 96 per cento del volume, tutti tra Saluggia, Trino e, in parte, Bosco Marengo. Da svariati anni, ormai, si parla di deposito unico nazionale che, lo ricordiamo, dovrebbe essere costituito entro il 2024 - e ci sono continue proroghe, poiché la SOGIN ha redatto la proposta di carta delle aree potenzialmente idonee. Tra queste aree potenzialmente idonee, nelle intenzioni una si dovrebbe candidare ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari.
Questa proposta di carta della aree idonee è stata consegnata il 2 gennaio 2015 all'ISPRA. Ad oggi - siamo a fine 2016 - non è ancora stata pubblicata, quindi non c'è ancora l'elenco delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito unico nazionale.
In questi anni ci siamo interessati al tema con delle interrogazioni e l'Assessore Valmaggia, rispondendo ad una nostra precedente interrogazione riguardante il raddoppio del deposito nucleare di Saluggia, aveva indicato il vincolo di non idoneità dei soli siti ad oggi sede degli impianti nucleari a configurarsi come sede di deposito nazionale. Lascia quindi una possibilità, ad esempio, all'area del Casalese.
Siccome questo progetto di polo tecnologico assomiglia all'idea di parco tecnologico che dovrebbe essere affiancato al deposito unico nazionale, non vorremmo che dietro questo progetto di polo tecnologico si nascondesse, poi, la sorpresa del deposito unico nazionale in Piemonte.
Perché più passa il tempo, più non c'è l'individuazione dell'area dove verranno stoccate queste scorie e più il territorio che ha attualmente queste scorie si preoccupa, perché dice: "Vuoi vedere, alla fine, che un giorno qualcuno prenderà atto che ce l'abbiamo già noi e le lascerà tutte qua?".
Per questo motivo, abbiamo chiesto al Presidente Chiamparino se il nuovo polo scientifico sulla fusione nucleare nelle sue intenzioni coincide in tutto o in parte con il parco tecnologico previsto nel progetto del deposito nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Risponde l'Assessora De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'energia Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Bertola.
Cominciando dalla fine, ossia dalla sua domanda, la risposta è: no, il progetto non ha nulla a che vedere con la questione della localizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari. Forse potrei anche fermarmi qui però, se vuole, le posso dare qualche ulteriore indicazione sul contenuto del progetto internazionale sulla fusione al quale l'Italia ha partecipato dall'inizio con un ruolo di eccellenza, che si è consolidato negli anni grazie a un forte impegno formativo e al coinvolgimento delle industrie nazionali.
La fusione in Italia si studia a Frascati e a Brasimone nei laboratori dell'ENEA, nel Consorzio RFX a Padova, all'Istituto di Fisica del Plasma del CNR a Milano, il Consorzio CREATE, il Consorzio CIRTEN, che include tra i suoi membri il Politecnico di Torino.
Solo negli ultimi tre anni, l'industria ad alta tecnologia italiana si è aggiudicata gare per la costruzione di componenti del progetto di ricerca internazionale sulla fusione, denominato ITER, per un importo complessivo di oltre un miliardo di euro, pari al 60% del totale assegnato. Sono oltre 500 le industrie italiane che hanno dichiarato interesse a partecipare alla costruzione di ITER e una quota rilevante di queste commesse è andata proprio a industrie piemontesi.
La Tokamak Test Facility è un'opportunità per ospitare in Italia un esperimento internazionale, che propriamente è denominato Divertor Tokamak Test Facility (DTT); si tratta di un esperimento che integra ricerche di fisica e tecnologie, che accompagnerà ITER durante la sua fase operativa e contribuirà in modo determinante alla progettazione e costruzione del reattore dimostrativo demo.
Tra i vari obiettivi, vi sono test in materiali avanzati e soluzioni innovative per lo smaltimento del carico termico sui componenti affacciati al plasma.
Evidentemente, il fatto che questa parte della sperimentazione su ITER si svolga in Italia consentirà anche alla comunità scientifica italiana di mantenere un ruolo competitivo su questo tema, e così al sistema industriale.
E' evidente che la localizzazione di un grande impianto di ricerca - a regime si prevede l'occupazione di circa 600 ricercatori - rappresenti anche un'opportunità con ricadute anche di altra natura, positive ovviamente, sul territorio su cui l'impianto ha sede; si tratta - torno a dire - di un Test Facility all'interno di un progetto di ricerca globale che rappresenta sicuramente un'opportunità per il Paese e per la Regione che se lo aggiudica, che, ovviamente, non ha assolutamente nulla a che vedere con il tema delle scorie, anche perché i processi connessi sono di natura radicalmente diversa, quindi lo smaltimento delle scorie radioattive non ha nulla a che vedere con un progetto di questo tipo.
Credo che, se, effettivamente - e non è detto perché c'è anche competizione su questo tipo di progetti - si riuscisse a farlo atterrare in Piemonte, sarebbe una buona opportunità per la nostra Regione.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 1359 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Futuro di Villa Melano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1359, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie. Presidente.
Non è la prima volta che ci troviamo ad affrontare questo tema. Abbiamo già presentato un'interrogazione in passato e abbiamo anche chiesto aggiornamenti in sede di Commissione; ora pare che ci siano delle novità e di queste ci troviamo a chiedere conto all'Assessore.
Parliamo di Villa Melano, una struttura, un complesso immobiliare che si trova nel Comune di Rivoli, proprio sotto il Castello. E' una struttura sulla quale, negli anni, la Regione ha impiegato numerose risorse. La Regione, infatti, fa parte della Spa, quindi la società Villa Melano Spa nata con la finalità di ristrutturare Villa Melano per riutilizzarla a fini alberghieri.
Insieme al collega Bertola, ad alcuni Consiglieri comunali di Rivoli ed al Sindaco Dessì abbiamo fatto un sopralluogo, in cui abbiamo potuto toccare con mano lo stato di avanzamento dei lavori. Il sopralluogo è avvenuto forse più di un anno fa: adesso non ricordo esattamente quando, ma da allora la situazione non è sicuramente cambiata.
Ci troviamo di fronte ad uno stabile che ha un valore storico e che sicuramente merita di essere recuperato, però affianco a questo stabile si è avviata la costruzione di un nuovo edificio che dovrebbe essere destinato, prioritariamente, a finalità alberghiera.
Già quando abbiamo avuto modo di visitare lo stabile abbiamo preso atto della situazione di estrema decadenza e di totale abbandono del cantiere ora, da quanto risulta anche da documenti che nel corso dei mesi la Regione ha redatto sullo stato di avanzamento, riferito al riordino delle partecipate, apprendiamo che i lavori sono fermi da cinque anni.
Apprendiamo anche, da una delibera della Giunta regionale emanata qualche tempo fa - credo proprio ad inizio di dicembre - che sia stato dato mandato a Finpiemonte di uscire da Villa Melano Spa, quindi dalla società.
Diciamo che è forte la nostra preoccupazione rispetto ad un investimento che la Regione ha comunque fatto, quindi a fondi che comunque sono stati impiegati per costruire questa nuova parte di edificio ed anche rispetto al recupero del sito che, a questo punto, risulterebbe strategico vista la sua posizione vicino al Castello di Rivoli.
Tuttavia, allo stato attuale non vediamo alcuna possibilità di sviluppo.
Sappiamo anche che recentemente, in una seduta di Consiglio comunale il Sindaco di Rivoli ha dichiarato - e questo viene riportare dai giornali e da Consiglieri comunali presenti durante la seduta stessa - che Villa Melano entrerà nel consorzio della Venaria Reale e poi in quello delle Regge Sabaude.
Diciamo che queste notizie, un po' frammentate, ma che di base hanno sempre un'informazione relativa al fatto che la Regione pare abbia rinunciato ad investire ulteriori risorse e a sostenere il progetto di recupero di Villa Melano, gettano un po' di dubbi sul futuro di questo importante sito.
In questo senso, quindi, chiediamo delucidazioni all'Assessore, per capire che cosa si intenda fare nell'immediato futuro ed anche, ovviamente a lungo termine.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessora De Santis; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente; grazie, Consigliera Frediani.
Cominciamo da un aggiornamento sulla situazione societaria di oggi.
Il cantiere di ristrutturazione e di riqualificazione del complesso storico denominato Villa Melano è fermo ormai da cinque anni e la situazione economico-finanziaria della Villa Melano S.p.A. presenta criticità rilevanti. Non ha dipendenti, non ha mai conseguito fatturato ed ha costantemente riportato perdite di esercizio.
A queste criticità societarie va aggiunta la criticità legata alla mancanza di mezzi finanziari per la ripresa dei lavori e la conduzione della società.
Questa situazione fa sì che Villa Melano spa rientri in pieno nei criteri definiti dal cosiddetto "Decreto Madia", ma in precedenza anche da una legge finanziaria (non ricordo se fosse quella del 2015 o del 2015) che definivano propri criteri di questo tipo (avere più amministratori che dipendenti, avere un fatturato inferiore, ma in questo caso il fatturato è addirittura zero, e avere perdite ripetute negli anni) come condizioni che impongono la liquidazione della società.
Sulla base di queste considerazioni, fra i soci pubblici si è convenuta la messa in liquidazione della società in assemblea che dovrà tenersi nel giro di qualche settimana.
E' evidente, d'altro lato, che il manufatto storico di Villa Melano ha in sé elementi di pregio, com'è evidente che la Regione, sul recupero di questo manufatto, a beneficio del comprensorio di Rivoli, ha già speso delle risorse.
Si sta dunque lavorando, e da questo punto di vista vi è, da parte della Regione Piemonte, un impegno che è esclusivamente politico. Non è ancora tecnico-amministrativo e contabile, tengo a precisare, perché questi saranno passaggi da farsi successivamente, e che, una volta liquidata la società, e ai sensi dello Statuto, il liquidatore restituirà l'immobile alla Città di Rivoli.
La Regione Piemonte, per tramite del Presidente e dell'Assessore Parigi, ha espresso la volontà politica di lavorare con il Comune di Rivoli, per costruire un progetto di valorizzazione di Villa Melano (in questo caso intendo Villa Melano nobile, non Villa Melano società) all'interno di una cornice più ampia che sta, da un lato, nei rapporti con il Comune e con il Museo Castello di Rivoli e, dall'altro, con il sistema delle Residenze Sabaude.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1350 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Da marzo il Centro Prenotazioni Unico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1350, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
E' stata presentata dal raggruppamento Consorzio Lavorabile-Santer Reply l'offerta più vantaggiosa per la realizzazione della gestione del nuovo Centro Unico delle Prenotazioni Sanitarie Piemontesi.
Il 7 dicembre, nella sede di SCR-Piemonte, è stata certificata l'apertura delle buste con le varie offerte economiche, in cui avevano partecipato altri due raggruppamenti.
L'offerta prevede, almeno secondo quanto ha comunicato l'Assessorato alla sanità in un suo comunicato ufficiale, un ribasso complessivo del 26,5 per cento rispetto all'importo a base di gara che ammonta a 17 milioni e 643 mila euro per cinque anni, con possibilità di rinnovo di altri tre anni, per ulteriori dieci milioni e 586 mila euro. SCR, in qualità di stazione appaltante, nelle prossime giornate dovrà adempiere alle verifiche tecnico-amministrative e, come sapete, la firma del contratto avverrà a febbraio e da marzo entrerà in funzione questo sistema unico, una volta che saranno fatti tutti gli adempimenti necessari e scadranno anche i termini del ricorso.
Con l'attivazione del CUP unico verrà creata un'unica base dati, in cui dovranno confluire le agende di prenotazione di tutte le Aziende sanitarie relative alle prestazioni erogate dalle strutture pubbliche e da quelle accreditate, compresa la libera professione, le vaccinazioni e la Prevenzione Serena.
L'Assessore Saitta ha dichiarato fin da subito, appena resi pubblici i risultati della gara, che è stata posta attenzione alla massima tutela per gli attuali lavoratori del sistema. Tuttavia, i lavoratori, in questo momento, sono in stato di agitazione.
L'Assessore ricorderà che più volte siamo intervenuti proprio sull'azienda che gestiva l'appalto precedente e per questi lavoratori perché spesso si lamentavano, giustamente, dal momento che abbiamo verificato che questi problemi esistevano realmente, perché spesso prendevano lo stipendio in ritardo e più volte sono dovuti entrare in agitazione, in mobilitazione e anche in sciopero, proprio per ricordare cosa avveniva fra le stazioni appaltanti, i pagamenti e i ritardi delle aziende stesse. Dicevo, i lavoratori e le lavoratrici del call center sono molto preoccupati per l'ennesima gara in cui i ribassi sono stati superiori al 20 per cento.
Gli stessi lavoratori, in queste ore, stanno dichiarando di fatto tutto il loro timore che il ribasso d'asta gravi ulteriormente sulle già difficili condizioni economiche; non abbiamo mai fatto mistero sulle condizioni economiche, soprattutto dei call center, che sono molto basse e non tanto dissimili da altre situazioni precarie di cui abbiamo parlato.
I lavoratori, oltre alle condizioni economiche e alle basse retribuzioni, temono soprattutto che non venga rispettato il protocollo d'intesa tra sindacati e Regione Piemonte sulla cosiddetta "giusta retribuzione", che abbiamo sostenuto con un nostro atto di indirizzo (diventato poi una deliberazione di Giunta) sull'individuazione di contratti collettivi firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative di settore, ma soprattutto di maggior favore. Nel senso che è già successo più volte che la stazione appaltante non ha verificato puntualmente l'inserimento di queste clausole che, ricordo, sono state firmate dalla Giunta e dai sindacati non più di qualche mese fa.
Quindi, semplicemente, interroghiamo la Giunta, sulle tutele di questi lavoratori, affinché vi sia la massima attenzione e si verifichi che l'offerta e il ribasso proposti dalla società vincitrice non ledano in nessun caso i diritti dei lavoratori e i loro salari. Inoltre, vorremo sapere se l'aggiudicazione prevede l'applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore di maggior favore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il collega ha giustamente richiamato il contenuto della comunicazione che abbiamo fatto come Giunta, e che non sto qui a ripetere, anche perché è stato poco fa oggetto dell'intervento del collega.
Vorrei soltanto precisare che quella fatta da SCR è una gara duplice: prima è stata fatta una valutazione della qualità dei progetti e poi una valutazione economica, sulla base dell'offerta, quindi è un risultato misto di questi due obiettivi. Non è la solita gara al ribasso, non è al massimo ribasso, perché la qualità del progetto ci interessa moltissimo come Amministrazione regionale.
Inoltre, come ho avuto modo di annunciare, nel momento in cui è stato redatto il capitolato, abbiamo indicato tutte le garanzie riguardanti i lavoratori e, addirittura, nel capitolato ci sono alcune pagine dedicate all'esigenza di garantire le tutele.
Quindi, sulla base di queste indicazioni molto puntuali, una volta che la gara sarà aggiudicata, l'Amministrazione regionale farà in modo che tutte le prescrizioni del capitolato siano applicate puntualmente. Tra queste prescrizioni (ne citerò soltanto qualcuna) anzitutto, c'è un riferimento ad alcune decisioni dell'ANAC per quanto riguarda i lavoratori e la tutela della garanzia della qualità di servizio reso all'utenza finalizzato ad assorbire ed utilizzare prioritariamente nell'espletamento del servizio il personale che c'è.
Leggo soltanto un passaggio del capitolato: "A tal fine, la ditta aggiudicataria si impegna ad assumere i lavoratori" - perché sono indicati puntualmente e sono indicati puntualmente anche gli attuali contratti che hanno (prioritariamente, multiservizi) - "descritti nella tabella che segue, presenti nei call center di Alessandria, Novara, Torino e Verbania qualora disponibili, garantendo, compatibilmente con le mutate esigenze tecnico-organizzative, il rispetto degli accordi attualmente in vigore e scaturenti dalla contrattazione collettiva nazionale di settore, nonch quella integrativa aziendale e sottoscritta dagli attuali operatori".
Nel passo che ho citato una, sostanzialmente ci sono indicazioni. E' chiaro che dovremo vigilare e lo faremo con attenzione; poi sarà un tema che seguirà la collega di Giunta Pentenero, ma una volta che sarà definito puntualmente il vincitore della gara, tutta questa operazione sarà verificata. Posso garantire massima attenzione.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1354 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Valutazione pazienti psichiatrici ASL-TO1"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1354, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è noto a questo Consiglio e all'Assessore, dal 2015, la Giunta regionale ha deliberato (prima con la DGR 30 e poi con la DGR 29) per una revisione della rete della residenzialità psichiatrica.
All'interno della DGR 30, poi ripresa dalla DGR 29, vi era un primo passaggio legato alla valutazione dei singoli pazienti psichiatrici presenti all'interno dei gruppi-appartamento. Da quella valutazione è nato il pilastro su cui si è fondata la DGR 29.
L'ex ASL-TO1, che comunque è ancora esistente, ha una particolarità: verosimilmente, è l'unica Azienda Sanitaria piemontese all'interno della quale sono presenti, in termini di strutture residenziali psichiatriche solo ed esclusivamente gruppi-appartamento, quindi non sono presenti strutture di comunità alloggio e neanche comunità di tipo A o comunità di tipo B.
Per questo motivo, riteniamo opportuno sapere, essendo già stato concluso nel novembre 2015 il censimento dei pazienti psichiatrici, e andando la DGR 29 a prevedere che le strutture che garantiscono servizi, in qualche modo, vadano a fotografare quella che è la necessità di salute all'interno dell'ASL, ci interessa sapere, all'interno dell'ASL-TO1 e all'interno dei pazienti presenti nei gruppi-appartamento, quali e se vi sono pazienti che sono stati valutati, aventi una necessità di inserimento non soltanto in SRP3, ma anche in altre tipologie di strutture.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come il collega sa, la DGR n. 29 prevede uno specifico percorso per effettuare la valutazione dei pazienti inseriti nelle strutture residenziali psichiatriche.
In particolare, a pagina 6 dell'allegato B, si precisa che "entro sei mesi dall'emanazione del presente provvedimento, è prevista una fase di valutazione dell'utenza in carico presso le strutture residenziali psichiatriche piemontesi, mediante l'applicazione delle scale di valutazione disciplinate nell'allegato C - Scale di valutazione".
Tale fase è ad oggi in fase di svolgimento.
In base ai risultati ottenuti, si procederà allo stadio successivo di conferma, oppure di ricollocazione dei pazienti in assetto assistenziale più idoneo a corrispondere ai bisogni di assistenza e di cura rilevati dai servizi ed espressi dal paziente e dalla sua famiglia.
Lo stadio si concluderà entro i tre anni previsti per la fase transitoria; pertanto le informazioni richieste, riguardanti i pazienti dell'ASL-TO1, non sono ancora disponibili.
Concludo precisando che, per non gravare eccessivamente sull'impegno dei Dipartimenti di salute ambientale, la nostra deliberazione non ha previsto, in questo primo periodo di applicazione del riordino l'acquisizione continuativa dei dati di monitoraggio.


Argomento: Istituti di credito - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1358 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Fallimento della Ditta Gable Insurance AG"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1358, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo delle problematiche sorte a livello regionale, per quanto riguarda le fideiussioni sorte a causa del fallimento della società Gable Insurance AG, con sede nel Liechtenstein e conti alle isole Cayman.
Avevamo già presentato, non molto tempo fa, un'interrogazione su questa problematica, in merito alla società Alice Ambiente, che ha presentato una fideiussione di tre milioni per le opere di bonifica della discarica Alice 2, in Valledora.
Indicavamo che la Regione aveva autorizzato la fideiussione, ma l'IVASS aveva segnalato, già nel gennaio 2016, le difficoltà che questa società aveva creato nel mondo del calcio, per fideiussioni e contratti assicurativi falsi.
Dovete sapere che, nelle società calcistiche professionistiche, una società di Lega Pro deve presentare una fideiussione di circa 800.000 euro per potersi iscrivere al campionato di calcio (altrimenti non pu partecipare), ovviamente per coprire eventuali mancati pagamenti di stipendi per i giocatori professionisti e ulteriori spese.
Già in quel caso, si era visto che non era una società che dava forti garanzie.
Successivamente, nel settembre 2016, è stato segnalato che era entrata in amministrazione straordinaria. Oggi, si viene a sapere che Gable Insurance AG è fallita, pertanto quelle fideiussioni non esistono più.
Il problema è molto generalizzato, perché se la Gable Insurance AG va a colpire, da una parte, il Vercellese e, dall'altra parte, l'Alessandrino con i quattro quinti o i tre quarti delle discariche che avevano fatto fideiussioni con tale società, in provincia di Novara abbiamo vissuto e stiamo vivendo grosse difficoltà, perché (parliamo della Daneco Impianti) è stata presentata una fideiussione che poi è risultata essere fasulla, per un importo di circa nove milioni, in questo caso autorizzata dalla Provincia, mettendo in grossa difficoltà la gestione post mortem della discarica di Ghemme.
Riteniamo, quindi, che la Regione debba impegnarsi a creare un sistema che eviti di incorrere in errori di questo tipo nel prossimo futuro, ma debba anche cercare delle soluzioni a una situazione che sta diventando di difficile soluzione, se non facendo pagare ai cittadini queste mancate fideiussioni.
Pertanto, interrogo l'Assessore per sapere quali provvedimenti intende prendere, rispetto alla grave situazione riportata in premessa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In effetti, è un tema che abbiamo già toccato parlando della discarica di Ghemme e della Daneco.
Peraltro, la scoperta della non copertura di queste polizze fideiussorie è avvenuta successivamente, perché chi deve valutare la validità di queste polizze è un apposito istituto (l'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) legato alla Banca d'Italia, cui spettano i compiti di vigilanza e controllo. Pertanto, quando sono state accettate le fideiussioni, vuoi da parte della Regione, vuoi da parte delle Province piemontesi, non sussisteva questa situazione.
La problematica che risulta oggi coinvolgere tre province piemontesi (Alessandria, Cuneo e Vercelli) deriva dall'apertura della procedura di liquidazione coatta nei confronti di questa società, a seguito del comunicato dell'IVASS, del 22 novembre 2016.
La Direzione Ambiente della Regione Piemonte, a seguito di richieste di indicazioni in merito da parte della Provincia di Cuneo, invitava i soggetti in possesso di fideiussioni rilasciate dalla ditta Gable Insurance AG a richiedere ai soggetti garanti il rilascio di nuove garanzie finanziarie, secondo quanto stabilisce il Codice Civile: "Quando il fideiussore è divenuto insolvente, deve esserne dato un altro, tranne che la fideiussione sia stata prestata dalla persona voluta dal creditore".
Successivamente, a seguito della richiesta della Provincia di Alessandria del 13 dicembre, la Regione Piemonte evidenziava che, nel caso di specie, le problematiche non potevano essere ricondotte genericamente ad un'unica fattispecie, ma necessitavano invece di valutazioni caso per caso.
Dall'esame delle note pervenute dalle predette Province e dalle informazioni assunte in merito, si apprendeva infatti che, in alcuni casi si tratta di garanzie finanziarie per l'attività di gestione di discariche di rifiuti urbani; in altri casi, di attività di gestione di rifiuti di entità limitata e, pertanto, garantite per importi contenuti.
Sulla base di tali considerazioni, si è valutato che, al momento, non sussistano i presupporti per l'adozione dell'atto emergenziale di carattere regionale, in quanto la situazione è circoscritta all'ambito dei territori delle singole province e non risulta necessario dover stabilire dei trasferimenti di rifiuti da una provincia all'altra. Né, d'altra parte potrebbe giustificarsi un intervento normativo regionale, in quanto trattasi di un ambito di competenza esclusiva statale, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione, dunque sottratto alla competenza legislativa regionale.
Tanto premesso, e considerato che la situazione di cosiddetta emergenza pare essere limitata alle tempistiche relative al reperimento da parte dei soggetti autorizzati alle attività di gestione dei rifiuti, di nuove fideiussioni in sostituzione di quelle non più disponibili prestate dalla Gable Insurance AG, a partire dal 16 dicembre 2016 si rimetteva alla competenza degli enti provinciali l'assunzione degli opportuni provvedimenti.
A fronte di quanto esposto (le darò poi la risposta scritta), si è ritenuto opportuno di non procedere all'accettazione della garanzia fino al pronunciamento dell'Autorità Bulgara di Vigilanza (c'era, anche lì, una polizza fideiussoria con una società bulgara).
E', comunque, in fase di elaborazione una segnalazione al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare in merito alla situazione di progressivo indebolimento del sistema delle garanzie finanziarie di cui alla presente interrogazione, legata all'abbandono del settore da parte delle primarie compagnie di assicurazione, sostituite ad oggi da società certamente meno solide.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta immediata n. 1355 presentata dalla Consigliera Conticelli, inerente a "Tutela dei lavoratori della sede di Venaria Reale di Ficomirrors Italia S.r.l."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1355, presentata dalla Consigliera Conticelli, che la illustra.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Ficomirrors Italia è la sede italiana di Fichera, multinazionale specializzata in accessori per autoveicoli e loro motori, che impiega oltre diecimila persone.
Nel nostro Paese sono rimaste in piedi due sedi: una a Venaria Reale (l'ex Magneti Marelli) e una in provincia di Benevento.
Già nel 2001 la sede di Venaria perse lo stabilimento produttivo, con un forte ridimensionamento dal punto di vista occupazionale (con cassa integrazione ordinaria e straordinaria, e successivi interventi, come i contratti di solidarietà, scaduti poche settimane fa).
Il 1° dicembre 2016 l'azienda ha avviato l'apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 14 dipendenti (quasi la metà del totale dipendenti di questo stabilimento) e la motivazione addotta è stata la carenza di competenza tecnica legata a modifiche progettuali che sarebbero state richieste nel prodotto dai principali clienti.
I dipendenti in questione hanno tutti un'anzianità lavorativa non inferiore a vent'anni (in alcuni casi di oltre trenta); alcuni di loro (quasi la metà) hanno i requisiti per un collocamento in quiescenza in un tempo variabile inferiore a tre anni, quindi sono prossimi alla pensione.
Ad oggi, nella trattativa sindacale appena avviata, l'azienda ha proposto sostanzialmente una buonuscita e non l'attivazione di percorsi di accompagnamento alla pensione quantomeno per quei lavoratori prossimi all'uscita dall'azienda. Non sono stati proposti neanche eventuali trasferimenti nell'altro stabilimento.
Siccome dai dati consultabili in trasparenza sul web risulta che la Ficomirrors Italia abbia incrementato il proprio fatturato già nel 2015 (si parla di 56 milioni di euro) e ha registrato un ulteriore aumento del 20-30 per cento; rilevato che le professionalità presenti in Ficomirrors rappresentano un patrimonio non solo per l'azienda, ma anche per il nostro territorio e per l'indotto dell'auto, che caratterizzava in particolare la nostra area metropolitana; considerato, infine, che la trattativa con le istituzioni non è ancora stata aperta, ci si chiede - dato che in questo caso è una realtà ben definita e ben circoscritta - quali azioni la Giunta regionale possa e intenda intraprendere, considerato che siamo a fine anno e che la lettera per l'avvio della procedura di licenziamento collettivo è datata 1° dicembre.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi scuserà la collega se leggero un po' pedestremente la risposta (ho provato ad esaminarla mentre lei la illustrava). Peraltro, salterei i primi due paragrafi, che comunque le consegnerò, perché sono aspetti cui lei ha già fatto cenno (sono relativi alla descrizione dell'azienda), e passerei alla restante risposta.
Tale situazione, manifestatasi già nei primi mesi del 2009, in seguito al massiccio calo del numero dei progetti acquisiti e acquisibili dal centro tecnico di Venaria, si è acuita negli anni successivi, ingenerando la decisione da parte aziendale di cessare ogni attività progettuale del sito, complice la carenza tecnologica per transitare dalla progettazione meccanica a quella elettronica.
In base alle tempistiche previste dalla normativa vigente sulle procedure di licenziamento collettivo, la procedura è nella fase sindacale (45 giorni dalla data di attivazione); qualora le parti non dovessero trovare un'intesa, la trattativa proseguirà presso la Regione Piemonte per la successiva fase amministrativa (30 giorni dalla comunicazione di mancato accordo in sede sindacale). In tal caso, l'Assessorato metterà in campo ogni utile strumento che possa essere di supporto alla salvaguardia dei livelli occupazionali.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Tutela del consumatore

Interrogazione a risposta immediata n. 1353 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Tutela dei produttori che aderiscono al disciplinare della Nocciola Piemonte IGP"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1353, presentata dal Consigliere Graglia, che la illustra.



GRAGLIA Franco

Quella evidenziata nell'interrogazione è una tematica che l'Assessore conosce bene, perché ne abbiamo già parlato.
Premesso che la Regione Piemonte il 14 giugno 2012 ha inviato un primo elenco di varietà al Servizio fitosanitario centrale del MIPAAF, includendo la scheda descrittiva della varietà di nocciolo "Tonda Gentile Trilobata" considerato che in Piemonte esiste la denominazione comunitaria di origine protetta Nocciola Piemonte IGP, il cui disciplinare di produzione è stato approvato dal MIPAAF e dalla Commissione Europea, prevedendo che gli impianti certificabili debbano essere realizzati unicamente con la varietà "Tonda Gentile Trilobata"; visto che le motivazioni di inserimento di questa condizione, a seguito di una modifica del disciplinare promossa dal Consorzio di tutela della Nocciola Piemonte IGP ed approvata dalla Commissione europea nel settembre 2013, sono relative al fatto che: in precedenza il toponimo "Langhe" si riferiva ad una zona geografica poi inclusa nell'areale di coltivazione della Nocciola Piemonte IGP; il Regolamento dell'Unione Europea n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari prevede chiaramente che le denominazioni di origine non debbano essere in conflitto con nomi che inducano erroneamente il consumatore a pensare che i prodotti siano originari di un altro territorio; al fine di tutelare la Nocciola Piemonte IGP, il MIPAAF chiese al Ministero dell'Agricoltura argentino, nel dicembre 2006, di modificare la denominazione della varietà "Tonda Gentile delle Langhe" riportata nel proprio registro nazionale e la richiesta fu accolta con risoluzione del luglio 2008.
Rilevato inoltre che il 4 ottobre scorso, con Decreto del Direttore Generale, è stato approvato dal MIPAAF, in accordo con le Regioni, il Registro nazionale delle varietà di piante da frutto, in cui, tra le tipologie di nocciola, è stata ufficialmente iscritta la "Tonda Gentile delle Langhe"; tenuto conto che tale decisione si pone in contrasto con la normativa europea e penalizza fortemente i produttori che aderiscono al disciplinare della Nocciola Piemonte IGP, il quale prevede unicamente l'uso della dicitura "Tonda Gentile Trilobata"; considerato infatti che la predetta iscrizione autorizza di fatto la commercializzazione di nocciole coltivale in qualsiasi parte d'Italia a scapito delle coltivazioni piemontesi e delle caratteristiche qualitative particolari e di pregio del prodotto del nostro territorio; tenuto conto che giace in Consiglio regionale l'ordine del giorno n. 674, presentato già a marzo scorso e mai discusso, con cui si chiedeva un intervento della Giunta regionale a tutela delle produzioni di nocciola piemontesi; tenuto conto inoltre che la Giunta regionale il 7 aprile scorso con un comunicato stampa annunciava l'avvenuto incontro tra l'Assessore competente e il Ministero per le Politiche agricole, da cui era emersa la piena condivisione della necessità di tutelare la parola "Lunghe", togliendola dalla varietà di nocciola 'Tonda Gentile", in modo da evitare fraintendimenti a danno dei consumatori, si interroga il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per sapere alla luce di quanto avvenuto, quali azioni si intendano adottare a tutela dei produttori che aderiscono al disciplinare della Nocciola Piemonte IGP per garantire ai consumatori la provenienza del prodotto, anche attraverso l'attivazione degli uffici dell'Avvocatura regionale per la richiesta della revoca del Decreto del Direttore Generale del Dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale del MIPAAF del 4 ottobre 2016.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Consigliere Graglia, per dare l'opportunità di chiarire questa vicenda. Cerco di essere breve e poi le lascio una nota.
Lei ha fatto una cronistoria che trovo sufficientemente corretta. Il tutto nasce dalla volontà comune, su cui la Regione da sempre è molto impegnata, di evitare che qualcuno possa utilizzare il frutto nocciola con il nome della pianta madre. Cioè, se la pianta madre si chiama "Tonda Gentile delle Langhe", a qualcuno può venire la tentazione di chiamare una nocciola "Tonda Gentile delle Langhe", cosa che non è automatica e anche impugnabile.
Detto questo, con il principio di precauzione, cioè che vogliamo togliere la tentazione a qualcuno anche solo di pensarci, abbiamo intrattenuto con il Ministero un anno di dialogo, di cui si è fatto carico più volte l'allora Viceministro, Andrea Olivero.
Noi abbiamo una varietà con tre nominativi, o tre sinonimi. La varietà è una e si chiama "Tonda Gentile Trilobata" oppure "Tonda gentile delle Langhe". Quindi, sono tre nomi: Tonda Gentile, Tonda Gentile Trilobata oppure Tonda Gentile delle Langhe.
Abbiamo sempre voluto eliminare la dizione "Tonda Gentile delle Langhe", tanto più che siamo venuti a sapere che nel 2012 in Olanda i produttori vivaisti hanno registrato il nome di questa varietà "Tonda Gentile delle Langhe". Quindi, dal 2012 in Olanda si producono delle piantine sotto il nome di Tonda Gentile delle Langhe.
Insieme al Ministero abbiamo studiato come muoverci. Noi eravamo più tranchant, della serie cancelliamo il nominativo "delle Langhe", punto e basta.
Il Ministero ci ha fatto capire che, per la strategia di chiedere agli olandesi, così come si fece, a suo tempo, con gli argentini, di non utilizzare questo nome, bisognava dimostrare che questo era sinonimo delle altre due varietà, che, invece, noi vogliamo utilizzare.
Il Ministero ha chiesto ai vivaisti di inserire "Tonda Gentile" e tra parentesi "Tonda Gentile delle Langhe", quindi scritto più piccolo e come sinonimo nella dicitura che usano i vivaisti italiani - in questo caso piemontesi, ma italiani tutti - e di andare ad aprire una bilaterale con il Governo olandese per ricordare loro che "Tonda Gentile delle Langhe" è sinonimo di Tonda Gentile e di Trilobata e che siccome noi non vogliamo utilizzare "Tonda Gentile delle Langhe" come nome da spendere sulle piante stiamo sempre parlando di piante e non di nocciole - chiederemmo loro come si fece a suo tempo, di seguire la nostra strada e quindi di cancellare "Tonda Gentile delle Langhe".
Se il Ministero non avesse incluso come sinonimo "Tonda Gentile delle Langhe" nel registro varietale, avremmo potuto avere dagli olandesi una risposta di questo tipo: "Voi avete la Tonda Gentile, noi abbiamo la Tonda Gentile delle Langhe. Sono due varietà diverse". E per dimostrare che si trattava della stessa varietà, servivano tre anni di sperimentazioni in campo e, con la speranza di non trovare cloni che potessero dare risultati diversi, si rischiava di andare in un primo contenzioso, che comunque allungava di tre anni la querelle.
Chiudo dicendo che noi siamo assolutamente impegnati nella difesa del non utilizzo di questo nome sulle piante, ma ricordo che stiamo parlando sempre di nomi da attribuire alle piante e non al frutto. Stiamo lavorando preventivamente affinché si eviti questo passaggio.
GRAGLIA Franco (fuori microfono) I tempi?



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Nell'ultimo incontro che abbiamo avuto con il rappresentante del Ministero avevano parlato di un incontro informale con la delegazione olandese a dicembre, quindi in questo mese, per preparare un incontro formale a gennaio.
GRAGLIA Franco (fuori microfono) Se non è avvenuto finora, dubito che avverrà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Devo dire la verità: mi informerò per capire se c'è stato o meno qualche problema sul Governo.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1357 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Stato avanzamento PSR 2014-2020"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1357 presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie.
L'oggetto è "Stato avanzamento PSR 2014-2020".
Premesso che nei giorni scorsi è stato pubblicato, da parte della Rete Rurale Italiana, lo stato di avanzamento del nuovo PSR 2014-2020 e rilevato che, ad una precedente interrogazione sullo stato di attuazione al 30 giugno 2016, l'Assessore Ferrero aveva affermato che, entro il 31 dicembre 2016, sarebbero stati attivati dei Bandi sulle varie Misure sino a raggiungere la iperbolica cifra di 500 milioni di euro.
Appurato che i dati pubblicati dalla Rete Rurale Nazionale posizionano il Piemonte al quint'ultimo posto in Italia, preceduto solo da alcune Regioni meridionali storicamente molto lente a spendere le risorse comunitarie per il PSR; considerato inoltre, che nel precedente periodo (2007-2013) si sono dovuti restituire oltre otto milioni di euro, in quanto non spesi per tempo; evidenziate infine le gravi difficoltà, si interroga l'Assessore competente per conoscere come ritenga di superare questo stato di cose che sta creando gravi difficoltà alle aziende agricole piemontesi alle quali vengono pagati solamente gli anticipi della Domanda Unica e gli anticipi delle Misure agro-ambientali, grazie alla abnegazione e alla professionalità dei dipendenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Consigliera Gancia.
Premetto questo: lei è partita da una mia affermazione, quindi ci tengo a dire che l'affermazione non solo è confermata, ma noi quest'anno supereremo i 500 e probabilmente i 600 milioni di euro impegnati. Il riferimento che lei fa sulla rete rurale nazionale riguarda la spesa del nuovo piano di sviluppo rurale, cioè effettivamente soldi erogati. Tra l'altro, in quella graduatoria non siamo quint'ultimi, ma siamo dodicesimi.
In più, nel dato del 30 novembre la situazione migliora ancora, perch abbiamo superato alcune Regioni del Nord, quindi non siamo messi così male.
Però la spesa effettivamente è forte nel primo anno di applicazione nelle misure superfici, in tutto l'agro-ambiente, in cui si danno gli anticipi in cui si fanno i saldi, e non tiene conto dei trascinamenti della passata programmazione, che, invece, per ancora due o tre anni, fanno riferimento al vecchio piano di sviluppo rurale.
Detto questo, le assicuro che stiamo lavorando sulle anticipazioni anche su domanda unica. Nella Giunta di ieri abbiamo deciso di utilizzare 20 milioni di euro di risorse che non erano immediatamente utilizzabili per dedicarle all'anticipo sulla domanda unica e, in alcuni casi, anche ai saldi.
Questa è un po' la dinamica su cui ci stiamo muovendo. Ricordo che stiamo parlando di soldi impegnati, cioè di risorse per cui abbiamo aperto dei bandi, abbiamo chiuso e abbiamo finito le graduatorie.
Naturalmente faccio un esempio: per i 143 milioni che sono già impegnati per le misure investimento e per i giovani, c'è bisogno che loro inizino il percorso di investimento, chiedano un anticipo e in quel momento si può erogare, per poi chiudere la partita degli investimenti e chiedere a saldo le erogazioni. Ora, è chiaro che nel momento in cui chiudiamo un bando, ma soprattutto nel momento in cui lo apriamo, dobbiamo avere le somme destinate, che, a chiusura bando, hanno avuto il successo, cioè hanno avuto la saturazione del bando, ma a quel punto possiamo dire che sono già impegnate perché sono già destinate ai soggetti beneficiari.
Lascio a disposizione una copia scritta della risposta.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1351 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Stato di emergenza per calamità naturale - Comune di Bibiana" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, la Consigliera Ruffino all'interrogazione n. 1351 verrà fornita risposta scritta.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1356 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Assunzione personale da parte delle aziende partecipate" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, il Consigliere Valle, all'interrogazione n. 1356 verrà fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
I colleghi del Partito Democratico sono in riunione di maggioranza.
Pertanto, il Consiglio inizierà alle ore 16.



(Alle ore 15.32 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 16.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Andrissi, Balocco, Marrone e Ruffino.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Caccia

Esame disegno di legge n. 219, inerente a "Modifiche alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 (Legge finanziaria per l'anno 2012)"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del disegno di legge n.
219, avente ad oggetto "Modifiche alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 (Legge finanziaria per l'anno 2012)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
E' intervenuto l'Assessore Ferrero, cui sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Bertola, Vignale e Grimaldi.
La parola al Consigliere Corgnati.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Intervengo sul disegno di legge n. 219, ricordando che questo è arrivato in Commissione ed è stato ispessito da molti emendamenti, una parte dei quali è stata discussa in Commissione, mentre la parte restante per ragioni di tempo, è slittata a un'altra Commissione convocata appositamente, dove il collega Vignale, che era presentatore di parecchi emendamenti, non era presente né era presente qualcuno del suo Gruppo che lo rappresentasse.
Credo che la correttezza della Commissione sia stata quella di non votare contro il provvedimento - perché avremmo potuto farlo - e di portarlo in Aula. E' stata una scelta, ma una scelta di civiltà e anche di rispetto nei confronti del collega Vignale.
Il provvedimento è stato poi richiamato dall'Assessore in Consiglio e qui si sono sentite alcune esternazioni del collega Vignale. A tante verità che sono state dette, ritengo che siano corrisposte anche parecchie baggianate (uso questo termine). Quando si dice che è una legge ideologica e che noi saremmo ostaggi dei pensieri di Grimaldi e del collega Barazzotto, dico che questa è una grossa baggianata, perché io posso parlare e ricordare a me stesso che alcuni animali e alcuni uccellini sono di tutti, sono dei quattro milioni di piemontesi e non dei 25 mila cacciatori; tra l'altro, neanche un decimo dei cacciatori conosce queste specie di animali.
Posso ricordare che sono cinquant'anni che vado a caccia e richiamare alla mente quando tiravo ai passerotti con la fionda, poiché non mi sono mai permesso di sparare a un uccellino di quelle misure...



(Commenti fuori microfono)



CORGNATI Giovanni

Io la caccia la intendo in un altro modo: la intendo uno sport dove legato a questo, ci sono diversi interessi. Credo che vada coltivata, vada sostenuta, però non possiamo pensare, a colpi di emendamenti, di sfilare delle cose. Auspico che la legge sulla caccia sia portata in Commissione quanto prima, perché lì è il luogo dove possiamo inserire tutte le modifiche e, a quel punto, potremmo avere una legge degna sulla caccia del Piemonte.
Concordo sulle posizioni dell'Assessore nell'aver portato in Aula con urgenza il provvedimento almeno per tentare di salvare qualche animale: anche se la caccia finisce tra un mese, un po' di uccellini li avremo salvati e sono un patrimonio di tutti.
A questo punto mi fermo, perché ci sono interventi di colleghi che vorrei sentire meglio.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale con l'intervento del collega Sozzani.
Prego.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dare una risposta ai vari interventi che mi hanno preceduto, che per la verità hanno visto protagonista il collega Vignale.
Non ho la presunzione di difenderlo, perché sicuramente sa difendersi bene da sé, ma era per riportare la discussione in un alveo non tanto in termini personalistici come avviene, mi sembra, rispetto a una tesi che assolutamente non è quella personale del Consigliere Vignale. Rimarco questo solo sotto un profilo di correttezza e anche di rispetto dell'Aula.
Vorrei farvi notare che ci sono ben tre nuove proposte di legge sulla caccia: una della Giunta, una del Movimento 5 Stelle, l'altra del Gruppo Forza Italia; quindi vi è un'interpretazione differente sulle varie tesi di come si può esercitare la passione della caccia nell'ambito della regione Piemonte. Noi stiamo partendo con lo stesso spirito utilizzato anche in altre leggi, in ambiti che non c'entrano niente; per esempio, quella sui rifiuti: abbiamo approvato prima il Piano rifiuti e poi la legge sui rifiuti, che è una cosa clamorosa, come avevo già detto, e non è rispettosa dell'Aula.
Bene, quando discuteremo l'eventuale nuova legge sulla caccia, magari sintesi delle tre proposte che sono state presentate da Gruppi differenti compresa la maggioranza attraverso la propria Giunta, partiremo da meno 15 (lo dico in termini matematici). In nessun'altra Regione italiana si discute di una legge che ha una pertinenza specifica come la nuova legge sulla caccia nella nostra Regione. E partendo da che cosa? Da un divieto: divieto di 15 specie. Poi possiamo fare i moralisti degli uccellini e poiché è Natale, magari anche di Babbo Natale con la slitta, ma tutto questo è un elemento.
Se è così, perché non vi è il rispetto? Cosa facciamo? Allora anche per le prossime leggi di qualsiasi ordine e grado incominceremo a mettere i divieti e poi discuteremo leggi? Questo è l'alveo in cui si deve riportare la discussione sulla caccia.
Giustamente, il Consigliere Corgnati mi ha anticipato dicendo: "Poi modificheremo.". Cosa modificheremo? Le specie? Cioè oggi discutiamo votiamo, facciamo il meno 15 e poi, quando discuteremo la legge sulla caccia, m'è sembrato di comprendere che potremmo modificare quello che oggi stiamo decidendo. Vi rendete conto che stiamo entrando in un terreno vicino all'assurdità? Le specie sono quelle specifiche della caccia. Vi è una legge nazionale che dà delle indicazioni precise su quali sono le specie cacciabili e le specie non cacciabili. Trattandosi di una legge nazionale, alcune di quelle specie cacciabili, in Piemonte neanche esistono, quindi vi è una riduzione delle stesse specie cacciabili. Riportiamo dunque la discussione nell'alveo corretto; le leggi urbanistiche, le leggi ambientali, le leggi sulla caccia, le leggi di qualsiasi ordine e grado discutiamole nell'ambito del proprio alveo. Altrimenti qua utilizziamo questi strumenti di divieto preventivo, per poi andare a discutere una situazione che va collocata in un contesto secondo me più idoneo e largo e vista in una condizione di discussione completa sulla legge sulla caccia; mentre oggi ci limitiamo alle tre specie che avevamo già vietato e alle 12 che vietiamo ora: 12 più tre fanno 15. Questo era il concetto su cui si stava intervenendo.
Peraltro, tanto per dare un chiarimento anche circa le imprecisioni sull'utilizzo della parola "baggianata", attenzione che, per quanto ci riguarda, noi quel giorno avevamo comunicato che non avremmo potuto essere in Commissione e che avremmo voluto partecipare alla discussione; ma la Commissione, in barba a questo elemento di bon ton - per carità, nessun obbligo in questo senso - si è fatta lo stesso senza il nostro Gruppo perché eravamo impegnati in una riunione di tipo politico. Questo, quindi è il motivo per cui quel giorno in Commissione non eravamo presenti.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Quella era un'assenza, non una baggianata.



SOZZANI Diego

Era un'assenza, ma siccome di baggianate se ne dicono da entrambe le parti, è bene non usare dei termini che possono essere anche interpretati in modo offensivo.
E in questo senso quel giorno, siccome avevamo dato questo tipo di indicazione, l'assenza c'era. Poi voi avete detto: ce ne freghiamo e facciamo lo stesso la Commissione; come se oggi, quando voi avete chiesto la sospensione della seduta, il Consiglio se ne fosse fregato e fosse andato avanti lo stesso.
Allora, teniamo presenti questi elementi e teniamo presente che o quest'Aula impara a discutere la legge sulla caccia - e quindi voteremo assolutamente in termini contrari rispetto a questa ulteriore presa di posizione, e anche le leggi in generale in un alveo proprio della discussione specifica delle leggi - quindi nel caso della caccia con la caccia, e non in una discussione generica come quella che stiamo facendo oggi, altrimenti quest'Assemblea sarà sempre al servizio o di qualche Consigliere - come nel caso dell'intervento del collega Grimaldi che abbiamo sentito stamattina - oppure della Giunta, qualunque cosa faccia la quale l'Aula alza la mano e approva senza neanche battere ciglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
In verità vorrei dare un piccolo contributo per riportare nell'alveo della discussione di quest'oggi - e non nelle discussioni che si vorrebbero fare o in quelle a futura memoria - l'argomento iscritto all'o.d.g., che è solamente il ripristino della non cacciabilità di 12 specie che non sono mai state cacciate fino all'attuale stagione venatoria, in forza di una legge regionale che è stata abrogata qualche anno fa e con il recupero in extremis di qualche elemento di quella legge per evitare un referendum popolare; e quindi con una situazione di anarchia istituzionale che ha delle responsabilità ben precise e che ora noi, nonostante gli ostruzionismi di alcune parti, ci troviamo a dover gestire e ricondurre a soluzione: punto.
Il TAR, pronunciandosi quest'estate in materia di ricorso sul calendario venatorio di quest'anno, ha preso atto - dopo alcuni anni in cui quest'aspetto era stato trascurato - che alcune specie non inserite nel calendario non avevano più copertura legislativa, in quanto la legge che ne vietava la caccia non esisteva più, e ha ordinato alla Regione di regolamentare ex novo la disciplina su quelle specie. Non ha detto: "Dovete fare una legge" o "non potete farla". E' nostra scelta quella di riportare il pallino alla situazione di partenza prima di avviare la discussione sulla legge organica sulla caccia. Questo è l'oggetto della discussione di quest'oggi. Quindi, la legge in discussione oggi non è ideologica; e lo dice un Consigliere che non è né contrario alla caccia né che quest'estate ha visto con favore l'inserimento di emendamenti che trattavano di questo tema all'interno di un provvedimento "omnibus". Guardo al tema, dunque, in termini laici e non ideologizzati.
Questo è il discorso, ricordando che la legge che era in vigore - e che è stata in vigore per un po' meno di vent'anni - in questa Regione non prevedeva le 50 specie cacciabili che l'articolo 18 nella versione attualmente in vigore della legge 157/92 prevede, ma ne prevedeva meno (39 se non ricordo male a memoria, anzi 29; scusate, quindi era già limitativa) e richiama la non cacciabilità di alcune specie sulle quali - ripeto nessuno aveva mai eccepito nulla finché non è venuto fuori quest'estate il problema: specie di cui lo stato di conservazione è dubbio - anzi, è dichiarato come sfavorevole - o specie che sono vulnerabili o in declino.
Di questo stiamo parlando.
Quindi, ad essere ideologizzata non è tanto la legge in discussione, ma il dibattito con cui è stata fatta la relazione; non dall'Assessore, ma dal "relatore" di minoranza, in quanto, essendo il provvedimento stato richiamato in Aula, i veri relatori istituzionali non ci sono.
Per dimostrare quanto ho detto, cioè che il ragionamento contrario alla "leggina" di oggi è ideologizzato, ho provato ad analizzare il ricorso presentato da alcune associazioni venatorie contro il calendario venatorio di questa Giunta (quello del 2016), che è un po' la traccia dell'intervento del collega Vignale letto stamattina: più o meno ne riconosco quasi la trascrizione. Ho analizzato anche questo testo in senso laico e con un approccio giuridico e non ideologico. In quel ricorso la nostra Regione viene accusata sostanzialmente di due cose.
La prima è di arrogarsi una competenza costituzionale che la Costituzione vigente non le attribuisce, cioè il potere di fare leggi che limitino le specie cacciabili rispetto a quanto previsto dalla legge nazionale. E il secondo assunto è quello per cui il Piemonte sarebbe la peggior Regione, la più limitativa, quella che pone più divieti e quindi quella più ideologizzata in senso avverso al mondo venatorio. E per dimostrare quelle tesi, in quel ricorso vengono indicate alcune sentenze della Corte Costituzionale; ne cito solo due, perché sono quelle più riprese: una del 1990, la n. 577, e una del 2012, la n. 20. E allora me le sono andate a prendere e a leggere, perché poi ovviamente le tesi di parte segnalano alcuni aspetti delle sentenze, ma se queste si leggono nella loro interezza si scopre che la verità non è proprio esattamente quella rappresentata: a volte, infatti, si fa dire a delle sentenze di più di quello che le sentenze in quel momento dicono.
E allora prendiamo la sentenza 577 del 1990 della Corte Costituzionale rispetto ad una legge della Provincia autonoma di Bolzano che è mutuata in un periodo antecedente al 2001, in cui quindi la caccia era una sostanziale competenza legislativa concorrente nell'ambito di disciplina generale data dallo Stato: quindi, ante riforma del Titolo V del 2001, quando il potere legislativo delle Regioni era di gran lunga inferiore rispetto a quello attuale.
Ebbene, nella sentenza si dice che la questione è fondata su una legge sulla caccia che in una recente pronuncia la stessa Corte aveva affermato essere allora era in vigore, non quella del 1992 ma quella del 1977 (una legge di riforma economico sociale) e che è "suscettibile di condizionare attraverso le norme fondamentali che da essa è dato desumere, la legislazione esclusiva delle Regioni e delle Province ad autonomia speciale". Nella stessa sentenza la Corte ha anche specificato che l'articolo 11 della suddetta "legge-quadro" "identifica - attraverso l'elencazione delle specie cacciabili come eccezioni al generale divieto di caccia stabilito per qualsiasi specie di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna selvatica italiana - l'oggetto minimo inderogabile della protezione che lo Stato, anche in adempimento ad obblighi comunitari". E poi più avanti la indica come "soglia minima di tutela del patrimonio".
Il principio che chiaramente emerge da questa sentenza, cioè, non è che le Regioni non possono escludere ulteriori specie cacciabili, ma è quello per cui se la Regione (o la Provincia autonoma, come fece quella di Bolzano) ammette la caccia su più specie rispetto a quelle escluse dalla legge statale non lo può fare, perché la norma statale è soglia minima.
Poi, io non so se, interrogata sulla questione specifica (può la legge regionale nel nuovo contesto del Titolo V limitare la caccia per legge ad altre specie?) la Corte risponderà sì o no. Di sicuro però da questa sentenza, pur citata nel ricorso, non emerge questo principio, ma ne emerge un altro.
E anche la sentenza del 2012 pluricitata - quella che ha cassato alcuni aspetti della legge regionale dell'Abruzzo - non è che si sia soffermata sul contrasto di una legge che indicava il divieto di ulteriori specie cacciabili, ma ha cassato la legge abruzzese, in quanto tutto il calendario venatorio di quella Regione era stato approvato per legge e non con delibera di Giunta, quindi non con un atto amministrativo, quindi si era utilizzato uno strumento costituzionalmente inidoneo, sbagliato e scorretto per approvare il calendario venatorio entro il quale vi era anche l'elencazione delle specie cacciabili.
Anche da questa sentenza non emerge quel principio che veniva invocato prima: la Regione non può. Magari emergerà da una sentenza successiva questo non lo posso sapere, ma i precedenti che sono stati citati non dicono fino in fondo, anzi non dicono quello che qui si vuole vendere o, in alcune lettere, dal tenore istituzionale anche abbastanza discutibile che ci sono state inviate, emerge con così tanta certezza.
Con l'ultima verifica che ho fatto mi sono chiesto: possibile che la Regione Piemonte sia l'unica che si muove in questa materia elencando specie, eliminando specie indicate dal livello nazionale? Con il mio collaboratore ci siamo scaricati tutte le leggi regionali attualmente in vigore e abbiamo elencato le specie cacciabili in base agli elenchi.
Il Piemonte non ha legge, ma quando ce l'aveva si potevano cacciare 29 specie, escluse quelle di cui oggi discutiamo (la discussione di oggi è vecchia di almeno vent'anni). Allora era accettata dalla parte politica che ora contrasta la leggina in discussione.
In Valle d'Aosta sono 27, la Lombardia richiama l'articolo nazionale quindi non ripete. La Provincia autonoma di Trento ne indica 34, il Friuli e il Veneto rimandano all'articolo 18, la Liguria 45, l'Emilia delega alla Giunta indicare le specie cacciabili. L'articolo 18 della legge nazionale delega, per i termini, le deroghe alla Giunta e non l'elencazione delle specie, salvo casi eccezionali contingenti. Potrei andare avanti con l'elenco indicando che, se mai domani la Corte Costituzionale dovesse contestare il potere della Regione Piemonte ad elencare specie cacciabili o no, una gran fetta di leggi italiane risulterebbero incostituzionali.
Chiudo dicendo che voto con assoluta convinzione, senza alcun tipo di dubbio, questa leggina che ripristina uno status quo, invitando tutti soprattutto chi ha determinato il vuoto normativo come parte politica nel passato, a passare all'analisi della legge quadro integrale sulla materia per mettere finalmente la parola fine in modo organico a un tema sicuramente importante, quanto meno al pari di tanti altri.
Se diciamo ogni volta che c'è sempre qualcosa di più importante, è come quelli che dicono al vigile: perché ha multato me, con tutte le infrazioni più gravi che vengono commesse?



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Su cosa chiede di intervenire, Consigliere Vignale?



VIGNALE Gian Luca

Poiché c'è una riunione in corso che riguarda quasi un Gruppo consiliare, la gran parte dei Capigruppo, chiedo che venga sospeso il Consiglio.
Se si vuole fare una riunione si fa una riunione; se si fa il Consiglio, si fa il Consiglio.



PRESIDENTE

Nessuno dei Consiglieri che sta facendo non so quale riunione ha chiesto la sospensione.
Per la verifica del numero legale bisogna fare una votazione. Se chiudiamo la discussione e facciamo la votazione degli emendamenti, è possibile.
Io faccio il mio lavoro e do la parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Oggi stiamo discutendo un testo piuttosto stringato, dove si evidenziano alcune specie di animali che si sottraggono, secondo alcuni nel dibattito, alla disciplina venatoria e alla possibilità di essere specie venabili.
Posso dire che sto assistendo a un dibattito su un argomento che mi sembra quanto meno surreale, sembra quasi una cosa kafkiana che oggi si sta vivendo in Aula. Andiamo a fare quello che, nella storia della nostra Regione, è già stato fatto, e diventiamo non più surreali nel momento in cui cerchiamo di affrontare il reale motivo per cui si sta facendo un dibattito così ampio e così aspro, almeno da quello che sembra nelle iniziali battute.
In realtà, non credo che ci sia un apparente scontro ideologico fra chi vuole e chi non vuole la caccia, tra chi sembra di aver sostenuto ed è stato sostenuto, che c'è stato un sentire di spari nel parco di notte dove si stavano avvicinando le anatre, probabilmente di queste specie che abbiamo indicato. Mi piace sottolineare all'Aula che, certamente, quegli spari non derivano da cacciatori, ma da altri soggetti, perché i cacciatori sostengono e tutelano l'ambiente. E' possibile che siano altre categorie che, impropriamente, sono iscritte nelle categorie dei cacciatori, perch dubito che un cacciatore di quei livelli abbia piacere di mettere a rischio il suo porto d'armi e il suo permesso di caccia. E' in gioco uno stato di servizio umano assolutamente immacolato perché, al primo sbaglio, viene revocato il porto d'armi e il permesso di caccia.
Di che cosa stiamo parlando? Della non cacciabilità di alcune specie com'è stato sottolineato. Brutto e cattivo l'Assessore che oggi ci vieta di sparare a qualcosa cui non si è mai sparato in questa regione. Se guardiamo i calendari venatori di un po' di anni fa, a quando c'era la cosiddetta legge n. 70, nel calendario venatorio mai si è potuto abbattere uno di questi animali. Diciamo che questi animali, che sono anche in difficoltà in qualche misura perché oggetto di attenzione in gran parte della loro migrazione, appartengono alla tradizione venatoria della bassa Val padana quindi si trovano verso l'alveo del Po, nel delta del Po dove effettivamente, ce ne sono un po' di più. Ma di cosa si sta discutendo? Di inserire o meno questi animali nell'elenco degli animali venabili.
L'Assessore, correttamente, ha puntualizzato e precisato ciò che, di fatto, nella storia è accaduto. Di fatto, coloro che hanno cancellato la legge 70 (non per sottoporla al referendum, ma per evitare il referendum che probabilmente non avrebbe raggiunto il numero legale) ci vengono a raccontare che l'Assessore vuole limitare quella esigua quantità di cacciatori che ha piacere di abbattere un piccolissimo numero di questi animali, che però non sappiamo quanti siano, perché non è mai stata fatta una ricerca storica sull'argomento.
Gli stessi che oggi additano l'Assessore come brutto e cattivo dimenticano o omettono volontariamente di dire che quando l'Assessore gli ha dato la disponibilità di contenere un certo numero di volatili di una certa famiglia, per esempio i corvidi, addirittura favorendo quell'abbattimento, non è stato raccolto l'appello.
Chissà per quale strana concentrazione di attenzione alcuni soggetti perché qui pare si voglia confondere il mondo venatorio con alcuni soggetti che dichiarano delle cose per nome e per conto di - dicono che alcune specie come il porciglione, il frullino, la pavoncella, il moriglione e il combattente non si possono più abbattere. Non sono mai stati oggetto di caccia. Però tale e tanta è l'attenzione che le pongono che qualche mese forse un anno fa, qualcuno fece notare all'Assessore - al punto che lei ha dovuto fare una precisazione - che le nutrie non erano animali venabili.
Che cosa si poteva fare sulle nutrie? Perché erano lì e lei non aveva scritto nulla in calendario venatorio e non sono animali venabili. E' come non scrivere nel calendario venatorio del rinoceronte, del leone, della tigre e del topo.
Il topo non è un animale venabile, però se metto una trappola, lo catturo e, malauguratamente, muore, non so sotto quale disciplina possa essere disposto il suo abbattimento. Non può essere inserito. Addirittura è un animale che deriva da un'attività antropica negativa. La presenza dell'uomo e la sua attività che è stata dismessa ha cagionato danni di incoltura, perché abbiamo introdotto nei nostri territori degli animali: questo principio vale per i territori, per i fiumi, per i laghi e per altre specie.
Qual è il reale oggetto di cui stiamo parlando? Questa contrapposizione forte, rispetto all'atteggiamento e alla proposta dell'Assessore con questo disegno di legge, in realtà è il preludio di quello che dovrebbe seguire (una legge già votata della Giunta e depositata in Commissione, che certamente è un buon testo).
Riconosco un solo difetto - se posso esprimermi in tal senso - nei comportamenti dell'Assessore: l'eccessiva disponibilità all'ascolto (diventa un difetto, in questo caso) di chi regolarmente non mantiene la parola una volta raggiunto un accordo, e la sua estrema pazienza nel ritornare sull'argomento, a discutere con chi, tutti i giorni, rimette in discussione l'accordo sottoscritto.
Questo potrebbe essere l'unico appunto da rivolgergli in termini negativi. Ma se, in qualche maniera, c'è cascato anche il Presidente Chiamparino, che li ha aspettati vanamente per discutere di alcune questioni, ecco che quel piccolo appunto rivolto all'Assessore viene a cadere.
Io credo, però, che si stia discutendo di un aspetto che va ben oltre.
Caro Presidente, si è voluto abrogare la legge n. 70 non per paura del referendum, ma perché per qualcuno era comodo stare sotto la legge nazionale quadro n. 157, per un tema che è completamente diverso: mi riferisco, cioè, alla gestione del territorio e a quello che ne deriva.
Probabilmente, è quello il vero obiettivo che nella proposta di legge che seguirà successivamente, già fatta dalla Giunta e depositata in Commissione...
Sarà quello il vero obiettivo: il timore che si possa non gestire il territorio così com'è stato fatto, ma in una maniera più puntuale, più corretta e più precisa sotto numerosi aspetti, che non sono quelli della gestione del territorio in senso stretto, ma anche quelli contabili.
Non vorrei che qualcuno avesse piacere di continuare a mantenere uno status che ha permesso una gestione di rendita e di posizione notevole a tanti attori, in spalle e in barba alla Regione, e anche in danno di tanti cacciatori, che hanno la passione di questa attività legittima, così com'è stato detto, descritta e voluta dalla legge, e che chiedono una regolamentazione. Loro vogliono sapere quali sono le regole con le quali possono esercitare quell'attività.
Qualche mese fa, Assessore, con grande sorpresa, ho scoperto entrando in quest'aula che quando guardavo i calendari venatori, mi accorgevo che erano incrociati in modo tale che se si poteva andare a caccia tre volte alla settimana, in realtà si riusciva ad andare otto volte la settimana (e i giorni sono sette)! Erano delle opere d'arte ciclopiche! Erano dei trucchi e degli strumenti fantastici costruiti da chi gestiva il territorio, da un lato in danno ai cacciatori, dall'altro sulla buona fede di chi vuole esercitare una passione, per poi andargli a raccontare, domani mattina, che lei, Assessore, questa Giunta e questo Consiglio, avete votato contro la possibilità di andare a caccia.
Stia tranquillo, Assessore, che nessuno di questi animali è oggetto dell'attenzione dei cacciatori, se non in minima parte. Se hanno la passione per i volatili, ci sono i corvi, a cui lei ha concesso la massima disponibilità per una necessità ambientale che oggi è riconosciuta (ovvero la scomparsa di tutti i passeracei e di tante altre specie danneggiate).
Lei ha dovuto fare una precisazione sulla nutria, perché non inserita tra gli animali venabili, quando, oggettivamente, è un animale dannoso.
Io credo che sia necessario chiarire e smetterla con la pantomima di chi è pro, contro, sopra o sotto la caccia! Chi è a favore della caccia e sostiene un'attività ambientalmente sostenibile e positiva rispetto all'azione che fanno questi signori bisogna riconoscergliela in modo chiaro e inequivocabile, condannando i comportamenti equivoci.
Diciamo che la verità - una - sottesa da tutti questi dibattiti amplificati in maniera distorta, è legata solo ed esclusivamente alla gestione del territorio e dei derivati nei comitati. Per questo nella legge già ci sono - forse è lì il timore - i primi timidi tentativi di contrapporsi e di mettere i bastoni fra le ruote per tentare di aprire una discussione più ampia e per lasciare tutto nel vago. Ma certamente più si lascia questo argomento sotto l'egida della legge nazionale, più è probabile che certi comportamenti, che sono stati quantomeno censurabili in passato, possano continuare a rimanere insiti nel nostro territorio e annidati nella nostra Regione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco.
Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Condivido molto di quanto è stato già detto precedentemente dai colleghi, quindi riprenderò solo alcuni aspetti.
E' vero che il Piemonte ha una particolarità sulla caccia rispetto alle altre Regioni: mi riferisco al vuoto normativo, che non è dovuto ad una volontà politica, ma che è stato creato ad arte proprio per evitare di giungere ad una normativa dopo che quella precedente era stata "pasticciata" e portata ben oltre i confini della legge nazionale.
Le 39 specie oggi non cacciabili in Piemonte ci hanno riportato alla legge piemontese del 1979, quando erano 40; nel 1988 erano scese a 21 mentre nel 1996 a 29. Non siamo, quindi, nel picco più basso di specie cacciabili; siamo, però, nel picco più alto degli ultimi trent'anni all'interno della nostra Regione.
Sul fatto che la legge nazionale stabilisca dei confini non mi soffermo, dal momento che ne ha già parlato il collega Appiano, citando la norma. La legge nazionale, però, dà facoltà alle singole Regioni di intervenire ulteriormente. E su questo il Piemonte è sempre stato avanti ma non solo in termini di numeri. Perché non è il numero che indica l'attenzione al tema di una normativa. Ad esempio, qui non sono mai stati usati richiami vivi, per dirne una. E di questo tipo di normativa, come Regione Piemonte e come cittadini piemontesi - una normativa che mira naturalmente, alla salvaguardia del nostro patrimonio faunistico - siamo orgogliosi. Non è una questione di principio o di puntiglio.
Le leggi regionali hanno sempre avuto, nei vari periodi, dei limiti più stretti rispetto ad alcune specie, e il vuoto normativo in cui ci si trova adesso - manca la legge e manca anche il Piano faunistico-venatorio - è una discrasia, non una precisa volontà politica. O, meglio, è stata la precisa volontà politica di una parte politica che non sapeva come rispondere ad una volontà di deregolamentazione.
Questa sarà una leggina, come viene definita. Questa estate abbiamo parlato di un emendamento. Certo, ci sono temi più importanti: ci sono sempre tanti temi importanti! Ma è impostante anche l'argomento che stiamo trattando, altrimenti questo momento non arriva mai.
Concordo col fatto che questa leggina avrebbe dovuto essere votata entro la fine di settembre, però ci sono state altre emergenze, ma soprattutto c'è stata una volontà - che, politicamente, credo non sia più tollerabile - di rinviare sempre questa discussione.
Non è un scambio quello che voteremo oggi, ma un atto dovuto, richiesto peraltro dalle sentenze a cui qualcuno faceva riferimento (per poter introdurre queste specie all'interno del calendario venatorio è stato chiesto, giustamente, che il Consiglio deliberasse).
E' vero che le leggi si fanno nel loro complesso e non a forza di emendamenti, come abbiamo fatto, invece, in altri casi (ad esempio per le ATC). Mentre il percorso che porta alla revisione di una normativa (in questo caso, al rifacimento integrale) è un percorso lungo, naturalmente perché è un percorso anche di democrazia e di visioni diverse, perch abbiamo appurato che questo è senz'altro un tema con visioni molto diverse e radicalizzate! Intanto con degli emendamenti o con delle leggi parziali si affrontano le emergenze e ci si riporta non dico alle 21 specie del 1988, ma almeno ad un pari accettabile per la nostra Regione. E se questo viene fatto anche attraverso degli emendamenti, credo che sia solo un atto di buon governo e non di cattivo governo.
Anch'io auspico che si avvii al più presto la revisione della legge anzi che il Piemonte si doti di nuovo, com'è sua tradizione, di una legge che era tra le più avanzate in Italia.
Tuttavia, non è detto che sarà un percorso che potrà concludersi da qui all'estate. Lo auspichiamo, ma non è detto; quindi ritengo del tutto opportuno, altrimenti questo momento non viene mai, votare oggi il provvedimento e gli emendamenti presentati.
Ultima considerazione. Quando si parla di legge più o meno avanzata dipende qual è l'interesse e la finalità, ma non ci si divide per lobby caccia ed anti-caccia - perché la finalità comune a tutti è quella stabilità dalla Costituzione e dalla normativa nazionale, che è quella della salvaguardia del patrimonio faunistico della Regione, che ci è demandata per legge e per compito istituzionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Resta poco da aggiungere, ma volevo solo dare questo contributo alla discussione.
Ho l'impressione che ci siano tre pregiudizi in questo confronto: primo, che l'argomento venga considerato marginale (qualcuno si chiedeva: "Ma come, siamo sotto Natale e parliamo di caccia"); secondo, che qualcuno pensi che non ci sia la competenza e la consapevolezza, perché si divide la montagna dalla città, come se qualcosa l'avesse abilitazione per parlare di caccia; terzo, che sia uno scontro ideologico.
Cominciando dall'ultimo, penso che nessuno, in questa sede, si permette di mettere al primo posto la propria sensibilità. Siamo legislatori, è un'Assemblea legislativa, quindi dobbiamo risolvere un problema. Non ho sentito nessuno dire che il suo approccio era fondamentale in un versante piuttosto che nell'altro. Siamo tutti tesi a risolvere un problema, quindi non penso che sia una chiave di lettura che interpreta il vero livello di questo confronto.
Anche sul fatto che pare non ci sia la competenza, mi pare che quasi tutti gli interventi siano andati molto a fondo, sia sul piano legislativo sia della consapevolezza di quante e di quali specie parliamo. Torno a dire che nessuno fa la parte di Biancaneve o di Cappuccetto Rosso, siamo consapevoli di cosa stiamo parlando e della rilevanza di un problema sensibile, divisivo e che ha basi antropologiche enormi che richiamano proprio gli inizi del nostro percorso di umanità.
Concludo dicendo che, se è vero che l'argomento è marginale dal punto di vista degli effetti che produce, perché ha ragione il collega Vignale a dire che non sarà una legge che entra in vigore per due settimane a cambiare la pressione venatoria sulla fauna, peraltro, dal punto di vista politico, la legge è tutt'altro che marginale: se c'è un'anomalia in Piemonte, sta nel fatto che non c'è una legge regionale o, meglio, c'era ma è stata tolta per motivi di convenienza.
E' di tutta evidenza che se continuiamo a citare sentenze del TAR e non prendiamo in mano un problema, come Assemblea legislativa, noi rinunciamo ad un ruolo per il quale siamo stati eletti.
Penso che ristabilire il primato della politica sia una conditio sine qua non. Quindi la legge c'era; oggi una legge non c'è e noi dobbiamo ricostruirla, anche per ristabilire relazioni normali con alcune associazioni di cacciatori, perché siamo a dei livelli che non so come definire, altrimenti userei parole non consone a quest'Aula, ma certamente manca qualunque presupposto di riconoscere l'altro. Penso che questo sia possibile soltanto se quest'Assemblea assume delle decisioni.
L'ultima riflessione la faccio rispetto a quanto diceva il Consigliere Sozzani, che faceva presente come si parte da meno quindici. Secondo me non si parte da meno 15, ma dall'ante bellum, perché prima che legge venisse annullata c'era una situazione che noi oggi ristabiliamo. Peraltro, i provvedimenti assunti dall'Assessore in questi mesi - penso all'addensamento degli ATC e dei CA e ad alcune norme - non sono state prese così in un pour parler, ma sono decisioni prese nell'ambito di una cornice legislativa che è quella che abbiamo proposto e che andremmo a discutere con i colleghi di minoranza.
Trovo che ci sia congruenza e trovo che non sia affatto sconveniente alla vigilia di Natale, affrontare un tema di questa rilevanza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Presidente, intervengo molto pacatamente, proprio perché in occasione delle feste siamo tutti più buoni, anche se la lettera di Federcaccia non mi ha fatto capire se siamo a Natale o dove altrimenti, nel senso che tirano in ballo la Befana e concludono con Natale: non mi sono ritrovato molto.
Se un confronto pacato ci deve essere, sicuramente queste non sono le premesse migliori, perché in questa lettera i cacciatori ricordano un sacco di cose.
Ma lasciamola perdere, anche se, in verità, cara Presidente, pur lasciandola perdere, se questo è il punto dell'incontro e del dialogo, non è che andiamo tanto lontano.
Chi mi ha preceduto mi ha veramente tolto le parole di bocca. Sono abbastanza demoralizzato a parlare di questo, perché è ovvio che ci sono degli appassionati della caccia, ma è altrettanto evidente che la caccia non è uno sport come può essere il nuoto, stante il fatto che c'è stato un referendum che è andato in un certo modo, per uniformare tutte le Regioni sebbene fosse l'unico punto sul quale, pur votando "sì", non ero molto d'accordo, perché andava ad appiattire. Quindi, con il ritorno al passato si spera che in ogni Regione in cui dovrebbe esserci una deroga per quanto riguarda il piano faunistico regionale, probabilmente ci sia un po' di chiarezza. Su questo potremmo discutere molto.
Ovviamente l'ISPRA non è il Verbo di Dio, non ha tutta la scientificità in casa, quindi, anche in questo caso, andare ad individuare tutte le specie che devono o non devono essere protette, non è cosa semplicissima. E poi, pensando male - come diceva qualcun altro - a volte ci si becca pure: andando a sparare ad altre due specie, tipo il gallo forcello e la cuturnice, chissà che, mentre vado su col fucile - non è che posso trovarmi a due o 3.000 metri con il fucile in braccio e dire che ero lì per fare una passeggiata dopo aver sparato un po' al gallo forcello, se trovo qualcos'altro, faccio che tirargli contro. Questo per spiegare che sarebbe anche un modo per evitare di andare a cacciare animali che non sarebbero cacciabili.
E poi, quando i cacciatori sono preoccupati da questo danno immenso ed è vero - creato dai cinghiali, io parto dal Biellese, dove tutti sanno che i cinghiali, che storicamente non si erano mai visti, sono stati introdotti: qualcuno è andato a prenderli altrove, e non mi sembravano orsoline o gesuiti quelli che negli anni Ottanta sono andati in Toscana a prendere i cinghiali per portarli in Piemonte. Dopodiché pare che il cinghiale sia abbastanza prolifero, tant'è vero che si è incrociato con il maiale e sono venuti fuori i cosiddetti porcastri, che fanno danni irreparabili.
Dalle nostre parti è un po' una barzelletta, perché i cacciatori gridano alla vendetta chiedendo come possono fare con tutti questi cinghiali, quando sono loro che li hanno portati! Addirittura ci sono allevamenti di porcastri, che poi vanno a fare tutti i pasticci che conosciamo.
Allora facciamo chiarezza: se dobbiamo legiferare, andiamo a punire chi fa il furbo, perché non è che ci sono solo gli ambientalisti, ma c'è qualcuno che ha interesse a spargere diffondere questi cinghiali. Andiamo a regolamentare questa storia.
Dopodiché, non c'è nessuna novità. Non so se è un approccio ideologico io non sopporto nessun tipo di estremismo. Mi riconosco ambientalista? Sì forse sono ambientalista, ma credo di essere una persona di buon senso che crede che la natura debba essere rispettata e che l'ecologia sia il primo di tutti i problemi mondiali. Non ce n'è un altro, perché finita l'aria crepiamo tutti, quindi se c'è un altro problema, ditemelo voi! Per me il primo problema è preservare l'ambiente.
Sono ambientalista? Sono ambientalista! Secondo me, questo è il problema principale.
Ora, tutta questa discussione avviene per dire che abbiamo sbagliato qualcosa qualche mese fa: eravamo all'avanguardia in Italia e ritorniamo alla situazione precedente. Diciamo che quella specie che non era cacciabile ritorna a non essere cacciabile, con l'aggiunta di tre animaletti, volatili (il merlo, la pernice e il gallo forcello).
Tutto lì. Poi l'uomo si evolve. L'ho già detto l'altra volta: si evolve. Una volta gli uomini andavano in giro nelle caverne, si mangiavano tra di loro, si tiravano pietre e si davano calci nel sedere. Ci siamo evoluti, abbiamo imparato a scaldarci in un altro modo, abbiamo imparato a rispettarci, quindi non è obbligatorio ammazzare qualcun altro. Non è obbligatorio andare a caccia, è una passione; dopodiché, qualcun altro ha altre passioni, nei safari c'è chi va a sparare all'elefante con dei bazooka e c'è chi va a fotografarlo. Diciamo che, tutto sommato, sono due sensibilità un po' diverse.
Insomma, è ritornare a una situazione che c'era prima, ma questa Regione è stata comunque all'avanguardia sotto questo aspetto. Ed era contraria ai bergamaschi e ai bresciani che sparavano a qualsiasi cosa e si ingegnavano di notte ad inventarsi i richiami per andare a catturare determinati uccelli, quando neanche i nazisti avevano pensato a una cosa del genere. Noi su questo siamo sempre stati contrari.
Se siamo sempre stati all'avanguardia sotto quest'aspetto, perch dobbiamo tornare indietro? Rispettiamo i cacciatori, sempre che cambino leggermente il modo di rapportarsi, perché adesso insultare e ricattarci non è un bel modo di fare, ma ritorno alla premessa e alla lettera che i cacciatori ci hanno inviato e vado alla conclusione.
La mia speranza è che cambino quest'atteggiamento in vista del Buon Natale e della Befana cui loro fanno riferimento, e addirittura della Santa Notte. Tirano fuori anche la Santa Notte, ma io avrei un po' di paura perché mi vengono in mente il bue e l'asinello e non vorrei trovarmi il cacciatore che, magari, viene fuori e fa una strage in un presepe vivente.
Pensando alla Santa Notte, il richiamo è abbastanza semplice.
Comunque, a parte le battute - ma mica tanto battute, perché i cacciatori sparano davvero - ripeto che sono convinto che si vada a ripristinare la situazione di prima e non ci trovo nulla di ideologico.
Come vedete, i miei colleghi sono tutti dotati di autonomia di ragionamento, come si dice a scuola, e non riesco ad influenzare nessuno: a volte non influenzo neanche me stesso, sono persino sempre in crisi e in conflitto con me stesso, pensate se ho la presunzione di andare ad influenzare loro! Tuttavia, mi sembra che gli interventi che mi hanno preceduto siano di altissimo livello e molto puntuali, per cui ringrazio i colleghi. Forse il mio amico cacciatore e collega Corgnati, con il Natale alle porte, è diventato più buono, quindi ha anche rivisto il suo passato e ha fatto remissione di peccato per quando andava a tirare con la fionda agli uccellini. Quindi, lo ringrazio anche per il suo intervento.
Pertanto, credo che noi non andiamo a fare nulla di nuovo, se non ripristinare una situazione del passato. E credo che stiamo facendo un buon servizio, tendendo la mano a chi oggi, invece, ci sta puntando un fucile perché quella lettera io la interpreto così.
Quindi, faccio i complimenti all'Assessore per questo suo lavoro e anche a chi ha presentato gli emendamenti.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Pichetto Fratin, Berutti e dalla Consigliera Ruffino: L'articolo 1 del disegno di legge n. 219 è soppresso.
Viene accolta la presentazione di quest'emendamento, nonostante sia un emendamento soppressivo dell'unico articolo. Potrebbe avere una difficoltà tecnica, in quanto decadrebbe totalmente la legge. Gli Uffici mi chiedevano di ricordarlo, ma naturalmente è ammesso e quindi lo si può illustrare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In ogni caso non è un favore, perché se viene respinto l'articolo, si conclude la discussione della legge.



PRESIDENTE

Era solo per puntualizzare.



VIGNALE Gian Luca

L'ho detto solo per puntualizzare altrimenti.
Avremo un po' di tempo per provare ad illustrare alcuni degli aspetti che sono stati richiamati. E' evidente che vi sono imprecisioni chiamiamole come crediamo, ma c'è un aspetto che è un aspetto di fondo. Il collega Appiano, che pure ha fatto un intervento dotto, anche se parziale e poi diremo perché - ha iniziato a leggere il numero di specie cacciabili all'interno delle singole Regioni. Dopo un po' si è fermato, perché è assolutamente evidente che la nostra Regione, di nuovo, è la Regione che limita maggiormente il numero di specie cacciabili rispetto a tutto il panorama italiano.
Ma per alcuni colleghi - come ovviamente fa cenno di sì il collega Grimaldi e sarà molto lieto il collega Barazzotto - questo è un tema di vanto, così come veniva ricordato: la Regione Piemonte già negli anni passati ridusse le specie cacciabili perché era avanti. Non era avanti.
C'era stato un referendum promosso contro la legge regionale e, per cercare di superare il referendum, venne limitato il numero di specie cacciabili.
Poi uno può fare una scelta, che è quella che ha fatto l'Assessore, che fa questa maggioranza e questa Giunta, di scontro frontale nei confronti delle associazioni venatorie, ma sarebbe un po' singolare. E ricordo che sono tutte, salvo che una rappresenta il cinque per cento dei cacciatori piemontesi; due sole associazioni nella nostra Regione rappresentano il 90 per cento dei cacciatori.
In ogni caso non è che stupisce che ci sia uno scontro frontale. E' un po' come se un Assessore al personale decidesse di tagliare completamente il salario accessorio. E uno dice: "Ma voi siete così duri che rispondete in questo modo nei confronti della Giunta". E' evidente che se questo Consiglio regionale ha lavorato nel tempo per limitare, sia nella gestione dell'attività faunistica sia delle specie cacciabili, l'attività faunistica stessa, non può che avere quella reazione.
Attenzione, perché si è detto più volte: "Torniamo allo status quo perché queste 12 specie, eccetera". E' vero, ma non si ricorda un aspetto cioè che se oggi siamo a discutere di una norma che riduce le specie cacciabili è perché questo Consiglio regionale ha fatto una legge che ha previsto l'impossibilità di cattura e di caccia per due delle tre specie che erano nella legge n. 70. Infatti, la pernice bianca e la lepre variabile erano all'interno delle specie cacciabili della legge n. 70.
E allora è per questo che.



PRESIDENTE

Consigliere, lei aveva tre minuti a disposizione.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: "Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Pertanto è evidente che se questo Consiglio non avesse previsto la cancellazione di tre specie che in tutti i calendari venatori d'Italia vengono cacciate - quelli in cui le specie sono presenti, perché ovviamente la pernice bianca non c'è in tutte le Regione italiane - è il motivo per cui ci troviamo qua. E ci troviamo qua non tanto perché manca una legge regionale, ma perché un Tribunale Amministrativo ha imposto a questa Giunta di inserire quelle specie.
Alcuni colleghi hanno detto che noi facciamo una sorta di legge di riparazione, perché l'Amministrazione precedente ha cassato la legge 70 e noi abbiamo bisogno di un piano faunistico-venatorio.
Faccio presente alla collega Conticelli che lei è stata eletta da due anni e mezzo, che da tre anni è presente presso l'Assessorato alla caccia un piano venatorio che non è mai stato assunto da questa Giunta regionale.
Glielo dico, perché visto che sostiene questa maggioranza, ha anche modo di sostenere questa maggioranza nell'attività di regolamentazione, perch questa Giunta regionale il piano venatorio che venne assunto dalla precedente non l'ha né modificato né assunto, non l'ha mai fatto. In due anni e mezzo in questo Consiglio ci si è occupati solo di divieti: non si è fatto il piano venatorio, non si è fatta la nuova legge sulla caccia che sembrava l'urgenza.
Quando il collega Reschigna faceva il Presidente del Gruppo PD sui temi riguardanti l'attività venatoria - poi fortunatamente non parlavamo sempre di questo - incalzava spesso l'Amministrazione regionale dicendo: "Avete abrogato la legge, dovete presentarne una nuova".
E' passato un anno e mezzo prima che venisse presentata una nuova legge, non da parte del nostro Gruppo, che l'ha presentata qualche mese dopo, all'inizio di questa legislatura, ma dopo due anni e mezzo, che cosa si ci sarebbe aspettati, com'era nei patti dei lavori della III Commissione? Che dopo aver affrontato la legge sulle attività estrattive avremmo iniziato la discussione della legge sulla caccia. Ricordo che sui disegni di legge sulle attività estrattive non siamo partiti da posizioni vicine, ma abbiamo fatto un lavoro molto semplice: abbiamo cercato di confrontare testi fra di loro differenti e da questo confronto è nato un disegno di legge condiviso, che è una proposta di legge condivisa diventata velocemente legge.
E' evidente che se non si è voluto fare questo tipo di proposta nonostante la nostra richiesta, e dovete avere anche il coraggio di fare la sottolineatura sulle assenze, non soltanto del sottoscritto: la Vicepresidente della III Commissione ha fatto presente al Presidente Gallo che noi quel pomeriggio non avremmo potuto essere presenti, ma il Presidente Gallo ha voluto convocare la III Commissione lo stesso! Questa è una responsabilità che vi assumete, perché se dovessimo fare il calcolo delle presenze e delle assenze, è meglio che non lo facciamo! Perché tutte le volte che siete in cinque o in sei a reggere la Commissione lo dico al partito che lei rappresenta, collega Corgnati - lezioni non ne date a nessuno! Tanto meno al sottoscritto! Tanto meno - lo ripeto - al sottoscritto! Perché se c'è una persona che è quasi costantemente presente nelle Commissioni a cui è iscritto è il sottoscritto! Quindi, prima di provare a fare il "primo della classe" per una volta che era presente, oltre alla sua Commissione, deve avere un po' più di rispetto per quello che è il lavoro dei colleghi, altrimenti questo atteggiamento dimostra che mancano le parole, mancano gli argomenti. E quando non si hanno gli argomenti, è come quando si litiga fra ragazzini ci si attacca alle minuzie. Però, questo non è corretto nei confronti di un collega ed io mai mi sogno di rappresentare...
Io rappresento anche duramente aspetti politici, ma non mi sogno di rappresentare un'assenza. Lei lo sa perché io non c'ero quel giorno in quella Commissione? Lei lo sa il motivo? Lei e un altro collega l'ha fatto presente? No, e allora è una questione di buona educazione. Però, ripeto quando mancano gli argomenti, anche la buona educazione viene meno!



PRESIDENTE

La invito a rispettare i tre minuti, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "canapiglia (Anas strepera)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, questi emendamenti tendono a ridurre il numero di limitazioni che si fanno, anche facendo presente un altro aspetto. Poi ovviamente nei vari interventi dei colleghi abbiamo sentito le cose più divertenti. Per esempio, la canapiglia, una specie inserita nel calendario venatorio di anni precedenti, quindi non è vero che tutte queste specie non c'erano. E' pur vero che certamente non è rispetto alle richieste del mondo venatorio, è pur vero che non sono al primo posto, ma certamente è un tema importante il tema legato ai migratori, certamente a dove transitano gli uccelli, quindi a dove sono gli anatidi o gli scolopacidi.
Tuttavia, anche da questo punto di vista, sempre nella relazione del mondo venatorio, sono stati singolari alcuni interventi. Collega Giaccone al di là degli aspetti sulla gestione del territorio, su questo è meglio alzare le mani, perché quando avrò tempo, cioè nel mese di gennaio presenteremo i conti di quanto stanno costando i commissari ai cittadini piemontesi e alla loro gestione con assurde carte di credito sospese: sarà divertente.
Attendo che venga ancora fornita una serie di documentazioni, perch comunico all'Assessore che, ad oggi, una parte di documentazione, cioè i conti correnti di un ATC che viene gestito, ed è un soggetto pubblico, non è stata consegnata e questo non è possibile, perché sono risorse pubbliche ed è un Ente pubblico! Ed essendo un Ente strumentale devono essere consegnati, così vedremo.
Visto che lei, collega Giaccone, ha fatto un attacco personale, deve anche avere il coraggio di fare il nome e il cognome Ritengo che la nomina del Commissario Cumino è stata una nomina errata in termini di costi. Intanto, in termini di costi e, diciamo, di rimborsi spese - ma questo lo vedremo nelle rendicontazioni che presenterò, ma anche in termini di relazione del territorio - almeno io ho il coraggio di fare nomi e cognomi, perché questo ci sta, anche nelle relazioni.
Vede, quando lei parla di "cacciatori" e "cacciatori", non ci sono "cacciatori" e "cacciatori"; quando le associazioni venatorie rappresentano un'esigenza o rappresentano un problema e quando alcune migliaia di cacciatori il 10 giugno sfilano (cosa che non era mai successa dalla fine degli anni Ottanta, o da una piccola manifestazione del 1996), credo che questa comunità ci debba interessare. Non è che tutte le volte che discutiamo in questo Consiglio regionale ci occupiamo di problemi che riguardano una moltitudine immensa di persone. In molte norme, ci occupiamo di problemi settoriali, che però riguardano - concludo - un mondo e un mondo anche importante qual è quello dell'attività venatoria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
E' stato fatto un nome di una persona che non è presente in Aula e non può difendersi.
Vogliamo almeno farlo notare, per cui se possiamo evitarlo, visto che la persona non è presente e non può controbattere, sarebbe meglio.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "mestolone (Anas clyperata)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non stavamo parlando di un privato cittadino. Così quando citiamo un Direttore generale, dicendo nome e cognome, stiamo parlando di un Commissario di un ente strumentale. Non parlavamo di un dipendente e neanche di un privato cittadino che abbiamo coinvolto, ma, a tutti gli effetti, fra mille virgolette, di un "dipendente regionale", altrimenti ovviamente non mi sarei permesso di fare il nome.
Anche l'emendamento n. 6) riguarda una specie che si vuole togliere volendo, appunto, evitarlo.
Guardate, se voi pensate al tempo che abbiamo passato in Commissione e al tempo che trascorriamo qui oggi, diventa evidente come anzitutto questa continua a non sembrare una priorità. Dopodiché, perché iscriviamo questa legge nel Consiglio di oggi? La iscriviamo certamente per scelta politica ma anche perché questo Consiglio regionale non ha licenziato nessun altro provvedimento normativo in tutte le Commissioni consiliari.
Quindi, il problema principale è questo! Non è che abbiamo scelto, fra sei leggi licenziate, quella che era prioritaria, perché da questo punto di vista hanno ragione i colleghi: è diventata una priorità perché le Commissioni consiliari, la maggioranza e la Giunta non fanno alcun tipo di produzione legislativa e non viene consentita alle minoranze di svolgere la loro attività normativa.
Allora, la domanda è: invece che impegnare tutto questo tempo, non sarebbe stato più utile impegnare questo tempo nella discussione della legge sulla caccia? Certamente, sì, anche per un motivo! Perché è evidente che inizieremo una discussione sull'attività venatoria che sarà una discussione fortemente legata da quanto è avvenuto. Lo diceva oggi il collega Sozzani, non si è mai vista una discussione su un tema, qualunque esso sia...
E' come se discutessimo di edilizia, ma, prima di parlare di edilizia introducessimo tutta una serie di divieti rispetto all'attività e maggiorazioni di sanzioni rispetto all'attività, per poi iniziare a fare una discussione sul commercio, avendo triplicato tutte le sanzioni che riguardano il commercio. Questo è un approccio sbagliato! Ed è di carattere profondamente ideologico, perché è evidente che questo non comporta alcun tipo di effetto pratico, non ci garantisce un'attività. Si volevano limitazioni per il calendario venatorio dell'anno venturo? Perfetto: si iniziava una discussione sulle tre leggi che ci sono sull'attività venatoria.
Se ci fosse stata una volontà ostruzionistica da parte del nostro Gruppo consiliare, nel mese di maggio - così è ampiamente in regola rispetto al periodo - si presentava questa leggina in sede di Commissione dicendo: "Non c'è stata la possibilità di arrivare ad una discussione seria e allora dobbiamo tamponare quella che è stata un'imposizione del Tribunale Amministrativo Regionale con una mini legge".
Il problema è che si è fatto l'esatto opposto: si è partiti, cioè, dai divieti (quelli sulla pernice bianca, sul biancone e sull'allodola); si è continuato con questi divieti e poi inizieremo a discutere della legge sulla caccia.
Non partiamo certo con gli auspici migliori.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge n. 219, le parole: "codone (Anas acuta)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge n. 219, le parole: "marzaiola (Anas querquedula)" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione congiunta degli emendamenti; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il tema, evidentemente, è sempre lo stesso: anche quest'emendamento cerca di eliminare dalla soppressione una delle 12 specie.
Io risottolineo l'aspetto dell'importanza della norma e faccio presente come ci sia una profonda differenza fra le specie presenti nella legge n.
157 e quelle presenti nel calendario venatorio. La collega Conticelli diceva: "E' stata una scorciatoia. Voi avete abrogato la legge n. 70 per consentire di cacciare tutte le specie previste nella legge n. 157". Ma questo non è possibile, perché la legge n. 157 prevede, in modo chiaro, che le Regioni che non individuano le specie cacciabili - sono molte in Italia: la Lombardia ha fatto la stessa cosa, così pure la Toscana, se non ricordo cioè rimanda all'articolo della legge n. 157 - hanno uno strumento amministrativo, che è il calendario venatorio, grazie al quale si individuano non soltanto le specie, ma anche i periodi, il carnieri, cioè il numero massimo di specie cacciabili, eccetera.
Perché la norma dello Stato individua l'obbligatorietà del provvedimento amministrativo? Perché è evidente che dà la possibilità, in un caso e nell'altro, di difendersi rispetto al provvedimento amministrativo stesso.
Quando governava il centrodestra dovemmo rifare due volte il calendario venatorio su ricorsi delle associazioni anticaccia e ambientaliste governando il centrosinistra, anch'esso è stato obbligato a rifare in due casi il calendario venatorio su ricorso delle associazioni venatorie. Anche da questo punto di vista, però, non è che ci sia differenza: cioè non è che se la modifica del calendario venatorio avviene perché c'è un ricorso delle associazioni ambientaliste o anticaccia è un aspetto positivo (sempre che non guardiamo questo aspetto da un punto di vista ideologico), mentre se il calendario viene modificato perché c'è un ricorso da parte delle associazioni faunistiche è negativo o è un esempio di civiltà. No semplicemente abbiamo adempiuto a quella che è un'ordinanza che proviene dal Tribunale Amministrativo Regionale. Qual è, però, il limite della legge che stiamo introducendo (di questa così come di quella che ha limitato la pernice bianca, l'allodola e la lepre variabile)? È che è una scorciatoia che limita i diritti dei cittadini.
Cosa avvenne quando l'Assessore Ferrero, con una scelta legittima di Giunta - ci mancherebbe! - volle vietare la pernice bianca? I ricorrenti dimostrarono che vi era densità faunistica e che quindi non c'era titolo per chiudere quella specie. Vinsero i ricorsi e - vado avanti, Presidente con l'illustrazione dell'altro emendamento - venne inserita la pernice bianca nel calendario. Qual è la scorciatoia, questa sì inaccettabile? La scorciatoia è che per evitare che la Giunta possa inserire all'interno del calendario una specie, il Consiglio regionale ha legiferano nel merito. Poi le sentenze - mi rivolgo al Collega Appiano, che è stata puntuale - vanno lette tutte: vi sono sentenze, come quelle che lei ha correttamente citato che...



(Commenti del Consigliere Appiano)



VIGNALE Gian Luca

Per carità! Vi sono sentenze che dicono che la possibilità normativa è in capo alle Regioni in termini di limitazioni (ovviamente non in termini di ampliamento delle specie) e vi sono sentenze che, al contrario - la seconda a cui lei faceva riferimento, quella della Regione Abruzzo, così come quella della Liguria - sanciscono quel principio, quello secondo cui il calendario venatorio non può essere in legge, esattamente. Ma perché? Perché viene vista come una modalità tutelante il mondo venatorio: cioè io metto il calendario venatorio in legge (c'è stato in molti anni, per esempio, nella Regione Toscana, oggi non viene più consentito); visto che in norma non faccio più un atto amministrativo per fare il calendario venatorio qualunque normale cittadino (cittadini organizzati o associazioni) non ha alcun titolo per impugnare quel calendario.
Perché, infatti, nell'ultimo ricorso non si ricorre contro il provvedimento, ma si avanza una richiesta di incostituzionalità? Perché è evidente che noi limitiamo la possibilità dei cittadini a ricorrere nei confronti di un atto dell'Amministrazione regionale. Perché? Perché, come tutti i colleghi sanno, l'unico soggetto che può impugnare una norma è il Consiglio dei Ministri, che, anche da questo punto di vista, lo ha fatto in alcuni casi e non lo ha fatto in altri, con differenti interpretazioni come ci possono essere differenti interpretazioni che danno i Tribunali Amministrativi.
Ma questo è il vero limite che noi individuiamo, non tanto e non solo in questa norma, ma nella norma madre che ha portato a questa. Perch ricordiamoci sempre, che senza la cancellazione delle altre tre specie, non ci sarebbe stato il ricorso al TAR che ha costretto la Regione Piemonte a modificare il calendario e ad inserire queste 12 specie.
Per questo dico che questa è una scorciatoia ideologica; perché è evidente a tutti che la via maestra per arrivare ai tanti obiettivi che i colleghi si prefissavano, è quella di iniziare (sarebbe stata o sarà) a discutere di una legge regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge n. 219, le parole: "folaga (Fulica atra)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento prevede che non sia individuata, fra le specie non cacciabili, la folaga.
La folaga era una specie non prevista fra quelle cacciabili nella legge n. 70; invece è stata inserita nel calendario venatorio in più anni successivi.
La folaga, per esempio, è una specie che causa danni - certo non ingentissimi - ai raccolti e alle colture risicole. Per questo motivo, in moltissime aree della Pianura Padana, in particolar modo nelle aree a vocazione risicola, la folaga, che è un animale comune, anzi comunissimo assolutamente non a rischio (non è neanche fra quelli della fascia rossa individuati dall'ISPRA), che ha una consistenza fortunatamente ampia produce danni alle specie agricole. E' un animale che troviamo in quasi tutti i calendari regionali. Per cui, anche da questo punto di vista intervenire in modo così drastico rispetto alle 12 specie, è stato un errore: perché non tutte le 12 specie erano uguali; alcune di esse non transitano in Piemonte o sono specie con una minore presenza e che vanno legittimamente individuate come non cacciabili, altre no.
Però è evidente che se il TAR mi obbliga ad inserire queste 12 specie e io faccio una legge che le blocca, il confronto in Commissione non è di merito: perché, ovviamente, la Giunta regionale presenta un disegno di legge e noi tentiamo di contrastarlo nell'unica modalità possibile, cioè rallentandone i tempi. Non c'è altra modalità se dall'altra parte non c'è una disponibilità all'ascolto.
Diverso è se c'è una volontà, che io temo non esserci, da parte della Giunta regionale e della maggioranza di fare una legge sull'attività venatoria, perché se c'è la volontà di fare una legge sull'attività venatoria, come dimostra il caso recente della legge sulle attività estrattive (anche quella era in sede di III Commissione,) si prova a trovare un punto di incontro.
Certo, i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno una posizione radicale e permettetemi di dire - mai mutata, nel senso che, se i colleghi del Movimento 5 Stelle potessero, con legge regionale verosimilmente vieterebbero l'attività venatoria. Non potendolo fare, hanno presentato una proposta di legge che tende a limitare il più possibile il numero delle specie e il numero dei giorni. E' un po' il quesito referendario sostanzialmente.
Io la loro posizione non la condivido, la avverso, ma la rispetto, nel senso che almeno è una posizione tranchant. Invece l'Assessora Pentenero due mesi fa, è andata alla festa del cacciatore a Usseglio: è questa la cosa che rende difficile.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

L'Assessora Pentenero si è recata alla festa del cacciatore nel Comune di Usseglio: non era mica un segreto.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale (fuori microfono)

Non alla festa del cacciatore, ma all'inaugurazione del monumento.



VIGNALE Gian Luca

Era la prima festa del cacciatore, poi se lei non sapeva di esserci andata. Ma non è così: c'è la locandina.
L'Assessora Pentenero ha fatto bene ad andare, però lo deve spiegare al collega Barazzotto.
Guardate che non ho rivelato alcun segreto, l'Assessora non è andata in una stanza chiusa: era in una piazza, alla presenza di amministratori locali, di cittadini e quant'altro. Però era una manifestazione venatoria in cui si inaugurava il monumento del cacciatore ed era - glielo comunico la prima festa provinciale del cacciatore.
E' questo il tema sul quale, in qualche modo, ho difficoltà nel confronto su una norma come questa, perché le posizioni - credo dovrebbero essere meno nette, meno radicali, per affrontare un testo il più possibile condiviso.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

L'Assessora Pentenero non è l'unica, se volete altri esempi di componenti della Giunta e del Consiglio.
Il collega Monaco ha fatto per un periodo una pagina facebook chiamandola "il sovrapposto". Il sovrapposto, per chi non lo sa, è un tipo di fucile per praticare l'attività venatoria, per cui molti esponenti hanno legittimamente delle relazioni con un mondo consistente non solo per il numero di chi pratica l'attività venatoria, ma anche per tutto ciò che vi gravita attorno.
Poi va anche detto che, nel momento in cui vi è una necessità di intervento sulla riduzione dei danni alla fauna, siano essi corvidi (poi andrebbe ricordato che la Provincia di Torino è l'unica che non consente la caccia ai corvidi per gli "over 75" anche in tutto il Piemonte), cinghiali o altro, in quel momento i cacciatori sono utili perché vengono chiamati non solo alla normale attività venatoria, ma anche all'attività di controllo; attività di controllo cui vengono chiamati in funzione appunto selettiva. Allora, anche da questo punto di vista, bisogna mettersi d'accordo se si ritiene utile coltivare una passione da parte di persone che svolgono un'attività che potrà non piacere a qualcuno, ma è lecita, per cui in qualche modo ce ne si deve fare una ragione, oppure no.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f) quater, del comma 4, dell'articolo 40, della legge regionale 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219, le parole "frullino (Lymnocryptes minimus)" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 10) intende evitare che nelle specie non cacciabili venga inserito anche il frullino. Questa, come altre, è una specie che, per la verità, non compariva nella 70, però va ricordato sempre un principio e un aspetto che spesso dimentichiamo della 157. La 157 è una legge diversa da molte altre leggi europee, che ha però un concetto: si caccia, è possibile cacciare gli animali che hanno una densità faunistica tale per cui anche l'eventuale riduzione in numero non causa alcun problema per quella specie. E quando si dice "alcun problema", significa che c'è un sovrannumero degli animali presenti, perché altrimenti l'ISPRA - che fa riferimento al Ministero dell'Ambiente ed è molto seria dal punto di vista degli studi, ma devo dire anche molto restrittiva rispetto a quelle che sono le specie cacciabili - individua alcune specie come non cacciabili anche se all'interno della 157 non sono individuate come tali.
Il compito della Regione Piemonte, quando fa il calendario venatorio deve essere proprio quello di inserire all'interno del calendario quelle specie la cui densità venatoria è certa e ampia, e indicare le altre specie che invece vengono ridotte. Per esempio, pur essendo specie cacciabili, la Giunta regionale e l'Assessore Ferrero hanno inteso ridurre i periodi di caccia di alcune specie, nonostante l'ISPRA ricordi - e io invito i colleghi a leggere la delibera che accompagna il calendario - che all'interno della nostra regione la pressione faunistica è diminuita e sempre partendo da dati scientifici, fa anche alcuni riferimenti puntuali rispetto ad alcune specie che vengono richiamate all'interno della delibera del calendario venatorio.
Ricordo questo per essere consapevoli che non siamo una regione all'interno della quale vi sono alcune specie individuabili come cacciabili finché sono specie a rischio, ma siamo piuttosto una regione che, anche grazie a un'attività che è stata svolta negli anni passati, cioè quella di dover indicare tutte le specie abbattute e le loro consistenze, ha nei suoi cassetti la disponibilità scientifica di dati per verificare che cosa inserire o non inserire all'interno del calendario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f) quater, del comma 4, dell'articolo 40, della legge regionale 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219, le parole "pavoncella (Vanellus vanellus)" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 11) intende evitare che la specie pavoncella sia inserita fra le specie cacciabili, per cui si prevede il divieto di cattura e abbattimento.
Peraltro, la legge di oggi continuerà questo eterno contenzioso fra la Regione e le associazioni venatorie, perché è evidente un continuo tentativo quasi di inversione di rotta.
Ogni Giunta ce l'ha insegnato e io ormai ne ho fatto verbo. L'Assessore Saitta dice: "Noi abbiamo vinto le lezioni, noi decidiamo", per cui per me è verbo! In questo caso, avviene la stessa cosa: la Giunta regionale, il Presidente Chiamparino, l'Assessore Ferrero, che sono i primi firmatari di questa delibera, scelgono di cassare 12 specie. Quale può essere la reazione di chi rappresenta il mondo venatorio? La reazione può essere solo ed esclusivamente un nuovo ricorso o, comunque, una nuova contrapposizione.
E' evidente che questo può non interessare (oggi la Giunta non è interessata), ma voglio ricordare che quest'Amministrazione ha perso tre ricorsi su tre.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Beh, i primi tre li ha persi tutti! Mi permetto di dire che quello sugli ATC lo perderete: è una scommessa di un caffè che faccio con l'Assessore Ferrero (più di un caffè non scommetto).
Ora, qual è il tema? Il problema non è se uno vince o perde (lo dico perché spesso l'Assessore Saitta ci ricorda i ricorsi vinti). Il problema è che la gestione della Regione Piemonte non la si fa vincendo o perdendo i ricorsi: la gestione della Regione Piemonte la si fa anche con il mondo della rappresentanza agricola e venatoria e degli Enti locali (mi riferisco anche agli ATC), la si fa con una volontà di discussione che, ad oggi, non c'è stata. O meglio, l'Assessore cerca delle scorciatoie, nel senso che pensa, facendosi rappresentare da pezzi del mondo venatorio di avere la rappresentanza dello stesso (è un po' il ragionamento che ha fatto, io dico sbagliando, poi, per carità, posso avere torto io, il collega Monaco). Il 10 giugno, però, uno dovrebbe aprire la finestra e vedere chi c'è in quella piazza o accorgersi che su ogni provvedimento c'è un ricorso.
Pertanto, quando le associazioni che rappresentano la quasi totalità dei cacciatori piemontesi, quando un numero significativo di cacciatori piemontesi (alcune migliaia di esponenti, su 25 mila complessivi) sono in una piazza a manifestare, è evidente che esiste un disagio, anche perch sappiamo (l'Assessore lo sa bene) quanta ritrosia ci sia per il mondo rurale a manifestare (difficilmente vediamo manifestazioni di agricoltori di gente della montagna o del mondo rurale, perché non è quella la loro abitudine).
Dopodiché, di quel disagio ci si può fare interpreti, si può tentare di andare incontro - che non vuol dire modificare gli aspetti normativi, ma cambiare l'atteggiamento nei confronti di un mondo - oppure fare il muro contro muro. Però lei, Assessore, è renziano della prima ora, ha imparato molto bene l'atteggiamento che ha condotto anche il primo Ministro ad una brillante vittoria il 4 dicembre, quindi le auguriamo lo stesso successo!



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "moretta (Aythya fuligula)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
E' un po' quello che dicevo precedentemente. Il confronto non significa che uno parte da una posizione preconcetta: da una parte o dall'altra (facciamo, per semplicità di posizione, la mia e quella del collega Barazzotto). Fra la mia posizione e quella di Vittorio Barazzotto (in mezzo), ci sono altre posizioni che andrebbero individuate.
Il problema è che oggi ci stiamo confrontando su aspetti radicali, ed è inevitabile che questo accada. Viene, cioè, presentata una norma che prevede il divieto di abbattimento di alcune specie, senza che questo sia presente all'interno di un disegno organico, perché nella legge 70 le limitazioni, che correttamente, da un punto di vista numerico, la collega Conticelli ricordava, nascono per il superamento del referendum: vengono raccolte le firme e, con due differenti leggi, si tenta di superare il quesito referendario, modificando la norma e restringendo il numero delle specie.
Ma, al di là della restrizione del numero delle specie, la legge 70 era una buona legge, nel senso che aveva un suo impianto, all'interno di un impianto di carattere generale, ed anche alcuni limiti che discendevano dal dover superare un referendum in atto. Individuava, poi, le specie cacciabili, e questa è una filosofia! E' un po' come quando noi prevediamo una legge e, all'interno della legge, dentro quella cornice, scriviamo quali sono i divieti.
Il paradosso di cui stiamo discutendo oggi, avendo in Commissione tre leggi sull'attività venatoria, è che noi non stiamo discutendo di merito.
E' quanto è successo - se ricordate - sulle attività estrattive: siamo partiti dall'incremento dei canoni e non da una legge di carattere generale. Siamo partiti dall'aumento della tassazione, nei confronti delle imprese e, da lì, siamo tornati indietro per fare un provvedimento organico.
Faccio nuovamente questo esempio, perché è un esempio di pochi mesi fa ed è un esempio virtuoso, ma qualunque esempio noi possiamo fare, di qualunque norma regionale, è assolutamente evidente che se una norme ha un articolo (i divieti) e nessun altro articolo (non abbiamo una legge di riferimento), non può che essere vista con una dialettica radicale. Se avessimo, invece, una norma di 50 articoli, condivisi o meno, staremmo qui a discutere, o - meglio - avremmo discusso in Commissione su quali articoli potevano essere condivisi e quali, invece, non avevano una posizione di condivisione.
E' questo il vero limite che noi riscontriamo nella discussione che stiamo svolgendo oggi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "moriglione (Aythya ferina)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche da questo punto di vista, al di là di quella che sarà una modalità oggettivamente più complicata nell'affrontarla, vorremmo anche sapere (posto che esiste una calendarizzazione teoricamente in atto e posto che la si rispetti) quale sia la volontà di arrivare a una nuova legge sull'attività venatoria, perché, al di là di questo aspetto, anche qualora il TAR non avesse obbligato l'Amministrazione regionale a inserire queste 12 specie nel calendario, rileviamo che in Aula, molto più di un anno fa abbiamo fatto delle audizioni sulle tre leggi riguardanti l'attività venatoria che giacciono da più di un anno in sede di III Commissione e che non sono mai state affrontate.
Pertanto, l'aspetto assolutamente evidente è che non è in alcun modo prioritario, per quest'Amministrazione regionale, arrivare a discutere e quindi approvare una nuova norma sull'attività venatoria, perché ricordo che la discussione sulla prima modifica di limitazione delle specie, cioè quella relativa alla pernice bianca, risale a molti mesi fa. In tutto questo periodo, al di là del ricorso al TAR, che poi ha portato all'inserimento nel calendario di queste specie, avremmo avuto tutto il tempo per iniziare la discussione della legge sull'attività venatoria, cosa che non vi è stata.
Per carità, riconosco che la III Commissione è una delle poche che ha avuto, unitamente alla I, una produzione legislativa in questo Consiglio però è evidente che avremmo avuto il tempo se non altro per affrontare il problema, anche perché, come abbiamo detto in apertura, noi oggi discutiamo una norma che non ha un risultato: discutiamo cioè di una norma che, anche per i tempi necessari alla pubblicazione, non produce alcun effetto; anzi nel mondo venatorio può produrre effetti negativi, non in termini di divieto di abbattimento, ma in termini di impossibilità di comunicare, a coloro i quali hanno cacciato dal 1° ottobre fino ad ora una delle specie oggi indicate, che per gli ultimi dieci giorni queste non sono più cacciabili.
Non è così facile comunicarlo a tutti, perché la modalità tipica che si mette in atto è che, quando si ritira il tesserino venatorio, si ritira anche il calendario e all'interno di quel calendario si vede quando si pu andare, a che ora, per quali specie, qual è il carniere, ecc. Una modifica del calendario a stagione in corso sarebbe difficilmente spiegabile e soprattutto comunicabile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater) del comma 4 dell'art. 40 della l.r. 4 maggio 2012 n. 5, come inserita dall'art. 1 del disegno di legge 219, le parole "combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas clypeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica atra) porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lynmocryptes minimus), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 15), come altri che seguono, è per noi più rilevante perché leva una parte consistente delle specie dal divieto di abbattimento e di caccia, cosa che riteniamo - per i motivi che abbiamo detto precedentemente, ma anche per ciò che non è stato fatto - rappresenti un aspetto importante. Infatti, se noi fossimo arrivati questa mattina con una legge (che sarebbe in un pomeriggio in sede di Commissione) e oggi ci fossimo trovati di fronte ad una discussione come questa, allora il nostro sarebbe stato un ostruzionismo non previsto.
La verità è che è da mesi che noi chiedevamo anche nella calendarizzazione dei lavori di Commissione che la legge sulla caccia, di carattere generale, precedesse la legge sui divieti, per gli stessi motivi che abbiamo detto oggi: per il motivo per cui, rispetto ai tempi, questo provvedimento non avrebbe sortito alcun tipo di effetto. Ma è prevalsa la volontà di rispondere con un divieto che non era stato inserito nel mese di agosto (o di luglio, non ricordo); anche se, per la verità, parlavamo di specie diverse e anche di altre.
Pertanto noi crediamo che quest'emendamento, come altri che seguiranno salvo poi alcuni, gli ultimi due, che sono di merito, non soltanto rispetto alla contrarietà ma anche rispetto ad una norma che può portare a danni ulteriori - ribadisce che si sarebbe dovuto affrontare, come abbiamo detto in più di un'occasione, questa norma in modo differente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), mestolone (Anas clypeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica atra), porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lynmocryptes minimus), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica atra) porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lynmocryptes minimus), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione il Consigliere Vignale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 17), come il 15) e il 16), va a levare una serie di specie da quelle per le quali la legge prevede che sia inserito il divieto di cattura o di caccia.
Non dobbiamo aggiungere i motivi. Credo che invece vada ricordato e sottolineato un atteggiamento difficilmente condivisibile, che è stato tenuto. E io non credo che sia un atteggiamento complessivamente utile perché mi pare che questa mattina il collega Grimaldi parlasse di aspetti ricattatori: bisogna solo capire quando l'opposizione è ricattatoria e quando l'opposizione è utile. Quando, infatti, bisogna approvare in pochi giorni la modifica della legge 28 per consentire la pubblicazione del bando, allora l'opposizione è utile, nel senso che l'Assessore chiede ai Gruppi di opposizione di licenziare il testo nell'arco di una settimana. E di esempi simili ne possiamo fare molti altri. Quando ci sono state necessità anche per la salvaguardia del bilancio della Regione, le due delibere sul piano di efficienza e di correzione passarono nell'arco di pochi giorni. E potremmo fare molti altri esempi analoghi.
Per questo credo che l'atteggiamento che è stato assunto sia sbagliato.
Ed è un atteggiamento sbagliato che non riguarda soltanto i colleghi di maggioranza, alcuni dei quali legittimamente hanno fatto di questo un loro punto fermo, ma che riguarda complessivamente i lavori del Consiglio rispetto ai quali io credo che i Capigruppo di maggioranza e la Giunta dovrebbero a volta fare da ammortizzatori. Altrimenti, infatti, è evidente che anche rispetto ad altri temi sui quali noi stiamo discutendo verrebbe la voglia di comportarsi come ci si è comportati oggi con questa norma: fare una forzatura in sede di Commissione rispetto alla tempistica, farne un'altra rispetto alla calendarizzazione in un pomeriggio in cui si sapeva che non avremmo potuto essere presenti e portare in Aula oggi il provvedimento, volendo a tutti i costi accelerare i tempi.
Poi, noi tendiamo ad essere responsabili. E il vero distinguo che c'è stato - io lo dico sempre - fra il nostro fare opposizione e quello che il centrosinistra attuò nell'Amministrazione precedente sostanzialmente è questo: che quando alcuni provvedimenti - non certo questo - sono prioritari per i cittadini piemontesi, non abbiamo mai posto o esercitato attività di carattere ostruzionistico; anche se non condividevamo quel provvedimento, abbiamo votato contro - come si fa avendo noi perso le elezioni - ma non cercavamo di bloccare i lavori.
E' evidente che questa è una modalità che, in qualche modo, non dico che lede i rapporti per sempre, ma è molto più difficile riuscire a trovare una modalità di collaborazione istituzionale, che ovviamente non significa confondere i ruoli: noi facciamo in modo chiaro, evidente e il più possibile marcato sui temi l'opposizione che governa e la maggioranza sostiene l'azione di governo.
E' altrettanto evidente che noi siamo un'assemblea legislativa e non siamo un Consiglio comunale. In un'assemblea legislativa trovare punti di mediazione, come abbiamo in più di un'occasione dimostrato anche recentemente, ma non solo recentemente, solitamente è il meglio che si possa fare. Se uno guarda il corpus normativo della Regione Piemonte solitamente le leggi in cui ci sono pezzi di idea di maggioranza e di opposizione sono le leggi migliori e, soprattutto, sono le leggi che sono durate nel tempo.
Le leggi radicali sono le leggi che sono durate meno, perché è assolutamente evidente che, nel caso in cui ci trovassimo a parte invariata, questo sarebbe uno degli strumenti o, meglio, una nuova legge sulla caccia sarebbe una delle prime attività da svolgere per evitare tutta una serie di impedimenti che questa Amministrazione ha posto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), porciglione (Rallus aquaticus) frullino (Lymnocryptes minimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina), combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo 1 del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula) porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lymnocryptes minimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo l del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica altra) frullino (Lymnocryptes minimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo l del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica altra), porciglione (Rallus aquaticus), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo l del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica altra), porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lymnocryptes minimum), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo l del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica altra), porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lymnocryptes minimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moriglione (Aythya ferina) combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo l del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica atra) porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lymnocryptes minimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula) moriglione (Aythya ferina), combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani, e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera f quater), del comma 4, dell'articolo 40, della l.r. 4 maggio 2012, n. 5, come inserita dall'articolo l del disegno di legge 219 le parole: "fischione (Anas Penelope), canapiglia (Anas strepera), mestolone (Anas Clipeata), codone (Anas acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica atra); porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lymnocryptes minimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula) moriglione (Aythya ferina), combattente (Philomachus pugnax)" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione congiunta degli emendamenti; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo che vi sia un ragionamento relativo a questi emendamenti che vanno dal 22) al 26), quelli di limitazione delle specie. Continuiamo a sottolineare questo aspetto che noi crediamo non sia opportuno prevedere con una modalità così radicale non solo rispetto alle scelte che questo provvedimento di legge fa, ma anche rispetto ai modi e rispetto ad un'attività che non ha garantito un confronto.
Da questo punto di vista, dicevamo che il provvedimento è certamente un provvedimento che non è un buon viatico per l'inizio della discussione sulla legge che dovremo affrontare. Tuttavia, noi non ci sottraiamo. Noi crediamo che una delle priorità, anche perché nella calendarizzazione dei lavori.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, il Consigliere Vignale sta presentando i suoi emendamenti.
Dategli la possibilità almeno di ascoltarsi.



VIGNALE Gian Luca

La maggioranza, in più di un'occasione, ha ricordato all'opposizione quasi come se dopo due anni e mezzo stesse ancora governando, che questa Regione necessita di una legge regionale. Non ci sottraiamo non foss'altro perché pochi mesi dopo l'inizio di questa legislatura abbiamo presentato una proposta di legge organica di riscrittura di una legge sull'attività venatoria. Crediamo che sarà utile e opportuno iniziare questo lavoro in seno alla Commissione.
E' assolutamente evidente che l'attività che è stata fatta oggi non aiuta. E' evidente che, come dicevamo precedentemente, introdurre una norma partendo da due norme precedenti di divieti è un modo un po' singolare con cui affrontare, in modo organico, un tema così vasto e importante per tutta la nostra regione. Ricordo che dietro l'attività venatoria non c'è solo l'attività legata alla caccia, ma c'è anche un'attività, per esempio, di conoscenza della fauna selvatica all'interno della nostra regione che viene svolta per la gran parte con i censimenti che il mondo venatorio fa.
Vi è tutta la necessità di lavorare in modo armonico su questa legge che, ovviamente, è stata anticipata in modo radicale e violento da un provvedimento di divieto, prima di arrivare ad un provvedimento legislativo di carattere generale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Valetti, e dalle Consigliere Batzella Frediani: Nella lettera f quater) proposta dal comma 1, dopo la specie "combattente (Philomachus pugnax)" viene aggiunta la seguente specie: "merlo (turdus merula)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Vignale in uno dei suoi interventi ha descritto bene la posizione del Movimento 5 Stelle relativamente alla caccia. Noi siamo tendenzialmente abolizionisti. Ovviamente la nostra proposta va verso il permettere la caccia solamente al cinghiale, alla lepre e al fagiano.
Ovviamente, questi provvedimenti sono visti in modo favorevole perch comunque, tendono ad aggiungere delle specie a quelle non cacciabili.
Ho sentito parlare di specie dannose. Se possiamo, in qualche modo parlare di danni provocati dagli animali, possiamo parlare del cinghiale ma è anche noto che sia un animale dannoso alle colture, sebbene poi bisogna anche ragionare sui motivi, come ha già detto bene, se non ricordo male, il Consigliere Barazzotto.
Se c'è stato questo proliferare di cinghiali negli ultimi decenni è perché sono stati introdotti animali molto incrociati con i maiali, per cui si riproducono molto di più della specie originaria selvatica. E' difficile, invece, parlare di danni provocati da animali come gli anatidi.
Qui siamo proprio all'ideologico dalla parte opposta, all'ideologico nel voler cacciare questa specie.
Ho sentito anche dire, da parte di alcuni Consiglieri, che sono violentemente contro la caccia, ma è un ossimoro, perché secondo me la violenza è un qualcosa che si avvicina di più a chi, comunque, ritiene di poter andare in giro con un fucile a sparare a delle forme di vita rispetto a chi, invece, le specie animali le vuole proteggere.
Poi io mi spingo anche oltre, perché il ripudio della violenza è una scelta che ho fatto più di vent'anni fa e non girerei con un'arma per nessun motivo. Ma questo è un altro discorso.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non abbiamo le pistole!



BERTOLA Giorgio

Io sono proprio obiettore di coscienza: non ho fatto il servizio militare e non ho mai toccato un'arma in vita mia, orgogliosamente! Quest'emendamento, nello specifico, va a tutelare la coturnice e il fagiano di monte (o gallo forcello che dir si voglia). Come ho ricordato questa mattina, è un emendamento che era già stato presentato sia da noi che dalla maggioranza nell'ambito del collegato alla finanziaria che abbiamo discusso ed approvato mesi fa, e che poi era stato ritirato.
So che la protezione di queste specie incontra un certo favore non solo nel nostro Gruppo, quindi mi auguro che quest'emendamento possa essere approvato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Grimaldi, Giaccone Gariglio, Barazzotto, e dalle Consigliere Accossato, Chiapello e Conticelli: Dopo le parole "combattente (Philomachus pugnax)" della lettera f quater) dell'articolo 1 del disegno di legge n. 219 (Modifiche alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 (legge finanziaria per l'anno 2012) sono aggiunte infine, le seguenti: "merlo (Turdus merula)".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Sarò velocissimo.
Di fatto, noi estendiamo il divieto di prelievo anche alla specie merlo, in quanto, come ci siamo detti anche per altre specie, non ha mai suscitato interesse venatorio e non è mai stato oggetto di prelievo venatorio in Piemonte.
Né nella legge regionale 60/1979 né nella legge regionale 70/1996 la specie merlo è mai stata inserita fra quelle cacciabili, in parte anche per quello che diceva poc'anzi il Consigliere Bertola: la specie merlo non ha mai creato interferenze di alcuna natura con le attività antropiche, o non tali da registrare così tanti danni alle colture agricole o alle altre attività socio-economiche da richiedere l'attivazione di uno sforzo venatorio a contrasto della naturale espansione della specie.
Per questo motivo, ci sembrava giusto - tra l'altro, in accordo con l'Assessore - aggiungere questa specie fra quelle non cacciabili.
Rivolgo un ulteriore appello, così evito di farlo nelle dichiarazioni di voto: chiederei ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che avevano presentato un emendamento (che alcuni di noi avevano anche sottoscritto) in Commissione, se fosse possibile sottoscriverne uno unico, questo. Perché le motivazioni, stante anche il parere degli Uffici, ci sembrano meno "impugnabili". Però questa è una scelta tutta politica.
Se siamo d'accordo sul merito, chiederei ai firmatari di quell'emendamento - il cui testo, di fatto, è uguale, è un po' dissimile nelle motivazioni - di sottoscrivere un unico testo e di votarlo tutti insieme.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Diciamo così. Noi preferiremmo votarlo con queste motivazioni. Per siete liberi, ovviamente, di fare questa scelta.
Noi, chiaramente, voteremo questo testo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

L'emendamento che ho appena illustrato, quello rubricato n. 1), non riguardava il merlo, ma il gallo forcello e la coturnice.
Il nostro emendamento sul merlo è rubricato n. 2).



PRESIDENTE

No, no...



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BERTOLA Giorgio

Infatti, stiamo parlando di due cose diverse.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BERTOLA Giorgio

Se mi chiamano per l'emendamento n. 1), e questo parla del gallo forcello e della coturnice, illustro quello, francamente.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bertola, ma l'emendamento n. 1) recita: "Nella lettera f quater) proposta dal comma 1, dopo la specie 'combattente (Philomachus pugnax)' viene aggiunta la seguente specie: ', merlo (Turdus merula)'".



BERTOLA Giorgio

Allora ho sbagliato io, ho invertito. Non è un problema.
C'è una questione, Presidente e Consigliere Grimaldi: per quanto mi risulta, almeno relativamente al merlo, gli emendamenti sono uguali. Mi risulta - ma, forse, qualcuno più esperto di me in tecnica legislativa potrà correggermi - che in una legge non passino le motivazioni all'emendamento, ma solo il testo.
Visto che il collega Grimaldi si appellava alle motivazioni che la maggioranza ha enunciato sotto l'emendamento, come causa per cui dovrebbe passare quello di maggioranza - che noi comunque sottoscriveremmo - e non il nostro, faccio questa annotazione. In legge passa la lettera della legge: quella del nostro emendamento è esattamente uguale rispetto a quella inserita nell'emendamento di maggioranza che, peraltro, hanno firmato anche i Capigruppo Grimaldi e...



PRESIDENTE

Scusi, collega Bertola: gli emendamenti sono uguali.
Lei l'ha presentato per primo; sono stati illustrati entrambi e noi poniamo in votazione solo il n. 1), cioè il suo, che assorbe anche l'emendamento n. 30), presentato dal Consigliere Grimaldi. La questione è semplice.



BERTOLA Giorgio

La ringrazio, perché lei ha detto esattamente quello che volevo intendere io, e che è diverso da quanto diceva il Presidente Grimaldi.
Quindi siamo perfettamente d'accordo.



PRESIDENTE

Vede che c'è intesa? Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Essendo che votiamo l'emendamento n. 1) - e vogliamo votarlo - se è possibile chiederemmo ai presentatori di integrare le motivazioni che abbiamo scritto noi. Sono due righe, ci si impiega un secondo, così anche il secondo emendamento è assorbito.
Se non è un problema!



PRESIDENTE

Non è questione di motivazioni: le regole sono chiare e sono dettate dal Regolamento.
Proseguiamo, perché abbiamo discusso abbastanza di questo.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Valetti, e dalle Consigliere Batzella Frediani: Nella lettera f quater) proposta dal comma 1, dopo la specie "combattente (Philomachus pugnax)" vengono aggiunte le seguenti specie: ", fagiano di monte (Tetrao tetrix), coturnice (Alectoris graeca)".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Per un errore mio, in realtà ho illustrato quest'emendamento prima quindi non ho bisogno di aggiungere altro.



PRESIDENTE

Siamo d'accordo, lo ha già illustrato prima.
Se non vi sono altre richieste di intervento, procediamo con la votazione degli emendamenti all'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 30), che ha lo stesso contenuto, decade.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Pichetto Fratin, Berutti e dalla Consigliera Ruffino: L'articolo 2 del disegno di legge n. 219 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Pichetto Fratin, Berutti e dalla Consigliera Ruffino: L'articolo 2 del disegno di legge n. 219 è sostituito dal seguente: "Art. 2 (Entrata in vigore) 1. La presente legge entra in vigore il 1° febbraio 2018." Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione congiunta degli emendamenti; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto segnalo un errore. L'emendamento n. 29) non prevede l'entrata in vigore della legge il 1° febbraio 2018, ma il 1 febbraio 2017. Abbiamo sbagliato noi, perché è scritto 2018, ma lo dico solo per la correzione.
Perché questo? Per evitare che sorgano dei problemi, nel senso che capisco tutto l'aspetto che abbiamo discusso oggi, lo capisco ma non lo condivido però c'è un tema che riguarda, invece, le tempistiche e la modalità di entrata in vigore di una norma.
Adesso non so quando, a legge pubblicata, il calendario sarà modificato. Il 10 di gennaio? Il 15? Non lo so, ma certamente nel mese di gennaio. Ciò significherebbe che noi per dieci,15 o 20 giorni andiamo a modificare il calendario venatorio a calendario in corso. E' assolutamente impossibile comunicarlo a tutti coloro i quali svolgono l'attività venatoria, per un motivo banale: ogni singolo cacciatore stampa il calendario o ritira il calendario nel momento in cui ritira il tesserino annuale di caccia. Per cui non soltanto introdurremmo un divieto, ma vorremmo anche introdurre la certezza che verranno elevate sanzioni a coloro i quali, non sapendolo, il giorno "x" piuttosto che il giorno "y", a calendario modificato, continueranno a svolgere attività venatoria che dal 1° ottobre al giorno in cui entrerà in vigore hanno svolto.
Crediamo sia una norma di buonsenso, che non sia punitiva, ma intanto sancisce un divieto, che mi sembra fosse l'aspetto che interesserà maggiormente i colleghi, ma non poniamo dei problemi nei confronti di chi esercita quest'attività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo non solo per dichiarare la nostra contrarietà, perché c'è un limite. Noi siamo una Pubblica Amministrazione e quando legiferiamo dovremmo fare attenzione che la Pubblica Amministrazione non sia nemica come in questo caso. Cioè qual è il senso di introdurre un divieto (l'abbiamo introdotto con l'articolo 1) che farà certamente elevare delle sanzioni il giorno stesso in cui il calendario entra in vigore? Io mi auguro, visto che non c'è stato il buonsenso da parte della Giunta nell'espressione del parere, che almeno non si pubblichi la variazione del calendario, perché mi auguro che almeno si arrivi ad un atto di buonsenso.
Poi uno dice che non è un aspetto pregiudiziale; ma qual è il termine? E' come cambiare un regolamento di calcio durante gli incontri di calcio stesso. Ed è noto che io sono del Toro, quindi verosimilmente altri sono abituati ad altre modalità, e anche in questo caso.
Però è assolutamente evidente che le regole in gioco non si cambiano non le cambia una Pubblica Amministrazione. Dopodiché il nostro voto, non per questo e non solo per questo, ma per i motivi che lungamente abbiamo espresso durante la discussione, è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Mi appello ai Capigruppo. In genere il Consiglio finisce alle ore 18.
Sono le ore 18.35 ed oggi era convocato fino alle ore 20.
Decidiamo se continuare oppure no: possiamo andare avanti, così com'è previsto nell'o.d.g., oppure possiamo concludere prima.
Volete continuare? Continuiamo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.37, riprende alle ore 18.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mi pare di aver registrato la volontà di una parte dei Presidenti dei Gruppi di chiudere qui il Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.43)



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