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Dettaglio seduta n.192 del 13/12/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 09.49 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione indifferibile e urgente n. 1286 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Stato dell'arte delle procedure per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1286, presentata dal Consigliere Sozzani, avente ad oggetto "Stato dell'arte delle procedure per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Per la verità, vorrei soltanto un aggiornamento dall'Assessore. E' da un paio d'anni che facciamo periodicamente questi incontri per conoscere lo stato di avanzamento e lo stato burocratico entro il quale si trovano le procedure burocratiche legate alla Città della Salute di Novara.
La volta scorsa, durante la visita a Novara del 18 novembre l'Assessore aveva dato una serie di indicazioni operative rispetto anzitutto, alla vendita del patrimonio dell'ASO, con la quale si doveva recuperare una cifra importante per la futura realizzazione della Città della Salute. Poi, avevamo avuto indicazioni sullo stato di avanzamento perché il Ministro, che come abbiamo visto, non è cambiato, quindi potrebbe esserci una continuità nei rapporti con il Ministro della salute relativamente all'accordo. Mi pare che questo sia fondamentale per l'ottenimento, ai sensi dell'ex articolo 20, dei 120 milioni che devono arrivare dal Ministero alla Città della Salute di Novara e, probabilmente attraverso la Regione o direttamente alla stessa ASL e per l'inizio dell'attività burocratica. Questo era l'aspetto che ci preoccupava, perch riteniamo che ormai ci siano tutte le condizioni per iniziare un'attività.
Concludo semplicemente dicendo che ho visto con piacere che quell'ordine del giorno, da me presentato, sulla finanza di progetto, che è stato bocciato dall'Aula, poi dai tecnici dell'Assessorato è stato indicato come una strada operativa.
Lo dico in termini assolutamente non polemici, ma di attività: la finanza di progetto consente di mettere all'interno dello stesso tutte le attività, quindi anche evitando di smembrare l'attività di vendita o di recupero finanziario a livello nazionale, perché una banca, come la Cassa Depositi e Prestiti, potrebbe partecipare anche alla gara d'appalto della finanza di progetto futuro. Quindi, potrebbe essere uno dei soggetti che opereranno nella realizzazione della Città della salute.
Vorremmo capire se a breve vi sarà l'inizio dell'iter e soprattutto l'inizio dell'attivazione per la realizzazione e, quindi, la gara d'appalto internazionale che sovrintende l'inizio dei lavori successivi di questa annosa questione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il collega Sozzani si è fermato al contenuto della sua interrogazione e giustamente non ha fatto riferimento alle altre informazioni che abbiamo fornito a Novara, dove mi pare lui fosse presente; quindi, parte delle risposte sono contenute in ciò che ho detto a Novara, ma le ripeterò in aula.
Elemento di novità, il Codice degli appalti, che in qualche maniera ha rivisto le modalità che avevamo definito.
Il Codice degli appalti prevede che la parte di finanziamento pubblico non possa superare il 30 per cento e che tutto il resto debba essere finanziamento privato. Quindi, è stato modificato il quadro economico tenendo conto di questi cambiamenti, però sempre all'interno della procedura prevista dal Codice degli appalti precedente e, adesso, del partenariato pubblico-privato.
L'Azienda sanitaria ha modificato il quadro economico e questo ha comportato una riduzione del finanziamento pubblico, perché prima il finanziamento pubblico era addirittura il 76 per cento dei 320 milioni necessari ed ora non deve superare il 30 per cento. La conseguenza, così come ho detto a Novara, è che il canone di disponibilità, cioè la rata da pagare ogni anno, per 28 anni, al privato che realizzerà l'opera con soldi suoi sarà quasi quadruplicata, passando da 4.850.000 a 18.500.000 euro.
L'altra faccia positiva della medaglia è che ci saranno risorse pubbliche in eccedenza, quelle che erano state prenotate al Ministero della Salute, e queste risorse saranno utilizzate per le apparecchiature. Ricordo che una parte del finanziamento pubblico era determinato dalla vendita delle cascine. Si è praticamente deciso - anzi l'ASL ha già avviato le procedure per la vendita, perché è stato fatto l'avviso pubblico - che le risorse derivanti dalla vendita saranno a disposizione dell'ASL, ma probabilmente una parte di queste risorse potranno essere utilizzate per il canone di disponibilità.
In ogni caso, mi pare positivo che l'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Novara, per evitare gli errori che sono stati commessi, ad esempio relativamente alla Città della Salute di Sesto San Giovanni, abbia provveduto, con risorse proprie e, in parte, con risorse derivanti dalla vendita di una cascina, alle procedure di gara, che, forse, sono state completate, per quanto riguarda la bonifica del terreno.
La procedura è sostanzialmente questa: modifica del quadro economico cioè dello studio di fattibilità, già inviato al Ministero, e che suppongo sarà esaminato in questi giorni, entro la fine del mese.
Dopodiché, avendo il quadro e lo studio di fattibilità aggiornati, la procedura è questa: l'accordo di programma con il Governo, che sulla base del nuovo quadro e sulla base dei cambiamenti avvenuti al riguardo del Codice degli appalti, firmerà l'accordo per la concreta disponibilità delle risorse. Nel frattempo, essendo questa ormai una procedura definita l'Azienda procederà con tutte le procedure necessarie per avviare l'opera.
In ogni caso, si sta lavorando sulla bonifica; pertanto, rispetto a Sesto San Giovanni, al momento della consegna del cantiere, l'opera sarà bonificata e ci sarà la disponibilità completa. Ricordo che a Sesto San Giovanni questo fece allungare addirittura di tre anni l'esecuzione dell'opera.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle classi II C e II E dell'Istituto Superiore "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 1092 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Ridurre e regolare gli interventi di episiotomia al parto"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 1092, avente ad oggetto "Ridurre e regolare gli interventi di episiotomia al parto".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La vicenda è abbastanza complessa, quindi proverò a riassumere per l'Aula l'oggetto.
I risultati raggiunti nell'ambito dei progetti europei, tra l'altro cofinanziati anche da Fondazioni ex bancarie e dal Politecnico di Torino introducono importantissime novità in merito alla tutela dei diritti delle partorienti, in particolare per il superamento o la riduzione del ricorso a pratiche lesive dell'integrità psicofisica della donna come l'intervento di episiotomia, che al momento del parto è una manovra foriera di diverse lesioni delle fibre.
Gli ultimi tre studi sperimentati (Oasis e TASI), tra l'altro entrambi figli di una grande ricerca del Politecnico di Torino e di un professore che, da diversi anni ha fatto tantissime pubblicazioni, ed ha un centro di ricerca su questo problema, hanno documentato l'esistenza di un'ampia variabilità inter-soggetto nella distribuzione delle fibre destinato al SAE e quindi alla necessità di una valutazione del loro decorso caso per caso.
L'intervento di episiotomia è praticato in misura diversa nei vari Paesi e centri nascita, con una frequenza del dieci per cento nei Paesi scandinavi ed oltre il 50 per cento in Italia.
Nonostante l'organizzazione Mondiale della Sanità prevede che l'intervento di episiotomia non sia effettuato in più del cinque per cento le sproporzioni con l'Italia sono da uno a dieci, visto che supera spesso il 50 per cento dei parti. Già ben 15 anni fa grandi ginecologi dicevano che, dati i rischi associati a questa procedura, dovrebbe essere considerata una misura utilizzata solo per alcuni casi; dall'altra, ci sono studi recenti che spiegano come si può ridurre, ad esempio, facendo delle analisi pre-parto e nel dove praticare questa incisione, per evitare effetti lesivi per le donne. Penso, ad esempio, al fatto che spesso le donne che hanno subito questo intervento, dai cinquant'anni in poi iniziano ad avere problemi di perdite e, senza entrare nel merito, rischiano anche di dover subire interventi chirurgici.
Tuttavia questa tecnica ha incontrato scarso interesse presso i ginecologi e le ostetriche italiane, che non solo preferiscono effettuare l'episiotomia per risparmiare tempo ed evitare di dovere saturare un'eventuale lacerazione.
Per questo è stato inoltrato un aggiornamento sullo stato di queste ricerche e per questo volevamo sapere se le ASL piemontesi, in particolare quelle che ospitano i punti nascita, siano a conoscenza di questi studi, e se di fatto le ASL dispongono dei dati sull'incontinenza femminile che, di fatto, è l'oggetto più importante di questa vicenda. Quegli interventi sbagliati, se non fatti nei punti giusti, provocano incontinenza soprattutto sopra i cinquant'anni, e vorremmo sapere se le ASL piemontesi abbiano considerato di sperimentare in Piemonte questa sonda monouso per l'accertamento strumentale e se tale metodo sia oggetto di insegnamento almeno presso i punti nascita e le nostre ASL.
Per questo motivo, Assessore, faccio una richiesta: io credo che questa vicenda deve diventare pubblica, perché tra l'altro questi sono studi europei, mondiali e con sede a Torino. Sono studi di una pratica che sarebbe semplicissima - o, di fatto, occorrerebbe sapere esattamente almeno dove si fa quella incisione - e sarebbe auspicabile analizzarli con una Commissione scientifica o con tutti i nostri centri nascita, per fare in modo che si possa superare questa pratica o perlomeno ridurne gli effetti più dannosi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'intervento di episiotomia è effettuato durante il parto e consiste in una incisione per facilitare il passaggio del nascituro e ridurre il suo trauma. E' una prassi diffusa che, talvolta, com'è stato ricordato, pu danneggiare alcune fibre nervose.
Si tratta di un intervento praticato e difeso da molti ginecologi come prevenzione di rischi maggiori e criticato da altri; è praticato in misura diversa in diversi Paesi, in Italia raggiunge fino al 50 per cento dei casi, ma in Piemonte si attesta su una percentuale decisamente molto contenuta.
Come ha ben ricordato il Consigliere Grimaldi, in Piemonte il Politecnico di Torino, attraverso il Laboratorio di Ingegneria del sistema neuromuscolare guidato dal professor Roberto Merletti, che ho avuto modo di incontrare, si è dedicato attraverso alcuni progetti di respiro internazionale (TASI, Oasis e TIFNI) a studiare lo sviluppo di sonde monouso e l'interpretazione dei segnali elettrofisiologici, migliorando una tecnologia che indica al medico se e dove effettuare l'episiotomia con rischio minimo: una ricerca che è stata poi valutata in due sedi tedesche e all'Ospedale San Luigi di Orbassano con risultati incoraggianti.
I risultati di questi studi sono stati presentati in diverse occasioni in congressi nazionali ed internazionali (anche qui a Torino), quindi le Aziende sanitarie e i professionisti sono a conoscenza del tema, anche se nessuna Azienda ha proposto finora di effettuare una sperimentazione stabile di questa soluzione.
Per quanto riguarda i dati, segnalo che nel 2015 in Piemonte, a fronte di 31.512 parti, i travagli con episiotomia sono stati 3.773, quindi con una percentuale molto più bassa rispetto al dato regionale. Pertanto, la situazione è questa.
I risultati sono noti, i professionisti sono stati informati, mi risulta che la partecipazione a questa iniziativa è sempre di grande interesse. Nessuna Azienda ha proposto finora di effettuare una sperimentazione stabile, però i professionisti hanno questa informazione.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1288 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Utilizzo 'portineria' sita nel complesso di 'Villa San Remigio' e trasferimento del personale regionale al Tecnoparco di Verbania - Fondotoce" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1288.
Non essendo presente la Consigliera interrogante, verrà data risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.07 la Vicepresidente Ruffino dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(Alle ore 10.09 la Vicepresidente Ruffino comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.41)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Problemi energetici

Mozione n. 911 presentato dalla Consigliera Accossato, Conticelli Ferrentino, Bertola, Mighetti, Rostagno, Appiano, Ottria e Graglia inerente a "Attuazione della Direttiva dell'Unione Europea 27/2012 e del d.lgs. 102/2014 in materia di installazione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Il Gruppo PD chiede l'inserimento all'o.d.g. della mozione n. 911 avente ad oggetto "Attuazione della Direttiva dell'Unione Europea 27/2012 e del d.lgs. 102/2014 in materia di installazione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore".
E' una mozione con firma trasversale che nasce in V Commissione. Se ci fosse un interesse condiviso, vi sarebbe anche l'opportunità di una messa in discussione in tempi credibili in giornata per l'approvazione, visto il tema contingente.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta del Consigliere Bono di comunicazioni riguardanti i LEA


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo innanzitutto chiedere conferma all'Ufficio di Presidenza - ma ne ho avuto già una parziale risposta - sull'inserimento in data odierna della richiesta di comunicazioni della settimana scorsa, quella riguardante i LEA.



PRESIDENTE

L'Assessore Saitta renderà comunicazioni alle ore 15.



BONO Davide

Visto, a maggior ragione, che è stata confermata la stessa Ministra nel nuovo Governo.
Noi avremmo depositato una mozione che potrebbe essere collegata alla discussione, però vedremo nel prosieguo del pomeriggio se la mozione avrà un interesse generale, proprio per chiedere che il Piemonte ottenga quota parte di quegli 800 milioni che erano destinati. Poi vedremo nella discutere se potrà essere interessante.


Argomento: Psichiatria

Mozione n. 958 inerente a "Salvaguardia dei livelli e delle condizioni occupazionali del personale in forza presso le coop. Zenith e Altra Mente nelle comunità psichiatriche protette delle società Esther e Gruppo Igea" presentato dai Consiglieri Bono, Bertola, Campo, Valetti e dalla Consigliera Batzella (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiederemmo la possibilità di inserire, vista l'urgenza, una mozione riguardante la "Salvaguardia occupazionale dei dipendenti delle cooperative Zenit e Altra Mente delle comunità protette di proprietà del Gruppo Igea ed Esther".
Dico che c'è un'urgenza perché questi contratti scadono il 31 dicembre.
Abbiamo avuto informazioni che, nel passaggio di queste comunità protette dalla gestione mista pubblico-privata a totalmente privata, che l'Assessore Saitta sicuramente ricorderà, sembra che ci sarà un problema proprio nella gestione del personale.
Quindi, so che c'è anche un'interrogazione presentata dal Consigliere Grimaldi, un question time oggi pomeriggio, ma vorremmo sapere se, oltre alla risposta al question time, è possibile provare a discutere oggi questa mozione, se c'è accordo e convergenza. Infatti, se c'è accordo e convergenza, in pochi minuti la si illustra e si vota; se non ci fosse accordo e convergenza, eventualmente la possiamo vedere in Commissione in un altro momento.


Argomento: Psichiatria

Mozione n. 955 presentata dai Consiglieri Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino e Sozzani, avente ad oggetto "Garanzia di omogeneità di servizi di psichiatria territoriale nell'ASL Unica di Torino - Collegato PDCR 177" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Psichiatria

Mozione n. 956 presentata dai Consiglieri Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino e Sozzani, avente ad oggetto "Proroga autorizzazioni e accreditamenti DGR n. 29-3944 del 19/09/2016 'Revisione della residenzialità psichiatrica. Integrazioni a DGR n. 30-1517/2015' Collegato PDCR 177" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione semplicemente perché non sono stati iscritti, non li ho visti nella calendarizzazione odierna. Nell'ultimo Consiglio il nostro Gruppo consiliare, relativamente alla fusione dell'ASL 1 e l'ASL 2 aveva presentato due atti d'indirizzo, il n. 955 e il n. 956, sui quali l'Assessore Saitta aveva chiesto una sospensione per trattarli in sede di IV Commissione.
Noi ne chiediamo non soltanto l'iscrizione, ma chiederemmo anche la possibilità di metterli in discussione.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale.
Uno dei due documenti avevamo deciso di discuterlo in Commissione l'altro di non discuterlo oggi.



VIGNALE Gian Luca

Ci stavo arrivando.
Noi chiediamo la calendarizzazione comunque delle due mozioni per un motivo banale: la Conferenza dei Capigruppo aveva riservato per il pomeriggio di ieri uno spazio per la IV Commissione, che non si è potuta svolgere perché l'Assessore Saitta era impegnato, fra le altre cose, ad inaugurare la Casa della Salute di Villafranca.
E' importantissimo, ma bisogna solo capire se, usando le parole del Vicepresidente Reschigna, "Il Consiglio invita un Assessore che viene ed è ospite all'interno della Commissione". Uso le mie parole, nel senso che bisogna capire se abbiamo la possibilità. Lo dico però anche al Presidente del Consiglio, ovviamente al Presidente della Giunta e a quello della Commissione, che naturalmente fa quello che può, nel senso che prova a calendarizzare una Commissione che si tiene solo e soltanto se c'è la disponibilità dell'Assessore competente.
Allora, noi abbiamo una serie di atti di indirizzo - penso a quelli che noi abbiamo presentato e ad alcuni che hanno illustrato altri colleghi quello sulle termovalvole o quello sul Gruppo IGEA - che hanno una scadenza: o noi le discutiamo in questo o nel prossimo Consiglio, oppure la discussione è assolutamente inutile, perché le mozioni sarebbero superate dagli eventi, nel senso che in tutti e quattro i casi - solo per citare quelli delle richieste di iscrizione di questa mattina - gli eventi avrebbero superato ciò che le mozioni richiedono. Allora, la cosa che chiedo è che vengano iscritte - chiedo anche che si possa svolgere una IV Commissione - qualora vi sia il tempo per il Consiglio regionale di esaminare questi due atti di indirizzo: se noi infatti facciamo una IV Commissione ma il Consiglio regionale non ha più tempo per esaminarli, è assolutamente inutile farlo.
La richiesta che avanzo pubblicamente, quindi - e poi lo dir ovviamente anche al Presidente del nostro Gruppo - è di fare in modo che la calendarizzazione del prossimo Consiglio regionale - e, se possibile, anche della seduta di oggi pomeriggio - sia finalizzata alle urgenze. Io sono infatti lieto di discutere il problema della Siria (punto 6) all'o.d.g.) ma temo che l'espressione che avrà il Consiglio regionale sul problema della Siria non inciderà molto sulle politiche internazionali. Credo invece che l'espressione che il Consiglio regionale potrà avere - faccio questo esempio perché riguarda maggioranza e opposizione - sui quattro atti di indirizzo di cui si chiede l'iscrizione potrà invece avere una ricaduta importante.
Poi il voto potrà essere negativo o positivo: l'Aula si esprimerà come crederà.



PRESIDENTE

E' chiaro, grazie.


Argomento: Nomine

Richiesta, da parte del Consigliere Valle, di comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Nomina nuovo Direttore del Museo Nazionale del Cinema"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Compatibilmente con le richieste che sono già pervenute - alcune delle quali anche preesistenti e quindi sicuramente prioritarie - le chiederemmo uno spazio per un'informativa relativamente alle notizie che abbiamo potuto leggere oggi sul giornale in merito alla nomina del nuovo Direttore del Museo del Cinema.
Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo, poi parlo con l'Assessora e vediamo se nel pomeriggio riusciamo a ritagliare anche questo spazio. Anzi, l'Assessora nel pomeriggio non ci sarà e quindi se lei concorda, Consigliere Valle possiamo ricavarlo in tarda mattinata: grazie.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 29 e 30 novembre 2016.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Ferrari, Ferraris, Ferrero e Gancia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 6 dicembre 2016.


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 4 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e n. 4 deliberazioni di nomina della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Comunicazioni della Giunta regionale in merito alle risorse destinate al Servizio sanitario


PRESIDENTE

Nella seduta pomeridiana, come abbiamo ricordato, l'Assessore Saitta svolgerà la comunicazione richiesta dal Consigliere Bono nella scorsa seduta consiliare, in merito alle risorse destinate al Servizio sanitario con particolare riferimento al finanziamento dei LEA.


Argomento:

f) Informativa delle OO.SS. in merito alla situazione dell'azienda Heart Life Croce amica


PRESIDENTE

E' stata ricevuta informativa da parte delle organizzazioni sindacali con la quale le stesse rendono noto che, a seguito di procedura di licenziamento di 45 lavoratori dell'Azienda Heart Life Croce Amica, che opera nel settore trasporti infermi per l'ASL TO2, è stata indetta una manifestazione sotto la sede del Consiglio regionale dalle ore 9.30 alle ore 11.30 ed è stato richiesto il ricevimento di una delegazione da parte del Consiglio regionale alle ore 13.30.
Comunico quindi, per chi è interessato, che alle ore 13.30 si svolgerà questo incontro in Sala Viglione con un rappresentante della Giunta.


Argomento:

f) Esposizione lavori concorso "Diventiamo cittadini responsabili e consapevoli: diritti e doveri per tutti"


PRESIDENTE

Comunico ancora che in Aula - lo vedete - sono esposti i lavori delle classi vincitrici del concorso "Diventiamo cittadini responsabili e consapevoli: diritti e doveri per tutti", organizzato dalla Consulta per le persone con disabilità. I temi su cui hanno dovuto misurarsi i ragazzi non sono dei più semplici, dalla promozione del diritto all'inclusione all'abbattimento delle barriere architettoniche: temi sui quali, più che degli adulti, si sono dimostrati consapevoli e sensibili. L'augurio è che i lavori dei ragazzi possano essere da stimolo di riflessione a tutti noi Consiglieri regionali.


Argomento:

g) Ricevimento delegazione Casa Maternità Prima luce e incontro con Fondazione Promozione sociale onlus


PRESIDENTE

Ricordo inoltre che alle ore 13 in Sala Viglione verrà ricevuta una delegazione della Casa Maternità Prima luce e che alle ore 17 in Sala Morando si svolgerà l'incontro con la Fondazione Promozione sociale onlus.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 184, inerente a "Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2017-2018"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 184, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
Il DEFR per l'arco temporale 2017-2019 si muove come impostazione nel solco dei recenti documenti che sono stati predisposti nel corso degli ultimi anni a questo riguardo.
Ricordo che il compito fondamentale del DEFR è quello di definire la situazione economica e sociale della nostra Regione, individuare gli obiettivi all'interno del programma più generale della legislatura regionale che si ritiene di dover affrontare e raggiungere nell'arco temporale della dimensione pluriennale 2017-2019 e definire il quadro macro generale della compatibilità delle risorse. Compito della legge di bilancio, poi, sarà quello di allocare le stesse nel contesto della capacità complessiva a disposizione della Regione Piemonte, all'interno delle missioni e dei programmi, in modo tale da addivenire a una precisazione nell'ambito degli obiettivi indicati e degli scenari delineati dal DEFR e individuare le finalità della politica di bilancio.
Sotto questo profilo, il Documento muove da due considerazioni. La prima è che il Piemonte sta proseguendo, anche in modo molto più significativo rispetto alle altre Regioni dell'Italia settentrionale, la sua trasformazione nella sua composizione demografica, per cui stiamo progressivamente diventando una Regione molto vecchia, con un restringimento delle classi demografiche tradizionalmente destinate all'esperienza lavorativa.
Questa situazione si rafforza nel corso degli ultimi anni perché uno degli elementi che la crisi economica sta producendo è anche quello di modificare non solo il rapporto natalità/mortalità, ma anche il rapporto immigrazione/emigrazione: una serie di persone e di cittadini che nel corso degli anni erano pervenuti all'interno della nostra Regione e che avevano caratterizzato e sostenuto con questi flussi migratori il saldo complessivo della composizione demografica, cioè, stanno rientrando nei loro Paesi di origine, e questo ha delle ripercussioni in prospettiva.
Se non si riesce a intervenire e a modificare questo tipo di prospettiva e questo tipo di scenario, infatti, la nostra Regione ridurrà considerevolmente nei prossimi anni il contributo delle classi demografiche in età di potenziale esperienza lavorativa.
Vengo al secondo elemento, che evidenzio in modo molto particolare.
Anche se, rispetto alla situazione complessiva dell'economia e del prodotto interno lordo, il Piemonte è lievemente migliorato rispetto agli anni più complicati e difficili della crisi economica. Permangono segni profondamente diversi all'interno del sistema economico piemontese: c'è un margine di crescita soprattutto indirizzato sul sistema dei servizi, sulla componente turistica e sulla componente agricoltura; invece, ci sono margini di non crescita in modo particolare per quanto attiene la presenza dell'industria manifatturiera nella nostra regione, anche se i dati che vengono esposti all'interno del documento testimoniamo e confermano che comunque, il sistema industriale-manifatturiero piemontese ancora ha una sua forza, una sua consistenza e una sua importanza.
Passando alla parte relativa agli obiettivi e allo scenario entro il quale si colloca questo documento di economia e finanza, molto sinteticamente vorrei evidenziare alcuni aspetti.
Per quanto concerne il primo, all'interno di questo documento si conferma - e sarà una condizione destinata a permanere lungamente nel tempo la tipicità della nostra Regione nel confronto con le altre Regioni dell'Italia centro-settentrionale, soprattutto in relazione ai livelli di indebitamento del bilancio regionale e alle conseguenze che lo stesso determina in termini di accentuazione della rigidità della spesa regionale.
Le due componenti, livello di indebitamento (altro componente relativo alla restituzione del debito) e necessità di copertura dei due disavanzi quello finanziario al 31/12/2014 e quello da ricognizione straordinaria nel corso dei trent'anni, restringono i margini di intervento della spesa libera all'interno del bilancio della Regione Piemonte.
Questo è il vero problema, che costituisce la vera tipicità del bilancio della nostra Regione nel confronto - ingeneroso, sotto questo profilo - con analoghe situazioni delle Regioni dell'Italia centro settentrionale con cui dovremo confrontarci.
I due elementi determinano una terza conseguenza: la Regione Piemonte faticherà moltissimo nel corso degli anni - occorreranno molti anni - per riportarsi complessivamente a quei parametri di pagamento cui dovrebbe attenersi la Pubblica Amministrazione all'interno del nostro Paese; il raggiungimento dell'obiettivo richiederà molto tempo.
All'interno del documento di economia e finanza vengono delineati anche gli ambiti entro i quali, sulla base di una delibera della Giunta regionale delle settimane scorse, si definisce l'ambito di consolidamento del bilancio della Regione Piemonte. Questa è un'operazione che scatterà l'anno prossimo sul rendiconto del 2016.
E' un'operazione che nelle dimensioni, che vengono indicate all'interno del documento e anche all'interno della delibera regionale, è volontaria perché, come ho espresso all'interno della I Commissione nei giorni scorsi se noi dovessimo applicare pedissequamente i parametri che la legge definisce per rendere obbligatorio e cogente il perimetro di consolidamento del bilancio della Regione, noi non avremmo la necessità e il dovere di consolidare il bilancio della Regione con nessun altro.
Però, la scelta volontaria non solamente della Regione Piemonte sostanzialmente, è la seguente: è opportuno rappresentare il consolidamento del rendiconto della Regione con quello di una serie di soggetti che comunque, per la loro attività dipendono essenzialmente dal trasferimento delle risorse dal bilancio regionale, al fine di rendere ancora più trasparente e più intelligibile complessivamente la situazione economica e patrimoniale non solo del bilancio della Regione, ma del bilancio di tutta una serie di enti, società e agenzie che dipendono - lo ripeto esclusivamente, o in gran parte, dai trasferimenti regionali per la loro capacità di poter operare e funzionare.
Viene confermata e recepita un'indicazione che era già contenuta all'interno della delibera della Giunta regionale: in prima battuta, non ci sarà il consolidamento del bilancio della Regione con il bilancio delle Agenzie Territoriali per la Casa, perché le stesse non hanno assunto, nel corso del 2016, il nuovo ordinamento contabile previsto dal decreto legislativo n. 118.
Peraltro, è stato richiesto alle Agenzie Territoriali per la Casa di adeguarsi - lo devono fare per legge - a queste nuove norme di contabilità quindi con il rendiconto del 2017 anche le Agenzie Territoriali per la Casa rientreranno all'interno del perimetro di consolidamento del bilancio della Regione. Consolidamento che - ripeto - viene fatto sui rendiconti e non sui bilanci di previsione; come tali, sostanzialmente, non sono in grado di influenzare e condizionare le scelte sulle politiche di bilancio da parte di questi enti, società e agenzia, ma hanno l'unico obiettivo di rappresentare in modo evidente la reale situazione economica e patrimoniale complessiva della Regione Piemonte, ivi compresa quella dei soggetti con cui la Regione Piemonte ha forti relazioni, almeno sotto il profilo delle politiche di bilancio.
Non mi soffermerei sui singoli obiettivi individuati all'interno delle diverse Direzioni, se non per sottolineare che negli ultimi anni abbiamo voluto un documento meno corposo sotto il profilo del numero delle pagine ma più sintetico e più rappresentativo degli scenari entro i quali potersi muovere per ciascuna delle azioni e nell'individuazione degli obiettivi che, poi, devono essere raggiunti attraverso le politiche di bilancio Sotto questo profilo, preciso sin da ora che ho già depositato quattro emendamenti. Il primo interviene a pagina 20 del documento di economia e finanza, in quanto il documento era stato scritto in epoca antecedente al giudizio espresso dal corpo elettorale italiano sul referendum confermativo della riforma del Titolo V della Costituzione. Sotto questo profilo ripercorrendo quelle che sono state nel corso degli anni, a partire dal 2001, le riforme costituzionali e prendendo atto, sostanzialmente dell'esito della consultazione referendaria, ridefinisce questo quadro di riferimento.
A questo riguardo, vorrei confermare al Consiglio regionale quanto ho avuto modo di dire ieri durante un incontro - peraltro, interessante organizzato dallo stesso Consiglio regionale, sullo stato di attuazione della legge regionale n. 23: non cambiano gli scenari che la legge regionale n. 23 ha individuato, nel senso che stiamo lavorando tuttora con le Province. E' in via di conclusione l'accordo sulla gestione associata tra le Regioni e le Province piemontesi per quanto riguarda il tema delle attività estrattive, perché, pur rimanendo le Province con rilievo costituzionale nella loro perimetrazione attuale, alcune funzioni della Regione che sono state delegate hanno necessità, per garantire livelli di efficacia ed efficienza, di essere gestite in forma associata tra le Province, ferma restando la titolarità da parte delle stesse.
Il secondo emendamento riscrive il pezzo del bilancio consolidato, con un aggiornamento delle tabelle che prende atto - alla tabella 2 e 3 - di quello che è il gruppo complessivo della Regione Piemonte, mentre - alla tabella 2 e 4 - individua i soggetti su cui definire il perimetro di consolidamento per l'anno 2016.
L'emendamento n. 3) interviene sul paragrafo 3.6, riguardante la logistica dei trasporti, aggiornando ulteriormente, rispetto allo stesso depositato in Commissione, alcune questioni legate ai grandi obiettivi sulla viabilità, sulle infrastrutturazioni stradali, e quant'altro.
L'ultimo emendamento - il n. 4) - interviene sul paragrafo 5.2. Nella stesura originaria il paragrafo 5.2 dava atto e prevedeva la volontà di addivenire a un Protocollo d'Intesa, con l'Ufficio Regionale delle Entrate e la Guardia di Finanzia, sul tema del recupero dell'evasione fiscale. Il Protocollo è stato sottoscritto e l'emendamento non fa altro che prendere atto di questa situazione, che nel frattempo è venuta a modificarsi.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II L, dell'Istituto Superiore"G. Colombatto" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Approfitto, visto che stanno arrivando le feste, per augurarvi buon Natale e buon anno, a voi e ai vostri familiari.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 184, inerente a "Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2017-2018" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 184.
E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Iniziamo la discussione generale sul documento di economia e finanza.
Un documento che, dal nostro punto di vista, dovrebbe avere una maggiore importanza, un maggiore rilievo nelle discussioni all'interno delle Commissioni e del Consiglio, perché dovrebbe essere il documento che, di anno in anno, traccia le linee programmatiche del programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni e le declina in relazione alle condizioni socio-economiche e demografiche del Paese e della regione nonché - ovviamente - ai vincoli di finanzia pubblica, relativi alle norme che hanno dato l'obbligo del pareggio di bilancio, sia nella Costituzione sia con legge di livello parlamentare.
Dicevo "dovrebbe", perché questi documenti vengono presi un po' alla leggera, non tanto (non lo so) da parte dell'Assessorato, che ha sempre esposto i documenti in maniera corretta, con attenzione, recependo anche in alcuni emendamenti le nostre richieste di modifica, quanto, forse, dal Consiglio tutto, perché questo documento dovrebbe far fede, per le attività e gli obiettivi declinati nei documenti di bilancio degli anni successivi.
Pertanto, da una parte, fotografa quello che si è riusciti ad ottenere negli anni precedenti e, dall'altra, traccia delle linee guida per poi verificare se sono seguite per il raggiungimento degli obiettivi degli anni successivi.
Forse, su questo, c'è poca attenzione, perché alle volte sembra più un compito automatico: compilare una lunga lista di obiettivi, sui quali - a un primo sguardo, tranne forse sui trasporti e le grandi infrastrutture, su cui noi abbiamo delle posizioni nettamente diverse - quasi tutti concorderemmo (più ospedali, più personale negli ospedali, più crescita e più creazione di posti di lavoro con i fondi europei, lotta all'inclusione e al contrasto alla povertà, tutela dell'ambiente, tutela della cultura dello sport, del turismo, ecc.).
Sembra un po' un libro dei sogni, anche perché non va di pari passo con una declinazione delle disponibilità finanziarie, o meglio, come ho già avuto modo di dire, le poche cifre che ci sono all'interno del documento di economia e finanza sono inintelligibili: sono accorpate, unite, tra fondi europei, fondi statali e fondi regionali. In alcuni casi, addirittura, sono accorpate sui tre anni, quindi sono incomprensibili, nel senso che non ne traiamo alcun beneficio o informazione importante.
E' vero che la declinazione per missione e per programmi è competenza del bilancio, quindi forse sarebbe un lavoro ultroneo, eccessivo, per quanto riguarda il documento di economia e finanza, ma sarebbe comunque molto utile avere dei dati finanziari più precisi.
Abbiamo, cioè, tanti obiettivi, quindi sarebbe importante sapere come si intende declinarli e quali di questi sono prioritari, perché se si fa l'elenco della spesa di una serie di desiderata che sono un po' - come dicevo - il libro dei sogni, viste le condizioni di finanza della Regione diventa difficile anche fare delle analisi puntuali sul documento.
Pertanto, noi abbiamo segnalato una serie di questioni molto puntuali che sono state recepite in alcuni emendamenti della Giunta.
Non in ultimo, avevamo fatto una battuta in Commissione, ma è un dato di realtà: relativamente allo stralcio della pagina 20, quella che riguardava la revisione dell'assetto costituzionale, forse anche questa Giunta e questa maggioranza si erano fatte prendere un po' la mano dall'ottimismo renziano, dall'ottimismo della volontà renziana, che ha portato un po' sfortuna. Essere convinti, prima di un voto, che tutto vada come si prospetta porta un po' sfortuna; lo dico perché anche noi, su questo, nel 2013 siamo stati maestri nell'essere troppo ottimisti prima del voto. Pertanto, forse un po' più concretezza e meno ottimismo farebbero bene anche a questa maggioranza e a questa Giunta.
Quella pagina - dicevo - è stralciata ed è anche stata recepita la richiesta di aggiornamento (con il quarto emendamento), per quanto riguarda il Protocollo d'Intesa sul recupero dell'evasione fiscale: un tema sicuramente importante, che può dare delle risorse importanti alla Regione.
L'Assessore parlava del quadro socio-demografico. E' un quadro sicuramente sempre interessante e, tra l'altro, giovedì, in IV Commissione avremo una relazione più nello specifico sui dati dell'analisi socio demografica legata anche alla sanità piemontese. Fa riflettere - in effetti che la nostra regione abbia un trend di crescita demografica negativo: 21.000 unità nel 2015, in crescita rispetto al 2014 di 7.000 unità.
E' ovvio - l'ha detto anche il Vicepresidente Reschigna - che questo è dovuto alla mancanza di fiducia nel futuro, soprattutto per quanto riguarda i nostri giovani, perché è ovvio che se non c'è fiducia nella stabilità del lavoro, della congiuntura economica, le famiglie (di qualunque tipo esse siano) non si formano e non si procrea, non si fanno i figli.
Questo, a vario titolo, gli economisti di livello nazionale e mondiale lo segnalano come un grosso problema, soprattutto dal punto di vista della tenuta del welfare: se ci sono meno persone, meno giovani e meno lavoratori che versano contributi previdenziali, rischia di venire meno la parte previdenziale e quindi la parte delle pensioni, minando la solidarietà intergenerazionale tra giovani e anziani.
Questo, forse, è più un problema di ambito nazionale, mentre il problema di ambito regionale è il rischio che venga a mancare il welfare cioè la parte di politiche sociali e sanità.
Se la popolazione invecchia - per fortuna, nel senso che si arriva ad un'età sempre più avanzata, siamo il secondo paese al mondo dopo il Giappone con l'età media più alta - ci sono più costi relativi a malattie soprattutto patologie croniche, più che acute, ricoveri ospedalieri e assistenza all'anziano, alla disabilità, alle malattie.
Questo ha un costo notevole. Pertanto, quando noi esultiamo perch abbiamo ottenuto le stesse risorse dell'anno scorso nelle politiche sociali, in realtà gioiamo di poco, perché a parte la legge n. 1/2004 - che prevede che le risorse debbano essere le stesse dell'anno precedente aumentate dell'incremento dei prezzi secondo l'ISTAT - noi dovremmo incrementare le risorse sulle politiche sociali. Per quale motivo? Perch la popolazione invecchia, è più anziana: dunque, ci sono più patologie croniche, per cui serve più assistenza e più welfare. Tutto ci ovviamente, compatibilmente con le risorse che, come ricordava il Vicepresidente Reschigna, sono scarse. E perché sono scarse? Sostanzialmente - lo ha detto lo stesso Vicepresidente Reschigna - perch abbiamo vincolato una parte consistente delle nostre risorse al rientro dal mostruoso debito (si parlava di una cifra tra gli otto e i nove miliardi di euro) creato dalle precedenti Giunte e scaricato - anche se il Vicepresidente Reschigna dice che non è così - sulle generazioni future.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze (fuori microfono)

Anche su questa generazione!



BONO Davide

Sì, sì.
Dicevo "scaricato sulle generazioni future" perché si dice che non ci sono alternative. E forse è vero: siamo abituati a questo mantra, che in inglese si declina in There Is No Alternative (TINA), che è un po' triste ci incupisce: non ci sono alternative, quindi abbiamo dovuto rientrare da un disavanzo mostruoso con due piani di rientro, uno sul disavanzo e uno sulla ricognizione straordinaria dei residui, che viene citato a pagina 87.
Tra l'altro, proprio su questa tabella presentata a pagina 87 avrei da porre una domanda importante al Vicepresidente Reschigna: vediamo una modifica che, la prima volta che l'avevamo esaminata, non avevamo notato perché ci eravamo concentrati sulle somme puntuali del rientro annuali; ma manca la tabella dell'incremento delle entrate rispetto all'Allegato M che ci ha presentato nell'assestamento. In fase di assestamento sottolineavamo come c'era un incremento delle entrate che partiva dal 2018, e dicevamo: "Il Vicepresidente Reschigna prevede nel 2017 l'incremento di qualche imposta" e puntualmente il Vicepresidente Reschigna ci rispondeva: "No sono le entrate dell'addizionale IRPEF applicata nel 2015 che arrivano scaglionate a distanza di due o tre anni".
Come mai nel DEFR questa parte dell'incremento di entrate è sparita? Vorremmo ricevere una risposta nel merito su questo tema.
Chiedo scusa, Presidente: ho a disposizione dieci o quindici minuti per il mio intervento?



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ne ha quindici.



BONO Davide

Questo è un primo tema, importante e dirimente.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bono: lei però non è il relatore, quindi ne ha solo dieci a disposizione.



BONO Davide

Impiegherò ancora trenta secondi da spendere sulla sanità (chiedo scusa, mi ero tenuto largo sui quindici minuti!).
Vorremmo ricevere rassicurazioni - ne riparleremo, comunque, oggi alle ore 15 - in merito al Fondo Sanitario Nazionale e sul riparto dello stesso per quanto riguarda la Regione Piemonte. Sappiamo che sarebbero saltati gli 800 milioni di euro - come ho detto, riprenderemo il discorso oggi pomeriggio alle 15 - riguardanti i LEA aggiuntivi. Vorremmo sapere, quindi quali LEA aggiuntivi (di quelli perimetrati nel nuovo accordo) sono stati già erogati nel 2016 alla Regione Piemonte, e di chiedere fortemente a Roma di poter ricevere almeno le quota parte di risorse che la Regione Piemonte dovrebbe ricevere in quanto questi Lea li ha già erogati.
Grazie.



PRESIDENTE

Nel garantire l'alternanza degli interventi, darei la parola al Consigliere Appiano.
Prego, ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non mi tratterrò sulla descrizione di cornice che è stata raccontata ed illustrata in modo esauriente dal Vicepresidente Reschigna, anche perch non più tardi di qualche giorno fa abbiamo chiuso la discussione sull'assestamento al bilancio 2016-2018. Già in quell'occasione siamo ritornati sul tema del consolidamento del bilancio, sul tema della copertura del disavanzo, sul fatto che circa 200 milioni annui di risorse proprie devono essere accantonate a copertura parziale di questo disavanzo che, complessivamente, tra risultato del riaccertamento straordinario dei residui e disavanzo vero e proprio, ammonta ad oltre tre miliardi; cifra che si aggiunge ai quattro e più miliardi di anticipazioni di tesoreria, ai sensi del decreto n. 35. Insomma, è una situazione ereditata e consolidata nel tempo che ci porta ad un onere pesantissimo di copertura di oltre otto miliardi complessivi.
Ma mi vorrei soffermare sulla seconda parte del documento, quella che tratteggia gli obiettivi su cui, come Giunta certamente, ma anche come Consiglio, dovremo lavorare nel prossimo triennio (visto che il documento ha quell'arco temporale di riferimento); triennio entro il quale ci sta l'intera seconda parte della legislatura, che, come abbiamo detto, dovrà prendere atto del fatto che, da qui a pochi giorni, con la fuoriuscita dal piano di rientro sanitario, torneremo ad essere protagonisti esclusivi delle scelte in materia sanitaria, pur nell'ambito dei principi generali e della cornice nazionale. Ma avendo anche individuato il percorso di consolidamento degli disavanzo, sappiamo ormai qual è la cornice di riferimento (al netto di sorprese nazionali e, quindi, di politiche di tagli al sistema e al comparto degli Enti locali e delle Regioni).
Richiamerò solo alcuni degli obiettivi descritti nel documento (in ordine di presentazione del documento e non in ordine di importanza ammesso che si possa fare una gerarchia di questo genere). Il primo è certamente un forte impegno sul tema dell'assetto del territorio.
Non più tardi di qualche settimana fa, la nostra Regione è stata colpita da violenti fenomeni pluviali, con tutte le conseguenze del caso.
Certamente, abbiamo potuto beneficiare degli effetti positivi di alcune opere di consolidamento del territorio fatte in passato, ma dovremmo innanzitutto verificare se, alla prova di un futuro evento alluvionale, non sia necessario un ulteriore consolidamento e quali nuove opere sono necessarie per migliorare l'assetto idrogeologico del territorio.
Così come fa da contraltare il piano della qualità dell'aria, perch anche qui - proprio in questi giorni ritorna in auge il problema serissimo dell'aumento dell'inquinamento dell'aria dalle polveri sottili nelle conurbazioni urbane principali, in particolare nella città di Torino ma non solo. Dunque, anche da questo punto di vista, quell'obiettivo assume una centralità indiscutibile.
Avendo passato la fase di assestamento di bilancio, dovremo tornare nella Commissione competente in primis - a ragionale e poi a votare la legge di attuazione del riassetto della governance in materia di rifiuti.
L'anno scorso è stato dedicato all'approvazione della cornice e degli obiettivi del piano di rifiuti, ma manca il tassello della governance, il cui disegno di legge è in fase di discussione generale all'interno della Commissione competente. Ora che è terminata la sessione di bilancio e quindi torneranno ad operare con regolarità le Commissioni per quanto riguarda le materie di competenza, questo ha una centrale rilevanza come tema, in quanto non possiamo immaginare di dare attuazione agli obiettivi di piano se non abbiamo una governance che funziona.
Tornando, invece, al tema della sanità, c'è un lungo capitolo dedicato al benessere sanitario. Dal 1° gennaio dovremo, con forza, rimettere mano innanzitutto, a tutti quei provvedimenti e a tutti quegli scenari che fino a ieri erano condizionati dal piano di rientro e da tutti i vincoli - penso al tema della ripartizione LEA ed extra LEA - e adattarli al nuovo contesto che si apre.
Io credo che il tema dei LEA ed extra LEA sia di centrale importanza perché non si tratta di semplici etichette, ma si tratta di definizione di universalità o meno dei diritti alla salute.
L'anno scorso, per esempio, ci siamo intrattenuti parecchio su una delibera che è stata molto contestata, criticata, emendata; parlo ovviamente della DGR n. 30 e quindi della delibera in materia di residenzialità psichiatrica e del necessario contorno che dobbiamo tradurre in deliberazione, cioè il tema della psichiatria a 360 gradi. Ebbene, in quella delibera, alla fine del percorso, abbiamo inserito, proprio su proposta emendativa del nostro Gruppo (ma non solo del nostro Gruppo), la necessità di tenere conto di un periodo transitorio che verrà superato nel momento in cui non saremo più in fase di Piano di rientro. Quindi anche il riparto delle percentuali di costo tra fondo sanitario e bilancio generale (fondo sociale) era subordinato al fatto che eravamo in fase di rientro.
Ora probabilmente, anzi sicuramente, ci sono le condizioni per tornare a discutere e quindi passare immediatamente alla fase B. Così come ritengo e riteniamo molto importante la parte di documento in cui si dà riscontro al fatto che uno dei problemi centrali della sanità piemontese è rappresentato dalle liste d'attesa. Per affrontare efficacemente le liste d'attesa, ci vuole certamente una buona organizzazione delle strutture, ma anche il personale adeguato per poterle smaltire. Il fatto che si vincoli l'assunzione di maggior personale all'abbattimento delle liste è certamente una clausola importantissima, probabilmente la più importante in materia ma occorre ovviamente tradurla in fatti il prima possibile.
Connesso a tutto questo c'è poi il riassetto della rete territoriale della sanità, su cui già alcune deliberazioni sono state assunte e su cui bisognerà continuare a lavorare. Ed infine il tema della fragilità. Abbiamo consolidato e garantito una stabilità di erogazione di fondi ai consorzi socio-assistenziali: quella è la strada da cui non tornare indietro, anzi su cui fare dei passi in avanti.
In materia di diritto allo studio, alcune cose descritte nel documento come obiettivo le stiamo già portando avanti, anzi uno dei punti all'o.d.g.
proprio di questo Consiglio è l'approvazione di quella delibera e di quel Piano che da domani permetterà l'emanazione e la pubblicazione del nuovo bando sugli assegni di studio, nonché il passaggio a una nuova modalità di erogazione che noi riteniamo più efficiente rispetto a quella precedente perché non è un rimborso ex post di spese sostenute, ma è il riconoscimento di un voucher, cioè di un assegno prima che le spese vengano sostenute e quindi uno strumento utile per le famiglie per poter andare incontro a spese spesso onerose e insostenibili.
Sull'altro versante del diritto allo studio, in assestamento abbiamo consolidato ulteriori risorse sul diritto allo studio universitario, su cui contiamo un'assegnazione puntuale nei prossimi giorni, in modo che l'Ente che si occupa del tema possa beneficiare di queste maggiori risorse. Anche questo è un obiettivo strategico fotografato dal documento.
Così come è strategica l'attenzione che viene ripresa in più punti, non solo in materia di agricoltura, ma anche in altri comparti e in altre missioni del nostro bilancio e quindi del documento: l'attenzione ai fondi europei e l'accelerazione verso il concreto utilizzo di queste risorse fresche, forse le uniche risorse più significative rispetto al passato, che deve essere un nostro obiettivo.
Chiudo dicendo che è evidente che il documento verrà emendato sulla parte attinente al referendum e agli esiti referendari, perché va adeguato al nuovo contesto. Ovviamente non ci possiamo accontentare di emendare la parte che prende atto che l'esito è stato di un certo tipo, ma dovremo farci anche promotori - e mi riaggancio anch'io al convegno che c'è stato ieri - di tutte quelle necessarie azioni politiche di sollecitazione allo Stato e quindi al Governo centrale affinché quei provvedimenti che in qualche modo erano stati studiati nelle more della riforma e che puntavano sull'accoglimento della riforma medesima vengano rimeditati, legge Delrio in testa.
Noi sappiamo - e su questo chiudo veramente - che il sistema degli Enti territoriali piemontesi come di tutta Italia, soprattutto le Province propriamente intese, non tanto la Città metropolitana, ha un assetto molto provvisorio, un assetto che deve essere ripensato, visto che la dignità costituzionale di questi Enti è stata confermata. Tutte le conseguenze necessarie di questa conferma andranno tenute in conto e noi dovremo essere in qualche modo soggetto di cornice, ma anche soggetto promotore di iniziative verso il livello centrale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Spesso il documento di economia e finanza viene affrontato con non un'adeguata attenzione, ma come se fosse esclusivamente un dovere e ci perché, a differenza ovviamente degli altri documenti di bilancio e di economia, non stanzia direttamente delle cifre, ma definisce in qualche modo la cornice entro la quale si farà il bilancio.
Un aspetto però estremamente interessante il documento di economia e bilancio lo contiene: quello delle premesse, in cui si fa un'analisi della situazione socio-economica piemontese. Se noi valutassimo i numeri o le valutazioni contenute all'interno dello scenario e del contesto economico finanziario di riferimento, come viene definito, ci renderemmo conto di quali politiche la nostra Regione dovrebbe mettere in campo. E' evidente che non le enunciamo tutte, ma solo alcune.
Vi è certamente un dato estremamente significativo: quello che riguarda il profilo demografico. Come ricordava il Vicepresidente, noi siamo una regione che ha avuto un grande calo demografico; aggiungo che siamo una regione che nel 2015 ha avuto anche un trend di mortalità che ha invertito in modo significativo la tendenza rispetto agli ultimi anni. Infatti rispetto ad anni in cui la mortalità andava scendendo, abbiamo avuto una crescita sia dell'aspettativa di vita che del numero complessivo di persone decedute nel 2015.
Questo vorrebbe dire, se in qualche modo fosse utile il documento che noi approviamo, che per esempio questa Regione dovrebbe mettere in campo importanti politiche per a famiglia e importanti politiche per la natalità perché tutte le Regioni e gli Stati europei hanno dimostrato come una seria inversione di tendenza avviene solo e soltanto quando vi sono politiche di sostegno alla famiglia e di sostegno alla natalità.
Lo dico perché non casualmente il nostro Gruppo consiliare, in ogni appuntamento, soprattutto di bilancio, presenta una serie di emendamenti finalizzati a politiche per il sostegno della famiglia. Ora, è evidente che questi sono aspetti che non possono essere risolti o derubricati all'emendamento da due milioni di euro. Io credo che la cosa che manca - e poi lo individueremo nel resto dell'intervento - è un progetto strategico di governo di questa Regione; credo che - e lo dimostra anche l'assestamento di bilancio che è stato appena approvato - si interviene per singoli pezzi, che però non hanno fra di loro una logica complessiva.
Il tema dell'economia è un altro tema assolutamente rilevante. Noi abbiamo sempre detto che crediamo che, come qualunque famiglia o impresa in difficoltà e con poche risorse da impegnare, si dovrebbero individuare quali sono le priorità. E noi crediamo che le priorità facilmente individuabili siano quelle legate alla famiglia, al lavoro, allo sviluppo dell'impresa e alla tutela del territorio.
Questi dovrebbero essere i quattro assi all'interno dei quali si muove la politica regionale. Se guardiamo, infatti, il mondo del lavoro, in particolar modo in alcuni comparti, vi sono dati significativamente preoccupanti rispetto ai dati che non vanno in controtendenza, ad esempio rispetto al dato nazionale. Questa Regione, per molti anni, ha avuto un prodotto interno lordo superiore al dato nazionale, ha avuto una crescita superiore al dato nazionale oggi, al di là dell'aspetto dell'export - che rimane positivo anche se registra una lieve flessione - abbiamo dei dati che, in alcuni settori, sono estremamente preoccupanti e vengono indicati nell'andamento della produzione industriale in Piemonte.
Ed è anche preoccupante rispetto al dato del 2014, non solo rispetto al dato di grande recessione fra il 2007 e il 2010 e una piccola crescita negli anni successivi che, però, non è stata in grado di colmare quel vuoto. Salvo le crescite significative dei mezzi di trasporto sul 2014 evidentemente c'è una decrescita nel 2015 - che ha avuto un picco più del 20 per cento, noi abbiamo una serie di indicatori che quest'anno, per riferirci alla tabella che indica in blu i fattori di crescita, non abbiamo. Avevamo nel 2014, ma non abbiamo nel 2015.
Vi è un aspetto sul quale credo vada puntata la nostra attenzione.
Abbiamo discusso ancora pochi giorni fa dell'assestamento di bilancio ed è apparsa come una notizia la disponibilità di stanziamento di 232 milioni di euro da spalmare su tre anni (che poi, sostanzialmente, sono diventati due). E' assolutamente evidente che con 232 milioni di euro su un biennio non si attua nessun tipo di politica anticiclica o di politica che, in qualche modo, tenta di invertire alcuni fattori che vengono indicati all'interno della relazione generale che viene fatta all'interno del DEFR.
Tuttavia vi è un aspetto significativo, che è quello dei fondi europei.
Nel disinteresse collettivo del Consiglio e anche delle Commissioni competenti o con un minimo interesse che le Commissioni hanno dedicato, in realtà l'unico tesoro disponibile, le uniche risorse disponibili che questa Regione ha, e non solo questa, sono i circa quattro miliardi di euro di fondi dell'Unione Europea, non semplicemente spendibili. Non sono spendibili come i fondi regionali sui quali si ha più facilità di spesa, ma è evidente che la somma del FES, FEASR, FSE e FSC costituisce risorse importanti che andrebbero gestite con una politica unitaria, o con una strategia di Governo che vede nell'utilizzo dei fondi europei una strategia fondamentale.
Faccio due esempi: il ritardo dei bandi e i bandi che il mondo dell'impresa dice essere non utili allo sviluppo economico. Potremmo dire che, verosimilmente, alcuni dati negativi del 2015, rispetto al 2014 nascono anche dal ritardo che si è avuto su questi bandi, ma è semplice fare degli esempi.
Se noi prendiamo i fondi di cooperazione, che sono una piccola parte rispetto ai fondi generali, tuttavia è interessante ricordare di quali risorse economiche stiamo parlando. Parliamo di circa un miliardo di euro diviso fra i singoli interventi. Se noi guardiamo come sono state utilizzate queste risorse ci rendiamo conto che all'interno dei fondi di cooperazione, ma potrei fare altri esempi, non c'è un progetto strategico.
Com'è noto i fondi di cooperazione possono essere utilizzati con progetti strategici che le Regioni hanno, oppure possono essere lasciati alla libertà delle amministrazioni locali nel partecipare ai singoli bandi.
Se ricordiamo i numeri, e parliamo solo di partenariato piemontese e non di numeri complessivi, 108 progetti su Alcotra, zero perché non è ancora conclusa l'istruttoria su Italia-Svizzera, 160 su Alpine Space, 82 su Central Europe, 34 su MED, 261, una parte dei quali europei non è definita nella tabella su Interreg, e 99 su Urban Act. Il tutto per una somma complessiva di più 600 progetti presentati da parte di partner piemontesi (il numero di progetti presentati è decisamente superiore).
Di questi 600 progetti presentati, sono stati approvati a soggetti piemontesi meno di 30 progetti. E' assolutamente evidente come all'interno di queste risorse, chiunque avesse la voglia di andarsi a vedere le dotazioni finanziarie, stiamo parlando di 233 milioni per Alcotra, 118 milioni per Italia-Svizzera, 139 milioni per Alpin Space, 139 milioni per Central Europe, 264 milioni per MED, 426 milioni per Interreg e per il programma interregionale Interreg e 96 milioni per Urban Act. Una mole di denaro assolutamente rilevante, su cui la nostra capacità di spesa è assolutamente residuale.
Ho fatto volutamente l'esempio dei progetti di cooperazione che sono significativi, ma non sono il cuore o l'unico strumento di utilizzo di fondi europei. Invece, se guardassimo la divisione dei singoli POR, anche nelle priorità che vengono date, il POR del FEASR vale un miliardo di euro quello del FESR ne vale 325, il secondo del FESR ne vale 965 e così via.
Credo che su questo tema, che il Consiglio regionale troppo spesso non affronta, perché noi guardiamo un bilancio dentro il quale c'è la percentuale di cofinanziamento dei fondi europei, ma non sappiamo, ad oggi quali ricadute abbiano le uniche risorse disponibili che non pagano personale, che non pagano riscaldamento, che non pagano sedi, ma che sono finalizzate allo sviluppo, all'intervento sul territorio e quant'altro su questa Regione. Questa è la vera sfida, questo è il vero tema contenuto nel documento strategico unitario, quindi non è che manchi un documento di programmazione. Addirittura, per ciò che riguarda le aree montane, vi è una programmazione integrata degli interventi che, molto semplicemente, non vengono fatti, oppure vengono fatti in modo residuale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Nella discussione generale sul documento di economia e finanza regionale, come già ci ha ricordato il Vicepresidente avendo emendato quanto scritto a pagina 20 in relazione alla riforma costituzionale, vale la pena fare alcune considerazioni preliminari, visto che si parla di un documento che cerca di dare alcune indicazioni su quali siano le linee di sviluppo dal punto di vista economico e finanziario del prossimo triennio quindi parliamo del 2017, del 2018 e del 2019.
Secondo me, ciò che emerge è che, all'interno dell'emendamento 1) presentato dal Vicepresidente Reschigna, non viene ribadito in maniera chiara il fatto che la non compiutezza del percorso di riforma costituzionale e l'azzardo costituzionale portato avanti dal Governo Renzi riporti in auge la tematica insabbiata dal Governo Monti in avanti, ossia quella del cosiddetto federalismo fiscale e del discorso della ripartizione delle quote di fiscalità tra Stato ed Enti regionali, quindi anche Enti locali.
Il percorso è stato molto accidentato negli anni, a partire dal 2001 con la riforma del Titolo V, che istituiva questa necessità di coordinamento e di autonomia impositiva, da parte degli Enti locali, perch ricordiamolo - è inutile parlare di responsabilità politica (e lo abbiamo visto nell'uso sfrenato di risorse, su cui tanto non avevano responsabilità politica, fatto dalle Regioni in questo quindicennio) laddove non c'è l'effettiva autonomia nella determinazione delle politiche di entrata da parte degli Enti locali.
Quello che emerge, con la non approvazione delle ulteriori modifiche al Titolo V, è che si riporta indietro il discorso verso un accentramento, da un lato, delle funzioni legislative verso lo Stato, lasciando alla Regione alcune marginali funzioni programmatorie e, dall'altro, incidendo sempre più fortemente sulla questione dell'armonizzazione dei bilanci.
Di questa parte, essendo saltata, rimangono le previsioni - giustamente citate nell'emendamento 1) - sul fatto che la legge nazionale deve disciplinare i principi, determinare a grandi linee l'intero sistema tributario e definire gli spazi e i limiti in cui va articolata la potestà impositiva tra Stato, Regioni ed Enti locali.
Negli ultimi anni, con le necessità di garantire i vincoli di bilancio europei, questo è stato visto più come un ampliamento dei poteri dello Stato nella limitazione delle capacità di entrata delle Regioni.
Tuttavia, questo non è il significativo della sentenza della Corte Costituzionale, che si limitava a specificare la necessità di addivenire ad una definizione chiara di queste ripartizioni.
Sotto questo profilo, oggi si apre un importante discorso che dovrà essere portato avanti nei cosiddetti luoghi di concertazione, nella Conferenza Stato-Regioni, dove ci si aspetta la classica reale collaborazione tra le varie parti e, quindi, si dovrà riaprire necessariamente il discorso.
Allo stesso modo va riaperto il discorso a livello europeo, ma questo è un altro tema.
Sotto questo profilo, questo DEFR è figlio di una logica di costrizione e di riduzione delle risorse che bisognerebbe provare ad invertire, perch ad oggi, massimo risparmio e massimo contributo alla stabilità economica nazionale è stato dato proprio dagli Enti locali, a partire soprattutto dai più piccoli, dai Comuni e dalle Province (Province che sono state massacrate con la logica che tanto le stavamo cancellando, con una legge Delrio che doveva essere una legge ponte, ma che adesso nessuno vuole più toccare, perché rimane l'ultimo baluardo della riforma che non è stata approvata), nel depotenziamento e nello smantellamento dei servizi ai cittadini forniti dagli Enti locali.
In particolare, abbiamo una serie di situazioni che a questo punto non possono non essere affrontate a livello regionale.
In questo vado ad evidenziare alcuni limiti di questo DEFR, in particolare sulla questione del sostegno alle fragilità, dell'inclusione sociale e del sostegno alla lotta alla povertà.
In questo DEFR si dice molto poco, dal punto di vista regionale, se non il fatto di portare avanti le politiche regionali, l'accompagnamento al SIA, che però è l'ennesima logica della "mancetta", che fa anche ridere perché sono 80 euro al mese, con un massimo di 400 per nucleo familiare per dei redditi che abbiano un ISEE di tremila euro. E' il nulla, quindi in attesa di quello che dovrebbe essere il reddito di inclusione che, per è un altrettanto nulla, di un miliardo e 600 milioni che, dati i volumi dei livelli di povertà raggiunti in Italia a partire dal 2008 ad oggi, stiamo parlando di 12 euro a persona. Stiamo veramente parlando di un'incapacità di voler affrontare le tematiche o anche solo di voler prendere in considerazione soluzioni proposte, ad esempio, proprio dal Movimento 5 Stelle, quindi il discorso, a livello nazionale, del reddito di cittadinanza, ma anche il discorso di una sperimentazione di questo tipo di reddito a livello regionale.
In questa Regione, quindi, ci si siede sulle politiche nazionali, che sono evidentemente inefficaci, e lo ha dimostrato proprio il convegno di ieri, dove abbiamo visto, o meglio, si sarebbe forse voluto vedere meglio quale fosse lo stato di attuazione della legge 23 del riordino delle funzioni delle province, che fu anche una legge che tamponò situazioni a cui lo Stato aveva detto che avrebbe dato soluzione - penso alla questione dell'Agenzia del lavoro - e che invece ad un certo punto disse: "Non si pu fare niente, non siamo in grado di arrivare ad offrire la soluzione, quindi se ne deve occupare la Regione, incorporando o, meglio, prendendosi l'onere di gestire la parte degli Uffici di collocamento, dei centri per l'impiego", che erano provinciali e che si ritrovavano senza risorse.
Ieri ci è stato anche detto che sono tuttora senza risorse, nonostante il tentativo di coordinamento e di gestione da parte dell'Agenzia Piemonte Lavoro; sistema che comunque scricchiola, sistema che lo stesso Vicepresidente ha detto che, ad oggi, è un sistema che ha delle fragilità forti (il sistema delle Province e di tutti i servizi offerti dalle Province e delle supplenze che la Regione ha messo in atto con la legge 23).
Tutto quanto, ovviamente, sempre con un'ottica molto limitata e di scarsa strategia, di scarsa proiezione nel futuro, di cui risente questo DEFR, perché questa scarsa proiezione nel futuro ce l'abbiamo su tutto anche sulle politiche sanitarie, dove si dice che certamente usciremo dal piano di rientro e che potremmo finalmente provare ad assumere e a ripensare all'edilizia ospedaliera, ma non usciremo da delle logiche di progressivo restringimento del perimetro pubblico nell'assistenza sanitaria e nel servizio sanitario, perché rimangano quelle delibere - la 1-600 e successive sul riordino del sistema ospedaliero - che sono un tritacarne e che ad ogni prossima iterazione taglieranno ulteriori servizi e che mancando - mancando - una leale collaborazione tra i vari livelli di governo, faranno dipendere comunque le risorse, per la sanità, dalle decisioni e dal riparto che viene deciso a livello nazionale, con unicamente l'ottica di garantire gli equilibri di bilancio e i vincoli europei.
Tutte queste cose fanno sì che in questo DEFR ci sia molto poco ed anche quel poco che c'è ogni tanto è un po' miope. Parlo della mia provincia: per l'ospedale di Verduno, di Alba e di Bra viene detto: "Abbiamo anche stanziato un milione e mezzo per finire la strada". Peccato che si tratti di soldi a completamento di quanto stanziato nel 2009 dalla Giunta Bresso. Doveva costare 17 milioni: ci costerà cinque e la facciamo all'11 per cento di dipendenza su una collina, un problema in caso di ghiaccio o di nevicate (quindi speriamo nel riscaldamento climatico).
Nulla si dice di quanto ci costerà alla fine quella struttura fatta in project financing, i cui costi sono lievitati da 120 milioni ad oltre 150 e adesso forse ben oltre, di cui non si sa, ad oggi, quale sia la rideterminazione del canone che bisognerà pagare al concessionario per i servizi non sanitari, eccetera.
Non si dice nulla, ad esempio, sul ripristino del servizio sulla linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza, ad oggi ridotto al lumicino; un servizio che comunque sarà in carico alla Regione Piemonte, perché è la stessa Regione Piemonte che ha in carico anche i soldi nazionali per le manutenzioni urgenti. Eccetera, eccetera.
Ci sono ancora moltissime cose da dire e dieci minuti sono purtroppo pochi per fare un intervento compiuto e dettagliato sui vari punti di questo DEFR. Abbiamo provato a presentare alcuni emendamenti, per evidenziare almeno alcune questioni che, secondo noi, sono importanti, che qui non sono citate e che non sono state affrontate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Oggi più che mai sarebbe interessante allargare il campo di questa riflessione, soprattutto su una crisi che di fatto, forse, colpisce tutta l'Europa, in una "notte" della democrazia, che sembra voglia far vedere ogni volta che si va ad una consultazione elettorale, anche effetti dirompenti.
Lo dico soprattutto alla nostra parte politica e a questa maggioranza.
Credo che per quanto, sempre di più, sia chiaro che le ricette delle austerity hanno di fatto portato all'insufficienza di qualsiasi politica di riduzione delle disparità e delle disuguaglianze e, appunto, dire no a queste ricette non è più sufficiente se non con delle pratiche diverse.
Perché faccio quest'analisi? Certo, dobbiamo considerarci soddisfatti per aver messo in sicurezza i conti di questa Regione, per aver riportato credibilità a un'Istituzione che ne aveva persa tanta. Penso, infatti, alle scene su questi banchi della scorsa legislatura, e non solo, legate alle inchieste sui costi della politica e sull'uso improprio di quelle risorse.
Tuttavia, per quanto questo Consiglio abbia fatto di tutto per levare questa discussione dal campo, avendo ridotto i costi della politica, avendo confermato l'azzeramento dei rimborsi, non avendo reintrodotto il vitalizio e avendo tagliato, di fatto, lo stipendio della gran parte dei Consiglieri lo dico, con tutta l'umiltà del caso, all'Assessore Reschigna, al quale va tutto il merito di aver riportato l'asse finanziario nel giusto segno anche dopo aver visto i risultati della Corte dei Conti - con tutta l'umiltà del caso dico anche che questo riformismo in "salsa minimal" non basterà ad arginare la piena di quello che è, di fatto, un sentimento comune dei nostri concittadini.
Che fare? Stando al rapporto dell'IRES (Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte), si dice che si è ridotto il ricorso all'integrazione salariale, con un monte ore di CIG che passa da 118 a 80 milioni di euro mentre il numero di lavoratori coinvolti in procedure di CIG attive scende da 40 mila unità alle 16.000 del dicembre 2015.
Tuttavia, lo sappiamo da tempo: dal 1° gennaio 2016, 30.000 piemontesi si sono trovati privi di qualsiasi forma di ammortizzatore. Sempre l'IRES ci racconta che i NEET, il cui numero in Italia è cresciuto ininterrottamente fino al 26 per cento, in Piemonte sono il 21,3 per cento: il dato peggiore tra tutte le Regioni del Nord-Centro Italia.
La popolazione residente in Piemonte è diminuita di oltre 18 mila unità. Questo dato mostra il calo delle nascite ed un rapporto negativo fra immigrazione ed emigrazione. Sorprendente, vero? Lo dico ai banchi leghisti che purtroppo non sono, in questo momento, rappresentati dalla Capogruppo Gancia, ma spero che di questo ne discuteremo.
Questo ci fa dire che i piemontesi, soprattutto quelli con un livello di alta scolarizzazione, sempre di più prendono la strada verso l'estero senza avere un saldo positivo di queste figure. Perché per quanto noi abbiamo riportato in alto l'ascensore sociale delle borse di studio e per quanto sappiamo, ancora oggi, attrarre tantissimi ragazzi fuori sede, il problema più grave, in questo momento, di questa regione, senza farcene una colpa - non sto parlando di responsabilità politiche di questo Consiglio regionale, ma di un tema grande come casa - è che formiamo tantissimi ragazzi, spendiamo più di 140 mila euro per ogni cittadino piemontese che è stato dall'asilo all'università in questa regione, eppure la gran parte di essi prendono altre strade; e sono all'estero, oggi, a fare il post-doc, i dottorati, per parlare di quelli di alta formazione, ma in realtà vanno all'estero tantissimi ragazzi, anche quelli con bassa scolarizzazione.
Tutti questi dati si uniscono a un tema più generale, e cioè che i piemontesi si percepiscono in difficoltà; gli ottimisti passano dal 28 al 24 per cento e i pessimisti passano dal 21 al 24 per cento.
Tutti questi dati mi convincono che qui, come altrove, abbiamo bisogno di un programma un po' più hard: immediato, ma efficace, per rilanciare un'agenda politica che non può continuare ad a sembrare solo legata alla manutenzione straordinaria, mentre i cittadini e le cittadine chiedono soluzioni e risposte ai problemi reali.
Per questo motivo, credo che nel documento economico e finanziario bisogna suggerire almeno l'uscita con degli interventi un po' più chiari e semplici, come, per esempio, è stata la restituzione del 100 per cento delle borse di studio agli studenti universitari idonei.
Nei dico tre e le dico soprattutto al Presidente Chiamparino, che non è presente in aula.
Intanto, ripeto, bisogna rilanciare una stagione in cui si riprenda a parlare di un reddito minimo di autonomia per inoccupati, sottoccupati disoccupati e precari. Perché, nell'attesa di una misura universale e nazionale, per sottrarre chi è in cerca di occupazione dalla ricattabilità del lavoro precario, per contrastare la precarietà e la povertà, promuovere l'integrazione sociale e garantire una qualità di vita adeguata alla dignità delle persone, le Regioni non possono non agire, ed è per questo motivo che dovremmo avviare sperimentazioni come è avvenuto in Lazio Campania e in Friuli.
La nostra proposta, come il Presidente sa, prevede 7.000 euro di sostegno ai disoccupati, agli inoccupati e agli inabili al lavoro e fino a 5.000 euro per i "precariamenti", occupati e i sottoccupati.
Ricordo, però - lo ricordo al Vicepresidente Reschigna, che ha firmato un buon accordo con le parti sociali e con i sindacati - che il primo impegno per ridurre la sottoccupazione e il lavoro povero è essere noi stessi non più generatori di lavoro povero! Guardate gli ultimi appalti delle ASL! A voi sembra normale continuare ad esultare - perché ci sono Direttori delle ASL che esultano! - per ribassi del 26 per cento? E' successo la scorsa settimana per il Sovracup.
Ma cosa c'è da esultare quando si fa un'offerta del 26 per cento inferiore a quella precedente? Ma cosa c'è da esultare quando un lavoratore passa da 26 ore a 21 ore? Ma cosa c'è da esultare, e lo dico a chi si occupa di cultura, com'è successo nel caso de La Venaria, nel passare da un contratto di Federcultura ad un contratto in cui si guadagna meno di 700 euro al mese? E' lì che stanno le nostre responsabilità! Perché l'Assessore Reschigna, giustamente, mi dirà che non ha i soldi per fare un reddito di autonomia, che non ha i soldi per dare 7.000 euro ad ogni inoccupato. Ma almeno proviamo a non dover integrare quei 5.000 euro di differenza fra il lavoro povero e fra quello che è il livello più grave di sottoccupazione e di povertà relativa che il Piemonte abbia mai conosciuto.
Io non posso più accettare che le cooperative che svolgono ogni giorno i servizi pubblici e che puliscono i nostri ospedali paghino meno di 700 euro al mese o meno di 600 euro al mese quelle persone.
Non so se vi è chiaro. Io non sono per le esternalizzazioni, sono per reinternalizzare alcuni servizi, avrei reinternalizzato anche il Sovracup visto che ci sono lavoratori che lavorano da vent'anni per noi, che prima erano interinali e prima lavoravano direttamente per la Regione Piemonte.
Ora, mi direte che è una posizione socialista. Sì, è una posizione socialista! Chi non ha questa posizione e pensa ad un sistema liberale delle esternalizzazioni e delle gare d'appalto, almeno capisca che se non c'è la promozione di quel lavoro buono, quello diventa solo lavoro povero.
E il pubblico diventa il nemico, diventa il nemico con cui arrabbiarsi ogni giorno, perché con 700 euro al mese non vive nessuno, soprattutto se sono delle donne in difficoltà e se sono delle persone che hanno scelto quei lavori perché sono gli ultimi del nostro sistema. E' il motivo per cui vi dico che questo deve essere al centro della nostra discussione.
E dico altre due cose che si possono fare. Abbiamo fatto il "salva sfratti", siamo stati fra i primi in Italia: iniziamo a pensare anche al salva mutui, a una misura che contrasti chi ogni giorno perde la prima casa. Sono 15.000 le persone in Piemonte che ogni anno perdono la loro prima casa, e per cosa? Perché hanno perso reddito, perché hanno perso occupazione.
Ce n'è una terza, che riguarda il campo dell'istruzione. Continuiamo a promuovere questa doppia graduatoria e a dire "faremo i voucher invece che il buono scuola". Io ve lo dico sinceramente: non sarebbe più semplice pagare i libri di testo e i trasporti a tutte quelle famiglie che stanno sotto i 21 mila euro di ISEE? Non sarebbe più giusto? E' vero, abbiamo cancellato la storia del "chi paga di più, prende di più" che era il concetto del buono scuola. Ma non sarebbe più giusto che tutte le famiglie, a prescindere da dove vanno, abbiano i libri di testo e di fatto, i trasporti gratuiti per tutto il Piemonte? Ma non sarebbe una grande misura anche per discutere di altro? Infine, e concludo, gli investimenti. Io credo che abbiamo fatto di tutto per evitare grandi catastrofi, tra l'altro com'è successo con la recentissima alluvione. Se non ci fossero stati grandi investimenti negli anni Novanta, ma soprattutto dopo il 2000, quello che è successo nelle scorse settimane sarebbe stata, forse, una delle più grandi tragedie della storia di questa regione, perché, come avete visto, il volume di piogge è stato maggiore rispetto alle ultime alluvioni. Eppure queste cose non sono successe, anche grazie a degli investimenti sulla manutenzione e alla cura straordinaria del territorio.
Quindi, due cose sono importanti: in primo luogo, non possiamo permettere che anche il futuro Governo non pensi a questa come una priorità. Perché è vero che c'è stato un solo morto, ma noi abbiamo bisogno di investimenti veri, perché quei 50 milioni che abbiamo recuperato all'ultimo non bastano. Forse non ci serve il miliardo di euro che abbiamo avuto dopo le alluvioni del 2000, ma di sicuro ci sono almeno 300-400 milioni che servono a questo territorio, per evitare altri insuccessi.
D'altra parte, ci sono degli investimenti che dobbiamo fare noi e l'abbiamo detto sulla sanità.
Credo che se non capiamo che anche da lì può ripartire l'occupazione se non capiamo che dalla bolletta energetica del nostro spazio pubblico, a partire dagli ospedali e a partire da quello che è il costo in generale della nostra bolletta, difficilmente capiremo che cosa vuol dire un green new deal. Credo che abbiamo ancora pochi anni alla fine di questa legislatura e questo deve essere al centro degli investimenti che farà la Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna; prego.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Mi premeva rappresentare solo due questioni poste dal Consigliere Bono perché sul resto non credo di dover rispondere o replicare agli interventi svolti in sede di discussione generale.
Il Consigliere Bono poneva la questione dei flussi delle entrate nella dimensione pluriennale dei prossimi anni.
La tabella cui faceva riferimento il Consigliere Bono non è stata inserita per la semplice ragione che solamente nei giorni scorsi abbiamo avuto la trasmissione, da parte del MEF, degli importi presunti delle entrate sotto il profilo della manovra; e, in modo particolare, questo riguarda il tema dell'addizionale IRPEF delle manovre regionali, dove sono confermate le stime per le quali, a fronte di 487 milioni nel 2015, noi passiamo a 498 milioni di euro nel 2017 e 509 milioni nel 2018. Questo dato ci è arrivato solamente nei giorni scorsi e quindi è confermato questo trend di crescita dell'addizionale IRPEF non determinato da manovre fiscali attuali, ma come conseguenza delle manovre assunte nel corso degli anni.
Vengo invece alla seconda questione, molto sinteticamente. Non posso che confermare, sotto questo profilo, l'impegno che è soprattutto quello in questo momento, dedicato alla chiusura dell'accordo col Governo sui Fondi di Coesione Sociale, relativamente a un forte investimento sul tema della difesa del suolo e dell'assetto idrogeologico. Vorrei però ribadire e cogliere quest'occasione per esprimere due sintetiche considerazioni.
La prima è che noi - guardate - siamo ancora nel pieno di una situazione complicata da dover gestire; d'accordo? Non ne siamo usciti fuori totalmente: stiamo respirando un po' più tranquillamente rispetto agli anni passati. Questo nostro respirare, però, nei prossimi anni sarà strettamente condizionato dalla soluzione di due temi, che non sono stati affrontati all'interno della legge di bilancio votata al Senato, rispetto ai quali o noi ne usciamo fuori con interventi nel decreto legge "Mille proroghe" (o in altro provvedimento), oppure la previsione del prossimo e dei prossimi anni sarà più complicata.
Voglio ricordare che, a legislazione vigente e senza che questa sia modificata, il 2017 prevede una riduzione della capacità di spesa delle Regioni di due miliardi e 680 milioni. Fatevi voi i vostri conti: il Piemonte normalmente è coinvolto per l'otto per cento. L'ipotesi su cui stavamo lavorando con il Governo è che questi due miliardi e 680 milioni potessero essere coperti, per un miliardo e 800 milioni, dai due fondi che venivano costituiti con la legge di bilancio (uno sulle anticipazioni del decreto legge 35 assegnate ma non erogate, l'altro sulla rinegoziazione dei bond obbligazionari e derivati): questo era il punto centrale del rapporto con il Governo, che doveva essere affrontato al Senato sulla legge di bilancio. Le vicende politiche hanno portato in secondo piano questo tema che è quello su cui dovremo cercare di lavorare nei prossimi giorni. Senza questa soluzione, infatti, il 2017 ritorna ad essere un anno complicato.
Il secondo problema riguarda la richiesta che stiamo facendo in modo molto forte al Governo di uscire dalla gestione commissariale, per quanto riguarda il tema delle anticipazioni sul decreto legge n. 35. La norma contenuta nella legge di stabilità del 2014 diceva che noi saremmo usciti dalla gestione commissariale al pagamento dell'ultimo debito trasferito dalla Regione al Commissario straordinario, nella persona del Presidente.
La norma che hanno inserito nella legge di bilancio dice non solo al pagamento dell'ultimo debito conferito dalla Regione alla gestione commissariale, ma al pagamento dell'ultima rata di restituzione, da parte del Commissario, al Ministero dell'Economia e delle Finanze sulle anticipazioni: vuol dire il 2045.
Ora, vorrei che fosse chiara una cosa: non si tratta del problema di tenere o non tenere in piedi un soggetto inutile, perché se il Commissario straordinario non ha più debiti da pagare è certo inutile che venga tenuta in piedi una sovrastruttura.
Il problema è un altro: il fatto, cioè, che per tutte le Regioni le restituzioni delle anticipazioni avute dal Governo sul decreto legge 35 per la quota capitale sono relative a restituzione di prestiti e, come tali non rientrano negli equilibri di bilancio. La legge di stabilità del 2014 dice invece che quel che noi diamo al Commissario - che, guarda caso, è esattamente l'importo che il Commissario restituisce tutti gli anni al MEF è un contributo; e un contributo entra negli equilibri di bilancio. Allo stato attuale delle cose, noi oggi abbiamo un maggiore gravame, in termini di equilibri di bilancio rispetto a tutte le altre Regioni d'Italia, che vale 170 milioni di euro.
E' su questi due temi che il Presidente e il sottoscritto da qualche settimana stanno premendo fortemente - e ritorneremo a premere con il nuovo Governo - perché venga data una soluzione a queste questioni, perch altrimenti vorrebbe dire che l'anno prossimo noi - oltre al saldo netto che dobbiamo garantire in quanto imposto dalla legge di bilancio, più o meno pari all'otto per cento di due miliardi e 680 milioni, speriamo molto meno e non una cifra vicina a quella quota - noi avremo quest'altro "piccolo" problema. Se riusciamo in questa operazione, infatti, avremo un minore gravame di 170 milioni rispetto a quest'anno; se non riusciamo in quest'operazione, noi avremo un'ulteriore condizione di squilibrio in rapporto a tutte le altre Regioni.
Buon lavoro, dunque: c'è ancora molto da fare in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.


Argomento: Nomine

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Nomina nuovo Direttore del Museo Nazionale del Cinema"


PRESIDENTE

Come concordato stamattina, l'Assessora Parigi è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Nomina nuovo Direttore del Museo Nazionale del Cinema".
Prego, Assessore.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Immagino che la comunicazione che rendo debba riguardare quanto voi avete letto oggi sui giornali. Faccio un breve passo indietro, in modo da ricostruire l'iter che ha portato, appunto, ad oggi.
Sono abituata a valutare le cose sulla base dei risultati e non sulla base delle ideologie o, tanto meno, delle demagogie; e quindi voglio dire che il Museo del Cinema, in questi anni, ha costruito tantissimo: è il punto di riferimento della nostra Città, è elemento di eccellenza e soprattutto, è stato inserito in una legge nazionale sul cinema che ne garantisce la sovvenzione. Voglio quindi dire che noi, fino ad oggi abbiamo avuto una conduzione di altissimo profilo.
Ora, il contratto di Alberto Barbera scadeva il 31 dicembre di quest'anno e già da tempo avevamo capito che proprio la crescita del Museo imponeva lo sdoppiamento della Direzione, anche se lo Statuto non lo prevedeva. Poiché i tempi erano urgenti, abbiamo deciso di nominare un Direttore con delle competenze soprattutto gestionali e amministrative proprio per la complessità che questo Museo ha raggiunto nel tempo.
Naturalmente, abbiamo deciso di farlo con un bando; e, anche a questo proposito,voglio sottolineare che questa Giunta ha sempre operato tramite bandi, senza nemmeno aver bisogno che lo prescrivesse il Regolamento della Città di Torino. Abbiamo dunque operato con un bando e, proprio per garantirne la trasparenza, ne abbiamo affidato la gestione, così come in altre situazioni, a Praxi. Ovviamente abbiamo deciso di aspettare la conclusione delle elezioni, proprio per non intervenire in contesti di tensione per altri motivi, e abbiamo pubblicato l'avviso a giugno.
Pertanto, Praxi ha fatto una prima selezione. E voglio ricordare che il compito della scelta del Direttore non è dell'Assemblea dei soci, ma è del Consiglio direttivo. Al Consiglio direttivo è stata proposta una serie di nomi. Nel frattempo, si determinava quella che io giudico un'atmosfera pregiudiziale verso alcuni candidati, uno dei quali - non voglio fare il nome, naturalmente, ma è scritto sui giornali - capita l'atmosfera, ha ritirato la sua disponibilità, quello che fino a quel momento sembrava il candidato migliore.
Dieci giorni fa vi è stato un Consiglio direttivo che ha audito una serie di candidati, proposti sempre da Praxi. Alla fine di questo Consiglio direttivo, è stato indicato il nome, come candidato migliore - almeno, a maggioranza - di Alessandro Bianchi. Poi, entrerò nel merito anche di chi è Alessandro Bianchi, anche se, poverino, non se lo merita. Alla fine di questo Consiglio direttivo, è stato chiesto, da parte di Città di Torino di non votare. Quindi, il Consiglio direttivo si è aggiornato e non ha potuto votare su quella che era la sua decisione. Ovviamente, le motivazioni emerse in vari colloqui, anche personali, riguardano l'identificazione di Alessandro Bianchi in un'area vicina al PD, anzi viene definito "organico al PD".
Ieri sera, c'è stato un ulteriore Consiglio direttivo in cui il rappresentante GTT che aveva ricevuto l'indicazione di votare per un altro candidato si è rifiutato e, oggi, ha rassegnato le dimissioni. A quel punto, il rappresentante della Fondazione CRT non si è presentato e sono rimasti il nostro rappresentante, il rappresentante del Comune più quello di Compagnia di San Paolo, che non si è sentito di fare l'ago della bilancia, rimandando ai soci fondatori la decisione, anche se - ricordo questo non fa parte della correttezza istituzionale dell'Ente, perché è il Consiglio di gestione che dovrebbe gestire, è il Consiglio di gestione che aveva fatto una scelta. Alessandro Bianchi non è mai stato il candidato della Regione, è stato il candidato del Consiglio di gestione, è una cosa molto diversa.
Naturalmente, questa è piccola cosa nei confronti di tutti i problemi che noi affrontiamo, però vorrei cogliere questa occasione per alcune riflessioni.
Innanzitutto, noi, come Giunta, non abbiamo mai applicato lo spoil system, in nessun caso, mai! Non abbiamo mai detto: "Questo candidato l'ha nominato la precedente Giunta e, quindi, noi non lo rinominiamo"! Abbiamo riconfermato tutti - e dico "tutti" - quelli che ci sembravano possedere delle capacità, perché questo metodo di identificare persone che svolgono professioni in base alla loro appartenenza politica è un metodo che a me personalmente ha sempre fatto orrore, ma che fa orrore anche a questa Giunta.
Credo che i candidati vadano valutati solo e solamente per la loro professionalità, per il loro curriculum, al di là delle idee politiche, e questo mi sembra un traguardo di civiltà che tutti quanti dovremmo condividere.
Voglio ancora dire che il candidato identificato come "organico" al PD era stato scelto, per esempio, dal Ministro Biondi, quindi, forse, non era così organico al PD; comunque, anche se lo fosse stato, non credo che tutti i professionisti che hanno lavorato per le precedenti Giunte vadano cancellati dalla faccia della terra e mi rifiuto di accettare questo tipo di logica. La modalità per cancellare il Sistema Torino non trova la mia adesione.
Vengo al terzo e ultimo punto sulla correttezza istituzionale. Io in questi anni dall'opposizione ho sentito le parole "tantissima correttezza istituzionale", ma adesso è ora di mostrarla la correttezza istituzionale.
Noi abbiamo avuto una Fondazione Torino Musei in cui è stata sfiduciata una Presidente con il comunicato stampa, senza neanche informare il Consiglio direttivo! Questa è la correttezza istituzionale? No, questa non è correttezza istituzionale! C'è un Consiglio direttivo, che era quello che...



(Commenti fuori microfono)



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Questo si chiama spoil system!



(Scampanellìo del Presidente)



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Non solo, la Fondazione Torino Musei in questo momento è senza Presidente e solo in questo weekend ha perso, esclusa la mostra di Monet 8.000 ingressi.
Allora, la correttezza...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, non dovete interrompere l'Assessora, gentilmente poi vi do la parola.
Silenzio, l'Assessora sta svolgendo le comunicazioni! Zitti! Basta!



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

No, dovete stare zitti, perché sta parlando l'Assessora! Vi ho fatto parlare, quando parlate voi non vi interrompo, andate oltre i dieci minuti...



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Dovete stare gentilmente in silenzio e mettere nelle condizioni l'Assessora di esternare con lucidità il suo giudizio.
Prego.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Benissimo.
Concludo subito, non c'è problema. Comunque, è correttezza istituzionale che lei mi lasci parlare, visto che io sono stata a sentirla per molto tempo.



PRESIDENTE

Assessora, mi deve fare una cortesia, perché il Presidente del Consiglio, fino a nuova nomina sono io: io non interrompo la Giunta quando parla, faccio parlare i Consiglieri più del tempo necessario, quindi pretendo assoluto silenzio! Prenda tutto il tempo necessario.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Stavo parlando di correttezza istituzionale, che ho esperito già in un'altra circostanza e ora anche in questa situazione: questa non è correttezza istituzionale! Non si fa il bene delle nostre istituzioni con queste prassi! Ancora un'ultima cosa: abbiamo sempre parlato della cosiddetta vecchia politica - permettetemi l'ultima riflessione - e questi sono metodi da vecchia politica, veramente da vecchia politica.
Allora, cosa facciamo? Noi crediamo sia stato fatto un grande lavoro in questa città. Crediamo che la cultura abbia fatto anche del bene allo sviluppo della nostra città. Crediamo occorrano delle professionalità all'altezza per continuare questo lavoro. Non siamo disponibili a scelte di ripiego. Non siamo disponibili a buttare via quanto è stato costruito, per cui noi proponiamo di azzerare - peraltro, si stanno dimettendo tutti tutto quello che è stato fatto, di rifare un nuovo bando, questa volta magari, trasparente per davvero; dopodiché, naturalmente, di dare un'ulteriore proroga - qualora l'accetti, non lo so - ad Alberto Barbera in modo che possa continuare in qualche modo a tenere sotto controllo la situazione, così come, peraltro, ha fatto fin qui.
Voglio solo dire che anche su Alberto Barbera c'è il veto, c'è il veto su tutto! Quindi, anche su Alberto Barbera c'è il veto; invece, noi riteniamo che si debba costruire un percorso di professionalità, un percorso di trasparenza e un percorso che non ci faccia deridere da tutta l'Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle. Seguiranno gli interventi dei Consiglieri Bono e Frediani.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, la richiesta delle comunicazioni è stata avanzata dal Consigliere Valle, pertanto dobbiamo dare la possibilità al collega di intervenire, poi ci sarà lo spazio per voi.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie.
Cerco di occupare poco tempo, così da poter permettere anche ai colleghi di intervenire, perché la relazione dell'Assessora è stata sicuramente di grande interesse e anche di grande impatto. Penso sarà interesse di tutta la nostra Commissione poter acquisire i risultati del lavoro della società di selezione e anche il costo che abbiamo sostenuto per questa selezione, in maniera da poter condividere i criteri, le metodologie e le modalità con cui si è arrivati a questa scelta.
Non è la prima volta che ci troviamo in questa condizione, da giugno ad oggi, ed è evidente - penso politicamente - che sia arrivato il momento di fare chiarezza non solo sulle modalità con cui procediamo alla scelta delle persone che rappresentano Regione e Comune o che guidano istituzioni culturali dove sono presenti entrambi.
Questo è importante e ritengo sia importante, visto che politicamente viviamo un momento in cui si fanno molte battute, più che sul passaggio alla Terza Repubblica, sul ritorno alla Prima Repubblica e al non ricadere nelle tentazioni che sono state tipiche della Prima Repubblica (spartizione dei posti sulla base delle appartenenze, delle correnti e lottizzazioni che conosciamo).
Detto questo, mi riconosco in pieno nelle parole dell'Assessora, quando parla della necessità di continuare sulla strada della trasparenza, del premio di merito e delle capacità delle persone che si vanno a individuare.
Penso davvero che sia il caso di ripensare alle modalità con cui Regione e Comune gestiscono insieme alcune importanti istituzioni culturali della nostra città e regione.
E' evidente che, ormai, siamo alla terza occasione e se non si riesce a trovare una modalità condivisa d'individuazione delle persone, di selezione delle risorse anche economiche da attribuire, della linea - se volete - di politica culturale da perseguire attraverso queste istituzioni (c'è poi la querelle di questo weekend sui numeri delle mostre, quindi "facciamo più mostre blockbuster, facciamo più mostre che arrivano dal patrimonio culturale che abbiamo in casa e che cerchiamo di valorizzare, ancorché meno attrattive"). Insomma, se la divergenza è tale da non poter essere composta neanche attraverso una concertazione politica che in passato è avvenuta anche tra forze politiche differenti, allora forse è il caso di provare a tagliare questo nodo e dividere quello che fa uno e quello che fa l'altro ciascuno proseguendo legittimamente all'interno delle proprie prerogative e linee politiche culturali, che evidentemente non riescono a trovare il modo per essere conciliate.
Io penso, anzi voglio sperare, che lo scontro che oggi stiamo vivendo sulla scelta delle persone sia soltanto la punta di un iceberg che nasconde, invece, una diversità di visione di politica culturale che noi vogliamo far perseguire a questi enti. Sarebbe decisamente più deprimente se fosse soltanto una questione di appartenenze o di vicinanze o di mancato riconoscimento reciproco delle competenze.
Però, anche vedendolo in questo modo, che spero sia quello vero, non sarebbe meno grave, anzi sarebbe decisamente più urgente da affrontare perché è evidente che, in questi primi sei mesi, almeno, di condivisione delle responsabilità, non siamo riusciti a trovare questa modalità in alcun modo ed è meglio, piuttosto che continuare - com'è capitato in altre occasioni, facendo danni al nostro ricco patrimonio di istituzioni culturali - suddividersi le responsabilità e i compiti, andare ognuno per la propria strada e, chi avrà più filo da tessere, farà una maggiore tela.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In effetti, oggi non capivamo perché, in una seduta abbastanza noiosa (non me ne voglia il Vicepresidente Reschigna) sul documento di economia e finanza regionale, fossero presenti i giornalisti. Ci chiedevamo: "Chissà come mai?".
Siamo sempre un po' ingenui, ancora dopo anni in questo Consiglio! Faccio notare che il Partito Democratico ha anche violato il Regolamento ed è stato avallato dall'Ufficio di Presidenza (dal Presidente del Consiglio), in quanto ha chiesto l'inserimento delle comunicazioni della Giunta e di un ordine del giorno. Quindi, ci sono due richieste di modifica dell'o.d.g. di questo Consiglio.
Noi, essendo democratici (non come sigla, ma nei fatti), abbiamo accettato che la Giunta svolgesse le comunicazioni, dopo l'inserimento di un ordine del giorno.



PRESIDENTE

No, non è così. Scusi, la interrompo solo perché ci sono gli organi di stampa.



BONO Davide

E' così.



PRESIDENTE

No.



BONO Davide

Dica.



PRESIDENTE

La Giunta può intervenire in qualsiasi momento.



BONO Davide

Sì, ma è stato richiesto da un Consigliere, tant'è che ha parlato. Non è stata una richiesta dell'Assessora Parigi. Fosse stata una richiesta dell'Assessora Parigi, sarebbe stata una richiesta dell'Assessora Parigi.
E' stata una richiesta del Consigliere Valle.



PRESIDENTE

Questa mattina, in apertura, abbiamo parlato delle comunicazioni che dovrà svolgere oggi l'Assessore Saitta, su sua istanza, e - poi - delle comunicazioni dell'Assessora Parigi, su istanza del Consigliere Valle.



BONO Davide

In ogni caso, sono formalità e non sono importanti. Cioè, sono importanti, ma lo vedremo, poi, in un'altra sede.
Siamo basiti dall'atteggiamento dell'Assessora Parigi, che vediamo molto provata forse dalle vicende di ieri, addirittura molto piccata perché sinceramente mi è sembrato più un comizio in campagna elettorale che una comunicazione ad un'Aula.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Magari si inizia, perché si sta iniziando.
Tra l'altro, c'è anche il Presidente Chiamparino, quindi sarebbe interessante anche sentire qualcosa dal Presidente Chiamparino, visto che da una parte, si dice vada molto d'accordo con il Comune di Torino, forse perché gli è rimasto nel cuore, quindi non dico con la persona della Sindaca, ma proprio con l'Istituzione Torino.
Mi suona, dunque, un po' irrituale e surreale portare le problematiche tra la Regione e il Comune di Torino, affrontate a livello di Giunta, qua in Consiglio regionale, provando a sfogarle come se questo fosse uno sfogatoio.
Noi abbiamo provato a chiedere informazioni corrette al Comune di Torino - alla Giunta - e abbiamo ricevuto informazioni diverse. Ci risulta che il dottor Bianchi non fosse presente nella prima selezione della società Praxi, quindi non fosse compreso nei primi cinque nominativi e quindi, sia stato aggiunto successivamente.
Questo è un primo profilo importante, che ci viene segnalato dal Comune di Torino.
Secondariamente, il Comune di Torino starebbe evidenziando un principio e non una logica di lottizzazione, che al massimo rovescerei su di voi, nel senso che è una persona vicina al Partito Democratico, quindi non sarebbe una nostra lottizzazione, per mettere una persona vicina al Movimento 5 Stelle. Nella nostra Giunta comunale - come ben sapete - abbiamo scelto gli Assessori ben diversamente da quanto fate voi, che scegliete gli Assessori con il manuale Cencelli! Noi li abbiamo scelti per curriculum, tant'è che sono presenti anche alcuni Assessori che non votavano il Movimento 5 Stelle.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



BONO Davide

E' per dire che è talmente un'accusa che non potete rivolgere verso di noi, perché siamo esattamente all'opposto, rispetto a questo. Potete rivolgerla ad altre forze politiche: noi scegliamo addirittura gli Assessori per curriculum, per competenza.
Il principio che vorrebbe seguire il Comune di Torino è quello di una selezione interna (da quello che mi è stato riferito, ovviamente, io non sono il Comune di Torino). Quindi, personale interno, visto che ci sono 70 dipendenti, e quindi privilegiare una logica anche di risparmio, senza ovviamente penalizzare l'alto profilo professionale per quanto riguarda la gestione del museo e di tutte le attività correlate.
Questi dovrebbero essere i due principi fondamentali.
Terza cosa. Mi chiedo: "Ma se nel Consiglio direttivo - è vero che decide il Consiglio direttivo e non i soci fondatori - il Comune di Torino vale una testa, mi spiega l'Assessora Parigi, se lo sa, cosa è successo in quel Consiglio direttivo?". Cioè, se il Comune di Torino vale uno, non è che abbiamo questo potere improvviso per cui da uno valiamo maggioranza.
Forse vuol dire che anche le fondazioni bancarie si sono sfilate da quel sostegno a quella nomina? E se si sono sfilate, Assessora Parigi, se mi ascolta un attimo, perché si sono sfilate? Cioè la Regione vale uno e il Comune di Torino vale uno. Se le due istituzioni hanno due posizioni diverse, su due principi diversi - non su nomi, perché è brutto parlare di nomi, non dovremmo neanche parlarne a porte aperte - perché gli altri tre membri del Consiglio direttivo si sono sfilati? Questa è una domanda interessante. Io non penso che il Comune di Torino abbia questo potere per cui può far cambiare idea a due fondazioni bancarie, almeno non mi risulta ad oggi, forse è più vicino il Presidente Chiamparino soprattutto a una delle due fondazioni bancarie.
Queste sono le tre risposte che mi sentivo di dare e chiedo veramente di non utilizzare il Consiglio regionale per lo sfogatoio delle frustrazioni della Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
L'impressione che abbiamo avuto un po' tutti è che si sia data l'occasione all'Assessora Parigi di poter parlare liberamente in Consiglio per sfogare una frustrazione che probabilmente si porta dentro da qualche tempo.
Probabilmente, eravate abituati ad un sistema di nomine diverso da questo. Nel momento in cui la Città di Torino ha cambiato amministrazione e colori, questo ha portato un po' di scompiglio. Potremmo dire che un certo tipo di sistema sta crollando e questo, chiaramente, porta qualche ripercussione sull'umore di chi era abituato a gestire le cose in modo diverso.
Quello che ha detto il collega Bono poco fa rispecchia quella che è la nostra convinzione in merito alle nomine in campo culturale; nomine che dal nostro punto di vista, devono essere basate principalmente sulla competenza. In questo senso, il fatto di scegliere all'interno del personale già presente al Museo del Cinema, determina sicuramente un vantaggio dal punto di vista dei costi, oltre che la possibilità di poter scegliere fra un ventaglio di persone che conoscono l'ambiente, conoscono il Museo e potranno sicuramente arricchire con la propria esperienza l'attività del Museo stesso.
Ricordiamo, tra l'altro, che quando è nato il bando si pensava probabilmente, di poter conservare un posticino per il Direttore Barbera proprio con questo ruolo di Direttore artistico. Anche questo, forse, era un progetto che è finito male: si aveva in mente di creare questa ulteriore poltrona per la figura di Direttore artistico, proprio per conservare la figura adatta al Direttore uscente Barbera e per aggiungere quest'altro Direttore che adesso stiamo cercando di nominare.
Probabilmente, il fatto che questo progetto non sia andato a buon fine ha un po' sparigliato le carte, creando qualche malumore. Tra l'altro, il Museo del Cinema è già famoso per il numero di poltrone (non solo per quelle che possono utilizzare i visitatori all'interno dei locali!): mi riferisco, ad esempio, a quelle del Presidente Damilano. Ne approfitto per chiedere conferma all'Assessora Parigi se ha lasciato almeno una delle tre poltrone che occupava: mi risulta, da voci di corridoio, che potrebbe aver rinunciato alla poltrona di FIP, ma non so se corrisponda al vero questa notizia. Sta di fatto, comunque, che il Presidente Damilano occupava ben tre poltrone.
Questo cambiamento improvviso di una modalità di selezione delle persone e il fatto di non trovare dall'altra parte un interlocutore sulla stessa lunghezza d'onda, sicuramente ha generato questo crollo non dico psichico, ma di umore, da parte dell'Assessora, che stamattina è riuscita ad esprimere tutta la sua insoddisfazione all'interno di quest'Aula.
Ci rendiamo conto che il cambiamento è difficile da digerire sicuramente ci vorrà tempo. Vedremo se pian piano la Regione saprà adattarsi a questo nuovo modello, che andrà finalmente a premiare la competenza anche nell'ambito del sistema culturale. Noi, ovviamente, siamo a disposizione per dare sostegno e per aiutare l'Amministrazione regionale in questo passaggio. Sicuramente non ci opporremo a qualsiasi passo in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto esprimo, rispetto alle parole che sono state proferite in quest'Aula, la nostra piena solidarietà e vicinanza all'Assessora Parigi che è intervenuta puntualmente. Non mi è parso di leggere alcun intendimento di frustrazione nelle sue parole, quanto di determinazione e di serietà. Ed è la caratteristica che facciamo nostra e che, per quanto ci concerne, cercheremo di portare in quest'Aula e soprattutto nella Commissione consiliare, come ha già annunciato il Presidente.
Francamente, non siamo interessati a chi andrà a ricoprire il ruolo di Direttore amministrativo del Museo del Cinema. Siamo interessati al meccanismo con cui andiamo a gestire tutta una serie di partecipate che toccano il Comune di Torino e la Regione Piemonte, specialmente quelle del settore della cultura, che hanno la più forte ricaduta in termini di immagine, di conoscenza, di conoscibilità della città e di attrazione turistica.
Quello che a noi pare un po' paradossale di questa storia, è che i giornali solo qualche settimana fa (due, se non erro), a proposito della sostituzione del Direttore di Artissima, inneggiavano ad un nuovo metodo: il metodo del bando e della selezione pubblica. E noi nutriamo ogni giudizio favorevole in questo senso.
Oggi, invece, sempre dagli stessi giornali, apprendiamo che in un caso analogo si sono levate le barricate, perché il metodo della selezione pubblica non portava ai risultati graditi a lor signori che comandano nell'Amministrazione comunale di Torino. Io credo che sia inaccettabile.
Noi dobbiamo metterci d'accordo, visto che il sistema della cultura piemontese, soprattutto nell'area metropolitana, si regge grazie ad una positiva e fattiva collaborazione tra Amministrazione comunale Amministrazione regionale e un tempo Amministrazione provinciale. Dunque che questo sistema continui, così com'è vissuto negli anni passati, cioè con delle regole che si rispettavano e con Amministrazioni diverse.
Più volte Sergio Chiamparino, il suo predecessore e il suo successore si sono trovati a ragionare con Amministrazioni di segno politico contrario; eppure si è lavorato, trovando delle linee guida e dei modi di fare comuni. Credo che questa modalità debba essere ricercata anche con l'Amministrazione comunale che regge oggi la città. Per far questo, non possiamo però accettare dei diktat che vengono sollevati quando le selezioni pubbliche fotografano delle situazioni in cui in cima al ranking ci sono persone che sono considerate sgradite perché culturalmente non omogenee.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma cosa dici!



(Commenti del Consigliere Bono)



GARIGLIO Davide

Questo non lo accettiamo.
Capiamo, con molta condivisione e fraternità, che è un problema per i nostri colleghi che siedono nell'altra metà dell'emiciclo, nella parte posteriore.
Capiamo che è un problema, poiché molti di loro sono vincolati dentro un sistema di regole che prevede che una società per azioni governi dietro le quinte le scelte delle Amministrazioni pubbliche; un sistema che prevede che Amministratori eletti dai cittadini firmino un contratto che li obbliga a seguire le direttive di una società per azioni; un sistema che è talmente immorale che dovrebbe sollevare l'indignazione di tutti i cittadini.
Ma questo non si dice mai, perché c'è qualcuno che ha la patente di purezza e di santità e non può essere toccato: noi lo consideriamo scandaloso! I colleghi che liberamente decidono di mettere la loro attività politica al guinzaglio di un consiglio di amministrazione di una società per azioni possono farlo, ma noi non accettiamo che venga messo il guinzaglio ad una città! Quindi se si devono scegliere i sistemi di selezione dei nostri Direttori e Amministratori degli enti culturali...



(Commenti del Consigliere Bono)



GARIGLIO Davide

FREDIANI Francesca (fuori microfono)



GARIGLIO Davide

Ma no! Ma non può!



GARIGLIO Davide

BONO Davide (fuori microfono)



GARIGLIO Davide

Presidente, ci tuteli un po'! Tuteli l'istituzione del Comune di Torino!



PRESIDENTE

Mi sono distratto, può ripetere? Non ho capito.
BONO Davide (fuori microfono) Sta insultando un'alta istituzione! Sta insultando il Comune di Torino: questo non lo accetto! Possiamo insultarci tra di noi, ma io questo non lo accetto!



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, prego.



GARIGLIO Davide

Non ho insultato nessuno, però faccio notare che la critica che mi viene sollevata dai colleghi del Movimento 5 Stelle è risibile, viste le cose che il Presidente della Commissione legalità del Comune di Torino la scorsa settimana ha sollevato a proposito della forza politica che io rappresento. Ma non mi metto certo a ragionare e a polemizzare in questa sede su quello che fa un sedicente Presidente di Commissione legalità dell'Amministrazione comunale! FREDIANI Francesca (fuori microfono) "Sedicente"? Presidente, per favore! Basta adesso! "Sedicente Presidente di Commissione"?



PRESIDENTE

Fatelo parlare! Fatelo parlare! FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma no, non è accettabile, abbia pazienza! Ha detto "Sedicente Presidente di Commissione"!



PRESIDENTE

"Sedicente" non lo può dire.
Prego, Consigliere Gariglio.



(Commenti del Consigliere Campo)



PRESIDENTE

No, calma, calma.
Colleghi, voi non siete stati interrotti.



(Commenti del Consigliere Bono)



GARIGLIO Davide

Presidente, io capisco...



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

"Sedicente" non è un insulto. Semplicemente, "sedicente" vuol dire uno che si autoproclama e una persona che sostanzialmente presiede la Consulta per la legalità.
CAMPO Mauro (fuori microfono) E un "sedicente" Segretario di partito?



PRESIDENTE

Diciamo che ha colorato la comunicazione politica.
Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Presidente, in quest'Aula mi deve tutelare, perché non ci sono le condizioni per condurre a termine il discorso.



(Commenti del Consigliere Campo)



PRESIDENTE

Fate i bravi! Prego, collega Gariglio.



GARIGLIO Davide

Capisco che, quando il tema imbarazza, è scomodo sentire le parole, ma si devono abituare: finché siamo in quest'Aula, le parole sgradevoli le devono sentire, come noi ci siamo abituati, nel corso degli anni, a sentirne tante e a sopportarne tante.
C'è un problema, Presidente, che noi solleviamo qui e che porteremo avanti nella Commissione. Noi vogliamo capire come verranno scelti in futuro gli amministratori delle società su cui Comune e Regione Piemonte hanno una partecipazione condivisa. Se si deciderà - e noi auspichiamo in questo senso - che vengano adottate procedure di selezione a evidenza pubblica, noi riteniamo che questa scelta debba essere garantita; quando questa scelta non viene garantita, bene fanno gli amministratori della nostra Regione, in qualche modo, a segnalarlo e a marcare una distanza perché noi dobbiamo collaborare, avendo assunto la responsabilità di guidare, con le Amministrazioni comunali, il resto della nostra regione.
Tuttavia, non possiamo tollerare forzature, non possiamo tollerare liste di proscrizione, non possiamo tollerare meccanismi di scelta che vanno a colpire la professionalità a scapito della selezione secondo sistemi che a noi non sono noti. Per cui o i colleghi dall'altra parte della barricata ci spiegano i sistemi con cui vogliono fare le selezioni.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Calma!



GARIGLIO Davide

E ci spiegheranno i sistemi con cui si devono andare a indagare le opinioni politiche dei vent'anni passati di tutti coloro che possono concorrere alle selezioni, oppure la questione per noi è difficilmente gestibile.
Allora, Presidente, piena solidarietà all'operato dell'Assessora Parigi, piena solidarietà in questa azione di difesa della legalità e della trasparenza dell'Amministrazione comunale; avremo altre occasioni per farlo, però le pongo fin d'ora l'esigenza di calendarizzare i nostri lavori di qui alla fine dell'anno, avendo la possibilità di dedicare tutto il tempo necessario per fare un approfondimento su questa vicenda, in quanto paradigmatica delle difficoltà che potremo riscontrare di qui in avanti collaborando con la più importante Amministrazione comunale della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, rubo solo pochissimi minuti.
Voglio ringraziare la Consigliera Frediani per il tono, che certamente credo non fosse sarcastico, con cui si offriva quasi come assistente psicologico per aiutarmi a entrare nel nuovo clima che sarebbe stato costruito dalla Giunta torinese. La ringrazio.
Devo dire la verità: temo non averne bisogno, e per una ragione: perch quel sistema basato sulla lottizzazione partitica l'ho conosciuto in altra epoca, quando ero molto più giovane, e spero di essere riuscito a mettermelo alle spalle da solo.
Io non dirò che ho testimonianze orali perché, per tante ragioni neanche sotto tortura rivelerò mai i colloqui riservati fatti con le persone, qualunque esse siano, specie quando non ci sono testimoni. Per se volete, posso esibire testimonianze scritte di come il criterio fondamentale per cui è stato detto no al candidato prescelto dal Consiglio di gestione del Museo del Cinema - non dalla Regione - erano ragioni di appartenenza politica. Punto. Non ho altro da aggiungere.
Si è scelta la logica del bando? La logica del bando è ferrea: o si accetta quello che produce (vedi il caso di Artissima), oppure si manda a monte il bando perché non si ritiene che lo strumento abbia prodotto i risultati attesi da chi ha il compito di decidere, non dalla Regione o dal Comune o dalla Fondazione di San Paolo, si rifà un altro bando e si torna a scegliere.
Si esce da questa situazione se il Presidente del Museo del Cinema e il Comitato di gestione del Museo del Cinema decidono in uno di questi due modi: o riprendono il bando in essere e ricostituiscono una proposta basata sui colloqui che loro stessi hanno fatto, che aveva dato un esito inequivocabile (quattro a uno a favore del candidato succitato), oppure ritengono che questa cosa, per "enne" ragioni, non vada più bene. Se le fondazioni bancarie - di cui spesso, dite che me ne intendo e, in effetti,qualcosa conosco e me ne vanto - hanno cambiato opinione rispetto al momento, lo dicano; a quel punto, se ne prenderà atto e si deciderà di azzerare e considerare esaurito e chiuso il bando, se ne farà un altro valuteremo.
Nel frattempo, ovviamente, dato che non possiamo nemmeno pensare di pregiudicare la credibilità nazionale e internazionale del Museo del Cinema, si prorogano gli attuali ruoli esistenti, a cominciare da quello di Alberto Barbera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire anche il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo molto banalmente, anche perché ho perso un pezzo del dibattito, solo per dire che bisogna poi comprendere se la logica del bando è una logica che vale sempre oppure no, perché potremmo ricordare tempi recentissimi in cui questa Amministrazione non ha utilizzato il bando per selezionare. Salone del Libro? Mica è stato fatto un bando; si è detto "Tizia e Caia fanno Direttore e Presidente", e possiamo andare avanti con molti altri esempi simili.
Guardate, io non sto dicendo che il bando sia meglio della scelta del Comitato di gestione dentro il quale ci sono gli Enti; bisogna solo dire che non è che il bando è bello se vince chi desideriamo ed è brutto se invece chi desideriamo perde. E' una modalità che, come tale, è neutra; una modalità certamente più trasparente, che certamente dà la possibilità a terzi anche di modificare.
C'è un lungo dibattito in questa città in cui si dice: le classi dirigenti, non soltanto della politica, ma anche delle strutture culturali sono sempre le stesse; certamente i bandi sono una delle modalità che danno un po' più di cambio rispetto alle modalità di rappresentanza apicale degli Enti della Regione, che però ne ha tanti, cioè non ha solo questo, ma ha anche quelli all'interno dei quali possiede la maggioranza relativa.
Di conseguenza, il bando non serve solo per la cultura, ma serve anche per individuare, che so, il Presidente di SITO (adesso ci sono anche i privati) o per individuare chi deve fare il Presidente di alcune importantissime partecipate dove invece, a oggi, la nomina è stata sempre (non solo in questa Amministrazione) appannaggio della Giunta regionale che non ha fatto bandi: si è riunita, ha esaminato le domande pervenute e ha nominato chi gradiva. Questo è avvenuto, perché altrimenti abbiamo una piccola deformazione della realtà più prossima, cioè quella di due anni a questa parte.



PRESIDENTE

Colleghi, chiuderei qui i nostri lavori.
BONO Davide (fuori microfono) No, continuiamo.



PRESIDENTE

Ci sono altri quattro iscritti del PD: quando finiamo? Rimandiamo a oggi pomeriggio.
Allora, prima di chiudere la seduta, vi ricordo alcuni appuntamenti.
Come dicevo stamani, è pervenuta un'informativa da parte delle organizzazioni sindacali, con la quale si comunica l'avvio di procedure di licenziamento dei 45 lavoratori dell'Azienda Heart Life Croce Amica, che opera nel settore trasporti infermi ASL-TO2. E' stata indetta una manifestazione di questi lavoratori davanti a Palazzo Lascaris ed stato richiesto il ricevimento di una loro delegazione da parte del Consiglio regionale, che li riceverà alle ore 13.30.
Alle ore 13, quindi adesso, in Sala Viglione verrà ricevuta una delegazione della Casa Maternità Prima Luce e alle ore 17 in Sala Morando si svolgerà l'incontro con la Fondazione Promozione Sociale onlus.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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