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Dettaglio seduta n.191 del 06/12/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1336 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Sospensione lavori di scavo nel cantiere di Fraconalto (AL), per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1336, presentata dal Consigliere Mighetti, che ha la parola per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Questa interrogazione nasce da una situazione contingente, che si è verificata nella scorsa settimana, di cui abbiamo pochissime notizie apparse su alcune testate locali e su alcuni siti on line dei Comitati "No Terzo Valico". Sono notizie in merito alla chiusura del cantiere di Fraconalto per - da quanto ne sappiamo - il superamento dei limiti di presenza di amianto nelle rocche scavate per il tunnel.
Chiaramente, questa notizia non ci sorprende; è una notizia che ci aspettavamo; è una notizia che, però, ci pone veramente in allarme anche in ragione del fatto che, stanti le autorizzazioni attuali e le normative che hanno autorizzato questi cantieri, i monitoraggi sugli abbancamenti di materiale scavato avvengono in intervalli abbastanza lunghi. Quindi, la perplessità rimane sul materiale che ha già abbandonato il cantiere, se in questo materiale vi fosse una presenza di amianto e quali fossero le concentrazioni.
Inoltre, sappiamo che il materiale scavato negli ultimi tempi è approdato in diverse cave della provincia di Alessandria, tra cui l'ex cava Clara e Buona, che in questa alluvione è stata coinvolta da un diffuso allagamento e da fenomeni alluvionali concreti e anche abbastanza devastanti. Quindi, la preoccupazione è che il materiale conferito in discarica, virtualmente pericoloso, possa essere stato trasportato altrove dove non si possono mantenere quegli accorgimenti che, invece, devono essere applicati nella gestione dei tombamenti di cava.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
La Regione Piemonte è rappresentata nell'Osservatorio Ambientale per il Terzo Valico dei Giovi con un proprio componente nominato direttamente dal Presidente (ingegner Carpi).
Il rappresentante regionale è il coordinatore del Gruppo di Lavoro tematico sull'amianto naturale che ha prodotto il Protocollo di gestione del rischio amianto e ne istruisce le necessarie implementazioni.
Il Protocollo versione 18 marzo 2014 è stato lo strumento di riferimento per gli enti di controllo sia in ambiente di lavoro che di vita (ASL, UOPSAL, ARPA-Liguria) per far sviluppare un Codice di Scavo in Ammassi Rocciosi Contenenti Amianto, adottato nel cantiere ligure di Cravasco, capace di far riprendere i lavori in sicurezza dopo un fermo cantiere durato da fine luglio 2015 a febbraio 2016.
Sul portale web dell'Osservatorio Ambientale la comunicazione dello stato della condizione rilevata per il parametro amianto, riporta "presenza di pietre verdi oppure amianto al fronte" indistintamente, cioè si suppone che le pietre verdi contengano implicitamente l'amianto, mentre l'amianto è un minerale non costitutivo delle rocce, bensì solo un accessorio e pu anche non esserci.
Infatti il 23 novembre, a Fraconalto, nel cantiere della finestra Castagnola sono state rinvenute pietre verdi non contenti amianto.
Quindi, sul sito l'indicazione è questa: "Presenza di pietre verdi oppure amianto al fronte: 'Sì'" - "Stato della condizione rilevata in aria: 'Normalità'" - Grado di vigilanza posta: 'Alto'".
Il Protocollo Amianto prevede un geologo al fronte di scavo ed un'unità di laboratorio specifica nei cantieri COCIV per rispondere tempestivamente ai ritrovamenti di pietra verde. Conseguentemente al grado di vigilanza "Alto" che viene assegnato se si rinviene pietra verde o amianto, il datore di lavoro, che per legge deve garantire la sicurezza dei lavoratori, svolge assidue attività di controllo ed al fronte è stata riscontrata il 26 novembre una concentrazione nell'aria di 4,6 fibre al litro.
Lo SPreSAL (ufficio dell'ASL di Alessandria preposto a verificare la sicurezza dei lavoratori nei cantieri), che è intervenuto, ha constatato la necessità di mutuare il Codice di scavo utilizzato nell'esperienza di Cravasco ed ha prescritto al COCIV di attivarsi con le stesse modalità operative già sperimentate. Conseguentemente, il fronte di scavo è stato immediatamente fermato e posto in sicurezza con un rivestimento di spritz beton atto ad impedire ulteriori dispersioni di fibrille (ossia quelle particolari fibre di amianto che, per la particolare geometria, qualora inalate possono provocare malattie all'apparato respiratorio umano). Alla Castagnola è in corso la terebrazione di un carotaggio geognostico/esplorativo.
Attualmente sono in corso i confronti tra gli enti di controllo e l'impresa per predisporre il Codice di Scavo specifico per il Cantiere della Castagnola.
All'esterno del cantiere, in ambiente di vita, ARPA Piemonte ha provveduto il 29 novembre a rilevare la concentrazione di fibre aerodisperso nelle centraline che costituiscono la rete di monitoraggio del Protocollo Amianto 18-03-2014. Ad oggi non sono pervenuti i risultati delle analisi che sono in corso presso il Polo Amianto di Grugliasco.
Nel frattempo, tutte le rilevazioni svolte fino al 30 novembre in galleria dall'impresa restituiscono concentrazioni sempre di 0,0 fibre al litro (dati presenti su SIGMAP Sistema Informativo Geognostica Monitoraggio Ambiente Progetti di Italferr).
Per quanto riguarda i cantieri di pianura, l'amianto presente nelle terre e rocce prodotte dagli scavi sia di Moriassi che di Radimero non è in pietre verdi ma in una formazione marnosa. Si tratta di amianto eroso da pietre verdi e depositato in rocce di origine sedimentaria. La concentrazione di questo amianto nella marna, ad oggi, è stato al massimo di 125 milligrammi al chilo, cioè otto volte inferiore ai limiti di legge e, pertanto, trattato come terra e roccia da scavo in regime di sottoprodotto, ai sensi della normativa vigente.
Tuttavia, sono stati svolti controlli in quanto il grado di vigilanza posta risulta "Alto" e quindi sono scattate le rilevazioni dell'aerodisperso, che hanno restituito valori tutti entro il valore soglia assunto dal Protocollo Amianto di 1 fibra al litro.
I controlli sono stati svolti primariamente presso i siti di produzione, ossia i cantieri ove si scava.
La presenza di amianto sottosoglia nelle terre e rocce non ha determinato presenza di fibre di amianto nell'aria.
Infine, si rende noto che il Protocollo Amianto è in fase di aggiornamento per quanto riguarda l'Allegato 3, che è il profilo geologico di riferimento. Tale aggiornamento deriva dalle conoscenze dirette acquisite dai circa otto chilometri di gallerie scavate dalle imprese ad oggi.


Argomento: Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1329 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Superamento dell'occupazione delle palazzine ex MOI"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1329, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Com'è apparso recentemente sui giornali, c'è stato un primo accertamento anagrafico della Città di Torino sulla vicenda dei censimenti delle abitazioni delle palazzine ex MOI: una prima parte, detenuta dall'anagrafe della Città di Torino, era risalente alla residenza del 2014 e ultimamente sulle pagine dei giornali, oltre a dar conto dell'intervento delle Forze dell'Ordine, si dice che questo primo censimento è arrivato fino a registrare 1.190 regolari, legati soprattutto ad una stagione storica, quella del 2011-2013, cioè della cosiddetta emergenza-progetto Nord Africa; e, di fatto, la gran parte di queste persone è dotata di un permesso umanitario.
Tra l'altro - lo ricordo, ma l'Assessora Cerutti era con me in Consiglio comunale - piano piano la Città di Torino ha istituito indirizzi virtuali e in questo caso ne ha realizzato uno sperimentale, ad hoc proprio per consentire l'iscrizione anagrafica di persone straniere titolari o di protezione internazionale o umanitaria. Questa residenza fittizia ha fatto sì che si potesse arrivare all'inizio ad una prima stima probabilmente - se capisco bene dalle fonti giornalistiche - anche legata ad un progetto più chiaro di ricollocazione; oggi, ovviamente, il fatto di aver capito che sono quasi 1.200 le persone con permesso regolare ci porta anche a dire, quindi, che la cifra delle situazioni irregolari dentro l'ex MOI è tutto sommato una cifra più piccola: sempre dai giornali si apprende che siano tra le 100 e le 200 persone, tra l'altro legate ad attività lavorative magari non torinesi e quindi che hanno spesso una capacità di mobilità (fanno, di fatto, i "pendolari" da quelle strutture).
Perché abbiamo scritto questo question time? Ovviamente tutti abbiamo letto i fatti di cronaca. Il 23 novembre c'è stato un episodio assai sgradevole e che rischiava anche di generare conseguenze molto pesanti in quel quartiere: si sono verificati degli atti di istigazione alla violenza con il lancio di alcune bombe-carta davanti alle palazzine. Credo che la Procura stia ancora indagando e la vicenda è poi stata derubricata ad un episodio più di quartiere, legato ad uno scontro con alcuni pezzi di tifoserie di una famosa squadra calcistica torinese. Ma non è questo il punto.
Le dichiarazioni della Sindaca Appendino, che ha detto che nei prossimi mesi la Città potrebbe essere pronta ad iniziare il superamento di quelle palazzine con un progetto condiviso con altre istituzioni - e qui ci auguriamo la Regione Piemonte, ma lei più volte ha detto addirittura con il coinvolgimento di ex Fondazione bancarie che sarebbero disponibili a finanziare iniziativa, con il Ministero e la Prefettura che sarebbero pronti a mettere anche delle risorse per tutto questo - come il fatto che sui giornali si sia paventata anche la possibilità di utilizzare luoghi già usati in precedenza dalla Città di Torino (penso appunto all'esperienza della Giunta Chiamparino con la ex Caserma di Via Asti) e l'aver messo i riflettori su una situazione che può essere esplosiva, soprattutto se non è chiaro qual è il progetto di ricollocazione e di superamento, ci hanno portato a chiedere intanto all'Assessora Cerutti se sono fondate le preoccupazioni di Amnesty International che abbiamo descritto per cui, di fronte all'annunciato sgombero delle palazzine - loro utilizzano la parola "sgombero" e non "superamento" - si sollecitano le autorità ad elaborare soluzioni rispettose degli standard internazionali sui diritti umani; e anche Amnesty auspica che questo superamento potrebbe essere un'opportunità per assicurare migliori condizioni abitative ai migranti e ai richiedenti asilo, ma solo se si baserà su una strategia di lungo periodo e non di mera urgenza.
Per questo chiediamo intanto se la Città di Torino ha aperto finalmente un'interlocuzione con la Regione Piemonte; se noi siamo interessati a capire con il Ministero questa vicenda che, tra l'altro, l'Assessora Cerutti ha seguito da subito, accogliendo non solo le delegazioni ma andando anche sul posto a vedere la situazione; se condividiamo tale progetto di superamento e se questo può inserirsi - visto che ci sono tantissimi immigrati con permessi umanitari - più in generale nelle strategie del nostro Ente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Intervengo sicuramente su una questione complessa, che parla del superamento dell'occupazione delle palazzine ex MOI. Devo dire che la Regione Piemonte viene coinvolta e aggiornata sulla situazione di queste palazzine in particolare dal Prefetto di Torino, dottor Renato Saccone, e quindi dalle Autorità preposte ai compiti di ordine pubblico, non rientrando però quelle legate all'ordine pubblico - lo dico - fra le competenze proprie del nostro Ente. Tengo a sottolinearlo proprio perch noi abbiamo sempre teso a sostenere - e continuiamo a farlo - la separazione tra il tema immigrazione e quello dell'ordine pubblico e della sicurezza, in modo che non ci sia una facile identificazione e quindi, di conseguenza, l'individuazione di politiche che non siano quelle di inclusione.
Noi condividiamo sicuramente le preoccupazione espresse da parte della Città sulle condizioni igienico-sanitarie e sull'incolumità fisica delle persone che vivono attualmente all'interno delle palazzine, innanzitutto per un dato che ci dà un'indicazione di sovraffollamento che si è venuto a creare ormai da parecchi mesi. Non siamo quindi certamente contrari all'idea di un superamento dell'attuale occupazione, purché si individuino degli spazi alternativi adeguati e si coinvolgano nelle operazioni innanzitutto i diretti interessati che si trovano in condizione di avere com'è stato detto, un permesso di soggiorno o umanitario (come sembra essere la situazione della maggioranza delle persone presenti attualmente) i servizi socio-assistenziali e i mediatori culturali, in modo che si possa anche procedere a tutela di tutti ma soprattutto delle fasce più vulnerabili presenti all'interno delle palazzine, in particolare donne bambini e persone che possono avere altri tipi di problematiche.
Parallelamente, noi intendiamo - e di questo abbiamo già potuto discutere con il Prefetto - porre a disposizione anche le progettualità regionali, in particolare volte all'inclusione socio-lavorativa. E, per esempio, proprio in questo periodo abbiamo attivato la misura del Buono servizio-lavoro per persone in condizione di particolare svantaggio, sulla quale è appunto da poco terminato il bando finalizzato all'istituzione dell'elenco dei soggetti attuatori. Noi vorremmo favorire la realizzazione di azioni positive di inclusione socio-lavorativa delle persone in condizioni di fragilità, mediante delle misure di sostegno nella ricerca di un'esperienza professionale, funzionale alla progressiva integrazione nel mercato del lavoro. E tra i destinatari di questa misura ci sono anche i soggetti titolari di permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari i soggetti richiedenti o beneficiari di protezione internazionale e i minori stranieri non accompagnati.
Quindi, noi abbiamo già in campo una misura ad personam, che può essere indirizzata nei confronti di alcune delle persone che attualmente abitano all'ex MOI.
In particolare - ci teniamo a sottolinearlo - tra le azioni previste ci sono servizi di orientamento, ricerca attiva e accompagnamento al lavoro servizi di tutoraggio per inserimento in impresa e un contributo a copertura delle indennità di tirocinio. In particolare, su questa misura che è generale ed è rivolta sia alle persone straniere sia a quelle di origine italiana - abbiamo quattro milioni a disposizione, suddivisi sulle variazioni.
Sempre per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, finanziate tramite il Fondo Sociale Europeo, abbiamo anche la possibilità di finanziare, per target di particolare complessità o per la realizzazione di interventi sperimentali che promuovano azioni di inclusione socio lavorativa, dei progetti speciali che permettano di ampliare l'offerta dei servizi e delle misure che non rientrano nei contenuti standard. Su questo intendiamo confrontarci con la Città di Torino ed anche con il Ministero dell'Interno, per comprendere se possa avere senso individuare un progetto specifico da destinare a queste persone, quindi a questo target molto particolare.
In realtà, possiamo già mettere in campo un'azione generale, che pu anche andare a ricadere sulle persone che hanno una situazione regolare sul nostro territorio, oppure un progetto speciale. Su questo, la nostra disponibilità e il nostro interesse sono di riuscire ad arrivare, insieme alle altre istituzioni, al superamento di una situazione che giudichiamo comunque difficile e che riteniamo debba essere superata proprio per le condizioni di sovraffollamento che vedono alcune palazzine con un numero di abitanti sicuramente superiore a quanto sarebbe normalmente previsto.


Argomento: Contributi alle attività produttive

Interrogazione a risposta immediata n. 1333 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "DGR 14-4139 del 2/11/16 - Individuazione dell'elenco dei territori delle aree di crisi industriale non complessa ammessi alle agevolazioni di cui alla l. 181/1989 ai sensi dell'art. 4, comma 1, d.m. Sviluppo Economico 4/8/2016"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1333 presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione parte dall'oggetto: il 4 agosto 2016, il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato un decreto relativo all'individuazione dei territori delle aree di crisi industriale non complessa. Tale decreto disciplinava le condizioni e le modalità per l'attuazione degli interventi da effettuare nei casi di situazioni di crisi industriali diverse da quelle complesse, che presentassero un impatto significativo sullo sviluppo dei territori interessati e sull'occupazione.
Inoltre, il decreto ha individuato, per il Piemonte, una lista di territori candidabili ad interventi agevolati previsti per le aree di crisi industriale, comprendendo 17 territori, tra cui Canelli, Nizza Monferrato Domodossola, Omegna, Verbania, Chieri e, nell'alessandrino, Acqui Terme Tortona, Casale Monferrato e Valenza.
Naturalmente, nulla contro la delibera della Regione, in merito all'individuazione di questi territori.
Anche alla luce di quella che è stata la presa di posizione del Sindaco di Tortona, che ha manifestato disappunto in merito a queste scelte, sono a chiedere quali sono stati i parametri e i criteri che hanno portato la Giunta regionale all'esclusione di alcuni Comuni piemontesi. E' vero anche che, venendo da Tortona, puntualizzo su questo, però mi farebbe piacere capire qual è stato il criterio e quali sono state le logiche che hanno portato alla scelta di un Comune, piuttosto che un altro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Berutti.
Come ricordava lei, Consigliere, tra i sistemi locali del lavoro in provincia di Alessandria, ammissibili ai sensi del DM del MISE del 4 agosto 2016, ci sono Casale Monferrato, Valenza, Acqui Terme e Tortona.
Sulla base dei dati ISTAT utilizzati dal MISE, i sistemi locali del lavoro di Casale Monferrato e Valenza risultano caratterizzati da un livello di disoccupazione medio-alta e, su questa base, sono stati individuati. I sistemi del lavoro di Acqui e Tortona, invece, sono caratterizzati da livelli di disoccupazione medio-bassa.
E' un insieme di indicatori che l'ISTAT ha costruito e che il Ministero ha utilizzato.
C'è un altro elemento da considerare, ossia che il sistema locale del lavoro di Acqui Terme incide, sul totale della popolazione ammissibile per la regione Piemonte, per una percentuale pari all'1%. Tortona, invece, per l'1,4%.
Il provvedimento del MISE conteneva una serie di sistemi locali del lavoro. Il totale della popolazione compresa in questi sistemi locali del lavoro, rispetto al totale della popolazione piemontese, era pari al 30%.
Rispetto a quell'elenco, noi dovevamo passare da 30 a 15, cioè selezionare fra quei sistemi locali del lavoro, più o meno tutti in condizioni analoghe qualcuno messo peggio, qualcun'altro messo un po' meno peggio, ma non c'era nessuna area ricca, e non c'era un Comune del Cuneese, per dirne una scendendo dal 30%, sul totale della popolazione piemontese regionale, al 15%. Pertanto, dovevamo effettuare una scelta che dimezzasse la popolazione interessata.
Il fatto che Acqui incidesse per l'1% e Tortona per l'1,4%, e dovendo noi rimanere sul 15%, ha fatto sì che sia stato scelto Acqui Terme altrimenti saremmo andati sopra il 15%.
Peraltro, e guardando alla questione in termini un po' più generali, i sistemi locali del lavoro della provincia di Alessandria individuati sono pari al 3,3% della popolazione regionale, il che fa sì che - in realtà - il territorio alessandrino risulti, insieme al Biellese, quello maggiormente interessato dalla DGR del novembre 2016.
Ci sono anche, ovviamente, ragioni di equilibrio territoriale, di cui occorre tenere conto in questi casi.
Aggiungo - e questo lo dico perché, su questo tema, a mio parere, si sta generando un eccesso di aspettative (me lo lasci dire, Consigliere) che, a quanto ne sappiamo oggi, il volume delle risorse disponibili per il Centro-Nord, per le regioni cosiddette "della competitività", su questa misura, sarà pari a poche decine di milioni di euro.
Pertanto, se - da questo - scendiamo al Piemonte, possiamo immaginare quattro o cinque o, se siamo bravissimi, sei o sette milioni, su tutta la regione. Non è che sia un provvedimento "salva Regione", giusto per essere espliciti.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1335 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Attuazione del piano di riconciliazione occupazionale per i dipendenti di Eurofidi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1335, presentata dalla Consigliera Frediani, che la illustra.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
L'avevamo promesso e adesso lo facciamo: avevamo provato con un atto di indirizzo a chiedere l'istituzione di un Tavolo che prevedesse un'ampia partecipazione per poter trovare una soluzione per i lavoratori che sono rimasti senza lavoro dopo la crisi di Eurofidi.
La nostra mozione è stata respinta, ma cerchiamo comunque di tenere alta l'attenzione e di ricevere delle informazioni in via ufficiale attraverso le nostre interrogazioni.
Direi che la vicenda è ormai abbondantemente nota, perché ne abbiamo parlato più volte sia in Consiglio che in Commissione. Ci sono, però, delle novità piuttosto recenti, alcune proprio di pochi giorni fa.
Noi eravamo rimasti fermi alle varie possibilità e opzioni che si aprivano per garantire un ricollocamento del personale di Eurofidi. Si prevedeva, ad esempio, il passaggio di alcuni dipendenti in Finpiemonte; la possibilità di creare una newco, ridefinendone, ovviamente, le funzioni, la tipologia e la gestione; una liquidazione che prevedesse il mantenimento in pianta organica di 40 o 50 lavoratori per cinque o sette anni; la cessione del ramo d'azienda ad Enti che svolgono attività in outsourcing per Eurofidi; progetti in fase di elaborazione da parte dell'azienda, di cui al momento non sappiamo ancora nulla.
In data 5 ottobre si sono individuati due liquidatori, nelle persone di Guido Canale e Lorenzo Ginisio; sappiamo, altresì, che dovrebbero aver presentato, nel corso di un recente incontro, il piano di liquidazione ai soci. Tale incontro - noi lo apprendiamo da fonti di stampa - dovrebbe risalire al 20 novembre.
In data 1° dicembre l'Assessore ha convocato i delegati sindacali, ma non le RSA - iniziamo ad intravedere la carenza rispetto all'approvazione del nostro atto di indirizzo, cioè il fatto che una parte importante di rappresentanza dei lavoratori sia stata esclusa da questa convocazione - e dovrebbe essere stata presentata la situazione delle partecipate regionali e quindi anche di Eurofidi.
Noi chiediamo all'Assessore di aggiornarci su quello che è emerso in seguito a questo incontro; in particolare, se può dirci con precisione quali siano i posti di lavoro che saranno salvaguardati anche attraverso la ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici all'interno delle partecipate regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessora De Santis; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e grazie, Consigliera Frediani.
Io ho l'antiquata abitudine di provare a rispettare gli impegni che mi assumo. E, se ricordo bene, mi ero impegnata a riferire al Consiglio sull'andamento delle operazioni di liquidazione del Consorzio di garanzia fidi Eurofidi, tanto dal punto di vista dei possibili impatti sulle imprese, quanto, ovviamente, degli impatti sui dipendenti.
Mi ero impegnata a riferire al Consiglio non appena avessi avuto alcunché di concreto da riferire.
Io non so da dove lei, Consigliera, ricavi le sue informazioni, ma le posso assicurare che stiamo seguendo la questione - come Giunta quotidianamente e lo stato delle cose ad oggi - è per questo che io non mi ritrovo negli elementi della sua interrogazione - è che il progetto di liquidazione non è stato ancora presentato e nemmeno steso dai liquidatori per la buonissima ragione che il Consiglio di Amministrazione decaduto ha consegnato ai liquidatori medesimi soltanto ieri - quindi in data 5 dicembre 2016 - i conti al 17 ottobre 2016, giorno in cui c'è stato il passaggio fra il Consiglio di Amministrazione e i liquidatori (successivo naturalmente, a quello dell'assemblea di messa in liquidazione, perché ci sono una serie di adempimenti, come l'iscrizione alla Camera di Commercio che richiedono determinate tempistiche; non sono operazioni da cinque minuti).
Pertanto, ad oggi, essendovi una serie di questioni ancora da chiarire l'ipotesi è che l'assemblea in cui viene presentato il progetto di liquidazione si tenga nella seconda metà di gennaio. E' bensì vero che i soci, al momento delle decisione di mettere in liquidazione la società avevano formulato un termine (chiaramente non perentorio) di 30 giorni per i liquidatori; però è necessario che il progetto di liquidazione contenga le specifiche necessarie. E il fatto che questo dato contabile sia stato disponibile ai liquidatori solo da ieri, fa sì che l'assemblea per il progetto di liquidazione debba necessariamente tenersi un po' più avanti.
Su tutte le altre questioni, come ho detto in Consiglio e come confermo oggi, non appena saremo in grado di riferire al Consiglio - come Giunta sarà mia premura farlo.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1331 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Risorse per la somministrazione gratuita del vaccino contro il Meningococco B"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1331, presentata dal Consigliere Graglia, che la illustra; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Si tratta di una questione molto importante. Attraverso quest'interrogazione il nostro Gruppo richiede delle risorse per la somministrazione gratuita del vaccino contro il meningococco B.
Premessi i numerosi casi di meningite che si sono verificati in diverse zone di Italia in questi ultimi mesi; tenuto anche conto che la meningite è una malattia del sistema nervoso centrale, che rappresenta una delle malattie più temute dai genitori, in quanto gravata da un'elevata probabilità di morte e menomazioni gravi o permanenti; considerato anche il fatto che le vaccinazioni sono tra gli interventi di maggior efficacia per la prevenzione e la non diffusione delle malattie infettive; appreso che la Regione Emilia Romagna ha recentemente introdotto con legge come requisito d'accesso agli asili nido, pubblici e privati, "l'avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente" e che lo stesso provvedimento è stato adottato anche dal Comune di Trieste; rilevato che il Piano Nazionale Vaccinale, recentemente approvato, ha introdotto la vaccinazione gratuita contro il meningococco B a tutti i nati dal 1 gennaio 2017, creando evidente disparità di trattamento con i bambini nati precedentemente, e tenuto conto dell'elevato costo delle vaccinazioni, che ricadrebbe interamente a carico delle famiglie, e della diversa garanzia del diritto alla salute, in particolar modo per quelle numerose; appurato che altre Regioni italiane, per ovviare a questo squilibrio di trattamento e nell'ottica di prevenire nuovi focolai della malattia, hanno deciso di distribuire gratuitamente o in regime di co-pagamento il vaccino considerato che dal 2010 la Regione Piemonte somministra gratuitamente, ai bambini nei primi due anni di vita, il vaccino contro la meningite da pneumococco e da meningococco C; interroghiamo l'Assessore se non ritenga opportuno stanziare adeguate risorse nel bilancio regionale per la somministrazione gratuita del vaccino contro il meningococco B, anche ai minori nati antecedentemente il 1° gennaio 2017.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Al di là del clamore mediatico ed escludendo il caso della Toscana dove si registra un'anomala concentrazione di casi di meningite di meningo C in giovani adulti con una genesi ancora senza spiegazioni e per la quale non esistono indicazioni di profilassi al di fuori delle aree interessate i casi di meningite di meningococciga che si verificano nella nostra regione sono del tutto rari e in diminuzione, come certificano i dati negli ultimi otto anni.
In Piemonte avvieremo la vaccinazione - parlo del meningococco B partendo dai nuovi nati, seguendo le indicazioni del nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, che ha adottato questa modalità proprio in considerazione della rarità della malattia e dell'esigenza di proteggere prioritariamente i soggetti a maggior rischio, quelli nei quali la letalità potrebbe essere più elevata.
Naturalmente, verrà garantita la vaccinazione di tutti i soggetti ad elevato rischio per patologia, iniziata con l'ingresso in commercio del vaccino, mentre verrà regolata, con prenotazione, la vaccinazione a prezzo di costo avviata nella nostra regione fin dal mese di luglio del 2016.
La vaccinazione contro il meningococco B, pediatrica, è gratuita e richiede l'organizzazione di ben quattro sedute vaccinali aggiuntive nel primo anno di vita dei bambini. Due sedute per i bambini oltre i due anni.
Indipendentemente dai costi di acquisto del vaccino, che tra l'altro sono otto milioni di euro per il primo anno di vita e quattro milioni per ciascuna corte di nascita successiva, comporterà, com'è ovvio, un notevole sforzo organizzativo da parte dei nostri servizi vaccinali per garantire già nel prossimo anno la vaccinazione dei nuovi nati.
Un'eventuale estensione dell'offerta vaccinale a tutta la popolazione pediatrica non solo non sarebbe giustificata dalla situazione epidemiologica in atto, malattia rara in diminuzione, ma provocherebbe un allarme immotivato (non ci sono epidemie in corso nella nostra regione), e condurrebbe presto alla paralisi anche dei nostri servizi che si occupano in modo costante delle forme più diffuse come morbillo, rosolia e tubercolosi. Ogni azione di prevenzione, com'è noto, deve essere proporzionata all'entità del rischio a cui si rivolge e deve basarsi su condizioni organizzative in grado di assicurare i risultati richiesti.
Aggiungo ancora che l'obbligo introdotto in Emilia Romagna riguarda i vaccini obbligatori per legge, tra i quali non rientrano i vaccini contro la meningite. Le altre Regioni che fanno le vaccinazioni contro il meningo B hanno iniziato dai nuovi nati e hanno potuto farlo perché non erano, come invece siamo noi fino a questo momento, fino alla fine dell'anno, in piano di rientro. Per le altre classi di età l'offerta viene a pagamento, la forma di co-pagamento non è adottata da nessuna Regione, si utilizza la distribuzione a prezzo di costo che, per via dei prezzi di acquisto delle ASL, risulta circa dimezzato rispetto a quello delle farmacie.
In sostanza, dall'inizio dell'anno l'applicazione del piano vaccinale quindi viene garantita in modo gratuito. Per quanto riguarda le altre categorie, è prevista questa formula del pagamento, ma sulla base di una gara che fa la Regione in modo da ridurre il più possibile il prezzo del vaccino. Ci adeguiamo a quello che sta avvenendo a livello nazionale.
Per completare l'informazione, parliamo del piano vaccinale, quindi parliamo dei nuovi LEA, il cui percorso è che hanno completato l'iter nella Commissione alla Camera e al Senato, quindi il decreto, presentato dal Ministro, è in condizione di essere firmato nei prossimi giorni in modo definitivo, quindi noi ci stiamo organizzando perché sappiamo che questa è una necessità.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1330 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Lavoratori De Tomaso"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1330, presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Abbiamo presentato quest'interrogazione perché c'è una crescente preoccupazione tra gli ex dipendenti della De Tomaso che sono in fase di ricollocazione.
Volevamo chiedere se la Regione aveva predisposto un piano per la ricollocazione di alcuni di questi dipendenti che non hanno ancora trovato uno spazio lavorativo.



PRESIDENTE

In assenza dell'Assessora Pentenero, risponderà l'Assessore Ferrari prego.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

L'Assessora Pentenero mi ha lasciato questa risposta che poi consegno alla sua attenzione.
La vicenda De Tomaso è stata seguito fin dall'inizio con particolare attenzione dall'Assessorato al Lavoro. A seguito della procedura di licenziamento collettivo, i lavoratori sono stati inseriti tutti in lista di mobilità con diritto alla relativa indennità.
Gli ultimi lavoratori, in gran parte giovani, sono stati licenziati il 31 dicembre 2014.
In merito alla tutela economica, si evidenzia che la Regione Piemonte e le parti sociali piemontesi in data 5 dicembre 2016 hanno sottoscritto un'integrazione all'accordo quadro del 29 dicembre 2015, relativa agi ammortizzatori sociali in deroga, a modifica dell'addendum del 27 aprile 2016.
Per quanto attiene alla mobilità in deroga è stata ampliata la platea dei destinatari, sono stati rimossi del tutto i limiti di età e sono stati riaperti i termini di presentazione delle domande per tutti coloro che, a partire dal 31 dicembre 2015 (con inizio della mobilità in deroga al 1 gennaio 2016) e fino al 30 dicembre 2016, hanno terminato la fruizione di un precedente ammortizzatore ordinario (mobilità, disoccupazione speciale edile, ASPL o NASPL). La mobilità in deroga prima era concedibile solo a disoccupati di cinquant'anni e oltre e quindi non potevano rientrare i lavoratori De Tomaso, che avevano tutti un'età inferiore ai cinquant'anni e concludono la mobilità ordinaria nel 2016.
Pertanto, tenuto conto di quanto sopra, anche i lavoratori De Tomaso che rientrino nei parametri sopra descritti, almeno 250 lavoratori secondo i dati in nostro possesso, potranno presentare, entro i termini previsti domanda di accesso alla mobilità in deroga alla sede INPS competente ed usufruire del sostegno al reddito per quattro mesi.
In tutti questi anni la Regione Piemonte si è impegnata compatibilmente con le risorse disponibili, a mettere in campo per i lavoratori percorsi di ricollocazione e riqualificazione che sono stati gestiti dalle Province, come la "Direttiva occupati a rischio" dedicata ai lavoratori mobilieri beneficiari di ammortizzatori sociali, o la "Direttiva disoccupati" dedicata ai disoccupati di più lunga durata.
In particolare, i lavoratori della De Tomaso sono stati beneficiari nel periodo in cui disponevano ancora della cassa integrazione per cessazione di attività (secondo semestre 2014), di un intervento di politiche attive del lavoro finanziato con risorse regionali e risorse provenienti dal FEG (Fondo Europeo di adeguamento per la Globalizzazione).
I disoccupati provenenti dalla situazione De Tomaso potranno utilizzare la nuova misura di politica attiva del lavoro in corso di avvio (il "buon servizio per la ricollocazione"), dedicata ai disoccupati da più di sei mesi. Le Agenzie per il lavoro, accreditate nel sistema regionale dei servizi, che li dovessero prendere in carico avranno cura di non ripetere azioni già svolte in un recente passato e saranno remunerate con una modalità prevalentemente a risultato.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 1332 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Iniziative a salvaguardia dell'Associassion Piemonteisa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1332, presentata dalla Consigliera Porchietto, che ha la parola per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Non la illustro in piemontese perché, pur essendo piemontese, non vorrei fare brutte figure. Penso che l'Assessore possa essere portatore delle nostre istanze.
Con quest'interrogazione vorremo capire dalla Giunta e dalla Presidenza del Consiglio se c'è stata un'evoluzione rispetto a questo tema.
Faccio un passo indietro. Sappiamo che l'Associassion Piemonteisa di via Vanchiglia è un'associazione storica, che è stata sfrattata per problemi di morosità, cosa che tocca molte delle associazioni che sono state e sono la storia del Piemonte, e c'è un debito di circa 50.000 euro (al tempo in cui abbiamo proposto il question time, ma probabilmente adesso anche un po' di più) nei confronti di ATC, quindi stiamo parlando del nostro sistema.
Tale associazione ha un patrimonio. Il patrimonio non è rappresentato solo dai 18.000 volumi, che sono sicuramente una ricchezza, ma anche e soprattutto dai sessant'anni di storia e di mantenimento della cultura e della lingua piemontese, e penso che non vada neanche presentata perch tutti quanti la conosciamo.
Molte delle iniziative storiche e culturali sono state fatte attraverso la loro capacità e anche la loro volontarietà, e hanno portato a Torino due edizioni del Festival europeo del folklore, quindi parliamo di iniziative anche culturalmente anche molto importanti.
Il Presidente Andrea Flamini ha riportato a più riprese anche sugli organi di stampa come, a parte le grandi parole che sono state spese da parte di tutte le istituzioni, poi alla fine nulla si sia mai fatto. Il 21 settembre, il nostro Presidente del Consiglio regionale aveva dichiarato che, grazie proprio al fatto che rappresenta un patrimonio culturale importante e che i rappresentanti dell'Associazione hanno contribuito a far grande il Piemonte, ci saremmo attivati come Consiglio regionale per fare sicuramente una proroga di 30 giorni, cosa che si è avuta, al fine di trovare anche una soluzione al problema.
Ecco, il 21 settembre era ormai più due mesi fa e vorremmo sapere se ci sono stati dei successivi passaggi fatti sia attraverso la Presidenza del Consiglio regionale sia attraverso la Giunta regionale per risolvere questo problema, perché dopo le dichiarazioni fatte in quel frangente non si è saputo più nulla.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Noi, come indirizzo complessivo, stiamo facendo in modo che le Agenzie Territoriali per la Casa possano recuperare nel massimo possibile le morosità pregresse. Questo vale per le famiglie che sono in grado di pagare e vale anche per tutte quelle realtà che svolgono attività culturali o sociali, ovviamente benemerite di lunga tradizione, ma è chiaro che le Agenzie non possono sopportare l'accumulo di residui attivi per troppi anni, perché questo - come stiamo vedendo - mette in grossa difficoltà la stabilità finanziaria dell'Ente e mette in difficoltà la stessa azione dell'Ente.
Di conseguenza è chiaro che, con la dovuta attenzione ai risvolti sociali che queste azioni possono avere e quindi in primis la particolare attenzione nei confronti delle famiglie bisognose, è ovvio che le Agenzie con più attenzione in questo frangente devono dare corso a questa operazione di recupero delle morosità accumulate nel corso degli anni.
Questo vale anche per l'associazione di cui stiamo parlando.
Devo dire molto onestamente che ad oggi, come Amministrazione regionale, non abbiamo grossi strumenti a disposizione per bypassare questo problema. Come Giunta, abbiamo presentato un disegno di legge che riguarda proprio il tema delle morosità e, di conseguenza, il tema delle decadenze dall'utilizzo degli alloggi o comunque degli immobili di proprietà dell'Agenzia Territoriale per la Casa. In questa modifica, soprattutto regolamentare, che noi stiamo proponendo introduciamo - cosa che prima non c'era - lo strumento della rateizzazione per il rientro di morosità accumulate.
Quindi - questo io lo chiedo - se i Gruppi politici presenti in Consiglio e che lavorano in Commissione dessero la possibilità di arrivare rapidamente alla conclusione di questo iter di modifica della norma e del regolamento, lì potremmo avere lo strumento che ci consente di fare un'operazione molto concreta: valutare effettivamente, attraverso un piano di rientro, la possibilità di risolvere questo problema.
Dal canto suo, do anche atto al Presidente Laus di aver compiuto dei passi importanti, che però per il momento, suo malgrado, non hanno prodotto frutti. L'obiettivo che si era proposto il Presidente Laus e che ha provato a raggiungere in maniera molto tenace, com'è nel suo stile, è stato quello di mettere in sinergia tutte le associazioni che rientrano in questo ambito e che utilizzano immobili di questo tipo, per fare in modo di creare una forma di cooperazione nel sostenere eventuali spese di questo genere.
Ad oggi, nonostante i tentavi che sono stati fatti, non abbiamo risultati concreti, quindi noi ci auguriamo e faremo in modo di individuare un accomodamento. Siamo pienamente disponibili a trovare tutte le soluzioni possibili, ma rispetto alla necessità di rientro da morosità accumulate visto che chiediamo alle famiglie di fare questa operazione, non possiamo creare iniquità o comunque sproporzioni di trattamento rispetto a questo tema.
Lascio a disposizione la copia scritta della mia risposta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 1334 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Tabaccheria di Ghemme. Modalità di controllo e informazione alla cittadinanza adottata dalla Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1334 presentata dal Consigliere Andrissi.
Al posto del Vicepresidente Reschigna, risponderà l'Assessore Ferrari.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie Presidente, così risolviamo la questione in provincia di Novara.



FERRARI Augusto, Assessore regionale (fuori microfono)

Da novarese a novarese!



ANDRISSI Gianpaolo

La lobby di Novara si è palesata! Con determina n. 124 del 29 luglio 2010, la Regione Piemonte, a seguito di comunicazione della Tesoreria regionale, revocava al famoso tabaccaio di Ghemme l'autorizzazione alla riscossione delle tasse automobilistiche per le ripetute inadempienze agli obblighi previsti dal DPCM 25 gennaio 1999 n. 11.
Si apprende da fonti di stampa che le famiglie coinvolte in questa vicenda sono circa 500, per un ammontare di circa 300.000 euro. In pratica dal 2011 al 2015 queste famiglie hanno pagato regolarmente il bollo per la tassa automobilistica ed è stato loro rilasciato un qualcosa che assomigliava a una quietanza, ma purtroppo non lo era. Ciò accadeva perch questa tabaccheria, pur continuando ad avere il servizio di lottomatica non aveva più l'autorizzazione a riscuotere i soldi del bollo auto (e non solo quelli).
Da qui però nasce anche un po', a nostro parere, una carenza informativa, nel senso che la tabaccheria ha continuato a svolgere determinati servizi rispetto ai quali, però, la popolazione non ha potuto beneficiare di un'informazione precisa. E' vero, questo tabaccaio rilasciava una sorta di quietanza di pagamento che non era regolare.
Tuttavia, facendo un sillogismo, in base al ragionamento per cui lottomatica uguale incasso bollo auto, quella tabaccheria manteneva questo servizio e nessuno aveva comunicato alla popolazione, tramite il Sindaco del Comune o in altro modo, che non era più autorizzata all'incasso del bollo auto. Di conseguenza, l'inganno per i cittadini di Ghemme è purtroppo avvenuto.
Allora noi, più che altro per prevenire possibili ripetizioni di errori di questo tipo, abbiamo presentato questa interrogazione, in cui chiediamo con quali modalità si sia provveduto ad informare la cittadinanza circa l'emanazione della revoca dell'autorizzazione della tabaccheria contrassegnata dal codice lottomatico TO1980 di Ghemme con determina 124 dall'elenco degli esercizi abilitati a riscuotere la tassa automobilistica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessori Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Andrissi, sembra il titolo di un nuovo romanzo: "Il tabaccaio di Ghemme". Pensi che roba! Leggo la risposta che l'Assessore Reschigna ha predisposto e poi ovviamente, la lascio alla sua attenzione.
Per quanto riguarda il signor Bonassi, appunto il tabaccaio di Ghemme il tabaccaio in questione è stato revocato per ripetute inadempienze dalla riscossione della tassa auto mediante servizi lottomatica dall'anno 2010 (l'ha sottolineato anche lei) con determinazione dirigenziale n. 124 del 29 luglio 2010. Tuttavia, detto tabaccaio con ogni evidenza ha continuato a riscuotere motu proprio la tassa automobilistica.
A seguito dell'invio degli accertamenti ai soggetti che risultavano morosi, pervenivano a questa Amministrazione delle ricevute "esotiche" (non so bene cosa voglia dire, però c'è scritto così) rilasciate dal tabaccaio in questione di riscossione della tassa automobilistica. Dette ricevute consistevano in fac-simili riportanti chiaramente la dicitura "conti correnti postali", ricevuta di accredito e la dicitura "banco posta" con il timbro gommato del tabaccaio stesso come attestazione di pagamento sul conto corrente postale 4101.
Venuti a conoscenza del rilascio di dette ricevute, gli Uffici procedevano, nel gennaio 2014, a denunciare il fatto alla competente Procura della Repubblica. Nel caso specifico del signor Bonassi, si fa presente che dalla data della sua revoca egli non ha riscosso la tassa automobilistica alla stregua dei tabaccai autorizzati che si avvalgono del circuito Lottomatica; a riprova, le ricevute da lui rilasciate che nulla hanno a che fare con quelle ricevute liberatorie emesse dai tabaccai autorizzati.
La revoca di un soggetto riscossore con determinazione dirigenziale non presuppone da parte della Regione forme particolari di pubblicità, se non esclusivamente quelle previste per le determinazioni dirigenziali, ovvero la sua pubblicazione sul BUR.
Infine, da luglio 2016 per la Regione Piemonte i tabaccai convenzionati con Banca ITB, accreditata presso l'Agenzia per l'Italia digitale, hanno a disposizione un altro sistema di pagamento on line della tassa automobilistica, attuato mediante il nodo nazionale dei pagamenti pagoPA.
In riferimento a quell'ultimo sistema di pagamento, Banca ITB ha comunicato di aver provveduto a sospendere la tabaccheria del predetto signor Bonassi che quindi non risulta accreditato in alcun modo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Con questa sua risposta, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Siamo in presenza del numero legale, quindi invito i colleghi che dovessero ancora firmare per l'inizio del Consiglio a farlo.



(Alle ore 15.36 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 177, inerente a "Accorpamento delle Aziende Sanitarie TO1 e TO2, ai sensi dell'articolo 18, comma 1, della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana odierna si è svolta l'illustrazione e la discussione della proposta di deliberazione n. 177, di cui al punto 3) all'o.d.g., recante "Accorpamento delle Aziende Sanitarie TO1 e TO2, ai sensi dell'articolo 18, comma 1, della legge regionale 6 agosto 2007, n.
18", cui è seguita la replica dell'Assessore Saitta, ed è iniziato l'esame degli atti di indirizzo collegati.
. Mozione n. 950 "Il processo di accorpamento delle Aziende sanitarie locali TO1 e TO2 avvenga con il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale e sia improntato ai principi della partecipazione condivisione e gradualità" presentata dai Consiglieri Appiano Accossato, Allemano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Caputo, Conticelli Gallo, Gariglio, Grimaldi, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno, Valle.
La Consigliera Caputo ha illustrato la mozione n. 950, avente ad oggetto "Il processo di accorpamento delle Aziende sanitarie locali TO1 e TO2 avvenga con il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale e sia improntato ai principi della partecipazione, condivisione e gradualità".
Se non vi sono richieste di intervento, possiamo procedere con la votazione.
BONO Davide (fuori microfono) Presidente, non si possono illustrare prima tutti i documenti e poi votarli in successione?



PRESIDENTE

Ne stiamo votando uno per volta. Poi presenterete singolarmente il vostro.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi sembra che sostanzialmente siamo davanti a degli atti di indirizzo che dicono che da una parte.



PRESIDENTE

No, no, scusate: Assessori! Com'è possibile che il Consigliere Grimaldi parli con voi due piazzati davanti a lui? Se vogliamo ricominciare a lavorare, bene; altrimenti ci fermiamo.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Dicevo che alcuni atti d'indirizzo dicono giustamente che non solo bisogna attivare un processo che porti alla discussione in Commissione e in Consiglio regionale sui passaggi successivi, ma si dice anche in altri atti d'indirizzo che da una parte dovranno essere i lavoratori al centro della riorganizzazione e della discussione e dall'altra pure gli operatori e la Città.
Se li votiamo tutti insieme a me va benissimo: è uguale. Forse, se ci fosse stata la volontà di mettere nel dispositivo finale un unico impegno perché secondo me questi elementi sono intrecciati, sarebbe stato meglio.
Però, se poi c'è l'intenzione di voto anche sugli altri ordini del giorno li votiamo tutti insieme e a me può andar bene. Ma secondo me è opportuno dire che queste istanze si tengono insieme: il punto non è solo il confronto con l'Aula.



PRESIDENTE

Possiamo dire che si tengono assieme e lo fanno anche se li votiamo singolarmente.
Sulla mozione n. 950 vi è un orientamento favorevole da parte dell'Assessore Saitta.
Do atto che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 950, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
. Ordine del giorno n. 952 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Frediani e Mighetti, avente ad oggetto "Collegato alla proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 177 recante "Art. 18, comma 1, legge regionale 18/2007 e s.m.i. - Accorpamento TO1 e TO2: mantenimento degli investimenti per garantire le attività sanitarie presso l'Ospedale Amedeo di Savoia sino a ricollocamento in altra sede più idonea".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare un numero limitato di ordini del giorno in accompagnamento alla proposta di deliberazione del Consiglio presentata dalla Giunta regionale sull'accorpamento delle ASL- TO1 e TO2 della Città di Torino, riguardanti una serie di temi di riorganizzazione della rete ospedaliera.
In effetti, è impensabile che un accorpamento e una fusione così importante tra due Aziende di Torino, principali Aziende della provincia di Torino e della Regione Piemonte, non comporti anche una rivisitazione della rete ospedaliera. Tant'è che detta rivisitazione della rete era già stata scritta nero su bianco sia nel Piano Socio Sanitario della scorsa legislatura, che abbiamo citato (piano 2012-2015), sia nell'addendum al piano di rientro e i programmi operativi del piano di rientro, sia anche nella DGR 1-600 poi modificata dalla DGR 1-924 del gennaio 2015.
Le tre norme di rango diverso si sono stratificate l'una sull'altra e c'è, in effetti, un po' di oscurità, cioè c'è scarsa chiarezza su quelle che sono poi le tempistiche.
Questo ordine del giorno tratta della riconversione dell'ospedale Amedeo di Savoia, sul quale due settimane fa ho anche interrogato l'Assessore Saitta. In effetti, l'Assessore è stato onesto e sincero dicendo "non si sa, al momento", nel senso che si ipotizza un trasferimento delle strutture dell'infettivologico, dell'Amedeo di Savoia, un po' al Giovanni Bosco e un po' nella nuova Città della Salute, il nuovo Parco della Salute, quando e se sarà mai costruito e dove, ma lo vedremo nei prossimi anni. Però al momento è tutto fermo, perché se dovesse chiudere l'Amedeo di Savoia, com'è stato detto precedentemente da alcuni colleghi oggi il Giovanni Bosco o il Maria Vittoria non riuscirebbero ad accogliere il flusso di pazienti; non parlo solo di ricoveri, ma anche di day hospital e di trattamenti ambulatoriali, visto che segue tutta una serie di patologie infettive con un andamento cronico, come ad esempio la malattia da HIV, l'AIDS, e altre patologie specificamente seguite dall'Amedeo di Savoia. E' un ospedale che nasce proprio come ospedale infettivologico e proprio per questo motivo ha questa forma oggi totalmente desueta nell'edilizia sanitaria, cioè padiglioni separati e staccati uno dall'altro che permettevano di separare, con un principio di contenimento della diffusione dell'infezione, alcune tipologie di malati padiglione per padiglione.
Oggi una posizione del genere è totalmente anacronistica, tant'è che da almeno 30-35 anni - io ero ancora molto piccolo - si parla di una chiusura e spostamento dell'attività dell'Amedeo di Savoia in altre strutture della città di Torino. Il fatto che in 35 anni non si sia riusciti a farlo ovviamente è un segnale preoccupante, nel senso che non è una responsabilità singola dell'Assessore Saitta, ma per decenni c'è stata proprio una mancanza di programmazione sanitaria nella città di Torino e magari anche nel territorio provinciale, proprio perché non si è riusciti a fare valutazioni altre.
Si era parlato in un primo tempo di realizzare strutture ex novo oppure di utilizzare l'ex ospedale di Settimo, poi utilizzare l'ex struttura Richelmy vicino al Maria Vittoria, che adesso, invece, è stata occupata da attività di sostegno e di assistenza sociosanitaria per gli anziani.
Quindi, al momento non risultano strutture idonee e libere per il trasferimento.
Sono mesi, se non anni, che gli operatori segnalano che la struttura non è più attenzionata dal punto di vista della manutenzione straordinaria e anche ordinaria, nel senso che anche quella ordinaria viene fatta un po' a rilento. Quindi, con questo ordine del giorno, visto che non ci sono prospettive di spostamento a breve e medio termine, chiederemmo di fare investimenti di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire il decoro della struttura e l'erogazione delle prestazioni sanitarie in sicurezza per gli operatori e per i pazienti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Bono richiama un'opinione che abbiamo avuto modo di esprimere come Amministrazione regionale in alcune occasioni e recentemente l'ho fatto anch'io in Aula, nel senso che, per il momento, non ci sono progetti di spostamenti e, in ogni caso, è un tema molto complesso.
Confermo quella opinione e, confermando quella opinione, è sottinteso che bisogna fare i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Personalmente non ho contrarietà a questa proposta, se non evitare un semplice invito alla Giunta ad investire risorse, aggiungendo soltanto "sulla base dei progetti o delle indicazioni fornite dell'Azienda sanitaria". Questo può essere l'elemento aggiuntivo, perché l'Amedeo di Savoia ha quelle caratteristiche che sono note, è senza investimenti da molto tempo, quindi bisogna farli, ma probabilmente alcune parti possono essere utilizzate, com'è probabile - almeno questa mi sembra l'idea che ha il Direttore, poi vedremo concretamente - anche per una parte per assistenza territoriale a tutti gli effetti. Quindi, si ha un'integrazione.
Per questo motivo, credo che concretamente questa indicazione pu essere accolta subito in termini di principio, ma sulla base di un progetto sul complesso e sulla base delle esigenze, quindi collegato all'operazione che viene fatta all'interno della città di Torino.
Quindi, sono d'accordo, ma con l'indicazione "ad investire risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria, sulla base del progetto elaborato dall'Azienda Unica di Torino".



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è stato modificato, in accordo con l'Assessore, e recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta ad investire risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria del Presidio Amedeo di Savoia sulla base del progetto predisposto dall'ASL di Torino per mantenere la sicurezza e il decoro delle strutture in cui vengono attualmente erogate le attività sanitarie sino al ricollocamento in strutture più idonee".
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 952, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
. Ordine del giorno n. 953 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani e Mighetti, avente ad oggetto "Collegato alla proposta di deliberazione del Consiglio regionale n.
177 recante 'Art. 18, comma 1, legge regionale 18/2007 e s.m.i.
Accorpamento TO1 e TO2: mantenimento delle strutture ospedaliere sanitarie all'Ospedale Oftalmico fino a realizzazione del nuovo Parco della Salute, della Scienza e della Innovazione'".
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con questo ordine del giorno noi chiediamo il mantenimento delle strutture ospedaliere e sanitarie all'Oftalmico fino alla realizzazione del nuovo Parco della Salute, della Scienza e dell'Innovazione. Questo per evitare traslochi e, soprattutto, costi da un ospedale all'altro.
Noi chiediamo che, una volta costruito il nuovo Parco della Salute e della Scienza di Torino, vengano trasferite tutte le attività.
L'Ospedale Oftalmico, come tutti ben sappiamo, è un ospedale monospecialistico, in cui operano professionisti in grado di risolvere tutte le problematiche diagnostico-terapeutico nel campo delle patologie dell'occhio 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno.
Sappiamo che questo ospedale è stato completamente ristrutturato negli anni: è dotato di cinque sale operatorie attive dalle ore 8 alle ore 19.30 e di una sala disponibile per le urgenze 24 ore su 24.
Altro aspetto importante è che l'ospedale è posizionato al centro della città, quindi facilmente raggiungibile da tutti i cittadini.
Sappiamo anche che, nel 2015, gli interventi chirurgici si sono incrementati, rispetto all'anno 2014, di circa 2.000.
Il trend è stato positivo anche per l'anno in corso, e il pronto soccorso conta ben 53 mila passaggi all'anno.
Come tutti ben sapete, sono state raccolte firme in difesa del mantenimento dell'ospedale, che ad oggi ha raggiunto il numero di 70-80 mila. Nel Piano di rientro sanitario era prevista la dismissione per il 2015, poi parzialmente ritrattata con un emendamento nel Piano Socio Sanitario, che ne disponeva la chiusura solo in seguito alla realizzazione della nuova Città della Salute e della Scienza di Torino.
Era stato previsto, per la primavera 2016, lo smembramento del medesimo: metà all'ospedale San Lazzaro delle Molinette e metà all'ospedale San Giovanni Bosco.
Come ben sapete, l'ospedale San Lazzaro pare essere in fase di ristrutturazione. Avevo interrogato l'Assessore proprio per chiedere i costi, ma i dati riferiti dall'Assessore - 500/800 mila euro - ci sembrano una cifra irrisoria, considerando tutti i lavori che ci sono da fare all'interno. Ricordo che quel reparto è chiuso da anni, a causa di un incendio che aveva danneggiato a fondo tutta quella struttura di 400 metri quadrati.
Per quanto riguarda il pronto soccorso, pare che confluirebbe con quello delle Molinette, allungando così i tempi d'attesa, sia del pronto soccorso sia per esami e visite. In questo modo, sicuramente non agevoliamo e non riduciamo i tempi di attesa, ma li allunghiamo.
Attualmente sembra non esistere un piano definitivo per il suddetto trasferimento. Lo abbiamo chiesto all'Assessore, ma pare che ad oggi ancora non si abbia un piano di trasferimento.
Per tutti questi motivi, considerando tutti gli elementi che vi ho elencato, chiediamo all'Assessore e a questa Giunta di rinviare il trasloco di tutte le attività ospedaliere presenti all'Oftalmico fino alla realizzazione della nuova Città della Salute e della Scienza di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
. Mozione n. 954, presentata dai Consiglieri Pichetto Fratin, Graglia Ruffino, Sozzani e Vignale, che tratta lo stesso argomento: "Blocco del trasferimento dell'ospedale Oftalmico - Collegato PDCR 177".
Chiederei al Consigliere Vignale di illustrarla, così la risposta dell'Assessore vale per tutti e due i documenti.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi partiamo da un presupposto: altre volte abbiamo già discusso di mozioni che impegnavano la Giunta a sospendere il trasferimento dell'Ospedale Oftalmico, semplicemente per chiedere alla Giunta di rispettare quanto previsto nel Piano Socio Sanitario, che è quello che ricordava la collega Batzella, cioè il trasferimento dell'Ospedale Oftalmico, nella sua interezza, all'interno del Parco della Salute.
Ricordo anche a quest'Aula come avvenne quella modifica: avvenne perch venne presentato, dai banchi della maggioranza, un emendamento al Piano Socio Sanitario, che fu votato anche dal centrosinistra, quindi con una positiva unione di voti - non lo votò tutto il centrodestra, ma una parte di voti del centrodestra e una parte di voti del centrosinistra - creando una maggioranza che ha garantito l'esistenza dell'Ospedale Oftalmico nella sede di via Juvarra.
In più di un'occasione, senza ripetere i numeri che ormai quest'Aula conosce perfettamente, noi lo abbiamo ribadito. Proprio in un'occasione, in cui è stato respinto un ordine del giorno da noi presentato, l'Assessore Saitta aveva ricordato come non ci sarebbe stata una perdita di servizi perché sarebbero stati garantiti i servizi oggi esistenti, compresa l'attività di Pronto Soccorso.
E' evidente a tutti che spezzettare l'ospedale Oftalmico - una parte alla Città della Salute in via Cherasco e un'altra parte al Giovanni Bosco rischierebbe di non garantire i servizi oggi esistenti, perché chiunque abbia visitato quei locali si può rendere conto che non sono in grado di garantire la produzione sanitaria che oggi viene garantita all'interno dell'Oftalmico. Si perderebbe quella che è un'eccellenza proprio per il fatto di essere un ospedale monospecialistico e che quindi mantiene all'interno di una stessa struttura, competenze che si occupano esclusivamente di oftalmologia. Ricordiamo che non ci sono altri eccellenti ospedali monospecialistici in Piemonte, e soprattutto in questa città.
Il Regina Margherita, il CTO e l'Ospedale di Candiolo sono ospedali specialistici che continuano ad operare, anche da un punto di vista strutturale, ancorché alcuni incardinati all'interno della Città della Salute, come operavano precedentemente.
Il mantenimento garantirebbe - cosa che invece non può garantire lo spezzatino - l'esistenza del pronto soccorso. Se noi oggi abbiamo più di 50 mila passaggi all'interno di un Pronto Soccorso per problemi oftalmologici o altre patologie attinenti all'oftalmologia, è evidente che, nel caso in cui venga diviso fra Giovanni Bosco e la Città della Salute, i 50 e più passaggi che oggi vengono fatti all'ospedale oftalmico graverebbero sugli altri pronto soccorso della nostro Città.
C'è poi un altro aspetto che noi riteniamo significativo.
All'interno della revisione della rete ospedaliera ci sono alcuni casi di vera chiusura: uno sulla carta, ma che ad oggi non è ancora avvenuto (e ci auguriamo non avvenga), è relativo all'ospedale di Lanzo. Sulla delibera, come sa bene l'Assessore, non c'è l'ospedale, ma verosimilmente si è individuata una modalità, che noi stessi auspicavamo, di individuare un presidio unico Lanzo-Ciriè.
Questo sarebbe l'unico ospedale che verrà chiuso.
Il Consiglio regionale - e non casualmente sono le prime tre righe del nostro ordine del giorno - dal 1° gennaio si riappropria, quindi di fatto si è già riappropriato, delle proprie competenze.
Personalmente credo che, così come avvenne nel 2012, quando, grazie a una modifica del Piano Socio Sanitario apportata da questo Consiglio rispetto ad un atto presentato dalla Giunta, si riuscì a garantire l'esistenza dell'Ospedale Oftalmico in via Juvarra. Credo debba essere competenza di questo Consiglio decidere su una chiusura così significativa qual è quella del Presidio di oftalmologia di via Juvarra. Pertanto, questo ordine del giorno chiede che sia bloccato il trasferimento dell'Ospedale Oftalmico, per dare modo al Consiglio regionale di intervenire nel merito ed evitare che un'eventuale delibera approvata positivamente il prossimo anno sia tardiva.
Questo per rimanere nel punto dell'ordine del giorno; poi, è evidente e fa riferimento sempre all'arroganza di cui parlavamo questa mattina che, in qualche modo, i cittadini e i corpi intermedi abbiano un valore quando si svolge un'attività di Governo.
L'Assessore Saitta ci ha ricordato in più di un'occasione della volontà dei medici di difendere i loro primariati, e per questo difendono l'ospedale. Gran parte, o la totalità, dei medici presenti all'interno di quel Presidio non penso avrebbero problemi a ricollocarsi in un altro Presidio o, comunque, a proseguire la loro attività lavorativa, è una questione che afferisce, però, ai pazienti. Infatti, al di là delle decine di migliaia di firme raccolte, è sufficiente recarsi un giorno presso l'Ospedale Oftalmico e chiedere ai pazienti - non agli operatori, ma anche agli operatori, perché, poi, sono gli operatori che garantiscono i servizi sanitari, sempre.
Se si dice che grazie al lavoro importante degli operatori del Servizio Sanitario Regionale la sanità è rimasta in piedi, nonostante i gravi tagli e lo si dice molte volte, ed è certamente vero - allora, è certamente vero e vale anche per chi opera all'interno dell'Ospedale Oftalmico.
Pertanto, sarebbe sufficiente ascoltare gli operatori, ma sarebbe importante ascoltare i cittadini, cioè coloro i quali quotidianamente si recano presso quell'ospedale. Se si ascoltassero un po' di più tanto gli operatori quanto i cittadini, ci si renderebbe conto che quella scelta compiuta in questo momento, cioè volendolo spezzettare - è sbagliata e miope.
Per questo motivo, noi chiediamo che venga mantenuto in via Juvarra l'Ospedale Oftalmico, dando attuazione al Piano sanitario del 2012. Visto che non ne abbiamo un altro, sarà il futuro Piano Socio Sanitario di questo Consiglio regionale che deciderà anche se e quando trasferire l'Ospedale Oftalmico.
Anticipo al Presidente che per questo ordine del giorno chiediamo l'appello nominale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Evidentemente, non riprendo una discussione che abbiamo fatto già decine e decine di volte; credo che le nostre posizioni, da quelle dei Gruppi di minoranza a quelle della maggioranza, siano arcinote.
Dico in sintesi che noi vogliamo evitare che non compaia la posizione della motivazione di questa scelta, che è in funzione dei pazienti, perch la multidisciplinarietà garantisce più sicurezza e un servizio migliore come capita, ormai, nella nuova medicina. Quindi, la scelta è in funzione dei pazienti e di un migliore servizio ai pazienti. Anche questa scelta determina, come abbiamo visto in tante altre cose, sempre delle resistenze ma la scelta l'abbiamo già compiuta: non c'è soltanto il Piano Socio Sanitario, come credo il Consigliere Vignale sappia, ma i programmi operativi approvati da chi ci ha preceduto, che noi abbiamo confermato e che condividiamo, perché rispondono ad una logica condivisibile sul piano dei pazienti.
Il collega commette un errore quando parla del primo gennaio. La delibera n. 1-600 è fondamentale ed è il motivo per il quale noi usciamo dal piano di rientro. E' la delibera attraverso la quale siamo riusciti a sbloccare nel 2015 le assunzioni. Quindi, non è che dal 1° gennaio ricominciamo e ricostruiamo le condizioni per le quali siamo andati in piano di rientro, tanto per essere molto chiari. Noi questa responsabilità non l'assumiamo assolutamente.
In ogni caso, al di là delle questioni (piano di rientro e programmi operativi), la scelta compiuta - che è irreversibile, perché, ormai, i lavori sono in corso - risponde a logiche di un servizio migliore per i cittadini, ne siamo convinti. Abbiamo opinioni diverse, ma noi governiamo ed è chiaro che, poi, ci sono le critiche provenienti dalla minoranza.
Quindi, il voto è contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Chiedo che la votazione avvenga per appello nominale, per cortesia.



PRESIDENTE

Entrambe le votazioni avverranno per appello nominale.
Il numero legale è 23.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 953, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sulla mozione n. 954, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 21 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
. ordine del giorno n. 951 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Frediani, Mighetti., Grimaldi, Caputo, Appiano e Vignale, avente ad oggetto "PDCR 177/2016 Tutela personale e mantenimento servizi. Accorpamento ASL-O1 e TO2 in Azienda sanitaria locale Città di Torino - Tutela personale e mantenimento servizi".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare questo ordine del giorno collegato alla proposta di delibera consiliare perché a questo atto non è stato allegato il documento presentato dal direttore generale dell'ASL-O2, nonch commissario della TO1, dottor Alberti, che dava, è vero, delle sintetiche enunciazioni di principi, ma, comunque, erano delle enunciazioni che potevano rassicurare almeno sullo sviluppo della fusione dal punto di vista dell'erogazione dei servizi omogenei sul territorio e del mantenimento anche delle richieste, delle sicurezze e delle garanzie dei lavoratori e degli operatori del settore delle due Aziende Sanitarie.
Quindi, non avendo questo documento allegato - non abbiamo capito bene il motivo - ci siamo sentiti in dovere di presentare un ordine del giorno che va nella direzione di quanto detto dall'Assessore Saitta, il quale ci ha assicurato che non ci sarà riduzione, ma addirittura un potenziamento dell'offerta dei servizi sul territorio e che non ci saranno ovviamente licenziamenti, perché - per adesso - il Governo nazionale non ha inteso toccare i livelli di tutela dei contratti del settore pubblico, quindi i dipendenti pubblici oggi sono tutelati rispetto al privato.
La nostra preoccupazione, però, era anche e soprattutto sul fatto di capire quali saranno le ricadute degli spostamenti non tanto geografici perché nella stessa città gli spostamenti sono contenuti, quanto tra i servizi, le strutture, gli sportelli e quant'altro.
Pertanto, con quest'ordine del giorno chiediamo alla Giunta di definire i criteri e le tempistiche di allocazione del personale delle strutture sanitarie e non, relative ai vari servizi interessati dalla riorganizzazione, garantendo il mantenimento dell'offerta sanitaria sul territorio. Inoltre, chiediamo di predisporre un apposito tavolo tecnico con tutte le organizzazioni sindacali, per la definizione delle procedure e la soluzione di eventuali problematiche che dovessero emergere nel periodo transitorio, che ci sarà per forza, anche se non è previsto nella delibera di Giunta, nei primi mesi successivi alla fusione.
Chiediamo, relativamente a questo ultimo impegno "tutte le organizzazioni sindacali", se vogliamo mettere almeno "quelle maggiormente rappresentative", ricordando che nel mondo sanitario non ci sono solo le tre sigle sindacali più famose, ma ce ne sono tante altre. Vorremmo poter avere finalmente - almeno in questo ambito - una rappresentanza che sia il più possibile diffusa e coinvolga il più possibile, non dico il 100%, ma la percentuale più alta di operatori del settore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

E' vero che il documento di indirizzi presentato in Commissione non è allegato, però è anche vero che l'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico fa riferimento a una procedura, per giungere all'atto aziendale, che diventa un percorso più completo in termini di servizi ed anche di organizzazione, mentre in questo documento si fa riferimento solo al tema del personale.
Pertanto, ritengo che l'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico assorba il contenuto di questa proposta, nel senso che la proposta del Partito Democratico è molto più completa. In ogni caso, è difficile assumerci un impegno sui criteri e i tempi di ricollocazione perché è un atto conseguente all'elaborazione, alla definizione e alla discussione dell'atto aziendale. Adesso, vorrebbe dire assumersi degli impegni non conoscendo la situazione nel dettaglio.
Il secondo tema è quello delle organizzazioni sindacali e del tavolo tecnico, che non era oggetto dell'ordine del giorno - più completo - del Partito Democratico.
E' già stato istituito un tavolo tecnico, avviato dal Direttore generale Alberti.
Per quanto riguarda, invece, la Regione Piemonte, è stato istituito recentemente, incontrando, non soltanto le organizzazioni sindacali classiche (CGIL, CISL e UIL), ma anche la dirigenza medica.
Pertanto, si è costituito un tavolo tecnico che seguirà non soltanto questo aspetto. La parte locale sarà seguita dal dottor Alberti, mentre la parte più generale, che avrà implicazioni anche nelle scelte che saranno compiute nel tempo, sarà oggetto di una valutazione complessiva del tavolo tecnico istituito in Assessorato, perché ritengo (lo spero) che si arriverà quanto prima alla conclusione di un'intesa con le organizzazioni sindacali relativamente alle assunzioni e all'utilizzo del personale, sulla base di criteri che stiamo definendo da un punto di vista sindacale.
Pertanto, il tavolo tecnico esiste.
Sul resto - come ho detto - il documento del Partito Democratico è molto più completo, per cui invito a ritirare l'altro documento, perché mi sembra che aggiungiamo delle cose puntuali ad un ragionamento più completo che viene svolto nell'ordine del giorno del Partito Democratico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ammetto di non avere letto benissimo (l'ho visto oggi per la prima volta) l'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico, a prima firma Caputo.
Faccio fatica, però, a considerare più completo l'impegno (è quello che fa fede), perché prevede, giustamente - anche se noi non l'abbiamo votato per un motivo di opportunità politica - di garantire il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale. Questo, non nel senso di evitare automatismi conseguenti alla mera fusione tra le due attuali Aziende, ma nel senso del coinvolgimento del Consiglio regionale. Il nostro ordine del giorno, invece, si rivolge all'Assessore, chiedendo di monitorare il percorso fuori, cioè mantenere l'offerta sanitaria sul territorio.
Pertanto, quello che ha affermato l'Assessore (non riduzione, ma potenziamento) mi sembra non sia assolutamente presente nell'ordine del giorno del Partito Democratico.
In merito al tavolo tecnico, chiediamo un tavolo tecnico in Regione. Se è già presente in Azienda sanitaria non lo so ed è difficile saperlo perché non possiamo interrogare il Direttore generale. Quindi, vorremmo che ci fosse un focus molto preciso ed attento da parte dell'Assessorato regionale.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



BONO Davide

Cioè l'Assessorato va in Azienda? Perché questo non l'ho capito (chiudo e le lascio spazio per la risposta). Avevo capito che fosse in Azienda sanitaria e non in Regione. Comunque, non ritiriamo il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al limite, i due atti di indirizzo sono complementari. L'ordine del giorno presentato dalla maggioranza chiede il coinvolgimento del Consiglio regionale nella definizione dell'accorpamento, perché (ovviamente questa è una nostra valutazione) è evidente che noi oggi votiamo una delibera che è un mero atto di enunciazione di fusione, dentro la quale non c'è scritto nulla, se non il documento con il quale in Commissione, non come inizialmente l'Assessore aveva annunciato, che sarebbe stato un allegato della deliberazione stessa che il dottor Alberti, Direttore generale, ha presentato in sede di IV Commissione. Però un conto è il coinvolgimento del Consiglio regionale, altro conto è l'apertura di un Tavolo con le organizzazioni sindacali, cui parteciperebbero anche i soggetti di rappresentanza del mondo dei pazienti, ma visto che questo ordine del giorno si occupa principalmente dell'aspetto lavorativo, le organizzazioni sindacali ovviamente vanno bene. Ad oggi non ci risulta - ovviamente l'Assessore Saitta è più informato di noi - che le organizzazioni sindacali siano rappresentate, o almeno non tutte, perché ancora nei giorni scorsi abbiamo parlato con alcune organizzazioni sindacali che certamente non sono all'interno di quel Tavolo.
E' evidente che il timore non è il licenziamento. Il timore è che ognuno possa svolgere non dico le mansioni che tradizionalmente ha fatto ma quelle più utili perché vengano erogati buoni servizi ai cittadini.
E anche relativamente all'attività di non fusione, laddove esistono figure simili occorrerà una modalità la più trasparente possibile per comprendere chi continuerà a svolgere un ruolo all'interno delle singole Aziende.
Crediamo che questo ordine del giorno, che non abbiamo presentato, ma che condividiamo nel suo spirito, sia complementare a quello presentato dalla maggioranza, non certo sostitutivo e neanche riduttivo rispetto a quello che è il lavoro di coinvolgimento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Come le ho detto, Presidente, se si aveva voglia di votare tutti gli atti di indirizzo - modificandoli - aveva un senso completo: bastava emendare il primo.



PRESIDENTE

Abbiamo passato due ore a modificarli!



GRIMALDI Marco

Bastava emendare il primo. E' per questo motivo che sono intervenuto nella trattazione del primo, estendendo quella stessa necessità ai lavoratori, agli operatori e alla Città di Torino.
Il primo non l'abbiamo modificato, credo anche per volontà degli altri proponenti che non si sono fatti carico di questa integrazione.
Suggerirei sommessamente, se ci sono dei punti che l'Assessore non condivide, di chiedere di emendare quel testo. Ma secondo me la necessità che il confronto non sia solo con il Consiglio regionale, ma anche con i lavoratori, che abbiamo detto che in primo luogo sono quelli che hanno più paura che il tema dell'armonizzazione passi anche dalla soppressione dei servizi...
Mi paiono chiare le loro difficoltà e anche quello che hanno scritto tra l'altro, nelle audizioni.
D'altra parte, il confronto con la città mi pare risultare sempre aperto. Anzi, come dicevamo oggi, è un bene se la Conferenza prima o poi inizia ad esprimersi anche su quello che dev'essere il futuro.
Chiederei all'Assessore, se è possibile, di modificare il testo e portarci tutti a votare questo pezzo, che, a mio avviso, è giusto integrare con quello che abbiamo fatto stamani.



PRESIDENTE

Personalmente, non credo che la modifica o l'integrazione del primo atto di indirizzo avrebbe comportato il ritiro da parte dei Consiglieri, ma ciascuno ha il proprio modo di vedere le cose.
Dopodiché, se si ritiene che ci possa essere spazio - lo chiedo anche alla maggioranza, in particolare al collega Appiano e alla collega Caputo per modificare l'ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle, con l'obiettivo di votarlo, possiamo sospendere la seduta per qualche minuto e capire se sussistono aperture per una simile intesa.
Sospendo i lavori per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.22, riprende alle ore 16.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'ordine del giorno n. 951 presentato dal Movimento 5 Stelle, il cui primo firmatario è il collega Bono, è stato così modificato: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a chiedere al Direttore generale dell'ASL-TO la sollecita costituzione di un Tavolo sindacale aziendale che segua tutte le questioni connesse alla nuova organizzazione, al fine di garantire il mantenimento e il potenziamento dell'offerta sanitaria".
Con queste modifiche, la Giunta regionale esprime orientamento favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 951, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
. mozione n. 956 presentata dai Consiglieri Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino e Sozzani, avente ad oggetto "Proroga autorizzazioni e accreditamenti DGR n. 29-3944 del 19/09/2016 'Revisione della residenzialità psichiatrica. Integrazioni a DGR n. 30-1517/2015' Collegato PDCR 177".
Collega Vignale, lei è il primo firmatario anche del prossimo atto di indirizzo: li illustra tutti e due o separatamente?



VIGNALE Gian Luca

Li illustro separatamente, perché in realtà l'unico tema comune è l'aspetto legato alla psichiatria.



PRESIDENTE

Cominci col primo e poi presenti anche l'altro, così li votiamo consecutivamente.



VIGNALE Gian Luca

Come crede.
Il primo documento riguarda l'attuazione della DGR n. 29-3944. I colleghi sanno della delibera sulla revisione della residenzialità psichiatrica, perché ne abbiamo discusso molto in sede di Commissione e l'ordine del giorno, in questo caso, non intende mettere in discussione la suddetta DGR n. 29-3944. Semplicemente chiede che ne sia garantita la sua corretta applicazione. E proverò a spiegarmi con i colleghi dell'opposizione e della maggioranza, e ovviamente anche con l'Assessore che hanno seguito questo aspetto.
La DGR 29 sostanzialmente prevede un primo momento in cui viene fatta la rivalutazione dei pazienti da parte dei CSM e dei DSM, quindi i nuovi piani individuali terapeutici o la conferma dei piani terapeutici esistenti. Fatto questo, si sigla - come la DGR 29 prevede - l'accordo di cura; successivamente, sempre la DGR prevede la libertà di scelta del luogo di cura.
In sostanza, individuato il fatto che un paziente debba stare in un SRP1 piuttosto che in un SRP2 o in un SRP3, la delibera dice che ha libertà di scegliere il luogo - ovviamente di concerto col DSM e quant'altro - in cui poter essere curato. Che cosa accade? Oggi accade che non sono stati conclusi i piani terapeutici individuali e non sono stati conclusi gli accordi di cura, ma l'Amministrazione intende far rispettare i tempi relativi all'accreditamento, cioè tutti gli enti gestori entro la prima settimana di gennaio devono presentare una modulistica in cui chiedono se accreditarsi come SRP1, SRP2 o SRP3.
Questo che cosa comporta? Comporta intanto che c'è una distonia fra l'offerta e la domanda, cioè noi potremmo avere il 15 di gennaio 1.500 posti accreditati in SRP3 e, alla conclusione delle valutazioni dei piani terapeutici individuali, sapere che in realtà gli SRP3 di cui abbiamo bisogno sono solo 1.000 o solo 2.000.
Il secondo aspetto è che, non seguendo questa temporalità, non c'è la possibilità di scelta del luogo di cura, non c'è neanche la possibilità di sottoscrizione dell'accordo, ma soprattutto non c'è la possibilità di scelta del luogo di cura. Allora noi, senza mettere in discussione la delibera, chiediamo semplicemente che venga - come si dice alla fine definito meglio lo standard di personale, ma semplicemente perch all'interno della delibera, in due parti diverse, si individuano modalità e minutaggi di utilizzo del personale differenti, anche se al limite questo possiamo anche eliminarlo.
Invece, per quanto riguarda la comunicazione entro una data stabilita dell'esito della valutazione agli utenti, il progetto terapeutico personalizzato e l'individuazione (in base ai progetti terapeutici) di un nuovo termine per la presentazione del titolo autorizzativo che consenta alle famiglie di avere la possibilità di scelta del luogo di cura che differentemente non potrebbe avvenire, per fare questo è necessario prorogare i termini entro i quali le strutture possono presentare l'accreditamento.
Noi abbiamo indicato cinque mesi perché non conosciamo i tempi.
Sappiamo che oggi non sono state concluse le attività di rivalutazione dei pazienti e i piani terapeutici individuali, ma non sappiamo quali sono i tempi per cui si arriverà a conclusione di questo procedimento indicato in delibera; ci sembrerebbe però normale, nel rispetto della delibera stessa la proroga dei tempi rispetto alla presentazione dei titoli autorizzativi altrimenti verrebbe meno quanto la stessa DGR 29 prevede.
Quindi, non entrando nel merito della DGR 29 che, come tanti colleghi sanno, ha molti punti (non la totalità, ma alcuni punti) che noi non condividiamo, proprio nella sua attuazione rispetto a quello che la Giunta ha licenziato, se non attuiamo una proroga dei termini entro cui le strutture possono presentare le domande, è impossibile attuarla così come la Giunta l'ha licenziata.



PRESIDENTE

Assessore Saitta, vuole dire qualcosa? Prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Con tutta la buona volontà, è difficile immaginare che questa proposta sia coerente con l'accorpamento della TO1 e della TO2, a parte che di fatto è una richiesta di modifica della DGR 29 come viene scritta nella parte del dispositivo.
Io ritengo - con grande serenità, devo dire - che le questioni contenute in questa proposta non siano molto connesse alla delibera sull'unificazione delle due Aziende. Per quanto riguarda le proposte di modifica contenute, queste probabilmente potranno essere oggetto di un momento in Commissione dove, insieme ai tecnici, si potrà riferire sullo stato di avanzamento della deliberazione che abbiamo assunto.
Obiettivamente, impegnare il Consiglio su questioni di carattere puntuale mentre stiamo discutendo della TO1 e TO2 mi sembra una grande forzatura; tuttavia l'impegno a riferire in Commissione insieme ai tecnici sullo stato di avanzamento di quella delibera mi pare un impegno che mi posso sicuramente assumere, assieme al Presidente. Il Presidente mi fa cenni di assenso e quindi noi ci siamo.



PRESIDENTE

Quindi il parere, Assessore, è negativo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per una volta devo dare ragione all'Assessore Saitta. Ovviamente è stata una forzatura, ma dettata dai tempi di attuazione della presentazione delle domande di accreditamento. Per la verità, abbiamo presentato oggi il documento perché in questo modo abbiamo almeno avuto l'opportunità di rappresentare al Consiglio e anche all'Assessore questo problema, che immagino l'Assessore conosca.
Ripeto, non siamo entrati nel merito della DGR, ma solo rispetto all'attuazione di come l'ha scritta la Giunta. Ad ogni modo, visto che c'è un'intesa con la IV Commissione affinché si faccia il punto della situazione - quando il Presidente lo riterrà, ma ovviamente in tempi che non superino il momento della presentazione delle domande - ne riparleremo in quella sede.
Oggi ritiriamo la mozione e la lasciamo iscritta ai lavori del Consiglio. La tratteremo - non tanto l'atto di indirizzo, quanto la questione ad esso allegata - in sede di IV Commissione, quindi chiediamo che non venga messo al voto e non venga collegato.



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, la mozione è ritirata, ma essendo Presidente di Commissione se vuole dire qualcosa, può intervenire.



RAVETTI Domenico

Intervengo soltanto per ribadire la disponibilità dell'Ufficio di Presidenza della IV Commissione ad affrontare l'argomento e colgo anche l'occasione per chiederle di inserire un dibattito nella Conferenza dei Capigruppo rispetto alla necessità di convocare un'altra seduta di IV Commissione, oltre giovedì.
Le richieste sono davvero parecchie, quindi mi dispiacerebbe molto rischiare di non poter mantenere fede agli impegni assunti in Commissione entro le date stabilite.



PRESIDENTE

L'esame della mozione n. 956 è rinviato in IV Commissione.
. Mozione n. 955 "Garanzia di omogeneità di servizi di psichiatria territoriale nell'Asl Unica di Torino - Collegato PDCR 177" presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino Sozzani La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo atto d'indirizzo è strettamente collegato alla discussione che stiamo facendo oggi.
Il documento che il Direttore Generale, dottor Alberti, ha presentato in sede di IV Commissione rispetto al tema della salute mentale, prevede che sia necessaria una riflessione generale sulla gestione della salute mentale della città, partendo dall'analisi delle diversità dei due modelli di Dipartimento di Salute mentale, quindi dell'ASL 1 e dell'ASL 2, così come configurati negli atti aziendali.
Questo come premessa, peraltro corretta. Noi sappiamo, come dicevamo nella discussione di carattere generale di questa mattina, che le due ASL torinesi, anche venendo da un percorso che era delle quattro ASL, hanno servizi che sono diversi fra loro all'interno delle due strutture.
L'ASL 1 e l'ASL 2 nel mese di settembre, in un caso prima e nell'altro dopo la presentazione della deliberazione che stiamo votando, hanno entrambe pubblicato un bando sulla psichiatria territoriale, quindi sui servizi psichiatrici territoriali. Il bando dell'ASL 1 è stato pubblicato e poi, con una delibera commissariale dell'8 novembre il Commissario, dottor Alberti, ha annullato quel bando motivando l'annullamento con il futuro accorpamento delle due ASL, anche comprensibile proprio per la diversità di servizi che le due ASL erogano.
Contestualmente, l'ASL 2 ha pubblicato anch'essa un bando che, per la verità, non è anomalo relativamente ai servizi, ha certamente servizi differenti rispetto a quello dell'ASL 1, ma è sempre stato così. Anomalo rispetto alle tempistiche. Noi comprendiamo che si voglia superare una fase di proroga che, in entrambe le ASL, esiste da molto tempo e che quindi si voglia andare verso un affidamento di carattere pubblico.
L'anomalia del bando dell'ASL 2 è che è un bando che impegna comunque la futura ASL ad un numero di anni estremamente consistente. E' un bando che ha cinque anni di affidamento, più quattro di rinnovo, più uno di ulteriore rinnovo. E' un bando che, potenzialmente, può durare dieci anni quasi con certezza nove, (cinque più quattro, è da contratto). E' un bando che vincola per molti anni i servizi territoriali di un'Azienda sanitaria ma non solo: li vincola per molti anni e li vincola anche relativamente alla fusione.
A differenza di quanto è avvenuto nell'ASL 1 in cui il bando, che prevede servizi distinti, è stato cancellato, il bando dell'ASL 2 non è stato cancellato. Buon senso vorrebbe che, qualunque sia l'intendimento con la fusione, tanto il bando dell'ASL 1 quanto il bando dell'ASL 2 venissero cancellati per fare un nuovo bando su tutta la città, altrimenti diventa difficile pensare che si vada verso un'omogeneizzazione dei servizi territoriali con due bandi che sono fra loro differenti e che impegnano come quello per l'ASL 2, un numero così elevato di anni l'ASL.
Ripeto, il fatto che questo bando sia un bando di cinque più quattro più uno per 15 milioni di euro è un aspetto assolutamente significativo.
Pertanto, noi riteniamo che, proprio per quanto è stato detto questa mattina, cioè per l'omogeneità dei servizi, per dare anche un'identità unica dei servizi che oggi non c'è relativamente ai servizi psichiatrici semplicemente perché delle persone hanno pensato ai servizi psichiatrici in modo congruo rispetto ai Piani Socio Sanitari, ma in modo differente rispetto ai servizi erogati, chiediamo che anche il bando dell'ASL 2 venga annullato, ma non per sostituirci ad un'attività di gestione tipica di un Direttore generale o un'attività di indirizzo tipica della Giunta, ma per un aspetto strettamente correlato alla delibera che stiamo votando.
Se c'è una delibera che vuole omogeneizzare i servizi, se c'è un ordine del giorno che dovremmo discutere congiuntamente con il Consiglio rispetto a quali saranno i servizi erogati, se un altro dice che dovremmo discutere con le organizzazioni dei lavoratori rispetto a quelli che saranno i servizi erogati, che ci sia una parte di città che fa alcuni servizi e un'altra parte che ne fa altri, non ci pare sensato con lo spirito della delibera che stiamo votando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Che sia utile e necessario omogeneizzare i servizi, mi sembra fondamentale. Il Consigliere, oltre a questa indicazione che ha la sua ragionevolezza all'interno dello schema che abbiamo discusso poco fa per quanto riguarda l'unificazione delle due Aziende, entra nel particolare dei bandi di gara e conclude chiedendo l'annullamento del bando di gara dell'ASL TO2.
Il Consigliere sa perfettamente che, dal punto di vista giuridico, c'è una responsabilità da parte delle Aziende a decidere le modalità, come meglio ritengono, per gestire le proprie attività. Ed è una responsabilità completa. Ci viene chiesto, come Amministrazione regionale, di intervenire sull'annullamento del bando. Poiché il documento è stato presentato soltanto questa mattina, il Consigliere è sempre molto informato sulla vicenda della psichiatria - fa bene, è utile - per cui mi riservo di entrare nel merito una volta che avrò gli elementi necessari per esprimere un giudizio puntuale.
Non mi pare che sia soltanto un problema di omogeneizzazione, ci sono problemi di responsabilità più generale; sarebbe utile che il Consiglio prima di esprimersi, avesse un'opinione da parte anche dell'Azienda sanitaria, non soltanto del Consigliere Vignale.
Chiedo di rinviare la mozione in una prossima seduta, in modo da avere gli elementi per poterla giudicare. Credo sia utile anche per tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi non abbiamo problemi nel rinviarla, non dettiamo condizioni, ma chiediamo che l'atto sia utile. E' un bando già chiuso e se noi la voteremo, dico per dire, a febbraio, quando il bando sarà già stato aggiudicato, è evidente che il nostro atto è assolutamente inutile.
Noi non abbiamo problemi, perché capisco che si tratta di un tema complesso. Non è neanche un tema che afferisce strettamente alle competenze del Consiglio regionale, afferisce semplicemente perché oggi stiamo deliberando la fusione di due ASL e perché, con questa stessa motivazione il Direttore Generale ha deciso di annullarne uno.
Comprendo, perché questo è un tema estremamente complesso. Noi la ritiriamo con un affidamento tra gentiluomini, purché questa mozione torni in discussione quanto prima.



PRESIDENTE

In Commissione o in Consiglio regionale?



VIGNALE Gian Luca

Come sa il Presidente, la Commissione non può esprimersi, se non dare un'indicazione di carattere generale: è solo il Consiglio che può.
Dopodiché, non vorremmo inserire troppe cose, ma se in sede di Commissione.
In Consiglio regionale, comunque.



PRESIDENTE

Va bene, in Consiglio regionale.
La mozione n. 955 a firma del Consigliere Vignale viene sospesa per rinvio in IV Commissione, con l'auspicio di poterla riportare in Consiglio regionale.
Non abbiamo altri ordini del giorno da votare e quindi, se non ci sono dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione della delibera n. 177.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 177, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.58)



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