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Dettaglio seduta n.19 del 04/11/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 141 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Intenzioni della Regione Piemonte in merito alla prosecuzione dei lavori per la linea TAV Torino-Lione alla luce delle ultime notizie sull'aumento dei costi dell'opera"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
141, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Alla luce dei recenti fatti che abbiamo potuto leggere sui giornali sull'aumento dei costi o, meglio, sull'emergere di quest'aumento dei costi già noto a gran parte dei No TAV, e alla luce di una posizione dell'Unione Europea che pare confermare una sostanziale indifferenza nei confronti del progetto, sono qui a chiedere alla Regione Piemonte se intenda prendere posizione rispetto alla prosecuzione dei lavori.
Alla luce di questi recenti fatti, quindi, vorrei capire esattamente quale siano le motivazioni che portano la Regione a sostenere quest'opera.
Partendo dal presupposto che l'opera non è richiesta dall'Europa e non lo è mai stata, come noi sosteniamo da sempre, ci chiediamo se non siano venuti a mancare del tutto i presupposti che possano permettere la prosecuzione dei lavori; presupposti che, tra l'altro, includevano la saturazione della linea storica che, di fatto, non è mai stata raggiunta.
Questo anche rispetto ad una crisi economica che ha portato ad un calo del traffico merci che è sotto gli occhi di tutti.
Questa interrogazione, quindi, serve soprattutto perché possa rimanere agli atti e a beneficio dei cittadini la posizione ufficiale della Regione Piemonte, dal momento che iniziamo a parlare di responsabilità responsabilità in quello che noi consideriamo un errore: un errore di valutazione sull'utilità di quest'opera ed un errore sull'impiego di fondi pubblici.
Ritengo sia il caso di chiarire definitivamente ai cittadini quale sia la posizione della Regione Piemonte, in modo che ognuno possa e debba prendersi le proprie responsabilità in merito.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco.
Prego, Assessore.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera, le garantisco che la nostra posizione è assolutamente definitiva già da tempo, quindi non è questo il momento in cui definiremo definitivamente delle posizioni.
L'Amministrazione regionale ha assolutamente le idee chiare per quanto riguarda quest'opera che, le ricordo, è un'opera che nasce all'interno del Corridoio - allora Corridoio 5, oggi definito Corridoio Mediterraneo. Fu una scelta fatta a livello europeo, che è governato da una Conferenza Intergovernativa (la CIG Torino-Lione). L'opera è prevista nella Legge Obiettivo, all'allegato 11, già da parecchio tempo; riconfermata ancora ultimamente dal cosiddetto "Sblocca Italia" e confermata anche dalla Regione Piemonte con l'IGQ del 4 agosto 2014.
Per quanto riguarda i progetti in atto, stiamo facendo riferimento all'Accordo binazionale italiano-francese del gennaio 2012, che ripartisce il progetto in tre parti: la parte francese, la parte comune italo-francese e la parte italiana, che da Chiusa S. Michele arriva fino a Torino.
Nell'ambito della seconda parte rientra la stazione transfrontaliera di cui poi dirò, per quanto riguarda la definizione del progetto.
L'Accordo binazionale italo-francese definisce le modalità di finanziamento dell'opera, che viene definita con il 40% a carico dell'Unione Europea e il 60% a carico dei due Stati, Italiano e Francese.
Questo 60% è così suddiviso: 57,9% a carico dell'Italia, il 42,1% a carico della Francia.
In sostanza, se il valore è otto miliardi (poi diremo dell'eventuale valutazione dell'aumento dei costi), in capo all'Europa sarebbero 3,2 miliardi, in capo all'Italia 2,8, in capo alla Francia 2.
Sostanzialmente la divisione sarebbe questa.
Relativamente alla questione dell'aumento dei costi, immagino che la Consigliera faccia riferimento a delle notizie di stampa di un paio di settimane fa, riprese poi abbondantemente anche a livello parlamentare tant'è che ci sarà - ci risulta l'11 novembre - un'audizione in Commissione Trasporti del Senato.
Su questa questione non abbiamo dati specifici.
Io ovviamente ho sentito alcune persone, in particolare il Presidente dell'Osservatorio, Mario Virano, e mi pare che la sua spiegazione riportata anche su La Stampa, sia assolutamente convincente: la questione della valutazione in euro costanti e in euro correnti.
E' chiaro che se il valore viene dato in euro costanti, il valore è quello indicato, cioè gli otto miliardi e 300; se la valutazione viene fatta, come facciamo noi in Italia, con gli euro correnti, è chiaro che si determina un valore di inflazione presunto. In questo caso, il valore di inflazione presunto, come lei saprà, è stato indicato al 3,5% annuo.
E' evidente che questa valutazione del 3,5% annuo, che in base ai tempi di realizzazione dell'opera porta il valore da 8,3 a 12, è assolutamente fuori dalla realtà.
Oggi abbiamo, per quanto riguarda i lavori di questo genere (galleria escavazione, etc.), un costo che cresce, sì e no, dello 0,07 all'anno tant'è che anche gli appalti già in atto hanno significato un aumento del costo molto, molto limitato. Tra gennaio 2012 e gennaio 2015 parliamo di un aumento del costo dell'1,4% su due anni.
Credo, quindi, di poter definire, se così stanno le cose - e da come ci risulta - che questa è veramente una tempesta in un bicchier d'acqua. Per quanto riguarda la situazione dei progetti, il progetto che riguarda la tratta internazionale è stato approvato recentemente della Conferenza dei servizi. E' stato trasmesso al CIPE e il CIPE dovrebbe dare la sua valutazione definitiva a dicembre.
Il valore oggi considerato per questa tratta è di 2,9 miliardi.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 142 presentata dalla Consigliera Caputo, inerente a "Realizzazione dell'intervento di edilizia abitativa per anziani di via Vagnone 15 a Torino, finanziato nel quadro secondo biennio del programma Casa Regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 142, presentata dalla Consigliera Caputo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Riguarda la realizzazione di edilizia abitativa per anziani. Con delibera di Giunta comunale del 2011, la Città di Torino ha approvato un progetto preliminare per la realizzazione di trenta alloggi di edilizia abitativa pubblica per anziani, da destinarsi ad ultrasessantacinquenni autosufficienti.
Il Comune di Torino, quindi, ha partecipato alla programmazione del secondo biennio del Programma casa regionale "10.000 alloggi entro il 2012" (ovviamente ormai il tempo è superato).
La Direzione regionale ha approvato la graduatoria concedendo, anche per l'intervento in oggetto, un contributo di tre milioni e 770 mila euro su cinque milioni complessivi, da integrare con altre fonti di finanziamento, in particolare provenienti da alienazioni di alloggi di edilizia pubblica residenziale.
Nel 2013 è stato redatto il progetto definitivo.
La realizzazione di questo progetto è estremamente importante e si inserisce, proprio perché attinente l'edilizia pubblica residenziale, in un quadro di programmi residenziali per condomini riservati ad anziani autosufficienti, che rispondono all'esigenza di creare soluzioni abitative in contesti urbani dotati di servizi e ben servite dai trasporti, in modo tale da rendere gli utenti autonomi e ben integrati in questo tessuto urbano.
Ad oggi, però, non risulta ancora essere stato presentato un cronoprogramma. Naturalmente, ci interessa capire quale sia, eventualmente l'interesse della Regione - se c'è - per un progetto che comunque doveva essere finanziato nel quadro del secondo biennio del Programma casa, e se sia a conoscenza delle tempistiche che oggi sono necessarie per la realizzazione di questo progetto. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì la Consigliera Caputo, la cui interrogazione consente di fare una puntualizzazione doverosa su un problema che, come già diceva nella presentazione, è estremamente delicato anche per l'impatto sociale che questo intervento ha.
Il testo dell'interrogazione, come anche la presentazione della Consigliera, descrive puntualmente la situazione di questo momento.
La sostanza politica della risposta risiede in due atti della Giunta regionale: il primo risale al 21 febbraio 2012, il secondo al 2 agosto del 2013. Si tratta di due delibere di Giunta regionale che, nei fatti rinviano il terzo biennio del cosiddetto "Programma casa" fino alla risoluzione delle problematiche relative l'effettiva disponibilità finanziaria, in particolare con riferimento ai trasferimenti delle risorse dallo Stato alla Regione previsti fino al 2019, in attuazione dell'accordo di programma sottoscritto nel 2000 con il Ministero dei Lavori Pubblici.
Qui c'é il nodo fondamentale che c'impedisce, allo stato attuale, di dare una tempistica esatta sulla futura attuazione di questo programma.
Quindi il terzo biennio del Programma casa, con due delibere regionali una del 2012, una del 2013 - è stato rinviato in prospettiva di accordi nazionali che si riferiscono ai trasferimenti di risorse dallo Stato alla Regione.
Ma perché parliamo del terzo biennio, e non, come diceva giustamente lei, del secondo? Lo capiamo proprio da come si è delineata questa vicenda.
Effettivamente, il programma di ristrutturazione urbanistica dei 29 alloggi destinati agli anziani del Comune di Torino, in Via Vagnone, è stato collocato all'interno della graduatoria del secondo biennio graduatoria che è stata pubblicata con determina dirigenziale del 15 gennaio 2010. Quella graduatoria ha ammesso anche al finanziamento l'intervento sui 29 alloggi di Via Vagnone (con un finanziamento di 3.770 mila euro).
Lei faceva riferimento, successivamente, ad una delibera della Giunta comunale di Torino del 27 settembre del 2011.
In quella delibera viene messa in evidenza l'impossibilità, da parte del Comune di Torino, di avviare i lavori entro il termine stabilito, che era quello del 21 luglio del 2011, e si sottolinea come l'inizio dei lavori viene ipotizzato nel 2014 a causa della necessità di procedere con la bonifica delle aree e di eseguire più approfondite indagini di carattere ambientale.
Con quella delibera della Giunta comunale del 27 settembre 2011, si chiede alla Regione di finanziare nel secondo biennio soltanto la progettazione dell'intervento, per cui il finanziamento da tre milioni e 770 mila euro viene ridotto a 565.500 euro, somma che è stata effettivamente erogata attraverso una determina dirigenziale del 30 novembre 2011.
Si rinvia l'effettuazione dell'opera - quindi la costruzione degli alloggi - attraverso la partecipazione, da parte del Comune di Torino, al bando del terzo biennio del Programma casa.
E' per questa ragione sostanziale che poi intervengono le due delibere di Giunta regionale che rinviano al terzo biennio, e che rendono di fatto impossibile, in questo momento, la costruzione e l'effettuazione dell'opera così com'era prevista.
E' chiaro che si tratta di una risposta interlocutoria - me ne rendo conto - ma è legata ad una decisione ben precisa, ribadita attraverso due atti di delibera di Giunta, che hanno rinviato al terzo biennio.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 144 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Proposta di acquisto di immobile da parte Presidenza ATO3"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 144, presentata dal Consigliere Vignale, che la illustra.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. La ATO Torino 3, nell'ultima assemblea che ha tenuto nel mese di settembre, aveva una serie di punti all'ordine del giorno, fra i quali - tredicesimo punto - l'autorizzazione alla trattativa per l'acquisto di una sede in Via Pomba.
Oggi la ATO3 paga un affitto di locazione per dei locali di Via Lagrange.
Io credo che la sede stessa debba, in qualche modo, essere utile per l'erogazione di servizi che i suoi dipendenti garantiscono. Ma, intanto andrebbe posto il tema che è verosimile che, così come la Giunta regionale ha fatto un programma di razionalizzazione e utilizzo del proprio patrimonio, non solo non si vada ad acquistare una nuova sede, ma si utilizzi una sede di proprietà regionale per ridurre i costi che la ATO oggi sostiene in termini di locazione.
I circa due milioni di euro previsti per l'acquisto della nuova sede in più, andrebbero a limitare il numero degli investimenti.
La domanda che poniamo è chi sia il soggetto proprietario dell'immobile di Via Pomba che si vuole acquistare.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Effettivamente, l'Autorità d'Ambito n. 3 "Torinese" (A.ATO 3), nella seduta della Conferenza d'Ambito del dicembre scorso, ha dato mandato ai propri uffici per effettuare un'indagine di mercato immobiliare, al fine di addivenire ad una soluzione capace di superare il problema della locazione dell'attuale sede, andando verso un'acquisizione diretta di un immobile idoneo.
Questo mandato esplorativo aveva lo scopo, da un lato, di conseguire vantaggi finanziari derivanti chiaramente dal risparmio del costo della locazione della sede attuale, atteso anche che, per l'eventuale acquisto l'ATO avrebbe utilizzato avanzi di amministrazione (quindi senza ricorso ad alcuna accensione di mutuo).
Sulla base di queste indicazioni della Conferenza d'Ambito, gli uffici si sono attivati chiedendo, in primis alla Città di Torino e alla Provincia di Torino, la disponibilità di una unità abitativa uso ufficio adatta a contenere la sede dell'A.ATO 3.
Questa verifica, però, non ha dato esito positivo. A fronte di tale risposta si è allargata l'indagine a soggetti facenti parte del sistema pubblico torinese ed è emerso che il Gestore d'ambito - la SMAT SpA risulta attualmente proprietaria in Torino, al secondo piano di Via Pomba 29, di locali adibiti ad uso ufficio di dimensioni e caratteristiche idonee alle attuali necessità dell'ATO3 Si precisa in ultimo, però, che questa proposta di deliberazione non è riferita all'autorizzazione all'acquisto di beni immobili, ma semplicemente ad una richiesta di procedere ad una trattativa per la puntuale verifica dell'idoneità dei locali della sede e per la verifica della congruità della richiesta economica, mediante richiesta di parere all'Agenzia delle entrate in ordine alla congruità del prezzo.
Infine, si evidenzia che la Conferenza d'ambito, nella medesima seduta ha ritenuto al momento di non procedere con un'eventuale trattativa, al fine di effettuare ulteriori approfondimenti, anche in vista dei cambiamenti istituzionali in atto.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 143 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Situazione Ospedale Tortona"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 143, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Alla luce di una situazione che vedeva nel 2011 l'Ospedale di Tortona a rischio declassamento, all'epoca si trovò con il Comune di Novi Ligure una soluzione per cui, sostanzialmente, di due ospedali se ne fece uno. Mi spiego meglio: si trovò un equilibrio per il quale alcuni primariati e alcune strutture complesse si spostarono o rimasero sull'Ospedale di Novi e alcune rimasero su quello di Tortona.
In relazione alla legge Balduzzi, che secondo me ha particolarmente sconvolto il sistema ospedaliero nazionale e a mio avviso in modo caotico e sicuramente non votato all'interesse generale dei cittadini delle varie zone (non dimentichiamo alcune condizioni rurali), si trovò una soluzione che determinò, appunto, questo equilibrio che permise in ogni caso una razionalizzazione - perché giustamente bisogna anche fare questo tipo di valutazione - configurandosi come una buona soluzione.
Tale soluzione, naturalmente, portò anche ad un equilibrio dei DEA perché è chiaro che, nel momento in cui vi sono due situazioni integrate, i DEA devono avere - adesso io non lo dico in termini tecnici - tutta una serie di funzioni e di strutture annesse che possano in qualche modo consentire una serie di interventi votati evidentemente all'emergenza e al Pronto soccorso.
Recentemente, alla luce di questo, sembra che, da una bozza di piano presentata in una riunione di maggioranza, il DEA dell'Ospedale di Tortona possa in qualche modo essere declassato.
Naturalmente, oltre al danno che si può creare dopo che era già stato fatto un sacrificio, non dimentichiamo che si creerebbero innanzitutto una serie di criticità in ordine a possibili mobilità passive. Il basso Piemonte - o, meglio, la bassa Provincia di Alessandria - si incunea infatti tra la Liguria e la Lombardia - e quindi già vi sono delle criticità sia dal punto di vista funzionale, in termini di trasporti (e tutti conosciamo qual è la situazione) e chiaramente anche in termini di confini con la Regione Lombardia, che ha un suo potenziale ospedaliero notevole - e dunque questo sicuramente potrebbe creare ulteriori danni tradotti in mobilità passiva; oltre, naturalmente, a criticità per i cittadini.
Ovviamente io ho una convinzione, in prospettiva: che si tratti di un percorso e di una modalità che porterebbe gradatamente a smontare un presidio ospedaliero che ha visto nel tempo ingenti spese (tra l'altro anche con investimenti da parte di Fondazioni locali che hanno messo parecchi milioni di euro nel tempo) e che quindi oggi è un Ospedale di qualità. Si creerebbe dunque un danno al territorio.
A questo punto, la richiesta è quella di capire cosa c'è di vero e soprattutto qual è la strategia, pur comprendendo quali sono oggi le logiche votate alla razionalizzazione, che però credo porti con sé anche se non maggiormente, un ragionamento meno basato sui numeri e molto più orientato alla funzionalità di territori che fra un po', con tutti i tagli e a seguito di tutta la razionalizzazione del caso, si troveranno a vivere veramente delle criticità forti.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho letto con attenzione la ricostruzione delle vicende relative all'Ospedale di Tortona, connesse evidentemente a quelle dell'Ospedale di Novi Ligure. Nel rispondere, però, mi riferisco evidentemente non alla ricostruzione, ma all'interrogazione e alla domanda che è stata posta nella sua fase finale: quali azioni si intendano adottare anche alla luce degli ingenti investimenti pubblici e privati attuati finora a difesa dell'Ospedale di Tortona e di quello di Novi Ligure, che in questi anni hanno già sviluppato un'importante rete di sinergie per venire incontro alla necessità di razionalizzare i costi sanitari.
Devo dire che le azioni che stiamo studiando ed elaborando non riguardano soltanto gli Ospedali di Tortona e di Novi Ligure, ma evidentemente riguardano tutti gli ospedali e la rete ospedaliera e che le decisioni che assumeremo saranno coerenti con ciò che prevedono - ho già avuto modo di ricordarlo in quest'Aula - il Patto nazionale per la salute tra Governo e Regioni e il relativo Regolamento di attuazione che, ripeto comporta per ogni struttura ospedaliera e per ogni disciplina ospedaliera un bacino di utenza minimo e un bacino di utenza massimo e stabilisce anche una produzione minima, in termini di interventi, per garantire la sicurezza.
A differenza del passato, quindi, dove si è ricorso a qualche modalità che non riesco a definire in altro modo da "mettere insieme gli Ospedali" immaginando che questo potesse risolvere i problemi, oggi il Patto per la salute questo non lo consente più e quindi saranno fatte delle scelte sicuramente le più logiche e le più razionali possibili.
Sicuramente - posso garantire questo dal punto di vista politico - le scelte che saranno compiute saranno scelte che non abbandoneranno la presenza ospedaliera, ma andranno nella direzione di un suo rafforzamento rafforzamento che però non potrà essere fatto per tutte le specialità perché bisogna tenere conto, appunto, dei bacini minimi e massimi di utenza. Una cosa, cioè, è chirurgia e un'altra cosa, evidentemente, è cardiochirurgia; una cosa è urologia e un'altra cosa è cardiologia. Quindi per forza di cose, si tratterà di scelte coerenti.
Come lei sicuramente sa, però, queste indicazioni non sono frutto di un'estrazione al lotto dei bacini minimi e massimi di utenza, ma sono basate su studi di carattere scientifico finalizzate alla sicurezza.
Speriamo dunque quanto prima di completare questo lavoro per poter dargli applicazione. Posso però garantire che si tratterà di un metodo unico, applicato su tutte le strutture ospedaliere della Regione Piemonte.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 145 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Tema choc scuola elementare Scarmagno"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
145, presentata dalla Consigliera Porchietto, che ha la parola per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore che è presente, anche perché si tratta di un tema delicato. Tra l'altro, questa interrogazione risale al 23 luglio e chiaramente in questi due mesi e mezzo sull'argomento ci sono state delle evoluzioni, ma credo sia importante comunque aprire una riflessione e chiedere all'Assessore e alla Giunta in quale modo vogliono fare una valutazione, più che sul caso specifico, su un tema che molto spesso, in questi ultimi anni, abbiamo visto affacciarsi alle cronache della Regione Piemonte e in particolare della Provincia di Torino.
Come ho detto, si è trattato di un tema molto delicato. In questi giorni, inoltre, sui giornali locali ci sono state una serie di interviste anche alle insegnanti che sono al centro di questa vicenda sicuramente difficile e che ci porta in ogni caso a dover fare una riflessione. Non sempre, infatti, il rapporto non solo allievi-professori ma famiglia-scuola è un rapporto che impone, anche a livello istituzionale, la doverosa attenzione.
Questo è uno dei casi che si sono verificati ultimamente. Di Scarmagno e di quest'argomento scottante si sono occupati non soltanto i giornali, ma anche le televisioni nazionali. Probabilmente, infatti, chiedere a dei ragazzini chi preferivano vedere morto (se il papà o la mamma) in un tema in cui, anche giustamente, si affrontava il tema della morte, tema non sempre facile tra l'altro da discutere quando si ha a che fare con dei bambini o con dei ragazzi.
Però diventa veramente difficile immaginare che arrivare a fare una domanda in modo così provocatorio possa essere ricompreso all'interno di un giusto percorso di didattica, quindi credo che non soltanto l'Ufficio Scolastico Regionale debba, così come ha fatto, prendere dei provvedimenti nel bene o nel male - lo diranno loro, perché il 19 novembre ci sarà un incontro con l'audizione delle insegnanti presso l'ufficio regionale scolastico - ma credo che anche noi, come Regione e l'Assessorato all'istruzione in particolare, una riflessione su questi temi la dobbiamo fare.
Quindi, chiedo all'Assessore di sapere se effettivamente su questa vicenda, così come su altre vicende, immagina di volere intervenire come Regione e capire anche quali possono essere i percorsi da condividere con l'Ufficio Scolastico Regionale e quindi con la cittadinanza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Credo non le sarà sfuggito che, tra le tante interviste, non è comparsa nessuna mia dichiarazione e non è comparsa nessuna dichiarazione da parte della Regione Piemonte.
Non è un caso, perché credo che un tema così delicato non possa essere trattato sui giornali e non possa essere oggetto soltanto di questioni mediatiche o di chi riesce a dare per primo la notizia, perché si tratta di bambini - minorenni nello specifico, perché parliamo di una scuola elementare - e di una situazione davvero molto delicata.
Peraltro, la notizia è giunta all'Ufficio Scolastico Regionale, con richiesta di archiviazione da parte della Procura di Ivrea e quindi, in qualche modo, da un punto di vista penale, la questione è stata già affrontata ed archiviata.
L'Ufficio Scolastico Regionale è stato informato non appena la questione è scoppiata ed è diventata un fatto noto, è intervenuto prontamente e le insegnanti sono state sospese dal servizio. Questo è il fatto legato al question time posto.
Intanto è prematuro dire che cosa succederà. In ogni caso, occorre attendere la valutazione che l'Ufficio Scolastico Regionale dovrà fare, in quanto ha competenza diretta. Sicuramente, il fatto desta preoccupazione anche se apparentemente non sembrerebbe esserci nulla di penalmente rilevante. Resta comunque il fatto che, da un punto di vista pedagogico ed educativo, se i fatti sono realmente accaduti, va avviata una qualche riflessione. Su questo svolgo semplicemente una riflessione. E' evidente che la Regione deve cercare di interagire con tutti gli strumenti, con tutte le modalità possibili con l'Ufficio Scolastico Regionale, e quindi con il Ministero, per permettere alle nostre scuole di avere personale in grado di svolgere il proprio compito e il proprio ruolo di insegnante nel modo migliore possibile per i primi anni (ma questo vale anche per i 19 anni, non cambia nulla) del curriculum scolastico. Un buon insegnante deve essere tale dal primo giorno in cui un bambino viene accolto fino a quando esce da adulto. Non credo che si possano fare distinzioni.
Rimane sempre il limite che una Regione ha nei confronti dell'Ufficio Scolastico Regionale e del Ministero. Questo non è personale regionale: è personale che afferisce all'organico ministeriale.
Quello che può fare una Regione e un Assessorato è mettere in atto tutti quegli strumenti innanzitutto di dialogo e di condivisione di situazioni deboli e fragili all'interno delle nostre scuole, e creare una scuola migliore, una scuola che sia un po' più tutelante negli insegnamenti, nell'educazione e nella progettazione che all'interno delle aule devono essere garantiti e offerti.
Attendiamo l'esito del lavoro che sta compiendo l'Ufficio Scolastico Regionale.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 146 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Comunità terapeutica per minori Villa Adelaide rinnovo accreditamento"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 146 presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione ha per oggetto la comunità terapeutica per minori "Villa Adelaide" - rinnovo accreditamento. Premesso che la Giunta regionale ha così proceduto alla revisione del modello organizzativo e gestionale della residenzialità per minori, con la DGR n. 25-5079 del 28 dicembre 2012 "Approvazione della tipologia e dei requisiti strutturali e gestionali delle strutture residenziali e semiresidenziali per minori". La DGR n. 25 6992 del 30 dicembre 2013 ha per oggetto "Approvazione Programmi Operativi 2013-2015", predisposti ai sensi dell'articolo 15, comma 20, del DL n.
95/2012 convertito, con modificazioni, in legge n. 135/2012. Prevede che il processo di revisione indicato dalla DGR avrà termine entro l'anno 2014.
Premetto ancora che il Gruppo consiliare che rappresento ha ricevuto diverse segnalazioni nel corso degli anni sia da parte dei nostri attivisti territoriali sia da comuni cittadini che con varie modalità hanno manifestato criticità in merito alla gestione del servizio per minori svolto presso la Comunità Terapeutica Villa Adelaide di Biella.
Sono stati pubblicati in merito anche degli articoli (vedi notizia/argomenti/cronaca di news Biella: "In sei alla sbarra per la truffa ai danni della comunità per minori di Cavaglià"), e via dicendo.
Chiarito che il 12 ottobre c.a. c'è stato un primo incontro con il direttore della ASL di Biella, dottor Zulian, il responsabile della Vigilanza dottor Loss Robin e sono emerse delle grosse perplessità sulla struttura, già verbalizzate dalla Vigilanza nel corso di varie visite ispettive.
In data 14 ottobre la scrivente ha deciso (comunicando tale nostra scelta alla Vigilanza ma non ad altri) di effettuare una visita presso la struttura per verificare direttamente, secondo il mandato politico ed etico che mi è stato direttamente affidato dagli elettori, la situazione complessiva della Comunità Terapeutica Villa Adelaide di Biella constatando in prima persona la non adeguatezza della struttura per dei minori che hanno dei gravi problemi psichici, di comportamento e relazionali.
Individuato che nella riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, in data 29 luglio 2014 "chiedono di conoscere lo stato dell'arte dell'accreditamento delle strutture private accreditate, anche in considerazione del fatto che erogano ed hanno erogato prestazioni a carico del SSR. Rammentano che la variazione da parte della Regione dell'autorizzazione e dell'accreditamento di una struttura potrà essere avviata solo a conclusione del procedimento di verifica del possesso dei requisiti richiesti e non alla presentazione dell'autocertificazione relativa ai requisiti stessi".
Si interroga il Presidente della Giunta e l'Assessore per conoscere se l'ASL di riferimento abbia rinnovato l'accreditamento del servizio agli attuali gestori della Comunità Terapeutica per minori Villa Adelaide.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Prima della risposta richiesta, volevo soltanto informare la collega e i Consiglieri che l'ASL ha provveduto, attraverso il Comitato di vigilanza ad una serie di sopralluoghi. Uno degli ultimi è avvenuto il 29/04/2014 così mi è stato riferito dal direttore generale - alla presenza della coordinatrice della struttura, prevedendo fin da ora dei supplementi di accertamento, che si sono svolti nei giorni successivi da parte del medico specialista in neuropsichiatria infantile e di altri dirigenti, per gli specifici aspetti organizzativi e igienico-sanitari.
So della visita della collega alla struttura.
La risposta alla domanda è la seguente. La Commissione di vigilanza ha proseguito gli accertamenti del caso procedendo alla redazione di apposito verbale che concludeva in questi termini. Nell'ottica di salvaguardia della salute e dei programmi terapeutici e riabilitativi degli ospiti, nonch l'incolumità degli operatori, si reputa necessario proporre al servizio competente quanto segue: revoca dell'accreditamento istituzionale, nonch della relativa autorizzazione al funzionamento; avvio delle procedure previste dall'articolo 28, comma 6, della legge regionale n. 1/2004, con trasmissione dell'atto di revoca del titolo autorizzativo e dell'accreditamento istituzionale al Sindaco territorialmente competente affinché provveda ad emanare l'ordinanza di cessazione del servizio e alla chiusura della struttura; contattare i servizi di riferimento al fine di consentire a questi di intraprendere le opportune iniziative correlate per il trasferimento degli ospiti in strutture idonee.
Questo è quanto aveva riferito la Commissione di vigilanza al Direttore, che ho sentito.
Per tale motivo, il Direttore dell'ASL, dottor Zulian, sulla base di questo verbale, ha proceduto il giorno stesso del verbale, il 16 ottobre ad un'urgente delibera di presa d'atto delle conclusioni, disponendo altresì la trasmissione del documento al Sindaco del Comune di Cavaglià per i provvedimenti di competenza. Quindi, non è più una struttura accreditata.
Per la verità, avrei anche la delibera, di cui potrei citare i numeri ma non riesco ad aprire il tablet, però gliela posso fare avere.
Quindi, alla domanda "se non è più accreditata", rispondo che non è più accreditata, perché non hanno rispettato i requisiti previsti dall'accreditamento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 147 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Eremo di Miazzina, passaggi dei pazienti presso i DEA del VCO"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
147, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In data 7 ottobre 2013 è stato stipulato un accordo contrattuale tra l'Azienda Sanitaria Locale del Verbano-Cusio-Ossola e la struttura privata di ricovero/ambulatoriale Eremo di Miazzina.
L'accordo sopra citato, all'articolo 1, prevede l'erogazione di prestazioni di assistenza sanitaria secondo le seguenti tipologie: prestazioni di assistenza ospedaliera in regime di degenza ordinaria prestazioni di assistenza ospedaliera in regime di degenza diurna prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale.
L'articolo 6 prevede che "la Casa di Cura conferma l'accettazione di consenso all'attività di vigilanza. nonché ulteriori attività di controllo esercitate nell'ambito della funzione ispettiva regionale, e si impegna ad agevolarne l'attuazione mettendo a disposizione il materiale e la documentazione necessaria all'espletamento delle attività stesse".
A noi sono pervenute segnalazioni da parte di operatori sanitari dell'Ospedale di Verbania, secondo le quali numerosi pazienti vengono passati al DEA di questo ospedale, soprattutto in corrispondenza dei week end.
Per questo motivo, chiedo di quantificare i passaggi al DEA dei pazienti provenienti dalla clinica dell'Eremo di Miazzina dal 1° ottobre 2013 ad oggi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La direzione dell'ASL del VCO segnala che nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2014, a fronte di 557 ricoveri di pazienti presso la Casa di cura l'Eremo di Miazzina, si sono registrati n. 14 accessi al DEA.
Com'è evidente, tale numero di accesso, rapportato a quello dei ricoveri, si attesta su una percentuale del 2,5%. Questa percentuale qualora si ritenesse di operare un confronto tra il numero degli accessi sopra richiamato e il numero totale degli accessi annui al DEA di Verbania si ridurrebbe allo 0,1%.
Questi dati che vengono richiesti dal collega mi sono stati forniti oggi dal direttore generale del VCO, Adriano Giacoletto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Chiamparino.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame disegno di legge n. 53, inerente a "Rideterminazione dell'indennità di carica"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana abbiamo iniziato l'esame della proposta di legge n. 53, inerente a "Rideterminazione dell'indennità di carica", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il Consigliere Ravetti ha svolto la relazione di maggioranza ed è iniziata la discussione generale con gli interventi dei Consiglieri Bertola, Vignale, Bono, Ottria, Reschigna, Batzella, Appiano, Gancia Grimaldi e Ferrentino.
Sono iscritti ad intervenire ancora altri Consiglieri.
Ora, do la parola al Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Oggi, sulla proposta di legge in discussione in quest'Aula abbiamo sentito una serie di interventi importanti, tutti volti a ricordare che occorre di fatto dare un esempio di moralità, di recupero di credibilità.
Ebbene, questa proposta di legge, che nasce dal Presidente Laus e da tutto l'Ufficio di Presidenza vorrebbe essere un primo step, per dare alla cittadinanza un segnale di buona volontà rispetto ad una storia che, tutto sommato, non fa onore alla classe politica in senso lato, che, forse, ha perso credibilità, un po' come se si sentisse un pochino in colpa per una storia recente, che ancora non è stata digerita.
Si parla delle indennità dei parlamentari, allora, curiosamente, ho provato a cercare le origini di queste indennità perché tutte le motivazioni che abbiamo sentito sono ampiamente valide e condivisibili su quello che deve essere il senso; però, questo mi sembra rappresenti l'unico caso in cui tutti apparentemente sembrano concordi nel dire che occorre autolimitarsi, nessuna categoria professionale esercita questo tipo di attività in modo autonomo.
Ebbene, ho individuato la nascita di queste indennità nell'ambito della presentazione di un articolo della Carta Costituzionale, dietro il quale c'è stata un'ampia discussione.
All'epoca - richiamo la discussione svolta nell'ambito dei lavori della Sottocommissione della Commissione per la Costituzione - il Commissario La Rocca ritenne indispensabile fissare il principio delle indennità, del tutto aderente alle necessità della carica di deputato. Osservò che per lungo tempo - questo mi sembra un passaggio che fu rilevantissimo allora e forse, rappresenta ancora un elemento importante - i rappresentanti delle correnti popolari furono praticamente esclusi dalla partecipazione alla vita pubblica, che era in tal modo riservata a coloro che potevano trarne profitto o a coloro che erano largamente provvisti di beni di fortuna. Oggi non può esservi dubbio sull'assoluta necessità di porre coloro che difendono gli interessi del popolo nella condizione di potere, senza preoccupazioni di ordine materiale, per assolvere al loro compito con dignità, fierezza, indipendenza e serenità.
Nobile ritenne che tale indennità dovesse essere considerata come un rimborso spese, mentre Bulloni suggerì, per la fissazione delle indennità un criterio analogo a quello adottato dalla Costituzione francese, che fa riferimento al trattamento di determinate categorie.
Mortati, che era il relatore dell'articolo, condivise il pensiero di altri colleghi circa l'opportunità che risultasse dalla Costituzione il rapporto esistente fra concessione dell'indennità e il dovere del deputato di dedicare la maggiore e migliore parte della propria attività all'esercizio del mandato parlamentare. Suggerì, perciò, di istituire una sorta di incompatibilità tra l'attività professionale e quella parlamentare.
Targetti ritenne che il problema andasse risolto in modo da mettere tutti i deputati nella condizione di dedicare esclusivamente la propria attività alla funzione parlamentare e l'affermazione del principio dell'indennità si inquadrava - allora - in una concezione nuova della funzione del deputato, il quale entro certi limiti doveva sforzarsi di penetrare in fondo a tutte le questioni e non aveva più troppo tempo per dedicarsi a quelle che erano le sue attività ordinarie.
Quindi, riteneva che nella disposizione relativa all'indennità dovesse essere affermato in modo esplicito che la funzione del deputato richiedesse l'assorbimento quasi totale di questa attività. Fu il Presidente Terracini a precisare che la misura dell'indennità dovesse essere posta in relazione al sistema di vita.
Ebbene, qui si possono inseguire due teorie: quella della politica per servizio e la teoria della attività in senso stretto. Mi sembra sia necessario.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Monaco.
Colleghi, per cortesia!



MONACO Alfredo

Mi sembra necessario sottolineare che questa rincorsa - come è auspicabile che sia, e a questo fine ho proposto un emendamento che sarà discusso più avanti, cioè la finalizzazione di questo capitolo di bilancio al recupero della nostra credibilità in termini di classe politica dovrebbe essere fatta a prescindere dagli emolumenti percepiti per svolgere questa attività: dovrebbe essere legata alla qualità ed al valore della nostra attività.
Io sono un neo eletto e, in queste settimane e mesi di attività non ho trovato persone che mi abbiano chiesto: "Quanto porti a casa?", ma ho incontrato persone che pretendono da me che guadagni in ordine all'attività che sto svolgendo, quindi quanto sto rendendo alla collettività.
Noi lo possiamo proporre in molteplici modi: certamente c'è bisogno di un recupero di credibilità.
Racconto una storiella brevissima. In anni molto lontani (nel 72 a.C.
ai tempi della Repubblica Romana), in un'epoca in cui nel nostro Paese la democrazia era un esercizio di continua attività, dove si votava ogni anno per tutto (qualunque carica pubblica doveva essere votata), ci fu, per un anno, un'interruzione delle votazioni, perché un tribuno della plebe si accorse che c'era un incidente in ordine ai brogli elettorali, e quindi andava, partendo da una legge del 140 a.C., a stigmatizzare un elemento e cioè che il senatore pizzicato a fare brogli elettorali (a comprare e vendere voti) non dovesse essere più sospeso a vita dall'attività pubblica ma semplicemente per dieci anni. Andava a colpire quelli che allora si chiamavano i divisores delle sportule.
Quindi, nacque da lì l'esigenza di un recupero di moralità: il Governo recepì la legge e la fece sua, modificandola. Per tutta la vita il senatore pizzicato era espulso dalla vita pubblica, ma, al contempo, sparivano i divisores delle sportule. Come dire, il sistema doveva rimanere integro: se ti hanno pizzicato, peggio per te.
Allora, in ordine alla nostra attività, stabilite e stabiliamo una cifra adeguata a tale attività, ma non facciamo che sia una politica di straccioni, stracciata o per straccioni! Se i padri costituenti hanno ritenuto che il parlamentare è impegnato, nella sua qualità di parlamentare, a fare un'attività fiera, dignitosa, anche questo deve essere riconosciuto.
Qualche mese fa, quando siamo stati eletti, è come se tutti noi avessimo vinto un concorso pubblico, al termine del quale vi era scritto quale fosse l'emolumento. Saremmo la prima categoria che si presenta in sede sindacale dicendo: "Signori, ci riduciamo lo stipendio; abbiamo un senso di colpa".
Io non so quanti sensi di colpa abbia quest'Aula; non so quanti sensi di colpa possa avere in ordine all'attività che sta svolgendo o a quella che ha svolto. Io non me ne riconosco. Piuttosto, forse chi mi ha preceduto in questa o in altre aule, forse più nobili, avrebbe da dare esempio a noi di comportamenti, anche in termini di compensi e di recupero di credibilità di categoria politica, non affidando ad uno soltanto l'idea di suggerire la linea e la soluzione finale, ma di essere dei protagonisti veri.
Probabilmente potrebbero loro stessi suggerirci cosa andare a fare e come farlo.
Io, da cittadino quale sono stato sino a sei mesi fa, ho subito un debito pubblico che andava da due miliardi e mezzo a nove (non sappiamo ancora quanto), contabilizzabile nella storia di questo Parlamento e dell'attività svolta in questo Parlamento; adesso rischio di pagare nuovamente, perché devo pagare per le colpe di chi, prima di noi, ha esercitato, forse maldestramente, non positivamente, non correttamente, il proprio esercizio parlamentare.
Dico un'ultima cosa: io aspetterò di decidere, in totale serenità e autonomia, quale sarà il mio comportamento rispetto al voto finale ascoltando gli ulteriori interventi che ci saranno in aula. Ma, così come è stato recepito riguardo al discorso dei vitalizi, non vorrei che magari domani mattina un Consigliere della storia di questo Parlamento dovesse fare un ricorso. Chi paga? Chi ha votato? Ecco, non vorrei che domani oltre a essere stato beffato come cittadino e beffato perché mi riduco lo stipendio, un Consigliere di quest'aula mi venisse a chiedere pure i danni! Pertanto, mi riservo di ascoltare gli interventi successivi per dirvi quale sarà l'esito finale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Siamo qui a discutere di ridurci lo stipendio. Ritengo che la proposta per cui stiamo svolgendo la discussione generale sia ridicola, perché, è vero che l'indennità ce la siamo ritrovata, però ce la siamo ritrovata con un aumento, poiché sono stati aboliti i vitalizi, per cui la quota del vitalizio è ripiovuta sulla parte di indennità, che è aumentata del 20%.
Pertanto, sotto questo profilo, la proposta di oggi la trovo un po' penosa. Inoltre, vorrei fare una piccola osservazione a chi dice che qui giochiamo a chi la spara più grossa.
Intanto, su questo tema non abbiamo assolutamente da porci degli obiettivi, perché data l'obiettività e la qualità dell'informazione qualsiasi nostra proposta non arriva sicuramente all'onore della stampa o della televisione, tant'è che nelle scorse settimane ben poco è trapelato sulla nostra proposta, che verrà discussa dopo questa. Direi che questo fatto non ci può essere contestato.
Dall'altra parte, vorrei fare un discorso più generale, nel senso che si è detto: "Questo deve essere un segno, perché affrontiamo un momento in cui c'è una grossa crisi economica, una crisi sociale, che attanaglia le famiglie e la gente comune. E' giusto che la politica faccia la propria parte".
Io vorrei sottolineare che c'è una grandissima crisi politica e che questo è uno dei problemi fondamentali che ha condotto il nostro Paese nella situazione in cui si trova. Vorrei far notare che il reddito medio degli italiani (certificato dall'Agenzia delle Entrate) oggi si aggira intorno ai 19 mila euro lordi, il che vuol dire che in tasca arrivano mediamente 1.200 euro al mese, mentre noi guadagniamo (senza ulteriori incarichi) 8.500 euro netti.
Allora, non prendiamoci in giro! Andiamo a prendere queste cifre per fare delle cose che negli ultimi 15 anni sono state fatte male, altrimenti non saremmo nella situazione in cui ci troviamo! Perché se oggi la Corte dei Conti viene sostanzialmente a dirci che facciamo dei falsi in bilancio come Regione Piemonte, ci dice che usiamo soldi per pagare debiti certificati e per pagare debiti sommersi; ci dice che non siamo stati capaci di prevedere, di gestire e poi di rendicontare quello che spendiamo dei soldi pubblici e, nelle scorse legislature, altre forme di indennità che, grazie al cielo, sono sparite come i fondi ai Gruppi - sono stati usati per usi di ogni genere, questo dimostra che il lauto stipendio che viene versato a questo consesso, forse, non è così meritato.
Ragioniamo bene sul dare un esempio. Oggi fare questa timidissima proposta è assolutamente inadeguato. Certo, è importante ragionare anche meglio, approfondire, trattare la questione contributiva.
E' importante perché la pressione contributiva sul lavoratore dipendente medio arriva al 41%, se sommiamo la parte che versa il datore di lavoro (32%) più il 9% di contributo proprio sullo stipendio lordo. Questo vorrebbe dire, per noi che prendiamo 6.000 e 500 euro di indennità un'altra bella sassata di contributi.
Prima ho sentito dire dal Consigliere Appiano che si è fatto un'assicurazione da 1.500 euro, bene, 1.500 di contributi è quello che ci mettiamo da parte anche noi. Ma sapete a cosa corrisponde rispetto ad un'indennità lorda? A circa 4.000 euro di indennità lorda che corrisponde guarda caso, alla nostra autoriduzione dello stipendio (2.500 euro netti) che ci pare, tutto sommato, commisurata alla condizione media italiana.
Ricordo che la media italiana, mensilmente, percepisce meno della metà di quello che prendiamo noi del Movimento 5 Stelle in Piemonte con l'autoriduzione.
Si potrà parlare, magari di nuovo in futuro, di aumentare queste cose ma quando dimostreremo che le responsabilità che abbiamo qui dentro, le responsabilità che abbiamo di legiferare bene perché le cose funzionino e non di appropriarci dei soldi pubblici per fini personali; quando queste cose saranno un'eccezione, e non la regola come è stato in passato, quando non avremo più legislature che ci fanno bilanci da 13 miliardi, quando le entrate sono da nove, e non faranno derivati per un miliardo e 800 che oggi ci troviamo a rinegoziare in qualche modo perché ci schizzano le rate nei prossimi anni.
Ebbene, eppure queste persone le abbiamo premiate, perché la Presidente Bresso oggi è gioiosamente in Europa ad aggiungere l'ennesimo vitalizio a quelli che già va a prendere. E lei non ce l'ha sicuramente cancellato, a meno che non li cancelliamo noi.
Quello che si richiede oggi non è di fare un timido passetto politico perché possiamo benissimo partire da oggi a dire: ci riduciamo l'indennità il compenso complessivo lordo che comprende l'indennità e il rimborso spese forfetario di una bella fetta, almeno del 36%, per arrivare vicino a quell'indennità del Sindaco che vorrebbe essere l'obiettivo. Possiamo farlo comodamente oggi. Si può aggiustare successivamente, non è che dobbiamo fare il 10% oggi e poi vediamo, magari dopo ci pensiamo meglio e lo facciamo per bene. Facciamolo così oggi e poi dopo possiamo aggiustare.
Questo sarebbe sicuramente un segnale più importante e deciso. Qui nessuno vuole rivendicare nulla. Questo è veramente un invito.
Se non lo facciamo, come facciamo a dire "riduciamo i dirigenti modifichiamo la parte di compenso d'obiettivo, modifichiamo le retribuzioni, aumentiamo le tasse, chiediamo sacrifici" e noi ci riduciamo lo stipendio solo di quello che, in realtà, ci sarebbe stato tolto con il vitalizio? Forse anche leggermente di meno. Guardiamo in faccia la situazione, poi si parla di altre cose, su cui dobbiamo essere più presenti. Sacrosanto! Siamo qui oggi per dire "facciamo subito una mozione per fare quello che ha proposto il Consigliere Appiano, mettiamo la decurtazione dell'indennità", anche per le assenze nelle Commissioni cui si è iscritti.
Effettivamente è vero, uno dei motivi per cui siamo in politica noi del Movimento 5 Stelle è perché la politica era diventata un lavoro: si viene qui per prendere i soldi perché di soldi ce ne sono tanti. Questo non è quello che deve essere! E' giusto essere retribuiti per il lavoro che si svolge, è giusto ambire a fare qualcosa di buono, la politica dovrebbe essere questo: risolvere i problemi della società, affrontarli con delle proposte, discuterli nel merito. Invece che cosa è diventato? Mercimonio scambio di favori; è diventato il politico che non sa neanche di cosa si parla in Aula, ma vota o propone a seconda di qualcun altro che gli dice cosa fare. Questo è dimostrato.
Oggi abbiamo la possibilità di cambiare le cose, questo Consiglio è largamente rinnovato, qualcuno della vecchia legislatura c'è ancora, ma c'è una larga maggioranza che può decidere di fare delle cose. Facciamo dei gesti coraggiosi! E' vero che non dobbiamo perdere tempo su queste cose, ma perch dovrebbero essere la banalità, vista la situazione del Piemonte. Con la riduzione dell'indennità e l'eliminazione dei vitalizi, noi proponevamo di dare un reddito minimo a duemila famiglie che hanno reddito zero. Ripeto duemila famiglie che hanno reddito zero. Questo deve essere il nostro obiettivo, questo è un segnale. I soldi che mettiamo da parte li restituiremo.
Chiederemo che si faccia un fondo di microcredito per le piccole e medie imprese piemontesi sulla scia del fondo nazionale che abbiamo già ottenuto, oppure li restituiremo direttamente al Consiglio affinché questi soldi servano per la comunità. 4.000 mila euro, 2.500 euro, ragioniamoci ma riduciamocelo sensibilmente. Il 10% fa ridere, fa pena!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ne approfitto solo per dire che né in questa legislatura né nell'altra è stato provato, da una sentenza passata in giudicato, che alcun Consigliere abbia indebitamente sottratto risorse pubbliche. Lo dico per non anticipare le sentenze. Ricordo che ci sono dei processi aperti. Per quello che riguarda questa Presidenza, una persona è ritenuta colpevole al terzo grado di giudizio.
Dico una cosa ovvia per il sottoscritto, ma per il Presidente Mauro Laus una persona è colpevole perché, nel nostro ordinamento giuridico viene dichiarato colpevole al terzo grado di giudizio. Ci tenevo a dirlo per rispetto dell'Aula e dei Consiglieri assenti.
Mi rendo conto che nell'esercizio delle forme oratorie può capitare che si faccia un po' di confusione. Tanto dovevo per rispetto della mia onestà intellettuale e dei colleghi che oggi non sono presenti in Aula.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Io Voterò a favore di questa delibera distinguendo il piano tecnico da quello mediatico della comunicazione.
Sul piano tecnico, secondo me, l'atto che andiamo ad assumere è assolutamente non rilevante. Il Consigliere Campo definisce risibile il taglio del 10'%, ma io credo che sarebbe ugualmente risibile se venissimo qui vestiti di saio e scalzi, quindi rinunciando completamente all'indennità. Dal punto di vista dell'incidenza che questo ha sulla crisi finanziaria del Piemonte, la cosa avrebbe lo stesso identico significato.
Così come non condivido il presupposto che c'è dietro ad alcuni interventi secondo il quale noi saremo la classe privilegiata. Se uno volesse far parte del novero degli 85 uomini più ricchi della terra, non credo che farebbe il Consigliere regionale. Ci sono altre attività molto più redditizie. Non credo proprio che abbia senso alimentare questo pregiudizio che noi siamo i privilegiati, gli arricchiti, perché non è così.
La nostra situazione è molto differenziata. Quando una persona che aveva uno stipendio e un lavoro e gli pagavano i contributi, e si trova poi qui, a 100 chilometri da casa, senza contributi previdenziali e con una serie di incombenze - che si è assunto volontariamente, ma che sono incombenze - questo non rappresenta un privilegio. E' uno stato di fatto, è una libera scelta, ma non rappresenta un privilegio. Credo che sia non onesto intellettualmente continuare ad instillare nella gente che noi siamo i salvati, quelli che si sono messi al riparo da qualsiasi effetto collaterale della crisi.
Così come l'equiparazione Sindaco-Consigliere è piuttosto aleatoria. Ne ha parlato stamattina il Consigliere Vignale; non mi addentro, ma avendo fatto l'una e l'altra cosa, credo proprio che i margini di overlap (di sovrapposizione) siano minimi e non saprei neanche dire quale delle due sia più dura: sono elementi di difficoltà diversi e non farei graduatorie assolutorie nei confronti dei Consiglieri regionali.
Non abbiamo parlato - perché siamo persone serie - dei compensi dei manager, dei calciatori o dei barbieri di Montecitorio, ma è di tutta evidenza che entreremmo in un ambito dove questo presunto privilegio nostro sarebbe messo in discussione.
Ciò detto, sul piano della comunicazione mediatica, questa operazione è necessaria e io la voterò convintamente, come sono convinto che la situazione è del tutto eccezionale. Ho già avuto modo di parlare di cambio di paradigma come conditio sine qua non per affrontare una crisi di tale entità, ma penso anche - lasciatemi fare un riferimento a oggi, che è il 4 novembre - a uno scrittore, Renato Serra, che morì nel luglio del 1915 sul campo di battaglia. Quest'uomo non voleva andare in guerra, perché ne comprendeva l'inutilità intellettuale di alto profilo, dopodiché disse: "Io non posso sottrarmi a un destino collettivo, non esiste per me una storia che non sia condivisa con altri".
Ora, se c'è una crisi di questa dimensione, noi dobbiamo far capire alla gente che non siamo qui per chiamarci fuori, per mettere i piedi all'asciutto, ma siamo qui per condividere questa dimensione e per uscirne insieme, perché non esiste una storia individuale che non sia assorbita dalla storia collettiva.
Questo è il senso mediatico di tale operazione, che è importante perch deve essere chiaro che noi non siamo qui per chiamarci fuori, non siamo qui per il vitalizio (che non c'è, vivaddio!), non siamo qui per essere diversi dagli altri: siamo qui per condividere con gli altri questa situazione drammatica e bisogna uscirne fuori tutti o nessuno.
Concludo. Mi aspetto - ma sento che il capitale umano di quest'Aula è alto - che non si vada oltre nella delegittimazione della politica, perch non vedo chi possa porre rimedio alla crisi economica e alla mala politica se non la buona politica, la politica abitata in modo degno.
Mi aspetto che non ci siano ulteriori derive pauperistiche, perché i nostri cittadini non si aspettano che noi vestiamo il saio, né quelli che andranno a guidare le Province si aspettano che noi ci azzeriamo automaticamente qualsiasi indennità, dando un segnale che d'ora in poi la politica o è affare per i ricchi o è affare per i folli. No: è affare per le persone serie, che condividono un destino collettivo.
Mi aspetto quindi che si facciano le cose con razionalità e con dignità, perché non sarà certamente la politica censuaria che risolverà i problemi della crisi economica del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Accolgo le sollecitazioni del Consigliere Campo e, per liberare subito il "campo" dagli eventuali malintesi, dico che vengo senz'altro da una esperienza di vita e lavorativa diversa dalla sua, ma mi sento di affermare in coscienza che ho il medesimo obiettivo. Probabilmente i modi con cui arriviamo all'obiettivo possono essere diversi e hanno origine nelle nostre storie diverse, ma mi sento di dire - come mi sento di dire - che sia per tutti i componenti che sono dall'altra parte dell'emiciclo rispetto a lui che l'obiettivo è comune e che il desiderio di arrivarci è lo stesso.
Ora, oggi siamo chiamati ad esprimerci sul tema della riduzione dei costi della politica e più specificamente, a mio avviso, a dare una risposta alle aspettative della società civile, come è stato detto da più persone oggi, che in un periodo di crisi vuole - forse possiamo aggiungere anche più forte, pretende - intanto che la politica sia efficienza e che quindi produca risultati, e qui si tratta di produrre risultati per il bene di tutti, ma anche apprezza che sia sobrietà: bisogna solo che non distinguiamo le due cose e che non perdiamo il senso delle priorità soprattutto che, nel guardare la luna, non vediamo solamente il dito e non cogliamo tutto il resto che sta dietro.
Concretamente, la risposta - come noi abbiamo espresso - alle esigenze esposte dal Consigliere Campo che esprime la maggioranza in questo momento è rappresentata dalla proposta di legge n. 53 in discussione, che prevede la riduzione del trattamento economico di Consiglieri del 10%, anticipando e questo tengo a sottolinearlo, perché per me è importante ed è un impegno - i provvedimenti in itinere a livello nazionale, che riducono il trattamento economico dei Consiglieri regionali equiparandolo ai compensi del Sindaco del capoluogo di regione.
Per me - lo dico sinceramente - si tratta più di una questione economica. Non ho intenzioni dilatorie, perché non voglio stare a fare questioni personali, ma se per me fosse stata una questione di ricerca di una maggiore remunerazione, sarei stato fuori da questo consesso sia prima che dopo la riduzione. Solamente ritengo che, se una normativa deve essere approvata a livello nazionale, non vorrei che si facesse un pateracchio nel quale si inizia un pezzo e poi ci si ritrova a doverlo modificare successivamente. Però, da quel punto di vista, è personalmente una questione più di forma, cioè di arrivare poi a una normativa che equipari tutte le Regioni e che faccia un disegno, altrimenti qui uno parte con un pezzo, l'altro gli dice "no, dovevi fare in un altro modo".
Non mi sembra che questa sia una maniera di lavorare equilibrata e sensata.
La posizione del mio Gruppo è ovviamente di convinto sostegno a questo primo provvedimento, ma proprio in prospettiva del fatto che ne arrivi un secondo, il cui approfondimento spero sia al più presto avviato.
Desidero motivare brevemente il ragionamento che ho fatto e le conclusioni a cui il nostro Gruppo è arrivato, anche in relazione al ruolo della politica.
In primo luogo, va evidenziato che questo taglio e anche il successivo non è certamente risolutivo ai fini del risanamento dei conti della nostra Regione. E' un atto opportuno - ne sono convinto anch'io - dal punto di vista etico, ma scarsamente incidente a livello di macronumeri, non tanto per l'entità della singola riduzione, quanto per il numero ridotto di soggetti cui è applicato. Non siamo tantissimi e, per quanto ogni euro non vada sprecato, se io moltiplico per un numero esiguo una cifra anche significativa, viene fuori una cifra, per l'appunto, non significativa.
Diverso è se decidiamo - ma lo dirò successivamente - di allargare questo tipo di intervento e di attenzione ad altri aspetti della vita della nostra Regione.
Inoltre, è importante tenere conto che soluzioni che paiono semplici sovente diventano semplicistiche. In questo caso non accuso nessuno, per abbiamo un'esperienza precedente, perché noi in questo momento ci troviamo per certi versi, vittime anche di provvedimenti avventati della precedente gestione.
Sui costi della politica sono anch'io d'accordo sul fatto che andavano ridimensionati, però oggettivamente al momento faccio parte di un Gruppo piccolo e ho qualche difficoltà a gestire l'intero Gruppo: pur facendo tutte le economie, mi rendo conto che, se avessi maggiori risorse a disposizione, sarei in condizione di portare una proposta più approfondita e quindi di dare un contributo migliore anche al dibattito democratico di quello che riesco a fare al momento. Però è una sensazione personale ed è una mia opinione.
Non dobbiamo dimenticare che la ratio del compenso a chi si dedica alla politica è, prima di tutto, evitare che l'attività politica sia un lusso di pochi i quali, potendosi ben mantenere con alti redditi, potrebbero a quel punto da soli decidere le sorti della cosa pubblica. L'introduzione del compenso è perciò un atto sostanziale di crescita democratica.
Si presenta, comunque, un secondo aspetto che ci invita ad una riflessione più attenta: il trattamento economico di chi si occupa della cosa pubblica, se non deve essere la molla - e su questo ringrazio anche i 5 Stelle di essere pungolo in questo senso - che stimola carrieristi ed arrampicatori sociali, neppure deve essere un fattore penalizzante per chi ha delle competenze, oggi più che mai necessarie nelle pubbliche amministrazioni. Non bisogna cioè determinare una situazione in cui le eccellenze, dal punto di vista tecnico e amministrativo, abbiano nel pubblico un trattamento economico notevolmente inferiore a quello che avrebbero nel settore privato, per evitare che gli stessi disertino la partecipazione alla gestione della cosa pubblica.
Lo dico anche e proprio al mio collega Grimaldi, qui di fianco.



PRESIDENTE

Consigliere Giaccone, perché non mi accarezza con uno sguardo? A titolo di gentilezza. Sentivo proprio un bisogno psicologico di avere la sua attenzione, sono un po' geloso.



GIACCONE Mario

Perché parlavo all'opposizione, ma sono d'accordo che devo parlare un po' più con lei.
BONO Davide (fuori microfono) Preferisce noi: siamo un riferimento!



GIACCONE Mario

Più che riferimento, considero l'interlocutore.
Quello che dico ad altri che sono intervenuti prima è che la passione politica può essere un motivo, ma non può essere l'unico. Perché se la passione non fosse affiancata alla competenza, probabilmente il Consigliere Grimaldi non sarebbe qui accanto a me e determinate personalità non potrebbero essere qui presenti. Non possiamo, quindi, fare una questione solo di "è una missione", "è una cosa giusta", "è una cosa bella e mi piace farla", ma devo anche essere capace di farla, e devo anche essere capace di portare al consenso un contributo significativo.
Tuttavia, per fare in modo che più persone siano coinvolte in questo occorre che anche il compenso non sia così irrisorio da non attrarre nessuno dalla società civile.
Per contro, assolto questo primo aspetto, è oltremodo necessario estendere questo criterio, che armonizza sobrietà - lo ripeto: sobrietà (e mi rifaccio agli interventi di spessore del Consigliere Allemano), e al tempo stesso valore della professionalità sul mercato, della professionalità politica ma anche dei contributi tecnici che ogni cittadino può portare all'interno di questo emiciclo e a tutto il comparto della diligenza.
E' questo l'aspetto che voglio sottolineare, già richiamato, questo tipo di criterio è necessario che sia esteso anche a tutto il comparto della dirigenza e degli amministratori della società, controllate e designate.
In realtà, se realmente si rapportasse il valore dei compensi di molti dirigenti, anche delle società controllate, probabilmente lì sì - e qui è il provvedimento che auspicherei fosse messo in parallelo - si recupererebbe una bella cifra. Non si tratta solo di quanto sia alto il compenso, ma lo applicheremo anche ad una quantità di soggetti molto superiore rispetto a quelli che siamo qui dentro.
Non nego che vada applicato qui, anzi, mi sono già detto favorevole però occorre che insieme - lo dico anche all'opposizione ma credo che non abbia niente in contrario - lo stesso criterio si esporti anche all'esterno, in modo che non sia più una questione solamente etica, come è stato richiamato, ma diventi anche una questione sostanziale per il bilancio della Regione.
Per queste ragioni, ribadisco il sostegno alla proposta della maggioranza, che va nella giusta direzione. Inoltre, invito a fare molta attenzione ai provvedimenti che intenderemo attuare, per evitare la tentazione di fughe in avanti.
Valgano come esempio, non virtuoso, i provvedimenti adottati nella passata legislatura sull'onda degli accadimenti giudiziari che, azzerando di fatto le dotazioni e riducendo oltremodo il budget per il personale hanno pesantemente compromesso l'operatività degli uffici e, a mio avviso forse anche il livello democratico del dibattito.
Finisco con una considerazione e la faccio a tutti: se in base ad un voto che ho espresso in quest'Aula dovessi essere richiamato a ripagare qualcuno perché l'ho danneggiato, corro il rischio di farlo, ma voto in coscienza e non in base al mio interesse personale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In questa discussione ho sentito diverse volte utilizzare termini come "umiliante" e "imbarazzante", il tutto riferito al fatto che ci troviamo qui a discutere di una nostra riduzione degli stipendi.
In realtà, quello che è imbarazzante è proprio il fatto che questa discussione si protragga così a lungo e non si riesca ad arrivare ad una soluzione che possa venire maggiormente incontro alle nostre richieste.
Troppe volte in quest'Aula ho sentito dire che una buona politica si misura anche in base a quanto sono pagati i politici. Personalmente credo che non ci debba essere nessuna correlazione tra il fatto che noi possiamo emanare atti di buona qualità e il fatto che veniamo retribuiti con uno stipendio così alto.
Noi viviamo in un momento di crisi che sta toccando pesantemente i nostri cittadini. Questa mattina dai giornali abbiamo appreso che ci sarà un ulteriore innalzamento delle tasse.
Direi che anche per noi è il momento di fare sacrifici, non solo formali ma sostanziali.
Il collega Grimaldi prima ha detto che siamo qui a discutere di una cosa normale e quindi dobbiamo fare una cosa normale: ridurci lo stipendio.
A questo punto, chiederei di fare uno sforzo in più.
Dal momento che la situazione economica che stiamo vivendo è una situazione eccezionale, non possiamo accontentarci di fare una cosa normale, anzi, è nostro dovere fare una cosa eccezionale, dove per eccezionale si intende venire incontro alla nostra proposta che propone un taglio più drastico dei nostri stipendi.
Questo senza che nessuno di noi si sogni mai di venire a lavorare con il saio e con i sandali, anche perché credo che nessuno di noi farebbe una bella figura (sì, forse con la giacca sopra vi farebbero entrare, ma senza vi bloccherebbero all'ingresso per il Regolamento del Consiglio, e quindi bisognerebbe modificare anche il Regolamento).
Direi che questa è un'affermazione piuttosto ridicola, cioè passare dallo stipendio che percepiamo in questo momento al dire che ci dovremmo presentare con il saio e con i sandali, fa decisamente ridere, considerando che fuori di qui ci sono effettivamente persone che di punto in bianco si trovano senza lavoro e non hanno neanche - quelli sì - soldi per vestire se stessi o i loro figli.
Prima di dire certe cose, di fare certe affermazioni, dovremmo fermarci, contare fino a dieci e poi chiederci se quello che stiamo per dire sia giusto e credibile, altrimenti perdiamo credibilità già a partire dalla discussione sui tagli della politica.
Oltre a questo, ho sentito dire da qualche Consigliere che abbiamo la possibilità di autodeterminarci lo stipendio, e pochi minuti dopo ho sentito dire che non siamo dei privilegiati.
Io mi chiedo in quale fabbrica si chiede agli operai di scegliere che stipendio vogliono? Come possiamo dire che non siamo privilegiati, quando siamo qui a decidere quale sarà il nostro stipendio? Non è un privilegio questo? Agli operai per caso chiedono quanto vogliono di stipendio? Agli operai non chiedono neanche più se vogliono mantenere il lavoro: li licenziano e basta.
Quindi a me sinceramente - e mentre parlo mi sale sempre più il nervoso, perché mi viene, per dirlo senza mezzi termini, il nervoso a sentire certe affermazioni e chiederei di farsi un giro fuori da quest'Aula, perché mi sembra che qualcuno abbia perso totalmente il contatto con la realtà.
La politica, innanzitutto, non è una carriera. La politica non è un lavoro. Quanti di voi pensano di tornare alle loro precedenti occupazioni ammesso che le abbiano mai lasciate, quando usciranno da qui? Quanti di voi, invece, continuano a ricoprire, carica dopo carica incarichi pubblici? Tra di voi ci sono molti ex Sindaci; Sindaci di lungo corso; persone che hanno occupato un ruolo pubblico. Le persone che stanno da questa parte e che siedono accanto a me in questi banchi, fanno due mandati e poi se ne vanno a casa.
Per noi la politica non è una carriera, non è una professione, è un servizio.
Lo facciamo già auto imponendoci una riduzione dei costi, quindi chiediamo anche a voi di fare altrettanto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Non dirò le parole che non piacciono alla Consigliera Frediani, perch ha perfettamente ragione, però è anche vero che sono tre o quattro mesi, e non bastano, che stiamo parlando della questione.
Cercherò di dire qualcosa di più, sapendo benissimo, dato che ho qualche anno - e i capelli grigi lo testimoniano - che oggi sarebbe molto più facile far parte dell'opposizione: in quel caso saremmo capacissimi di parlare alla pancia dei cittadini.
Mi domando - lo dico oggi, ma l'ho detto tante volte in Consiglio comunale in passato - se fosse opportuno e utile dire ciò che fa bene ai cittadini, non ciò che gli piace solo sentirsi dire.
Riprendendo citazioni prima espresse (vince il nobel per le citazioni degli aforismi il Consigliere, mio amico, Allemano): non voglio far parte del problema - lo cito anch'io e mi accodo alla massa - ma essere una parte della sua soluzione.
Questo è vero, ce lo dobbiamo ricordare perchè è proprio di attualità.
Aggiungo un'altra frase, più piccola e più misera, che ho scritto anch'io, e che forse dovremmo mettere tutti quanti sulla scrivania (io l'avevo quando ero Sindaco): o entri con la soluzione o fai parte del problema.
Qui il problema è molto grande. Il problema è quello che ci è stato presentato dal Presidente Chiamparino e dal Vicepresidente Reschigna quando siamo andati alla Corte dei Conti (sembrava quasi un plotone di esecuzione era presente anche il collega Vignale) in cui ci hanno detto: "No, il disavanzo del vostro bilancio non è di 363 milioni, ma due miliardi e sei".
Non è poco.
L'altro particolare è quando si dice che prima avevamo a disposizione (sbaglierò qualche milione in più o in meno, ma qui i milioni vanno e vengono!) 560 milioni, adesso ne abbiamo solo più 60 - correggetemi se sbaglio - il che vuol dire tantissimo.
Ma in questa cultura della "mancanza del limite totale" ci sono dentro tutti, tutti! Hanno ragione a dire: "Se andiamo indietro nel passato non ne veniamo più fuori!", anche se i grillini mi risponderanno: "Ma noi no". Ma appartenevate anche voi a qualche censo, credo (lo dico in senso affettivo!).
Con molta stima, mi rivolgo anche alla Consigliera Batzella, con la quale si avverte - giuro che lo dico spontaneamente - una fortissima tensione, che è bellissima, nei confronti della povertà e delle persone che soffrono.
Credo, veramente, che questa tensione dovrebbe appartenere ad ogni Consigliere, e immagino che in molti di noi ci sia; dipende da come la interpretiamo e da come ne veniamo fuori.
Il fatto è che la situazione di oggi è critica. A prescindere da chi ci ha preceduto, centrodestra, centrosinistra o Lega, siamo arrivati ad una situazione veramente molto complicata. Ma ancora più complicata lo è stata per tutti i Sindaci e gli amministratori di società, che, come un'idrovora gigante, hanno succhiato questa "mamma gigante", chiamiamola così. E gli andava bene così. Ancora oggi non c'è questa cultura del limite, perch nelle province, nelle regioni e nei comuni, la gente comune, più ancora di chi ha responsabilità, sembra non rendersi conto di questa situazione.
Poco fa ho ricevuto la telefonata di una persona che mi chiedeva un contributo per cose neanche tanto pubbliche. Mi domando dove vivano queste persone! L'abbiamo succhiata fino all'estremo questa situazione.
Oggi noi possiamo scrivere una pagina importante - siamo in vena di citazioni - della storia. Vi ho detto all'inizio che quando mi sono candidato e sono arrivato qui, la Regione la vedevo come un "mostro bestiale", la pativo da privato, da professionista e da Sindaco. Sarà un principio masochistico, ma oggi mi ritrovo qua.
Per cercare di venire fuori da questa situazione, oggi continuiamo a parlare di 1.000 euro in più, il 10% in più o in meno. Al gioco del più e del meno.
Allora, se dobbiamo giocare al ribasso - collega Molinari, sei sempre d'accordo? - farò una proposta scioccante: addirittura diciamo che rinunciamo allo stipendio! Anzi, stabiliamo una quota: ciascuno di noi versi una quota.



PRESIDENTE

Quanto? Quanto?



BARAZZOTTO Vittorio

Faccia lei, io ci sto! Non credo che sia normale! Perché se dobbiamo parlare seriamente, visto che oggi siamo in vena di citazioni, la politica, caro Presidente, dovrebbe tornare a quella democrazia di Pericle dove tutti sono messi nelle condizioni di governare.
Tutti, indipendentemente dal censo: "Quando un cittadino si distingue allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento".
Questa è una citazione di estrema attualità.
Al collega Giaccone, che mi ha preceduto nell'intervento, rispondo che è vero: mettiamo tutti nelle condizioni di far politica, perché tutti noi quando abbiamo fatto le liste comunali, abbiamo riscontrato un'enorme difficoltà a trovare un elettorato di qualità (il professionista deve lavorare, l'artigiano ha la sua attività, l'imprenditore ha la sua, il commerciante anche). Quindi facciamo fatica, da destra a sinistra, compresi i grillini (ovviamente quando dico "tutti" includo tutti), a trovare gente disposta a compiere un sacrificio per venire ad occuparsi della Cosa Pubblica.
Se noi siamo qui, è perché un senso di sacrificio e un senso pubblico spero che ci sia ancora. Andare a stabilire quanto vale, non sono in grado.
So solo che voglio una politica che non la possano fare solo i nobili, o non la possano fare solo per i disoccupati, ma la possa fare gente che ha dignità, che non è soggetta a corruzione. Lo diceva già Visentini ai tempi repubblicani: "Date ai funzionari gli stessi stipendi che date alla Banca d'Italia, e vedrete che la corruzione ve la cambio nel giro di pochi anni!", poi lì si è ecceduto in un altro modo, ma lasciamo perdere! Discutiamo del 10%: è poco? E' tanto? So solo che quando ho visto in televisione Fiorito, concedetemi l'esempio, ho pensato che tutta la politica ci avrebbe rimesso e ho provato le stesse cose fastidiose che proverebbe qualunque cittadino, perché da lì, la palla di neve ha fatto venire giù.
Traiamo il buono, diamoci una regola; in parte ve la siete data. Io non entro nel merito se fosse giusto o non giusto (compensi ai Gruppi e quant'altro), ciascuno ha fornito le proprie spiegazioni. Un ridimensionamento va dato, che sia del 10% oppure no, ma - ritorno al discorso iniziale - lavoriamo affinché tutti siano messi nelle condizioni di fare politica. C'è bisogno di intelligenza per recuperare questi milioni, o miliardi addirittura, di disavanzo.
La gente vuole sapere come fare a semplificare una pratica; vuole sapere come avere accesso al credito; vuole sapere come potrà aprire un'azienda! L'altro giorno parlavo con un imprenditore di Saluzzo, che apre un'impresa importante ed è corteggiato dagli svizzeri, i quali, ovviamente gli offrono molti incentivi perché se ne vada in Svizzera: "Se vieni in Svizzera - non nell'est, non in Cina! - ti faremo ponti d'oro".
Questo resiste: un altro filantropo, mecenate o masochista? Semplicemente un "piemontese DOC", che ci tiene a lavorare nella propria terra! Allora, cari colleghi, noi abbiamo il compito di semplificare, se non potremo dare contributi, e rafforzare l'efficacia delle Commissioni.
Qui è bellissimo: "Grazie, Presidente", "Prego, Presidente" "Buongiorno, Presidente", "Grazie", "Prego", "Lei ha la parola", sembra di tornare ai tempi. Va benissimo questa forma, perché la forma a volte è anche sostanza. Ma cerchiamo di renderla efficace. E per farlo, c'è bisogno di intelligenza, e ce n'è molta qui fuori, ma non hanno voglia di fare politica. E, allora, diamo degli stipendi dignitosi - chiamateli come volete - ma non andiamo avanti ancora otto mesi a discuterne. Sono d'accordo con quanto dice il collega Vignale, non me ne vergogno. Così come apprezzo una parte della loro tensione (rivolto al Movimento 5Stelle, ndr).
Certo che abbiamo degli esempi alle spalle abbastanza negativi e deleteri, quindi dei segnali dobbiamo darli. Se poi il 10% sia poco o sia troppo, è una gara a cui faccio un po' fatica a partecipare. So che i Sindaci in Francia sono retribuiti di più, per cui quello che percepiscono in Italia trovo che sia ridicolo per la maggior parte dei Comuni. Molti sono ladri? Probabilmente sì, ma moltissimi altri, la stragrande maggioranza, è gente onesta, che si fa un mazzo cotanto - me la passi questa parola, perché ormai fa parte del mio essere - quindi è giusto che ci sia un compenso adeguato affinché la gente si dedichi alla Cosa Pubblica, e nessuno venga escluso.
Noi, oggi, realisticamente, se facessimo il gioco della verità sappiamo benissimo che in questa sala, così come in tante altre sale, una grossa fetta della società non potrebbe permettersi il lusso di fare politica perché per molti significherebbe sacrificare la propria professione massacrare gli uffici.
Io ho potuto permettermelo, ma per me è stato un extralusso, grazie a chi avevo in ufficio, con una voce ovviamente in meno nella ricaduta reddituale: mangio, dormo, riesco a sopravvivere, quindi mi sento un privilegiato. Altri hanno disfatto imprese, aziende e uffici facendo magari politica. Ho avuto insegnamenti importanti che non sto qui a citare, se no mi darei troppa importanza e non sono certo io al centro dell'attenzione.
Al centro deve esserci la persona, il cittadino piemontese, e noi dobbiamo scervellarci, cari colleghi, per poterlo servire al meglio.
Il percorso che è stato condotto sin qui è pieno di buche e di cose che non vanno bene. Raddrizziamolo, diamo senso a questa dignità; troviamo questo accordo - se lo stipendio del Sindaco con i contributi va bene però piantiamola lì e vediamo di venire fuori da questa carreggiata, perch questa è l'ultima chiamata per il Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Inizierei con una battuta: visto che continuano a chiamarci "grillini" e non "Movimento 5 Stelle", mi vedrò obbligato a chiamarvi "renzini" almeno alcuni di voi (non tutti, perché so che di ferire qualcuno nell'animo).
La prima domanda che mi è venuta in mente, sentendo gli interventi della maggioranza, è questa: perché aspettare? Si sono susseguiti una decine da interventi sulla questione di aspettare l'indicazione del governo nazionale in merito all'equiparazione dello stipendio dei Consiglieri rispetto a quello del Sindaco del Comune capoluogo.
Prima di fare questa valutazione, bisognerebbe pensare che questo metro è una sorta di "tetto" al nostro stipendio, non dev'essere completamente omologo.
Prima di fare quest'equiparazione, bisognerebbe pensare a quello che è giusto percepire, non a quello che sta percependo già un altro amministratore, che può essere equiparato a noi.
Come Movimento 5 Stelle ci siamo autoridotti lo stipendio: abbiamo una quota, che è riservata, come descriveva bene il Consigliere Campo, alla quota previdenziale, e abbiamo una quota di stipendio: 2.500 euro di stipendio, 1.500 euro di quota previdenziale.
Che cosa vuol dire? Vuol dire che con quella cifra noi viviamo.
Viviamo, penso, onorevolmente. Molti di noi si spostano da un capo all'altro del Piemonte, molti di noi hanno lasciato un'attività, l'hanno lasciata e non sanno che cosa resterà di quest'attività fra cinque anni, n se potranno rientrare a lavorare immediatamente nei regimi che hanno lasciato appena qualche mese fa. Però lo facciamo.
Lo facciamo perché pensiamo che questo non sia, come diceva la Consigliera Frediani, un lavoro ma è un mandato, un mandato degli elettori di cui ci prendiamo la responsabilità e che non abbiamo messo in campo per venire a fare delle valutazioni di carattere economico sulla nostra vita di prima e sulla nostra vita di dopo.
Non dovete raccontarci di una politica senza fondi. Non noi siamo arrivati al 25% alle scorse elezioni politiche con qualche banchetto qualche euro messo in una scatoletta e tanta volontà degli attivisti.
Abbiamo dimostrato a tutta l'Italia, se non a tutta l'Europa, che con un movimento non organizzato in partito si potevano fare delle cose importanti. Non ci sono particolare motivi di recriminazione sui fondi di funzionamento; noi abbiamo la nostra attività consiliare, abbiamo i nostri collaboratori e senza i fondi di funzionamento continuiamo la nostra attività naturalmente e, penso, in maniera onorevole.
Noi non abbiamo bisogno di affittare delle sale per i nostri consessi.
Addirittura, li facciamo in qualche piazza, raduniamo un po' di gente e facciamo quello che dobbiamo fare, parliamo alle persone. Parliamo alle persone su internet, come parliamo alle persone sulla strada. Non abbiamo bisogno di convocare delle assemblee, di fare degli eventi e di spendere dei soldi offrendo cappuccino e brioche.
Il mio intervento sarebbe anche potuto finire qui, però devo dire con grande franchezza ad alcuni Consiglieri che tendo proprio a inalberarmi quando sento certe parole, quando sento parlare di politica stracciona.
Se noi prendiamo meno della metà del vostro emolumento siamo straccioni? Sono straccioni quello che fanno un lavoro onorevole con la nostra paga? Queste persone sono della gente che si deve mettere il saio? Queste persone fanno il loro lavoro e possono essere dei geni o possono essere dei cialtroni: abbiamo dei ricercatori con delle teste "così" dentro l'Università che si rinnovano il contratto di anno in anno e prendono delle paghe irrisorie. Non dobbiamo pensare che il metro dello stipendio sia il metro della qualità delle persone.
Questo è un atteggiamento classista! Perché lo stipendio che percepiamo noi del Movimento 5 Stelle ci permette benissimo di fare un'attività istituzionale.
E' forse un gap - mi ripeto, rispetto all'altra volta - generazionale.
Forse, si è vissuto sopra le righe per troppi anni. Noi adesso dobbiamo portare avanti l'impegno di tornare con i piedi per terra, di capire quello che c'è fuori e di commisurare quello che è il nostro stipendio con quello che c'è fuori.
Sulla questione del delegittimare, vorrei dire ai colleghi della maggioranza che vi delegittimate da soli; vi delegittimate nel momento in cui parlate di politica stracciona, parlate di politica col saio e nel momento in cui non sentite i vostri stessi colleghi che raccontano di aver fatto attività politica nei Comuni con 1.600 euro al mese e prendendosi un gettone di presenza.
Penso che le risposte le conosciate tutti, dovete solo ammettere che le risposte sono quelle che abbiamo dato noi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come ribadito, il Gruppo del Movimento 5 Stelle voterà la riduzione del 10%, perché per noi ogni riduzione è buona e quindi non ci opponiamo a qualunque cosa che vada in direzione di un risparmio.
Detto ciò, se noi pensiamo che i cittadini si facciano impressionare da una riduzione simile quando le indennità mensili ammontano a circa 8.000 euro e vista la congiuntura economica, forse ci sbagliamo.
Qui vedo anche un misto, forse, di scollamento dal mondo reale e di stupidità da parte della politica, che pensa così di avere un impatto sui cittadini in prossimità di operazioni che prevedono magari l'aumento delle aliquote IRPEF al di sopra dei 28 mila euro lordi (ricordo che sono circa 1.600 euro mensili netti) e magari aumenti dell'IVA se non si riusciranno a rispettare gli obiettivi di bilancio nazionali.
Quindi, in questo caso la politica è un po' autolesionista, perch perde un'occasione per riuscire ad avvicinarsi, perlomeno dal punto di vista etico, ai cittadini, per dimostrare che fa un sacrificio degno di nota, perché il taglio del 10% non è degno di nota, ma è ridicolo, in un momento in cui si chiedono sacrifici a chi gli stipendi li ha molto più bassi.
Mi sono appuntato alcuni interventi dei colleghi, per avere un po' una panoramica del "bestiario" del Consiglio regionale.
Allora, faccio finta che non ci sia stata la pausa pranzo e riprendo una considerazione del Consigliere Appiano, molto strumentale sul fatto che ci si chieda di uscire secondo le scadenze prefissate e concordate da tutti i Gruppi e dalle Commissioni. Se si decide di tenerle di più, va benissimo anche fino alle 20 o alle 22, basta che la maggioranza non usi gli sforamenti per far passare le cose che vuole, mentre invece quando ci sono le discussioni dell'opposizione i tempi vengono contingentati e usati invece quelli normativi. Quindi questa cosa è puramente strumentale e non c'entra niente con la questione economica.
Il Consigliere Allemano, con il suo riferimento al saio che, secondo me, resterà negli annali, forse sopravvaluta, lui come magari altri Consiglieri della sua maggioranza che sono intervenuti, il suo ruolo e il suo contributo all'umanità se dubita semplicemente che prendere il doppio dello stipendio medio di un italiano non è sufficiente o è mortificante quindi ci dispiaciamo molto di questo.
Invece, il Consigliere Barazzotto pensa che occuparsi della cosa pubblica come Consigliere regionale sia un sacrificio. Beh, ma allora perché il PD non candida un po' di operai della sinistra disoccupati o in cassa integrazione? Vediamo se per loro passare da reddito zero a 8.000 euro mensili sarebbe un sacrificio oppure no. Andate a rendere conto: questa è la sinistra che abbiamo qui. Da chi è rappresentata la sinistra qua? Seconda cosa. Mi scuso per i toni, ma sinceramente mi sento abbastanza offeso personalmente. Io sono un impiegato di mestiere, non per questo non ritengo di dare un contributo inferiore a quest'Aula e non reputo che ci siano contributi che spicchino per intelligenza e acume in questa sala tali da meritarsi il doppio, o il triplo, dello stipendio che noi abbiamo reputato come onorevole e sufficiente a mantenersi. Tant'è che ho un mutuo e una casa, riesco a mantenermi bene e mi ritengo anche piuttosto fortunato rispetto alla media delle persone che mi circondano.
Quindi, se Barazzotto ritiene che il suo sia stato un sacrificio - ed io aggiungo, un po' peloso e insignificante - facevamo volentieri a meno di questo sacrificio e poteva far candidare qualcuno senza reddito.
Molti non possono permettersi di fare politica. Molti italiani non riescono neanche a permettersi di mantenersi in regimi minimi di servizi essenziali, cosa che ora gli stiamo tagliando, oltre alla situazione di disoccupazione galoppante al 20% e al 40% e oltre tra i giovani.
E' veramente stucchevole questa discussione in quest'Aula. Se c'è qualcuno che si sente offeso da questo tipo di discussione, come avevo sentito anche in Commissione, effettivamente ritengo sia molto umiliante dover parlare di queste cose e sentire persone con 8.000 euro di stipendio tra i quali molti mantengono il loro lavoro, parlare di sacrifici, visto che noi per primi, quando attacchiamo su questi temi, lo facciamo con cognizione di causa perché qui tutti hanno lasciato i propri lavori (anche da autonomi), con il rischio di non ritrovare l'attività quando finiscono il loro mandato in politica. Questo è un sacrificio, non mantenere due lavori e non tagliarsi lo stipendio! Ribadisco quindi che intellettualmente questa discussione è una cosa inascoltabile; e anche dal punto di vista della strategia politica è abbastanza stupida, perché si è persa un'occasione - visto che qua fanno tutti dei sacrifici - di avvicinare, quantomeno con un taglio, un pochino ai cittadini la politica, che adesso chiede loro dei tagli, senza morire di fame per questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente Svolgo alcune considerazioni. Per la verità non volevo intervenire ma sentendo le considerazioni che sono state fatte in Aula precedentemente forse una voce discordante rispetto a quanto detto sino ad ora mi sembra comunque importante. E' importante perché devo dire che mi sono anche sentito un po' toccato sul vivo, rispetto ad un'esperienza professionale e a un'esperienza politica che mi ha visto lavorare per la cosa pubblica chiamiamola in questi termini - nell'arco di parecchi anni, venendo qua dove ci sentenziamo additati per uno stipendio in una discussione che ha poco di concreto e che, al contrario, è assolutamente populista.
Vorrei riportare l'attenzione su una mostra che in questi giorni ho letto essere presente a Torino, che il grande artista Cattelan ha chiamato "Shit and Die", dov'è esposta la forca originaria di Torino presso cui tutti andavano ad assistere quando ammazzavano le persone. Mi sembra infatti che questo sia il tema della giornata: ci si mette in piazza, si ricostruisce la forca; e tutti i politici vadano al macero, perché questa è la sintesi della discussione che stiamo facendo. E' una sintesi in cui sento anche parlare di ricercatori che sarebbero pagati meno dei politici ma guardate che o si paga bene l'attività di ricercatori che sono bravi che hanno competenze e che crescono professionalmente nelle nostre Università o questi signori prima o poi se ne vanno all'estero; perché è questa la realtà ed è questo ciò che sta succedendo! E tenete anche presente che qua noi siamo dei Consiglieri che hanno una responsabilità altissima - e su questo magari sarebbe anche il caso che pagassimo delle assicurazioni importanti - rispetto al fatto che dobbiamo governare un'attività di gestione di questa Regione da 15 miliardi e con 14 miliardi di debiti. Quindi - al di là della Giunta e in modo completamente differente rispetto all'esperienza politica precedente, in cui facevo il Presidente della Provincia, dove bisogna gestire delle risorse limitate in un quadro legislativo certo - qua bisogna realizzare le leggi. E guardate che poi, alla fine della fiera, forse non ce ne stiamo accorgendo ma è l'Aula che realizza le leggi, le vota e le porta avanti; la Giunta le propone, fa un'attività di gestione ordinaria, ma la gestione politica complessiva della Regione Piemonte la fa l'Aula.
E guardate che un Consigliere competente che ha avuto grandi esperienze politiche precedentemente - e quindi ha potuto vedere cosa vuol dire fare il Consigliere comunale, il Consigliere provinciale, il Sindaco o il Presidente della Provincia - oggi porta un bagaglio culturale - porca miseria, diciamolo! - assolutamente importante, rispetto a chi magari tutto questo non l'ha mai fatto prima.
Secondo: per manager o persone che hanno una cultura sufficiente per venire a gestire anche elementi di grande complessità, come quelli discussi nell'ambito di quest'Aula, o ci sono degli elementi per cui questi signori possono venire qui dentro o, altrimenti, non ci vengono. E noi otteniamo un livello della cultura politica bassissimo, se andiamo avanti in questo modo; e otteniamo il populismo.
Il problema principale della gente, poi, non è mica quanto guadagna un Consigliere regionale. E' l'IRPEF che oggi leggiamo essere aumentata a livello regionale per effetto dei debiti che ha questa Regione: questo sì che preoccupa e questo va a toccare le tasche di tutti i cittadini. Ma guardate che il fatto che noi diciamo di aver diminuito gli stipendi dei Consiglieri regionali diventa sabbia negli occhi della gente, senza andare a risolvere i problemi con un lavoro capillare che invece si può fare in Aula, dove - lo ripeto - un Consigliere preparato può far risparmiare a questo Ente milioni e milioni di euro, di molto superiori alla quota di stipendio che andiamo ad abbassarci noi nella discussione odierna.
Forse sarebbe bene dedicare queste ore non alla discussione del nostro stipendio, ma a come far risparmiare a questa Regione decine di milioni di euro - perché stiamo parlando di cifre di questo genere - ai fini di un'ottimizzazione e di un miglioramento dei costi. Questo, dunque, è il concetto che volevo esprimere.
Se poi vogliamo diminuire, si diminuisca: non c'è alcun problema da parte di chi parla; ma attenzione a non andare a cadere in un populismo assolutamente inutile per la gente, per i piemontesi e per l'attività che un Ente importante come la Regione - un'Assemblea legislativa come quella regionale - deve portare sicuramente avanti.
E tenete presente - e io lo dico con forza - che secondo me lo stipendio del Consigliere regionale è commisurato, giustamente, alle responsabilità che i Consiglieri regionali hanno. Dobbiamo anche dirle queste cose, perché se no sembra che ci sia la paura che qua dentro all'interno di questa Assemblea o all'esterno, ci si vada a scontrare con chissà quale realtà.
Bisogna dire che, rispetto alle responsabilità che noi abbiamo, c'è un giusto stipendio: questo lo si deve dire. Poi, se lo si vuole aggiustare o sistemare rispetto alla situazione di crisi economica che noi abbiamo questo va bene, ma diventa un elemento di discussione completamente diverso rispetto alla superficie di cui stiamo discutendo quando parliamo di riduzione degli stipendi dei Consiglieri per il lavoro che stiamo conducendo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che oggi siano state dette veramente molte cose, ma personalmente ho sempre riflettuto su quello che secondo me è il male peggiore della politica, che ritengo sia il professionismo della politica. Una volta veniva anche chiamata partitocrazia, riferendosi cioè ad una casta di persone che oramai vengono riconosciute come le persone alle quali delegare la gestione della cosa pubblica, ma che purtroppo sono slegate dalla realtà di un Paese e che in verità, pur venendo loro garantita un'indennità di parlamentare, di Consigliere regionale (che sono tra le più alte al mondo) hanno mal governato in questi anni.
Pensiamo, infatti, all'Italia - l'abbiamo vissuto tutti e da qui nasce anche il nostro Movimento 5 Stelle - con la speculazione sullo spread e il rischio dello Stato di rimanere con il cerino in mano; e conosciamo tutti la politica di forte rigore che l'Europa ha imposto proprio all'Italia perché ritenuta non affidabile dal punto di vista della gestione pubblica.
E la programmazione della gestione pubblica era operata dalla politica italiana, che è la più pagata in Europa. Questo lo dicono dei dati oggetti.
Quindi, sinceramente non vivo il problema del mantenere un'indennità adeguata. Il dato non è solo della Regione Piemonte; c'era un articolo su la Repubblica molto indicativo, dove si vedono a macchia di leopardo parecchie Regioni in Italia che hanno presentato dei bilanci che sono stati quanto meno confutati dalle relazioni di parificazione della Corte dei Conti che si sono succedute nelle varie Regioni italiane.
Quindi, bisogna agire. E' da tanti anni che si parla di un'azione prima di partitocrazia, ora di professionismo della politica.
Alcune forze politiche si erano date la regola dei due mandati. Penso al PD, che si era dato nel proprio statuto la regola dei due mandati.
Credo che un cittadino che si presta per il bene pubblico per due mandati possa sicuramente dare tutto quello che può fornire ad un'amministrazione pubblica nel senso di passione, competenza e voglia di fare, e poi tornare tranquillamente a fare quello che ha sempre fatto nella vita civile.
Penso che in quest'Aula tutti abbiano letto il libro di Orwell "La fattoria degli animali". Purtroppo quando gli animali prendono il potere perché prima erano soggiogati dall'uomo - cioè prendono le sembianze umane a lungo andare prendono le stesse caratteristiche di chi li ha governati prima. E se guardiamo la gestione della vita interna di ogni partito italiano, possiamo notare che quando la dirigenza di quel partito non ha una capacità di rinnovamento, questa dirigenza tende a compiere atti scollegati, iniziative politiche che sono scollegate dalle reali esigenze della società civile.
Credo che in questo momento si viva nella società civile un forte scollamento nei confronti del politico, che da una grossa fetta della società è vissuta come persona che pensa solo a se stessa, cioè è vissuto come una casta, perché le persone che hanno raggiunto una riconoscibilità sui mass-media riescono a farsi rieleggere.
Da questo punto di vista, apprezzo molto le regole che si è dato il Movimento 5 Stelle, regole che impongono un ricambio politico continuo regole che impongono spese per le campagne elettorali veramente all'osso nel senso che le campagne elettorali personali sono praticamente azzerate.
La politica non deve diventare una politica per censo, ma con i costi delle campagne elettorali personali che ci sono oggigiorno in parte lo è già, perché non tutti possono permettersi investimenti di dieci o 15 mila euro fino ad arrivare a 30-40 mila euro per fare una campagna elettorale.
Personalmente non me lo posso permettere, considerato che ho una famiglia, dei figli e uno stipendio normale. Sicuramente non investo nella mia persona per fare questa cosa, anche perché sinceramente i miei ideali me lo impediscono.
Questa è la situazione della Regione Piemonte, oltre tutto aggravata da una cattiva gestione, fatta da Consiglieri regionali che credo prendessero un'indennità maggiore di quella che attualmente prendiamo noi.
L'Italia è storicamente caratterizzata da indennità per i politici effettivamente molto alte, che non hanno portato ad una buona gestione.
Non vedo una relazione proporzionale tra l'indennità del politico e l'azione del politico, ma se questa relazione voi la vedete e riuscite a convincermi, portandomi dei dati scientifici che mi contraddicano, sono qui ad ascoltarvi. Però fino ad oggi questo non è avvenuto. Sarebbe anche bello, com'è successo in Svizzera - dove vi è stato un referendum che purtroppo non è passato - mettere un limite allo stipendio dei manager.
Mettiamo anche un limite a livello nazionale allo stipendio di chi si presta, facendo un sacrificio, perché diciamocelo: la politica ci porta via molto tempo che potremmo dedicare alle nostre famiglie, al nostro tempo libero.
Comunque, da questo punto di vista vi capisco, però è anche una passione, va incontro anche alle nostre esigenze personali di passione che abbiamo nel dare alla gestione della cosa pubblica.
Come dicevo, occorre mettere un rapporto rispetto allo stipendio che sia a livello nazionale e questo deciderlo a livello nazionale, tenendo conto che non vi è corrispondenza tra gli introiti dell'indennità dei politici e il loro buon amministrare.
Con la situazione di crisi drammatica praticamente abbiamo toccato il fondo e se non agiamo adesso, non agiamo più. Però, proprio in questa situazione mi sarei aspettato da quest'Aula una maggiore riduzione della indennità dei Consiglieri regionali. Dando in questo modo il buon esempio avremmo avuto la voce più forte per andare a Roma a chiedere un aiuto visto che questo verrà fatto, ma avremmo avuto anche la voce per andare a fare una riduzione delle spese complessive della macchina amministrativa regionale, dei Direttori di ASL, eccetera.
Sappiamo che in quei settori, come dicevano altri Consiglieri, si potrebbero recuperare un pochettino più di soldini per andare a ridurre l'incredibile debito che abbiamo accumulato con una cattiva politica in questi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare PD, ringraziamo l'Ufficio di Presidenza per il lavoro fatto e voteremo la proposta di legge, così com'è stata presentata rigettando tutti gli emendamenti proposti in quest'Aula.
Ritengo che nel dibattito di oggi abbiamo perso un po' un'occasione perché, grazie anche a pecche delle norme del Regolamento, abbiamo impiegato un'intera giornata di lavoro in cui questo Consiglio dovrebbe impegnarsi e cimentarsi a dare risposte ai problemi della Regione che sta fuori di qui. Invece noi l'abbiamo impegnato guardandoci l'ombelico e andando a parlare e a discutere tra di noi se ridurre del 10%, del 15%, del 20%, se togliere una cosa e metterne un'altra, guardandoci l'ombelico e non rendendoci conto che il mondo fuori non ci guarda e se ci guardasse, non ci capirebbe, e si attende da noi ben altro. Si attende risposte sui problemi concreti di questa Regione.
Ben venga questa proposta, votiamola in fretta e passiamo oltre. Se è possibile, Presidente, mi rendo conto di caricare su di lei un peso ulteriore: mettiamo mano a questo Regolamento e togliamo queste storture per cui possiamo discutere di tutto per dieci minuti, quando i tempi del Parlamento Europeo sono ben diversi e cerchiamo di impiegare il nostro tempo per approvare leggi che servano alla nostra comunità.
Io mi limiterò a fare alcune brevi considerazioni.
La dignità della politica e dei Consiglieri regionali è un tema su cui sono intervenuti tutti; è intervenuto il collega Ravetti, relatore della legge, citando, senza dirlo, un intervento in quest'aula del collega Appiano.
Io rivendico la dignità e il ruolo del Consigliere regionale. Sono stato in quest'Aula nove anni e so quanto sia faticoso, se è fatto bene, il lavoro qui effettuato, e quanto sia faticoso il lavoro fatto sui territori che è un lavoro oscuro, che puoi fare o non fare, ma se giri 315 Comuni della Provincia - e penso di averli girati quasi tutti in questi anni - è un lavoro estremamente faticoso. Quanto sia faticoso mantenere il rapporto con il proprio elettorato sul territorio che ti chiede presenza : più dai presenza e più sei richiesto nei territori limitrofi; più dai presenza e più sei destinatario di richieste degli amministratori sempre più in difficoltà.
Quanto sia faticoso per un Consigliere regionale, che ha un partito alle spalle, farsi carico del sostegno del proprio partito, sia in termini di sostegno fisico, cioè in termini di supporto a pagare le articolazioni territoriali che ogni partito ha alle spalle, sia in termini di supporto di energie mentali per aiutare le iniziative del partito, fornire materiale e documentazione.
Alla Consigliera Batzella, che ha detto di essersi candidata perch voleva mettersi a disposizione per cambiare questa nostra regione, confido un segreto: in realtà, non è l'unica, penso ci siano altri 49 Consiglieri qui dentro che si sono candidati in quanto volevano mettersi a disposizione per cambiare questa regione.
Vede, l'unica differenza tra noi è la mentalità, cambia la modalità con cui uno intende cambiarla. E' per questo che siamo divisi in partiti diversi: abbiamo idee diverse su come vogliamo cambiare la regione, ma la differenza tra me e lei è che io non ritengo che la mia idea sia giusta e la sua sbagliata. Abbiamo opinioni diverse, ma io non sono manicheo, quindi considero di non avere il patrimonio della sicurezza e sono disposto a mettere in discussione le mie idee.
Con la proposta che oggi ci avviamo ad approvare vogliamo dare un segnale al Piemonte in questo momento di difficoltà, in cui noi presenteremo un pacchetto di riforme che in qualche modo interverranno sulla vita delle persone.
Questa che ci apprestiamo a votare non è una riforma risolutiva, ma un segnale con cui la classe politica decide di togliersi qualcosa, visto che andremo a chiedere qualcosa ai nostri cittadini.
Noi siamo convinti dell'equiparazione a livello economico e normativo del trattamento indennitario che ricevono i Consiglieri regionali con quello del Sindaco del Comune capoluogo. Sono ruoli diversi, con funzioni diverse, ma ci sono responsabilità anche diverse: un Sindaco ha una grandissima responsabilità; un Consigliere regionale ha un grande ruolo ma, giuridicamente, ha sicuramente meno responsabilità, anche se oggettivamente, interviene su uno spazio fisico e su una comunità molto più ampia.
Il disegno di legge di riforma che il Partito Democratico ha presentato, ed è stato approvato in prima seduta al Senato della Repubblica, prevede una soluzione semplice: sottrarre ai Consigli regionali e ai Consiglieri regionali il compito di dettare essi stessi le norme con cui remunerarsi e con cui assegnarsi la pensione. E' una cosa semplice; è una cosa che vorremmo fare con tutti, che proveremo a fare con tutti.
Resterà il nodo irrisolto di chi deve normare il trattamento economico previdenziale dei parlamentari, ma penso che dovremo addivenire anche a questo.
Nell'attesa di questa realizzazione, che è la finalità e l'obiettivo politico enunciato in campagna elettorale dal Partito Democratico, e che realizzeremo in questa legislatura, noi abbiamo l'obiettivo di anticipare questa norma qui in Piemonte e di arrivare, qui in Piemonte, per primi in Italia, alla piena equiparazione della situazione economica e normativa del Sindaco del Comune capoluogo con quella del Consigliere regionale.
Per fare questo occorre ancora un po' di tempo. Noi consideriamo questo provvedimento un passo intermedio necessario, vista l'imminenza della presentazione dei provvedimenti di bilancio, ma non sufficiente.
Per fare questo, noi accompagneremo questo provvedimento con una mozione presentata da tanti Consiglieri di maggioranza - spero che venga condivisa e, magari, sottoscritta anche da Consiglieri dell'opposizione in cui chiediamo ufficialmente al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta regionale di attivarsi, sin da subito, per andare a Roma e intervenire sul Parlamento nazionale e sul Governo nazionale affinché si equipari il trattamento economico e normativo dei Consiglieri regionali con quello del Sindaco.
Oggi, se volessimo, potremmo arrivare subito ad un'equiparazione sul piano economico; lo stesso non può dirsi sul piano previdenziale, in quanto non possiamo intervenire come Consiglio regionale sulla normativa previdenziale.
Presidente Laus e Presidente Chiamparino, è opportuno che lo facciate voi, che andiate lì a risolvere questa questione, perché noi rischiamo di trovarci in una situazione in cui i Consiglieri regionali sono meno garantiti sul piano previdenziale rispetto ai singoli Amministratori locali.
Questo non è giusto, perché lede la dignità dei Consiglieri regionali ed è frutto della soppressione, nella scorsa legislatura, del vitalizio senza aver provveduto a normare diversamente l'istituto.
Ora, Presidente Laus, a lei, che è Presidente di questa Assemblea chiediamo di agire affinché questa Assemblea veda i propri Consiglieri nella condizione di avere certezza del trattamento previdenziale. Non vogliamo privilegi rispetto ai cittadini ordinari, ma non vogliamo nulla di meno. Non è giusto che un Consigliere regionale che rinuncia alla propria attività per cinque anni, magari perché obbligato, se dipendente pubblico poi non abbia la certezza di avere una posizione previdenziale garantita: non possiamo appenderci ad atti amministrativi dell'INPS, dobbiamo avere una copertura normativa.
Le chiediamo di operare in tal senso, di realizzarlo entro la fine dell'anno, in modo che questa Assemblea regionale possa essere la prima in Italia ad aver attuato un'indicazione - che ancora non è legge costituzionale - autorevole del Parlamento.
E' risolutivo questo? No, sappiamo che questo non cambia nulla rispetto alla situazione finanziaria della nostra Regione, ma lo ritengo un segnale importante nel ricostruire un rapporto di fiducia tra la comunità regionale e questa microcomunità costituita dai Consiglieri regionali, che è chiamata a rispondere alle esigenze di governo di tutta la nostra Regione.
Noi vogliamo fare questo, vogliamo farlo entro la fine di quest'anno.
Per questo abbiamo presentato l'ordine del giorno che sarà votato prima della votazione finale di questo testo; è un ordine del giorno che io non illustrerò più, in quanto considero l'illustrazione ormai compresa nel mio intervento iniziale.
Quindi, lavoriamo insieme per realizzare, entro la fine di quest'anno questo obiettivo.
Quanto agli emendamenti presentati dai colleghi del Gruppo di Forza Italia, che riguardano le situazioni attinenti agli Assessori, agli staff degli Assessori, ai trattamenti e alle prerogative relative allo status degli Assessori avanziamo una richiesta. Per quanto riguarda questo emendamento noi voteremo in senso contrario, in quanto abbiamo assunto l'impegno di votare in blocco la legge , ma nella legge che attendiamo entro la fine dell'anno di ridisegno complessivo della materia chiediamo che la Giunta regionale, che ha avuto un ruolo importante di pungolo a questo Consiglio, affinché andasse nella direzione di ridurre i propri emolumenti e a riconsiderare la propria spesa, faccia altrettanto.
Chiediamo che lo faccia con la stessa determinazione, non per avere gli articoli sui giornali, ma per dare un segnale di autocontenimento della spesa.
Sappiamo che ci sono orecchie attente e ci aspettiamo che ci sia un segnale altrettanto forte rispetto a quello che questo Consiglio darà oggi e a quello che questo Consiglio, secondo i nostri auspici, vuole dare entro la fine di questo anno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Dichiaro chiusa la discussione generale, procediamo con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Non sono stati presentati emendamenti sull'articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

E' vero, per carità, che questa è una proposta di legge e non un disegno di legge, ma all'interno della norma sono stati presentati alcuni emendamenti che riguardano anche la Giunta regionale. Ho sentito l'intervento del collega Gariglio, il quale - se non ho capito male - in chiusura ha detto: "Noi votiamo la legge così com'è. Tutto il resto, che garantisce efficienza all'interno della Giunta o altro" - cioè le proposte che abbiamo presentato e che poi illustreremo - "lo respingiamo". E' ovviamente, una tesi legittima, anche se non la condividiamo.
Vogliamo chiedere se esiste un parere della Giunta o se la Giunta si rimette, essendo la proposta di legge un'iniziativa consiliare, alla volontà del Consiglio.



PRESIDENTE

La Giunta dovrà esprimere un parere.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Voi conoscete il pensiero del Presidente Chiamparino: ha avuto modo di esplicitarlo in più occasioni.
La Giunta ha partecipato a questo dibattito e ha ritenuto d'intervenire questa mattina unicamente per chiarire un aspetto emerso nel dibattito generale, che non corrispondeva alla realtà dei fatti. Ma la Giunta ha voluto rispettare questo provvedimento, questa proposta di legge, perch iniziativa del Consiglio regionale, quindi non voleva, con il proprio intervento, portare elementi che non appartenessero all'iniziativa legislativa del Consiglio.
E' evidente che questo provvedimento - come ha più volte espresso il Presidente Chiamparino - e soprattutto l'ordine del giorno ad esso collegato, che impegna e considera la proposta di legge una prima iniziativa verso un assetto definitivo delle indennità di carica, è considerato, complessivamente, dalla Giunta un'iniziativa importante e positiva.
Per quanto riguarda le questioni sollevate dall'emendamento del Consigliere Vignale, e avendo ascoltato l'intervento del collega Gariglio non mancherà un'iniziativa della Giunta, che sarà rappresentata anche al Consiglio regionale, sui temi che sono stati oggetto della proposta emendativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola, per dichiarazione di voto.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 1 della proposta di legge n. 53 parla di una prima riduzione dei costi della politica. Voglio innanzitutto scusarmi, soprattutto con alcuni colleghi della maggioranza, se intervengo con vesti lacere ed un atteggiamento troppo pauperistico.
In riferimento a questa prima riduzione dei costi della politica discutendo gli emendamenti dimostreremo come, in realtà, l'occasione persa di cui parla il collega Gariglio è un'occasione persa dalla maggioranza e da tutto il Consiglio regionale, per arrivare già oggi a quello che si potrà fare tra qualche mese.
Come vedremo - l'ha detto anche il collega Gariglio - oggi potremmo arrivare a ridurre lo stipendio e parificarlo a quello del Sindaco del capoluogo (l'ha detto lui, non lo dico io). Certamente non possiamo farlo per la parte previdenziale (per questo credo ci vorranno mesi, non dipendendo da noi), però oggi noi siamo autonomi e possiamo decidere se ridurre del 5, del 10, del 20, del 50 o anche del 100%. E allora, se siamo autonomi, possiamo anche arrivare a quel valore assoluto che verrà poi inserito in Costituzione. Certo, ci vuole la volontà politica, ma vedremo dopo che c'è la possibilità di farlo.
Oggi ci sono state parecchie citazioni; poi, ovviamente, mi scuso anche per l'esercizio che faccio di questo fastidioso orpello che ormai è diventata, per qualcuno, la democrazia e il fatto che tutto si debba discutere e lo si debba fare con dei tempi determinati da un Regolamento.
Probabilmente il Consigliere Gariglio avrà avuto fastidio anche per gli interventi di alcuni Consiglieri della sua maggioranza.
Poiché oggi si è parlato di chi fa parte del problema e di chi fa parte della soluzione, a me è venuta in mente una frase di un film (oggi la cultura popolare non è fatta solo dalle commedie, dai libri, dai romanzi ma anche dalle frasi dei film) espressa da un personaggio interpretato da uno dei miei attori preferiti - Robert De Niro - il quale dice: "C'è chi fa parte del problema, chi fa parte della soluzione e chi fa parte del paesaggio".
Ecco, io oggi ho l'impressione che qualcuno voglia far parte del paesaggio per uscire sui giornali, oggi con una riduzione del 10%, fra un mese con una riduzione del 36% e poi con l'adeguamento alla Costituzione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco, per dichiarazione di voto.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
In ordine all'articolato che ci apprestiamo a votare e a seguito di quanto detto prima, non credo di avere nulla da aggiungere rispetto a quanto mi è stato riferito quando mi sono insediato, qualche mese fa.
Dobbiamo documentare e dimostrare tante cose e abbiamo sentito delle argomentazioni le più variegate possibili.
Mi interessa molto la mozione che andremo a votare più avanti, che è collegata a questo testo, e mi interessa molto l'emendamento che ho presentato, così come ne sono stati presentati altri, per andare a capire effettivamente questo risparmio che, grosso modo, è stimato intorno agli 800 mila euro l'anno (euro più euro meno). Sono relativamente poco sensibile rispetto a quello che deve accadere e che ci dovranno dire probabilmente anche mediante un'azione mediatica, da qualche ambito istituzionale ben più alto di noi, che dovrebbe regolamentare questa materia in maniera univoca per tutti e in tutte le regioni.
Non avendo nulla di cui vergognarmi, mi spieghi il Consiglio (me lo deve spiegare il Consiglio) cosa e quanto devo portare a casa. Me lo dica il Consiglio, ma io, per questo motivo, non parteciperò al voto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia, per dichiarazione di voto.



GANCIA Giovanna

Il Gruppo della Lega Nord non partecipa al voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Indico la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Registriamo il voto favorevole del Consigliere Rostagno.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Andrissi, Batzella: il comma 1 dell'articolo 2 della proposta di legge 53 è così sostituito: "L'indennità di carica e il rimborso delle spese di esercizio del mandato dei membri del Consiglio e della Giunta sono ridotte, nella stessa percentuale, in modo che la somma di entrambe le voci non superi l'indennità mensile lorda del Sindaco capoluogo della regione Piemonte come determinata ai sensi dell'articolo 82 del decreto legislativo 267/2000".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Proseguo con il discorso che stavo facendo prima, proprio perché questo emendamento è la prova tangibile che oggi è possibile procedere ad una riduzione pari a quella dello stipendio del Sindaco, così come verrà fatto tra qualche mese.
L'emendamento è chiaro: l'indennità di carica e il rimborso delle spese di esercizio del mandato dei membri del Consiglio e della Giunta sono ridotte nella stessa percentuale, in modo che la somma di entrambe le voci non superi l'indennità mensile lorda del Sindaco capoluogo della regione Piemonte, come determinata ai sensi dell'articolo 82 del decreto legislativo 267/2000.
Oggi il Consiglio, nella sua autonomia, può decidere di ridurre in quella percentuale il trattamento economico dei Consiglieri, senza aspettare un ulteriore mese. Non si capisce: prima si fa una proposta di legge dell'Ufficio di Presidenza che dice di ridurre del 10%, poi l'Ufficio di Presidenza dice che tra un mese ne presenterà un'altra, poi ancora si dice di fare una mozione di indirizzo e di accompagnamento perché si vada al Parlamento a dire che c'è urgenza di rivedere la questione contributiva.
Mi sembra che il gioco del "più uno" non sia il Movimento 5 Stelle a farlo, che l'atteggiamento populista non sia il Movimento 5 Stelle ad averlo.
Ripeto, noi siamo disponibili a rinunciare alla nostra proposta di legge. Siamo venuti qui a discutere e l'atteggiamento di chiusura, su una posizione che è inaccettabile, che limita la riduzione del 10%, oggi è quella della maggioranza. Lo diremo in tutte le piazze, c'era già la possibilità di farlo, invece fa più comodo uscire sui giornali e dire "abbiamo ridotto del 10%, come siamo bravi!", per poi uscire nuovamente fra un mese: "Abbiamo ridotto ancora, siamo bravi! Due riduzioni in due mesi".
Poi arriva Renzi, lo mette in Costituzione e adegueremo la legge. Così mettiamo mano tre volte sulla stessa questione occupandoci meno dei piemontesi. La prossima volta siamo di nuovo qui a discutere delle stesse cose e con gli stessi interventi.
Oggi chiudiamo la questione qui, risolviamola così e poi parliamo dei problemi dei piemontesi.



PRESIDENTE

Ricordo che possono intervenire i Consiglieri che hanno firmato gli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Mi rivolgo sia a lei, Presidente, sia all'Ufficio di Presidenza, sia ai Consiglieri intervenuti prima.
E' il faticoso ed estenuante peso della democrazia quello di avere 50 Consiglieri, già ridotti di dieci rispetto alla scorsa legislatura. Forse tra vent'anni, arriveremo a zero, quindi potremmo accontentare il Consigliere Gariglio per quanto riguarda i costi della politica, che è una cosa che noi condivideremmo, ma anche nel superamento di questa fastidiosa democrazia che prevede la presenza delle opposizioni. Una linea politica che è in piena linea, quindi non verrà scomunicato, con il suo Presidente del Consiglio, Presidente del suo partito ma, purtroppo per noi, anche Presidente di tutti gli italiani, Presidente del Consiglio dei Ministri Renzi, che ha queste tendenze, con queste derive un po' autoritarie.
Noi siamo qui a ricordare il succo del nostro emendamento. Un emendamento chiaro. Trovarsi di fronte ad una maggioranza che dice "noi non accogliamo nessun emendamento perché presentato dalle opposizioni" è un atteggiamento veramente vergognoso. Io lo dico, e lo dico ai Consiglieri del centrodestra: state facendo rimpiangere il centrodestra della scorsa legislatura! Sappiamo quanto abbiamo attaccato politicamente la Giunta Cota e il mantenimento dell'ordine e delle sedute dell'Aula con il Presidente del Consiglio Cattaneo. Qui stiamo andando oltre: a prescindere dal merito qualunque emendamento viene bocciato dalla maggioranza. E' come dire: potete anche lavorare mattino, pomeriggio, sera e notte per il discorso del merito dell'impegno dei Consiglieri dell'opposizione, che tanto i vostri emendamenti non li prendiamo neanche in considerazione.
E poco ci interessa se voi ritenete che non vengono presi in considerazione perché adesso fate un primo intervento di riduzione dei costi della politica. Forse ne prenderete in considerazione, ma non è che qui stiamo giocando. Oggi vogliamo fare degli emendamenti che portano al risparmio, come ha detto il Consigliere Bertola, ma abbiamo presentato anche un altro emendamento che accoglieva delle richieste che sono state formulate anche da alcuni Consiglieri della maggioranza, quello di rivedere anche una riduzione possibile sul rimborso esercizi spesa del mandato per quanto riguarda la presenza alle Commissioni permanenti principali. Anche questo verrà bocciato? Quando viene fatta la discussione di merito? Se non viene fatta in Conferenza dei Capigruppo, non viene fatta in Commissione bilancio, non viene fatta in Aula, ci dite quando diavolo (volevo usare un altro termine, ma poi il Presidente mi riprenderebbe) viene fatta la discussione nel merito di provvedimenti in questa legislatura?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ricordo che sono possibili due minuti per intervento.
Ricordo inoltre che se i Consiglieri non hanno firmato l'emendamento non possono intervenire sull'emendamento stesso.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Oggi mi sono sentita chiamata in causa da più colleghi, gli sguardi erano rivolti verso noi, in particolare verso me. Prima non avevo la facoltà di rispondere; adesso che ce l'ho, volevo rispondere al Consigliere Gariglio e ad altri Consiglieri.
Vi ringrazio per apprezzare la mia onestà e la sincerità quando parlo e affermo le mie opinioni in merito.
Consigliere Gariglio, sa qual è la differenza che intercorre tra me e lei? Anch'io affermo che qui ci sono persone motivate che hanno voglia di fare e di impegnarsi per l'incarico che ci è stato attribuito. La differenza tra me e lei è che io vivo dignitosamente e vado orgogliosa di essermi ridotta lo stipendio e di guadagnare 2.500 euro nette (anche perché, prima di svolgere questo incarico, ne guadagnavo di meno). Ne vado orgogliosa ed è una grande dignità. I miei genitori mi hanno sempre insegnato che tutto ciò che viene guadagnato con onestà e sacrificio, deve renderci orgogliosi, anche se nel piccolo. Quindi, lo ripeto ancora una volta, mi sembra di scorgere delle grandi incongruenze fra tutti voi.
Tutti quanti volete amministrare bene la Regione Piemonte, a tutti quanti sta a cuore il bene dei cittadini, ma sono solo menzogne! Se veramente vi interessa il futuro dei cittadini, allora non riducetevi soltanto del 10% lo stipendio.
E' vergognoso! Piantatela con queste sceneggiate!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento mi sembra molto chiaro. Interpreta la volontà politica espressa dalla maggioranza sia in Commissione che in Aula. La volontà politica è quella di voler equiparare l'indennità complessiva lorda del Consigliere regionale con quella del Sindaco del capoluogo della nostra regione. Sinceramente, faccio fatica a comprendere l'atteggiamento della maggioranza.
Noi abbiamo fatto uno sforzo, perché la nostra proposta inizialmente era ben altra, ne avevamo parlato in Commissione, si attestava sui 7.200 euro lordi, quindi siamo andati incontro all'espressione pubblica della maggioranza. Non capiamo perché ci sia questa necessità di far passare del tempo e di "sprecare" dei soldi inutilmente. Alla maggioranza non costerebbe nulla venirci incontro e approvare questo emendamento, che ritengo sia un emendamento di buonsenso, che noi presentiamo con tranquillità e pacatezza, appunto, perché abbiamo cercato in tutti i modi di andare incontro a quelle che erano le esigenze espresse dall'attuale di questo Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Marrone: Le parole "del 10 per cento" sono sostituite dalle parole "a zero".
La parola al Consigliere Marrone, per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento l'ho presentato in modo volutamente provocatorio.
Volontariamente, mi sono astenuto dall'intervenire nella discussione generale per un motivo, perché ritengo che se di contenimento dei costi della politica stiamo parlando, qualunque intervento che voglia prescindere da una disciplina nazionale del finanziamento della politica diventa del tutto velleitario e privo di reali ricadute positive.
Questo lo dico perché siamo in un sistema politico in cui la vita interna dei partiti è abbandonata alla buona volontà dei partiti stessi sia che si definiscano partiti, sia che si definiscano movimenti e non partiti, con la conseguenza che anche l'amministrazione patrimoniale di queste enormi macchine, sostanzialmente, è in un cono d'ombra del tutto sottratto dal controllo della cosa pubblica.
Allora, vedete, io sono dell'idea che portare queste riduzioni inevitabilmente si vada poi a degenerare in una sorta di gara al ribasso.
Lo stiamo vedendo anche dal dibattito attuale. La cosa che a me fa più male, come conseguenza dell'impantanamento in questo dibattito, è il fatto che alcuni, anche se non so se in modo spontaneo e non calcolato, l'hanno sottolineato, tutto ciò ci sta sottraendo tempo dall'affrontare veramente il problema dei piemontesi.
Sono convinto che i cittadini sarebbero molto contenti di pagarci quello che già prendiamo se riuscissimo a evitargli un aumento delle tasse o un taglio dei servizi, piuttosto di rinunciare a opporci a misure che non vogliamo di questo tipo e dall'altra parte, invece, andarci a ridurre l'indennità, ma questa forse è una mia convinzione da vecchia politica, da trentaduenne quale sono.
Il punto però è quello che, se davvero allora si gioca prestandoci alla gara mediatica della riduzione, portiamo la riduzione al minimo, ovvero a zero.
Nulla lo impedisce, facciamolo per la gloria, così almeno nessuno ci potrà mai più accusare di nient'altro e forse finalmente, se Dio vuole cominceremo a ragionare e a discutere davvero di politica e quindi di misure che abbiano una ricaduta diretta davvero sui cittadini piemontesi.
Per questo motivo, chiederò la votazione per appello nominale di questo emendamento. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Campo, Batzella, Mighetti, Valetti, Andrissi, Frediani: Al comma 1 dell'art. 2 della proposta di legge n. 53/2014 la cifra "10" è sostituita da "50".
La parola al Consigliere Bertola, per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intanto, volevo chiedere su tutti gli emendamenti la votazione per appello nominale così some su tutti i prossimi articoli e sul provvedimento finale.
Questo emendamento lavora su una percentuale, quindi diciamo che noi abbiamo cercato di lavorare su questa proposta di legge della maggioranza in parallelo alla nostra, anche lavorando sulle percentuali.
Quindi, questo emendamento cambia la parte dove si parla della riduzione e propone di portarla al 50% anziché il 10%. Poi, sappiamo che di fondo noi abbiamo dato una disponibilità che è diversa, una disponibilità molto più vicina a quelle che sono le intenzioni anche del PD a livello nazionale, ma tant'è, abbiamo presentato anche questo emendamento che chiede di ridurre di un 50%. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, come il prossimo, che andremo a presentare, è una sorta di cammino verso una riduzione sensibile dell'indennità.
Il nostro sforzo è stato quello di mettere in campo delle alternative che potessero portare quelle che sono le proposte del Movimento 5 Stelle ad un incontro con le proposte della maggioranza.
Probabilmente, questo non ci sarà. Anzi, sicuramente questo non ci sarà.
Questo è un rammarico forte, è un rammarico che dovrete, voi della maggioranza, portare davanti ai cittadini piemontesi e prendervene la responsabilità in un momento storico ed economico difficilissimo.
Il problema vero è la vostra mancanza di volontà. La vostra mancanza di volontà di prendere una decisione che vada contro i vostri interessi.
Il buttare in là nel tempo quella che è la decisione sulla riduzione ci porterà a non prendere ulteriori decisioni. Sinceramente, non mi fido di quello che è il proposito di andare a fare ulteriori diminuzioni nel prossimo futuro. Penso che questa rimarrà l'unica riduzione e non sia andrà da nessun'altra parte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questi emendamenti vanno nel senso di fornire un'ennesima occasione alla maggioranza di poter far passare la sua legge e, allo stesso tempo venire incontro ad una proposta di buon senso, facendo contente le opposizioni, visto che è improponibile approvare una proposta di legge dell'opposizione già solo per il fatto che è nostra, perché è l'atteggiamento abituale che abbiamo visto fino adesso. Se poi aggiungiamo che va a toccare il portafogli dei presenti, non stupisce per niente che fosse un boccone difficile da digerire.
Sotto forma d'emendamento noi speriamo che non venga intaccata la dignità politica della nostra controparte e, allo stesso tempo, che si possa fare qualche cosa che è veramente degno di nota e fa uscire il Consiglio un po' migliore, un po' più umano, un po' più vicino alla situazione economica che riguarda le persone che non si sacrificano nella politica, ma magari si sacrificano da operai, da impiegati, oppure addirittura come senza lavoro.
Questo emendamento propone un taglio del 50% che migliora anche l'ipotesi che limita gli stipendi ai Consiglieri a quello del Sindaco del Comune capoluogo, ed è decisamente un passo in avanti, un'ottima occasione di dimostrare che tutti questi discorsi che abbiamo sentito fino adesso erano giochetti politici per farvi vedere, insomma, che le proposte dell'opposizione sono demagogiche e populiste, mentre invece le proposte della maggioranza sono di buon senso e danno dignità alla politica.
Ecco un emendamento che vi lascia la vostra dignità, ma viene anche incontro a una richiesta di taglio più condivisa da tutte le parti politiche. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La possibilità di intervenire su tutti gli emendamenti è una cosa importante. Trovo veramente un po' scandaloso il fatto che ci sia risentimento nei confronti di questo, anche alla luce del comportamento che è stato tenuto in Commissione bilancio, quando abbiamo parlato di queste stesse cose.
Quando abbiamo presentato i nostri emendamenti in Commissione bilancio e non eravamo in questo consesso, dove comunque si cerca di tenere un po' di ordine, c'era il fuggi fuggi generale, gente che faceva gli affari suoi senza che fosse minimamente ascoltato il merito della presentazione degli emendamenti.
Allora, il ruolo delle opposizioni è quello di cercare, visto che le proposte di legge della maggioranza sono quelle che vengono discusse per la quasi totalità rispetto a quelle delle opposizioni, è quello di cercare di emendare i testi della maggioranza.
E' scandaloso che le opposizioni si prendano due minuti per cercare di cacciare nelle testone dure di chi rifiuta di prendere considerazione il merito delle proposte, perché adesso l'Aula è vuota, siamo di nuovo qui, è lo stesso andazzo della Commissione: c'è un po' più di calma perché sono spariti tutti, ma non interessa. Non interessa! Tutto questo è solo visto come ostruzionismo. E' una vergogna! E' una vergogna per le Istituzioni.
Allora i due minuti ci aspettano tutti e li usiamo. Li usiamo perché, a questo punto, è anche legittimo cercare di farvi capire che, se anche non ci ascoltate, noi cerchiamo di farci sentire per tutto il tempo che c'è concesso.
Poi ci spianerete lo stesso, però almeno il tempo che c'è concesso due minuti per ogni emendamenti - lasciatecelo e non venite a dirci che è inutile o improduttivo. Per noi questi emendamenti sono produttivi; sono la nostra linea politica; sono la nostra proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Le ho concesso quattro secondi in più.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Restituisco i quattro secondi che ha rubato il collega Campo, perch anche in questo noi tendiamo all'economia.
Mi rivolgo ai membri della maggioranza. Voi vedete solo noi otto in quest'Aula, ma in realtà non siamo solo noi otto, dietro di noi ci sono tantissime persone che pretendono - direi a ragione - che noi veniamo qui a dire certe cose.
Nonostante il deserto che vedo tra questi banchi, che denota già il poco rispetto che avete nei confronti dell'opposizione (ovviamente esclusi i presenti, io sto guardando le sedie vuote che sono veramente tante, oltre ad una generale disattenzione), vi chiedo veramente di pensare che dietro di noi ci sono tantissimi cittadini che ci hanno chiesto di farci portavoce di certe richieste. Fra queste richieste c'è proprio un taglio ai costi della politica, ed è un taglio che parte proprio dalla riduzione dei nostri stipendi.
Potete anche deridere questa richiesta; potete anche parlare di richiesta imbarazzante, ma è pur sempre una richiesta che proviene dai cittadini.
Chiudo facendo notare che mi preoccupa una poltrona vuota tra i banchi della Giunta, quella dell'Assessore De Santis, che spero rientri e consenta al Presidente Laus di mantenere la parola data.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Hanno pienamente ragione i colleghi Campo e Frediani che sono intervenuti. Questo mi rincuora, perché almeno una differenza c'è, rispetto alla scorsa legislatura: ho dei colleghi che mi possono rincuorare nell'azione politica.
Più che biasimare gli assenti, voglio ringraziare i presenti del Partito Democratico e delle altre forze politiche della maggioranza, come anche quelle del resto dell'opposizione e gli Assessori, perché ascoltano il dibattito.
A noi piacerebbe, almeno su questi temi, poter avere un dialogo.
Abbiamo dimostrato - e questo è innegabile, lo hanno riconosciuto tutti i gruppi consiliari ed è stato riconosciuto anche all'esterno - che abbiamo cercato un dialogo su questo, a differenza della scorsa legislatura, quando forse c'era meno attenzione, anche complessiva, e meno pressione mediatica sui temi dei costi della politica.
In questa legislatura c'è stata comunque, anche se minima un'intenzione di andare in questa direzione da parte di una maggioranza.
Di questo, quindi, bisogna darvene atto, perché abbiamo detto che volevamo un confronto costruttivo nel merito delle proposte, che venissero dal Partito Democratico, da Movimento 5 Stelle, da Forza Italia o da altri gruppi del Consiglio regionale. Questo non è stato.
E' ovvio, quindi, che tutte le volte che si perde la possibilità di fare un dialogo, un dibattito costruttivo nelle sedi preposte prima dell'Aula, poi aumenta il contenzioso nell'Aula stessa.
Ma noi stiamo usando toni tranquilli (in alcuni interventi lievemente sopra le righe), ma non stiamo mostrando striscioni.
Qualcuno mi chiedeva se avrei stampato di nuovo delle banconote facsimile (si ricorderà sicuramente il Vicepresidente Reschigna della distribuzione delle banconote).
Noi, quindi, chiedevamo, chiediamo e continuiamo a chiedere un confronto nelle sedi opportune. Ci sono le Commissioni, perché sappiamo che in Aula - e vado a terminare, Presidente, per non abusare della sua pazienza - il confronto di solito non si fa.
Noi abbiamo presentato degli emendamenti.
Lo abbiamo detto anche in Commissione: c'è possibilità di discutere, ma se invece la posizione è pregiudiziale, cioè su tutto quello che presenta l'opposizione è "no", perché il pacchetto è blindato come i decreto legge a Roma, allora veramente prepariamoci ad un innalzamento della tensione e del livello di scontro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Campo, Batzella, Mighetti, Valetti, Andrissi, Frediani: al comma 1 dell'articolo 2 della proposta di legge n. 14 la cifra "10" è sostituita dalla cifra "36".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Il Consigliere Bono era abituato a fare lunghi interventi da solo nella scorsa legislatura, quindi non si stanca più di tanto.
L'emendamento 5) è simile a quello rubricato al n. 4), solo che agisce su una percentuale diversa.
Potrebbe sembrare una cifra strana, 36% di riduzione, ma è esattamente il valore assoluto dell'attuale retribuzione del Sindaco di Torino.
Il messaggio è: lo vogliamo scrivere, per mezzo di una riduzione dello stipendio che abbiamo adesso, in percentuale? Lo vogliamo scrivere come limite massimo rispetto all'indennità e rimborso per le spese di mandato così come determinato dal Testo Unico degli Enti locali? Come lo vogliamo fare lo possiamo fare, si tratta solo di avere la volontà politica di arrivare fino lì.
Anch'io ringrazio i colleghi della maggioranza che stanno ascoltando, e so anche che alcuni di loro voterebbero volentieri la nostra proposta di riduzione, però probabilmente hanno una disciplina di partito di maggioranza alla quale devono sottostare.
Tuttavia è curioso che, proprio mentre la maggioranza - parte della maggioranza - dichiari fastidio verso un dibattito in Aula e si lamenti perché l'opposizione chiede di terminare le sedute di Commissione all'orario predeterminato e fissato, in realtà, quando noi abbiamo discusso queste proposte di legge in Commissione, siamo andati avanti fino alle venti, con la differenza che noi c'eravamo tutti e della maggioranza non c'era quasi più nessuno. Non c'era quasi più nessuno in Commissione e i pochi che c'erano hanno bocciato in modo facile questi emendamenti senza nemmeno leggerli.
Questo va detto, perché poi bisogna anche controbilanciare certe cose dette.
Lo ripeterò fino a stancarvi e ad annoiarvi: oggi c'è la possibilità di arrivare ad una riduzione che è qualcosa di definitivo, se lo si vuole fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare, in senso veramente non ostruzionistico, due soli emendamenti riguardanti le percentuali di riduzione.
Sappiamo bene, per un po' di esperienza emendativa della scorsa legislativa, che aver presentato un numero cospicuo di emendamenti solo sulle cifre avrebbe portato all'annullamento degli stessi, prendendo magari in considerazione solo il primo, l'ultimo e uno mediano, ma non era nostra intenzione fare una cosa del genere.
Noi ricordiamo che la nostra proposta di legge, la n. 54, che dopo forse verrà discussa (non sappiamo ancora se verrà discussa o licenziata direttamente con un voto negativa come è stato fatto in Commissione) prevede una riduzione degli stipendi del 60%.
Noi volevamo ottenere, quindi, solo i 4.500 euro del rimborso spese nell'esercizio del mandato, ma poi alcuni colleghi della maggioranza ci hanno fatto notare che probabilmente non era bello, come segnale all'esterno, lasciare solo una quota netta rispetto al lordo su cui venivano prese delle tasse.
Noi - non vorrei dire "a differenza della maggioranza", per non creare ulteriori contrapposizioni - prendiamo atto dei suggerimenti che vengono dati alle nostre proposte di legge o alle nostre proposte emendative quindi l'avevamo emendata facendo sì che il 60% fosse la riduzione sia sull'indennità di carica, sia sul rimborso spese di esercizio del mandato.
Fermo restando che, ad oggi, i Consiglieri comunali, ad esempio, prendono solo il gettone di presenza (mi riferisco al Comune di Torino, non parlo ovviamente, dei Comuni piccoli, in cui il gettone di presenza è poca cosa).
Prendono, se non erro, 120 euro come gettone di presenza esentasse, quindi non è una cosa fuori dal mondo! La nostra proposta di legge, quindi, era del 60%: emendamento al 50 emendamento al 36%. Infine, emendamento con il tetto dello stipendio del Sindaco del Comune capoluogo.
Ricordo - e chiudo - che ad oggi noi non abbiamo ancora in mano un atto formale - rinnovo l'invito in tal senso alla Commissione bilancio, per un prossimo emendamento - che ci dica quanto prende il Sindaco del Comune capoluogo della Regione Piemonte. Non lo sappiamo.
Lo ripeto nuovamente, e spero che poi venga riportato anche al Presidente Barazzotto e alla Commissione bilancio: ma su questo punto faremo una richiesta formale, cosicché tra quattro anni, quando ci sarà la modifica in Costituzione dello stipendio dei Consiglieri regionali, potemmo prenderne atto e modificare questa legge. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Prima un inciso sull'emendamento: sicuramente non è ostruzionistico.
Ma, probabilmente, se questo provvedimento non uscirà dall'Aula oggi saremo accusati di ostruzionismo.
C'è da dire che l'ostruzionismo, con interventi fiume, oggi è stato operato anche dalla maggioranza. Dunque, l'ostruzionismo ve lo siete fatti un po' da soli.
Chiaramente siete dei maestri, perché l'ostruzionismo l'ha inventato la sinistra tanti anni fa. Noi abbiamo imparato, con beneficio di inventario tutte le pratiche possibili per dar voce a quelli che sono i nostri malesseri dal punto di vista delle iniziative legislative che ci portate e che blindate in Aula.
Noi portiamo avanti il nostro atteggiamento duro su questi provvedimenti, perché, come diceva prima la collega Frediani, abbiamo un mandato dei nostri elettori; un mandato di essere ferrei su queste tematiche, sulle tematiche dei costi della politica.
I nostri elettori sono un po' più crudi nelle loro osservazioni. Prima il Consigliere Campo diceva che voleva far entrare nelle teste dure della maggioranza il concetto che le riduzioni che noi proponiamo sono cose giuste e necessarie. Vi assicuro che gli elettori, se capissero effettivamente quello che sta succedendo oggi, non chiederebbero conto a noi, che a vostro parere perdiamo tempo, ma chiederebbero a voi il perch di una riduzione così timida rispetto alla possibilità di una riduzione più cospicua, come l'abbiamo proposta noi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Non lo so, sembra che soffra...



PRESIDENTE

No, no.



CAMPO Mauro

La questione è sempre la stessa: non vogliamo veramente prendere in considerazione queste cose. Quello che mi aspetterei da un dibattito è che ci dicano anche il perché.
Voi capite che non mi potete dire: "Vogliamo dare un primo segnale, poi faremo meglio". Perché il primo segnale può già essere una scelta forte! Anche perché sappiamo tutti qual è l'obiettivo finale: perché ci prendiamo in giro così? E' l'ennesimo tentativo di tirare a campare, di vedere che cosa succederà, di aspettare che qualcun altro risolva il problema per noi. Perché tanto non c'è questo interesse a ridursi lo stipendio, togliamo il minimo sindacale.
Vi abbiamo offerto, sia in Commissione che in Aula, un'ampia scelta di possibili soluzioni, che non siano questo ridicono 10%. E' quello che trovo umiliante, non il fatto di essere qui a discutere di ridurre lo stipendio.
Lo trovo umiliante. Immaginatevi, poi, quando dovremo farlo magari per i dirigenti o per i Direttori generali di partecipate: dovremo andare a discutere con i sindacati di queste cose e loro ci verranno a dire: "Ma voi, dopo tutto, che cosa avete fatto? Una cosa simbolica, e aspettate che sia qualcun altro, d'imperio, dall'alto, a decidere per voi, e poi eventualmente vi allineerete".
Ma per favore! Vo lo dico adesso come ve lo dirò nella successiva proposta di legge, al nostra, che a nostro avviso è molto ben strutturata proprio per venire incontro a quello che sarà l'eventuale proposta nazionale (dico "eventuale", perché poi il signor Renzi dice tante cose, ma poi ne fa forse una o due!). Guardiamo bene il merito di queste proposte: ripensateci e scegliete qualcosa di un pochino più coraggioso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ribadendo quanto detto dal Consigliere Campo, auspichiamo che una delle opzioni suggerite venga perlomeno presa in considerazione in quest'Aula per non dare a questa proposta di legge un puro aspetto cosmetico, di cui sinceramente, si faceva anche a meno. Dire che si riduce per poi ridurre di così poco, penso che sia insignificante sia dal punto di vista dl bilancio sia dal punto di vista dell'opinione pubblica.
Noi, sinceramente, non comprendiamo quali motivi tecnici o politici vi siano per non accettare un emendamento con una riduzione un pochino più seria: quella scelta non potrebbe che far del bene al Consiglio regionale e non potrebbe che essere accolta con favore dall'intera opinione pubblica perché si tratterebbe di un vero risparmio.
Mettiamo da parte l'ascia di guerra e le contrapposizioni. Vogliamo capire qual è l'opinione della maggioranza e quali sono le motivazioni tecniche o politiche che impediscono l'approvazione di una proposta di buonsenso, che, tra l'altro, emenda una legge già proposta dalla maggioranza, per cui non stravolge per nulla gli intenti; anzi, li renderebbe ancora più visibili alle persone comuni, che, invece, leggendo l'indomani un articolo di giornale con il titolo "Riduzione degli stipendi: 10%" direbbero: "E quindi? Tutto questo casino per niente!". Insomma facciamolo come si deve.
Ringrazio per l'attenzione. Attendiamo fiduciosi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente, sarò breve questa volta.
Rivolgo un appello a tutti i nuovi Consiglieri, in particolare ai giovani. Sono esterrefatta e stupita del fatto che non ci sia stato alcun intervento da parte dei Consiglieri giovani.
Mi pongo questa domanda: o tutti i miei colleghi hanno sempre guadagnato tanti soldi, hanno sempre avuto uno stipendio elevato, oppure provengono da una famiglia ricca.
Io non provengo da una famiglia ricca, ma da una famiglia con una grande dignità e onestà. Ho sempre percepito uno stipendio normale, dunque mi chiedo: ma gli altri Consiglieri sono tutti ricchi e percepivano uno stipendio alto? Ripetiamo infatti che operare una riduzione del 10% ci sembra molto poco.
Mi affido quindi ai colleghi giovani, affinché si facciano un esame di coscienza e riflettano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente. In questi giorni abbiamo visto che la Giunta ha varato un aumento del bollo e dell'IRPEF. Almeno da quanto risulta in quanto riportato dai giornali, si sta chiedendo un sacrificio ai cittadini piemontesi. Io credo quindi che altrettanto debba essere fatto dai Consiglieri di questa Regione. Riteniamo che il 10% sia uno sforzo decisamente ridotto, anche rispetto alle indicazioni fatte dalla maggioranza.
Questo emendamento, quindi, parla proprio di una percentuale che consente di arrivare alla cifra che era indicata a livello nazionale. Ma perché aspettare le indicazioni a livello nazionale? Secondo me siamo in grado di autogovernarci e di indicare noi, prima del Governo nazionale, una cifra che possiamo ritenere congrua per fare attività politica in questa Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Prendo la parola soltanto per ringraziare, come hanno fatto i miei colleghi. Siccome prima ho fatto notare l'assenza di molti Consiglieri della maggioranza e dal momento che vedo di nuovo i loro banchi pieni ringrazio per la loro presenza anche i Consiglieri che sono rientrati e prendo questo gesto come un sintomo che mi infonde un particolare ottimismo.
Probabilmente, infatti, siete rientrati attratti da questa discussione e quindi state pensando di valutare le nostre proposte e di votarle.
Questo, quindi, mi rassicura molto e vi ringrazio di quest'attenzione.



PRESIDENTE

Prima di procedere con le votazioni sull'articolo 2, invito i Consiglieri a sedersi composti nei banchi.
Comunico che il numero legale è 26.
E' stata richiesta la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3 L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 30 Consiglieri ha votato SÌ 1 Consigliere hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Do atto per il verbale che la Consigliera Ruffino, la cui postazione elettronica risulta difettosa, ha dato il voto di presenza.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 37 Consiglieri ha votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 37 Consiglieri ha votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Monaco: "Art.2 bis (Istituzione dell'"Incubatore professionale di Scienze Infermieristiche" e del Fondo "Incubatore professionale di Scienze Infermieristiche") 1. Al fine di promuovere borse di studio a favore di laureati da non più di 2 anni al corso di laurea in "Scienze Infermieristiche", equipollente o equivalente per lo svolgimento di stage presso le Aziende Sanitarie locali le Aziende ospedaliere e le istituzioni sanitarie convenzionate o accreditate della Regione Piemonte, finalizzate al mantenimento della professionalità di scienze infermieristiche, la Giunta regionale provvede all'istituzione, anche attraverso la stipulazione di appositi accordi con gli atenei piemontesi, le istituzioni convenzionate e con le ASL e ASO dell'"Incubatore professione delle scienze infermieristiche" (di seguito "Incubatore").
2. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione consiliare competente, approva un regolamento che definisce le modalità di istituzione dell'"Incubatore" di cui al comma 1 nonché i criteri per l'erogazione delle borse di studio.
3. All'interno della unità previsionale di base (UPB) 20131 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 è istituito il fondo "Incubatore professione di scienze infermieristiche" al quale sono trasferite le risorse finanziarie derivanti dai risparmi di spesa di cui all'articolo 2 della presente legge, stimati in 803.000 euro annui.
4. Le borse di studio di cui al comma 1 sono finanziate con le risorse iscritte nel Fondo di cui al comma 3.".
La parola al Consigliere Monaco per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è finalizzato a stabilire dove finiscono i soldi di questi risparmi derivati dalla riduzione degli emolumenti ai Consiglieri.
Le proposte potrebbero essere tante e io me ne sono immaginata una che possa dare un sollievo e un sostegno ai nostri giovani. Pensavo ad una sorta di - come l'ho definito - "incubatore degli infermieri".
Immaginiamo questi giovani che fanno un corso breve di laurea di tre anni per una professione secondo la quale e per la quale c'è bisogno di una grandissima manualità e praticità quotidiana. In un periodo di concorsi bloccati, assunzioni nel pubblico impiego bloccate e in cui non esistono sbocchi occupazionali, perderebbero in pochissimo tempo le proprie capacità di addestramento e quindi anche il mantenimento di un esercizio professionale, educativo, scolastico/universitario. E' un investimento della collettività, quello universitario, che andremmo a perdere.
Ecco perché ho immaginato gli infermieri. Ci sono tante altre categorie, ma quella la conosco bene e quindi mi sono rivolto a loro.
Allora, immaginando un risparmio stimato intorno agli 803 mila euro dall'operazione che dovrebbe derivare da questa legge, l'idea è di affidare alla Giunta la possibilità di stilare un regolamento di accesso a borse di studio per giovani laureati - ad uno o massimo due anni dalla laurea affinché possano frequentare strutture sanitarie accreditate della nostra Regione (pubbliche, convenzionate o che dir si voglia), a condizione - e qui porrei una condizione che non è stata scritta nell'emendamento, ma che si può suggerire alla Giunta - che i reparti che vanno ad accogliere questi giovani in borsa di studio per il mantenimento di questa loro professionalità non abbiano carenza di personale. Altrimenti, si creerebbe una struttura surrettizia per integrare del personale carente; invece le strutture devono avere la propria dotazione organica.
Lo spirito di quest'emendamento, infatti, è che l'esercizio che sta facendo il Consiglio di iniziare un percorso che possa addivenire ad una futura stabilizzazione di una riduzione dei costi della politica non vada perso in un calderone di cui non si sa assolutamente più nulla e che quindi non porta reali benefici a qualcuno che conosciamo.
Io mi sono immaginato questo incubatore di giovani infermieri, affinch loro possano trarre beneficio da questa riduzione degli stipendio dei Consiglieri regionali e in modo che sappiamo anche noi che una fascia di nostri giovani possono esserne i destinatari.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Monaco.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Berutti, Gancia, Marrone, Porchietto, Ruffino e Vignale: dopo l'articolo 2 della proposta di legge n. 53 è aggiunto il seguente: "2 bis. (Ulteriori riduzioni ai fini della razionalizzazione della spesa pubblica) 1. La Regione Piemonte, al fine di concorrere ai processi di contenimento della spesa pubblica, opera le seguenti razionalizzazioni: a) riduzione del 50% del budget degli Uffici di comunicazione del Presidente della Giunta e degli Assessori b) utilizzo delle auto di servizio esclusivamente dalle sedi degli Assessorati e non dalle abitazioni private dei componenti la Giunta regionale, con l'esclusione del Presidente della Giunta c) riduzione del 50% delle spese di trasferta e missione d) riduzione del 50% delle spese di comunicazione istituzionale.
Le riduzioni di cui al comma precedente si attuano a decorrere dal 1 gennaio 2015.".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Berutti, Gancia, Marrone, Porchietto, Ruffino e Vignale: art. 2 bis (Divieto di cumulo) 1. "Il trattamento economico mensile spettante ai membri del Consiglio e della Giunta regionale non è cumulabile con assegni vitalizi del Parlamento nazionale o europeo.
Qualora il medesimo vitalizio sia inferiore al trattamento economico mensile il medesimo viene ridotto della stessa cifra percepita dal vitalizio." Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha un fine, cioè quello di far sì che rispetto all'attività di riduzione dei costi della spesa, che il Consiglio regionale con più norme ha attuato nella precedente legislatura e anche con il provvedimento di oggi, si veda una corrispettiva riduzione delle spese della politica all'interno della Giunta regionale.
L'emendamento, tanto per dare anche valore economico a ciò che si propone, ha un valore intorno ai due milioni di euro. Sono circa un milione e 500 mila euro le riduzioni degli uffici di comunicazione e più o meno mezzo milione di euro - e anche di più, perché bisogna vedere quanto verrà imputato sulle spese di comunicazione istituzionale - rispetto a quelle che sono le spese di trasferte e di missione, le spese di comunicazione istituzionale e l'utilizzo delle auto di servizio esclusivamente dalle sedi degli Assessorati e non dalle abitazioni private dei componenti della Giunta, con l'esclusione del Presidente della Giunta regionale.
Questo per cercare di capire se i ragionamenti che si fanno, così come in un emendamento successivo, portano a dichiarazioni che siano anche declinate nella propria attività.
Mi spiego. Quando il Presidente Chiamparino dice in Aula, ma anche sui giornali, che la riduzione del 10% - e oggi lo ricordava anche il Vicepresidente - è una riduzione che in qualche modo accoglie una proposta del Consiglio, ma ci si aspetta che il Consiglio proceda rispetto a quella che è la modifica, anche in anticipazione, rispetto alla modifica del Titolo V della Costituzione, quindi con una determinazione dei compensi dei Consiglieri regionali che, come oggi avviene, è determinata da legge nazionale e non da norme regionali, crediamo che se si è conseguenti alle dichiarazioni che si fanno nei confronti del Consiglio, si è conseguenti anche in casa propria. Cioè, le riduzioni si fanno non solo invitando il Consiglio a costare di meno, ma potendolo fare, senza la necessità di intervento del Consiglio - perché una parte di queste misure possono essere fatte con una deliberazione della Giunta regionale - si facciano anche all'interno della Giunta.
Così come la norma, anche questa ha una data di applicazione, cioè dal 1° gennaio 2015.
Come ho detto in apertura, rispetto agli 800 mila euro che complessivamente andremo a risparmiare garantendo efficienza rispetto alle nostre indennità, questa misura vale due milioni di euro.
Quindi, crediamo che possa essere una misura di buon senso e che possa essere accolta.



PRESIDENTE

Posso considerare questo suo intervento come illustrazione anche dell'emendamento rubricato n. 7)? Il Consigliere Vignale lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Campo, Bono Bertola, Frediani, Andrissi, Valetti, Grimaldi, Marrone: dopo l'articolo 2 si aggiunge l'articolo: (Modifica dell'articolo 1.3 della legge regionale 10/72 Al comma 2 dell'articolo 1.3 della legge regionale 10/72 sono aggiunte al termine le seguenti parole: "e quelle della Commissione consiliare permanente dichiarata prevalente dal Presidente del Gruppo" Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento l'abbiamo presentato adesso e ringraziamo i tre Capigruppo che l'hanno appoggiato. L'emendamento vuole cogliere lo spunto già illustrato dai Consiglieri Vignale e Appiano sul fatto di incentivare la presenza in Commissione.
Semplicemente andiamo ad aggiungere una piccola voce al comma 2 dell'articolo 2, con la quale chiediamo che venga decurtata l'indennità del Consigliere assente non giustificato dalla Commissione prevalente, secondo come definito dal Capogruppo, di 150 euro.
Ci sembra che questo comporterebbe qualche risparmio, visto che spesso ci sono parecchie assenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa mi sembra una proposta di buon senso che raccoglie alcune delle istanze sollevate dai colleghi già citati prima dal Consigliere Campo, che tra l'altro riprende un'istanza che era stata usata per un breve periodo nella scorsa legislatura proprio quando vennero introdotti i tablet per il rilevamento delle presenze su cui noi adesso firmiamo.
Molti colleghi nuovi chiedevano ai Consiglieri presenti nella scorsa legislatura a cosa servisse firmare se poi non vengono pubblicati i dati sulle presenze dei Consiglieri nelle Commissioni, perché non mi risulta che sono pubblicate le presenze, ma solo quelle del Consiglio regionale.
Inoltre, non viene dato un gettone in più e non viene apportata una penalizzazione sul rimborso spese per esercizio del mandato, qualora uno sia assente alle Commissioni. E quindi, in effetti non se ne capisce l'utilità.
Nella scorsa legislatura era stato introdotto proprio per evitare che ci potesse essere la possibilità che qualche Consigliere arrivasse firmasse e se ne andasse, o che addirittura qualcuno firmasse per altri colleghi.
Questa è una pratica che abbiamo visto succedere anche in alcuni Consigli comunali e sono state coinvolte anche alcune Circoscrizioni di Torino. Quindi, serviva per irreggimentare un po' le presenze.
Noi oggi Consiglieri siamo tenuti dal Regolamento ad iscriverci da un minimo di una Commissione ad un massimo di quattro. Quindi, anche i Consiglieri monogruppo - io lo so perché lo sono stato per un pezzo della scorsa legislatura - possono iscriversi a quattro Commissioni, ma ovviamente tutti i Consiglieri hanno diritti di partecipare a tutte le sedute delle Commissioni - per fortuna, ci mancherebbe! - e quindi anche a sei.
Noi all'inizio ritenevamo che si potesse inserire una penalizzazione per tutte le Commissione consiliari permanenti a cui un Consigliere fosse iscritto, ma facendo l'esempio e dimostrando ancora una volta che siamo disponibili a ragionare, con i colleghi dei monogruppi abbiamo ragionato e condiviso una proposta, presentando questo emendamento, perché si è ritenuto che fosse difficile per un Consigliere monogruppo essere presente a quattro delle sei Commissioni che segue.
Può succedere che si assenti, avendo un carico gravoso.
Quindi, abbiamo emendato la proposta, dicendo che la penalizzazione pari a quella del Consiglio sia solo sulla Commissione permanente principale, così come determinata dal Presidente del Gruppo.
Pertanto, ogni Consigliere avrà una sua Commissione principale, che si occupa di sanità, di bilancio o di trasporti, e su quella, in caso di assenza non giustificata, con delibera dell'Ufficio di Presidenza viene erogata una penalizzazione al massimo di 150 euro.
Mi sembra un emendamento condivisibile.
Spero che anche questa volta i Presidenti dei vari Gruppi consiliari non vogliano dare un parere negativo anche su questo, dicendoci che la norma è buona, ma viene rinviata a momenti migliori, perché francamente non capiremmo di nuovo la motivazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come ha detto il collega Bono, noi con questo emendamento ci prendiamo il compito, che sembra quello dominante in quest'ultimo periodo, che è quello di raccogliere le parole dette da Renzi o le parole dette da Chiamparino o da alcuni Consiglieri di maggioranza in Aula e metterle su carta per vedere se rimangono parole o se alle parole si vogliono fare seguire i fatti.
Si è detto che attualmente, per come sono organizzate e pianificate le Commissioni e per come viene registrata la presenza, non ci sono penalizzazioni se non c'è la presenza in Commissione, proprio perché, a differenza di quanto avveniva prima, si è dato un mensile di 4.500 euro come rimborso netto.
Proprio perché siamo d'accordo con questo e proprio perché siamo d'accordo con il valutare l'attività dei Consiglieri e, quindi, con il retribuirli anche in proporzione all'attività che svolgono, abbiamo ritenuto di dover raccoglier questa segnalazione della maggioranza e metterla nero su bianco.
Quindi, chiaramente ci aspettiamo che la maggioranza dia un voto positivo a questo emendamento, altrimenti vorrebbe dire che oggi si sono fatte delle parole al vento, e noi assolutamente non vogliamo sprecare il tempo.
Spero che valga lo stesso anche per la maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).



(Commenti del Consigliere Appiano)



PRESIDENTE

Nella discussione generale, sì.
Vuole intervenire? APPIANO Andrea (fuori microfono) Certo.



PRESIDENTE

E' sufficiente chiedere la parola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Ovviamente, quest'emendamento presentato in fretta e furia, di cui non leggo neppure il testo, quindi prendo atto dell'illustrazione.



(Commenti in aula)



APPIANO Andrea

Io non ce l'ho; comunque, mi fido di come l'avete illustrato.
Non ho alcuna difficoltà a votare quest'emendamento, però ne segnalo il carattere un po' furbesco, nel senso che il mio ragionamento, come quello di altri colleghi, o viene assunto nella sua interezza, quindi se ne discute poi a 360° gradi, oppure, se viene solo in extremis colto un aspetto e tradotto in un emendamento estemporaneo, non avremmo risolto il problema di sistema.
Personalmente, non avendo mai fatto assenze ai lavori di Commissione potremmo anche decurtare mille euro e su di me non avrebbe alcun tipo di effetto. Il problema è che, alle ore 18, su un ordine del giorno di 21 punti siamo al punto n. 5), avendone saltato uno; il problema è quello degli orari contingentati, che oltre una certa ora non si può andare; il problema è la partecipazione obbligatoria ad una Commissione (massimo quattro), quindi assoluta discrezionalità di iscrizione ad una, due, tre quattro, finanche parteciparne a sei. Quindi, il problema è che se cinque o sei persone presentano una proposta di emendamento e la sottoscrivono tutti possono illustrarla. In realtà, poi, siccome la fantasia oratoria è quella che è, in realtà non si illustra l'emendamento ma si dice tutt'altro; poi, volendo, si potrebbe svolgere la discussione.



PRESIDENTE

Sono terminati i due minuti.



APPIANO Andrea

Quindi, voterò a favore, ma lo ritengo veramente un piccolo elemento di per sé inutile per affrontare il problema di sistema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Anch'io credo che questa discussione avremmo dovuto svolgerla in Commissione; però, oltre a credere e a sperare sempre nella buona fede dei miei interlocutori e di ogni Consigliere, sto soprattutto al merito.
Poiché ci sono tanti dubbi e molto malumore da parte dei Consiglieri su una norma che potrebbe essere interpretata in modo troppo estensivo, nel senso che alcuni Consiglieri, giustamente, seguono molte più Commissioni di altri, credo che assegnare a tutti una Commissione prevalente e su quella decurtare parte del nostro emolumento, qualora non partecipassimo a quella Commissione, non sia niente di grave. Così l'ho interpretata e così sono felice di avere dato la possibilità, intanto, di presentarla e voterò anche a favore.
Devo dire la verità, se questo voto favorevole servisse anche a concludere in questa seduta questo tipo di discussione e ad alleggerire un po' i toni, perché, ripeto, non è su questo.



(Commenti in aula)



GRIMALDI Marco

No, lo dico a tutti, non lo dico ai 5 Stelle, lo dico a tutti noi.
Questa mattina, ho cercato di porlo come una metafora, vorrei essere più esplicito: quello che ognuno di noi pensa del proprio lavoro e della propria etica non c'entra niente con questa cosa qui. Cioè, io partecipo a tutte le Commissioni, a prescindere da questa cosa qui e c'è chi, a prescindere da questo emendamento, deciderà se andare o no alle Commissioni, io non ne farei una questione etica.
Purtroppo, in tutte le discussioni qualcuno ha parlato addirittura del fatto che non siamo privilegiati. No, per me siamo anche privilegiati, ve l'ho già spiegato il motivo: per me è un privilegio svolgere il lavoro che è anche la mia passione.
O che non lo si ritenga un privilegio non importa.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



GRIMALDI Marco

In questa discussione non importa proprio.
Allora, in quest'emendamento ho visto solo del buonsenso e solo sul buonsenso voterò a favore, a prescindere dai toni, dalle argomentazioni e da tante altre considerazioni che sono state fatte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1 L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 14 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6 L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 7) è stato ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8 L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 17 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin per dichiarazione di voto sull'intero testo.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Con questo provvedimento, al quale noi daremo il nostro voto favorevole, ancorché avremmo preferito come Gruppo - abbiamo avuto modo di dirlo in diversi interventi, sia in Commissione che in Aula - una valutazione complessiva del sistema, noi andiamo incontro ad una richiesta proveniente dal mondo esterno, in un momento di grande difficoltà.
Nei momenti di difficoltà è assolutamente necessario che tutti guardino, prima di tutto, anche in casa propria.
Il dibattito di oggi, però, ha messo in luce tutta una serie di sfaccettature che meritano un attimo di riflessione, ed anche - se volete di preoccupazione, tenendo conto del fatto che questa è un'Assemblea legislativa e non - con tutto il rispetto - una riunione di condominio. E' un'Assemblea legislativa di una realtà grande come il Belgio, una realtà di quattro milioni e mezzo di abitanti, pertanto ha la responsabilità di avere sulle spalle la gran parte della sorte (pensate a tutta la partita sanitaria o alla partita trasporti, ma anche alle scelte ordinamentali) e il futuro di questa regione e di quattro milioni e mezzo di piemontesi.
Forse non tutti sentono tale responsabilità - questo è vero - perch così come all'esterno non tutti sentono o hanno la sensazione corretta della realtà, forse anche tra di noi, in certi momenti (ognuno ha i suoi problemi) non si sente completamente la responsabilità. Nel contempo, c'è l'altra valutazione: essendo un'Assemblea legislativa, un organismo costituzionale, vi è la garanzia della democrazia.
Francamente, alcuni interventi di oggi li posso anche giustificare perché è facile cavalcare il populismo, cioè arrivare alla fase estrema: quanto dobbiamo pagare per essere qui a rappresentare i piemontesi? Per me è un onore rappresentare i piemontesi ed è stato un onore entrare in quest'aula 19 anni fa, nel 1995. E' stato un onore e sono venuto qui lasciando una cattedra e gran parte della mia professione, ma sono venuto perché c'era un'indennità che mi permetteva di guardare al futuro, avendo tre figli piccoli.
La valutazione di fondo è che, essendo un'Assemblea legislativa ed essendo uno dei fondamenti della democrazia, dobbiamo rapportarci a ci che, nel 1946 - a seguito degli anni '43-'45 o comunque '40-'45 - i costituenti, trovando un accorto tra le posizioni più lontane, diedero come principio della Repubblica e della Costituzione, e quindi dell'indipendenza.
Il rischio emerso in quest'aula oggi, o meglio, la questione posta oggi non è stata quella della congruità dell'indennità, dell'equilibrio, della cifra giusta, dove si possono avere opinioni anche molto diverse fra di noi, ma è stata quella di andare da un estremo all'altro, quella del "non serve a niente", quella di pagare la presenza. Ma signori, ci rendiamo conto di cosa vuol dire? Le elezioni, nella democrazia, e quindi anche la garanzia dell'indennità, dovrebbero essere la garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza. Poi, come abbiamo visto anche in quest'aula e nelle altre, ci sono i malfattori, i ladri, i ladroni, i birboni. C'è di tutto! D'altra parte, se è lo specchio della società - ahimè - sovente purtroppo arrivano anche quelli, ma dovrebbe arrivare anche una classe dirigente, e la classe dirigente deve essere quella migliore (si spera), e questo io lo auguro per il futuro. La classe dirigente migliore, naturalmente, deve anche essere nella condizione di avere quell'indipendenza ed autonomia che probabilmente, con i meccanismi del taglione (tagliamo il 10%, ecc.) non ci sarebbe.
Io ho firmato l'emendamento che chiede una riduzione del 50% della struttura della Giunta, sapendo benissimo - tra l'altro - che sarebbe stato bocciato, quindi era anche un po' provocatorio, come l'emendamento del collega Marrone, che praticamente annullava la norma.
Su questo, però, prego di riflettere: ci rendiamo conto della responsabilità che abbiamo quando facciamo questo tipo di valutazione? Io dichiaro, a nome del mio Gruppo e mio personale (tanto sono anche all'ultima legislatura!), la completa disponibilità a valutare un equilibrio, una congruità, con riferimento all'indennità del Sindaco, con riferimento ai meccanismi delle distanze, sui rimborsi spesa, tutto quello che volete, ma fatto seriamente, non per avere il titolo sul "Gianduia news" domani mattina! Noi stiamo scherzando con il fuoco, davvero! Dico noi, perché mi ci metto anche io, perché sono stato anche io tutto il giorno, da stamattina fino adesso, qui, ad ascoltarvi.
Ho richiamato il '43-'45, perché c'è gente che in quegli anni ha lasciato la pelle per la democrazia in questo Paese! Sentirmi dire, qui, da qualcuno "tanto non servite a niente", come traspariva in alcuni interventi, mi ha preoccupato. Ve lo dico sinceramente! Mi ha fatto venire in mente una battuta che qualcuno ha detto: un'aula parlamentare è un luogo per il proprio manipolo.
Questo è il concetto di democrazia? Vogliamo arrivare a questo? Vogliamo arrivare ad un meccanismo di lobbismo puro? Guardate che in quest'Aula c'è qualcuno che se si mettesse a fare il lobbista, con l'esperienza che ha, probabilmente, sotto l'aspetto economico, gli renderebbe molto di più. E perché non lo fa? Non lo fa, perché qualche radice, qualche passione, qualche dovere c'è ancora.
E poi, c'è un'altra valutazione: tutti si vergognano, ma la politica costa, i partiti costano. Chi è in un partito politico, chi non esce da internet, in automatismo, deve mantenere il partito politico. O lo si mantiene in modo serio o lo si mantiene vendendo i provvedimenti di legge.
Io sono tra quelli che pensano che bisogna mantenerlo in modo serio facendo versare, ognuno, ogni mese, la propria quota. Ma anche questo è parte del costo della democrazia.
Noi dobbiamo avere il coraggio di dirci in faccia le cose, di dire qual è la realtà, sederci in modo serio, analitico, e trovare il punto di congruità, il punto di equilibrio. Io sono pronto ad accettare, si pu essere minoranza rispetto ad un punto di equilibrio che si trova, ma non scherziamo in questo modo. Il segnale dato? Siamo d'accordo sul segnale, ma adesso, anche rispetto a chi stabilisce i tempi, i tempi possono essere anche otto giorni, non due mesi - è vero, Consigliere Gariglio? - ma che sia un punto di equilibrio serio, non un colpo di mano per piantare la bandiera il giorno dopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Per la gioia di qualcuno, siamo arrivati in dirittura d'arrivo, su questa proposta di legge dell'Ufficio di Presidenza che riduce del 10% le indennità dei Consiglieri regionali. Per capire quello che succede oggi quello che andiamo a votare oggi, ripercorriamo brevemente la storia dell'indennità di carica dei Consiglieri regionali, perché è interessante.
La Regioni vengono istituite nel 1970 e i Consiglieri regionali del Piemonte rimangono, per circa due anni, senza stipendio, quindi vengono qui (forse già a Palazzo Lascaris), svolgono la loro attività (forse c'era meno attività legislativa, perché il Titolo V non attribuiva più di tanto), per venivano qui praticamente gratuitamente. Poi, com'era giusto che fosse, nel '72 è stata emanata una legge che determinava l'allora indennità di carica e la legava, così come è accaduto a molte altre Regioni, all'indennità di carica dei parlamentari.
All'inizio era il 55% dell'indennità di carica dei parlamentari. Cosa è accaduto poi? Siccome essere qui è un privilegio e questa è una classe privilegiata, perché penso (l'ha già detto qualcuno oggi) che se chiedessimo ad un normale impiegato, ad un operaio, ad un infermiere di poter determinare il proprio stipendio, anche loro si sentirebbero privilegiati. Essendo una classe che poteva decidere per il suo stipendio ha deciso di aumentarselo, quindi dal 55%, negli anni, si è arrivati fino all'85% dell'indennità di carica dei Parlamentari.
In seguito, quando è arrivato il Governo Monti, siccome c'era aria di riduzione a livello parlamentare, qualcuno ha pensato che se Monti avesse ridotto lo stipendio dei parlamentari, per ricaduta, diminuivano gli stipendi di tutti i Consiglieri regionali d'Italia. A parte che poi non l'hanno fatto, e devono ancora farlo, si è pensato di dire: riduciamo gli stipendi dei Consiglieri regionali, però li disancoriamo e li sleghiamo dalla retribuzione dei Parlamentari, cosicché dovesse mai succedere che li abbassano, noi siamo protetti, ci riprendiamo la nostra autonomia, ci prendiamo l'autonomia di fissare il nostro stipendio.
Il che va anche bene, attenzione, ma negli anni la possibilità di poter decidere autonomamente sulla propria retribuzione ha fatto sì che questa aumentasse. Allo stesso modo, oggi, il Consiglio regionale, nella sua autonomia, pur potendo attuare delle soluzioni veramente vicine, ma non dico solo al buon senso, ma anche a quello che si dice nella politica nazionale - e non è il nostro leader politico che lo dice, ma il leader di qualcun altro, è il Presidente del Consiglio - pur potendolo fare, si riduce lo stipendio solo del 10%.
Attenzione, l'ha già detto qualcuno oggi. In realtà questa non è una riduzione, non si può più aumentare, sarebbe impopolare; un po' di paura per fortuna, di diventare impopolari o di avere qualcuno fuori che protesta c'è. Tra l'altro, faccio osservare che nella scorsa legislatura tutti i martedì c'erano almeno 100/200 persone che protestavano fuori da Palazzo Lascaris, ma dall'inizio di luglio, da quando si è insediato questo Consiglio, va tutto bene in Italia, nessuno protesta e al martedì non c'è mai nessuno la fuori. Non ho ancora capito, prima o poi lo capirò: o governa così bene Renzi, o governa così bene questa Giunta regionale, ma non c'è più nessuno che protesta.
Oggi, chiedendo un taglio del 10%, non si decide una riduzione, l'ha ricordato qualcuno, ma lo ripeto. Proprio per il fatto che non ci sono più i vitalizi, non c'è più la trattenuta del vitalizio, quindi questa somma finisce, mensilmente, sul cedolino dei Consiglieri regionali che quindi guadagnano di più rispetto alla scorsa legislatura. Avendo la possibilità di tagliare, si è detto, facciamolo, diamo un segnale, ma facciamolo solo in modo che guadagniamo in più.
Bello sforzo! Bella dimostrazione di essere vicini ai cittadini che devono fare dei sacrifici. Questo diciamolo. Poi si possono fare i calcoli a quanto corrisponde quel 10%, ma la sostanza dei fatti è questa.
Intanto la storia ci dice che pagare tanto i politici non è mai stato garanzia della loro indipendenza: mai! Non lo è mai stato. Non è mai stato garanzia della loro indipendenza. Non è pagando tanto i politici che s'impedisce che siano asserviti alle lobby o a categorie poco chiare. Non è mai successo. Allo stesso modo, pagare tanti politici non è mai stato garanzia per una loro onestà. Ce lo dice la storia, basta leggere i giornali. Allora di cosa stiamo parlando? Si abbia il coraggio di dire che se non si riducono le indennità dei Consiglieri regionali è perché non lo si vuole fare; non perché si sta pensando ad un bene più alto, a qualcosa di più alto da tutelare. Se uno è libero è libero, se uno è onesto è onesto: basta! Ci sono anche persone, che conosco nel mio movimento, ma sono sicuro che ce ne sono anche nelle altre forze politiche, che per passione politica hanno rinunciato - prima di essere elette - al loro lavoro; hanno tolto delle ore al loro lavoro dipendente, al loro lavoro autonomo per inseguire una passione. Per molti di noi fare politica ha anche voluto dire, certe volte, rimetterci dal punto di vista economico, non solo dal punto di vista dei contatti con la famiglia, perché c'è anche questo per chi fa attività sul territorio. Noi saremmo anche il movimento della rete, ma noi siamo sul territorio. Sempre. Io tutte le domeniche sono in piazza a parlare con i cittadini.
Sapete qual è un modo per dare il diritto a tutti di fare politica? E' dare la possibilità di accedere a tutti, di non chiedere 20-50-100 mila euro per candidarsi. Questo è dare il diritto di fare la politica a tutti non altro. Noi vi abbiamo dato una possibilità, potevamo tenere oggi la nostra posizione massimalista ed uscire con quella e andava benissimo, ma non l'abbiamo fatto. Abbiamo dato la possibilità, a questa maggioranza, in qualche modo, di redimersi e di dimostrare che si poteva fare qualcosa di più e che voleva fare qualcosa di più.
Se non l'accoglie, sono d'accordo con il Consigliere Gariglio: è un'occasione persa!



(Applausi provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Consiglieri, non si potrebbe applaudire, ma ormai l'applauso è stato fatto.
La parola alla Consigliera Gancia per dichiarazione di voto.



GANCIA Gianna

Per motivi già esposti prima, io non partecipo al voto.
Vi chiederei uno sforzo: oggi, per la vergogna che provo e dobbiamo provare tutti, non prendiamo il gettone per il rispetto dei cittadini.
Decurtiamoci qualcosa, perché è veramente scandaloso. Facciamo un corso di redenzione, come suggeriscono gli amici del Movimento 5 Stelle.
Se dobbiamo fare un Consiglio di questo livello, non prendiamo il gettone oggi. Oggi non possiamo essere a carico della comunità.



PRESIDENTE

Diamo per illustrato l'ordine del giorno n. 84 presentato dai Consiglieri Gariglio, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Caputo, Chiapello Ferrentino, Giaccone, Grimaldi, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Equiparazione degli emolumenti degli organi regionale con quelli del Sindaco".
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 84, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 43 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Occorre procedere alla votazione delle nomine.
Mentre si svolgerà il conteggio delle schede, l'Assessore De Santis finalmente, potrà rispondere ai colleghi del Movimento 5 Stelle.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Subito dopo, la proposta di legge n. 54.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Io non ho fatto ostruzionismo, oggi.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 11 "Azienda Sanitaria Locale di Torino 1" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente (2° votazione)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 13 "Fondazione Teatro Regio di Torino" (articolo 7 Statuto della Fondazione) - Consiglio di indirizzo - nomina di 1 componente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 13 "Comitato Promotore Prusst 2010 Plan" (articolo 13 Statuto dell'ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Molinari e Motta.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretario Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Stanziamenti ad aziende che abbiano subito danni a seguito di attentati e azioni violente connessi ai lavori della Nuova Linea Torino-Lione"


PRESIDENTE

Come anticipato nel corso dell'ultima Conferenza dei Capigruppo, il Consigliere Bertola ha fatto richiesta di una comunicazione da parte della Giunta regionale, presentando la seguente richiesta: "Con la presente chiedo una comunicazione in Consiglio regionale da parte dell'Assessore Giuseppe De Santis, in merito alla DGR 43, che stanzia 500 mila euro come aiuti, sotto forma di garanzia e fideiussioni, alle aziende che abbiano subito a seguito di attentati e azioni violente, connesse ai lavori della nuova linea Torino-Lione".
Prego, Assessore De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente; grazie Consiglieri.
Con delibera di Giunta regionale del 17 febbraio 2014, la Regione Piemonte aveva integrato una misura preesistente - la misura 1.3 - del programma pluriennale 2011-2015 per le attività produttive, con iniziative ulteriori, a favore delle imprese attive nei territori del Piemonte interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture, al fine di sostenerne le sviluppo e, nel contempo, favorire e potenziare le ricadute positive sul contesto economico e territoriale.
In particolare, il provvedimento era destinato allo sviluppo economico delle aree della Val di Susa interessate dalla realizzazione del collegamento ferroviario Torino-Lione. Quella misura prevedeva un fondo di garanzia e finanziamenti agevolati.
La delibera del 21 ottobre 2014, la delibera sulla quale sono stati chiesti chiarimenti, ha inserito, nella citata misura, un'ulteriore iniziativa volta a favorire il sostegno alle imprese attive e produttive della Val di Susa e del Piemonte, che abbiano subito danni a seguito di attentati o azione violente connesse ai lavori della linea Torino-Lione istituendo una sezione, a gestione separata, nell'ambito del fondo di garanzia per lo sviluppo della Val di Susa, costituito presso Finpiemonte Spa.
Il provvedimento è motivato dalle criticità di carattere economico e finanziario che le imprese coinvolte nei lavori della Torino-Lione, che hanno subito attentati o atti di violenza, si trovano a dover affrontare.
I beneficiari dell'intervento saranno le imprese e le attività economiche che abbiano subito danni, per la solita causale (attentati o azioni violente) inequivocabilmente connesse ai lavori della Torino-Lione comprovabile tramite idonee attestazioni e denunce agli organi competenti.
La misura - parliamo delle tipologie di aiuto in questo caso - è finalizzata alla concessione di garanzie e di fideiussioni fino all'80%, ai fini della prosecuzione dell'attività, rispondendo, in particolar modo alla difficoltà di accesso al credito per perdita di affidabilità bancaria e di carattere societaria.
In particolare, l'aiuto viene concesso a fronte di finanziamenti e prestiti bancari che si configurino come anticipazione degli indennizzi da erogarsi da parte dello Stato; finanziamenti, prestiti e anticipazioni bancarie per il sostegno ad investimento e a circolante (per esempio anticipi o sconto di ordini e fatture); ed infine operazioni di carattere societario, quindi contratti, accordi di moratoria, purché finalizzati alla prosecuzione dell'attività aziendale.
La dotazione iniziale della misura consiste in un fondo pari a 500 mila euro. Le risorse sono attinte dalle somme recuperate a seguito delle transazioni conseguenti ai procedimenti di revoca avviati da Finpiemonte nei confronti di beneficiari di contributi erogati a valere su diverse misure, e indagati nel corso di un procedimento penale.
Sono stati recuperati, per l'esattezza, un milione e 954 mila euro, di cui un milione e 250 mila sono stati destinati ad interventi nell'ambito della sanità, e 500 mila euro a questa iniziativa sulla Val di Susa.
La delibera sarà operativa dopo che sarà stato disposto un regolamento di attuazione, con criteri, modalità e documentazione per l'accesso alla misura, attualmente in corso di definizione da parte della Direzione regionale competente, insieme a Finpiemonte, che sarà il soggetto attuatore.
Grazie.



PRESIDENTE

C'è qualche richiesta di chiarimenti per la comunicazione? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Personalmente, nutro qualche dubbio nei confronti di questo provvedimento.
Innanzitutto mi chiedo se l'Assessore sia a conoscenza di qualche informazione di cui noi non siamo in possesso. Aspetteremo il regolamento di attuazione e vedremo cosa conterrà, però mi chiedo come si possa prevedere uno stanziamento di 500 mila, non sapendo chi sarà il beneficiario e non potendo neanche prevedere come verrà individuato.
Mi chiedo come si faccia ad identificare le ditte che sono state oggetto di atti vandalici o azioni violente da parte dei No TAV.
A me non risulta che ci sia nessuna azienda che abbia potuto dimostrare o certificare un danneggiamento da parte dei No TAV, e non ci siano neanche indagini in corso in merito ad azioni violente. Tra l'altro, vorrei far presente che diverse ditte, che hanno lavorato all'interno del cantiere sono state anche menzionate in indagini relativamente ad operazioni ed inchieste sulla mafia.
Quindi mi chiedo come si faccia a distinguere un attentato che pu avere origine da mano No TAV rispetto ad un attentato di stampo mafioso.
Vorrei capire con che criterio si scelga di destinare, in questo momento di crisi e di emergenza, 500 mila euro ad aziende, senza avere assolutamente la certezza e le prove che possano dimostrare che queste aziende siano state danneggiate dai No TAV.
Questa cosa veramente la trovo fuori dal mondo e allucinante. Quando ho letto il testo della delibera ho fatto un balzo sulla sedia: 500 mila euro? Ma ci rendiamo conto di cosa sono, in questo momento, 500 mila euro? La Regione Piemonte, in questo momento di grave emergenza dovuta anche al dissesto idrogeologico e alle conseguenze di alluvioni con danni sul territorio, nonché di grave crisi economica, sceglie di destinare 500 mila euro a ditte che hanno dichiarato di aver subito attentati da parte di No TAV che hanno danneggiato i loro macchinari, senza portare la minima prova benché le indagini non siano partite o, perlomeno, non siano concluse e, se anche partite, non se ne conosca ancora l'esito! Per me questa è una cosa fuori dal mondo.
Preparerò una mozione - in realtà l'ho già preparata - per chiedere alla Giunta di ritirare questa delibera indecente e destinare questi fondi in modo più sensato, che facciano bene ai cittadini piemontesi e non a quelle ditte che noi tutti conosciamo: basta sfogliare gli atti relativi alle inchieste "San Michele" e "Minotauro".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
L'unica colpa che abbiamo è che interveniamo con gravissimo ritardo.
Questo finanziamento è stato anche oggetto di discussione parlamentare perché anche il Parlamento doveva intervenire a favore delle ditte che hanno subito attentati per aver lavorato al cantiere di Chiomonte.
La natura dolosa è ovviamente certificata.
Ho visitato più volte queste aziende con Parlamentari. Se so di ditte che hanno collaborazioni o frequentazioni mafiose, vado dal Magistrato. Una delle ditte, nel momento in cui era fallita, lavorava a Sant'Antonino di Susa, per un appalto concesso in assoluta trasparenza su un programma di soppressione dei passaggi a livello. Dunque, quando si fa un'affermazione bisognerebbe quantomeno.
Il fatto di essere inseriti in un elenco dell'inchiesta Minotauro non vuole dire essere condannati. Lungi da me difendere.



(Commenti del Consigliere Bono)



FERRENTINO Antonio

Ho ascoltato le considerazioni della Consigliera Frediani.
Mi sono battuto perché questa delibera arrivasse il prima possibile all'attenzione della Giunta. Sono intervenuto più volte sul dirigente regionale, perché è un'assoluta priorità, per evitare che per colpa di questi ritardi le aziende che hanno lavorato e che stanno lavorando al cantiere di Chiomonte potessero subire ulteriori problemi e disagi.
Ringrazio la Giunta e l'Assessore per la sensibilità dimostrata nei confronti di queste aziende. Se c'è una colpa, è quella di essere intervenuti in ritardo, noi ma ancora di più il Parlamento. Molti Parlamentari avevano fatto visita ai cantieri delle aziende danneggiate solo perché lavoravano a Chiomonte, ma non erano riusciti a trasformare questi interventi in atti conseguenti.
Un grazie al Presidente, un grazie all'Assessore e alla Giunta, che hanno mostrato sensibilità nell'individuare una cifra che, seppur modesta permette di far fronte ai problemi che queste ditte hanno avuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Concordo pienamente con tutto quello che ha affermato la collega Frediani.
Vedete, colleghi, noi abitiamo in Val di Susa (io abito a Susa, la collega Frediani a Condove) e non è una novità - non ne facciamo mistero che siamo fortemente contrarie all'opera e lottiamo da anni (e continueremo a farlo) affinché quest'opera venga fermata.
Ritengo che sia di una vergogna incredibile questa delibera, perché 500 mila euro destinati a delle ditte che, come già ha affermato la collega Frediani.
Vogliamo sapere quali sono i criteri che avete utilizzato, perché non ci risulta che vi siano delle indagini in corso. Quali sono i danni che queste ditte hanno subito? Ancora, chiediamo chi risarcirà il popolo No TAV? Chi risarcirà quelle persone che sono ancora sotto processo, che sono state condannate? E quei poveri ragazzi che sono in carcere? Chi ridarà loro la libertà? Vi chiedo ancora.



(Commenti del Consigliere Vignale)



BATZELLA Stefania

Collega Vignale, per cortesia! Chi risarcirà i danni che il territorio valsusino sta subendo? Mi rincresce che il Consigliere Ferrentino non sia in Aula, visto che vanta di aver visitato i cantieri e le ditte. Perché io ricordo benissimo che il Consigliere Ferrentino era in prima linea a manifestare il suo dissenso contro la linea ad alta velocità. Lo ricordo benissimo ancora oggi! Mi stupisce che, d'improvviso, abbia cambiato la sua opinione, e che sia passato dall'altra parte. Mi stupisce. Stupisce la sottoscritta e stupisce la gran parte del popolo valsusino.
Ho sempre quelle immagini davanti agli occhi, quelle del Consigliere Ferrentino che incitava e inveiva contro l'opera, contro coloro che distruggevano il territorio valsusino. Lo ricordo benissimo.
Mi fa specie - e mi fa veramente arrabbiare - che questa persona continui a parlare: dovrebbe tacere! Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente parlo da torinese, quindi sono toccato dall'opera direttamente, ma comunque meno dei colleghi che mi hanno preceduto. In quasi cinque anni che sono in quest'Aula mi sono arrabbiato tante volte, ma poi, alla fine, ho visto che arrabbiarsi cambia poco, quindi.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BONO Davide

Poi non è detto, collega Grimaldi, che in futuro non mi debba ancora arrabbiare, come ben sa il Presidente del Consiglio, Laus.
Volevo rivolgermi all'Assessore De Santis, ma soprattutto al Presidente Chiamparino, che in questo momento vedo che discute col collega Gariglio: grazie dell'attenzione.
Fra tutte le delibere che ho visto in quattro anni che sono in Consiglio regionale, Presidente Chiamparino e Assessore De Santis, questa non sta né in cielo, né in terra.
Proviamo ad astrarci un attimo dalla questione dell'Alta Velocità favorevoli o contrari: questa delibera non sta in piedi, non ha alcun senso! Non stiamo andando a fare una misura che aiuti delle aziende in difficoltà, che aiuti delle aziende che fanno degli investimenti, che aiuti delle aziende a rilocalizzarsi sul territorio, che aiuti delle aziende a fare degli investimenti per aumentare l'export! Non stiamo facendo alcuna misura in tal senso: ci sono i fondi europei, delle misure europee e quant'altro. Ma non sta né in cielo né in terra; non si segue alcun criterio minimo di dare dei soldi a delle aziende per creare lavoro produttività, investimenti o ritorni economici. Questa è semplicemente una marchetta.
Diciamocele le cose: è una marchetta ed è stata anche rivendicata, con nome e cognome, da Antonio Ferrentino (poi non so se è così, perch talvolta anche i Consiglieri cercano un po' di attestarsi dei risultati).
Mi spiace che non sia in aula, perché non amo parlare delle persone assenti.
Eccolo, rientra: Consigliere Ferrentino, stavamo parlando di lei.
Come dicevo, ha un preciso nome e cognome: questa è una marchetta. Io chiedo al Presidente Chiamparino, che se non erro oggi era a Roma a chiedere al Governo Renzi un aiuto sostanzioso - se non erro di 300 o 200 milioni di euro, a seconda dei momenti - di dare un segnale importante in questo senso.
Basta con le marchette dei singoli Consiglieri, sia che vengano dalla maggioranza, sia dall'opposizione (poi, ovviamente, per l'opposizione è più difficile che vengano recepite, ma nelle scorse legislature abbiamo visto che, in fase di bilancio, su emendamenti ostruzionistici poi si trattava si contrattava e si dava anche qualche contentino alle opposizioni).
Se vogliamo fare veramente il cambiamento di cui si parla tanto cambiare il verso, fare rinnovamento anche nei modi di fare politica iniziamo da questo.
Proviamo veramente ad astrarci un attimo dalla questione Alta Velocità sì, Alta Velocità no, dal discorso se verrà finanziata, se verrà fatta (perché sappiamo che in Europa, poi, hanno deciso che la priorità è il corridoio Genova-Rotterdam e non più Lisbona-Kiev, che adesso si è ridotto a Lione-Slovenia).
A prescindere da questo, è una delibera non accettabile: ritiratela ripresentatela, riscrivetela almeno meglio! Che abbia un crisma! Cercate di individuare delle modalità per finanziare delle aziende su cui volete fare una marchetta. ma fatela meglio.
Guardate che noi non abbiamo nessun problema: se questa deliberà uscirà definitiva col Regolamento attuativo la porteremo alla Corte dei Conti perché non è accettabile, veramente! Non ha alla base dei contenuti. Resta la piena libertà - ci mancherebbe - a tutti i Consiglieri di esprimere le proprie posizioni: chi è ancora favorevole all'Alta Velocità, chi sta iniziando a cambiare idea anche nella maggioranza, chi è contrario.
Il Presidente Chiamparino addirittura nella sua maggioranza riconosceva una certa qual libertà di opinione sull'opera, fermo restando che la sua maggioranza avrebbe ovviamente continuato a dare propulsione all'opera.
Bene, cioè bene dal punto di vista delle libertà politiche, un po' meno dal punto di vista dei risultati futuri.
Ma questa delibera è scritta male, è inaccettabile, è offensiva per le altre realtà e per le altre aziende, che vedono una disparità di trattamento. E' offensiva per le persone - come secondo me hanno provato a spiegare bene i colleghi - perché dà un criterio che non e'identificabile e che non ha una possibilità di essere chiaramente individuato.
Ci potrebbero essere aziende che dicono "eh, noi abbiamo avuto dei danni..." e non si riuscirebbe veramente a contestualizzare il danno l'origine, ecc.
Se ci saranno delle sentenze della Procura, visto che siamo tutti siamo tutti, non so neanche come dirlo - garantisti fino al terzo grado di giudizio (per qualcuno fino al secondo, per noi fino al primo),che ci dirà che delle aziende sono state danneggiate da manifestazioni No Tav in cui c'erano anche persone (del Movimento No TAV o meno) che hanno danneggiato l'azienda, allora forse una delibera di questo tipo - posto che secondo me è sbagliata proprio nel concetto - potrà avere un senso.
Come ha detto bene la collega Frediani, infatti, in caso contrario rischiamo di trovarci altro che le aziende che ci hanno fregato con Finpiemonte, ma aziende che dicono: benissimo, ho dei mezzi vecchi? Do loro fuoco (magari nel giorno stesso della manifestazione No TAV) e vado a riscuotere dalla Regione Piemonte.
Ora, penso che un Presidente serio come il Presidente Chiamparino, che ha una grande esperienza politica e amministrativa, non si faccia prendere per il naso in questo senso; e neanche la collega De Santis: non si fanno prendere per il naso in questo modo.
Quindi, ritirate la delibera e riscrivetela meglio in modo che sia inattaccabile, perché noi la sottoporremo - come già detto - agli organi della magistratura inquirente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
A questo proposito, vorrei proporre un emendamento migliorativo alla proposta della Giunta avanzata dall'Assessore De Santis, che miri a incrementare la dotazione di questa delibera e andando anche a indennizzare quelle famiglie proprietarie di aziende in odore di 'ndrangheta e coinvolte negli appalti dell'alta velocità, che sono state danneggiate nell'immagine dalle inchieste "Minotauro" e "San Michele".
Mi sembra un atto dovuto, sapendo poi che tutte le grandi opere comportano l'impiego di aziende in odore di mafia, perché il movimento terra in Italia ha sempre visto - e lo dimostrano anche le recenti inchieste sull'Expo - il coinvolgimento di queste associazioni. Mi sembra quindi doveroso indennizzarle e, visto che i criteri sono questi, diamo loro una mano.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, all'Assessore De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente. Impiegherò due minuti.
Faccio semplicemente un paio di precisazioni.
In primo luogo il Regolamento attuativo di questa misura - contenente quindi, tutte le documentazioni da presentare - sarà on line sul sito di Finpiemonte. Chiunque voglia poi prenderne visione, quindi, potrà farlo lì e vedrà; e ciò per questa, come per tutte le nostre misure.
Secondo punto: questo chiaramente è un fondo rotativo e non è che finanzi le imprese; usa uno strumento che abbiamo usato e stiamo usando in molte occasioni e su una platea di imprese piccole e medie - grandi no perché non possiamo - che è quello di fornire elementi di garanzia fideiussori. Quello che infatti succede in questo momento alle imprese che hanno difficoltà contingenti di qualunque genere, è che come primo risultato vengono loro chiusi i finanziamenti bancari; anche se hanno un portafoglio ordini, anche se hanno lavoro, ecc.
Per finire su questo punto, dunque, si tratta di un fondo rotativo.
Ovviamente, quindi, come per tutte le nostre misure, qualora ci accorgessimo che non ha tiraggio e che non c'è nessuno che lo utilizza puramente e semplicemente lo destineremmo ad altri usi. Questo è un monitoraggio che si fa normalmente, perché non si lasciano dei quattrini su una cosa che non viene usata.
Terzo punto, che vorrei ricordare per quanti hanno timori sul livello di legalità dei beneficiari: mi dispiace che vengano espressi dubbi di questo tenore.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive



PRESIDENTE

Consigliere, abbia pazienza! Ognuno di noi ha diritto ad esprimere il proprio stato d'animo: lei ha espresso il suo, mi lasci esprimere il mio! Tengo però a precisare che per poter godere di questa misura, come di qualunque altro tipo di finanziamento pubblico, occorre presentare un insieme di certificazioni, ovviamente ivi compreso il DURC, i certificati antimafia, ecc.
Ci sono delle istruttorie che vengono svolte e naturalmente si verifica anche il fatto che il richiedente abbia una serie di requisiti, fra cui c'è quello di essere un soggetto che non abbia problemi con la giustizia del tipo di quelli che voi temete.
Detto tutto questo, potrete poi naturalmente voi stessi verificare le modalità con le quali queste risorse saranno impiegate. Come ripeto infatti, essendo il soggetto attuatore della misura Finpiemonte Spa (che è una società in house della Regione Piemonte), i procedimenti saranno trasparenti, resi pubblici e verificabili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
Dichiaro chiusa la discussione sul punto.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 11 "Azienda Sanitaria Locale di Torino 1 (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente (2° votazione) (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 11 - 35902 del 4 novembre 2014) Proclamo individuato il signor Luigi Tealdi quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale Torino 1, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 13 "Fondazione Teatro Regio di Torino (articolo 7 Statuto della Fondazione) - Consiglio di indirizzo - nomina di 1 componente".
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 12 - 35905 del 4 novembre 2014) Proclamo nominato, quale componente del Consiglio di indirizzo della "Fondazione Teatro Regio di Torino", il signor Fonsatti Filippo.
Rammento inoltre che, ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs 39/2013, la presentazione della dichiarazione da parte del soggetto nominato sull'insussistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al citato Decreto è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.
Proposta di deliberazione n. 13 "Comitato Promotore Prusst 2010 Plan (articolo 13 Statuto dell'ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo".
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 13 -35908 del 4 novembre 2014) Proclamo nominato, quale membro effettivo in seno al Collegio dei revisori dei conti del Comitato Promotore Prusst 2010 Plan, il signor Gazzaniga Gianfranco.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Allora, colleghi: propongo di saltare la proposta di legge n. 54 e di passare al disegno di legge n. 10, "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013".



(Proteste provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

No, no, no.
Allora, colleghi, facciamoci un ragionamento, dato che questa modalità è prassi, pur non essendo consuetudine (la consuetudine è la ripetizione costante e uniforme di un dato comportamento con la convinzione di obbedire ad una norma giuridica, nella prassi manca quell'elemento "psicologico").
Dato che è stata approvata la proposta di legge n. 53 e che la proposta n. 54, a distanza di pochi minuti, va in una direzione completamente opposta, non avrebbe senso la sua discussione.
Suggerisco però una piccola sospensione, così ci facciamo una chiacchierata politica in una riunione dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.20, riprende alle ore 19.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siamo addivenuti ad una conclusione, e precisamente che viene illustrata la proposta di legge n. 54, "Ulteriori norme di riduzione dei costi della politica: eliminazione all'indennità di carica".


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 54, inerente a "Ulteriori norme di riduzione dei costi della politica: eliminazione dell'indennità di carica"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 54, inerente a "Ulteriori norme di riduzione dei costi della politica: eliminazione dell'indennità di carica", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Bertola, che ha facoltà di intervenire.



BERTOLA Giorgio, relatore

Grazie, Presidente.
Chiedo che lei si faccia tutore del silenzio dell'Aula, altrimenti i tempi si allungano non per volere mio.
La proposta dell'Ufficio di Presidenza - passata non all'unanimità però è passata - riduce, a partire da questo stesso mese (quindi dal mese di novembre), del 10% la retribuzione dei Consiglieri regionali. Quindi, in realtà, non la riduce perché la differenza è zero. Infatti, con l'inizio di questa legislatura le retribuzioni sono aumentate per il fatto che non c'era più la trattenuta per i vitalizi.
Oggi la maggioranza consiliare ha inteso ridurla più o meno (euro più euro meno) di quella quota. Pertanto, in realtà, non si è fatto un sacrificio.
Dopo questa proposta di legge si discute quella del Movimento 5 Stelle che non avendo ritenuto di volere dare un mandato all'Ufficio di Presidenza per una riduzione così piccola, praticamente inesistente, ha inteso esprimere un'altra posizione.
Inizialmente si era posizionata su una riduzione che in percentuale era pari al 60% dell'attuale retribuzione. Quindi, si partiva da 6.600 euro lordi più 4.500 euro netti e si operava questa riduzione di circa il 60 eliminando totalmente l'indennità di carica di 6.600 euro e lasciando quei 4.500 euro - di cui abbiamo parlato oggi - che erano i rimborsi forfettari.
Come dicevo prima, ha avuto una lunga evoluzione in questo Consiglio regionale l'istituto dell'indennità di carica, perché prima era ancorata a quella parlamentare, ovvero a quella del Parlamento nazionale. E' stata via via aumentata dal 55% delle indennità dei parlamentari nazionali fino all'85%, e negli ultimi anni è stata ridotta sempre di poco e poco per volta, e il più delle volte recependo delle richieste nazionali. Ed è la stessa cosa che accadrà anche questa volta.
Quindi, da questo punto di vista non è cambiato assolutamente nulla.
Si è ridotta oggi solo per la quota della quale era aumentata, quindi in realtà siamo a somma zero. Quando poi verrà ufficializzata tra un mese due mesi, tre mesi, quattro mesi, un anno, due anni la modifica della Costituzione che farà sì che il trattamento economico dei Consiglieri regionali sarà uguale a quello del sindaco del capoluogo della Regione allora si adatterà la legge regionale, ma solo perché sarà stato imposto a livello nazionale.
Quindi, anche in questo - non me ne vogliano i colleghi della maggioranza - non vedo grosse novità.
Possiamo essere parzialmente soddisfatti, ma sono quelle magre soddisfazioni che non cambiano l'esito di una giornata da negativa a positiva. Possiamo essere contenti se la maggioranza ci ha fatto questa gentile concessione di non presentare un ordine del giorno che permettesse di non discutere nemmeno questa proposta di legge, ma ci è lasciata la possibilità di esprimerci e di ripetere il motivo per cui oggi si è persa un'occasione.
Il Consiglio regionale ha perso l'occasione di dimostrare che sui costi della politica si voleva fare qualcosa di serio. Invece si è fatta una "robina" che, ripeto, come effetto globale è pari a zero per i motivi che ho detto prima.
Questo dibattito si ripeterà, perché qualcuno ha detto: "E' tutto il giorno che parliamo di questo, sono due mesi che parliamo di questo andiamo avanti e parliamo dei problemi dei piemontesi". Siamo i primi a volerlo fare, però è necessario che tutti sappiano, visto che le Commissioni non sono al momento aperte a tutti i cittadini e non sono in diretta streaming mentre il Consiglio, per fortuna, lo è, ed è bene che sia messo a verbale e che appaia visibile a tutti che il percorso è stato questo.
Tra poco parleremo dei costi della politica, perché ci sono due proposte di legge, una dell'Ufficio di Presidenza e un'altra del Movimento 5 Stelle, che parlano di vitalizi. Quindi, ci ritroveremo a riparlare delle cose di cui abbiamo parlato oggi, magari con dei dettagli un po' diversi perché in quel caso si parla non di quello che noi percepiamo oggi, ma di quello che diamo agli ex Consiglieri regionali, dell'esborso che attualmente la Regione fa di otto milioni di euro all'anno per i vitalizi degli ex Consiglieri regionali. Vitalizi che potrebbero essere anche appannaggio di alcune persone che sono ancora nel Consiglio regionale che l'hanno maturato negli scorsi anni e che percepiranno all'età pensionabile.
E anche su quello ci sarà una scelta politica da fare.
Se si vorrà fare un piccolo taglio, un contributo di solidarietà momentaneo, così come lo si è chiamato, fino al 2017, come se nel 2017 si uscisse da questa crisi - speriamo che sia così, ma abbiamo buoni motivi per dubitarne - oppure se si vuole attuare una misura più drastica e più chiara, cioè di abrogarla in senso retroattivo come abbiamo fatto noi.
Attualmente in Commissione c'è uno stallo, perché si attende un parere richiesto all'Avvocatura della Regione che dica se, a livello legale, si possa fare o meno. Giustamente qualcuno ha detto: "Non vorrei togliere i vitalizi agli ex Consiglieri e poi mi fanno causa e me li chiedono indietro".
Spero che sul territorio questi Consiglieri vadano a dire ai cittadini ai quali sono stati tagliati i servizi e i trasporti e che hanno meno garanzie dal punto di vista della sanità pubblica: "Fai ricorso che la differenza te la do io. Se non hai più il pullman, fai ricorso e io ti do la differenza". Magari diranno la stessa cosa.
La dimostrazione di disponibilità al dialogo e di non appiattimento su posizioni di bandiera l'abbiamo data. In questo siamo in assoluta assonanza con il Presidente Chiamparino e con il Presidente del Consiglio Renzi riguardo al valore assoluto, alla cifra assoluta che volevamo raggiungere di retribuzione dei Consiglieri regionali.
E' mancata, da parte di questa maggioranza, la volontà di dialogare.
Noi abbiamo rinunciato alla nostra proposta di legge, ce la siamo anche autoemendata per arrivare allo stesso risultato che avevamo proposto prima con quella maggioranza, quindi non c'era alcuna volontà di primogenitura o volontà di mettere la bandierina.
Invece, la volontà di mettere la bandierina l'abbiamo vista oggi da parte di questa maggioranza. Oggi si mette da bandierina del 10%; magari fra un mese, ci sarà un'altra proposta di legge che riduce un po' di più e si metterà un'altra bandierina. Poi, quando si modificherà la Costituzione a livello nazionale, se ne metterà un'altra: che bravo Renzi, finalmente ha scritto sulla Costituzione che i Consiglieri regionali non possono guadagnare più del Sindaco del capoluogo, allora adattiamo la legge.
Questi sono i fatti; questa è la fotografia dei fatti di oggi, comunque la si pensi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'articolo 1, sostanzialmente cade l'impalcatura della proposta di legge n. 54. Pertanto, si passa ad altro punto all'o.d.g.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 10, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 10, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Ottria e il relatore di minoranza è il Consigliere Bono, che hanno facoltà di intervenire.
La parola al Consigliere Ottria, per lo svolgimento della relazione.



OTTRIA Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013 si compone del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio. Ai sensi dell'articolo 40 quater della legge regionale di contabilità n. 7 del 2001 è allegata la relazione del Collegio dei revisori dei Conti della Regione Piemonte sul rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013, che attesta la corrispondenza di codesto documento contabile alle risultanze della gestione.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2013, che considera il risultato della gestione di competenza delle entrate (euro 14.155.895.951,04) e delle spese (euro 13.887.495.282,44) e della gestione dei residui degli anni precedenti.
A seguito della decisione di parifica del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013, decisione emessa dalla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti con dispositivo n.
10/2014/PARI, il disegno di legge è stato integrato in sede di esame della Commissione Bilancio con uno specifico articolo denominato disavanzo sostanziale di amministrazione. In aggiunta al disavanzo finanziario di cui all'articolo 4 si accertano le passività che concorrono a formare il disavanzo sostanziale di amministrazione. Pertanto, alla chiusura dell'esercizio 2013 è rettificato un disavanzo finanziario pari a 2.655.935.445,67 euro, tenendo conto delle seguenti passività riportate nel conto del patrimonio: a) anticipazione straordinaria - DGR n. 39-11230 del 14/4/2009: euro 282.145.000,00 b) debiti latenti a fronte di perenzione di residui passivi: euro 1.011.182.174,95 c) fondo rischi per sentenza n. 465/10 del 12/12/2012: euro 57.971.163,00 d) fondo rischi iscrizione passività verso partecipate: euro 10.000.000,00 e) fondo rischi per debiti da reimpostare: euro 100.000.000,00 f) passività pregresse TPL: euro 320.000.000,00 g) allineamento con situazioni patrimoniali delle Aziende Sanitarie: 509.653.800,00.
Il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/2013 consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante: il fondo di cassa al 31/12/2012 per euro 82.522.540,17 il totale delle riscossioni del 2013 per euro 14.747.529.867,80 il totale dei pagamenti del 2013 per euro 14.232.014.584,26.
Pertanto, il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2013 ammonta ad euro 598.037.823,71.
Per ciò che attiene ai residui attivi del 2013, pari ad euro 3.328.145.970,67, sono rimasti da riscuotere sulle entrate della competenza propria del 2013 euro 795.106.076,42 e sulle entrate residue degli esercizi precedenti euro 2.533.039.894,25. I residui attivi, che all'inizio del 2013 ammontavano ad euro 4.435.350.603,81, sono stati riaccertati nel corso del 2013 in euro 3.919.779.887,43 per effetto di riduzioni di euro 515.570.716,38.
Per quanto attiene i residui passivi del 2013, pari ad euro 4.291.167.102,10, risultano da pagarsi, sulle spese impegnate per la competenza 2013, euro 2.078.677.344,32 e da pagarsi, sui residui degli esercizi precedenti, euro 2.212.489.757,78. I residui passivi all'inizio del 2013, ammontanti ad euro 5.668.131.070,01, sono stati riaccertati al 31/12/2013 in euro 4.635.686.403,92 per un minor importo di euro 1.032.444.666,09.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi debiti per mutui). La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali del 2013 è pari ad euro 5.256.715.752,48 a fronte della consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali del 2013 pari ad euro 15.120.946.647,27. Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patrimonio non disponibile-beni immobili, patrimonio disponibile-beni immobili, beni mobili non disponibili.
Si rileva dal conto generale del patrimonio che i debiti, i mutui e prestiti a carico della Regione a fine esercizio 2013, sono pari a euro 5.984.224.207,21.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia inoltre la cosiddetta perenzione amministrativa. Tale perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2013 era di euro 254.718.658,50. In seguito a variazioni positive e negative intervenute nei movimenti delle passività del 2013, la consistenza dei residui perenti a fine 2013 è pari a euro 1.011.182.174,95. In sede di esame del testo, in Commissione, il disegno di legge è stato emendato con il rendiconto generale per l'esercizio 2013 del Consiglio regionale, al fine di rispettare quanto previsto dall'articolo 43, comma 5, della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte).
Nella seduta di Commissione del 29 ottobre 2014, la Commissione ha esaminato ed approvato a maggioranza il disegno di legge riguardante il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2013. Ai sensi dell'articolo 40 quater della legge regionale di contabilità n. 7 del 2001, è allegata al bilancio la relazione del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Piemonte sul rendiconto generale dell'esercizio 2013, che attesta la corrispondenza del documento contabile alle risultanze della gestione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Bono.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Possiamo dire che finalmente, non oggi, per l'orario della seduta, ma in generale, per la data in cui siamo ad approvare il rendiconto, giungiamo alla discussione ed approvazione - immagino - di questo importante provvedimento finanziario dell'Ente Regione Piemonte.
Il rendiconto era atteso da settimane, se non da mesi, e dovrebbe essere approvato - se non ricordo male - in base a Statuto e Regolamento entro il 30 giugno di ogni anno, per permettere di approvare l'assestamento entro il 31 luglio.
Oggi siamo al 4 novembre ed è ovvio che siamo, come spesso è capitato negli ultimi dieci anni, in ritardo di diversi mesi. In questo caso abbiamo dovuto aspettare - per fortuna - il giudizio di parifica della Corte dei Conti. Dico per fortuna, perché, colpevolmente, con la riforma del Titolo V della Costituzione siamo andati a dare più competenza legislativa alle Regioni e abbiamo annullato totalmente i controlli. In passato c'erano degli Enti come il Co.Re.Co., che controllavano le Regioni ed anche i loro conti. Ci siamo trovati, per circa dodici anni, senza alcun tipo di controllo sulle Regioni e oggi il risultato di questa totale mancanza di controlli è sotto gli occhi di tutti.
Ci allacciamo simbolicamente, ma anche in maniera molto chiara e reale alla partita che abbiamo chiuso dieci minuti fa, sugli stipendi. Non è lo stipendio di un Consigliere regionale che rende valida e profittevole la sua attività ai fini degli interessi della collettività; ciò che serve è soprattutto un controllo, non solo da parte dei cittadini, che possano verificare l'attività dei Consiglieri regionali (se sono presenti in aula in Commissione consiliare e cosa propongono), perché non basta la presenza sul territorio, come qualche collega sosteneva, dicendo: "Io sono presente sul territorio e curo i rapporti con gli elettori e quant'altro", perch poi i risultati si vanno a vedere sui bilanci.
Io non concordo, ovviamente - forse perché il Movimento 5 Stelle ad oggi è stato sempre all'opposizione - con l'atteggiamento, sicuramente positivo, che sta portando avanti questa Giunta di centrosinistra, per evitare un ulteriore contrasto, dicendo: "Non guardiamo al passato".
Penso sempre più che l'atteggiamento del centrosinistra sia l'unico che può essere preso in considerazione, perché se si guardasse al passato si vedrebbe che le responsabilità del disastro finanziario della Regione Piemonte sono ascrivibili in equa parte tra il centrosinistra ed il centrodestra: dai tempi della legislatura Ghigo (almeno la seconda), alla Giunta Bresso, che abbiamo ricordato anche prima, con la sottoscrizione dei contratti derivati, l'anticipazione a Unicredit, la cartolarizzazione delle ASL, i mutui scritti a bilancio fino a 2,9 miliardi in un anno. Se non sbaglio, nel 2007 si gonfiava la capacità di spesa della Regione fino a 13 miliardi, 13 miliardi e mezzo. Un qualcosa di assurdo, perché noi sappiamo che le entrate di spesa corrente erano fisse sotto i 9 miliardi e poi, pian pianino, sono salite fino ad arrivare a sfiorare i 10 miliardi.
Tutti gli anni le Giunte e le maggioranze andavano a caricare le entrate gonfiando il Titolo I, il Titolo II ed anche il Titolo IV - quello delle alienazioni immobiliari - per poi trovarsi a fare il rendiconto oltre all'indebitamento. Pertanto, mi riferisco soprattutto agli anni in cui c'era la possibilità di indebitarsi.
Oltre all'indebitamento, si andava a fare il disavanzo. Oltre all'accensione di mutui, si andava a fare il disavanzo. E questo è allucinante, perché ci siamo trovati - e guardo il Consigliere Pichetto - a partire dal 2012, e forse anche l'anno prima, a non avere più la possibilità - per fortuna - di contrarre mutui. Lì sono iniziati le razionalizzazioni ed i tagli, perché, a fronte dell'impossibilità di accendere nuovi mutui, si doveva contrarre per forza la spesa, sia di parte corrente che - soprattutto - di investimenti.
Se, forse, è più comprensibile fare disavanzo nel 2012, nel 2013, ed anche nel 2014 (poi vedremo, purtroppo, anche nel 2015 e 2016), è incomprensibile come sia potuto accadere (e va ascritta una responsabilità a chi ha fatto tale disavanzo) negli anni che vanno dal 2001 al 2010, in cui, a fronte di un indebitamento - ripeto - cospicuo, con accensione di mutui cospicui, di contratti derivati, cartolarizzazioni, anticipazioni di finanziamento bancario (come abbiamo fatto con Unicredit per 580 milioni di euro), si faceva disavanzo.
Oggi, il giudizio di parifica della Corte del Conti è fondamentale perché fotografa chiaramente la realtà, non dico dei dieci, ma sicuramente dei sette anni precedenti, perché va a iscrivere nel disavanzo i 282 milioni dell'anticipazione straordinaria, che abbiamo chiuso grazie al decreto legge 35, altrimenti avremmo portato ancora avanti, debiti latenti andati in perenzione per 1 miliardo e 11, che ovviamente sono riscritti (abbiamo visto all'inizio della discussione che abbiamo fatto in assestamento, 900 milioni sono coperti nel 2014 con il decreto legge 35), e il Piano di rientro del trasporto pubblico locale (350 milioni, di cui ad oggi probabilmente non abbiamo coperto nulla, perché ci sono ancora 320 milioni).
Io aspetto ancora, giustamente, la delibera di rivisitazione e risuddivisione del PAR FSC, per quanto riguarda i fondi che il Governo nazionale dovrebbe darci, perché, ad oggi, non sono ancora arrivati i 150 milioni di euro con cui dovremmo coprire una parte del Piano di rientro del trasporto pubblico locale, e poi 509 milioni di allineamento delle situazioni patrimoniali delle ASL. Questa, forse, è l'unica voce che eravamo sicuri al 100% di aver coperto correttamente con il decreto legge 35.
Pertanto, di questo disavanzo "monstrous" - come abbiamo ribattezzato mostruoso, se vogliamo dirlo in italiano, di 2.655 milioni, solo grazie al decreto legge 35 nel 2014 copriamo un miliardo e 600 milioni (non sono preciso, perché non ho avuto tempo di fare i calcoli puntuali, in questo momento) e dei 364 milioni, che sono il disavanzo effettivo, cioè al netto di tutto quello che è il decreto legge 35, copriamo un decimo.
Nelle tabelle che l'Assessore Reschigna ci ha presentato, c'è scritto correttamente, in maniera trasparente (il calcolo lo avremmo fatto anche noi, però apprezziamo il voler significare che si sa che la copertura è minima) che un decimo dei 364 milioni viene coperto nel 2014. Ovviamente mi riallaccio anche un minimo al 2014, perché stiamo approvando il rendiconto a novembre 2014 - come ho detto - in cui abbiamo già l'assestamento pronto.
Per quanto riguarda l'assestamento, sappiamo che viene coperta veramente pochissima della spesa che oggi è iscritta nel rendiconto che andiamo ad approvare. Ci sono anche i 57 milioni del fondo rischi della sentenza Mauriziano, che vengono spalmati nel 2016, ci sono 10 milioni di euro del fondo rischi partecipate, 100 milioni del fondo rischi debiti da reimpostare.
Il bilancio che andiamo ad ascrivere nel 2014, con l'assestamento purtroppo vedrà nuovamente disavanzo, perché abbiamo un problema tra entrate che andiamo a iscrivere, che poi accerteremo, minori di quelle che sono iscritte, e impegni che andiamo a prendere.
Come è già stato detto tante volte - forse non ascriviamo neanche una totale responsabilità a questa Giunta, ma è questa Giunta che amministra che oggi governa la Regione Piemonte - abbiamo da comprimere la spesa di almeno 500 milioni di euro su una spesa libera di un miliardo o poco di più.
Quindi, tolti otto miliardi di sanità (che poi sono di più), 530, forse anche 580 di TPL, 600 milioni di mutui e 200 milioni, forse, di spesa di personale. Quindi, alla fine, avana veramente poco.
Sappiamo che la situazione è difficile, ci rendiamo conto, perch sarebbe veramente impensabile che qualcuno si mettesse a strumentalizzare questa situazione di difficoltà della Regione Piemonte, però, come ho avuto modo di dire per l'assestamento, poiché il rendiconto l'abbiamo visto e abbiamo visto quanto era iscritto nel Titolo IV e quanto abbiamo poi veramente incassato, che nell'assestamento non si facessero i soliti trucchetti che si sono fatti negli anni precedenti, cioè iscrivere quote di fondi che già oggi sappiamo che non entrerà niente, perché siamo a novembre, e l'assestamento lo approveremo a dicembre.
Questo è un dato chiaro. Se la Giunta ha dei piani di alienazione immobiliare come le proposte di fondo immobiliare sanitario che noi abbiamo tanto contestato, soprattutto quello sanitario, ha dei piani di alienazione che ci dice però che andranno in essere nel 2015-2016, ci venga a spiegare qual è il piano di alienazione. Perché se iscriviamo un fondo che sappiamo che sarà pari a zero, stiamo facendo un disavanzo. Mi sembra che visto il piano di ammortamento del disavanzo del rendiconto 2013 difficilissimo nel prossimo anno, andiamo veramente a complicarci la vita.
Poi, io non so che rassicurazione oggi abbia avuto il Presidente Chiamparino giù a Roma, perché non sono riuscito a seguire... Mi sembra che dallo sguardo non siano proprio state ottime le rassicurazioni. Non sono riuscito a seguire i media perché siamo stati presi dall'attività.
Spero che prima possibile si faccia in Commissione una comunicazione in questo senso; ovviamente, successivamente verrà chiesta anche in Aula, per poter capire appunto non dico di che morte andiamo a morire - perché voglio essere ottimista - ma insomma capire qual è la malattia del Piemonte da curare.
Dicendo che ci risulta difficile votare questo rendiconto, quindi non lo voteremo, perché ovviamente nonostante un giudizio di parifica che ci certifichi e ci rassicuri da un certo punto di vista, perché la Corte dei Conti che ci dice quello che c'è di disavanzo, quindi insomma... Saremmo abbastanza tutelati e lo saranno coloro i quali che votano, però ci risulta difficile assumere delle responsabilità che non sono state nostre nella scorsa legislatura, che non sono nostre in questa, ma su cui noi continuiamo a fare e a provare a fare delle proposte per cercare di rendere più veritiero possibile il bilancio della Regione Piemonte e cercare di fare quei tagli che incidano sulla spesa senza andare, ovviamente, a penalizzare i servizi e senza andare ad aumentare le tasse.
Poi, mi rendo conto che si sta già lavorando da quello che abbiamo sentito dai media, di aumentare l'addizionale IRPEF, come avevamo già anticipato, perché ovviamente, se mancano 500 milioni di euro non c'è altra strada, che ci sia Chiamparino, che ci sia Cota, che ci sia un eletto del Movimento 5 Stelle, come ho già avuto modo di dire in Commissione, ci sia Batman o Superman, non ci sono altre strade.
E' ovvio che avremmo gradito da un Governo, qualunque esecutivo ci fosse giù a Roma, un'attenzione maggiore alla situazione delle Regioni perché immagino che non sia solo la Regione Piemonte in questa situazione di difficoltà, ce ne sono tante altre. So che la Regione Piemonte, come ho detto, dieci anni prima responsabilità ne ha avute tante, e mi augurerei ancora che venissero accertate le responsabilità, veramente, nelle sedi competenti, ma adesso sta cercando in tutti i modi di fare il possibile per rimettere in sesto la situazione e dichiarare anche il vero.
Quindi, su questo ancora - poi ne avremo modo di discutere in Commissione bilancio - chiedo veramente che si faccia il possibile per dare piena trasparenza e si iscriva un bilancio che prenda atto di questo rendiconto il più possibile veritiero, perché tanto la Corte dei Conti è dietro l'angolo e tra sei mesi rivedrà di nuovo il bilancio, ci bacchetterà nuovamente e aumenterà il disavanzo che gli Uffici della Regione Piemonte iscrivono in un primo iniziale rendiconto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non ci sono altri interventi.
Mettiamo in votazione l'articolo 1.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto del voler avere la celerità, però credo che il rendiconto, con tutta la serie di implicazioni che comporta, veda almeno la necessità di una discussione generale con una valutazione della Giunta.



PRESIDENTE

Ho visto che non c'era nessun intervento.
Invito tutti i colleghi, ognuno con il proprio mezzo di trasporto, a recarsi gentilmente a casa o nel luogo dove si ritiene più opportuno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.59)



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