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Dettaglio seduta n.184 del 22/11/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.37 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1307 presentata dal Consigliera Chiapello, inerente a "Forti ritardi sulla linea Chieri-Trofarello"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1307, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Stiamo parlando della linea ferroviaria Rivarolo-Chieri, gestita dal Gruppo Torinese Trasporti (GTT). Nonostante la tratta sia a binario unico non ha mai subito particolari disagi.
Dopo l'incidente in Puglia, l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie ha imposto una velocità massima di 70 chilometri sulle linee a binario unico. I sistemi di sicurezza richiesti dall'Agenzia sono presenti sulla tratta Chieri-Torino, ad eccezione della linea Settimo-Rivarolo.
Questo comporta una serie di forti ritardi, soprattutto nelle ore di punta quando c'è una maggiore affluenza di studenti e pendolari perché, andando a una velocità di 70 chilometri orari, eventuali ritardi non possono essere recuperati.
Questi disagi hanno spinto molte persone ad usare mezzi alternativi come auto o autobus. Mi chiedo se non sia possibile trovare una soluzione provvisoria al problema, anche perché so che verranno fatti degli interventi che verranno ultimati solo a primavera 2017.
In questa difficile situazione chiedo cosa si possa fare perchè gli utenti continuino a servirsi di un mezzo pubblico come il treno per raggiungere un posto di lavoro o le scuole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Come lei sa, Consigliera Chiapello, a seguito della pubblicazione del Decreto Ministeriale del 5 agosto 2016 l'ANSF ha diramato le proprie direttive in merito alle ferrovie regionali disponendo, per le ferrovie che non risultano dotate di un sistema di protezione della marcia del treno riconosciuto dalla stessa Agenzia (la SCMT), delle limitazioni alla circolazione in termini di velocità di percorrenza e di procedure operative per la condotta del treno in situazioni particolari.
I gestori dell'infrastruttura ferroviaria (in questo caso GTT) sono stati invitati ad analizzare la situazione delle proprie infrastrutture per quanto riguarda la sicurezza della circolazione, al fine di consentire l'esercizio a velocità superiore a quelle definita dalle suddette direttive, cioè i 70 chilometri all'ora.
GTT ha operato in questo senso: sono stati aumentati i tempi di percorrenza di circa quattro minuti per la tratta; sono stati ridotti i tempi di giro banco a Rivarolo e a Rivarolo le partenze sono state anticipate di quattro minuti e gli arrivi posticipati di due minuti. Per garantire le coincidenze gomma-ferro, sono stati modificati gli orari di alcuni bus. In particolare, sono state anticipate di tre minuti le partenze da Castellamonte dei bus della linea 132 Castellamonte-Rivarolo Nonostante tutti questi interventi, in effetti, nel mese di ottobre e nei primi 15 giorni di novembre, gli indici di puntualità sono in effetti peggiorati in modo sensibile, con una percentuale di treni arrivati entro i cinque minuti dell'orario programmato tra l'80 e l'81 per cento, e una percentuale di treni arrivati entro i 15 minuti tra il 93 e il 95 per cento. Nel mese di novembre sono stati registrati 18 treni soppressi. La situazione è effettivamente piuttosto grave.
Le caratteristiche della linea, a semplice binario nella tratta Settimo Rivarolo e Trofarello-Chieri, e la struttura dei servizi già presenti nel nodo non permettono di effettuare una completa revisione dell'attuale orario.
La direttiva ANSF si applica nel periodo transitorio tra l'entrata in vigore del Decreto Ministeriale del 5 agosto ed il completo adeguamento delle ferrovie interessate per la realizzazione di interventi di adeguamento. Sono stati chiesti al Ministero finanziamenti per circa otto milioni per realizzare sulla linea il sottosistema SCMT di terra. Al fine di permettere una riduzione dei tempi e consentire la messa in sicurezza della tratta Settimo-Rovarolo, la Regione sta valutando possibili soluzioni per anticipare la somma di due milioni e 800 per permettere la progettazione e la realizzazione dei lavori afferente l'attrezzaggio di terra SCMT.
Nel contempo, nell'ambito dell'attività della Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del territorio della Conferenza delle Regioni, è stata svolta un'indagine complessiva a livello nazionale.
L'indagine è stata impostata al fine di definire una prima attribuzione alle Regioni delle risorse, 300 milioni, destinate dal Governo alla messa in sicurezza delle ferrovie. La trattativa in merito alla destinazioni delle risorse non è ancora stata avviata, in attesa della conferma dello stanziamento da parte del Governo.
A seguito dell'adeguamento dei sistemi di sicurezza, per la Canavesana e quella in esercizio sull'infrastruttura nazionale potranno essere ripristinate le velocità di percorrenza precedenti.
Devo aggiungere a questa risposta, che le farò avere così come redatta dagli Uffici dell'Assessorato, anche il fatto che stiamo intraprendendo la procedure per cedere la linea a RFI.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1311 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Viabilità di cantiere del progetto interconnessione tra linea ferroviaria Torino-Ceres e il passante ferroviario di Torino in corrispondenza della stazione Rebaudengo - Prescrizione 30 delibera CIPE"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1311 presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Illustro brevemente. Siamo nel contesto del passante ferroviario e interconnessione della Torino-Ceres tramite il progetto di tunnel su corso Grosseto a Torino, con cui delibera CIPE del 23 marzo 2012 si assegnano 20 milioni alla società SCR di committenza della Regione Piemonte.
A seguito dell'approvazione da parte del Comune di Torino nel 2003 del sottoattraversamento del fiume Dora per la realizzazione del passante ferroviario e del conseguente abbassamento dei binari tra la stazione Dora e la fermata Rebaudengo, si è reso necessario prevedere un nuovo collegamento interrato con la linea Torino-Ceres e il passante ferroviario.
Tra le varie soluzioni, la Regione Piemonte ha scelto quella del collegamento sotto il tunnel di corso Grosseto.
Per abbreviare, nelle prescrizioni richieste dal CIPE per l'utilizzo dei fondi, vi è la numero 30 dell'allegato 1 della delibera, secondo cui il progetto esecutivo del cantiere deve prevedere un flusso di viabilità alternativa che consenta, attraverso simulazioni del traffico, di garantire il fluire del traffico, che attualmente insiste sul nodo di largo Grosseto quindi il cavalcavia della zona nord di Torino - pena la paralisi della traffico della zona nord e dei comuni limitrofi. Tanto più che questo progetto prevede la sospensione, per almeno un anno, della tratta ferroviaria Torino-Ceres, che quindi non potrebbe raggiungere Torino durante la fase di cantiere.
SCR Piemonte intende approvare il progetto esecutivo e avviare i lavori entro marzo 2017, quindi risulta necessario conoscere in anticipo quale sarà la soluzione della viabilità di cantiere, perché siamo quasi a fine 2016.
Noi chiediamo quale sia la soluzione colta dalla Regione, e sviluppata da SCR, sulla viabilità di cantiere del progetto in oggetto, per ottemperare alla prescrizione suddetta della delibera CIPE.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Ovviamente questa risposta tiene conto anche di quanto ci dice SCR in qualità di soggetto aggiudicatore e stazione appaltante dell'intervento e tenuto conto che il progetto esecutivo è in corso di redazione, quindi si rappresenta quanto segue.
La prescrizione CIPE, al punto 30 della delibera 26 ottobre 2012 riporta testualmente: "A causa del rilevante impatto derivante dalla cantierizzazione di corso Grosseto sulla mobilità cittadina, il progetto dovrà essere integrato con uno studio che caratterizzi lo stato futuro dei flussi veicolari su tale asse e analizzi, attraverso opportune simulazioni la possibilità di trasferire parte del traffico su percorsi alternativi.
Tale studio dovrà essere presentato, con congruo anticipo, ai competenti Uffici della Città di Torino".
Come richiesto dalla prescrizione CIPE, è stato sviluppato uno studio (comprensivo di monitoraggio, analisi e modellazione) caratterizzante lo stato futuro dei flussi veicolari sull'asse di Corso Grosseto e la possibilità di trasferire parte del traffico su percorsi alternativi, anche nella fase di cantiere, mediante la redazione di un "planning" della gestione del traffico, impostato sull'analisi di una zona vasta di territorio.
Nel progetto esecutivo ogni fase sarà puntualmente dettagliata in base all'andamento delle lavorazioni in atto nel cantiere e, contestualmente verranno fornite tempestivamente le necessarie informazioni alla Città di Torino che dovrà essere parte attiva del processo, al fine di gestire al meglio la viabilità alternativa da suggerire ai fruitori sia quella a larga scala sia quella inerente i quartieri interessati dall'appalto.
Nelle settimane scorse, nei giorni scorsi, sia con la precedente amministrazione sia con l'attuale sono avvenuti molti incontri con questo scopo, direi anche con ampia soddisfazione da parte dell'amministrazione torinese.
La Città di Torino ha chiesto a più riprese alla Regione Piemonte e a SCR di dimostrare la sostenibilità della gestione. Questo è stato fatto in sede di diversi incontri che sono avvenuti nelle scorse settimane.
SCR ha messo a disposizione della Città di Torino la matrice dei flussi di traffico costruita nel corso di quest'anno mediante una capillare indagine (oltre 150 incroci analizzati e ripresi anche tramite sistema video in diversi orari della giornata), dimostrando la capacità delle soluzioni progettuali adottate di sopportare e smaltire i flussi di traffico insistenti sull'asse, sul nodo Grosseto e sulle direttrici influenzate dalla costruenda infrastruttura.
Per mitigare l'impatto del cantiere è stato anche previsto l'abbattimento del cavalcavia in due fasi: l'asse Grosseto-Grosseto ad inizio cantiere, mentre l'asse Grosseto-Potenza (asse prioritario del traffico), verrà mantenuto per l'intera durata dei lavori, per poi essere abbattuto in ultima fase.
Per quanto attiene il blocco del traffico ferroviario, nella fase finale dell'appalto si rileva che la situazione cantieristica sarà molto più favorevole, in quanto sarà già in fase di completamento la sistemazione superficiale dell'asse Grosseto e del largo Grosseto con molte meno lavorazioni in corso e con disponibilità di spazi più ampi ad uso del traffico e dei parcheggi.
Tra l'altro, se andrà in porto, come stiamo cercando di fare in piena collaborazione con l'amministrazione cittadina, e se verranno rispettate le promesse fatte dal Ministero in questo senso, allora potrebbe già essere concluso il collegamento superficiale tra Corso Venezia e Corso Grosseto.
Per quanto attiene il blocco del traffico, abbiamo già parlato.
Inoltre, gli autobus sostitutivi e i pendolari che utilizzeranno il mezzo privato non graveranno sull'asse principale, ma su percorsi alternativi nell'area vasta da concordare con la Città di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Pari opportunità

Interrogazione a risposta immediata n. 1309 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Finanziamento progetto "Piemonte in rete contro la Tratta" anni 2015/2016"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1309, presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non si tratta dell'argomento di cui abbiamo già discusso a lungo in quest'Aula, relativo al nuovo finanziamento dell'attività contro la Tratta e della mancata ammissione del progetto "Piemonte" al bando ministeriale cioè il fattaccio che è capitato questa estate a causa di alcune formalità mal predisposte dai nostri Uffici, ma di avere certezze sull'esaurimento dei finanziamenti relativi al bando precedente - bando 2012 - relativamente all'ultimo semestre del 2015, per quanto attiene i pagamenti, e al primo semestre 2016 anche per i procedimenti amministrativi necessari per il pagamento, in particolare determine, su cui alcune associazioni, che fanno parte della rete che il Piemonte ha opportunamente costituito su questo tema, stanno aspettando notizie.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie.
Presto la voce all'Assessora Cerutti, che articola la risposta, che poi consegnerò, in quattro punti.
In relazione alla quarta proroga del progetto "Piemonte in rete contro la Tratta", sono già stati definiti tutti gli atti amministrativi (qui elencati in maniera precisa e dettagliata), finalizzati all'accertamento dei fondi del Dipartimento delle Pari Opportunità.
Non appena sarà riscontrato l'accertamento, si procederà con l'impegno dei fondi da parte della Ragioneria, delegata dalla Direzione Coesione Sociale, e solo allora gli uffici potranno procedere con le liquidazioni delle somme agli enti partner del progetto.
Il Dipartimento delle Pari Opportunità, inoltre, non ha ancora versato alla Regione le somme spettanti per la quinta proroga del progetto e pertanto non è possibile, alla data odierna, accertare, impegnare e quindi assegnare agli enti le somme spettanti a valere sulle risorse statali.
L'impegno della Regione Piemonte è stato e continua ad essere quello di monitorare l'assegnazione dei fondi ai soggetti interessati a quest'importante progettualità, comprendendo le difficoltà operative che stanno vivendo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1310 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Tutela degli oratori della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1310, presentata dalla Consigliera Ruffino.
La parola alla Consigliera Ruffino per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Il mio question time ha come oggetto la tutela degli oratori in Regione Piemonte.
Faccio una breve cronistoria.
Gli ultimi progetti sono stati presentati e finanziati per un importo di un milione e 200 mila euro nell'anno 2014/2015 e per la Regione Ecclesiastica Piemontese era previsto un importo di 856 mila e 595 euro.
La scadenza di presentazione era il 27 febbraio 2015 e ci doveva essere, dopo l'approvazione dell'iter da parte della Regione, un pagamento del 50%. Sino ad oggi, però, non è stato pagato alcun importo.
Il rendiconto di questi progetti è stato presentato in data 22 dicembre 2015. E' giunta, ai referenti degli Enti di culto e partecipanti al tavolo per la Legge degli oratori, una comunicazione che diceva: "La presente per informarvi che per l'anno in corso la Giunta regionale, nell'assestamento di bilancio, ha azzerato il capitolo relativo ai contributi a favore degli Enti di culto per l'anno 2015. Vi informeremo se per il 2016 verranno ripristinate le risorse".
In data 30 maggio 2016 il tavolo degli Enti di culto è stato convocato e si dice: "Al fine di avviare un costruttivo confronto sulle questioni collegate alla Legge regionale oratori, e per fare il punto sull'utilizzo dei contributi già erogati in funzione delle progettualità a loro tempo presentate".
In quella riunione, l'Assessore ha comunicato che il Presidente Chiamparino e tutta la Giunta avevano preso l'impegno per fare un bando che avrebbe coperto da gennaio 2016 e avrebbe cercato di mantenere i mesi scoperti il più a ridosso possibile.
Sino ad oggi non c'è stata alcuna convocazione e nessuna segnalazione circa l'emissione o l'approvazione della delibera; nessun segnale rispetto al bando ed, eventualmente, relative regole a cui debbono stare i progetti finanziabili, ma neppure il pagamento di somme pregresse relative ai progetti 2014/2015.
E' per questo che chiedo quali azioni sono state attuate o si intendono attuare per salvaguardare le funzioni sociali ed educative che svolgono gli oratori tra i giovani, per garantire il pagamento delle somme pregresse relative ai progetti 2014/2015. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Negli anni 2012, 2013 e 2014, la Regione ha sistematicamente erogato contributi agli Enti di culto in coerenza con la legge 26 del 2002.
E' vero, e l'abbiamo anche sottolineato ai soggetti interessati, che l'anno 2015 è stato un anno difficile, da questo punto di vista, perch per ragioni legate all'equilibrio di bilancio, non è stata possibile alcuna assegnazione di contributi per l'annualità 2015/2016.
Si deve far notare che, nonostante la mancanza di quest'assegnazione l'anno 2015 è stato coperto fino al mese di agosto, attraverso le risorse assegnate nel 2014; la Regione assegna i finanziamenti per attività, a scavalco dei due anni solari, per espressa richiesta degli Enti che partecipano a questi bandi, in modo tale che possano utilizzare questi fondi, finalizzati ad attività di socializzazione, proprio nel corso dell'anno scolastico, in coerenza con questo.
L'intenzione della Giunta, come abbiamo detto dopo una riunione indetta direttamente con gli Enti, è di procedere al rifinanziamento del capitolo di spesa all'interno della manovra di assestamento del bilancio regionale 2016, riducendo al minimo il periodo non coperto dal contributo regionale.
Sostanzialmente, rimarrà soltanto qualche mese scoperto dell'anno 2015 perché attraverso il rifinanziamento è appunto possibile coprire anche parte del 2015, oltre che del 2016.
Gli atti necessari sono già stati approntati dagli uffici, che confrontandosi con gli Enti di culto, hanno previsto dei tempi per l'utilizzo dei nuovi contributi dall'aprile 2016 al 31 marzo 2017, coprendo parte dei costi delle attività comunque già svolte a favore delle famiglie meno abbienti. Questo è l'impegno che abbiamo sottoscritto nel tavolo di riunione.
Per quanto riguarda il pagamento delle somme pregresse, cioè relative ai progetti 2014-2015, si precisa che per due Enti di culto - cioè Tavola Valdese e Assemblee di Dio in Italia - si era già provveduto ad emettere l'atto di liquidazione del saldo nel mese di dicembre 2015.
In data 17 novembre 2016, con provvedimento n. 816, si è provveduto a disporre la liquidazione del saldo degli Enti di culto rimanenti (Chiesa Cattolica, Chiesa Avventisti, Comunità Ebraica) con la contestuale emissione degli atti di liquidazione, per i quali verranno emessi appositi mandati di pagamento dagli uffici della ragioneria centrale della Giunta regionale.
chiaro che a tutto questo bisogna connettere il tema della liquidità di cassa. Dunque, l'emissione materiale delle risorse dipende effettivamente, dagli equilibri di cassa di quel momento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1313 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Aggiornamenti sul trasferimento delle attività dell'ospedale Oftalmico presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, e presso il San Giovanni Bosco. Inizio lavori di ristrutturazione presso l'ospedale San Lazzaro"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1313, presentata dalla Consigliera Batzella, che la illustra.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione s'intendono chiedere all'Assessore Saitta degli aggiornamenti in merito al trasferimento delle attività dell'ospedale Oftalmico presso la Città della Salute e della Scienza di Torino e presso il San Giovanni bosco, in considerazione del fatto che in data 9 novembre abbiamo appreso dagli organi di informazione che sono iniziati i lavori di ristrutturazione presso il secondo piano dell'ospedale San Lazzaro, gli stessi locali che furono danneggiati alcuni anni fa da un incentro inutilizzati da allora.
Su 400 metri quadrati pare che troveranno posto la segreteria l'accettazione e dieci ambulatori. L'intervento, in termini di costi, non sarà certo di lieve entità, considerato che si tratta di rifare completamente quello che era l'ex reparto di degenza (parliamo di infissi impianto elettrico, condotte, attrezzature per erogare i gas medicali e bagni).
Per quanto riguarda il blocco degli operatori, sempre secondo quanto appreso dagli organi di informazione, pare che saranno messi a disposizione dall'Oftalmico quelli già in funzione alle Molinette.
Conosciamo tutti la storia dell'ospedale Oftalmico: è il centro di riferimento regionale per l'oculistica. Dispone di grandi professionisti in grado di risolvere tutte le problematiche diagnostico-terapeutiche nel campo dell'oftalmologia, 24 ore su 24, 365 giorni l'anno. Con la dispersione delle unità operative su più strutture potrebbero venire a mancare le coperture: ricordiamo che le prestazioni ambulatoriali nel 2015 sono state 58.931; il centro di riabilitazione visivo è un centro di eccellenza, con oltre 8.000 prestazioni.
L'ospedale Oftalmico è stato oggetto di continue ristrutturazioni.
Attualmente sono presenti 28 ambulatori operativi, le cui equipe di personale, prese singolarmente, non sarebbero in grado di garantire una copertura quale quella attuale.
Sappiamo, altresì, che la DGR 1-600 (ma anche quella di integrazione) non prevede più l'ospedale Oftalmico nella rete ospedaliera, nonostante che nel piano socio-sanitario ultimo vigente la chiusura dell'Oftalmico sia vincolata al contestuale spostamento nella nuova Città della Salute.
Sempre dalla DGR n. 1-600 e da quella di integrazione n. 1-924, si evince che esisterà una struttura complessa di oculistica presso l'Azienda della Città della Salute odierna e presso l'ospedale San Giovanni Bosco.
Noi abbiamo sempre sostenuto l'eccellenza di questo ospedale monospecialistico e di tutti i professionisti che vi lavorano; è una struttura importante per i cittadini; rappresenta un riferimento non solo per i torinesi e per i piemontesi in generale, ma anche per utenti di altre parti d'Italia e non solo.
Ho inteso presentare quest'interrogazione per chiedere se esiste un cronoprogramma dei lavori e per conoscere i costi per l'adeguamento degli ambulatori e degli uffici all'interno dell'ospedale San Lazzaro, che dovrà essere completamente ristrutturato, tenendo anche conto che gli stessi sono attualmente attivi e ben funzionanti presso l'ospedale Oftalmico di Via Juvarra. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Alle domande puntuali che sono state sollevate si fa presente che l'impegno economico per l'adeguamento delle aree destinate ad accogliere le funzioni ambulatoriali di ricovero e di pronto soccorso (parliamo evidentemente, delle Molinette) è quantificato in 500.000 euro. I lavori saranno completati entro il 31 marzo 2017.
Il trasferimento delle attività alle Molinette, ospedale multispecialistico di rilevanza regionale e nazionale, consentirà una migliore e completa presa in carico dei pazienti grazie all'integrazione delle competenze professionali assicurate dagli oculisti, e con le numerose competenze esistenti (oncologi, neurochirurghi, diabetologi) che non sono evidentemente presenti in un ospedale monospecialistico.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1312 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Chiusura ospedale Amedeo di Savoia e trasloco presso il San Giovanni Bosco"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1312 presentata dal Consigliere Bono, che la illustra.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'Assessore Saitta, a margine della Commissione congiunta con la Commissione consiliare omologa del Comune di Torino, aveva tagliato corto sulle richieste sollevate anche dal nostro Gruppo consiliare circa le tempistiche del trasloco dell'ospedale Amedeo di Savoia, struttura di rilievo regionale (se non di più, anche sovraregionale) per quanto riguarda le malattie infettive, anche nel caso di particolari epidemie difficilmente controllabili in ospedali generalisti. L'Assessore aveva tagliato corto non ci aveva dato risposta e non aveva permesso al Direttore Generale dell'ASL-TO2 - il dott. Alberti - nonché Commissario dell'ASL-TO1, di risponderci, per approvare in tutta fretta (ricorderanno bene i colleghi e lo ricordiamo soprattutto noi, Consiglieri d'opposizione) la delibera di fusione tra ASL-TO1 e ASL-TO2.
L'Assessore mi aveva detto: "Presenti un'interrogazione a risposta immediata: le risponderò".
Io avevo già depositato un'interrogazione a risposta indifferibile e urgente, che - però - avrebbe richiesto un po' più tempo per la risposta.
Poiché me l'ha cortesemente chiesto l'Assessore e poiché spero ci sia sempre, tra le parti opposte che rappresentiamo, un rapporto di fiducia e rispetto, ho presentato l'interrogazione per avere le risposte alle domande che ci si pone sul territorio.
Dalle notizie in mio possesso, sembra sia stata individuata l'area all'interno del Giovanni Bosco, ma, in effetti - dal punto di vista della quantità dei reparti, delle strutture e dei servizi che sono ancora presenti all'Amedeo di Savoia - non è ben chiaro dove possano trovare spazio. Trattandosi di una struttura di rilievo sovraregionale, vi è la necessità di aree anche separate, dedicate con determinati spazi, funzioni laboratori, macchinari e quant'altro.
Pertanto la domanda è relativa al cronoprogramma, comprensivo di tempi e di costi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda le malattie infettive, non sarà possibile la dismissione, entro l'anno, dei reparti ubicati presso l'Amedeo di Savoia in quanto ciò dovrebbe avvenire con il contestuale trasferimento della Clinica Universitaria presso la Città della Salute e della Divisione Ospedaliera presso l'Ospedale San Giovanni Bosco.
Tale intervento richiede programmazioni e investimenti che necessitano di specifica definizione e non abbiamo ancora un programma.
In particolare, per quanto attiene alla Città della Salute, è necessaria la definizione di un progetto che possa recepire l'insieme dell'attività della Clinica delle malattie infettive.
Per quanto attiene all'Ospedale San Giovanni Bosco, l'inserimento dell'unità operativa ospedaliera di malattie infettive richiede la creazione ex novo di un reparto.
Inoltre, colgo l'occasione per precisare che stiamo lavorando ad una prospettiva concreta e possibile che oggi non esiste, nell'immediato all'interno di un progetto più complessivo della rete delle malattie infettive.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1314 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Passaggio di consegne del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'ASL-TO2"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1314, presentata dal Consigliere Vignale., che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il 20 ottobre 2016 (più di un mese fa), il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'ASL-TO2 ha deciso, vista l'imminenza della sua quiescenza, di fare un passaggio di consegne un po' allargato (diciamo così), prevedendo che i Centri di Salute Mentale, che sono i luoghi in cui come è noto - si svolgono le visite, i Day Hospital, e i Centri diurni venissero chiusi al pubblico ("Chiusura totale delle attività, con congruo preavviso temporale per il pubblico"). Inoltre, è stata disposta la chiusura parziale dei SPDC (i reparti di psichiatria interni agli ospedali), a garanzia del funzionamento, con valutazione della situazione da parte del medico responsabile e del coordinatore, per consentire la partecipazione del maggior numero possibile di operatori.
La lettera della convocazione si conclude con una richiesta un po' singolare: "Le assenze dovranno essere giustificate ai rispettivi responsabili". Non si chiede di giustificare il fatto di allontanarsi da un luogo in cui si garantisce un servizio, ma - al contrario - si chiede, ad un operatore pubblico (del Sistema Sanitario Regionale) che sta garantendo un servizio in un Centro di Salute Mentale, in un Day Hospital o in un Centro diurno, di giustificarsi, se non smette di garantire il servizio.
Questo fino alla giornata di ieri e in qualunque servizio, perch correttamente - la lettera del 20 ottobre diceva che era importante dare tempestivamente comunicazione della chiusura dei servizi.
Fino alla giornata di ieri, chiunque si fosse recato in un CSM, avrebbe potuto leggere: "Il giorno 22/11/2016, dalle ore 13, il servizio rimarrà chiuso". Oppure: "Il giorno 29, il Centro di Salute Mentale rimarrà chiuso per tutta la giornata, per motivi organizzativi".
Nella giornata di ieri abbiamo presentato un question time e devo dire che (poi, ce lo dirà l'Assessore Saitta) abbiamo appreso con favore che oggi il Direttore Alberti ha garantito, con buonsenso, la riapertura dei servizi, poiché vengono prima le esigenze dei pazienti rispetto a quello che sarà pure un importante passaggio di consegne.
Abbiamo anche risparmiato un po' di lavoro all'Assessore, però una domanda la dobbiamo porre, poiché un Direttore Generale non può sapere tutto di una sua Azienda (tanto meno l'Assessore, ci mancherebbe). Ci riferiamo, ovviamente, a chi aveva la responsabilità, cioè colui il quale ha deciso di inviare la lettera.
Ma, era necessaria l'interrogazione di un Gruppo consiliare (fosse di maggioranza o di opposizione, poco importa) per garantire un servizio essenziale? Cioè il diritto alla cura a chi, nella giornata del 29 pomeriggio, avrebbe visto chiusi tutti i servizi? Da questo punto di vista, ritengo che quest'interrogazione, che si è chiusa con un lieto fine, debba insegnare che occorre mettere i servizi ai pazienti prima di qualunque cosa. Ci auguriamo che venga fatto il possibile affinché nella giornata di venerdì i servizi vengano erogati, perché - per esempio - nei Centri di Salute Mentale si fanno visite su appuntamento.
Evidentemente, gli operatori non avevano segnato molte di queste, perch così era la disposizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Direttore dell'ASL - dott. Alberti - mi ha immediatamente confermato di essere già intervenuto personalmente (c'è la lettera), per evitare che l'avvicendamento del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale potesse creare disagi al servizio e, quindi, ai pazienti.
Pertanto, confermo che martedì 29 novembre saranno garantiti i consueti accessi presso tutti i centri afferenti al Dipartimento di salute mentale e che l'incontro avverrà dopo l'orario d'ufficio.
Mi sembra giusto e doveroso, com'è stato ricordato, che prima di tutto ci sia l'interesse dei pazienti.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1315 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Assegnazione incentivi carburante agricolo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 1315, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Parliamo di assegnazione degli incentivi per il carburante agricolo.
Considerato che la meccanizzazione agricola è uno dei fattori produttivi più importanti e inoltre che esistono delle norme statali e regionali sugli incentivi per i carburanti agricoli agevolati; che solo per la Provincia di Cuneo questi incentivi sfiorano i 150 milioni di euro di minori accise incassate dallo Stato e che negli ultimi anni lo Stato ha ridotto gli incentivi fino ad una percentuale che tocca il 23% ma che nonostante ciò, le aziende agricole piemontesi non hanno subito dei tagli che il gasolio e la benzina sono ammessi ad agevolazione fiscale mediante riduzione dell'accisa e che le aziende beneficiarie dell'incentivo ricevono una prima assegnazione annuale in base alle colture e alle attività agricole gestite, ma anche che possono esserci assegnazioni supplementari soprattutto in base a fattori climatici eccezionali, effettuate in momenti diversi; inoltre, che le linee guida per l'assegnazione sono gestite on line sul portale "Sistema Piemonte", ma che da alcuni anni il software utilizzato per il calcolo delle assegnazioni degli incentivi per il carburante agricolo alle aziende non risulta funzionare correttamente, con possibili conseguenze anche penali e fiscali, poiché è ovvio che da una casistica con tante domande siano possibili degli errori, io interrogo l'Assessore per sapere quali iniziative si vogliano intraprendere tempestivamente per risolvere in modo definitivo il problema dei possibili errori di assegnazione degli incentivi per il carburante agricolo intervenendo sul software gestionale di calcolo e limitando così concretamente la possibilità di porre le imprese agricole in spiacevoli situazioni di grave responsabilità.
E aggiungerei, se possibile, la richiesta di capire se risultino degli eventuali errori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Graglia: le comunico quel che poi le consegnerò anche in formato cartaceo.
Come lei ha citato nell'interrogazione, vengono assegnati ogni anno in base all'andamento climatico dei supplementi di gasolio. Siamo venuti a conoscenza che in questi giorni, riguardo alle ultime assegnazioni, c'è stata una problematica sul programma informatico, a cui il CSI sta già lavorando. Riteniamo quindi questo problema ormai risolto.
Se ci saranno altre situazioni di questo genere, naturalmente il CSI provvederà a fare le correzioni necessarie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Con questa risposta di chiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Do atto che siamo in presenza del numero legale per cominciare i lavori del Consiglio e quindi domando ai colleghi che non avessero ancora firmato per la presenza di farlo prima dell'inizio della seduta ordinaria.



(Alle ore 15.19 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Marrone, Mighetti, Rostagno e le Consigliere Ruffino e Cerutti.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo perché questa mattina, tra un intervento e l'altro, lei ha dato riscontro alle nostre richieste di comunicazioni, ma noi non abbiamo avuto modo di replicarle, nel senso che l'idea di risponderci "quando arriveremo a discutere l'emendamento" non ci soddisfa perché non conosciamo le tempistiche. Estendo ovviamente tale richiesta anche al Vicepresidente Reschigna, avanzando anche una proposta: si anticipi pro-forma l'emendamento, in modo da poterne discutere oggi - senza votarlo. Non sappiamo neanche, infatti, a che livello si colloca quest'emendamento: se all'articolato, se alla tabella.
Se dunque se ne potesse avere un'anticipazione.



PRESIDENTE

Se nella discussione generale, senza strozzare i tempi, accorciate un po' gli interventi, alla fine della discussione generale, eventualmente, si potrebbe fare quest'illustrazione. Va bene, Vicepresidente Reschigna?



(Commenti in aula e assenso del Vicepresidente Reschigna)



PRESIDENTE

Alla fine della discussione generale il Vicepresidente Reschigna illustrerà l'emendamento e si aprirà la relativa discussione.
Le chiedo di avvicinarsi al tavolo della Presidenza, Consigliere Bono così ne parliamo.
Do intanto la parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione dell'ordine del giorno presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle per riportare.
Mi permetto di chiedere la sua attenzione, Presidente...: piuttosto sospendiamo un attimo, perché avrei piacere di avere anche l'attenzione del Presidente Laus.



PRESIDENTE

Va bene: sospendiamo per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 15.25, riprende alle ore 15.26)



PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori.
Prego, Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Vorrei solo tornare sul tema che hanno posto i colleghi del Movimento 5 Stelle in merito al dibattito che precedentemente si è aperto sui vitalizi.
Mi permetterei soltanto di riportare l'attenzione, in particolare del Presidente Laus, non solo su questo tema: credo sia doveroso nei confronti di quest'Aula riprendere un discorso che con grande difficoltà abbiamo fatto, sia qui che in Commissione, vale a dire la capacità di dare la giusta dignità ai Consiglieri regionali anche in funzione delle loro indennità e delle loro tutele.
Allora, diventa difficile fare un ragionamento sereno quando abbiamo in Aula determinati comportamenti e poi, nella fattispecie personale, altri. E mi spiego: visto che, se non vado errato, è appena arrivata una comunicazione con un invito ad un evento del 30 novembre sulla trasparenza in Regione, suggerirei al Presidente del Consiglio di applicare la stessa trasparenza nell'elencare sul sito coloro i quali il bel malloppetto del vitalizio lo hanno già ritirato e oggi magari in quest'Aula fanno anche un coup de théâtre.
Perché dico questo? Perché io, che sono una di quelle persone che non ha mai cambiato opinione sul fatto che i Consiglieri regionali vanno...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera.



PORCHIETTO Claudia

Io so che lei, Presidente, non perde il filo, quindi mi può far terminare e poi darmi tutte le risposte che ritiene.
Credo che sia importante che a metà mandato questo Consiglio regionale affronti in modo sereno il tema del trattamento non solo economico ma anche previdenziale dei Consiglieri. Stante che il 4 dicembre, che sembra la madre di tutte le battaglie anche sul futuro delle nostre posizioni personali, ormai è a scadenza, invito il Presidente un minuto dopo a cominciare a riragionare rispetto a quelle che sono state tutta una serie di proposte per dare, attenzione, la giusta dignità alla persona e non soltanto dal punto di vista economico. Perché non è possibile che ancora oggi non si possa dibattere seriamente, oltre a quelle che sono le materie di cui dobbiamo dibattere, anche della serenità sulle posizioni assicurative e previdenziali di coloro i quali, come ha ricordato qualcuno stamattina in quest'Aula, qui dentro ci lavorano professionalmente e seriamente.
Presidente, la invito a prendere l'iniziativa, riconducendo i lavori prima in Commissione e poi in quest'Aula, senza nascondersi dietro nessun populismo - visto che piace molto questa parola - perché credo che questo lo si debba a quest'Aula e alle persone che stanno lavorando e che hanno lavorato seriamente. Dopodiché spero che lei sia così gentile e solerte magari sono io che non l'ho trovato sul sito - di informare l'Aula rispetto a coloro i quali hanno già ritirato in clamoroso silenzio gli importi che sarebbero stati eventualmente destinati ai vitalizi. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Stavo facendo una puntualizzazione, perché sul tema dei vitalizi c'è il rischio di generare confusione.
Il vitalizio non si ritira...



(Commenti della Consigliera Porchietto fuori microfono)



PRESIDENTE

Bravissima! Il vitalizio viene interpretato e percepito, giustamente come una sorta di privilegio, perché c'è l'effetto moltiplicatore. Chi invece lo ritira è perché ha rifiutato l'effetto moltiplicatore e decide di riprendersi, giustamente e legittimamente, quanto ha versato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Lei ha fatto bene a fare questa precisazione, però credo che in un ambito di trasparenza, stante che molto spesso ci ritroviamo ad essere - in particolare coloro i quali ritengano che le posizioni debbano essere diverse - in qualche modo un po' sudditi di alcuni pensieri o retropensieri. Io credo che, invece, sia importante stabilire bene cosa dobbiamo fare e chi, con serenità, sarà disponibile a portare avanti eventuali battaglie, perché parto anche dal presupposto che, magari, la partita è persa quando, magari, i vertici non ci credono talmente tanto che hanno già pensato di fare qualcosa di diverso rispetto ad importi lecitamente - come diceva lei - riconosciuti e a questo punto autonomamente se n'è fatto cosa si voleva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 180 "Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015" (ordine del giorno n. 921 collegato)


PRESIDENTE

Ricordo al Consiglio che è rimasto da votare l'ordine del giorno n. 921 "Ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione n. 180 'Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016 2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015'. Modalità di quantificazione e tassazione dell'assegno vitalizio" presentato dai Consiglieri Bono Andrissi, Bertola, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 921 del Consigliere Bono ed altri, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 180, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Prima di passare al punto successivo, do una comunicazione. In merito alla tempistica di presentazione degli emendamenti - parliamo dell'assestamento al bilancio di previsione finanziaria 2016-2018 propongo di consentirne la presentazione ad una sola firma fino all'apertura della discussione generale; successivamente, potranno essere presentati con la firma di 3 Capigruppo, oltre che dalla Giunta regionale fino alla trattazione dell'articolo precedente a quello cui gli emendamenti si riferiscono.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 190, inerente a "Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura: approvazione modifiche statutarie"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 190, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Parigi per l'illustrazione.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente e Consiglieri della vostra disponibilità, visto che abbiamo l'urgenza di approvare questo Statuto per mandare avanti il lavoro della Fondazione del Libro.
Brevissimamente vi illustro quelli che sono i sostanziali cambiamenti dello Statuto rispetto al precedente, che è già stato deliberato dalla Giunta e dalla Commissione.
In linea di filosofia generale, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura passa dall'essere una Fondazione regionale ad essere una Fondazione nazionale.
E' stato tolto l'Alto Comitato di Coordinamento e vi è un sostanziale equilibrio tra i soci fondatori che al momento sono 5: Comune, Regione MIUR, MiBACT e Banca Intesa San Paolo.
Si sono inserite due figure che sono quelle del Segretario Generale o quella del Direttore Editoriale. Si è limitato l'ambito di intervento del Presidente, che è Presidente del Consiglio di Amministrazione, e che non ha più deleghe operative, proprio perché molte delle deleghe operative del Presidente sono state passate al Segretario Generale.
Inoltre è stata inserita la possibilità di avere dei soci sostenitori oltre ai soci fondatori; i soci sostenitori potranno appartenere ai diversi rappresentanti della filiera del libro, così come è stato inserito un Comitato di indirizzo che è un comitato (scelto dal Consiglio di Amministrazione) che dialoga con le varie figure all'interno della Fondazione per la costruzione del programma del Salone Internazionale del Libro e del piano di attività culturale della Fondazione. Queste sono le sostanziali modifiche.
Poiché stiamo andando molto veloci, abbiamo dovuto realizzare una serie di emendamenti per uniformare il nostro testo a quello che sarà deliberato dalla Città di Torino.
Quindi vi chiederei di poter votare dei piccoli cambiamenti - tranne in un unico emendamento - per una miglior chiarezza del testo, solo piccole formalità. Grazie.



PRESIDENTE

Assessora, illustri tutti gli emendamenti.
E' inutile che le dia la parola ogni volta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 4, terzo capoverso, la frase "Qualora dal Conto Consuntivo dell'esercizio precedente risulti una perdita che riduca il patrimonio disponibile ad un valore inferiore a quello indicato nel comma precedente i soci sono tenuti a provvedere alla ricostituzione del predetto patrimonio minimo disponibile nell'esercizio successivo a quello di approvazione del conto consuntivo" è soppressa.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 5, secondo capoverso, la frase "L'ammissione di Soci sostenitori è proposta dal Consiglio di Amministrazione e approvata dal Collegio dei Fondatori che delibererà con il voto favorevole di almeno due terzi dei componenti del Collegio. La qualità di Socio sostenitore viene attribuita su domanda dell'interessato con le modalità stabilite in apposito regolamento approvato dal Collegio dei Fondatori" è parzialmente sostituita dalla seguente: "L'ammissione dei Soci sostenitori è proposta dal Consiglio di Amministrazione e approvata dal Collegio dei Fondatori e Sostenitori che delibererà con il voto favorevole di almeno due terzi dei componenti del Collegio. La qualità di Socio sostenitore viene attribuita su domanda dell'interessato con le modalità stabilite in apposito regolamento approvato dal Collegio dei Fondatori e Sostenitori".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 7, primo capoverso, alla frase "Collegio dei Fondatori" è aggiunta la frase "e Sostenitori".
Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 8, primo, secondo e terzo capoverso, lettera f) e quarto capoverso, la frase "Collegio dei Fondatori" è sostituita dalla seguente: "Collegio" all'articolo 8, terzo capoverso, lettera e), la frase "La formulazione di eventuali osservazioni alle modificazioni dello statuto predisposte dal Consiglio di amministrazione" è così integrata: "La formulazione di eventuali osservazioni alle modificazioni dello statuto predisposte dal Consiglio di amministrazione e relativa approvazione" all'articolo 8, terzo capoverso, è aggiunta la lettera g), con la seguente formulazione: "g) i soci fondatori possono esercitare il veto sulle modifiche statutarie e sulla proposta di scioglimento purché a maggioranza dei tre quarti dei soci medesimi" all'articolo 8, quinto capoverso, la frase "La convocazione del Collegio dei Fondatori da parte del Presidente della Fondazione deve avvenire, in via ordinaria, obbligatoriamente due volte l'anno, per deliberare sull'approvazione del bilancio di previsione e del bilancio di esercizio.
La convocazione del Collegio dei Fondatori deve avvenire tramite avviso comunicato ai componenti dello stesso a mezzo lettera raccomandata, fax o posta elettronica con ricevimento confermato (Pec), ovvero altri mezzi che garantiscano la prova dell'avvenuto ricevimento, almeno otto giorni prima del Collegio Dei Fondatori" è in parte sostituita dalla seguente: "La convocazione del Collegio da parte del Presidente deve avvenire, in via ordinaria, obbligatoriamente due volte l'anno per formulare osservazioni preventive al bilancio di previsione e al bilancio consuntivo. La convocazione del Collegio dei Fondatori e Sostenitori deve avvenire tramite avviso comunicato ai componenti dello stesso a mezzo lettera raccomandata fax o posta elettronica con ricevimento confermato (Pec), ovvero altri mezzi che garantiscano la prova dell'avvenuto ricevimento, almeno otto giorni prima del Collegio dei Fondatori e Sostenitori".
all'articolo 8, sesto capoverso, la frase "Per le modifiche dello Statuto, nonché per le deliberazioni inerenti la liquidazione, il Collegio dei Fondatori in sessione straordinaria delibera in prima o seconda convocazione con il voto favorevole dì tanti componenti che rappresentino i due terzi degli aventi diritto" è in parte sostituita dalla seguente: "Per le modifiche dello Statuto e la nomina del Presidente il Collegio dei Fondatori in sessione straordinaria delibera in prima o seconda convocazione con il voto favorevole di tanti componenti che rappresentino i due terzi degli aventi diritto".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 9, nel primo e nell'ultimo capoverso la frase "Collegio dei Fondatori" è sostituita dalla seguente: "Collegio dei Fondatori e Sostenitori".
Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 11, quarto capoverso, la lettera b) è soppressa all'articolo 11, quarto capoverso, lettera d), alla frase "determina l'eventuale compenso del Presidente della Fondazione, del Presidente del Collegio dei revisori dei conti e dei revisori", si propone - dopo la frase "del Presidente della Fondazione" - l'aggiunta del termine "quello del Presidente del Collegio dei revisori dei conti" all'articolo 11, quarto capoverso, lettera e), la frase "Collegio dei Fondatori" è sostituita dalla frase "Collegio dei Fondatori e Sostenitori" all'articolo 11, quarto capoverso, lettera m), la frase "Collegio dei Fondatori" è sostituita dalla frase "Collegio dei Fondatori e Sostenitori".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 12, secondo capoverso, il termine "esercizi" è sostituito dal termine "anni".
Emendamento rubricato n. 8) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: all'articolo 15, primo capoverso, la frase "Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre componenti, iscritti nel registro dei Revisori contabili, nominati dal Collegio dei Fondatori. Il Collegio dei Fondatori nomina il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. La procedura di nomina dei singoli revisori è approvata dal Collegio dei Fondatori con idoneo regolamento" è parzialmente sostituita dalla seguente: "Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre componenti, compreso il Presidente, iscritti nel registro dei Revisori contabili, nominati dal Collegio dei Fondatori e Sostenitori. Il Collegio dei Fondatori e Sostenitori nomina il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. La procedura di nomina dei singoli revisori è approvata dal Collegio dei Fondatori e Sostenitori con idoneo regolamento" all'articolo 15, ultimo capoverso, la frase "Il mandato è svolto dai componenti a titolo gratuito" è soppressa.
Questi gli otto emendamenti che vorremmo apportare al testo deliberato in Commissione.
Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9) presentato dalla Consigliera Frediani e dai Consiglieri Bertola, Bono, Marrone, Mighetti, Pichetto Fratin: L'articolo 11, comma 4, lettera j) e k) viene così riscritto: "j) nomina e revoca il Segretario generale e ne stabilisce il compenso definendo il tetto massimo in coerenza con la natura :istituzionale della Fondazione con l'assenza di attività lucrative k) nomina e revoca il Direttore Editoriale e ne stabilisce il compenso definendo il tetto massimo in coerenza con la natura istituzionale della Fondazione e con l'assenza di attività lucrative;".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Illustro volentieri l'emendamento, esprimo solidarietà all'Assessora Parigi per il caos in cui ha illustrato i suoi emendamenti: evidentemente si tratta di un tema molto sentito dall'Aula.
A parte questa battuta, in Commissione, nel corso dell'ultima seduta abbiamo discusso questo documento - lo Statuto - e ci sembrava che fosse perfezionato in quel modo, tant'è che abbiamo proposto una piccola modifica che adesso abbiamo inserito nel nostro emendamento poiché non ci sembrava che ci fossero altri nodi critici.
Ora vediamo tutta una serie di emendamenti che sinceramente sentiamo il bisogno di valutare con un po' di calma, perché ci sembra che non siano proprio tutte modifiche formali, ma che ci siano degli interventi anche su alcuni aspetti che magari possono avere rilievo economico. Di conseguenza chiediamo che ci sia perlomeno una sospensione per poter valutare tali emendamenti, giusto per non chiedere subito un rinvio. Anche perch francamente, dopo una Commissione in cui abbiamo avuto modo di discutere sul testo e di confrontarci, arrivare adesso in Aula e trovarci una serie di emendamenti catapultati così, senza comprenderne il senso, non ci trova preparati. Quindi chiederei come minimo una sospensione, se non è possibile valutare un rinvio per problemi di fretta o di necessità di approvare celermente il nuovo Statuto. Grazie.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Frediani, dato il coordinamento anche con la Città di Torino se lei vuole avvicinarsi, trattiamo l'unico emendamento di merito: gli altri sono tutti formali. Sospendiamo la seduta due minuti e le chiedo di avvicinarsi.



(La seduta, sospesa alle ore 15.50 riprende alle ore 16.03)



PRESIDENTE

La seduta è ripresa.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

So che nella sua infinita pazienza, che tutti le riconosciamo, ci concederà ancora cinque minuti per perfezionare un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Mi aspettavo proprio questa richiesta. Prego.



FREDIANI Francesca

Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 16.04 riprende alle ore 16.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
stato presentato l'ordine del giorno n. 923 "Impegno a definire un tetto ai compensi del Segretario generale e del Direttore editoriale della 'Fondazione per il libro, la musica e la cultura'" presentato dai Consiglieri, Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Valetti, e dalle Consigliere Frediani e Batzella.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Ritiriamo l'emendamento che avevamo depositato e chiediamo di discutere quest'ordine del giorno, che impegna la Giunta a prevedere nel regolamento di nomina un tetto massimo ai compensi del Segretario generale e del Direttore editoriale. Quindi, nel momento in cui si andrà a definire la nomina per queste due nuove figure introdotte dallo Statuto, chiediamo venga indicato un tetto massimo.



PRESIDENTE

Va bene, Assessora Parigi?



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

Dunque, l'ordine del giorno n. 923 lo consideriamo attratto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 923, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 190, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 222, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2016-2018 e disposizioni finanziarie".


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 222, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ricordo che il provvedimento non è stato licenziato dalla Commissione consiliare, ed è, quindi, stato richiamato in aula ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento consiliare.
Per quanto riguarda gli emendamenti - lo dico per gli Uffici altrimenti mi rimproverano - chiedo che venga scritto a verbale che i Consiglieri Vignale, Bono e Appiano li consideriamo, sostanzialmente relatori per gli emendamenti.
Do ora la parola alla Giunta regionale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Già siamo nelle deroghe delle deroghe, poi non ci troviamo...
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Non sapevo di dovere svolgere la relazione, ma non è questo il problema.
Questo assestamento di bilancio trae come riferimento da cui partire le risultanze del rendiconto che abbiamo approvato recentemente con la legge n. 17 del 16 settembre 2016.
Ricordo che dal rendiconto emergevano, sostanzialmente, una serie di problematiche. Per quanto riguarda la prima, veniva accertato un avanzo libero per 232.197.822 euro e, per quanto riguarda la seconda, veniva accertato un avanzo vincolato per 420.814.844 euro.
Con il rendiconto, però, venivano accantonate alcune poste (tradizionalmente, il fondo contenzioso Regione Piemonte e Unicredit, per la vicenda vecchia del Mauriziano; la residua parte del fondo della transazione con le Province, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale) e venivano fissate, sostanzialmente, altre tre questioni.
Innanzitutto, il fondo residui perenti ammonta a 103 milioni e rotti euro in secondo luogo, veniva istituito un fondo rischi per l'eventuale riassunzione di oneri già trasferiti al Commissario straordinario, così come disposto dal giudizio di parifica della Corte dei Conti, per 54 milioni e 749 mila e rotti euro.
Inoltre, venivano individuate due ulteriori voci, una per un importo di 18.191.130 euro, che è l'importo vincolato per somme accertate da riscrivere in spese in esercizi futuri, e un'altra per un importo di circa 27 milioni di euro, relativi sostanzialmente a reimpostazioni, che venivano accertati in sede di rendiconto e in sede di assestamento di bilancio, in modo particolare relativamente a due voci: Piano 10 mila alloggi in affitto e Interventi a seguito di eventi alluvionali degli anni passati.
Ricordo che con il termine reimpostazioni, sostanzialmente, stiamo parlando di trasferimenti statali, che erano stati iscritti nel bilancio della Regione negli anni passati, che erano stati oggetto di impegni con soggetti, quindi avevano determinato una obbligazione da parte della Regione Piemonte, e che, nel corso degli anni, erano stati cancellati come residui perenti, pertanto questo era un altro tema che derivava dal rendiconto.
L'assestamento di bilancio parte da questi dati - elementi essenziali su cui poter lavorare - e affronta essenzialmente il tema attribuendo l'avanzo vincolato per 420 milioni e 814 mila in parte all'esercizio 2016 dedotta la quota del 2015, già utilizzata, per 137.199.000 euro e rotti cancellando un'entrata artificiosamente sovrastimata del recupero del bollo auto per consentire di evitare di comprimere la spesa in sede di legge di bilancio - per 175 milioni e rotti nel 2017 e per 108 milioni e rotti nel 2018.
Con quest'operazione, abbiamo che le due quote di disavanzo, quella del disavanzo finanziario al 31/12/2014 e quella di riaccertamento straordinario dei residui, al 1° gennaio 2015, di competenza del 2016, del 2017 e quasi totalmente del 2018, risultano essere già coperte attraverso l'utilizzo dell'avanzo vincolato.
In secondo luogo, l'assestamento di bilancio, almeno nel testo che viene sottoposto all'esame del Consiglio (su questa seconda voce il maxiemendamento della Giunta interviene lievemente), prevede che l'avanzo libero pari a quei 232.197.000 venga utilizzato per 121.328.000 nell'esercizio 2016, per 84.868.000 nell'esercizio 2017 e per 26 milioni di euro sull'esercizio 2018.
L'operazione, soprattutto sul 2017 e sul 2018, è ben più rilevante rispetto all'utilizzo della quota dell'avanzo libero, perché ricordo al Consiglio regionale che mentre la copertura delle due quote di disavanzo sul 2016 era garantita attraverso una sovrastima delle entrate per il recupero del bollo auto, le quote relative al 2017-2018 erano coperte all'interno del bilancio, senza alterazioni delle voci delle entrate.
Quindi, utilizzando l'avanzo vincolato nel 2017 e nel 2018 a copertura delle rate, di fatto, abbiamo che nel 2017 si liberano risorse per le politiche per 84 milioni e rotti, utilizzando l'avanzo libero e per 175 milioni e rotti, liberando le quote dei due disavanzi, avendole coperte con l'avanzo vincolato, in termini di capacità di spesa sul bilancio. Così come pure sul 2018, l'operazione che si libera non è di 26 milioni, ma di 26 milioni più 108 milioni. Questo è il dato da cui parte questo assestamento.
Nel riferire come vengono utilizzati l'avanzo libero e l'avanzo vincolato, individuo già un percorso dentro il quale l'assestamento di bilancio si muove, che è quello di non utilizzare l'avanzo libero, in modo particolare sul 2016, ingrossando la spesa regionale nel 2016, per poi avere una caduta nel 2017-2018, ma è invece quello di immaginare questo assestamento di bilancio con una vera legge pluriennale che affronta il 2016, il 2017 e il 2018 garantendo capacità di spesa sulle tre annualità.
Voglio ricordare al Consiglio regionale che l'utilizzo molto consistente della voce avanzo libero sul 2016 è anche derivato dal fatto che noi avevamo un'entrata, che spostiamo con l'assestamento di bilancio di 52 milioni di euro di proventi dalle alienazioni immobiliari, non realizzabili nel corso del 2016, ma nel corso del 2018.
Voglio anche aggiungere, preliminarmente, che rispetto alla voce Fondo risorse, eventualmente da trasferire alla gestione commissariale per 54 milioni di euro, il problema è in via di soluzione, perché nella legge di bilancio licenziata dal Governo è stato accolto un emendamento fortemente perorato dalla Regione Piemonte, che dice: qualora fossero state erogate anticipazioni sul DL 35 e qualora non esistano più nei bilanci delle Regioni debiti certi ed esigibili alla data del 31/12/2013, quelle Regioni per le anticipazioni già ottenute, possono spostare la data dei debiti certi ed esigibili dal 31/12/2013 al 31/12/2014.
Ciò significa che, non so se in sede di rendiconto del 2016, questo dipenderà dall'approvazione della legge di bilancio da parte del Parlamento, o se in sede di rendiconto 2017 questi 64 milioni di euro ritorneranno ad essere risorse disponibili sul bilancio della Regione. Per questo è un ragionamento che faremo più avanti.
Quindi, cosa significa tutto ciò? Significa che abbiamo ragionato rispetto ad una stabilizzazione della spesa corrente sul 2016, sul 2017 e sul 2018, come abbiamo illustrato in Commissione, illustrando prima il disegno di legge e poi il maxiemendamento della Giunta, non approvato per le note vicende del richiamo in Aula del provvedimento.
Sul 2018 abbiamo ancora alcuni problemi, mentre il 2017 è totalmente coperto e la capacità di spesa del 2016 è ribaltata dal 2016 sul 2017.
Abbiamo ancora dei problemi, però, tenendo conto di quello che ho già incominciato ad anticiparvi, sono fiducioso del fatto che nel tempo garantiremo anche sul 2018 la stessa capacità di spesa del 2016.
Questo concretamente significa che la spesa sociale non diminuirà in questa Regione; significa che la spesa per la cultura non diminuirà in questa Regione; significa che la spesa per il diritto allo studio non diminuirà, anzi nel 2017, proprio per consentire l'entrata in vigore del sistema della legge sul diritto allo studio attraverso il pagamento di voucher, di fatto, poniamo due annualità sul 2017; significa che, grazie all'emendamento che ho depositato ieri, ad esempio, la spesa per il TPL nel 2017 per 530 milioni di euro è totalmente già coperta. Quindi il primo obiettivo è quello di garantire la tenuta della spesa corrente.
Il secondo ragionamento, però altrettanto importante, contenuto all'interno dell'assestamento di bilancio, è che segnaliamo una ripresa della politica di investimenti all'interno della nostra Regione. Questo riguarda, in modo particolare, alcuni ambiti di intervento della politica regionale.
Gli interventi sull'istruzione secondaria sono finanziati nell'arco del 2016, del 2017 e del 2018, quindi si tratta di alcuni vecchi accordi di programma, che però non erano finanziati, ma erano stati sottoscritti, e poi i soldi si erano perduti nel corso degli anni. Uno riguarda la Provincia di Cuneo, con due interventi su Saluzzo e su Mondovì; un altro la Provincia di Asti, con un intervento sulla città di Asti; un terzo la Provincia del VCO, con la messa a disposizione di ulteriori risorse per la costruzione dell'istituto alberghiero Maggia, il più grande istituto alberghiero del Piemonte, per la nuova sede; un quarto intervento riguarda nella Provincia di Novara, il Comune di Gattico.
Vengono ripresi i finanziamenti sull'edilizia sanitaria; mentre l'anno scorso in sede di assestamento di bilancio avevamo inserito le quote relative alla costruzione della Città della Salute di Torino e la Città della Salute di Novara, in questo assestamento di bilancio (sempre esponendo il 2016, 2017 e 2018) sono previste le quote regionali per la costruzione del nuovo ospedale del VCO e per il nuovo ospedale di Moncalieri.
Inoltre, vengono ripresi anche gli investimenti sulle infrastrutture viarie; in modo particolare, nell'emendamento depositato dalla Giunta regionale è previsto il ripristino delle risorse per la realizzazione di un'opera, già appaltata, con contratto ma non ancora iniziata, affidata alla Provincia di Novara, che per la sua realizzazione probabilmente dovrà essere restituita alla gestione in capo alla Regione, tramite la Società di Committenza Regionale, che è la tangenziale di Romagnano Sesia, oltre a un intervento proposto dall'Assessorato ai Trasporti su una tematica che riguarda il Comune di Savigliano. Ma non solo: vengono finanziati ulteriori investimenti in accordi che erano stati sottoscritti con la Provincia.
Certo, l'operazione ripresa di una politica di investimenti sarebbe stata più consistente se i 27 milioni di euro che noi copriamo come fondi da reimpostare sul piano "10 mila alloggi in affitto" o sugli interventi sull'alluvione fossero invece risorse libere che mettiamo a disposizione per nuovi investimenti.
Ma in questo c'è un po' anche la tradizione e una caratteristica del lavoro e del ruolo che quest'Amministrazione regionale deve assolvere relativamente al fatto che, indipendentemente dal periodo di formazione nostro dovere è quello di dare copertura a tutte le obbligazioni che sono state costruite nel tempo da parte della Regione Piemonte.
Questi sono gli elementi essenziali che vorrei mettere in evidenza in questa relazione.
Se posso, affronterei, visto che è stato richiesto, l'elemento relativo all'emendamento che è stato depositato ieri dalla Giunta regionale e che riguarda, per parlare una volta sola, il tema del piano di rientro della sanità.
Per affrontare questo tema vorrei ricordare molto velocemente gli elementi essenziali da cui muoviamo. Noi abbiamo un delta di residui passivi che rappresentano il "contributo" della sanità - metterei tra virgolette la parola contributo - al disavanzo complessivo di oltre 3 miliardi di euro della Regione Piemonte, in parte coperto nel 15 e in parte nel 16, pari a 1 miliardo 505 milioni di euro. Questo è il dato del contributo che la sanità ha, quasi il 50% del disavanzo complessivo della Regione. Questo disavanzo è stato costruito nel tempo ed è emerso in modo forte, almeno per la sua voce più rilevante pari a 884 milioni di euro, in sede di ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi, dove sono stati cancellati i residui attivi non esigibili sulla sanità per 884 milioni di euro. Il periodo di costruzione di questi residui attivi non esigibili va dal 1992 al 2012; quindi, attraversa un arco temporale molto ampio.
Faccio un'ulteriore premessa: questo disavanzo non rappresenta un debito fuori bilancio, perché a bilancio ci sono tutti i residui passivi quindi è disavanzo e non debito fuori bilancio. Il problema della copertura dei residui passivi è il problema di un pagamento progressivo di questi residui passivi, al fine di ridurre progressivamente questa voce di disavanzo che riguarda la sanità.
Nelle battute iniziali del confronto con il MEF su questo tema è stato chiesto alla Regione Piemonte di presentare un piano che riguardasse complessivamente l'importo di 1 miliardo e 505 milioni.
Ricorderete - abbiamo avuto modo di parlarne ripetutamente anche in sede di I e IV Commissione del Consiglio regionale - che si era parlato di una richiesta presentata dalla Regione di ottenere un'ulteriore anticipazione di 419 milioni di euro sul decreto legge n. 35, al fine di avere risorse per consentire di uscire da questo piano di rientro. Su questa richiesta ci sono state, oltre a numerosi incontri che si sono svolti, due lettere del Presidente Chiamparino, una di luglio di quest'anno e una di settembre di quest'anno, che ribadivano la richiesta da parte dell'Amministrazione regionale in tal senso. A queste lettere non è stata data risposta, anche se sono state oggetto di numerosi incontri con il MEF e quando è stata presentata la legge di bilancio del 2017 dello Stato, in quel momento abbiamo avuto la certezza che non c'era la possibilità di ottenere ulteriore anticipazione sul decreto legge n. 35. Perché questo tipo di certezza? Perché è vero che in un articolo della legge di bilancio sono previsti due fondi che sono alimentati da risorse che erano state accantonate a favore delle Regioni e non utilizzate dalle Regioni; o per lo meno, in parte utilizzate dalle Regioni, ma non totalmente. Un fondo per 1 miliardo e 300 milioni su anticipazioni sul decreto legge n. 35, che erano state assegnate a diverse Regioni d'Italia e che non erano mai state ritirate da queste Regioni e un altro fondo di 600 milioni di euro non utilizzato dalle Regioni relativo alla rinegoziazione delle obbligazioni con sottostanti derivati.
Ma questi due fondi di 1 miliardo e 300 milioni e di 600 milioni entrano nella trattativa che è in corso tra Governo e Regioni relativamente alla gestione del programmato taglio a valere sul 2017 nei confronti delle Regioni pari a 2 miliardi e 680 milioni di euro.
E' chiaro che c'è una richiesta da parte di tutte le Regioni che questo tagli di 2 miliardi e 680 milioni di euro, che avrebbe messo in grave crisi le Regioni e che metterebbe in grave crisi le Regioni nel 2017, possa essere ridotto utilizzando gran parte di questo miliardo e 900 milioni di euro.
A quel momento noi abbiamo avuto la certezza che, pur continuando ad insistere (e continueremo ad insistere) in questa direzione, le possibilità di avere un'ulteriore anticipazione sul decreto legge n. 35 sono ridotte al lumicino. E allora abbiamo cercato di aggredire il problema, presentando un piano al Ministero dell'Economia e Finanze, che è stato oggetto prima di un incontro illustrativo coordinato dal Presidente della Regione e poi di una formalizzazione dello stesso a firma sempre del Presidente della Regione.
Quali sono le premesse di questo piano? La prima è entrare nel merito di questa imponente cifra di 1 miliardo e 505 milioni, cioè cercare di capire e di fotografare qual era la situazione delle aziende sanitarie regionali e delle aziende sanitarie ospedaliere nei confronti di debiti scaduti; sottolineo e preciso che per debiti scaduti intendo debiti che hanno superato i 60 giorni di tempo di pagamento degli stessi.
E' stato fatto un controllo ed una verifica puntuale con riferimento al 30 giugno 2016 azienda sanitaria per azienda sanitaria e si è accertato che, a quella data, il complesso delle aziende sanitarie regionali piemontesi aveva debiti scaduti per 885 milioni di euro. Perché questo delta tra 885 milioni e 1 miliardo 505 milioni? Perché la differenza tra 1 miliardo 505 milione e 885 milioni non è rappresentata da debiti commerciali, ma è rappresentata da accantonamenti a fondi rischi presenti nei bilanci delle aziende sanitarie. Quindi, sono fondi rischi che possono diventare debito commerciale, ma che oggi non lo sono. Questa distinzione è importante soprattutto per comprendere il senso dell'emendamento che viene presentato all'assestamento di bilancio.
E' notorio che la proposta della Regione Piemonte era una proposta tesa a chiudere il cerchio degli 885 milioni di euro in 7 anni e di avere altri 15 anni per poter colmare quella parte di trasferimenti alle aziende sanitarie che oggi non sono debiti commerciali, ma accantonamenti a fondi rischi.
Il MEF ci ha risposto che sarebbe stato un piano molto lungo e che non era accettabile e, nel corso della discussione e della trattativa è stata presentata da parte del MEF una proposta.



(Commenti in aula fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Sono 22 anni, 7 più 15; 7 per la prima parte e 15 per la seconda parte.
Il MEF ha risposto che un piano a 22 anni non poteva essere preso in considerazione, anche perché ricordo, solo per inciso, che in un'analoga situazione ad altre Regioni - in particolare l'Abruzzo o il Molise, non ricordo esattamente quale delle due - il Ministero ha imposto il piano di rientro, prima di arrivare ai 60 giorni di ritardo, e poi ha consentito di uscire dal piano stesso.
Qual è il piano che ha presentato il MEF? E' un piano che prevede che in sei anni, la Regione trasferisca cassa - ripeto, il problema non è di competenza, ma di cassa - a favore delle Aziende Sanitarie per 582 milioni di euro. Perché 582 milioni? Torno sempre alla cifra degli 885. Tale cifra degli 885 è influenzata, in positivo, dal fatto che nel mese di luglio abbiamo introitato 50 milioni di euro su competenze vecchie, che al mese di settembre abbiamo introitato 90 milioni di euro su competenze vecchie, già trasferite alle Aziende Sanitarie, e che dobbiamo avere già autorizzate e certificate dal tavolo di verifica e dal Ministero ulteriori 163 milioni di euro su competenze vecchie, su trasferimenti vecchi.
Uscire dal piano di rientro significa anche liberare somme trattenute dal Ministero a favore della Regione Piemonte, e appartenenti ad anni indietro. L'ammontare complessivo di questi importi porta alla cifra che corrisponde alla cifra di riferimento per l'obiettivo dei 60 giorni di tempo, ossia da 885 milioni a 582 milioni di euro.
Il piano e l'emendamento prevedono questo: impegnare la Regione Piemonte a trasferire liquidità, prelevandola dalla liquidità ordinaria della Regione, per 65 milioni di euro relativi all'esercizio 2017-2018 e per 113 milioni di euro per ciascuna annualità, riferita agli anni 2019 2020-2021-2022. Con queste sei annualità noi arriviamo a 60 giorni di tempo e sono convinto anche a qualche giorno in meno rispetto ai 60.
Perché le prime due rate più basse? Perché il ragionamento che abbiamo fatto al Ministero delle Economie e Finanze, e che in parte è stato recepito, prevedeva una preoccupazione da parte della Regione: non essere obbligata ad un piano di rientro fortemente accelerato perché noi dobbiamo guardare non solamente alla sanità, ma al complesso delle politiche della Regione. E' evidente che se ci fosse stato un trasferimento di liquidità molto più consistente dalle politiche alte della Regione al conto corrente della sanità, noi avremmo raggiunto i 60 giorni di pagamento in sanità, ma avremmo notevolmente peggiorato i tempi di pagamento su tutto il resto delle politiche della Regione. Cosa che nel corso di questo 2016 sta avvenendo come elemento positivo.
Voglio ricordare - l'ho detto anche in conferenza stampa e lo ribadisco qui, non per farcene un vanto, ma per rappresentare, ancora una volta, al Consiglio regionale la reale situazione della Regione Piemonte - che quest'anno il nostro obiettivo è di portare i trasferimenti a favore dei consorzi, dei servizi sociali e dei soggetti gestori delle politiche sociali ad un anno di ritardo.
Uso la stessa espressione che ho usato in conferenza stampa: sei grullo se hai come obiettivo portare ad un anno di ritardo i pagamenti sui consorzi dei servizi sociali. Non mi esalto di questa situazione, non ci esaltiamo, ma l'anno scorso eravamo ad un anno e mezzo di ritardo sulle politiche sociali, come sulla cultura. L'anno scorso sulla cultura abbiamo pagato 18 milioni di euro di cassa, quest'anno stiamo pagando quasi oltre 70 milioni di euro. Stiamo, sostanzialmente, accorciando l'arretrato dei pagamenti che riguardano tutto il complesso delle politiche sociali.
Sui trasporti, a parte l'annosa questione degli ultimi 50 milioni di euro su cui stiamo aspettando la firma del decreto interministeriale per liberare i fondi FAS 2007-2013, e con quei 50 milioni di euro abbiamo pagato tutto il disavanzo.



(Commenti del Consigliere Bono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

No, stiamo aspettando il decreto interministeriale.
Con quei 50 milioni di euro avremmo pagato tutto il disavanzo di 320 milioni accertato sugli esercizi 2011-2012 e metà 2013, ma sull'ordinario dei trasporti non abbiamo grandi arretrati. Quest'anno la quota del Fondo Nazionale Trasporti è stata interamente trasferita su ferro e su gomma.
Ecco la ragione di due annualità più basse. Il piano prevede, invece che gli ulteriori 923 milioni di euro relativi alla differenza tra un miliardo e 505 e 582 vengano corrisposti in quattro annualità dal 2023 al 2026.
Su questo vorrei essere chiaro. Quando una Regione dimostrerà al Ministero e al Governo, che ha posto quei 60 giorni di ritardo, che è la direttiva europea recepita dallo Stato italiano, sarà una Regione capace di chiedere che questa seconda parte di 923 milioni di euro sia oggetto di una rateizzazione più intensa. Poiché noi siamo convinti che a quell'obiettivo dei 60 giorni di ritardo ci arriviamo nel 2022 con l'ultima annualità relativa alla prima parte, ma a quel punto è chiaro che si apre la possibilità e lo spiraglio di poter affrontare anche questo secondo tema.
L'emendamento contenuto all'interno dell'assestamento di bilancio che la Giunta propone al Consiglio non fa altro che recepire questi impegni che sono impegni di trasferimento di cassa al fine di consentire alla Regione Piemonte la fuoriuscita dal piano di rientro.
L'emendamento dice anche un'altra cosa. Dice che noi dobbiamo accantonare, prudenzialmente, in termini di cassa, 15 milioni di euro per anno. E' evidente che 15 milioni di euro per anno sono un accantonamento non sono un obbligo a pagare. Da dove traggono origine questi 15 milioni di euro per anno? Lo dicevo prima: un miliardo e 505 milioni e 885, la differenza è rappresentata da accantonamenti. Il Ministero dice sostanzialmente: a me interessa che nel corso di questi anni voi, pur pagando, non peggioriate la situazione. Come potrebbe peggiorare la situazione? Se una parte di quegli accantonamenti a fondo rischi diventassero debito commerciale nel corso del piano.
L'emendamento dice che noi ci impegniamo ad accantonare 15 milioni di euro in termini di cassa, oltre a tutto il resto, ma ribadisco accantonare questi 15 milioni verranno versati alle Aziende Sanitarie se e solo se nel corso dell'anno questi accantonamenti diventano in parte debiti commerciali. L'obiettivo è: in sei anni arrivi a 60 giorni, ma non ci deve essere nulla in questi sei anni che peggiori la situazione. Questa seconda parte è un accantonamento a fondo rischio.
Mi sembra di aver spiegato in modo chiaro, spero, il problema e la natura dell'emendamento. L'emendamento non fa altro che tradurre in norma due impegni della Regione: il primo, ottemperare a questi trasferimenti di cassa secondo il piano concordato con il Ministero; il secondo, accantonare prudenzialmente risorse nel corso di ciascun anno.
Due considerazioni finali, poi lascerei al Presidente illustrare il senso più profondo della questione relativa alla fuoriuscita della Regione dal piano di rientro. Qualcuno potrebbe dire: avete trasferito alle future generazioni gran parte dei problemi.
A queste obiezioni io rispondo molto semplicemente: guardate che noi questi debiti li avremmo comunque dovuti pagare e non li possiamo pagare tutti in questa legislatura, perché mi sembra che, in questa legislatura vi è un evidente sacrificio in termini di onorare gran parte dei problemi del passato. E' un sacrificio evidente e non era pensabile che non fosse altrimenti, pena sostanzialmente un disastro economico che avremmo determinato nei confronti dei Comuni, delle imprese, dei soggetti gestori delle politiche sociali, delle istituzioni culturali, di chi vuole la borsa di studio e chiede un intervento sul diritto allo studio e di chi è in difficoltà.
Non potevamo accondiscendere ad un piano più stringente, altrimenti avremmo ottenuto l'obiettivo di entrare nei 60 giorni, creando conseguenze nefaste sul sistema economico piemontese, perché se, al posto di passare da un anno e mezzo ad un anno, passassimo da un anno e mezzo a due anni, sulle politiche sociali il disastro sarebbe completo. Voglio ricordare che dietro alle politiche sociali ci sono persone, cooperative, imprese, istituzioni RSA, cioè tutto un complesso di attività che svolgono funzioni assolutamente insostituibili.
Dato per assodato che noi questi debiti li dovevamo pagare, è altrettanto assodato che dovevamo trovare una giusta misura tra l'obiettivo di fuoriuscire dal piano di rientro della sanità e l'obiettivo di non mettere a repentaglio, in termini di peggioramento delle condizioni di pagamento, le altre politiche della Regione.
Seconda considerazione.
Noi usciamo dal piano di rientro al 1° gennaio 2017. Non è un regalo che ci fa il Governo, ma uscire dal piano di rientro il 1° gennaio 2017, a fronte di un piano che ha come obiettivo e traguardo il 2026, significa aver riacquistato credibilità.
Ho fatto l'esempio di altre Regioni, che prima hanno dovuto dimostrare di aver pagato i debiti e poi sono state autorizzate a fuoriuscire dal piano di rientro della sanità.
Noi questa credibilità, sia pure con molte difficoltà e con errori perché io ogni giorno sbaglio - non i miei colleghi, io ogni giorno sbaglio ce le siamo conquistata.
Terzo elemento.
Guardate che non è un'operazione di prestigio politico, perch fuoriuscire dal piano di rientro della sanità ha delle conseguenze concrete: non essere soggetti all'autorizzazione del Ministero relativa ad assunzioni di infermieri e medici, ma poter trasferire dal 1° gennaio 2017 un pezzo consistente degli extra LEA, oggi finanziati su politiche di bilancio della Regione, al Fondo Nazionale della Sanità. Cosa che fanno tutte le Regioni tranne il Piemonte.
E' evidente che si tratta di un'operazione che ha elementi positivi sicuramente elementi positivi - in grado di giustificare, sotto il profilo della compatibilità economica, quel sacrificio, però è anche evidente che riacquistando un'autonomia di intervento da parte della Regione sulla politica sanitaria, significa non far venir meno il senso di responsabilità nella politica complessiva del bilancio della Regione. Se permettete, con questo assestamento di bilancio lo stiamo dimostrando perché, quando si evita l'assalto alla diligenza sul 2016, e ci si pone come obiettivo quello di una distribuzione delle risorse sul '16, '17 e '18, significa avere questa responsabilità, cioè cercare di realizzare un obiettivo che è quello di non far cadere la capacità di spesa della Regione, o di subordinare l'eventuale caduta di capacità di spesa della Regione ad un incremento della pressione fiscale, che è quella che, a partire dal Presidente, noi non vogliamo e che con questo assestamento di bilancio siamo in grado di evitare sia per il '17 sia per il '18.
Autonomia significa anche responsabilità. Non ci possiamo più coprire dietro a nessuno. Lo dico anche rispetto ai contenuti, al metodo e alle scelte che riguardano la politica sanitaria: non potremo più venire a dire in Consiglio regionale: "E' nel piano di rientro, ce lo impone il MEF".
La responsabilità è quella di scegliere le politiche di riorganizzazione del sistema sanitario più adatte, evitando di ritornare ad un passato che - spero - ciascuno di noi vuole evitare, e cercando di riprendere, anche sulla sanità e non solamente sulla sanità, una stagione più positiva, meno conflittuale e più dedicata al merito delle questioni.
Spero di essere stato chiaro.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Bono o al Consigliere Vignale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa all'Aula, ma solo perché i tre Consiglieri assolvono, in deroga, la funzione di relatori. Solo per questo mi sono permesso, ma non ci sono problemi.
Prego, Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente, ma solo sull'ordine dei lavori, proprio su quello.
Se intervengono i relatori e poi c'è la Commissione, avremmo esaurito la parte formale e siamo a posto.
Pensavo desse la parola per cominciare la discussione generale, però è lei il Presidente.



PRESIDENTE

Se per voi va bene, inizierei la discussione generale. Per me è veramente indifferente, facciamo intervenire i relatori.
BONO Davide (fuori microfono) A noi farebbe piacere sentire il Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

Potrebbe chiudere il Presidente.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
E' evidente, anche dal tempo che il Vicepresidente ha impiegato nello spiegare correttamente le modalità, che, non solo da un punto di vista sanitario, perché poche, da quel punto di vista, ce ne sono in questo documento di bilancio (anzi nessuna), ma da un punto di vista economico quanto questo assestamento di bilancio sia anche collegato al tema dell'uscita dal piano di rientro. Innanzitutto, per un motivo di carattere economico, che lui stesso ricordava, cioè che lo sforzo che ancora qualche mese fa si era pensato, relativamente alla copertura degli extra LEA con fondi regionali, ovviamente viene meno, o può venire meno.
Un altro aspetto, che poi è strettamente collegato, è che noi affrontiamo e discutiamo il primo documento di bilancio di questa legislatura che non ha risorse assolutamente ingenti da destinare, ma una possibilità di utilizzo di quei 232 milioni di euro di avanzo, per scelte che sono a tutti gli effetti politiche.
Noi riteniamo che anche negli anni passati, quando il bilancio era estremamente rigido, inevitabilmente all'interno c'erano alcune scelte politiche, anche se il margine per queste scelte era certamente inferiore.
Credo che il vero tema che ci apprestiamo ad affrontare con questo assestamento di bilancio - anzi, mi permetto di dire "partendo" da questo assestamento di bilancio per il 2017 e il 2018 - è cercare di dare degli indirizzi (ovviamente noi lo faremo dai banchi dell'opposizione, per le sensibilità che il nostro Gruppo consiliare intende rappresentare), sapendo che in sanità (e non solo, poi ci verremo) non vi può più essere correttamente, la scusa del piano di rientro, che, a fasi alterne, ci sentiamo raccontare da un po' di anni in quest'Aula.
Ma anche relativamente alle disponibilità economiche, seppur strette e non rilevanti (nessuno pensa che da questo momento la Regione abbia chissà quale disponibilità!), vi è la possibilità che quest'Aula non sia più vincolata quasi ad una presa d'atto di un bilancio che, altrimenti, non si può votare.
Se prendiamo i bilanci degli anni passati, ci rendiamo conto di come la competenza da una parte, ma anche la cassa, era vincolata per il 95% a quelle che erano le spese fisse. E anche in quel 5% o 10% di spese non vincolate vi era, comunque, un obbligo relativamente alla garanzia della copertura di alcune poste, che poi erano quelle rilevanti: penso ovviamente, al pagamento dei mutui, all'incremento, rispetto al trasferimento dello Stato, del Trasporto Pubblico Locale e alle politiche sociali. Con queste tre voci, oltre al fondo sanitario e alla compartecipazione dei fondi europei, avevamo quasi esaurito il nostro bilancio.
Oggi qualcosa cambia: poco, ma almeno c'é la possibilità di dare un'indicazione.
Guardate che - chiudo perché abbiamo detto che riprenderemo l'argomento in sede di discussione generale - da oggi in poi una delle vere partite si giocherà sul settore della sanità.
Uso una battuta (lo dico nella maniera più lieve possibile): l'Assessore Saitta e la Giunta regionale, correttamente, hanno sottolineato come l'uscita dal piano di rientro sia un obiettivo raggiunto. Da questo punto di vista, da piemontesi non possiamo che essere lieti di avere un'Assemblea regionale e una Giunta che possano decidere rispetto alle scelte di politica sanitaria che il Consiglio regionale deve fare. Lo dico volutamente in Consiglio regionale perché ricordo, innanzitutto, che l'aspetto per cui la pianificazione e la programmazione sanitaria (perch siamo in piano di rientro) sono consentite con delibera di Giunta, non c' più. Non è più possibile. La programmazione, ai sensi della norma (vedremo poi, cosa accadrà il 4 dicembre, ma parliamo a Costituzione vigente), è una competenza del Consiglio regionale.
Questo aspetto, se da un lato è positivo, dall'altro lato è altrettanto positivo, ma molto più responsabilizzante. Perché non è sufficiente conseguire dei risultati che, ci permettiamo di dire, abbiamo contribuito a raggiungere - quindi anche nell'aspetto negativo sono stati più quantitativi che qualitativi - ma vi è la possibilità, pur nella compatibilità e nella sostenibilità di un bilancio (perché altrimenti l'aver fatto tanti sforzi per riportare in dissesto il bilancio della sanità non avrebbe avuto senso) di spazi differenti per poter, da questo punto di vista, intervenire.
E anche sulle scelte che faremo, i vincoli che non avremo più dal 1° di gennaio ci consentiranno di fare delle valutazioni significative.
Pongo un esempio perché quest'Aula, e soprattutto la IV Commissione, ne ha discusso per mesi: il tema dell'applicazione della DGR n. 29, ma anche l'aspetto legato alle tariffe, dal 1° gennaio dovrà essere oggetto dell'attenzione di questo Consiglio regionale, perché non avremo più un vincolo, per esempio, di 60 e 40. Uscendo dal piano di rientro, come altre Regioni, avremo la possibilità - la possibilità e non il dovere - di articolare in modo differente quelle che saranno le compartecipazioni ai servizi.
Noi crediamo che l'assestamento di bilancio sia certamente importante per le risorse che ha, sia importante per le risorse che libera e sia importante perché finalmente dà la possibilità, sia in termini di minor rigidità del bilancio stesso, sia in termini di politiche socio assistenziali e sanitarie, di ragionare in completa responsabilità. Ci significa più autorevolezza, se uno è capace ad averla, ma nessuna scusa.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio ringraziare il Vicepresidente Reschigna, in quanto nonostante le difficoltà organizzative, oggi è comunque riuscito a fare un'ampia comunicazione - com'è stato sottolineato - sul tema da noi richiesto questa mattina.
Peraltro, era abbastanza scontata la richiesta dei Gruppi di opposizione rispetto a quanto appreso dalla conferenza stampa di giovedì proprio perché è un tema ovviamente rilevante, se non addirittura rilevantissimo, per la Regione Piemonte. L'oggetto era appunto quanto presentato in conferenza stampa giovedì e quanto ottenuto nei tavoli ministeriale a Roma, quindi l'uscita dal piano di rientro.
Il piano di rientro era stato acceso dalla Regione Piemonte nel 2010 con tutta una serie di polemiche e di discussioni che avevano caratterizzato la scorsa legislatura sul fatto se fosse stato davvero così necessario e obbligatorio mettere la testa sotto la ghigliottina o comunque, nel cappio del piano di rientro.
È difficile dire cosa sarebbe successo se così non fosse stato. Di sicuro, conosciamo le pesanti responsabilità che si devono addebitare alla Giunta della VIII legislatura (2005-2010), in quanto gran parte dello sforamento anche della parte sanitaria è iniziata lì (perché sappiamo che c'é stato un grosso disallineamento delle spese a fine del mandato del 2010).
Poi, ovviamente, le responsabilità si sono perpetrate anche nella scorsa legislatura; legislatura caratterizzata, di nuovo, da una grande instabilità: sono cambiati tre Assessori alla sanità; si è registrata una grande instabilità relativamente agli Assessori di bilancio; grande confusione. Sicuramente la complicazione all'interno dei dati di bilancio non aiutava un'analisi facile e immediata degli stessi.
Probabilmente, la Regione ha necessitato di una serie di anni per venire a capo della situazione del bilancio. Io ricordo sedute di Commissione bilancio anche della scorsa legislatura in cui ogni volta uscivano fuori dati di disallineamento, fuori bilancio, residui attivi e passavi.
Insomma, una certa riorganizzazione è iniziata, in effetti, quando è stato poi approvato, a livello nazionale, il decreto n. 35, cosiddetto "sblocca crediti". Questo decreto legge non è certo una becchetta magica: ha sostanzialmente creato un nuovo debito, cioè ha finanziarizzato un disavanzo che si era creato negli anni precedenti, spalmando le rate di rientro del debito in trent'anni. Insomma, un mutuo: poi non lo abbiamo chiamato "mutuo" con un artificio contabile - quello sì - su cui anche l'Unione Europea ha chiuso mezzo occhio, perché si trattava comunque di un nuovo indebitamento, quindi doveva essere calcolato anche a livello nazionale, ai sensi del debito complessivo e del deficit rispetto al PIL.
Però così non é stato e quindi, con quest'artificio contabile, le Regioni e gli Enti pubblici sono riusciti a spalmare una grossa fetta di disavanzo: parliamo di 4 miliardi e 801 milioni, se non erro, per la Regione Piemonte che forse lievita ancora dei 54 milioni che citava il Vicepresidente Reschigna: parliamo di una cifra notevole spalmata in trent'anni.
E' vero che - come sostiene il Vicepresidente Reschigna - non c'è alternativa (non si poteva pagare tutto e subito), però è un dato di fatto: questa Regione, per debiti contratti nelle precedenti Amministrazioni e magari qualcosina anche nel primo anno di questa legislatura, è andata a spalmare in trent'anni un disavanzo notevole.
C'erano altre soluzioni? Non si sa.
Probabilmente no, perché più di una spalmatura in trent'anni non si poteva fare.



(Intervento, fuori microfono, del Vicepresidente Reschigna)



BONO Davide

Ringrazio, per chi ci segue da fuori.
Il disavanzo - diceva il Vicepresidente Reschigna - ammontava addirittura a sette miliardi e mezzo. Siamo tutti consapevoli che era ed è una situazione di proporzioni bibliche, anche se spalmata in trent'anni.
Noi leggiamo, sia del Piano di ammortamento del disavanzo, che era stato approvato con le due delibere consiliari del 22 dicembre 2015 (la n.
118 e 119, modificate recentemente) sia di questo nuovo Piano di rientro per uscire dal Piano di rientro sanitario, e vediamo che c'è un consistente spostamento in là, negli anni, della somma del debito, del disavanzo, ecc.
Leggendo i dati delle tabelle del disavanzo presentate giovedì tabelle che, ovviamente, non sono in possesso dei Consiglieri regionali, ma dei giornalisti (ringraziamo chi l'ha pubblicata ondine, perché noi Vicepresidente, non abbiamo copia della tabella di spalmatura del miliardo e 105 milioni), se volesse gentilmente darle ai colleghi Consiglieri magari adesso che andremo in I Commissione potremo anche noi lavorarci sopra, altrimenti dovremo iscriverci all'Albo dei giornalisti e magari riuscire ad ottenere più informazioni - vediamo che ci sono, per il 2017/2018, 65 milioni, che diventano 113 dal 2019 al 2022, 200 e più milioni, fino a salire.
Fermo restando che la differenza tra un miliardo e 505 milioni e 885 milioni è un fondo rischi, quindi non è detto che diventi realmente disavanzo (non è detto che sia così), si nota un certo qual scivolamento (l'abbiamo già dichiarato) verso la prossima legislatura - il 2019 - delle rate più grosse di ammortamento.
Questo è un dato innegabile. A me spiace che il Vicepresidente Reschigna neghi un po' l'evidenza, su questo. E' un gioco che non so se fanno tutte le Amministrazioni, per cercare di salvare la propria baracca e lasciare il compito all'Amministrazione successiva di costruire una nuova baracca, sperando che regga un po' meglio. Dico baracca non in senso offensivo, ma nel senso che sta in piedi in maniera un po' precaria.
Se vediamo il riassorbimento - come ho già detto anche nella fase del bilancio previsionale, a settembre, quando abbiamo rivisto queste tabelle le riduzioni di spesa non iniziano prima del 2019, ed è per questo motivo che l'abbiamo domandato più volte al Vicepresidente Reschigna.
Adesso è fondamentale - immagino - uscire dal Piano di rientro e avere l'ok dal Ministero. Noi sappiamo che la struttura dell'Assessorato lavora giorno e sera, e a volte anche notte, quindi i tempi non possono essere molto più ampi, però, se il Vicepresidente Reschigna avesse presentato il Piano di riequilibrio finanziario prima dell'assestamento (come avevamo chiesto) e non tra l'assestamento e - speriamo - il bilancio di previsione forse avremmo potuto capire qualcosa in più.
Perché i famosi risparmi di quel Piano di riequilibrio finanziario vengono iscritti solo nel 2019? Questa tabella è ufficiale ed è del settembre 2016: o viene aggiornata oppure è un documento incontestabile.
Rispetto all'incremento delle entrate previsto per il 2018 e 2019, il famoso incremento delle entrate in più, che - come sostiene il Vicepresidente Reschigna - ci sono, ma non vengono messe per coprire il Piano di rientro, bensì vengono utilizzate per la spesa corrente, noi abbiamo bisogno di carte un po' più chiare. Diversamente, sembrano un po' i "carrarmatini" di Mussolini, nel senso che la riduzione delle spese e l'aumento delle entrate devono essere un dogma su cui noi facciamo un atto di fede: in un anno (nel 2016/2017) vengono utilizzate per la spesa corrente e poi, dal 2018 al 2019 (soprattutto il 2019), vengono usate per coprire il Piano di rientro. Pertanto, adesso le usiamo per la spesa corrente, perché utilizziamo l'avanzo vincolato, e dal 2019 buio completo.
E' vero che questa legislatura, se tutto va bene per voi, va a scadenza nel 2019, però questo è importante, perché se subentra un'altra Amministrazione, anche se (lo dico anche un po' scaramanticamente) nuovamente di centrosinistra, però magari con un altro Presidente (il Presidente Chiamparino ha detto che non si vuole più candidare. Dice: "Chi me lo fa fare?", e magari lo comprendiamo anche!), con altri Assessori e Consiglieri, questa si ritrova un qualcosa di non chiaro e di poco intelligibile.
Noi, come opposizione, cerchiamo di lavorare affinché chiunque ci sia ad amministrare la prossima legislatura abbia delle carte chiare comprensibili, e non abbia sorprese come la bomba dei derivati, che (spesso affrontiamo l'argomento con il collega Campo) sembra tendere ad esplodere nel 2021, oppure questo Piano di rientro, che sembra vada a crescere in maniera consistente nel 2019, o ancora il Piano di rientro della sanità che nel 2019 crescerà di 50 milioni. Cinquanta milioni qui, cinquanta milioni là: facciamo presto a trovarci con delle cifre che non sono più copribili.
Il Vicepresidente Reschigna ha parlato di credibilità, dicendo: "La Regione Piemonte è uscita dal Piano di rientro, ha più credibilità di altre Regioni". Bisognerebbe capire se c'è stato un lavoro politico dietro, cui va riconosciuto il merito magari per affinità di colore con il Governo Renzi, o se davvero, per qualche motivo, la Regione Piemonte ha più credibilità. Il Vicepresidente ha aggiunto: "Poi, magari, potremmo contrattare ancora di più. Successivamente si vedrà".
E' ovvio che non possiamo avere tutte le risposte oggi, qui, adesso e subito, pertanto quest'Amministrazione dà giustamente grande risalto al risultato che è stato ottenuto.
Noi siamo ancora in attesa - e chiudo, per non dilungarmi troppo, anche se ho 15 minuti di tempo, come relatore - di comprendere quali sono stati realmente i risparmi ottenuti con il Piano di rientro sanitario, quindi con i programmi operativi e con tutta la parte di revisione della rete ospedaliera adottata con una delibera di Giunta regionale, quindi senza confronto con il Consiglio regionale, e quali - invece - siano stati i tagli effettuati.
Questa non è competenza del Vicepresidente Reschigna, ma dell'Assessore Saitta, ma se noi abbiamo ottenuto dei risparmi dai tagli, cioè dai tagli dei posti letto, del personale, dei servizi, perché sempre più cittadini ricorrono al privato o all'extra moenia, alla mobilità passiva (che noi paghiamo l'anno successivo, se troviamo l'accordo con le Regioni), di quale risparmio stiamo parlando? Non si è mai riusciti, in IV Commissione, ad avere un dibattito un po' più alto; abbiamo fatto un bel dibattito sulla psichiatria, ma non abbiamo avuto un dibattito più alto su quelle che sono le ricadute del Piano sanitario, avendo dei dati seri, magari forniti da chi opera una revisione anche contabile dei valori delle ASL. Certo che se sono solo risparmi perché si riducono le prestazioni, i posti letto e il personale, allora grazie, qualunque tagliatore di teste, qualunque Commissario sarebbe stato in grado di farlo. Quindi questi sono altri nodi che riguardano il tema dell'assestamento e che riguarderanno il futuro di questa Amministrazione regionale.
E' ovvio che se si dice che adesso inizia una nuova fase di dibattito di dialogo più tranquillo, noi non possiamo che dire: speriamo. Anche se ci viene da dire che oramai o annullate le delibere 1/600 e 1/924, le ritirate e le ripresentate all'interno di una delibera consiliare in cui possiamo.
Vado per assurdo, vedo che il Vicepresidente Reschigna sorride.
Questa sarebbe la vera riapertura al dibattito democratico: si ritirano i provvedimenti che sono stati presi con delibera di Giunta senza discutere con i Consiglieri, senza discutere i territori, senza discutere con gli operatori di settore e si ricomincia in maniera più tranquilla e più libera il dibattito, altrimenti si va avanti così. Insomma, si è già "scollinato" metà mandato, si è nella fase finale e non si sa come andrà avanti l'indagine sulle firme false, se arriverà a.



(Commenti del Consigliere Appiano)



BONO Davide

Io parlo del Piemonte, collega Appiano.



PRESIDENTE

Consigliere Appiano, non interrompa il collega Bono.



BONO Davide

Parlo del Piemonte e c'è un'indagine in corso. Se il Consigliere Appiano vuole citare altre parti può intervenire quando vuole, non c'è assolutamente problema.



PRESIDENTE

Consigliere, chiuda.



BONO Davide

Se terminerà un anno prima, se ci sarà ancora una maggioranza, insomma dovremo valutare - e chiudo veramente, Presidente.
Quindi valuteremo vari emendamenti, speriamo di poterli discutere e che non ci sia la volontà di contingentare anche questo dibattito Vicepresidente. Aggiungo che noi siamo disponibili a essere in Consiglio tutti i giorni della settimana anche in serale, quindi chiederei di poter avere, come Gruppo consiliare di opposizione, lo spazio per illustrare gli emendamenti presentati, che sono tutti di merito (almeno per la nostra parte). Se invece ci fossero volontà di altro tipo, non ascrivetele all'ostruzionismo delle opposizioni, almeno non del nostro Gruppo di opposizione, perché noi abbiamo presentato un numero congruo di emendamenti e siamo disponibili a lavorare in Consiglio regionale tutti i giorni di questa settimana e anche quelli della prossima, ma mi sembra che il Consiglio non sia stato convocato così e quindi, se c'è l'added line del 30 di novembre, non è un added line a cui arriviamo in ritardo per colpa nostra, ma magari per altre responsabilità. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Appiano, le bastano 7 minuti per la sua relazione? Prego prenda pure la parola.



APPIANO Andrea

Ma sì, Presidente, cerco di stare nei 7 minuti semplicemente per dire che ho ascoltato i due interventi che mi hanno preceduto, il cui leitmotiv è sostanzialmente minimizzare il poderoso lavoro che in questi due anni e mezzo tutti quanti abbiamo cercato di portare avanti, chi dal lato esecutivo e chi dal lato del Consiglio, con le approvazioni dei provvedimenti del caso.
Ricordo che quando si è insediata questa legislatura il dubbio era se si fosse in grado di fare un bilancio, visto che una ricognizione seria di tutte le poste precedenti aveva portato a evidenziare un disavanzo sostanziale complessivo dell'ordine di 8 miliardi su un bilancio di poco superiore a questa cifra.
Oggi siamo alla fine di un lungo percorso, le cui ultime tappe sono state: le delibere di dicembre dell'anno scorso per dare copertura al disavanzo da ricognizione straordinaria dei residui o disavanzo finanziario; il bilancio 2016-2018 che per la prima volta doveva dimostrare l'equilibrio già in fase previsionale; il giudizio di parifica della Corte di Conti, i cui effetti sono stati recepiti dall'attuale disegno di legge di assestamento.
Il disegno di legge di assestamento che stiamo discutendo, che dà stabilità sul triennio, ha le voci che abbiamo ritenuto prioritarie dal punto di vista politico. In questo condivido, anche a nome di tutti i Gruppi di maggioranza, la scelta di aver destinato quell'extragettito venuto fuori da diverse contabilizzazioni di poste d'entrata non già per ingigantire la spesa corrente dal primo anno a disposizione e dimostrare chissà cosa all'esterno, ma per dare seriamente copertura su un arco triennale, che è l'arco di un bilancio previsto per legge, alle voci prioritarie. Ecco, ritengo che questa sia una decisione politica seria e credo che, se siamo arrivati a questo punto, è merito innanzitutto di chi ha confezionato i provvedimenti e in particolare del Vicepresidente, che ci ha lavorato con grande serietà, ma anche del Presidente nelle relazioni romane, nonché del Consiglio, che ha sostenuto, pure nei momenti più complessi, questo tipo di scelte e continua a sostenerle.
Anche da questo punto di vista, la scelta di non utilizzare gli avanzi del costo di funzionamento del Consiglio per un miniassalto alla diligenza ma per ulteriormente rafforzare le poste prioritarie di bilancio è una scelta di responsabilità che questa maggioranza fa, avendo presentato emendamenti sostanzialmente su tre ordini di temi.



(Commenti del Consigliere Bono)



APPIANO Andrea

Lo so, le parole di verità non piacciono mai.
Dicevo, tre ordini di temi: 1) il diritto allo studio in campo universitario.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



APPIANO Andrea

Non sono relatore, perché in questo momento svolgiamo una funzione di sostanziale discussione generale, in quanto il provvedimento è stato richiamato in aula.



VIGNALE Gian Luca

Sei corelatore della legge, smettila!



PRESIDENTE

Per favore! Abbiamo fatto una deroga: non siete relatori, vi lasciamo.



APPIANO Andrea

Perfetto.



PRESIDENTE

Siete relatori per gli emendamenti, ma non per la discussione.



APPIANO Andrea

Benissimo. I temi che sono stati individuati come prioritari sono essenzialmente: temi sociali: per la prima volta in questo bilancio riusciamo a dire ai Consorzi dei servizi socio-assistenziali, non al 30 dicembre, ma quest'anno a metà anno e adesso per l'anno successivo, di quante risorse potranno disporre per far quadrare i loro bilanci nel campo dell'istruzione, gli assegni di studio potranno avere una copertura sul triennio perché abbiamo inserito nell'assestamento e rafforzeremo queste poste nell'assestamento il diritto di studio universitario; con i correttivi che auspichiamo interverranno nel dibattito in aula sugli emendamenti permetterà di riconoscere la copertura integrale agli aventi diritto della borsa di studio in campo culturale dove, mettendo poste di bilancio anche sull'annualità successiva a quella corrente, si permetterà, anche rispetto alle nuove regole contabili, di fare bandi e di prevedere bandi anche per gli anni successivi e dare un po' più di garanzie di continuità agli operatori di questo settore. E gli esempi potrebbero essere tantissimi.
Il superamento del problema del Piano di rientro non è una banalità, e non lo è non solo da un punto di vista contabile, che è pure importante perché il non dover coprire con le poste di bilancio extrasanitarie una gran parte degli extra LEA significa liberare delle risorse sulla parte di bilancio che non è sanità. Ma tornare a considerare, all'interno della copertura del fondo sanitario, alcune prestazioni significa restituire loro quella universalità che riteniamo essere un apporto, un argomento, una materia di primaria importanza, non per noi, ma per i cittadini e per le persone che possono rivendicare il diritto alla salute anche nei campi etichettati in questi anni come extra LEA.
Quindi un plauso per questa uscita dal Piano di rientro per la possibilità di tornare tutti insieme a programmare quei servizi di natura sanitaria che riteniamo più importanti, non certo per riportare in disavanzo la sanità che, con grande difficoltà, abbiamo riportato in equilibrio. Saremmo veramente dei fessacchiotti, se ragionassimo in modo diverso.
Lo stesso accorciamento dei tempi di pagamento, che è una delle conseguenze che stiamo portando avanti, come veniva ricordato prima, dà agli operatori di settore, ai Consorzi, ai Comuni, a tutti coloro i quali non vengono pagati su fattura, dove c'è già il termine dei 60 giorni fissato per legge, una garanzia di poter gestire le rispettive casse che finora non hanno avuto.
Chiudo come ho iniziato. Le scelte che dovranno contraddistinguere - e da parte nostra contraddistingueranno - la discussione in termini generali degli emendamenti di questa legge di assestamento sono scelte di responsabilità e priorità, molte delle quali, abbiamo visto dagli emendamenti presentati ragionevolmente in Commissione e in aula, sono ampiamente condivise.
Quindi, quest'atteggiamento entra in contraddizione con la denuncia velata di voler spostare al futuro i problemi, perché in questi primi due anni e mezzo noi abbiamo iniziato ad affrontare e risolvere problemi che si erano incancreniti e consolidati in almeno vent'anni di gestione non così attenta agli equilibri di bilancio da parte di quest'Ente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi, che sarà il primo ad intervenire nel prossimo Consiglio.
Ricordo che la Commissione bilancio si svolge in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.31)



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