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Dettaglio seduta n.183 del 22/11/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.30 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1289 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Attuazione del PSR 2014-2020 e confronto di alcune misure con le analoghe del PSR 2007-2013"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1289, presentata dalla sottoscritta, in qualità di Consigliera, avente ad oggetto "Attuazione del PSR 2014-2020 e confronto di alcune misure con le analoghe del PSR 2007 2013", alla quale risponderà l'Assessore Ferrero.
Non illustro l'interrogazione; ringrazio l'Assessore se vorrà rispondere oralmente.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente e Consigliera.
Rispondo molto brevemente perché immagino non sia il caso di illustrare tutte le schede tecniche che fanno parte della risposta. Proverei a svolgere un ragionamento di questo genere rispetto alla domanda di avere un metro di paragone della passata programmazione con questa nuova programmazione del PSR sulle misure più importanti. Tra le misure più importanti ci sono le misure per gli investimenti nelle imprese agricole quindi l'ammodernamento, le cosiddette misure per la competitività, la misura dei giovani e le misure agroambientali.
Ci tengo a dire che tutte queste misure raccolte hanno più dotazione nella nuova programmazione di quanto ne hanno avuta nella precedente. Per fare alcuni esempi, nella misura cosiddetta di insediamento dei giovani nella passata programmazione sono state spesi circa 43 milioni di euro mentre in questa programmazione, al netto delle modifiche finanziarie, che sicuramente saranno in incremento, abbiamo già disponibili 50 milioni, di cui ne sono stati già utilizzati quasi 40 nel primo bando.
Naturalmente, questo vale anche per l'ammodernamento delle imprese agricole non riservato ai giovani; vale anche sulle misure agroambientali la cui dotazione è di 315 milioni di euro, di cui 283 sono già stati interamente destinati a finanziare le imprese agricole nei primi bandi.
L'impegno sull'agroambiente è quinquennale. Quindi, nel 2015, abbiamo aperto un bando, che vale cinque anni, con una disponibilità di 27 milioni di euro l'anno, già interamente destinati alle imprese agricole.
Un secondo bando è stato aperto nel 2016, per circa quattro milioni di euro, anche questo completamente saturato dalle domande, anzi, con più del doppio delle domande rispetto a quanto era disponibile a essere finanziato secondo la dotazione finanziaria.
Faccio un esempio per evidenziare la differenza con la passata programmazione: sulle misure di investimento si aprì un solo bando nel 2008, il quale durò l'intero periodo di programmazione, tanto è vero che nel 2015 ancora andammo a fare pagamenti riferiti ad aziende che avevano presentato domanda nel lontano 2008 e, poi, con le economie di quella graduatoria pian piano alcune vennero finanziate.
La percentuale di finanziamento che abbiamo avuto rispetto alle domande presentate è stata comunque, anche in questo primo bando sugli investimenti, più alta rispetto a quella della passata programmazione, dove venne finanziato il 48% delle domande, mentre in questa nuova programmazione già al primo bando abbiamo superato il 53% delle domande ammesse a finanziamento.
Questi sono un po' di dati macro che abbiamo rispetto alla passata programmazione e a quella nuova. Si evidenzia che, dopo il primo anno di attuazione, noi abbiamo l'obiettivo, che crediamo di raggiungere ampiamente, di avere già assegnate risorse per oltre il 50% dell'intero piano, che dura sette anni. Nonostante questo, siamo già pronti a replicare i bandi che sono stati aperti nel 2016, perché, ad inizio 2017, abbiamo l'impegno di riaprire i bandi sull'investimento ammodernamento aziende agricole, sull'insediamento dei giovani agricoltori e sugli investimenti nelle imprese agricole dei giovani agricoltori insediati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale - Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1248 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Contributo regionale Fondazione 'Piemonte dal Vivo'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1248 che viene data per illustrata dalla Consigliera Frediani.
La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

La risposta è molto lunga, per cui, intanto, le darò lo scritto.
Partirei dai punti più salienti. Sottolineo come "Piemonte dal Vivo" sia una società in house, sostanzialmente, anche se è una fondazione naturalmente, della Regione Piemonte; ha organizzato 45 stagioni municipali nella stagione 2016-2017. Naturalmente, è tra i migliori e io, in realtà penso che sia il migliore circuito italiano; è un circuito multidisciplinare; è un circuito che gestisce "la Lavanderia a Vapore"; è un circuito trasversale ai diversi linguaggi. Quindi, è assolutamente un ente strumentale dell'Assessorato alla cultura.
La sede della Fondazione è stata trasferita in via Bertola, da via Cesare Battisti, nel luglio 2012. Naturalmente, tale spostamento ha trovato anche riconoscimento nella modifica statutaria intervenuta nel 2012.
La proroga della concessione degli spazi di via Bertola n. 34, per il periodo gennaio-agosto 2016, va quindi letta seguendo la storia di questi ultimi anni, per consentire, nel più generale processo di trasferimento delle sedi regionali, un'uscita graduale dagli spazi che non andasse a danneggiare l'attività della Fondazione in una fase di fortissimo impegno operativo; ricordo che la Fondazione organizzata anche il Festival di "Vignaledanza".
Va sottolineato che, per lo meno dal 2015, se non da prima, sono state ventilate differenti ipotesi per il trasferimento dei principali enti partecipati dalla Regione Piemonte. Tralascio tutte le ipotesi, l'ultima era quella di andare a Palazzo Cisterna, dove avrebbe dovuto esserci una sede dedicata alle attività culturali; naturalmente, Piemonte dal Vivo era tra i pretendenti per avere una sede in quel palazzo.
Per questo motivo, naturalmente, in attesa della Giunta, ma non solo anche che gli accordi con la Città metropolitana venissero a compimento Piemonte dal Vivo non ha cercato altre soluzioni. Contestualmente, per preso atto dell'allontanamento della prospettiva del trasferimento degli Uffici regionali presso il Palazzo unico, la Regione Piemonte ha chiesto la disponibilità di molte sedi, tra cui quella di via Avogadro, per cui noi abbiamo dovuto portare tutti gli Uffici di via Avogadro in via Bertola.
Quindi, abbiamo dovuto allontanare - questa interrogazione lei l'ha fatta già su Artissima - sia Piemonte dal Vivo sia Artissima per fare posto agli Uffici regionali.
Il nostro Piemonte dal Vivo ha ricevuto comunicazione in data 27 giugno 2016.
Essendo molto esiguo il tempo dato per tale spostamento e costringendo la Fondazione a ricorrere ad una nuova sede prima del termine ultimo, dato previsto per il 31 dicembre 2016, quest'Amministrazione ha inserito nella ricordata deliberazione una quota di contributo aggiuntiva al fine di concorrere alle spese di locazione per il periodo che va dal 1° settembre 2016 al 31 dicembre 2016, pari a 15.000 euro.
Tale importo è stato calcolato sulla base della metratura occupata dal "Piemonte dal Vivo" moltiplicato per il prezzo di affitto che la Regione paga per gli Uffici di Via Bertola, pari a euro 170 al metro quadrato e diviso per tre, considerato il quadrimestre in questione. Inoltre, è stato considerato un importo di euro 2.500 forfetari per le spese di trasferimento e trasloco. Sottolineo che stiamo parlando di una fondazione in house.
La scadenza del 31 agosto ha impedito a "Piemonte dal Vivo" di rispettare il termine, ma la Fondazione è riuscita comunque a dimostrare buona volontà e quindi ha fatto il trasloco nel mese di settembre, con uno spostamento concluso e operativo a partire dal 1° ottobre.
Ovviamente, una volta verificato il ritardo di un mese, il competente Settore regionale, preso atto di quanto stabilito dalla DGR in questione ha ridotto proporzionalmente la quota di 15.000 euro per una quota di 3.750 euro corrispondente a un mese sui quattro previsti.
Il procedimento amministrativo è in fase di conclusione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1250 presentata dai Consiglieri Gancia e Benvenuto, inerente a "Pericolo caduta tegole Caselle"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1250.
La parola al Vicepresidente Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è la seconda che presentiamo - la prima era del maggio 2015 - sul problema della caduta delle tegole presso il Comune di Caselle Torinese per il passaggio degli aerei in atterraggio presso l'aeroporto.
Nel 2015 avevamo sollevato questo problema sicuramente molto importante per la popolazione di Caselle, che durante gli atterraggi subisce l'inconveniente della caduta delle tegole; tra l'altro, questo fenomeno è stato oggetto di studi da parte di alcuni professori che sostengono che questa sia una situazione che si verifica in quasi tutte le cittadine vicine agli aeroporti. Inoltre, siamo venuti a conoscenza che la compagnia aerea versa un euro per ogni passeggero che atterra all'aeroporto di Caselle Torinese.
Dal momento che c'è stata pure una raccolta di firme da parte dal Movimento 5 Stelle di Caselle, vorremmo capire se ci sono degli aggiornamenti su questa problematica. Vorremmo capire se su questa tematica la Regione, con SAGAT, intenda intervenire con la creazione di un apposito capitolo di bilancio, o mettere in sicurezza gli edifici più coinvolti.
Abbiamo anche una dichiarazione del Sindaco di Caselle, che sostiene che i cittadini devono ancorare le tegole a proprie spese; questo mi pare sia un po' fuori luogo, perché credo non sia colpa loro.
Spero che questo sia un problema serio che l'Amministrazione regionale possa trattare, perché continuiamo a ricevere segnalazioni di caduta regole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Benvenuto.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
La questione non si è ancora risolta e non si sta risolvendo, quindi la ringrazio per quest'interrogazione, che ci consente di riprendere la questione in mano.
Sostanzialmente, la vicenda è legata, addirittura, a una Finanziaria del 2000, che prevedeva l'istituzione di un'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili, che avrebbe compreso anche questo tipo di problematica. Tuttavia, per quella norma non sono mai stati deliberati i decreti attuativi, quindi è sostanzialmente rimasta inadempiuta.
Collegandosi a questa possibilità, era stato previsto un accordo di programma che avrebbe visto la contribuzione da parte della Regione, del Comune di Caselle e di SAGAT stessa più Alenia per l'istituzione di un fondo, ovviamente, non finalizzato al riscontro degli eventuali danni perché non si poteva costituire un fondo assicurativo, ma si voleva creare un fondo che mettesse a disposizione dei cittadini di Caselle la possibilità di attingere ad un contributo per mantenere ferme le tegole.
Questo fondo, però, non si è realizzato, anche perché, a fronte della mancanza della copertura legislativa di cui le dicevo, al di là dell'entità della somma (assolutamente minima), come principio diventava difficile da parte della Regione aderire a questo tipo di accordo di programma. Tanto più che, come giustamente lei sottolinea, non abbiamo riscontro sul fatto che ci sia una contribuzione diretta di ogni singolo passeggero nei confronti di SAGAT per questo tipo di problematica: su questo non abbiamo riscontri.
Al di là di questo, è comunque evidente che l'intervento, anche da un punto di vista di dimostrazione di sensibilità da parte di SAGAT stessa nei confronti del territorio, ha indubbiamente dei vantaggi, ma sicuramente anche svantaggi dovuti dalla presenza dell'aeroporto. E' bene quindi che sia SAGAT stessa a farsi carico di questo piccolo fondo (70/80 mila euro) che dovrebbe essere messo a disposizione, attraverso un regolamento da definirsi, molto semplice, per gli interventi di ristrutturazione finalizzati al blocco delle tegole stesse da parte degli abitanti di Caselle.
Ci faremo parte diligente in questo senso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1247 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Compass Group - chiusura Centro cultura Autoporto Pescarito e rischio 15 licenziamenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1247.
Risponderà l'Assessore Ferrari al posto dell'Assessora Pentenero.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo del Compass Group, una società che gestisce il centro cottura sito in Autoporto Pescarito a San Mauro Torinese.
Fino al 2014, Compass Group ha gestito in Piemonte diversi appalti di ristorazione e mense di grandi aziende ospedaliere, tra cui l'appalto del San Giovanni Bosco, oltre a mense scolastiche di istituti scolastici in vari Comuni della cintura torinese, come anche quelli del capoluogo piemontese, cioè di Torino.
In seguito alla recente perdita di numerosi appalti importanti, le cui offerte si sono spesso classificate all'ultimo posto nelle graduatorie, nel 2014 si sono verificati licenziamenti collettivi per 108 dipendenti. Tra l'altro, il dubbio è che questa partecipazione, non sempre vincente alla gara di appalto, possa essere finalizzata proprio alla volontà di lasciare il territorio piemontese, quindi di ritirarsi da qualsiasi appalto assegnato.
Quindici dipendenti, seppure licenziati, vengono nuovamente riassunti con un cambio peggiorativo del contratto, passando dalla categoria di alimentaristi industria a quella di turismo servizi pubblici, subendo una consistente riduzione dell'orario di lavoro.
I 15 lavoratori operano principalmente presso il centro cottura e il magazzino dell'azienda di ristorazione ubicato tra il Comune di San Mauro e Torino, presso l'Autoporto Pescarito.
L'organico serve principalmente le scuole superiori di primo grado di San Mauro e altri Comuni della cintura torinese.
Attualmente gli appalti in essere presso la Compass Group presentano tutti la mensa interna, non giustificando la necessità di mantenere il centro cottura suddetto. Da comunicazioni aziendali pare certa l'intenzione di chiusura e dismissione del centro cottura dell'Autoporto Pescarito.
Tutto questo avviene, tra l'altro, in un momento in cui i centri cottura sono una vera e propria ricchezza, perché vengono incontro all'esigenza di offrire un servizio mensa di alto livello e il più possibile vicino al punto in cui vengono erogati i pasti.
Ricordiamo, tra l'altro, l'esperienza del centro cottura di Venaria che è stato chiuso e che è stato successivamente vandalizzato, comportando anche la perdita di una serie di macchinari di alto valore. Speriamo che questo centro cottura non faccia la stessa fine e che qualche Amministrazione volenterosa possa collaborare con altre Amministrazioni per poter riutilizzare questo importantissimo edificio.
Al momento, però, la nostra interrogazione verte proprio sulla forza lavoro, quindi sul fatto che ci sono 15 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro. Chiediamo in questo senso quale sia l'intervento che la Regione intende mettere in atto, se sia previsto, se abbia avuto modo di interagire con l'azienda per capire queste persone che fine faranno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la risposta per conto dell'Assessora Pentenero, poi ovviamente ci potranno essere ulteriori approfondimenti.
Al momento, non risulta pervenuta nessuna attivazione di procedura di licenziamento collettivo. Da informazioni assunte per le vie brevi, risulta che siano in corso incontri tra azienda e organizzazioni sindacali per approfondire la questione e tentare di trovare soluzioni idonee a tutelare i lavoratori. Si evidenzia che sia azienda che organizzazioni sindacali non hanno mai manifestato all'Assessorato l'esigenza di un intervento.
Tuttavia la Regione Piemonte si rende disponibile, qualora ce ne fosse la necessità, a mettere in campo ogni utile strumento che possa essere di supporto alla salvaguardia dei livelli occupazionali.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1242 presentata dai Consiglieri Berutti e Pichetto Fratin, inerente a "LEA - Assegni di cura e Fondo sanitario" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza degli interroganti, all'interrogazione n. 1242 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1286 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Stato dell'arte delle procedure per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara" (rinvio)


PRESIDENTE

L'esame dell'interrogazione n. 1286 è rinviato alla prossima seduta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.54 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(Alle ore 10.03 la Consigliera Segretaria Motta comunica che la seduta avrà inizio al termine della seduta della Giunta per le elezioni)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.14)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Richiesta, da parte dei Consiglieri Bono e Pichetto Fratin, di comunicazioni della Giunta regionale in merito al piano di rientro dal disavanzo finanziario della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa c'è stata un'importante conferenza stampa da parte della Giunta e parliamo ovviamente della conferenza stampa in merito all'uscita dal piano di rientro.
Pertanto, vorremmo avere oggi delle comunicazioni in merito all'uscita dal piano di rientro e soprattutto al piano di pagamento del disavanzo finanziario in sanità, che abbiamo appreso dai giornali con tanto di cifre però vorremmo, data l'importanza del dibattito, che venisse discusso in Aula.
Perché l'Aula? Perché l'Aula è ovviamente lo spazio democratico - al di là delle Conferenze stampa, che sono giustamente uno strumento politico legittimo della Giunta regionale e di qualunque forza politica - in cui possono e si devono fare approfondimenti e valutazioni.



PRESIDENTE

E' necessario avere il tempo per poterci coordinare con il Vicepresidente Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Intervengo per unirmi alla richiesta del collega Bono proprio sulla discussione di questo tema. A parte il comunicato, l'importanza dell'atto che peraltro andremo anche a discutere in questa sessione di assestamento di bilancio, è tale da necessitare un dibattito a livello consiliare.



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il processo verbale del 25 ottobre 2016.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

E' a disposizione e riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta del 9 novembre 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerutti, Pentenero e Rostagno.


Argomento:

c) Comunicazione relativo all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 2 ottobre 2016 la V Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha respinto a maggioranza la proposta di legge avente ad oggetto "Modifica della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40 'Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione della l.r. 11 marzo 2015, n. 3 'Disposizioni regionali in materia di semplificazione'".


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 9 novembre 2016 la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: l.r. n. 18 del 26/9/2016 "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte - Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente".
Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a tre decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale allegati e a disposizione presso l'ufficio aula.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Extraoneri ovvero 'maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica in deroga o con cambio di destinazione d'uso' e piani delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari del patrimonio pubblico"


PRESIDENTE

Comunico che nell'odierna mattinata l'Assessore Valmaggia è disponibile a svolgere, come richiesto dal sottoscritto e da un'interrogazione presentata dalla Consigliera Conticelli, comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Extraoneri ovvero 'maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d'uso e piani delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari del patrimonio pubblico".
Prego, Assessore.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Al fine di fare chiarezza sul tema, è utile premettere che il tema degli extraoneri o del contributo straordinario e quello del piano delle alienazioni e valorizzazioni del.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, abbiamo la necessità di ascoltare l'Assessore.
Sono a due passi da lui e non riesco sentirlo.
Consiglieri, chi non è interessato può uscire dall'aula.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Bisogna chiarire, anzitutto, la differenza che c'è tra gli extraoneri contributo straordinario, che è una fattispecie, e il piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico, che è un'altra situazione regolata da una differente disciplina sia legislativa che regolamentare.
Mi pare che nei giorni passati si siano un po' confuse le due questioni. Gli extraoneri sono stati introdotti con disposizione statale a fine 2014, nella legge n. 164 del 2014, e poi recepite nel testo unico dell'edilizia (il DPR 380, all'articolo 16), e costituiscono un contributo a rilascio del permesso di costruire, che prevede che le tabelle parametriche degli oneri di urbanizzazione siano stabilite dalle Regioni definite dai Comuni, e che considerino il maggiore valore generato da interventi in variante urbanistica.
Tale incremento di valore, calcolato dal Comune, deve essere per metà devoluto al Comune per la realizzazione di opere pubbliche nel contesto dell'intervento in variante.
L'istituto è disciplinato al comma 4 di tale articolo e, nello specifico, alla lettera d-ter), che recita: "L'incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita con deliberazione del Consiglio comunale in base alle tabelle parametriche che la Regione definisce per classi di comuni in relazione: d-ter) alla valutazione del maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d'uso. Tale maggiore valore, calcolato dall'amministrazione comunale, è suddiviso in misura non inferiore al 50 per cento tra il Comune e la parte privata ed è erogato da quest'ultimo al Comune stesso sotto forma di contributo straordinario, che attesta l'interesse pubblico, in versamento finanziario, vincolato a specifico centro di costo per la realizzazione di opere pubbliche e servizi da realizzare nel contesto in cui ricade l'intervento, cessione di aree o immobili da destinare a servizi di pubblica utilità, edilizia residenziale sociale od opere pubbliche".
Questo è quanto dice la norma nazionale.
Tale incremento di contributo regola, quindi, le maggiorazioni degli oneri esigibili dal Comune verso i privati, in relazione a una specifica variazione urbanistica concordata, che incrementa il valore della proprietà privata, da corrispondersi all'atto del rilascio del permesso di costruire e da impegnare per la realizzazione da parte del Comune di opere di urbanizzazione. Quindi si tratta di un contributo, per espressa disposizione legislativa nazionale, che regola i rapporti tra Comune e privato.
A seguito di questa norma nazionale, la Regione ha approvato, il 29 febbraio 2016, la deliberazione che integra le tabelle parametriche e ha formulato, nel proprio allegato, specifica modalità di calcolo e ambito di applicazione della norma. In questi primi otto-nove mesi di applicazione non si sono dimostrate delle criticità e si è visto che per molte amministrazioni è stata una norma utile.
Sulla modalità di calcolo, nonostante i diversi interventi sul territorio con situazioni a volte complesse, non si sono rilevate problematicità rilevanti e la Regione si è limitata a fornire chiarimenti su specifiche richieste, ma nessuno ha contestato il paragrafo "Esclusioni". Inoltre, si ricorda anche che al tavolo delle autonomie locali il documento non ha avuto particolari osservazioni.
Le esclusioni previste in tale delibera chiariscono, in conformità alle disposizioni nazionali, che la corresponsione di oneri aggiuntivi da corrispondersi contestualmente al permesso di costruire non è applicabile agli interventi pubblici, volti al perseguimento dell'interesse collettivo e quelli derivanti da particolari interventi, che l'attuale normativa cerca di favorire.
C'è un capitolo di questa DGR che specifica le esclusioni che riguardano gli interventi pubblici, tra cui gli accordi di programma in variante agli strumenti urbanistici in quanto costituiscono, in base alla legislazione nazionale, intese tra soggetti pubblici.
Inoltre, sono stati esclusi da dette disciplina le valorizzazioni del patrimonio immobiliare pubblico, in quanto anch'esse costituiscono iniziative di tipo pubblico, finalizzate ad incrementare il valore del patrimonio pubblico e all'interno delle quali l'intervento del privato avviene, in sede di alienazione, successivamente al processo di valorizzazione, come specificato nel paragrafo successivo.
Gli extraoneri riguardano esclusivamente la valorizzazione in accordo con il Comune, tra Comuni e privati.
Invece la seconda fattispecie è quella del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari del patrimonio pubblico. Tale fattispecie è stata introdotta nella legislazione nazionale con l'articolo 58 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Esso prevede una procedura di variante urbanistica speditiva per garantire, in breve termine, la valorizzazione degli immobili pubblici da immettere sul mercato, in modo da garantire l'acquisizione di maggiori risorse, da parte del soggetto pubblico all'atto della vendita.
La legge urbanistica regionale (l.r. 56/1977) ha recepito questa disposizione nazionale all'interno dell'articolo 16 bis. Per tali operazioni la normativa nazionale, in caso di immobili pubblici di proprietà diversa rispetto al Comune, non prevede espressamente per legge alcuna compartecipazione del Comune, in cui è situato l'immobile oggetto di valorizzazione, alla plusvalenza derivante dal mutamento di destinazione d'uso. Prevede, invece, nel caso di inerzia da parte del Comune, di approvare la variante urbanistica necessaria per la valorizzazione del patrimonio pubblico, il potere sostituto dell'ente regionale. La norma recita: "Qualora l'ente competente alla gestione urbanistica non provveda agli adempimenti previsti dal presente articolo entro 180 giorni dalla trasmissione del piano delle alienazioni di cuoi al comma 1, il Presidente della Giunta regionale gli notifica l'invito ad emettere, entro 60 giorni dal ricevimento, i provvedimenti di competenza. Trascorso inutilmente tali termine, il Presidente della Giunta regionale provvede ad adottare la relativa variante e ad avviare il procedimento secondo quanto previsto ai commi 1 e seguenti del presente articolo. Decorsi i termini di cui al comma 4, l'ente competente alla gestione urbanistica si esprime, con deliberazione consiliare, sulla variante.
Qualora l'ente competente alla gestione urbanistica non provveda ad esprimersi, il Presidente della Giunta regionale provvede direttamente. Gli oneri relativi all'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti dell'autorità competente alle gestione urbanistica ed edilizia disciplinati dalla presente legge, sono iscritti d'ufficio nel bilancio comunale, secondo le norme della legislazione statale regionale".
Questa è la norma, che ho voluto leggere per esteso, riguardante il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari del patrimonio pubblico, che è altra cosa dalla disciplina degli extraoneri che è stata prima richiamata.
In conclusione, si è cercato di chiarire le diverse situazioni normative che regolano il tema delle plusvalenze derivanti da operazioni di valorizzazione urbanistica. Da esse emerge che, nel caso del Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili regionali, non derivano obblighi di legge per la corresponsione da parte della Regione ad altri Enti di una quota dei proventi derivanti dalle operazioni di valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare.
Questo è quanto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media del Comune di Montà (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media di Montà in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Extraoneri ovvero 'maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica in deroga o con cambio di destinazione d'uso' e piani delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari del patrimonio pubblico" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Valmaggia.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Intanto ringrazio l'Assessore e chiedo, ritirando ovviamente il question time, essendo già stato trattato questa mattina l'argomento, di poter avere la risposta scritta.
In merito a questo, al di là della distinzione formale - grazie per i riferimenti di legge - tra gli ex oneri e le valorizzazioni immobiliari pubbliche, il tema, che era anche l'oggetto della mia interrogazione riguarda proprio la questione degli extraoneri.
Su questo tema, già nell'aprile scorso c'era una nota formale dell'ANCI regionale all'Assessorato, in cui evidenziava gli effetti negativi per i Comuni, rispetto all'applicazione della DGR regionale, e proponeva di valutare, insieme alla Regione, una modifica che consentisse, come peraltro previsto dalla normativa nazionale, di valutare l'interesse pubblico nel singolo caso, relativamente alla rinuncia delle plusvalenze.
Certamente la ratio della legge nazionale parla di Comuni e privati perché quando si generano plusvalenze, queste vengono reimpiegate al 50 per interventi di pubblica utilità, che sono quelli che lei ha enumerato prima, prendendoli dalla normativa regionale, però la norma dice anche: "Fatte salve diverse disposizioni delle Regioni". Ci sono casi particolari: ad esempio, il patrimonio pubblico può anche essere quello demaniale.
Quando la destinazione della valorizzazione è ad interesse pubblico allora le plusvalenze non sono opportune, ma quando non è interesse pubblico la cessione, vale lo stesso principio, anche se l'immobile è di proprietà pubblica.
Peraltro, mi risulta che l'Assessore si fosse reso disponibile, nei confronti di ANCI, a valutare la disponibilità di intervenire sulla modifica della delibera.
Su questo tema, visto che magari non apriamo la discussione, proporrei di riparlarne in Commissione e magari, proprio su questo aspetto specifico sentire ANCI in audizione e trattarla una volta per tutte, vedendo se ci sono interventi da fare sulla disposizione regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.


Argomento: Bilanci preventivi - Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 180, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale applicazione della quota di avanzo libero in amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 180, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Dato che è già stato rappresentato il tutto in Commissione e abbiamo fatto tutto l'iter, l'oggetto di discussione è come destinare l'avanzo del Consiglio regionale e la competenza è dell'Aula.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Certo, Presidente, è ovvio che è stato discusso in I Commissione, tra l'altro con una discussione molto lunga, in cui si sono aperte una serie di questioni interessanti sul bilancio del Consiglio regionale. Ci aspettavamo, comunque, un intervento da parte del Presidente o di un suo delegato, a rappresentare il bilancio del Consiglio regionale.
Di norma, il bilancio viene sempre valutato e approvato in maniera abbastanza spicciola, abbastanza rapida, non dandogli la giusta importanza forse in considerazione del fatto che comunque nell'Ufficio di Presidenza sono rappresentati tutti i Gruppi consiliari, i principali Gruppi consiliari, sia quelli di maggioranza sia quelli di opposizione, a fronte di un Regolamento interno che prevede che ci sia un Presidente espressione della maggioranza, due Vicepresidenti di cui uno destinato alle opposizioni e tre Segretari, di cui uno destinato alle opposizioni.
Noi ovviamente - ma non è una novità, i colleghi lo sanno ormai molto bene perché lo ripetiamo tutte le volte, in tutte le occasioni che ci si presentano - il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle non è rappresento nell'Ufficio di Presidenza.
E' una stortura, un dato che noi potremmo definire abbastanza poco democratico, in quanto rappresenta la principale forza di opposizione.
Questo è uno concetto che lei, Presidente, conosce benissimo e a cui tiene particolarmente, perché so che sta lavorando per ovviare, quanto meno, alla mancanza di un rappresentanze del Gruppo Movimento 5 Stelle all'interno dell'Ufficio di Presidenza, ma non lo facciamo per una questione di poltrone o, per dirla come Chiamparino, di "cadreghe", ma lo facciamo per una questione di possibilità di valutazione e controllo di quelle che sono le spese del Consiglio regionale.
Il dibattito dell'altro giorno in Commissione consiliare discende proprio da questo, nel senso che sappiamo benissimo che da parte dell'Ufficio di Presidenza è possibile, ai sensi della legge del 1976, dare tutta una serie di contributi tramite patrocini onerosi, partecipazioni dirette, organizzazioni o meno e altri interventi, che cubano diverse centinaia di migliaia di euro all'anno, sia direttamente tramite scelte dell'Ufficio di Presidenza, sia tramite proposizioni da parte di organismi consultivi; organismi consultivi che si sono moltiplicati negli anni sopratutto tra gli anni '70 e gli anni '80, che prevedono la presenza, ad esempio, del Comitato per la Resistenza e Costituzione, la Consulta dei diritti umani, la Consulta delle Elette, la Consulta delle Donne, la Consulta dei Giovani, la Consulta Europea. Si tratta di diversi organismi cui si partecipa a titolo gratuito. In alcuni sono presenti Consiglieri regionali, in altri sono presenti rappresentanti di associazioni nominate anche dal Consiglio regionale; spesso c'è un delegato dell'Ufficio di Presidenza che segue queste Consulte.
Queste Consulte fanno anche proposte di contribuzione economica all'Ufficio di Presidenza che, immagino, ne prende atto, ratifica e quindi finanzia tali richieste di contributi.
Noi sappiamo che grazie al decreto legislativo n. 33 del 2013 sulla trasparenza, da metà del 2013 è pubblicata sulla pagina "Amministrazione trasparente", quindi sul sito istituzionale del Consiglio regionale Piemonte (cr.piemonte.it) l'elenco dei contributi di importo superiore ai 1.000 euro.
Perché 1.000 euro? Perché così prevede il decreto legislativo n. 33.
Restano fuori, quindi, tutti i contributi sotto i 1.000 euro. Noi, non essendo rappresentati nell'Ufficio di Presidenza, non sappiamo sostanzialmente, rispetto al montante di 650.000 euro, se non erro, già elargito in questa legislatura, quanti sono i contributi inferiori a 1.000 euro. È un dato che abbiamo già chiesto agli uffici, perché vorremmo semplicemente sapere se ci sono (e quanti sono) importi al di sotto di 1.000 euro che sfuggono all'obbligo di pubblicazione nel sito della trasparenza.
Inoltre, vorremmo poter pubblicare questi dati sul sito. Io ritengo che si tratti meramente di un problema tecnico, e non politico o di comunicazione. Nel senso che, dal momento che si pubblicano quelli da 1.000 euro in su, pensiamo che non vi siano problemi a pubblicare quelli al di sotto di tale cifra.
Questo tema lo stiamo sollevando oramai dall'inizio di questa legislatura (peraltro anche nella scorsa), in virtù di un po' di discrezionalità - dico "un po'" perché oggi mi sento buono - nella decisione di dazione di contributi alle associazioni culturali, Enti pubblici o privati, ovviamente senza scopo di lucro.
Tant'è che l'Ufficio di Presidenza ha approvato recentemente una delibera (DUP n. 45/2016) nel cui allegato si prevedono finalmente norme e criteri per l'elargizione di questi contributi. Ci sono diversi capi: uno riguarda i patrocini onerosi, uno i patrocini gratuiti, uno le partecipazioni dirette ed indirette all'organizzazione di eventi, e un'altra serie di capitoli che riguardano il controllo e la verifica delle spese puntuali, l'utilità delle ricadute e la coerenza con i programmi annuali e pluriennali che dovrebbero essere prodotti sia dalle Consulte e dai Comitati, sia dall'Ufficio di Presidenza.
Si prevede, altresì, la pubblicazione di un bando, per quanto riguarda i criteri dell'allegato alla DUP n. 45/2016, che dovrebbe essere pubblicato entro il 31 ottobre 2016: siamo al 22 novembre e di questo bando non abbiamo avuto notizia. Forse ce lo siamo persi, anche se il nostro nuovo Capogruppo, così come faceva il precedente (noi ruotiamo periodicamente) ci invia tutte le notizie dell'Ufficio di Presidenza. Come ho detto, magari ce lo siamo persi fra le notizie relative all'Ufficio di Presidenza, ma ad oggi non abbiamo contezza di questo bando.
Vorremmo innanzitutto sapere se questo bando è stato pubblicato (e magari noi ce lo siamo persi) oppure no, e se fosse possibile socializzare a tal riguardo, visto che - lo ribadisco ancora una volta, nel caso a qualcuno fosse sfuggito questo particolare - non siamo presenti nell'Ufficio di Presidenza. Potrebbe tornare utile saperlo prima anche all'interno dei Gruppi che non sono rappresentati. Concludo questa parte che è comunque importante e che spero si possa riprendere ancora nella trattazione degli ordini del giorno, nella speranza di ricevere delle risposte.
Nell'analisi in I Commissione, oltre a questi temi abbiamo toccato un altro argomento molto importante: mi riferisco all'avanzo libero del Consiglio regionale, che ammonta a 6.734.164,22 euro e che, grazie all'attività del nostro Gruppo consiliare, è stato vincolato in delibera ad una serie di macroaree (quindi non missioni, ma macroaree, anche se poi potrebbero essere ribaltate su delle missioni), condividendo delle finalità con tutti i Gruppi. Perché - lo ricordo - il lavoro è stato frutto di condivisione tra i Gruppi di opposizione e i Gruppi di maggioranza.
Abbiamo quindi previsto l'impegno di quota parte di questo avanzo (o tesoretto) di 6,7 milioni in politiche sociosanitarie, cultura, ambiente diritto allo studio, sostegno alle popolazioni terremotate (è oggetto di un indirizzo preso dalla Commissione di solidarietà), azioni di prevenzione antisismica a favore degli edifici scolastici piemontesi e attività connesse alla prevenzione degli incendi. Peccato che nella successiva Commissione di bilancio abbiamo scoperto che il Vicepresidente Reschigna aveva già deciso come utilizzare questi 6,7 milioni di euro: se siamo ottimisti, pensiamo che lo abbia fatto da solo; se siamo un po' maliziosi poco poco - pensiamo che il Vicepresidente Reschigna si sia accordato con il principale Gruppo di maggioranza, cioè il Partito Democratico, oppure con tutta la coalizione di maggioranza (così includiamo anche il collega Grimaldi e gli altri colleghi dei Gruppi più piccoli, non per questo meno importanti).
Ci siamo dunque trovati di fronte a questa posizione già assunta: di questi 6,7 milioni di euro, era già stato deciso che quattro milioni e mezzo andavano al diritto allo studio e due milioni alla cultura. Finito non ci sono più soldi.
Noi vogliamo che venga rispettato il ruolo del Consiglio regionale perché è stato fatto un lavoro lungo, ma anche prezioso, con una Commissione di bilancio che è durata dalle nove e mezza all'una, in cui tutti i Gruppi consiliari hanno fatto delle valutazioni e hanno espresso delle posizioni, che sono state inserite in una delibera Questa delibera che stiamo andando a votare impegna formalmente il Consiglio regionale ad approvare degli emendamenti nella fase di bilancio che dicano che da quei 6,7 milioni di euro devono uscire risorse per le politiche sociosanitarie, la cultura, l'ambiente, il diritto allo studio le popolazioni terremotate, la prevenzione antisismica e la prevenzione degli incendi.
Ora - e chiudo, Presidente - non voglio neanche sentire critiche o polemiche del tipo: "Così facendo, con sette voci e 6,7 milioni diamo le briciole". Questa è una valutazione che farà il Consiglio regionale: non spetta alla Giunta, in questo caso! Da questi 6,7 milioni di euro devono essere stanziate risorse per questi sette capitoli. Il resto, cioè la coerenza con quelle che sono le attese degli stanziamenti nei singoli capitoli, lo analizzeremo successivamente nel bilancio della Regione Piemonte. In quell'occasione vedremo se c'è bisogno di aggiungere soldi sul diritto allo studio sull'ambiente, sull'istruzione, sulle politiche sociali e su quant'altro prelevandoli da altri capitoli o dal fondo di riserva, o semplicemente tramite lo spostamento di risorse da un capitolo all'altro.
Questi 6,7 milioni di euro - e chiudo veramente - sono frutto del risparmio che il Consiglio regionale, anche su nostra spinta propulsiva, ha ottenuto tagliando i costi della politica (costi che, a nostro avviso potrebbero essere ulteriormente tagliati, soprattutto dal lato dei vitalizi, ma lo ribadiremo successivamente). Non dico che questi soldi sono di proprietà del Consiglio regionale, ma sono comunque targati Consiglio regionale e il Consiglio regionale deve decidere dove e quanto stanziare.



PRESIDENTE

Le ho concesso due minuti in più, anche se non siete presenti in Ufficio di Presidenza! Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Volevo rispondere al Consigliere Bono, ma darò una risposta alla fine.
Prego, collega Bertola.



BERTOLA Giorgio

Se risponderà alla fine, magari qualche stimolo utile glielo fornir anch'io.



PRESIDENTE

Non fatemi troppo eccitare oggi!



BERTOLA Giorgio

Tranquillo, Presidente. Stia sereno.
Come sottolineava il collega Bono, è vero che abbiamo discusso peraltro diffusamente, del bilancio del Consiglio regionale in Commissione.
Forse ancora più diffusamente di quanto non è avvenuto negli scorsi anni proprio per le ragioni che lo stesso collega Bono evidenziava.
Però è prassi, consuetudine, correttezza e magari anche conforme alle buone maniere, il relazionare in Aula almeno da parte di uno dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, preferibilmente uno dei componenti di maggioranza, anche se sappiamo bene, Presidente Laus, che non è obbligatorio.



PRESIDENTE

Scusi, le rispondo solo per chiarezza (dopo, magari, fornirò comunque una risposta).
Oggi, secondo l'Ufficio di Presidenza e secondo il sottoscritto, non c'è niente da relazionare, perché non stiamo parlando di un bilancio preventivo, ma dell'assestamento di bilancio.
Lo dico anche perché sono presenti i giornalisti: l'oggetto di discussione è capire come l'Aula vuole destinare i sei milioni. Anche se volessi relazionare sui sei milioni...
Se invece voi oggi dite: "Gentile Presidente, visto che lei è più perspicace di noi, vuole decidere lei come dobbiamo destinare i sei milioni?", allora in quel caso farei un intervento.
Fate ancora in tempo!



BERTOLA Giorgio

Presidente, lei è chiarissimo.
Però - lo dico anch'io, così come ha fatto lei, per i giornalisti presenti, che non partecipano alle sedute di Commissione - in Commissione si è discusso diffusamente proprio di come utilizzare quei 6,7 milioni di euro. E dopo una discussione anche interessante, si è faticosamente arrivati ad una conclusione, con degli indirizzi che fino a qui - questo, a mio avviso, è il tema principale della giornata - non sono stati rispettati. Ma vado per gradi.
Il collega Bono ha già evidenziato il vulnus che quest'Assemblea si porta dietro dall'inizio della legislatura, derivante dall'assenza di un membro del Movimento 5 Stelle nell'Ufficio di Presidenza. Un vulnus, perch è il Gruppo, in senso lato, più rappresentato dell'opposizione. Per il resto, l'opposizione è formata da una coalizione che conta, in totale, più componenti del Movimento 5 Stelle, ma come coalizione. Inoltre, lo Statuto dice che le opposizioni (non l'opposizione) devono essere rappresentate all'interno dell'Ufficio di Presidenza.
Pertanto, si tratta di una situazione che auspichiamo venga risolta perché errare è umano, ma perseverare è diabolico! In ogni caso, l'assenza del nostro Gruppo nell'Ufficio di Presidenza impone - a noi, ovviamente - un'attenzione particolare e un controllo più puntuale sui contributi che vengono erogati dall'Ufficio di Presidenza, in modo diretto o attraverso gli organismi consultivi, che sono posti formalmente sotto l'Ufficio di Presidenza.
Ma, per assurdo, lo stimolo è scaturito dall'intervento di un componente dei Gruppi dell'altra opposizione in Consiglio regionale.
Infatti, abbiamo sentito un componente di Forza Italia dire di volere una maggiore rendicontazione, dei dettagli maggiori, rispetto ai contributi erogati dall'Ufficio di Presidenza, e - a quel punto - noi abbiamo detto: "Lo dite voi, che avete un membro all'interno dell'Ufficio di Presidenza. A maggior ragione, cosa dovremmo dire noi, che non possiamo avere un resoconto costante e continuo, quasi quotidiano, di ciò che accade nell'Ufficio di Presidenza?".
Come ha dichiarato il collega Bono, vengono erogati diversi contributi ma c'è una carenza: complessivamente, sono qualche centinaia di migliaia di euro, che magari in epoche passate sembravano e sembrano ancora poca cosa rispetto al bilancio del Consiglio, ma se pensiamo ai margini d'intervento ridottissimi che hanno i Gruppi consiliari all'interno della discussione del bilancio della Regione (viste le ristrettezze che ben conosciamo, i margini di intervento dei Gruppi consiliari all'interno dei bilanci della Regione sono anch'essi confinati a poche centinaia di migliaia di euro) allora quelle poche centinaia di migliaia di euro destinate dall'Ufficio di Presidenza ai vari soggetti diventano, essi stessi, un argomento.
Pertanto, anch'io richiamo l'importanza di trovare una modalità per pubblicare anche i contributi inferiori ai 1.000 euro, per poter capire a quanto ammontano.
Veniamo, ora, alla questione più importante - e rispondo ovviamente anche a lei, Presidente Laus, e a tutta l'Aula - che è l'avanzo del Consiglio regionale. Sono 6,7 milioni di euro derivanti dai risparmi del Consiglio regionale, legati soprattutto al taglio dei costi della politica.
E' un argomento fin troppo noto. Noi portiamo avanti, non da questa legislatura, ma da quando siamo presenti in Consiglio regionale, una nostra proposta che (ahimè) non è mai stata approvata. Siamo sicuri, però, che la nostra attività e il nostro insistere siano stati da stimolo a tutto il Consiglio per la presentazione di provvedimenti che hanno ridotto consistentemente i costi della politica nella Regione Piemonte, anche se non abbastanza, perché c'è sempre l'argomento legato ai vitalizi.
Sottolineo che è stata bocciata una nostra proposta che intendeva abrogare i vitalizi, che avrebbe consentito un risparmio di circa otto milioni di euro. In cambio, è stato approvato un piccolo taglio, un piccolo contributo di solidarietà, peraltro poi impugnato. Non è stato approvato nemmeno quello che ci avevano detto essere accettabile, cioè la cancellazione dell'odioso cumulo dei vitalizi, ad esempio i vitalizi da parlamentare nazionale con quelli da Consigliere regionale.
Si era detto: "Chi riceve già un vitalizio come parlamentare, rinunci almeno (o lo si obblighi a rinunciare) al vitalizio da Consigliere regionale". Non avete accettato nemmeno questo, che rimane ancora una pagina aperta sui costi della politica regionale.
Cosa fare dell'avanzo di 6,7 milioni di euro? Occorre trovare una situazione condivisa da tutto il Consiglio, perché è il bilancio del Consiglio. Non è tanto un discorso di Giunta regionale che propone o che decide e un Consiglio regionale che recepisce, critica o emenda: è una decisione del Consiglio regionale, quindi di tutti i Gruppi consiliari magari prestando attenzione - preferibilmente - anche e soprattutto alle richieste delle opposizioni.
Dopo una lunga discussione in Commissione, alla quale lei, Presidente Laus, non ha partecipato, giacché (sicuramente per giustificati motivi) non era presente, si è deciso di vincolare con un voto, con una delibera votata, quei 6,7 milioni di euro ad una serie di capitoli (quelli che ha elencato il collega Bono), perché, in qualche modo, il bilancio del Consiglio viene restituito alla Regione.
Poiché è il bilancio del Consiglio, è un avanzo, un risparmio del Consiglio, si riteneva utile vincolarlo a determinati capitoli.
Sono stati dati, non dei capitoli, ma degli indirizzi ben precisi peraltro su ambiti d'intervento completamente condivisibili, condivisi da tutte le forze politiche (ambiti d'intervento che richiedono sicuramente delle risorse), e noi pensavamo che si desse capienza alle proposte di emendamento all'assestamento di bilancio presentate dai Consiglieri regionali, da tutti i Consiglieri regionali.
Invece, ci siamo accorti che eravamo andati a fornire capienza agli emendamenti della maggioranza, pertanto non in un discorso che doveva stare in un'altra partita, perché lì c'era l'avanzo del Consiglio e magari c'era la quota che l'Assessore Reschigna aveva ritenuto sufficiente per dare eventualmente capienza a tutti gli emendamenti, magari prelevando dal fondo di riserva.
Quei 6,7 milioni di euro sono diventati l'unica fonte possibile di intervento, peraltro per dare capienza agli emendamenti della maggioranza.
Noi riteniamo che si debba tornare indietro rispetto a questo orientamento, che si debbano rispettare gli indirizzi dati dal Consiglio regionale. Diversamente, lo riterremmo un atto fortemente ostile. Non sarebbe un buon viatico, né per la discussione dell'assestamento di bilancio che ci accingiamo ad affrontarne né per la discussione del futuro bilancio previsionale della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Solo per una precisazione: dalle mie parti, dicono che il diavolo fa le pentole, ma molte volte non riesce a fare i coperchi.
Probabilmente, il Consigliere Bono confidava che io arrivassi ancora un po' più tardi rispetto a quando sono arrivato. A me, invece, è capitato di ascoltare l'ultimo pezzo del suo intervento.
E, nell'ultimo pezzo del suo intervento, il Consigliere Bono ha detto un'inesattezza: non è vero che la Giunta regionale ha deciso come usare i sei milioni 907 mila euro dell'avanzo dell'assestamento del Consiglio regionale.
In I Commissione, la discussione è partita appostando questi importi a fondo di riserva, perché era giusto che fosse il Consiglio a decidere.
La discussione di oggi riparte con due maxiemendamenti già depositati dalla Giunta regionale, dove non vengono intaccati i sei milioni 907 mila euro dell'avanzo del Consiglio regionale.
Pertanto, questa è questione che non riguarda i rapporti con la Giunta e non riguarda il ruolo del Vicepresidente della Regione.
BONO Davide (fuori microfono) Ha cambiato idea.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

No, io non cambio mai idea quando ho ragione. Non cambio mai idea e siccome ho ragione anche questa volta.
BONO Davide (fuori microfono) Ha sempre ragione...



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Anche questa volta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Partiamo da un discorso più ampio, nel senso che avere questo avanzo disponibile dal bilancio del Consiglio regionale è in primis una dimostrazione che i costi della politica si possono diminuire con delle norme di rango normale, quindi senza riforme costituzionali. Se immaginiamo, infatti, 20 Regioni che risparmiano ciascuna sei, sette, due tre o quattro milioni, superiamo abbondantemente i 50 milioni per i quali si fa un gran can can ai fini dell'approvazione di una riforma costituzionale che coinvolge un sacco di altri aspetti molto più alti e per certi versi, molto più deteriori.
Bando a questo, ma si tratta comunque di un elemento importante di riflessione.
L'altro aspetto già citato è che mentre nella redazione del discorso economico sul bilancio dell'Ente Regione, che viene giustamente impostato dalla maggioranza e dalla Giunta che governa la Regione in funzione teoricamente, perché poi sappiamo già che non è così - del programma politico presentato in campagna elettorale, c'è una legittimazione democratica nella posizione di vantaggio della maggioranza, e in particolare della Giunta, il Consiglio regionale - in quanto Assemblea e in quanto ambito strutturato per espletare funzioni di controllo, di proposta e di discussione legislativa - non è vincolato alle linee politiche della Giunta. Forse era soprattutto questo che il Consigliere Bono voleva dire e che il Consigliere Bertola ha espresso in maniera più compiuta.
Perché - e mi dispiace che l'Assessore Reschigna sia leggermente distratto - abbiamo detto questo? Perché quello che invece è emerso è che nonostante una costruttiva discussione, anche interessante, svolta in Commissione sul tema dell'assestamento di bilancio del Consiglio regionale e quindi l'individuazione di aree prioritarie di intervento per questa ulteriore risorsa vieppiù gradita in tempi di cordoni ben stretti delle borse - si stia invece andando verso un uso strettamente di maggioranza di tali risorse. Questa è l'impressione; poi ben venga che questo elemento venga smentito dalla Giunta e vedremo se ci potrà essere uno spazio di effettiva discussione, confronto e anche accoglimento di istanze diverse da parte della maggioranza di questo Consiglio regionale.
Quello che però mi preme sottolineare, anche in relazione alle osservazioni fatte dal Presidente a chiarimento, è l'importanza di portare la discussione e l'illustrazione dell'assestamento di bilancio del Consiglio regionale anche in Aula. In primis proprio perché è il bilancio del Consiglio regionale; quindi, quale luogo migliore dell'Assemblea? In Commissione non ci sono tutti i Consiglieri regionali, mentre in Consiglio le forze politiche presenti sono più compiutamente rappresentate, non solo da singoli componenti che eventualmente possono esprimere il voto per il proprio Gruppo. Lì, quindi, possono anche crearsi situazioni trasversali in merito all'approvazione o meno di alcune voci di indirizzo per l'utilizzo della risorsa disponibile.
In secondo luogo perché, di nuovo, si tratta comunque di soldi pubblici e quindi la discussione va fatta in un'assemblea pubblica; così come si rende conto in Consiglio regionale - un'Assemblea pubblicamente disponibile a tutti quanti - di tutto ciò che si fa con i soldi dell'Ente Regione quindi di come opera chi governa fattivamente il nostro territorio, così dev'essere anche, per quanto magari in scala minore, per quelle risorse che si rendono disponibili dalla razionalizzazione del funzionamento dell'Assemblea regionale.
Sotto questo profilo, la richiesta mi sembra assolutamente sacrosanta ed è anche quello il motivo per cui ci saremmo aspettati comunque una forma di relazione da parte dell'Ufficio di Presidenza; anche perché - lo sottolineo di nuovo - manca in quella sede una delle forze politiche di tutto rispetto dell'opposizione. E dunque una relazione sarebbe stata quantomeno gradita, e magari io mi spingerei anche a definire opportuna.
Da questo punto di vista, dunque, stiamo facendo questo intervento in parte per sopperire ad una mancanza. Sembra infatti che, avendo risparmiato qualcosa su ciò che è normalmente destinato al funzionamento dell'Assemblea consiliare, di tutto il Consiglio regionale e dei suoi Uffici, questo qualcosa sia di proprietà dell'Ufficio di Presidenza, o anche solo della maggioranza del Consiglio regionale. Ebbene, non è così: quelli sono soldi pubblici e sono risorse che vanno sottoposte a discussione. Ed è questo tutto sommato, che abbiamo chiesto fin dall'inizio.
Adesso non voglio tirarla troppo in lungo, perché il nostro non è un intervento di disturbo: è un intervento che vuole sottolineare come ogni forma di risparmio che viene prodotto lo è anche grazie ad attività delle opposizioni. Ricordo infatti che una parte consistente di tale risparmio è il risultato di due interventi successivi di riduzione degli emolumenti e delle indennità che i Consiglieri percepiscono: azione importante, frutto di tutta quella serie di interventi ad ampio spettro che anche il Movimento 5 Stelle - e forse il Movimento 5 Stelle con più forza degli altri - ha portato avanti, nel senso di ridurre le disparità economiche tra la politica e il mondo dei cittadini che non vivono di politica, ma che si trovano invece incastrati in situazioni economiche, di lavoro, sociali e sanitarie che discendono dalle scelte che sono state fatte dalla politica.
La mia idea, per esempio, sarebbe che qualsiasi forma di indennità politica sia comunque legata, proporzionalmente, al reddito medio degli italiani; così, quando scende il reddito medio degli italiani, scende anche quello della classe politica: ci sarebbe forse anche un qualche stimolo ad avere una maggiore sensibilità e responsabilità nel proporre o nel portare avanti politiche che spesso sono evidentemente a detrimento della società civile che si dovrebbe rappresentare e amministrare.
Ovviamente queste sono le nostre opinioni, però è giusto che le nostre opinioni siano espresse, rappresentate e confrontate non solo nelle sedute "segrete" di Commissione - per le quali stiamo cercando di ottenere una maggiore apertura e pubblicità - ma anche, appunto, in Aula quale unico luogo di vera pubblicità delle attività politiche, sia propriamente del Consiglio regionale sia del rapporto tra quest'ultimo e la Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Campo.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Esprimo qualche parola di commento a quanto abbiamo sentito finora perché onestamente io ho difficoltà a comprendere certe considerazioni.
Distinguiamo la discussione in due macroaree: l'area in cui si va a trattare dell'oggetto specifico della delibera, cioè l'assestamento al bilancio del Consiglio, che sarà il tema su cui spenderò due parole in un secondo momento, anche se in teoria noi oggi dovremo ragionare di quello invece mi concentro, in apertura, sulla prima parte, cioè dove abbiamo discusso di tutt'altro.
Se il tema è che appare necessario migliorare l'elaborazione dei criteri di utilizzo dei fondi a disposizione delle Consulte attivate da questo Consiglio, e dico anche che magari l'occasione di metà legislatura è il momento in cui ragionare se mantenere tutte le Consulte così come sono oppure se ridurle di numero, allora benissimo: personalmente ritengo - ma penso di poter parlare anche a nome dei colleghi - che siano degli argomenti assolutamente importanti, da approfondire, anche condivisibili in termini generali, e poi vedremo dal punto di vista specifico a quali risultati si potrà approdare. Dunque, su questo sgombriamo il campo: non c'è nessuna chiusura a discuterne, perché credo di aver segnalato anch'io in diverse occasioni, alcune storture magari nell'organizzazione di certi eventi che, rispetto alla definizione, al titolo della Consulta che li promuoveva, stridevano un po', nel senso che era un'arrampicata sugli specchi rispetto all'utilizzo di quote di denaro, anche se minime.
Se la discussione verte su come sarà il nuovo Ufficio di Presidenza che a metà mandato deve essere rinnovato, ebbene, non credo che sia questo il momento di discutere di tale tema: se ne discuterà tra un mesetto e quella sarà la sede in cui eleggere il nuovo Ufficio di Presidenza. Il dato di fatto di partenza è che oggi discutiamo dell'assestamento, che dispone di un avanzo libero di circa 6,7 milioni di euro, perché questo Consiglio ha unanimemente assunto delle decisioni in materia di costi del funzionamento del Consiglio medesimo e di costi della politica, cioè è passato dalle parole ai fatti intervenendo certamente in misura preponderante per arrivare a quel risultato sugli emolumenti dei Consiglieri in carica e sui costi di funzionamento del Consiglio stesso, ma in parte anche sul tema dei vitalizi rispetto agli ex Consiglieri mettendo delle limitazioni, delle riduzioni, dei contributi.
Quindi questo è il dato politico di partenza: che oggi, se possiamo disporre di 6,7 milioni di euro in più sul bilancio complessivo della Regione, è perché responsabilmente questo Consiglio, mesi fa, con una propria legge e con altre decisioni, alcune delle quali in capo diretto all'Ufficio di Presidenza in carica, ha determinato dei risparmi rispetto alla dotazione massima che era stata preventivamente autorizzata per il funzionamento del medesimo.
Infine, vorrei dare una precisazione. Si è detto che le discussioni che avvengono in Commissione sono segrete, che la Commissione ha un'attività segreta. Certo la Commissione non ha pubblicità intensa quanto le sedute dell'Aula, però vorrei rivendicare con orgoglio un'altra decisione che unanimemente abbiamo assunto, che è quella per cui oggi le Commissioni non lavorano più con la segretezza di ieri, ma lavorano con criteri di pubblicità che abbiamo tutti quanti condiviso e deciso. Quindi dire che oggi le Commissioni operano segretamente non è più vero.
Venendo invece alla seconda parte, che sarebbe l'oggetto specifico della delibera, qui ho molte difficoltà a comprendere alcuni ragionamenti e provo ad argomentarli leggendo proprio la delibera che è sottoposta alla nostra attenzione. Innanzitutto si parte dal presupposto che dalla differenziazione tecnica tra il bilancio di Consiglio e il bilancio della Giunta derivi una differenza sostanziale tra i fondi che il Consiglio ha a disposizione in quanto organismo autonomo e che la Giunta ha a disposizione come organismo, dimenticando che il bilancio della Regione, alla fine, è un bilancio unico, e che su quel bilancio unico unitariamente noi, con responsabilità, dobbiamo agire e assumere delle decisioni.
Non c'è una parte di bilancio che viene decisa in un modo e poi tutte le altre esigenze della comunità regionale piemontese vengono prese in considerazione in un secondo momento, tant'è che in Commissione, quando abbiamo analizzato l'assestamento al bilancio del Consiglio, abbiamo rinunciato all'idea di decidere le missioni, i programmi o comunque gli interventi specifici su cui quei 6,7 milioni di euro andavano a collocarsi né abbiamo detto: siccome il funzionamento del Consiglio è costato meno di quello che era stato autorizzato preventivamente, allarghiamo le maglie delle voci di pertinenza stretta del Consiglio perché tanto abbiamo risparmiato 6,7 milioni.
Secondo me, responsabilmente, abbiamo deciso di restituire alla Giunta e quindi ad apposita voce del bilancio complessivo dell'Ente, i risparmi del funzionamento del Consiglio, che - ripeto - derivano da scelte fatte perché l'istituzione in quanto tale costi meno per liberare risorse a servizio della comunità regionale piemontese.
Dopodiché - e da qui in avanti capisco poco, ma sarà un limite mio noi Consiglio, da un lato, procediamo a restituire alla Giunta 6,7 milioni di euro e, dall'altro lato, impegniamo noi stessi, nel momento in cui andremo ad approvare il bilancio complessivo dell'Ente, a destinare la parte restituita alla Giunta su alcune tematiche. Ma alla fine la valutazione la faremo quando analizzeremo gli emendamenti e voteremo il bilancio della Giunta, per cui non capisco quale forza in più possa dare questo articolo della delibera che abbiamo sottomano, se non immaginare che ci sia una divaricazione sostanziale tra alcune risorse che sfuggono alla discussione generale del bilancio dell'Ente e tutto il resto, che invece viene discusso in un secondo tempo.
Io credo, sicuramente come Gruppo del Partito Democratico, ma penso come tutta la maggioranza, che faremo una discussione seria come tutti gli altri Gruppi sui vari emendamenti e prenderemo le decisioni compatibili con l'equilibrio complessivo del bilancio, in cui rientrano anche i 6,7 milioni di euro. I titoli, i macroargomenti - come sono stati giustamente chiamati perché non sono missioni, programmi o voci specifiche - non è che ce li siamo inventati, ma sono quei temi su cui i vari Gruppi avevano presentato emendamenti, quindi temi condivisi.
A un certo punto, in Commissione sembrava quasi che ci indispettissimo perché un tema l'aveva presentato il Gruppo "x" piuttosto che il Gruppo "y" e il retropensiero era: voi avete immaginato di disporre interamente di quei 6,7 milioni di euro per gli emendamenti di maggioranza, vi siete segretamente accordati con la Giunta e quindi tagliate fuori tutti quanti dalla discussione. A parte che, come dimostreremo nella discussione successiva, la somma algebrica degli emendamenti presentati dai Gruppi di maggioranza che vertono su questi temi, non su altro, ove anche fossero accolti tutti, è inferiore di oltre un milione di euro rispetto alla cifra di 6,7 milioni; a parte questo, che è un dato matematico non smentibile gli emendamenti di tutti quanti noi non è che ragioneranno solo su 6,7 milioni di euro come cornice massima, in quanto noi approveremo l'intero bilancio, quello che quadra su decine di miliardi, e responsabilmente cercheremo le soluzioni più utili per la comunità piemontese nel rispetto degli equilibri medesimi.
Dall'altro lato, ricordo che la stessa delibera, per esempio, sottrae ai 6,7 milioni una parte (perché lì, sì, abbiamo già preso una decisione) per un intervento sulle aree colpite da terremoto. In quel caso, siccome è un intervento straordinario, frutto della situazione particolare del dramma che sta vivendo una parte del nostro Paese, allora unitariamente abbiamo anticipato una decisione, ma frutto della straordinarietà, eccezionalità e importanza assoluta del tema medesimo. Tutto il resto entra nella disponibilità complessiva di noi stessi, perché sempre noi saremo quelli che votano e approvano l'emendamento "x" o l'emendamento "y" e, alla fine il bilancio complessivo.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri interventi, mi permetto di riprendere solo una parte dell'intervento del collega Appiano, che ha fatto, giustamente, un quadro generale puntuale.
L'odierno oggetto di discussione riguarda la destinazione dei 6.743.164,22 euro. Questa è una nota di merito - che passi il messaggio corretto all'esterno - che appartiene a tutta l'Aula consiliare; è un percorso virtuoso che, da qualche anno, il Consiglio regionale del Piemonte ha posto in essere. Quindi, lo svolgersi oggi di questa discussione deriva dalla presenza di risorse che noi rimandiamo, tra virgolette, alla Giunta.
Relativamente alla destinazione delle risorse, l'Ufficio di Presidenza poteva tranquillamente, così, magari, come avveniva in passato, fare una proposta all'Aula, prendere magari due o tre temi e indicare la destinazione (due milioni, due milioni e due milioni).
Questo Ufficio di Presidenza non ha voluto optare per questa soluzione proprio anche, forse, nel rispetto di un Gruppo consiliare che non è presente nell'Ufficio di Presidenza, proprio per venirvi incontro, quindi dovete ringraziare queste modalità.
L'Ufficio di Presidenza ha promosso il percorso ordinario: una discussione in Commissione e, oggi, la discussione in Aula. Questo è per quanto attiene - fortunatamente grazie al lavoro di tutti voi, compreso quello dei colleghi del Movimento 5 Stelle - la destinazione dei sei milioni.
Per quanto riguarda, invece, la prima parte, che non è oggetto di discussione - ma se ne può sempre discutere - mi dispiace solo di una cosa che doveva essere - e lo sarà comunque - la parte più bella della conferenza stampa che terremo a fine anno, quindi tra poche settimane. In quella conferenza stampa noi dobbiamo dimostrare alla comunità piemontese al Consiglio regionale e ai colleghi del Gruppo Movimento 5 Stelle se ci sono stati dei cambiamenti con quest'Ufficio di Presidenza, cambiamenti finalizzati a realizzare una maggiore trasparenza, perché è quello che ci chiedono i cittadini.
Proprio in virtù della trasparenza, sul discorso dei criteri e del bando, il Direttore Tomatis, puntualmente, in data 30 ottobre, ha presentato il bando...
BONO Davide (fuori microfono) Noi non lo sapevamo!



PRESIDENTE

Lo sto comunicando.
Vi ringrazio, io sono contento delle sollecitazioni, ci mancherebbe...



(Commenti del Consigliere Bertola)



PRESIDENTE

E' legittimo.
Quindi, è stato presentato il bando.
Dato che l'ho considerato personalmente - non l'ho socializzato nemmeno con gli altri colleghi dell'Ufficio di Presidenza - gliel'ho restituito perché lo ritenevo troppo generico e lo voglio più puntuale. Questo è il primo punto.
Per quanto riguarda i contributi al di sotto dei 1.000 euro, non c'è alcuna prescrizione normativa che ci impone la pubblicazione, ma c'è una questione di formazione culturale nostra, dell'Ufficio di Presidenza, che rispecchia tutto il Consiglio regionale, al fine di rendere pubblici e trasparenti tutti i comportamenti che noi poniamo in essere, anche se non vengono prescritti dalla norma, quindi saranno pubblicati. In aggiunta, se mi fate una richiesta - credo mi sia già stata fatta - vi comunichiamo in modo dettagliato e certosino tutti i contributi non solo del 2015 e del 2016, ma anche del 2014 e del 2013; non abbiamo problemi, perché dobbiamo tutti quanti insieme lavorare per la trasparenza, che non è una concessione che noi facciamo alla comunità piemontese, ma è un dovere comportamentale.
Poi, quando ci sarà il bilancio preventivo, verremo in Commissione a spiegare in modo dettagliato quale sarà - è giusto e corretto così - il programma di attività per l'anno 2017.
Per quanto riguarda le mie due assenze in Commissione, sostituito più che brillantemente, in un caso, dal Vicepresidente Boeti e, nell'altro dalla collega Motta - è stata una mera combinazione di...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Impegni personali...
Detto questo, ci sono degli atti di indirizzo sul Consiglio regionale che poniamo in votazione. Se li avete tutti on line, partiamo dall'ordine del giorno n. 914.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Vorrei ancora intervenire in sede di discussione generale.



PRESIDENTE

Era terminata la discussione generale, però...



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

No, la discussione generale era finita, ma dato che alle opposizioni ci tengo, le do con piacere la facoltà di intervenire.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava, la delibera di assestamento, rispetto alla delibera degli anni passati, ha sancito una sostanziale novità. Non è una novità che il Consiglio regionale abbia, ancora una volta, rappresentato un risparmio rispetto a quelle che vengono definite le spese della politica, perch credo sia doveroso rappresentare i cittadini piemontesi. I sei milioni e 700 mila euro che sono stati avanzati - che, quindi, vengono dati non tanto al bilancio della Giunta, come noi diciamo, ma vengono messi a disposizione dei cittadini piemontesi per finanziare delle politiche di grande utilità derivano da ulteriori risparmi che il Consiglio regionale ha ritenuto di fare, risparmi che derivano o dalla riduzione degli stipendi o dalla riduzione delle spese complessive del Consiglio. Quindi, questo è un aspetto che va sottolineato.
Il dato esatto non lo ricordo, ma, dal 2010 ad oggi, questo Consiglio regionale credo costi intorno ai 40 milioni di euro in meno rispetto al 2010. Lo dico perché in queste settimane si parla molto dei 48 milioni di euro che si risparmierebbero con il taglio del Senato. Diciamo che una cifra poco inferiore a questa il Consiglio regionale del Piemonte l'ha fatta riducendo internamente i costi della politica, a dimostrazione del fatto che non serve una riforma costituzionale per spendere meno: sarebbe sufficiente, com'è accaduto in più di una occasione, un taglio degli emolumenti, che, per esempio, non abbiamo visto alla Camera dei Deputati né presente all'interno della riforma; comunque, non stiamo discutendo di referendum, ma di assestamento.
C'è un altro aspetto importante: il Consiglio non solo ha individuato un avanzo, ma ha vincolato un avanzo a spese determinate, anche se, in alcuni casi, in modo più puntuale e, in altri casi, in modo un po' più generale. Quindi, tanto il tema legato all'ambiente, alle politiche sociali, alla cultura, quanto l'aspetto che noi abbiamo voluto che fosse inserito all'interno, quello della prevenzione antisismica nelle scuole di ogni ordine e grado del Piemonte, sono aspetti estremamente significativi.
Tuttavia, c'è un altro aspetto: secondo noi, non dobbiamo confondere quella che sarà la discussione che verrà, quella relativa all'assestamento di bilancio della Regione Piemonte, quindi anche le risorse, che sono state inserite in questo assestamento, una quantità di risorse congruo, con i 6,7 milioni di euro che invece il Consiglio regionale consegna alla Giunta su queste indicazioni vincolate, perché queste risorse non sono propriamente finalizzate a far sì che la Giunta regionale applichi il suo programma di governo, ma sono risorse che derivano dall'intervento che il Consiglio regionale tutto (non casualmente, il Consiglio regionale nell'Ufficio di Presidenza è rappresentato tanto dalle maggioranze quanto dalle opposizioni) in modo tale, dicevo, che siano vincolate con atti che ne determinino il loro utilizzo.
Questo è uno dei temi principali che noi crediamo si debba affrontare non soltanto nella discussione di questa deliberazione, ma in modo conseguente anche nell'assestamento di bilancio, perché è evidente che se le voci indicate nella deliberazione di assestamento non troveranno copertura economica nell'assestamento di bilancio, significa che in qualche modo siamo venuti meno non soltanto all'indicazione che dà una deliberazione, ma anche a quello su cui il Consiglio regionale nel suo complesso ha convenuto con un'intesa, perché ricordo che l'assestamento è stato votato all'unanimità dei Gruppi consiliari, quindi con un approccio differente rispetto alla discussione sul bilancio della Giunta, come spesso avviene.
Credo che l'aspetto relativo alla trasparenza sulle risorse utilizzate sia un altro tema su cui, come ho detto in sede di Commissione, bisognerà affrontare la discussione del bilancio preventivo. Mi auguro che mi ascolti almeno una parte dell'Ufficio di Presidenza, perché credo che quando discuteremo il bilancio preventivo, bisognerà dedicare un'attenzione maggiore alle modalità con cui vengono ripartite e spese, nel passato ripartite in futuro, le risorse, perché non sono risorse residuali.
E' vero che rispetto alla Giunta i 700 mila euro complessivi delle Consulte non sono una cifra significativa, ma ai 700 mila euro delle Consulte si assomma una cifra che oggi non possiamo conoscere (spiegherò il motivo), legata ai contributi, cui faceva riferimento il Presidente, con la deliberazione che introduce il bando del maggio del 2016, che l'Ufficio di Presidenza dà a soggetti terzi. Contributi estremamente utili, ma impossibili da conoscere (non per i Consiglieri regionali, ma per qualunque cittadino piemontese), se non aprendo il singolo contributo.
Io non leggerò, per non tediare, l'e-mail che ho ricevuto nella giornata di ieri. Ho fatto domanda di ricevere copia di un file excel, non per un motivo di informatizzazione spinta, ma perché è l'unica modalità per poter leggere in modo comparato i contributi che sono stati elargiti dal 2014 ad oggi.
La risposta degli Uffici del Consiglio è stata che i singoli contributi sono pubblicati sul sito del Consiglio regionale. Questo lo possono fare tutti, qualunque cittadino piemontese può andare sul sito del Consiglio regionale e può leggere, uno a uno, e non insieme, i singoli contributi.
Voi capite che leggere 607 singoli contributi diventa un po' complicato.
Ricordo che quando l'Assessore Coppola decise, giustamente, di fare un'operazione trasparenza rispetto ai contributi che venivano erogati dal suo Assessorato, pubblicò un bel file excel sul sito della Regione Piemonte, Direzione Cultura, in cui ogni cittadino e ogni Consigliere regionale poteva verificare chi erano i soggetti beneficiari e quale intervento era stato finanziato. E' che il bando prevede una modalità più trasparente rispetto a prima, ma lo dico semplicemente perché prima, non essendoci il bando, il contributo poteva essere dato a chiunque, avendone titolo ovviamente, ne facesse richiesta.
Ricordo altresì che il bando prevede che il contributo possa essere fra i 1.500 e i 50 mila euro; ricordo altresì che molti dei contributi dati superano i 10.000 euro, cioè superano il quantitativo economico, che sia un'attività di carattere culturale o che sia un'attività di carattere sportivo, di quelli che sono i contributi che l'Assessorato al Turismo allo Sport, o alla Cultura dà. Quindi, hanno un significato nel sostegno di alcuni settori che credo non possano essere nella totale ed esclusiva libertà solo dell'Ufficio di Presidenza, ma che da questo punto di vista ci debba essere un indirizzo rispetto a come si utilizzano quelle risorse, che non sono poche, perché noi discutiamo dell'emendamento da 200 mila euro sulle SOMS e magari scopriamo che, se sommiamo i contributi che sono stati dati, ci avviciniamo o quasi, per cui ha una valenza molto significativa in situazioni di ristrettezza economica.
Ci augureremmo di ricevere, anzi lo chiediamo formalmente, di ricevere non la risposta che abbiamo avuto ieri, ma un file excel con i singoli contributi che sono stati erogati, perché se no non riusciamo a capire che cosa ci sia da nascondere. Io credo non ci sia nulla da nascondere, ma proprio per questo motivo consentite ai Consiglieri regionali e ai cittadini piemontesi di avere un documento intelligibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Procediamo con l'esame degli atti di indirizzo collegati.
Ordine del giorno n. 914 "Interventi a favore dei Vigili del Fuoco Volontari del Piemonte" presentato dai Consiglieri, Allemano, Andrissi Appiano, Barazzotto, Baricco, Bertola, Berutti, Bono, Boeti, Corgnati Ferrentino, Gallo, Gariglio, Giaccone, Graglia, Grimaldi, Laus, Mighetti Molinari, Monaco, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno, Sozzani, Valle Valetti, Vignale, e dalle Consigliere Motta, Batzella, Caputo, Chiapello Conticelli, Frediani.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non ruberò molto tempo, ma credo sia giusto dire due parole per accennare al contenuto specifico dell'ordine del giorno.
Questo ordine del giorno in realtà trae ispirazione da altre discussioni e da altri ordini del giorno che sono stati assunti da quest'Aula nel passato, che cercano di affrontare il problema che i Vigili del fuoco volontari in tutto il Piemonte vivono quotidianamente, sotto diversi punti di vista.
Il primo punto di vista è quello della formazione, quindi l'idea che si destinino delle risorse anche attraverso la collaborazione con la parte in organico ufficiale dei Vigili del fuoco. Il tema della formazione dei volontari medesimi è un tema di assoluta importanza, per evitare che la formazione non avvenga, oppure che quel costo gravi sui volontari medesimi.
D'altra parte, soprattutto chi vive non nel centro delle città più importanti, ma nella più grande estensione del Piemonte, con tanti paesi spesso lontani dai grandi centri urbani, i Vigili del fuoco volontari sono di essenziale importanza, perché sono quelli più prossimi agli incidenti e agli interventi, quindi sono quelli che normalmente il cittadino vede per primo quando c'è un'emergenza.
Sappiamo che i distaccamenti hanno costi manutentivi e quindi di ripristino, e che questi costi spesso non trovano una copertura finanziaria. Inoltre, sappiamo che molte delle attrezzature e dei mezzi di trasporto che sono in capo ai distaccamenti volontari dei Vigili del fuoco spesso sono fermi o non possono essere utilizzati, perché vi è la necessità di risorse per curarne la manutenzione e quindi il ripristino.
Quindi, se una parte dei fondi a disposizione del Consiglio e del nostro Ente vengono indirizzati su questo tema specifico - che abbiamo cercato di descrivere a 360 gradi, ben sapendo che per dare una soluzione piena e completa al tema occorrerebbero tantissime risorse - sarebbe un'ottima cosa. Però tra il nulla e il tantissimo, se iniziamo a lanciare un segnale, che è innanzitutto di attenzione e di lettura di questo bisogno, credo che faremmo cosa giusta.
Pertanto, l'ordine del giorno immagina di destinare già nell'immediato quindi sull'esercizio finanziario in corso iniziali risorse, con l'impegno poi a ragionare sul triennio e quindi per dare una stabilità di medio periodo al tema medesimo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "Rita Levi Montalcini" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V B dell'Istituto Comprensivo "Rita Levi Montalcini" di Torino in visita a Palazzo Lascaris ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi - Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 180, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015" (atti d'indirizzo collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 180, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bertola, ancora sull'ordine del giorno n. 914.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per sottolineare brevemente, sia come firmatario dell'atto di indirizzo sia a nome del Gruppo consiliare, l'importanza di questo intervento, sebbene non elevato e probabilmente non sufficiente per il settore dei Vigili del fuoco volontari e per sostenere le attività soprattutto di informazione, che sono fondamentali, trattandosi di personale volontario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla Protezione Civile

Solo una breve precisazione su quest'ordine del giorno per dire che noi un protocollo d'intesa con i Vigili del fuoco l'abbiamo già sottoscritto.
L'ultimo risale all'aprile 2015, quindi forse questo ordine del giorno dovrebbe essere incanalato negli accordi e nei protocolli che sono già operativi.



PRESIDENTE

Se questo ordine del giorno sarà approvato, sicuramente la vecchia convenzione sarà da integrare, ma prima di mettere una nuova firma, se ci sono delle parti integranti, ci confronteremo con l'Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 914, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Mozione n. 915 "Destinazione dell'avanzo libero di amministrazione del Consiglio regionale alla messa in sicurezza degli edifici scolastici" presentata dei Consiglieri Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani e dalle Consigliere Porchietto e Ruffino La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno ha una finalità, che è stata parzialmente recepita all'interno della deliberazione di assestamento. E' noto che all'interno di tutto il nostro Paese, ma anche della nostra Regione, vi è una percentuale estremamente significativa di edifici scolastici che sono a rischio sismico, perché i medesimi edifici non sono stati progettati secondo la vigente normativa antisismica. Solo l'otto per cento degli edifici scolastici italiani è stato progettato e realizzato secondo la normativa antisismica. Vi è un numero significativo di edifici scolastici che non hanno neanche interventi successivi alla costruzione che li rendano antisismici o che, in qualche modo, abbiano una certificazione antisismica.
Va ricordato che, anche in virtù dei minori trasferimenti tanto ai Comuni, che sono proprietari di alcune sedi scolastiche, quanto e soprattutto alle Province, che sono proprietarie di tutte le sedi scolastiche delle scuole medie superiori, si è verificato un numero significativo di crolli, in alcuni casi, tragici, come quelli che ricordiamo all'interno della nostra Provincia e in altri casi meno tragici come l'ultimo crollo avvenuto che, fortunatamente, non ha interessato, se non in modo lieve, nessuno studente presente all'interno del plesso scolastico.
In Piemonte più del 40% degli edifici scolastici non possiede la certificazione di agibilità statica e questo comporta una situazione di rischio, in particolar modo in quelle aree come il Pinerolese o altre zone del Piemonte che sono particolarmente pericolose dal punto di vista della sismicità.
E' evidente che, per quanto è avvenuto in questi mesi, ma soprattutto per evitare che si riduca l'attenzione su un tema tanto importante quale quello di rendere sicuri gli edifici in cui i nostri figli e i figli dei piemontesi vanno quotidianamente a scuola, noi crediamo sia utile un importante investimento. Tant'è che il nostro ordine del giorno prevedeva e prevede di iscrivere la totalità della somma di sei milioni 743 mila euro cioè l'avanzo derivante dal Consiglio - destinando l'intero importo "al finanziamento di Amministrazioni comunali per la messa in sicurezza secondo i criteri di anti-sismicità degli istituti scolastici di ogni ordine e grado".
Intanto, dovremmo aggiungere alcune parole, ancorché non sia una competenza regionale bensì una competenza statale. Ricordiamo che quella che era una competenza dello Stato rispetto al possesso, quindi alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici, è stata ceduta alle Province, che, invece, prima gestivano esclusivamente i licei scientifici, gli istituti professionali o dei periti tecnici (se non ricordo male), senza però che, a questo, corrisponda un trasferimento conseguente per garantirne la sicurezza.
E' evidente che, anche qualora fosse stata investita la totalità delle risorse a disposizione, cioè sei milioni e 700, non sarebbero sufficienti.
Tuttavia, credo che non si possa attendere o sperare che non accada nulla.
Badate, non parliamo solo di un problema legato alla prevenzione sismica ma di un problema più complessivo legato alla sicurezza degli edifici scolastici. Nel momento in cui avviene, e speriamo da noi possa non avvenire, una scossa sismica, è il momento che mette maggiormente in difficoltà e alla prova l'agibilità statica di un edificio. Ma vi sono molte altre situazioni in cui, anche senza una scossa sismica, molte delle nostre scuole hanno avuto problemi di agibilità a tutti gli effetti.
Pertanto noi chiediamo che siano investite quante più risorse possibili su questo ambito; sappiamo che non potranno essere sei milioni e 700 perch la delibera, licenziata dalla Commissione anche con il nostro voto, ha previsto molte voci, fra cui questa. Ci auguriamo che non vi siano solo le risorse del Consiglio, ma anche le risorse che la Giunta regionale intende qualora la ritenga una priorità, investire su questo settore primario, che riguarda la sicurezza di tutti coloro i quali, dai tre anni fino alle scuole medie superiori, sono nel ciclo dell'istruzione e quindi possano andare a scuola in serenità, sapendo di essere all'interno di una scuola sicura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Su questo tema abbiamo sicuramente dibattuto più volte in Aula auspicando, ad esempio, il rifinanziamento della legge n. 23, auspicando delle risorse continue e costanti, proprio per determinare una continuità per tutto ciò che attiene alle problematiche dell'edilizia scolastica.
Sicuramente il rapporto di cittadinanza attiva, rapporto peraltro steso annualmente, e direi anche con completezza di elementi, fa riflettere.
Questo è uno dei motivi che ci ha permesso di avanzare una proposta molto concreta per la destinazione dell'avanzo libero, coscienti che queste somme non sono sufficienti. Sappiamo che la graduatoria dei Comuni, delle ex Province e delle Città metropolitane relative ai mutui BEI è lunghissima sappiamo anche che l'utilizzo dei ribassi d'asta rimesso in circolo non sarà sufficiente a dare risposte a tutte le richieste circostanziate che sono state avanzate.
Riporto anche un altro elemento importante. Dal momento in cui è stata stilata la graduatoria, altri Comuni hanno fatto presente nuove emergenze dovute, ad esempio, a scuole che sorgono in centri storici, quindi con grosse difficoltà per le vie di fuga. Spazi che sono stati recuperati per essere destinati ad aule scolastiche perché in molti luoghi ci sono aumenti di utenza. Sappiamo, ad esempio, che le risorse di cui dispone la Città metropolitana per gli edifici, e sono tantissimi, sono davvero esigue e non in grado di rispondere alle seppur minime necessità.
Riteniamo che il Consiglio regionale del Piemonte possa, in qualche modo, raccogliere questa sfida, che è un elemento concreto per cercare di dare fiato ai Comuni che, ogni anno - e questo lo possiamo vedere anche dalle varie ricerche - hanno investito costantemente sull'edilizia scolastica e, soprattutto, sulla messa in sicurezza degli edifici chiaramente con risorse contenute.
Come anche richiesto in Commissione, c'è un lavoro da parte della Giunta sull'anagrafe dell'edilizia scolastica che ci permetterà di avere maggiori informazioni e, sicuramente, anche di stilare un piano maggiormente completo delle necessità. Prima delle scuole belle, credo che il Consiglio regionale, come la Città metropolitana e i Comuni, abbia necessità di avere scuole sicure. Ci deve essere un flusso costante di risorse per ogni anno, proprio per permettere alle amministrazioni di programmare gli interventi.
Credo che con molta responsabilità, dal nostro Gruppo, sia stata avanzata questa proposta chiara. che auspichiamo venga accolta.
Grazie



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno sostiene una causa, sostiene un qualcosa che purtroppo, in questi mesi e in questi anni, ci ha visto, a livello nazionale, dover chiamare in causa situazioni di assoluta criticità per quanto riguarda strutture pubbliche, in particolare strutture scolastiche che, in qualche modo, hanno dimostrato una completa inaffidabilità e la completa deficitarietà strutturale.
Alla luce di quello che era successo a San Giuliano, una delle più grandi tragedie a livello di strutture scolastiche (non certo di terremoto perché quello è molto più ampio), questo sostiene ancora di più la nostra tesi. Tesi secondo cui bisogna intervenire in modo sostanziale e con analisi. Prima ancora che con interventi, è necessario un lavoro di analisi e di indagine strutturale, lavoro che, in una fase successiva, innesca la fase di intervento strutturale. Magari non intervenire sulle strutture attuali o presenti, ma costruire nuove strutture che, a volte, costano meno e sicuramente si riesce a fare un intervento strutturale di ben altra importanza. Molte volte si sono fatti dei palliativi o degli interventi che sembravano avere dato una giusta strutturabilità, ma poi, nel momento in cui è avvenuta qualche scossa tellurica, abbiamo visto che le strutture sono crollate.
Il nostro intervento, il nostro ordine del giorno, la nostra posizione può, naturalmente, incidere - per quello che può incidere - in termini di intervento in funzione delle risorse, ma certamente vuole essere un primo step e, soprattutto, uno sprone per entrare in un merito che certamente deve vedere la Regione in prima fila su interventi come questi.
Non possiamo permetterci di piangere su situazioni successive; dobbiamo assolutamente lavorare sulla prevenzione, naturalmente per quello che è possibile, mettendo in prima fila, in prim'ordine, interventi che fanno sì che si possa arrivare a tutelare in modo serio la salute dei ragazzi e dei bambini.
Non dimentichiamoci che il corpo scolastico nazionale e regionale è costituito da numeri di un'importanza strategica da cui non possiamo assolutamente prescindere ma che, soprattutto, non possiamo sottovalutare.
Per questo, auspichiamo che ci possa essere un'attenzione particolare su una tematica come questa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Molto velocemente.
E' evidente che sul merito e sulla gravità del tema ci troviamo assolutamente d'accordo, in particolare in una giornata come quella di oggi in cui, parallelamente al Consiglio, si sta svolgendo una manifestazione anche per le vie di Torino sulla sicurezza nelle scuole. Non per nulla questa Amministrazione regionale ha dato il via, con fondi regionali lo scorso anno, a quel famoso bando finanziato con mutui della Banca Europea per gli Investimenti, che ha visto partecipare circa 420/430 amministrazioni comunali e provinciali; ha visto nel primo anno di attività finanziare circa 110/115 interventi, per un totale di una sessantina di milioni, e proprio qualche settimana fa ha deliberato ulteriori 18 milioni per ulteriori 50 interventi che verranno finanziati da qui al prossimo anno.
Ogni sforzo aggiuntivo su questo tema è uno sforzo assolutamente importante e necessario; non per nulla, anche nella proposta di legge finanziaria nazionale si stanno immaginando delle misure a favore delle amministrazioni comunali, affinché possano sbloccare anche proprie risorse al di fuori dei vincoli degli equilibri di bilancio per la sicurezza nella scuole.
Quel bando BEI privilegiava proprio gli interventi di messa a norma dal punto di vista antisismico, perché era uno dei fattori che dava maggior punteggio e ha portato a una richiesta di centinaia di milioni di intervento, di cui già 60 l'anno scorso e 18 qualche settimana fa.
E' chiaro, quindi, che sulle premesse l'attenzione è massima ed è condivisa, tuttavia non possiamo accogliere quest'ordine così com'è formulato, perché nel momento in cui si impegna l'intero avanzo del Consiglio, che peraltro è cifra irrisoria rispetto all'ammontare delle necessità, non vi è coerenza, anche solo testuale, con la proposta di deliberazione in cui individuiamo questo come uno dei settori di intervento prioritario, insieme ad altri, all'interno del quadro dei sei milioni e sette.
Delle due l'una: o passa quest'intervento e salta la delibera, oppure passa la delibera e in sede di bilancio cercheremo, non solo ragionando sui sei milioni e sette, ma sul complesso di bilancio, a dare risposte adeguate ad un tema così importante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
La risposta del sottoscritto, Presidente, e dell'Ufficio di Presidenza è sicuramente positiva e creeremo tutte le condizioni affinché gli Uffici diano forma e concretezza agli atti dovuti.
Credo sia solo una questione di organizzazione.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n. 915, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 918 "Ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione n. 180 'Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015'. Pubblicazione verbali commissioni consiliari" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Campo, la Consigliera Frediani, i Consiglieri Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Accogliamo favorevolmente l'apertura dell'Ufficio di Presidenza su almeno questo ordine del giorno. Ne abbiamo presentati quattro; tutti, come hanno potuto constatare l'Ufficio di Presidenza e i colleghi Consiglieri di merito, cioè su miglioramenti puntuali della funzionalità del Consiglio regionale.
In questo caso chiediamo, come anticipato dal Presidente, la possibilità di avere pubblicati definitivamente i verbali delle Commissioni consiliari - ed intervengo più per rispondere al collega Appiano che non al Presidente del Consiglio Laus - correggendo umilmente, se posso l'intervento del collega Appiano.
Va bene fare l'avvocato del diavolo, ma dire che oggi le Commissioni consiliari sono aperte mi sembra un po' forte e un discostarsi dalla realtà, nel senso che sono aperte - purtroppo, ma questa è stata una mediazione che abbiamo dovuto subire e non condividere - ai collaboratori dei Gruppi consiliari, che sono tenuti al vincolo del segreto professionale, non è che possano andare in giro a raccontare aneddoti fatti o quanto accaduto nelle sedute di Commissione.
Le sedute di Commissione, quindi, sono segrete e riservate ai Gruppi consiliari; l'unica aggiunta, oltre agli eletti direttamente, è che ci sono i collaboratori a contratto, tenuti al segreto professionale, dei Gruppi consiliari.
Direi, quindi, di non sollecitare il nervo scoperto perché ancora un po' duole. Noi crediamo che le Commissioni consiliari potrebbero essere aperte, magari semplicemente con la pubblicazione in streaming dell'audio e non del video, perché abbiamo detto che il video non serviva. Eravamo arrivati anche a quel compromesso e a quell'accordo, poi saltato per l'intervento del Capogruppo Gariglio del Partito Democratico.
Visto che pubblichiamo i verbali, non capisco che problema ci sarebbe a pubblicare in diretta lo streaming audio, se non problemi di costo, perch se mi dite che ci sono problemi di costi, posto che oggi i costi sono minimi, perché basta un registratore collegato al wi-fi e va lo streaming in diretta dell'audio e non del video, così possiamo evitare quelle problematiche di eventuali choc che magari si possono fare anche in Commissione e non solo più in Aula, posto che mi sembra che in questa legislatura di interventi clamorosi in Consiglio regionali, ad oggi, ve ne sono stati molto meno rispetto a quelli della scorsa legislatura.
Probabilmente è cambiato un po' il clima, ma vedremo il prosieguo, perch non si sa mai.
Le Commissioni al momento sono segrete, quindi segregate ai Gruppi consiliari, non più ai Consiglieri ma ai Gruppi consiliari, quindi vi è almeno la pubblicazione dei verbali, che ovviamente è post-datata, perch per i verbali occorre, da parte dei verbalizzatori e dei segretari delle Commissioni consiliari, la redazione, la correzione, l'invio ai Consiglieri e poi la pubblicazione, quindi vuol dire che i verbali sono post-datati di almeno dieci giorni.
Noi abbiamo detto una settimana/dieci giorni: abbiamo indicato il limite massimo in dieci giorni.
Sarebbe già comunque un passo in avanti.
Apprezziamo molto l'apertura di questo Presidente del Consiglio regionale, che mi sembra molto più attento da quando ci avviciniamo alla data del rinnovo dell'Ufficio di Presidenza, e chiediamo proprio una serie di cose che non erano.
Quindi noi le chiediamo, ma le vogliamo prima del 20 dicembre ovviamente una volta che questi atti sono approvati (mi rivolgo anche al Vicepresidente che in questo momento presiede la seduta del Consiglio).
Gradiremo avere oggi, non solo l'impegno, ma proprio le delibere effettive prima del rinnovo dell'Ufficio di Presidenza.
Su questo, se c'è l'unanimità, possiamo non dilungarci troppo e chiedere che il Consiglio si esprima in tal senso - finalmente - per la pubblicazione dei verbali delle Commissioni consiliari, in modo che non si debba più, ogni volta, chiedere il verbale - che poi viene consegnato dopo un tot di giorni- e anche i cittadini possano avere nozione di quello che è il dibattito nelle sedute di Commissione.
La pubblicazione noi la intendiamo sul sito istituzionale - lo preciso perché magari questo passaggio non era chiaro - aperta ovviamente ai cittadini, quindi non solo ai Consiglieri regionali sulla Intranet (vedo che anche gli Uffici annuiscono); aperta a tutti i cittadini.
Non so se è chiaro nel dispositivo: qualora non lo fosse, lo modifico.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Consigliere Bono, la disponibilità politica è figlia della disponibilità tecnica. La dottoressa Jannelli ha confermato che siamo in grado di fornire una risposta a questa vostra richiesta e noi naturalmente, siamo d'accordo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 918, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 919 "Ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione n. 180 'Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015'. Criteri e modalità di erogazione contributi da parte dell'Ufficio di Presidenza e degli organismi consultivi del Consiglio regionale" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Campo, la Consigliera Frediani, i Consiglieri Mighetti, Valetti.
Le anticipo, Consigliere Bono - naturalmente potrà svolgere il suo intervento di illustrazione - che anche su questo ordine del giorno c'è la disponibilità all'approvazione da parte dell'Ufficio di Presidenza.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Passo ad illustrarlo brevemente, nel senso che...



PRESIDENTE

Il Presidente Laus aspetta la standing ovation da parte del Consiglio ma non siete obbligati naturalmente!



BONO Davide

No, infatti. Diciamo che siamo lieti, ovviamente, di questa comunicazione da parte della Presidenza.
Noi chiedevamo, sostanzialmente, che venisse rispettato l'indirizzo dato dalla deliberazione di approvazione dell'assestamento del bilancio del Consiglio regionale e che venisse rispettata la suddivisione del "tesoretto", ovvero dell'avanzo libero del Consiglio regionale di 6,7 milioni di euro



PRESIDENTE

No, no, Consigliere Bono!



BONO DAVIDE

Non stiamo parlando di quello?



PRESIDENTE

Non stiamo parlando dell'utilizzo dell'avanzo di amministrazione, sul quale noi non esprimiamo giudizi, perché è di competenza...



BONO Davide

Mi sembrava strano!



PRESIDENTE

Stiamo esaminando l'atto di indirizzo che chiede di rendere accessibili e di facile consultazione nel sito del Consiglio regionale i criteri per la predisposizione del programma o piano di attività.



BONO Davide

Ecco, grazie.



PRESIDENTE

Questo è di competenza del Consiglio, mentre l'altro è di competenza...



BONO Davide

Sì, sì. In effetti, mi sembrava strano.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Siamo buoni, ma non ancora ubriachi!



PRESIDENTE

Non esageriamo!



BONO Davide

Infatti, ero in imbarazzo, perché non sapevo come mai lo approvavate.



PRESIDENTE

No, infatti, l'ho letto perché non hanno ancora un numero gli atti di indirizzo, dal momento che li avete appena presentati.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno nasce da un'attenta analisi della delibera n.
45/2016 dell'Ufficio di Presidenza; delibera che, sostanzialmente condividiamo.
Mi si permetta una battuta (nel dibattito peraltro l'abbiamo già detto): fossimo stati presenti nell'Ufficio di Presidenza, forse avremmo potuto addirittura migliorarla! Però mi sembra già una buona delibera con un buon allegato, in cui appunto si scrivono, nero su bianco, quelli che devono essere, ai sensi della legge 6/1977 "Norme per l'organizzazione e la partecipazione a convegni, congressi ed altre manifestazioni, per l'adesione ad Enti e Associazioni per l'acquisto di documentazione di interesse storico ed artistico", i criteri e le modalità per l'organizzazione e la partecipazione ad iniziative e manifestazioni istituzionali e culturali e per la concessione di patrocini.
Come dicevo prima, si analizzano le modalità di partecipazione, e quindi anche di contributi economici, il patrocinio oneroso e gratuito, ma anche la parte che aveva destato più perplessità sull'adesione pluriennale da parte della Regione, a Enti pubblici o, comunque, ad iniziative culturali (articolo 19) tramite protocolli d'intesa e convenzioni di durata pluriennale, su cui magari faremo un altro approfondimento in Consiglio: su questo, infatti, volevamo avere ulteriori delucidazioni; ad esempio, quali e quanti sono oggi i protocolli d'intesa e convenzioni di durata pluriennale.
Noi vediamo nella voce "Amministrazione trasparente" i contributi che vengono assegnati e pensiamo che siano sempre contributi puntuali (nel senso che arriva la richiesta annuale e, allora, vengono dati contributi).
Invece scopriamo che sono normati anche i protocolli d'intesa e le convenzioni.
La domanda (non so se mi può rispondere subito l'Ufficio di Presidenza) è se oggi esistono già dei protocolli d'intesa e delle convenzioni pluriennali, tali per cui per tre o cinque anni (o di più), ad esempio partecipiamo ad eventi culturali e quindi tutti gli anni non dico che diamo la stessa cifra, ma è comunque nel programma l'idea di partecipare anche con contribuzione.
C'é, poi, la parte degli organismi consultivi, che forse è la più interessante, relativamente alla quale un punto che abbiamo sollevato (o che vorremmo sollevare) riguarda l'articolo 23, laddove si dice che gli organismi consultivi propongono all'Ufficio di Presidenza un proprio programma di attività. Va benissimo, perché almeno potremmo sapere che gli organismi consultivi hanno un programma di attività e partecipano ad una serie di attività istituzionali o culturali. Però al comma 2 si dice che ciascun organismo consultivo può anche proporre iniziative ed eventi non previsti nei programmi di attività. Ne comprendo la ratio: magari il piano è stato fatto l'anno prima, poi compare un evento nuovo molto interessante che la Regione vuole sostenere e patrocinare, e se inserissi solo il programma di attività non potrei parteciparvi (immagino sia questa la motivazione del comma 2 della deroga). Però andiamoci cauti, nel senso che se l'Assessorato fa un piano di attività, tendenzialmente lo segua. Perch il piano dell'Assessorato alla cultura, ad esempio, passa in VI Commissione e viene votato: l'Assessorato a quello si deve attenere.
Questo, come diceva anche il collega Vignale, è un modo di aggirare la questione, magari anche in senso positivo, nel senso di contribuire ad iniziative culturali che l'Assessorato alla cultura, o per mancanza di risorse o per mancanza di programmazione e/o pianificazione, non ha preso in considerazione.
Speriamo, dunque, che i piani di attività vengano fatti nel migliore dei modi, vengano dati all'Ufficio di Presidenza e poi, come diceva il Presidente Laus, socializzati con tutta la Commissione (magari con un passaggio nella Commissione cultura o nella I Commissione, che si occupa di pari opportunità per quanto riguarda lo stesso tema).
Il Capo VIII è molto importante e riguarda la rendicontazione di iniziative: si regimentano e si controllano meglio quelle che sono le iniziative sostenute: c'é la relazione, il prospetto analitico delle entrate e delle spese, la dichiarazione di tenuta d'acconto, la documentazione contabile giustificativa. Si regolamenta, finalmente, il mondo delle spese che fino ad oggi sono state un po' discrezionali dell'Ufficio di Presidenza e delle Consulte.
Nel dispositivo, che avrebbe già ricevuto un parere favorevole, e di questo ne siamo lieti, chiediamo di rendere accessibili e di facile consultazione sul sito istituzionale del Consiglio, i criteri stabiliti dall'allegato alla DUP, quindi il programma e il piano di attività l'istruttoria tecnica sulla fattibilità e sulla copertura finanziaria, sia delle iniziative di partecipazione, di organizzazione, sia di patrocinio oneroso sia dei Protocolli d'intesa delle convenzioni a durata pluriennale.
Inoltre, anche il budget annuale di ciascun organismo consultivo (varia da uno all'altro) e le modalità ai sensi dell'allegato al DUP riguardante la fattibilità tecnica e finanziaria.
Infine, anche i documenti riguardanti la rendicontazione, perché (è anche scritto, ed è molto interessante, sul modello di quanto fatto per la cultura), nel caso di rendicontazione non puntuale, ci può essere la riduzione del contributo o la revoca. Pertanto, sarà molto interessante avere accesso e controllare questa documentazione anche da parte dei Consiglieri e/o dei Gruppi consiliari che non sono presenti nell'Ufficio di Presidenza.
Chiudo e ringrazio l'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, lei ha chiesto un esempio di convenzione. Lo spiego in un attimo: quando il Presidente Laus mi ha affidato l'incarico del Comitato Resistenza e Costituzione, ho rinnovato per cinque anni - per il tempo della durata della legislatura (chi ci sarà dopo di noi vedrà cosa fare) - cinque convenzioni legate a quel settore: una con il Colle del Lys una con Fondotoce, una con Vinchio d'Asti, una con la Benedicta e una con il Museo Diffuso della Resistenza, che sono organismi che si occupano di tenere viva la memoria delle Resistenze nei territori.
Diamo loro 15.000 euro l'anno per occuparsi delle loro attività ed iniziative, ed anche per il loro funzionamento.
Questo è un esempio di convenzioni che abbiamo in questo momento.
Su tutto il resto, naturalmente, abbiamo espresso il parere: l'Ufficio di Presidenza è favorevole. Pertanto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 919 il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Comunico per il verbale che i Consiglieri Vignale e Sozzani hanno espresso voto favorevole.
Ordine del giorno n. 920 "Ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione n. 180 'Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015'. Utilizzo avanzo libero del bilanci del Consiglio regionale" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Campo, la Consigliera Frediani, i Consiglieri Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.
Su questo non c'è molta disponibilità, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Immaginavo. Infatti, ero stupito e pensavo: il Natale arriva troppo presto e in maniera troppo forte, impetuosa, in questo Consiglio! Temo, invece, che su questo ordine del giorno non ci sia unanimità.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono.
Colleghi, c'è troppo brusìo! E' impossibile ascoltare il Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo che probabilmente non ci sarà l'unanimità, su questo ordine del giorno.
Dichiaro subito, a nome del mio Gruppo consiliare, che possiamo anche eliminare le cifre dal dispositivo di impegno, poiché diventerebbe un po' una ripetizione di quanto è presente nel dispositivo della deliberazione.
In questo caso, si entra un po' più nel dettaglio, cioè - come diceva il collega Appiano - la macroarea dell'ambiente è divisa in interventi in materia di bonifiche e interventi previsti dal Piano regionale amianto.
La parte del diritto allo studio è divisa tra diritto allo studio universitario e diritto allo studio delle scuole dell'obbligo.
La parte delle politiche sociali riguarda le politiche sociali proprie (sostegno delle cure domiciliari ai non autosufficienti) e la parte di edilizia sociale.
Poi, ci sono tutte le altre macroaree, quindi gli edifici scolastici manutenzione e messa in sicurezza antisismica, popolazioni terremotate prevenzione incendi e cultura, inteso come finanziamento del settore cultura.
Si tratta di una disamina più analitica del comma 2 del dispositivo della deliberazione relativa all'assestamento di bilancio del Consiglio regionale. Abbiamo inserito le cifre, perché volevamo dare un input anche su queste, partendo da 500 mila ad un milione di euro massimo su ogni capitolo. Essendo un tesoretto di 6,7 milioni di euro, più di tanto non si può dare, perché rischieremmo di dare tanto ad un'area e penalizzarne un'altra.
Pertanto, rimarremmo su queste cifre.
Se il problema fossero solo le cifre, siamo disponibili a rivederle o ad eliderle dal dispositivo, lasciando unicamente le sottoaree. Se, invece il problema sono anche le aree, o sospendiamo brevemente i lavori e facciamo una veloce discussione per decidere quali sottoaree delle macroaree andare a individuare, oppure votiamo e ognuno si assume la propria responsabilità, come Gruppo e come singolo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Come diceva il collega Bono, questa è la nostra proposta in merito all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione.
Abbiamo già avuto modo di discutere in sede di Commissione, con annesse polemiche sul fatto che, alla fine, il modo in cui viene destinato questo fondo dovrebbe essere un qualcosa che mette d'accordo tutti, un qualcosa su cui nessuno mette il proprio cappello.
Si dovrebbe arrivare.
Presidente, faccio un po' fatica a parlare.



PRESIDENTE

Colleghi, la Consigliera Frediani non riesce a parlare! Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Con questo atto di indirizzo vengono definite le nostre priorità, che abbiamo già illustrato in sede di Commissione.
Riprendo soltanto quelle principali, relative alle materie di cui mi occupo normalmente: gli interventi di messa in sicurezza e manutenzione di edifici scolastici.
Chiediamo un reale impegno da parte di tutto il Consiglio e della Giunta, per andare a intervenire su questo, che sicuramente è uno dei problemi principali, non solo della nostra regione, ma di tutto il territorio nazionale. Deve essere assolutamente una priorità in ogni pianificazione di utilizzo dei fondi.
Come ha detto il collega Appiano, oggi stanno avvenendo diverse manifestazioni degli studenti per la sicurezza nelle scuole, perché ricorre oggi l'ottavo anniversario del crollo del liceo Darwin, che ha causato la morte di Vito Scafidi. Siamo ancora tutti scossi per questo evento e nel corso degli anni, purtroppo, abbiamo assistito ad altri incidenti che hanno causato feriti tra gli studenti.
Questa è una cosa che in uno Stato civile non si può assolutamente accettare. Non si può accettare che dei ragazzi vadano a scuola e rischino di non uscirne vivi. E' un qualcosa per cui ognuno di noi dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e decidere di impegnarsi per far sì che i fondi per la sicurezza delle scuole siano assolutamente garantiti e congrui.
Gli altri capitoli che chiediamo di prendere in considerazione fanno riferimento al diritto allo studio. Poniamo l'attenzione sulle borse di studio, quindi gli studenti universitari, ma anche sul sostegno all'istruzione scolastica, quindi i buoni scuola.
Si tratta di un capitolo che deve essere valutato con estrema attenzione, perché gli investimenti sull'istruzione sono sicuramente il primo strumento che un'Istituzione pubblica ha per garantire un futuro ai propri cittadini.
Pertanto, abbiamo deciso di sottolineare l'importanza di queste voci per quanto riguarda il nostro impegno sull'avanzo di amministrazione, oltre che su tutto ciò che riguarda il settore della cultura, dove chiediamo di andare a finanziare le leggi in base alle quali la Regione eroga finanziamenti a vari enti, associazioni, fondazioni.
In questi giorni si stanno svolgendo gli Stati Generali della Cultura.
Il 14 dicembre sarà la giornata conclusiva, dopodiché inizierà il momento di revisione normativa.
Noi speriamo che vengano stanziate risorse adeguate sui capitoli destinati alle leggi che finanziano attualmente la cultura, però ci auguriamo che, subito dopo, intervenga rapidamente una revisione normativa che permetta di andare a definire meglio come vengono utilizzati i fondi.
Non possiamo più assistere ad uno spreco di fondi, nel momento in cui le risorse sono scarse, anche se non sono poi così scarse, se andiamo a vedere alcune elargizioni che vengono fatte al di fuori della cornice delle leggi della cultura, attraverso le cosiddette convenzioni, che sono uno strumento piuttosto utilizzato dall'Assessorato in questa legislatura.
Quindi, crediamo che sia arrivato il momento non solo di trovare risorse adeguate per la cultura, ma di iniziare ad usarle meglio. E l'usarle meglio può essere definito soltanto nell'ambito di una normativa adeguata ai tempi che sono cambiati e anche al tipo di valutazione che possiamo dare sulle politiche culturali.
Noi chiediamo che ci sia maggiore trasparenza, che ci sia una reale accessibilità per tutti e sicuramente interverremo in questo senso nella discussione che seguirà, per l'appunto, alla chiusura degli Stati Generali e che arriverà finalmente - speriamo - ad una riforma il più possibile condivisa e adeguata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Intervengo solo per precisare che, quand'anche approvassimo questo ordine del giorno, andremmo in contraddizione con la delibera, che è stata frutto di una mediazione. All'idea, cioè, di restituire tout court la somma alla Giunta abbiamo risposto - trovando un'intesa con l'indicazione di macroaree - di voler indicare i settori preferenziali d'intervento su cui destinare questa fetta del bilancio complessivo dell'Ente, in cui rientra anche l'avanzo del Consiglio. Ora, noi diremmo appunto a noi stessi che, in modo specifico, tot va alla bonifica, tot agli assegni di studio, tot alla messa in sicurezza; e poi saremmo sempre noi ad approvare il bilancio.
Evidentemente, quindi, non possiamo accogliere questo ordine del giorno.
Ricordo sempre un episodio, che avevo già raccontato, della volta in cui, in Consiglio comunale, mi sono fatto un'interrogazione da solo, mi sono risposto e poi mi sono anche detto non totalmente d'accordo con la mia risposta.
Siamo infatti sempre noi che parliamo a noi stessi e impegniamo noi stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Inizio col dire che noi avremmo preferito non dover presentare quest'atto di indirizzo: avremmo preferito una situazione nella quale non ci fosse bisogno di ribadire degli indirizzi presi.
Infatti, come già richiamato prima, durante la discussione in Commissione sul bilancio del Consiglio regionale e, di conseguenza, sulla destinazione del relativo avanzo che ammonta a più di sei milioni (6.743.000 per la precisione), abbiamo sottolineato come fosse fondamentale che il Consiglio desse gli indirizzi. E qui non voglio aprire una polemica con il Presidente Laus, però è doveroso precisare che non è proprio così.
Lui, infatti, aveva detto che l'Ufficio di Presidenza poteva tranquillamente dare gli indirizzi senza ulteriore discussione e invece con una sorta di concessione democratica, ha accettato che a dare gli indirizzi fosse la Commissione.
Beh, in realtà se c'è qualcuno da ringraziare forse questo è il Consiglio e soprattutto le forze di opposizione che, dopo una discussione hanno accettato una mediazione e hanno licenziato - aiutato a licenziare questa proposta di deliberazione che dava indirizzi precisi per l'avanzo del Consiglio. Li richiamiamo: politiche sociosanitarie, cultura, ambiente diritto allo studio, sostegno alle popolazioni terremotate, azioni di prevenzione antisismica a favore di edifici scolastici piemontesi, attività connesse alla prevenzione degli incendi.
Allora, l'ha già detto il collega Bono ma lo ripeto, visto che con il suo intervento il Consigliere Appiano dimostra che non aveva ascoltato quanto detto dal Consigliere Bono o, magari, non l'aveva compreso. Poi, se il Consigliere Appiano da Sindaco si faceva le interrogazioni e si dava le risposte, noi non possiamo assolutamente farci nulla.
Noi, però, siamo anche disponibili a togliere le cifre, ma abbiamo voluto mettere un impegno di questo tipo per rafforzare e ribadire l'importanza del rispetto di indirizzi precisi dati dal Consiglio regionale. Poi, quel che conta per noi è che questi indirizzi vengano rispettati. E lo ripeto: per noi questo è fondamentale per la discussione dell'assestamento e del successivo bilancio di previsione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che via sia un aspetto positivo nell'ordine del giorno presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, che con non è tanto la quantificazione economica per singola voce che indicano, quanto un metodo.
L'abbiamo già detto, sia in sede di I Commissione sia di discussione generale sull'assestamento: noi crediamo che, al netto che vi possano poi essere emendamenti sulle stesse voci discusse nell'assestamento, con entrate maggiori non derivanti dall'assestamento del Consiglio (quindi dai 6,7 milioni di euro), quella cifra debba produrre un emendamento che veda i 6,7 milioni di euro in entrata e i 6,7 milioni in uscita, cioè una tabella come quella che il Vicepresidente ha presentato, in cui ci sia la voce di entrata e la voce di uscita. Dopodiché, si può discutere sul fatto se le risorse siano corrette, se siano sufficienti e se alcune di queste voci non necessitino - come noi crediamo - non solo di questo intervento ma di un intervento aggiuntivo relativamente alle scelte che il Consiglio intende fare.
Da un punto di vista di metodo, però, certamente questo rende ineccepibile il ragionamento che abbiamo fatto in sede di I Commissione e in qualche modo lo declina. La delibera individuava alcuni temi e alcune aree su cui investire i 6,7 milioni di euro; un emendamento simile declina la scelta fatta dalla I Commissione e dal Consiglio regionale nel momento in cui approva l'assestamento di bilancio, con un approdo certo non soltanto nei titoli ma anche nella destinazione finale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, invito i colleghi a prendere posto per la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 220, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 921 "Ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione n. 180 'Assestamento del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2017-2018 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2015'. Modalità di quantificazione e tassazione dell'assegno vitalizio" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Campo, la Consigliera Frediani, i Consiglieri Mighetti, Valetti.
Per l'illustrazione ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche su quest'ordine del giorno, immagino, ci sarà l'unanimità, in quanto chiediamo qualcosa di fortemente condivisibile.
Sono sicuro di essere ascoltato dall'Aula, dal momento che torniamo sull'argomento dei vitalizi, argomento che periodicamente - sotto Natale perché in questo periodo siamo tutti più buoni - tutti gli anni, da circa sei, almeno da quando sono qui in Consiglio regionale, affrontiamo. E miglioriamo anche nelle modalità del confronto, perché nel dicembre 2010 si era trattato di un confronto un po' movimentato. Se lo ricordano i colleghi che c'erano, soprattutto il Vicepresidente Reschigna, che allora era Capogruppo di opposizione del Partito Democratico, e anche il Vicepresidente Boeti, però adesso diciamo che condividiamo e socializziamo le richieste in maniera magari meno allegra, meno simpatica, ma speriamo più puntuale, più formale e con risultati migliori.
Abbiamo più volte provato a eliminare i vitalizi; parlo logicamente di vitalizi per coloro che li prendono, quindi i Consiglieri eletti fino alla IX Legislatura. E' ovvio che eliminarli a chi non lo prende è difficile dice il collega Appiano, ma ricordo ai colleghi che con la legge n. 25/2011 è stato eliminato il vitalizio ai Consiglieri eletti in questa legislatura.
In sostanza, nella scorsa legislatura si è stati tanto previdenti da eliminare il vitalizio ai Consiglieri della legislatura successiva (ovvero questa), ma non ai Consiglieri della precedente legislatura. Guardo ovviamente il collega Gariglio, che allora era, come me, Consigliere di opposizione. Il collega Pichetto mi ricorda sempre che non bisogna vantarsi quando si fanno delle donazioni o comunque delle liberalità al Consiglio regionale, ma il nostro Gruppo consiliare la scorsa legislatura ha rinunciato di fatto all'assegno vitalizio chiedendo la restituzione dei contributi versati e poi di lasciarli al Consiglio regionale proprio per non avere problemi di sorta e anche perché sostanzialmente uno potrebbe dire: riteniamo che quando raggiungeremo l'età per percepire il vitalizio essendo abbastanza giovani, magari il Consiglio regionale non ci sarà più perché, ad esempio, saranno state accorpate le Regioni.
Ecco, uno potrebbe dire facilmente così, però intanto è un segnale importante che abbiamo dato anche per cercare di ottenere dei risultati sui vitalizi che invece attualmente vengono percepiti: sono 195 ex Consiglieri o loro parenti che percepiscono un vitalizio che va dai 1.000 fino ai 10.000 euro al mese. Il totale è di circa otto milioni di euro. Trovate tutto questo, anche i giornalisti che sono nelle barcacce, sul sito del Consiglio sotto la voce "Amministrazione trasparente" e, se cercate appunto "Vitalizio Consiglieri regionali", anche questo è frutto di una battaglia del Movimento 5 Stelle, in quanto prima del 2013 i dati erano segretati non si riusciva a sapere chi erano i percettori del vitalizio; all'epoca facemmo un accesso agli atti che ci venne negato, per cui dovemmo addirittura andare per vie legali e quant'altro.
Noi oggi non chiediamo neanche di provare ancora a eliminare i vitalizi, perché abbiamo constatato che in questi due anni anche questa maggioranza, devo dire trasversale, anche con alcuni colleghi dell'opposizione, non ha intenzione di eliminarli retroattivamente.
Tuttavia possiamo prendere in considerazione una modifica - e lo dico al Presidente del Consiglio, visto che siamo prossimi al Natale dell'istituto del vitalizio, in modo che passi, per coloro che già lo prendono, da un sistema retributivo a un sistema contributivo, al fine di evitare un esborso sostanziale di otto milioni di euro, non coperto da nessuna entrata, perché oggi i Consiglieri regionali non hanno più nessuna trattenuta sulla propria busta paga di natura previdenziale e quindi c'è proprio un esborso netto totale di otto milioni di euro.
Possiamo iniziare a fare un ragionamento di questo tipo? C'è all'interno del collegio dell'insieme dei Presidenti dei Consigli regionali d'Italia, un'idea di andare in questo senso? Perché, per quanto noi ne sappiamo, alcune Regioni hanno legiferato per trasformare il vitalizio già in sistema contributivo, così come ha fatto la Camera dei Deputati e il Parlamento, anche perché - insomma, diciamolo - andare a spiegare all'esterno che un politico, che sia Consigliere regionale o parlamentare dopo cinque anni di attività, ha diritto a una pensione, è difficile dopo la riforma Fornero; già prima della riforma Fornero era difficile, ma dopo la riforma Fornero è diventato impossibile.
Si potrebbe almeno dire: guardate, come tutto il resto degli italiani comunque, anche se è un privilegio (perché dopo soli cinque anni si ha diritto a un trattamento simil-previdenziale), siamo anche noi passati al sistema contributivo, non più retributivo. Ciò significa che, se hai versato 1.000 euro al mese, non puoi percepire 5.000 euro al mese di simil pensione dopo cinque anni, ma avrai 500 euro al mese. Tra l'altro, mi sembrerebbe una posizione condivisibile.
Dico questo anche perché la legge n. 21/2014 "Riduzione dell'assegno vitalizio" prevede, come ricordava il collega Bertola, una riduzione modesta e temporanea dei vitalizi, cioè un prelievo di solidarietà, che tra l'altro non è che sia stato accolto proprio con tutti gli onori del caso.
Infatti mi sembra che l'Associazione ex Consiglieri aveva promosso un ricorso, quindi non mi pare che sia stato accolto proprio favorevolmente.
Comunque, adesso non è che ad azione negativa debba corrispondere una reazione ancora più negativa, e il messaggio che dobbiamo dare fuori è che questa maggioranza (trasversale, dicevo) ha deciso di non andare retroattivamente a eliminare i vitalizi. Va bene, ne prendiamo atto, ci abbiamo provato per due anni, non è che possiamo ripetere sempre le stesse cose. Possiamo però iniziare a pensare di fare un percorso per rivedere questo istituto dal sistema retributivo al sistema contributivo? Lo dico al Presidente Laus insieme a tutti gli altri Presidenti dei Consigli regionali, perché è ovvio che magari il Presidente potrebbe farsi degli scrupoli pensando che, se lo fa solo il Piemonte, poi si sente un po' il brutto anatroccolo, invece se lo fanno tutte le Regioni d'Italia insieme con un ordine del giorno all'unanimità della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali magari ha un altro peso politico, portando a riferimento il fatto che la Camera dei Deputati l'ha già fatto.
Questo potrebbe essere un sollecito che noi diamo, invitando il Consiglio ad impegnarsi a rivedere il prima possibile il tema; non diciamo di farlo oggi nel bilancio del Consiglio regionale, perché è ovvio che nel bilancio del Consiglio regionale c'è l'assestamento che prevede poi anche un previsionale per il prossimo anno, quindi magari abbiamo del tempo politico per maturare questa posizione e trovare l'accordo all'unanimità degli altri Consigli regionali e andare a rivedere questa pratica che ripeto, è un privilegio, come hanno detto diverse sentenze dei tribunali che definiscono che non si tratta di un trattamento previdenziale, ma di un privilegio acquisito che però, come tutti i privilegi, può essere modificato.
Modificato, lo ripeto, non eliminato: modificato e riportato su parametri standard che sono similari a quelli di tutti i cittadini italiani. Oramai, dalla riforma del 1992, fortunatamente la pensione non è più tarata sull'ultimo stipendio preso, ma sui contributi versati, fermo restando che in effetti in Italia abbiamo ancora la stortura che ci sono molti baby pensionati, i quali sono andati in pensione dopo 15 o vent'anni di lavoro con il retributivo. Però questo è un altro tema che ovviamente investe livelli nazionali, non riguarda la Regione Piemonte.
Ecco, questo ordine del giorno, secondo noi, è un primo passo di distensione anche nei rapporti tra diverse posizioni e diversi Gruppi consiliari: il nostro sostiene una posizione più radicale e gli altri Gruppi, mi sembra di intuire, sostengono una posizione meno radicale.
Questa può essere una posizione intermedia che può portare anche un beneficio alle casse del Piemonte, perché se non risparmieremo otto milioni, magari ne risparmieremo tre o quattro, ma sono altri soldi con cui il prossimo anno il Presidente del Consiglio regionale e tutto l'Ufficio di Presidenza potrà fare un'altra conferenza stampa e dire: oltre all'avanzo libero del taglio di stipendi, ci sarà anche un avanzo ulteriore per quanto riguarda i vitalizi passando dal sistema retributivo a quello contributivo.



PRESIDENTE

Scusate, ne approfitto per dare una comunicazione. Oggi non volevo mancare di rispetto al Consigliere Pichetto e al Consigliere Bono, che hanno chiesto comunicazioni delle Giunta per quanto riguarda il Piano di rientro mentre non c'era il Vicepresidente Reschigna. Ebbene, ho parlato col Vicepresidente Reschigna e, dato che nell'assestamento di bilancio c'è un emendamento in merito al Piano di rientro, in quell'occasione c'è la possibilità di aprire la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parlando di vitalizi, questa Assemblea legislativa dovrebbe essere un po' più serena rispetto a quelle precedenti, perché in qualche modo si parla di qualcosa legato al passato, che ha influenza sul presente, però è legato al passato, se non per tutta l'Aula, diciamo per buona parte dell'Aula, giacché molti dei Consiglieri qui presenti oggi sono alla prima legislatura, quindi iniziano la loro attività in Consiglio regionale in una legislatura, quella attuale, che non prevede più l'istituto dell'assegno vitalizio. Quindi, dovremmo essere più tranquilli e determinati anche nell'individuare soluzioni che possano andare verso misure che innanzitutto, permettano dei risparmi alle casse della Regione e, magari vadano verso una maggiore equità rispetto a tutti i cittadini piemontesi.
Sappiamo bene che la nostra attività ci porta, a volte, ad intraprendere delle misure impopolari; non dobbiamo essere sempre popolari siamo costretti anche ad adottare misure impopolari, se però queste vanno a vantaggio di tutti i cittadini piemontesi. Per usare un altro termine, è una medicina amara, che, però, fa guarire le finanze della Regione Piemonte. Qui, invece, finora abbiamo visto il rifiuto di una misura che non è impopolare o, meglio, è impopolare per una ristretta minoranza dei cittadini piemontesi, e allora perché non adottarla, perché stiamo parlando di 196 persone? Mensilmente, la Regione Piemonte eroga 196 assegni vitalizi o direttamente ai percettori o ai cosiddetti aventi causa, quindi parliamo degli eredi, perché era possibile, lasciando un contributo mensile leggermente più alto avere la reversibilità per i parenti: 196 persone, per un costo di circa otto milioni di euro l'anno.
Abbiamo chiesto, nell'ordine, di abrogare i vitalizi in modo retroattivo, giacché non rappresentano - ci sono delle sentenze che lo dicono - un assegno previdenziale e neppure un diritto acquisito. Si parla di diritto quesito, che è qualcosa di diverso; rappresentano invece una erogazione legata ad istituti che, in caso di esigenze legate a problemi di bilancio, possono essere rivisti, e lo dice un parere redatto anche dagli Uffici della nostra Regione, purché si mantenga un criterio di proporzionalità.
Abbiamo chiesto, nell'ordine, di abrogarli, e non è passato, è passato un contributo mensile minimo di solidarietà in percentuale. Tra l'altro, la maggioranza di questo Consiglio regionale non si è nemmeno presa la responsabilità di dire che questo contributo mensile era per sempre, perch lo si è fatto finire alla fine della legislatura, come dire "gli altri poi decidano". Successivamente, abbiamo detto "benissimo, non volete abrogare il vitalizio, ne prendiamo atto".
Siccome, purtroppo, c'è ancora la possibilità di cumulare i vitalizi quindi di avere non uno ma due o tre assegni mensili vitalizi al mese (si può cumulare il vitalizio da parlamentare con quello di Consigliere regionale), e siccome molti Consiglieri di altre forze politiche ci avevano detto che quel privilegio particolarmente odioso, ancora più odioso del vitalizio in se stesso, poteva essere eliminato, abbiamo fatto una proposta di legge in quel senso, per eliminare il cumulo dei vitalizi, e non è passata nemmeno quella! Poiché non stiamo facendo qualcosa di impopolare, perché il vitalizio è ritenuto un privilegio inaccettabile dalla stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi, visti i sacrifici che dobbiamo chiedere e siccome abbiamo in qualche modo percepito la non volontà di eliminare nemmeno in parte questo istituto, oggi, per la terza volta, avanziamo la terza richiesta, che è sempre meno ambiziosa da parte nostra, cioè chiediamo che il Consiglio regionale si esprima unanimemente almeno per rivedere il criterio dei vitalizi, per introdurre, per il passato, un sistema contributivo anziché retributivo, che vada se non altro verso una maggiore equità.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

Innanzitutto, Consigliere Bono - il Consigliere Bono è assente - la Camera ha approvato un sistema contributivo legato ai deputati che oggi siedono in Parlamento, non ha eliminato niente rispetto ai vitalizi che i parlamentari di questo Paese percepiscono. Lo dico per amore di chiarezza altrimenti qualunque bugia corre il rischio di diventare verità, detta così. Quindi, la Camera ha approvato un sistema contributivo e non ha eliminato i vitalizi dei parlamentari che lo ricevono.
Questo Consiglio regionale ha abolito - anche noi avremmo potuto volendo, pensare ad un sistema contributivo, invece ci è parso più giusto dare una risposta più importante alle polemiche, da parte anche dei cittadini, che accompagnano questo provvedimento - completamente i vitalizi. Abbiamo adeguato, come Consiglio regionale, il nostro stipendio a quello del Sindaco di Torino. Abbiamo dimezzato il doppio vitalizio: non potendo intervenire sui vitalizi del Parlamento e avendo deciso di ridurne uno del 40%, i parlamentari che godono di un doppio vitalizio oggi prendono quello regionale al 50% rispetto a quanto ricevevano prima.
Mi pare che il Consiglio abbia fatto fino a questo momento una parte importante: c'è un risparmio di cinque milioni di euro, naturalmente previsto per l'intera legislatura.
C'è oggi ancora un ricorso pendente: sono trascorsi ormai due anni da quando abbiamo adottato questo provvedimento in Consiglio regionale, quindi non si sa se il ricorso che i Consiglieri hanno presentato in qualche modo potrebbe anche, perché tutto può capitare in questo Paese - possa rivolgersi a loro favore. Sembra non si capisca nemmeno chi debba pronunciarsi rispetto a questo argomento, la Corte dei Conti ha detto che...



PRESIDENTE

Non "sembra", non si sa di chi è la competenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

Appunto, la Corte dei Conti ha detto che non è cosa sulla quale si deve esprimere. Insomma, c'è una situazione complicata e intervenire legiferando ulteriormente su questo capitolo a noi, come maggioranza, sembra opportuno.
Consigliere Bono, non ci sono Consiglieri regionali che prendono 10.000 euro di stipendio o di vitalizio, credo non ci sia nessuno. Ci sono Consiglieri regionali che prendono dai 500 ai 1.000 euro, mi pare che il massimo sia sei o 7.000 euro. Certo, è una bella cifra, ma non sono Consiglieri che hanno lavorato cinque anni, sono Consiglieri che hanno lavorato almeno vent'anni per poter ricevere un vitalizio di questo tipo.
Come tutti sanno, ho scelto di non avere il vitalizio e di ritirare i contributi che avevo pagato, come fanno altri Consiglieri, in quanto tra un anno e mezzo riceverò la pensione maturata con il lavoro in ospedale e non ho bisogno di avere una doppia pensione. Avendo la pensione dell'ospedale ho fatto una scelta che mi sembra giusta, però desidero dire - e termino Presidente - che c'è stato un tempo della politica in questo Consiglio regionale, e anche in Parlamento, in cui c'erano persone - parlo di coloro che appartenevano al partito dal quale provengo, che è il Partito Comunista Italiano - che, dopo tutta una vita all'interno di un partito non hanno ricevuto una lira e spesso il Consiglio regionale, piuttosto che il Parlamento, rappresentava il modo per garantire a queste persone la continuità di vivere anche quando avevano smesso di fare politica.
Questa è la ragione per la quale io non difendo i vitalizi, ma credo sia necessario avere rispetto per la classe politica che ci ha preceduti.
Se qualcuno chiede al Presidente Chiamparino qual era il suo stipendio quando faceva il segretario del Partito Comunista in Provincia di Torino credo che la risposta sia zero, o quasi, o pressoché. Quindi, ci sono persone che hanno dedicato la loro vita alla politica e io credo che non abbiano niente da vergognarsi rispetto all'impegno di quegli anni, rispetto all'impegno...
BONO Davide (fuori microfono) Pagava l'URSS.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

Ma lui non li prendeva quelli dell'URSS...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

Quelli dell'URSS non li prendeva Chiamparino.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

In questo momento, lascerei stare questo capitolo dell'Unione Sovietica, perché, per quanto mi riguarda, è un po' discutibile.
Concludo dicendo, parlando anche a nome della maggioranza, rispetto a questo ordine del giorno il parere è negativo. Attendiamo di vedere come si risolve da un punto di vista amministrativo e poi valuteremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Cerchiamo di essere seri, perché questa questione è uno scandalo. Non parliamo di privilegi a caso, perché anche per quanto riguarda la Camera che si è data un regolamento per un sistema contributivo, è un sistema tale per cui con quattro anni, sei mesi e un giorno di contributi permette, alle donne a sessant'anni e agli uomini a 65, di andare in pensione con una pensione più che dignitosa e questo non è quello che succede agli altri italiani.
Il problema che abbiamo è che la classe politica a tutti i livelli oggi ha una situazione, per quello che riguarda i contributi pensionistici, al limite del delirio. Nel senso che, ad esempio, in Consiglio regionale non esiste la parte relativa ai contributi pensionistici, ma questo però è legato al fatto che in precedenza la classe politica ha risolto questo problema legiferando da sola, assegnandosi risorse ben al di là di quello che percepiva il cittadino medio italiano o anche un cittadino di ceto medio-alto.
Finita questa fase in cui bene o male si buttavano soldi pubblici a destra e a manca, ma il resto del Paese comunque vedeva la propria aspettativa economica crescere con il tempo, quando si è giunti al tempo delle "vacche magre" si sono massacrati i comuni lavoratori. Perché quando si è fatta la riforma Fornero, i trentenni e i quarantenni hanno visto la propria pensione allontanarsi verso i settant'anni e io, che ne ho 48 vedrò la mia pensione, se non ci saranno ulteriori cambiamenti, a 69 anni e tre mesi.
La classe politica non è stata afflitta da queste cose più di tanto.
Veniamo però alla situazione piemontese, che da un lato vede il fatto che è stata fatta una norma nazionale che dice che da questa legislatura non sono più previsti i vitalizi. Tuttavia, c'era anche scritto che i Consigli regionali dovranno legiferare perché si vada verso una qualche forma di previdenza o, meglio, di contribuzione.
Questo non è stato fatto. Perché? Ne abbiamo già discusso a suo tempo in relazione a un provvedimento sui costi della politica: fare i conti su un sistema contributivo per uno stipendio di cinque o 6.000 euro, con quanto è adesso la parte di indennità, comunque portava a un significativo appesantimento dei costi per le casse della Regione, anche solo per un sistema contributivo normale.
Quindi che cosa si è fatto? Non si è intervenuti su quello che comunque era un privilegio e che, come abbiamo visto anche con approfondimenti normativi, non è considerato un diritto acquisito. Non lo si è fatto notate bene, perché è quanto ci avete detto in Aula - non perché si riteneva giusto che le persone continuassero a prendere vitalizi, che ricordo - continuano ad essere non piccoli, perché ci sono persone che percepiscono più di 8.000 euro di vitalizio (basta fare una ricerca, oppure avevamo avuto le tabelle, lo scorso anno) e persone che ne prendono più di 6.000. Questi sono vitalizi che, tutto sommato, sono ingiustificati, perch non corrispondono, ed è questa la cosa che contestiamo, a una contribuzione relativa che giustifichi un simile emolumento.
Notate bene che noi, peraltro, avevamo chiesto di eliminarlo solo laddove questo non andava a cagionare danno a persone per le quali il vitalizio era magari l'unico reddito, per cui chiedevamo di intervenire su situazioni, e sono tante, di oggettivo privilegio. Eppure, che cosa si è detto? Non lo facciamo perché abbiamo paura che poi ci facciano ricorso.
Fate un interventino all'acqua di rose di contributo di solidarietà peraltro a tempo, cioè della durata della legislatura, eppure vi hanno fatto ricorso lo stesso! Magari un po' più di coraggio avrebbe permesso di scoprire che, anche ricevendo un ricorso e dovendosi comunque difendere, lo si poteva vincere e si eliminava un vergognoso privilegio. Perché è un vergognoso privilegio anche quello dei vecchi Consiglieri regionali, di cui non chiediamo la sparizione tout court, ma chiediamo il riporto a quanto si è versato nel tempo e tra l'altro, con l'opzione di recuperare l'intera cifra o magari di dilazionarla nel tempo come effettiva pensione. Chiederemmo anche che ci fosse una qualsiasi forma di equiparazione ai comuni mortali, ai lavoratori, di un contributo pensionistico per i Consiglieri regionali così come per qualsiasi altra carica politica. Però notate l'assurdo, per esempio, di un Sindaco di una città non piccola della provincia di Cuneo che preferisce rinunciare allo stipendio per tenersi il vitalizio regionale. Questo significa che il vitalizio regionale è significativo, è importante e giustifica la rinuncia allo stipendio che è molto più calibrato magari sull'attività che è la retribuzione per un'attività effettiva.
Questo ordine del giorno chiede soltanto di impegnarsi a riprendere in mano questo discorso, perché - notate bene - non ha senso che si dica che non si osa intervenire perché la materia è complessa; non osiamo intervenire anche se in precedenza siamo intervenuti per creare questa situazione. Mi pare semplicemente responsabile che si intervenga oggi per cambiare questa situazione in modo che sia adeguata ai tempi, a quello che tutti i comuni cittadini italiani devono affrontare tutti i giorni in tema di previdenza e di pensione.
Questo è quanto chiediamo. Per quello che parliamo di equità, non stiamo chiedendo di tartassare o di massacrare una classe politica, o delle persone che comunque svolgono un lavoro con un'importanza e anche un impegno importante, quando lo si vuole fare bene. Però faccio notare che qualsiasi lavoro oggi è importante e vieppiù quando ce n'è poco in giro deve essere tutelato e deve garantire una vita dignitosa.
Parallelamente, il discorso va affrontato perché da una parte, ormai abbiamo dei lavori che sono dequalificati perché le retribuzioni sono dequalificanti, perché il lavoro a voucher è dequalificante! E' vero quelli del Jobs Act a tutele crescenti alla fine saranno contratti a tempo indeterminato, ma che non tutelano nessuno, perché dopo tre anni - e lo scopriremo rapidamente, perché il tempo passa velocemente, questa è una previsione che faccio, ma ci confronteremo quando succederà - porteranno alla fuoriuscita dal lavoro di tutta una serie di lavoratori che sono stati assunti solo grazie ad un enorme spesa di decontribuzioni. Notate: decontribuzioni.
Oggi si gioca, per qualsiasi forma di intervento sul lavoro, sulla contribuzione, sui contributi, sul futuro, su quello che uno si troverà a dover fare quando smetterà di lavorare. Noi stiamo creando un problema sociale immenso per i prossimi decenni che qualcun altro dovrà affrontare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Consigliera Porchietto, potrà intervenire questo pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.09)



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