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Dettaglio seduta n.182 del 09/11/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1290 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Chiusura della Struttura Complessa a Direzione universitaria di Oftalmologia dell'AOU-San Luigi di Orbassano"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1290, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che ha la parola in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sicuramente colta di sorpresa e direi anche in modo abbastanza casuale ho scoperto dagli utenti che frequentano il San Luigi di Orbassano della chiusura della struttura complessa a partire da fine dicembre 2016. I numeri sono importanti e ne cito alcuni: 12.153 prestazioni, 1.130 interventi. Pensando anche alle liste d'attesa per queste prestazioni e per questi interventi e immaginando, per ipotesi, che questi pazienti vengano dirottati presso l'Oftalmico che, a sua volta, verrà smembrato e smantellato altrove, sono a chiedere oggi al Presidente e alla Giunta se questa notizia risponde al vero e vorrei che mi fosse risposto di no. Se così non fosse, chiedo di garantire operativo il reparto di Oftalmologia all'Ospedale San Luigi di Orbassano.
La cosa che mi colpiva - l'ho detto in apertura - è questa modalità molto sotterranea di chiudere un reparto con la grave preoccupazione da parte degli utenti. Io sono anche andata a ricercare tra i vari documenti e, a dire il vero, ho trovato poco, se non nulla, su questo tema.
Quindi, rimarco la preoccupazione e sicuramente, a seconda della risposta che verrà data, ci saranno poi le azioni conseguenti, perché penso che proprio quel territorio, come tutti i territori del Piemonte, non possa più permettersi perdite così importanti.
Ricordo anche a tutti la difficoltà nello spostamento. Questo è un altro tema non indifferente, di cui abbiamo parlato stamattina per il tema delle scuole; ora il tema è la sanità, ma il problema rimane sempre quello per chi ha bisogno di usufruire di prestazioni.



PRESIDENTE

Non essendo presente l'Assessore Saitta, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Scuserà l'assenza dell'Assessore Saitta. Do lettura della sua risposta.
L'Azienda ospedaliera universitaria San Luigi di Orbassano è un ospedale di rilievo nazionale che ha assunto negli anni una mission particolarmente consolidata nell'ambito dell'oncologia dell'oncoematologia, della chirurgia generale e specialistica in forma di elezione e di urgenza.
Recentemente, sono stati coperti due nuovi posti di Primariato con la presenza del professor Maurizio Degiuli per la Struttura complessa a direzione universitaria di Chirurgia generale e il professor Pietro Caironi per Anestesia e Rianimazione, che vanno a rafforzare ulteriormente il già elevato livello dei professionisti attualmente attivi nelle Strutture a direzione universitaria di Chirurgia Generale, Urologia Otorinolaringoiatria, Chirurgia Toracica, Ortopedia ed Odontostomatologia.
In questo modo, si assegneranno alla chirurgia generale e specialistica, in aggiunta a quelle attuali, altre 150 sedute operatorie su base annuale, in maggiore coerenza con la mission di una Azienda Ospedaliera Universitaria come il San Luigi.
Per quanto riguarda le patologie oculari, nel contesto della rete sanitaria della Città Metropolitana e regionale le indicazioni della rete ospedaliera del Piemonte recepite nell'atto aziendale comportano la definizione di un nuovo percorso diagnostico terapeutico ed organizzativo che ha visto dal 1° novembre scorso il professor Nuzzi, già Direttore universitario della Struttura complessa, assumere l'incarico apicale nella Clinica Oculistica dell'Ospedale Oftalmico, nelle more del trasferimento presso la Città della Salute e della Scienza di Torino.
Nel nuovo anno, resterà attivo al San Luigi un ambulatorio oculistico per la gestione delle prestazioni di tipo ambulatoriale non chirurgiche e per l'effettuazione dell'attività consulenziale a supporto dei percorsi interni relativi alle patologie comunemente trattate nell'Ospedale, nonch per l'attività di didattica applicata.
L'attività oculistica erogata usualmente presso il San Luigi non prevedeva, finora, il ricovero ordinario: è attivo un unico posto letto di day hospital, che si traduce in una minima attività di ricovero diurno (circa 50 casi per anno), a cui si aggiunge un'attività di chirurgia di tipo ambulatoriale che si caratterizza soprattutto in interventi di cataratta (circa 1.100 interventi all'anno), che non comporta una vera e propria degenza di pazienti in ospedale.
Gli specifici interventi chirurgici per i pazienti già reclutati in attesa di intervento saranno effettuati ancora presso il San Luigi oppure presso altre sedi di erogazione della rete oculistica della Città Metropolitana, secondo i flussi già consolidati. In tale ambito, non saranno inseriti altri utenti candidabili alla chirurgia ambulatoriale.
Per quanto riguarda, invece, la questione dei trasporti, proprio in questi giorni più volte sono stato sul territorio proprio per illustrare tra le altre cose, anche la ormai decisa possibilità di creare - anzi, il progetto ormai è avviato - la famosa SFM5 in partenza dal San Luigi di Orbassano.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1292 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Futuro dell'Ospedale di Pomaretto"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1292, presentata dal Consigliere Rostagno, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

L'ospedale di Pomaretto, come quello di Torre Pellice, fa parte di una duplice struttura ospedaliera che era di promozione valdese, che fu fondata a metà dell'Ottocento. L'ospedale di Pomaretto poi passò alla sanità pubblica nell'1988 e, di fatto, nel riordino delle strutture ospedaliere è oggetto di dismissione. Tuttavia, in questo momento, nell'ospedale è presente una struttura per la riabilitazione che dovrà essere trasferita con il completamento delle opere, all'ospedale di Pinerolo.
L'interrogazione nasce per capire che futuro avranno, in relazione al prossimo trasferimento, i 14 posti letto di riabilitazione e che destinazione avranno i 18 posti di lungo degenza sempre presso questo ospedale, tenendo conto che è un ospedale vallivo che ovviamente non avrà più la destinazione di ospedale, ma rappresenta comunque un presidio importante per la popolazione di quel luogo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Attualmente, il polo sanitario di Pomaretto si configura come struttura rivolta al trattamento di pazienti in fase di post acuzie. Infatti esistono 18 posti di lungo degenza e 15 di riabilitazione.
Prossimamente avverrà il trasferimento del reparto di recupero e riabilitazione funzionale nella nuova parte rimodernata dell'ospedale di Pinerolo. A questo punto si aprono gli spazi per utilizzare questa parte dell'ospedale di Pomaretto per nuove sperimentazioni, che consisterebbero sostanzialmente in questo: il progetto che intendiamo sperimentare a Pomaretto negli spazi liberati dalla Riabilitazione prevede la realizzazione di un nucleo di continuità assistenziale a valenza sanitaria ad alta intensità dotato di 12-14 posti letto, oltre a quattro posti letto dedicati a pazienti che hanno bisogno di cure palliative.
Pertanto, è prevista la sostituzione dei 15 posti letto a valenza riabilitativa con questi altri 16-18 letti per continuità assistenziale più le cure palliative.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1293 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Revisione del sistema di tariffazione, degli orari e del numero di mezzi impiegati per il trasporto studenti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1293, presentata dal Consigliere Appiano, che la illustra.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce da una petizione, quindi da un evento specifico, circoscritto in un luogo preciso. Ma, in realtà, si ascrive ad una discussione più di carattere generale, su cui occorrerà, prima o poi trovare una formula di soluzione.
Nei giorni scorsi la Regione, la Città metropolitana e l'Agenzia piemontese per la mobilità hanno ricevuto una petizione sottoscritta principalmente dai cittadini del comune di Piossasco, ma anche da cittadini dei comuni limitrofi, in cui, per l'ennesima volta, si segnala tutta una serie di difficoltà e i costi altissimi relativamente all'utilizzo del trasporto pubblico, in particolare per la fascia studentesca.
Ricordo che Piossasco è un comune privo di scuole superiori, quindi i cittadini e i giovani studenti devono recarsi principalmente verso Torino Giaveno, Pinerolo o Orbassano, a seconda del tipo di indirizzo scolastico prescelto.
Al di là del disagio cagionato dall'organizzazione attuale del servizio, per cui alcune di queste linee trovano pullman disponibili solo nelle fasce di entrata e di uscita della scuola, non permettendo la funzione effettiva del "servizio pubblico" negli altri momenti della giornata, il problema più di carattere generale è l'organizzazione dei costi degli abbonamenti. Perché, a seconda della direzione intrapresa l'abbonamento annuo va da 320 euro per la linea più corta a 552 euro per la tratta più lunga, e con tali abbonamenti si possono utilizzare solo le linee da e per le scuole.
Parallelamente, uno studente che vive nel capoluogo, quindi in città con una somma annua inferiore a 200 euro ha a disposizione non solo l'autobus da e per la propria scuola, ma anche per tutta la rete del trasporto pubblico urbano.
Noi crediamo che nell'area metropolitana la sperequazione di trattamento (in questo caso degli studenti, ma probabilmente anche dei cittadini in senso lato se estendessimo il tema) sia particolarmente forte e palese.
Al di là della petizione in sé, si vorrebbe comprendere quali iniziative si intendono attuare per analizzare, studiare e trovare nuove formule di abbonamento e di fruizione del servizio di trasporto pubblico con un particolare occhio di riguardo a quelle realtà dove il disagio di trasporto è più forte perché la rete di trasporto pubblico è meno capillare e meno numerosa. Tra l'altro, usufruendo di quegli autobus come ho fatto io non troppi anni fa nelle ore di punta di entrata e di uscita da scuola, ci si rendere conto che le condizioni del servizio e il numero di persone sui singoli autobus è assolutamente spropositato.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Nella risposta scritta che le fornirò, che sarà certamente più articolata, viene spiegato nel dettaglio tutto il meccanismo che, in qualche modo, limita la possibilità di intervenire con una certa fluidità con ampia possibilità di visione, su queste problematiche: ci sono limiti di legge che, tra l'altro, condizionano il trasferimento delle risorse statali per il trasporto pubblico locale, collegati, appunto, alla copertura dei costi in base alla bigliettazione. Questo aspetto limita anche la possibilità di ampliare in varie forme le attenzione di natura sociale, riferite in particolare ai giovani e, evidentemente, all'attività scolastica.
Detto questo, che è un discorso più generale, sulla questione specifica, come lei sa - se n'è parlato più volte in Consiglio nelle ultime settimane - stiamo per rivedere perlomeno il sistema dal punto di vista della tariffazione per i giovani e per gli studenti in generale sotto i 25 anni. Questa discussione dovrebbe arrivare a conclusione nei prossimi giorni e dovrebbe garantire, in parte, una risposta a questa esigenza che lei sottolinea.
La differenziazione tra la città e la parte suburbana, definiamola così, è dovuta anche ad interventi che ha fatto nello specifico il Comune di Torino, che hanno permesso una riduzione, come lei ricordava, molto significativa per quanto riguarda questa fascia di utenza. Ovviamente, la questione su Torino è molto più semplice, perché essendo il servizio urbano torinese molto utilizzato, questo aspetto diventa un costo marginale facilmente sostenibile. Mentre fuori dall'area urbana, più direttamente interessata a forti flussi di trasporto pubblico locale, questo aspetto diventa invece più problematico.
Per quanto riguarda l'affollamento, il problema esiste ed è anche difficilmente governabile. Perché anche a distanza di non molti minuti magari un autobus è mezzo vuoto e l'altro è strapieno, proprio perché si creano situazioni anche di abitudine da parte dell'utenza.
Detto tutto ciò, spero comunque che nelle prossime settimane, con l'intervento di deliberazione di Giunta che rivedrà almeno l'aspetto degli abbonamenti per giovani e per studenti in generale (a livello di tutta la Regione, ovviamente), si riduca in qualche modo questa sperequazione che lei, giustamente, denuncia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1295 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Rispetto degli impegni relativi all'ospedale di Ovada"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1295, presentata dal Consigliere Mighetti, che la illustra.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione intendiamo semplicemente portare in Consiglio la situazione del presidio ospedaliero di Ovada, che, a seguito delle DGR n. 1-600 e n. 1-924, è stato classificato come ospedale di area disagiata.
Nello specifico, era stata prevista l'implementazione di alcune attività all'interno del nosocomio ovadese; attività che, però, non sono state ancora attivate completamente.
In provincia di Alessandria le attività previste nei singoli ospedali sono già state ridotte: l'attuazione della DGR n. 1-600 è già stata applicata negli ospedali di Acqui, di Tortona e di Casale, eliminando alcuni reparti. Nell'ospedale di Ovada, invece, doveva essere assegnato un pronto soccorso, ma ci risulta che non sia stato ancora attivato. Il Direttore generale dell'ASL ha motivato questo problema con la mancanza di personale che potesse reggere questo servizio.
Per questi motivi, chiediamo quando sarà attuata la delibera n. 1-600 nell'ospedale di Ovada e quando sarà attivato questo pronto soccorso facendo le dovute assunzioni di personale idoneo ad espletare questo incarico o con spostamenti da altri ambiti della stessa ASL di Alessandria.



PRESIDENTE

In assenza dell'Assessore Saitta, risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Nella risposta non vedo elementi specifici rispetto alla questione del pronto soccorso, quindi eventualmente rimando ad una precisazione magari in forma scritta da parte dell'Assessore Saitta.
Nella risposta si fa riferimento all'avvio dell'attività di Day Surgery e di Chirurgia Ambulatoriale, che si è avviata proprio in questi giorni e che prevede, per adesso, una seduta settimanale al giovedì, ma che verrà ulteriormente implementata.
Le risorse umane impegnate sono due medici chirurghi, un medico anestesista, personale di comparto (infermieri) in numero proporzionale alla tipologia di intervento.
Per quanto riguarda la questione della lungodegenza, l'Assessore si impegna a fare in modo che l'ASL di Alessandria acceleri le procedure per la nomina del primario della struttura complessa di lungodegenza di Ovada si ritiene che avverrà in tempi abbastanza brevi.
Poi c'è tutta l'attività di post acuzie, di continuità assistenziale che si sta sviluppando, sempre di più, all'interno dell' Ospedale di Ovada in particolare il Centro di Accoglienza delle Fragilità, che è un lavoro portato avanti anche con i medici di medicina primaria del territorio. Sono 13 i medici sono impegnati su questa progettualità (nella risposta avrà anche dei numeri abbastanza indicativi di questa progettualità e attività).
Parallelamente, sono stati attivati quattro posti letto di osservazione breve territoriale (OBT) che è una sperimentazione. Rappresenta un modello assistenziale unico nel panorama regionale, in cui l'osservazione clinica dell'utente fragile, non può superare le 24 ore ed è effettuata anche da medici di assistenza primaria, in collaborazione con un infermiere di famiglia e l'infermiere territoriale.
I cittadini posti in osservazione OBT sono stati 30, rispettivamente per le seguenti prestazioni: 19 accertamenti clinici diagnostici, sette emotrasfusi, quattro somministrazioni di terapie e tre preparazioni per esami diagnostici.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1291 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Inserimento delle linee sospese del trasporto ferroviario astigiano tra i treni regionali veloci che verranno affidati direttamente a Trenitalia "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1291, presentata dalla Consigliera Motta.
Vista la mia solitudine nell'Ufficio di Presidenza, la darei per illustrata.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Nella previsione del protocollo approvato dalla Giunta due settimane fa, si prevede, nel breve, il contratto ponte che assicurerà i servizi attuali, ma che affronterà la possibilità di miglioramenti che, man mano si è già cercato di attuare nei mesi passati con molte difficoltà, proprio per le tipologie del contratto in atto.
Per quanto riguarda la possibilità di inserire il cosiddetto lotto regionale veloce previsto da questo protocollo di intesa e da affidare entro la fine del 2017 e l'inizio del 2018, è proprio questo il lavoro che nei prossimi mesi si dovrà fare, cioè la riprogrammazione del servizio a livello regionale nel modo più totale, ma in particolare del servizio di regionali veloci, che oggi ammontano a circa sei milioni e mezzo di chilometri, mentre in quel protocollo si prevede di arrivare a dieci milioni di chilometri, proprio perché si prevede la possibilità di ampliare questo tipo di reticolo, di integrarlo con forme di adduzione ferroviaria con cui sarà possibile, come lo studio confermerà, inserire anche linee oggi sospese.
L'obiettivo politico che ci siamo dati, pur non potendo garantire il recupero di tutte le linee che nel 2011-2012 vennero sospese, è almeno prevedere che quelle con maggiori possibilità di fornire adeguatamente l'utenza del territorio vengano recuperate.


Argomento: Contratti ed appalti - Problemi del lavoro e della occupazione - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 1294 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Attuazioni, iniziative Assessorato alla Cultura Reggia di Venaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1294, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Torniamo a parlare della Reggia di Venaria perché in questi giorni ci sono state alcune novità, e tra queste c'è proprio quella che l'appalto è partito, pare, anche con una certa urgenza perché il TAR si è espresso e il C.d.A. ha deciso, probabilmente consultandosi anche con il Ministero a Roma, di far partire l'appalto. Il che ha significato, per i lavoratori, di veder confermato il taglio al numero di ore destinate ai servizi.
Tra l'altro, è un numero di ore che, come abbiamo potuto constatare probabilmente era sottostimato nel momento in cui si è redatto il bando.
Questo ovviamente porterà delle conseguenze a livello di gestione dell'attività nella Reggia, soprattutto nei momenti di maggior picco e maggiore affluenza di pubblico.
I lavoratori sono in agitazione già da diversi giorni. Questo comporta ovviamente, ulteriori disagi a tutti i turisti che arrivano per visitare questo splendido sito a Venaria.
La nostra domanda, in realtà, fa riferimento ad alcune affermazioni che l'Assessora aveva espresso durante una seduta di Commissione. Sappiamo che il Consiglio regionale aveva approvato tre ordini del giorno provenienti da diverse forze politiche, inclusa ovviamente la nostra, che chiedevano un intervento deciso da parte della Regione anche per far valere il peso di questo ente all'interno del C.d.A. della Reggia, nonché i finanziamenti che la Regione dà a questa istituzione, che sono i più alti fra tutti gli altri enti sovvenzionati.
Ho chiesto il rendiconto della Commissione per non commettere degli errori, quindi per non mettere in bocca all'Assessora affermazioni che non ha fatto. Riassumo il contenuto delle dichiarazioni. L'Assessorato si sarebbe impegnato per incidere sulla riduzione del numero di ore appaltate o, meglio, sarebbe intervenuto in qualche modo per cercare di integrare i servizi in modo da far pesare meno la riduzione del numero di ore. Adesso ci sono dei dubbi sulle modalità attraverso le quali la Regione potrà attuare un simile proposito, anche senza rischiare di sconfinare non dico nell'illegalità, ma nell'irregolarità.
Solo per chiarezza, anche per dare una risposta ai lavoratori, vorremmo sapere con quali modalità operative l'Assessorato, ovviamente di concerto con il consorzio La Venaria Reale, darà seguito all'impegno formale che l'Assessora Parigi ha assunto di recuperare almeno il 10 per cento delle ore ridotte in seguito ai tagli previsti in fase di definizione del capitolato della gara.
Vorremmo capire quali saranno materialmente le azioni che si porteranno avanti per farlo in modo regolare, non nel modo più regolare possibile, ma in modo regolare, e dare seguito alle richieste del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie.
Intanto vorrei precisare che, come forse è stato ricordato, si è modificata la tipologia di contratto. Abbiamo delle ore in appalto che ovviamente, non si possono modificare, e delle ore in concessione. Questo significa, tra l'altro, che la scelta di cambiare tipologia di contratto è stata compiuta al fine di permettere lo sviluppo, perché, naturalmente mentre le ore in appalto sono fissate per sempre, le ore in concessione naturalmente, possono svilupparsi a seconda della quantità di lavoro che si viene a determinare all'interno della Reggia.
Ora, abbiamo deciso queste due modalità; tra l'altro, è un tipo di modalità innovativa, che dove è stata applicata ha visto degli ottimi risultati, soprattutto sulle ore in concessione, perché, ovviamente, è obiettivo di colui che vince l'appalto sviluppare le ore in concessione.
Abbiamo visto, laddove questa pratica è già stata attuata, che addirittura, si sono triplicate le ore in concessione.
Detto questo, l'impegno dell'Assessorato...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessora Parigi.
Consiglieri dell'ultima fila! Prego, Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

L'Assessorato non si è mai sognato di intervenire direttamente, perch sarebbe illegale, però è nostra intenzione ampliare il raggio di attività del Consorzio La Venaria Reale, quindi non intervenire sulle ore di appalto, ma sulle attività, in modo da permettere la crescita delle ore in concessione. Naturalmente, questo è un effetto secondario dell'intervento sull'ampliamento delle attività.
La prossima settimana ci sarà un Consiglio d'Amministrazione in cui verrà presentato il piano di attività per il 2017; con il Direttore Turetta stiamo mettendo a punto una serie di operazioni molto sostanziali per ampliare il raggio di attività del Consorzio La Venaria Reale, operazioni che renderemo pubbliche non appena saranno definiti tutti gli accordi necessari.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta immediata n. 1297 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Sostegno della Regione Piemonte al Comune di Aliano (MT) o al Comune di Settimo Torinese (TO) per la candidatura a capitale italiana della Cultura per l'anno 2018"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1297, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come si evince dall'interrogazione che abbiamo rappresentato, ma soprattutto dalla lettura dei quotidiani e delle notizie Ansa degli ultimi giorni, abbiamo appreso che il 7 novembre il Consiglio regionale - quindi nella giornata dell'altro ieri - ha offerto il sostegno al Comune di Aliano, in Provincia di Matera, per promuovere la candidatura del Comune stesso a capitale italiana della Cultura per l'anno 2018.
Non lo stesso giorno, ma il giorno successivo, cioè ieri, sempre un esponente della Regione Piemonte - nello specifico della Giunta regionale l'Assessora Parigi - ha preso parte alla presentazione della candidatura da parte del Comune di Settimo Torinese (Comune evidentemente piemontese) sempre a capitale italiana della Cultura per l'anno 2018.
Ora, è un po' singolare che una stessa istituzione, ancorché da una parte il Consiglio regionale e dall'altra la Giunta regionale, sostenga in due giorni, con un giorno di differenza, la candidatura di due Comuni italiani quale città della Cultura per l'anno 2018. Ancora più singolare è che vi sia chi, legittimamente o meno, sostiene la candidatura di un Comune piemontese o, meglio, che vi sia una istituzione regionale, quale la Regione, che legittimamente sostiene la candidatura di un Comune piemontese, e un pezzo sempre di un'istituzione regionale, cioè il Consiglio regionale, che, invece, sostiene la candidatura di un Comune in Provincia di Matera.
Pertanto, vorremmo sapere quale sia per la Regione Piemonte, che, com'è noto, è composta da Giunta e Consiglio, il Comune candidato tra il lucano Aliano e il piemontese Settimo Torinese a capitale italiana della Cultura per l'anno 2018.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, la presenza del Comune di Aliano era per illustrare la candidatura, che è stata fatta nelle quattro città, che, in realtà, sono in rete per quanto riguarda Carlo Levi; quindi, in realtà, si svolgerà sia a Firenze, sia ad Alassio, sia, ovviamente, ad Aliano.
Si è trattato di ospitalità all'interno di una rete precostituita.
Detto questo è ovvio che l'Assessorato alla cultura della Regione Piemonte sostiene la candidatura di Settimo Torinese, non solo perché il Comune fa parte della regione Piemonte: la sosteniamo per il significato di rottura che ha questa candidatura. Naturalmente, è una candidatura che va a competere, per fare un esempio, con Spoleto, quindi è significativo di come, investendo in cultura, noi abbiamo una risultanza positiva sui valori dell'integrazione e su tutta una serie di valori che non sto qui ad elencare.
Ieri abbiamo organizzato un convegno proprio sul rapporto tra cultura e periferie; era un convegno atto a sottolineare il valore di questa candidatura, il significato e il momento di riflessione che pone.
Naturalmente, continueremo. Tra poco ci sarà il responso su chi sarà entrato nella short list. Naturalmente, continueremo a sostenere Settimo Torinese; ricordo anche che noi sosteniamo Settimo Torinese non solo nella candidatura, ma in tutta la sua validissima attività culturale. Per quanto riguarda il Consiglio regionale, si è trattato, evidentemente, non di un sostegno, ma di ospitalità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione a risposta immediata n. 1298 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Situazione settore tartufigene"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1298, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Posto che la Regione Piemonte ha normato con una specifica legge la materia della raccolta e coltivazione dei tartufi; tenuto conto che esiste un quadro legislativo nazionale vigente in materia; considerato che la disposizione attuali consentono ai proprietari dei fondi in cui sono insediate le cosiddette tartufaie di delimitare la proprietà dietro presentazione di specifica istanza e relativa autorizzazione concessa dalla Provincia, perdendo così di fatto la possibilità di usufruire di contributi pubblici per l'acquisto e messa a dimora di piante da tartufo; visto che i raccoglitori piemontesi sono tenuti al versamento di una quota annuale per il rilascio del tesserino regionale per la raccolta, quota che viene incamerata dal bilancio piemontese su uno specifico capitolo destinato alle misure e agli interventi per il settore; preso atto delle iniziative assunte e condotte, anche presso le sedi della Commissione Europea di Bruxelles per il riconoscimento del tartufo come prodotto agricolo, quindi riconducibile a misure di sostegno eventuali, già in essere o disponibili per il comparto; constatata la sempre maggiore difficoltà dei ricercatori nel reperire il prodotto, soprattutto laddove le aree di ricerca risultano essere di proprietà privata interrogo l'Assessore per conoscere quale sia lo stato dell'arte attualmente in essere per il settore, con particolare riferimento agli aspetti legislativi e all'opportunità di consentire ai ricercatori che hanno regolarmente provveduto al pagamento della quota annuale, una maggiore libertà di movimento sull'intero territorio piemontese, anche al fine di aumentare l'offerta di un prodotto eccellente nel nostro panorama enogastronomico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
I tartufi sono normati da una legge nazionale (la legge n. 752 del 1985), che stabilisce che su tutto il territorio nazionale la raccolta dei tartufi è libera solo al di fuori delle tartufaie coltivate o controllate naturalmente con il rispetto delle coltivazioni agricole in atto.
La stessa legge, all'articolo 5, stabilisce che le autorizzazioni, cioè i tesserini di idoneità per la raccolta, hanno valore sull'intero territorio nazionale. Al di fuori delle tartufaie coltivate hanno, quindi diritto di raccolta non solo i cercatori piemontesi, ma anche quelli provenienti da altre regioni.
La norma regionale, invece (la legge n. 16 del 2008), all'articolo 10 recita: "Al fine di contemperare i diritti dei proprietari con quelli dei liberi raccoglitori, le Province" - come ha richiamato l'interpellante "possono procedere al riconoscimento di una superficie compresa tra il 5 e il 10% della superficie considerata produttiva, relativa al tartufo bianco d'Alba o del Piemonte".
La situazione, quindi, vede nel Piemonte una superficie complessiva produttiva del tartufo pari a 213.915 ettari. Di questi, 898 sono tartufaie. In Piemonte siamo allo 0,42 per cento; la legge diceva tra il cinque e il dieci per cento, pertanto siamo molto al di sotto delle tartufaie coltivate, perché siamo allo 0,42 per cento rispetto alla superficie che potenzialmente produce tartufi.
Segnalo, inoltre, che attualmente è in vigore, presso il Ministero delle politiche agricole, la rivisitazione della legge sul tartufo. Ci sono dei gruppi di lavoro che stanno procedendo alla riscrittura di tale legge e che vedono come attori importanti anche la nostra Regione.
Anche a livello piemontese, gli Uffici dell'Assessorato stanno elaborando un testo di legge in coerenza con quanto si sta definendo a livello nazionale e comunitario, permettendo, quindi, di presentare una proposta di adeguamento della legislazione regionale compatibile con quella nazionale, utile ad evidenziare e superare i problemi che il comparto presenta in questo momento.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immeditata n. 1296 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Rigetto della richiesta di costituzione di parte civile per danno materiale e di immagine nei confronti di un'imputata nel procedimento penale n. 1321/2013 r.g.n.r., avanti il Tribunale Penale di Verbania. Assenteismo di alcuni dipendenti regionali di Villa San Remigio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1296, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Su quest'argomento ho già presentato un'interrogazione il 12 aprile 2016, relativa al fenomeno dell'assenteismo e allontanamento non autorizzato durante l'orario di servizio e timbrature effettuate a nome di altri colleghi.
Già allora mi rispose l'Assessore Ferraris e mi comunicò che il 7 maggio la Procura della Repubblica aveva segnalato l'esercizio dell'azione penale nei confronti di alcuni dipendenti della sede distaccata di Verbania, Villa San Remigio.
In quell'occasione, l'Assessore aveva anche segnalato che la Regione Piemonte aveva autorizzato, il 7 marzo 2016, la costituzione di parte civile, come io avevo richiamato nell'interrogazione.
Poi, purtroppo, la costituzione di parte civile è avvenuta nei confronti di tutti i dipendenti, però - pare per un errore materiale, ma questo è il dubbio che ci è girato un po' in testa e che ci ha indotto a presentare questa interrogazione - nei confronti di una dipendente non è stata presentata la costituzione di parte civile da parte dell'Avvocatura della Regione.
Pertanto, chiediamo quali siano le intenzioni della Regione Piemonte in seguito al rigetto della richiesta di costituzione di parte civile per danno materiale e di immagine nei confronti dell'imputata che il 22 luglio 2016 ha patteggiato, causata dall'assenza della procura speciale per il legale dell'Avvocatura regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
Rispondo a nome del Vicepresidente Reschigna, che attualmente è impegnato a Roma.
In risposta all'interrogazione, si premette che, all'apertura dell'Udienza Preliminare avvenuta in data 23 marzo 2016, l'avvocato incaricato dalla Giunta regionale, munito della procura speciale, ha formalizzato la costituzione di parte civile dell'Ente nei confronti di tutti gli imputati dipendenti dell'Ente.
In detta udienza, il giudice rilevava un difetto di notifica relativamente alla posizione di un'imputata, la cui posizione veniva stralciata e rinviata al prosieguo dell'udienza stessa, fissata per il 15 giugno 2016.
In tale data, il legale incaricato, impossibilitato a presenziare all'udienza, in quanto contestualmente impegnato in altre udienze, veniva sostituito da un altro legale dell'ente regionale.
Occorre sottolineare come, da un punto di vista tecnico, la costituzione di parte civile nei confronti della suddetta imputata non avrebbe potuto avere alcun effetto pratico in ordine al risarcimento del danno, in quanto, a fronte della già prospettata istanza di patteggiamento accolta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania, a norma delle regole di rito, non avrebbe potuto pronunciarsi sulle richieste civili.
Dei fatti oggetto di causa è già stata fornita segnalazione alla Procura della Corte dei Conti, giudice competente per il danno erariale e d'immagine.
A ciò si aggiunga che, relativamente alle posizioni concluse con l'applicazione della pena su richiesta delle parti, ai sensi dell'articolo 444 del Codice di Procedura Penale, fra cui quella dell'imputata oggetto della presente interrogazione, la Procura della Repubblica ha fornito il consenso al patteggiamento, indipendentemente dalla circostanza che l'imputata avesse risarcito o meno il danno patrimoniale all'Ente.
Quanto agli imputati che non hanno optato per riti alternativi, la costituzione di parte civile verrà coltivata nel corso del dibattimento.
E' comunque ferma volontà da parte dell'Amministrazione regionale procedere al recupero del danno erariale e d'immagine o tramite la Corte dei Conti o attraverso le cause civili su tutti gli eventuali condannati o nei confronti dei patteggianti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.19 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.29)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Accossato, Campo, Cerutti, Ferrari Ferrero, Marrone, Reschigna e Valmaggia.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 189, inerente a "D.lgs. 112/98, L. 183/2011. Atto di indirizzo e criteri per la programmazione e la definizione del piano regionale di revisione e dimensionamento della rete scolastica e per la programmazione dell'offerta formativa delle autonomie scolastiche piemontesi per l'a.s. 2017/18"


PRESIDENTE

Riprendiamo dal punto in cui stamani il Consiglio regionale si era interrotto, ossia dall'esame della proposta di deliberazione n. 189, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il Consiglio regionale si era interrotto per la mancanza del numero legale in occasione della votazione della proposta di deliberazione n. 189.
Dobbiamo ripetere la votazione.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 189, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Cave e torbiere

Esame proposta di legge n. 165, inerente a "Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 165, inerente a "Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Questo provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla III Commissione il 26 ottobre 2016.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rossi, che ha facoltà di intervenire.



(Commenti della Consigliera Porchietto)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Rossi.
Scusi, Consigliera Porchietto, vi sto chiedendo di consentire il proseguimento dei lavori dell'Aula.
Prego, Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Soltanto una curiosità: possiamo sapere dove si trova il Presidente Laus?



PRESIDENTE

Il Presidente Laus sta arrivando.
Consigliera Porchietto, se la disturba la mia presenza lo dica, io faccio prendere il posto...



PORCHIETTO Claudia

No, non mi disturba affatto!



PRESIDENTE

E' un piacere.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Inizia la discussione di un provvedimento importante, di iniziativa consiliare, sul quale si sta lavorando dall'inizio della legislatura.
Tutti sappiamo che le cose importanti e complesse hanno bisogno di tempo e non accadono da sole, perché necessitano del lavoro dell'intelligenza e dell'impegno di tanti. E' proprio da questi "tanti" che vorrei partire ringraziandoli.
Anzitutto, i miei colleghi di Gruppo e di maggioranza che da subito hanno condiviso e sostenuto la necessità di intervenire in un settore quale quello delle attività estrattive. Non a caso, tutti i Presidenti di Gruppo di maggioranza hanno firmato la proposta di legge che oggi discutiamo, e poi anche la quasi totalità dei colleghi che, fin da subito ha sostenuto la proposta di legge.
Non era scontata la condivisione iniziale, come non era scontato nemmeno l'impegno che è seguito, necessario a tutto il lavoro della stesura della legge, che ha portato fino alla discussione di oggi.
E' stato sicuramente - lo posso dire fin d'ora, ma si capirà ancora di più da quanto dirò dopo - un grande lavoro collettivo che ha visto il coinvolgimento di diverse persone, ognuno per il proprio ruolo.
Molte persone che non appartengono al Consiglio hanno collaborato accettando di partecipare a un percorso di ascolto e di confronto anche con i territori e con i diversi stakeholder, al di là delle audizioni istituzionali in Commissione.
Vorrei poi ringraziare sicuramente il personale del Consiglio, in particolare della III Commissione, che ha accettato di confrontarsi con un tema ostico, difficile, ad alto livello di tecnicismo, ma non si sono tirati indietro e ci hanno dato una grande mano.
Vorrei anche ringraziare il personale dei diversi Assessorati coinvolti, sicuramente l'Assessorato alle Attività estrattive l'Assessorato all'Ambiente e quello all'Agricoltura. In particolare ringrazio l'Assessora De Santis per la disponibilità. Inoltre, ringrazio il dottor Varetto, il quale avrebbe voluto vedere approvato questo provvedimento prima della sua pensione; anche se siamo qualche mese in ritardo, direi che ce l'abbiamo quasi fatta e lo ringrazio per aver accettato di continuare a collaborare con la Regione accompagnandoci fino a questo momento.
Devo anche un ringraziamento sincero alle forze di minoranza di quest'Aula, in particolare al Movimento 5 Stelle e a Forza Italia che hanno partecipato al gruppo di lavoro della Commissione in maniera costruttiva.
Anche questo non è scontato, quindi lo volevo sottolineare in questa giornata, che per me è davvero importante.
In particolare, devo ringraziare il collega Vignale, perché il gruppo di lavoro si è basato sul confronto tra due proposte di legge, la n. 1 del 2014 e la n. 165 del 2015, e alla fine del percorso di lavoro il collega Vignale ha accettato di ritirare la sua proposta di legge in quanto il risultato raggiunto ha trovato anche la sua condivisione.
In sintesi, c'è stata una capacità di avere degli obiettivi e delle visioni politiche, c'è stato un serio lavoro tecnico e tanto, tanto ascolto dei territori. Ecco perché credo che il testo finale che portiamo in Aula sia davvero un buon testo.
Parliamo di un settore importante e rilevante della nostra Regione, ma non solo della nostra Regione, direi del Paese intero.
In Italia, nel 2013, le cave attive erano circa 5.500, quelle dismesse più di 16.000. In Piemonte, 442 quelle attive e circa 220 quelle dismesse.
Tenete conto che solo di sabbia e ghiaia, sempre in quegli anni, si estraevano circa 80 milioni di metri cubi, mentre circa 30 milioni di pietre ornamentali. In Piemonte, su questo totale, parliamo di circa 13 milioni di metri cubi, nel 2012, mentre l'estrazione è calata in questi anni, perché il settore soffre una crisi e per la prima volta, nel 2015, in Piemonte si è scesi sotto la soglia dei 10.000 metri cubi estratti all'anno. Si tenga presente che quattro Regioni in Italia (Lazio, Piemonte Lombardia, Puglia) forniscono il 63 per cento di tutto il materiale estratto a livello nazionale. Per quanto riguarda il personale, si contano circa 1.239 unità in Piemonte nel 2011, su circa 222 aziende.
Il settore estrattivo rappresenta, in sé, una piccola fetta dell'economia della Regione Piemonte. Se invece prendiamo in considerazione l'intera filiera, quindi non soltanto il settore dell'estrazione ma il settore della lavorazione, il settore della commercializzazione e il settore delle costruzioni edili, allora arriviamo a rappresentare circa il 20 per cento dell'intera economia regionale.
Ultimo dato che voglio dare sul settore riguarda gli oneri di escavazione incassati dalla Regione: nel 2012, quando il dato di metri cubi scavati era di 13 milioni, la Regione ha incassato un milione e 300 euro da oneri di escavazione.
Non abbiamo il tempo per entrare nel merito di tutte le questioni che la norma affronta. Si tratta di una norma complessa, suddivisa in 45 articoli.
Nel tempo a mia disposizione, proverò a elencare le criticità che ci hanno portato ad intervenire su questo settore e poi come la legge prova a superare queste criticità.
La prima criticità in assoluto è certamente riassumibile in una parola: obsolescenza. E' sicuramente un settore normato da leggi vecchie. Fate conto che la legge nazionale che si occupa di miniere ed attività estrattive è un regio decreto del 1927, tuttora in vigore, e che la legge regionale che invece si occupa di cave nella nostra Regione è del 1978. Si tratta di norme vecchie, figlie di una cultura anch'essa obsoleta, in cui le risorse naturali venivano viste come inesauribili e a completa disposizione dell'uomo. Oggi noi sappiamo che non è così - le risorse non sono inesauribili - e che ogni attività produttiva e quindi anche l'attività estrattiva deve porsi la questione del limite che in questo caso, quindi, si traduce in riduzione del consumo di suolo, diminuzione della produzione dei rifiuti, innalzamento dei tassi di utilizzo e riciclo.
Un'altra criticità importante che ci spinge ad intervenire è l'assenza di una pianificazione, che è certamente il vulnus principale nella situazione attuale. In assenza di pianificazione è il mercato da solo a decidere dove, come e quanto si estrae. Crediamo invece che in un settore delicato come questo sia necessaria un'attività di pianificazione della Regione. C'è poi una situazione frammentata all'interno della Regione: in alcune Province c'è pianificazione e in altre no, in alcune c'è un certo rapporto con gli strumenti urbanistici e in altre lo stesso si espleta in una determinata altra maniera. E' necessario che la Regione intervenga e porti unitarietà a questi elementi.
C'è poi un argomento che è emerso in questi anni e che riguarda il tema della legalità e dei controlli. Purtroppo anche il Piemonte, come altre zone dell'Italia, è stato interessato - devo sottolineare soprattutto per quanto riguarda la sabbia e la ghiaia e non per le pietre ornamentali - da alcuni fenomeni di illegalità, in particolare per ciò che attiene al ciclo dei rifiuti e al movimento terra che, come ci ha raccontato la magistratura, in alcune occasioni ha visto purtroppo la trasformazione delle cave in discariche abusive, portando a inquinamento dei terreni con potenziali danni per il territorio, la filiera agroalimentare e la salute dei cittadini.
Tengo a sottolineare, Presidente, che la prima vittima di questi fenomeni, quando accadono, per quanto si tratti di casi circoscritti, è il settore stesso: è la stessa economia che è vittima di una competizione scorretta. Quando l'illegalità si infiltra in un settore non è che tutto il settore è illegale: gli onesti di quel settore sono i primi a pagarne le conseguenze. Ecco perché, in questo percorso di ascolto di questi anni e di questi mesi in particolare - ma ormai è più di due anni che ci occupiamo di questo tema - moltissimi imprenditori ci hanno anche richiesto ringraziandoci, di intervenire in questa direzione.
Sempre sul piano della vigilanza, un'altra situazione che era assolutamente insostenibile per la nostra Regione era quella legata al piano sanzionatorio relativo agli scavi abusivi o a quelli in difformità.
Fino al 2015, e in particolare fino al marzo del 2015, quando abbiamo votato la legge di semplificazione, le multe per gli scavi - al di là della quantità estratta - erano pari a circa 1.000 euro e questo non era più sostenibile. Per fortuna nel 2015 siamo intervenuti e la proposta di legge che discutiamo oggi è in linea con i contenuti della legge di semplificazione.
L'ultima difficoltà ce l'hanno riportata i Sindaci, perché fino alla legge 23/2015 l'autorizzazione e il controllo dell'attività estrattiva erano in capo ai Comuni. Molto spesso, però, i Comuni sono piccole Amministrazioni che hanno poco personale e non hanno strumentazione, quindi molti Sindaci, nel nostro percorso di ascolto sul territorio, ci hanno riportato difficoltà ad espletare la funzione di controllo. Non a caso la Regione ha deciso, con la legge 23/2015, di spostare la funzione di autorizzazione alle Province e noi ci auguriamo che questo possa portare ad un miglioramento, anche se tutti sappiamo che anche le Province sono in un momento di difficoltà e che questa è una questione su cui sicuramente anche la Regione dovrà intervenire.
Tutti questi aspetti, quindi, ci hanno portato ad ipotizzare la necessita di un forte cambiamento; cambiamento - devo dire - che era già avvertito da diversi anni: sia la Giunta Bresso sia la Giunta Cota avevano lavorato, pur con contenuti diversi, nell'ottica di una revisione della normativa. Oggi riusciamo noi a portare a termine questo percorso prendendo atto - lo dico così - di un dovere che abbiamo come amministratori e come legislatori: quello di immaginare un futuro dove attività produttive in generale - e quindi anche quelle estrattive - siano coerenti con una cultura e un paradigma adatti alle conoscenze attuali e alle consapevolezze nuove che ci impongono un rapporto completamente rinnovato tra uomo e ambiente. E' un obbligo che abbiamo noi e credo sia un obbligo che hanno anche gli imprenditori in tutti i settori. Non a caso oggi, alla manifestazione Ecomondo, si sta presentando il Piano nazionale per la bio-economia, che nasce proprio dalle considerazioni che qui sto portando.
Devo dire, insomma, che non siamo soli, quindi, nell'avvertire questa necessità di cambiamento. In poche parole, avevamo bisogno di un testo di legge che portasse il Piemonte nel XXI secolo per quanto riguarda le attività estrattive, che invece erano rimaste ancorate ad un modello troppo vecchio. Rubando una battuta al collega Ottria, che è uno dei Consiglieri che ha partecipato da sempre e da subito al gruppo di lavoro, ricordo che nel 1978, anno in cui è nata la legge n. 69, veniva prodotta la Ritmo; ma noi oggi non andiamo in giro con la Ritmo: abbiamo cambiato automobili abbiamo l'euro 6 e le auto elettriche. Da questo punto di vista, quindi credo che dobbiamo chiederci in ogni settore di abbandonare le Ritmo e prendere delle auto più moderne.
Entrando nel merito della proposta, provo ad enucleare i punti principali che a mio avviso la caratterizzano. Il punto cruciale è che la finalità più importante della legge è l'equilibrio tra attività produttive e ambiente. Come si raggiunge questo equilibrio? Prima di tutto enunciandolo in maniera chiara: la ratio del legislatore, cioè, non lascia dubbi e noi sappiamo quanto sia importante la ratio del legislatore soprattutto nei momenti in cui nascono delle diatribe, quando si finisce davanti al giudice. Allora, qui l'intenzione del legislatore è chiara: l'attività estrattiva si occupa di una risorsa finita qual è il suolo e quindi dev'essere orientata a un equilibrio con l'ambiente. Come si raggiunge questo equilibrio? Prima di tutto aumentando il riciclo degli inerti (su questo dirò qualcosa verso la fine del mio intervento). Non basta una legge sulle attività estrattive per aumentare il riciclo: serve un intervento sulle opere pubbliche, ma questo lo dirò dopo.
Noi cosa abbiamo inserito in norma? Prima di tutto abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di fare un atto specifico - che però dovrà compiere nel contesto della gestione dei rifiuti - come hanno fatto altri Enti, quali la Regione Veneto o la Provincia autonoma di Bolzano, che si occupi di questo tema in particolare. Abbiamo poi deciso di applicare uno sconto sulla tariffa a chi, mentre investe in un'attività estrattiva, ha in funzione un impianto di riciclo degli inerti; come a dire che premiamo quell'imprenditoria che tenta di emanciparsi dal mero scavare, ma prova ad investire anche nelle nuove tecnologie. E abbiamo anche aumentato le autorizzazioni per chi ricicla gli inerti: rispetto alla durata massima di quindici anni, abbiamo detto che chi ricicla gli inerti può avere autorizzazioni per due anni in più. Inoltre, anche all'interno delle cave per le opere pubbliche, abbiamo inserito la priorità di mettere nel piano di recupero dei materiali il riciclo e l'utilizzo di materiali già presenti nelle cave ordinarie, per evitare appunto il consumo di suolo, che è l'altro punto con cui si raggiunge questo equilibrio.
Elemento centrale, come dicevo già prima, è quello della pianificazione, che dev'essere unica a livello regionale e in assenza della quale c'è una situazione di assoluta deregulation. La pianificazione è necessaria per portare l'equilibrio tra le esigenze del mercato e la tutela ambientale e devo dire che la norma prevede una costruzione di un Piano regionale dell'attività estrattiva con diversi livelli di collaborazione istituzionale e non solo, dove quindi tutti gli altri Enti locali, le associazioni di categoria, ambientaliste e del mondo agricolo potranno partecipare.
Ci sono poi la tutela delle risorse idriche sotterranee, che è molto sottolineata all'interno della legge, e una disciplina dei ripristini ambientali, che prevede la tracciabilità dei materiali qualora, all'interno del ripristino ambientale, si preveda il riempimento con inerti. E' inserito in maniera chiara in legge che, qualora - perché non è necessario e non è sempre così - qualcosa arrivasse dall'esterno, questo dev'essere tracciato; e comunque nel testo è detto in maniera chiara che prevalentemente si usano le risorse delle stesse attività estrattive. Qui dovrei entrare troppo nel tecnico, ma in questo momento non ho il tempo.
Altro elemento con cui si cerca questo equilibrio è il recupero e la valorizzazione dei siti degradati e dismessi, ulteriore punto caratterizzante di questa proposta di legge.
Invece, sul tema dei controlli cui accennavo, si è mantenuto il livello sanzionatorio della legge di semplificazione del 2015. Abbiamo aumentato i casi di esclusione quando un imprenditore richiede un'autorizzazione.
Faccio un esempio. In Piemonte succedeva che una persona che magari aveva perso il contenzioso con la Regione e non pagava gli oneri, potesse chiedere tranquillamente una nuova autorizzazione. Abbiamo inserito come clausola di esclusione il fatto che se non si è a posto, ad esempio, con gli oneri, non si possono aprire nuove attività estrattive. Questo a livello di esempio.
Abbiamo anche aumentato i casi di decadenza e faccio un esempio. Visto che negli anni scorsi sono stati finalmente inseriti nel Codice Penale i reati ambientali, un imprenditore, che dovesse essere condannato in via definitiva per reati ambientali, vedrà la decadenza della propria autorizzazione nella gestione della cava.
Abbiamo poi istituito i servizi di vigilanza, assoluta novità nel panorama delle normative regionali sulle attività estrattive, dove per ogni ambito territoriale ottimale, così come immaginato nella legge n. 23, ci sarà un gruppo di persone interne alla Pubblica Amministrazione che avrà il compito di vigilare sull'attività estrattiva, soprattutto sulla corrispondenza tra progetto autorizzato e attività in corso. Un'attività di vigilanza che dovrà essere fatta coordinandosi con tutti gli altri enti preposti al controllo (dalla pulizia minerale all'ASL all'ARPA), ma soprattutto questi servizi di vigilanza dovranno pianificare l'attività di vigilanza.
E', inoltre, una legge che semplifica, perché ci porta ad avere un testo unico: da quattro leggi attualmente in vigore che si occupano di attività estrattive ne avremo una sola. La Conferenza dei Servizi coordinerà tutti i procedimenti, quindi alla fine del percorso non ci saranno più altri atti né precedenti né successivi alla Conferenza dei Servizi, ma sarà tutto contestuale. Questo per le imprese è sicuramente un aspetto di semplificazione.
Oltre a ciò, siamo anche intervenuti nel rapporto tra attività estrattive ed urbanistica, che era un altro elemento di complicazione del sistema, ma che nella legge, a mio avviso, va in una logica di chiarezza e quindi di semplificazione.
Sono convinto che abbiamo ottenuto un ottimo risultato, una buona legge all'avanguardia. Certo, come tutti i percorsi complessi abbiamo dovuto fare delle mediazioni per trovare dei punti di convergenza, ma sono convinto che consegniamo alla Regione una buona legge.
Il percorso però non è terminato. Ora dovremo vigilare e accertarci che quanto previsto dalla legge venga messo in atto, soprattutto per quanto riguarda l'atto sul riciclo degli inerti, il regolamento di cui all'articolo 39, il PRAE, perché senza di esso la legge non sta in piedi l'istituzione dei servizi di vigilanza da parte degli ambiti territoriali e della Regione, il regolamento sui ripristini ambientali.
Sono tutti atti sui quali la legge impegna la Giunta o altri Enti e sarà nostro compito vigilare, come avevamo scritto nella clausola valutativa, affinché tutto questo avvenga. Sul PRAE nella norma finanziaria abbiamo inserito le risorse necessarie, quindi nel 2017-2018 questo documento dovrà vedere la luce.
Il quadro, come accennavo prima, avrebbe bisogno almeno di due questioni per completarsi: in primis, una norma sulle opere pubbliche che vincoli i lavori all'utilizzo di materiale riciclato o anche soltanto, per quanto riguarda le pietre ornamentali, che obblighi a una certa percentuale di utilizzo delle nostre pietre, perché oggi la concorrenza della Cina è molto forte, anche con pietre ornamentali che arrivano da altre parti del mondo. In seconda battuta, vi è la questione relativa ai rifiuti.
Infatti, uno dei temi su cui ci siamo confrontati molto in questo percorso è su che cosa può finire in una cava, escludendo la questione degli illeciti, per i ripristini. Questa è una norma su cui non interviene la Regione, lo voglio dire chiaramente in questa relazione, perché è una norma nazionale su cui deve intervenire il Governo.
Il percorso non è terminato, perché sappiamo tutti che per ogni tipo di problema la legge non è la soluzione al problema. La legge ci può aiutare a facilitare certi percorsi o a renderli più complicati; noi ci auguriamo che questa legge li faciliti, ma per risolvere i problemi serve una cultura di fondo e anche dei comportamenti corretti da parte di chi deve prendere le decisioni al momento giusto.
Come diceva Bobbio, in democrazia servono buone leggi e buoni costumi.
Credo che oggi presentiamo una buona legge, ma non smettiamo di promuovere nei nostri territori i buoni costumi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti, relatore di minoranza.



MIGHETTI Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Sicuramente oggi siamo alle battute finali di un lungo percorso, anche faticoso ed impegnativo dal punto di vista dell'impegno profuso sia dalla maggioranza sia dall'opposizione; un impegno comunque improntato al miglioramento di un testo sicuramente perfettibile rispetto alla sua prima stesura.
Chiaramente questo è un prodotto finale, che non rappresenta un testo perfetto. Non potremmo neanche saperlo se questo è un testo perfetto.
Solamente con la sua applicazione potremo sapere se vi sono dei difetti nella sua costruzione. Tuttavia, data la composizione del Consiglio e data l'attività svolta, pensiamo che questo potesse essere il miglior risultato ottenibile considerate le forze in campo.
Rimangono sicuramente dei dubbi su questo testo da parte del Movimento 5 Stelle; alcune parti del testo rimangono per noi degli elementi di forte dubbio. Tra questi ricordiamo, ad esempio, tutta la parte relativa alla trasposizione della legge n. 30/99, la legge sulle cave di prestito delle opere pubbliche. Sappiamo bene che cosa siano queste cave per il territorio della Regione Piemonte. Lo so ancora meglio io che vivo in un territorio in cui si sta portando avanti la costruzione del Terzo Valico. Così come sappiamo quali siano le problematiche e quale sia il ruolo minimale che la Regione può mettere in campo di fronte ad una grande opera e alle intenzioni dello Stato quando vuole mettere in campo una grande opera. In questo ambito il Movimento 5 Stelle non se l'è sentita di andare a sposare le tesi delle altre forze politiche rispetto a queste prescrizioni normative, che sostanzialmente riprendono la vecchia normativa del 1999.
Vi sono anche altre questioni che per noi rimangono di dubbia risoluzione e di dubbia interpretazione. Ci rammarichiamo in un certo senso rispetto a quanto previsto dall'articolo 1 rispetto ad una casistica molto particolare che investe il territorio del sud del Piemonte. Abbiamo provato più volte nel gruppo di lavoro a mettere mano alla questione della Pietra di Langa, questione che, alla fine, non ha trovato una soluzione piena e perfettamente condivisa. Era una situazione che, per il nostro Gruppo doveva essere trattata a sé, in quanto l'attività di manipolazione di questa particolare pietra differisce da tutte le altre attività che vengono svolte per l'estrazione di materiale ad uso di pietra ornamentale e costruzione.
E' un'attività molto arcaica, che troviamo addirittura in testi dell'antica Roma, nei quali erano descritte le attività degli antichi Liguri che popolavano le zone del sud del Piemonte. Già allora si estraeva questo tipo di pietra, ma, secondo noi, non si tratta di un'attività estrattiva vera e propria. Questo tipo di pietra viene recuperata attraverso bonifiche agrarie che, da una parte, danno origine ad un lavoro di tipo agricolo e dall'altra all'estrazione di un materiale a scopo edilizio.
Nel testo di legge verrà assimilata un'attività di cava normale e pensiamo che questa attività di cava normale non troverà poi una vera applicazione sul territorio coinvolto da questo tipo di lavorazioni.
Quindi, pensiamo che sia un'indicazione legislativa abbastanza inutile per regolamentare questo settore.
Un'altra questione su cui noi abbiamo avuto dei dubbi, corretti, in parte, inserendo un emendamento a completamento dell'articolo 29, riguarda la Conferenza dei Servizi. La nostra teoria è che la Conferenza dei Servizi sia già comunque regolata da testi di legge nazionale e che non vada regolamentata da una legge regionale, che lascerebbe un po' il tempo che trova (anzi, si potrebbe incorrere in una parziale impugnazione del testo di legge). Si è voluto operare in tal senso e a noi sembrava che la composizione della Conferenza dei Servizi mancasse di alcuni elementi elementi che siamo andati ad inserire nel testo di legge.
Un 'altra questione che ci lascia talvolta perplessi riguarda la situazione transitoria, che dev'essere limitata il più possibile, da qui alla redazione del PRAE, che rappresenterà la vera e propria esplicazione del testo di legge. Chiaramente, in questa fase si potrebbero riscontrare delle problematiche che nell'elaborazione del testo di legge potrebbe essere sfuggite, tant'è che ancora pochi minuti fa, leggendo il supporto d'Aula, ho appurato che è stato presentato un emendamento all'articolo 43 a comprova che alcuni aspetti possono sfuggire rispetto alla situazione transitoria, che, effettivamente, ci porta davanti uno scenario che non è del tutto comprensibile.
Ultime considerazioni: come dicevo prima, col testo di legge si fa una buona parte del lavoro necessario, ma non si porta a compimento questo processo. Il processo si concluderà con la realizzazione della programmazione e con il regolamento. Queste due attività, che necessitano anche di un intervento economico della Regione a supporto dell'elaborazione della programmazione, dovranno essere il più celeri possibile, per portare a regime tutto quello che è stato pensato sia a livello di elaborazione del testo originario della legge, sia a livello del Tavolo di lavoro.
Programmazione e regolamento dovranno essere ben congegnati per non incorrere, appunto, in errori e in situazioni magari spiacevoli dal punto di vista ambientale o della corretta gestione delle attività di cava.
Per questo motivo, anche in questa successiva attività, il Movimento 5 Stelle cercherà di tenere alta l'attenzione e di dare il proprio contributo come ha fatto nel Tavolo di lavoro.
Il Tavolo di lavoro, effettivamente, ha fatto del suo meglio per concepire un testo il più possibile vicino a quelle che sono le osservazioni pervenute sia dalla parte esterna, sia da parte dei componenti del Consiglio regionale. In questo senso, pensiamo che si possa comunque ottenere non dico la perfezione, ma un qualcosa che sia il più possibile aderente alle esigenze della tutela dell'ambiente, della tutela delle prerogative economiche del settore e della tutela del paesaggio e delle risorse idriche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, secondo relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Io credo che innanzitutto vada riconosciuto l'importante lavoro che il gruppo di lavoro prima, e la Commissione dopo, hanno svolto. Lo dico perch è già stato ricordato da alcuni colleghi - dovrebbe essere una modalità che questo Consiglio regionale usa più spesso.
Non è casuale che questa proposta di legge sia il frutto di due iniziative di proposte del Consiglio regionale: la n. 1 presentata dal Gruppo di Forza Italia nel luglio 2014 e la n. 165 presentata dalla maggioranza successivamente. Perché c'è stata l'intelligenza di confrontare posizioni che erano differenti fra loro. La proposta di legge n. 165 - che è quella che oggi arriva in Aula, perché, com'è stato correttamente ricordato, la proposta di legge n. 1 alla fine è stata ritirata - a nostro avviso aveva al proprio interno alcuni aspetti che, in realtà, al fine di tutelare l'ambiente, rischiavano di punire fortemente il mondo dell'impresa piemontese.
Giustamente, è stato ricordato che il mondo delle attività estrattive non riguarda solo, direttamente o indirettamente, un numero consistente di lavoratori di imprese della nostra Regione. Ma è un mondo che, in particolare in alcune aree della nostra Regione, ha un numero significativo di soggetti che operano, e in alcuni bacini e in alcune valli della nostra Regione è uno dei principali motori di sviluppo della Regione stessa.
Allora, certamente, alcuni aspetti che la proposta di legge n. 165 aveva, oggi non compaiono più all'interno di questa norma. Perché si è fatto un lavoro di buonsenso, per cui si sono contemperate esigenze legittime che provenivano da parti differenti dei banchi del Consiglio regionale, e anche filosofie differenti che stavano all'interno delle norme.
Chiaramente, la proposta di legge n. 165 aveva un aspetto più finalizzato alla tutela dell'ambiente e alla...
Devo misurare le parole, perché è una legge d'intesa, contrariamente a una sorta di pregiudizio esistente.



PRESIDENTE

L'importante è non usare la parola "inciucio", collega Vignale.
Tutto il resto va bene.



VIGNALE Gian Luca, relatore

No, non lo è. Infatti, è per questo che non la uso: perché non lo è.
Io sottolineo il fatto che è stato un lavoro di grande buonsenso, e c'è una differenza profonda: tra la mediazione di alto livello e l'inciucio ci sono molti piani, e credo che noi abbiamo fatto una mediazione di alto livello.
Dicevo, legittimamente, anche per la provenienza differente che hanno i presentatori. Vi erano proposte o considerazioni che sono state fatte anche nei primi incontri del gruppo di lavoro che avevano come finalità principale la tutela ambientale, la salvaguardia delle falde acquifere, la compatibilità dell'ambiente con il sistema produttivo; e vi erano altre posizioni che tendevano a raggiungere sempre a questi punti, partendo per da un presupposto che c'è un mondo importante che non riguarda soltanto le imprese - riguarda principalmente l'impresa - ma molti posti di lavoro e molte economie, che andavano tutelate.
E allora alcune modifiche sono state importanti: mi riferisco, ad esempio, alla riduzione della doppia fideiussione; al fatto di individuare principi di decadenza corretti, ma che non fossero troppo punitivi; al fatto di individuare un solo servizio di vigilanza, non ispettivo (mentre all'inizio il testo di legge ne prevedeva due); il fatto di fare in modo che gli oneri non venissero aumentati e soprattutto fossero facilmente computabili, e non difficilmente computabili, eliminare le doppie fideiussioni, tutta una serie di aspetti che hanno, ovviamente secondo la nostra lettura, migliorato il testo di legge.
Al di là di questi che sono aspetti di differenti posizioni, abbiamo invece gli articoli di condivisione complessiva che sono quelli che vanno messi maggiormente in risalto. Rimane soltanto, e il Consigliere Rossi lo sa, un aspetto che noi crediamo non c'entri nulla all'interno della relazione, perché è una relazione condivisa, che è il tema legato al fatto che il settore estrattivo sia stato interessato da fenomeni di illegalità ed è stato oggetto di infiltrazione da parte di organizzazioni mafiose. Non che questo non sia vero, nel senso che ci sono stati limitatissimi casi, in particolare modo nella provincia di Novara, in cui questo è avvenuto. Ma se questo fosse il principio con cui noi ci muoviamo nello scrivere le leggi ancorché poi magari uno abbia iniziato ad occuparsi di un tema vedendolo da una faccia piuttosto che da un'altra, noi dovremmo dire che ogniqualvolta scriviamo una norma relativa all'edilizia, relativa al commercio, al gioco e alle tante realtà in cui oggi, purtroppo, la criminalità organizzata cerca di infiltrarsi, dovremmo sempre porre questa attenzione legata a questo timore.
Al di là degli aspetti che ci hanno legittimamente distinto, l'aspetto positivo è che abbiamo trovato una condivisione su tutta una serie di punti. Ovviamente non ricorderò i 45 articoli, anche perché molti sono stati correttamente illustrati dai relatori che mi hanno preceduto, ma quelli che riteniamo siano i punti essenziali della norma.
Il primo è quello della pianificazione. Noi avevamo una legge che era certamente vetusta, una legge del 1978, che aveva visto molte rivisitazioni, unitamente ad altre tre che nel corso del tempo si sono unite nel settore delle attività estrattive che, va riconosciuto, è stata un'ottima legge che ha avuto un unico limite, cioè quello che all'articolo 2 prevedeva la pianificazione, ma senza dare all'attività di pianificazione dei tempi e una scansione determinata. Perché è importante la pianificazione? Perché è l'unico strumento che consente di contemperare la salvaguardia ambientale con la tutela imprenditoriale.
La pianificazione è quello strumento semplice che dice che se oggi abbiamo concesso volumi di attività di prodotto da estrarre che garantiscono, al mercato, di utilizzare quei volumi, non dobbiamo autorizzare nuove attività estrattive perché sono sostanzialmente non utili perché il prodotto è già a disposizione. Ovviamente, questo senza arrivare a limiti di monopolio o limiti di lesione del mercato. Ma questo servirà all'attività di pianificazione che, condividendo con quello che dicevano alcuni colleghi, è fondamentale, e lo vedremo anche dagli atti che voteremo nel bilancio, che non sia soltanto un'indicazione puntuale che diamo all'interno della legge. Non casualmente la clausola valutativa prevede che, da qui ad un anno, la Giunta regionale dovrà venire in Commissione consiliare ad illustrare a che punto siamo con la pianificazione.
Ma, ovviamente, dovrà avere le risorse perché, per fare un grande e importante documento di pianificazione che contenga al suo interno i tre differenti comparti del settore estrattivo, ci vanno le risorse per poter fare un piano serio e funzionale alla nostra regione.
Un altro aspetto certamente importante è quello dell'attività di semplificazione. Lo ricordavano già i colleghi ma aver fatto sì, in parte prendendo quello che veniva già dalla legge di semplificazione e portarlo in norma, aver introdotto il sub ingresso, la proroga, aver importato a 15 anni il periodo di autorizzazione per tutte le attività estrattive, non soltanto per quelle di pietra ornamentale, ha fatto sì che questa norma faccia produrre meno burocrazia per le imprese e per le amministrazioni pubbliche. E' un aspetto certamente positivo. Non possiamo limitare il costo del lavoro né possiamo limitare la tassazione alle imprese, possiamo certamente far risparmiare le imprese limitando loro i costi che la burocrazia pubblica ha.
Abbiamo introdotto, prima Regione in Italia, un aspetto che è certamente significativo, che è quello della valorizzazione culturale e della fruizione turistica delle aree estrattive dismesse. All'interno della nostra regione vi sono dei veri e propri parchi naturali, delle vere e proprie aree di meraviglia da un punto di vista faunistico, avifaunistico botanico e quant'altro, che sono i siti estrattivi dismessi e riconsegnati alle amministrazioni pubbliche. Con un limite: questi siti non sono oggi fruibili dalla cittadinanza. Potrei fare degli esempi, come altri colleghi che li hanno visitati, per esempio sull'asta del Po, ma non solo, abbiamo dal Cuneese fino ad arrivare al Vercellese, vicino anche a grandi centri Moncalieri, La Loggia, Casale - delle vere e proprie oasi, come chiameremmo se fossero all'interno della legge n. 19, che dovrebbero essere fruibili per i piemontesi, ma non lo sono.
La Regione ha anche fatto, negli anni passati, un interessante lavoro per capire se c'erano dei soggetti interessati a dare un impulso e rendere fruibile, da un punto di vista del tempo libero della ricettività turistica, queste realtà, devo dire con un grandissimo risultato. Oggi in norma finanziaria c'è un appostamento certamente insufficiente, che è di 20 mila euro, ma che ha il significato che unitamente al PRAE e al Piano regionale per la pianificazione, unitamente alla banca dati, unitamente ai nuclei di vigilanza, va finanziata anche una delle attività che può fare della nostra Regione una delle Regioni che, prima di ogni altre riconsegnano ai piemontesi quello che è stato un terreno che è servito prima per estrarre materiale e produrre posti di lavoro e oggi per essere fruito dai cittadini piemontesi e non solo.
Queste sono le parti più significative che sono all'interno della norma. Ovviamente ve ne sono molte altre, vi sono alcuni passaggi importantissimi, come le disposizioni attuative che sarà il primo regolamento di attuazione della legge.
Io credo che con lo stesso spirito, che è stato un spirito di buon senso, abbiamo avuto la pazienza e la voglia di ascoltare le esigenze altrui e, qualche volta, abbiamo trovato una posizione mediana che non rispecchia la posizione dei primi firmatari o di altri colleghi che volevano che un articolo fosse diverso, ma credo proprio che dalla volontà di trovare una legge che fosse una mediazione non soltanto normativa, ma culturale rispetto a quello che è la concezione di un settore primario per lo sviluppo e la valorizzazione dei nostri territori, si sia arrivati ad una buona legge. Dopodiché, avremo sempre verosimilmente visioni differenti rispetto al mondo o rispetto alle tutele piuttosto che alle possibilità di sviluppo. Il grande lavoro - concludo - è davvero essere riusciti a contemperare tutto ciò all'interno di una norma.
Anch'io volevo fare alcuni ringraziamenti. Credo che, innanzitutto vadano ringraziati i Presidenti delle Commissioni, in particolare il Presidente della Commissione Gallo, perché è stato un soggetto che, in qualche modo, ha svolto una funzione di garanzia, come dovrebbe sempre fare un Presidente; è stato un soggetto super partes, che ha cercato di rappresentare quelle che erano le esigenze. Certamente, ringrazio gli Uffici, perché hanno avuto tanta pazienza, nel senso che nel gruppo di lavoro scrivevano le parti della norma su cui noi davamo gli spunti.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



VIGNALE Gian Luca

Ho concluso.
Credo davvero che, per ciò che riguarda il Consiglio regionale, questo sia uno dei migliori lavori che il Consiglio regionale ha fatto in questa legislatura.
Noi ci auguriamo possano esserci altri momenti come questo, in cui anche partendo da posizioni differenti, si possa addivenire ad un testo che noi riteniamo fortemente utile per il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo su un tema con una doppia valenza, di tipo urbanistico e di tipo ambientale, perché, evidentemente, la programmazione incide sia sotto il profilo urbanistico della Regione Piemonte che sotto il profilo ambientale.
Ringrazio anch'io per il lavoro svolto nell'ambito del gruppo di lavoro.
Per quanto ci riguarda, come Gruppo, l'ha seguito direttamente il Consigliere Vignale, ma io, per quanto di competenza, specialmente sotto il profilo ambientale, avevo seguito da vicino tutto l'iter che ha portato alla definizione di questa legge, che ci sembra molto più equilibrata rispetto alla proposta iniziale, la quale ci preoccupava non tanto sotto il profilo dei principi, come anticipato dal Consigliere Vignale. Erano principi sacrosanti, ma se i principi di legalità non vengono affrontati nella giusta misura e nell'ambito delle competenze specifiche di chi ha un compito di questo genere, evidentemente, il legislatore non può fare delle leggi che garantiscono esclusivamente la legalità a discapito, poi dell'impresa.
Con questa parte iniziale ci sembrava fosse nata la legge in materia di cave e di escavazioni in generale, dove, come abbiamo detto più volte in Aula, ci deve essere un momento di confronto, che immagino non termini qui ma proseguirà in futuro. Ricordo che questa è la legge sulle cave, ma, poi c'è la legge sul riempimento delle cave, che riguarda una parte di ambiente che oggi, invece, non trattiamo. Quindi, dovremo discutere anche di quello che è la parte più preoccupante.
Probabilmente tutti coloro che siedono qui, più o meno, conoscono gli operatori che attuano norme sotto il profilo dell'escavazione, sia che si parli delle cave cosiddette di pietra ornamentale (quindi, localizzate in montagna), piuttosto che delle cave site in pianura, le cosiddette cave da terreno alluvionale. Il grande problema non riguarda tanto l'escavazione più o meno sono tutte imprese note, conosciute e riconosciute - ma la zona grigia, come la chiamo io - che a volte può essere bianca, quando è lecita e nera quando è illecita - cioè il settore del riempimento, che è la parte più difficile.
Esiste una critica, se vogliamo vederla sotto un profilo di prospettiva, rispetto alle cave. Qui si prevede un PRAE; sappiate che la Provincia di Novara, che ho avuto l'onore di presiedere, è stata l'unica Provincia in Piemonte ad aver approvato il Piano delle Attività Estrattive Provinciale (PAEP), però, da questo punto di vista, oggi, qui introduciamo un nuovo concetto, quello del Piano Regionale delle Attività Estrattive evidentemente, finché non sarà approvato, rimane in vigore lo strumento urbanistico della Provincia - che sarà lo strumento sovraordinato al quale tutta la regione, dal punto di vista urbanistico, dovrà adattarsi nel momento in cui diventerà operativo.
I volumi non sono facili da fissare, perché immagino seguiranno un andamento economico del settore essenzialmente edilizio, il quale utilizza più che altro i materiali inerti, sia in sede ornamentale che in sede di produzione di inerti veri e propri. Evidentemente, è difficile definire i volumi perché, a seconda della crisi, della situazione economica del Paese e della dimensione delle opere previste, è l'elemento che incide più o meno sono sotto il profilo dell'attività estrattiva. E' chiaro che io provengo da una zona collocata tra due fiumi importanti, il Sesia e il Ticino immaginate, è quasi tutta, specialmente nella parte bassa, un'area alluvionale.
Qual è l'elemento di critica che ho introdotto poc'anzi? Il PRAE fissa dei volumi, fisserà sicuramente delle attività estrattive e, comunque, il territorio groviera - come lo chiamo io - ci sarà sempre, è previsto anche nel PRAE. Bene o male, confinato o non confinato, con possibilità di attenzione - come il collega Rossi ci ha spiegato - ma ci sarà comunque l'attività di escavazione.
Non riesco a comprendere come mai - più volte ce lo siamo già detti all'interno di questa Assemblea - pur conoscendo le limitazioni a livello nazionale - vivaddio, avevamo un Presidente della Conferenza delle Regioni e siamo una delle Regioni principali rispetto a questo tipo di economia non si avvii comunque, a latere di una legge di questo genere, una procedura di discussione a livello nazionale - e, perché no, a livello locale, in sede sperimentale - relativamente alla pulizia dei fiumi.
Nell'ambito del PRAE (quindi, nell'ambito della regolamentazione urbanistica dell'intera regione), questo potrebbe essere lo strumento importante con il quale in questa materia, innanzitutto, si consegue secondo correttezza amministrativa, quello che tutti riconosciamo - lo abbiamo detto più volte - come elemento fondamentale nell'ambito della regione Piemonte, cioè la pulizia dei fiumi, in assenza della quale c'è il problema delle esondazioni. In secondo luogo, si eviterebbe l'escavazione tout court del territorio fino a che non si è consumata questa tipologia di ghiaia (di inerte), che, oltretutto, è molto più efficace e tecnicamente superiore a quella che deriva dalle escavazioni.
Questo è un elemento su cui invio un messaggio di collaborazione alle forze politiche che siedono in questo consesso, specialmente nell'ambito della III Commissione - e, perché no, anche della V - affinché si definisca, nell'ambito dell'applicazione urbanistica a livello regionale nel momento in cui andremo a definire questo PRAE, anche questo filone, che comunque dovremo considerare.
Vedremo cosa deriverà dall'applicazione della semplificazione urbanistica. Sapete quanto io ci tenga a questo, anche sull'applicazione delle VAS e della VIA, che, giustamente, recentemente mi avete bocciato come legge, ma in questo caso entrerà anche qui in modo preponderante perché quando si realizzano queste pianificazioni dovremo passare nella VAS e nella VIA agli elementi che tutti voi conoscete.
Sapete che uno dei motivi sottostanti alle problematiche di tipo sociale, soprattutto il dramma della cattiva amministrazione, consistono proprio nella burocrazia, cioè più burocrazia c'è e più eventi di tipo malavitoso troveremo, perché nell'ambito della burocrazia non è la somma dei controlli che giustifica, poi, l'applicazione corretta o meno di una legge: è la semplificazione dei controlli e l'effettuazione degli stessi perché quando abbiamo un'esondazione o un'attività di iper controllo all'interno delle Pubbliche Amministrazioni, si entra in un coacervo di iniziative che devono essere portate avanti dalle Pubbliche Amministrazioni. Vedremo quale sarà, poi, l'applicazione nell'ambito dei cosiddetti enti di area vasta (le ex Province) e, in quel caso, occorrerà definire la competenza che le stesse dovranno avere nell'attività di controllo e nell'attività di polizia mineraria che la legge prevede.
Pertanto, vedremo anche l'organizzazione in quel senso, oppure cercheremo di capire se non era il caso che la Regione si occupasse di tutta l'organizzazione, con degli uffici decentrati, ma con un unico ente che sovrintendesse l'attività di polizia mineraria, che era organizzata come in passato, ma che - in realtà - funzionava maggiormente rispetto ad una delega alle Province.
Oggi, infatti, con il fuggi-fuggi delle professionalità interne alle Province, molto spesso non si trovano nemmeno le professionalità idonee a fare i controlli e portare avanti iniziative di questo genere.
Questi sono gli aspetti ai quali noi, al di là dell'approvazione di questa legge, che è stata fortemente emendata, dovremo stare attenti, per verificare come la Regione, in quanto Giunta regionale, intenderà applicare correttamente il provvedimento e sicuramente in modo positivo per le nostre imprese e per il nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Non voglio enfatizzare troppo questa proposta di legge. Credo, per che questo sia uno dei provvedimenti più significativi che il Consiglio, in questi due anni e mezzo di legislatura, si accinge ad approvare, perché ha una ricaduta importantissima su un settore che - come è già stato detto - è tra i settori produttivi più importanti della nostra regione.
Il collega Rossi ha affermato che una legge, da sola, non è sufficiente a migliorare la situazione. Questo è vero, però il fatto che questo provvedimento arrivi ben 38 anni dopo l'approvazione della legge precedente la dice lunga su quanto questa materia sia complessa e su quali siano le problematiche ad essa connesse.
Devo dire che, dal 1978 ad oggi - e sono contento che il collega Rossi mi abbia rubato la battuta sulla Ritmo - il mondo è cambiato notevolmente ed è cambiata molto anche la sensibilità. Sono cambiati gli aspetti produttivi legati al mondo estrattivo. E' cambiata la sensibilità soprattutto rispetto alla tutela dell'ambiente.
Ebbene, non vi nascondo che quando il collega Rossi, cui vanno i miei primi complimenti, ha presentato questo provvedimento, ero interessato per motivi strettamente legati al tema ambientale ed anche un po' a quelli della legalità, cui abbiamo accennato precedentemente. perché anch'io provengo da una zona dove l'uso delle cave è stato spesso legato a fatti non propriamente nobili.
Dopodiché, ho partecipato con piacere, in questi mesi, al gruppo di lavoro che si è occupato di questo tema, e devo dire che è stato veramente un lavoro proficuo.
Questa non è sicuramente la migliore legge possibile, però è un notevole passo in avanti. E, come è già stato detto, è notevole il fatto che mette insieme delle proposte che erano oggettivamente diverse: quella del collega Vignale e quella del collega Rossi, che partivano da due sensibilità differenti.
Ricordo che, nei primi incontri, il collega Vignale aveva elaborato un documento che conteneva i punti condivisi, che erano in minoranza rispetto a quelli non condivisibili o che sembravano degli ostacoli insormontabili.
Un lavoro simile è stato fatto dal Gruppo del Movimento 5 Stelle.
Ebbene, l'essere arrivati, in questi mesi, ad un documento comune è una ricchezza: non si è prodotto il lavoro perfetto, ma è sicuramente un prodotto che tiene insieme (almeno per quanto riguarda il mio pensiero) gli aspetti legati all'ambiente, alla pianificazione e all'uso corretto delle risorse ambientali e minerarie, che non sono infinite.
Nel 1978 (non è solo una questione di sensibilità) c'è stato il boom economico: c'era un utilizzo anche indiscriminato, a volte sprecando i materiali. Oggi, questo non è più possibile, non per i comportamenti illeciti, che sono spesso anche fisiologici, non solo in quel settore, ma perché sono cambiate le dinamiche. Non possiamo più permetterci di sprecare le risorse ambientali, che - viceversa - possono diventare anche una risorsa di fruizione turistica, come ha già ricordato il collega Vignale.
Pertanto, sono soddisfatto di aver fatto parte di questo gruppo di lavoro, perché è stato anche un arricchimento. Non conoscevo assolutamente la materia, che è veramente molto complessa: basta ricordare che la legge ha 45 articoli e una relazione di 11 pagine, che onestamente ho fatto anche fatica a leggere. Ritengo, però, che se oggi questa legge verrà approvata come io mi auguro - con l'apporto di tutti, noi daremo un ottimo esempio di come si dovrebbe lavorare in una sede legislativa che non è (come ci ricorda sempre il collega) un Consiglio comunale.
Di questo sono onestamente contento e soddisfatto.
Il collega Mighetti ha ricordato un tema che anche a me sta abbastanza a cuore, che purtroppo non ha trovato realizzazione (dico purtroppo, perch non è stato possibile, mi sono reso conto che non era tecnicamente possibile attuarlo): quello delle pietre di langa.
Io ero tra coloro che pensavano di poter definire quest'attività - che esiste - e farla emergere dandole una cornice diversa da quella attuale. I tecnici ci hanno convinti, facendoci vedere che questo non è possibile. E questo è l'unico aspetto che mi lascia un po' perplesso.
In ogni caso, ritengo che anche il prezioso lavoro del dottor Varetto e del dottor Bellezza, che sono presenti e che voglio ringraziare, è stato veramente notevole.
Ringrazio di questo, insieme ai colleghi, tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa legge.
Credo, in definitiva, che questo provvedimento sia uno strumento che era necessario e che sarà utile. Esso supera una vecchia concezione: quella dell'uso infinito - come ha detto bene il collega Rossi - dei materiali. Si tratta di un grande passo avanti, pur con tutti i difetti e gli atti che dovranno essere conseguenti, per fare in modo che questa attività possa essere coniugata alle esigenze di uno sviluppo sostenibile, che è possibile ottenere unendo il rispetto per l'ambiente e il rispetto per le attività produttive.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Parto anch'io con i ringraziamenti, perché oggi andiamo a concludere un percorso lungo e articolato, iniziato fin dai primi mesi della legislatura.
Se pensiamo che la proposta di legge n. 1 è stata quella presentata dal Consigliere Vignale in materia di cave e il percorso che il PD e la maggioranza hanno iniziato sul tema delle cave, iniziato a ottobre-novembre 2014, oggi andiamo a concludere un percorso di ben due anni, trascorsi tra sopralluoghi, ascolti, approfondimenti in Commissione e approfondimenti nei vari gruppi di lavoro.
Credo sia un percorso che ha restituito la centralità anche al ruolo delle Commissioni, come organi del Consiglio regionale che sintetizzano approfondiscono le materie, le discutono e portano però a conclusione un percorso, sintetizzando in un disegno di legge le posizioni dei singoli Gruppi consiliari.
Questa è la seconda proposta di legge che parte dal Consiglio regionale, dopo quello sulle ludopatie, su cui, anche in quel caso, abbiamo fatto un lavoro molto importante in Commissione che ha portato all'approvazione di un testo di legge all'unanimità da parte del Consiglio regionale.
Oggi, consegniamo al Consiglio regionale la revisione di una norma del 1978, quindi di quarant'anni fa, che era stata oggetto di tentativi di revisione sia nell'ambito della Giunta Bresso, sia da parte della Giunta Cota, senza arrivare a compimento.
Per questo testo condiviso, che portiamo in Aula, voglio ringraziare sinceramente i primi firmatari delle due proposte di legge, ma anche i singoli commissari che hanno seguito il gruppo di lavoro e che hanno veramente voluto approfondire, studiare e modificare le norme, con l'obiettivo di arrivare alla conclusione di un processo legislativo e di consegnare al Piemonte una legge nuova, una legge più moderna, una legge equilibrata.
Non entro nel merito degli articoli di legge, perché non conosco così tecnicamente la materia, ma ricordo alcuni numeri che hanno permesso di portare questo testo in Consiglio; come ho detto, abbiamo cominciato il percorso all'inizio della legislatura, ed è all'esame della III Commissione dal gennaio 2016, quindi quasi un anno, con otto gruppi di lavoro, nei quali abbiamo approfondito ogni singolo termine. Abbiamo cercato di approfondire le posizioni diverse che le diverse proposte di legge avevano portato e che giustamente avevano piena dignità, arrivando quindi ad una sintesi. Su questo ribadisco quanto ha detto il Consigliere Vignale: è una sintesi alta, quindi una mediazione alta rispetto ai due testi di legge.
Abbiamo modificato direi sostanzialmente tutti gli articoli di legge con oltre cento emendamenti e con tante e tante ore di studio anche con i tecnici della Giunta che ci hanno accompagnato in tutto questo percorso.
Pertanto, il mio auspicio e il mio augurio come Presidente della Commissione è che si giunga oggi o nella prossima seduta a chiudere l'esame del testo di legge con un'approvazione all'unanimità del Consiglio regionale e di tutti coloro che hanno lavorato nel gruppo di lavoro e in Commissione in queste settimane.
Oggettivamente, alcuni temi abbiamo cercato di affrontarli cercando di approfondirli in tutti gli aspetti tecnici. Mi riferisco in particolare alla questione della pietra di Langa, ma non si è trovata una soluzione su quello specifico tema sollevato dal Movimento 5 Stelle, ma che è all'attenzione di tutto il Consiglio regionale.
Credo che la legge sia equilibrata e credo che, senza entrare nel dettaglio dell'articolato, questo buon equilibrio tra tutela dell'ambiente e riconoscimento del ruolo importante delle imprese che operano in questo settore che per la Regione Piemonte sono importanti, sia ben scritta nell'articolo 2, comma 1 "Finalità della legge", nel quale noi scriviamo e oggi approveremo: "La Regione con la presente legge pianifica le attività estrattive e ne regola l'esercizio nonché valorizza e tutela le risorse minerarie nel rispetto delle disposizioni in materia di tutela ambientale e di paesaggio in coerenza con le strategie di sviluppo sostenibile del territorio di tutela ambientale, paesaggistica e di contenimento del consumo di suolo".
Credo che in una legge di tantissimi articoli, 45, queste siano le frasi che sintetizzano al meglio in che direzione ha lavorato la Commissione e chi ha proposto le diverse proposte di legge.
E' chiaro che tutta questa legge che sarà approvata dal Consiglio regionale entrerà a pieno regime e svolgerà la sua funzione nel momento in cui sarà redatto il Piano regionale delle attività produttive, quindi la pianificazione citata più volte dai colleghi che mi hanno preceduto. Il PRAE è un documento importante, approfondito, che individuerà le zone in cui si potrà cavare le modalità, le tipologie e tutti i requisiti che noi abbiamo inserito come indirizzo nella legge, nell'articolo che definisce il Piano regionale delle attività estrattive, quindi l'articolo 4, ma che dovrà essere portato avanti dai tecnici della Giunta e dagli esperti di settore.
Ovviamente, poiché noi crediamo appieno in questa legge, per darne piena attuazione dobbiamo finanziare questo Piano regionale delle attività estrattive; si trova copertura finanziaria nell'assestamento di bilancio che stiamo discutendo in Commissione e che andremo ad approvare in Consiglio nelle prossime settimane. Quindi, anche da questo punto di vista approveremo una legge, una legge con una copertura finanziaria che riuscirà ad essere declinata nei suoi aspetti tecnici più importanti.
Il percorso che abbiamo avviato un anno fa in Commissione oggi arriva a un suo primo step, ma poi dovrà andare avanti con l'elaborazione di questo Piano regionale delle attività estrattive, che oggi diventa la vera sfida per andare a completare la revisione di una legge in un settore importante.
Qualcuno dice che quarant'anni fa non c'era la Ritmo, magari molti di noi non c'erano neanche quando è stata approvata la vecchia legge e oggi forse anzi probabilmente, riusciremo a portare a compimento il nuovo provvedimento in questa seduta e in questa legislatura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gallo.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Si sono dette tantissime cose, ma fatemi prima di tutto ringraziare Domenico Rossi per la caparbietà, per la voglia anche generosa di non attendere solo le sue giuste soddisfazioni per il lavoro, ma per aver condiviso da subito, prima in maggioranza e poi credo anche con le opposizioni, il sui impegno. E' stata una lunga attesa, ma ha portato secondo me, buoni frutti e questo lo dico per il Consigliere Vignale, per il lavoro del Movimento 5 Stelle. Io credo che l'avanzamento l'abbiamo fatto tutti.
Non sono d'accordo su una cosa, Consigliere Vignale, me lo faccia dire con una battuta: se è vero che, come ricordava Domenico, non tutto questo sistema e questo mercato è criminalità, non tutte quelle buche sono i buchi neri di un sistema; devo dire la verità, la mediazione porterebbe anche a dire di evitare di minimizzare quello che è un fenomeno che non è né solo circoscritto nella provincia di Novara, né circoscritto nel tempo di un passato remoto. I business illegali che ancora si muovono dietro le attività estrattive non sono tanto da cercare in parallelismi forzati fra tutto e tra le imprese, che sono anche per bene e fanno il loro lavoro, ma sono da cercare anche nella grande difficoltà - questo ce lo hanno detto tutti: gli imprenditori, gli amministratori, le associazioni - a provare a controllare un sistema, e parlo del buio che c'è nella notte e in quei luoghi, parlo di quel vai e vieni spesso di camion non controllabili e parlo della cosa più plastica e palese di questo Paese.
Dove sta soprattutto la mafia? Sta nel movimento terra, sta nel trasporto e nell'utilizzo di noli a freddo molto semplici per intercettare appalti e subappalti, ma soprattutto pezzi di filiera, e questo vale anche per il mercato dei rifiuti.
Allora, è inutile girarci attorno: le ultime inchieste da Torino - ma vale anche per l'Alessandrino: altro che solo Novara! - mettono in mezzo quella vicenda lì. E allora è per questo che sono contento della narrazione che ha fatto il Consigliere Rossi: gli imprenditori per bene, cioè vogliono una visione diversa di questo mondo, ed è per questo che ci hanno detto che serve pianificazione (e la legge mette al centro la pianificazione).
Certo, siamo disponibili anche a capire che in trent'anni è cambiata la visione, ovvio, perché credo che in trent'anni la nostra cultura sul tema dei limiti della natura, dell'ambiente e del paesaggio abbia fatto qualche salto in avanti. Ed è per questo che sono contento che abbiamo trovato un giusto equilibrio, senza dover punire un sistema, senza dover solo mettere al centro le sanzioni, seppur giuste.
Se ci pensate, quando abbiamo iniziato questa discussione - ed è per questo che ringrazio Mimmo sinceramente - il collega ci ha spiegato che alla fine conveniva di più pagare in qualche modo una violazione e poi continuare a scavare, perché poi alla fine la multa non era neanche collegata a quanti metri in più si facevano o a quante tonnellate in più si estraevano. Oggettivamente abbiamo fatto un piccolo salto culturale ed è una cosa che chiama solo giustizia. Poi certo, Consigliere Vignale, ci troveremo in disaccordo sul fatto - e infatti non abbiamo messo questa discussione al centro del provvedimento - che secondo me si potevano anche aumentare alcuni canoni di estrazione, anche perché non mi risulta che abbiamo i più alti d'Italia. Dopodiché non l'abbiamo fatto anche per arrivare a questo punto: abbiamo provato a togliere alcune possibili interpretazioni sbagliate.
Soprattutto, però, siamo riusciti a dire che questa legge non è la fine è la cornice, lo ricordava il Consigliere Rossi - e che poi soprattutto questo provvedimento diventa fondamentale se sappiamo fare i passi successivi. Occorre fare il PRAE, perché senza PRAE questo testo è una buona cornice, ma non è niente: non è proprio niente. Lo dico a proposito della discussione che abbiamo fatto: senza pianificazione, cioè, senza quello studio e senza quelle analisi, serve aver fatto un salto culturale in avanti ma, appunto, se dobbiamo stare ai due temi delle buone leggi e delle buone pratiche, ecco che la prima buona pratica la dobbiamo mettere in campo noi il minuto dopo; vale sul regolamento degli inerti e vale sul tema dei rifiuti. Infatti non abbiamo mica affrontato tutto in una sola legge: abbiamo inquadrato i temi e secondo me lo abbiamo fatto bene tutti insieme, anche fuori dalle nostre diverse opinioni, perché su questo tema le abbiamo. Secondo me, però, siamo riusciti a portare la discussione un po' più in là ed è per questo che sono soddisfatto: sono soddisfatto di quel che voteremo e dei tantissimi emendamenti che rappresentano il riassunto di un lavoro comune.
E credo che finalmente abbiamo dato la risposta a tante associazioni e a tanti Sindaci che ci chiedevano di uscire dal Far West, di ritornare po' a dirci quali sono i compiti della Regione - e quindi la pianificazione - e di aiutarli anche nei controlli, cosa su cui - ripeto - secondo me noi dobbiamo fare ancora uno sforzo, perché non possiamo lasciare soli i pochi funzionari che se ne occupano e i Comuni. Per questo - io lo dico andrebbe fatta una riflessione anche con le Forze dell'Ordine e le Prefetture per capire come si può presidiare un territorio così vasto: questo vale per l'agricoltura, figuriamoci se non vale su un mercato che ha sempre avuto gli occhi attenti delle organizzazioni criminali. E' anche lì il distinguo: non è detto che siano gli imprenditori stessi a volere alcune cose; ma è chiaro che se vengono lasciati soli e non hanno la possibilità di intervenire, spesso li si lascia alla mercé.
E' per questo che credo il lavoro sia stato utile e che, a partire da quando voteremo la legge, ci saranno ancora tanti passi che questo Consiglio nei prossimi anni potrà fare.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io vengo da un territorio che è un po' il territorio da "groviera" indicato da alcuni colleghi: un territorio dove l'attività estrattiva si pratica da anni e dove abbiamo visto più volte ripetute vicende che hanno portato a ripristini ambientali che in realtà si sono poi realizzati come bonifiche regionali, purtroppo a carico della collettività.
La realtà dell'attività estrattiva, quindi, soprattutto nella provincia di Novara e in altre province di questa Regione, è stata fino ad oggi una realtà veramente difficile, almeno dal mio punto di vista. E dunque comprendo lo sforzo importante che ha fatto la maggioranza, con l'azione del Consigliere Domenico Rossi, di cercare di normare un settore in cui fino ad oggi effettivamente vigeva quello che il collega Grimaldi definiva Far West. La sensazione era quella di mano libera: un po' per l'assenza di sanzioni, tema sul quale si è già provveduto oltre un anno fa, e un po' perché - come appunto dicevamo - i controlli sull'attività estrattiva fino ad oggi erano (e sono) una sorta di chimera. A chi pratica un'attività estrattiva quasi conveniva andare oltre le indicazioni da seguire, perch tanto le sanzioni o i controlli erano veramente molto tardivi rispetto a quel che veniva effettuato.
Devo dire quindi che da questo punto di vista - dal punto di vista della normativa al fine di ricostruire un tessuto di legalità - questa legge è una legge importante. Detto ciò, sinceramente io mi aspettavo di più, nel senso che credo che la vicenda Coop21 e quanto sta avvenendo nel mondo ci obblighino in tutti i settori che hanno un impatto sull'ambiente a fare uno sforzo volto a ridurre l'utilizzo di materiali non rinnovabili e a cercare invece di recuperare e riciclare materiali già utilizzati, in ogni caso senza infliggere ulteriori ferite al territorio. Questa legge finalmente, prevede un PRAE regionale, che quindi avrà una grande probabilità di essere realizzato, però non pone dei limiti al consumo di territorio nelle varie realtà comunali. I Comuni si devono adeguare e devono adeguare il loro PRG con variante urbanistica; e alcuni Comuni laddove volessero, potrebbero anche non adottare la variante, però sono costretti da questo PRAE che non pone dei limiti al consumo del territorio nelle aree afferenti alle varie Amministrazioni comunali. E noi viviamo in una realtà dove ci sono dei forti impatti là dove, appunto, vi sono ghiaia e sabbia in proporzione rilevante e questi impatti hanno poi portato a dei ripristini ambientali.
Sì, nella legge è previsto il ripristino ambientale, ma questa è proprio la fase più delicata per una serie di motivi: da un lato perché ci sono dei sistemi che fanno sì che il codice CER riportato sia un'autodichiarazione che ha poco valore e che ci sono dei cosiddetti "impianti di lavaggio" (e quindi non si sa mai cosa viene utilizzato nel ripristino ambientale); dall'altro lato perché vediamo sul nostro territorio che continui sforamenti e inquinamenti di falda sono all'ordine del giorno. Penso alla vicenda di Trecate e a quelle di Oleggio o di Castelletto, per citarne alcune, là dove vengono superati i valori per metalli pesanti, per idrocarburi pesanti. Questa è la realtà che è veramente difficile per situazioni groviera, come possono essere i territori laddove c'è pianura alluvionale o comunque depositi di questi materiali, che costituiscono i materiali maggiormente estratti. Mi riferisco al livello italiano, ma pensiamo anche alla vicenda di Valledora laddove effettivamente si è andati oltre ogni limite e addirittura la bonifica è diventata una discarica. E' una discarica che ha aggravato e ha complicato la situazione e per questo proprio oggi abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Questa è la situazione.
Che cosa si può fare? Sicuramente si poteva agire maggiormente sui canoni estrattivi, si poteva mettere un limite al consumo del territorio a livello comunale, cioè non consentire questa costruzione di un territorio di tipo lunare in alcune zone della pianura piemontese e prospettare un'alternativa al modello imperante fino ad oggi.
Diciamolo tranquillamente: l'attività estrattiva è in crisi, perch l'attività edilizia in Piemonte è l'attività maggiormente in crisi, ma non solo in Piemonte. E' per questo che non abbiamo una grossa pressione su questo settore. Bisognerebbe cambiare completamente parametro, ma, visti anche i limiti della legge regionale (questo lo riconosco), per cambiare parametro ci vorrebbe una legge nazionale e un riconoscimento regionale sul fatto che bisogna andare ad agire sui tanti edifici costruiti negli anni '70-'80 che sono delle groviere energetiche.
Questa è la sfida.
Inoltre, sarebbe anche opportuno riutilizzare i materiali che provengono dalle demolizioni. Abbiamo immense aree dismesse sul nostro territorio, a causa di una desertificazione industriale e non solo per quello. Questa è la vera sfida.
Probabilmente questa legge aveva un obiettivo differente, cioè cercare di normare una situazione di grande difficoltà dal punto di vista della legalità. Credo che su questo sia stato fatto un passo avanti.
Il resto invece, cioè la prospettiva politica di cambiamento e di fare un ragionamento sulla sostenibilità ambientale della nostra società, in questa legge non viene affrontato. Sicuramente farò una valutazione ex post nel momento in cui vedrò la pianificazione regionale, della quale potremo valutare effettivamente l'impatto.
La sensazione è che la pianificazione regionale fotograferà gli istinti della nostra società, senza incanalare in una direzione che va cambiata perché Coop21 e non solo quello ci impongono di cambiare assolutamente parametro. Questa cosa la legge non la sposa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Certamente sulla bontà di un lavoro che ha visto un impegno importante non ho nulla da eccepire; inoltre, ci ha lavorato il collega Vignale quindi sono sicuro che ha lavorato in modo eccellente. Però vanno fatte alcune riflessioni su questo primo step, anche perché ho sentito alcuni interventi che, in qualche modo, mi danno da pensare.
Da una parte va bene tutto, va bene la legge e meno male che si sono fatti dei passi avanti, però dall'altra parte sembra che in prospettiva ci sia sempre la volontà di costrizione, cioè di stringere e stringere.
Qui bisogna partire dal presupposto che va bene controllare, perché è giusto controllare e perché comunque si sono create situazioni delicate senza ombra di dubbio. Però se si inizia un percorso, ad un certo punto deve essere terminato o, meglio, deve essere portata avanti tutta una serie di situazioni, perché se da una parte bisogna pianificare, dall'altra comunque ci sono situazioni che devono essere affrontate.
Mi spiego meglio.
Nei giorni scorsi, parlando in Commissione con l'Assessore, si è parlato di interventi legati a situazioni sperimentali su fiumi su cui è stata dichiarata l'esondabilità e la parte a livello di esondazione e a livello di alluvione. Cosa si può dire? Che persiste il problema su tutti i fiumi del Piemonte, e direi anche sui fiumi italiani.
E' vero che c'è una norma nazionale, però è vero anche che ci sono delle Conferenze Stato-Regioni in cui, a mio avviso, bisognerebbe incominciare a discutere di questa norma. Da una parte creare delle groviere non ha più senso, ma dall'altra, secondo me, bisognerebbe iniziare a lavorare in modo non sperimentale ma pianificando, lavorando sullo studio dei singoli fiumi a livello di piano di esondabilità e su tutto quello che riguarda lo studio idraulico, proprio per poter arrivare ad una pianificazione strategica dei prelievi dei fiumi, visto che oggi gli strumenti lo permettono e non portano più alle situazioni di una volta quando, data la disponibilità di 100, si prelevava un milione.
Oggi, con tutti gli strumenti tecnologici a disposizione, si pu tranquillamente lavorare in sezione e con quattro rilievi ci si può rendere conto se c'è stato un superamento di un metro cubo.
Credo che questo sia un elemento su cui bisogna immediatamente lavorare in parallelo. E' vero che in questo momento non c'è richiesta, perch purtroppo l'edilizia è ferma e questo, tra le altre cose, è un altro problema su cui lavorare. Il che non dipende sicuramente dalla Regione, ma la Regione può avere una sua funzione e bisognerebbe entrare ulteriormente in processi, studi, pianificazioni e strategie finalizzate magari a rilanciarla un po'. Magari evitare di andare sempre contro qualunque sistema infrastrutturale si pone e, nello stesso tempo, in termini paralleli, pianificare per evitare che si continuino a creare groviere.
Dall'altro canto, c'è l'aspetto successivo che, secondo me, deve essere legato invece ad un piano di ritombamento, che possa essere fatto con intelligenza e con attenzione massima. Però in questo Paese non possiamo neanche sempre alimentare la cultura del sospetto, perché sicuramente ci sono state delle situazioni delinquenziali, ma ci sono anche situazioni che, a mio avviso, sono gestite in modo dignitoso, perché ci sono imprenditori e imprenditori.
Quindi, non facendo di tutta l'erba un fascio, alla fine sarebbe opportuno lavorare anche in quei termini di pianificazione, in modo che si riporti a piena campagna il ritombamento della cava e si evita che qualcuno durante la notte riempia le cave che ci sono con schifezze o rifiuti di qualunque tipo. A questo punto allora si parla di una pianificazione generale, altrimenti si rischia di fare un lavoro di due anni, ma alla fine comunque ci sono sempre dei pezzi mancanti in un mosaico che è ben più ampio.
Mi auguro che, fatto questo - e ribadisco assolutamente che hanno fatto un buon lavoro - da domani bisogna ricominciare, perché c'è questo tipo di necessità che i territori sentono. Alla luce di questo, si può dire veramente di aver fatto un grande lavoro, ma soprattutto di aver guardato anche in prospettiva. Altrimenti nel momento in cui - mi auguro più vicino possibile - c'è una richiesta, ricominciamo ad avere problemi. Attenzione perché se poi il mercato a quel punto non è in grado di reggere, si creano problemi di costi, quindi aumento di costi, di competitività e tutto il resto.
Quando si fanno certi tipi di pianificazione, devono essere valutati a 360 gradi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
I colleghi Mighetti e Andrissi hanno espresso, in modo piuttosto chiaro, la posizione del Movimento 5 Stelle su questo provvedimento.
Avremo finalmente un Piano Regionale di Attività Estrattive. Era sicuramente possibile - e magari auspicabile - fare qualcosa di più: ad esempio, si poteva intervenire anche sui canoni.
Ciò che mi preme sottolineare è che non dobbiamo dimenticare che il tema delle attività estrattive è strettamente connesso anche alla legalità: non c'è bisogno che lo diciamo noi, perché lo dicono gli atti delle inchieste degli ultimi anni sull'attività della criminalità organizzata all'interno del territorio piemontese (l'inchiesta "San Michele" ne è un esempio, ma ve ne sono altre).
Per questi motivi, sicuramente non basta una pur necessaria legge nuova, ma, come sempre, deve funzionare il sistema dei controlli. Dunque l'attenzione della politica regionale non deve fermarsi all'approvazione di una nuova legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Il dibattito su questa proposta di legge è stato ampio ed è stato contraddistinto da un clima di insolita concordanza di vedute e di posizioni, tant'è che la maggioranza degli oratori intervenuti ha esordito ringraziando le controparti.
Non mi esimo anch'io da questa prassi, innanzitutto ringraziando i Consiglieri che hanno lavorato a questo progetto, a partire dai colleghi del mio Gruppo consiliare, in primis il primo firmatario della proposta Domenico Rossi, che, con caparbietà, ha voluto farsene carico e l'ha portata avanti, d'intesa con gli altri colleghi del Gruppo, con un lavoro efficace e garantito in Commissione dal Presidente della stessa. Ma è stato anche un lavoro che ha visto le altre parti di questo Consiglio regionale concorrere ad offrire una soluzione normativa alla materia.
Presidente, so che ricoprendo l'incarico di rappresentante dell'Aula molto spesso si sente il peso anche dei fallimenti della politica; si sente il peso delle responsabilità della politica che non riesce a risolvere le cose; si sente il peso dei comportamenti a volte non eticamente perfetti di coloro che hanno responsabilità politiche.
Ma io penso che, in questo momento, quest'Aula e chi la rappresenta cioè lei, possa riconoscere con soddisfazione che quest'Assemblea sa affrontare anche dei temi complessi; temia cui, negli anni passati, la politica non è riuscita a metter mano o non ha voluto farlo per paura di sporcarsele queste mani! Invece la politica di questa legislatura in quest'Aula ha saputo mettere mano su questo tema, affrontarlo, trovare delle soluzioni intelligenti e ragionate, in una logica non di contrapposizione di una parte contro l'altra, ma con tutte le parti, che hanno lavorato in una logica di bene comune, in grande concertazione con tutte le realtà interessate.
Si è partiti con posizioni differenziate; si è partiti con dei pregiudizi, che si sono pian piano smorzati: sono passati dall'essere pregiudizi a giudizi; sono diventati valutazioni nel merito, confronti. Già solo per questo, credo che questa legge abbia un grande valore e segni in questa legislatura un punto importante: i Consiglieri regionali sanno fare la loro parte, studiando una materia molto complessa e trovando una regolamentazione all'avanguardia; regolamentazione che tiene conto di alcuni punti importanti, che noi rivendichiamo: la tutela dell'ambiente come primo valore; la salvaguardia di un bene finito e limitato, e quindi la responsabilità sociale verso le generazioni future; la regolazione di un comparto produttivo e la sua difesa dai pochi che, in qualche modo vogliono violare le regole. Norme più chiare sono la maggior garanzia che il mercato sia un mercato pulito, in cui chi vuole inquinare il sistema non trovi spazio. E ciò serve al 99 per cento della classe imprenditoriale che opera nel settore, che è fatta di gente che le regole le rispetta e le vuole rispettare! Questa proposta di legge rappresenta anche un'attenzione agli Enti locali, perché la ridefinizione dei livelli di governo competenti in questo settore contribuirà a rendere maggiormente efficaci le norme di tutela, di salvaguardia e di garanzia di una programmazione efficace. Insomma, un grande lavoro fatto da quest'Aula; un grande lavoro che si rispecchia nel fatto che c'è un relatore che è uno dei colleghi dell'opposizione che più padroneggia la materia e che, in qualche modo, ha costruito questa soluzione molto ampia, che vede quasi l'unanimità del Consiglio regionale.
Speriamo che anche coloro che in prima battuta hanno espresso un giudizio positivo sulla legge - penso al Movimento 5 Stelle, salvo poi riservarsi il giudizio dell'Aula - vogliano, al termine di questo lavoro una volta votati gli emendamenti, esprimere un giudizio altrettanto positivo su questo testo. Perché votare una legge significa in qualche modo metterci il cappello sopra, metterci la faccia, assumersi una responsabilità. Ma la politica è costituita anche da responsabilità che si assumono.
Io credo che noi oggi possiamo essere contenti e orgogliosi di questo lavoro: ci abbiamo messo la faccia e ci assumiamo la responsabilità di questo risultato, che consegneremo alla Giunta regionale affinché possa impostare la propria azione amministrativa da qui in poi, sapendo che l'impianto normativo c'è ed è efficace. Serve organizzare un'azione amministrativa che sia in grado di tradurre nel concreto gli obiettivi che ci stiamo qui dando.
E' una sfida resa possibile dalla chiarezza e dalla costruzione delle norme. Credo che questo sia il punto di inizio di una buona politica per il settore delle cave. E' un passo avanti che pone la Regione Piemonte in una posizione sicuramente di eccellenza rispetto al panorama normativo italiano.
L'auspicio è che già da oggi si possa arrivare all'approvazione o comunque, se ciò non fosse realizzabile oggi, che sia possibile arrivare all'approvazione prima che questo Consiglio sia travolto dalle norme e dagli impegni di bilancio. Lo vogliamo fare in fretta, perché riteniamo che da troppo tempo si attenda una soluzione. Sulla base della legge che qui oggi si approva, riteniamo che si possa partire celermente per rendere concrete queste norme nell'ordinamento e nella prassi amministrativa della Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessora De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente.
Chi interviene per ultimo ha il vantaggio che molte considerazioni sono state già fatte.
Ho seguito con grande attenzione, in maniera formale o informale a seconda dei momenti, il lavoro che ha svolto il Consiglio in questo mesi sulla "legge cave", così come ho seguito attentamente la discussione di oggi.
Vorrei soltanto riprendere un paio di punti molto rapidamente. Il primo è naturalmente una valutazione positiva del lavoro che il Consiglio ha fatto: ci consegna una norma che modernizza la legislazione regionale che a suo tempo, veniva riconosciuta per essere una legge all'avanguardia, ma che chiaramente, dal 1978 ad oggi, dopo quasi quarant'anni, era invecchiata e che, come è stato rimarcato da molti, coglie un punto di equilibrio fra un insieme di esigenze diverse a tutela anche di un settore economico qual è quello di chi estrae gli inerti piuttosto che lavorare le pietre ornamentali.
Questa valutazione condivisa di una buona operazione, con sfumature diverse, da parte dei diversi Gruppi, è stata accompagnata nella discussione di oggi da alcune note più critiche, da qualche riserva. Credo che anche queste riserve vadano considerate seriamente, anche perché alla fine di tutto, questo lo dicono i Consiglieri che sono stati un filo più critici e anche quelli più convinti, una convinzione mi sembra diffusa, e la Giunta la condivide: non basta fare una buona legge per essere poi sicuri di avere un sistema che funzioni bene.
Molti degli effetti di questa legge, molto dell'effettivo positivo impatto di questa legge, dipenderà da una serie di provvedimenti applicativi: il PRAE in primo luogo, i regolamenti, i meccanismi di sorveglianza e via di questo passo.
Questo l'ho detto in Commissione e lo ripeto anche adesso: non è che esistono leggi perfette in assoluto; esistono leggi buone e, soprattutto esistono leggi, tutte, che vanno misurate nel loro impatto concreto con la realtà e che, per conseguenza, possono essere e devono essere magari corrette. Questo non è un sintomo di debolezza, eventualmente è il sintomo del fatto che si è consapevoli che ci si misura con una realtà e che questa realtà deve essere accompagnata anche ad evolvere verso forme più aggiornate di modalità di lavoro, ivi compreso il fatto che tutto il tema per esempio, del recupero dei materiali da costruzione, è un tema sul quale noi, come Paese, siamo abbastanza in ritardo rispetto ad altre esperienze comunitarie e non solo.
Sicuramente questo lavoro che ha fatto il Consiglio ne consegna da fare alla Giunta uno altrettanto impegnativo, che è tradurre la legge in provvedimenti concreti e farlo in tempi non biblici. Questo è un impegno che la Giunta si assume rispetto al quale, ovviamente, risponderà al Consiglio. Quello che voglio dire è che noi abbiamo condiviso questo percorso nella convinzione che non fosse in nessun modo un percorso punitivo o dettato da sospetto pregiudiziale verso un settore e un gruppo di operatori economici, bensì avesse anche l'ambizione di aiutare questo settore economico a crescere, e i suoi operatori onesti - che sono la larghissima maggioranza - a crescere in un momento di grandissima difficoltà, una delle cui conseguenze possibili, come sappiamo, è che l'economia cattiva scacci quella buona.
Per concludere, voglio unirmi anch'io ai ringraziamenti con i quali molti hanno aperto il loro intervento, ai Gruppi politici, alle Commissioni consiliari, ai relatori della legge, alla struttura tecnica della Giunta e del Consiglio che, con il proprio supporto, hanno consentito di arrivare a questo risultato e, in particolare - l'ha detto all'inizio il Consigliere Rossi, ma lo dico anch'io alla fine con piacere - all'architetto Varetto che ha lavorato con noi e con voi in tutti questi mesi e senza il cui impegno, sicuramente, non saremmo riusciti ad arrivare a questo risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che la Consigliera Frediani ha votato a favore.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione palese sull'articolo 29.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Indìco la votazione palese sull'articolo 35.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 39 Indìco la votazione palese sull'articolo 39.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 Indìco la votazione palese sull'articolo 40.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 41 Indìco la votazione palese sull'articolo 41.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 42 Sull'articolo 42 è stato presentato un emendamento da parte della Giunta.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora De Santis: Dopo il comma 2 dell'articolo 42 è aggiunto il seguente: "2 bis. La Cava Madre di Candoglia, sita nel territorio del Comune di Mergozzo ed utilizzata esclusivamente per l'estrazione del marmo occorrente per il ripristino del Duomo di Milano, non soggetta al pagamento dell'onere per il diritto di escavazione della Regione. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, esercente l'attività di estrazione del marmo, è tenuta a presentare gli elaborati progettuali al fine di consentire l'avvio della fase di verifica della procedura di VIA ai sensi dell'articolo 10, comma 5".
La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente.
Siamo stati contattati dalla Fabbrica del Duomo di Milano, che da quando il Duomo è stato costruito gestisce la Cava Madre di Candoglia, nel Comune di Mergozzo, e che fornisce esclusivamente materiali per il restauro del Duomo. Ci è stato fatto presente che, fino al 2008, la cava è stata esentata da qualunque tipo di obbligo di autorizzazione. L'ultimo provvedimento di questo genere risale circa al 1920, credo attraverso credo un Regio Decreto.
Nel 2008 questa norma era stata abolita. In realtà, nessuno, né noi Regione Piemonte e nemmeno la Fabbrica del Duomo, si è reso conto di questo fatto. Non possiamo, naturalmente, ripristinare una condizione per la quale quell'unica cava sia priva di qualunque tipo di autorizzazione e agisca in un vuoto normativo.
Ciò che abbiamo ritenuto di fare e ciò che proponiamo al Consiglio è che, considerata la storicità di questa cava ed il fatto che non esercita alcun tipo di attività commerciale, essa venga esclusa dal pagamento dell'onere per il diritto di escavazione, di cui all'articolo 26, e che sia aggiunta un'altra previsione, e cioè che rassicurava la Fabbrica del Duomo ossia che le autorizzazioni, di cui all'articolo 10, sono di competenza della Regione e non della Provincia alla quale, in realtà, toccherebbero.
Inoltre, per evitare che, dal momento in cui la legge entra in vigore quella cava si trovi in regime di violazione di tutte le norme, viene stabilito un termine di 180 giorni entro il quale la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, esercente l'attività di estrazione del marmo, è tenuta a presentare gli elaborati progettuali, al fine di consentire l'avvio della fase di verifica delle procedure di VIA, ai sensi dell'articolo 10, comma 5.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 42, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 43 Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Rossi: L'articolo 43 (Disposizioni transitorie) della proposta di legge n. 165 è sostituito dal seguente: Art. 43. (Disposizioni transitorie) Le autorizzazioni all'esercizio delle attività estrattive in corso alla data di entrata in vigore dalla presente legge, nonché le convenzioni ad esse collegate, mantengono la propria validità sino alla loro naturale scadenza secondo le prescrizioni indicate nei rispettivi atti di autorizzazione. Per le cave relative a opere pubbliche, fino all'approvazione del PRAE, restano valide le pianificazioni estrattive già approvate e le conseguenti dovute autorizzazioni all'attività estrattiva.
Il PRAE è adottato dalla Giunta regionale entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Il documento di programmazione delle attività estrattive (DPAE) approvato ai sensi della legge regionale 22 novembre 1978, n. 69 (Coltivazione di cave e torbiere) trova applicazione fino alla data di entrata in vigore del PRAE, limitatamente alle disposizioni non contrastanti con la presente legge.
Fino alla data di entrata in vigore del PRAE, nei territori nei quali è vigente il piano delle attività estrattive provinciale (PAEP) restano valide le disposizioni in esso contenute, anche con riferimento alla conformità urbanistica degli interventi. Fino a tale data, viene comunque assegnata l'efficacia prescrittiva, come applicata ai sensi dell'articolo 7, commi 2 e 5, alle individuazioni e perimetrazioni dei Poli estrattivi contenute nei PAEP vigenti. Per tutte le autorizzazioni e concessioni da rilasciare per interventi localizzati in tali perimetrazioni non è necessaria la procedura di Variante urbanistica, mentre al di fuori dei Poli già individuati, in caso di necessità di Variante allo strumento urbanistico si applicano le disposizioni di cui all'articolo 8.
Le nuove autorizzazioni, i rinnovi e gli ampliamenti delle attività estrattive in corso sono rilasciati, fino alla data di entrata in vigore del PRAE, sulla base delle norme di cui alla presente legge.
Fino alla data di entrata in vigore del PRAE, fatte salve le disposizioni di cui al comma 4, le nuove autorizzazioni e concessioni, nonché i rinnovi e gli ampliamenti delle attività estrattive in corso, in caso di non conformità del progetto di coltivazione rispetto alle previsioni dello strumento urbanistico vigente, sono rilasciate mediante il procedimento di variante di cui all'articolo 8, in accordo con il comune che si esprime nella conferenza di servizi di cui all'articolo 29.
Le prescrizioni attuative e le previsioni progettuali oggetto di convenzione in corso alla data di entrata in vigore della presente legge relative alle cave situate in aree protette a gestione regionale e nelle relative aree contigue, o in zone naturali di salvaguardia di cui alla l.r.
19/2009, restano valide ed efficaci fino al completamento dell'intervento realizzato nella sua globalità. 8. La conclusione dei procedimenti di autorizzazione in materia di attività estrattive già avviati dai comuni alla data del 31 dicembre 2015 rimane di competenza dei medesimi." La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Di fatto, l'emendamento scrive, dal nostro punto di vista, meglio il comma 4 e dice che fino a quando non ci sarà il Piano regionale, ove esistono i piani provinciali, in questo caso, solo nella Provincia di Novara, il PAEP ha efficacia prescrittiva.
In realtà è un'annotazione tecnica che chiarisce meglio l'articolato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessora De Santis, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Con tale votazione è stato introdotto il nuovo articolo 43.
ARTICOLO 44 Indìco la votazione palese sull'articolo 44.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 45 Indìco la votazione palese sull'articolo 45.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Rossi per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



ROSSI Domenico

Presidente, svolgo una dichiarazione di voto molto breve.
In realtà, volevo solo esprimere di nuovo soddisfazione sottolineando che quanto sta avvenendo oggi in quest'Aula ci mette di fronte all'evidenza che non ci sono cose che non possiamo fare, forse quella frase è un alibi che ogni tanto usiamo per nascondere debolezze o incapacità.
Credo che per quest'Aula sia un buon giorno - lo ha già ricordato il Presidente Gariglio - perché dimostra che è capace di sfide importanti e anche complesse. E' un buon giorno per la politica, perché quando è capace di comprendere i problemi, ipotizzare delle soluzioni - quindi, di superare il solo livello della denuncia - e di realizzarle concretamente, come stiamo facendo qui oggi, allora diventa buona politica, credibile e al servizio dei cittadini.
Mi piacerebbe molto che ci fosse un voto unanime, visto il percorso che abbiamo fatto. Presidente, credo che oggi possiamo essere un po' tutti orgogliosi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per levare un po' di buonismo, altrimenti ci dimentichiamo del lavoro che facciamo, noi, ovviamente, siamo lieti del percorso svolto all'interno delle Commissione e del gruppo di lavoro, però ci teniamo a sottolineare un aspetto che, secondo noi, contraddistingue una diversità che ha - mi permetto di dire - il centrodestra nei confronti del centrosinistra - non avendo avuto nella precedente legislatura il Movimento 5 Stelle una presenza numerica tale da potere giustificare una posizione che non fosse quella del collega Bono e, inizialmente, del collega Biolé - cioè quella della responsabilità nei confronti dei cittadini e anche delle imprese piemontesi. Lo dico perché il collega Gariglio prima ricordava che la politica non aveva affrontato questo tema precedentemente. La politica lo aveva affrontato nella precedente legislatura con il disegno di legge n.
363.
La precedente Giunta regionale fece un provvedimento, che non era un testo unico, aveva una volontà minore, cioè la modifica della legge n. 69 esistente, che nella sua totalità - è sufficiente prendere il disegno di legge n. 363 - salvo un articolo, che era quello dei canoni ridotti rispetto a questo che, invece, li mantiene tali, conteneva singoli articoli identici a quelli che oggi stiamo approvando.
Qual è la differenza? La differenza è che, allora, ci fu un vero e proprio ostruzionismo all'interno della Commissione, poi la legislatura andò come andò, ma non è quello ciò che ci interessa.
Credo che noi oggi abbiamo dimostrato, essendo all'opposizione ovviamente, parlo per il Gruppo di Forza Italia - e pur partendo da posizioni lontane - che, da un punto di vista strumentale, ci avrebbero consentito di compiere un percorso che sarebbe dovuto essere di denuncia rispetto alla prima proposta di legge n. 165 - di fare ciò per cui i cittadini piemontesi ci hanno eletto, cioè buone leggi per il Piemonte, al di là di chi fossero i soggetti presentatori. Possiamo dirlo con assoluta tranquillità. Infatti, ancorché il nostro Gruppo consiliare abbia presentato una proposta di legge che poteva diventare parte integrante della norma ritirando ognuno la propria, nel momento in cui il collega Rossi - legittimamente - ha voluto mantenere la proposta di legge n. 165 noi abbiamo ritirato la nostra proposta, perché, rispetto alla difesa della nostra parte politica, ritenevamo più utile il raggiungimento di un obiettivo comune e utile per i cittadini piemontesi.
Lo diciamo perché, è vero, lungamente abbiamo fatto bene, ma i complimenti ce li dobbiamo fare se questo non assume carattere quotidiano perché non dimentichiamoci di essere maggioranza e opposizione e di avere idee, anche dal punto di vista delle norme, che, fortunatamente, non possono trovare un punto d'intesa, altrimenti all'interno di quest'Aula scorrerebbe la melassa. Questo significherebbe non che siamo uguali, ma che abbiamo tutti la stessa idea, e sarebbe estremamente pericoloso.
Come avvenuto su questo tema, noi crediamo che ve ne siano altri che possono essere di interesse collettivo. Faccio un solo esempio: il nostro Gruppo consiliare ha presentato molti mesi fa una proposta di legge con la quale si prevedeva che all'interno della Regione Piemonte le valutazioni di incidenza ambientale non fossero più gravose rispetto a quanto indicavano le leggi europee e nazionali. Non volevamo superare la norma, volevamo evitare che vi fossero norme che nella nostra regione fossero più impattanti rispetto a quelle dello Stato e delle direttive europee. Quella proposta è stata bocciata, ma ci sembrava una proposta di buon senso, non ci sembrava una proposta di parte; non era la proposta sulla regolamentazione della popolazione nomade piuttosto che altro, era una proposta di buonsenso.
Allora, noi ci auguriamo che, davvero, questo sia un punto di partenza in cui tutti i Gruppi consiliari mettano al servizio dei piemontesi la dose di responsabilità, anche ogni tanto venendo meno alle posizioni di parte.
Ripeto: ognuno di noi sa bene il ruolo che deve svolgere qui dentro perché i cittadini ci hanno eletto anche per rappresentare istanze differenti, che non sono conciliabili, però crediamo vi siano alcuni punti fossero anche tre in un anno sarebbe già una buona cosa - su cui si deve lavorare per il bene collettivo dei cittadini piemontesi. Noi ci auguriamo che questo sia il primo. Credo che la dimostrazione di responsabilità oggi così come in altre occasioni, l'abbiamo data, speriamo non ci si fermi qui.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale, anche per il contenuto.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione scolastica

Ordine del giorno n. 879 presentato dai Consiglieri Appiano, Baricco Ferrentino, Grimaldi, Rostagno, Valle e dalle Consigliere Accossato Caputo, inerente a "Riorganizzazione del servizio di ristorazione scolastica"; mozione n. 891 presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Panino libero, la Regione intervenga immediatamente"; ordine del giorno n. 905 presentato dai Consiglieri Andrissi, Bono, Bertola, Campo, Mighetti Valetti, e dalle Consigliere Frediani, Batzella, inerente a "Servizio mensa scolastica e pasto da casa" (rinvio)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Le chiederei se si potesse rinviare l'esame di quest'ordine del giorno in quanto la prima firmataria, causa inversione dell'o.d.g., si trova oggi a un grande evento nazionale fuori dal Piemonte e non può essere presente.
Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente al rinvio)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 902 presentato dal Consigliere Grimaldi Allemano, Appiano, Barazzotto, Boeti, Ferrentino, Giaccone, Ottria Rostagno, Valle e dalle Consigliere Caputo, Conticelli, inerente a "Regolare 'la gig economy' e trovare soluzioni per i lavoratori di Foodora"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 902, avente ad oggetto "Regolare 'la gig economy' e trovare soluzioni per i lavoratori di Foodora", presentato dai Consiglieri Grimaldi, Allemano, Appiano Barazzotto, Boeti, Ferrentino, Giaccone, Ottria, Rostagno, Valle, e dalle Consigliere Caputo, Conticelli di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso di questa vicenda solo durante la presentazione di un question time.
Ho ritenuto giusto esprimerci come Consiglio anche rispetto alla vicenda dei fattorini di Foodora (li chiamo così, perché spesso le parole della gig economy sono ammantate di inglesismi), dei giovani riders, che sono l'icona di un'azienda che - peccato - negli ultimi mesi ha scaricato su di loro tutte le contraddizioni di un sistema. Intendo dire che non solo è passata da un salario minimo/orario ad una proposta tutta legata alla consegna - quindi al cottimo - ma ha scaricato anche le responsabilità come quelle dell'investimento della propria bicicletta, ma anche dello smartphone, o semplicemente del costo della telefonia con cui ricevono l'ordine.
Ha scaricato le contraddizioni di un sistema che non è più capace a regolare neanche il salario minimo nazionale, perché se è vero che quei ragazzi chiedevano semplicemente l'applicazione di un contratto collettivo nazionale (quello dei pony express), in realtà, essendo considerati dei lavoratori non subordinati, sono stati messi in una partita a parte: quella dei co.co.co.
Ancora tu? Non dovevamo vederci più? E invece no! I co.co.co. ci sono ancora, esistono e purtroppo si sono infilati dentro questa storia, quindi c'è anche un problema di legislazione nazionale.
Perché ne parlo a voi, in quest'aula? Perché ritengo che abbiamo un precedente che non dovremmo ripetere: quello di Uber. Non vorrei che, alla fine di questa discussione, non capissimo che fra il vietare e il regolamentare ci sono ancora, in mezzo, le capacità della politica di fare qualcosa.
Il delivery, fino a qualche settimana fa, era considerato il nuovo mantra. Il nostro Paese è un po' strano: ci mettiamo in testa delle cose e iniziamo a dirle a profusione, senza capire bene di cosa stiamo parlando con il nostro tipico linguaggio black and decker, dove parliamo di start up innovative, del food lab, del fab lab, ma spesso non sappiamo neanche di cosa si parla.
Il delivery, che è il sistema di consegne, è sempre più legato alla contemporaneità. Per questo, è impossibile non dirci che i lavoratori di Foodora sono dei lavoratori tradizionali. Certo, atipici, come è atipica la gran parte del lavoro di oggi, ma è sbagliato considerare, questi, solo dei "non lavori".
L'amministratore delegato, un po' stizzito, ha detto: "Sì, ma chi lavora a Foodora mica pensa di fare un lavoro vero?". Ah, no? Ma questo non lo dicevano anche dieci anni fa, sui call center? Dicevano: "Quelli non sono lavori, sono lavoretti". Ecco: con la scusa dei lavoretti, si è schiavizzata un'intera generazione.
Inoltre, occorre dire che non stiamo parlando di un lavoro che riguarda solo gli universitari, perché ho incontrato quei lavoratori e non sono solo trentenni e quarantenni, ma c'è anche chi ha perso il posto di lavoro a cinquant'anni e non ha trovato nient'altro che questo.
Ritengo sia indegno, in generale, pagare qualcuno meno di quattro euro l'ora. Se, poi, la consegna diventa 2,70 euro, magari si è data disponibilità per tre ore e si sono ricevute solo due richieste di consegna, il tutto inizia a diventare grottesco. Tra l'altro, i nostri vicini di casa (i francesi) pagano 5,70 euro l'ora, più la consegna. Non so se ci rendiamo conto.
Quest'ordine del giorno afferma una cosa semplice: che bisognerà regolamentare sia a livello regionale sia - magari - utilizzando la Conferenza Stato-Regioni, affinché questa vicenda non parta solo da noi perché merita oggettivamente una discussione generale su quella che è la gig economy.
Chiedo a tutti di evitare, anche in queste sedi, di inserire tutto nel campo della sharing economy, perché qui, di sharing, c'è proprio poco.
Cioè, dove ci sono profitti così alti, si scarica la responsabilità sugli ultimi e di condivisione c'è un bel niente.
Io ritengo che il tema delle app, di chi vive in altri paesi, magari anche con sede legale in altri paesi, e utilizza la manodopera italiana facendo anche un giusto lavoro - quello di Foodora - mettendo insieme una piattaforma tecnologica, che diventa una vetrina virtuale per i ristoranti cui fa comodo aggiungere un pezzo di clientela diversa dalla solita, ad un oggetto molto semplice, che è quello della consegna a domicilio, non sia niente di straordinariamente nuovo, se non il fatto della tecnologia che c'è dietro. Inoltre, non è neanche tanto straordinariamente nuovo il tipo di sfruttamento che si fa, anche perché uno pensa che il costo di consegna sia solo 2,70 euro, ma poi Foodora prende anche il 30% di ogni ordinazione per intenderci.
Io ritengo che la Regione debba fare la propria parte, cioè chiedere all'azienda di incontrare le istituzioni. Ritengo che i lavoratori non vadano lasciati soli, con la scusa che non sono sindacalizzati (non credo sia questo l'oggetto) e credo semplicemente che a livello legislativo nazionale occorra stabilire dei salari minimi e un'applicazione dei minimi salariali dei contratti collettivi nazionali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sosterremo quest'ordine del giorno e non possiamo che convenire con il collega Grimaldi che la precarietà è qualcosa che appartiene alla nostra società. Purtroppo, nel nostro mondo lavorativo cambia nome, ma si ripresenta sempre in tantissimi settori.
Siamo entrati in questo Consiglio regionale denunciando la precarietà e le condizioni salariali dei lavoratori di alcune cooperative in campo culturale; abbiamo continuato a seguire altri lavoratori che purtroppo si trovano di fronte a buste paga assolutamente indegne per una società civile.
Questo è sicuramente un tema sul quale la Regione finora ha fatto poco e il Governo probabilmente ha fatto ancora meno, anzi ha introdotto provvedimenti che hanno ampliato ulteriormente il problema.
Pertanto, la precarietà, non solo è ancora presente, ma purtroppo è sempre più destinata a crescere.
Non voglio rubare troppo tempo, perché è anche nostro interesse votare questo provvedimento e dare al Presidente Chiamparino quel mandato di cui ha così tanto bisogno per presentarsi a Roma e parlare di questo tema.
Colgo l'occasione per dire che non c'è nulla di più fastidioso della strumentalizzazione della situazione dei lavoratori, soprattutto quando questa arriva davanti a una platea di rappresentanti dei lavoratori.
Noi abbiamo letto le dichiarazioni del Presidente Chiamparino in occasione dell'ultima seduta di Consiglio, quando abbiamo chiesto di non discutere immediatamente quest'ordine del giorno, non perché fossimo contrari - e lo dimostreremo oggi, con il nostro voto, ma lo dimostriamo ogni giorno con la nostra azione sia in Consiglio sia in Parlamento - ma semplicemente perché non ritenevamo corretto, dal punto di vista della procedura e delle abitudini del Consiglio, anticipare la votazione di questo atto di indirizzo rispetto ad altri.
Ci ha dato particolarmente fastidio - soprattutto a me, che arrivo da un passato di precarietà e di lavoro molto spesso non retribuito - leggere le dichiarazioni del Presidente Chiamparino. Nonostante questo, voteremo in modo favorevole e daremo finalmente mandato al nostro Presidente.
Ovviamente, ci aspettiamo che il suo impegno sia ancora maggiore, perch in questo caso - siamo tutti dalla sua parte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Ritengo che quanto richiesto nell'ordine del giorno sia assolutamente condivisibile. In questo caso, si tratta del settore alimentare e - da quello che abbiamo appreso - Foodora si occupa essenzialmente del settore alimentare, ma sappiamo che questa tipologia di attività si sta estendendo anche ad altri comparti e settori, dove si identificano servizi per i quali è possibile avere consegne oppure attività a domicilio, gestite e governate da società che utilizzano forme contrattuali previste ancora dalle norme vigenti.
Stiamo incontrando sia Foodora sia i lavoratori per cercare di raccogliere il più possibile informazioni. Peraltro i lavoratori li incontreremo in sede di Ministero del Lavoro, perché Foodora non esercita soltanto nella città di Torino, ma anche nelle città di Milano, Roma e Bari; quindi, esercita nelle grandi città italiane, perché l'impostazione della loro attività può essere sviluppata soltanto nei grandi centri urbani e, al momento, per come è impostata, non ha senso che sia attivata un'attività di questa natura in realtà minori.
Abbiamo provato a formulare delle proposte, in modo tale che si cerchi di adottare un contratto di lavoro che tuteli maggiormente i lavoratori e crei anche una tipologia di attività subordinata con i lavoratori che sono stati contattati.
Ovviamente c'è un vuoto nazionale, perché c'è il vuoto di un contratto nazionale che permetta di rispondere a quelle che sono, da un lato, le esigenze dell'azienda e, dall'altra, le esigenze di tutela dei lavoratori.
Credo sia assolutamente appropriato provare ad aprire una discussione in sede di Conferenza Stato-Regioni, affinché nel confronto che le Regioni hanno con il Governo si possa definire un nuovo quadro legislativo che possa rispondere ai temi sia fiscali sia contrattuali che vengono posti in essere dalla creazione di start up. Ricordo, infatti, che siamo nell'ambito di start up che vengono avviate in questo settore e settori simili per i quali gli interrogativi posti con l'ordine del giorno sono a volte anche più significativi ed intensi e ci vengono posti anche da altre start up simili a Foodora che, nel frattempo, sono nate.
Peraltro, ricordo che Foodora è un gruppo che nasce in Germania e si sviluppa anche in altri Paesi europei; recentemente, più o meno un anno e mezzo fa, è arrivato all'interno del nostro Paese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 902, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.57)



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