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Dettaglio seduta n.181 del 09/11/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1198 presentata dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Valetti, inerente a "Reale stato di salute dell'Associazione 'A come Ambiente' che gestisce l'omonimo Museo"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1198, presentata dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Valetti, inerente a "Reale stato di salute dell'Associazione A come Ambiente che gestisce l'omonimo Museo".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La illustro con piacere, anche perché è un'interrogazione di fine luglio 2016 e ci viene fornita risposta a novembre, ma tant'è.
Questa interrogazione riguarda il reale stato di salute dell'Associazione "A come Ambiente", che vedeva tra i soci fondatori e sostenitori la Città di Torino, la Città metropolitana di Torino, allora Provincia, ovviamente, la Regione Piemonte, la SMAT, AMIAT e Reale Group.
Con nota del 3 marzo 2015, il Presidente del Museo A come Ambiente portava all'attenzione della Regione Piemonte, nella sua qualità di socio fondatore, l'esistenza di una presunta situazione debitoria dell'ente regionale nei confronti del Museo.
Successivamente, in data 30 ottobre 2015, l'Assessore all'ambiente Valmaggia esprimeva in maniera chiara la posizione della Regione Piemonte: da un lato, si rendeva disponibile a versare un'extra quota di 150.000 euro a stralcio di ogni posizione debitoria della Regione nei confronti dell'Associazione e una quota ordinaria associativa per altri 55.000 euro per l'anno 2015, come richiesto dall'Associazione A come Ambiente, per contribuire alla quota di cofinanziamento richiesta dal POR-FESR dall'altra parte, comunicava di voler recedere dal 31 dicembre 2015 dalla qualità di socio, con una lettera firmata dal Presidente Chiamparino.
Tuttavia, il finanziamento extra quota e la quota sociale per l'anno 2015 non erano dovuti all'Associazione, in quanto, come risulta dagli atti dei Consigli Direttivi e delle assemblee dell'Associazione A come Ambiente nel periodo 2010-2014, nulla era dovuto dalla Regione in merito al cofinanziamento POR-FESR 2007-2013.
Inoltre, come si rileva in più deliberazioni di Giunta, è possibile evidenziare che la quota sociale annua per gli anni 2012-2014, circa 155.000 euro, non era dovuta in quanto l'assemblea dei soci con voto unanime concesse alla Regione Piemonte di non corrispondere più in denaro la quota associativa, pur rimanendovi socia.
Quindi, vorremmo capire meglio, anche se sono passati alcuni mesi questa situazione; vorremmo avere conferma che la Regione Piemonte abbia recesso la partecipazione quale socio fondatore dell'Associazione A come Ambiente; vorremmo sapere se sia stato approvato il bilancio preventivo per il 2016 - a questo punto, penso di sì, essendo novembre - e vorremmo sapere in che stato versano i conti e quindi il reale stato di salute dell'Associazione A come Ambiente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Vengo ai quesiti posti con l'interrogazione.
Il primo quesito chiede conferma che la Regione Piemonte abbia recesso la partecipazione a socio fondatore dell'Associazione A come Ambiente. La Regione Piemonte, in quanto socio dell'Associazione "A come Ambiente", ha disposto il recesso dall'associazione stessa con deliberazione della Giunta regionale n. 69-2768 del 29 dicembre 2015, comunicata nel corso dell'Assemblea dei Soci del 30 ottobre 2015 e al Consiglio Direttivo, ai sensi dell'articolo 7.5 dello Statuto. Quindi, la Regione ha disposto il recesso dall'Associazione.
Il secondo quesito chiede se sia stato approvato il bilancio preventivo all'assemblea dei soci. In data 30 ottobre 2015, l'assemblea dei soci ha approvato all'unanimità il bilancio preventivo 2016, così come disposto dal consiglio direttivo.
Il terzo quesito è per sapere in che stato versano i conti e il reale stato di salute dell'Associazione. La Regione Piemonte, come specificato sopra, non è più membro dell'associazione, quindi non riveste più ruoli di competenza in materia economica finanziaria al suo interno. Peraltro, si segnala che i bilanci sono pubblicati sul sito dell'Associazione "A come Ambiente" all'indirizzo www.acomeambiente.org/associazione trasparente/bilanci/, quindi sono di dominio pubblico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Opere pubbliche - Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1012 presentata dai Consiglieri Mighetti, Bertola e Valetti, inerente a "Grave situazione lungo la SP-135 nel tratto Serravalle-Carezzano, chiusa dopo l'alluvione del 2014, non ancora ripristinata con forti disagi per le famiglie residenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1012.
La parola al Consigliere Mighetti, per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Anche quest'interrogazione è un po' datata, essendo stata presentata nel mese di aprile di quest'anno. In parte è un'interrogazione superata dagli accadimenti degli ultimi mesi.
Abbiamo potuto leggere attraverso la stampa di Alessandria relativamente alla fase di appalto dell'opera. Tuttavia, ci preme di capire quale sia lo stato attuale e se i lavori siano stati avviati.
Questa situazione lungo la SP-135, che unisce Serravalle a Carezzano ha messo a disagio alcuni abitanti di queste zone che sono molto svantaggiate e scarsamente collegate dalla rete strada provinciale chiaramente, l'interruzione di un singolo tratto della provinciale rende non dico inaccessibile, ma veramente scomodo raggiungere alcune località.
Addirittura si incrementa la percorrenza per raggiungere le proprie abitazioni rispetto ai centri dotati di servizi di più chilometri, fino a dieci. Quindi, il ripristino della SP-135 è veramente importante per evitare forti disagi alla popolazione ivi residente.
La popolazione ha inoltre segnalato che questa strada provinciale è vittima di incuria da tempo e quindi la situazione verificatasi dopo l'alluvione è andata ad aggravare una situazione già compromessa. Infatti nell'interrogazione chiediamo anche se gli interventi previsti sono risolutivi per il complesso di degrado idrogeologico che colpisce indirettamente la stabilità di questa arteria di traffico.



PRESIDENTE

Grazie.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

La situazione sarebbe questa: la SP 135 ha avuto pesanti conseguenze a seguito degli eventi alluvionali dell'autunno 2014, con dissesti diffusi che ne hanno causato l'interruzione. A seguito della messa a disposizione delle risorse a carico del Fondo di Solidarietà Europeo, con determina 1728 del 21 luglio 2015 sono stati concessi a favore della Provincia di Alessandria i seguenti due finanziamenti: 350.000 euro (opere di sostegno al chilometro 11+200 in Comune di Borghetto di Borbera) e 240.000 (ripristino corpo stradale al chilometro 14+500 in Comune di Garbagna), cui si aggiungono 70.000 euro a carico della Provincia.
Dagli accertamenti fatti direttamente presso la Provincia di Alessandria, è risultato che i due suddetti interventi sufficienti a riaprire il collegamento sono stati recentemente affidati alle imprese esecutrici e si prevede l'effettivo inizio lavori entro il mese di novembre.
Si è a conoscenza di ulteriori dissesti più limitati che potranno essere risolti in futuro con la messa a disposizione di ulteriori fondi, ma che non dovrebbero prolungare l'interruzione della strada.


Argomento: Logistica

Interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 1193 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, dalla Consigliera Batzella, dai Consiglieri Bertola, Campo, dalla Consigliera Frediani, dai Consiglieri Mighetti Valetti inerente a "Programma di implementazione del progetto 'Car sharing metropolitano' e bilancio in perdita dell'azienda CarCityClub S.r.l.".


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
1193, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che va un po' a scavalco in quanto, come abbiamo già avuto modo di dire nelle varie Commissioni sui trasporti coinvolge la Regione e ovviamente anche l'Agenzia piemontese della mobilità. Quindi noi interroghiamo l'Assessore, con la sua rappresentanza all'interno di AMP, per sapere quale sia la posizione sul rilancio del progetto di car sharing metropolitano gestito da CarCityClub.
Come sappiamo, appunto, questo è il primo car sharing attivato in Piemonte e naturalmente, per ovvi motivi di traffico, soprattutto a Torino che è la città dove viene più utilizzato; il servizio, però, sta venendo implementato, su deliberazione dell'Agenzia metropolitana per la mobilità del 23 settembre 2015, su tutti i Comuni della prima cintura torinese e, se non sbaglio, c'è una proposta anche sui Comuni capoluogo di provincia della Regione, con un finanziamento cospicuo: parliamo infatti di 12.500 euro per ogni Comune che volesse aderire al progetto.
Il problema è che negli ultimi due anni sono giunti in Regione almeno due servizi di car sharing - poi ce n'è un terzo specificamente solo elettrico - che hanno fatto dei prezzi sostanzialmente più bassi di quello partecipato dal pubblico (il CarCityClub) e che, soprattutto, non hanno il vincolo di destinazione dell'auto: mentre, cioè, il CarCityClub ha dei parcheggi delimitati e delineati all'interno dei quali prendere e riconsegnare l'autovettura, gli altri due servizi non ce l'hanno. Questa concorrenza competitiva, basata sui prezzi e sulle funzionalità del car sharing, ha fatto peggiorare i costi di quest'azienda negli ultimi tre anni, con una contrazione dei ricavi del 15% e una perdita di oltre 350.000 euro.
Vogliamo quindi sapere, in relazione della deliberazione del 2015, che posizione aveva preso la rappresentanza della Regione in Agenzia metropolitana regionale, visto che c'è stato questo peggioramento costante.
Quella effettuata ci sembra, senza modifiche del progetto, una scelta in controtendenza e ci pare quindi un potenziale spreco di risorse. Vorremmo quindi capire - noi ovviamente conosciamo in parte la posizione del Comune di Torino - che idee e che ipotesi di sviluppo e finanziamento del progetto ci sono da parte della Regione e da parte dell'Agenzia per la mobilità metropolitana.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Come credo lei sappia, Consigliere, questa società è costituita da GTT che ne ha la maggioranza (GTT è una società il cui unico socio è il Comune di Torino), ed FCA.
Del fatto che la situazione di questa società comporti delle problematicità siamo stati informati. Per quanto riguarda, però, la sua interrogazione rispetto alla delibera di fine 2015 adottata da parte dell'assemblea dell'AMP, le faccio notare che in quella sede ovviamente il Comune di Torino c'è (e c'era) e ha ancora attualmente una quota molto molto rilevante. Non credo quindi che questa delibera sia passata inosservata da parte del Comune di Torino in quell'occasione.
Per quanto riguarda la situazione attuale di quella società di cui ripeto - fortunatamente la Regione non ha alcuna partecipazione, mi è giunta voce che ci sarà un incontro domani o dopodomani cui parteciperà il Direttore dell'Assessorato, in cui si vaglierà un'ipotesi, così mi dicono promossa o comunque appoggiata dal Comune di Torino, che vorrebbe rilevare le quote in capo a 5T. Ovviamente noi siamo disponibili ad un approfondimento, ma in linea di massima direi che siamo assolutamente contrari, a meno che non ci siano delle motivazioni molto significative.
5T svolge un ruolo non di gestione del trasporto pubblico e ne svolge uno sull'info-mobilità molto importante. GTT e Comune di Torino, così come la Regione, possono utilizzare le competenze di 5T anche per riprogrammare e rivedere da un punto di vista organizzativo il servizio di questo car sharing, ma che 5T entri nella gestione diretta di questa attività a noi non pare, per quel che ci riguarda, una scelta oculata. Il rischio è che finiremmo per avere un altro peso gestionale di cui non abbiamo poi il controllo diretto.
Approfondiremo questo se si renderà necessario, ma direi che si tratta di un problema vostro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1235 presentata dalla Consigliera Gancia e dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Affidamento dell'incarico professionale per la definizione delle cause dei vizi, nonch le responsabilità le possibili soluzioni tecniche con riferimento ai vizi esterni affligenti le facciate del nuovo 'Palazzo Uffici della Regione Piemonte', importante una spesa di euro 49.483,20" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Do atto che, in accordo con i proponenti, all'interrogazione n. 1235 verrà fornita risposta scritta.
Dichiaro esaurita la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.53 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(Alle ore 10.01 la Consigliera Segretaria Motta comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30 per mancanza del numero legale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Organizzazione di un presidio davanti al Consiglio regionale da parte del "Collettivo Studenti Universitario - Studenti Indipendenti Alter Polis in merito alla 'Richiesta di aumento di fondi EDISU per borse di studio'"


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Prima di dare la parola ai colleghi che chiederanno di intervenire comunico che è stato organizzato un presidio davanti al Consiglio regionale da parte del Collettivo Studenti Universitari, Studenti Indipendenti, Alter Polis in merito alla richiesta di aumento fondi EDISU per borse di studio.
Per chi fosse interessato, una delegazione sarà ricevuta oggi alle ore 13 in Sala Morando, alla presenza dell'Assessora Pentenero.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Accossato, Allemano, Cerutti Ferrari, Ferraris, Ferrentino e Marrone.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

E' a disposizione e riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta del 25 ottobre 2016.


Argomento:

c) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9 del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 26 ottobre 2016 la III Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Disposizioni per favorire la costituzione delle associazioni fondiarie e la valorizzazione dei terreni agricoli e forestali".
In data 3 novembre 2016 la V Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Norme in materia di manutenzione del territorio".


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a tre decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che nel corso dell'odierna seduta antimeridiana proseguirà il dibattito relativo a "Trattamento economico dei direttori generali sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie regionali, dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e del Direttore regionale della Sanità" alla presenza del Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino.
Ricordo, altresì, che alle ore 18 in Sala A è prevista la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 18 ottobre 2016.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Richiesta, da parte del Consigliere Sozzani, di comunicazioni della Giunta regionale in merito all'attività dell'Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola


PRESIDENTE

Collega Sozzani, ha chiesto la parola? SOZZANI Diego (fuori microfono) Sì, volevo fare una richiesta di comunicazione.



PRESIDENTE

Non si più può fare adesso.
SOZZANI Diego (fuori microfono) Chiedo scusa, sono arrivato ora.
Era una richiesta di comunicazione brevissima.



PRESIDENTE

Sia telegrafico, mi raccomando.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Non è presente l'Assessore Ferrari, ma intendevo chiedere una delucidazione al Consiglio regionale per un'emergenza epocale nella provincia di Novara. L'ATC ha spedito 740 lettere di morosità nella sola città di Novara, più altrettante nella provincia, mettendo in mora entro il 2 dicembre i Comuni, i quali dovranno dichiarare o meno la decadenza degli inquilini.



PRESIDENTE

Qual è la richiesta che avanza lei, Consigliere?



SOZZANI Diego

Chiederei la possibilità di un dibattito o di una comunicazione dell'Assessore Ferrari, quando potrà, per trattare questo problema epocale.



PRESIDENTE

Mi farò carico di comunicare all'Assessore la sua richiesta.
Invito gli Uffici a prenderne nota.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Trattamento economico dei direttori generali, sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie regionali, dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e del Direttore regionale alla Sanità"


PRESIDENTE

Nella seduta del 25 ottobre l'Assessore Saitta ha svolto la comunicazione in proposito.
E' seguito l'intervento del Consigliere Bono e si è concordato che il dibattito sarebbe proseguito in una prossima seduta, cioè in questa.
Collega Batzella, voleva intervenire?



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ho capito bene che proseguivamo adesso il dibattito sui Direttori generali?



PRESIDENTE

Sì, sì.



BATZELLA Stefania

La volta scorsa mi ero iscritta ad intervenire.



PRESIDENTE

Se desidera intervenire può farlo, non ho ancora iscritti.
Prego, collega Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Va bene, allora intervengo.



PRESIDENTE

Scusate, si tratta del prosieguo delle comunicazioni della Giunta regionale iniziate la scorsa seduta.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Spiace che non sia presente l'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

E' più fortunata, perché è presente il Presidente Chiamparino!



BATZELLA Stefania

Infatti, c'è il Presidente Chiamparino, quindi va benissimo, comunque.
Anzi, sotto certi punti di vista, va ancora meglio, essendo il Governatore della Regione Piemonte.
Volevo entrare nel merito della richiesta di comunicazioni che è stata inoltrata anche dal nostro Gruppo consiliare relativamente all'aumento degli stipendi ai manager della sanità piemontese.
L'Assessore Saitta aveva iniziato il suo discorso - mi ero segnata alcuni passi - sostenendo che la deliberazione relativa all'aumento degli stipendi ai manager della sanità piemontese era ben motivata, sia sul piano giuridico che sul piano economico. Ancora, l'Assessore Saitta - ho preso altri appunti - ha esordito dicendo: "Così evitiamo la concorrenza con le altre Regioni".
Nella nostra Regione ci sono 55.000 dipendenti nel settore sanitario e sappiamo benissimo che la Regione Piemonte gestisce oltre otto miliardi di euro sulla sanità.
Vorrei esprimere le mie considerazioni circa il fatto che l'Assessore Saitta, ma anche il Presidente Chiamparino...
Tra l'altro, il Presidente Chiamparino aveva fortemente sostenuto e voluto come Direttore generale della sanità piemontese Fulvio Moirano, che ha rassegnato le dimissioni - ahimè, non smetterò mai di ripeterlo, perch sta già facendo danni nella mia terra d'origine! - per dirigere l'ASL unica della Regione Sardegna.
Tra l'altro, rumours sostenevano che uno dei probabili candidati alla Direzione generale all'Assessorato poteva essere il dottor Enrichens, che come tutti ben sapete, sarà il nuovo Direttore sanitario dell'Azienda unica della Regione Sardegna. Dunque, il potente ex Direttore generale della sanità piemontese è approdato in Sardegna e si è portato con sé il suo uomo di fiducia.
Queste scelte non sono state fatte dal Movimento 5 Stelle, non sono state fatte dai cittadini, ma sono state volute dalla Giunta Chiamparino.
D'altronde, il Governatore della Regione Piemonte è Sergio Chiamparino, il Partito Democratico è il partito di maggioranza che governa la Regione quindi fa le scelte.
Detto ciò, abbiamo avuto anche le dimissioni da parte del Direttore Generale dell'ASL-TO1, il dottor Soro, che durante l'estate ha abbandonato la Direzione - tanto è vero che domani discuteremo in IV Commissione il tema dell'accorpamento delle due ASL, l'ASL-TO1 e l'ASL-TO2 - quindi anche lui ci ha lasciato.
E' notizia di oggi, come leggevo poco fa su un giornale locale, che dovrebbe andare in pensione, o rassegnare le dimissioni, anche il Direttore della farmaceutica regionale, il dottor Giorni, responsabile di tutta la farmaceutica della Regione Piemonte (almeno così parrebbe). Queste sono notizie che possiamo apprendere tutti quanti dai giornali, non voglio citare il giornale, ma si tratta di una testata a livello nazionale che comunque, è seguita da tanti lettori.
Detto ciò, entro nel merito della questione. L'Assessore Saitta afferma che i manager competenti non possono non essere pagati come si dovrebbe che la Regione Piemonte, rispetto alla Regione Lombardia o altre Regioni paga meno i manager della sanità; di conseguenza, c'è stato un aumento che va da 124 mila a 150 mila euro lordi l'anno. Io mi chiedo: è vero che le professionalità e le competenze vanno pagate, ma è anche vero che se noi dobbiamo stare dietro a quello che ci dice la Regione Lombardia o altre Regioni, allora vi chiedo anche di stare dietro sotto altri punti di vista sotto altre tematiche, che portano avanti la Lombardia e altre Regioni più virtuose che, dal punto di vista della sanità, sono più avanti rispetto alla Regione Piemonte. La Regione Piemonte è l'unica Regione del Nord che è in piano di rientro ed è semicommissariata, le altre Regioni non lo sono.
Se dobbiamo stare di pari passo con le altre Regioni, come voi sostenete come la Giunta Chiamparino sostiene, dobbiamo stare a pari passo anche sotto altri punti di vista.
Caro Presidente Chiamparino, parto dal presupposto che è vero che le professionalità e le competenze vanno pagate, ma non solo ai manager.
Aumentiamo gli stipendi anche a tutte quelle eccellenze e a quei medici che tutti i giorni, con enorme sacrificio, operano con scienza e con coscienza.
Aumentiamo gli stipendi a tutto il personale del comparto, al personale infermieristico, agli operatori socio-sanitari e a tutte le varie categorie del comparto sanitario. Se un semplice medico o un infermiere che lavora presso un'azienda ospedaliera dicesse "vado via", oppure "non mi trovo bene" oppure "voglio guadagnare di più", sapete cosa risponde l'azienda sanitaria? Vai pure dove vuoi, la porta è aperta.
In questo periodo di grande difficoltà, ci sono state tante polemiche a partire dal sindacato dei medici, dal sindacato del personale di comparto tutti si stupiscono perché ci sono stipendi e contratti fermi da anni, c'è un sovraccarico di lavoro e non si possono recuperare le ore in più perch c'è un sovraccarico di ore (tra l'altro, non viene neanche pagato lo straordinario perché l'Azienda non ha i soldi per farlo). Allora ci si chiede: come mai ci sono i soldi per aumentare lo stipendio ai manager della sanità? Non riusciamo a mettere 100 mila euro in bilancio, un minimo di 100 mila euro, in un capitolo, magari a favore delle vittime di violenza, a favore delle vittime di pedofilia, a favore del mondo carcerario, a favore dei giovani, a favore del volontariato, e riusciamo a trovare i soldi per incrementare lo stipendio ai Direttori generali e ai manager della sanità piemontese? Su questo non siamo d'accordo e ne abbiamo la prova.
E' vero che c'è stato il blocco del turnover e che con questa Giunta siamo riusciti a sbloccare il turnover. E' vero che c'è stata un'assunzione di personale medico, di personale sanitario, ma vorrei smentirvi.
L'Assessore Saitta diceva che nel 2017 sono previste altre 500 assunzioni di medici e infermieri, inoltre si prevede l'integrale sostituzione di circa 1.000 lavoratori che andranno in pensione. Vi rendete conto che abbiamo avuto il blocco del turnover nel 2010 e siamo nel 2016? Sapete quante persone sono andate in pensione e non sono state sostituite? Non rilasciate dichiarazioni e non continuate ad illudere il personale sanitario che tutti i giorni si sacrifica per dare assistenza e cura in maniera dignitosa a tutti i pazienti che richiedono aiuto e cura.
Continuate a dire al personale che assumerete, che cercherete di integrare le sostituzioni, ma non funziona così. Andiamo a vedere, tornando indietro con gli anni, quante persone sono andate in pensione. Vorrei ricordarvi, quando parlate di assunzioni, di specificare bene che cosa significa il termine assunzione. Assumere personale con un contratto a tempo indeterminato è un discorso, assumere personale a tempo determinato e ce ne sono tantissimi - attraverso cooperative interinali (ci sono tanti medici che lavorano a prestazione, come liberi professionisti e gettonasti) è un altro: quello non è sostituire, compensare, coprire il personale mancante.
Attenzione ai contratti che vengono stipulati: se si deve sostituire il personale mancante, lo si sostituisce con bandi di concorso e con contratti a tempo indeterminato e non a tempo determinato, interinale o con prestazioni a gettoni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente Nelle settimane passate è stata usata un'espressione che non abbiamo usato noi, ma l'abbiamo sentita pronunciare sugli organi di stampa e forse addirittura, dall'Assessore Saitta. L'espressione è: abbandonare la barca.
Stiamo assistendo a tutta una serie di persone che abbandonano la barca: dal Direttore regionale dell'Assessorato, dottor Moirano, ad altri manager delle ASL.
La prima domanda che dobbiamo fare è questa? Perché si abbandona la barca? Ci possono essere due ragioni. Forse si abbandona la barca perché si è visto che ce n'è una più grande e più confortevole, e che viaggia in un mare più sicuro, oppure si abbandona la barca perché ci si rende conto che la barca sta affondando e, in qualche modo, non c'è più possibilità di rimetterla in sesto e di assicurarsi una navigazione tranquilla.
Allora, forse, non basta aumentare gli stipendi. Allora, forse, proprio perché la barca non sta navigando molto bene, aumentare gli stipendi a quelle persone è un insulto verso tutti gli altri! E' un insulto verso tutto il personale sanitario, che ha sentito sulla propria pelle tutti i tagli di questi anni, perché il grande risparmio si è ottenuto soprattutto, sul personale. Sono dati che abbiamo e che abbiamo commentato più volte.
C'è parecchio personale sanitario che vive situazioni difficilissime di disagio e di burnout, tutto quello che conosciamo. Allora, aumentare le retribuzioni dei direttori e dei manager delle ASL, pensando in qualche modo di migliorare la situazione è, come dicevo, un ulteriore insulto a quelle persone.
Interroghiamoci sulla questione, perché viviamo anche in una fase in cui si vorrebbe togliere alle Regioni la possibilità di decidere su molti aspetti legati ai servizi che riguardano tutti i cittadini, anche sulla sanità. In qualche modo, la riforma costituzionale vorrebbe relegare la Regione a svolgere meri atti amministrativi sulla sanità.
Il nostro schieramento è assolutamente per il "no" e non tutti i componenti dell'attuale maggioranza sono per il "sì". Sappiamo che ci sono esponenti che sono per il "no" e anche che il Presidente Chiamparino è abbastanza tiepido su questa riforma costituzionale. Anzi, noi siamo inclusivi ed eventualmente lo invitiamo anche agli eventi che stiamo svolgendo per il sostegno del "no" al referendum. Però, è molto importante in questa fase interrogarci anche su questo.
Al di là delle battute, secondo me, si sta compiendo un'attività che comporta più danno che beneficio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media statale "A. Antonelli" di Torino


PRESIDENTE

Do il benvenuto ai docenti e gli studenti della Scuola media statale "A. Antonelli" di Torino, classe II I, ai quali auguro un buon soggiorno a Palazzo Lascaris.
Stiamo portando avanti un dibattito sulle questioni sanitarie che riguardano la nostra regione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Trattamento economico dei direttori generali, sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie regionali, dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e del Direttore regionale alla Sanità" (seguito)


PRESIDENTE

Ricordo a tutti che il Presidente Chiamparino per le ore 11.30 deve lasciare l'aula, quindi entro quell'ora si dovrebbe concludere il dibattito, anzi, per dargli il tempo di replicare, si dovrebbe terminare almeno cinque minuti prima.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Intervengo in ordine a quelle che, soprattutto, sono state le osservazioni e a quanto ci ha riferito in aula l'Assessore Saitta durante il dibattito acceso a seguito della richiesta di discussione dell'aumento degli emolumenti da riconoscere ai direttori generali delle ASL.
Confesso che qualche perplessità l'ho avuta in ordine a quanto ci ha riferito l'Assessore. Infatti, se mi sta bene, come mi sta bene, il discorso che, secondo me, il lavoro dirigenziale, e soprattutto manageriale, di alta qualità vada retribuito, e retribuito bene e alla pari ormai, è di moda parlare di costi standard - creando una sorta di costo standard rispetto ad altre Regioni, però, poi, ha aggiunto degli elementi su cui è necessario porre l'attenzione.
Ebbene, lui ha detto di avere dato un contributo e di aver assegnato degli obiettivi molto precisi ai direttori generali, che mi sarei auspicato veder valutare al termine del loro percorso. In realtà, mi dispiace, ma quando l'Assessore Saitta mi viene a dire di essere contento dei direttori generali, in quanto stanno lavorando bene, mi sembra che li abbia già tutti promossi, dando loro una sorta di certificato di garanzia per quello che è il futuro. Non credo sia così. Mi permetto sommessamente di fare rilevare relativamente ai direttori generali quanto è successo nella nostra regione in particolare in provincia di Torino. Mi riferisco a un caso clamoroso quasi scandalistico, arrivato a dignità di stampa: un direttore sanitario si è autopromosso di fatto primario e unicamente è stato segnalato e sottolineato che, probabilmente, non era opportuno. Più che non opportuno lì c'era l'avallo del direttore generale, di cui nessuno ha parlato, non è che il direttore sanitario ha fatto tutto da solo in modo totalmente autonomo, il direttore generale ha dovuto mettere la sua firmetta sotto quel documento.
E non è irrilevante osservare che in quella circostanza credo occorresse fare di più. In quale senso? Il direttore sanitario nello stabilire i criteri che deve avere il candidato per partecipare ad un concorso primariale li individua, guarda caso, secondo una misura per la quale coincidevano esattamente con i suoi quando partecipa al concorso! Poi, è andato un attimo in Liguria - scatenando adesso un'altra diatriba anche in Liguria - comunque conservando un posto di primario di ruolo qui in Piemonte. Credo che qualcosa di più occorresse fare; quindi, promuovere i direttori generali per questo, anche su questo, mi è sembrato quanto meno prematuro.
Mi è sembrato prematuro anche perché non siamo ancora fuori dal piano di rientro, anche se è vero che i conti forse vanno meglio. Mi è sembrato prematuro perché si è parlato tanto di conti e mi è dispiaciuto che l'Assessore non ci abbia detto una parola di come e quando siano migliorati i nostri servizi sanitari. Lui ha fatto riferimento a una sensazione di diminuzione del conflitto tra il personale e le direzioni rispetto alla gestione precedente della Regione Piemonte. Anche in questo caso, e molto sommessamente, mi permetto di sottolineare, rilevare e richiamare altresì all'attenzione del Presidente Ravetti che, sollecitamente, all'inizio del nostro mandato, abbiamo approvato una mozione in quest'Aula che demandava alla IV Commissione il compito di svolgere un'indagine sul bornout - da lui affidato in tempi molto brevi - che è rimasta sospesa. Quindi, noi non sappiamo quale fosse la fotografia del rapporto direzione-personale. Per se il metodo di valutazione del rapporto tra il personale e la direzione consiste nel recarsi negli ospedali - cosa che alcuni di noi stanno facendo facendosi annunciare al direttore generale e facendosi accompagnare dal direttore generale e da quello sanitario nell'ospedale, è evidente che si ha la percezione di un clima più sereno.
Inviterei coloro che hanno facce pubbliche meno note a recarsi negli ospedali in anonimato, ma non mi riferisco ad Antonio Saitta, che probabilmente, è più conosciuto; tanti di noi, invece di farsi annunciare possono andare fisicamente a sedersi nei pronto soccorso e negli ambulatori domandando al personale quali sono i reali temi che oggi stanno affliggendo la sanità.
Non mi sembra che quei rapporti siano migliorati, caro Presidente purtroppo. I rapporti sembravano tesi, adesso c'è una sorta di avvilimento convinto al quale non c'è possibilità di porvi rimedio, e questo non va bene; l'applicazione della norma redatta per rientrare dal piano di rientro chiedo scusa per il gioco di parole - ha comportato comunque ulteriori inefficienze.
Non è irrilevante quanto sto per sottolineare (faccio un esempio lontano da sospetti vicini, anche se mi si può dire che ho la vicinanza territoriale o la conoscenza diretta): come è possibile che all'ospedale di Tortona ci sia una chirurgia di alta efficienza senza una cardiologia - non parlo di unità coronarica - e senza cardiologi che possano assistere quei malati? Quindi, è evidente che hai snaturato una struttura ad alto contenuto professionale, di fatto perché c'è un'assistenza decisamente ridotta all'interno che possa assistere i pazienti che necessitano di un'assistenza di tipo specialista; questa è stata una cosa non considerata prevista dall'applicazione dei nostri piani.
Vi faccio un esempio territorialmente lontano, se poi vogliamo avvicinarci ne faremo tanti altri. Si è parlato di mobilità passiva, o meglio, non si è parlato di mobilità passiva, che è in aumento. Mi spiace dover ricordare che, nella trattativa generale con le altre Regioni, la Lombardia - in particolare - sta facendo un'operazione speculativa terribile, non rispondendo anche a protocolli sanitari previsti.
Faccio un esempio, che valga per tutti, riguardante lo IEO di Milano.
Quando arriva un paziente dal Piemonte (parlo del Piemonte, perché questa è la realtà che conosco), non gli si fa uno studio pre-operatorio o pre diagnostico - necessario per stabilire come procedere - che è pagato dai DRG, e quindi è presentato a piè di lista in Piemonte, ma vengono semplicemente classificati i trattati, rinviando lo studio diagnostico di stadiazione (chi conosce questa parola, sa cosa nasconde dietro) rinviandolo ambulatorialmente alla propria regione di competenza. Questo facendosi pagare - di fatto - due volte, nel senso che si fanno pagare un DRG pieno (almeno formalmente) e inviano a no i costi di studio di questi pazienti. Pertanto, li paghiamo due o tre volte.
A poco vale la scusa secondo la quale, nella trattativa generale poiché non riusciamo a pagare, stiamo trattando su uno sconto pari al 40 50% della cifra generale che dobbiamo. Sarebbe corretto pagare il giusto ma sarebbe corretto anche che i pazienti fossero trattati e studiati nella maniera corretta.
Questo è mancato. Così come mi è sembrato, e mi spiace, perché è vero che il nostro bilancio è fondato per l'85% sulla materia sanitaria, per in qualche maniera, mi è sembrato che nell'intervento dell'Assessore Saitta fosse quasi surrogato l'Assessore Reschigna, nel senso che ci ha parlato tanto di bilancio, di conti che stanno andando meglio, ma non è stata fatta una parola che riguardasse la sanità in termini di "cosa si sta facendo per il miglioramento del servizio".
Faccio due o tre ipotesi: vogliamo mettere mano ad un aspetto che sembra fuori dal focus e avere anche un grosso risparmio? I rifiuti sanitari speciali, chi sa come si raccolgono e quanto si potrebbe risparmiare, se riuscissimo a raccoglierli in maniera corretta? Un ulteriore esempio: le alte specializzazioni, quali - per esempio la chirurgia robotica, perché non centralizzarle, affinché le équipe vadano in unici posti, piuttosto che avere dei moltiplicatori dove, nonostante le nuove assunzioni, i servizi non sembrano migliorare? Terzo e ultimo esempio, che ho presentato già in occasione dell'insediamento di questo Consiglio, ma non mi sembra sia stata posta una parola almeno di attenzione da parte dell'Assessorato. Riguarda il tema del 118, soprattutto alcuni servizi del 118, che continuano ad essere costosissimi e non validissimi, in termini di efficienza.
L'esempio del 118 che voglio portare è quello dell'elisoccorso notturno, che oggi è ad altissimo costo: 2.500-2.600 euro l'ora di volo per un servizio di trasferimento indiretto. Cosa significa? Significa che il paziente viene raccolto da un'ambulanza, da un'équipe, viene portato in un base di decollo dove viene caricato su un'ambulanza e portato su un'altra base di atterraggio, dove altro personale, un'altra équipe lo raccoglie e lo porta nella struttura.
Questo ha un costo altissimo e qualche volta viene da pensare che l'unico vero tema a sostegno dell'argomentazione di questo sistema sia quello di utilizzare un sistema sperimentale di GPS punto a punto, non ancora approvato in modo definitivo e non ancora certo, perché il sistema GPS non è un sistema sicuro.
Chiedo scusa per aver rubato questi minuti; avrei altre cose da dire ma i tempi sono limitati.
Ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In effetti, sul territorio abbiamo la sensazione che la sanità piemontese sia ancora in grande difficoltà. Grande difficoltà nel fornire servizi in modo tempestivo, con delle liste d'attesa che sono in crescita causa reparti stremati dalla mancanza di personale.
Sfido chiunque a trovare un reparto a pieno organico. Da quanto proviene dal territorio, perlomeno il mio, ma penso anche altri (ne sono sicuro), i reparti sono fortemente sotto organico, tant'è vero che il personale sanitario del VCO ha dichiarato uno sciopero proprio per questo aspetto: la mancanza di personale.
In questa situazione (carenza di personale, reparti sotto organico straordinari continui da parte dei medici, che fanno ore in più e hanno un monte orario che fa paura, perché i numeri sono impressionanti) stride parecchio pensare a un aumento degli stipendi dei dirigenti massimi apicali del settore sanitario. In più, se andiamo a vedere l'analisi socio economica dell'IRES che è stata presentata qualche giorno prima delle elezioni amministrative di Torino, vediamo un dato che stride ancora una volta con le parole dell'Assessore Saitta, quando ha detto: "Abbiamo assunto più personale".
L'analisi dell'IRES, che - ricordo - fino ad allora lavorava per la Giunta e non per il Consiglio regionale, parla chiaro: nel 2015 c'è stata un'assunzione media di personale nella sanità di - 50%. Questo è il dato che l'IRES riporta. Non solo: è un dato anche dal punto di vista economico poiché la crisi della sanità piemontese (55 mila dipendenti, otto miliardi di spesa sanitaria) ha aggravato la crescita del PIL (a me il termine PIL non aggrada completamente, in ogni caso del prodotto interno lordo).
Ritengo che questo sia il vero costo della politica che i piemontesi stanno scontando, cioè la cattiva gestione della politica piemontese ha portato ad un disavanzo economico del bilancio della Regione, un disavanzo in sanità, un piano di rientro, quindi un commissariamento della sanità piemontese, che ha portato ad una situazione di riduzione occupazionale forte, con personale qualificato nella sanità, ed una riduzione complessiva del lavoratore del comparto che (diciamo tranquillamente) è la principale azienda piemontese.
Questo è valutabile in termini di riduzione del PIL, perché il dato dell'IRES è un dato che fa paura: si parla di un meno 15% sul PIL piemontese. Pertanto, la crisi che è arrivata, prima, nel 2008 e poi si è ripresentata successivamente nel 2011 è stata aggravata da una situazione che la politica ha gestito negli anni precedenti malamente e che questa crisi economica ha aggravato in tutti i settori piemontesi, tanto è vero che l'analisi dell'IRES è interessante anche perché parla di un mancato upgrading dell'occupazione, dovuto anche al fatto che il personale qualificato nella sanità è venuto a mancare. Si è creata nuova occupazione nei nuovi settori legati al web, ecc., ma è venuto a mancare un settore fondamentale, ma è la politica che ha determinato, fondamentalmente la carenza di questo settore.
Pertanto, le colpe di questo vanno ricercate in questa aula. I responsabili sono le forze politiche che hanno gestito la Regione Piemonte negli anni passati. E io, invece di dire numeri sulla passività che, a quanto pare, da un anno all'altro, doveva essere migliorata, ma poi, con onestà intellettuale il Consigliere Monaco ha riportato il dato che era sui giornali qualche giorno fa, di un dato che in Commissione sanità non si è visto: aumenta la passività sanitaria, c'è la problematica della mancata uscita dal Piano di Rientro perché 419 milioni sono stati usati per altri settori della Regione.
Io credo che la politica dovrebbe perlomeno, quando addirittura l'IRES riconosce, con un'analisi tecnica, scientifica ed economica, il dato prendersi le sue colpe. E in questo caso, sappiamo di chi sono le colpe: di chi ha amministrato negli ultimi dieci anni, prima di questa Amministrazione, la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che l'aumento del compenso dei Direttori generali e del Direttore della Sanità piemontese, perché questo è il tema centrale, sia legato ad una sere di aspetti e credo che denoti un particolare che non ci è sfuggito, almeno non è sfuggito ai chi si confronta con i territori e i cittadini: rispetto alle politiche della sanità questa Giunta e in particolar modo l'Assessore Saitta, ma non solo, perché la Giunta è un organo collegiale, ha un grado e un tasso di ipocrisia insopportabile ed uno scollegamento con il mondo reale che denota l'attività che spesso questa Amministrazione fa.
Ipocrisia. L'Assessore Saitta, che di sanità capisce poco e ha fatto il megafono di chi di sanità ne capiva un po' di più (il Direttore Moirano che aveva un compito, quello di ridurre le spese senza che la politica gli dicesse niente), ha in questi due anni e mezzo ripetuto alcuni falsi mantra, che continua a ripetere, quello sui debiti e sull'indebitamento, su ciò che ha trovato, eccetera e altri che si è inventato, perch evidentemente crede che portino buona comunicazione. Forse è anche così, ma posso dire che non importano rispetto ai dati oggettivi, quelli dei primariati. Insomma, non c'è intervento in Aula o in Commissione in cui l'Assessore Saitta non faccia presente che il taglio dei primariati e che la necessità di intervenire nei confronti di chi regge una struttura complessa è determinante, perché lì sta il male della sanità.
Noi non crediamo che questo sia vero e l'abbiamo detto in molti casi: è assolutamente evidente e ancora più lampante che, se ciò fosse vero sarebbe altrettanto vero per i Direttori generali e sanitari amministrativi, che ovviamente anche da questo punto di vista potrebbero al pari dei primari, parlare con i Consiglieri, con i Sindaci, con tutti quei portatori di interessi personali e non collettivi che dovrebbero tutelare la loro carriera personale. Verrebbe quasi da dire che è frutto di schizofrenia di un'élite il fatto di aumentare gli stipendi.
Credo che, in questo momento, questo Consiglio ha discusso in molte occasioni, quattro volte in cinque anni, per ridursi il proprio compenso.
Secondo me, arrivando, lo posso dire e l'ho detto anche precedentemente, ha dei livelli che non riguardano solo i Consiglieri regionali, ma anche la Giunta regionale, per cui ti devi poter permettere di fare un'attività a tempo pieno, perché se no riesci a svolgere il tuo lavoro con difficoltà ovviamente non difficoltà economica, ci mancherebbe, ma con difficoltà rispetto alla tua precedente attività lavorativa. Ora, questa è un scelta che facciamo, per cui nessuno di noi si lamenta del nostro compenso, n potremmo farlo perché di tre, quattro o cinque volte superiore rispetto a quello della gran parte dei piemontesi. Ma voi pensate che sia comprensibile da qualcuno il fatto di dire come se fosse l'acquisto di un centravanti in una squadra di calcio che va via? Faccio l'esempio della squadra per cui tifo, Immobile dal Toro, perché non prende due milioni che gli offre la Lazio. Perché il ragionamento che abbiamo fatto è che dobbiamo aumentare le risorse ai direttori perché se no, nella concorrenza fra territori, vanno via.
Ora, non so se sia vero o non vero. Rilevo che la precedente Amministrazione, con tutti i limiti che aveva, aveva ridotto i compensi ai direttori generali, sanitari e amministrativi. Su questo c'è un punto, nel senso che per tabulas questo è avvenuto.
Ma voi credete davvero che il Direttore di una delle principali ASL piemontesi, la TO1, il Direttore generale del San Luigi, il Direttore generale della sanità piemontese, alcuni Direttori sanitari e quant'altro se ne siano andati per 20.000 euro di differenza, considerando che non passavano da 20 a 40.000, ma che passavano da 130.000 a 150.000, per cui certamente è un aumento di stipendio ma non così considerevole.
Verosimilmente, se ne sono andati (questa è una valutazione che noi diamo ed è di parte) perché erano stufi o non lieti di fare i "tagliatori" di servizi della sanità piemontese.
Collega Monaco, lei ha fatto un intervento che per molte parti, non tutte, può essere anche condivisibile, in particolar modo in un punto quando dice che l'Assessore Saitta nella sua comunicazione non ha parlato di sanità, ma ha parlato di numeri. Ma quando abbiamo discusso, salvo la DGR sulla psichiatria inutilmente, di sanità con l'Assessore Saitta? Con l'Assessore Saitta noi abbiamo discusso sempre ed esclusivamente, a partire dalla deliberazione n. 1-600, dalla deliberazione 1-924, le deliberazioni "taglia salute" di questa Regione. Abbiamo parlato di numeri, abbiamo parlato di bilanci da ridurre, abbiamo parlato di prestazioni sanitarie da non erogare, abbiamo parlato dei tanti reparti che al 1° gennaio 2017 verranno chiusi all'interno di questa Regione. Noi di questo abbiamo parlato nell'arco di questi due anni. Ma quale appropriatezza sanitaria? Ma quale qualità nelle prestazioni? Noi vorremmo e invitiamo, come abbiamo fatto più volte, il Presidente Ravetti a fare il punto in sede di IV Commissione di cosa ha portato la deliberazione 1-600 e la modifica del febbraio successivo. Non c'è un indicatore positivo! Prendiamo l'IRES prendiamo l'ISTAT, prendiamo quello che volete: non c'è un indicatore positivo! Il 40 per cento dei piemontesi in questa Regione non utilizza più il sistema sanitario pubblico; il 30 per cento usa la sanità privata e il dieci per cento non si cura, perché non può permettersi una sanità privata e perché i tempi della sanità pubblica sono troppo lunghi! Vogliamo fare degli esempi? Dai 60 giorni per la visita oncologica, ai sei mesi per la visita oculistica, all'anno per la visita cardiologica e andiamo avanti rispetto a questo. Questi sono i dati e ne possiamo snocciolare quanti ne vogliamo! Qualche volta che c'è un dato in controtendenza positivo.
L'Assessore Saitta, che fa il comunicatore delle poche buone notizie che ha e null'altro, utilizza il suo pomposo ufficio stampa per comunicare che c'è una buona notizia, fra le poche che ha a disposizione, oppure racconta balle! Che è l'altra cosa insopportabile! Noi non possiamo continuare a leggere, come ancora nei giornali dell'altro ieri, che ha trovato il deficit di tre miliardi, che aveva nel 2013 un indebitamento di 300 milioni. Gliel'abbiamo già dimostrato in sede di Commissione, con i bilanci consuntivi, da voi approvati, che sono balle, non si possono continuare a raccontare, perché questo è il tema più significativo.
Questo di per sé non è il primo problema della sanità piemontese. Se dovessi dire che la sanità piemontese funziona per davvero e se ci fosse stato il miglioramento che l'Assessore Saitta dichiara, dovremmo pagarli anche di più i direttori generali che hanno migliorato la sanità piemontese. Noi pagheremo di più dei direttori generali perché hanno assunto e hanno portato a termine un compito, quello di ridurre le prestazioni per ridurre le spese. Noi per questo li stiamo pagando di più.
Questo è inconcepibile, Presidente, non a noi, ma ai cittadini piemontesi, perché lei faceva bene a dire, anche se lo condividevo parzialmente, che la distonia, per esempio, fra le spese e le risorse a disposizione per fare politica e non per lo stipendio, fra la Giunta e il Consiglio sono ancora esagerate. Va bene dire che dobbiamo dare un segnale e quindi - finisco, Presidente - ci siamo ridotti gli stipendi. Ma nel momento in cui facciamo tagli così significativi nel campo della sanità, il segnale che diamo è aumentare gli stipendi a chi, territorio per territorio, ancorché obbligato, i tagli li pratica? Ma pensate che i cittadini piemontesi possano capire che, laddove si chiudono la cardiologia, gli ospedali, l'emodinamica e altri servizi, quel Direttore generale guadagnerà più di prima? Questo è quello che avete fatto e questo è quello che i cittadini percepiscono.
Se posso dire, le comunicazioni dell'Assessore - poi ovviamente ascolteremo quelle del Presidente - e i tanti tentativi di coprire un dato certo, che è quello del peggioramento della nostra sanità, non serviranno a niente.



PRESIDENTE

Comunico che per ascoltare le riflessioni del Presidente bisogna finire entro le ore 11.30, altrimenti il Presidente dovrà andare via.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Allora in cinque minuti, Presidente, mi sarà permesso di intervenire non come Presidente della Commissione sanità ma come componente della maggioranza. Provo a dire alcune cose.
Per parlare di aumento di indennità è necessario averne l'autorevolezza e a volte l'autorevolezza la si acquista con l'esempio. Io credo che in quest'Aula il buon esempio - non soltanto ai piemontesi, ma all'intera Italia - l'abbiamo dato riducendoci i compensi e diventando i Consiglieri regionali che meno guadagnano rispetto ai colleghi delle altre Regioni.
Questo è un punto di partenza, direi politico, che rivendichiamo e di cui confermiamo la bontà contenuta nella proposta che abbiamo fatto a quest'Aula: questa è la prima questione.
Il secondo tema è stato ripreso nell'intervento dell'Assessore Saitta.
Noi riteniamo opportuno un ragionamento che riguarda i compensi dei manager nella sanità, che tenga conto dell'intera dimensione nazionale: compensi più bassi, ma incentivi legati agli obiettivi anche più alti.
Il percorso che noi abbiamo avviato a partire dall'inizio di questa legislatura per fare il punto della situazione non è ancora terminato, ma al termine di questo percorso riusciremo, per norma, anche a valutare il lavoro dei Direttori generali in base agli obiettivi che con chiarezza sono stati affidati loro dal Presidente, dall'Assessore e dalla Giunta all'atto della stipula dei contratti con i Direttori generali che, a loro volta hanno individuato i sanitari e gli amministrativi delle Aziende.
Detto questo, allora, a proposito di alcuni obiettivi - altro conto è quello che fanno Giunta e maggioranza, cioè l'assunzione delle delibere delle DGR, le discussioni in quest'Aula - ce ne sono di specifici che riguardano i Direttori generali. Ne elenco alcuni che riguardano gli strumenti operativi per ottenere quei risultati: nell'adeguamento della rete ospedaliera rispetto agli obiettivi della DGR 1-600 e della successiva modifica, nei termini di efficienza, appropriatezza ed equità, nelle prestazioni ambulatoriali e nello sviluppo della rete relativa a quelle prestazioni secondo una logica di appropriatezza, nella prospettiva dell'integrazione tra ospedale e territorio.
Inoltre, abbiamo detto che l'equilibrio economico-finanziario è uno degli obiettivi, non l'unico obiettivo, nel monitoraggio sul contenzioso e la progressiva riduzione nel triennio del Fondo sanitario regionale distribuito nelle varie Aziende.
Insieme a diversi colleghi io faccio il tifo affinché i Direttori generali possano raggiungere tutti quegli obiettivi; però non lo diamo per scontato, perché sarà complicato. Però il tifo lo facciamo per i piemontesi, eh.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) E allora fatelo per bene!



RAVETTI Domenico

E allora, se mi è concesso, non avendo io interrotto nessuno.



PRESIDENTE

Facciamo parlare il Consigliere, perché lui non ha interrotto nessuno.



RAVETTI Domenico

Proprio per parlare dei piemontesi, a proposito di riduzione dei costi della politica, c'è un tema, Presidente, che riguarda tutti e non soltanto i piemontesi: il numero delle Aziende Sanitarie Regionali. Guardi, questo è un dibattito aperto. Se c'è un foglio sulla scrivania di qualche Ministero dove qualcuno ha intenzione di proporre la riduzione delle Aziende Sanitarie Regionali, quel foglio va tirato fuori; noi siamo pronti e disponibili a discuterne. Questo è un altro modo per rendere più efficace ed efficiente il Sistema Sanitario Nazionale. Ma non lo si faccia sull'onda lunga del populismo per dire che sono state tagliate delle poltrone: si dimostri nei fatti che, così facendo, si rende più efficace il sistema a favore dei cittadini (nel nostro caso, a favore dei piemontesi), riducendo le liste d'attesa e rendendo il sistema pubblico inclusivo per migliorare la qualità della vita della nostra gente. Lo si dimostri scientificamente! Noi su questo siamo disponibili a discutere da subito.
Guardate, questo è fondamentale per riuscire a costruire un sistema inclusivo, non soltanto per le politiche sanitarie, ma che riguarda - l'ho detto in Aula altre volte - l'intero welfare in crisi, non soltanto italiano o piemontese ma europeo. Se vogliamo costruire un nuovo sistema di welfare, noi dobbiamo da subito costruire, a partire dai territori, gli ambiti territoriali ottimali, con obiettivi specifici, per riuscire a dare risposte soprattutto alla parte più debole della nostra popolazione.
E allora io capisco che a proposito di un aumento delle indennità e dei compensi a favore dei dirigenti vi siano gli spazi per la politica, e soprattutto per le opposizioni, per insinuarsi con delle critiche: lo capisco, lo capiamo, è evidente. Noi vorremmo però, in questo senso cogliere l'occasione per andare oltre ed essere responsabili nell'offrire una piattaforma programmatica e politica che superi le contingenze piemontesi.
Chiudo per stare nei cinque minuti. Ancora una volta è il caso di non dare le colpe a chi ha amministrato prima: non siamo stati eletti per quello. Se poi - l'abbiamo già detto - dovessimo esercitarci in questo compito, dovremmo - mi è chiaro - gettare lo sguardo una volta da un lato e un'altra volta dall'altro, per cui non è utile: non è utile. Però, al di là dei giudizi che stanno nel campo della politica, esistono i fatti e non le opinioni. E io ricordo che, per scelte sbagliate maturate nel passato, il Piemonte - insieme all'Abruzzo, alla Calabria, alla Campania, al Lazio, al Molise, alla Puglia e alla Sicilia - è costretto a rispettare un rigidissimo piano di rientro.
Guardate, senza dare colpe a nessuno, i primi indicatori, anche qui di carattere scientifico - e non sto nel campo delle opinioni - dimostrano i primi attimi di risvegli positivi per uscire dal piano di rientro. Per noi non basta: rendere possibile equilibrio finanziario ed erogazione equa ed efficace dei servizi è la vera sfida che chiediamo che anche le opposizioni accolgano.



PRESIDENTE

Non c'è più spazio per altri interventi.
Darei la parola al Presidente Chiamparino, per esprimere le sue riflessioni su quanto detto dai Consiglieri.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa al Consiglio, ma alle ore 12 ho un impegno con un ospite internazionale a cui non posso mancare.
D'altra parte, mi sembrava doveroso, in assenza dell'Assessore Saitta intervenire non a conclusione, perché è un dibattito che non può certo concludersi oggi, ma ad integrazione delle questioni sollevate finora.
Dico subito che condivido il giudizio in merito al fatto che vi sono ancora - lo ha ribadito il Consigliere Monaco, ma anche altri colleghi significative criticità nel sistema sanitario piemontese, a cominciare dalla eccessiva lunghezza delle liste d'attesa. E' un tema che conosciamo e che, non a caso, abbiamo posto come obiettivo prioritario fra gli obiettivi assegnati ai Direttori delle ASL e delle ASO. E' evidente, dunque, che siamo ben consapevoli che questo è uno dei temi centrali, ma ce ne sono altri. Voi mi scuserete, ma adesso, anche per ragioni di competenze specifiche - lo ammetto - non mi dilungherò su questo tema, ma al Consiglio basti sapere che la Giunta è del tutto cosciente dell'esistenza di criticità che devono essere ancora affrontate.
Per converso, vi sono anche - lo dico per correttezza - giudizi che nonostante queste criticità, collocano il Piemonte, per qualità delle prestazioni in rapporto a vari indicatori economici, nella top three delle Regioni italiane, davanti addirittura alla mitica, fra virgolette ovviamente, Regione Lombardia (cito la ricerca dell'Università di Pisa pubblicata qualche giorno fa da un quotidiano torinese).
Vi sono, quindi, chiaroscuri: noi dobbiamo lavorare affinché gli scuri diventino sempre più chiari.
Quali sono le questioni? Si stupirà la Consigliera Batzella - e forse anche il collega Andrissi - ma io sono abbastanza d'accordo su due questioni che ha posto: innanzitutto quella sul personale, che non è solo un problema di adeguamento quantitativo, ma forse anche di ricambio dovuto al fatto che alcuni mestieri, ad una certa età, per forza di cose non si fanno più con lo stesso indice di produttività di quando uno è nelle fasce centrali (mi riferisco ad attività assai impegnative e stressanti). Da qui la necessità di un investimento significativo, che vada oltre - ne sono del tutto convinto - a quello che ci ha consentito, nelle more del piano di rientro, di operare e a cui ha fatto riferimento più volte l'Assessore Saitta (tornerò successivamente sul tema), ivi incluso il fatto che bisogna tenere ben conto (anche su questo concordo) che una cosa sono le assunzioni definite, in qualche modo, "temporalmente", altra cosa sono le assunzioni a tempo indeterminato, che stabiliscono anche un diverso tipo di rapporto fra la struttura e il personale in questione. Per fare questo - lo dico senza polemiche - dobbiamo uscire dal piano di rientro. Proprio in queste ore e in questi giorni siamo alle fasi finali della trattativa e per questo motivo non dirò qual è la proposta che abbiamo appena inviato formalmente al Tavolo tecnico (cosiddetto ex Massicci), perché non mi sembra corretto essendo in corso una trattativa, parlarne pubblicamente, se non metodologicamente.
Devo dire al Consiglio (ma non è una novità, perché il Consigliere Ravetti ne ha fatto riferimento e non intendo aprire alcuna polemica al riguardo) che a noi dicono che ci sono non 100 milioni, ma 1,5 miliardi di euro - ripeto la cifra: 1,5 miliardi di euro! - che vanno restituiti dal bilancio della Regione alla sanità, perché nel passato sono stati utilizzati fondi della sanità per pagare altre cose.
Ci tengo a precisarlo affinché si sappia qual è l'entità della questione con cui in questi ultimi giorni di trattativa ci stiamo misurando per cercare di uscire dal piano di rientro e avere piena disponibilità sulla questione delle assunzioni e anche sulla questione (ma qui il tema non è stato toccato) dei cosiddetti extra LEA, che, avendo più flessibilità, potrebbero essere ricompresi e sviluppati ulteriormente in legame con il tema dello sviluppo della medicina territoriale (che è l'altra grande questione che abbiamo impostato, ma che, senza ombra di dubbio, deve ancora essere sviluppata ed esprimere fino in fondo le proprie potenzialità).
L'altra considerazione che mi vede d'accordo con la Consigliera Batzella riguarda, in generale, la questione degli stipendi. Se non erro la notizia positiva è che nella legge di stabilità che è all'attenzione del Parlamento c'è uno stanziamento per il rinnovo dei contratti dei vari comparti pubblici; non so se saranno sufficienti - è una valutazione che faranno le parti sociali - però l'esigenza di adeguare complessivamente la massa stipendiale degli addetti a tutti i livelli della sanità indubbiamente esiste, ma non è direttamente a carico nostro. Mi pare, per che con la legge di stabilità si sia messa perlomeno su binari di confronto fra le parti in causa.
Il Consigliere Bertola, se non sbaglio, si chiedeva perché la patria viene abbandonata.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) La barca!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

La barca? Io avevo capito la patria! Sono più nazionalista, non c'è niente da fare.
Patria o barca che sia...
Forse "patria" sarebbe stato più sensato detto dalla Consigliera Gancia! Oltre alle cause che ciascuno naturalmente può avanzare (ci mancherebbe altro), ce n'è una che andrebbe considerata: ci sono anche delle leggi un tantino centralistiche che rendono più difficile quello che qualsiasi organizzazione che ha la responsabilità gestionale di un budget di otto miliardi e mezzo di e di 55.000 dipendenti (comunque una cifra consistente!) dovrebbe avere. Cioè la possibilità di stabilire se un amministratore delegato che viene considerato valido può oppure no essere prorogato fino ad un'età ragionevole, come avviene per i primari, per i magistrati e per altre funzioni, aspetto che invece è negletto, nella fattispecie, a chi ha un contratto con Regioni ed Enti locali. Francamente mi sembra una declinazione un po' troppo centralistica, che contrasta con quei giusti obiettivi di maggior efficientamento delle strutture territoriali che la legge Madia intende perseguire.
Fra le tante ragioni, quindi, nella fattispecie specifica del dottor Moirano, questa è la ragione decisiva e determinate.
Vorrei fare, infine, due considerazioni circa la differenziazione delle indennità stipendiali dei manager della sanità. Ci sono due temi che mi stanno particolarmente a cuore: il primo riguarda tutti i Direttori della Regione.
Qualsiasi azienda di base (poi c'è il discorso sugli obiettivi che faceva il collega Ravetti, su cui concordo) non darebbe la stessa indennità stipendiale a chi gestisce un budget da ott miliardi e mezzo e a chi gestisce un budget di qualche centinaia di milioni, perché è evidente! Se si vuole che le condizioni economiche riflettano anche il livello di responsabilità (sto parlando dei livelli che hanno responsabilità di primo piano) è evidente che bisogna... Questo è anche un elemento per introdurre un meccanismo che guarda non solo all'ambito sanitario, ma all'intero ambito della direzionalità regionale.
La seconda considerazione - e termino - è quella su cui mi ha anticipato il Consigliere Ravetti, che mi vede pienamente d'accordo: fra le ragioni (non so se è l'unica o meno, ma non mi interessa tanto) per le quali in Emilia Romagna e in Lombardia, per citare due esempi, i manager delle ASL hanno stipendi significativamente più elevati dei nostri, c'è anche il fatto che le strutture di cui hanno la responsabilità in alcuni casi sono più complesse. In altri casi no.
Per esempio, se si prende la Città dalla Salute, è evidente che si tratta di una struttura di grande complessità. In altri casi hanno strutture più complesse.
Credo anche - trovandomi d'accordo con il Consigliere Ravetti nell'ottica dell'affrontare meglio quelle criticità da cui siamo e sono partito, ad esempio le liste d'attesa - che ragionare su, scusate la cacofonia, un ragionevole accorpamento delle ASL e delle ASO del Piemonte quando dico ragionevole intendo dire che nessuno ha in testa nessun giacobinismo, per cui accorpi solo per accorpare, non necessariamente e non sempre grande è bello, di per sé - è la sfida con la quale dobbiamo misurarci e sulla quale dobbiamo chiedere ai nuovi manager di misurarsi secondo le modalità che Consiglio e Giunta definiranno.
Vorrei ricordare un grande che ci ha lasciato questa notte, non particolarmente fausta anche per altre ragioni, Umberto Veronesi. Cogliendo l'occasione per portare un cordoglio unanime del Consiglio regionale e dei cittadini piemontesi, quanto meno dell'opinione pubblica piemontese, vorrei citare uno dei tanti commenti che ho letto di sfuggita sui giornali questa mattina, secondo cui tra i tanti meriti scientifici, organizzativi e di impegno civile che ha avuto, c'è anche quello di aver saputo tenere lontano la cattiva politica dalla sanità.
Credo che questa sia una delle questioni centrali per far funzionare meglio e superare le criticità che certamente anche il nostro sistema sanitario piemontese continua ad avere, ma contro le quali stiamo lavorando, credo sulla strada giusta e con gli strumenti giusti, fra cui quello che è stato oggetto di questo confronto e di questa comunicazione.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 189, inerente a "Atto di indirizzo. criteri per la programmazione e la definizione del piano regionale di revisione e di ridimensionamento della rete scolastica e per la programmazione dell'offerta formativa delle autonomie scolastiche piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 189, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola all'Assessora Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Anche quest'anno presentiamo la delibera per individuare i criteri sul dimensionamento e la programmazione dell'offerta formativa. La proposta di delibera parte da un quadro attuale, secondo il quale il Piemonte è dotato di 4.300 sedi, di cui il 19% appartiene alle scuole paritarie, 567 istituzioni scolastiche autonome, delle quali 12 afferenti ai centri provinciali per l'istruzione degli adulti, (cosiddetti CPIA).
Le autonomie riferite al primo ciclo di istruzione rappresentano il 68 dell'offerta totale. Di questi, il 20% è ancora caratterizzato dal cosiddetto modello orizzontale. Infatti, uno dei criteri che abbiamo riconfermato è il tema di un criterio del dimensionamento che va verso il modello dell'istituto comprensivo, che ha ancora, come dicevo prima, un 20 di modelli orizzontali, quando invece dovremmo tendere sempre più al modello del 100% sull'istituzione degli istituti comprensivi.
Ovviamente, quindi, saranno privilegiati quei dimensionamenti e quelle razionalizzazioni che vanno nella dimensione dell'istituto verticale, e che faranno sì che le autonomie orizzontali, quindi solo con la presenza di direzioni didattiche, via via scompaiano all'interno della nostra regione.
Oggi abbiamo delle autonomie scolastiche la cui media è intorno ai 950 bambini, quindi sono autonomie che hanno numeri importanti e che tengono in considerazione anche di un territorio molto eterogeneo, che ha presenza di montagne, colline e grandi e piccole città.
La programmazione sia dell'offerta formativa, ma anche del numero delle autonomie, è legata ovviamente al tema delle caratteristiche del nostro territorio.
La delibera individua le modalità per l'attribuzione delle nuove scuole dell'infanzia e le modalità con le quali arrivare alla definizione dei nuovi indirizzi sulle scuole superiori.



PRESIDENTE

Scusate, ci sono alcuni Consiglieri che lamentano il fatto che ci sia troppo brusio in aula.
Vi prego di dare la possibilità di ascoltare le parole dell'Assessore.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

I tempi previsti sono la presentazione, da parte della Città metropolitana e delle Province, dei criteri entro il 25 novembre, per consentire l'approvazione del Piano regionale entro il 31 dicembre.
Ricordo soltanto che dall'approvazione definitiva del Piano regionale deriva la programmazione di tutta l'attività per l'anno successivo, quindi per l'anno scolastico 2017-2018.
Ne approfitto per introdurre la presentazione di un emendamento che nell'allegato A della proposta di deliberazione, al paragrafo Programmazione della rete scolastica, sotto il paragrafo "Dimensionamento Autonomie Scolastiche": dopo le parole "si ritiene di rafforzare tale indicazione", cioè le autonomie verticali, vengono inserite le parole "ai fini del superamento dell'aggregazione orizzontale in favore dell'aggregazione verticale" che caratterizza gli istituti comprensivi.
E' un'osservazione che c'è stata formulata dal Comune di Torino e che crediamo serva a rendere ancora più forte l'idea e l'obiettivo secondo il quale gli istituti comprensivi devono essere il modello prioritario all'interno della programmazione delle autonomie scolastiche della nostra regione.



PRESIDENTE

L'Assessora Pentenero ha formalizzato un emendamento.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Pentenero: All'allegato A alla proposta di deliberazione del Consiglio regionale n.
189, al paragrafo "Programmazione della rete scolastica", sottoparagrafo "Dimensionamento autonomie scolastiche", dopo le parole "si ritiene di rafforzare tale indicazione" sono inserite le seguenti parole: "ai fini del superamento dell'aggregazione 'orizzontale' in favore dell'aggregazione 'verticale' che caratterizza gli Istituti comprensivi,".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo molto rapidamente anche perché alcune considerazioni le abbiamo già svolte in Commissione.
Credo che la proposta di deliberazione che viene sottoposta all'Aula e che ha già ricevuto una valutazione in Commissione sia una buona delibera.
Una delibera nel solco di una tradizione. Una tradizione che ha visto la nostra Regione, nel corso degli ultimi anni, fare uno sforzo notevole di contenimento e di riorganizzazione delle autonomie scolastiche. Ricordo non troppi anni fa, quando si discuteva di numero di autonomie scolastiche che si ragionava nell'ordine delle 670 unità. Oggi il dato che viene certificato è di 567, di cui 555 quelle afferenti al primo e secondo ciclo e 12 afferenti alla educativa per gli adulti.
Non possiamo certo dire che la Regione non si sia sforzata con i territori, quindi con i Comuni e le Città Metropolitane, allora Province di riorganizzarsi. Un'attività che in Piemonte è stata ed è ben più difficile che in molte altre realtà italiane.
Come la delibera ricorda, sempre il 75% del nostro territorio è ascrivibile a quella categoria di marginalità geografica, o montagna o realtà collinare, quindi operazioni che, sulla carta, da altre parti d'Italia sono più facili, da noi si scontrano con una difficoltà difficilmente emendabile. L'orografia e la geografia sono le ultime cose su cui, anche volendo, possiamo incidere.
Il fatto che in una situazione così complessa, nell'organizzazione della rete, si tenga conto di tutta una serie di parametri che vanno in deroga rispetto a quelli razionalmente riconosciuti e che permettono di tenere aperte scuole e plessi in realtà di montagna, di collina dei nostri Comuni piemontesi e impediscano, soprattutto nella scuola di base, di doversi spostare di troppi chilometri e di troppi Comuni per esercitare il diritto all'istruzione, lo ritengo un punto qualificante.
Certo - ed è questa l'osservazione che volevo riprendere e riportare anche in Aula - in tutto questo sforzo dobbiamo coralmente continuare ad essere testimoni a tutti i tavoli in cui sediamo al di fuori della cerchia e del confine regionale, perché è uno sforzo complesso che oltre certi limiti non può andare. Noi, nel momento in cui diciamo che la prima scuola disponibile, ove saltasse la scuola di riferimento, non può essere a più di tot chilometri, stiamo dicendo un qualcosa di importantissimo che, per deve trovare dal lato governativo una consequenzialità, altrimenti si corre il rischio di organizzare, d'intesa con le autonomie territoriali, una rete molto ricca e molto complessa, che, però, sul lato della dotazione organica, non ha la consequenziale risposta.
Mi preoccupa molto un dato, per esempio, che ho già riportato in Commissione: il 28% delle autonomie scolastiche fotografate sulla carta per l'anno scolastico in corso sono in condizione di reggenza, che, tra l'altro, è un paradosso. Infatti, nel momento in cui si attribuisce al dirigente scolastico un ruolo centrale, insieme a tutti gli altri organismi delle autonomie medesime, dall'altro lato, noi non abbiamo la figura del dirigente scolastico, abbiamo reggenze, alcune delle quali anche molto complesse. Immaginiamo cosa voglia dire per una persona doversi occupare direttamente di un'autonomia magari di mille studenti e, poi, in reggenza di un'altra autonomia di altrettanti studenti, magari collocata a diversi chilometri di distanza, con decine di Comuni diversi, quindi una popolazione scolastica che proviene da un territorio variegato.
Tanti anni ha fa, nella legislatura precedente, il livello nazionale tentò di forzare la mano e di imporre parametri minimi di dimensionamento in termini di numero di studenti. Quel tentativo venne poi bocciato dalla Corte Costituzionale che riconobbe la competenza in capo non allo Stato almeno, per ora continua ad essere così - ma alle autonomie locali. Per non è che dobbiamo arrivare al medesimo risultato per vie traverse, cioè: siccome non posso imporre parametri numerici rigidi a livello centrale intanto ti chiudo le valvole d'ossigeno e non ti do quelle dotazioni di personale e di organico che ti permettono di far funzionare bene l'autonomia che sulla carta tu hai mantenuto. Lo dico perché tra le luci sarebbe disonesto intellettualmente non riconoscere queste ombre soprattutto in una realtà come quella piemontese che - ripeto - è molto diversa rispetto ad altre realtà.
Dico anche - e chiudo con questa considerazione - che sono pienamente d'accordo con quella parte della delibera in cui, nel fotografare l'importanza dell'istituto comprensivo come formula, si sottolinea come allo stesso tempo non sia astratta, ma che funziona bene se ha una sua omogeneità interna. Cioè, la costruzione di un istituto comprensivo in cui tutti gli studenti dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado possono trovare un'offerta formativa ha un senso anche pedagogico, perché dietro può avere una condivisione di programmi e di strategie, una verticalità di percorso. Sappiamo benissimo che, in passato si sono tentate in giro per l'Italia delle formule pur di fare, che hanno creato istituti comprensivi molto disomogenei al loro interno, che erano comprensivi solo sulla carta ma non nella sostanza.
Quindi, credo che la chiave di volta sia che la delibera riconosca la centralità tendenziale di quello strumento, ma altresì che occorre riempirlo di contenuti, senza fermarsi alla formula burocratica.
Da questo punto di vista, mi spiace ci siano realtà, come quella della Città di Torino in tutti questi anni, che non hanno omogeneamente seguito il percorso compiuto da altre realtà territoriali piemontesi. Non mi stupisce che, ad oggi, se osserviamo la distribuzione dell'istituto comprensivo a livello piemontese, il vero nodo da affrontare sia quello della città, e a questo punto non sarà un nodo facile da affrontare.
Infatti, essendoci mossi finora a spizzichi e a bocconi, cioè a macchia di leopardo, è chiaro che, oggi, è più complesso laddove non c'è ancora realizzare l'istituto comprensivo rispettando quell'omogeneità di cui parlavo prima, perché, magari, vicino al plesso X si trova un plesso Y che è già stato inserito in un istituto comprensivo, quindi per completarlo devo compiere dei salti territoriali.
Questa sarà la vera sfida: rendere un po' più omogenea l'applicazione di questo istituto in una realtà grande e importante - ed è un tema principalmente della Città di Torino - in cui ad oggi ci si è mossi a macchia di leopardo.
Chiudo un po' come avevo iniziato questo breve intervento. La valutazione è certamente positiva e credo che, come sistema Piemonte occorra andare orgogliosi del fatto che tutti insieme si stia continuando a difendere in un settore così importante, com'è il diritto allo studio, la specificità di questa regione. Però, siccome ne siamo orgogliosi, questo orgoglio dobbiamo trasformarlo tutti insieme in battaglia affinché tutti gli enti e tutti i livelli di Governo, da Roma in giù, che si occupano di questo tema vengano coinvolti da questo percorso, per riuscire ad aggredire questo dato di troppe autonomie scolastiche senza una guida effettiva e di organici distribuiti in modo non troppo omogeneo.
Inoltre, consideriamo la possibilità di cambiamento di competenze sul tema; per esempio, questo è uno dei temi su cui le competenze cambierebbero nel caso in cui entrasse in vigore la nuova Carta costituzionale e, al di là delle opinioni che possiamo avere singolarmente, noi dobbiamo arrivare a quel momento preparati a continuare a portare avanti la battaglia per il nostro sistema piemontese anche in un ambito eventuale di nuovo riparto di competenze.
Se teniamo duro sul diritto allo studio, sulla distribuzione della rete e sulla ricchezza di questa rete, credo che potremo guardare con un po' più di ottimismo al futuro della comunità regionale piemontese nel suo insieme.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Parto da una valutazione sulla delibera e il suo allegato, che contiene un punto importante, che riguarda non soltanto l'approvazione nella parte deliberativa dell'atto di indirizzo e dei criteri per la definizione del Piano regionale di dimensionamento, perché, poi, demanda alla Giunta regionale, sulla base dei criteri adottati con l'atto che stiamo discutendo, l'istituzione di un Tavolo di lavoro con l'Ufficio Scolastico Regionale, la definizione con la delibera di Giunta di termini e modalità di presentazione delle richieste di attivazione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia da parte dei Comuni e l'approvazione dell'elenco delle autonomie autorizzate.
Noi chiederemmo che su questo - perché sono punti, in realtà, delicati che intervengono in modo molto più puntuale rispetto ai criteri che noi oggi stiamo definendo - che si aggiunga: "La Giunta regionale, sulla base dei criteri presentati dal presente atto, individua l'istituzione di un tavolo, la definizione del termine 'modalità' per la richiesta dell'attivazione di nuove sezioni dell'infanzia, l'approvazione dell'elenco delle autonomie, sentita la Commissione competente". Ci sembra infatti che almeno il secondo e il terzo punto siano una parte estremamente significativa.
Relativamente, invece, all'allegato, che poi è la parte importante della deliberazione, vi sono una serie di considerazioni (che faceva anche il collega Appiano) che sono condivise. Pertanto, quello dell'organizzazione delle autonomie in senso verticale e non orizzontale è certamente un tema importante, che non riguarda solo la Città di Torino, ma anche e principalmente i grandi centri e non solo. Riguarda anche paradossalmente, i centri montani, dove abbiamo una serie di autonomie verticali estremamente positive, che spesso coincidono con uno o più poli didattici, e anche strutture uniche, all'interno delle quali vi è la possibilità di avere un'offerta che va dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola secondaria.
Vi sono altri casi, però, in cui l'articolazione è fatta su autonomie orizzontali, per cui questo è un tema da tenere in considerazione.
La deliberazione, inoltre, individua alcuni punti legati alle opzioni e alle articolazioni, all'offerta formativa, alla validità dell'offerta (il liceo internazionale europeo e quant'altro). Non presenta (o io non l'ho trovato) un aspetto che - invece - era sempre presente all'interno delle deliberazioni di dimensionamento, che tiene conto delle differenze territoriali al di là dell'aspetto numerico fra le varie realtà territoriali.
E' evidente che l'aspetto dei territori "marginali", cioè collinari o montani, deve avere non soltanto una condizione numerica diversa, ma anche una modalità che sia, in qualche modo, differente al proprio interno.
Vi è una conferma di innovazione che questa deliberazione presenta tanto nell'aspetto legato alla parte deliberativa quanto in quello legato all'allegato A, che sono le nuove sezioni delle scuole dell'infanzia.
La deliberazione prevede che le nuove sezioni delle scuole dell'infanzia siano sezioni aggiuntive presso punti di erogazione del servizio di scuole dell'infanzia statale già funzionanti, sezioni presso nuovi punti di erogazione dei servizi autorizzati nell'ambito del dimensionamento scolastico, completamento orario nelle sezioni a tempo ridotto già funzionanti negli anni scolastici precedenti.
La precedente Amministrazione aveva inserito all'interno della deliberazione di dimensionamento il seguente principio: che, laddove esisteva una scuola paritaria pubblica o laddove esisteva una scuola statale pubblica, non si potesse aprire, qualora non vi fosse una carenza di offerta formativa, un nuovo punto di erogazione dell'offerta. Questo per due motivi: primo, relativamente alla disponibilità del numero di insegnanti, che è l'aspetto minore, perché si ottiene con una trattativa con l'Ufficio Scolastico Regionale e con lo Stato centrale, ma soprattutto perché questo comporta una spesa decisamente superiore per la Pubblica Amministrazione e quindi per le tasche dei cittadini.
Laddove, cioè, esiste una scuola dell'infanzia paritaria che eroga il proprio servizio con una scuola che riesca a erogare il servizio per tutta la cittadinanza, è poco sensato costruire per alcuni milioni di euro una nuova scuola dell'infanzia, che non comporta tanto il costo degli insegnanti, che sono coloro i quali vengono distribuiti dall'Ufficio Scolastico Regionale, ma comporta una spesa di milioni di euro per la costruzione di un nuovo plesso scolastico quando ve ne è già uno esistente.
Ritengo che questo tema, che da una parte è fortemente politico e dall'altra, di richiesta di alcune Amministrazioni, abbia creato problemi non indifferenti. E' sufficiente parlare con quegli amministratori locali che sono finiti sulle pagine dei giornali perché non potevano aprire la loro scuola, per rendersi conto che quella scelta è stata una scelta miope costata milioni di euro ai cittadini di una comunità.
Facciamo dei casi di questa provincia o di altre province? In questa provincia, nel Comune di Bibiana e Almese, che avevano un servizio di scuola dell'infanzia garantito da scuole paritarie, per una scelta inevitabilmente politica dell'Amministrazione si è deciso di realizzare due scuole. Valore complessivo: otto milioni di euro nella costruzione. Valore annuale: alcune centinai di migliaia di euro nella gestione, non degli insegnanti mandati dall'Ufficio Scolastico Regionale, ma di quello che è diventato un servizio a tutti gli effetti comunale, all'interno del quale il Comune si accolla quelle spese.
Ha senso che noi spendiamo milioni di euro per la costruzione di nuove realtà? Penso proprio di no.
Vi è un altro aspetto che è anche in contraddizione con la legge esistente e con una legge che il Governo sta discutendo in Parlamento laddove si dice: "L'autorizzazione all'istituzione di nuove sezioni della scuola dell'infanzia statale riguarda le sezioni aggiuntive presso punti di erogazione del servizio di scuola dell'infanzia statale già funzionanti".
La parola "statale", a legge nazionale vigente (legge Berlinguer), non ha alcun motivo di esistere. Noi possiamo prevedere, all'interno del nostro Piano, delle sezioni aggiuntive presso punti di erogazione del servizio di scuole dell'infanzia già funzionanti, ma, se scriviamo "statale", significa che vogliamo autorizzare sezioni aggiuntive solo ed esclusivamente per le scuole non paritarie. E questa è una scelta drammaticamente sbagliata.
Lo dico, perché vi è una legge dello Stato che stabilisce che il sistema pubblico dell'istruzione è la somma fra il sistema statale (comunale laddove esiste) e il sistema paritario. Inoltre, oggi è in discussione al Parlamento una legge, che non è presentata dal Gruppo di Forza Italia, che afferma che è vietato, per qualunque Amministrazione Pubblica, differenziare nel servizio di istruzione pubblica le scuole statali da quelle paritarie. Questo, evidentemente, è un errore: che sia ideologico o meno, non interessa. E' un errore.
Noi chiediamo che, da questo punto di vista, la parola "statale" venga cancellata nelle scuole dell'infanzia sulle nuove sezioni e si esprima un parere della Commissione relativamente ai punti della deliberazione affinché su questo si possano fare delle valutazioni.
Oggi siamo estremamente attenti ai danni erariali, o meglio, la Corte dei Conti è estremamente attenta, puntualmente, a quelli che sono i danni erariali, ma - che sia un danno erariale o no - quanto è costata alla collettività pubblica la costruzione di nuove scuole, laddove esisteva un servizio che veniva già erogato? Milioni di euro.
Pertanto, per un capriccio di natura ideologica (certamente in un caso è stato un capriccio dei natura ideologica, per dichiarazione della stessa Amministrazione comunale), noi facciamo sì che si spendano milioni di euro in alcuni casi anche con il contributo per la costruzione della Regione Piemonte, per un servizio che è già esistente. E' come se finanziassimo visto che prima parlavamo di sanità, la costruzione di un nuovo servizio laddove ce n'è uno già esistente che alla collettività non costa nulla se non il costo della prestazione. Allora è evidente che se si vuole fare quello non solo non si rispetta il principio di una legge dello Stato vigente da molto tempo, ma è ancora un profondo errore di carattere politico.
Non dico di reintrodurre, perché so che...



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, ha superato i 12 minuti.



VIGNALE Gian Luca

Chiedo scusa, non me n'ero accorto. Termino in trenta secondi.
Non dico di reintrodurre, come avevamo previsto che ci fosse, in qualche modo, l'autorizzazione da parte della scuola statale per l'apertura della paritaria, o della paritaria per l'apertura della statale, tanto so che sarebbe inutile chiederlo, anche se ci sembrava molto intelligente tant'è che questo Consiglio regionale lo approvò, ma credo sia doveroso almeno prevedere all'interno della deliberazione che non ci sia una discriminazione rispetto a scuole pubbliche individuate dalla legge dello Stato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Riprendo l'intervento che avevo fatto in Commissione con, direi, una determinazione ancora maggiore.
In quel contesto, parlando di dimensionamento scolastico e rivolgendomi direttamente all'Assessore, ho fatto un inciso sul trasporto. E' un tema importantissimo che è assolutamente attinente con il dimensionamento scolastico e che oggi non risponde alle esigenze dei nostri ragazzi.
L'altro aspetto importantissimo è quello della tolleranza nel dimensionamento scolastico: ci sono delle situazioni dove eventualmente, a fronte di qualche spostamento, ci potrebbero essere piccole carenze di numero. La richiesta nei confronti della Giunta e dell'Assessore è di mantenere in piedi quegli istituti che magari non rientrano nelle zone montane o non hanno le condizioni che permettano di entrare su quegli aspetti che generano poi le deroghe.
Assessore, penso che sia il dimensionamento scolastico sia il trasporto siano due fattori che vanno assolutamente di pari passo. Le risposte che ho ricevuto da quest'Aula e anche dalla Città metropolitana con cui mi sto confrontando sono assolutamente insufficienti.
Penso che se facciamo delle scelte e abbiamo dei ragazzi che devono accedere a degli istituti, a questi ragazzi dobbiamo garantire la possibilità di raggiungere quegli istituti. E tutto questo aspetto non pu gravare soltanto sulle spalle dei Comuni. Nutro profonde riserve su questa proposta di dimensionamento; certamente, è prevalente quanto ho detto.
Quindi, una tolleranza sui numeri e la possibilità di rivedere la rete dei trasporti afferente alla scuola.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto detto dai colleghi se non rimarcare la necessità di garantire la copertura del servizio scolastico nelle aree marginali. Vediamo che c'è una certa attenzione nei confronti dei territori definiti come marginali e abbiamo notato che ci sono dei casi di territori non considerati marginali: abbiamo visto il caso di Rivoli, ad esempio, dove è stata chiusa una scuola elementare, nel dettaglio, e i bambini sono stati spostati in un altro istituto.
In quel caso non c'era un evidente problema di spostamento o di raggiungibilità del nuovo istituto, ma un problema di soppressione di un servizio all'interno di un quartiere in una dimensione cittadina.
Quindi molto spesso i numeri non raccontano esattamente quello che capita nella realtà. In quel caso avevamo una scuola che era al di sotto del numero necessario a mantenere il servizio e la decisione è stata quella di chiudere l'istituto con dei danni che sono stati ben evidenziati da numerosi comitati, sia di genitori che di associazioni nei quartieri.
Attenzione alle aree marginali, ma non solo, anche attenzione a non prendere delle decisioni che si basino esclusivamente sul numero, quindi bisogna tenere sempre al centro la necessità di garantire un servizio diffuso, perché stiamo parlando di istruzione e di scuola: il nostro faro dovrebbe essere quello di consentire a tutti la fruizione del servizio.
Per quanto riguarda l'organizzazione del Comune di Torino e la Città metropolitana, ci è stato segnalato un problema sulla tempistica della comunicazione dei criteri; se la Regione riuscisse a comunicare con maggiore anticipo la scelta dei criteri alla Città metropolitana, si potrebbe pianificare meglio l'organizzazione del servizio.
La tempistica, adesso, diciamo che è piuttosto stretta, non ci sono grandi margini di azioni e di organizzazione, quindi quello che riportiamo in questa sede è questa richiesta, cioè poter prevedere, in collaborazione con i soggetti coinvolti nella fase di decisione sul dimensionamento, una tempistica diversa, in modo da poter consentire un ragionamento migliore sui numeri e sugli istituti che eventualmente si potrebbero accorpare.
Riporto anche in questa sede un concetto che ho già espresso in Commissione relativamente ai CPA, quindi al fatto che alcuni territori si trovino ad essere scoperti dal servizio. Abbiamo fatto l'esempio ovviamente a me vicino, del Comune di Avigliana, che rischia di perdere per non dire che ha già perso, una sede per il CPA. Questo fa sì che tutto il territorio della zona ovest di Torino sia costretto a fare riferimento ad una sede distante che, se non ricordo male, è una sede che si trova a Rivoli.
Questo è un servizio che non deve assolutamente venire a mancare nel territorio, perché riguarda la formazione per adulti, altrettanto importante quanto quella rivolta ai cittadini più giovani.
Per quanto riguarda il discorso del servizio offerto dalla paritarie noi riconosciamo sicuramente l'importanza che le scuole paritarie hanno sul territorio nel momento in cui vanno a sostituire o sopperire una mancanza del servizio, diciamo così, pubblico, ma non crediamo che il desiderio di un'Amministrazione di costruire un plesso scolastico nuovo sia dovuto a motivi ideologici: molto spesso è il desiderio di dare ai cittadini del territorio un servizio pubblico e un servizio che sia migliore, e ben venga qualsiasi euro investito nella scuola. Io non metterei in contrasto la scuola paritaria rispetto alla scuola pubblica, ma direi che ci sono tantissime altre opere cui si potrebbe rinunciare investendo i soldi nella scuola pubblica. Quindi non direi che gli euro investiti nell'istruzione e nella costruzione di edifici nuovi siano euro mal spesi.
Quindi eviterei questa battaglia fra questi due tipi di servizio ricordando tra l'altro che la scuola paritaria molto spesso non ha questa libertà ideologica. Io ne ho avuto esperienza diretta con la partecipazione in una scuola paritaria di uno dei miei figli e devo dire che un minimo di impronta ideologica permane, se non altro per tenere fede ad una tradizione, magari, che viene portata avanti all'interno dell'istituto. Non è una cosa negativa, ma in quel caso mi sembra giusto che si possa scegliere, che la libera scelta educativa deve essere nei due sensi: io devo poter scegliere tra la scuola paritaria e la scuola pubblica. Nel caso del Comune in cui vivo, cioè Almese, in particolare, credo di poter dire con una certa sicurezza che la scelta di una nuova scuola materna in questo caso pubblica non è stata una scelta ideologica, ma semplicemente la risposta ad un'esigenza che i cittadini hanno manifestato di avere un servizio di scuola materna alternativo al, seppur ottimo, servizio offerto dalla scuola paritaria.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Non essendovi altri colleghi che desiderano intervenire, la parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Svolgo due osservazioni molto veloci in merito agli interventi che sono stati fatti.
La prima è che noi non abbiamo necessità di inserire l'acquisizione di parere della Commissione consiliare competente perché questo è già previsto in delibera, come avviene da credo 15 anni nella nostra Regione: approvati i criteri, le Province presentano i piani; il piano regionale viene elaborato dalla Regione che acquisisce il parere della competente Commissione consiliare e finalmente viene approvato, perché poi si possa dar vita alla programmazione degli organici regionali. La parte legata al parere, quindi, è già scritta in delibera.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Potrebbe rileggere l'emendamento?



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Allora, nell'allegato A alla voce "Procedure e tempistica", all'ultimo capoverso è scritto : "La Regione, acquisite le proposte dei piani, ne verifica la rispondenza con gli indirizzi e i criteri di cui ai paragrafi precedenti; acquisisce il parere della competente Commissione consiliare approva, definitivamente con una deliberazione della Giunta regionale, il Piano regionale di dimensionamento scolastico. entro il 31 dicembre", che è la tempistica necessaria che il Ministero ci richiede per poter poi addivenire all'inserimento dei codici delle singole autonomie scolastiche e dei singoli plessi.
Sulle altre considerazioni che sono state fatte, ricordo che noi individuiamo dei criteri che tengono in considerazione, ovviamente, i riferimenti delle leggi nazionali e che soprattutto devono tenere in considerazione le caratteristiche delle autonomie scolastiche (quindi la legge che disciplina le autonomie scolastiche) e delle autonomie locali che devono essere salvaguardate. I criteri che noi individuiamo, quindi tengono conto di questi due elementi.
E' evidente che, nel voler difendere e sostenere una rete capillare di autonomie scolastiche e di plessi all'interno di un territorio con caratteristiche eterogenee come il nostro, noi dobbiamo introdurre parametri diversi perché l'eterogeneità e i numeri della popolazione scolastica afferente ai diversi territori comportano caratteristiche determinate dalla strutturazione territoriale. Questi, quindi, sono ripresi all'interno dell'allegato A e dei criteri previsti dalla nostra Regione.
Peraltro, rispetto alle tempistiche, ricordo che il processo di presentazione dei criteri con gli Enti locali coinvolti - quindi Comuni e Province - è un processo che inizia ancora prima dell'estate, ma l'ufficializzazione arriva soltanto con l'approvazione della delibera come oggi sottoposta a quest'Aula. In verità, gli Enti locali conoscono i criteri - che sono gli stessi, riproposti ogni anno ormai da 15 anni - più o meno prima dell'estate e quindi sono in grado di fare una previsione rispetto al numero e ai modelli che intendono utilizzare all'interno della nostra Regione circa sei mesi prima rispetto alla data prevista come termine, quindi con un ampio margine di tempo per poter pianificare le azioni necessarie.
Mi sembra dunque che, nel rispetto della programmazione degli organici e dell'offerta formativa, i tempi e i criteri siano ampiamente conosciuti in favore di quello che può essere un iter necessario e utile per addivenire all'approvazione del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 189, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Dovrei sospendere la seduta per mezzora, ma credo che la votazione dovrà essere rimandata, probabilmente, al pomeriggio. Il Consiglio regionale, pertanto, non è solo sospeso ma conclude qui i lavori di questa mattina e riprenderà nel pomeriggio.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 12.30)



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