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Dettaglio seduta n.180 del 25/10/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.38 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1069 presentata dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola e Valetti inerente a "Istituto 'Roberto Clara' di Pancalieri"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1069 presentata dalle Consigliere Frediani e Balzella, e dai Consiglieri Bertola e Valetti inerente a "Istituto 'Roberto Clara' di Pancalieri".
La parola alla Consigliera Frediani, per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente, e buongiorno, Assessora.
Questa è un'interrogazione riguardante la situazione della scuola di Pancalieri, che risale a maggio, quindi sicuramente non ha dei dati aggiornati; in questo caso, speriamo di avere qualche aggiornamento da parte dell'Assessora.
Ripercorro brevemente la storia di quest'istituto.
Con deliberazione della Giunta comunale di Pancalieri del 31 maggio 2011, è stato approvato il progetto esecutivo dei lavori di realizzazione del nuovo edificio scolastico della scuola secondaria di primo grado, da localizzarsi in via Re Umberto, a Pancalieri.
I lavori sono stati aggiudicati all'impresa Europlant srl.
La nuova scuola secondaria di Pancalieri è stata inaugurata il 30 novembre 2013. Dopo poco tempo, si sono manifestati dei problemi alla struttura, con evidenti chiazze di umidità e addirittura il distacco dell'intonaco e delle tinteggiature interne, lungo tutto il perimetro del fabbricato. Quindi, l'istituto si è dimostrato assolutamente inadeguato ad ospitare degli studenti, considerando anche il fatto che si trattava di un istituto nuovo.
Dopo gli interventi realizzati con prodotti traspiranti per cercare di risolvere questa situazione, si sono verificati ulteriori problemi pertanto tali interventi si sono dimostrati assolutamente non risolutivi.
L'Amministrazione comunale ha chiesto alla ditta appaltatrice di valutare uno studio approfondito per determinare le cause della presenza di tale umidità ed individuare degli interventi risolutivi, per risolvere il problema definitivamente.
Non solo la ditta appaltatrice non ha provveduto a risolvere il problema in modo radicale, ma addirittura si è data irreperibile, pertanto il Comune di Pancalieri si è affidato ad un legale (parliamo di maggio quindi probabilmente ci saranno degli aggiornamenti), per affrontare e risolvere la questione.
Il 31 maggio 2010 la Direzione regionale competente ha concesso un contributo, a valere sul POR-FESR 2007/2013, che è stato rideterminato, a fronte di un investimento ammissibile di oltre 555 mila euro, in oltre 333 mila euro.
Pertanto, l'interrogazione è volta a sapere se la Giunta sia al corrente delle problematiche sorte dopo l'esecuzione dei lavori e se intenda intervenire per tutelare soprattutto gli alunni che frequentano quel plesso scolastico, che presenta problematiche gravissime.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessora Pentenero, per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Come scritto nell'interrogazione, la scuola secondaria di primo grado "Roberto Clara" è stata finanziata con due contributi: il contributo della Direzione Attività Produttive, rideterminato in 333 mila euro, e il contributo di 500 mila euro del Settore Edilizia Scolastica, relativo all'intervento di nuova costruzione di intere sedi scolastiche succursali presso la scuola secondaria di primo grado di piazza Vittorio Emanuele concesso con Determina n. 125 del 2 febbraio 2010 ed atti successivi legati all'impegno.
Queste sono le due fonti di finanziamento che hanno determinato l'avvio del progetto e la realizzazione dell'opera. In data 24/1/2014 il comune di Pancalieri ha provveduto alla presa in consegna anticipata dell'immobile.
In data 4 marzo 2014 è stato presentato all'assessorato all'Istruzione un esposto trasmettendo verbale ASL che rilevata la presenza di esfoliazioni efflorescenze ed infiltrazioni in diversi locali, riteneva che le stesse non determinassero l'inagibilità dei locali compromessi ed imponeva il ripristino delle porzioni di muro danneggiate. A seguito dell'esposto il settore Edilizia Scolastica ha richiesto a Finpiemonte, che curava le erogazioni del contributo, di effettuare un sopralluogo per accertare lo stato della situazione. Eviterei, per ragioni di tempo, di leggere gli esiti degli accertamenti che sono contenuti nella relazione scritta che consegnerò ai consiglieri. In seguito, il Comune di Pancalieri ha attivato una serie di sopralluoghi da parte dell'ASL e degli enti competenti, in merito a quanto si è verificato all'interno dell'edificio scolastico a seguito dei lavori realizzati. In data 3-8-2015 il Comune ha richiesto l'escussione della garanzia a fronte della denuncia di vizi e difetti dell'opera ai sensi dell'art 1667 del codice civile. Ravvisato poi che il Consorzio Garanzia fidi confidi Centrale con sede a Roma risultava in stato di fallimento, la richiesta è stata inoltrata anche al curatore fallimentare preposto.
L'amministrazione comunale ha inoltre ritenuto necessario conferire mandato all'avvocato Andrea Cianci, dello Studio Associato Zancan con sede a Torino. Specifico inoltre che nel sopralluogo effettuato dall'Asl in data 8/04/2016, si dava atto che la scuola dal punto di vista igienico sanitario non risulta compromessa in modo tale da dover costituire motivo di inagibilità e che è necessario un approfondimento delle cause del problema.
Ritengo, in conclusione, che la Regione debba accertare unicamente che il Comune metta in atto tutti gli strumenti possibili per far sì che le responsabilità legate all'esecuzione dei lavori possano essere verificate dalle autorità e dai soggetti competenti.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1210 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Esercizio da parte delle Province delle funzioni in materia di attività estrattive ad esse delegate in base alla l.r. 23/2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione indifferibile e urgente n. 1210 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Esercizio da parte delle Province delle funzioni in materia di attività estrattive ad esse delegate in base alla l.r. 23/2015".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione si occupa della delega che, con l.r. n. 23/2015, la Regione Piemonte, nell'ambito del riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province, ha delegato le Province anche per quanto riguarda le attività estrattive, in particolare con l'articolo 2, comma 3.
La delega della funzione sulle attività estrattive alle Province implica, quindi, la delega sulle questioni delle autorizzazioni delle attività estrattive, delle opere ed impianti relativi, della vigilanza e dell'irrogazione delle sanzioni.
All'interno di questo quadro, la Regione ha richiesto ed esaminato le piante organiche delle diverse Province, per capire quali unità dovessero essere assegnate alla Regione, in base alle funzioni che restavano in capo alla Regione stessa, o che venivano delegate alle Province, e quali invece dovessero permanere presso le Province.
Ci risulta che in alcune Province ci sia una scarsità di personale ad occuparsi della funzione in materia di attività estrattive, e - in particolare - nella Provincia di Novara, solo una persona, in organico alla Provincia di Novara e poi passata alla Regione, è stata delegata nuovamente alla Provincia per occuparsi di questo tema, fra l'altro neanche in maniera esclusiva.
Le organizzazioni sindacali, il 27 luglio 2016, hanno espresso forti preoccupazioni relative al rischio di una diminuzione della qualità dei servizi erogati ai cittadini, a causa del combinato disposto tra le disposizioni nazionali e quelle regionali. Preoccupazioni che, anche ultimamente, sono tornate ad essere espresse dalle organizzazioni sindacali, e non solo.
Per quanto riguarda le attività estrattive, sappiamo benissimo come sia necessaria la massima attenzione possibile, soprattutto nella fase dei controlli, considerati i rischi ambientali collegati al settore e, in particolare, al ciclo dei rifiuti.
Con questa interrogazione, chiediamo alla Giunta quali azioni intende attuare per consentire alla Provincia di Novara di espletare le funzioni in materia di attività estrattive, quale sia la situazione delle altre Province, relativo al personale dedicato a questa funzione e come intenda verificare, più in generale, le conseguenze dell'applicazione della legge 23 sulle Province, in particolare in merito al rapporto tra funzioni delegate e personale disponibile in pianta organica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessora De Santis; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Rossi.
A seguito della concertazione fra Regione e Province avvenuta negli ultimi mesi del 2015, sulla base della prevalenza delle funzioni sono stati trasferiti in Regione, con assegnazione alla Direzione Competitività del Sistema Regione, Settore "Polizia Mineraria, cave e miniere" esclusivamente i funzionari provinciali che svolgevano, in via prevalente le funzioni di polizia mineraria (sulla base di quanto attestato dalle Province medesime), come di seguito specificato.
Dalla Provincia di Alessandria, tre funzionari; dalla Provincia di Asti un funzionario; dalla Provincia di Cuneo due funzionari (di cui uno in distacco part-time presso la Provincia medesima); dalla Provincia di Vercelli un funzionario; dalle Province di Novara Biella, Verbano-Cusio Ossola e Torino il settore non ha acquisito alcun funzionario, perché le Province medesime hanno attestato che non vi erano soggetti che svolgessero in via prevalente attività di polizia mineraria.
Non sono invece stati assegnati al Settore "Polizia Mineraria, cave e miniere", dipendenti regionali con riferimento a funzioni inerenti alla legge regionale 69/78.
Il personale addetto alle funzioni in materia di attività estrattiva è stato individuato in riferimento alla funzione 22 - Industria, commercio e artigianato - in quanto l'attività estrattiva viene qualificata come attività produttiva.
Subito dopo le consegnerò il quadro numerico del personale trasferito in Regione. Il contingente consta di 19 unità, sette delle quali assegnate in Regione e 12 distaccate nuovamente in Provincia.
La Provincia di Novara, in sede di ricognizione dei contingenti di personale da trasferire, è l'unica a non aver individuato personale con attività prevalente sulle funzioni in materia di attività estrattiva, né da distaccare in Provincia né da assegnare in Regione.
Questa è la situazione ad oggi.
Credo che, essendo in uno stato di avanzata elaborazione la nuova legge sulla cave, su cui ha lavorato l'intero Consiglio e di cui si prevede l'approvazione entro la fine dell'anno, quella sarà l'occasione per ripensare complessivamente, con le Province associate a livello di ambito o, nel caso di Città metropolitana, da sola (vedremo poi i modi) all'attività di autorizzazione, controllo, monitoraggio e polizia sulle cave e miniere.
Grazie.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1262 presentata dai Consiglieri Marrone e Gancia, inerente a "Situazione della direzione Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1262.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

L'interrogazione verte su una sommatoria di incarichi che sarebbero stati riscontrati in capo al Direttore Generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, ovvero la dottoressa Caramelli che risulterebbe, non solo dai curriculum presentati, ma anche da una stessa comunicazione, citata nelle premesse dell'interrogazione, datata 13 settembre del 2016 (peraltro, vistata dall'Assessore Saitta, ma firmata direttamente dal Presidente Chiamparino) che, sulla base di una ricognizione rispetto ai numerosi incarichi ricoperti dalla dottoressa Caramelli, riscontrava una sostanziale incompatibilità del suo ruolo in Zooprofilattico rispetto a quelli di componente del CdA dell'Università degli Studi di Torino e di componente del CdA di SIAS, oltre che - sto sempre leggendo la vostra lettera, la lettera della Giunta - eventuali residue cariche presso la Fondazione Compagnia di San Paolo.
La lettera è del 13 settembre e si indicava, alla fine della stessa, un termine di dieci giorni per risolvere questi conflitti di interesse. Al termine della lettera si legge: "In difetto si procederà alla dichiarazione di decadenza". Dato che il termine è ampiamente sfumato, volevo capire se la Giunta ha notizia della risoluzione di questo conflitto di cariche che avevate segnalato voi come Giunta o se invece, non avendo risolto questo conflitto che voi stessi avete riscontrato con lettera scritta, avete proceduto alla decadenza dal ruolo nell'Istituto Zooprofilattico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Con decreto del Presidente della Giunta regionale del 22 dicembre 2015 la dottoressa Maria Caramelli è stata nominata Direttore Generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.
Successivamente, è stato sottoscritto tra le parti il relativo contratto di prestazione d'opera intellettuale, il quale, all'articolo 3 ("Obbligo di esclusività"), impone al direttore generale di svolgere le proprie funzioni "con impegno esclusivo a favore dell'ente cui è preposto" e prosegue statuendo che "è preclusa la sussistenza di altro rapporto di lavoro, dipendente o autonomo".
Su specifica richiesta della Direzione Sanità, tesa a verificare eventuali cause di incompatibilità, la dottoressa Caramelli ha segnalato di ricoprire alcuni incarichi, principalmente in Consigli e Comitati scientifici (a titolo gratuito), nonché in Consigli di Amministrazione di Enti (Università di Torino e Società Iniziative Autostradali - SIAS) e nel Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo (questo, per fino al luglio 2016).
Con nota del 24 ottobre, la dottoressa Caramelli ha dichiarato di "aver provveduto a rassegnare le dimissioni da componente del Consiglio di Amministrazione dell'Università degli studi di Torino e da componente del Consiglio di Amministrazione della società SIAS spa".
Non esistono, quindi, cause ostative alla prosecuzione dell'incarico da parte della dottoressa Maria Caramelli ai vertici dell'Istituto.
Ne approfitto anche per comunicare che, per quanto attiene al Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, che è emerso come problema le settimane scorsa, il CdA nominato nel 2011 ha completato il proprio mandato l'11 ottobre 2016 e, in virtù delle norme sulla prorogatio, resterà in carica fino al 25 novembre p.v.
Il nuovo CdA, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale il 10 giugno 2016, è stato convocato, per la riunione di insediamento, lo scorso 26 settembre, ma avendo verificato la mancanza del numero legale, verrà convocato in una seconda riunione, per procedere all'insediamento, nel mese di novembre.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1196 presentata dai Consiglieri Valetti, Bertola, Bono, Campo e Frediani, inerente a "Verifica dei ritardi del servizio ferroviario erogato da Trenitalia e pagamento delle penali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1196.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione riguarda la verifica dei ritardi del servizio ferroviario di Trenitalia, per la gestione del servizio regionale di cui è detentrice maggioritaria. Abbiamo quindi la gestione del servizio dei regionali veloci, le linee locali e delle SFM del nodo metropolitano.
Il contratto di servizio, stipulato tra l'Azienda e la Regione Piemonte, riconosce la pianificazione e l'adeguamento dei servizi, in base ai mutamenti della domanda, anche con delle variabilità che sono basate sui monitoraggi per capire come l'esigenza dei passeggeri e dell'utenza piemontese può cambiare anche durante il contratto. Quindi, ci sono servizi che devono corrispondere a domande di mobilità.
L'articolo 20, comma 10, del contratto prevede un regime sanzionatorio nel caso non siano rispettati gli obiettivi contrattuali, tra i quali abbiamo i ritardi dei mezzi registrati dai monitoraggi.
Ricordiamo l'interrogazione che feci la scorsa settimana sul problema delle carrozze che vengono chiuse sui treni della tratta Torino-Milano perché vi è una specifica clausola contrattuale anche su questo tipo di attività, che comportano ovviamente una riduzione dei corrispettivi.
Vi sono poi i calcoli degli obiettivi tecnici su base mensile, come la puntualità del sistema nelle fasce orarie di punta e l'affidabilità del sistema.
In base al biennio 2014-2015, si è registrata una puntualità di sistema del 91% nel 2014 e del 91,5% nel 2015 e, quindi, secondo Trenitalia, in crescita. Secondo gli obiettivi di affidabilità, ci risulta, a titolo di esempio, con i risultati che sono stati conseguiti, una sanzione di circa un milione e 200 mila euro nel 2014.
Non ci è ben chiaro qual è il totale delle sanzioni o dei mancati corrispettivi inflitti a Trenitalia per i servizi erogati male e non erogati. Quindi, quello che chiediamo è la chiarezza del quadro sanzionatorio che corrisponde al contratto di servizio in vigore dal 2011 fino a giugno 2016, rispetto al quale Trenitalia dovrebbe avere inviato relativa documentazione; visionare detta documentazione cartacea e dare giustificazione e dettaglio di una spesa di 300 mila euro a favore di Trenitalia per il servizio di monitoraggio specificato all'articolo 20 comma 18, del contratto di servizio. Questo per capire se questo monitoraggio sia stato effettuato e come, e per chiarire se vi sia stata una verifica per irrogazione delle sanzioni previste dall'articolo 21 comma 1, del Contratto di Servizio nella presentazione dei dati sul monitoraggio - e qui torniamo su un tema affrontato in Commissione - da parte dell'azienda Trenitalia.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo Vinovo, Scuola primaria "G. Matteotti" di Vinovo (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe IV A dell'Istituto Comprensivo Vinovo, Scuola primaria "G. Matteotti" di Vinovo, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1196 presentata dai Consiglieri Valetti ed altri, inerente a "Verifica dei ritardi nel servizio ferroviario erogato da Trenitalia e pagamento delle penali" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1196.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Rispondo al Consigliere Valetti, ma ovviamente la risposta esige una massa di materiale che le faremo avere tra oggi e domani, tenendo conto che, fino a metà 2015, come lei sa, i contratti "ferro" erano divisi in due: il contratto in capo all'Agenzia metropolitana e il contratto in capo alla Regione. Quindi, ovviamente le due entità hanno seguito, ognuna per la loro parte, la questione delle penalità e delle sanzioni, in particolare.
Comunque, il totale delle sanzioni dal 2011 al 2015 ammonta a circa sei milioni, con una premialità che è di 590 mila euro, quindi un po' meno del 10%.
Devo anche sottolineare - e questo è un dato che le potrà essere utile che però in questo momento non ho, perché la sua interrogazione riguardava le sanzioni - che c'è poi la voce delle detrazioni che riguarda i servizi non resi che, come quantità di sanzioni, è molto più alta. Stiamo parlando in realtà, di una cifra che annualmente si aggira tra gli otto e i dieci milioni, ma le daremo contezza anche di quest'altro aspetto. Quindi, per i primi due punti, rimando alla risposta scritta.
Per quanto riguarda, invece, il terzo punto, cioè i 300 mila euro a favore di Trenitalia, questa è una opportunità che non è stata usata finora, nel senso che non si è utilizzato il fatto di pagare a Trenitalia un'ulteriore somma di 300 mila euro per i monitoraggi, per la semplice ragione che i monitoraggi sono stati fatti o in casa o attraverso uno studio che svolge queste analisi in modo terzo per conto della Regione. Si è saltato, purtroppo, un anno, perché era scaduto il bando; quest'anno tale attività è in pieno svolgimento ed è pagata con risorse, sempre di Trenitalia, ma scalate dalle penali.
Per quanto riguarda il quarto punto, che riguarda l'irrogazione delle sanzioni sul ritardo della presentazione dei dati, in realtà stiamo parlando di una cifra significativa, che ammonta ad un milione e mezzo, ma è stata vanificata negli anni scorsi dalle penali nostre, dovute ai tardati pagamenti. Questa cosa oggi non sta più succedendo, almeno non nella misura degli anni passati.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.04 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.13)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Richiesta, da parte del Consigliere Mighetti, di comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Rideteminazione del trattamento economico complessivo annuo dei direttori generali, sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie regionali e dell'Istituto Zooprofilattivo sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, nonché degli emolumenti annui del Direttore regionale della Direzione Sanità"


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare chiediamo, visto che c'è la presenza dell'Assessore Saitta, di avere comunicazione in merito alla questione dell'aumento degli stipendi dei manager sanitari.
Lo chiediamo in virtù del fatto che è un argomento che ha suscitato perplessità e qualche polemica.



PRESIDENTE

L'avrei annunciato io, perché è già arrivata la comunicazione.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Richiesta, da parte del Consigliere Gariglio, di comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Autorità d'ambito servizio idrico"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo consiliare avrebbe piacere di avere una comunicazione in Aula dalla Giunta regionale in merito al fatto, noto alla Giunta stessa che domani scade il termine per la costituzione in giudizio dell'Autorità Territoriale di Ambito dell'Acqua e della Provincia di Torino. Poich l'Autorità, l'ATO, non è costituita, il rischio è che l'Autorità d'Ambito non possa costituirsi in giudizio contro l'impugnativa fatta da alcuni Sindaci della Provincia di Torino avverso le decisioni dell'ATO stessa.
In altre parole, rischiano di saltare le procedure portate avanti con coerenza dall'ATO in questi anni, tese a caricarsi e a ricevere tutte le infrastrutture dei Comuni attinenti agli impianti idrici e agli acquedotti perché non c'è nessuno che difende le posizioni assunte legittimamente a suo tempo dall'ATO. Vorremmo sapere dalla Giunta regionale se e come intende intervenire - magari con un Commissario ad acta - per far sì che nelle more della costituzione dell'ATO (l'ATO non viene costituita appositamente, per lasciare tutto in una situazione di incertezza), possa tramontare, nel disinteresse di tutti, il progetto di creazione di un unico gestore del bacino idrico integrato della provincia di Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Presidente Gariglio, il tempo di consultare la Giunta e le comunicher la disponibilità dell'Assessore competente a rendere tale informativa.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Anche per quanto concerne le comunicazioni richieste dal Consigliere Mighetti, informo l'Aula che l'Assessore Saitta si è reso disponibile a rispondere (concorderemo il momento più opportuno per rendere tali comunicazioni).


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali dell'11 ottobre 2016.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boeti, Ferrari e Ferraris.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 18 ottobre 2016.


Argomento:

c) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 5 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.
Presidente Gariglio e colleghi dell'Aula, per quanto riguarda il punto all'o.d.g. relativo a "Nomine", direi di aspettare e trattarlo verso le 11.30-12.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame ordine del giorno n. 799 presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola e Mighetti e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Interventi per la situazione ambientale in Valledora"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 799, avente ad oggetto "Interventi per la situazione ambientale in Valledora", presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola, Mighetti, e dalla Consigliera Batzella, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta consiliare pomeridiana del 18 ottobre, il Consigliere Andrissi ha illustrato l'ordine del giorno n. 799.
Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Ferrentino, Bertola dell'Assessore Valmaggia, ancora dei Consiglieri Mighetti, Barazzotto e Ottria.
Il Consigliere Andrissi si è dichiarato disponibile a modificarne il testo.
Collega Andrissi, vuole intervenire per illustrare la modifica del testo? Prego, ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo concordato la modifica. Volevo solo chiedere qualche minuto di sospensione per presentarla al mio Gruppo.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

E magari anche presentarla all'Aula...



PRESIDENTE

Certo, poi la illustra all'Aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.14, riprende alle ore 10.30)



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo ai Consiglieri di prendere posto così possiamo continuare con l'esame dell'ordine del giorno in oggetto.
Se il Consigliere Andrissi acconsente, darei lettura del testo modificato: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale - il punto 1) rimane invariato, mentre il punto 2) è così modificato - a realizzare entro 180 giorni l'individuazione dei vincoli e delle misure relative alle zone di protezione delle acque destinate al consumo umano (articolo 24 PTA) attenendosi al principio di precauzione". Ho interpretato bene le modifiche? Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Solo una puntualizzazione: in realtà il punto 1) del deliberato diventa "ad incaricare ARPA Piemonte ad effettuare uno studio puntuale sulla situazione ambientale in Valledora relativo all'inventario degli impianti e delle attività esistenti rilevanti dal punto di vista ambientale, alla verifica dello stato autorizzativo delle attività in essere, con particolare riferimento agli elementi prescrittivi, ad un approfondimento del carico ambientale complessivo sulle diverse matrici".



PRESIDENTE

Ho capito. Non essendo scritto a mano, pensavo che non fosse stato variato.



OTTRIA Domenico

Ho anche una pessima calligrafia.
Vi sono altri punti nella parte descrittiva che sono stati eliminati (si tratta di punti descrittivi generali).



PICHETTO FRATIN Gilberto (fuori microfono)

Possiamo avere il testo?



PRESIDENTE

Sì, lo facciamo pervenire a tutti i Capigruppo.
Sospendiamo ancora per qualche minuto i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.33, riprende alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Autorità d'ambito servizio idrico"


PRESIDENTE

Mentre gli Uffici provvedono al caricamento dell'ordine del giorno così come modificato, l'Assessore Valmaggia si è reso disponibile a rispondere alla comunicazione richiesta dal Capogruppo Gariglio.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
In merito alla richiesta di comunicazione del Presidente Gariglio comunico quanto segue.
Come Regione abbiamo scritto all'ATO2 per definire l'iter di convocazione dell'assemblea in assenza del Presidente.
Essendoci state le elezioni del nuovo Consiglio della Città metropolitana, l'ATO, per alcuni mesi, com'è stato richiamato, risulta privo degli organi funzionali di vertice. Dunque bisogna provvedere alla convocazione dell'assemblea per la definizione della figura del Presidente e del Vicepresidente.
Abbiamo quindi scritto all'ATO ricordando che, in assenza del Presidente, con riferimento ad una DGR del 1997, le funzioni di Presidente nella seduta insediativa vengono svolte dal Consigliere anziano (sarà quindi il Consigliere anziano che dovrà provvedere alla convocazione).
Invitiamo anche l'ATO a provvedere nel merito.
Fatta la convocazione dell'assemblea dell'ATO dal Consigliere anziano con all'ordine del giorno le nomine dei Presidenti e degli organi funzionali, si arriverà alla normale attività dell'ATO stesso.
Poiché incombe questa scadenza del 26 ottobre, abbiamo anche verificato che, nel momento in cui l'ATO avrà il Presidente, potrà richiedere al TAR la costituzione tardiva, essendoci una motivazione seria fondata dal fatto che non erano stati ancora ricostituiti gli organi dell'ATO a seguito delle elezioni nella Città metropolitana. Il TAR, in presenza di una motivazione seria, dovrebbe accogliere la costituzione tardiva fatta dall'ATO. Questo è l'iter.
Come Regione vigileremo affinché quanto richiamato adesso sia realizzato e che i tempi non si dilatino ulteriormente; vigileremo altresì affinché il lavoro che negli anni passati è stato avviato con l'ATO delle acque, con riferimento anche ai principi e alle indicazioni contenute nella legge 13, siano attuati anche con questa nuova configurazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Chiedo se vedete già on line la modifica dell'ordine del giorno e quindi se.
Come dice, Consigliere Vignale?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Vorrei intervenire sulle comunicazioni dell'Assessore Valmaggia.



PRESIDENTE

Dopo. Ho solo detto se potevamo occupare questo tempo, ma prima finiamo l'ordine del giorno n. 799, dopodiché possiamo dibattere sulle comunicazioni della Giunta. Così finiamo un punto. Volevo solo occupare un po' di tempo nella pausa.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame ordine del giorno n. 799 presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola e Mighetti, e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Interventi per la situazione ambientale in Valledora"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 799, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Se mi date l'okay sull'ordine del giorno con le modifiche, se l'avete letto.
Ci sono delle modifiche scritte a mano.
L'ultima parte scritta a mano reca l'impegno "a realizzare entro 180 giorni l'individuazione dei vincoli e delle misure relative alle zone di protezione delle acque destinate al consumo umano (articolo 24 PTA) attenendosi al principio di precauzione".
Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per chiarire ai Consiglieri che nell'ordine del giorno nelle parti prima del dispositivo, vi è una serie di emendamenti di parti che sono state tolte. Nelle premesse viene tolto un riferimento alla discarica denominata Alice 2, quel paragrafo lì; viene tolta la parte relativa al "verificato" che riguarda le attività estrattive, quindi tutto il "verificato che" viene tolto; viene tolto ancora "considerato che" l'ultima parte delle considerazioni; prima del deliberato, anche "considerato che" viene eliminato. Sono eliminate queste parti di cui ho detto adesso.
Invece il deliberato, che prevedeva tre punti (il primo incaricare ARPA, il secondo predisporre il divieto, il terzo partecipare al costituendo osservatorio intercomunale), è stato ridotto a due punti soltanto: il primo punto precisa meglio l'incarico di ARPA, laddove si dice non "a incaricare ARPA a effettuare uno studio globale" com'era inizialmente, ma "a incaricare ARPA Piemonte ad effettuare uno studio puntuale sulla situazione ambientale in Valledora, relativo all'inventario degli impianti e delle attività esistenti rilevanti dal punto di vista ambientale; relativo alla verifica dello stato autorizzativo delle attività in essere, con particolare riferimento agli elementi prescrittivi; relativo ad un approfondimento del carico ambientale complessivo sulle diverse matrici". Quindi il primo punto dell'incarico ARPA viene declinato in modo più preciso e puntuale.
Il secondo punto dice "a realizzare entro 180 giorni l'individuazione dei vincoli e delle misure relative alle zone di protezione delle acque destinate al consumo umano (articolo 24 PTA), attenendosi al principio di precauzione".
Quindi il deliberato è composto da queste due parti: 1) l'incarico ARPA di eseguire approfondimenti secondo quanto detto prima; 2) a definire entro 180 giorni, i vincoli e le misure per la protezione delle acque destinate al consumo umano.
Questa è la sintesi - Andrissi, mi corregga eventualmente - che è stata sviluppata nei giorni passati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Al di là del fatto che sono state abrogate delle parti di presentazione dell'ordine del giorno, tenevo a dire che comunque mi fa piacere che ci sia un riconoscimento di quanto dicevamo nell'ultima serata passata piacevolmente in questo Consiglio regionale, ovvero un riconoscimento del fatto che le prescrizioni spettano alla Regione, cosa che io ho sostenuto ma che i testi legislativi sostengono prima della mia persona, che non ha alcun valore nell'affermazione.
Quindi la Regione riconosce che i vincoli spettano a quest'Assessorato aspettiamo dunque 180 giorni per vedere che vincoli porrà alle zone più delicate del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In merito a questo testo, volevo chiarire degli aspetti tecnici che preoccupano la gestione burocratica di pratiche che, se passa questo tipo di testo, evidentemente hanno un atto di genericità.
Tutti sanno qual è la mia posizione e probabilmente avete ascoltato più volte come io sia contro le discariche e contro l'ampliamento delle stesse.
Tuttavia qui vi è un problema di tipo burocratico, nel momento in cui andiamo ad esaminare un'area particolarmente fragile dal punto di vista ambientale perché in quelle zone comunque ci sono già state attività di smaltimento dei rifiuti in passato, ma poi si va a incidere sotto il profilo della procedura di autorizzazione.
Allora, in Italia non ci deve essere la ridondanza nelle procedure di autorizzazione, perché se è un metodo per non fare più passare i progetti diciamolo prima e facciamolo in un'attività di programmazione diversa da questa, in cui usiamo questi ordini del giorno così subdoli - e poi spiegherò perché subdoli - perché si interviene in questo modo.
Esiste una Conferenza dei Servizi; nella Conferenza dei Servizi stanno seduti tutta una serie di soggetti che, fino a prova contraria, sono autorevoli nel rilasciare i pareri. La Conferenza dei Servizi valuta un parere sulla base di uno studio, che è anche abbastanza articolato nella redazione dello stesso ai fini dell'ottenimento delle autorizzazioni specialmente di tipo ambientale e, nell'ambito di queste autorizzazioni di tipo ambientale, ci sono tutta una serie di soggetti, ARPA inclusa. Diciamo subito che ARPA non è titolata a partecipare alle Conferenze dei Servizi se non invitata dagli Enti preposti, perché è un soggetto di consulenza, ma normalmente è presente. Comunque il Comune, le Province o le Regioni ne chiedono l'intervento.
L'ARPA quando esprimerà il parere terrà conto di questi elementi che vengono scritti qui oppure no? Esprimerà un parere, positivo o negativo rispetto alla fragilità ambientale del territorio. Nella Conferenza dei Servizi si dirà: fermi un attimo, affidiamo lo studio all'ARPA, che rappresenta una ridondanza in più, per fare uno studio sulla fragilità del territorio. Dovrebbe essere pleonastico che, di per sé, questo studio venga fatto in sede di parere finale di questi soggetti, che possono essere positivi o negativi, lo motiveranno (perché positivo; negativo perché ci saranno delle fragilità).
Altro elemento sul quale io, dal punto di vista ingegneristico, chiedo di stare attenti ad entrare nel merito di un'approvazione di questo genere è quello del principio di precauzione. Il principio di precauzione è un principio che viene stabilito, non so da chi, ma ci sta nelle norme europee. Prima si parla di matrici, ma sono matrici matematiche entro cui si mette una serie di concetti ed entro cui viene fuori un numero che definisce la compatibilità o la valutazione di impatto ambientale di una certa opera.
Se un gruppo di cittadini - scusatemi il termine un po' forte ignorante dal punto di vista tecnico, decide che un'opera non s'ha da fare per il principio di precauzione, in base a tale principio è assolutamente certo che nessuna opera, che abbia una valutazione di impatto ambientale negativo, sarà mai realizzata in Italia. Non esiste un metodo per cui questo principio di precauzione ha una validità ingegneristica burocratica, amministrativa o politica. E' un principio che si utilizza in modo assolutamente arbitrario, cosicché non si sa qual è l'Ente che definisce se un principio di precauzione ha o no ragione di essere o di essere applicato.
Non sapendo quali sono i confini di questo principio di precauzione non si conosce quali sono i termini entro il quale un soggetto capisce se entra in un'area che ha le sabbie mobili, quindi ci finisce dentro e non ne esce più burocraticamente, e non c'è un limite sotto il profilo della discussione tecnica. Con questo non voglio dire che sono favorevole, ma vorrei fare notare che in Italia - quindi è una battaglia che noi, come Gruppo, stiamo conducendo dall'inizio della nostra attività amministrativa in quest'Aula - si devono definire delle regole chiare e, speriamo semplici. Questa è la nostra battaglia. Regole note, capibili, misurabili sul campo, per cui il cittadino, piuttosto che l'impresa, piuttosto che l'Ente che presenta un certo progetto, abbia la possibilità di far valere il proprio punto di vista, altrimenti è arbitrario. Capiamo che qui non si vuole far fare questo tipo di opera, quindi qualcuno tira fuori il principio di precauzione al momento opportuno, e l'opera viene meno.
Se questa è la filosofia, che può essere anche condivisa, facciamo che scrivere nel Piano rifiuti che non amplieremo più discariche e ogni volta che ci sarà un problema di questo genere faremo degli impianti diversi.
Qual è la tipologia degli impianti? Tanto è in capo alla Regione la decisione della tipologia degli impianti, e operiamo in un altro modo, ma non andiamo a prendere in giro né i cittadini né coloro che presentano progetti di questo genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Brevemente per esprimere la mia contrarietà a quanto testé sostenuto dal Consigliere Sozzani, di cui conosco la sensibilità per il tema trattato.
Qui l'ordine del giorno parte dalla situazione locale di una zona che non conosco ma che, per conoscenze indirette, so che è compromessa. Il Consigliere parte dall'esigenza di approfondire meglio la conoscenza tecnica e ambientale di quella zona. Pertanto, credo che l'accoglimento di uno studio più specifico sia coerente, tra l'altro, con la modifica apportata dall'Assessore, enunciata in maniera più precisa e puntuale.
Dopodiché, c'è un secondo elemento, che è quello più generale dell'esigenza che sul territorio del Piemonte vengano definiti meglio anzi, che venga completato il lavoro attuativo rispetto al PTA, cioè le famose norme di attuazione dell'articolo 24 che sono in itinere e che, come avevo già detto nell'intervento della scorsa seduta, hanno prodotto la nuova cartografia delle aree di ricarica, ma sono in corso d'opera le norme specifiche di attuazione.
Il richiamo ai vincoli generali, relativi alla disciplina delle varie richieste autorizzative, può aiutare chi decide in merito all'autorizzazione. Se noi lasciamo un campo non esattamente delineato sappiamo benissimo che le Conferenze dei Servizi si rivelano spesso un batti e ribatti anche di nozioni tecniche, che spesso non sono riconosciute come la Bibbia. Ho visto relazioni geologiche che sostengono elementi completamente contrapposti. Siamo sempre nell'opinabile.
Il principio di precauzione, pur riconoscendo che è un principio molto generale, credo che in linea di massima debba essere richiamato nel momento in cui ci sono situazioni abbastanza dubbie. Credo che, alla fine, debba prevalere un principio che tenga in maggiore considerazione il non compromettere, dal punto di vista ambientale, certe risorse come le falde acquifere.
Credo che sia un richiamo di principio generale che, ovviamente, dovrà essere disciplinato in termini tecnici e in maniera efficace. Credo che noi andiamo nella direzione di spiegare meglio questa materia e di aiutare coloro che dovranno decidere se autorizzare o meno certi impianti sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Parto da un presupposto. Quando abbiamo discusso in sede di Commissione il Piano rifiuti, il nostro Gruppo consiliare ha presentato un emendamento relativo all'impossibilità di realizzare nuove discariche, anche ai sensi della legge n. 152, che venne respinto con parere negativo della Giunta e che venne respinto dalla maggioranza. Partiamo da questo assunto.
L'ordine del giorno introduce un concetto assolutamente pericoloso, cioè dare al Consiglio regionale competenze che non sono del Consiglio regionale. Nel senso che è evidente che è stato cassato il punto 2), quello che interveniva rispetto al rilascio delle autorizzazioni. Però è altrettanto evidente che una valutazione relativa a quelle che sono, per esempio, le prescrizioni che si indicano al punto 1) all'ARPA, cioè l'inventario degli impianti delle attività esistenti rilevanti dal punto di vista ambientale, la verifica dello stato autorizzativo delle attività in essere, l'approfondimento del carico ambientale, ecc. così come intervenire con il punto 2 non tanto individuando la necessità di attuazione del PTA ma introducendo il principio di precauzione, dà al Consiglio regionale la possibilità di intervenire su aree specifiche e differenti del Piemonte.
Noi vorremmo che questa fosse una delle aree piemontesi in cui il carico antropico e il carico ambientale fosse maggiore rispetto ad altri. Non è così. Non è così perché, in questa regione, non dovremmo avere imprese metallurgiche, non dovremo avere anche solo un impatto in alcune realtà agricole, in altre attività estrattive, ecc.
Pertanto, è evidente che, se passa questo concetto, ognuno è autorizzato a chiedere ad ARPA che, su singole aree del Piemonte dove il carico ambientale è maggiore, avvengano singoli interventi. Se però lo fa il Consiglio, ci dobbiamo domandare cosa fa ARPA e cosa fanno le strutture dedicate: fanno il loro lavoro.
In realtà, questo è un aspetto meramente politico. Cioè, non è che in Valledora le strutture deputate alle prescrizioni, controllo e quant'altro siano assenti, e quindi il Consiglio regionale ha necessità d'intervenire per chiederne una vigilanza (che non c'è). In Valledora, come nelle altre aree del Piemonte, ai sensi delle leggi che lo Stato o questa Regione hanno emanato, fa una serie di prescrizioni.
Qual è il paradosso? Il paradosso è che, al di là dell'aspetto relativo al PTA (questo sarebbe stato sufficiente a fare un richiamo di carattere generale, perché il PTA non è che non risponda ad alcuni vincoli in Valledora: non risponde ad alcuni vincoli su tutta una serie di territori piemontesi) e al richiamo dello stesso, tutto il resto, che è correlato e contenuto all'interno dell'ordine del giorno, non è - secondo noi accettabile. La ragione è perché si introduce un principio che dà, alla competenza di indirizzo del Consiglio, e non alla competenza di controllo esecutiva, degli Uffici della Giunta (non alla Giunta, e questa è la grande differenza), sensibilità maggiori o minori rispetto ad un territorio piuttosto che un altro o rispetto ad un'attività imprenditoriale piuttosto che un'altra.
Lo diciamo sempre con l'assunto iniziale: noi abbiamo presentato un emendamento che impediva, all'interno del Piano rifiuti, come la legge 152 prevede, la realizzazione di nuove discariche e avete votato contro (giusto per inquadrare quanto è avvenuto solo nella discussione del Piano rifiuti).
Ma sarà mica pensabile che il Consiglio regionale si occupi di valutare l'intervento rispetto ad un'attività imprenditoriale, in questo caso neanche più estrattiva, ma ambientale, di rifiuti, rispetto ad un'altra? Il Consiglio regionale deve fare leggi che consentano ad ogni impresa di fare impresa, laddove lo ritiene utile, opportuno e imprenditorialmente valido, e ad ogni Comune, alle Amministrazioni comunali e alle autorizzazioni deputate di controllare che questa attività non abbia un impatto negativo sui cittadini. Punto.
Diversamente, c'è una dinamica che interviene sulle singole realtà e questa non è una competenza del Consiglio regionale, altrimenti - davvero - uno fa gli interventi puntuali e si torna ad avere un carattere autorizzativo o di intervento puntuale nella valutazione del carico ambientale che non è definito da un soggetto tecnico, ma dal Consiglio regionale.
Sarà ben ARPA, piuttosto che i soggetti tecnici delle singole Amministrazioni, che avranno la necessità (e competenza maggiore rispetto a quest'Aula) di verificare un intervento piuttosto che un altro! E' già capitato una volta, e - se non ricordo male - era sempre legato al PTA rispetto alla diga della Valsessera, con un intervento che è stato politicamente, da spendere sul territorio, ma inutile rispetto all'efficacia, perché non è capitato assolutamente nulla, come non sarebbe potuto avvenire.
Pertanto, ritengo che il Consiglio debba fare il proprio lavoro e che anche laddove esistano legittime preoccupazioni territoriali o di sensibilità, queste preoccupazioni non possano andare oltre le competenze del Consiglio.
Noi facciamo le leggi; o, meglio, dovremmo fare le leggi. Se, poi, negli ultimi sei Consigli abbiamo approvato per cinque volte degli ordini del giorno e una volta abbiamo svolto attività legislativa, questo è il problema. E allora, ci scateniamo con gli ordini del giorno.
Riteniamo che il Piano rifiuti, che abbiamo votato pochi mesi fa, sia insufficiente rispetto alla tutela in questo campo? Non solo è insufficiente, ma certamente non è utile prevedere che, laddove esiste un'attività estrattiva, nasca un'attività di discarica dei rifiuti.
Ma tutto questo non l'abbiamo scritto nel luogo deputato a scriverlo, cioè il Piano rifiuti, e neppure nella legge 217, che riguarda il ciclo dei rifiuti. E allora, di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una "marchetta" da portare sul territorio, che non modifica né leggi né Piani nel momento in cui li attuiamo.
Pertanto, è inutile e dannosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

Molto brevemente.
Ho ascoltato l'intervento e sono anche convinto della buonafede di chi si è appena espresso. Per mia cultura personale, lungi da me, anzi, ritengo che, se c'è un male in Italia, sono proprio le lungaggini amministrative e le procedure, che sono quelle che ci stanno ingessando. Però, c'è un però: su questo tema non è che bisogna essere di destra, di sinistra, di centro di lato, di su o di giù! Il tema ambientale deve essere al centro del problema che deve interessare la politica, non solo regionale, ma mondiale: è il tema principale! Pertanto, rispetto a questo argomento mi spiace sia stata usata la parola "marchette". Io individuo più un territorio (parlo del mio, ma è la stessa cosa riguardo, ad esempio, al territorio del Consigliere Ottria, quindi parlo di territori) dove, per fortuna o per sfortuna, le persone si trovano a vivere. Sono determinati ambienti che - mi sembra - per anni non sono stati molto ascoltati, anzi, sono sempre stati visti dal mondo politico magari anche vicino politicamente, dicendo: "Però, questi stanno anche un po' rompendo! Adesso basta, anche perché io sono a 10 km di distanza: chi se ne importa di quelli che vivono lì!".
Io ritengo che, invece, oggi si scriva una pagina importante, di grande responsabilità, dove la politica non arretra rispetto alle sue responsabilità.
Voi dite che sta invadendo uno spazio che non è il suo. Io questo non lo so, ma sostengo sempre che un senso lo dobbiamo dare, pertanto fuori le lungaggini amministrative e le procedure, ma che si faccia una puntualizzazione, non come Ponzio Pilato, dicendo: "Va beh, c'è la Conferenza dei Servizi: decida!".
Non è così, perché la Conferenza dei Servizi di Vercelli e la Conferenza dei Servizi di Biella, sul territorio limitrofo, praticamente uguale, che si va a intersecare, sono giunte a delle conclusioni completamente diverse.
Non mi si venga a dire che sono due aspetti completamente diversi: sono lì si intersecano. Allora, c'è un problema e credo che oggi la Regione lo debba affrontare con grande responsabilità, nell'interesse di tutti, delle popolazioni, che sono persone che si rivolgono a noi. Anche se queste non si rivolgono a noi, non possiamo dire loro: "Abbiamo fatto uno studio sul Piano delle acque, abbiamo fatto il bel compitino". No, adesso andiamo a dare loro delle indicazioni.
Io non so se questo sia o non sia "marchettare"; credo sia responsabilità quella di giungere ad una conclusione, avendo predisposto un Piano delle acque, dicendo: "Signori, state tranquilli, perché questo è il luogo migliore del mondo per fare delle discariche o non fare delle discariche" oppure: "Questo è il luogo peggiore del mondo". Altrimenti, non si capisce a cosa serva la nostra presenza qui.
Non mi sembra un atto importante, quello di mettersi a fare Ponzio Pilato e dire: "Decida l'ARPA, o decida chiunque". Non mi sembra un atto importante.
Ritengo, invece, che occorra prendersi del temo (io odio il fatto di prendere del tempo, ma non vedo altra soluzione) e indirizzare l'Assessore metterlo nelle condizioni di dire: "Hai fatto uno studio? Bene, vai a vedere quale può essere l'indice di pericolosità o meno, se c'è o se non sussiste".
Ritengo che questa sia un'azione importante sotto tutti gli aspetti, che mette i cittadini nella posizione di dire: "Bene, possiamo stare tranquilli", oppure no.
Noi facciamo un'azione importante, perché io sono rimasto molto colpito dal fatto che due Province giungano a delle conclusioni completamente diverse una dall'altra. E' ovvio che occorre un ente super partes, soprattutto perché ha avuto ed ha la forza, le competenze e l'intelligenza per potersi esprimere. Diversamente, che importanza ha l'aver fatto uno studio cartografico importante, se non andiamo a incidere a livello chirurgico per andare a vedere quali sono i problemi? Ed anche per mettere nelle condizioni gli stessi imprenditori di dire: guarda, stai facendo una cosa giusta, oppure stai facendo una cosa non giusta.
Non ci trovo nulla di sorprendente. L'unico neo - se vogliamo - è questo tempo che andiamo a prenderci. Può essere lungo o corto, io non lo so certo che se fossero 30 giorni sarei più contento, ma probabilmente non si può fare in 30 giorni.
Andremo a scrivere una pagina importante, quindi sarebbe bello che tutto il Consiglio si espresse all'unanimità (ovviamente questa sarebbe la mia utopia). Non si tratta di marchette, ma di metterci nelle condizioni, vis à vis con queste persone, che non sono dei tupamaros o dei bolscevichi, ma è gente che vive lì e che vuole sapere se noi facciamo una cosa giusta o no.
Non credo siano degli esagitati.
Oggi io non sarei nelle condizioni - e nessuno di voi lo sarebbe - di andare da loro a dirgli che possono starsene tranquilli. Sfido chiunque, in questa Aula, ad andare lì e a dire, di fronte a tutti, a loro e alle loro famiglie, che possono stare tranquilli.
Queste persone hanno dato moltissimo, quindi dobbiamo arrivare ad una conclusione per poter dire "state tranquilli", oppure "non state tranquilli", altrimenti la domanda è sempre la stessa: cosa ci stiamo a fare qua? Grazie, Presidente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "ValCurone-Grue" di Viguzzolo (AL)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media dell'Istituto Comprensivo di Viguzzolo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame ordine del giorno n. 799 presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola e Mighetti, e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Interventi per la situazione ambientale in Valledora"


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame dell'ordine del giorno n. 799.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Brevemente, perché penso che ci siano anche altri argomenti che debbano avere spazio in questa giornata di Consiglio, però mi occorreva precisare un aspetto.
Forse sfugge al Gruppo di Forza Italia che in questo Consiglio, dal 2014 in avanti, c'è stato lo sforzo, non solo del Movimento 5 Stelle, ma trasversale tra le forze politiche, improntato a cercare, in ogni occasione, di trovare strumenti per tutelare le nostre acque. Questi sforzi hanno avuto di fronte notevolissimi problemi ed uno dei maggiori è stato quello che si definisce, in genere, lo scaricabarile tra i vari enti, enti che dicono: no, il compito è della Provincia; il compito è dell'ATO; il compito è della Regione; il compito è del Comune e tutti danno una versione diversa.
Bene, una volta tanto che la Regione prende un minimo di coraggio e fa qualcosa per la tutela delle acque, mi sembra veramente fuorviante dire che si tratta di una scelta sbagliata, di una nostra non competenza o di un semplice "marchettificio".
Con queste politiche non si va assolutamente nella direzione della tutela delle acque. Non si va nella direzione di quello che chiedono i cittadini, perché non è tanto la questione di parlare di impresa, di diritto di impresa, di facilità o meno di impiantare un sistema industriale, ma si sta parlando di acqua, di acqua per il consumo umano. Si sta parlando del futuro delle nostre generazioni.
Quindi, se noi non potremmo impiantare una discarica su un terreno che custodisce delle falde, noi faremmo un piacere alle future generazioni faremmo un qualcosa di utile. Io non mi sono mai sentito inutile parlando di acqua; non mi sono mai sentito inutile andando a spendere del tempo per tutelare queste risorse. Mi sentirei molto meno utile a fare parole per andare a cavillare su di chi è la colpa per una mancanza di tutela delle acque.
Io eviterei questo continuo benaltrismo, questo continuo ricorrere al fatto che non siamo noi competenti.
Io questo benaltrismo l'ho sentito dai massimi sistemi fino ai Comuni e questo benaltrismo ormai ci sta privando di una risorsa fondamentale. Non vorrei, come mi è capitato ultimamente, di sentire che il Comune non pu fare niente; che la Provincia non può fare niente; che l'ATO non può fare niente e che la Regione non può fare niente.
Tutti abbiamo uno piccolo strumento nelle mani: se tutti usiamo questo piccolo strumento legislativo, o operativo, per tutelare le acque riusciremo a raggiungere l'intento di tutelare le acque.
Se tutti diciamo che è compito di un altro, non raggiungeremo mai questo intento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Se non ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire, do la parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione i diversi interventi nel dibattito. Volevo soltanto focalizzare e centrare il tema di questo ordine del giorno.
Intanto parliamo di un'area, quella della Valledora, che essendo al confine di tre province, ha un concentrato territoriale di problematiche perché lì ci sono diverse problematiche di impianti che creano dei problemi, ma anche un concentrato temporale, cioè sono anni che questa situazione va avanti.
Cosa si dice con quest'ordine del giorno? Noi non entriamo nel merito, Consigliere Sozzani, delle Conferenze dei Servizi. Infatti, il secondo punto del deliberato è stato cassato, perch non era competenza nostra quella di usare, in modo non corretto, il ruolo della Regione rispetto ai percorsi delle Conferenze dei Servizi per ampliare e modificare nuove discariche.
Noi diciamo semplicemente ad ARPA: guarda che quell'area lì è un'area compromessa, delicata e forse è stata anche un po' abbandonata, perché è a cavallo di diverse province; ti chiediamo di verificare e riaggiornare l'inventario delle attività che ci sono; ti chiediamo di svolgere un ruolo che è quello di ARPA, di controllo rispetto alle prescrizioni che le Conferenze dei Servizi hanno dato, quindi di verificare lo stato autorizzativo, con particolare riferimento agli elementi prescrittivi.
Diciamo, quindi, di fare i controlli puntuali, perché è un'area delicata, e ti chiediamo di fare un approfondimento sulle matrici ambientali.
Diciamo ad ARPA, quindi, di fare maggiore attenzione e di relazionare alla Regione su questo punto.
Secondo aspetto.
Noi diciamo, il Consiglio dice alla Regione - quindi io lo dico a me stesso - prendendo come riferimento non discariche e non impianti, ma il problema richiamato puntualmente dal Consigliere Mighetti, della tutela della falda idrica, delle aree di ricarica, della riserva del Piemonte, da un punto di vista dell'acqua buona, ossia un uso idropotabile, di definire i vincoli e le misure, secondo quanto dice il Piano di tutela delle acque per le aree di ricarica.
Quindi diciamo queste due cose e non interveniamo sulle discariche.
Approfondiamo l'analisi su quest'area e lo tuteliamo maggiormente. Il tema della falda idrica è un tema di cui abbiamo già discusso e abbiamo già deliberato, ad esempio con la delibera di Consiglio sul ricondizionamento dei pozzi irrigui nel passaggio tra la falda superficiale e la falda profonda, quindi diciamo: procedi Regione, procedi Assessorato, a definire le misure prescrittive generali per quello che riguarda la tutela della ricchezza del patrimonio del bene acqua ad uso idropotabile, secondo il principio di precauzione.
Il principio di precauzione è un principio che dal 1995, dalla Conferenza di Rio, è entrato nel mondo. E' entrato anche nelle norme dell'Unione Europea ed è un principio di tipo generale.
Questo è quello che dice l'ordine del giorno, che mi pare di condividere, in particolare perché sono stati tolti tutti i riferimenti alle attività estrattive e alla Conferenza dei Servizi che non erano corretti.
Per questo motivo, lo condivido. Ma dico anche - e lo dico al Consigliere Mighetti - che noi stiamo già lavorando su questo aspetto, come Assessorato è stato portato avanti, ma c'erano richieste anche dall'anno scorso di approfondire il tema delle aree di ricarica.
E' stato fatto un primo lavoro, che si è concluso, di tipo cartografico, e adesso lo si sta completando; sono studi impegnativi che non possono essere riferiti al singolo caso, ma riguardano l'intera Regione. Adesso si stanno definendo le norme di vincolo, che è bene inserire su tutte le aree di ricarica per tutelare questa ricchezza, questo nostro bene, che è la riserva idrica ad uso idropotabile.
Dico al Consigliere Barazzotto che il tempo di sei mesi è un tempo limite; io ho dato agli Uffici un tempo molto più breve, ma dico che è un cammino che non si fa dall'oggi al domani, che è passato attraverso un'analisi cartografica e una ridefinizione delle perimetrazioni di queste aree di ricarica. Adesso si sta completando e conterei, entro la fine dell'anno - quindi i tempi che con gli Uffici abbiamo condiviso non sono i sei mesi - di approfondire questi aspetti, che varranno su tutto il Piemonte e non soltanto sull'area di Valledora.
Questi sono i contenuti dell'ordine del giorno, così come si è poi modificato e così come è stato presentato dai proponenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

La mia non è una dichiarazione di voto, è solo un'aggiunta rispetto a ciò che ho sentito dire dall'Assessore. Domando perché le richieste che l'Assessore ha evidenziato da fare all'ARPA in sede di Consiglio non sono state fatte dai rappresentanti delle Regioni in sede di Conferenza dei Servizi. Mi domando questo, perché qui non occorre un ordine del giorno del Consiglio regionale per dire all'Assessore che dica ai suoi rappresentanti di richiedere in Conferenza dei Servizi un'iniziativa di questo genere. Se nella Conferenza dei Servizi il rappresentante della Regione avesse alzato la mano, poteva chiedere questo tipo di approfondimento. Al riguardo mi viene un dubbio: non è che vi è un esproprio dell'attività dell'Assessore da parte del Consiglio? Perché oggi sta avvenendo questo.
E' evidente che vi è una considerazione sul lavoro fatto dai funzionari del suo Assessorato in modo non compiuto, per il quale questo Consiglio dice: "Guarda che non hai fatto tutto il tuo dovere e quindi ti richiediamo questo".
Quindi, ogni volta che ci sarà una Conferenza dei Servizi in giro per il Piemonte, saremo tutelati a portare un ordine del giorno all'interno di questo Consiglio, verificare le richieste fatte dai funzionari della Regione, aggiungerci quanto noi riteniamo utile ed opportuno affinché la Conferenza dei Servizi non abbia termine, fino a quando il Consiglio regionale non si sia espresso.
Voteremo contro, perché è una procedura che ci sembra, oltre che inutile, anche dannosa per la Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, sarò brevissimo.
Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 799.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Autorità d'ambito servizio idrico" (seguito)


PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia aveva risposto alla richiesta di comunicazioni del Consigliere Gariglio. C'era stata una richiesta di dibattito sulle comunicazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Presidente Gariglio ha chiesto una comunicazione affinché l'ATO si possa costituire contro quelle Amministrazioni che intendono gestire autonomamente il loro patrimonio idrico. Questo è un tema che abbiamo già affrontato in più di un'interrogazione, che affronteremo e che chiederemo venga affrontato in sede di Commissione o in Aula.
Vi è una circolare della Regione Piemonte nei confronti degli ATO che non è rispondente alla norma, per cui sarebbe bene che la Regione svolgesse il proprio ruolo.
Ricordo che la nostra legge (la n. 13/97) ha previsto volutamente che la Regione non faccia parte della composizione societaria dei singoli ambiti. Giusto o sbagliato? Credo sia giusto se la Regione fa il proprio lavoro, ma sbagliato se, come sta avvenendo in questi anni, la Regione delega non all'ATO, ma rischia di essere il soggetto gestore, colui che fa le scelte.
La Regione, però, ha un compito e in questo caso la norma è giusta; la Regione ha il compito di fare deliberazioni, addirittura il Consiglio regionale ha il compito di fare delibere di indirizzo che dà all'ATO perché, non essendo socio ma essendo il legislatore, gli ATO in qualche modo ne tengano conto nell'attuazione.
In questa Regione c'è una situazione diversificata, ma soprattutto che rischia, per l'inerzia della Regione, che non dà più alcun tipo di indicazione agli ATO, di trasformare la Regione non nel soggetto che dà indirizzi e l'ATO non nel soggetto che dovrebbe essere il pubblico, quindi colui il quale gli ATO controllano l'attività degli enti gestori, ma rischia, non solo ma in particolar modo in questa Provincia, di far sì come sta avvenendo, che il vero soggetto di indirizzo e il vero soggetto che dà la linea rispetto alla gestione dell'acqua pubblica sia un soggetto privato; cioè, un soggetto di diritto pubblico ma che si comporta da privato (SMAT nel nostro caso).
Questo lo si può provare per tabulas, cioè ogni qualvolta vi è stata una richiesta che SMAT ha posto all'ATO, l'ATO immediatamente ha deliberato andando dietro a quante erano le richieste del socio privato e la Regione è intervenuta a tutela del soggetto pubblico che si comporta da privato.
Vorrei capire quali sono stati gli interventi, parlando, ad esempio dell'ordine del giorno di prima, con la differenza che noi abbiamo una legge che ci impone di fare quello. Quali sono stati gli interventi di controllo che questa Giunta ha fatto nei confronti dei soggetti gestori non soltanto degli ATO, rispetto all'utilizzo e alla congruità dei tariffari? Noi abbiamo un tariffario regionale "dettato" da SMAT che sulle opere idriche ha un valore che è quasi del doppio rispetto a quello del mercato normale.
Abbiamo una situazione in cui la tutela dell'acqua pubblica (principio di cui ci riempiamo grandemente la bocca) prevede anche, per esempio, degli investimenti. Allora, andiamo a verificare qual è il piano di investimenti che SMAT e altri consorzi hanno fatto all'interno di questa Regione e valutiamo se è congruo rispetto alle bollette pagate dai cittadini. Perch lo ricordiamo - ogniqualvolta noi paghiamo la bolletta dell'acqua paghiamo una parte piccola di spese di consumo di acqua e una parte grande per il fatto che possiamo avere all'interno della nostra casa l'acqua quindi per la rete idrica. Tutto ciò è mai stato fatto? No.
Potremmo poi soffermarci su com'è stato nominato il Presidente pro tempore dell'ATO: l'allora Vicepresidente Avetta, un giorno prima dell'insediamento del nuovo Sindaco metropolitano, con tutte le storture della legge Delrio che certamente noi non abbiamo votato, è stato nominato Presidente di SMAT.
Ci sono una serie di storture all'interno di questo sistema che noi da alcuni mesi cerchiamo di rendere palesi, e che sempre di più cercheremo di rendere palesi. E la richiesta che ha avanzato il Presidente Gariglio - che è Capogruppo del Partito Democratico, i cui esponenti sono iscritti spesso ai forum dell'acqua, che tutelano l'acqua pubblica e quant'altro - è chiara: venga nominato un Commissario ad acta, in modo tale che l'ATO/SMAT possa intervenire nei confronti di quei Comuni che legittimamente non vogliono cedere il loro patrimonio idrico a SMAT (non dico all'ATO, ma a SMAT, perché di questo si tratta), e che la Regione, nominando un Commissario ad acta, possa far fare a quel Commissario ad acta più amico di SMAT quello che SMAT non riesce a fargli fare.
C'è un ultimo dato: come si entra all'interno di SMAT? Si entra facendo votare da un Consiglio comunale sovrano una partecipazione societaria.
Perché se io non sono socio SMAT, non posso affidare in house ad un soggetto pubblico un lavoro. E allora qui si chiede che la Regione superi l'ATO e che l'ATO intervenga nei confronti di quei Consigli comunali che non votano l'adesione, che è libera. Cioè se io non voglio aderire a SMAT non aderisco a SMAT. Se porto una delibera in Consiglio comunale e i Consiglieri comunali votano contro l'adesione, non c'é santo che possa spiegare come possa aderire.
C'è un ulteriore aspetto: si è invocato anche il danno erariale. Io vorrei capire qual è il danno erariale rispetto ad un'amministrazione comunale che tutela la sua gestione autonoma e che ha un costo dell'acqua che è la metà o un terzo rispetto a quello di SMAT: qual è il danno erariale? Non c'è, forse, un danno erariale nella gestione monopolistica di un soggetto non controllato? Noi crediamo sia questo. Ma siamo lieti che il collega Gariglio abbia posto questo problema, perché almeno ha dimostrato chiaramente da che parte sta il PD.
Il PD non sta a tutela dell'acqua pubblica, ma sta a tutela di un colosso monopolista che fa lavorare chi crede. E poi, da qui in poi vedremo anche chi lavora all'interno di SMAT senza alcuna procedura di trasparenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Credo che il collega Vignale abbia descritto benissimo quello che è un sistema di totale monopolio contro qualunque forma di liberalizzazione del mercato.
E' facile prendere in giro i cittadini dicendo loro che l'acqua è un bene pubblico. È ovvio che l'acqua è un bene pubblico, ma sarebbe bello ricordare quella famosa citazione per cui "l'acqua serve per dar da bene, e non da mangiare". Credo sia un principio fondamentale, perché gli interessi in gioco sono molti e le tariffe non sono assolutamente proporzionate ai servizi offerti.
Io desidero denunciare e sollecitare l'intervento dei soggetti...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Prego, collega Gancia.



GANCIA Gianna

Io desidero denunciare e sollecitare l'intervento dei soggetti gestori per investimenti.
Occorre seriamente fare un piano di investimenti e valutare lo stato del patrimonio idrico, perché ci risulta che ci siano serie problematiche.
Non possiamo assolutamente continuare con questa politica cerchiobottista: è ora di intervenire.
Sollecitiamo veramente una ricognizione per quel che riguarda il piano di investimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Intervengo molto volentieri su un argomento che in questi ultimi anni specialmente in provincia di Torino, è stato trattato in maniera decisamente approfondita.
Intanto ribadiamo che la richiesta del Presidente Gariglio è un invito all'ATO a resistere in giudizio al TAR rispetto ad un intervento che hanno fatto alcuni piccoli Comuni della provincia di Torino. Attualmente l'ATO è priva del Presidente, ma, come sosteneva l'Assessore, l'Assemblea pu anzi, deve - essere convocata dal Consigliere anziano, che è il Sindaco Massa. Noi ci auguriamo che questo venga fatto nel più breve tempo possibile e che venga deliberata la necessità di costituzione in giudizio per salvaguardare una politica sull'acqua pubblica che è stata fatta negli ultimi anni dalla provincia di Torino e da tutti i Comuni.
Noi facciamo sempre molta fatica a rivendicare con forza gli elementi e le esperienze positive di SMAT. Intanto SMAT è una S.p.A. di soli soci pubblici. Grazie alla legge nazionale e poi alla legge regionale con la gestione dell'acqua abbiamo dato importanti risorse proprio ai Comuni montani.
Faccio presente che la percentuale di ritorno ai Comuni montani per quanto riguarda l'acqua pubblica passa dal cinque per cento dell'ATO3 all'otto per cento di Cuneo, ma sono risorse fondamentali! La provincia di Torino distribuisce alle Unioni montane circa 13 milioni di euro all'anno: sono dei ritorni fondamentali per i territori. Se poi i territori li gestiscono in modo più o meno oculato, fa parte della responsabilità dei singoli Enti e dei singoli Comuni, ma le risorse ci sono e sono consistenti.
La gestione pubblica di un servizio importante come l'acqua - ne discutiamo spesso con alcuni Comuni - non si limita alla mera gestione del servizio acquedottistico. Il servizio idrico integrato mette in capo al piccolo Comune che vuole gestire l'acquedotto anche l'allontanamento e la depurazione delle acque. È un aspetto difficilmente compatibile con le risorse e le possibilità di molti piccoli enti.
Per quanto riguarda la gestione dell'ATO, a noi fa piacere che oggi alcune forze politiche, dopo aver criticato ferocemente la scelta di utilizzare parte delle risorse del servizio idrico integrato da parte di alcuni Comuni. Lo stesso Comune di Torino mi risulta che il 28, cioè tra qualche giorno, chiederà di utilizzare, come aveva già chiesto all'Amministrazione precedente, le risorse del servizio idrico integrato per garantire i servizi ai propri cittadini.
Ricordo che ATO3 è retta da una convenzione stipulata anni fa, quando il Sindaco di Torino era il Presidente Chiamparino, dove riuscimmo ad ottenere la maggioranza doppia (maggioranza per quote e per teste) e la garanzia che qualsiasi approvazione doveva vedere la presenza e il parere favorevole di almeno quattro delle tredici aree omogenee montane.
E' stato un risultato politico straordinario, perché la Città di Torino aveva ceduto parte della sua sovranità al resto del territorio; questo ha garantito che l'ATO3 sia sicuramente una delle realtà a livello nazionale che meglio funziona e meglio dà risposte in merito alla salvaguardia di un bene primario qual è l'acqua.
Grazie anche alla blindatura dello statuto redatto nel 2013 dall'Amministrazione provinciale, di fatto, è stato reso impossibile modificare lo statuto di SMAT, evitando così di essere oggetto di scorribande da parte di soci privati, ma lo statuto SMAT mette in capo ai Sindaci, ai Comuni e agli azionisti di questa S.p.A. pubblica il destino delle proprie scelte. Pertanto, noi ringraziamo il Presidente Gariglio per avere chiesto a nome del Gruppo la risposta dell'Assessore Valmaggia.
Noi ci auguriamo che questa azione di stimolo e di controllo da parte della Regione nei confronti di ATO continui nei prossimi giorni, che l'Assessore possa garantire la convocazione dell'assemblea di ATO da parte dal Consigliere anziano e che si possa portare all'attenzione dei soci la costituzione in giudizio anche dopo il 26 ottobre, chiedendo al TAR la possibilità di costituirsi, anche se in ritardo, perché le motivazioni per giustificare questo ritardo riguardano le difficoltà, fino ad oggi, di convocazione dell'Assemblea, non essendo ancora stato individuato il Presidente.
Noi lo facciamo più volte, lo facciamo anche qui: la gestione dell'acqua pubblica in questo territorio è un esempio per le altre realtà italiane.
La società SMAT realizza proprio nei piccoli Comuni interventi infrastrutturali che mai nessun piccolo Comune potrebbe permettersi. Ogni anno ci sono decine di milioni di interventi sui servizi acquedottistici e di fognatura che non vengono realizzati a Torino, ma nei piccoli e piccolissimi Comuni come il mio, dove con il bilancio comunale gli interventi realizzati per svariati milioni di euro non si sarebbero potuti realizzare nemmeno in secoli di attività della vita amministrativa del Comune.
Per questo motivo, noi riteniamo quanto mai opportuno il completamento di questo iter, che il Presidente Gariglio ha chiesto e ha ottenuto nella risposta dall'Assessore Valmaggia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.
VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica Grazie, intervengo molto rapidamente.
Ho ascoltato in particolare l'intervento del collega Vignale e concordo con lui sulla tematica. Adesso, l'oggetto specifico è far ripartire l'ATO torinese, facendola uscire da una impasse che si protrae da diversi mesi affinché svolga appieno le sue funzioni, però un approfondimento in Commissione sull'applicazione della normativa nazionale e sulle politiche tariffarie, nonché degli investimenti dei vari gestori, penso sia più che opportuno, anche perché in Commissione c'è il tempo anche di dettagliare meglio e di approfondire i vari aspetti. Adesso non è presente in aula la Presidente Accossato, ma concordo anch'io su questa richiesta e su questa necessità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "ValCurone-Grue" di Viguzzolo (AL)


PRESIDENTE

Stanno per entrare i ragazzi della II A, D ed E dell'Istituto Comprensivo "ValCurone-Grue" di Viguzzolo, ai quali auguro buona visita a Palazzo Lascaris.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 151 "Elezione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza - (l.r. 31/2009)"

Argomento: Nomine

Commissione di Garanzia - (Articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. n. 25/2006) - Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli (ex Consigliere regionale)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 160 "Commissione di Garanzia" (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Mario Santoro


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Benvenuto e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 902 presentato dai Consiglieri Grimaldi, Allemano Appiano, Barazzotto, Boeti, Ferrentino, Giaccone, Ottria, Rostagno, Valle e dalle Consigliere Caputo, Conticelli inerente a "Regolare la gig economy e trovare soluzioni per i lavoratori di Foodora" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi, ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La scorsa settimana avevo chiesto di andare al voto sull'ordine del giorno che riguarda la vicenda Foodora e sulla trattativa in corso. Abbiamo rimandato a questa settimana, ma sono le 11.55 e alle 12.30 credo che si concluderanno i lavori d'Aula. Se vogliamo contribuire alla discussione tra l'altro, ieri è saltato anche il tavolo con il Comune, nel senso che Foodora non si è presentata - e se la Regione vuol dire qualcosa, lo dovrebbe fare adesso.
Se vogliamo votare il testo, dovremmo farlo prima delle comunicazioni dell'Assessore Saitta, altrimenti sappiamo che non succederà e, visto che la trattativa non mi pare stia andando bene, non contribuiremo a questa discussione.
Chiedo pacatamente, sommessamente, umilmente ai colleghi di passare all'esame dell'ordine le giorno.



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, il vostro Gruppo ha chiesto le comunicazioni all'Assessore Saitta. L'Assessore Saitta ha dato la disponibilità questa mattina. In questo momento, il Consigliere Grimaldi ha chiesto di trattare l'ordine del giorno n. 902, chiedendo un'inversione dell'o.d.g. Questo si può fare solo al mattino, e non durante l'arco della giornata. Se l'Aula acconsente, all'unanimità, la richiesta è di trattare l'ordine del giorno n. 902, anticipare il punto 6) all'o.d.g., al punto 5) e non fare le comunicazioni dell'Assessore Saitta oggi. Questa è la richiesta del Consigliere Grimaldi.
Possiamo accettare questa richiesta solo ed esclusivamente se l'Aula all'unanimità, acconsente. Le modifiche all'o.d.g. vanno fatte all'inizio della giornata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Noi non acconsentiamo.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Complimenti!



PRESIDENTE

Non può più intervenire, Consigliera Frediani, la questione è superata.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni dell'Assessore Saitta inerenti a "Rideteminazione del trattamento economico complessivo annuo dei direttori generali, sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie regionali e dell'Istituto Zooprofilattivo sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, nonch degli emolumenti annui del Direttore regionale della Direzione Sanità"


PRESIDENTE

L'Assessore Saitta è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Trattamento economico dei Direttori sanitari e dei Direttori dell'Assessorato regionale alla sanità".
Prego, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Mi è stato chiesto di fare una comunicazione su due deliberazioni quella sulla rideterminazione del trattamento economico dei Direttori generali e quella sul trattamento economico del Direttore.



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo gentilmente, come anche ai collaboratori, di fare un po' di silenzio.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Dicevo che la comunicazione riguarda due deliberazioni. Le deliberazioni sono sufficientemente motivate sul piano giuridico, ma anche sul piano degli obiettivi che ci siamo posti nel momento in cui abbiamo assunto questa decisione.
Mi limiterò, soltanto per economia di tempo, a riferire, ad ampliare, a precisare meglio gli obiettivi che ci impegniamo a perseguire con questa scelta, non evidentemente il percorso e le procedure.
La prima necessità, il primo obiettivo che noi ci siamo posti, che mi pare un obiettivo - spero - condivisibile da parte di tutto il Consiglio, è quello di attrezzarci per evitare la concorrenza delle altre Regioni. Pu sembrare un obiettivo di scarso rilievo, ma quando parliamo di sanità parliamo di otto miliardi e 300 di spese sanitarie all'anno, parliamo di 55 mila dipendenti. Sotto questo profilo, una preoccupazione che bisogna avere è quella di avere dirigenti e manager capaci della sanità che, in qualche maniera, devono continuare la propria attività per il periodo contrattuale.
Noi abbiamo pagato questa situazione perché alcuni Direttori generali che abbiamo nominato, di buona capacità e che hanno operato con ottimi risultati, sono stati attratti - cosa che mi sembra legittima - da un trattamento economico superiore, ad esempio, della vicina Regione Lombardia. Mi sembra logico che possa aver dato fastidio, ma in ogni caso mi pare che sia più che comprensibile.
Dal punto di vista del trattamento economico, il quadro che abbiamo è molto penalizzante per il Piemonte. Voi sapete che in Piemonte le indennità sono intorno ai 120 mila euro l'anno (parliamo di cifre lorde) e, devo dire, con uno schiacciamento. Ci sono tre fasce: in una, c'è la Città della Salute; nell'altra, ci sono la TO1, la TO2, e poi le altre. Nel senso che la differenza di trattamento tra i Direttori della prima fascia (Città della Salute) e, ad esempio, l'ASL di Biella o del VCO, è di 4.000 euro l'anno.
Mi pare chiaro ed evidente che la situazione che considera tutti uguali, indipendentemente dalle dimensioni dell'Azienda, ecc., è una situazione che non va bene. Quando c'è una struttura complessa, la responsabilità deve essere retribuita, quindi abbiamo colto l'occasione dell'adeguamento anche per evitare un appiattimento.
L'appiattimento non va bene in generale, ma soprattutto in questa situazione. Abbiamo differenziato, tenendo conto - in termini di indennità di trattamento - di quello che succede nelle altre Regioni.
L'indennità massima (parlo sempre del lordo) per i Direttori generali prevista dalle leggi, è 156 mila euro l'anno. Per dare un'idea, la vicina e piccola Liguria prevede, anziché le nostre 120 mila euro l'anno, per l'ASL savonese un'indennità di quasi 135 mila euro; l'ASL chiavarese prevede un'indennità di 130 mila euro l'anno, mentre l'ASL di Genova prevede un'indennità di 134 mila euro l'anno. Per non parlare dell'Emilia Romagna dove una parte delle ASL ha 150 mila euro e tante altre prevedono la quota massima, della Toscana, che adesso è in una fase di rivisitazione, ma - in ogni caso - era intorno a 140 mila euro, o del Lazio, che è sui 150-153 mila euro l'anno.
Potrei continuare con questo elenco: la vicina Lombardia prevede il massimo delle indennità.
Come ho già avuto modo di definire, è chiaro che si tratta anche di una sorta di legittima difesa, perché noi non possiamo permetterci, in una situazione così complessa e delicata (portare i conti in equilibrio e con l'obiettivo vicino al Piano di rientro), di farci "scippare" i dirigenti soprattutto quando è stato dimostrato (la situazione è questa) che hanno buone capacità.
Pertanto, abbiamo evitato di generalizzare, come invece hanno fatto altre Regioni: la stessa indennità uguale per tutti. Noi abbiamo previsto un'indennità di 150 mila euro per la Città della Salute - quindi un po' più bassa - ed abbiamo differenziato le altre due, in modo da creare una differenza ragionevole. Non ci si può basare sul principio dell'appiattimento (tutti sono uguali), perché non può essere assolutamente così.
I numeri li conoscete, pertanto non sto qui a ripeterli. Voglio, per richiamare una motivazione di ordine politico, che è contenuta nella deliberazione (nelle premesse e non nel dispositivo), dove si fa riferimento al fatto che la Regione Piemonte, in attuazione degli obiettivi di efficientamento della spesa previsti nei programmi operativi, ha conseguito nell'ultimo periodo dei buoni risultati. Quest'azione evidentemente, va continuata: possibilmente con chi c'è e cercando sempre i migliori.
In questa comunicazione, ci tengo anche a richiamare e spiegare cosa significa l'affermazione: "Sono stati conseguiti dei risultati".
Quelle che esporrò non sono opinioni personali, ma sono opinioni basate sui bilanci approvati in ogni singola Azienda: approvati, visti ed esaminati da parte della Regione e frutto di oggetto e di esame da parte di chi ci osserva quotidianamente, cioè il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia.
Dal punto di vista sostanziale, ieri in Giunta abbiamo approvato i bilanci consuntivi del 2015. Come sapete, abbiamo approvato i bilanci del 2013 e 2014 che non erano stati approvati e, in sintesi, nei bilanci di previsione del 2015 c'è un avanzo di gestione di 25 milioni di euro, che di fatto - sono 76 milioni, perché abbiamo dovuto affrontare delle spese emergenti, determinate dalla copertura del costo completo della terapia per l'epatite C per 19 milioni ed abbiamo accantonato 20 milioni per investimenti, perché gli investimenti, fin quando non viene finanziata la vecchia legge Donat-Cattin, si fanno soltanto col fondo sanitario.
Abbiamo accantonato 20 milioni e speso 12 milioni per investimenti: cito per tutti l'ospedale Santa Croce di Moncalieri (la camera operatoria) e l'Ospedale San Luigi (il pronto soccorso), ma potrei continuare.
Per dare il senso che siamo sulla strada giusta e che vogliamo continuare, parlando in termini sostanziali, siamo partiti da una situazione in cui c'era (nel 2012) un disavanzo di 126 milioni, determinato anche dal fatto che la Regione interveniva con fondi della Regione, cioè per quanto riguarda i LEA, non gli extra LEA, ma, contando soltanto il fondo sanitario, siamo partiti da meno 126 per passare a meno 37, nel 2013 a più 57, nel 2014, e più 76, nel 2015.
Abbiamo, poi, altri dati, per quanto riguarda l'andamento dei conti relativamente al 2016 e la situazione mi pare perfettamente in linea con quella del 2015 (il trend è positivo), migliorata anche dal fatto che abbiamo raggiunto con le altre Regioni un accordo in merito alla mobilità passiva.
Noi siamo una Regione che ha il saldo negativo. Abbiamo raggiunto un accordo finalizzato ad abbattere il saldo negativo, nel senso che abbiamo concordato un criterio che sarà sviluppato anche nei prossimi anni, che è quello di considerare sicuramente possibile la mobilità per quanto riguarda la complessità, ma, per quanto riguarda l'ordinarietà, obiettivamente la situazione è diversa.
Tutte le Regioni che hanno avuto un risultato positivo (penso alla Lombardia) hanno accettato; noi avremo anche un vantaggio da questa operazione, che riguarda il 2014 e il 2015, ma gli effetti saranno sul 2016, dove si farà un'intesa complessiva con una migliore precisazione riguardante i casi che hanno un senso: dove c'è la mobilità.
La situazione è questa. Sono risultati importanti e questi non sono avvenuti, com'era capitato in passato (posso dirlo), con un contenimento della spesa per il personale, ma sono avvenuti con importanti interventi economici per il mantenimento del numero del personale.
Voi sapete che, quando la Regione è andata in Piano di rientro, c'era il blocco totale del turnover del personale amministrativo e il blocco del 50% del turnover del personale sanitario. Noi abbiamo iniziato immediatamente, per quanto riguarda le azioni finalizzate a rimanere in Piano di rientro, a portare i conti in equilibrio. Ad aprile 2015, sulla base delle decisioni che abbiamo assunto, siamo stati autorizzati dal Ministero del Tesoro e dell'Economia a sbloccare totalmente il turnover del personale. Quindi, non più il 50%.
Questa operazione è stata possibile perché abbiamo assunto decisioni importanti. Ci tengo a far notare che siamo stati l'unica Regione in Piano di rientro (le Regioni in Piano di rientro sono quasi la metà, in Italia) ad avere questa autorizzazione, che ci ha consentito di rimpiazzare, per il personale sanitario, nel 2015 e nel 2016 - cioè in questi due anni attraverso le assunzioni, tutti i dipendenti andati in pensione. Tutti.
Parlo del personale sanitario, del comparto sanitario. Tutti quelli che sono andati in pensione sono stati rimpiazzati.
Questa non è un'affermazione o un'opinione: è la sintesi delle assunzioni che sono state concretamente fatte Azienda per Azienda. Se non avessimo ottenuto questo risultato, cioè se fossimo stati fermi e quindi non lavorato immediatamente, non avremmo potuto avere questo sblocco del turnover al 50%, per cui nel comparto sanitario, dove sono andati via in 2.600, avremmo potuto assumerne soltanto 1.300, mentre noi ne abbiamo assunti 2.600.
Ne abbiamo assunti 2.600, ci tengo a dirlo, perché nella discussione generale sembra che. No, è così. Potrei andare al dettaglio, ma cito soltanto alcuni dati per dare un'idea. Pensiamo al settore infermieristico: nel 2014, erano 21.551 i dipendenti tra tempo indeterminato e tempo determinato, mentre oggi sono 21.537. I dati sono fino al mese di settembre, vi sono dei concorsi in corso e alla fine dell'anno ci saranno ancora 100 dipendenti in più e quindi supereremo il dato del 2014.
Operatori socio-sanitari: erano 5.825 nel 2.014, sono diventati 6.016 quindi con un incremento. Cioè il comparto sanitario è aumentato. Medici: erano 9.127, adesso sono 20 in meno.
Quello che si è ridotto è il comparto amministrativo, ma devo dire che è una scelta che noi condividiamo. Da più parti è stato detto che era necessario rivedere il comparto amministrativo, che è passato da 7.183 dipendenti a 6.836. Per quanto riguarda la dirigenza amministrativa, si è passati da 220 a 200.
Questo è quello che è avvenuto. E' chiaro che, se uno guarda le necessità, c'è ancora molto da fare, ma se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto e che è stato tantissimo criticato da parte di diverse forze politiche, questo risultato non l'avremmo raggiunto e avremmo 1.300 persone in meno: situazione insostenibile. Di questo, evidentemente, noi siamo orgogliosi.
Non solo, ma mi permetto di aggiungere - e concludo - che la situazione positiva del bilancio, in equilibrio con il risultato che abbiamo detto (più 76), la situazione che si sta creando per il 2016 ci permette di dire che anche nel 2017 saranno sostituiti tutti i dipendenti che cesseranno l'attività. Questa è il primo aspetto.
Inoltre, sulla base delle risorse che si stanno rendendo disponibili ieri abbiamo annunciato e lo ripeto qui, con la forza che ha annunciare questa informazione in Consiglio, 500 assunzioni aggiuntive che in gran parte serviranno per quanto riguarda i turni di riposo, per l'applicazione della normativa, ecc.
Non voglio dire che anche qui noi siamo i primi: c'è stato un percorso nei confronti del Ministero, abbiamo dovuto dimostrare il tema delle turnazioni e abbiamo avuto l'autorizzazione per poterlo fare. Si tratta di un'autorizzazione soltanto amministrativa, poi bisogna finanziarla con risorse proprie, ma abbiamo le risorse per poterlo fare. In più ci sono alcune necessità che noi dobbiamo affrontare, quindi oggi siamo nelle condizioni di poter dire che nel 2015 si aggiungeranno 500 assunzioni.
Certo, se facciamo riferimento al 2010, c'è ancora molto da fare per forza di cose, però mi pare che la tendenza sia giusta.
Questo è un lavoro possibile non soltanto con le nostre dichiarazioni politiche, ma soprattutto con la capacità dei nostri manager. Non c'è niente da fare: è soltanto per quello. E mi pare che la contrapposizione tra dipendenti e manager sia inutile, perché maggiori assunzioni, maggiori risorse destinate alla sanità sono possibili soltanto se si fa un'operazione che finora non è mai stata fatta in Regione: liberare risorse per rinvestirle, perché il fondo è questo. Quindi, nel momento in cui i manager risponderanno agli obiettivi che gli abbiamo assegnato e verranno liberate delle risorse sul piano della gestione, evidentemente sarà possibile potenziare i servizi e arrivare a raggiungere anche un certo numero di dipendenti.
Per quanto riguarda questo tema, abbiamo convocato una riunione con le organizzazioni sindacali perché vogliamo incominciare a discutere con loro per quanto riguarda il futuro, anche con un'analisi attenta di quali sono le necessità. Probabilmente - annuncio questo - l'analisi deve portarci anche a stabilire una relazione e un legame tra attività, produzione sanitaria e numero dei dipendenti, perché è possibile fare questo lavoro ormai i dati si conoscono. Ciò forse - magari non è così, io ho visto da altre parti, ma spero che non sia così - può anche voler dire che in alcuni comparti della sanità abbiamo più dipendenti rispetto ad altri e probabilmente bisognerà iniziare anche un lavoro di mobilità.
In ogni caso, dal punto di vista economico siamo in grado di investire ed è chiaro che gli investimenti saranno fatti in modo oculato. Non si tratta di ritornare indietro alla vecchia organizzazione che ha provocato i danni che noi conosciamo: nel momento in cui siamo disponibili, gli investimenti vanno mirati con l'obiettivo che è dimostrato dal mantenimento del numero dei dipendenti. Per noi, a differenza del passato, l'equilibrio non si raggiunge comprimendo il numero dei dipendenti e comprimendo l'attività sanitaria, ma aumentando i dipendenti e aumentando la produzione sanitaria. Altrimenti sarebbe troppo facile e i danni per il nostro sistema sarebbero evidenti. Per cui la scelta dei Direttori generali e anche del Direttore regionale risponde a questa logica di avere persone di grande qualità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nonostante il tempo sia poco, chiederei l'apertura del dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta, giusto per avere un po' più di tempo per intervenire.



PRESIDENTE

Il dibattito è aperto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente è stato importante richiedere e ricevere queste comunicazioni da parte dell'Assessore Saitta, così abbiamo l'occasione di parlare di un po' di temi riguardanti la nostra sanità piemontese; temi che sono stati anticipati dalla conferenza stampa di ieri dell'Assessore Saitta, devo dire convocata forse non a caso in relazione a un articolo molto discusso, uscito sulla cronaca locale di uno dei principali giornali del nostro Paese, che lamentava una serie di ricadute molto pesanti sulla qualità del sistema sanitario erogato dalla Regione Piemonte.
Ci sono dunque due visioni discordanti e dovremmo capire quale delle due è giusta. Da una parte, vi è l'esperienza di tutti i giorni di coloro i quali cercano di ricevere delle cure dal sistema sanitario piemontese che a detta di tutti (non solo dell'articolo di giornale, seguito ovviamente da uno studio rispetto alle liste d'attesa), è peggiorata notevolmente. Ciò è evidente dai dati della mobilità passiva: l'aumento della mobilità passiva vuol dire che i nostri cittadini si recano nelle regioni confinanti, ad esempio la Lombardia; l'aumento delle liste d'attesa e l'aumento dei tempi d'attesa vuol dire che manca personale; aumenta anche la spesa sanitaria privata del cittadino, la cosiddetta out of pocket, e di questo a livello nazionale si parla di oltre 35 miliardi di euro nell'ultimo anno (2015).
Una fetta consistente è in aumento anche in Piemonte, quindi sempre più cittadini si rivolgono o al privato puro o all'intramoenia, come detto di nuovo in un altro articolo di giornale molto interessante uscito qualche settimana fa.
Perché? Cosa succede? Quando si chiede la prenotazione di una visita o di un esame che non abbia crocettata sulla ricettata la lettera "u" di urgente, o la lettera "b" di semiurgente, si viene prenotati a sei mesi, un anno, un anno e mezzo a seconda della prestazione che si vuole ricevere.
Dall'altra parte del telefono, se si prenota con il SOVRACUP, spesso viene risposto che, se però si vuole passare in intramoenia, cioè l'attività privata, la libero-professionale convenzionata (nel senso che c'è un accordo tra medici e azienda sanitaria), l'esame o la visita può avvenire domani o dopodomani. Questo è, non dico un malcostume, ma.
Dobbiamo fare una presa d'atto di com'è la situazione della sanità regionale, che sta peggiorando e quindi io dico che giustamente l'Assessore Saitta fa la sua parte, è Assessore di questa Giunta, difende le scelte che sono state fatte e prova anche a spiegarle snocciolando dei numeri, ma è evidente, in base ai dati che ho citato prima, che dobbiamo anche guardare e l'ho già detto in Commissione - la qualità. Non possiamo sempre e solo fermarci ai meri dati economici e finanziari (il bilancio è positivo, il bilancio non è positivo).
Certo, è uno degli obiettivi dei nostri manager e dei direttori generali delle nostre aziende sanitarie, ma dentro quegli obiettivi non c'è solo il pareggio di bilancio, Assessore, ci sono tanti altri obiettivi - e lei, è ovvio, lo sa meglio di me - tra cui le famose liste di attesa.
Se si va sul sito della Regione Piemonte, gli ultimi dati aggiornati anche se lei potrà, giustamente, criticare l'autore dello studio, dicendo che non sono dati aggiornati - sono al primo semestre del 2015.
Ora, volete mettere nelle condizioni anche noi, Gruppi di opposizione ricercatori, giornalisti e cittadini, di avere dati aggiornati? Da due anni continuiamo a discutere in IV Commissione e in Regione di idee, suggerimenti, valutazioni ed ipotesi, ma dovremmo parlare di dati.
Soprattutto in sanità si deve parlare di dati.
Se lei mi dice: vi faremo vedere che quando chiuderemo il bilancio 2016 le nuove liste di attesa saranno ridotte, noi dobbiamo aspettare gennaio e fare un atto di fede per sapere se realmente le liste di attesa saranno diminuite o no? Dall'esperienza diretta di persone che prenotano esami nostri familiari, amici o persone vicine - a noi questa diminuzione non risulta, anzi, risulta un aumento, come ho detto prima.
Noi dobbiamo parlare di dati. Non dobbiamo parlare solo di dati finanziari ed economici (il pareggio di bilancio, le risorse investite ecc. ecc.), ma anche di personale.
Giustamente lei ha snocciolato i dati. Si tratta di dati che noi non abbiamo, perché non sono presenti sul sito della Regione.
In proposito, abbiamo fatto l'accesso agli atti, ma non ci vengono date risposte. Ne prendiamo atto, evidentemente bisognerà fare qualche iniziativa un po' più forte per quanto riguarda l'accesso agli atti sui dati che richiediamo.
A proposito di questi dati, mi sembra di avere intuito, perché ha abbassato un po' il tono della voce mentre lo diceva, che sia stato onesto perché ha riportato i dati rispetto al 2014.
I dati rispetto al 2010, invece, o prima (2009 o inizio 2010, comunque prima dell'ingresso della Regione nel Piano di rientro) ci rappresentano una forte contrazione del personale. Questo sarebbe interessante.
Va bene che lei dice di essere entrato in Regione Piemonte, come Assessore, a luglio del 2014, però dobbiamo anche cercare di ritornare almeno alla valutazione del personale del 2010, fare un confronto e capire a quanto ammonta la diminuzione del personale rispetto al 2010.
Se sul 2014 lei ci dato finalmente dei dati, ne siamo lieti, così potremo fare dei ragionamenti e ci sarà un ipotesi di aumento. Ben venga ma quant'è la riduzione del personale infermieristico, OSS, medici e amministrativi (anche se per il momento lascerei un attimo da parte gli amministrativi), rispetto al 2010, quando il sistema sanitario piemontese lavorava a pieno regime e funzionava meglio - anche se la perfezione non esiste, ma funzionava meglio - per mobilità passiva, per liste di attesa e per spesa sanitaria del cittadino, cioè spesa privata del cittadino rispetto ad adesso? Questa è la domanda fondamentale.
Mi sono dilungato sul tema generale di come sta la sanità regionale anche se le comunicazioni erano più sugli stipendi dei manager, ma è vero e quindi ritorno all'argomento principale, ma visto che lei ne ha parlato mi sono permesso di parlarne anch'io - che sono i manager, non è tanto l'Assessore. Mi spiace dirlo, ma sono i direttori generali, sanitari ed amministrativi, che fanno sì che le aziende sanitarie funzionino. Certo c'è una cornice normativa, ma se i direttori delle ASL non lavorano bene e non riescono ad avere un buon rapporto con i professionisti delle ASL, non si va da nessuna parte.
Tuttavia, la risposta è: per far funzionare bene i manager delle ASL devo alzare il loro stipendio e dargli il "contentino" di 10/12 o 8.000 euro? E' questa la domanda fondamentale.
Ancora di più: visto che l'Assessore Saitta è coordinatore della sanità a livello nazionale, questa discussione l'avete fatta all'interno della Conferenza Stato-Regioni? Altrimenti mi verrebbe da dire: la Lombardia ha ancora 155 mila e rotti di tetto, ma allora abbiamo dei manager o abbiamo dei personaggi in cerca dello stipendio migliore? Chiedo scusa se posso rischiare di offendere qualcuno, ma credo che siano dei manager seri, professionali e che non scappino per quattro o 5.000 euro in più da un'azienda rispetto ad un'altra.
Se però così fosse, voi a questo punto avete l'obbligo di rivedere la normativa a livello nazionale, quindi quel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - il 502 del 1995, tra l'altro ancora in lire: 300 milioni di lire, quindi magari occorrerebbe fare un nuovo provvedimento che aggiorni in euro il tetto dello stipendio - e far sì che ci sia uniformità.
Come c'è una classe di aziende - aziende di prima fascia, di seconda o di terza, a seconda del fatturato, del numero del personale e degli abitanti - occorrerebbe magari fare anche una classificazione per Regioni.
Posso capire che una Regione piccola abbia esigenze diverse rispetto ad una Regione grande: penso alla Valle d'Aosta, ad esempio, che ha un'unica ASL. E' un'ASL da 100 mila abitanti, che più o meno è simile alle più piccole ASL piemontesi.
Anche questo è un dato che va rivisto.
Noi chiediamo di rivedere e di sospendere la delibera finché non siamo in piano di rientro, perché, al di là dei dati positivi del bilancio, siamo ancora in piano di rientro. Ci sono ancora delle difficoltà e occorre dare nelle more di attivazione della delibera, una valutazione all'interno della Conferenza Stato-Regioni. Io mi chiedo: un domani, se cambia il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (il 502 del '95) e il tetto viene messo a 500 milioni di lire, cioè 250 mila euro, noi cosa facciamo? Se la Lombardia lo alza a 250 mila, noi rincorriamo la Lombardia perch ha più soldi e perché i manager scappano? A me sembra una logica un po' peregrina. Mi sembra una logica molto strana; così com'è anche strana - e vado a chiudere - l'altra delibera, la 14, sul Direttore generale dell'Assessorato.
Probabilmente l'Assessore Saitta ha letto le varie elucubrazioni apparse su diverse riviste e giornali anche on line. In un momento in cui noi siamo, stranamente, senza direttore generale, è appena uscito il bando e dobbiamo nominarlo. Sembra che ci sia una figura di manager di alto livello del Ministero della Salute non tanto contenta - potrebbe sembrare così dalle elucubrazioni dei giornali - della retribuzione prevista con il precedente tetto, cioè 150 mila più 20% di retribuzione per risultato e allora noi aumentiamo a 180 mila più 20 mila, quindi arriviamo a 216.
Anche il tempismo nelle scelte conta, Assessore. Capisce bene che fatto così, nel momento in cui dobbiamo nominare un direttore dell'Assessorato noi pensiamo che magari ci sarà stata una trattativa con una certa persona.
Noi siamo maliziosi, glielo dico già prima, siamo così, e sui soldi cerchiamo di stare un po' attenti, quindi per noi è logico fare questa valutazione.
C'è stata una contrattazione e un manager di alto livello del Ministero della Salute potrebbe aver detto: "No, però se il trattamento economico è un po' rialzato, magari ci si può pensare".
Ecco, potrebbe smentirci quest'elucubrazione maliziosa, fatta da alcuni giornali e da noi ripresa? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Colleghi, dobbiamo continuare il prosieguo del dibattito in una prossima seduta, perché oggi la seduta termina alle ore 12.30.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 151 "Elezione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza" (l.r. 31/2009) Proclamo eletta, quale Garante Regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza, la signora Turino Rita, Teresa, Ausilia.
Proposta di deliberazione n. 160 "Commissione di Garanzia" (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Mario Santoro Proclamo eletta, quale membro della Commissione di Garanzia, in sostituzione del signor Mario Santoro, la signora Maria Ciaramella.
Commissione di Garanzia - (Articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. n. 25/2006) - Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli (ex Consigliere regionale) La deliberazione non è valida per mancanza del numero legale.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.32)



(Alle ore 12.35 ha inizio l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1280 "Disattivazione della struttura complessa di anestesia e rianimazione presso l'ospedale di Susa al 30 ottobre 2016. Collocazione in quiescenza del primario in carica " presentata dalla Consigliera Batzella


PRESIDENTE

Iniziamo l'esame delle interrogazioni a risposta immediata con la n.
1280, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente, per la sua gentilezza, avevo chiesto di intervenire non proprio per prima, ma la ringrazio. Avevo chiesto se potevo discuterla entro un certo orario, comunque la ringrazio.



PRESIDENTE

Chiedo scusa Consigliera: i colleghi che non sono interessati al question time sono pregati di lasciare l'aula.



BATZELLA Stefania

Interrogo l'Assessore Saitta per avere delle delucidazioni in merito alla disattivazione della struttura complessa di anestesia e rianimazione presso l'ospedale di Susa al 30 ottobre 2016, quindi, tra pochi giorni verrà declassata la struttura e, tra l'altro, il primario in carica verrà collocato in quiescenza.
Premesso che, come previsto dalla DGR 1-600 del 19 novembre 2014 e dalla DGR di integrazione n. 1-924 del 23 gennaio 2015 "Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge n. 135/2012 e dal patto per la salute 2014-2016" e dal nuovo atto aziendale dell'ASL-TO3 n. 1824 del 18 settembre 2015, trasmesso alla Regione Piemonte, Direzione Sanità, il 21 settembre 2015, per l'attivazione del procedimento previsto di verifica e l'approvazione definitiva con la delibera n. 1919 del 19 ottobre 2015 considerato che la deliberazione aziendale n. 510 del 1° giugno 2016 avente ad oggetto "Piano di riduzione delle strutture complesse", approvato con deliberazione n. 1995 del 25 novembre 2015, con la quale si prevedeva la disattivazione di alcune strutture complesse entro il 31 dicembre 2016, il precedente piano di organizzazione dell'ASL-TO3 prevedeva che l'area della anestesia e rianimazione fosse articolata in tre strutture complesse: la struttura complessa di anestesia e rianimazione di Pinerolo, la struttura complessa di Rivoli e, infine, la struttura complessa di Susa.
La deliberazione del Direttore generale dell'ASL-TO3 n. 781 del 18 ottobre 2016 (di pochi giorni fa) prevede la disattivazione della struttura complessa di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Susa al 30 ottobre 2016. Inoltre, il direttore della struttura verrà collocato in quiescenza dal 1° gennaio 2017 e il servizio di anestesia e rianimazione di Susa verrà accorpato alla struttura complessa di Rivoli.
Valutato che - restiamo sempre in tema, ma non è il momento adatto per poter discutere di questo - è di dominio pubblico la carenza di medici anestesisti presso la struttura di Susa e anche in quella complessa di Rivoli, vorrei sapere dall'Assessore come si intenda riorganizzare il servizio di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Susa, in considerazione della carenza di medici anestesisti non sufficienti a coprire tutte le attività previste ed espletate finora dalla struttura complessa e anche in seguito alla collocazione in quiescenza dal 1° gennaio 2017 del direttore della struttura attualmente in carica, che è già assente dalla struttura perché sta usufruendo e usufruirà delle ferie di prepensionamento. Quindi, il pensionamento del primario comporterà un'ulteriore riduzione degli anestesisti perché il primario turnava ed era presente tutti i giorni presso la struttura, con la sua assenza si ha un'altra unità in meno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Con le delibere sulla revisione della rete ospedaliera nel 2014 e nel 2015, l'ospedale di Susa è stato classificato, com'è noto, in ospedale di area disagiata ed ha mantenuto la struttura complessa di medicina, oltre alle strutture semplici di pronto soccorso, chirurgia, ortopedia e anestesia. Le stesse strutture semplici sono articolazioni delle analoghe strutture complesse site presso il presidio di Rivoli. L'organico medico in questo caso dell'anestesia e rianimazione, dal prossimo 30 ottobre diventa unico tra Rivoli e Susa, ancorché diretto a Susa fino al 31 dicembre prossimo dal primario uscente, dottor Bonini, che dal gennaio 2017 andrà in pensione.
Dal 1° gennaio 2017, la struttura verrà diretta da un altro anestesista che viene individuato in questi giorni dal direttore di Rivoli congiuntamente con il direttore del dipartimento. Ferma restando la completa copertura del turn over dei dirigenti, l'organico avrà la dotazione necessaria per fare funzionare le attività sia di Rivoli che di Susa; a Susa, oltre al futuro responsabile di struttura semplice, sarà garantita la presenza di anestesisti utili per la copertura dei turni e di tutte le attività attualmente garantite.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1275 "Sconti trasporto pubblico per gli studenti" presentata dal Consigliere Monaco


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1275 presentata dal Consigliere Monaco, che ha la parola per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce dalla necessità di fare chiarezza su un tema che abbiamo già toccato quasi un anno fa mediante l'approvazione (praticamente all'unanimità) di un ordine del giorno da me proposto e successivamente integrato da un ulteriore ordine del giorno (o mozione adesso non ricordo) suggerito da un altro Gruppo (che anche fu votato all'unanimità). Si chiedeva la possibilità di valutare una scontistica reale per quegli studenti che devono percorrere quotidianamente il tratto dal proprio paesino al paese dove insiste la scuola, in quanto riscontrano oggettive difficoltà economiche rispetto agli sconti possibili. Questo, in particolare, lo dico con la massima serietà: in Val di Susa è molto presente questo tema e le famiglie sono oggettivamente sottoposte a una grave crisi perché i portafogli sono ormai vuoti e rischiano di non poter più mandare i figli a scuola.
E' trascorso tanto tempo. So che è in corso una trattativa con Trenitalia, alla quale vorrei rivolgere un elemento di attenzione poich di fatto, in qualche misura, è la Regione Piemonte l'attrice principale per il fatto di caricarsi l'onere, perché le aziende non devono subire il danno (diciamo così) quando ci sono delle formule di sconto o richieste di sconto.
Si capisce poco della prima proposta di accordo che ne derivava, se non che questi studenti potessero usufruire di uno sconto tutto sommato minimale (10-15% di sconto) a fronte però dell'obbligo di fare un abbonamento annuale da pagare anticipatamente.
Abbiamo chiesto di intervenire sul tema e anche di fare un sacrificio in termini di cassa della Regione Piemonte, ma non si capisce perché le famiglie dovrebbero sopportare un forte esborso a vantaggio di cash fresco che entra in un'azienda che, tutto sommato, non ha proprio bisogno di questi soldini e che, di fatto, mi sembra il detentore del pallino del gioco.
Chiedo di invertire questa tendenza e questo atteggiamento, chiediamo a Trenitalia di farci lo sconto settimanale per dei ragazzi che vanno a scuola e gli diciamo con quali modalità, come può succedere per le forme di handicap per le quali abbiamo trovato la soluzione e abbiamo dimostrato che loro non avrebbero avuto dei costi aggiuntivi.
Chiedo di fare lo stesso anche in questo caso, perché il detentore del gioco non deve essere Trenitalia; noi abbiamo chiesto delle cose e il Consiglio le ha votate all'unanimità. Pertanto la nostra Giunta, che noi sosteniamo, deve essere parte attiva e protagonista e non soggetto che deve subire le necessità di un'azienda che oggettivamente non ha proprio bisogno di fare il mostro sulle tasche già povere dei nostri cittadini.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ci siamo già occupati della questione più volte in quest'Aula, anche in seguito ai due ordini del giorno di cui lei è primo firmatario in un caso e il Consigliere Valetti nell'altro. Ci sono state poi diverse interrogazioni, specialmente da parte del Consigliere Gallo ma anche della Consigliera Frediani. In particolare, il Consigliere Gallo ha poi aperto un'interlocuzione con l'Agenzia della mobilità.
Pertanto quest'interrogazione riprende la questione, ma con lei abbiamo già instaurato questi approfondimenti di natura tecnica, e la ringrazio per questa opportunità.
Credo che nei prossimi giorni avremo finalmente una proposta, anzi a mie mani ho già una bozza che consegnerò al Presidente della Commissione e ai Consiglieri interessati.
In effetti, la questione era piuttosto complessa, non solo e non tanto perché Trenitalia ha il boccino in mano, come lei ha giustamente sottolineato, ma anche perché essendo in vigenza di conclusione del contratto, evidentemente c'era anche una situazione di tensione tra noi e chi esercita il servizio ferroviario che non rendeva la questione così facile, a monte dell'attuale contratto che fornisce a Trenitalia delle armi contrattuali che permettono in qualche modo di bloccare certe iniziative.
Credo che adesso, con la definizione del protocollo avvenuto la settimana scorsa, sia più facile affrontare anche queste questioni, che però partono a monte da una necessità di riorganizzazione e riproposizione di tutto il sistema tariffario in Piemonte. Ed è questo che si sta concludendo con una prossima deliberazione di Giunta.
Credo che tutti questi aspetti saranno superati con la definizione di un abbonamento. E' chiaro che il tema è partito dalle problematiche della Val di Susa; sono state sollevate particolarmente partendo da quella situazione, ma poi si è deciso di estendere a livello regionale la tematica dell'agevolazione nei confronti dei giovani e degli studenti. E' chiaro che questo ha una ricaduta economico-finanziaria di cui bisogna tenere conto ma, secondo me, è assolutamente superabile.
Per quanto riguarda la rateizzazione da un lato o la trimestralità o semestralità o l'abbonamento che riguardi esclusivamente il periodo scolastico, tutti questi aspetti sono valutati nella proposta che vedremo prossimamente, quindi si supereranno anche queste rigidità che finora Trenitalia aveva proposto.
Spero proprio che nei prossimi giorni concluderemo questa importante questione, sottolineata da gran parte del Consiglio.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1282 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Collegamento mezzi pubblici di trasporto Comune di Osasio-Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1282, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
E', purtroppo, una delle tante interrogazioni che toccano il delicatissimo tema dei trasporti, in particolare quando si tratta di trasporti legati alla scuola piuttosto che i collegamenti con gli ospedali.
In questo caso parlo del Comune di Osasio e dei Comuni vicini. Molto brevemente, nell'interrogazione racconto della difficoltà nel raggiungere il luogo dove si svolge un momento importantissimo della vita dei nostri ragazzi, che è quello della scuola. E faccio un riferimento all'attività del Comune, che ha anche individuato la linea Bus Company 260 che va e torna da Pancalieri a Torino e viceversa, ovviamente con il pagamento di un ticket.
Un inciso lo faccio anche legato all'attività della VI Commissione del 20 ottobre 2016. Abbiamo parlato di dimensionamento scolastico e proprio in quel contesto ho chiesto all'Assessore di cercare di avere una grande attenzione alla programmazione, che ovviamente ogni anno ha mutamenti per quello che riguarda i nostri territori, legata soprattutto al trasporto.
Credo che sia un tema imprescindibile. Ritengo che ai nostri ragazzi debba essere data l'opportunità di raggiungere le scuole con una modalità semplice e che oggi sia impossibile andare a chiedere un sostegno alle famiglie in questo senso. Con questo non voglio assolutamente scaricare la questione ai Comuni, e cito come esempio il Comune di Osasio, che è piccolissimo ed è impossibilitato a sostenere dei costi in questo senso.
Riassumo, dicendo che i Comuni hanno perso le scuole, ci sono gli istituti comprensivi, c'è stato un percorso ed un progetto. Da lì in poi però, il tema dei trasporti non può più essere messo da parte, ma saranno comunque insufficienti le risposte che ci diranno che non ci sono risorse e che non ci sono chilometraggi. In questo caso serve un gruzzolo di chilometri per dare un'opportunità e una possibilità non soltanto al Comune di Osasio, ma anche ai Comuni vicini.
Devo dire che le Amministrazioni si sono mosse in tutti i modi possibili. Ora è attiva la nuova Città metropolitana, che molto probabilmente dovrà prendere in considerazione anche questo tema.
Chiedo, quindi, all'Assessore quali provvedimenti di competenza della Regione si intendano attuare in questo senso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Consigliera Ruffino.
Il tema è esattamente quali sono le competenze della Regione su questa questione. Come lei giustamente dice, la competenza è o sarà dell'Assemblea, o meglio della Commissione tecnica della Città metropolitana, che è quella che dovrà programmare per nome e per conto dell'Agenzia le varie forme di servizio, specialmente di servizio su gomma nel territorio della Città metropolitana.
Per quanto riguarda questo aspetto ho una risposta, che le darò, da parte dell'Agenzia, che dice di avere affrontato la questione.
La questione è molto semplice: non è una questione di risorse, perch stiamo parlando di 6.300 euro IVA inclusa. La questione è che si tratta di un servizio di scuolabus per una scuola media. Formalmente, è di competenza dei Comuni. Non si tratta, dunque, di una questione di risorse: il problema è che ognuno deve fare la propria parte.
Io posso dare la disponibilità a tentare di convincere l'Agenzia a fare uno sforzo per cofinanziare questo servizio. Come ho detto, però, non è questione di risorse (stiamo parlando, infatti, di 6.000 euro), ma è questione di principio. Ognuno deve fare la sua parte.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1278 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Affidamento dei servizi di trasporto pubblico ferroviario"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1278, presentata dal Consigliere Valetti, che la illustra.



VALETTI Federico

L'interrogazione riguarda il futuro degli affidamenti della gestione ferroviaria dei servizi regionali.
In particolare, si è appreso da comunicati ufficiali dell'Assessorato e poi da La Stampa che il futuro della gestione ferroviaria vedrà un affidamento diretto di un contratto ponte di tre anni dei servizi ferroviari a gestore Trenitalia con la possibilità di affidare una parte di questi servizi, in particolare il nodo metropolitano e le linee locali, ad altri gestori (gare miste o tramite affidamento diretto).
Quello che interessa - siccome è stato oggetto di annunci e noi abbiamo condiviso questa linea - è il recupero dei soldi del contratto ferroviario ai fini della riapertura e dell'investimento sulle linee locali, che oggi hanno grosse difficoltà gestionali oppure sono chiuse, per un rilancio di tutto il comparto ferroviario piemontese, che - lo ricordiamo - ha perso ben 12 linee nella scorsa legislatura, ma molte altre linee sono in condizioni di rischio se non vengono fatte funzionare velocemente, perch poi la riapertura diventa complessa.
Poiché sappiamo che l'Assessore conta su un possibile efficientamento del servizio di Trenitalia e anche dei contratti (specialmente sul comparto regionale, che è un comparto molto redditizio dal punto di vista del gestore), chiediamo a quanto ammonta, indicativamente, il risparmio che deriva da questa logica di contratto di affidamento diretto sul lotto di affidamento del servizio dei regionali veloci (lotto molto redditizio, che avrà una proroga automatica, quindi resterà in gestione a Trenitalia più a lungo) rispetto all'attuale corrispettivo economico a catalogo (che è stato molto svantaggioso per la Regione), per destinare queste risorse alle linee locali secondo gli obiettivi che questa Amministrazione si è data, e per le quali è previsto un affidamento di servizi tramite bandi di gara con gestione mista gomma-ferro (dove si trovino gli interlocutori e le aziende disposte a partecipare a questi bandi).
È dunque molto importante sapere, a grandi linee, quanto consiste questa differenza economica.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda la delibera di lunedì scorso, e il protocollo che quella delibera approvava, forse già domani ci sarà una mia comunicazione/informativa in sede di Commissione, quindi avremo modo di approfondire il senso e la logica di quella delibera.
Per quanto concerne la questione dei risparmi e quindi della rimodulazione delle risorse da certe linea ad altre, è sicuramente un obiettivo, ma non è ancora l'obiettivo del contratto ponte.
Se lei si riferisce al contratto ponte, che è formalmente di tre anni il protocollo stesso dice che ha come obiettivo quello di scorporare i regionali veloci già entro il 2017. Per quanto riguarda quindi il 2017, il contratto ponte non prevedrà particolari differenze di costo rispetto alla situazione attuale, se non il fatto che il protocollo stesso rimanda, come base di calcolo, il consuntivo 2015 (quindi, in qualche misura, facendo un passo lievemente indietro rispetto al costo complessivo del servizio).
Per quanto riguarda la logica successiva, cioè quella che presumibilmente avremo già nel 2018 e che riguarda appunto la possibilità di avere una nuova rimodulazione del sistema dei regionali veloci includendo anche gli agganci e le espansioni che in qualche modo possono favorire il recupero di linee oggi sospese, sia su quel fronte sia sul fronte della gestione delle linee di bacino integrate con il sistema gomma sarà possibile - anzi è un nostro intendimento, uno dei più importanti recuperare il servizio su alcune linee oggi sospese.


Argomento: Università - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1281 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Ritardi nell'erogazione dei contributi statali per il diritto allo studio universitario"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1281, presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra.



GRIMALDI Marco

Sarò velocissimo.
Come sapete, il DPCM del 9 aprile 2001 stabilisce l'uniformità del trattamento sul diritto allo studio universitario. In base all'articolo 9 la definizione dell'importo delle borse e dei prestiti persegue appunto l'obiettivo della copertura delle spese di mantenimento sostenute dagli studenti nelle diverse sedi.
Abbiamo appreso che, al momento, il MIUR ha erogato per il Fondo statale integrativo per le borse di studio relative all'anno 2015 a tutte le Regioni solo il 72% di quanto assegnato nel 2014. Di conseguenza, il Piemonte ha ricevuto circa 3.660.000 euro e deve ancora ottenere 6.593.000 euro per il 2015.
Tra l'altro, al 24 ottobre 2016 non solo non è ancora saltato il contributo dell'anno precedente, ma le Regioni attendono di essere informate in merito alle risorse previste per il Fondo 2016.
A sua volta, il Fondo del 2015 che ho appena menzionato è stato ufficializzato soltanto al 1° gennaio 2016: questi ritardi, quindi, si accumulano da circa due anni, sommati alle lentezze burocratiche dovute a vari passaggi amministrativi.
Tutto ciò, naturalmente, penalizza l'erogazione delle borse di studio in tutte le Regioni italiane. L'Assessore sa benissimo - più che altro l'obiettivo del question time è capire esattamente cosa pensa il Ministero e cosa stiamo facendo per invertire, in qualche modo, questa tendenza - che abbiamo un fondo di riserva dell'EDISU, che è sotto stress da anni e che dev'essere pian piano azzerato per motivi di finanzia pubblica in generale., Spesso questi soldi sono stati utilizzati per anticipare anche la cassa, quindi adesso si stanno allineando due problemi: uno tutto di cassa, l'altro proprio di erogazione del fondo (oggettivamente, se al 2 gennaio 2017 sapremo quanto dovevamo ottenere per il 2016, c'è un disallineamento totale).
Parleremo del resto in sede di I Commissione; ovviamente, tutto questo non lo cito nell'interrogazione, ma sta dentro ad una discussione tutta nostra di copertura delle borse di studio, visto che, come abbiamo detto la scorsa settimana (lo ha ricordato anche l'Assessora), sono aumentane le richieste, anche perché abbiamo coperto il cento per cento delle borse: è aumentata di nuovo la fiducia nel nostro Ente e abbiamo aumentato l'ISEE.
Questa vicenda l'abbiamo citata semplicemente perché non vogliamo che complichi la nostra situazione, che già non è facilissima. Credo, quindi che serva un intervento ufficiale verso lo Stato-Regioni o verso il Ministero per sollecitare la liquidazione del fondo del 2015, ma anche per anticipare quello che è il riparto del 2016.
Grazie, Presidente, e grazie in anticipo all'Assessora per la risposta.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessora Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio universitario

Grazie, Presidente.
Sicuramente la tematica è complessa. In realtà, sugli aspetti anche più tecnici e politici di rapporto col Ministero, le azioni sono già state svolte e adesso ho modo di darne conto in maniera precisa.
La problematica dei ritardi per il diritto allo studio è stata più volte affrontata nel corso delle riunioni della IX Commissione Istruzione Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Al termine del dibattito del 6 luglio 2016 la IX Commissione ha valutato l'opportunità di presentare al MIUR una proposta formale in merito ai tempi e alle modalità di trasferimento delle risorse del Fondo integrativo statale per il diritto allo studio universitario alle Regioni.
Nel corso della riunione del 20 ottobre 2016 la suddetta proposta è stata approvata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Tale proposta prevede di chiedere al MIUR che il trasferimento delle risorse del FIS alle Regioni avvenga ogni anno entro la data del 31 ottobre, in modo da consentire l'effettivo utilizzo dei fondi in tempi congrui, nonché un'adeguata e tempestiva programmazione degli interventi regionali, anche alla luce dei vincoli contabili imposti dal D.Lgs.
118/2011. Qualora ciò non risulti possibile, la suddetta proposta prevede che la Regione interessata possa chiedere al MIUR di trasferire i relativi fondi direttamente al proprio ente DSU (Ente per il diritto allo studio universitario), specificando, nel caso di presenza sul territorio regionale di più Enti che gestiscono il DSU, anche le quote spettanti a ciascuno di essi.
Occorre precisare che, nelle more della ripartizione delle risorse relative all'anno 2016, i primi due acconti sono già stati trasferiti alle Regioni.
In particolare, alla Regione Piemonte sono state trasferite risorse finanziarie per un importo complessivo pari a euro 7.690.445,00 di cui: euro 6.152.356,00 già accertati, impegnati e liquidati a favore di EDISU Piemonte sul capitolo 168653/2016 (primo acconto 2016) euro 1.538.089,00 (secondo acconto 2016).
Le somme relative al secondo acconto non erano previste e pertanto, per procedere con l'accertamento, l'impegno e la liquidazione delle stesse, è stato necessario effettuare una variazione di bilancio con DGR n. 6-4091 del 24 ottobre 2016 al fine di iscriverle sul capitolo 168653/2016 e di ottenere l'assegnazione delle stesse.
In tempi brevi si provvederà ad accertare, impegnare e liquidare le suddette risorse a favore di EDISU Piemonte.
Si precisa, infine, che occorrerebbe accogliere favorevolmente il dato che il saldo relativo all'anno 2015 è pari a euro 6.593.459,30, ovvero molto più elevato della ripartizione relativa al 2014. Infatti nel 2014 alla Regione sono state assegnate risorse pari a euro 5.071.194,00 pertanto la quota di acconto pari al 72,2% delle stesse, già introitate dalla Regione, non poteva essere superiore a euro 3.660.467,00. Viceversa grazie allo sforzo effettuato dalla Giunta regionale in sede di stanziamento delle risorse a favore del Diritto allo Studio Universitario i primi due acconti relativi al 2016 sono pari a euro 7.690445,00.
La quota di Fondo integrativo assegnata al Piemonte per l'anno 2015 è infatti di 10.253.926,00 euro.
Quindi abbiamo voluto dare riscontro puntuale di tutte le cifre e forniamo la copia scritta della risposta, in modo che l'interessato possa consultarle.


Argomento: Commercio al dettaglio

Interrogazione a risposa immediata n. 1277 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Difesa del piccolo commercio e commercio di vicinato"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1277 presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione riguarda due situazioni che si stanno verificando nella città di Alessandria, ma nel merito la riflessione è molto più ampia.
Infatti tutti sappiamo quanto ormai il piccolo esercizio di commercio, il commercio nei centri storici e tutto il sistema commerciale che un tempo era il cuore pulsante della città oggi trova grandi difficoltà alla luce del cambio della struttura delle città e della crescita dei grandi centri commerciali, insomma dell'evoluzione. Nessuno si mette contro l'evoluzione però chiaramente questo fenomeno sta continuando a dare sempre di più colpi forti alle piccole economie.
Oggi sul Comune di Alessandria sono in previsione ulteriori due nuove strutture di grande distribuzione, sia nell'ambito commerciale che alimentare, e ciò crea naturalmente ulteriori preoccupazioni al sistema dei piccoli esercizi di Alessandria. Mi rendo conto che probabilmente il percorso legato all'iter burocratico non dà grandi margini di manovra, per qui il problema non è solo a livello di queste due realtà, su cui naturalmente si chiede cosa possa fare la Regione e se in qualche modo non intenda intervenire, ma io credo che si debba innescare una profonda riflessione in merito a queste tipologie di strutture.
E' vero che tali strutture possono alimentare al momento dei posti di lavoro, ma qui dobbiamo vedere le compensazioni, perché se da una parte creano posti di lavoro, ma dall'altra determinano la chiusura di contesti commerciali e quindi mettono in difficoltà famiglie, investimenti e tutta una serie di situazioni, credo che vada fatta un'analisi a più ampio respiro. Probabilmente non in termini brevi, ma sul medio termine credo che vada comunque fatto un ragionamento generale, per cui il quesito l'ho posto e attendo risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio Grazie, Presidente. Grazie Consigliere Berutti.
Capisco le sue considerazioni di ordine generale e le preoccupazioni che lei solleva. Ricordo, tuttavia, che questi tipi di procedure si inseriscono all'interno di cornici normative che sono comunitarie e nazionali, ispirate fondamentalmente al principio di libertà d'impresa concorrenza, trasparenza del mercato e ovviamente anche tutela del consumatore. Da quest'ultimo punto di vista, la Regione Piemonte configura la tutela del consumatore con particolare riguardo alla possibilità dell'approvvigionamento e al servizio di prossimità. Comunque, ripeto, la cornice normativa è quella che ricordavo prima.
Per quanto riguarda specificamente la situazione di Alessandria, le istanze sono due: una di ridefinizione con riduzione della superficie di vendita di una grande struttura, che passa da 5.450 a 5.300 metri quadri (struttura già autorizzata nel 2011), e di una nuova autorizzazione per una grande struttura di vendita composta da due medie strutture rispettivamente di 2.070 e 1.200 metri quadri, per complessivi 3.270 metri quadri. Entrambe le grandi strutture sono ubicate in un addensamento commerciale A3, denominato Borgo Cittadella, riconosciuto dal Comune di Alessandria con deliberazione di Consiglio del 2013.
Le istanze sono state entrambe presentate il 5 luglio. Il 17 ottobre si è svolta la prima Conferenza dei servizi. Regione e Provincia non hanno sollevato obiezioni tecniche, in quanto i progetti rispettano le norme sul commercio. Il Comune di Alessandria ha inviato alla Regione parere favorevole su entrambe le istanze; non ha però partecipato alla seduta di Conferenza del 17, chiedendo un rinvio per ulteriori approfondimenti. E' stata fissata una seconda Conferenza per il 24 ottobre scorso e l'Amministrazione ha nuovamente chiesto un rinvio, sempre per approfondimenti. A questo punto, la Conferenza dei Servizi è stata fissata per il 14 novembre. Nel frattempo si è conclusa, con parere favorevole all'esclusione dalla fase di VIA, la Conferenza dei Servizi indetta per le valutazioni di carattere ambientale.
Questo è lo stato della situazione. Ricordo ancora che, ai sensi della DGR n. 43 del 1° marzo 2000, "Disposizioni relative al procedimento per il rilascio delle autorizzazioni per le grandi strutture di vendita", non è assolutamente prevista la possibilità di un intervento preventivo finalizzato alla sospensione di titoli autorizzativi. In ogni caso, il rilascio/revoca delle autorizzazioni è di esclusiva competenza delle amministrazioni comunali.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1279, inerente a "Dytech - quali azioni di salvaguardia produttiva e occupazionale nel processo di riorganizzazione produttiva e occupazionale" presentata dalla Consigliera Frediani


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1279, presentata dalla Consigliera Frediani, che la illustra.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo della Dytech, società che fa parte del gruppo nipponico Sumitomo Riko, che produce tubi di alimentazioni, benzina, bocchettoni e sistemi di idroguida per le maggiori case automobilistiche mondiali.
La Dytech ha due stabilimenti nel Torinese, uno ad Airasca e uno a Chivasso. Ad Airasca si trovano 380 lavoratori, a Chivasso circa 350. Da fonti dirigenziali emerge che negli ultimi anni la Dytech ha vissuto, e sta tuttora vivendo, un momento di crisi dovuto alla competitività sempre più estrema richiesta dal settore auto e anche dalla riduzione dei margini di profittabilità.
Queste condizioni finanziarie hanno portato, purtroppo, ad alcune decisioni di organizzazione che ricadono, come sempre, purtroppo, sui lavoratori. Succede che si prevede il trasferimento della produzione quindi di gran parte dei lavoratori, dallo stabilimento di Airasca allo stabilimento di Chivasso. Gradualmente, tutte le attuali linee produttive verranno trasferite nella nuova sede.
Il 21 ottobre si è svolta una riunione e sono emersi alcuni dati sulle condizioni che verranno applicate ai lavoratori. In particolare, l'azienda trasferirà il personale, e parte della produzione, a Chivasso nel periodo da settembre 2017 fino a dicembre 2017. Per i turnisti verranno messi a disposizione dei pullman gratuiti con scadenza al 2018 che partiranno presumibilmente, da Piazza Bengasi (forse anche da Pinerolo) con tappa ad Airasca per arrivare fino alla destinazione di Chivasso.
Per tutti i lavoratori che hanno un orario centrale dalle 8.00 alle 17.00, ci sarà una cifra una tantum di 2.000 euro per compensare, in parte questo disagio. Per tutti i lavoratori che hanno un part time orizzontale si valuterà, caso per caso, la concessione di un part time verticale, che sicuramente agevolerebbe di gran lunga la gestione del tempo dei lavoratori.
Per i lavoratori che intendono licenziarsi volontariamente, e in qualsiasi momento, verrà riconosciuta una buona uscita di 30 mila euro lordi. Invece, per i lavoratori che intendono licenziarsi volontariamente a dicembre 2017, dovrà essere fatta una comunicazione entro gennaio 2017 e verrà data, in questo caso, una buona uscita di 50 mila euro lordi, ma ci sarà il vincolo di non lasciare il reparto fino alla data di dismissione dello stesso.
Gli aspetti più preoccupanti sono legati al fatto che il lavoro a Chivasso sarà garantito soltanto fino a dicembre 2018. Alcuni lavoratori del magazzino e movimentazione carrelli logistica saranno distaccati in un capannone acquistato recentemente nelle immediate vicinanze.
Una parte dei lavoratori dell'amministrazione, invece, verrà trasferita a Torino negli uffici di fronte alla FIAT.
La nota più preoccupante è che pare che la proprietà giapponese abbia intenzione di dismettere l'attività se entro il 2018-2019 non ci sarà un risanamento della difficile situazione finanziaria. Un altro aspetto preoccupante riguarda le dimensioni della sede di Chivasso, che pare non siano adatte a contenere tutte le maestranze che attualmente sono localizzate ad Airasca. Tutto va un po' nella direzione di far temere che in realtà, dietro a questa riorganizzazione e a questi spostamenti dei lavoratori, ci sia un percorso che arriverà in breve tempo alla chiusura dell'azienda.
Per questo motivo, chiediamo quali azioni sono previste da parte della Regione e, ovviamente, nella sua collaborazione che speriamo verrà avviata con la dirigenza dell'azienda, per garantire la salvaguardia occupazionale e cercare di garantire una continuità produttiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente e, grazie, Consigliera Frediani.
Leggo la nota che mi è stata lasciata dall'Assessora Pentenero.
La Dytech, società del gruppo nipponico Sumitomo Riko che produce tubi di alimentazione e bocchettoni sistemi di idroguida, ha annunciato la chiusura del sito di Airasca ed il trasferimento delle lavorazioni e dei circa 380 lavoratori nello stabilimento di Chivasso, dove sono occupati circa 350 lavoratori.
Dytech ha presentato alle OO.SS. un piano strategico, che sembrerebbe prevedere lo sviluppo di nuove iniziative commerciali e industriali e l'ottimizzazione di tutte le attività per recuperare efficienza attraverso la concentrazione delle produzioni di Airasca e Chivasso in questo ultimo stabilimento, con il trasferimento graduale di tutte le attuali linee produttive e di tutti i dipendenti.
Il piano, inoltre, dovrebbe premettere a Dytech di diventare il Centro di Sviluppo prodotti e processi della società nell'area dell'EMEA, con il potenziamento del dipartimento R&D ricerca e sviluppo e del laboratorio presso lo stabilimento di Chivasso.
Le organizzazioni sindacali, nonostante le rassicurazioni aziendali circa il mantenimento degli attuali livelli di occupazione, hanno manifestato forte preoccupazione riguardo la chiusura del sito, considerato polo di eccellenza in termini di efficienza Inoltre, sembrerebbe che lo spazio occupato dal sito di Chivasso non sia sufficiente per accogliere tutti i lavoratori dello stabilimento di Airasca. L'Assessorato al Lavoro sta seguendo con particolare attenzione la vicenda. E' già fissato nei prossimi giorni un incontro con l'azienda e le amministrazioni comunali interessate, volto ad esaminare la situazione. La Regione Piemonte è disponibile a convocare un tavolo congiunto al fine di ricercare ogni possibile soluzione idonea alla salvaguardia del sito produttivo e dei livelli occupazionali.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1284, inerente a "Lavoratori di Oktoberfest Torino 2016 retribuiti mediante voucher" presentata dalla Consigliera Caputo


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1284 presentata dalla Consigliera Caputo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Da pochi giorni, come sappiamo, si è conclusa la manifestazione denominata Oktoberfest, giunta ormai alla seconda edizione. E' stata in programma dal 13 al 23 settembre all'Oval Lingotto: una delle più grandi manifestazioni Beer Fest in Italia. Dobbiamo anche dire che si estende su una superficie di 20 mila metri quadri, un evento che è tra i più grandi del mondo.
La manifestazione, anche per la nostra città, ha un'attrattiva turistica elevata ed è in grado di generare degli elevati incassi, oltre a rappresentare una valorizzazione del nostro territorio.
In base al regolamento degli operatori dell'Oktoberfest 2016, ai lavoratori assunti per la manifestazione è stata applicata la disciplina del lavoro accessorio, retribuibile mediante voucher. Sappiamo che questi voucher hanno un valore lordo di dieci euro, che al netto equivalgono a sette euro e 50 con la relativa copertura sia infortunistica che previdenziale. Al pagamento di voucher, nonostante ciò, sono state applicate delle regole piuttosto restrittive, che possono comunque mettere in discussione anche l'ambito di applicazione del lavoro accessorio stesso.
Bisogna ricordare che anche nel nostro ordinamento, con la legge n. 30 la delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, il sistema di pagamento tramite voucher ha la finalità di regolare, dal punto di vista previdenziale e infortunistico, il lavoro occasionale, in modo tale da accordare anche ai lavoratori una forma di tutela.
La disciplina dei voucher è stata sostanzialmente modificata dal cosiddetto Jobs Act (decreto legislativo n. 81/2015). Qui sono state introdotte misure per una migliore tracciabilità dei voucher, prevedendo che i committenti che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio siano tenuti, almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione, a comunicare i dati alle sedi INPS territoriali.
Successivamente, questa disciplina è stata recentemente modificata (nel mese di settembre) ad opera del decreto legislativo n. 185/2016; quindi, ci sono anche ulteriori correttivi che sono stati applicati.
Noi abbiamo rilevato che lo scorso 12 ottobre le organizzazioni sindacali hanno scritto alla Sindaca della Città di Torino e al Presidente della Regione Piemonte una comunicazione in merito alle condizioni di lavoro applicate ai lavoratori assunti per l'Oktoberfest, sottolineando come alcune direttive di questo regolamento che ho citato in precedenza appaiano anche in possibile contrasto con la necessità di tutelare le migliori condizioni di lavoro.
L'Oktoberfest è un evento patrocinato anche dalla Regione Piemonte, per cui ci appare doveroso, oltre che indispensabile, anche in base alla legge quadro regionale in materia di lavoro, un attento monitoraggio da parte dell'Ente per garantire sempre la massima tutela dei lavoratori.
Rilevato infine che l'impegno a sostegno della qualità del lavoro e, in particolare, dei giovani lavoratori è fondamentale per la crescita della nostra regione, si interroga l'Assessore competente per capire quali iniziative intenda attuare per valutare se nell'ambito di questa manifestazione sia stata rispettata la legittimità della modalità di lavoro, di retribuzione e dei tempi della retribuzione per garantire la massima tutela dei lavoratori assunti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente. Grazie Consigliera Caputo.
Anche in questo caso, leggo una nota.
La Regione Piemonte ha concesso all'iniziativa denominata "Oktoberfest Torino", svoltasi presso l'Oval del Lingotto dal 13 al 23 ottobre, il Patrocinio e la possibilità di utilizzare il Logo dell'ente, secondo le modalità stabilite nell'apposito regolamento. Già lo scorso anno, in occasione della prima edizione della manifestazione, era stata fatta analoga concessione, senza che venisse poi segnalata alcuna anomalia nello svolgimento della stessa.
Le ragioni di tale concessione sono da ricercarsi nella specificità della manifestazione. Si tratta del primo Oktoberfest autorizzato all'estero dalle Autorità bavaresi, che ha ricevuto il patrocinio del Consolato Generale di Germania a Milano e del Ministero delle finanze dello Stato di Baviera.
Inoltre, negli intendimenti degli organizzatori, la manifestazione aveva la finalità di creare occasione di confronto e di incontro tra diverse culture, con particolare attenzione alla tradizione musicale bavarese. Erano previste iniziative per famiglie, un'area appositamente dedicati ai più piccoli con laboratori, giochi, disegni, animazioni e spettacoli di clown e maghi.
Gli organizzatori si sono proposti di diffondere un messaggio positivo sul "bere responsabile" e sui pericoli della guida in stato di ebbrezza anche organizzando modalità di "rientro responsabile" per i visitatori. La scorsa edizione ha visto circa 170.000 visitatori e ha creato opportunità di lavoro temporaneo per circa 200 giovani. Anche la Città di Torino ha concesso il proprio patrocinio alla manifestazione.
Per quanto riguarda le modalità di impiego dei giovani utilizzati nell'evento, va specificato che la Regione Piemonte non ha competenze in materia di controllo e verifiche ispettive sulla adeguatezza della tipologia adottata, né sulla sua corretta applicazione. Tali funzioni spettano all'Ispettorato del Lavoro e all'INPS, cui la segnalazione andrebbe inviata.
Si ricorda che il lavoro accessorio è una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare quelle prestazioni definite appunto "accessorie". La storia della normativa del lavoro accessorio è stata già svolta dalla Consigliera Caputo, pertanto non la ripeto.
Se, dunque, non è competenza dell'Assessorato al lavoro della Regione valutare l'adeguatezza del voucher in questa occasione, si può certamente rimarcare che erano possibili altre forme di rapporto di lavoro più tutelanti per i dipendenti, quali ad esempio il rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o il rapporto di somministrazione, riferite alla contrattazione collettiva nazionale di settore.
L'Assessorato al lavoro della Regione Piemonte chiederà un riscontro agli organizzatori dell'evento, agli enti competenti in materia di controlli e alle organizzazioni sindacali che hanno richiamato l'attenzione alla specifica situazione, per accertarsi che l'appuntamento si sia svolto nel pieno rispetto della legislazione vigente e senza generare contenziosi.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1283 presentata dal Consigliere Gallo, inerente a "Italiaonline, ex SEAT Pagine Gialle: piano industriale presentato dall'azienda con le conseguenti ricadute occupazionali sul territorio piemontese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1283 presentata dal Consigliere Gallo, che ha la parola per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione torniamo a parlare di Italiaonline SEAT Pagine Gialle, dopo un'interrogazione che avevo presentato il 20 settembre u.s.
sempre in Consiglio regionale.
Ricordo che SEAT Pagine Gialle è stata acquisita ed è diventata Italiaonline S.p.A. il 20 giugno 2016, a seguito del processo di fusione per incorporazione.
A seguito di questo processo di fusione per incorporazione, a fine agosto, Italiaonline ha avanzato al Ministero la richiesta di cassa integrazione in deroga per riorganizzazione aziendale per circa 700 dipendenti su tutto il territorio nazionale. Ricordo che SEAT-Pagine Gialle è molto radicata sul territorio piemontese, in particolare a Torino, ad oggi ha circa 400 dipendenti in forza presso la sede in Torino.
Il 20 settembre 2016, alla luce di queste notizie di stampa pervenute avevo interrogato l'Assessora Pentenero per conoscere qualche dettaglio in più rispetto anche al progetto che Italiaonline aveva presentato, in base al quale era stata richiesta la cassa integrazione in deroga, ma in quella sede si avevano ancora poche notizie, in quanto si attendeva anche l'incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Consideriamo che dalle ultime notizie di stampa dei giorni scorsi anche a seguito della manifestazione dei dipendenti, si è appreso che sul territorio piemontese i lavoratori interessati sono circa 150 su 400 addetti, quindi una quota importante dei lavoratori.
Oggi, con questa interrogazione, anche a seguito degli incontri svoltisi la settimana scorsa al Ministero dello Sviluppo Economico, si chiede di conoscere i dettagli del piano industriale presentato dall'azienda ed effettivamente quali ricadute in termini di occupazione e in termini anche di servizi avrà la sede di Torino, sempre nell'ottica di prestare la massima attenzione a una delle più importanti aziende che, nata e radicatasi sul nostro territorio, oggi vive un momento di trasformazione aziendale che non deve portare alla perdita di tutta la forza lavoro presso la nostra sede torinese.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente. Grazie Consigliere Gallo.
Al momento in cui c'è stata la fusione tra SEAT Pagine Gialle e Italiaonline, l'Azienda SEAT stava beneficiando di un periodo di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, con circa 80 dipendenti della sede torinese a zero ore. La costituzione della nuova società ha comportato la necessità di avviare ex novo l'ammortizzatore sociale, vista l'impossibilità dell'azienda di occupare pienamente il nuovo complesso dei dipendenti.
Pertanto, all'inizio di agosto è stata presentata una nuova domanda di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L'esame congiunto si è svolto il 30 agosto 2016 in sede ministeriale, trattandosi di azienda localizzata in una pluralità di regioni.
All'esame congiunto non hanno partecipato le organizzazioni sindacali che avevano chiesto un rinvio dell'appuntamento. Il Ministero del Lavoro ha chiesto un parere, non obbligatorio, sulla richiesta di CIGS alle regioni coinvolte. La Regione Piemonte non ha potuto formulare detto parere in quanto non è stato fornito, nonostante sollecito, il piano industriale allegato alla richiesta, dal quale desumere il numero dei lavoratori interessati nella sede torinese e le prospettive della stessa.
Successivamente, vi sono stati diversi incontri tra l'Azienda e la Regione, a riprova dell'attenzione che questa Giunta ha posto sulla vicenda. Il 20 luglio 2016 l'Assessora Pentenero ha partecipato all'incontro presso il MISE fra Governo, Regioni, azienda e organizzazioni sindacali. Il 14 settembre 2016 si è tenuto un incontro presso la Regione Piemonte con il Presidente Chiamparino, la collega Pentenero, la sottoscritta, la Sindaca Appendino, l'Assessore Sacco e l'azienda rappresentata dall'amministratore delegato Converti e dal direttore del personale, il dottor Fascetti.
Il 14 ottobre c'è stato un ulteriore incontro dell'Assessora Pentenero con il dottor Fascetti, accompagnato - in questo caso - dal dottor Gamba dell'Unione Industriale, che assiste sindacalmente l'azienda.
Infine, il 20 ottobre si è svolto un nuovo incontro presso il MISE, cui hanno partecipato i sindacati e l'azienda, e - per Regione Piemonte - ha partecipato la sottoscritta.
In tutte queste numerose occasioni, nonostante le nostre specifiche richieste, non è stato possibile comprendere la precisa natura degli investimenti che saranno effettuati sulla sede di Torino, nell'ambito del piano di riorganizzazione.
Il complesso degli investimenti nel biennio è stato dichiarato in circa 110 milioni. Si è chiarito, invece, il numero delle risorse per le quali è stato prospettato il ricorso alla cassa integrazione.
L'azienda dichiara un perimetro aziendale complessivo di circa 3.000 persone fra dipendenti diretti, dipendenti di società controllate, agenti monomandatari e dipendenti di società di servizi partecipate.
Di questi, però, 1.106 sono dipendenti diretti di Italiaonline S.p.A.
Di questi 1.106, 700 verrebbero messi in CIGS, ossia il 63,2% (quasi due terzi); di questi 700, circa 417, ossia il 59,5%, verrebbero messi in CIGS a zero ore, con la prospettiva di diventare esuberi al termine dei 24 mesi di CIGS.
Per la sede di Torino, i dipendenti a zero ore sarebbero 167. Questo motiva le gravi preoccupazioni delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, ossia il fatto che vi siano queste prospettive di cassa integrazione e, contestualmente, non si veda con chiarezza un progetto di investimento dell'azienda sulla sede di Torino, progetto di investimento che noi - come Regione - ci siamo ovviamente dichiarati disponibili a valutare e se possibile accompagnare con gli strumenti di cui disponiamo.
A seguito dell'esame non congiunto del 30 agosto, si sono susseguiti alcuni incontri in sede sindacale fra azienda e rappresentanti dei lavoratori, al fine di trovare un'intesa sulla gestione dell'ammortizzatore sociale. In questo lasso di tempo, l'azienda, pur avendone titolarità, non ha proceduto all'avvio della cassa integrazione e, nel frattempo, è in corso la rielezione delle rappresentanze delle RSU aziendali.
A causa dell'infruttuosità degli incontri bilaterali, si è svolto il tavolo presso il MISE della scorsa settimana. In quella sede, richiesta dai sindacati con il supporto delle regioni, l'azienda ha espresso la volontà di arrivare ad un accordo entro questa settimana, altrimenti procederà unilateralmente all'invio delle comunicazioni di avvio CIGS ai lavoratori.
La riunione si tiene oggi al MISE presso gli uffici del dott. Castano.
A questa riunione, ovviamente, Regione Piemonte è presente.
Grazie.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1276 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Invasione di cimici asiatiche"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1276, presentata dalla Consigliera Chiapello.
Risponderà l'Assessore Ferrero, che ringraziamo anche per le due pubblicazioni della Fondazione Agrion, che ha fornito tutti i colleghi dell'Aula.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Mi associo ai ringraziamenti del Presidente, all'Assessore.
La cimice asiatica è stata segnalata per la prima volta nel 2012 a Modena; poi, la popolazione è cresciuta in modo esponenziale. Ci troviamo con vere e proprie invasioni e qualcuno - con un po' di ironia e fantasia richiama anche le piaghe dell'antico Egitto, delle zanzare e delle cavallette.
E' una specie alloctona e può minacciare anche la biodiversità. Causa dei danni estesi ai frutteti e molti, molti disagi anche alle persone perché entra nelle abitazioni, per svernare.
E' notizia di questi giorni che pare abbia provocato un incidente a Novara.
Come difendersi? Gli insetticidi, a quanto pare, non funzionano. Ci sono altre modalità che sembrano dare qualche risultato: ad esempio, delle esche con dei feromoni, oppure delle specie antagoniste.
Mi chiedo, pertanto, se - vista la gravità della situazione - la Regione intende avviare o ha già avviato qualche progetto sperimentale, per risolvere tale problema.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera Chiapello.
Per le pubblicazioni non dovete ringraziare me, ma la fondazione Agrion, che, insieme al Settore Fitosanitario, ha svolto un lavoro egregio in quest'ultimo anno, quindi possiamo dire che l'operazione di fusione di Creso e Cannona sta dando i suoi frutti.
Per quanto riguarda la cimice, questo è l'ennesimo insetto che arriva da posti lontani (in questo caso, dall'Estremo Oriente) e, come tutti gli insetti che arrivano qua e non sono autoctoni, non ha nemici naturali.
Nel 2013 c'è stato il primo avvistamento in Italia, in Emilia Romagna nel 2014 è già arrivato in Piemonte, nel Cuneese. I danni che arreca soprattutto alle colture sono conosciuti: melo, pero e pesco sono le colture più colpite.
Come ha detto la Consigliera, i metodi di lotta non sono molti. Questo insetto è molto resistente agli insetticidi, che pure non si possono utilizzare per il problema della carenza e, per fortuna, è una soluzione che si sta tenendo come ultima spiaggia, perché questo insetto arreca danni nel periodo vicino alla maturazione dei frutti e quindi non è possibile abbatterlo.
C'è una particolarità di quest'insetto, che - come tutte le cimici sverna come adulto, quindi va a cercare riparo vicino alle case, ai magazzini, ai ruderi.
Ed è su questo che stiamo cercando di trovare modalità per intervenire comprese le reti antigrandine, che vengono piegate, quindi si tratta di un luogo ideale.
Il Settore Fitosanitario regionale, già nel 2015, ha preparato un opuscolo, che allego alla risposta, che abbiamo consegnato un po' a tutti i produttori ed è utile anche ai cittadini, perché queste cimici si trovano dappertutto.
Quando vanno nei magazzini o nei locali dove non c'è la presenza di prodotto (frutta, ecc.), si possono utilizzare i normali insetticidi per luoghi domestici. Si possono aspirare e bisogna intervenire per abbattere gli adulti.
La sperimentazione è in corso tra il Settore Fitosanitario e la fondazione Agrion, che ha il contatto con i produttori. Il percorso non è ancora completato, perché non abbiamo ancora - come succede spesso - un sistema unico e sicuro per la lotta a questi insetti.
Questo lo aggiungo io: dobbiamo sperare in un inverno molto rigido perché questo ci dà sempre una mano su tutta una serie di parassiti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 13.42 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



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