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Dettaglio seduta n.179 del 18/10/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Agricoltura biologica - Tutela del consumatore

Interrogazione a risposta immediata n. 1264 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Bio illogico" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1264, presentata dalla sottoscritta, in qualità di Consigliera.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La risposta è lunga e articolata, mi limito a riprendere i passaggi più importanti dando voce al collega Ferrero (che non c'è), ma che ha redatto una risposta puntuale.



PRESIDENTE

Può consegnare la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Allora, facciamo così.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1267 presentata dal Consigliere Ferrentino, inerente a "Abbonamenti Frecciarossa sulla tratta Torino Milano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1267, presentata dal Consigliere Ferrentino, che ha la parola per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Facendo seguito, per una casualità, anche alla question time che questa mattina ha già visto il collega Molinari intervenire per segnalare alcuni problemi sulla linea Torino-Milano, la mia richiesta è di avere chiarimenti per quanto riguarda gli abbonamenti di Frecciarossa sulla Torino-Milano.
E' una possibilità importante, perché sempre di più le due aree metropolitane di Torino e di Milano sono considerate un unicum sia per quanto riguarda le questioni legate al lavoro ma anche all'offerta formativa. Quindi, è quanto mai importante la possibilità dell'abbonamento sui Frecciarossa tra Torino e Milano, tanto è vero che su 8.000 abbonamenti più di mille sono acquistati dai pendolari.
Nel corso delle ultime settimane, prima, abbiamo ascoltato l'amministratore delegato Morgante che diceva della volontà di sopprimere gli abbonamenti e, poi, ancora ieri in audizione in Parlamento ha ribadito che gli abbonamenti restano, paventando però un aumento non marginale del costo dell'abbonamento.
Ovviamente, già l'abbonamento è estremamente oneroso, se si considera anche il fatto che non ci sono più molti collegamenti con il Frecciabianca il collegamento attraverso l'abbonamento con Frecciarossa diventa quasi l'unico collegamento che esiste tra le due metropoli.
Considerando che anche la società privata NTV ha già eliminato la possibilità dell'abbonamento, è quanto mai opportuno che Trenitalia mantenga questa possibilità su questa linea, quindi volevo chiedere all'Assessore nei suoi contatti con Trenitalia come intende tutelare i pendolari che utilizzano il collegamento Frecciarossa su questa tratta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Le consegnerò poi una risposta molto articolata dell'Agenzia della mobilità piemontese con tutti i riferimenti anche alla delibera dell'ART che ha a che fare, ovviamente, con tutte le questioni inerenti gli abbonamenti sul Frecciarossa.
Come lei dice giustamente, questa è un'offerta a mercato, quindi come Regione non abbiamo competenze dirette. E' evidente che, prima, abbiamo seguito le questioni per tutta la vicenda della riorganizzazione del sistema degli abbonamenti anche sul Frecciarossa, che hanno comportato il sistema della prenotazione, che poi in qualche modo è andato in porto, e successivamente, le questioni relative alla delibera dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti, procedura che si è conclusa nel maggio scorso.
In seguito a quella procedura, che non obbliga chi esercita questo tipo di offerta, cioè l'offerta mercato, ad avere l'offerta in abbonamento, NTV ha escluso la possibilità di continuare a fare abbonamenti sulle sue linee.
Trenitalia, ovviamente, essendo un servizio a totale partecipazione pubblica, pur essendo questo un servizio mercato, si è impegnata, dopo qualche titubanza, come lei ricordava, a mantenere gli abbonamenti, pur lamentando che la delibera dell'ART di fatto creasse dei problemi, perch direi giustamente - imponeva tutta una serie di garanzie e di servizi che Trenitalia ha dovuto organizzare, e che sta organizzando (in un primo tempo pareva non fosse in grado di realizzarli entro la fine dell'anno, adesso invece, pare che a questa data questi servizi saranno predisposti), che implicano ovviamente da parte di Trenitalia un investimento a loro dire significativo, sui 500 mila euro.
Questa adempienza di Trenitalia alle direttive dell'ART consentirà di proseguire con il servizio di abbonamento anche sulla tratta Torino-Milano.
In realtà, qui non stiamo assistendo ad una diminuzione dell'offerta, bensì ad un aumento anche significativo dell'offerta, che, però, ci crea qualche problema; anche da parte nostra abbiamo manifestato un certo dissenso proprio perché è legato alla riduzione dei Frecciabianca. I Frecciabianca che viaggiano sulla linea storica verranno, prima, ridotti e, poi addirittura annullati - non solo in Piemonte - e sostituiti con la Frecciarossa, che però viaggia sulla tratta in alta velocità, quindi non potrà più effettuare le fermate di Vercelli e di Novara, in questo senso però è un altro argomento - stiamo lavorando per individuare soluzioni adeguate.
Trenitalia sta ipotizzando una diversa organizzazione del sistema degli abbonamenti prevedendo un abbonamento anche a cinque giorni e non l'abbonamento mensile a sette giorni - non solo. Quindi, a quanto abbiamo capito, ci sarà l'intenzione di un aumento del costo dell'abbonamento sette giorni su sette, che è motivato da Trenitalia con il fatto che spesso secondo loro - degli abbonati prenotino le corse il venerdì, il sabato e la domenica per poi non essere presenti, quindi riducendo la possibilità di vendita dei posti stessi da parte di Trenitalia. Prevedendo l'abbonamento a cinque giorni questa problematica verrebbe superata, lo vedremo quando queste scelte verranno proposte in modo più concreto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1265 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Le condizioni di lavoro inaccettabili dei rider di Foodora"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1265, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, l'8 ottobre di quest'anno è cominciata la protesta dei rider di Foodora, l'App per la consegna di cibo a domicilio che connette tantissimi privati agli esercizi di ristorazione.
I lavoratori, dopo avere chiesto invano un confronto con l'azienda hanno denunciato pubblicamente le loro condizioni contrattuali, secondo noi al limite dello sfruttamento. C'è una precarietà estrema sotto le soglie della paga base dei contratti collettivi nazionali, che già oggi mettono insieme nella logistica tante aziende dei pony express, di fatto a fronte di rischi quasi totalmente sulle loro spalle. L'abbiamo scritto, l'avete letto in queste settimane: ritardi, disorganizzazione, turni comunicati all'ultimo momento, ma soprattutto un investimento tutto sulle spalle di questi fattorini. Parlo della loro bici, del loro telefonino, della telefonia stessa, cioè della bolletta telefonica, ed anche - ovviamente tutti i costi di riparazione, oltre ad una minima assicurazione, che comunque non copre la malattia o gli infortuni. Si è fuori dalla totale mancanza di altri strumenti, per esempio un minimo salariale/orario o mensile.
Si dirà che questi lavoratori hanno fatto una scelta; molti hanno iniziato a dire: "Questi sono lavoretti, cosa pensano questi fattorini? Pensano che il mondo sia meglio di così?".
Intanto, non tutti - lo dico sinceramente - sono ragazzi alla prima esperienza, ma, se anche fosse così, ritengo che dovremmo iniziare a combattere e sconfiggere questa logica del "lavoretto", per cui si ritorna a lavorare a cottimo.
Io ho una preoccupazione generale, perché i temi che lancia questa vicenda sono molto più complessi e strutturali di quello che pensiamo.
Credo, cioè, che molte occupazioni saranno legate al delivery, all'on demande ed anche a lavori che, come ha dimostrato la vicenda Uber purtroppo mettono assieme un quadro in cui questi lavori rischiano di essere il call center di domani, perché già oggi tantissimi ragazzi, anche laureati, fanno questo lavoro perché non trovano altro.
Questa vicenda ci porta verso un altro problema, che avrete capito e letto: l'eredità che ci ha lasciato il Jobs Act. Sono lavoratori autonomi ma in realtà non ricevono nemmeno uno stipendio orario più un bonus per la consegna. In Francia ricevono cinque euro l'ora, più due euro a consegna quindi siamo a 2,70 euro a consegna. Cioè se in tre ore ci sono state pochissime consegne (magari una l'ora), nonostante la disponibilità data in quel turno, praticamente si deve quasi pagare per il lavoro che si è fatto in quella serata.
Altri lavoratori di Foodora sono inquadrati come Co.co.co., ma i Co.co.co. dovevamo essere eliminati! Non c'è, in questo momento, nella trattativa, la volontà di tornare ad avere un salario minimo orario. Se avete sentito, la proposta avanzata è stata di aumentare di un euro quello che io definisco il cottimo.
Con questa interrogazione, chiediamo che le istituzioni siano presenti in questa battaglia e vicini alla richiesta dei lavoratori, che chiedono un contratto collettivo nazionale e di non essere considerati tutti lavoratori autonomi, perché non tutti sono autonomi. Molti sono inquadrati dentro alcune direttive; molti chiedono di poter avere dei turni specifici, mentre coloro che - invece - vogliono continuare ad essere autonomi, che siano riconosciuti quei diritti minimi per cui non sia scaricata tutta la responsabilità di questo lavoro.
Questa è - come hanno detto tanti analisti e come avviene per la sharing economy - parte della gig economy ed è per questo che chiediamo alla Giunta, non solo se intende ricevere in audizione i lavoratori di Foodora, ma se ha intenzione di invitare la direzione dell'azienda ad accogliere le loro richieste.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Ho chiuso.



PRESIDENTE

Grazie.



GRIMALDI Marco

E far sì che, anche a livello nazionale, a livello di Conferenza Stato Regioni e di Governo, si apra una riflessione proprio sulla gig economy sulla sua regolamentazione. Diversamente, rischia di essere solo sfruttamento in materia fiscale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari, per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la risposta per conto dell'Assessora Pentenero, che è impegnata in un tavolo di crisi e, quindi, non ha potuto essere presente.
La Regione Piemonte ha seguito con attenzione l'evolversi della vertenza relativa ai lavoratori della start up Foodora, di cui i media hanno dato ampia informazione e che viene correttamente riassunta nell'interrogazione a risposta immediata del Consigliere Grimaldi.
Ad oggi, non sono giunte alla Regione richieste specifiche d'incontro né da parte di organizzazioni sindacali né da parte di singoli lavoratori.
Si rileva che la competenza rispetto alla corretta applicazione di contratti collettivi di lavoro o alla corretta instaurazione di rapporti di lavoro di natura autonoma o subordinata non rientra nelle competenze dell'Assessorato al lavoro della Regione.
Vi è, invece, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la Direzione Generale della tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali, che tra gli altri compiti (cito testualmente) "cura i profili applicativi e interpretativi degli istituti relativi al rapporto di lavoro e svolge attività di conciliazione e mediazione delle controversie collettive di lavoro nel settore privato, di rilievo pluriregionale o di livello territoriale di rilevante interesse sociale".
In effetti, risulta che il Ministero del Lavoro si sia prontamente attivato attraverso i servizi ispettivi per verificare la correttezza dei rapporti di lavoro oggetto di controversia.
Anche in questo caso, la Regione Piemonte è disponibile ad incontrare i lavoratori e i loro eventuali rappresentanti sindacali e l'azienda Foodora e a farsi parte attiva anche mediante la costituzione di un tavolo istituzionale, per favorire una positiva risoluzione della controversia.
Più in generale, questa vicenda interroga sugli effetti che le nuove piattaforme informatiche producono nel sistema delle imprese e quindi nel mercato del lavoro. Occorre una riflessione sulla legislazione e sulle norme di cui occorre dotarsi, affinché nuove opportunità di sviluppo delle imprese si concilino con corretti diritti e tutela dei lavoratori. Anche su questo fronte, nel rispetto delle proprie specifiche competenze, la Regione Piemonte è disponibile a farsi parte attiva, anche tramite la Conferenza delle Regioni, con le parti sociali ed il Governo per la definizione di una normativa più adeguata in materia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1266 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Servizi di prenotazione, pagamento e ritiro referti (CUP) svolti dalle farmacie pubbliche e private"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1266, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda i servizi di prenotazione e cerco di sintetizzare il concetto ed il motivo della stessa.
Lo scenario in cui operano le farmacie è caratterizzato da notevoli e diversificate spinte al cambiamento, che traggono origine soprattutto da esigenze di razionalizzazione della spesa sanitaria pubblica, e quindi da cambiamenti della domanda di prestazioni socio-sanitarie.
L'individuazione in capo alle farmacie di nuovi servizi, aggiuntivi e complementari rispetto a quelli tradizionali, permette di reagire a quelle criticità in essere e di cogliere delle opportunità che caratterizzano queste fasi di cambiamento.
L'evoluzione del contesto sanitario, sempre più articolato e complesso ha imposto, a livello nazionale, l'avvio di progetti che tendono al miglioramento della qualità della vita del cittadino-paziente, e pertanto l'attivazione di percorsi di prevenzione volti alla verifica dell'aderenza alla terapia, nonché un efficiente utilizzo delle prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale.
Si è posto, dunque, il problema se le farmacie possano (e, a quanto pare, possono) concorrere utilmente al raggiungimento degli obiettivi attraverso la presa in carico di cronicità e l'erogazione di speciali servizi.
La storia dice che il decreto legislativo 3 ottobre 2009, n. 153 ha individuato i servizi erogati dalle farmacie nell'ambito del Servizio Sanitario e prevede l'effettuazione di attività attraverso le quali, nelle farmacie, gli assistiti possono prenotare prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate e provvedere al pagamento delle relative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino, nonché ritirare i referti relativi a prestazioni ed assistenza specialistica.
Il 29 aprile 2010, la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome ha sancito un'intesa sul documento recante "Sistema CUP - linee guida nazionali".
In data 8 luglio 2011, il Ministero della Salute ha emanato un decreto attuativo, che stabilisce che i servizi di prenotazione, pagamento e ritiro referti siano resi sulla base di specifiche convenzioni e conformi agli accordi collettivi nazionali e in base agli accordi a livello regionale.
Abbiamo un Decreto Ministeriale che va a regolamentare i rapporti tra Regioni e Aziende Sanitarie e quindi, alla luce di quanto premesso, seppure chiedo scusa - a livello molto sintetico, ma ovviamente per ragioni di tempo, guardando il passato, a livello regionale, è chiaro che si è palesata una volontà di incentivare la farmacia di servizi, arricchendola con un nuovo modello di farmacia di comunità.
Pertanto, in Piemonte sembra esistere oggi, allo stato attuale, un quadro piuttosto frammentato, per quanto riguarda quest'aspetto.
Oltretutto, i programmi informatici adibiti alla gestione di servizi in dotazione alle farmacie (e questo è quanto creano problemi le farmacie, ma che si riversa nei confronti degli utenti), sovente sono oggetto di malfunzionamento, con ricadute negative, come dicevo poc'anzi.
Facendo l'esempio del caso biellese, per dare un'idea della frammentarietà, dell'eterogeneità e della complessità della problematica sono coinvolte da anni nel servizio di prenotazione, pagamento e ritiro referti.
L'accordo tra l'Azienda Sanitaria biellese e le farmacie è scaduto il 31 dicembre dello scorso anno C'è poi stato un accordo il 28 giugno 2016, e le farmacie biellesi (cito il caso biellese) hanno comunque continuato ad erogare i servizi, pur avendone inizialmente annunciato la sospensione. Il 30 settembre ultimo scorso, l'Azienda Sanitaria biellese ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre - e mi felicito di questa convenzione - il servizio TELECUP-ASL di Biella e Federfarma Biella e Vercelli.
Alla luce di questo, ritenuto che la farmacia dei servizi, a partire dai semplici ma significativi servizi di prenotazione, pagamento e ritiro referti, potrebbe diventare un nuovo modello assistenziale, dando un contributo al potenziamento di quei servizi molto utili al territorio interroghiamo l'Assessore per sapere, considerando la complessità e l'eterogeneità, quali azioni la Giunta regionale intenda porre in essere per sostenere ed uniformare sul territorio piemontese la "farmacia dei servizi", con particolare riferimento al sistema di prenotazione, pagamento e ritiro dei referti (CUP), disciplinando il rapporto tra aziende sanitarie e farmacie.
In sintesi, speriamo che possa essere prorogata questa iniziativa a Biella, ma sarebbe importante uniformarla, per evitare situazioni frammentarie. A Biella abbiamo strappato lo 0,50; a Vercelli quello meno ad Alessandria di più.
L'invito, quindi, è quello di riuscire a regolamentare un rapporto, in modo da dare una maggiore omogeneità e, di conseguenza, una maggiore chiarezza.
Grazie, e chiedo scusa se mi sono dilungato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Barazzotto, ma invito tutti a rimanere nei tempi assegnati. Lo chiedo anche all'Assessore per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Barazzotto ha perfettamente ragione e condividiamo questo concetto nuovo sulla "farmacia dei servizi".
Devo dire che, per fortuna, piano piano questo concetto si sta consolidando, dopo una fase dove appariva che ci fosse una sorta di divaricazione tra l'amministrazione pubblica, cioè tra il sistema sanitario, e le farmacie.
Siamo a buon punto. In ogni caso, si è consolidato e noi stiamo lavorando concretamente - dirò poi gli atti che sono stati assunti - per un'integrazione dei servizi sul territorio: tra questi consideriamo anche le attività delle farmacie.
L'obiettivo che ci siamo posti è quello di realizzare un nuovo modello di farmacia di comunità in grado di prendere in carico l'utente e il paziente, in una logica moderna che supera il mero atto della dispensazione del medicinale.
In questo senso, il 27 luglio 2016 abbiamo assunto una deliberazione.
La Regione Piemonte, il 19 agosto ha siglato un'intesa con Federfarma e Assofarm, le associazioni sindacali delle farmacie pubbliche e private.
L'accordo sottoscritto prevede, tra l'altro, l'avvio, in via sperimentale del progetto "Farmacie dei servizi", che prevede la presa in carico dei pazienti fragili, l'erogazione di specifici servizi, l'aderenza alla terapia in particolari ambiti terapeutici e la promozione e prevenzione della salute.
L'accordo, quindi, è stato sottoscritto e sono stati anche stanziate risorse per questi obiettivi. E' un accordo triennale.
In questo periodo si stanno definendo protocolli specifici, per definire i sevizi erogabili, e subito dopo si partirà in modo uniforme, in tutto il Piemonte, con un sistema incentrato sulla misurazione anche degli obiettivi.
Ha ragione il collega: questo rapporto con le farmacie è un rapporto spesso nato da una sensibilità locale. In alcune ASL sono partite sperimentazioni anche utili. Noi ci poniamo, attraverso questo accordo con Federfarma e Assofarm, di uniformare il sistema in tutta la Regione Piemonte e c'è una condivisione anche da parte delle farmacie.
Nel Biellese, al momento i due canali preferenziali scelti dai cittadini restano il call center e gli sportelli; strumenti che insieme coprono il 95% delle prenotazioni.
Prenotazioni, pagamento e ritiro referti sono attività che di certo possono far parte del pacchetto fornito dalle farmacie, ma in parallelo occorre un impegno. Noi stiamo sollecitando in questo senso tutte le aziende sanitarie, perché siano in grado di supportare, con tecnologie adeguate, questo processo.
Alle domande poste, quindi, condividiamo le osservazioni del collega.
Abbiamo già assunto una delibera; abbiamo già fatto un protocollo e abbiamo messo delle risorse. Certamente, nel momento in cui potremmo disporre - e mi pare che siamo in dirittura di arrivo - di un sistema di prenotazione unico a livello regionale, è chiaro che l'omogeneizzazione diventerà un'omogeneizzazione vera.
Mi pare che questo sia l'obiettivo fondamentale, anche per quanto riguarda l'altra questione nota, ma avremo modo di discuterne, per quanto riguarda le prenotazioni, in generale, del sistema sanitario.
Ad ogni modo, credo che la fase delle sperimentazioni sia finita e siamo arrivati ad un punto per un'intesa di carattere generale.
Verificheremo l'attuazione e mi pare ci sia un interesse anche reciproco non soltanto della Regione, ma anche delle associazioni delle farmacie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1269 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Ammontare delle misure compensative previste per le opere relative al nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. Obiettivo contenuto nel DEFR 2017-2019"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1269, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Nel Documento di Economia e Finanza Regionale 2017-2019 abbiamo letto tra gli obiettivi della missione Trasporti e diritto alla mobilità, per la parte trasporto ferroviario: "La realizzazione di opere misure compensative relative al nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione (tra cui la citata realizzazione della nuova linea SFM 5)".
Questa linea risulta essere oggetto di un accordo di programma stipulato nel 2008, in cui veniva approvato l'elenco delle opere di compensazione ambientale derivanti dalla costruzione dell'inceneritore del Gerbido.
L'accordo di programma citato è stato poi nel tempo modificato subendo dei cambiamenti, sia dal punto di vista sostanziale sia dal punto di vista della definizione dei termini economici, in riferimento alle opere da realizzare.
Il 7 ottobre 2015 l'Osservatorio Tecnico della Torino-Lione pubblica un documento di programmazione delle attività dell'Osservatorio Tecnico Torino Lione, in cui, a pagina 12 e 13 dichiara: utilizzo dei fondi compensativi del progetto Torino-Lione, per una somma pari a 49,5 milioni di euro, per lo sviluppo dei progetti definitivi (già avviati da RFI) di attrezzamento della FM5 (Infrastrutture e segnalamento), linea FM5 - San Luigi di Orbassano (attivazione servizio entro 2019) con sottovia di Via S. Luigi linea FM3 - Ferriera a Buttigliera (attivazione del servizio entro 2019) con sottovia di Via della Torre; utilizzo dei fondi derivanti dall'accordo di programma del 2008, per finanziare lo sviluppo dei progetti della fermata Quaglia - Le Gru di Grugliasco e la nuova stazione passeggeri di Torino San Paolo, impegnando 18,5 milioni di euro.
Ricordiamo, tra l'altro, un'interrogazione presentata il 21 dicembre 2015 dal collega Valetti, in merito alla modifica dei fondi compensativi del Gerbido, che a tutt'oggi rimane inevasa.
Abbiamo approfittato della possibilità di avere una risposta immediata per chiedere quale sia esattamente la ripartizione dettagliata dei fondi programmati per le opere compensative previste.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore alle opere pubbliche

Grazie, Presidente.
Credo che sia opportuno non fare confusione con la parola "finanziamenti compensativi o fondi compensativi", perché su questa questione si parla di fondi compensativi riferiti alla costruzione del termovalorizzatore e riguardano quello che lei ha citato, cioè l'accordo di programma, che è stato rivisitato in seguito alla riprogrammazione delle opere cosiddette di anticipazione della tratta nazionale.
Su questo devo far notare, a meno che ci siano documenti diversi, che nel documento che lei cita alla pagina 12 dell'Osservatorio, che risale al 7 agosto 2015 e non al 7 ottobre 2015, non si parla di fondi compensativi bensì di "anticipazione e attività collaterali con relativo finanziamento di opere", che costituiscono un'anticipazione della tratta nazionale stessa, per un importo di 49,5 milioni, che fanno riferimento ai progetti che lei citava, cioè l'attrezzaggio linea FM5, la stazione di Orbassano con la sottovia di via San Luigi e la stazione Ferriera-Buttigliera.



(Commenti fuori microfono)



BALOCCO Francesco, Assessore alle opere pubbliche

I 49 milioni e mezzo sono previsti non con l'addizione di fondi di compensazione, ma nel documento che ho in mano, alla pagina 12 (quello del 7 agosto 2015) si parla di fondi di anticipazione della tratta nazionale che riguardano per 49,5 milioni l'attrezzaggio, il San Luigi e Ferriera.
Queste risorse sono poi state ricomprese nel contratto di programma RFI e sono quindi finanziate con quel tipo di finanziamento.
Per quanto riguarda, invece, l'accordo di programma cui lei faceva riferimento, questo è stato rimodulato in seguito alla ridefinizione dei 49 milioni e mezzo, quindi dei progetti che da quell'importo vengono finanziati. Nel luglio scorso è concluso l'iter di rivisitazione dell'accordo di programma stesso per 18 milioni e mezzo. Pertanto, si finanziano due interventi: la stazione Quaglia-Le Gru e la stazione San Paolo.
La stazione Quaglia-LeGru per un importo di 11 milioni e 500 mila euro con finanziamento così determinato: quattro milioni e 300 mila euro Regione Piemonte, 3 milioni e 700 mila euro il termovalorizzatore e tre milioni e mezzo RFI.
Per quanto riguarda, invece, San Paolo, si tratta di due milioni RFI e cinque milioni Regione Piemonte per un totale di sette milioni. Pertanto 11,5 milioni più sette milioni fa 18,5 milioni, che è l'importo previsto dall'accordo di programma stesso.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1268 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Costo della copertura vaccinale anti-influenzale 2016 2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1268, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è in merito alle dichiarazioni, che poi seguono anche ad una pubblicamente sul sito dell'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte, per quanto riguarda la campagna vaccinale anti influenzale 2016-2017.
Nell'interrogazione c'è una lunga serie di premesse, anche storiche che sono interessanti anche per una valutazione più completa.
Quello che ci interessa è più la valutazione puntuale degli ultimi anni e degli interventi che si vogliono fare in questa stagione invernale, in cui l'influenza teoricamente inizia a novembre e il picco si raggiunge a gennaio-febbraio. Nel sito della Regione Piemonte si parlava di 480 mila persone circa che erano state infettate dal virus dell'influenza nella scorsa stagione invernale (2015-2016).
La nuova campagna vaccinale dovrebbe partire il 7 novembre, proprio in relazione allo spostarsi in là dell'epidemia influenzale dovuta probabilmente anche alle vaccinazioni. L'obiettivo di quest'anno dell'Assessorato sarebbe quello di incrementare il numero delle vaccinazioni alla copertura del 75%.
Già su questo non si capisce bene, ma ovviamente immagino che il 75% si riferisca alle persone a rischio; per persone a rischio si intendono non solo le persone con patologie del sistema immunitario (quindi immunodepresse a vario titolo) o pluripatologie croniche che, in caso di infezione da virus influenzale, potrebbero avere delle complicanze secondarie, come polmoniti e riattivazione delle acute della bronchite cronica o BPCO, oppure patologie cardiache. Mi sembra, però, di aver capito che riguardi tutti i soggetti over 64 anni, cioè dai 65 anni in su.
Così era, in effetti, quando qualche anno fa esercitavo la professione per cui ho studiato e c'era anche un compenso ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta che iniettavano proprio il vaccino anti-influenzale ai pazienti. Ora non ricordo bene, ma mi pare che fosse intorno ai sette euro, non l'ho citato nell'interrogazione perché non ne sono certo, visto che è un dato di molti anni fa.
Visto che la copertura vaccinale dell'ultimo anno è stata poco più del 50%, vorrei sapere quali tipi di investimenti economici, di comunicazione e di informazione ai medici e ai cittadini piemontesi si intendono fare per passare dal 51-52% della copertura dell'anno scorso al 75%.
Chiedo inoltre - mi rendo conto che nel question time c'è una sola domanda, ma pongo in generale la questione - se si è considerato il fatto di alzare un po', anche a livello nazionale, l'età per cui si considera la persona anziana e a rischio. Perché oggi dire ad un 65enne che è anziano non voglio citare la legge Fornero, perché sarebbe facile - al di là della qualità di vita con cui si arriva a 65 anni, tranne casi particolari, è quasi un'offesa. Oggi l'età anziana si considera dai 75 anni e non dai 65 anni.
Quindi, oltre alla risposta confezionata con l'Assessorato, chiedo se mi può dire se nella Conferenza Stato-Regioni ci sono state delle valutazioni in merito a un possibile innalzamento dell'età, sostanzialmente non per ridurre la copertura vaccinale, ma per ridurre i costi, perch adesso sembrerebbe che il Fondo Sanitario sia aumentato di due miliardi, ma una delle partite che si giocava era proprio relativa agli 800 milioni per la copertura vaccinale.
Quindi, la domanda è sui costi in generale e, in particolare, sugli over 64.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La campagna partirà il 7 novembre, com'è stato detto dal collega Bono.
L'obiettivo che ci siamo dati è di aumentare ancora la copertura vaccinale raggiungendo il 75% degli interessati. E' chiaro che è un obiettivo che indica esclusivamente una volontà di recuperare una copertura che in Piemonte - adesso non ricordo i dati - non è altissima.
Per raggiungere questo obiettivo abbiamo sollecitato i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta ed operatori ospedalieri. In più, questa volta abbiamo coinvolto i farmacisti che, in virtù dell'accordo siglato il 19 agosto con Federfarma e Assofarma, si occuperanno di consegnare ai medici e ai pediatri i vaccini che l'ASL di appartenenza del medico ha deciso di utilizzare e, soprattutto, si impegneranno a sensibilizzare i pazienti che accedono in farmacia sull'importanza della vaccinazione.
È stata definita anche una campagna di comunicazione attraverso le farmacie.
Come ogni anno, il Servizio Sanitario piemontese offrirà gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti che, a causa del proprio stato di salute, si trovano in condizione di maggior rischio: si tratta dei soggetti con più di 64 anni di età, e delle persone tra i sei mesi e i 64 anni che soffrono di malattie croniche che, in caso di influenza, possono sviluppare gravi complicazioni. Naturalmente il costo totale per la vaccinazione antinfluenzale dipenderà dal grado di adesione all'offerta (per forza di cose!).
Le voci di costo, in termini sintetici, sono le seguenti.
Acquisto del vaccino nella gara del 2016: 2,50 euro per dose; sono state prenotate 800.000 dosi. Acquisto di vaccini per categorie particolari: cinque euro per dose; sono state prenotate 20.000 dosi.
Pagamento dei medici di medicina generale: 6,15 euro per ogni somministrazione. In più, quest'anno è previsto il coinvolgimento delle farmacie per questa campagna di sensibilizzazione.
Semplificando, se vaccinassimo gli stessi 600.000 dello scorso anno spenderemmo circa sei milioni di euro. Se arrivassimo, invece, a consumare tutte le 800.000 dosi prenotate, spenderemmo un po' meno di otto milioni di euro.
In ogni caso, le risorse sono a disposizione per poter garantire la copertura, secondo l'obiettivo che ci siamo prefissati.
Grazie.
BONO Davide (fuori microfono) Quindi Chiamparino è a rischio?



(Commenti dell'Assessore Saitta)



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1270 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Comune di Alice Castello. Messa in sicurezza permanente discarica Alice Castello. Accettazione delle garanzie finanziarie prestate alla Società Alice Ambiente Srl"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1270, presentata dal Consigliere Andrissi, che la illustra.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo, ahimè, di una vicenda che caratterizza la provincia di Vercelli; vicenda annosa, che rappresenta un po' il simbolo della cattiva gestione (anzi, della pessima gestione) delle discariche in terra piemontese. Facciamo riferimento alla Valledora, la cui bonifica è fallita.
Si è dunque parlato, in conferenza di servizi, solo di una possibile "messa in sicurezza", che sinceramente non capisco cosa voglia significare considerato che le ultime analisi dell'ARPA ci dicono che dei 15 prelievi in falda profonda, 13 hanno mostrato che la falda profonda da dove si preleva l'acqua per gli acquedotti è ormai compromessa (questo lo dice l'ARPA!).
Arriviamo al dunque: la Provincia di Vercelli ha determinato il valore della fideiussione che consente una corretta esecuzione per il completamento degli interventi; fideiussione della quale è beneficiaria la Regione.
Cosa succede? Questa fideiussione, accettata l'11 agosto dai funzionari regionali e pubblicata il 13 ottobre, è stata stipulata con la società Gable Insurance AG; società che hai i conti alle Cayman, noto paradiso fiscale. Effettivamente va di moda, perché vediamo tante fideiussioni che falliscono e che spariscono. Noi temiamo, purtroppo, che anche in questo caso vedremo svanire i tre milioni che dovevano essere a garanzia del completamento dei lavori.
Tant'è vero che il 18 gennaio 2016 l'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) emetteva questo comunicato stampa: "Rende noto che sono state segnalate polizze fideiussorie contraffatte intestate a Gable Insurance".
Se una società che ha 270 milioni di euro di debiti e che dal mese di maggio non paga più i fornitori, presenta una fideiussione con una società che ha sede a Vaduz e i conti alle isole Cayman, io una domanda me la farei, ma una sola: che garanzie ci può dare questa società? Non solo, perché le cose non sono finite qui (purtroppo non c'è mai fine al peggio!).
L'IVASS rende noto, in data 16 settembre 2016, che l'autorità di vigilanza del Liechtenstein in data 15 settembre 2016 ha reso noto di aver adottato, in data 7 settembre 2016, il divieto di concludere nuovi contratti e di disporre del proprio patrimonio nei confronti di Gable Insurance.
Ma non è ancora finita qui. Il 14 ottobre 2016, facendo seguito al comunicato stampa del 16 settembre 2016, l'IVASS rende noto che l'autorità di vigilanza del Liechtenstein, il 10 ottobre 2016, ha posto in amministrazione straordinaria la Gable Insurance.
Eccolo qua, il bel regalo autunnale che c'è stato fatto! Purtroppo la vicenda della Valledora si doveva colorare anche di queste cose.
Io chiedo quali approfondimenti, pareri, garanzie o altri elementi a tutela dell'Amministrazione siano stati acquisiti prima di procedere all'approvazione della polizza fideiussoria presentata.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
L'accettazione della garanzia finanziaria è avvenuta in data 11 agosto 2016, come richiamato dal collega Andrissi, a seguito di un'attività di verifica dell'iscrizione della società assicuratrice nell'elenco delle imprese italiane ed estere ammesse ad operare in Italia nei vari rami assicurativi, compreso il ramo cauzionale.
Questa verifica è tenuta dall'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni). Com'è noto, l'IVASS è l'autorità italiana preposta al controllo e alla vigilanza in campo assicurativo e pubblica e gestisce l'elenco delle imprese abilitate ad operare in Italia nei vari rami.
A seguito di una verifica effettuata presso l'IVASS alla data di accettazione delle garanzie da parte della Regione Piemonte, non erano noti i divieti alla conclusione di nuovi contratti con tale compagnia assicuratrice, pubblicati solo in data 16 settembre 2016. Detto comunicato IVASS riguarda il divieto di concludere nuovi contratti. A tal proposito si evidenzia che, proprio in virtù del comunicato IVASS, nel mese di ottobre gli Uffici regionali hanno richiesto ad un soggetto obbligato per un altro progetto di bonifica l'individuazione di altra compagnia assicurativa.
Per quanto attiene il comunicato stampa del 18 gennaio 2016, si precisa che riguardava esclusivamente la segnalazione di polizze contraffatte, tra le quali non sono annoverate le polizze rilasciate in favore della Regione Piemonte.
Si sta comunque procedendo ad approfondimenti e all'acquisizione di ulteriori informazioni direttamente presso l'amministratore straordinario individuato in una nuova società di Zurigo, in Svizzera.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.21 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.26)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Chiamparino, Corgnati Baricco, Ferraris, Ferrero, Laus e Rossi.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame disegno di legge n. 221, inerente a "Disposizioni di riordino e razionalizzazione dell'ordinamento regionale" (atto d'indirizzo collegato: ordine del giorno n. 901)


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana del 18 ottobre è iniziato l'esame del disegno di legge n. 221, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza, è terminata la discussione generale e sono stati votati gli articoli dall'1 al 18 septies. All'articolo 18 bis è stato esaminato l'emendamento rubricato n. 2; ne è stato sospeso l'esame per ulteriori approfondimenti.
ARTICOLO 18 octies Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Marrone, Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: Dopo l'articolo. del disegno di legge 221, è aggiunto il seguente: "Articolo . (Non applicazione del regime de minimis al risarcimento dei danni alle colture agricole causati da fauna selvatica) 1. Il ristoro dei danni alle colture agricole derivanti da fauna selvatica non rientra tra gli aiuti di Stato erogati in regime di de minimis".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento in oggetto interviene su un tema che in più di una occasione abbiamo affrontato, cioè la nostra Regione ha deciso che gli aiuti, gli indennizzi regionali agli allevatori e, in particolar modo, al mondo agricolo derivanti da danni provocati da fauna selvatica non possono superare il regime del de minimis perché si configurano come aiuti di Stato.
Questo ovviamente comporta un dato, che è quello emerso dall'interrogazione discussa la scorsa settimana in quest'Aula: in modo artificioso, non esistono più i danni provocati da fauna selvatica poich evidentemente gli allevatori, sapendo che interviene il regime del de minimis, molto banalmente non fanno più domanda, ma ciò non perché i danni non esistano, ma perché, anche qualora il danno esista e venga accertato non potrebbero ottenere alcun beneficio.
Allora, pur partendo dal presupposto che esiste una direttiva europea che riguarda i singoli Stati, l'Italia ha una norma differente da quella di altri Stati. Infatti in Italia, come i colleghi sanno, la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato per cui, se un animale selvatico causa un danno nei confronti di un agricoltore, è lo Stato che l'ha fatto, cioè è a tutti gli effetti un soggetto pubblico che l'ha causato. Parlandone con un agricoltore, è come se cadesse un cornicione di un palazzo demaniale e noi dicessimo che l'auto che ha danneggiato non può essere indennizzata perché si configurerebbe come aiuto di Stato.
Ma ciò detto, interviene anche un recente provvedimento del TAR della Regione Marche che, su un ricorso fatto da agricoltori marchigiani individua come gli indennizzi regionali agli allevatori non siano aiuti di Stato. Questo lo dice una recente sentenza del mese di maggio di quest'anno, quindi successiva all'ultima volta che abbiamo esaminato questo emendamento.
Ora, la Giunta si esprima ovviamente come crede, il Consiglio anche non è che tutto questo abbia destato una grande attenzione; il dato reale è però che noi abbiamo centinaia, migliaia di agricoltori che, pur subendo un danno da fauna selvatica, non fanno più domanda di risarcimento. Per le casse regionali sarà anche un bene, ma è un male per ciò che riguarda il mondo agricolo.
Perché abbiamo ripresentato l'emendamento? Perché crediamo che, in un modo o nell'altro, una soluzione a questo problema vada trovata. Non possiamo pensare che alcune aziende, che hanno danni assolutamente. Non pensiamo solo e sempre al cinghiale, c'è certamente quello, ma l'Assessore viene da una terra in cui si coltivano molte mele e molti frutti e i soggetti che fanno più danni sono i corvidi, non i cinghiali; nelle terre del vino, la fauna selvatica che fa più danni sono i caprioli e non sono i cinghiali, quindi vi è una moltitudine di realtà che, in particolar modo in una regione a grande vocazione agricola come la nostra, deve essere presa in considerazione.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Negativo.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 novies Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Marrone, Pichetto Fratin e dalle Consigliere Porchietto e Gancia: Dopo l'articolo . del disegno di legge 221, è aggiunto il seguente: "Articolo . (Modifiche alla legge regionale 5 novembre 1987, n. 55 'Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al DPCM 10 febbraio 1984) Il comma 8, dell'articolo 4, della l.r. 55/1987 è abrogato.
Il comma 1, dell'articolo 5, della l.r. 55/1987 è abrogato.
Dopo il comma 2, dell'articolo 5, della l.r. 55/1987, è inserito il seguente: 2 bis. Ogni punto prelievo, qualora non contenga nei propri locali un laboratorio, può trasferire con apposita convenzione campioni biologici per l'esecuzione degli esami per cui è stato autorizzato. In questo caso, il punto prelievo trasferente è responsabile dell'assunzione di adeguate procedure di garanzia per il trasporto dei campioni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un emendamento di buonsenso, nel senso che la Giunta regionale in più occasioni ha svolto attività per centralizzare i laboratori, non badando a quello che è il punto di prelievo, ma badando a quella che è l'attività di laboratorio, perché - lo dice la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità - più è il numero di analisi fatte da un singolo centro prelievi, maggiore è l'attendibilità.
Nella nostra regione questo funziona ed è possibile per il pubblico quindi i distretti sanitari possono avere degli sportelli dove vengono fatti i prelievi e poi mandano, giustamente, i campioni biologici (ematici e non) in un altro centro, ma ciò non può avvenire nel privato, perch l'attuale normativa regionale (LR 55/87) ha delle restrizioni.
La prima restrizione è quella che abroghiamo col primo comma: l'impossibilità di trasporto di materiali biologici, salvo quelli ad alta complessità; la seconda restrizione è quella del comma 2, che dice che ogni laboratorio analisi può avere un altro punto accreditato (oggi la Regione tende a darne due) in cui possono usufruire dello stesso laboratorio, cioè se oggi un soggetto privato vuole svolgere un'attività di laboratorio, deve avere il proprio laboratorio e, al massimo, due punti di prelievo.
Se le tante realtà private oggi esistenti volessero svolgere un'attività di prelievo facendo, con le norme che la legge regionale prevede, una convenzione con un laboratorio pubblico o privato che esamini il campione biologico prelevato all'interno di quel punto prelievo, non è possibile. Il nostro emendamento, il comma 3, dice: "Ogni punto prelievo qualora non contenga nei propri locali un laboratorio, può trasferire, con apposita convenzione, campioni biologici per l'esecuzione degli esami per cui è stato autorizzato. In questo caso, il punto prelievo trasferente è responsabile delle assunzioni di adeguate procedure di garanzia per il trasporto dei campioni".
Ovviamente, la norma ha tutta una serie di articoli che riguardano come vengono autorizzati, il numero minimo di personale qualificato che deve essere presente all'interno dei centri e il numero minimo di analisi che si devono fare. Un laboratorio non può eseguire meno di 100 mila esami nell'arco di un anno. Ci sono una serie di vincoli che tutelano la qualità dei laboratori e la qualità del punto prelievo e del trasporto. Questo aspetto ci pare utile, intanto perché sarebbe una restrizione inutile di un servizio, in secondo luogo perché darebbe l'opportunità di avere altri luoghi in cui svolgere un'attività importante da un punto di vista sanitario, quale quella dei prelievi e delle valutazioni di laboratori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per il parere della Giunta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Abbiamo fatto approfondire, anche dal punto di vista normativo e con una certa attenzione, la proposta del Consigliere. Vorrei fare soltanto qualche precisazione in ordine all'intervento, che in parte è condivisibile.
La versione della legge n. 55, quella che si vuole modificare, al comma 8, prevedeva quello che lei ha letto, cioè che nessun laboratorio, ancorch consorziato, può trasferire ad altro presidio pubblico o privato campioni biologici per l'esecuzione degli esami alla quale è stato autorizzato salvo caso di forza maggiore, i quali giustificano l'autorizzazione preventiva da parte dell'USL - allora era USL - "competente per territorio.
In questo caso il laboratorio trasferente è responsabile dell'assunzione di adeguate procedure di garanzia per il trasporto dei campioni.
La nuova versione del comma 4 già inserisce il trasferimento limitato agli esami specialistici, ad elevata tecnologia e impegno professionale che il laboratorio non è in grado di fare direttamente. Corre premettere ancora, che ogni laboratorio ha una propria classificazione funzionale riferita agli esami di base e agli esami specialistici che può fare e, in relazione a questi, risponde a specifici requisiti per l'autorizzazione.
Nell'ambito degli esami specialistici, se non ha taluna delle specialità, può appoggiarsi ad altri laboratori per relativi esami che non può fare direttamente (Regolamento regionale n. 1 del 1997).
Con questo emendamento, il testo definitivo sembrerebbe ammettere una completa esternalizzazione degli esami, non solo specialistici, ma anche di base, venendo pertanto ad intaccare le funzioni di base proprio di ogni laboratorio, necessaria anche ai fini dell'autorizzazione (tra l'altro, in contrasto con il regolamento n. 1 del 1997 che prima ho citato).
Per questi motivi, l'opinione della Giunta è di contrarietà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
E' evidente che l'emendamento sia in contrasto con il Regolamento, che è successivo all'entrata in vigore della legge perché modifica la legge.
Va da sé che se l'emendamento fosse approvato, andrebbe modificato anche il Regolamento perché per gerarchia normativa, ovviamente, non importa il contrasto con il Regolamento. Tuttavia c'è un tema, ed è un tema di fondo rispetto alla libertà e alla liberalizzazione, con autorizzazione.
Non la liberalizzazione che ognuno ha per la bottega del sangue. Infatti la legge n. 55 del 1987 è estremamente stringente nei termini autorizzativi.
Qual è il rischio che una legge così restrittiva oggi pone? Che, di fatto tutela i soggetti esistenti e non consente a nessun altro di svolgere questa attività.
Ognuno di noi ha in mente i due o tre nomi di chi fa del 90% del proprio business, assolutamente legittimo, l'attività laboratoristica privata (non parlo di nulla di accreditato). Mi chiedo: per quale motivo una Regione, un ente pubblico, non venendo meno neanche di un millimetro rispetto ai controlli (controlli rispetto al trasporto del materiale biologico e quant'altro) e alle procedure autorizzative, dovrebbe impedire ad un soggetto di utilizzare un laboratorio esterno? Mi spiego. In via Pacchiotti, il mio distretto di riferimento non ha il laboratorio, quindi invia il campione biologico al Maria Vittoria. Allora per quale motivo se in via Pacchiotti aprisse un privato che non ha il laboratorio e lo invia al Maria Vittoria, piuttosto che ad un soggetto privato, fa differenza rispetto alla qualità del servizio erogato? Non fa nessuna differenza. L'unica differenza che questa legge garantisce è il monopolio di due o tre grandi soggetti.
Questo è il tema vero che riproporremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 decies Emendamento rubricato n. 15) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: "Nel disegno di legge n. 221 è inserito il seguente articolo: art. 18 decies (modifiche all'articolo 18 della l.r. 14/2016) il comma 2 dell'articolo 18 della legge regionale 5 luglio 2016, n. 14 (Nuove disposizioni in materia di organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte), è sostituito dal seguente: La Regione riconosce sulla base di criteri e modalità stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, i consorzi di operatori turistici di rilevante interesse regionale.
Il comma 3 dell'articolo 18 della l.r. 14/2016, è soppresso.
Dopo il comma 6 dell'articolo 18 della l.r. 14/2016, è aggiunto il seguente: Bis. La Regione, sulla base di criteri e modalità stabiliti con provvedimento della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, sostiene i consorzi di operatori turistici favorendo l'aggregazione di imprese".
La parola all'Assessora Parigi per l'illustrazione.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Si tratta solo di una riscrittura che abbiamo dovuto fare riguardo alla legge regionale n. 221. C'è stata contestata perché, così come era scritta precedentemente, ledeva la libertà di concorrenza. Quindi l'abbiamo riscritta con gli Uffici della Regione Piemonte in questo modo, rimandando a criteri e modalità stabiliti con deliberazione della Giunta regionale.
Stiamo parlando della parte che riguarda i Consorzi di operatori turistici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Il lupo perde il pelo ma non il vizio: questo emendamento è abbastanza simile a una cosa che ci siamo già ritrovati ieri in Commissione, che riguardava lo stesso articolo 18.
Ora, innanzitutto, mi sovviene una prima considerazione: abbiamo appena approvato la legge è già andiamo a modificarla, in particolare un articolo sul quale avevamo già segnalato delle criticità in relazione, ad esempio ai 250 posti letto come limite. Criticità che, però, erano state rigettate dalla stessa Assessora, la quale ben poco ha concesso alle opposizioni nel merito della discussione su quel disegno di legge, che noi continuiamo a ritenere profondamente deteriore.
Qui, di nuovo, in Aula, senza proporlo in discussione in Commissione si introduce un emendamento surrettizio, perché ricordo che quello di ieri in Commissione, che era ben più elaborato, è stato ritirato proprio perch introduceva un elemento di profondo arbitrio nella definizione di questi consorzi di operatori turistici, praticamente rendendo completamente ad arbitrio della Giunta regionale la definizione dei criteri e delle modalità per i consorzi di operatori turistici di rilevante interesse regionale; tra l'altro, rilevante interesse regionale che poi dà accesso ad ulteriori modalità di sostegno a questi consorzi di operatori turistici. Già il disegno di legge (ora legge regionale n. 14/2016) introduceva pesanti elementi di discrezionalità dal punto di vista della Giunta regionale sottratti sia al controllo del Consiglio e sia ad una programmazione che ricordo - la legge prevedeva a livello esclusivamente annuale. Quindi stante lo stato dei conti e le modalità di preparazione dei bilanci regionali, sostanzialmente, rende l'utilizzo dei fondi per il turismo da erogare nell'arco del secondo semestre dell'anno di programmazione, magari con una certa fretta e, magari, con un certo arbitrio.
Ed è a questo che io vedo richiamarsi questo emendamento, perché, di nuovo, introduce l'elemento di arbitrio: la Giunta regionale definisce i criteri per i consorzi di rilevante interesse regionale e la Regione, sulla base di tali criteri e modalità stabiliti con provvedimento della Giunta li sostiene! Notate bene come i già scarsi fondi regionali sono sottratti, di fatto ad una concorrenza virtuosa tra le realtà che saranno in grado di proporre i progetti migliori e sono affidati ad un sistema che viene definito esclusivamente con deliberazione della Giunta regionale.
Per questo motivo, riteniamo questo emendamento ulteriormente peggiorativo della già squallida situazione in cui viene posto il sistema dell'accoglienza e della promozione turistica dalla legge regionale n. 14 recentemente approvata.



PRESIDENTE

Assessore Parigi, vuole rispondere alle riflessioni del Consigliere Campo?



(Il Consigliere Vignale chiede di intervenire)



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, non l'avevo vista, ho dato la parola all'Assessore perché rispondesse al Consigliere Campo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che le considerazioni svolte nel pomeriggio di ieri, anche se l'emendamento era una riscrittura completa dell'articolo 18, e questa è parziale, rimangano intatte.
Cosa viene modificato nell'articolo? L'Assessore dice che vi è stata una contestazione rispetto alla libertà di impresa. Noi però oggi abbiamo all'articolo 18 un comma 2 e un comma 6, senza il 6 bis, in cui il Consiglio regionale dà disposizioni precise, giuste o sbagliate che siano cioè dice: un consorzio turistico deve avere un minimo di 50 soci e un minimo di 1.000 posti letto; vi è poi una deroga per i consorzi in area montana al comma 3, che rimane, ma anche nella distribuzione delle risorse che riguarda il comma 6 la legge dice chiaramente che "i consorzi turistici possono beneficiare dei contributi di cui all'articolo 21 in proporzione al numero degli associati".
Quindi, in realtà, riprendendo questo emendamento, noi trasferiamo due indicazioni, che possono mutare, perché se l'Assessore ci dice che 50 e 1.000 (che, peraltro, era la proposta della Giunta) sono sbagliati, per una serie di motivi, e che la distribuzione delle risorse avviene conteggiando esclusivamente il numero degli associati e non l'area in cui si trovano o il numero, per esempio, di turisti che quei consorzi garantiscono possiamo capire che vi siano delle modalità - allora ha un senso, ma il dato è che noi leviamo due competenze che oggi il Consiglio dà e le trasferiamo alla Giunta.
Nel chiedere che una simile discussione venga svolta in modo più approfondito, non discutendo oggi questo emendamento, domandiamo che almeno si inserisca, qualora lo si voglia mantenere, il parere della Commissione altrimenti, davvero, il Consiglio regionale delega. Noi non siamo favorevoli a questa seconda, noi saremmo favorevoli a che questo articolo si ridiscutesse in sede di Commissione, perché, certamente, dietro le modifiche che l'Assessore propone ci sono aspetti concreti. Faccio l'esempio perché ne siamo stati portatori tanto quando modificammo la norma (quella vecchia) che quando modificammo questa nella sua discussione.
La richiesta che vi fosse una misura di posti letto inferiore ai mille per i consorzi turistici montani venne da alcune aree del Piemonte - che ricordammo nell'illustrazione dell'emendamento - che semplicemente non arrivavano a mille posti letto (con difficoltà arrivavano a 250), ma erano aree omogenee; cioè, se si mettevano insieme alla valle vicina diventava difficile riuscire a fare una programmazione o definirsi consorzio turistico con una modalità di offerta turistica differente.
Se dietro a queste modifiche c'è anche la spiegazione rispetto alla necessità per cui il Consiglio perde un'indicazione che ha dato (che va in capo alla Giunta perché ci sono una serie di utilità affinché ciò avvenga) lo vorremmo sapere. Vorremmo anche che di questo non si discutesse in una legge omnibus, non perché è omnibus, perché abbiamo discusso di qualunque cosa, ma semplicemente perché la legge è stata approvata a luglio; quindi piuttosto, con il tempo dovuto, si spiegano i limiti attuali di questa legge e si apportano delle variazioni. Così, oggettivamente, ci sembra una modalità di modifica normativa un po' abborracciata: almeno una parte del Consiglio non è a conoscenza dei motivi, c'è una delega totale che viene data alla Giunta regionale, che - attenzione - rispetto al comma 2 riconosce i consorzi. Il comma 2 riconosce i consorzi e il comma 6 dà le risorse, per cui sono i due commi più significativi non solo dell'articolo 18, ma dell'intera norma riguardante i consorzi turistici.



PRESIDENTE

Ricordo sommessamente che gli interventi sarebbero di due, massimo tre minuti. Tutti i Consiglieri che stanno intervenendo parlano per cinque minuti, quasi sei: mi spiace che capiti a lei, Consigliere Bono.
Prego, ha la parola.



BONO Davide

Tanto tra di noi scorre buon sangue, da sempre! E' un po' migliorato negli anni: chissà, tra vent'anni o trenta, magari! Su quest'emendamento non posso che andare, rispettando ovviamente le tempistiche del Regolamento, nel solco di quanto già detto dal collega Campo e dal collega dell'opposizione, Vignale, innanzitutto perch l'emendamento era stato stralciato in Commissione bilancio, perché aveva sollevato una serie di critiche e perplessità da parte di tutti i Consiglieri e perché era venuta meno la presenza anche fisica dell'Assessora Parigi a spiegare il perché della modifica di una legge affrontata, discussa e votata tra maggio e luglio di quest'anno.
Parliamo di 90 giorni fa, pertanto della necessità di rivedere una legge ampiamente discussa e votata 90 giorni fa. Questo evidenzia evidentemente, i limiti del Consiglio, ma anche della Giunta, perch dobbiamo andare a modificare, dopo 90 giorni, non una legge approvata in sede legislativa, in una mattinata, e resa subito operativa, ma una legge su cui ci sono state discussioni per diverse settimane.
Pertanto, la richiesta è di ascoltare un po' di più le voci provenienti dal Consiglio e magari anche dall'opposizione, che avevano segnalato la problematica di creare mega consorzi turistici, o meglio il fatto di limitare molto la possibilità di creare dei consorzi turistici aventi 1.000 posti letto e almeno 50 soci. Quindi, era veramente una dimensione mostruosa.
Pertanto, anche la deroga introdotta sulla specificità montana è una deroga che può servire, ma non esiste solo la realtà montana, marginale, in Piemonte: esiste anche la realtà collinare, la realtà di pianura, con numeri diversi rispetto alla città di Torino, ai capoluoghi di provincia o alle aree più turistiche della nostra regione.
Questa modifica, pertanto (e chiudo) piove un po' all'improvviso. Noi non eravamo informati della presentazione di questo emendamento, quindi chiedo alla Giunta, tutta - collegialmente - di non presentare gli emendamenti (l'abbiamo già detto un po' di volte) alla fine della discussione di un provvedimento, su cui soprattutto il nostro Gruppo consiliare ha manifestato una volontà di dialogo notevole. Presentare l'ultimo "emendamentino" (la manina che presenta l'ultimo emendamento dell'ultima discussione della legge in Consiglio regionale) quando ribadisco - il giorno prima si era stralciato questo articolo, francamente potrebbe renderci meno disponibili al dialogo e meno collaborativi nella prossima legge, perché tutte le volte succede così.
Ne prenderemo atto.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire, ha la parola l'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Rispondo innanzitutto su un criterio generale, che peraltro non attiene solo alle leggi sul turismo, ma anche - ad esempio - alle leggi sulla cultura (la legge 58): il tentativo che questa Giunta sta facendo per non parcellizzare troppo i contributi, convinta che l'eccessiva parcellizzazione determini anche una scarsità di efficienza e di efficacia.
Peraltro, così com'era stato scritto in un primo tempo, nasceva da un confronto con i consorzi, quindi dall'aver dato ascolto, e non da un ghiribizzo della Giunta o dell'Assessorato.
Ricordo che questi contributi sono finalizzati alla promozione, alla commercializzazione, quindi la massa critica è uno degli aspetti più importanti.
Nella discussione avevamo accolto l'emendamento delle vallate montane capendo che, ovviamente, lì c'erano delle specificità. La riscrittura odierna è dovuta ad un fatto meramente tecnico e quindi tutta una serie di parametri, che peraltro - ricordo - sono i parametri della legge 58 (il far sistema, il mettersi insieme, il viaggiare, quindi non sono delle idee peregrine), verranno messi nel Regolamento.
BONO Davide (fuori microfono) Andiamo sulla fiducia.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

No, subemendiamo, proprio per accogliere queste istanze. Subemendiamo questo emendamento, aggiungendo "sentito il parere della Commissione", in modo che naturalmente il Regolamento sia condiviso, così come facciamo già sulla legge 58, dove condividiamo insieme i criteri di erogazione.
BONO Davide (fuori microfono) Ma è vincolante, il parere?



RECHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' un parere.



PRESIDENTE

L'emendamento è stato modificato. Al comma 2, ed anche al comma 6 bis viene inserito "sentita la Commissione consiliare competente".
La generosità dell'Assessora ha consentito questo risultato, pertanto possiamo procedere con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 bis L'emendamento n. 2) all'articolo 18 bis, presentato dal Consigliere Vignale) è stato riscritto.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: Dopo l'articolo 18 del ddl n. 221, è aggiunto il seguente articolo: "Art. 18 bis. (Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37) 1. Dopo l'articolo 29 della legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37 (Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca), è aggiunto il seguente articolo: 'Art. 29 bis. (Differimento termini dell'entrata in vigore del Piano regionale 2015-2020 in materia di pesca) 1. Le disposizioni contenute rispettivamente al paragrafo 6 'Immissioni' del capitolo 10 ed il paragrafo 4 ' Immissioni' del capitolo 4 del Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca, di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 29 settembre 2015, n. 101-33331 (Legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37, articolo 10. Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca. Stralcio relativo alla componente ittica) entrano in vigore decorsi sei mesi dall'approvazione, da parte della Giunta regionale delle istruzioni operative di dettaglio indispensabili all'attuazione del Piano stesso'".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Senza ripetere quanto abbiamo detto stamattina, esiste il problema delle istruzioni operative di dettaglio, che devono ancora essere definite.
Di concerto con la Giunta, abbiamo modificato l'emendamento, prevedendo che, nel momento in cui le istruzioni operative di dettaglio saranno approvate, l'allegato A, cioè la parte che era stata rinviata al 1° gennaio 2017, entrerà in vigore sei mesi dopo.
Perché? Per dare la possibilità a coloro i quali avranno il manuale con le istruzioni operative di dettaglio di poterlo tarare sulle singole aree oggetto - lo ricordiamo - di una radicale modifica del Piano ittico, che i colleghi (non tutti) ricorderanno, che, individuando come alloctona la trota fario, non consente più il ripopolamento su tutte le aree del Piemonte, così come avveniva prima.
Quindi, è importante che sia chiaro che il 1° gennaio il Piano non entra in vigore. Questo era chiaro per chi aveva seguito il Piano, ma non per tutti. Molti operatori non sapevano se il 1° di gennaio entrava o non entrava in vigore, ed anche che ci sia questo tempo. Se poi l'Assessore e la Giunta si prendono un po' di tempo per fare le istruzioni operative di dettaglio, penso sia un bene per tutti.



PRESIDENTE

Così come riscritto, il parere della Giunta è positivo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste di intervento per dichiarazioni di voto, procediamo con l'esame dell'atto di indirizzo collegato al provvedimento, l'ordine del giorno n. 901 presentato dai Consiglieri Valle, Ravetti, Gallo, Appiano Accossato e Ottria, avente ad oggetto "Adeguamento delle disposizioni regionali in materia di abilitazione allo svolgimento della professione di guida turistica".
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
E' un atto d'indirizzo relativo ad un emendamento che abbiamo già illustrato e approvato ieri in Commissione, relativo alla professione di guida turistica in Piemonte, che vuole soltanto sottolineare una serie di criticità che sono emerse a seguito dell'approvazione di un nuovo Codice del turismo, che sostanzialmente ha aperto una serie di lacune che andranno colmate da interventi di secondo grado, sia nazionali sia regionali.
In particolare, si tratta delle necessità di andare a spiegare per bene il nuovo regime sanzionatorio, delle possibilità e di ciò che si può e non si può fare, a seguito del riconoscimento della figura professionale nazionale, a coloro che sono deputati a fare questi controlli sul territorio.
La Regione dovrebbe sforzarsi di spiegare questo nuovo regime a chi è preposto a questi controlli. Si tratta di definire, una volta per tutte, le modalità di reciprocità tra la Regione Piemonte e le altre Regioni, sul mutuo riconoscimento dei titoli per l'esercizio della professione e, nel caso qualcuno sposti il luogo di esercizio sul luogo di residenza, anche sul riconoscimento del titolo professionale. Sapete che giusto l'anno scorso la Regione ha individuato una serie di luoghi particolarmente rilevanti dal punto di vista dell'interesse storico-artistico, dove solo le guide abilitate nella nostra Regione possono esercitare.
Tutto questo, però, avverrà in prospettiva. In particolare, a seconda dell'esito del referendum costituzionale, sarà comunque interessante vedere se non sarà il caso di riaccentrare, a livello regionale, la competenza circa la tenuta dell'albo delle guide che attualmente è in capo alle Province, e quindi riportarne in capo alla Regione la gestione, così come auspicato dalle stesse associazioni di categoria.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire su quest'atto d'indirizzo? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Riteniamo che questo atto di indirizzo sia condivisibile, però vengono da fare un paio di considerazioni in materia.
Sottolineiamo l'importanza di introdurre delle metodologie di reciprocità rispetto a quanto succede nelle altre Regioni, relativamente al riconoscimento del ruolo di guida turistica e, quindi, introdurre qualche modalità per verificare le competenze delle guide turistiche di provenienza da altre Regioni e le modalità con cui le nostre guide turistiche o meglio, persone riconosciute come guide turistiche in Piemonte, possano andarlo a fare in altre Regioni.
Ben venga, quindi, anche l'invito a definirlo in modalità di Conferenza Stato-Regioni o di Conferenza delle Regioni.
Sottolineo un punto, qui citato, relativo alla lotta all' abusivismo.
Mi permetto di fare l'unica critica: quando noi abbiamo sollevato la questione dell'abusivismo nella già citata legge regionale, approvata a luglio, sulla riorganizzazione della promozione e dell'accoglienza turistica, tutto questo discorso è stato stroncato, nel senso che non si è voluto in alcun modo prendere in considerazione la possibilità, anche solo presso l'Osservatorio e le ATL, di introdurre dei sistemi di monitoraggio non dico di vigilanza, sull'abusivismo nel settore turistico.
Su questo, la maggioranza è andata di concerto con l'Assessore nel ritenere non necessarie queste cose, con la giustificazione che ciò veniva tenuto sottocontrollo dall'Osservatorio presente all'interno della struttura regionale.
Basta andare a vedere sulla pagina internet di tale Osservatorio per scoprire che non si occupa affatto della questione dell'abusivismo.
Quando nell'impegno ho letto di questa mozione ed il fatto che si debba anche stare attenti al fenomeno di abusivismo sul discorso delle guide turistiche, mi ha fatto un po' sorridere: la maggioranza se ne accorga in relazione ad una specifica figura, quando invece ignora, e ha voluto a tutti i costi ignorare il problema, a livello di quadro generale del discorso di promozione e accoglienza turistica.
Sotto questo profilo, inviterei, visto che tanto le leggi le emendiamo anche pochi giorni dopo averle già scritte, di introdurre magari un più ampio discorso rispetto all'abusivismo nel settore del turismo, nelle leggi regionali vigenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 901, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 23 Consiglieri hanno votato SÌ 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 120 "Commissione di Garanzia - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - elezione di 1 membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli (ex Consigliere regionale).

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 160 "Commissione di Garanzia - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - elezione di 1 membro in sostituzione del signor Mario Santoro"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 151 "Designazione del Garante Regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza (l.r. 31/2009)".


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Molinari e Valle.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di deliberazione n. 179, inerente a "L.r. 24/1990 'Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso'. Modifiche allo Statuto della Fondazione 'Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso Onlus'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 179, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessora Parigi per l'illustrazione.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

La modifica della legge si è resa necessaria per adeguare alle nuove normative, per cui i cambiamenti sono dei cambiamenti minimi, proprio perché si è spostata la sede delle Società di Mutuo Soccorso. L'Assessore in virtù della legge sulle inconferibilità ed incompatibilità, non può più essere il Presidente della Fondazione. Abbiamo peraltro recepito quanto abbiamo discusso in Commissione, per cui abbiamo un rappresentante indicato dal Consiglio regionale all'interno del Consiglio di Amministrazione.
Queste sostanzialmente sono le modifiche che abbiamo fatto. C'è un emendamento da parte della Commissione che abbiamo recepito, che prevede nei componenti del Consiglio di Amministrazione la nomina di un rappresentante eletto dal Consiglio regionale, da scegliersi tra le persone con adeguate competenze in ambito culturale e gestionale.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Questa è una buona occasione per utilizzare qualche minuto e parlare di welfare, di sistemi che noi forniamo e mettiamo a disposizione soprattutto della fascia più debole dei piemontesi. Ne parlo a ragion veduta, perch nella modifica dello statuto delle fondazioni della SOMS, in particolare nella lettera e) dell'articolo 3, tra gli obiettivi è chiaro quello dell'analisi di nuove forme di solidarietà. E' evidente che mi rivolgo all'Assessore Parigi e anche all'Assessore Ferrari.
Le fondazioni delle SOMS hanno nel loro statuto il tema dell'identità del Piemonte, della storia, delle tradizioni, della cultura e soprattutto della cultura della solidarietà. Quando sono state fondate più di 150 anni fa, la vera ragione non era quella del luogo di aggregazione, ma la possibilità di costruire un sistema, se posso dirlo, popolare, di risposte solidali alle esigenze della popolazione, in particolare alle fragilità.
Pertanto, se dobbiamo fare l'analisi rispetto al presente e al futuro e alle nuove forme di solidarietà, colgo questa occasione per dire che nonostante gli impegni economici e l'insieme dei valori che non sfuggono a nessuno, tanto meno ai colleghi di quest'Aula, abbiamo a disposizione un sistema che è esclusivo, non è inclusivo, per una serie di ragioni che anche in quest'Aula abbiamo trattato. L'ha fatto con dovizia di particolari l'Assessore Ferrari.
Le ragioni riguardano il fatto che è aumentato il numero di persone che hanno bisogno di risposte, il fatto che - non le metto in ordine di importanza - le aspettative di vita sono cresciute, le non autosufficienti in termini numerici anche, le disponibilità economiche sono inferiori rispetto al recente passato, il debito pubblico ha messo in difficoltà in particolare le parti correnti delle Amministrazioni comunali e anche delle Regioni.
La narrazione che riguarda il bilancio della Regione Piemonte nonostante gli impegni politici degli ultimi anni, è talmente evidente che non mi permette di essere originale nel dirvi che ci sono difficoltà nel mantenere inalterate le disponibilità economiche proprio sul fronte più importante, rispetto alle esigenze della nostra popolazione.
Se ne abbiamo consapevolezza, cioè se siamo in grado di dire, oggi, che tutto ciò che è stato, riguardava il passato e che oggi dobbiamo costruire un sistema differente, non più esclusivo, ma inclusivo, dobbiamo appunto mettere in discussione quel sistema e prepararci per costruirne uno nuovo.
Quindi, le definizioni, i progetti e i programmi della Giunta e dell'Assessorato alle politiche sociali sono, per quanto ci riguarda, molto convincenti.
La costruzione del patto per il sociale in Piemonte e i tavoli di coordinamento nei distretti della coesione sociale sono un principio nuovo per un percorso diverso. Sappiamo che anche alle SOMS del Piemonte è stato chiesto di sedersi al tavolo del coordinamento per costruire un sistema di risposte diverso rispetto al passato.
Presidente, nei valori fondanti e principali delle SOMS, quando pensiamo al welfare sussidiario e alla mutualità, che è una mutualità anche europea che riguarda 160 milioni di europei e riguarda, ad esempio, per i premi assicurativi 180 miliardi. Crediamo che si debbano tenere in considerazione almeno tre di quei valori fondanti, che ci riguardano e che riguardano il presente e il futuro: la mutualità pura, la partecipazione democratica e la solidarietà nelle scelte che riguardano le SOMS del nostro Piemonte; per i fondi sanitari integrativi, i sussidi, i servizi di assistenza familiare; la promozione di attività educative e culturali elementi straordinari per migliorare la qualità della vita nel nostro Piemonte, soprattutto a favore delle fasce più deboli della nostra popolazione.
A noi piace anche, e non solo, l'idea che ha il titolo e che riguarda le SOMS, "senza scopi di lucro".
Pertanto, l'invito che facciamo nell'annunciare un voto favorevole rispetto a questa proposta di modifica dello statuto, condividendone tutte le modifiche, compresi gli emendamenti, è quello di continuare così, nel tentativo di mettere in rete quelle fondamentali esperienze, non soltanto storiche, umane che riguardano noi e che riguardano il futuro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessora Parigi: Al primo punto del primo comma dell'articolo 8 delle modifiche statutarie di cui all'allegato A alla pdcr 179, le parole "nominato dalla Giunta regionale, da scegliersi tra i Presidenti delle Società di mutuo Soccorso piemontesi" sono sostituite dalle seguenti "nominato dal Consiglio regionale, da scegliersi tra persone con adeguate competenze in ambito culturale e gestionale" e per coordinamento: al primo punto del primo comma dell'articolo 8 dell'allegato B alla pdcr 179, le parole "nominato dalla Giunta regionale, da scegliersi tra i Presidenti delle Società di mutuo Soccorso piemontesi" sono sostituite dalle seguenti "nominato dal Consiglio regionale, da scegliersi tra persone con adeguate competenze in ambito culturale e gestionale" nelle premesse della pdcr, alla fine del quarto punto del dato atto che sono aggiunte le seguenti parole: "nell'elencazione dei componenti del Consiglio di amministrazione si attribuisce al Consiglio regionale la nomina di un rappresentante da scegliersi tra persone con adeguate competenze in ambito culturale e gestionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 179, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo solo comunicare che ho sbagliato a votare: intendevo esprimere la mera presenza (e non il voto favorevole).



PRESIDENTE

Ne prendiamo atto.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 40 e n. 64 inerenti a "Modifiche alla legge regionale 7 aprile 2009, n. 11 'Tutela valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del testo unificato delle proposte di legge n.
40 e n. 64 inerenti a "Modifiche alla legge regionale 7 aprile 2009, n. 11 'Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte'", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatrice di maggioranza è la Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera regionale; ha facoltà di intervenire.



MOTTA Angela, relatrice

Grazie, Presidente e colleghi.
Cercherò di illustrare in maniera sintetica quello che è successo in questi anni.
Partiamo dall'aprile 2009, con l'approvazione della legge regionale n.
11, che aveva come oggetto la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico del Piemonte. Questa legge era nata dopo un ampio e approfondito dibattito e sostituiva la legge regionale n. 26/1990.
L'intenzione nostra era quella di dare un segnale molto più forte e di maggiore attenzione da parte di tutto il Consiglio regionale sulla tutela della specificità piemontese, anche in seguito al mutamento che, nel frattempo, lo Statuto della Regione Piemonte aveva subito.
Il nostro intendimento era finalizzato a richiamare, con maggior forza il riconoscimento di un'identità regionale non esclusivamente culturale documentale e storica, ma anche linguistica e idiomatica. Pertanto, proprio l'articolo 1 di quella legge (parliamo della legge n. 11/2009) apriva il testo normativo attraverso una fortissima affermazione di un principio programmatico stabilendo, nell'ambito delle finalità, la tutela e la valorizzazione della lingua piemontese, oltre che del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte, nonché delle minoranze occitana franco-provenzale e walser.
Allo stesso modo, il concetto di lingua piemontese ricorreva in altri punti dell'articolato legislativo per ribadire un segnale riconoscimento da tutti condiviso come meritevole di accoglimento.
A seguito di questo iter e, quindi, dell'approvazione di questa legge la Corte Costituzionale però, intervenendo sul merito con una sentenza del 13 maggio 2010, n. 170, dichiarava l'illegittimità dell'articolo 1 della legge regionale in questione limitatamente alle parole "lingua piemontese".
Naturalmente, analoga censura di costituzionalità riguardava anche tutte le altre parti dell'articolato che contenevano lo stesso riferimento a "lingua piemontese".
Non intendo dilungarmi sul passato, però ci tenevo a fare questa premessa per farvi conoscere i motivi per cui oggi siamo arrivati a questo testo condiviso. Nel corso di questa legislatura abbiamo maturato una convinzione, quella che fosse necessario affrontare i problemi che la Corte Costituzionale aveva portato avanti e fatto rilevare con quella sentenza e se possibile, costituire un gruppo di lavoro che potesse arrivare a modifiche condivise.
Questo gruppo c'è stato e ha lavorato. Al riguardo, ringrazio tutti i colleghi che hanno voluto partecipare per arrivare ad un lavoro proficuo e condiviso, partendo naturalmente dalle proposte di legge esistenti e arrivando ad un testo - quello che è in discussione oggi - che cerca di rendere coerente l'impianto legislativo al volere costituzionale naturalmente salvaguardandone l'impianto e la dotazione finanziaria, ma certamente mantenendo quelle finalità che già dal 2009 avevamo cercato di mettere in atto e di trasformare in legge della Regione Piemonte. Quindi una tutela maggiore, una valorizzazione più forte e una promozione del patrimonio linguistico del Piemonte.
Credo che il lavoro compiuto sia stato soddisfacente e mi auguro che questo testo possa essere largamente condiviso e possa arrivare all'approvazione dell'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Relatore di minoranza è il Consigliere Valetti; ha facoltà di intervenire.
Magari qualche passaggio in piemontese non sarebbe male, Consigliere Valetti. Il Presidente Laus non c'è, ma lo avrebbe fatto volentieri!



VALETTI Federico, relatore

Grazie, Presidente, ma io sono di un'altra minoranza linguistica (non piemontese) e non mi capirebbe nessuno, quindi tanto vale che parli in italiano.
Innanzitutto ringrazio i colleghi delle varie forze politiche per il lavoro condiviso. Chiaramente è un tentativo di arginare quello che è l'arretramento delle lingue locali, che riguarda in questo caso il piemontese, ma più diffusamente tutte le lingue minoritarie, anche quelle che sono tutelate dalla legge nazionale e riconosciute come "minoranze" (ricordiamo che il piemontese non è riconosciuta neppure come lingua minoritaria).
E' evidente, quindi, che gli interventi si sono concentrati su un aggiornamento della legge n. 26/1990 per quanto riguarda il riconoscimento delle associazioni, i finanziamenti per determinate attività di promozione della lingua, per attività di pubblicizzazione e di conoscenza di queste associazioni e di queste attività, per avere dei focolai sul territorio che si occupino della tutela e della valorizzazione della cultura, che è legata, comunque, indistintamente alla propria lingua.
Da citare, ovviamente, anche l'istituzione della "Festa del Piemonte" in data 19 luglio come evento celebrativo. Evento che noi condividiamo seppure ci siano state alcune polemiche in Commissione anche sulla scelta precisa della data, ma noi riteniamo che non ci sia nulla di male, e tutto ciò che può fare qualcosa per il nostro patrimonio culturale, è ben venuto e non troviamo parallelismi politici di altro tipo. Lo prendiamo, per quello che è, come un tentativo di valorizzare la nostra lingua regionale.
Dopodiché, siamo anche consapevoli che, probabilmente, l'intervento regionale qui un po' si esaurisce, perché dimostra comunque i limiti e le potenzialità della legislazione regionale in questa materia, per cui non solo dovremmo lavorare congiuntamente con il livello nazionale per richiedere l'inclusione della lingua piemontese tra le minoranze linguistiche riconosciute, ma avviare un discorso più ampio sulle identità regionali dell'Italia. Comunque, ricordiamo che seppure l'Italia sia unita questa non è una giustificazione per perdere le proprie peculiarità regionali, quindi non vuol dire che popoli con lingue diverse, ma unite dall'appartenenza italiana e dalla lingua italiana, non possano mantenere parallelamente, la loro identità che non può essere scollegata dalla parte linguistica. La lingua si porta dietro tutta una parte di cultura che ovviamente, si perde perché non vi è più una correlazione diretta con il parlato.
Questi limiti stanno anche nel fatto, come tutti i limiti legislativi anche nazionali, che non è sufficiente riconoscere una minoranza linguistica per salvare la lingua. Ci sono vari fenomeni socio-culturali che fanno sì che si tenda ad aggregarsi sempre di più verso le lingue riconosciute, quindi in Italia c'è una perdita progressiva dei dialetti, ma c'è anche una perdita delle comunità locali che vivono i territori e che lo parlano.
Lo scambio di informazioni e il movimento delle persone un po' per volta stanno facendo scomparire alcune peculiarità, ma questo non è detto che sia irreversibile o non rallentabile, perlomeno come fenomeno, perch bisogna creare, prima di tutto, nella popolazione una certa consapevolezza identitaria che probabilmente manca. In fondo è mancata anche quella italiana, per un sacco di tempo. Sono fenomeni che possono arretrare o avanzare a seconda anche dell'iniziativa di persone, di persone visibile con un progetto in mente che vogliono conservare o fare acquisire un'identità, per cui non sono proprio fenomeni che sono allo sbando e fini a sé stessi, ma possono essere governati con intelligenza e con sensibilizzazione.
Forse era ancora più difficile fare intendere un'identità unica, un territorio che non era unito, che non cercare di non fare disperdere il patrimonio e l'identità peculiare di una regione o di una zona. Vediamo che nelle zone alpine o montane le minoranze linguistiche sono ancora in maggiore difficoltà del piemontese, malgrado siano riconosciute a livello nazionale.
Questo intervento è ottimo perché riporta l'argomento sotto l'interesse del Consiglio regionale e della Regione, quindi della sua popolazione, ma non è assolutamente esaustivo. Cerchiamo, quindi, di dare tutti i supporti a livello legislativo e, magari, sollecitare le rispettive sezioni politiche dei partiti e delle forze politiche in Parlamento, per ovviare a questa mancanza del riconoscimento anche ufficiale della legge; studiare misure un pochino più strutturate anche economicamente perché, comunque non diciamo che tutte queste attività possono essere semplicemente condotte attraverso l'attività volontaria perché, comunque, lo stato di arretramento delle lingue è tale che senza un intervento, anche piuttosto vigoroso, di investimento nelle poche realtà che cercano di impedire questo fenomeno, è necessario e va stimolato politicamente a tutti i livelli.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia, seconda relatrice di minoranza.



GANCIA Gianna, relatrice

Grazie, Presidente.
Desidero ringraziare intanto per il loro lavoro tutti quelli che hanno contribuito - il personale, i dirigenti e i funzionari della Regione Piemonte - alla stesura della modifica alla legge regionale, quindi testo unificato e proposta di legge.
Non sto a dilungarmi su quanto hanno ben espresso i colleghi che hanno parlato precedentemente, se non per sottolineare che il piemontese non è considerata neanche una lingua minoritaria. Questa legge, e tutto il lavoro svolto perché non rimanga sulla carta, è un primo passo per fare in modo questo è un auspicio - che il patrimonio linguistico possa anche rinascere sulla carte tramite una codificazione che non esiste ancora per quello che riguarda il piemontese.
Credo che oggi occorra porre l'accento sull'arroganza di questo Stato centralista che non permette neanche di conoscere - l'ha detto bene il Consigliere intervenuto prima di me - la nostra storia, le nostre radici e le nostre tradizioni. Ricordiamoci che il primo discorso del Re è stato fatto a Torino in lingua piemontese (non ho detto dialetto). Non è una battaglia di retroguardia, ma credo sia importante che questa legge venga approvata all'unanimità, perché è un segnale verso una prepotenza istituzionale della Corte Costituzionale che sarà sicuramente accentuata nel caso vincesse il sì al referendum.



PRESIDENTE

Le relazioni sono state svolte.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano, in discussione generale, ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Questa legge ha conseguenze dal punto di vista finanziario assai modeste, perché le risorse di cui dispone sono quella della legge nazionale n. 482.
Ciò non toglie che abbia, secondo me, un importante significato, perch per chi vive nelle aree interne del Piemonte la vexata quaestio del confine tra lingua e dialetto non è mai stata risolta e la legge, con molta attenzione, direi anche intelligenza, non interviene su questo argomento rispettando la legge nazionale, e mantiene le minoranze linguistiche nella loro qualificazione che viene dalla legge nazionale ma, accanto a queste introduce il concetto di patrimonio linguistico piemontese.
Mi sembra una scelta rilevante perché non modifichiamo l'esistente.
Quando parliamo di minoranze linguistiche parliamo del walser dell'occitano, del provenzale e altre minori, ma non neghiamo il rilievo che abbia il piemontese; dopodiché chiunque potrebbe disquisire fino all'alba su quanto il piemontese sia lingua piuttosto che dialetto, ma noi li mettiamo sullo stesso piano.
Riconosciamo, di conseguenza, una pluralità di patrimonio linguistico che c'è in Piemonte e, di conseguenza, ne sottolineiamo l'identità culturale.
Non dimentichiamo che noi siamo il Paese che nel ventennio fascista ha violentato le lingue. Basti ricordare che l'universalmente noto paese di Courmayeur tra il '39 e il '46 era diventato Cormaiore e di lì in avanti bastava avere un cognome di natura friulana o, comunque, istriana per vederselo trasformato. Sappiamo cosa questo abbia comportato in termini di esodo e sofferenze delle popolazioni! Andando più indietro ancora sappiamo quanto l'unità linguistica abbia inciso nella storia del nostro Paese, basti pensare al Manzoni e all'ode Marzo 1821. Tutto questo per dire che noi stiamo entrando nel vivo della storia, ma lo facciamo ovviamente tenendo presente che il contesto oggi non è più quello di identità linguistiche che determinano gli Stati nazionali ma quello di identità linguistiche di popoli che vogliono contare in Europa con la loro specificità e il loro patrimonio culturale. Penso che questo sia il senso della legge - e come tale è un'operazione rilevante - che non considero certamente minore proprio perché va a toccare temi che hanno diviso anche il Piemonte per anni.
Anticipo ancora un emendamento che modifica un po' il concetto di "Feste del Piemonte". Non credo che possiamo arrogarci il diritto di entrare a piedi giunti nella storia dicendo che questa festa rappresenta il Piemonte e quell'altra no. Noi presenteremo un emendamento all'articolo 9 in cui trasferiremo in capo alla Consulta, che deve vigilare sulle attività che valorizzano il patrimonio linguistico, l'onere di individuare quegli eventi di carattere storico e culturale che hanno la dignità di fregiarsi del titolo "Feste del Piemonte" perché ne rappresentano al meglio il patrimonio storico, linguistico e culturale. Quindi, non parliamo né del 19 luglio né dell'assedio di Torino, perché potrebbero esserci altri eventi penso alla Baio di Sampeyre che ogni sette anni ricorda la cacciata dei saraceni, festa fortemente identitaria per gli occitani, che potrebbe fregiarsi di questo titolo.
Se ne faranno richiesta e la Consulta lo valuterà degno, ne avranno facoltà. Ovviamente, questo non vale per le gare ciclistiche o per le bocciofile, ma entriamo in un ambito dove dobbiamo dare a chiunque lo voglia la dignità di rappresentare il Piemonte in un momento di festa nella misura in cui ne richiami i valori, la storia e il patrimonio linguistico.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima di cominciare l'esame dell'articolato, do lettura dell'esito delle votazioni relative alle nomine che avremmo dovuto effettuare oggi.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 120 "Commissione di Garanzia - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - elezione di 1 membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli (ex Consigliere regionale).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 160 "Commissione di Garanzia - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - elezione di 1 membro in sostituzione del signor Mario Santoro" La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 151 "Designazione del Garante Regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza (l.r. 31/2009)".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 40 e n. 64, inerente a "Modifiche alla legge regionale 7 aprile 2009, n. 11 'Tutela valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte'" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del testo unificato delle proposte di legge n.
40 e n. 64.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Do atto che i Consiglieri Graglia e Porchietto hanno votato a favore.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Grimaldi, Giaccone Monaco e dalla Consigliera Chiapello: "L'articolo 9 del testo unificato delle pdln. 40 e 64 è abrogato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In realtà, noi abbiamo presentato quest'emendamento prima che i primi firmatari della proposta presentassero una riscrittura dell'articolo.



PRESIDENTE

Quindi lo ritira?



GRIMALDI Marco

Diciamo che qualora questa riscrittura ci convincesse - credo di sì in qualche modo, noi siamo disponibili a ritirarlo. Il senso già emerso in Commissione era di evitare di scrivere già in legge due date che possono essere simboliche per la storia di un territorio ma che non rappresentano effettivamente la festa del Piemonte, in quanto sono date importanti per l'indipendenza dall'Austria, da una parte, e l'inizio della guerra del Risorgimento.
Quindi, credo che la riscrittura potrebbe convincerci, siamo ad ascoltare la proposta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela

Per cercare di arrivare ad un accordo, poiché quest'articolo aveva creato qualche contrarietà già in sede di Commissione, abbiamo pensato di sostituire l'articolo 9 (Feste del Piemonte) con: "Articolo 9 (Festa del Piemonte). La Consulta, di cui all'articolo 7, riconosce come 'festa del Piemonte' le ricorrenze che favoriscono la conoscenza della storia del Piemonte, ne illustrano i valori di cultura, di costume, di civismo e di valorizzazione del patrimonio linguistico-culturale".
Se quest'emendamento può superare il problema di quando stabilire la festa e deciderlo in legge, demandiamo - come diceva il Consigliere Allemano - alla Consulta di decidere come riconoscere queste feste.
Grazie.



PRESIDENTE

E' stato presentato un nuovo emendamento, mentre l'emendamento presentato dal Consigliere Grimaldi viene ritirato.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalle Consigliere Motta e Gancia e dal Consigliere Alemanno: L'art. 9 "Feste del Piemonte" è sostituito dal seguente: "Art. 9 Festa del Piemonte La consulta di cui all'art. 7 riconosce come 'Festa del Piemonte' le ricorrenze che favoriscono la conoscenza della storia del Piemonte, ne illustrano i valori di cultura, di costume, di civismo e di valorizzazione del patrimonio linguistico culturale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 bis Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Parigi: Al fine di consentire una piena operatività della legge già nell'anno 2017 dotando la norma, sin dal suo primo anno di applicazione, di criteri di valutazione delle istanze di contributo e delle modalità per la presentazione delle istanze di contributo, di valutazione, di assegnazione di rendicontazione e controllo, si ritiene opportuno applicare in fase transitoria i criteri approvati con il Programma di attività triennale 2015/2017 in materia di beni e attività culturali (su cui la competente Commissione consiliare aveva espresso parere positivo) e le norme per le procedure amministrative contenute nella DGR n. 115.1872 del 20.07.2015.
Sia i criteri contenuti nel Programma di Attività che le procedure amministrative sono già state applicate nel 2015 e nel 2016 anche sulla linea di intervento relativa al Patrimonio linguistico attivata sulla l.r.
58/1978.
Pertanto si propone il seguente emendamento: Dopo l'articolo 11 è aggiunto il seguente articolo: Art. 11 bis (Norme transitorie) Nelle more dell'approvazione del Programma di Attività di cui all'art. 8 comma 1, della l.r. n. 11/2009, come modificata dall'articolo 8, per l'anno 2017 si intendono in vigore le linee di indirizzo e i criteri di valutazione delle istanze di contributo definiti dal Programma di Attività in materia di beni e attività culturali approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 116-1873 del 20 luglio 2015, sul quale la competente Commissione consiliare ha espresso parere positivo in data 8 luglio 2015.
Nelle more della definizione delle modalità di cui all'art. 8, comma 3 della l.r. 11/2009, come modificata dall'articolo 8, relative alla presentazione delle istanze di contributo, di valutazione, di assegnazione di rendicontazione e controllo, si intendono in vigore le disposizioni contenute nell'allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 115 1872 del 20 luglio 2015.
La parola all'Assessora Parigi per l'illustrazione.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Brevemente, poiché non sono state previste le norme transitorie.
Al fine di consentire una piena operatività della legge già nell'anno 2017, si propone di utilizzare quanto già contenuto nel Programma di Attività triennale 2015/2017, in materia di beni e attività culturali e le norme per le procedure amministrative contenute nella DGR n. 115.
Si propone, pertanto, di utilizzare i criteri contenuti nel programma di attività che le procedure amministrative sono già state applicate nel 2015 e nel 2016, e quindi la legge 58/78.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
La votazione è estesa all'articolo 11 bis.
Ci sono interventi per dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Per dare continuità al dibattito in Commissione (è più una raccomandazione), sia che si celebri l'Assietta, l'assedio alla Cittadella o qualunque altro avvenimento, chiedo che la Consulta curi il menù di tali feste, che contempli solo ed esclusivamente piatti della tradizione piemontese, che siano buoni, equilibrati e possibilmente vari nella loro configurazione.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, procediamo con la votazione del provvedimento.
Indìco la votazione per appello nominale sul testo unificato delle proposte di legge n. 40 e 64.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, adesso dovremmo iniziare a discutere gli ordini del giorno.
Abbiamo ancora 45 minuti a disposizione.
Il primo ordine del giorno iscritto all'o.d.g. è il n. 799, "Interventi per la situazione ambientale in Valledora", presentato dai Consiglieri Andrissi, Balzella ed altri.
Contemporaneamente, questa mattina il Consigliere Grimaldi ha chiesto la discussione di un ordine del giorno n. 902 "Regolare la 'gig' economy e trovare soluzioni per i lavoratori di Foodora". E' un ordine del giorno che va incontro alla discussione che in questo momento sta avvenendo nella nostra città e regione, ma - se i Consiglieri sono d'accordo - posso dare la precedenza a tale documento.
Se i Consiglieri non sono d'accordo, lo iscriviamo all'o.d.g. e, quando sarà possibile, lo discuteremo.
Sospendo brevemente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.13, riprende alle ore 17.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 799 presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola e Mighetti e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Interventi per la situazione ambientale in Valledora"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 799, avente ad oggetto "Interventi per la situazione ambientale in Valledora", avente come primo firmatario il Consigliere Andrissi, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Della situazione della Valledora ho già parlato precedentemente, nella presentazione ad un question time, riguardante una fideiussione stipulata da Alice Ambiente, fideiussione con una società che allo stato attuale è in amministrazione controllata, con sede in Vaduz e i conti alle Cayman.
La situazione della Valledora si sta ulteriormente complicando, anche dal punto di vista della sostenibilità di una messa in sicurezza che, allo stato attuale, significa che la bonifica della Valledora non è più possibile, essendo la contaminazione della falda profonda ormai inarrestabile, contaminazione che ha coinvolto anche pozzi di acquedotto della zona e purtroppo coinvolgerà sempre di più l'acqua potabile che viene prelevata dalla falda profonda.
La Valledora è situata in un'area classificata recentemente come area di ricarica (cartografia riconosciuta anche dal settore ambiente della Regione e dal Politecnico). Vuol dire che l'inquinante che percola in queste aree va direttamente in falda profonda; tanto è vero che, come dicevo qualche ora fa, su 15 prelievi fatti in falda profonda dall'ARPA, 13 risultano già contaminati.
La situazione, quindi, è di una contaminazione e di un inquinamento con metalli pesanti, e non solo metalli pesanti, che risulta essere inarrestabile.
D'altronde, in Valledora è stata fatta una scelta che credo che neanche la fantasia del più fantasioso dei nostri letterati poteva arrivare a tanto, cioè si è pensato di bonificare due discariche, facendone una terza classificando questa terza discarica come una bonifica. In questo modo, non ha neanche versato i contributi dell'ecotassa, per versare i rifiuti ulteriori rifiuti, in Valledora. Oltretutto, sono stati versati troppi rifiuti, tanto è vero che questi hanno rotto i pozzetti piezometrici.
La situazione, quindi, è di un diastro ambientale annunciato - potremmo dirlo - da una serie di fattori, non ultimo questo della fideiussione stipulata con questa Gable Insurance che la Regione ha autorizzato l'11 agosto del 2016.
Detto questo, in Valledora è stato recentemente bocciata una nuova discarica, ma è stata autorizzato, nel territorio di Cavaglià l'ampliamento della discarica Asrab, di proprietà di A2A, per un totale di 600 mila metri cubi situato nel Comune di Cavaglià.
Noi crediamo che sia fondamentale, per non incorrere più in possibili ulteriori inquinamenti, in una zona completamente compromessa - ed è sotto gli occhi di tutti - quella di, come chiede anche l'ATO 2 delle acque sottolineare l'incompatibilità dei progetti citati con il piano regionale per la tutela delle acque, insieme all'importanza e alla delicatezza del sito per l'approvvigionamento idrico, quindi un'area di ricarica di falda profonda completamente compromessa.
Si avranno delle conseguenze dai costi non valutati. Oltretutto le fideiussioni, come vediamo, sono abbastanza ballerine, per usare un eufemismo.
In questa situazione, noi crediamo che sia importante che il Piano tutela acque preveda delle prescrizioni che non consentano nuovi ampliamenti o nuove discariche nelle area di ricarica, perché ci ritroviamo in questa situazione che non è più gestibile e che si può solo aggravare.
Credo, quindi, che sia una questione di buonsenso impedire che nel prossimo futuro si facciano nuove discariche in questa situazione.
Chiedo l'impegno alla Giunta regionale ad incaricare ARPA-Piemonte di effettuare uno studio globale della situazione ambientale in Valledora, in grado di valutare nell'insieme l'impatto delle diverse matrici ambientali studio che è in corso e che sta dimostrando un inquinamento non più bonificabile; a predisporre il divieto di ampliamento, modifiche ed aperture di nuove discariche in zone con ipotesi di ricarica delle falde sul territorio regionale e a partecipare costituendo Osservatorio intercomunale permanente per la tutele della Valledora.
Infine, voglio ricordare che la prescrizione sul Piano tutela acque, in queste zone di ricarica delle falde, era già presente in Valledora; poi è intervenuta la Regione e l'ha tolta.
Si tratta, quindi, solo di ripristinare una prescrizione che era già presente.
Questo lo dicono i Sindaci del Partito Democratico della zona.
Quello che chiedo al Consiglio è di valutare la situazione e di porre fine ad una situazione che non è più gestibile, cui bisogna porre rimedio in modo deciso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Concordiamo con il livello di attenzione che il Consigliere Andrissi ha esplicitato con questo ordine del giorno su un'area già oggetto di attenzione da parte della Regione Piemonte e delle sue articolazioni.
Dico questo per dire che le matrici ambientali più importanti - l'acqua e il biomassa - sono già oggi oggetto di verifica di attenzione da parte dell'ARPA, quindi riteniamo che il livello di attenzione, anche per l'impegno dei colleghi dell'area interessata (i colleghi Corgnati e Barazzotto più volte ci hanno reso evidente tutto questo).
L'attenzione da parte nostra, quindi, ed anche da parte dell'Assessore con il quale ci siamo confrontati più volte, è assolutamente importante e al massimo livello.
Tuttavia, invece che pensare ad uno studio globale senza una specificazione sui singoli aspetti, soltanto per una realtà, pur importante, come la Valledora, ma circoscritta all'interno della Regione Piemonte, crediamo sarebbe meglio che la Regione facesse un livello di attenzione in tantissime altre realtà territoriali.
Per questo motivo riteniamo che gli enti territorialmente coinvolti sul territorio, quindi le due Province e il livello intercomunale sul territorio, possano tranquillamente rispondere alle sollecitazioni e alle indicazioni poste.
D'altronde, per quanto riguarda la valutazione circa l'idoneità delle aree di ricarica, ospitare attività che potrebbero compromettere risorse idriche strategiche per l'uso idropotabile (e dalla Giunta regionale è già stato oggetto di intervento di attenzione) ci sentiamo di poter tranquillizzare rispetto a quella che è l'attenzione sul territorio.
Riteniamo importante costituire l'osservatorio intercomunale permanente per la tutela dell'area interessata, ma che sia intercomunale. Riteniamo non proprio congruente la partecipazione della Regione Piemonte, se non mettendo a disposizione le strutture e le conoscenze che ci sono sull'area.
Non avendo la Regione nessuna attività gestionale di controllo sull'area riteniamo che il livello di osservatorio intercomunale possa tranquillamente e debba ed è giusto che venga istituito. Non ritiene utile né si giustifica la presenza in questo Osservatorio della Regione Piemonte se non mettendo a disposizione le conoscenze e le risorse umane che possono essere utili per approfondire i diversi aspetti del lavoro dell'Osservatorio.
Per questo motivo noi, pur condividendo l'assoluto livello di attenzione sul territorio, come Gruppo esprimeremo un voto di astensione e continueremo con l'Assessore e con gli Uffici a controllare gli aspetti relativi all'area Valledora, ma riteniamo che non ci siano gli elementi per potere esprimere un voto favorevole su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Io rimango basito dopo aver sentito l'intervento del Consigliere Ferrentino, che ritengo parlasse a nome del PD, perché si continua a dire "grazie agli interventi della Giunta, grazie a questo e grazie a quello" ma poi sono anni che siamo sempre qui al punto di prima e nessuno, di fatto, fa qualcosa per Valledora.
Adesso ci sono delle proposte concrete, che non mi sembrano vadano a rivoluzionare il nostro sistema di governo del territorio, ma sono tre impegni che mi paiono realizzabili: dare un incarico ad ARPA-Piemonte che fino a prova contraria, è un ente strumentale della Regione Piemonte predisporre un divieto di ampliamento che è in armonia con il piano di tutela delle acque e partecipare ad un Osservatorio intercomunale.
Mi sembra che oggi si stia chiedendo un impegno che è solo l'inizio di un processo che poi dovrebbe portare finalmente ad avere un'attenzione ed una cura diversa di quell'area. Se si dice già di no a questo, poi andrete a raccontarlo sul territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Non ho nessun problema ad andare a confrontarmi e a discutere con il territorio.
Mi fermo su un punto dei tre che sono inseriti in questo deliberato cioè sul fatto del "predisporre il divieto di ampliamento, modifica e apertura di nuove discariche sul territorio regionale", quindi divieto di ampliamento e di modifica e apertura di nuove discariche nelle aree con ipotesi di ricarica su tutto il territorio regionale, attraverso un ordine del giorno del Consiglio che dice alla Giunta: "Voi dovete introdurre questo divieto".
Ricordo che le autorizzazioni e il ruolo autorizzativo è ruolo dei Comuni e delle Province. Loro sono i titolati ad operare nei propri strumenti di pianificazione territoriale la valutazione circa l'idoneità delle aree di ricarica, per ospitare attività o usi del territorio che potrebbero compromettere le risorse idriche. Alla Regione spetta la competenza della pianificazione.
Noi abbiamo il dovere di pianificare il piano dei rifiuti, il piano della qualità dell'area e così via, ma la Regione non può riferirsi a singoli procedimenti amministrativi e può valutare la questione nell'ambito delle politiche più generali di tutela delle acque, soprattutto per quelle destinate al consumo umano.
Proprio per questo, nel passato Consiglio quando abbiamo votato una deliberazione che riguarda le disposizioni per il miglioramento dei pozzi irrigui su suggerimento proprio del Consigliere Mighetti, abbiamo introdotto il seguente emendamento: "Le Amministrazioni competenti al rilascio di autorizzazioni ambientali devono verificare e dare esplicita evidenza delle falde profonde nei provvedimenti finali delle valutazioni condotte".
Non abbiamo detto che facciamo un divieto, ma diciamo a chi ha la competenza di fare questo, di fare tutte le valutazioni, in particolare di fare attenzione ai pozzi che possono essere veicolo di inquinamento tra la falda superficiale e quella profonda.
Mi limito a questo punto per dire che è un ordine del giorno troppo impegnativo e, così come l'ha presentato il collega Bertola, mi pare anche un po' semplicistico, oltre che mi sembra non essere competenza nostra.
Altro è fare attenzione con gli strumenti di programmazione, altro è se passa la legge sui rifiuti, avere un ambito regionale che riguarda l'impiantistica, perché uno dei problemi di quell'area è che, essendo a scavalco fra tre Province, vi era un palleggiamento fra di esse.
Su questo ci siamo, ma mi pare che questo secondo punto, sia anche il partecipare come Regione a un tavolo intercomunale, a un coordinamento e ad un Osservatorio intercomunale mi sembra non adeguato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Su quanto detto dall'Assessore obietterei che, in realtà, le prescrizioni sulle aree di ricarica deve metterle la Regione Piemonte, e noi siamo in attesa, dopo la ridefinizione delle aree, di una scala di maggior dettaglio, perché è necessario che si vada a definire delle prescrizioni. E queste sono l'anello mancante, per rendere veramente attuativo il piano di tutela delle acque.
Andare a ricercare le responsabilità dei singoli enti territoriali e degli enti che autorizzano non giova alla qualità delle nostre acque e delle nostre falde profonde.
Questo continuo giocare a dire che le responsabilità sono di altri continuerà a mettere in pericolo le nostre falde. Se da una parte si citano le vere colpe di Provincia, ATO e Comuni, dall'altro non si citano mai le colpe della Regione e la stessa cosa in altro ambito fa la Provincia, l'ATO e il Comune.
Noi siamo qui a giocare in mezzo ad un gioco senza fine, che avrà un unica soluzione finale: oggi abbiamo delle falde superficiali inquinate domani avremo anche delle falde profonde inquinate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Chiedo un minuto di sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.37, riprende alle ore 17.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, mancano nove minuti alla fine del Consiglio regionale: se vogliamo approvare o respingere l'atto di indirizzo, a seconda di come il Consiglio deciderà...
Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire perché, com'è già stato detto in parte dal collega Ferrentino, questo è un tema che tocca molti aspetti e molte zone del Piemonte. E' sicuramente un tema sensibile: come molti sanno, da anni (dal 2012, direi), in Provincia di Alessandria viviamo una soluzione simile.
Credo, però, che questo ordine del giorno, così come formulato contenga almeno un elemento di criticità negli impegni, laddove si dice che la Regione debba "predisporre il divieto di ampliamento nelle aree di ricarica".
Come ha già ricordato l'Assessore, andiamo a toccare una competenza che non è della Regione, ma spetta agli Enti territoriali, nel caso specifico alle Province. Noi, come Regione, dobbiamo limitarci, fra virgolette, a fare una pianificazione, cioè ad adeguare gli strumenti pianificatori che consentano di poter meglio valutare chi, eventualmente, deve autorizzare questi insediamenti.
Credo che emerga, dunque, la necessità di aiutare gli Enti territoriali ad esprimersi in merito a queste situazioni. Nel caso che mi riguarda - la Provincia di Alessandria - questa valutazione è stata fatta, secondo il mio punto di vista, in maniera non adeguata, proprio perché esiste nel Piano di Tutela delle Acque un problema che già avevo evidenziato in altri atti di indirizzo precedentemente presentati, e che non è sufficientemente puntualizzato.
Io credo che ci sia la necessità che la Regione, svolgendo in pieno il suo ruolo, pianifichi al meglio le prescrizioni rispetto a queste aree di ricarica; aree di ricarica che, se non erro, nello scorso luglio sono state ridefinite. Si tratta di zone talmente ampie della nostra Regione (direi un terzo del Piemonte) che non è possibile immaginare che in tutte le aree di ricarica non si possano più effettuare insediamenti o interventi.
Credo che emerga l'esigenza vera - che dovrebbe essere richiamata anche attraverso un miglior approfondimento e magari anche in un atto di indirizzo - che la Regione emani delle norme attuative più specifiche rispetto alla definizione, all'interno delle aree di ricarica, delle condizioni in cui possono essere insediati o no degli interventi di vario genere (insediamenti produttivi o di altro genere).
Credo che sia questa la necessità a cui la Regione oggi deve far fronte: un migliore e più approfondito intervento pianificatore. Viceversa non possiamo demandare una funzione che ad oggi non compete alle prerogative regionali.
Altro discorso riguarda gli studi: a tal riguardo, non ho capito se questo studio dell'ARPA è già in corso o meno. Il collega parlava di uno studio che sta già fornendo delle indicazioni. Credo che non si possano chiedere (o perlomeno sarebbe auspicabile non farlo) studi approfonditi su tutto il territorio regionale, perché, come ha ribadito poc'anzi il collega Ferrentino, questa necessità sarebbe avvertita in moltissime zone del Piemonte. Per cui anche questo è un punto che mi lascia un pochino perplesso. Se poi lo studio può essere limitato al riempimento della cava o limitato alla falda, credo che questo sia auspicabile. Ma non generalizzerei più di tanto.
Credo, infine, che vi possa essere la necessità di approfondire al meglio la tematica in generale, specialmente sulle prescrizioni nelle aree di ricarica, magari in una Commissione ambiente dedicata a questo specifico argomento. Sarebbe opportuno, per cui auspico che venga fatto. Anche perché, come ho già detto, è un argomento che mi interessa molto e che mi coinvolge anche dal punto di vista personale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io volevo solo evidenziare un aspetto: il testo unico ambientale prevede all'articolo 196 - mi sono fatto anche dare tutta la documentazione legislativa dall'ufficio legislativo - che la competenza delle prescrizioni delle zone dove fare o non fare le discariche spetta alla Regione. Così dice la legge e così dicono una marea di sentenze di Cassazione. Quindi non possiamo fare Ponzio Pilato rispetto ai nostri doveri di Regione. Dunque le prescrizioni spettano alla Regione.
Quello che io chiedo - ci tengo a chiarirlo, per cui se non è abbastanza chiaro, si modifica il testo - è che il Consiglio impegni la Giunta a mettere una prescrizione nel Piano di Tutela delle Acque - non un divieto, ma una prescrizione - che nelle zone di ricarica della falda profonda siano vietati ampliamenti o nuove discariche.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

Qui si parla di "divieto".



ANDRISSI Gianpaolo

Se volete lo modifichiamo, ma io chiedo solo questo. Non chiedo un divieto a prescindere.
Chiedo che la Giunta sia impegnata a inserire questa prescrizione nel Piano di Tutela delle Acque, nient'altro.



PRESIDENTE

Sono le ore 18 e credo, sinceramente, che non vi siano le condizioni n per una risposta dell'Assessore né per interventi di altri Consiglieri.
Invito i Capigruppo in Sala A.
Il Consiglio è terminato. Vi auguro buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.00)



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