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Dettaglio seduta n.178 del 18/10/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.43 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1232 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Recupero del sito della cava argentifera del Rouget"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1232, presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto "Recupero del sito della cava argentifera del Rouget".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno.
Partiamo da un atto d'indirizzo, che ho presentato io stessa il 30 aprile 2015 e che è stato approvato da questo Consiglio, che chiedeva di sostenere la realizzazione di studi archeologici minerali in Val di Susa (poi ovviamente c'erano altri impegni, sempre rivolti al recupero e alla valorizzazione dei siti archeologici minerali).
Parliamo di un sito, in particolare, che si trova nel Comune di Gravere, vicino a Susa. Si tratta di una cava argentifera, la cava argentifera del Rouget. Si trova vicino a Susa ed è un sito particolarmente interessante, probabilmente unico nel suo genere in Valle. Presenta una serie di gallerie che si sviluppano per centinaia di metri, probabilmente anteriori al XVII secolo.
Si tratta, tra l'altro, di un sito interessante anche dal punto di vista dell'attrattività culturale, perché si trova piuttosto vicino alla strada, quindi facilmente raggiungibile.
Il Comune di Gravere ha dimostrato forte interesse allo studio e alla valorizzazione, ma il problema è che il sito si trova su un terreno privato. Il privato ha dichiarato di essere disponibile a cedere il sito per una cifra simbolica, anche per scaricare le responsabilità che deriverebbe dal fatto di effettuare, intanto, un recupero del sito e poi aprirlo al pubblico.
La responsabilità ricadrebbe interamente sul privato.
In riferimento a queste problematiche, ci chiediamo se la Regione possa in qualche modo intervenire, anche per sollevare il Comune stesso dal rischio di un danno erariale. Per quanto la cifra richiesta per l'acquisto sia simbolica, in base ad un articolo di legge che deriva da una legge del 1939, sappiamo che si rischia di provocare un danno erariale al Comune anche accettando delle donazioni.
In riferimento a questi problemi, che rendono, di fatto, difficile l'ipotesi di un recupero e di una valorizzazione di un sito così interessante, ci chiediamo se la Regione possa in qualche modo intervenire per agevolare il passaggio di proprietà o, addirittura, acquisire lei stessa il terreno, consentendo in questo modo il recupero e la valorizzazione del sito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Risponde l'Assessora Parigi; prego.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Premesso che la normativa statale di riferimento è il decreto legislativo 42/2004; premesso che la materia, così come dalla formulazione dell'interrogazione, sembra essere attualmente di competenza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggi; premesso che è all'esame della VI Commissione la proposta di legge 150/2015 "Interventi a favore dell'individuazione, della salvaguardia e della promozione culturale dei beni di archeologia industriale", che vede lei come prima firmataria, a tutela e al sostegno dei siti minerali dismessi storici, quale la miniera di Rouget; premesso che la direzione scrivente già da tempo interviene con fondi della LR 58/1978 a sostegno del restauro e valorizzazione dei siti come archeominerari, come gli opifici ubicati in Val Tessera o a sostegno di progetti di studi come quello del Dipartimento Scienze della Terra dell'Università di Torino denominato "Piemonte archeominerario 2015. Cave forni e minisere: da risorsa strategica a patrimonio storico ambientale" l'Assessorato è a conoscenza dell'importanza della miniera di piombo argentifero del Rouget, dove Marie-Christine Bailly-Maitre, archeologa Directeur de recherche presso il Centre National de la Recherche Scientifique de France, agli inizi degli anni Novanta, in collaborazione con lo studioso medievista Luca Patria e il CeRCA, fece la prima ispezione scientifica di archeologia mineraria a Gravere, su incarico del Comune confermando il grande interesse della cava.
L'interesse sul bene, manifestato del Comune di Gravere, viene accolto positivamente dalla Direzione Cultura, Turismo e Sport che, per quanto di competenza, supporterà l'ente nella valorizzazione del sito.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "I. Vian" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "I. Vian" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Prima di continuare l'esame delle interrogazioni ed interpellanze sospendiamo i lavori per qualche minuto, in attesa che arrivino gli Assessori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 9.49, riprende alle ore 9.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1027 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Degrado del SIC: Stagno di Oulx"


PRESIDENTE

Riprendendo il punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1027.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Per farla breve, questo viadotto sorge sopra uno stagno che è stato dichiarato riserva naturale speciale e che costituisce un importante sito importantissimo dal punto di vista naturalistico, di una zona paludosa di fondovalle, un ambiente ormai estremamente raro.
Il problema deriverebbe dal fatto che venne utilizzato del sale, quindi venne sparso sulla strada del sale, del cloruro di sodio in cristalli grossolani frammisto a materiali inerti, che ricadono sullo stagno, quindi sull'area che si trova al di sotto, andando ovviamente a recare un grave danno alla flora e alla fauna (tra l'altro, tra le specie presenti annovera anche il gambero di fiume, che è una specie per la quale è prevista una protezione rigorosa ed è presente nel sito con una discreta popolazione).
Ci chiediamo, quindi, se la Regione sia intanto a conoscenza di questo problema e quali accorgimenti di convogliamento delle acque siano stati presi per questo viadotto, che costituisce lo svincolo della Torino Bardonecchia verso Cesana, dal 2004 ad oggi, proprio per tutelare il delicato ecosistema acquifero presente nel SIC, stagno di Oulx e per sapere che cosa la Regione intenda fare per fermare il progressivo degrado di questo sito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Ovviamente questa tema, Consigliera Frediani, è all'attenzione degli Uffici, che mi dicono quanto segue.
La determinazione dirigenziale cui fa riferimento la Consigliera nella sua interrogazione, cioè la 162 del 5 aprile, relativa alla realizzazione delle opere temporanee per aree di parcheggio, relative ai XX Giochi invernali di Torino, prescrive la salvaguardia delle aree dalle acque superficiali, però l'opera, cioè lo svincolo di Oulx, è stato costruito da SITAF con i finanziamenti dei Mondiali '97 e occorre premettere che ai tempi non era in vigore la legge regionale 40/98, che prevede tutta la procedura di VIA. Non è stata espletata quella procedura e, quindi, la citata determinazione n. 162 riporta prescrizioni di salvaguardia, ma con riferimento alle opere con esse autorizzate, cioè il parcheggio, e non riporta alcun riferimento ad operare già esistenti, cioè lo svincolo di Oulx.
Il problema però è evidente, quindi lei fa benissimo a rilevarlo: la SITAF, interpellata sulla questione, risponde con una nota, che le faccio avere con la risposta scritta, in cui precisa quanto segue: "Il viadotto in questione non è dotato di uno specifico sistema di raccolta e scarico delle acque, in quanto ai tempi della costruzione dello stesso non era obbligatorio avere tale sistema e non è stata posta alcuna prescrizione in tal senso". La nota prosegue così: "Poiché nelle opere odierne, seppur non essendovi la cogenza di legge, vengono previste opere di raccolta e scarico delle acque, al fine di ridurre l'impatto ambientale dovuto al dilavamento delle acque, la società ha previsto, nella proposta di piano finanziario 2015, ancora in corso di approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture, investimenti per l'implementazione del sistema di raccolta canalizzazione e smaltimento delle acque di piattaforma autostradale".
Quando il piano finanziario sarà approvato dal Ministero, SITAF potrà attivarsi per la realizzazione di tali interventi. Quindi, ovviamente ci faremo carico anche nei confronti del Ministero di sollecitare la conclusione della procedura di piano finanziario 2015.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1195 presentata dai Consiglieri Valetti, Bono, Bertola e Campo, inerente a "Chiarimenti sulla chiusura delle carrozze sui regionali veloci sulla tratta Torino-Milano con conseguente disagio per i viaggiatori"

Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1231 presentata dai Consiglieri Molinari e Rossi, inerente a "Configurazione dei treni sulla tratta Torino-Milano"


PRESIDENTE

Esaminiamo le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 1195 e n. 1231, riguardanti lo stesso oggetto.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1195.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione viene dopo numerose segnalazioni da parte dei comitati pendolari per il fatto che le carrozze dei regionali Torino-Milano vengono spesso, in parte, chiuse ai pendolari, creando grossi disagi ai viaggiatori.
Ricordiamo che normalmente questi treni viaggiano con 11 carrozze quattro delle quali vengono chiuse, scendendo pertanto fino a sette carrozze. Infatti, per una normativa di Trenitalia, per sette carrozze e più viene richiesto un secondo controllore per questioni di sicurezza.
Quindi, questa manovra è chiaramente finalizzata a non allocare una risorsa per il controllo dei convogli.
Sappiamo che la Regione è al corrente di questa pratica fin da quando ci siamo insediati. Quello che chiediamo, non solo perché i convogli già straripano di gente - quindi ci sono problemi di sicurezza, perché la gente veramente viaggia stipata nelle carrozze rimanenti - è: la Regione paga per avere un treno di una tale composizione? Il contratto definisce le modalità di composizione dei treni e quindi queste devono essere rispettate? Questo è uno dei quesiti che poniamo all'Assessore Balocco, circa che cosa prevede il contratto in merito a questo fatto, per capire se la Regione ha voce in capitolo o meno, perché siamo di fronte a qualcosa che risulta come una presa in giro.
Inoltre, chiediamo che cosa intende fare l'Assessore per impedire questi disagi ai viaggiatori ed eventualmente quali colloqui o interlocuzioni sono già avvenuti con Trenitalia in merito a questo, se non avvisi di sanzioni per questo comportamento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Molinari, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1231.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Non ritornerò sugli argomenti che in parte sono già stati trattati anche dal Consigliere Valetti, perché effettivamente c'è una coincidenza importante tra i testi delle due interrogazioni.
Mi soffermerei, chiedendo all'Assessore Balocco, in vista del prossimo affidamento del servizio, se si intende, al di là della gestione dell'esistente, introdurre criteri differenti e in quale modo si intende prevenire disservizi o, comunque, situazioni come quelle oggetto delle due interrogazioni odierne.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta a entrambe le interrogazioni.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Questa effettivamente è una questione che si trascina veramente da troppo tempo e che sta diventando sempre più preoccupante.
Per quanto riguarda il problema della chiusura delle tre carrozze, da campionamenti fatti all'inizio dell'anno dall'Agenzia risultava che ben il 44% dei treni su quella linea avevano una composizione inferiore a quella prevista dal contratto, cioè le due-tre carrozze chiuse.
Ulteriori controlli svolti nel giugno-luglio 2016 rilevano che, su 13 treni verificati, nove circolavano con tre carrozze chiuse e due treni con due carrozze chiuse.
Nel settembre scorso la situazione è migliorata un po', ma su 46 treni monitorati (22 in partenza da Torino e 24 da Milano), dei 22 in partenza da Torino solamente sette presentavano la composizione prevista, mentre dei 24 in partenza da Milano solamente 13 erano coerenti con le previsioni del contratto.
Quindi, la situazione è effettivamente grave, com'è stato segnalato da entrambe le interrogazioni, ma anche da moltissime segnalazioni nei mesi scorsi.
L'Agenzia e lo stesso Assessorato hanno provveduto più volte a segnalare la questione a Trenitalia regionale, che ci ha risposto dicendo che il problema è legato ad una questione di numero di personale addetto.
Infatti, com'è stato giustamente detto, per ragioni di contratto sindacale assolutamente comprensibile, quando il treno ha più di otto carrozze, deve prevedere due controllori o due capitreno, uno per le prime otto carrozze e il secondo per la parte eccedente. E qui nasce il problema: la carenza di addetti sia come capitreno sia come controllori.
Trenitalia afferma di aver assunto, tra il 2015 e sta assumendo ancora nel 2016, un totale di 80 addetti con questo tipo di mansioni; non solo, ma sta provvedendo a trasferire alcuni macchinisti anche al ruolo di controllori per aumentare il numero delle persone disponibili a fare questo tipo di servizio.
Il problema è che i numeri di queste assunzioni sono stati in gran parte vanificati dalle corrispondenti dimissioni, in gran parte per pensionamento, quindi il saldo è assolutamente insufficiente a garantire questo servizio.
In più, c'è un problema di assenze giustificate sui treni, che sono frutto di aggressioni, il più delle volte verbali, fortunatamente, ma che poi producono la messa in mutua di personale di controlleria, che magari dura anche per alcuni giorni o alcune settimane. La conseguenza è questa carenza di personale, che poi ha come effetto la chiusura delle carrozze.
Il problema è tutto sulla Torino-Milano, perché convogli di questa composizione, cioè con 11 vetture, sono sostanzialmente presenti solo sulla tratta Torino-Milano. Tutti i convogli della Torino-Milano hanno questa composizione, mentre sulle altre tratte molto raramente, solo per momenti di punta, sono previste composizioni così lunghe. Per il resto, si sta normalmente sulle otto carrozze o sotto le otto, quindi con un unico capotreno e un unico controllore.
Evidentemente, com'è stato chiesto, queste inadempienze vengono sanzionate a livello contrattuale - questo è indubbio - ma non è la soluzione.
Nell'ipotesi di riaffidamento che stiamo verificando e che, con protocollo, è stata approvata ieri, si prevede una fase di contrattazione che permetta di superare la scadenza contrattuale, come anche previsto nell'attuale contratto che, però, ci metteva in profonda difficoltà.
Infatti, l'attuale contratto prevede che se entro giugno 2016 non ci fosse in seguito a gare o affidamenti, un nuovo assegnatario dell'affidamento, il contratto attuale sarebbe proseguito automaticamente per sei anni. Questo evidentemente è un pericolo che non possiamo assolutamente correre e permetterci.
Da qui è nata l'ipotesi del contratto ponte, che però prevede nell'anno 2017, la riverifica, la ricomposizione e la rivisitazione di tutto il sistema dei regionali veloci - qua stiamo parlando di questo come anche la sua implementazione. Sperando di non dover aspettare tutto il 2017, ci auguriamo che nelle prossime settimane o nei prossimi mesi questa situazione venga in gran parte sanata, almeno coprendo pienamente i periodi di punta. Perché, evidentemente, questo problema ha delle ripercussioni sugli utenti nelle ore di punta, mentre nelle ore di morbida questo pu anche essere sopportato, benché comunque sanzionabile.


Argomento: Ammortizzatori sociali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1136 presentata dai Consiglieri Frediani, Andrissi, Bono e Valetti, inerente a "Reiezione delle domande di mobilità in deroga. Quali azioni di ricollocazione professionale e sostegno al reddito"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1136 presentata dai Consiglieri Frediani, Andrissi, Bono e Valetti, inerente a "Reiezione delle domande di mobilità in deroga. Quali azioni di ricollocazione professionale e sostegno al reddito".
La illustra la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Partirei dal decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015, di riordino degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183, nell'ambito del cosiddetto Jobs Act, che prevede l'applicazione di una deroga ai criteri previsti dal decreto interministeriale n. 83473/2014 su una riserva del cinque per cento delle risorse assegnate alle Regioni nel 2015 per gli ammortizzatori sociali in deroga, analoga a quella adottata nel 2014.
Si consideri, altresì, il secondo addendum regionale all'accordo quadro regionale del 21 settembre 2014, sottoscritto in data 14 ottobre 2015, e approvato con la deliberazione della Giunta Regionale n. 26-2325 del 26 ottobre 2015, nel quale si decide di assegnare la quota del 5% sopra richiamata nella misura del 95% dei fondi disponibili alla mobilità in deroga, a favore di domande presentate da soggetti che terminano l'indennità ASpI o NASpI (con l'esclusione dei percettori della mobilità ordinaria) a partire dal 15 agosto 2015, in età di 57 anni e oltre requisito poi rivisto d'intesa con le parti sociali il 10 dicembre 2015 abbassando la soglia di età a cinquant'anni.
I comunicati regionali del 15 ottobre 2015 e del 10 dicembre 2015 pubblicati sul sito della Regione Piemonte, elencavano rispettivamente i requisiti richiesti con le modalità di presentazione e gestione delle domande, infine l'abbassamento della soglia minima di età da 57 a 50 anni.
La determina n. 231 del 21 aprile 2016 ha disposto la reiezione di 33 domande di mobilità in deroga, afferenti alla gestione avviata con l'addendum all'accordo quadro regionale del 12 settembre 2014 sottoscritto il 14 ottobre 2015, perché non rispondenti a tutti i requisiti richiesti.
La Direzione regionale ha dunque provveduto alla trasmissione del provvedimento di reiezione ai singoli interessati (33 persone).
Sebbene tra i beneficiari siano stati inclusi anche i titolari di indennità di mobilità ordinaria o di disoccupazione speciale edile, e la soglia d'età prevista per poterne beneficiare sia stata estesa da 57 a 50 anni, vi sono pertanto 33 disoccupati che, non presentando anche uno solo dei requisiti richiesti, sono stati esclusi dall'intervento.
Siamo qui per interrogare l'Assessore per sapere quali misure di ricollocazione professionale siano state intraprese al riguardo per queste 33 persone e se siano contemplate misure di sostegno al reddito nei confronti dei disoccupati esclusi dall'ammortizzatore sociale.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessora Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la gestione del cinque per cento delle risorse assegnate dal Ministero del Lavoro per gli ammortizzatori sociali in deroga, utilizzabili senza tener conto dei criteri restrittivi adottati nel decreto n. 83473/2014, che nel 2015 e nel 2016 sono state per gran parte destinate alla mobilità in deroga.
Occorre dire, in premessa, che l'intervento della mobilità in deroga ha subito nel tempo rilevanti modifiche: è nato nel 2009 come forma di sostegno al reddito per soggetti che, all'atto del licenziamento, erano privi di copertura e in possesso (come stabilito dalla normativa nazionale quadro) di almeno 12 mesi di anzianità aziendale, per gran parte apprendisti e, in misura più limitata, soci di cooperativa. Questi sono stati gli utenti dei primi anni di gestione dello strumento, quando si sono concesse circa 1.300 indennità all'anno, di durata semestrale. A questi soggetti si aggiungevano lavoratori "anziani" a cui mancava meno di un anno al raggiungimento della pensione e privi di sostegno al reddito, che venivano accompagnati alla pensione con la mobilità in deroga, ma sono state poche decine in tutto i richiedenti rientranti in questa categoria.
Dal 2012, quando si sono introdotte delle limitazioni per la concessione della cassa integrazione in deroga alle aziende in cessazione o procedura concorsuale, si è deciso di aggiungere ai target di cui sopra anche i lavoratori ancora disoccupati al termine della fruizione della mobilità o della disoccupazione provenienti da aziende in cessazione o fallimento, coperti per il periodo intercorrente tra la fine della precedente prestazione e la fine dell'anno in corso. Con l'avvento dell'ASpI, apprendisti e soci di cooperativa sono stati fatti rientrare progressivamente, nei novero dei titolari di indennità ordinaria, per cui risultavano coperti all'atto del licenziamento e non più destinatari di mobilità in deroga (sostanzialmente, sono stati spostati di categoria di appartenenza).
Le concessioni si sono, quindi, man mano ridotte, dalle 1.300 medie annue prima citate a 692 nel 2013 e a 540 nel 2014, e riguardavano in larga prevalenza ex titolari di mobilità ordinaria licenziati da aziende in cessazione o procedura concorsuale. Con il decreto interministeriale n.
83473/2014 tale possibilità è venuta meno, perché in una nota in cui il Ministero del Lavoro puntualizzava sull'applicazione della nuova normativa rispondendo a vari quesiti posti dal Coordinamento delle Regioni è stato specificato che la mobilità in deroga non è più concedibile come prolungamento di una precedente prestazione di sostegno al reddito. Il Ministero ha però, a questo punto, introdotto la possibilità di concedere le deroghe, nell'ambito del cinque per cento delle risorse assegnate su base annua, al di fuori dei criteri restrittivi previsti dal decreto citato.
Nel 2014 questi fondi sono stati interamente destinati alla cassa integrazione in deroga. Dal 2015, vista la materiale impossibilità di concedere per via ordinaria la mobilità in deroga, si è privilegiato questo ammortizzatore, modificando i criteri di concessione, come sopra ricordato.
La fissazione di parametri di accesso restrittivi e vincolanti ha inevitabilmente prodotto delle reiezioni, gestite secondo la procedura prevista dalla legge 241/1990 (invio di una comunicazione preventiva di reiezione con cui si dà facoltà al richiedente di richiedere un riesame della pratica). Per i soggetti le cui domande sono state respinte con varie motivazioni non sono previsti interventi di politica attiva dedicati, ma essi possono rientrare negli interventi ordinari promossi dai servizi per l'impiego a favore dei disoccupati.
Vale la pena ricordare che, con l'approvazione del decreto avvenuta alla fine di settembre, che modifica alcuni aspetti legati al Jobs Act (in modo particolare, introduce la possibilità di allargare l'utilizzo del cinque per cento per quelle Regioni che avessero ancora delle risorse residue derivanti dalla cassa integrazione in deroga), stiamo attendendo la circolare esplicativa del Ministero per poter ridefinire l'accordo quadro con le organizzazioni sindacali e datoriali, per cercare di utilizzare nell'ultima parte dell'anno in cui sarà possibile, gli ammortizzatori in deroga, cioè per tutto il 2016. Ma sembrerebbe che all'interno della circolare venga introdotta la possibilità di utilizzare gli ammortizzatori in deroga anche per l'inizio del 2017.
Non appena la circolare sarà emessa, avremo chiare le definizioni con cui poter lavorare.
Abbiamo già avviato una sorta di revisione dell'accordo quadro per poter utilizzare le risorse residue, che ammontano - parliamo di importi significativi per la nostra Regione - a circa 30 milioni. Stiamo cercando di trovare la soluzione che ci permetta di addivenire all'utilizzo di tutte le risorse disponibili, ma bisogna capire quali sono realmente le opportunità che il nuovo decreto, e quindi la nuova circolare, ci consentiranno di attuare per quei lavoratori che ne potranno ovviamente essere coinvolti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1183 presentata dai Consiglieri Andrissi, Bertola, Bono, Campo e Frediani, inerente a "Chiusura Centronaturabile e salvaguardia occupazionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1183.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo del Centronaturabile, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, che ha sede in Varallo Pombia (NO). Si tratta di un centro specializzato, dotato di piscina, che aveva un ruolo importante in provincia di Novara perché, oltre che essere un centro estivo a cui facevano riferimento numerose famiglie della provincia, al suo interno potevano avere acceso tutti quei cittadini che necessitavano di servizi di riabilitazione neuromotoria e fisioterapica infantile. Quindi, stiamo parlando sicuramente di un centro specializzato che consentiva di effettuare delle terapie importanti a livello provinciale e che improvvisamente quest'estate è stato chiuso, addirittura interrompendo anche l'attività del centro estivo.
Il centro era di proprietà della società a responsabilità limitata Naturabile, che aveva un socio unico riconducibile alla Fondazione Sathya Sai Italia Onlus. Probabilmente, essendo mancato il fondatore, gli eredi hanno preferito intraprendere questa strada e percorrerla in modo decisamente repentino, oltretutto perché erano anche stati stipulati degli accordi con il Consorzio intercomunale dei servizi socio-assistenziali (CISAS), che segue i Comuni della provincia di Novara per eseguire anche delle terapie per ragazzi disabili.
Allora noi chiediamo all'Assessore quali interventi la Regione Piemonte intenda mettere in atto per scongiurare la chiusura del Centronaturabile ma siccome la chiusura è ormai avvenuta perché sono ormai passati diversi mesi, chiediamo di conoscere la situazione attuale rispetto a questi servizi che sono venuti a mancare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione in oggetto sul Centronaturabile, comunico che agli Uffici, né come segnalazione informale, né come segnalazione formale, sono pervenute problematiche che coinvolgessero la società, quindi la Regione Piemonte non è stata coinvolta.
Abbiamo effettuato un controllo sulla banca dati della Camera di Commercio, da cui risulta che la società ha cessato l'attività in Piemonte il 14 luglio di quest'anno, trasferendosi in un'altra provincia.
Dalle comunicazioni obbligatorie che si è tenuti a inviare, emerge che gli otto lavoratori che lavoravano all'interno del centro risultano licenziati in data 8 luglio 2016. Questo è quanto noi siamo riusciti a recuperare, ma non abbiamo avuto nessuna richiesta di intervento e nessuna domanda né da parte degli enti territoriali né dalla società stessa per effettuare azioni di intervento in sede di tavolo di crisi.
Ripeto, non abbiamo ricevuto nessuna richiesta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1188 presentata dai Consiglieri Batzella, Bertola, Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Licenziamenti alla All Food. Esiti delle verifiche condotte dall'ASL e prospettive di ricollocazione occupazionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1188.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riguarda i 67 dipendenti che sono stati licenziati dalla All Food. Nonostante siano trascorsi diversi mesi dalla presentazione di questa interrogazione, interrogo l'Assessora per conoscere quali sono gli esiti delle verifiche condotte dall'ASL, quindi dalla Città della Salute e della Scienza di Torino e le prospettive di ricollocazione occupazionale.
Questo è un tema che abbiamo seguito fin dal principio attraverso interrogazioni, sopralluoghi e partecipazione alle manifestazioni, ma ne avevamo già parlato anche con la stessa Assessora Pentenero, che più volte ha ricevuto i lavoratori e indetto tavoli tra i sindacati, i lavoratori e la All Food S.r.l. in questione. Tra l'altro, l'Assessora al lavoro aveva dichiarato di essere consapevole della complessità del tema e che stava lavorando anche con il coinvolgimento dell'Assessorato alla sanità.
Non so se tutto ciò sia avvenuto, ma quando avevo presentato all'Assessora la risposta dell'azienda, l'Assessora affermava che la motivazione dell'azienda risultava essere impropria, in quanto l'eccedenza di personale rispetto a quello necessario per l'espletamento del servizio avrebbe dovuto già essere considerato in sede di passaggio di appalto. Ci veniva rilevato, a detta dell'Assessora, in seguito anche a delle verifiche effettuate con l'Azienda Sanitaria.
Vorrei ricordare che la All Food S.r.l. è la società appaltatrice che dal 1° novembre 2015 è subentrata con una gara d'appalto al massimo ribasso nella gestione del servizio di ristorazione della Città della Salute e della Scienza di Torino, e precisamente presso l'ospedale delle Molinette il Sant'Anna e il Regina Margherita, servendo più o meno 5.000 pasti al giorno con 257 dipendenti in forza ; tra questi, ne sono stati licenziati ben 67.
Interrogo l'Assessora per sapere se ci sono delle novità al riguardo che cosa è successo nel frattempo e se sono stati presi dei provvedimenti in merito alla ricollocazione di questi 67 dipendenti licenziati alla All Food S.r.l.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Il tema della All Food ha occupato buona parte dell'attività dell'Assessorato in questo anno, con interventi approfonditi e di dettaglio in merito all'affidamento e anche all'applicazione delle clausole sociali nel passaggio da un appalto all'altro.
L'analisi che noi abbiamo fatto con l'ASO di appartenenza è un'analisi che ha portato a dire all'ASO stessa che l'applicazione del contratto è avvenuta in modo coerente rispetto a quello che era il capitolato. Dopo una lunga trattativa per la quale sembrava di essere giunti a un'intesa anche con le organizzazioni sindacali, a un certo punto l'accordo non si è potuto effettuare perché non c'è stata convergenza tra le parti, sia le parti datoriali che le parti sociali.
L'ASO stessa, dopo analisi successive effettuate in modo congiunto anche con l'Assessorato alla sanità, ha evidenziato che le anomalie all'inizio denunciate dalle organizzazioni sindacali non trovavano riscontro rispetto al contratto stipulato tra l'azienda All Food e l'ASO della Città della Salute.
I lavoratori sono stati licenziati e oggi beneficiano di un ammortizzatore sociale non conservativo, poiché, a breve, nella prima metà di ottobre partiranno le prime misure di politiche attive. I lavoratori come tutti gli altri lavoratori che si trovano nelle condizioni dei 67 lavoratori dell'All Food, potranno aderire agli strumenti di politiche attive, quindi non c'è uno strumento di politica attiva specifica per gli ex lavoratori All Food, ma rientrano all'interno degli strumenti di politiche attive che saranno messi in campo dalla metà di ottobre in poi.


Argomento: Immigrazione

Interpellanza n. 1230 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Corsi retribuiti per cittadini stranieri. Fondi strutturali Europei 2014 2020" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interpellante, Consigliere Benvenuto, all'interpellanza n. 1230 viene fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.26 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.29)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 902 presentato dai Consiglieri Grimaldi, Allemano Appiano, Barazzotto, Boeti, Caputo, Conticelli, Ferrentino, Giaccone Ottria, Rostagno e Valle, inerente a "Regolare la gig economy e trovare soluzioni per i lavoratori di Foodora" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne fa facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come annunciato e come richiesto da tanti Gruppi consiliari, vorremmo introdurre all'o.d.g. un ordine del giorno sul tema della gig economy.
Per intenderci, l'oggetto è: "Regolare la gig economy e trovare soluzioni per i lavoratori di Foodora"; tra l'altro, oggi pomeriggio c'è un question time sullo stesso oggetto e chiedo se sia possibile, non solo inserirlo all'ordine del giorno ma.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ricordo ai Consiglieri che i lavori del Consiglio sono iniziati.
Io stesso non riesco sentire quello che dice il Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Visto che c'è stata un'ampia discussione sul tema nella scorsa settimana, visto che c'è un question time cui risponderà l'Assessora Pentenero oggi pomeriggio, le chiedo di inserire questo atto di indirizzo all'o.d.g. e, se c'è il consenso dell'Aula, magari anche esprimerci, visto anche che è in corso la trattava sul tema di Foodora, ma in generale vi è una più ampia discussione sul tema della gig economy.
Se poi i colleghi sono d'accordo, vorrei che fosse "tirato" un po' più in alto nell'o.d.g., così da votarlo in giornata.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte dei Consiglieri Bertola e Ruffino, di comunicazioni della Giunta regionale in merito all'Ospedale Unico dell'ASL-TO5


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere, a nome mio e del Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle comunicazioni da parte dell'Assessore Saitta riguardo alla scelta avvenuta con deliberazione di Giunta regionale ieri, del sito sul quale ubicare il nuovo ospedale per l'ASL-TO5, visto che ci sono state diverse sollecitazioni in questo periodo.
Non più tardi di una settimana fa abbiamo audito in Sala Viglione alcuni Sindaci del territorio dell'ASL-TO5, ma ieri è stata compiuta questa scelta - qui riferisco un'opinione - che definirei come infausta.
Vorremmo delle comunicazioni da parte dell'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

L'Assessore Saitta al momento non è presente (questo è quanto mi ha comunicato il Vicepresidente Reschigna in rappresentanza della Giunta).
Quando arriva, glielo chiediamo.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Proprio una settimana fa eravamo in Sala Viglione ad audire i Sindaci che da ben due mesi ci chiedevano un incontro sull'Ospedale Unico. Anche il nostro Gruppo ha letto della delibera che è stata assunta ieri dalla Giunta. Sono state assunte delle decisioni, in particolare colpisce quella di compensare il consumo del suolo, eliminando otto ettari di area oggi edificabile, trasformandole in aree verdi agricole. Questo è certamente viene da dire - un nuovo metodo che è stato adottato. Oggi non è presente l'Assessore all'agricoltura Ferrero, ma ce lo faremo spiegare meglio.
Leggendo i giornali di oggi, ci sono alcuni parerei. Pare che qualcuno, in corso d'opera, abbia anche cambiato idea.
Il Sindaco di Chieri dice: "Poca trasparenza. La Regione ha comunicato la scelta, ora deve illustrare i criteri della decisione e gli aspetti che sono stati privilegiati per dimostrare che è stata una decisione trasparente".
L'amministrazione di Carmagnola - è cambiato il Sindaco - rappresenta la sua delusione e preoccupazione sul futuro della sanità sul territorio: "La Regione comunica che lavorerà sul fronte dell'accessibilità intervenendo sulla razionalizzazione della riscossione dei pedaggi della tangenziale sud e agevolando la razionalizzazione di una rete stradale di variante, al concentrico del Comune di Cambiano", ma martedì i Sindaci hanno presentato un progetto che, ad esempio, sull'accessibilità, dava tutta una serie di soluzioni.
Premetto che non voglio, e non vogliamo assolutamente, entrare nel merito della scelta, non è nostro compito, ma sicuramente, in questo momento, vorremmo capire le motivazioni. Sull'accessibilità stradale ci veniva detto che i tempi di accesso stradale sono più favorevoli a Villastellone rispetto a Moncalieri e Trofarello (19 minuti contro 22). Dal punto di vista ferroviario la stazione interna all'ospedale forniva vantaggi, l'area di Moncalieri è classificata a pericolosità medio-moderata e, a richiesta di un collega, sulla bonifica dell'area di Villastellone veniva detto che la bonifica era stata effettuata. Quello che chiediamo è certamente una relazione da parte dell'Assessore, ma anche un momento ampio di esposizione con tutti i Sindaci, e non soltanto nel contesto dell'ASL ma in Consiglio regionale, per meglio comprendere queste ragioni.
Un ospedale unico ha dei costi, perché la sanità sul territorio rischia di essere penalizzata. In qualche modo sono già stati razionalizzati dei servizi sull'ospedale di Chieri, ma noi crediamo che il compito del Consiglio regionale, uno tra i prioritari, sia anche questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, credo, date le richieste, sia opportuno comunicarle che ieri ho ricevuto formale richiesta, da parte del Consigliere Valle, di convocare una IV Commissione ponendo all'o.d.g. proprio ciò che hanno appena chiesto i colleghi.
Valuti, insieme alla Giunta e all'Assessore Saitta, se sia il caso già oggi, di discutere dell'argomento, oppure di dedicare un'intera Commissione per i necessari approfondimenti.



PRESIDENTE

Vicepresidente Ruffino, non stiamo facendo una discussione nel merito della questione, non le posso dare di nuovo la parola. Ogni Consigliere, se vuole, alza la mano, può fare una domanda, intervenire, ma non c'è una discussione in questo momento sull'ospedale unico. Il Regolamento è cambiato. Una volta si arrivava qui al mattino e, a seconda delle notizie apparse sui giornali, ognuno si alzava e faceva l'intervento. Questa cosa non esiste più. La questione è finita.
Quando l'Assessore Saitta verrà chiederemo quali sono i suoi intendimenti. Se c'è la disponibilità ad affrontare la questione in Aula l'affronteremo, altrimenti andrà in Commissione.
Io andrei avanti con i punti all'o.d.g. del Consiglio. Non le posso dare la parola su quest'argomento, Consigliere Vignale, una componente del suo Gruppo si è già espressa.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Il Consigliere Bertola aveva chiesto l'incontro con l'Assessore. A mio parere, deve essere presente l'Assessore per discutere di questo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Chiamparino, Corgnati Ferraris, Ferrero, Laus e Rossi.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'11 ottobre 2016.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

c) Ricevimento organizzazioni sindacali in merito al tema "Prelievi forzosi del Governo: compromessi i servizi essenziali nella Città metropolitana di Torino"


PRESIDENTE

Informo i colleghi che oggi, 18 ottobre, alle ore 13, in Sala Viglione si svolgerà un incontro con le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL) in merito al tema "Prelievi forzosi del Governo: compromessi i servizi essenziali nella Città metropolitana di Torino".
Ricordo, inoltre, che alle ore 18, in Sala A, ci sarà la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Il punto 3) all'o.d.g. ha come oggetto "Nomine". Su questo, possiamo fare una breve riunione dei Capigruppo.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali dell'11 ottobre 2016.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame disegno di legge n. 221, inerente a "Disposizioni di riordino e razionalizzazione dell'ordinamento regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 221, inerente a "Disposizioni di riordino e razionalizzazione dell'ordinamento regionale" di cui al punto 4) all'o.d.g.
E' relatore di maggioranza il Consigliere Valle, di minoranza il Consigliere Mighetti.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Con questo disegno di legge andiamo ad assolvere un compito che ci eravamo presi prima dell'estate: quello di riportare in Aula tutte le parti che abbiamo stralciato nel precedente disegno di legge sulla semplificazione.
Al di là del merito - di cui mi riservo di dire qualcosa tra poco - mi sento di plaudere alla serietà dei lavori di quest'Aula, non solo perché ha saputo tenere fede a un impegno che ci si era presi in quella sede ed in tempi ragionevoli, ma anche perché ha saputo farlo con una modalità che ha tenuto conto delle criticità emerse nel corso del passato processo di valutazione ed approvazione del precedente disegno di legge.
In particolare, considero significativo avere espunto tutti quegli emendamenti o quelle proposte che non avevano il valore di meri correttivi ma volevano inserire delle proposte di legge organiche all'interno della legge sulla semplificazione.
Penso, inoltre, sia stato significativo organizzare i lavori della Commissioni in maniera tale da affrontare tutti i temi in Commissione e non direttamente (per la prima volta) in Aula, garantendo così a tutti i Gruppi la possibilità di approfondire seriamente le questioni oggetto del disegno di legge. In questo modo, abbiamo recuperato un po' la serietà e lo spirito originale che questo tipo di provvedimenti hanno: offrire l'occasione di un lavoro di manutenzione sul nostro patrimonio legislativo, che peraltro manifesta questa necessità frequentemente, perché, per la maggior parte, è piuttosto vetusto, e consentire di non sforzare uno strumento per scopi che non sono propriamente i suoi.
Ritengo che la velocità con cui abbiamo potuto procedere in aula dipenda sostanzialmente da quel patto tra gentiluomini, che è stato fedelmente rispettato.
Nel merito, voglio sottolineare alcune innovazioni che questo disegno di legge porta, anche se l'abbiamo già fatto qualche mese fa.
La proposta e l'innovazione in materia di usi civici mi sembra interessante, perché risolve un problema diffuso e, non solo offre certezze in materia di diritto agli acquirenti e a tutto il mercato, ma - in particolare - sana quella che, di fatto, è un'ingiustizia. Si occupa infatti, di coloro che hanno comprato una casa da un ente pubblico, e quindi con la massima sicurezza e il massimo affidamento che questo potesse avvenire senza sorprese, mentre - poi - la scoperta di uso civico è avvenuta successivamente.
E' interessante e da sottolineare, anche perché interessa tutti e riguarda un numero significativo di lavoratori, l'introduzione e l'innovazione in merito alla durata dei contratti dei collaboratori dei Gruppi, in maniera che possano arrivare fino alla fine della legislatura senza ambiguità, senza dubbi, come fino a poco fa avveniva.
Mi sembra importante aver anticipato in questo disegno di legge le questioni relative ai criteri con cui andiamo a suddividere i finanziamenti per la neve agli operatori del campo sciistico, perché permettono di affrontare le questioni adesso, prima che inizi la stagione, senza voler togliere la sostanza alla discussione che stiamo facendo come gruppo di lavoro in III e VI Commissione, riguardante questioni più complesse in materia di attività estiva, di urbanistica, di area sciabile e quant'altro.
Ci sono, poi, un'altra serie di innovazioni che non sto qua a ripetere perché in buona parte sono quelle che abbiamo già visto un po' di tempo fa.
Concludo, ripartendo dall'inizio, cioè risottolineando il giudizio positivo sull'operato, tanto delle Commissioni quanto dell'Aula, sia rispetto all'impegno che ci siamo presi prima dell'estate sia rispetto alla modalità con cui abbiamo svolto i lavori, che ritengo debba essere salvaguardata e riproposta nelle prossime occasioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge, come già ricordato dal Consigliere Valle nasce dal passato provvedimento "omnibus", approvato alla fine dell'estate.
Alcune parti erano state espunte per giungere ad un'approvazione più rapida e preventiva rispetto alla pausa estiva.
Siamo arrivati in Consiglio con questa proposta, che non è stata scevra di modifiche durante i lavori in Commissione.
Come ha richiamato il Consigliere Valle, il patto tra galantuomini per giungere all'approvazione anche di quelle che erano le parti dell'"omnibus" non approvate ha portato ad un lavoro per lo più condiviso.
Chiaramente, non sono mancate le difficoltà allorquando ci sono state incomprensioni e allorquando ci sono state parti del testo che, a nostro giudizio, non erano compatibili con gli intendimenti della legge.
In particolare, abbiamo fatto un'attività di drafting sulle parti del testo aggiunte in Commissione. Ricordo che gran parte del testo è stato elaborato in Commissione nella giornata di ieri, mettendo a dura prova, non solo i Consiglieri, ma anche gli Uffici. Si è giunti a questa stesura, che manca di alcune criticità, che noi evidenzieremo con pochissimi emendamenti di merito, ma che generalmente trova la nostra approvazione.
In sintesi, questo testo va a modificare una serie di leggi esistenti anche di recente approvazione. Questo ci ricorda come, a volte, la fretta dimostrata da questa Giunta, in Consiglio, per approvare i provvedimenti e il non ascolto delle opposizioni porti a degli immediati o fulminei cambiamenti di rotta e modifiche dei testi appena approvati in sede di disegno di legge "omnibus".
Questa è una critica che vuole essere costruttiva e portare il Consiglio ad affrontare i testi di legge con maggiore cura e senza l'errato presupposto che l'opposizione faccia opposizione fine a sé stessa e non costruttiva, improntata a migliorare i provvedimenti.
Il testo originario del disegno di legge verteva, in maggior parte sulle questioni dello sport e del turismo, su modifiche delle disposizioni in materia di montagne e foreste, su disposizioni in materia di patrimonio e di enti, istituti o partecipate della Regione.
Poi, sono stati aggiunti altri campi: ad esempio, sono stati inseriti degli interventi per la semplificazione in materia di usi civici ed altre questioni relative all'attività del Consiglio regionale, quali attività sulla trasparenza e sulla pubblicazione dei dati. Abbiamo dematerializzato l'anagrafe degli eletti, ma soprattutto lo stato patrimoniale degli eletti che veniva realizzato ancora in versione cartacea.
Su questo articolo, siamo intervenuti con piccole modifiche che a noi paiono molto più comprensibili rispetto a quello che ci era stato proposto.
Altra questione è relativa al Bollettino Ufficiale.



(Brusìo in aula)



MIGHETTI Paolo, relatore

Presidente, non riesco più a sentirmi!



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Mighetti.
Ricordo ai Consiglieri che i lavori del Consiglio sono iniziati. Pu darsi che il disegno di legge non sia particolarmente entusiasmante, ma lo dovremmo votare, quindi vi invito a fare silenzio.
Prego, Consigliere Mighetti, continui pure.



MIGHETTI Paolo, relatore

Un'altra modifica riguarda il Bollettino Ufficiale e gli omissis che nel Bollettino Ufficiale riguardano parti delle delibere e delle determine che vanno ad influire sulla normativa sulla privacy.
Noi abbiamo voluto specificare che gli omissis sono relativi alla tutela della privacy e per questo motivo bisogna fare riferimento alla normativa nazionale esistente.
Altre questioni, che secondo noi sono abbastanza importanti, riguardano il capitolo della montagna e delle foreste. C'è una modifica normativa che va a meglio specificare una deroga data in passato, relativamente alla non corresponsione dei diritti di rimboschimento, durante i lavori di recupero di aree rimboschite nell'arco degli ultimi trent'anni.
Questa specifica, che va a correggere un piccolo errore della normativa che andava a non definire bene i soggetti beneficiari di questa misura, a noi è sembrata una correzione opportuna.
Abbiamo fatto solo una piccola correzione relativamente alle tipologie di soggetti che possono beneficiare di questa misura, andando ad inserire gli imprenditori agricoli non professionali, che in tante zone della nostra Regione, specie nelle aree marginali, costituiscono l'ossatura di quello che è ancora un tessuto agricolo attivo e che crea, ancora in parte, un sistema virtuoso di manutenzione del territorio.
In ultimo, volevo ricordare una questione su cui noi abbiamo ancora parecchie riserve, relativa all'IRES.
La modifica proposta nel disegno di legge riguarda le collaborazioni esterne di cui IRES Piemonte si può avvalere in caso di necessità e di effettivo incremento dell'attività e della qualità dell'attività svolta.
La modifica va a trasformare gli orientamenti degli affidamenti. In pratica, nell'articolo originale della legge costitutiva dell'IRES venivano affidati gli incarichi a terzi su proposta del direttore della struttura con la modifica proposta da questo disegno di legge, l'IRES affida incarichi a terzi per l'espletamento di attività strettamente connesse ai compiti di indirizzo e di direzione politico- amministrativa.
Questa ultima locuzione ci preoccupa un po'. Non ci preoccupa abbastanza perché nel comma successivo viene abrogata tutta una serie di paletti, paletti che erano inseriti nell'articolo 21 della stessa legge.
Benché nella giustificazione di quello che era l'orientamento che è andato a realizzare questo articolo ci fossero dei richiami alla legge nazionale che, per così dire, limitano quello che è il ricorso a consulenti esterni a nostro giudizio mancano alcuni elementi che in questi articoli erano citati. Nei commi 4 e 5 erano individuati alcuni elementi economici su cui basarsi per l'espletamento degli incarichi esterni: c'era un limite di un quinto della spesa di IRES per questi incarichi esterni.
Con questa modifica questo limite viene espunto.
A nostro giudizio, è veramente sbagliato andare in questa direzione anche perché con l'articolo che prima ho citato si dà un'impronta veramente politica a quelle che sono le attività dell'IRES sulle consulenze esterne.
Con questo ricorrere alla deregolamentazione dei limiti si corre veramente il forte rischio di avere un'attività indirizzata a livello politico su questo fronte.
L'ultimo emendamento presentato ieri riguarda i trasporti.
E' un emendamento che abbiamo in gran parte condiviso. Probabilmente oggi, rielaborando l'articolo com'è stato definito in Commissione, potremmo proporre alcune modifiche migliorative che a nostro giudizio possono essere di aiuto, perché l'attività proposta è un'attività di analisi, un'attività di registrazione di trasparenza su quello che è il trasporto pubblico locale, affinché sia effettivamente più incisivo.
Con questo lascio la parola ad altri colleghi che eventualmente potranno andare a definire quali sono gli interventi migliorativi che avremo su questi articoli.



PRESIDENTE

Ci sono interventi rispetto alla discussione generale? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Con questo disegno di legge regionale che stiamo discutendo credo si sia persa un'occasione per fare una rivisitazione all'altezza dei tempi e delle sfide che ci stanno attendendo, soprattutto per quel che riguarda il mondo dell'impresa e dello snellimento degli Enti locali.
Possiamo notare che ci sono delle leggi regionali del 2007 che dimostrano chiaramente un fallimento politico, come l'articolo 8 che verrà modificato, per quanto riguarda SCR, nelle norme dell'individuazione di un apposito soggetto a cui affidare le redazioni dei documenti preliminari e la progettazione di studi di fattibilità delle opere di interesse: la medesima funzione rimane in capo alla Società di Committenza Regionale Piemonte S.p.A.
Per quanto riguarda il turismo, il posto tappa è semplicemente un qualcosa in più che però nulla toglie e nulla aggiunge, e che sicuramente non pone la possibilità di mettere i soggetti che operano in materia di turismo, quindi aziende, in condizioni di avere la vita più semplice.
Si insiste molto sul posto tappa, ma la definizione è quanto meno aleatoria.
Ribadiamo che poteva sicuramente essere questa l'occasione per fare un lavoro più organico e meno post-codicistico, con tutti questi richiami, ma rifare una cosa. tanto più che stiamo rivedendo una situazione importante.
Abbiamo perso un'occasione, secondo noi, di mettere ordine e di razionalizzare veramente e non con semplici atti formali l'ordinamento regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come abbiamo annunciato nell'esame del provvedimento in Commissione, ho presentato due emendamenti di merito sul Capo dei trasporti, in merito al monitoraggio dei servizi di trasporto pubblico (autobus e treno) e sulla pubblicazione dei dati, per andare verso un quadro che è sempre più quello che si auspica, dell'open data. Infatti, i dati pubblici devono essere accessibili, tanto più alle parti in causa, e pensiamo quindi ai pendolari e alle associazioni dei consumatori che possono verificare la bontà del servizio pubblico sui dati forniti dalle compagnie.
In merito al rapporto tra la fornitura dei dati alle compagnie di trasporto e la Regione abbiamo vincolato delle sanzioni, anzi dei mancati corrispettivi della Regione verso le compagnie in base alla gravità dei dati che non sono stati forniti alla Regione. Infatti, ricordiamo che la possibilità di monitorare la qualità del servizio dipende dai dati, quindi anche le sanzioni che vengono comminate alle compagnie dipendono dal fatto che la Regione abbia la visibilità di quello che le compagnie hanno fatto.
Quindi, è più grave di quello che sembri la mancata informazione, ad esempio, dei dati sui passaggi dei mezzi, sulla puntualità e sulla frequentazione dell'utenza. Sono tutti elementi che poi ci consentono di misurare la qualità del servizio e, quindi, misurare anche eventuali penali.
Il dato è pertanto economicamente rilevante e i due emendamenti si riferiscono a questi punti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La proposta di legge, nascendo da articoli stralciati dalla legge finanziaria, è inevitabilmente una modalità omnibus della norma, quindi contiene molte modifiche che alla norma vengono poste, che fanno fare una valutazione che è più sugli articoli della singola legge che non sulla legge generale, in quanto non ha un impianto, per cui si occupa di turismo piuttosto che di lavoro o di welfare. Come tale, ha alcuni aspetti che riteniamo positivi e altri meno.
Noi dovremmo fare in modo, ancorché queste norme siano utili, di avere un'attività consiliare e di Commissioni che si occupi dell'attività normativa in modo un po' più normale, nel senso che credo sia un mese che questo Consiglio non si riunisce affrontando una proposta di legge. Questo ci dimostra come ci sarebbe il tempo, all'interno delle Commissioni, per affrontare i singoli temi in modo un po' più appropriato, altrimenti avviene, com'è accaduto nella Commissione di ieri, che il Vicepresidente che è anche il presentatore del DDL 221, deve rispondere un po' di tutto il mondo, perché dentro questa norma si parla di montagna, di agricoltura, di turismo. Quindi, non c'è il necessario approfondimento.
Certo, vi sono alcuni aspetti che riguardano ad esempio le realtà montane o l'attività forestale, che hanno almeno uno spunto che noi riteniamo positivo; uno spunto perché si prova a discutere di come cercare di migliorare o di dare promozione a quelle aree. Altrimenti il rischio è che vi sia una convegnistica estremamente ampia, un'attività delle comunità locali sulle potenzialità dello sviluppo montano e forestale estremamente significativa, ma che tutto questo non abbia un progetto strategico che vede, ad esempio, la modifica, da una parte, della legge n. 3 (la legge sulla montagna), e dall'altra parte della legge n. 4 (la legge sull'economia forestale), se non con piccoli interventi che non sono mai di sistema.
Pertanto, discutiamo oggi di alcune modifiche, che di per sé non sono neanche negative rispetto ai temi della montagna e delle foreste, o discutiamo la norma che abbiamo discusso in legislativa rispetto all'aggregazione fondiaria, ma tutto questo appare più come l'attività derivante o da singoli Consiglieri o necessità che provengono e vengono indicate dagli Uffici, piuttosto che non una progettualità che è in capo alla Giunta.
Noi abbiamo presentato, e lo illustreremo, un emendamento che, ad esempio, prova ad individuare un intervento di detassazione sulle aree montane. Certo, quella proposta non è una proposta unica, nel senso che non è una proposta risolutiva per i territori montani, nel senso che molto altro servirebbe con un progetto più organico.
La vera scollatura che noi troviamo - abbiamo fatto l'esempio della montagna in quanto me ne sono occupato e un po' perché diventa più facile è che se c'è un vero appunto che noi facciamo a questa Giunta - e lo dico con la distensione che c'è stata in questi giorni nella discussione della norma, dove si è cercato di intervenire più sul merito dei singoli provvedimenti che non su una contrapposizione fra destra e sinistra o del Movimento 5 Stelle, cioè di parte, perché, in teoria, questi dovrebbero essere provvedimenti che si usano per migliorare un pezzetto del corpus normativo di carattere regionale - è che queste leggi, di fatto, nascondono un'assenza di strategia complessiva di governo per la nostra Regione. E non è casuale che se noi prendiamo le leggi discusse e approvate da questo Consiglio regionale, ad esempio nel 2016, non troveremo una sola norma di struttura.
Bene diceva il collega Valle prima rispetto, ad esempio, a un tema importante che riguarda il mondo dell'impiantistica di risalita. Perché è necessario questo? E' necessario, perché rispondiamo ad un comparto che ha circa 40 mila addetti nella nostra Regione.
Bene ha lavorato la III Commissione sulle attività estrattive, perché è un comparto assolutamente significativo all'interno della nostra Regione.
Non casualmente ho fatto questi due esempi, perché sono in un caso e nell'altro esempi che fortunatamente provengono dal Consiglio e non dalla Giunta regionale.
Noi ci aspetteremmo che su alcuni temi - faccio l'esempio della montagna, che mi è più facile - l'Assessore Valmaggia capisse di essere non solo l'Assessore alle manifestazioni montane, ma di essere l'Assessore alla montagna e che proponesse una riforma della legge n. 3, visto che siamo a metà mandato, che fu una legge monca, perché - il Vicepresidente lo ricorderà bene - eravamo in un momento di ordinarietà e non di straordinarietà, per cui tutta una serie di articoli li dovemmo escludere dall'approvazione della legge. E proponesse una legge di riforma della legge n. 4 - quella sulle foreste - che noi modifichiamo solo parzialmente.
Così come - tocco due temi, poi li affronteremo nel corso dell'esame degli emendamenti - a noi pare che, al di là di alcuni aspetti che la legge contiene relativamente al patrimonio, agli usi civici o alle partecipate regionali, vada riesaminato anche il tema relativo al personale, cioè il fatto che si sia inteso abrogare l'articolo 15 della legge n. 23/2015 (che diceva, nella sostanza, che la Regione, gli enti strumentali della Regione e le società partecipate non potevano assumere alcun dipendente se non attingendo alla graduatoria nazionale dei dipendenti provinciali).
Credo sia un articolo che certamente può essere superato, perché questa graduatoria - così dice il Vicepresidente, e non abbiamo timore a credergli va in esaurimento. Ma quel principio che era afferente alla legge n.
23/2015 va salvaguardato. Cioè va salvaguardato il fatto che nella normativa regionale - perché oggi non c'è, e non c'è perché si è in una situazione differente rispetto a quella attuale, cioè quella in cui c'è una disponibilità di dipendenti (complessiva degli Enti pubblici) che talvolta è superiore alle necessità - la priorità sia nell'utilizzo dei dipendenti delle Province o dei dipendenti degli Enti locali. Quindi si intervenga in questo modo, oppure si intervenga con procedure concorsuali. Perché bisogna anche dire che i tanti interventi di rottamazione, di pre-Fornero e quant'altro, hanno sostanzialmente limitato il numero di dipendenti. Per cui, se è vero che magari su un numero complessivo c'è un numero che è pari a quelle che potrebbero essere le esigenze dell'Ente, per singole aree possono esserci delle figure tecniche o degli aspetti dirigenziali che invece, potrebbero necessitare di attività di selezione, che però si devono fare con un'unica modalità, che è quella del concorso pubblico. Non ve ne sono altre. In un emendamento che poi illustreremo si dirà questo.
Però noi crediamo che aver abrogato, senza sostituirla con un altro aspetto normativo, l'impossibilità, in tema di personale, di utilizzare esclusivamente (si diceva prima) o in modo quasi esclusivo (diremmo adesso) quelli che sono i dipendenti e le professionalità degli Enti locali e della Regione, sia una priorità.
Vi sono, poi, aspetti che intervengono sulle dinamiche consiliari che afferiscono non soltanto alle modalità di armonizzazione della nostra norma con il Jobs Act, ma che cambiano anche alcune procedure di arruolamento. E' un aspetto contenuto all'interno della norma sul quale esprimeremo poi un giudizio, ma che certamente individua una modalità differente rispetto a quella che esiste oggi.
Significativo o meno, noi crediamo che un tema che riguarda in teoria il Consiglio regionale sta nell'attenzione dell'Ufficio di Presidenza, e che non riguarda solo ed esclusivamente questa fattispecie, ma una serie di fattispecie che sono anche differenti.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento in fase di discussione generale, possiamo iniziare con l'esame dell'articolato. Invito pertanto i Consiglieri a riprendere il loro posto.
ARTICOLO 1 Su questo articolo insiste un emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: Al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 221 (Disposizioni di riordino e razionalizzazione dell'ordinamento regionale) le parole "30 settembre 2016" sono sostituite con le seguenti: "31 dicembre 2016".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna, per l'illustrazione ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' semplicemente un emendamento che sposta il termine del 30 settembre 2016, previsto all'articolo 1 per la chiusura delle procedure di liquidazione delle ex Comunità montane, al 31 dicembre 2016.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a rientrare in aula, perché procediamo con le votazioni.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Io esco, esco un attimo: mi dia un minuto di tempo per la votazione!



PRESIDENTE

Come?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

A questo punto, chi deve entrare e uscire...



PRESIDENTE

Ma il tempo...
Lei non può mettere in discussione il rispetto delle regole! Perch tutto è possibile, ma non mettere in discussione il rispetto delle regole.
La votazione è aperta fino all'ultimo secondo: se si raggiunge prima il numero, si può anche completare prima.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Presidente, mantenga sempre gli stessi secondi per la votazione!



PRESIDENTE

Lei non mi può dire quello che devo fare. Io devo rispettare le regole! BATZELLA Stefania (fuori microfono) Allora le rispetti!



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 2 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
GRAGLIA Franco (fuori microfono) Aspetti, non abbiamo votato!



PRESIDENTE

Non so cosa dirvi: c'è il numero...
Chiariamo un concetto: se i Consiglieri non hanno ancora votato e io finissi la votazione una volta raggiunto il numero legale, io priverei i Consiglieri di un loro diritto, è chiaro? Quindi non posso farlo.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Vignale, Gancia Marrone, Pichetto Fratin, Ruffino: Prima del comma 1 dell'articolo 7 del disegno di legge n. 221, è inserito il seguente: "0.1 Inserimento del Capo II bis nella legge regionale 14 marzo 2014, n. 3 1. Dopo l'articolo 6 del Capo II della legge regionale 14 marzo 2014, n. 3 (legge sulla montagna), sono inseriti i seguenti: Capo II bis. Interventi per la detassazione delle zone montane Articolo 6 bis (Fondo per la detassazione delle zone montane) 1. E' istituito un fondo regionale, implementato annualmente con al legge regionale di bilancio, le cui risorse sono finalizzate alla riduzione dei tributi locali per le imprese che garantiscono incremento occupazionale o uovo insediamenti nei comuni delle zone montane.
2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente stabilisce i criteri e le modalità di funziona mento del fondo di cui al comma precedente.
3. La riduzione dei tributi locali di cui al comma 1 è modulata diversamente per i comuni la cui maggioranza della popolazione risiede da 400 a 600 metri, da 600 a 800 metri e oltre gli 800 metri di altitudine.
Articolo 6 ter. (Interventi per la rivitalizzazione delle realtà minori) 1. La Regione interviene a sostegno della rivitalizzazione dei comuni con popolazione inferiore a mille abitanti privi di esercizi commerciali ovvero dotati di un numero limitato di esercizi commerciali.
2. Al line di incentivare la polifunzionalità dei servizi resi al consumatore, offrendo in un unico punto vendita un'ampia gamma di servizi di tipo commerciale oppure finanziario oppure di informazione turistica, la Regione eroga contributi a fondo perduto ai comuni di cui al comma precedente.
3. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente stabilisce i criteri e le modalità di erogazione dei contributi di cui al presente articolo.
Articolo 6 quater. (Sostegno alla natalità e ai minori delle zone montane) 1. La Regione sostiene la natalità, la crescita e lo sviluppo delle capacità dei minori residenti nei comuni montani attraverso l'erogazione di un contributo mensile corrisposto fino al raggiungimento della maggiore età.
2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente stabilisce i criteri e le modalità di erogazione del contributo di cui al presente articolo.
3. L'entità del contributo di cui al comma precedente è modulata diversamente per i comuni la cui maggioranza della popolazione risiede da 400 a 600 metri, da 600 a 800 metri e oltre gli 800 metri di altitudine.
Articolo 6 quinquies. (Tariffa d'ambito - Agevolazioni per le zone montane.
Articolo 8 della l.r. 13/1997) 1. In attuazione di quanto disposto dall'articolo 8. comma 2. della legge regionale 20 gennaio 1997. n. 13 (Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli Enti locali ai sensi della legge 5 gennaio 1994. n. 36 e successive modifiche ed integrazioni.
Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche), la tariffa d'ambito, costituente il corrispettivo del servizio idrico integrato pagato dall'utenza nell'intero ambito ottimale, è ridotta in misura non inferiore al 30 per cento, per le attività imprenditoriali classificate come micro o piccole imprese situate nei comuni montani.
2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente stabilisce l'entità della riduzione di cui al comma precedente modulandola diversamente per i comuni posti tra 400 e 600 metri, tra i 600 e gli 800 metri e oltre gli 800 metri di altitudine.
Articolo 6 sexies. (Copertura finanziaria) 1. Le disposizioni di cui agli articoli del presente capo, trovano copertura finanziaria nelle già individuate risorse di cui all'articolo 5".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento all'articolo 7 sostanzialmente contiene una serie di interventi differenti proprio a modifica della legge 3, cioè la legge sulla montagna, introducendo alcuni aspetti. Un Capo è quello relativo alla detassazione delle zone montane, andando a costituire un fondo regionale per la detassazione delle aree montane, sul quale l'articolo dice volutamente che sarà la Giunta, sentita la Commissione competente, a stabilire i criteri e le modalità di finanziamento del fondo stesso.
Questo, come altri Capi, prevede che la riduzione dei tributi locali avvenga in modo diversificato per altimetria ed è, noi crediamo, importante perché sappiamo - come quello successivo, relativo alla rivitalizzazione delle realtà minori - che riguarda Comuni con popolazione inferiori ai 1.000 abitanti privi di esercizi commerciali, ovvero dotati di un numero limitato di esercizi. Questo intanto per escludere da quelli che sono alcuni benefici le realtà montane che non hanno bisogno - fortunatamente di un nostro intervento normativo di carattere regionale, cioè alcune delle aree dove insistono gli impianti di risalita, ma non solo.
Noi crediamo che questi emendamenti sarebbero utili se uno verificasse la dinamica di cui stiamo parlando, cioè abbiamo una serie di territori montani all'interno dei quali non esiste neppure un'attività commerciale ne abbiamo altri in cui le attività commerciali sono estremamente limitate e abbiamo delle realtà in cui vi è il mantenimento di posti tappa piuttosto che di rifugi alpini, che scontano una normativa assolutamente identica per tutti dal punto di vista dei tributi locali e quindi con interventi che anche da un punto di vista economico, possono essere non estremamente impattanti. Faccio l'esempio di una detassazione rispetto ai tributi locali sulla raccolta rifiuti: possono sembrare cifre piccole, ma quando un'attività commerciale deve pagare 2.000-1.500 euro l'anno per la raccolta dei rifiuti, la spesa è assolutamente significativa.
Così come intendiamo chiedere che la Regione intervenga rispetto alla propria legge sulla tariffa d'ambito. La nostra legge regionale n. 13 del 1997 prevede, all'articolo 8, che si possano, con delibera del Consiglio regionale o con proposta della Giunta approvata dal Consiglio, dare indirizzi ai soggetti istituzionali in materia di risorse idriche affinch nelle aree montane vi sia un minore costo del servizio idrico. Ciò per un motivo molto semplice: oggi a tariffa unica, salvo piccoli stridi esistenti, un residente del capoluogo di una grande città paga come il residente della zona che cede l'acqua a Torino e alla prima cintura o comunque alle grandi città della nostra regione. Ebbene, noi crediamo che anche da questo punto di vista sia corretto che, in qualche modo, vi sia un distinguo fra i territori che cedono un bene rispetto a quelli che beneficiano di quel bene. La nostra legge questo lo prevede e quindi sarebbe da applicare.
Evidentemente questo non è un intervento risolutivo per le aree montane: un intervento significativo nelle aree montane è quello di applicazione e sinergie fra comprarti differenti. Ad ogni modo, visto che parliamo di legge sulla montagna, abbiamo dato quelli che sono alcuni spunti e alcuni esempi di come, secondo noi, potrebbero introdursi delle modalità in grado di favorire la vita all'interno delle nostre realtà montane.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Devo ripetere alcune riflessioni che ho proposto ieri in Commissione su un analogo emendamento presentato dal Consigliere Vignale.
Sull'emendamento in oggetto, il parere della Giunta è negativo perch questo emendamento presuppone una copertura di bilancio che questa legge non è in grado di poter dare e garantire, poiché interventi sulla detassazione, interventi sul sostegno della natalità, interventi sul sistema economico in montagna hanno questo tipo di caratteristica: o vedono stanziate delle risorse, o rappresentano unicamente delle enunciazioni.
Io credo però di raccogliere una delle riflessioni che venivano proposte, non solo nell'illustrazione dell'emendamento, ma anche nel dibattito generale che si è svolto sul testo del disegno di legge. Cerco di riassumerlo in questo modo. Credo che sia necessaria una riflessione complessiva sul tema delle politiche che riguardano la montagna piemontese.
Una riflessione complessiva che parta dal presupposto che svolgere oggi vite economiche in montagna è certamente più complesso che svolgerlo in un territorio di pianura. Garantire un sistema dei servizi, anche se storicamente la Regione Piemonte sostiene, a partire dagli interventi sulla scuola di montagna, un sistema di servizi all'interno delle zone montane è più complesso rispetto alle zone di pianura. Sviluppare degli interventi che consentano di mantenere residenzialità all'interno dei territori montani è certamente diverso che sviluppare interventi che riguardino il resto.
Questo porta, inevitabilmente, come ragionamento e come riflessione ci inserisco un ulteriore tema - a una rivisitazione degli elementi di governance dei territori di montagna.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, il Vicepresidente Reschigna sta parlando al Consigliere Vignale, ma teoricamente dovrebbe parlare all'Aula tutta, ma parla all'Aula se i Consiglieri regionali ascoltano.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Inevitabilmente questo deve portare a una riflessione sulla legge regionale sulla montagna e a una rivisitazione della legge regionale sulla montagna.
Credo che le sollecitazioni siano forti in questa direzione, non solo all'interno dello stesso Consiglio regionale, ma anche in numerosi incontri che l'Assessore Valmaggia - ad alcuni di essi ha partecipato anche il sottoscritto - ha avuto con i comuni di montagna, dove questo tema è stato posto.
Credo, nel confermare, per le ragioni di cui ho detto, il parere negativo all'emendamento, che la Giunta - ho visto un cenno di assenso da parte dell'Assessore Valmaggia in questa direzione - all'inizio del nuovo anno debba affrontare il tema di una proposta di rivisitazione complessiva della legge regionale sulla montagna.
Se a questo poi si incrociano anche analoghe iniziative da parte del Consiglio regionale, credo che metteremo in campo una serie di ragionamenti e di proposte che porteranno certamente ad un dibattito positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Vignale, Gancia Marrone, Porchietto: All'articolo 8 al comma 1 dopo le parole: "caso di possesso senza valido titolo", sono inserite le seguenti: "tengono, altresì, conto di quanto l'uso dei terreni gravati da uso civico abbia avuto una ricaduta economica positiva per la comunità locale".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 8 inserisce una modifica alla normativa vigente di buon senso. Su un tema tanto delicato quale quello degli usi civici si cerca di introdurre una modalità sui procedimenti di conciliazione, quindi che rendono anche la Pubblica Amministrazione amica rispetto ai cittadini che spesso si sono resi conto di avere un gravame sull'uso civico che non discendeva neanche da loro, ma dall'acquisito di una casa, di un terreno di un bene che era precedentemente gravato all'uso civico, in modo assolutamente inconsapevole. L'hanno acquisito in questo modo.
L'emendamento pone, in particolare modo rispetto alla modifica del comma 2 della legge vigente, una serie di parametri, sui quali la Giunta dovrà fare apposita delibera, che danno alcuni principi puntuali.
Il nostro emendamento emenda l'articolo 8 introducendo un principio cioè che nella delibera che la Giunta farà i valori economici, di cui si terrà conto, saranno altresì valutati sul fatto se i terreni gravati da uso civico abbiano avuto una ricaduta economica per la comunità locale. Il dato è: se ho usato un terreno, o un bene gravato da uso civico per me stesso e basta, allora è giusto che, ancorché in forma di conciliazione, io riconosca alla comunità locale il 100% dei parametri individuati dalla Giunta, oppure se gli stessi terreni da me individuati possono avere avuto una ricaduta economica complessiva per la comunità locale.
Nell'ultimo bando sulla filiera forestale che è stato fatto dalla Regione, dove si è lavorato sulle aggregazioni fondiarie, una parte di questi terreni erano terreni comunali, alcuni dei quali gravati da uso civico perché, come è noto, nel 90% dei casi l'uso civico nella nostra regione è pascolivo o boschivo. E' evidente che se prima metto quel terreno a disposizione di un'iniziativa, che è anche una ricaduta ambientale e occupazionale per un territorio, non devo pagare lo stesso gravame di uso civico di chi ha preso un bosco e lo gestisce per sé. Ho fatto un esempio ma ne possiamo fare altri 15 esempi simili e differenti.
Ancorché noi individuiamo solo un principio, e sarà poi la Giunta a dover fare la delibera in cui individua i parametri economici, ci pare che la distinzione fra l'utilizzo personale e l'utilizzo collettivo faccia proprio nel senso con cui nascono gli usi civici, una differenza che deve essere prevista in legge.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Sull'emendamento illustrato dal Consigliere Vignale, il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Bono, Campo, la Consigliera Frediani: "L'articolo 11 del disegno di legge n. 221 è abrogato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie.
Come preannunciato nella relazione, abbiamo presentato questo emendamento abrogativo dell'articolo 11 perché sia il comma 1 che il comma 2 destano in noi molte perplessità.
Per riprendere il discorso già svolto, il comma 1 verte sull'affidamento a terzi di incarichi per l'espletamento di attività strettamente connesse ai compiti di indirizzo e direzione politico amministrativa.
Questa modifica alla lettera i) dell'articolo 8 della LR n. 43/1991 praticamente, cambia il senso di questa lettera, che precedentemente indicava che su proposta del Direttore vengono affidati gli incarichi di consulenza.
Quindi, su questa parte la nostra perplessità è data dal fatto che la Direzione, in un certo senso, viene spodestata da questa prerogativa e gli incarichi vengono affidati sulla scorta dell'indirizzo e della direzione politico-amministrativa. Insomma, una sorta di ingerenza in quella che è l'attività dell'IRES, su un istituto che, peraltro, ha sempre fatto un lavoro direi ottimo stante la normativa attuale; un lavoro ottimo e indipendente, perché la forza dell'IRES deriva proprio dallo svolgimento di un lavoro di analisi che sia indipendente dalla percezione politica.
Invece, nel comma 2 si va ad agire sempre sulla legge n. 43/1991 all'articolo 21 e vengono ancora una volta modificati i termini delle consulenze esterne; abrogando i commi 2, 3, 4 e 5 vengono, di fatto, tolti i paletti previsti dalla legge per l'affidamento delle consulenze.
La motivazione dell'emendamento che ha portato alla scrittura di questo comma riguarda la normativa nazionale relativa alle consulenze e agli incarichi esterni...
Scusi, Presidente, se potessi avere un po' di silenzio...



PRESIDENTE

Legittimamente, il Consigliere Mighetti chiede un po' di silenzio.
Prego.



MIGHETTI Paolo

Anche perché ci sono persone che dovrebbero essere interessate alla discussione di questo emendamento, invece di fare crocchi.
Il comma 2 elimina i commi 2, 3 e 4 dell'articolo 21 della LR n. 43/91.
Di fatto, nell'emendamento che ha generato questo comma viene spiegato che i contenuti normativi di questi commi sono superati da leggi statali. In realtà, è parzialmente vero, perché il comma 4 indicava un limite di spesa nel quale dovevano essere inserite queste consulenze esterne. Il limite di spesa era un quinto del budget dell'IRES e con questa modifica questo limite viene tolto.
Il comma 5 era, sostanzialmente, una deroga, in casi di necessità, al superamento del quinto. Tutti questi commi insieme davano una sostanziale stabilità all'attività dell'IRES.
Ci viene da pensare che con queste modifiche l'IRES possa essere in un certo senso esautorato, dal punto di vista della propria struttura, da tutta una serie di attività, esautorato da quelli che possono essere incarichi esterni che vengono indirizzati dalla mano politica.
Per questo, noi siamo piuttosto preoccupati rispetto a questo articolo e ne chiediamo la sua abrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Capisco le preoccupazioni espresse dal Capogruppo Mighetti, ma ribadisco che proporre di abrogare le norme contenute nell'articolo 8 della legge istitutiva dell'IRES non consente di dire che oggi IRES può affidare consulenze all'esterno per un importo superiore ad un quinto del budget (che era quello che la legge istitutiva dell'IRES prevedeva), perché oggi esistono delle norme di legge nazionali (in modo particolare il decreto legislativo n. 165, ma tutta una serie di normative che sistematicamente sono state introdotte nelle diverse leggi di stabilità) che mettono IRES come la Regione Piemonte, nelle condizioni di poter destinare alle consulenze esterne cifre notevolmente inferiori a quelle cui l'articolo 8 della legge istitutiva dell'IRES faceva riferimento, quindi ad un quinto del budget. Noi sappiamo che oggi il riferimento non è il budget, ma è una riduzione percentuale molto forte negli ultimi anni relativamente agli stanziamenti degli anni precedenti.
Quindi, la conseguenza - vorrei essere chiaro su questo punto - non è che IRES ha mani libere: IRES deve rispettare le norme nazionali - così come le deve rispettare la Regione Piemonte - tra le quali l'obbligo di progressiva riduzione di alcune voci di spesa (ricordo le spese per le consulenze, le spese per le autovetture e le spese per tutta una serie di altri servizi).
Pertanto, abrogare queste norme significa abrogare delle norme che di fatto non esplicitano più un effetto. Quindi, sotto questo profilo rassicuro il Consiglio regionale e il Presidente Mighetti in modo particolare sul fatto che le conseguenze sono quelle che riassumo ancora una volta in questo modo: IRES oggi è in grado di poter affidare consulenze esterne per importi notevolmente inferiori rispetto a quello che la legge regionale istitutiva prevedeva, cioè il quinto del budget.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che la Consigliera Balzella e il Consigliere Andrissi intendevano esprimere voto contrario.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 16 deriva da un emendamento presentato da alcuni Consiglieri durante la seduta di Commissione. L'emendamento era già stato condiviso alla Conferenza dei Capigruppo qualche mese fa, ma poi non aveva trovato posto nei provvedimenti che nel tempo abbiamo approvato.
Presidente, intervengo anche sull'articolo 17, poiché sono articoli riguardanti il personale dei Gruppi del Consiglio regionale.
Su questo, voglio svolgere complessivamente la considerazione che avevo già svolto durante la seduta di Commissione, poiché s'interviene, in generale, sul personale che eventualmente ha dato anche le dimissioni da collaboratore del Gruppo consiliare, in corso di legislatura.
Occorre dire che, su questo, esiste una norma nazionale che noi condividiamo, che impone ai collaboratori dei Gruppi consiliari ogniqualvolta ci sia una consultazione elettorale, amministrativa o di livello superiore - di dimettersi, nel caso scelgano di candidarsi.
E' un provvedimento che condividiamo nella parte in cui chiede ai collaboratori di dare le dimissioni (del resto, è capitato anche al persone del nostro Gruppo consiliare), ma che condividiamo meno nella parte in cui non chiede la stessa cosa al personale che lavora nei Gruppi di comunicazione della Presidenza del Consiglio regionale o a supporto della Giunta regionale.
Non lo condividiamo, perché introduce un criterio di iniquità. Infatti secondo noi è addirittura più forte l'esigenza di chiedere ad un collaboratore del Presidente del Consiglio regionale o di un Assessore di dimettersi, nel caso si candidi alle elezioni, perché magari parliamo di collaboratori di Gruppi di maggioranza o, ancora di più, di opposizione parliamo di collaboratori di soggetti che, per la carica che ricoprono (Presidente del Consiglio, piuttosto che Assessore), hanno possibilità di decisioni politiche e amministrative ed anche possibilità di spesa.
Pertanto, visto che si tratta di una norma nazionale, sarebbe il caso che il Consiglio (tutti insieme) sollecitasse l'esigenza di arrivare ad un criterio di maggiore equità.
Va segnalato, inoltre, che l'emendamento che ha portato alla scrittura degli articoli 16 e 17 di questo disegno di legge comporta maggiori costi per l'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Valetti, la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Bono, Campo, la Consigliera Frediani, il Consigliere Mighetti: "Dopo il comma 9 viene inserito il seguente: 9 bis: l'accesso ai dati del sistema informativo SIRT è pubblico, fatta eccezione per i dati sensibili come definito dal quadro legislativo nazionale, o non divulgabili".
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Valetti, la Consigliera Batzella, i Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti: Le parole: "è sospesa in tutto in parte, in relazione alla gravità dell'inadempimento, per tutta la durata dell'inadempimento stesso", sono sostituite da: "è ridotta in percentuale dal 10 al 50, in relazione alla gravità della mancata comunicazione dei dati".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente. Li illustro insieme.



PRESIDENTE

Prima di proseguire nell'illustrazione degli emendamenti, propongo due minuti di sospensione, per dare il tempo all'Assessore di guardare gli emendamenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.57, riprende alle 12.08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento n. 12) è stato così modificato: Dopo le parole "in tutto in parte" sono aggiunte "con una percentuale minima del 5%".
Le modifiche comporteranno un voto favorevole da parte della Giunta.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Avevo chiesto di poterli illustrare congiuntamente.



PRESIDENTE

Sì, prego.



VALETTI Federico

I due emendamenti presentati sul capo di trasporto pubblico si riferiscono al monitoraggio del servizio trasporto pubblico su autobus e ferrovia.
Il primo emendamento serve a definire l'aspetto pubblico dei dati che vengono raccolti dai monitoraggi delle compagnie e quindi, qualunque cosa non sia limitata da una normativa nazionale o regionale sulla sensibilità dei dati o sui dati coperti dal segreto aziendale, dev'essere pubblica quindi accessibile a tutte le persone (utenti, associazioni e quant'altro) per verificare, in primis, la qualità del trasporto pubblico regionale.
Il secondo emendamento, invece, definisce una soglia minima di corrispettivi della Regione non erogati alle compagnie, qualora "facciano le furbe" e non forniscano tutti i dati richiesti sul monitoraggio, che possono essere i dati sui ritardi, dati non reali o verificati erronei o dati non divulgati sulle utenze del trasporto pubblico. Sappiamo che la Regione deve poter monitorare anche come funziona e quanta gente viene caricata sulle singole linee, per sapere se i soldi pubblici sono ben spesi oppure no, o per capire se qualche compagnia "faccia un po' la furbetta" come ad esempio succede quando si effettuano trasporti pubblici in concorrenza tra loro, duplicati o ridondanti, oppure le famose corse che le compagnie usano per far rientrare gli autisti e che magari non sono utili a nessuno, ma la Regione paga i corrispettivi.
E' giusto, quindi, che questi atteggiamenti siano sanzionati con il mancato pagamento dei corrispettivi regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18, così come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Viguzzolo, del Comune di San Sebastiano Curone e di Volpedo (AL)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola dell'istituto comprensivo di Viguzzolo, del Comune di San Sebastiano Curone e di Volpedo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame disegno di legge n. 221, inerente a "Disposizioni di riordino e razionalizzazione dell'ordinamento regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 221, inerente a "Disposizioni di riordino e razionalizzazione dell'ordinamento regionale" di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 18 bis Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Benvenuto i Consiglieri Graglia, Marrone, Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: "Dopo l'articolo 18 del disegno di legge n. 221, è aggiunto il seguente articolo: "Art. 18 bis (Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37) Dopo l'articolo 29 della legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37 (Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca), è aggiunto il seguente articolo: "Art. 29 bis (Differimento termini dell'entrata in vigore del Piano regionale 2015-2020 in materia di pesca) 1. Le disposizioni contenute rispettivamente al paragrafo 6 "Immissioni" del capitolo 10 ed il paragrafo 4 "Immissioni" del capitolo 4 del Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca, di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 29 settembre 2015, n. 101-33331 (legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37, articolo 10. Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca. Stralcio relativo alla componente ittica) entrano in vigore decorsi sei mesi dall'approvazione, da parte della Giunta regionale, delle istituzioni operative di dettaglio indispensabili all'attuazione del Piano stesso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I colleghi ricorderanno che questo Consiglio regionale ha passato una o due sedute a discutere del Piano Ittico Regionale.
Il Piano Ittico Regionale prevede al proprio interno che, perché possa essere adottato e quindi entrare in vigore, la Regione debba dare istruzioni operative di dettaglio, che sono indispensabili all'attuazione del Piano, in particolar modo per la parte legata alle immissioni che proprio in virtù del fatto che il Piano ha modificato l'alloctonia e l'autoctonia di alcune specie, ed ha anche modificato i luoghi in cui possono essere immesse le specie, sono indispensabili per la sua entrata in vigore.
I colleghi probabilmente ricorderanno che questa parte, che era la parte più complessa per il mondo piscatorio e degli incubatori di valle soprattutto della nostra regione, venne posticipata al 1° gennaio del 2017.
A questo momento, cioè a metà ottobre, le istruzioni operative di dettaglio non esistono. Non solo non sono state licenziate dalla Giunta, ma non sono neppure state licenziate dalla Commissione prevista dalla legge sulla pesca né viste dalla Commissione consiliare e, quindi, non vi saranno per il 1° gennaio 2017.
Non solo. Le istruzioni operative di dettaglio, una volta definite devono essere trasmesse e conosciute dagli operatori perché, rispetto a quelle istruzioni, anche la loro modalità di attuazione della parte del Piano in oggetto possa avvenire almeno in alcuni mesi.
Noi chiediamo che, in attesa delle adozioni delle istruzioni operative il Piano non entri in vigore, ma che soprattutto entri in vigore in una data certa. Noi abbiamo scritto 1° gennaio del 2019, ma ovviamente siamo disponibili a cambiare la data.
Ritengo che il mondo ittico piemontese debba sapere quando c'è una data all'interno della quale usciranno le istruzioni operative di dettaglio ed anche l'applicazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Leggo il parere che mi ha fatto avere l'Assessore Ferrero, che si scusa, ma oggi aveva degli impegni a Roma, che è negativo per queste ragioni.
Ai fini della piena ed efficace applicazione del Piano Regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica nell'esercizio della pesca, approvato con deliberazione del Consiglio regionale (nel seguito denominato PIR), è necessaria, come diceva correttamente il Consigliere Vignale, l'approvazione delle istruzioni operative di dettaglio, le quali costituiscono un vero e proprio manuale indispensabile per i diversi soggetti gestori della fauna ittica a vario titolo, considerando che è un aspetto particolarmente importante riguardante le modalità delle immissioni.
La redazione delle istruzioni operative di dettaglio costituisce anche una preziosa occasione per lavorare ai diversi portatori di interessi del mondo alieutico, intorno ad un testo che, pure in coerenza con il PIR, sia caratterizzato dalla massima condivisione. In tal senso l'Amministrazione sta lavorando positivamente con frequenti incontri in sede di comitati regionali, consultivo e tecnico, e mediante una fitta corrispondenza con le associazioni e con i componenti dei competenti settori delle Province.
A questo proposito, sono in fase di approfondimento alcune tematiche tecniche, la cui risoluzione potrà rendere più semplici ed operative le istruzioni stesse, anche se ciò comporta tempi più lunghi per la predisposizione dei testi.
Pertanto, l'emendamento proposto risulta sostanzialmente inutile, in quanto l'operatività del PIR, al di là delle date contenute nella deliberazione, è legata all'approvazione di dette istruzioni operative di dettaglio.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Appare evidente come vi sia una volontà di non voler mettere nero su bianco, come questo emendamento avrebbe fatto, la posticipazione del piano.
Infatti, non casualmente noi abbiamo presentato l'emendamento, perché prima il nostro Gruppo ha scritto agli Uffici del Settore deputato, chiedendo se sarebbe entrato in vigore o meno. E da com'è stata data la risposta del Vicepresidente è evidente che il Piano non entra in vigore fintanto che non vi siano le istruzioni operative di dettaglio.
Ma nella risposta che l'Assessore Ferrero o il Settore ha scritto al Vicepresidente si dice una cosa corretta: le istruzioni operative di dettaglio saranno il manuale operativo di applicazione del Piano.
Quando abbiamo licenziato il Piano, l'abbiamo licenziato lasciando un tempo tra l'approvazione del piano e la sua entrata in vigore proprio per il motivo che l'Assessore Reschigna ricordava nella sua memoria. Cioè, se il 20 gennaio vengono approvate le istruzioni operative di dettaglio, entra immediatamente in vigore il Piano, ma se io ricevo il manuale, come viene definito, il 20 gennaio e dal 21 entra in vigore, come faccio ad applicarlo? E' questo il tema.
Nessuno di noi si impicca per la data. Non va bene il 1° gennaio? Si vuole dire che entra in vigore a sei mesi dall'approvazione delle istruzioni operative di dettaglio? Va bene, ma diamo il tempo a chi opera in quel settore di non dover fare in modo, a differenza di quanto quest'Aula ha deciso l'anno passato, che ad istruzioni operative di dettaglio licenziate, dal giorno dopo si debbano applicare, perché sarebbe impossibile. Ma non è una scelta politica, è proprio un aspetto pratico.
Se la Giunta lo ritiene, noi modifichiamo l'emendamento dicendo che entra in vigore dopo sei mesi o dopo un anno o dopo il tempo che è necessario dalla pubblicazione delle istruzioni operative di dettaglio.
Mantenere la contemporaneità è semplicemente sbagliato.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Reschigna ha chiesto una sospensione di qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 12.22 riprende alle ore 12.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento del Consigliere Vignale, che introduce l'articolo 18 bis è momentaneamente sospeso: deve essere riscritto.
Nel frattempo che gli Uffici provvedono alla riscrittura, proseguiamo in maniera da concludere i lavori su questa legge prima della chiusura della seduta di questa mattina.
ARTICOLO 18 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Vignale, Benvenuto Berutti, Graglia, Marrone, Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: Dopo l'articolo del disegno di legge n. 221 è aggiunto il seguente: "Art. (Tutela delle gestioni autonome del servizio idrico) 1. Qualora l'ambito territoriale ottimale del servizio idrico integrato coincida con l'intero territorio regionale, ove si renda necessario al fine di conseguire una maggiore efficienza gestionale ed una migliore qualità del servizio all'utenza, è consentito l'affidamento del servizio idrico integrato in ambiti territoriali comunque non inferiore agli ambiti territoriali corrispondenti alle province o alle città metropolitane.
2. Sono fatte salve le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: a) approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate b) sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 c) utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico e gestione del servizio idrico secondo criteri di bontà ed economicità.
3. Ai fini della salvaguardia di dette gestioni la Giunta regionale detta puntuali disposizioni agli enti di governo d'ambito territorialmente competenti per l'accertamento dell'esistenza dei predetti requisiti".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è per noi un emendamento estremamente significativo, nel senso che è finalizzato a tutelare le gestioni autonome del servizio idrico, in virtù del fatto che recentemente è entrata in vigore una norma nazionale (il collegato ambientale), che consente l'affidamento del servizio idrico integrato a singole Amministrazioni comunali che abbiano una serie di caratteristiche.
Perché presentiamo quest'emendamento? Lo presentiamo perché riteniamo che, in particolar modo nella Provincia di Torino, che ha una gestione unica, cioè quella di SMAT, la gestione del servizio idrico vada corretta.
Ancorché esista l'Assemblea dei soci, ancorché vi siano una serie di soggetti che partecipano all'interno dell'ATO, ricordiamo che la Regione non ha percentuali, quindi nel momento in cui si svolge l'Assemblea e si svolgono i singoli incontri, la Regione può dare indirizzi, ma non ha un suo rappresentante, mentre ce l'ha il Comune di Torino, così come la Città metropolitana, e ce l'hanno, con la modalità che la legge regionale ha individuato, i piccoli Comuni di pianura, i medi e grandi Comuni di pianura, i Comuni di montagna e le Unione montane.
La Regione, al contrario, non ce l'ha, ma è il soggetto titolato a dare indirizzi.
Cosa diciamo noi, riprendendo pari pari nel suo più ampio significato la legge dello Stato? Diciamo: "Ai fini della salvaguardia di dette gestioni, la Giunta regionale detta puntuali disposizioni agli Enti di governo di ambito territorialmente competenti per l'accertamento dell'esistenza dei predetti requisiti". Il che cambia la modalità rispetto a quanto a volte avviene, ma soprattutto si esercita la funzione che la legge 13/97 dà alla Regione, cioè quella di dare puntuali disposizioni agli Enti di governo d'Ambito Territoriale, che è l'aspetto più importante.
Perché parliamo di un bene da tutelare - l'acqua pubblica - e parliamo di soggetti - le Amministrazioni comunali - che hanno fatto importanti investimenti nella gestione del loro patrimonio idrico che crediamo vadano tutelati, come norma dello Stato prevede, ma rispetto a indicazioni di dettaglio che, arrivate dalla Giunta regionale, credo sgombrino il campo da qualsiasi interpretazione.



PRESIDENTE

La Giunta regionale intende esprimere il parere? Prego, Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Questo emendamento era già stato visto, discusso e anche respinto nel corso dell'iter di approvazione della legge regionale 29 luglio 2016, n.
16.
Come ha richiamato anche il Consigliere Vignale, è un emendamento che ricalca, sostanzialmente, i dettami del decreto n. 152. Ma oltre che essere inutile, è un emendamento che può anche avere degli elementi di problematicità, poiché - è ormai consolidato anche da giurisprudenza - la disciplina relativa all'affidamento del servizio idrico integrato quale servizio a rilevanza economica, ma anche le modalità di organizzazione della gestione, sono riservate in via esclusiva alla competenza legislativa statale, perché ricadono nelle materie della tutela della concorrenza e della tutela dell'ambiente.
Pertanto, la disciplina oggetto della proposta non può che essere ritenuta estranea alla sfera di competenza della Regione. Di conseguenza ogni eventuale previsione regionale sarebbe suscettibile di una fondata impugnativa innanzi alla Corte Costituzionale per violazione della sfera di competenza statale.
Per questi motivi, il parere della Giunta non è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento ha un fine, che è quello di fare in modo che la Regione Piemonte rispetti la legge dello Stato, cosa che non sta facendo. Perché la Regione Piemonte, col collegato ambientale pubblicato (credo sia la stessa mano che ha scritto la risposta), ha deciso di fare una lettera a firma dell'Assessore, che quindi dava indirizzi, decidendo che alcuni soggetti che autonomamente gestiscono l'acqua pubblica in alcune Province della nostra Regione non potessero più farlo. Anzi, dicendo che sarebbero intervenuti in potere sostitutivo nell'acquisizione delle quote di una società.
Io voglio capire come potrà essere la Regione che, con un potere sostitutivo, acquisisce delle quote per un soggetto che, solo con l'acquisizione delle quote (nel caso della Provincia di Torino la SMAT) può erogare il servizio, se no non lo può erogare.
Noi chiediamo l'appello nominale, però andremo avanti.
Io lo dico molto chiaramente: non ci può essere collateralismo fra chi gestisce un bene primario - l'acqua - quindi l'ente pubblico, e chi dalla gestione del bene primario - l'acqua è un bene pubblico - fa affari (leciti, per carità, ma con un ritorno economico assolutamente significativo). Non ci può essere collateralismo.
La Regione, per volontà del legislatore, non entra nei comitati di gestione e non ha una percentuale proprio perché deve essere terza. Oggi questo ente non è terzo.
Lo spiegherete alle Amministrazioni comunali che hanno gestito da decenni la loro acqua con qualità migliori di quella che viene erogata nel nostro caso da SMAT.
Lo spiegherete a quelle Amministrazioni comunali che pagano un terzo della quota che, invece, viene riconosciuta a SMAT.
Ci interesseremo di più nel vedere quale sarà l'attività di controllo che questo Ente fa rispetto all'esborso che SMAT chiede ai cittadini. SMAT è un soggetto gestore in house: se non c'è un soggetto che lo governa - la Regione per prima, in termini di indirizzo, e la Provincia e il Comune di Torino principalmente perché insieme detengono quasi il 50% delle quote come si tutela il cittadino da un servizio di monopolio? Ci potete spiegare perché se io ho un servizio gestito in forma autonoma, l'acqua, la gestione della stessa e quindi le bollette dei cittadini, costano un terzo rispetto a quelle gestite da SMAT? E' facile sapere il motivo: basta confrontare quanto costa una depurazione, un intervento in tubatura, un qualunque intervento di qualunque comune che gestisce il servizio in modo autonomo, e lo stesso intervento svolto da SMAT (e non solo, io cito la SMAT perché la conosco meglio). Guardate la differenza di costo che comporta lo stesso intervento da una parte e dall'altra.
L'acqua è pubblica se difendiamo e tuteliamo non soltanto l'acqua, ma anche l'erogazione del servizio, visto che lo pagano i cittadini. Se no come in questo caso, rischia di essere un monopolio privato.
Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3), con il parere contrario della Giunta regionale, espresso dall'Assessore Valmaggia.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 21 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 quater Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Vignale, Marrone Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: Dopo l'articolo... del disegno di legge n. 221 è aggiunto il seguente: "Art.
Modifica della legge regionale n. 14 del 14 ottobre 2014 (Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione) 1. Dopo l'articolo 8. della l.r. 14/2014 è aggiunto il seguente: 8 bis (Pubblica Amministrazione Amica) 1. La pubblica amministrazione, nel caso di mancato rispetto del termine di conclusione del procedimento amministrativo per il quale sussiste l'obbligo di pronunciarsi, è tenuta a corrispondere all'interessato, a titolo di indennizzo per il ritardo, la somma di un euro al giorno per ogni giorno di ritardo.
2. Il calcolo della somma dovuta, complessivamente non superiore a 2.000 euro, decorre dalla data di scadenza del termine del procedimento amministrativo.
3. Sono esclusi dall'applicazione del presente articolo i concorsi pubblici e le ipotesi di silenzio qualificato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Lo facciamo velocemente, perché i colleghi lo conoscono a memoria forse abbiamo solo cambiato il titolo: Pubblica Amministrazione amica.
Noi crediamo una cosa: questa Regione è intransigente - giustamente quando un cittadino piemontese non rispetta le leggi regionali. Quindi se come accade al sottoscritto quasi sempre, pago in ritardo il bollo, lo pago con una sovrattassa; o se dimentico di pagarlo, lo pago con un aumento.
Non accade assolutamente nulla nel caso opposto. Cioè se per legge dello Stato c'è scritto che la Regione Piemonte entro 30 giorni mi deve rispondere, qualora la Regione non lo faccia, non accade niente.
Guardate non accade niente a noi quando lo facciamo con posta certificata: cioè quando noi mandiamo una richiesta di accesso agli atti per cui entro 30 giorni dovremmo ricevere dati, o diniego o motivazione dell'impossibilità di trasmissione, spesso non viene fatto. Accade la stessa cosa ai cittadini.
Come abbiamo detto in più di un'occasione, noi diciamo "non superiore a 2.000 euro", ma può essere un euro, perché questo individuerebbe chi risponde in tempo e chi no. Perché anche all'interno di questa Amministrazione ci sono uffici estremamente puntuali nelle risposte ai cittadini, e altri un po' più lenti.
Ma al di là di quello, non è certo una guerra nei confronti degli uffici. E' per mettere sullo stesso piano i cittadini da una parte e la Pubblica Amministrazione dall'altra.
Doveri, oneri e onori (o doveri e diritti) per entrambi e non solo per qualcuno. Perché se no, come accade, il nostro è un Ente che può punire coloro i quali ritardano o non rispettano le nostre norme, ma non pu subire alcuna sanzione nel caso in cui la norma non la rispetta in prima persona.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta su quest'emendamento?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il tema non è nuovo, perché legittimamente il Consigliere Vignale ha riproposto questo tema su "n" provvedimenti che sono stati presi in esame dal Consiglio regionale, ma anche in questo caso la risposta che dà la Giunta è un parere negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 quinquies Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Vignale, Marrone Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: Dopo l'articolo 18 quater del disegno di legge n. 221, è aggiunto il seguente: "Articolo 18 quinquies (Modifiche alla Legge regionale 29 ottobre 2015, n.
23 Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014. n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni) 1. L'articolo 15 della l.r. 23/2015 è sostituito dal seguente: Articolo 15 (Disposizioni in ordine alla mobilità del personale pubblico) 1. La Regione Piemonte, le società partecipate, direttamente o indirettamente dalla regione, e gli entri strumentali regionali non possono procedere a nuove assunzioni a tempo determinato, indeterminato o attraverso la stipula di contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
2. Le aziende sanitarie regionali sono soggette al vincolo di cui al comma 1 nel caso di assunzioni di personale amministrativo.
3. I soggetti di cui ai commi 1 e 2, non possono procedere a nuove assunzioni, a qualunque titolo, qualora il profilo professionale richiesto sia presente al loro stesso interno, all'interno degli altri enti indicati nel presente articolo o tra il personale delle Province e della Città metropolitana di Torino.
4. Nel caso in cui il profilo professionale richiesto non sia presente all'interno dell'ente è indetto avviso di concorso pubblico per la selezione del personale fatta salva la possibilità, nel caso di comprovata esigenza e necessità ai fini dello svolgimento dell'attività della pubblica amministrazione, di procedere a nuova assunzione temporanea il cui contratto cessa con la conclusione della procedura di selezione pubblica.
5. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente individua incentivi economici e le modalità di erogazione degli stessi a favore degli enti che danno attuazione alle disposizioni di cui al presente articolo.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 5) pone il tema del personale e sostanzialmente lo ripropone rispetto alle modalità che avevamo gia introdotto con l'articolo 15, cioè l'impossibilità di procedere a nuove assunzioni a tempo determinato o indeterminato; a questa impossibilità sono soggette anche le ASL nel caso di assunzioni di personale a titolo amministrativo, però si introducono due fattispecie differenti (nei commi 3, 4 e 5), che invece ampliano le possibilità, perché un ente non può rimanere ingessato, nel senso che, se ha necessità di personale, deve ovviamente poterlo assumere.
Il comma 3 prevede che l'impossibilità di procedere a nuove assunzioni avvenga qualora il profilo professionale richiesto sia presente all'interno dello stesso ente o di altri enti, perché noi abbiamo la possibilità di utilizzo della mobilità; ovviamente è più facile pensare alla Città metropolitana di Torino e alle Province, ma non solo.
Il comma 4 invece, che non c'era nella modalità normativa precedente dice che, se un profilo professionale non è richiesto, l'ente può procedere all'indizione di un concorso pubblico, fatta salva la possibilità, qualora vi sia una comprovata esigenza di un profilo professionale che in quel momento è assente all'interno sia dell'ente stesso che di altri enti, di procedere a un'assunzione temporanea fintanto che non si svolge il concorso, quindi introducendo una modalità, che è quella della Pubblica Amministrazione, ma mettendola all'interno della norma, prevedendo una modalità di indizione del concorso e assunzione, in caso di necessità, di un dipendente con contratto determinato, che viene meno nel momento in cui il concorso è concluso.
Perché questo è importante? E' importante perché, se l'avessimo avuto negli anni passati, per esempio, tutta una serie di contratti a tempo determinato che sono stati fatti senza l'indizione del concorso non ci sarebbero stati e perché - ricordo che questa Amministrazione ha un piano occupazionale per i concorsi, quindi li può fare in poco tempo con una semplice DGR di indizione dei concorsi - dà una modalità di assunzione chiara e trasparente: non assumo se il personale è interno, non assumo se il personale è reperibile presso un altro ente pubblico, non assumo senza aver bandito un concorso e se poi davvero la professionalità è indispensabile, e lo può essere per particolari profili, posso accedere all'esterno, ma solo con il concorso che è stato bandito. Ci sembra una modalità corretta di funzionamento della Pubblica Amministrazione.
Il comma 5, se la Giunta ritiene, può anche non essere fondamentale, ma dava un senso, individuando, come abbiamo già fatto per altre norme incentivi economici per favorire la mobilità. Se poi non si ritiene utile anche un incentivo di carattere economico, il comma 5 si può stralciare, ma crediamo che gli altri quattro commi siano invece importanti.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Capisco i ragionamenti che propone il Consigliere Vignale, ma il parere della Giunta in questo momento, per le ragioni che ieri ho illustrato abbondantemente in sede di I Commissione, è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 sexies Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Vignale, Marrone Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: Dopo l'articolo 18 quinquies del disegno di legge n. 221, è aggiunto il seguente: "Articolo 18 sexies (Inserimento dell'articolo 11 bis nella l.r. 10/1995) Articolo 11 bis (Organismo di valutazione) 1. L'attività del Direttore generale, il rispetto degli obiettivi indicati dalla Giunta regionale, l'adeguatezza dei servizi erogati da parte delle Aziende Sanitarie Regionali, sono valutati da un organismo indipendente.
2. L'organismo di valutazione è nominato dal Direttore dell'Assessorato regionale alla Sanità tra i vincitori di un bando pubblico".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento prevede che l'attività del Direttore generale sia valutata anche da un organismo indipendente. Tale organismo di valutazione è nominato dall'Assessorato regionale alla sanità tra i vincitori di un bando pubblico. Quindi si introduce, nella valutazione degli obiettivi che la Giunta dà (un po' come accade con l'OIV all'interno della valutazione dei Direttori della Giunta e del Consiglio), una valutazione di un soggetto terzo in modo tale che la valutazione sia quanto più oggettiva possibile.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Riferisco un'opinione tecnica su questa questione.
L'attribuzione ad un organismo indipendente da scegliersi tra i vincitori di un bando pubblico per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi di attività dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie si palesa in contrasto sia con le previsioni legislative di livello nazionale di cui al decreto legislativo n. 502/1992 che con quelle del DPCM n.
502/1995, le quali, nell'attribuire all'ente regionale la definizione e l'aggiornamento periodo degli obiettivi in questione, ne individuano la specifica competenza in relazione al raggiungimento dei medesimi con l'indicazione della recente DGR, la quale, in occasione dell'istituzione presso la Direzione sanità del Settore Controllo di gestione e monitoraggio costi per livelli di assistenza, ne stabilisce la specifica competenza, tra l'altro in materia di valutazione sul raggiungimento degli obiettivi assegnati dalle Direzioni.
Per questo motivo, il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 septies Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Vignale, Marrone Pichetto Fratin e dalle Consigliere Ruffino e Gancia: "Dopo l'articolo del disegno di legge n. 221 è aggiunto il seguente: art.
(Modifica all'articolo 13 della legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico) 1. Al comma 2, dell'articolo 13, della l.r. 2 maggio 2016, n. 9, prima delle parole: 'i titolari delle sale', sono aggiunte le seguenti: 'i titolari di licenza per l'esercizio delle scommesse, di cui dell'articolo 88 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773 (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), concessa tra il 1° gennaio 2015 e l'entrata in vigore della presente legge e".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 8) interviene rispetto alla norma transitoria sulla ludopatia.
Quando è stata fatta la norma transitoria, abbiamo cercato di fare in modo che non penalizzasse gli imprenditori che, in quel momento, avevano fatto una scelta consentita, cioè quella di aprire una sala giochi, non per il bar o per i tabacchi, perché dopo il diciottesimo mese in cui noi abbiamo previsto l'impossibilità di presenza ai 500 metri, un bar e un tabacchi continua a rimanere un bar e un tabacchi, quindi un esercizio commerciale.
Le sale giochi avevano - per questo abbiamo previsto, se non ricordo male, tre anni di proroga dal divieto -una fattispecie diversa, cioè un imprenditore che aveva investito su una cosa lecita, ad una distanza legittima e quindi aveva investito delle risorse.
Quello a cui non abbiamo pensato, perché era difficile prevedere tutto era la fattispecie di coloro i quali hanno ottenuto la licenza da parte della Questura. Mi riferisco a coloro che secondo il TULPS avevano i requisiti per l'apertura della sala e, nel frattempo, hanno presentato la domanda presso l'Amministrazione comunale dove sono residenti, ma a cui l'Amministrazione comunale ha detto no perché oggi la norma regionale lo vieta.
Abbiamo una casistica, molto limitata e il tempo che diamo è un tempo molto limitato - non vale per tutte le autorizzazioni, ma solo per quelle per un anno - in cui, se un soggetto aveva ottenuto l'autorizzazione da parte della Questura e ha iniziato l'attività di acquisto e locazione o ristrutturazione dei locali e quando l'ha conclusa ha chiesto l'autorizzazione al Comune per aprirla, non vede vanificare un investimento che ha fatto, in un momento in cui ha fatto un investimento lecito.
Rimane assolutamente invariata la necessità che allo scadere delle date dei 18 mesi, una parte di cui è già passata, e dei tre anni, una parte di cui è già passata, è assolutamente fatto divieto avere, a 500 metri di distanza da tutti i luoghi sensibili che abbiamo individuato, un'attività tanto che essa sia un esercizio commerciale che contenga della macchine da gioco, quanto una sala esclusivamente dedicata all'area del gioco.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Volevo informare il Consiglio rispetto alla richiesta avanzata da tutti i Gruppi consiliari di opposizione relativamente alla richiesta di comunicazioni dell'Assessore Saitta sull'insediamento del nuovo ospedale di Moncalieri, Chieri e Carmagnola, che l'Assessore ritiene più utile, mi pare sia anche l'orientamento del Presidente della Commissione, fare una comunicazione giovedì all'interno della Commissione, anche per una questione di tempo.
La Commissione avrà tre ore di lavoro a disposizione, il Consiglio no perché dobbiamo finire di approvare, o perlomeno provarci, le leggi che abbiamo previsto di approvare nella seduta del Consiglio regionale di oggi.
Ricordo che oggi pomeriggio alle 14.30 c'è il question time.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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