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Dettaglio seduta n.174 del 20/09/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1223 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Costituzione di un centro regionale Parkinson e malattie del movimento - Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1223, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
L'argomento l'abbiamo già trattato in Commissione quando abbiamo incontrato l'associazione. Anche in quell'incontro era stata evidenziata la necessità di costituire un Centro regionale Parkinson e malattie del movimento. La necessità è data da numeri importanti, in quanto in Piemonte ci sono oltre 20 mila malati di Parkinson e purtroppo è un numero che cresce di circa 700-800 persone ogni anno.
Di questo censimento è coperto il periodo che va dal 2008 al 2014. Si prevede che nel 2050 le persone colpite da quest'infermità saranno circa 50 mila. C'è un centro regionale per i malati di Parkinson in Lombardia. Si sta costituendo il Centro Parkinson e malattie del movimento nella Città della Salute. E a questo tema occorre riuscire a dare visibilità proprio perché, forse, la percezione è che questa malattia venga sottovalutata.
Non continuo nell'esposizione dei dati, dei numeri e delle necessità perché credo che siano molto conosciute da quest'Aula. Sottolineo, però, la necessità della variabile tempo e chiedo all'Assessore quali sono i criteri e le tempistiche di approvazione da parte dell'Assessorato per la costituzione del centro Parkinson regionale.
So che c'è un lavoro in corso, ma chiedo tutta l'accelerazione possibile per arrivare a questo. Ringrazio fin d'ora l'Assessore per la risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ringrazio la collega Ruffino per avere sollevato un tema, al quale da diversi mesi dedico attenzione e che mi consente di anticipare una risposta positiva.
Nei mesi scorsi ho incontrato i referenti della rete regionale delle associazioni dei malati di Parkinson (Pilotto e Gili) ed ho approfondito con il direttore generale della Città della Salute Zanetta le questioni collegate alla costituzione del Centro Parkinson regionale che troverebbe la sua collocazione naturale nell'azienda ospedaliera universitaria di Torino, dove si utilizzano già le più innovative metodiche di diagnosi e terapia e dove afferiscono pazienti da tutto il Piemonte.
In base alla programmazione regionale il Centro dovrebbe essere costituito da: spazi ambulatoriali dedicati, letti di degenza dedicati per la selezione e follow-up di pazienti sottoposti a terapie interventistiche attivazione di percorsi diagnostici-terapeutici riabilitativi aziendali ed interaziendali per la diagnosi e la terapia della malattia di Parkinson ed altri disturbi del Movimento, attivazione della rete regionale Parkinson e disturbi del Movimento (modello Hub and Spoke).
La programmazione - e questa è la notizia positiva dell'organizzazione del Centro con la Direzione Generale e la verifica dei requisiti potranno avvenire entro la fine del 2016 e posso anticipare che l'attivazione del Centro Parkinson regionale potrà avvenire a partire da gennaio 2017, nel rispetto della programmazione regionale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1225 presentata dal Consigliere Gallo, inerente a "Futuro di Italia Online ex Seat Pagine Gialle"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1225, presentata dal Consigliere Gallo, che ha la parola per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione poniamo l'attenzione sul tema di Seat-Pagine Gialle, un'azienda storica del nostro territorio, nata, cresciuta e radicata sul nostro territorio, che il 20 giugno di quest'anno è diventata proprietà di Italia OnLine, essendosi fusa per incorporazione con Italia OnLine Spa. Da alcune informazioni abbiamo appreso che lo scorso 30 agosto la società ha avanzato una richiesta al Ministero di una cassa integrazione per circa 700 lavoratori per l'intera azienda, suddivisi in otto Regioni tra le quali il Piemonte. Da notizie di stampa, inoltre, abbiamo saputo che ieri c'è stato un primo incontro tra l'azienda e i sindacati per discutere il piano industriale e il piano sviluppo derivante da questa fusione per incorporazione e la richiesta avvenuta a fine agosto.
Quindi, l'interrogazione di oggi chiede all'Assessore di informarci sullo stato di avanzamento del piano di sviluppo di Seat Pagine Gialle anche in relazione a queste notizie molto preoccupanti per il nostro territorio e per l'azienda stessa, e quindi conoscere del dettaglio qual è lo stato dell'arte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in modo particolare è concentrata sul tema della cassa integrazione, però corre l'obbligo di fare una premessa per inquadrare il tema ancora più nel dettaglio rispetto a quello che ha già fatto il Consigliere Gallo.
Com'è stato ricordato, la fusione per incorporazione è intervenuta dal 20 giugno 2016; durante il mese di luglio è stata fatta una presentazione del nuovo piano aziendale da parte della nuova organizzazione e quindi da parte della nuova azienda IOL. Presso il MISE è stato presentato un piano aziendale che non entrava nel dettaglio rispetto ai numeri della riorganizzazione, in modo particolare della nostra Regione, ma soprattutto rispetto ad un piano aziendale non è mai entrata nel merito rispetto a quelli che possono essere gli interventi che toccano direttamente la Regione Piemonte.
Abbiamo incontrato le organizzazioni sindacali di Italia OnLine dopo la presentazione al Ministero, che è quella che citavo un attimo fa. In quell'occasione le organizzazioni sindacali ci hanno espresso le loro preoccupazioni proprio in merito al fatto che il piano industriale non presentasse elementi di dettaglio sulle ricadute all'interno della nostra Regione; soprattutto i numeri dei lavoratori interessati alla riorganizzazione non erano chiari.
Sappiamo che, all'inizio del mese di agosto, è stato presentato un piano che mette in evidenza quelli che dovrebbero essere gli interventi legati alla richiesta specifica di cassa integrazione per riorganizzazione aziendale, ma al momento non abbiamo ancora gli elementi di dettaglio.
Quindi, per esperire quella che è una competenza della Regione, ovvero l'espressione di un parere, che non è un'espressione di parere sul merito ma sugli aspetti strettamente più formali, oggi non abbiamo ancora indicazioni e attendo a breve un incontro al Ministero.
Fino a quel momento non esprimeremo parere su una cosa che non ci è dato conoscere nel dettaglio e sulla quale non abbiamo elementi di specificazione. In ogni caso il 30 agosto si è esperita presso il Ministero la procedura in merito alla cassa integrazione per riorganizzazione aziendale. Questo è un elemento da sottolineare.
Il verbale prevede un subentro da parte di Italia OnLine al percorso che Seat aveva già avviato per 24 mesi a decorrere dal 20 giugno 2015, per un massimo di 700 lavoratori operanti sul territorio nazionale. In questo accordo è precisato che la società ha consegnato al Ministero del Lavoro un documento di sintesi contenente il piano industriale e il piano di riorganizzazione. Parliamo, però, di un documento di sintesi, quindi non un documento dettagliato su quello che può succedere in Piemonte. E' un piano che abbiamo richiesto e che stiamo attendendo da parte del Ministero.
Da informazioni che abbiamo recuperato tramite le organizzazioni sindacali anche in merito all'incontro che si è tenuto ieri presso l'Unione Industriale, non sembra siano emersi particolari elementi rispetto alla Cassa integrazione per le organizzazioni che citavo prima, nonché in merito alla ricaduta occupazionale.
Continuiamo ad esprimere una forte preoccupazione e continuiamo a tenere molto viva l'attenzione, proprio perché è bene comprendere esattamente che cosa vuole dire, sia il piano aziendale della nuova azienda che si è costituita dopo il processo di fusione per incorporazione sia quali sono le leali ricadute occupazionali. Come ho già avuto modo di dire i numeri mi sembrano più dettati da un piano di crisi piuttosto che da un piano di riorganizzazione che l'azienda stessa ha introdotto.
Queste sono informazioni che oggi hanno un carattere di informalità e attendiamo di avere dal Ministero una conferma più chiara rispetto ai numeri che toccheranno al nostro territorio.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1221 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a: "Grave situazione nell'assegnazione delle cattedre agli insegnanti vincitori di concorso"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1221, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avrete senz'altro letto sui giornali della protesta degli insegnanti della scorsa settimana.
Ricordo i passi della vicenda.
Il 13 settembre 2016 sono avvenute le immissioni in ruolo degli insegnanti vincitori del concorso di diverse classi di concorso, in particolare A11, A12, A28 e A31, i quali hanno firmato il proprio avviso di nomina recante la seguente formula: "Ai sensi dell'art. 10 comma 2 del DDG.
106/2016 i docenti assegnati ricevono le proposte di incarico di durata triennale di cui all'art. 1 commi 79, 80, 81, 82 della L 107/2015" sottoscritto dal Dirigente Scolastico.
Tuttavia, i bandi emessi dalle scuole per ricevere le candidature e avviare le chiamate per competenze scadevano il 13 settembre stesso.
Pertanto, in quella data i docenti sono stati informati del fatto che dal giorno seguente avrebbero potuto accedere, attraverso la piattaforma POLIS del MIUR, alla selezione almeno di una scuola di preferenza e alla pubblicazione del proprio curriculum sulla piattaforma, ovviando così all'avvenuta scadenza del bando.
La piattaforma è tuttavia rimasta inagibile per l'intera durata del giorno seguente.
Quindi, vista l'informalità delle informazioni che giungevano dall'Ufficio Scolastico Regionale, alcune scuole hanno deciso di riaprire il bando e i candidati hanno perciò inviato alle scuole le proprie domande con allegato curriculum europeo e molti di loro hanno firmato la propria presa di servizio, in totale acquiescenza delle dirigenze scolastiche.
Sono accaduti altri avvenimenti.
Quasi tutti i vincitori di concorso, anche coloro che avevano ottenuto l'incarico, hanno ricevuto un'e-mail in Posta Elettronica Certificata, da parte del Ministero, con la quale i neoimmessi in ruolo venivano assegnati "a random", diciamo a caso (per non dire altro), in posti diversi da quelli di preferenza, tanto che alcuni sono stati destinati a scuole in cui non risulta disponibilità di cattedre. Pertanto, l'assegnazione è avvenuta senza valutare i fabbisogni delle scuole.
A questo punto, i docenti sono stati obbligati a formalizzare la propria presa di servizio nelle scuole indicate dal MIUR in base a criteri casuali, ma informalmente hanno saputo che la presa di servizio sarà provvisoria e che probabilmente verranno richiamati in ordine di graduatoria, in contrasto con la Legge 107 che prevede le candidature degli insegnanti stessi.
E' una vicenda complicata, infatti provo a raccontarla piano piano essendo in sé paradossale.
Inoltre, già al momento della nomina, i posti disponibili erano stati dimezzati per assegnarne la metà ai vincitori di ricorso inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
A decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell'istituzione scolastica il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di garantire il regolare avvio delle lezioni; posto che il dirigente scolastico formuli la proposta di incarico in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa e di incarico con durata triennale e rinnovato purché in coerenza con il piano dell'offerta formativa; posto che questo incarico è assegnato dal dirigente scolastico e si perfeziona con l'accettazione del docente; a quanto sembra, il Ministero, spinto - per usare toni gentili - dall'urgenza di raggiungere l'obiettivo dell'immissione in ruolo dei docenti entro il 15 di settembre 2016, ha agito non in conformità con la Legge 107: in contrasto cioè con il principio della chiamata diretta per competenza.
Mi sembra, almeno così appare.
L'interrogazione, quindi, è sapere come intende muoversi la Giunta presso il Ministero, o se ha sentito l'Ufficio Scolastico Regionale, per verificare questa situazione e sollecitare una rapida soluzione in conformità con la legge.
So che non è competenza nostra, ma credo che su temi così politici e che riguardano così tanto il nostro territorio sia bene che anche la Regione se ne occupi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Risponde l'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Riprendendo l'ultima affermazione del Consigliere Grimaldi, la Regione segue passo passo, da quando si avviano i primi passaggi per la definizione degli organici per l'anno scolastico - in questo caso 2016/2017 - cioè dal mese di gennaio, ossia nel momento in cui si completano le iscrizioni.
E' un processo abbastanza complicato e quest'anno ulteriormente complicato dal fatto che la legge sulla buona scuola ha introdotto ulteriori elementi, peraltro importanti, che hanno permesso l'immissione in ruolo di un numero importanti di docenti.
La fase di avvio e di definizione degli organici è stata ulteriormente complicata da quelli che sono stati gli elementi, che alla fine porteranno a situazione di positività all'interno della scuola, e soprattutto per i docenti, ma tutta la fase di organizzazione è stata davvero molto complicato.
Come dicevo, abbiamo seguito passo passo la vicenda con l'Ufficio Scolastico Regionale, comprese le difficoltà che l'hanno caratterizzata.
Provo a riassumere quanto è successo e provo a dire quello che, insieme alle altre Regioni, abbiamo fatto, considerando che ogni Regione, da questo punto di vista, ha avuto un problema diverso, soprattutto l'Italia è divisa, per quello che è stato l'avvio dell'anno scolastico, tra l'Italia del centro-nord e l'Italia del centro-sud perché, come sapete, c'erano più elementi che caratterizzavano la mobilità del corpo docente.
L'atteggiamento delle Regioni è stato quello di richiedere un incontro con il Ministro già nel mese di giugno, incontro che non è ancora avvenuto.
La scorsa settimana, attraverso il Presidente della Conferenza, il Presidente Bonaccioni, è stato effettuato un ulteriore sollecito per avere un incontro con il Ministro. Ad oggi, abbiamo una quantità significativa di documenti prodotti al Ministero, ma non abbiamo ancora ottenuto una risposta.
Tuttavia, provo a riassumere quanto è successo.
Intanto, ci sono competenze che riguardano l'Ufficio Scolastico Regionale e competenze che riguardano gli Uffici centrali del Ministero o meglio, molti elementi vengono impartiti dall'ufficio centrale presso gli uffici periferici, che su molti aspetti possono agire in modo autonomo, su altri, invece, devono attendere le linee dal Ministero per sapere come comportarsi.
Tutta la parte concorsuale, quindi, è stata gestita dal Ministero ovviamente tramite le braccia operative territoriali.
Da quest'anno, come è stato ricordato, c'era un ulteriore elemento di novità: l'assegnazione della titolarità degli insegnanti avviene per ambito territoriale e non più per graduatorie provinciali, come avveniva un tempo.
Gli ambiti territoriali sono stati identificati in accordo con la Regione sul finire del 2015, e quest'anno era il primo anno in cui gli assegnatari avvenivano per ambiti territoriali e non più per graduatorie provinciali, quindi c'era questo ulteriore elemento, all'interno della chiamata diretta che i Presidi potevano effettuare, che indicava nuove modalità con le quali poter immettere in ruolo gli insegnamenti.
Le assunzioni per chiamata per ambito sono state avviate per tutte le classi di concorso e per tipologia di posto.
L'avvio delle chiamate è stato il 9 settembre 2016. Non si poteva effettuare prima perché alcune classi di concorso non avevano ancora completato il proprio percorso.
Ai dirigenti scolastici sono state fornite tutte le indicazioni in ordine alle tempistiche relative alle chiamate dirette per competenza regolate dall'articolo 1 della legge 107 sulla buona scuola, con particolare riferimento alla necessità di pubblicare i dati dei relativi avvisi sul sito Internet dell'istituzione scolastica alla quale i singoli dirigenti scolastici facevano riferimento.
Il numero di operazioni complessive di conferimento dell'incarico a tempo indeterminato è stato di 2.497 docenti, di cui 2.201 su posti comuni e 296 su posti di sostegno.
Si è verificata una sorta di impossibilità temporale per poter fare le due relative assegnazioni: garantire l'aggiudicazione della sede scolastica, che doveva avvenire entro il 15 settembre (data in cui tutte le scuole si sono aperte), e assicurare anche la copertura economica per gli insegnanti, poiché la piattaforma all'interno della quale dovevano avvenire queste assegnazioni a un certo punto è andata in tilt e non era più possibile effettuare l'abbinamento post scuola-ambito.
Il MIUR ha dato ordini alle autonomie scolastiche (ai Presidi) di procedere manualmente e quindi di rieffettuare tutte le chiamate nominative attraverso una procedura manuale, che era quella che veniva utilizzata antecedentemente alla piattaforma e all'algoritmo che è stato applicato.
Questa procedura surrogatoria è stata dotata per tutte le immissioni in ruolo assegnate fino al 15 di settembre, quindi sono state rifatte le immissioni in ruolo.
Il periodo concesso ai dirigenti scolastici per lo svolgimento delle procedure relative all'individuazione per competenza con la modalità manuale non ha permesso, in alcuni casi, di concludere la relativa operazione con l'assegnazione definitiva della sede scolastica di servizio anche relativamente al fatto che i docenti la cui immissione in ruolo è stata registrata al predetto sistema informativo successivamente alla chiusura dell'area relativa alle individuazioni per competenza non è stato consentito alle istanze on-line che nel frattempo erano state effettuate sulla piattaforma quando questa funzionava l'invio del proprio curriculum vitae e soprattutto l'individuazione della sede scolastica di preferenza in modo tale da considerare nella procedura surrogatoria l'assegnazione all'ufficio della medesima o di altra sede secondo le catene di viciniorità (se quell'ambito non permetteva l'ingresso di quel docente, si poteva fare nell'ambito che stava vicino).
L'ufficio scolastico regionale, con apposito bando, ha fornito a tutti i dirigenti scolastici ed ai docenti neo immessi in ruolo le seguenti indicazioni operative. A seguito della segnalazione dei dirigenti amministrativi e degli stessi docenti, si è proceduto alla regolarizzazione delle anomalie verificatesi nel passaggio dalla procedura di individuazione per competenza alla fase surrogatoria (chiamata volgarmente manuale) mediante correzione delle assegnazioni effettuate da quest'ultima procedura. Subito dopo è stata effettuata l'assegnazione d'ufficio di una sede scolastica di servizio provvisoria sia ai docenti che all'esito della procedura surrogatoria ne erano rimasti privi sia ai docenti immessi in ruolo successivamente alla suddetta procedura. Ovviamente non sono stati destinatari di dette assegnazioni i docenti a cui i dirigenti scolastici hanno conferito l'incarico ad esito della procedura di individuazione per competenze ma hanno avuto un'altra assegnazione, nonché quelli che sono stati regolarizzati (com'è stato evidenziato sopra) avendo potuto inserire su istanza on-line il proprio curriculum vitae e la sede scolastica di preferenza solo all'inizio del procedimento e non in fase di chiusura del procedimento stesso.
Solo una comunicazione finale: entro la prossima settimana le articolazioni territoriali dell'ufficio scolastico, cioè gli uffici scolastici provinciali, procederanno, in presenza di tutti i docenti interessati, ad assegnare la sede scolastica che, a questo punto, diventerà definitiva. Gli aspiranti sceglieranno le suddette sedi secondo l'ordine delle rispettive graduatorie, partendo in base alle regole generali date dal Ministero.
Il Ministero immagina che entro la fine del mese di settembre si possa arrivare a una chiusura dei procedimenti e quindi regolarizzare tutte le procedure cosiddette per competenza da parte dei dirigenti scolastici che non si sono potute perfezionare entro la data stabilita (15 settembre) per effetto della procedura che non permetteva l'iscrizione on-line e quindi di chiudere le questioni delle immissioni in ruolo con la fase di congiunzione del potenziamento e del concorso e delle nuove immissioni in ruolo entro la fine del mese di settembre.
Mi rendo conto che è una spiegazione un po' complicata, ma credo sia utile fornire indicazioni anche in merito a quanto siano tortuosi i procedimenti che hanno dovuto gestire gli uffici scolastici e le scuole in questo periodo dell'anno scolastico. Grazie.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta immediata n. 1226 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Revisione delle modalità di accesso e rendicontazione dei contributi regionali destinati alle Società di Mutuo Soccorso"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1226, presentata dal Consigliere Appiano.
E' competenza della Cultura, ma l'Assessora Parigi è assente, per cui risponderà l'Assessora Pentenero.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce sia dagli approfondimenti in materia, che anche in occasione dei bilanci approvati in questi anni abbiamo avuto modo di portare avanti, sia di recente da una lettera del Presidente della Fondazione che si occupa delle Società di Mutuo Soccorso, il quale ha segnalato una fortissima difficoltà.
E' noto come, dopo anni in cui questo capitolo di bilancio non veniva più finanziato e dunque le Società di Mutuo Soccorso - patrimonio culturale e sociale importantissimo per la nostra Regione - non potevano più ricevere contributi, questa Amministrazione regionale abbia ricominciato a stanziare un po' di risorse sull'apposito capitolo: poche, però poche sono meglio di niente. Tuttavia, a seguito della modifica dei criteri e delle modalità di richieste di rendicontazione dei contributi medesimi, stiamo nella sostanza mettendo le Società di Mutuo Soccorso nell'impossibilità pratica o nell'estrema difficoltà di usufruire di questi pochi contributi, che ricordo - sono contributi in conto capitale e servono per finanziare in parte opere di investimento e recupero del patrimonio culturale delle sedi delle Società medesime.
In parte, le trattiamo sostanzialmente quasi come fossero delle imprese, cioè degli organismi diversi da quelli mutualistici che sono, per cui da un lato pretendiamo che l'intera spesa venga fatturata per poi chiedere il rimborso, il ristoro di parte della spesa medesima, mentre dall'altro lato imponiamo la posta elettronica certificata individuale delle singole Società, il che rende almeno per il 90% delle Società medesime (così si stima) impossibile accedere ai contributi. Del resto, in generale abbiamo reso molto complessa, molto burocratizzata la procedura di rendicontazione, ripeto, di contributi importanti ripristinati, che per sono di modesta entità e spesso si riferiscono a lavori già effettuati o già iniziati.
Dunque, dinnanzi alla segnalazione di queste estreme difficoltà l'oggetto dell'interrogazione è capire se e quali misure si intendano adottare per rendere sostanzialmente accessibili e fruibili i contributi per le Società di Mutuo Soccorso, insomma se immaginiamo di rimeditare un po' questa delibera o determina della Giunta che ha reso molto più complesse le pratiche di rendicontazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Leggo testualmente quello che mi è stato consegnato dalla collega Parigi, che credo risponda solo in parte a quanto da lei evidenziato, nel senso che si fa riferimento alla DGR del 13 giugno scorso, che stabiliva espressamente l'utilizzo del bando come modalità di accesso ai contributi per la legge 24/1990 "Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso" ed inoltre stabiliva che istanze delle Società di Mutuo Soccorso dovevano pervenire in Regione entro il 20 settembre 2016.
Considerata l'impossibilità di procedere con l'iter sopra definito poiché lo stanziamento in competenza è di 100.000,00 euro.



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessora.
Chiedo ai colleghi di fare silenzio, per cortesia.
Prego, Assessora Pentenero, continui pure.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie.
La cifra stanziata in competenza ammonta a euro 100.000,00, ma l'assegnazione in termini di cassa ammonta a euro 22.500,00: è una disponibilità inadeguata per interventi di tipo strutturale - che credo siano quelli ammessi dal bando stesso - che possano concretamente rispondere alle effettive esigenze dei beneficiari; pertanto, si è deciso di non procedere con l'iter che era stato definito dalla delibera sopra citata.
Ribadita la volontà della Giunta di riconoscere e promuovere i valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso, sarà iniziativa della collega Parigi, non appena si verificheranno le condizioni per procedere ad impegnare l'intera cifra assegnata, presentare alla Giunta una deliberazione che riproponga le modalità di ammissione e rendicontazione previste nel 2015, come stabilito dalla DGR del 20 luglio 2015: "Riordino delle disposizioni relative alla presentazione dell'istanza, rendicontazione, liquidazione, controllo, codice etico dei contributi concessi in materia di cultura, turismo e sport a decorrere dall'anno 2015".
L'Assessore alla cultura ritiene percorribile questo tipo di soluzione in quanto l'iter fino ad oggi avviato ha consentito la conclusione del procedimento amministrativo per la totalità dei fondi a disposizione sul capitolo dedicato del bilancio 2015. Quindi, secondo le modalità indicate dalla delibera precedente sembrerebbe essersi concluso l'iter.
L'Assessore è fiducioso di poter procedere anche per l'anno in corso al soddisfacimento delle richieste che potranno pervenire da parte dei beneficiari, tenuto conto delle risorse disponibili sul capitolo pertinente, quindi di poter rispondere a tutte le domande che saranno presentate secondo un nuovo iter e secondo un nuovo bando.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Trasporti a fune

Interrogazione a risposta immediata n. 1228 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Funivia Stresa-Mottarone. Mancate clausole di salvaguardia occupazionale e assenza di continuità nell'erogazione del servizio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1228, presentata dal Consigliere Andrissi.
L'interrogazione verte sul turismo, ma le risponderà l'Assessora Pentenero.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale ha deliberato, il 28/11/2013, nell'ambito della Linea di intervento per la "Riqualificazione e valorizzazione del patrimonio turistico, sportivo e culturale", di riqualificare la Funivia Stresa-Mottarone; la spesa complessiva era di euro 4.106.000,00 e la Giunta allora approvò un finanziamento di euro 1.750.000,00.
Successivamente, si verificò un problema, nel senso che i fondi non erano sufficienti per garantire la copertura delle spese relative all'operatore privato che interveniva sulla riqualificazione di questa funivia con la messa in sicurezza e revisione dell'impianto funiviario Stresa-Alpino-Mottarone. Quindi, in qualche modo, nel tempo, mi sono sentito responsabile di quest'operazione in quanto segnalammo con un'interrogazione che i fondi non erano sufficienti, tanto è vero che, il 2 novembre 2015, la Regione assegnò al Comune di Stresa per la realizzazione delle opere sopra citate un contributo pari ad euro...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Andrissi.
Credo sia difficile per qualunque Consigliere poter parlare con il rumore che c'è in quest'aula!



ANDRISSI Gianpaolo

Quindi, la Giunta intervenne con un ulteriore intervento di 300 mila euro, che noi, tra l'altro, allora sollecitammo.
Però, è sorto un problema, nel senso che agli otto lavoratori che assicuravano il servizio prima di queste opere di manutenzione straordinaria necessarie per mantenere il funzionamento della Funivia Stresa-Mottarone, che consente la vita di impianti sciistici, nonché di strutture alberghiere importanti, non si era garantita la continuità lavorativa, ovvero non si è prevista una clausola di salvaguardia occupazionale.
Questa operazione, purtroppo, ha determinato la perdita del posto di lavoro ai lavoratori che prima erano occupati in questa funivia.
Noi riteniamo che il fatto sia decisamente grave considerando che c'è un intervento pubblico. Quindi, noi denunciamo l'assenza di clausole di salvaguardia occupazionale e di obblighi di mantenimento dei livelli e delle condizioni occupazionali; la revoca dell'obbligo per il concessionario di garantire il servizio per i 365 giorni senza interruzioni, permettendo invece la sospensione nei periodi di bassa stagione, senza alcuna specificazione al riguardo (magari è giustificabile un'interruzione per alcuni periodi dell'anno) e la revoca dell'obbligo per il concessionario di garantire un servizio di trasporto sostitutivo, come era stato chiesto nel periodo di chiusura della funivia per manutenzione straordinaria.
Allora, chiedo all'Assessore competente quali siano le motivazioni che abbiano indotto la Regione, quale ente co-finanziatore delle opere sopra citate, a permettere l'assenza di clausole che garantissero sia la salvaguardia e il mantenimento delle condizioni occupazionali per gli ex otto dipendenti della Ferrovia del Mottarone, sia l'erogazione di un costante servizio da parte del concessionario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Come anticipato, le risponderà l'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie.
Intanto, è utile precisare alcuni elementi per poter inquadrare la questione.
Ai fini della revisione quarantennale della Funivia del Mottarone, in data 22 maggio 2014, è stato sottoscritto tra la Regione Piemonte e il Comune di Stresa l'Accordo di programma per la "Realizzazione di interventi di messa in sicurezza e revisione dell'impianto funiviario Stresa-Alpino Mottarone - I Lotto" per il complessivo importo di 4.106.000,00 euro e concesso al Comune un contributo regionale di 1.750.000,00 euro.
Le funzioni di "Soggetto beneficiario, promotore e attuatore dell'Accordo e realizzatore dell'intervento" sono state poste in capo al Comune di Stresa, Ente proprietario dell'impianto.
La Regione si è impegnata nel sostegno e nel rafforzamento della competitività della stazione funiviaria del Mottarone. Alla stessa viene riconosciuto infatti non solo un valore trasportistico, ma un indubbio richiamo turistico che rappresenta una risorsa strategica determinante per lo sviluppo economico del territorio coinvolto.
Per l'affidamento in "Concessione" dell'impianto in oggetto, in data 10 giugno 2014, è stata sottoscritta tra SCR e il Comune di Stresa una "Convenzione", con la quale il Comune medesimo, in qualità di amministrazione concedente, ha di fatto conferito a SCR-Piemonte le funzioni di Stazione Unica Appaltante comprendente tutte le attività relative alla procedura di gara dell'appalto in concessione, nonché le attività connesse all'esecuzione dei lavori da parte del concessionario sino al collaudo e riapertura dell'impianto.
Le "Caratteristiche" delle concessioni dei lavori pubblici, all'epoca definite dall'articolo 143 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 hanno, di regola, ad oggetto la progettazione definitiva, esecutiva e l'esecuzione delle opere pubbliche o di pubblica utilità, e di lavori ad essi strutturalmente e direttamente collegati, nonché la loro gestione funzionale ed economica. L'offerta e il contratto devono contenere il piano economico-finanziario di copertura degli investimenti e della connessa gestione per tutto l'arco temporale prescelto.
L'inserimento di eventuali "Clausole", compatibili con la normativa in vigore, quantificate a livello economico e contenute negli atti e documenti di gara, restano di esclusiva competenza del soggetto concedente.
Soprattutto, si era scelto di attivare le realtà locali perché profonde conoscitrici dello stato dell'arte delle opere, quindi anche di quello che può essere l'impatto lavorativo. Pertanto, credo che la domanda andrebbe rivolta ai territori per comprendere il motivo per cui è stata effettuata una scelta di questa natura, cioè di non inserire eventuali clausole volte a tutelare l'aspetto lavorativo ed occupazionale dell'impianto stesso.


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta immediata n. 1227 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Quali garanzie occupazionali nella gara di affidamento del servizio di vigilanza armata e sicurezza interna presso le sedi delle Aziende ospedaliere Santa Croce e Carle di Cuneo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1227, presentata dal Consigliere Campo, alla quale risponderanno gli Assessori Pentenero e Saitta.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente, e grazie per la risposta combinata: sono contento che si tratti l'argomento così approfonditamente, anche perché sollevo questa questione per la seconda volta, in quanto nella precedente occasione ci venne risposto un po' sommariamente.
Riassumo brevemente. Parliamo sostanzialmente di una gara che è volta ad individuare le forniture di servizi per la sorveglianza e l'antincendio all'Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo: gara che ha la natura di durata breve di circa un anno, fino alla disponibilità di un'analoga gara Consip come previsto anche dalla legge. Quel che è successo, però, solleva forti dubbi, intanto perché la gara è stata realizzata senza prevedere le clausole sociali; tra l'altro, proprio nel periodo in cui la Regione siglava un'intesa con le Parti sociali in relazione al fatto di garantire le tutele occupazionali laddove, nelle gare pubbliche, ci fosse stato un subentro di diversa ditta rispetto ai fornitori di servizi già presenti quindi a tutela dell'occupazione. Nella risposta dell'ASO venne detto che questa intesa era avvenuta a gara già bandita, per cui non c'era stato il tempo di valutarla. In ogni caso, la clausola sociale è già prevista anche dalla contrattazione nazionale ed è addirittura promossa a livello nazionale: si raccomanda prioritariamente di dare tutela a chi già svolge quel servizio.
Le modalità con cui è stata esitata la gara, peraltro, inducono un po'al dubbio in quanto si è trattato di una gara ad inviti che ha visto rispondere uno solo degli invitati, RTI, in raggruppamento temporaneo con uno degli altri: nessun'altra risposta è pervenuta nei termine stabiliti dalla gara. Non solo: a nostro parere - e lo stiamo verificando anche dal punto di vista legale - l'importo della gara è troppo elevato rispetto ai limiti per una gara ad inviti; quindi quella avrebbe probabilmente dovuto essere - e su questo vi domandiamo, oppure lo faremo noi, di chiedere in merito un parere all'ANAC - una gara aperta. Ci sono quindi tutta una serie di situazioni critiche, alle quali aggiungo ancora che la società uscente incaricata dei servizi antincendio non ha neanche comunicato al subentrante i nominativi degli esuberi che andavano a perdere il lavoro, cosa esplicitamente prevista. Sempre nella risposta precedente era stato detto che, pur non essendo stata prevista la clausola, "saranno fatti tutti gli sforzi perché vengano riassorbiti almeno per la maggior parte le persone già operanti nel servizio". Ebbene, ad oggi - ad un mese dall'attivazione del nuovo servizio - neanche una delle quattordici persone è stata almeno contattata; e, a domanda dei Sindacati alle due aziende del raggruppamento temporaneo di imprese, la risposta è stata: non ci interessa perché noi svolgeremo quei servizi esclusivamente con le guardie giurate.
Ora, l'altro elemento su cui ci viene il dubbio è perché una guardia giurata armata dovrebbe fare il servizio di sorveglianza antincendio, o se non andrebbe a finire che lo fa a tempo perso e quindi mancherebbe la qualità di esclusività dello svolgimento del servizio antincendio esplicitamente prevista nell'appalto.
Per tutti questi motivi noi veniamo a chiedere innanzitutto cosa intende fare l'Assessorato, dopo che ci avete detto che "si faranno tutti gli sforzi per salvaguardare la maggiore parte possibile dei posti di lavoro" e che oggi, ad un mese di distanza, neanche uno di questi posti di lavoro è stato salvaguardato. Vorremmo quindi sapere cosa sta succedendo e se non ci sia qualche elemento di poca chiarezza e poca trasparenza nella gestione di questa vicenda, oltre ad avere notizie di queste valutazioni tecniche che vi inviterei a fare, per evitare che la cosa si trascini. A nostro parere la gara andrebbe ritirata e rifatta secondo criteri molto più trasparenti e includendo le clausole di salvaguardia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Per la Giunta regionale comincia a rispondere l'Assessora Pentenero.
Prego.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Abbiamo scelto di formulare due risposte: la prima per quel che riguarda la trattativa sindacale e quindi le misure in seguito alla richiesta di licenziamento e l'altra, del collega Saitta, per quel che riguarda gli aspetti della gara.
Intanto faccio un passo indietro anch'io. Agli atti della Regione risulta che la REAR (Società cooperativa) in data 8 marzo 2016 aveva avviato una procedura di licenziamento collettivo per 14 lavoratori con la mansione di addetti antincendio operanti presso la struttura ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, conclusa il 19 maggio del corrente anno, con mancato accordo presso la Regione Piemonte: in sede amministrativa, cioè non c'era stata intesa tra Sindacati e azienda.
Tenuto conto che in data 12 luglio il committente ha comunicato alla società la proroga della scadenza contrattuale dei servizi in essere al 14 ottobre 2016, non avendo operato i licenziamenti nei termini previsti dalla legge, cioè 120 giorni dal mancato accordo, la REAR ha avviato una nuova procedura di licenziamento collettivo. Poiché nella fase sindacale della procedura, cioè 45 giorni dal suo avvio, le Organizzazioni sindacali non hanno richiesto alcun incontro per discutere della situazione, con nota del 1° settembre la REAR ha chiesto alla Regione, e in particolar modo alla Direzione coesione sociale, di fissare l'incontro per proseguire la trattativa in sede istituzionale, aprendo la fase amministrativa, che è la seconda fase di qualsiasi trattativa sindacale: prima la trattativa all'interno dell'azienda e poi la trattativa in fase amministrativa (30 giorni dall'arrivo della comunicazione).
Tale incontro è previsto per il giorno 22 settembre alle ore 10 presso l'Assessorato al lavoro. In quell'occasione cercheremo di approfondire tutte le questioni che hanno toccato la vicenda e, qualora questa non avesse ancora proceduto, la Regione inviterà la REAR a trasmettere i nominativi dei lavoratori alla nuova società affidataria dei lavori e metterà in campo ogni utile iniziativa che possa essere di supporto alla situazione che si è venuta a creare.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda invece i dettagli dell'appalto che vengono citati dal Consigliere Campo nell'interrogazione, si precisa che il servizio di vigilanza armata, sicurezza interna e attività correlate - almeno, queste sono le informazioni che abbiamo ricevuto e raccolto dal Direttore generale non coincide esattamente con l'oggetto dell'appalto in via di dismissione, già gestito pro-quota da una società di servizi di accoglienza e portierato. In questo contesto, proprio su sollecitazione dell'Azienda ospedaliera, la società aggiudicataria del nuovo servizio si è impegnata seppure informalmente, a subentrare nei contratti individuali dei dipendenti aventi le qualifiche e professionalità compatibili e indispensabili all'esecuzione del contratto.
Ad integrazione si evidenzia che la stazione appaltante ha cambiato il titolo del servizio oggetto di appalto, ritenendo prevalente l'attività di sicurezza interna e ha proceduto a interpellare esclusivamente istituti di vigilanza privata, in considerazione della delicatezza del servizio che necessità di un'elevata integrazione delle attività oggetto di appalto nel loro complesso, che implica la capacità di ognuno degli operatori addetti di gestire adeguatamente un amplissimo spettro di relazioni e una vasta gamma di eventi potenzialmente critici per la sicurezza interna, anche alla luce del recente inasprimento degli episodi di furto e vandalismo all'interno dei presidi ospedalieri; questo a tutela della piena sicurezza degli ambienti, dei degenti e dei dipendenti. Si precisa infatti che l'art.
15 dell'attuale capitolato speciale prevede che il personale adibito all'esecuzione del servizio debba essere in possesso del Decreto prefettizio di nomina a guardia particolare giurata.
Pertanto - e in conclusione - le criticità rilevate dal Consigliere Campo, in relazione alla diversa composizione del raggruppamento titolare d'impresa aggiudicatario rispetto a quello uscente e alla partecipazione di un unico offerente sono il portato delle procedure di appalto cui necessariamente, trattandosi di gare, può conseguire l'avvicendamento di un'azienda diversa dalla precedente affidataria, nel principio della libera concorrenza.
E' stata fatta una richiesta esplicita, per quanto riguarda l'esame da parte dell'ANAC. Chiederò al Direttore Generale, che ha la responsabilità delle scelte che compie, se ritiene opportuno inviare all'ANAC e chiedere il parere.


Argomento: Asili nido

Interrogazione a risposta immediata n. 1220 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Ancora nessun iscritto al micronido dell'ospedale di Mondovì"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1220, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Ho ripresentato l'interrogazione, anche per avere un aggiornamento sulla questione.
Ricordo che il micronido era costato 357.000 euro, di cui il 70% a carico della Regione. E' stato inaugurato nel 2013 e non è mai stato aperto, quindi spero che venga trovata una soluzione, al fine di ridurre i danni di una scelta che sicuramente è stata sbagliata.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Com'è stato ricordato, abbiamo affrontato la questione in una precedente seduta del Consiglio, prima della pausa estiva.
L'aggiornamento chiesto è il seguente: lo scorso 24 agosto l'ASL-CN1 si è confrontata con l'Assessorato alle politiche sociali della Regione Piemonte, che ha predisposto la richiesta per il cambio di destinazione d'uso del locale del micronido, proponendo alla Regione Piemonte di concedere l'utilizzo di quei locali per il servizio di neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Mondovì.
Contemporaneamente, l'ASL-CN1 ha proceduto alla risoluzione consequenziale del contratto della gestione del micronido con la Cooperativa Sociale Quadrifoglio. Nel frattempo, gli uffici del collega Ferraris hanno informato l'ASL-CN1 che il Settore Coesione Sociale interfacciandosi con i miei uffici della Direzione Sanità, predisporrà a breve una delibera di Giunta regionale che vada a integrare quella del novembre 2014 e utilizzi l'ASL-CN1 al cambio di destinazione.
Mi pare che tutto si stia concludendo positivamente, con la destinazione alla Neuropsichiatria Infantile dell'ospedale di quei locali non utilizzati.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1224 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Realizzazione del nuovo reparto di fisiatria dell'ospedale di Tortona"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1224, presentata dal Consigliere Ravetti, che ha la parola per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'ospedale SS. Antonio e Margherita di Tortona, che dopo l'ultima riforma prevista nella delibera n. 1-600 e successiva modifica, ha assunto la qualifica di ospedale di base, con Pronto Soccorso.
Nel piano operativo della Direzione generale dell'ASL si è dato corso a quanto contenuto nella delibera n. 1-600 e successiva modifica, mantenendo la struttura complessa di medicina, chirurgia e ortopedia. Anche alla luce di un confronto con il territorio, facendo la giusta analisi delle esigenze, sono stati previsti alcuni letti di cardiologia, inseriti nel reparto di medicina.
Sempre in quel Piano operativo, era previsto il reparto di fisiatria con 20 posti letto; un potenziamento necessario - anche lì - alla luce delle esigenze del territorio e dei bisogni di salute.
Quest'ultima settimana - Assessore - c'è stato un notevole esercizio giornalistico (diciamo così) su questo tema, un confronto che ha visto il Sindaco di Tortona e la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona impegnati nella ricerca di comprensione di un progetto sanitario che riguarda il Direttore generale dell'ASL e la fisiatria.
Vorrei riportare questa discussione nella giusta sede, semplicemente chiedendole a che punto siamo, qual è il progetto della Direzione generale dell'ASL e, se è possibile, quali sono le tempistiche. Non voglio più fare riferimento a ciò che ho letto, ma, se si potesse produrre il tutto in un arco temporale inferiore ai tre anni, sarebbe probabilmente molto utile per quel territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Confermo qui, in aula, quanto ho già avuto modo di dire al collega Ravetti, il quale pone il problema che anche la Regione e il Consiglio assumano formalmente una posizione, con una certa ufficialità, derivante dalla risposta a un'interrogazione. Quindi impegna tutti, anche il Direttore Generale (per forza di cose).
La Regione Piemonte è pronta a realizzare, come concordato con i Sindaci del Tortonese, il reparto di fisiatria e riabilitazione di primo livello, con 20 posti letto, nell'ospedale cittadino.
Il Direttore dell'ASL - Gentili - mi ha confermato che la gara per l'affidamento dei lavori partirà entro l'anno. Questo è un impegno non condizionato dal supporto che la Fondazione bancaria potrà dare, anche se evidentemente - consideriamo importante l'apporto che la Fondazione bancaria potrà dare, perché si tratta di un partner importante, che abbiamo avuto anche in altre occasioni riguardanti la sanità su quel territorio.
Con loro potremmo anche ampliare e qualificare l'offerta, magari grazie a strumentazioni più complesse e avanzate, come era stato immaginato.
Per questo, come il Sindaco di Tortona - Bardone - sa, il 2 agosto scorso, il Direttore Gentili ha presentato alla Fondazione un progetto in tal senso, che per adesso non contiene alcuna richiesta economica. Era stato chiesto un incontro da parte della Fondazione, che, per un problema legato agli orari (anche se è una cosa molto breve), non si è potuto tenere. Pertanto, ci incontreremo sicuramente quanto prima, per valutare assieme l'eventuale interesse (penso di sì) da parte della Fondazione bancaria, e per decidere assieme le forme di collaborazione che si possono instaurare.
E' pronto anche il programma di assunzione del personale su base triennale: due medici, dieci infermieri, otto fisioterapisti, nove OSS, un logopedista, tenendo conto dei tempi necessari per completare i lavori e attrezzare i locali. Quindi, le assunzioni partiranno quanto prima.
Il collega, però, pone una questione importante, sui tempi, sulla tempistica triennale. Chiede se si può fare in modo di contrarre questi tempi.
L'indicazione del Direttore Gentili è di tre anni, ma assicuro l'impegno di ridurre questi tempi, soprattutto dopo l'incontro che avremo con la Fondazione (cosa che mi sembra logica, però bisogna tentare il più possibile), in modo da offrire al più presto quei servizi che abbiamo condiviso con l'Amministrazione comunale ed i Comuni, quando ci siamo trovati nel mio ufficio.
C'è, pertanto, un impegno anche ad effettuare tale verifica.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1229 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Inamovibilità personale infermieristico per la pausa pranzo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1229, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'altro giorno sui giornali è venuto alla ribalta un problema diffuso nei nostri ospedali, nelle strutture ospedaliere regionali, dovuto alla carenza di personale ormai cronica, da più anni, da quando c'è stato il blocco del turn over, a partire dal 2011.
Su alcuni giornali cittadini si parlava della situazione dell'ASL-TO2 in particolare degli ospedali Maria Vittoria e Giovanni Bosco, dove alcuni sindacati degli infermieri lamentavano una pratica ormai molto diffusa che impedisce ai lavoratori di allontanarsi dal reparto in cui operano, per recarsi in mensa e consumare il pasto dovuto dal contratto di lavoro perché è prevista una pausa in cui l'operatore del settore, che sia un infermiere o quant'altro, ha diritto di allontanarsi dal reparto. Non è pensabile che mentre sta consumando il pasto, debba essere richiamato ad intervenire su qualche urgenza in reparto stesso, violando,quindi, il principio stesso della pausa che ha una funzione fondamentale anche per l'equilibrio e la salute psicofisica dei lavoratori stessi.
Abbiamo riscontrato questa pratica, segnalata più volte, diffusa non solo nell'ASL-TO2, ma un po' su tutti gli ospedali della regione Piemonte.
Nella question time abbiamo chiesto all'Assessore cosa intendeva fare per ristabilire il rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali, la legalità in senso generale, se aveva idea di quanto fosse ampio il fenomeno e cosa si può fare per intervenire concretamente. Parliamo di assunzioni, oltre di richiami formali a quella che è la direzione generale e i responsabili del personale di ogni singola ASL.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità.

In relazione alla situazione che è stata definita "condizioni di lavoro inaccettabile" - mi pare fosse questa la definizione - per come si svolgerebbe la pausa pranzo-cena degli operatori dell'emergenza dell'ospedale Maria Vittoria, l'ASL-TO 2 che ho interpellato mi ha confermato di porre, da sempre, la massima attenzione ai diritti dei lavoratori e alle loro esigenze, fermo restando anche gli inalienabili diritti di esigenza dei pazienti.
Nell'ottica di coniugare entrambe queste esigenze l'ASL-TO2 nell'ambito della ristrutturazione in corso del pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria, ha completamente ristrutturato la sala relax per operatori attigua al pronto soccorso, dotandola di ogni confort rifacendone pavimentazione e arredi (già utilizzabile dal 1° settembre scorso).
La nuova zona relax è totalmente separata e riservata ai soli operatori con accesso con chiave in loro possesso, ammobiliata a nuovo, dotata di posti a sedere, armadietti, forno a microoonde e macchina del caffè il tutto concordato con il personale stesso e disposto secondo le esigenze espressamente manifestate.
Con un grande sforzo organizzativo, l'ASL-TO2 ha disposto che nella zona relax il personale possa ricevere il pranzo-cena della mensa aziendale prenotato e personalizzato, con l'addetto che effettua il trasporto dalla mensa alla sala relax, oppure ricevere in questa sala le ordinazioni a scelta che può effettuare negli esercizi convenzionati esterni, essendo il personale del settore dotato da anni di ticket pasto per l'esterno.
Quanto ai minuti contrattuali correlati alla pausa pranzo-cena, essi valgono indistintamente per tutto il personale dipendente e appartengono ad un preciso contratto integrativo in vigore da diversi anni. In più aggiungo che il contratto integrativo aziendale all'articolo 11, I comma stabilisce che: i responsabili devono provvedere per tutti i dipendenti che prestano il servizio con orario giornaliero superiore a sei ore continuative, esclusi coloro che effettuano turno notturno, ad un'adeguata pausa, di norma coincidente con la pausa mensa, non inferiore a trenta minuti, al fine di consentire il recupero delle condizioni psicofisiche in locali idonei (ho già detto come sono i locali, non mi pare che siano inidonei).
L'azienda garantisce l'accesso al servizio mensa nell'ambito delle strutture aziendali e nel caso delle strutture cui non è operante il servizio mensa, fornisce il ticket restaurant.
Il Contratto Collettivo Integrativo aziendale, all'articolo 11, comma VIII, prevede altresì l'impegno dell'azienda ad assegnare nelle strutture ospedaliere idonei locali per il consumo del pasto, qualora il pasto non possa esser consumato in mensa. Ciò non comporta che il dipendente non usufruisca del riposo psicofisico, ma che possa usufruire della pausa e del consumo del pasto in locali idonei vicino al proprio posto di lavoro. Anche se non risulta che si siano verificati casi di impossibilità per i dipendenti di fruire del recupero psicofisico, la direzione generale si impegna a fare una verifica in tal senso e, se necessario, richiamare i responsabili a far rispettare quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Interrogazione a risposta immediata n. 1222 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Invio migranti sul territorio di Morbello"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1222, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Purtroppo si sta verificando, non solo a Morbello, ma anche in altri Comuni in area montana, anche dalle mie parti, in un comune che ha residente una sola persona, che siano stati insediate alcune decine di migranti. L'oggetto dell'interrogazione è legato al territorio di Morbello dove sia dagli organi di stampa, sia il Sindaco stesso hanno evidenziato questa criticità. Una criticità che, obiettivamente, non è altro che il manifesto di una situazione scappata di mano ma, soprattutto, di una situazione dove territori deboli, con tutta una serie di problematiche e di carenze strutturali di sicurezza, ma anche solo ed esclusivamente di carattere sociale, di accoglienza reale, alla fine vengono caricati di così tali responsabilità e problematiche. Questo credo che, ormai, sia una situazione scappata di mano, ma questo è assodato a livello nazionale che la questione è stata gestita senza un minimo di criterio.
Naturalmente ci rendiamo conto che è più un problema da mettere sul tavolo prefettizio che non sul tavolo regionale, ma la Regione, come Ente importante a livello locale e territoriale, in qualche modo, deve assolutamente intervenire. La nostra richiesta è come la Regione intende intervenire per evitare pesanti problematiche in conseguenza di queste azioni.
Obiettivamente questa è una, come ne ho citate altre, ma la cosa sta prendendo una piega sbagliata proprio per il fatto che sono territori che non hanno la forza di respingere, capite che se l'incidenza su una città di 100 mila abitanti può essere veramente un'inezia seppur a numeri importanti, su territori che hanno 100 residenti, l'incidenza diventa pesante. Mi affido alla sua risposta e poi valuteremo il da farsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Grazie, al Consigliere interpellante.
Il tema che il Consigliere pone è di rilevanza regionale, nazionale europeo e adesso anche internazionale ed è alla nostra attenzione. Faccio delle considerazioni sullo specifico nostro regionale e su quello della provincia di Alessandria, ma la preoccupazione non è tanto legata ai numeri, ma al fatto che ci sia il più possibile la realizzazione di quella che viene chiamata un'accoglienza diffusa, quindi proporzionale al numero di abitanti dei singoli comuni. La scorsa settimana ero a Roma, presente al tavolo presso il Ministero degli Interni che si occupa del tema dei flussi non programmati, ed è stato anticipato, ed è anche riportato dai giornali di questi giorni, un piano realizzato dall'ANCI, in collaborazione con il Ministero degli Interni, che va proprio a definire delle proporzionalità nella distribuzione dei richiedenti asilo rispetto al numero di abitanti dei Comuni.
Ciò significa che si andrà in questa direzione, a partire da quella che è la gestione dell'accoglienza da parte delle Prefetture: come lei ha rilevato, attualmente la maggior parte delle accoglienze è gestita tramite bandi delle Prefetture; altre sono gestite con il sistema SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) direttamente dai Comuni.
Poiché attualmente il numero più significativo è gestito dalle Prefetture, abbiamo verificato con la Prefettura di Alessandria la situazione e ci ha assicurato che nel Comune di Morbello è prevista un'accoglienza di circa venti persone e non di un numero maggiore. Lo stesso Prefetto si è impegnato a monitorare costantemente la bontà del percorso intrapreso con il Sindaco e la comunità nel suo complesso.
Ribadisco che l'obiettivo della Regione è accompagnare le Prefetture e i Comuni a realizzare sul nostro territorio quella che ho anticipato essere un'accoglienza diffusa, affinché sia di piccoli nuclei e vada ad interessare progressivamente anche le Amministrazioni che finora non sono state coinvolte nell'accoglienza. Proprio nella provincia di Alessandria ad esempio, solo 36 Comuni sulla totalità dei 190 attualmente sono interessati da progetti di accoglienza.
Finora la Prefettura, andando ad interessare altri Comuni, si pone comunque l'obiettivo di non definire (e quindi di non avere) dei nuclei con un numero maggiore di persone rispetto a venti. Quindi c'é la garanzia di non andare oltre questo numero.
Per nostra parte noi continueremo a portare avanti questo lavoro di monitoraggio, tanto che adesso si è insediato il nuovo tavolo regionale a guida del Prefetto di Torino, che è stato da poco nominato, con la presenza dei Prefetti di tutte le Province e con la partecipazione dell'ANCI e della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.45 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENTE

(La seduta ha inizio alle ore 15.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Balocco, Chiamparino, Ferrari e Reschigna. Non è presente l'Assessora Parigi.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame proposta di legge n. 92 "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di legge n. 92 "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte", di cui al punto 3) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta del 13 settembre è iniziato l'esame del provvedimento.
Nel pomeriggio del 13 settembre sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza; abbiamo esaurito la discussione generale ed è stato votato l'articolo 1.
Nella seduta odierna antimeridiana sono stati votati gli articoli 2, 3 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10. Passiamo all'esame dell'articolo 11.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: Nel comma 8 dell'art. 11 della proposta di legge n. 92 dopo le parole "a carico del bilancio dell'ARPA." viene aggiunta la frase: "Esso non deve essere titolare di altri incarichi retribuiti e non deve essere stato condannato con sentenza passata in giudicato né interdetto dai pubblici uffici.".
La parola al Consigliere Bertola, per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 11 riguarda il ruolo del Direttore generale.
Con quest'emendamento chiediamo di aggiungere una frase al comma 8 dell'articolo 11.
Il comma 8 recita: "Fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati di controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190) l'incarico di Direttore generale è incompatibile con ogni altra attività professionale e con cariche elettive pubbliche e, per i dipendenti pubblici, è subordinato al collocamento in aspettativa senza assegni o fuori ruolo. Il periodo di aspettativa è utile ai fini del trattamento di quiescenza e di previdenza ed i relativi oneri contributivi sono a carico del bilancio dell'ARPA".
Con il nostro emendamento chiediamo di aggiungere una frase: "Esso non deve essere titolare di altri incarichi retribuiti e non deve essere stato condannato con sentenza passata in giudicato né interdetto dai pubblici uffici".
Abbiamo ritenuto utile inserire questa dicitura tra le caratteristiche e il ruolo che dovrà ricoprire il Direttore generale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Rapidamente, per precisare che la sostanza di questo emendamento è già contenuta nella legge nazionale n. 132/2016 che riguarda ISPRA e ARPA, che applica ai Direttori generali delle Agenzie gli stessi requisiti richiamati testé dal Consigliere Bertola, che sono del Direttore generale di ISPRA.
Dunque, non li ripetiamo nella nostra norma perché sono già contenuti nelle disposizioni nazionali, che hanno prevalenza sulla nostra legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 All'articolo 12 non sono stati presentati emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 31) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Valmaggia: Al comma 1 dell'articolo 13 le parole: "della Giunta regionale" sono sostituite dalle seguenti: "del Presidente della Giunta regionale" Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Si tratta di un emendamento tecnico, nel senso che riporta all'articolo 13, laddove si parla della revoca del Direttore generale, quanto è stato inserito nell'articolo precedente, per quanto riguarda la nomina.
Quindi, vi è una sostituzione, perché alla revoca non provvede la Giunta regionale, ma il Presidente della Giunta regionale che è lo stesso che nomina il Direttore generale. E' soltanto un collegamento tecnico fra i due articoli.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: Nella lettera b) del comma 1 dell'art. 13 della proposta di legge n. 92, le parole "grave" vengono abrogate.
La parola al Consigliere Bertola, per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda una questione che andiamo ad affrontare nello specifico su questo provvedimento di legge, ma per noi ha un carattere anche generale, al punto che in Commissione si è anche aperta una discussione interessante, più filosofica che altro, che noi riteniamo sia giusto sollevare anche in Aula. Chiediamo che ci si interroghi su una definizione che lascia troppa discrezionalità in una scelta importante come la revoca di un Direttore generale per violazione di legge.
L'articolo 13 recita: "La revoca del Direttore generale disposta con provvedimento motivato dalla Giunta regionale nei casi di mancato e ingiustificato raggiungimento degli obiettivi; grave violazione di legge e grave disavanzo imputabile alla sua gestione".
L'emendamento n. 11) cancella la parola "grave". Noi vorremmo capire chi definisce che un reato sia grave. Delle due l'una: o si elimina la parola "grave" e quindi lasciamo "in caso commetta reati", però sappiamo che è una definizione un po' troppo severa, perché ci possono essere reati piuttosto lievi, che magari non vengono commessi nell'ambito dell'attività di Direttore generale dell'ARPA, oppure non attengono alla questione della gestione pubblica della cosa.
Tuttavia, dire "grave" dà un'enorme discrezionalità: ciò che può essere un reato grave per me può non esserlo per un'altra persona, quindi forse sarebbe il caso qui, come in altri provvedimenti di legge, definire quali siano i reati, le violazioni di legge al verificarsi delle quali si dispone la revoca di un Direttore generale. Reati contro il patrimonio, reati contro la persona? Secondo noi, dire "grave violazioni di legge" è una dicitura troppo vaga.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Alla lettera a), del comma 2, dell'articolo 15, della proposta di legge 92 le parole: "e di tutela dell'interesse pubblico perseguito dall'ARPA;" sono sostituite dalle seguenti: "efficacia e conformità alle normative applicabili all'Azienda;" La parola al Consigliere Berutti, per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Relativamente all'emendamento n. 27), le parole "di tutela dell'interesse pubblico perseguito dall'ARPA" sono soppresse e sostituite dalle seguenti parole: "efficacia e conformità alle normative applicabili all'Azienda".
La motivazione di quest'emendamento è la seguente: poiché la norma in oggetto detta le competenze del Collegio dei revisori è del tutto inaccettabile che si attribuisca a tale organo il compito di verificare che l'attività dell'Azienda risponda all'interesse pubblico competenza cui è preposto il Comitato regionale di indirizzo e, in ultima istanza, la Giunta regionale e la generale attività di competenza del Consiglio regionale certamente non i tecnici contabili componenti il Collegio che non hanno la competenza e, in ogni caso, la legittimazione per svolgere una funzione che è la sostanza della competenza degli organi politici.
In compenso, oltre la verifica circa l'efficienza dell'attività svolta deve essere annoverata anche l'efficacia, nonché il rispetto dell'ordinamento applicabile ad un soggetto pubblico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: "Dopo il comma 5 dell'art. 16 della proposta di legge n. 92, viene aggiunto il comma 5 bis: "5 bis. Fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190), l'incarico di direttore amministrativo e di direttore tecnico è incompatibile con ogni altra attività professionale e con cariche elettive pubbliche e, per i dipendenti pubblici, è subordinato al collocamento in aspettativa senza assegni o fuori ruolo. Il periodo di aspettativa è utile ai fini del trattamento di quiescenza e di previdenza ed i relativi oneri contributivi sono a carico del bilancio dell'ARPA. Esso non deve essere titolare di altri incarichi retribuiti e non deve essere stato condannato con sentenza passata in giudicato né interdetto dai pubblici uffici." La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 16 e l'emendamento propone di inserire un comma dopo il comma 5 dell'articolo.
Il comma recita: "Fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, l'incarico di direttore amministrativo e di direttore tecnico è incompatibile con ogni altra attività professionale e con cariche elettive pubbliche e, per i dipendenti pubblici, è subordinato al collocamento in aspettativa senza assegni o fuori ruolo. Il periodo di aspettativa è utile ai fini del trattamento di quiescenza e di previdenza ed i relativi oneri contributivi sono a carico del bilancio dell'ARPA. Esso non deve essere titolare di altri incarichi retribuiti e non deve essere stato condannato con sentenza passata in giudicato n interdetto dai pubblici uffici." Essenzialmente va a riportare la stessa aggiunta che volevamo fare all'altro articolo, perché ritenevamo che questo dovesse essere specificato, sebbene, come ha detto l'Assessore, non si è inteso riportare questa definizione e questa specificazione nella legge, poiché, a dire dell'Assessore, è già ricompresa nella disciplina nazionale per quanto riguarda il Direttore dell'ISPRA.
Quindi, in quanto fonte gerarchicamente superiore, si intende recepita.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: "Nel comma 1 dell'art. 17 della proposta di legge n. 92 dopo le parole "nonché" viene aggiunto "dai rappresentanti della struttura centrale e".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Siamo all'articolo 17 della proposta di legge n. 92, che parla dell'ufficio di Direzione e recita "L'ufficio di direzione è costituito dal Direttore Generale, dal Direttore amministrativo, dal Direttore tecnico nonché dai rappresentante di ciascuna struttura periferica".
Segnalo che c'è un refuso nell'articolo 17, perché dire "dai rappresentante di ciascuna struttura periferica" è un errore; quindi, sarà o "dal rappresentante" o "dai rappresentanti". Penso che poi ci sarà un piccolo emendamento di coordinamento degli uffici del Consiglio regionale che lo correggeranno.
L'emendamento n. 13) recita: "Nel comma 1 dell'art. 17 della proposta di legge n. 92 dopo le parole "nonché" viene aggiunto "dai rappresentanti della struttura centrale e". Abbiamo ritenuto necessario che agli uffici di direzione partecipassero anche i rappresentanti della struttura centrale il che è diverso che dire "i direttori".



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: Dopo il comma 1 dell'art. 17 della proposta di legge n. 92 viene aggiunto il comma 1 bis: "1 bis. L'Ufficio di direzione deve comunque garantire la rappresentanza delle esigenze delle strutture periferiche".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Siamo sempre all'articolo 17 e dopo il comma 1 proponiamo di aggiungere un altro comma, nel quale diciamo che "L'ufficio di direzione deve comunque garantire la rappresentanza delle esigenze delle strutture periferiche".
La questione del numero di strutture che, a livello regionale, deve avere e che ha l'ARPA è stata discussa già prima dell'esame della proposta di legge, in quanto si è proceduto per una ragione puramente di riduzione dei costi ad una riduzione delle strutture periferiche delle strutture dell'ARPA sul territorio.
All'interno di questa proposta di legge noi vorremmo inserire questo concetto, e quindi intendiamo ribadire che deve essere garantita la rappresentanza e la voce anche delle esigenze delle strutture periferiche dell'ARPA.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 bis Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: "1. Fermo restando le disposizioni in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni, Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n. 33, l'ARPA provvede a rendere pubblici, mediante sito web istituzionale, le convenzioni, i rendiconti ed i risultati, delle attività istituzionali obbligatorie e quelle istituzionali non obbligatorie richieste da altri Enti Pubblici.
2. Lo Statuto dell'ARPA, di cui all'articolo 11, dovrà inoltre prevedere specifici strumenti per l'accesso civico alle informazioni ambientali e per il rilascio dei dati ambientali con licenze pubbliche di riuso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

L'articolo 17 bis che verrebbe inserito, da quest'emendamento, dopo l'articolo 17.
Parliamo di trasparenza.
Quest'emendamento ripropone la parte di emendamento che non era stata recepita durante l'esame in Commissione. La parte invece recepita - ed ora presente nel testo della legge che esaminiamo in aula - riguarda il bilancio sociale, sul quale c'era stato un parere positivo.
In realtà, la stesura originale dell'emendamento aveva anche altre disposizioni sulla trasparenza, che vado a leggere, essendo il contenuto di quest'emendamento.
Fermo restando le disposizioni in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni, Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n. 33, l'ARPA provvede a rendere pubblici, mediante sito web istituzionale, le convenzioni, i rendiconti ed i risultati, delle attività istituzionali obbligatorie e quelle istituzionali non obbligatorie richieste da altri Enti Pubblici.
Lo Statuto dell'ARPA, di cui all'articolo 11, dovrà inoltre prevedere specifici strumenti per l'accesso civico alle informazioni ambientali e per il rilascio dei dati ambientali con licenze pubbliche di riuso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Al comma 1, dell'articolo 20, della proposta di legge 92, dopo le parole: "al quale compete", sono aggiunte le seguenti: "Nel rispetto dei principi e delle finalità di cui alla presente legge" Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Al comma 6, dell'articolo 20, della proposta di legge 92, sono aggiunte infine le seguenti parole: l'Organo competente all'approvazione degli atti oggetto del presente comma è tenuto a motivare espressamente in merito al mancato o parziale recepimento delle osservazioni presentate" Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
L'emendamento 28) recita: dopo le parole: "al quale compete", sono aggiunte le seguenti: "Nel rispetto dei principi e delle finalità di cui alla presente legge".
Secondo noi, la precisazione indicata è necessaria per esplicitare che il Comitato regionale di vigilanza a cui compete, come prevede la norma, la determinazione degli obiettivi istituzionali dell'ARPA e la verifica delle attività svolte, esplichi tale essenziale funzione assicurando piena applicazione delle finalità ed indicazioni operative previste dalla legge in corso di esame.
Con l'emendamento 29), invece, proponiamo che, al termine del testo siano aggiunte le seguenti parole: "L'Organo competente all'approvazione degli atti oggetto del presente comma è tenuto a motivare espressamente in merito al mancato o parziale recepimento delle osservazioni presentate".
Secondo noi, la norma in oggetto prevede che il Comitato regionale di indirizzo, in sede di espressione del proprio parere relativamente ai bilanci, al consuntivo, ai programmi annuali e pluriennali e a tutti gli atti di ordinaria amministrazione, possa esprimere proprie osservazioni.
Occorre garantire, a livello normativo, che tale apporto venga espressamente considerato. Pertanto, nel caso di accoglimento parziale o, a maggior ragione, di mancato accoglimento, vengano fornite adeguate motivazioni.
Sarebbe eccessivo qualificare tali rilievi o suggerimenti come un parere obbligatorio e vincolante; occorre, però, evitare che diventino un parere obbligatorio ed inutile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Bono, Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: "Dopo il comma 1 dell'articolo 25 viene inserito il comma 1 bis: 1 bis. Le disposizioni sul personale ispettivo sono ai sensi della Legge 28 giugno 2016, n. 132 "Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale". Fino all'entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1 dell'articolo 14 della legge 28 giugno 2016 n. 132, il Direttore generale dell'ARPA, con proprio atto, individua tra il personale i dipendenti che, nell'esercizio delle loro funzioni, operano con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria e ne fa proposta al competente Prefetto. A tale personale sono garantite adeguata assistenza legale e copertura assicurativa a carico dell'ente di appartenenza. Il personale dell'ARPA accede agli impianti e alle sedi di attività e richiede i dati, le informazioni e i documenti necessari all'espletamento dei suoi compiti. Tale personale è munito di documento di riconoscimento rilasciato dall'ARPA. Il segreto industriale non può essere opposto per evitare od ostacolare le attività di verifica e di controllo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento 16) intende andare a risolvere la questione creatasi nel periodo intercorso tra la presentazione della proposta di legge, che poi ha visto una discussione durata per mesi, e l'approvazione della nuova disciplina a livello nazionale.
Praticamente si è creata una sorta di vuoto normativo, poiché dal testo originario della proposta di legge n. 92 era stato eliminato, durante l'esame della Commissione, un comma che riguardava le funzioni vigilanza perché andava a citare la legge vecchia, abrogata dalla legge 28 giugno 2016, n. 132, che oggi è la nuova disciplina nazionale dell'ISPRA e dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente.
La legge 28 giugno 2016 n. 32 demanda ad un successivo Regolamento, che deve ancora essere emanato, la normazione delle funzioni di vigilanza.
Giustamente, prima dell'esame di questo provvedimento in Aula, diversi dipendenti dell'ARPA hanno segnalato questo problema, esprimendo preoccupazione per il possibile venir meno di queste funzioni.
Per evitare problemi, abbiamo proposto quest'emendamento che in qualche modo introduce una clausola transitoria che copre il periodo intercorrente tra l'approvazione di questa nuova legge regionale, che quindi va ad abrogare quella precedente, e l'emanazione del Regolamento a livello nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Bertola)



PRESIDENTE

Annullo la votazione.
Esprimo un mio giudizio: l'Assessore non è tenuto, se non intende farlo, ad intervenire.
La sua richiesta è legittima.
Se l'Assessore vuole intervenire, per atto di cortesia lo può fare però non è un obbligo.
Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
L'emendamento 16), oltre che trattare di competenze non regionali, ma esclusivamente statali, non può essere accolto.
Viene invece accolto quello che ha segnalato questa fase transitoria tra il Regolamento sulla legge nazionale e l'approvazione della nostra legge, attraverso l'emendamento n. 3 che è stato presentato dalla collega Accossato sull'art. 28.
Quel che hanno segnalato i dipendenti in questa lettera, quindi, viene recuperato per la fase transitoria sull'art. 28, mentre il giudizio sull'emendamento non può essere positivo perché, essendo questa una norma di competenza statale, potrebbe anche inficiare la nostra legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'art. 25 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Al comma 3 dell'art. 26 della proposta di legge n. 92, dopo le parole "alla Giunta regionale che" sono aggiunte le seguenti: "previo parere della Commissione consiliare competente" La parla per l'illustrazione al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

L'emendamento n. 30 recita che dopo le parole "alla Giunta regionale" sia aggiunta la seguente espressione: "previo parere della Commissione consiliare competente", da rendersi entro 30 giorni.
Secondo noi la norma in oggetto prevede che entro tre mesi dall'insediamento del Direttore generale l'Azienda trasmetta alla Giunta lo Statuto, il Regolamento e la Carta dei servizi per la loro approvazione.
Data la rilevanza fondamentale di tali atti e l'esigenza che venga assicurata al Consiglio la facoltà di verificare che i documenti proposti siano pienamente conformi agli obiettivi che la nuova legge intende perseguire, si ritiene indispensabile che l'approvazione da parte della Giunta avvenga dopo aver acquisito in merito il parere della competente Commissione del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'art. 26 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Non essendovi proposte emendative né richieste di intervento, indico la votazione palese sull'art. 27.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Scusate, mi sono distratto un attimo perché mi è arrivata la comunicazione che un quotidiano oggi in edicola, a pag. 9, pubblica un pezzo in cui si afferma che i Consiglieri regionali del Piemonte "si sono aumentati lo stipendio".
Tanto dovevo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

APPIANO Andrea (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma è vero?



PRESIDENTE

E' vero, è vero. E quindi dovevo darvi la comunicazione ufficiale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Questa volta è andata male al PD: l'aumento è solo per il Movimento 5 Stelle.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Consigliera Accossato: In fondo alla lettera a) del comma 1 dell'art. 28, inserire le seguenti parole: ", ad esclusione del comma 3 dell'art. 20, che sarà abrogato dall'entrata in vigore del Regolamento di cui all'art. 14, comma 5, della l. 132/2016" La parola per l'illustrazione alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Era opportuno intervenire per illustrare quest'emendamento e anche per testimoniare come la preoccupazione rispetto al mantenimento in essere delle funzioni ispettive sia reale. Ma, come ha già anticipato l'Assessore nel dare il suo parere sull'emendamento presentato dal Gruppo del Movimento 5 Stelle, abbiamo ritenuto più funzionale alla praticabilità della legge e anche per garantire questa funzione la formulazione proposta da quest'emendamento che viene presentato all'art. 28 inerente le abrogazioni.
Nell'abrogare la legge n. 60, quindi, escludiamo dall'abrogazione il comma 3 del suo art. 20, che oggi regola appunto le funzioni ispettive e che - continuo a leggere il testo della proposta emendativa - "sarà abrogato dall'entrata in vigore del Regolamento di cui all'art. 14, comma 5, della l. 132/2016"; questo perché, all'entrata in vigore non solo della legge ma del Regolamento attuativo, la materia delle funzioni ispettive sarà pienamente regolamentata e disciplinata dalla legge nazionale, in coerenza con quanto diceva anche l'Assessore, trattandosi di competenza pienamente nazionale.
Noi, quindi, abbiamo ritenuto di utilizzare questa formulazione per risolvere una questione nel modo che ci sembra più efficace possibile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 29 Non essendovi proposte emendative né richieste di intervento, indico la votazione palese sull'art. 29.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Beni librari (biblioteche, tutela ecc.

Esame proposta di deliberazione n. 157, inerente a "Intitolazione della Biblioteca della Regione Piemonte alla memoria di Umberto Eco"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 157, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Molinari per l'illustrazione.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Questa proposta di deliberazione è stata formulata all'interno dell'Ufficio di Presidenza in considerazione del fatto che all'inizio di quest'anno, nel mese di febbraio, è venuto a mancare Umberto Eco e che ci è parsa, in una logica condivisa da tutti, talmente rilevante e importante la personalità di Umberto Eco da volergli rendere un doveroso e giusto omaggio.
Abbiamo ritenuto di valorizzare la Biblioteca della Regione Piemonte che nel corso di questi ultimi quarant'anni è stata oggetto di un'attività importante di documentazione della produzione editoriale della Regione nella capacità di fornire un supporto in materia legislativa e nella conservazione di tutte le pubblicazioni disponibili su arte, storia e cultura piemontese. Ecco, l'idea di poter intitolare la Biblioteca di questa Regione a una personalità come quella di Eco ci è parsa - in particolare al sottoscritto, che è stato il proponente di questa ipotesi una scelta giusta e condivisibile.
Stiamo parlando di una personalità che ha dato un lustro straordinario al Piemonte, di cui era nativo, e anche a tutto il Paese; stiamo parlando di un intellettuale la cui testimonianza e il cui nome resteranno nei secoli, e per questo credo che sia anche giusta l'idea di accompagnare il nome di Umberto Eco e di legarlo al nostro futuro e alla nostra storia anche perché in qualche modo credo che sia lui ad accompagnarci poiché egli resterà sicuramente nella storia.
Aggiungo un ultimo particolare, che mi sembra doveroso anche come resoconto da dare ai colleghi di Consiglio. Nelle attività della I Commissione era stato giustamente rilevato come Umberto Eco avesse chiesto che non fossero organizzati convegni in sua memoria per la durata di un decennio. Per questo motivo, gli uffici della Presidenza del Consiglio hanno ritenuto di contattare i familiari, i quali hanno rilevato come appunto l'intitolazione non configuri attività convegnistica e quindi non solo hanno dato il loro benestare, ma hanno anche espresso un sentito ringraziamento al Consiglio regionale per l'idea formulata. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Svolgo un breve intervento perché volevo ringraziare il collega Molinari, lei e tutto l'Ufficio di Presidenza per questa lodevole iniziativa di intitolare la Biblioteca regionale a Umberto Eco.
Eco, come si sa, era nativo di Alessandria e ha dato lustro alla città in cui è nato e di cui ha scritto parecchio, basti pensare ad alcuni saggi come il "Diario minimo" e poi al suo romanzo più famoso "Baudolino", che è ambientato nel territorio alessandrino e addirittura parla della fondazione della città stessa, di cui è largamente protagonista, un racconto sospeso tra leggenda e storia.
Mi è capitato diverse volte di ricordare una figura a cui io sono legato, oltre a Umberto Eco: Norberto Bobbio, un altro famoso alessandrino.
In questi giorni, sono andato a vedere anche i punti comuni tra i due intellettuali e ne ho trovato uno particolarmente rilevante nel quale entrambi, pure in epoche diverse, si sono interrogati sul ruolo stesso degli uomini di cultura.
Bobbio, si sa, era l'uomo del dubbio; diceva che il compito degli uomini di cultura non è quello di seminare certezze, ma dubbi. Eco si è accostato molte volte sugli stessi ragionamenti: ad esempio, nel 2004 pochi mesi prima della morte di Bobbio, al Teatro Regio di Torino, torna su questa questione e dà una sua interpretazione, nata proprio dalle letture giovanili del filosofo Norberto Bobbio, dicendo che l'intellettuale svolge la propria funzione critica e non propagandistica solo o anzitutto quando sa parlare contro la propria parte; l'intellettuale impegnato deve mettere innanzitutto in crisi coloro a fianco dei quali si impegna, perché la funzione dell'intellettuale è quella del grillo parlante ed è meglio se partecipa stando sugli alberi: ne guadagna in distacco e in ampiezza di prospettiva.
Questo punto di vista di Eco a proposito della politica e della cultura è sintetizzato in un lampo di cui lui era maestro: gli intellettuali non risolvono le crisi, ma le creano, o meglio, le evidenziano, le rendono visibili a tutti; compito dei politici è di risolverle.
Ebbene, io vorrei chiudere questo intervento dicendo che la grandezza di questi pensatori è certificata dal fatto che i problemi che loro hanno posto sono ancora attuali e al centro - o almeno dovrebbero esserlo - di quello che è il dibattito anche tra di noi che ci occupiamo di politica, di amministrazione.
E' evidente che il voto verso questa proposta di delibera sarà per me piacevolmente positivo, nella speranza che i giovani che usufruiranno di questa Biblioteca siano sempre ascoltati anche se le loro posizioni critiche non piaceranno. In fondo, per citare ancora una volta Eco che legge Bobbio, la funzione pubblica della cultura è la difesa della libertà.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 157, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 829 "Solidarietà alle Forze dell'Ordine impegnate per tutelare la sicurezza e garantire la legalità in Valle di Susa" presentato dai Consiglieri Gariglio, Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Boeti Caputo, Chiapello, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Giaccone Molinari, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno, Valle (ordini del giorno attratti: n. 833, n. 834, n. 835, n. 836, n. 837, n. 838, n. 839, n. 840 n. 841, n. 842, n. 843, n. 844, n. 845, n. 846, n. 847, n. 848, n. 849, n. 850)


PRESIDENTE

Adesso approdiamo in Val Susa. Sentite, voi tutti sapete che il vostro Presidente ha tanta fantasia, però la barca dell'utopia fa naufragio contro lo scoglio della realtà.
Sospendo due minuti il Consiglio.



(La seduta, sospesa alle ore 16.43, riprende alle ore 16.53)



PRESIDENTE

La seduta è ripresa, invito i colleghi a prendere posto.
Colleghi siete attenti? La Presidenza ha deciso di chiudere adesso i lavori del Consiglio convocando la Conferenza dei Capigruppo in Sala A, anziché alle ore 18, su richiesta del Presidente Pichetto Fratin, alle ore 17.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto e chiedo un po' di attenzione.
Vi sottopongo una proposta. Come avete ben visto, abbiamo l'ordine del giorno n. 829, e diversi atti di indirizzo collegati.
Dato che è un tema che abbiamo affrontato un paio di volte anche nella Conferenza dei Presidenti, chiedo all'Aula, per facilitarne i lavori - non quelli di oggi, - se è disposta a interrompere adesso i lavori consiliari e svolgere una Conferenza dei Presidenti per discutere anche e/o soprattutto su questo tema?



PICHETTO FRATIN Gilberto (fuori microfono)

Non possiamo dire di no.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Siete d'accordo? BONO Davide (fuori microfono) Non possiamo dire di no!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non essendo il firmatario di nessuno degli ordini del giorno ovviamente, non posso parlare a nome dei colleghi né del Partito Democratico né del Movimento 5 Stelle, però non sono d'accordo, anche se loro non scioglieranno questo nodo. Io ho fatto una proposta informalmente è giusto che anche gli altri Gruppi lo sappiano, secondo me si devono chiudere i termini della presentazione di ordini del giorno collegati e iniziamo a discutere.
Se i due litiganti non trovano una sintesi, uno fa una provocazione e l'altro risponde con il Regolamento, perché, se ho capito bene, se lei li ha accettati vuol dire che...



PRESIDENTE

E' tutto a norma di Regolamento.



GRIMALDI Marco

E' tutto a norma di Regolamento. Allora, se il buonsenso non pu superare questa vicenda, iniziamo questa discussione. Manca un'ora e cinque minuti, alcuni diranno che sarà un'ora e cinque minuti di provocazione e altri di svago, non lo so, però mi pare che non affrontare questo nodo tanto non lo risolveremo nella Capogruppo - è assurdo.
Visto che ho degli ordini del giorno, come tanti altri colleghi subito dopo, preferirei iniziare questa discussione una volta per tutte, perché se il buonsenso non trova soluzioni, e non le abbiamo trovate nell'ultimo mese....



PRESIDENTE

Io sono sicuro che in quest'aula c'è terreno fertile per trovare le soluzioni diplomatiche proposte dal Presidente!



GRIMALDI Marco

Benissimo, io non mi fido, visto che lo abbiamo già fatto due volte quindi voterò contro, se mettiamo...



PRESIDENTE

E io mi prendo la responsabilità, non votiamo, andiamo a fare la Capigruppo!



GRIMALDI Marco

Non è possibile, lei deve votare; se chiude prima i lavori, deve votare e io voterò contro, perché stiamo chiudendo questa seduta alle cinque di pomeriggio e ci sono diversi ordini del giorno che non si votano!



PRESIDENTE

Stiamo chiudendo alle ore 17 per non esporre al ridicolo l'Aula.



GRIMALDI Marco

E' già al ridicolo l'Aula, visto che è bloccata da settimane su questo punto.



PRESIDENTE

L'Aula non è ridicola! Allora, colleghi, visto che c'è un consenso unanime, tranne il Presidente Grimaldi...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche il vostro?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Vedo tra i banchi una maggioranza che m'invita a interrompere il Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.58)



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