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Dettaglio seduta n.173 del 20/09/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 09.37 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 769 presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Valetti e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Vendita ex Ospedale di Biella"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 769, presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Valetti e dalla Consigliera Batzella inerente a "Vendita ex Ospedale di Biella".
La illustra il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è stata presentata qualche mese fa, ma l'argomento è comunque attuale, perché non mi risulta, almeno dalla lettura dei quotidiani e dalle informazioni pervenute dai nostri Consiglieri comunali di Biella, oltre che dai nostri contatti con l'ospedale, che ci siano novità rispetto alla vendita dell'ex ospedale di Biella.
Sappiamo che a Biella è stato costruito un nuovo ospedale da pochissimo: se non erro, l'inaugurazione si è tenuta a dicembre dell'anno scorso. Si tratta, peraltro, di un nuovo ospedale anche un po' sovradimensionato e, come spesso accade, nel piano finanziario dell'opera c'era comunque un rientro rispetto alla vendita dell'ex ospedale di Biella, che è sì una struttura vecchia, ma in una posizione centrale rispetto alla città, quindi potrebbe avere ancora, in effetti, un futuro urbanistico importante. Fermo restando che, purtroppo, è tuttora in atto una crisi molto forte nel nostro territorio regionale, che ha investito ancora più duramente la città e la provincia di Biella. A tal riguardo chiediamo di ricevere delle informazioni rispetto alle stime.
Le stime immobiliari iniziali della Regione erano di circa 22 milioni di euro, mentre l'ASL di Biella aveva annunciato, tramite una conferenza stampa, che al momento la nuova valutazione sarebbe stata probabilmente dimezzata a 12 milioni di euro. Vorremmo sapere se l'Assessore pu confermare o smentire tale notizia; inoltre, vorremmo sapere se considera che la prima valutazione inserita nel primo piano finanziario di 22 milioni di euro sia stata sovrastimata oppure che derivi semplicemente da un crollo dei valori immobiliari; infine, vorremmo sapere qual è la situazione attuale, nel senso se si è pensato di fare un'asta per la vendita anche degli altri edifici citati, come la palazzina che ospitava gli uffici di Via Marconi di fronte all'ex obitorio, e il Tridente che si trova invece nella zona sud di Biella. E se dai contatti col Comune di Biella ci sono già stati degli accordi per le modifiche delle destinazioni urbanistiche. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

A seguito di quest'interrogazione ho chiesto all'Azienda Sanitaria di Biella di ricostruire la vicenda, che dura ormai da 16 anni.
Nelle procedure della gara per la realizzazione del nuovo ospedale di Biella si era previsto, come il collega ricordava, di provvedere alla copertura finanziaria dell'opera anche tramite l'alienazione dell'Ospedale degli Infermi (questo non si è verificato, dunque il piano economico è stato un altro, ma questa è una storia che ormai si ripete).
A tal fine, l'Amministrazione dell'ASL 12 affidò al Geometra Roberto Diano, dello Studio Diano di Cossato, l'incarico di redigere una perizia estimativa asseverata del complesso immobiliare costituente l'allora Ospedale degli Infermi. In tale perizia, datata marzo 2000 e asseverata dal Tribunale di Biella, il valore indicato per il complesso immobiliare fu di 43 miliardi di lire (oggi corrispondente ai 22 milioni circa che il collega citava).
Recentemente, anche sulla base di una sollecitazione che noi abbiamo dato a tutte le Aziende di dismettere il patrimonio dei vecchi ospedali, si è provveduto, in previsione della prossima alienazione del complesso immobiliare, alla revisione dell'importo della perizia redatta nel mese di marzo 2000 per adeguarlo agli attuali valori di mercato.
Con perizia di stima redatta nell'aprile 2015 sempre dallo Studio Diano, asseverata ancora dal Tribunale di Biella, il valore dell'immobile è stato quantificato in 12 milioni di euro. Nella perizia si evidenzia come la variazione nella stima del valore venale sia dovuta, essenzialmente, al mutato contesto economico, particolarmente severo nel Biellese, che ha pesantemente inciso sul mercato immobiliare. Inoltre, la nuova perizia tiene conto delle demolizioni previste e rese obbligatorie dal Piano Regolatore vigente. Ricordo che dopo il 2000 - forse il collega Barazzotto potrebbe aiutarci in tal senso, dal momento che è stato Sindaco - vennero fatte delle variazioni urbanistiche che prevedevano delle demolizioni e alcuni cambi di destinazione.
Per quanto riguarda gli altri due immobili citati nell'interrogazione ovvero la palazzina di Via Marconi in Biella, che ospitava gli uffici amministrativi prima del trasferimento degli stessi al nuovo ospedale, e l'ex laboratorio di sanità pubblica Tridente, situato in località Villanetto, sono state tempestivamente avviate le procedure per la loro alienazione (abbiamo ricevuto come Regione queste richieste, che gli uffici regionali stanno valutando).
È chiaro che lo stupore è notevole per questa differenza, ma l'ASL ricorda che si tratta di stime asseverate dal Tribunale. In ogni caso l'asta che è stata fatta per quanto riguarda l'immobile è andata deserta nonostante la stima fosse bassa. É chiaro che sarà compito del Direttore valutare attentamente se continuare, in sostanza, la procedura di alienazione o se attendere momenti migliori di mercato. Come ho detto l'asta è andata deserta.
Il Direttore mi ha annunciato questa mattina che ha avviato delle procedure anche di conoscenza dell'immobile attraverso riunioni con operatori alla Camera di Commercio, per mettere in rilievo la bontà e soprattutto le caratteristiche dell'edificio: si tratta di parecchi metri cubi e una parte di questo immobile, che ho avuto modo di visitare, ha anche un grande valore di carattere storico e artistico (in pratica, è un edificio di buona qualità e strutturalmente è a posto).
La situazione è questa: delibere asseverate e asta che è andata deserta. Seguiremo nel prosieguo con la dovuta attenzione l'intero percorso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 987 presentata dal Consigliere Andrissi e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Salvaguardia della sicurezza nell'emergenza dei presidi di pronto soccorso del VCO"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1096 presentata dai Consiglieri Andrissi e Bono, inerente a "Salvaguardia della sicurezza nell'emergenza dei presidi di pronto soccorso del VCO"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 987 presentata dal Consigliere Andrissi e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Salvaguardia della sicurezza nell'emergenza dei presidi di pronto soccorso del VCO". Tale interrogazione esaurisce anche l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1096 presentata dai Consiglieri Andrissi e Bono sullo stesso tema.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il tema delle interrogazioni riguarda il pronto soccorso e il DEA del VCO. Sappiamo, dalla lettura dei giornali, che a Omegna c'é stata la formazione di un Comitato contro la chiusura notturna del pronto soccorso di Omegna. Sebbene nell'interrogazione si chiedesse il numero degli accessi al pronto soccorso, siamo andati a verificare e abbiamo appurato che sono circa 10.000 (o perlomeno lo erano). Si tratta, quindi, di un pronto soccorso che riveste un ruolo importante nell'area del Cusio. Ovviamente legato al discorso del pronto soccorso, c'è il discorso del DEA.
Sappiamo che il DEA lamenta un problema di personale medico, che è carente, quindi la chiusura notturna era in parte giustificata - perlomeno ci spiegherà meglio l'Assessore - dal fatto che vi era una carenza presso il DEA dell'Ospedale di Verbania.
Collegato a questo vi è il discorso della continuità assistenziale; una delle prime interrogazioni che feci da quando sono stato nominato Consigliere regionale, era proprio sulla continuità assistenziale e ricordo ancora la risposta dell'Assessore, nella quale disse che vi era l'intenzione di riequilibrare la mancanza di posti letto in continuità assistenziale nell'Ossola.
Quest'interrogazione chiede se vi è un equilibrio nella presenza di posti letto in continuità assistenziale, considerando anche che il riordino delle strutture ospedaliere, all'interno della riforma ospedaliera prevedeva un aumento di questi posti letto.
Complessivamente, queste sono le domande, che sono più dettagliate ovviamente, nel testo dell'interrogazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'articolata interrogazione del Consigliere Andrissi chiede molti dati che fornirò nella mia risposta.
Nel 2015, gli accessi al DEA di Domodossola sono stati 24.402, cioè il 38,2% degli accessi complessivi nel VCO; al DEA di Verbania il 47,8 30.000 e al Punto di primo intervento di Omegna 8.783; quindi, c'è una forte prevalenza di Verbania, che rappresenta quasi il 50%.
I ricoveri, a seguito di accessi del Punto di primo intervento di Omegna, sono stati per la quasi totalità a seguito di invio del medico curante, mentre il numero dei ricoverati direttamente all'Ospedale Madonna del Popolo a seguito dell'accesso del Pronto intervento di Omegna è stato dell'1,2% rispetto a tutti gli accessi. E' possibile che una parte dei 150 pazienti inviati ad altri ospedali siano stati ricoverati in quella sede.
Per quanto riguarda il personale medico nel comparto dei DEA e nel Punto di primo intervento, comunico che infermieri e OS sono rimasti invariati al DEA di Domodossola, che sono aumentati di 2 unità a Verbania...
BONO Davide (fuori microfono) Aumentati?



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, aumentati.
Quindi, sono rimasti invariati a Domodossola; aumentati di 2 unità a Verbania e diminuiti di 4 unità ad Omegna. Per quanto riguarda il personale medico, sono presenti 26 medici che operano a rotazione nelle tre sedi.
Per quanto riguarda il rapporto ottimale dei medici di continuità assistenziale, segnalo che il personale medico che opera nel servizio di continuità assistenziale è costituito da medici titolari e medici con contratto a tempo determinato. Complessivamente, 43 medici di continuità assistenziale: 18 titolari e 25 incaricati, con un rapporto pari a 1 medico per 3.969 dipendenti. La convenzione nazionale indica un rapporto di 1 su 5.000, quindi mi pare ci sia una dotazione migliore rispetto agli standard.
Inoltre, un accordo regionale - mi pare che sia di qualche anno fa - ha definito questo rapporto tra 1-6.500 e 1-3.500 a seconda della tipologia di carattere geomorfologico, quindi il dato è all'interno degli standard che sono stati indicati a livello nazionale e poi definiti a livello regionale.
Le chiamate notturne nelle sedi di continuità assistenziale nel periodo gennaio-agosto 2016 sono state 4.287, quasi 18 chiamate per turno di 12 ore, per le nove sedi distribuite sul territorio.
Il carico di lavoro rappresentato dalle chiamate per turno si differenzia notevolmente nelle diverse sedi, che passano da 0,7 chiamate per turno, di Omegna - i numeri sono quelli che dicevo prima, quindi molto differenziati - e 3,6 di Stresa.
Le percentuali delle diverse tipologie di risposte si differenziano notevolmente nelle diverse sedi, evidenziando probabilmente modalità operative disomogenee e anche le diverse richieste dei cittadini, in modo particolare.
Sulla garanzia del servizio di emergenza notturna ad Omegna, segnalo che il sistema dell'emergenza e urgenza notturna a Omegna prevede la presenza in via sperimentale, sino alla fine di questo mese, di un medico che svolge attività di assistenza primaria dalle ore 18.00 alle ore 24.00 dal lunedì al venerdì come continuità dell'attività del medico di medicina generale; la presenza di 2 medici di continuità assistenziale dalle ore 20.00 alle ore 8.00 per tutti i giorni; la presenza nelle 24 ore per tutti i giorni dell'ambulanza medicalizzata, che sosta nei locali del Pronto intervento di Omegna e svolge mediamente meno di 2 interventi nella fascia oraria 20.00-8.00.
Sull'implementazione della continuità assistenziale, concludo dicendo che l'ASL del VCO sta valutando la possibilità di differenziare l'attività della continuità assistenziale durante le ore diurne del sabato e della domenica, per meglio garantire un punto di riferimento ambulatoriale per eventuali urgenze.
L'ambulanza medicalizzata staziona nella sede dell'Ospedale Madonna del Popolo per le intere 24 ore, fin dallo scorso 12 giugno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1032 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Cannabis terapeutica: copertura costi da parte del SSR"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1032.
La parola al Consigliere Berutti, per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Nella mia interrogazione faccio alcune premesse e considerazioni.
Anzitutto, che il Consiglio regionale ha approvato la l.r. 11 del 15 giugno 2015 recante "Uso terapeutico della canapa. Disposizioni in materia di utilizzo di farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche e promozione della ricerca e di azioni sperimentali prodromiche alla produzione da parte di soggetti autorizzati".
Inoltre, che la Giunta, deliberando gli indirizzi procedurali ed organizzativi per l'attuazione della legge, ha stabilito che il SSR assume a proprio carico la spesa relativa all'erogazione dei medicinali cannabinoidi per finalità terapeutiche e tenuto conto che detta DGR stabilisce, inoltre, che la fornitura con onere a carico del SSR di tali medicinali avviene direttamente da parte delle farmacie ospedaliere delle ASL e ASO.
Nello specifico, inoltre, ricordo il caso di un ragazzino le cui gravi crisi epilettiche si sarebbero considerevolmente ridotte a seguito del trattamento del dolore, assimilato dal medico a un dolore neuropatico di origine centrale, con Olio di Cannabis prodotto da Farmacia galenica secondo quanto previsto dal D.M. 9 novembre 2015.
Pertanto, si interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente se risulti vi siano casi in cui il riconoscimento della spesa per l'acquisto dei medicinali cannabinoidi a carico del SSR risulti problematico e quali siano, eventualmente, le motivazioni.
Infine, come si ritenga intervenire affinché, in presenza dei presupposti di legge, sia garantita la copertura per l'acquisto di tali medicinali a carico del SSR. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il collega pone due questioni, una sulla copertura finanziaria e l'altra su un caso puntuale. Su quest'ultimo, possiamo sentirci in modo da capire bene che cosa è capitato e se c'è coerenza rispetto alle norme nazionali e anche a quelle regionali che ci siamo dati.
Quindi, dirò qualcosa di preciso sulla copertura finanziaria.
Voi sapete - e anche il collega l'ha scritto nella sua interrogazione che il Ministero della Salute, con proprio decreto del 20 novembre 2015, ha riconosciuto valido, sulla base della letteratura e delle evidenze scientifiche fino ad ora disponibili, l'utilizzo della cannabis ad uso medico per alcune patologie.
Il trattamento di tali patologie rientra comunque nei DEA e, al momento, le stesse patologie sono trattate con farmaci autorizzati dall'AIFA, dall'Ente regolatore.
La terapia con cannabis è da considerarsi un trattamento sostitutivo e un'alternativa terapeutica ai trattamenti già in essere. A tal proposito ad esempio, si può evidenziare che il dolore neurogeno, patologia compresa fra quelle per le quali è possibile l'utilizzo della cannabis, al momento è trattato con farmaci rimborsabili dal SSN. Le spese per la cannabis pertanto, non vanno a sommarsi totalmente agli attuali costi della terapia perché è un trattamento sostituivo.
Si precisa, inoltre, che il trattamento in oggetto rientra nella spesa farmaceutica territoriale, quindi la copertura c'è.
La spesa farmaceutica, al netto della spesa per le terapie HCV, nel primo semestre dell'anno in corso rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nella Regione Piemonte ha fatto registrare una riduzione di spesa di oltre 10 milioni di euro. Fornisco questo dato per dire che non ci sono problemi di carattere finanziario e, quindi, in quel caso bisogna capire a che cosa è dovuto, perché assolutamente non ci sono problemi di copertura.
Tutto quanto premesso, concludo sottolineando che, nel caso in cui esistano altri casi, ma non mi risulta - e questo pertanto è il primo caso se il collega mi fornisce i dati, cercherò di capire quali sono le motivazioni. In ogni caso, in termini di sicurezza per quanto riguarda la copertura, la copertura c'è, come abbiamo previsto nella nostra legge, ma anche nelle disposizioni nazionali.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1219 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Riequilibrio della ripartizione della quota pro capite del Fondo sanitario assegnata all'ASL di Novara"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
1219.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'oggetto della mia interrogazione è sulla ripartizione del Fondo sanitario regionale. Sia la ripartizione del fondo sanitario nazionale sia del fondo regionale rappresentano un elemento cruciale della politica di programmazione sanitaria, perché anche in base alla ripartizione delle quote è possibile garantire i servizi ai cittadini.
Nella Regione Piemonte da diversi anni mi sembra di poter dire che si segue il criterio della spesa storica e non della quota capitaria, come invece avviene a livello nalze in altre Regioni, per quanto anche la quota capitaria vada poi applicata in maniera pesata e non in maniera secca perché occorre tenere in considerazione altri criteri.
Dal testo della interrogazione si evince come nella ripartizione degli ultimi anni in Regione Piemonte l'ASL di Novara sia quella che ha ricevuto meno risorse in tutti questi anni. La preoccupazione, al di là della questione economica, è che si crei un sistema per cui i virtuosi vadano poi a sostenere le spese di aziende sanitarie che in questi anni hanno usato con meno efficienza il denaro pubblico. Sappiamo e siamo consapevoli che non si può applicare una quota capitaria secca, perché occorre tenere in considerazione diversi criteri.
Però chiediamo con quest'interrogazione se, in occasione della riorganizzazione strutturale del sistema ospedaliero territoriale, non si possa cogliere l'occasione per mettere in campo una serie di azioni che possano riequilibrare anche il sistema della ripartizione della quota sanitaria. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Rossi nel suo intervento ha giustamente fatto una relazione tra la ripartizione del fondo nazionale e quella locale.
Devo dire che il tema posto dal collega lo stiamo affrontando a livello nazionale per quanto riguarda il riparto del fondo sanitario nazionale perché, come potete immaginare, il fondo sanitario nazionale, al momento del riparto, risponde ad alcuni criteri che molte Regioni ritengono superati con opinioni molto differenziate, anche difficili da sintetizzare.
Proprio alla fine di questo mese tenteremo come Regioni di arrivare ad una definizione.
Ci sono opinioni, come quella della Campania, che ritengono che, per quanto riguarda la ripartizione, un elemento da contare maggiormente è la popolazione giovanile. Altre Regioni, come la Liguria - per citare quella che ha più popolazione anziana - ritengono che sia più importante l'altro criterio. Quindi, i criteri sono molto differenziati e tutti finalizzati a fare in modo che ogni Regione tenda ad avere il massimo delle risorse.
Per questo motivo - poi arrivo alla questione particolare - stiamo tentando di affrontare il tema (lo farò come Coordinatore), seguendo i criteri che vengono utilizzati in altre nazioni dove esistono dei sistemi sanitari, in modo da seguire in maniera articolata come si compone la spesa sanitaria, cioè in funzione della spesa sanitaria. Infatti, non sempre la popolazione giovanile vuol dire più spesa sanitaria.
Le situazioni sono abbastanza complesse e per questo ho fatto preparare da un gruppo di tecnici un'ipotesi che presenterò quanto prima ai colleghi per fare una proposta al Governo, se troviamo l'intesa.
Per quanto riguarda la questione che il collega pone, sono perfettamente d'accordo sulle considerazioni del collega. Poi dirò cosa è stato fatto, però un problema importante, perché il riequilibrio richiede risorse per fare questa operazione.
Non c'è soltanto l'ASL di Novara, ma ci sono anche altre aziende (compresa quella di Cuneo) che esprimono già da molto tempo preoccupazioni simili. Al di là delle modalità che bisogna definire ma qualche idea cominciamo ad averla, resta il tema che la redistribuzione delle risorse nel Fondo sanitario richiede la necessità di liberare dei fondi.
Voi sapete che per quanto riguarda i bilanci annualmente alcune aziende sono in equilibrio, altre no, situazione dovuta anche alla distribuzione del fondo. In ogni caso, tutte le aziende che hanno uno squilibrio economico ricevono da parte della Regione delle risorse per andare in equilibrio. Questa operazione è possibile, raccogliendo le risorse nelle Regioni che hanno l'equilibrio. Faccio un esempio; sapendo - ed è un dato ormai noto - che la Città della Salute di Torino ha un disavanzo di 180 milioni (non per nulla è in piano di rientro e verranno i commissari), è chiaro che quei 180 milioni sono finanziati da parte della Regione, perch l'ha finanziato il servizio, ma sono risorse che vengono tolte da altre parti.
L'operazione del piano di rientro per la Città della Salute - cosa che è già avvenuta in parte nel 2014 e, in parte, nel 2015 - è l'operazione che consente di fare questa operazione di riequilibrio, perché l'operazione di riequilibrio è un'operazione che richiede per forza di cose una distribuzione nel tempo.
Tornando all'esempio, se per quanto riguarda la Città della Salute viene indicato nel decreto che l'operazione deve avvenire in tre anni (non so se sarà possibile, ma è un tema di carattere generale), in ogni caso l'operazione di riequilibrio ci consente di avere lo strumento per la redistribuzione.
Più specificamente e per quello che abbiamo fatto, la situazione è questa: già nel 2014 questa Amministrazione ha provveduto - sia pure alla fine dell'anno, ma il riparto nazionale fu assegnato il 23 dicembre 2014 a superare l'assegnazione alle aziende sanitarie regionali sulla spesa storica e introdusse precisi criteri di pesatura della popolazione piemontese. Ovviamente dovette tenere conto degli accadimenti già verificatisi e per questo assegnò alle varie aziende un fondo di riequilibrio.
Tale fondo di riequilibrio è previsto da quest'Amministrazione in progressiva riduzione di circa il 10% all'anno e pertanto ogni anno le Aziende sanitarie regionali che lo utilizzano ne avranno il 10% in meno e le aziende che non lo utilizzano il 10% in più.
In questo caso l'Azienda sanitaria di Novara ha recuperato il 10% in più nel 2015 e un ulteriore 10% di incremento avrà anche nel 2016.
Occorre segnalare che le altre ASL del quadrante di Novara e l'ASL di Novara usufruisco del fondo di equilibrio.
Questo è il quadro, quindi ci sono timidi tentativi, compatibilmente con le risorse, per introdurre questo meccanismo di riequilibrio.
La mia opinione è che nel momento in cui, a livello nazionale dovrebbe avvenire entro quest'anno, perché vorremmo tentare anche la reiscrizione del fondo - si introducono criteri di pesatura diversi, si voglia provare a trasferire puntualmente questi meccanismi di pesatura, in modo da omogeneizzare la distribuzione del fondo sanitario su tutto il territorio regionale.
In ogni caso, l'operazione è possibile esclusivamente in funzione dell'operazione che riusciremo a fare di liberare risorse.
Anche in questo caso, come i colleghi sanno, nel 2016 l'operazione di riequilibrio è stata avviata per quanto riguarda la Città della salute, in quanto previsto in modo specifico.
Il provvedimento nella legge di stabilità scorsa prevede che, nel 2017 nell'operazione che si sta facendo per la Città della Salute, quindi la verifica, eccetera, venga in qualche maniera messa a fuoco la contabilità della Città della Salute; operazione semplice, trattandosi di un'azienda che ha esclusivamente ospedali.
La legge di stabilità prevede che, nel 2017, un'operazione simile venga fatta per tutte le strutture ospedaliere, quindi non soltanto le aziende sanitarie ospedaliere, ma anche gli ospedali che fanno parte delle aziende sanitarie.
Questo vuol dire entrare nel merito dei conti.
Vedremo qual è la situazione; avremo un quadro ancora più preciso per poter tentare di fare un'operazione di riequilibrio basato anche su situazioni che verranno amministrate, dal punto di vista contabile, in ogni ospedale.
Accolgo completamente le sollecitazioni.
Abbiamo fatto quest'operazione del fondo di riequilibrio. Sicuramente l'operazione sarà accelerata in tempi più brevi, nel momento in cui si farà un'operazione per ridurre i disavanzi della Città della salute, perch abbiamo quest'unico problema ed è immediato, ma probabilmente verranno fuori anche situazioni molto delicate, per quanto riguarda gli ospedali piemontesi che dovremmo riequilibrare.
Quest'operazione, quindi, diventa molto più veloce e sicuramente utile perché concordo sul fatto che le aziende più virtuose non possono contribuire a quelle che hanno, obiettivamente, seri problemi dovuti magari non attualmente - ad errori commessi in passato.



PRESIDENTE

Non essendoci altre interrogazioni, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.09 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.13)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
L'Assessore Valmaggia ha chiesto - visto l'ampio consenso sulla proposta di deliberazione n. 173, inerente a "Disposizioni in materia di miglioramento dei pozzi irrigui e modificazioni del Piano regionale di tutela delle acque del 2007" - l'inversione del punto 4) all'o.d.g.
rispetto al punto 3).
Comunico, altresì, che ho richiesto all'Assessore De Santis, insieme al Capogruppo Gariglio, la possibilità di anticipare in mattinata le comunicazioni sulla questione Eurofidi, vista la presenza di persone fuori dalla sede del Consiglio. L'Assessore De Santis ha dato disponibilità ad essere presente in aula alle ore 12.
Chiedo se acconsentite a queste proposte di modifica.



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In relazione al punto precedente sulla situazione Eurofidi, ho ascoltato alcuni lavoratori che sono in presidio questa mattina e chiedevano se fosse possibile.



PRESIDENTE

Sì, sì, ho già dato disposizioni per fare entrare una delegazione.



FREDIANI Francesca

Sì, volevo solo accertarmi che fosse presente anche il Presidente Chiamparino, perché.



PRESIDENTE

Stiamo cercando di contattarlo, ma essendo a Roma non potrà essere presente.
Quello che oggi si può fare è l'anticipo delle comunicazioni dell'Assessore e dare possibilità ai lavoratori di ascoltarle, ovviamente in religioso silenzio, però purtroppo il Presidente Chiamparino non potrà essere presente.



FREDIANI Francesca

Sì, sappiamo che c'è stato un incontro ieri e i lavoratori non erano particolarmente soddisfatti dell'esito.
Volevo chiedere, poiché domani avremo in audizione il CdA di Eurofidi se fosse possibile eventualmente prevedere l'audizione di una delegazione dei lavoratori.



PRESIDENTE

Ne possiamo parlare oggi durante la giornata, però la delegazione è già stata ricevuta nell'intervallo dello scorso Consiglio.
L'audizione in Commissione.



FREDIANI Francesca

Vista l'importanza del tema e la trattazione in Commissione, dal momento che audiamo il CdA, credo che sarebbe interessante.



PRESIDENTE

Vediamo, ne parliamo oggi in giornata e vi darò risposta.



FREDIANI Francesca

.sentire entrambi.
Grazie.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 13 settembre 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Balocco, Chiamparino e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Parigi.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 6 e del 7 settembre 2016.
Ricordo che, alle ore 18, in Sala A si terrà la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi deceduto a Roma il 16 settembre 2016


PRESIDENTE

Colleghi, propongo un minuto di silenzio in memoria dell'ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, deceduto venerdì 16 settembre a Roma.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Difesa idrogeologica

Esame proposta di deliberazione n. 173, inerente a "Disposizioni in materia di miglioramento dei pozzi irrigui e modificazioni del Piano regionale di tutela delle acque del 2007"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 173, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Valmaggia: "Nel dispositivo della deliberazione alla lettera a) dopo il punto 2) è aggiunto il seguente punto 3): 3) all'articolo 37 è aggiunto il seguente comma 6 'Nelle more del completamento delle attività di ricondizionamento di cui al comma 5, le Amministrazioni competenti al rilascio di autorizzazioni ambientali considerano gli effetti correlati alla presenza di pozzi che consentono la comunicazione tra la falda freatica e le sottostanti falde profonde e danno esplicita evidenza, nei provvedimenti finali delle valutazioni condotte.'" La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Questa è una delibera di Consiglio regionale che riguarda un tema importante, relativo al ricondizionamento dei pozzi ad uso irriguo. Fatta la verifica della situazione di tali pozzi in Piemonte, si è impostato - e questa delibera contiene quest'orientamento - un duplice binario di lavoro: da un lato una rivisitazione per quanto riguarda il posticipo fino al 31 dicembre 2021 delle norme del Piano di tutela delle acque di alcuni anni per procedere al ricondizionamento, ma dall'altro interventi - sia attraverso risorse regionali sia attraverso Fondi del PSR - per favorire il ricondizionamento dei pozzi, orientati ad evitare la compromissione delle diverse falde (soprattutto per tutelare la falda profonda) che può avvenire proprio tramite i pozzi per la captazione ad uso irriguo.
Si tratta quindi di un atto importante, che prevede anche delle verifiche e dei momenti di confronto con i territori e che vede in attività, oltre l'Assessorato all'ambiente, anche - per quanto riguarda il sostegno alla riqualificazione - quello all'agricoltura. E' un atto sul quale si è discusso e approfondito anche nella recente Commissione congiunta di giovedì scorso e mi pare questo sia un percorso che abbia trovato il consenso anche dei diversi Gruppi consiliari.
In merito al lavori della Commissione dello scorso giovedì, recependo anche quanto condiviso in tale sede, ho fatto predisporre con il supporto degli Uffici del Settore, che ringrazio, un emendamento che introduce questa attenzione particolare: laddove debbano essere rilasciate delle autorizzazioni ambientali per impianti e attività industriali, si tratta di prestare cura particolare per la presenza nell'area circostante di eventuali pozzi irrigui che possano diventare poi un ipotetico veicolo di inquinamento e di compromissione, da parte dell'azienda o dell'industria che ottiene l'autorizzazione ambientale, della falda idrica, in particolare quella profonda che costituisce la riserva per tutto il sistema idropotabile piemontese.
L'emendamento proposto introduce quindi, dopo il punto 2) del deliberato, un punto 3), che recita: "All'articolo 37 è aggiunto il seguente comma 6 'Nelle more del completamento delle attività di ricondizionamento di cui al comma 5, le Amministrazioni competenti al rilascio di autorizzazioni ambientali considerano gli effetti correlati alla presenza di pozzi che consentono la comunicazione tra la falda freatica e le sottostanti falde profonde e danno esplicita evidenza, nei provvedimenti finali, delle valutazioni condotte'." Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per sottolineare il percorso di questa delibera, che era oltremodo necessaria dal punto di vista del mondo dell'agricoltura che negli anni passati ha realizzato pozzi irrigui all'epoca perfettamente a norma, i quali ad oggi si trovano verificati nella loco consistenza per vedere se effettivamente sono ancora a norma: se effettivamente, cioè, non mettono in comunicazione la falda superficiale e la falda profonda o se invece, hanno insita nella loro costruzione questo tipo di problematica. Si tratta quindi di un lavoro immane, visto il numero di pozzi irrigui nella Regione Piemonte, ma di un lavoro assolutamente necessario per la tutela delle falde.
Il Piano di tutela delle acque nel 2007 aveva dato una tempistica per la realizzazione di questa attività, che era la fine del 2016: 9 anni in cui dobbiamo dire che la mano sia regionale che provinciale non ha esperito tutte le sue prerogative nell'andare ad incentivare le attività di ricondizionamento dei pozzi. Oggi ci troviamo con una situazione pressoch identica a quella di 9 anni fa. Da un lato abbiamo comunque bisogno di lasciare spazio a questo ricondizionamento dei pozzi da parte delle aziende agricole, senza metterle fuorilegge; dall'altro, abbiamo bisogno di contromisure per evitare che ci siano nuovi interventi che vadano ad inficiare la sicurezza delle nostre falde e in special modo di quelle profonde.
In Commissione abbiamo messo in campo un'attività di contestazione della prima stesura della delibera che prevedeva il semplice rimando di 5 anni di questa scadenza. Con la delibera regionale si prevedono degli incentivi per la riqualificazione dei pozzi, però il semplice posticipare la data non ci sembrava sufficiente e abbiamo chiesto a gran voce, anche presentando numerosi emendamenti, che almeno la consistenza dei pozzi irrigui fosse contemplata dalle procedure di valutazione di impatto ambientale e in quelle che vanno a esaminare la consistenza di nuovi impianti che manipolano sostanze pericolose.
Nei giorni scorsi si è riusciti a trovare un accordo con la Giunta sui principi che potevano trovarci pienamente soddisfatti rispetto ad un percorso condiviso. Oggi è arrivata una modifica alla delibera, redatta dagli Uffici, che accoglie quello che noi chiedevamo, cioè di verificare la consistenza dei pozzi allorquando si vanno a realizzare impianti di trattamento di sostanze pericolose. E per questo noi condividiamo il provvedimento.
Chiaramente noi rivendichiamo non dico la paternità, ma l'ispirazione di questa piccola modifica che per noi è sostanziale e molto importante per far sì che nel futuro non si vadano a creare nuovi pericoli per la falda profonda. Sappiamo quanto la falda superficiale in Piemonte sia ormai compromessa e che ci troviamo in una situazione non paragonabile, per esempio, a quella della Lombardia che è ancora peggiore, ma chiaramente già drammatica dal punto di vista della perdita di qualità dell'acqua rispetto ad alcuni decenni fa.
La falda profonda - a quelle che sono le conoscenze attuali - è ancora in uno stato abbastanza buono e quindi dobbiamo tutelarla il più possibile e impedire che la falda superficiale, ormai compromessa, entri in comunicazione con quella sottostante che è la riserva d'acqua per i nostri figli e per i nostri nipoti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io chiedo di attrarre a questa proposta di deliberazione l'ordine del giorno n. 799, che ha come primo firmatario il sottoscritto e che riguarda sempre il Piano tutela acque. E' un ordine del giorno che affronta il discorso delle aree di ricarica, che sono state finalmente individuate diciamo che sono una grande altra ferita aperta e quindi credo che anche su queste aree bisogna tenere un occhio di riguardo.
Se è importante agire sui pozzi che vanno a prelevare acqua dalla falda profonda e che possono mettere in connessione la falda superficiale fortemente inquinata, soprattutto da sostanze chimiche derivanti dall'attività agricola (come ci dice ARPA), è sicuramente ancor più necessario andare a proteggere quelle aree di ricarica, che sono aree che geologicamente potrebbero essere definite depositi morenici o terrazzamenti proglaciali, sono materiali fortemente ghiaiosi e quindi mettono direttamente in contatto con la falda profonda.
Fare delle discariche in queste aree è veramente un nonsenso, nel senso che, se vi sono delle sostanze che percolano, queste rischiano - com'è accaduto nella zona della Valle Dora - di andare direttamente in falda profonda, tant'è vero che i pozzi dell'acquedotto di quei Comuni della Valle Dora che pescano in falda profonda hanno già rilevato la presenza di metalli pesanti, cancerogeni, ecc. fuori norma. Quindi credo che questa attrazione sia molto importante. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Andrissi, troviamo un percorso magari privilegiato. Ne parliamo oggi alla Conferenza dei Capigruppo per l'approvazione, perché non e' stato visto e condiviso, e i colleghi vorrebbero non ostacolarlo sicuramente, ma fare un ragionamento pacato, visto il consenso che si è riusciti ad ottenere su questo.



(Commenti del Consigliere Andrissi)



PRESIDENTE

Prendiamoci qualche minuto.
Sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 10.29, riprende alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consigliere Andrissi, daremo un percorso privilegiato a quest'atto di indirizzo, poi approfondiremo in Commissione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Anche noi siamo assolutamente soddisfatti, poi l'importante è portare a casa i risultati con il concorso di tutti, quindi siamo ben contenti che si sia trovato un percorso che ha permesso di portare il provvedimento oggi all'attenzione del Consiglio con la condivisione dei Gruppi.
E' stata fatta anche una Commissione congiunta tra la III e V Commissione. Grazie al lavoro dei due Assessori, con le Commissioni oggi si è riusciti a portare all'attenzione del Consiglio questa deliberazione.
Sicuramente era un provvedimento molto atteso anche dal mondo agricolo e quindi la possibilità di avere un lasso di tempo (5 anni) che permette di affrontare la risoluzione di alcuni dei problemi legati ai pozzi irrigui ha dato anche l'opportunità agli uffici di individuare le risorse che si rendono necessarie per intervenire sia andando in sostituzione di pozzi attualmente esistenti che non hanno più le caratteristiche richieste attualmente, ma anche proponendosi di ridurre il numero, perché si sostituisce e si aggregano almeno due pozzi.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.



FERRENTINO Antonio

Quindi non solo si dà la possibilità di avere un lasso di tempo utile per intervenire, ma vengono individuate anche le risorse, che sono risorse importanti, costituite da giacenze di fondi ARPEA e anche dai fondi del PSR, che si possono utilizzare proprio perché si va a intervenire sostituendo i pozzi esistenti e cercando di ridurre il più possibile il loro numero.
E' stato inoltre individuato un percorso che prevede l'intervento della Commissione nel momento in cui si interviene su questo argomento, quindi penso che grazie al lavoro di tutti si sia oggi portato all'attenzione del Consiglio questo provvedimento.
Riguardo all'ordine del giorno del collega Andrissi, siamo d'accordo col Presidente nel favorire un percorso il più veloce possibile, però è ovvio che sia la Commissione sia i vari Consiglieri hanno la necessità di poter leggere e approfondire il suo contenuto, che sicuramente verrà da noi esaminato con celerità.



PRESIDENTE

Assessore, vuole illustrare l'emendamento?



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

L'ho già illustrato prima.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 173, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame disegno di legge n. 92, inerente a "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 92, inerente a "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 13 settembre è iniziato l'esame del provvedimento. Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza; esaurita la discussione generale è stato votato l'articolo 1 pertanto procediamo con l'esame dell'articolo 2, su cui insistono degli emendamenti.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Al comma 1, dell'articolo 2, della proposta di legge n. 92, le parole 'nel campo della' sono sostituite dalle seguenti: 'in termini compatibili con la'".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Al comma 1, dell'articolo 2, della proposta di legge n. 92, le parole 'e del coordinamento' sono sostituite dalle seguenti: 'mediante il coordinamento'".
Tale emendamento é dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Al comma 2, dell'articolo 2, della proposta di legge n. 92, la parola 'sostanziale' è sostituita dalla seguente: ' possibile'".
Tale emendamento é dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Al comma 2, dell'articolo 2, della proposta di legge n. 92, sono infine aggiunte le seguenti parole: 'con l'apporto della propria competenza al fine della ottimizzazione dei programmi e progetti soggetti alla sua valutazione in termini di eco-sostenibilità.'".
Tale emendamento é dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Il comma 3, dell'articolo 2, della proposta di legge n. 92, è sostituito dal seguente: '3. L'ARPA svolge le attività di controllo, di supporto e di consulenza tecnico scientifica e fornisce pareri richiesti nel campo della prevenzione e della tutela ambientale alla Regione, agli enti locali anche in forma associata, nonché alle aziende sanitarie per lo svolgimento dei compiti loro attribuiti dalla legge.'".
Tale emendamento é dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: "Al comma 3, dell'articolo 2, della proposta di legge n. 92, sono aggiunte infine le seguenti parole: 'A tal fine, nella formulazione dei pareri e delle eventuali prescrizioni relativi ai procedimenti di autorizzazione ambientale, l'Azienda si attiene esclusivamente a norme di legge, di regolamento, pianificatorie ed a disposizioni tecniche contenute in manuali di buone pratiche dotate comunque di giuridica efficacia, limitando la propria considerazione unicamente a materie di sua competenza nel rigoroso rispetto delle competenze proprie di altri soggetti pubblici. Eventuali rilievi e prescrizioni non supportate da specifica dimostrazione del contrasto con una norma efficace o attinenti a materie che non sono di specifica competenza di ARPA devono essere considerati come inefficaci e disattesi dal responsabile del procedimento.'".
Tale emendamento é dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Consigliera Accossato: "All'alinea del comma 1, dopo le parole "Ai fini della presente legge" aggiungere le seguenti: ", e in coordinamento con l'articolo 2 della l. 132/2016,".
Tale emendamento é dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: "Dopo la lettera e) del comma 1 dell'articolo 3 della proposta di legge n.
92 viene aggiunta la lettera e) bis) 'e bis) livello essenziale delle prestazioni tecniche ambientali (LEPTA): il livello qualitativo e quantitativo di attività, in materia ambientale che deve essere garantito in modo omogeneo sul piano nazionale. L'ARPA dà attuazione ai livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali.'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come comunicato durante la relazione di minoranza che ho svolto nella scorsa seduta, abbiamo inteso ripresentare per l'Aula alcuni degli emendamenti che avevamo presentato in Commissione, e che non erano stati approvati, anche per rappresentare in qualche modo le questioni che sono rimaste non soddisfatte rispetto alle osservazioni sollevate in Commissione. Alcune questioni sono un po' più leggere e di dettaglio, altre sono più importanti.
Nel caso specifico, vorremmo aggiungere una lettera al comma 1 dell'articolo 3, che, secondo noi, intenderebbe meglio specificare le funzioni. Il contenuto dell'emendamento fa riferimento a concetti che sono anche espressi più avanti nella proposta di legge, come la definizione dei LEPTA, però riteniamo importante inserire la descrizione dei LEPTA (Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecnico Ambientali) anche tra le definizioni che si trovano all'interno della legge, perché in qualche modo quell'articolo che descrive tutte le definizioni non la ricomprendeva.
Quindi, aggiungiamo la lettera e bis) che recita: "Livello essenziale delle prestazioni tecniche ambientali (LEPTA): il livello qualitativo e quantitativo di attività, in materia ambientale, che deve essere garantito in modo omogeneo sul piano nazionale. L'ARPA dà attuazione ai livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali.".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ci sono tre questioni su quest'emendamento, peraltro ne avevamo già parlato in Commissione.
Per quanto riguarda la prima, non è mai opportuno introdurre degli acronimi laddove cambiando l'acronimo solo per un aggettivo - penso alla vicenda USL-USLL/ASL - se mi fisso sull'acronimo, poi devo modificare la legge.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a fare un po' di silenzio, scusate! Scusi, Assessore! Prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Dobbiamo evitare di inserire in legge degli acronimi.
In secondo luogo, nelle definizioni all'articolo 3, al punto d) è già introdotto questo concetto: laddove si dice "livelli essenziali delle prestazioni" non c'è scritto LEPTA, ma - la sostanza sono i LEPTA "livello qualitativo e quantitativo di attività", che è la stessa cosa dei LEPTA.
La seconda parte dell'emendamento è già stata recepita all'articolo 4 comma 2, laddove si dice: "L'ARPA svolge le attività istituzionali di cui al comma 1 assicurando il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni". Quindi, per dire che anche se c'è un voto contrario, nella sostanza, quanto richiesto è già stato recepito nella legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: "Dopo il comma 1 dell'art. 4 della proposta di legge n. 92 è inserito il comma 1 bis: "1 bis. Inoltre l'ARPA ha il compito di: a) compiere studi e valutazioni di documentazione tecnica e di elaborati progettuali, compresi quelli attinenti alle procedure di valutazione di impatto ambientale ed alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti connessi ad attività produttive b) procedere alla verifica dell'efficacia delle azioni e degli interventi realizzati c) formulare pareri e proposte, predisporre elaborati progettuali e redigere un rapporto annuale sullo stato dell'ambiente da trasmettere alla Giunta regionale ai fini della stesura della relazione annuale sullo stato dell'ambiente del Piemonte d) garantire l'aggiornamento sullo stato delle conoscenze, delle ricerche delle sperimentazioni e delle innovazioni tecnologiche in campo nazionale ed internazionale e) cooperare a livello tecnico e scientifico con l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e le altre Agenzie territoriali regionali.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 4 riguarda le attività istituzionali dell'ARPA. Noi con quest'emendamento intendiamo aggiungere un comma dopo il comma 1 dell'articolo, con il quale inseriamo degli altri compiti rispetto ai compiti istituzionali già previsti nell'articolo: a) compiere studi e valutazioni di documentazione tecnica e di elaborati progettuali, compresi quelli attinenti alle procedure di valutazione di impatto ambientale ed alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti connessi alle attività produttive. Procedere alla verifica dell'efficacia dell'azione degli interventi realizzati, formulare pareri e proposte, predisporre elaborati progettare e redigere un rapporto annuale sullo stato dell'ambiente da trasmettere alla Giunta regionale, ai fini della stesura della relazione annuale sullo stato dell'ambiente in Piemonte. Garantire l'aggiornamento sullo stato delle conoscenze, delle ricerche, delle sperimentazioni e delle innovazioni tecnologiche in campo nazionale ed internazionale, cooperare a livello tecnico e scientifico con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)...



PRESIDENTE

Scusate: o allontano tutti dalle barcacce, oppure mettete i colleghi nelle condizioni di parlare, ed altri - interessati - di ascoltare. Invito i colleghi a non sostare nell'emiciclo.
Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Le leggo l'ultima lettera del comma aggiuntivo: "Cooperare a livello tecnico e scientifico con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le altre Agenzie Territoriali Regionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Solo un intervento complessivo sugli emendamenti.
Gli emendamenti che sono all'attenzione dell'Aula (sia quelli a prima firma Bertola sia quelli a prima firma Sozzani) sono già stati approfonditi e discussi in ambito di Commissione. Pertanto, la Commissione si era già espressa: alcuni aspetti erano stati recepiti, altri erano stati respinti.
Pertanto, il voto complessivo sugli emendamenti non è positivo, ma molti emendamenti - come l'emendamento n. 5), testé illustrato - sono già contenuti in diverse parti del deliberato. Introdurre quest'emendamento appesantirebbe il testo, diventerebbe ridondante rispetto al lavoro che è stato fatto.
Pertanto, su questo, come su altri emendamenti successivi, il parere della Giunta è contrario.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Per il verbale, comunico il voto favorevole, all'emendamento rubricato n.
5), del Consigliere Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazioni della Giunta regionale - Assessora De Santis - in merito al "Consorzio di garanzia Eurofidi"


PRESIDENTE

Colleghi, ringrazio l'Assessora De Santis per aver voluto anticipare le proprie comunicazioni. Poiché l'Assessora De Santis è qui, le do la parola per riferire in merito alla questione Eurofidi.
Invito gentilmente il pubblico (non avete fatto ancora niente e do per scontato che non lo farete) a non intervenire in termini di commenti o altro. Non si può applaudire, non si può fischiare, non si può fare nulla: tutti voi ed anche i Consiglieri.
L'Assessora svolgerà le comunicazioni e poi, all'esterno, ognuno farà le proprie considerazioni.
Vi chiedo gentilmente, a titolo di cortesia (non vuole essere un comando) di non mettermi in difficoltà. Grazie.
Prego, Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Sono profondamente rincresciuta di essere qui, oggi, in Consiglio, a rispondere su questo tema, su una decisione che ci siamo trovati costretti a assumere, dovendo prendere atto di una situazione che si è creata negli anni passati e rispetto alla quale - per un anno e mezzo - abbiamo cercato di trovare delle soluzioni. Purtroppo, non siamo riusciti a costruirle.
La vicenda di cui discutiamo oggi - la vicenda della Società Consortile di Garanzia Collettiva Fidi (Eurofidi) - si inquadra all'interno di un tema che evidentemente è nazionale ed è, per un verso, dovuto alla crisi economica ed alle difficoltà del sistema delle imprese (lo vediamo tutti dentro i bilanci delle banche e il tema dei crediti deteriorati) e, per un altro verso, è frutto della crisi del sistema e del modello di business dei Confidi. Crisi dovuta, fra le altre cose, all'intervento del Fondo centrale di garanzia, al quale le banche si sono rivolte direttamente, scavalcando i Confidi, perché il Fondo centrale di garanzia, avendo la garanzia sovrana la garanzia dello Stato - azzera l'impatto patrimoniale di quegli impieghi per le banche e, oltretutto, costa (alle imprese) anche molto meno della garanzia fornita dai Confidi.
Una delle conseguenze è stata che il Fondo centrale di garanzia è servito in questi anni forse più a sostenere il patrimonio delle banche, il patrimonio di sorveglianza delle banche, e meno ad allargare il perimetro di credito per le PMI, com'era stato inizialmente pensato. E' stata anche lo spiazzamento del sistema dei Confidi e il progressivo ridursi delle garanzie concesse dai Confidi.
Questo è il quadro generale.
Rispetto al quadro generale va, poi, fatta una riflessione specifica su ciò che è avvenuto dentro Eurofidi. Molto si discute oggi sul cosiddetto nuovo modello di business dei Confidi. Per quel poco che vi è consenso o chiarezza su cosa potrebbero essere i Confidi in futuro, il tema che emerge è che i Confidi non devono più fare soltanto garanzia fidi, ma devono incorporare anche funzioni di consulenza evoluta alle PMI. E qui c'è un primo problema, perché la struttura del gruppo-non gruppo Eurofidi ha fatto sì che questa funzione fosse totalmente esternalizzata. Cioè, Eurofidi, in quanto tale, non svolgeva attività di consulenza, bensì solo attività di garanzia.
In ogni caso, la situazione del consorzio vede un ripetersi di bilanci in rosso, che partono, nel 2012, con quasi 18 milioni di perdita, cui se ne sommano 27 nel 2013, cui se ne sommano 7 e mezzo nel 2014.
Vi è un passaggio ulteriore in questa vicenda: a fine 2012 (esattamente quattro anni fa), l'allora Amministrazione regionale decide di esercitare il recesso parziale da Eurofidi e impartisce istruzioni a Finpiemonte Partecipazioni in questo senso, con una valutazione della società implicita, considerata la valutazione della quota regionale, pari a poco meno di 90 milioni.
Il Confidi, in realtà, chiude il bilancio con 18 milioni di perdite; la Regione rinuncia ad esercitare il diritto di recesso; dà istruzioni a Finpiemonte Partecipazioni, che aveva già fatto i passi formali nei confronti di Eurofidi, di tornare indietro e poi non succede più nulla. Nel senso che, quattro anni fa, non viene fatto - che io sappia (comunque non ce n'è traccia nelle scelte successive della Società) - alcun approfondimento quanto alla situazione che si stava creando e quanto agli effetti di questa separazione delle attività.
Nessuna valutazione nemmeno rispetto all'espansione del Confidi che, a questo punto - ricordo - è presente praticamente in tutta Italia. La Regione nella quale, al 31 maggio, il Confidi aveva in essere il volume maggiore di garanzie non è nemmeno il Piemonte, bensì la Lombardia.
Marginalmente: ci sono poco più di 700 milioni al 31 maggio di garanzie in essere in Regione Piemonte e poco più di 760 in Regione Lombardia, e di lì a seguire in tutte le Regioni italiane.
Questo significa anche che la Regione Piemonte si trova, in qualche modo, a sostenere un oggetto rispetto al quale non ha più gli strumenti. Si può ragionare sul fatto che sia sensato che le risorse di una Regione vengano impiegate per tre quarti o per quattro quinti a beneficio del sistema delle imprese dell'intero territorio italiano; certamente, questa espansione ha coinciso anche con una crescita del numero dei dipendenti nel momento in cui doveva essere già chiarissimo che le condizioni al contorno stavano rapidamente cambiando, che la situazione delle imprese, la situazione economica, il livello dei tassi di interesse . Tutte cose che il Consiglio conosce meglio di me e sulle quali non torno.
Insomma, Confidi persegue una politica espansiva, anche in termini di assunzioni, già nel momento in cui è evidente che il quadro si sta deteriorando. Si immagina che sarebbe stata più ragionevole una riflessione sul perimetro di attività, sulla internalizzazione di funzioni esternalizzate, e via di questo passo.
La Giunta trova questa situazione. Trova una richiesta di aumento di capitale formulata dall'allora management e dell'allora Consiglio di Amministrazione, rispetto alla quale non vengono, in realtà, forniti particolari chiarimenti. La Regione decide, in quel momento, di soprassedere e di volerci vedere chiaro dentro alla società. Il Direttore generale si dimette; viene nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione viene poi selezionato un nuovo direttore e definito un nuovo piano industriale, accompagnato da un aumento di capitale di 50 milioni, cui la Regione aderisce, ma la cui applicazione concreta si rivela di estrema difficoltà. Si vede che, da un lato, i soci privati e i soci istituzionali in genere (non soltanto i privati), hanno poca fiducia in questo sistema e sostanzialmente, non seguono l'aumento di capitale.
Dall'altro lato, per la natura stessa giuridica dei Confidi, la maggioranza del capitale deve rimanere in mano alle imprese socie, le quali devono possedere il 50% più uno del capitale sociale e, anche dal punto di vista della sottoscrizione da parte delle imprese, le operazioni procedono con estremo rilento e con estrema fatica.
Ricordo che del Confidi sono soci la Camera di Commercio di Torino e Unioncamere Piemonte, molte associazioni di categoria del nostro territorio, banche grandi e banche più piccole. Ricordo anche, per esempio che uno dei soggetti che, istituzionalmente, ha sostenuto Confidi negli anni è stato proprio il sistema camerale, il quale si trova con un'operazione di taglio dei diritti, di taglio delle entrate, quindi smette di intervenire sul sistema dei Confidi.
Da un altro lato, a livello nazionale è in elaborazione - non mi viene una parola più tecnica, mi veniva da dire in cottura - da oltre due anni uno stanziamento di circa 200 milioni sul sistema dei Confidi italiani che però fatica a diventare operativo perché a Bruxelles viene sottoposto al vaglio nell'ambito del tema degli aiuti di Stato e, per quanto a me consta, Bruxelles dice che si può anche fare, a condizione che queste risorse vengano date non a titolo di capitale, bensì a titolo di fondo rischi. Anche questa possibilità di entrata, quindi, si allontana nel tempo. Fra l'altro, poiché negli anni il volume di garanzie di Eurofidi si riduce, si riduce anche proporzionalmente questo possibile contributo dal Fondo nazionale.
Si arriva alla prima ricapitalizzazione; si insedia il nuovo Consiglio di Amministrazione e si cerca di capire quali sono, effettivamente, i conti della società. Ed è qui che emerge il tema del bilancio 2015. Il Consiglio di Amministrazione vota un bilancio con una perdita di circa 50 milioni dovuta, in particolare, per circa 32 milioni ad una valutazione fatta fare dallo stesso Consiglio di Amministrazione sulle contro garanzie del fondo centrale, considerate, nel bilancio del Confidi, fino a quel momento in essere, efficaci e che si verifica che efficaci invece non sono. Questo valore è già ampiamente ridotto rispetto al valore originario, perché la società, nel frattempo, ha fatto un grandissimo lavoro di ricostruzione delle pratiche, di rimessa in ordine dei dossier, quindi di recupero di un valore di controgaranzie che, altrimenti, sulla carta, sarebbero state (anche quelle) inefficaci e parleremmo di altre dimensioni. Su questo, la società lavora e circoscrive il problema.
La situazione che, a questo punto, si crea, è che il Confidi ha messo insieme 18, più 27, più 7,5, più 50 milioni di perdite. Sul bilancio 2015 vi è anche una voce che è collegata all'istituzione di un fondo per la restituzione, a Regione Piemonte, di poco più di 8 milioni di risorse residue di uno stanziamento di anni passati, a beneficio delle imprese danneggiate dall'alluvione.
Il primo passo che noi abbiamo fatto - il Consiglio l'ha fatto e la Giunta l'ha condiviso e promosso - e che era ciò che potevamo fare in quel momento - è stato quello di. Guardate, pur rispetto a discussioni che sarebbero ancora possibili, noi abbiamo ritenuto che in quel momento prevalesse l'interesse del nostro sistema delle imprese, della società e dei suoi dipendenti, e il Consiglio ha votato a fine luglio un emendamento non ricordo più di cosa stavamo discutendo allora, credo del collegato alla Finanziaria - in cui si dava la possibilità ad Eurofidi (e ad Unionfidi, peraltro) di utilizzare quegli 8 milioni di euro (per Unionfidi erano 3) a copertura di perdite sul perimetro delle imprese piemontesi.
Noi lo abbiamo fatto nella convinzione che questo avrebbe potuto generare un significativo miglioramento sui conti del Confidi, in quanto da un lato, veniva con ciò non dico azzerato, ma fortemente ridotto, il debito nei confronti della Regione Piemonte, visto che si diceva: Eurofidi restituisce nel 2023 ciò che eventualmente residua di questi 8 milioni che possono essere portati a copertura perdite.
Dall'altro lato, appunto, questi 8 milioni avevano dunque un possibile beneficio doppio, perché avrebbero potuto essere usati a copertura di perdite, riducendo, per conseguenza, anche sull'altro versante la dimensione del disavanzo di bilancio.
Il Consiglio di Amministrazione del Confidi ha ritenuto di non dover tener conto di questa previsione normativa della Regione Piemonte e quindi si è arrivati all'assemblea con un bilancio che continuava a dire "-50".
Il lavoro che è stato fatto dal Consiglio di Amministrazione e dai manager in questi mesi ha portato a pensare che anche i 50 non fossero sufficienti. Infatti, il Confidi chiedeva 75 milioni di aumento di capitale e pareva possibile che si potesse dover arrivare addirittura a 100. Questo perché nel frattempo il Confidi, in quanto intermediario vigilato di cui all'articolo 107, ai sensi del nuovo Testo Unico Bancario aveva avviato la pratica di riconoscimento come intermediario vigilato di cui all'articolo 106, ai sensi del nuovo Testo Unico Bancario; questo avrebbe richiesto un Core Tier 1 - ovvero un patrimonio di garanzia minimo del 6% (in realtà dell'8% se si voleva immaginare che il Confidi potesse continuare ad operare) e la situazione (questo -18, più -27, più 7.5, più -50) portava ad un valore negativo se ricordo bene di -1.2.
Inoltre, non appariva in nessun modo chiaro che fosse in vista un momento in cui le perdite fossero cessate e che il Confidi fosse tornato se non all'utile - non chiediamo questo - quantomeno al pareggio di bilancio.
Aggiungo che in quest'ultimo periodo il Confidi ha anche dovuto realizzare un'operazione di riduzione del personale pari a 93 unità, se ricordo bene.
Dunque, non è che dentro la società non si fosse fatto un tentativo di mettere ordine: si è fatto. Posso assicurarvi che abbiamo avuto ogni sorta di interlocuzione in questi mesi con i soci istituzionali, con il MISE (che gestisce il fondo centrale di garanzia, facendo verifiche incrociate sulla dimensione delle garanzie inefficaci) e con gli stessi regolatori per capire se ci potevano essere, in qualche modo, le condizioni di rimessione in bonis del Confidi. Questo, però, avrebbe richiesto che ci fosse un impegno di tutti i soci - e non solo di Regione Piemonte - a fare questa operazione. Aggiungo che sarebbe stata complicata in ogni caso intanto per un tema di disponibilità di risorse da parte della Regione; in secondo luogo perché, com'è noto, vi è una esplicita previsione di legge secondo la quale non si possono ricapitalizzare società che abbiano più di tre anni di bilanci in perdita. In ogni caso, ci abbiamo provato.
Abbiamo dovuto constatare che queste condizioni non c'erano. Dunque nell'assemblea del 15 settembre si è dovuto prendere atto di questa situazione. Lo dico veramente con infinito rincrescimento, perché - avremo sbagliato? Avrò sbagliato? - abbiamo effettivamente cercato di capire se c'erano le condizioni per rimettere in piedi questa società.
Abbiamo anche fatto un approfondimento che ha coinvolto Unionfidi pensando che fosse possibile magari scendere di quote e mettere insieme le due società, in modo da costruire un soggetto più forte e darsi il tempo per fare un'operazione di riorganizzazione che riportasse il perimetro della società ad un ambito più ragionevole rispetto all'essere presenti in tutta Italia.
Con estremo rincrescimento - lo ripeto - abbiamo dovuto verificare che queste condizioni non c'erano. Dunque, l'Assemblea dei primi giorni di settembre ha preso atto che non c'erano le condizioni per la ricapitalizzazione e ha chiesto al Consiglio di convocare un'assemblea straordinaria per gli adempimenti ai sensi del Codice Civile, che sono la messa in liquidazione, la nomina... insomma le cose che purtroppo si devono fare in questi casi.
Come siamo messi adesso? La cosa che posso dire è che siamo perfettamente consapevoli dell'impatto che questa situazione rischia di avere sul sistema delle imprese - questo va da sé - ma anche sui dipendenti di Eurofidi.
Fino all'ultimo - lo ripeto - ho cercato una soluzione diversa, ma non dipendeva solo dalla Regione Piemonte costruire una soluzione diversa.
Oggi c'è un impegno che noi dobbiamo assumerci con i soci istituzionali... chiedendo su questo un consenso generale, perché non si può neanche criticare in termini aspri la Regione Piemonte per un'operazione "tentata" a beneficio del sistema piemontese da un lato, e dall'altro, poi dire: "Ma l'hai fatto fallire", perché bisogna mettersi d'accordo quale delle due si vuole (qui mi riferisco al sistema dei nostri stakeholders).
Dicevo, che cosa dobbiamo fare noi oggi? In primo luogo, dobbiamo assicurare una liquidazione ordinata. Che cosa significa? Dobbiamo assicurare una liquidazione che non abbia impatti negativi sul sistema delle imprese: insomma, che non siano le imprese a pagare alla fine il conto di questa vicenda. Dall'altro lato, dobbiamo assumerci - e lo faremo un impegno nei confronti dei dipendenti perché siano garantite loro tutte le tutela possibili in termini occupazionali. È una cosa sulla quale stiamo già lavorando, evidentemente. Cercheremo di costruire delle ipotesi ragionevoli da questo punto di vista, tenendo conto del fatto che sarebbe stato decisamente meglio intervenire su questo soggetto alcuni anni fa quando ancora, probabilmente, lo spazio per delle operazioni di razionalizzazione efficaci c'era. Ma tanto la storia non si fa con i "se" ma si fa con quello che è concretamente e realmente avvenuto.
Noi oggi non vogliamo che soggetti come i dipendenti di Eurofidi, che da questo punto di vista - diciamolo chiaramente - non hanno nessuna responsabilità nella situazione che si è creata, debbano poi essere quelli che pagano per primi la messa in liquidazione della società. Siamo solo all'inizio di questo percorso.
Ieri, con la collega Gianna Pentenero, abbiamo ricevuto le rappresentanze sindacali ed insieme abbiamo confermato il nostro impegno in questo senso; abbiamo già avviato una serie di approfondimenti ed io non dubito che il Consiglio ci accompagnerà in questo percorso. Naturalmente non appena saremo in grado di definire ipotesi più concrete, riferiremo al Consiglio e il Consiglio ne sarà puntualmente informato.
Voglio dire ancora una cosa.
Più volte, in questi giorni, ho letto sui giornali che noi saremmo stati inadeguati, non sufficientemente attenti rispetto all'insieme degli strumenti, alla politica del credito a beneficio delle PMI e via di questo passo, e in particolare del sistema dei Confidi.
Voglio ricordare che, sapendo di avere in casa il problema più grosso di tutto il sistema dei Confidi piemontesi, sapendo che era un problema sarebbe stato difficile intervenire sul resto quando eravamo soci, parte in causa nel problema più grande del sistema, e che bisognava almeno quantificarlo.
Dall'altro lato, abbiamo tenuto in piedi il fondo di riassicurazione sui Confidi gestito da Finpiemonte e stiamo lavorando in questi giorni per rifinanziarlo con il nuovo POR FESR, che, ad oggi, rappresentano le sole risorse di cui disponiamo. Ancora, per altro verso, l'operazione di capitalizzazione di Finpiemonte, che verrà percorsa insieme a Banca d'Italia, si chiuderà nel giro di qualche settimana e ci fornirà strumenti per intervenire a sostegno del sistema delle imprese.
Poi, di nuovo, anche su questo punto si può sempre dire che si sarebbe potuto o dovuto far meglio, non mi sottraggo certamente alla mia responsabilità, però i Consiglieri, che conoscono anche le condizioni di bilancio della Regione e l'insieme dei vincoli normativi e finanziari nei quali ci muoviamo, sanno anche che noi abbiamo fatto quello che potevamo fare pure da questo punto di vista.
Peraltro, il Consiglio stesso, a suo tempo, ha approvato un atto di indirizzo chiedendo che il Consiglio medesimo fosse messo in condizioni tali per poter dare indirizzi e linee strategiche rispetto all'intervento di Finpiemonte S.p.A. a beneficio del sistema delle imprese.
Per darvi una dimensione di quello di cui stiamo parlando e dell'impatto che ha questa operazione anche sulla Regione, la sola Finpiemonte Partecipazioni, per un insieme di voci, mette insieme, per effetto della liquidazione del Confidi, 16 milioni di perdite. Allora ripeto, noi abbiamo due tipi di impegni: uno verso i dipendenti ed uno verso il sistema delle imprese. Però, credo che dobbiamo essere tutti consapevoli del perimetro nel quale ci muoviamo e della dimensione dei problemi che stiamo affrontando, nonché del fatto che noi, come Regione abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e, da questo punto di vista, è stato proprio il C.d.A. di Eurofidi che ha ritenuto di non avvalersi dell'operazione "8 milioni", che sicuramente - credo - avrebbe potuto anche mettere in atto delle dinamiche un po' differenti rispetto al sistema degli altri soci.
Ripeto, ho riferito al Consiglio in maniera ovviamente sintetica perché oltretutto molte cose voi già le conoscete e conoscete anche come si è svolta la vicenda e come si è arrivati a questa decisione. Resto naturalmente disponibile - ma va da sé - a tenere il Consiglio informato e soprattutto a ragionare su che cosa possiamo fare, da qui in avanti ripeto, per il sistema delle imprese e per i dipendenti di Eurofidi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Prima di dare la parola ai colleghi che vogliono intervenire, comunico ai colleghi e alle rappresentanze che ci ascoltano che domani c'è l'audizione in III Commissione del C.d.A. di Eurofidi.
Ci sarà poi un'audizione, con modalità ancora da definire, per audire formalmente la rappresentanza dei lavoratori in Commissione, così come era stato richiesto questa mattina. Quindi ho risposto anche a questa quesito.
Ci sono richieste di intervento in merito alle comunicazioni dell'Assessora? La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessora della dettagliata relazione e provo, con la stessa serietà e delicatezza del caso, ad immaginare alcune riflessioni che ritengo doverose, anche in funzione dei passaggi che l'Assessora correttamente ha fatto.
I ringraziamenti, Assessora, non sono d'obbligo: sono sentiti, perch tutti noi sappiamo quale sia stata l'attenzione che lei ha messo su questa vicenda e, personalmente, ma penso di poter parlare anche a nome del Gruppo, sono certa di quanto lei abbia fatto.
Faccio questa premessa, Assessora, proprio perché ci tengo a sottolineare, anche in Aula, rispetto a quanto dirò fra qualche istante che non c'è assolutamente una valutazione di carattere personale nelle affermazioni fatte, nei giorni scorsi, a nome mio e dal coordinatore Pichetto a nome del Gruppo. Proprio perché si conosce bene la vicenda e si è convinti che la Regione avrebbe potuto fare qualcosa in più, sono state fatte alcune affermazioni molto ponderate nei giorni in cui abbiamo esaminato la documentazione. Vado a significare ciò che sto dicendo.
Lei ha riportato alcuni dati assolutamente oggettivi rispetto ai bilanci degli ultimi anni ed io ho avuto modo di ribadire - e non sono stata l'unica - che la situazione di mercato ha sicuramente generato nell'ambito del sistema dei Confidi, a livello nazionale, problemi pesantissimi; non dimentico che stiamo parlando del primo Consorzio a livello nazionale, del più grande soggetto a livello nazionale e che, come noi gestiremmo questa situazione farà anche scuola rispetto ad altre crisi che ci si deve aspettare perché il modello è cambiato, la normativa è cambiata e il sistema bancario si sta rivolgendo ad altre parti. Quindi mentre prima la mediazione attraverso i Confidi era d'obbligo, almeno negli ultimi tre anni il sistema bancario ha iniziato a bypassare i Confidi e opera in modo diverso.
Poi, ci saranno sicuramente valutazioni da parte di altri soggetti, a partire dalla Banca d'Italia, che dovrà vagliare attentamente l'operato dei Consigli d'Amministrazione precedenti o comunque delle strutture, ma vorrei sottolineare che il tema oggi non è andare a cercare - cosa che noi non abbiamo fatto e ci tengo a sottolinearlo - di chi fosse la colpa, se della Giunta Bresso o della Giunta Cota, chi c'è stato e chi non c'è stato perché c'è un tema dirimente. Questo tema è rappresentato dagli 8 mesi trascorsi dal momento in cui la crisi è emersa in maniera eclatante, perch i numeri hanno iniziato ad essere importanti e soprattutto i segnali forti che arrivavano da questo mercato dall'inizio del 2016 hanno fatto capire che tutto il sistema, e mi permetto di risottolineare tutto, rischia di non reggere.
Chiedo scusa se salto un attimo su un altro passaggio, cercando di non perdere il filo: oggi, si chiama Eurofidi. Non voglio assolutamente creare allarmismi, perché oggi fortunatamente non ci sono avvisaglie di altre crisi, ma noi abbiamo il dovere, a livello regionale, di ragionare su un sistema che ha bisogno, attraverso anche la conduzione politica della Regione Piemonte, di essere rivisto complessivamente.
Torno al tema. Il 27 luglio, Assessora, quando l'emendamento è passato in Aula, Forza Italia e gli altri alleati di centrodestra hanno proposto un ordine del giorno, che chiedeva esplicitamente che, in funzione di quest'emendamento spiegato (mi permetto di dirlo) in fretta e furia il pomeriggio prima o la mattina stessa, da lei e dal Vicepresidente Reschigna, ci si sedesse ad un tavolo e in modo assolutamente costruttivo si immaginasse un percorso con un piano di riorganizzazione, perché la situazione era ormai delicatissima. Tant'è che il collegio sindacale, nella sua relazione di luglio, aveva evidenziato come non ritenesse che ci fossero dei precedenti imputabili a qualcuno nella gestione non corretta delle partite, ma che fosse fondamentale immaginare un percorso diverso ed una ricapitalizzazione che, in quel frangente, la relazione riportava a 35 milioni di euro. Successivamente - lo risottolineo perché oggi la perdita non è accertata - ci sono stati accantonamenti prudenziali che correttamente un Consiglio di Amministrazione propone all'Assemblea.
In quel frangente noi chiedevamo, e lo chiedevamo prima in Commissione e poi in Aula con interventi miei e del Presidente Pichetto, che questa situazione, anche nel mese di agosto e nel mese di settembre, venisse condivisa, non perché morbosamente volevamo sapere cosa facesse la Giunta ma perché proponevamo che il Consiglio fosse di supporto alla Giunta.
Ritenevamo, infatti, che non fosse solo scorretto, ma nemmeno di aiuto continuare a leggere sui giornali cosa accadeva; ritenevamo infatti fosse utile cercare di condividere dei percorsi che lei nella sua relazione ha detto "io ho condiviso e abbiamo condiviso come Giunta con gli attori del territorio". Ma se sollevavamo il problema è perché gli attori del territorio, con cui tutti noi condividiamo sistematicamente alcune riflessioni, lanciavano un grido d'allarme rispetto ad tempi troppo lunghi di riflessione da parte della Regione.
Ribadisco che siamo certi della serietà con cui avete operato; mi permetto solo di dire che certe situazioni di crisi hanno necessità di tempi brevi e soprattutto di risposte certe. In questi frangenti, siccome io non faccio più l'Assessore e il collega Pichetto non fa più l'Assessore noi non siamo in grado di dare delle risposte certe e veloci che facciano sì che sia la Regione a tenere il boccino in mano, ma siete voi che dovete farlo.
Mi permetta, Assessore, lei oggi ha detto una cosa correttissima e sacrosanta: oggi ci sono due gruppi di soggetti a cui bisogna guardare cioè le imprese - e su questo sarebbe opportuno tornare un momento per capire quali sono i rischi che queste stanno correndo - e i lavoratori.
Infatti, ricordiamoci che più di cento famiglie sono piemontesi, sono torinesi.
E' chiaro che noi ci siamo chiesti e richiediamo anche oggi qual è la strategia della Regione Piemonte. Aggiungo un passaggio; lei ha ribadito più di una volta che il C.d.A. ha ritenuto non opportuno utilizzare, quale copertura di perdita, i famosi 8 milioni e 900 mila euro messi a disposizione per una fascia circoscritta di imprese. Ricordo che sono i fondi alluvione quelli che noi abbiamo permesso di riutilizzare con un rimborso fino al 2023.
Quindi, sarebbe anche interessante capire il perché il C.d.A. ha fatto questa scelta, perché ci sarà un motivo; il C.d.A. non si muove, se non dopo essersi confrontato anche con il collegio sindacale. Quindi probabilmente, c'è anche un tema da dipanare rispetto ad un C.d.A.
stressato che sta chiedendo ripetutamente alla Regione, formalmente ed informalmente, anche attraverso i Consiglieri di maggioranza e di opposizione, di dare un segnale forte. Il segnale forte dato nei mesi scorsi forse avrebbe portato il sistema bancario a muoversi anche in modo diverso o quanto meno - mi permetta, Assessore - se a quel punto fosse stato il sistema bancario a fare una scelta, i signori che giustamente oggi sono presenti in Aula avrebbero saputo anche a chi dire "grazie" di quella scelta e non soltanto alla Regione. Mi scusi se mi permetto di dire questo.
Credo che oggi il tema dirimente sia come la Giunta regionale vuole affrontare questa crisi, nel rispetto dei lavoratori e nel rispetto delle imprese.
L'abbiamo detto in Aula e in Commissione: noi siamo pronti a fare la nostra parte, siamo pronti a ragionare e a supportare la Giunta; occorre però sapere cosa vuole fare la Giunta, perché noi ad oggi non l'abbiamo capito, a prescindere dal fatto che ci siamo ritrovati (tanto per cambiare) le notizie sui giornali.
Ricordo che ancora la scorsa settimana chiedevamo quale sarebbe stata la strada che avrebbe percorso la Regione Piemonte nell'assemblea di giovedì scorso. Potrà confermare il qui presente Presidente della III Commissione che, nel momento in cui calendarizzavamo l'audizione dell'Assessore per domani, mi sono permessa di intervenire mestamente dicendo "audiamo con piacere l'Assessore, ma la decisione della Regione è già stata presa", perché giovedì scorso una scelta era già stata fatta.
Noi siamo a disposizione, lo abbiamo già detto, con un'esperienza di alcuni di noi anche personale di 10 anni fa. Lo sottolineo, perché oggi non c'è il Presidente Chiamparino, ma diventa difficile immaginare che io, a distanza di 10 anni, possa ancora riportare delle responsabilità, qualora ce ne fossero state, rispetto a ciò che è accaduto in Eurofidi, solo perch ero in Eurofidi.
Ma proprio perché conosco molto bene il sistema dei Confidi e lo conosciamo in parecchi, siamo a vostra disposizione. Però quello che chiediamo con forza a questa Giunta è di dare un segnale forte. Questa è la prima grande crisi che voi dovete governare, perché quello che avete governato per due anni erano le code di ciò che avevamo già imbastito noi.
Questa è una grande crisi, che non tocca solo una grande azienda; la definisco così, perché Eurofidi è una grande azienda con più di 100 persone solo a Torino, senza dimenticare quello che c'è nelle altre Regioni.
La prima cosa che ci chiediamo è: le altre Regioni sono state coinvolte? Perché un conto è il Tavolo MISE e un conto sono i rapporti con le altre Regioni che hanno il problema delle aziende garantite e del personale sul territorio. Questo è un altro tema dirimente da porre.
Questo è quello che vogliamo chiedere per rispetto dei lavoratori e delle imprese. Lavoriamo su questo tema, perché ricordiamoci che anche se oggi il sistema delle garanzie si vede bypassare dalle banche che vanno direttamente sul fondo centrale di garanzia, negli ultimi 20 anni è quello che ha fatto crescere le imprese.
Che piaccia o meno, il sistema bancario si è sempre coperto sul sistema dei Confidi, anche scaricando sistematicamente in alcuni periodi quelli che erano i crediti bad - e lo sappiamo - con le cartolarizzazioni.
Credo che dopo aver usato il sistema dei Confidi, avendone fatto anche parte (ma era facile spostare ciò che non funzionava su un altro soggetto) oggi anche il sistema bancario debba essere chiamato ad un senso di responsabilità, che non è solo mettere i soldi per la liquidazione, ma costruire un percorso che sia il bene dei lavoratori e delle imprese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Io sarò un po' meno politically correct dell'ottimo intervento fatto dalla collega Porchietto, ma non per strumentalizzare la vicenda da un punto di vista politico. Però, serve fare un'iniziale premessa almeno su delle responsabilità e poi provare a capire cosa potremo fare di costruttivo e di positivo per salvaguardare le aziende e i lavoratori.
Questa Amministrazione ormai governa la Regione Piemonte da 2 anni e mezzo e, quindi, delle responsabilità deve assumersele. E' stato detto per lungo tempo che, soprattutto quando parliamo di bilancio, subiamo le conseguenze delle Amministrazioni precedenti e, per onestà, devo dire che questa Amministrazione ammette sia le responsabilità delle precedenti Amministrazioni sia di centrosinistra sia di centrodestra.
Però, dopo due anni e mezzo, bisogna affrontare quelli che sono i problemi e cercare di risolverli, in un modo il più possibile partecipato.
Cosa che mi sembra non sia stato fatto in questo caso. Infatti, in questi giorni con i colleghi ho fatto un po' di ricerche e di studi di documentazione. Comunque alcuni articoli di giornale sollevavano le problematiche di Eurofidi già nel 2014.
Quindi, l'Assessore non può a luglio, su sollecitazione del Capogruppo del PD, fare finta di cascare dal pero e scoprire quali sono le problematiche di Eurofidi, problematiche che, com'è già stato detto derivano anche da una situazione strutturale oggi presente in Europa, non solo in Italia o in Regione Piemonte, del problema del credito, del mancato credito, del credito non erogato dalle banche. Potremmo fare un discorso, a livello europeo, dei vincoli più stringenti, di Basilea 2, eccetera, ma rimaniamo ovviamente sul pezzo.
Eurofidi è uno strumento fondamentale per erogare quel credito che le banche non erogano più e la Regione Piemonte, quindi, ha una responsabilità importantissima.
Com'è già stato detto, i fidi dati non riguardano soltanto le aziende piemontesi e, personalmente, ciò non lo vedo come un aspetto negativo.
Non so se l'ho interprato male io, ma sembrava quasi che l'Assessore De Santis volesse dire nel suo intervento: noi siamo piemontesi, finanziamo solo aziende piemontesi, altrimenti sprechiamo un po' delle nostre risorse.
Dal nostro punto di vista, questa è non è una limitazione, anzi, è un plusvalore che deve essere coordinato con altre Regioni.
Noi abbiamo la responsabilità di prendere decisioni per 57 mila aziende, di cui il 40% sono piemontesi, ma il 60% no, quindi dovrebbe essere uno strumento, su un eventuale tavolo allargato a livello nazionale per avere una risposta complessiva.
Non è solo un problema del Piemonte - e, purtroppo, di problemi il Piemonte, come Regione, ne ha avuti e ne ha ancora tanti - ma deve essere visto come uno strumento per allargare la discussione e dire: signori, c'è un problema che coinvolge 57 mila aziende associate e più Regioni, quindi è una questione nazionale.
Non mi sembra di aver ricevuto risposte dall'Assessora De Santis per capire se la partita è stata portata su altri tavoli ed è più allargata rispetto al solo Piemonte.
Questa è una prima domanda fondamentale da porre.
Il secondo elemento riguarda il tema del bilancio.
Abbiamo capito tutti che la Regione Piemonte ha fatto questo finanziamento di 8 milioni di euro, rispetto a fondi ex alluvione anni 2000, però non abbiamo capito perché il CdA di Eurofidi non l'ha messo a bilancio.
Personalmente, non ho avuto questa risposta.
Credo che l'Assessora De Santis abbia chiesto al CdA, visto che noi abbiamo una partecipazione importante del 20%, di capire perché non è stato contabilizzato. Se noi dovevamo ripianare quell'ipotetico - come ha detto la collega Porchietto - buco di 50 milioni (ipotetico perché sono accantonamenti prudenziali che poi è giusto metterli), il 20% di 50 milioni corrispondono a circa dieci milioni. Noi ne abbiamo probabilmente messi otto, quindi la quota della Regione, arrotondando un po', era coperta.
A questo punto, a che gioco giocano le banche? Nel senso che loro non erogano i crediti direttamente, si avvalgono di Confidi, magari scaricandoli da alcune pratiche non strasicure, e poi quando si tratta di fare la loro parte per mandare avanti una situazione ormai incresciosa (perché, da quello che ci risulta, l'attività di Confidi è stata pesantemente rallentata da marzo e poi bloccata totalmente da luglio/agosto, quando sono arrivate le dimissioni del Presidente Ambrosini), ci si trova in uno stato di totale paralisi.
E' ovvio, quindi, che non può che andare a peggiore, perché se non lavora ed è tutto bloccato, diventa difficile sostenere un'attività del genere, e peggiora la situazione di bilancio, a maggior ragione perché il CdA, monco, si è rifiutato di approvare il bilancio. Su questo noi vorremmo avere delle risposte dall'Assessora, sia tecniche sia politiche, senza trincerarsi dietro al fatto che c'è un CdA autonomo che, ovviamente, pu fare scelte da solo. Noi, però, abbiamo una responsabilità, anche di moral suasion, per comprendere, capire ed indirizzare quello che dovrebbe fare la Regione Piemonte.
In ultimo, farei ancora questa domanda rispetto all'ipotesi comparsa su tutti i giornali, quattro o cinque giorni fa, dell'ipotesi good company bad company.
Visto che abbiamo già avuto esperienze di questo tipo, non a livello regionale ma nazionale, e non sono state brillantissime né per i lavoratori né per le aziende coinvolte, vorremmo avere delle rassicurazioni o, comunque, delle esternazioni nel merito da parte dell'Assessora, per capire se sono fantasie dei giornali.
Ormai, come ha detto bene la collega Porchietto, noi continuiamo ad apprendere le informazioni dai giornali e non dagli Assessori competenti (sia il caso della De Santis sia il caso di tanti altri Assessori), quindi chiediamo un po' più di rispetto per il Consiglio regionale e molto più rispetto per i lavoratori che devono sapere realmente qual è il futuro e le strategie che la Regione Piemonte intende mettere in campo, perché se c'è un'ipotesi good company da infilare dentro Finpiemonte, o un'ipotesi bad company da liquidare con calma in bonis, per non distruggere il sistema creditizio piemontese, penso che i cittadini piemontesi, il Consiglio regionale, le aziende associate e i lavoratori debbano avere una risposta chiara dall'Assessora.
Quindi, rispondete oggi nel merito.
Quindi, Assessora, risponda alle domande che le porremo, in modo da poter andare avanti in maniera costruttiva e positiva per tutti gli attori del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio innanzitutto l'Assessore De Santis per essere stata disponibile a relazionare in quest'Aula, come il nostro gruppo consiliare aveva richiesto, e l'ha fatto anche in mattinata, in maniera tale che la delegazione dei lavoratori Eurofidi presenti potesse assistere in diretta a questo nostro dibattito.
Faccio alcune considerazioni in maniera molto sommaria.
Noi siamo in carica da due anni e quattro mesi circa e, quindi, è da due anni e quattro mesi che il dossier "Eurofidi" è sul tavolo di quest'Amministrazione.
Non mi preoccupo di quello che potevano fare e che non hanno fatto gli altri, perché è una prassi della politica che non affronta i problemi e prova a scaricarne il peso su altri, ma mi preoccupo di quello che possiamo e dobbiamo fare noi, che da due anni e mezzo abbiamo sul tavolo questo dossier e dobbiamo risolverlo.
Noi come gruppo PD siamo intervenuti e abbiamo chiesto che venisse sollevato in questa sede il dibattito sulla crisi Eurofidi e, a seguito di questo, la Giunta regionale è intervenuta - e la ringrazio - trovando una soluzione, ossia un intervento normativo del Consiglio regionale, votato prima delle vacanze, per consentire che quello che per noi era un credito nei confronti di Eurofidi (e per Eurofidi un debito nei nostri confronti) venisse trasformato in una somma da considerare in conto capitale.
Questa operazione, però, non è avvenuta per una scelta del CdA (CdA che sarà audito domani in III Commissione, anche questo su richiesta del nostro gruppo consiliare). Tuttavia, non è stata questa la soluzione dirimente; nel senso che non si è andati avanti nel progetto di ricapitalizzazione, come aspettavamo e come ci era stato annunciato in Consiglio quando abbiamo votato questa norma, perché l'atteggiamento delle banche, da quanto ci è stato riferito, è mutato.
Le banche, invece che mettere soldi per ricapitalizzare la società e farla operare, pare, da quanto ci è stato riferito, siano più orientate a mettere soldi per liquidare la società senza lasciare strascichi e, in qualche modo, chiudere un dossier di cui evidentemente non sentono più bisogno, posto che possono direttamente controgarantirsi al Fondo centrale di garanzia.
Ma veniamo al punto.
Personalmente credo che il punto dirimente che fa scattare questa crisi sia molto più ampio di Eurofidi. Non è una serie di perdite di Eurofidi che porta a questa situazione, é che, ad un certo punto, il fondo centrale di garanzia decide, ex post, che alcune garanzie non vengono più contro garantite.
Mentre in passato i consorzi di garanzia fidi consideravano contro garantita una pratica nel momento in cui veniva inviata al fondo di garanzia, da un certo punto in poi il Fondo centrale di garanzia dice: "no queste pratiche che non hanno tutti i requisiti a posto non vengono più garantiti".
E' un problema che riguarda tutto il mondo dei Confidi, di cui Eurofidi è una parte importante, perché è il più grande consorzio, ma credo che il mondo Eurofidi rappresenti - lo sapranno meglio i lavoratori - circa il 25 del monte delle garanzie erogate in Italia.
Il problema che ci troviamo ad affrontare, quindi, è per un/quarto un problema nostro, ma è un problema che tocca tutti i consorzi di Italia e probabilmente, anche le banche che si sono rivolte direttamente al Fondo centrale di garanzia.
Questo è un problema nazionale. Quindi, la prima cosa che noi chiediamo alla Regione è di continuare ad agire - anche se ormai l'acqua è alla gola e stiamo per essere sommersi e affogare in questo fiume che ci travolge perché non è possibile che un'istituzione pubblica ad un certo punto adotti un atteggiamento e che questo crei un danno patrimoniale a tutti i Consorzi di garanzia-fidi, determinando lo scardinamento del meccanismo e un danno occupazionale rilevantissimo, oltre che un pregiudizio per le imprese che si sono avvalse di questo sistema di controgaranzia.
Spiego dunque brevemente. Una banca eroga "100" ad un'impresa e quel credito viene controgarantito da Eurofidi; poi quel credito viene controgarantito dal Fondo centrale di garanzia, che si assume il rischio dell'80% di "80", cioè "64". In caso di insolvenza dell'impresa, il Fondo centrale, cioè lo Stato, ci rimette "64", Confidi "16" e la banca "20". Se questo sistema salta, allora è chiaro che il Consorzio di garanzia fidi invece che avere una perdita di "16" ha una perdita di "16 + 64", cioè di "80". Il sistema ha un effetto di sradicamento e conseguenze drammatiche su tutto il mondo delle imprese.
Allora, io credo che questo sistema vada innanzitutto affrontato fortemente a livello nazionale. Non è possibile che non ci sia un'azione congiunta di tutte le Regioni, le rappresentanze di tutte le imprese e dei Parlamentari a livello nazionale per affrontare questo tema! Il secondo elemento riguarda cosa sta succedendo oggi in Eurofidi dopo che l'attività è stata sospesa. L'ha chiesto la Banca d'Italia? No, l'ha chiesto l'Assemblea di Eurofidi, che ha detto: non ci sono le garanzie per procedere, state fermi. Perché non ci sono le garanzie per procedere? Perché il Consiglio di Amministrazione prudenzialmente ha detto: visto che c'è questo problema, chiedo un accantonamento prudenziale di 32 milioni.
Non si parla di perdite che si sono già verificate, si parla di perdite che questo sistema può produrre. Quindi, anche quando parliamo di numeri - ch poi i numeri ci spaventano e diciamo 50, 100, 200, 1000. - ancoriamoli alla realtà: si tratta di 32 milioni di perdite potenziali, che giustamente si decide di mettere da parte. Poi qui siamo sabaudi e se c'è da mettere da parte "100" preferiamo metterne da parte "110", perché a "s'sa mai".
Dunque, mettiamo da parte 32 milioni e mezzo, più 8.3 che è quello che ad oggi risulta essere ancora un debito verso di noi; il totale fa 40.5.
Questi, quindi, sono una parte dei 50 milioni. Poi c'è ancora una perdita residua di 9.5. E questi sono i dati come certificati dalla KPMG.
Allora, il problema che noi dobbiamo anche affrontare in questa sede perché abbiamo i lavoratori di Eurofidi, ma dobbiamo porci di fronte il problema dell'economia di questa Regione e di questo Paese - è che succede e che succederà agli altri Consorzi di garanzia fidi di questo Paese e di questa Regione? Assessora De Santis, io credo che sarebbe opportuno incontrare anche loro: un simile accantonamento prudenziale, infatti, lo fanno anche loro? Lo fanno anche le banche? Gli altri Consorzi hanno numeri assolutamente non paragonabili ad Eurofidi, ma questa necessità di accantonare tutte queste somme che fine fa fare a tutti i Consorzi? E se adesso i Consorzi che rimangono stanno rilevando le pratiche dal nostro perché il nostro Eurofidi non sta più lavorando - alla fine questi altri Consorzi che prospettiva hanno? E le banche, che si sono direttamente rivolte al Fondo centrale di garanzia, come affrontano il problema di questo debito incipiente? Allora, io credo che questo sia un problema regionale e nazionale che va affrontato con la baionetta tra i denti: è un problema, cioè, che va approcciato sapendo che questo è uno schema che rischia di travolgere un gran pezzo dell'economia di questo Paese.
Che fare? Il documento di KPMG prodotto per l'azienda individua alcune possibilità future. Io vorrei che di questo parlassimo, perché noi dobbiamo trovare una soluzione che permetta alle imprese piemontesi di continuare ad avere accesso al credito e ai lavoratori del sistema dei Confidi - Eurofidi in primis, perché quello è il primo dossier ad essere sul nostro tavolo di avere una possibilità occupazionale. Noi non possiamo lavarcene le mani né delle imprese né dei lavoratori - perché le responsabilità di questa situazione attengono a scelte del Fondo centrale di garanzia (quindi a scelte della politica) e a scelte di governo del sistema dei Consorzi di garanzia fidi, in cui le imprese sono coinvolte, come lo sono le banche che hanno espresso gli Amministratori, la Regione che ha parimenti espresso gli Amministratori e che ha vigilato in questi anni, la Banca d'Italia che avrebbe dovuto vigilare; ricordo infatti che è dai tempi della Giunta Bresso che questo soggetto è sottoposto a vigilanza della Banca d'Italia per cui è anche curioso che sia prevista una funzione pubblica di vigilanza della Banca d'Italia e che poi alla fine siano i nostri Amministratori a scoprire delle cose che si presuppone la Banca d'Italia dovrebbe affrontare per prima.
Insomma, questa è una vicenda in cui ci sono tanti poteri coinvolti - e anche tanti poteri forti - e ci sono dei lavoratori che in questo momento sono lavoratori deboli. Se noi dobbiamo scegliere da che parte stare stiamo - come penso tutti in questo Consiglio - dalla parte dei lavoratori deboli, piuttosto che da quella dei poteri forti. E quindi, per quanto ci concerne, ringraziando per il lavoro che è stato fatto finora, noi chiediamo di procedere con la massima determinazione per trovare una risposta che faccia anche riferimento alla nostra Società partecipata cioè Finpiemonte, che ha le caratteristiche previste dal Testo Unico bancario - e per farci carico di un pezzo di soluzione. E credo che un pezzo della soluzione la debba cercare anche il sistema bancario che ci ha dato in questi anni i migliori Amministratori di cui era capace, i quali hanno concorso, senza colpa, a creare questa situazione. Penso quindi che tutti insieme - banche e Regione Piemonte - si debba trovare una soluzione e che questa soluzione debba partire da un assunto: c'è un insieme di lavoratori che svolgono un lavoro; questo lavoro probabilmente, così com'è non può più avere futuro perché l'accesso diretto al Fondo centrale di garanzia rende il sistema dei Confidi in parte obsoleto; questo lavoro va rivisto, va ridimensionato e va riorganizzato, ma c'è una prospettiva occupazionale che si può avere. Non lo dico io, che ovviamente non mi occupo di queste cose: ce lo dice il consulente, KPMG, che è stato incaricato di trovare una soluzione. E io credo che, con un pizzico di ardimento, con tanta passione e tanto senso di responsabilità, si possa addivenire ad un risultato.
Sta a noi e credo che in questo Consiglio - al di là delle differenze tra maggioranza e opposizione - ci siano una grande determinazione e una grande unione, che consentano di uscire, nel modo meno peggiore possibile da una crisi che arriva da lontano, che ci travolge derivando da una scelta nazionale, ma da cui noi non possiamo farci piegare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Cosa aggiungere rispetto ai colleghi che mi hanno preceduto? In particolare, io mi collegherò all'intervento del Capogruppo Gariglio perché, pur apprezzando - e sono sincero - i buoni auspici e anche l'impostazione, stupisce vedere il Capogruppo del Partito Democratico - e quindi del principale partito di maggioranza - augurarsi una collaborazione di livelli nazionali, governativi e statali al problema. La domanda è: ma in questi mesi, rapporti con i vostri Ministri - perché si tratta dei Ministri del Governo Renzi - e con il Governo centrale ci sono stati oppure no? Ci sono state delle richieste dettagliate di assunzione di responsabilità di un problema che - siamo tutti d'accordo - ormai ricopre una dimensione nazionale, oppure, per l'ennesima volta, il Governo centrale ha scaricato sul Piemonte la risoluzione di un problema troppo complesso? E guardate che, anche nel rapporto con gli altri azionisti di Eurofidi diceva bene il collega Bono: la Regione - e c'è stato un primo momento di trasversalità, di accettazione di responsabilità su tutte le forze politiche rappresentate qui in Consiglio regionale - la propria parte l'aveva fatta, ma questa Giunta regionale ha preteso che ci fosse un concorso nella soluzione del problema rispetto a un'eventuale ricapitalizzazione anche da parte dei soci delle banche: sinceramente sembra davvero di essere stati trattati - Eurofidi in quanto tale - come la bad company delle banche senza dover immaginare di crearne un'altra.
Oggettivamente, siamo stati l'ultima spiaggia del credito di clienti che dalle banche arrivavano per cercare di continuare questo rapporto evidentemente anche nell'interesse delle banche private stesse, e quando poi il carico è stato eccessivo le banche - questa è l'impressione - si sono sfilate.
Qual è stata la richiesta di questa Giunta, qual è stata la richiesta della Regione Piemonte alle banche socie di concorso nella ricapitalizzazione? E soprattutto, guardando al futuro, quale sarà la richiesta di questa Regione alle banche socie nel far fronte alle conseguenze della messa in liquidazione? Perché io non metto in dubbio che in questi momenti la Giunta abbia una strategia, abbia cominciato a lavorare sul post CdA, però è questo il momento per parlarne.
Quando si chiedono le comunicazioni, non si chiede alla Giunta solo un riassunto delle puntate precedenti, perché le abbiamo già lette tutti sui giornali: chiediamo invece quantomeno qual è l'intendimento nel rinvenire le soluzioni. Io penso che sulle finalità, ovvero evitare ripercussioni negative sulle imprese che sono già in difficoltà e soprattutto che i lavoratori dipendenti vengano abbandonati a loro stessi, come auspicio siamo tutti d'accordo, però quali sono le soluzioni che la Giunta sta studiando? Perché questo, il Consiglio regionale, è il luogo dove discutere di ciò, non altre sedi. Ed è anche il motivo per cui in conclusione io continuando la richiesta avanzata dalla collega Frediani alla Presidenza ritengo che non sia sufficiente che i dipendenti vengano auditi in un secondo momento rispetto al CdA: credo che per noi Consiglieri sia molto più interessante un'audizione in contraddittorio, per fare in modo che oggettivamente, nel capire cos'è stato sbagliato, perché sui giornali abbiamo letto di un'espansione, un gigantismo di Eurofidi solo per dare consulenze e per trovare mansioni per creare poltrone e non viceversa.
Allora io ritengo che, se dobbiamo approfondire quello che è accaduto la Giunta ha il dovere di dibattere con noi e informarci su quali sono le soluzioni che intende mettere in campo, anche per evitare che un domani questo accada di nuovo e soprattutto per mettere la parola fine una volta per tutte, cogliendo l'occasione drammatica di questo oggettivo fallimento per mettere fine al rapporto malato che in questi ultimi anni sta riguardando il rapporto che c'è tra istituzioni e banche.
Lo dico alla maggioranza che ha eletto come Presidente un esponente che è planato qui direttamente dalla presidenza di una delle maggiori fondazioni bancarie del nostro territorio: è forse il momento di riaffermare il primato della politica nei confronti della finanza.
Guardate, non è un discorso ideologico, perché poi quando arriviamo a questo genere di fallimenti, con ripercussioni drammatiche non solo sull'economia del territorio, ma anche sulla vita delle persone, sono questi i momenti in cui dobbiamo renderci conto che questo primato della politica e soprattutto questa riaffermazione della responsabilità degli istituti di credito è il caso di riaffermarla adesso per il futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sicuramente noi oggi e nei prossimi giorni non vogliamo vedere il rimpallo di responsabilità fra destra, sinistra, chi c'era prima, chi c'era dopo, però non vogliamo neanche che si guardi solo avanti e non si guardi indietro. Perché, se è vero che c'è una responsabilità dovuta alle azioni del fondo centrale, non possiamo dimenticare che c'è anche una responsabilità della politica; politica che in questi anni evidentemente o non ha visto o ha fatto finta di non vedere, in ogni caso non ha svolto la sua funzione di controllo, di mediazione, il suo poter intervenire nei processi e cercare magari di guidarli in una certa direzione. Quindi una responsabilità politica sicuramente c'è e ognuno dovrebbe cercare di assumersene una parte, almeno chi ha governato in questi anni.
Al di là di questo, noi vorremmo che ci fosse una chiarezza maggiore su quelli che sono stati i meccanismi che hanno portato a questa situazione, e per questo vorremmo che ci fosse una seria Commissione d'inchiesta per leggere le carte, analizzare i processi, capire come si sia arrivati a questo punto e fare in modo che, se qualcuno ha agito in modo irresponsabile o comunque in modo da portare Eurofidi ad arrivare a questo punto, paghi le conseguenze.
Parlando invece del futuro di questi lavoratori, per non parlare delle imprese che comunque sono già state oggetto dell'intervento del mio collega Bono, l'Assessore De Santis ha parlato di soluzioni che sta valutando con l'Assessore Pentenero. Noi ovviamente siamo disponibili a sostenere qualsiasi proposta venga portata davanti al Consiglio e ne discuteremo sia in Commissione domani e spero anche in prossime Commissioni che si faranno su questo tema importantissimo. Vi preghiamo solo di non presentarvi col solito piano di formazione e ricollocazione del personale. In questi anni abbiamo già visto piani per tantissime altre aziende che avevano dei lavoratori che stavano a cuore a questo Consiglio e abbiamo sentito mille discorsi sul fatto che i lavoratori non verranno lasciati soli, mentre ci chiediamo ancora oggi che fine hanno fatto tutti i lavoratori che trovavamo in presidio davanti al Consiglio e non ci risultano assolutamente ricollocati.
Qui ci troviamo di fronte a dei lavoratori che sono altamente formati lavoratori giovani, lavoratori che si dovrebbero ricollocare molto facilmente se ci fosse la reale volontà. Ci piacerebbe sapere quali sono queste prospettive che i due Assessori stanno valutando insieme, e vi prego veramente di non presentarvi col solito piano di formazione, con gli ammortizzatori sociali che accompagnano verso un lento oblio, perché alla fine ai lavoratori succede questo: che per un po' vengono sostenuti vengono accompagnati e partecipano ai corsi e poi spariscono; nel momento in cui non sono più un gruppo che si presenta davanti al Consiglio, per noi non esistono più. Quindi, per cortesia, fateci sapere esattamente che cosa avete in mente, perché se non riuscite a ricollocare dei lavoratori come questi, mi chiedo quali tipi di lavoratori possiate pensare di ricollocare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Tante cose sono state dette e io parto da una considerazione che ho sentito in tutti gli interventi: quella che Eurofidi - mi spiace parlarne al passato, però oggi bisogna utilizzare questi verbi - è stato un soggetto fondamentale per il sistema economico piemontese, per il sistema industriale e per il sistema delle banche. Eurofidi ha una storia di 35 anni e ha sostenuto il sistema delle nostre piccole e medie imprese. Il tema dell'accesso al credito è un tema di anni ed è un tema che la Regione Piemonte ha affrontato attraverso lo strumento Eurofidi, attraverso la crescita dei confidi e attraverso lo strumento dei consorzi di garanzia fidi.
Perché oggi ci troviamo in questa situazione? Guardate, io non penso di esagerare nel dire che tra il 2009 e il 2011 c'è stata una tempesta perfetta in questo contesto e in questo settore, perché tutto parte con la crisi del 2008-2009, la crisi che - ahimè - cerchiamo di affrontare ancora oggi rispetto al sistema economico, rispetto anche al crollo dell'occupazione, alla quale si aggancia la scelta del Governo Monti nel 2011, col decreto salva Italia, di aprire l'accesso al fondo centrale di garanzia alle banche, di fatto bypassando il sistema dei confidi.
Quando in un mercato - anche se forse non è corretto dire mercato composto dai consorzi di garanzia entra un player così importante come il fondo centrale di garanzia, che è lo Stato, è evidente che l'abbinata dei due eventi porta a una situazione di crisi del sistema e a una situazione di deterioramento dei conti. Anche perché tutto il sostegno dato alle piccole e medie imprese in quegli anni e negli anni passati è un'onda lunga che è arrivata in Eurofidi e sui consorzi di garanzia negli anni successivi. Infatti, le prime perdite - ce le ricordava l'Assessore consistenti si registrano nel 2012 perché gli affidamenti dati nel 2009 nel 2010, nel 2011, negli anni passati, a imprese che si pensava potessero stare sul mercato si sono poi deteriorati, generando le crisi e la situazione di difficoltà nella riscossione del credito, quindi tutto il tema dei crediti deteriorati.
Dal 2012, l'onda lunga si accavalla e genera le perdite che abbiamo citato prima. Sono perdite importanti, io le ricordo: meno 18 milioni, meno 27, meno 7,50, meno 50 quest'anno. E' figlio di quegli eventi, del 2009 e del 2011, che hanno modificato lo scenario di riferimento.
Direi che, sostanzialmente, questa crisi si alimenta anche dal calo degli investimenti delle piccole e medie imprese. Il perimetro del credito di cui tanto abbiamo parlato e si parla in convegni e interviste si è ridotto, quindi si è ridotto l'utilizzo del consorzio di garanzia, anche per questo, di conseguenza, si sono ridotti gli investimenti delle piccole e medie imprese; il tutto ha generato una contrazione dei volumi dei consorzi di garanzia, che, essendo un meccanismo che si autoalimenta - sta in piedi anche con i nuovi investimenti e i nuovi finanziamenti di anno in anno - ovviamente, è andato in crisi.
Sullo sfondo c'è il tema degli Npl (non performing loans), dei crediti deteriorati, di cui a livello nazionale si parla, di oltre 300 miliardi di crediti deteriorati nel sistema bancario italiano, ma il tema è europeo.
Se tutto questo è vero, sono i fatti che lo dicono, non voglio entrare nelle scelte dei manager e degli anni passati, oggi mi interessa poco, ma la crisi di Eurofidi proviene da questi eventi.
Ricordo il dibattito che abbiamo svolto quando abbiamo costituito la nuova Finpiemonte (febbraio 2016), in cui ci siamo interrogati in merito ai molti fondi che allora erano in Finpiemonte sulle misure agevolative per l'artigianato, il commercio e quant'altro. Noi proponevamo di portarli a capitale sociale di Finpiemonte e, giustamente, c'è stato il dibattito in cui si è detto di non sottrarli al sistema delle imprese; però, poi abbiamo guardato anche le dimensioni del "tiraggio" di quelle misure e ci siamo accorti che, effettivamente, negli ultimi anni sono calate molto.
Quindi, anche quello è un chiaro segnale del calo degli investimenti.
Allora, oggi mi interessa poco fare l'analisi, visto che ci sono delle responsabilità, di cosa è stato fatto negli anni precedenti. Oggi, partendo da una situazione così difficile e così brutta, come quella scaturita a seguito della decisione del 15 settembre della messa in liquidazione di Eurofidi, dobbiamo individuare delle soluzioni, delle soluzioni di politica economica, delle soluzioni per i lavoratori che oggi sono in Eurofidi, che hanno un know-how specifico riconosciuto anche dal Fondo centrale di garanzia, è riconosciuto dall'intero settore dei consorzi di garanzia.
Hanno un know-how specifico legato alla conoscenza del fondo centrale di garanzia, un know-how specifico legato all'analisi del credito e a tutti i sistemi di rating, Basilea 2, di cui tanto abbiamo parlato, che poi è diventata Basilea 3, cioè tanta tanta conoscenza in termini di mediazione creditizia.
E' un'esperienza che abbiamo indotto come Regione Piemonte, che oggi era allocata il Eurofidi, che credo non vada assolutamente dispersa, per i lavoratori stessi, ai quali va il mio pensiero e il mio ringraziamento perché, in questi anni, sono state portate avanti politiche anche dure in Eurofidi e tutti si sono adoperati per cercare di rimettere in pista il consorzio.
Da qui si deve ripartire perché, attraverso la costituzione della nuova Finpiemonte, noi abbiamo tracciato una linea, basata su un'idea di politica economica e su un'idea di politica industriale di sostegno alle imprese che ha fissato nel suo piano industriale dei paletti, degli obiettivi e delle strategie.
Oggi ci troviamo nella condizione di avere un know-how importante in questa società, che non va disperso; quindi, attraverso la nuova Finpiemonte e attraverso la valorizzazione degli asset che noi abbiamo indicato nel nostro piano industriale credo che almeno in parte si possa rispondere a questa esigenza, sia in termini di lavoratori e sia in termini di politiche economiche per la crescita e per il mondo imprenditoriale che, oggi, forse, necessitano di risposte diverse o diversificate rispetto a ieri. La nuova Finpiemonte nella sua costituzione può dare una risposta può essere veramente valorizzata e portata avanti unendo queste due situazioni, almeno in parte, quindi valorizzandole con il know-how che noi abbiamo acquisito in questi lavoratori.
Sicuramente, l'esperienza di Eurofidi e la scelte assunte su Eurofidi avranno un impatto sul sistema dei consorzi di garanzia regionali, rispetto ai quali, ovviamente, anche la Regione deve guardare in termini di politica economica di credito, però sono convinto che abbiano e continuino ad avere un ruolo importante nella politica economica piemontese, quindi anche rispetto a questi credo che la Regione Piemonte debba fare un ragionamento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Il mio intervento si inserisce nel contesto di un dibattito che si è articolato in modo importante; abbiamo appreso anche gli aspetti tecnici dalla relazione esaustiva e impegnativa dell'Assessore, e devo dire accorata, per questo la ringrazio, anche per l'impegno che in questi mesi sappiamo ha profuso e per la passione che ha dedicato a questo tema.
Mi piace dire che mi trovo totalmente d'accordo con quanto detto dal Presidente Gariglio e con quanto detto anche dal Presidente Gallo per una questione che, di fatto, sarà poi l'oggetto del mio intervento. Mi piacerebbe che fosse accolto, invece ho colto l'accorato appello della collega Porchietto per quanto riguarda la partecipazione attiva del Consiglio regionale nella ricerca di soluzioni sulla base di analisi compiute.
Non condivido che ci si debba iscrivere necessariamente nell'elenco di coloro che ritengono di dire "io c'ero/io non c'ero, quindi sono per questo innocente", perché credo che la crisi attuale nella ricerca delle soluzioni non sia ascrivibile soltanto alla politica o alla questione politica.
L'Assessore ha fatto riferimento al tema della consapevolezza - tutti siamo consapevoli delle difficoltà che ci sono in questo momento - e ha fatto riferimento alla parola "responsabilità", che io ritengo importante.
Qui vengo al punto con il collega Gallo, che ha detto: "Non mi interessa la ricerca delle responsabilità dei precedenti CdA (eccetera), ma credo che oggi" - e questo deve essere esteso a tutte le partecipate pubbliche, ovunque ci sia del denaro pubblico da gestire ed amministrare "vada richiamata la parola 'responsabilità". Troppo spesso vediamo folle di manager all'uscio di queste strutture in cui si gestisce del denaro; poi improvvisamente, dovremmo dire che non ci interessano le responsabilità.
No, io credo che siano quelle le prime vere responsabilità e chiedo all'Assessore che questo sia il terzo elemento da iscrivere nelle cose che dobbiamo fare. Cioè, pensare alle imprese, che, oggi, rischiano di pagare il prezzo più alto di tutti, e ai lavoratori, che, normalmente, in tutte le aziende, soprattutto quelle pubbliche, se dovessimo interrogarli singolarmente, probabilmente, se fossero cento, avremmo cento idee diverse ma cento proposte diverse di come si è sviluppata la crisi e di dove si è arrivati, forse in mezzo a quelle idee potremmo anche averne tante che potrebbero esserci utili. Molto spesso chi vive in queste aziende, dai gradini di operosità e di lavoro, vede ciò che il management non vede, per di questi manager vediamo la folla che ha voglia di andare a sedersi. Mi domando - e glielo chiederò domani in Commissione - se è possibile che qualche mese fa, prima di insediarsi, non sapessero realmente cosa stesse accadendo in quella società.
Veramente sono cascati dal pero e hanno trovato il disastro, fatto da altri. Altri chi? Altri come loro, dei quali - purtroppo - la politica negli enti pubblici, non se ne occupa mai. Dimentica questi manager che hanno più o meno ben lavorato, che hanno portato a questa gestione e a questi fallimenti.
Di questo risponde la politica, perché oggi la Giunta e il Consiglio regionale sono chiamati ad intervenire, a "gabolare" su come fare, ed hanno già fatto dei passi importanti, provando a lavorare attraverso Finpiemonte e in altre direzioni. Molti di noi hanno avuto delle idee, che sono state messe sul campo.
Ma, ci si dimentica di chiedere a questi amministratori quando hanno voglia di costituirsi per quello che hanno fatto, perché non è casuale che oggi si arrivi al fallimento. Possono cambiare gli scenari, possono cambiare le condizioni, ma loro c'erano.
Domani in Commissione lo chiederò anche agli ultimi, perché qualche mese fa le condizioni erano già cambiate, i bilanci erano già più o meno palesi. Io immagino che, quando si scrivono questi bilanci, sono sempre tutti perfetti, ma credo che chiunque vada a sedersi in quei posti sappia esattamente come sono fatti, perché li hanno fatti altri come loro esattamente identici a loro.
E non sono mai esposti, questi soggetti o queste responsabilità - posso dirlo? - al pubblico ludibrio, affinché non debbano mai più entrare in un ente a lavorare, perché l'hanno portato a un fallimento! Fosse anche come ultimo atto! Perché, dov'erano loro? Non sapevano? Possibile che ne fossero totalmente inconsapevoli? E questa inconsapevolezza, quest'incoscienza di assumersi l'onere di prendere un Consiglio di Amministrazione di una società così impegnativa, importante e nevralgica per un sistema economico come quello piemontese e come quello nazionale - come giustamente è stato rilevato - quando viene pagata? E allora, a fianco di tutte le richieste che sono state fatte all'Assessora, in primis - non perché ci sia un primo e un secondo (in primis ne vale due in una) - occorre pensare alle imprese che saltano perché questo significa migliaia di posti di lavoro ed anche mancanza di fiducia in un sistema creditizio di garanzia, nel momento in cui saltano delle imprese, saltato e fallito in questa maniera. Occorre porre l'attenzione, in primis, su quella che può essere una soluzione, da ricercare insieme, per i lavoratori di quel settore, di questo settore, di questa società in particolare che possa essere anche da modello per altre cose che possono arrivare più avanti. Occorre pensare, giustamente - come dice il Consigliere Gariglio - che il tema è nazionale, e quindi con le altre Regioni, ma insieme allo Stato, al sistema bancario, occorre capire esattamente cosa fare e come si possono porre dei rimedi senza che cambino gli scenari in modo acuto ed improvviso, senza determinare devastazione sui bilanci dell'ente pubblico, ma in cima a tutto mettiamo, per l'ennesima molta - e lo riproponiamo, perché ogni volta questi temi si ripresentano la responsabilità di questi manager.
Possibile che il nostro è il Paese dove la parola responsabilità quasi mai si associa all'assunzione di responsabilità, in termini di risposta? Non si vede mai uno di questi responsabili dei fallimenti ciclopici - che poi si deve accollare la cassa pubblica e quindi le tasche di tutti i cittadini - andare a risponderne. Laute liquidazioni e lauti stipendi lauta attività e immediatamente trovano ricollocazione.
E loro, quando la ritrovano la collocazione? Gliela dobbiamo trovare noi, dobbiamo "gabolare", ed è bene e saggio che noi facciamo questo! Ma non capisco perché loro debbano avere una chance. Io dico che ogni manager quando si abbia la possibilità di dimostrare - ed è documentabile - che ha condotto al fallimento o ha partecipato, in qualche misura, al fallimento di questa società, non deve mai più lavorare presso partecipate o enti pubblici. Mai più! Trovino dei privati, e vediamo se i privati li vanno ad assumere! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, come ultimo intervento.
Dopodiché, daremo la parola all'Assessora De Santis.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che in tutte le attività, anche quella del Governo della Regione ci sia un momento di apprendistato (e dura qualche mese), finito il quale inizia quello del lavoro.
Voglio ricordare a questa Giunta che è da quasi due anni e mezzo che governa la Regione Piemonte, per cui i cittadini piemontesi chiedono, a noi e alla Giunta, certamente impegno (l'impegno dovrebbe essere in qualche modo scontato per chi ha un compito arduo come quello di governare la nostra Regione), ma soprattutto ci chiedono la risoluzione dei problemi. E la maggioranza, e certamente l'opposizione, dovrebbe verificare, non l'impegno, ma il problema risolto o parzialmente risolto, anche grazie all'impegno, alle competenze e alla capacità.
Vedete, noi abbiamo un piccolo problema: questa maggioranza e questa Giunta hanno certamente affrontato un tema legato alle politiche di bilancio. Lo dico come battuta al collega Monaco, anche se è fuori: chi ha la responsabilità rispetto al taglio indebito di 900 milioni all'interno di questa Regione, oggi fa l'Assessora, quindi si dovrebbe applicare innanzitutto all'interno della propria maggioranza, perché l'Assessora Pentenero, quella delibera che tagliò 900 milioni, mettendo ancora oggi la Regione in grande difficoltà, l'ha votata.
Ma, al di là di questa digressione, una maggioranza e una Giunta affrontano momenti delicati e nell'ultimo mese, mese e mezzo, noi ne abbiamo affrontati due. I primi due - devo dire - perché c'è stato un periodo in cui, al di là delle politiche di bilancio, si è andati un po' in continuità con ciò che c'era: il Salone del Libro ed Eurofidi.
Due situazioni difficili. Come si sono concluse queste due situazioni? Nella modalità che i colleghi e i cittadini piemontesi sanno: il Salone del Libro è andato a Milano (cosa sarà di quello torinese lo vedremo, ma il Salone del Libro è andato a Milano e gli editori dicono anche che a Torino non si viene, quindi una grande chance occupazionale e di promozione del nostro territorio persa) e il più grande Consorzio di garanzia italiano si è deciso di non salvarlo.
C'è stato l'impegno: va bene, ci interessa poco. Ma come mai questo impegno si è caratterizzato nel non saper fare i conti? Perché io ricordo che questo Consiglio regionale, a luglio, ha votato una legge con una grande celerità. Per far votare quella norma, il Vicepresidente ha chiesto a tutte le forze politiche di questo Consiglio che venissero stralciati tutti gli articoli che non riguardassero quel tema, perché abbiamo dovuto investire - se non ricordo male - 11 milioni di euro per il salvataggio di Eurofidi.
L'abbiamo votato nel luglio 2016, cioè circa un mese e mezzo fa. Ma un mese e mezzo fa, quando abbiamo scritto su una legge di bilancio "11 milioni", abbiamo fatto i conti perché servivano per salvare il Consorzio o li abbiamo messi a caso? Perché è questa l'anomalia! Allora, dell'impegno ci frega poco (scusate il termine). Noi chiediamo a questa Giunta che i problemi li risolva e che sappia fare i conti avanti al Consiglio, perché quando l'Assessora De Santis e il Vicepresidente Reschigna hanno detto, prima in Commissione e poi in aula, che quello stanziamento era indispensabile per il salvataggio di Eurofidi, quello stanziamento è indispensabile per il salvataggio di Eurofidi, pensando anche - però - che ci sia un ragionamento con gli altri soggetti.
Quando occorre salvare un'impresa, se io sono azionista al 10% di un'impresa, mi si chiede un aumento di capitale e io lo sottoscrivo verifico anche che gli altri azionisti di quella impresa sottoscrivano il rimanente 90% di aumento di capitale. Altrimenti è una modalità un po' anomala.
Faccio anche presente, rispetto al Fondo di garanzia nazionale, che certamente ha posto un problema. E' una tempesta perfetta, ma non è una tempesta perfetta che non ha autori, perché io rammento che il maggior partito di maggioranza di questo Consiglio governa incidentalmente la nazione.
Allora, se Eurofidi è il principale Consorzio di garanzia nazionale, e questo prevede non soltanto la difesa del credito del 25% delle imprese piemontesi che, in qualche modo garantisce, ma della rimanente percentuale a livello nazionale, credo sia un tema di cui il Governo nazionale si dovrebbe occupare. Per dirla tutta, non è che questa maggioranza è estranea al mondo delle banche. Se non ricordo male, ma temo di non ricordare male il Presidente della Giunta è stato per un po' di tempo molto vicino al sistema bancario perché, se non sbaglio, era Presidente della fondazione che, in qualche modo, garantiva il principale gruppo bancario italiano e uno di quelli che dovrebbe garantire la salvaguardia.
Sono tutte parti di un sistema, non estraneo. Se il sistema non è estraneo, almeno parlatevi e fate bene i conti. Vi parlate, fate bene i conti e quando scriviamo leggi di bilancio, le scriviamo che abbiano un senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la replica.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i Consiglieri del loro intervento. Mi sono state poste alcune questioni - una, da ultimo, anche dal Consigliere Vignale, ma prima da altri - sull'operazione, sulla norma che il Consiglio ha votato a fine luglio. Quello non era un aumento di capitale. Come ho detto prima, avrebbe potuto fortemente ridurre l'accantonamento per la restituzione di quegli 8 milioni e 300 (visto che diceva "me li restituisci nel 2023, e solo quello che ti rimane, dopo averlo utilizzato a copertura delle perdite di imprese piemontesi); dall'altro lato, avrebbe potuto ridurre il volume delle perdite scoperte.
Mi risulta anche che domani il Consiglio audirà il CdA di Eurofidi; per quanto mi risulta il collegio sindacale era favorevole a che il CdA prendesse atto, calcolasse, l'impatto di questa norma sul proprio bilancio e il CdA ha ritenuto di non farlo. Questo mi porta ad un'altra considerazione.
Eurofidi è, o era, un intermediario finanziario vigilato da Banca d'Italia; questo significa che ci sono responsabilità che sono dei soci che sono degli amministratori, che sono del Collegio sindacale, che sono degli organi di sorveglianza. Non è immediato costringere gli amministratori a fare o non fare una scelta, se non se la sentono. Se per qualche ragione hanno delle perplessità, poi ognuno risponde delle scelte che ha fatto.
Sulla questione del passato. Non ho ricordato i bilanci precedenti di Eurofidi per scaricare le responsabilità di questa amministrazione. Voglio dire che in politica non esiste l'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, ma ci sei e ti occupi dei problemi. In secondo luogo, non credo che a nessuno, non dico a nessuno dei cittadini o degli elettori, ma men che meno ai soggetti che sono vittime della situazione di oggi di Eurofidi, interessi più di tanto che questa Giunta dica che ha dovuto prendere atto di una situazione che si è creata nel passato.
Io l'ho detto semplicemente perché, mettendo in fila cifre e dati che sono di assoluto comune dominio, fosse chiaro il fatto che, come purtroppo spesso accade in questi casi, i problemi non si creano in un giorno, in un mese e nemmeno in un anno. Ciò che ha fatto il Consiglio di Amministrazione, nominato da questa Giunta e su mandato di questa Giunta (nominato dai soci, quello nuovo), è stato anche di capire quale fosse la reale situazione del Confidi, quali fossero veramente i conti perché, ad un certo punto, non si capiva davvero più nulla.
Il tema non è nemmeno la dimensione - lo è anche, per carità - delle risorse necessarie alla ricapitalizzazione, ma immaginare poi come si va avanti. Una cosa che forse mi sono dimenticata di dire prima riguarda l'altro tema emerso, credo nell'intervento del Consigliere Bono, che ha ricordato il fatto che l'attività del Confidi è stata bloccata a partire da luglio. Si, lo è stata perché, non avendo più un livello di patrimonio di valore consistente che gli consentisse, a termine di legge, di continuare a immettere garanzie, in accordo con i regolatori, il Confidi è rimasto sì attivo, ma ha sospeso l'erogazione di garanzie alle quali, in quelle condizioni, non si sapeva se avrebbe realmente potuto far fronte.
Cosa succede di qui in avanti? Non posso che confermare tre cose che ho già detto prima. Una è l'impegno a minimizzare, per quanto possibile l'impatto di questa situazione sul sistema dei Confidi e sul sistema delle imprese. Devo peraltro dire che vi è una qualche riluttanza ad ammettere che questo modello è in difficoltà ed è in crisi.
Forse una delle cose che bisognerà fare è guardarsi in faccia, guardare i numeri e capire come si costruiscono condizioni di sostenibilità che non possono essere, purtroppo, dichiarate a prescindere. Costruire un percorso che sia ordinato e che non abbia impatti negativi sul sistema delle imprese. Costruire questo percorso, ovviamente, non solo a livello di Regione Piemonte, ma anche a livello nazionale.
Questo abbiamo iniziato a farlo, già prima. Abbiamo avuto incontri e confronti sul tema fondo centrale di garanzia e dintorni. Continueremo a lavorare in questa direzione e a capire come si fa ad impegnare, non a capire, ad assicurare che non vi siano impatti negativi.
Infine la questione dei dipendenti. Accolgo e condivido le sollecitazioni emerse dal Consiglio sul tema della ricollocazione dei dipendenti; non posso che assumere, a nome della Giunta, l'impegno a fare tutto il possibile in questa direzione e a riferirne al Consiglio non appena saremo in grado di avere delle ipotesi di lavoro concrete. Grazie.



(Commenti fuori microfono Consigliere Bono)



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale



PRESIDENTE

.bad company, good company, e via di questo passo. Chiamiamola come vogliamo. C'è un'attività, c'è una situazione, c'è una società che si trova nelle situazioni patrimoniale e debitoria che abbiamo visto. Di qui in avanti si tratta di ricostruire, in primo luogo, dei modelli operativi sostenibili. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la discussione. Ringrazio i dipendenti del Consorzio per il garbo e la civiltà con la quale hanno seguito il nostro dibattito dibattito che, nelle intenzioni del Consiglio regionale, mi pare abbia voluto lasciare aperta la porta alla possibilità di un futuro per il Consorzio, che certamente dovrà essere valutato, studiato e verificato.
Non finisce qui la discussione, perché domani pomeriggio è convocata un'audizione in Commissione del CdA; dopodomani saranno ascoltate, sempre in audizione in Commissione, le organizzazioni sindacali e quindi ci sarà ancora spazio per riflessioni e - speriamo - anche per il futuro del Consorzio.
Invito, dunque, i dipendenti a lasciare l'aula; li accompagniamo con il nostro augurio di buon pomeriggio.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame proposta di legge n. 92 "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame della proposta di legge n. 92 "Nuova disciplina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte", di cui al punto 3) all'o.d.g.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: Nel comma 2 dell'articolo 6 della proposta di legge n. 92 dopo le parole "della Commissione consiliare competente" vengono aggiunte le parole ", e delle associazioni ambientaliste impegnate attivamente nella tutela dell'ambiente,".
Lo illustra il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente. Io lo presenterei volentieri, faccio solo rilevare l'assenza dell'Assessore Valmaggia.
A mio avviso, non è sufficiente dire che gli emendamenti presentati in Aula erano già stati proposti in Commissione e, quindi, non vengono accettati.
Per noi non è sufficiente. Intendo senza dubbio proseguire con l'illustrazione degli emendamenti alla presenza...



(L'Assessore Valmaggia rientra in aula)



PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia è fatto così: basta evocarlo e lui compare!



BERTOLA Giorgio

Non ho dubbi in merito.



PRESIDENTE

Lo vuole presentare?



BERTOLA Giorgio

Certo che sì, grazie.
Ringrazio, a questo punto, l'Assessore Valmaggia non solo per essere rientrato in Aula, ma anche per aver ripetuto nel suo intervento precedente quello che avevo già detto io. Nel senso che abbiamo inteso ripresentare per l'Aula una parte di emendamenti (non tutti) che avevamo presentato in Commissione. Dico "una parte" perché alcuni erano stati recepiti e, quindi, fanno già parte del testo che andiamo ad esaminare mentre altri abbiamo ritenuto semplicemente di non ripresentarli.
L'emendamento n. 6) è proprio uno di quelli che abbiamo inteso ripresentare, e chiede di aggiungere una frase all'articolo 6. Ricordo che l'articolo 6 riguarda la Carta dei servizi e delle attività dell'ARPA (Carta dei servizi che, ovviamente, deve essere predisposta dall'ARPA).
Il comma 2 dell'articolo 6 recita: "L'ARPA trasmette la carta dei servizi e delle attività alla Giunta regionale che, previa acquisizione del parere del comitato regionale di indirizzo di cui all'articolo 20 e della commissione consiliare competente, provvede alla sua approvazione". Noi abbiamo inteso aggiungere le parole ", e delle associazioni ambientaliste impegnate attivamente nella tutela dell'ambiente," come soggetti a cui, in qualche modo, deve essere proposta la Carta dei servizi, per coinvolgere anche i soggetti che attivamente si occupano della tutela dell'ambiente nella programmazione di questa attività determinata dalla Carta dei servizi.



PRESIDENTE

Assessore Valmaggia vuole esprimere il parere della Giunta regionale?



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Sull'articolo 7 insistono due emendamenti.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: Dopo il comma 6 dell'art. 7 della proposta di legge n. 92 viene inserito il comma 6 bis: "6 bis L'ARPA collabora attivamente con le Università, il Politecnico di Torino, gli Istituti di ricerca pubblici e privati al fine di garantire un continuo interscambio di informazioni, esperienze e apporti di ricerca ovvero uno specifico supporto scientifico quando la complessità delle indagini o il grado di specializzazione necessaria per l'effettuazione delle stesse lo richiedono.".
La parola al Consigliere Bertola, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

L'articolo 7 riguarda il contenuto della Carta dei servizi. Il nostro emendamento rubricato n. 7) intende inserire un comma aggiuntivo dopo il comma 6 dell'articolo 7.
Tale comma aggiuntivo recita: "L'ARPA collabora attivamente con le Università, il Politecnico di Torino, gli Istituti di ricerca pubblici e privati al fine di garantire un continuo interscambio di informazioni esperienze e apporti di ricerca, ovvero uno specifico supporto scientifico quando la complessità delle indagini o il grado di specializzazione necessaria per l'effettuazione delle stesse lo richiedono.".
In pratica, vogliamo riportare all'interno di questa nuova disciplina ciò che era già contenuto nella legge n. 60 del 1995, ovvero il concetto della collaborazione di ARPA con l'Università, il Politecnico e gli Istituti di ricerca.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Tengo a precisare che il contenuto dell'emendamento è già riportato all'articolo 19, comma 2, in cui si riporta esattamente nel posto giusto quello che il collega ha proposto con l'emendamento rubricato n. 7).
Ne consegue che l'emendamento è recepito nella sostanza ma il voto non è positivo.



PRESIDENTE

Presidente Bertola, vuole ritirare l'emendamento?



BERTOLA Giorgio

No.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Campo, Mighetti, Valetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani: Dopo il comma 6 bis proposto all'art. 7 della proposta di legge n. 92 viene inserito il comma 6 ter: "6 ter Per l'espletamento delle attività istituzionali, l'ARPA può bandire concorsi pubblici per borse di studio o di specializzazione riservate a laureati e dottorandi; tali borse di studio non sono cumulabili con analoghe provvidenze disposte dallo Stato o da strutture pubbliche, né con stipendi o retribuzioni derivanti da rapporti di impiego pubblico o privato.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

un altro comma aggiuntivo all'articolo 7, che recita: "Per l'espletamento delle attività istituzionali, l'ARPA può bandire concorsi pubblici per borse di studio o di specializzazione riservate a laureati e dottorandi; tali borse di studio non sono cumulabili con analoghe provvidenze disposte dallo Stato o da strutture pubbliche, né con stipendi o retribuzioni derivanti da rapporti di impiego pubblico o privato.".
Abbiamo già dimostrato con un altri provvedimenti che teniamo molto alla promozione delle attività di ricerca sulle tematiche legate alla tutela dell'ambiente, perché riteniamo utile che si aumenti il livello di professionalità in questo settore. Al contempo, vorremmo anche evitare che i giovani che hanno seguito un corso di studi nella materia vadano a cercar maggior fortuna all'estero, come spesso accade.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Procediamo con l'esame dell'articolo 8.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 L'emendamento rubricato n. 9) è stato ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Dopo la lettera f), del comma 2, dell'articolo 9, della proposta di legge 92, è aggiunta la seguente: "g bis) le modalità con cui l'Azienda fornisce alle pubbliche amministrazioni attività di consulenza nelle materie di valenza ambientale per l'esercizio delle funzioni loro assegnate dalla legge." La parola al Consigliere Berutti, per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento inserisce dopo la lettera f), seguita dalla lettera "g bis)" le modalità con cui l'Azienda fornisce alle pubbliche amministrazioni attività di consulenza nelle materie di valenza ambientale per l'esercizio delle funzioni loro assegnate dalla legge.
La motivazione è che, sin dallo Statuto, sia prevista questa attività consultiva che deve essere incentivata al fine di superare la connotazione essenzialmente repressiva che finora caratterizza l'attività dell'Azienda che è il tema che è stato discusso in Commissione dal mio collega e sul quale abbiamo presentato non molti emendamenti e comunque tutti emendamenti di merito, pertanto, speravamo che almeno alcuni fossero accolti.
Per concludere, è di assoluto interesse che le competenze di tale struttura regionale siano valorizzate per ottimizzare sotto il profilo ambientale le attività istituzionali degli Enti pubblici e territoriali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Al comma 1, dell'articolo 10, della proposta di legge 92, dopo le parole: "l'ARPA adotta" sono aggiunte le seguenti: "entro due mesi dall'approvazione dello Statuto" Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Al punto 1, della lettera c), del comma 2, dell'articolo 10, della proposta di legge 92, le parole: "uniforme ed omogeneo" sono sostituite dalle seguenti: "uniforme, omogeneo e conforme ai criteri di cui all'articolo 2 comma 4" Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e dalla Consigliera Ruffino: Dopo il punto 2, della lettera c), del comma 2, dell'articolo 10, della proposta di legge 92, è aggiunto il seguente: "2 bis) la vigilanza dei dirigenti delle varie strutture operative al fine di garantire che i pareri resi dagli istruttori nei procedimenti autorizzativi di natura ambientale rispondano ai criteri dettati all'articolo 2, quarto comma e la configurazione di una responsabilità disciplinare in caso di mancata ottemperanza." La parola al Consigliere Berutti, per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'emendamento 24) inserisce, dopo le parole "l'ARPA adotta", le parole "entro due mesi dall'approvazione dello Statuto".
Riteniamo occorra segnare un termine preciso per tale adempimento, al fine di evitare che la trascrizione dell'ordinamento organizzativo dell'Azienda di nuovi obiettivi contenuti e previsti dal PdL sia procrastinata in maniera irragionevole.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 25), all'espressione "uniforme ed omogeneo" sono aggiunte le parole "e conforme ai criteri di cui all'articolo 2, comma 4". E' essenziale che l'attività dell'Azienda venga condotta non solo in termini omogenei su tutto il territorio nazionale, ma anche e soprattutto in coerenza con i criteri rigorosi in termini di competenza e di legittimazione delle valutazioni espresse proposte con l'emendamento relativo.
Infine, l'emendamento 26) aggiunge il punto 2 bis) che recita: "la vigilanza dei dirigenti delle varie strutture operative, al fine di garantire che i pareri resi dagli istruttori nei procedimenti autorizzativi di natura ambientale rispondano ai criteri dettati all'articolo 2, quarto comma e la configurazione di una responsabilità disciplinare in caso di mancata ottemperanza." Occorre dare seguito, in sede di disposizioni regolamentari, al vincolo contenuto nell'emendamento proposto all'articolo 2, quarto comma, di esercitare le competenze istruttorie dell'Azienda nel rigoroso rispetto della competenza per materia e dell'obbligo di motivazione delle valutazioni espresse sulla base di sole norme dotate di giuridica efficacia.
Questo è un obiettivo fondamentale che deve essere conseguito con la riforma oggetto di discussione e deve avere, quindi, chiara esplicazione nel regolamento organizzativo.
In tale sede, deve essere inoltre prevista la vigilanza dei dirigenti sull'operato dei propri subordinati incaricati della funzione istruttoria affinché la disposizione legislativa abbia effettiva attuazione, una vigilanza che deve essere sanzionata con la dovute responsabilità disciplinari in caso di mancato adempimento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente, ricordo che anche gli emendamenti riproposti in Aula li avevamo già discussi approfonditamente in Commissione.
L'emendamento n. 24) viene respinto perché i tempi di approvazione del Regolamento sono già inseriti nell'articolo 26 di questo PdL, quindi questa fattispecie è già normata.
L'emendamento n. 25) non viene accolto perché oggi sono in funzione le nuove norme sulla Conferenza dei Servizi dei "Decreti Madia" che disciplinano, nel dettaglio, l'operato non soltanto di ARPA, ma di tutti i membri della Conferenza dei Servizi. Idem dicasi per l'emendamento n. 26).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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