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Dettaglio seduta n.171 del 13/09/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOLINARI GABRIELE



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1172 presentata dai Consiglieri Bertola e Frediani, inerente a "Criticità dei rilasci di portata media della diga delle Miste"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1172 presentata dai Consiglieri Bertola e Frediani, avente ad oggetto "Criticità dei rilasci di portata media della diga delle Miste".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo delle criticità dei rilasci di portata media della diga delle Miste e parliamo - ancora una volta - delle criticità presenti un po' in tutta la nostra regione, legate al mantenimento del Deflusso Minimo Vitale nel caso dei prelievi di acqua.
A inizio luglio, la Provincia di Biella ha approvato il Programma dei Rilasci del Deflusso Minimo Vitale presentato dal gestore della diga delle Miste, la società Sistema Energia Spia, che è co-titolare della concessione insieme al Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese.
In questo programma viene previsto di rilasciare una portata media di 312 l/sec, di cui, sei mesi all'anno, 250 l/sec di Deflusso Minimo Vitale senza considerare concretamente che la compatibilità ambientale, per quel tratto di torrente, si ottiene solo con rilasci medi mensili non inferiori a 550 l/sec.
Infatti, gli studi relativi alla compatibilità ambientale per il progetto del nuovo invaso hanno portato a determinare un DMV e la sua modulazione, ai fini della tutela ambientale, con valori ben più elevati di quelli attuali: le medie mensili non sono mai inferiori ai 550 l/sec anziché 250 l/sec, che citavamo prima.
Ovviamente, come richiamato precedentemente, è importante garantire il Deflusso Minimo Vitale nei corsi d'acqua, poiché - come dice il termine stesso - è ciò che garantisce la possibilità che ci siano forme di vita nei corsi d'acqua.
A questo proposito, abbiamo inteso interrogare la Giunta regionale per sapere cosa intenda fare per rendere la diga delle Miste compatibile a livello ambientale, rispetto ai valori che abbiamo citato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con riferimento a quanto espresso nell'interrogazione, preliminarmente si ricorda che la funzione relativa alla concessione per l'utilizzo del demanio idrico è stata trasferita alle Province e che la Regione svolge un ruolo di pianificazione e coordinamento normativo.
L'interrogante riporta una serie di considerazioni, alcune delle quali riferite all'attuale assetto della diga "delle Miste" (o "delle Mischie") altre riferite alle valutazioni ambientali in merito al progetto di ampliamento dell'invaso, che - come è ben noto - risulta aver superato una fase di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) a livello nazionale.
Al momento, l'esistente diga delle Miste è gestita da un concessionario che ha presentato all'autorità concedente (Provincia di Biella) un programma dei rilasci, ai sensi dell'articolo 7 del Regolamento regionale del 2007, n. 8/R.
I rilasci della diga delle Miste sono stati valutati da un apposito Comitato Tecnico formato da rappresentanti regionali e provinciali e quindi, il Programma di rilasci "modulati" è stato approvato con Determinazione Dirigenziale del responsabile dell'Area Tecnica Ambientale della Provincia di Biella n. 724, del 5 luglio 2016, secondo quanto definito dalle "Linee guida per la redazione del Programma di rilascio del Deflusso Minimo Vitale ai sensi dell'articolo 7 del regolamento regionale 17 luglio 2007, n. 8/R".
Il valore del DMV di base alla sezione interessata sul Sessera è calcolato in 250 l/sec; ai fini della "modulazione", è stato preso come riferimento un valore significativamente superiore, pari a 312 l/sec, già imposto dall'Autorità concedente con disciplinare aggiuntivo 1594 del 10 ottobre 2005.
Sul valore di 312 l/sec, inteso come media dei rilasci minimi mensili è stata quindi proposta, e successivamente approvata con la citata DD n.
724/2016 della Provincia, una modulazione nell'arco dell'anno che fissa le portate minime da rilasciare come segue: 250 l/sec nei mesi di gennaio, febbraio, luglio, agosto, settembre e dicembre 312 l/sec nei mesi di marzo e ottobre 343 l/sec nel mese di giugno 406 l/sec nel mese di novembre 437 l/sec nei mesi di aprile e maggio.
Gli Uffici (questo voglio sottolinearlo al Consigliere interpellante) non risultano a conoscenza dei "nuovi studi" citati dall'interrogante ovvero di specifica documentazione tecnica, che porterebbero a stimare "rilasci medi mensili non inferiori a 550 l/sec".
Per quanto riguarda gli effetti sull'ambiente del Programma di Gestione dei rilasci sopra riportato, la più volte citata DD n. 724/2016 della Provincia di Biella prevede un'attività di monitoraggio da condurre su tre sezioni specifiche, per ciascuna delle quali verranno valutate: l'idromorfologia, la qualità fisico-chimica e la qualità biologica (macroinvertebrati e fauna ittica), secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Verranno inoltre effettuate su ciascuna sezione quattro misure annue della portata, con rilevamento della velocità di corrente, del battente idrico e del contorno bagnato.
In presenza di un qualunque segnale di un peggioramento della qualità dell'acqua che dovesse emergere dai monitoraggi, la Provincia, quale autorità concedente, potrà imporre rilasci maggiori di quelli stabiliti nel Programma di Gestione.
Quanto precede illustra, quindi, quali siano state le procedure che hanno portato ad identificare i rilasci "modulati" della diga delle Miste e quali siano le procedure in corso per le verifiche in merito, oltre quali siano i soggetti preposti.
Quanto invece al progetto di ampliamento dell'invaso sul Sessera, i rilasci dalla nuova diga saranno disciplinati con gli idonei atti amministrativi da parte dell'autorità concedente, nel rispetto degli esiti delle procedure ambientali e del Decreto di VIA nazionale.
Al momento, il torrente Sessera risulta in stato ecologico "buono" secondo la più recente classificazione dello stato di qualità effettuata da ARPA-Piemonte, ai fini dell'aggiornamento del Piano di Gestione del Distretto del Po.
Il Piano di Gestione del Distretto idrografico del fiume Po, avvenuto a fine 2015 e adottato con deliberazione n. 7/2015 del 17 dicembre dal Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del fiume Po, è stato approvato con deliberazione del 3 marzo 2016 dal medesimo Comitato Istituzionale, a valle del completamento della Valutazione Ambientale Strategica.
Mi sono dilungato un po', ma - non avendo altri colleghi in coda per rispondere - ho approfittato di leggere con attenzione e ho approfondito i temi proposti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Non essendoci altre interrogazioni, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.45 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.


Argomento: Opere pubbliche - Viabilità

Richiesta, da parte del Consigliere Gariglio, di Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Sottopasso Corso Grosseto a Torino"


PRESIDENTE

Comunico che, su richiesta del Presidente del PD, il Consigliere Gariglio, è stata chiesta una comunicazione in Aula all'Assessore Balocco in merito al tunnel ferroviario di Corso Grosseto.
L'Assessore ha dato la disponibilità, quindi a breve farà le comunicazioni.


Argomento: Università

Ricevimento lavoratori società Residence Luciani Srl


PRESIDENTE

All'esterno è in atto una manifestazione dei lavoratori della società Residence Luciani Srl, impegnati presso l'EDISU. I lavoratori hanno chiesto di essere auditi e l'Assessora Monica Cerutti ha dato la sua disponibilità a riceverli nella pausa pranzo.
Se l'Aula acconsente, farei comunicare dagli addetti alla sicurezza questa disponibilità per le ore 13, quando finiranno i lavori.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta, da parte del Consigliere Pichetto Fratin, di comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Nuovi modelli di LEA"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Vorrei fare una richiesta. Giovedì scorso si è definita, a livello nazionale, la trattativa relativamente ai nuovi LEA - utilizziamo questo termine - con l'accordo in Conferenza da parte del Presidente Chiamparino e dell'Assessore Saitta.
Quindi chiederemmo una breve comunicazione, anche se gli approfondimenti saranno svolti nell'ambito delle Commissioni, vista l'importanza del tema, anche per le conseguenze sul bilancio, per quello che riguarda il nostro Ente, ma anche relativamente ai 4.300.000 piemontesi, per quanto riguarda la ricaduta dei nuovi modelli di LEA.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pichetto Fratin.
Cerchiamo di rintracciare l'Assessore Saitta, che questa mattina non è in Aula. Chiederemo la sua disponibilità per il pomeriggio. La terr informata.


Argomento: Varie

Ordine del giorno n. 876 presentato dalla Consigliera Frediani e dai Consiglieri Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti inerente a "Condanna gravi dichiarazioni del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e solidarietà ad eletti del Movimento 5 Stelle" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo depositato un ordine del giorno e chiediamo l'inserimento per poterne discutere oggi, relativamente alle gravi dichiarazioni del Presidente De Luca. Tutti noi abbiamo sentito negli ultimi giorni le gravi frasi e chiediamo che si possa discutere quest'ordine del giorno dal momento che oggi si parlerà anche di altri atti di solidarietà durante la seduta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte della Vicepresidente Ruffino, in merito alla convocazione in IV Commissione dei Sindaci del Comitato di difesa dell'Ospedale di Chieri


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Come richiesto nella Conferenza dei Capigruppo dal mio Capogruppo Gilberto Pichetto, chiedo notizie relative alla convocazione dei Sindaci credo una quindicina, oltre al Comitato di difesa per l'Ospedale di Chieri notizie legate alla richiesta di incontro con la Presidenza del Consiglio e con i colleghi Consiglieri regionali, oltre che la convocazione in IV Commissione.
E' una richiesta che risale al mese di luglio. Era stato garantito che venissero convocati oggi. Può capitare la svista, però chiediamo che vengano convocati per il prossimo Consiglio regionale, magari nella pausa pranzo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Ne parleremo oggi con l'Assessore Saitta.
Consigliere Pichetto Fratin, comunico che l'Assessore Saitta ha dato la disponibilità della comunicazione nel primo pomeriggio.


Argomento: Condizione femminile

Ordine del giorno n. 878 presentato dai Consiglieri Grimaldi, Accossato Allemano, Appiano, Boeti e dalle Consigliere Baricco, Chiapello, Conticelli inerente a "Divieto dell'obiezione di coscienza nei consultori familiari" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori, chiederei di aggiungere un ordine del giorno inerente al "Divieto dell'obiezione di coscienza nei consultori familiari".
In secondo luogo, se è possibile, chiederei di chiudere i lavori un quarto d'ora prima, per svolgere l'audizione, anche per gli impegni già presi, entro l'una e mezza. Quindi, chiediamo di anticipare l'incontro di un quarto d'ora.
Infine, se riusciremo a discutere sui LEA all'inizio della seduta pomeridiana, credo che le due comunicazioni potrebbero integrarsi: quella di stamattina dell'Assessore Balocco e, se è possibile, quella dell'Assessore Saitta, nel pomeriggio.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Ordine del giorno n. 832 presentato dalle Consigliere Conticelli Accossato, Caputo e dai Consiglieri Appiano, Ferrentino, Rostagno, Valle inerente a "Il rinnovo della concessione per la gestione del Sistema Autostradale Tangenziale Torinese preveda l'eliminazione del pedaggio" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi chiederemmo, per cortesia, l'iscrizione all'ordine del giorno su ATIVA, di cui adesso portiamo alla Presidenza il numero corretto.
Siamo disponibili all'iscrizione e all'integrazione del calendario di oggi con tutti gli ordini del giorno, fatto salvo, Presidente, l'aspetto metodologico che abbiamo discusso e convenuto in Ufficio di Presidenza cioè che siano esaminati prima i provvedimenti legislativi o amministrativi di questo Consiglio, e che gli ordini del giorno siano inseriti dal punto 8) in poi, cioè che venga fatta salva la priorità politica della discussione del punto 7) dell'o.d.g. relativo alla solidarietà alle forze dell'ordine impegnate in Val di Susa, al quale alcuni colleghi del Movimento 5 Stelle hanno aggiunto la solidarietà agli agricoltori, agli astronomi, ai bambini e ai soggetti in misure cautelari e via dicendo.
Penso sia importante che abbia una priorità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di ricevimento dei lavoratori Eurofidi in manifestazione davanti al Palazzo della Giunta regionale


PRESIDENTE

Solo uno per Gruppo. In deroga, Consigliere Bono.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

No. Uno per Gruppo.



BONO Davide

Il PD ha alternative per chiedere l'inserimento dei punto all'o.d.g.
ovviamente, essendo molto amico del Presidente, come siamo noi molto amici...
Lunedì chiediamo una cosa in I Commissione e poi se ne chiede un'altra anche martedì.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Ovviamente, anche noi ci associamo alla richiesta del Gruppo Forza Italia, del collega Pichetto, sulla richiesta di comunicazioni sui nuovi LEA. Il Consigliere ci ha anticipato i temi, quindi condividiamo pienamente.
Inoltre, siamo a conoscenza della presenza di una manifestazione dei lavoratori di Eurofidi, che dovrebbero essere prima in Piazza Castello e poi si dovrebbero spostare...



PRESIDENTE

Oggi?



BONO Davide

Sì, oggi.
Si dovrebbero spostare nella sede del Consiglio regionale di Via Alfieri.
Lo so che oggi sono previsti molti incontri, ma chiederemmo, se fosse possibile, in coda o in contemporanea con l'incontro con i lavoratori della società Luciani, di poterli audire, visto che il tema è caldo.



PRESIDENTE

Però l'Ufficio di Presidenza non ha avuto nessuna comunicazione in questo senso.



BONO Davide

Le comunico che c'è la manifestazione.



PRESIDENTE

A nome loro?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Cerchiamo di utilizzare un po' di buon senso.
Non ci sono altre richieste di interventi.
Se l'Aula acconsente, dichiariamo accolte le richieste d'iscrizione dei nuovi ordini del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 6 settembre 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benvenuto, Motta e Marrone.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 9 settembre, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: Legge regionale n. 14 dell'11 luglio 2016, "Nuove disposizioni in materia di organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte" Legge regionale n. 15 del 21 luglio 2016, "Ricapitalizzazione SCR Piemonte S.p.A.".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 26 e del 27 luglio 2016.
Ricordo che, alle ore 18, in Sala A si terrà la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Sottopasso Corso Grosseto a Torino"


PRESIDENTE

L'Assessore Balocco è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito al Tunnel di Corso Grosseto.
Prego, Assessore.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Riferisco, in particolare, riguardo ad alcuni incontri che sono avvenuti tra il sottoscritto, il mio Assessorato e l'Assessore ai trasporti del Comune di Torino sul progetto del sottopasso di Corso Grosseto.
C'è stato un primo incontro il 7 settembre tra l'Assessore ai trasporti del Comune di Torino, il Capo di Gabinetto Paolo Giordana e il sottoscritto; avevo chiesto anche la presenza, e c'erano, di SCR rappresentata dal Presidente Luciano Ponzetti, e del RUP del progetto stesso, l'ingegner Sergio Manto.
In quella sede l'amministrazione della Città di Torino, pur esprimendo l'intenzione di non mettere in discussione l'utilità del collegamento ferroviario tra Torino e Ceres, ha manifestato perplessità circa il progetto riguardante Corso Grosseto, con particolare riguardo agli aspetti viabilistici, ipotizzando la non sostenibilità di un modello presentato e basato su dati previsti nel progetto definitivo.
Criticità, peraltro, in parte già evidenziata anche dalla precedente Amministrazione, che sul progetto definitivo avevo chiesto migliorie e modifiche, pur avendolo approvato nel 2012. L'Amministrazione torinese chiedeva ulteriori elementi per una valutazione più approfondita. A questo punto, il sottoscritto ha proposto che SCR provvedesse a convocare al più presto i progettisti oggi incaricati che devono realizzare il progetto esecutivo.
L'incontro è avvenuto il 9 settembre. Erano presenti SCR nei suoi aspetti tecnici, la Regione Piemonte rappresentata dall'ingegner Turinetti per gli aspetti tecnici di nostra competenza, l'Amministrazione torinese con l'Assessora Lapietra, lo Studio Svizzero Lombardi, incaricato della redazione del progetto esecutivo, che per la parte viabilistica si avvale della collaborazione dello Studio Polinomia.
In quell'incontro è stato presentato dallo Studio Lombardi un modello basato su dati aggiornati, utilizzati nel progetto esecutivo stesso, che forniscono ampi elementi per dimostrare, invece, la sostenibilità e validità della soluzione adottata. Da parte dell'Assessora si è preso atto di questi nuovi dati di cui non era in possesso. Nello stesso tempo l'amministratora e il Capo di Gabinetto hanno sottolineato che, nonostante le perplessità rispetto al progetto, in parte rassicurati dall'incontro con i progettisti del progetto esecutivo, hanno riaffermato e dichiarato di non voler, in alcun modo, mettere a rischio il finanziamento dell'opera che come sapete, è in gran parte legata a fondi FAS risalenti alla programmazione 2007-2013, ed anche l'intenzione di non provocare significativi indennizzi per il blocco dell'opera rispetto all'impresa che si è aggiudicata l'appalto.
Sul tema, per quanto ci riguarda, siamo convinti, e continuiamo ad esserlo, che, così come configurato nel progetto esecutivo, il nuovo sistema viario di Corso Grosseto porterà significativi miglioramenti non solo dal punto di vista estetico, con l'eliminazione del sovrappasso, ma soprattutto da un punto di vista viabilistico, consegnando alla città un nuovo asse di penetrazione e di attraversamento, con benefici per l'intero sistema della mobilità torinese sia per il TPL (con l'assegnazione di corsie preferenziali), sia per il trasporto privato, sia per quello ciclabile. Non dimentichiamo che Corso Grosseto, in questo modo, collegherà la parte viabile del passante Nord-Sud, con la tangenziale, sia su Corso Regina, sia su Venaria, sia su Borgaro.
La posizione della Città di Torino di chiedere al Ministro Delrio la possibilità di rivedere il progetto chiedendo una riallocazione dei fondi FSC, ex FAS, rischierebbe, ovviamente, di mettere a repentaglio questi fondi in caso di riapertura delle procedure per una nuova progettazione.
Essi, infatti, sono vincolati alla rendicontazione entro il 2018. Si discuterà oggi con il Ministro Delrio questa possibilità, ma credo che questa possibilità sia assolutamente uguale a zero.
In ogni caso, una revisione del progetto fino allo stato attuale - il progetto fino ad ora è già costato alla collettività circa cinque milioni che risulterebbero quindi inutilmente spesi - comporterebbe penali per un ammontare minimo di dieci milioni, che potrebbero diventare molti di più nel corso del contenzioso che si aprirebbe con l'impresa appaltatrice.
Il progetto esecutivo è pronto per oltre l'80%, ma è stato rallentato da questioni riguardanti le interconnessioni con SMAT, che comporteranno anche una diversa fasizzazione dei lavori. Nel progetto esecutivo, è inoltre prevista una valutazione di impatto del cantiere, richiesta anche dall'Amministrazione torinese, che è già pronta. La previsione di SCR è di presentare il progetto esecutivo entro novembre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anzitutto ringrazio l'Assessore Balocco, più che per le comunicazioni per il tono usato in Aula. Un tono istituzionale proprio per cercare di non far scendere il livello del dibattito sulla mera polemica politica.
Probabilmente, aiuta il fatto che l'Assessore Balocco non è del Comune di Torino, non è della provincia di Torino diversamente da altri colleghi che hanno richiesto la comunicazione in Aula, che magari sono anche più interessati dal punto di vista della mera polemica o del dibattito politico.
A me piacerebbe rimanere sul merito, provare a discutere sul merito dell'alternativa politica, visto che qui abbiamo una Regione amministrata dal centrosinistra e un Comune amministrato dal Movimento 5 Stelle. Due opposte forze - opposte nel senso che non sono dello stesso colore politico e hanno spesso idee divergenti - che devono trovare una quadra. Devono trovare una quadra anche in relazione alle indicazioni del Ministero dei Trasporti. Non è un caso che oggi ci sia l'incontro con il Ministro Delrio ragion per cui trovo un po' pretestuosa la richiesta di comunicazione proprio oggi. Magari tra poche ore leggeremo dei comunicati, potremo capirne di più e potremmo anche cercare, se si vuole lavorare per il bene della Città di Torino e dell'Area metropolitana, di fare delle valutazioni sulle opposte posizioni che hanno, da una parte, il Partito Democratico e il centrosinistra, che legittimamente hanno un piccolo problema di firme false ma governano la Regione Piemonte, e il Comune di Torino, che legittimamente è amministrato dal Movimento 5 Stelle.
Discutere oggi mi sembra un po' prematuro. Fosse stato domani, forse avremmo potuto fare una discussione più interessante e utile. E' vero che le discussioni più utili e più tecniche si fanno in Commissione, mentre in Aula spesso si fanno i concioni politici.
Mi verrebbe da dire due cose, anzitutto.
L'attuale Presidente del Partito Democratico, Consigliere Gariglio negli anni passati, quando era all'opposizione, sollevava i problemi degli errori compiuti nella progettazione di quest'opera, anzitutto l'assenza di un secondo tunnel viario da Corso Grosseto verso Corso Ferrara. Quindi, il Consigliere Gariglio era, insieme a me, che allora ero all'opposizione e purtroppo, lo sono anche oggi, tra i più critici rispetto alla viabilità nella realizzazione del tunnel di Corso Grosseto. Insomma, tutti capiscono che, dal punto di vista viabilistico, abbattere due sopraelevate che saranno - ha ragione l'Assessore Balocco - bruttissime dal punto di vista estetico e inquinanti ed impattanti per coloro i quali ci vivono a fianco e sostituirle solo con un tunnel, è un obbrobrio che comporterà conseguenze molto negative e molto impattanti.
Altra cosa che il Presidente Gariglio contestava (e contestavo anche io nei modi, nei tempi e nella forma) era l'affidamento della progettazione a SCR; il che ha comportato un esborso aggiuntivo per la Regione Piemonte dell'IVA, perché l'IVA non viene recuperata da SCR. Inizialmente il progetto doveva essere progettato da Infra.To, quindi una società interamente in house, che avrebbe recuperato l'IVA. Quindi, noi stiamo praticamente regalando all'Erario - poi magari questi soldi andranno ad altre Regioni e non al Piemonte - 18 milioni di euro.
Quindi, già qui si sottolineano una serie di errori e di aumenti di sprechi e di spese che sono state fatte rispetto a questo tunnel, oltre ad errori di progettazione.
Noi, sostanzialmente, abbiamo nel nostro programma comunale, e quindi programma di mandato, il tentativo, in relazione a quelle che sono le situazioni ambientali e politiche che ci troviamo ad affrontare intorno a noi, della non realizzazione dell'opera, senza però, ovviamente, andare a penalizzare ulteriormente il collegamento con la Reggia di Venaria l'aeroporto di Caselle e le Valli di Lanzo. Come? Semplice: abbiamo la ferrovia Torino-Ceres, che tra l'altro è stata messa a posto da poco dopo l'incidente dello scorso anno che ha provocato la distruzione di diverse sottostazioni ed impianti elettrici. La Torino-Ceres arriva a Dora; Dora GTT dista da Dora RFI 20 metri.
La stazione Dora è al rustico da circa sei-sette anni e non è mai stata terminata. Sono andato a rivedere un'interrogazione che feci la scorsa legislatura: i fondi erano circa 23 milioni di euro per Dora, mi pare fossero 15 milioni dello Stato e otto milioni della Regione.
Stranamente, la Regione e il Comune di Torino hanno deciso di fare un'altra stazione ferroviaria (Rebaudengo-Fossata) a distanza di 800 metri da Dora, nell'ipotesi malaugurata di realizzare questa nuova interconnessione ferroviaria, quando già una ferrovia ce l'abbiamo. Quindi noi proponiamo semplicemente che con 23 milioni di euro (invece di 140) si realizzi la stazione Dora e con altri 15-20 milioni l'interconnessione tra Dora ed RFI e Dora e GTT, cioè delle semplici scale mobili. Pertanto, così come si fa il cambio tra due linee metropolitane, si fa il cambio tra due linee ferroviarie.
L'Assessore Balocco e il Consigliere Gariglio, che per competenza si occupano di questa materia, sanno meglio di me quali sono le condizioni delle tracce nel passante ferroviario; sanno benissimo che se inseriremo i treni per Caselle, per le Valli di Lanzo e per Venaria nel passante ferroviario, non potremo avere una frequenza, come quella auspicata, di 5 10 minuti o 15 minuti in ore di punta, e magari mezz'ora o un'ora in ore di morbida. Perché? Perché il passante è già saturo, in quanto ci sono già sei sette-otto linee del servizio ferroviario metropolitano. Questo ci dicono i trasportisti, non lo dico io, perché non è mia competenza.
Invece, svincolando la linea ferroviaria Torino-Ceres dal passante ferroviario, possiamo farci mettere tutti i treni che vogliamo, perché ci sono solo quelli che corrono lì; a quel punto, con una semplice rottura di carico, però rimanendo all'interno di una stazione ferroviario e con uno scambio tra due linee metropolitane pesanti, si va a prendere il treno per Porta Susa per le valli olimpiche o per l'area dell'Albese. Questo sarebbe un collegamento fattibile, tra l'altro in minore tempo rispetto all'opera di Corso Grosseto. Ieri questo l'ho anticipato anche al Vicepresidente Reschigna (anche lui con molta più esperienza di me nel merito).
Il Vicepresidente Reschigna sa bene che l'opera di Corso Grosseto non terminerà entro il 31 dicembre 2018, quindi dovrà andare a chiedere al Ministro Delrio e al CIPE, al MEF e quant'altro una proroga dell'utilizzo dei fondi FSC. Io non voglio portare sfortuna - perché se quest'opera dovesse iniziare, tutti auspichiamo che finisca il prima possibile - ma per esperienza sappiamo che quando queste opere iniziano non terminano mai nel cronoprogramma previsto. Abbiamo già visto che non siamo ancora partiti e c'è tutto il sistema della rete fognaria di SMAT da rifare. Vuol dire che in tre anni ce lo sogniamo di fare quest'opera: se va bene, saranno sei anni. Quindi, vuol dire che inizieremo - se sistemiamo la SMAT - nel tardo 2017 e termineremo nel 2023. Vuol dire che dovremo chiedere una proroga di cinque anni dell'utilizzo dei fondi FAS.
Chiedo, anche al PD che sicuramente ha molti più rapporti di noi con il Ministro Delrio e la sua struttura tecnica: ci è stato dato l'ok per questa proroga? Perché se risposta è sì, la proroga può essere utilizzata per qualunque opera. E dico anche di più: la nostra proposta è attuabile in tempo molto minore rispetto a quello di costruzione di due stazioni. E' evidente a tutti che realizzare una stazione e un'interconnessione pedonale è molto più rapido che fare una nuova ferrovia, abbattere le sopraelevate fare un tunnel viario, con tutti i problemi connessi.
La nostra non è una proposta polemica contro tutto quello che ha fatto la Giunta Chiamparino o tutto quello che ha proposto la Giunta Fassino.
Sapete bene - avete ormai imparato a conoscerci - che noi non siamo mai ideologici, ma cerchiamo sempre di portare proposte nel merito, per fare delle cose concrete e per non trovarci nuovamente con i cantieri che paralizzano una città. E Torino di cantieri che paralizzano la città ne ha fin troppi. Non abbiamo ancora terminato la Metro 1, non abbiamo ancora terminato il grattacielo e potrei continuare allargandomi a tutta la Regione.
Quindi, prima di andare a legarci mani e piedi in una situazione che potrebbe diventare esplosiva per la periferia di Torino - che vive già disagi notevoli per condizioni sociali e socio-economiche - andando a metterci un altro cantiere dai tempi indecifrabili, io francamente, sia essendo opposizione in Regione sia essendo maggioranza in Comune, ci penserei 20 o 30 volte.
Questa è la posizione del Movimento 5 Stelle, ma non ho detto nulla di nuovo, soprattutto se leggete il nostro programma elettorale, che adesso è anche programma di mandato ed è stato votato in Consiglio comunale. Penso che questo avrà detto la nostra Assessora al Ministro Delrio, però non posso essere io a parlare per bocca del Comune di Torino. Chiedo, per ancora una volta, che ci possa essere una leale collaborazione sul tema tra Ministero, Regione e Comune di Torino, per trovare insieme la soluzione migliore. Se ci mettiamo a fare polemica politica, anche noi siamo abbastanza bravi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Grazie anche all'Assessore Balocco, che ci ha fatto la cortesia di risponderci non appena ricevuta la richiesta.
Il collega Bono dice "non facciamo polemica politica". Non capisco cosa intenda, ma se il senso è "non facciamo polemiche", polemiche fini a s stesse e litigate inutili, sono d'accordo. Se, invece, il senso è "non facciamo politica", non sono d'accordo.
No, cari amici, perché chi è eletto per guidare un'Amministrazione, una Regione, un Comune, è eletto per fare politica, per occuparsi della polis per spendere le risorse della comunità a beneficio della polis. E qui stiamo parlando di 175 milioni di euro che arrivano dallo Stato italiano di fondi statali per un'opera infrastrutturale, che è stata decisa non senza discussioni e pareri diversi anche di chi era all'interno delle varie maggioranze da due Amministrazioni: il Comune di Torino, sul cui territorio deve insistere l'opera, e la Regione Piemonte, che ha ricevuto i fondi dallo Stato, ed è comunque sovrana - passatemi il termine - della pianificazione del sistema ferroviario regionale.
Faccio notare che si tratta di un'opera che serve per collegare il principale - se non l'unico, mi scusino i cuneesi - scalo aeroportuale del Piemonte, cioè Caselle, al sistema ferroviario piemontese e al resto della Regione, e per collegare un'intera zona omogenea dell'area metropolitana (il Ciriacese e le Valli di Lanzo) a Torino.
L'opera, quindi, serve per far sì che l'aeroporto internazionale di Caselle sia collegato con il sistema ferroviario regionale e nazionale.
Questo collegamento aeroportuale è uno degli elementi più importanti: non vorremmo ritrovarci tra qualche tempo, dopo le vicende del Salone del Libro, a piangere anche un declassamento, da parte del Governo nazionale del peso dell'aeroporto di Caselle, su cui, come sapete, abbiamo già avuto modo di discutere in questa Assemblea.
C'è poi un altro problema ed è una battaglia, devo dire la verità, che abbiamo sempre condiviso con chi, del Movimento 5 Stelle, si occupa di trasporto pubblico locale.
Abbiamo sempre condiviso l'importanza di usare il trasporto ferroviario come dorsale del sistema del trasporto pubblico locale, e la condizione di avere delle dorsali è che siano chiaramente intercollegate.
Se noi vogliamo davvero utilizzare la linea Torino-Ceres, una linea elettrificata fino a Ceres e completamente rinnovata, dobbiamo far sì che questa linea possa immettersi sul passante ferroviario.
Ebbene, nel 2001, come sappiamo tutti, la decisione del neo eletto Sindaco Chiamparino di interrare complessivamente il passante ferroviario portando benefici strutturali alla città, ha lasciato in campo questo nodo da sciogliere, che oggi si va a sciogliere. Come? Collegando, con quest'opera, una ferrovia al sistema ferroviario.
Questa è la politica, perché dietro questo collegamento c'è la vita dei pendolari che scendono dalle Valli di Lanzo, vanno alla stazione di Ciriè e poi entrano a Torino. C'è la possibilità, per coloro che arrivano da tutto il Piemonte, di atterrare e di partire da Caselle arrivando in treno.
Non è una questione da affrontare un po' tremebondi, perché andiamo ad urtare le sensibilità di qualche centro sociale a cui i Grillini hanno chiesto i voti o perché l'Assessore e Vicesindaco Montanari è, a priori contrario all'opera, ma dobbiamo valutare l'opera per quello che è: un collegamento ferroviario indispensabile.
Dopodiché, parlo io, che forse sono, qua dentro, quello meno accusabile di faziosità verso quest'opera, perché sono il primo che in quest'Aula mentre altri si occupavano di altre situazioni, ha iniziato ad eccepire sul fatto che quest'opera fosse bandita da SCR, ma non progettata. Non ha ragione il collega Bono: il progetto è un progetto di Infra.To, è un progetto fatto dal Comune di Torino. Noi a suo tempo eccepimmo sul fatto che l'amministrazione di Torino fosse indotta a cedere la gestione dell'appalto dell'opera a SCR, dicendo: "Perché non se lo fa il Comune di Torino?".
Lì, sì, che c'era il tema del recupero dell'IVA.
Il progetto è un progetto del Comune di Torino e poi ad un certo punto quando noi qui dentro eravamo minoranza, chi governava in quest'Aula ha deciso che la stazione appaltante, cioè chi bandisce l'opera, doveva essere SCR.
Il Comune di Torino abbozza, perché è interessato all'opera e si fa una convenzione tra Comune e Regione. La Regione, a sua volta, fa una convenzione con SCR e SCR si muove avente causa dalla Regione, che a sua volta si muove avente causa dal Comune di Torino. Abbiamo, quindi, questo appalto, sul cui bando ho eccepito molte critiche, dicendo: "Guardate che il bando di SCR è stato fatto in maniera tale da poter creare qualche problema". Con quello che è successo negli anni successivi, evidentemente tutti i torti non li avevo, anche se la questione è ancora all'attenzione degli organismi competenti, ma questa è un'altra storia.
Oggi, c'è una decisione politica assunta da due amministrazioni di colore diverso, una di centrosinistra, il Comune di Torino, ed una di centrodestra, la Regione, che decidono di far partire un'opera su cui il Governo mette 175 milioni di euro.
Ad un certo punto noi veniamo a sapere che la nuova amministrazione comunale, esercitando il mandato che le è stato riconosciuto dai cittadini e che legittimamente le può consentire di cambiare le scelte, dice: "No quest'opera non ci va bene, concediamo quest'opera, andiamo dal signor Ministro, chiediamo di togliere 175 milioni, facciamo attestare i treni a Dora, mettiamo delle scale mobili, usiamo un'altra linea di metropolitana.".
Guardate, io sono un grande amante dei Lego, del gioco dei Lego perch è esaltante, crea inventiva e sviluppa la creatività nei bambini, però non si può partire in questo modo: governiamo una Regione da quattro milioni e mezzo di abitanti, non si può risolvere il problema dicendo: facciamo una nuova linea di metro qui e mettiamo due scali mobili qui o due ascensori là.
E' un'altra cosa: l'abbandono di quest'opera è un danno per la comunità.
Noi abbiamo voluto discutere di questo argomento in Aula prima dell'incontro con il Ministro, perché vogliamo dire come la pensiamo. A suo tempo, abbiamo espresso tutte le perplessità sulla gestione di SCR dell'opera per il bando, ed anche per un aspetto progettuale, che non era perfetto, tant'è che SCR oggi ha dovuto lavorare per correggere il progetto iniziale, per quanto poteva farlo, migliorandolo. Sono stati fatti degli errori, e lo abbiamo detto noi per primi, però adesso questo bando c'è, un contratto c'è, l'opera è stata appaltata, quindi vogliamo dire in quest'Aula che riteniamo un errore fermare quest'opera.
Riteniamo un errore perdere 175 milioni.
Riteniamo illusorio andare dal Governo e dire: "Ci siamo sbagliati facciamo una nuova linea di metropolitana (che non abbiamo neanche progettato) e due scale mobili (queste sì, possiamo progettarle in fretta)".
Quindi, 175 milioni per due scale mobili? Questa non è la decrescita felice, è la follia felice. Noi su questo siamo assolutamente contrari e non è questione che due partiti devono trovare una quadra, perché noi non siamo esponenti dei partiti, ma siamo esponenti di amministrazioni. Abbiamo preso delle decisioni: sono state assunte e vanno difese e portate avanti.
Si può correggere il progetto, per carità, ce ne facciamo carico, ma Assessore Balocco, noi le chiediamo di non essere - e siamo sicuri che non lo sarà - notaio rispetto a questa situazione.
Non ci sono due variabili sul tavolo o due posizioni alternative che si confrontano. No! C'è un'opera necessaria, che è stata decisa da amministrazioni diverse (ed anche criticata) e la possibilità di perdere le risorse di quest'opera, senza variante e senza subordinate.
Non possiamo accettarlo e dobbiamo dirlo ai torinesi.
Non possiamo essere mercanti di illusioni, perché, prima o poi, i mercanti di illusioni vanno al fallimento e di fronte al fallimento la gente chiede conto delle responsabilità.
Detto questo - e scusatemi davvero - trovo sconvolgente la motivazione che si dice: non facciamo quest'opera perché crea un problema di traffico ad un pezzo di città.
Non hanno il copyright di questo i colleghi del Movimento 5 Stelle perché ricordo, a chi si occupava di queste cose nei tempi andati, che nel 2001 ci fu una campagna elettorale dove si contrapponevano il candidato Sindaco Sergio Chiamparino con il candidato del centrodestra Roberto Rosso.
Ci fu, nel quartiere della Circoscrizione Parella dove abitavo, alla Tesoriera, un incontro per discutere di questi temi. Per la prima volta fu distribuito un volantino, poi diffuso nelle Circoscrizioni 3 e 4 di Torino in cui si faceva vedere la mappa della zona San Donato con delle trincee rosse, e c'era scritto: "San Donato vivrà nelle barricate". C'era una trincea rossa al fondo di Via Cibrario verso piazza Statuto, perché si sarebbe fatto lì - cosa che è stata recentemente inaugurata - il sottopasso automobilistico e il nuovo sottopasso ferroviario; poi c'era una trincea rossa in Corso Regina Margherita angolo Corso Principe Oddone, perché anche lì si faceva il nuovo sottopasso per l'interramento di Corso Principe Oddone e poi c'erano le trincee all'angolo di Via Principi d'Acaja perch si faceva la stazione di metropolitana e via dicendo: era tutto un reticolo di trincee. E si diceva: "Guardate che queste opere distruggeranno la vita dei cittadini e bisogna bloccarle". Sappiamo com'è andata: le opere sono state fatte e una modalità intelligente di eseguirle ha fatto sì che, pur creando indubbiamente dei grattacapi ai cittadini, si siano realizzate comunque delle grandi opere che i cittadini hanno capito.
Allora, non ci stiamo a che si giustifichi una scelta con un modo ipocrita, dicendo: "Non lo facciamo perché c'è un danno alla mobilità". Si dica infatti: "Non lo facciamo perché questo non è il nostro progetto e ne vogliamo un altro. Vogliamo la decrescita felice: vogliamo un po' di scale mobili, mettiamo un po' di giardini e di alberelli". Ma non si dica questo perché non si può pensare di governare e trasformare una città avendo paura di sollevare qualche granello di polvere. Questa è una cosa che noi non accettiamo.
Guardate, noi chiediamo alla Giunta regionale - finisco, Presidente, e mi scusi - di fare tutto ciò che è in proprio potere per far sì che quest'opera possa andare avanti. Lo chiediamo per un fatto di continuità amministrativa, lo chiediamo perché ne abbiamo discusso e ci abbiamo lavorato.
Hanno ragione i colleghi: il progetto si può migliorare e va migliorato, perché c'è un problema di costruzione di un tunnel verso lo stadio dove gioca la seconda squadra della città, che mi rendo conto debba essere collegato. Realizziamo questo miglioramento, però l'opera non pu essere abbandonata. E soprattutto, nel caso fosse abbandonata, io chiedo alla Giunta regionale fin d'ora - ma lo domanderemo in particolare ad SCR nell'audizione richiesta ieri in Commissione - che venga quantificato esattamente l'ammontare delle risorse spese finora e che andrebbero perse l'ammontare degli impegni assunti o che dovrebbero essere assunti nei confronti degli appaltatori nel caso in cui ci fosse un recesso (quindi delle penali) e di avere chiaro il quadro della responsabilità contabile nell'assunzione della scelta di operare il recesso di quest'opera. Questa realizzazione, infatti, si basa su un input: Comune di Torino-Regione Regione-SCR, SCR-appalto. Nel caso in cui quest'opera dovesse essere in qualche modo stoppata dall'Amministrazione comunale, noi vogliamo che sia chiaro che l'assunzione di responsabilità dal punto di vista politico giuridico e contabile deve risalire a coloro che l'hanno esercitata.
Noi, infatti, su questo siamo pronti ad agire immediatamente con un'azione di responsabilità di fronte alla Procura contabile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
A questo punto mi sentirò anch'io titolato ad oltrepassare abbondantemente i 14 minuti.



PRESIDENTE

Voi dall'inizio della legislatura avete sempre e costantemente tutti quanti bypassato i limiti e, grazie alla qualità del Presidente che vi sta parlando in questo momento, lei ha la possibilità anche oggi di sforare.
Prego, Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente, per la sua flessibilità mentale.
Diciamo che nell'intervento del Capogruppo del PD Gariglio che mi ha preceduto è stata fatta un po' una macchietta delle questioni tecniche piuttosto serie, che concernono le varie opzioni di risoluzione del nodo della Torino-Ceres e del passante ferroviario. Ricordo che il Movimento 5 Stelle, sia in Regione sia adesso con i suoi primi passi in Comune, non solo non vuole la decrescita felice nelle opere di carattere ferroviario ma ha richiesto e preteso più volte che fossero terminate le stazioni del passante ferroviario che dovevano essere fatte in concomitanza con la realizzazione del passante stesso e che ancora non vediamo. Ricordiamo quindi, la stazione Dora interrata, la stazione Zappata e le stazioni sulla linea SFM5 per Orbassano, stazioni il cui costo complessivo è perfino inferiore al costo del solo tunnel di Corso Grosseto.
Allora, noi ci chiediamo a questo punto se i cittadini torinesi sarebbero più felici di avere una stazione a Borgo Vittoria-Madonna di Campagna e una alla Crocetta-Santa Rita (i quartieri più centrali della città) adesso, con un costo inferiore ai 40 milioni, oppure di avere una versione differente (più lunga, ma che sostanzialmente esegue gli stessi tipi di funzionalità) dell'interscambio tra Dora-GTT e Dora-FS in Piazza Baldissera. Ecco, noi facciamo questa domanda: di cosa sarebbero più felici i cittadini, ora? Di avere un vero servizio metropolitano con tutte le stazioni, o di avere la stessa cosa di prima però realizzata con un tunnel nuovo? E' di questo, infatti, che stiamo parlando.
Poi, francamente, paragonare uno scambio di linee ferroviarie o di metropolitane con delle scali mobili e degli ascensori - cose che peraltro esistono in tutte le metropoli europee e del mondo - ad un giochino per l'infanzia con le scalette e le altalene forse è un'operazione che vale più per un cabarettista ed un intrattenitore per bambini che per un politico però, tanto quanto, questa è una capacità che può garantire un lavoro retribuito ed onesto anche al di là della politica, in un futuro.
Detto ciò e ritornando al merito dei costi della linea, noi ricordiamo che abbiamo fatto delle proposte anche avanzate perché questa linea ferroviaria può diventare un vero servizio metropolitano, con una frequenza maggiore di quella attuale. Ma questo non può succedere se tale linea viene immessa nel passante, perché questo ha quasi raggiunto il limite della sua capacità di frequenza treni. Questa linea, quindi, può aumentare la sua capacità e la sua frequenza solo se resta slegata dal contesto delle altre linee, garantendo inoltre un servizio di back-up in caso di problemi tecnici o intasamenti sulla linea del passante principale. Questi, per sono progetti su cui si può ragionare in futuro con il Ministero, la Regione e il Comune di Torino, reperendo le risorse adeguate e valutandole accuratamente.
Quel che chiediamo noi adesso - ma che avevamo già chiesto due anni fa e che già il collega Bono chiese in passato - era di priorizzare la realizzazione delle stazioni del passante che ancora non ci sono, cioè che sono preparate ma non allestite: bastano gli allestimenti! E noi sostanzialmente, pensiamo a scavare nuovi tunnel, invece che finire i lavori che sono già stati iniziati. Ciò che si domanderà e che il Comune di Torino andrà a chiedere al Ministro Delrio è di valutare di poter utilizzare quelle risorse per delle opere prioritarie che sono state iniziate e non finite. Il passante, infatti, è questo: una grande opera iniziata e non terminata; ed è un'opera che ci piace, perché ha ricucito la città ed è sicuramente un'ottima opera.
Pertanto, rimando al mittente l'accusa di "decrescisti infelici" perch noi siamo contenti che il passante ci sia, visto che dà un grande servizio ma va finito. E il PD torinese, insieme al PD regionale e al Ministero avendo tutti i ruoli amministrativi e di governo di questo Paese - non sono riusciti a terminarlo. Cosa dunque ci viene a contare, adesso, sul fatto che noi vogliamo interrompere gli scavi di Corso Grosseto, che rappresentano un'opera concettualmente sbagliata, un progetto che è stato ritoccato più volte malamente, mancando nel bando le caratteristiche che l'avrebbero reso appetibile anche dal punto di vista della viabilità, come i tunnel diretti dalla zona stadio a Corso Grosseto? Dalle rilevazioni del traffico, che sicuramente nessun Consigliere regionale (e neanche il Capogruppo del PD, Gariglio) avrà visto, risulta che molte delle previsioni fatte dalle aziende che hanno fornito i dati della viabilità sono sottostimate del 50% rispetto al traffico reale.
Questo significa che, applicando la soluzione del progetto in corso di realizzazione, avremo un intasamento del traffico costante; e questo è risultato dalle simulazioni che il Comune di Torino ha fatto.
Oggi, quindi, da Delrio si porteranno i dati di queste simulazioni per mostrare che non stanno in piedi, anche perché il Comune di Torino e la Regione, con GTT, in tutti questi anni di governo si sono ben guardati di fare le rilevazioni aggiornate del traffico, per poter dimensionare correttamente il progetto: le ultime rilevazioni, infatti, tenendo presente che i sistemi di rilevamento non sono più stati aggiornati e oggi sono mal funzionanti, risalgono al 2007, quindi c'è un buco di otto anni nella rilevazione fatta dai sistemi delle spire affogate nell'asfalto, perché più della metà di queste sono mal funzionanti e non rilevano più correttamente i flussi. Quello che sappiamo, invece, da stime statistiche sul traffico nella città di Torino è che negli ultimi dieci anni il traffico urbano è diminuito di circa il 5-10% a seconda delle zone. Ma anche applicando questo numero al progetto di "rotondone" - o, come lo chiamate, di "super incrocio" - richiesto per la realizzazione di Corso Grosseto, il traffico si intasa, si blocca e non smaltisce più i numeri di auto che passano ad oggi.
Se questo, quindi, era un tentativo del PD per ridurre forzatamente la mobilità in città, per carità: ci può anche stare e noi lo apprezziamo: far intasare tutto all'incrocio tra Corso Grosseto e Corso Potenza pu effettivamente essere un modo per non far più entrare le auto in città.
Peccato che non si sia pensata l'alternativa di una linea metropolitana o di una linea veloce che poi sostituisca quel traffico lì, cosa che invece noi pensiamo ritenendo che vada realizzata una linea di tipo metropolitano più vicina alla metropolitana attuale della Linea 1 che non al treno che abbiamo oggi, che offre un servizio poco frequente e che non va bene per le caratteristiche di una città.
Altra cosa. Ovviamente adesso i Sindaci sono preoccupati perché, a parte i recenti disguidi alla linea Torino-Ceres che ne hanno guastato.
Diciamo che un camion, come sapete, ha investito le linee elettriche della Torino-Ceres e il traffico è rimasto paralizzato per circa tre mesi fornendo servizi intermittenti, senza la linea diretta verso il centro di Torino, ma col subentro di autobus sostitutivi, con tutti i problemi conseguenti, perché sappiamo che lì la statale è una ed è facilmente congestionabile, per cui gli autobus che passano su questa statale insieme alle auto hanno grosse difficoltà a rispettare i tempi che invece il treno con successo consegue essendo una linea indipendente dal traffico.
Ecco, sappiate che questa situazione i cittadini della Torino-Ceres e dei Comuni lì vicino la vivranno per almeno cinque anni, perché Corso Grosseto significa chiudere la linea verso il centro, verso Stazione Dora per cinque anni, se va tutto bene, e non di meno, perché questi sono i tempi che vengono normalmente utilizzati, se tutto va bene, per scavare un tunnel di tre chilometri, in più pensiamo a tutta la sistemazione della viabilità superficiale, più un tunnel stradale.
Come se ciò non bastasse, dalle recenti notizie abbiamo avuto la conferma che gli impianti fognari della zona di Corso Grosseto sono obsoleti, hanno dei problemi e dovrebbero essere completamente stravolti se si realizzassero i tunnel sottostanti. Questo costo è stato stimato da SMAT in circa dieci milioni di euro. Sono dieci milioni di euro che si aggiungono alla cifra, quindi con questo già ci pagheremo le penali, tanto per mettere in pace il PD che si preoccupa del maggiore esborso di penali.
Poi, secondo noi, tutto questo significa buttare dei soldi in un progetto sbagliato, che creerà dei grossi problemi non solo mentre si realizza, ma anche dopo che sarà realizzato. Sono già comunque soldi buttati, quindi non vogliamo sentire questa cosa.
Quei soldi sono stati buttati dall'inizio, quando il PD torinese e regionale ha scelto di portare avanti quel progetto, quindi li avete persi voi i soldi, non li sta perdendo chi cerca di fermare un'opera che è fatta male, progettata male e che non è stata basata su dati tecnici e scientifici. Quando usciranno i nuovi rilevamenti del traffico aggiornati che il Comune di Torino effettuerà adesso all'apertura delle scuole, verrà palesato esattamente quello che noi sappiamo già nei fatti, che non possiamo ancora dimostrare con criterio strettamente scientifico, ma quantomeno ci siamo avvicinati molto di più rispetto agli studi campati in aria su cui sono state basate le conclusioni, anzi su cui non sono state basate le conclusioni, perché non vi è alcuna correlazione tra gli studi fatti sugli incroci di Largo Grosseto e le conclusioni portate dal progetto con quella soluzione.
Quella soluzione non è stata motivata, non sono stati considerati i parametri come le tempistiche di attesa ai semafori, non c'è nulla che sia scientifico nel modo in cui è stata progettata quell'opera e io voglio proprio vedere se qualcuno dei Consiglieri del PD o chi sostiene l'opera ci metterebbe la firma, perché io vorrei vederci mettere la firma. Dovreste essere ancora lì quando partirà e quando il traffico arriverà lì e si imbottiglierà e questo l'abbiamo visto con i tecnici del Comune di Torino.
Quindi pensateci bene a quello che sostenete in Aula, perché andremo a ripescare le dichiarazioni, andremo a ripescare la vostra insistenza anche ideologica su quest'opera - dando degli ideologici a quelli dell'opposizione, perché ovviamente nella lotta tra parti avverse ci sta però poi alla fine parleranno i numeri e con i numeri ragioneremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Intanto, solo per riprendere il discorso finale del collega, è bene che la firma sulle opere la mettano i tecnici e non i politici. Trovo anche pericola questa commistione tra le scelte tecniche e le scelte politiche.
Se qualcuno pensa di potersi sostituire ai tecnici, allora il lavoro non è da fare in quest'Aula, ma si può proporre come consulente.
Avere paura dei cantieri per non essere in grado di immaginare delle opere a lunga gittata avrebbe condannato Torino a restare quella che era dopo la deindustrializzazione, ad essere una città non solo più piccola, ma sempre più povera e meno attrattiva, in particolare per i nostri giovani.
Parlare di periferie non è uno slogan elettorale; so che qualcuno l'ha molto utilizzato, a parte il fatto che ci ha fatto un passaggio all'inizio e poi basta, ma parlare di periferie significa immaginare per quei territori uno sviluppo e un futuro diverso, che è dato anche dalle infrastrutture.
La stazione Rebaudengo - ci è stato ripetuto più volte in quest'Aula è una stazioncina di periferia. La stazione Rebaudengo è frutto di decenni di lotte di quei territori che intendono affrancarsi dalla situazione di pesante inquinamento (la centralina Rebaudengo era stata anche oscurata sul sito del Comune di Torino per gli sforamenti sull'inquinamento e di traffico e di congestione). La stazione Rebaudengo deve diventare il nodo di interscambio di Torino nord. Non si tratta solo del collegamento veloce rispetto all'aeroporto e non si tratta neanche e solo di innestare il collegamento veloce rispetto all'aeroporto con il treno con la linea che oggi ce lo siamo detti più volte - viene già utilizzata da lavoratori, da pendolari, da studenti per raggiungere il centro di Torino; da lì deve partire la prima tratta della Linea 2 della metropolitana, perché solo in questa maniera, ripensando anche in parte al sistema tangenziale, si riuscirà a fare sia un veicolo di sviluppo della mobilità sostenibile per la zona nord, ma soprattutto ad agire anche dal punto di vista ambientale.
Naturalmente è facile bollare come polemica politica qualsiasi obiezione, ma quando si hanno responsabilità di governo si devono fare delle proposte, quindi quello che noi chiediamo, dato che siamo tutti spero compresa l'Amministrazione comunale di Torino, interessati allo sviluppo di quell'area, sono delle proposte concrete, perché solo a congelare i progetti, come fino adesso è stato fatto, non solo non si fa l'interesse di quell'area, ma non si fa l'interesse né economico n infrastrutturale della città di Torino.
Abbiamo appreso ieri sui giornali che la Sindaca si appresta a varare la Commissione di gara che avrà il compito di aprire le buste con le offerte per aggiudicarsi la progettazione della linea 2. Ricordiamo sommessamente che il CIPE, tra una ventina di giorni al massimo, approverà il Piano Metropolitane in cui faticosamente, credo anche con una sana "lobby" territoriale, parlamentari di vari schieramenti politici sono riusciti a fare inserire la Linea metro 2 e sarebbe davvero una sciagura per la città di Torino, per il territorio di Torino nord e per le tante sbandierate periferie se la Linea 2 venisse cancellata da quel Piano.
Quei dieci milioni, peraltro, sono stati frutto anche di un accordo che ha costretto poi a trovare altri finanziamenti per il prolungamento della Linea 1, quindi è stato proprio visto come un elemento importante per tutta la città, non solo come una rivendicazione di tipo territoriale.
E' vero che bisogna stare attenti anche alle manutenzioni e non solo ai grandi progetti, ma intanto occorre guardare lontano. Io vi inviterei naturalmente questo è il nostro compito, noi ne discutiamo in Aula - a passare mezza giornata su uno di quei balconi di Corso Grosseto che affacciano sul cavalcavia. Vi inviterei davvero, perché io abito lì, non so se qualche altro collega abita da quelle parti. Allora anche a questo dovremo pensare fuori dall'ideologia quando parliamo di questo progetto che sicuramente aveva degli elementi di criticità per il traffico. Come abbiamo detto anche noi in Aula, c'era stata anche una mozione del Consiglio comunale di Torino, mi pare trasversale di tutte le forze politiche, proprio perché era un tema importante e fortemente impattante non solo, come dicevo, per lo sviluppo lontano, ma anche per la vita quotidiana di chi abita in quel territorio.
La zona nord combatte da decenni contro una precarietà economica, ma soprattutto contro un forte disagio ambientale. Parcheggi di interscambio ne sono stati fatti, come quello di Stura, ma finché non ci sarà davvero l'interscambio, quindi la zona non sarà realmente infrastrutturata, la stessa stazione di Stura ci ha messo tanto a partire, a decollare. Quando faremo poi le battaglie con i lenzuoli di Legambiente come abbiamo fatto più volte, staremo facendo della demagogia. Il nostro compito politico non è quello di validare i progetti, ma di saper guardare a lungo sullo sviluppo e l'infrastrutturazione dei territori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Qualcuno ha citato i Lego come qualcosa di affascinante, che non conquista solo i bambini, anzi, trova grandi appassionati anche negli adulti. I Lego hanno indubbiamente un fascino, ma per qualcuno il fascino lo abbiamo visto questa mattina, soprattutto con il Presidente Gariglio del buon vecchio cemento e del buon vecchio tondino è certamente irresistibile, assai meglio di quello dei Lego. Del resto, ciascuno è libero di scegliere se preferisce un amministratore che ragiona con la mentalità dei Lego, quindi su come individuare soluzioni il più possibile semplici e a basso costo, o se scegliere un amministratore che ragiona con la logica della betoniera, della betoniera e, poi, ancora, della betoniera perché stiamo parlando di una zona dove un tunnel c'è, ed è quello di Via Stradella.
Non a caso parlo di scelte, perché qui sembra che una mattina la nuova Amministrazione di Torino si sia svegliata e abbia detto che non gli piaceva più fare il tunnel di corso Grosseto. Invece no, c'è una scelta a monte, che non è la scelta di un'Amministrazione, è la scelta della maggioranza dei cittadini di Torino che hanno votato per un programma. Sono cittadini che, magari, potevano votare per l'altro candidato al primo turno, ma soprattutto al ballottaggio, e non lo hanno fatto. Allora, qui andare a dire "avete vinto con i voti di Tizio e di Caio" mi sembra abbastanza inutile, sembra voler giustificare il proprio errore e la propria sconfitta con il fatto che è dovuta a soggetti che, in qualche modo, non riguardano nemmeno, per qualcuno, un normale consesso civile.
Quindi, siccome è una scelta votata dai cittadini, che poi si è tradotta in una scelta amministrativa, non c'è alcuna intenzione di fare una polemica tra partiti. La polemica tra partiti la stiamo vedendo benissimo da quella parte dell'emiciclo, dove ancora si sente, soprattutto con l'intervento della Consigliera Conticelli, come bruci una sconfitta una sconfitta pesante! Come hanno detto il collega Bono e il collega Valetti, oltre ad aver fatto una disamina tecnica e avanzato proposte concrete, stiamo parlando dell'auspicio di una collaborazione tra Amministrazioni.
Ripeto quanto ha detto il collega Bono: collaborazione tra le Amministrazioni, Amministrazioni di colore diverso, come è normale anche che accada. Poi, posso capire che i rappresentanti del Partito Democratico non siano abituati ad avere Amministrazioni di colore diverso, visto che a Torino governavano da un numero imprecisato di anni, che sono più o meno gli stessi anni, se non di più, per i quali abbiamo avuto il cantiere del passante ferroviario, che non è ancora finito! Quindi, citare quell'esempio, secondo me, non è proprio una scelta vincente, però - ripeto - è importante una collaborazione tra Istituzioni che, magari, hanno posizioni diverse, ma che insieme devono addivenire ad una soluzione. Se poi noi dovessimo invocare l'intervento della Corte dei Conti per tutti i danni compiuti dalle passate Amministrazioni, tra cantieri non finiti e tutto il resto, penso che impiegheremmo il periodo che intercorre tra oggi e Natale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Tante cose sono state dette sulla bontà o meno, a seconda delle posizioni, dell'intervento. Ovviamente, noi siamo per la costruzione del tunnel ferroviario sotto corso Grosseto.
Parto da una considerazione che ha svolto l'Assessore nelle sue comunicazioni, che penso non sia stata tanto colta, ma che credo di aver compresa bene, altrimenti l'Assessore mi correggerà: negli incontri tra la Città di Torino e la Regione Piemonte, la Città di Torino ha detto che non mette in discussione l'importanza e la strategicità del collegamento ferroviario sotto Corso Grosseto, avanza alcune perplessità rispetto al progetto viario di Corso Grosseto, quindi la famosa rotatoria.
Mi sembra che il dibattito svolto finora in Aula non abbia tenuto conto di questa considerazione che penso di avere colto, a questo punto, solo io nelle comunicazioni dell'Assessore. Se questo è vero, sono un po' più tranquillo perché, in effetti, il tunnel di Corso Grosseto non è solo il collegamento dell'aeroporto con la città, non è soltanto il collegamento delle Valli di Lanzo con Porta Susa, quindi con la stazione ad alta velocità, che li può collegare veramente in tutta Italia con le velocità che conosciamo (a Milano, a Roma) e in futuro anche con il Frecciarossa 1000; non è soltanto eventualmente il collegamento dell'aeroporto con le Valli olimpiche, perché, attraverso il tunnel ferroviario, si potrà collegare magari il treno dall'aeroporto di Caselle fino a Bardonecchia quindi, eventualmente, studiare dei treni della neve.
Il tunnel di corso Grosseto è anche il completamento del sistema ferroviario metropolitano. Parlo dell'idea di un modello di mobilità della nostra città, della nostra area metropolitana e della provincia, su cui il centrosinistra al governo in questi anni ha lavorato per molto tempo, a partire dal progetto dell'interramento della rete ferroviaria in città, che va avanti dagli anni Novanta - è uno di quei progetti che si fa una volta ogni qualche centinaio di anni e non ogni due giorni - che ha avuto la capacità di strutturare, decidere, finanziare e portare a termine fino a piazza Baldissera.
La costruzione del tunnel ferroviario - senza fare il trasportista, che non è il mio mestiere - permetterà l'innesto della ferrovia Torino-Ceres quindi della ferrovia metropolitana A di oggi, aumentando e completando le frequenze previste dagli studi compiuti dall'Agenzia metropolitana quando si è deciso di proseguire con i progetti del sistema ferroviario metropolitano. Infatti, sul sito dell'Agenzia metropolitana troviamo degli studi del 2011 sui costi/benefici del sistema ferroviario metropolitano per quanto riguarda le infrastrutture previste dall'Agenzia metropolitana al punto n. 1 c'è l'interconnessione della linea Torino-Ceres con il passante alla stazione Rebaudendo, con la realizzazione del tunnel sotto Corso Grosseto e della fermata di Corso Grosseto.
Allora, non voglio dire che, oggi, il passante sia saturo o meno perché non ho questi dati, ma mi rimetto agli studi eseguiti dall'Agenzia e agli studi che hanno permesso di portare avanti il progetto, il quale, a regime, con la costruzione anche del tunnel, sposterà su ferro il traffico veicolare privato su gomma, perché offrirà una sostanziale linea metropolitana completa alla città di Torino; quindi, lo dico per flash, a regime porterà più mobilità su ferro, più sostenibilità ambientale, meno inquinamento e meno traffico.
Allora, se questi sono tutti gli obiettivi che si pongono con la costruzione del tunnel ferroviario e se è vero che la città, comunque rivendica l'importanza di questa connessione ferroviaria, se c'è un problema - che probabilmente c'è - sulla viabilità di corso Grosseto ragioniamo sul miglioramento di quel nodo e non mettendo in discussione l'opera e il suo finanziamento complessivo.
Inoltre, il tunnel completa un'idea e una visione della città che negli anni ha fatto l'Amministrazione di centrosinistra, che è partita dal presupposto di ricucire delle zone della città, quindi interrare la rete ferroviaria su corso Principe Oddone, che, in alternativa, per collegarla alla linea Torino-Ceres oggi esistente di GTT, sarebbe dovuta rimanere sul piano del ferro precedente. Allora, per completare il passante, si sarebbe dovuto fare, come previsto nelle prime ipotesi, una scatola sui binari senza ricucire due zone della città, ma aprendo un viale (passando sotto la Dora) che ricuciva due zone della città in aree periferiche.
Questa è stata la scelta di tanti anni fa, che è stata portata avanti e che oggi vediamo transitare sul passante ferroviario dopo il tunnel di Piazza Statuto.
Allora, il tunnel di corso Grosseto è il tassello di un disegno più ampio che riguarda la visione della Città metropolitana e della provincia che abbiamo portato avanti negli anni. Le prime analisi e i primi studi sul tunnel di corso Grosseto sono datate 2003-2005. Sono ormai più di dieci anni che si lavora con tutte le valutazioni d'impatto ambientale, tutte le decisioni e le formalità necessarie, i passaggi al CIPE e tutto quello che ne deriva.
Pertanto, è un'opera che migliora la mobilità, completa la riqualificazione delle periferie, perché all'interno dell'opera non c'è solo la stazione Rebaudengo, già costruita da RFI sul passante ferroviario che ha già i binari pronti per innestarsi nel nuovo tunnel di Corso Grosseto, quindi è già predisposta, ma c'è anche la nuova stazione di Corso Grosseto (dove c'è oggi il cavalcavia), che andrà a riqualificare e collegare un'intera zona della periferia della nostra città con il sistema ferroviario metropolitano e con Porta Susa, che è la porta dell'Alta Velocità.
Chiudo su un'ultima questione: la cosiddetta Linea 3 della metropolitana, citata nei programmi della Sindaca Appendino e del Movimento 5 Stelle, che è (non voglio sbagliarmi) il collegamento di Porta Palazzo del ponte Mosca, sulla ferrovia vecchia, fino a piazza Baldissera e poi l'innesto, nel tunnel della Torino-Ceres, di GTT. Quindi, il pezzo mancante è da piazza Baldissera a Porta Palazzo, dove c'è la ferrovia vecchia, che oggi è dismessa.
Questo è un tema su cui ragionare, ma non è - secondo me - un tema alternativo al tunnel di corso Grosseto, perché sono due risposte a due esigenze di mobilità diversa, che vanno viste nel complesso di un quadro di mobilità della città sul quale io dico "ragioniamo", perché effettivamente è un tragitto della ferrovia oggi in stato di abbandono (in quel pezzo) che permetterebbe - se finanziato, progettato dalla Città di Torino insieme alla Città metropolitana e alla Regione - di riqualificare un'intera zona della città su Via Saint Bon.
E' quindi un'opera su cui ragionare, ma io non la vedo in alternativa al tunnel di corso Grosseto: la vedo a complemento della mobilità su ferro della Città di Torino e della sua Città metropolitana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Brevemente, per alcune considerazioni. Devo dire che, nel merito questo dibattito sembra un po' surreale, perché in quest'Aula è già avvenuto circa una quindicina di anni fa. Peraltro, una quindicina di anni fa il sottoscritto era in Giunta e ha visto le posizioni che ha sentito questa mattina articolate anche in Giunta, nell'ambito di quella che era la maggioranza di quel momento. Il dibattito sui giornali era pressappoco dello stesso tenore, quindi, se è già caricato su Internet (penso di sì) basta tornare al 2001-2002-2003 e si trovano tutta una serie di valutazioni e riflessioni peraltro di merito, perché nessuno "nasce imparato" e nessuno ha la verità in tasca.
Devo dire che ho apprezzato l'ultimo intervento che ho ascoltato, che ha svolto una serie di considerazioni anche di ordine di opportunità nella valutazione del costo/beneficio. Mi pongo, però, una questione: un'Istituzione, una democrazia - se guardiamo al Paese - deve, in qualche modo, arrivare a delle decisioni, deve dare la garanzia ai propri cittadini che le decisioni, una volta assunte, non vengano completamente ribaltate deve fare in modo di dare quella che è la certezza del diritto, perché uno Stato di diritto dovrebbe basarsi sulla certezza del diritto.
Chi vi parla ha dei dubbi enormi sulla certezza del diritto in questo Paese, sia da parte dei legislatori sia da parte di coloro che dovrebbero farla rispettare, cioè il sistema della giustizia. In ogni caso, il dovere è quello dello sforzo, per avere almeno alcune certezze. Quindi, l'evitare procedure infinite è uno dei doveri della Pubblica Amministrazione, di chi amministra, della politica.
Occorre arrivare ad un punto dove a chi spetta decidere dica: "E' così". E se è quella della maggioranza, è la scelta giusta, che uno può non condividere, singolarmente o come parte politica, ma è la scelta giusta.
Ho sentito dire che è cambiata l'Amministrazione e che, quindi, c'era un programma politico che cambiava il tutto. E, in questo programma politico, c'è questo nodo.
Guardate, non è stata la prima elezione che ho seguito (a livello regionale o comunale) e mi sono anche cimentato nello stendere programmi politici. Devo dire che, quando si stende un programma politico, c'è un disegno complessivo, non è un singolo fatto. E il disegno complessivo, in questa città, probabilmente, non era solo basato sulla struttura o sull'infrastruttura di Corso Grosseto, perché dire che Chiara Appendino ha vinto per la scelta di Corso Grosseto mi sembra un po' forzato, perch l'hanno votata gli abitanti di Corso Unione Sovietica o di altre realtà della Torino Ovest.
Mi pare che il dovere che devono avere la Regione - che è l'altro partner - e il Comune sia che, se c'è qualcosa da rivedere che non fa danno, con una valutazione costi/benefici/tempi lo si riveda.
Ripensare al progetto si può, ma stiamo attenti ai soldi dei cittadini già spesi, al rischio di perdere i fondi stanziati, perché sono fondi degli ex FAS (e ce n'è per 147 milioni) e siamo in chiusura di programmazione, ai danni eventuali con i risarcimenti e poi - lo dico alla nuova Amministrazione di Torino e agli amici del Movimento 5 Stelle - non entriamo in quello che è lo sport nazionale - i progetti e i consulenti perché l'Italia, per metà, è mangiata da progetti, consulenti alla politica, alle Amministrazioni, alla giustizia, periti. Ce n'è a volontà.
Ritorniamo al fatto che la politica faccia una scelta e allora Chiara Appendino, nel confronto con la Giunta Chiamparino, faccia il suo confronto, faccia le valutazioni tecniche che vuole, ma poi assuma una decisione. E questa decisione venga rispettata dalle due Amministrazioni dai due Governi (dalla Città di Torino e dalla Regione), e venga portata avanti, perché quello è l'interesse dei cittadini, di coloro che hanno votato il vincitore, che in questo momento non è più solo il Sindaco del 60% che l'ha votata al ballottaggio, ma è il Sindaco anche di quell'altro 40%, di quelli che non l'hanno votata al ballottaggio e - come tale - sono convinto farà gli interessi della Città.
Stiamo anche attenti (e questo mi preoccupa, naturalmente), perch questo continuo ripensamento del tutto può essere un danno d'immagine per Torino, per i piemontesi e per il Piemonte. Stiamo diventando come quelli che in alcune parti d'Italia discutono di fognature a tutte le elezioni e non le costruiscono mai, così hanno l'argomento delle fognatura alla prossima tornata elettorale! Su questo, adesso, i consulenti li abbiamo passati a voi e, di conseguenza, fatene buon uso. Siamo anche nella condizione di potervi fare delle raccomandazioni: state tranquilli, li avete presi tutti, in particolare - come vedo - anche a Roma! Visto che ho la parola, faccio una considerazione che mi avete fatto venire in mente.
Questi ripensamenti sono come i ripensamenti sul tema delle Olimpiadi.
Voi direte che il problema è di Roma e non c'entra niente con Torino.
Guardate, l'Olimpiade è una delle massime manifestazioni al mondo che crea immagine, e considerato che, anche in quest'Aula, si fa del turismo uno dei grandi veicoli di sviluppo, sono convinto anch'io. Sono convinto che non dobbiamo abbandonare il manifatturiero, perché la fonte primaria di occupazione ce l'abbiamo ancora lì; probabilmente, forse, dovremmo anche discutere di temi che non sono solo della Città di Roma, ma sono locali sono anche piemontesi, visto che la Città di Torino, in particolare il Piemonte, in questi anni, ha fatto della scelta turistica di immagine anche uno dei veicoli per una riconversione, discutibile o non discutibile riuscita o non riuscita, ma una riconversione di questa realtà.
Stiamo attenti ad evitare quella posizione del sempre "contro tutto" perché il "contro tutto" è una posizione comoda da opposizione, ma il "contro tutto" è il più grande danno che possiamo fare ai nostri cittadini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la replica.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Solo per rispondere ad alcuni aspetti sottolineati da quest'interessante dibattito.
Il Consigliere Bono mi ringrazia per il tono del mio intervento e io lo ringrazio per questo riconoscimento. Anch'io riconosco nel suo intervento un tono molto pacato, che ricerca una via di collaborazione sul punto.
Credo che non ci siano dubbi che non solo sul tema della mobilità, ma su molti temi, in questi due mesi si sia dimostrato, da parte della Giunta Chiamparino, un atteggiamento di volontà di collaborazione che, ovviamente arriva fin dove è possibile che arrivi.
Rispondo rispetto a due aspetti da lei toccati. La questione della proroga del fondo. Chiedere che ci sia questa proroga al Ministro è assolutamente legittimo, tuttavia credo anche impossibile che, da parte del Ministro, ci sia una risposta positiva. Anche perché è vero che bisognerà prorogare di un anno, a fine 2018, perché non saranno conclusi i lavori, il fondo e le risorse, ma una cosa è chiedere una proroga a cantieri non solo aperti ma ad opera in avanzato stato di realizzazione, un'altra è chiedere delle proroghe su un progetto tutto da rifare. E' chiaro che, in questa seconda possibilità, non ci sarebbe la possibilità di recuperare quei fondi.
Un altro aspetto che lei ha toccato è la questione della scala mobile.
Su questa cosa si è parlato da anni, già all'inizio di tutto questo percorso, dalla decisione di interrare il passante. Adesso però finiamola perché sta diventando una barzelletta! E' chiaro che la scala mobile è un modo di non rispondere, anzi, di aggravare il collegamento tra Caselle e la valle con il centro cittadino. Chiudersi su quel tema vuol dire impoverire in modo assolutamente inaccettabile quel progetto e le conseguenze positive che quel progetto, dal punto di vista ferroviario e non solo, possono e devono portare.
Mi sorprende un po' l'intervento del Consigliere Valetti, di solito così pacato, anche perché dice delle cose non vere. Intanto dice che i modelli applicati dallo studio di progettazione attuale risalgono a valutazioni del traffico del 2006. Lo studio di progettazione ci dice che sta utilizzando dei monitoraggi che risalgono al 2015, quindi sono assolutamente più recenti e assolutamente più validi. Il Consigliere Valetti si prenderà la responsabilità di affermare, se è questo ciò che voleva dire, che i progettisti stanno dichiarando il falso.
La questione dei cantieri. Non si può continuare a dire che si blocca tutto Corso Grosseto. I cantieri sono regolati da un processo molto chiaro e definito che riguarda interventi a step, quindi non si blocca.



(Commenti del Consigliere Bono)



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

E' chiaro, in quella prima fase, ma anche in quella fase si andrà a step. E' chiaro non ci sarà più il sovrappasso, ma si regolerà il traffico.
E' chiaro che poi dei disagi ci sono. Ma una cosa è dire che si blocca per quattro anni tutto un corso di così importante rilievo dal punto di vista trasportistico della città, un'altra è dire che tutto ciò venga regolato a step.
Vengo ai fondi per le stazioni, credo che ci si riferisse a Zappata San Paolo, San Luigi, ecc. Questo discorso sta andando avanti, come sapete benissimo, e non in alternativa a Corso Grosseto o perché abbia necessità di utilizzare quei fondi, ma perché si stanno utilizzando fondi in gran parte collegati all'anticipazione della tratta nazionale della Torino Lione, come ben sapete. Non c'è contraddizione tra i due aspetti.
Vorrei ancora sottolineare un aspetto, ma non venga preso come provocatorio.
Fra tre o quattro anni, quando sarà concluso e realizzato il tunnel di Corso Grosseto, la parte viabilistica del passante, spero che i proponenti espressi nel programma di governo della Sindaca Appendino sulla mobilità, a quel punto, siano realizzati. Da questo punto di vista, noi abbiamo detto più volte alla Sindaca e all'Assessore che siamo disponibili a collaborare in una rivisitazione, in un ammodernamento, in processi innovativi sull'organizzazione del trasporto e della mobilità torinese, in connessione con il trasporto pubblico locale e con il sistema ferroviario urbano.
Io spero che, a quel punto, ci saranno dei risultati. I risultati dovranno essere legati all'obiettivo che ci si pone, che è quello sostanzialmente, di ridurre la mobilità con mezzo privato e incentivare quella con i mezzi pubblici, per esempio anche la ciclabilità. Questo progetto prevede un'organizzazione della ciclabilità molto interessante che dà continuità a piste ciclabili già esistenti che ad un certo punto si interrompono. Su questo credo che ci siano delle sfide che entrambe le amministrazioni devono cogliere per dare a questa città, dal punto di vista della mobilità, nuove frontiere che possono essere estremamente importanti per gli abitanti, ma anche per l'attrattività che Torino sta dimostrando di esercitare sempre di più.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 182, inerente a "Proposta di modifica delle deliberazioni del Consiglio regionale 118-45411, 119-45412 del 22 dicembre 2015 e della deliberazione del Consiglio regionale n. 121-46075 del 29 dicembre 2015 inerenti ai piani di rientro dal disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 e dal maggior disavanzo al 1 gennaio 2015"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 182, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Con questa deliberazione modifichiamo le tre deliberazioni che erano state assunte nel mese di dicembre che, a fronte di un disavanzo al 31 dicembre 2014 di un miliardo e 264 milioni, provvedeva a darne copertura di dieci anni e, a fronte di un disavanzo da riaccertamento straordinario di due miliardi e 077 milioni, dava copertura in trent'anni.
Quali sono le modifiche contenute all'interno di questa deliberazione? La prima è che il giudizio di parifica espresso dalla Corte dei Conti sul rendiconto al 31 dicembre 2015 ha tolto dal riaccertamento straordinario, e quindi dal disavanzo di due miliardi e 77 milioni, due voci, che sono il Fondo rischi per sentenza della Corte d'Appello di Torino, vertenza Mauriziano e Unicredit, per 57 milioni e 971 mila euro, e il Fondo rischi per sentenza della Corte Costituzionale sui trasferimenti alle Province per 45.482 mila euro.
La conseguenza è che questo importo, che complessivamente ammonta a 107.803.242,34 euro, non viene più coperto in trent'anni, ma deve essere coperto in dieci.
La conseguenza sui bilanci della Regione è che noi avremo nell'arco dei dieci anni, a partire dal 2015, un maggior gravame di copertura del disavanzo, da coprire in dieci anni, di 10.780.324,27, e avremo un minor onere sul bilancio della Regione per trent'anni per 2.701.900,82 euro.
Sostanzialmente, nell'arco dei dieci anni 2015-2024 questa operazione ha un'incidenza sul bilancio della Regione in termini di copertura pari a circa otto milioni di euro in più.
La deliberazione, che però riapprova la tabella di "spalmatura", ha un altro elemento che invece è positivo. Ricordo che le deliberazioni, che sono state approvate in Consiglio regionale alla fine di dicembre, avevano le risorse per coprire quota parte di questi due disavanzi, utilizzando l'avanzo vincolato che in allora, essendo stati prudenti, consentiva di dare copertura totalmente al 2015 e parzialmente al 2016 e al 2017.
Con questa deliberazione, invece, alla luce dell'avanzo vincolato di 420 milioni di euro - questo è un fatto sicuramente importante e positivo noi siamo nelle condizioni di dare copertura dei 163.907.000, totalmente sul 2015, sul 2016, sul 2017 e, parzialmente, sul 2018; per quanto riguarda i 10.780.000, siamo in grado di dare totale copertura su 2015, 2016, 2017 e 2018, mentre sulla copertura dell'accertamento straordinario diamo totale copertura su 2015, 2016 e 2017; invece, dovremo recuperare le risorse sul bilancio a partire dal 2018.
Questo, in grande sintesi, è il contenuto della deliberazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La relazione del Vicepresidente Reschigna è stata abbastanza esaustiva da un punto di vista tecnico; noi, ovviamente, aggiungeremo una coloritura politica.
Dal punto di vista tecnico, è ineccepibile, in quanto il giudizio di parifica della Corte dei Conti è automaticamente da recepire all'interno dei bilanci delle Regioni.
Tra l'altro, è una previsione che noi auspicavamo sin dalla scorsa legislatura, in quanto, come sappiamo bene, siamo venuti a conoscenza che dal 2001, ossia da quando è stato implementato il federalismo delle Regioni, i bilanci delle Regioni si sono andati un po' ad aprire, nel senso di una divergenza tra quelle che erano le entrate reali e gli impegni di spesa, creando un disavanzo "mostruoso" della Regione Piemonte, che forse è secondo soltanto a quello del Lazio e della Sicilia, ma questo non ci fa sicuramente onore.
Da quando c'è questa previsione legislativa, per cui il bilancio delle Regioni e anche quello della Regione Piemonte viene sottoposto al giudizio di parifica della Corte dei Conti, siamo un poco più tranquilli - vorrei dire un po' più sereni, ma forse è meglio dire tranquilli - che ci sia una maggiore attendibilità dello stesso.
Tuttavia, ovviamente, continuiamo a vigilare sia nella fase di approvazione del bilancio nella previsione, come poi nella fase di assestamento, che quest'anno diventerà il reale momento in cui si fa il bilancio, mentre prima si faceva solo una prova tecnica.
Per quanto riguarda questa deliberazione, dicevo che giustamente recepiamo le richieste della Corte dei Conti di spalmare, invece che in 30 in dieci anni 107 milioni che sono la sommatoria delle due sentenze della Corte Costituzionale sulle Province e sul Mauriziano.
Diciamo che c'è un tentativo giusto da un punto di vista di chi amministra in questo momento di cercare di spalmare il più possibile il debito in là, perché si cerca - questo è quanto ha fatto e sta continuando a fare la Regione - di usufruire della gestione commissariale, cioè del famoso "Sblocca crediti", il DL 35, o comunque la possibilità di accertamento straordinario dei residui per spalmare il più possibile il debito in trent'anni.
Dall'altra parte, ci viene da domandarci quale sarà la tenuta finanziaria della Regione negli anni successivi. Abbiamo visto che abilmente - possiamo anche dirlo, perché è il compito di un Assessore al bilancio di un Ente pubblico quello di cercare di far quadrare i conti in qualche modo - nella scorsa legislatura avevamo avuto corso tentativi disparati: dal Fondo immobiliare sanitario, che sicuramente il Vicepresidente Reschigna ricorda, perché lo combattevamo insieme all'opposizione, alla trovata di questo "Sblocca crediti" DL 35 che aggira le norme di divieto di indebitamento delle Regioni, creando praticamente un nuovo indebitamento. Lo abbiamo detto miliardi di volte, ma oramai...
Non è un'anticipazione di cassa, un'anticipazione che viene restituita in trent'anni, ma è un mutuo. Anche in un rapporto di un privato cittadino con una banca o comunque tra due cittadini, un prestito si restituisce, di norma, in breve tempo, ma se è a trent'anni è ovvio che è un mutuo. Quindi si sta finanziarizzando il debito della Regione Piemonte. La Regione Piemonte lo scorso anno, in occasione della scorsa gestione di bilancio aveva presentato delle tabelle molto diverse per quanto riguarda l'assorbimento del disavanzo.
Ricordo alcuni passaggi.
Fino all'anno scorso il disavanzo si poteva riassorbire in tre anni: si diceva che si era creato un disavanzo quest'anno; è ovvio che si doveva rientrare in maniera veloce, per non incentivare le Regioni a creare un disallineamento tra le entrate reali e gli impegni di spesa. Quindi, se una Regione aveva un disavanzo doveva rientrare in tre anni.
Si è fatta una norma. Visto che ormai le Regioni avevano un disavanzo reale, quello emerso dalla vera analisi dei conti grazie all'indagine della Corte dei Conti, mostruoso, per non farle saltare tutte (sarebbero saltate tutte le Regioni, tranne forse la Lombardia e qualche Regione a Statuto speciale), si è detto di spalmare il disavanzo in sette anni e quindi abbiamo fatto una norma in questo senso.
Poi, arriva addirittura la modifica di questa norma che ha permesso la spalmatura del disavanzo in dieci anni! Di nuovo, questa è una modalità di finanziarizzare, cioè spalmarlo in dieci anni.
Ieri, in Commissione bilancio il Vicepresidente Reschigna diceva giustamente che abbiamo spalmato debiti in trent'anni, per una parte, e in dieci per l'altra, però questo significa che ci sono i creditori che aspettano i soldi, magari non trent'anni, ma sicuramente un po' di anni dalla Regione Piemonte, così come purtroppo anche dalle altre Pubbliche Amministrazioni e pure dallo Stato, e questo non è un bene. E' ovvio che, a causa di tale meccanismo, aumentano i costi di tutte le prestazioni e servizi per le Pubbliche Amministrazioni. Si sa benissimo che, a volte anche il privato non paga, ma se partecipa ad una gara della Regione, del Comune o dello Stato sa che, comunque, deve includere nel prezzo un ritardo di pagamento magari di due o tre anni. Ieri si diceva che la sanità è migliorata, siamo arrivati a 120 giorni, ma anche lì c'è una media da considerare, perché magari i grandi appalti vengono pagati in una settimana e i piccoli servizi vengono pagati dopo tre anni.
Quindi, questo allungamento del ripianamento del debito delle Regioni è un dato che deve essere realizzato in un'ottica macroeconomica e non nazionale, cioè è un dato positivo, hic et nunc, qui e ora, per la situazione della Regione Piemonte perché, come è stato detto, liberiamo anche risorse per il bilancio 2017 e 2018, però la domanda che noi abbiamo fatto in Commissione e che riproponiamo quindi oggi in Aula è: cosa succederà nel 2019? Dico 2019 non a caso, perché il 2019 è l'anno in cui, probabilmente, se non ci sarà un anticipo a seguito delle sentenze sulle indagini sulle firme false sul listino del PD di Torino, sarà l'anno in cui si andrà a votare quindi giustamente mi si potrebbe rispondere che saranno problemi di chi vincerà, sia se vincerà di nuovo il centrosinistra, il centrodestra o il Movimento 5 Stelle, però è ovvio che c'è anche un problema di continuità amministrativa.
L'anno scorso si prevedeva una riduzione di spesa e un incremento di entrate già a partire dal 2016, mentre quest'anno vediamo questa riduzione di spesa solo a partire dal 2019, due domande ce le poniamo. Il Vicepresidente Reschigna ha già in parte accennato che, in realtà, le riduzioni di spesa ci saranno ugualmente, ma non andranno a copertura del debito ma a copertura di nuova spesa.
Noi, però, vogliamo vederci chiaro, perché avevamo un piano di riequilibrio finanziario datato fine 2014, di cui abbiamo discusso nel 2015, in cui c'era tutta una serie di riduzioni di spesa, delle quali non ne è stata rispettata una. Forse l'unica è l'ATC, perché le ATC sono state accorpate, quindi quel milioncino di euro l'abbiamo risparmiato. Però è ovvio che non si può fare un piano di riduzione di spesa di riequilibrio finanziario con un milione di euro di risparmio. Ci sono state le iniziative sulla riduzione del personale, ma anche sul personale non è che continuando a tagliare otteniamo sempre un efficientamento di spesa, perch ci sono Assessorati che hanno gravi carenze di personale.
Faccio l'esempio della sanità, perché è l'Assessorato più importante in questa Regione, insieme a quello del bilancio; se non ha il personale per portare poi i documenti al MEF, quando c'è il tavolo di confronto tra Ministero dell'Economia e Finanze e Ministero della Salute, noi restiamo in piano di rientro. E non è solo secondo me; io dico "secondo me" perché non ho ancora avuto l'ultimo verbale del tavolo. Quindi, l'azione politica non è solo una questione di tempi di pagamento delle Aziende Sanitarie. Secondo me, c'è ancora un problema di tenuta e stabilità del sistema sanitario regionale.
Non ne faccio una colpa totale di questa Amministrazione, ma ci sono ancora dei problemi per cui non siamo usciti dal piano di rientro. Quindi ci sono tutta una serie di problematiche e di dubbi su questa deliberazione che non ci portano ovviamente ad esprimere un voto favorevole, anzi esprimeremo un voto contrario, perché non abbiamo ancora tutti gli elementi del piano di riequilibro finanziario aggiornato, che il Vicepresidente si è impegnato a portarci quanto prima insieme all'assestamento, e anche per quanto riguarda l'incremento delle entrate.
Le vogliamo veramente verificare con mano, perché ci ricordiamo tutti la proposta, socializzata diverse volte anche in Commissione, di avere incrementato artificiosamente le entrate del bollo auto per mettere in sicurezza, o meglio in pareggio il bilancio. Entrate del bollo auto che sono state anche oggetto poi di una modifica. Un conto è la riscossione del bollo auto, che comunque ha creato diverse problematiche, per cui ci sono stati dei cittadini che hanno ricevuto due-tre richieste di pagamento quando in realtà avevano pagato, ed altri cittadini che dovrebbero pagare che continuano a non ricevere l'avviso.
Io stesso ho verificato che ci sono dei problemi proprio nella gestione interna proprio del pagamento del bollo. Anche recandomi nelle delegazioni o nella sede centrale dell'ACI, il giudizio della riscossione del bollo auto da parte della Regione Piemonte non è ottimale. Quindi, su quello si può ancora migliorare.
In più, abbiamo anche incrementato e abbiamo inserito una tassa che è anti-ambiente, nel senso che è contro le misure di salvaguardia dell'ambiente. Avere messo il bollo auto sulle auto a GPL e metano, secondo me, è una follia, e con i colleghi abbiamo fatto diverse battaglie su questo.
Quindi, anche sulle entrate non abbiamo certezza di quanto "cubino" anche in relazione alla riduzione dell'IRAP, come avevamo detto tante volte a livello nazionale. Per questo, il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La deliberazione evidentemente è una deliberazione che, in qualche modo, non solo risponde ad un'esigenza, cioè quella di mantenere la copertura delle due spalmature dell'indebitamento regionale, ma consente anche di farlo, liberando delle risorse come poi vedremo quando inizierà la discussione dell'assestamento, ieri illustrata dal Vicepresidente.
Credo che, però, si debba provare a ragionare in un arco temporale che non sia soltanto quello del 2016-17 e un pezzo del 2018, ma un arco temporale che veda la nostra Regione provare a coprire l'indebitamento spalmato nei trenta o nei dieci anni con altre risorse.
Ricordiamo intanto quali sono i quantitativi economici e anche quali sono gli interventi che, in qualche modo, dovremo sostenere. Nella deliberazione di dicembre prevedevamo un intervento con risorse regionali per 12 milioni e 700 mila euro nel 2016, per 144 nel 2017 che - tutti dicevamo correttamente e lo diceva lo stesso Vicepresidente - sarà l'anno più complesso per noi, perché avremmo ricominciato a pagare la totalità dei mutui. Ma essendo a noi vicino, sarà l'anno in cui sarebbe stato più difficile riuscire ad arrivare a fare quelle efficienze - fossero esse economie o fossero riduzioni di spesa - che, in qualche modo, ci avrebbero consentito di recuperare 144 milioni di euro nel 2017.
Noi sappiamo che per il 2016 e il 2017 questo problema non c'è, com'è stato modificato nelle tabelle che oggi portiamo al voto. Verosimilmente anche il 2018 potrà essere un anno in cui non vi saranno grandi risorse regionali da dover investire. Se guardiamo un po' come hanno funzionato in questi anni le risorse derivanti dal DL 35, abbiamo visto che, man mano c'è sempre stato un avanzo. Quindi, è possibile pensare che anche il 2018 ancorché ad oggi sia per tre mesi su 12 coperto da fondi derivanti dalla gestione straordinaria, in qualche modo sarà un anno in cui si riuscirà a gestire questa Regione, senza dover far fronte a tagli della spesa regionale. Ma dal 2019 in poi noi dovremo far fronte a riduzioni delle spese assolutamente significative. Infatti, giusto per ricordarne qualcuno nella tabella che abbiamo votato a dicembre (e che non viene modificata perché noi abbiamo un arco temporale, anche con la modifica di oggi, che arriva al 2018) abbiamo votato due deliberazioni che prevedevano un taglio in sanità di 83 milioni, di 15 milioni sul trasporto pubblico, di 4,5 sulle locazioni passive e conduzione immobili, di 19 sugli arredi, di due sulle apparecchiature informatiche, di 15 sul personale, di 5,5 sull'ARPA.
E' evidente che oggi abbiamo un tempo maggiore per arrivare a queste efficienze, siano queste o sia un piano di alienazioni che accompagna almeno nei primi anni dal 2018 in poi, la copertura del deficit, siano maggiori entrate che possono anche derivare non certo dall'aumento della tassazione, ma anche da una ripresa complessiva del mercato del lavoro che tanto relativamente all'IRAP quanto all'addizionale IRPEF, può consentire un aumento. Ma questo è indispensabile, altrimenti, alla conclusione di questa legislatura, la parte politica che vincerà le prossime elezioni si troverà con i conti che, è vero, saranno in ordine, ma con una spesa da sostenere superiore ai 150 milioni di euro, anzi che si avvicina ai 200 milioni sommando le due deliberazioni, che ogni anno si devono garantire per coprire le deliberazioni di spalmatura dell'indebitamento.
Questo è il vero tema. Secondo noi, era impossibile arrivare a quelle efficienze nel 2016 e siamo lieti che il margine di tempo si sia spostato perché sarebbe stato un anno difficilmente sostenibile. Guardando i dati limitandoci anche solo al dato più significativo, è evidente il taglio di 83 milioni di euro sulla sanità è significativo.
Sappiamo di avere un mutuo che si chiuderà e, quindi, nel 2019 avremo una minore necessità di coprire l'indebitamento.
Da questo punto di vista, quindi, abbiamo uno spazio, però dobbiamo cercare di fare in modo di rendere questo Ente efficiente. Non so se le tabelle presentate erano quelle che più rispondevano a quelle necessità.
Noi crediamo, perché lo dicemmo anche a dicembre, che quelle non erano certamente tabelle campate in aria - ci mancherebbe - ma più funzionali all'indicazione di obiettivi forse non realmente raggiungibili.
Facemmo degli esempi, quindi non ci torniamo, però certamente quelli più evidenti - gli arredi, le apparecchiature informatiche o anche quelle relative al personale - poiché si prevede una maggiore spesa nell'anno del Palazzo Unico, e non solo una riduzione di spesa negli anni successivi, non sono facilmente raggiungibili.
Noi chiediamo, votando la delibera di oggi, su cui ci esprimeremo non con un voto a favore, che da qui all'assestamento, visto che è un piano triennale, si inizi a fare una ricognizione, facendo finta che la delibera debba essere rispettata, presentando magari nuove tabelle con conti reali.
Ricordo che, comunque, una parte di questi risparmi la si doveva realizzare già da dicembre ad oggi.
Nel 2016, se non avessimo cambiato la tabella, avremmo dovuto garantire un risparmio superiore - e guardo solo una delle due delibere - pari a 12 milioni di euro.
Tutto ciò diventa determinante per capire come stiamo andando altrimenti il rischio è che si pensi alla chiusura di questa legislatura e lo vedremo anche nell'assestamento - ma non al futuro della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Un breve intervento a nome del Gruppo.
Queste delibere sono propedeutiche al punto successivo all'o.d.g.
relativo all'approvazione del rendiconto.
Non vorrei banalizzare troppo la discussione, nel senso che dal punto di vista tecnico siamo già entrati in argomento e l'abbiamo sviscerato nei mesi precedenti, sia in Commissione sia in Aula, però rilevo che quando si parlava dei temi di bilancio ad inizio legislatura, il tema era: vediamo che bilancio riusciamo a fare da qui a pochi mesi.
Oggi, la preoccupazione è capire la sostenibilità del piano di rientro dal disavanzo accumulato maldestramente negli anni, a partire dal 2019. Lo rilevo perché in queste due affermazioni sta il preziosissimo lavoro portato avanti, in primis, dal Vicepresidente a nome e per conto della Giunta e poi da tutti i gruppi di maggioranza e dal Consiglio tutto nella condivisione dei problemi. Mi sembra un passo da sottolineare con forza perché io penso - e pensiamo - che il rendiconto 2015 sia il vero spartiacque tra una prima fase di governo di questa Regione e una seconda fase che caratterizzerà la seconda parte della legislatura.
La prima fase è stata quella di riconoscere finalmente in modo realistico il pesantissimo fardello di indebitamento e di disavanzo di questa Regione e di metterlo in sicurezza. Sicuramente perché sono cambiate le norme contabili, ma anche perché ormai era insostenibile il disallineamento tra la competenza vera ed effettiva e quella "farlocca" cioè quella costruita negli anni con tutte le alchimie possibili, tipo la vendita degli stessi immobili ipotizzata con poste di bilancio poi mai cancellate, i residui andati in perenzione e così via.
La serietà di questo lavoro è testimoniata anche da uno degli aspetti del rendiconto successivo, perché alcuni effetti delle delibere di rettifica del piano di rientro sembrerebbero, formalmente e apparentemente liberare delle risorse che in realtà, a detta nostra, prudenzialmente è bene non liberare, proprio per garantire che questo consolidamento dei conti duri nel tempo. Nel rendiconto, infatti, vedremo che si arricchisce il capitolo del fondo di crediti di dubbia esigibilità, proprio per dare l'idea che noi non vogliamo utilizzare nessun escamotage, nessuno artificio per liberare risorse che in realtà sono dubbie o addirittura non esistono.
Finita questa prima fase, che è stata quella di consolidamento di conti e di ritorno alla normalità, ed immaginando che alcuni anni futuri hanno già la copertura del disavanzo garantito dal lavoro svolto nella prima parte di legislatura, ora, con l'assestamento di bilancio inizia la fase "B" di questa legislatura. L'assestamento, come si vedrà, sarà un momento non già in cui immaginiamo di far lievitare una spesa disinteressandoci della sostenibilità della medesima, soprattutto in un'ottica ultra legislatura, ma sarà quella di fare una cosa semplicissima, ma importantissima allo stesso tempo: una volta individuate le priorità, in termini di obiettivi di politiche da sostenere, noi diamo alle medesime una sostenibilità e copertura triennale, quindi almeno di medio periodo.
Ripeto, è un qualcosa che appare normale, banale e semplice, ma in realtà non è mai stata fatta.
Cito un esempio per citarne tutti: ogni anno abbiamo tradizionalmente il mondo degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali che attendevano fino agli ultimi giorni dell'anno solare per sapere di quante risorse avrebbero potuto, in termini di competenza, usufruire nell'anno ormai concluso.
Da quest'anno si è già invertita la marcia sul 2016, in quanto abbiamo garantito ed assegnato effettivamente un 100% delle risorse e con l'assestamento assesteremo sul triennio questa disponibilità.
Se si vuole trovare un esempio per testimoniare il cambio di passo, il cambio di stile di governo e la serietà nuova che si vuole affermare nella gestione delle politiche di bilancio così complesse, questo è uno degli esempi che si può fare.
L'ulteriore problema - che ho visto essere oggetto di uno dei question time all'attenzione dell'Aula di questo pomeriggio - è di lavorare per allineare il più possibile anche la cassa, perché uno degli effetti del disavanzo e dello spalmare negli anni il disavanzo medesimo è, certo, avere creditori che attendono per anni pagamenti dalla Regione, ma è anche quello di non riuscire a gestire, in termini di cassa e in modo sufficientemente efficace, la competenza che alloca risorse rispetto a questo o a quel servizio pubblico.
Anche qui passi avanti sono stati fatti, non solo in sanità ma anche in altri settori del comparto, ma, ripeto e chiudo come ho cominciato, il fatto che oggi si ragioni di trienni in quanto a stabilizzazione della spesa per assicurare, alle politiche che riteniamo irrinunciabili, adeguate risorse e si ragiona di sostenibilità del rientro dal disavanzo a partire dall'anno 2019, mi fa immaginare di poter dire che, in effetti, i risultati di questa preziosa, fondamentale e propedeutica azione di risanamento, che va a colmare un vulnus di 15/20 anni, finalmente si vedono e ci possono permettere di recuperare fino in fondo la capacità programmatoria e di gestione delle diverse politiche da parte dell'amministrazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Diciamo che, come già ribadito da altri oratori, il merito delle cifre e i particolari li abbiamo ampiamente discussi in Commissione. Quel che vale la pena rimarcare oggi qui in Aula è proprio una serie di considerazioni che riguardano le modalità e la questione generale della discussione sul bilancio regionale dell'ultimo biennio. Arriviamo infatti in questi mesi al passaggio di boa della metà della legislatura e, mentre l'intervento di maggioranza tende a sottolineare il grosso lavoro fatto e i risultati - e a indicare questi risultati come una riprova del fatto che si sia riusciti a raggiungere degli obiettivi di stabilizzazione e di programmazione di lungo periodo delle strategie sul bilancio -, dal nostro punto di vista, invece, le azioni mostrano un po' i limiti e il ricorso alle usuali modalità con cui si affrontano i problemi concreti che ci sono in questa Regione.
Uno degli elementi fondamentali che caratterizza questa legislatura è proprio che la discussione sul bilancio e sulla disastrosa condizione economica della Regione Piemonte è una discussione che prevale su tutte le altre tematiche politiche e pratiche di questa Regione. Sostanzialmente quindi, in questo Ente ci stiamo - per carità, anche a ragione preoccupando più della situazione dei conti, investendo quantità enormi del tempo istituzionale nel cercare di affrontare questa situazione, più che ad affrontare in maniera strutturale tutti gli altri problemi che sono connaturati e correlati alla situazione economica della Regione Piemonte.
Abbiamo dunque visto, piano piano, sparire dalla discussione in Commissione e in Consiglio le tematiche della riforma sanitaria, che sono tutt'altro che compiute e tutt'altro che risolte. Ricordo che già nel 2014 si diceva che entro fine anno si sarebbe usciti dal piano di rientro.
Ebbene, signori, la novità è che siamo quasi alla fine del 2016 e non ne siamo ancora usciti. Volevamo affrontare in maniera strutturale tematiche quali il problema abitativo: ebbene, abbiamo fatto una riformina della governance a fine 2014, ma a fondo non abbiamo affrontato un tubo.
Volevamo rimettere in piedi il discorso del turismo: ebbene, cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto una legge che su promozione e accoglienza ha cancellato persino la programmazione triennale: si programma di anno in anno perché non si sa quali saranno le risorse. Allora io mi chiedo: dov'è la stabilizzazione della situazione economica? Dov'è questa capacità programmatoria che oggi si viene a vantare? Tenete infatti presente che parte di questa stabilizzazione è legata appunto, ad una serie di soluzioni ad hoc che sono state costruite grazie al Governo centrale e al trucchetto della gestione commissariale sostanzialmente, per evitare che si portassero i libri in tribunale.
Questa, in effetti, era una Regione fallita e non in grado di affrontare il proprio disavanzo costruito nelle due (e anche tre) legislature precedenti seguendo le norme regolari; per cui si sono costruite delle situazioni ad hoc. E oggi quello che critichiamo di questa nuova proposta sul piano di riduzione del disavanzo è il fatto che si ricorre - probabilmente perch siamo al giro di boa della legislatura e quindi si vuole cercare di dare un messaggio diverso, anche in vista del lento avvicinarsi della prossima tornata (dunque, quello che originariamente avevamo visto tutti come annus horribilis del 2017, ma ce lo disse anche l'Assessore Reschigna, è probabilmente troppo vicino sia ad una possibile scadenza elettorale nazionale sia a quella della prossima consultazione regionale - ad uno spostamento degli sforzi di contenimento della spesa e, disgraziatamente di incremento della tassazione per affrontare le problematiche che comunque affliggeranno questa Regione per i prossimi decenni, agli anni 2019 e successivi; questo senza aver risolto, di fatto, le questioni fondamentali che affliggono i bilanci di questa Regione.
Questo è l'elemento che va sottolineato. Noi oggi non abbiamo né un documento programmatico di rilancio dell'economia regionale che ci faccia pensare che si possa sperare in una rinnovata crescita economica nella nostra Regione, perché manca una strategia sul lavoro e non è compiuto neanche il riordino dell'Agenzia Piemonte Lavoro. Non ci sono idee sui primi risultati e non ci sono obiettivi chiari, per i prossimi anni, su queste tematiche, né per lo sviluppo turistico né per quello industriale n sull'artigianato - anche il documento sull'artigianato che abbiamo visto l'anno scorso è, tutto sommato, un "taglia e incolla" delle versioni precedenti - né sullo sviluppo rurale o sulla programmazione dei Fondi strutturali europei: non si vedono idee né strategie. E allora come facciamo a delegare tutto all'intervento di bilancio, che sposta alcuni interventi più avanti, facendo leva su alcune attività che permetteranno di evitare di intervenire, ma senza liberare effettivamente nuove risorse? La maggior parte delle risorse, infatti, sarà in ogni caso destinato a fondi di riserva e a cercare di rimettere le pezze ad una situazione insostenibile.
Questo è il problema, per cui non possiamo dirci soddisfatti di questo provvedimento, per quanto ne comprendiamo le motivazioni e anche una intrinseca potenzialità al fine di poter avere qualche possibilità di azione in più nei prossimi due anni. Ricordo però che spostare il problema un pochino più avanti porrà di fronte chi verrà dopo - che potrete essere voi, che potremo essere noi od altri - al fatto che la situazione andrà in deterioramento perché abbiamo all'orizzonte delle altre incognite che conosciamo benissimo, ossia il progressivo peggioramento del costo dei derivati: quel miliardo e 800 milioni di derivati che non siamo riusciti a rinegoziare neanche con l'appoggio del Ministero, perché i titoli su cui questi sono appoggiati sono carta straccia e quindi non se li vuole pigliare nessuno.
Allora, rendiamoci conto che qui, oggi e in questi anni, noi stiamo anche decidendo se chi verrà dopo avrà problemi molto più grandi di quelli che affrontiamo oggi. Su questo ovviamente occorre prendere una posizione politica. Probabilmente per la Giunta attuale i problemi del 2019 saranno più semplici perché ritiene di star facendo un valido lavoro; e noi riconosciamo il grande sforzo e la grande differenza rispetto alle precedenti legislature. Ciò che riteniamo noi, però, è che lo sforzo purtroppo, sia fatto sempre allo stesso modo. Abbiamo chiesto l'aiutino anzi, "l'aiutone" - da Roma e lo stiamo affrontando nell'usuale modo: c'è un problema, ma se non è così cogente da non poter essere spostato di un pochino, ci liberiamo un po' le mani per fare qualcosa in più adesso; ma il problema comunque continuerà a rimanere e non potrà che aggravarsi.
Come ha già detto il mio collega, quindi, non possiamo assolutamente pensare di dare un parere positivo su questo provvedimento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Una cosa mi sembra chiara: che nell'atavico e tutto italiano conflitto tra chi è per Coppi e chi è per Bartali, il Consigliere Campo è dichiaratamente per il toscano Bartali, perché è tutto sbagliato è tutto da rifare. Io credo che non sia né tutto sbagliato né tutto da rifare, né che noi abbiamo risolto i nostri problemi. Sto coi piedi per terra e sto cercando sostanzialmente di compiere delle azioni che guardino non solamente al breve periodo, ma al medio e lungo periodo.
Velocemente, voglio ricordare che noi partiamo dall'essere una Regione che alla fine, sommando i due disavanzi, aveva un deficit complessivo di 3.449.000.000 di euro e che alla fine di questa legislatura regionale, di questi 3.449.000.000 di euro, noi ne copriremo 847.000.000: è un bell'impegno. Non demandiamo nulla al futuro, demandiamo solo le quote parte annuali e trentennali di copertura. Su questo ho già detto anche in Commissione che presenteremo una delibera di aggiornamento delle modalità di copertura del disavanzo non in termini di spalmatura delle quote di avanzo vincolato, ma di rappresentazioni dell'efficacia delle politiche di contenimento della spesa sul merito, in modo tale che ci sia un aggiornamento rispetto alle ipotesi e alle proposte contenute nella delibera di dicembre.
Quello che posso garantire al Consiglio è che le politiche di contenimento della spesa che non debbono incidere sui servizi le abbiamo incominciate, le continueremo a fare per non demandare tutto al 2019 perch sarebbe scellerato, ma abbiamo oggi un respiro maggiore su cui poter lavorare e su cui potersi concentrare.
Detto questo, un'ultima considerazione.
Guardi Consigliere Campo, glielo ribadisco: a noi tocca cercare di dare il nostro contributo per recuperare un'utilità all'istituzione Regione Piemonte e per coprire tutto ciò che ci è derivato dal passato. E' evidente su questo, sia personalmente che complessivamente come Giunta, non sono d'accordo con lei - che il nostro unico obiettivo di questa legislatura non è solamente quello di mettere a posto i conti, ma di rilanciare l'intervento e le politiche sulla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 282, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La Consigliera Batzella chiede di registrare a verbale il suo voto contrario.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 207, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2015"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 207, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione della relazione.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Con l'illustrazione del rendiconto 2015, proseguiamo un po' il dibattito che è iniziato anche con la delibera precedente, perché il rendiconto 2015 ci consegna un dato ineluttabile: quello dell'inversione di tendenza chiara che si vede nei conti della Regione Piemonte a seguito delle scelte e delle decisioni assunte da questa Amministrazione nell'ottica del ripianamento dei conti e dei debiti e di pianificazione dei prossimi anni dal punto di vista della contabilità delle entrate e delle uscite.
Perché siamo riusciti a fare questo (e ce lo riconosce la Corte dei Conti nel suo giudizio di parifica)? Perché ci siamo assunti la responsabilità in ordine alle politiche pubbliche e alla copertura che queste devono avere all'interno dei propri bilanci per essere garantite senza portare avanti politiche pubbliche che non hanno copertura reale sui conti della nostra Regione, quindi demandando al futuro il ripianamento del deficit.
Questo è stato faticoso, è stato sicuramente difficile, ha portato a una contrazione delle spese e delle politiche messe in atto anche dalla Regione Piemonte, a una razionalizzazione. Nel rendiconto si certifica, da parte della Corte dei Conti, una riduzione di circa il 6% dei costi, quindi delle spese della Regione Piemonte (vedremo nel dettaglio alcuni focus), il che ci ha sicuramente portato a ristabilire un equilibrio di bilancio, un equilibrio dei nostri conti, permettendo di dare una prospettiva, una visione d'insieme alle politiche che noi metteremo in atto fin dall'approvazione dell'assestamento di bilancio nei prossimi anni.
Con questo rendiconto e con le azioni messe in atto sui conti della Regione, noi facciamo fronte alle politiche della Regione Piemonte e facciamo fronte ai debiti della Regione Piemonte. E' stato citato prima dal Vicepresidente Reschigna, che tra l'altro ringrazio a nome della maggioranza del Partito Democratico per l'azione messa in atto in questi anni difficili: noi facciamo fronte alle politiche future e alle esigenze legate al passato.
Non mi dilungo maggiormente, ma provo a fissare qualche dato, qualche indicatore, un piccolo cruscotto per capire com'è andato il 2015 e quindi il rendiconto che noi consegniamo all'approvazione del Consiglio regionale oggi. L'indicatore principale che ci segnala anche la Corte dei Conti è sicuramente l'equilibrio dal punto di vista del risultato di competenza, e il risultato di competenza 2015 chiude con un più 805 milioni di euro tra entrate e uscite. Se tra spese correnti e spese in conto capitale, noi focalizziamo le spese correnti della nostra Regione, dove veramente si certifica la buona amministrazione dell'Ente rispetto alle entrate e alle proprie capacità di spesa, verifichiamo che anche qui siamo ampiamente positivi rispetto alle entrate e alle uscite.
Senza entrare troppo nei tecnicismi, con l'applicazione del famoso decreto 118 da quest'anno il risultato effettivo su cui la Regione Piemonte viene valutata dalla Corte dei Conti è il cosiddetto risultato effettivo che è il risultato di competenza: gli 805 milioni di avanzo che noi abbiamo generato, cui però vanno sottratti i fondi pluriennali vincolati, quindi tutti quei fondi che noi mettiamo a disposizione per impegni assunti negli anni precedenti e che dovremo portare a termine nel corso del prosieguo dell'anno.
Ecco, noi chiudiamo comunque a 623 milioni, un dato importante e positivo, che certifica veramente la bontà della gestione di questo 2015.
Se poi andiamo a focalizzare l'attenzione sull'indebitamento - già citato prima, per cui vado veloce - anche qui l'indebitamento scende e si riduce andando a inserirsi nella strada giusta della riduzione del debito e del contenimento del debito. Non vengono accesi mutui nuovi, quindi nuovi debiti per la Regione Piemonte e - ultimo dato che fornisco, altrimenti troppi dati possono confondere - la gestione di cassa dell'Ente ci consegna un avanzo di cassa di 421 milioni.
Perché ho fornito questi quattro o cinque indicatori, che mettono chiaramente in evidenza la buona gestione amministrativa dell'Ente? Perch grazie alle scelte assunte, alle decisioni difficili che la Giunta, ma tutta insieme la maggioranza, ha portato avanti in questi anni e che abbiamo portato a compimento, oggi consegniamo al Piemonte un rendiconto che ha un avanzo di gestione rilevante, che consegna nell'assestamento di bilancio un avanzo vincolato, derivante dalla gestione commissariale, di 420 milioni, che noi potremo utilizzare negli anni 2017-2018 per mantenere la spesa dell'Ente intatta, senza aumentare la tassazione, e ci consegna un avanzo libero di 232 milioni, che noi potremo destinare alle politiche nei prossimi anni senza intaccare la pressione fiscale.
Questi sono risultati contabili importanti, che segnalano una buona amministrazione in questi anni; ci consegnano sicuramente un futuro più roseo, non senza problemi - noi abbiamo sostanzialmente equilibrato, in termini di competenza, i nostri conti e rimane aperta una questione di cassa - ma che ci permette di guardare al 2016, al 2017 e al 2018 sicuramente con più tranquillità, collocando le risorse che abbiamo liberato in investimenti per produrre ricchezza e sviluppo economico della regione Piemonte.
Chiudo con due focus che ritengo importanti. Il primo è veloce, ma di valore, sulla perimetrazione dei conti della nostra sanità, che rappresentano sempre di più l'80% del bilancio complessivo della Regione Piemonte: la Corte dei Conti ci certifica la corretta perimetrazione delle entrate e delle uscite rispetto alle spese sanitarie. Quindi, rispetto al solo focus sulla sanità, noi consegniamo al Piemonte una sanità in equilibrio, anzi, con un piccolo utile, che potremo destinare ad investimenti.
Un ultimo focus su un intervento legislativo importante portato avanti a inizio anno, che ha generato effetti, è quello della riduzione, mettendo insieme tutte le azioni che sono state portate avanti dal Consiglio regionale, dei costi della politica del Consiglio regionale e degli emolumenti legati al nostro consesso: ha generato un risparmio che, nel triennio, sul Consiglio regionale impatta con una riduzione, dal 2012 al 2015, di circa il 39%, quindi consegnando un buon risultato anche in questi termini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Presidente, brevemente svolgo alcune considerazioni sul rendiconto finanziario.
In realtà, il rendiconto generale di un'Amministrazione dovrebbe essere il vero momento di giudizio politico, perché, di fatto, tira le somme dell'anno e dice se è vero o falso, se è giusto o sbagliato; naturalmente per l'opposizione, è occasione per dire in modo sonante che è sbagliato.
Devo dire che una prima valutazione la possiamo fare sull'aspetto contabile. Non mi soffermo su tutta l'azione che è stata fatta utilizzando il DL n. 35, la Corte dei Conti e la delibera precedente. Questo personalmente, mi impegna anche ad apprezzare il lavoro svolto dal Vicepresidente Reschigna nel trovare anche i punti di soluzione senza perdere troppo la pazienza, perché certamente notate anche momenti dove forse, bisognava perdere la pazienza in questa leguleia Repubblica, molto giuridica e poco contabile, perché, stranamente, dove è eccessivamente giuridica due più due non fa mai quattro.
Mi avvio al merito del rendiconto con alcune considerazioni e alcuni appunti.
Per quanto riguarda la partita di competenza corrente, è chiaro che qui emergono gli Assessorati, gli Assessori che funzionano meglio e quelli che funzionano peggio. Possono esserci motivi specifici da evidenziare, ma quando si vedono alcune situazioni - adesso l'Assessora Pentenero è impegnata al telefono - in cui lo stanziamento finale del lavoro è di 120 milioni e 960 mila e gli impegni ammontano a 37 milioni, o era sbagliato lo stanziamento, o non ha funzionato la Direzione per gli impegni, o c'era una partita fasulla, oppure - che può essere anche la ragione - noi non capiamo. Quindi, merita un chiarimento, perché un eccesso di scostamento tra stanziamento e impegno è motivo di inefficienza, almeno come prima conclusione, certamente sommaria, dati i valori di riferimento.
La stessa cosa la possiamo trovare sulla formazione professionale, con 242 milioni di stanziamento finale e 122 di impegno, che significa un impegno del 50% rispetto allo stanziamento, salvo - permettetemi di dirlo una grande abilità, l'abilità del Vicepresidente Reschigna di avere tappato le bocche dando gli stanziamenti senza aver poi autorizzato gli impegni.
Questa è una tecnica che i cattivi Assessori al bilancio - "cattivi" nel senso di essere proprio cattivi e truci Assessori al bilancio, come il Vicepresidente Reschigna - utilizzano anche, non c'è dubbio, nel senso che riescono a tacitare i loro colleghi, i Consiglieri, il Consiglio e l'opinione pubblica con lo stanziamento finale, poi, però, non cedono sull'autorizzazione all'impegno, pertanto si va al 50% come nel caso della formazione professionale.
Altri sono gli elementi che si possono indicare e che meritano spiegazioni; poi, in alcuni casi - vorrei essere chiaro - sono anche solo i cofinanziamenti che vengono slittati, che si prevedeva che ci fossero, e qui, probabilmente, anticipo la risposta che ci darà il Vicepresidente.
Cioè, la previsione era la copertura del cofinanziamento dei fondi strutturali dell'FSE, nel caso degli esempi che ho citato, che slitta da un anno all'altro determinando questi valori. Però, è giusto verificare bene perché altrettante situazioni di impegno al 50% rispetto allo stanziamento le troviamo sullo sport, sia pure di entità non elevata (da sei milioni a tre milioni), o su altri ancora, ad esempio, caccia e pesca (da un milione e 389 mila). O stata sbagliata la previsione al momento del bilancio iniziale o c'è qualcosa che non quadra.
Forse - non vorrei essere frainteso - più giustificati sono gli scostamento del Titolo II, perché la situazione di difficoltà complessiva non aiutata anche da un disegno chiaro da parte del Governo nazionale questo va a giustificazione e a sollievo del Presidente Chiamparino e della sua Giunta - ha portato, probabilmente, su alcuni settori (ad esempio difesa della salute e strutture) ad avere qualche slittamento.
Probabilmente è avvenuto dove, rispetto ad una previsione di 228 milioni, ne vediamo impegnati solamente 39; forse il Presidente pensava di chiudere la partita della Città della Salute prima, nel corso del 2015, e ciò non è avvenuto, ma, certamente, questi sono indicatori non positivi per un'Amministrazione. Sono indicatori che devono fare riflettere, che possono essere motivo di voto contrario dell'opposizione, ma devono fare riflettere e far svolgere un'analisi completa alla maggioranza, in particolare alla Giunta, perché da questo emerge la capacità di essere efficienti tecnicamente, puntualmente, ma anche efficaci nella propria politica e svolgere quella che è la propria azione politica, piaccia o non piaccia a quelli dell'opposizione.
Al Titolo II si vedono un miliardo e 129 milioni di euro come stanziamento finale (226 milioni l'impegnato e 103 milioni il pagato); se sul pagato il Vicepresidente Reschigna può dire "non c'era cassa in quel momento", onestamente io devo dire che sul Titolo II, sovente, si paga sugli stati di avanzamento delle opere e - di conseguenza - non sempre la colpa ricade sulla Regione o sulla struttura regionale, ma sull'esterno.
Certamente, il totale dei numeri (un miliardo 129 milioni e 226 milioni) fa abbastanza pensare.
Se vogliamo, l'operazione complessiva è positiva, così come la questione residui. La questione residui bisognerà poi vederla più in generale sul 2016, e - quindi - con la verifica dei residui fatta quest'anno, di cui abbiamo avuto conoscenza e che abbiamo già illustrato.
E' chiaro che nel 2015, politicamente, in Aula si è detto tanto: che si sono accumulati tanti residui negli anni precedenti, e così via. Ma, nel solo 2015, l'importo dei residui è tre miliardi 118 milioni. Non dico che altri avrebbero fatto diversamente, probabilmente ho fatto la stessa cosa sul 2015, però è certo che, rispetto ai due miliardi e 700 milioni del complesso dei residui precedenti (dei residui da residui), quindi degli esercizi precedenti, non è una cifra enorme.
Per concludere, ritengo davvero che il rendiconto possa permettere di svolgere alcune riflessioni: prima di tutto alla Giunta, su quelli che sono i settori che non funzionano, ma anche a noi, politicamente, come opposizione, nel dire che probabilmente si sono perse anche occasioni di azione su alcuni settori nevralgici di questa Regione. Questo è dovuto, in alcuni casi, all'inerzia e noi, naturalmente, riteniamo anche all'incapacità della Giunta regionale di rispondere alle esigenze che il territorio piemontese ha e può avere.
Oltre ad un'azione normativa, che - invece - potrebbe non avere riflessi nell'immediato sul bilancio regionale, ma nel medio e lungo periodo, ritengo sia fondamentale la necessità di cambiare il modello di questa Regione (non mi stuferò di dirlo), il modello organizzativo e di azione sul territorio, proprio per dare un grande contributo alla crescita.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Non ripeto alcune considerazioni già avanzate dal Consigliere Pichetto.
Non possiamo, però, esimerci dal sottolineare che continua la cattiva pratica (e nel rendiconto emerge bene) per cui si sono accertate delle entrate che si sono poi rivelate inesigibili e si sono addirittura finanziate spese senza copertura finanziaria.
Quello che è avvenuto in seguito, tecnicamente (lo sappiamo tutti), è stato il Piano triennale tecnico, ma la Regione si troverà a finanziare con entrate possibili, future, spese già sostenute, e - ribadisco - lo si evince chiaramente da questo rendiconto, la cui relativa copertura finanziaria era debolissima, se non inesistente.
Pertanto, è assolutamente necessaria una chiarezza maggiore anche sul bilancio e io credo che questa città - Torino - e nella fattispecie il nostro Consiglio regionale (lo chiedo a tutti i colleghi, lo chiedo per il rispetto dei cittadini, lo chiedo dall'inizio della legislatura), non possa esimersi da un confronto serio e sano su quello che avvenne durante la Giunta Bresso, in merito ai derivati. E' una parte oscura della nostra storia piemontese, sulla quale noi non possiamo continuare a tacere.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà decisamente più breve, perché più o meno vale il ragionamento fatto nel precedente intervento (le considerazioni generali).
Mi preme fare una considerazione proprio sul tema dei derivati.
Innanzitutto chiederei che, di volta in volta, sulle varie tematiche di bilancio, ci venissero presentate le relazioni sulla finanza derivata allo stesso modo, perché ogni volta le tabelle sono fatte in modo diverso presentate in modo diverso e ripartite nel documento in modo diverso. Per carità, i numeri ci sono, però per fare un raffronto bisogna mettere insieme i pezzi.
La cosa che mi preme sottolineare - ma solo perché l'intervento del relatore di maggioranza è stato un po' tendente alle prodigiose e progressive sorti del nostro bilancio - è come, in effetti, questa situazione in particolare sia poco sotto controllo, perché così, ad occhio confrontando le tabelle, emerge che nella previsione che si era fatta sui costi, sulla rata complessiva di quello che ci costano i derivati (il miliardo e 800 milioni che va in peggioramento e di cui non abbiamo ancora restituito neanche un centesimo, peraltro, ma c'è tutto un meccanismo particolare di accantonamenti) si prevedeva un rata complessiva di 88 milioni e rotti.
Oggi, nella tabella del rendiconto vediamo che questa rata è lievitata a 93 milioni e rotti, quindi ci sono cinque milioni di differenza e non ci sono le dinamiche relative, nel senso che mentre l'anno scorso vedevamo la proiezione sugli anni successivi, quindi - ad esempio - mentre per il 2015 si prevedevano 88 milioni e 800, per il 2016 si prevedevano 83 milioni e 700 circa, per il 2017 non vediamo più le proiezioni, e questo un po' ci fa temere, perché ci si rende conto che evidentemente c'è poco controllo su questa situazione.
Questo è uno degli elementi importanti. Siamo andati a fare provvedimenti come negoziare con Cassa Depositi e Prestiti il fatto di poter pagare solo la quota capitale dei prestiti dovuti, per raggranellare qualche milione e qua, da un anno all'altro, passando dall'assestamento al rendiconto, dobbiamo pagare per un'operazione sventurata, fatta dalla Presidente Bresso, di finanza creativa, un peggioramento dei conti di cinque milioni di euro. Cosa che, nella proiezione che c'era già l'anno scorso, era data in previsione già peggiorativa di impennata dei costi della situazione della gestione dei derivati, che andrà a concretizzarsi, o meglio a mostrare le sue parti peggiori, proprio a partire dalla prossima legislatura e quindi dal 2020 in avanti.
Questo è uno degli elementi. Non è che vogliamo fare il Bartali della situazione ("è tutto sbagliato, tutto da rifare"). Se c'è una cosa che io ho detto è che riconosco finalmente a questa legislatura uno sforzo nel tentativo di affrontare la questione del bilancio in maniera concreta e trasparente. Ho sempre detto che uno degli Assessori che apprezzo di più è proprio l'Assessore Reschigna, anche per la sua capacità di raccontare e spiegare chiaramente quali sono le problematiche dei nostri bilanci. Quello che, però, voglio sottolineare è che dall'aver posto mano al problema in maniera seria all'avere effettivamente risolto alcune questioni, ne passa ancora, perché noi oggi abbiamo quello che io chiamo "il giochino del mago Silvan" della gestione commissariale, che ci permette di far sparire qualche centinaio di milioni dalla passività, ma quei soldi sono soldi che da qualche parte la Regione restituirà. Certo che non li vedo come passivo strutturale, ma li vedo come allocazioni che dovranno andare a coprire quelle cose lì.
Sono questioni che fanno sì che il discorso dovrebbe spostarsi dal dire "abbiamo messo sotto controllo la situazione", al come facciamo a far sì che nei prossimi anni la Regione effettivamente possa avere le capacità di finanziare le politiche che deve mettere in atto. Posso anche pensare che voi, effettivamente, abbiate una strategia, anche se ho qualche dubbio in materia, perché già quando avete fatto il programma per le elezioni c'era ben poco, ma posso immaginare che ci stiate provando, ma da lì a dire da questo bilancio tireremo fuori delle risorse effettive per realizzare delle strategie con un respiro ampio.
Ricordatevi che il debito e il massacro economico hanno un respiro amplissimo. L'abbiamo spostato a dieci-venti-trent'anni, dobbiamo avere delle strategie altrettanto ampie, con obiettivi chiari, che ad oggi non ci sono.
L'esempio dei derivati è il più calzante per dirci che sederci con compiacenza sul fatto che quest'anno riusciamo a fare un bilancio che quadra e a spostare la questione dei tagli di spesa e degli aumenti di entrata, quindi di imposizione fiscale, al 2019, in realtà, secondo me, è una strategia di corto respiro, perché non stiamo affrontando le questioni strutturali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non intendevo intervenire nella relazione sul rendiconto di bilancio un po' tecnica e un po' asettica, invece volevo intervenire sulla discussione generale. Rispondo sia al relatore di maggioranza che ai colleghi che sono intervenuti.
Se è vero che nell'analisi del rendiconto c'è un bilancio di gestione di competenza, che passa, dal 2014, da meno 959, al 2015 più 805,998 bisogna anche domandarci come si è arrivati a questo risultato per quanto riguarda il bilancio di gestione. Bisogna, come ha giustamente detto il Consigliere Pichetto, evidenziare quelli che sono stati le riduzioni, i tagli o, meglio, gli scostamenti tra gli stanziamenti finali che noi abbiamo visto nei documenti che siamo andati ad approvare e gli impegni realmente presi. Senza vedere ulteriori scostamenti che sono i pagamenti reali di competenza che, magari, soprattutto sugli investimenti, un po' meno sulla spesa corrente, travalicano l'anno e quindi ci auguriamo che vengano saldati immediatamente, altrimenti facciamo il gioco delle tre carte.
Abbiamo mandato in ricognizione straordinaria una serie di miliardi e di residui (circa due miliardi, non mi ricordo la cifra esatta), poi creiamo nuovi residui, soprattutto passivi. Gli attivi si creano automaticamente perché ci sono dei ritardi di trasferimenti dallo Stato ritardi dai trasferimenti dall'Europa, ritardi del pagamento di tasse e tributi propri. Sui residui passivi, invece, bisognerebbe cercare di essere più rapidi nei pagamenti. Rimaniamo più sullo scostamento tra stanziamenti finali e impegni.
Se nel Titolo I c'è uno scostamento di un miliardo e mezzo, da 11 miliardi e 600 di stanziamenti finali a dieci miliardi e 100 di impegni forse si può dire se erano veramente sovrastimati gli impegni del Titolo I quindi la spesa corrente.
Sul Titolo II lo scostamento, come ha ricordato bene il Consigliere Pichetto, è un po' più problematico, ci pone delle domande. Noi sappiamo che su un miliardo e 129 ben 751 sono fondi europei statali. "Solo" 377 quindi un po' più di un terzo, sono dei fondi regionali. Ci chiediamo, nel collasso degli impegni, della spesa negli investimenti da un miliardo 129 a 226, se sarebbe utile avere un quadro di cosa ne è stato. Sono, come immaginiamo, i fondi europei che non sono partiti? Il Consigliere Campo, che in maniera diretta dice le cose come stanno per una realtà dei fatti, segnalava questo problema. Una serie di misure tra cui i fondi europei, che siano FSE, che siano FESR, che siano PSR, che "cubano" molto sugli investimenti, quindi la nuova programmazione non è sostanzialmente partita, è al palo. Prova ne è che da un miliardo e 129 siamo crollati a 226.
Non abbiamo nella tabella la suddivisione negli impegni tra risorse regionali e risorse europee o statali, ma evidentemente se un terzo erano regionali e due terzi erano europei statali, nel collasso di 800 milioni di euro degli investimenti, immagino che ci saranno due terzi di statali europei e un terzo di regionale. La domanda è? Ci sono delle risorse che abbiamo perso nel frattempo di fondi statali ed europei, visto che oggi abbiamo fatto un dibattito su il rischio di perdere fondi statali SC, ex FAS? E' vero, in parte c'è stata una riduzione anche nei trasferimenti, ma in parte c'è stato un non utilizzo. La Regione è inadempiente su questo.
Ci sono i termini per recuperare, probabilmente la programmazione 2014 2020 - siamo già al 2017, perché essendo a settembre siamo al 2017 - ma poi dobbiamo correre e quando si corre nella programmazione si finisce - l'ho imparato dai colleghi e dai funzionari nei vari dibattiti nelle Commissioni e dall'esperienza personale analizzando i dati - per dare i soldi a pioggia. E' vero che l'Europa un po' lo impedisce, ma quando si arriva all'ultimo anno, per non entrare nella classifica delle maglie nere delle Regioni che non utilizzano i fondi strutturali, magari li diamo anche con minori controlli, anche in cose meno utili, con meno programmazione cercando, come diceva il Consigliere Campo, di avere delle idee, delle linee guida, per scegliere dei settori da far crescere con risorse pubbliche, quindi un sostegno con i fondi strutturali. Altrimenti si fa di tutto un po' e non si ottengono ricadute sotto il profilo della crescita del PIL, che poi serve in questo mondo in cui siamo totalmente dipendenti dai dati meramente finanziari, ma serve soprattutto per creare posti di lavoro che sono fondamentali e importanti perché senza misure come le misure del sostegno al reddito.
E' una forma in sedicesimi, mi si permetta un po' il termine, ma mi sembra il tentativo di scimmiottare - non tanto riuscito - le proposte non solo del Movimento 5 Stelle, ma di altre forze politiche, forze sociali popolari e quant'altro, cioè di introdurre un reddito di dignità, un reddito di cittadinanza, un sostegno all'inclusione attiva delle persone.
Da questo punto di vista, c'è una discrepanza notevole che in un rendiconto poi si finisce per non analizzare. Si dice "votiamo il rendiconto", la maggioranza vota sì, l'opposizione no, ma non si fa quel momento di approfondimento di come è andato il bilancio dell'anno precedente che sarebbe molto utile, in fase propedeutica, al nuovo bilancio che stiamo per andare a fare. Dove abbiamo disinvestito, nel 2015, in una serie di voci e di capitoli. Magari nel 2016 bisognerebbe andare a reinvestire per compensare un po' il fatto che nel 2015 abbiamo ridotto che sia una spesa corrente o che siano investimenti, oppure fare una scelta politica. Dire che un filone non lo sosteniamo più e continuiamo il definanziamento nell'anno in corso è una scelta che nel bilancio di assestamento dovremmo fare, avendo ben chiaro quello che è il quadro del 2015 suddiviso per settori di intervento, quindi missioni di programmi e poi settori di intervento, ma anche per le singole voci, che per noi sono quelle più importanti.
Per queste motivazioni, per quello detto, per una discrepanza tra il bilancio che abbiamo votato - che è vero, era sovrastimato, noi criticavamo la sovrastima da un certo punto di vista - più la mancanza di condivisione nelle scelte che sono state effettuate, il nostro voto sul rendiconto non potrà essere favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Reschigna, per la replica.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Velocemente, quattro considerazioni.
Anzitutto, come si diceva ieri, molte volte noi dedichiamo molto tempo alla discussione sulla legge di bilancio e poco al rendiconto. In effetti il rendiconto è lo strumento da cui si colgono la capacità, le difficoltà i problemi che un'Amministrazione ha avuto durante un esercizio, al fine del raggiungimento dei suoi obiettivi.
Da questo rendiconto che cosa viene fuori? Anzitutto - lo dico così - la sovrastima delle entrate rispetto agli accertamenti finali. Lo dico apertamente, lo sappiamo e voglio ricordarlo al Consiglio: a metà del 2015 abbiamo fatto una sovrastima di 350 milioni di euro di entrate per dare provvisoria copertura a debiti fuori bilancio pregressi che poi abbiamo trasferito alla gestione commissariale. E' chiaro che questo, alla fine dell'anno, ci mette in evidenza inevitabilmente, in sede di rendiconto, che vi sono entrate minori rispetto a quelle che avevamo accertate. Questo lo avevo dichiarato apertamente in Consiglio regionale e le due voci erano "recupero sull'evasione bollo auto" e "bollo auto", come elementi consistenti.
Poi, da questo rendiconto c'è una condizione più tranquilla - non dico a posto, ma più tranquilla - relativamente alla capacità sulla competenza della Regione nei prossimi tre anni.
L'ha detto il Consigliere Appiano: per noi è un grosso risultato perché voglio ricordare che all'inizio della legislatura ragionavamo su un arco temporale di un anno. Vengono fuori, però, due problemi, che in parte sono stati individuati nei vostri interventi e che io condivido.
Da questo rendiconto viene fuori che noi, come Regione complessivamente, fatichiamo sulla spesa per l'investimento. Sulla spesa corrente c'è un'abitudine consolidata sotto questo profilo, ma sulla spesa per l'investimento facciamo fatica. Non è un problema nuovo per la Regione Piemonte, ne abbiamo anche ragionato nei giorni scorsi in Giunta: è uno degli obiettivi che vogliamo migliorare, anche perché sulla nostra capacità di destinare risorse sugli investimenti passa anche il contributo che la Regione Piemonte dà in questo momento di difficoltà economica.
Il terzo problema che viene fuori da questo rendiconto, come ho detto ieri in I Commissione, illustrando l'assestamento di bilancio, è che abbiamo un problema ancora più grosso che non riguarda la sanità: avere un miliardo e mezzo di residui passivi sulla sanità provoca 100 giorni di ritardo nei pagamenti, perché a fronte di otto miliardi di trasferimenti annualmente dalla Regione alle Aziende Sanitarie, con un miliardo e mezzo di residui passivi, questo è il delta. Però, noi oggi abbiamo un problema che stiamo cercando di affrontare proprio in previsione della legge di bilancio del 2017, relativo alla difficoltà di cassa, perché coprire il disavanzo in dieci anni e in trent'anni mette la Regione Piemonte nelle condizioni di poter costruire delle politiche di contenimento della spesa di utilizzo di avanzi per dare coperture alle quote di disavanzo.
Questo ci mette al riparo sulla spesa per competenza, però è chiaro che avere un disavanzo di tre miliardi di euro significa avere in giro per il Piemonte qualche decina di migliaia di creditori che vantano complessivamente crediti nei confronti della Regione Piemonte per tre miliardi; queste persone non stanno ad aspettare né dieci anni e neanche 30! Allora, come accorciare questa difficoltà? Ne parleremo oggi pomeriggio, perché c'è un'interrogazione.
Ricordo che le difficoltà più grosse non sono sulla sanità e sui trasporti nel loro complesso, ma riguardano il pagamento di investimenti su opere pubbliche realizzate dai Comuni, i pagamenti relativi alle coesione sociale e, solo parzialmente, la cultura. Queste sono le tre emergenze che stiamo cercando di affrontare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Per il verbale, hanno votato "no" i colleghi Mighetti e Ruffino.
Invito i colleghi interessati a recarsi in Sala al primo piano, per l'audizione dei dipendenti del Residence Luciani Srl e anche dei dipendenti di Eurofidi, su richiesta del Consigliere Bono. E' arrivata la delegazione dei dipendenti di Eurofidi.
Al termina della prima audizione, iniziamo subito l'altra, in coda.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.56)



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