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Dettaglio seduta n.170 del 06/09/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1155 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Sospensione del servizio ferroviario tra Bardonecchia e Modane"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori odierni del Consiglio dopo la pausa estiva con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1155 presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto "Sospensione del servizio ferroviario tra Bardonecchia e Modane".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente e buongiorno, Assessore.
Parliamo del servizio ferroviario tra Bardonecchia e Modane, quindi della tratta che va a collegare il nostro Stato con la Francia attraversando la Val di Susa; in particolare, l'interrogazione riguarda la tratta tra Bardonecchia e Modane. Questo servizio viene effettuato sull'infrastruttura del Frejus ed è gestito da RFI per quanto riguarda la tratta italiana e da RFF nel tratto francese fino a Modane.
Attualmente il servizio ferroviario passeggeri tra Bardonecchia e Modane viene effettuato unicamente da tre coppie di treni TGV al giorno che - colgo l'occasione per sottolinearlo - passano sulla linea storica senza alcun tipo di problema. Invece, il servizio ferroviario regionale quindi quello che un tempo veniva utilizzato dai pendolari e dunque con i treni che venivano indicati, arrivando a Porta Nuova, con destinazione Modane (Torino-Modane) - attualmente è sostituito da un servizio di autobus, che impiega automezzi da 19 posti privi di bagagliaio e posti per disabili.
Abbiamo visto in Commissione un piano presentato dall'Assessore relativo al servizio intermodale bici-treno, che includeva anche la tratta tra Bardonecchia e Modane. Diciamo quindi che è nata spontanea la domanda: com'è possibile, non essendoci più un treno che va a coprire questa tratta che si possa prevedere addirittura un servizio intermodale bici-treno? Il collegamento tra Italia e Francia che passa attraverso Bardonecchia rischia di essere definitivamente soppresso, anche in considerazione del fatto che si sta lavorando per il tunnel di base che andrà quindi ad escludere l'Alta Valle dal servizio ferroviario disponibile, portando ovviamente disagi a tutti i pendolari di quei Comuni.
Chiediamo dunque all'Assessore chiarimenti in merito alla sospensione del servizio ferroviario, sostituito per l'appunto con quello automobilistico. Ricordiamo, tra l'altro, che recentemente questo problema è stato portato anche all'attenzione di tutto il pubblico italiano sul piccolo schermo dalla trasmissione purtroppo sospesa - e pare definitivamente cancellata - "Scala Mercalli", nella quale il conduttore per l'appunto, faceva vedere come ogni pendolare dovesse scendere a Bardonecchia, salire su un pullman e in questo modo, dopo un viaggio piuttosto avventuroso, attraversare il confine.
Chiediamo quindi anche se sia possibile prevedere una riattivazione del servizio ferroviario per supportare i pendolari che sicuramente hanno tutto il diritto di avere un trasporto pubblico efficiente e comodo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera, io la ringrazio: mi aveva già sollecitato su questo tema in Commissione e devo dire che non avevo ancora approfondito la questione e che ancora oggi - visto che arriviamo dal periodo feriale appena concluso e non ancora per tutti terminato - non ho avuto modo di approfondirla con gli Uffici e con RFI; mi impegno però davvero formalmente a farlo, perché è evidente che questa questione necessita di essere studiata a fondo per trovare una soluzione dignitosa.
Per intanto, il servizio è garantito - certo, con un'efficienza ridotta da quattro coppie di bus: il tratto tra Bardonecchia e Modane è coperto appunto, attraverso queste quattro coppie. Lei sa certamente che precedentemente il servizio ferroviario era parimenti garantito solo da quattro coppie. Da questo punto di vista, quindi, non c'è differenza; poi ovviamente, c'è una differenza di efficienza del percorso.
Mi dicono che la motivazione per cui il servizio regionale passeggeri venne sospeso era sostanzialmente legata ad interventi effettuati sul tunnel storico - e a quanto pare non ancora conclusi - che hanno in qualche modo ridotto le potenzialità della tratta, specialmente laddove ci sia una contemporaneità di traffico tra quello merci e quello passeggeri. A quanto pare, tra l'altro, sulla tratta passa anche con una certa frequenza del carico merci di materiale pericoloso. Queste sono le motivazioni che avrebbero portato a questa limitazione, che effettivamente rappresenta una questione da approfondire e da chiarire.
Mi si dice anche che c'è anche un problema di omologazione del materiale rotabile italiano sulla tratta francese. Questa sarebbe una questione che rimarrebbe da chiarire e da definire, dopo l'evoluzione delle due Agenzie che, a quanto pare, non si parlano sufficientemente. Ma anche su questo mi riservo di approfondire il tema.
Rimane poi evidentemente anche l'aspetto finanziario, perché è chiaro che la tratta ferroviaria costa di più del servizio automobilistico e quindi ovviamente si tratterebbe di individuare le risorse, cosa che per potremmo fare.
Mi riservo di mandarle una risposta scritta più dettagliata, se per lei è sufficiente.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1114 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Costi di promozione della manifestazione pubblica del 10 giugno, indetta da 5 delle 7 Associazioni Venatorie previste dalla legge 157/92"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1114, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Monaco; prego.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce da un'esigenza e da un'istanza molto calda e in questo periodo nel cuore dei cittadini, quella della trasparenza e della correttezza di come vengono spesi i soldi pubblici.
Ebbene, quando a giugno si è svolta la manifestazione di alcune associazioni venatorie, che protestavano rispetto alle azioni della Giunta ritenute dal loro punto di vista improprie, ci è apparsa l'inopportunità che una parte dei soldi utilizzati per l'organizzazione di questa manifestazione non fossero usciti esclusivamente dalle tasche delle associazioni organizzatrici (che, evidentemente, sono degli enti privati) ma che in qualche modo fossero stato impegnato ed erogato denaro delle ATC e dei Comparti alpini, che sono degli organismi di diritto privato, ma di fatto pubblici e finanziati con denaro pubblico, peraltro regionale.
A me risulta addirittura che ci sia stato un giro di sms con telefoni in dotazione alle suddette strutture, con i quali si convocavano le persone e si invitava perfino a finanziare degli autobus o altro. Questo è denaro pubblico! Credo che per organizzare un evento o una manifestazione libera e ognuno di noi correttamente può fare tutto quello che ritiene opportuno nei limiti prescritti dalla legge - si debba operare con denaro proprio e non con le casse dei cittadini.
Ritengo ci possa essere una confusione nata in alcune di queste organizzazioni, per cui ascolterò con molta attenzione la risposta dell'Assessore; ma lo sollecito fin d'ora a stringere sul documento legislativo che regolerà quel vuoto che abbiamo nelle nostre norme, tanto da affidarci alla legge nazionale n. 157 nell'ambito dell'attività venatoria, e che sia stringente l'argomento della gestione della governance, dove probabilmente qualche problema ci potrebbe essere.
Non escludo eventuali successivi quesiti da sottoporre all'Assessore sempre in ordine a questo, perché potrebbe capitare che se oggi una telefonata la facciamo dall'Ente pubblico per azioni private, domani ci potremmo anche far pagare un affitto per un'Associazione che se lo dovrebbe pagare con denaro proprio.
Chiedo scusa e chiudo su questo tema. Il problema nasce, secondo me, da una confusione che alcuni hanno. Io voglio sperare che, se è successo, sia accaduto in buona fede; diversamente chiedo che siano fatte tutte le azioni necessarie, perché potrebbe esserci anche non buona fede a occultare nei bilanci delle ATC i costi che sono stati sostenuti. Ma credo che vada chiarito un tema: i signori che gestiscono le ATC e i Comparti alpini non gestiscono i soldi dei cacciatori, bensì gestiscono i soldi per la gestione del territorio, dove ci sono i soldi dei cacciatori e anche i soldi degli Enti superiori, quale la Regione stessa.
Chiedo scusa se ho rubato 40 secondi di tempo in più, ma credo che questo sia un aspetto che vada chiarito con le associazioni venatorie e soprattutto con chi fa la governance di questi Enti, dove negli ultimi anni anni precedenti a noi - evidentemente qualcosa non ha funzionato o hanno dato una cattiva interpretazione della gestione della cosa pubblica.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie Presidente. Ringrazio anche il Consigliere Monaco per averci dato l'occasione per fare questa verifica.
Approfitto di qualche secondo per aggiornarvi sulla situazione dei rinnovi. Noi abbiamo provveduto a fare una proposta di rinnovo in cui è prevista anche una diminuzione dei Consigli di amministrazione per aggregazione, passando da 38 a 20. Oltre ad avere incontrato i soggetti che fanno parte dei Consigli di amministrazione, abbiamo voluto fare anche un passaggio con gli Enti provinciali e della Città metropolitana e il 3 di settembre è scaduto il mese abbondante di tempo che abbiamo fornito per formularci, a saldi invariati, proposte che potevano essere diverse da quelle che noi abbiamo messo in campo. Quindi a breve provvederemo, con una delibera, a dare le linee guida agli Enti provinciali per andare a rinnovo vi posso già anticipare che includerà anche il dimezzamento del numero dei Consiglieri di amministrazione, oltre che dei Consigli di amministrazione.
Riguardo all'interrogazione in questione, ricordo che tali associazioni sono enti privati che hanno finalità pubbliche. Ricordo anche che noi eroghiamo circa un milione di euro l'anno per il funzionamento di questi soggetti, per i fini istituzionali, e una cifra variabile - nel 2014 è stata di 2,5 milioni di euro, credo che adesso siamo arrivati a un milione in meno rispetto a quella cifra - per il pagamento dei danni causati da animali selvatici all'agricoltura.
Invece, per quanto riguarda l'oggetto dell'interrogazione, abbiamo provveduto a chiedere agli enti se avevano sostenuto queste spese. Per la verità, un soggetto (il Comprensorio Alpino Torino 5) l'8 giugno ci faceva pervenire una nota in cui diceva di aver sostenuto per la manifestazione una spesa di 320 euro per noleggiare un autobus. Naturalmente la questione non è così limpida sul fatto che il bilancio è uno, ma in realtà vi sono spese a fini istituzionali e alcuni penserebbero di annoverare invece altre situazioni che, come dire, ricadono in una natura privatistica del soggetto essendo un ente privato. Tuttavia noi abbiamo inserito questo elemento anche fra quelli che si ricercano nel momento in cui il Settore va a fare le verifiche puntuali sui bilanci degli enti.
Lascio agli atti la risposta scritta per il Consigliere Monaco.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1187 presentata dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Autorizzazione all'utilizzo di mezzi aerei per l'esecuzione dei trattamenti fitosanitari classificati come irritanti e pericolosi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1187.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è relativa a una situazione che si verifica da alcuni anni sul suolo della Regione Piemonte e riguarda l'utilizzo di mezzi aerei per alcuni trattamenti fitosanitari sulla vite. In passato, questi trattamenti aerei con l'elicottero venivano fatti con maggiore frequenza in seguito, sono stati progressivamente abbandonati e poi, con la Direttiva 2009/128 CE, tali trattamenti sono stati vietati, salvo eccezioni particolari. Queste eccezioni particolari riguardano la non presenza di alternative all'utilizzo del mezzo aereo e la non interferenza con zone abitate. Perché? Perché se da una parte i prodotti utilizzati - prodotti fitosanitari che devono essere sparsi sui vigneti - sono semplicemente rame e zolfo, quindi prodotti da sempre utilizzati nella viticoltura, dall'altra parte abbiamo per buona metà del prodotto che viene irrorato sulle viti dei coformulanti, che in genere sono metalli pesanti che aiutano il prodotto a cadere dove viene lanciato e a evitare fenomeni di deriva.
La problematica è semplicemente questa: i fenomeni di deriva non possono essere del tutto esclusi e in più questi metalli non sono propriamente una manna dal cielo. Per questo si è scelto di vietare questi trattamenti e di farli solo in casi strettamente necessari.
Dal 2013, anno in cui la normativa è stata recepita a livello italiano sono state fatte alcune delibere in Regione Piemonte e in altre Regioni per permettere questi trattamenti. Dapprima c'erano altre Regioni che con noi avevano fatto questa sorta di deroghe attraverso delibera, tra lui cui la Lombardia e il Veneto, ma attualmente rimaniamo soli in questa politica derogatoria. In pratica, solo la Regione Piemonte permette questi trattamenti e su una piccolissima parte di territorio corrispondente a un consorzio che effettua tali trattamenti nella zona tra la provincia di Asti e Cuneo. Per questo chiediamo all'Assessore quale sia l'intenzione nel prossimo futuro, visto che siamo rimasti veramente gli ultimi a effettuare questo tipo di trattamenti, che fondamentalmente sono vietati e non dovrebbero essere reiterati sempre nel tempo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie Presidente; grazie, Consigliere Mighetti.
Sulla questione, ha già detto praticamente molto il collega Mighetti durante l'esposizione dell'interrogazione. Di fatto, questo è l'unico Eliconsorzio ancora presente (consorzio tra produttori per i trattamenti) e include una piccola area tra l'Astigiano e il Cuneese (la sede è a Calosso).
Per dare solo due numeri, rispetto ai 40.000 ettari circa della viticoltura piemontese, stiamo parlando di 159 ettari, con 114 associati: vuol dire che la media è qualche virgola in più di un ettaro per associato.
Questo ci fa capire che le persone che conoscono quella realtà collinare (che, a volte, ha anche forti pendenze) sono per lo più soci di questo Eliconsorzio, persone anziane che magari gestiscono fondi dove sarebbe alquanto difficile fare trattamenti con altri sistemi, che includerebbe magari una meccanizzazione che l'estensione media dei consorziati non si può permettere, quindi hanno questa deroga.
Ricordo, però, che i trattamenti antiparassitari utilizzati con i mezzi aerei sono gli stessi consentiti in agricoltura biologica: stiamo parlando di formulati a base di rame, poltiglia bordolese in genere e zolfo bagnabile; non si tratta di prodotti sistemici, di citotropici o cose del genere.
Questa è un po' la situazione, per cui occorrerà compiere un'analisi più approfondita per vedere se ci sono soluzioni alternative.
Personalmente, ritengo che, rispettate tutte le condizioni con cui si effettua un trattamento aereo (cioè, in assenza di vento e di condizioni che possano consentire fenomeni di deriva) e considerati i prodotti che si utilizzano, non sia più impattante di altre situazioni in cui i mezzi trasportati hanno anche potenzialità, se non usati bene, di deriva e dove si utilizzano prodotti che possono anche essere più dannosi che non quelli aerei, se usati nel rispetto delle norme.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1170 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Istituto Musicale Giorgio Balmas Città di Rivoli"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1170, presentata dal Consigliere Monaco, che ha diritto di replica.
La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
L'Istituto Musicale Giorgio Balmas Città di Rivoli, su cui verte quest'interrogazione, ha la forma giuridica dell'istituzione comunale, che ai sensi del Testo Unico sugli Enti locali - non ha una personalità giuridica propria, ma è di fatto parte dell'Amministrazione comunale di Rivoli, pur avendo un proprio Statuto, un proprio Consiglio di amministrazione, ma un bilancio ricompreso nel bilancio comunale.
In materia di corsi degli Istituti Musicali è vigente la legge n.
49/1991, riformata e ammodernata dall'articolo 4 della recentissima legge regionale n. 16 del 29 luglio 2016. Il Titolo II della legge n. 49/1991 riservato alla formazione musicale superiore, oggi "pre-accademica", degli Istituti Musicali comunali e privati - anche nel testo modificato dalla l.r. n. 16/2016 non detta alcuna disposizione circa le modalità di reclutamento, i titoli di studio e i requisiti di esperienza richiesti agli insegnanti di tali scuole. La ragione dell'assenza di disposizioni in materia è duplice.
In primo luogo, il legislatore regionale ha ritenuto di rispettare sia l'autonomia dei Comuni che hanno istituito al loro interno un Istituto Musicale Civico, sia la libera iniziativa dei cittadini che hanno costituito un Istituto Musicale in forma di associazione non lucrativa lasciando ad essi la scelta di definire i criteri di reclutamento del personale docente mediante lo statuto o il regolamento generale dell'Istituto, oppure mediante uno specifico regolamento.
La riconosciuta autonomia nella definizione dei criteri di reclutamento dei docenti favorisce, infatti, il consolidamento e il successo sul territorio di quegli Istituti Musicali che richiedono agli aspiranti docenti titoli di studio, requisiti di esperienza, audizioni e test di selezione adeguati a garantire la qualità di un insegnamento a livello pre accademico, finalizzato all'accesso ai corsi a carattere universitario dei Conservatori di Musica.
La stessa autonomia di scelta penalizza invece quelle Scuole Musicali che richiedono ai docenti titoli e requisiti inadeguati ad un insegnamento a carattere pre-accademico, per cui non viene richiesto il possesso del Diploma o Diploma Accademico di Conservatorio, non vengono richieste, o sono poco rilevanti, le esperienze didattiche o concertistiche o la frequenza di corsi di aggiornamento, non vengono condotti test e audizioni di ammissione. Il fatto che l'Istituto Musicale di Rivoli impieghi un concorso nazionale per selezionare il proprio corpo-docente rappresenta di per sé un fattore distintivo e qualificante, che lo differenzia e lo rende competitivo rispetto alle realtà concorrenti sul territorio, in particolare sotto il profilo della qualità.
C'è una seconda ragione: il rapporto di impiego alle dipendenze degli Enti locali e delle Regioni, essendo stato privatizzato dal decreto legislativo n. 165/2001, è retto dalla disciplina generale dei rapporti di lavoro, che attiene alla competenza esclusiva dello Stato, poiché rientra nelle materie "ordinamento civile" e, in subordine, "coordinamento della finanza pubblica". La competenza legislativa regionale è quindi residuale ed esercitabile nei limiti della legge statale, che prevede in materia di reclutamento delle risorse umane una selezione trasparente, comparativa e basata sul merito, aperta a tutti i cittadini in possesso di requisiti previamente e obiettivamente definiti.
Infine, vorrei ricordare che, come tante leggi dei capitoli della cultura, anche questa non è finanziata; quindi, ovviamente, anche la nostra competenza su questo genere di cose è fortemente inficiata dal mancato finanziamento.
Poi le consegnerò la fotocopia della risposta scritta, perché c'è anche lo schema di quelli che sono stati i contributi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
La parola al Consigliere Monaco per la replica.



MONACO Alfredo

Grazie, Assessora.
Grazie, Presidente.
L'oggetto del quesito non era, evidentemente, una critica all'Istituto o all'organizzazione stessa; è stata una critica, probabilmente, ad una gestione recente relativa a scelte che, poi, si sono rivelate errate da parte dell'Amministrazione. Mi duole doverlo ricordare, forse sarebbe stato più carino dire che il mondo migliora, ma credo che da quasi dieci anni a questa parte si sia in presenza di qualche vulnus e di qualche problemino ricordo un altro Sindaco che è stato veramente e fortemente capo di un'Amministrazione e ha fatto le cose che probabilmente lei ha ricordato.
Cosa succede? Credo che occorrerebbe anche intervenire, e non parlo dell'Istituto, perché il problema è lo spunto della tipologia di organizzazione. Qui un'Amministrazione, con un sistema e un servizio organizzato in un certo modo, improvvisamente ha modificato tutto appellandosi al fatto che il contratto - nel caso di specie, il Co.Co.Co.
non valesse più, quindi bisognava non rifare lo stesso sistema, ma uno diametralmente opposto e assolutamente nuovo.
Per quanto riguarda il discorso di formazione culturale - in questo ricadono tutti gli estremi - laddove si parla di scuole, di istituti, di organizzazioni con una finalità anche in termini di attrattiva didattica quindi immagino di seguire un percorso di studi - dobbiamo intervenire ferma restando l'autonomia gestionale di ogni ente successivo. Lo si deve chiarire in modo inequivocabile, nel senso che non è un problema di finanziamenti che può avere o meno un organismo o un Assessorato o quello di diramare una norma di indirizzo per tutti, perché un aspetto è fare un laboratorio, un'organizzazione, un qualcosa che non rappresenti fisicamente, anche in termini di comunicazione, l'insegnamento; altro è invece, quel che, in un istituto, è una tradizione di insegnamento.
Come giustamente lei, Assessore, ha ricordato molto bene, è motivo di merito aver fatto un bando nazionale, ma motivo di demerito è non avere negli anni, stimolato sufficientemente ad un'adeguata e pari concorrenza. I fatti danno ragione perché questo argomento è stato anche oggetto di interrogazione del Parlamento nazionale e, alla fine, anche la Corte dei Conti ha dato torto all'Amministrazione ricordandole che i contratti Co.Co.Co. così come erano configurati e rappresentati hanno un valore fino alla fine del 2017.
La invito calorosamente, ma eventualmente lo faremo poi come parte consiliare, a suggerire, laddove esistono, delle etichette di indirizzo che ricordino lo studio e l'insegnamento e di precisare norme di qualifica fortemente indicative.
Diversamente è legittimo, e condivido, che chiunque abbia capacità e attitudini non necessariamente deve avere dei titoli accademici per insegnare, ma non dobbiamo, attraverso gli enti pubblici, rappresentare un elemento di "inganno". Prenda benevolmente questa parole, perché se io vado in una scuola, presumo che i miei insegnanti abbiano una laurea nelle materie su cui fanno lezione, che abbiano i titoli di studio adeguati.
Legittimo è che tutti coloro che hanno in mano strumenti, capacità e competenze didattiche possano insegnare anche senza averne i titoli, purch sia chiaro; quindi, o mettiamo in etichetta che si possano fare delle cose oppure bisogna che sia data chiarezza alle etichette di insegnamento.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1081 presentata dai Consiglieri Berutti e Graglia, inerente a "Trasparenze delle attività delle ATC piemontesi. Caso delle ex ATC di Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1081.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
In parte qualche chiarimento l'avevo già ricevuto in Commissione nelle audizioni in cui erano presenti i vari Presidenti e amministratori delle ATC.
Il tutto ruota attorno alle situazioni venutasi a creare antecedentemente rispetto ad Asti ed Alessandria, a tutte le criticità di bilancio che sono emerse in queste due ATC.
Alla luce di questo, la mia interrogazione è votata a chiedere quale azioni si intendono attuare, ma non solo ed esclusivamente nell'orbita di una due diligence dello stato dell'arte delle ATC, ma anche in prospettiva di come si vuole operare in termini di maggiore controllo di tutte le ATC del Piemonte.
Sappiamo tutti che la gestione di queste strutture, attorno a cui ruotano migliaia di persone, dev'essere una garanzia per la Regione soprattutto per non innescare, ogni qual volta ci si mette mano e ogni qual volta vi è un cambio gestionale, un problema e una crisi di bilancio.
La nostra richiesta è se non si ritenga di attivare una revisione straordinaria per tutte le ATC e quali azioni si intendano adottare in merito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere Berutti, anche perché, onestamente, lei ha ricordato che, come ci eravamo impegnati a fare qui in Consiglio dopo un'interrogazione del Consigliere Sozzani, a fine luglio abbiamo dedicato un'intera seduta di Commissione (intorno al 20 luglio, mi sembra di ricordare) con i tre Presidenti e i direttori delle Agenzie, proprio per fare il punto della situazione, alla luce dei dati che avevamo raccolto.
Faccio alcune considerazioni molto brevi, ma c'è anche la risposta scritta, più dettagliata, che le consegno.
E' evidente che come frutto della revisione organizzativa delle ATC con la legge che abbiamo approvato a settembre 2014 si è, nei fatti delineata una linea più interventista, da parte della Regione Piemonte rispetto alla gestione delle Agenzie.
Si veniva da una tradizione sostanzialmente diversa per ragioni diverse, che vedeva le Agenzie quasi come delle entità autonome tra di loro, anche dal punto di vista delle prassi organizzative e delle prassi gestionali. E' evidente che si è avviata una linea diversa, che prevede un intervento più marcato e più diretto da parte della Regione Piemonte e degli organi della Regione Piemonte, rispetto al controllo di tutti gli atti che vengono effettuati. L'occasione, prima e fondamentale, è stata la certificazione straordinaria sui bilanci, soprattutto per fare in modo che si potesse arrivare a definire un consuntivo 2014 chiaro e definito.
Noi, come Regione, abbiamo chiesto che questo avvenisse su tutte e tre le Agenzie, tant'è vero che si è fatto un protocollo di intesa finalizzato a ciò. Questo è stato fatto, l'Agenzia sud e l'Agenzia nord hanno scelto di farlo affidandosi ad una società terza perché erano le due Agenzie che prevedevano degli accorpamenti, quindi la necessità di mettere insieme bilanci storicamente diversi. Il Piemonte centrale l'ha fatto affidandosi alle risorse interne, ma comunque è stato compiuto.
L'esito ha messo in evidenza che emerge una situazione di esposizione finanziaria, in particolare in alcune Agenzie, prevalentemente sul nord e in parte sul sud e, per ragioni diverse, sul Piemonte centrale.
Nel Piemonte sud, soprattutto ad Alessandria, ma questo l'abbiamo già discusso e verificato, sono emersi anche degli aspetti rilevanti dal punto di vista penale. Abbiamo intrapreso le azioni conseguenti sia come Agenzia sia come associato, per tutelarci rispetto a questo tipo di situazione.
Ora, la questione che stiamo affrontando e che abbiamo annunciato anche in Commissione è quella di - progressivamente, d'accordo con il Presidenti e con il C.d.A. delle tre Agenzie - omogeneizzare i processi organizzativi delle Agenzie. Questo è il punto che stiamo trattando in questo momento e che tratteremo nei prossimi mesi. Mi impegno, da questo punto di vista, ad arrivare in Commissione entro la fine di questo anno per tentare di capire che cosa effettivamente. L'obiettivo che ci stiamo proponendo - abbiamo istituito, già alla fine di luglio, un lavoro gestito dall'Assessorato con i tre Presidenti, con i Direttori, con i C.d.A. - è fare in modo che progressivamente, si possono omogeneizzare i processi organizzativi e si stabilisca in maniera molto chiara la filiera del controllo da parte della Regione su questi processi, affinché ci siano dei punti fermi e ci sia un'omogeneità su tutto il Piemonte.
Ci tengo a dire che dentro questo processo stanno anche le questioni relative alle società partecipate del Piemonte centrale. Questo perché? Perché una delle società partecipate, che è già nata ed è frutto del processo di riduzione delle cinque società, avrà il compito di gestire processi e servizi su tutto il Piemonte. Quindi sono partecipate delle tre Agenzie.
Questi sono gli elementi messi in campo ma, ovviamente, essendo processi in corso, avremo modo di avere momenti di approfondimento e di confronto anche a livello di Commissione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 514 presentata dai Consiglieri Molinari e Corgnati inerente a "Acciaieria SACAL di Carisio (VC)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 514.
Consigliere Molinari, essendo un'interrogazione ordinaria, lei ha diritto di replica e non d'illustrazione.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Mi scuso con l'interpellante per il tempo trascorso da quando è stata fatta la richiesta ad oggi, ma il dover raccogliere informazioni dalla Provincia di Vercelli e dall'ARPA e ripercorrere tutto il percorso di questa vicenda ha richiesto un po' più di tempo.
Cerco di essere molto sintetico.
E' da diversi anni che la ditta SACAL, che ha uno stabilimento operativo nel Comune di Carisio, che svolge attività di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero e che ha una capacità di fusione superiore a 20 tonnellate al giorno è oggetto di attenzione da parte degli Enti competenti (ARPA, ASL, Provincia e Comune di Carisio).
E' in corso, da parte della Provincia di Vercelli, la verifica dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, per la quale - ormai da un paio di anni - si stanno richiedendo integrazioni.
Non dettaglio nello specifico, ma richiamo i passaggi più importanti per dire che c'è un'attenzione forte del territorio, anche attraverso successivi momenti ufficiali di Conferenza dei Servizi. L'ultimo è del maggio scorso (la terza Conferenza dei Servizi), dove sono state richieste a SACAL ulteriori integrazioni ed elementi per quanto riguarda la riconferma, e a quali condizioni, dell'Autorizzazione Integrata Ambientale.
C'è, poi, una parte di bonifica interna ed esterna alla ditta SACAL.
Anche il procedimento di bonifica sta avanzando, poiché è stato trovato nel suolo un inquinamento da PCDD e PCB, quindi da prodotti che sono andati a contaminare allevamenti di galline allevate all'aperto nelle zone vicinali e uova.
Si è provveduto ad una caratterizzazione del suolo, facendo delle indagini - a partire dal maggio 2014 - che si sono susseguite con ulteriori analisi fatte nel 2015. Pertanto, si è in questa fase di confronto serrato da parte degli Enti preposti, nei confronti dell'azienda.
Per quanto riguarda la bonifica, è stato chiesto a SACAL, attraverso un'ordinanza della Provincia, di bonificare anche le aree esterne. In merito a tali aree esterne, a fronte di questa ordinanza - come sovente capita - nell'aprile di quest'anno la SACAL ha depositato un ricorso verso il Capo dello Stato, trasmettendo il Piano di caratterizzazione delle aree esterne.
A fronte di tale ricorso, il Comune di Carisio dovrà convocare apposita Conferenza dei Servizi, pertanto è un iter lungo e complesso. Gli Enti preposti (Comune, Provincia, ARPA e ASL) fanno la loro parte. Si è ancora in itinere, sia per quanto riguarda l'area sia per quanto riguarda i percorsi di bonifica interni ed esterni del sito che risulta contaminato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Molinari in qualità di Consigliere per la replica.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la puntualità delle risposte date. Mi permetto solo di rilevare come sia importante tenere alta l'attenzione su un caso come quello di SACAL, perché, al di là di tutto quello che è stato detto e che - ripeto - è stato certamente esaustivo, su questa vicenda c'è stata un'attenzione anche della Magistratura e sono emersi particolari relativi ai livelli di inquinamento raggiunti che non possono non preoccuparci, considerando anche le peculiarità del nostro territorio e il fatto che il Vercellese, nel corso degli ultimi decenni, è stato teatro di scenari relativi alla tutela ambientale e alle criticità ambientali in certi casi anche abbastanza inquietanti.
Per noi è importante che si tenga alta l'attenzione e che non si arrivi un domani - a dover rimpiangere di non aver visto, capito e compreso in tempo la gravità di alcune dinamiche e situazioni. Lo dico a ragion veduta perché in altre circostanze questo è successo.
Insieme al collega Corgnati vogliamo caratterizzare il nostro impegno in questa legislatura per cercare di mettere un palio a quello che non è stato fatto negli anni passati e per evitare che si possano verificare errori e criticità che abbiamo già avuto modo di riscontrare.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1171 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Scadenza gara per i servizi di reception, sorveglianza, pulizia, manutenzioni e servizi vari (multiservizi) nelle residenze universitarie e nelle sale studio dell'EDISU-Piemonte. Situazione contributiva e liquidazione del TFR dei lavoratori dell'azienda Residence Luciani, aggiudicatrice del Lotto 2"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1171.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'appalto EDISU, un appalto che è già arrivato a scadenza nonostante successive proroghe. Proprio in questi giorni si sta parlando del nuovo appalto, rispetto al quale abbiamo anche sollevato qualche problema, ma non è questa la sede per approfondire tale aspetto.
L'appalto è stato assegnato nel 2009: prevedeva i servizi di reception sorveglianza, pulizia, manutenzione e servizi vari (i cosiddetti multiservizi) nelle residenze universitarie e nelle sale studio dell'ente ed era suddiviso in tre lotti. Questa interrogazione porta l'attenzione sul Lotto 2, assegnato alla società Residence Luciani S.r.l., una società con sede a Roma e Torino.
L'appalto aveva decorrenza dal 1° settembre 2009 e prevedeva una durata dell'aggiudicazione di 36 mesi più 36, fino al 31 dicembre 2015.
C'è stata una prima proroga, dal 1° gennaio 2016.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera Frediani.
Chiedo un po' di silenzio, soprattutto alla parte sinistra della barcaccia.
Prego, Consigliera, proviamo a riprendere.



FREDIANI Francesca

C'è stata una prima proroga - dicevo - dal 1° gennaio 2016 al 30 giugno 2016 e una seconda, dal 1° luglio 2016 al 31 agosto 2016, quindi siamo oltre il termine.
Ci sono pervenute diverse segnalazioni in merito al mancato pagamento di contributi e del TFR, per circa una sessantina di lavoratori. L'azienda pare abbia dichiarato alle parti sociali che non riuscirà a provvedere all'erogazione del TFR a fine appalto. A marzo 2016, il DURC dell'Azienda Residence Luciani risultava negativo per irregolarità contributiva e risultano anche fornitori non liquidati per le varie forniture.
A novembre 2015 si erano già verificati dei disservizi nei versamenti e dei ritardi nelle liquidazioni, in particolare anche relativamente alle tredicesime non pagate.
Il 16 maggio 2016 c'è stato uno sciopero, dopo il quale la tredicesima è stata liquidata.
Il 31 maggio è stata convocata una seduta pubblica relativa alla procedura aperta per l'appalto Multiservizi di cui abbiamo parlato all'inizio dell'illustrazione.
Recentemente, c'è stato un ultimo sciopero, il 1° settembre: è stato uno sciopero molto partecipato; i lavoratori hanno cercato di far sentire la loro voce, che noi riportiamo in Aula con questa interrogazione.
Inoltre, registriamo un ritardo nelle retribuzioni: non è stato ancora versato il 50% della tredicesima del 2015 e si registra anche il mancato versamento dei ratei del TFR.
Con questa interrogazione, anzitutto, vorremmo portare l'attenzione su questo problema che riguarda molti lavoratori che hanno continuato a lavorare responsabilmente, per cercare di garantire i servizi agli studenti che usufruiscono delle residenze; nel contempo, vorremmo anche cercare una qualche responsabilità, quindi capire per quale motivo la Residence Luciani si trovi in questa situazione debitoria e come la Regione intenda tutelare sia i lavoratori che i creditori.
Infine, un ultimo quesito riguarda la parte relativa alla sezione Amministrazione trasparente per quanto riguarda l'ente EDISU, quindi vorremmo capire se possiamo ritenere questa Sezione soddisfacente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio universitario

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche la Consigliera Frediani.
La nostra assicurazione è che il tema è di nostra grande attenzione.
Vado a leggere la risposta puntuale agli interrogativi posti.
La gara per l'Affidamento della gestione dei servizi di reception sorveglianza, pulizia, manutenzione e servizi vari (multiservizi) nelle residenze universitarie e nelle sale studio dell'EDISU-Piemonte - Lotto 2 è stata aggiudicata, come già ricordato, alla Società Residence Luciani S.r.l. in data 27 novembre 2009, per un periodo di sei anni (tre più tre).
L'appalto è stato successivamente prorogato in attesa della conclusione della nuova procedura di scelta del contraente.
Si evidenzia che, prima dell'aggiudicazione dell'appalto alla società suddetta, EDISU-Piemonte ha effettuato tutte le verifiche in merito al possesso dei requisiti di ordine generale, di capacità economica e finanziaria, nonché di capacità tecnica e professionale dei fornitori e dei prestatori di servizi, ai sensi degli articoli specifici, citati, del Codice dei Contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive europee.
Occorre precisare, inoltre, che la Stazione appaltante non ha la possibilità, però, di conoscere la situazione debitoria delle imprese con le quali ha contratti attivi, verso i propri fornitori di beni e servizi ovvero dei prestatori d'opera.
Va altresì precisato che EDISU-Piemonte, prima di procedere alla liquidazione delle fatture emesse dalla citata Società Residence Luciani S.r.l., ha verificato se la società anzidetta fosse inadempiente all'obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a 10.000 euro, ai sensi degli articoli citati, ma che evito nella lettura. Inoltre, il suddetto Ente ha provveduto alla richiesta del documento unico di regolarità contributiva (DURC) in corso di validità, presso gli istituti INPS, INAIL e le Casse Edili.
Nei casi in cui sono state riscontrate violazioni rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte o tasse, nonché inadempienze contributive relative ai soggetti impiegati nell'esecuzione dell'appalto le liquidazioni delle fatture emesse da Residence Luciani sono state sospese fino alla regolarizzazione della posizione contributiva e all'estinzione dei debiti iscritti a ruolo.
Va inoltre precisato che, in assenza di una modalità formale per effettuare controlli preventivi da parte della Stazione appaltante in ordine al pagamento del TFR ai dipendenti delle aziende aggiudicatrici di appalti pubblici, EDISU-Piemonte ha avuto modo di conoscere la situazione di inadempimento del suddetto obbligo in capo alla società Residence Luciani, solo nel momento in cui tale situazione è stata segnalata dalle organizzazioni sindacali.
EDISU-Piemonte ha partecipato ai tentativi preventivi di conciliazione presso la Prefettura di Torino tutte le volte che è stato richiesto e ha attivato un continuo e costante dialogo con la Società Residence Luciani con le OO.SS. ed i lavoratori anche al fine di garantire la regolare erogazione dei servizi oggetto dell'appalto a favore degli studenti. Quindi riconosciamo quella che è stata la responsabilità dimostrata da parte dei lavoratori.
Allo stato attuale EDISU-Piemonte, che a causa delle inadempienze della Società Residence Luciani ha sospeso la liquidazione delle fatture presentate dalla suddetta azienda per un importo pari a euro 679.200,46, ha provveduto a pagare direttamente le relative cartelle esattoriali di Equitalia e ha avviato la procedura per il pagamento dei contributi INPS pertanto si ritiene che a breve potrà pagare alla società Residence Luciani S.r.l. le somme sospese al netto dei versamenti effettuati e delle ritenute di legge.
Occorre aggiungere che, prima della scadenza dell'appalto in corso EDISU-Piemonte, in data 10 ottobre 2015, ha pubblicato il nuovo bando per l'appalto multiservizi di "Servizi nelle residenze e sale studio afferenti a reception, sorveglianza, pulizia e di altra natura" - periodo 1/01/2016 31/12/2018, suddiviso in quattro lotti. Nel nuovo bando sono state inserite le garanzie contrattuali e la clausola sociale anche al fine di perseguire la continuità occupazionale dei lavoratori attualmente presenti sui lotti dell'appalto in corso.
I contratti non sono ancora stati perfezionati in quanto è stato proposto un ricorso avanti al TAR-Piemonte in relazione all'esito della gara, con riferimento a uno dei lotti. Si attende a breve la sentenza del TAR-Piemonte. Nel frattempo, il contratto in essere con Residence Luciani S.r.l. è stato prorogato fino al 30 settembre 2016.
Va, infine, segnalato che, con DGR 13-3370 del 30 maggio 2016, la Giunta ha approvato un Protocollo di Intesa con le organizzazioni sindacali recante le "Linee guida in materia di appalti pubblici e concessioni di lavori, forniture e servizi", alle quali dovranno conformare la propria attività contrattuale gli Uffici regionali, gli Enti strumentali, le Società, le Agenzie e le Aziende Sanitarie Regionali. Tale Protocollo prevede espressamente: "In caso di ritardo nel pagamento delle retribuzioni (compresi il TFR, nonché i contributi previdenziali, assicurativi e alla Cassa Edile) dovute al personale dipendente dell'affidatario o del subappaltatore o dei soggetti titolari di subappalti e cottimi, impiegato nell'esecuzione del contratto, la stazione appaltante assicura la tempestiva applicazione dell'art. 30, commi 5 e 6, del D.lgs. 50/2016 pagando, anche in corso d'opera, direttamente ai lavoratori quanto dovuto".
Aggiungo che è notizia di ieri che dovrebbe essere terminato lo sciopero e l'EDISU dovrebbe versare in queste ore alla società Luciani le somme dovute con la garanzia che queste vengano utilizzate per il pagamento dei lavoratori.
Inoltre, per quanto riguarda il sito web di EDISU-Piemonte si precisa che tale sito è impostato secondo la normativa vigente. Tuttavia l'Amministrazione intende ulteriormente sollecitare il costante aggiornamento, la tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l'omogeneità e la facile accessibilità, nonché la rigorosa completezza delle informazioni.
Quindi, questo sollecito da parte vostra è anche un vostro sollecito all'EDISU-Piemonte perché provveda ad un'impostazione corretta, che prevede che le informazioni siano aggiornate.
Scusate la lunghezza dell'intervento, ma era giusto riprendere tutte le questioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1173 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Castello di Casotto"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1173.
La parola al Consigliere Graglia, per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

La do per illustrata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Prima di leggere la risposta, vorrei dire che nessuno più di me si è occupato della Reggia di Valcasotto e credo che nessuno abbia fatto più pressione per cercare di aprirla in questa stagione estiva.
Come le racconterò, purtroppo c'è tutta una serie di problemi che hanno reso impossibile questo. Innanzitutto, successivamente alla risoluzione anticipata del contratto di affitto dell'intero compendio di Valcasotto avvenuta a seguito del recesso comunicato in data 28 novembre 2014 dal Curatore del fallimento della società affittuaria, a suo tempo individuata con procedura di evidenza pubblica, fallimento dichiarato con sentenza del 13 giugno 2014 - si sta parlando della società il cui nome già diceva molto, cioè Marachella - la Regione, in data 28 ottobre 2015, ha provveduto alla ripresa in consegna del Castello appunto da parte del Curatore fallimentare.
Non è ancora, invece, avvenuta la riconsegna della Correria e delle sue pertinenze esterne, per le quali è pendente presso il competente Tribunale fallimentare il giudizio di opposizione per la mancata ammissione al passivo del credito della Regione Piemonte per i canoni ancora da riscuotere.
Mi permetto un inciso. Il Consigliere ricorderà che il progetto di valorizzazione della Reggia di Valcasotto si basava sul benessere a base del latte d'asina. Pertanto, attualmente sono presenti alla Reggia di Valcasotto 112 asini, che sono anche un bel problema, peraltro, anche sotto il profilo dell'igiene.
Quindi, al fine di consentire la fruizione e l'accesso anche parziale al Castello, la Regione nei mesi scorsi ha dato avvio ad alcuni interventi relativi alla messa in sicurezza, all'accessibilità e alla pulizia dei locali. Si sottolinea, tra l'altro, che il Castello è privo di agibilità e di certificato prevenzione incendi.
I tempi di ultimazione degli interventi minimi ed indispensabili per la messa a disposizione del pubblico di un immobile di proprietà pubblica non erano compatibili con la riapertura parziale del Castello nella stagione estiva 2016.
A questo proposito, voglio sottolineare che da parte del nostro Assessorato noi avevamo messo a bilancio addirittura una somma proprio per garantire quanto meno le visite guidate nella parte museale.
Con l'occasione vi dico anche che abbiamo inserito la Reggia di Valcasotto all'interno della misura dedicata alle Residenze reali, quindi nella misura dei fondi europei, con lo scopo di finire la cappella che deve essere restaurata e che potrebbe, nelle nostre intenzioni, diventare una preziosa sala convegni.
Tra l'altro, questa deliberazione relativa alla ripartizione della misura dei fondi europei dovrebbe passare nei prossimi mesi e completare anche quel pezzo.
Quindi, noi naturalmente aspettiamo, come lei, con moltissima ansia che finiscano i lavori della messa in sicurezza della Reggia di Valcasotto, che riteniamo che sia un bene essenziale e nevralgico proprio per la promozione del territorio e che possa avere delle grandi potenzialità di sviluppo.
Come Assessorato, per nostra competenza siamo disponibili ad investirci e come lei, condividiamo la volontà di riaprirla al più presto.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.39 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Diritti umani

Ordine del giorno n. 869 presentato dai Consiglieri Rossi, Allemano Ferrentino, Grimaldi, Ottria, Rostagno Valle e dalla Consigliera Accossato inerente a "Sistema nazionale antitratta" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo PD, chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 869 inerente a "Sistema nazionale antitratta".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Proposta di deliberazione n. 183 relativa a "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Italia centrale (LR 28 gennaio 1982, n. 4)" presentata dal Comitato di solidarietà (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Propongo all'Aula l'iscrizione come nuovo punto all'o.d.g. della seduta della proposta di deliberazione relativa a "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Italia centrale (LR 28 gennaio 1982, n. 4)" predisposta e licenziata in data odierna dal Comitato di solidarietà.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Mozione n. 868 presentata dai Consiglieri Campo, Andrisi, Bertola e Mighetti e dalle Consigliere Batzella e Frediani inerente a "Dichiarazione di notevole interesse pubblico per il complesso monumentale paesaggistico Momburgo-Santa Lucia, Roccaforte Mondovì e Villanova (CN)" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Volevo chiedere l'inserimento della mozione n. 868 a mia firma, perch è una questione abbastanza urgente, avente ad oggetto "Dichiarazione di notevole interesse pubblico per il complesso monumentale paesaggistico Momburgo-Santa Lucia, Roccaforte Mondovì e Villanova (CN)".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Andrissi, Ferraris, Marrone e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 e 27 luglio 2016.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 19 luglio 2016.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti terremoto Centro Italia del 24 agosto 2016


PRESIDENTE

Alle 3.36 di mercoledì 24 agosto un sisma di magnitudo 6.0 ha devastato l'area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, provocando centinaia di morti e di feriti. Il terremoto ha distrutto quasi per intero alcune località delle zone colpite tra cui Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto.
Ad oggi risultano 296 le persone che hanno perso la vita, 370 rimaste ferite e oltre 3.550 gli sfollati ospitati nei campi tendati e nelle strutture di accoglienza.
La terra ha continuato a tremare anche negli ultimi giorni, causando ulteriori danni agli edifici privati e pubblici e al patrimonio storico e artistico, accrescendo la paura nelle popolazioni già così dolorosamente provate.
Questo tragico evento ha riportato la memoria al terremoto che colpì la zona vicina de L'Aquila, nel 2009, poi l'Emilia Romagna, due anni dopo, e ha profondamente colpito l'opinione pubblica.
Come allora, il servizio della Protezione Civile del Piemonte si è messo a disposizione per le operazioni di soccorso.
Dal canto nostro, nei giorni scorsi abbiamo attivato un conto corrente postale per rendere possibile un gesto concreto a favore di chi è rimasto senza casa e nel sisma ha perso tutto. Il nostro Comitato di solidarietà sta inoltre valutando di avviare ulteriori interventi di aiuto.
Convinto di interpretare i sentimenti di tutta l'Assemblea, esprimo il nostro profondo cordoglio ai familiari delle vittime e sincera vicinanza ai feriti e a tutta la popolazione delle aree colpite dal sisma, anche da parte della comunità piemontese, in questo difficile momento.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Invito i colleghi ad entrare in Aula e a prendere posto, perch mettiamo subito in votazione la delibera relativa al Sigillo della Regione Piemonte, che non siamo riusciti ad approvare prima della pausa estiva perché gli Uffici sono in forte ritardo, essendoci inviti anche al Presidente della Repubblica.
Dopo la votazione sospenderemo i nostri lavori per convocare una Conferenza dei Capigruppo, in cui decideremo l'ordine del lavori odierni così come avevo preannunciato in un'e-mail che vi è stata indirizzata.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 140, inerente a "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte per l'anno 2016 ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 31 maggio 2004, n. 15"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta dei deliberazione n. 140, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il Consiglio regionale ha dedicato, al tema dei diritti umani l'attività di un Comitato che mi onoro di presiedere e che nello svolgimento della sua intensa attività e delle molte iniziative si è caratterizzato per una grande apertura alla società civile, realizzando un collegamento costante tra le Istituzioni, le Organizzazioni non governative e le molte Associazioni che operano a tutela e a difesa dei diritti umani.
Tra queste il Sermig, che da molto tempo dà concretezza ai diritti umani facendo una battaglia di conoscenza diffusa e di sensibilizzazione dei giovani cittadini, oltre che di accoglienza ed inclusione sociale ad immigranti.
Il fenomeno dell'immigrazione ha visto aumentare la violenza e, quindi il bisogno di tutelare i diritti dei richiedenti asilo. Le nuove società multietniche e multiculturali sono parimenti attraversate da rigurgiti di intolleranza e razzismo.
In questo contesto, l'attività di dialogo tra le diversità e di opposizione non violenta alle ingiustizie sociali da parte dell'arsenale della pace, è in sintonia con quello del Comitato dei diritti umani del Consiglio regionale che ha, tra i suoi progetti, l'elaborazione di politiche in difesa della pace e della coesione sociale, che possono contribuire al superamento delle disuguaglianze sociali e a favorire una partecipazione democratica che parta dal basso.
Per questi motivi, si propone il conferimento del Sigillo della Regione Piemonte al Sermig, Arsenale della Pace, per l'attività che quotidianità svolge a favore dei giovani e delle persone in difficoltà.
Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Solo pochi minuti per ricordare le tante attività del Sermig, oramai interrotte da decenni e che forse oggi, ancora più che alle origine di questa organizzazione, annoveriamo con orgoglio tra le eccellenze subalpine, dedicate proprio a coloro che si trovano in condizioni di bisogno materiale o spirituale.
Si tratta di un'attività che oggi si presenta - oggi più che mai - viva e attuale, anche perché la situazione economica e sociale dei giorni nostri, purtroppo necessita sempre in modo maggiore di persone che abbiano nel cuore una filosofia di pace e nelle braccia e nella mente la forza e la capacità organizzativa di intervenire nelle situazioni più difficile.
Le problematiche della nostra sociale globalizzata hanno a che fare con l'immigrazione, la povertà, del depauperamento dell'ambiente e delle risorse naturali del nostro pianeta.
Ciascuno di noi, alle imprese con la quotidianità e la povertà, rischia di perdere di vista temi riguardanti la solidarietà e l'attenzione nei confronti degli altri. Basti pensare al grande progetto che il Sermig sta portando avanti sullo spreco. Abituarsi all'opulenza e al consumismo fa perdere di vista l'importanza di non sprecare risorse.
Oggi, molti torinesi sono diventati indigenti e stanno loro stessi usufruendo dei servizi del Sermig.
I numeri li conosciamo, voglio soltanto portare all'attenzione dell'Aula alcuni progetti che forse sono poco conosciuti, ma che meritano un'importanza enorme. Innanzitutto, la rete del Sermig diffusa sul territorio, che permette anche alle piccole realtà di organizzarsi in volontariato ed è per questo che questo metodo viene esportato e produce del bene.
In seconda istanza, il Sermig si mette a disposizione per ospitare il progetto "Vita indipendente", progetto certamente non semplice, ma importante, che permette a chi ha delle disabilità, di vivere una vita praticamente normale e di permettere alle famiglie di vivere con serenità.
Ricordo ancora ai colleghi il grande servizio prestato dal Sermig nei confronti delle famiglie italiane e straniere che hanno figli curati per tumori, spesso terminali, al Regina Margherita, e si permette ai genitori e ai figli di vivere insieme.
Un ultimo pensiero per la bandiera della pace del Sermig, diventata un simbolo in tutto il mondo.
Il Piemonte ha questa grande opportunità, questa eccellenza e quindi io, il nostro Gruppo, ma anche come Ufficio di Presidenza abbiamo condiviso questa importante attribuzione del Sigillo come segnale importante, oggi più che mai, legato al volontariato, a questa importanza. Il fatto che le Istituzioni abbiano questa sensibilità nei confronti dei cittadini piemontesi, sarà sicuramente un segnale importante.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 140, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
I Capigruppo sono convocati in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.59, riprende alle ore 11.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame proposta di deliberazione n. 183 relativa a "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Italia centrale (LR 28 gennaio 1982 n. 4)" presentata dal Comitato di solidarietà


PRESIDENTE

Come annunciato stamattina, mettiamo in discussione e poi in votazione la delibera finalizzata all'approvazione del finanziamento emergenza terremoto in Italia centrale (legge regionale 28 gennaio 1982, n. 4), di cui al punto 3 bis) all'o.d.g. e di cui do lettura: "Il Consiglio regionale visto l'articolo 1, comma 1, della legge regionale 1982 n. 4 (Istituzione del Comitato regionale di solidarietà), in base al quale il Consiglio regionale può deliberare, nell'ambito delle competenze regionali interventi di soccorso a favore di popolazioni colpite da calamità naturali o catastrofi visto l'articolo 1, comma 2 della legge citata, secondo il quale il Consiglio regionale può estendere gli interventi di soccorso ad altre situazioni che comportino grave danno o pericolo di grave danno alla incolumità delle persone e ai beni visto l'articolo 1, comma 3 della legge citata, a norma del quale le deliberazioni di cui ai commi precedenti sono assunte a maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati alla Regione visto l'articolo 3, comma 1 della legge citata, il quale dispone che gli interventi di soccorso di cui all'articolo 1 sono adottati su proposta del Comitato regionale di Solidarietà visto l'articolo 4, ultimo comma della medesima legge, a norma del quale la Giunta regionale adotta i provvedimenti opportuni per l'attuazione delle proposte del Comitato regionale di solidarietà preso atto dell'esistenza di una situazione di emergenza nelle zone dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici, verificatisi a partire dallo scorso 24 agosto 2016, che hanno distrutto o danneggiato gravemente sia abitazioni private che strutture pubbliche preso atto della deliberazione della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome del 5 settembre 2016, che si impegna a promuovere iniziative di solidarietà dei Consiglieri e Consigli regionali con l'obiettivo di raggiungere la cifra simbolica di un milione di euro considerato che il Comitato regionale di solidarietà, nella riunione del 6 settembre 2016, ha preso atto di quanto segue: della situazione di emergenza nell'Italia centrale dell'apertura del conto corrente postale IBAN-IT-47-Z-07601-01000 001034162014, intestato al Consiglio regionale del Piemonte, per sottoscrizioni con causale 'pro sisma Italia centrale' considerato altresì che, nella medesima riunione, il Comitato ha deliberato quanto segue: la destinazione di euro 500.000,00 da reperire nell'ambito delle risorse che, in sede di approvazione dell'assestamento al Bilancio del Consiglio regionale, saranno trasferite alla Regione Piemonte, come risultanti dall'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2015 del Consiglio regionale anche a seguito dei risparmi ottenuti sui cosiddetti 'costi della politica' di invitare Assessori e Consiglieri a contribuire con donazioni da far confluire nel conto corrente dedicato il finanziamento, tramite l'ammontare complessivo dei fondi così reperiti, di uno o più progetti, secondo le indicazioni che perverranno dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, così come definito nell'Assemblea plenaria del 05/09/2016 delibera il riconoscimento dell'esistenza della situazione di emergenza nelle zone dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici verificatisi a partire dallo scorso 24 agosto 2016 la destinazione di euro 500.000,00 da reperire nell'ambito delle risorse che, in sede di approvazione dell'assestamento al Bilancio del Consiglio regionale, saranno trasferite alla Regione Piemonte, come risultanti dall'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2015 del Consiglio regionale il finanziamento di uno o più progetti - secondo le indicazioni che perverranno dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, così come definito nell'Assemblea plenaria del 05/09/2016 - tramite l'utilizzo dell'ammontare complessivo risultante dallo stanziamento di euro 500.000,00 e i versamenti effettuati sul conto corrente postale IBAN-IT-47-Z-07601-01000-001034162014, intestato al Consiglio regionale del Piemonte".
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 183.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente condivido la scelta che è stata fatta; credo che sarebbe utile solo un'informativa ai Capigruppo o all'Aula - come il Presidente riterrà più opportuno - rispetto ai progetti.
Come questa Regione ha avuto modo di fare in particolare rispetto alle guerre balcaniche, ma anche rispetto all'intervento in Afghanistan o altri è estremamente utile, noi crediamo, che i fondi che vengono raccolti siano destinati a un progetto chiaro che coinvolga le Amministrazioni comunali che sono i soggetti che oggi hanno più credibilità nei confronti della Pubblica Amministrazione.
In sostanza, se noi oggi con l'apertura del conto corrente potessimo anche se è difficile per le stesse Amministrazioni comunali dei Comuni colpiti dal sisma - indicare che le risorse destinate serviranno alla ricostruzione o alla ristrutturazione straordinaria di un edificio, sarebbe assolutamente più semplice, perché si vedrebbero vincolate quelle risorse.
Quindi l'invito è vedere se con l'Assemblea dei Presidenti o con le Amministrazioni locali coinvolte.



PRESIDENTE

Le do il chiarimento.
La sua è una giusta osservazione ed è un'osservazione che mi sono permesso di fare anch'io ieri alla Conferenza dei Presidenti. In pratica quello che è stato deciso e deliberato dalla Conferenza dei Presidenti è un coordinamento delle quattro Regioni interessate (Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo). Le quattro Regioni, sentiti chiaramente e giustamente i Sindaci delle zone interessate, elaboreranno quattro progetti e quindi tutti i finanziamenti saranno canalizzati su questi quattro progetti che verranno mandati a noi e io poi comunicherò al Comitato di solidarietà come sono stati canalizzati. Questo proprio per evitare i dubbi che giustamente sorgono anche a lei.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire sulla delibera solo per rimarcare che comunque questo intervento della Regione Piemonte è fondamentale in questa fase del dramma del sisma in Centro Italia, ma questa delibera non deve rimanere comunque un atto isolato.
Come accennava prima il collega Vignale, è importante monitorare come saranno spesi questi soldi, ma è anche molto importante fare delle riflessioni in Commissione su quello che possiamo fare noi come Regione Piemonte in materia di rischio sismico.
Noi siamo una Regione con alcune zone a rischio sismico.



PRESIDENTE

Mi perdoni, Consigliere: non è prassi interrompere, però ci tenevo ad intervenire.
Ho dato delle comunicazioni, ma vi mancano dei passaggi. Sempre in seno alla Conferenza dei Presidenti, è stato stabilito di attivare un tavolo di coordinamento tra le Regioni e con il Parlamento in materia di rischi sismici, anche in raccordo con il Parlamento europeo. Si sta quindi lavorando per andare in quella direzione.
Ben venga, dunque, il suo intervento che va nello stesso senso.
Prego, continui e mi scusi.



MIGHETTI Paolo

Riprendo la parola solo per fare una piccola e modesta proposta.
Nelle trasmissioni di approfondimento televisivo che hanno imperversato nel mese di agosto abbiamo sentito una parolina: il "fascicolo di fabbricato". Si tratta di una parolina che è stata buttata nel dibattito tra l'altro non un dibattito tra tecnici - e gettata in pasto ai media.
Beh, su questa parola noi dovremmo fare veramente un approfondimento e un pensiero.
Oggi, infatti, noi abbiamo tantissimi adempimenti sul piano dell'edilizia e dell'energetica: abbiamo un catasto degli impianti termici uno energetico degli edifici e uno vero e proprio, anche questo diviso a sua volta; abbiamo tutta una banca dei Comuni in materia urbanistica sparpagliata tra faldoni magari vecchi cent'anni. In questo momento forse è veramente utile fare una riflessione sul fatto che il cosiddetto fascicolo di fabbricato, che sembrerebbe una questione di complicazione assoluta, a questo punto potrebbe rappresentare, al contrario, una questione di semplificazione e di monitoraggio della consistenza del patrimonio edilizio della Regione Piemonte, che potrebbe essere censito per primo in Italia grazie a degli strumenti che abbiamo già, come il Sistema MUDE-Piemonte creati negli anni addietro e per i quali siamo un po' avanti rispetto ad altre Regioni.
Quello che occorre, quindi, è un pensiero ad ottimizzare le nostre risorse e a mettere in campo degli anticorpi veri e propri per capire dove andare ad agire e a sensibilizzare le persone per far comprendere loro quali sono i rischi che corrono a vivere in una determinata zona e in un determinato fabbricato. Queste, secondo me, sono analisi da fare e da portare avanti per primi come Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Comunico che alla mozione n. 852 è attratta una mozione a firma del Consigliere Bono e di altri colleghi, avente ad oggetto "Attività domiciliari di assistenza tutelare alla persona all'interno dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza".
Comunico poi all'Aula che alle 12.30 interromperemo i lavori del Consiglio, così com'è stato deciso alla Conferenza dei Capigruppo, e inizieremo la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 852 presentata dai Consiglieri Laus, Accossato, Allemano Appiano, Baricco, Boeti, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Molinari, Motta Ottria, Ravetti, Rostagno e Valle, inerente a "Assistenza tutelare alla persona nell'ambito delle cure domiciliari nella nuova definizione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria"; mozione n. 867 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Attività domiciliari di assistenza tutelare alla persona all'interno dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza"


PRESIDENTE

Procediamo dunque con l'esame congiunto della mozione n. 852, avente ad oggetto "Assistenza tutelare alla persona nell'ambito delle cure domiciliari nella nuova definizione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria", presentata dai Consiglieri Laus, Accossato, Allemano, Appiano Baricco, Boeti, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Molinari, Motta, Ottria Ravetti, Rostagno e Valle, e della mozione n. 867, avente ad oggetto "Attività domiciliari di assistenza tutelare alla persona all'interno dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza", presentata dai Consiglieri Bono Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Illustrerò io, per prima, la mozione n. 852 e poi darò la parola ai colleghi per l'altra.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

E' ripresa in queste ore la discussione in seno alla Conferenza Stato Regioni avente come oggetto i nuovi LEA, nella forma di uno schema di decreto destinato a sostituire integralmente il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che risale al novembre 2001. Dentro alla Conferenza al Piemonte è stato riconosciuto un ruolo importante al momento in cui è stato affidato al nostro Assessore alla sanità il coordinamento della Commissione Salute.
Noi sappiamo bene che lo schema di aggiornamento dei LEA ha ottenuto largo consenso in Conferenza e che l'iter di approvazione è davvero alle battute conclusive, ma è rimasto un nodo, che in ultimo speriamo si possa sciogliere, che riguarda il riconoscimento pieno del diritto all'assistenza tutelare nell'ambito delle cure domiciliari riservate ai malati cronici non autosufficienti.
Da Presidente del Consiglio regionale e Presidente del Comitato per i diritti umani, organismo in cui siedono anche le associazioni che promuovono il diritto alla salute, mi ero comunque già speso nei mesi scorsi su questo terreno e con questo atto di indirizzo intendo ed intendiamo con voi fare un ultimo e doveroso tentativo di condizionare le scelte romane.
Secondo il nuovo decreto, infatti, in futuro il Servizio Sanitario Nazionale sarebbe tenuto a coprire i costi delle prestazioni di assistenza tutelare unicamente se di tipo professionale, nella misura già prevista del 50%, escludendo quindi ogni sostegno economico a favore di chi direttamente o mediante l'aiuto di terzi (badanti) e pur con la supervisione del personale sanitario - intenda occuparsi o, di fatto, si stia già occupando di familiari malati. Così si sceglie di non tendere una mano a quelle famiglie che, per consentire ai propri malati di non allontanarsi da casa e non dover accedere ad una struttura di ricovero, si accollano spese considerevoli e sottraggono tempo al lavoro. E si sceglie anche di non rafforzare l'idea che l'assistenza domiciliare possa essere una valida alternativa all'inserimento in RSA, pure meno costosa per il Servizio Sanitario.
Per quanto ci riguarda, con la modifica andrebbe a perdersi in via definitiva anche l'esperienza del modello Piemonte, faticosamente avviata con la legge n. 10, e credo che si tornerebbe indietro di anni rispetto a molte esperienze europee di successo nel campo dei servizi sociosanitari.
E' chiaro che l'unicità del nostro modello nell'affrontare il tema delle cure domiciliari probabilmente ci ha confinati in una posizione minoritaria a livello nazionale, ma credo che oggi non si debba perdere l'occasione di evidenziare quel modello come una buona pratica, svolta nell'interesse dei pazienti e dei loro familiari che molto hanno invocato un nostro intervento, ma anche nell'interesse dei nostri bilanci.
Approfitto di questa occasione per ribadire un personale concetto: nel nostro ordinamento io considero la mancata tutela dei malati non autosufficienti come una grave violazione dei diritti umani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione della mozione n. 867.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo inteso presentare questa mozione, che ha dei contenuti simili a quella testé presentata dal Presidente del Consiglio, in quanto tratta un tema che seguiamo ormai da tanti anni, che sentiamo molto vicino a noi e che riteniamo particolarmente importante per la qualità dell'assistenza e delle cure che vengono prestate sul nostro territorio alle persone anziane e disabili che ne hanno bisogno.
Abbiamo inteso presentare e discutere questo atto di indirizzo avremmo voluto farlo anche prima, ma purtroppo la pausa estiva l'interruzione dell'attività e i lavori che erano già programmati nel mese di luglio non l'hanno permesso - proprio perché, come detto, siamo agli sgoccioli per quanto riguarda la presentazione definitiva del decreto riguardante l'adozione dei nuovi LEA a livello nazionale.
Pur essendo arrivati al "fotofinish", noi ci auguriamo e auspichiamo che questi documenti vengano approvati e possano avere un peso nella discussione nazionale, anche se non ci illudiamo perché le discussioni sono ormai già avvenute e sicuramente lo spazio per intervenire da parte della Regione Piemonte e delle altre Regioni c'è stato nei mesi scorsi e forse ci permettiamo di dire - non è stato utilizzato in modo così incisivo: come sappiamo, l'Assessore Saitta è il coordinatore degli Assessori alla sanità di tutte le Regioni italiane e noi non possiamo che pensare a chi meglio di lui avrebbe potuto - o può ancora: chi lo sa? - incidere su questo tema.
Il tema è ovviamente un tema di risorse, perché non penso che ci sia qualcuno nel nostro Paese - almeno nella politica oggi rappresentata a livello nazionale e regionale - che voglia negare le cure alle persone bisognose, ma ci scontriamo come sempre con il tema delle risorse. Il discorso dei LEA, quindi, va di pari passo con il discorso del Patto per la Salute che abbastanza coraggiosamente - faccio quasi un complimento all'attuale Ministro, anche se mi risulta difficile per altri temi - aveva deciso di incrementare risorse per il Patto per la Salute quando venne indicata dal Presidente del Consiglio, ormai più di due anni fa, ma questo aumento di risorse poi si è perso. Sulle risorse ci giochiamo la partita delle cure e dell'assistenza alle persone.
Giova ricordare anche che questa Regione non si è distinta - lo dico guardando anche il Presidente Chiamparino - per andare nella direzione di questi ordini del giorno. Quando ci fu il ricorso delle associazioni, che si vedevano negati il diritto dell'erogazione, del riconoscimento del 50 dei costi dell'assistenza non professionale, erogata alle persone bisognose, il TAR diede ragione alle associazioni e la Regione Piemonte contrariamente a quelle che erano le indicazioni di una parte dell'Assemblea legislativa regionale, promosse un ricorso al Consiglio di Stato.
Ci ricordiamo tutti. Arrivarono polemiche dalle opposizioni, ma anche in parte da alcuni Consiglieri della maggioranza e, nonostante questo nonostante le richieste delle associazioni, la Regione Piemonte promosse un ricorso al Consiglio di Stato che poi ribaltò la sentenza del TAR, la sentenza 5538/2005, affermando che "i contributi economici riguardanti le prestazioni di assistenza tutelare alla persona, fornite da famigliari da terze persone degli anziani colpiti da patologie invalidanti e da non autosufficienza, non rientrano fra gli interventi obbligatoriamente a carico del Servizio Sanitario ed essi, essendo extra LEA, possono essere erogati con assoluta discrezionalità dalle ASL e dai Comuni".
Ovviamente, ritorniamo al discorso delle risorse. Se lo Stato non pone risorse sufficienti per coprire i crescenti, per la complessità delle patologie delle cure, per l'aumento dell'età media della popolazione necessità delle popolazioni, figuriamoci le Regioni e le ASL, quindi le ASL che dipendono dalle Regioni per il loro finanziamento e i Comuni, non hanno le risorse per coprire come extra LEA l'erogazione di questi servizi. Come al solito, quello italiano è un federalismo per abbandono, è il gioco dello scaricabarile: lo Stato scarica sulle Regioni, le Regioni scaricano sui Comuni e i Comuni si trovano in grandi difficoltà, anche perché non hanno altri soggetti istituzionali su cui scaricare. Spesso scaricano su soggetti riguardanti il Terzo Settore, quindi amministrazioni non istituzionali o peggio ancora, sulle famiglie che si trovano nel difficile compito di dover gestire a casa situazioni di pazienti disabili anziani in grandi difficoltà. Minano la tenuta del bilancio familiare, perché comporta costi evidenti avere un'assistenza tutelare non professionale e la tenuta psicofisica dei familiari, perché si grava molto sulle condizioni psicofisiche. E' ovvio che l'assistenza di un paziente disabile, anziano o quant'altro 24 ore al giorno grava pesantemente sulla salute delle persone che accudiscono.
Giova ancora più ricordare che, interrogata dal nostro Gruppo consiliare, la Giunta rispose che il ricorso al Consiglio di Stato non l'avreste voluto farlo. Una risposta un po' stucchevole, se mi posso permettere, e ci venne risposto che siete state costretti a promuovere un ricorso al Consiglio di Stato dai tavoli ministeriali, il cosiddetto ex tavolo Massicci, dove viene valutata la correttezza del profilo economico finanziario del Sistema Sanitario Regionale. Il solito "cattivone" tavolo nazionale aveva obbligato, anche in questo caso, a ricorrere contro il TAR con un ricorso al Consiglio di Stato per dire "va bene, questi sono extra LEA, non vengono coperti dalla sanità quindi, come extra LEA, sono soggetti alla discrezionalità dei bilanci delle Regioni e dei Comuni". Questa è stata la risposta per quanto riguarda questa partita.
Oggi vedere un ordine del giorno presentato dalla maggioranza da un lato ci stimola e ci fa piacere perché noi crediamo, sempre e comunque, che il Consiglio sia un organo in parte sostanzialmente indipendente dalla Giunta, che ha un potere esecutivo, anche se ormai si arroga anche il potere legislativo, quindi la maggioranza può anche dettare delle condizioni alla Giunta, come abbiamo visto in parte sulla delibera sulla psichiatria.
Dall'altro lato, ci stupisce un po', perché è ovvio che, per tutto quello che ho detto prima e per il fatto che arriva quasi fuori tempo massimo, forse questo ordine del giorno sarà poco utile. Non dico inutile perché nessuno ordine del giorno approvato può definirsi inutile, ha sempre un peso politico, ma sicuramente temiamo che possa essere poco utile. A maggior ragione, per questi sentimenti contrastanti, non ci siamo accodati ad un ordine del giorno della maggioranza. Noi questo tema l'abbiamo seguito fin dall'inizio di questa legislatura, ma anche nella scorsa legislatura. Abbiamo contrastato le politiche di questa Giunta e di questa maggioranza. Scelte ovviamente economiche, ma noi crediamo che queste prestazioni siano sanitarie, almeno per il 50% e, quindi, che debbano rientrare nella copertura del sistema sanitario. Ci vogliono più fondi a livello nazionale? Forse sì. Ci vogliono affinamenti ai regolamenti attuativi della legge regionale 10 del 2010? Si, perché viene citato il modello Piemonte.
E' vero, il modello Piemonte è un modello ottimale, ma la legge n. 10 non è mai stata applicata - mi riferisco al Presidente Laus come Consigliere primo firmatario della mozione - e non è mai stato realmente attuata. C'è molto da fare, bisogna battagliare a livello di Conferenza Stato-Regioni, a livello di assemblea degli Assessori e a livello di Parlamento. Non fare solo il gioco politico, cioè lavorare in un senso, in un Ente e poi, a livello nazionale, non prendere le stesse decisioni. Su questo ci giochiamo molto.
E' ovvio - ma sono temi di cui abbiamo discusso molte volte - che mantenere una persona a casa, seguita bene e non abbandonata, significa risparmiare milioni e milioni di spese che poi tornerebbero utili qualora il paziente venisse mandato per un ricovero di sollievo passandolo al pronto soccorso, in reparto, magari nel reparto di geriatria, oppure nelle RSA.
Credo sia veramente inaccettabile pensare che, ancora adesso, non siamo riusciti a far passare questo concetto nazionale al Ministero della Salute quindi lo schema di decreto dei LEA non preveda questo nei livelli essenziali di assistenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Con poche parole volevo confermare una piena condivisione di entrambi i testi delle mozioni presentate. Si tratta di una vicenda che ci trasciniamo dietro da alcuni anni, almeno da quando, sul finire del 2013, vennero approvate alcune delibere considerate attuazione del Piano di rientro sanitario, con cui, in modo tranchant, tutta una serie di prestazioni vennero definite extra LEA, dunque non a carico del fondo sanitario, dunque a carico delle famiglie e delle persone o degli Enti locali.
Ricordo benissimo che parecchi, forse tutti gli enti gestori, i Comuni fecero ricorso contro quelle delibere del dicembre 2013. Io stesso, da Sindaco all'interno del Consorzio di Orbassano, aderii a questo ricorso.
Ricordo che salutammo anche con molto favore la sentenza del TAR-Piemonte che, di fatto, diede ragione all'impostazione del ricorso, affermando che non era tanto la qualifica professionale del soggetto che prestava assistenza quanto la natura in sé e l'efficacia dell'intervento, favorendo la permanenza al domicilio della persona, ad essere centrale nella valutazione della prestazione medesima. Poi, purtroppo, il Consiglio di Stato ha parzialmente ribaltato questa prospettiva. Dico "parzialmente" perché, in realtà, è sibillina anche la sentenza del Consiglio di Stato nella quale - se uno la legge per intero - si afferma che è vero che vanno considerati come extra LEA fintanto che si è in piano di rientro, poi si vedrà. Siccome si auspica, peraltro, l'uscita a breve dal piano di rientro questo poi si vedrà - penso e spero debba essere presa in considerazione da questa Assemblea.
In realtà, vorrei riflettere sul fatto che qui è in gioco l'universalità del diritto alla prestazione. Cioè, dovremo discutere sul vero punto: classificare in un modo o nell'altro una prestazione significa negare o affermare l'universalità del diritto della persona ad una determinata prestazione. Il fatto che le prestazioni di natura sociale non abbiano la caratteristica di universalità è un vulnus, perché, se così non fosse, probabilmente, tutta questa discussione non avrebbe senso, sarebbe superata nei fatti.
Cosa vuole dire che non è universale un diritto? Vuol dire che, in definitiva, se le Amministrazioni comunali, o gli enti gestori, o la Regione quando istituisce sul suo bilancio un capitolo, non hanno le risorse economiche per fare fronte a quelle prestazioni e la famiglia non può permettersi di pagarsi la prestazione, al cittadino viene negata la prestazione, quindi viene negato un diritto.
Questa è la drammaticità della discussione in corso, che in parte impatta anche su altri temi; si sta discutendo del tema della residenzialità psichiatrica, dove anche il tema dei LEA-extra LEA viene richiamato. Anche lì non discutiamo di etichette, non discutiamo di questioni di natura formale, ma di questioni di natura sostanziale.
Peraltro, lo stesso diritto alla salute, da quando in Costituzione è stato inserito il principio del pareggio di bilancio, è già stato messo in discussione in termini generali perché, purtroppo, adesso, il principio del pareggio di bilancio (quindi, un principio di natura economica) e il principio dell'universalità del diritto alla salute, dal punto di vista delle gerarchie delle fonti, hanno pari dignità. Questo è un abominio dal punto di vista della civiltà giuridica, perché, in realtà, spero e penso che il diritto alla salute abbia una superiorità rispetto a tutte le altre valutazioni di natura economica, il che non significa che non debba essere sostenibile dal punto di vista economico il Sistema Sanitario Nazionale, ci mancherebbe altro, altrimenti faremo discussioni solo di lana caprina, per riportare al rango della politica e dei valori la nostra discussione pu essere utile. Quindi, chiudo su questo.
Certamente il sostegno personale - penso di tutti i colleghi - a entrambe le mozioni c'è, è forte ed è evidente, ma sta poi a noi essere consequenziali dopo il voto di questi provvedimenti, perché davvero si riapra a livello nazionale - e noi possiamo giocare un ruolo di prim'ordine un dibattito sulla centralità dei diritti delle persone.
E' inutile continuare ad affermare che è meglio creare le condizioni perché l'anziano, il disabile, il malato psichiatrico possa restare al proprio domicilio, quindi vivere una vita più dignitosa, quando, nei fatti per ragioni giuridiche, formali, economiche, in realtà, si creano le condizioni per le quali la famiglia resta da sola (quindi, si gestisce il problema senza poter contare sull'appoggio istituzionale di chi ha competenze in materia) o per le quali comunque al domicilio non si possa restare.
Se non si resta al domicilio e si viene inseriti in strutture, da un lato, se l'istituzionalizzazione non è strettamente necessaria, si fa un male alla persona medesima, perché non se ne rispetta fino in fondo la dignità; dall'altro, si rischia di ottenere l'effetto opposto a quello che si intende raggiungere con la definizione dei LEA e degli extra LEA, cioè si aggrava la spesa sanitaria; infatti, è notorio che il costo del trattamento istituzionale di un inserimento in struttura è di gran lunga superiore a quello che può essere, invece, un intervento al domicilio verso la persona. Un anziano a casa rispetto ad un anziano inserito in una RSA ha un costo per il sistema pubblico sicuramente inferiore, oltre che, ripeto secondo me questo deve essere l'argomento principe - laddove vi sono le condizioni per poter seguire al domicilio una persona, per quella persona e per la famiglia della persona medesima si fa certamente meglio che non rivolgersi ad una risposta istituzionale.
Insomma, l'RSA o le Istituzioni siano la risposta nel caso in cui non è possibile alcuna altra forma di intervento, ma laddove altre forme di intervento domiciliari sono possibili si faccia tutti la nostra parte affinché siano possibili nei fatti e non solo a parole.
Da questo punto di vista, le definizioni dei LEA nazionali non paiono soddisfacenti, né quelle vecchie, che, a volte, vengono addirittura interpretate in eccesso rispetto al dato letterale, né tanto meno quelle nuove, almeno sul punto in questione. Probabilmente non c'è moltissimo tempo davanti a noi perché si possano ottenere delle modifiche, ma anche quel poco tempo usiamolo al meglio per riaprire un dibattito serio sull'universalità dei diritti e ci si allontani dalle mere etichette e dai meri ragionamenti formalistici o, addirittura, economici perché qui è in gioco il diritto delle persone, un diritto universale delle persone, la salute delle persone e null'altro.
Chiudo dicendo che bene facciamo ad esprimerci come Assemblea regionale piemontese, bene facciamo a riaprire una discussione, bene facciamo - spero consequenzialmente a rimuovere dall'ordinamento regionale tutte quelle delibere che sono difformi rispetto a quanto oggi andiamo ad approvare - se l'approveremo - nei testi e nelle mozioni all'attenzione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Oggi voteremo ancora una volta, perché vi ricordo che già c'è stata una votazione: è stato approvato all'unanimità un atto di indirizzo esattamente l'ordine del giorno n. 142, tra l'altro a fine 2014, che impegnava la Giunta, in particolare l'Assessore alla sanità Saitta - che mi spiace non vedere questa mattina - e lo stesso Presidente Chiamparino, a farsi portavoce a Roma presso il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia e delle Finanze per inserire nei nuovi LEA le prestazioni di assistenza tutelare, assicurate dai familiari dei non autosufficienti 24 ore su 24 presso il proprio domicilio.
Finora la Giunta Chiamparino non è intervenuta in tal senso, anche se ci risulta che domani, a Roma, si svolgerà la Conferenza Stato-Regioni per verificare e analizzare la nuova bozza del decreto sui nuovi LEA. Quindi speriamo che domani l'Assessore alla sanità si faccia portavoce nel vero senso della parola dell'impegno che si era già assunto e che si assumerà in seguito all'approvazione di questi due atti d'indirizzo.
Come ho detto, finora la Giunta Chiamparino non è intervenuta, anche se ricordo che questa Giunta, sin dal principio - prima in campagna elettorale e poi in questi due anni di mandato - si è sempre dimostrata molto sensibile e dalla parte dei pazienti non autosufficienti e bisognosi di cure ed assistenza.
Come ha affermato il collega Bono nel suo intervento precedente, la Regione Piemonte è andata anche contro le associazioni e la deliberazione del TAR, presentando ricorso al Consiglio di Stato, il quale - ahimè purtroppo ha dato ragione alla Regione Piemonte, deludendo le aspettative delle associazioni dei familiari che tutti i giorni si trovano in grandi difficoltà, perché hanno a carico un congiunto, un familiare che versa in gravi condizioni (parliamo di persone che non sono in grado di svolgere neanche in minima parte, in maniera autosufficiente, le normali attività quotidiane).
Mi auguro che oggi si arrivi ad una soluzione definitiva, cioè che il documento votato ed approvato in Aula trovi applicazione nel vero senso della parola.
Voglio ricordare, Presidente e colleghi, che negli ultimi giorni abbiamo ricevuto delle mail del CSA (il Coordinamento di Sanità e Assistenza). Mi ha colpito il caso di una persona che ha presentato regolare domanda per un proprio congiunto gravemente malato, non autosufficiente, chiedendo che venisse curato al proprio domicilio. Sarà una coincidenza, forse è destino, ma questo caso riguarda l'ASL-TO3.
Ebbene, l'ASL-TO3 ha rifiutato (purtroppo le Aziende Sanitarie Locali possono decidere se accettare o rifiutare) l'assistenza domiciliare.
Ripeto: si tratta di un paziente gravemente malato non autosufficiente tant'è vero che la stessa ASL ha dichiarato che, qualora il paziente volesse andare presso una strutturacome una RSA, ci sarebbero le possibilità per inserirlo in quella struttura, mentre al domicilio gli è stata negata l'assistenza.
Parlando di risorse e contributi, in una RSA avrebbero dovuto versare 1.500 euro, mentre al domicilio ci sarebbe stato un costo della metà: 600 700 euro. L'ASL ha rifiutato: nella RSA sì, al domicilio no.
Ebbene, ritengo sia giunto il momento di rispettare. Il Presidente ha parlato di gravi violazioni dei diritti umani. Ecco, qui si tratta di gravi violazioni dei diritti umani e della persona, perché ci sono delle normative ben chiare, delle normative costituzionali che sanciscono il diritto alla salute, alla cura, all'assistenza.
E' giunto il momento di riconoscere anche le prestazioni informali erogate dai familiari 24 ore su 24 ai propri congiunti anziani, malati non autosufficienti. Ma parliamo anche dei malati di autismo, quindi non solo di anziani non autosufficienti, ma di una grande sfera: parliamo della non autosufficienza in generale.
Finora i LEA hanno riconosciuto solo le prestazioni formali, cioè quelle assicurate ed erogate da un operatore socio-sanitario, mentre non sono state riconosciute le prestazioni erogate dai familiari.
In questo non ci sono schieramenti politici. Ci siamo accordati e riuniti, abbiamo espresso solidarietà e la pensiamo tutti nello stesso modo a proposito dei terremotati. Oggi, la Regione Piemonte ha dato esempio e segno di collaborazione, di condivisione e solidarietà univoche, da parte di tutto il Consiglio regionale. Occorre trovare una soluzione definitiva anche per tutte le persone che hanno il diritto di essere curate al proprio domicilio, perché - alla fine - chi presta assistenza sono i familiari. E' vero che l'assistenza medica, l'assistenza infermieristica, l'assistenza degli operatori socio-sanitari è di notevole e fondamentale importanza però l'assistenza continua 24 ore su 24 viene erogata dai familiari pertanto queste prestazioni informali vanno riconosciute.
Mi auguro che domani l'Assessore Saitta riesca a far dare applicazione a questi due atti d'indirizzo. Il precedente atto d'indirizzo era un ordine del giorno (il n. 142), approvato all'unanimità in quest'aula alla fine del 2014.
Stavo cercando il Presidente Chiamparino: lo vedo, è qua in aula.
Presidente, mi raccomando, istruisca bene il suo Assessore - l'Assessore alla sanità, Saitta - affinché si faccia portavoce, anche perché ricordo.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' già a Roma, per questo. Oggi c'è la riunione della Conferenza delle Regioni.



BATZELLA Stefania

Ah , è oggi, non domani. Non mercoledì 7?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Domani c'è la Conferenza Stato-Regioni.



BATZELLA Stefania

Perfetto. Speriamo che si faccia onore almeno sotto questo punto di vista e porti avanti con onore questo tema importante, non per fare un favore a noi, ma soprattutto per tutelare i diritti di queste persone, che hanno un grande bisogno.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sono sensibilissimo ai suoi richiami.



BATZELLA Stefania

Io ricordo - e concludo - che prima della pausa estiva, in Commissione sanità, l'Assessore Saitta ci aveva anche fornito delle informazioni riguardo alla bozza del nuovo decreto sui LEA. Si parlava della diatriba esistente tra il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia e l'Assessore Saitta aveva ricordato che il Ministero dell'Economia sosteneva che i soldi a disposizione dei nuovi LEA sono pochi e che ne servirebbero molti di più (questo lo sappiamo tutti).
Si parlava di 800-900 mila o un milione di euro, non ricordo esattamente la cifra. Ci eravamo lasciati (sto concludendo, Presidente) con l'impegno dell'Assessore di trovare un accordo, una soluzione il più presto possibile per riuscire a portare a casa quei soldi e mettere in atto la richiesta dei due atti d'indirizzo che oggi sono in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Vignale Grimaldi e Campo. Voglio solo comunicare che avevamo concordato di trattare queste due mozioni e votarle entro le 12.30. Poiché sono le 12.20 e dobbiamo ancora metterli in votazione, chiedo gentilmente ai colleghi Vignale, Grimaldi e Campo di avere un occhio di riguardo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come spesso avviene, affrontiamo i temi quando c'è una contingenza quindi una predisposizione o una bozza di un decreto, ma è altrettanto vero che è un tema che questo Consiglio regionale tenta di affrontare da un po' di tempo.
Allora il rischio, anche rispetto ad interventi del passato - per esempio, ricordo che il Presidente quand'era all'opposizione ha sempre dimostrato interesse per questo tema - è che avvenga ciò che sta avvenendo questa mattina, e cioè che ognuno si "lavi la coscienza" con un ordine del giorno.
E' evidente che oggi gli ordini del giorno che noi sosterremo sull'assistenza domiciliare serviranno a poco. Sono due le cose che servono: anzitutto, la presa di posizione dell'Assessore Saitta non come Assessore alla sanità, ma come Presidente, come coordinatore degli Assessori alla sanità delle Regioni, ma l'altra cosa sarà come si comporteranno i parlamentari. Vedete, noi non siamo stati eletti, o proveniamo o siamo iscritti soltanto in un ambito piemontese; i colleghi che hanno presentato un ordine del giorno, come il Presidente Laus e come altri, militano in un partito che è anche quello che incidentalmente approverà o meno questo decreto. Credo che il tema sia assolutamente questo: il nostro ordine del giorno o, meglio, gli ordini del giorno che il Consiglio licenzierà, se è possibile, sono più utili per i parlamentari piemontesi che dovranno esprimere o meno il loro voto piuttosto che al Governo, che credo non terrà in enorme considerazione i nostri ordini del giorno.
Questo è un tema, quindi un richiamo a non essere schizofrenici all'interno della stessa coalizione politica, per cui in Consiglio regionale si tiene una posizione e in Parlamento se ne tiene una completamente differente, almeno rispetto ai parlamentari piemontesi, cosa che ovviamente faremo anche noi rispetto ai parlamentari del Gruppo che rappresentiamo.
Il secondo aspetto è però declinare l'assistenza domiciliare anche nelle politiche regionali, perché quando diciamo che l'assistenza domiciliare è fuori dai livelli esenziali di assistenza lo potremmo dire con assoluta tranquillità se la legge 10 avesse una sua applicazione quindi se da alcuni anni noi stessimo applicando in modo omogeneo (perch la legge 10 viene applicata, ma in modo non omogeneo sul territorio regionale) allora con estrema facilità potremmo dire che, rispetto ad altre Regioni, abbiamo intanto una norma che garantisce il servizio sull'assistenza domiciliare e quindi l'abbiamo anche attuata; inoltre abbiamo investito delle risorse in tal senso e quindi non soltanto con la coscienza pulita, ma dimostrando anche che l'assistenza domiciliare funziona e - ripeto quanto già detto da altri colleghi - non vi chiediamo di modificare il decreto.
Il problema è che questa Regione ha una legge del 2010; è responsabilità anche della precedente Amministrazione non aver dato completa attuazione a quella legge, ma quella legge fu inserita nel Piano Socio Sanitario, perché il piano sull'assistenza domiciliare del Piano Socio Sanitario oggi vigente fa espressamente riferimento alla legge 10 del 2010.
Poi, c'è un altro aspetto: non è vero che non si è mai parlato di assistenza domiciliare, perché ricordo gli atti che il nostro Gruppo consiliare ha presentato. Non c'è stato assestamento di bilancio o bilancio preventivo in cui non siano stati presentati gli ordini del giorno atti non ad aumentare la spesa, ma a spostare una parte della spesa ospedaliera o distrettuale, perché fosse chiaramente spesa da parte delle Direzioni generali sanitarie e delle Aziende Sanitarie Regionali per l'assistenza domiciliare. Non c'è un solo provvedimento che sia stato approvato salvo un ordine del giorno che richiama la Giunta a un dovere: la legge 10 oggi è inattuabile nella sua completezza, perché il regolamento che consente l'utilizzo di familiari, professionisti, associazioni o quant'altro non è mai stato emanato dalla Giunta.
Nel dicembre del 2004 ritirammo un nostro emendamento di aumento della spesa che sostituimmo con un ordine del giorno che impegnava la Giunta, nei mesi successivi, a stilare e ad approvare questo regolamento, che è un atto di Giunta, che deve passare e avere il parere della IV Commissione, ma è un atto di Giunta: stiamo ancora aspettando.
Allora, il tema vero è che se l'assistenza domiciliare non si attua all'interno dell'unica Regione italiana che ha una legge organica sull'assistenza domiciliare, si è poco credibili nei confronti dello Stato nazionale nell'andare a dire di non inserire l'assistenza domiciliare nei livelli essenziali di assistenza.
Quindi, due richieste: anzitutto facciamo i "compiti a casa" e l'assestamento di bilancio può essere un'occasione. Dico all'Assessore Ferrari, perché non c'è l'Assessore Saitta, ma anche perché sono gli Assessori competenti, che anche le maggiori risorse previste su quest'anno non sono sufficienti, perché in teoria l'assistenza domiciliare dovrebbe avere un concetto che è quello dello spostamento di risorse e non dell'incremento necessario di risorse: l'assistenza domiciliare dovrebbe come altri colleghi hanno ricordato, spostare le risorse da percentuali che, peraltro, ci dà la legge dello Stato (51% sul territorio e la rimanente parte sull'ospedale e il 5% sulla prevenzione) e sono percentuali che continuiamo a non rispettare. Dovremmo spostare la spesa in favore dell'assistenza domiciliare, che è il primo "compito a casa".
La seconda è che ogni forza politica, compresa la nostra, cerchi di interfacciarsi con i propri parlamentari per spiegare che se un provvedimento non funziona e all'unanimità o a larga maggioranza un Consiglio regionale ritiene che non funzioni, magari sia spiegato anche ai suoi parlamentari che è bene che quel provvedimento non sia votato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Visto che i colleghi hanno ricordato anche le discussioni in quest'Aula e alcune delle incongruenze rispetto agli atti di indirizzo e ad alcune deliberazioni, ma ricordo anche i ricorsi al TAR o al Consiglio di Stato vorrei partire da una storia semplice.
La nonna di V. F., anziana malata cronica non autosufficiente, era ricoverata da circa un mese in una casa di cura alle porte di Torino quando gli operatori sanitari nella struttura le comunicano che il periodo di degenza è finito.
Grazie alla lettera di opposizione alle dimissioni, come avviene in tutti i casi in queste vicende, facendo riferimento alla legge in vigore che assicura una presa in carico del SSN senza, ricordiamoci, limiti di durata per le persone malate, la signora e i suoi familiari ottengono la continuità terapeutica.
Avevano chiesto le cure domiciliari fin dall'inizio, quando la nonna era stata male, e semplicemente la presenza di un'operatrice socio sanitaria alcune volte a settimana, il passaggio periodico del medico ma soprattutto, il rimborso di parte delle spese vive affrontate per accudire la signora a casa.
La spesa per l'ASL sarebbe stata circa di 20 euro al giorno. Lo ricordava prima la Consigliera Batzella, infatti sono circa 600 euro mentre l'Azienda Sanitaria, invece di attivare queste cure domiciliari risponde all'istanza dei familiari che richiedono l'attivazione delle prestazioni a domicilio con una lettera dicendo che per la signora è pronto il ricovero in RSA. Ricordiamo che la spesa in questo caso va dai 40 ai 60 euro. Insomma, il costo è di 1.500 euro in media per la Regione Piemonte.
Il risultato è, e lo dico al Presidente Chiamparino solo perché così si faccia due conti, che la paziente è ancora ricoverata dopo un anno in quella RSA.
Quindi, per intenderci: dove sono finite le difficoltà economiche di questa vicenda? E noi dobbiamo essere contenti di avere trovato altri 20 milioni di euro che mettiamo nel comparto sociale per tre anni? E' una buona notizia. Ieri, come avrete letto sui giornali, abbiamo fatto una riunione di maggioranza e noi siamo molto contenti che, come avevamo richiesto - dato che il 30 settembre scade la proroga per 6.000 famiglie che ricevono il contributo - ci siano le risorse. Ma è qui l'incongruenza: quanto ci costa mantenere in RSA queste persone? Che senso ha non riconoscere parziale.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Il documento del Movimento 5 Stelle propone almeno il 50%, il documento del Presidente Laus propone almeno di considerarlo. Ma quanto ci costa non averle considerate? In più, quanto ci costa continuare a non capire un'incongruenza dei LEA? Presidente, io sono d'accordo con lei quando spesso dice che questi documenti e questi ordini del giorno contano poco. Infatti quello che conta poco è la politica e l'Assessore Saitta, che coordina quel tavolo di lavoro, dovrebbe dire che tutte queste sconfitte culturali sono doppiamente sconfitte, perché costano di più al nostro sistema sanitario.
Non perdiamo solo quando non capiamo che inguaribile non vuol dire incurabile, perché questo è un po' lo schema che c'è attorno ai LEA. C'è un anziano, che tanto sarà inguaribile, e quindi perché non definirlo incurabile? E' lì che ci sono le contraddizioni e, in più, non capiamo un altro dato di fondo: che questa vicenda sta impoverendo le nostre famiglie perché tutti quelli che decidono, invece, di sostenere in casa il proprio familiare, spesso perdono parte del loro lavoro, spesso magari sono quelle stesse donne che, in qualche modo, hanno già più difficoltà nei luoghi a prendersi i distacchi e magari l'hanno già fatto in precedenza per i propri figli e adesso, dopo qualche anno, ritornano a farlo per i propri genitori.
Io credo che sia una battaglia di civiltà, lo diceva anche il Presidente Laus; sì, è una battaglia di civiltà, ma è una battaglia che ci serve per il futuro. Non sto dicendo che non c'è una parte sociale di tutto questo, non sto dicendo che è solo un problema di dove allocare le risorse.
C'è anche quello, ma c'è un concetto universale di diritto e c'è proprio la miopia di non capire che spesso alcuni modelli e alcune istituzionalizzazioni costano di più. E guardate che non è tanto dissimile dalla discussione che stiamo facendo sulla psichiatria, quando alla fine uno Stato non capisce che quei gruppi appartamento devono, per forza essere SRP3 perché sono lievi e quindi, se sono lievi, non c'è l'attività terapeutica.
Ma quand'è che riapriremo gli occhi a questo tavolo Massicci? Quand'è che riusciremo a far capire che, in qualche modo, lì dentro, in quelle rigidità di bilancio in realtà c'è tutta la miopia di una classe politica che non riesce a capire che tutto questo costa di più alle tasche dello Stato? Presidente Chiamparino, decida quanto sono utili questi documenti decida se votarli o meno, se astenersi, se uscire dall'Aula, ma una volta che verranno votati, che lei si astenga o meno, che lei esca dall'Aula o meno, qualcuno dovrà poi rispondere anche delle nostre tasche, dei soldi della Regione Piemonte per cui la signora, nipote di V. F., non stia un anno in più a carico della Regione Piemonte a 150 euro al giorno al posto di 20 euro dati a quelle famiglie! E ce ne sono di questi casi e ogni giorno vengono consegnate quelle lettere per evitare le dimissioni.
Credo che questa sia una grande inchiesta da fare e forse la Regione Piemonte dovrebbe dare anche qualche soldino per fare qualche indagine magari all'IRES stessa, per capire quanti soldi sprechiamo per non capire dove sta la differenza tra la giustizia e un diritto universale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Non svolgo un intervento, ma vorrei solo chiedere, visto che è scaturita una discussione interessante e anche di livello alto, se fosse eventualmente possibile riprendere un discorso di questo genere in futuri Consigli. Il tema è chiaramente significativo e queste due mozioni hanno evidenziato una problematica, che è quella dei livelli di assistenza, ma anche dei livelli di interpretazione dei principi e dei diritti dei cittadini che, secondo me, andrebbero discussi ampiamente e non con tempi ristretti che non permettono di parlare bene di tutte le questioni.
Quindi, rinuncio all'intervento, perché il tempo purtroppo non c'è, ma mi piacerebbe che si trovasse uno spazio il più presto possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Credo che sia importante affrontare questo tema e che sia strettamente collegato - se non vogliamo far sì che sia una discussione sterile come succede in altri ordini del giorno - al tema del referendum, che toglierebbe qualunque possibilità di azione alle Regioni, e non sto strumentalizzando.
Inoltre, credo che questo tema non sia divisibile da una discussione quand'anche molto delicata, sul testamento biologico. Chiunque di noi voglia - ma so che molti dei Consiglieri presenti lo fanno - potrà vedere quante persone in stato vegetativo ci sono nelle RSA, nei LEA e negli altri posti. Quindi, credo che una discussione di questo tipo sia fondamentale associata però ad una complessità di situazioni che riguardano anche delle vicende umane che l'avanzamento della tecnica scientifica ci sta mettendo davanti.
Vorrei dire inoltre, spezzando una lancia in favore del nostro Paese Italia, che noi siamo molto avanti rispetto alla cura della persona. Noi ci buttiamo sempre giù, ma ricordatevi e, soprattutto, ricordiamoci che in alcuni Paesi oltre una certa età le persone non vengono più assistite dal sistema pubblico, laddove il sistema pubblico esiste.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n. 852, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 867, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.41)



MOTTA ANGELA



(I lavori proseguono alle ore 12.44 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta immediata n. 1206 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Bando 2014 L.R. 4/00 - Pagamenti a Finpiemonte per erogazione contributi ai beneficiari"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1206, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
La question time riguarda il bando 2014 della legge 4, relativa a pagamenti a Finpiemonte per quanto riguarda le Pro Loco.
Premesso che nel 2014 è stato attivato un bando della Regione Piemonte ai sensi della legge 4: "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento qualitativo di territori turistici" "Piano annuale di attuazione 2014 prima parte" e "Piano annuale di attuazione seconda parte".
Posto che per l'apertura del presente bando sono stati impegnati oltre due milioni di euro al capitolo 240715 del bilancio regionale del 2014 a favore di Finpiemonte, società liquidatrice dei contributi assegnati.
Verificato che i soggetti beneficiari dei contributi in conto capitale hanno nel frattempo provveduto ad effettuare gli investimenti previsti dai loro progetti, alcuni avendoli già terminati, altri avendoli intrapresi spesso ricorrendo ad anticipazioni di cassa fornite attraverso istituti di credito a fronte di garanzie proprie fornite dai loro rappresentanti, con relativi oneri finanziari ed esposizione personale dei soci, in attesa e nella speranza di una celere chiusura del procedimento amministrativo regionale e di una altrettanto celere erogazione del contributo da parte di Finpiemonte, che non c'è stato.
Considerato che dal momento dell'approvazione della graduatoria relativa al bando è ormai trascorso un anno e mezzo, e rispetto all'atto di liquidazione complessivo numero 16573 del 2015 risulta ad oggi un solo mandato di pagamento parziale in favore di Finpiemonte per un importo netto di 250 mila euro, che ha consentito di erogare i contributi soltanto ad alcuni soggetti beneficiari che avevano già terminato i loro interventi e rendicontato regolarmente agli uffici del Settore Offerta Turistica della Regione Piemonte, con conseguente pesante aggravio delle situazioni espositorie accennate in precedenza.
Constatato che dalle verifiche condotte dal mandato 1545 dell'8 marzo 2016 altri beneficiari avrebbero provveduto a rendicontare i lavori effettuati e le attrezzature acquistate, per un importo complessivo di circa 250/300 mila euro, che potrebbero quindi essere utilmente erogate da Finpiemonte ai soggetti ammessi al contributo.
Appurato che gli uffici di Finpiemonte stanno soltanto attendendo il relativo mandato della Regione per procedere con pagamenti di cui precedenza, si interroga l'Assessore per sapere se sia possibile procedere quanto prima con un'ulteriore mandato di pagamento per un importo parziale di circa 300 mila euro in favore di Finpiemonte, in modo da consentire l'erogazione ai soggetti beneficiari, che sono già in regola con la rendicontazione dei contributi loro spettanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Risponde l'Assessora Parigi; prego.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

La ringrazio molto.
Prendiamo atto della sua richiesta e la Ragioneria centrale sta già provvedendo al pagamento di un'ulteriore quota dell'atto di liquidazione di due milioni e rotti, a copertura di quegli interventi rendicontati che attendono - appunto - liquidità.
Faccio presente che il dilazionamento dei pagamenti è dovuto alla nostra scarsa disponibilità di cassa e, tra l'altro, dall'esigenza posta in atto dalle disposizioni della legge 118; quindi, da un lato, dobbiamo pagare i residui e, dall'altro, cercare di impegnare.
Grazie.


Argomento: Diritti umani

Interrogazione a risposta immediata n. 1200 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Bando per progetti di assistenza a favore delle vittime di tratta"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1200, presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione ha come oggetto il tema della lotta alla tratta e dell'assistenza a favore delle vittime di tratta; un lavoro che negli ultimi 15 anni è stato riconosciuto, a livello internazionale, come uno dei più complessi, perché, da un lato, coinvolge persone che, ai nostri giorni sono letteralmente schiave e quindi vanno aiutate e tutelate, e dall'altro, è un fenomeno gestito dalla criminalità organizzata a livello internazionale.
La Regione Piemonte da anni è impegnata in questo contrasto e soprattutto, di assistenza alle vittime.
Dal 2008 coordina "Piemonte in rete contro la tratta", una rete di associazioni e soggetti del privato sociale che già dagli anni 2000 si sono fatte carico, sul territorio della Regione Piemonte, dell'assistenza alle vittime della tratta.
In questi anni si sono succedute iniziative nazionali.
Nel 2016, dopo una lunga attesa, il Consiglio dei Ministri ha finalmente adottato il Piano Nazionale di azione contro la tratta e il grave sfruttamento, per gli anni 2016-2018; piano che poi è diventato un programma unico di emersione, assistenza ed integrazione sociale, sempre per l'assistenza alle vittime della tratta. Proprio in base a questo programma unico, il Dipartimento delle pari opportunità ha emanato un bando, a livello nazionale, che prevedeva il finanziamento di progetti a livello territoriale, bando a cui hanno partecipato diverse Regioni, tra cui il Piemonte.
Purtroppo abbiamo avuto modo di apprendere durante i mesi estivi, ad agosto in particolare, che il Piemonte è stato escluso dalla graduatoria dei progetti finanziati, a causa di un errore materiale degli uffici della Regione Piemonte, che avrebbero presentato un progetto incompleto.
Appurato che la Regione Piemonte non può permettersi di abbandonare le vittime della tratta, si chiede all'Assessore competente quali sono le azioni che intende mettere in campo, affinché sia garantita la continuità di assistenza e sostegno alle vittime di tratta e dei progetti della rete "Piemonte in rete contro la tratta".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessora Cerutti; prego.



CERUTTI Monica, Assessora ai diritti civili

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio il Consigliere Rossi per aver posto questa questione e poi, avendo preso atto dell'esclusione del finanziamento statale del nostro progetto, la Regione Piemonte si è da subito impegnata a garantire la continuità del servizio offerto dalle associazioni di "Piemonte in rete contro la tratta", che da anni lavorano, come ricordava il Consigliere, al contrasto della tratta di esseri umani e della prostituzione, con la priorità di far sì che le donne, ad oggi seguite nella nostra Regione possano continuare il loro percorso di emersione e di reinserimento sociale sul nostro territorio.
A questo scopo, la Giunta regionale si impegna a destinare 330 mila euro, con l'approvazione dell'assestamento di bilancio, per finanziare l'attività dell'unità di strada e il lavoro di emersione, finora realizzato dai soggetti di "Piemonte in rete contro la tratta", per il periodo che va dal 1° settembre al 31 dicembre 2016.
Contemporaneamente, stiamo procedendo con la predisposizione di un atto di indirizzo, ai fini dell'accesso ai finanziamenti del POR, quindi 2014 2020, obiettivo tematico 9, per un milione di euro, finalizzato al sostegno di progetti integrati di inclusione attiva, orientamento, formazione e inserimento lavorativo rivolto alle vittime di tratta.
La scorsa settimana ho incontrato il Prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, cui abbiamo proposto di avviare in Piemonte un progetto sperimentale che, mettendo in stretto collegamento il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e la rete anti-tratta, miri ad invidiare tempestivamente le potenziali vittime tra chi richiede la protezione internazionale.
Allo stesso tempo auspichiamo di poter valutare il prima possibile insieme al Dipartimento per le pari opportunità, come riprendere una progettualità comune ed un progetto condiviso per la definizione di modalità di sostegno negli interventi di prevenzione e di contrasto ad un fenomeno che, purtroppo, risulta essere in aumento e sempre più preoccupante.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1207 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Violenta alluvione nel Comune di Cassine (AL)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1207, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Il collega Vignale allargava le braccia: effettivamente c'è da allargare le braccia perché in questi due anni, purtroppo, il nostro territorio alessandrino ha vissuto delle situazioni realmente gravi. E questo, probabilmente molto circoscritto, è però un evento che nella notte tra il 29 e il 30 agosto ha colpito alcuni Comuni dell'Alessandrino, tra cui Cassine, Rivalta Bormida e Masio, ma che in particolare su Cassine ha scatenato una bomba d'acqua a monte che ha provocato davvero una serie di danni tangibili sul territorio. Chiaramente l'entità, a livello di dimensione, magari non ha creato quell'impatto eclatante, ma all'interno del paese c'erano circa 60-70 centimetri di acqua; quindi voi potete immaginare le conseguenze su tutto ciò che riguarda le abitazioni e le aziende.
Allora, alla luce di questo e naturalmente anche alla luce del decreto nazionale - che a fine luglio il Governo ha varato e che ha innescato delle opportunità per le aziende e i privati, in termini di sgravi fiscali o sotto forma di contributi - la nostra interrogazione naturalmente vuol chiedere all'Assessore come intende intervenire la Regione e se si possa procedere, in prospettiva, magari inserendosi all'interno di questo decreto. Altrimenti, infatti, un fenomeno di entità così ridotta rischia di essere isolato; ma il livello dei danni è assolutamente paragonabile a quello di situazioni di portata molto più ampia che si sono verificate negli anni e nei mesi precedenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere, sì: effettivamente gli eventi del 29 e 30 agosto hanno interessato parecchie zone del Piemonte e non solo la zona dell'Alessandrino cui lei fa riferimento; anche il Torinese è stato particolarmente colpito da quegli eventi e un mesetto prima si è verificato quello che ha colpito in modo molto pesante il territorio di Chieri. Si tratta quindi di episodi che ormai si ripetono in modo piuttosto costante.
Per quanto riguarda l'evento da lei citato, a Cassine c'è stato un sopralluogo immediato da parte dell'ex Genio civile che fa riferimento appunto, ad una Direzione del mio Assessorato e sono stati individuati alcuni interventi: il ristabilimento di alcune sezioni di deflusso per i rii Bicogno, Valdanzano e Bonvicino, la ricostruzione di un ponticello sul rio Valdanzano che ha fatto da diga e il ripristino della rete di drenaggio e della viabilità interna del cimitero comunale. Sono tutti interventi che si copriranno con risorse stanziate sulla legge 38.
Nel frattempo, evidentemente, in seguito alla delibera del Consiglio dei Ministri del 26 luglio scorso che ha creato questo fondo da 400 milioni per ristorare danni alle imprese e ai privati per gli eventi di "tipo C" stiamo seguendo questa strada al fine di individuare le forme per supportare le imprese che hanno subito danni nel periodo successivo a questo provvedimento.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione a risposta immediata n. 1208 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Pontili porto di Verbania"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1208, presentata dalla Consigliera Gancia che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Prendiamo atto che la settimana scorsa sono iniziate le operazioni di rimozione di pontili in acqua danneggiati del porto Palatucci di Verbania.
Consideriamo che il porto è stato realizzato dalla Regione che l'ha dato in concessione al Comune di Verbania, il quale l'ha appaltato a privati.
Con determina dirigenziale n. 1286 del 12 agosto 2016, il Comune ha ceduto a titolo gratuito alle sottoriportate Pubbliche Amministrazioni come da loro richieste agli atti presso l'Ufficio Patrimonio/demanio idrico lacuale, alcune parti di porzioni dei pontili galleggianti dell'ex area portuale Porto Palatucci: al Comune di Mergozzo, al Coordinamento regionale del volontariato di Protezione Civile, al Comune di Cannero Riviera.
I pontili non sarebbero stati oggetto di una possibile verifica/sopralluogo da parte di una Commissione tecnica per stabilire le cause dell'affondamento e a chi competano i rimborsi dovuti ai proprietari dei natanti danneggiati. I pontili sarebbero affondati trascinando le barche a fondo a causa della mancata manutenzione e le assicurazioni non pagherebbero e chiederebbero il risarcimento del danno al Comune.
Chiediamo quindi all'Assessore competente se la Regione Piemonte non abbia nulla da eccepire in merito alla condotta del Comune di Verbania avendo la Regione costruito il porto stesso - che ha sostanzialmente ceduto a titolo gratuito ad Amministrazioni terze dei pontili, senza che alcuna Commissione di garanzia abbia appurato cause ed eventuali responsabilità del loro affondamento e senza che si sia ancora chiarito a chi spetti rimborsare gli eventuali danni reclamati dai privati che si sono visti trascinare a fondo le proprie barche dai pontili affondati, di proprietà della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La questione è annosa. Faccio una precisazione, che direi essenziale.
Il pontile non è stato costruito dalla Regione: è stato costruito da un'impresa su progetto e appalto gestito completamente dal Comune di Verbania. La Regione, quindi, ha cofinanziato ma non realizzato l'opera che è stata appaltata dal Comune di Verbania stesso; quindi, quell'opera fa parte del demanio comunale del Comune di Verbania.
La ringrazio, comunque, della sua segnalazione e ovviamente verificheremo con il Comune gli atti seguenti. E' chiaro che quella questione ha ancora notevoli pendenze, per quanto riguarda gli aspetti delle responsabilità, anche con le società assicuratrici e che questa è una vicenda che ovviamente deve seguire, e segue, il Comune di Verbania.
Naturalmente, però, ci interesseremo per seguirne l'evoluzione.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1204 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Situazione abbonamenti pendolari Torino-Milano"


PRESIDENTE

La prossima è l'interrogazione a risposta immediata n. 1204, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Come l'Assessore sa, con il passaggio alle linee ad alta velocità negli anni si è assistito ad una drastica riduzione delle linee di trasporto locale, che ha reso sostanzialmente obbligatorio per i lavoratori l'utilizzo dell'alta velocità, soprattutto per il tratto fra Torino e Milano.
Come i giornali hanno scritto, nel mese di agosto la società NTV ha soppresso la possibilità di abbonamento per la tratta che ho appena citato la Torino-Milano, utilizzata quotidianamente, appunto, da migliaia di nostri concittadini, ma in realtà anche da molti milanesi.
Visto l'elevato numero di passeggeri e di lavoratori pendolari, la decisione di abolire gli abbonamenti pare insomma proprio inaccettabile anche perché tra l'altro questi utenti - se volete - sono anche parte del cuore della narrazione della stessa Trenitalia: sono quei lavoratori che utilizzano le famose "metropolitane d'Italia", così come le descrive quella che, tra l'altro, è una delle poche grandi aziende ancora tutta dello Stato.
Per questo speriamo e auspichiamo che Trenitalia non voglia fare lo stesso, anche se più volte è stato annunciato che, di fatto, il non obbligo perché è questo poi il punto da cui NTV è partita - in qualche modo a costruire una situazione di abbonamento per i passeggeri che, appunto, sono ogni giorno utenti del servizio, rischia di trasformare queste vicende in una grave vertenza di migliaia di lavoratori.
La preoccupazione del Comitato pendolari è che non solo Trenitalia si allinei, ma che in qualche modo NTV non accetti neanche le proposte che sono state fatte in queste ore; una di queste, per esempio, è magari far sì che l'abbonamento non sia per tutta la giornata, ma che almeno ci sia la salvaguardia di alcuni orari.
Si dirà che ovviamente per la vicenda di NTV è più difficile aprire una trattativa, che basterebbe in qualche modo convincere Trenitalia a non fare lo stesso. Altri dicono già, partendo un po' quasi senza strumenti, che comunque Trenitalia non prende finanziamenti per le linee ad alta velocità.
Questa di per sé è un po' un'inesattezza: è vero che non fa parte del trasporto pubblico locale, però di fatto quell'investimento è attuato da questo Paese e - diciamoci la verità - adesso che addirittura vale per tutti uguale, i costi di quel canone non copriranno mai (l'ha detto più volte anche l'Assessore Balocco) gli investimenti dell'alta velocità.
Allora io mi chiedo com'è possibile in qualche modo ritornare indietro su questa vicenda e far sì che Trenitalia non commetta lo stesso errore che più volte ha però annunciato. Quindi spero che l'Assessore Balocco apra un'interlocuzione prima di tutto col Ministero e poi, ovviamente, con gli strumenti che abbiamo, con Trenitalia perché, per quanto si possano trovare delle soluzioni locali anche per dare un'alternativa a questi lavoratori sapete che loro non hanno molti strumenti in mano.
Spesso c'è la narrazione che questi lavoratori sono quelli che se lo possono permettere, ma in realtà non è così: ci sono molti di questi lavoratori che guadagnano stipendi anche molto bassi, molto precari e semplicemente l'azienda gli paga quell'abbonamento specifico per raggiungere Milano. Ecco, evitiamo di scaricare addosso una questione che rischia anche di essere occupazionale se non si risolve in tempi brevi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ovviamente della questione ci siamo occupati immediatamente quando è stata minacciata questa possibilità da Trenitalia, così come già precedentemente - ricordate - alla fine dell'anno scorso c'era la questione sulle prenotazioni, che poi in quel momento aveva trovato una sua soluzione.
Dicevo, già a giugno noi abbiamo scritto al Ministero e a Trenitalia per protestare rispetto a questa possibilità, ricordando proprio gli aspetti che lei stesso ha or ora menzionato. Nei prossimi giorni incontrer per tutta una serie di questioni, ma anche per questa - l'Amministratore delegato di Trenitalia, Barbara Morgante, e quindi cercherò di avere delle notizie più chiare rispetto a questa questione.
Ovviamente lei ha fatto una premessa molto precisa: Ferrovie dello Stato è dello Stato, Trenitalia è dello Stato, ma questo servizio è un servizio a mercato, non viene definito e non è quindi contribuito né dallo Stato né tanto meno dalla Regione; chiaramente si muove su logiche su cui noi non possiamo interloquire molto, se non con funzioni di pressione nei confronti del Ministero e del Governo affinché intervengano.
E' evidente che noi abbiamo ipotizzato anche soluzioni alternative, che però inevitabilmente non sono della stessa qualità e della stessa efficienza, perché naturalmente l'alta velocità consente una velocità di collegamento che la linea storica non potrebbe neanche lontanamente permettere. Questo non toglie che sulla tratta dell'alta velocità Torino Milano, indipendentemente dalla questione dell'abbonamento, si stia invece ipotizzando come servizio regionale un servizio "fast", cioè che preveda solo le due fermate di Novara e di Vercelli, andando in questo modo a velocizzare il servizio regionale. Ciò non per creare un'alternativa perché un'alternativa della stessa qualità sarebbe impossibile, ma per creare un'opportunità in più.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1199 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Crisi della PMT di Pinerolo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1199 presentata dal Consigliere Rostagno.
La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
La PMT è un'azienda pinerolese che si estende su circa 65.000 metri quadri di superficie fondiaria, coinvolge circa 200 dipendenti ed è erede della storia della Beloit Italia, produttrice di grandi macchinari per la lavorazione della carta; grandi macchinari che, proprio per la tipologia dell'attività, rischiano di far cadere costantemente in depressione l'azienda poiché basta la carenza di una commessa per generare un momento di crisi.
La crisi degli anni Novanta è stata superata con l'acquisizione dell'azienda da parte del gruppo Nugo, che ha un'attività similare in un'altra zona del Piemonte. Per fortuna, due anni fa una grande commessa ha avuto la possibilità di gestire una progettualità con un gruppo cinese; ci ha consentito di sviluppare un'attività importante, una grande commessa.
Oggi, però, si presenta un momento di crisi finanziaria e questo gruppo cinese sta facendo dei passi indietro rispetto agli accordi assunti.
Tutto ciò ha comportato la richiesta di un concordato preventivo il 12 agosto; il concordato preventivo comporta, tra l'altro, un rischio futuro in assenza di prospettive. Teniamo conto che 158 lavoratori hanno accettato un contratto di solidarietà che garantirà di lavorare a rotazione per i prossimi 12 mesi.
Con questa nota, chiedo se l'Assessorato competente intende essere coinvolto e se intende essere parte attiva nelle trattative e nella gestione di questo momento di crisi aziendale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Il Consigliere ha già tracciato a grandi linee quella che è stata la vicenda degli ultimi anni dell'azienda PMT-Italia, ex Beloit, che è appunto una storica azienda del territorio, dove i periodi di crisi sembravano in qualche modo poter terminare con l'accordo e le manifestazioni di interesse avanzate da parte del socio della CPMC. Ciò nonostante la CPMC, a seguito della crisi del mercato cinese che ha comportato la messa in liquidazione di uno degli stabilimenti in Cina, ha deciso di non impegnarsi oltre rispetto agli accordi iniziali e quindi di interrompere il percorso di attenzione nel Pinerolese. Pertanto la PMT ha avviato i contatti con un potenziale investitore di Taiwan, operante nel medesimo settore, il quale si è dimostrato interessato a valutare la possibile acquisizione di PMT Italia ed ha avviato un'attività di due diligence.
In tale contesto, al fine di preservare patrimonio, creditori e livelli occupazionali, in data 12 agosto 2016, l'azienda ha depositato presso il Tribunale di Torino domanda di concordato preventivo.
In data 25 agosto, azienda e organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo inerente il ricorso al contratto di solidarietà a decorrere da settembre per 12 mesi, come peraltro è già stato ricordato per un numero massimo di 158 lavoratori (che sono i lavoratori coinvolti) di cui 90 risulterebbero in esubero, per cercare di fronteggiare in modo non traumatico l'eccedenza del personale.
Abbiamo già preso contatti con le organizzazioni sindacali, ma seguiremo con attenzione l'evolversi della vicenda. Credo che occorra sottolineare in modo particolare il fatto che sia stata depositata presso il Tribunale una domanda di concordato preventivo, che, in qualche modo segna il percorso intrapreso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1202 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Affidamento di incarico esterno per la definizione delle cause dei vizi, nonché le responsabilità e le possibili soluzioni ai vizi esterni affliggenti le facciate del Palazzo Uffici della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1202, presentata dal Consigliere Bertola. In assenza del Vicepresidente Reschigna, risponderà l'Assessora Pentenero.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie.
Questa è una delle tante interrogazioni che ho fatto e che farò sulle questioni legate alla sede unica della Regione Piemonte. Sapevo dell'assenza del Vicepresidente Reschigna, mi dispiace che non ci sia lui questa volta a rispondere, ma avremo altre occasioni per parlare del grattacielo, perché, tanto per fare un esempio, è in arrivo un'altra mia interrogazione indifferibile e urgente.
In questo caso, parliamo dei danni ai vetri. Già mesi fa, era uscito sui giornali che si stimava un danno a circa 300 vetri, che, poi, sono diventati 600; nella più recente informativa in Commissione, proprio prima della pausa estiva, ci è stato detto che, da un'ultima ricognizione, i vetri danneggiati erano più di 800. A quel punto, con una battuta, ho chiesto al Vicepresidente Reschigna se avessero terminato le ricognizioni perché ad ogni ricognizione la cifra sarebbe stata destinata ad aumentare.
In questo caso i documenti ci parlano di una quantità certificata di 400 vetri danneggiati.
Nella recente informativa in Commissione avevo posto un quesito: "Se ci sono così tanti vetri danneggiati - non è che ne abbiamo comprati due o tre, siamo un privato cittadino che compra dei vetri, li mette a casa e scopre che sono difettosi, ne abbiamo comprati qualche migliaia - e se sono difettosi, perché non ci rivolgiamo a chi li ha prodotti, visto che è una fornitura importante?".
Con un giro di parole, praticamente, è stato spiegato che li ha prodotti, o commercializzati, un'azienda legata a Coopsette che ha portato i libri in Tribunale - quindi andare a prendergli dei soldini diventava piuttosto difficile, se non ci si rivale sulla fideiussione - però un soggetto li aveva assemblati e l'altro li aveva prodotti; insomma, non si riusciva proprio bene a risalire a chi aveva prodotto quei vetri o, meglio forse non si era cercato più di tanto di risalire a chi li aveva prodotti.
Il fatto recente è quello dal quale è scaturita questa interrogazione: l'abbiamo appreso dagli organi di stampa, poi siamo andati a cercare i documenti e a leggere la determina. Adesso la Regione ha deciso di incaricare un ulteriore esperto che studi la fenomenologia del vizio, le sue cause tecniche ed economiche e proponga le possibili soluzioni in merito, a fronte di un'ulteriore spesa di 39 mila euro più altri oneri.
Insomma, abbiamo tutti questi vetri danneggiati e dobbiamo anche pagare un professionista che svolga una relazione sulla tipologia del difetto.
A volte, i cittadini che ci scrivono hanno un linguaggio un po' colorito, che però è efficace. Ormai, si sa, mi occupo spesso e volentieri della questione e tutte le volte che esce una notizia mi scrivono dei cittadini e dei simpatizzanti per dire: "Come mai? Fai qualcosa, fai un'interrogazione". Un cittadino mi ha scritto in modo colorito ma efficace: "Ma come! Abbiamo preso una bidonata e adesso dobbiamo anche spendere i soldi per capire perché e come abbiamo preso la bidonata?".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Come anticipato, la parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Riporto quanto mi è stato detto e quanto è stato fatto in merito alla domanda posta.
Il Consigliere, facendo riferimento alla determina dirigenziale n. 79 del 17 giugno 2016, con cui è stato affidato l'incarico professionale all'ingegner Marco Bagnetto, interroga "per sapere se, prima dell'affidamento dell'incarico, la Stazione Appaltante non abbia pensato di contattare direttamente il produttore dei vetri".
Gli eventi che hanno condotto all'affidamento del suddetto incarico sono dettagliati nella determinazione a cui ho appena fatto riferimento che credo il Consigliere conosca attentamente, anche perch nell'interrogazione ne ha riportato gli estremi.
Come si vede dalla copiosa corrispondenza legata agli atti di riferimento, la Stazione Appaltante ha più volte interpellato il Commissario Liquidatore di Coopsette, unico rappresentante della ditta a seguito della Liquidazione Coatta Amministrativa: sia per segnalare il vizio, sia per acquisire le certificazioni dei vetri, sia per partecipare ai sopralluoghi e agli incontri all'uopo programmati.
Il Direttore dei Lavori, inoltre, al fine di acquisire informazioni che potessero contribuire alla comprensione delle cause delle difformità che sono state contestate, ha emesso esplicito ordine di servizio n. 64 nel febbraio 2016 sia per acquisire valutazioni in merito ai vizi che sono stati riscontrati, sia per acquisire le certificazioni e le schede dei materiali relativamente ai vetri posati. Tale ordine di servizio è stato completamente disatteso da Coopsette in LCA.
Le informazioni erano state richieste a tutte le imprese costituenti l'ATI esecutrice, ma in modo particolare a Coopsette in LCA in quanto unico soggetto realizzatore di queste opere alle quali si fa riferimento e quindi, unico responsabile delle opere medesime.
Un diretto contatto della Stazione Appaltante con il fornitore dei vetri non sarebbe stata legittima in quanto, proprio perché mero fornitore non può avere rapporto giuridico con la Stazione Appaltante. Inoltre, non potendo escludere che il vizio possa essere causato da elementi diversi dal vetro stesso (ad esempio, dal telaio o dalla tipologia di materiale o metodo di assemblaggio utilizzato), il chiedere conto direttamente al fornitore avrebbe comportato eventuali presupposti di contenzioso sfavorevoli per la Stazione Appaltante, o comunque non complete.
Tuttavia, su richiesta di Coopsette, il Direttore dei Lavori in data 14 marzo 2016 ha accompagnato ad un attento sopralluogo in sito i rappresentanti di Coopsette stessa nonché il tecnico ed il legale della ditta fornitrice dei vetri in questione, i quali si sono limitati a prendere visione dei fatti senza fornire, né in quella sede n successivamente, alcuna valutazione né documentazione in merito.
Successivamente, al fine di consentire adeguato contraddittorio con Coopsette in LCA ed acquisire quindi anche elementi utili alla comprensione della problematica, il Direttore dei Lavori ha convocato Coopsette in LCA a partecipare al terzo "Censimento dei vetri affetti dal vizio di delaminazione". A tale incontro - svoltosi il 22 luglio 2016 - ha partecipato il rappresentante di Coopsette, accompagnato da un tecnico della ditta e due consulenti tecnici esterni dalla medesima individuati. A seguito di approfondito esame congiunto di numerosi vetri affetti da vizi il Direttore Lavori ha redatto verbale sottoponendolo alla sottoscrizione degli intervenuti, i quali però si sono rifiutati di firmarlo, ancorch fosse loro consentito di esplicitare qualsiasi concetto avessero ritenuto opportuno inserire nel verbale.
E' evidente che, nonostante tutti i tentativi messi in campo dalla Stazione Appaltante e dal Direttore Lavori per il coinvolgimento della società che ha cagionato i vizi, al fine di definire le cause del problema manifestatosi, nessun elemento utile è stato fornito da Coopsette in LCA né tanto meno da parte del fornitore che di fatto ha preso visione della situazione.
A tal punto, essendo la problematica di elevata rilevanza specialistica e di notevole importo economico (in danno, ovviamente) determinato dal vizio, è stato indispensabile interpellare un soggetto esterno - e non coinvolto con il soggetto esecutore, quindi il più possibile neutrale - per definire sia l'aspetto tecnico che quello economico e quello giuridico per il futuro contenzioso che, ovviamente, si innescherà.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1203 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Bonus Bebè 2013"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1203.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Ripropongo quest'interrogazione presentata lo scorso settembre, perch ho sentito che molte famiglie non hanno ancora ricevuto nulla, sebbene abbiano fatto domanda per figli nati nel 2013.
Sono a conoscenza che sono state fatte circa 7.000 assegnazioni su 13.000, quindi vorrei chiedere quando l'erogazione verrà completata. Non vorrei, a settembre del prossimo anno, presentare nuovamente un'interrogazione.
Ringrazio l'Assessore, era un provvedimento dell'amministrazione precedente. Pur con tutti i problemi di bilancio, comunque l'impegno è stato onorato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Non ho una risposta scritta perché il tema è molto semplice da rappresentare. A livello di competenza noi abbiamo sicuramente le risorse impegnate, a bilancio regionale, per completare le domande che erano state presentate nel corso del 2013. Lei sa perfettamente che nel 2014 la scelta dell'Amministrazione era stata un'altra, ma è chiaro che il pregresso va completato.
Noi abbiamo, a livello di competenza di bilancio, le risorse impegnate per più di due milioni di euro. Capisce che la questione che noi abbiamo in questo momento su questa partita, come su anche altre (penso al tema delle barriere architettoniche e via dicendo) è una questione di cassa.
Attualmente abbiamo fatto atti di liquidazione per più di 8.000 domande e abbiamo la disponibilità, da qui alla fine dell'anno, di circa 850 mila euro. Noi cercheremo, da qui alla fine dell'anno e in base alla disponibilità di cassa, di continuare man mano a completare. L'impegno viene mantenuto, e lo realizziamo in base alla disponibilità di cassa. Gli atti, dal punto di vista amministrativo, dei nostri Uffici sono stati completati.
Questo è il quadro che abbiamo. Ripeto, la questione è relativa al flusso di cassa possibile.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1205 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Presenza di amianto nell'edificio della Città della Salute di via Cherasco"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1205 presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è noto alla Giunta e ai Consiglieri, la Giunta regionale ha disposto, con la delibera n. 1-600, la chiusura dell'Oftalmico e il trasferimento del medesimo alla Città della Salute nei locali di via Cherasco da una parte e al San Giovanni Bosco dall'altra. Pare che vi sia una presenza di amianto nei locali di via Cherasco della Città della Salute.
Avendo incontrato i vertici del Presidio sanitario erano stati indicati, sia da loro ma anche dalla Giunta regionale, dei tempi stretti rispetto al trasferimento che dovrebbe avvenire entro dicembre 2016.
Volevamo avere notizia se esisteva un problema amianto, come a noi risulta esserci, all'interno di via Cherasco oppure no e, qualora vi sia, quali siano le intenzioni della Giunta. Il tutto, ovviamente, al netto di una posizione nota del sottoscritto e del nostro Gruppo consiliare rispetto al trasferimento dell'Ospedale Oftalmico, che però in questo momento non è oggetto dell'interrogazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Do lettura della risposta dell'Assessore Saitta.
Le strutture che compongono l'Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino risalgono per la maggior parte agli anni Trenta (Molinette e S. Anna): all'atto della loro costruzione queste strutture ebbero un importante impiego di manufatti contenenti amianto.
Nel corso degli ultimi vent'anni e soprattutto nell'ultimo triennio l'Azienda ha svolto un aggiornamento del censimento dei manufatti contenenti amianto come previsto dal DL 277 del 1991, dal DM 4 settembre 1994, dal D.Lgs 626 del 1994 e dal D.Lgs 81/2008 modificato ed integrato dal D.Lgs 106/2009.
Oltre al censimento, negli ultimi anni si è provveduto ad attuare cantieri per la bonifica delle zone maggiormente a rischio; i rimanenti edifici sono monitorati costantemente ed i campionamenti sono svolti da uno dei pochi Enti terzi accreditati, cioè il Politecnico di Torino.
Questo monitoraggio costante permette di tenere nella dovuta considerazione le zone con presenza di amianto.
La zona segnalata nell'interrogazione è una di quelle oggetto di controllo periodico. Eventuali interventi di rimozione in questo momento non risultano rivestire il carattere di urgenza, infatti non c'è presenza di fibre respirabili libere. Quindi non sussistono assolutamente rischi per la salute e la situazione generale è costantemente monitorata. Infatti, a livello prevenzionistico il documento di valutazione dei rischi aziendali è costantemente aggiornato con la redazione di specifiche procedure operative. Proprio perché la tematica riguardante l'amianto caratterizza un problema molto importante per tutti gli edifici pubblici, si ricorda che è in fase di pubblicazione un decreto ministeriale sul finanziamento per il censimento, la progettazione e la bonifica dell'amianto nelle strutture pubbliche.
L'Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino considerate le dimensioni e la rilevanza che riveste sul territorio nazionale, ha già contattato il Ministero per conoscere le modalità per la presentazione delle richieste di finanziamento e confida di poter usufruire di fondi straordinari per avviare le bonifiche rimanenti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 13.31 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



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