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Dettaglio seduta n.169 del 27/07/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(Alle ore 14.30 la Consigliera segretaria Motta comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.45)



(La seduta ha inizio alle ore 14.52)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prima di iniziare i lavori, convochiamo una riunione della Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.52, riprende alle ore 15.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i Consiglieri di prendere posto.


Argomento: Province

Proseguimento esame disegno di legge n. 210 "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23" (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 210, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTiCOLO 24 bis) Consigliere Vignale, per l'accordo realizzato alla riunione dei Capigruppo, lei dovrebbe ritirare i subemendamenti dal n. 186) al n. 214) che insistono sull'articolo 24 bis. Li ha recuperati? Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Se ho ben capito, il 24 bis) non viene ritirato, ma rimangono i subemendamenti e l'emendamento n. 42).



PRESIDENTE

L'emendamento n. 42) rimane. Il primo firmatario è il Consigliere Grimaldi.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, ritiriamo gli emendamenti come pattuito, ma i patti erano che anche la maggioranza avrebbe ritirato i propri emendamenti.



PRESIDENTE

Resta ancora il subemendamento del Movimento 5 Stelle, a firma Giorgio Bertola, che non ha fatto alcun accordo in tal senso e che immagino invece, lo voglia discutere.
Consigliere Grimaldi, lei è il primo firmatario dell'emendamento 42).



GRIMALDI Marco

Sì, però ci sono altri firmatari: vorrei sentirli.



PRESIDENTE

Concedo qualche minuto di sospensione in modo che i firmatari decidano e, quindi, anche lei, Consigliere Vignale, aspetti un attimo prima di ritirare i suoi emendamenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.30, riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 24 bis) Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Grimaldi, Allemano Ottria, Barazzotto, Valle e dalle Consigliere Chiapello, Conticelli: Dopo l'articolo 24 è aggiunto l'articolo 24 bis) (Modifica alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5): 1. dopo la lettera f ter) del comma 4, dell'articolo 40, della legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 e s.m.i., è aggiunta la seguente: f quater) abbattere, catturare o cacciare le specie fagiano di monte (Tetrao tetrix) e coturnice (Alectoris greca) Consigliere Grimaldi, lo illustra o lo ritira?



GRIMALDI Marco

Ricordo che, con altri estensori, a partire dal Consigliere Barazzotto abbiamo proposto l'emendamento che, successivamente, è stato analogamente presentato anche dal Movimento 5 Stelle.
Solo per rispetto a quest'Aula e alla Conferenza dei Capigruppo, anche se ricordo che il nostro Gruppo non era favorevole a rimandare tutta la discussione sugli altri articoli, ma tenendoci al risultato finale, cioè al fatto che in giornata questa legge deve andare in porto, anche per evitare che per la questione Eurofidi pendano su di noi responsabilità che il sistema piemontese non si merita, e d'accordo con il Consigliere Barazzotto, sosterremo l'emendamento n. 43) del Movimento 5 Stelle, ma solo per rispetto a quest'Aula rimanderemo la discussione dell'emendamento n.
42) in un'altra legge, come su tutti gli altri articoli che, a questo punto, immagino verranno ritirati.
Spero che questa discussione ricominci a settembre.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
A questo punto i subemendamenti, considerato che la maggioranza, come da accordo, ritira i suoi subemendamenti, Consigliere Vignale, possiamo considerare...
Sono decaduti automaticamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
L'ho già fatto presente in Conferenza dei Capigruppo, ma volevo dirlo anche qui, perché in quel momento il Presidente non era presente.
Massimo rispetto per tutta quest'apprensione e le ore passate a discutere sugli amici volatili, però, visto che è appena uscita la notizia che ci hanno "scippato" definitivamente il Salone del Libro con gli editori che hanno formalizzato l'addio al nostro capoluogo regionale optando per Milano a fronte delle rassicurazioni che la vostra Giunta e quella pentastellata comunale avevano dato...



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, però è fuori tema.



MARRONE Maurizio

Non è fuori tema!



PRESIDENTE

Sì, è fuori tema, stiamo discutendo d'altro.



MARRONE Maurizio

Stavo chiedendo semplicemente se un punto così nodale per lo sviluppo per il nostro territorio e per la cultura piemontese sarà degnato di un intervento del Presidente Chiamparino o della Giunta, oppure no.



PRESIDENTE

Concluso questo percorso, se c'è tempo, credo che ci possa essere spazio per la discussione. Andiamo avanti con i lavori.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Grimaldi e dalla Consigliera Frediani: Dopo l'articolo 24 del disegno di legge n. 210 è aggiunto il seguente l'articolo: Articolo 24 bis) (Modifica alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5): 1. dopo la lettera f ter) del comma 4, dell'articolo 40, della legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 e s.m.i., è aggiunta la seguente: f quater) abbattere, catturare o cacciare le specie fagiano di monte (Tetrao tetrix) e coturnice (Alectoris greca)



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 43) interveniamo sulla tipica fauna alpina che necessita di particolare tutela, perché - lo dicono i dati - si è drasticamente ridotta.
Tutela che purtroppo ad ora non c'è, se non per la specie pernice bianca e lepre variabile, e che purtroppo complessivamente non c'è nel disegno di legge, che dobbiamo ancora discutere, presentato dalla Giunta poiché la si demanda al calendario venatorio.
L'anno scorso, nel collegato alla finanziaria eravamo intervenuti su pernice bianca e lepre variabile; quest'anno proponiamo analogo intervento per il fagiano di monte o gallo forcello, come lo si voglia chiamare, e la coturnice.
Va detto che questo è l'emendamento n. 43), così come ha detto il Consigliere Grimaldi; poco fa, c'era l'emendamento n. 42) firmato da alcuni esponenti di maggioranza che poi hanno deciso di ritirarlo. Fermo restando che apprezzo, avendo delle posizioni sulla caccia che sono piuttosto note la sensibilità sul tema da parte dei colleghi Barazzotto, soprattutto, ma anche degli altri firmatari (Grimaldi, Valle e altri), di fatto rilevo che oggi tutto l'impianto del collegato alla finanziaria è andato quasi tutto a cadere per dei subemendamenti riguardanti la caccia. Quindi, abbiamo discusso per più di un mese in Commissione su diversi aspetti condivisi o meno e oggi praticamente si va a smontare il collegato alla finanziaria di parecchie parti solo per arrivare ad approvarlo questa sera. A pagare il prezzo di questo sono gli emendamenti sulla caccia.
Ripeto, se da una parte apprezzo la sensibilità di alcuni colleghi del PD, oggi possiamo dire, tranne alcuni virtuosi che probabilmente voteranno quest'emendamento, che il PD oggi è il "partito delle doppiette".



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, voleva intervenire? Parli al microfono, perch non la sento.



MIGHETTI Paolo

Le chiedevo di riportare un po' di silenzio nell'aula.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non si può intervenire su un emendamento che non sia firmato. C'è solo la dichiarazione di voto che vale per un Consigliere per Gruppo. Quindi lei non può intervenire.
Ci sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Gariglio, per dichiarazione di voto.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Conformemente alle risultanze della Conferenza dei Capigruppo che si è appena conclusa, noi abbiamo preso atto e condividiamo l'orientamento riassunto dalla Giunta regionale nelle dichiarazioni del Presidente e del Vicepresidente Reschigna. Quindi, in questa sede annunciamo che daremo un voto tecnico di astensione su quest'emendamento.
Un voto di natura tecnica perché tanti colleghi avevano sottoscritto un emendamento di questa natura; per senso di responsabilità abbiamo ritirato quest'emendamento e comunque non ci siamo impegnati su quest'emendamento e sugli altri emendamenti del disegno di legge perché abbiamo condiviso l'urgenza di fare approvare entro oggi da quest'Aula questa legge, in particolare per le norme che concernono una partecipata regionale i cui destini sono annessi alle deliberazioni di questa Assemblea. Quindi, per senso di responsabilità ci adeguiamo alla richiesta che è stata fatta.
Sappiamo che, per quanto riguarda questa materia, esiste un provvedimento organico presentato dalla Giunta regionale nella persona dell'Assessore Ferrero, che è nostro intendimento discutere e portare ad approvazione alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.
Trovo un po' offensivo e fuori luogo definire il nostro partito il partito delle doppiette, perché senza i voti dei Consiglieri di questo partito le poveri pernici bianche e le lepri variabili sarebbero oggi impallinate da tutti coloro che volessero farlo andando in montagna con un fucile. Grazie ai voti di questo Gruppo consiliare e di questi Consiglieri la cosa non è possibile e non certo perché qualche Gruppo consiliare si è svegliato presentando un emendamento e con i propri soli voti è riuscito a farlo approvare.
Quindi, andiamo avanti come concordato, approviamo questa legge sapendo che su questo provvedimento, come su un altro pacchetto di provvedimenti relativi al personale, ci sono degli impegni che puntavamo a portare a compimento con questa legge e che sono semplicemente - per quanto ci riguarda - spostati a settembre,e con due veicoli normativi che dovranno avere ed avranno da parte nostra tutta la cura e l'attenzione del caso per farli marciare speditamente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il nostro voto su quest'emendamento sarà contrario e i motivi sono molteplici.
Il primo è perché non riteniamo, ma ne abbiamo già fatto oggetto di richiesta di approfondimento con la Presidenza e gli Uffici della Presidenza in quanto riteniamo che non siano emendamenti ammissibili perché ricordiamo che in questa Nazione, piaccia o non piaccia, le specie cacciabili sono definite da una legge dello Stato e non possono essere definibili da norme regionali. E' solo il calendario regionale, che è un atto amministrativo, che può definire all'interno delle specie cacciabili quali lo sono e quali no, tant'è che è in corso un ricorso rispetto alla norma votata lo scorso anno sulla limitazione dell'attività venatoria sulla pernice e sulla lepre variabile, che non è di competenza di questo Consiglio.
Questo Consiglio può decidere le giornate, gli orari, le modalità e quant'altro, ma non può decidere quali sono le specie particolarmente protette, quali protette o cacciabili, perché è una competenza dello Stato.
In secondo luogo, perché - come abbiamo detto in altri articoli ed emendamenti di questa legge - il Consiglio regionale ha iscritto i tre provvedimenti, in sede di III Commissione, sull'attività venatoria e conclusa la discussione delle due norme sull'attività estrattiva, procederà alla discussione sull'attività venatoria.
Pertanto, crediamo sia quello il luogo in cui discutere tutto ciò che riguarda l'attività venatoria, anche in questo momento o questa mattina: lo dicevamo in merito all'articolo 24, rispetto all'ecotassa che non si è discussa, insieme al disegno di legge di merito (il 217), stralciandolo.
Inoltre, riteniamo che questo Consiglio non possa avere un pregiudizio nei confronti di un'attività legittimata dalla legge dello Stato, perch crediamo che questo Consiglio regionale si sia occupato troppe volte, in questi due anni - quasi fosse una priorità di quest'Amministrazione e le priorità non fossero altre - d'intervenire su ciò che riguarda l'attività venatoria, solo ed esclusivamente con delle limitazioni.
Pertanto, senza dire ciò che rappresenta in questa Regione l'attività venatoria, diciamo solo che, come molte altre attività è un'attività lecita, consentita e normata da legge ed è estremamente controllata.
Ricordo che superare un esame per l'abilitazione all'esercizio venatorio, e soprattutto detenere un porto d'armi, non è esattamente come andare in montagna con un fucile: sono ben altre le modalità.
Ricordo che la legge dello Stato prevede che l'attività venatoria abbia una consistenza faunistica stabilita da dati scientifici, cioè se non vi sono pernici bianche all'interno di una valle, non è possibile svolgere l'attività venatoria. Se vi sono, invece - dice la norma - è lecita possibile e consentita. E questo lo dice la legge dello Stato.
Pertanto, noi esprimiamo un voto negativo, perché questo Consiglio regionale si deve occupare di ciò che è nelle competenze di questo Consiglio e non certamente modificare le regole delle norme dello Stato altrimenti - come dicevamo prima - noi possiamo presentare una proposta di legge che toglie i limiti di velocità sulle autostrade piemontesi. Avrebbe lo stesso valore dell'emendamento presentato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Condividiamo veramente poco delle affermazioni svolte dal Consigliere Vignale, mentre abbiamo condiviso le motivazioni che ci hanno portati alla richiesta di aggiungere questo articolo alla legge 40.
Tra l'altro, la legge che stiamo discutendo va oltre il tema del Piano della caccia, tant'è vero che s'inserisce in una legge di protezione del nostro arco alpino e delle nostre montagne. S'inserisce anche la contestualizzazione di queste due specie, che - ricordo - a parte ovviamente, nelle zone boschive della Serbia e della Scandinavia, sono ormai estinte in Spagna e Grecia e, di fatto, non sono presenti in quasi nessun'altra zona d'Italia, se non - appunto - esclusivamente sull'arco alpino.
Abbiamo discusso anche con molti esperti di questa vicenda e credo che il Piano faunistico-venatorio che andremo a discutere, per quanto non ancora approvato, affermi un principio corretto (e lo dico all'Assessore Ferrero, che ha, in questo caso, il compito di portare nella discussione di questo Piano anche tale vicenda), e cioè: "I mutamenti ambientali conseguenti alla diffusione di pratiche sportive hanno portato a una rarefazione della popolazione alpina e delle specie comprese nel gruppo indicato col termine 'tipica fauna alpina', appunto, il fagiano di monte e la coturnice. I due esemplari presentano decrementi numerici nelle loro popolazioni, non arrecano danni all'ambiente naturale né incidono sulle attività antropiche, vivono in ambienti ostili e sono sottoposti a pesante selezione naturale. Rappresentano un elemento fondamentale degli ecosistemi alpini e, pertanto, un prelievo venatorio nei loro confronti risponde solo ad esigenze ludiche, non esistendo motivazione legata alla tutela dell'ambiente o alla salvaguardia della produzione agricola".
Per questi motivi, voteremo a favore dell'emendamento, anche se non passerà, perché il più grande Gruppo di maggioranza si esprimerà tecnicamente con l'astensione, per evitare che il resto della discussione venga bloccato. In questo, ritengo che abbiamo una responsabilità, e lo dico sinceramente.
Il Piano prevedrebbe 600 abbattimenti del fagiano di monte e più di 300 della coturnice. Visti i pochissimi numeri di questa specie, sarebbe bene che questa vicenda venisse affrontata in fretta e non rimandata all'anno prossimo. Visto l'atteggiamento responsabile da parte nostra nel votare favorevolmente quest'emendamento, e non far prevalere logiche ostruzionistiche, spero che a settembre questa discussione ricominci.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Barazzotto in dissenso con il Gruppo; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Brevemente, anche perché potrei semplificare il tutto dicendo che sono completamente d'accordo con quanto esposto dal Consigliere Grimaldi.
Su questo punto non voglio far perdere tempo, perché tante sono le questioni, ma sicuramente ieri non abbiamo dato esempio di produttività quindi mi perdonerete se perderemo cinque minuti per chi, come ho già detto in altre occasioni, come i lupi non vota. Tra l'altro, sarei anche curioso di sapere, Presidente, che fine ha fatto l'ordine del giorno su questo tema: già perdiamo tanto tempo, se lo perdiamo ancora per degli ordini del giorno, vorrei almeno capire la loro efficacia, giusto per dare un senso alla nostra presenza in Aula, a volte forse inutile.
Mi rifaccio a quanto detto dal collega Grimaldi.
Auspico che nei confronti del mio Gruppo l'ex capogruppo Bertola abbia torto: non sia il partito delle doppiette, anche se mi rendo conto che i pensieri sono diversi. Mi rendo certamente conto che ad un grande partito corrispondono tante idee, però ci sono dei confini etici. Io rispetto chi la pensa diversamente da me, ma invoco altrettanto rispetto per le mie opinioni, soprattutto perché l'uomo si è evoluto, le specie si sono evolute, gli animali si sono evoluti. Non lo dice Barazzotto, ma fior di studi scientifici testati.
Qui non dobbiamo raccontarci delle "musse"; parlerei invece di aspetti empirici e non scientifici, perché mi risulta che in montagna le specie vengano classificate, da parte di molti cacciatori, a livello empirico e non scientifico.
E' un po' come incaricare Dracula di andare a fare un censimento all'AVIS! Sotto questo aspetto, credo che ci si possa evolvere ancora, e non voglio tediarvi oltre.
Secondo l'ISPRA, che ogni tanto viene invocata anche dai cacciatori pare che il fagiano di monte ed il gallo forcello siano in declino. L'ho chiesto ai cacciatori, per colmare questa mia lacuna e questa mia ignoranza. Io sono nato vicino alla montagna, ed essendo sempre in montagna, sia di giorno sia di notte, una mattina ci sono andato alle tre e mezza per vedere la coturnice. Alle tre e mezza del mattino.
Ammesso e non concesso che mi sveglio a quell'ora per andare a vedere la coturnice, l'ultima cosa che mi viene in mente è di sparare, dopo che mi sono svegliato alle tre e mezza per vederla. Ma questo è un mio vezzo personale: ognuno coltiva i propri hobby e le proprie voglie come meglio crede.
Detto questo, sulla legge vedremo cosa ci dirà la legge stessa; dico solo che in Piemonte una cosa certa c'è stata: il Consiglio regionale ha scritto una delle sue pagine peggiori, perché quando si invoca la democrazia e si invocano i referendum - e qualche triste esempio europeo ce l'abbiamo e viene applicato - mi risulta che, qualche annetto fa, questa Regione raccolse circa 60 mila firme, dopodiché se ne fece un baffo.
Non veniamo quindi a parlare di democrazia in questo Consiglio perch democraticamente, qualcuno allora fece uno sforzo per raccogliere le firme dopodiché questa cosa stette lì, stagnò lì ed il risultato è che non abbiamo ancora un regolamento come invece dovrebbe essere.
Questo vale per tutta l'Italia.
Io spero si possa scrivere una pagina attuale, al passo con i tempi.
Personalmente ritengo che la caccia sia anacronistica, quindi non venitemi a dire che è un aspetto primordiale e che l'uomo è sempre stato cacciatore.
Sì, l'uomo una volta era anche cannibale, però non per questo.
Auspico che il mio partito - e mi rivolgo al mio Capogruppo - rispetti quello che ha detto oggi e quindi io mi possa ritrovare, non dico all'unanimità, perché non ho questa presunzione, ma sicuramente in un partito che getta una delle sue pietre miliari nei confronti di quell'aspetto ecologico, ambientale, faunistico e animale che deve essere al primo posto. Io mi sono iscritto in questo partito, lotto e milito in questo partito sapendo che ci deve essere una sensibilità verso questi aspetti.
Sono certo della serietà, dell'intelligenza e della sensibilità dei miei amici, dei miei colleghi, dei miei compagni e di tutti quelli che sono qui seduti, quindi, va bene, accettiamolo per la realpolitik e per la burocrazia, su cui forse dovremmo lavorare per liberarcene.
Forse ha ragione il collega Marrone, dovremmo dedicarci anche ad aspetti più importanti, ma sono tutti importanti, però recitiamo un mea culpa per cosa abbiamo fatto in questi due giorni, e allora ci troviamo costretti a rimandare quello che non dovrebbe essere rimandabile, perch mentre noi rimandiamo magari qualche altro animaletto viene ucciso, ma "chi se ne frega, tanto è solo un gallo, anche se ne ammazziamo 600, chi se ne frega".
A me questo dispiace.
Personalmente mi impegnerò e voterò per un aspetto etico. Un'opinione che non mi farà cambiare nessuno: Dio mi ha dato questa libertà e me la tengo.
Voterò l'impegno che c'è stato, come fa il Consigliere Grimaldi sull'emendamento del Movimento 5 Stelle. Non ci vedo nessuna vergogna e spero che il mio Gruppo - ma sono convinto che lo farà - a settembre voglia riprendere questa legge. E allora la ridiscuteremo, cercando di riattualizzarla a quelle che sono oggi le esigenze, soprattutto in rispetto di quelli che firmarono pensando che questa questione fosse già legge e non si dovesse più discutere.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Chiedo l'appello nominale.



PRESIDENTE

Va bene.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Comunico che l'emendamento n. 217) presentato dalla Giunta regionale è ritirato; dunque, sono decaduti i sub-emendamenti rubricati dal n. 269 al n. 292, sono ritirati gli emendamenti all'articolo 24 ter rubricati n. 61 61.1, 61.2, il n. 109 presentato all'articolo 24 quater e decade il sub emendamento rubricato n. 293.
ARTICOLO 24 quinquies Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia: "Dopo l'articolo 24 del disegno di legge n. 210, è aggiunto il seguente articolo: Art. 24 quinquies (Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37) 1. Dopo l'articolo 29 della legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37 (Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca), è aggiunto il seguente articolo: "Art. 29 bis (Differimento termini dell'entrata in vigore del Piano regionale 2015-2020 in materia di pesca) 1. Le disposizioni contenute rispettivamente al paragrafo 6 "Immissioni" del capitolo 10 ed il paragrafo 4 "Immissioni" del capitolo 4 del Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca, di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 29 settembre 2015, n. 101-33331 (legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37, articolo 10. Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca. Stralcio relativo alla componente ittica) entrano in vigore il 1° gennaio 219".



PRESIDENTE

Sull'emendamento 110), Consigliere Vignale, cosa intende fare? Ha chiesto di intervenire il Consigliere; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Lo ritiriamo, ma facciamo solo presente che l'emendamento 109), che consentiva la gestione in economia dell'acqua alle amministrazioni pubbliche, e che riprende il dispositivo del collegato ambientale votato dal Parlamento nazionale, sarà una priorità che, come detto nella Conferenza dei Capigruppo, cercheremo di riproporre con una legge ad hoc.



PRESIDENTE

Perfetto.
Grazie, Consigliere Vignale.
ARTICOLO 24 sexies Emendamento rubricato n. 222) presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Mighetti, Andrissi, Campo, Bono e dalle Consigliere Frediani, Batzella: "Nel disegno di legge n. 210, al Capo VII - Disposizioni in materia di ambiente e foreste, viene inserito l'articolo. (Dispersione accidentale di rifiuti): "Art. 24 sexies (Dispersione accidentale di rifiuti) La Regione persegue il contenimento della dispersione accidentale dei rifiuti durante le operazioni della loro raccolta e del loro trasporto.
Per consentire il raggiungimento dell'obiettivo di cui al comma 1, la Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, individua specifiche linee guida per ridurre la dispersione accidentale dei rifiuti in particolare le modalità di raccolta e di trasporto dei rifiuti, sia per quanto riguarda le azioni degli addetti ai lavori che le caratteristiche tecniche dei mezzi di raccolta".
ARTICOLO 24 septies Emendamento rubricato n. 224) presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Mighetti, Andrissi, Campo, Bono e dalle Consigliere Frediani, Batzella: "Nel disegno di legge n. 210, al Capo VII - Disposizioni in materia di ambiente e foreste, viene inserito l'articolo. (Soggetti virtuosi): Art. 24 septies (Soggetti virtuosi) 1. La Regione cura la formazione e la pubblicazione on-line di un registro degli operatori economici virtuosi che hanno raggiunto livelli ottimali di efficienza e qualità nello svolgimento dei servizi di gestione dei rifiuti ai fini della individuazione di criteri preferenziali di affidamento di tali servizi.
2. La Giunta regionale provvede, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, all'individuazione: a) delle modalità di redazione del registro di cui al comma 1 b) dei criteri di valutazione preferenziale dei soggetti di cui al comma 1 nelle procedure di affidamento dei servizi di gestione dei rifiuti.
3. La Regione cura altresì la formazione e la pubblicazione on-line di un registro annuale delle amministrazioni comunali virtuose che hanno raggiunto livelli ottimali nella gestione dei rifiuti.
4. La Giunta regionale provvede, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, all'individuazione dei criteri di valutazione delle amministrazioni comunali virtuose, tenendo presente la riduzione della produzione dei rifiuti, la percentuale di RD, le tariffe, i percorsi di sensibilizzazione e di educazione ambientale, la dispersione degli sessi nel territorio".
ARTICOLO 24 octies Emendamento rubricato n. 225) presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Mighetti, Andrissi, Campo, Bono e dalle Consigliere Frediani, Batzella: "Nel disegno di legge n. 210, al Capo VII - Disposizioni in materia di ambiente e foreste, viene inserito l'articolo. (Affidamento incarichi e lavori da parte dell'Ente): Art. 24 octies (Affidamento incarichi e lavori da parte dell'Ente) 1. La Regione, in collaborazione con tutti gli Enti pubblici, cura la formazione e la pubblicazione on-line di un registro degli operatori economici condannati per reati ambientali e sanzionati amministrativamente per l'inosservanza delle norme in materia ambientale.
2. Durante la gara per l'affidamento dei servizi, incarichi e lavori l'Ente terrà conto negativamente degli operatori economici sanzionati amministrativamente.
3. Gli operatori economici condannati per reati ambientali sono esclusi dalla gara per l'affidamento dei servizi, incarichi e lavori da parte dell'Ente, e da contributi e finanziamenti derivanti, anche parzialmente, da fondi regionali o comunque da risorse la cui assegnazione è di competenza della Regione Piemonte o di enti strumentali e di società partecipate dalla stessa.
4. La Giunta regionale provvede, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, all'individuazione delle modalità di redazione del registro di cui al comma 1".
ARTICOLO 24 novies Emendamento rubricato n. 226) presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Mighetti, Andrissi, Campo, Bono e dalle Consigliere Frediani, Batzella: "Nel disegno di legge n, 210, al Capo VII - Disposizioni in materia di ambiente e foreste, viene inserito l'articolo. (Piani comunali di pulizia del territorio): Art. 24 nonies (Piani comunali di pulizia del territorio) 1. La Regione promuove l'adozione da parte dei Comuni di piani di pulizia del territorio per recuperare le aree interessate dall'abbandono dei rifiuti, volontario o accidentale, e per contrastare la loro ulteriore diffusione.
2. I piani di cui al comma 1 contengono: a) l'individuazione delle aree interessate dall'abbandono volontario o accidentale, dei rifiuti b) la programmazione delle azioni volte alla prevenzione, alla sensibilizzazione ed al contrasto attivo del fenomeno dell'abbandono dei rifiuti, volontario o accidentale c) la definizione delle modalità di coinvolgimento di volontari nelle operazioni di pulizia delle aree interessate dall'abbandono, volontario o accidentale, dei rifiuti.
3. La Regione promuove la creazione di tavoli di lavoro concertati tra le Province e la Città Metropolitana ed i Comuni al fine di stipulare accordi che comportino la pulizia del territorio sul proprio territorio in cambio di agevolazioni fiscali nei tributi".
ARTICOLO 24 decies Emendamento rubricato n. 227) presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Mighetti, Andrissi, Campo, Bono e dalle Consigliere Frediani, Batzella: "Nel disegno di legge n. 210, al Capo VII - Disposizioni in materia di ambiente e foreste, viene inserito l'articolo. (Sorveglianza ambientale): Art. 24 decies (Sorveglianza ambientale) 1. La Regione promuove protocolli d'intesa con le forze dell'ordine ai fini di migliorare l'efficacia complessiva dei controlli e delle attività di vigilanza in materia di tutela ambientale.
2. Nella materia di cui al comma 1 la Regione incentiva altresì l'attività di sorveglianza sussidiaria da parte delle associazioni ambientaliste, delle guardie ecologiche volontarie e dei volontari accreditati sul territorio.
3. Le attività di vigilanza potranno essere svolte, previo accordo di cui all'art. 8 comma 3, in sinergia con i vigili urbani dei diversi Comuni".
ARTICOLO 24 undecies Emendamento rubricato n. 228) presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Mighetti, Andrissi, Campo, Bono e dalle Consigliere Frediani, Batzella: "Nel disegno di legge n. 210, al Capo VII - Disposioni in materia di ambiente e foreste, viene inserito l'articolo. (Educazione civica ambientale): Art. 24 undecies (Educazione civica ambientale) 1. La Regione, d'intesa con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), promuove progetti di educazione civica ambientale per sensibilizzare gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
2. Il Comune, in accordo con le scuole, e coinvolgendo associazioni ed aziende pubbliche e private, promuove diverse giornate educative di pulizia attiva di strade, parchi, giardini, fiumi e altri luoghi del Comune, soggetti all'abbandono volontario o accidentale dei rifiuti (es. Clean Up the World)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione congiunta dei suddetti emendamenti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie.
Illustrando quest'emendamento, intendo fare anche un discorso generale sul quadro degli emendamenti relativi a questo tema, ossia il discorso dei rifiuti, in particolare della dispersione dei rifiuti sul territorio, idea ispirata da considerazioni fatte osservando un problema molto diffuso sui territori, soprattutto sulle aree limitrofe alle aree urbane.
Qualora, quindi, vi sia cura dei territori urbanizzati, quindi con un'alta frequentazione di persone, per cui ci sono dei servizi disposti dalle istituzioni per mantenere il territorio pulito, questo non succede nei margini, nelle periferie, nelle zone agricole, ma anche ai lati delle strade.
Quindi, ho scritto una proposta di legge che speriamo verrà calendarizzata il prima possibile e ho anche anticipato alcuni di questi concetti negli emendamenti presenti su questo disegno di legge. In particolare, quest'emendamento parla della formazione e della pubblicazione del registro degli operatori economici virtuosi, delle valutazioni sullo stato dell'ambiente e sulle operazioni messe in atto per tutelare l'ambiente e il territorio dal problema dei rifiuti dalle Amministrazioni comunali e, in generale, dalle Amministrazioni pubbliche e dagli Enti pubblici.
S'intende, quindi, creare un elenco dove si dimostrano quali sono le azioni più virtuose per creare una sorta di circolo virtuoso per vedere quali sono state le misure più efficaci per combattere questi fenomeni e che possano essere applicate dalle Amministrazioni che ancora non le adottano.
Ci sono poi elementi di partecipazione popolare affinché le istituzioni creino delle giornate o dei momenti di cura del territorio, quindi con oneri minimi a carico dell'Amministrazione, ma con un coordinamento e una sensibilizzazione della popolazione su questi temi. Più di tanto non possiamo fare, perché i poteri delle Regioni su questo tema sono molto limitati, quindi intendiamo comunque presentare questo testo, anche qualora uno o più di questi emendamenti non venisse approvato, perché è comunque un passaggio politico importante.
Lo stesso discorso si poteva fare nell'ambito del piano rifiuti, ma ovviamente non possiamo obbligare le Amministrazioni ad organizzarsi in un certo modo, ma dettiamo quelle che sono le linee guida che hanno un alto valore politiche e che dettano un po' le best practice, le azioni migliori nel campo per effettuare il contenimento dell'inquinamento e della dispersione dei rifiuti.
Faccio una sintesi di tutti gli emendamenti, quindi prolungo il mio tempo oltre i 3 minuti, perché non userò tutto il tempo a mia disposizione.
Per quanto riguarda le azioni dei Comuni, che intendiamo promuovere ma non imporre, ci sono dei piani di pulizia del territorio per recuperare le aree interessate dall'abbandono dei rifiuti volontario o accidentale e contrastare la loro diffusione. Il territorio è molto ampio e c'è anche un po' un abbandono del territorio, nel senso che i fenomeni di urbanizzazione e l'abbandono delle campagne e di molti terreni hanno fatto sì che la dispersione dei rifiuti diventi un fatto puramente accidentale e non voluto, dovuto al fatto che nessuno più pulisce. Non c'è la vigilanza e la presenza dei cittadini sul territorio, quindi queste azioni servono soprattutto a sollevare il problema e a porre le prime soluzioni affinch ci sia una vigilanza anche delle zone marginali.
Spesso vediamo, passando in macchina per certe strade, tanta sporcizia però siccome non ci compete perché non è il nostro territorio, non è casa nostra, riteniamo che quel problema non sia un problema della collettività.
Peccato che poi abbiamo dispersione dei rifiuti nei corsi d'acqua e, come sappiamo, i rifiuti abbandonati o scaricati sui corsi d'acqua finiscono in mare, quindi nell'oceano, contribuendo a fenomeni globali anche peggiori.
Quindi, vogliamo fare la nostra piccola parte come Regione per contrastare l'impatto di questo fenomeno, cominciando a stimolare il senso civico delle Amministrazioni locali e dei cittadini.
Chiediamo anche di promuovere protocolli d'intesa con le forze dell'ordine per migliorare l'efficacia dei controlli e le attività di vigilanza in materia di tutela ambientale. Qui verranno anche in nostro aiuto strumenti informatici per la vigilanza territoriale, che può essere fatta al fine della sicurezza sociale, ad esempio per un senso di sicurezza che sia percepito dalle popolazioni, ma può anche servire per materia ambientale, cioè per denunciare o segnalare problemi che ci sono sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 222), sul quale il Vicepresidente Reschigna a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 224), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 225), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 226), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 227), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 228), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 25 Emendamento rubricato n. 57) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: "La lettera c) del comma 1 è soppressa".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Come ho già annunciato all'Assessore, ritiro l'emendamento n. 57).



PRESIDENTE

L'emendamento n. 57) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Emendamento rubricato n. 295) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: L'articolo 26 del disegno di legge 210 è abrogato.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 295).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: nel disegno di legge 210 è inserito il seguente articolo: art. 26 bis) (Modifiche alla legge regionale 23/2008) dopo la lettera b) del comma 2) dell'articolo 6, della legge regionale 23/2008, sono inserite le seguenti: "b bis) servizi b) ter) uffici;" L'emendamento rubricato n. 1) all'articolo 26 bis è stato ritirato dal proponente.
Tale ritiro fa decadere i subemendamenti n. 111), n. 46), n. 186) e n.
182).
L'emendamento n. 254) è ritirato.
L'emendamento n. 2) è ritirato: questo fa decadere i subemendamenti n. 112) e n. 173).
Voglio complimentarmi con gli Uffici, perché con questo mare di carte è davvero complicato capirci qualcosa.
L'emendamento n. 3) è ritirato: questo fa decadere il n. 113), il n. 179) il n. 45), il n. 183), il n. 174) e il n. 184).
L'emendamento n. 255) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: Dopo il comma 3 dell'articolo 11 (Settori) della legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 - Disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza ed il personale, è introdotto il comma 3 bis, che recita: "3 bis . I settori regionali sono composti da un numero minimo di 12 dipendenti, innalzato a 20 qualora sia presente anche una posizione organizzativa o alta professionalità e di ulteriori 5 unità per ciascuna posizione organizzativa o alta professionalità aggiuntiva".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Dopo il comma 3 dell'articolo 11 della legge regionale 28 luglio 2008 n. 23, viene introdotta una definizione dei Settori regionali, che sono composti da un numero minimo di 12 dipendenti, innalzato a 20 qualora sia presente anche una posizione organizzativa o alta professionalità e di ulteriori cinque unità per ciascuna posizione organizzativa o alta professionalità aggiuntiva.
In sostanza, con quest'emendamento andiamo a proporre una riorganizzazione dei Settori regionali con una definizione di criteri per la creazione di questi Settori, identificando un numero minimo di 12 dipendenti, che viene innalzato a 20 qualora ci sia una posizione organizzativa.
Abbiamo già evidenziato in Commissione come, a nostro avviso, sia necessaria una riorganizzazione delle posizioni organizzative e una loro riassegnazione, in modo da permettere di assegnare a chi ricopre posizione organizzativa delle responsabilità e anche il compito di coordinare delle persone, quindi un certo numero di persone; questo per evitare che ci siano posizioni organizzative che non corrispondono a una reale responsabilità.
Questo è uno degli emendamenti non decaduti in seguito al ritiro di altri e quindi ci sentiamo di fare questa proposta per cercare di realizzare una maggiore semplificazione della macchina amministrativa, ma anche per andare verso quei principi di meritocrazia, snellimento ed efficienza che abbiamo auspicato fin da quando abbiamo iniziato a discutere questo provvedimento in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48).
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 4) è ritirato e decadono i subemendamenti n. 93), il n.
175), il n. 94), il n. 177), il n. 178), il n. 95) il n. 176), e il n. 96).
L'emendamento n. 5) è ritirato: questo fa decadere i subemendamenti n.
114), n. 115), n. 47), n. 169), n. 116), n. 117), n. 170) e n. 118).
L'emendamento n. 6) è ritirato: questo fa decadere il subemendamento n.
119) e il n. 180).
L'emendamento n. 7) è ritirato; di conseguenza, decadono i subemendamenti n. 120) e n. 181).
L'emendamento n. 256) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: Nel disegno di legge 210 è inserito il seguente articolo: "Articolo 26 bis (Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23) Dopo il comma 2 dell'articolo 30 (Conferimento degli incarichi non dirigenziali) della legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 - Disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza ed il personale, è introdotto il comma 2 bis che recita: 2 bis. L'assegnazione delle posizioni organizzative e di alta professionalità può avvenire solo in presenza di almeno uno dei seguenti requisiti minimi: a) soggetto cui è delegata, con atto formale, la responsabilità di un procedimento ai sensi dell'articolo 10, comma 3, della legge regionale n.
14 del 14 ottobre 2014 b) coordinamento operativo di almeno 5 persone c) responsabilità di un progetto europeo o di un'iniziativa straordinaria che preveda la gestione diretta di un budget dedicato non inferiore al 5 delle risorse del settore di riferimento".
Emendamento rubricato n. 50) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: Nel disegno di legge 210 è inserito il seguente articolo: "Articolo 26 bis (Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23) Dopo il comma 2 dell'articolo 30 (Conferimento degli incarichi non dirigenziali) della legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 - Disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza ed il personale, è introdotto il comma 2 bis che recita: 2 bis. Gli incarichi non dirigenziali di cui ai commi 1 e 2 hanno una durata temporale definita in relazione alle specifiche responsabilità ed esigenze tecnico-organizzative per cui sono affidati, fermo restando un limite massimo di tre anni".
Emendamento rubricato n. 51) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: Nel disegno di legge 210 è inserito il seguente articolo: "Articolo 26 bis (Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23) La lettera e) del comma 1 dell'articolo 36 septies (Trasparenza e rendicontazione della performance) è così riscritta: e) all'elenco dettagliato degli obiettivi assegnati a direttore e dirigenti e all'esito dei processi di valutazione per ciascun obiettivo assegnato con il relativo ammontare dei premi distribuiti a ciascun direttore e dirigente;".
Emendamento rubricato n. 52) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: Nel disegno di legge 210 è inserito il seguente articolo: "Articolo 26 bis (Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23) Dopo il comma 2 dell'articolo 36 novies (Criteri per la differenziazione nell'attribuzione dei compensi incentivanti) è inserito il comma 2 bis, che recita: 2 bis. I compensi incentivanti al personale dirigente dell'ente vengono erogati successivamente all'approvazione del rendiconto annuale".
Emendamento rubricato n. 53) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Mighetti, Campo, Bono: Nel disegno di legge 210 è inserito il seguente articolo: "Articolo 26 bis (Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23) Dopo il comma 2 dell'articolo 36 novies (Criteri per la differenziazione nell'attribuzione dei compensi incentivanti) è inserito il comma 2 ter, che recita: 2 ter. I compensi incentivanti al personale dirigente dell'ente non vengono erogati qualora il rendiconto annuale accerti la presenza di un disavanzo".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione complessiva dei suoi emendamenti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parto dall'emendamento n. 49), che fa riferimento all'assegnazione delle posizioni organizzative. E' sparito l'Assessore.



PRESIDENTE

La Giunta è rappresentata.



FREDIANI Francesca

Non vedevo più l'Assessore Reschigna, ho visto il vuoto.



PRESIDENTE

Un'emergenza sigaretta.
Prego.



FREDIANI Francesca

Siccome era un tema su cui ci eravamo confrontati anche in Commissione e aveva annunciato un suo interesse a contribuire alla riorganizzazione della definizione delle posizioni organizzative, volevo avere un suo parere in merito.
Quindi, con quest'emendamento andiamo a tentare di proporre dei requisiti che siano collegati all'assegnazione delle posizioni organizzative. In particolare, abbiamo identificato tre requisiti minimi: a) soggetto cui è delegata, con atto formale, la responsabilità di un procedimento. Il primo requisito è che la persona che riceve una posizione organizzativa sia responsabile di un procedimento b) coordinamento operativo di almeno cinque persone c) responsabilità di un progetto europeo o di un'iniziativa straordinaria che preveda la gestione diretta di un budget dedicato non inferiore al 5 per cento delle risorse del settore di riferimento. Questo è l'emendamento n. 49).
Nell'emendamento n. 50), invece, andiamo a stabilire una durata temporale definita per gli incarichi non dirigenziali, in relazione alle specifiche responsabilità ed esigenze tecnico-organizzative per cui sono affidati, fermo restando un limite massimo di tre anni. Anche questo per cercare di dare un senso all'incarico dirigenziale e un limite temporale che non vada oltre la durata di tre anni.
Con l'emendamento n. 51) andiamo a riscrivere la lettera e del comma 1 dell'articolo 36 septies ("Trasparenza e rendicontazione della performance") e proponiamo questa riformulazione: "e) all'elenco dettagliato degli obiettivi assegnati a direttore e dirigenti e all'esito dei processi di valutazione per ciascun obiettivo assegnato, con il relativo ammontare dei premi distribuiti a ciascun direttore e dirigente;".
Questo è quello che chiediamo in merito alla trasparenza e alla rendicontazione di premi e obiettivi, in modo che siano accessibili a chi abbia interesse a consultarli, che siano dettagliati e che sia identificato l'ammontare preciso relativamente a ogni Direttore e Dirigente, perch abbiamo notato che da questo punto di vista c'è una carenza di trasparenza carenza che abbiamo più volte denunciato e comunque è una battaglia che stiamo portando avanti da diversi mesi, perché crediamo che sia doveroso nei confronti dei cittadini che queste informazioni siano rese chiaramente accessibili.
L'emendamento n. 52) invece chiede di erogare i compensi incentivanti quindi il trattamento accessorio ai Dirigenti, soltanto successivamente all'approvazione del rendiconto annuale. Questo per essere sicuri che effettivamente, ci siano le risorse disponibili. Ci sembra corretto che si eroghino i trattamenti accessori alla fine del rendiconto e non prima.
L'emendamento successivo, il n. 53), è direttamente correlato a questo.
Dice che i "compensi incentivanti al personale dirigente dell'ente non vengono erogati, qualora il rendiconto annuale accerti la presenza di un disavanzo". E' una logica che troviamo presente e condivisibile e si rifà alle logiche nelle aziende dove quando c'è crisi - in teoria, di fatto molto, spesso è così - non si dovrebbe distribuire il premio ai lavoratori.
Nel caso di un disavanzo, chiediamo che ci sia una presa di responsabilità, un'assunzione di responsabilità da parte del personale dirigente che non venga erogato il premio.
Come anticipavo prima, è un tema sul quale mi sarebbe piaciuto avere un minuto di confronto per capire la posizione dell'Assessore rispetto agli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Alcune delle questioni che vengono poste all'interno dell'emendamento possono anche essere condivisibili, ma non appartengono all'intervento legislativo. Sono più appartenenti alla dimensione degli atti amministrativi e dei provvedimenti di organizzazione. Peraltro, alcuni emendamenti rafforzano anche quello che era l'emendamento che la Giunta regionale aveva presentato, teso sostanzialmente a stabilire che finalmente anche in questa Regione, come in tutte le Regioni di Italia, chi è tenutario di una posizione organizzativa è responsabile di un procedimento oppure responsabile del governo di personale. Se non ci adeguiamo alle buone pratiche, rimarremo una regione che ha un deficit organizzativo rilevante.
Mi auguro che a settembre i contenuti che amaramente la Giunta regionale ha ritirato negli emendamenti che ha proposto saranno oggetto di un nuovo disegno di legge. In quel contesto, anche alcune delle questioni che sono state poste dagli emendamenti del Movimento 5 Stelle potranno essere riprese.
Ripeto, in questo momento il parere della Giunta è un parere negativo su tutti gli emendamenti. Consigliera Frediani, comprenderà benissimo che una Giunta che ritira emendamenti cui dava un'importanza rilevante non pu poi, sulla stessa materia, prendere in considerazione emendamenti che legittimamente, sono stati presentati dai Gruppi di opposizione, fermo restando - lo ribadisco e questo può essere anche di preludio per una discussione di merito che faremo a partire dal mese di settembre - che alcune delle questioni che vengono poste all'interno degli emendamenti non sono oggetto di intervento legislativo, ma di provvedimenti amministrativi o provvedimenti di organizzazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Volevo solo dire, proprio perché li consideriamo emendamenti importanti e di merito e ci spiace che vengano bocciati dall'Aula, che li ritiriamo.
Ritiriamo gli emendamenti n. 49), 50), 51), 52) e 53).



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
ARTICOLO 26 ter L'emendamento n. 132) è ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 60) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Campo, Bono: "Dopo l'articolo 26 è aggiunto il seguente articolo 26 ter 1. Al comma 1 dell'articolo 15 della l.r. 23/2015 dopo le parole 'nuove assunzioni' si aggiungono le seguenti: 'dovranno prioritariamente avviare percorsi di stabilizzazione del personale precario presente al loro stesso interno o tra il personale delle province e della Città Metropolitana di Torino, anche tramite l'utilizzo di graduatorie".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Aggiungiamo, dopo l'articolo 26, il seguente articolo 26 ter.
Le graduatorie di cui parliamo dovranno essere definite nel dettaglio cosa che non si può fare sicuramente attraverso un emendamento.
Chiediamo, con quest'emendamento, prima di procedere all'assunzione di nuovo personale, di valutare la presenza di personale precario proveniente dalle ex Province e dalla Città metropolitana.
Qualora ci siano delle professionalità già presenti all'interno di questo gruppo di persone che ormai abbiamo imparato a conoscere nel tempo conosciamo perfettamente la loro situazione, sappiamo che la loro situazione di precarietà si trascina da diverso tempo; precarietà. tra l'altro, fittizia, perché sono persone che da anni lavorano e lavorano all'interno di questi enti - chiediamo che vengano presi in considerazione prima di procedere all'assunzione di qualsiasi persona proveniente dall'esterno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 8) è ritirato dai proponenti; conseguentemente, decade il subemendamento n. 121).
Emendamento rubricato n. 59) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Valetti, Bertola, Campo, Bono: "Dopo l'articolo 26 è aggiunto il seguente articolo 26 ter Al comma 2 dell'articolo 15 della l.r. 23/2015 è così riscritto: i soggetti di cui al comma 1 possono procedere a nuove assunzioni, se il profilo professionale richiesto non sia già presente al loro stesso interno o tra il personale delle province della Città Metropolitana di Torino rivolgendosi prioritariamente al personale precario".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento ricalca un po' quello precedente.
Chiediamo di riscrivere il comma 2 dell'articolo 15, della legge n.
23/2015, indicando "i soggetti di cui al comma 1 possono procedere a nuove assunzioni, se il profilo professionale richiesto non sia già presente al loro stesso interno o tra il personale delle province e della Città Metropolitana di Torino, rivolgendosi prioritariamente al personale precario".
Consideriamo che all'interno di questo personale ci sono delle professionalità che hanno maturato un'esperienza veramente pluriennale, che conoscono alla perfezione i meccanismi della macchina amministrativa e che come dicevo prima - vivono in una condizione di precarietà già da diverso tempo. E ci sembra assolutamente doveroso riconoscere quest'esperienza e impegnarci a dare precedenza a questi soggetti, prima di andare ad effettuare nuove assunzioni. Cercare di valorizzare le professionalità che già abbiamo a disposizione può essere sicuramente un vantaggio anche per il nostro Ente e certamente servirebbe a porre fine a questa situazione di precarietà veramente non più tollerabile.
Spero quindi che ci sia l'accoglimento almeno di quest'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Con l'accordo del Consigliere Vignale, che ne è il primo firmatario, sono ritirati gli emendamenti rubricati n. 123), 122), 124), 125), 126), 127) 128), 129), 130) e 131).
ARTICOLO 27 Emendamento rubricato n. 296) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: "L'art. 27 del disegno di legge n. 210 è abrogato" Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 296).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 bis Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Mighetti, Bono Valetti, Campo, Bertola, Andrissi e dalla Consigliera Frediani: "Dopo l'art. 27 nel capo IX (Edilizia), viene inserito il seguente: 27 bis (Modifica delia L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 "Tutela ed uso del suolo") 1. Il comma 14 articolo 17 della L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 "tutela ed uso del suolo", viene sostituito dal seguente: "Qualora la variante parziale, le varianti inerenti il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, di cui all'articolo 16 della presente legge, le varianti semplificate, di cui all'articolo 17 bis della presente legge, e le modificazioni al PRG che non costituiscono variante ai sensi del comma 12 del presente articolo, siano state approvate con procedura non coerente con i loro contenuti, chiunque vi abbia interesse può presentare, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data di pubblicazione, motivato ricorso al Presidente della Giunta regionale, agli effetti del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n 1199 (Semplificazione dei procedimenti in materia di ricorsi amministrativi)" La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Molto semplicemente e brevemente, quest'articolo intende inserire una modalità per approcciare le cosiddette varianti semplificate che si possono fare ai sensi della l.r. 56/77.
Cosa succede? Che opportunamente sono state formulate delle casistiche per cui ci sono delle procedure di variante parziale ai piani urbanistici che non vengono analizzate né dalla Provincia né dalla Regione. Il problema qual è? Il problema è che queste casistiche devono essere analizzate dai Comuni e in alcuni casi, a conti fatti, prese in esame le varianti dopo la loro stesura, la loro pubblicazione e la loro entrata in vigore, risulta che in realtà quelle varianti non potevano essere fatte con questa metodologia perché non avevano le caratteristiche prescritte dalla legge.
Pertanto, noi cosa prevediamo? Semplicemente che si possa fare istanza presentando un ricorso al Presidente della Giunta regionale in merito a queste varianti, per far sì che almeno chi ne trae svantaggio possa appellarsi alla Regione per ottenere giustizia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Si dà atto per il verbale che il Consigliere Valetti, che non è riuscito per motivi tecnici ad esprimere il voto, si è espresso favorevolmente.
ARTICOLO 28 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 bis Emendamento rubricato n. 223) presentato dai Consiglieri Valetti, Mighetti Bono, Campo, Bertola, Andrissi e dalle Consigliere Frediani, Batzella: Nel disegno di legge n. 210, al Capo IX viene inserito l'articolo 28 bis (Disposizioni in materia di edilizia) 1. A decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, le istanze relative alla costruzione, al rifacimento, alla ristrutturazione ed alla manutenzione di opere, sia di interesse pubblico che privato, per la cui realizzazione è previsto il rilascio di permesso di costruire o la presentazione della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o la denuncia di inizio attività (DIA), contengono il contratto con l'impresa incaricata di effettuare la raccolta, il trasporto, le operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti dal cantiere, nonché la stima certificata dal progettista delle quantità e della tipologia dei rifiuti che sono prodotti.
2. Il direttore dei lavori dichiara all'ente competente la produzione finale di rifiuti e la loro destinazione, comprovata tramite il deposito dei documenti di trasporto e avvenuto conferimento in impianti autorizzati di trattamento o smaltimento.
3. Il mancato rispetto delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 comporta la sospensione immediata dei lavori, sino a quando non viene dimostrato il rispetto delle corrette procedure di gestione dei rifiuti." La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Al disegno di legge n. 210 inseriamo l'articolo. 28 bis in merito a "Disposizioni in materia edilizia", che al comma 1 recita: "A decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, le istanze relative alla costruzione, al rifacimento, alla ristrutturazione ed alla manutenzione di opere, sia di interesse pubblico che privato, per la cui realizzazione è previsto il rilascio di permesso di costruire o la presentazione della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o la denuncia di inizio attività (DIA), contengono il contratto con l'impresa incaricata di effettuare la raccolta, il trasporto le operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti dal cantiere nonché la stima certificata dal progettista delle quantità e della tipologia dei rifiuti che sono prodotti".
Questa parte è nuovamente presa dal nostro testo di legge in merito alla prevenzione dello smaltimento indiscriminato dei rifiuti e la dispersione sul territorio per quel che concerne quanto di competenza del settore dell'edilizia.
Scriviamo quindi al comma 2: "Il direttore dei lavori dichiara all'ente competente la produzione finale di rifiuti e la loro destinazione comprovata tramite il deposito dei documenti di trasporto e avvenuto conferimento in impianti autorizzati di trattamento o smaltimento".
Gli aspetti sanzionatori comprendono la sospensione immediata dei lavori fino a quando non è dimostrato il rispetto delle corrette procedure di gestione, come indicato dai commi 1 e 2 che ho appena illustrato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 223), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 29 Su quest'articolo insistono un emendamento e un subemendamento, ma sta pervenendo al tavolo della Presidenza una proposta della Giunta soppressiva dell'intero articolo.
Emendamento rubricato n. 297) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna.
"L'art. 29 è abrogato".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 297).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 bis Emendamento rubricato n. 219) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna.
Art. 30 bis (Risorse destinate ai Confidi) 1. Al fine di favorire il rilascio di un volume significativo di garanzie a favore del sistema delle piccole e medie imprese, in particolare di quelle danneggiate dagli eventi calamitosi di cui alla legge regionale 3 agosto 2015, n. 8 (Modifiche alla legge regionale 29 giugno 1978, n. 38 'Disciplina e organizzazione degli interventi in dipendenza di calamità naturali'), le risorse residue derivanti dal decreto legge 12 ottobre 2000 n. 279 (Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonché a favore di zone colpite da calamità naturali), convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365 e destinate ad Eurofidi ed Unionfidi ai sensi della direttiva del Dipartimento della protezione civile 30 gennaio 2001, sono mantenute in capo ad Eurofidi ed Unionfidi per consentire di offrire garanzie congrue alle necessità delle piccole e medie imprese piemontesi.
Esse devono essere accantonate a fondo rischi con obbligo di restituzione delle sole risorse che residuano al 31/12/2013.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Volevo solo comunicare alla Giunta che noi abbiamo presentato un ordine del giorno in merito a questo tema e gradiremmo, tra l'altro, poterlo condividere eventualmente con l'Aula, dal momento che è in linea con quanto ci siamo detti stamattina.
Sarebbe opportuno che la Giunta ne prendesse atto e valutasse il contenuto dell'ordine del giorno, perché riteniamo che sia importante in funzione di quello che l'emendamento contiene, ma soprattutto in funzione della prospettiva strategica e di quanto ci siamo detti stamattina, che dovrebbe essere un percorso che parte oggi con l'emendamento, ma che non si ferma qui.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 219).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
Comunico che sono ritirati i seguenti emendamenti ARTICOLO 33 bis L'emendamento rubricato n. 11) è ritirato.
ARTICOLO 33 ter L'emendamento rubricato n. 12) è ritirato; decade, quindi, il subemendamento n. 133.
ARTICOLO 33 quater L'emendamento rubricato n. 135) è ritirato.
L'emendamento rubricato n. 21) è ritirato; decade, quindi, il subemendamento n. 134) ARTICOLO 33 quinquies Gli emendamenti rubricati n. 16) e 17) sono ritirati; decade, quindi, il subemendamento n. 136) Gli emendamenti n. 18), 19), 20) sono ritirati.
ARTICOLO 33 sexies L'emendamento rubricato n. 138) è ritirato.
L'emendamento rubricato n. 248) è ritirato.
ARTICOLO 33 septies L'emendamento rubricato n. 137) è ritirato.
ARTICOLO 33 octies Gli emendamenti rubricati n. 171) e 171.1) sono ritirati.
ARTICOLO 33 novies Emendamento rubricato n. 218) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna.
L'art. 3 della l.r. 12/2016 è così sostituito.
Art. 3 (Norma finanziaria) 1. In una fase di prima attuazione della legge, agli oneri in conto capitale di cui all'articolo 25 bis, comma 5 della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 2 della presente legge, quantificati complessivamente in 300.000,00 euro di cui 100.000,00 euro per ciascun anno del triennio 2016-2018 e iscritti nella missione 16 programma 01, si fa fronte con le risorse finanziarie allocate nella medesima missione e programma di previsione finanziario 2016-2018.
2. Alle spese a carattere pluriennale di cui al comma 1 per ciascun anno del biennio 2017-2018, si fa fronte con le modalità previste dall'articolo 38, comma 2 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 218).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 33 undecies Emendamento rubricato n. 257) presentato dai Consiglieri Ravetti, Grimaldi Gallo, Bono, Rossi, Valle, Vignale: 1. All'alinea del comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 (Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico), le parole "non inferiore a trecento metri" sono sostituite dalle seguenti "inferiore a trecento metri" e le parole "non inferiore a cinquecento metri" sono sostituite dalle seguenti "inferiore a cinquecento metri".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Quest'emendamento fa riferimento alla legge n. 9/2016 sulla ludopatia approvata qualche mese fa, in particolare all'articolo 5, comma 1: si tratta, diciamo così, di una correzione ad un errore.
L'emendamento chiede di eliminare le parole "non inferiore a trecento metri" e le parole "non inferiore a cinquecento metri".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 257), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 33 duodecies Emendamento rubricato n. 258) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: 1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 258).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) Procediamo con le dichiarazioni di voto, cui poi seguiranno gli atti d'indirizzo collegati.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente. E' difficile svolgere una dichiarazione di voto visti i tanti temi: è un treno, quindi bisognerebbe concentrarsi sui singoli vagoni.
Il dibattito si è svolto sia in Commissione - ringrazio anche l'Assessore per la disponibilità al confronto nell'ambito della Commissione, anche con il passaggio delle competenze delle varie materie che in Aula, con alcune posizioni di contrasto acceso, come l'articolo 24 sulla questione dell'ecotassa, che ci vede fermamente contrari. E' difficile proprio perché dovremmo rimetterci a ripassare, punto per punto i vari temi esaminati. Però - questo lo voglio rimarcare - un provvedimento "omnibus" dovrebbe servire, nell'ambito dell'attività del Consiglio regionale e della Giunta, che ha l'onere del governo, per porre una serie di correzioni, di toppe, per rispondere ad alcune urgenze e non per realizzare riforme epocali.
Invece, su questo provvedimento si è assistito - questa è una delle motivazioni della nostra contrarietà, al di là della contrarietà di merito su alcuni articoli - al tentativo di anticipare o di inserire, di soppiatto, elementi che non è che non vogliamo discutere, possiamo anche discutere, siamo apertissimi a discutere - anzi, sul merito chi parla potrebbe anche essere favorevole - ma vanno visti non nel contesto di un'operazione da straforo o da rapina, come può essere l'inserimento in un provvedimento quale il collegato omnibus.
Mi riferisco, ad esempio, all'ecotassa: c'è da parte della Giunta un disegno di legge licenziato che tratta l'argomento, su cui si poteva discutere in modo ampio e sereno, al di là delle posizioni favorevoli e contrarie di ognuno di noi. Mi riferisco anche ai primi articoli, quelli relativi alle IPAB.
Pur con la stima che ho per l'Assessore Ferrari, mi chiedo perch essendoci un provvedimento sulle IPAB, anticipare in questo disegno di legge alcune questioni, come questa o, peggio ancora - per fortuna, c'è stato un ravvedimento strada facendo - sugli interventi che riguardano alcuni articoli ed emendamenti, poi stralciati, in merito al personale.
Anche su questo argomento, sul modello di organizzazione, come già dichiarato in varie sedi, siamo disponibili a discuterne nel modo più completo, ma non può essere inserito come emendamento d'Aula con il meccanismo dell'urgenza.
Sul meccanismo dell'urgenza, vorrei ricordare ai colleghi di quest'Aula che il primo provvedimento di questa legislatura, urgentissimo nel mese di luglio 2014, che riguardava il Segretario generale, l'abbiamo assunto un anno e mezzo dopo, quindi sul meccanismo dell'estrema urgenza occorre un minimo di cautela.
Da parte nostra, consideriamo urgenti alcune altre questioni o, meglio la contestualizzazione dell'emendamento che riguarda i Confidi, che è un problema scoppiato negli ultimi due mesi. Certamente, merita una prima risposta, che credo non sia esaustiva - ahimè - della situazione molto difficile che l'Assessore e la Giunta si trovano a gestire; comunque, è un primo tentativo di risposta, almeno per avere lo spazio e il tempo necessario - poi non so, nella giornata odierna ha avuto anche altri incontri in merito a questa questione - almeno per tentare di affrontare un qualcosa che riguarda un sistema di 30-40 mila imprese. Su questo vorrei ricordare che noi abbiamo anche l'ordine del giorno, citato prima dalla Consigliera Claudia Porchietto, che, naturalmente, avrà i voti con il provvedimento di legge ed è pertinente all'urgenza di questo periodo.
Davvero, al Governo regionale e alla maggioranza chiederei per il futuro un po' più di logica sul provvedimento. Lo chiedo alla Giunta perch ho visto, a livello di Commissione, una coerenza sulla questione. Do atto al Vicepresidente Reschigna di essere coerente; non lo ha fatto per benevolenza verso l'opposizione, lo ha fatto per rispetto verso se stesso altrimenti sarebbe diventato incoerente con quanto dichiarato per anni. Noi vorrei eccedere nella lode ed essere denunciato per eccesso di lode, è a rispetto solo di quello.
Certamente, sul futuro, forse, occorre un po' più di attenzione come Aula, anche al modo di affrontare certe questioni, discutendo anche dei grandi temi.
Qui concludo, perché ho a disposizione cinque minuti.
Ho letto sulle agenzie che la Città di Torino perde il Salone del Libro, che va a Milano: la ritengo una questione di una certa gravità. Il nuovo corso d'amore tra i 5 Stelle e il PD ha partorito il primo risultato che è negativo per questa città e per il suo sistema dell'economia, se si stima in 50 milioni di euro l'indotto diretto solo del Salone del Libro. Se ogni 70 mila euro viene calcolato un posto di lavoro, comincia a fare un certo numero di posti di lavoro che non ricadono più sul territorio di Torino e della sua area metropolitana. Non dico che tutte le colpe, di colpo, siano del Sindaco di Torino, Appendino - che è stata eletta da un mese e mezzo - e, naturalmente, del Presidente della Giunta regionale però, avendo letto che è da febbraio che l'AIE ha assunto questa decisione e noi lo sappiamo solo da 15 giorni, mi chiedo se quelli del direttorio del Salone del libro lo sapevano già dal mese di febbraio e non ci hanno detto niente. E' il caso di porci la domanda, perché allora non serve più il direttorio tra Sindaco di Torino e Presidente della Regione, o Assessore delegato, perché la notizia non l'ho vista. Leggo ogni tanto i giornali anche di questa regione e nel mese di febbraio non è apparsa! Questo è un problema che investe anche lei, come Assessore alle attività produttive, perché la ricaduta occupazionale e produttiva rientra nell'attività produttiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non entro più nel merito delle misure che noi assumiamo con questo provvedimento, invece svolgo qualche considerazione sul metodo e anche sulle scelte che abbiamo assunto oggi per arrivare in tempo utile all'approvazione di questa legge, perché secondo una parte delle contestazioni - che sono state un po' il leitmotiv di tutta questa discussione - sarebbe stato sicuramente preferibile procedere tramite provvedimenti organici e non con interventi spot, evitando il ricorso alle leggi cosiddette "omnibus".
Da questo punto di vista - lo abbiamo già detto in altre occasioni penso che, invece, sia uno strumento utile e che, se bene adoperato, possa offrire un buon servizio anche alla qualità della nostra normazione, perch molti di questi interventi sono precisi, sono puntuali, sono di dettaglio e mal si prestano al procedimento singolo per legge, che è molto farraginoso molto lungo e anche dispendioso in termini di tempo e in termini economici quindi possa ben venire assolta questa esigenza da un provvedimento che una volta ogni quanto se ne reputa necessario il ricorso, possa assolvere a queste necessità.
Sottolineo, da questo punto di vista, che non è una cosa che ci siamo inventati oggi, ma è una prassi sufficientemente consolidata e sottolineo anche il fatto che le scelte della normazione (così arrivo anche alle cose che diceva il Consigliere Pichetto poc'anzi) non sono indifferenti rispetto alle necessità che i tempi impongono.
Allora, è vero che una parte di queste norme sicuramente poteva trovare soddisfazione in altri tipi di provvedimenti, però ricordo che già in Commissione alcune parti della legge sono state ritirate, proprio perch sembrava prossima la possibilità di affrontare i problemi nell'arco della discussione delle leggi competenti per materia, quindi una discussione più complessa. Il fattore tempo, però, non è un fattore del tutto indipendente che noi possiamo non considerare.
Proprio sulla questione del tempo e del rispetto del ruolo del Consiglio, arriva la scelta che abbiamo fatto oggi, cioè quella di interrompere a metà l'esame del provvedimento, così come lo abbiamo esaminato fino a poc'anzi, per permettere l'approvazione della norma su Eurofidi, che ha anch'essa esigenze di temporalità irrinunciabili imprescindibili - che, politicamente, sicuramente la maggioranza, ma mi pare di capire anche buona parte delle opposizioni, condivide - che andavano necessariamente affrontate nella giornata di oggi.
Se non ci fosse stato questo tipo di esigenza, non ci sarebbe stato nessun problema ad affrontare tutte le altre questioni che la legge propone, che sono tante e che troveremo il modo di affrontare il più in fretta possibile, perché non sono certamente secondarie: penso alla norma sul personale dei Gruppi, che diventerà di stretta attualità immediatamente dopo l'estate; penso alla questione della caccia, che nella prossima legge sicuramente verrà affrontata; penso alla questione del personale della Regione e a molte altre questioni che ci stiamo lasciando indietro e che sicuramente, alla ripresa dei lavori a settembre, torneremo ad affrontare con la massima celerà possibile.
Avremmo potuto farlo adesso, ma la responsabilità del fatto che ci sia stata presentata e la necessità di arrivare velocemente ad un provvedimento sul tema di Eurofidi ci ha fatto fare considerazioni diverse, facendo una scelta. Una scelta che evidentemente è dolorosa, che è politicamente impegnativa, ma che risponde soprattutto all'esigenza di dare risposte certe in tempi certi, non ad altri tipi di logiche. Ed è per questo che penso che la scelta che abbiamo fatto oggi di procedere in questo modo scegliendo un'urgenza più urgente di altre, rispetto ad altre che secondarie non sono, sia estremamente rispettosa del ruolo del Consiglio e della possibilità che dovrà avere quest'Aula di sviluppare il dibattito rispetto agli altri temi che oggi stiamo accantonando, ma che abbiamo l'imperativo anche morale, in alcuni casi, di riprendere immediatamente alla ripresa dei lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo all'approvazione del disegno di legge regionale 210 "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'art. 21 della l.r. 23/2015" , prima del dovuto, nel senso che era convocata una seduta consiliare serale, ma probabilmente, al netto degli ordini del giorno, dovremmo approvarlo prima delle ore 19.
Come Gruppo consiliare abbiamo una visione opposta a quella espressa dal Consigliere Valle, per conto del Partito Democratico: pensiamo che questi provvedimenti siano addirittura un po' innaturali, nel senso che alla fine si dovrebbe partire dall'ottica di inserire delle piccole modifiche, come quella presentata sul testo contro la diffusione del gioco d'azzardo patologico, che era un refuso, un errore. Questi provvedimenti di riordino o di semplificazione dovrebbero avere questa funzione: si tratta di normative che sono state approvate, dove magari si riscontrano degli errori nell'applicazione, delle problematiche o delle limitazioni. In questo senso, avrebbero un loro significato e una loro dignità. Quindi sono interventi precisi e puntuali.
Quando, invece, si inizia a parlare di Capi o di Titoli nel provvedimento, che riguardano magari un articolo che viene modificato tre quattro, cinque o sei volte in altrettanti articoli differenti bisognerebbe avere il coraggio di dire che si sta approvando una nuova normativa. Questo valga per la vigilanza, che d'altra parte abbiamo detto essere assolutamente necessaria, ma che aveva sicuramente la dignità di essere affrontata in un provvedimento a parte, discusso all'interno della Commissione sanità e licenziato con una tempistica propria.
La stessa cosa dicasi per le IPAB, ma l'ha già detto il Capogruppo di Forza Italia, Pichetto: abbiamo un disegno di legge in stand by - in attesa in Commissione sanità, sul riordino complessivo delle IPAB. E' vero che è controverso, è vero che non vede posizioni concordi tra i Gruppi consiliari, ma questa è la democrazia ed è giusto che ci siano posizioni diverse, altrimenti ci saremmo candidati tutti nello stesso raggruppamento.
Pertanto, anche il primo articolo, relativo alle liquidazioni delle IPAB, ancorché modificato dal nostro Gruppo consiliare (e riteniamo in meglio, migliorato), poteva essere espunto e spostato nel disegno di legge specifico delle IPAB. La stessa cosa si potrebbe fare su tanti altri articoli.
In ultimo, la scelta di questa Giunta di tornare indietro rispetto alla presentazione di una serie di emendamenti, soprattutto in merito al personale. Noi accogliamo sempre positivamente il riconoscimento dei propri errori da parte della maggioranza, ma anche delle opposizioni: anche le opposizioni sbagliano, ci mancherebbe! Tendenzialmente, per il gioco delle parti, si tende a stigmatizzare maggiormente quando sbaglia la maggioranza ma quando si riconoscono i propri errori noi lo riteniamo sempre lodevole.
Pertanto, in questo senso, assolutamente senza alcuna ironia, siamo contenti che si possa affrontare il tema all'interno di un provvedimento complessivo sull'organizzazione dei rapporti con il personale, riguardante anche le posizioni organizzative, le alte professionalità e la dirigenza compresi degli emendamenti che il Movimento 5 Stelle ha presentato e ha ritirato, che magari potranno essere oggetto di più di un provvedimento amministrativo o organizzativo, oppure di emendamenti che poi presenteremo (questo lo vedremo a settembre). Tuttavia, resta il tema che è evidente e necessario fare una serie di modifiche anche per allineare la Regione Piemonte alle altre Regioni.
Sulla caccia, ovviamente non posso che raccogliere il disappunto dei colleghi sia del nostro Gruppo che di alcuni singoli esponenti dei Gruppi di maggioranza, cui riconosco intelligenza, autonomia e capacità di esprimere le proprie posizioni. Ci piacerebbe ci fosse più spesso quest'autonomia e libertà di espressione, e anche su questo chiediamo che vengano discusse e portate in Commissione le leggi o, comunque, la legge sulla caccia e gli emendamenti collegati, perché è un tema che questa regione aspetta ormai da troppi anni, anche in relazione al ricordato referendum, mai celebrato.
Pertanto, molte ombre e poche luci, soprattutto sul metodo, ma anche sui contenuti. Speriamo che la modifica della legge sulla vigilanza porti a un miglioramento nella vigilanza reale di quelle che sono le nostre strutture per i pazienti, anziani e disabili, perché continuano a verificarsi episodi molto, molto spiacevoli, anche di cronaca, con reati collegati.
Speriamo venga emanato quanto prima il provvedimento regolamentare attuativo e che non si debbano aspettare altri 12 anni per poi accorgersi che magari manca il provvedimento attuativo e, quindi, non venga applicata la legge sulla vigilanza tout court.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vorrei esprimere immediatamente il mio voto convintamente favorevole al provvedimento, motivandolo nel coraggio che ha avuto la Giunta nel rinunciare a pezzi del provvedimento cui teneva anche molto. Qualcuno l'ha chiamato ravvedimento dello stralcio: io credo, invece, che abbia avuto il coraggio di scegliere una priorità su tutte, che era quella di porre in sicurezza tantissime piccole e medie imprese piemontesi che rischiavano fortemente e si poteva rischiare di vanificare il lavoro, in questi giorni frenetico, della Giunta svolto per tentare di porre un rimedio, quantomeno temporaneo, che poi diventa definitivo o, almeno, si spera che lo diventi.
Questo ha un costo. Il costo credo che vada identificato nella ricerca dei responsabili del fallimento di Eurofidi; che vadano denunciati in modo chiaro; che vadano esposti in modo chiaro i motivi per cui si è giunti ad una condizione in cui la Giunta deve correre e rinunciare, almeno per oggi a dei provvedimenti, a chiedere, con amarezza, al Consiglio di rinunciare a votare provvedimenti sui quali ha lavorato e sui quali si era fortemente esposta, impegnata in modo deciso e determinato.
E' evidente che gli argomenti si prestavano a un dibattito molto articolato e complesso. Mi pare che non ci fosse una volontà di sottrazione a questo dibattito, a confrontarsi in Aula. Non casualmente la seduta serale è ancora convocata, ma l'esigenza di arrivare a finire rispetto a quello che è l'argomento principe che ha visto in questi giorni Eurofidi al centro di una burrasca, ci ha portato inevitabilmente a delle scelte dolorose, ma credo tutto sommato differibili di qualche settimana o di qualche mese, dopo la pausa estiva.
I provvedimenti ritorneranno in discussione, così come erano articolati e forse, subiranno delle modifiche: mi pare del tutto evidente che questo nessuno può dirlo ad oggi. E' chiaro che sono stati messi in discussione probabilmente anche dei provvedimenti già votati in Commissione, ma si è cercato di votare e di portare al voto e per questo vanno ringraziate tutte le forze politiche che, in fondo, hanno dato un contributo, comprendendo la difficoltà della situazione e quindi di addivenire a quell'accordo che ci porta adesso a licenziare il documento.
Però, veramente, chiederei alla Giunta di fare un approfondimento sulle responsabilità e sui responsabili.
La parola "responsabilità" troppo spesso la vediamo anche nei provvedimenti che si chiederanno e si chiedono al personale, tutto sommato è una parola che troppo spesso in Italia viene utilizzata da tutti coloro che poi non pagano mai in termini di responsabilità: più sono alte le responsabilità, minore è il prezzo che pagano quando poi quella situazione quella struttura, quella condizione finisce nel fallimento. Pagano sempre le figure che sono a valle di questa situazione.
Allora, mi pare evidente che sia impensabile che il Consiglio si esponga, che si renda complice per il suo dibattito e la necessità di dibattere e del fatto che possa fallire o esporre al fallimento 50.000 piccole medie imprese piemontesi, per il fallimento di Eurofidi, ma chi ha sbagliato vada ricercato, denunciato in modo forte e veemente e, se è possibile, che paghi un contributo ed un prezzo. Credo che questo sia l'unico costo vero che si chiede e che personalmente chiedo alla Giunta per il sacrificio fatto e per il quale comunque ringrazio per lo sforzo e il coraggio che ha avuto nella giornata di oggi.
Alcuni potranno dire - hanno già detto e sono stati lanciati dei comunicati - che c'è stato un successo politico sulla Giunta; io credo che la Giunta invece abbia avuto il coraggio di saper scegliere quale fosse il male al quale porre immediatamente una cura, in questo momento, per l'urgenza.
Vi ringrazio e chiedo scusa, Presidente, per il tempo che ho rubato, ma credo che fosse necessario un richiamo alla responsabilità di questi dirigenti.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.
Possiamo passare ad esaminare gli atti di indirizzo collegati.
Presumo che entro le ore 19 si possano concludere i lavori e che pertanto, la seduta delle ore 20 possa essere sconvocata.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 661 presentato dai Consiglieri Ferrentino, Allemano, Appiano, Barazzotto, Corgnati, Ottria Ravetti, Rostagno e dalle Consigliere Conticelli, Accossato, avente ad oggetto "Valutare l'opportunità di avviare anche a livello regionale un progetto di 'bici-incentivo' e sostenere ulteriori misure volte all'incentivazione della mobilità sostenibile e il potenziamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture ciclabili esistenti".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 661, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Esaminiamo la mozione n. 798 presentata dai dai Consiglieri Rostagno Appiano, Corgnati, Ferrentino, Giaccone, Ottria, Ravetti, Valle e dalla Consigliera Baricco, avente ad oggetto "Completamento ed integrazione del Progetto di Rete ciclabile di interesse regionale con l'obiettivo di creare un sistema organico in grado di valorizzare la mobilità ciclabile e il cicloturismo in tutto il Piemonte".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 798, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei di attrarre la nostra mozione n. 831 "Stanziamento di fondi per l'avvio e il sostegno del Bike to work" - avente lo stesso oggetto. Non vedendo nel disegno di legge dei temi relativi alla ciclabilità, se non erro, perché sono passati tanti emendamenti e non ne ho più contezza. Noi avevamo presentato un ordine del giorno analogo, che però non abbiamo collegato al disegno di legge 210, quindi, se è possibile, lo aggiungerei e lo collegherei anch'io agli ordini del giorno discussi. Comunicherò il numero dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Va bene.
Chiederemo al Consigliere Rostagno se è d'accordo, ma credo non ci siano problemi.
Procediamo con l'esame della mozione n. 814 presentata dalle Consigliere Accossato, Baricco, Caputo, Conticelli, e dai Consiglieri Allemano Appiano, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Ottria, Ravetti, Rostagno Valle, avente ad oggetto "Potenziare l'intermodalità fra treno-bicicletta e autobus-bicicletta".
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo non per illustrare, ma per informare i colleghi Consiglieri che la mozione è stata integrata già nel titolo e diventa "Potenziare modalità treno-bicicletta e autobus-bicicletta", recuperando anche una vecchia mozione depositata dal Consigliere Rostagno, qualche mese fa, e anche nel testo. I colleghi dovrebbero trovare caricato sul supporto informativo il nuovo testo che viene messo in votazione, integrato con le due questioni collegate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 814, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 822 presentato dal Consigliere Grimaldi e dalla Consigliera Conticelli, avente ad oggetto "Legge regionale sulla mobilità ciclabile".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 822, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 851 presentato dai Consiglieri Ravetti, Allemano, Appiano, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Ottria, Valle e dalle Consigliere Accossato, Baricco, Caputo, avente ad oggetto "Coinvolgimento delle associazioni maggiormente rappresentative degli utenti, dei loro famigliari e dei gestori delle strutture socio assistenziali, socio-educative e socio-sanitarie, al fine di attuare una periodica consultazione per il miglioramento della qualità dei servizi".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 851, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 856 presentato dalle Consigliere Porchietto, Ruffino e dai Consiglieri Berutti, Graglia Marrone, Pichetto Fratin, Vignale, avente ad oggetto "Risorse Confidi emendamento n. 219, disegno di legge n. 210".
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ne abbiamo parlato prima con l'Assessore Reschigna, ma credo che sia importante che ci sia l'Assessore De Santis, che in questo momento è presente in Aula.
Abbiamo presentato questo ordine del giorno, che è la sintesi di quanto abbiamo detto questa mattina in I Commissione, e auspichiamo che anche la maggioranza del Consiglio regionale possa condividerlo.
Riteniamo, come abbiamo già detto questa mattina, che sia importante che, a fronte dell'emendamento che prima è stato approvato, si condivida un progetto regionale su tutto il sistema dei Confidi, che va oltre quello che è stato l'impegno che questa mattina abbiamo preso all'interno della I Commissione e che oggi è stato votato in Aula.
Inoltre, così come già abbiamo sottolineato e fatto richiesta di delucidazioni rispetto agli interventi degli Assessori Reschigna e De Santis in I Commissione, non ritenendo sufficiente a far ripartire - questo non lo diciamo noi, ma lo dice la Banca d'Italia - i Confidi rispetto all'intervento di circa otto milioni di euro relativo ai fondi alluvione riteniamo che invece sia importante che ci sia un impegno che vada oltre e che sia una ricapitalizzazione, ma soprattutto un piano strategico.
Ciò è quanto è contenuto negli ordini del giorno che abbiamo precedentemente presentato e che riteniamo fondamentale per far sì che l'intervento di questa mattina non sia soltanto un intervento sporadico fatto per mettere una toppa laddove non basta questa toppa. L'abbiamo detto questa mattina e ricordiamo che i soli fondi alluvionali non permetteranno al sistema tutto di evolvere, ma soprattutto non permetteranno ad Eurofidi di continuare, quanto meno in via provvisoria, la propria attività.
Quindi, auspichiamo che l'impegno che chiediamo alla Giunta regionale venga condiviso anche dalle forze di maggioranza e che questo ordine del giorno venga approvato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Intervengo sull'ordine del giorno.
Noi abbiamo, a differenza di altri Gruppi consiliari, votato l'emendamento della Giunta regionale che consente di tenere aperta una porta per garantire l'operatività anche in futuro della società Eurofidi.
Siamo assolutamente a fianco del lavoro della Giunta regionale per garantire la piena continuità di questo complesso aziendale, quindi con le ricadute sul sistema economico.
Non riteniamo l'emendamento, per come è scritto, votabile anche da noi in particolare per la parte in cui individua già in fase di assestamento una serie di impegni della Giunta. Quindi, noi ci asterremo sull'emendamento.
Di quello che viene scritto condividiamo, invece, l'esigenza di un progetto che venga elaborato da parte dell'Assessore, una volta messa in sicurezza la realtà Eurofidi; un progetto complessivo regionale su cui tutto il sistema dei Confidi sia coinvolto per garantirne il ruolo a supporto del sistema economico regionale. Credo, però, che, anche senza atto di indirizzo, l'Assessora colga e abbia già colto nella Commissione di questa mattina e in quella di due settimane fa questa esigenza.
L'impegno nostro è di portare all'interno delle Commissioni competenti questa discussione alla ripresa post vacanze per dare gambe ad un progetto in cui crediamo e che riteniamo importante ed indispensabile per l'economia piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 856, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Vi è la mozione n. 831 "Stanziamento di fondi per l'avvio e il sostegno del Bike to work" presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Batzella, che può essere attratta.
Dato che non è ancora caricata, se il collega Bono lo desidera, dopo l'ordine del giorno, la può illustrare.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 857 presentato dai Consiglieri Graglia, Berutti, Vignale e dalla Consigliera Porchietto avente ad oggetto "Entrata in vigore al 1° gennaio 2018 delle disposizioni contenute rispettivamente al paragrafo 6 "Immissioni" del capitolo 10 e al paragrafo 4 "Immissioni", del capitolo 4 del piano (allegato) di cui alla DCR n. 101-33331 - Piano ittico regionale".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I colleghi ricorderanno che nel novembre 2015 abbiamo votato il Piano ittico regionale, che è entrato in vigore, ma all'interno del quale è stata posticipata una sua parte, che è quella relativa ai ripopolamenti.
Venne fatto, perché vi era la differenziazione che il piano introdusse nell'individuazione dell'alloctonia della trota fario. In questi mesi sono state fatte alcune osservazioni sia da parte degli Uffici sia da parte dei soggetti che devono gestire i comitati di bacino e quant'altro, per cui ci pare necessaria la posticipazione dell'entrata in vigore di quella parte di piano, perché dal 1° gennaio 2017 sarebbe impossibile riuscire a dargli una vera attuazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 857, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame della mozione n. 831 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Mighetti e Valetti, avente ad oggetto "Stanziamento di fondi per l'avvio e il sostegno del Bike to Work".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche gli Uffici per aver caricato tempestivamente l'ordine del giorno.
Non pensavo che si discutesse di ciclabilità. Avevamo presentato anche noi un ordine del giorno per il sostegno al Bike to Work, cioè alla possibilità di incentivare coloro i quali si recano al lavoro (sia aziende private sia pubbliche o enti pubblici) in bicicletta. In più, chiedevamo che venga avviato uno studio annuale che raccolga dati sulla ciclabilità piemontese.
In ultimo, anche se ho una certa idea che possa non raccogliere su di sé la maggioranza di voti, chiediamo la destinazione di un milione di euro su questo capitolo, per garantire che l'incentivazione abbia un seguito.
Diciamo che si può rinviare la valutazione in fase di bilancio, creando un capitolo ad hoc.
Toglierei questa parte, quindi, lasciando gli studi di fattibilità e uno studio sui dati della ciclabilità, se i colleghi sono d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 831, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ritengo possa essere attratta anche la mozione n. 826 presentata dalle Consigliere Batzella, Frediani e dai Consiglieri Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Valetti "Trasparenza per le attività di vigilanza presso le strutture".
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vedo che è presente in Aula l'Assessore Ferrari, con cui ho parlato nella Commissione competente, dell'importanza che per noi ha la vigilanza soprattutto per la trasparenza delle attività di vigilanza presso tutte le strutture.
Con questa mozione, rilevato che al termine di ogni sopralluogo viene redatto un apposito verbale a firma della Commissione, che viene recepito da apposito provvedimento del Direttore Generale dell'ASL o del Dirigente preposto; che il contenuto dei provvedimenti può essere una presa d'atto che tutto è aderente alla natura vigente in materia, oppure eventuali prescrizioni relative ad iniziative o interventi volti a rimuovere le carenze riscontrate entro un certo limite di tempo, o la sospensione del titolo autorizzativo o la revoca del titolo autorizzativi; visto che all'interrogazione n. 922, in cui si chiedeva quali provvedimenti intendesse intraprendere l'Assessorato in merito ai controlli di vigilanza nelle strutture private, al fine di valutare anche la qualità dei servizi erogati e renderli così più efficaci e più efficiente, l'Assessore Ferrari confermava che la funzione di vigilanza consiste nella verifica e nel controllo della rispondenza alla normativa vigente e dei requisiti strutturali, gestionali e organizzativi dei servizi e delle strutture socio assistenziali, socio-educative, socio-sanitarie pubbliche e private a ciclo residenziale e semi-residenziale, in particolare nella verifica della qualità, dell'appropriatezza dei servizi e delle prestazioni erogate, al fine di promuovere la qualità della vita e il benessere, soprattutto fisico e psichico delle persone, che usufruiscono dei servizi o sono ospitate nelle strutture, noi chiediamo che il Consiglio regionale impegni la Giunta affinché i verbali delle Commissioni di vigilanza siano accessibili agli ospiti, ai parenti degli ospiti e alle associazioni di riferimento, presso ogni struttura, insieme alla documentazione legata all'autorizzazione all'accreditamento e alla normativa di riferimento, oltre ad essere pubblicati in ogni sezione in un'apposita sezione sui siti delle aziende sanitarie locali e degli Enti gestori di riferimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Rispetto alla mozione presentata dalla Consigliera Batzella, di cui dobbiamo rilevare lo spirito assolutamente positivo della trasparenza (e assolutamente necessario), a noi pare necessario un ulteriore approfondimento circa la possibilità di rendere pubblici i verbali che molte volte rilevano aspetti di carattere normativo che spesso evidenziano aspetti di irregolarità e che devono essere oggetto anche di contenzioso che almeno nella prima fase diventa improbabile o poco prudente rendere pubblico.
Ci riserviamo in un altro momento, più in là nel tempo, un'ulteriore riflessione, perché non siamo nelle condizioni di poter votare a favore.



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.41, riprende alle ore 17.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Chiedo che questa mozione venga messa al voto per appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo in tal senso.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 826, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Abbiamo terminato l'esame degli atti d'indirizzo collegati al disegno di legge n. 210.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 178, inerente a "Indizione, ai sensi del titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo), di referendum consultivo per l'istituzione del nuovo comune di Cassano Spinola mediante fusione dei comuni di Cassano Spinola e di Gavezzana in Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 178, di cui al punto 30) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 178, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Proposta di deliberazione n. 140, inerente a "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte per l'anno 2016 ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 31 maggio 2004, n. 15" (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, non metterei ai voti la proposta di deliberazione n. 140 "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte per l'anno 2016 ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 31 maggio 2004, n. 15", di cui al punto 31) all'o.d.g., perché occorre la maggioranza dei 41 Consiglieri e siccome qualche collega è già andato via, non vorrei esporre l'istituzione a magre figure.
Quindi, propongo di rimandarne l'esame al primo Consiglio di settembre, e gli Uffici mi dovranno scusare.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Diritti umani

Proseguimento esame ordine del giorno n. 724, presentato dai Consiglieri Molinari, Allemano, Appiano, Boeti, Giaccone, Grimaldi, Monaco, Ottria Ravetti e Rossi, e dalle Consigliere Accossato, Baricco, Conticelli, Motta inerente a "Adozione di una disciplina nazionale in materia di biotestamento"; mozione n. 791 presentata dai Consiglieri Andrissi Bertola, Bono, Campo e Valetti, e dalla Consigliera Batzella, inerente a "Registrazione della Dichiarazione Anticipata di Volontà (DAV) sulla tessera sanitaria e sul FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico)"


PRESIDENTE

Detto questo, passiamo al proseguimento dell'esame ordine del giorno n.
724, di cui al punto 5) all'o.d.g.
In aggiunta, il Presidente Chiamparino è disponibile a fare le comunicazioni sul Salone del Libro, richiesta avanzata da qualche collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Io avevo chiesto la parola per l'atto di indirizzo che adesso è in corso. Rinuncio volentieri all'intervento; chiederei anche ai colleghi se vogliono votare il testo, visto che ne abbiamo già discusso, e poi passare alle comunicazioni della Giunta, come richiesto dal Consigliere Marrone.



PRESIDENTE

Allora mettiamo in votazione.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Erano due gli atti di indirizzo.



PRESIDENTE

Certo, anche l'altro, che è stato attratto: tranquilla.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 724, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 791, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Presidente, si può fare per appello nominale?



PRESIDENTE

Non si può fare, però annullo la votazione.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 791, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



BONO Davide

Un attimo, Presidente, perché non ci siamo capiti.



PRESIDENTE

Capitevi, mi raccomando. Capitevi soprattutto con il collega Marrone dopo.
Allora, siete pronti? Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 791, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 18 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 529 presentato al Consigliere Marrone, inerente a "Iniziative della Giunta regionale riguardo al superamento delle sanzioni alla Russia secondo il principio; pace, condizioni per lo sviluppo"; ordine del giorno n. 539 presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto, inerente a "Danni da mancate esportazioni verso la Russia"; ordine del giorno n. 646 presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Bertola, Bono, Frediani e Mighetti, inerente a "Richiesta di revoca delle sanzioni commerciali alla Russia in seguito agli effetti negativi per l'economia piemontese"; ordine del giorno n. 823 presentato dal Consigliere Marrone, inerente a "Riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea e del Donbass, per la pace e la fine delle sanzioni"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per chiedere di poter esaurire l'ultimo punto degli atti d'indirizzo, quelli riguardanti le sanzioni alla Russia. Mi impegno personalmente ad affrontarlo in modo sintetico, di modo che possiamo poi passare conclusivamente alle comunicazioni del Presidente Chiamparino e al dibattito relativo.
Penso che la discussione possa essere rapida. Ognuno può intervenire su tutto, ma il tema è sempre quello.



PRESIDENTE

Io direi di sì, se l'Aula acconsente.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Mi raccomando, colleghi: in dieci minuti, un quarto d'ora al massimo cerchiamo di chiudere.
Passiamo pertanto all'esame degli ordini del giorno n. 529, n. 539, n.
646 e n. 823, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione degli ordini del giorno n. 529 e n. 823.



MARRONE Maurizio

Il primo ordine del giorno è quello sulle sanzioni alla Russia l'ultimo è quello sul riconoscimento, in particolare, della Repubblica del Donbass.
In realtà sono due temi intimamente collegati tra loro. Sapete bene che è in corso un conflitto negato, ma con altissimo numero di vittime, più di 5.000 in pochi mesi tra militari, miliziani e purtroppo anche tanta popolazione civile all'interno dell'Ucraina dopo che un sommovimento di piazza ha rovesciato un governo legittimamente eletto in Ucraina, quindi spostando il governo del Paese dall'orbita dell'Est a quella più di influenza europea ed atlantica.
Si sa che le regioni russofone della Crimea e del Donbass hanno invece, dichiarato la propria indipendenza costituendo delle repubbliche autonome. Sancite, peraltro, da un referendum e da libere elezioni che si sono svolte anche con osservatori europei e occidentali.
Purtroppo, però, si è scatenato un conflitto civile che ha schierato incredibilmente, anche l'Italia con la compagine atlantica in un conflitto che non ci appartiene. I numeri, purtroppo, sono davvero incredibili per le ricadute sul nostro territorio e sull'economia anche nel nostro territorio.
E' stato calcolato che l'Italia ha subito un calo di export di 3,7 miliardi e un calo del PIL dello 0,1 e una perdita di posti di lavoro di 80 mila unità in prospettiva, se verranno mantenute queste sanzioni.
Vi è stato anche un calo del turismo russo in Italia del 35% e purtroppo, un dato che interessa più da vicino proprio la nostra regione perché Coldiretti del Piemonte ha denunciato un dato veramente preoccupante, ovvero che il calo dell'esportazione di prodotti agroalimentari in quelle regioni dell'est Europa ma, soprattutto, in Russia, sono crollate del 24,9%, con un danno di diverse decine di milioni per l'economia agroalimentare piemontese. E' questa la ragione per cui dobbiamo risvegliare nel nostro Governo, dopo anche gli incontri di San Pietroburgo, l'orgoglio di sfilarci da un conflitto che non ci appartiene ma anche per riaffermare un principio fondamentale, che è quello dell'autodeterminazione dei popoli. Non è possibile pensare che ci siano interi territori legati alla Russia per questioni culturali, linguistiche e storiche cui venga invece imposta l'annessone rispetto ad uno Stato che non sentono loro.
Sono popolazioni che chiedono il diritto di continuare a vivere secondo la propria cultura, la propria lingua e tradizione, anche passata, e soprattutto di poter scegliere il proprio futuro in piena autonomia. E' questo il motivo per cui chiediamo, con il primo atto di indirizzo, in particolare, che la Regione intervenga, come già fatto da tante Regioni anche di centrosinistra come la Toscana, ma anche di centrodestra come la Lombardia, il Veneto e la Liguria, di chiedere al Governo italiano di revocare le sanzioni economiche alla Russia.
Aggiungo che, come ho ricordato, ce lo chiede anche il tessuto produttivo della nostra regione, per evitare di subire delle conseguenze di una guerra che, in realtà, risponde ad interessi che vanno oltreoceano e dall'altra parte, anche a quella di muovere un passo coraggioso per chiedere il riconoscimento di quelle Repubbliche del Donbass e di Lugansk che si sono costituite in Ucraina orientale, in modo da poter dare un contributo positivo all'unica soluzione che può porre fine a questa guerra.
Ovvero il riconoscimento del diritto di ogni popolo e di ogni nazione di autodeterminarsi e riconoscere che se l'Ucraina è oggettivamente divisa in due emisferi, uno che vuole abbracciare l'Unione Europea e l'Occidente e l'altro che invece vuole rimanere con un proprio governo vicino alla Russia, questo diritto va rispettato e non può essere calpestato con continui bombardamenti che - voglio ricordarlo - si stanno protraendo anche in una fase come questa che, a livello di accordi internazionali, dovrebbe essere di cessate il fuoco.
Questo cessate il fuoco, purtroppo, come molte fonti ci confermano ormai con internet e con le agenzie stampa indipendenti è facile verificarlo - non viene rispettato. Continuano ad esserci vittime civili che vivono nella striscia oggetto di conflitto; continuano ad esserci bombardamenti che colpiscono indiscriminatamente famiglie, anziani e bambini.
Questo è il motivo per cui chiediamo che la Regione Piemonte si unisca alle Regioni italiane che, coraggiosamente, fanno un passo in avanti positivo per la pace. Stop alle sanzioni, sì al riconoscimento delle Repubbliche popolari del Donbass e di Lugansk.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 539.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Mi associo alle dichiarazioni del Consigliere Marrone.
In Piemonte siamo in una situazione, come in tantissime altre Regioni italiane, di grande difficoltà. Dopo le sanzioni emesse dall'Unione Europea sulla Russia, per quanto riguarda l'agricoltura piemontese, ci sono dei grossissimi problemi. Questo è un ordine del giorno molto vecchio, ma è ancora attuale.
Quello che chiediamo semplicemente è che la Regione si possa attivare in tutti i canali - il Governo italiano, da questo punto di vista, per quanto ci riguarda, è completamente inerme nella gestione di questa problematica - per cercare un dialogo, un confronto che possa permettere al Governo italiano di battere i pugni per cambiare questa situazione che va contro le aziende agricole piemontesi e tutto il comparto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 646.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Anche noi ci poniamo il tema delle sanzioni economiche alla Russia e degli effetti negativi che hanno avuto sull'economia piemontese, in particolare sul comparto agricolo delle eccellenze che, come si sa, hanno un mercato notevole nella Federazione Russa.
Le ricadute sul made in Italy stimate da queste sanzioni sono, infatti circa 1,5 miliardi di euro e una riduzione delle esportazioni valutate nell'11,6% rispetto al 2014. L'economia piemontese vanta delle eccellenze specifiche sapendo che c'è un mercato per eccellenze che non bada al prezzo perché, come sappiamo, la Russia ha delle grandi disparità economiche: c'è chi ha pochissimo, ma anche chi ha moltissimo e, quindi, si vuole permettere le eccellenze. Eccellenze che noi, guarda caso, forniamo con le nostre aziende e il nostro comparto agricolo.
Quello che noi chiediamo, come impegno alla Giunta, è agire in sede istituzionale presso il Governo nazionale per promuovere le iniziative che spingano la revoca del reiterato regime di sanzioni alla Russia, affinch sia adottato ogni intervento necessario, anche in sede europea, per risarcire le imprese di produttori europei danneggiati da queste sanzioni e agevolare un dialogo multilaterale tra l'Unione Europea e i maggiori partner commerciali per mantenere relazioni di amicizia e reciproco vantaggio tra le nazioni a livello politico e a livello commerciale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Secondo un'interlocuzione con la maggioranza, ritiro dal primo ordine del giorno, il n. 529, solo la terza impegnativa, quella dell'istituzione del fondo europeo, mantenendo le altre.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 529, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 539, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 646, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 823, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Prima di dare la parola al Presidente Chiamparino, suggerisco, per evitare di svolgere adesso un'altra riunione dei Capigruppo, alla ripresa dei lavori, il 5 settembre, di convocare il Consiglio regionale solo martedì mattina. Potete comunicare agli Uffici, anche via mail, gli atti di indirizzo che vi interessano di più, mettiamo la delibera n. 140 del Sigillo, invitando chiaramente i colleghi alla presenza.
Se vi va bene così, non vi disturbo i primi di settembre, poi le priorità le decido io e nessuno di voi si offenderà.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Vi garantisco io.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione organizzativa e gestionale della Fondazione Salone del Libro"


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, per le richieste comunicazioni sugli sviluppi inerenti al Salone del Libro.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Quindi, significa che posso fare un intervento alla Fidel Castro! La notizia arrivata da Milano non è positiva, per usare un eufemismo quindi, credo sia giusta la richiesta di comunicazioni e sia doveroso da parte mia svolgerla - però, a dire la verità, non era inattesa, per due ragioni di fondo.
Per quanto riguarda la prima ragione - lo dico molto esplicitamente fin da quando vi è stato un cambio nella guida dell'Associazione Italiana Editori (AIE), con il passaggio, anche nell'assemblea dei soci fondatori del Salone del Libro di Torino, dal dottor Polillo al dottor Motta immediatamente vi è stata - si sono mostrate in forme diverse - una chiara determinazione a spostare l'asse del Salone del Libro progressivamente verso altre realtà, significativamente verso Milano. Questo è avvenuto diciamo, dall'autunno scorso, più o meno, attraverso manifestazioni anche molto forti: il dottor Motta non ha più partecipato ad alcune riunioni.
Insomma, i segnali c'erano tutti e, probabilmente, questi segnali si sono accompagnati con degli accordi che sono stati via via stipulati, ancorch non formalmente - queste sono mie ipotesi, naturalmente - con una parte degli editori.
Sapete che il risultato ha segnato comunque una divisione del mondo editoriale rappresentato da AIE, perché la votazione ha visto - se non ricordo male, adesso cito a memoria - 17 voti favorevoli alla proposta del loro Presidente, con sette contrari e otto astenuti. Quindi, una divisione quasi a metà di quel mondo, che - ripeto - era lecito aspettarsi, perch credo sia stata costruita - lo dico in modo molto esplicito - attraverso questi mesi. Oltretutto - questa è la seconda ragione, che, indubbiamente e oggettivamente, hanno agevolato - questo non è stato un anno facile per la Fondazione Salone del Libro, per tutte le ragioni che conosciamo: la crisi che si determinò nell'autunno scorso alle prime inchieste giudiziarie e poi, a seguire, tutto quello che è avvenuto in sede giudiziaria.
Certamente, al di là del merito - esprimendo ancora una volta piena fiducia nell'azione della Magistratura, vedremo alla fine quali saranno i risultati in sede giudiziaria - dal punto di vista del messaggio d'immagine complessiva, questo non ha rafforzato la posizione di Torino, nonostante questo ci tengo a dirlo in questa sede - lo sforzo straordinario fatto dalla Presidente Milella - che ancora ringrazio - dal direttore editoriale Ernesto Ferrero, e dal Consiglio d'Amministrazione, che hanno riportato il bilancio in una situazione di equilibrio finanziario sostenibile consentendo la realizzazione di un'edizione, quella del 2016, che agli occhi di tutti, anche solo di chi ha avuto modo di parteciparvi, è stata un'edizione sostanzialmente in linea e forse anche con risultati migliori di alcune degli anni precedenti.
Quindi, questo è il primo dato.
Ho detto che i segnali c'erano già tutti, e i soci pubblici come hanno cercato di reagire in questi mesi? Intanto, permettetemi di dire che questa denuncia di esclusione o di non coinvolgimento di AIE ha avuto e, secondo me, continua ad avere un carattere del tutto pretestuoso, perché, diciamo la verità, AIE è tra i soci fondatori, insieme a Regione, Comune e successivamente, ai due Ministeri, MiBACT e MIUR, e alla Banca Intesa: mi pare che un grado maggiore di coinvolgimento, che è quello di essere tra i soci fondatori di una fondazione, sia difficile individuarlo! Cioè qualsiasi ipotesi di realizzazione del Salone, di scelta della Presidenza di scelta del direttore editoriale è alla piena e completa disposizione dei soci fondatori, tant'è che se uno va a riprendersi le varie sedute - cosa che ho fatto sommariamente - della Fondazione si scopre - lo ripeto - che fino a quando l'AIE era rappresentata dal dottor Polillo, e non dal dottor Motta, le valutazioni sul Salone del Libro, sul coinvolgimento dell'AIE e sul ruolo degli editori, sono sempre state positive, registrate a verbale.
Questo è bene dirlo per sgombrare il campo.
Nonostante ciò, consapevoli anche del fatto che i tempi cambiano, che i modelli evolvono e che non si può ripetere sempre lo stesso schema, per quanto di successo esso sia, abbiamo cercato di avanzare una proposta che tenesse conto sia dei costi (in questo caso grazie all'iniziativa della Sindaca Appendino, che, probabilmente anche giocando su questa concorrenza reale e non più solo virtuale di un competitor come Milano, ha strappato condizioni indubbiamente favorevoli dal punto di vista economico per l'utilizzo dell'unico posto che, nel breve periodo, è disponibile a Torino per iniziative di questo genere, cioè il salone del Lingotto Fiere, che come sapete è di proprietà di GL-Events), sia del progetto culturale offrendo massima disponibilità ad avere un direttore editoriale indicato dall'Associazione degli Editori, e massima disponibilità a discutere del progetto editoriale e del progetto culturale del Salone medesimo insieme a tutti gli altri soci.
Ovviamente, questo non è bastato per ottenere un esito diverso, credo per una ragione molto semplice: perché era già scritto fin all'inizio (lo dico così, per non girare troppo attorno ai problemi).
Sul da farsi, ripeto qui ciò che avevo detto rispondendo ad alcune battute giornalistiche, riservandomi poi di approfondire l'argomento.
Venerdì è convocata un'assemblea: in quella sede dovremo trovare una soluzione che garantisca la continuità amministrativa della Fondazione in questo mese di agosto, per lavorare - questo è il punto che ho sottolineato ad un progetto innovativo del Salone che possa consentirci non solo di accettare la sfida, ma di operare un rilancio. Perché è l'unica carta che abbiamo.
Nel comunicato con cui AIE annuncia la scelta di Milano, lo fa, per in un contesto di una serie di iniziative di sostegno alla lettura al libro di carattere nazionale, che dovrebbero coinvolgere più parti del territorio nazionale.
Su questo aspetto credo sia bene essere chiari: se la logica è quella di spezzettare il Salone del Libro e farne alcuni "saloncini", secondo me non serve a nessuno, né agli editori, né a Milano, né a Torino, né al Piemonte. A nessuno. Se la logica, invece, è quella di cercare di costruire un vero progetto complessivo, in cui ci siano più iniziative (alcune magari che fino adesso non ci sono state), che guardino maggiormente anche a forme di lettura innovativa, su cui finora è stata dedicata poca attenzione a livello nazionale e internazionale, allora questo è un campo su cui si pu ragionare. Si può dunque pensare ad iniziative che non siano in contrapposizione tra loro, ma che cerchino di fare "sistema". Sinceramente non mi sentirei di dire che questo è un obiettivo non solo già raggiunto ma neanche facile da raggiungere.
Come avevo già annunciato in questa sede, c'è la disponibilità del professor Bray a coordinare un progetto di questa natura - però questo richiede un minimo di tempo, perlomeno il mese di agosto - insieme ad altre personalità, compresi coloro che hanno già lavorano e che lavorano al Salone e alla Fondazione del Libro.
A mio avviso, dobbiamo puntare a far coincidere la definizione di un progetto innovativo e credibile con il sostegno dei soci pubblici (MiBACT e MIUR) e con il sostegno di Banca Intesa, che è una gamba finanziaria importante. A quel punto, si doti di un presidente e di un direttore che siano garanti e realizzatore di questo progetto e su quello si giochi la partita, rivolgendoci naturalmente agli editori e allo scenario internazionale, cercando non solo di realizzare l'edizione dei trent'anni del Salone del Libro a Torino, ma far sì che questa coincida con l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova fase e di un nuovo Salone a Torino.
Al momento non sono in grado di dire di più. Mi rendo conto di aver detto cose generali, che devono essere approfondite. Mi sembrava per doveroso e giusto - ringrazio coloro che hanno richiesto le comunicazioni in tal senso - dare atto, sia pure a grandi linee, di quelle che, a mio avviso, sono le ragioni che hanno portato a questa scelta, di come ci siamo mossi e di come intenderemo muoverci.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Presidente Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente, per averci fornito queste comunicazioni. In realtà avevamo già potuto leggere sulle Home page dei quotidiani il contenuto del messaggio che ci ha voluto rendere oggi, però almeno ci offre l'opportunità di dibattere tutti insieme.
Mi sarei aspettato, però, maggiore onestà intellettuale. Forse bisognava cominciare col dire che Torino ha perso e Milano, ancora una volta, ha vinto. E quando cominciavano a suonare le sirene delle offerte di collaborazione al sistema Milano-Torino, avremmo dovuto capire, già da quel momento, che cominciava l'annuncio di una fregatura.
Sinceramente, non ricordo neanche un campo - produttivo, economico finanziario o culturale - dove Torino, nel relazionarsi con Milano, non risulti sostanzialmente sempre sconfitta, sottoposta e sottomessa. Si potrebbe dire che forse il Salone del libro era una delle poche occasioni di reale orgoglio e supremazia nei confronti di questa nostra inevitabile antagonista del Nord-Ovest, che è Milano. Purtroppo, viene perso anche questo cavallo di battaglia.
Bisognerebbe approfondire meglio questa affermazione che "non servono due saloncini", che io nel merito condivido. Perché nel cercare di non capire che c'é un intero mondo editoriale che ci ha voltato le spalle (a maggioranza non così risicata, insomma non all'unanimità grazie al cielo ma a maggioranza abbastanza forte), si corre il rischio di infilarsi in qualche riproposizione provinciale di vetero orgoglio torinese nel cercare di ribadire che la bandiera rimane qua, quando poi, in realtà, il vero evento si svolge a Milano.
Nel farlo la invito veramente ad un cambio di mentalità, che immagino sia difficile, ma che tutti insieme ci dovremmo sforzare di compiere.
Io non ritengo accettabile che quando il privato dice a noi del pubblico che facciamo bene, la morale è che il privato è bravo intelligente e simpatico; quando, invece, il privato ci volta le spalle allora è pretestuoso, è cattivo, non capisce, è limitato. Non funziona così.
Io le avevo già detto nello scorso dibattito (chiaramente è il mio punto di vista, per cui può essere preso per quello che vale, ma oggi, a maggior ragione, ne sono più convinto) che non credo che gli editori scappino da Torino. In realtà, non credo neanche che scappino dall'inchiesta. Penso, piuttosto, che scappino da quell'agglomerato che lei adesso ci sta riproponendo come "punto di forza" - io ritengo, invece, che sia una zavorra - di Enti pubblici incastrati tra loro, di consorterie, di mescolanze finanziarie e parastatali e che, oggettivamente, qualunque vero privato non può che affrontare con disagio e con spirito di ostilità e di diffidenza. Perché i Ministeri e le banche non possono essere i soggetti che rilanciano un'esperienza culturale, soprattutto se c'è un privato che ha dimostrato di non condividere quell'impostazione! Il fatto di aver mosso delle controproposte solo sul piano economico (o sul piano di maggior delega di gestione) e non aver avuto il coraggio invece, di rivoluzionare il sistema del Salone del Libro, partendo da zero e rinunciando a quelle zavorre - e magari facendosi suggerire un modello più snello, più leggero e più libero - di sicuro credo che non abbia giocato a favore della nostra città.
Posso anche dirle, Governatore, che voi, tutto sommato, rappresentate la continuità di un sistema che può vantare oggettivamente, sul Salone del Libro, delle vittorie passate e che ha cercato di parere il colpo rispetto alle difficoltà presenti (e adesso sappiamo anche future).
L'unico aspetto che ancora mi sfugge è come mai, invece, una forza politica che ha preso le redini di questa Amministrazione comunale nel segno del rinnovamento e dell'abbattimento del sistema, in questo momento di estrema crisi generata dalla passata gestione, abbia scelto, invece, di abbracciarsi - un abbraccio mortale - con il vecchio sistema e con le forze politiche che lo rappresentano e l'hanno costruito.
Questa è veramente una scelta politica priva di senso, che oggi - a maggior ragione - risulta sbagliata, ai danni di questa città ed incomprensibile, perché forse l'unica ultima chance con la quale si poteva convincere qualche membro dell'AIE ancora indeciso poteva essere quella di offrire una rapida e radicale alternativa al passato, magari anche affrontando un confronto duro con i partner della maggioranza regionale.
Questo non è avvenuto: abbiamo assistito alle conferenze stampa gomito gomito e alle note congiunte. Il risultato è che hanno scelto Milano e questo - e concludo - a maggior ragione alla luce del fatto che l'Amministrazione comunale di Milano che ci soffia questo evento è dello stesso colore politico della maggioranza di questa Regione.
Mi chiedo chi si potesse fidare della promessa di Fassino di chiedere a Sala di rinunciare al Salone del Libro! Credo neanche un bambino in cerca di caramelle, qua, davanti al Palazzo poteva crederci! E, invece purtroppo - la nostra Amministrazione comunale, recente, ci è cascata con entrambe le scarpe e adesso Torino e i torinesi, purtroppo, ne pagheranno il conto.
Bisognerà cercare di trovare una nuova vocazione culturale che, per affronti i nodi che sono rimasti. Sicuramente, se c'è un sistema che ha funzionato in passato e che poi è crollato sotto le sue contraddizioni interne, sotto delle tare anacronistiche, bene, quel sistema va rivoluzionato. Se deve essere reinventato un Salone inteso come momento di elaborazione culturale e non solo fieristico, bisogna avere il coraggio di alleggerirci nei confronti di tutta questa zavorra pubblica e finanziaria e cercare di capire che sono, poi - tutto sommato - quegli operatori culturali che sono - ahimè, oggi ce lo ricordiamo con amarezza - i veri protagonisti del mondo editoriale e culturale, e ripartire da un sano dialogo con il privato.
Io credo che solo così si potrà cercare di rinnovare una tradizione che oggi dobbiamo vedere e giudicare per quello che è, ovvero compromessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche noi abbiamo seguito attentamente il tema (più dal lato comunale ma anche da quello regionale): abbiamo letto i giornali in questi giorni e le notizie Ansa di oggi; le abbiamo vissute in presa diretta anche grazie ai collegamenti con l'Amministrazione comunale. Ci ha sorpresi soprattutto la notizia che l'idea di abbandonare La Fondazione per il Libro di Torino da parte dell'Associazione Italiana degli Editori risalga a febbraio (l'ha dichiarato lo stesso Presidente Motta).
Pertanto, la prima domanda che vorremmo porre è se l'Amministrazione regionale fosse a conoscenza di questo, perché è ovvio che l'Amministrazione comunale - entrata il 30 giugno - non ne era a conoscenza, e se fosse a conoscenza delle problematiche che, poi, sono emerse negli ultimi giorni di giugno con i vari arresti e le vicissitudini riguardanti il non chiaro rispetto del contratto stipulato con GL-Events riguardante l'utilizzo gratuito - per una cinquantina di giorni l'anno del Padiglione 5.
Noi rimandiamo al mittente ogni attacco proveniente dal Capogruppo di Fratelli d'Italia. Ovviamente, comprendo che, nel suo ruolo di opposizione sia in Regione sia in Comune (mi auguro che resti all'opposizione), abbia gioco facile ad attaccare le rappresentanze istituzionali.
Pertanto, dal nostro punto di vista (ma non penso ci sia bisogno di spiegarlo) il Sindaco - non il Movimento 5 Stelle, ma il Sindaco di una città capoluogo di una regione - si confronta con il Presidente della Regione, che oggi è il Presidente Chiamparino, domani noi speriamo ovviamente, sia un'altra persona, ma sono le istituzioni che si confrontano.
Penso non sia una novità: forse è una novità per chi non ha mai.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' meglio non creare troppi sbalzi!



BONO Davide

Sì, certo.
Questo lo aggiungo anche per quanto riguarda le rappresentanze dei Ministeri, che non sono soggetti parastatali, cioè non si parla dell'IRI ma sono i Ministeri che rappresentano il nostro Stato e la nostra Repubblica. Può sembrare strano, ma mi sembra del tutto legittimo, anzi noi abbiamo raccolto positivamente l'ingresso dei Ministeri come sponsorizzazione, come supporto, e quant'altro.
Noi ringraziamo la Sindaca della Città di Torino per aver dedicato le prime settimane del proprio impegno (in parte, ovviamente, non tutto perché ci sono tantissime questioni aperte, eredità lasciate, purtroppo non sempre molto chiare dall'Amministrazione precedente) a questo capitolo avendo spuntato, tra l'altro, un dimezzamento dei costi del padiglione del Lingotto Fiere, che - come ha detto giustamente il Presidente della Regione Piemonte - era l'unica sede utilizzabile nel 2017. Qualunque altra ipotesi per il 2018-2019 avrà bisogno di un'idea, di coagularsi su quest'idea e poi dei bandi, ovviamente, per mettere a posto altre strutture.
Pertanto, ringraziamo la Sindaca e pensiamo - come ha detto con una nota stampa - che nel 2017 il Salone del Libro debba essere fatto a Torino e debba esserci l'impegno di tutti i soggetti istituzionali. E' vero che gli editori si sono dimostrati contrari alla posizione assunta dall'AIE a maggioranza, ma risicata (17 a 15), quindi penso che si debba e si possa lavorare per mantenere un Salone del Libro - un'eccellenza - a Torino.
Ultima nota: mettersi a fare la guerra tra grandi Comuni, a distanza di 140 chilometri, a 50 minuti di treno, creando un'altra fiera del libro nello stesso periodo dell'anno, mi sembra veramente un'attività non di alta politica, diciamo di sciacallaggio, che non porta bene a nessun attore del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Credo che abbia fatto bene il Presidente a non cedere, nei toni, nelle provocazioni che sono arrivate in queste ore: non parlo tanto di quelle del collega Marrone, ma - per esempio - di quelle di Motta.
Credo che in questi momenti valga la pena, non solo far vedere l'orgoglio, ma anche prendere un po' di tempo per riflettere. Riflettere nel senso che ritengo che queste vicende siano collegate sempre più a come si organizzano questi eventi, a qual è il profilo culturale di essi, qual è l'identità.
Faccio un parallelo: Torino Film Festival è stato più volte al centro di un'offensiva italiana. E' riuscito a vincere e cambiare l'oggetto di discussione tenendo alto il suo profilo e la sua identità e sapendo innovare. E' un festival indipendente, che mette al centro le prime produzioni di registi a livello nazionale e internazionale; è un festival fatto per la gente che ama il cinema e che ama, in qualche modo, quel profilo unico della creatività giovanile.
Cosa voglio dire con questo? Che fare il Salone del Libro è una cosa di per sé non impossibile, se si hanno tutti i grandi gruppi editoriali del Paese, se si ha il sostegno delle grandi istituzioni e se si ha la capacità di avere una produzione culturale autonoma ed anche slegata da tali gruppi editoriali Adesso noi dobbiamo comunque cogliere questa vicenda, intanto certo anche per fare critica, però io parlo anche del modello di produzione e di quello che c'era dietro le ultime edizioni nel rapporto con questi grandi editori e, d'altra parte, vedere anche le peculiarità di che cos'è Torino.
La questione non è solo che i grandi gruppi editoriali sono assenti dalla città da qualche anno - tra l'altro, non è certo una vicenda odierna ma sta anche nel fatto che, alla fine, le caratteristiche più importanti di quel salone sono ancora qua. Credo che questa sia la sfida, ma non solo quella che Bray e altri hanno già iniziato a costruire; e non è una questione, Consigliere Marrone, di combriccole, perché stiamo parlando di cultura e del profilo di questa città.
Prima, scherzando, dicevo che ci rimangono i Portici di Carta. Speriamo che non se ne accorga Bologna, anche loro hanno qualche libraio e qualche portico. Però guardate che Portici di Carta, per intenderci, sono l'emblema di un'altra delle contraddizioni che aveva il Salone. Non so se vi ricordate la polemica dei librai che, per qualche mese, vedono abbattuto il loro budget e le loro entrate, perché chi compra libri - in Italia non sono tantissimi e a Torino non è che sono molti di più - ovviamente, in quel mese lì, va meno in libreria.
Ecco, possiamo cogliere questa vicenda per dire che questi due profili non devono essere distanti, ma devono essere parte di un unico progetto? Perché no? Siamo ancora la città con più librerie d'Italia, quindi perch non farlo? E possiamo dirci che i piccoli editori, sempre lì nella stessa posizione, un po' defilati possono ridiventare protagonisti di un oggetto diverso? Magari internazionale, come diceva Chiamparino? In che senso internazionale? Guardate che tutta questa discussione tutta torinese sul fatto che ad Artissima ci sono poche gallerie torinesi ce la facciamo solo noi su Lo Spiffero e su qualche altro giornale, con tutto rispetto per Lo Spiffero.
Non so se mi spiego?



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

In streaming, tanto gli avevano già detto che avevo detto questa frase prima che la dicessi.
Voglio dire che ci sono gruppi editoriali in tutto il mondo che magari possono essere più interessati se, con un profilo indipendente e autonomo riusciamo a realizzare un festival diverso. Anche su questo sono d'accordo con il Presidente.
Penserete mica di fare un salone bis? Un salone off di Milano? Ecco, questo proprio no. Dobbiamo fare una cosa nuova, diversa. Questa è la sfida. Per questo dico di prenderci un po' di tempo. Un po' di tempo ma non troppo. Io dico prendiamoci questo mese, però per scegliere un direttore artistico che stravolga tutto, che faccia una proposta nuova alla città e se l'orgoglio dobbiamo chiederlo, chiediamolo per questo tipo di profilo, cioè per quella che deve essere la risposta di una città in termini di creatività, innovazione e energie che dobbiamo mettere in questa nuova sfida.
Dobbiamo abbandonare il concetto di vedovanza, cioè "oddio, abbiamo perso!", perché la nostra città non se lo può permettere e non credo che sia nelle nostre corde. Iniziamo a pensare a dove vogliamo portare questa vicenda e a prendere una sconfitta, perché è una sconfitta, su questo siamo d'accordo, come la possibilità per fare qualcosa di nuovo anche dal prossimo anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, partendo da una considerazione: ricordare che il Salone del Libro a Torino era un'iniziativa privata che, all'inizio degli anni Duemila, era tramontato e non c'era più. Ed è stata l'iniziativa pubblica a salvarlo, questo vorrei ricordarlo. C'era già il Sindaco Chiamparino o il Sindaco Castellani? Non ricordo. So che in due mesi dovemmo intervenire e predisporre la parte organizzativa; non c'era nessuno che aveva esperienza di gestione fieristica, al punto che portammo una società pubblica della mia Provincia a gestire, che ha poi gestito per anni la parte dei servizi, perché non c'era quel tipo di esperienza. Questa è stata la realtà.
Poi, il sistema fieristico è cambiato tantissimo ed è diventato cruciale anche per la crescita, per il cambiamento che ha avuto il nostro territorio. La città di Torino ha cambiato pelle, ma anche il Nord Italia è cambiato completamente, e questo ha un peso enorme nella mobilità delle persone, quindi è un fatto di business. Rendiamoci conto che questi editori hanno scelto il luogo tenendo conto di quelle che chiamano le "isocrone" quindi considerando che nel raggio di un'ora di spostamento ci sono venti milioni di abitanti. La distanza è questa: su iniziative che devono avere gente, il calcolo viene fatto a tavolino.
Quindi, hanno fatto una valutazione di vantaggio economico, credo. La stessa valutazione di vantaggio economico, in questo caso molto più condannabile, della FIAT nel portare via le ultime sedi. Quello è molto più condannabile, perché condanna anche a non pagare la gran parte della tassazione nel nostro Paese, ed ha un effetto di immagine abbastanza negativo, perché il fatto che la sede del gruppo fosse a Torino, almeno della cassaforte (Exor S.p.A.) aveva un certo significato. Però così è! La valutazione è stata, credo anche in quel caso, più di ordine fiscale che di altro. Vale più il portafoglio che il cuore su queste esigenze, quindi c'è stato questo spostamento.
Condivido le considerazioni di Maurizio Marrone, quando dice che non andiamo a cercare il surrogato, non andiamo a cercare il cioccolato fatto senza cacao e a dire che è ugualmente dello stesso colore! Naturalmente, credo che l'iniziativa pubblica deve essere di stimolo al sistema privato di questa regione e di questa città per trovare delle soluzioni alternative. La sostanza è questa. Così come non si è più fatto il Salone dell'auto.
Per quanto riguarda le colpe che attribuirei al Sindaco di Torino quello di prima e quello di dopo - al Presidente della Regione, solo quello di dopo - sono certamente di non aver colto in questi anni, forse, la necessità di rendere ancora più appetibile la realtà di Torino.
D'altra parte, tutti noi dobbiamo renderci conto, proprio per quelle ragioni di origine delle scelte d'interesse che fa il sistema economico privato, che, a partire dall'Alta Velocità e dal cambiamento delle abitudini, Torino e Milano sono quasi la stessa cosa, perché sono ad un'ora di distanza. Sono ciò che io oggi ho fatto nella pausa pranzo, per capirci.
Quindi, la necessità di non competere rubandosi le iniziative è più che mai fondamentale. Deve valere per Sergio Chiamparino come per Roberto Maroni; deve valere per Sala come Appendino. Se invece ricominciano le guerre di campanile come succedeva nei nostri paesini, ma succede ancora anche a pochi chilometri di distanza, forse i perdenti saranno i cittadini di quella che è la più grande area produttiva d'Europa, la Pianura Padana.
Noi abbiamo la fortuna di vivere in una delle aree produttive più forti del mondo, forse anche più forte del Baden-Württemberg.
Con questa competizione - anzi, con queste guerre, perché la competizione, anche fra le istituzioni, fa bene, e mettiamoci dentro anche il comunicato di ieri di AssoLombarda - certamente non facciamo bene al nostro sistema e non facciamo bene, più che altro, alla gente che ognuno di noi amministra.
Poi gli approfondimenti culturali e le valutazioni su cosa fare, come diceva il collega Grimaldi, si possono fare. Certo, i venti chilometri di portici di Torino sono un'attrazione che poche città in Italia hanno ed io non sono di Torino, ma la frequento da 40 anni quasi quotidianamente ritengo che non li valorizziamo come dovremmo. Su quello, il collega ha ragione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La notizia di oggi è una notizia estremamente negativa, come ha sottolineato nel suo intervento il Presidente Chiamparino. E' stata prima richiamata un'altra notizia altrettanto negativa, cioè il fatto del distacco della sede legale di Exor e dell'Agnelli Sapaz da Torino, che, al di là del fatto in sé, è comunque un fatto emblematico di distacco del cuore e del cervello di una grande famiglia (che ha partecipazioni azionarie diffuse in tutto il mondo) dal nostro capoluogo per andare addirittura, al di fuori del nostro Paese. Quindi, sono due notizie negative che toccano la città di Torino e il nostro territorio.
E, ricordando quello che è stato scritto in questi mesi sui giornali vediamo che con quello che è successo oggi, un pezzo del tanto vituperato "sistema Torino" se n'è andato. Quindi, si è fatto un pezzo di campagna elettorale e di contrapposizione politica sul "sistema Torino", vale a dire sul sistema di rapporti e di relazioni che consentiva di creare concordie istituzionali, economiche e culturali in questa città e di fare bene.
Questo pezzo oggi non c'è più, se n'è andato.
Io credo che si debba ripartire da qua, considerando che qui abbiamo avuto per tanti anni una gestione del Salone del Libro guidata dal Presidente Picchioni e dal Direttore Ferrero, che hanno saputo portare questo evento culturale ad un ruolo leader nazionale ed europeo. Già solo la scelta della nazione partner era un fattore che apriva le porte di questa manifestazione culturale oltre la nostra Regione e il nostro continente. Forse, quello che è mancato è non avere avuto subito la possibilità dopo l'uscita di scena di queste due grandi personalità (che al netto di quelle che saranno le vicende su cui la Magistratura dovrà fare chiarezza, hanno saputo guidare con grande autorevolezza questo evento culturale) di individuare figure di altrettanto spessore.
Oggi il nostro Sindaco per la prima volta ha avuto modo di confrontarsi con le sfide del governo, e ha perso. Ha perso lei, abbiamo perso noi perché se il Sindaco perde, perde la città, perdiamo tutti noi. Ha perso perché quello che era stato garantito a questa regione e a questa città fino a quest'anno non è più certo per il futuro.
Detto ciò, da questa sconfitta bisogna ripartire. Crediamo che ci sia spazio e possibilità per venirne fuori, per dare a questo territorio, anche nell'anno che verrà, un Salone all'altezza di quello che abbiamo conosciuto in passato. Bisogna inventare, bisogna fare innovazione: l'ha detto l'Assessora Parigi nel suo intervento la scorsa settimana e l'abbiamo detto noi.
Il Salone era ed è una realtà importante per il settore culturale di questa città e di questa regione e per il turismo di questa città e di questa regione. E' una manifestazione da cui non vogliamo e non possiamo prescindere e andrà creata con condizioni nuove e con capacità nuove.
Qua sta la sfida di tutti noi, in particolare ovviamente di chi ha la responsabilità di governare la Regione Piemonte, la Città metropolitana e la Città di Torino, che in questo ultimo caso sono poi la stessa cosa.
Bisogna inventare, sapendo trovare strade nuove, sapendo che la parte propriamente fieristica e commerciale sarà difficilmente in concorrenza con Milano, perché il bacino territoriale e la capacità attrattiva di Milano è sicuramente superiore, ma c'è uno spazio culturale e uno spazio di valorizzazione dei piccoli editori, degli scrittori nuovi e degli eventi culturali collaterali che in questi anni abbiamo sviluppato e che possiamo far crescere ancora.
Ne saremo capaci? Questa è la sfida cui tutti siamo chiamati. Dobbiamo lavorare insieme; a differenza dei colleghi del Movimento 5 Stelle, noi non ci giustifichiamo, come fanno loro quando parlano della collaborazione istituzionale con la Regione Piemonte e con i Ministeri. Mi rendo conto che, per chi ha incarnato per tanti anni il simbolo dell'anticasta, dover oggi sperare in un aiuto del Ministero dei Beni Culturali e del Ministero della Pubblica Istruzione, del San Paolo e della Regione per venire fuori da una situazione di obiettiva difficoltà è, in qualche modo, difficile da digerire.
Noi sappiamo che obiettivamente si può uscire solo se lavoriamo tutti quanti insieme. Credo che, come maggioranza e come governo regionale, non ometteremo di fare la nostra parte, offrendo, oltre che risorse, anche idee e spunti per dare la possibilità al nostro capoluogo di Regione di avere una manifestazione e un evento anche per i prossimi anni all'altezza della situazione.
E' una sfida per questo territorio, che tante volte ha perso delle cose che ha creato, ma ne ha sempre inventate di nuove. E' ora di vedere nuovamente questo territorio alle prese con una sfida di questo tipo.
Ne saremo capaci? Credo di sì, e anche da questo si misurerà la nostra capacità di essere una classe dirigente all'altezza con la storia che abbiamo ricevuto dal passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ho sentito parlare di "perdere", di qualcuno che ha perso qualcosa. Di sicuro, se c'è qualcuno che ha perso, è qualcuno che ha perso le elezioni a giugno. Questo è un dato di fatto.
Al di là di questo, se vogliamo invece parlare di perdere il Salone del Libro, come ha evidenziato il collega Bono, se qualcuno l'ha perso, non penso che sia la Sindaca di Torino, se è vero, com'è vero, che una certa decisione era nota già a febbraio, quando il Sindaco di Torino era un sindaco e non una sindaca: era Fassino. Quindi, decisamente certi fatti erano già noti, anche se poi non si era data, per usare un eufemismo enfasi a quella notizia.
Quindi, da parte delle nuova Amministrazione di Torino si è cercato, in qualche modo, di invertire la rotta e far cambiare una decisione che era già stata presa. Con questo rispondo sia al Consigliere Gariglio sia al Consigliere Marrone: non è il Movimento 5 Stelle che ha lavorato con il Partito Democratico, non hanno lavorato con lei, Presidente Gariglio. Bensì è la Sindaca di Torino che ha lavorato con il Presidente della Regione quindi sono due figure istituzionali. Questo è il compito delle figure istituzionali. Il Consigliere Marrone, se un giorno avrà riferimento in altre istituzioni che saranno al governo, probabilmente lo capirà e lo comprenderà, perché è una persona intelligente.
Non c'è altro da dire né da giustificare; sicuramente se Torino perde il Salone anche per effetto di cattive gestioni - e forse anche di gestioni che si possono dire criminose, o almeno questo lo chiarirà la Magistratura che coinvolgono il "sistema Torino" nella sua accezione peggiore. Questa è una terminologia che ha usato un Senatore del PD, quando, commentando le notizie di cronaca giudiziaria relative all'arresto di alcune persone e al coinvolgimento dell'ex Assessore alla cultura di Torino ha detto che il "sistema Torino", che da un certo punto di vista ha portato in alto la Città, dall'altro ha causato questo disastro.
Certo, il "sistema Torino", in una certa accezione, col cambio di amministrazione sta andando a giudizio: prima è andato a giudizio dei cittadini; ora, una certa parte del "sistema Torino" andrà, forse, a giudizio anche della Magistratura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.01)



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