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Dettaglio seduta n.162 del 12/07/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1144 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Messa in vendita dell'azienda ATAP, conseguenze sul servizio di trasporto pubblico e sui lavoratori"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1144, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'ATAP è un'azienda pubblica, le cui quote sono in mano alle Province di Vercelli e Biella fondamentalmente, ma anche ai Comuni delle due Province. E' un'azienda - ci fa piacere dirlo - pubblica, che ha superato questi anni di grande difficoltà con bilanci in positivo e con utili provenienti anche dal fatto che l'ATAP presenta un tesoretto nelle sue casseforti che gli dà delle rendite finanziarie. Certo, la gestione potrebbe anche essere migliorata. Per esempio, non ci è piaciuta la vicenda di ATAP-GOLD e il lancio di questa azienda nel settore del noleggio, dove sicuramente potrebbe fare molto di più dal punto di vista commerciale.
Detto ciò, comunque, rimane una risorsa pubblica e strategicamente, per la gara integrata ferro/gomma, un'azienda che potrà giocare un ruolo importante. Tuttavia, in questi mesi abbiamo visto un gioco al ribasso sull'ATAP, un gioco che ha cercato - purtroppo facciamo una valutazione politica - di smembrare quello che è un piccolo gioiellino della Regione Piemonte, che si è salvato dalla gestione della politica, nel senso che la gara che è stata fatta dalla Provincia di Vercelli è stata soggetta a un ricorso da parte dei secondi arrivati; il TAR ha riconosciuto come non economicamente compatibile la proposta fatta da ATAP in ATI con GTT e da qui si è andati avanti con una serie di ricorsi. Sappiamo che presto tutte le sigle sindacali presenti in ATAP faranno anche una diffida alle due Province (alla Provincia di Vercelli in particolar modo) per non assegnare la gara del trasporto extra urbano della Provincia di Vercelli.
Quindi siamo in questa situazione, dove sta per arrivare una gara nuova e questa gara si sta trascinando negli anni. Diciamo la verità, oggi come oggi, questa gara, all'atto pratico, non ha alcun senso: sarebbe una buona cosa che venisse ritirata, perché le condizioni sono cambiate completamente.
Bisogna anche dire che è subentrata poi come competenza l'Agenzia Metropolitana Piemontese e che la convenzione che quest'agenzia ha stipulato con la Provincia di Vercelli sicuramente va in contraddizione con il dettato dello Statuto dell'Agenzia Metropolitana Piemontese. Insomma, le cose si sono complicate.
Quello che a noi interessa è che il futuro di oltre 200 lavoratori e il futuro di questa azienda interamente pubblica non venga messo in forse.
Quindi domandiamo all'Assessore se intenda chiedere, per la vendita di ATAP, la condizione della presentazione di un piano industriale adeguato e il rispetto della clausola sociale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il merito delle intenzioni delle due Province proprietarie in gran parte delle quote di ATAP, ovviamente non posso entrare nel merito, in quanto è una scelta dei due soggetti che - appunto hanno queste quote in loro disponibilità e quindi non possono che decidere loro come portare avanti questa ipotesi di vendita delle quote stesse. Per quanto riguarda invece gli aspetti riferiti alla gara di Vercelli - ma non solo, anche la gara di Novara - non posso che essere d'accordo con lei sul fatto che, a questo punto, a fronte dei numerosi ricorsi e anche a fronte della durata breve che comunque sia l'una che l'altra gara pongono in atto sia opportuno ritirarla. E questa è l'intenzione, io credo, dell'agenzia anzi in questo senso ci siamo sentiti, poi peraltro è prevista anche dalla norma stessa. Però, la gara di bacino dovrà in qualche modo assorbire, se non verranno ritirate le due gare, le due assegnazioni che per adesso benché ancora precarie, molto precarie, sono comunque di fatto esistenti.
Io spero che la nuova gara sia l'occasione anche perché le imprese del territorio, compresa ATAP, possano giocare un ruolo che invece nel passato anche proprio a proposito delle due gare che lei cita, in particolare quella di Vercelli, non hanno giocato per questioni che sinceramente non capisco.
Avendo parlato con gli uni e con gli altri, sia soggetti privati sia soggetti pubblici, non aver trovato un accordo per partecipare alla gara che ovviamente non era di per sé garanzia di vincere la gara stessa, ma che non si fosse neanche tentato di trovare un accordo fra le società pubbliche e private che agiscono sul territorio, mi pare veramente poco saggio.
Mi pare invece che le intenzioni per il futuro siano diverse. Io spero che questo avvenga e che quindi permetta, con la prossima gara, che il bacino, attraverso l'agenzia, possa iniziare ad essere servito e portare a dei risultati positivi per tutto il territorio e anche per le società che già agiscono sul territorio stesso. Non bisogna dimenticare per Consigliere, che - sia in base alla 56, di conseguenza anche in base allo Statuto e alla nostra legge regionale - le Province mantengono la titolarità, non dei contratti, ma dell'avvio delle gare. Quindi questo lo dobbiamo, in ogni caso, rispettare.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1143 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Abbonamenti SADEM e FORMULA 7 utenti della linea 275/282"

Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1145 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Uniformare gli standard tariffari del TPL nella Città metropolitana"


PRESIDENTE

Se il collega Valetti è d'accordo, do per illustrata la mia interrogazione a risposta immediata n. 1143 e chiedo a lei di illustrare la sua, la n. 1145.
L'Assessore poi risponderà ad entrambe. Grazie.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente, per la concessione di illustrare questo tema che è comune alle nostre due interrogazioni.
La mia interrogazione riguarda un caso specifico, secondo noi di cattiva integrazione tariffaria sul TPL e di una gestione un po' arbitraria di compagnie autobus rispetto alle formule di abbonamento che vengono concesse agli utenti pendolari di alcune linee.
Il bacino è quello del Pinerolese e valli, l'azienda è SADEM e noi riferiamo che ha delle lamentele sporte da comitati pendolari, che reclamano come non venga concesso di acquistare titoli di viaggio combinati per una tratta che è in parte di area Formula e in parte di un'area extra Formula, quindi richiede un titolo di viaggio della compagnia medesimo, che però non può essere utilizzato sulle altre compagnie. Questa Formula non viene concessa dall'azienda, la quale richiede di acquistare un titolo di viaggio interamente dell'azienda stessa, quindi non uno dei titoli di viaggio combinati che consentono anche il trasporto pubblico nell'area metropolitana, con la possibilità di muoversi in Torino con la metropolitana, ecc. In questa situazione, gli utenti si trovano a poter usare un solo gestore per la tratta extra urbana e a dover acquistare un altro abbonamento per la città di Torino per potersi spostare nella città.
Quello che sappiamo essere nelle intenzioni dell'Assessorato è occuparsi del meccanismo messo in atto con l'agenzia; chiediamo però come e in quali tempi la Regione intenda uniformare questi standard tariffari magari estendendoli oltre a quella che adesso è l'area Formula e superandola, al fine di ridurre al minimo i disagi per gli utenti pendolari nel trasporto pubblico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Sì, Consigliere Valetti: la sua interrogazione è simile a quella della Consigliera Ruffino, proprio a proposito di questa situazione che si è creata in quel territorio sotto la gestione della ditta SADEM.
Intanto risponderò al problema specifico, ma giustamente - come lei dice - la questione è quella di superare delle forme di tariffazione che oggi sono non più congeniali alle reali esigenze dell'utenza. Formula quindi, è sicuramente un sistema che dev'essere superato: ci stiamo lavorando come Assessorato e ci sta lavorando l'Agenzia 5T. Le resistenze a individuare nuove forme di gestione non sono poche. Il nostro riferimento come lei ben sa - è l'integrazione attraverso il "BIP" o comunque attraverso carte di credito PYou Card, che non solo superino il sistema Formula ma che in qualche modo si affianchino al sistema degli abbonamenti creando veramente una forte capacità di attrazione per l'utenza, dal punto di vista della convenienza economica, per l'uso del trasporto pubblico locale.
Per quanto riguarda la questione specifica, do lettura di una risposta che mi manda l'Agenzia.
Nel corso degli ultimi mesi sono giunti alla scrivente, anche tramite gli Uffici della Regione, segnalazioni da parte del Comitato Pendolari linea 275/282 (Val Chisone/Pinerolese) in merito a sanzioni da parte del personale di controllo SADEM a coloro che utilizzavano una combinazione di abbonamenti aziendali e integrati Formula per i viaggi a bordo di alcuni servizi TPL extraurbani dalla Val Chisone e diretti a Torino. Nella fattispecie, il succitato Comitato ha segnalato che diversi utenti che si spostano tra i Comuni della bassa Val Chisone e Torino ritengono più vantaggioso acquistare un abbonamento Formula 7 per la tratta Torino Pinerolo e un abbonamento aziendale per la tratta Pinerolo-Val Chisone anziché un abbonamento aziendale per l'intera tratta Torino-Val Chisone e un abbonamento Formula U per gli spostamenti interni a Torino stessa.
L'Azienda esercente - com'è stato da lei spiegato - ha ritenuto irregolare l'utilizzo di due abbonamenti in combinazione e ha ribadito la necessità di dover acquistare un unico abbonamento aziendale non integrato dalle località di origine in Val Chisone a Torino.
In data 4 luglio 2016 è stata pubblicata sui siti www.extrato.it e www.sadem.it un'informativa sui titoli di viaggio "a scavalco" dell'area integrata Formula, nella quale si comunicava ufficialmente che non si sarebbero ritenuti validi i due abbonamenti separati ma che occorreva utilizzare un solo abbonamento aziendale.
Con nota prot. 6034 dell'8 luglio 2016 allegata, l'Agenzia della mobilità piemontese scriveva alle Aziende interessate comunicando che la normativa regionale (articolo 20 l.r. 1/2000) prevede come obbligo a carico dei viaggiatori dei servizi pubblici di trasporto quello di "essere muniti di valido titolo di viaggio, [a] conservarlo per la durata dell'intero percorso e [ad] esibirlo al personale dell'Azienda esercente o dell'Ente competente".
In risposta alla nota di cui sopra, ANAV - con una nota sempre dello stesso giorno, 8 luglio 2016 - ribadiva che le regole tariffarie non sono definite dalla normativa, ma che sono per lo più contenute in atti amministrativi di enti autonomi o privati e che le regole del sistema Formula prevedono che per i viaggi con origine (oppure destinazione) esterna all'area integrata sono attualmente previsti gli abbonamenti aziendali non integrati.
Alla luce di quanto sopra lo scrivente, oltre a ribadire la non sanzionabilità dei passeggeri che in qualunque tratta del loro spostamento siano dotati di un abbonamento valido, confermerà di voler chiedere l'istituzione di nuove tratte di espansione Formula, conformemente all'Allegato 9, che prevede, al punto 1.5), che "gli enti appaltanti si riservano la facoltà di individuare nuove direttrici di espansione ed eventualmente nuove località da assoggettare, ivi operanti, alle medesime regole, nonché di unificare i due tipi di espansione attualmente in vigore".
Tale previsione, comunque, sarà posta come condizione per la proroga dei contratti di servizio attualmente in scadenza, se si deciderà di provvedere a forme di proroga.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1149 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Calenda fermi la lunga agonia di IBM"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1149, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Molti avranno visto negli scorsi giorni le mobilitazioni dei lavoratori dell'IBM. I licenziamenti al gruppo sono 156, su 958 addetti nelle sedi diverse di Torino, Roma, Milano e Perugia. Il tutto avviene purtroppo senza una chiara motivazione dell'Azienda, che quest'anno ha sì chiuso in perdita, ma meno rispetto ad anni precedenti in cui, tra l'altro, non vi era stato alcun esubero.
La scorsa settimana i lavoratori dei sistemi informativi hanno sia organizzato picchetti di protesta davanti a Palazzo di Città sia hanno indetto le prime quattro ore, di 40 annunciate, di sciopero. I dipendenti dei sistemi informativi della sede torinese di Corso Orbassano sono - credo circa 83, ma gli esuberi potrebbero costare il posto non solo a molti di loro; e, intanto, molti non hanno neanche la possibilità di agganciarsi alla pensione o comunque ad una mobilità in uscita.
Noi, quindi, interroghiamo la Giunta per sapere se, insieme al Comune di Torino, intende aprire questo tavolo che i lavoratori chiedono con il Ministro Calenda - quindi con il Ministero competente - affinché si renda subito noto il progetto industriale dell'IBM e si capisca quali sono le vere intenzioni del Gruppo, anche per far cessare da subito le ipotesi di esubero del Gruppo in tutta Italia, a partire da quei licenziamenti che potrebbero insistere proprio sulle sedi che poc'anzi ho descritto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
E' chiaro quale sia il ruolo del Gruppo IBM in Italia, che opera nel settore dell'ICT e principalmente all'interno della Pubblica Amministrazione del nostro Paese, sia a livello locale sia a livello centrale, occupandosi anche del settore bancario, finanziario e assicurativo.
Possiamo dire che il core business della società è incentrato sullo sviluppo e la manutenzione delle soluzioni applicative, che rappresenta il 70% del business aziendale; i servizi di supporto e le infrastrutture tecnologiche ne rappresentano circa il 30%.
Il 16 giugno - com'è stato ricordato - ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 156 lavoratori operanti sul territorio nazionale, di cui 135 a Roma, 12 a Milano, sei a Torino e tre a Perugia; ma c'era già stato un precedente significativo che aveva toccato in modo importante la nostra Città e la nostra Regione.
Il valore della produzione complessiva è stato di circa 75 milioni di euro, con un decremento di 5,4 milioni rispetto all'attività dell'anno precedente. In rapporto al trend degli anni passati, a partire dal 2012, si registra un calo che è stato del 43% nel 2012 e del 23% nel 2013, con un'ulteriore riduzione nel 2015; soltanto nel 2014 c'è stato un "più" per quel che riguarda l'azienda IBM e quindi questa è la giustificazione che viene utilizzata per la richiesta di mobilità che è stata presentata.
La riduzione del business ha quindi comportato la riduzione dei volumi gestionali e delle attività correlate, rendendo dunque necessario prevedere un ridimensionamento delle funzioni amministrative e di back office: questa è la spiegazione che, appunto, è stata data dal management dell'Azienda.
IBM ha in programma importanti investimenti e quindi, a fronte di un piano di licenziamenti, esiste un piano di investimenti. Infatti l'azienda nel marzo di quest'anno, ha annunciato il lancio di un centro di eccellenza europeo a Milano, attiguo al polo di ricerca "Human Technopole, Italy2040" a sostegno dell'iniziativa del Governo italiano che punta a realizzare un hub internazionale per promuovere la conoscenza nel campo della genomica dei big data, dell'invecchiamento della popolazione e dell'alimentazione.
Noi abbiamo seguito la vicenda fin dall'inizio del 2016 con incontri con le rappresentanze sindacali della nostra regione, ma abbiamo anche mantenuto contatti costanti con il Ministero dello Sviluppo Economico per capire cosa stesse succedendo e cosa si stesse manifestando.
Abbiamo chiesto più volte un tavolo presso il Ministero, così come è stato fatto anche dalle organizzazioni sindacali. A tutt'oggi non è ancora stato convocato, pertanto ci faremo carico di richiedere una nuova convocazione, una riattivazione del tavolo, anche perché a questo punto è una richiesta formale, mentre in passato si trattava di un annuncio rispetto ad una situazione. Oggi gli esuberi, e quindi le modalità, sono stati formalizzati, pertanto ci auguriamo che il tavolo sia convocato al più presto.
Sottolineo ancora una volta che la nostra attenzione risale all'inizio dell'anno, non è solo di questi giorni, in cui abbiamo seguito le evoluzioni e le varie fasi che hanno accompagnato, in questi sette mesi, la questione IBM.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1142 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Riduzione dei docenti e del personale ATA assegnati per l'a.s. 2016/2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1142 presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Nel giugno scorso l'Ufficio Scolastico Regionale ha comunicato i dati relativi alle iscrizioni degli studenti nelle scuole piemontesi per l'anno scolastico 2016-2017. Da un raffronto con gli anni precedenti, in particolare il 2015-2016, emerge, anche per l'anno prossimo, un preoccupante calo degli iscritti per le scuole piemontesi, dovuto ad un calo demografico. Si parla, su un totale di 467.825 studenti scritti, di una diminuzione, rispetto all'anno precedente, pari a 1.227 unità.
Analizzando i dati delle singole province, emerge una situazione disomogenea sui territori. Asti e Torino - ad esempio - sono penalizzati maggiormente, per quanto riguarda le scuole elementari, mentre Biella Novara e Vercelli sono penalizzati per le scuole medie.
Qual è, pertanto, l'oggetto di questa interrogazione? Da un lato, c'è una preoccupazione legata al fatto che la diminuzione di iscritti porta ad una concentrazione delle classi che rende l'azione formativa meno efficace.
Parliamo di classi composte mediamente da 29-30 alunni.
La domanda che viene posta all'Assessore riguarda soprattutto la conseguente distribuzione degli incarichi che segue alla riduzione delle iscrizioni. In particolare, sia riguardo al personale docente sia riguardo al personale ATA, la provincia di Novara risulta penalizzata nella redistribuzione dell'organico di diritto. Pertanto, a fronte di un calo degli iscritti, la redistribuzione degli organici penalizza in maniera particolare la provincia di Novara. Questo mette a rischio l'azione formativa ed educativa per l'anno prossimo, ma anche la copertura delle attività minime di sicurezza soprattutto per quanto riguarda il personale ATA.
Nell'interrogazione vendono anche citate alcune situazioni particolari degne di attenzione.
Si chiede all'Assessore d'intervenire presso l'Ufficio Scolastico Regionale, per capire quali azioni sia possibile intraprendere per un riequilibrio della distribuzione degli organici docenti e ATA, al fine di garantire un adeguato e omogeneo livello di offerta formativa su tutto il territorio regionale, senza penalizzare i territori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Il tema della difficoltà con la quale si sta completando il percorso dell'attribuzione degli organici all'interno della nostra regione è un tema che stiamo seguendo da qualche mese.
Come il Consigliere saprà, le fasi principali nell'attribuzione dell'organico di diritto sono due e sui numeri dell'anno scolastico precedente vengono confermate le assegnazioni delle classi.
E' evidente che il numero degli studenti e l'articolazione degli stessi in seno al territorio piemontese si modifica di anno in anno, facendo riferimento al numero delle iscrizioni e della loro composizione, nonch all'articolazione territoriale delle classi stesse. Pertanto, la seconda fase, che definisce la programmazione per l'avvio dell'anno scolastico, è attribuita a quello che viene definito "l'organico di fatto".
Ad oggi, malgrado ci sia stata la fase concertativa, la Regione Piemonte partecipa a un tavolo informativo attraverso il quale l'Ufficio Scolastico Regionale e le organizzazioni sindacali valutano ed osservano il quadro dell'attribuzione degli organici, e quindi le eventuali problematicità.
Questa è una fase che avviene tra il mese di marzo e il mese di aprile.
In quella fase sono emerse le difficoltà che il Consigliere ha rappresentato e sono tutte questioni che trovano risposta all'interno dell'attribuzione dell'organico di fatto. Organico di fatto e situazione che sono stati segnalati dall'Ufficio Scolastico Regionale, ed anche dalla Regione, con un incontro che è stato richiesto al Ministero.
Oggi siamo in attesa dell'attribuzione del contingente degli organici di fatto. In quella sede, a seconda di quello che sarà il numero degli insegnanti attribuiti in sede di organico di fatto, riusciremo a capire quale tipo di situazione si verificherà.
Pertanto, in questo momento la difficoltà deriva dal fatto che, da qualche settimana, attendiamo l'attribuzione dell'organico di fatto e, non avendo ancora ricevuto comunicazione, la preoccupazione rispetto ad una congrua attività di distribuzione e programmazione dell'attività scolastica inizia a farsi sentire in modo significativo.
Risolleciterò, quanto prima, il Ministero per capire quali possono essere i tempi e le attività che, nel frattempo, possiamo prevedere. E' evidente che tutta la fase di attribuzione degli organici previsti dalla legge 107 sta rallentando i processi che normalmente definiscono l'attività di programmazione che ad ogni anno scolastico è propedeutica all'avvio dell'anno scolastico stesso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1140 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Carenza medici di base nell'ASL-CN1"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1140, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione perché all'ASL-CN1 molti medici di famiglia sono andati in pensione e non sono stati sostituiti, creando un forte disagio agli utenti.
Tra l'altro, da una relazione della Regione Piemonte, si evince una carenza di medici di medicina generale. Nell'ASL-CN1 mancano addirittura otto medici. Stiamo parlando di piccoli Comuni, dove i medici ancora presenti sono saturi di pazienti,pertanto non possono assorbire i pazienti dei medici che sono andati in pensione. Inoltre, i fruitori di questi ambulatori sono spesso pazienti anziani, che hanno difficoltà a raggiungere con l'automobile un Comune limitrofo.
Chiedo, quindi, come la Regione intenda ovviare a questo disagio e sostituire tali medici.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Presto la mia voce all'Assessore Saitta, quindi mi limito a leggere quanto mi è stato consegnato.
Nell'ambito del Distretto Cuneo-Borgo San Dalmazzo, dal 1° gennaio 2016 hanno cessato l'attività quattro medici di medicina generale e si sono inseriti sette nuovi medici. Ci sono, comunque, 59 medici di medicina generale con posti ancora disponibili presenti in tutti i Comuni del Distretto.
Nel Distretto di Saluzzo, tra il secondo semestre 2015 e il primo semestre 2016, si confermano tre carenze. In totale, ci sono state una cessazione e due nuovi inserimenti.
Nel Distretto di Fossano-Savigliano, tra il secondo semestre 2015 e il primo semestre 2016, i medici cessati sono stati tre e altrettanti i nuovi inserimenti. Le cessazioni non hanno comportato problemi, perché nei Comuni in cui operavano i nuovi medici di medicina generale hanno mantenuto aperti gli ambulatori. In totale, nei tre Distretti considerati hanno cessato la loro attività otto medici di medicina generale e ne sono stati inseriti 12.
La copertura delle carenze è soggetta alle norme della convenzione nazionale e richiede circa un anno dalla pubblicazione. Qualora vi siano situazioni di disagio particolare, sono affidati incarichi temporanei della durata massima di un anno, in accordo con le organizzazioni sindacali, in attesa della copertura di ruolo.
Infatti, anche se al momento non si rilevano criticità nell'ambito dell'ASL-CN1, alcune difficoltà sono però state incontrate per coperture in zone più disagiate, dove l'Azienda ha supplito con incarichi.
Un'attenzione particolare va forse posta sulla difficoltà che potrebbe crearsi a trovare, nel prossimo futuro, la disponibilità di nuovi medici a ricoprire alcune aree del territorio.
La questione dovrà però essere affrontata in sede sindacale, onde individuare gli strumenti per affrontare la situazione.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1141 presentata dalla Consigliera Caputo, inerente a "Disponibilità del farmaco Sintrom per la terapia anticoagulante orale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1141, presentata dalla Consigliera Caputo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Parliamo della disponibilità del farmaco Sintrom per la terapia anticoagulante, che è un trattamento medico per il rallentamento della coagulazione del sangue, che è di fondamentale importanza soprattutto per i portatori di trombi e di protesi valvolari cardiache. Rallentare la coagulazione del sangue significa, per le persone affette da questa patologia, prevenire l'ictus cerebrale ischemico, l'embolia polmonare e soprattutto, prevenire malattie che sono mortali e che possono anche essere invalidanti.
In Italia parliamo di circa 600 mila persone in terapia anticoagulante che avevano a disposizione due farmaci: il Coumadin e il Sintrom, farmaci che costavano meno di tre euro (solo il Sintrom, ad esempio, costa 1.90 la confezione).
Un trattamento giornaliero, le cui capsule possono essere frazionabili si adattano da paziente a paziente e, soprattutto, possono modificarsi per quanto riguarda l'alimentazione di ognuno.
Una terapia di mantenimento, che dura tutta la vita, va adattata anche sulla base di esami di laboratorio che vanno fatti ogni mese.
Cosa succede? Tre anni fa sono stati messi in commercio nuovi medicinali, le cui confezioni hanno un costo calcolato su 30 giorni (quindi sempre della stessa durata della terapia), alle dosi consigliate nettamente più elevate. Parliamo, infatti, di 110 euro.
L'erogazione dei nuovi farmaci è ovviamente vincolata ai piani terapeutici che sono a discrezione dei medici di base, ma non richiedono controlli periodici di laboratorio, il che, però, non è sempre un vantaggio; infatti solo il trattamento terapeutico, che prima costava 174 euro, verrebbe a costare 1.320 euro annui circa.
Contestualmente alla diffusione di questi farmaci, il Sintrom è di fatto scomparso e di difficile reperibilità sul mercato.
L'Agenzia Italiana per il Farmaco ha fatto un comunicato in cui diceva che il fatto che il Sintrom non era così disponibile era dovuto all'insorgenza di problemi nel ciclo produttivo.
Dopo questo comunicato pare che, a maggio 2016, avesse autorizzato l'importazione del Sintrom, al fine di consentire l'approvvigionamento agli Assessorati alla Sanità, ma tuttavia, ad oggi, questo farmaco è ancora difficile da reperire.
Si sottolinea, naturalmente, che stiamo parlando di un farmaco salvavita, la cui immediata e completa disponibilità, a condizioni economicamente vantaggiose e accettabili, costituisce anche un obbligo per il nostro sistema sanitario nazionale.
Si interroga quindi l'Assessore competente per capire con quali modalità si intende garantire a tutti i pazienti piemontesi la completa e pronta disponibilità di questo farmaco in oggetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie.
Anche in questo caso, leggo la risposta dell'Assessore Saitta.
Si precisa che eventuali carenze in commercio di farmaci non ricadono sotto la competenza regionale.
Nello specifico, per il prodotto segnalato, sulla base di indicazioni pubblicate sul sito AIFA, si rileva che detta carenza era stata segnalata da AIFA stessa, motivandola con "problemi produttivi".
Nel frattempo, AIFA aveva autorizzato l'importazione dall'estero per il tramite delle strutture sanitarie, allo scopo di assicurare la prosecuzione dei programmi di trattamento. Al Settore Farmaceutico della Regione Piemonte sono pervenute, in tempi recenti, alcune segnalazioni di mancanza del prodotto da parte di assistiti e in tutti i casi si è descritta la situazione di cui sopra.
Ad oggi, tale segnalazione di carenza non è più presente sul sito AIFA nell'apposita sezione e, da notizie assunte per le vie brevi da parte dei competenti uffici, risulta che le forniture ai grossisti del medicinale Sintrom sono tali da garantire il corretto trattamento dei pazienti.
Ai competenti uffici non risultano documentate interruzioni di terapia dovute alla carenza del farmaco.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1146 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Bonifica dell'area ex Avio per il Parco della Salute della Scienza e dell'Innovazione "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1146, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Immagino che non ci sia l'Assessore Saitta. Immagino bene? E' una domanda retorica, però se non riusciamo ad avere le risposte.
Ovviamente nulla contro l'Assessore Ferrari, però questa è un'interrogazione di edilizia sanitaria. In assenza dell'Assessore Saitta magari sarebbe stato auspicabile avere il Presidente Chiamparino, ma penso che anche lui sia Roma; oppure il Vicepresidente Reschigna, visto che riguarda, ma anche lui è a Roma.
Non so, potremmo sospenderlo, quando il martedì gli Assessori e il Presidente.



PRESIDENTE

La prego di presentare l'interrogazione e avere la risposta.



BONO Davide

Sì, tanto le risposte sono scritte dagli Uffici dell'Assessorato quindi è solo la viva voce dell'Assessore.
E' un'interrogazione molto importante, per questo ho fatto questa premessa, perché riguarda uno degli investimenti principali che la Regione intende fare sul suo territorio, sul territorio del Comune di Torino.
Riguarda la realizzazione del cosiddetto "Parco della Salute, della Scienza e dell'Innovazione", che poi sarebbe, nella prima fase, la nuova Città della Salute, cioè un complesso ospedaliero che dovrebbe ridurre i posti letto dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Sant'Anna, Regina Margherita e CTO, da circa 2.300 posti letto attuali a circa 1.500/1.600 posti letto.
Già questo dovrebbe essere oggetto di un'altra attenta valutazione, ma l'interrogazione di oggi verte sull'area scelta.
Questa volta, l'area scelta dalla Regione (è già la terza volta che cambia idea e non è detto che si cambi idea anche una quarta volta in futuro), dopo aver ipotizzato prima il Campo Volo di Collegno, poi di realizzarlo all'interno della stessa area o in aree adiacenti all'attuale Città della Salute, la terza ipotesi della Regione piemontese, insieme all'Università e al Comune di Torino (quando era Sindaco Fassino) è l'area ex FIAT-Avio, per intenderci l'area intorno al grattacielo della Regione Piemonte.
Quest'area ha una storia particolare (sicuramente se lo ricorda il Consigliere Pichetto Fratin, ma anche tutti coloro che fanno politica da più tempo di me): era stato oggetto di vendita, da parte di FIAT all'ora ad un'azienda con a capo il manager Zunino, che ricordiamo tutti per le varie vicende legate all'area Falck di Sesto San Giovanni e al quartiere Santa Giulia a Milano, realizzate su aree da bonificate e non bonificate.
Qui sembra che indagini siano state fatte, ma non si è addivenuti ad un risultato definitivo. Tuttavia, si è fatto lo stesso scherzetto: l'area era stata comprata dalla FIAT per 31 milioni di euro e poi venduta alla Regione per 51 milioni di euro.
Si è quindi realizzata una plusvalenza, ai danni della Regione Piemonte questo nel 2004 - e dei contribuenti piemontesi, per venti milioni di euro.
All'epoca si disse che la bonifica doveva essere fatta dalla IPI Investimenti, in quanto i costi della bonifica allora contabilizzata dall'ARPA erano di circa 20 milioni di euro. A noi non risulta che questo sia stato fatto; per il grattacielo la bonifica l'ha fatta la Regione Piemonte e ci accingiamo, anche con i titoli di giornale, a far pagare nuovamente ai contribuenti piemontesi la bonifica delle aree intorno a dove si vuole costruire la Città della Salute.
La cifra di cui si parlava era di circa 12 milioni di euro; abbiamo sentito l'altro giorno dalla viva voce del Presidente Chiamparino che adesso si parlerebbe di 100 milioni di euro.
Quindi, chiedo all'Assessore Ferrari di darci.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Ah, è l'Assessora Pentenero! Per me, se non c'è l'Assessore Saitta che è il diretto interessato, uguali siete, uno vale l'altro! Concludo, Presidente, ma dateci delle risposte certe e chiare oggi nel corso del question time; poi ovviamente approfondiremo tutta la questione in Commissione e in Aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Mi spiace di non poter rispondere pienamente alle esigenze del Consigliere Bono, ma cercherò di sostituire, indegnamente, il collega Saitta, anche se, per la verità, la questione riguarda più il Vicepresidente Reschigna, trattandosi di un patrimonio della Regione Piemonte.
Premesso che la stima degli eventuali costi relativi alla realizzazione dello studio di fattibilità 2016 PSRI saranno connessi alla tipologia di destinazione d'uso che sarà assegnata all'area d'intervento, il procedimento di bonifica in atto per l'area ex FIAT-Avio, di seguito riepilogato, è finalizzato ad una destinazione d'uso commerciale industriale, tant'è vero che i comprensori 4, 6A e 6B (identificati all'interno del Piano regolatore), per essere destinati a residenziale necessiterebbero di ulteriori azioni di bonifica.
Qualora le aree destinate al Parco della Salute dovessero essere equiparate a quelle "residenziali", sarebbe necessario ridefinire gli obiettivi di bonifica riaprendo il procedimento relativo. Tale operazione avrebbe necessariamente i costi previsti nello studio di fattibilità.
Provo a fornire una cronologia del procedimento di bonifica dell'area ex FIAT-Avio. Come ricordato un momento fa, si parte dal 2004, quando la Regione Piemonte stipula con l'immobiliare IPI-Investimenti (Zunino) la nuova proprietaria dell'area ex FIAT-Avio, identificata all'interno del Piano regolatore, un contratto di acquisto con la clausola che il venditore ottemperi agli obblighi di bonifica previsti dal D.lgs. 471/99.
Nel 2005 l'area Oval di proprietà RFI e in disponibilità della Città di Torino viaggia separatamente realizzando la prima bonifica.
Nel 2008 la Regione Piemonte, sulla base della valutazione tecnico economica sullo stato di consistenza della bonifica dell'ex FIAT-Avio condotta dal professor Beretta, ordinario dell'Università di Milano Bicocca, acquisisce la titolarità dell'area e l'onere di completare la bonifica scorporando dal prezzo pattuito con IPI-Investimenti gli oneri residui di bonifica stimati in 12 milioni di euro.
Nel 2009-2012 vi è il completamento delle caratteristiche dell'area ex FIAT-Avio funzionale alla predisposizione dei Piani operativi di Bonifica della matrice suolo con destinazione commerciale-industriale e della matrice acqua ai sensi del D.lgs. n. 152/2006.
Nel 2013 è bandita la gara di appalto per l'esecuzione per la realizzazione del Progetto Operativo di Bonifica della matrice suolo nei comprensori 1b, 3 e 5.
Nel 2014 vi è l'apertura del cantiere per la realizzazione del Progetto di Bonifica matrice suolo, appaltatore: Consorzio Cooperative Costruzioni (CCC), Società Cooperativa, impresa, esecutore Unirecuperi SRL; importo dei lavori a corpo 7.074.613,44 euro, di cui oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso 150.000 euro. La Conferenza dei Servizi approva il Piano Operativo di bonifica della matrice acqua.
Nel 2016 vi è l'approvazione della variante 1 al contratto assegnato a CCC a copertura dei maggiori oneri per il conseguimento degli obiettivi di bonifica fissati in 2.317.793,12 euro comprensivi degli oneri della sicurezza.
Attualmente le spese relative alla bonifica dell'area ammontano a 11.589.191,90 euro, cui si dovrà sommare l'importo relativo alla realizzazione del Piano Operativo di Bonifica della matrice acqua pari a circa 1.180.000 euro al lordo del ribasso d'asta.
Questo è il quadro delle attività di bonifica che sono state previste con le varie fasi legate alla bonifica e il quadro complessivo degli interventi previsti sull'area ex FIAT-Avio fino al 2016. Quindi, siamo nella fase che riguarda l'anno in corso e, pertanto, fino allo stato attuale dei lavori.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Interrogazione a risposta immediata n. 1147 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Contributo economico a sostegno della domiciliarità per non autosufficienti in lungoassistenza a favore di anziani e disabili"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1147, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Premetto che la legge 296/2006 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" ha istituito il Fondo per le non autosufficienze presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al fine di garantire l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale.
Considerato che ha esteso tale misura a persone con disabilità e non autosufficienti di età inferiore a 65 anni, riconoscendo altresì il rimborso spese a favore del familiare dell'affidatario, e appreso che nel Tortonese alcuni consorzi hanno comunicato la sospensione, nel mese di marzo 2016, del contributo economico mensilmente erogato a sostegno della domiciliarità per non autosufficienze per il mancato trasferimento da parte degli enti preposti del Fondo destinato a finanziare tali contributi, si interroga l'Assessore per conoscere le motivazioni del mancato trasferimento del Fondo destinato a finanziare le risorse messe a disposizione della domiciliarità per non autosufficienze su tutto il territorio regionale a favore di anziani e persone con disabilità, affinch venga salvaguardato il loro diritto all'assistenza e mantenuto l'attuale servizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Consigliere.
C'è una risposta scritta dettagliata che può prendere in visione. Mi limito a fare una considerazione.
C'è uno spartiacque su questa vicenda e lo spartiacque è il dicembre 2013 con la deliberazione n. 26 della Giunta regionale che, in obbedienza ai piani operativi legati al piano di rientro della spesa sanitaria, ha di fatto messo fuori l'assistenza tutelare in capo alle persone non professioniste dal punto di vista sanitario (quindi, gli assistenti familiari). Ha messo fuori queste prestazioni dalla possibilità di essere pagate, almeno in parte, con il Fondo sanitario. Questo è stato il punto.
Fino a quel momento gli assegni di cura per i non autosufficienti, in Regione Piemonte, prevedevano il 50% in capo al Fondo sanitario, non vincolando questo 50% alle condizioni economiche del soggetto che lo riceveva e il 50% in capo o all'utente o al servizio sociale, in base alla condizione economica del beneficiario. Questo fino al 2013.
Dal 2013 in poi non è stato più possibile e questo ha generato, come il Consigliere sa, un contenzioso fra la Regione Piemonte e diversi enti gestori e Comuni del nostro territorio. Un contenzioso che ha avuto innanzitutto, una sentenza del TAR che ha dato ragione ai ricorrenti, ma anche una sentenza del dicembre 2013 del Consiglio di Stato che ha dato ragione alla delibera dell'Amministrazione regionale.
Quindi, in questo momento, ad oggi, gli assegni di cura con cui le persone non autosufficienti sostengono la spesa per le prestazioni in capo agli assistenti familiari dipendono esclusivamente dal bilancio delle politiche sociali. E, quindi, sono vincolati di fatto alle disponibilità del bilancio e alla disponibilità di cassa nelle erogazioni che vengono fatte.
E' chiaro che, prima del 2013, essendo per il 50% legato alla spesa sanitaria, la disponibilità di cassa era immediata da questo punto di vista.
Le dico anche che questa situazione noi vogliamo modificarla, ma è chiaro che il cambiamento di questa situazione è vincolato, nei fatti all'uscita dal Piano di rientro da parte della Regione Piemonte per quanto riguarda la spesa sanitaria.
Quindi, ad oggi, in questo momento, sul 2015, con delibere e determine (le ultime sono del dicembre 2015), noi abbiamo ripartito e impegnato tutte le risorse, sia del fondo nazionale sia del bilancio regionale, vincolate sulla non autosufficienza anziani e disabili; sono state ripartite e impegnate per complessivamente 31 milioni e rotti di euro (nella risposta scritta, è spiegato adeguatamente).
E' chiaro che mi rendo conto che, ad oggi, in questo momento, diversi consorzi lamentano ancora la mancata erogazione materiale di questi contributi, che inevitabilmente è legata alle disponibilità di cassa e man mano queste vengono sicuramente ripartite, perché gli impegni, comunque sono stati messi a punto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1148 presentata dal Consigliere Ferrentino, inerente a "Attivazione urgente di un tavolo con Agenzia delle Entrate e Inarcassa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1148, presentata dal Consigliere Ferrentino, che ha la parola per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Questa è una vicenda molto complessa, ma anche molto triste, che descrive le difficoltà di una società di progettazione e di un imprenditore, che, a seguito di pressioni ricevute da esponenti della malavita organizzata, dell'ndrangheta calabrese, racconta, come giustamente dovrebbe fare ognuno di noi, agli inquirenti le pressioni subite per la progettazione e la direzione lavori dell'appalto che gli era stato aggiudicato. Questo malavitoso viene condannato, oltre che per altro, anche per questo episodio e qui cominciano le vicissitudini burocratiche di questo imprenditore; oltre a perdere alcuni appalti per l'applicazione di una norma fascista del 1939 che vietava alle società di progettazione di lavorare per i privati, su questo imprenditore si sono avvicendate una serie di vicende molto tristi.
Contrariamente a quanto ho letto in qualche comunicato stampa (sono state scritte anche delle stupidaggini), in modo inusuale ho fatto anche il nome di questo imprenditore e di questa società, perché il fatto è di dominio pubblico: ieri, tre rappresentanti del Partito Democratico (un esponente del Consiglio regionale - il sottoscritto - un esponente del Senato della Repubblica - il Senatore Esposito - e l'Onorevole Mattiello) insieme a Pino Masciari, che tutti conosciamo, hanno pubblicamente chiesto alle Istituzioni di occuparsi di questa vicenda.
Due enti, l'Agenzia delle Entrate e l'Inarcassa, non hanno accettato la richiesta di sospensione di dilazione del dovuto adducendo argomentazioni abbastanza risibili. L'Agenzia delle Entrate, con una nota, dice che si pu intervenire solo nel caso in cui sia addebitabile a terzi il non rispetto dei pagamenti. Allora, mi chiedo se non sia un addebitare a terzi un intervento del genere, visto che anche la Prefettura di Torino è già intervenuta con un contributo a favore dell'imprenditore, riconoscendo il ruolo civile che ha svolto.
Il Partito Democratico rispetta il lavoro della Magistratura e del Parlamento, ma al Presidente della Giunta regionale - del fatto che risponderà l'Assessore Pentenero mi dichiaro completamente soddisfatto, la rassicuro, ho già avvisato sia il Presidente che il Vicepresidente Reschigna - chiede che si possa aprire un tavolo con l'Agenzia delle Entrate e l'Inarcassa per fare ottenere a questa società, che dà lavoro a decine di persone, una sospensione o una dilazione dei pagamenti, onde impedire il fallimento di questa impresa, quindi la perdita del posti di lavoro per circa 50 dipendenti.
Quindi, rispettoso dei lavori del Parlamento e della Magistratura, noi abbiamo anche detto che, in assenza di un intervento delle Istituzioni siamo pronti, insieme con l'imprenditore, ad ogni forma di dissenso civile affinché venga riconosciuto questo diritto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Ferrentino. Anche qui, indegnamente, rispondo a nome del Presidente e del Vicepresidente, che oggi non sono potuti essere presenti in Aula.
La Regione, di fronte a un'ipotesi di fallimento di qualsiasi azienda del nostro territorio, ovviamente, mette a disposizione gli strumenti che noi possiamo mettere a disposizione.
Qui siamo di fronte a una situazione e a una storia molto particolare per la quale il Presidente e lo stesso Vicepresidente mi hanno pregata di comunicare a voi la nostra disponibilità a convocare il tavolo, affinch con l'Agenzia delle Entrate e l'Inarcassa possa essere avviata un'interlocuzione utile e possa esistere una forma di rateizzazione dell'importo riconosciuto dalla sentenza; ovviamente, partiamo dal presupposto che la sentenza debba essere rispettata e debba essere riconosciuta.
Confermo la disponibilità ad aprire un tavolo, che deve assolutamente vedere coinvolti i soggetti dell'Agenzia delle Entrate e dell'Inarcassa.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.28 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerutti, Chiamparino e Reschigna.
Non sono presenti gli Assessori esterni Parigi e Saitta


Argomento: Province

Proseguimento esame disegno di legge n. 210 "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23" (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 210, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è stato votato l'articolo 1. All'articolo 2 sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 68), n. 69), n. 69), n.
70), n. 71), n. 72) e n. 66).
E' iniziato l'esame dell'emendamento rubricato n. 67), sul quale sono ancora iscritti a parlare la Vicepresidente Ruffino e il collega Sozzani.
Procediamo con l'esame dell'emendamento successivo.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: "Al comma 13 dell'art. 2, al novellato comma 2 dell'articolo 30 della l.r.
1/2004, si sostituiscono le parole "euro 1.000,00 ad euro 5.000,00" con le parole "euro 3.000,00 ad euro 15.000,00".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti sul disegno di legge n.
210, Capo I (Disposizioni in materia di servizi sociali), articolo 2 (Modifiche alla legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1: "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento"), in particolar modo in merito alle sanzioni.
E' del tutto evidente che si può scrivere la norma migliore del pianeta, ma senza la previsione di sanzioni adeguate, l'effetto di deterrenza della norma di vigilanza viene meno.
Quindi, restiamo ovviamente sempre in attesa dei regolamenti che devono essere emanati dalla Giunta regionale e abbiamo già ricordato che nell'arco di questi 12 anni, alla norma della legge n. 1 del 2004 non è mai seguito il regolamento attuativo. Anche nella nostra revisione viene prevista una serie di regolamenti e strutture di coordinamento da emanare da parte della Giunta regionale, entro tempi congrui (ad esempio, entro 150 giorni) e con un nostro emendamento abbiamo accordato appunto modalità di indirizzi per l'esercizio delle attività relative a tutto l'iter: l'autorizzazione, l'accreditamento e la vigilanza. Andando al comma 13 abbiamo sostituto l'articolo 30 riguardante le sanzioni.
Al comma 2, quindi andando in ordine, si prevede la sanzione per l'esercizio di servizi socio-assistenziali con eccedenza di ospiti rispetto ai posti autorizzati, con una sanzione amministrativa da 1.000 a 5.000 euro. Poiché, come ho già detto, di norma la sanzione viene erogata sempre con attenzione al minimo anziché verso il massimo, e considerando che l'eccedenza di ospiti può essere magari in numero di uno oppure può essere in numero di dieci, noi pensiamo che la sanzione debba essere incrementata oppure essere tarata, come avevamo già detto in Commissione, sul numero di ospiti eccedenti. Quindi, dal nostro punto di vista, pensiamo che, se si hanno 50 ospiti e si sfora di uno, la sanzione non dev'essere calcolata per 51 ospiti, ma per un solo ospite, quello in eccedenza e se si sfora di dieci viene moltiplicata per dieci.
Questo è un primo emendamento in cui noi chiediamo di incrementare la sanzione da 3.000 a 15.000, permettendo una sanzione più commisurata alla violazione dell'autorizzazione rispetto al numero di posti letto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: Al comma 2, dell'articolo 30, della l.r. 1/2004, come sostituito dal comma 13, dell'articolo 2. del disegno di legge n. 210 le parole: "da euro 1.000,00 ad euro 5.000,00" sono sostituite dalle seguenti: "da euro 2.000.00 ad euro 8.000,00 per singolo posto in eccedenza".
Emendamento rubricato n. 67) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: dopo il comma 10, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, è aggiunto il seguente: "Art. 28 bis (Violazione dei requisiti tecnici e/o strutturali) 1. A fronte di gravi violazioni relative a requisiti tecnici e/o strutturali o alla qualità del servizio degli assistiti, segnalate dalle commissioni di vigilanza, la Giunta regionale, entro 10 giorni dalla segnalazione, revoca il titolo autorizzativo.
2. Il titolare dell'autorizzazione è tenuto a garantire la continuità del servizio fino al trasferimento degli assistiti in altre strutture accreditate".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato alcuni emendamenti che intervengono sulle sanzioni ora illustro soltanto il 74), ma volevo spiegarne la filosofia.
Se è positivo il fatto che, all'interno della norma, si introducano delle sanzioni e quindi si dia la possibilità ai soggetti deputati qualunque essi saranno, a svolgere un'attività di vigilanza e di poter elevare sanzioni economiche, anche se noi crediamo, come avviene in molti altri casi della legislazione nazionale, che non sia l'unico deterrente anche se importante, crediamo che all'interno della normativa una serie di articoli rilevanti le sanzioni siano sottodimensionate. Spieghiamo anche il motivo: non abbiamo alcuna velleità di essere estremamente punitivi, n crediamo si possano far rispettare le leggi regionali che esclusivamente con la sanzione. Crediamo altresì, però, che la sanzione debba sempre superare quella che è l'attività imprenditoriale svolta in violazione alle norme.
Questo credo sia il caso, se non ricordo male, perché non sono riuscito a fare il combinato disposto fra l'emendamento e la legge 4, legato all'abuso e all'inosservanza delle norme regionali.
E' evidente che con una sanzione che va da 1.000 a 5.000 euro e che sostanzialmente si può configurare come una sanzione del valore medio di 2.500 euro, sembra quasi appaia conveniente non rispettare le norme regionali anziché rispettarle. Se non ci fosse un'etica che sottostà all'attività con cui molti imprenditori svolgono il loro lavoro, ma venisse fatta una valutazione meramente di carattere economico, verrebbe da dire che l'introduzione di queste sanzioni portano a un interesse di natura economico nel violare le sanzioni piuttosto che rispettarle.
Per questo vedrete, non per l'emendamento 74), ma in tutti gli altri emendamenti un incremento delle sanzioni, che poi motiveremo per singolo articolo, facendo vedere come in molte realtà violazioni rilevanti hanno una sanzione che noi riteniamo inadeguata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'emendamento n. 74) e brevemente sull'emendamento n.
67), perché sono uniti.
Con questi emendamenti la richiesta è quella di fare chiarezza, di indicare quando si perdono i requisiti, perché in questo caso la struttura viene chiusa e se c'è questa chiarezza, sicuramente i gestori avranno una motivazione in più per mantenere tutti gli standard; quindi, si tratta di un'intransigenza che va a favore degli ospiti delle varie strutture: più ospiti con il numero di personale previsto riducono gli standard e quindi i minutaggi.
Le sanzioni hanno l'obiettivo, anche in questo caso, di tutelare utenti che hanno necessità di cure, rispetto dei tempi e anche di strutture adeguate, ma in particolare rispetto ai posti.
Quindi il passaggio dai 2.000 agli 8.000 euro per ogni singolo posto in eccedenza vuole essere un chiaro segnale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'articolo 2, dopo le parole "euro 5.000,00" si aggiungono le parole "moltiplicate per ogni ospite eccedente".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento insiste sul nuovo comma 2 dell'articolo 30 della legge 1 del 2004, come sarà, se dovesse passare l'articolo 2 del disegno di legge n. 210; riguarda quindi ancora le sanzioni in merito a strutture che hanno ospiti in numero eccedente rispetto ai posti autorizzati. In questo caso non solo vogliamo incrementare la sanzione come valore minimo e massimo, quindi come valore assoluto, ma anche rapportarla al numero di ospiti in eccedenza; quindi, quanto dicevamo poc'anzi: riteniamo giusto tarare la sanzione sul numero di persone e pazienti ospitati in eccedenza rispetto ai posti autorizzati.
Ripeto, un conto è se l'eccedenza è di una sola persona, anche se penso che non debba succedere, dal momento che si ha un numero minimo e soprattutto, un numero massimo di posti letto autorizzati, quindi non si dovrebbe eccedere nemmeno di uno, però è ovvio che sarebbe molto più grave se, invece, l'eccedenza è numericamente superiore, perché sarebbe una questione strutturale e non una questione congiunturale. Se si hanno dieci ospiti in più in un dato momento, vuol dire che durante tutto l'anno si è sempre in eccedenza.
Pertanto, dal nostro punto di vista, la sanzione andrebbe commisurata al numero di pazienti ospitati in eccedenza rispetto ai posti letto autorizzati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Vogliamo dare una disciplina un po' più seria e severa al sistema delle sanzioni per disincentivare il più possibile gli abusi che, purtroppo abbiamo visto verificarsi.
Oltre a lavorare sull'entità della sanzione - cercando di evitare che poi venga applicata sempre quella minima che poi risulta, in alcuni casi irrisoria - vogliamo lavorare sull'entità del danno, sull'entità dell'abuso. E' chiaro e logico che maggiore è il numero di persone eccedenti rispetto alla parte autorizzata, più grave è l'abuso, quindi intendiamo modulare la sanzione anche sulla base della gravità dell'abuso compiuto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: "Al comma 3 dell'articolo 2 si sostituiscono le parole "euro 500,00 ad euro 5.000,00" con le parole "euro 1.500,00 ad euro 15.000,00".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

L'emendamento n. 34) riguarda sempre il tema degli importi delle sanzioni. Al comma 3, articolo 30, della legge 2004, si parla di inosservanza delle prescrizioni impartite dai soggetti titolari delle funzioni di vigilanza, cioè le commissioni di vigilanza.
Nel caso in cui una commissione di vigilanza arrivi in una struttura e valuti che ci siano dei criteri e dei requisiti che non sono rispettati quindi impartisca delle prescrizioni da adempiere in tot tempo, e nel caso in cui, ad una seconda visita della commissione di vigilanza, si rilevi ancora l'inosservanza, si prevede una sanzione amministrativa da euro 500 a euro 5000.
In questo caso, pensiamo che la sanzione debba essere incrementata. Il testo prevede da 500 a 5.000, noi prevediamo una sanzione da 1.500 a 15 mila euro, fermo restando che c'è un minimo e un massimo e quindi si pu tarare la sanzione.
Per un'inosservanza rilevata dalla commissione di vigilanza prescrizioni sicuramente importanti per la salute e il benessere delle persone ospitate nelle strutture - 1.500 euro non è una cifra così eccessiva.
E' giusto il concetto di minimo e massimo, ma si può tarare tra un minimo che è contenuto ad un massimo che può essere più rilevante, a seconda della gravità dell'inosservanza delle prescrizioni rilevata dalle commissioni di vigilanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, continuiamo con la nostra proposta di forchette un po' più ampie per quanto riguarda le sanzioni. Sanzioni che, comunque devono essere un po' più incisive, hanno questa variabile di adattamento alla gravità dell'inadempienza. In questo caso, si va da 1.500 a 15 mila euro.
Chiaramente, quando ci sono delle inadempienze, queste vengono già poste all'attenzione, non possiamo neanche andare nel campo dell'errore casuale che può essere, a volte, causato dai gestori. In questo caso abbiamo delle mancanze già evidenziate che vengono riportate in apposite osservazioni. Apposite osservazioni che poi devono essere chiaramente rispettate.
Non essendo rispettate tale osservazioni, è veramente naturale procedere con sanzioni che diano effettivamente luogo ad un deterrente che deve essere, giocoforza, commisurato con una cifra in denaro che sia effettivamente cospicua e di impatto, rispetto ad un risparmio dalla mancata osservanza delle prescrizioni inflitte alla struttura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti presentati dal Consigliere Bono sono sicuramente di merito e non ostruzionistici, giusto per ribadire il concetto e chiarire la nostra posizione. L'abbiamo sempre ribadito in Commissione sanità, anche in presenza dell'Assessore Ferrari, che lo può confermare. Nell'emendamento n.
34) noi chiediamo, al comma 3 dell'articolo 2, che le parole da 500 euro ad un massimo di 5.000 euro siano sostituite con una sanzione pecuniaria maggiore, quindi da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 15.000 euro.
Anche perché, sempre in relazione alle inadempienze riscontate, la Regione può prevedere alle sanzioni amministrative. Ne abbiamo avuto l'esempio, e io spero che non accadano mai più fatti simili, ma sono all'ordine del giorno e nel tempo ne scopriremo altri ancora, ma bisogna tenere sotto controllo e sanzionare, in maniera adeguata, i gestori che non rispettano le normative. Questo l'abbiamo stabilito anche in base al numero degli ospiti e in base alle dimensioni della struttura. Su questo vogliamo essere severi: chi sbaglia, deve pagare. Non dobbiamo avere un minimo di riguardo e un minimo di pietà quando si commettono reati gravi.
Spero che questa Giunta, l'Assessore e l'intero Consiglio siano veramente sensibili e ricettivi a questi emendamenti. Parliamo della salute e del benessere psichico e fisico di tutti i pazienti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In un sistema che funziona, le sanzioni devono avere un duplice effetto e una duplice funzione. Meglio, devono avere il criterio della certezza deve esserci il modo per poterle applicare, quindi ci devono essere i controlli che poi permettono, in caso di violazioni, di applicare le sanzioni. Tuttavia, devono avere anche un altro aspetto molto importante che è quello della deterrenza, altrimenti è inutile fare dei controlli perché non saranno mai sufficienti. L'importo basso delle sanzioni farà sì che, comunque, ci siano tante violazioni. Di conseguenza, che qualcuno la possa sempre fare franca o, qualora non la facesse franca, risolvere il problema con poco. Un sistema perfetto è quello dove le sanzioni non vengono mai comminate, non perché non ci siano i controlli, ma perch funziona la deterrenza, quindi, nonostante il controllo, non ci sono violazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e alla Consigliera Porchietto: Articolo 2 Al comma 3, dell'articolo 30, della l.r. 1/2004, come sostituito dal comma 13, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, le parole: "da euro 500,00 ad euro 5.000,00" sono sostituite dalle seguenti: "da euro 3.000,00 ad euro 10.000,00".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, come altri che illustreremo, dimostrano il buonsenso degli emendamenti che abbiamo presentato, che non intendono essere punitivi, ma - noi crediamo - giusti, e cercano, al contempo, di non essere delle mere sanzioni non dico inutili, ma che non hanno il carattere sanzionatorio che una legge dovrebbe avere.
Il comma 3 dell'articolo 30 fa riferimento all'inosservanza delle disposizioni di quell'articolo 27, comma 5, della legge 1/2004, che, per dirla più semplicemente, è rivolta a coloro i quali esercitano un'attività senza avere l'autorizzazione per quel tipo di attività, o addirittura avendo avuto una decadenza dell'autorizzazione ricevuta dalla Regione.
Sostanzialmente, andiamo a sanzionare, con una sanzione che parte da 500 euro e arriva a 5.000 - diciamo che può essere di 1.500 euro - coloro che pur avendo il dato delle prescrizioni della Regione Piemonte, non le rispettano; oppure coloro che, avendo un titolo autorizzativo differente rispetto a ciò per cui esercitano, quindi violando la legge 1/2004 svolgono non lecitamente la loro professione; o, ancora, coloro che hanno visto decadere la loro autorizzazione, ma continuano a svolgere la loro attività.
A me sembra che non vi sia nessuna legge regionale che, per tipologie di questo tipo, in termini di violazioni, comporti sanzioni così lievi.
Questo aspetto riguarda un po' tutti gli emendamenti che abbiamo presentato in relazione a quello di cui stiamo discutendo.
Il tema vero è che non stiamo discutendo del Codice della strada o delle sanzioni ai mezzi meccanici o di altro. Noi stiamo discutendo di sanzioni che vengono elevate dalle ASL o - così ha approvato la norma dalla Città di Torino, nel momento in cui dei soggetti gestori non rispettano le norme regionali che riguardano la tutela, la cura e l'assistenza di pazienti fragili.
Noi crediamo che il legislatore, anche da questo punto di vista, si debba comportare in modo almeno uniforme rispetto alla sua legislazione. E ricordo che se le norme venissero approvate così come le stiamo approvando qualunque sanzione urbanistica (rispetto a quelle che stiamo votando) sarebbe decisamente più robusta da un punto di vista economico. Senza voler fare paragoni rispetto a ciò che è grave o meno grave, mi sento di dire che, verosimilmente, la violazione rispetto a una modalità di costruire o perché ne stiamo discutendo in queste settimane, rispetto a una modalità di estrarre giacimenti dal terreno, sia meno grave rispetto al maltrattare o al gestire, fra virgolette, delle persone fragili senza autorizzazione.
Io credo che su questa norma, dal punto di vista delle sanzioni dovremmo essere severissimi. È evidente a tutti che una sanzione di 500 euro è tutto fuorché severa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'articolo 2 dopo le parole "euro 5.000,00" si aggiungono le parole "per singola prescrizione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 35) fa il paio con l'emendamento n. 34), che insiste sempre sul comma 3 del nuovo articolo 30, che prevede sanzioni amministrative da euro 500 a euro 5.000 per l'inosservanza delle prescrizioni impartite dai soggetti titolari della vigilanza.
In questo caso, oltre ad avere provato, con un emendamento precedente ad incrementare l'importo minimo e massimo, riteniamo che la sanzione, se dovesse rimanere quella del disegno di legge licenziato dalla Commissione dovrebbe essere impartita per singola prescrizione: se vi sono più prescrizioni che non sono state osservate, riteniamo che questa sanzione debba essere moltiplicata per ciascuna prescrizione. Ci potrà dunque essere una prescrizione non osservata che comporta una sanzione minima, ce ne potrà essere un'altra che comporta una sanzione più alta e si arriva quindi alla somma, in quanto le prescrizioni spesso sono su diverse condizioni (strutturali, non strutturali, del servizio offerto, non sono della pianta organica, dei turni, della reperibilità e quant'altro).
Noi pensiamo che non si debba dire che l'inosservanza di una prescrizione sia uguale all'inosservanza di 12! Mi sembra del tutto evidente. E' vero che c'è un minimo e un massimo, ma crediamo che si possa anche moltiplicare: valutare questo minimo e massimo e moltiplicarlo per il numero delle prescrizioni che non sono state rispettate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento di merito. Come ha già ben spiegato il Consigliere Bono, noi riteniamo che non ci debba essere solo un minimo e un massimo di sanzione pecuniaria da applicare, ma che ciascuna sanzione debba essere destinata ad ogni singola prescrizione.
Ho letto tantissimi verbali di vigilanza e mi sono accorta che le prescrizioni sono spesso notevoli. In genere, quando arriva la vigilanza in una struttura, le prescrizioni sono tantissime, dalla tapparella rotta, che entro trenta giorni deve essere riparata, al vetro, da tutti i problemi strutturali alla pulizia all'igiene.
Ho avuto modo di leggere un verbale di vigilanza dove la casa di riposo era stata multata perché non eseguivano le regolari pulizie all'interno dei locali mensa, o perché le cappe di aspirazioni non erano a norma; insomma i problemi sono sempre molti. Non vogliamo sembrare delle persone rigidissime e severissime, che puntano sempre il dito contro; però chi lavora bene e osserva le regole e le prescrizioni non avrà alcun problema.
Chi invece non le osserva, dovrà essere soggetto a sanzione. E non solo da un minimo di 500 a un massimo di 5.000 euro, ma a prescrizione.
Ci sono dieci cose che non vanno? Allora ci devono essere dieci prescrizioni e dieci sanzioni. Perché solo in questo modo riusciremo veramente a far funzionare queste strutture.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella Emendamento rubricato n. 33) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'articolo 2 dopo le parole "euro 5.000,00" si aggiungono le parole "moltiplicate per ogni ospite della struttura".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questo caso, ci spostiamo sull'ipotetico nuovo comma 4 dell'articolo 30, che recita: "L'inosservanza delle disposizioni di cui all'articolo 27 comma 5, fermo restando quanto previsto all'articolo 28, comma 3, comporta la sanzione amministrativa di euro 5.000".
L'articolo 27, comma 5, è quello che riguarda l'autorizzazione dell'esercizio delle strutture: "L'autorizzazione non può essere rilasciata a soggetti che abbiano riportato condanna per un reato che incida sulla loro moralità professionale, salvo riabilitazione, o che siano stati dichiarati falliti, sempre salvo riabilitazione". In questo senso l'inosservanza di queste disposizioni, nel caso in cui uno sia stato condannato o sia fallito senza riabilitazione e continui ad avere l'autorizzazione per esercitare un'attività di quelle oggetto di vigilanza comporta una sanzione amministrativa di euro 5.000. Anche in questo caso pensiamo che la sanzione sia un po' ridotta. E' vero che non c'è un minimo né un massimo e quindi si partirebbe da una sanzione di 5.000 euro, per qui stiamo parlando del fatto che vengono portate avanti attività socio sanitarie in condizioni di violazione di una legge; una legge che dà delle limitazioni da un punto di vista etico, poiché si parla di condanne per reati che vanno a minare la moralità professionale, magari quei reati di cui abbiamo parlato tante volte in questo Consiglio o in Commissione e che riguardano proprio la gestione dei pazienti, come purtroppo è successo nel caso della clinica di Borgo d'Ale, ma anche in tante altre, quindi reati che vanno a pregiudicare il benessere, nonché le condizioni di vita dei pazienti. Oppure anche il caso di un fallimento, salvo riabilitazione.
Quindi mi sembra che anche in questo caso la sanzione sia minima e si possa pensare di moltiplicarla per gli ospiti della struttura, o comunque incrementarla in qualche modo. Ribadisco: anch'io sono convinto che le sanzioni non siano il fine ultimo della legge, ma devono servire da deterrente. Se io so che ci sono delle sanzioni elevate, sono più attento e meno predisposto a leggerezze e disattenzioni o furberie. Io penso che a questo servano le sanzioni e che debbano essere l'ultimo step di una vigilanza che funziona di una Regione attenta, in grado di evitare, tramite le proprie Aziende Sanitarie Locali e/o il Comune di Torino, che succedano questi casi. Se si arriva alla sanzione, vuol dire che il sistema ha fallito: significa che non si è riusciti a fare reale prevenzione rispetto a una gestione non corretta delle strutture e dei pazienti che ivi dovrebbero essere curati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche in quest'altro emendamento parliamo di sanzioni e anche qui, al comma 4 dell'articolo 2, chiediamo che, dopo le parole "euro 5.000", si aggiungano le parole "moltiplicate per ogni ospite della struttura". E' vero che non è specificato un minimo e un massimo, però se tutti vogliamo veramente che questa benedetta e sacrosanta vigilanza funzioni e metta in atto il suo ruolo, che è quello di ispezione e di controllo, dobbiamo comunque prendere dei provvedimenti; prendere dei provvedimenti soprattutto nei confronti di chi gestisce queste strutture, proprio per il bene dei pazienti, per il bene dei familiari, per il bene dell'intera collettività.
In questo modo avremo sempre delle problematiche legate non solo allo stato di salute, ma anche, in un certo senso, uno sperpero di denaro pubblico perché comunque la vigilanza sanitaria è pubblica, dunque siamo noi, sono i contribuenti che pagano le tasse sul sistema sanitario regionale e nazionale. Quindi abbiamo il compito di intervenire su questo, Assessore.
Quello che noi chiediamo è di applicare questa sanzione amministrativa che c'è già perché la prevede la normativa, ma domandiamo di applicare questa sanzione pecuniaria moltiplicata per ogni ospite della struttura spiegando anche perché. Perché ci sono delle strutture che hanno un numero esiguo di ospiti, mentre ci sono altre strutture che hanno un numero maggiore di ospiti, quindi in base al numero di ospiti che si trovano all'interno della struttura, la stessa verrà sanzionata. Questa vuol essere anche una sorta di prevenzione: mettiamo le mani avanti proprio perché in futuro non si ripetano dei fatti che si sono verificati. Perché se si commette un reato, qualunque esso sia, lo si paga o attraverso una sanzione pecuniaria o attraverso dei procedimenti legali e penali, ma questo non è di nostra competenza. Noi dobbiamo dare il buon esempio. Il Consiglio regionale è l'assemblea legislativa della Regione Piemonte; in quest'Aula circoscritta, dove ci guardiamo tutti in faccia, decidiamo il futuro e le sorti del Piemonte. Qui si tratta di un caso veramente delicato: stiamo parlando di pazienti, stiamo parlando di strutture che nascono ogni giorno come funghi, poi leggiamo sui giornali di case abusive e non autorizzate dove c'erano degli anziani all'interno. Ecco perché ritengo che siano rilevanti questi emendamenti e che questo disegno di legge sia importante: qui decidiamo la sorte di tutte quelle persone che si affidano a noi.
Assessore, cerchiamo di essere più severi con chi dobbiamo essere severi. Io credo che, se iniziamo a sanzionare in maniere adeguata, magari riduciamo anche tutti i disguidi che si vengono a creare, per non usare altre terminologie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'articolo 2, si sostituiscono le parole "euro 5.000" con le parole "euro 15.000".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sempre rispetto a quello che dovrebbe essere il nuovo comma 4 dell'articolo 30, oltre ad avere ipotizzato di mantenere ferma la sanzione amministrativa di euro 5.000 per l'inosservanza delle disposizioni di cui all'articolo 27, comma 5, e moltiplicarla per il numero degli ospiti della struttura, in quest'emendamento rubricato n. 32) chiediamo invece di incrementare solo la somma, portandola da 5.000 euro a 15.000 euro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'articolo 2, si sostituiscono le parole "euro 1.000" con le parole "euro 5.000".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento rubricato n. 30) andiamo a intervenire sull'inosservanza delle disposizioni di cui all'articolo 27, commi 6 e 7 della legge che stiamo modificando, la n. 1 del 2004, quindi il nuovo comma 5 dell'articolo 30.
I commi 6 e 7 dell'articolo 27 riguardano la cessione a qualsiasi titolo della società, nonché la semplice modifica della rappresentanza legale della stessa, che dovrebbe determinare modifica del titolo autorizzativo. Quindi, essendo una modifica del titolo autorizzativo, il soggetto subentrante, ai sensi del comma 7, deve presentare all'Ente competente un'istanza per l'adeguamento del titolo autorizzativo e di conseguenza devono essere rifatti gli accertamenti dei requisiti soggettivi richiesti. Quindi è evidente che se c'è una cessione dell'attività o della società, o comunque una modifica della rappresentanza legale, devono essere rivisti tutti i requisiti soggettivi e dunque si deve rilasciare quasi una nuova autorizzazione.
In questo caso, pertanto, l'inosservanza di tali prescrizioni comporta la sanzione amministrativa di 1.000 euro. Ci rendiamo conto che questa pu essere vista come un'inadempienza minore rispetto ad altre, ma noi la riteniamo invece importante, perché se viene venduta la titolarità dell'azienda non sappiamo a chi può essere venduta e che tipo di attività poi il nuovo soggetto eserciti successivamente.
E' quindi molto importante la verifica dei requisiti soggettivi del titolare della concessione autorizzativa e dunque noi chiediamo quantomeno che la sanzione venga incrementata da 1.000 a 5.000 euro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento importante perché riguarda il comma 13 dell'articolo 2; però, come già detto dal collega, sarà inserito nel nuovo articolo 30 al comma 5: è molto significativo, perché riguarda la cessione dell'attività o la modifica del titolo autorizzativo.
Noi chiediamo che la sanzione venga incrementata e che dai 1.000 euro venga portata invece a 5.000. Questo perché? Perché l'inosservanza di tale norma è grave e deve avere rispondenza in una forma maggiore, proprio per rendere il tutto più chiaro e più trasparente. A volte, infatti, abbiamo una struttura che aveva l'autorizzazione nei confronti di una certa società o anche solo di un soggetto singolo e poi ci ritroviamo la stessa struttura nelle mani di un'altra società o di altri soggetti.
Riteniamo quindi che questa sia una mancanza di serietà e di trasparenza e che la pena pecuniaria sia una cifra irrisoria. Per questo motivo, dunque, ne chiediamo l'incremento almeno a 5.000 euro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "Al comma 5 dell'art. 30 della l.r. n. 1/2004, come sostituito dal comma 13 dell'art. 2 del disegno di legge n. 201 le parole 'di euro 1.000,00' sono sostituite dalle seguenti: 'di euro 5.000,00'".
Nel dare atto che quest'emendamento ha lo stesso contenuto emendativo del precedente, do la parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 76) interviene rispetto all'articolo che sanziona coloro i quali operano senza aver modificato il titolo autorizzativo.
Dopo una cessione, cioè, in tutto il sistema sociosanitario - ma non solo - è obbligatoria la modifica del titolo autorizzativo, sostanzialmente perché per norma nazionale è obbligatoria la verifica dei requisiti soprattutto di carattere morale, ed è necessaria una nuova istanza di accreditamento.
Tutto sommato, poi, si tratta di una sorta di voltura, però è evidente che questo è un aspetto importante di rispetto della norma.
Di nuovo, la questione riguardante la sanzione di 1.000 euro non tutela l'Amministrazione regionale rispetto a chi, per esempio, ha o non ha i titoli morali per esercitare queste attività.
Visto che non è la prima volta che vi sono situazioni in cui questo viene a mancare - si sono verificate situazioni delicate relativamente alla gestione di alcune strutture - riteniamo che sanzioni così piccole non rappresentino alcun tipo di intervento nel distinguere tra chi viola la legge e chi non la viola.
Come dicevamo precedentemente, ci rimettiamo fortunatamente alla larga maggioranza degli imprenditori che, al di là delle sanzioni, operano in modo onesto; ma è evidente che, laddove esista un non rispetto della legge è conveniente non rispettare la legge perché le sanzioni eventualmente comminate sono inferiori al guadagno che si è avuto dal non rispetto della legge.
E nell'illustrazione di alcuni emendamenti successivi affronteremo questo tema con ancora maggior chiarezza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

A seguito di quanto già detto dal Consigliere Vignale, anche noi cerchiamo di enfatizzare questo tipo di sanzioni che vengono descritte come emendamento al disegno di legge n. 210, perché riteniamo sia importante far capire qual è la filosofia del disegno di legge stesso (che ovviamente diventerà legge), soprattutto attraverso un vincolo sanzionatorio sicuramente più pesante di quello previsto dal testo.
Naturalmente abbiamo avanzato questa proposta per potenziare gli obiettivi che questo disegno di legge si propone, arrivando a portare a compimento tutta una serie di attività che, nell'ambito dell'azione sanzionatoria per la prima volta inserita in termini legislativi, ci pare importante implementare ai fini, appunto, della filosofia che dicevo poc'anzi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'art. 2 dopo le parole "euro 1.000" si aggiungono le parole "per ospite della struttura".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 31) fa il paio con quello precedente, il n. 30): quindi, laddove prima chiedevamo, al nuovo comma 5 dell'articolo 30, di aumentare da 1.000 a 5.000 euro la sanzione per l'inosservanza delle disposizioni riguardanti la cessione del titolo autorizzativi, in questo caso chiediamo, mantenendo a 1.000 euro la sanzione, di tararla per il numero di ospiti della struttura. A seconda della dimensione della struttura, quindi, la sanzione assume ovviamente dei connotati diversi e dunque un'impronta economica diversa.
Crediamo che questo sia corretto perché, nel caso di esercizio praticamente abusivo di fatto, pensiamo la sanzione debba essere correlata al numero di ospiti presenti. Infatti, se la struttura viene ceduta in toto o ne viene modificata la rappresentanza legale, il soggetto subentrante deve avanzare una nuova istanza di subentro nel titolo autorizzativo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Tengo ad intervenire perché questo è un tema importante: stiamo parlando di problematiche veramente rilevanti che a noi stanno a cuore e che continueranno a stare a cuore finché non verrà trovata una soluzione e non ci saranno dei miglioramenti in merito.
Quest'emendamento - lo ha già ben illustrato il collega Bono - riguarda sempre la sanzione sulla cessazione dell'attività o sulla modifica del titolo autorizzativo. Noi chiediamo che i 1.000 euro siano riferiti ad ogni ospite della struttura e non all'intera collettività, perché, come abbiamo illustrato all'Assessore in IV Commissione - l'Assessore ricorderà bene perché ha buona memoria e questo tema l'abbiamo trattato, ne abbiamo parlato e riparlato più volte - noi riteniamo importante che la sanzione sia di 1.000 euro per ogni ospite della struttura anche per venire incontro alle esigenze di ciascuna struttura, perché ci sono strutture piccole e strutture molto più grandi, ci sono strutture che hanno 220, 250 posti letto, o anche 300, mentre altre case di riposo ne hanno soltanto 20, 30 o 40. Come ho già detto, ci sono anche delle strutture abusive o dove avviene la cessazione di un titolo da un soggetto ad un altro e magari ne subentrano altri. Sono capitati dei casi di questo tipo: io ne conosco uno in cui c'è stata una cessione del titolo autorizzativo anche tre o quattro volte nell'arco di un anno.
Pertanto, riteniamo che, dopo le parole "1.000 euro" si debbano aggiungere le parole "per ospite della struttura", in base a tutto quello che finora abbiamo illustrato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'art. 2 si sostituiscono le parole "euro 500,00 ad euro 5.000,00" con le parole "euro 1.500,00 ad euro 15.000,00".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 28) passiamo con gioia al nuovo comma 6 dell'articolo 30, della legge 1/2004 (quello che sarebbe il nuovo articolo 30).
Si parla d'inosservanza, per i servizi e le strutture socio assistenziali accreditate, dei requisiti necessari per l'accreditamento.
Quindi, sostanzialmente, il venire meno dell'accreditamento stesso. In questo caso, si è soggetti alla sanzione amministrativa da euro 500 a euro 5.000, fermo restando che la reiterata non ottemperanza e non osservanza delle prescrizioni impartite comporta la sospensione o la revoca dell'accreditamento.
Noi riteniamo che questo sia un comma importante, quindi l'inosservanza dei requisiti necessari per l'accreditamento farebbe decadere ipso facto l'accreditamento stesso, fermo restando che c'è il tempo tecnico per mettersi a norma e quant'altro, ma - in ogni caso - la presenza di una sanzione da 500 a 5.000 euro ci sembra un po' poco. Nel comma è ben specificato che, nella ripetizione della non ottemperanza, in caso non venga rispettata, c'è il rischio vero e concreto della sospensione o della revoca dell'attività, però una sanzione che va da un minimo di 500 ad un massimo di 5.000 euro a noi sembra esigua. Pertanto, come effetto deterrente, la sospensione della revoca dell'accreditamento può essere forte, può essere autoevidente, fermo restando che al comma 2 bis abbiamo introdotto che la sospensione del titolo autorizzativo consiste solo nel blocco di nuovi ingressi, perché non possiamo certo abbandonare i pazienti sulla strada. Quindi, c'è la permanenza dell'obbligo di garantire la continuità delle prestazioni socio-sanitarie erogate a tutela degli ospiti presenti nella struttura, però - anche in questo caso - le sanzioni si possono incrementare. Noi prevediamo di triplicarle, quindi di passare a 1.500 euro come minimo e 15.000 euro come massimo, con una valutazione dell'importo fatta a seconda della gravità della violazione dei requisiti dell'accreditamento stesso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento che il collega Bono, come primo firmatario, ha voluto fortemente: ci siamo confrontati tra di noi e siamo tutti d'accordo su tale richiesta, facendo proprio una valutazione generale dell'articolato.
Con quest'emendamento chiediamo un incremento della sanzione pecuniaria che va da un minimo di 500 euro ad un massimo di 5.000 euro, che riteniamo insufficiente.
Noi partiamo dal presupposto che non solo deve avvenire la sospensione della revoca dell'accreditamento, ma che occorrono maggiori sanzioni. Chi sbaglia paga, Assessore: parliamo chiaro. Poi, non dobbiamo puntare il dito ed essere falsi buonisti, perché quando accadono le disgrazie e apprendiamo le notizie dai giornali ci stupiamo e affermiamo: "Guarda cosa è successo!".
Dobbiamo evitare tutto questo, Assessore: chi sbaglia, paga. Ecco perché riteniamo che questa sanzione vada aumentata. Va benissimo che ci sia la sospensione e la revoca dell'accreditamento, ma ci devono essere anche maggiori sanzioni.
Assessore, dobbiamo dare il buon esempio, perché - lo ripeto - questa è l'Assemblea legislativa del Piemonte. Noi decidiamo le sorti dei cittadini piemontesi!



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 77) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: Articolo 2 Al comma 6, dell'articolo 30, della l.r. 1/2004, come sostituito dal comma 13, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210 le parole: "da euro 500,00 ad euro 5.000,00" sono sostituite dalle seguenti: "da euro 5.000 a euro 8.000".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 77) va a sanzionare l'inosservanza delle prescrizioni.
L'abbiamo visto stamattina sul caso di Borgo d'Ale, ma anche in molti altri casi: possiamo vedere come le commissioni di vigilanza correttamente, quando entrano in una struttura - non in tutte fortunatamente - indicano una serie di prescrizioni da fare, perché la struttura sia a norma, perché esistono delle mancanze strutturali, o una serie di attività largamente intese rispetto alla qualità del servizio o alla buona manutenzione della struttura.
Abbiamo visto come in molti casi queste prescrizioni le ritroviamo, in parte o in tutto, anche nella visita che la commissione di vigilanza, nel semestre successivo o l'anno dopo, fa all'interno della struttura.
Questo evidenzia che oggi c'è un sistema di assenza di sanzioni che fa sì che l'unico limite, l'unico strumento che la Regione ha sia quello di sospendere l'ingresso dei posti letti.
Pertanto - come abbiamo detto - da questo punto di vista la norma di per sé è certamente migliorativa, ma rischia di non raggiungere l'obiettivo che questo Consiglio si vuole prefiggere nel momento in cui la sanzione è talmente piccola che conviene non rispettare le prescrizioni. Se, cioè all'interno di una prescrizione - diciamo quelle più semplici - che sono quelle di carattere strutturale, viene posto un problema rispetto alla manutenzione straordinaria dell'ascensore o il cambio degli estintori, o il rifacimento di una parte dell'impianto elettrico, se la sanzione che io devo pagare va da 500 a 5.000 euro.
E' assolutamente evidente, facendo di nuovo riferimento al fatto che la sanzione si metta per tutti e non si faccia affidamento solo alla buona volontà di chi opera (poi sappiamo che le sanzioni sono inferiori a quello che è il tetto massimo indicato in legge), che mi conviene violare la prescrizione indicata, piuttosto che svolgere i lavori che le stesse prescrizioni della Commissione di vigilanza mi hanno indicato di fare.
Da questo punto di vista, non avendo noi, anche per filosofia politica alcuna volontà di essere vessatori nei confronti delle imprese, crediamo ci debba essere una via di mezzo, con cui introdurre una sanzione che sia tutelante nei confronti dei buoni imprenditori, ma che non deve essere a vantaggio di coloro che non rispettano la legge e deve avvantaggiare ricordiamolo - persone tra le più fragili e deboli all'interno della nostra Regione.
Per questo credo che questa discussione, anche se, come molte altre non sta appassionando particolarmente questo Consiglio regionale, sia un tema centrale di cui il Consiglio regionale deve discutere. Non si tratta solo dell'erogazione dei servizi, ma sempre più di farsi di tutela di situazioni di fragilità, in particolar modo nei luoghi in cui un numero sempre maggiore di persone vivono la loro vita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, grazie.
Quest'emendamento si lega a quanto già discusso questa mattina sull'articolo 2, dove davamo indicazioni all'Assessorato, dando la possibilità di valutare l'applicazione delle norme volontarie sulla qualità, quindi le norme ISO 9000 e i suoi successivi aggiornamenti, magari dando un'indicazione, sicuramente in termini di elevamento, delle sanzioni indicate nella legge.
Noi chiediamo possa essere accettato il nostro emendamento, che aumenta sensibilmente, ma in modo significativo, le sanzioni. E' la questione dell'applicazione delle norme di qualità.
Come sapete, il certificato di qualità viene mantenuto da enti terzi quindi ci sono enti di tipo volontario che fanno le verifiche all'interno di queste strutture e vanno ad individuare la qualità del servizio, oltre che la qualità dell'immobile nel suo complesso.
Vi è sicuramente un aiuto, per quanto riguarda la riorganizzazione delle procedure di controllo, da parte della Regione.
Questo può portare a significativi miglioramenti delle strutture di servizio per disabili, a seconda del livello di disabilità e della situazione in cui si trovano, ma, soprattutto, rispetto al miglioramento del servizio stesso, perché la qualità sovrintende modalità per accudire disabili e persone non più autosufficienti o parzialmente sufficienti, come abbiamo già discusso in mattinata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 3 dell'articolo 2, dopo le parole "L'inosservanza è soggetta alla sanzione amministrativa da euro 500 a euro 5.000", si aggiungono le parole "moltiplicata per ogni ospite della struttura".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie Presidente.
L'emendamento 29) insiste sullo stesso comma 6 che abbiamo trattato prima. Intende semplicemente mantenere la sanzione amministrativa per l'inosservanza dei requisiti necessari per l'accreditamento, da euro 500 a euro 5.000, ma in questo caso moltiplicata per ogni ospite della struttura.
Si chiede di moltiplicare questa sanzione per ogni ospite della struttura proprio perché è evidente che se una struttura è piccola correrà un rischio e avrà un beneficio dall'inosservanza dei requisiti necessari per l'accreditamento con un certo ritorno economico; se è grande, avrà un ritorno economico maggiore.
Di conseguenza, secondo noi la sanzione deve essere tarata anche in rapporto rischio-beneficio. Tra l'altro, in Italia viene richiesto da molti anni di tarare le sanzioni su quello che è, ad esempio, il censo del trasgressore.
Mi vengono in mente le multe stradali. In Svizzera, ad esempio, le multe sono tarate rispetto alla dichiarazione dei redditi, quindi è evidente che, nel caso di una violazione del Codice della strada, una sanzione di 400 euro, come può essere quella di un eccesso di velocità, per un cittadino che guadagna mille euro al mese è mezzo stipendio mensile; per un manager di un'azienda che guadagna magari 30 mila euro al mese ovviamente vale la pena correre quel rischio, perché per lui non è impattante dal punto di vista economico.
Abbiamo pensato di traslare lo stesso principio delle multe per violazione del codice della strada alle sanzioni previste per la violazione delle prescrizioni dei titolari dell'Istituto di Vigilanza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 3 dell'articolo 2, al comma 7 dell'art. 3 della l.r. 1/2014, si sostituiscono le parole "euro 500 ad euro 5.000" con le parole "euro 1.500 ad euro 15.000".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

L'emendamento 26) insiste su quello che dovrebbe essere il nuovo comma 7: "L'esercizio di servizi e di strutture socio-sanitarie, non coerenti con la specialità del titolo autorizzativi, è soggetta a sanzione amministrativa da euro 500 ad euro 5.000".
Tornano queste cifre - da 500 a 5.000 - su quasi tutti gli articoli anche se le violazioni sono diverse tra loro.
Alla sanzione amministrativa si accompagnava ovviamente un provvedimento di ingiunzione da operare nel pieno rispetto del titolo autorizzativo, entro un congruo termine. Anche qui ci siamo dimenticati di fare un emendamento puntuale, perché "congruo" è interpretabile a seconda del responsabile della vigilanza. "Congruo termine" potrebbe essere pochi giorni, alcune settimane o alcuni mesi. Noi pensiamo che la tendenza a rimandare tutto ai regolamenti possa essere utile, nel senso che se si sbaglia poi una legge, non si deve ritornare nell'iter legislativo Commissione, Aula e quant'altro - ma potrebbe anche essere pericoloso perché spesso i Regolamenti della Regione, un po' come i decreti attuativi a Roma, non vengono emanati. Prova ne sia la legge di cui stiamo parlando che aspetta da dodici anni il Regolamento attuativo; Regolamento che è scritto dall'Assessorato e vistato dalla Giunta, sottraendo al Consiglio regionale una sua competenza.
In questo senso, non essendo l'esercizio di un'attività socio-sanitaria coerente con quanto specificato dal titolo autorizzativo, chiediamo che la sanzione venga incrementata da un minimo di 1.500 euro ad una massimo di 15.000.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: Al comma 7, dell'articolo 30, della l.r. 1/2004, come sostituito dal comma 13, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210 le parole: "da euro 500,00 ad euro 5.000,00" sono sostituite dalle seguenti: "da euro 5.000,00 ad euro 8.000,00".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 78) riguarda le sanzioni per quelle strutture che svolgono ed erogano servizi con mancanza di titolo non coerenti con il titolo autorizzativo. E' facilmente comprensibile come questa fattispecie sia assolutamente rischiosa, nel senso che i titoli autorizzativi sono molto differenti all'interno della nostra Regione.
Abbiamo già assistito a situazioni in cui, ad esempio, con titoli autorizzativi legati a residenze socio-sanitarie, in realtà vi erano pazienti che non avevano, per patologia, la possibilità di essere presenti all'interno delle stesse. Quindi, anche la puntualità dell'utilizzo corretto del titolo autorizzativi è da tenere molto in considerazione.
Non crediamo sia il punto nodale delle sanzioni, ma certamente è importante e riteniamo che sia assolutamente non congrua, come in altre situazioni, una sanzione che parte da 500 euro, perché, ad esempio, per una violazione di alcune parti del Codice della strada vi è una sanzione maggiore. Quindi, crediamo, per le stesse motivazioni dette precedentemente, che anche in questo caso andrebbe aumentata.
Ovviamente è un ragionamento di carattere complessivo, per cui l'intervento sui singoli articoli vuole prevedere una norma che sia non punitiva, ma una norma giusta. Questa è una norma che introduce un concetto positivo, ed è legato alle sanzioni non più in termini generali, come la legge 1/2004 già aveva, ma introducendo delle sanzioni puntuali.
Il problema è che se queste sanzioni puntuali non intervengono nel limitare il numero di violazioni - fortunatamente non molte all'interno della nostra Regione ma certamente presenti - sono assolutamente inutili e la norma rischia di essere assolutamente inutile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'art. 2 dopo le parole "euro 5.000,00" si aggiungono le parole "moltiplicata per ogni ospite della struttura".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Gli emendamenti sono simili, ma si riferiscono a commi diversi, quindi hanno la stessa struttura: da una parte aumentiamo le sanzioni, dall'altra proviamo a tararle sul numero di ospiti della struttura. In questo caso l'emendamento è già illustrato e fa il paio con l'emendamento n. 26), cioè le sanzioni riguardanti la non coerenza con la specialità del titolo autorizzativi. Quindi, anche in questo caso è un esercizio abusivo, nel senso che si è autorizzati per l'esercizio di una tal specialità nell'assistenza socio-sanitaria e si esercita su altre attività e quindi è un esercizio sostanzialmente abusivo.
E' vero che c'è un provvedimento di ingiunzione a rientrare nel pieno rispetto del titolo autorizzativo, entro un congruo termine - ma non si sa quanto - ma la sanzione, di nuovo, non ha, secondo me, quell'effetto di deterrenza che dovrebbe avere. Una sanzione di 500 euro minima nel caso di esercizio di un'attività sostanzialmente fuori dal titolo autorizzativi quindi abusiva, è una sanzione, come diceva la collega Batzella, irrisoria ma a me preme dire che non ha una funzione di deterrenza.
Noi dobbiamo far sì che le sanzioni siano l'ultimo step dell'azione della commissione di vigilanza, cioè la commissione di vigilanza dovrebbe verificare, come ha detto giustamente il collega Vignale, anche la qualità dell'assistenza che viene erogata. Mentre quelle che sono le macro, le cose visibili immediatamente, cioè quelle che sono oggetto di prescrizione dovrebbero essere già verificate nel momento in cui c'è l'autorizzazione del titolo di esercizio e non dovrebbero essere oggetto di una sanzione successiva. Se c'è la sanzione, questa deve essere, dal nostro punto di vista, un qualcosa che funge da deterrente e non che ci sia spazio per chi invece, interpreta le norme o cerca di aggirarle con scaltrezza e furbizia.
Questo è il senso dei nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento importante. Qualcuno può storcere il naso e dalla faccia dell'Assessore non riesco a capire quale sia...
Presidente, gli faccia fare un sorriso.
Questo è un emendamento importante, ma più o meno si assomigliano un po' tutti, perché stiamo parlando sempre di sanzioni amministrative, stiamo parlando sempre dell'autorizzazione del titolo per la struttura. Però è importante, perché con quest'emendamento si chiede un incremento; al comma 13 dell'articolo 2, dopo le parole "5.000", noi chiediamo che sia aggiungano le parole "moltiplicata per ogni ospite della struttura". Questo perché? L'abbiamo detto, lo ribadisco e continueremo a dirlo: non possiamo più tollerare e avere un minimo di tolleranza nei confronti di questi gestori che non osservano le normative. Qui parliamo di vero e proprio abusivismo.
L'altro giorno leggevo un articolo sul giornale, dove si diceva che sono arrivati i carabinieri, sono arrivati i NAS in ben due case di riposo abusive, l'ASL non è al corrente di nulla e gli ospiti sono stati portati in altre strutture.
Sarà sicuramente dovuto alla sensibilità del tema, però io sono stanca che si continui a parlare di abusivismo, che continuiamo a trovare degli anziani o dei malati all'interno di strutture che non sono autorizzate! Capisco che qui stiamo parlando di una struttura che ha già l'autorizzazione e qui si parla di sanzione qualora si verifichi una inadempienza del quadro normativo, però, proprio per evitare abusi e per dare il buon esempio, riteniamo che 5.000 euro siano veramente pochi e che quindi debbano essere moltiplicate per ogni ospite della struttura. Più ospiti ci sono all'interno di quella struttura, più pagheranno; meno ospiti avranno, meno pagheranno.
Mi sembra un emendamento sensato e una richiesta ragionevole che si pu applicare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Campo Mighetti, Valetti e dalla Consigliera Frediani: Al comma 13 dell'art. 2 si sostituiscono le parole "500,00" con le parole "3.000,00 euro".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo al comma 8; siamo arrivati all'ultimo comma dell'articolo 30 come riscritto dal comma 13 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 210.
Anche in questo caso, si parla di una sanzione per un tema introdotto dai colleghi del Gruppo di Forza Italia, quello dell'esposizione in luoghi facilmente visibili al pubblico di apposita bacheca contenente i turni giornalieri e gli orari del personale previsto.
Questo è un dato fondamentale: in effetti, anche noi abbiamo lamentato più volte la difficoltà nelle strutture (e non solo in queste strutture private accreditate ma, a volte, anche in strutture pubbliche) di verificare i turni del personale, proprio perché c'è carenza di personale.
E come c'è carenza di personale nel pubblico, c'è carenza di personale anche nel privato. Ovviamente, il privato non deve sottostare ai vincoli del pareggio di bilancio imposti dal livello nazionale, ma deve sottostare ai vincoli dei trasferimenti dalla Regione, quindi, come purtroppo succede sempre più spesso in tutti i settori, ci si rifà sui lavoratori (sul loro costo), si cerca di ridurre gli stipendi, di ridurre al minimo le assunzioni, quindi di ridurre al minimo i turni, la possibilità di fare ferie, malattie, permessi e quant'altro.
Questo è un tema molto importante. Anche in questo caso, la sanzione di 500 euro per la mancata esposizione dei turni giornalieri e degli orari previsti, francamente, ci sembra minima. Pensiamo che la sanzione debba essere incrementata almeno a 3.000 euro proprio per il principio di cui ho detto prima: se, comunque, è una norma di legge, questa deve essere rispettata, non ci devono essere furbi, furbetti e furbastri, che, magari li espongono dietro l'armadio, in sala mensa o nella toilette, così da non renderli visibili.
La legge deve essere rispettata, dobbiamo dare anche questo messaggio.
La Regione Piemonte, con questa revisione della legge, su cui noi concordiamo, dà un nuovo segnale, pone una legge, emanerà un regolamento entro 150 giorni - come mi auguro - che verrà visto dalla Commissione consiliare competente; ha previsto delle sanzioni, finalmente, in legge che applicherà grazie anche ad una struttura di coordinamento regionale che farà sì che le Commissioni di vigilanza avranno uno standard, sia in termini di numeri (quindi, quantitativi) che qualitativi (di formazione) per quanto riguarda l'esercizio dell'istituto di vigilanza.



PRESIDENTE

Non può intervenire, collega Batzella.
Adesso ho un conflitto psicologico: come faccio a farla intervenire?



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Non può passare, perché non c'è la firma.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Come mai non ha voluto firmare? E' una posizione politica la sua?



(Commenti dei Consiglieri Batzella e Bono)



PRESIDENTE

Adesso ho visto, c'è in trasparenza. Prego.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Non riuscivo a capire il motivo, la ringrazio, è gentilissimo. Non capivo, pensavo fosse un suo conflitto psicologico.
Questo è un altro emendamento importante. Qui, veramente, con quest'emendamento vogliamo dare un segnale forte e dobbiamo dare un segnale forte.
Noi concordiamo con questa sanzione, che riteniamo giusta, però, anche qui, stiamo parlando delle sanzioni in caso di mancata esposizione nelle bacheche all'interno delle strutture dei turni giornalieri del personale che vi opera. Noi riteniamo che anche questa sanzione debba essere aumentata, passando da 500 euro ad almeno 3.000 euro, perché spesso capita che non vengano rispettate le normative.
Se la vigilanza constata che nella bacheca non sono esposti i turni dei dipendenti che vi lavorano deve mettere in atto una sanzione molto più severa rispetto a quella attualmente in vigore, che è di 500 euro. Questo deve avvenire non solo per fare rispettare la normativa; credetemi, tutti siamo a conoscenza della grave carenza di personale non solo nella sanità pubblica, ma anche nella sanità convenzionata e nella sanità privata, e capita, a volte, analizzando i turni, che non risulti il personale che dovrebbe essere in servizio, magari nei turni risultano due persone ma effettivamente troviamo una sola persona a lavorare.
Personalmente, mi è capitato di verificare nella tabella dei turni la presenza di due OSS in quel piano di quella struttura, ma, combinazione, ce n'era solo una. Quando ho fatto presente questo fatto, mi è stato detto che una era stata male all'improvviso e non era potuta venire.
Per carità, voglio credere che quella persona veramente sia stata male quel giorno e all'ultimo momento, perché la malattia non si pu preventivare, se uno sta male accade all'improvviso, non è che la malattia ci avvisa; però, come ha detto il collega, ci sono tanti furbetti, che devono essere sanzionati. Ci sono delle normative che devono essere rispettate.
Quindi, noi siamo d'accordo su questo tipo di sanzione, ma siamo anche d'accordo a incrementarla, proprio in virtù della carenza del personale, e quel personale che lavora è oberato di lavoro e ha turni veramente massacranti. Se calcoliamo il rapporto tra operatori sanitari e ospiti della struttura, vediamo che veramente c'è una carenza incredibile di organico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 79) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "Articolo 2 Al comma 9, dell'articolo 30, della l.r. 1/2004, come sostituito dal comma 13, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 201 le parole: 'la sospensione o' sono soppresse".
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "Articolo 2 La lettera b), del comma 2, dell'articolo 54 della l.r. 1/2004, come sostituito dal comma 15, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210 è soppressa".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento 79) è sempre nel solco degli emendamenti precedenti, ma introduce un principio che riteniamo importante.
All'articolo 30 della legge n. 1/2004, il comma 9 prevede si arrivi, in caso di reiterate violazioni e quant'altro, alla sospensione o alla revoca.
Visto che questo è un articolo che interviene sulla reiterazione dell'inosservanza delle prescrizioni o, comunque, di tutto quanto la legge regionale dispone, crediamo si debba prevedere la revoca, così come in qualunque norma regionale che in modo graduale arriva ad aumentare l'attività sanzionatoria. E' ciò che veramente manca all'interno del nostro sistema regionale; noi non abbiamo una sola struttura revocata nell'arco di questi anni, neanche nelle situazioni più difficili, quindi crediamo sia utile.
Poi, è evidente che, proprio per cercare di distinguere quelle che sono situazioni in cui avviene la sospensione in seguito, la revoca possa essere lo strumento migliore con i fatti di gravi violazioni, come indicato dal nostro emendamento n. 67), quindi distinguendo quelle che sono le situazioni eccezionali rispetto a quelle che sono le situazioni in cui vi possono essere delle situazioni di violazione della norma, ma non così gravi, noi crediamo che l'emendamento 79) possa essere superato qualora venga approvato il 67), perché in questo caso avremmo davvero una gradualità nell'intervento: la sospensione e/o la revoca, oppure la revoca ma solo per quelle fattispecie di particolare gravità come indicato nell'emendamento n. 67).
L'emendamento n. 80), nelle disposizioni finali e transitorie, è funzionale all'emendamento illustrato precedentemente; riteniamo doveroso e utile, come accade in tutte le norme regionali, che vi sia una singola modalità normativa, quindi deve essere la Regione, tramite le ASL, ad esercitare i controlli in una modalità di distinzione, che non è mai esistita in una norma regionale, se non vi erano normative nazionali che lo imponevano, quelle del riordino sulle Province, una norma che fa distinzione fra tutto il territorio regionale e la città di Torino, come se fosse una situazione completamente diversa dal resto del territorio della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Per concludere, pensiamo che questa sia una grande opportunità per il Consiglio regionale del Piemonte, non legata soltanto ad una sequenza di inasprimenti, ma credo volta a riordinare un sistema che, come abbiamo detto più volte, è delicato e complesso.
Forse, nel passato - spero di poter dire "nel passato" - ci sono state delle interpretazioni che non hanno garantito la sicurezza su soggetti che hanno fragilità enormi. Credo che lo sforzo fatto nella presentazione di tutti questi emendamenti debba aprire un panorama sicuramente diverso.
Molte volte siamo intervenuti di fronte a situazioni deprecabili, è sempre stato il fatto scabroso che ha fatto sì che venissero modificate delle norme, magari parzialmente.
Dobbiamo impedire che accadano ancora questi fatti e per fare questo probabilmente, dobbiamo stringere le maglie di questa rete. Abbiamo sperimentato leggi e disposizioni che, sotto un certo aspetto, hanno dato risultati che non avremmo voluto. Ed è per questo motivo che credo occorra porre una grande attenzione sullo sforzo che viene fatto nel far passare emendamenti e articoli uno dopo l'altro, anche se vi è la grande volontà di poter cambiare una situazione.
Questo passa anche da un aspetto restrittivo: perdere la possibilità di gestire delle strutture e inasprire le sanzioni. Il fine ultimo è il bene dell'utente, spesso "allettato" e con grandi difficoltà, garantendo inoltre una serenità ed un ruolo alle famiglie. Questa è la motivazione che ci ha portati ad aumentare le sanzioni e a chiedere anche delle regole più certe sicuramente più severe.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Non vorrei incorrere in qualche sanzione dovuta al mio sguardo tenuto durante...



PRESIDENTE

Poi il sorriso l'ha fatto.
Ha vinto la Batzella.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il mio era uno sguardo di estrema attenzione e concentrazione rispetto alle cose che venivano sottolineate e proposte.
Indubbiamente, su questo articolo 2, collegato alla finanziaria, c'è stato e c'è un'estrema attenzione da parte dell'Aula, oltre che da parte della Giunta, perché intanto ci sono stati alcuni fatti concreti e gravi che hanno richiesto l'intervento, poi perché la Giunta ha raccolto uno stimolo proveniente direttamente dal Consiglio regionale.
Vorrei, però, sommessamente dire una cosa. Non vorrei che venisse data l'impressione che la Giunta sia stata impermeabile rispetto alle proposte dei Gruppi politici, in particolare dei Gruppi dell'opposizione, nel momento in cui abbiamo dibattuto e lavorato attorno a questo articolo.
Perché il testo, che adesso è oggetto di discussione, ha visto, nel lavoro in Commissione, l'accettazione da parte nostra di diversi emendamenti e quindi di diversi miglioramenti che già fanno parte del testo che oggi è in discussione.
Quindi quello che oggi discutiamo non è soltanto il testo della Giunta è certamente il testo della Giunta, ma è anche un testo che ha già recepito parecchi interventi da parte dei Gruppi consiliari.
Dal dibattito sono emersi alcuni elementi sui quali non voglio tornare vi accenno soltanto. Già in Commissione ho avuto modo di spiegare le ragioni per cui, come Giunta, siamo contrari o esprimiamo un parere negativo rispetto all'accoglimento di alcuni emendamenti. Faccio riferimento, in particolare, alla questione della titolarità della funzione della vigilanza che la legge 1 del 2004 aveva mantenuto in un regime di transitorietà e che non aveva mai risolto.
Noi abbiamo scelto una strada che tenesse conto del fatto che sono passati degli anni e che quindi si sono costruite, giustappunto nel corso degli anni, delle professionalità e delle esperienze che non possono essere d'emblée eliminate. E' per questo che noi, con un certo equilibrio, abbiamo identificato nelle ASL e nel Comune di Torino i luoghi che esercitano la titolarità e la funzione della vigilanza sulle strutture socio-sanitarie.
Così l'altra grande discussione, già fatta in Commissione, ma riproposta in Aula, relativamente alle sanzioni: non credo molto nel potere taumaturgico delle sanzioni, credo che la qualità dei servizi sia legata a precise linee di governo, a precisi indirizzi e a forme di accompagnamento relativamente alla qualità e ai requisiti gestionali e strutturali rispetto a questi servizi. Certamente, andava colmata una lacuna all'interno della legge; la lacuna consisteva nel fatto che mancava un indirizzo rispetto a interventi sanzionatori per chi non rispetta le norme, per chi non rispetta i requisiti essenziali per l'esercizio di queste funzioni.
Anche qui, abbiamo scelto una strada che, dal nostro punto di vista fosse prudente ed equilibrata; può sembrare - può sembrare - poco coraggiosa, ma noi dobbiamo tenere conto della pluralità dei soggetti che sono in campo in questi servizi e non possiamo correre il rischio di mettere in difficoltà chi eroga questi servizi, non potendo poi sostituirli.
Allora, sanzioni sì, ma precise, sapendo che su questo tema non abbiamo punti di riferimento storici e consolidati, quindi ci mettiamo nella logica di provare a fare, anche qui, una verifica nel corso del tempo, per vedere se effettivamente sono punti di riferimento utili per l'esercizio delle funzioni per cui le strutture sono preposte.
Nel dibattito sono emerse altre due questioni, a mio avviso importanti che vanno precisate. Credo che in un paio di emendamenti sia emersa la necessità di ampliare la funzione della vigilanza sull'ambito sanitario e sull'ambito dei pazienti psichiatrici.
Ora, su questo aspetto dobbiamo essere precisi: la legge 1, quindi l'argomento che stiamo trattando in questo momento, rimane dentro i confini socio-sanitari. Cosa vuol dire che rimane dentro i confini socio-sanitari? Rimane dentro i confini di servizi e di strutture nelle quali il servizio sociale esercita un ruolo diretto nell'inserimento delle persone, ed esercita un ruolo diretto nel sostegno al costo della funzione. Il servizio sociale partecipa direttamente anche alle commissioni sulla vigilanza.
Nell'ambito psichiatrico e nell'ambito propriamente sanitario, il sociale non ha un ruolo diretto. Quindi quel tipo di vigilanza è totalmente a carico dell'ambito sanitario. Questo non per eludere il problema, ma per dire che i confini in cui noi operiamo sono questi, sono quelli fissati dalla legge n. 1. Sarebbe improprio caricare sulle commissioni di vigilanza ambiti che non sono tipici di quel ruolo, che non appartengono a quella funzione.
Dico anche che, comunque, è in corso, in ambito sanitario, una revisione rispetto alla vigilanza sulle strutture a totale carico sanitario, in modo tale che su questo si possa fare una discussione specifica. Se poi, con la delibera sulla psichiatria su cui andremo in discussione nei prossimi giorni, verificheremo e normeremo il fatto che su questo ambito esistono delle strutture socio-sanitarie, chiaramente rientreranno anch'esse in questo tipo di vigilanza. Allo stato attuale strutture di quel tiposono a totale carico della sanità. Al cento per cento. L'altro punto che volevo sottolineare è l'aspetto della partecipazione delle associazioni. Altro aspetto cruciale, a mio avviso molto rilevante e molto importante, di cui abbiamo già parlato in Commissione. Mi pare di avere colto questo elemento. Non è in gioco la collaborazione del Terzo Settore o del mondo del volontariato sui servizi.
Da alcuni interventi sembrava che questo fosse messo in discussione, ma non è questo il tema. Il tema è se le associazioni dei pazienti e dei familiari possono svolgere o meno un ruolo sulla vigilanza, rispetto alla qualità del servizio.
Io credo che questo sia un tema cruciale ma, nel contempo, abbiamo bisogno di saperlo gestire, per evitare di andare nella direzione di un conflitto tra la commissione della vigilanza e le associazioni dei pazienti dei famigliari. Poiché riteniamo opportuno raccogliere la sollecitazione emersa dal dibattito in Aula, noi diciamo: così come è formulato l'emendamento, non possiamo accoglierlo. Nel contempo, proponiamo, ma non so se possiamo farlo adesso o nel momento in cui arriveremo a votare quest'emendamento, una riformulazione che, dal nostro punto di vista, è sostenibile e accettabile. Parliamo dell'emendamento n. 66). Se poi il proponente è d'accordo, noi su questo esprimiamo parere positivo.
Ho una proposta di riformulazione che se vuole, Presidente, leggo adesso. Noi proponiamo questa formulazione: "Con provvedimento della Giunta regionale, vengono individuate le modalità di coinvolgimento delle associazioni maggiormente rappresentative degli utenti, dei loro famigliari e dei gestori dei servizi e delle strutture di cui al comma 1 dell'articolo 26, al fine di attuare una periodica consultazione per il miglioramento della qualità dei servizi. I criteri per la misurazione della rappresentatività di dette associazioni sono stabiliti dalla Giunta regionale, con provvedimento da adottarsi entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Questo è quello che noi proponiamo e che, dal nostro punto di vista può essere accolto. Questo darebbe un'idea omogenea su tutto il territorio regionale, mentre adesso è accaduta qualche esperienza qua e là di questo tipo, ma qui diventa una prescrizione di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento dice una cosa profondamente diversa, che è quello che l'Assessore aveva già detto in sede di Commissione. Meglio, l'Assessore, in sede di Commissione, ci aveva chiesto, se possibile, di riformulare l'emendamento in modo tale che non vi fosse alcun rischio di una commistione - che capivamo quando in Commissione avevamo formulato in modo differente l'emendamento - fra un'attività di vigilanza esercitata dalle associazioni e quelle di vigilanza formale esercitate dalle ASO e dalla Città di Torino.
Il nostro emendamento dice una cosa bene diversa. Il nostro emendamento dice: le associazioni di pazienti e famigliari, maggiormente rappresentative hanno accesso alle strutture. Non esprime alcuna indicazione rispetto ad una valutazione del servizio. Quello che ha letto l'Assessore, non è sostitutivo di quest'emendamento, ma è un di più, dice una cosa differente. Dice una cosa che è sostanzialmente questa: in Assessorato, non dentro le strutture, con cadenza bimestrale, vengono invitate le associazioni per fare il punto.



PRESIDENTE

Assessore Ferrari?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

La ratio è quella. Possiamo precisare, non vengono che chiamati in Assessorato. Sulle strutture rispetto alle quali una commissione esercita la sua funzione di vigilanza e dove possono esserci, secondo le modalità che verranno definite, associazioni rappresentative, su quel tipo di servizio che viene erogato, la commissione di vigilanza è tenuta a svolgere periodica consultazione su quel servizio. Questo è quello che si intende dire. Non è una cosa generica sul sistema dei servizi, ma è relativamente ai servizi che sono espressamente ed effettivamente indicati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

La Giunta faccia ciò che ritiene, ma noi riteniamo che l'emendamento che la Giunta ha presentato sia un emendamento migliorativo, ma non sostitutivo. Noi vogliamo sancire un principio banale, che le associazioni che noi chiamiamo in sostituzione del pubblico, a fare interventi che il pubblico non può fare - questo avviene in questa regione, non riguarda solo la psichiatria, ma riguarda tutto - hanno titolo di entrare all'interno di una struttura. Se oggi l'Auser volesse entrare all'interno di un RSA, non lo può fare. Se oggi Larn volesse entrare nella struttura di Borgo D'Ale la lasciano fuori. Perché le associazioni, a volte, si rivolgono ai Consiglieri regionali? Perché, grazie al nostro "dito", possono entrare.
Vi sembra normale una Regione in cui le associazioni maggiormente rappresentative i cui criteri li definite voi? Ma di chi sono maggiormente rappresentative? Voi definite i criteri e con quali modalità possono entrare all'interno delle strutture. Questo non può essere fatto.
E' evidente che se uno fa uno più uno più uno - non vado oltre, e potrei andare oltre, perché c'è un carteggio ufficiale fra il nostro Gruppo consiliare e l'Assessorato alle politiche sociali e alla sanità - ci sono cose anomale in questa Regione e nella Città di Torino. Ci sono interventi di vigilanza che non vengono fatti all'interno di questa città da più di un anno. Ci sono situazioni in cui, a fronte di puntualizzazioni fatte l'organizzazione della macchina regionale non è rimasta uguale. E possiamo andare oltre.
Questa è la dimostrazione che non si vuole fare attività di vigilanza e che non si vuole consentire liberamente a chicchessia di vigilare! Ma che timore dobbiamo avere per nascondere quelli che sono i servizi delle strutture imprenditoriali, pagate spesso coi soldi dei cittadini? Noi dovremmo lasciare le porte aperte! Abbiamo dovuto insistere per far mettere le bacheche! In gran parte delle strutture in cui uno entra, dove ancorch una norma dica che deve avere per 20 ore il medico, il medico non c'è, e non era sanzionabile! Va bene il passo in avanti - eravamo talmente indietro che riconosciamo che questo sia un passo avanti! - ma il fatto che non si possa fare questo intervento...
Quando le ASL hanno fatto interventi simili, cioè hanno fatto i valutatori fra i pazienti e i familiari. Invece non lo garantiamo a livello generale.
Io mi sorprendo, anzi, voglio dire, non è che mi sorprenda. Mi sorprendo della posizione della Giunta regionale e, mi consenta di dire dei colleghi, perché è il Consiglio regionale che decide. Il fatto che la maggioranza decida che noi spranghiamo le strutture e non facciamo entrare le associazioni...
Le modalità le decidete voi, non le decide il Consiglio!



(Commenti dell'Assessore Ferrari)



VIGNALE Gian Luca

Ma è una cosa diversa, Assessore, e lei lo sa benissimo. Un conto è dire che uno può entrare, altro discorso è dire che viene consultato per la valutazione del servizio.
Concludo dicendo che entro gennaio 2016, per atto di questo Consiglio regionale votato all'unanimità, avreste dovuto istituire l'Osservatorio sulla psichiatria: ad oggi non è istituito. Vede che la credibilità poi inizia a scricchiolare? E anche il senso di fiducia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire perché questo è davvero un momento particolare e cercherò di essere brevissima.
Mi rifaccio a quanto abbiamo detto prima, Assessore, circa questa grande occasione.
Provo ad entrare per un secondo in una struttura; c'è un Direttore e mi chiedo che tipo di preoccupazione possa dare a una struttura l'ingresso di un'associazione che fa un controllo. Personalmente, non intravedo situazioni di particolare gravità, neppure di interruzione del lavoro del personale che in quel momento è all'interno della struttura. Perché se la struttura è gestita con tutti i sacri crismi, avrà un Direttore che eventualmente, accoglierà l'associazione.
Assessore, il pensiero è quello di cercare di cambiare una situazione che abbiamo visto essere difficile, complessa e con un unico soggetto perdente, che è l'utente; e, in subordine, con un secondo soggetto perdente, che è il pubblico che paga; e con dei servizi che potrebbero essere di gran lunga migliori.
Ciò che ha detto prima il mio collega è sacrosanto, perché in qualche modo abbiamo amministrato tutti e sappiamo con quale cadenza di tempi le Commissioni di vigilanza visitano le nostre strutture (perch sottodimensionate o per altri motivi).
Possiamo dunque ammettere che il controllo è carente e non è garante della qualità della salute degli ospiti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Rimango anch'io abbastanza basito da queste considerazioni. Dobbiamo sprangare che cosa, Consigliere Vignale? Va bene tutto, nel senso che adesso è giusto caratterizzarsi e radicalizzare le posizioni politiche.
Ma arrivare a dire che la Giunta spranga le strutture rispetto alle associazioni o ai familiari, mi sembra francamente una rappresentazione un po' grottesca!



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Possono entrare? Mi dica, possono entrare?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Qui non è questione di entrare o meno.
Qui è l'esercizio.



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Scusi, ma io ho ascoltato in maniera religiosa i vostri interventi nonostante la Consigliere Batzella mi abbia bacchettato sullo sguardo! Ma era uno sguardo di estrema attenzione nei vostri riguardi. Ma qui stiamo parlando della.



(Commenti della Consigliera Batzella)



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Ma sì, era una battuta! Qui stiamo parlando della titolarità della funzione della vigilanza. E la titolarità della funzione della vigilanza è in capo all'Azienda Sanitaria, che la esercita secondo regole e secondo indirizzi.
Abbiamo raccolto degli emendamenti perché questa funzione venga esercitata in maniera omogenea. Abbiamo fatto dei passi in avanti rispetto all'assenza e al vuoto che ha caratterizzato tutti questi anni.
Facciamo un altro passo in avanti e riconosciamo la funzione delle associazioni. Ma non si può immaginare che le associazioni abbiano la stessa funzione dell'Azienda Sanitaria, permettetemi! Da questo punto di vista, nel momento in cui le associazioni vengono riconosciute come realtà rappresentativa e possono esprimersi sulla qualità del servizio.



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Posso finire di parlare, Consigliere Vignale, per favore? Se è ancora consentito.
Visto che non spranghiamo nessuno, lei non spranghi la mia voce per favore.
Voglio soltanto dire che noi stiamo...



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Per non arrivare a questo rischiamo di non portare a casa niente. Va bene, voi potete poi dirlo ai quattro venti, d'accordo. Però qui stiamo cercando di riconoscere un ruolo delle associazioni dei pazienti e dei familiari nel monitorare periodicamente la qualità di un servizio. Se noi diciamo le cose come voi le avete scritte, corriamo il rischio di produrre un conflitto sull'esercizio della funzione della vigilanza. Diventa ingestibile poi! Diventa ingestibile, abbiate pazienza! Dobbiamo dire che i campi sono distinti: le Aziende Sanitarie svolgono quella funzione consultando periodicamente le associazioni dei pazienti.
Ma, ragazzi, è un passo in avanti enorme! Possiamo dire di non aver fatto niente da questo punto di vista? Non credo.
Però se la posizione rimane questa.



PRESIDENTE

Avete due posizioni diverse.
Grazie, Assessore.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Abbiamo due posizioni differenti.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chiediamo l'appello nominale su tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Va bene, procediamo con le votazioni per appello nominale per tutti gli emendamenti.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Chiedo scusa, ma lo trasforma in emendamento?



PRESIDENTE

No, quello non è niente.
Era una proposta di sostituzione, adesso è carta straccia.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

La votazione è annullata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, se posso intervenire, riflettendo sull'emendamento presentato dal collega Vignale, sul quale non siamo di fatto d'accordo credo di poter parlare anche a nome del mio Gruppo, se il Capogruppo consente - rileviamo però una riflessione assolutamente seria dell'Assessore che non vorremmo buttare nel cestino - per utilizzare le sue parole - e riprendere nelle forme che il Regolamento di quest'Aula ci consentirà.
E' assolutamente importante quella riflessione.



PRESIDENTE

Si può tradurre in un atto di indirizzo, perché adesso non si pu presentare un emendamento.
Sulla posizione dell'emendamento presentato dal Consigliere Vignale, il collega non è d'accordo.
Però se lui lo ritiene, il collega Vignale può accogliere il suo con un secondo comma. 'E chiaro? Quindi, l'emendamento a prima firma Vignale verrebbe integrato da quest'altro comma. Può andar bene?



(Commenti fuori microfono)



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (fuori microfono)

Noi non lo accettiamo, però.



PRESIDENTE

E allora, effettivamente, quanto detto prima con buona volontà della Presidenza è carta straccia.
Ci abbiamo provato. Grazie per il suo contributo, Consigliere Ravetti: come sempre lei è attento, puntuale, preciso e certosino.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 16 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 17 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 77), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 17 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 17 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 16 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 15 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 139) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "L'articolo 3 del disegno di legge 210 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 140) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "Il comma 1, dell'articolo 3, del disegno di legge 210 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "Il comma 2, dell'articolo 3, del disegno di legge 210 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 142) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani e dalla Consigliera Porchietto: "Il comma 3, dell'articolo 3, del disegno di legge 210 è soppresso".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione complessiva degli emendamenti.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In realtà, questi emendamenti hanno un fine, e noi lo diciamo molto chiaramente: intervenire relativamente al merito, ma soprattutto relativamente al metodo. Stamattina abbiamo sottolineato come, pur con alcune parti sanate in modo postumo, rimangano tutta una serie di aspetti che vedremo poi nell'illustrazione degli emendamenti alla legge, non alla legge, che sono assolutamente significativi, quindi non soltanto quelli relativi al personale, alla tassa ambientale o altro, ma vi sono una serie di aspetti che la norma introduce: dal Collegio di direzione agli Organi di direzione delle Aziende Sanitarie, alla diversa articolazione dell'organizzazione del personale regionale. Sono una serie di emendamenti che - qualora votati - fanno del disegno di legge 210 una legge profondamente differente da quella approvata in Commissione.
Questo è assolutamente possibile, poiché è evidente che - come è sempre accaduto - il Consiglio regionale ha la competenza di modificare un disegno di legge che la Giunta ha presentato e che la Commissione ha licenziato. E' un po' meno usuale, ma abbiamo già visto con altre norme come la stessa Giunta abbia presentato un disegno di legge che poi è stato emendato in modo sostanziale, in aggiunta, all'interno della Commissione e, infine ancora emendato, sempre aggiungendo altri significativi articoli all'interno dell'aula.
La Giunta dovrebbe prevedere un disegno di legge nel momento in cui è pronta ad emanarlo e non presentare un pezzettino ogni passo. Questo, per un motivo molto banale: perché è assolutamente evidente che in quel modo il lavoro svolto in Commissione viene meno, perché l'attività di approfondimento che noi abbiamo in Commissione relativamente agli emendamenti, in aula consiliare sostanzialmente non c'è.
In Aula, la Giunta - quasi sempre il Vicepresidente - illustra gli emendamenti e poi, su quelli, ci può essere un'attività emendativa che è in capo all'opposizione e, qualche volta, è in capo alla maggioranza, e poi si passa al voto. Non è una modalità con cui si affrontano le leggi, anche perché va ricordato che questa maggioranza ha utilizzato molto spesso il contingentamento dei tempi. E' evidente che il contingentamento dei tempi non c'è in Commissione, ma c'è in Aula, e non credo che vi si possa accusare di furbizia, semplicemente perché non è così, ma è evidente che rischia di essere una modalità non corretta.
In Commissione, cioè, si presenta una proposta di legge snella, come il primo provvedimento che è arrivato all'interno della Commissione, che diventa più pesante alla conclusione della sua discussione, con l'inserimento di alcuni articoli (il 24 ovviamente sopra tutti, l'ecotassa ovviamente sopra tutti), che diventa ancora più pesante nel momento in cui arriva in Aula, dove si inseriscono altri articoli che vanno a stravolgere il disegno di legge iniziale.
Da questo punto di vista e per questo motivo abbiamo presentato - per adesso solo su tre articoli: il 3, il 4 e il 5 - alcuni emendamenti che vogliono significare la nostra contrarietà a questo modo di operare.
Capisco che la difficoltà che ha questa Giunta la si veda anche sulla capacità legislativa, perché non è la prima volta che succede: abbiamo assistito alla presentazione di una legge da parte dell'Assessora Cerutti che, una volta licenziata dalla Giunta, è stata emendata con 50 emendamenti dalla proponente stessa. Pertanto, abbiamo visto delle attività normative che non sono consuete, ma, al di là del fatto che verosimilmente ci si comporta come si è capaci (in questo modo, non bene), c'è un limite nei confronti del rispetto che il Consiglio regionale, prima in Commissione e poi in Aula, può e deve avere.
Questo, soprattutto, avviene se la dinamica che nasce fra il Consiglio regionale e la Giunta (volutamente non ho detto maggioranza e opposizione ma Consiglio regionale e Giunta) è quella cui abbiamo assistito poco fa cioè una posizione assolutamente bloccata su singoli interventi, che poi non si modifica in Aula.
Da questo punto di vista, anche l'attività non ostruzionistica, ma che cerca di esaminare con attenzione la norma, è un'attività che dobbiamo utilizzare, e non è la prima volta che lo diciamo.
Non vogliamo dare consigli gratis, ma questa attività non conviene n alla Giunta né alla maggioranza, perché, anche con il contingentamento dei tempi, questo Consiglio vota - se va bene - una legge al mese, forse meno perché il tempo che passa fra l'iscrizione del provvedimento in Commissione, il richiamo in Aula e il contingentamento è decisamente superiore al mese e il rischio è che si arrivi a questo.
Voglio ricordare che l'approvazione dei due provvedimenti precedenti è avvenuta in modo assolutamente sobrio, nel senso che sulle ATL e sull'altra norma votata ognuno di noi ha espresso le proprie posizioni, votando a favore o contro, ma facendo un percorso di legge in cui siamo intervenuti solo ed esclusivamente nel merito.
Pertanto - e concludo - rispetto ai quattro emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 3, i temi sono questi.
Lunedì, in sede di I Commissione, riprenderemo parte della discussione di questa norma, perché audiremo le organizzazioni sindacali che incidentalmente non sono ancora state incontrate, se non dal Direttore Generale. Anche in questo caso, ci dovete dire se il Direttore Generale fa le veci dell'Assessore al personale, perché, in quel caso, chiederemo al Presidente di togliere la delega all'Assessore, così risparmiamo un'incombenza esistente. In realtà, spetta all'Assessore Ferraris e non al Direttore Generale, che ha - sì - per norma della Regione Piemonte, una competenza riguardante il personale, ma sempre in termini di responsabilità di uffici amministrativi e non certo di carattere politico. Quando, invece una legge viene illustrata dal Direttore Generale e non dall'Assessore, si capisce chi ha fatto una scelta, che - in questo caso - non credo sia quella dell'Assessore Ferraris.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 139), sul quale l'Assessore Ferraris, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 140), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indico la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.03)



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