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Dettaglio seduta n.161 del 12/07/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 09.40 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1095 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Esternalizzazione (privatizzazione) del forno crematorio del cimitero di Pallanza (Verbania)"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interpellanza n. 1095, presentata dal Consigliere Grimaldi, avente ad oggetto "Esternalizzazione (privatizzazione) del forno crematorio del cimitero di Pallanza (Verbania)".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente Come l'Assessore sa, il Comune di Verbania in data 23 settembre 2015 ha espresso a maggioranza una deliberazione che prendeva atto delle difficoltà operative del forno crematorio del cimitero di Pallanza e, di fatto procedeva all'esternalizzazione dell'impianto con la possibilità non solo di concessione verso il Comune, ma anche di raddoppio dell'esistente forno crematorio.
Per tale decisione è stato indetto un referendum - che, tra l'altro, è stato svolto durante quello delle trivelle - che ha visto una grande maggioranza affermarsi, ma non ha raggiunto il quorum come il referendum nazionale.
In data 1° aprile 2016 il Consiglio comunale di Verbania si è di nuovo espresso con un ordine del giorno, chiedendo in questo caso di ritirare la deliberazione e di non avviare la procedura di project financing proprio per rispetto l'esito referendario.
Per arrivare all'oggetto dell'interrogazione, il nodo principale è che il servizio di gestione del forno rende attualmente al Comune mediamente 250 mila euro. Le salme che sono attualmente cremate sono più o meno 1.300 e l'impianto può effettuare un massimo di 1.870 cremazioni. Quindi, ce ne sono ancora 500 ancora "possibili".
Il nostro piano di coordinamento per la realizzazione dei nuovi cimiteri crematori evidenzia che sono attivi già 12 forni in Piemonte, per un totale di 15 linee e che questi sono ritenuti sufficienti per il fabbisogno regionale.
Ricordo che, per essere economicamente sufficiente e sostenibile, un forno crematorio deve bruciare almeno 1.200-1.500 salme per ogni linea.
Il bacino di riferimento in questo caso deve prevedere almeno 5.000 decessi annui su una popolazione di 500 mila abitanti e la distanza minima tra due forni deve essere almeno di 50 chilometri.
Proprio alla luce di queste indicazioni, il forno esistente al cimitero di Pallanza, tra l'altro perfezionato con nuove tecnologie, appare più che sufficiente per il fabbisogno del VCO, considerando che già ora su 1.200 cremazioni, solo 200 sono di Verbania. Quindi, una seconda linea appare assai strana, se non per altri tipi di interesse.
Tra l'altro, la concessione che verrebbe fatta porterebbe un canone di 150 mila euro; quindi, meno dell'uso interno che oggi porta, più o meno 250 mila euro di risorse.
Il soggetto a questo punto sarebbe incentivato ad incrementare l'attività crematoria per ottenere quei profitti tali da giustificare l'investimento che il Comune afferma di non poter sostenere in proprio e di pagare quei 150 mila euro.
Pertanto, chiedo all'Assessore se l'eventuale creazione della seconda linea sia in contrasto con la normativa che ho citato, se intenda assumere un provvedimento, se ne era a conoscenza e se si vuole interpellare il Comune di Verbania prima che la procedura vada troppo avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

La legge nazionale 130/2001 e la legge regionale 15/2011 hanno attribuito alla Regione funzioni di coordinamento per la realizzazione di cimiteri e crematori.
Conseguentemente, con il Piano approvato con la deliberazione del Consiglio regionale del marzo 2015 sono state fornite le necessarie linee di indirizzo ai Comuni, cui spetta la realizzazione di tali impianti e la conseguente gestione e titolarità dei procedimenti per la costruzione dei medesimi.
Il Piano regionale non prevede l'espressione di un parere né il rilascio di alcuna autorizzazione da parte dell'Amministrazione regionale in merito alla costruzione dei crematori i cui progetti sono approvati dal Comune, su parere favorevole dell'ASL ed autorizzati dall'ente provinciale per ciò che riguarda le emissioni in atmosfera, stabilendo i valori limite di emissione, le prescrizioni, anche inerenti alle condizioni di costruzione e di esercizio, i metodi di campionamento e di analisi e la periodicità dei controlli.
Con note del 30 novembre 2015 e del gennaio 2016 il Settore regionale competente ha fornito ulteriori indicazioni ribadendo che le ASL nell'esprimere il proprio parere in merito alla costruzione del crematorio devono valutare il rispetto dei criteri indicati al punto 6 del capitolo 3 del Piano, e segnalando ai Comuni piemontesi la necessità che la documentazione progettuale degli impianti venga inoltrata all'ASL anche in fase preliminare per evitare che il riscontro di eventuali criticità nelle fasi progettuali successive possano inficiare l'iter dell'opera.
I criteri individuati al punto 6 del Capitolo 3 del Piano sono i seguenti: l'efficienza che deve prevedere almeno 1.200/1.300 cremazioni/anno per impianto o per linea il bacino di riferimento, che deve prevedere almeno 5.000 decessi annui (equivalenti ad una popolazione di circa 500 mila abitanti) e che pu essere raggiunto anche attraverso associazioni tra Comuni, convenzioni unione di Comuni una distanza minima di almeno 50 chilometri da un altro impianto la scelta di installazione di impianti in cimiteri situati in zone metanizzate per contenere l'inquinamento atmosferico e favorire l'utilizzo di combustibili a ridotto impatto ambientale.
Pertanto, gli impianti crematori devono rispondere ai requisiti contenuti nel Piano citato, in assenza dei quali non possono essere rilasciati i previsti pareri ed autorizzazioni. Sulla base dei dati statistici disponibili risulta che il fabbisogno regionale di cremazioni sia soddisfatto dagli impianti esistenti e conseguentemente l'eventuale realizzazione di una nuova linea dovrebbe far riferimento alla programmazione regionale stabilita nel Piano per ciò che attiene il numero delle cremazioni, finalizzando l'installazione della nuova linea unicamente ad una migliore gestione ed efficienza dell'impianto, senza prevedere l'incremento delle cremazioni.
In sostanza, l'ASL ha il compito di verificare questa situazione. E' chiaro che dopo questa interrogazione, chiederò all'ASL di verificare con una certa attenzione che siano rispettati i criteri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per la replica.



GRIMALDI Marco

Ringrazio l'Assessore. Chiedo se sia possibile sapere anche successivamente quello che dirà l'ASL.
Ritengo che anche se non ci sia, da parte nostra, il diritto-dovere ad intervenire dentro l'iter, credo che sia giusto che il nostro impianto deliberativo e la nostra legge venga rispettata.
Credo che se sarà possibile, da parte dell'Assessore, avere un'interlocuzione con il Comune, anche solo informale, per capire lo stato dell'iter e capire cosa ha portato al superamento di alcuni standard previsti dalla nostra normativa. Secondo me è importante, anche perché, per quanto ci sia autonomia, credo che la Regione debba sempre svolgere il ruolo di coordinamento su materie su cui legifera e su cui fornisce delle linee guida.
Ringrazio l'Assessore e chiedo che nei prossimi mesi ci dia qualche aggiornamento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 509 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Riorganizzazione degli ambulatori comunali" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interpellanza n. 509 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Riorganizzazione degli ambulatori comunali", verrà fornita risposta scritta, in quanto il Consigliere interrogante non potrà essere presente in Aula.


Argomento: Musei

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1052 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola e Bono, inerente a "Museo del Cinema di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1052 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola e Bono, avente ad oggetto "Museo del Cinema di Torino".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Saitta per la disponibilità.
In realtà, l'interrogazione è depositata da maggio, quindi mi stupisce un po' che l'Assessore Parigi non abbia trovato il tempo di rispondermi in questi mesi; d'altra parte, denunciamo da tempo il sistema malato della cultura, forse l'Assessore Saitta può trovare la sua giusta collocazione oggi, con questa risposta.
Parliamo del Museo del Cinema. Sappiamo che la Regione partecipa, in qualità di socio fondatore, alla Fondazione Maria Adriana Prolo - Museo Nazionale del Cinema e sappiamo che partecipa ad alcune decisioni relative alle nomine che avvengono in questa fondazione, però, il 22 dicembre 2015 in occasione della scadenza del mandato del Direttore del Museo del Cinema Alberto Barbera, è successo che il Collegio dei Fondatori del Museo del Cinema decidesse di ricercare un direttore gestionale, nominando Alberto Barbera...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera Frediani, siamo pochissimi in aula, ma stiamo facendo un rumore incredibile. Chiedo, per favore, di poter permettere alla Consigliera di illustrare l'interrogazione.



FREDIANI Francesca

Riparto da quanto accaduto a dicembre.
Il 31 dicembre 2015, dopo 11 anni di carica, il mandato di Direttore del Museo del Cinema di Torino affidato ad Alberto Barbera giungeva al termine.
Il giorno 22 dicembre, il Collegio dei Fondatori del Museo del Cinema decideva di ricercare un direttore gestionale, e nominava, appunto, Alberto Barbera, in qualità di consulente con partita IVA, come direttore artistico, violando in questo modo lo Statuto del Museo che prevedeva la presenza di un'unica figura di direttore.
Tale operazione prevedeva non solo che al bilancio del Museo si aggiungesse lo stipendio di un direttore gestionale, ma che lo stipendio di Barbera, che ammonta a 140 mila euro più IVA, rimanesse invariato, pur essendo il suo incarico, di soli otto mesi all'anno, enormemente ridotto.
Nel mese di marzo 2016, l'Assessore alla cultura del Comune di Torino Maurizio Braccialarghe, inviava al Comitato di gestione del Museo del Cinema una mail nella quale indicava che la ricerca non fosse diretta ad un direttore ma ad un dirigente. A nostro parere, questa formulazione cercava in qualche modo di aggirare l'ostacolo statutario che abbiamo citato poco fa.
I soci fondatori privati si opponevano a questa direttiva criticando la disinvoltura dell'operazione, cosicché nel Collegio dei Fondatori del 29 marzo 2016 veniva deciso di rimandare tutto a dopo le elezioni amministrative. Poi, abbiamo visto che Barbera ha rassegnato le dimissioni e che si è aperto un bando gestito dalla Praxi.
Nel mentre, il Comune di Torino dichiarava apertamente e inequivocabilmente il proprio intento di riscrivere i regolamenti sulle nomine, in modo che la riconferma di Alberto Barbera non richiedesse la pubblicazione di un bando.
Nel frattempo, Barbera, tre giorni prima della scadenza del suo mandato siamo al 28 dicembre 2015 - concedeva 20 aumenti di livello e/o stipendio, tra cui la nomina di tre nuovi quadri direttivi, compresa la sua assistente, anche lei con doppio incarico Torino-Venezia. Questa operazione pare sia avvenuta senza la preventiva consultazione del Comitato di gestione del Museo, che nel verbale della seduta del 1° marzo 2016 avrebbe preso le distanze da questa concessione, quindi senza avere interpellato il Comitato stesso.
Tale contesto ha comportato per il Museo del Cinema un aumento di 70 mila euro di costi fissi all'anno, quando Alberto Barbera risulta avere deleghe per un massimo di 50 mila euro di spesa.
Gli aspetti più critici sono due: in particolare, la dimensione dei doppi incarichi Torino-Venezia di Barbera e di Angela Savoldi, quindi ci chiediamo come possano ambedue svolgere contestualmente entrambi gli incarichi in modo efficace.
Il secondo, il modo in cui è avvenuto il passaggio e lo sdoppiamento di questa figura tra direttore amministrativo e artistico, che pare probabilmente, un modo per cercare di salvare questa figura assegnata ad Alberto Barbera.
Poi, abbiamo visto gli articoli di giornale, che adesso non illustro per mancanza di tempo.
La nostra interrogazione è volta a chiedere alla Giunta se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa - e, in caso contrario, se intenda approfondire - e, qualora i fatti sopraesposti fossero confermati quali iniziative intenda assumere al fine di salvaguardare il prestigio di un ente di tale rilevanza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
All'interrogazione risponde l'Assessore Saitta per conto dell'Assessore Parigi; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore regionale

Con riferimento a quest'interrogazione, l'Assessorato alla cultura, già a conoscenza dei principali fatti riguardanti la sostituzione, per scadenza del mandato, del Direttore della Fondazione, ha richiesto, per completezza alla stessa Fondazione un aggiornamento che si riporta, che girer completamente alla collega.
Nel mese di dicembre 2015, in prossimità della scadenza di contratto del Direttore Alberto Barbera, il Collegio dei Fondatori e il Comitato di Gestione del Museo hanno discusso la possibilità di scorporare le deleghe amministrativo-finanziarie attribuite al Direttore da quelle artistico scientifiche, al fine di affidare a due distinti soggetti le relative funzioni e ricercare mediante bando pubblico una figura in possesso di specifiche competenze manageriali.
Successivamente, in ragione delle difficoltà di conciliare il nuovo assetto con lo Statuto del Museo e le conseguenti complessità societarie il Collegio ha deliberato di rimandare la decisione a un momento successivo alle elezioni amministrative, così che il nuovo assetto direzionale avesse l'approvazione del Sindaco di Torino. Per garantire l'operatività della Fondazione, il contratto del dottor Barbera è quindi stato prorogato sino al 31 ottobre e ogni decisione in merito verrà assunta entro l'autunno.
Con riguardo al contestuale svolgimento degli incarichi di Direttore del Museo Nazionale del Cinema e Direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, tutto è stato predisposto in modo da consentire la piena operatività del Museo sia dal punto di vista organizzativo che della continuità nella gestione artistico-scientifica. Sul presunto conflitto di interesse tra la Mostra di Venezia e i Festival facenti capo al Museo questi ultimi hanno una propria struttura artistica autonoma e indipendente, e al Museo è affidata unicamente la gestione finanziaria e amministrativa delle manifestazioni; né il dottor Barbera è mai intervenuto per condizionare in alcun modo le scelte e la politica artistica delle rassegne.
Nel mese di ottobre 2015, il Museo ha dato avvio alle procedure per l'adozione del protocollo organizzativo ai sensi della legge n. 231/2001 che a breve entrerà nella piena operatività e all'interno della quale verrà formalizzata ogni procedura per la conduzione amministrativo-finanziaria dell'Ente.
In riferimento agli aumenti di livello e/o stipendio concessi a fine dicembre, questi dovevano soddisfare le esigenze di adeguare alcuni compensi e/o riconoscimenti di ruolo a dipendente che da tempo svolgevano mansioni di livello superiore a quello riconosciuto in precedenza. La piccola manovra ha comportato un costo complessivo di 44.375 euro a carico del Museo del Cinema, spesa che rientra nell'ambito della delega concessa al Direttore.
Infine, non vi è alcuna evidenza che le dimissioni dell'ex Presidente del Museo, dell'ex Presidente del Collegio dei Revisori contabili e dei due membri del Comitato di Gestione siano correlate ai fatti sopra evidenziati.
Riguardo all'affidamento dell'incarico di Direttore, si aggiunge - come indica la collega nella sua nota - che, come concordato nell'ambito del Collegio dei Fondatori, rimandando ogni decisione in merito alla possibilità di scorporare le deleghe all'insediamento della nuova Amministrazione comunale, la Fondazione, attesa la scadenza del mandato del Direttore in carica, ha provveduto nel rispetto dello Statuto vigente all'indizione della procedura per la selezione del nuovo Direttore pubblicando il bando con scadenza 2 settembre p.v.
Sarà ora necessario un confronto con la nuova Amministrazione comunale per riprendere, in sede di Collegio dei Fondatori, la valutazione della situazione venutasi a creare ed adottare, se del caso, eventuali nuove decisioni in merito.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non so se la collega vuole la risposta scritta, come da prassi.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Procederemo ora alla verifica del numero legale.



(Alle ore 9.59 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(Alle ore 10.01 la Consigliera Segretaria Motta comunica che la seduta è aggiornata di mezz'ora per mancanza del numero legale)



(Alle ore 10.32, la Consigliera Segretaria Motta, comunica che a causa del prolungarsi della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari la seduta è posticipata di 15 minuti)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, in merito al ricevimento di una delegazione dei lavoratori dell'ATC di Torino in manifestazione davanti a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne fa facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non so se si può annoverare come una proposta di modifica, ma chiederei di poter ricevere subito i lavoratori dell'ATC di Torino.



PRESIDENTE

Li deve ricevere...
Abbiamo dato comunicazione, perché loro hanno chiesto la disponibilità all'Assessore per essere ricevuti.
Mi dicono che sono già stati ricevuti.



BONO Davide

Capisco l'Assessore...
Ero alle spalle dell'Assessore...



PRESIDENTE

Non potevano loro.



BONO Davide

Lo so. Loro possono fino alle ore 12.
Poiché l'argomento è complicato e interessa tutto il Consiglio, chiedo se è possibile riceverli subito. Penso che in un quarto d'ora/20 minuti riescano a spiegarci quali sono le problematiche e noi riusciamo a comprendere, come tutti i Gruppi consiliari, cosa possiamo fare e come possiamo aiutarli, così risolviamo la questione.
Sarebbe di grande aiuto penso anche per il proseguo dei lavori dell'Aula. Grazie.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 529 presentato dal Consigliere Marrone, inerente a "Iniziative della Giunta regionale riguardo al superamento delle sanzioni alla Russia secondo il principio; pace, condizioni per lo sviluppo" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere un ordine del giorno sul riconoscimento del referendum dell'indipendenza in Crimea e chiedo che, essendo collegato per oggetto agli ordini del giorno già calendarizzati al punto 8), sia discusso congiuntamente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Province

Richiesta, da parte del Consigliere Vignale, di chiarimenti in merito alle modalità di esame del disegno di legge n. 210


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
So che è stata affrontata la discussione in sede di Conferenza dei Capigruppo, ma, rispetto al disegno di legge n. 210, vorrei richiamare due aspetti in Aula, affinché rimangano a verbale.
Vi è una norma, che oggi viene portata in Aula, che viola la legge regionale. Nel senso che l'articolo 24, licenziato in Commissione, è stato inserito senza la richiesta del parere del CAL.
Come il Presidente sa bene, vi è una norma che prevede che qualunque attività normativa impatti sugli Enti locali, le Commissioni del Consiglio regionale hanno l'obbligo di trasferirla al CAL per l'espressione di un parere entro 15; se non lo esprime, ovviamente la Giunta e il Consiglio proseguono. Abbiamo già ridotto, con una modifica di pochi mesi, fa il periodo di tempo (da 30 a 15 giorni) in cui il CAL ha titolo di esprimersi e questo non è avvenuto. Questo è un primo aspetto.
Vi è un altro aspetto che riguarda la legge 23. Di nuovo, sul disegno di legge 210, neppure presentato in sede di Commissione, ma presentato in sede d'Aula, una modifica sostanziale - e non entro nel merito - della legge 23.
Per prassi, in quest'Aula si è sempre ritenuto che, allorquando vi sia una modifica alla legge sul personale, vi sia un obbligo di informativa alle organizzazioni sindacali, un obbligo di informativa alla Commissione consiliare, dopodiché la Commissione lo può licenziare. Invece, ancorché se ne sia discusso nella giornata di ieri, vi è oggi è in Aula un emendamento che non è stato minimamente valutato dalla Commissione consiliare quando ha esaminato il disegno di legge n. 210.
In ultimo, sugli emendamenti al disegno di legge: la Giunta regionale ha presentato una serie di emendamenti che per circa una decina di articoli, se non di più, riscrivono il disegno di legge.
Il tema è puntuale e lo pongo alla Presidenza del Consiglio. E' noto che è cambiata la modalità di utilizzo del Regolamento, in particolar modo dell'articolo 69, dalla scorsa legislatura: in questa legislatura allorquando la Giunta regionale lo ha ritenuto utile, cioè quasi sempre, ha utilizzato l'articolo 69 contingentando i tempi. Allora, è evidente che il contingentamento dei tempi non può prevedere le "furberie": io presento un provvedimento in Commissione che in qualche modo è licenziabile, la Commissione lo licenzia; arriva in Consiglio e viene quasi completamente stravolto, anzi non viene stravolto, ma viene aggiunto un numero così complesso di articoli che ne fanno un'altra legge.
Noi dobbiamo capire se ha un senso che noi discutiamo i provvedimenti in Commissione e soprattutto se li licenziamo. Li dico tutti assieme perch hanno valutazioni diverse, ma il parere formale che chiediamo a lei all'Ufficio di Presidenza e al Direttore generale è se c'è un rispetto delle norme nell'affrontare il disegno di legge n. 210. Questo è il tema principale. Ve ne sono altri che poniamo e che hanno un valore minore, ma credo che non possano essere non tenuti in considerazione dalla Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La Presidenza del Consiglio ha tenuto in debita considerazione le argomentazioni che lei ha posto. Questa mattina alle ore 9.30 ho ricevuto le organizzazioni sindacali, che hanno sollevato questa questione. Per questo motivo, mi sono permesso, tempestivamente, di convocare la Conferenza dei Capigruppo, quindi la situazione è definitivamente risolta perché abbiamo convocato la Commissione lunedì prossimo alle ore 14 per le audizioni delle organizzazioni sindacali e, invece, giovedì è stato convocato il CAL.
Comunque condivido. Abbiamo socializzato nella Conferenza dei Capigruppo queste sue legittime osservazioni.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il punto è che le osservazioni dei colleghi sono in continuità con quello che stanno facendo loro stessi. Abbiamo affrontato questi punti alla Conferenza dei Capigruppo e se riapriamo la discussione si può fare in Aula, ma se facciamo così, l'Aula sta superando quello che ha appena determinato la Conferenza dei Capigruppo.
Ho fatto la stessa domanda del collega Bono sull'incontro con i sindacati; lei mi ha risposto, tra l'altro davanti a Bono stesso, che era già avvenuto ed era avvenuto in presenza dell'Assessore Ferraris. Anche il Capogruppo Pichetto ha espresso le stesse preoccupazioni di Vignale e abbiamo trovato una soluzione.
Tutto bene. Si può replicare la Conferenza dei Capigruppo in Aula basta solo chiarirci a cosa servono le Commissioni. Vale anche per questo Consigliere Vignale.



PRESIDENTE

Non si replica, però per garbo e per cortesia ho ritenuto importante e costruttivo ascoltare il Consigliere Vignale e il Consigliere Bono.
Do la comunicazione al Consigliere Bono che nella Conferenza dei Capigruppo si è deciso, anche perché questa era la volontà delle persone che volevano essere audite, l'incontro con l'Assessore e non con i Gruppi.
Quindi la partita si è conclusa.
In ogni caso, quando ci sono delle manifestazioni all'esterno, il periodo per l'audizione è nell'intervallo, altrimenti salta tutto il piano organizzativo dell'o.d.g.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Alle ore 13 non ci sarà l'audizione, perché loro non potevano.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 5 luglio 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Chiamparino.
Non è presente l'Assessore Parigi.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione Presidenza e Vicepresidenza Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza ha preso atto che, a decorrere dal 1° luglio 2016, la carica di Presidente del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle è rivestita dal Consigliere Paolo Domenico Mighetti e la carica di Vicepresidente è rivestita dalla Consigliera Francesca Frediani.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 28 giugno 2016.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Rapporti Regioni - Governo

Proseguimento esame mozione n. 615 presentata dai Consiglieri Vignale Berutti, Graglia, Pichetto Fratin e Sozzani, inerente a "Moratoria e referendum popolare sul Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e investimenti"; ordine del giorno n. 785 presentato dai Consiglieri Valetti, Batzella, Bertola, Bono, Frediani e Mighetti, inerente a "Trattati internazionali TTIP e CETA"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 615, avente ad oggetto "Moratoria e referendum popolare sul Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e investimenti", e dell'ordine del giorno n.
785, avente ad oggetto "Trattati internazionali TTIP e CETA", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 5 luglio, il Consigliere Valetti ha illustrato l'ordine del giorno n. 785 e la mozione n. 615 è stata illustrata dal Consigliere Vignale.
In sede di discussione generale, sui due atti di indirizzo sono intervenuti i Consiglieri Bertola, Gallo e Appiano.
È seguito l'intervento dell'Assessore Ferrero.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n. 615, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 785, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Province

Proseguimento esame disegno di legge n. 210 "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23" (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 210, inerente a "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'articolo 21 della l.r. 23/2015", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Avendo terminato la discussione generale, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Bono, Mighetti Frediani, Bertola, Batzella, Campo, Valetti.: "L'articolo 1 è abrogato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Non è possibile consultare gli emendamenti, non sono ancora on line.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Gli emendamenti non sono ancora caricati. Se volete, possiamo sospendere qualche minuto la seduta in attesa che vengano caricati.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.03, riprende alle ore 11.17)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'emendamento n.
58).



BONO Davide

Prendo solo tre minuti, perché l'emendamento.



PRESIDENTE

Lei mi è simpatico, può anche prendersi qualche minuto in più.



BONO Davide

Guardi, Presidente, oggi sono adirato con lei per non aver permesso al Consiglio di ricevere i lavoratori dell'ATC.



PRESIDENTE

Non io, loro non hanno voluto. Dubita di me?



BONO Davide

Diciamo dal primo giorno che si è insediato come Presidente, magari potrei essere più buono sotto Natale. Riprovi a farmi la domanda a fine dicembre.
A parte le battute, si tratta di un emendamento molto semplice che contiene una sostanza. Noi chiediamo di abrogare l'articolo 1, non perch siamo, come ho già detto all'Assessore Ferrari, particolarmente contrari al dettato normativo dello stesso, ma perché crediamo che, visto che abbiamo in discussione un provvedimento (il disegno di legge n. 193) di riordino complessivo della materia riguardante gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza, questo articolo va spostato in quel provvedimento.
Non capisco perché dobbiamo avere un insieme legislativo così disordinato. Non è una peculiarità dell'Assessore Ferrari, non attribuisco una colpa specifica all'Assessore, ma è un andamento complessivo dell'amministrazione regionale che c'era anche nella scorsa legislatura: presentare norme complessive, che hanno un percorso accidentato - è normale, è accidentato il percorso della democrazia se vogliamo continuare a rispettare i tempi e le modalità della democrazia che io ritengo sia più che lecito e opportuno - poi si selezionano delle parti che vengono inserite in disegni di legge omnibus, come il disegno di legge n. 210, per avere una corsia e un percorso preferenziale.
Quando poi si devono andare a rivedere le normative - in questo caso può essere un po' più semplice, ma penso alla normativa sul turismo che ancora aspetta un testo unico che possa riassumere in un'unica legge tutta la normativa frammentata in più di una dozzina di leggi - si fa veramente confusione. Non si riesce neanche cercarlo, ad esempio, sul motore di ricerca per tematica, perché questo provvedimento in che Commissione e su che tema viene inserito nel motore di ricerca? Ci sono parti di sanità, ci sono parti di assistenza sociale, di turismo e così via.
Chiediamo un atto di responsabilità all'Assessore, che questo articolo venga sospeso, neanche cancellato, e rinviato al disegno di legge n. 193 che è in Commissione e lo affrontiamo giovedì. Tra l'altro, c'era anche un articolo che riguardava la parte normativa, non mi ricordo se il 12 o il 13 luglio. Se passa questo, dovremo poi abrogare alcuni articoli del disegno di legge n. 193.
Ribadisco, su questo non ci sono contrarietà particolari, le abbiamo affrontate in Commissione e le abbiamo risolte. Prova ne sia che gli emendamenti sono abrogativi e non sono emendamenti di merito che vanno a modificare qualcosa.
Noi chiediamo di accogliere questa richiesta delle opposizioni.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio agli allievi dell'Istituto Professionale per il Commercio "P. Boselli " di Torino


PRESIDENTE

Saluto gli studenti dell'Istituto Professionale per il Commercio "P.
Boselli" di Torino che seguono il progetto alternanza scuola-lavoro in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Province

Proseguimento esame disegno di legge n. 210 "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23" (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56) (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 210, segnatamente all'emendamento n. 58) all'articolo 1.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come diceva il collega Bono, qui vogliamo porre anche una questione di metodo. Sul merito ne discutiamo: ne abbiamo già discusso in Commissione e lo rifaremo qui Aula. Come l'Assessore Ferrari ben sa, sul merito ci sono alcune differenziazioni, ma non emergono grosse contrarietà.
Però contestiamo il metodo.
Qui si vuole anticipare ed accelerare un percorso che altrove si è avviato con un disegno di legge (stiamo parlando delle IPAB). In un altro caso, ancora più grave - gravissimo, direi - si vanno ad introdurre in Aula degli emendamenti che inseriscono una disciplina completamente nuova per il personale.
Pongo, allora, questo tema: non sarà che, forse, l'atteggiamento dialogante e disponibile sul merito che abbiamo avuto in Commissione (anche sul collegato alla legge finanziaria) ha dato qualche licenza di troppo alla Giunta regionale, che va a presentare in Aula degli emendamenti che introducono una disciplina completamente nuova, scavalcando qualsiasi cosa anche le consultazioni? Con questo vogliamo porre proprio una questione di metodo, perché non vorremmo che, poi, l'atteggiamento disponibile, responsabile, dialogante e concentrato sul merito desse, in qualche modo, delle licenze che la Giunta non si dovrebbe prendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Rispetto a quanto hanno già detto i due colleghi che mi hanno preceduto, volevo soltanto aggiungere che questo modo di legiferare è in palese contrasto anche con il titolo del disegno di legge. Perché discutere di "Disposizioni di riordino e semplificazione dell'ordinamento regionale" laddove, invece, andiamo ad introdurre articoli che complicano, di fatto la situazione - perché non sono, nella parte normativa, di competenza e di materia - non farà altro che rendere più complessi tutti i successivi interventi sulla materia, sia per il disegno di legge già in discussione in Commissione, sia per i successivi interventi.
Non è la prima volta, tra l'altro, che si interviene su provvedimenti dai nomi più svariati (comprese le leggi finanziarie e i collegati al bilancio) per correggere interventi su materie che, magari, ben poco hanno a che fare col bilancio o con la finanziaria, se non perché sono provvedimenti che passano per primi in Aula e su cui, magari, diventa anche più facile applicare eventuali limiti temporali alla discussione.
E' una pessima abitudine del livello nazionale, dove addirittura si abusa di questo tipo di legiferazione omnibus (persino nella decretazione d'urgenza), e sta diventando una pessima abitudine anche in questo Consiglio regionale.
Io non capisco perché non si vogliano affrontare gli argomenti nelle sedi opportune. E perché si vadano a modificare leggi o ad introdurre norme nuove (perché qui, di fatto, introduciamo un pezzo di norma nuova) in provvedimenti omnibus. Il problema di fondo è che, poi, nella discussione non si riesce ad avere il quadro generale delle modifiche che si stanno apportando all'ordinamento regionale: al diavolo, quindi, il riordino e la semplificazione! In secondo luogo, non si riescono a valutare correttamente gli impatti: parliamo di qualità della normazione. Perché quando modifico a spizzichi e a bocconi i provvedimenti omnibus sparsi, poi non si riesce a capire che effetto avrà quella norma. Infatti, ogni due, tre, quattro cinque o sei mesi siamo di nuovo ad intervenire sulla stessa materia.
Per cortesia, eliminiamo queste schifezze normative e lavoriamo in modo serio e strutturato!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Mighetti: ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento abrogativo sta ad indicare il nostro approccio generale al provvedimento; approccio che, come dicevano i colleghi precedentemente, vuole andare a criticare, sostanzialmente, quello che è il sistema con cui si vogliono modificare un certo numero di leggi che oltretutto, in parte hanno provvedimenti in corso di discussione (o quantomeno che sono incardinati) nelle Commissioni competenti.
E' una modalità che da subito abbiamo accolto in maniera tiepida, anche per le dimensioni del provvedimento: il provvedimento è arrivato in Commissione ed è stato valutato a livello di audizioni in maniera parziale perché era un provvedimento molto più snello. Poi, pian piano, questo provvedimento si è evoluto, si è ingrossato e si è modificato, ma non tanto per volere del Consiglio regionale o dei Consiglieri che hanno proposto milioni di emendamenti, quanto, soprattutto, per l'intervento della Giunta regionale.
E' un aspetto decisamente atipico: se la Giunta regionale voleva fare un disegno di legge omnibus, su cui inserire un certo numero di cose doveva presentarlo alla Commissione, presentarlo agli auditi e presentarlo al CAL; dopodiché si decideva, anche da parte delle opposizioni, qual era l'intendimento e la linea da tenere per l'iter di questa normativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Partendo dalla discussione di questi emendamenti non posso che accodarmi a quanto detto dai colleghi e commentare il modo con cui si sta portando avanti questo provvedimento. Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a provvedimenti di questo tipo, che, alla fine, diventano dei "contenitori" dove si va a mettere un po' di tutto e, oltretutto, si va anche ad aggiungere in corsa un po' di tutto.
Questo atteggiamento svilisce un pochino il ruolo del Consiglio, perch si perde l'occasione per approfondire alcuni temi che, invece, metterebbero sicuramente una maggiore attenzione: parliamo, ad esempio, del tema del personale, che abbiamo affrontato ieri in Commissione e su cui abbiamo visto depositare diversi emendamenti già in corsa. Un tema come questo, che incide così profondamente sulla vita della Regione, non può essere affrontato in questo modo, cioè inserendo degli articoli all'interno di un disegno di legge che va a trattare gli argomenti più disparati.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: o sospendo il Consiglio per questa mattina e anche per oggi pomeriggio, oppure dovete garantire un po' di silenzio.



FREDIANI Francesca

Stavamo dicendo che già è complicato trattare un provvedimento di questo tipo; in più, se l'attenzione è quella che vediamo in Aula oggi, è assolutamente poco serio presentarci davanti ai cittadini in questo modo.
Cerchiamo, dunque, di trattare i temi importanti in modo serio e di approfondirli con delle sedute di Commissioni mirate, con dei provvedimenti mirati, ed evitiamo questi inutili calderoni, dove tutto viene trattato in modo piuttosto frettoloso e superficiale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento chiarissimo: presumo che la nostra sia una richiesta legittima, anche dal punto di vista della correttezza e del rispetto nei confronti delle forze di opposizione e nei confronti dei membri della Commissione sanità (quindi non solo dei Consiglieri regionali ma anche dei Commissari).
Con quest'emendamento chiediamo l'abrogazione dell'articolo 1 del disegno di legge n. 210, anche perché l'Assessore sa bene che in Commissione stiamo parlando di IPAB; ci siamo più volte confrontati, ne abbiamo discusso; tra l'altro, con il collega Bono abbiamo anche preso un appuntamento in Assessorato per poter trovare un accordo e per venire incontro alle esigenze della Commissione, più che altro per lavorare per il bene comune. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere dei risultati per il bene comune.
Quindi noi riteniamo che non abbia senso, poiché stiamo affrontando in Commissione il disegno di legge 193, ritrovare nel disegno di legge 210 questo articolo 1 che riguarda, appunto, la liquidazione delle IPAB. Non ha proprio senso. Di conseguenza, noi chiediamo che venga abrogato questo articolo 1 del disegno di legge 210 e che si concentri tutto sul disegno di legge 193, altrimenti ci ritroviamo veramente a parlare di liquidazione di IPAB da una parte e dall'altra, anche perché in realtà non concordiamo neanche con lo stesso articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In Commissione abbiamo affrontato la fase emendativa di questo provvedimento con delle proposte puntuali sul merito e ci aspettiamo lo stesso tipo di serietà anche qualora vengano avanzati gli stessi tipi di proposte emendative sia in Commissione che in Aula da parte della Giunta e della maggioranza, cosa che non è avvenuta, mentre noi ci siamo ritrovati a rivedere la nostra attività e anche a dialogare, talvolta, con gli Assessori per le parti competenti e ritirare all'occasione emendamenti oppure riformularli secondo le indicazioni suggerite. Ciò per cercare di trovare un accordo, al fine di rendere questo provvedimento - nel complesso ci piace poco, specialmente nel metodo con cui è stato portato avanti - il più condiviso possibile, malgrado sia facoltà della Giunta e della maggioranza portarlo avanti in modo indipendente poiché i numeri li ha e quindi non è tenuta, nella logica, ad ascoltare le opposizioni, cosa che spesso è successa.
Per questa volta, il problema è stato essenzialmente di metodo, perch spesso in questi provvedimenti si tenta di mettere dentro tutto. Tali provvedimenti sono difficilmente decifrabili e non aiutano di certo la leggibilità e la comprensibilità da parte sia dei colleghi che degli uffici, ma prima di tutto dei cittadini, che riescono difficilmente a decifrare il lavoro che qui viene fatto quando produciamo questi provvedimenti omnibus, che sono difficili anche dal punto di vista della qualità della normazione, se vogliamo, perché vanno a modificare molti testi già esistenti su molte materie, formando quel tipo di lavoro che si chiama a "spaghetti", per cui è molto difficile andare a rintracciare tutto ciò che viene fatto.
Sarebbe meglio poter suddividere, perlomeno per materia, per competenza e provvedere alle modifiche di legge, sempre nel modo più puntuale possibile, isolandole per temi, secondo noi, a costo magari di aumentare un po' il tempo di legiferazione, anche se questo non è detto perché i vari disegni possono essere seguiti in Commissioni diverse ed essere portati avanti parallelamente. E' più complicato gestire dei provvedimenti che toccano molte materie come questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 62) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: L'articolo 1 del disegno di legge 210 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto non ho richiesto la parola prima, ma vorrei che fosse verbalizzato il mio intervento - ovviamente lo è - perché vorrei che la Presidenza tenesse conto di un aspetto al quale non si può sottrarre: il rispetto delle norme.
Noi abbiamo una legge regionale che prevede che il Consiglio delle Autonomie Locali si debba esprimere in merito ai provvedimenti che il Consiglio regionale fa. In questo caso non è avvenuto.
Le segnalo che il ravvedimento postumo non è contemplato nel nostro ordinamento giuridico regionale, cioè non è possibile licenziare una norma e dopo convocare il CAL.



PRESIDENTE

No, ma il CAL era stato convocato.



VIGNALE Gian Luca

Ma non c'era la norma. Il CAL è stato convocato rispetto a un provvedimento che non conteneva l'attuale articolo 24, Presidente. Se anche avesse avuto il numero legale, quel giorno, vedeva un provvedimento che non conteneva quell'articolo: è questo il tema. E questo tema è dirimente glielo dicevo anche prima - non soltanto per una questione di puntiglio giuridico, ma è dirimente per una questione di sostanza: noi non possiamo presentare un disegno di legge al CAL piuttosto che ai Consiglieri che siedono, in quel caso in I Commissione, con un provvedimento che poi quando arriva in Aula, o alla fine della discussione di tutti gli articoli è stravolto da altri articoli che vengono presentati.
Questo è un aspetto che attiene a due cose: da una parte, al rispetto delle norme; dall'altra parte, al bon ton istituzionale. Perché è evidente che, se la modalità è questa, altra modalità non ci sarà se non quella di dire: da oggi in poi, tutto ciò che viene discusso in Commissione non pu essere modificato in Aula. Altrimenti le possibilità che ha la maggioranza sono infinitamente maggiori rispetto a quelle dell'opposizione.
Su questo aspetto vorrei - solo per gentilezza non ho usato l'indicativo, ma il condizionale - una risposta, perché dobbiamo capire se in quest'Aula le leggi che noi stessi facciamo hanno ancora un senso oppure no.
Detto ciò, arrivo all'emendamento, perché questo è il tema e non era questo aspetto invece di carattere procedurale.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale.
Io sono per chiarirci e per facilitare i lavori dell'Aula. Prima ho detto che comprendevo le sue argomentazioni. Ebbene, le ho comprese, ho convocato le organizzazioni sindacali e, quando c'è l'accordo dell'Aula visto che abbiamo fatto la Conferenza dei Presidenti, per me la questione è chiusa proprio perché c'è l'accordo.
Se nella riunione dei Capigruppo un solo Capogruppo o due mi avessero chiesto di soprassedere, probabilmente avrei anche preso in considerazione l'eliminazione di questo punto all'o.d.g. Siamo arrivati a queste conclusioni per facilitare un po' i lavori dell'Aula, cercando di ripristinare ex tunc lo status quo ante, in parte, che non risolve completamente il vulnus, però comunque stiamo andando in quella direzione.
Però io ho compreso il suo ragionamento.



VIGNALE Gian Luca

Anche perché il ragionamento parte dal presupposto che un'Aula, per modificare una norma, modifica una norma, non la viola. Pur nella totalità della condivisione della violazione di una norma, non lo può fare. E' questo che le voglio significare. Non è che può decidere di farlo: non lo può fare. Noi non possiamo violare lo Statuto di questa Regione o le leggi di questa Regione a decisione della maggioranza. E segnalo che questo è un tema che una volta era caro alla sinistra, quando si diceva che il consenso non può modificare le norme, al limite le maggioranze parlamentari modificano le norme. E questo è un tema dirimente, se vogliamo stare qui dentro con delle regole. Altrimenti partiamo dal presupposto che una maggioranza non cambia le norme, ma quando c'è una maggioranza disponibile a violare le norme, le norme vengono violate.



PRESIDENTE

Non dica così, Consigliere Vignale, perché c'era l'unanimità.



VIGNALE Gian Luca

Ha ragione. Allora mi correggo. Nel momento in cui l'unanimità della Conferenza dei Capigruppo è disposta a violare le norme, violiamo le norme.
Le segnalo che lei è pagato, e soprattutto è votato da quest'Aula, per verificare che le norme non siano mai violate, anche con l'ausilio dei dipendenti del Consiglio regionale. Comunque, questo è un tema che poi affronteremo anche in altro modo e anche quando torneremo in seno alla I Commissione.
L'emendamento in oggetto, invece, prevede un aspetto banale, che peraltro veniva ricordato anche dai nostri colleghi. E' di nuovo singolare lo vedremo anche in altre parti del provvedimento, ancorché questo sia un provvedimento omnibus - che da una parte il Consiglio regionale sia impegnato in una discussione organica su un tema importante come quello delle IPAB e che dall'altra, invece, si chieda un'anticipazione di questo provvedimento. Con la stessa modalità con cui noi oggi chiediamo la soppressione dell'articolo 1, perché giovedì continueremo la discussione che è già avvenuta la scorsa settimana in sede di IV Commissione, per esempio è stato cassato da questa norma l'articolo 13, perché di nuovo interveniva su un articolo e su norme che stavamo discutendo in sede di Commissione consiliare.
Lo dico nuovamente: questo mi sembra un aspetto che attiene ad una buona modalità, anche normativa, ma soprattutto a buoni rapporti con il Consiglio. Altrimenti, infatti, si mette in piedi una norma e nel frattempo si porta a casa ciò di cui, di quella norma, si ha maggior necessità.
Segnalo, avendo avuto anche noi l'onore di rappresentare da un punto di vista del governo questa Regione, che tutti gli Assessori vorrebbero modificare un pezzo di normativa regionale, soprattutto quella che ha maggiore urgenza; ma si devono attenere ad un aspetto, che comporta tempi lunghi - molto meno lunghi che in altre Assemblee legislative - ma doverosi, che sono quelli della presentazione di provvedimenti di modifica alle norme. In caso contrario, infatti, è evidente che diventa più difficile che provvedimenti come questi - che sono utili nella loro finalità (visto che una singola legge ne modifichiamo tante), ma diventano poi delle "furbate", perché con un provvedimento simile si cerca in realtà di fare il lavoro che il Consiglio dovrebbe approfondire nelle singole Commissioni - vengano approvati con quello spirito di buonsenso che c'è stato all'interno della I Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Sempre su questo emendamento e a completamento di quanto ha indicato il Consigliere Vignale, esprimo questo grosso dubbio che noi abbiamo sulla legittimità della discussione che stiamo facendo. Chiediamo quindi alla Presidenza di esprimersi nel senso della legittimità stessa della norma, in quanto non ci quadra l'interpretazione del Regolamento, che evidentemente è l'unico elemento sul quale noi della minoranza siamo soggetti ad attenerci in modo assoluto; mentre, come stiamo vedendo sin dai primi interventi della mattinata, per le attività della maggioranza il Regolamento è elastico: di volta in volta, cioè, viene applicato in funzione dell'esigenza legislativa del momento.
Per il fatto che ci sia una violazione del Regolamento, dunque, ci viene il dubbio che non sia parimenti nulla anche tutta la discussione che stiamo compiendo in questo momento, per la quale noi chiederemo una verifica puntale anche nella prossima Commissione - sicuramente oggi non arriveremo alla votazione complessiva del dispositivo normativo che oggi stiamo esaminando - dal momento che non ci risulta che, violando il Regolamento, sia poi garantita la legittimità del provvedimento che viene discusso, votato e portato a compimento in Aula.
Questo è l'elemento che nei nostri interventi cercheremo di ribadire e proveremo ad essere anche, in un certo senso, propositivi nei confronti della Presidenza del Consiglio, perché vorremmo far vedere questa illegittimità sin da subito per non portarci avanti nella discussione e poi trovarci a dover ritornare daccapo - cioè a riavvolgere il nastro del dibattito - a causa dell'illegittimità che stata posta in essere.
Io penso, signor Presidente, che questa osservazione possa essere oggetto, magari, di una sospensione, ai fini di verificare se le considerazioni che stiamo esprimendo oggi abbiano un loro significato e se possano essere elemento di dibattito o meno.
Andando al contenuto dell'emendamento, comunque, si chiede l'annullamento dell'articolo 1 perché riteniamo che l'impianto normativo sia assolutamente sbagliato. Lo abbiamo già discusso su altri argomenti e abbiamo già fatto vedere, per esempio, anche sull'ecotassa che stava colpendo duramente i piemontesi e sulla quale c'è poi stato, nell'ambito della Commissione, un passaggio di revisione da parte vostra. Ci sono una serie di elementi che noi riteniamo assolutamente incomprensibili e non idonei al contesto del dispositivo dell'intero disegno di legge regionale n. 210.
Con questo spirito, vorremmo sentire la posizione del Presidente e poi continuare il dibattito sulla base delle informazioni che ci darà.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento sull'emendamento e intende prendere la parola l'Assessore Ferrari.
Prima, però, intendo dare atto degli approfondimenti di merito che stavo facendo e li esprimo quindi in modo definitivo, anche se magari avremo modo di approfondire anche in altre sedi.
L'articolo 118 del Regolamento, Consigliere Vignale, recita: "Qualora le Commissioni" - non il Presidente del Consiglio - "debbano richiedere il parere del CAL ai sensi dell'articolo 88 dello Statuto avanzano la richiesta al Presidente del Consiglio che la trasmette al Presidente del CAL. Il CAL esprime il proprio parere entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta. Trascorso tale termine, il parere si dà per acquisito e la Commissione può procedere e concludere i suoi lavori. Nel caso di esame dei provvedimenti relativi alla legge finanziaria, al bilancio e all'assestamento il CAL rende il suo parere alla Commissione permanente Programmazione e Bilancio".
Comprendo, quindi, il ragionamento, ma questo doveva emergere all'interno della Commissione, perché si possono innescare - sempre su valutazioni della Commissione - procedimenti o meccanismi particolari. Per esempio, nel caso di articoli aggiuntivi oppure di emendamenti di particolare e sostanziale portata, ritenuti tali da una forza politica e non da un'altra, che si fa? Si rincorre il parere del CAL? La partita e il ragionamento, dunque, andavano affrontati all'interno della Commissione.
Nel momento in cui la Commissione non ha fatto queste valutazioni, io, come Presidente del Consiglio, ho cercato di facilitare i lavori. Come? Chiedendo che venga riconvocata una Commissione e che venga riconvocato il CAL.
Ecco, ho voluto dire questo perché magari per le prossime volte, o in un'altra sede, possiamo anche approfondire il tema.
La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Vorrei soltanto brevemente riconsiderare le ragioni che hanno spinto la Giunta regionale a introdurre questo primo articolo, dicendo anche che l'abbiamo fatto subito; nel senso che, nel momento in cui si è lavorato per costruire il collegato alla Finanziaria, noi come Assessorato abbiamo identificato tre argomenti fin dall'inizio: non è che l'abbiamo fatto a posteriori. Abbiamo individuato un argomento relativo alle IPAB, uno relativo alla vigilanza - perché sollecitato dallo stesso Consiglio Regionale - e uno relativo ai Consorzi.
E' vero, sul tema delle IPAB è in atto una discussione per introdurre finalmente - dopo 15 anni - una legge regionale di riordino delle IPAB in Piemonte, che - come veniva ricordato - è una legge di sistema. Pertanto, è una legge che ha come suo obiettivo specifico quello di accompagnare la trasformazione giuridica degli enti in aziende pubbliche di servizio o in fondazioni e associazioni di diritto privato.
Certamente, al di là di tutti gli aspetti più particolari che ci saranno, la grande discussione politica che avremo e che dovremo incominciare a breve in Commissione è che il vero oggetto della legge regionale riguarda i criteri fissati in legge regionale, che indicano o danno l'indirizzo di come deve procedere questa trasformazione.
E' chiaro che quello è l'orizzonte e io sono convinto che, proprio perché sono passati 15 anni, un provvedimento di questo genere richieda tempo. Non mi meraviglio se staremo a lungo in Commissione su un provvedimento di questo genere, perché molti aspetti possono emergere in maniera più chiara solo nella discussione. Nel momento in cui - come Giunta abbiamo presentato una proposta, dal nostro punto di vista non erano così chiari e li stiamo verificando.
Qui abbiamo la necessità di introdurre, perché non facciamo una modifica di una legge, ma mettiamo a disposizione uno strumento che ci consente d'intervenire rapidamente su situazioni che sono oggettivamente irrecuperabili e che non possiamo prorogare in maniera artificiosa, come è stato fatto da parecchi anni. Esistono IPAB soltanto perché hanno un patrimonio passivo, non esercitano più attività da anni, non hanno nemmeno più un patrimonio in senso immobiliare e noi andiamo avanti prorogando Commissari e commissariamenti.
Pertanto, nell'ottica della semplificazione del sistema e nell'ottica di dare una mano soprattutto agli Enti locali, ci sembrava utile risolvere rapidamente questo punto. Ricordo anche (mi pare sia stato il Consigliere Bono a mettere in evidenza questo aspetto) che questo primo articolo arriva in Aula migliorato rispetto a come era stato presentato in Commissione perché proprio grazie ad un emendamento presentato in Commissione abbiamo precisato ulteriormente e vincolato l'ambito di azione di tale articolo.
E' chiaro che, qualora dovessero esserci dei residui patrimoniali nelle IPAB che entrano in una procedura di liquidazione, questi residui sono vincolati ad una destinazione e devono essere devoluti al Comune o al Distretto di appartenenza. Quindi è chiaro che dietro questa operazione non c'è nessun altro disegno e nessun altro obiettivo, se non quello d'intervenire rapidamente in situazioni che oggettivamente non sono recuperabili.
Per questo, chiedo all'Aula di mantenere l'articolo, perché ci consente di operare rapidamente su situazioni che hanno bisogno d'interventi definitivi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Emendamento rubricato n. 63) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: Articolo 1 Il comma 1, dell'articolo 1, del disegno di legge n. 210 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sempre relativamente al Capo I, noi - ripeto - comprendiamo le motivazioni che ha posto l'Assessore, ma potremmo facilmente dire e sottolineare che è proprio il tempo che gioca dalla parte di una modifica di sistema, nel senso che in questi 15 anni, o negli ultimi anni, sono emerse situazioni in cui non c'è un'erogazione del servizio, ma c'è una passività delle IPAB. Al tempo stesso, è vero che questo avviene da tempo quindi noi consideriamo importante discuterli insieme, perché è evidente che la liquidazione di una IPAB, e quindi il far venir meno un'istituzione pubblica di assistenza e beneficenza, ancorché il ricavato possa essere a disposizione del Comune o del Distretto, in qualche modo va a modificare la situazione non soltanto di erogazione dei servizi, ma anche di lasciti a favore di una comunità.
Lo vedremo negli articoli successivi: se c'è un aspetto che non è chiaramente indicato, o meglio, che lascia un'attività discrezionale assolutamente significativa, è proprio la modalità di liquidazione. Ma questo lo vedremo al comma 3 dello stesso articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione, in funzione di quanto anche l'Assessore ha segnalato rispetto ad un lavoro che si sta svolgendo all'interno delle Commissioni.
Pur capendo e condividendo la posizione dell'Assessore, mi permetto di sottolineare che diventa difficile non immaginare d'intervenire chiedendo la soppressione di un articolo, nel momento in cui una situazione come quella che stiamo analizzando è così complicata.
Anche lei, Assessore, ha detto precedentemente che sarà un lungo percorso che faremo all'interno della Commissione, perché sicuramente 15 anni di gestione di una legge già difficile comporteranno un grande lavoro in questi mesi, rispetto al tema delle IPAB.
E' questo il motivo che ci ha portato a chiedere la soppressione dell'articolo 1, chiaramente nella sua declinazione in commi, legato anche al fatto che sarebbe opportuno attendere qualche mese rispetto all'andare a mettere una toppa, oggi, laddove in IV Commissione stiamo lavorando su altre situazioni.
Mi permetto di risottolineare questo passaggio, Assessore, rivolgendomi alla Giunta e poi, chiaramente, anche al Presidente del Consiglio regionale, pur capendo la situazione difficile di alcuni enti, pur avendo qualche dubbio rispetto al fatto che un liquidatore si ritrova a dover mettere in una sorta di liquidazione coatta un ente che magari ha ancora un patrimonio e doverlo devolvere molto velocemente, quando in realtà in Commissione stiamo definendo dei percorsi che potrebbero trovare delle discrasie tra l'articolo 1 e quello che verrà approvato dalla Commissione io mi auguro con una convergenza tra maggioranza e opposizione.
Pertanto, Assessore, mi permetto di risottolineare il motivo per cui abbiamo presentato questi emendamenti e fare un'attenda valutazione rispetto a quello che potrebbe essere un percorso che condividiamo all'interno - prima - della Commissione e - poi - dell'Aula consiliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Rispetto a quanto già detto dalla collega Porchietto, c'è un elemento aggiuntivo, ossia avere una discussione, nell'ambito della Commissione, per trovare un'intesa sul punto.
E' vero che alcuni Enti hanno una serie di problemi, ma ce ne sono altri che invece hanno uno stato patrimoniale interessante, positivo ed utile, dal punto di vista patrimoniale e monetario.
Analizzare in modo univoco entrambe le situazioni, alla luce delle difficoltà di alcune IPAB piemontesi, rispetto ad altre che non ne hanno (con l'Assessore nei mesi scorsi abbiamo anche incontrato IPAB che hanno una situazione patrimoniale e finanziaria positiva), poteva essere un elemento di discussione esaustiva in Commissione, al fine di trovare una condivisione legislativa che fosse di convergenza tra maggioranza e minoranza, ma unica nell'intendimento finale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 64) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: Il comma 2, dell'articolo 1, del disegno di legge n. 210 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda il comma 2 dello stesso articolo, che recita: "In quanto compatibili ed in relazione alle competenze regionali le norme procedimentali e di esecuzione di cui alla legge 4 del 1956, la n.
1404 (soppressione e messa in liquidazione di enti di diritto pubblico e di altri enti sotto qualsiasi forma costituiti)".
Questo comma va ad identificare quanto detto prima.
Ci riferiamo alla liquidazione, in termini negativi, quando vi sono stati patrimoniali negativi, ove evidentemente questo deve essere conteggiato nell'ambito del collegato al bilancio che dovremmo discutere complessivamente.
Il fatto che possa non esserci una distinzione tra le IPAB liquidate e quelle che invece hanno un patrimonio positivo riguarda anche, con la stessa filosofia con cui è stato discusso il comma precedente, la possibilità di ritornare in Commissione e trovare una diversa applicazione della norma e, quindi, una diversa scrittura della norma medesima.



PRESIDENTE

Grazi, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 65) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: Il comma 3, dell'articolo 1, del disegno di legge n. 210 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 65) è quello più significativo e spiega anche il perché riteniamo utile una discussione, non solo sulle liquidazioni, ma di carattere generale.
Tale emendamento vuole cassare il comma 3; comma che recita: "Il Commissario, chiusa la liquidazione, rimette gli atti alla Giunta regionale che dispone l'estinzione dell'IPAB e la devoluzione del patrimonio che eventualmente residui prioritariamente al comune di competenza o ad altro ente che svolge attività socio-assistenziale sul territorio del medesimo distretto socio-sanitario".
Intanto, non vi è un vincolo di destinazione, perché è scritto "prioritariamente", quindi un avverbio che individua che con priorità deve andare al comune o ad altro ente che svolge attività socio-assistenziale sul territorio, quindi può andare al Comune o al consorzio. E' evidente che, nel momento in cui da una parte si liquida e dall'altra si riorganizza il sistema delle IPAB, allora diventa più semplice, perché potrebbe esserci la situazione che le IPAB, diventando aziende speciali o soggetti di natura privatistica, possono essere interessate dall'intervento di un soggetto che intenda continuare l'attività.
In questo modo, non si ha una legge approvata, ma si dispone di liquidazione, e di modalità di liquidazione, da questo punto di vista molto discrezionali, da parte della Giunta regionale. Non è una valutazione negativa o positiva, ma è ciò che la legge dice, cioè rimettere alla Giunta regionale gli atti di liquidazione; sta poi alla Giunta regionale disporre se va ad un Comune, ad un consorzio o ad un altro ente gestore.
Per questo motivo diventa facile capire, ancorché comprendiamo le ragioni indicate dall'Assessore, un tema così importante quale quello delle liquidazioni, se vogliamo da un punto di vista non filosofico, ma molto pratico: far venire meno una proprietà - altri lo definirebbero un "bene comune" - di utilizzo collettivo.
Di questo parliamo: è evidente che sia uno dei temi più delicati dell'intera norma, anche perché sappiamo che poi molte IPAB hanno una costituzione, al loro interno, in cui non c'è solo la Regione, ma la Regione è un pezzo e poi ci sono altri soggetti che in qualche modo fanno parte dell'IPAB stessa, come poi si vede dai Consigli di Amministrazione.
Per questo riteniamo che la liquidazione non possa non essere all'interno della legge di sistema sul riordino delle IPAB.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo va ad incidere anche dal punto di vista urbanistico.
Nel momento in cui, alla fine dell'estinzione del commissariamento, e quindi della messa in liquidazione, dovesse risultare un utile patrimoniale, la ridestinazione dell'utile patrimoniale, stando al comma 3 dovrebbe andare nel Comune di competenza.
Come l'Assessore ben sa, rispetto all'esperienza che ha compiuto, ma lo sappiamo bene anche noi, rispetto alla provenienza da enti di secondo grado, sarebbe opportuno andare a rivedere tutto il patrimonio, anche dei Comuni che si trovano oggi ad avere tutta una serie di importanti destinazioni metriche di tipo pubblico, e magari realizzare un'attività di questo genere, tenendo presente una serie di norme complessive che riguardano anche l'urbanistica.
Questo è facile pensarlo in città di dimensioni più grandi, come possono essere Novara o Torino, che probabilmente hanno una definizione dell'eventuale estinzione dell'IPAB e la devoluzione del patrimonio al Comune in modo semplice. Quando invece si va nei paesi in cui ci sono i cosiddetti consorzi dei Comuni dove i patrimoni sono suddivisi fra vari paesi, la gestione successiva diventa difficile.
E' per questo che nel discutere di un disegno di legge specifico per le



IPAB - non del disegno di legge n. 210 - è importante non commettere gli

errori tipici della normazione della nostra nazione, cioè il fatto di non avere i cosiddetti testi unici, ma testi composti da più leggi per argomenti che andiamo ad approvare. Quindi, nell'ambito di applicazione di leggi di questo genere, capire come interpretare in modo complessivo quell'argomento diventa veramente difficile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 68) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: Prima del comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, è aggiunto il seguente: "0. Alla lettera h), del comma 1, dell'articolo 4, della l.r. 1/2004, dopo la parola: 'disabili' sono aggiunte le seguenti: 'e pazienti psichiatrici'".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento rubricato n. 68) introduce all'interno dell'articolo 2 comma 1, dopo la parola "disabili", le parole "pazienti psichiatrici". Con questa norma andiamo ad introdurre alcune misure corrette di controllo all'interno delle strutture socio-sanitarie piemontesi.
Come si può leggere dallo stesso articolo 2, la vigilanza e l'attività di controllo viene svolta su tutte le strutture residenziali a carattere socio-assistenziale, salvo quelle a carattere psichiatrico.
Quindi, lo ripeteremo per semplicità di esempio. La Regione Piemonte ancorché l'intervento sia stato dei NAS dei Carabinieri, ha previsto la chiusura di alcune RSA abusive, ma non potrebbe fare la stessa attività o non potrebbe svolgere attività di controllo e di vigilanza all'interno delle tante strutture psichiatriche piemontesi.
Ricordo che stiamo discutendo proprio in queste settimane della nuova delibera, o meglio dell'integrazione alla DGR n. 30 sulla psichiatria.
Com'è noto - ed è l'aspetto certamente positivo da questo punto di vista e condividiamo il fatto di aver voluto introdurre in norma una serie di aspetti, che vorremmo migliorare, ma che sono certamente positivi - se non introduciamo in legge questo aspetto, cioè se non verrà approvato l'emendamento n. 68), la Regione avrà titolarità nel fare interventi di controllo e vigilanza su tutte le strutture, ma su quelle psichiatriche non potrà fare interventi sanzionatori.
L'aspetto positivo che ha questo articolo è che introduce in legge le sanzioni che, fino ad oggi, non c'erano, che non sono previste, che comunque, vanno inserite e che non possono essere in alcun modo previste all'interno di una deliberazione.
Crediamo che sia determinante anche per evitare che ci sia un pezzo del sistema socio-sanitario piemontese che può essere controllato ed autorizzato, ma anche sanzionato, e un pezzo, invece, di quel mondo che non può essere sanzionato. Vedremo come, secondo noi, l'emendamento n. 68) diventa dirimente per un'altra serie di aspetti che sono già presenti all'interno del testo e per altri non presenti, ma che abbiamo indicato con gli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Spero - ma ne sono certa - che la non presenza dell'Assessore Saitta ma l'autorevole presenza dell'Assessore Ferrari, possa, comunque, non limitare in qualche modo l'accettazione o meno degli emendamenti presentati dalle opposizioni. Chiedo scusa se faccio questo inciso, ma volevo capire anche con l'Assessore se c'è una disponibilità a fare un ragionamento nei confronti di emendamenti assolutamente di natura costruttiva, rispetto ad un testo che deve essere sicuramente migliorato.
Come già diceva il collega Vignale in relazione a questo emendamento, è una segnalazione che si fa alla Giunta e all'Aula, perché si creerebbero sicuramente delle disparità nei confronti di un controllo, che va fatto.
Mai come in questi ultimi tempi, i fatti di cronaca hanno sottolineato la presenza di lacune rispetto ad un sistema non solo di controlli, ma di esercizio del controllo, da parte delle strutture pubbliche, nell'ambito non solo della disabilità come forse la intendiamo, ma della disabilità psichiatrica, che porta molto spesso a casi anche - permettetemi la definizione - di straordinaria follia. Quindi, in questo caso, l'attenzione deve essere duplice e molteplice; sicuramente, dove si può aggiungere un controllo, è significativo.
D'altronde, anche il tema giuridico che ha posto precedentemente il collega Vignale va sottolineato: attenzione che la Regione non possa poi non intervenire e, quindi, non si generino nei controlli due pesi e due misure.
Auspichiamo che questo emendamento venga accolto, affinché, comunque la fase di controllo si possa effettuare anche laddove, ad oggi, con la normativa e con l'articolo presentato parrebbe non potersi effettuare.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Questo emendamento ci sembra assolutamente di merito, anche perch leggendo questa norma, in cui si parla di esercizio dei servizi delle strutture socio-assistenziali, socio-sanitarie, socio-educative, pubbliche e private, a ciclo residenziale, semi-residenziale, comprese le comunità terapeutiche per minori e i centri diurni riabilitativi per minori, manca evidentemente, l'elemento che noi stiamo proponendo. Cioè, oltre alla parola "disabili", che viene contemplata in più elementi nell'ambito della lettura dell'articolo che ho fatto poc'anzi, aggiungere i "pazienti psichiatrici" ci sembrava che completasse in modo corretto un articolo, che incide non solo sulla normativa ma anche sulle sanzioni, che in passato non c'erano, ed è la vera novità di questo articolo.
Aggiungere queste due parole pensiamo non incida in modo negativo sul bilancio, bensì completi l'articolo stesso (ed, evidentemente, la proposta di legge che stiamo discutendo), che riteniamo monco di questa parte che proponiamo con l'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 69) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: "Articolo 2 Al comma 5 septies, dell'articolo 9, della l.r. 1/2004, come introdotto dal comma 3, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, le parole: 'e della Città di Torino. La Città di Torino svolge le funzioni e le attività relative all'autorizzazione, accreditamento e vigilanza per i servizi e le strutture operanti sul proprio territorio, con esclusione delle strutture residenziali e semiresidenziali destinate agli anziani autosufficienti e non autosufficienti e delle strutture di cui all'art. 26 comma 1 delle quali è titolare dell'autorizzazione al funzionamento il Comune stesso, che rientrano nella competenza delle ASL.' sono soppresse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La norma introduce, sostanzialmente, due soggetti distinti che hanno titolo a fare vigilanza: uno è rappresentato dalla Regione Piemonte, nelle sue articolazioni (quindi, dagli Uffici regionali alle ASL). Questo vale in tutta la Regione Piemonte, quindi in tutte le sette province piemontesi su otto vale questo principio, che ci pare sacrosanto. Solo per la Città di Torino, invece, svolge funzioni che sostituiscono quelle che la Regione svolge in proprio o delega alle ASL in tutto il resto del territorio.
Ci pare un po' un'anomalia, nel senso che difficilmente una legge regionale prevede che un principio valga per tutti salvo che per una città ancorché sia la città capoluogo, per cui crediamo che questa parte debba essere modificata.
Non conta l'appartenenza politica, infatti questo emendamento noi lo presentammo in Commissione quando il Sindaco della Città di Torino era un esponente del Partito Democratico. Credo che abbia ancora valore oggi che il Sindaco è un esponente del Movimento 5 Stelle, perché l'aspetto non è di quale partito è il Sindaco, l'aspetto è di nuovo...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: non è possibile, non si sente!



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'aspetto è di omogeneità normativa e soprattutto di non differenziazione. Per quale motivo la Città di Torino dovrebbe avere competenze diverse rispetto ad altre città, per esempio, capoluogo del Piemonte? Pertanto, crediamo che le leggi regionali debbano valere su tutto il territorio regionale senza alcuna distinzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 70) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: "Articolo 2 Il comma 5 octies, dell'articolo 9, della l.r. 1/2004, come introdotto dal comma 3, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, è soppresso".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Lo diamo per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 71) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: "Articolo 2 Dopo il comma 3, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, è aggiunto il seguente: '3 bis. Al comma 1, dell'articolo 26, della l.r. della 1/2004, dopo le parole: 'socio-sanitarie' sono aggiunte le seguenti: 'e sanitarie''".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 71), un po' anche in virtù dell'emendamento che abbiamo precedentemente presentato, quello sull'attività di vigilanza controllo e sanzione anche sulle strutture psichiatriche, introduce un principio per il quale estende il concetto dell'attività di vigilanza non solo alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, ma anche alle strutture sanitarie. Infatti, è evidente come in alcuni comparti della residenzialità vi siano strutture con una valenza socio-sanitaria e altre con una valenza non esclusivamente ma principalmente sanitaria.
Allora - però questo lo domandiamo all'Assessore - o laddove c'è la parola "socio-sanitarie" si intende che l'attività in qualche modo di vigilanza può essere estesa a tutte le strutture che hanno un'attività di residenzialità, per cui non diciamo ovviamente gli ospedali, ma diciamo tutte quelle strutture che hanno competenza di residenzialità, ma che hanno un tema prettamente sanitario, che non solo possono essere i "repartini" di Alzheimer che possono essere le comunità di tipo A e di tipo B psichiatriche, che sono tutti quegli strumenti che stanno dentro alla legge 1 in termini di concetto generale, perché è una norma relativamente alle politiche sociali e socio-assistenziali e socio-sanitarie, ma senza questa introduzione non sarebbe completa. Salvo che, lo ripeto, ma soltanto per catturare l'attenzione dell'Assessore che prima era impegnato, all'interno della parola "socio-sanitarie" non sia comprensiva anche l'area sanitaria.
Mi spiego: se dentro la parola "socio-sanitarie" ci stanno i "repartini" Alzheimer, ci stanno le strutture per disabilità grave o ci stanno le strutture psichiatriche di tipo A e di tipo B, cioè quelle che hanno una vocazione che è prettamente sanitaria perché erogano cure, perch sono riabilitative, ma che hanno anche al loro interno un aspetto assistenziale, allora l'emendamento non è necessario. Se, invece, come noi crediamo, la parola "socio-sanitarie" arriva fino all'RSA per anziani non autosufficienti, ma non oltre, cioè non arriva in quelle strutture che sono prettamente sanitarie, allora crediamo che l'emendamento che abbiamo presentato sia indispensabile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Anche questo, come nel caso precedente, è un emendamento di merito, un emendamento che abbiamo proposto proprio per comprendere ciò che in Commissione non avevamo chiarito sufficientemente, cioè il fatto di determinare il campo d'azione della parola "socio-sanitarie".
Come diceva precedentemente il collega Vignale, sotto il profilo della non autosufficienza, bisogna capire qual è il campo di applicazione di questa norma per l'Assessore e, soprattutto, per la struttura che governa.
Bisogna capire se è possibile inserire oltre la parola "socio-sanitarie" anche ciò che noi prevediamo nell'ambito del nostro emendamento, quindi con l'indicazione di sanitario ai fini di completare, come vi dicevamo anche nell'emendamento precedente, un articolo che ci pare di buon senso e quindi, di completamento corretto con il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: Il comma 4, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, è sostituito dal seguente: "4. Il comma 2, dell'articolo 26, della l.r. 1/2004 è sostituito dal seguente: "2. La funzione di vigilanza comprende le seguenti attività tecnico amministrative: a) il rilascio, la modifica, la sospensione e la revoca del titolo autorizzativo all'esercizio dei servizi e delle strutture di cui al comma 1 b) la verifica ed il controllo dei requisiti strutturali, tecnici e gestionali, previsti per la tipologia di appartenenza dei servizi e delle strutture, dalle norme nazionali e regionali c) il controllo e la verifica della qualità dell'assistenza erogata nei confronti della generalità degli assistiti mediante indicazioni tecniche ed operative che consentano la revisione della qualità delle prestazioni e dei servizi per il miglioramento continuo degli stessi d) la verifica della conformità dei presidi e dei servizi offerti agli obiettivi della programmazione regionale e locale e) la promozione della riconversione dei presidi ove ne ricorrano i presupposti." La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 72) va a sostituire il comma 4 dell'articolo 2 e interviene sull'articolo 26 della legge 1, perché noi crediamo sia più dettagliato rispetto a quanto oggi dice la legge.
Il comma 4 della legge prevede, ovviamente, la distinzione fra Città e Regione. Il nostro comma 4 dice che cosa deve essere la funzione di vigilanza, anzi la specifica meglio, prevedendo attività tecnico amministrative, cioè il rilascio, la modifica, la sospensione e la revoca del titolo autorizzativo, la verifica e il controllo dei requisiti e strutturali, la verifica della conformità dei presidi e dei servizi offerti agli obiettivi della programmazione regionale e locale, ma soprattutto - la parte che riteniamo più importante, la lettera c) del comma 4 del nostro emendamento 72) - il controllo e la verifica della qualità dell'assistenza erogata nei confronti della generalità degli assistiti mediante indicazioni tecniche ed operative che consentano la revisione della qualità delle prestazioni dei servizi per il miglioramento continuo degli stessi.
Il timore che noi abbiamo - lo dico avendo letto molti verbali che l'Assessorato alle politiche sociali ci ha girato poche settimane fa - è che la nostra attività di controllo - poi vedremo più compiutamente che il caso di Borgo d'Ale, su cui si è aperto il processo ieri, lo dimostra chiaramente - rischia di essere un'attività meramente sui requisiti strutturali, cioè le nostre Commissioni verificano che l'ascensore sia a norma, che l'impianto elettrico e idraulico siano a norma, che non manchi tutto ciò che riguarda le autorizzazioni per l'antincendio, che siano collaudati gli estintori e quant'altro, per cui da questo punto di vista è abbastanza puntuale.
Dico "abbastanza" perché è poco gratificante leggere che su alcune strutture da un anno e mezzo abbiamo le stesse identiche prescrizioni senza che avvenga mai nulla. Poco o nulla si dice, però, rispetto alla qualità del servizio erogato, rispetto alla positività di un servizio che viene erogato e che, ricordo, non riguarda soltanto un aspetto economico cioè non dobbiamo verificare soltanto che vi via un buono servizio perch grazie alle tasse dei cittadini paghiamo parte di queste rette, ma soprattutto perché abbiamo in quelle strutture gran parte dei cittadini più fragili della nostra Regione, come le persone anziane, i pazienti psichiatrici e le persone diversamente abili. Quindi, credo che l'attenzione, la vigilanza nei confronti di queste strutture debba essere a livelli massimi.
E' evidente che la situazione di Borgo d'Ale - ahimè, non è l'unica - è la più eclatante, semplicemente perché sono state posizionate delle telecamere, quindi abbiamo le immagini e che ricordiamo ciò che è avvenuto non è soltanto l'articolo di giornale che dopo poche ore rischia di essere dimenticato, ma ci sono i video delle sevizie e delle percosse che quelle persone hanno subito.
Inviterei i colleghi a leggere quello che hanno scritto le Commissioni di valutazione che sono andate a Borgo d'Ale. Nell'ultimo anno sono andate tre volte e per tre volte hanno fatto valutazioni sempre di carattere tecnico e mai sulla qualità dei servizi, se non nell'ultimo intervento in cui, a fronte di una denuncia di un genitore alla Procura della Repubblica si è ritenuto opportuno segnalare questo aspetto, quindi da lì è partito quello che in qualche modo abbiamo visto.
Se non ci fosse stata la denuncia di quel parente, verosimilmente oggi Borgo d'Ale sarebbe ancora aperto, anzi è ancora aperto, sarebbe ancora nella situazione che abbiamo visto nei video.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Rispetto a questo emendamento, l'attenzione del nostro Gruppo rispetto alla vigilanza è forte, perché legato alla qualità dell'erogazione dei servizi. Tuttavia, ci rendiamo conto che il compito delle Commissione è assai complesso, a partire, a volte, dal minutaggio che viene erogato dalle varie figure professionali.
Cerco di andare ancora di più nel dettaglio, ad aspetti importantissimi come quelli della formazione del personale. Personale che è sottoposto a stress molto duro, perché è evidente e chiaro che la complessità dell'utenza porta a situazioni difficili. Il controllo ci pare importante ci pare anche una garanzia per il personale che opera all'interno della struttura oltre, ovviamente, ad una garanzia per le famiglie che spesso andando a trovare i propri congiunti, non possono rendersi conto della complessità della gestione di queste strutture.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In aggiunta a quanto diceva il Consigliere Vignale, noi siamo piuttosto ligi nel proporre leggi che verifichino, in ambito industriale, piuttosto che in ambito privato, commerciale ecc., una serie di adempimenti che gli stessi devono mantenere al fine dell'attività di regolamentazione tecnica della propria struttura.
Gli enti pubblici sono i primi che non verificano sé stessi. Le aree pubbliche devono avere gli stessi requisiti strutturali, tecnici e gestionali come l'adempimento rispetto alla vecchia legge n. 626, piuttosto che la nuova legge n. 181 che ha previsto, sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, requisiti minimi per l'abitabilità, l'utilizzo di aree nelle quali sono state verificate tutti i controlli necessari da parte dei Vigili del Fuoco o di altri enti che possono essere di competenza di quell'area specifica.
Nel recente passato, anche in quest'Aula, abbiamo dovuto discutere di situazioni non propriamente idilliache in cui si trovavano certi anziani in alcune strutture. E' un articolo che noi proponiamo, vista la volontà nel strutturare anche una serie di sanzioni, poche come abbiamo detto poc'anzi.
Sanzioni che non vadano a toccare solamente gli elementi che sono stati descritti nella proposta di legge, ma che diventino fondamentali al fine di un corretto utilizzo delle strutture e anche della qualità dell'ambiente in cui vivono coloro che, purtroppo, o per fortuna, devono stare in strutture di questo genere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: "Dopo il comma 4 ter, dell'articolo 26, della l.r. 1/2004, come inserito dal comma 7, dell'articolo 2, del ddl n. 210, è inserito il seguente: 4 quater. Le associazioni di pazienti e famigliari maggiormente rappresentativi a livello regionale, hanno accesso alle strutture di cui al comma 1 senza richiedere alcuna autorizzazione alla Direzione regionale o alle ASL competenti. I criteri per l'assegnazione della rappresentatività di dette associazioni nonché le modalità di accesso alle strutture, sono stabiliti dalla Giunta regionale con provvedimento da adottarsi entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 66) cerca di colmare un po' un limite che esiste in Piemonte: all'interno della nostra regione, vi è l'impossibilità, da parte di associazioni di pazienti e famigliari, di avere liberamente accesso alle strutture socio-assistenziali e sanitarie. Mentre, seppure con qualche difficoltà, un Consigliere regionale può entrare all'interno di una struttura, oggi, coloro i quali hanno come finalità associativa quella di tutelare i pazienti - quindi associazioni di diversamente abili associazioni che tutelano l'integrità e la vita delle persone anziane piuttosto che di pazienti largamente intesi, quindi di ogni patologia, in particolare modo quelli che risiedono in strutture socio-assistenziali e sanitarie - non possono in alcun modo entrare all'interno di una struttura.
Qualora intendessero svolgere un'attività non dico di vigilanza ma semplicemente, di verifica associativa di quello che avviene all'interno di una struttura, non lo possono fare.
Ricordo che questo è un tema non peregrino. Ricordo che l'ASL TO1, un po' di anni fa, istituì dei valutatori che nascevano da un percorso fatto con le famiglie. L'unico limite, se posso dire, era un percorso un po' autoreferenziale, nel senso che era lo stesso soggetto che aveva compito di vigilanza ad individuare quali soggetti potessero svolgere attività di valutazione della qualità dei servizi erogati.
Noi crediamo che, invece, chiunque sia rappresentativo, a livello regionale, di associazioni importanti, possa fare questo tipo di attività.
Nell'emendamento indichiamo anche che i criteri per la misurazione della rappresentatività di dette associazioni, nonché le modalità di accesso alle strutture, sono stabilite dalla Giunta, con provvedimento da adottarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
Capiamo anche noi che le strutture, visto che sono luoghi in qualche modo delicati, non possono essere un vai e vieni di qualunque soggetto abbia titolo associativo. Bisognerà anche, da questo punto di vista, visto che è un'innovazione che noi riteniamo positiva, fare in modo che la Giunta individui tanto i criteri per individuare chi ha titolo e chi no, quanto anche delle modalità di accesso che siano, in qualche modo, determinate senza che questo violi la possibilità di entrare liberamente all'interno di una struttura per fare un'attività di valutazione informale. E' evidente che non c'è, da questo punto di vista, un verbale, non c'è nulla.
Per quanto riguarda il Terzo Settore, credo che possa e debba essere certamente utile nelle attività di sostegno a pazienti che, altrimenti oggi ne sarebbero privi: da quello ospedaliero, a quello domiciliare, a quello all'interno di strutture, per noi fondamentale.
Credo, altresì, che non si possa pensare che il Terzo Settore, il mondo associativo, sia soltanto utile per sostituire la Regione o il Comune laddove non è in grado di arrivare. Credo che abbia anche titolo per fare una valutazione informale. Non è un verbale, non può elevare sanzioni, ma può essere un buon motivo per qualunque operatore per sapere che, in un qualunque momento della giornata, un'associazione può a pieno titolo entrare all'interno della struttura e verificare come le persone ospitate stanno all'interno di quella struttura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Penso che le varie strutture debbano vivere le associazioni dei famigliari come una risorsa. Spesso, purtroppo, non succede così e vengono vissute piuttosto come un impiccio.
Ricordo all'Aula quanto sia difficile per una famiglia immaginare il ricovero del proprio congiunto, quindi l'accesso da parte delle associazioni alle strutture. E' sicuramente da vivere come una risorsa come un controllo che non deve assolutamente preoccupare.
A titolo di esempio, ricordo ai colleghi che, nel momento in cui abbiamo audito le associazioni di soggetti autistici, è stata richiesta a piena voce, da parte dei congiunti, la possibilità di accedere alle strutture. Sono segnali importanti che il Consiglio regionale deve prendere in considerazione.
Auspico, altresì, un investimento adeguato in formazione per queste associazioni, partendo, ad esempio, dal momento del consumo del pasto. Le strutture dispongono della figura della dietista, che potrà incontrare le associazioni e fornire loro le migliori indicazioni per il consumo del pasto. Segnalo, come momento critico, quello della notte, che spesso è molto poco controllato e che vede, talvolta, in alcune strutture, personale ridotto. Anche questo è un aspetto di cui tenere conto.
Se oggi vogliamo fare un lavoro utile per i nostri utenti, dobbiamo immaginare anche questi aspetti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Stavo discutendo con il collega Vignale proprio di questi aspetti.
Esistono degli strumenti volontari che noi applichiamo in altri settori mi riferisco alle norme ISO sulla qualità - che possono essere adattati non tanto al discorso strutturale annunciato nell'emendamento precedente (le strutture, ovviamente, devono essere a norma e devono esserlo come Dio comanda rispetto a tutta una serie di elementi che le leggi prescrivono siano esse regionali o nazionali), quanto al fatto che non sia obbligatorio l'utilizzo dell'applicazione volontaria delle cosiddette norme ISO (piuttosto che di altri tipi di norme che sovrintendono la qualità dei servizi e non della struttura, badate bene!).
Noi riteniamo che possa essere utilizzato un metodo di controllo aggiuntivo, come stiamo discutendo in questo emendamento, che possa aiutare sia l'Assessorato regionale che i Consiglieri regionali a capire qual è la situazione, andando ad individuare eventuali discrasie rispetto a ciò che si pensa. Perché, magari, talvolta si pensa che un certa struttura sia assolutamente idonea e di qualità, poi invece si scopre che così non è.
Ovviamente, al netto - lo dico e lo ribadisco per fare comprendere il concetto dell'emendamento n. 66) - della struttura vera e propria, cioè della qualità della struttura, degli elementi che possono essere confacenti alla struttura medesima.
Il fatto è che talvolta una struttura non idilliaca dal punto di vista della situazione infrastrutturale, strutturale e impiantistica, può essere invece idonea perché vi è una gestione assolutamente positiva nei confronti dei fruitori: evidentemente, questo è l'elemento che chiediamo di valutare.
Questo è l'elemento che, con delle norme, può essere superato. Nel caso specifico, con un controllo di questo genere si può sopperire alla non obbligatorietà di quel tipo di normativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
L'emendamento rubricato n. 73) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 67) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Porchietto: Articolo 2 Dopo il comma 10, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 210, è aggiunto il seguente: "10 bis. Dopo l'articolo 28, della l.r. 1/2004 è aggiunto il seguente: 'Art. 28 bis (Violazione dei requisiti tecnici e/o strutturali) 1. A fronte di gravi violazioni relative a requisiti tecnici e/o strutturali o alla qualità del servizio degli assistiti, segnalate dalle commissioni di vigilanza, la Giunta regionale, entro 10 giorni dalla segnalazione, revoca il titolo autorizzativo.
2. Il titolare dell'autorizzazione è tenuto a garantire la continuità del servizio fino al trasferimento degli assistiti in altre strutture accreditate'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per noi questo è uno degli emendamenti più significativi che abbiamo presentato sull'articolo 2, anche se, per la verità, come i colleghi potranno vedere, tutti gli emendamenti presentati sono di merito e crediamo - di buonsenso.
L'emendamento n. 67) introduce un nuovo articolo sulla legge 1/2004 legato alla violazione dei requisiti tecnici, strutturali o altro.
Il comma 1, in particolare, recita: "A fronte di gravi violazioni relative a requisiti tecnici e/o strutturali o alla qualità del servizio degli assistiti, segnalate dalle commissioni di vigilanza, la Giunta regionale, entro 10 giorni dalla segnalazione, revoca il titolo autorizzativi". Questo perché noi oggi un'indicazione simile non l'abbiamo.
La nostra legge 1/2004, ancorché fatta puntualmente rispettare, prevede una gradualità negli interventi. Pertanto, se noi verifichiamo una situazione drammaticamente grave, non da un punto di vista tecnico e strutturale, ma da un punto di vista della qualità degli assistiti - il caso di Borgo d'Ale è il più eclatante, ma, ahimè, non è l'unico, basta verificare su un motore di ricerca quelle che sono state le condanne rispetto a RSA o strutture socio-assistenziali della nostra Regione vedrete che non è prevista neppure una revoca.
La struttura di Borgo d'Ale oggi è aperta. Non soltanto è aperta, ma la società che ha gestito la struttura si è anche costituita in giudizio chiedendo i danni, al pari degli utenti che sono stati danneggiati. Se qualcuno di voi avesse la volontà (magari lo avrà già fatto) di esaminare le imputazioni mosse nel processo che è iniziato ieri, vedrebbe che fanno rabbrividire la pelle! Pensare che una realtà in cui sono avvenute percosse, violazioni di ogni tipo, violazioni da un punto di vista della deprivazione morale di una persona, sia ancora aperta, credo che sia sbagliato.
Pongo l'esempio di una Regione che ha una normativa simile a quella che noi proponiamo, e che consente di fare ciò che ha fatto: un mese fa è avvenuta una situazione simile a quella verificatasi a Borgo d'Ale e ha immediatamente revocato il titolo autorizzativo al soggetto che l'aveva in capo.
Perché è evidente che noi non possiamo non prevedere almeno una mancata vigilanza. Quanto all'aspetto penale, devo dire che mi interessa molto come andrà a finire, ma è inverosimile che la nostra Regione attenda la conclusione di un processo: davanti a fatti tanto evidenti quali quelli che abbiamo visto (ripeto che non è l'unico caso), credo che l'unico strumento utile sia quello della revoca.
Non accade solo nel settore socio-sanitario. Abbiamo altri interventi e recentemente abbiamo fatto altre norme che prevedono la revoca per coloro che non rispettano la norma.



PRESIDENTE

Sull'emendamento rubricato n. 67) risultano ancora iscritti ad intervenire la Vicepresidente Ruffino e il Consigliere Sozzani.
Auguro a tutti voi buon appetito.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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