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Dettaglio seduta n.160 del 05/07/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta immediata n. 1126 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Laboratorio Museo Tecnologicamente-Ivrea"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1126, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Certamente la vicenda è conosciuta ai più.
Il Laboratorio Tecnologicamente di Ivrea ospita da diversi anni i migliori esemplari della tradizione della Olivetti, comprese quelle macchine da calcolo che hanno fatto la storia degli esordi della ITC. Come sapete, per più di dieci anni è stata ospitata in una struttura sita in piazza San Francesco d'Assisi, in un comodato gratuito stipulato con l'Opera Pio Moreno.
In questi anni sono passati più di 20.000 visitatori, ma a fine di quest'anno scadrà il contratto con l'Opera stessa.
Al momento, diciamo quando ho depositato questa question time, non esiste una sede alternativa. Dopo dieci anni di storia, quindi, c'è il rischio che questo Laboratorio Museo abbia dei seri problemi.
Nei scorsi giorni pare sia stato deliberato uno stanziamento di 20.000 euro, da parte della Fondazione Guelfa, che potrebbe essere utile per il sostegno dei costi di affitto dei locali per quest'anno.
Vorremmo sapere se la Giunta intende attivarsi per concorrere ad una soluzione stabile che mantenga in vita il Laboratorio Museo e se questo, in parte, è inserito nel dossier presentato, tra l'altro, dal Sindaco di Ivrea in Consiglio regionale, in riferimento ai bandi per la riqualificazione del borgo industriale e culturale. Potrebbe essere, anche per l'UNESCO, il primo dossier che mette assieme l'archeologia industriale ed il sito come patrimonio mondiale dell'umanità.
Ci chiedevamo se l'Assessorato fosse stato coinvolto; se ci sono delle soluzioni strutturali in tal senso e se c'è la possibilità di non perdere quello che è stato uno dei migliori esempi dell'innovazione tecnologica, ma anche della storia industriale di questo Paese.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ricordo che abbiamo undici interrogazioni.
Ringrazio per il rispetto dei tempi e invito tutti a fare altrettanto.
Prego, Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Ovviamente ci risulta che siano in corso azioni, presso il Comune di Ivrea, per superare il problema da lei segnalato.
In particolare, il Comune di Ivrea si sta attivando per trovare nuovi locali idonei, anche proprio in previsione di un ampliamento degli spazi al fine di continuare ad incrementare l'attività espositiva e didattica del Museo.
Questo è tanto più importante perché si va a correlare strettamente alla candidatura Unesco, quindi "Ivrea città industriale del XX secolo".
Allo stesso modo, noi come Regione Piemonte ci siamo detti disponibili ad un eventuale sostegno sul bando della 58 o, comunque, da ragionare insieme circa le modalità di erogazione.
La disponibilità a livello politico è sicuramente totale, proprio e perché in sintesi con la linea strategica della candidatura.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1130 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Progetto TAV low cost"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1130, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore.
Recentemente abbiamo letto sui giornali, poiché si è riaperto il dibattito a seguito, suppongo, delle elezioni amministrative torinesi e del risultato, notizie in merito al TAV e al coinvolgimento, in particolare del Comune di Torino.
Il Ministro Delrio ha dichiarato che, a seguito di un lavoro durato oltre un mese nell'Osservatorio, si sia arrivati ad una rivisitazione del progetto o, meglio, ad un accantonamento di alcune parti del progetto, per avere un risparmio rispetto a quanto previsto.
In pratica, era prevista una spesa di 4,3 miliardi di euro e saranno impiegate soltanto - tra virgolette - risorse per 1,7 miliardi. Questo avverrà sfruttando maggiormente la linea storica.
Tralascio tutte le considerazioni sul fatto che è un qualcosa che diciamo da anni (e con "diciamo" intendo sia Movimento 5 Stelle sia Movimento No TAV) e sembrava che questa linea storica fosse un qualcosa di assolutamente inutilizzabile, obsoleto e che neanche Cavour avrebbe apprezzato.
Al di là di questo, però, la domanda che oggi le vorrei fare riguarda proprio alcune sue dichiarazioni che abbiamo letto sui giornali.
In queste dichiarazioni lei chiede che i risparmi che deriverebbero dall'utilizzo di questa nuova versione del progetto o, meglio dall'accantonamento di una parte di opere previste, vengano utilizzati per interventi sul territorio piemontese; interventi che riguardano l'ammodernamento, in particolare la rimozione dei passaggi a livello e l'elettrificazione di alcune tratte.
Considerando che non ci risulta ci sia stato ancora nessun stanziamento, questi miliardi, che dovrebbero essere impiegati nel progetto completo, al momento non sono ancora stati stanziati. Ci chiediamo, quindi come si possa immaginare un risparmio o, comunque, uno stormo di risorse che non sono neanche ancora state stanziate.
Vorremmo quindi chiedere, attraverso questa interrogazione, quali siano gli atti concreti che si intende intraprendere, al fine di ottenere finanziamenti per le linee regionali e, di conseguenza, le priorità di intervento stabiliti, visto che ancora ad oggi non è stato sviluppato un programma di intervento sulle linee regionali.
Questa è la domanda che le pongo con quest'interrogazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera Frediani, credo sia necessaria una brevissima premessa.
Credo sia necessario, da parte sua e da parte di tutti noi, sforzarci di cercare di leggere la realtà con un pensiero che non sia troppo semplicistico: tutto bianco o tutto nero.
La realtà è più complessa, ma questo non vuol dire che sia più difficile; semplicemente è più complessa, dove non tutto è bianco o tutto nero.
Questo significa che la realtà è più forte delle idee e delle percezioni e bisogna coglierla.
Tutto ciò per dire che quando una grande opera è stata progettata studiata per molti anni e poi cambiata, alla fine si arriva ad un risultato che, mi pare, non è solo in gran parte condiviso, ma è assolutamente sensato.
Tuttavia, occorre cogliere le potenzialità anche sul resto. In questo credo che siamo tutti d'accordo: un'opera, una grande opera, ha senso se è collegata ad una filiera ampia, che riguarda territori ampi e che quindi porta vantaggi, da un punto di vista dello sviluppo economico (tra l'altro un punto di vista di sviluppo assolutamente sostenibile, perché stiamo parlando di treni), con ricadute sul resto del territorio.
Questo è un progetto che ne riprende altri che si stanno realizzando in Europa (il Gottardo è stato inaugurato giusto un mese fa) ed ha come idea di fondo quella di trasportare le merci, ossia di creare le condizioni affinché il trasporto delle merci su ferro sia conveniente.
L'unico modo per attraverso le Alpi o, comunque, catene di montagne rendendo conveniente il trasporto di merci su ferro, è di realizzare gallerie che permettano ai treni merci di viaggiare in pianura.
Questo è ciò che è stato realizzato con il Gottardo, con una spesa attorno ai 13 miliardi, ma è anche quello che si realizzerà con la Torino Lione e il tunnel di basse di 57 chilometri e con il Terzo Valico che è già in costruzione.
Questa è l'idea di fondo, cioè rendere il sistema ferroviario competitivo con quello del trasporto su gomma e credo che su questo non ci sia nulla di che discutere. Se questo è, diventa veramente complicato e difficile capire questo accanimento, se non partendo da delle pregiudiziali, che in qualche modo leggono la realtà, come dicevo prima, in modo semplicistico.
Detto questo, le mie osservazioni cui lei faceva riferimento sono banali, perché sono conseguenti a quest'impostazione. E cioè, visto che finalmente si farà - di questo abbiamo certezza, perché non soltanto c'è il progetto, ma anche il finanziamento - il tunnel di base, a questo bisognerà dare tutte le conseguenze di sistema di filiera di cui si diceva.
Quindi, in questo ultimo anno e mezzo si è ragionato approfonditamente con il Commissario di Governo per rivedere in parte il progetto della cosiddetta "tratta nazionale", da Avigliana fino a Orbassano, rivedendo alcuni aspetto di questo progetto e portando a casa quindi anche dei risparmi rispetto alla precedente ed originaria ipotesi.
A questo, in questo anno e mezzo, specialmente negli ultimissimi mesi stiamo lavorando anche con il Commissario di Governo per quanto riguarda il nodo torinese, ma in generale su tutta la Regione, con RFI e con il Ministero, per mettere a punto tutta una serie di interventi sulla rete ferroviaria piemontese in modo da rendere il trasporto merci, non solo grazie a grandi opere, cioè il tunnel di base, ma anche attraverso un rafforzamento della rete ferroviaria nel suo complesso (la Torino-Asti Alessandria-Genova e la Alessandria-Mottara-Novara), che possano dare rilievo ancor di più al trasporto merci e quindi convenienza al trasporto merci attraverso il Piemonte per le varie destinazioni: il Nord, l'Ovest l'Est, eccetera, partendo ovviamente dai porti liguri e raggiungendo i porti liguri: è uno degli obiettivi più importanti di cui si occupa la cabina di regia tra le tre Regioni Piemonte, Lombardia e Liguria.
L'altro aspetto, che spesso è collegato, cioè potenziare dal punto di vista di sagome di segnalamento, per dire, la Torino-Genova, vuol dire velocizzare la Torino-Genova, quindi anche favorire, migliorare ed efficientare il trasporto delle persone. Lo stesso vale per la Torino Milano, su cui abbiamo chiesto degli interventi, specialmente sulla rete diffusa del Piemonte. Quindi, in alcuni casi l'elettrificazione, in altri casi raddoppi selettivi, ma specialmente un intervento massiccio, per esempio, sulla Pinerolo-Torino, sulla Chivasso-Ivrea-Aosta, sulla Biella Santhià, sulla Biella-Novara e anche sui passaggi a livello, che sono uno degli elementi che più influiscono sull'efficienza del sistema ferroviario.
E' una visione d'insieme; quindi, non c'è assolutamente nulla contro nessuna contrapposizione.
Diciamo che è opportuno che si faccia il tunnel di base, l'abbiamo sempre detto e non cambiamo certo idea; traiamone tutte le conseguenze. Mi pare che le conseguenze per il territorio piemontese e per Torino siano assolutamente positive.
Mi auguro che la Città di Torino non esca dall'Osservatorio, anche se credo che questa sarà la scelta finale. Ma purtroppo questa scelta finale dimostrerà la volontà di non entrare nel tema più che non quello di coglierne le opportunità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1125 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Situazione pediatri di base all'ASL-Cuneo 1"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1125, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere brevissima.
Ho presentato questa interrogazione, perché al servizio di pediatria di libera scelta a Borgo San Dalmazzo, nel giro di pochissimi mesi si sono avvicendati molti medici. Questo ha creato molto disagio alle famiglie anche perché non sono state sufficientemente informate.
Sono circa 900 i bambini che usufruiscono di questo servizio. I bambini sono pazienti molto particolari, perché solitamente hanno paura del camice bianco, quindi se questi bimbi vedono in continuazione facce nuove si aggrava ancor di più il problema.
Vorrei sapere quali sono i criteri utilizzati per assegnare questi incarichi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiapello.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il Direttore dell'ASL-Cuneo 1, Francesco Magni, mi ha informato che alla dottoressa Francesca Abello era stato conferito fin dal 1° novembre 2015 un incarico provvisorio a Borgo San Dalmazzo per la sostituzione della dottoressa Carla Bertozzi, in pensionamento, per garantire nell'immediato la continuità assistenziale alla popolazione in età pediatrica.
Sulla base dei nuovi criteri di calcolo di recente introdotte e che prendono in considerazione la fascia di età zero-sei, anziché zero-14 l'assistenza pediatrica nell'ambito di riferimento è addirittura eccedente.
Di conseguenza, l'ASL-Cuneo 1 ha dovuto sospendere l'incarico in oggetto con decorrenza dal 1° luglio.
Nel frattempo, il dottor Carlone ha aperto uno studio in Borgo San Dalmazzo lo scorso 20 giugno. Questa nuova attività, aggiunta a quella di due studi di altri due colleghi, garantisce la presenza in carico della quasi totalità degli assistiti lasciati dalla dottoressa Bertozzi.
L'ASL-Cuneo 1 ricorda, inoltre, che nello stesso ambito pediatrico sono presenti altri due pediatri di libera scelta con studio a Boves, e che nel vicino ambito di Cuneo è possibile scegliere qualsiasi pediatra, previa naturalmente un'accettazione scritta.
Concludo ricordando che l'ASL-Cuneo 1 ha dato ampia informazione, anche agli organi di stampa, sia della sostituzione della dottoressa Bertozzi sia della cessazione della dottoressa Abello.
Questo è quanto mi è stato riferito.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1135 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Tempistiche delle procedure di alienazione dei patrimoni dell'ASO di Novara - Realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1135, presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
E' un elemento che in Aula abbiamo più volte dibattuto ed erano stati presentati altri ordini del giorno. Avevamo evidenziato lo stato di avanzamento della Città della Salute di Novara che, dal punto di vista urbanistico e anche delle sottoscrizioni degli accordi di programma, è in stato estremamente avanzato. Nell'ambito del dibattito in Aula, l'Assessore aveva dato riferimenti precisi in questo senso: fu indicato che in tempi veramente brevi (circa un anno fa, lo scorso autunno) sarebbe stata effettuata la procedura per alienare il patrimonio dell'ASO, che è un patrimonio consistente e che dovrebbe portare nelle casse dell'Ente oltre 100 milioni di euro, che erano una delle componenti fondamentali per andare a recuperare i 330 milioni di euro, la cifra complessiva che era stata indicata per la realizzazione della Città della Salute di Novara.
Questa interrogazione urgente era per conoscere il perché non ci sono stati sostanziali passi avanti nell'ambito dell'alienazione. La volta scorsa suggerii addirittura l'utilizzo del project financing dentro il quale introdurre questo tipo di valore e quindi seguire una procedura precisa, veloce e anche abbastanza definita per questo tipo di possibilità di ottenimento delle cifre indicate, ma mi fu bocciato l'ordine del giorno perché sembrava che l'alienazione fosse autonoma rispetto ad una procedura finanziaria di costruzione dell'intera opera.
Ora, la domanda è per conoscere perché non si vendono queste proprietà che sono vendibili sin da ora, e mi sembra che ci siano anche delle richieste in corso. Mi risulta che ci siano delle richieste spot da parte dell'ASO di Novara all'Assessorato regionale competente per ottenere le autorizzazioni necessarie alla messa in vendita invece di fare una vendita complessiva dell'intero patrimonio, in modo tale che si possa iniziare quanto prima la costruzione dell'opera.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei tranquillizzare il collega Sozzani, che con la sua interrogazione urgente sollecita la Giunta sulle procedure di alienazione del patrimonio dell'Azienda ospedaliera di Novara.
A fine 2015, assicuravo che era in via di definizione l'intesa con il Ministero ed in effetti è avvenuto esattamente così. Proprio oggi, mentre noi parliamo, il Direttore amministrativo dell'ASO di Novara, architetto Savoini, è ancora una volta a Roma, al Ministero, per concludere la procedura.
L'Azienda ospedaliera universitaria di Novara ha terminato le operazioni di "aggiornamento" ai valori 2015-2016 delle valutazioni peritali che erano state fatte dall'Agenzia del territorio negli anni precedenti. Rilevo, tra l'altro, che alcuni aggiornamenti hanno registrato incrementi di stima.
Concludo osservando che le novità introdotte dal nuovo Codice degli appalti tolgono urgenza alle alienazioni e le facilitano notevolmente annullando di fatto le eventuali iniziative di "resistenza" degli attuali affittuari.


Argomento: Commercio - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1128 presentata dal Consigliere Corgnati, inerente a "Richiesta di chiarimento circa l'applicazione della legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 (Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1128, presentata dal Consigliere Corgnati, che ha la parola per l'illustrazione.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione a risposta immediata è diventata necessaria a seguito dell'approvazione della legge n. 9 sul gioco d'azzardo. Si sono riscontrate alcune anomalie e diversi Comuni hanno richiesto delle precisazioni.
Articoli della legge prevedono che gli esercizi commerciali o sale da gioco che esercitano quelle attività, se sono in Comuni entro i 5.000 abitanti, devono avere una distanza di 300 metri dai luoghi sensibili mentre nei Comuni che superano i 5.000 abitanti devono tenere una distanza di 500 metri.
Bene, il caso in questione è questo: esercizi commerciali che si devono spostare, nell'ambito di questa norma, se vogliono essere in regola, devono rilocalizzarsi al di fuori dei 300 metri. Ci sono dei casi di spostamento perlomeno questo succede nel mio paese, che aveva già preventivato una rilocalizzazione all'interno dei 300 metri, perché di questo stiamo parlando, di paesi sotto i 5.000 abitanti - e di conseguenza, si vuol sapere se questa rilocalizzazione deve attenersi come prevede la norma.
Questo è il quesito.
Vengo alla domanda precisa per sapere come si deve interpretare la disposizione di cui al comma 1 dell'articolo 13 nel caso di trasferimento di un esercizio pubblico commerciale, dotato di apparecchi per il gioco lecito, in un altro locale, ma sempre nell'area sottoposta a vincolo e pertanto causa di vicinanza di luoghi sensibili. Vale il dispositivo, che è comunque usufruire dei 18 mesi e pertanto tutti gli esercizi in essere entro 18 mesi, si devono adeguare. Nel caso di uno spostamento dello stesso esercizio, si vuol sapere se valgono questi 18 mesi. Questa è un po' la chiarificazione che noi chiediamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Corgnati.
Evidentemente mi scuso, ma non sono in grado di rispondere alla domanda del Consigliere, anche perché non è un Assessore che può interpretare o dare l'interpretazione autentica di una legge votata dal Consiglio. Quello che posso dire è che, poiché effettivamente sono stati segnalati da svariati Comuni alcuni problemi interpretativi e vi sono diverse richieste di chiarimento, è stato istituito, per iniziativa della Giunta, un gruppo di lavoro, perché in nessun senso questa materia fa capo al Settore Commercio, il Commercio non si occupa di gioco d'azzardo.
Tale gruppo di lavoro è coordinato dal Settore Affari Istituzionali comprende le Direzioni Sanità, Politiche Sociali, Istruzione e Formazione Competitività, nonché il Settore Commissioni del Consiglio regionale e dovrà essere allargato all'autorità di pubblica sicurezza (Questura Prefettura), perché queste norme chiamano in causa il cosiddetto TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza); pubblica sicurezza rispetto alla quale noi non abbiamo competenza alcuna.
Il gruppo di lavoro ha come obiettivo proprio quello di elaborare delle linee interpretative su questo e su altri problemi che la legge ha posto per poi produrre un regolamento, una circolare o comunque uno strumento esplicativo nei confronti degli operatori e dei Comuni. Nel frattempo, i nostri Uffici e tutte le Direzioni che sono coinvolte e che sono competenti in materia sono a disposizione, naturalmente, se qualcuno desidera interloquire direttamente con i nostri funzionari, sapendo che è in corso questo lavoro.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1131 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Adempimenti sicurezza antincendio nelle strutture delle ASR"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1131, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La legge 186/2012, nota come legge Balduzzi, all'articolo 6, comma 2 ha previsto norme per l'adeguamento della normativa antincendio delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private. Il tutto è stato recepito dal Decreto Interministeriale del 19 marzo 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 70 del 25 marzo 2015.
Tale decreto prevede, per gli ospedali, un adeguamento graduale con interventi da eseguire con scadenze dalla sua entrata in vigore (24 aprile 2015) ad un anno (quindi è già stata superata la prima scadenza di un anno), tre anni, sei anni e nove anni, mentre per i poliambulatori con scadenza un anno, tre anni, sei anni.
Le strutture avrebbero dovuto produrre, entro il 24 aprile 2016 (a un anno dalla scadenza di cui dicevamo prima), la SCIA parziale (Segnalazione Certificata Inizio Attività) al locale Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, che prevede adempimenti di sicurezza antincendio nella organizzazione, nella gestione e nella sicurezza degli impianti e delle strutture.
Ad oggi, non è chiara quale sia la situazione in merito a: la designazione dei Responsabili Tecnici della Sicurezza Antincendio l'adozione del Sistema di Gestione della Sicurezza finalizzato all'Adeguamento Antincendio la designazione degli addetti antincendio di compartimento che possono svolgere anche altre funzioni sanitarie e non la designazione degli addetti alla squadra antincendio che non possono svolgere attività sanitaria, quindi devono essere dedicati gli acquisti degli armadi dove custodire i prodotti infiammabili di reparto alla sicurezza sulla regolarità di realizzazione degli impianti elettrici, condizionamento, termici e di distribuzione dei gas medicali.
Con DGR n. 30-3307 del 16 maggio 2016, la Giunta ha assegnato obiettivi economico-gestionali di salute e di funzionamento dei servizi ai Direttori generali e Commissari nelle Aziende Sanitarie Regionali finalizzate al riconoscimento del trattamento economico integrativo e, tra quei criteri vi era l'obiettivo 11, "Rispetto della normativa antincendio e antisismica", cui venivano assegnati tre punti dei 100 al raggiungimento di tutti gli obiettivi.
Interrogo l'Assessore per conoscere le condizioni di sicurezza delle strutture sanitarie della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Tranne che per i nuovi presidi ospedalieri, le condizioni di sicurezza delle strutture sanitarie della regione Piemonte sono collegate agli interventi di ristrutturazione e/o di adeguamento alla normativa, che sono in genere realizzati con finanziamento di tipo statale o regionale.
Ecco qual è il quadro sul rispetto della nuova normativa in materia antincendio per le strutture sanitarie in Piemonte.
Per quanto riguarda l'obbligo di produrre le SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) al Comando Provinciale dei Vigili del fuoco entro il 24 aprile 2016, ne sono state consegnate 14 su 19 aziende. Non hanno presentato le segnalazioni: ASL-TO2 - TO3 - TO4, Città della Salute TO e ASL-VCO. Per le Aziende Sanitarie che non hanno presentato la SCIA è in corso il completamento della documentazione (i nostri Uffici stanno seguendo perché questo avvenga al più presto).
Per quanto riguarda la designazione dei Responsabili Tecnici della Sicurezza antincendio (RTSA), sono stati effettuate 19 nomine su 19.
Per l'adozione del Sistema di Gestione della Sicurezza finalizzato all'Adeguamento Antincendio predisposto in apposito documento ne sono stati predisposto 18; manca solo l'ASL-TO3, che si è impegnata a deliberare entro il mese di luglio.
Per quanto riguarda la designazione degli addetti antincendio di compartimento che possono svolgere anche altre funzioni (sanitarie e non) è in fase di studio una richiesta di deroga, già inoltrata ai Vigili del Fuoco di Torino, per ridurre questa disposizione molto onerosa.
La designazione degli addetti alla squadra antincendio in tutte le ASL era già presente prima dell'emanazione del decreto. Segnalo che le squadre antincendio delle Aziende Sanitarie Regionali sono dotate dei dispositivi di protezione, che tutti gli interventi per la sicurezza sulla regolarità di realizzazione degli impianti elettrici, condizionamento, termini e di distribuzione dei gas medicali sono compresi nei lavori in corso di esecuzione presso i presidi ospedalieri. Gli interventi sono correlati nella maggior parte dei casi, a finanziamenti erogati dallo Stato o dalla Regione Piemonte. Il quadro mi pare di risposte positive ai problemi posti dalla norma.
Infine, è in corso un nuovo monitoraggio dell'adeguamento antincendio dei Presidi ospedalieri avviato dall'IRES il 29 giugno.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1129 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Nuovo reparto di Oncologia dell'Ospedale San Giovanni Bosco"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1129, presentata dal Consigliere Boeti.
La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione semplice, che riguarda il nuovo reparto di oncologia dell'ospedale San Giovanni Bosco. Più che di reparto si tratta di locali che da sempre ospitano l'ambulatorio.
L'ospedale San Giovanni Bosco è considerato hub per l'area Torino Nord per quanto riguarda le patologie oncologiche. Gli ambulatori sono ospitati in locali, che io ho visitato su richiesta dei medici, assolutamente inadeguati alle 6000 terapie che ogni anno vengono effettuate. Non c'è un lettino, sono due piccole stanze senza l'aria condizionata, non c'è nessuna privacy rispetto ai pazienti. Soprattutto, manca la possibilità di sdraiarsi per un paziente che magari non sopporta quel giorno la chemioterapia. Tutto questo rende il luogo inadatto a continuare ad ospitare questo ambulatorio.
Un po' di anni fa si era ipotizzata la possibilità di realizzare sempre all'interno del Giovanni Bosco, un nuovo reparto che ospitasse l'ambulatorio. Il nuovo reparto è stato realizzato, ma sembra che il Direttore generale intenda destinarlo alla cardiologia piuttosto che all'oncologia. Capite la sorpresa dei medici, dei pazienti e dei loro famigliari, che aspettavano da anni di potersi trasferire in un reparto adeguato alla complessità delle terapie che vengono effettuate.
Chiedo all'Assessore se sia a conoscenza di come stanno le cose, se pensa di orientare la scelta del Direttore generale che, naturalmente, ha il diritto di decidere dove aprire i suoi reparti se verso l'oncologia piuttosto che un altro reparto. Per una semplice ragione; quando è stato ipotizzato il nuovo reparto, il nuovo reparto è stato costruito esclusivamente per ospitare gli ambulatori di oncologia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho chiesto al Direttore di fornire le motivazioni delle scelte che si stanno compiendo, e devo dire che rispondono ad una logica di ottimizzazione.
La scelta di assegnare la nuova Unità Operativa del terzo piano alla Divisione di Cardiologia e di collocare il Day Hospital oncologico sempre al terzo piano presso l'area già occupata dal Day Hospital multidisciplinare risponde ad una logica di ottimizzazione degli spazi e miglioramento dell'organizzazione assistenziale presso il San Giovanni Bosco.
Infatti la Divisione di Cardiologia di 22 posti letto, che è unità di degenza, quindi non di Day Hospital, è attualmente ubicata al sesto piano ed è tra le unità più vetuste dell'ospedale. E' costituita da quattro stanze da quattro letti e tre stanze da due letti. Nessuna stanza è dotata di bagno, poiché i bagni per i degenti sono allocati ai due estremi del reparto. Il reparto non è climatizzato e nel periodo estivo si raggiungono temperature particolarmente elevate che hanno comportato negli scorsi anni la necessità di trasferire pazienti complessi in Unità Coronarica.
I pazienti complessi sono pazienti, come il Consigliere Boeti sa meglio di me, con scompenso cardiaco avanzato sottoposti a terapia diverse (diuretica, infusionale, ecc.).
Questi pazienti, di regola, vengono ricoverati in UTIC nella fase acuta ma trascorrono la maggior parte della degenza in reparto. Analogamente vengono ricoverati in degenza dopo le prime 24-48 ore i pazienti con infarto miocardico rivascolarizzati nella fase acuta.
Il Day Hospital oncologico, che non prevede la degenza e ove i pazienti stazionano solo alcune ore, oggi ubicato presso l'ottavo piano dispone di 354 metri quadri complessivi e presenta condizioni inadeguate sul piano logistico ed organizzativo, sia negli spazi a disposizione che per il conforto dei pazienti trattati.
La nuova destinazione, che sarà operativa dal 1° novembre 2016, prevede la collocazione presso l'attuale Day Hospital multidisciplinare in un'area pari a 502 metri quadri complessivi, che verrà da oggi al 1° novembre riadattata per lo svolgimento di un'idonea funzione assistenziale.
Si aggiunga che il piano di riordino dell'oncologia prevede anche l'individuazione, che oggi non c'è, di posti letto dedicati presso l'area medica con ciò migliorando la gestione dei pazienti oncologici.
Si aggiunge, da ultimo, che le collocazioni programmate consentiranno di avvicinare la degenza della cardiologia (oggi al sesto piano) con l'UTIC (collocato al terzo piano), con ciò facilitando il lavoro del cardiologo di guardia, che specie nelle ore notturne può avere difficoltà a gestire l'UTIC al terzo piano e la degenza al sesto.
Lo svuotamento del sesto piano permetterà l'allineamento della Medicina del San Giovanni Bosco con grandi vantaggi organizzativi e assistenziali per quei pazienti.
Questo è il piano che è stato predisposto dal Direttore. Mi pare venga data una risposta alle questioni, che il collega sollevava, giustamente legate ad una difficoltà e, contemporaneamente, anche alle esigenze di Cardiologia.
E' perfettamente vero che, in passato, era così, ma, al di là di una scelta che è stata compiuta, credo che le scelte vadano contestualizzate nel momento in cui vengono compiute e, oggi, c'era l'esigenza di trovare una risposta alla questione della Divisione di Cardiologia e anche al Day Hospital Oncologico. La modalità che è stata definita mi pare che corrisponda complessivamente alle esigenze di due pezzi importanti dell'Ospedale San Giovanni Bosco.
Questa è l'informazione; tuttavia, se si ritiene, ne possiamo ancora parlare con il direttore. Però, considerando gli spazi a disposizione - è vero che c'è un cambiamento - viene data una risposta complessiva a due questioni che erano obiettivamente complesse, come anche a quella della Divisione di Cardiologia. Anche la risposta di nuova collocazione per Oncologia riguarda spazi obiettivamente più adeguati, è chiaro che dovranno essere compiuti i lavori necessari per renderli confortevoli.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 1127 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Dimissioni direttore ARPEA" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Gancia, all'interrogazione a risposta immediata n. 1127 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1133 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Richiesta d'intervento normativo in merito ai fondi per l'edilizia scolastica 'SCUOLE-SICURE' per evitare conseguenze sul rispetto del Patto di Stabilità comunale del 2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1133, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La mancata erogazione di trasferimenti statali agli Enti locali in merito ai fondi assegnati ai Comuni per gli interventi del Programma "SCUOLE-SICURE", sta mettendo in seria difficoltà la regolarità della loro azione amministrativa penalizzando quei Comuni che hanno eseguito tempestivamente gli interventi di messa in sicurezza e miglioramento degli edifici scolastici interessati dall'intervento governativo.
Rileviamo che il ritardo nel trasferimento a diversi Comuni delle risorse finanziarie statali, dovuto anche a difficoltà di comunicazione telematica con il sito del MIUR, pur avendo seguito le indicazioni ministeriali relative all'attuazione del Programma "SCUOLE-SICURE" determinerebbe per i Comuni stessi lo sforamento del Patto di Stabilità relativo all'anno 2015, causato esclusivamente dalle spese effettuate delle Amministrazioni per gli interventi di messa in sicurezza degli immobili scolastici.
Consideriamo che il forte divario tra la data fissata per il termine dei lavori e la data dell'effettiva erogazione dei contributi statali causa ai Comuni, soprattutto a quelli di minore dimensione, il mancato rispetto del Patto di Stabilità, avendo liquidato le imprese esecutrici senza avere ricevuto il saldo del contributo da parte dello Stato e ciò, come è noto comporta per questi Comuni gravi sanzioni amministrative, con ripercussioni negative che potrebbero comprometterne la tenuta dei conti negli anni successivi.
Consideriamo inoltre che in questo caso specifico i Comuni sarebbero le "vittime" di un sistema che sanziona un ente locale a causa di una chiara inadempienza, di origine tecnico-burocratica, da parte di organi dello Stato che non utilizzano appieno le potenzialità della moderna telematica e non accompagnano gli uffici locali dei Comuni con effettive disponibilità telefoniche per chiarimenti a fronte delle laboriose tempistiche per l'espletamento degli atti burocratico-amministrativi.
Teniamo conto che il risultato in questo caso comporta lo squilibrio contabile annuale tra "entrate" (contributi dello Stato) e "uscite" (pagamenti dei lavori eseguiti) per l'impossibilità tecnico-formale di ottenere i fondi assegnati dal MIUR in tempo utile per la liquidazione dei lavori eseguiti nei termine di legge, pagamenti a cui i Comuni hanno fatto fronte con proprie disponibilità di cassa a fronte dei lavori eseguiti nei tempi contrattuali.
Quindi, ritenuto necessario evitare che siano penalizzati i Comuni che hanno privilegiato la sicurezza degli scolari al formalismo burocratico naturalmente, si interroga questa Giunta per sapere se si intende intraprendere ogni possibile iniziativa in sede nazionale affinché venga prevista una norma all'interno di un decreto Enti locali che disponga l'immediata inapplicabilità di sanzioni per lo sforamento del Patto di Stabilità originato da interventi di edilizia scolastica di cui il nostro sistema educativo necessita. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora regionale

Grazie, Vicepresidente.
Grazie, Consigliere Berutti.
Rispondo al posto della collega Pentenero.
La situazione descritta nell'interrogazione rappresenta l'attuale contesto normativo, che prevede l'applicazione di sanzioni a carico dei Comuni che non hanno rispettato il Patto di Stabilità riferito al 2015 sono previste deroghe solamente per le Province e le Città metropolitane peraltro inserite nel recente decreto Enti locali.
La situazione di difficoltà è nota alla IX Commissione, che, in vista della prossima conversione del suddetto decreto, provvederà a sollecitare la Conferenza dei Presidenti affinché richieda la modifica del quadro normativo, evitando così riflessi negativi per procedimenti attivati dallo Stato in materia di edilizia scolastica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1132 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Pericoloso crollo dell'ex manicomio di Racconigi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1132, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello dell'ex Neuro di Racconigi è un tema che si trascina, ormai, da anni. Si tratta di un complesso che era passato di proprietà dalla Provincia all'ASL-CN1 già negli anni '90, quando era stata sospesa l'attività di ospedale psichiatrico. Da quel momento, consegnato alla Provincia ancora sostanzialmente funzionante, con tutti gli impianti, è caduto in sostanziale abbandono. Non sono stati compiuti interventi di manutenzione fino a che non si sono verificati i problemi strutturali all'edificio principale, denominato Chiarugi. Ricordo che si tratta di un complesso piuttosto ampio, costituito da diversi edifici, costruito in diverse epoche storiche e comprensivo anche di una colonia agricola.
L'edificio principale, il Chiarugi, che incombe su due vie di Racconigi, è anche il più antico (è risalente al '600) ed è quello che presenta i problemi strutturali più evidenti legati all'incuria, all'abbassamento delle falde acquifere e, quindi, un po' al cedimento del sottosuolo.
Negli ultimi due anni, si è cercato di portare da più parti all'attenzione il problema della stabilità di questo edificio. L'ASL-CN1 ha anche effettuato due interventi di tirantaggio sulle ali dell'edificio che davano, appunto, sulle vie del comune di Racconigi, spendendo una cifra che si aggira intorno ai 900 mila euro, quindi quasi un milione di euro solo per interventi di emergenza. E' una cifra che, evidentemente, non ha risolto i problemi in quanto il 19 giugno è crollato un pezzo di facciata dell'edificio sul lato interno, verso il complesso del manicomio, quindi sostanzialmente, una parte, fortunatamente, non aperta al pubblico. Il fatto, comunque, evidenzia l'inadeguatezza degli interventi e la trascuratezza nell'affrontare una questione che sta diventando urgente.
Ricordo che sia il Sindaco di Racconigi che l'ASL hanno convocato negli ultimi mesi, tre conferenze dei servizi alle quali mai si è presentato un rappresentante della Regione. Questo mostra, evidentemente il disinteresse di Regione Piemonte per un problema dell'ASL CN1, ma ricordo che l'ASL-CN1, qualora fosse chiamata a intervenire per la responsabilità su questa struttura - per una responsabilità che riguarda sia l'incuria nei confronti di una struttura che è anche inserita nella lista dei beni architettonici, sia in eventuali responsabilità civili e penali per danni a cose o a persone, oppure, qualora si giudicasse la pericolosità dell'edificio tale da richiedere un'ordinanza di abbattimento comunque con costi a carico del proprietario - ovviamente non sarebbe in grado di sopperire con fondi propri.
Di conseguenza, chiediamo se e come la Regione intenda, finalmente affrontare la questione dell'ex Neuro di Racconigi.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Il collega, evidentemente, ha ricostruito la situazione aggiungendo qualche valutazione in ordine all'individuazione dei soggetti che devono garantire la sicurezza e anche il futuro.
La ricostruzione era perfetta, mentre sulle valutazioni o sull'individuazione dei soggetti interessati è bene fare chiarezza. La facciata crollata, innanzitutto, si trova nel piazzale interno, in una zona già dichiarata pericolosa e vietata al pubblico. Com'è stato ricordato l'immobile è di proprietà dell'ASL-CN1 ed è in condizioni di cedimento da molto tempo.
Lo scorso anno ho convocato in Assessorato il Prefetto di Cuneo, il Comune di Racconigi, l'ASL-CN1 e il Sovrintendente di allora, Rinaldi.
Avendo ricevuto parecchie sollecitazioni da parte del Sindaco, che esprimeva le giuste preoccupazioni su quell'edificio in qualità di autorità locale, abbiamo iniziato a fare qualche riflessione in ordine all'utilizzo ma soprattutto in ordine a chi avesse, poi, alla responsabilità di fare i lavori.
Voi sapete che la struttura è in condizioni di cedimento consistente e che tutte le stime che sono state fatte anche parte della Sovrintendenza sono enormi, oserei dire esagerate (adesso non rammento più la cifra esatta). Era stato anche immaginato, da parte della Sovrintendenza, un recupero soltanto in alcune parti. Ma dalla valutazione complessiva, emersa anche attraverso i nostri tecnici, risultava necessario un intervento molto più ampio. In ogni caso, il problema è dell'utilizzo. Qui le idee, come il collega sa, sono diverse: recentemente, si è parlato anche di un polo scolastico da parte dell'Amministrazione comunale; può anche essere questa la destinazione, ma il tema resta.
Mi rendo conto che sia un tema irrisolto, ma credo che resterà irrisolto per molto tempo, perché non ci sono risorse a disposizione per mettere quell'edificio in condizioni di non cedimento, ristrutturarlo e poterlo utilizzare. E' chiaro che questi temi possono essere affrontati per pezzi, come normalmente avviene. In ogni caso, resta il fatto che l'Azienda Sanitaria Locale (e la Regione, per la parte sanità) non ha assolutamente le risorse per fare questa operazione, perché le toglieremmo da altri interventi sull'attività ospedaliera, quindi per la salute. Dunque, non pu che limitarsi (spero non per sempre) a quello che è stato fatto (ponteggi sicurezza, eccetera). Altro non siamo in grado di fare.
Il problema va affrontato: mi pare che il Sindaco stia assumendo qualche iniziativa in tal senso e stia coinvolgendo la Regione in quanto tale, indipendentemente dalla sanità, per trovare una soluzione al tema, al limite anche parziale, interessando anche le fondazioni bancarie torinesi e cuneesi.
Seguiremo queste iniziative del Sindaco, però, per evitare illusioni ma soprattutto per evitare confusioni, precisiamo che i fondi della sanità non sono finalizzati alla messa in sicurezza di un patrimonio artistico (a parte che non potremmo farlo, ma in ogni caso sarebbe una sottrazione di risorse all'edilizia sanitaria, e sappiamo tutti quanti che è necessario intervenire).
In ogni caso, il tema non soltanto ci è noto, ma ci assumiamo anche noi, come Regione, la responsabilità di convocare un incontro coinvolgendo i soggetti interessati, al limite anche le fondazioni bancarie, insieme al Comune di Racconigi e alla Sovrintendenza. Ricordo che c'è questo problema non irrilevante del ruolo della Sovrintendenza, che lo esercita, devo dire anche con una forte determinazione. E' stata avanzata anche l'ipotesi dell'abbattimento di alcune parti, cosa che non può avvenire perché la Sovrintendenza lo considera un reato a tutti gli effetti! Ad ogni modo, col Sindaco convocheremo presto un incontro e riprenderemo tutto il lavoro che è stato fatto. Resta però irrisolto il problema delle risorse, che non è secondario, considerata la tipologia di quell'edificio e le condizioni in cui, dal punto di vista statico, si trova.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1134 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Nuovo posticipo dei tempi di completamento dei lavori per la realizzazione dell'ospedale di Verduno"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1134, presentata dal Consigliere Graglia, che la illustra; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Assessore, parliamo nuovamente dell'ospedale di Verduno.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa di un ulteriore slittamento dei termini per completare la realizzazione dell'ospedale: il Direttore dell'ASL-CN2 ha infatti dichiarato la chiusura dei lavori per il 30 giugno 2018.
Considerato che solo pochi mesi fa la Regione aveva fissato al 31 marzo 2017 la data per il completamento dell'ospedale, la mia interrogazione è finalizzata a conoscere le motivazione per cui, a distanza di pochi mesi, i tempi per la chiusura dei lavori di realizzazione dell'ospedale di Verduno sono stati nuovamente posticipati.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

La Regione Piemonte ha confermato il proprio impegno e la propria attenzione per il completamento dell'ospedale di Alba-Bra presso il Comune di Verduno, in quanto trattasi di un'opera fondamentale per la rete sanitaria ospedaliera (in ogni caso, va completata!).
La Giunta regionale il 18 aprile scorso, nel nominare il Direttore generale dell'ASL-CN2 Bono, gli ha assegnato come primo obiettivo di mandato il "completamento della realizzazione e messa in funzione del nuovo ospedale mediante il trasferimento delle attività e dei servizi nei nuovi spazi" proprio in conseguenza delle oggettive difficoltà emerse nell'ultimo periodo nella realizzazione dell'opera.
L'ASL-CN2 si è da subito impegnata nella revisione del piano economico finanziario correlato alla concessione ventennale, supportata dai competenti Uffici della Regione Piemonte, al fine di pervenire ad un accordo definitivo con il concessionario che garantisca un credibile cronoprogramma di completamento dei lavori.
Il Direttore generale, nel prendere atto del complesso delle situazioni inerenti al progetto, ha rilevato come il livello complessivo raggiunto dai lavori non potesse ritenersi compatibile con il precedente cronoprogramma non soltanto per i lavori eseguiti, ma anche per quanto riguarda la realizzazione della strada. Ricordava poco fa il Presidente - avevo dimenticato questo aspetto - che nel corso dell'ultima Conferenza dei Servizi la Provincia si era impegnata alla realizzazione della strada, che sarà pronta più tardi rispetto a quando era stato programmato.
La richiesta di verifica del piano economico finanziario presso il DIPE, atteso che produca un esito positivo (speriamo di sì, nel senso che lo stiamo seguendo con grande attenzione perché quest'opera va completata!), l'entità delle attività da completare e i tempi relativi ai collaudi operativi dell'opera, portano ad individuare il 30 giugno 2018 come data da formalizzare negli atti con la concessionaria.
Finalmente, abbiamo un quadro molto preciso e molto realistico: la definizione di un cronoprogramma, che è oggetto di valutazione da parte del DIPE; la Conferenza dei Servizi, per quanto riguarda la strada; l'impegno da parte della Provincia alla relativa realizzazione con una certa precisione.
Il Direttore generale ha quindi indicato la data del 30 giugno non per una semplice speranza o desiderio, ma sulla base di una situazione che ha rimesso completamente in linea con una certa precisione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.29 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Batzella, Campo, Gancia e Valmaggia.


Argomento: Province

Esame disegno di legge n. 210 "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonchè norme di prima attuazione dell'articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23" (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 210, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza ed è iniziata la discussione generale, nella quale sono intervenuti i Consiglieri Sozzani, Berutti, Bertola, Andrissi e Campo.
E' ancora iscritto a parlare il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Interverrò brevemente sul merito degli articoli 18, 19 e 20 del presente disegno di legge che riguardano in specifico la gestione del TPL e della logistica a livello regionale, con tutto ciò che attiene alla progettualità, alla pianificazione e alla programmazione regionale.
Noi abbiamo fatto delle proposte che andavano nel senso della più ampia condivisione e partecipazione di tutti gli Enti pubblici. In particolare.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere: temo che non si riesca ad ascoltare il suo intervento. Invito quindi i colleghi che devono interloquire tra loro ad uscire dall'Aula. Perfetto, grazie.
Prego, continui, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Dicevo che in particolare abbiamo chiesto la massima condivisione di tutti gli Enti che hanno deleghe di gestione del TPL, sebbene queste deleghe siano state ora cedute ed esercitate attraverso la forma consorziata dell'Agenzia per la mobilità regionale. Resta il fatto che sia la programmazione dei servizi sia la progettazione e la realizzazione di opere infrastrutturali che hanno un impatto pesante sul territorio e sulla cittadinanza debbano trovare la concertazione più ampia possibile, anche con tutti i soggetti privati e associativi (ambientalisti o di ambito industriale o commerciale), in modo che questi possano cooperare alla stesura dei piani e delle programmazioni almeno come soggetti consultati.
Per la prima volta, infatti, si cerca di dare una profondità dell'azione anche infrastrutturale e di programmazione che va un po' oltre il nostro naso, cosa che è successa raramente finora.
Questo serve anche a creare le condizioni perché non si compiano degli errori di progettualità o non si facciano scelte che sono del tutto opinabili, in quanto scelte politiche e non tecniche. L'abbiamo visto pure in dibattiti, anche accesi, che si sono tenuti in Consiglio relativamente alla questione della gestione logistica e infrastrutturale, nelle quali non è emerso alcun dato inconfutabile per cui certe opere - pensiamo alle grandi opere come la Torino-Lione o il Terzo Valico - vadano realizzate o meno: si tratta infatti di scelte politiche. Le scelte politiche, pertanto hanno maggiori probabilità di arrivare a compimento senza grandi traumi quanto più sono condivise da parte della popolazione e dei soggetti che operano sul territorio. In questo senso, quindi, è andata, per quanto possibile, la nostra azione e alcune di queste richieste sono state accolte.
Le altre richieste riguardavano la documentazione tecnica a sostegno di certe scelte progettuali di lungo periodo che, anche in questo caso, hanno trovato dei limiti in quanto nella legge non possiamo specificare e includere della documentazione tecnica o degli studi scientifici; per possiamo pensare per lo meno - senza pretesa di esaustività e di voler citare tutto - di allegare ai piani triennali e alla programmazione sul trasporto la letteratura scientifica disponibile in quel momento, per dare quantomeno una certa profondità all'azione politica e di pianificazione.
Alcune di queste proposte del Movimento 5 Stelle presentate in Commissione e non approvate sono state rielaborate secondo le indicazioni degli Uffici dell'Assessorato ai trasporti, nel tentativo di venire incontro alle obiezioni che ci sono state portate. Quest'azione riguarda particolarmente le proposte che attengono alla priorità della programmazione e degli investimenti e la priorità degli investimenti sulle infrastrutture esistenti, correlando le scelte politiche alla dimostrazione che non sia conveniente e non sia possibile adeguare infrastrutture esistenti per il trasporto persone o per la logistica, ma sia conveniente e risulti meno impattante effettuare delle nuove infrastrutture.
Occorre corredare il Piano della documentazione scientifica disponibile e analisi scientifiche sulle possibili evoluzioni della dotazione infrastrutturale esistente, sempre con priorità alla realizzazione di nuove opere. E prima di fare scelte impattanti sull'economia pubblica e sulle popolazioni (quindi sul territorio) - ma questo sarebbe un normalissimo studio di costi-benefici - dobbiamo anche valutare e saper giustificare queste scelte con delle domande di trasporto, di movimentazione merci o di persone anche potenziali, ma che quantomeno devono essere state valutate e rese disponibili con dei numeri. Altrimenti, infatti, si rischia sempre di arrivare allo scontro politico perché le scelte sono del tutto arbitrarie e non sono supportate da dati: questo è quello che abbiamo sostenuto.
Pensiamo si faccia un buon servizio a mettere nelle leggi che regolano la programmazione un minimo di approccio scientifico e numerico per poter condividere al massimo le scelte, in modo che queste scelte siano anche più forti nel momento in cui le si deve prendere e non vengano rimesse in discussione, magari nella legislatura successiva, o tanto meno da opposizione piuttosto forti che sono sì presenti nelle aule consiliari e nella rappresentanza politica, ma sono presenti anche sul territorio e quindi talvolta, quando non rappresentate, possono anche trovare sfoghi fuori dalle aule in modo non sempre pacifico e non sempre gestibile.
Se si introducono la massima condivisione e il sostegno scientifico quindi, noi ci mettiamo anche potenzialmente al riparo da persone che non condividono le scelte fatte, che non si possono sempre solo bollare come dei bastian contrari: qualche volta, se le scelte sono fatte con la forza e con l'arbitrio, un'opposizione può sempre sorgere e quindi sarebbe meglio che fosse la minore possibile. Si faccia quindi la concertazione delle opere.
Quel che auspichiamo, a questo punto, è che si dia coerenza alle programmazioni fatte e che, dopo l'approvazione di questo testo, arrivino anche i Piani triennali e le pianificazioni. Siccome talvolta delle opere sono state decise prima di fare le programmazioni, in qualche modo devono entrare di forza in questa programmazione. Vedremo quindi come i due documenti saranno coerenti tra di loro e come si riuscirà a giustificare scelte fatte in precedenza senza grande concertazione politica e territoriale con le programmazioni sul TPL e sulla logistica dei prossimi anni per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La discussione generale ha evidenziato tutta una serie di temi che saranno poi ripresi nella discussione sull'articolato e rende tranquillamente l'idea, in tutta la pluralità dei temi già evidenziati, che questo disegno di legge sia anche zeppo di contenuti che meritano certamente un adeguato approfondimento.
Vorrei intervenire su una questione che questa mattina, più di altre, è stata oggetto di attenzione all'interno del dibattito generale, relativo al temo dell'ecotassa.
Vorrei dare un contributo sotto questo profilo.
Primo elemento.
Ai fini del bilancio della Regione, questo incremento dell'ecotassa non determina nessun elemento di beneficio, se non il recupero di risorse da destinare sulle politiche ambientali, perché all'interno del disegno di legge c'è una norma che lega totalmente l'introito di queste risorse all'obbligatorietà del loro reinvestimento in politiche che riguardano la diminuzione della produzione della raccolta dei rifiuti, o in politiche relative all'amianto, cioè in materie esclusivamente ambientali.
Vengo alla seconda questione, e mi dispiace non ci sia il collega Sozzani. Guardate che la discriminazione c'è già oggi in Piemonte, tra i cittadini che pagano la tassa dei rifiuti (io la chiamo tassa dei rifiuti) in quei territori dove il rifiuto viene incenerito e i cittadini che la pagano nei territori dove il destino di questi rifiuti è di finire in discarica.
In questo momento, il divario è totalmente a favore dei cittadini che conferiscono i rifiuti in discarica, quindi la situazione non è che come diceva Sozzani, ma esattamente il contrario. Non è che ad un certo punto sono più penalizzate quelle comunità in cui lo smaltimento dei rifiuti avviene in discarica, perché, oggi, quel sistema di eliminazione di conferimento dei rifiuti in modo indifferenziato è più economico e meno costoso rispetto al loro utilizzo e al loro conferimento in termovalorizzatore.
Certamente, sotto questo profilo, le discariche oggi rappresentano un tema ambientale da superare, tanto che il gettito dei rifiuti conferiti in discarica è un gettito che progressivamente tende a diminuire, per fortuna anno dopo anno.
Avremo modo di ritornare su questo temo e stasera la Conferenza dei Capigruppo deciderà le modalità con cui ci sarà il momento di confronto con le Associazioni e i Comuni, però questi riferimenti dobbiamo averli.
L'ultima questione è che noi siamo una strana Regione. Lo dico molto francamente: noi siamo una strana Regione, una Regione che per anni ha costruito una miriade di problemi, in termini di disequilibrio sul proprio bilancio, e su tutta una serie di proventi è sempre e costantemente al di sotto delle medie delle altre Regioni italiane.
Con questo incremento ci mettiamo alla pari delle altre Regioni italiane. Questo vuol dire che oggi siamo notevolmente al di sotto della media.
Non è nostro obiettivo metterci per forza di cose alla pari - lo dico francamente - per quanto riguarda le aliquote IRAP, il conferimento dei rifiuti ed il tema delle acque minerali, però questo evidenzia una contraddizione di una Regione zeppa di problemi, che nel corso degli anni non ha saputo adeguare progressivamente, anche le proprie entrate, in similitudine e in confronto con la situazione delle altre Regioni.
Nel merito, avremo poi modo di ritornarci.



PRESIDENTE

Non avendo altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Tutela dagli inquinamenti idrici

Proseguimento esame ordine del giorno n. 52 presentato dai Consiglieri Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (PHA), tra cui il Benzapyrene, l'Anthracene ed il Chrysene (cancerogeni), di metalli pesanti (Mercurio), di Policlorobifenili (PCBs) nei pesci del fiume Po e Tanaro, in preoccupante eccedenza rispetto alle soglie dettate dalla legislazione Europea" (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie.
Chiedo scusa, Presidente, le chiederemmo la cortesia di fare un'inversione e di far scalare questo punto un po' più avanti nell'organizzazione dei lavori, in modo da poterlo affrontare nella giornata odierna, ma di consentire un supplemento di istruttoria dei Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Chiedo all'Aula se acconsente alla richiesta del Consigliere Gariglio.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Procediamo pertanto con il proseguimento dell'esame ordine del giorno n. 52, avente ad oggetto "Presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (PHA), tra cui il Benzapyrene, l'Anthracene ed il Chrysene (cancerogeni) di metalli pesanti (Mercurio), di Policlorobifenili (PCBs), nei pesci del fiume Po e Tanaro, in preoccupante eccedenza rispetto alle soglie dettate dalla legislazione Europea", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi attribuisco il merito di aver formulato il titolo più complicato della storia per un atto di indirizzo.
Scherzi a parte, avevamo sospeso l'esame di questo atto di indirizzo perché, com'è giusto che fosse, sia la Giunta regionale sia la maggioranza volevo approfondirne alcuni aspetti.
Per le vie brevi ho ricevuto una proposta di modifica di alcune parti dell'atto di indirizzo, proposta che sarei disponibile ad accettare, al fine di arrivare all'approvazione di questo ordine del giorno.
Ovviamente lascio la parola ai colleghi che volessero intervenire, ad esempio la collega Accossato, per esplicitare le modifiche proposte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
La volta scorsa ci eravamo impegnati, con l'Assessore Valmaggia l'Assessore Ferrero, la Giunta e i colleghi, ad entrare maggiormente nel merito e a fare una proposta emendativa.
La proposta va in questo senso.
Visto l'attenzione che riteniamo doveroso porre al tema sollevato ovviamente un'attenzione che è più forte rispetto alle normative europee ed italiane, e con la dovuta cautela per l'aspetto che i ricercatori ci pongono, eventualmente da approfondire, come ho già comunicato, noi proponiamo di cassare l'ultima parte della premessa o della narrativa "comprovato che" e "valutato che".
Per quanto riguarda la parte del deliberato, insomma l'"impegna la Giunta", il primo capoverso vive, rimane; il secondo capoverso verrebbe cassato, la proposta è di cassarlo. Inoltre, vengono proposti emendamenti per il terzo e il quarto impegno. Ne do lettura e consegno il testo scritto alla Presidenza. Va bene? Allora, il terzo capoverso verrebbe modificato in "affinché in fase di aggiornamento del piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po si attivi il coordinamento con le altre Regioni del bacino padano per garantire il completo ricevimento delle nuove disposizioni europee e nazionali relative al monitoraggio delle sostanze pericolose e prioritarie nelle acque, nei sedimenti e nel biota".
Il quarto capoverso viene a sua volta sostituito da "ad attivare in vigenza del secondo ciclo di pianificazione di bacino del Po in materia di tutela delle acque i monitoraggi delle sostanze prioritarie in modo da raggiungere gli obiettivi di qualità previsti".
Come ha detto il firmatario, questo viene accettato, quindi lo consegno alla Presidente e chiediamo possa essere messo in discussione e poi in votazione.



PRESIDENTE

Consigliera Accossato, attendiamo queste modifiche e, se condivise dal Consigliere Bertola, possiamo chiudere questa parte.
Vi prego di venire a controfirmare le modifiche.



(I Consiglieri Accossato e Bertola si recano presso il banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Vi ringrazio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 52, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Vorrei solo far registrare il voto favorevole di chi non è riuscito votare, e cioè i Consiglieri Valetti, Bono e Bertola.



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale il voto favorevole dei Consiglieri Valetti, Bono e Bertola.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 171 "Azienda sanitaria locale di Biella (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale - Individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Molinari e Benvenuto.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede.


Argomento: Bilanci preventivi - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame ordine del giorno n. 682 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione della Basilica di Sant'Andrea a Vercelli" presentato dai Consiglieri Corgnati, Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Caputo, Ferrentino, Gallo, Motta, Molinari Ravetti, Rossi, Rostagno, Valle; ordine del giorno n. 683 "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico" presentato dai Consiglieri Ottria, Accossato Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Gallo, Molinari, Motta, Ravetti, Rossi, Rostagno, Valle; ordine del giorno n. 684 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare gli interventi di recupero e restauro della parte storica della Certosa Reale di Collegno" presentato dai Consiglieri Accossato, Allemano, Appiano, Baricco, Caputo Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi Rostagno, Valle; ordine del giorno n. 692 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse finalizzate a finanziare gli interventi di bonifica e smaltimento dell'amianto" presentato dai Consiglieri Ferrentino, Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco Caputo, Conticelli, Corgnati, Gallo, Grimaldi, Molinari, Motta, Ottria Ravetti, Rossi, Rostagno, Valle; ordine del giorno n. 780 "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di recupero, conservazione e valorizzazione delle Meridiane storiche presenti in Val di Susa" presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo Mighetti, Valetti; ordine del giorno n. 781 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione del Santuario della Consolata di Torino" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti; ordine del giorno n. 782 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC risorse specifiche finalizzate a finanziare il recupero dell'ex neuro di Racconigi" presentato dai Consiglieri Campo, Andrissi, Batzella, Bertola Frediani, Mighetti; ordine del giorno n. 783 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare l'edilizia sanitaria" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti; ordine del giorno n. 784 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate ad interventi di riqualificazione paesaggistica nel sito UNESCO dei paesaggi vitivinicoli" presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Batzella, Bertola, Frediani Valetti; ordine del giorno n. 811 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione del Castello di Parpaglia" presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Vignale; ordine del giorno n. 812 "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di ripristino delle sponde e gestione del rischio idraulico del Torrente Pellice nel comune di Villafranca Piemonte" presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin Vignale


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 9) all'o.d.g., che comprende una serie di atti di indirizzo relativi alla programmazione dei fondi PAR-FSC.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
In merito al blocco di documenti di cui al punto 9) all'o.d.g.
praticamente si tratta di un gruppo di ordini del giorno di maggioranza e di opposizione tutti incentrati su stanziamenti che riguardano gli ex FAS.
Per poter svolgere una valutazione anche sulla discussione su questi ordini del giorno - ma, io dico, sugli stessi documenti del nostro Gruppo - credo che sarebbe necessario e fondamentale sapere qual è lo spazio di manovra di disponibilità della Giunta regionale, nonché conoscere qual è l'importo dei FAS e degli FSC che, con termini riformulati, si possono così definire.
Perché se non conosciamo l'entità, se non abbiamo gli indirizzi di spesa rispetto ai grandi temi di riferimento, l'alternativa sarebbe con fondi regionali, ma mi viene da sorridere.
Guardo il Vicepresidente Reschigna, perché la sua risposta potrebbe essere quella di dire: "Ciò che non è capiente negli FSC, è capiente sui capitoli di investimento perché sono essenzialmente operazioni d'investimento regionali". E' per quello che io chiedo preliminarmente alla Giunta regionale un'espressione, altrimenti non avrebbe senso la discussione: potremmo anche approvare tutto il punto 9) all'o.d.g., ma non so quanto proficuo sarebbe per questa Assemblea, per la Giunta, ma anche per i proponenti, perché si andrebbe a vendere un qualcosa che non ha nessuna consistenza.



PRESIDENTE

La Giunta intende intervenire? Prego, Vicepresidente Reschigna, prenda pure la parola.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Cerco di inquadrare il punto, il tema allo stato attuale dell'arte.
All'inizio della programmazione per i fondi FSC, per le Regioni del Centro-Nord, risultava stanziato dal Governo un importo complessivo superiore ai sette miliardi di euro. Questo importo è già stato fortemente eroso, perché voglio ricordare che su questo importo, sia per le Regioni del Centro-Nord che per le Regioni del Sud d'Italia, sono state attinte le risorse per l'obiettivo della copertura su tutto il territorio nazionale della banda ultralarga (che per il Piemonte vale 190 milioni di euro) e sistematicamente questo importo viene eroso da programmi nazionali; quello più ravvicinato nel tempo è quello del Ministero dei Beni Culturali, dove è stato convocato il CIPE il 1° maggio per ripartire un miliardo di euro, del quale 560 milioni a favore delle Regioni del Centro-Nord, ma non alle Regioni: a territori, a opere, a interventi all'interno del Centro-Nord.
Per cui, allo stato attuale dell'arte, il residuo importo che riguarda le Regioni del Centro-Nord non ancora assegnato - chi dice poco sopra, chi dice poco sotto - è attorno a quattro miliardi di euro, perché tre miliardi di euro sono già stati erosi da programmi gestiti direttamente dai singoli Ministeri.
Rispetto a questo importo, vi è stata un'iniziativa molto forte da parte delle Regioni del Centro-Nord. Il Piemonte si era mosso inizialmente anche autonomamente e più volte il sottoscritto, assieme al Presidente, ma ancor di più il Presidente da solo, hanno avuto modo di rappresentare al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Onorevole De Vincenti, la necessità che si arrivasse a definire, Regione per Regione gli importi di spettanza delle singole Regioni e definire, costruire gli accordi di programma, per riempire di contenuti questa programmazione.



(Brusìo in aula)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Scusi, Presidente, ma faccio veramente fatica.



PRESIDENTE

Scusate, è un pomeriggio complesso. Chiedo ai Consiglieri di stare seduti al loro posto e ai loro collaboratori di parlare a bassa voce. È impossibile seguire i lavori dell'aula.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Voglio ricordare che, a differenza della vecchia programmazione dei fondi FAS, la nuova programmazione dei PAR-FSC è una programmazione nazionale, cui concorrono le Regioni in un confronto con il Governo nell'individuazione degli obiettivi e dei contenuti che riguardano oggi in Regione.
Allo stato attuale dell'arte, noi siamo in attesa di sapere esattamente qual è l'importo. Ho provato ancora questa mattina a telefonare al Ministero per avere la conferma. Informalmente, si ipotizzano degli importi, ma non ho la comunicazione, neanche ufficiosa, degli stessi. Siamo in attesa di una comunicazione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per conoscere qual è l'importo che riguarda la Regione Piemonte.
Dovrebbe essere un importo intorno ai 550 milioni di euro sulla totale programmazione, ma prendetela con beneficio di inventario, perché ogni giorno l'importo attorno ai quattro miliardi per le Regioni del Centro-Nord subisce erosioni da programmi dei singoli Ministeri.
In questo contesto, la Regione Piemonte ha inviato un documento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi al Sottosegretario De Vincenti, in cui si individuano alcuni assi di intervento. E' chiaro che si tratta di un documento che, nei suoi contenuti e negli importi, è di molto superiore, sotto il profilo delle risorse, rispetto a quelle che realisticamente saranno le disponibilità che verranno messe in capo alla Regione Piemonte. Come dicevo, all'interno di questo documento la Giunta regionale ha individuato alcuni assi di intervento. In primis, il tema della infrastrutturazione. Voglio ricordare che rimane la questione derivante dalla vecchia programmazione dei fondi FAS della Pedemontanina che rimane come impegno da parte della Regione e del Governo che rientri all'interno di questa programmazione.
Sotto il profilo dell'infrastrutturazione, abbiamo inserito il completamento delle risorse necessarie per completare il lotto della metropolitana fino a Collegno. Rispetto all'ammontare complessivo del costo del lotto, e con tutti gli altri assi di intervento, rimanevano ancora da finanziare 16,7 milioni di euro.
Infine, abbiamo individuato una serie di altri ambiti di intervento che riguardano i nodi ferroviari, l'ammodernamento e acquisto di materiale rotabile del trasporto pubblico (sono anni che non si investe in questa materia).
Il secondo asse di intervento riguarda l'assetto idrogeologico.
Il terzo asse di intervento è quello che riguarda la richiesta di finanziare un pezzo dell'intervento della Città della Salute. Non quello in ambito sanitario, ma quello legato all'attività di ricerca, che è elemento essenziale affinché la nuova Città della Salute di Torino non sia solamente un nuovo ospedale di Torino, ma un elemento di più ampio respiro.
Poi c'è un asse di intervento che riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico.
In questo momento, fino a quando la Regione Piemonte non ha la contezza delle risorse che le vengono messe a disposizione, è difficile per la Regione anche solo passare da un documento di carattere molto ampio e generale ad un'individuazione delle priorità. Alcune sono inevitabili.
Credo che la Pedemontanina sia un impegno assunto nel momento in cui era stato tolto dalla vecchia programmazione FAS. Quello è certamente un elemento prioritario. Credo che i 16,7 milioni di euro, per arrivare a Collegno con la metropolitana - se non vogliamo essere il Paese che continua a realizzare delle opere e non riesce a finirle - siano indispensabili per fare l'affidamento complessivo di tutti i lavori relativi a quel pezzo della metropolitana. Gli altri sono tutti subordinati ad una valutazione post comunicazione dell'importo disponibile per la Regione Piemonte.
Rispetto a questo elemento, è chiaro che tutti questi ordini del giorno che, individualmente, manifestano delle sensibilità e delle esigenze vengono assunti come segnalazioni all'Amministrazione regionale. Non ci pu essere, con il voto su ciascuno di questi ordini del giorno o su altri interventi, un impegno da parte dell'Amministrazione regionale in termini rigidi. Primo, perché non conosciamo l'importo complessivo; secondo perché, in relazione all'importo complessivo, non sappiamo - visto che tutti si riferiscono, bene o male, ad investimenti sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio culturale e artistico - quanta parte di questa programmazione verrà destinata a questo asse di intervento.
Le raccogliamo come segnalazioni, come sensibilità che il Consiglio manifesta, non certamente in termini di impegno e di vincolo. Già di per s scorrere tutto questo elenco di ordini del giorno ci porta ad un importo complessivo che è di molto superiore alle effettive disponibilità. Non nascondo che ci sono degli interventi, che non sono indicati all'interno di questi ordini del giorno, che, tuttavia, si ritengono altrettanto strategici sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio culturale e artistico.
Noi contiamo, entro la prossima settimana, che si chiuda la prima fase cioè quella della comunicazione, a ciascuna delle Regioni del Centro-Nord di qual è l'importo, per poi aprire il confronto, rispetto al quale è chiaro che il Consiglio regionale, dal nostro punto di vista, non è soggetto estraneo; confronto che possiamo fare anche in sede di Commissione. Potremo aprire un confronto con il Governo sulla base delle disponibilità e anche un confronto sulle strategie con il Governo teso a ripartire le risorse su ciascuno degli assi prioritari di intervento e all'interno degli stessi, relativamente agli elementi che individuano più concretamente qual è la natura dell'intervento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.20, riprende alle ore 16.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con l'esame degli ordini del giorno; dopo l'illustrazione seguirà la votazione.
Ordine del giorno n. 682 presentato dai Consiglieri Corgnati Accossato, Allemano, Appiano, Baricco, Caputo, Ferrentino, Gallo Motta, Molinari, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione della Basilica di Sant'Andrea a Vercelli".
La parola al Consigliere Segretario Molinari, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Tenendo conto dei paletti indicati dall'Assessore Reschigna, lo scopo di questo ordine del giorno è di porre all'attenzione della Giunta la possibilità di individuare all'interno della programmazione dei fondi PAR FSC delle risorse che possano essere mirate a finanziare interventi di conservazione e di valorizzazione della Basilica di Sant'Andrea di Vercelli.
Nel momento in cui è stato steso quest'ordine del giorno, questi interventi erano sicuramente di un'entità non indifferente, visto che è stato stimato in circa sei milioni di euro il costo del restauro da parte della Città capoluogo della nostra provincia. Tuttavia, nelle settimane seguenti, la situazione di conservazione della basilica è andata peggiorando, al punto che il primo luglio scorso si è avuto un ulteriore peggioramento, la basilica nella sua torre campanaria ha ricominciato a crollare, diciamo a perdere delle parti.
Riteniamo che questo sia, evidentemente, il segno della necessità di un intervento, che, ovviamente, non può essere accollato alla Regione, neanche attraverso questa ipotetica forma di finanziamento. Sicuramente, di fronte a questa situazione in cui un Comune si trova a dover gestire un bene di questo tipo, oltretutto di un determinato valore storico-culturale, la comunità deve prestare la dovuta attenzione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Molinari.
Ordine del giorno n. 683 presentato dai Consiglieri Ottria, Accossato Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Gallo, Molinari, Motta, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico".
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente.
Questo ordine del giorno riguarda il dissesto idrogeologico. Come detto in precedenza dal Vicepresidente, è uno degli assi individuati nell'utilizzo eventuale dei fondi PAR-FSC.
Non illustro ora i dati dei pesanti danni delle varie alluvioni negli ultimi anni. Il territorio necessita sicuramente di essere sistemato dal punto di vista idrogeologico, però c'è una forte carenza di fondi. Se pensiamo che dal 1977 all'autunno del 2014 le spese per ripristino ammontano a oltre due miliardi di euro, occorrerebbero interventi di prevenzione che mettano in sicurezza il territorio con cifre considerevoli.
Nel Piemonte dovrebbero essere effettuate ancora circa 500 interventi per un importo totale di oltre 1,2 miliardi di euro, attualmente non disponibili. Credo che queste risorse, nell'ambito del PAR-FSC, siano assolutamente indispensabili.
Per queste ragioni, per essere molto breve, credo che l'uso dei fondi PAR-FSC sia assolutamente coerente; per questo motivo, chiediamo un impegno alla Giunta per prevedere, come è già stato detto anche dal Vicepresidente l'utilizzo di questi fondi in parte per sistemare il dissesto idrogeologico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
Ordine del giorno n. 684 presentato dai Consiglieri Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Gallo, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare gli interventi di recupero e restauro della parte storica della Certosa Reale di Collegno".
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Anche in questo caso si tratta di sollecitare o di invitare la Giunta a potere considerare, nell'ambito del riparto dei fondi del PAR-FSC e di un'eventuale destinazione a beni culturali, un'attenzione particolare al recupero della Certosa Reale di Collegno, patrimonio pubblico di proprietà per la gran parte dell'ASL-TO3, soprattutto per la parte che ancora necessita di una riqualificazione e una rifunzionalizzazione; patrimonio che è stato oggetto di un protocollo d'intesa tra la Città di Collegno l'ASL-TO3 e la Regione Piemonte nel 2010 (protocollo rinnovato ulteriormente, anche con alcuni interventi di natura funzionale).
Gli interventi ancora necessari sono relativamente ridotti rispetto alla gran mole di lavoro già compiuta fin qui, ma indispensabili per recuperare interamente il patrimonio e renderlo disponibile per un circuito di valorizzazione turistica più complessivo, collegato alle Residenze Reali. Mi fermo qui, grazie dell'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliera Accossato.
Ordine del giorno n. 692 presentato dai Consiglieri Ferrentino Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli Corgnati, Gallo, Grimaldi, Molinari, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi Rostagno e Valle, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse finalizzate a finanziare gli interventi di bonifica e smaltimento dell'amianto".
Tale ordine del giorno viene dato per illustrato.
Ordine del giorno n. 780 presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di recupero conservazione e valorizzazione delle Meridiane storiche presenti in Val di Susa".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con questo ordine del giorno intendiamo proporre e individuare delle risorse all'interno dei fondi PAR-FSC, per attuare uno studio nel territorio valsusino che possa ripercorrere un po' le tappe di quanto già stato realizzato in altre aree del nostro territorio, ad esempio, in Valle Maira.
Le Meridiane sono una testimonianza presente in quasi tutti i borghi di montagna; sono un segno lasciato dal tempo, che testimonia un pezzo della nostra civiltà, il modo in cui il sole interagiva e scandiva i tempi di vita dell'uomo.
Ancora oggi, si trovano numerose testimonianze nei nostri borghi montani, ma, purtroppo, molto spesso l'incuria e il tempo hanno determinato il danneggiamento di questi veri e propri monumenti a cielo aperto.
Allora, noi chiediamo di individuare delle risorse per consentire a persone interessate al recupero di queste antiche testimonianze di attuare un censimento e valorizzare queste presenze, creando degli itinerari a cielo aperto, che possano invitare i turisti a conoscere i nostri paesi montani e approfondire maggiormente l'evoluzione della nostra vita all'interno della montagna.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Ordine del giorno n. 781 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione del Santuario della Consolata di Torino".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno abbiamo inteso presentare una richiesta di finanziamento di uno dei simboli della città di Torino, ovvero sia il Santuario della Consolata, che nel mese di maggio era stato oggetto purtroppo, di chiusura, in quanto pericolante; nel senso che, purtroppo, si erano staccati dei pezzi del cornicione dell'edificio barocco realizzato tra gli altri da Guarino Guarini e Filippo Juvarra, quindi un pezzo di storia del barocco, oltre che un edificio di culto simbolo della nostra città.
Il danno quantificato riportato dai giornali era di circa mezzo milione di euro, quindi non stiamo parlando di interventi massicci come è stato per altri monumenti simbolo della nostra città e della nostra Regione, ma un intervento di minima per mantenere l'accessibilità all'edificio stesso. In questo senso, l'auspicio è che all'interno della linea di finanziamento del patrimonio artistico e culturale della nostra Regione si possano trovare le risorse - in accordo, ovviamente, con il Comune di Torino e la diocesi torinese - proprio per mantenere l'accessibilità ad un luogo simbolo sia di culto che di cultura e di patrimonio architettonico della nostra città capoluogo di Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Ordine del giorno n. 782 presentato dai Consiglieri Campo, Andrissi Batzella, Bertola, Frediani e Mighetti, avente ad oggetto "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare il recupero dell'ex neuro di Racconigi".
Lo illustra la Consigliera Frediani; prego.



FREDIANI Francesca

Lo diamo per illustrato.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 783 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani e Mighetti, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC risorse specifiche finalizzate a finanziare l'edilizia sanitaria" Lo illustra il Consigliere Bono; prego.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' un ordine del giorno che, sostanzialmente, è già accolto anche da richieste che sono state fatta dalla Regione Piemonte all'interno della riunione congiunta con il Ministero, in quanto si parlava di finanziamenti sulla sanità.
Vorremmo solo sottolineare che abbiamo un problema nella nostra Regione che riguarda gli ospedali, in particolare l'accessibilità, la fruibilità e la sicurezza degli stessi, che non si può pensare di risolvere solo con la realizzazione di nuovi complessi ospedalieri.
L'Assessore ha parlato di "finanziamento per la parte di ricerca" della nuova Città della Salute (o, come si suol dire, Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione), ma registriamo una situazione di criticità in molte altre strutture oggi esistenti in Regione Piemonte a finalità sanitaria ed ospedaliera.
Si sta anche pensando di varare un Piano di edilizia sanitaria attendiamo di esaminarne i contenuti in Commissione al più presto nell'auspicio di non venirne a conoscenza solo dai titoli dei giornali riguardante, ad esempio, il nuovo ospedale unico del VCO, o il nuovo ospedale dell'ASL-TO5, di Torino Sud.
Bisogna, ovviamente, intervenire su un'ulteriore serie di ospedali che presentano numerose criticità anche nel periodo intercorrente tra la decisione, l'avviamento della progettualità relativa ai nuovi complessi ospedalieri sanitari e la realizzazione e l'apertura degli stessi. Sappiamo che intercorre un periodo di tempo di circa dieci anni, fra l'inizio della progettazione e l'apertura a tutti gli effetti delle strutture ospedaliere.
Dico "dieci anni" facendo una media ponderata tra una visione ottimistica di sei o sette anni e una visione più pratica e prammatica di quindici anni, come abbiamo visto come tanti ospedali (Asti, Biella, per non parlare di quello di Alba-Bra, che forse supererà ogni record!).
Si tratta di intervenire con i fondi FSC sulle emergenze riguardanti opere di impiantistica elettrica, impiantistica antincendio, impianti gas medicali, arredi e allestimenti, collaudi e certificazioni, opere edili in generale.
Noi riteniamo che si debba finalizzare una quota anche importante (mi sembra che nell'ultimo riparto della vecchia programmazione FSC si parlasse di 50 milioni di euro). Noi pensiamo che, a fronte di uno studio dell'IRES del 2014, in cui si parlava di circa 1,6 miliardi di euro per adeguare i presidi ospedalieri complessivamente della Regione Piemonte agli standard minimi per l'accreditamento, 50 milioni su sette anni siano obiettivamente pochi. Mi rendo conto che 1,6 miliardi sono tanti, però iniziamo a pensare a come trovare le risorse da un mix magari di fondi FSC, fondi europei fondi propri della Regione e, magari, un tesoretto - se mai ci sarà! delle Aziende Sanitarie, che, qualora riusciranno ad avere un bilancio in attivo, sarebbero vincolate a destinarle ad investimenti, in un'ottica molto importante.
Vanno bene, dunque, le nuove realizzazioni, ma anche se decidiamo oggi di realizzare un nuovo complesso ospedaliero, bisognerà calcolare dieci anni di tempo per aprire la struttura, tempo in cui comunque gli interventi sono necessari. Penso ancora, ad esempio, al quesito che ha posto il mio collega Bertola sull'ospedale di Moncalieri. Conosciamo tutti situazioni nei complessi ospedalieri nella nostra Regione in cui le sale operatorie magari vengono chiuse, perché arrivano i NAS a fare i controlli, non risultano a norma e si devono quindi far partire nuovi investimenti anche per decine di milioni di euro, nell'attesa che poi parta la progettazione e la realizzazione di un nuovo ospedale.
Bisogna fare l'uno e l'altro: progettare nuove strutture ospedaliere ma anche salvaguardare l'esistente, affinché sia a norma per quanto riguarda la sicurezza, la fruibilità e, quindi, l'erogabilità delle cure sanitarie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Ordine del giorno n. 784 presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Batzella, Bertola, Frediani e Valetti, avente ad oggetto "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate ad interventi di riqualificazione paesaggistica nel sito UNESCO dei paesaggi vitivinicoli" Lo illustra il Consigliere Mighetti; prego.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno verte su un argomento che, a pieno diritto ricade negli assi già descritti dal Vicepresidente Reschigna. Parliamo infatti di paesaggi patrimonio dell'UNESCO, nella fattispecie di paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero.
Tali paesaggi sono stati oggetto di un finanziamento (a valere sul bilancio di quest'anno) relativo ad un intervento "spot" che riguarda la legge regionale 14/2008, che, all'articolo 2, appunto, delinea i progetti di miglioramento della qualità paesaggistica.
In quest'ambito, negli anni sono stati veramente pochi i fondi utilizzati. In realtà, questo piccolissimo stanziamento che andrà ad eliminare, con una somma minima di 35.000 euro, un oggetto estraneo al paesaggio (ci riferiamo ad un serbatoio dell'acquedotto, una torre piezometrica che si trova a Mosca, se non erro), dimostra che sono sufficienti poche risorse per eliminare degli elementi estranei al paesaggio e che rovinano, in un certo senso, scorci e parti di territorio.
Noi chiediamo che sia valutato l'inserimento di fondi dedicati sulla programmazione proprio per questo tipo di interventi, ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale 14/2008.
Con pochi fondi riusciremmo qua e là, nella zona UNESCO, ad eliminare elementi estranei. Talvolta, si tratta proprio di interventi di minimo dispendio di risorse, ma che, se non finanziati con fondi regionali rimarrebbero lì a rovinare il nostro paesaggio, creando una sorta di "devalorizzazione" di un elemento paesaggistico molto importante sia dal punto di vista culturale, che dal punto di vista turistico e di immagine per il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Ordine del giorno n. 811 presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e Vignale, avente ad oggetto "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione del Castello di Parpaglia".
Lo illustra la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Il mio ordine del giorno riguarda il Castello di Parpaglia, che è molto bello, ma purtroppo in stato di semiabbandono, per cui necessita di un severo restauro conservativo per riportarlo alle condizioni originali.
Debbo dire che intorno a questo Castello non soltanto l'Amministrazione di Candiolo è operativa, ma anche le Amministrazioni vicine.
Il Castello di Parpaglia assume un'importanza ancora maggiore proprio perché è collegato alla Palazzina di Stupinigi. C'è un lavoro importante che viene portato avanti dal Dipartimento di Architettura e Design e, al di là dell'esiguità delle risorse a disposizioni delle Amministrazioni, si stanno realizzando dei momenti di conoscenza e di sensibilizzazione; ma è inutile dire che un patrimonio di così alto pregio, che comunque racchiude anche la nostra storia, ha necessità di risorse ben maggiori e ingenti.
Riporto soltanto all'Aula la rete di Comuni che si è costruita intorno al Castello e credo che un aspetto così importante - e vado citando questo molto velocemente, perché così ci siamo detti - abbia necessità di un'attenzione perché la rivitalizzazione del territorio è importante.
Ricordo anche che le aree vicine al Castello e alla Palazzina di Stupinigi in questo periodo sono coltivate e stanno producendo delle farine di pregio. Spero venga presa in considerazione questa proposta per l'importanza che riveste, ma anche per il territorio sulla quale insiste.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ruffino.
Ordine del giorno n. 812 presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e Vignale, avente ad oggetto "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di ripristino delle sponde e gestione del rischio idraulico del Torrente Pellice nel comune di Villafranca Piemonte" La parola alla Vicepresidente Ruffino, che, in qualità di Consigliera ha nuovamente la parola per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente: sarò velocissima come per l'illustrazione precedente; e credo me ne debba dare atto.
In questo caso, si parla delle sponde del Torrente Pellice sul territorio di Cavour e di Villafranca Piemonte, che abbiamo avuto occasione di visitare con l'Assessore. Posso soltanto dire che c'è un tratto molto pericoloso in cui si sono create aree di accumulo di materiale ghiaioso. In quell'area insistono parecchie aziende agricole di pregio e anche qui ci sono coltivazioni di livello.
Concludo soltanto ricordando che ci sono dei fenomeni di erosione delle sponde che sono molto pericolosi e che interessano la viabilità locale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ruffino.
Ordine del giorno n. 815 presentato dai Consiglieri Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Vignale e Berutti, inerente a "Individuare nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione del Campanile di Roreto di Cherasco (CN)".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Presidente, onestamente faccio fatica a relazionare su qualcosa che non conosco: il collega mi ha lasciato i testi e io li darei per illustrati (sia questo sia l'altro depositato).



PRESIDENTE

Grazie.
Ordine del giorno n. 816 presentato dai Consiglieri Graglia, Berutti Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani e Vignale, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione dei progetti dell'area territoriale compresa tra le città di Saluzzo Cuneo e Savigliano, comprendente 10 comuni (Manta Scarnafigi, Cardè, Cavallerleone, Faule, Villanova Solaro Villafalletto, Murello, Ruffia e Vottignasco)" Tale ordine del giorno è dato per illustrato.
Ordine del giorno n. 817 presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Graglia e Ruffino, avente ad oggetto "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare interventi di conservazione e valorizzazione della Chiesa di Santa Maria Assunta a Ghevio di Meina (NO)" Tale ordine del giorno è dato per illustrato.
Ordine del giorno n. 818 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti e Pichetto Fratin, avente ad oggetto "Investimenti infrastrutturali del sistema neve in Piemonte".
La parola al Consigliere Vignale parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come i colleghi sanno, la Regione Piemonte è intervenuta economicamente e anche da un punto di vista normativo sulla legge n. 2 del 2009 che riguarda il sistema neve del Piemonte. In questi anni, dal 2009 in poi, è stato preso un impegno significativo, mantenuto anche nel bilancio di quest'anno per ciò che è la spesa corrente, che garantisce la sicurezza l'innevamento programmato, ecc.
Da più di tre anni, ormai, non vi è più alcun tipo di stanziamento invece, sugli investimenti, cioè sul potenziamento della capacità di servizi che il sistema neve piemontese può dare, in particolar modo sull'innevamento programmato, ma non soltanto: anche sul potenziamento e il rinnovamento degli impianti di risalita o dei bacini idrici, cioè su tutto quello che riguarda un sistema neve che compete con le altre Regioni alpine europee a noi vicine.
Noi non possiamo neppure pensare di misurarci da un punto di vista economico, perché i 120 milioni di euro di investimento per la seggiovia del Monte Bianco o le decine di milioni di euro annue che il Trentino Alto Adige investe non sono certo cifre a nostra disposizione. Però è importante continuare quell'attività di investimento che fino a tre anni fa era realizzata e che consentiva alcuni interventi, per esempio quelli di garanzia di mantenimento anche solo degli impianti esistenti, allorquando bisogna fare una revisione parziale o straordinaria di una struttura, il potenziamento dei servizi di innevamento, la realizzazione di alcuni bacini.
Noi crediamo che una parte di queste risorse vada impiegata per quello che nelle aree montane continua ad essere - ovviamente con una percentuale maggiore nel periodo invernale, ma non solo - il più gran motore di sviluppo delle nostre montagne. E' evidente che il ragionamento che facciamo oggi è troppo spezzettato in una discussione relativa ai fondi FSC, che sono gli unici - o fra i pochi - fondi liberi sui quali un'Amministrazione può fare un attività di programmazione. Crediamo pertanto che un ragionamento da farsi poi nelle Commissioni competenti rispetto alla riflessione che ha abbozzato anche il Vicepresidente - cioè in quali assi prioritari provare ad andare a prevedere degli investimenti sia doveroso.
Ci pareva però che - visto che sono stati correttamente citati alcuni ambiti territoriali, che hanno fatto della capacità di attrazione e della promozione territoriale un valore aggiunto - dimenticare quello che continua ad essere il più grande strumento di attrazione turistica e soprattutto di vita nelle aree montane fosse un errore. Abbiamo dunque presentato l'ordine del giorno con lo stesso spirito con cui il Vicepresidente ha dato la disponibilità all'accoglimento, andando cioè a mettere un'indicazione rispetto a quella che noi riteniamo debba essere la futura programmazione dei fondi PAR-FSC. E' evidente che poi ci auguriamo che questo ragionamento venga fatto in modo complessivo e non soltanto sui singoli e degnissimi interventi che oggi abbiamo rappresentato con i vari ordini del giorno.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato l'illustrazione degli ordini del giorno.
Prima di procedere alla votazione degli atti d'indirizzo, ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Ribadisco quanto detto all'inizio della discussione su questi ordini del giorno.
In tutti gli ordini del giorno, dopo le parole "impegna la Giunta regionale", si deve aggiungere "a considerare che, nell'ambito della nuova programmazione." e poi tutto il resto.
Ripeto e sottolineo che sono segnalazioni che la Giunta regionale raccoglie, ma che dovranno avere un riscontro alla luce dell'effettivo riparto delle risorse che riguarderà la Regione Piemonte.
Con questa modifica, che riguarda tutti gli ordini del giorno, i documenti possono essere votati e approvati.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Caputo; ne ha facoltà.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto in merito all'ordine del giorno n.
782, non ancora illustrato e di cui il Consigliere Campo è primo firmatario.
Dichiaro il voto di astensione da parte del Partito Democratico, perch risulta essere superato dal question time cui ha risposto oggi l'Assessore Saitta.
In questo momento, come diceva l'Assessore Reschigna, non ci sono i fondi, a livello sanitario, per procedere con quanto richiesto anche dal PAR-FSC. Tuttavia, sentite soprattutto le Amministrazioni locali, ci sarebbero altre prospettive cui esse sarebbero interessate.
Siamo d'accordo sul fatto che il tavolo, che sappiamo essere già istituito, è un luogo di dialogo finalizzato ad ascoltare le esigenze delle amministrazioni e dei cittadini, ed a cercare di individuare soluzioni economiche, anche e soprattutto rispetto a quella che è la realtà del Comune di Racconigi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
Pregherei i primi firmatari di avvicinarsi al banco della Presidenza per controfirmare gli atti di indirizzo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.59, riprende alle ore 17.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 682, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 683, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 684, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 692, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 780, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 781, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 782, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 783, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 784, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 811, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 812, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 815, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 816, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 817, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 818, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Per il verbale, hanno votato favorevolmente sull'ordine del giorno n.
818 i Consiglieri Barazzotto, Bono e Frediani.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 2) all'o.d.g., che reca "Nomine".
Per il verbale, il Consigliere Barazzotto non ha partecipato alla votazione, perché non ha ritirato la scheda.
In base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione dell'eletta della seguente nomina: Proposta di deliberazione n. 171 "Azienda sanitaria locale di Biella (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale - Individuazione di 1 componente con funzione di Presidente" Proclamo designata, quale componente con funzioni di Presidente del Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale di Biella, la signora Casalvolone Federica.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Rapporti Regioni - Governo

Esame mozione n. 615 presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin e Sozzani, inerente a "Moratoria e referendum popolare sul Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e investimenti" ordine del giorno n. 785 presentato dai Consiglieri Valetti, Batzella Bertola, Bono, Frediani e Mighetti, inerente a "Trattati internazionali TTIP e CETA"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 615 e dell'ordine del giorno n.
785, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 785.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 785 tratta gli accordi internazionali TTIP e CETA, che sono contratti di partenariato tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti relativi a clausole sulla liberalizzazione dei servizi per la creazione di un mercato con regole comuni e omogenee.
E' un trattato che ha una lunga storia che inizia nel 2013, con il lancio dei negoziati sui partenariati transatlantici sul commercio e investimenti (TTIP) da parte del Presidente Obama e il Presidente della Commissione europea Barroso. Questi trattati hanno continuato e visto la loro stesura in totale segretezza rispetto ai luoghi di dibattito democratico, sia europei che nazionali. Quindi, parliamo di trattati di partenariato che sono stati tenuti all'oscuro dei Palamenti europeo e nazionali.
Tutto questo fino all'anno scorso, quando sono state aperte le bozze di questi trattati alla lettura da parte dei parlamentari europei, anche se sempre in forma riservata e sempre con il divieto di portare fuori dalla sede il contenuto di questi documenti, facendo firmare delle liberatorie di non divulgazione del contenuto di questi trattati. Quello che sappiamo anche perché ci sono stati trattati simili tra i Paesi americani per la regolamentazione dei mercati e quindi parliamo di trattati tra Centro America, Stati Uniti e Canada - è che hanno deregolamentato il mercato specialmente sui settori dell'agricoltura, della sanità e dei servizi pubblici, perché ovviamente questi trattati non introducono più regole, ma allineano le regole al ribasso del Paese che le ha più basse, altrimenti non ci sarebbe motivo di tenerle segrete alla popolazione.
Si tratta di processi governati da lobby specifiche, lobby economiche multinazionali, e la stesura di questi documenti avviene dietro l'influenza di lobby multinazionali che tendono a portare al ribasso le regole sulla regolamentazione che ostacolano la loro entrata nei mercati. Pensiamo nell'ambito dell'allevamento del cibo umano: deregolamentare in Europa significa transigere sulle più elementari norme di precauzione di salute che sono a tutela dei cittadini europei; norme che negli Stati Uniti, ad esempio, non esistono. Si tratta dell'utilizzo in agricoltura di prodotti OGM secondo le normative statunitensi e non secondo le normative europee perché evidentemente nessun europeo sarebbe stato contrario ad avere maggiore regolamentazione negli Stati Uniti, ma se fosse così non ci sarebbe stato motivo di mantenere la segretezza e ovviamente i cittadini sarebbero stati contenti di avere più tutela sulla salute.
Quindi parliamo di documenti e di trattati che portano vantaggi per certe lobby multinazionali, ma non per i cittadini. Laddove è stato sperimentato questo modello (in Messico, ad esempio), chi ha pagato di più sono state le persone meno abbienti come i piccoli agricoltori, che si sono visti molto penalizzati rispetto alle grandi multinazionali e aziende di vasta scala degli Stati Uniti. Ovviamente le piccole aziende agricole non sono competitive rispetto alle grandi aziende multinazionali, a parità di regole e di competitività, perché si può puntare su salari molto più bassi e su economie di scala, ma questo porta anche a una diminuzione della qualità e a un impoverimento con una concentrazione di potere e denaro nelle mani di pochi grandi investitori internazionali.
In più sappiamo che questo Trattato include la clausola ISDS, che è una norma che legalizza l'azione delle multinazionali contro gli Stati, quindi si creano dei Tribunali composti da giudici privati: non giudici della giustizia ordinaria nazionale, altrimenti sarebbero di parte e difenderebbero gli interessi dello Stato, ma un Tribunale, chiamiamolo pure speciale, privato che regola i contenziosi tra multinazionali e Stati. In quest'ottica, gli Stati vengono messi allo stesso livello delle multinazionali, quindi parliamo di un potere privato, di azionisti privati di interessi particolari messi alla stregua di uno Stato.
Questo cosa comporta? Che qualora ci fosse un contenzioso rispetto alla divulgazione di un prodotto o di un servizio che un Paese sovrano ritiene dannoso per la propria economia o per i propri cittadini e intenda cambiare la normativa nazionale per impedirne la diffusione, l'azienda che viene interessata da questo può fargli causa poiché la normativa è cambiata rispetto a quando l'azienda ha fatto l'investimento in quello Stato.
Quindi, se ad esempio una compagnia vuole investire in coltivazioni OGM in Italia.



PRESIDENTE

Colleghi, fate silenzio, per favore.



MIGHETTI Paolo

Dicevo, cosa significa questa clausola? Che se un'azienda di OGM, ad esempio, investe in Italia perché la normativa glielo permette e poi si scopre che quel prodotto è dannoso per la salute e le istituzioni sanitarie italiane dicono "no, questo prodotto noi non lo coltiviamo perché è dannoso per le specie non OGM o per la salute dei cittadini italiani" e fa una legge per vietarlo, ecco, l'azienda può appellarsi a un Tribunale internazionale per il danno economico subito, perché sono variate le condizioni rispetto a quando ha fatto l'investimento.
Questo è già successo in altri Paesi quando si è verificata questa condizione. Ora non ricordo più in quale, ma mi pare in un Paese del Nord Africa: una multinazionale mineraria si è installata sfruttando i diritti dei lavoratori senza tutele, dopodiché lo Stato ha deciso di introdurre delle tutele di salario minimo per i lavoratori e questa azienda ha fatto causa allo Stato perché ha introdotto dei diritti minimi per i lavoratori.
Quindi si parla esattamente di queste cose.
La concorrenza internazionale non può andare contro i diritti dei cittadini e specialmente il metodo di stesura di questi trattati totalmente segreto e antidemocratico, fa presagire che stiamo andando verso qualcosa che non può essere accettato. Fino a che avessimo potuto prendere parte della discussione, avremmo potuto introdurre delle normative che fossero un buon compromesso tra tutti i soggetti e tutti gli Stati, ma questo non è potuto succedere, perché noi questo trattato non l'abbiamo mai potuto leggere né l'abbiamo potuto discutere. I cittadini non ne sanno nulla, se non che c'è e non è proprio qualche cosa che li avvantaggia.
Quindi quello che noi chiediamo alla Giunta - e il Consiglio regionale vuole impegnarla a metterle in agenda - sono delle discussioni in queste sedi politiche prescindendo dall'appartenenza ideologica per confrontarsi e anche dialogare nel merito con i propri esponenti parlamentari italiani ed europei, in particolare con quelli che hanno avuto modo di leggere le clausole di questi trattati.
La impegniamo, inoltre, a intraprendere le azioni di pressione volte a promuovere il ritiro da parte del Governo italiano, nell'ambito del Consiglio europeo, dal TTIP e, in subordine, alla sua non approvazione da parte del Parlamento europeo; a promuovere sul territorio regionale e degli Enti locali azioni di sensibilizzazione e mobilitazione contro il TTIP in quanto viene leso, tra gli altri, il principio costituzionale della sovranità delle Autonomie locali. In seguito, invitiamo la Giunta a inviare la presente deliberazione all'ANCI, al Consiglio dei Ministri, ai Parlamenti italiano ed europeo e alla Commissione europea.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione della mozione n.
615.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'atto di indirizzo vuole ovviamente porre l'attenzione sul tema del trattato di partenariato transatlantico fra Stati Uniti e Unione Europea.
Appare - all'interno della nostra Nazione molto meno che all'interno di altre Nazioni, infatti in Germania qualche mese fa hanno sfilato più di 250 mila persone contro questo trattato e a livello europeo si sono raccolte più di quattro milioni di firme sempre contro questo trattato - un po' come un trattato che ricorda quando in gran segreto entrò la Cina all'interno del WTO e da lì in poi abbiamo visto quali sono stati gli effetti per l'economia europea, e non solo europea.
Il trattato sostanzialmente prevede la totale liberalizzazione di quelli che sono gli scambi, i dazi, le barriere fra i Paesi sottoscrittori.
Intanto questo pone un problema, se lo vediamo a livello non soltanto di Nazione italiana, ma anche di Regione Piemonte. E' vero che noi siamo una fra le Regioni italiane che esportano maggiormente, ma ricordiamo che, in particolar modo rispetto ad alcuni temi - penso all'agricoltura - abbiamo meno del 5% di imprese che esportano, contro il 95% di imprese che invece vivono di mercato locale di qualità. Ho fatto l'esempio dell'agricoltura perché non solo è uno dei settori più a rischio, ma anche perché è uno di quelli di maggior qualità.
La pericolosità del trattato, rispetto ad altri, è che introduce un organismo tecnico ISDS che è l'organismo per la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato (l'acronimo non è casuale). Tra investitore e Stato in quanto, nel momento in cui una norma va contro il trattato.
Faccio un esempio. La Regione Piemonte, molti anni fa, ha deciso - e non ha mai cambiato idea - che è vietato produrre prodotti OGM all'interno del suo territorio. Questo si scontra con la semplicità o la difficoltà di applicare questo aspetto, ma con normative simili a molte altre. Un investitore, non lo Stato, una multinazionale - non sono piccole o medie imprese che possono fare questo - con un arbitrato che ha un carattere privatistico, impone alla nostra Regione di modificare la propria normativa e di pagare i danni per il danno che l'eventuale multinazionale ha subito.
Questo è quanto già esiste, peraltro, nel partenariato transpacifico siglato dagli Stati Uniti con gran parte dei Paesi del Pacifico, ad eccezione della Cina. Non è una risposta alla crisi. Anche il dato relativamente al fatto che si pensi che la liberalizzazione da barriere dazi e vincoli porti maggiore occupazione all'intero della nostra Nazione è smentito da quanto avviene dal 2001 ad oggi. Dal 2001 ad oggi, noi abbiamo aumentato in modo significativo i soggetti che sono entrati nel WTO, che non sono più soggetti a dazi, che non sono più soggetti a restrizioni, con un aspetto - evidente a tutti - che gran parte dei benefici sono andati ai Paesi esportatori, in particolare modo dall'Est asiatico. Una parte, invece, di quanto previsto nel trattato di libero commercio previsto nel WTO, cioè che la bilancia commerciale dovesse essere pari, non viene mai applicato.
E' evidente che la differenza fra ciò che noi esportiamo in Cina, ma può essere anche in altri Paesi, è assolutamente inferiore rispetto a quella che entra all'interno del nostro Stato. Questo ha portato ad una serie di danni non indifferenti. Uno studio del CeRP di Torino - che essendo stato diretto dal Ministro Fornero, non ha sempre assunto, ma è comunque un'istituzione torinese - tende a dimostrare che l'applicazione di questo trattato garantirebbe una crescita del PIL dello 0,47% da qui al 2027. Quindi una cosa certamente irrisoria.
Noi chiediamo almeno una moratoria di un anno, anche se sappiamo bene che non è il Consiglio regionale che può decidere questo. Consideriamo che come veniva ricordato, sono iniziate le trattative relativamente questo trattato a giugno 2013 e sono rimaste sostanzialmente segrete fino all'anno passato. L'anno passato è stato possibile verificare i termini del trattato, ma anche l'Unione Europea non ne ha discusso. Questo non è un tema oggetto dei Parlamenti regionali e può essere comprensibile, non è oggetto dei Parlamenti nazionale, e questo è meno comprensibile. Ma non è neanche oggetto del Parlamento Europeo, salvo in interrogazioni presentate cui sono state date delle risposte.
Il Commissario europeo al commercio, relativamente ad un'interrogazione che chiedeva in che modo stesse negoziando e con quale autonomia, ha risposto testuale che il suo mandato non viene dal popolo europeo. E' abbastanza chiara la modalità con cui si sta procedendo.
Noi non pensiamo che l'approvazione di questo ordine del giorno significhi cambiare le sorti del trattato. Noi chiediamo al Parlamento che vi sia una moratoria perché si possa almeno intervenire, affinché non siano lesi i diritti costituzionali delle autonomie locali e delle Regioni prevedendo che i negoziati tengano conto delle specificità nazionali e territoriali delle singole realtà, e di sottoporre un referendum consultivo i cittadini italiani, come avvenne nel 1989, quando la Comunità Europea si trasformò in Unione.
La presentazione di questo ordine del giorno, che è del 17 dicembre 2015, ha come finalità quella di provare a discutere e di far presente quello che rischia di essere un grande danno a noi molto vicino, di cui purtroppo, si parla molto poco. In altre Nazioni, per un'attenzione maggiore anche degli organi di stampa e della stessa classe politica l'attenzione è assolutamente significativa. Ricordavo prima quanto è accaduto in Germania.
Sono Nazioni che, in teoria, hanno da rischiare meno di noi rispetto alla qualità dei prodotti che, inevitabilmente, se paragonate a quelle di una multinazionale che ha per senso stesso della sua capacità produttiva una filiera molto lunga, è evidente che non avremmo le armi con cui combattere. Lo vediamo quotidianamente su alcuni aspetti che riguardano non solo l'agricoltura, ma le produzioni anche della nostra regione.
Crediamo che l'approvazione di questi ordini del giorno potrebbe essere un punto significativo su cui, almeno, provare a porre un'attenzione su un tema che noi riteniamo molto delicato e pericoloso per il nostro Stato e per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Finalmente possiamo tornare a parlare anche in Consiglio regionale di una questione così importante.
Voglio sottolineare che fu proprio il nostro Gruppo a portare la questione relativa al TTIP all'attenzione del Consiglio regionale con l'interrogazione a prima firma del Consigliere Valetti che, in buona sostanza, chiedeva al Presidente Chiamparino un suo pensiero su questo trattato.
Allora la riposta del Presidente Chiamparino fu da una parte superficiale, ma dall'altra fin troppo allineata. Disse che era una cosa bellissima. In realtà non è proprio così. Non è proprio così per tutti gli esponenti del Partito Democratico.
Nel frattempo, per fortuna, essendo passato più di un anno, da allora è andato avanti il dibattito e si è accresciuta non solo tra i rappresentanti dei cittadini, ma anche tra le persone comuni, la consapevolezza relativamente agli effetti nefasti di questo trattato, perché prima c'era un po' la consegna del silenzio.
Qui ripercorro anche le tappe di questo trattato, come già ha fatto il collega Valetti, ma anche il collega di Forza Italia, Vignale.
E' un trattato che sarebbe da avversare già solo per il modo con cui viene portato avanti, cioè con trattative private e segrete. Quindi, se anche riportasse degli elementi positivi, sarebbe già da avversare per il metodo, ma non è un caso che il metodo sia quello, perché, in realtà, gli interessi che porta avanti, sicuramente, non sono quelli dei cittadini piemontesi e italiani, ma europei in generale, a nostro avviso.
E' stato già detto che, fino a poco più di un anno fa, anche i parlamentari europei si dovevano accontentare di narrazioni di questo trattato e non di documenti. Successivamente, vista anche l'insistenza dei nostri parlamentari europei, è stato loro permesso di visionare dei documenti in una stanza chiusa, semplicemente di leggerli. anche lì con l'obbligo di non divulgarli in alcun modo.
Quanto emerge dalla conoscenza del trattato è preoccupante e mi chiedo come i cittadini piemontesi e come anche coloro che rappresentano i piemontesi nelle istituzioni possano accettare un trattato del genere, se abbiamo tutti bene a mente l'importanza del nostro patrimonio enogastronomico e l'importanza di proteggerlo, ad esempio, dall'invasione di OGM. Infatti, i difensori del trattato dicono che sarà più facile vendere i nostri prodotti all'estero, ma, d'altra parte, sarà più facile per dei prodotti provenienti da fuori entrare sul nostro mercato bypassando tutta una serie di obblighi, ignorando e non avendo l'obbligo di seguire tutta una serie di normative e controlli che, invece, i nostri prodotti devono osservare.
Nel frattempo, è trascorso più di un anno, si è accresciuta la consapevolezza e abbiamo avuto modo di leggere, di vedere, di sentire dichiarazioni anche contro questo trattato anche da parte di esponenti di altre forze politiche, sia del centrodestra ma anche del centrosinistra.
Quindi, visto che il dibattito e le trattative proseguono a rilento pensiamo sia il caso veramente, anche come Piemonte, di esprimerci, di assumere una posizione chiara e di contribuire al dibattito, nel senso di un'espressione di contrarietà rispetto a questo trattato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Parto dai principi ispiratori del trattato che, come già descritto e anticipato precedentemente dai colleghi, è in corso dal 2013 e si concluderà entro questi mesi, nel 2016.
Il TTIP nasce con tre principi fondamentali: l'eliminazione dei dazi l'abolizione degli ostacoli cosiddetti non tariffari (quelli burocratici) e l'armonizzazione delle normative dei Paesi che siedono attorno al tavolo per il trattato. Tutto questo nasce per cercare di dare un impulso all'economia, creare uno sviluppo, maggiore ricadute in termini occupazionali, quindi creare un mercato unico tra USA ed Europa.
Da questo punto di vista, il trattato sta procedendo da parecchi anni e prendiamo atto che, effettivamente, il trattato è stato gestito in rapporti tecnici tra comunità europea e america. Devo dire che il percorso del trattato prevede comunque, dopo l'eventuale accordo tecnico, la ratifica da parte del Parlamento Europeo e di tutti i Parlamenti membri dell'Unione Europea, quindi il pericolo odierno di non avere l'informazione corretta completa, come in alcuni casi ho rilevato anch'io, è bypassata dal percorso parlamentare che seguirà questo trattato per diventare effettivamente vigente.
Quindi, il pericolo che non venga reso pubblico o che segua un cammino segreto - anche se in una fase tecnica può apparire così - verrà meno con il percorso parlamentare.
Dalle informazioni emerse negli ultimi mesi rispetto al trattato e al percorso che si sta compiendo, anche come PD, o almeno personalmente, dai documenti che si possono visionare dal sito internet, dalle informazioni disponibili, è evidente che ci sono alcuni temi di cui sicuramente si dovrà ancora discutere e spero si possa continuare a discutere. Ne cito uno, gli SDS, il cosiddetto Tribunale per le controversie.
Altro elemento di maggiore criticità, su cui, comunque, anche l'Italia e l'Europa stanno andando fino in fondo trattando in tutti i dettagli, è rappresentato sicuramente dal tema dell'alimentare e da tutti gli accordi eventuali che si andranno a stipulare nel trattato, e il tema dell'alimentare, in particolare per l'Italia, è molto importante.
Quindi, il Partito Democratico non è contrario a priori ed è convinto che possa essere un'opportunità anche per le nostre economie. Sono stati citati degli studi; provo a citarne uno, quello del Centro di ricerche politico-economiche dell'Unione Europea, che, comunque, richiama la possibilità, per quanto riguarda il vecchio continente, di un incremento delle esportazioni per 120 miliardi di dollari e 95 per l'America. Sono dati, comunque, tutti da verificare, però hanno i loro fondamenti.
Mi avvio alla conclusione.
E' evidente che noi auspichiamo, anche come Partito Democratico maggiore condivisione e informazione su un tema così importante, anche se rileviamo che il percorso parlamentare, sicuramente, fornirà tutte queste informazioni.
E' evidente che il trattato deve contenere condizioni minime soprattutto le nostre attività agricole devono rappresentare condizioni fondamentali; ci deve essere una condizione di reciprocità, perché il trattato non deve essere a favore solo di un'area piuttosto che di un altra, quindi deve esserci una condizione effettiva di reciprocità, di libero scambio, di opportunità economica sia per l'Europa e sia per l'America.
Detto tutto questo, noi voteremo contro i due ordini del giorno perch crediamo che il trattato sia in una fase di evoluzione e di approfondimento. L'Italia è seduta al tavolo delle trattative per approfondire e porre anche i paletti necessari alla tutela dei nostri prodotti agroalimentari in questo trattato, ma se si riesce si devono cogliere le opportunità che vi possono essere.
Quindi, il ritiro della delegazione italiana previsto in un ordine del giorno piuttosto che il tema del referendum posto dall'altro ordine del giorno non ci vedono a favore, quindi il Partito Democratico si posizionerà in questo modo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Prendo la parola per dire che fortissime sono le perplessità del sottoscritto in relazione al tema del trattato, e non al tema degli ordini del giorno che parlano di trattato.
Non mi scandalizza che le prime trattative siano avvenute in forma riservata - questa, forse, è una prassi tipica dei trattati - ma ora stiamo già passando alla fase B, cioè a quella della conoscenza e dell'approfondimento, per arrivare, se si arriverà, ad una discussione a livello di Parlamento e ad un eventuale coinvolgimento dei Parlamenti nazionali.
Quindi, oggi, siamo comunque in grado di entrare un po' di più nel merito delle questioni. In questo momento, mi pare che, da un lato, se fosse vero che noi riusciamo a strappare, come Europa, tutte quelle garanzie che riteniamo necessarie necessarie, il trattato sarebbe ben poca cosa. Viceversa, se non riuscissimo a strappare tutte quelle garanzie in materia di diritti, tutele e qualità della nostra economia e dei nostri prodotti, esporremmo i consumatori e i cittadini europei a dei fortissimi regressi in tanti campi in cui, invece, hanno una posizione ben più avanzata rispetto al Nord America.
Peraltro, in un documento pubblicato per sintesi nel marzo 2015 dall'Unione Europea si legge che l'intendimento della trattativa è quello di conseguire dei risultati positivi in termini di posti di lavoro, di crescita dell'economia, di facilitazione degli scambi. Ma poi leggo testualmente la versione italiana del documento: "Il TTIP non può tuttavia essere un accordo da accettare a qualunque prezzo. Ad esempio dobbiamo garantire che i prodotti importanti dall'Unione Europea rispettino i nostri standard elevati, quali: proteggano salute e sicurezza dei cittadini e ambiente; apportino altri benefici a società; che i Governi dell'Unione Europea mantengano pienamente il loro diritto di adottare norme o leggi per proteggere le persone e l'ambiente e gestire i servizi pubblici a loro piacimento".
Anche in un documento ufficiale comunque si configura la possibilità che il trattato porti dei rischi su questi temi così importanti. E quali potrebbero essere i rischi? Che l'uniformazione delle due normative sia al ribasso e non al rialzo. Perché un conto è ragionare dei criteri di omologazione e di sicurezza delle automobili, per cui se si raggiunge un accordo affinché i test siano analoghi al di qua o al di là dell'oceano, si favorisce la produzione delle automobili, la libera commercializzazione e si evitano costi inutili. Se fosse solo questo, credo che non ci sarebbe neanche da discutere! Ma, in realtà, l'uniformità al ribasso potrebbe riguardare dei temi come, ad esempio, il fatto che i Paesi dell'Unione Europea hanno adottato normative dell'organizzazione dell'ONU che si occupano di lavoro (ILO) mentre gli Stati Uniti hanno ratificato solo due delle otto norme fondamentali. Quindi potrebbe ravvisarsi una minaccia ad alcuni diritti fondamentali dei lavoratori.
L'eliminazione delle barriere che frenano i flussi di merci potrebbe rendere più facile alle imprese la scelta di localizzazione di produzioni in ragione dei costi, in particolare di quelli sociali, e quindi scegliere se produrre in un Paese piuttosto che in un altro in base al costo sociale in vigore in quel Paese. L'agricoltura europea è caratterizzata da tante piccole aziende che nel mercato globale, in questa libera concorrenza, ben difficilmente - probabilmente - riuscirebbero a reggere la concorrenza medesima, soprattutto se si rapportano con le grandi multinazionali. Ci potrebbero essere dei rischi per i consumatori, perché c'è una differenza abissale tra il sistema statunitense e quello europeo: è il principio di precauzione.
Nel nostro ordinamento, la commercializzazione di un prodotto pu avvenire solo a valle della confutazione di dubbi in materia di qualità dei prodotti sulla salute umana. Dall'altro lato dell'oceano, il principio è esattamente l'opposto: si parte, cioè, con la possibilità di commercializzazione e poi, semmai, sono strumenti come le class action che possono proteggere i consumatori - ma quando? - nel momento in cui un danno si è già concretizzato. Questa è la grande differenza tra questi due principi! I negoziati, poi, potrebbero aprire non tanto e non solo alla libera circolazione delle merci di produzione privata, quanto a forme quasi coattive di privatizzazione di servizi pubblici. Quindi potrebbero essere anche a rischio servizi fondamentali, quali quelli del welfare. Ci sono anche dei dubbi in materia di tutela della proprietà intellettuale e industriale.
Invero, il documento che citavo prima, cioè quello di fonte dell'Unione Europea, su alcune di queste perplessità si esprime. Per esempio, in materia di pubblici servizi si afferma che il TTIP non influirà sulla possibilità per le autorità pubbliche di scegliere se esternalizzare un servizio pubblico o produrlo internamente; di scegliere beni, servizi e opere che promuovano salute e benessere dei cittadini, tutela dell'ambiente, progresso sociale, rispetto dei diritti delle persone sul luogo di lavoro. In materia di principio di precauzione, si afferma nel documento che il trattato non inciderà, perché il principio di precauzione è sancito dalla normativa dell'Unione Europea, per cui il trattato non lo modificherà.
In maniera di ormoni - venivano citati prima - il trattato potrebbe impedire all'Unione Europea di regolamentare le sostanze note come interferenti ormonali. La controreplica è che il trattato non aprirà il mercato dell'Unione Europea alla carne di bovini nutriti con ormoni e l'Unione Europea continuerà a regolamentare tali sostanze in linea con la normativa in vigore.
Infine, sulle indicazioni geografiche protette si afferma: "Non accetteremo mai di diminuire il livello di tutela attuale delle indicazioni geografiche in Europa. Le importazioni che utilizzano denominazioni protette non potranno mai accedere al mercato dell'UE".
Però qui sta il punto: se è vero tutto questo - non ho dubbi che quanto viene scritto in un documento ufficiale non corrisponda a verità - allora davvero il contenuto di questo trattato, che viene venduto come "innovazione assoluta", si traduce in poca cosa, cioè all'eliminazione di quei soli ostacoli di natura tecnica quali quelli che citavo prima, cioè quello sull'omologazione e sulle regole di sicurezza di produzione di alcuni macchinari come le automobili. Quindi temo, da questo punto di vista, che i rischi che attualmente corriamo, rispetto ai vantaggi che ne potrebbero derivare, siano di gran lunga superiori.
E' chiaro che le mozioni che stiamo discutendo danno per assodato che il contenuto finale sia totalmente discordante rispetto alle rassicurazioni fornite dall'Unione Europea, e quindi invitano a moratorie, referendum e mobilitazioni.
In questo momento, quindi, pure in forza di quanto detto prima, non me la sento di votare "sì" ai due documenti, quindi il mio voto sarà di astensione. Ma sia ben chiaro che, se nel prosieguo della trattativa che andremo a monitorare questi dubbi (che sono abbastanza evidenti) dovessero mantenere questa attualità e questi contenuti, a quel punto - in tal caso potremmo anche essere richiamati a discuterne come Consiglio, visto che da una sede parlamentare comunque questo trattato dovrà passare - l'astensione diventerà un voto contrario al trattato medesimo e, quindi, a favore del superamento di questa sequela di rischi.
Io credo che sia davvero un tema delicato, dove non possiamo permetterci il lusso di accettare a scatola chiusa alcunché, e dove l'evidenza pubblica delle trattative che attualmente sono in corso in forma riservata è fondamentale.
Credo che quel confronto che in uno dei due testi viene citato, con tutti i nostri Parlamentari, soprattutto europei, cioè quelli che hanno avuto la possibilità di accedere ai documenti, possa e debba essere anche promosso in un'Aula come questa - peraltro, abbiamo già organizzato degli incontri pubblici su temi non strettamente di carattere regionale - e che quell'aspetto di una delle due mozioni (mi pare quella presentata dal Movimento 5 Stelle) di chiedere la partecipazione a pubblici dibattiti di Parlamentari europei sia da perorare nei prossimi mesi, anche prima della conclusione delle trattative.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Visto che il dibattito è stato molto interessante, ne approfitto per aggiornarvi sul fatto che la settimana scorsa ho potuto accompagnare il Presidente Chiamparino, in qualità di Presidente delle Regioni viticole europee, nell'incontro con il Commissario Hogan. Abbiamo avuto occasione di parlare di TTIP e di quanto ne consegue: devo rilevare che anche se il tema era principalmente il vino, in coda abbiamo potuto affrontare le tematiche più generali.
Su questo tema - intervengo in vece del Presidente, per cui mi potrà correggere in diretta se affermerò cose inesatte - il Commissario si è dimostrato molto determinato e ha posto una serie di questioni. In pratica ha detto: "Abbiamo un trattato del 2006 con gli amici statunitensi". Noi intendiamo che questo, che riguarda il rispetto delle denominazioni di origine e tutte le indicazioni geografiche protette, diventi parte integrante del nuovo trattato, perché oggi, pur essendo un trattato, non è ancora osservato.
Concludo, perché immagino che ci sarà l'occasione di affrontare successivamente questo tema importante, ma vorrei che il tema vero fosse affrontato con questa dinamica: che riguardi l'Europa come un Paese che è solo importatore, perché per noi l'export è fondamentale.
Ricordo che noi siamo una Regione che esporta ogni anno oltre 100 milioni di bottiglie di vino, quindi se un trattato portasse in chiaro il fatto che le denominazioni di origine o le indicazioni geografiche non possono essere imitate da un'altra parte del mondo, per noi sarebbe una grande vittoria.
Inoltre, non sono in discussione i requisiti minimi di garanzia sulle produzioni che riguardano gli standard produttivi dell'Unione Europea perché un trattato non supera le leggi. Mentre molta preoccupazione mi dà quest'arbitrato che è il vero nodo delicato di tutta l'operazione, che credo sia da monitorare molto attentamente. Ci tenevo, però, a dirvi che abbiamo avuto questo incontro, nel quale il Commissario ha detto che non intende aprire una discussione sul trattato se prima non si chiariranno bene queste norme e non si metterà nel trattato il rispetto di queste. Io detto così - e do un parere personale che non vale niente, ma che ci tengo a dare - dubito che gli americani e i canadesi rinunceranno a produrre "parmesan", a produrre "barbera", a produrre i prodotti storici che, in applicazione al trattato, non potrebbero più fare, perché sono riferimento di una nostra denominazione di origine. Quindi, la vedo molto dura chiudere un trattato commerciale.
Prendiamo atto che il Commissario Hogan, in un momento in cui, forse l'Europa è un po' messa in discussione, non ha intenzione di cedere su questi temi.



PRESIDENTE

Colleghi, sono le ore 18.01. Se volete, c'è ancora l'intervento del Consigliere Grimaldi oppure di altri colleghi che chiedono di intervenire.
Mi rimetto alla volontà dell'Aula: sospendiamo la seduta? Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Visto che, una volta concluso il Consiglio, c'è la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, chiediamo che sia il primo punto in discussione.



PRESIDENTE

Certo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.03)



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