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Dettaglio seduta n.16 del 28/10/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 9.37 con l'esame del punto 1)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione indifferibile e urgente n. 75 presentata dai Consiglieri Batzella, Bertola, Bono e Frediani, inerente a "Assegnazione contributi per interventi di eliminazione e superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati"


PRESIDENTE

Colleghi, iniziamo ai lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 75.
Ricordo che vi sono a disposizione due minuti per l'interrogante e tre minuti per la Giunta.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione nasce in seguito a diverse segnalazioni di persone disabili con grossi problemi, non solo fisici ma anche economici che sono arrivate dai territori e riguarda l'assegnazione dei contributi per interventi di eliminazione e superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Premetto che a gennaio del 1989 fu istituita la legge 13, che prevedeva un fondo per il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. A giugno dello stesso anno il Ministero dei Lavori pubblici emanò il decreto n. 236, in cui specificava le prescrizioni tecniche necessarie, e la circolare esplicativa n. 1669.
I contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati sono a fondo perduto e sono concessi a privati cittadini residenti in Piemonte. Le opere da eseguire devono eliminare ostacoli alla mobilità del disabile; non sono contemplate le ristrutturazioni edilizie e la costruzione ex novo di ambienti.
Il fondo speciale per l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche, istituito ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della legge 13/89 presso il Ministero dei Lavori pubblici è stato alimentato per i primi tre anni. Dopo tale periodo si è assistito ad una graduale riduzione degli stanziamenti statali e i contributi sono stati erogati solo saltuariamente (l'ultimo risale al 2004). Ogni anno la Regione ha comunque provveduto alla raccolta delle domande e alla stesura della graduatoria generale. In assenza dei contributi statali, ha finanziato con fondi propri di bilancio le domande presentate dagli invalidi totali, aventi precedenza ai sensi dell'articolo 10, comma 4, della legge 13/89.
Dall'anno 2005 le domande per il superamento delle barriere architettoniche sono state integralmente finanziate con fondi regionali e a tal fine, con deliberazione della Giunta regionale del 9 febbraio 2009 n.
25-1730, si è provveduto a ridefinire i criteri e le modalità per l'assegnazione dei contributi regionali. Per gli anni 2012, 2013 e 2014 non è stata attivata la procedura per la formulazione della graduatoria regionale, in applicazione della legge 13/89.
Per questo motivo si interroga la Giunta regionale per conoscere gli impegni inseriti nel bilancio regionale atti a soddisfare il fabbisogno delle domande per il 2010 e il 2011, in quali tempi questo verrà soddisfatto e per sapere se la Regione intende finanziare il contributo per gli anni successivi al 2011.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente e grazie, Consigliera Batzella, perché con quest'interrogazione permette anche a me di fare il punto su una questione delicata che non conoscevo nel dettaglio e che - lo dico già subito - per certi versi mi richiederà una risposta un po' interlocutoria; ci sono degli elementi, cioè, per i quali abbiamo bisogno di valutare ancora nell'ultimo periodo di quest'anno quali effettivamente possono essere gli impegni che possiamo assumere.
Però è opportuno fare il punto, così che almeno possiamo raccogliere alcuni elementi di certezza. Faccio riferimento alla risposta che gli Uffici hanno predisposto, in modo tale che alcuni aspetti possano essere chiariti.
Nel corso degli anni la Regione Piemonte si è impegnata a finanziare le domande di contributo presentate, con precedenza agli invalidi totali integrando i fondi statali con risorse del bilancio regionale. Dal 1989 al 2011 si è provveduto, anno dopo anno, ad aggiornare la graduatoria con i fabbisogni presentati dai Comuni della Regione Piemonte. Dall'anno 2012 ad oggi detto aggiornamento è stato bloccato, pur con la comunicazione ai Comuni di continuare ad accogliere le istanze presentate dai cittadini disabili. L'ultimo stanziamento di fondi per la legge 13/89, pari ad euro 900.000, risale all'assestamento di bilancio 2012.
Ora qui, su questo ultimo stanziamento di bilancio, dobbiamo far riferimento a due determine: una del 2013 e una del 2014. Con la determina dirigenziale n. 438 del 2013 sono stati erogati contributi per euro 672.842 e successivamente, con la determina n. 441 del 2014, sono stati erogati contributi per euro 227.158. In questo modo, con queste due determine e quindi con queste due successive erogazioni, la somma messa a bilancio assestato del 2012 è stata sostanzialmente esaurita.
Il problema vero che lei qui sottoponeva in maniera molto chiara riguardava il soddisfacimento del fabbisogno delle domande 2010, 2011 e degli anni successivi. Ora, su questo punto la risposta è necessariamente interlocutoria, nel senso che ci impegniamo entro la fine di quest'anno 2014 a fare tutta la valutazione necessaria per fare in modo che i fabbisogni legati a queste annualità siano soddisfatti; questo è il primo elemento che possiamo mettere in evidenza: quindi, entro la fine del 2014.
Il secondo punto riguarda, una volta operato il soddisfacimento di queste annualità pregresse, il come riusciamo dal 2015 in poi a intervenire su un fronte di questo genere rispetto ad una prescrizione che ci viene da una legge dello Stato. Da questo punto di vista, quindi, dovremo valutare in sede di bilancio previsionale per il prossimo anno quanto e in che modalità riusciremo a fare fronte a questa esigenza. A questo proposito crediamo quindi sia necessario, nei prossimi mesi, valutare tutta la necessaria tempistica e quantificazione sull'ammontare dell'impegno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.


Argomento: Musei - Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 61 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Stato di avanzamento del progetto 'Il Museo e parco archeologico di Chiomonte - verso un museo del paesaggio'"


PRESIDENTE

Nella successione dei lavori era previsto l'esame dell'interrogazione n. 84, presentata dal collega Bono; dal momento che l'interrogante non è ancora presente in aula, però, il suo Gruppo ne chiede cortesemente la trattazione posticipata.
Esaminiamo allora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 61.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Durante i lavori di costruzioni dell'Autostrada del Frejus, negli anni fra il 1986 e il 1992, nei pressi di Chiomonte le ruspe hanno riportato alla luce dei resti antichissimi, probabilmente le prime testimonianze della presenza umana in Val di Susa. Questi ritrovamenti hanno portato al blocco dei cantieri per l'autostrada e ad una successiva modifica del progetto, che ha visto l'abbassamento di quattro metri del tracciato della galleria, in modo da passare sotto l'insediamento preistorico per non danneggiarlo.
Questa scoperta rivestiva una tale importanza che il sito fu ribattezzato la "Pompei delle Alpi". Successivi interventi di tutela permisero di creare un museo archeologico a Chiomonte, inaugurato nel giugno del 2004, e anche di valorizzare la contigua area archeologica che comprendeva la zona della necropoli tardo-neolitica.
Come tutti noi sappiamo, purtroppo durante gli scontri per la costruzione del cantiere dell'Alta Velocità tutta l'area è stata praticamente distrutta; probabilmente, come risulta da alcuni filmati visibili anche on line, a causa dell'avanzamento dei mezzi della polizia sul terreno. Inoltre il museo è stato svuotato e utilizzato dalle forze dell'ordine come base e come uffici.
Attualmente questa area non è più accessibile al pubblico. Il museo è incluso nella cosiddetta "zona rossa". Con quest'interrogazione noi vorremmo sapere lo stato di un progetto che il sindaco Pinard presentò nel 2009 per la creazione di un Museo del paesaggio e per il quale richiese un finanziamento di 835 mila euro alla ARCUS.
Questo progetto prevedeva anche un co-finanziamento della Regione Piemonte per un importo pari a 25 mila euro.
Da un'interrogazione precedente svolta nel corso della precedente legislatura, l'Assessore Maccanti dimostrò particolare interesse per questo progetto e dichiarò che non riteneva che il cantiere potesse influire negativamente sulla realizzazione del progetto.
Quindi, ci chiediamo a questo punto quali siano i tempi di realizzazione del progetto e se siete a conoscenza di fattori che possano avere impedito l'avvio dello stesso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Agli atti di questo Settore risulta la raccomandata prot. 3590 del 14/12/2012 inviata dal Comune di Chiomonte alla Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e MAE, e alla Direzione Cultura, Turismo e Sport per conoscenza, avente per oggetto "Il museo e il Parco archeologico di Chiomonte verso un "museo del paesaggio" - Trasmissione progetto".
Con detta nota, oltre a trasmettere gli elaborati, si chiedeva il parere alla Soprintendenza sugli allegati progettuali (Fase 1 e Fase 2) per successivo inoltro ad ARCUS per stipula della bozza di convenzione relativa alla prima tranche di finanziamenti.
Con nota prot. N. 633 del 21/01/2013 la Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e MAE risponde al Direttore Generale di ARCUS spa, e al nostro Ufficio per conoscenza, prendendo atto che il progetto preliminare trasmesso dal Comune di Chiomonte ha recepito le rimodulazioni progettuali da loro suggerite, dà parere favorevole al progetto chiedendo nel contempo anche per vie brevi l'apertura di un tavolo tecnico con tutti gli enti ed i soggetti interessati al fine di pianificare in dettaglio gli interventi e i cronoprogrammi della Fase 1.
Per la Fase 2 (realizzazione di un museo open air) la Soprintendenza archeologica chiede di coinvolgere per gli aspetti ambientali la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e gli Enti territoriali operanti nell'ambito della valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale.
Con successiva nota prot. n. 2644 del 19/03/2013 la Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e MAE risponde al Direttore Generale di ARCUS spa, e a noi per conoscenza, facendo riferimento ad altre comunicazioni intercorse senza che il nostro ufficio fosse inserito in copia/conoscenza, richiamando l'opportunità dell'apertura di un tavolo tecnico con tutti gli enti e i soggetti interessati al fine di pianificare in dettaglio gli interventi ed il cronoprogramma delle azioni in progetto.
Agli atti di questo settore non risulta altra successiva corrispondenza.
Trattandosi di un Museo archeologico la proprietà dei reperti è statale e la Soprintendenza archeologica ha sempre seguito direttamente tutte le questioni relative al sito della Maddalena durante i lavori connessi al cantiere della linea TAV. Ed è pertanto presumibile che i lavori di riallestimento del museo e dell'area archeologica siano sospesi stante l'attuale situazione del cantiere della linea ferroviaria.
La Regione non ha titolo giuridico per intraprendere autonomamente alcuna azione finalizzata al recupero del bene senza che vi sia un ruolo attivo diretto da parte della Soprintendenza, soprattutto in una situazione che rischierebbe di non garantire la sicurezza dei reperti e degli eventuali visitatori.


Argomento: Trasporti a fune

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 62 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Sostituzione sciovia Ala di Stura"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 62.
Approfitto per dire alla Consigliera Frediani che è possibile esaminare una sola interrogazione per Consigliere - ma noi le abbiamo concesso questa possibilità. Per ogni seduta è prevista una sola interrogazione per Consigliere.



FREDIANI Francesca

Non è un question time, non dipende da me, siete stati voi.



PRESIDENTE

E' la stessa cosa: tenevo a dirle che ho fatto bella figura nei suoi confronti. Poi verifichi.



FREDIANI Francesca

No, guardi, la bella figura gliela smonto subito, perché io le ho depositate mesi fa e combinazione mi rispondete oggi. Non ho fatto nulla non faccia passare questo messaggio.



PRESIDENTE

No, la Giunta si è resa disponibile, però in genere è una sola interrogazione per ogni Consigliere. Ma non è un problema: volevo solo fare bella figura con lei.



FREDIANI Francesca

Ma non l'ho chiesto io! Va bene, mi fa piacere che mi abbiate dato questa possibilità, ma non l'ho chiesta io. Si è fatto bello con il lavoro di qualcun altro, forse.



PRESIDENTE

Va bene. Prego.



FREDIANI Francesca

Grazie.
In merito agli impianti di risalita di Ala di Stura è una vicenda piuttosto lunga e complicata, quindi tento di riassumerla in poche righe anche con l'aiuto di un collaboratore che me l'ha sintetizzata.
C'è stato un intervento su questi impianti di risalita che non erano più adeguati e quindi l'utilizzo non era più possibile. In particolare, a marzo 2011 in seguito alla conclusione e al collaudo, gli uffici regionali hanno provveduto ad erogare il 90% dei contributi concessi nell'ambito degli accordi di programma precedenti per complessivi due milioni e 252 mila euro.
Nonostante questo, gli impianti nell'inverno successivo sono rimasti chiusi per inadeguatezza degli stessi anche dal punto di vista della sicurezza.
Peraltro, il contenuto dei diversi accordi di programma non consente un quadro chiaro degli interventi effettivamente realizzati e del relativo costo.
Per questo motivo ci chiediamo, in base al nuovo accordo che complessivamente vale 1,4 milioni di euro, come si pensa di garantire che vengano spesi correttamente e che gli impianti possano effettivamente riaprire.
Inoltre chiediamo come si possa verificare che non si finanzino spese già finanziate in precedenza e come saranno spese le economie derivanti dal fatto che gli impianti siano stati acquisiti usati. E infine quali garanzie ci siano rispetto alla permanenza di un soggetto che possa gestire questi impianti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Fornisco gli elementi utili per l'interrogazione.
Punto 1. Il saldo del 10% del contributo assegnato al Comune di Ala di Stura dall'Accordo di programma sottoscritto in data 16/02/2005 è stato regolarmente erogato nel corso dell'anno 2014 a fronte della rendicontazione delle spese sostenute (re-impostazione risorse a seguito della loro perenzione).
Punto 2. I lavori finanziati e realizzati a valere sugli Accordi di programma sottoscritti in data 16/02/2015 e in data 27/11/2007 regolarmente conclusi e collaudati nel 2011 prevedevano esclusivamente l'adeguamento ed innevamento piste, l'adeguamento immobili di pertinenza e non contemplavano interventi sull'impiantistica di risalita ad esclusione della sola progettazione della seggiovia biposto Pian Belfè - Punta Karfen e della realizzazione del tappeto mobile.
Punto 3. La destinazione di ulteriori risorse a favore del Comune di Ala di Stura, di cui all'Accordo di programma sottoscritto in data 28/07/2014 nonché delle risorse a valere sul Programma Triennale degli interventi 2009/2011 di cui all'articolo 40 comma 2 della Legge Regionale n. 2/2009 si è resa necessaria al fine di procedere alla sostituzione della sciovia Karfen (la cui vita tecnica è scaduta il 26 gennaio 2014) con una seggiovia biposto Pian Belfè-Punta Karfen, nonché per la sostituzione della sciovia Pian Belfè, in scadenza di vita tecnica.
Il mancato intervento di sostituzione delle sciovie sopra citate avrebbe vanificato tutti gli interventi di sistemazione, innevamento ed adeguamento degli stabili di pertinenza precedentemente finanziati e realizzati.
Punto 4. In merito alla gestione degli impianti, l'Accordo di programma sottoscritto il 27 luglio 2014, individua, quale forma di affidamento dei lavori, la "Concessione", che si caratterizza nella costruzione e nella gestione delle opere realizzate. Tale forma di appalto poggia sulla sostenibilità della futura gestione, offrendo altresì forme di garanzia in merito alla celerità di costruzione, in quanto il concessionario è motivato ad anticipare la gestione.
Punto 5. Gli impianti in argomento saranno presumibilmente attivi nella stagione invernale 2015-2016.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 84 presentata dai Consiglieri Bono e Valetti, inerente a "Servizio mattutino e serale Regionali Veloci Torino-Milano e fermata Torino Stura"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 84.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Ringrazio anche anticipatamente l'Assessore per la risposta che vorrà darci.
Un tema molto sentito dai pendolari e dai cittadini piemontesi è quello della reintroduzione del treno che parte da Milano alle 00.24. Era l'ultimo treno che partiva da Milano ed era utilizzato dai molti piemontesi che magari andavano a Milano per appuntamenti, concerti, partite di calcio eventi o comunque per raggiungere la città di Milano. E' stato soppresso nella scorsa legislatura con motivazioni tecniche, cioè con l'intenzione di ripristinarlo nel momento in cui venissero risolti i lavori di miglioria nel tratto ferroviario tra Settimo e Chivasso.
Ora, mi risulta che a un'interrogazione già fatta nella scorsa legislatura non sia seguito nulla, nel senso che ci era stato detto che si sarebbe dovuto reintrodurre, ma ad oggi è stato reintrodotto il treno prima, quello che parte alle 11.15, che comunque non copre tutta quella fascia di utenza che si reca a Milano la sera e quindi è costretta a prendere l'automobile, intasando ovviamente l'autostrada (saranno ovviamente i concessionari della SATAP, un po' meno gli utenti) soprattutto rischiando incidenti e quant'altro.
Altro tema molto importante è quello della fermata di Torino Stura, una fermata che era nata come la porta della città di Torino, addirittura con nove binari, quindi con una stazione che doveva essere ad alta velocità (dovevano fermarsi i treni ad alta velocità). Probabilmente, da quello che sappiamo, verrà finalmente utilizzata con i treni ad alta velocità quando e se finiranno l'Expo, nel senso che ci dovrebbero essere dei diretti Torino Stura-Rho Fiera che dovrebbero impiegarci meno di 30 minuti, ma ad oggi è utilizzata solo in un periodo limitato della giornata per le fermate dei treni metropolitani.
La cosa che evidenziamo nell'interrogazione è che c'è una fascia oraria sia al mattino presto che alla sera in cui praticamente non fermano più treni, perché i passaggi dei treni metropolitani delle SFM sono interrotti sospesi, quindi i treni che vanno a Milano fanno Porta Susa e poi Chivasso senza nessuna fermata intermedia, creando un problema sia per gli abitanti di tutta Torino nord che, soprattutto, per gli abitanti di Settimo e Brandizzo, i quali sono obbligati o a scendere a Chivasso o ad andare fino a Porta Susa e tornare indietro.
Quindi chiediamo se in questo senso - non penso sia un aggravio di costo eccessivo - sia possibile provare a introdurre delle fermate nelle prime fasce del mattino e nelle ultime fasce serali, oltre che l'importantissimo treno da Milano delle 00.18.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Due i temi: il primo, appunto, quello del treno veloce 2000 Milano Torino. Su questo credo che la sua richiesta sia assolutamente da tenere in conto, perché è molto ragionevole, nel senso che il recuperare, almeno nella notte tra il sabato e la domenica oltre che tra la domenica e il lunedì, questo treno ritengo sia assolutamente possibile e utile. Era già stato ipotizzato per il periodo Expo, però chiederemo che venga anticipato perlomeno in collegamento a eventi di particolare rilevanza (partite di calcio, concerti, ecc.). Quindi credo che, da questo punto di vista, ci attiveremo affinché questo treno sia recuperato.
Invece, per quanto riguarda la questione della fermata Stura sui cinque o sei treni veloci che collegano Milano a Torino e Torino a Milano, come lei immagino sappia, nella riorganizzazione del servizio ferroviario metropolitano, e quindi nel rapporto con i treni veloci, si è ipotizzato che da Chivasso (limite SFM) verso la città, i treni veloci non si fermino proprio per mantenere la caratteristica della velocità. Tenete conto - e su questo c'è un confronto anche con la Regione Lombardia - che il veloce tra Torino e Novara ci mette poco più di un'ora, e poi ci mette circa 45 minuti da Novara a Milano, perché fa altre due fermate. Da questo punto di vista stiamo insistendo con la Lombardia affinché ovviamente mantenga Rho, perch inevitabilmente collegata alla questione di Expo, ma venga soppressa l'altra fermata. Comunque, questo lo vedremo.
Ad ogni modo, tenendo altresì conto che Stura ha un cadenzamento a otto minuti nei momenti di punta e a dieci minuti nei momenti di calma, mi pare che il servizio sia abbondantemente coperto, nel senso che, al limite, chi usa e deve ritornare verso nord, scendendo a Susa, ha immediatamente il treno, anche se è chiaro che perde un po' di tempo. E' però altrettanto vero che altrimenti si scompaginerebbe un po' questo modello, che è quello del mantenere ai regionali veloci la caratteristica di veloci (anche perch poi chi si ferma a Stura inevitabilmente farà qualche nuova richiesta di altre fermate, e si spacchetterebbe un po' questo modello).
Ciò non toglie che qualche ragionamento o approfondimento sia opportuno farlo, e mi impegno a farlo. Però, ripeto, rispetto a queste questioni, c'è una questione di modello che, secondo me, in questo momento sarebbe ancora opportuno mantenere. E' chiaro che il modello diventerà più preciso, più completo con gli interventi previsti, che non sono di domani, mi rendo ben conto. Nel frattempo potrebbe anche essere importante riverificare, almeno per alcuni treni, una possibile fermata in più, però - ripeto - mi pare importante mantenere il modello.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 59 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Mancata o incompleta pubblicazione degli incarichi dirigenziali e di collaborazione esterna"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 59.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
A margine, vorrei anche chiedere se in qualche modo c'è un seguito alle interrogazioni che vengono sollecitate in sede di riunione dei Capigruppo perché nella Conferenza dei Capigruppo ho sollecitato all'Assessore Saitta l'interrogazione n. 23, firmata dal Consigliere Andrissi, e oggi, per dirne una, l'Assessore Saitta risponde all'interrogazione n. 97 del Consigliere Gariglio, e mi fa anche piacere perché è un argomento interessante che sta molto a cuore al collega Gariglio.



PRESIDENTE

La interrompo, Consigliere. Grazie della nuova sollecitazione. Mi faccio carico di risollecitare. Prego, continui pure.



BERTOLA Giorgio

La ringrazio.
Per venire alla nostra interrogazione, riguarda la trasparenza e la pubblicazione degli incarichi sul sito della Regione.
E' intervenuto un provvedimento di legge molto importante a livello nazionale nel 2013, il decreto legislativo n. 33, che riguarda proprio il riordino della disciplina inerente agli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Quindi c'è proprio un articolo che riguarda l'obbligo di pubblicazione sui titolari di incarichi dirigenziali e di collaborazione a consulenza.
I dati da pubblicare sono gli estremi dell'atto di conferimento dell'incarico; il curriculum vitae; i dati relativi allo svolgimento di incarichi o la titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla Pubblica Amministrazione o lo svolgimento di attività professionali; i compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di lavoro, di consulenza o di collaborazione, con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato.
Le Pubbliche Amministrazioni pubblicano i dati di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 15, decreto legislativo n. 33/2013, entro tre mesi dal conferimento dell'incarico e per i tre anni successivi alla cessazione dell'incarico.
Noi abbiamo verificato che la sezione Amministrazione trasparente Consulenti e collaboratori del sito web della Regione Piemonte presenta alla data dell'estensione di questa interrogazione, uno stato di aggiornamento della pubblicazione degli incarichi che per tutte le direzioni non va oltre il secondo semestre del 2013 e per alcune direzioni è fermo al 2012, se non anche al 2011; che non è disponibile un collegamento diretto tra la sezione Bandi e Finanziamenti - Incarichi professionali, dove sono reperibili gli avvisi di incarico, e la pagina in cui è pubblicato l'esito degli stessi, né è utilizzata una codifica idonea ad un facile reperimento dell'informazione.
Quindi, noi chiediamo come la Giunta regionale intenda porre rimedio a questa situazione, provvedendo a garantire il rispetto degli obblighi del decreto legislativo n. 33/2013.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio il Consigliere per avermi dato l'opportunità di illustrare in quest'Aula lo stato di applicazione della normativa sulla trasparenza, così da fare un po' il punto della situazione.
Ripercorro brevemente le tappe. Soltanto a seguito della presa di servizio, in data 1° aprile 2014, da parte del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, la Giunta regionale è stata messa nelle condizioni di approvabilità del Piano triennale 2014 2016, così come proposto dal predetto responsabile, ripreso in una DRG del 4 agosto 2014.
Orbene, il Piano rinvenibile sulla home page della Regione Piemonte alla sezione Amministrazione trasparente, è composto da due parti, la prima è dedicata alla prevenzione della corruzione, mentre la seconda contiene il programma per la trasparenza e l'integrità.
Come potrà evincere dai contenuti del suddetto programma, al fine di dare attuazione alla disciplina della trasparenza è stata inserita nella home page del sito istituzionale dell'ente un apposito spazio denominato Amministrazione trasparente. Questo è avvenuto già nel corso del 2013 peraltro, sono tutti adempimenti obbligatori, come chiedeva.
Successivamente, nel mese di maggio 2014, la Regione Piemonte si è dotata dell'applicativo informatico Clearò, fornito dal suo ente informativo CSI per l'alimentazione, l'aggiornamento e la pubblicazione dei contenuti secondo quanto richiesto dal decreto legislativo n. 33/2013 e dalle relative linee guida della CIVIT, oggi ANAC.
La piena operatività della piattaforma viene garantita dallo svolgimento, peraltro già in atto di corsi di formazione periodici rivolti al personale dedicato, che consentiranno un miglioramento progressivo della trasparenza delle attività di tutta l'Amministrazione.
Il percorso dell'adeguamento agli obblighi di trasparenza da parte del personale dedicato è, pertanto, in progress - si potrebbe dire richiedendo la predetta formazione anche contenutistica e il superamento di alcuni problemi tecnici intrinseci alla piattaforma emersi in fase di primo utilizzo.
Il responsabile della trasparenza, di concerto con.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, ero distratto.
Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio perché l'Assessore non riesce a parlare, ma, soprattutto, chi ha presentato l'interrogazione non riesce ad ascoltare.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
Il responsabile della trasparenza, di concerto con l'OIV, è deputato a vigilare sull'attuazione degli obblighi, nonché, nelle more di specifica regolamentazione, ad attivare le procedure sanzionatorie di cui agli articoli 43 e 46 del decreto legislativo n. 33/2013, che l'attuale percorso in progress, tuttavia, non ha ancora consentito di sviluppare.
Restano comunque ferme le responsabilità dirigenziali e disciplinari di cui al comma 3 dell'articolo 15 del decreto n. 33/2013, nel caso di accertato pagamento in assenza della pubblicazione dei dati richiesti dal comma 2 dell'articolo 15 dello stesso decreto.
Ciò detto in via generale, venendo nel merito delle questioni più tecniche, si precisa come alla voce Consulenti e collaboratori della sezione Amministrazione trasparente confluiscano automaticamente, salvo temporanei errori informatici, a partire da Tarantella, ovvero il programma informatico degli impegni di spesa, gli estremi degli atti di conferimento in coerenza con le indicazioni dell'ANAC, ossia l'oggetto, il beneficiario e l'ammontare di spesa.
Laddove non siano indicati gli estremi non sono rinvenibili incarichi in quanto non affidati, in un determinato periodo, fatti salvi gli incarichi di patrocinio legale, che soltanto ultimamente l'ANAC ha ritenuto ricompresi nel contesto dell'articolo 15.
Per quanto riguarda gli altri dati, comunque, previsti dalla normativa la loro incompletezza è già stata rilevata anche dagli Uffici competenti ed è stato oggetto di ulteriori specifiche indicazioni alle Direzioni regionali. Il responsabile della trasparenza e dell'anticorruzione rimane comunque a disposizione dei Consiglieri che eventualmente lo desiderino per farsi carico delle criticità segnalate o emerse pur nel predetto contesto di work in progress e nelle more del potenziamento del settore che sarà nostra cura seguire. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 97 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Modifica dell'atto aziendale ad opera della deliberazione n. 300 dell'ASL TO1"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 97.
Ricordo che l'interrogante dispone di due minuti per l'illustrazione mentre l'Assessore ha tre minuti a disposizione per la risposta.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Noi abbiamo sottoposto ad interrogazione il seguente fatto: le Aziende Sanitarie sono enti la cui organizzazione e il funzionamento sono disciplinati con un atto aziendale di diritto privato, nel rispetto di quanto previsto dalle norme regionali. La DGR n. 21-5144 del 2012 ha stabilito che gli Atti aziendali delle Aziende Sanitarie sono soggetti al recepimento della Giunta regionale, previa verifica della coerenza con gli atti aziendali delle Aziende del medesimo territorio sovranazionale.
Noi constatiamo che, al momento, l'Atto aziendale dell'ASL TO1 è in fase di valutazione da parte degli Uffici dell'Assessorato, ma ciò nonostante l'Azienda ha approvato, l'11 aprile 2014, una deliberazione (n.
300/A01/2014) che, di fatto, modifica in modo sostanziale l'Atto aziendale.
In particolare, la citata delibera trasforma strutture semplici in altre strutture semplici dipartimentali - come quella della vigilanza sulle professioni e pubblicità sanitarie - la Guardia Medica in una struttura semplice con diversa denominazione e via dicendo.
Contestualmente, con questo atto, l'ASL ha mutato gli incarichi già conferiti ai responsabili delle strutture.
Noi consideriamo che la deliberazione manchi di reale motivazione: c'è solo scritto "ritenuto ormai indifferibile", quindi è carente sul piano della motivazione. Inoltre, la ridefinizione delle Strutture trasforma una Struttura Semplice e due Strutture Dipartimentali in tre Strutture Dipartimentali con aggravio dei costi, pertanto interroghiamo l'Assessore competente per sapere a quali Dipartimenti afferiscano le tre Strutture rimodulate in base alla deliberazione n. 300, perché non l'abbiamo capito.
Le Strutture Dipartimentali riformulate devono essere comprese in un Dipartimento, sotto la vigilanza di un direttore del Dipartimento; non possono essere, come invece è presente nell'atto aziendale, in line alla Direzione generale, ma, al limite, dovrebbero essere in staff alla direzione generale.
C'è un pasticcio, su questo atto, che è perfettamente coerente con i pasticci che abbiamo denunciato a proposito della stessa amministrazione quindi chiediamo chiarimenti all'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione presentata dal collega Gariglio ci ha evidentemente incuriositi, pertanto abbiamo chiesto informazioni al direttore generale la dottoressa Briccarello - inviando il contenuto dell'interrogazione per avere informazioni precise.
La dottoressa Briccarello ci ha risposto in modo sintetico e - ritengo poco utile a chiarire se effettivamente siano state apportate delle modifiche organizzative, spesso mascherate - come è stato ricordato - da soluzioni anche di carattere provvisorio.
La dottoressa Briccarello si limita a precisare che le strutture rimodulate hanno la seguente articolazione organizzativa: la Struttura Semplice "Vigilanza sulle Professioni e Pubblicità sanitarie" afferisce al Dipartimento del territorio; la Struttura Semplice "Psicologia dell'età evolutiva - Coordinamento Attività Psicologia Clinica e Psicologia della Salute" afferisce al Dipartimento materno infantile e la Struttura Semplice "ISI - Guardia Medica" risulta in staff alla direzione generale. Il contenuto della risposta è sostanzialmente questo, non dice altro ed è molto sintetico.
Da parte nostra - da parte dell'Assessorato - è di tutta evidenza che queste modifiche non sono mai state approvate con delibera di Giunta regionale, come prevede il Piano sanitario, ogni volta che si interviene su un atto aziendale. I Direttori delle ASL sanno che le modifiche ai loro atti aziendali sono state in qualche modo fermate, proprio alla luce della necessità di riportare in seno alla Regione la programmazione della sanità.
A fronte di quella risposta così sintetica, ho incaricato il Direttore generale Moirano di attivarsi per chiedere conto alla Direzione ASL TO1 di eventuali riorganizzazioni, in assenza di un'indicazione della Giunta regionale di dare immediatamente mandato di ripristinare la situazione esistente prima della riorganizzazione che, nei fatti, non era assolutamente attuabile.
Resta, però, il problema già discusso in altre occasioni, qui in Aula del comportamento del direttore generale Briccarello in ordine a decisioni assunte in contrasto con le indicazioni della Regione. In passato abbiamo discusso in merito ad alcune decisioni riguardanti il tema della continuità assistenziale; questa volta riguardo ad una questione di carattere organizzativo.
Il dottor Moirano interverrà per ripristinare la situazione, ma resta il fatto che il comportamento della dottoressa Briccarello continua ad essere, ancora una volta, in contrasto con le decisioni della Giunta. A questo punto, in una delle prossime riunioni proporrò alla Giunta tale problematica, anche sulla base delle valutazioni che farà il dottor Moirano, perché per l'ennesima volta ci troviamo di fronte a decisioni assunte in contrasto con il comportamento della Regione e pertanto occorrerà assumere una decisione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa l'attività di sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.23 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 1)



PRESIDENTE

all'o.d.g.
inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.23)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 83 presentato dai Consiglieri Gariglio, Conticelli Rostagno, Ravetti, Allemano, Gallo, Corgnati, Ottria, Accostato e Boeti inerente a "Metropolitana torinese. Nel Disegno di legge di stabilità 2015 siano assicurante le risorse per il completamento della Linea 1 della metropolitana di Torino e l'avvio dei lavori della Linea 2" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiediamo l'iscrizione all'o.d.g di un nuovo ordine del giorno, avente ad oggetto "Metropolitana torinese. Nel Disegno di legge di stabilità 2015 siano assicurante le risorse per il completamento della Linea 1 della metropolitana di Torino e l'avvio dei lavori della Linea 2".



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, dichiaro iscritto l'ordine del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Accossato.


Argomento:

b) Riassunzione progetti di legge, ex articolo 92 del Regolamento: adempimenti


PRESIDENTE

Chiedo se l'Aula acconsente al rinvio in Commissione dei provvedimenti di cui il Consigliere Benvenuto ha chiesto la riassunzione ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento e per i quali la fase referente non è stata esaurita. Si tratta delle seguenti proposte di legge: proposta di legge n. 276 "Disciplina delle attività di volo alpino ai fini della tutela ambientale" proposta di legge n. 327 "Modifiche alla legge regionale 22 aprile 1980, n.
24 (Istituzione del Centro Giovanni Oberto)" proposta di legge n. 117 "Disciplina delle attività di tatuaggi, piercing trucco permanente e semipermanente nonché delle pratiche correlate.
Obblighi pre e post esecuzione. Rischi e prevenzione" richiesta dei Consiglieri Gancia e Benvenuto per la seguente proposta di legge per la quale la fase referente non è stata esaurita: proposta di legge n. 267 "Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico ancestrale del Piemonte".


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 14 ottobre 2014.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 7 ottobre 2014.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Procedimenti giudiziari in corso"


PRESIDENTE

Do ora la parola alla Giunta, in merito a quanto richiesto nella Conferenza dei Capigruppo, per le informazioni da parte del Presidente Chiamparino.
Prego, Presidente Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, e grazie alla Conferenza dei Capigruppo che ha sollecitato queste comunicazioni, che mi permettono di precisare davanti all'Assemblea, meglio ancora di quanto abbia già fatto in conferenza stampa, le ragioni del nostro atteggiamento di fronte alla decisione del GUP (il Giudice per le Udienze Preliminari) relativamente all'imputazione coatta a carico di alcuni Consiglieri e segnatamente di due Assessori della Giunta: il Vicepresidente Reschigna e l'Assessore Cerutti.
E' del tutto evidente che se, quando sono state fatte le liste, ci fossimo trovati in una situazione con una decisione di rinvio a giudizio per i due Assessori che compongono la mia Giunta, con ogni probabilità, per iniziativa degli stessi interessati, non sarebbero stati in lista e quindi non sarebbero stati eletti. Questo per una decisione che nulla aveva a che vedere con motivi di procedura giudiziaria e di traslazione meccanica di una procedura giudiziaria nella politica, ma per ragioni - giuste o sbagliate che fossero - di opportunità politica.
Abbiamo applicato questa scelta. Gli elettori ci hanno premiati.
Non credo, sinceramente, che questa - lo dico con molta franchezza sia stata la ragione principale per la quale gli elettori piemontesi ci hanno premiato; tuttavia, così è andata.
Oggi, siamo in presenza del fatto che livelli diversi dello stesso organo costituzionale, cioè la Magistratura, danno giudizi diversi su un procedimento in corso.
A fronte di una richiesta di archiviazione reiterata dalla Procura e sostenuta in dibattimento preliminare (cosa che non sempre avviene, com'è noto), c'è stata una decisione di chiedere l'imputazione coatta, che com'è noto - non è l'equivalente del rinvio a giudizio, perché la richiesta di rinvio a giudizio coatto dovrà comunque essere esaminato da un altro Giudice per l'indagine preliminare.
Tuttavia, pur essendo in questa fase, la mia posizione e la nostra posizione è molto netta e molto nitida. Nel senso che, essendo - ripeto in presenza di giudizi diversi, gli uni che chiedono l'archiviazione quelli che indagano, tra l'altro - e gli altri che chiedono l'imputazione coatta, io credo che la scelta di buon senso, la più lineare e la più rispettosa (poi ci torno un attimo) anche della Magistratura sia quella di aspettare - se ci sarà, perché non è detto che ci sia - il dibattimento, il giudizio e, di conseguenza, poi scatteranno le normative previste dalla legge. La legge Severino prevede, se non sbaglio, la sospensione in caso di condanna in primo grado. Si può essere d'accordo o meno, la si può ritenere più o meno figlia di un'epoca, ma tuttavia è così e le leggi si rispettano (è valsa recentemente per il Sindaco di Napoli).
Questa è la ragione; diverso il giudizio. Credo che il buon senso prima di qualsiasi altra considerazione, consigli di aspettare e vedere il dibattimento.
Non mi voglio neanche soltanto fermare a questo, perché voglio dire molto esplicitamente che, se avessi deciso di applicare una sorta di automatismo procedurale, per cui qualsiasi decisione della Magistratura meccanicamente viene traslata nella composizione di una giunta o di un qualsiasi altro organo politico, io mi sarei sentito responsabile e colpevole non di aver valutato un'opportunità politica, ma mi sarei sentito di essere responsabile di essere un opportunista politico, cioè uno che per salvare la propria faccia, sacrifica quella dei suoi collaboratori. Io questo, anche per l'età che ho raggiunto, non lo faccio e non lo farò mai vorrei essere chiaro su questo - per una ragione di fondo, che è personale prima che politica: perché sono profondamente convinto (poi i giudizi saranno quelli che saranno, se ci saranno) della trasparenza e dell'onestà di Monica Cerutti e del Vicepresidente Reschigna. E poi, per una ragione più politica, che è quella che, secondo me, è sbagliato, e credo che la stessa Magistratura non lo ritenga giusto - è una mia valutazione - che si assegni alla Magistratura il compito di decidere, insieme a un procedimento giudiziario, anche conseguenze meccaniche su organismi politici come la Giunta di una Regione o come qualsiasi altro organo.
Spero sia chiara questa differenza fra l'opportunità politica, che abbiamo valutato nella nostra autonomia e nella nostra indipendenza, e quella dell'applicazione meccanica degli esiti di una decisione peraltro ancora in essere e ancora, diciamo, tutta da definire e tutta da valutare quando sarà giunta a compimento.
Quindi - lo dico e non rubo molto tempo, come vedete - vorrei che fosse chiaro che davanti, accanto e insieme alle facce di Monica e di Aldo, c'è la mia faccia. Lo dico a scanso di ogni equivoco politico.
Questa non è un'affermazione di retorica epica, tanto per essere chiaro. Questa è un'affermazione che faccio convinto prima di tutto da una valutazione personale, che - se mi concedete - alla mia età prevale su tutto. Ripeto, se ci dovesse essere un giudizio che valuta diversamente come tutte le sentenze le rispetterò, ma questo non vuol dire che concorderò. Io sono profondamente convinto - l'ho detto - che si tratta di persone trasparenti ed oneste, quindi per me questa è la prima cosa che vale.
La seconda, come ho già detto, è che sarebbe sbagliato attribuire alla Magistratura i compiti che loro stessi non vogliono, perché va oltre il loro ruolo costituzionale. Terzo (per questo ho detto che c'è la mia faccia insieme alla loro): credo che in questo momento il Piemonte abbia bisogno di affrontare con grande determinazione una fase difficile, che deriva anzitutto, da una situazione nazionale difficile; poi, se ci saranno le condizioni risponderò volentieri all'interrogazione, nel pomeriggio, del Consigliere Marrone su queste vicende, quindi non mi dilungo qui, per sapete tutti che i chiari di luna...
Tra l'altro, se ho visto bene, nella lettera che il Ministro Padoan ha mandato al Vice Commissario Katainen, c'è una riduzione di 500 milioni di cofinanziamento per i fondi europei alle Regioni nel loro insieme. Mi augurerei di aver letto male, perché era scritto in inglese, ma temo di no.
La situazione piemontese è critica e non mi sono mai dilungato a cercare responsabilità; però, sta di fatto che dobbiamo misurarci con un disavanzo di due miliardi e mezzo, che pesa come un macigno e con restrizioni che pesano come macigni e che dobbiamo rimuovere per non assistere a un ruolo di impotenza della Regione rispetto all'esigenza di coesione sociale e di accompagnamento della crescita della nostra Regione.
Quindi, di fronte a tutto questo, c'è bisogno di grandi segnali forti e di stabilità politica.
I segnali forti verranno sul piano sanitario; verranno dal piano di riorganizzazione della macchina regionale e mi auguro che possano venire anche da un accordo positivo e non oneroso, rispettoso di quello che ho detto in quest'Aula, quando ho affermato che mi sarei rifiutato di prendere in considerazione aumenti dell'IRAP e aumenti non rispettosi dell'equità sociale e di altri cespiti, come di altre partite fiscali. C'è bisogno di un segnale forte che accompagni tutto questo sui costi della politica.
Ho preso atto con soddisfazione del lavoro che ha fatto ieri la Commissione, di un primo passo che è stato compiuto. Mi auguro che, se arriveremo, come spero, alla discussione e all'approvazione, sia possibile accompagnare il provvedimento con un segnale ancora più forte, che è quello di lavorare per anticipare, insieme alle leggi di bilancio che porteremo all'approvazione, l'anticipazione di quello che il Titolo V della Costituzione prevede, cioè l'adeguamento dal punto di vista dei costi delle indennità dei Consiglieri regionali a quelli dei Sindaci del Comuni di capoluogo. E' scritto nel Titolo V: non è demagogia. E' oggetto di discussione e credo di approvazione al Senato. Credo che questo sia un segnale forte che consente di accompagnare quegli altri segnali di riorganizzazione e di ripresa da parte della Regione.
Quindi, è il momento - ho terminato, signor Presidente - di trasparenza. Ringrazio ancora per l'opportunità che mi è stata data di offrire trasparenza di fronte a quest'Assemblea. E' il momento del rispetto della legge e delle regole e credo sia chiaro il mio messaggio a questo proposito sulla vicenda che riguarda Monica Cerutti e Aldo Reschigna, ed è anche però il momento del rispetto delle persone che sono impegnate in prima fila per far ripartire il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Per quale motivo chiede la parola, Consigliere Pichetto Fratin?



PICHETTO FRATIN Gilberto

Per chiedere l'apertura del dibattito sulle comunicazioni del Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

Quindi lei chiede l'apertura del dibattito?



PICHETTO FRATIN Gilberto

Esatto, chiedo l'apertura del dibattito.



PRESIDENTE

Perfetto. Allora ogni Consigliere può intervenire per dieci minuti.
Prego, Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la comunicazione del Presidente.
Proprio questa mattina, venendo qui in Consiglio, mi sono riguardato delle immagini di alcuni Consigli trascorsi della passata legislatura, per non ho esposto lo striscione: "Dimettetevi, il caffè ve lo offriamo noi" chiedendolo al Consigliere Gariglio e al Vicepresidente Reschigna, perch non lo condividevo allora e non lo condivido oggi.
Era un modo brutto di fare politica e di fare opposizione politica.
Era un modo brutto allora, che qualcun altro lo subiva: non il sottoscritto personalmente, ma solo perché era da altre parti.
Su questo mutuo le considerazioni sul panino del Presidente Chiamparino (perché qualche panino lo abbiamo mangiato da qualche parte, non sappiamo chi lo pagava e c'era uno scontrino), perché questo metodo di fare politica non ci appartiene. Non ci appartiene anche perché abbiamo rispetto delle posizioni espresse, almeno da parte nostra, di presunzione di innocenza.
C'è il fatto di non aver mai dichiarato, se non con una valutazione di opportunità politica (poi sulle candidature è cosa diversa): "Non vogliamo indagati", perché gli indagati sono automaticamente colpevoli, e "nessun indagato al nostro fianco". Tuttavia, Presidente Chiamparino, l'11 gennaio 2014, nello stesso giorno in cui il TAR annullava le elezioni del 2010 e lei veniva prosciolto - credo giustamente e ne sono contento - ha dichiarato: "Sono disponibile a candidarmi alla presidenza della Regione pertanto non sono nella condizione di indagato e quindi posso candidarmi " Spero che la valutazione sia stata sempre di opportunità politica, non legata ad una consequenzialità meccanica.
Tuttavia, devo porre una questione.
Lei, Presidente Chiamparino, ha fatto tutta la campagna elettorale in nome di: "Nessun indagato al mio fianco, nessun indagato nella mia Giunta".
Personalmente considero gli indagati nella sua Giunta non colpevoli. Ne sono convinto. Conoscendoli, godono di tutta la mia stima e sono anche convinto che riusciranno, come tanti altri che avevano una richiesta di archiviazione, a dimostrare la loro innocenza, come anche tanti dei rinviati a giudizio per le stesse ipotesi di reato.
Questa è una convinzione personale. Non faccio il Giudice e non conosco le procedure correttamente, quindi la mia è una valutazione solo - se mi permettete - epidermica e di sensazione.
Ribadisco che godono personalmente della mia stima, però è lei che ha fatto cinque mesi e mezzo di campagna elettorale sulla garanzia della legalità sul "nessun indagato al mio fianco", ma oggi viene ad esporre una tesi francamente, la condivido in pieno - che è l'esatto opposto di ciò che ha raccontato ai cittadini piemontesi nella campagna elettorale.
Possiamo mettere in fila tutte le sue dichiarazioni: quelle registrate quelle scritte e quelle riportate.
Le pongo, quindi, la questione.
Lei non è più solo rappresentante di una parte politica, lei è il Presidente di tutti i piemontesi, quindi non può avere le due verità, non può fare le due parte in commedia dicendo: "in campagna elettorale dicevo una cosa, ma oggi, che è il giorno dopo la campagna elettorale, ne dico un'altra".
Conosciamo tutti il vecchio detto su chi solo non cambia idea, per certamente il fatto che abbia cambiato idea per me è apprezzabile.
Così come mi sia permessa un'altra osservazione.
Lei ha dato una risposta su un quesito, ma nel contempo, in questi giorni è emersa un'altra questione di legalità, che è quella che ha determinato lo scioglimento del passato Consiglio regionale.
Nella passata legislatura, anche se ho visto solo l'ultimo scorcio, gli ultimi sette mesi e poi è arrivato il decreto di scioglimento, ad ogni Consiglio regionale veniva ricordata l'illegittimità, quindi l'irregolarità di questa Assise, quindi la necessità che si sciogliesse e si andasse nuovamente alle urne.
Anche su questo le dico che la questione è etica da parte sua, perch anche su questo disse: "Io rappresento la legalità e quindi sarà tutto estremamente legale e regolare", rendendomi conto della difficoltà di affrontare, a proposito del legale e del regolare, un meccanismo che è perverso proprio nel sistema di raccolta.
E' ancora convinto di rappresentare questa legalità e di poter giurare cosa ha giurato dicendo: "Da noi non succederà mai"? Personalmente mi auguro - e lo auguro a lei e al Partito Democratico quale primo partito investito dalla vicenda, oltre alla sua lista - che siano tutte frottole.
Questo è il mio augurio, ma mi auguro siano tutte frottole proprio per la dignità e il buon nome dei piemontesi.
Quest'Aula rappresenta il Piemonte; rappresenta quattro milioni e mezzo di abitanti, quindi non solo un partito, una lista, una parte politica.
L'eventuale emergere, quindi, di quello che forse nel 2010 riguardava due liste minori, "Invalidi per Bresso" e "Pensionati per Cota" (ovvio che nessun pulpito può dire che qualcuno è minore: io ero di un partito che aveva il 2% ed era il doppio di un'altro che era l'1% e si sentiva maggiore rispetto all'altro nella prima Repubblica, quindi il minore non si misura solo con i voti, ma anche con le idee) allora poteva essere frutto di un errore.
Se emergesse - e mi auguro di no - anche su queste elezioni, peraltro incardinate sul tema della legalità, perché era stato sciolto il precedente Consiglio e gran parte della campagna elettorale verteva su di esso, mi sentirei fortemente a disagio.
Credo che dovrebbe sentirsi fortemente a disagio anche lei.
Mi rendo conto del suo senso di responsabilità e del suo dovere, che ci chiede di essere al suo fianco, vista la situazione difficile, dovuta ad una crisi economica che la Regione sta vivendo come Ente e come territorio.
Poiché vi sono azioni da svolgere e i rapporti da tenere con il Governo, possiamo dire di essere al suo fianco nel difendere gli interessi del nostro territorio e del nostro Ente, ma su questo non aggiungiamo altro. Ha citato un lancio sulle indennità: siamo d'accordo, ma direi di riprendere l'argomento successivamente, assieme al taglio del 10 dell'indennità. Poi, siamo anche per una soluzione complessiva - non solleviamo questioni particolari - non vogliamo solo che sia un modo per evitare che i titoli del giornali si orientino su altri temi.
In conclusione, apprezzo molto che questa mattina lei abbia detto l'esatto contrario di ciò che ha affermato fino al giorno delle elezioni.
Il tempo, talvolta, è galantuomo e fa fare anche queste evoluzioni e questi passaggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani.
Anzi, mi scusi collega, darei prima la parola al Capogruppo Bertola lascerei intervenire prima i Presidenti di Gruppo.
Prego, Presidente Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente. Non ne facevo una questione di priorità o di importanza, ovviamente.
Sembrerà strano, perché parecchi aspetti dividono il Movimento 5 Stelle dal Gruppo di Forza Italia, ma mi riconosco in alcune osservazioni riportate del Capogruppo Pichetto.
A scanso di equivoci, premetto subito che auguro a tutte le persone citate nell'ordinanza del Pubblico Ministero Ruscello di chiarire al più presto la situazione e di essere esclusi da indagini, rinvii a giudizio e quant'altro. Lo auguro non solo alle persone che, ovviamente, sono più nell'occhio del ciclone - due perché sono Assessori, di cui uno anche Vicepresidente della Giunta, e uno perché è Capogruppo del partito di maggioranza in questo Consiglio regionale - ma a tutti i soggetti coinvolti.
Premesso questo, anch'io sono a chiedere una certa coerenza al Presidente Chiamparino, e alla maggioranza in generale (in questo il collega Pichetto mi ha anticipato).
Eravamo tutti presenti - chi sui banchi di questo Consiglio regionale chi, come me, magari fra i banchi riservati ai collaboratori o a seguire le dirette dall'ufficio - e ricordo gli striscioni. Oggi possiamo affermare che tra imputazioni coatte, rinvii a giudizio, processi in corso patteggiamenti e tutto il resto, l'unico Gruppo indenne, oggettivamente, è quello del Movimento 5 Stelle, perché siamo giunti all'archiviazione.
Ebbene, non mi sembra che oggi ci siamo presentati con gli striscioni altrimenti li avremmo chiesti ai colleghi del PD, qualora non li avessero gettati via; magari li riciclavamo cambiando il nominativo, perché come sapete, noi siamo per il riciclo, non vogliamo sprecare risorse, come si suol dire! Dunque, non siamo qui a fare processi; non siamo qui a tirare fuori striscioni. I processi si fanno nei luoghi deputati, nei tribunali, e gli striscioni si tirano fuori allo stadio.
Però - lo ripeto - siamo a chiedere una certa coerenza. Perché il Presidente Chiamparino, il Partito Democratico e il centrosinistra in generale, hanno fatto una campagna elettorale fortemente basata sui temi della legalità. Adesso invece - purtroppo - ci troviamo a fronteggiare questa nuova situazione, un'indagine che per alcuni soggetti molto importanti della maggioranza non è chiusa.
Allora, se da una parte i processi e le inchieste devono seguire il loro corso, se da una parte interviene anche la legge Severino, dall'altra parte c'é l'opportunità politica, che non è solo relativa alla forza politica di maggioranza - attenzione - o alla Giunta regionale.
Io potrei anche dire: "Noi siamo un'altra parte politica, siamo il Movimento 5 Stelle, e non è un problema nostro. Non è un problema nostro se ci sono dei Consiglieri di maggioranza o il Vicepresidente della Giunta regionale rinviati a giudizio. Noi non lo siamo".
Invece no: noi riteniamo sia un problema anche nostro. Noi riteniamo che un Vicepresidente della Regione, nonché Assessore al bilancio rappresenti anche noi, non solo di fronte a tutti i cittadini, ma anche in altre sedi, comprese quelle governative. Come sappiamo, c'è una trattativa in corso col Governo; c'è un tira e molla in corso, un gioco a volta delle parti. Però la realtà è che noi stiamo andando a chiedere risorse (c'è poco da dire, stiamo andando a chiedere soldi!). Poi ci sono le dichiarazioni e le mediazioni, però noi stiamo andando a chiedere soldi, perché ne abbiamo bisogno. Ma se andiamo a chiedere un aiuto per il Piemonte, a chiedere dei fondi, e se veramente fanno un "Salva Piemonte" chiedendo anche dei sacrifici ai cittadini, allora ci vogliono due credibilità: ci vuole una credibilità per andare a Roma a chiedere soldi, e ci vuole anche una credibilità a chiedere sacrifici ai cittadini. Per noi è questo il problema.
Come ripeto, auguro al Vicepresidente Reschigna di risolvere e di chiarire tutto, ma noi abbiamo bisogno di un Vicepresidente di Giunta nonché Assessore al bilancio, sereno, e che possa lavorare serenamente. Ne abbiamo tutti bisogno! Già fare l'Assessore al bilancio in situazioni come queste - esprimo solidarietà al collega Reschigna - non fa comunque dormire sereni! A maggior ragione, abbiamo bisogno di un Assessore al bilancio che non abbia questa spada di Damocle. E' questo il problema; non si tratta di fare dei processi o di voler dichiarare colpevoli certe persone: non è compito nostro.
Per concludere, ci risiamo con le firme false? Anche qui è iniziato un balletto di articoli e di dichiarazioni: personalmente è un argomento che mi ha annoiato; mi annoiava già nella passata legislatura, a maggior ragione mi annoia adesso. Però, veramente! Avete fatto una campagna elettorale parlando di legalità: "Nessun indagato in lista, nessun rinviato a giudizio in lista, noi siamo quelli regolari, facciamo le cose pulite".
Siamo andati a votare perché il centrodestra ha raccolto delle firme false e c'erano delle irregolarità su una lista che ha appoggiato il centrodestra. Invece adesso ci ritroviamo a parlare delle stesse cose! Allora, a questo punto, la domanda è la seguente: dov'è questa pagina nuova che stiamo scrivendo? Dov'è questa pagina nuova che questa maggioranza ha dichiarato di voler scrivere? Perché da questo punto di vista non è che si stia sentendo qualcosa di nuovo. Poi possiamo anche parlare dell'altro aspetto che riguarda il dialogo, ma forse ne discuteremo più avanti, durante la giornata. Però, da quel punto di vista, non sto vedendo niente di nuovo.
Per concludere, chiedo al Presidente Chiamparino di fare delle serie valutazioni - penso che in parte le abbia già fatte - perché non stiamo parlando di una parte politica, ma stiamo parlando del Piemonte in generale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto da parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Volevo solo aggiungere alcune considerazioni a quanto è già stato detto; considerazioni che vanno sicuramente in una direzione particolare.
Chi parla, evidentemente, anche per il lavoro che svolge quotidianamente per effetto della sua attività, ha sempre ritenuto che gli avvisi di garanzia e soprattutto, poi, il rinvio a giudizio siano elementi che debbono essere considerati in politica nulli. E spiego perché: perché con questo istituto dell'avviso di garanzia troppo spesso si prendono delle decisioni come se l'indagato o, ancor prima, l'avvisato sia già aprioristicamente condannato.
Questa è ormai una prassi che in Italia si è instaurata. Il populismo di fronte a una crisi economica, è ridondante e quindi si verificano delle situazioni che sono assurde. Però sono assurde e sono state anche cavalcate da chi ci ha preceduto nella scorsa amministrazione e da partiti politici che oggi si trovano, come dicevano coloro che sono intervenuti prima di me ad essere sullo stesso terreno.
Ed è in questa logica che va affrontata la tematica. Va affrontata perché è un problema se questo populismo diventa elemento arbitrario di attività politica quotidiana, dove a livello nazionale il potere giudiziario si va a confondere con il potere politico di coloro che hanno la possibilità di fare le leggi; ma dove è il potere giudiziario a influire e non viceversa, perché quando dobbiamo fare delle leggi che riguardano i magistrati, vedete voi le preoccupazioni e le proteste che ci sono in Italia, tanto che queste leggi vengono anche fermate: quindi vi è il potere giudiziario che comanda addirittura il potere legislativo. Bene: allora, se il populismo diventa elemento imperante di campagna elettorale, che almeno lo si rispetti. Che lo si rispetti e si abbia il coraggio di essere protagonisti anche in questo tipo di decisione.
Io sono garantista a priori, ma lo sono fino all'ultimo grado di giudizio. Infatti, anche la condanna in primo grado non è detto sia sufficiente per dare un giudizio definitivo. Dunque lo sono fino all'ultimo grado di giudizio, come accade a livello nazionale. Da noi, infatti, vi sono troppe anticipazioni a fini politici rispetto a questo ultimo grado di giudizio. E basta vedere anche nella storia dal '92 in poi (da Tangentopoli in poi) la differenza tra il numero di persone che sono state indagate, e poi magari anche processate, e il numero di persone che sono state poi effettivamente condannate.
Vi è quindi una situazione paradossale, nella quale però, per effetto della vittoria politica di ciascuno di noi, questi temi si utilizzano ai fini di campagna elettorale. Allora, se è così - e se è così lo è anche nella dichiarazione che ho sentito il primo giorno in cui mi sono seduto su questi banchi - teniamo fede a questo tipo di filosofia. Teniamovi fede perché altrimenti rischiamo di cadere nella retorica tipica anche del livello nazionale: vediamo il Presidente del Consiglio che prima fa il programma dei 100 giorni, poi fa il programma dei 1.000 giorni e poi, oggi e nei giorni scorsi, fa il programma del 2023. Quindi, continuiamo a posticipare gli elementi che annunciamo un giorno e che cambiamo il giorno successivo.
Questi sono elementi che ci preoccupano tantissimo. Ci preoccupano perché riteniamo che la trasparenza, l'attività amministrativa condotta con le difficoltà economiche che questa Regione sta vivendo in questi momenti evidentemente dev'essere portata avanti con la filosofia originaria.
Altrimenti cambia il mondo, se è una filosofia che vale per tutti noi tranne che per il soggetto che viene interessato. E questo non va bene perché viene meno la coerenza che è stata detta precedentemente e viene meno anche la filosofia con cui una Giunta intende portare a compimento un lavoro veramente difficile: un lavoro che probabilmente non ha eguali in altre Regioni italiane, o in poche, perché in poche altre Regioni italiane ci si trova nella situazioni economica in cui si trova il Piemonte.
E' per questo che - nulla togliendo alle persone interessate, delle quali non faccio nemmeno i nomi perché è giusto così e perché si devono guardare le cose le cose un po' più dall'alto - auspico che il Presidente si accolli le responsabilità; tanto è una questione di breve tempo, entro il quale ci saranno i verdetti definitivi, probabilmente di archiviazione.
Io mi auguro infatti che sia così. Me lo auguro perché siamo entrati in un discorso talmente enorme rispetto alle potenzialità della politica, che ritengo che l'archiviazione o l'affermazione che il fatto non sussista sia un elemento fondamentale non solo per voi ma per tutti noi, anche per il futuro e non solamente per il passato.
Qui, infatti, ci deve essere un margine entro il quale le regole di questo Consiglio siano applicate in un modo chiaro e certo da tutti noi senza problemi e senza avere il dubbio che abbiamo fatto qualcosa tale rispetto cui un magistrato ci possa chiedere conto.
E' in questa logica che noi vorremmo chiedervi questo tipo di trasparenza: è un atto di responsabilità che il Gruppo di Forza Italia, nel suo complesso, vi sta chiedendo.
Vedete che stiamo cercando di dare anche una mano operativa. Per quanto è possibile, da parte del nostro Gruppo non vi è una condizione preconcetta rispetto alla situazione di ogni ordine e grado dal punto di vista amministrativo. Ma, se possiamo, suggeriamo anche elementi e diamo disponibilità ai fini di fare il bene, come diceva giustamente il Consigliere Pichetto, di tutti i piemontesi.
Però non vorrei che nel fare questo bene di tutti i piemontesi si applichi la classica massima che è applicata in termini religiosi (per chi lo è), secondo cui chi di spada ferisce di spada perisce, quindi vorremmo che questo elemento fosse lasciato al di fuori di quest'Aula consiliare, ma venisse invece portato avanti un discorso serio rispetto alle affermazioni che sono state fatte in campagna elettorale e che, soprattutto, sono state con forza ribadite dal Presidente nel primo discorso tenuto nell'Aula consiliare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, a nome del Gruppo che qui rappresento, devo dire che ci riconosciamo totalmente nelle parole che il Presidente della Giunta regionale ha pronunciato in quest'Aula.
Condividiamo - e credo che ci sia stato un grande gesto di dignità da parte sua - le cose che ha detto e condividiamo il giudizio personale e politico che ha dato su due membri della Giunta regionale che sono coinvolti in questa vicenda, peraltro non da soli, ma con altri tre colleghi tra cui il sottoscritto.
Ora, i discorsi dei Capigruppo dell'opposizione che mi hanno preceduto riconoscendosi - e questo mi fa molto piacere - nel giudizio umano e personale sulle persone coinvolte in questa vicenda, hanno argomentato sulla mancanza di coerenza addebitabile al nostro Presidente e al Gruppo consiliare del Partito Democratico. Quindi credo sia doveroso su questo dire alcune cose.
La mancanza di coerenza del Presidente in carica tra quello che ha detto oggi e quello che avrebbe detto in campagna elettorale è vera? No non è vera. In quei giorni, infatti, ebbi modo di parlare più volte con il candidato Chiamparino. In quei giorni la discussione che ci fu, non solo tradotta nelle dichiarazioni del candidato Presidente ma anche negli incontri che si tennero fra i gruppi che andavano a costituirne la coalizione, fu la seguente: che atteggiamento seguire. E non ci fu alcun dubbio, tra di noi, sul fatto che persone che avessero al momento della presentazione delle liste richieste di rinvio a giudizio - per motivi di opportunità politica e non di legalità - non sarebbero state candidate nelle liste. Ed è la cosa che abbiamo detto più volte, non perch considerassimo questo stesso fatto un'infamia, ma perché ritenevamo che partendo su base nuova, con la legislatura nuova, dopo tutto quello che ci tenevamo alle spalle e che ci portavamo alle spalle, fosse giusto dare un segnale in questo senso.
Per quanto riguarda gli organi del nostro partito, ne parlammo e l'unica persona iscritta al PD che versava in quella situazione venne da me e mi disse: "Guarda, io non ci penso proprio a ricandidarmi. Sistemo la mia posizione e poi mi candido".
Questa è la situazione.
Noi abbiamo dato un segnale politico e volevamo darlo perché lo credevamo giusto, e se il Segretario regionale del PD o altre persone fossero state destinatarie in quel momento di una richiesta di rinvio a giudizio, ovviamente non si sarebbero presentate, cioè non avrebbero inoltrato la richiesta di candidatura, non perché si considerassero colpevoli, ma perché avremmo voluto separare molto nettamente i destini della nuova legislatura con il retaggio del passaggio e fare chiarezza. E l'abbiamo fatto.
Oggi è successo che le richieste di archiviazioni che erano state presentate e che toccavano alcuni di noi, tra cui il sottoscritto e anche alcuni membri di Gruppi dell'opposizione, sono state oggetto di una discussione in seno all'udienza preliminare; una discussione che non ha visto il consenso del giudice dell'udienza preliminare.
Quindi, i nostri destini passeranno un'altra udienza preliminare e si vedranno le cose che succederanno in quella sede. Ma quello che ci tengo a dire è che noi siamo stati le forze politiche di coalizione della maggioranza che ha vinto e siamo stati attenti a non creare per i piemontesi delle situazioni di imbarazzo.
Oggi, dopo avere vinto con questa impostazione, troviamo che legittimamente all'interno degli organi giudicanti si è sviluppata una dialettica. Per la gran parte dei casi sono state accolte le richieste formulate dai Pubblici Ministeri. Per quattro soggetti della maggioranza attualmente presenti in Consiglio regionale non sono state accolte.
Senza improperi, con molta serenità e con molto rispetto accettiamo la vicenda, andiamo avanti e attendiamo i giudizi, ci facciamo giudicare senza sparare, senza criticare, senza parlare di golpe o di atti eversivi.
Non c'è nessuna mancanza di coerenza. Si è partiti, avendo una ragionevole certezza che le posizioni fossero state definite con chiarezza.
Oggi appuriamo che non tutta la Magistratura la pensa diversamente e che legittimamente richiede che ci debba essere un passaggio ulteriore. E lo accettiamo, ma dobbiamo difendere l'onorabilità di tutti noi - adesso parliamo degli Assessori interessati, ma la questione tocca anche il sottoscritto - e soprattutto dobbiamo difendere il funzionamento della Regione.
Noi non accettiamo che per motivi di battaglia politica si possa mettere in discussione il funzionamento di un Ente che è in una situazione drammatica, per responsabilità ampie e risalenti nel tempo.
Non andiamo a rivedere l'origine delle possibilità, perché non amiamo troppo, di fronte alle emergenze del presente, rifugiarci nella storia.
Vogliamo affrontarlo e lo stiamo facendo con molta consapevolezza e determinazione, e andiamo avanti con serenità, sapendo che se qualcuno di noi dovesse essere destinatario di un giudizio di condanna, saremo noi stessi, ancora prima dei provvedimenti della legge nazionale, a farci da parte per non contaminare a quel punto con un provvedimento di condanna i destini dell'Ente in cui noi siamo rappresentanti.
Per quanto riguarda invece l'altro profilo che è stato sollevato in questa sede, cioè la coerenza degli atteggiamenti del Gruppo PD tra la passata e la presente legislatura, voglio ripristinare la verità storica.
In quella legislatura non ero Capogruppo, ma ero Consigliere. Credo che tutto si possa imputare al Gruppo PD della passata legislatura, meno che un difetto di garantismo, nel senso che la passata legislatura è stata viziata da vicende molto impegnative, che hanno toccato non solo il caso rimborsi che colpì ampiamente il Consiglio regionale, ma anche alcuni importanti Assessori.
Non mi pare che il Gruppo PD abbia alzato le barricate di fronte a colleghi che sono stati poi costretti ad uscire di scena ed abbandonare il loro incarico a seguito di indagini molto pesanti ed invasive della Magistratura giudicante.
Parlavamo poi di eventi della legislatura in corso, parlavamo di una legislatura che aveva avuto una piega drammatica non tanto per la vicenda dei rimborsi - certo, anche quella alla fine condizionò la legislatura quanto per le vicende della sanità, per le vicende dell'Assessorato all'industria, per le divisioni della maggioranza che avevano portato all'ingovernabilità.
Il nostro atteggiamento in quella legislatura fu talmente responsabile che fummo destinatari di attacchi personali, da manifestazioni fuori del Consiglio regionale, ed una pressione molto forte degli organi di stampa che ci accusavano di essere eccessivamente tolleranti rispetto agli atteggiamenti. E noi parliamo con la coscienza di persone che hanno fatto un'opposizione e un'opposizione anche dura, ma che hanno cercato di farla con serietà e con rispetto delle persone.
Siamo consapevoli, e lo accettiamo, che le vicende della politica portano spesso a ribaltamenti dei ruoli e che quindi ciascuno utilizza le armi dialettiche e politiche che ha in un momento storico.
Noi ci faremo giudicare; al Gruppo PD è oggi contestato l'utilizzo di 36.919 euro di fondi, pari circa all'1,25% dei fondi maneggiati nel periodo in esame.
Lo accettiamo e siamo fiduciosi di poter chiarire le nostre posizioni ma ovviamente con molta trasparenza e serenità accetteremo di entrare nel giudizio e di verificare punto per punto le posizioni.
Ci spiace che questa cosa avvenga in una fase critica per la nostra legislatura e per il nostro Piemonte.
Abbiamo agito per evitare che questo succedesse; ci siamo trovati oggi in questo fatto per vicende che esulano dalla nostra responsabilità, perch non erano assolutamente preventivabili.
Andiamo avanti sereni e riconfermiamo e riconfermo, a nome di tutti i Consiglieri del Gruppo PD - ma tanti lo faranno loro stessi nel corso di questo dibattito - la solidarietà, la vicinanza e l'amicizia personale verso i colleghi Assessori che sono stati oggetti degli interventi.
Quanto poi alla vicenda delle firme - e concludo perché il mio tempo è scaduto - voglio dire che anche questo lo affrontiamo in modo molto diverso da quanto è avvenuto nella scorsa legislatura.
Noi non crediamo al complotto, non alziamo barricate, avremo un atteggiamento estremamente collaborativo. Abbiamo fatto delle scelte politiche di raccogliere le firme non avendone la necessità e l'abbiamo fatto per coinvolgere i nostri cittadini.
Abbiamo dato disposizione a tutti affinché le cose fossero fatte nel migliore dei modi. Siamo i primi contro interessati ovviamente se ciò non dovesse essere accaduto, ma collaboreremo con la massima serenità per fare certezza, perché noi non abbiamo presentato liste di persone che non sapevano di essere candidate. Non avevamo il problema di fare liste per garantire il successo di Tizio e di Caio e cambiare le firme dei sottoscrittori o di candidare gente che non sapesse di essere candidata.
Abbiamo agito con l'intendimento di agire con la massima trasparenza.
Ci auguriamo che l'indagine possa al più presto arrivare ad un punto di fine, per avere anche noi estrema chiarezza di come si sono messe le cose.
E non ci sottrarremo a confronti in questa sede quando avremo certezza di come si sono sviluppati gli eventi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mentre ascoltavo il Capogruppo del PD parlare - mi permetta, anche un po' per stemperare il clima - stavo immaginando - probabilmente le doti sono quelle da avvocato e molto spesso l'esperienza (io sono solo commercialista) nelle arringhe porta anche a dire delle cose che forse non sempre si pensano - la situazione in cui, entrando in qualche negozio, i commessi riescono a farmi comprare delle cose che io non vorrei comprare.
Esco e mi dico: come sono stati bravi. Ecco, ascoltando il Capogruppo del PD, mi stavo proprio dicendo: bravo, le faccio i complimenti perché riesce a dire tutto e il contrario di tutto nell'arco di pochi mesi del cambio di una legislatura. E gli faccio i complimenti perché io.



PRESIDENTE

Però non l'ha convinta a votare PD!



PORCHIETTO Claudia

Non sarei capace di fare una cosa del genere! No, non ce l'ha fatta!



PRESIDENTE

Deve lavorare ancora, il Consigliere Gariglio!



PORCHIETTO Claudia

Deve ancora lavorare! Il ragazzo però è sulla buona strada. Devo dire che è bravo a convincere.
Credo che oggi, però, il problema sia diverso e anch'io, come ha fatto il mio Capogruppo - lo dico veramente con sincerità - stimo e apprezzo il lavoro che hanno compiuto in questa e nella passata legislatura sia il Vicepresidente che l'Assessore Cerutti. Ci tengo a dirlo, perché prima ci sono i rapporti di stima personale e poi ci sono le opinioni e le battaglie politiche. Non credo però che si possa.
Io lo posso dire perché i quattro anni li ho fatti tutti; il mio Capogruppo è arrivato un po' dopo. Ricordo - questo lo dico al Presidente Chiamparino - che anche quelli erano quattro anni molto difficili per il Piemonte, eppure questo senso di responsabilità che lei oggi lei ha chiesto all'Aula non c'era. Non c'era perché, quando noi entravamo in quest'Aula questa era un'Aula di battaglia, non era un'Aula di corretta contrapposizione politica. E tutti gli strumenti sono stati usati in quella battaglia. Penso di poterlo dire con serenità, anche nel rispetto di quei Consiglieri della passata legislatura che oggi non ci sono e che sono stati merce mediatica anche del PD, perché alcune cose riportate oggi in quest'Aula dal Capogruppo di adesso forse non sono così corrette.
Soprattutto, la battaglia che tutti i martedì si apriva in quest'Aula era per prima cosa: Presidente, dimettiti! Quindi il bene del Piemonte non era la prima cosa a cui pensare. Prima c'era la battaglia personale e politica, poi c'era il bene del Piemonte. E non era, Presidente, una questione - adesso non lo dico per farle un complimento - di età anagrafica, come lei prima ha ricordato un paio di volte. Guardi, non è una questione di età anagrafica se lei si può permettere o meno: lei deve rappresentare il Piemonte. E io credo che l'opinione dei piemontesi rispetto a ciò che è accaduto prima e a ciò che sta accadendo oggi.
Non entro nella technicality giuridica, il tema delle firme è un tema che c'è stato prima e c'è stato oggi: c'è, punto. Poi magari andremo a vedere i dettagli, le sfumature di chi l'ha fatto, di chi non l'ha fatto ma il problema c'è, e va detto in quest'Aula.
Quel problema c'è. Il problema dei rimborsi c'è. Ma, così come allora io lo dico anche oggi: i temi importanti per il Piemonte dovrebbero essere altri. L'opportunità politica dovrebbe portare chi oggi è in maggioranza a pensare a quello che ha fatto per quattro anni. E' questo un tema dirimente.
Allora chiedo, per opportunità politica, di fare un'attenta valutazione devo dirlo a voi, Presidente, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta, ma mi rivolgo in modo particolare al Partito Democratico perché non è una questione di persone. Ribadisco la grande stima nei confronti di Aldo Reschigna e di Monica Cerutti e dei Consiglieri che, sono certa, come molti dei Consiglieri della passata legislatura sapranno rispondere prontamente alle imputazioni loro avanzate.
Tuttavia, c'è un tema di opportunità. Io qui ho una lettera che era stata inviata - molti firmatari sono qui presenti in Aula - al Segretario di allora del PD, che era Morgando. La lettera dice, appunto: "La scelta del Gruppo PD in Regione è di dimettersi da tutti gli incarichi istituzionali". Cosa che - non credo sia da sottolineare, ma lo faccio non è avvenuta. Qualcuno mi dirà perché la legislatura è finita prima.
Intanto non è avvenuta, ma comunque va detto.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PORCHIETTO Claudia

Placido si è dimesso formalmente dall'incarico di Vicepresidente. Qui si parlava di tutti gli incarichi istituzionali, compreso quello di Consigliere regionale: non mi sembra che ciò sia avvenuto, Consigliere Gariglio.
In più sottolinea, sempre questa lettera, come c'era una manifesta illegittimità istituzionale che si accompagnava ad una questione morale. Io pongo la questione morale. Voi l'avevate posta, la pongo anch'io.
C'è una questione morale che occorre capire se questa volta va pesata con un peso diverso rispetto alla passata legislatura o se, come ricordava prima il mio Capogruppo Pichetto, abbiamo delle situazioni morali di serie A e di serie B: se quindi, quando c'è al Governo una maggioranza diversa si ponderano le situazioni in modo diverso o se, come sta avvenendo ancora una volta oggi in Aula, c'è una morale che cambia a seconda di un'opportunità politica.
Io mi appello all'intelligenza e al senso di responsabilità della Giunta regionale per valutare se oggi non sia importante un segnale forte della Giunta; un segnale che - ribadisco - dà stima alle persone, ma riporta un equilibrio del PD nell'andare a valutare le posizioni di tutti coloro i quali, che siano maggioranza o che siano opposizione, oggi e ieri ricoprivano degli incarichi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Mi sono appuntato alcune cose dette negli interventi precedenti dagli interlocutori degli altri Gruppi, in particolare dal Capogruppo Gariglio, e ho avuto degli spunti interessanti dalla Consigliera Porchietto.
In special modo, quando il Consigliere Gariglio cita "motivi di battaglia politica", questi sono motivi su cui però è caduta una Giunta precedente, quindi stiamo parlando delle stesse cose.
Adesso abbiamo sottomano l'ordinanza del GIP, che tra l'altro fa delle distinzioni ben precise anche sull'entità del dolo, stabilendo qual è il confine. Di conseguenza, ci sono delle criticità e delle differenze che vengono fatte nell'ordinanza, che dimostrano come comunque ci siano posizioni più gravi di altre e quelle ritenute archiviabili sono di fatto archiviate. Quindi non possiamo parlare certo di una Magistratura ad orologeria o comunque di scarso garantismo.
Motivi di battaglia politica. Ma la vera battaglia politica, allora.
Mettiamo che non si vogliano turbare i lavori della Regione Piemonte in un periodo così difficile anche per le finanze, innanzitutto come ci presentiamo noi nei confronti dello Stato nazionale quando comunque ci si sta rimpallando il dovere di tagliare delle spese? Quindi in questo momento anche la credibilità delle istituzioni è messa decisamente in discussione da questo tipo di conclusioni delle Magistrature.
Altra cosa. Facciamo notare che motivo di battaglia politica è una spesa di 30 bottiglie di prosecco e 8.000 euro di ristoranti addebitati alle spese del Gruppo consiliare, come cita l'ordinanza, che sono fatti oggettivi, a prescindere da quello che può stabilire il risultato della Magistratura, da come l'ha interpretato, perché non si tratta di questioni strettamente legali, ma anche di questioni di opportunità politica.
Abbiamo visto che queste spese, dalle spiegazioni date, venivano giustificate come spese istituzionali o di rappresentanza. Le 30 bottiglie di prosecco erano una spesa di rappresentanza da parte del Consigliere Gariglio e il Consigliere Gariglio aveva supporto dal suo Gruppo consiliare, da questo punto di vista. Quindi forse l'opportunità politica della caduta di una Giunta non è la stessa invece di quella di rivedere magari le posizioni all'interno del PD, cosa che però fino adesso non è stata messa in discussione, perché il Capogruppo è tuttora Capogruppo del PD e Segretario regionale del Partito, quindi forse qualche domanda andrebbe fatta anche all'interno del partito.
A questo proposito, voglio citare la Consigliera Porchietto, la quale diceva che la morale cambia a seconda della Giunta in carica. Sono d'accordissimo su questa affermazione, forse perché gli elettori del PD mal tollerano questo tipo di cose, mentre magari c'è un pochino più di indifferenza dall'altra parte. Quindi il problema è nel giustificarsi coi propri elettori - io credo, a questo punto - che mette in difficoltà e crea questa doppia morale che noi vediamo sempre.
Di conseguenza, ho trovato veramente stucchevole e non ci ha commosso per niente l'intervento del Capogruppo Gariglio, da questo punto di vista.
Perché i suoi 8.300 euro in spese di ristorazione sono qui scritte nero su bianco a prescindere dal fatto che la cosa venga archiviata in un secondo momento o no. Quindi il problema non è solo istituzionale. Se non vogliamo turbare la Giunta, allora diciamo agli elettori cosa è successo e vediamo se ne sono contenti; vediamo se gli elettori che hanno confermato questa maggioranza in Consiglio pensano allo stesso modo con un'adeguata informazione su queste cifre e sapendo bene come i soldi pubblici vengono usati dal partito più votato in Regione Piemonte.
Noi su questo batteremo duro, come sempre, perché non abbiamo mai preso un centesimo; la posizione dei nostri Consiglieri nella passata legislatura è uscita pulitissima, con l'archiviazione, quindi abbiamo il dovere e il titolo di farlo.
Basta buone parole sulla pulizia della politica quando poi sentiamo queste cose, quando neanche all'interno del più grande partito d'Italia c'è un ragionamento in questo senso. Cito l'ordinanza: ".vengono definite improprie e consistono in atto di dolo, per cui si richiede la prosecuzione dell'azione penale nei confronti anche del Capogruppo del PD". Queste sono parole forti, che speriamo vengano prese con il dovuto peso anche all'interno di qualche partito che oggi siede al Governo regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Anch'io voglio stemperare il clima: prima, il Capogruppo Gariglio ricordava che nelle nostre liste non c'erano persone che non sapevano di esserci; anzi, noi abbiamo avuto parecchie persone che volevano dare il loro contributo, abbiamo dovuto chiudere una lista dicendo di no a qualcuno e di sì a qualche altro.
Detto ciò, chi mi conosce sa che, prima dell'entrata in vigore della legge Severino, non ritenevo, e non ritengo, personalmente, che le sacrosante esigenze di difesa individuali necessitassero di attendere la sentenza passata in giudicato prima di trarre delle conseguenze politiche di opportunità e che non sono una persona che per partito preso difende o sostiene una causa. Però le cause vanno lette partendo da dati oggettivi e i dati oggettivi sono proprio quelli che emergono non già dal commento di qualcuno, ma dall'ordinanza che tutti abbiamo sottomano, anzi probabilmente l'hanno avuta sottomano prima gli elettori, attraverso gli organi di stampa, perché questi provvedimenti tendenzialmente escono prima sui giornali o sui mass media rispetto anche alle posizioni dei diretti interessati.
Ebbene, in nessuna pagina di questa ordinanza si parla di spese affrontate per se stessi, quindi per finalità privatistiche, da parte di chicchessia, sia in capo a quei Consiglieri la cui posizione è stata archiviata dopo il supplemento di indagine, sia in capo a quei Consiglieri per cui è stata chiesta e ordinata l'imputazione coattiva.
Quindi, se vogliamo partire dai fatti, non si parla di mutande verdi non si parla di campanacci, non si parla di tagliaerba, non si parla di nulla di tutto ciò. Si parla di spese di ristorazione sostenute nel corso di iniziative politiche legate all'attività del Gruppo; si parla di regali di rappresentanza; si parla di pernottamenti a seguito o in anticipo rispetto a convegni o a momenti politici e attività politiche e si parla di un iter procedimentale che tutto è stato finora fuorché un coro in cui tutti parlavano la stessa voce e recitavano la stessa parte. Nel senso che dopo più di un anno - un anno e mezzo di indagini, dove è stato scandagliato tutto, dagli scontrini alle celle telefoniche, per verificare se i diretti interessati erano effettivamente presenti nei luoghi in cui affermavano di essere, i fatti su cui si va a riflettere sono noti, noti oggi e noti un anno fa, noti sei mesi fa, da questo punto di vista non abbiamo scoperto nulla di nuovo.
Cosa è cambiato? Una parte della Magistratura, che è quella che sostiene l'accusa, quella che fa le indagini, quella che per mesi ha analizzato queste tematiche, ha asserito rispetto ad alcuni Consiglieri cioè quelli di cui si parla quest'oggi, che quelle spese, vuoi per la piccola entità oppure vuoi per la tipologia di spesa, non fossero riconducibili all'elemento oggettivo che configurasse il reato di peculato o qualunque altra forma di reato.
Nell'ordinanza, dopo un supplemento richiesto di indagine, a seguito del quale la parte cosiddetta "cattiva", cioè quella che sostiene l'accusa ha confermato le istanze di archiviazione, il GIP, legittimamente e autonomamente, afferma che quel tipo di spese, pur affrontate nell'ambito di attività politica (convegni e incontri), non potessero essere rimborsate. Dopodiché, nei confronti di qualche Consigliere ha affermato che, anche allo stato dell'arte delle indagini, è possibile assolutamente escludere l'elemento soggettivo, che è il secondo elemento che configura un reato, mentre per altri l'entità non irrilevante della spesa non permette allo stato dell'arte, di escludere il dolo.
Ora, questa partita passa nelle mani di un nuovo giudice, a seguito di un'imputazione coatta - rammento che, purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista, di questi temi si parla prima sui giornali che negli atti - e un pubblico ministero ha asserito che, nonostante l'imputazione coatta, in coscienza, riterrebbe di chiedere e sostenere ancora la richiesta di archiviazione. Si valuterà in una nuova udienza preliminare se vi siano gli elementi necessari e sufficienti per sostenere un'accusa in giudizio e, in quel caso, se il GIP avvalorerà questa tesi, si andrà a giudizio.
Dopodiché, esiste nel nostro ordinamento una legge che, tra le esigenze di difesa individuali, che portano a ritenere una persona non colpevole finché la condanna non passa in giudicato, e l'opportunità politica di non mantenere degli incarichi all'interno di un ente elettivo, nel momento in cui vi siano pendenze giudiziarie, fissa un paletto - è la legge Severino per il quale, se rispetto ad alcuni reati subentra una condanna di primo grado - quindi non definitiva e non esaustiva del concetto di colpevolezza rispetto al singolo individuo - comunque, la carica non può più essere ricoperta.
Nella stesura delle liste elettorali, noi condividemmo tutti l'appello che in primis venne dall'attuale Presidente della Giunta, ma che era assolutamente condiviso da tutti, di fare una forzatura ulteriore, di fare uno sforzo ulteriore, cioè di pretendere che chi veniva candidato in quel momento, un momento molto delicato, un momento caldo, non fosse rinviato a giudizio, così è stato.
Dopodiché, mentre la presentazione della lista costituisce un momento solo, la legislatura dura cinque anni, forse, la durata naturale della legislatura è di cinque anni.



(Commenti in aula)



APPIANO Andrea

In linea di massima, diciamo.
Nei cinque anni, innanzitutto, è molto probabile, o possibile, che chi ricopre delle cariche venga sottoposto ad indagini. Ed è giusto che sia così, perché i primi che si espongono con proprie decisioni a comportamenti a rischio, o delicati, siamo proprio noi.
E' possibile anche che subentrino dei rinvii a giudizio laddove le accuse immaginate non siano campate per aria o necessitino di approfondimenti, proprio per un dovere di trasparenza verso i cittadini e di legalità. Però, se noi asserissimo, andando ben oltre la legge Severino che è sufficiente un atto di indagine o anche un rinvio a giudizio, senza leggere di cosa si tratta, cioè senza distinguere, come in questo caso, se ho usato i soldi del Gruppo per farmi rimborsare il pranzo con i familiari durante una vacanza rispetto ad un pranzo offerto ai partecipanti ad un convegno nel corso di un'attività di Gruppo, e da questo solo fatto desumessimo in automatico l'obbligo delle dimissioni, forse attribuiremmo alla Magistratura un compito che la Magistratura non ha e non vuole avere.
Cioè, incideremmo sulla libertà stessa di svolgere questo sacrosanto e fondamentale ruolo istituzionale della Magistratura dandole un peso diretto che va ben al di là rispetto al ruolo che ha la Magistratura.
Da ultimo, è inutile sottolineare le differenze di atteggiamento dei diretti interessati e dei partiti di riferimento dei diretti interessati rispetto alle indagini e alla prosecuzione del procedimento penale.
Non avete sentito né mai sentirete una sola parola proveniente da nessuno di noi che vada ad attaccare l'operato della Magistratura, di cui noi abbiamo un profondo rispetto. Non è avvenuto così nelle vicende che venivano precedentemente ricordate, perché se è vero - e questo probabilmente mi permetto di dirlo da neofita, da neo Consigliere regionale che venire in aula con cartelli e manifesti non è il massimo per il rispetto dell'Istituzione, è altresì vero che accusare sui giornali la Magistratura di essere una Magistratura di parte, ad orologeria, cercando di minarne l'immagine davanti all'opinione pubblica è addirittura più grave. Lo è sicuramente.
Da ultimo, si dice: "Avete condotto una campagna elettorale cavalcando il tema Rimborsopoli". Io so esattamente cosa ho detto e fatto in campagna elettorale e, indirettamente, più o meno quello che ciascuno di noi ha fatto. Abbiamo parlato ai cittadini di trasporto pubblico locale, sanità casa, scuola, università. Il fatto che la maggioranza e il colore politico della maggioranza sia cambiato e che i cittadini non abbiano confermato la maggioranza precedente non dipende dall'inchiesta sulle firme false o sullo scioglimento del Consiglio, perché lo scioglimento ha solo anticipato di un anno un giudizio politico sul merito delle decisioni assunte, che era ben chiaro nei piemontesi.
Oggi, più noi riusciremo ad occupare quest'aula e l'aula delle Commissioni discutendo nel merito dei provvedimenti, portando in Commissione bilancio il rendiconto 2013 e da lì partendo per impostare l'assestamento 2014 e la finanziaria del 2015, più riusciremo a dare risposte concrete ai problemi reali delle persone, rispettando il ruolo di chi controlla e fa il proprio dovere, traendone poi le conclusioni secondo legge e coscienza. Allora, lì, davvero, avremo fatto l'interesse dei piemontesi.
Con questo, confermo a tutti coloro i quali stanno svolgendo un delicato compito amministrativo, istituzionale e politico, la massima fiducia. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Al di là del cercare di entrare nel merito e valutare l'operato della Magistratura (non rientra nel nostro ruolo), quello che oggi appare evidente è che, come al solito, purtroppo, in questo Paese, la classe politica viene messa di fronte a delle proprie responsabilità nella gestione dei soldi pubblici. Ricordo che non sono soldi dei Gruppi, ma sono soldi dei cittadini, dei piemontesi, che venivano dati ai Gruppi politici per svolgere attività istituzionali e non per pagare cene o fare regali a qualcuno.
Non è questione di importi o del fatto che ci siano state archiviazioni, che ci siano stati usi personali o usi di Gruppo per altre cose: la questione è che un giudice ha ritenuto, dopo approfondite indagini, che ci sia rilevanza penale in alcune delle proposte di reato che sono state valutate.
In campagna elettorale è stato detto: "Evitiamo di avere in squadra delle persone rinviate a giudizio". Adesso abbiamo una richiesta di rinvio a giudizio; certamente bisognerà vedere se saranno effettivamente rinviati a giudizio, però non mi sono piaciuti i distinguo di chi ha dichiarato: "In campagna elettorale siamo stati attenti, ormai sono stati eletti, quindi non vale più la condizione".
Io, invece, sostengo che, a maggior ragione, vale la condizione! Mi spiace molto che sia stato colpito il Vicepresidente Reschigna (altri Assessori non li conosco così bene, per avere lavorato meno con loro in questi tre mesi), perché personalmente lo considero una delle figure più valide dell'attuale Giunta regionale. Ha sempre risposto con franchezza direttamente, e non l'ho quasi mai beccato in fallo nelle sue dichiarazioni. Mi piace il modo in cui interloquisce con le opposizioni. La stessa cosa non la posso dire di molti altri componenti dell'attuale Giunta, quindi mi dispiacerebbe se venisse sostituito con elementi meno validi.
Tuttavia, ritengo che, soprattutto nella sua precedente posizione di Capogruppo del PD, aveva una responsabilità superiore nella gestione dei soldi pubblici assegnati al Gruppo del PD per attività istituzionali.
Adesso il Vicepresidente Reschigna è Assessore al bilancio, quindi ha una responsabilità molto importante rispetto alle attuali difficoltà della Regione Piemonte. Voglio far notare che non è che il momento attuale sia difficile, perché, nei prossimi anni, andremo incontro a momenti ben più difficili: la situazione è catastrofica e andrà solo peggiorando. Penso che questo il Presidente Chiamparino l'abbia ben chiaro, anche in seguito ai suoi incontri romani e guardando lo scenario che si va delineando rispetto alla relazione di parifica della Corte dei Conti. Anche a questo riguardo sono veramente perplesso, poiché non ha prodotto nessun impatto sulla struttura regionale o definizione di responsabilità.
Sono perplesso quando un procuratore della Corte dei Conti scrive che non si è stati capaci di pianificare né gestire quanto impegnato né - alla fine - fare i conti su cosa si è speso, o quando si dice che i soldi che sono stati dati per pagare debiti certificati sono stati usati, invece (si ipotizza, non si può non ipotizzare), per pagare debiti sommersi, perché se questi soldi che sono stati mal utilizzati venissero chiesti indietro ci sarebbero conseguenze tragiche.
Ebbene, io mi sarei aspettato che cadesse qualche testa, perché se una cosa del genere fosse stata imputata ad amministratori di un'azienda privata, questi sarebbero già in galera! Invece no: nemmeno una dimissione dalla struttura regionale che ha certificato le informazioni che sono state portate alla Corte dei Conti e nessun tipo di discorso sul livello politico. E' possibile? Una cosa che mi aspetterei da questo Piemonte, da cui è nata l'Italia (ricordiamocelo!), è un guizzo di dignità. Presidente Chiamparino, lei un po' mi ha deluso! Mi dispiace! Pur essendo all'opposizione, e certamente di parte, mi sarei aspettato un comportamento diverso, una dignità diversa.
Invece, ancora una volta, come nel solito tran tran, si giustifica dicendo: "Ci metto la faccia, sono convinto dell'onestà e della correttezza, sono convinto che tutto si risolverà".
Ma no! Ma vi rendete conto che siamo lo zimbello del mondo, su queste cose? Da noi non si dimette mai nessuno, mentre all'estero si dimettono per aver copiato una tesi! Da noi si spendono e spandono soldi pubblici, cosa che diventa causa di indagini e processi, eppure non ci si dimette mai! Sono d'accordo nel pensare che ci sia una presunzione d'innocenza, ma dal punto di vista politico non è solo una questione di presunzione di innocenza: è una questione di credibilità politica, soprattutto per chi si propone di cambiare il modo in cui è stata amministrata questa Regione.
Ricordo (non mi stancherò mai di ripeterlo) che in 14 anni abbiamo disintegrato l'Amministrazione Pubblica piemontese, sommergendola di debiti e perdendo il controllo della spesa pubblica.
Ricordo, inoltre, che questi ultimi vent'anni non sono stati amministrati da una sola forza politica, ma c'è stata una ricca alternanza: dal Presidente Ghigo alla Presidente Bresso al Presidente Cota. Eppure siamo in una condizione tragica! Io mi aspetterei, da questa Giunta, che ha avuto un consenso elettorale così ampio - anche per il prestigio del Presidente Chiamparino, per la convinzione della sua correttezza e dignità morale - che ci fosse uno scatto di dignità e di garanzia. Non ho niente in contrario, se venissero poi archiviate le posizioni degli Assessori coinvolti, che essi tornino a fare il loro lavoro.
Oggi l'ombra di una malversazione dei soldi pubblici non pu permettere, soprattutto all'Assessore Reschigna e Vicepresidente che si occupa di bilancio, un lavoro sereno; soprattutto non gli dà la credibilità per affrontare questi temi, quando lui, come Capogruppo del PD, ha certificato rimborsi spese che non andavano certificati. Tra l'altro è stato riconosciuto che la parte di fondi, quella assegnata per lui in qualità di presidente, è stata usata con estrema cautela, quindi dimostra una sua integrità, ma sottolinea la superficialità. Magari non c'è dolo, ma superficialità di sicuro. C'è stato un andazzo nelle scorse legislature che ha fatto sì che, con i soldi pubblici, si potesse fare di tutto. Magari in Consiglio non abbiamo un caso Fiorito, ma i soldi pubblici li abbiamo sprecati. Ripeto, li abbiamo sprecati. Usati per fini ben diversi dall'attività istituzionale.
Sono arrabbiato perché mi dispiace dover parlare di queste cose nella situazione attuale, ma vi ci siete messi voi. Lo sapevate che erano indagate queste persone. Va bene, non è una condanna, non è nulla, ma il dubbio in politica è importante per la credibilità verso i cittadini che sono disgustati da vent'anni di malversazioni, che dopo gli anni '90 quando è caduta la Prima Repubblica, si aspettavano qualcosa di diverso invece abbiamo avuto un peggioramento dello schifo. Da ogni parte in cui ci si gira, regna il disgusto più assoluto: spreco, arbitrio. Non si parla mai di responsabilità.
I politici non sono mai responsabili di quello che fanno, e poi mi sento dire in quest'Aula: "Guardiamo al futuro, è inutile recriminare sul passato". Ma il passato è quello che ci ha messo in questa situazione, ma nessuno è responsabile. Per favore, assumiamoci delle responsabilità e abbiamo la dignità di dire, se c'è il dubbio, su chi amministra la cosa pubblica, questa persona deve avere la dignità di sospendersi, di ritirarsi finché non è chiarita la sua posizione. Non devo aspettare la legge Severino da chi governa! Questo è quello che succede in gran parte del mondo civilizzato, invece da noi no, da noi l'eccezione è che qualcuno abbia la dignità di dimettersi o di sospendersi o di riconoscere che c'è un dubbio sul suo operato.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Fin dall'inizio della discussione ero in dubbio se intervenire o meno in quanto sono stato un Consigliere della scorsa legislatura, sottoposto ad indagini, da cui la mia titubanza iniziale. Avendo visto intervenire il Consigliere Gariglio, ho pensato che forse si poteva intervenire tutti.
Se il Consigliere Gariglio si è sentito in dovere, in qualità di Capogruppo, di intervenire su una tematica così complessa e complicata che ha visto coinvolto tutto il Consiglio regionale della scorsa legislatura, e che lo vede soggetto ad imputazione coatta con la richiesta di rinvio a giudizio, a maggior ragione, mi sento in diritto e in dovere di intervenire. Come ricordava giustamente il nostro Capogruppo, il 21 ottobre abbiamo i due decreti di archiviazione, uno da parte della Procura della Repubblica e l'altro da parte della Corte dei Conti.
A parte un'evidente soddisfazione personale - penso che chiunque li ricevesse, l'avrebbe - non c'è la volontà di fare speculazione politica strumentale su coloro i quali, invece, sfortunatamente o per motivi che chiarirà la Magistratura contabile e penale, sono ancora in una condizione di limbo.
Ricordiamo che i colleghi che sono stati oggetto dell'ordinanza del GIP Ruscello si trovavano fino a pochi mesi fa in una condizione similare a quella che riguardava il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle. Nel senso che erano stati soggetti a stralcio rispetto all'indagine, ma attendevano questa archiviazione. Questa archiviazione è stata rinviata proprio per l'opposizione da parte di alcuni cittadini - immagino siano soprattutto di area di centrodestra - che hanno fatto un'opposizione all'archiviazione ai colleghi che, invece, erano stati oggetto di stralcio nella precedente tornata di indagini preliminari.
Oggi ci troviamo in una situazione ulteriore. Se alle elezioni, come diceva giustamente il Presidente Chiamparino, eravamo più o meno nelle stesse condizioni, forse il Presidente Chiamparino si era lasciato andare a comunicazioni - che, in fase elettorale, spesso abbondano - un po' avventate dicendo qualcosa del tipo: quella gente, indagata per quei reati non la voglio. Con un fare un po' sprezzante.
Adesso la situazione è diversa e il Presidente Chiamparino ne deve prendere atto politicamente. Non possiamo ricevere ogni volta comunicazioni discordanti da lei, Presidente. Capisco la difficoltà della situazione per cui non si immaginava né di avere una situazione così complessa e complicata della Regione Piemonte - anche se, giustamente, qualcuno le ha fatto notare che se si candidava a Presidente della Regione Piemonte, forse doveva avere bene chiaro il Vietnam contabile in cui ci trovavamo - e sicuramente non si aspettava di trovarsi in una situazione così complicata riguardo allo scandalo rimborsopoli. Pensava di averlo finalmente archiviato e di non avere queste problematiche.
Ribadisco il quadro oggi è cambiato, quindi una parsone come lei, tra l'altro di grande esperienza politica, ne deve prendere atto. Noi, invece abbiamo visto da parte sua - umanamente lo capiamo, ma politicamente un po' meno - una grande confusione. Prima fa le dichiarazioni in campagna elettorale dicendo "no quella gente lì, non voglio indagati" - ed è un concetto che, in parte, condividiamo: persone che si compravano gioielli o vestiti, non li riteniamo moralmente adatti a ricoprire certi ruoli - poi avviene l'imputazione coatta, cambia idea e dice: "Aspettiamo il rinvio a giudizio". La prima volta dice questo.
In caso di rinvio a giudizio in quanto, come giustamente detto dal nostro Capogruppo, avremmo delle situazioni imbarazzanti di cui dirò dopo si potrà valutare se fare un rimpasto di Giunta. Non un'anticipazione delle sentenze penali, come diceva qualche collega del centrodestra, non un giustizialismo di chissà quale stampo rivoluzionario, semplicemente cambiare le deleghe all'interno della sua maggioranza. Non mi sembra un dramma! In terza battuta dice: "Aspettiamo la sentenza di primo grado perch c'è la legge Severino che, automaticamente, sospende i politici condannati in primo grado".
Oggi ascoltiamo una quarta versione targata PD dal Capogruppo Gariglio che dice (certo, non riguarda il Presidente, ma è sempre all'interno della sua maggioranza): "Se dovessimo essere condannati in primo grado, non aspetteremo la legge Severino".
Un minimo di coerenza e di chiarezza tra di voi dovreste anche darla non tanto a noi, ma a chi sta fuori. Come giustamente ricordava sia il Consigliere Bertola che il Consigliere Campo, noi ci rivolgiamo all'esterno, comunque la mediaticità non è un qualcosa da cavalcare strumentalmente, ma è un qualcosa che esiste, esiste perché la politica è anche questo.
Non possiamo accettare dal Consigliere Gariglio che - mi si permetta prenda un po' in giro i cittadini piemontesi: arriva una condanna e non si aspetta la legge Severino che parte dal giorno dopo, ma cosa vuol dire, che i Consiglieri seduta stante anticipano eventualmente i condannati? Mi auguro, come diceva il Consigliere Bertola, che ciò non sia, che anticipino la legge Severino, quindi diano le dimissioni. Penso che un minimo di coerenza e di dignità in più e di rispetto verso i piemontesi possiamo darla.
Prendete una linea e seguitela. Poi, ci saranno ovviamente le contestazioni, le faranno le opposizioni, le farà una parte della maggioranza, la faranno i cittadini piemontesi, ma almeno prendete una linea e seguitela, altrimenti dimostrate una mancanza di coerenza e di chiarezza verso l'interno e verso l'esterno.
Voglio solo ricordare le contraddizioni e le situazioni imbarazzanti che potrebbero venire se domani i due Assessori venissero rinviati a giudizio. Poi, la questione del Consigliere Gariglio è puramente più vostra, interna, politica, per quanto riguarda il ruolo di Segretario regionale e, forse, un po' meno interna per quanto riguarda il ruolo di Capogruppo, perché ha un ruolo nella Conferenza dei Capigruppo, nella programmazione e quant'altro.
Mi vorrei concentrare soprattutto sui due Assessori e soprattutto sul Vicepresidente Reschigna, non perché abbia qualcosa verso il Vicepresidente Reschigna; anzi, condivido quanto detto dal collega Campo sulla sua esperienza e sulla sua capacità di dialogo e di analisi della situazione della Regione Piemonte, ma questo attiene ad un'altra valutazione, che è la valutazione amministrativa.
La situazione di imbarazzo, come già detto dal Consigliere Bertola, è anzitutto quello di andare a Roma. Lo sapete benissimo, il vostro Presidente del Consiglio ("vostro" nel senso del PD, purtroppo è di tutti gli italiani, quindi anche nostro, mi si faccia dire "purtroppo") giustamente o meno, politicamente cavalca questo tema. Cavalca questo tema quando sappiamo che se andassimo a scoperchiare le spese dei parlamentari dovremmo cento volte quello che c'è nei Consigli regionali. Non lo dico per sminuire la posizione del Consiglio regionale, del Consiglio regionale del Lazio, della Lombardia o di altri, ma per dire che anche lì forse bisognerebbe finalmente fare qualche cosa. Però, il Presidente del Consiglio dei Ministri cavalca questo tema per fare cosa? Per fare i tagli alle Regioni! Presidente Chiamparino, abbiamo visto che lei ha sostenuto una linea forte e chiara che noi, leggendo i media, i social network e i twitter in qualche modo sostenevamo, perché, a prescindere dal fatto che è lei il Presidente della Regione Piemonte, pensare di tagliare quattro miliardi alle Regioni oggi è una follia. E' una follia! Noi cerchiamo di difendere come possiamo la nostra Regione. E poi scopriamo che è costretto a fare un dietro front in Conferenza Stato Regioni perché deve chiedere il decreto "salva Piemonte" e, insomma, anche con la situazione che ha investito il Piemonte, come si ricordava, con rimborsopoli, che coinvolge di nuovo due Assessori e un Capogruppo e le firme false, forse, spingere troppo contro Renzi non può, quindi deve fare un dietro front e dire: "Va bene, non un miliardo in meno di tagli, ma comunque cerchiamo una strategia tra le Regioni per cercare di fare questi benedetti o maledetti tagli di quattro miliardi di euro".
E' una situazione difficile anche per lei e, anche se magari non lo dirà mai pubblicamente, è evidente, lo riconosciamo, lo riconoscono tutti.
Secondariamente, la costituzione di parte civile. Tale questione è stata sollevata anche dai media, ma noi ce l'avevamo già presente: la Regione si è costituita parte civile contro le persone che sono rinviate a giudizio su rimborsopoli. Mi sembra, però, che la persona che ha deleghe al legale sia il Vicepresidente Reschigna. Come facciamo quindi ad avere un Assessore con le deleghe al legale e, nel contempo, una Regione che si costituisce parte civile contro le persone che sono rinviate a giudizio per rimborsopoli, fra le quali magari lo stesso Assessore con la delega al legale rinviato a giudizio? Capite che è problema grosso - e vado a chiudere, Presidente - e una seria contraddizione.
Veramente, noi siamo convinti che la linea debba essere quella che, se saranno rinviati a giudizio i colleghi, lei dovrà fare un rimpasto di Giunta, ma non perché noi siamo così bramosi di vedere una crisi della Giunta e sperare che ci siano delle difficoltà per cui possa cadere questo Governo, ma semplicemente per dare più credibilità alla Regione Piemonte nelle trattative nazionali.
Quindi, su questo penso che ci siamo espressi chiaramente. Non stiamo dietro a tutto il resto delle polemiche che riguardavano il rimpallo dell'attività politica che c'è stata nella scorsa legislatura rispetto alle spese del centrodestra e rispetto alle spese del centrosinistra, ricordiamo solo che basta leggere l'ordinanza: ci sono delle responsabilità chiare e mi spiace dirlo - il Capogruppo è responsabile delle spese autorizzate per tutti i colleghi.
Anch'io ho affrontato la problematica, come pure il collega che era con me nella scorsa legislatura, il quale è stato da me vagliato e controllato nelle spese effettuate, quindi probabilmente se su dodici Consiglieri del PD alcuni casi sono stati comunque archiviati e altri no, una motivazione c'è! Non è appunto una scelta della Magistratura di mettere in crisi il centrosinistra, dopo aver messo in crisi il centrodestra.
I casi di alcuni colleghi del centrosinistra, tra cui Manica, Boeti Muliere, Ronzani e Pentenero, che è pure Assessore, sono stati archiviati.
Quindi una motivazione logica dietro questa imputazione coatta c'è: prendetene atto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Giovanna

Grazie, Presidente.
Anch'io voglio stemperare i toni.
Presidente Chiamparino, lei ci mette la faccia, come diciamo noi piemontesi, una bella "facia 'd tola".
Le cose non cambiano, ma siamo noi che cambiamo. Mi sembra veramente questo il caso rispetto alla scorsa legislatura.
Lei ha parlato di trasparenza rispetto alle leggi e alle regole. Si è presentato in Aula e ha fatto un discorso coerente con quanto dichiarato sui giornali. Occorre, però, sinceramente chiedere in questo momento storico che la Magistratura faccia il proprio dovere.
E' chiaro che ci siamo mossi in un quadro dove la politica conta sempre meno, dove la politica è delegittimata e dove si parte sempre da un assioma, cioè che chi fa politica è la peggior specie umana esistente sulla Terra o sul suolo italiano.
Noi questo non lo crediamo e credo nessuno dei colleghi qui presenti.
Ci auguriamo semplicemente equità.
Quello che abbiamo dentro anche per il l'impegno che ci abbiamo messo è molto rispetto a ciò che sta alle nostre spalle e davanti a noi.
Noi abbiamo sofferto molto: c'era una mancanza di leggi chiare, c'era una voglia di demolire la politica, ed è ovvio che dobbiamo fare uno sforzo tutti insieme per evitare che siano altri a dettare i tempi.
L'anomalia italiana, la magistratura indipendente, la magistratura democratica.
Qualche domenica fa ho incontrato una mia amica del liceo, che ha fatto il magistrato, e mi ha detto che, dopo qualche anno, per non rovinarsi la vita, ha chiesto di essere spostata alla sezione minorile, perché la magistratura è tutta politicizzata.
Purtroppo sappiamo che i media, con la loro tirannia, condizionano l'opinione pubblica a spese della verità: la verità la fa l'informazione quindi dobbiamo assolutamente partire da questa situazione.
Credo sia fondamentale un cambio di passo da parte della Magistratura ma non auguro davvero (tra virgolette) il "male" a nessuno e rinnovo la stima ai colleghi tutti, anche quelli che sono stati sottoposti a giudizio perché ne conosco molti che hanno operato semplicemente in assenza di regole in un quadro non chiaro.
Voglio finire con una citazione di Guareschi (ve le ricordate le vignette di Guareschi?): "Le persone di sinistra sono di solito più ottuse estremiste, chiuse e intolleranti".
Guareschi disegnava le persone di sinistra con tre narici e diceva: "Violente, pronte a dire il contrario di quello che si decideva fino ad un momento prima, appena arriva il contrordine Compagni del capo".
E' una cosa simpatica: lo dice una che appartiene ad un partito in cui ci dipingono con le corna.
Mi sembra proprio il caso di questo Consiglio.
Il comportamento della legislatura precedente è stato un comportamento che ha contribuito a svilire la politica, e di questo dobbiamo proprio darne atto anche all'opposizione.
Non vogliamo, quindi, incorrere questa strada, perché contribuiremmo sicuramente a sminuire la nostra rappresentatività e la democrazia lasciando davvero forse tutto in mano alla finanza.
Dobbiamo combattere e chiediamo alla Magistratura equità. Siamo sicuri come lei ha detto, che non si farà rosolare, ma che se necessario andrà al voto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Alcuni colleghi prima di me l'hanno già accennato: la vicenda che oggi stiamo commentando in questo dibattito è sostanzialmente l'onda lunga di un'operazione che viene da lontano. E' un'operazione di attacco frontale alle autonomie locali, a partire dalle Regioni, che, guarda caso, è cominciata con i governi tecnici o politici delle larghe intese che dir si voglia.
Non è un caso che sia avvenuto così. E' avvenuto in tutte le Regioni contemporaneamente, a prescindere dal colore politico che le governava in quel momento, perché si trattava di un contrappeso, rispetto a Governi nazionali deboli per la mancata legittimazione democratica elettorale, per cercare di riuscire, in questo consueto bilanciamento di poteri, ad annientare quello che era un'antagonista legittimato democraticamente bello, brutto, di destra o di sinistra che fosse - con il quale si contendeva risorse e competenze anche in materia legislativa.
Si è cominciato con le Province, di cui si è annunciato di voler sciogliere, per poi, in realtà, andare a scioglierne l'elezione democratica diretta dei vertici, quindi senza risparmio di spesa pubblica (però intanto è venuto a cadere un altro presidio democratico dei territori) e adesso si sta procedendo con le Regioni.
Non credo che in questa fase ci si stia limitando ad approfittare di difficoltà. E' un'operazione politica.
Non voglio dire che la Magistratura in questo abbia un ruolo. Tuttavia non si può negare che siamo in un'epoca in cui il fisco locale si è sommato al fisco nazionale, invece di andarlo a sostituire, in termini di responsabilizzazione, e il Governo, che fa campagna elettorale - come ho già avuto modo di sottolineare - dopo la presa del potere e non prima perché non è stato eletto dal popolo, cerca di scaricare tutto il costo anche politico e sociale, dei tagli su Enti che sono estranei al Governo centrale e che sono, guarda caso, democraticamente eletti.
Vedete, non vorrei che in questa situazione - passatemi la metafora manzoniana - passassimo dai "capponi di Renzo" ai "capponi di Renzi".
Ci troviamo in uno strano momento.
Personalmente posso vantare anche in questa sede di aver fortemente contrastato, anche prima delle elezioni, il leader del centrosinistra della Regione Piemonte, rispetto all'inopportunità politica di un'operazione, che era di per sé più che lecita, ovvero il passaggio in avanti e indietro dalla politica alla finanza nel ruolo di Presidente della Compagnia San Paolo (sono andato addirittura a perseguitarlo in Assemblea dei soci per andarglielo a ribadire anche in quella sede, e per farlo ho dovuto anche comprare e rivendere un'azione).
Almeno posso dire che l'avevamo detto già allora.
Chi, come me, ha portato avanti questa linea, sinceramente non pu accontentarsi di ricavare un ruolo di "guardia bianca" di questo Governo.
Questo personalmente intendo non farlo.
Non manco di ricordare, con i miei colleghi del centrodestra, che chi in questa operazione, che è iniziata prima del suo governo, sventolava le mutande verdi, in questo errore è incorso. Evidentemente, chi ha portato avanti questa propaganda in una fase, che fosse subito prima o subito dopo la campagna elettorale poco peso ha (però le foto ce le ricordiamo tutti come anche gli striscioni e le polemiche), di fatto si è prestato a cavalcare questa operazione in senso fazioso e in senso forse miope proprio perché noi riteniamo di essere forse in questo più maturi, la volontà di non seguire questo cattivo esempio.
Personalmente vedo - e in questo senso una critica gliela porto - il rischio di fare veramente il cappone che becca l'altro mentre intanto si va al patibolo, perché, se Renzi scarica sulle Regioni, approfittando delle inchieste giudiziarie, il costo dei macro tagli, sarebbe ancora più ridicolo se noi rispondessimo a questa operazione, che è strettamente mediatica e comunicativa e priva del minimo fondamento politico, un'altra operazione mediatica, che sto già vedendo in corso, che è quella di dire che la risposta ai tagli e alla crisi finanziaria della Regione Piemonte è il taglio delle indennità dei Consiglieri regionali.
Se diciamo che è un esempio è un conto, ma se diciamo che quella è la soluzione e cerchiamo di concentrare tutta l'attenzione su questo tema allora veramente prendiamo in giro i piemontesi e forse prendiamo in giro anche noi stessi.
Vi annuncio, visto che oggi è all'o.d.g., che provocatoriamente, per tagliare la testa al toro, ho presentato un emendamento alla proposta di autoriduzione, chiedendo di ridurre a zero gli emolumenti. In questo modo siamo a posto, non ci sono più scuse, non c'è quello che chiede una riduzione ancora maggiore dell'1%, del 15 o del 10, ma a questo punto lo facciamo tutti per la gloria e per il bene della Regione, così forse iniziamo a parlare di politica.
E' su questo che mi piacerebbe contrastare o, quanto meno, confrontarmi con la Giunta, spostando l'asse della discussione, non tanto sul quanto valiamo, ma sul quanto poco costiamo.
Se questo è il peso che la politica ha da mostrare alla cittadinanza allora è un peso nullo e quindi tanto vale davvero riconsegnare chiavi fasce, gonfaloni e drapeau, almeno siamo a posto così e Renzi è più contento.
Concludendo, Governatore, non credo che abbia senso discutere di rimpasti per timore di debolezza nei confronti di Renzi, proprio perché, in realtà, da Renzi al governo bisogna andarci, non tanto con la manina tesa o con il piattino o il cappello in mano, bensì con un bel pugno chiuso perdonatemi se lo dico io - non tanto da levare in alto, ma da sbattere invece sul tavolo romano.
Per fare questo sono dell'idea che le polemiche interne, se tali sono debbano riguardare principalmente l'aumento dell'IRPEF, l'aumento del bollo auto, il rischio di tagli di servizi fondamentali, e non tanto la lotta allo sciacallaggio reciproco sul singolo scontrino.
Inizialmente ero in dubbio se intervenire, ma alla fine ho voluto esplicitare questa posizione, sperando che il dibattito diventi più interessante e meno lezioso quando il Presidente avrà voglia di rispondere su questo misterioso "Lodo Chiamparino", così magari tutti noi avremo modo di capire cosa sia. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Oggi è una giornata oggettivamente particolare, soprattutto per quelle che sono state le comunicazioni riferite dal Presidente Chiamparino Presidente della Giunta, e per l'ampiezza degli interventi che stiamo ascoltando.
Vista la necessità di un forte dibattito sul tema, forse sarebbe stato persino il caso di chiedere un Consiglio straordinario.
Qualche settimana fa ci è stato rappresentato un quadro rispetto al quale la Giunta sta lavorando in modo molto serrato e molto fitto rispetto alle risorse disponibili, anzi, indisponibili, ossia come mettere in sicurezza i conti della Regione.
Occorre lavorare intorno a questo chiedendo al Consiglio uno sforzo straordinario di coesione e di partecipazione.
Mi sembra che un Consiglio ampiamente rinnovato, che il Piemonte ha consegnato dall'urna in questa tornata, in questa decima legislatura potesse partire bene. Invece, stiamo facendo un dibattito che sa un po' di depressione rispetto alle cose da fare.
Condivido in gran parte quanto detto dal collega Marrone, cioè che effettivamente questo organismo democratico è forse l'ultimo baluardo elettivo che troviamo insediato e che subisce un attacco, apparentemente legato a vicende giudiziarie, che ritengo debbano fare i giudici.
Nel discorso di insediamento di questo Consiglio, ebbi a rappresentare un elemento al Presidente Chiamparino e a tutta la Giunta: ogni singolo componente della Giunta è stato scelto, voluto e sottoscritto di proprio pugno da Sergio Chiamparino. Io mi sono voluto candidare "con" e "per" Sergio Chiamparino, per quella che è la sua storia e la sua politica, per quello che ha fatto per la città e per il Piemonte, fino ad essere stato nominato "il Sindaco più amato d'Italia". Non è casuale che il Sindaco di Torino fosse il più amato d'Italia! In ogni Assessore, quindi, leggevo "Sergio Chiamparino".
Oggi lo ha ribadito con chiarezza, ma lo aveva detto già qualche mese fa: "Li ho scelti io, ci metto la faccia". E oggi ce l'ha rimessa. Noi siamo vicini a questo tipo di pensiero.
Non rilevo contraddizioni in quanto ha detto. Anzi, ritengo che nel suo intervento odierno abbia fornito una nota importante sulla libertà e sull'autonomia dei giudici, nel senso che non vorrei essere nei panni di un giudice che deve sottoscrivere un documento, che ritiene nella sua legittimità onesto, con cui si chiede un approfondimento o un rinvio a giudizio, e con questo mettere a rischio il Governo della sua stessa Regione.
Quindi bene ha fatto il Presidente oggi a dire: "Attenzione, il giudice sia libero di fare i provvedimenti che crede", al di là, poi, di entrare nel dettaglio, cosa che alcuni colleghi hanno fatto, anche con non poche contraddizioni all'interno degli stessi Gruppi.
Altri hanno sostenuto che andava verificato oggettivamente l'accaduto nel tempo, per cui si attendono le sentenze o i provvedimenti che deriveranno da queste azioni giudiziarie. Altri ancora hanno puntualizzato che forse chi era Capogruppo, chi ricopriva qualche ruolo, qualche soldino che non., insomma stigmatizzando quasi ci fosse una nota di condanna rispetto a quanto è avvenuto e a quello che deve approfondire il giudice.
Credo invece che il problema più importante sia quello di pensare alla nostra Regione: mettere in sicurezza i conti, dare un futuro di speranza e di certezza, pensare ad un futuro di garanzia e di sicurezza per quello che dobbiamo fare e per quello che dovranno anche sopportare in termini di costi i nostri cittadini e noi stessi, perché prima di essere parlamentari di questa Regione, siamo cittadini di questa Regione e quindi ci dobbiamo autotassare sugli stipendi, sopportare dei sacrifici in termini di minori servizi o meglio razionalizzati, comunque li si voglia chiamare; insomma un po' la cinghia la dobbiamo stringere anche da cittadini, prima che da parlamentari. Quindi diamo il doppio esempio sotto questo profilo.
Però vada avanti su questa strada, Presidente. Non si lasci ingannare da trappole che le mettono di fronte alcuni elementi che sono anche di demagogia.
Il giudice faccia il giudice: con il suo intervento, lei oggi lo lascia pienamente libero di fare il suo mestiere.
I percorsi della magistratura sono liberi e trasparenti: il giorno in cui dovessero insorgere delle condanne o altro, esistono le leggi discutibili, ma comunque in vigore - e seguiranno i relativi provvedimenti consequenziali (noi auspichiamo di no).
In ogni caso, credo che lei abbia fatto delle ottime scelte qualche mese fa. Continuiamo a fare squadra insieme a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Piemonte, sia pure da diverse posizioni, talvolta anche conflittuali e con aspri dibattiti. Mi sembra, però, che questo Consiglio sia partito con le migliori intenzioni e le migliori volontà di stare intorno alla Giunta, la nostra e quella degli altri, per dare una mano e uscire da questo guazzabuglio.
Non mi sembra neanche il caso di guardare indietro. Io non c'ero - non c'eravamo né come Gruppo, né come singoli Consiglieri - ma mi piace pensare di dover guardare avanti: se accadrà qualcosa in termini giudiziari ne prenderemo atto e valuteremo le conseguenze. Ma ad oggi mi sembra che lei lasci libera la magistratura di lavorare come meglio crede e metta il giudice nelle condizioni di poter operare per la sicurezza della sua Regione.
Continuate a concentrarvi sul pesante lavoro che dovete fare e, senza guardare le troppe responsabilità passate, cercate di capire come possiamo andare avanti nel miglior modo possibile e nell'interesse dei piemontesi.
Grazie Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ricordo che la conclusione della seduta antimeridiana era prevista per le ore 13. Poiché risultano iscritti ad intervenire ancora otto Consiglieri, a dieci minuti ciascuno si arriva a ottanta minuti e si sfora alle ore 13.30. Naturalmente ciascun Consigliere ha il diritto di fare ci che ritiene giusto.
Ha chiesto la parola al Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Non è tanto importante il tempo, quanto gli elementi di discussione.
Io non ero presente, come molti altri colleghi, nella precedente legislatura, per cui ricordo quello che si leggeva o che si raccoglieva dai colleghi o amici di partito. Non c'era certo un clima soporifero, come invece si è voluto far passare oggi, anche un po' dal Capogruppo del PD.
Molto si è detto, anche dai vari colleghi di partito, ma credo che sia importante cogliere e trarre degli elementi positivi. Sostanzialmente, è un po' il gioco delle parti: nel momento in cui c'è qualcuno che sfortunatamente finisce nel tritacarne della magistratura, immediatamente partono gli attacchi. E la precedente legislatura ne è stata un po' l'emblema, purtroppo. Dico "purtroppo" perché molte persone, alcuni colleghi o ex colleghi, sono stati comunque chiamati in causa. Molti fortunatamente, ne sono usciti, altri sono comunque convinto che ne verranno fuori, così pure le persone chiamate in causa in questa ultima vicenda.
Quello che a mio avviso deve emergere, alla fine di tutto, credo sia un "esempio", anche se forse è un termine improprio. Probabilmente, oggi quello che emerge, quello su cui anche noi stiamo cercando di convergere, è il senso di responsabilità generale, votato alla situazione generale.
Però - questo è un monito - sarebbe opportuno che tutto questo venisse letto un po' da tutte le parti politiche anche in termini di proiezione futura. Mi spiego meglio: purtroppo - sebbene ciascuno di noi cerchi di lavorare reputandosi persona onesta - sbagliare è umano, e in un sistema molto ampio alla fine c'è sempre qualche mela marcia.
Il fatto di puntare il dito - mi rivolgo alla comunicazione in senso generale - forse è un principio che bisognerebbe cominciare a bypassare, o meglio, a superare. Qui si deve ritornare ad elevare il livello della politica, ma anche il livello della comunicazione.
Noi abbiamo bisogno che questo Paese dia più colpi d'ala per cercare di venir fuori da una situazione veramente catastrofica, che non si riduce al mero battibecco che può nascere da situazioni sia pure deprecabili dobbiamo puntare ad un livello nettamente più alto.
E il livello più alto, però, parte dalla base. Naturalmente, in base a quello che sarà, è giusto che vengano prese delle decisioni. Dunque, in funzione di quelli che saranno i giudizi dei giudici e dei magistrati, alla fine si trarranno delle conclusioni.
Credo che alla fine ci si debba guardare in modo diverso. Alla fine deve emergere il principio di onestà, di lavoro, di partecipazione per il bene comune, che è l'elemento comune. Ma, alla luce di questo, deve prevalere una visione proiettata più verso il bene della Regione e del Paese.
Ecco allora che in questo quadro, chiaramente, la questione delle firme false o la questione dei rimborsi devono essere dei moniti e degli esempi.
Però devono essere moniti da una parte e moniti dall'altra. Ce lo ricordiamo tutti il clima che c'era: nonostante tutto, le difficoltà c'erano già allora, perché è così; ed è questo che un po' fa male. Perch non è che nella precedente legislatura tutto filasse liscio e ci fossero situazioni idilliache, anzi: nonostante tutto i toni erano molto accesi anche se - lo ribadisco - la maggior parte dei colleghi non c'erano, come non c'ero io, e quindi di conseguenza abbiamo vissuto questa situazione esternamente.
Ma allora, proprio per questo e ancora di più, oggi vi dimostriamo che siamo attenti e responsabili e che il profilo è basso. Ma non è detto che perché il profilo è basso le parole non pesino comunque allo stesso modo.
Allora, massima attenzione e massima collaborazione. Naturalmente è già stato detto: in base a quelli che saranno gli esiti si trarranno delle conclusioni, però a questo punto cominciamo a tenere tutti - dico tutti un atteggiamento diverso per il futuro.
Questo credo sia anche ciò che noi all'esterno dobbiamo trasmettere perché quando siamo in queste aule, oltre che svolgere chiaramente un lavoro, dobbiamo anche dare un esempio di etica e di comportamento. E questo credo rappresenti un monito per il futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Devo dire che ho sviluppato una certa sensibilità nei confronti delle persone ingiustamente accusate, o che almeno si ritengono ingiustamente accusate, perché da noi in Val di Susa capita spesso e quindi mi sento vicina a tutte le persone coinvolte in questa vicenda e mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e che possano dimostrare chiaramente la loro innocenza.
In particolare devo dire che mi ha particolarmente colpita la reazione dell'Assessora Cerutti - Assessora, vero? Perché so che ci tiene ad essere definita Assessora, anche se a me non piace molto come termine - durante la Conferenza stampa quando si è commossa, proprio perché si sente ingiustamente toccata da queste accuse e da queste vicende che l'hanno colpita. In realtà questo mi fa ulteriormente riflettere, perché se una persona che io reputo onesta - e che si ritiene, giustamente, onesta - non riesce a comprendere dove stia l'errore, allora significa che proprio siamo arrivati ad un punto che prevede una svolta.
Quando leggo nell'ordinanza della sistematicità con cui si offrivano pranzi e cene, con cui si facevano regali (questo non solo riferito all'Assessora, ma un po' a tutte le persone coinvolte); quando, quindi, si teneva questo atteggiamento nei confronti di persone che erano estranee al Gruppo consiliare di appartenenza e questo atteggiamento viene considerato normale, quindi rappresenta la normalità dell'azione politica di Consiglieri ed Assessori, allora forse dovremmo interrogarci su cosa intendiamo per azione politica.
Ieri in Commissione la Consigliera Porchietto ha parlato di buona politica; ha detto che non dobbiamo tanto ragionare sui costi, ma concentrarci sulla bontà delle nostre azioni. Allora io mi chiedo che cosa intendiamo con buona politica, se non innanzitutto un uso oculato e rispettoso dei soldi pubblici: soldi, cioè, che non appartengono a noi e con i quali noi non possiamo decidere di acquistare delle mutande verdi dei campanacci o delle bottiglie di prosecco. Trovo estremamente indifferente il tipo di oggetto che si intende acquistare: quello che conta è l'uso che se ne fa e perché lo si acquista. Quelli sono soldi che semplicemente, non ci appartengono: sono destinati all'attività politica e in particolare all'attività del Gruppo.
Quindi, già il fatto che ci sia un fraintendimento sull'utilizzo di questi fondi fa capire che forse abbiamo un po' abbandonato questo percorso di buona politica e dovremo tentare di riavvicinarci. Per fortuna potremmo averne l'occasione già oggi: se discutiamo dei tagli degli stipendi dei Consiglieri potremo iniziare a dare un buon esempio.
Anche a questo proposito, ieri ho sentito in Commissione alcune affermazioni. Alcuni Consiglieri hanno dichiarato di sentirsi quasi umiliati dal dover discutere del proprio stipendio. Io vorrei far presente che, se proprio dobbiamo sentirci umiliati, dovremmo esserlo del fatto di non fare alcun sacrificio mentre, al di fuori di queste stanze, chiediamo tantissimi sacrifici ai cittadini. Qui noi parliamo di tagli di stipendi stipendi che resterebbero comunque decorosi. Noi, nel nostro Gruppo consiliare, da sempre ci riduciamo lo stipendio e quindi vi possiamo dire che si riesce a vivere: si sopravvive, anche avendo dei figli, un mutuo e una casa da mantenere; vi assicuro che siamo tutti in perfetta salute e direi che riusciamo a sostenerci adeguatamente (a parte il collega Andrissi che è un po' magro, cosa dovuta però ad una sua dieta particolare e non ad una mancanza di fondi).
Vi chiedo quindi di fare uno sforzo in più. Diamo dunque un buon esempio, iniziando a far capire che siamo pronti al sacrificio anche noi quando la parola sacrificio fa anche un po' ridere, perché parliamo di persone che rimangono senza lavoro e che si trovano magari davanti a un piano di ristrutturazione di un'azienda e che vengono sbattute in mezzo alla strada. A loro viene chiesto un sacrificio, nel senso che la loro vita viene rovinata, devastata e noi qui dentro stiamo a interrogarci sul fatto se sia lecito o etico regalare bottiglie di prosecco per mantenere buoni rapporti con Associazioni o con gruppi di potere.
Cerchiamo quindi di dare un segnale importante. Non so se il segnale importante possano essere le dimissioni o un rimpasto di Giunta: non entro nel merito della questione perché già i miei colleghi hanno parlato su questo tema. Vi chiedo però con le azioni, quindi con la buona politica, di dimostrare che abbiamo capito, che comunque è stato fatto un errore e che siamo tutti pronti a rimediare. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Occuperò pochissimo tempo dell'attenzione dell'Aula, ma ho ritenuto e ritengo mio dovere svolgere tre brevissime riflessioni.
La prima, la più semplice, è quella sollevata dal Consigliere Bono circa le mie deleghe legate all'Avvocatura della Regione.
Io, Consigliere Bono, ho il senso dell'opportunità. Quella delibera era stata presentata all'attenzione della Giunta in tempi nei quali non c'era ancora il provvedimento del GUP. Siccome, però, non ero ancora uscito da quella vicenda, ho chiesto al Presidente Chiamparino di non occuparmene tanto che la delibera è intestata al Presidente stesso e sempre da lui sono stati svolti le valutazioni e gli approfondimenti - perché ritenevo che in quelle condizioni il sottoscritto non potesse essere parte di quel procedimento.
Faccio la seconda riflessione perché - ho lasciato e lascio le valutazioni politiche al Presidente Chiamparino - credo di dover rispondere all'Aula su un punto, che è quello della coerenza dei comportamenti tra chi è stato Capogruppo del PD nella precedente legislatura e chi oggi svolge in queste condizioni un altro incarico.
Sia chiaro, lo dico a tutti i colleghi: il giorno in cui sono stato raggiunto, insieme ad alcuni altri Consiglieri del Gruppo, da un avviso di garanzia, ho scritto una lettera; l'ho scritta ai colleghi del mio Gruppo e l'ho scritta al Segretario del mio Partito, che allora era Gianfranco Morgando. In quella lettera ho chiesto sostanzialmente un comportamento, a me stesso e a tutti i colleghi del Gruppo: di non affrontare la vicenda giudiziaria sul piano della disquisizione giuridica sulla natura dei Gruppi quali, cioè, emanazione del Consiglio regionale o emanazione di un Partito all'interno dell'Ente.
Noi, infatti, abbiamo un dovere che è quello, se usciremo da questa vicenda, di uscirne puliti e non certamente sulla base di argomentazioni e disquisizioni giuridiche. Abbiamo un dovere perché credo che, al di là della legge, ci sia un obbligo di comportamento e di risposta agli elettori, ai cittadini e innanzitutto - consentitemelo - ai militanti di un partito che certamente sono molto più esigenti rispetto ad altri. Questo è stato dall'inizio il mio intendimento.
La seconda riflessione, quindi, è sulla coerenza dei comportamenti. Qui ci sono Consiglieri che c'erano in quella legislatura. Io non mi sono mai permesso di esprimere con comunicati stampa, né a livello regionale né a livello locale, alcun giudizio nei confronti di colleghi Consiglieri che erano stati raggiunti, come me, da avvisi di garanzia o di una richiesta di rinvio a giudizio. Non l'ho fatto non per opportunità: non l'ho fatto per un convincimento profondo. E per esprimere questo convincimento profondo voglio raccontare quanto mi era accaduto una mattina.
Erano le 8.10; ho parcheggiato la macchina nel parcheggio sotterraneo di via Arcivescovado, perché i garage del Gruppo del PD erano in quella sede. In garage siamo arrivati insieme io e il collega Ronzani e abbiamo fatto i 200 metri che distano, a piedi, dal parcheggio sotto via Arcivescovado agli Uffici del Gruppo che sono al settimo piano di via Arsenale.
Era una mattina in cui pioveva e quando piove - lì davanti c'è la fermata del tram - le persone in attesa si ricoverano all'inizio dell'androne. Entro nell'androne, una signora si rivolge a me e mi dice: "Lei è quello che ogni tanto vedo per televisione?". Io le rispondo "sì.".
Dopo quel "sì" è partita una selva di insulti.
Perché ho raccontato quell'episodio? Perché quella vicenda ha coinvolto tutti e in quella vicenda tutti ne siamo profondamente coinvolti, perch quella vicenda comunque ha rappresentato un allontanamento nel rapporto tra le istituzioni e il cittadino.
Io di quell'incontro conservo ancora oggi una forte presenza dentro di me. E' stato un incontro che sostanzialmente mi ha svelato quanto siano allontanati in modo molto profondo i rapporti tra chi svolgeva attività politica e chi era parte della comunità piemontese.
E una sola volta - lo dico per coerenza, perché al valore della coerenza ci tengo - abbiamo esposto uno striscione, che non era una richiesta e un giudizio nei confronti dell'allora Presidente della Regione.
Quel manifesto, che è stato ricordato anche dal Consigliere Pichetto faceva riferimento ad un passaggio di un verbale di interrogatorio - reso pubblico peraltro dai giornali, e quindi non svelato da noi stessi - che riportava la seguente frase: "Se non avessi lo stipendio di mia moglie vivrei in una condizione di indigenza.".
Era l'unica espressione che abbiamo rivolto, perché crediamo e credo tuttora che nessuno di noi può permettersi di rapportarsi con la dimensione della comunità piemontese, raccontando una condizione che comunque, non è quella che era rappresentata da quella frase.
Per il resto, noi non ci siamo azzardati né ci siamo elevati al ruolo del giudice e questo lo dico e lo ribadisco, perché ad una cosa tengo in modo molto forte e in modo molto sacro: alla coerenza dei comportamenti.



PRESIDENTE

Colleghi, prima di continuare il dibattito, visto che sono le ore 12.40, informo che sono previsti altri sei interventi. La proposta del sottoscritto è di continuare, se l'Aula acconsente.
Se il Presidente Bono dice di no.
BONO Davide (fuori microfono) Vicepresidente.



PRESIDENTE

Vicepresidente.
Io ho fatto una proposta, cioè di continuare il dibattito. Se invece volete riproporre il dibattito nel pomeriggio, siccome non so se il Presidente Chiamparino può assicurare la sua presenza, chiedo al Presidente Chiamparino cosa intende fare.
Il Presidente Chiamparino conferma la sua presenza nel pomeriggio quindi continuiamo il dibattito.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia. Lei non può intervenire due volte. Mi ha chiesto la parola per fatto personale, quindi la invito al fatto che sia strettamente un fatto personale.



GANCIA Giovanna

E' fatto personale, perché è successo anche a me che come gli esponenti della Lega escono dal palazzo del Tribunale, i verbali vengono immediatamente resi pubblici. E quindi è un fatto personale, voglio dirlo.
E su quella dichiarazione di Cota ci sarebbe molto da dire, perch conteneva un ampio prodromo.
C'è il fatto personale, perché io sono stata chiamata come persona informata dei fatti, ma il tempo di uscire da Palazzo di Giustizia a Milano e arrivare in via Bellerio era già tutto sulle agenzie. E questo avviene sempre per quelli di destra. Così avveniva prima, mi dicono le forze che collaborano.
E' ora di dire la verità. Un Paese senza verità è un Paese senza futuro.
Quando invece ci sono quelli di sinistra non esce nulla, è tutto blindato.



PRESIDENTE

Non era un fatto personale, però dato che sono un gentiluomo le ho concesso la parola.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Vorrei continuare un po' sulla falsariga dell'intervento della mia collega Frediani e spostare quello che è stato il dibattito sugli elementi giudiziari del tema, però prendendo spunto dall'ordinanza del GIP per andare a vedere dei fatti scritti nero su bianco e acclarati, quali sono stati oggetto di precisazione da parte dei Consiglieri coinvolti e, di fatto, costituiscono un punto fermo su cui ragionare.
Il ragionamento che faccio io non è un ragionamento giudiziario, ma è un ragionamento secondo il quale bisogna vedere non che cosa è lecito e che cosa no, ma che cosa è normale e che cosa non lo è.
Possiamo fare un paragone. Facciamo un paragone con un'attività lavorativa normale, cioè di una persona come potrei essere stato io qualche anno fa quando ero dipendente. Quindi, una persona che lavora e che ha delle spese per l'attività che esplica.
Voglio immaginare che cosa avrebbe detto il mio datore di lavoro nel caso in cui gli avessi portato una nota spese con pranzi e cene - ma cene conviviali e non cene di lavoro con una o due persone - omaggi natalizi e pasquali, bottiglie di vino di estrema qualità e poi spese di trasporto e soggiorni per importi molto alti.
Probabilmente il mio datore di lavoro, se l'avessi fatto il primo mese con degli importi morigerati, mi avrebbe detto: "Mighetti, questa non è la nostra politica. E' meglio che ti metti a posto".
Sicuramente se non avessi avuto un controllo in ambiti temporali limitati e in due anni gli avessi portato delle somme, come quelle che sono state contestate, mi avrebbero cacciato dal posto di lavoro.
Non penso che il mio datore di lavoro si sarebbe sobbarcato delle cifre simili per quello che andavo a spendere di mia spontanea volontà.
Questo è il discorso. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, anche all'interno di quelli che sono stati rinviati a giudizio, perché ci sono posizioni diverse, diverse nella sostanza.
Però bisogna riconoscere che tra le persone citate nell'ordinanza ci sono persone che hanno sbagliato, ma sbagliato profondamente: non hanno sbagliato per un minimo dolo, ma hanno sbagliato proprio nell'impostazione nel loro lavoro.
Noi siamo qui a fare un lavoro per i cittadini e non siamo qui a spendere i soldi dei cittadini come meglio crediamo.
Questi soldi spesi per cene di rappresentanza non hanno nessun senso di essere approvati da una qualunque morale, da una qualunque etica politica.
I soldi per cene di rappresentanza devono essere soldi che tiriamo fuori di tasca nostra; non possiamo tirarli fuori dalle tasche dei cittadini.
Le cene di rappresentanza, i convivi e tutte queste belle cose che vengono fuori dall'ordinanza sono semplicemente lo specchio di un modo di fare politica che è la politica clientelare del passato, ma ancora di questi anni.
Il collega Campo ha parlato di passato, citando quella che è il vostro leitmotiv degli ultimi tempi: "Non guardiamo al passato, guardiamo al futuro, quello che è stato è stato e andiamo avanti per il bene del Piemonte".
Bisogna capire che il passato è passato, ma il passato è ancora qui dentro, è dentro ai banchi del Consiglio, quindi non possiamo dire che non ce ne occupiamo. Dobbiamo occuparcene perché bisogna cambiare il modo di pensare.
Il Presidente Chiamparino ha più volte detto, nel suo discorso introduttivo: "Alla mia età.". Ebbene, è un discorso anche generazionale perché quello che era normale per una generazione, forse non è più normale per questa generazione. Non è più normale avere certi atteggiamenti, non è più normale forse per le questioni economiche degli ultimi anni, non è più normale forse perché la nostra generazione ha visto il resto del mondo con un po' più di vicinanza, con un po' più di esperienze. Ci chiamano la generazione Erasmus, ma siamo anche la generazione dei precari, quindi sappiamo che cosa vuol dire spendere con oculatezza (magari non tutti).
Chiaramente bisogna tornare non alla generazione che ci ha governato fino adesso, ma forse alla generazione dei padri costituenti, la generazione che veramente ha creato l'Italia dal nulla e che forse sapeva quali erano i valori veri delle cose. Quindi guardiamo al passato guardiamo non al passato prossimo o guardiamolo per un brutto esempio, ma guardiamo al passato un po' più lontano per un buon esempio per il futuro.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Scientifico "G. Peano" di Tortona (AL)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della V classe del Liceo Scientifico "G. Peano" di Tortona in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Procedimenti giudiziari in corso" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale.
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Visto che è stato rilevato, "Assessora", anche perché ci tengo.
In realtà, non avrei voluto intervenire. Tuttavia prendo la parola visto che un non intervento potrebbe essere quasi considerato un modo di nascondersi dietro la protezione di chi ha sicuramente - e che io ringrazio, che è appunto il Presidente Chiamparino - rinnovato la fiducia nei miei confronti, così come nei confronti del collega Vicepresidente.
Ringrazio anche la maggioranza rispetto al fatto che si sia comunque espressa in questa direzione.
Non volevo intervenire perché è molto facile che un intervento di chi in qualche modo, è ancora parte in causa possa divenire un intervento sull'operato della Magistratura. E io invece rimango fermamente convinta lo si dice, ma lo si ripete - che gli atti della Magistratura non sono oggetto di commento politico, quindi in questo caso io non credo che le ordinanze debbano essere elemento di riflessione politica, proprio perch e questo è un principio della nostra Costituzione - credo ancora nella separazione dei poteri.
Detto questo, ritengo giusto intervenire per ribadire le considerazioni fatte, l'aver anche posto comunque il mio mandato nelle mani del Presidente. Siccome è stata posta in rilievo quella che è stata una mia debolezza, che magari può essere stata interpretata così, ovvero il pianto che poi mediaticamente sembra essere l'elemento che interessa di più - io adesso non do al mio pianto il significato che è stato dato di maggior gravità, vale a dire che ho pianto perché non ho capito che cosa mi sia successo.
Ho pianto, e questo lo dico perché sono una persona onesta e quindi sapendo che mediaticamente comunque tutto ciò che sta capitando può mettere in luce non positiva la mia onestà, mi sono sentita, proprio perché sono una persona e quindi credo anche a un lato umano della politica, ho chiaramente avuto un momento di debolezza.
A questo punto, però, non piango. Infatti, il Presidente prima mi ha detto: "Se intervieni, però non piangere". E non piango anche perché debbo dire che in questi giorni sono stata travolta - sì, visto che è un termine che è stato usato da delle forze politiche - dai tantissimi messaggi di stima, solidarietà e affetto anche da persone da cui non me lo sarei aspettato.
Con questo mi ritengo più forte di dieci giorni fa, anche se sicuramente ciò non fa venir meno la delicatezza della questione. Dal punto di vista umano - questo mi sento di dirlo - sono stata travolta sì, ma da grande solidarietà e stima rispetto al lavoro che ho fatto negli anni passati e che spero di poter continuare a fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Eviterò di fare una valutazione sull'aspetto delle singole persone essendo incidentalmente uno di coloro i quali non sono stati archiviati, ma non sarebbe cambiato per nulla - penso - l'intervento che avrei fatto.
Ritengo che la valutazione della Magistratura, in particolar modo nella gestione della cosa pubblica, sia un aspetto importante, come molti altri aspetti, ma che non sia il principio su cui valutare una buona Amministrazione. Cioè noi possiamo richiamare decine di casi in cui una cattiva Amministrazione non è oggetto di alcun tipo di reato e invece una buona Amministrazione a volte può essere sul limite addirittura del reato.
Facciamo un esempio? Quando si utilizza la trattativa privata. In realtà, è lecito utilizzare questo come previsto dal Codice degli appalti e chi lo fa, avendo un vantaggio nell'utilizzo di imprese per esempio locali (che quindi non scappano), sa bene che si assume una responsabilità di fronte a un potenziale Magistrato che potrebbe intravedere un utilizzo non corretto di quella modalità.
E' corretto che la politica non sia ovviamente scevra da controlli anzi più di altri, visto che utilizziamo denaro pubblico, deve essere fatto, però significo come l'interesse non può - ma questa è una deriva che le mie parole ben poco fermeranno - andare esclusivamente su quello che è l'utilizzo che i singoli Amministratori ne fanno rispetto alla spesa complessiva. Per dare un'idea, è vero che potranno essere stati usati, se bene o male lo diranno i processi.
Significo anche e riprendo delle parole che il Presidente Chiamparino ha avuto modo di dire sulla sentenza della Corte dei Conti, anche con interpretazioni legittime - perché, com'è noto, noi non abbiamo una giurisprudenza anglosassone in cui il precedente fa giurisprudenza - ove, a fronte delle stese modalità di spesa, una Procura ha ritenuto che fossero ammissibili, un'altra no. Le spese per colazioni e pranzi di lavoro ne sono un esempio lampante. Ma questo, ripeto, interessa meno.
Teniamo conto che noi stiamo parlando di alcuni milioni di euro, che erano i fondi dei Gruppi consiliari, sui quali è assolutamente necessario che ci sia un'estrema puntualità e verifica rispetto al loro utilizzo e poi abbiamo, dall'altra parte, il bilancio regionale che supera i 15 miliardi di euro.
Allora, la stessa attenzione sarebbe dovuta e sarebbe richiesta da una parte e dall'altra, ma per un motivo che è matematico, cioè se io fossi un cittadino piemontese, mi preoccuperei molto di più che quei 15 miliardi di euro del bilancio regionale siano usati con la stessa trasparenza e messi sotto la lente d'ingrandimento con la stessa trasparenza rispetto ai fondi che venivano usati nei Gruppi consiliari. Infatti, da una parte, risolviamo i problemi della nostra Regione, cercando risorse per finanziare una serie di priorità; dall'altra, sarà certamente corretto un profilo di una grande puntualità e consentirà certamente molta più diffusione a mezzo stampa, ma una gara malfatta - potrei portare alcuni esempi - che ci costa qualche decina di milioni di euro in più, incide, da un punto di vista economico maggiormente sulle tasche dei piemontesi - perché sempre soldi sono, di qui o di là sono sempre soldi dei contribuenti - rispetto ad un utilizzo non congruo delle risorse.
Dopodiché, è evidente che chi svolge la nostra attività - lavoro non si può dire - è una persona pubblica, cioè noi non abbiamo diritto ad una sfera privata. Nelle indagini della Magistratura, ma soprattutto sui giornali, non sono finiti solo gli aspetti che potevano incidere su quel tema, in termini generali è finito un pezzo della nostra vita, piace o non piace è così.
Comunque, è un altro il tema su cui voglio porre l'attenzione nel mio intervento come in quello degli altri colleghi del nostro Gruppo.
Oggi noi possiamo dire tutto ciò che vogliamo, ma chiunque abbia assistito, da Consigliere, da spettatore, da esterno, da frequentatore assolutamente non assiduo, ai lavori della scorsa legislatura sa bene che quei lavori si sono contraddistinti per un'attività di supplenza delle Corti. Questa è diventata per quattro anni una procura civile, penale e della corte dei conti aggiunta.
Questo è stato perché, a partire dal luglio 2010, siamo diventati tutti civilisti e amministrativisti nel caso delle firme false; perché, a partire dal 2012, siamo diventati tutti penalisti, quindi abbiamo scoperto - io stesso - la differenza tra il peculato e altre cose rispetto alla questione dei rimborsi; perché, dal 2013, siamo diventati anche esperti di legislazione contabile rispetto all'intervento della Corte dei Conti.
Questo è stato, potrei dimostrarlo richiamando - ma è assolutamente noioso ciò che compare ancora oggi sul sito regionale del Partito Democratico tanto le dichiarazioni del Presidente regionale di allora - non Gariglio, e successivamente anche Gariglio - quanto quelle di molti altri colleghi. Se prendessi quelle del collega Placido, diventerebbe facilissimo dimostrare come i punti su cui si è basata la scorsa legislatura siano sostanzialmente due: no alle riduzioni rispetto a tutta una serie di interventi (sanità trasporti, scuola, istruzione) e la questione legata alla Magistratura fosse essa civile, penale o contabile.
Questa è stata la storia della IX Legislatura, dopodiché ci possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo, ma sarebbe sufficiente, se volete sapete che sono uno maniaco da questo punto di vista - prendere un po' di verbali, leggerli e poi qualcuno potrebbe indicare alla fine nome e cognome. Potrei prenderne alcuni del collega Ronzani, qualcuno, devo dire con tono differente, del collega Reschigna, altri della collega Manica, ma posso andare avanti perché li ricordo anche, proprio materialmente.
Dopodiché, è evidente che, quando si mescolano gli aspetti legati ai comportamenti individuali delle persone per fare dei comportamenti individuali non ancora puniti - anche fosse la Magistratura - dalla Magistratura, la questione politica è un primo aspetto.
Il secondo riguarda la delegittimazione dell'elezione di un'assise relativamente alle firme, perché anche questo c'è stato. Sono due aspetti che sono dell'altro ieri. Non è che interessi cosa ha dichiarato - certo interessa - il Presidente Chiamparino in campagna elettorale, ma è la storia della precedente legislatura. Cioè, quello che oggi è il principale partito di maggioranza per quattro anni ha utilizzato in ogni momento la clava della Magistratura, con sfumature differenti. All'inizio del 2010, il ricorso Bresso non piaceva mica tanto, perché c'erano state subito le elezioni; poi, invece, nel corso del tempo, si è compreso che poteva essere la modalità con cui arrivare prima alle elezioni. Cioè, vediamo anche i passaggi differenti: questa è la storia della IX Legislatura! Allora, noi siamo responsabili, ma - soprattutto per chi, come il sottoscritto, c'era nella precedente legislatura - con semplicità - perch alla fine siamo uomini e donne, non siamo degli alieni - così come giustamente, la collega Cerutti diceva di difendere la sua storia, vorrei difendere anch'io la mia. Mi tocca - dovutamente - farlo davanti ad un Tribunale; poi, fortunatamente, credo ci sia anche la storia di ognuno di noi, che, in qualche modo, non è scevra dal giudizio della Magistratura.
Però, non è che, rispetto alle relazioni umane e personali create con migliaia di persone, per quanto mi riguarda nell'arco di 25 anni di passione per la politica, una assoluzione o una condanna nei confronti di alcuni cambi il giudizio; invece, nei confronti delle persone che ti conoscono meno, magari solo superficialmente, questo drammaticamente avviene. Allora, andare sui giornali anche per spese che non sono state sostenute è evidente che è una cosa che un po' ti fa girare l'anima, come si direbbe traducendo dal piemontese, però lo mettiamo in conto. Essendo amministratori pubblici mettiamo in conto che questo è oggi - purtroppo o per fortuna, perché la politica è più trasparente, non lo so - uno dei temi.
Concludo perché il Presidente, legittimamente, mi sgrida.
E' evidente che questo è stato un pezzo della precedente legislatura e noi abbiamo confermato - e lo confermo anche io personalmente - nei confronti dei colleghi di Giunta - colleghi Consiglieri peraltro, che compongono la Giunta - la massima stima per il lavoro che hanno svolto almeno per la conoscenza che abbiamo avuto nella legislatura precedente lo riconosco per la collega Cerutti, che quando svolsi un intervento come Assessore al personale lei me lo riconobbe pubblicamente, e per il Vicepresidente Reschigna, che in più occasioni ci sono stati momenti in cui abbiamo condiviso alcune posizioni - allora non è questo il tema.
Il tema è che - chiudo, tanto lo affronteremo nella discussione di oggi non si può ridurre tutto il tema gravoso e centrale di questa legislatura. Noi siamo disponibili a collaborare in termini di proposte non in termini di governo, chi vince governa e chi perde fa l'opposizione sul vero problema che oggi ha il Piemonte, cioè il reperimento di quei 500 milioni di euro che mancano rispetto ai numeri di cui diceva il Presidente Chiamparino nella scorsa seduta. Questo è il tema centrale.
Dopodiché, vogliamo dare l'ennesimo segnale rispetto ai nostri stipendi, lo facciamo, ma non prendiamo in giro i piemontesi, diciamo loro che sono 700 mila euro dei 500 milioni che mancano, altrimenti è marketing elettorale. Ricordo che - lo diremo oggi - il Consiglio regionale è il soggetto che qui dentro ha fatto più efficienza di qualunque altro: nel 2010, il Consiglio regionale costava più di 80 milioni di euro e, oggi, ne costa 50. Se la macchina regionale avesse fatto lo stesso tipo di efficienza, oggi saremmo a posto.
E' un discorso che affronteremo oggi, ma non scambiamo il marketing elettorale con quelle che sono le posizioni - legittime - di condivisione di un momento di difficoltà. Grazie, anche e soprattutto per la pazienza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La seduta è terminata. I lavori riprenderanno oggi pomeriggio con il question time alle ore 14.30; all'inizio della seduta riprenderà il dibattito.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.08)



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