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Dettaglio seduta n.159 del 05/07/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.41 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 938 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Erogazione dei servizi sanitari presso l'Asl-To5"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 938, presentata dal Consigliere Bertola, avente ad oggetto "Erogazione dei servizi sanitari presso l'Asl-To5".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come spesso accade, viene data risposta alle interrogazioni dopo diverso tempo. In questo caso, la risposta ci verrà fornita dopo quattro mesi ed è chiaro che nel frattempo, da un certo punto di vista, c'è qualche novella un po' più lieta che ci potrà raccontare ed in questo senso, lo anticipo.
Sappiamo che, nel frattempo, in particolare l'Ospedale Santa Croce di Moncalieri, ma in generale dei servizi erogati sul territorio dell'Asl-To5 è stata aggiudicata la gara per il nuovo blocco operatorio dell'Ospedale Santa Croce di Moncalieri e che i lavori dovranno durare un massimo di 270 giorni, dopodiché dovranno essere terminate le opere. Sappiamo anche che si è dovuto procedere alla realizzazione di sala e locali accessori completamente nuovi e quindi non ad una semplice manutenzione dell'esiste.
Tuttavia, sullo sfondo, resta tutto il resto; anzitutto resta il ritardo rispetto ai tempi previsti per riavere delle sale operatorie a Moncalieri. Leggevamo nell'aprile 2015, a seguito di controlli dei NAS e dello SPreSAL si erano chiuse le sale operatorie, si diceva 120-150 giorni poi addirittura l'Assessore Saitta in un caso aveva parlato di 90 giorni.
Allora, si erano fatte delle ipotesi che noi subito avevamo liquidato come irrealizzabili e poi abbiamo avuto ragione: si parlava addirittura di una sala operatoria provvisoria posizionata in un container in un cortile dell'Ospedale, quando era evidente, per chiunque si fosse recato almeno una volta in quella struttura, che tutto ciò non era possibile, ma, tant'è.
Dicevo, rimangono anche i problemi relativi ai servizi erogati sul territorio dell'ASL, quindi non parliamo solo di sale operatorie, ma parliamo in generale di tempi d'attesa.
Al momento in cui abbiamo presentato l'interrogazione riportavamo i tempi d'attesa aggiornati a gennaio; ovviamente, in occasione dell'illustrazione di questo atto di sindacato ispettivo in Aula, abbiamo proceduto ad un aggiornamento e in quasi tutti i casi i tempi d'attesa sono aumentati.
Ne cito alcuni a puro titolo di esempio. Abbiamo allergologia ambulatorio Ospedale Maggiore, 238 giorni; cardiologia al Poliambulatorio medico chierese, 158 giorni; pneumologia, 260 giorni; neurologia al Poliambulatorio di Nichelino, 252 giorni; oculistica al Poliambulatorio di Nichelino, 343 giorni, ma andando a Moncalieri, siamo a 135 odontostomatologia a Moncalieri, 206 giorni; ortopedia e traumatologia ambulatorio Ospedale Maggiore, 257 giorni; otorinolaringoiatria al Poliambulatorio di Moncalieri, 129 giorni; gastroenterologia nell'ambulatorio Ospedale Maggiore, 171 giorni; urologia Poliambulatorio di Chieri, 144 giorni. Ne abbiamo citati solo alcuni.
La nostra impressione è che stia accadendo quello che avevamo un po' paventato lo scorso anno, quando si era iniziato a parlare diffusamente del nuovo Ospedale dell'Asl To5, il nuovo Ospedale unico. Allora dicemmo: non vorremmo che si concentrasse tutta l'attenzione sull'Ospedale nuovo, su come farlo, su dove farlo, anche se, in realtà, ufficialmente non si sa ancora dove farlo, ma da tempo il PD, la Giunta regionale e i Sindaci più influenti sul territorio hanno deciso dove farlo, anche se non ci viene ancora comunicato.
Dicevo, ci si concentra su quello e magari si sposta l'attenzione dai problemi, perché si parla di qualcosa di nuovo ancora di là da venire, che non è neanche un progetto, ma un'intenzione di fare qualcosa, nemmeno un progetto sulla carta, per distrarre l'attenzione dai problemi presenti e come abbiamo visto, questi tempi di attesa meritano una risposta; al di là di progettare un ospedale unico nuovo dobbiamo riuscire, questa Amministrazione regionale, questa Giunta regionale deve riuscire a garantire dei tempi di attesa decenti sul territorio dell'Asl To5. Non vorrei che mentre parliamo del nuovo ospedale ci perdiamo i servizi che dovremmo avere adesso, subito e non fra cinque, sei o sette anni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Risponderò puntualmente evitando considerazioni e opinioni che potrebbero sviluppare un dibattito che non possiamo fare qui, trattandosi di un'interrogazione. Lo faccio perché credo sia più utile rispondere alle questioni precise che sono state poste, ma anche per fare un aggiornamento che lo stesso collega ha fornito; si tratta però di un aggiornamento impreciso.
La premessa è doverosa.
L'aggiornamento che lei ha dato è la dimostrazione concreta che non c'è una disattenzione in attesa di qualcosa che capiterà in futuro; sono state investite delle risorse che abbiamo fornito con l'Amministrazione regionale.
Viene confermato quanto abbiamo detto quando è iniziato il percorso dell'ospedale unico: non si sarebbe mai abbandonato nulla fino a quando non ci sarebbe stato l'ospedale e mi pare che la dimostrazione è concreta.
Per quanto riguarda il tema del blocco operatorio di Moncalieri all'inizio di giugno è stata attivata la nuova sala operatoria dedicata all'emergenza riportando l'Ospedale di Moncalieri pienamente operativo per la risposta chirurgica e alle emergenze.
La realizzazione di quest'opera ha richiesto tempi più lunghi di quanto preventivamente previsto, in quanto nel corso dei lavori si è manifestata l'impossibilità a provvedere a un semplice intervento di manutenzione di una delle vecchie sale operatorie, ma viceversa si è dovuto procedere alla realizzazione di sala, impianti e locali accessori completamente nuovi.
In questo modo, la sala di emergenza, che in origine era stata prevista come soluzione temporanea, per poi essere chiusa all'apertura del nuovo blocco, essendo totalmente nuova e pienamente rispondente alle specifiche tecniche, potrà continuare ad operare anche dopo tale data con il risultato che al termine dei lavori di rifacimento dell'intero nuovo blocco l'Ospedale di Moncalieri sarà dotato di quattro nuove sale operatorie, una per le emergenze e tre per gli interventi programmati.
Per quanto riguarda i tempi (90 giorni), poiché non credo che il Movimento 5 Stelle abbia capacità profetiche...



(Commenti del Consigliere Bertola)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Può anche capitare, tutti possiamo anche azzeccare, ma sono convinto che l'allungamento dei tempi sia stato esclusivamente determinato dalla verifica delle impossibilità che prima citavo sul piano operativo. Quindi non c'è un ritardo o un errore di valutazione.
Per quanto concerne la realizzazione del restante blocco operatorio comprendente oltre alle restanti tre sale operatorie, nuovi servizi di sterilizzazione, vista la rilevanza economica, rientra in quello per cui è stato necessario procedere a gara europea con tempi ad essa connessa. La gara si è conclusa con l'apertura dell'offerta economica la scorsa settimana; espletate le previste formalità amministrative, dopo la consegna dei lavori, la ditta vincitrice avrà tempo per la realizzazione "chiavi in mano" dell'opera fino a un massimo di 270 giorni con una premialità per ogni giorno di anticipo a tale data. Di conseguenza, è presumibile ipotizzare la disponibilità dell'intero blocco operatorio per i primi mesi del 2017.
Sul fenomeno dei tempi d'attesa è noto a questo Assessorato e non ne siamo certamente contenti, che esistono dei problemi non soltanto in quell'ASL, ma i temi sono diffusi. Quello del fenomeno d'attesa è un fenomeno complesso e dinamico legato al mutare della domanda e dell'offerta e per ragioni talvolta non controllabili a priori e talvolta indipendenti dall'impegno di tutti gli operatori.
Voglio qui togliere questa illusione che per quanto riguarda le liste d'attesa, essendo un tema a noi molto caro e credo anche a tutto il Consiglio regionale, abbiamo per la prima volta indicato, nell'assegnazione degli obiettivi ai Direttori, la riduzione dei tempi d'attesa. La riduzione dei tempi d'attesa si otterrà con modifiche organizzative e un migliore utilizzo sia del personale che delle apparecchiature, e i Direttori sono impegnati prevalentemente su questo poiché è la missione che gli è stata assegnata.
Sicuramente è un lavoro complesso, perché ci sono abitudini consolidate che bisogna modificare all'interno delle organizzazioni, ci sono resistenze e c'è molta conservazione. Insieme a questo impegno, i Direttori avranno a fianco la Regione; infatti ieri ho verificato con SCR e mi è stato detto che ai primi di settembre sarà completata la gara per il CUP unico regionale, quindi avremo le modifiche organizzative che faranno i Direttori, il CUP unico regionale insieme a una possibilità che abbiamo annunciato. La possibilità che abbiamo annunciato e che vogliamo attuare qualora fosse insufficiente l'azione dei Direttori sulle modifiche organizzative e gli interventi attraverso il CUP unico, che sicuramente avranno il vantaggio di mettere assieme tutte le agende dei primari in modo trasparente per capire se c'è qualcosa che non funziona, fa riferimento alla soluzione adottata dall'Emilia Romagna.
La soluzione adottata dall'Emilia Romagna potrebbe essere una soluzione praticabile anche qui in Piemonte. Tale soluzione è semplice: dopo aver verificato che sul piano organizzativo non è possibile fare molto per difficoltà vere ed oggettive, si utilizzerà una parte dell'intramoenia che viene versata dai medici ospedalieri alla Regione Piemonte (una parte percentuale) per assumere del personale con lo scopo di abbattere le liste d'attesa oppure per acquistare dai privati dei servizi sempre al fine di abbattere le liste d'attesa, utilizzando quel fondo o addirittura aumentandolo così come stanno prevedendo altre Regioni.
Questi tre meccanismi (intervento dei Direttori sul piano organizzativo, CUP unico e utilizzo del fondo intramoenia) potrebbero dare definitivamente, a mio parere, la risposta a un problema che esiste.
L'obiettivo che ci poniamo è quello di ridurre in modo consistente le liste d'attesa entro fine anno.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 767 presentata dalla Consigliera Caputo, inerente a "Utilizzo dell'applicazione gratuita per smartphone 'Qurami'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 767.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Qui si parla di cose diverse: l'obiettivo in questo caso è di approfondire le novità relative all'applicazione gratuita per smartphone "Qurami - You are next". Sappiamo che lo scorso mese di ottobre il Comune di Torino ha sottoscritto un Protocollo d'intesa con la Fondazione Torino Smart City e la società Qurami s.r.l. per l'utilizzo di questa app.
Questa applicazione è molto semplice da utilizzare e serve proprio per evitare le code agli sportelli comunali, come nel caso specifico oltretutto, anche se adesso è soltanto in via sperimentale, è stata già utilizzata dalla Provincia di Torino e introdotta presso i Centri per l'impiego lo scorso 22 settembre 2015. Sulla base di questa sperimentazione e dell'avvio di questa interessante app, si è ritenuto che possa essere un servizio molto utile poiché oggigiorno tutti utilizziamo gli strumenti tecnologici per molte cose; tali strumenti fanno ormai parte della nostra quotidianità e in alcuni casi ci consente anche di migliorare le nostre esigenze.
L'eventuale utilizzo proprio di questa app nell'ambito dei servizi sanitari potrebbe essere un supporto valido soprattutto verso alcune fasce della popolazione. Penso, per esempio, agli anziani, che oramai utilizzano sempre maggiormente il telefonino: un'app come questa, che è davvero molto semplice, la possono infatti utilizzare. Possono utilizzarla coloro che fanno le code per la terapia anticoagulante, le donne in gravidanza, oppure i genitori con minori in tenera età, per i quali in effetti è difficile sopportare delle lunghe code, a maggior ragione adesso che siamo in estate in un periodo così soffocante (pensiamo all'emergenza caldo), e potrebbe sicuramente andare in loro supporto il fatto di conoscere in tempo reale quali sono i tempi d'attesa.
L'app è davvero molto semplice: viene fornita la stima del tempo di attesa e si riesce a capire quante sono le persone arrivate prima di te.
Questo permette sicuramente di migliorare la qualità dei servizi e anche il tenore di vita delle persone che ne possono usufruire. Tra l'altro, questa app è già stata applicata già nel 2013 in diverse città: Roma, Milano Firenze, Padova e Trieste. Quindi, si interroga l'Assessore competente in merito ad una valutazione di questa applicazione e se non ritenga, sulla base di quanto già fatto dal Comune di Torino e dalla Città metropolitana di Torino, di avviare un iter che possa consentirne l'inserimento all'interno delle Aziende sanitarie della nostra regione, proprio per le motivazioni sopraccitate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La collega ha avuto modo di indicare in maniera precisa i vantaggi di un'app con queste caratteristiche. Tale applicazione è stata creata nel 2011 a Roma dall'ingegnere informatico Roberto Macina e ha ricevuto una serie di riconoscimenti anche internazionali. Oggi vanta già una rete di tutto rispetto, collaborando con oltre 300 strutture, tra cui molte pubbliche, compresi alcuni ospedali italiani tra cui il Policlinico Gemelli, l'Ospedale Israelitico e Humanitas.
Sappiamo perfettamente come l'innovazione digitale in sanità sia fattore abilitante e, in taluni casi, determinante per la realizzazione di modelli sia assistenziali che organizzativi che rispondano alle nuove necessità; del resto, fare la coda è una delle più percepite perdite di tempo da tutti noi.
Per promuovere in modo sistematico l'innovazione digitale e non lasciare che sia realizzata in modo sporadico (c'è anche questo pericolo) l'Assessorato sta lavorando per predisporre un piano strategico che definisca, tra l'altro, il modello di governance da adottare. In ogni caso confermo l'intenzione regionale di avviare l'istruttoria tecnica finalizzata all'impiego di "Qurami" in via sperimentale nelle Aziende sanitarie piemontesi, verificandone però le modalità attuative rispetto anche a quanto sarà previsto nella prossima intesa sul Patto per la Sanità digitale prevista nella Conferenza Stato-Regioni del 7 luglio p.v., dove è già inserita all'o.d.g.
Questo Patto per la Sanità digitale ha l'obiettivo di verificare la coerenza con tutti i sistemi che vengono utilizzati proprio perché ci sia una certa omogeneità su tutto il territorio regionale. Come Regione, ci stiamo dotando, insieme al Governo, di questo strumento che diventa importante innanzitutto per sviluppare il sistema dell'innovazione digitale all'interno dell'Azienda sanitaria, ma anche per verificare la coerenza.
Anche perché - penso di dire delle cose abbastanza note - applicazioni di questo tipo ormai ce ne sono parecchie e abbiamo il dovere di verificare che siano coerenti: ci viene richiesto dal Governo, ma credo che abbia un grande senso.
Potrei parlarvi dei tempi d'attesa nel pronto soccorso: mi sono state presentate diverse applicazioni, ma è chiaro che devono essere coerenti con tutta l'organizzazione informatica del sistema sanitario regionale. In ogni caso, si avvia il percorso con "Qurami" e contemporaneamente, attraverso il Patto digitale che sarà all'o.d.g. della Conferenza Stato-Regioni, si verificherà la coerenza, però è chiaro che questo è per noi un obiettivo importante.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1091 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Quale futuro per la Divisione di Malattie Infettive dell'Ospedale Cardinal Massaia di Asti?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1091.
Risponde l'Assessore Saitta, poi l'interrogante ha diritto di replica.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La struttura di malattie infettive dell'ASL di Asti ha sviluppato - di questo ne sono convinto e i dati sono abbastanza chiari - e consolidato nel tempo attività cliniche complesse di elevato profilo tecnico professionale sostenute anche da una duratura direzione universitaria e dal supporto di una dotazione tecnologica e strutturale di buon livello.
La delibera sulla revisione della rete ospedaliera, nel rispetto del Patto della Salute, indica nella fine dell'anno in corso il termine per la valutazione circa la conservazione o meno di questa struttura. Occorre procedere ad un'attenta analisi della copertura del fabbisogno e dei flussi di attività correlati alla patologia infettiva nell'ambito del sistema sanitario regionale.
Rispetto alla questione puntuale posta, il giudizio sulla struttura è come ricordavo poco fa, favorevole. Stiamo raccogliendo tutti i dati necessari per compiere una scelta; il che vuole dire che abbiamo tempo fino alla fine dell'anno.
E' chiaro che questo tema è strettamente connesso, come ricordavo anche all'organizzazione dei reparti di malattie infettive (penso a Torino), quindi è strettamente connesso ad alcune decisioni che sono state in parte annunciate e oggetto di valutazione. Oggi la situazione è questa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per il diritto di replica.



GRIMALDI Marco

Chiedo all'Assessore di aggiornarci in corso d'opera, anche perché non solo sono importanti i numeri che ci dicono più di 10.000 prestazioni per gli esterni, quasi 2.000 consulenze all'interno dell'ospedale, più di 600 visite - di cui 500 ricoveri ordinari - ma l'aspetto che preoccupa è tutta la parte ambulatoriale. Per esempio, le 200 persone che hanno un'infezione da HIV e le 300 che hanno problemi epatici. Credo che la cosa più importante sia sapere, qualora ci fossero dei provvedimenti, che cosa avverrà.
I criteri che ha poc'anzi menzionato e la valutazione, che mi pare positiva, ci porta a dire che non dovrebbero esserci tante difficoltà. E' un'interpellanza fatta anche per le preoccupazioni che ci sono nel territorio, anche perché la divisione malattie infettive dell'Ospedale Cardinal Massaia, da anni, ha costituito un presidio vero nel territorio e non solo di Asti città.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1082 presentata dai Consiglieri Benvenuto e Gancia, inerente a "Accoglienza richiedenti asilo nei piccoli Comuni"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1082.
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione si aggiunge ad un tema dibattuto molte volte in Consiglio regionale, quello dell'emergenza profughi in regione Piemonte.
Con questa interrogazione vogliamo affrontare la situazione dell'accoglienza e dei richiedenti asilo nei piccoli Comuni. I piccoli Comuni oggi hanno una seria problematica in tutto il Piemonte. Il Governo in questo anno e mezzo, senza il coinvolgimento dei Sindaci o, comunque sia, con semplici comunicazioni, ha riempito alcune vallate e alcuni comuni di persone che, ad oggi, non si sa nemmeno se sono da considerarsi richiedenti asilo, profughi o se soggiornano illegalmente nel nostro Paese.
Quello che chiediamo è capire come la Regione stia affiancando i piccoli Comuni nella gestione di questa problematica e come l'Amministrazione regionale intenda attivarsi per capire come, nel nostro Piemonte, il fenomeno migratorio non rischi di minare le situazioni dei piccoli Comuni. Proprio in questi giorni, in centro Italia, sono emerse parecchie problematiche tra cittadini italiani e migranti.
Ho sempre detto e ribadito che la Regione Piemonte si trova coinvolta dalla pessima gestione del Governo italiano e l'ho già detto anche in altre occasioni all'Assessore Cerutti. Non è colpa dell'Assessore Cerutti o della Regione, ma parliamo di un problema che parte da Roma e poi si ripercuote su tutti i Comuni.
Vorrei capire come l'Assessore e la Regione Piemonte intendano gestire questo problema, che è sempre più grande; capire con quali tempistiche si riesce comprendere chi è veramente un profugo e chi soggiorna illegalmente nel nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente, e grazie al Consigliere Benvenuto, che dà l'occasione per riprendere in Consiglio regionale una questione sicuramente all'ordine del giorno.
La Regione, rispetto alla prima questione posta nell'interrogazione, è componente del tavolo di coordinamento regionale presso la Prefettura di Torino ed è coinvolta, come diceva il Consigliere, nel processo di accoglienza dei richiedenti asilo sia attraverso l'impegno per il reperimento di strutture per l'attivazione dei due hub regionali (Settimo Torinese e Castel d'Annone e che confermiamo nelle scelte), sia con la sensibilizzazione dei territorio e la collaborazione con gli Amministratori locali e con i gestori delle strutture di accoglienza al fine di fronteggiare le problematiche emergenti.
L'attenzione regionale è rivolta alla fase successiva all'accoglienza cioè alla predisposizione di programmi a favore dei titolari di protezione internazionale che, secondo i dati della Commissione territoriale, sono circa il 50% - e, con gli ultimi dati, anche meno - dei richiedenti protezione.
Centrale per la tenuta del sistema è il costante confronto e la collaborazione con gli Amministratori locali che, coinvolti ad affrontare l'accoglienza nei propri comuni, chiedono di essere sostenuti e accompagnati in un'esperienza così complessa per la quale non sempre si sentono preparati.
Occorre colmare il gap informativo, facilitare i rapporti tra gestori dell'accoglienza e amministratori locali, assicurare la presenza regionale in incontri pubblici con i cittadini, favorire progettualità locali, quali ad esempio l'accoglienza presso famiglie, incoraggiare il coinvolgimento della società civile partendo dalle specificità e dalla solidarietà che esprimono i diversi territori.
Al fine di perseguire gli obiettivi appena descritti, in collaborazione con le Prefetture e rispetto alle problematiche che poneva il Consigliere sono in corso diversi incontri con i Sindaci, in modo da comprendere i problemi ed affrontarli.
Su sollecitazione di molti amministratori piemontesi e di soggetti a vario titolo impegnati nell'accoglienza, ci siamo fatti carico lo scorso anno di aggregare le informazioni utili sul tema accoglienza e abbiamo prodotto un vademecum che il Consigliere trova anche sul sito della Regione Piemonte. Il vademecum è stato accolto positivamente dai soggetti coinvolti, proprio perché hanno avuto modo di avere le informazioni di base.
Noi stiamo continuando a lavorare sui bandi del Ministero dell'Interno l'ultimo è quello delle politiche sociale e del lavoro. I bandi sono legati alle risorse del Fondo asilo immigrazione e integrazione sul periodo 2014 2020. L'ultimo si articola in diverse multiazioni, in particolare per quanto riguarda la qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali, anche attraverso azioni di contrasto alla dispersione scolastica; promozione dell'accesso ai servizi per l'integrazione promozione della partecipazione attiva dei migranti alla vita economica sociale e culturale, anche attraverso la valorizzazione delle associazioni.
Noi stiamo lavorando a questo bando per un'assegnazione complessiva pari a 2.323.000 euro; tra l'altro, per ricercare partner privati, abbiamo prodotto bandi, chiaramente ad evidenza pubblica.
In merito alla seconda risposta, in data 10 luglio 2014, come ricorderà il Consigliere, era stata sancita un'intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali. Questo Piano è in fase di attuazione; noi stiamo periodicamente monitorandone l'attuazione e periodicamente forniamo anche i dati.
Alla data di ieri, giusto per avere gli ultimi rilievi sul Piemonte sono complessivamente presenti sul nostro territorio 9.850 persone, di cui 8.883 nei centri di prima accoglienza e 967 attraverso la rete SPRAR quella gestita direttamente dai Comuni, per una percentuale del 7%.
La Regione Piemonte intende migliorare ulteriormente la qualità delle informazioni fornite alle persone accolte circa i loro diritti-doveri, in connessione con gli operatori che quotidianamente sono impegnati, al fine di stemperare le tensioni ove presenti.
Non vi sono, anche rispetto alle considerazioni svolte nell'interrogazione, ad oggi, evidenze che colleghino la presenza di profughi/richiedenti asilo ad un incremento di fenomeni criminali tali da minare la sicurezza dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
E' presente il numero legale.



(Alle ore 10.11 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 28 giugno 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Batzella.


Argomento:

c) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

In merito alle nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente, ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a tre decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e due deliberazioni di nomina della Giunta.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

d) Convocazione Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Ricordo che, oggi, alle ore 18, è convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari in sala A.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 21 giugno 2016.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti dell'attentato terroristico di Dacca avvenuto venerdì 1° luglio 2016


PRESIDENTE

Nella notte di venerdì primo luglio, alle 21.20 ora locale, sette terroristi hanno aperto il fuoco all'interno di un ristorante situato a poca distanza dall'ambasciata italiana a Dacca, in Bangladesh. Dopo aver lanciato delle bombe, il commando ha preso in ostaggio alcune decine di persone e ucciso due poliziotti nel corso di una sparatoria. Venti ospiti e sei attentatori sono morti durante l'attacco, mentre il settimo componente del commando è stato catturato. Solamente 13 ostaggi sono stati salvati dalle forze armate bangladesi.
Nove italiani sono rimasti uccisi, tra cui Claudia Maria D'Antona imprenditrice torinese che da più di 14 anni operava in Bangladesh con il marito Gianni Boschetti, sopravvissuto all'attacco terroristico.
Nessuna parola ormai sembra essere sufficiente per esprimere lo sgomento provocato da simili accadimenti e il dolore che essi provocano nell'opinione pubblica. La strategia del terrore che sulla ribalta internazionale continua a mietere vittime innocenti, a Dacca pochi giorni fa come all'aeroporto di Istanbul, il 28 giugno scorso, ci costringe a fare i conti con uno scenario di guerra inedito e raccapricciante.
Convinto di interpretare la volontà di tutta l'Assemblea regionale e della comunità piemontese, desidero esprimere il più sincero sentimento di cordoglio ai familiari delle vittime e altrettanta solidarietà ai feriti.
Pertanto, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Organizzazione turistica

Proseguimento esame disegno di legge n. 187, inerente a "Nuove disposizioni in materia di organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte" (atto di indirizzo collegato: ordine del giorno n. 810)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 187, inerente a "Nuove disposizioni in materia di organizzazione dell'attività di promozione accoglienza e informazione turistica in Piemonte", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 28 giugno è iniziato l'esame del provvedimento. Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza; in sede di discussione generale è intervenuto il Consigliere Campo. Sono stati votati gli articoli dal n. 1 al n. 9; la votazione dell'articolo 10 non è risultata valida per mancanza del numero legale pertanto dobbiamo porre in votazione l'articolo 10.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Frediani, Batzella Bertola, Bono, Campo, Miglietti, Valetti: "Al comma 1, dopo le parole 'La Giunta regionale,", inserire le parole 'previo parere obbligatorio e vincolante della Commissione consiliare competente'".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Stiamo parlando dell'articolo 11, quello in cui si definiscono le modalità di approvazione dello statuto tipo delle ATL.
Con quest'emendamento chiediamo di inserire al comma 1 le parole "previo parere obbligatorio e vincolante della Commissione consiliare competente". E' un po' il filo conduttore di molti emendamenti che abbiamo presentato e va nell'ottica di cercare di mantenere in capo al Consiglio in particolare alle Commissioni - un minimo di potere di controllo e di vigilanza sugli atti della Giunta.
In questo caso, chiediamo che, rispetto all'approvazione dello statuto tipo delle ATL, si passi comunque attraverso un organo - la Commissione competente, appunto - che consenta un confronto fra le varie parti politiche presenti in Consiglio.
Con questo emendamento chiediamo semplicemente di aggiungere una formulazione che tenga conto dell'importanza del dibattito e del confronto che avviene normalmente in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come anticipato dalla collega Frediani, questi sono emendamenti che proponiamo in quasi tutti i provvedimenti in discussione in Consiglio regionale (quindi sia in sede di Commissione che di Aula), in quanto riteniamo che il Consiglio regionale debba avere - peraltro è scritto nello Statuto e nel Regolamento - un maggior potere di indirizzo e di controllo così come ribadito dalla collega Frediani.
Questa potestà si esercita, ovviamente, non solo con la possibilità di legiferare, ma anche di far sì che su una serie di norme che sono state delegificate con un accordo più o meno unanime (quindi che vengono rimandate a Regolamenti o demandate a statuti scritti dagli uffici regionali) si possa avere un potere di veto, di modifica o di valutazione.
Noi riteniamo che sia un aspetto importante, non certo perché il Consiglio non nutre fiducia nell'attività degli Uffici regionali e nel controllo dell'Esecutivo, ma semplicemente perché riteniamo che il Consiglio regionale debba mantenere questa funzione di indirizzo e di controllo, a maggior ragione nel momento in cui parliamo di statuti che vengono demandati alla Giunta regionale, senza particolari indirizzi nel testo di legge. L'andamento, infatti, è quello di prediligere leggi sempre più snelle, quindi dobbiamo andare in questo solco.
Nonostante si tenda a scrivere le leggi in maniera sempre più snella con meno riferimenti e con meno vincoli, quindi demandando di più e concedendo più libertà ed autonomia a quelli che sono gli organi della Regione (quindi agli Uffici regionali), siamo convinti - infatti lo proponiamo in tutti i disegni di legge - che sia importante che il Consiglio regionale possa mantenere una possibilità di indirizzo, di controllo e di valutazione dei documenti stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Generalmente, proponiamo questo emendamento nel caso in cui i provvedimenti che ci arrivano dalla Giunta lasciano un po' le Commissioni consiliari senza possibilità di esprimersi sull'attività regolamentare, non tanto, come diceva il collega Bono, perché ci sia una diffidenza nei confronti del lavoro degli Uffici regionali, quanto, piuttosto, perché il Consiglio regionale, tramite le sue Commissioni, crei un rapporto indiretto, ma comunque valevole, tra le realtà produttive, tra i cittadini e l'attività legislativa e regolamentare.
In più di un'occasione, in questa attività di Commissione dove è stata data l'opportunità di esprimere dei pareri, abbiamo portato all'attenzione della Giunta elementi, a nostro avviso, molto importanti, talvolta fondamentali, che sono stati anche recepiti direttamente in fase di parere all'interno di regolamenti e bozze di delibera.
Anche nel caso degli statuti delle ATL, abbiamo inteso presentare questo emendamento per far sì che le Commissioni consiliari possano collaborare non dico all'estensione, ma almeno al perfezionamento di queste bozze di statuto, in modo da avere un documento più completo ed esaustivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
E' un emendamento che crediamo possa apportare dei benefici al funzionamento delle Agenzie del Turismo.
Crediamo sia importante, visti anche i compiti di indirizzo e di controllo dei Consiglieri regionali, che la carta fondamentale di queste Agenzie passi dalla Commissione consiliare. Noi riteniamo, infatti, che gli statuti rivestano un ruolo fondamentale per l'attività di queste Agenzie in quanto ne indirizzano l'attività e ne indicano gli obiettivi.
Dunque, una partecipazione all'estensione o, comunque, una verifica di questi statuti di ATL da parte dei Consiglieri credo rappresenti uno stimolo importante all'attività della Commissione, e costituisca anche uno stimolo alla partecipazione alla futura politica turistica del Consiglio regionale, e non solo della Giunta.
Quindi il Consiglio regionale, portando questi statuti in Commissione viene stimolato nella sua attività di verifica e di controllo. Non va dimenticato che gli statuti rivestono un ruolo fondamentale; pensiamo anche solo all'Agenzia per la Mobilità piemontese: recentemente è stato possibile fare degli atti (che presenteremo prossimamente) grazie allo studio dello statuto di questa Agenzia. Parimenti, prevedendo importanti norme in queste statuti delle ATL, si potrà cercare di migliorare l'attività delle ATL e migliorare la proposta e la pianificazione turistica per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Diciamo che nella parte attuativa di questa nuova legge è previsto uno scarso coinvolgimento del Consiglio regionale, in quanto tutte le decisioni, sia in merito alla struttura che all'attività della DMO, sia in merito all'organizzazione statutaria delle ATL, sono demandate esclusivamente alla Giunta regionale. Così come la parte relativa all'utilizzo delle risorse economiche.
Ciò che chiediamo è che ci sia almeno un passaggio in Commissione e un po' più di condivisione anche dal punto di vista degli obiettivi - quindi di confronto politico - sul discorso delle ATL, che saranno, comunque, la "mano operativa" sui territori di tutto il sistema di promozione e accoglienza turistica.
Sotto questo profilo, questo è uno degli elementi che riteniamo mancanti nel tessuto di questa legge: manca, cioè, la parte di maggior coinvolgimento di tutte le realtà locali, con un'evidente elisione delle realtà minori (il favorire i consorzi di certe dimensioni e con certa capacità di ospitalità); dall'altra parte, si sottrae completamente la parte di definizione del funzionamento del sistema al Consiglio regionale.
A nostro parere, questo tema è così strategico da rendere necessario un confronto, perché si possano ottenere delle sintesi e delle condivisioni sulle modalità di funzionamento di questa nuova legge.



PRESIDENTE

Sono terminati gli interventi di illustrazione dell'emendamento.
Procediamo alla discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Come maggioranza, riteniamo corretto il coinvolgimento del Consiglio regionale su questo tema e, quindi, della sua Commissione competente.
Tuttavia, mi sembra che l'emendamento, così come scritto, sia un po' ridondante, nel senso che se lo inseriamo in legge, è evidente che il parere della Commissione è obbligatorio.
Crediamo debba essere modificato con "previo parere della Commissione competente", che è la formulazione standard che si inserisce. Riteniamo sia corretto il coinvolgimento della Commissione, che in molti casi ha dato pareri, integrazioni e valutazioni costruttive, anche in altri ambiti, per migliorare e discutere insieme importanti delibere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Accettiamo la proposta di modifica e quindi modifico l'emendamento.



PRESIDENTE

Collega Frediani, dovrebbe recarsi al banco della Presidenza per controfirmare la modifica all'emendamento.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Frediani, Batzella Bertola, Bono, Campo, Miglietti, Valetti: Al comma 2, sostituire la parola: "triennio" con la parola "biennio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'articolo 12 riguarda gli organi delle ATL.
Con questo emendamento, chiediamo che al comma 2 si cambi la durata in carica degli organi delle ATL (Presidente, Assemblea, ecc. ecc), con una durata biennale, proprio per garantire una maggiore rotazione, vista anche la non rinnovabilità oltre alla singola volta, degli organi di reggenza delle ATL.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Parliamo ancora delle ATL, degli organi delle ATL, definiti nel comma 1 di questo articolo, che sono Presidente, Assemblea, Consiglio di Amministrazione e l'Organo di controllo. Nel comma 2, che è quello su cui interveniamo con questo emendamento, si definisce quanto durano in carica gli organi definiti nel comma 1, e viene definito un periodo di tre anni.
Con il nostro emendamento chiediamo di modificare il periodo e di accorciare la durata della carica in due anni, proprio per garantire, come diceva il collega Campo, un maggior ricambio tra i componenti di questi organi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Frediani, Batzella Bertola, Bono, Campo, Miglietti, Valetti: Al comma 3, sostituire le parole "da tre a cinque" con le parole "da tre o cinque" Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Frediani, Batzella Bertola, Bono, Campo, Miglietti, Valetti: Al comma 3, sostituire le parole: "è designato dalla Regione" con le parole "è designato dal Consiglio Regionale" Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie.
Al comma 3 dell'articolo 12 si definisce la composizione del Consiglio di amministrazione delle ATL, dicendo che sarebbe composta da tre a cinque membri. Noi chiediamo di modificare quel "a" in "o", in modo da garantire che ci sia sempre una maggioranza durante le eventuali votazioni, per non arrivare a situazioni di parità che verrebbero eventualmente risolte dando maggior valore al voto del Presidente.
Riterremmo più efficace che ci fosse sempre comunque una possibilità di arrivare ad un voto a maggioranza.
Sotto questo profilo, quindi, o tre o cinque membri.
Illustro anche l'emendamento rubricato n. 16).
Chiediamo che, nel Consiglio di amministrazione delle ATL, l'eventuale membro regionale, in caso di partecipazione minoritaria, non venisse designato dalla Giunta regionale, ma dal Consiglio regionale. Tutto questo per un maggiore coinvolgimento, non dico solo delle opposizioni, ma anche della maggioranza consiliare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Parliamo del C.d.A. delle ATL.
E' un emendamento che abbiamo già presentato in Commissione e l'Assessore aveva detto che, nei casi di parità rispetto alla votazione, il voto del Presidenza pesa doppio.
Noi riteniamo che sia comunque necessario, visto che si tratta di una modifica che non comporta grandi stravolgimenti del testo, cercare di mantenere i membri del C.d.A. in numero dispari, in modo che ci sia un reale dibattito e non ci sia nessuno con una possibilità di voto più pesante rispetto a quella degli altri.
Nel caso in cui ci fosse un componente designato dalla Regione chiediamo che in quel caso intervenga il Consiglio regionale e che quindi la designazione avvenga attraverso il dibattito in Aula ed un confronto tra le varie parti che compongono questa Assemblea.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale e dall'Assessora Parigi: Dopo il comma 2, dell'articolo 18, del disegno di legge n. 187, è aggiunto il seguente comma: "2 bis. Il limite della disponibilità di mille posti letto è derogabile a duecentocinquanta per i consorzi di operatori turistici che sorgono nei comuni montani, ovvero quando l'ambito turistico nel suo complesso non raggiunga tale disponibilità minima".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In realtà, con l'emendamento n. 18) inseriamo una disposizione normativa già esistente nell'attuale legislazione regionale: quella di prevedere che il limite della disponibilità di posti letto minima a mille sia derogabile a duecentocinquanta per quei consorzi di operatori turistici che sorgono in aree montane. Questo perché, proprio da un punto di vista pratico, vi sono alcune realtà che, ancorché abbiano consorziato la pressoché totalità degli operatori turistici esistenti, non riescono a raggiungere un numero di 1.000 posti letto, in alcuni casi non raggiungono neanche la metà.
Duecentocinquanta noi crediamo che sia una misura utile per definirsi consorzio, per cui vi sono già più strutture fra loro collegate e, al tempo stesso, non esclude o non rischia di escludere (com'era precedentemente) una parte del territorio dai benefici che la norma pone sull'attività consortile, anche se i consorzi poi esistono.
Quindi crediamo che sia una norma utile, lo è stata negli ultimi anni da quando la normativa è stata modificata, e crediamo che da questo punto di vista non si debba tornare indietro.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 19) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Frediani, Batzella Bertola, Bono, Campo, Miglietti, Valetti: Al comma 3, dopo le parole "servizi turistici", aggiungere le seguenti: "nel rispetto della normativa di cui alla legge regionale 30/03/1988, n. 15 Disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Al comma 3, dove si parla della possibilità dell'articolo 18 di attuare i programmi e i progetti orientati alla gestione, allo sviluppo e alla qualificazione del prodotto turistico, anche ai fini della commercializzazione turistica dell'attività dei propri consorziati compresa la prenotazione di servizi turistici, chiediamo di inserire, come abbiamo già chiesto precedentemente, "nel rispetto della normativa di cui alla legge regionale 30/03/1988, n. 15 - Disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo".
L'obbiettivo, di nuovo, è di evitare che si possa leggere la lettera di questa legge come autonoma rispetto a quanto già disposto da altre leggi regionali in materia, soprattutto perché la legge 15 prevede alcuni requisiti importanti per poter fare queste attività, secondo noi essenziali, quali ad esempio almeno la conoscenza della lingua inglese cosa che invece sui requisiti per poter svolgere questo tipo di attività in questa legge proprio nulla viene detto.
Di conseguenza, chiediamo che vengano inseriti questi riferimenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale e dall'Assessora Parigi: Al comma 2, dell'art. 19, del disegno di legge n. 187, le parole: "nella misura massima" sono sostituite dalle seguenti: "fino alla misura massima".
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale e dall'Assessora Parigi: Dopo il comma 1, dell'art. 19, del disegno di legge n. 187, è aggiunto il seguente: "1 bis. Fermo restando quanto previsto dal precedente comma, la Regione concede alle ATL un contributo commisurato alle attività espletate per conto della medesima la cui entità è stabilita con provvedimento della Giunta regionale".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 20) è una mera considerazione legata ad una dicitura in quanto il comma 2 dell'articolo 19 recita: "Ai sensi di quanto stabilito nel comma 1, la Regione è autorizzata ad acquisire ulteriori quote consortili nella misura massima del 40 per cento del capitale sociale delle singole ATL". Noi ponevamo "fino alla misura massima" del 40 per cento.
Solo ed esclusivamente quello.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 21), alla luce di una considerazione generale, anche se non siamo favorevoli a questa legge comunque intendiamo dare un contributo, soprattutto incentivando le ATL che possono essere state operative o positive e attive a livello territoriale.
La nostra proposta è quella di far sì che la Regione possa concedere alle ATL un contributo commisurato alle attività espletate per conto della medesima, la cui entità è stabilita con provvedimento della Giunta regionale.
Potrebbe essere un elemento di stimolo alle varie ATL, ai vari territori in modo da non "livellare"; in un contesto generale, credo che questo sarebbe un elemento ormai da inserire un po' in tutti i contesti proprio per cercare di dare stimolo, per creare nuove motivazioni ai vari contesti territoriali e non solo alle ATL.
Questo voleva essere un contributo operativo a questa legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Voteremo contro quest'articolo, perché, laddove l'obiettivo è di focalizzare i contributi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti turistici, noi riteniamo ingiustificato intervenire in maniera tranchant nell'individuazione dei soggetti legittimati a realizzare le azioni solo sulla base delle loro definizioni. Quindi vanno bene le ATL vanno bene i consorzi di operatori turistici riconosciuti ai sensi dell'articolo 18 poc'anzi discusso, però riteniamo che si sarebbe potuto introdurre un elemento di valutazione di progetti proposti anche da altre entità.
Torno a ricordare che il mondo individuato con questa legge non è più solo quello dell'accoglienza turistica tout court legata alla cultura, al paesaggio o ai beni architettonici, ma anche quello dell'agroalimentare e quello sportivo, quindi sarebbe opportuno che questa legge individuasse altre entità che non siano strettamente operatori turistici, ma che potrebbero essere interessate a fare progetti di promozione e commercializzazione dei "prodotti turistici" (fra virgolette) e anche a partecipare all'erogazione di contributi.
Pertanto, lo riteniamo scritto male o, meglio, molto limitante e, di fatto, uno degli elementi che renderà poco efficace questa legge nella parte di erogazione dei contributi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Voteremo no a questo provvedimento, in quanto lo riteniamo peggiorativo rispetto alla legge esistente; questo per i motivi già espressi durante la discussione generale e anche perché il testo, al di là dell'approvazione di un paio di emendamenti migliorativi, nella discussione in Aula non è cambiato sostanzialmente.
Di conseguenza, continua a manifestare i significativi limiti che dicevamo, ossia quello di definire un ambito molto limitato della governance della promozione e dell'accoglienza turistica regionale per cui anche partendo dalla necessaria riorganizzazione delle ATL e dalla realizzazione di quella che abbiamo chiamato DMO, ma che poteva essere l'Agenzia regionale per l'accoglienza e la promozione turistica, che quindi dovrebbe mettere un po' più a sistema le risorse, le competenze e anche le strategie di livello regionale - purtroppo queste vengono realizzate limitando sostanzialmente la partecipazione di tutti gli operatori interessati.
Per quanto si sia cercato di aprire al coinvolgimento di maggiori entità, troviamo fortemente limitante che per la DMO non vengano definiti chiaramente gli organi già in legge e quindi anche le modalità del suo finanziamento, cosa che invece viene fatta per le ATL; quindi, di nuovo, si tratta di una legge sbilanciata, in quanto nella configurazione sul territorio si definiscono in modo chiaro organi e funzionamento e per l'Agenzia più strategica di livello regionale questo viene demandato alla Giunta regionale e neanche al Consiglio.
Per quello che riguarda il coinvolgimento dell'ampia platea di entità che potranno essere interessate alle attività previste e regolate da questo provvedimento, continuo a ricordare che da un lato si è voluto fare un provvedimento ambizioso che va a includere nella promozione turistica e nell'accoglienza sia i discorsi dell'agroalimentare - quindi andando anche ad accorpare due Partecipate, una delle quali è l'Istituto per la promozione dei prodotti agroalimentari - sia il turismo sportivo, che per viene citato solo in un comma di un articolo, senza ulteriori specificazioni dal punto di vista della regolazione del sistema.
E' poi evidente che nel prosieguo - quindi nella definizione delle ATL dei Consorzi e delle modalità di finanziamento - delle tematiche collaterali all'accoglienza turistica tradizionale (l'agroalimentare e la parte sportiva) non si tiene conto; o, meglio, non se ne tiene conto in relazione alle specificità che potrebbero porre dal punto di vista delle problematiche e delle tematiche dell'accoglienza e dei soggetti coinvolti nell'accoglienza. Sotto questo profilo, dunque, si tratta di una significativa limitazione di questo provvedimento.
Altro tema importante che torniamo a porre è quello della programmazione. L'abbiamo visto anche nella norma finanziaria e persino lì comunque, si parla di risorse che vengono disposte almeno biennalmente mentre nella programmazione delle attività previste da questa legge per la DMO e per le ATL si parla esclusivamente di programmazione annuale modificabile in corso d'anno. Ribadiamo quindi che - dal punto di vista strategico e di contesto, cioè in termini di volontà e obiettivo di creazione di un sistema che possa essere efficace - è già di per s invalidante di questa legge il fatto che non ci sarà una programmazione che supererà il traguardo annuale; che poi sostanzialmente, per come funzionano i bilanci regionali, vorrà dire che la programmazione si farà a giugno luglio quando ci saranno l'assestamento e la certezza delle risorse: una programmazione che varrà sei mesi perché poi si ripartirà con lo stesso balletto nell'anno successivo. E, laddove si avranno risorse sul biennio bisognerà capire come queste verranno gestite; e, per come è scritta questa legge, verranno gestite annualmente. Poi, magari, verrà ignorata la lettera del testo e si faranno delle programmazioni più ampie, però questo già introduce un elemento di disordine.
Infine, ultimo ma non meno importante, vi è il problema dell'Osservatorio e del collegato discorso dell'abusivismo. Posto che l'Osservatorio c'è già nella struttura regionale, se ne crea uno all'interno della DMO, che però è l'organo che dovrà fare la programmazione e l'attuazione del disposto delle attività di questa legge. A noi sembra piuttosto improprio che chi programma e attua debba essere anche quello che osserva.
Avremmo preferito una terzietà nell'Osservatorio, anche perché viene poi citato in maniera rilevante nella clausola valutativa, che invece è stata costruita secondo le più moderne modalità per poter effettivamente dare valutazione sulla qualità della normazione.
Avremmo preferito - stante che all'inizio dell'anno abbiamo anche riformato l'Ente che in Regione si occupa di studi socioeconomici, ma anche in ragione delle esigenze informative per valutare l'efficacia e la qualità delle norme - che l'Osservatorio fosse posto in seno all'IRES. Abbiamo proposto emendamenti in tal senso e abbiamo anche argomentato significativamente a difesa di questa nostra idea, che è stata bocciata.
Noi riteniamo che la collocazione dell'Osservatorio in DMO - stante il fatto che anche la DMO attualmente, per com'è configurata nella legge, è un'entità relativamente indistinta in quanto ad organi e a funzionamento renderà la sua attività piuttosto inefficace.
In termini di valutazione complessiva dal nostro punto di vista quindi, questa sarà una legge che cambierà molto poco, oppure sarà addirittura deteriore, perché indebolisce le ATL per com'erano configurate prima (rende loro necessaria in misura molto maggiore la ricerca di risorse economiche). D'altra parte, non si rafforza significativamente il coinvolgimento - o, meglio, l'allargamento - della platea degli operatori interessati alle tematiche che coinvolgeranno il turismo, secondo quanto alla relativa lettera di questa legge.
Sotto questo profilo, dunque, il nostro parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Velocemente per dire che dopo circa vent'anni, con questo voto, oggi consegniamo al Piemonte la riscrittura della legge n. 75 del 1996, che credo ponga delle solide basi per organizzare al meglio gli operatori turistici sul territorio e per cogliere al meglio le opportunità che il turismo, già da parecchio tempo, offre alla nostra regione. Opportunità che sempre più dovranno essere valorizzate, incrementate e sviluppate.
Credo sia un testo di legge innovativo in alcuni punti, articolato, che mira a fare sistema tra i vari operatori, sia pubblici che privati, proprio per cercare di posizionare il Piemonte nei mercati internazionali con le sue straordinarie bellezze e quindi incrementare i flussi turistici sul nostro territorio.
Mi focalizzo su tre punti dell'intera legge che, secondo me, sono i tre punti più importanti. Il primo è la costituzione della DMO, che restituisce alla Regione Piemonte il ruolo, che le compete, di coordinatore e di pianificatore delle attività turistiche, delle linee di sviluppo turistiche. La DMO fonde al suo interno due aziende oggi esistenti: la Società Sviluppo Piemonte e Turismo e l'IMA (Istituto per il Marketing dei Prodotti Agroalimentari). Quindi anche in questa direzione semplifica il quadro delle società partecipate e rende più efficace l'azione dei vari operatori.
La DMO è il braccio operativo della Regione Piemonte da un punto di vista dell'applicazione delle scelte degli indirizzi politici in ambito turistico e diventa, quindi, uno strumento fondamentale per coordinare al meglio le azioni delle ATL e dei consorzi turistici e degli operatori quindi consente di andare in modo più organizzato, più forte e più efficace a proporre il Piemonte e le sue straordinarie bellezze nei mercati internazionali e a vincere la concorrenza che noi affrontiamo anche in questo ambito.
Il secondo aspetto riguarda la riorganizzazione delle ATL, quindi l'omogeneizzazione delle loro strutture giuridiche e la trasformazione in società consortili a responsabilità limitata. L'aspetto principale è quello che, nelle norme che andremo ad approvare adesso, spingiamo le ATL ad operare insieme, ad operare su progetti su ampi territori, quindi di ampia scala, cercando di mettere insieme e valorizzare i fattori più importanti dei vari territori. Questo induce ad operare tutti insieme affinché si sia il più efficaci possibili nell'azione di promozione del nostro territorio.
Anche la compartecipazione tra pubblico e privato, previsto sia nella DMO sia nelle ATL, deve essere vista come un elemento innovativo e un elemento positivo, perché mette a fattor comune le attività del pubblico e le attività del privato, secondo il medesimo obiettivo.
Il terzo punto, passato un po' inosservato, approvato negli ultimi articoli, in particolare nell'articolo 26, è una serie di abrogazioni e semplificazioni normative che fanno di questa legge una legge nuova, che sostituisce una precedente. Una serie di articoli e leggi che si andranno ad abrogare man mano che la legge entrerà in vigore e che renderà il quadro normativo di riferimento per il settore turistico più semplice e più leggibile anche da terzi. Questa non è un aspetto di cui non tenere conto ed è forse l'articolo più lungo dei 27 che abbiamo approvato. Anche questo è un valore aggiunto della riforma.
Credo che dalla sua entrata in vigore con questo voto, il Piemonte possa accogliere di più e al meglio le opportunità che il turismo offre dal punto di vista dell'attività produttiva che oggi è il turismo e delle ricadute occupazionali e di ricchezza sui nostri territori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
In realtà il mio intervento è solo per ringraziare i Consiglieri regionali e gli Uffici dell'Assessorato, perché abbiamo svolto un buon lavoro. Un lavoro di collaborazione, un lavoro che dà a questa Regione una governance univoca, quindi permette quello che era il nostro grande obiettivo, cioè un'alleanza tra pubblico e privato per massificare risorse e per tenere la barra dritta dal punto di vista strategico.
Di qui in poi iniziamo a lavorare con i grandi raggruppamenti privati proprio perché oggi è sempre più importante intervenire in modo coerente perché gli elementi di disturbo, in un mondo globale, sono tantissimi e solo con l'unione si vince.
Grazie del lavoro che avete svolto insieme a me.



PRESIDENTE

Prima di mettere in votazione l'intero testo di legge, abbiamo un atto di indirizzo collegato, l'ordine del giorno n. 810 presentato dai Consiglieri Allemano, Appiano, Barazzotto, Ferrentino, Giaccone, Grimaldi Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Rivisitazione e ammodernamento del sistema di rilevazione delle presenze nelle strutture ricettive della Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Allemano per l'illustrazione.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Come recita il titolo dell'ordine del giorno, si tratta di ottimizzare l'attività di rilevazione delle presenze dei clienti che alloggiano presso le strutture ricettive. Ci sembra che l'occasione di questa legge importante non vada persa proprio perché la DMO, di fatto, deve avere dati reali per pianificare le azioni di rilievo regionale.
Questa raccolta dati oggi avviene secondo due canali: uno è a fini statistici (si tratta di rilevazioni che vengono raccolte ogni mese) l'altro è un flusso raccolto giornalmente, ai fini della tutela della sicurezza pubblica.
Va da sé che l'albergatore si trova di fronte ad una doppia adempienza e chi ne fa le spese è l'aspetto di rilevazione delle presenze ai fini statistici, su cui si basano i nostri flussi e si basa anche l'applicazione della tassa di soggiorno.
Nell'era che viviamo, non è un azzardo pensare che sia possibile ricorrere ad un sistema informatico che consenta di raccogliere i dati in unico foglio elettronico da cui si estrapolano le informazioni, ai fini della tutela e della sicurezza pubblica.
Questo già avviene in Emilia Romagna e pensiamo sia un compito che pu essere affidato alla Giunta, di conseguenza alla DMO attraverso il CSI.
Con l'occasione pensiamo anche che sia opportuno, a livello di Parlamento, realizzare il necessario adeguamento delle disposizioni del Testo Unico di Pubblica Sicurezza proprio per integrare al massimo le informazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 810, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Beni librari (biblioteche, tutela ecc.

Proposta di deliberazione n. 157, inerente a "Intitolazione della Biblioteca della Regione Piemonte alla memoria di Umberto Eco" (rinvio)


PRESIDENTE

Bypassiamo la proposta di deliberazione n. 157, di cui al punto 5) all'o.d.g, relativamente alla quale sono emerse alcune riflessioni nella Conferenza dei Capigruppo.
Pertanto, ho inviato una lettera e attendo delle risposte.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 168, inerente a "Ulteriore variazione alle codifiche attribuite a capitoli del bilancio regionale ex D.lgs n. 118/2011, con conseguente variazione al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018 attraverso compensazioni fra differenti Unità di voto"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 168, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

La legge di bilancio prevede che, qualora lo spostamento di capitoli da "missioni e programmi", avvenga ad altre "missioni e programmi", sia oggetto di deliberazione del Consiglio regionale. Questa delibera ricolloca correttamente capitoli del bilancio della Regione a "missioni e programmi" più adeguatamente corretti.
E' il tentativo, che dura tutto questo anno, di adeguare sostanzialmente, anche il piano dei conti della Regione alle normative introdotte dal decreto legislativo n. 118, che proprio quest'anno trovano un loro essenziale momento di attuazione. Per cui, non vengono spostate risorse, vengono solo ricollocati i capitoli nella collocazione adeguata.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Avremo modo di affrontare anche questo tema, non la delibera, ma più in generale le nuove applicazioni del decreto legislativo n. 118, a partire dalla prossima Commissione di lunedì.
Tra le tante cose che il decreto legislativo n. 118 prevede (non soltanto ciò che la legge prevede, ma anche le modalità che la Giunta ebbe modo di presentare ai Consiglieri), uno dei principi cardine è quello della trasparenza e intelligibilità.
E' evidente - non ne faccio una critica, lo dico perché dobbiamo imparare tutti insieme a operare con la nuova legge di bilancio - che se è vero, come diceva il Vicepresidente, che, sostanzialmente, vengono presi i capitoli, non modificandone la quantità di spesa, e trasferiti da una missione ad un'altra, da un programma ad un altro o, semplicemente, c'è una correzione numerica nel programma stesso, dobbiamo fare in modo che questi documenti (parlo dell'allegato e non certo della delibera) siano intelligibili, perché sfiderei chiunque, leggendo l'allegato, a capire di cosa stiamo parlando nei seguenti termini: "da quale missione proviene" "qual è la missione corretta", "da quale programma proviene" e "qual è il programma corretto".
C'è il numero, per carità, ma è evidente che sarebbe un po' più semplice se iniziassimo a introdurre alcuni aspetti che rendano questi documenti comprensibili. E' lo stesso ragionamento che si fece nel 1996 con l'introduzione della nuova legge di bilancio. Non ci sarà nessuno, o quasi nessuno, che all'esterno di quest'Aula andrà a vedere l'allegato della proposta di deliberazione n. 168, però è altrettanto evidente che dobbiamo rendere, per noi e per i cittadini piemontesi, questi documenti leggibili.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 168, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Province

Esame disegno di legge n. 210, inerente a "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23" (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 210, inerente a "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'art. 21 della l.r. 23/2015", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Valle e relatori di minoranza sono i Consiglieri Bono e Vignale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo solamente sull'ordine dei lavori e sulla discussione inerente al disegno di legge n. 210.
Ci pare di capire che, oltre al nostro Gruppo, anche la maggioranza intende svolgere solo la discussione generale di questo provvedimento avendo ancora da compiere degli approfondimenti. Inoltre, noi abbiamo presentato gli emendamenti questa mattina, quindi sono da valutare a cura della Giunta e della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi chiederemmo che il disegno di legge n. 210 non venga affrontato nella giornata odierna.
Badate, non è solo il nostro Gruppo consiliare che lo chiede, rammento che, in data 4 luglio, l'ANCI, a firma del Presidente Ballarè, ha trasmesso una comunicazione al Presidente Laus, al Vicepresidente Reschigna e all'Assessore Valmaggia chiedendo la sospensione di questo provvedimento e la convocazione urgente delle associazioni rappresentative degli Enti locali, al fine di poter effettuare una valutazione di merito relativamente all'ecotassa, che - ricordiamo - entra all'interno del disegno di legge con un emendamento che l'Assessore Valmaggia presenta, per cui non è neanche stato oggetto di consultazione nei confronti delle associazioni degli Enti locali. Pertanto, noi crediamo che vada fatto questo passaggio.
Noi crediamo che non si dovrebbe intervenire sul disegno di legge n.
210; se, poi, ci fermiamo alla discussione generale, è evidente che abbiamo il tempo per esaminarlo. Noi non abbiamo necessità di esaminare meglio il provvedimento; certamente abbiamo presentato e presenteremo degli emendamenti, ma non è questo il tema, quanto aprire un confronto con le associazioni degli Enti locali, in modo tale che si comprenda con puntualità qual è la ricaduta che l'articolo - adesso non ricordo il numero avrà sulle Amministrazioni locali e sui cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Noi, in realtà, ci affidiamo alla sue valutazioni.
Per noi va bene tanto la proposta del Movimento 5 Stelle, cioè di affrontare oggi solo la discussione di carattere generale, per poi entrare nel merito dei problemi, peraltro, alcuni dei quali sono stati sollevati il collega Vignale, quindi ancora da finire di affrontare, oppure rinviare direttamente anche la discussione generale alla prossima seduta, per noi è indifferente.
Grazie.



PRESIDENTE

Svolgiamo la discussione generale.
La parola al Consigliere Valle, in qualità di relatore.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Con il disegno di legge che ci accingiamo ad incardinare oggi, per la seconda volta in questa legislatura affrontiamo, in maniera complessa, la problematica della produzione legislativa della nostra Regione, attraverso un atto che, con molteplici interventi su diverse norme, cerca di raccordare una serie di esigenze, magari puntuali e magari molto definite che interessano una pluralità di norme.
L'esigenza nasce dal fatto che il nostro patrimonio legislativo è piuttosto vetusto e ha sicuramente bisogno di un complessivo riaggiornamento, ma nasce anche dalla complessità del quadro normativo che noi viviamo e dalla necessità di doverlo raccordare continuamente con gli interventi normativi tanto statali quanto europei.
E' sicuramente preferibile - l'abbiamo anche fatto emergere nel corso del dibattito in Commissione con alcuni interventi - affrontare le questioni in maniera sistematica, con progetti di legge di carattere generale, che affrontino le materie nella loro organicità. Ma talvolta, per ragioni di tempo, per ragioni di opportunità, per ragioni di raccordo normativo o anche soltanto per ragioni di puntualità delle questioni da affrontare, è necessario potersi avvalere di un provvedimento che...



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Scusi, Presidente, ma noi abbiamo posto una pregiudiziale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Consigliere Valle, può proseguire. O ha terminato?



VALLE Daniele, relatore

No, non ho terminato.



PRESIDENTE

La inviterei a terminare. Dopodiché il Consigliere Vignale potrà chiedere la parola.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

No, no! Scusi, Presidente...



PICHETTO FRATIN Gilberto (fuori microfono)

C'è una questione che riguarda...
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Però non si fa iniziare!



PICHETTO FRATIN Gilberto (fuori microfono)

E' stata posta una questione pregiudiziale: la Presidenza risponda.
Mi pare che.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Non fa aprire la discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pichetto: un attimo soltanto.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Ha sbagliato il Presidente al massimo.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, ha avanzato una richiesta formale di pregiudiziale?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

Posso invitarla a riprenderla e a formalizzarla? Grazie.



VIGNALE Gian Luca

Noi abbiamo chiesto, come il Regolamento prevede, prima dell'inizio della discussione generale (se no, non potremmo più porla), che oggi il disegno di legge n. 210 non venga affrontato.
Com'è noto, su questa richiesta c'è condivisione, per cui si passa al punto 7) all'o.d.g., oppure va messa al voto.



PRESIDENTE

Rispetto alla richiesta pregiudiziale avanzata dal Consigliere Vignale ci sono altre proposte o altri interventi?



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Avendo ascoltato tutte le questioni che sono state poste sul disegno di legge, senza che questo pregiudichi né la possibilità di svolgere, prima di passare all'articolato, il momento di confronto con l'ANCI, né le valutazioni da parte della Giunta sugli emendamenti che sono stati presentati dai Consiglieri, né la valutazione da parte del Consiglio degli emendamenti che questa mattina ha depositato la Giunta, mi sembra che possa essere riassunto tutto ciò nel fatto, come ha rappresentato il Consigliere Mighetti, che questa mattina o quest'oggi sul disegno di legge n. 210 si faccia unicamente la relazione e le discussioni generali. Per cui viene rinviato tutto l'esame dell'articolato, ivi compresa la possibilità di presentazione degli emendamenti, a martedì prossimo.
Mi sembra che questa proposta possa contemperare le diverse esigenze.



PRESIDENTE

Colleghi, facciamo questa discussione generale? Ci sono problemi? Pu andare bene la proposta?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

Sicuro?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Sì, chiedendo scusa al collega Valle per l'interruzione.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Valle.



VALLE Daniele, relatore

Tranquillizzo il collega Pichetto sul fatto che non ripartir dall'inizio.
Per concludere però il ragionamento di carattere preliminare che facevo prima di addentrarmi nell'elencazione di alcuni dei temi più importanti affrontati in questo disegno di legge, troviamo particolarmente utile che una volta all'anno ci sia uno strumento "veicolo", come quello che andiamo ad esaminare oggi, dove poter far intervenire tutte queste modifiche puntuali.
Questo non deve, in ogni caso, far venir meno l'attenzione positiva che penso questo Consiglio abbia già espresso e continuerà ad esprimere con maggiore efficacia noi prossimi anni ad una revisione organica del suo patrimonio legislativo, soprattutto quello più datato e più vetusto, che mostra maggiormente inadeguatezza ai tempi.
Di converso, può risultare particolarmente utile la possibilità, una volta all'anno, di poter fare il punto per introdurre tutte quelle modifiche che la norma nazionale, la norma europea o le esigenze che cambiano di anno in anno, possano rendere necessarie.
Questa attenzione l'abbiamo avuta anche durante l'esame in Commissione come dicevo, perché anche in quel frangente abbiamo avuto modo di anticipare alcune questioni che verranno presto affrontate da disegni di legge organici (penso al tema delle IPAB). Abbiamo scorporato l'analisi di alcune questioni che proprio in queste settimane stiamo affrontando in Commissione nei gruppi di lavoro (penso al tema dello sci) e altre che invece, abbiamo già affrontate qua perché particolarmente importanti (penso, per esempio, all'inserimento nella legge sullo sport del Comitato olimpico e paraolimpico).
Ovviamente, non sono solo queste le questioni che abbiamo dovuto affrontare; penso - forse è una delle più importanti - alla questione della sorveglianza sulle strutture socio-sanitarie, questione che era stata sollevata proprio qua dal dibattito in Aula e che ha potuto trovare pronta risposta proprio grazie al fatto che c'era un provvedimento di questo tipo di carattere complessivo, che poteva accoglierla, anche se magari non in maniera definitiva, ma per poter dare direttamente una risposta alle esigenze che questo Consiglio, anche con dei suoi documenti, aveva sottolineato.
Come dicevo, le materie sollevate sono tantissime: si passa dalle bande alle guide alpine; parleremo di rifiuti, tema che prospettava il Consigliere Vignale e che ci sta particolarmente a cuore, e ci fa auspicare che il dibattito che si svolgerà in Aula sarà proficuo almeno come quello che abbiamo svolto in Commissione, con la possibilità, per il Consiglio, di fare la sua parte sulla proposta che andremo ad approvare in maniera definitiva.
Mi fermo qua, per non elencare tutti i vari invertenti che abbiamo fatto, non solo le modifiche che sono intervenute sul progetto di legge così com'è stato presentato, ma anche tutte le aggiunte, in particolare quelle proposte dall'Ufficio di Presidenza rispetto al personale, quelle in materia di usi civici ed edilizia, di sentieristica, tutte quelle che invece la Commissione autonomamente ha voluto aggiungere con degli articoli ulteriori rispetto alla legge.
Penso che anche nel dibattito in Aula avremo occasione di proseguire in questo senso ed è per questo motivo che, riprendendo quello che l'anno scorso il Consigliere Rostagno diceva quando ha presentato questo provvedimento, è un provvedimento che ci auguriamo di poter prendere almeno una volta all'anno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo in fase di illustrazione delle relazioni di minoranza - nel mio caso - del disegno di legge regionale n. 210, "Disposizioni di riordino e di semplificazione dell'ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione dell'art. 21 della l.r. 23/2015 (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56)".
Il provvedimento è stato presentato alcuni mesi fa dalla Giunta regionale, con un obiettivo di riordino e di semplificazione, all'interno del quale, dopo una serie di ampie discussioni in Commissione, suddivise per tematiche affrontate, si è arrivati a licenziare un provvedimento corposo di 33 articoli, suddivisi in 14 capi, in cui, come spesso succede si inseriscono anche norme che avrebbero una loro dignità autonoma, a costituire un provvedimento di legge autonomo, quindi con un suo iter a parte rispetto ad un simil collegato alla finanziaria o legge omnibus, in cui cioè si tratta tutta una serie di argomenti. Perché? Perché spesso appunto, si fa fatica ad andare a riscontrare, mettere insieme e collettare i vari interventi su una disciplina, che è poi frammentata in diverse e multiple leggi.
Questo è il caso, per esempio, del primo articolo del Capo I "Disposizioni in materia di servizi sociali", in cui si parla di IPAB, le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, nel momento stesso in cui in Commissione è in discussione un disegno di legge di riordino complessivo della materia. Noi quindi avevamo chiesto più volte in Commissione, e lo richiediamo anche oggi qui in Aula, di stralciare l'articolo. Non che non abbiamo condiviso, provato ad emendare e ottenuto alcune modifiche a questo primo articolo del disegno di legge; però, per uniformità di lettura e di interpretazione della normativa regionale (quindi per una reale semplificazione e riordino dell'ordinamento e della normativa regionale), sarebbe il caso che questo articolo venisse stralciato, posto come emendamento all'interno del disegno di legge di riordino delle IPAB e licenziato con quel provvedimento che è in Commissione.
Tra l'altro, se non sbaglio, il testo andrà in discussione proprio giovedì: inizia dunque l'iter di discussione del provvedimento che magari nel mese di luglio - visto che sarà un mese in cui probabilmente non verrà affrontato, come canonicamente dovrebbe essere, l'assestamento di bilancio potrebbe aver lo spazio per ottenere una calendarizzazione delle Commissioni tale da poter essere almeno portato in Aula, immagino come da volontà della maggioranza.
Questo primo articolo, quindi, riguarda solo la liquidazioni delle Istituzioni che versano in condizioni economiche di grave dissesto; noi abbiamo fatto specificare, appunto, il "grave dissesto" perché non volevamo che istituzione pubbliche della provincia di Torino e della Regione Piemonte con una storia di più di cent'anni venissero liquidate, senza magari che si fosse esperita ogni possibilità di preservarne la funzione al servizio della cittadinanza. Il patrimonio che ne residuasse, infatti fatta salva ovviamente la nomina di un Commissario liquidatore che deve predisporre le relative operazioni di liquidazione - quindi, ai sensi del Codice Civile, deve andare a liquidare tutte le pendenze contabili - grazie ad un nostro secondo emendamento, viene devoluto prioritariamente al Comune di competenza o, in alternativa, ad altro Ente che svolga la medesima attività socio-assistenziale sul territorio del medesimo Distretto socio sanitario (ovviamente non ad un altro Distretto). Mi sembra evidente e importante che il patrimonio, che è stato costruito nell'arco di decenni con donazioni, lasciti e interventi vari, non venga totalmente disperso naturalmente al netto del debito che si è venuto a costituire per gestioni passate che non hanno rispettato il pareggio di bilancio.
Non esprimiamo, quindi, una contrarietà nel merito del primo articolo ma una volontà di avere veramente una semplificazione e un riordino chiaro della normativa. Chiediamo dunque di stralciare questa parte, espungerla ed inserirne i contenuti nel provvedimento in discussione in Commissione.
Negli articoli 2 e 3 - l'articolo 2 ha diversi commi - si parla invece del riordino della vigilanza in ambito sanitario: si va quindi ad intervenire sulla legge 1 del 2004 (la legge quadro del servizio integrato socio-assistenziale) e si cerca di operare in particolar modo in merito al problema della vigilanza, un po' sull'onda di una necessità impellente della Regione Piemonte di provvedere alla normativa in un'ottica di vigilanza sui servizi e le residenze socio-sanitarie, ma soprattutto sull'onda degli scandali che hanno colpito più volte questa Regione di cui l'ultimo, pochi mesi fa, è quello della Residenza "La Consolata" di Borgo d'Ale del Gruppo Sereni Orizzonti; tutti sanno quello che è successo: purtroppo, ancora una volta, anziani sono stati sottoposti - sembrerebbe, e poi la magistratura competente farà il suo lavoro - a sevizie in quello che quindi non era un luogo di cura ma di tortura, come spesso si rivelano - e dico in Italia e non solo in Piemonte - le nostre residenze per anziani.
La vigilanza, quindi, è un tema fondamentale, ma ancor più fondamentale e più importante di riscrivere una nuova norma andandola a modificare è deliberarne finalmente il regolamento attuativo. Nell'art. 26 della legge 1 del 2004 tuttora vigente, infatti, si dice: "Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore delle presente legge, la Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare" (avrebbe dovuto) "definire i criteri e le procedure per l'esercizio delle funzioni di vigilanza, le tipologie dei servizi e delle strutture oggetto della vigilanza, i requisiti gestionali e organizzativi dei servizi di cui al comma 1, nonché le modalità per la promozione dello svolgimento delle funzioni medesime ed i termini per la regolarizzazione delle irregolarità relative all'esercizio di attività socio-assistenziali e socio-sanitarie non autorizzate" (ho letto il comma 4 dell'articolo 26 della vigente legge). Sono passati - me li sono segnati - 4.561 giorni, ovverosia 12 anni e sei mesi: 25 volte - lo dico con un sorriso, guardando l'Assessore Ferrari - i tempi prescritti dalla legge regionale. E' forse giunto il momento di fare quel che deve fare una Regione.
Ben vengano, dunque, le modifiche alla normativa regionale in cui si introducono - anche grazie agli emendamenti del nostro Gruppo consiliare e di altri Gruppi dell'opposizione - alcune norme importanti, per cui ci sarà finalmente una struttura di coordinamento regionale che deve uniformare ed omogeneizzare gli interventi della Commissione di vigilanza, anche tramite specifici corsi di formazione, oltre ad una adeguata composizione numerica relativamente al numero di strutture da controllare. E' del tutto evidente infatti, che se le Commissioni di vigilanza sono composte da una decina di persone o anche meno e si devono controllare centinaia di strutture, è gioco forza che poi le strutture vengano controllate una volta l'anno se va bene, o una volta ogni due-tre anni. In questo senso, quindi, la vigilanza viene meno: è una vigilanza fittizia, perché non si hanno gli strumenti n quantitativi né qualitativi per poter effettuare i controlli.
Un ulteriore tema importante è inserito anche al comma 5 septies) dell'articolo 9, in cui praticamente si introduce il controllo incrociato tra ASL, per il quale la Commissione di vigilanza di un'ASL controlla le strutture di un'altra e viceversa. Le funzioni di controllo, quindi, sono esercitate in forma associata su un territorio diverso da quello di riferimento. E' un principio corretto che noi condividiamo, nel senso che riteniamo quest'intervento positivo per evitare qualunque possibile potenziale conflitto di interessi.
Avevamo sollevato qualche dubbio sul caso del Comune di Torino. Se è vero che oggi il Comune di Torino svolge la vigilanza con personale dell'ASL per le strutture presenti nel Comune di Torino stesso non autorizzate dall'Amministrazione comunale (sempre per evitare un conflitto di interessi), visto che ad oggi esistono due ASL che operano sulla Città di Torino - a meno che l'Assessore Saitta voglia porre mano a questa situazione, creando un'unica ASL - il tema della vigilanza incrociata si potrebbe esercitare anche sulla città di Torino: l'Asl-To1, cioè controllerebbe le strutture dell'Asl-To2 e l'Asl-To2 controllerebbe quelle dell'Asl-To1. Su questo, quindi, noi abbiamo presentato un emendamento in tal senso in Commissione, ma ci è stato risposto che la maggioranza voleva continuare con le modalità tuttora esistenti, fermo restando che nel disegno di legge è specificato "senza oneri aggiuntivi per le strutture che fanno la vigilanza stessa", quindi si può anche pensare di continuare a verificare se funziona bene la vigilanza nel Comune di Torino oppure no, e successivamente mettere mano al provvedimento.
Tema molto importante è quello introdotto dal comma 13, che va a rivedere l'articolo 30, relativo alle sanzioni.
Sulle sanzioni abbiamo detto più volte che ci sembrano minime, per non dire miserrime, perché parliamo di sanzioni che vanno dai 500 ai 5.000 euro. Di norma, si parte da una sanzione che è il doppio del minimo o un terzo del massimo e, comunque, si tende a stare molto sul dato minimo della sanzione piuttosto che sul dato massimo. Parliamo di sanzioni ridicole.
Su questo, vorrei l'attenzione della maggioranza, dell'Assessore, del Presidente Chiamparino e del Vicepresidente Reschigna, perché se veramente mettiamo sanzioni che prevedono un minimo di 500/1.000 euro, su violazioni di prescrizioni, mancate autorizzazioni, mancato rispetto delle norme dell'articolo 27 per il trasferimento del titolo autorizzativo, stiamo mettendo, sì, delle sanzioni (e ben vengano le sanzioni), ma che non hanno alcuna forza deterrente.
Per questo motivo, avevamo presentato in Commissione - e li stiamo ripresentando in Aula - emendamenti che chiedono di aumentare le sanzioni in valore minimo e massimo (e lì possiamo discutere, decidere e trovare la quadra sul valore che consideriamo migliore), oppure prevedere sanzioni che siano tarate anche sul numero di pazienti assistiti o anziani.
Sul tema dell'eccedenza ospiti rispetto ai posti autorizzati, ad esempio, secondo noi la sanzione andrebbe calcolata sul numero di pazienti eccedenti: se eccedo di un paziente, la sanzione potrebbe essere tra 3.000 e 5.000 euro; se eccedo di 50, capite anche che il rischio di essere sanzionati, in seguito ad una visita del Consiglio di vigilanza, di 1.000 euro, è assolutamente inferiore rispetto al lucro che ne ho e che potrà avere la struttura nell'avere 50 posti letto (dico 50 a caso) autorizzati in eccedenza.
Mi sembra possa essere un ragionamento da fare e di buonsenso.
Vado a concludere, anche perché non riuscirò a trattare tutti i temi pur essendo una relazione di minoranza, ma ci saranno altri temi trattati dai colleghi del mio Gruppo.
Ci sono diversi Capi in materia di cultura ed istruzione, turismo sport, personale e trasporti, ma vorrei concentrarmi sull'articolo 14 relativo alle disposizioni in materia di sanità, in cui vengono riviste alcune norme in merito alla legge 5/87, legge quadro in materia di accreditamento di strutture private, in cui le autorizzazioni vengono sostituite dappertutto e non vengono più date dalla Giunta regionale, ma dalla struttura regionale, con provvedimento dirigenziale, che è un aggiornamento alla normativa di fatto oramai esistente.
Anche in questo caso c'è il tema delle sanzioni.
In questo caso, le sanzioni sono un po' più alte rispetto a quanto visto nella Commissione di Vigilanza, cioè da un minimo di 2.000 ad un massimo di 20.000 euro.
Anche in questo caso pensiamo debbano essere tarate a seconda del numero dei pazienti o delle dimensioni della struttura o della clinica. E' un ragionamento che inviteremo a fare: se una clinica ha 50 posti letto 20.000 euro di sanzioni hanno un peso, se ne ha 200 ne hanno un altro.
Infine, il tema dell'articolo 16, riguardante il laboratorio analisi di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del febbraio 1984 in cui si sopprimono le parole "già autorizzate e accreditate". Si può fare riferimento a laboratori analisi anche non autorizzati ed accreditati, per quanto riguarda il riferimento in un territorio di un'ASL, un territorio di un'area vasta.
Su questo abbiamo delle perplessità, visto che si sta parlando di organizzazione di laboratori, e sappiamo che su tutti i territori ci sono problematiche: penso al caso dell'ospedale di Biella, risalente a qualche mese addietro, per cui il laboratorio analisi di riferimento doveva essere l'ospedale di Novara, nonostante l'ospedale di Biella sia nuovo di zecca una struttura molto prestante ed eccellente dal punto di vista tecnologico.
Pensare, quindi, che ci possano essere come riferimento dei laboratori privati, potrebbe essere un vulnus all'eccellenza della sanità pubblica piemontese che vogliamo portare avanti e propugnare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, secondo relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
A differenza di altre norme in cui l'intervento di relazione, ancorch di minoranza, era fatto su un provvedimento di carattere generale, come la norma che il Consiglio regionale ha appena licenziato, cercherò e cercheremo di fare una valutazione che riprenda più i singoli articoli, che non il provvedimento complessivo, trattando molti temi.
Alcuni aspetti sono già stati ricordati dal collega Bono, ma ci teniamo a rappresentarli.
Certamente l'articolo 1, relativo alla liquidazione delle IPAB, al di là di ciò che si può dire e sulla valutazione che si può esprimere sull'articolo, è certamente anomalo. L'anomalia è che, a fronte di una legge già incardinata in sede di IV Commissione, vi sia un'anticipazione della norma stessa che interviene su uno degli aspetti più significativi che è la liquidazione delle IPAB. Ricordiamo che le IPAB sono un patrimonio collettivo lasciato ai piemontesi in modo vincolato, quindi arrivare ad una liquidazione è certamente un atto estremo e comprensibile da assumere solamente quando non c'è più nulla da fare, ma non deve essere indicato in una legge di comparto.
Da questo punto di vista, un aspetto, che non è marginale, è che non si dice, al di là dell'intervento che svolge il Commissario liquidatore qualora vi siano delle risorse che avanzano, quale sarà l'intervento che si farà con queste risorse, salvo rimetterle, come avviene nel capo 3, alla disponibilità della Giunta regionale.
Sull'articolo 2 crediamo che quello che riguarda le attività di vigilanza, peraltro non su tutte le strutture regionali (ed è anche ripreso all'articolo 15) è, da un certo punto di vista, certamente importante perché inseriamo, all'interno di una norma, anche le fattispecie di verifiche alle sanzioni ad esse collegate.
Da questo punto di vista esprimiamo certamente una valutazione nell'insieme, di carattere positivo, ma certamente è mancato il coraggio.
Noi abbiamo presentato alcuni emendamenti, alcuni dei quali sono stati accolti in Commissione ed altri no, però, se i colleghi guardano all'inosservanza delle prescrizioni indicate, si renderanno conto che le sanzioni intervengono in modo assolutamente non punitivo, laddove la punizione è finalizzata ad evitare che accada una violazione.
In moltissimi di questi casi, da un punto di vista, non dico imprenditoriale perché non è un fine imprenditoriale, ma da un punto di vista della logica di lucro, è quasi conveniente non rispettare le norme regionali, perché anche qualora la sanzione venga elevata, l'entità della sanzione stessa è bassissima. Grazie al nostro emendamento, siamo riusciti ad aumentare coloro i quali espletavano un'attività a titolo completamente abusivo, che prima invece era molto bassa, ma rimangono ancora molte sanzioni di 500 o 1.000 euro; è evidente a tutti che non costituiscono un deterrente per coloro i quali intendono gestire in modo non puntuale rispetto alla norma regionale.
Vi è un altro aspetto, che riproporremo e che abbiamo già posto in Commissione e che con la Giunta abbiamo detto che riproporremo in Commissione, avendolo lì ritirato, che è quello della possibilità di accesso delle associazioni. Noi lo riteniamo un aspetto determinante: nella nostra Regione un'associazione rappresentativa di pazienti, di utenti e quant'altro non può entrare all'interno di alcuna struttura salvo che non abbia l'autorizzazione da parte della Direzione o non vi sia un gestore che, come farebbe entrare chiunque, fa entrare anche un'associazione.
Crediamo, invece, che definendo un albo delle associazioni maggiormente rappresentative debitamente individuate - anche questo è un punto di vista normativo - vi sia la possibilità d'ingresso come avviene per i Consiglieri regionali, anche se da questo punto di vista non è sempre semplice.
Questa è però l'occasione per introdurre il tema delle sanzioni su tutto il comparto del sistema socio-sanitario, perché questa norma, pur riconoscendo che ha un aspetto positivo (con gli articoli 2 e 15 si introducono una serie attività di vigilanza e relative sanzione), non è comprensiva di tutte le strutture socio-sanitarie piemontesi, e invece credo questa sia l'occasione per farlo.
Sono stati accolti alcuni emendamenti, uno in particolar modo che riteniamo importante, al di là di situazioni che si protraggono, quindi vi è chi è stato più volte sanzionato, affinché, quando vi sono situazioni simili a quelle che abbiamo assistito, cioè quella di Borgo d'Ale, vi sia la possibilità di una rescissione immediata dell'accreditamento nei confronti del fornitore.
Teniamo conto che in questo momento abbiamo una situazione di cui si occupa, legittimamente, la Magistratura, ma in cui il fornitore si è presentato come soggetto che ha subito un danno. Allora, io credo che la nostra Regione debba porsi nelle condizioni normative per intervenire su aspetti che non implicano valutazioni di carattere penale e che non attengono alla Magistratura, perché non possiamo pensare che la Regione non possa fare nulla se un gestore ha tenuto la sua struttura in certe condizioni e al cui interno si sono svolti certi fatti, come attestano le telecamere; non sta a noi fare i giudici, sta a noi fare le norme. Allora credo che noi dobbiamo dire in modo chiaro, e questa legge ancora non lo dice, che in una situazione simile si deve provvedere alla rescissione dell'accreditamento o, comunque, della possibilità di ospitare delle persone.
Sull'articolo 8, che riguarda i maestri di sci, credo che andrà completato, perché non contempla una necessità, che è quella di separare la commissione che oggi è demandata alle Comunità montane, ma queste non esistono più. In proposito, con la nostra proposta in Commissione, in accordo con l'Assessore Parigi, abbiamo detto che ci prendevamo tempo fino all'esame in Aula per migliorare o, comunque, trovare un testo condiviso per fare in modo che si possano fare, molto banalmente, gli esami, perch oggi, non esistendo più le Comunità montane, questo non lo possiamo fare.
Ovviamente stiamo scegliendo gli articoli più significativi. Poi, nella discussione per singoli articoli, laddove verranno presentati degli emendamenti interverremo, se necessario, anche su altro.
L'articolo 15 riprende l'attività legata alla vigilanza e alla semplificazioni delle autorizzazioni, cosa che noi riteniamo sia utile.
Crediamo vada aggiunto un aspetto che più volte abbiamo sottolineato, cioè che, così come noi chiediamo legittimamente agli imprenditori di rispettare le norme regionali, le norme regionali vengano rispettate dalla Regione stessa. Pertanto, presenteremo un emendamento per porre dei termini entro i quali dare risposte. Non accade solo nel socio-sanitario, anche se è uno dei settori in cui accade.
Ricorderete che più volte abbiamo presentato un emendamento che faceva sì che ci fosse un versamento, anche solo simbolico di un euro, quando la Pubblica Amministrazione arriva in ritardo. Se c'è scritto 60 giorni per un'autorizzazione socio-sanitaria, entro 60 giorni questa autorizzazione deve avere un esito. Il che non significa che deve essere data, deve avere un esito. Non può protrarsi per 180 o 365 giorni senza che vi sia nessuno che di questo in qualche modo ne risponda, perché poi magari scopriamo che chi ha presentato domanda aveva tutti i requisiti e semplicemente ha atteso sei mesi in più rispetto a quanto prescrive la norma.
L'articolo 24 è quello su cui abbiamo chiesto di posticipare la discussione. Ciò che ha detto il Vicepresidente in qualche modo ci rassicura; è evidente che noi crediamo che oggi non vada preso in considerazione.
Vi è poi un ultimo aspetto, anche se ve ne sarebbero altri (come dicevo, individuiamo quelli che sono i principali, l'articolo 14, relativo ai rapporti di collaborazione fra Regione Piemonte e personale delle Aziende Sanitarie Regionali. Introduciamo una fattispecie, dal punto di vista della gestione del personale, assolutamente anomala. Cioè noi diciamo che un dipendente di un'ASL può venire a lavorare a comando presso la struttura regionale mantenendo la retribuzione che aveva, che è più alta, e per questo scriviamo la norma, e questo è sempre esistito, nel senso che il comando è una scelta che si può effettuare e anche questa Amministrazione in particolar modo sul tema della sanità, l'ha più volte utilizzata.
La novità normativa che crediamo non sia accettabile riguarda il comma dell'articolo 14, dove recita: "Nell'espletamento della suddetta collaborazione i dipendenti delle ESR sono inseriti, sotto il profilo organizzativo funzionale, nell'ambito dell'Amministrazione regionale".
Questo, semplicemente, non è possibile. Abbiamo un piano occupazionale - il Vicepresidente Reschigna sa che è anche avvenuto negli ultimi anni - che garantisce, se uno vuole, ed è una sua possibilità, di fare richiesta per passare da ente pubblico a ente pubblico, all'interno della struttura regionale. Noi abbiamo, nel piano occupazionale, dal dicembre 2013 la possibilità delle mobilità, che prima non avevamo.
Quindi un dipendente che lavora all'ASL "x" può venire a lavorare in Regione ed essere inquadrato, come dice l'articolo 3, nell'ambito dell'Amministrazione regionale. Non si può fare un trucco che consiste nell'individuare un dipendente, garantirgli la presenza all'interno dell'ASL, quindi qualunque cosa accada all'interno della Regione ritorna a lavorare all'interno dell'ASL, garantirgli una retribuzione maggiore ed essere inserito all'interno dell'organico della Regione: non si può.
Io non credo che per questo la legge venga impugnata, ci mancherebbe ma dal punto di vista delle relazioni lavorative è sbagliato poiché viola il piano occupazionale e, soprattutto, viola un concetto di buonsenso. Hai due opportunità: o fai il comando e non sei però inserito nell'ambito dell'Amministrazione regionale da un punto di vista funzionale, oppure fai la mobilità e a quel punto sei un dipendente regionale e guadagnerai un po' meno di quanto guadagnavi prima.
Questi sono aspetti di buonsenso e non credo che abbiamo indicato punti di assoluta contrarietà o volontà, in qualche modo, di bloccare la norma.
Ad ogni modo, riteniamo che su alcuni di questi temi si possa aprire una discussione (e la posticipazione a martedì prossimo dell'inizio della discussione può essere utile), perché è una legge "omnibus", è una legge con cui si cerca legittimamente di migliorare e modificare alcune norme regionali, ma alle quali difficilmente possiamo dare una paternità di una parte piuttosto che di un'altra: si cerca con buonsenso di migliorare la nostra macchina o le nostre norme. C'è certamente un proponente, che è la Giunta, ma c'è certamente un Consiglio, che credo abbia titolo di avanzare proposte migliorative.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Ad integrazione di quanto ha detto finora il Consigliere Vignale volevo soffermarmi su un punto particolare della discussione odierna in merito all'articolo 24, che riguarda essenzialmente l'aumento dell'ecotassa per i rifiuti smaltiti nell'ambito della discarica.
Bene, questo è un elemento che - volevo segnalarlo all'Aula - va a creare notevoli problematiche sia sotto il profilo dei nostri Comuni e dei nostri cittadini sia sotto il profilo delle aziende, perché triplicare l'ecotassa per le discariche non si significa altro che un mero esercizio di recupero di denaro da parte della Giunta regionale, anche perché non si vede in che logica questo intervento si incardini in un ambito più complessivo della legislazione ambientale della Regione Piemonte.
Innanzitutto, il fatto che questa triplicazione dell'ecotassa vada a incidere solamente sui rifiuti smaltiti in discarica e non nel forno di incenerimento la dice lunga sotto il profilo del privilegio di talune forme di smaltimento di questo tipo di rifiuti rispetto ad altri. Magari sarebbe opportuno fare anche un'analisi su chi sono i soggetti beneficiari e quali sono i territori che ne beneficiano, perché ad esempio Torino ha una situazione economica evidentemente migliore rispetto a quella di Novara.
Faccio un esempio su un territorio che conosco bene, quello del Medio Novarese Ambiente: attualmente spende circa 2.852.000 euro di costo di smaltimento dei rifiuti in discarica, suddiviso per tutti i 50 Comuni che vi appartengono, ma passerebbe a circa 3.100.000 euro. Capite che si tratta di un aggravio notevole per i cittadini dell'intero comparto del Medio Novarese Ambiente; se poi aggiungiamo anche la parte bassa della provincia di Novara con altri 500.000 abitanti, questa triplicazione dell'ecotassa arriva a circa 900.000 euro in più per i cittadini della mia provincia.
Dovremmo fare il calcolo su tutte le altre province che hanno la discarica che comprendono la maggioranza dei cittadini del Piemonte, i quali vengono ad essere interessati da una situazione di questo genere senza che vi sia una politica industriale né una politica dell'ambiente.
E' da due anni che noi stiamo segnalando un'emergenza per quanto riguarda l'attività nell'ambito della politica ambientale, ma non vediamo nulla e adesso non mi si dica che non c'è stato il tempo di studiare una filosofia di questo genere. Ci dicono che la legge 7 non è applicata, che mancano tutte le Conferenze d'ambito. Benissimo. Nei convegni a cui ho partecipato, ci è anche stato detto che andava modificata in due anni di tempo. Occorre però individuare un'opinione su quale possa essere l'elemento di modifica di questa legge 7 e forse sarebbe opportuno capire le logiche che stiamo indicando oggi, poiché è evidente che si va a colpire chi ha una certa struttura ed organizzazione rispetto allo smaltimento dei rifiuti per favorire altre strutture invece più semplificate.
Al di là dell'obiettivo del sacco conforme piuttosto che l'attività di riduzione al minimo dello smaltimento dei rifiuti quale esso sia, che i rifiuti finiscano in un forno d'incenerimento piuttosto che in una discarica, evidentemente la volontà era quella di aumentare queste tasse tralasciando la finalità della riduzione dei rifiuti, che in tal modo alla fine vanno in un forno di incenerimento. Capisco che probabilmente i tempi di ammortamento di un forno di incenerimento sono diversi da quelli di una discarica, ma qua ci sembra assolutamente iniqua rispetto a un'assenza completa, come dicevo poc'anzi, della politica ambientale.
Nell'ambito di questo provvedimento legislativo, si fa d'emblée un aumento, pensate, di ben tre volte (poi nella Commissione si diceva magari di suddividerlo in due anni, ma non vi è il criterio amministrativo, cioè non è che se lo si divide in due anni le cose cambiano). Ora, ci domandiamo perché non vi sia un equilibrio fra coloro che abitano in territori in cui vi è il sacco conforme e vi è l'attività di smaltimento in discarica e invece coloro che abitano in altri territori, come quello di Torino, dove è più semplice mandare tutto al forno di incenerimento e, in questo caso vengono favoriti. Questo è l'elemento che ci sfugge.
Capiamo le motivazioni di tipo economico che portano a "spremere" tutti i settori in cui è facile recuperare il denaro. Nel campo delle bollettazioni, ossia dell'acqua come pure dei rifiuti, questo è abbastanza semplice: basta applicare la tassazione sulle percentuali che ogni anno vengono dichiarate e quindi smaltite, cosa che diventa semplice ai fini del conteggio della tassa finale per il recupero della medesima. Ma ci sfugge assolutamente, come dicevamo prima, quali sono i criteri di tipo ambientale che la Regione ha in mente rispetto a un'applicazione di norme di questo tipo.
Ci aspettiamo un chiarimento, anche se ci spiace che quest'oggi sia presente solo il Vicepresidente Reschigna e non ci sia invece l'Assessore competente, al quale più volte mandiamo questo tipo di messaggio. Tra un po' supereremo il giro di boa di questa legislatura, ma speriamo che prima del termine dei cinque anni, la Giunta, l'Assessore e il Governatore si facciano un'idea su che genere di politica ambientale l'Amministrazione di questa Regione intende indirizzarsi.
Sappiate che questa ecotassa (chi viene da Novara lo sa) comporta la chiusura delle discariche, non abbiamo più spazi. E' un grido di dolore che noi stiamo lanciando da tempo, non c'è un'indicazione obbligatoria che non si dica che erano le Province.
Sapete in che stato sono oggi le Province lo e lo sapete, anche dal punto di vista organizzativo, quali sono le caratteristiche delle stesse.
Non si dica che è colpa delle Province, ma è colpa della Regione che non dà indicazioni precise. L'anno prossimo, nel 2017, ci troveremo a gestire un'emergenza drammatica come quella della discarica di Barengo. Immagino che questa emergenza vada ad incidere sull'intero territorio regionale senza una politica ambientale.
Lo abbiamo detto durante la discussione sul Piano dello smaltimento rifiuti, lo abbiamo detto poc'anzi durante la discussione sulla pianificazione e mi sembrava che tutta l'Aula fosse d'accordo sull'ordine del giorno approvato all'unanimità sulla riduzione complessivi dei rifiuti in regione.
Sono passati mesi, è stato portato a casa il provvedimento, sono portati a casa gli ordini del giorno; saranno usati per altro, ma non sicuramente per un indirizzo amministrativo e politico che la Regione deve dare in un settore importante come quello dei rifiuti di cui vi è una latenza assoluta, sia dell'Assessore che della politica dell'intera Regione.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Anch'io mi soffermo su questo articolo che, più di ogni altro, ha innescato una serie di reazioni territoriali evidenti e, soprattutto condivisibili.
Non entro in merito ai numeri territoriali perché, anche in merito ad una riunione che si è tenuta ieri in Corso Bolzano, non è così semplice e soprattutto, è abbastanza articolato il meccanismo di analisi e di conteggio. L'emendamento inserito e, di conseguenza, il percorso, l'iter per l'inserimento di questo articolo, ha colto impreparati un po' tutti.
La necessità di un intervento di riordino non lo nega nessuno, anche alla luce di quello che diceva il Consigliere prima, sul fatto che ci sono problematiche sulle discariche. C'è la necessità di un riordino. La necessità di riordino deve essere vista su un quadro complessivo, perch ogni territorio ha agito o si sta muovendo su riorganizzazioni o riassetti.
E' vero che alcuni territori hanno avuto la fortuna di muoversi per tempo e parlo del termovalorizzatore di Torino. Altri ancora sono non dico all'anno zero - quasi - ma in situazioni a livello di discarica, tra l'altro in un meccanismo di interazioni tra varie Regioni.
Queste azioni, pur con pressioni di carattere europeo e nazionale credo che vadano viste su un livello di analisi basato su tavoli tecnico politici, finalizzati a prendere coscienza di tutte le varie situazioni, al fine di fare piani finalizzati a raggiungere obiettivi che, probabilmente e possibilmente, non incidano ulteriormente sul meccanismo delle famiglie e degli utenti, altrimenti si rischia di creare un effetto boomerang, invece di migliorare le azioni legate alla raccolta e alla separazione di tutte le varie forme di rifiuti.
Questo nasce anche dal fatto che le parti politiche - probabilmente corresponsabili in termini di programmazione e pianificazione - forse dovevano essere un po' meno timide nel fare determinate scelte che potevano essere legate a determinati modelli di impianti che potevano risolvere definitivamente il problema dei rifiuti. Forse era necessario, ma non è stato fatto.
A questo punto, non possono pagarne le conseguenze territori che, in qualche modo, o non sono stati lungimiranti, oppure la politica non li ha messi in condizione di essere lungimiranti.
Credo sia necessario, soprattutto, lavorare, cercare di confrontarsi con i territori, come abbiamo fatto ieri con i Consiglieri dell'Alessandrino. Probabilmente il problema è di carattere regionale. Se questo avviene, probabilmente si può trovare un momento di confronto e arrivare ad un obiettivo graduale perché, alla fine, dobbiamo essere realisti e, soprattutto, responsabili.
Se questo non avviene, si rischia di creare un effetto che sicuramente, non aiuta nessuno e crea solo danni collaterali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come diceva il Consigliere Bono, è un disegno di legge omnibus come migliore, o peggiore, se vogliamo, tradizione dei collegati alla finanziaria, quindi va preso e analizzato per parti separate.
Per quanto ci riguarda, una parte dei nostri emendamenti hanno riguardato anche gli aspetti ambientali presenti al Capo VII del disegno di legge. In particolare, è stato approvato, durante l'esame del provvedimento in Commissione, un nostro emendamento che modifica - migliora, a nostro modo di vedere - alcune parti della legge regionale n. 32 del 1982, che reca "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale".
Si tratta di una legge regionale sulla quale eravamo già intervenuti in un collegato alla finanziaria l'anno scorso, in quel caso per ripristinare un comma di un articolo che era stato abrogato cinque anni fa. In questo caso, siamo intervenuti sull'articolo 11, in particolare sul nuovo articolo 21 del disegno di legge n. 210. Abbiamo inserito criteri più stringenti per l'individuazione di percorsi ai fini turistici e sportivi non competitivi.
Criteri che riguardano la stabilità idrogeologica, il rispetto e la compatibilità delle attività che poi si devono realizzare su questi percorsi, con le componenti naturalistiche.
Si stabilisce che questi percorsi abbiano una durata non superiore a cinque anni e che possano essere rinnovati, previa valutazione della sussistenza dei requisiti che abbiamo citato. Cambiando la disciplina e cambiando la normativa, si mette anche un paletto relativo alle date; si cerca, in qualche modo, di azzerare la situazione, quindi si stabilisce nell'articolo che i percorsi individuati antecedentemente al 30 giugno 2016 siano automaticamente decaduti alla data del 30 novembre. Nel frattempo possono essere rinnovati nel rispetto di quanto stabilito.
Altre modifiche riguardano le sanzioni introducendo delle fattispecie che, purtroppo, si verificano e che nella legge n. 32 del 1982 non erano contemplate. A titolo di esempio, l'assenza di targa sul mezzo del trasgressore, ma anche la targa illeggibile, o resa illeggibile in qualche modo; oppure la targa del veicolo del trasgressore che non si ferma (molte volte ci hanno segnalato che questi veicoli non si fermano). C'è una modulazione delle sanzioni, specialmente per quanto riguarda l'applicazioni di sanzioni più alte in questi casi.
Un'altra innovazione della legge n. 32 del 1982 riguarda i soggetti ai quali poi vengono attribuite e vengono versate le sanzioni. Prima, c'era un 50% ai Comuni; poi, si è inteso lasciare tutto l'importo alle Province o alla Città metropolitana. Il motivo è semplice: l'esiguità, purtroppo, di quanto incassato con queste sanzioni, se ridistribuito per il 50% ai Comuni, non consente di realizzare interventi con una reale operatività e un'incidenza vera su determinati aspetti; invece, la cifra complessiva in mano alla Città metropolitana, piuttosto che alle Province, permette di porre in essere interventi che abbiano un senso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Inizialmente, volevo parlare degli articoli 23 e 24 in merito all'ecotassa.
Sinceramente, leggendo il Piano rifiuti - credo che tutti i Consiglieri regionali lo abbiano letto - sembra che questa ecotassa sia un provvedimento, in base a quanto previsto dal Piano rifiuti, un po' fuori tempo massimo. Infatti, il Piano rifiuti prevede che tutti i rifiuti che andranno a smaltimento nel lato 1 e lato 2 (quelli che non ancora mandavano a incenerimento il loro rifiuto indifferenziato), nel momento in cui arriverà il piano operativo, non verranno riciclati, separati o differenziati, ma trattati per diventare combustibile solido secondario quindi inceneriti. Allora, sinceramente, fatico a comprendere le preoccupazioni, considerato quanto abbiamo approvato. Quello che viene bruciato non va in discarica, poi ci sarà lo scarto dell'incenerimento però sappiamo che in Lombardia sono molto bravi a buttare diossina e metalli pesanti nel cemento, che poi finisce nelle nostre case; quindi, non siamo poi così preoccupati, rimane un dieci per cento di ceneri pericolose che andranno in qualche discarica per rifiuti pericolosi.
Noi abbiamo tutt'altro disegno in mente, però questa è la realtà che la Regione ha voluto propinarci ed è questo il motivo per cui abbiamo votato contro quel Piano rifiuti, per poi sentirci dire, anche la scorsa settimana, che per colpa nostra vengono autorizzati ampliamenti di discariche! Siamo proprio sulla strada sbagliata, considerando anche che è competenza della Regione indicare i criteri per individuare le aree dove non fare discariche! E questo lo dice il decreto legislativo n. 152.
Detto questo, che era un piccolo sassolino che dovevo togliermi dalla scarpa, ritengo che un'ecotassa sia una strada importante da percorrere nel senso che l'ecotassa può essere una risorsa e un'opportunità importante dal punto di vista della pianificazione dei sistemi di raccolta differenziata. Se non partiamo da lì, mai partiremo con un sistema vincente dal punto di vista del ritorno occupazionale e ambientale, perché mai stimoleremo i consorzi, che sono ancora vigenti, fino a quando non arriverà la modifica della legge n. 7/2012, perché mai partirà questo sistema.
Se non responsabilizziamo a tutti i livelli, a partire da noi Consiglieri regionali, per arrivare ai dirigenti dei Consorzi, ai Sindaci e ai cittadini - e ci sono gli strumenti per responsabilizzare a tutti questi livelli - noi non cambieremo mai niente e non creeremo quelle migliaia di posti di lavoro che possiamo attivare in questa regione, che, per livelli occupazionali, osservando i livelli occupazionali degli altri paesi del Nord Italia, è all'ultimo posto. La causa anche - questo ce l'ha detto l'IRES recentemente - proviene dalla crisi determinatasi in Regione con la situazione finanziaria. Ieri, in Commissione, abbiamo visto il giudizio di parifica: è veramente terribile. Quindi, è una Regione che ha appesantito una crisi che in altre Regioni non è stata appesantita da piani di rientro e cose simili.
Questa ecotassa può diventare un'opportunità nel momento in cui andiamo a premiare quei consorzi - chiamiamoli ancora "consorzi" - che si adeguano a quello che abbiamo approvato all'unanimità, o quasi, nell'atto di indirizzo che accompagnava il Piano rifiuti. Cioè, vorrei premiare quei consorzi che si adeguano per la tariffazione puntuale, che si adeguano sulla riduzione dei rifiuti, che si adeguano per la riduzione dei materiali che vanno a smaltimento.
In questo senso, l'ecotassa può essere un grimaldello per fare diventare virtuosa questa Regione, quindi non camminerei con la testa rovesciata all'indietro, ma guarderei avanti, fiducioso nel futuro. Credo che questa ecotassa sia una grandissima opportunità per tutti, per fare un salto di qualità decisivo.
Capisco che ci sono amministratori e direttori di consorzio preoccupati, ma questa preoccupazione è dettata dal fatto che sono chiusi nel loro modo di pensare e considerano la raccolta differenziata al 60% un livello altissimo. La raccolta al 60 per cento vuol dire che il 40 per cento della popolazione non fa la raccolta differenziata; allora occorre stimolarli in qualche modo per far sì che facciano la raccolta differenziata, perché i modi seguiti finora non sono stati sufficienti. E se c'è un dirigente di un consorzio che non lo capisce, finalmente, è ora di cambiarlo, se non si vuole adeguare! Sarebbe anche ora, perché abbiamo personaggi che sono lì da vent'anni, che fanno sempre le stesse cose magari fanno anche gare d'appalto, di cui sarebbe bello verificare le modalità, dove partecipa anche solo un concorrente! C'è tanto da fare e credo che questa sia un'opportunità.
Detto questo, aggiungo solo un piccolo pensiero a quanto detto dal Consigliere Bono in merito alla vigilanza sulle strutture socio-sanitarie.
Credo che le associazioni familiari possano svolgere un ruolo importante di aiuto alla verifica dell'attività di vigilanza, quindi sarebbe ottimo assegnargli un potere consultivo. Sicuramente, loro hanno maggiormente il polso della situazione sia di noi Consiglieri, altrimenti non sarebbe avvenuta la vicenda di Borgo d'Ale, e sia, purtroppo, anche di sistemi di vigilanza, che hanno dimostrato carenze importanti.
Per questo motivo, aprirei anche la libertà di scelta nelle strutture psichiatriche, perché questa libertà di scelta, che sarebbe controllata sicuramente dai familiari di questi pazienti, potrebbe essere molto importante.
Tra l'altro, nel giudizio di parifica è stato segnalato almeno un caso di strutture che operano senza autorizzazione. Segnalo che sono attive sul territorio piemontese strutture autorizzate ma non accreditate che accettano pazienti accreditati da fuori Regione, ovvero non hanno i requisiti per essere accreditate per il nostro sistema sanitario regionale ma, ciò nonostante, prendono soldi dal sistema sanitario pubblico di altre Regioni! Credo che questa sia una contraddizione a cui si dovrebbe porre fine.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito al Capo III ("Disposizioni in materia di turismo") con un paio di note.
Come al solito, abbiamo appena approvato una norma di legge in materia e già andiamo a mettere mano proprio a ciò di cui parlavamo nella discussione di questa legge. Prendiamo l'articolo 7 ("Modifiche della legge regionale 30 marzo 1988, n. 15"): ecco lì, proprio all'articolo 8 quello che ci interessava che venisse richiamato nel disegno di legge appena approvato, ossia quello che specifica chiaramente le competenze che un'impresa di viaggi e turismo deve avere e deve dimostrare di fronte a una Commissione regionale.
Non è chiaro se queste competenze - visto che le ho davanti, le vado brevemente a citare: conoscenza di amministrazione e organizzazione agenzie di viaggio, conoscenza di tecnica, di legislazione e di geografia turistica, conoscenza parlata e scritta di almeno due lingue straniere - si applicheranno anche a chi opera in DMO e nelle ATL, proprio perché non lo si è specificato nella legge appena approvata. Non solo.
All'articolo 7 del disegno di legge n. 210, per la copertura dei costi organizzativi e gestionali di questi esami di idoneità a cui verranno sottoposti gli operatori turistici delle agenzie di viaggio, si introduce una quota di partecipazione a carico dei candidati. Vediamo subito, quindi che il sistema del turismo, da un lato, mungerà gli operatori turistici per il sostegno della struttura testé approvata con la nuova legge di DMO e di ATL, dall'altro che il sistema di regolazione e di verifica delle caratteristiche degli operatori privati introduce un ulteriore "balzello" per coprire di nuovo gli oneri di sistema.
Mi pare che emerga un quadro sostanzialmente vessatorio nei confronti degli operatori privati. Non riesco a capire come si vogliano fare operazioni di sistema per far sviluppare il turismo quando si creano degli evidenti squilibri fra chi lavora col sostegno pubblico e chi, invece intraprende un'impresa esclusivamente con proprie risorse.
Sotto questo profilo, quindi, l'articolo 7, introdotto peraltro in un provvedimento dove si va a toccare in vari punti la normativa regionale (che è chiamata "di semplificazione", ma che non è più solo di semplificazione, perché riguarda anche il riordino delle funzioni delle Province, approvato lo scorso ottobre), va ad incidere nuovamente in maniera negativa.
All'articolo 8 abbiamo provato a proporre un emendamento già in Commissione sul discorso dell'ordinamento della professione dei maestri di sci. Gli elenchi di associazioni e organizzazioni apposite (le scuole di sci, sostanzialmente) che avevano i requisiti per operare erano aggiornati annualmente; adesso, l'aggiornamento di questi elenchi diventa triennale.
Quindi nell'arco dei tre anni potrò avere delle entità operanti sul territorio come scuole di sci, con maestri di sci, che non è detto che abbiano i requisiti per farlo: ma lo scopriremo solo ogni tre anni. Anche questo, dal nostro punto di vista, rappresenta un peggioramento della qualità del sistema che ricade sulla operatività delle scuole di sci e dei maestri di sci. Essendo un settore che negli ultimi anni è anche un po' in crisi, sarebbe meglio evitare eventuali scandali di operatori non autorizzati.
Inoltre, nel disegno di legge testé approvato, su tutta la parte del cosiddetto "abusivismo" non si è voluto tener in alcun conto le nostre proposte emendative affinché gli operatori pubblici (quindi la DMO e le ATL) facessero anche un pochino di vigilanza, mancando ad oggi completamente questo aspetto nell'ordinamento regionale. Se io leggo quella previsione in combinato con quest'altra previsione dell'articolo 8, mi pare che in realtà si voglia lasciare delle redini un po' più lasche ad un sistema che potrà permettere una maggior pratica abusiva. Questo potrà portare qualche attività economica in più, ma che non avrà i requisiti magari per essere svolta, o potrà far sì che il turista (sportivo culturale o quant'altro) venga truffato e magari non torni più, arrecando un danno al sistema che, magari, con queste leggi si penserebbe di migliorare o, come in questo provvedimento, di semplificare. Ricordiamoci che "semplificare" non significa eliminare le regole; vuol dire renderle più facilmente attuabili, più facilmente verificabili, più facilmente eseguibili.
Un altro aspetto che mi preme sottolineare al Capo III - mi avvio alla conclusione - è il fatto che si tocca di nuovo la legge sull'agriturismo cioè tutto il discorso relativo alla legge 23 febbraio 2015, n. 2. In pratica, andiamo per l'ennesima volta a modificare tutta quella parte che riguarda la caratterizzazione dell'offerta alimentare dell'azienda agrituristica, che - lo ribadisco - già a suo tempo avevamo detto che, per quanto interessante, risultava molto complicata da attuare (perch stabilisce percentuali, stabilisce la definizione di filiere, stabilisce la definizione di zone omogenee e contigue di regioni limitrofe).
Fino a che punto vogliamo arrivare nell'introduzione di terminologie che richiedono, poi, una spiegazione più chiara? Tra l'altro, in un regime di controlli affidati ai Comuni, che sono spesso già in difficoltà nell'ordinaria amministrazione, si renderà molto difficile l'attuazione di questa legge o, come minimo, la verifica dei requisiti che le aziende agrituristiche dovrebbero sostenere per poter erogare pasti nella loro offerta turistica. Se poi la modifichiamo ogni sei mesi.
Vi ricordo che l'abbiamo approvata a febbraio 2015, poi nell'estate/autunno 2015 ci abbiamo già di nuovo rimesso mano, ed eccoci di nuovo a ripetere l'operazione. La certezza che un'azienda possa, in maniera sana, attenta e con diligenza, cercare di ottemperare alla legge, viene messa a dura prova, perché di nuovo ci troviamo a dover dare spiegazioni e a dover fare in modo che tutti sappiamo chi la deve attuare e chi poi dovrà controllare.
Sotto questo profilo abbiamo, di nuovo, tutta una serie di situazioni peggiorative. Se dobbiamo fare delle leggi, realizziamole in maniera strutturale; verifichiamo che la loro attuazione cominci a funzionare e poi cominciamo a correggerle. Smettiamola di fare correzioni ogni cinque o sei mesi, altrimenti non si capisce più niente! Anche perché non è che questa correzione aggiunga chissà quale significato ulteriore a quanto previsto dalla legge.
Sotto questo profilo, riteniamo che si stiano facendo dei lavori frammentari e, alla fine, di scarsa sostanza, se non addirittura deterioranti rispetto al sistema che si vorrebbe semplificare, così come recita il titolo del disegno di legge n. 210.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
In merito a questo provvedimento volevo fare un excursus rispetto ad alcune tematiche: prima fra tutte, riagganciandomi al discorso del collega Campo, vorrei analizzare la questione dell'agriturismo, ponendo l'accento su un aspetto che era emerso nel dibattito in Commissione e che sostanzialmente, deve essere ancora ben approfondito.
Nel testo di legge originario si faceva affidamento, come parametro per l'individuazione della prevalenza di attività agricola all'interno dell'attività complessiva dell'azienda, alla PLV (produzione lorda vendibile), parametro noto nelle scuole di agraria e criterio consolidato ma che purtroppo non abbiamo più come metro di analisi all'interno dei fascicoli aziendali: infatti adesso abbiamo la produzione standard.
Chiaramente è necessario introdurre questo nuovo parametro all'interno della legge, perché nell'ambito del fascicolo aziendale noi abbiamo a disposizione l'altro. Una questione, però, su questo parametro della produzione standard va approfondita: quando noi andiamo a verificare la prevalenza dell'attività agricola su quella agrituristica, mettiamo di fronte un parametro che è la produzione standard rispetto al vecchio parametro PLV con una sottile differenza: che nella produzione standard non sono inseriti - mi corregga l'Assessore se sbaglio - gli aiuti di Stato.
Quindi abbiamo in certi casi delle discrepanze, da questo punto di vista magari anche cospicue e notevoli, e alcune aziende potrebbero avere delle difficoltà a rispettare questo parametro. Secondo me, dunque, sarebbe necessario fare un approfondimento su questo tema nella discussione dell'articolo 12.
In merito ad altre questioni, penso che la modifica alla legge regionale n. 45/89, che estende la possibilità di utilizzo di mezzi a motore nelle aree boscate dai soli proprietari dei fondi ai loro congiunti e parenti, costituisca una norma di assoluto buonsenso.
Sull'articolo 24 rispetto all'ecotassa, di cui ha già lungamente parlato il collega Andrissi, si apre un fronte abbastanza ampio, che chiaramente non è possibile concludere con la discussione di un emendamento in Commissione e con un breve dibattito in Aula. Ovviamente nella Regione Piemonte ci sono peculiarità diverse che vanno sviscerate a fondo, anche con tavoli tecnici che mi sembra siano già previsti e forse convocati.
Naturalmente, però, come diceva il collega Andrissi, la questione ecotassa è una questione relativa ad una possibile incentivazione di attività virtuose. Quindi bisogna scindere quelle che sono difficoltà precipue di uno o più Consorzi da quella che è una politica generale che deve premiare chi fa attività virtuose. E poi ci sono attività e situazioni burocratico-amministrative consolidate sul territorio che vanno risolte caso per caso, anche con l'aiuto della Regione e con eventuali piccole modifiche di quello che è l'impalcato normativo previsto attualmente.
Ribadisco però che il concetto di tassare di più chi è meno virtuoso è chiaramente un concetto che ci porta a meccanismi veramente innovativi e importanti per la gestione corretta dei rifiuti nei prossimi decenni.
Infine, vorrei parlarvi dell'articolo 28, che è stato introdotto con un nostro emendamento: si tratta di una modifica alla legge regionale per il recupero dei sottotetti. Questa piccola modifica fa un adeguamento di drafting normativo e di aggiornamento di alcune definizioni: noi avevamo una legge che riportava ancora il nome della concessione edilizia che ahimè, è spirato come termine normativo nel 2001.
Oltre a questo, abbiamo inserito un nuovo principio secondo cui i sottotetti possono essere recuperati abbassando anche la quota dell'ultimo solaio che separa i locali dell'ultimo piano abitabile dal sottotetto, nel caso in cui questo solaio sia molto alto (quindi più alto delle misure minime di legge). Si tratta di una casistica che si può verificare specialmente in vecchie abitazioni dove abbiamo dei solai in later acciaio.
Queste situazioni possono essere tecnicamente affrontate e questo ci pu consentire di avere uno sfruttamento maggiore della volumetria esistente.
In Commissione si è dibattuto sul fatto che questa previsione potesse essere già realizzata attualmente e che si trattasse solo di un'agevolazione per diminuire il carico burocratico sui cittadini, che sarebbero stati comunque obbligati a fare due pratiche edilizie (una per abbassare questo solaio e una successiva per recuperare il sottotetto). In realtà, mi sento di precisare una cosa: in molti casi i tecnici comunali possono interpretare come legittima la realizzazione del sottotetto - per cui fa fede l'ultima data disponibile per il recupero prescritta in legge facendo affidamento alla pratica con la quale si abbassa l'ultimo solaio.
Oggi, però, si abbassa l'ultimo solaio e in realtà non si può fare la pratica successiva di recupero del sottotetto, perché la legge regionale sui sottotetti consente di recuperare quelli realizzati alcuni anni fa.
Penso che questa discriminante non sia banale e con la modifica di legge che abbiamo fatto probabilmente abbiamo sanato un vulnus che impediva molti interventi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il Consigliere Valetti si è iscritto a parlare, ma interverrà per primo nella seduta pomeridiana, perché non credo gli bastino i quattro minuti che mancano al termine.
Se siete d'accordo, chiudiamo il Consiglio e riprendiamo la discussione generale di questo provvedimento nel pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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