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Dettaglio seduta n.158 del 28/06/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Corsi e scuole musicali

Interrogazione a risposta immediata n. 1117 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Sezione aggiuntiva 'Liceo Musicale Cavour' di Torino"


PRESIDENTE

Buongiorno colleghi.
Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1117, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che la illustra in qualità di Consigliera.
Prego, ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sappiamo quanta attenzione ci sia in questi giorni sulla concessione di nuovi corsi. Credo che la scuola abbia avuto la grande opportunità di avere per le scuole medie i corsi musicali, tra l'altro molto ben accolti e con numeri importanti.
Peccato che poi - cercherò di sintetizzare al massimo la mia interrogazione - terminati i tre anni di scuola media, non ci siano gli spazi per proseguire negli istituti deputati.
Ho già avuto occasione di scrivere e di telefonare all'Assessore su questo tema, perché c'é un interesse importante da parte delle famiglie.
Specifico ai colleghi che chi non troverà spazio a Torino dovrà necessariamente spostarsi, spesso anche in altre province, con un aumento di costi importanti e anche con un disagio non indifferente nei tempi da dedicare al viaggio.
Chiedo quindi all'Assessore quali provvedimenti si intendano adottare per quanto di competenza, da parte della Regione (qui specifico in particolare Liceo Cavour, ma ci sono molte altre realtà, non soltanto legate alla parte musicale) per fare in modo che i nostri ragazzi possano proseguire nella scuola superiore le stesse tematiche della scuola media.
Ritengo, peraltro, che questo debba essere un obbligo, altrimenti si mette in discussione tutto il percorso fatto nelle classi che hanno come prevalenza la materia musicale per le scuole medie.
Ascolterò con attenzione la risposta dell'Assessore, certa del suo impegno; impegno che andrà a rispondere ai bisogni dei ragazzi e delle famiglie.
In caso negativo, dovrò cercare di capire come muovermi perché, come ho detto in premessa, se c'é un indirizzo "musicale" alla scuola media, si deve trovare una corrispondenza ai numeri nella scuola superiore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Risponde l'Assessora Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Premesso che non esiste questo livello di programmazione rispetto alle sezioni ad indirizzo musicale nelle scuole medie, non ha nemmeno coerenza il fatto che corrispondano sezioni ad indirizzo musicale nella scuola media rispetto a sezioni nei licei, per un fatto molto semplice: non è detto che tutti i ragazzi che frequentano una sezione ad indirizzo musicale poi frequentino un liceo. Dunque, questa rispondenza, in termini di programmazione, non esiste.
Cosa diversa è poter rispondere alle domande di attivazione di sezioni rispetto a quelle che sono le richieste di orientamento che hanno effettuato le famiglie durante le iscrizioni. Sono due questioni diverse: un conto sono le sezioni ad indirizzo musicale nelle scuole medie, altro conto sono i licei. Purtroppo, contrariamente a quanto avevo detto alla Vicepresidente, credevo che quella fattispecie rientrasse all'interno delle questioni che stiamo affrontando sui sovrannumeri nelle diverse sezioni di diversi ordini e che vi fosse la possibilità di risolvere la questione con l'organico di fatto, che, in questo momento, non è ancora stato attribuito alla nostra Regione, a fronte di una richiesta che è stata effettuata dall'Ufficio Scolastico Regionale.
Per quanto concerne le sezioni aggiuntive di licei musicali in tutto il Paese, la circolare emanata dal Ministero della Pubblica Istruzione prevede che non si possano avere aumenti di sezioni di liceo musicale all'interno dei singoli licei autorizzati.
Questo prevede la circolare esplicativa.
Così com'è stato fatto per molte altre situazioni rientranti in altri ordini e grado, attraverso la Conferenza delle Regioni abbiamo attivato una serie di interlocuzioni con il Ministero e cercheremo di comprendere, in sede di attribuzione di organico di fatto, quali possibilità di modifica ci sono rispetto al tema delle sezioni ad indirizzo musicale.
Va precisato che i numeri delle sezioni ad indirizzo musicale che sono state autorizzate all'interno della nostra Regione per l'anno scolastico appena concluso sono sette, e non tutte le sezioni di liceo ad indirizzo musicale sono state completate all'interno del panorama regionale. E' evidente che c'è un problema di mobilità, di spostamenti che non sempre si riesce a garantire.
In ogni caso, consapevoli del problema, e consapevoli che non è possibile risolverlo nella semplice trattativa tra Ufficio Scolastico Regionale e Regione in sede di attribuzione di organico di fatto sottoporremo la questione alla Conferenza delle Regioni per cercare di capire, innanzitutto, se è un problema che ha toccato altri territori regionali, e quali soluzioni il Ministero è disponibile a mettere in atto a fronte di un numero di personale docente che deve essere garantito, in sede di attribuzione delle classi, a seguito delle iscrizioni che avvengono all'inizio dell'anno solare.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1118 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Chi paga i costi del blocco dei lavori della nuova sede?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1118, presentata dal Consigliere Bertola, che ha facoltà di intervenire per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente Ci occupiamo ancora una volta della nuova sede unica della Regione Piemonte. Inquadriamo due soggetti: il soggetto realizzatore, che è l'associazione temporanea di impresa con mandataria la Coopsette, e poi il soggetto finanziatore, l'associazione temporanea di impresa con mandante la Monte dei Paschi di Siena Leasing &Factoring S.p.A.
Cosa prevede il contratto di appalto tra la Regione e la Coopsette? Prevede che il costo totale dell'opera sia pari a 261.981.177, 41 euro comprensivo dell'IVA dell'importo dopo il ribasso d'asta e aumentato dell'importo di 5.987.000 euro, la corresponsione di rate d'acconto e che le stesse siano dovute ogni qualvolta l'importo dei lavori eseguiti, sia a corpo sia in economia, raggiunga un importo non inferiore a sette milioni e mezzo di euro. Sappiamo tutti - perché, insomma, è uscito un certo numero di articoli - che l'opera non è ancora utilizzabile, che non è consegnata e che risulta realizzata al 92%.
In ottemperanza alle previsioni del contratto di appalto relative allo stato di avanzamento dei lavori e di quello inerente al mandato di rappresentanza con MPS-Leasing, la Regione Piemonte dovrebbe ad oggi aver corrisposto a Coopsette il 92% del costo totale dell'opera, per importi complessivi pari ad oltre 241 milioni di euro.
Come detto i lavori, a causa dei problemi e del fallimento di Coopsette, sono fermi da 240 giorni, che sono otto mesi; e, stando a quanto ha dichiarato tempo fa l'Assessore Reschigna durante un'informativa in Commissione, sarebbero ancora necessari 195 giorni di cantiere per completare l'opera, senza contare il problema delle finestre rotte (che parrebbero essere oltre trecento) che dovrebbe portare ad un'ulteriore gara di appalto per la loro sostituzione con altri costi - supponiamo - da parte dell'Amministrazione regionale.
Non si è capito bene, poi, il motivo per cui queste finestre si siano rotte: sarà per via del fatto che non è stata presa in considerazione l'oscillazione dell'opera? Sarebbe strano perché, a quanto aveva detto in illo tempore l'architetto Robino, si era fatta la scelta di mettere più cemento e meno acciaio proprio per ridurre quello che veniva chiamato lo sbandieramento del grattacielo, che pareva poco confortevole a chi come noi non è abituato - al contrario di come avviene ad altre latitudini, per esempio negli Stati Uniti - a vivere e a lavorare in un grattacielo così alto.
Va rilevato che il fallimento di Coopsette non compare tra i rischi assunti da MPS Leasing riportati nel contratto di mandato tra l'MPS-Leasing e la Regione Piemonte: quella previsione che dice che se ritarda il soggetto realizzatore si possono ritardare i pagamenti non c'è. Parliamo di una banca: parliamo di MPS-Leasing, non di un soggetto che fa beneficenza.
Se l'istituto bancario è ormai sicuro di cominciare dopo a percepire le rate, è chiaro che vuole recuperare gli interessi. Noi abbiamo fatto un calcolo, devo dire arrotondato per difetto: applicando un tasso medio abbiamo calcolato un costo che va dai quattro milioni e 800.000 euro ai circa sei milioni di euro.
Siccome abbiamo sentito più volte dire da parte dei rappresentanti della Giunta che da questo ritardo non deriverebbero ulteriori costi e ulteriori danni economici per la Regione, vogliamo quindi sapere, proprio sulla base dei contratti di appalto e di quanto sta accadendo, chi sopporterà l'onere finanziario della sospensione dei lavori in atto nella costruzione della nuova sede; non solo nei confronti del soggetto finanziatore, ma anche in relazione a tutto il resto. E' infatti chiaro - e questo è stato detto - che, essendo cambiata la previsione di entrata nella nuova sede, si è dovuto procedere alla rinegoziazione di affitti che invece avevano già visto la chiusura del contratto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al patrimonio

I temi che pone il Consigliere Bertola sono molti e vedrò di usare il massimo della sintesi possibile, riservandomi - magari già anche nella settimana prossima - di essere più chiaro, in relazione al fatto che in questi giorni si sta cercando di verificare se ci sono o non ci sono le condizioni per andare avanti. Per le ragioni che cercherò di spiegare, si tratta di una trattativa difficilissima e molto complicata; lo è stata in tutti questi sei mesi e devo dire che probabilmente pensavo e ritenevo fosse una trattativa più semplice.
Allora, veniamo però al punto della questione. Dal momento in cui Coopsette - che, ricordo, era la mandataria dell'ATI costruttrice - è stata messa in liquidazione amministrativa coatta con provvedimento da parte del Ministero dello Sviluppo economico, abbiamo cercato di perseguire un obiettivo, che è quello di verificare le condizioni affinché i lavori potessero riprendere con una diversa riformulazione di ruoli all'interno dell'ATI costruttrice, cosa che per legge è possibile ma - aggiungo rispetto alla quale non vi è un obbligo da parte dei soggetti appartenenti all'ATI costruttrice.
Perché questo? Perché ritengo e abbiamo ritenuto, anche per il livello di approfondimento svolto su questa vicenda, che ciò corrispondeva agli interessi patrimoniali dell'Ente. Ricordo che se si dovesse interrompere un contratto in essere subentrerebbe immediatamente un contenzioso possibile occorrerebbe predisporre un nuovo progetto che riguarderebbe le opere da completare, che a questo punto dovrebbe essere esecutivo, perché il nuovo Codice degli appalti prevede che possano essere messi in gara unicamente progetti esecutivi; occorrerebbe espletare le procedure; e probabilmente le condizioni e i prezzi per il completamento dei lavori non sarebbero quelli del contratto in essere.
Certamente lo stesso Direttore dei lavori ha stimato che, nella migliore delle ipotesi, tutto ciò corrisponderebbe ad un ritardo di almeno 36-40 mesi, prima del completamento definitivo: collaudo delle opere fatte perché senza il collaudo delle opere fatte non è possibile stabilire ci che manca da realizzare; bando di gara per l'affidamento di una progettazione; predisposizione di un progetto esecutivo; bando di gara per l'affidamento dei lavori; affidamento dei lavori; tempo per l'ultimazione degli stessi.
L'obiettivo che stiamo cercando ancora di perseguire - e in questi giorni siamo in un modo o nell'altro alla fine di questo percorso: per questo dico che la settimana prossima potrà essere più chiaro ed esplicito su tutta una serie di temi che mi riservo invece di non affrontare nella risposta al presente question time, perché la trattativa è complicata - è stato quindi questo. Per le ragioni facilmente intuibili ciò non è così semplice, perché manca l'8% dei lavori, che sono la parte della lavorazione di un palazzo meno capace di produrre - anche in presenza di una sua organizzazione - risparmi ed efficienze economiche per l'impresa costruttrice: quando manca l'8% vuol dire infatti che manca un pezzo di qua, un pezzo di là, un pezzo su e un pezzo giù.
Sostanzialmente, quindi, questo è il quadro della situazione complicato dal fatto che, non appena è stato avviato il procedimento di liquidazione coatta amministrativa di Coopsette, è stata fatta una relazione, da parte del Direttore lavori, avvalorata poi dalla commissione collaudo, relativamente ai vizi e alle problematiche che sino ad allora erano emerse.
In quel contesto è emersa la problematica relativa ai vizi sulle pareti finestrate esterne del Palazzo. Ricordo che ci sono due pareti finestrate una interna e l'altra esterna.
Vizi progressivi erano circa 300 (oggi sono già di più), rispetto ai quali è stato dato un incarico affinché fosse analizzata, anche con prove in laboratorio, la natura del vizio e la necessità di dovervi porre rimedio, atteso che, probabilmente, gran parte di queste pareti finestrate dovranno essere smontate e collocate diversamente con nuove pareti finestrate.
In questo contesto è evidente che c'è un problema di interesse di prelocazione, anche perché il contratto con ATI finanziaria prevede che decorso un certo periodo di tempo, scatterebbero gli interessi di prelocazione. La formula è talmente complicata, per cui eviterei di mettermi a discutere il calcolo del Consigliere Bertola.
E' evidente che, rispetto alla ferma dell'attività del lavoro, c'è un problema di rivendicazione, da parte dell'Amministrazione regionale.
Rispetto al tema relativo al ripristino dei vizi sulle pareti finestrate, l'Amministrazione, dopo aver notificato più volte a Coopsette segnatamente al liquidatore di Coopsette, la necessità di intervento, ha comunicato che provvederà con un'azione in danno, relativamente all'eliminazione del vizio e, quindi, alla sostituzione delle pareti finestrate, addebitando il conto a Coopsette.
Voglio ricordare che, rispetto al precedente contratto, esiste una cauzione definitiva, una polizza assicurativa di circa cinque milioni di euro, che all'occorrenza verrebbe escussa, ed esiste ancora, rispetto ad uno stato di avanzamento non completato nei confronti della precedente ATI finanziaria degli importi che verranno trattenuti, allo scopo di garantire la necessaria provvista all'Amministrazione, al fine di finanziare il ripristino dell'intervento.
Ci sono, quindi, alcune questioni che non abbiamo affrontato e non le stiamo affrontando nella discussione con la nuova ATI costruttrice semplicemente perché non è il luogo (parliamo di un contratto di subentro quindi non possiamo definire in quell'ambito situazioni che andranno definite).
E' evidente che, con le procedure che la legge prevede l'Amministrazione si riserva di intraprendere tutte le azioni, al fine di poter essere ristorata dai danni che eventualmente esporrà per le opere viziate, per la fase di interruzione dei lavori e per la fase di intervento degli interessi prelocativi.
Allo stato attuale, non ci sono problematiche relative al mantenimento delle locazioni passive. Questo non rappresenta un ulteriore incremento di costo, perché stiamo andando avanti con i contratti di affitto ai valori precedenti. Abbiamo avuto invece problemi di mantenimento di alcuni rapporti locativi - via Nizza e via Lagrange - laddove invece i proprietari non hanno acconsentito di proseguire con i contratti in essere.
Per fortuna, i due immobili vengono liberati proprio in questi giorni collocando i dipendenti, che non sono moltissimi, all'interno di altri palazzi degli uffici regionali.
Chiuderemo anche gli uffici in via Avogadro, visto che è un rapporto locativo molto oneroso per l'amministrazione, i cui dipendenti ed i servizi lì ospitati possono essere collocati all'interno di altri palazzi regionali.
Mi rendo conto di non aver risposto in termini totalmente esatti e precisi ai quesiti posti dal Consigliere Bertola, ma è chiaro che l'amministrazione intende, non solo tutelare i propri interessi patrimoniali, cercando di definire, nel rispetto delle norme di legge, un contratto di subentro che consenta di dare ultimati i lavori in tempi compatibili, tutelandosi relativamente ai vizi emersi, ma intende anche tutelarsi relativamente al tempo intercorso a seguito dell'interruzione dei lavori.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1119 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Chiarimenti in merito allo sviluppo della nuova Pista Guida Sicura"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1119, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Torniamo a parlare della Pista Guida Sicura, argomento che, in realtà interessa le competenze dell'Assessore Balocco, ma anche dell'Assessore De Santis, in quanto la domanda è proprio rivolta a conoscere chi pagherà i costi dello spostamento della Pista Guida Sicura.
Sappiamo che la Regione possiede una quota di CONSEPI, ma abbiamo letto che questa quota dovrebbe essere dismessa dopo aver ricollocato la Pista Guida Sicura; Pista Guida Sicura che per un certo periodo sembrava dovesse spostarsi.
Facciamo prima un passo indietro, dicendo che fa parte delle interferenze del TAV, perché si trova nell'area di Susa dove dovrebbe sorgere la stazione internazionale. Diciamo che lo spostamento è una richiesta a seguito delle analisi delle interferenze. Inizialmente si pensava al Comune di Avigliana, ma tale Comune si è però opposto contrariamente a quanto dichiarato dal Commissario Foietta in sede di audizione, che aveva detto che la prima collocazione nel Comune di Avigliana non era possibile a causa di caratteristiche inadeguate del Comune, rilevate dalla Regione Piemonte e dalla Città metropolitana. In realtà, è il Comune che si è opposto all'insediamento di questa pista sul suo territorio, proprio per evitare un ulteriore consumo di suolo.
In questi giorni c'è un po' di incertezza rispetto al costo di questo spostamento e, sopratutto, al cronoprogramma, quindi al modo con cui si andrà a realizzare lo spostamento.
Tra l'altro, il tutto è legato anche ad altri discorsi sul Comune di Buttigliera, che si è offerto, dopo Avigliana, di ospitare quest'impianto.
La CONSEPI, da quanto ci risulta, andrebbe anche contro la legge Madia perché ha un numero di amministratori delegati maggiore rispetto ai dipendenti, quindi anche sul suo futuro c'è un po' di incertezza.
Pertanto, in questo clima di incertezza, che tra l'altro non contribuisce neanche a rasserenare gli animi (l'abbiamo visto nei giorni scorsi quando sono arrivare le trivelle nel Comune di Buttigliera), noi chiediamo un po' di chiarezza, perché crediamo che la chiarezza sia sicuramente lo strumento migliore per evitare che ci siano incomprensioni e conseguente innalzamento della tensione.
Chiediamo quindi all'Assessore quale sarà la ripartizione dei costi tra i proponenti e il cronoprogramma, per quanto riguarda lo spostamento della Pista Guida Sicura dal Comune di Susa al Comune di Buttigliera Alta.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Rispondo anche a nome della collega De Santis.
In merito ai fondi: non è una questione di ripartizione dei fondi, nel senso che lo spostamento della pista di "Guida Sicura" da Susa a Buttigliera - come ha giustamente ricordato lei - avverrà con le risorse previste all'interno del budget totale dell'opera. Verranno gestite da TELT, mentre il progetto sarà seguito da CONSEPI. Pertanto, da un punto di vista dei costi, questi sono a totale carico della stazione appaltante (TELT) e non superiori a quelli previsti nel quadro economico del progetto di Avigliana.
Da questo punto di vista, dunque, non cambia nulla e la copertura è all'interno del budget dell'opera, nel suo complesso.
Per quanto riguarda i tempi, la progettazione - come ricordavo - è fatta direttamente da CONSEPI, mentre TELT provvederà all'appalto.
Il progetto per la realizzazione costituisce una variante al progetto approvato a suo tempo dal CIPE (quello del 20 febbraio 2015) e pertanto seguirà l'iter previsto per legge, che può essere così stimato: entro la fine del corrente anno si prevede che il progetto venga presentato ai competenti uffici per le approvazioni (Conferenza dei Servizi, ecc.); ci vorranno tra i sei mesi ed un anno per concludere l'iter autorizzativo come normalmente purtroppo avviene, e circa due anni di tempo per la realizzazione del progetto. Pertanto, si ritiene che l'opera sarà completata entro il 2019.
E' chiaro che si è ipotizzata la vendita, in tutto o in parte, della partecipazione regionale alla società dopo la rilocalizzazione, anche perché si ritiene che la rilocalizzazione costituisca un aumento di valore della società stessa.
E' altresì chiaro che, portando la pista alle porte di Torino, sarà più facile utilizzarla pienamente anche per gli obiettivi che essa ha. Stiamo parlando di "Guida Sicura" e ci sono anche dei contatti con società assicurative, ecc., affinché gli automobilisti che hanno l'attestato di frequenza a "Guida Sicura" possano anche avere dei vantaggi, per esempio dal punto di vista del premio assicurativo.
La cosa è seguita anche, per quel che ne so, dalle organizzazioni dei tassisti, come possibilità di avere, attraverso questa certificazione delle garanzie anche a favore dei propri clienti maggiori.
Pertanto, si ritiene che la rilocalizzazione sia un'ottima possibilità di rilancio della società.
Credo che questo sia tutto.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 1123 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Piani di contenimento della presenza di nutrie in Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1123, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Parliamo del problema delle nutrie, rispetto alle quali ho già avuto occasione di parlare con l'Assessore.
E' un problema che deve essere affrontato, poiché le nutrie stanno creando dei danni non indifferenti alle coltivazioni in diverse province regionali, ai quali si aggiungono dei rischi sanitari ed idraulici importanti.
Poiché servono dei piani di abbattimento provinciali, ma in questo caso, invece, l'ISPRA esige un unico piano regionale, la preoccupazione è che si venga a creare un vuoto normativo che impedirebbe la soluzione di tale problema.
So che alcune Province hanno già pronto il loro piano di abbattimento e sono pronte a comunicarlo all'ISPRA.
La domanda è come si intenta evitare questo blocco normativo, perché si tratta di un problema che deve essere affrontato in questo momento e non nei prossimi mesi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore a caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Consigliere Graglia, la risposta è lunga ed articolata: gliela sintetizzo e poi, naturalmente, gliela consegno.
Le nutrie erano inserita tra le specie cacciabili, quindi all'interno della legge 157. Poi, nel 2014, sono state escluse e considerate alla stregua dei ratti.
Le salto tutti i passaggi intermedi.
Il 16 giugno 2016 (qualche giorno fa), l'ISPRA, a seguito di una richiesta del Ministro dell'Ambiente, ha comunicato, con provvedimento, che sta predisponendo un piano a livello nazionale, al quale dobbiamo affiancare i nostri piani. Ci deve essere, cioè, un piano nazionale dopodiché la Regione, sentite la Città metropolitana e le Province raccoglie i piani provinciali e li invia, in attesa (ci hanno detto a breve) che il piano nazionale sia pronto.
Noi, non per eccessivo tempismo, ma per una casualità, il 21 giugno avevamo già convocato una riunione tra il settore regionale e le Province che hanno la delega in questa materia, pertanto il 21 è già stato analizzato il documento.
Le Province stanno predisponendo i loro piani, che dovranno confluire tramite la Regione, in questo piano nazionale.
GRAGLIA Franco (fuori microfono) Quali sono i tempi?



FERRERO Giorgio, Assessore a caccia e pesca

Quando il piano nazionale sarà pronto. Dicono a breve, ma io non ho tempistiche su questo.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1121 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Dati sulla perdita della prima casa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1121, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessore Ferrari sa, siamo intervenuti più volte sul tema dei tristi numeri, ormai non di un'emergenza, ma di uno stato di crisi sull'emergenza abitativa.
Anche se in lieve calo - come dicevo stamani e come dice anche questo question time - i numeri riguardanti gli sfratti in Piemonte restano altissimi. Dai dati del Ministero dell'Interno e dell'APE-Confedilizia, nel 2015 gli sfratti emessi nella sola provincia di Torino sono oltre 3.400.
Ovviamente, nel capoluogo l'emergenza colpisce oltre 10.000 famiglie e stando ai dati del 2014, in Piemonte sono 7.800 le persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità dal punto di vista abitativo, 20.000 in stato di emergenza e 4.200 in condizioni di disagio grave.
D'altra parte, tutto questo - lo diciamo spesso - è collegato al tema dell'occupazione, dei tassi di disoccupazione del Piemonte, che toccano numeri a due cifre. Basta dire che Torino è al 12,3%, quando la media piemontese è del 10%, comunque superiore ai dati di Genova, Milano e altre grandi città italiane.
Questo question time pone un tema diverso da quello che abbiamo affrontato con il "salva sfratti", quindi con un fondo che andava ad intervenire nelle situazioni di morosità incolpevole legate alla perdita del lavoro e al non pagamento degli affitti mensili.
Questo question time serve ad introdurre un'altra discussione e avere dati più aggiornati sul tema degli espropri delle prime case.
In Italia, gli espropri - secondo l'ultima indagine - nel 2015 sono stati circa 55.860 e anche se in lieve flessione, nel triennio 2013-2015 sono stati effettuati 195.000 espropri di prime case.
Ricordo una sentenza della Corte di Cassazione che si è espressa in materia e ha ordinato all'agente di riscossione (in quel caso Equitalia) di cancellare il procedimento di pignoramento nel caso in cui l'abitazione in questione sia la prima e unica di proprietà del debitore. La tesi è stata anche confermata da una sentenza della Corte di Giustizia europea, la quale ha impedito ad alcune banche e finanziarie che avevano stipulato contratti con clienti, diciamo clausole troppo oltre, troppo spinte. In tal senso molti pignoramenti potrebbero essere nulli, anche in virtù delle clausole severe imposte da molte banche negli anni passati, cosa che ovviamente riguardava di più gli anni cosiddetti di pre-crisi, dal 2006 al 2011.
Considerate anche le scarse risorse economiche di coloro che subiscono un pignoramento e gli ingenti costi processuali necessari per difendersi in una causa di espropriazione, sappiamo che tantissimi cittadini hanno subito in questi anni passivamente il pignoramento dell'unica casa che avevano a disposizione o il pignoramento dei macchinari e delle attrezzature propedeutiche ad esercitare, appunto, l'attività d'impresa.
Arrivo alla domanda molto semplice per sapere quante persone e famiglie in Piemonte hanno perso la prima casa per mancato pagamento delle rate dei mutui e quali misure regionali esistono a sostegno di questi casi. Vorrei inoltre chiedere se non è il caso - l'Assessore lo sa, noi avevamo ipotizzato un disegno di legge, una sorta di salva mutui - di intervenire con misure nuove, visto che quelle esistenti, sia a livello nazionale che a livello locale, non sono di fatto efficaci per casi di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Prendo questa interpellanza come uno stimolo - diciamo così - per poter dare più consistenza e concretezza a un lavoro che comunque è incominciato.
E' uno stimolo perché, ad oggi, gli uffici regionali sull'edilizia sociale non dispongono di dati puntuali sulle famiglie e sulle persone che in Piemonte hanno perso la prima casa a seguito di pignoramenti o esecuzioni immobiliari.
Nello stesso tempo noi, da una parte - come ha già giustamente sottolineato anche lei nella sua introduzione - abbiamo un lavoro tradizionalmente concentrato sul tema del sostegno all'affitto, perché in questo ambito si è storicamente (e anche oggi) concentrata in maniera molto più consistente la fascia della fragilità, della vulnerabilità e della povertà, ma è fuori di dubbio che la crisi economica ha mostrato come anche nell'ambito della prima proprietà questo tema si sia prepotentemente manifestato.
Allora, a fronte del fatto che non abbiamo ancora dati precisi - ma certamente, anche a seguito di quest'interrogazione, ci impegneremo a raccoglierli presso gli istituti di credito a cui abbiamo già fatto richiesta - noi abbiamo avviato, anche alla luce di una discussione fatta in Commissione, un lavoro interno agli uffici che dovrebbe produrre proprio su questo punto una relazione entro il mese di luglio, riguardante proprio il tema di misure nuove che possono essere messe in campo relativamente a questo problema. Di conseguenza, potremmo impegnarci a riunire una Commissione consiliare ad hoc proprio su questo punto in cui forniremo queste indicazioni alla discussione, in modo tale che poi si possa effettivamente lavorare anche su questo.
In riferimento a quello che diceva prima il Vicepresidente Reschigna siamo tra quelli che stanno facendo il trasloco e quindi nei prossimi giorni dovremo passare da via Lagrange a via Bertola, per cui siamo in una situazione un po' confusa in questo momento, però direi che entro la metà del mese di luglio questo lavoro può già acquisire una sua veste ed essere avviata la discussione in Commissione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1116 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Esami radiologici effettuati presso il punto di Primo soccorso dell'Ospedale di Lanzo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1116 presentata dal Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
La questione è molto semplice. Nel punto di Primo soccorso di Lanzo è stata mantenuta negli anni la radiologia e gli esami radiologici per i pazienti che prenotano l'esame, e serve ovviamente anche il punto di Primo intervento. Il punto di Primo intervento è gestito, dal punto di vista sanitario, da un medico di medicina generale, di medicina interna (non pu essere certamente uno specialista), il quale naturalmente, se a un paziente capita di avere un trauma per esempio alla colonna vertebrale e ha una frattura del processo traverso della vertebra (faccio un esempio), frattura difficile da vedere, ha il dubbio di dover mandare a casa il paziente senza una diagnosi precisa.
Tra il punto di Primo intervento di Lanzo e la radiologia di Ciriè c'è una comunicazione diretta per via telematica, cioè la lastra viene spedita alla radiologia di Ciriè e la radiologia di Ciriè dovrebbe rimandarla refertata, e la deve rimandare refertata se il medico di medicina generale non si sente sicuro di poter dare una risposta su una patologia che non gli compete.
Ho provato a risolvere questo problema senza interrogarla, Assessore telefonando al Direttore sanitario e dicendogli di chiedere al primario di radiologia di svolgere questo servizio perché consente al medico del punto di Primo intervento di Lanzo di fare il suo lavoro con tranquillità, per evitare di essere magari denunciato da un paziente perché non ha visto una frattura. Mi è stato garantito due o tre volte che tutto questo sarebbe stato fatto e continua a non succedere niente. Mi sono visto costretto a chiedere il suo intervento perché lei comunichi al primario che ha il dovere di rimandare la lastra (tanto è fino alle 20, quindi durante la notte non ci sono preoccupazioni per nessuno), perché deve consentire al medico del punto di Primo intervento di Lanzo di lavorare in maniera seria e senza correre il rischio di essere denunciato giustamente dal paziente che va a casa con una frattura di cui nessuno si è accorto. Tutto qui.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Concordo con le osservazioni del collega Boeti. In effetti, sia all'ospedale di Ciriè che a Lanzo è attivo il sistema di digitalizzazione dell'immagine radiografica, che consente la refertazione a distanza. Nella normalità dei casi, come mi ha confermato il Direttore, gli esami vengono refertati dal radiologo quando presente a Lanzo e da quello di Ciriè a distanza nel fine settimana e quando assente su Lanzo.
Nei mesi scorsi, in qualche occasione si è verificata una mancata refertazione in giornata per sovraccarico di lavoro a Ciriè e il Direttore di presidio ha richiamato i medici sul mantenimento costante del primo soccorso di Lanzo, che è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20.
Dopo questa segnalazione, è intervenuto immediatamente il Direttore generale chiedendo a tutti i soggetti interessati di rispettare quello che è stato deciso e mi conferma che sicuramente questo avverrà.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1120 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Verbali tavoli ministeriali"


PRESIDENTE

Esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1120, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è molto veloce e il contenuto molto sintetico, in quanto abbiamo ormai preso l'abitudine di chiedere, ogniqualvolta siamo a conoscenza di una riunione dei tavoli ministeriali (tavolo del MEF Ministero Economia e Finanze e Ministero della Salute), i verbali del risultato di tali incontri; incontri a cui è presente la Regione in quanto ovviamente in piano di rientro dal punto di vista della sanità.
Tendenzialmente i verbali si fanno attendere molto non solo per via dell'Assessorato regionale, ma anche per lungaggini nella trascrizione dei verbali ministeriali. Vorremmo però, a distanza di due mesi (ormai sono passati due mesi!), avere contezza di quello che si è detto. E' uno dei temi più rilevanti della Regione Piemonte capire se siamo stati valutati positivamente dai Ministeri in forma congiunta e se è alle porte la prospettiva di un'uscita dal piano di rientro, anche perché abbiamo fatto una serie di valutazioni che riguardano le politiche sociali, come detto oggi ancora nella relazione del Difensore civico, e quindi la possibilità di contribuire con risorse sanitarie in altri capitoli di bilancio che sono deficitari grazie alla possibilità di eventualmente derogare dal limite di assunzione, come ormai sa sicuramente meglio di me l'Assessore Saitta.
Vorremmo avere contezza di quello che si è detto e chiedere all'Assessore, se è possibile poi, se è in possesso di una copia del verbale, di darlo non tanto o non solo al sottoscritto, ma al Presidente della Commissione sanità, in modo che lo possa socializzare fra tutti i componenti della stessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La riunione del tavolo di monitoraggio ai Ministeri si è tenuta il 20 aprile. Come il Consigliere giustamente ricordava, il verbale è scritto e concordato tra tutti i soggetti partecipanti. Si tratta di un lavoro consistente, tuttavia confesso che siamo in ritardo nel trasmetterlo.
Cercheremo di farlo pervenire immediatamente.
In sintesi, posso anticipare, rispetto alle sollecitazioni del Consigliere Bono, che ai problemi di carattere sanitario, cioè l'applicazione del programma operativo, viene sostanzialmente dato un giudizio positivo perché abbiamo adempiuto. C'è ancora un aspetto collegato al fatto che sono stati presentati concretamente i preconsuntivi dal quarto trimestre nel 2015, mentre nel prossimo tavolo, che sarà alla fine di luglio, saranno presentati i consuntivi delle aziende sanitarie del 2015.
Sulla base dei consuntivi che le aziende hanno preparato, posso anticipare che ci sarà un utile di esercizio per il 2015, cosa che abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni. Tale utile ci sarà nonostante il fatto che, a livello nazionale, non c'è stata un'aggiunta di risorse per quanto riguarda i fondi dell'epatite C.
Non solo, ma come abbiamo anticipato parlando di investimenti - mi riferisco a Verduno, a Nizza ecc. - questa operazione dell'utile di sei milioni avviene dopo un'assegnazione alle Aziende di risorse per completare quegli investimenti di carattere regionale.
I consuntivi saranno oggetto di valutazione nel prossimo tavolo, ma c'è ancora un'altra questione che non riguarda tanto la sanità. Da parte del tavolo di monitoraggio, viene rilevato che bisogna ridurre i tempi di pagamento ai fornitori. Quando siamo arrivati i tempi di pagamento erano molto lunghi, mediamente si va da 90 a 100 giorni, quindi ci viene richiesto di ridurli ulteriormente.
La riduzione dei tempi di attesa è un tema non tanto collegato alla sanità, ma alla liquidità del bilancio regionale. Con l'Assessore Reschigna stiamo studiando una modalità che permetta di contenere i tempi di attesa.
La riduzione dei tempi di attesa è un elemento aggiuntivo. I fondi sono stati trasferiti ma, così come in passato, quei fondi magari venivano utilizzati anche per altro.
In ogni caso, stiamo cercando di trovare una modalità, insieme al Ministero, per ridurre i tempi di attesa. C'è ancora un rilievo per quanto riguarda la questione del CUP unico regionale, su cui a settembre ci sarà la gara e lì ci saranno date le indicazioni. Per la parte sanitaria, mi pare che abbiamo concluso tutto, il Consigliere avrà modo di verificarlo.
La parte sostanziale del pareggio sarà il risultato dei bilanci consuntivi delle Aziende che saranno insediati nel tavolo della fine di luglio.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1122 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Situazione finanziaria delle Agenzie Territoriali per la Casa piemontesi"


PRESIDENTE

Esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1122, presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Riguarda una notizia apparsa sugli organi di stampa nei giorni scorsi di cui ho avuto occasione questa mattina di commentare con l'Assessore.
Un relazione di Deloitte ha verificato lo stato di bilancio di una delle ATC, in cui si è evidenziato una grave e drammatica situazione finanziaria. Si tratta di una cifra abbastanza alta: 26 milioni complessivi ai quali dovrebbero aggiungersi altri otto-dieci milioni di euro per possibili rettifiche di "allineamento". Parliamo di cifre intorno ai 36 milioni di euro per una sola ATC. Questo avviene nell'ambito della nuova applicazione dei bilanci regionali, in cui si identifica anche il cosiddetto consolidato. Sarà bene chiedere anche all'Assessore competente al bilancio quale può essere l'incidenza delle sofferenze, delle società delle agenzie tipo quella di cui stiamo discutendo ora nell'ambito dell'intera regione, per capire meglio quali sono i debiti complessivi.
La preoccupazione era sull'ATC, capire come mai avviene ciò, capire la difficoltà nel mantenere un'agenzia di questo genere nel futuro, rispetto a casse regionali sempre più in difficoltà e casse regionali che hanno sofferenza di natura diversa, ma la cui incidenza di questo genere completa una situazione assai difficile.
La domanda è abbastanza semplice: si chiede di conoscere, alla luce di quanto sta avvenendo presso l'ATC-Piemonte nord e dei fatti che hanno coinvolto anche l'ATC del Piemonte sud nel mese scorso, il reale stato del debito di tutte le Agenzie territoriali per la casa piemontesi, anche al fine di garantire una conduzione adeguata delle risorse finanziarie ed evitare che gestioni improprie possano portare ad avere debiti tali che si riversino inevitabilmente sui cittadini.
Vorremmo capire quali sono le problematiche che, nell'ambito di un bilancio come quello della Regione Piemonte già in sofferenza, un aggravio di questo genere può comportare.
Questa è un'interrogazione, ma ci sarà un approfondimento, anche capire se esistono o meno responsabilità in questo senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Consigliere Sozzani, credo sia opportuno portare la vicenda all'interno dei confini che hanno caratterizzato l'intenzione dell'Amministrazione regionale. Quanto è stato fatto dalla società Deloitte è un tassello che rientra nel percorso avviato con la legge n. 11 di riorganizzazione delle Agenzie.
Una volta fatto questo passo, noi abbiamo ritenuto imprescindibile soprattutto per l'Agenzia del Piemonte Nord e per l'Agenzia del Piemonte Sud, che erano le agenzie che vedevano, a differenza di quelle del Piemonte centrale, un accorpamento, quindi la fusione di tre bilanci diversi - fare una ricognizione straordinaria. Una ricognizione che era funzionale alla redazione del bilancio consuntivo 2014. Questo era il quadro entro cui l'operazione è avvenuta.
L'Amministrazione regionale, nella mia persona, ha chiesto alle due Agenzie, tramite un protocollo di intesa deliberato dalla Giunta regionale di avviare una ricognizione straordinaria affidando ad una società terza tale operazione. Nell'Agenzia Nord e nell'Agenzia Sud il protocollo è stato fatto a settembre 2015, dopodiché c'è stata una gara e l'operazione si è avviata tra dicembre 2015 e gennaio 2016. Operazione che ha richiesto parecchi mesi e che si è completata nel mese di giugno 2016. Questo è quello che è avvenuto.
La società Deloitte aveva il compito di fornire ai Consigli d'Amministrazione dell'Agenzia Piemonte Nord e dell'Agenzia Piemonte Sud questa ricognizione straordinaria affinché i due CdA delle Agenzie potessero redigere il bilancio consuntivo del 2014.
Una volta approvato, il bilancio consuntivo 2014 viene trasmesso alla Regione Piemonte e noi avremo la possibilità di verificare le risultanze definitive di questa operazione.
Dico subito che, una volta che avviene questo passaggio, noi possiamo benissimo - non è un problema, anzi, io lo ritengo un fatto positivo convocare una Commissione con la presenza anche dei Presidenti delle due Agenzie, in modo tale che si possa entrare nel merito del bilancio consuntivo del 2014, alla luce delle risultanze definitive della certificazione straordinaria.
La settimana scorsa abbiamo avuto le prime risultanze sulla base di quello che abbiamo potuto verificare, a conclusione del lavoro svolto dalla società di certificazione. Dalle prime risultanze che abbiamo avuto, sempre in riferimento all'Agenzia Piemonte Nord e all'Agenzia Piemonte Sud abbiamo potuto verificare che esiste una problematicità rilevante nell'Agenzia Piemonte Nord e una certa significativa problematicità all'interno dell'Agenzia Piemonte Sud.
Qual è il dato (poi, le consegno la risposta scritta dove ci sono dati anche più precisi e dettagliati)? Per quanto riguarda l'Agenzia Piemonte Nord, le rettifiche fatte dalla certificazione straordinaria portano ad una mancanza - diciamo così - di circa 26 milioni di euro. L'80% (forse più) di questa cifra è relativa alla mancanza di incasso dei canoni di locazione accumulati per diversi anni. Noi possiamo dire che questa situazione si è accumulata nel corso di dieci anni che abbiamo alle spalle e si è ulteriormente aggravata soprattutto negli ultimi cinque o sei sostanzialmente in concomitanza della crisi economica.
Accanto a questo dato, che è quello più eclatante, della mancata riscossione dei canoni di locazione, ci sono altri elementi che portano alla cifra di 26 milioni di euro, circa. Ad oggi, non abbiamo rilevato fatti penalmente rilevanti. Piuttosto, negli anni che si sono susseguiti c'è stata una mancanza di controllo rigoroso da parte dell'Agenzia rispetto a questo fenomeno, ed è su questo che dobbiamo interrogarci fortemente.
Per quanto riguarda l'Agenzia Piemonte Sud, la cifra complessiva è di otto milioni; quindi, 26 e otto appartengono a due Agenzie diverse, non vanno sommati: 26 per quanto riguarda il Piemonte Nord e otto per quanto riguarda il Piemonte Sud. Anche qui, la cifra più rilevante per circa cinque-sei milioni riguarda i canoni di locazione, quindi il mancato introito del canone di locazione, e anche su questo si pone il problema del controllo rigoroso, ma, a differenza di quanto abbiamo visto nel Piemonte Nord, qui c'è stato anche un problema di malversazione, quindi di fatti penalmente rilevanti, tanto è vero che, d'accordo con il CdA e con il Presidente, ci siamo fatti carico di presentare un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti. Abbiamo operato una sospensione temporanea e in via cautelativa di un ex dirigente dell'area alessandrina, non abbiamo atteso che si muovesse la Procura, l'abbiamo fatto direttamente noi perché abbiamo verificato questi dati.
Allora, come dicevo all'inizio, una volta che verranno redatti dai Consigli d'Amministrazione i bilanci consuntivi del 2014 - ribadisco che la ricognizione straordinaria era finalizzata a questo - avremo le risultanze definitive di questa operazione; ci dichiariamo disponibili a venire con gli stessi Presidenti e i Direttori in Commissione a fare i dovuti approfondimenti e il dovuto confronto con la Commissione competente.
Il problema principale è il seguente: una volta fatta questa fotografia, noi avremo una base di certezza relativa alla situazione reale conosceremo qual è il bilancio reale e non fittizio di queste Agenzie ed è sulla base di questo che noi intraprenderemo con lo stesso rigore un percorso per superare questa situazione, con l'obiettivo, Consigliere, di non pesare sul bilancio della Regione Piemonte. Questo è il nostro obiettivo.
Questo significherà verificare e studiare diverse strade che possono essere messe in campo e che ci consentiranno di affrontare la situazione perché il nostro obiettivo è fare in modo che le Agenzie facciano il loro lavoro, cioè gestiscano e governino il tema dell'edilizia sociale in modo tale che soprattutto chi ha bisogno possa avere una casa a disposizione.
Però, se le Agenzie sono intrappolate in bilanci fittizi e in debiti che rendono impossibile operare in questa direzione, certamente non ha più senso la loro esistenza.
Quindi, ribadisco che noi abbiamo fatto questa operazione come conseguenza della riorganizzazione territoriale; porteremo in Commissione le risultanze definitive, da lì e da quel momento inizia la terza fase, per fare in modo di affrontare strutturalmente questo problema.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Ne approfitto per chiedere al Consigliere Sozzani se mantiene la richiesta avanzata questa mattina di una comunicazione.
Ci dica solo "sì" o "no".
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Qualora ci fosse la Commissione, evidentemente viene meno la richiesta in Aula; mi sembra che così venga meno la richiesta di questa mattina e valga la proposta.



PRESIDENTE

Perfetto, ne riparleremo in Commissione.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.41 Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Chiamparino, Conticelli e Ferrero.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame disegno di legge n. 187, inerente a "Nuove disposizioni in materia di organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 187, inerente a "Nuove disposizioni in materia di organizzazione dell'attività di promozione accoglienza e informazione turistica in Piemonte", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Gallo e relatori di minoranza sono la Consigliera Frediani e il Consigliere Vignale.
Il testo è stato licenziato a maggioranza dalla III Commissione il 15 giugno 2016.
La parola al Consigliere Gallo per l'esposizione della relazione.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Il presente disegno di legge n. 187 si è reso necessario per riorganizzare l'attività turistica in Regione Piemonte, al fine di cogliere al meglio le opportunità che il turismo offre da un po' di anni a questa parte, quindi riorganizzare l'intero sistema organizzativo turistico in un'ottica di economicità, efficacia ed efficienza.
E' indubbio che l'evoluzione economica di questi anni ha portato il turismo ad essere una delle prime fonti di sviluppo e di lavoro per la nostra regione, quindi si rende necessario riscrivere ex novo la legge n.
75/1996 che fino ad oggi ha regolamentato l'organizzazione turistica della nostra regione. Quindi, questa non è una nuova legge regionale, è una nuova legge che riscrive totalmente la legge n. 75 e la sostituisce.
Entriamo un po' più nel merito del testo di legge discusso e approvato dalla III Commissione qualche settimana fa: è suddiviso per capi e prevede nel Capo I un'indicazione generale della che è la suddivisione delle funzioni e dei compiti nelle varie forme organizzative che la Regione si dà.
Il Capo II è, forse, il cuore della riforma dei servizi turistici e la nascita della DMO, che è l'azienda turistica regionale che nasce dalla fusione di Sviluppo Piemonte Turismo e IMA (Istituto per il Marketing agro alimentare) e la parte del CEIP che si occupava di turismo all'interno del Centro esterno per l'internazionalizzazione del Piemonte.
Rispetto alla DMO, l'articolo 7 apre il capitale sociale - che comunque deve rimanere a prevalenza pubblica - all'intervento e all'ingresso anche di soci privati del settore, che possono quindi, insieme all'Ente pubblico coordinare al meglio l'attività turistica regionale. La funzione principale della DMO sarà quella di coordinare l'attività delle ATL e la promozione turistica della Regione, del nostro territorio nel suo complesso sui mercati internazionali.
Il Capo III prevede, dall'articolo 8 all'articolo 15, la riorganizzazione e la ridefinizione di quelle che sono le Aziende Turistiche Locali, che rimangono uguali per ambiti locali turistici come oggi, ma vengono rese omogenee nella forma giuridica e quindi vengono trasformate in società consortili a responsabilità limitata e ad esse vengono affidati particolari funzione e particolari compiti.
Rispetto alle Aziende Turistiche Locali, tale riforma prevede che la Regione possa salire come partecipazione fino al 40% del capitale sociale e prevede, quindi, una compartecipazione di intervento di sostegno economico rispetto all'azienda turistica locale sia del pubblico sia del privato nella percentuale di partecipazione.
Il Capo IV individua gli altri soggetti della struttura organizzativa turistica regionale, individuati da legge - che, in particolare, sono i consorzi turistici - mentre il Capo V prevede tutte le forme di finanziamento e di sostegno alle attività delle aziende turistiche locali secondo le nuove forme citate precedentemente.
Questo disegno di legge giunge all'esame del Consiglio regionale e dell'Aula dopo un esame prolungato in III Commissione durato cinque sedute nelle quali sono stati esaminati e discussi nel dettaglio oltre 60 emendamenti, alcuni dei quali, in molti casi, sono stati anche recepiti.
Molti anche i temi emersi nelle audizioni fatte nelle prime settimane di marzo e quindi recepiti nel testo del disegno di legge che viene posto all'attenzione del Consiglio regionale.
Credo che questo disegno di legge sia un testo importante, che possa riorganizzare la nostra attività e rilanciare ancora di più la promozione del nostro territorio sui mercato internazionali, al fine di cogliere al meglio quel trend che, in Europa e nel contesto europeo, vede una crescita di circa il 5% annuo del turismo, e quindi un'opportunità importante su cui continuare ad investire ed investire al meglio per la crescita economica del nostro territorio e per la promozione del nostro territorio sui mercati internazionali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, relatrice di minoranza



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Noi, fin da subito, in Commissione abbiamo evidenziato quelli che secondo noi, erano i limiti di questa riforma del sistema del turismo regionale. Il primo limite, a nostro avviso, è stato proprio lo scarso coinvolgimento degli operatori e il timore, che poi in parte è stato mitigato, di un'eccessiva interferenza rispetto al ruolo degli operatori privati e i nuovi compiti affidati alle ATL.
Siamo intervenuti, quindi, con attività emendativa e siamo riusciti, in parte, a correggere questo rischio proprio per rassicurare gli operatori che si sono visti un po' invadere il campo, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più legati alla commercializzazione di prodotti sul territorio.
Ci sembrava anche che ci fosse il rischio (che tuttora permane) di una sorta di concorrenza sleale fra quanti decidano di aderire alle ATL e quanti invece rimangano al di fuori dei circuiti e, quindi, anche al di fuori dei finanziamenti erogati dalla Regione. Quindi, questo principalmente era il quadro che più ci preoccupava.
Altri aspetti che non ci hanno pienamente convinto e il motivo che ci ha spinto a presentare ulteriori emendamenti anche in Aula sono quelli legati alla programmazione, una programmazione che ci sembra di respiro un po' limitato.
Infatti, negli emendamenti depositati noi proponiamo una programmazione che vada con un orizzonte al di là dell'annualità, perché ci sembra assolutamente riduttivo fare una programmazione annuale quando la politica del turismo dovrebbe, invece, avere una visione un po' più ampia e mettere in pratica delle azioni che dovrebbero mirare ad un orizzonte temporale sicuramente più lungo, anche compatibilmente con la programmazione dei bilanci regionali.
Temiamo, come sempre, che ci possa essere un uso eccessivamente discrezionale delle risorse pubbliche. Questo discorso ovviamente è sempre legato al modo in cui si vanno ad erogare fondi per promuovere l'attività sui diversi territori. Quindi, chiediamo che ci sia trasparenza nell'utilizzo e nelle assegnazioni delle risorse.
Un altro punto su cui abbiamo sollevato qualche perplessità è quello relativo all'osservatorio sul turismo. Noi chiediamo, avendo a disposizione un ente come l'IRES, che si utilizzi questo ente per monitorare i dati, i flussi, i ritorni relativi all'attività turistica sul territorio piemontese.
Quindi, complessivamente noi non siamo entusiasti per questa revisione della legge n. 75, tenteremo ancora qualche modifica in fase di discussione in Aula consiliare e abbiamo depositato questa mattina ulteriori emendamenti.
Anche per quanto riguarda il nuovo soggetto introdotto, la DMO partendo dal nome, francamente troviamo inopportuno utilizzare sempre una terminologia che ha poco a che fare con la lingua italiana. Siamo in Piemonte e quindi utilizzare, non dico il piemontese (anche se stiamo discutendo più di una legge per il riconoscimento della lingua piemontese) ma almeno la nostra lingua italiana potrebbe essere un buon punto di partenza per promuovere le peculiarità del nostro territorio. Ma questa è una deriva un po' "renziana" che stiamo prendendo anche in Piemonte.
Al di là del nome che ha questo nuovo organismo, vediamo che il quadro dopo questo intervento normativo, risulta, dal nostro punto di vista, un po' più complicato di prima, con dei nuovi soggetti che vanno a coordinare altri soggetti, che hanno nuove funzioni, che però sono poco chiare e che quindi rischiano di andare a sovrapporsi a funzioni di soggetti già esistenti.
Quindi, il nostro parere su questo provvedimento, al momento, non è particolarmente positivo e dubito che dopo la discussione in Aula e dopo la discussione dei nostri pochi emendamenti depositati ci potrà essere un decisivo cambio di rotta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, secondo relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Crediamo che il disegno di legge "Nuove disposizioni in materia di organizzazione delle attività di promozione" abbia alcuni limiti, che abbiamo affrontato nel corso delle audizioni sia in sede di Commissione, ma anche nella discussione con gli operatori economici e con gli operatori pubblici e le stesse ATL esistenti.
Ve ne sono alcuni sui quali crediamo vada portata la nostra attenzione ma che non sono neppure parti, in qualche modo, emendabili, perché è un po' l'architrave stessa della legge: innanzitutto l'aspetto legato alla costituzione dell'Agenzia regionale per lo sviluppo e la promozione del turismo.
In qualche modo, è un passaggio che questa Regione aveva già affrontato e che poi ha inteso superare, proprio nel momento in cui iniziava a diventare una regione turistica. Se è vero infatti che un'Azienda turistica regionale può avere il vantaggio di essere un soggetto che ha una propulsione di carattere regionale - modalità che può avere l'Assessorato dando indirizzi alle ATL di cui è socio - è altrettanto vero che vi è il rischio che essa accentri una serie di competenze, ma soprattutto di attività, che sono più di dimensione territoriale.
Un secondo aspetto ad esso collegato è anche il tema della costituzione del DMO. Come diceva la collega Frediani, credo che le 1.100 parole dell'italiano medio contro le 300 dell'inglese medio facciano sì che sarebbe stato sufficiente usarne poche delle tante che la nostra lingua ci offre per dire la stessa cosa; tant'è che le prime volte in cui discutevamo di questa legge, ho detto che l'utilizzo dell'acronimo DMO non è il massimo per dei legislatori italiani e piemontesi. Ma tant'è: non è quello il problema. Il testo, però, individua anche in questo caso una modalità che torna ad una politica accentratrice.
Questo ha dei vantaggi perché, come anche in altre dinamiche nazionali nei confronti delle Regioni, è evidente che accentrare una serie di funzioni è conveniente. Il vantaggio è quello di rafforzare le aree forti e al contempo, nel combinato disposto della norma - tanto quella sulla programmazione delle attività, quanto quello sulla percentuale di possibile copertura delle spese che le ATL sostengono per la loro esistenza, quanto su un lavoro per la loro organizzazione - il rischio vero che paventiamo è che questa norma certamente andrà a rafforzare i distretti maggiormente significativi di questa Regione; ma altrettanto certamente rischia di ridurre le possibilità per le aree marginali o meno forti di questa Regione. E credo che questo sia un rischio che non dovremmo permetterci perché, se andassimo a prendere i dati sul turismo anche solo di dieci anni fa, ci renderemmo conto che quelle che dieci anni fa erano aree turistiche marginali (l'esempio più lampante è la Città di Torino, ma non solo: il Monferrato e altre zone), oggi sono diventate, guardando i dati dell'Osservatorio del turismo, aree a grande attrazione turistica. Ma è stato possibile che ciò accadesse grazie ad investimenti che sono stati fatti nel corso del tempo, che hanno fatto sì che aree in cui non si pensava vi fosse una vocazione turistica tale da consentire in quei territori che l'industria del turismo diventasse una delle industrie più importanti dal punto di vista economico ed occupazionale di una zona venissero trasformate.
Occorre ricordare altresì che noi abbiamo delle altre aree, che invece abbiamo la certezza che rimarranno turisticamente marginali (ovviamente la marginalità è espressa in numero di posti letto e di presenze, che è ci con cui noi misuriamo l'impatto turistico). Quelle aree rurali e quelle valli montane, o altro, producono una percentuale di economia che magari garantisce la sussistenza di alcuni servizi erogati e la vitalità di un territorio, anche se certamente nel database generale dei flussi turistici i non garantiranno un "più due" rispetto all'anno precedente: parliamo infatti, magari, di alcune migliaia di presenze turistiche, ma che lì sono determinanti. Potrei fare degli esempi, osservati anche nell'esperienza che ho fatto di Assessore alla montagna, di alcune valli montane che si sono trasformate in valli turistiche ma che, per numero di presenze (e anche di notti), non garantiscono dati che stanno all'interno della cornice che la norma vuol dare.
Noi ci auguriamo - vi sono alcuni emendamenti che vanno anche in tal senso e in particolare uno che tende, appunto, a non penalizzare le aree minori - che una norma sulla quale non possiamo esprimere una valutazione positiva non incappi intanto, nella sua applicazione, in due aspetti.
Sappiamo bene, infatti, che fra il testo delle norme e la loro applicazione vi è anche una grande differenza.
Una raccomandazione è che l'ATL regionale continui ad esser un soggetto che, se fa indirizzo di carattere generale, tenga conto anche delle minori ma magari lodevolissime iniziative che provengono dai territori della nostra Regione e che non sia solo luogo in cui Langa, Monferrato, Città di Torino, valli olimpiche e laghi discutono della programmazione turistica questo, infatti, sarebbe un errore anche rispetto alla modalità con cui questa Regione ha costruito una promozione turistica, che non si è basata solo su bacini che turistici lo erano già prima (anche quando questa Regione turistica non lo era), nel promuovere al contrario aree che turistiche non lo erano e a mano a mano lo sono diventate.
In secondo luogo, bisogna cercare di fare in modo che nella definizione degli ambiti territoriali turisticamente rilevanti la definizione dell'articolo 14 non vada a penalizzare delle realtà che hanno aree turistiche più forti e più deboli, ma che all'interno di esse - leggiamo l'articolo 14 in modo correlato rispetto all'articolo 2 - di nuovo garantiscano una promozione, uno sviluppo, un incremento delle presenze turistiche su tutto il territorio piemontese.
Ricordandoci sempre che più turismo non fa solo più bello il Piemonte ma fa soprattutto più occupazione e più possibilità di sviluppo economico all'interno della nostra Regione.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il riordino del sistema dell'organizzazione delle attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte era atteso da un po'. A nostro parere, però, il risultato è decisamente inferiore rispetto a quello ottenuto dalla legge che si vuole andare a sostituire. Il motivo è già stato un po' illustrato dalla mia collega nella sua relazione.
Io tenderei a sottolineare alcuni aspetti che trovo profondamente deteriori nel nuovo disegno di legge.
Il primo tra tutti è quello della programmazione e del ruolo importante della Regione e della nascenda DMO, che poteva benissimo chiamarsi Agenzia per la gestione dell'accoglienza (AGA) o Agenzia per l'accoglienza (AA) e che però abbiamo dovuto chiamare DMO in omaggio a questa sudditanza psicologica al mondo anglosassone, del quale però non cogliamo le tendenze positive nella gestione e nell'organizzazione dei servizi turistici, che vedono un ruolo importante e una distinzione molto precisa tra quello che fa il mondo privato, anche in termini di offerta e di gestione dell'offerta di accoglienza, e la promozione fatta come sistema Paese o come sistema regionale con il coinvolgimento forte di tutte le realtà che operano nel mondo dell'accoglienza turistica in senso lato.
Infatti, si fa menzione, nelle finalità esposte nei primi articoli, del fatto che si intende ragionare e lavorare sul tema dell'accoglienza turistica in relazione a tante tematiche diverse: non solo quella più tipica dei beni paesaggistici e culturali, ma anche riguardo allo sport e all'inserire in DMO anche l'Agenzia per la promozione dei prodotti agroalimentari e l'associazione tra agroalimentare e turismo.
Tuttavia, nel prosieguo della norma, di queste cose rimane ben poca traccia. Mi sarei aspettato, ad esempio, che sul tema dell'agroalimentare si sviluppasse un filone di finalità precise e di coordinamento preciso tra le attività del tema agroalimentare, che si collega anche all'ospitalità rurale e all'offerta turistica più tradizionale, che è legata alle manifestazioni, agli eventi culturali, ai beni paesaggistici ed architettonici della nostra regione.
Purtroppo, di questo non troviamo traccia. Non ne troviamo traccia vieppiù, nel sostanziale smantellamento della capacità e dell'impostazione programmatoria regionale sul tema, perché se nella legge 75 si strutturava la programmazione in programmi pluriennali di indirizzo e coordinamento chiaramente strutturati e con dei cadenzamenti precisi, che poi andavano attuati e, tra l'altro, approvati dal Consiglio regionale, quindi con un coinvolgimento più ampio e con dei piani annuali che andavano ad attuare i piani pluriennali, nella nuova legge troviamo un'ottica di navigazione a vista, con programmi al più annuali, rivedibili in corso d'anno dalla Giunta regionale e gestiti esclusivamente dalla Giunta stessa, che pu utilizzare la costituenda DMO al fine di costruire questa organizzazione.
Pertanto, sotto questo profilo c'è un deciso impoverimento del quadro sistemico della gestione dell'accoglienza turistica in Piemonte. Si è persa l'occasione, perché se prima avevamo un aspetto forse un po' dirigistico dal punto di vista del sistema pubblico, e quindi comunque uno scarso coinvolgimento del mondo privato, in tutti questi anni la 75 - che è del 1996 - ha lavorato in autonomia, pertanto abbiamo una situazione della gestione dell'accoglienza e della promozione turistica a macchia di leopardo. Ci sono aree di grande valore che hanno saputo promuoversi e che per certi versi, continuano a rivendicare un'autonomia rispetto a programmazioni e all'interesse di coinvolgimento da parte della Regione e aree lasciate a se stesse, che non sono riuscite ad individuare una vocazione turistica, pur avendo capacità e risorse da offrire.
Ci sono aree che hanno subito i limiti dell'eccessivo campanilismo che caratterizza tutto il mondo italiano in generale, ma soprattutto quello della nostra regione, che ha un record di piccoli Comuni, ognuno con la sua peculiarità, ognuno a rivendicare le proprie specificità, ma che poi non riescono a mettersi insieme per costruire qualcosa che sia più facilmente proponibile a livello internazionale. Mi viene in mente il modello Toscana che oggi è un brand come regione, addirittura al di là della grande importanza culturale, architettonica, culinaria e agroalimentare dei singoli luoghi, con nomi di richiamo come Firenze, Pisa, Arezzo, che per all'estero sono percepiti come parte di un sistema Toscana. In America quando si parla di Toscana si considera importante tutto ciò che viene dalla Toscana.
Questo doveva essere l'obiettivo - chiaramente con 20 anni di ritardo del rinnovamento nell'organizzazione della promozione turistica. Pertanto ritengo che questo sia un primo aspetto in cui questa nuova legge fallisce perché affronta la tematica smantellando l'impostazione vecchia, senza sostituirla con qualcosa di veramente innovativo, con qualcosa di molto più povero, ristretto all'ambito annuale, giustificato con una scarsità di risorse.
Questo, personalmente, mi pare un controsenso: laddove le risorse sono scarse, la programmazione strategica, anche di medio periodo, è fondamentale per riuscire a indirizzarle in maniera organica su obiettivi importanti quando le risorse si rendono disponibili, peraltro in contraddizione anche con il fatto che la programmazione economico finanziaria dell'ente Regione almeno si articola sul triennio e poi si esprime anche sulla programmazione annuale. Quindi, è veramente un approccio da navigazione a vista.
Altro aspetto già citato è quello dell'Osservatorio: esisteva già in Regione Piemonte e faceva anche la programmazione. Pertanto, avevamo una situazione in cui chi organizza poi si osserva pure. Forse, per quanto il numero di informazioni sia effettivamente copioso e possa essere analizzato con interesse, sarebbe stato meglio puntarlo verso un ente terzo, cioè spostare questa realtà che deve verificare come funzionano e cosa sta facendo l'organizzazione della promozione dell'accoglienza turistica in Piemonte da un punto di vista sistemico, sia puntuale che di quadro complessivo, in un ente terzo in grado di offrire sia i dati sia eventuali analisi e valutazioni, da un punto di vista terzo.
Forse questo si potrà realizzare nella DMO, ma ci stupisce un po' il fatto che, avendo riformato IRES proprio per farne un ente in grado di dare valutazioni terze su questioni in particolare socio-economiche, ma anche in ambito turistico dal punto di vista dell'applicazione dello sviluppo economico del nostro territorio, ha un impatto importante dal punto di vista socio-economico. E' forse un ente che sarebbe partito con delle strutture adeguate e avrebbe potuto essere comodamente l'oggetto del trasferimento dell'osservatorio sul turismo regionale.
Sotto questo profilo, secondo me si perde un'opportunità di sinergia nel rafforzare quella che è la realtà valutativa delle politiche regionali che abbiamo creato noi e riformato noi a inizio anno, quindi - di nuovo si è perso e si continua a perdere il punto di vista sistemico con la presentazione di provvedimenti a normazione spot su tematiche specifiche che però non fanno parte di un quadro di politiche generali.
In ultimo, voglio evidenziare che il sistema che si va a costruire anche dal punto di vista degli interlocutori per i finanziamenti disponibili, viene ridotto a livello di platea, perché con l'obiettivo per certi versi virtuoso di cercare di costruire degli interlocutori, dal lato privato, più forti e forse più grandi come attori del sistema, si vanno a imporre delle regole draconiane. Non si stimola l'aggregazione, la si impone, perché si va a dire che l'oggetto dell'incentivazione e del rafforzamento della parte privata saranno i consorzi di operatori che però, dovranno avere una dimensione minima, gestendo 5.000 posti letto e almeno 50 soci, quando nella precedente legge queste dimensioni erano decisamente minori.
A nostro avviso, è mancata un'analisi precisa su come funzionasse il sistema. Forse perché, in realtà, era completamente disfunzionale e quindi c'era poco da dire sugli effetti della 75. In questa legge, se non altro c'è una clausola valutativa, costruita bene, quindi ci aspettiamo di avere informazioni migliori e più strutturate per poterne valutare l'applicazione, però - a nostro parere - in questa legge manca completamente l'obiettivo che ci si era dati. Non aggiunge niente a quello che c'era già, perché si crea un'agenzia pubblica, una società consortile pubblica, che ha un ruolo di pseudo-cordinamento.
Le ATL continuano a rimanere lì, però dovranno procacciarsi più faticosamente le risorse per operare, limitando fortemente la partecipazione degli operatori privati e di tutte quelle altre entità, che non sono solo le agenzie di viaggio e gli operatori turistici, ma anche il turismo agri-alimentare, il turismo agricolo e il turismo sportivo, di cui qui non si fa menzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: La lettera c) del comma 1 è riscritta come segue: "svolge funzioni di indirizzo delle attività e sovrintende ed organizza le attività di promozione turistica ed al rafforzamento della capacità di accoglienza offerta dal mondo degli operatori turistici sul territorio".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Alla lettera h) del comma 1, dopo le parole "prodotto turistico" aggiungere le seguenti: "nel rispetto della normativa di cui alla L.R.
30/03/1988 n. 15 - Disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con il primo emendamento, che avevamo già presentato in Commissione andiamo a rafforzare la previsione della lettera c) del comma 1 dell'articolo 2, in cui si parla delle funzioni della Regione riscrivendolo con un'aggiunta.
Nel testo originario era scritto "svolge funzioni di indirizzo e coordinamento delle attività e sovrintende all'organizzazione turistica".
Noi chiediamo di aggiungere "sovrintenda ed organizza le attività di promozione turistica e al rafforzamento della capacità di accoglienza offerta dal mondo degli operatori turistici sul territorio".
Questo è legato a quanto dicevo prima, cioè che la funzione importante di questa norma dovrebbe essere quella di una forte sinergia tra pubblico e privato, a partire dagli obiettivi. Il fatto che ci sia una netta distinzione di competenze, cioè lo scopo del pubblico, della Regione in particolare, è ai fini di una funzione di indirizzo e di favorire il rafforzamento della capacità di accoglienza, offerte dal mondo degli operatori turistici sul territorio.
Questo è solo uno degli elementi importanti (purtroppo ce se sono tanti altri), quindi abbiamo provato, con un numero esiguo di emendamenti, a riproporre quelli che ritenevamo più importanti.
Sotto questo profilo, continuo a sottolineare che sarebbe fondamentale riscrivere una parte di questo testo, proprio per dare maggiore attenzione ai soggetti privati da coinvolgere, ampliandone la platea, indicando più chiaramente in quali aree si intende operare, proprio perché con questa legge andiamo ad inserire, nella programmazione turistica, il mondo agro alimentare, mondo molto particolare ed importante.
Con il secondo emendamento modifichiamo la lettera h), aggiungendo il fatto che si faccia riferimento al rispetto della normativa di cui alla legge regionale 15.
Tutto questo perché la legge va ad inserire in un quadro di leggi già vigenti e, comunque, in parallelo ad esse.
Poiché viene ridefinito, in particolare, il ruolo delle ATL, sarebbe nostro interesse che in futuro non emergessero problemi interpretativi.
Le leggi sono scritte bene se non danno adito ad interpretazioni e contestazioni e quindi, laddove ci possono essere conflitti con altre leggi già vigenti, sarebbe meglio che venisse chiaramente specificato se ci possono essere conflitti oppure no.
Proponiamo qua - e poi anche nella parte più specifica dove si affronterà il tema dei ruoli - nel rispetto della normativa già vigente, in particolare la disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Al comma 1, la parola "annuali", è sostituita dalla parola "pluriennali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Questo è l'articolo dove, a nostro parere, c'è un gravissimo problema di navigazione a vista. Come si fa a voler cercare di fare un sistema di promozione e di organizzazione dell'accoglienza turistica con programmi che sono solo annuali e poi modificabili in corso d'anno? Qui veramente la legge precedente era più avanti.
Con questo emendamento andiamo semplicemente a chiedere di inserire la parola "pluriennali", dando un po' più di respiro al tentativo di creare un sistema di promozione e di sviluppo dell'accoglienza turistica.
Com'è possibile, soprattutto con risorse che vanno più scarseggiando lavorare in modo strutturato, per obiettivi importanti, se non c'è una programmazione importante di lungo periodo? Tra l'altro, se non lo si fa, o se lo si fa solo con programmi annuali, in un testo di legge dove tutto questo viene esclusivamente affidato alla Giunta regionale senza passare più dal Consiglio e dalla Commissione competente, apriamo veramente le porte ad una possibile gestione ad arbitrio, da parte dell'Assessorato delle risorse destinate a questo tipo di sistema.
Ricordo che la gestione ad arbitrio è anche pericolosa, perché rimanda tutto alla capacità e alla visione della Giunta, in particolare dell'Assessore. Noi preferiremmo che ci fossero dei punti di riferimento pubblicamente disponibili e più ampiamente discussi per programmare una tematica che dovrebbe diventare importante, perché laddove la politica industriale e il sistema industriale si va comunque indebolendo nel sistema globale, il turismo e l'offerta turistica connessa anche a quella ambientale ed agroalimentare diventa fondamentale e dovrebbe crescere.
Questa legge è importantissima per una cosa del genere ed è fondamentale che la programmazione sia importante, sia strategica, sia sfidante.
Con questo emendamento, noi chiediamo almeno di scriverci "pluriennali" e poi si spera che diventi qualcosa veramente di più strutturato, di più confrontato, di più condiviso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo sottolineare quanto detto dal collega Campo e quanto anticipato in fase di illustrazione della relazione.
Uno dei punti su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione durante la discussione in Commissione di questo disegno di legge è proprio la mancanza di una programmazione reale e di ampio respiro; per questo motivo abbiamo deciso di riproporre questo emendamento andando a sostituire il termine "annuali" con il termine "pluriennali", proprio per evidenziare come risulti assolutamente impossibile, soprattutto per politiche che riguardano il turismo e vanno a incidere su più territori o magari territori che devono coordinarsi tra loro, incidere quando si ha una visione così limitata, un orizzonte temporale così limitato.
Di conseguenza, noi torniamo a chiedere alla Giunta e al Consiglio di valutare la possibilità di introdurre una programmazione con una distanza temporale un pochino più lunga, quindi pluriennale, non indicando un limite temporale preciso, ma semplicemente ampliando leggermente l'orizzonte con una visione un pochino più ampia che consenta un ottimale utilizzo delle risorse pubbliche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
I colleghi mi hanno anticipato più che degnamente, ma questo è un tema che noi riteniamo molto importante, lo sentiamo molto e quindi intendiamo intervenire tutti oltre al legittimo primo firmatario.
La programmazione in seno a un ente d'area vasta come la Regione è fondamentale. L'Assessora Parigi - l'anticipo già magari nella risposta che, se vorrà intervenire, darà - in Commissione ci disse che francamente era difficile, o forse addirittura impossibile, fare una programmazione triennale nella penuria di risorse che investe il bilancio della Regione Piemonte. Può essere anche vero, però è una questione contingente, non strutturale.
Qualcuno più pessimista di me dirà che, in realtà, il deficit di bilancio è più strutturale che contingente, ma siamo praticamente a luglio (mancano tre giorni) e il Vicepresidente Reschigna ha esternato l'alto giorno in Commissione la sua intenzione di presentare quantomeno il disegno di legge di assestamento al bilancio a brevissimo, appena ci sarà il giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti. Molto probabilmente non arriveremo ad approvare l'assestamento di bilancio prima della pausa estiva, perché ovviamente ci sono i tempi tecnici (due settimane) per le consultazioni, l'inizio discussione con i vari Assessori Commissione per Commissione e quindi probabilmente si arriverà all'approvazione a settembre.
Tuttavia, nel momento in cui approviamo una legge, cerchiamo di guardare non solo ai contenuti testuali e quindi all'organizzazione di quella che è la "macchina" regionale e non, perché ovviamente c'è anche la partecipazione del privato per quanto riguarda la promozione e la gestione dell'offerta turistica regionale, ma cerchiamo anche di valutare le ricadute legate al finanziamento delle stesse.
Se noi facciamo la legge più bella del mondo, ma non ci sono risorse oppure ogni anno andiamo a contrattare risorse e quindi la programmazione non stiamo facendo programmazione, ma stiamo facendo gestione, stiamo vivacchiando su quelle che sono le risorse che restano tra le maglie del bilancio regionale, una volta che sono stati garantiti i servizi fondamentali. Come se il turismo - e chiudo, Presidente - non fosse quel volano fondamentale di sviluppo, o meglio, in primis di mantenimento dei posti di lavoro e in secundis anche di sviluppo di questa Regione.
Quindi, francamente, noi su questo siamo scettici. Cioè una situazione contingente di deficit di bilancio non può influenzare la scrittura delle nostre leggi, perché se il bilancio è triennale un motivo ci sarà, infatti serve a fare programmazione, altrimenti i bilanci sarebbero annuali e non esisterebbe il bilancio pluriennale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo porre un po' di enfasi a questo emendamento, perché se complessivamente le ragioni di perplessità o la volontà di andare a modificare alcune parti di questo disegno di legge sono state già evidenziate dai colleghi in discussione generale, su questo abbiamo una forte contrarietà sia per quanto riguarda il provvedimento di legge specifico sia in generale, poiché abbiamo già rilevato più volte in questi due anni di legislatura come ci sia una certa difficoltà per l'esecutivo regionale a riprendersi in mano la facoltà di programmare, di pianificare e come invece sia importante questo anche per rimettere in piedi la nostra Regione.
Anch'io conosco già la risposta che può dare l'Assessora Parigi, anche perché è la risposta che ha dato in Commissione, dicendo: "Signori, coi chiari di luna che ci sono io non riesco a fare una programmazione che vada oltre l'anno". Dal punto di vista strettamente pratico, possiamo anche comprendere ciò che dice l'Assessora; non possiamo invece accettarlo dal punto di vista della visione politica, perché non riusciamo ad accettare un atteggiamento così rinunciatario. Se prendiamo come presupposto generale questo, è inutile che facciamo una legge nuova, una legge che dovrebbe andare a migliorare e a semplificare, e invece così facciamo dei passi indietro.
Allo stesso modo, anche l'Assessore Reschigna potrebbe dire che è inutile fare un bilancio triennale se non c'è certezza sulle risorse quindi finché abbiamo una facoltà di legiferare e di programmare fino a quando - rifacendomi al mio intervento di questa mattina - Renzi non ce la toglie definitivamente, cerchiamo di avere una visione un po' più strutturale e non solo basata sulle contingenze e quindi cerchiamo di inserire anche, in questo provvedimento di legge, la possibilità, la volontà di fare una programmazione che vada oltre l'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Come dicevano i colleghi poc'anzi, effettivamente considerare una programmazione annuale una programmazione esaustiva è del tutto riduttivo.
E' del tutto riduttivo quando si parla, appunto, di programmazione. La programmazione è un qualcosa che deve andare al di là anche di quelle che sono le risorse finanziarie disponibili al momento; la programmazione deve essere un corpus unico che indica la strada da intraprendere negli anni successivi. Poi le disponibilità finanziarie saranno note anche in momenti diversi, però noi dobbiamo avere una traccia che ci dice dove vogliamo andare e soprattutto lo dice agli operatori.
Se noi, come Regione Piemonte, diciamo agli operatori del turismo piemontese che cosa vogliamo fare nei prossimi tre anni, indichiamo anche a loro quali sono le linee di indirizzo su cui si possono muovere, per poi ottenere eventuali prossimi finanziamenti e avere dei canali privilegiati di sviluppo.
Altresì, se noi ogni anno facciamo una programmazione che può essere diversa da sé stessa, induciamo nel sistema una sorta di incertezza che non fa altro che stoppare le intenzioni di intervento dei privati.
In passato si è sempre operato per programmazioni triennali. Non sempre queste programmazioni triennali avevano fondi da spendere su ciascuna annualità, ma le programmazioni erano un quadro su cui si muovevano i vari bandi annuali o biennali che fossero.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Come avete già detto, è un argomento che abbiamo affrontato in Commissione.
Due considerazioni: non è una questione di scarsa lungimiranza. Un programma triennale lo dovremmo portare ad una delibera di Giunta, quindi per fare un programma triennale dovremmo avere la copertura economica.
Secondo. Credo che sarebbe ora - l'ho anche detto in Giunta - far lavorare i nostri Uffici e i nostri tecnici non su voli pindarici, ma su cose concrete. Mi sembra che oggi, per il tipo di contesto in cui viviamo sia più onesto, nei confronti delle persone che lavorano con noi, farle lavorare su cose concrete.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Il comma 1 è sostituito dal seguente: "1. Il Consiglio regionale approva ogni tre anni, in osservanza delle disposizioni dell'articolo 2, comma 2, i criteri per l'ammissione alla tabella degli enti, degli istituti, delle fondazioni e delle associazioni di rilievo regionale, nonché le modalità di accesso al contributo regionale".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Al comma 1, le parole "gestito dal DMO-Turismo Piemonte" sono sostituite dalle parole "gestito da IRES-Piemonte".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Illustro insieme questi due emendamenti, perché sono due opzioni.
Con l'emendamento n. 5) noi chiediamo di lasciare l'Osservatorio lì dov'è, quindi nella struttura regionale. Non vediamo l'utilità di inserirlo nella società consortile che dovrà fare anche le attività. Per cui quello che aiuta la Regione a realizzare i programmi, si osserva. Che deve fare le analisi di marketing, si prepara i dati e tutto quanto. Ci sembra poco sano, da questo punto di vista e dal punto di vista dell'obiettività.
Quindi o lo lasciamo dov'è, la DMO utilizzerà i dati pubblici che almeno hanno la "garanzia" di essere raccolti da un ente pubblico, oppure, come proponiamo nell'emendamento n. 2) e come ho detto nel mio intervento in discussione generale, lo inseriamo all'interno di un ente tendenzialmente terzo, a queste questioni deputato, quindi in IRES.
E' molto importante che chi osserva e chi, eventualmente, propone delle analisi generali di come sta funzionando il sistema, sia separato da chi quel sistema lo mette in pratica, in particolare dalla DMO, che è il braccio operativo della Regione che delega ad una società consortile a maggioranza pubblica ma, comunque, partecipata da entità diverse associazioni di categoria ecc., il fatto di realizzare gli indirizzi regionali.
Sotto questo profilo, è importante che tutti gli elementi che si vogliono mettere in piedi con questa revisione della legge sulla promozione e organizzazione turistica puntino alla realizzazione di un sistema positivo nelle sue interazioni. Quindi, chi raccoglie e presenta i dati deve essere diverso da chi attua le politiche, l'organizzazione, la promozione e le azioni volte a raggiungere le finalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Anch'io illustro insieme i due emendamenti.
Come diceva il Consigliere Campo insistono entrambi sull'articolo 4 e sono alternativi uno all'altro, non complementari.
L'emendamento n. 2) è soppressivo dell'articolo, proprio perch riteniamo che non sia opportuno creare un Osservatorio del turismo specifico, soprattutto all'interno della DMO - definita la nuova Agenzia regionale per lo sviluppo e la promozione del turismo e dei prodotti agroalimentari e qualità in Piemonte - nata dalla fusione e dalla trasformazione di IMA-Piemonte (Istituto per il marketing e prodotti agroalimentari) e di SPT (Sviluppo Piemonte e Turismo) con tutte le specifiche che illustreremo negli articoli successivi e le problematiche che affronteremo con gli emendamenti.
L'altro emendamento, invece, è più conciliante. Considera in maniera possibilista la creazione di un Osservatorio, fermo restando che si tratta di un'attività già svolta all'interno delle strutture dell'Assessorato, ma ritiene che debba essere fatto da IRES-Piemonte e non dalla DMO stessa proprio per il concetto che definiva il Consigliere Campo prima, cioè la separazione tra chi raccoglie le informazioni e tra chi mette in pratica le attività di gestione e promozione del turismo in Piemonte.
Pensiamo che si debba, anche in questo caso, rivolgerci alle strutture oggi esistenti. Abbiamo analizzato il piano di IRES-Piemonte, si sta lavorando sulle nuove prospettive dell'Istituto di ricerca regionale e pensiamo che questa potrebbe essere un'altra funzione che gli può essere affidata, perché fa già diverse analisi, raccolta dati, informazioni statistiche, elaborazioni di modelli per diversi Assessorati. Non vediamo l'esigenza di creare un doppione all'interno della DMO.
Gli enti pubblici, purtroppo, tendono un po' a questa gemmazione di strutture ridondanti e pletoriche al loro interno, oppure in enti partecipati o in enti strumentali. Questo comporta il lievitare dei costi.
Potremmo veramente citare centinaia di casi nella Regione Piemonte o nel Comune di Torino, o in altri grandi Comuni del Piemonte, per non parlare di fuori regione e a livello nazionale. Dobbiamo andare verso una razionalizzazione, perchéle risorse sono poche e, oggi, non possiamo più permetterci di sprecare neanche un euro per attività doppie. Le razionalizzazioni sono fondamentali, servono e devono essere realmente fatte, per risparmiare, mantenendo ovviamente i servizi.
Quindi, la raccolta di informazioni è fondamentale, noi siamo sempre stati d'accordo ad avere una raccolta dati il più dettagliata possibile su tutti i campi d'azione della Regione e le sue competenze, in quanto per deliberare, ovviamente, occorre conoscere la base, l'esistente, o anche il passato, e l'evoluzione nel corso degli anni, per capire quali sono i settori che hanno un ritorno economico dell'investimento, quindi che richiamano i turisti (magari, si divide il turismo high spending, ad alta spesa, da un turismo più giovane, che spende meno ma che forse trascorre più giorni sul territorio). Si tratta di una serie di dati fondamentali termino perché ho utilizzato i quattro minuti per i due emendamenti - ma riteniamo che si debbano fare all'interno di IRES-Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questi due emendamenti agiscono sull'Osservatorio del turismo.
Come hanno anticipato i miei colleghi, lo riteniamo un soggetto di cui assolutamente non sentiamo il bisogno. Poiché abbiamo a disposizione l'IRES, utilizziamolo. L'importante, alla fine, è riuscire esattamente ad avere dei dati relativamente all'offerta turistica e alla domanda, quindi anche sui flussi turistici, ma che siano dati certi e utili, soprattutto per successive decisioni.
L'interrogazione che ho presentato oggi in merito agli investimenti su Expo è illuminante in questo senso, perché, alla fine, come risposta, mi è stato detto quanto abbiamo investito e cosa abbiamo fatto, ma, da quanto si è capito, non abbiamo alcuna idea di quale ritorno ci sia stato.
Mi sono sentita dire che ci sono stati degli incontri tra imprenditori piemontesi e imprenditori cinesi, dopodiché il tipo di ritorno per il territorio non è stato assolutamente quantificato. Quindi, mi chiedo come si possa proseguire alla cieca in questo modo. Già abbiamo un tipo di programmazione, come abbiamo detto discutendo gli emendamenti precedenti di breve respiro, quindi un orizzonte temporale limitato; in più non siamo assolutamente in grado di valutare il ritorno economico di quanto investiamo. Allora cerchiamo di utilizzare gli strumenti che abbiamo, che sono già assolutamente ben attrezzati per fare fronte alle esigenze, ma utilizziamoli.
E' inutile creare un nuovo Osservatorio quando non siamo stati in grado nemmeno di utilizzare correttamente l'IRES per svolgere una valutazione sui risultati rispetto a quanto abbiamo impiegato dal punto di vista delle risorse economiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 6) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: "La lettera a) del comma 2 dell'articolo 6 del disegno di legge 187 è soppresso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

L'emendamento rubricato n. 6) è una conseguenza dei due emendamenti precedenti, in quanto non dovendo stare l'Osservatorio nella DMO, sia che rimanesse in Regione o sia che fosse andato in IRES, nello specifico, la lettera a) del comma 2 dell'articolo 6 non avrebbe più avuto senso. Quindi purtroppo, rimarrà lì, lo sappiamo, pensiamo che sarà l'ennesimo Osservatorio inutile e pletorico.
Sotto questo profilo, notando anche la modalità di presenza in aula della maggioranza, non posso che non dispiacermi che la discussione in aula sul disegno di legge n. 187 sembra non interessi particolarmente alla maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Alla lettera e) del comma 2, dopo le parole 'promozione turistica' aggiungere le seguenti: 'favorendo e organizzando la partecipazione degli operatori turistici interessati.'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Con l'emendamento rubricato n. 7) aggiungiamo il tentativo di coinvolgimento più ampio degli operatori turistici interessati. Quindi laddove nei ruoli della DMO si parla della promozione turistica agroalimentare aggiungiamo le parole "favorendo e organizzando la partecipazione degli operatori turistici interessati".
Qui, di nuovo, tentiamo di introdurre una partecipazione più ampia che non sia limitata ai consorzi, quindi operatori turistici in senso più ampio. E' importante ricordare che, anche laddove si è parlato di Osservatorio, c'è stata quella menzione fugace al turismo sportivo, perch dove si parla di Osservatorio si dice che osserva anche le questioni relative al turismo sportivo amatoriale e professionale. Altra cosa che poi scompare dal resto della norma.
Ricordo che gli operatori che lavorano sul turismo, così come gli enti che operano sul discorso turistico e che organizzano le manifestazioni (pensiamo al CONI, ma anche a realtà più piccole e locali), sono di varia natura e difficilmente troverò realtà del genere (con posti letto) a parlare nei consorzi di operatori turistici.
Vi avverto, questa legge sarà deteriore perché escluderà dalla platea di chi veramente parteciperà al sistema di organizzazione della promozione e dell'accoglienza turistica un sacco di realtà particolari, ma non per questo meno importanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Dopo la lettera h) del comma 2 aggiungere la seguente lettera con relativo testo: i) svolge attività di vigilanza sui fenomeni di abusivismo e ne dà segnalazione agli organi competenti".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

L'emendamento rubricato n. 8) tocca un altro argomento importante, a nostro parere, che non è presidiato nelle normative attualmente vigenti cioè l'attività di vigilanza sui fenomeni di abusivismo.
Quando ne abbiamo parlato in Commissione l'Assessora ci ha detto che questo fa parte delle competenze dell'Assessorato. Io sono andato a vedere in Assessorato quale sia l'ufficio o la persona che si occupa della vigilanza sull'abusivismo, e non c'è, non esiste.
Noi non abbiamo né dati né attività particolari sul tema dell'abusivismo. Nella precedente legge almeno si delegava alle Province una sorta di vigilanza sull'operato delle ATL che, in certi casi, poteva portare all'individuazione di pratiche abusive per quanto riguarda l'organizzazione soprattutto dell'attività di accoglienza.
Quindi, sotto questo profilo è un altro emendamento importante, per quanto su un tema molto particolare, che attualmente non ci dà informazioni, perché non abbiamo contezza di quali siano le dimensioni. E laddove noi stiamo puntando a far diventare questo settore un settore importante e trainanti, quindi con una crescita di fatturato, di attività e, di conseguenza, ad un maggior contributo di prodotto interno lordo della nostra Regione, dovremmo anche occuparci della possibilità che cresca parallelamente il fenomeno dell'abusivismo in questo tipo di attività.
Abusivismo che poi si può collegare a truffe, perché ricordo che la truffaldinità nel settore dell'accoglienza turistica pone problemi anche alla fidelizzazione del turismo: il turista che viene una volta non viene più perché l'abbiamo bidonato e poi ce ne fa perdere anche altri.
Pertanto, secondo noi, questo è un tema molto importante che in questa legge non viene proprio toccato e non è toccato da nessun'altra parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo, se me lo concede, su tutti e tre gli emendamenti insieme in quanto insistono sullo stesso articolo. Si tratta dell'articolo 6 riguardante le attività della DMO-Turismo Piemonte, acronimo che proprio non mi entra in testa, vista anche la provenienza da una lingua che ormai dovremmo imparare a considerare come extracomunitaria. Quindi, intervengo sui tre emendamenti insieme.
Si tratta di emendamenti riguardanti l'attività di questa Agenzia chiamiamola agenzia che forse ci semplifica un po' la vita.
Il primo emendamento è molto semplice e va a chiedere l'abolizione del comma a), cioè il fatto che l'agenzia stessa gestisca l'Osservatorio del turismo di cui all'articolo 4. Avendo voi, però, approvato l'articolo 4 che prevede l'istituzione di questo doppione, dal nostro punto di vista della struttura regionale che fa le sue attività, doppione dell'IRES che fa le sue attività di ricerca e di analisi, immagino che, anche per correttezza di tecnica legislativa, questo emendamento dovrà essere bocciato, a meno che si voglia cambiare idea e riaprire il dibattito anche sull'articolo 4, ma lo vedo difficile.
Sull'articolo 7, come già detto, alla lettera e), che riguarda la "Promozione commerciale del prodotto turistico e agroalimentare piemontese mettendo in collegamento gli operatori turistici locali con gli operatori nazionali ed internazionali, anche mediante l'organizzazione e la partecipazione a fiere ed altre iniziative di promozione turistica ed agroalimentare", l'emendamento, dopo le parole "promozione turistica agroalimentare", richiederebbe l'inserimento delle parole "favorendo e organizzando la partecipazione degli operatori turistici interessati", in modo da creare un mix tra gli operatori agroalimentari - quindi, coloro che producono i prodotti di eccellenza della nostra Regione, che, come diceva il collega Campo, spesso tanto sottovalutati all'estero, non perch all'estero sono cattivi, ma perché non siamo capaci a fare promozione dei nostri prodotti. Infatti, quando si parla del vino italiano, si parla della "Tuscany", cioè della Toscana e non si parla, invece, dell'eccellenza, ad esempio, del vino piemontese e, forse, non si sa neanche dove sia il Piemonte.
Quindi, qualche cosa, forse, abbiamo sbagliato in questi anni. Noi però, non riteniamo che si possano avere delle magnifiche e progressive sorti semplicemente con la creazione di nuovi soggetti o di nuovi acronimi o di nuove agenzie, ma lavorando bene con quello che si ha, cercando di investire risorse, dare garanzia di risorse con una programmazione seria triennale e con un po' di pianificazione annuale, quindi con certezza di risorse.
Pertanto, come gli altri capitoli di bilancio e le altre aggregazioni di capitoli di bilancio, il settore del turismo deve avere una sua dignità e quindi deve avere certezze di risorse sui tre anni.
L'ultimo emendamento, quello rubricato n. 8), che ha già illustrato egregiamente il collega Campo, riguarda l'introduzione di un'ulteriore lettera al comma 1 dell'articolo 6, la lettera i), che riguarderebbe "l'introduzione di attività di vigilanza sui fenomeni di abusivismo con relativa segnalazione agli organi competenti".
La riteniamo un'aggiunta importante, non rivoluzionaria, ma comunque importante, per dare anche il segnale che, con una norma di legge, si cerca di garantire il rispetto delle leggi in un settore delicato e importante che, a parole, tutti vogliamo valorizzare. Ricorderemo per tutti i cinque anni la volontà e le dichiarazioni del Presidente Chiamparino, che vuole trasformare il Piemonte, non tanto nella Toscana del Nord, perché forse sarebbe entrato in competizione con una Regione italiana guidata dal PD, ma come la Borgogna dell'Italia. Va a preferenza dei singoli.
Però pensiamo che questo sia un emendamento interessante ed importante per dare un segnale politico oltre che legislativo, per ridurre almeno i fenomeni di abusivismo e per dare quindi quelle risposte che anche gli operatori del settore chiedono alla Regione Piemonte, a maggior ragione quando si mette mano non tanto ad una modifica della legge, ma addirittura ad una nuova legge con una nuova Agenzia regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Anche io faccio un'illustrazione congiunta dei tre emendamenti.
Con questi emendamenti chiediamo, come sempre, di coinvolgere gli operatori turistici interessati.
Come diceva il collega Bono, è assolutamente fondamentale coinvolgere chi opera sul territorio per cercare di unire tutte le forze presenti e tutte le esperienze presenti. Quindi, con grande considerazione degli operatori che, da anni, cercano già di rendere il Piemonte un'eccellenza di richiamo turistico internazionale. E, sempre come diceva il collega purtroppo il Piemonte non sempre figura tra le Regioni che hanno una maggiore attrattività nei confronti dei turisti che arrivano, ad esempio dall'estero.
E' vero che ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita del turismo però sicuramente la nostra Regione ha delle potenzialità che non sono pienamente sfruttate. Credo che con questa revisione normativa non daremo un ulteriore grosso impulso al turismo, perché, a nostro avviso, va ad introdurre dei soggetti che risultano inutili nella gestione delle risorse e non consentono di pianificare correttamente le attività per cercare di massimizzare al meglio tutte le risorse che la nostra Regione ha a disposizione.
In particolare, mi soffermo sull'ultimo emendamento, il n. 8), che è quello che fa riferimento all'abusivismo. Questo è un problema che ci è stato segnalato da diversi operatori: il fatto di poter garantire sul territorio la presenza di professionalità riconosciute, quindi che venga riconosciuto il loro contributo e che si dia riconoscimento alla loro professionalità e che questa venga valorizzata, perché sicuramente questo dà anche un valore aggiunto all'area, visto che avere persone che operano sul territorio avendo le competenze necessarie certamente dà un servizio migliore al turista; e, d'altra parte, andiamo anche a combattere quei fenomeni e tutto quel sottobosco di abusivismo che danneggia sicuramente o, perlomeno, rischia di danneggiare - l'immagine della nostra Regione mettendo sul territorio degli operatori che non sono qualificati per svolgere l'attività e che certo creano un danno economico alle figure professionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per il parere della Giunta.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Il parere della Giunta è contrario sull'emendamento n. 6), perch sull'Osservatorio abbiamo già discusso ampiamente; è favorevole sull'emendamento n. 7); è contrario sull'emendamento n. 8), perché ricordo che l'Agenzia DMO non ha altri compiti se non quelli di marketing e comunicazione: è un'Agenzia che ha delle professionalità specifiche che riguardano marketing e comunicazione, null'altro (naturalmente oltre all'Osservatorio, che è un compito di legge e riconosciuto dal Ministero).
Riassumendo, quindi, parere contrario sugli emendamenti n. 6) e n. 8) parere favorevole sull'emendamento n. 7).



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Procediamo con la votazione degli emendamenti, per la quale ricordo che il numero legale è sempre 24.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Per pronunciare la dichiarazione di voto - anche se avrebbe dovuto farne domanda prima del voto sugli emendamenti - ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Voteremo in senso contrario, però quel che mi interessava dire è che qui stiamo dando delle funzioni anche relative alla commercializzazione e quindi mi sembra che sarebbe perfettamente possibile - visto che c'è l'Osservatorio che lavora anche sulla commercializzazione, sull'offerta ecc. - che la DMO venga a conoscenza degli eventuali fenomeni di abusivismo e quindi che sia previsto il compito di segnalarli alle Autorità competenti. Trovo veramente un po' strano che non ci sia da nessuna parte una trattazione del tema dell'abusivismo su questi argomenti.
In ogni caso, voteremo no.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con l'articolo 8 cominciamo l'esame del Capo III, che parla delle ATL.
Sulle ATL manifestiamo, di nuovo, le nostre perplessità, anche se questa è la parte fatta con un po' più di attenzione: infatti, laddove nella DMO abbiamo lasciato nel vago sia le attività che la struttura (e il come verrà costituita), demandando tutto ad uno Statuto che sarà deciso esclusivamente dalla Giunta regionale - e io continuo a dire: guardate che stiamo inserendo un elemento di profondo arbitrio nella gestione di questo sistema - sulle ATL e l'importante attività del relativo riordino, che era uno degli elementi fondamentali e per cui era da lungo tempo attesa questa legge, da un lato si è fatto un lavoro che all'inizio era nuovamente un po' pericoloso, perché configurava una possibilità di concorrenza sleale da parte di una realtà pubblica nei confronti degli operatori privati.
Per fortuna, questa parte è stata sostanzialmente eliminata, ma sotto questo profilo le nuove ATL non risolvono il problema della frammentazione e della compartimentazione del settore della promozione.
D'altra parte, secondo noi, le Agenzie nascono deboli perché richiedono una partecipazione di realtà esterne ed una compartecipazione e una ricerca di fondi per poter realizzare le proprie attività.
Da questo punto di vista, quindi, anche la riforma delle ATL - al di là di rinforzare l'attività del settore, andando magari a creare una rete più funzionale e di supporto alla DMO - va a mantenere una compartimentazione (certo, prima molto più frammentata), che non riesce, anche in questa riforma, a cambiare i confini già prima delimitati, quindi rimaniamo nuovamente all'interno di confini provinciali per aree che magari sarebbero state meglio insieme: penso a Langhe, Roero e Monferrato che forse avrebbero potuto costruire un sistema un po' più ampio, mentre rimangono "Langhe e Roero", "Provincia di Alessandria" e "Provincia di Asti".
E' chiaro che così non usciamo dalla logica precedente.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 9) presentato dalle Consigliere Frediani, Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Alla lettera b) del comma 1, dopo le parole "forniscono assistenza ai turisti" aggiungere le seguenti "in loco".
Emendamento rubricato n. 10) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Alla lettera e) del comma 1, dopo le parole "degli operatori" aggiungere le seguenti "nel rispetto della normativa di cui alla L.R. 30/3/1988 n. 15 Disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo" Emendamento rubricato n. 11) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Alla lettera g) del comma 1, dopo le parole "propri soci" aggiungere le seguenti "qualora non in concorrenza con analoghe attività degli operatori turistici interessati".
Emendamento rubricato n. 12) presentato dalle Consigliere Frediani Batzella e dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Dopo la lettera g) del comma 1, aggiungere quanto segue: h) "svolge attività di vigilanza sui fenomeni di abusivismo e ne dà segnalazione agli organi competenti".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questi emendamenti vogliamo andare a specificare meglio alcune cose, proprio perché è importante che sia chiaramente separata la competenza di un ente che è sostenuto anche economicamente dalla mano pubblica. Quindi, sotto questo profilo, chiediamo sia previsto alla lettera b) del comma 1, che recita "Le ATL forniscono l'assistenza ai turisti compresa prenotazione e vendita ai servizi turistici nel rispetto delle normative vigenti", che questo venga fatto in loco, ossia evitando possibili utilizzi di intermediari di altro genere e mezzi che possano essere visti come concorrenza alla promozione delle offerte dei privati che operano nel settore.
Quanto all'emendamento n. 10), aggiungiamo quello che avevamo già illustrato nelle finalità generali, quindi il tentativo di far sì che per quanto attiene le ATL e al loro operare - quindi nell'applicazione della presente legge in relazione alle ATL, che sono quelle che poi rappresentano la mano operativa effettiva sul territorio, e anche di relazione con gli operatori turistici - non vi sia conflitto con normative già vigenti.
Pertanto, ripetiamo la dicitura "nel rispetto della normativa di cui alla legge regionale 15", per quello che riguarda l'organizzazione e intermediazione dei viaggi per turismo.
Ricordo, come già detto prima nella discussione sull'articolo 8, che precedentemente - e come purtroppo è rimasta un po' l'impostazione di questo Capo di questa legge - si configurava la potenzialità e anche l'incentivazione alle ATL a sviluppare un'offerta turistica propria, che poteva andare in concorrenza con gli operatori turistici privati.
Questo, ovviamente, in un sistema che dovrebbe fare da propulsore e organizzatore per l'offerta turistica e soprattutto finanziato (anche se solo più in parte) dalla mano pubblica, avrebbe comportato una palese distorsione della concorrenza. La parte più macroscopica è stata emendata in Commissione; ci terremmo, però, che alcune correzioni venissero ancora aggiunte, proprio per maggiore chiarezza.
All'emendamento 11), sempre con la stessa finalità, andiamo ad aggiungere alla lettera g) del comma 1: "Promuovono e gestiscono servizi specifici in ambito turistico a favore dei propri soci, quando non in concorrenza con analoghe attività degli operatoria turistici interessati".
Questo intervento è operato per cercare di evitare il più possibile configurazioni di interferenze, perché quello che rimane esplicitato in questa norma nei ruoli e nei vincoli che questi operatori pubblici - che saranno la DMO e le ATL - avranno nel sistema della promozione e organizzazione turistica è il fatto che poi non ci sia la possibilità per queste realtà di utilizzare intermediari privilegiati, che a quel punto potrebbero di nuovo configurare concorrenza sleale nei confronti degli operatori turistici privati. Di nuovo, non mi resta che sottolineare come in questa legge sia stato un po' disatteso quello che si sperava si realizzasse, cioè una chiara definizione del sistema pubblico che fosse di supporto e aiuto alla crescita organica, omogenea e organizzata nella promozione dell'offerta turistica piemontese.
L'ultimo emendamento è di nuovo legato alla vigilanza in quanto essendo le ATL l'articolazione sul territorio di questo sistema, anch'esse sono quelle che più facilmente possono venire a contatto e a conoscenza dei fenomeni di abusivismo in queste attività; quindi anch'esse avrebbero il ruolo di darne segnalazione agli organi competenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo articolo riguarda l'attività delle ATL in genere che sintetizzo le sette lettere che riguardano l'articolo - "raccolgono e diffondono le informazioni turistiche riferite all'ambito di competenza territoriale, forniscono assistenza ai turisti, compresa la prenotazione e la vendita di servizi turistici, promuovono e realizzano iniziative per la valorizzazione di risorse turistiche del territorio, contribuiscono alla diffusione sul territorio di una cultura di accoglienza e ospitalità turistica, favoriscono la formazione di proposte e pacchetti di offerta turistica da parte degli operatori, coordinano i soggetti del turismo congressuale operanti entro i territori di competenza, promuovono e gestiscono servizi specifici in ambito turistico a favore dei propri soci".
Pertanto, l'emendamento 9) vuole specificare, oltre all'ambito di competenza territoriale, la definizione in loco: quindi, soprattutto, che si tratti di attività che riguardano presentazione e vendita dei servizi turistici. Il problema, dunque, è questo: non solo la conoscenza del territorio, ma anche la prenotazione e la vendita dei servizi turistici che potrebbero essere anche relativi ad altri territori. Quindi, le informazioni turistiche sono nell'ambito di competenza territoriale, ma non viene specificato che lo sia la prenotazione e la vendita di servizi turistici.
In questo caso, pertanto, aggiungiamo la definizione "in loco".
Gli emendamenti 10) e 11), invece, riguardano la possibile conflittualità con gli operatori turistici privati tout court. Questa quindi, è una situazione particolare in cui andiamo a creare un soggetto misto pubblico-privato che rischia di creare una concorrenza sleale rispetto a operatori turistici privati. Questo atteggiamento è un po' strano da parte della vostra forza politica, nel senso che quando ci sono dei servizi che sono pubblici tendete a privatizzarli e quando ci sono attività gestite dai privati tendete a metterle in concorrenza con il pubblico. E' una logica che a me suona un po' strana e un po' particolare valutando un po' quelle che sono le politiche ad ampio spettro del Partito Democratico, o comunque della coalizione di centrosinistra.
Da ultimo, vi è l'emendamento n. 12), che riguarda la richiesta - come avevamo fatto in generale sulla DMO - della possibilità di attuare un controllo sui fenomeni di abusivismo e quant'altro. Non avete accettato sopra, ma potrebbe essere utile una segnalazione anche da parte delle ATL alla "casa madre" della DMO in questo senso, quindi dal territorio verso il centro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Con questi emendamenti, andiamo ad intervenire sull'articolo 9) e cerchiamo di definire un po' meglio le attività che vengono elencate. In particolare, nell'emendamento n. 9) chiediamo di aggiungere "in loco", per evitare che le ATL possano svolgere una funzione che spetta un po' alle agenzie di viaggi, ai tour operator: il fatto, cioè, di ricevere a distanza, magari anche telefonicamente, delle richieste e gestirle andando a sostituire gli operatori privati che traggono il loro sostentamento da questo tipo di attività.
Si riconosce dunque la predominanza dell'attività di ricezione sul territorio a questi soggetti che devono accogliere il turista indirizzarlo, informarlo, ma non svolgere attività che non sia quella prettamente di accoglienza in loco del turista.
Nel successivo emendamento rubricato n. 10), andiamo a definire il rispetto di una normativa, per inquadrare meglio l'ambito di applicazione del disegno di legge, evitando che ci siano contrapposizioni con la normativa vigente.
Nell'emendamento rubricato n. 11), andiamo a definire meglio le attività che non siano in concorrenza con analoghe attività degli operatori turistici interessati, ritornando al discorso del non entrare in competizione con operatori turistici, per evitare di danneggiare l'operatore privato attraverso un'ingerenza del pubblico.
Con l'ultimo emendamento torniamo a chiedere che le ATL siano anche uno strumento di vigilanza sul fenomeno dell'abusivismo. Si tratta, lo ripetiamo, di un tipo di fenomeno che danneggia sia il turista sia gli operatori, che sono professionalmente riconosciuti e abilitati ad offrire un servizio professionale sul territorio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessora Parigi, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Chiedo ai Presidenti dei Gruppi la disponibilità ad anticipare di mezz'ora la Conferenza dei Capigruppo in sala A.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.28)



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